1
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ÄiiNO
, LXXlV - 'ì:ì^-„ 'Í ' ‘ '■■ ' ’'■•- ■ Torre Pel
Non possiamo, fidarci troppo di noi
medesimi, perchè spesso ci vien m^no
la grazia e 1,'intendimento.
Poco lume è in noi; e anche questo
lo veniamo & perdere per negligenza
in un attimo. Sovente ancora non ci accorgiamo quanto siam ciechi interiormente. : * .
Sovente si fa male; e il peggio è che
lo scusiamo.
E talora siamo mossi dalla, passione,
e si crede zelo. Riprendiamo negli aliri le piccolezze, e in noi passiam sopra
alle cose grandi,
Siam molto pronti a sentire e pesare
quel che ci tocca a soffrire dagli altri,
ma non si pensa quanto gli altri soffrono da noi.
Chi ponderasse bene e dirittamente i
fatti suoi non giudicherebbe gli altri
con rigore.
pace e unione vera, bisogna che tu metta Ogni cosa da parte, e te solo tu abbia
davanti agli occhi.
Ora tu profitterai molto se ti manterrai sciolto da ogni sollecitudine temporale. Molto scapiterai, ove tu faccia,
conto d’alcuna cosa temporale.
. Ninna cosa ti paia grande, sublime,
grata, accetta, se non puramente Dio,
ò cosa di Dio.
Reputa pretta vanità qualunque consolazione che ti venga da una creatura.
L’anima innamorata di Dio disprezzo
quanto è inferiore a Diò.
Solo Dio,, eterno ed immenso, che
tutto di sè riempie, è conforto deiranima e vera letizia del cuore.
" ■ 1
^mho, alla soglia della vita, si trova
nto.
modo di essere e di cottipo-rtarsi dì
ta prima coetanea femminile, può
re un grande peso per .il futuro
mo e . suscitare neH’animo suo un
Amplesso di sentimenti, magari ìnconati, che determineranno più tardi,
ona parte del suo atteggiamento verle altre donne che incontrerà man
tmàno sul suo cammino, e potrà influen
ÉrÌo perfino nella scelta della sua
A'
'^posa.
L’uomo interiore antepone ad ogni altra la cura di sè medesimo: e chi bada
molto a sèi per lo più sta zitto sugli
altri.
Tu non sarai mai uomo, di spirito e
devoto, se non tacerai, dei fatti altrui,
e non penserai specialmente a te stesso.
Se attenderai a te e a Dio intiera"
fuori. ' . ■ '
Dove sei tu quando non sei presente
te medesimo ? E quando sei scorso per
tutte le cose, trascurando te stesso, che
vantaggio ne hai ricavato ? Se vuoi aver
> Non sei più santo, se altri ti loda, nè
più%ile, se ti biasima.
Tu sei quel che sei; nè puoi esser,
detto maggiore di quello che tu sia agli
occhi di Dio.
Se badi a quello che ti par d’esser j
dentro, non t’importerà, di ciò che gli !
uomini possan dire di te. , j
L’uomo vede l’apparenza, ma Dio nel j
cuore. ■ ' ■ ■ ■' , I
L’uomo considera gli atti, ma Dio
valuta la intenzione.- i
Far sempre bene, e tenersi dappoco, i
Il non voler consolazione dalla creatura, è segno di gran purità e di fiducia
interiore.
(Dalla Irmitazione di Cristo).
Libro II Icap. V e VI par. 3>
No«.«
* ,
«li
O P
II
i:
Nella famiglia, oltre alla sposa e alla
■ madre, un’altra figura femminile attira la nostra attenzione e ci sembra essere degna di una breve meditazione:
la sorella.
In seno alla famiglia cristiana R fatto di essere fratello e sorella è |>iù che
un vincolo naturale dovutp al caso:
qui, dove, vi è il senso religioso, della
vita, il legame del sangue acquista un
.-valore ben più profondo e noi lo dob- ’’
biamo considerare sotto tutt’altra luce. !
Sj parla molto, e con ragione, della
responsabilità dei genitori verso i figli, or bene, nella famiglia cristiana
esiste un’altra responsabilità, non meno reale della prima, se pure assai meno presa in considerazione, ed è quella
del fratello verso la propria sorella e
della sorella verso il fratello.
Intendiamoci: questa responsabilità
è, la medesima che q|gnuno di noi ha,
in qùarito figlioli di DiOj Verso tutto il
prossimo; tuttavia, qui nella,.famiglia,
essa è così vicina a noi, cosi aBa nostra '
portata, che sembra tanto più grave da
parte nostra il trascurarla.
Tra un fratello ed una sorella cristiani, la dolcezza del sentimento fraterno diventa più profonda e più vigilante; la reciproca influenza dei ca~
raiteri Shrà rivolta unicamente verso il
bène'-e produrrà cosi buoni frutti.
Non accontentiamoci dunquè, o fra-'*
telli e sorelle di una famiglia cristiana,'
di quel tàhto di affinità che vi può*'
essere tra di noi; di quel minim.o di’"
buona intesa e dì cameratesca simpatia, in genere qupsi sempre esìstenti al
lo stato naturale delle cose; abbiamo il
devere di cercare di più: sforziamoci
di giungere a quell’intesa profonda dei
cuori, che del resto è il naturale e
soave frutto di un ideale comune e di
un’unica speranza; coltiviamo fra di
noi , prima che altrove, quell’unione
dell’animo, che è la sola atta a rispondere pienamente alle nostre aspirazioni, perchè imprime al legame della carne un valore imperituro.
Quale e quanta nuova ricchezza, può
sgorgare in seno alla piccola comunità
frtìterna, qualora essa sappia intendere il vincolo che Tunisce, sotto questo
aspetto cristiano.
E mi pare appunto che, nel nobile
intento, di una più intima unione e di
un maggiore reciproco aiuto, una sorella possa avere una parte di una certa importanza, talvolta persino, forse,
>un compito vero e proprio, assai adatto
‘alla femminilità. ,
La sua vita di donna incomincia e
si manifesta per prima cosa, nella famiglia, tra i propri fratelli ,ed essa
dovrà. dare prova quiy innanzi tutto,
della sua capacità di comprensione e
delle sue possibilità d’affetto; in mezzo
ai fratelli la giovinetta si preparerà cosi aH’opera d’amore e di dedizione che,
come donna cristiana, sarà certamente chiamata a compiere un giorno, e
non credo di esagerare dicendo che dipenderà dalla buona o cattiva riuscita
di qubta prima prova, il risultato ulteriore della sua vita.
. ‘La sorella è la prima conipagna che
,^rÉssere una valorosa piccola sorella,
ihnesi^ piena di tatto, soccorritrice,
^erta alle timide confidenze, incoragIgiandole anzi con un simpatico attegimento; una sorridente piccola sorelcome il nostro fratello ha ora bi)gno che lo siamo e come molte volte,
nella vita, bisognerà esserlo forse
■^r altri ancora che per luì: semplicefhente questo, una serena e dolce pie- >
.i"^la sorella.
V».,'
è infine ancora un punto itnpor.ttote nelle rélàzionì di esempio e di
B{5onsabilità che abbiamo voluto sta.re fra sorella e fratelli ed è qu^
;d; non devo dimenticare che come so~
l|q, prima ancora chei come giovineto sposa o madfe,, nella \ata, come sodila mi ihcorñbe il preciso doùere di
«¿re T'esempio dàla più assoluta e ri-,,^
purezza,. *
.Certamente, una ' giovinetta deve
aspirare alla purezza per sè stessa, in
quanto è un, bene estremamente desiderabile, e non solo in vista di un fra■ tello o d’altri; però sarà motivo di dolcezza e d’irtcoraggiamento per lei B
. pensare talvolta, che questo bene tanto desiato, illumina di una benedetta e
feconda luce la via di chi vive ìiitorno
a lei.
L’esempio della purezza è un preziosissimo dono, uno dei più grandi che
l’uomo possa ricevere dalla donna.
; La visione di una'sórella che, integra e diritta,- cammina per la strada lu. minosa della virtù ed entra nel mondo
intangibile nella sua purezza, sempre
uguale a sè stessa, respingendo il male, resistendo alle .tentazioni ,evitando
fin le apparenze deU’incom,postezza e
della mancanza di serietà, sarà sempre
davanti agli occhi del fratello, futuro
uomo, e come tutto ciò che egli avrà
vi.sto ed irnparato fip da gìovanissim,o,
lo influenzerà inevitabilmente un gior- ■
no nelle sue decisioni e nei suoi giudizi; lo riposerà delle sue inevitabili delusioni, gli darà forza, gli darà fiducia,
l’obbligherà a stabilire dei confronti e
ad apprezzare la virtù, lo renderà più
equo, più sereno, migliore.
Una gorella: vi è tutto un programma d’affetto in questa parola ! Sapremo noi rispondere ai doveri che ci
a.‘!peltano come future donne, se avremo trascurato questo primo semplice
dovere, in 'seno ai nostri più cari, nella famiglia ? ; - ’
Quante soavi figure di donne furono destinate ad ispirare la vita delTuo. m.o unicamente come sorelle, e trovaromo in questo una dolcezza non inferiore ad alcun’altra, una serenità ed'
una pace profonda, e' si sentirono com- ‘
píete- nella loro vita femminile, perchè
compresero che anche qui vi era un
compitò d’amore degno dei loro più nobili ideali. (Voùe).
In memoria del Generale Ginlio Martinat
Le 90 copie numerate del volumejin*
memoria del Generale Giulio M(irtinat,
che la Società di Studi Valdesi sta preparando, come già è stato annunziato in
questo giornale, sono state tutte prenor
tate in pochi giorni. Perciò la Società
stessa', venendo incontro al desiderio
dei numerosi amici ed estimatori dèlTeroico Generale, ha deciso di far, stampare alcune centina_ia di copie della pri-.
m,a parte del volume predetto, contenente una notizia biografica del Caduto, illustrata con belle riproduzioni fotografiche e con preziosi documenti e
•testimpniainze. Questo fascicolo è offerto in sottoscrizione al prezzo minimo
di L. 10 e con lo stesso benefico scopo.
Le prenotazioni possono inviarsi al
cassiere della Società, sìg. Ernesto Benech, Conto corrente postale{P. 2-26959,
in Lriserna San Giovanni |w^pure ad
uno dei componenti il Seg^|prof essori Arturo Pascal, Attilio
' .vii'
'
-,’hi
póos, in Torre Pellice.
« *
caUva
ívá'líella sua sem^ici
ritOTÌi
ha a^to -Mqgq- in derritdrlo ^iiiQCup'a
' zt&né*
co (P. M. 112). ;
Il sottotenente L. Bein ha brevemente rievocato davanti ad un gruppo di alpini Valdesi la nobile figura del gener
rale Giulio Martinat, ' esaltandone la
tempra adamantina, il luminoso sacrificio, che un nobile riconoscimento hanno, recentemente ancora, avuto, come
riferisce « L’Alpino » nel numero del
15 aprile:
« A Monaco di Baviera il 1° marzo.
il Comandante delle Forze Armate tedesche- della zona, generale Kriebel, offriva all’Ecc. generale Garibaldi un ricevimento al termine del quale esaltava
l’eroismo dellé truppe italiane, che hanno fianco a fianco con le truppe tede-.
sche, arginato la valanga delle orde rosse, a costo di gravi sacrifici di sangue,
sottolineando particolarmente il comportaménto della divisione Julia e il
sacrificio del generale Giulio Martinat,
caduto con le armi in pugno, in mezzo
ai suoi alpini ».
Alla memoria del sottotenente Giovanni Bosio, figlio del prof. Davide^ Bosio, della nostra Facoltà di Teologia di
Roma, che incontrò morte gloriosa, sul
campo dell’onore, il 4 dicembre 1940
XIX a Cima Bùrato (fronte greco) alla
testa del suo plotone di alpini (Il Reggim,ento Battaglione Bolzano) fu concessa la medaglia d’argento, come a suo
tèmpo riferimmo. Solo ora ci è dato dì
pubblicarne la fiera ■ motivazione: - .
« Comandante di plotone mitraglieri,
in un momento assai critico dell’azione,
visto che la sua compagnia, duramente
mpegnata, stava per essere accerchiata,
con abile manovra si spostava cori ima
squadra in posizione dominante per
siìentar^ la minàccia avversaria. Vivamente ostacolato dal nemico, che lo
aveva, .preceduto nell’occupazione della
quota si lanciava alla testa del suo reparto all’assalto. Benché ferito non desisteva. dalJcL lotta, riuscendo a respingere
l’avversario al quale infUggepa gravi
perdite. Colpito una seconda volta, e
mortalmente, cadeva da prode sul campo dell’onore ». ,
2
Un Problema Sociale Valdese
1 ’S.*
"»iir.v . ■ . rfc. • • r. .
.1. ■.
Le oos11*C--GioVani
I
I
. ■ ■ I • .
Un problema sociale sorge quando
una data categoria di pers^one diventa*
numeroia e influisce sulla collettività.
Se rinfluenza “è buona, di problema si
risolve felicemente da sè, se l’influenza
è nociva alla collettività, questa deve,
per mezzo dei suoi migliori membri trovare una soluzione soddisfacente.
MÍV •
m
’ i-r:
UEmigraaÀone.
Le nostre popolazioni valdesi costituiscono una entità di minima importanza
nel quadro della vita sodale del nostro
Paese, ma pure hanno avuto e hanno i
loro problemi sociali. ,
Alla fine del secolo scorso, le bócche
essendo diventate troppo numerose rispetto alla terra oóltivabile, si è verificato il fenomeno deU’emigrazione. La
Chiesa ha avuto la sensibilità sociale
necessaria per occuparsi di questo fenomeno* controllarló e in certo qual modo incanalarlo; e si può dire ch’essa lo
jrf J abbia egregiamente risolto mercè Tab
negazione di molti suoi Pastori, i quali
' , hanno guidato e accompagnato o segui
to gli emigranti,e hanno fondato.o orgamzzato nell America del Nord e spe^ tialmente del Sud dei centri valdesi im
^ -s ’ portanti ,che sussistono tuttora. Là dove la Chiesa non ha potuto o non ha sa* . j|put<^ Intervenire, vi è stata dispersione
. * totale o relativa, come ad esempio in
Francia, con grande danno della Chiesa
V^,^elle anime.
/ - ^i può discutere se non sàFebbp^st^
, meglio trovaré alle Valli o nella Pàtria
up.0 "Sbocco alle, bracda in cerca
di lavoro, con bonifiche o impianti di
-industrie. Ma ciò era al disopra della
competenza della Chiesa e la storia non
può accusarla di aver lasciato partire o
di aver favorito l’esodo dalle Valli e
dalla Patria di un ingente numero di
figli.
Nìiovo panorama economico.
Da cinquant’anni a questa parte le
condizioni di vita nelle nostre Valli hanno subito una grande trasformazione.
Le famiglie con molti figli, che erano
la regola, son diventate purtroppo l’eccezione e non yi è più un aumento costante della popolazione.. Tutti, uomini e donne trovano ora facilmente lavoro, sia coltivando i piopri campi, sia
andando in servizio, sia prestando la loro opera nelle cave e nelle fabbriche.
La percentuale dei giovani avviati agii
studi e degli intellettuali è disgraziatamente molto bassa e non fa sorgere, come sarebbe sotto certi aspetti desiderabile, un problema sociale.
Braccia inerti, salvo quelle dei fannulloni di professione, alle Valli non ve
n’erano neppure prima delfa presente
guerra. H fenomeno della emigrazione
si è cosi arrestato e la maggior parte
delle parrocchie conseivano pressocchè
immutati i loro effettivi, con leggero
vantaggio delle parrocchie del piano a
scapito di quelle della montagna per
l’attrazione delle fabbriche, di impieghi
vari 0 per necessità di frequentare le
scuole medie.
Gli uomini e le donne.
La situazione può considerarsi buona per gli 1101111111. A ventidue anni un
giovane valdese, agricoltore, operaio o
impiegato che sia, può se vuole - e perchè non dovrebbe volerlo ? perchè tahtl
scapoli ? ecco un altro problema sociale
■valdese in sott’oidine che meriterebbe
(di essere studiato - sposarsi e metter àu
casa, e in questo è privilegiato di fronte al cittadino e all’intellettuale.
' Non lo è invece perle donne é per le
giovani in particolare.
Le due grandi vie che . si aprono dinanzi alla giovane valdese comune, sono
quelle della domestica e dell’operaia.
Possiamo dire che vi sono alle Valli, su
per giù, 500 d(>mestiche e 500 operaie.
Cifra ragguardevole in confronto della
popolazione totale delle nostre parrocchie. . •
Dinanzi a questo fenomeno la Chiesa
deve avere la stessa sensibilità sociale
che ha avuto nei riguardi deH’Emigrazione. Che la Chiesa rimanga indifferente, nessuno che abbia'a cuore l’avvenire materiale e morale delle nostre popolazioni può desiderarlo. Anzi essa deve essere sensibile a tutti i mutamerti
sociali ed economici sapendo quale ripercussione essi hanno sulla vita religiosa e morale, e intervenire, col suo
consiglio e con la sua autorità là dove
il suo intervento è necessario, in conformità della missione di sentinella, di
guida e di giudizio, affidatale da Dio.
Le domestiche.
. Esaminiamo prima il fenomeno del
servizio domestico e poi di quello operaio. Le nostre giovani andando a servizio imparano molte cose utili: a tenére una casa, ad essere cortesi e rispettose, a sapersi sbrigare e a tirarsi d’impiccio nel mondo. Tutte cose che le saranno di gran giovamento quando dovrà dirigere la sua casa ed affrontare
per proprio conto le difficoltà che sorgono nella casa e nella famiglia. Niente
di più desiderabile per una giovane
valdese che di trascorrere qualche tempo in ima buona casa come domestica.
Ma al giorno d’oggi le buone case sono molto rare; sono più frequenti invece quelle nelle quali la giovane valdese, se impara una cosa utile ne impara
nove dannose. Quando poi la casa, invece che una famiglia è una pensione o
un albèrgo, come capita spesso, i pericoli aumentano paurosamente. Molte
volte la responsabilità ricade sui genitori che, mossi soltanto dal desiderio di
lucro, mandano in città le loro figliuole
quando ancora non hanno un carattere
formato e non son premunite contro le
tentazioni del mondo, e non si preoccupano di sapere, ricorrendo a informazioni fededegne, in quale ambiente le
loro figliuole vanno a lavorare.
I Pastori di città e le signore delle Unioni Cristiane delle Giovani e della O
pera delle Amiche della Giovane, potrebbero raccontare tante storie dolorose di giovinette valdesi che scese dai
monti ignare del mondo son precipitate
in breve volger di tempo negli abissi
della corruzione, insudiciandosi l’anima e il corpo e rovinando per sempre il
loro avvenire e diventando per la loro
famiglia un pericolo per la salute fisica
e spirituale. Altre sono andate perdute
per la Chiesa perchè haimo contratto
matrimonio cattolico. Ma, senza voler
generalizzare quésti casi riie speriamo
non siano frequenti, è un fatto che raramente la domestica valdese torna a
casa sua dopo uno o più flìinj di servizio in città, arricchita di esperienze utili, di buone conoscenze, di sentimenti
e desideri nobili, con una fede più temprata. Porse avrà perso soltanto la semplicità dei modi, avrà soltanto pretesa
di eleganza e di un tenore di vita che la
sua famiglia o il suo futuro sposo non
potrà mai accordarle.
Secondo noi, invece di 500 le domestiche valdesi dovrebbero essm-e 250 e
cercare impiego solo nelle famiglie vai
desi e in quelle cattoliche che son cono*
soiute per essere del tutto onorevoli. >
(r. Vi è anche un altro motivo per- non
andare a servizio presso famiglie estra
nee al nostro ambiente. Molti conoscono la Chiesa Valdese solo dalle dome*
stiche e credono che la nostra sia una
razza fatta e destinata al servizio
p.
Un ufficiò di collocamento.
Ancora una parola sul collocamento
delle nostre giovani. -.Vi erano qua e là
delle persone che si incaricavano di col- locare le giovani come domestiche. Ohe
questo sistema fosse l’ideale abbiamo i
nostri, bravi dubbi. Vi è la persona animata da carità cristiana che agirà con coscienza, e un’altra invece che, senza avere cattive intenzioni, ma per accontentare questo o quello, non guarderà
tanto per il sottile o non avrà modo di
avere esaurienti informazioni, ed aprirà
a. giovani ignare una via’ che può essere pericolosa.
Perchè la nostra Chiesa - d’accordo naturalmente con le c(Mnpetenti Autorità - s’intende non direttamente, ma
per mezzo di un Ufficio di Collocamento che potrebbe avere le sue ramificazioni in tutte le parrocchie e in tutte le
città ricorrendo airaiuto disinteressato
di signore e signorine valdesi di provata
coscienza, non tutelerebbe gli interessi materiali e morali delle nostre domestiche e non agirebbe finahn.ente in
modo pratico a, favore di quelle giovanette che sono state Catecumene e domani saranno spose é madri valdesi ed
educheranno le nuove generazioni?
I nostri, Pastori s’affaticano a predicare, insegnare, ammonire, consolare
censurare, curano le piaghe, ma non
sarebbe meglio prevenire anziché cura
re? Un’opera che giunge al momento
opportuno e che corrisponde ad -una vera necessità vai più di tante prediche e
di tanti insegnamenti.
Quella del servizio è una delle vie di
lavoro e di guadagno più facile per le
nostre giovani e non si potrà mai impedire ch’esse la scelgano. Provveda la
Chiesa ad arginarla e garantirla così come essa nei tempi passati non ha ritenuto essere problema che non la riguardasse quello deirEmigrazione, ma ha
accompagnato i suoi figli al di là dell’Oceano e i suoi Pastóri si son fatti pionieri. .
Le Operaie.
Abbiamo vistp che la posizione delle
domestiche presenta degli aspetti favorevoli e degli aspetti sfavorevoli. Quella delle giovani che lavorano in fabbrica ci lascia ancora più perplessi.
A parte il lavoro e il guadagno sul
posto che permettono loro di far vita di
famiglia e partecipare alle attività delia
Chiesa, tutto è a sfavore deH’operaia. Il
suo lavoro non le è d’insegnamento per
la casa e d’utilità per l’awenire. L’operàia è portata a trascurare la casa.
Dal punto di vista della salute, la fabbrica è talora nociva. Dal punto
di vista morale le fabbriche, specialmente quelle che impiegano molti ele-^
menti che vengono di fuori, esercitano
una influenza che non esito a chiamare
nefasta. La giovane valdese che lavora
in certe fabbriche vìve nell’ambiente
meno adatto al suo normale sviluppo fisico e morale.
Come per le domestiche così per le
operaie è sommamente desiderabile che
passati, questi tempi eccezionali il loro
numero diminuisca di molto, e ciò av‘ verrà inevitabilmente al termine della
guerra quando i soldati torneranno a
casa e un gran numero di operaie ver*
ranno licenziate ed tundranno ad ingrossare le già troppo folte schiere delle domestiche. >
Il cuore della giovane.
E’ con un senso di pena per esse e di
amor.,proprio per la nostra^ Chiesa che
vediamo tante giovani valdesi di bella
^ .. presenza, con delle doti di intelligenza
e di cuore fare per tutti o per parte de- ^ gli anni più belli della loro vita un lavoro che non risponde alle loro ìnclinazioni e non le eleva, al contrario a poco a poco spegne in esse il desiderio di
una vita più utile a sè e al prossimo. '
Le migliori giovani hanno due sentimenti dominanti: l’affetto per i bambini e il bispgno di far del bene, di darsi
per alleviare le sofferenze del prossimo.
Questi due sentimenti sono alla base
della vita di famiglia e'la giovane valdese avrà campo di manifestarli appieno quando avrà il suo marito, i suoi figli e la" sua casa. Ma questo giorno non
verrà per tutte e quelle che si spose■ ranno saranno felici di aver impiegato
utilmente la loro primia gioventù,_ed essersi preparate ai compiti della famiglia. .
Due vie nuove. ''
Noi vedremmo dunque le nostre migliori giovani ehe non vogliono o non
possono prendere la via degli studi, diventare governanti e infermiere piuttosto che domestiche e operaie.
Le Governanti che si debbono occupare solo dei bambini hanno un trattamento migliore delle semplici ¿domestiche, hanno la possibilità di mettersi
del denaro da parte, il loro lavoro è più
interessante e permette loro di fare vita all’aperto.
Delle Infermiere, dopo questa guerra
vi sarà grandissimo bisogno. Il gran numero di mutilati, di feriti sui campi
di battaglia e nelle incursioni, le molte
malattie nervose e cardiache, conseguenza di tempi di tribolazione, provocheranno una richiesta urgente di infermiere per le famiglie private e óer gli
ospedali, senza contare il servizio inestabile che delle infermiere valdesi potrebbero rendere nelle nostre parrocchie e nei nostri istituti ospitalieri, e
se si sposeranno, nelle loro famiglie e
nella cerchia del villaggio.
Una obiezione.
Qualcuno può -obiettare: pérchè non
esortare le giovani a diventare Diaconesse ?
Non ci, sentiremmo mai di rivolgere
questo appello a tuite le giovani. Perchè la missione della Diaconessa richiede uno spirito di sacrificio spinto alle
più alte vette, Una consacrazione totale,
la rinuncia a gioie concesse ad altre
donne e a costituirsi una famiglia, dei
sentimenti insomma che non si troveranno più nella maggioranza delle giovani ma sono privilegio di poche, delle
elette del Signore. La diserzione di alcune diaconesise lo spieghiamo colla
confusione ch’esse hanno fatto e che la
Chiesa stessa ha in certo qual modo favorito, fra la vocazione dell’infermiera
e quella della diaconessa. Esse avevano la vocazione per essere infermiere
non per essere diaconesse.
Voglia Iddìo che molte giovani diventino diaconesse ! Il fatto però che
poche son quelle che scelgono tiuella
via ehe pure è aperta e preparata, deve
finalmente aprirci gli occhi.
« L*élite » e la nmsm.
La nostra Chiesa vuole l’assoluto. Nel
campo della cultura ecco il Collegio
per chi prende la via degli alti studi.
Nel campo del servizio cristiano ecco la
Facoltà di Teologia per gli uomini, ecco
la casa' delle Diacon^se per le donne.
L’élite dell’Intelligenza e,dello si^to
ha la sua vìa tracciata, ma la massa rimane disorientata e noti trova nell’am-
3
w
L’ECO DELLE VALU VALDESI
bi«ite valdese gli istituti che rispandoTxo ai. suoi bisogni. ^ _
„rNon dobbiamo ignorare o sottovaiu
, , , 'V
^are le vocazioni e le istituzioni secondarie che hanno la loro grande impoi«
tanza nella vita sociale e religiosa del
nostro popolo-chiesa. Si è pur sentita
la necessità di un’opera per l’Artìgianato maschile, eppure il problema religioso e sociale dei giovani è meno
grave e menp attuale di quello deile giovani. Ne va dell’avvenire di molte fa- miglie future e delle nuove genérazionL
Una nuova scucia.'
• Quegli im eHettuali, quei ptùfessioni
'àt
sti, medici, industriali, commercianti i
quali, seguendo la via trovati aperta
nella Chiesa sono giunti a pósti di grande influenza, di forti guadagni prowe*
dano ora per la ma^^a delle giovani vaidesi, allo scopo di elevarne Ü livello sociale e morale. E’ loro preciso dovere.
Essi non possono dire come Caino: « Sono io forse il guardiano-di mio fratello? »
Si apra una scuola per le giovani che
vogliano diventare governanti e per .
quelle che vogliano diventare infermiere. Fors^ - non abbiamo la necessaria
competenza per deciderlo - un solo
istituto può bastare per i due rami. Siamo convinti che vedremo le nostre migiori giovani accorrere a qu^ta scuola
e fra qualche anno potremo anche osservarne i benefici rissultati. '
Se insistiamo sullà necessità di apri-,
re una scuola valdese è perchè accanto
alla preparazione professionale che le
nostre giovani potrebbero trovare altrove (come altrove i nostri studenti
potrebbero fare gU studi- medi - se con
grandi sacrifici si tiene aperto il Collegio è per ben fondati motivi) è indispensabile una preparazione religiosa e
morale, senza la quale le nostre governanti e infermiere andrebbero incontro agli stessi pericoli delle domestiche
e delle operaie.
Abbiamo viva fiducia che questa nostra proposta susciti uno .scambio d’idee
e magari anche un dibattito animato '
sulle colonne dell’Eco, nei Convegni
giovanili, nelle Conferenze distrettuali
e giunga ad interessare ed appassionare Coloro che compirebbero opera
santa venendo incontro ad un bisogno
della nostra fiorente gioventù femminile
realmente sentito, se pure finora mai
espresso, portando così il proprio contributo per risolvere uno dei più attuali problemi sociali valdesi. Vox
Nota; E’ chiaro che le idee qui prospettate non impegnano la Redazione dell’Eco, la quale sacrà per altro lieta se
uno scambio di idee potrà risaltare
' proficuo. (Red.)
[oifliiflitazioiii dei [apo-Gmppo
1 - I prossimi Convegni avranno luogp, 0 Dio pmcendo, il giorno dell’Ascensiodie alle ore 15 a Sibaud e alla Balziglia. Alcuni Rovani studieranno l’importante argomento: Gli uomini e là’*
Chiesa. Precisazioni saranno date quanto prima.
2 - La Colletta fatta al Convegno del
Serre ha raggiunto la somma di L. 362
ripartite fra i due Cappellani per Vo
oasistenzai ai miUtarì.
3 - Che pensano i giovani dei Convegni? Quali proposte hanno da fare per
quanto riguarda la parte religiosa e
quella ricreativa ? Ciascuno esprima liberamente il suo parere e ne scriva di
capo-gruppo che ne riferirà di Convegtii.
Sperimno di avere per i raduni deh
^Ascensione i nuovi Innari ¡fiovamili
che aspettiamo da lungo tempo.
4 - Chi ha una bella fotografia del
Convegno del Serre la mandi al Signor
Paolo Marauda per la pubbUcazion^
nella prossixikt pagana della, gìévéntù.
A tutti gli Unionisti fraterni saluti.
Gustavo Bertin.
VisHa
Ho trascorso con immenso piacere
qualche bel momento coi giovarti dell’Unione di Ferrerò, ai quali ho rivolto un messaggio a nome del Comitato
di Gruppo. Unione non numerosa, sia
per le attuali circostanze (come, del resto, avviene in quasi tutte le nostre
Unioni), sia a causa delle forti distanze che non sempre permettono ai giovani, anche ai più volonterosi, di partecipare con assiduità alle riunioni che
hanno luogo al centro. Ma, in compenso, Unione molto ben affiatata, è che
- come ho appreso dalla breve relazione fatta dal presidente pastore O. Peyironel - ha potuto compiere -un lavoro
buono e benedetto in questi ultimi mesi di attività, come già in passato. A
questi cari giovami ed al loro Pastore
vada res.pressione della mia gioia nel
poter dare in tutta sincerità delle rallegranti notizie deirÙnione di Ferrerò,
nonché l’espressione della mia gratitudine per la cordialità ch’essi hanno usata nel ricevermi. Paiolo Marauda.
Convegno del Serre (26>4*43;
Fin dal mattino del lunedì di Pasqua
il Serre di Angrogna è insolitamente
animato; gruppi di Unionisti airrìvano
dalle diverse parrocchie delle Valli per
il convegno che avrà luogo nel pomerìggio. Alle ore 14 il convegno ha inizio. Sono convenuti in un prato vicino
al tempio molti giovani (circa 300) rappresentanti tutte le Unioni della Val
Pellice e buona parte di quelle delle
altre Valli, ai quali si sono uniti alcuni
membri della parrocchia ospitante.
Presiede la riùnione il Capogruppo
che, dopo la lettura della Parola di Dio
e, la preghiera, dà la parola ai pastori
sigg. Ricca e Geymet. Il tema è « Il
nostro avvenire ».
f ■ Il nostro avvenire, dice il dott. Ricca,
è davanti a noi come, un terra sconosciuta. Noi giovani non lo conosciamo,
è nelle mani dì Dio; tuttavia noi lo
possiamo preparare in modo degno del
nostro nome dì cristiani con ia lettura
delle Sacre Scritture, la preghiera e la
frequentazione del culto pubblico. Cosi
preparati, noi potremo affrontare la vita che forse ci apporterà delle difficoltà, ma, con l’aiuto di Dio, noi saremo
forti per poterle vittoriosamente superare.
Dopo il canto dell’inno 193, il pastore
sig. Geymet parla del nostro avvenire
nella famiglia. Tutti i giovani desider
r,ano, in un futuro più o meno prossimo, formarsi una famiglia, e dovranno
riflettere se vorranno far loro le parole
di Giosuè: « Io e la casa mia serviremo l’Eterno»; se vorranno cioè dare
una' direzione cristiana alla loro famiglia. Essa sarà una palestra di doveri,
ma sarà anche un albergo di felicità là
dove Dio sarà l’ospite costante perché“
invocato da tutti i membri uniti, ogni
giorno, in un breve culto di famiglia. I
figli saranno lo scopo ed il premio della famiglia cristiana e facile sarà la loro educazione se il pensiero predomiùante dei genitori sarà di consacrarli alrEteimo fin dalla loro più tenera età.
Dopo lo studio del pastore sig. Geymet si canta l’inno della famiglia, n.
2B0, e poi ci dovrebbe essere la discussione dei soggetti trattati, ma solamente un giovane di Torino dà la sua testimonianza ed il pastore sig. Bertin esorta
ognuno di noi a far sì che le parole udite siamo i binari sui quali d’ora in avanti ciascuno awii la propria esistenza.
Prima della fine del convegno un forte e sincero applauso vien rivolto ad
alcuni valorosi combattenti valdesi presenti in mezzo a noi.
L’Inno alla Fede, una preghiera del
pastore A. Comba, e poi' gli Unionisti,
. a poco per volta, devono riprendere la
strada che li ricondunrà alle loro case.
V. Long.
QRONflCfl V4LMSE
LUSERNA SaIn OIOVANNI’
La nostra comunità ha: avuto il privi*
legio di ricevere la visita del sig. Moderatore, pa.gtore V. Sommani il quale ha ,,
presieduto il culto di domenica 9 maggio. Lo ringraziamo -sentitamente del
suo- messaggio, così vibrante, chiedendo
a , Dio di benedirlo suscitando in noi
Una raaggiore consacrazione al suo ser
VIZÌCÌ.
m
Domenica 9 maggio ha àinito luogos
fi funerale della sig.ra Jenny Stalè her
ta Subilia spentasi serenamente ai
fianchi, in età di anni 87. Al maritoi, ad
parenti tutti le; nostre sentite condoglianze.
PINEROLO
Lunedi, 3 córrente, in San Secondo,
è stato celebrato il matrimonio di Gardiol Walter con Don Mariuccia.. Il Signore spanda le sue benedizioni sul
nuovo focolare.
— Il Culto della Madre e della Famiglia cristia,na è stato celebrato domenica
9 corrente. Erano presenti i bambini
delle nostre Scuole domenicali accompagnati dalle loro monitrici e un buon .
pubblico. La colletta a favore dei nostri due Orfanotrofi ha dato im risultato rallegrante. Alla porta del tempio
fu diistribuito l’opuscolo: « Io, e la mia
Casa ». del prof. G. Miegge, pubblicato
sotto gli auspici della Commissione Di.^strettuale delle Valli.
— Preghiamo vivamente i membri di
chiesa che ancora non lo hanno fatto,
di far pervenire al Pastore o al Cassiere
ja loro offerta per la colletta annua con
qualche sollecitudine, dovendosi prossimamente chiudere i conti dell’anino
écclesiastico.
PRAMÓLLO
4 Domenica 2 maggio è state presentata al S. Battesimo Ada Ribet di Ame^
deo e dì Long Maria (Bocchiardi).
' Chiediamo al Signore dì prèndere
sotto la Sua protezione questa bambina, e di aiutare i genitori, padrino e
madrina ad educarla cristianamente se-,
condo la proméssa che essi Gli hanno
fatta. - - ; !
— Dopo lunghi mesi di sofferenza ci
ha lasciato per la Patria Celeste il’ nostro fratello in fede Bounous Edvico dei
Ribetti, all’età di 47 anni. Numerosi parenti ed amici sono intervenuti alle esequie che hanno avuto luogo nel pomeriggio di sabato 8 c. m.
Il Signore con le Sue preziose consolazioni assista i familiari afflitti, ed In
ispecial modo la vedova è i due figli ancora giovanetti.
SAN GERMANO CHISONE
Il 2 maggio abbiamo celebrato la Domenica della Famiglia Cristimia. I fanciulli della Scuola domenicale hanno
offerto ai loro genitori ì fiori e Tabbrac"
ciò della riconoscenza. Nella stessa occasione hanno avuto luogo le premiazioni dei Catecumeni e la chiusura dei
corsi.
— Tre bei bambini sono stati presentati al Santo Battesimo:
Duò ErmUo Rodolfo di Ugolino e di
Jahier Elisa delle Gorge, La/ntelme. Roberto di Ernesto e di Bounous Valdesina, delle Grisse, Rostan Franco di Enrico e di Giordano Mafalda, di ViUa.
Vegli il Padre Celeste su questi pargoli e li conduca sempre per sentieri
della vita cristiana!
— NeU’intimità della famiglia del
Villino Fede e deU’Asiìo del Vecchi sono state celebrate il 7 corrente le nozze d’oro dei coniugi Barbero. H culto è
stato presieduto dal Cappellano dell’Asilo, pastore Bertin; hanno, ag^unto epfwopiate parole il pastore Eynard a nor
me della chiesa di Torino di cui il signor Barbero è stato anziano per 40
anni, e quindi il direttore dell’Asilo, pastore Soulier, La cerimonia ha profondamente commosso tutti i presenti che
hanno applaudito la fortunate .coppia.
Che Dio conceda ancora molte soddl^ *'
sfazioni ai cari coniùgi Barbero,
— Il Culto del 9 corrente è stato pre- •
sìeduto dal pastine Ermanno Rostwn,
• di ritorno da un limgo giro di visite ai
nostri militarijn Francia.,Ringraziamo
vivamente il Cappellano Militare per.il
suo consolante messaggio. .
' — Nel pomeriggio dello stesso giorno
65 giovani si sono dati convegno nella
Sala delle Attività per accogliere nelle
file delbUnione i nuovi ammessi ai, qi»'li è stato donato U bel libro « E’ la casa
Un Paradiso », e per f^teggiare i reduci dalla Russia e da altri fronti..
Essendo questo l’ultimo Convegno interquartieraìe la Segretaria .^ha letto la
relazione annua dalla quale risulta che
la vita unionistica è stata fiorente; la
via rimane aperta per ulteriori progres
SÏ.
— Facciamo notare ai parrocchiani
che alla Scuola domenicale in questa
primavera vi sono cmqvjmta alunni di
' meno che in dicembre. Perchè questo?
Non sono forse le strade più belle ora'
che d’inverno ? Provvedano i genitori a
mantenere fedelmente le promesse fatte
al battesimo dei loro figliuoli.
TORRE PELLICE
Il culto di domenica scorsa è stato
presieduto dal Modera'tore della Chiesa
Wesleyana, il pastore sig. Em. Sbaffi
di Roma. L’uditorio è stato molto edàficato dal suo messaggio profondamente
evangelico e dettato da una lunga er
sperienza pastorale; le paterne esortazioni e gli incoraggiamenti, consigli ispirati da un cuore jconsacrato, hanno
toccato i cuori con la visione della santità ed eccellenza della nostra vocazione
ai servizio del divino Maestro e dell’opera da compiere mentre è giorno,
póìchè la notte viene nella quale nessuno può operare.
— E’ stata richiamata da questo
■ mondo la signorina Poet Evétina (Vittoria) all’età di 22 anni. Ammalate da
mólti anni ebbe un’esistenza triste, ma
amava ripetere le parole del Signore;
« Fatti animo». Nell’ora di lutto i suoi
sanno che beati sono quelli che muoiono nel Signore.
“FIORI IN MEMORIA
« In memoria della cara mamma Nina Frizzoni de Salis »’ i figli:
per Rifugio Carlo Alberto, L- 5000
- Casa delle Diaconesse, 5000 .- Orfa*
nótrofio Femminile di Firenze, 5000 Orfanotrofio di Torre Pellice, 5000 Orfanotrofio di Pomaretto, 5000 - Istituto Femminile di Vallecrosia, 5000 *
Asilo Vecchi di S. Germano, 5000 - Asilo Vecchi di Vittoria, 2000 - Cassa Emeritazione, 5000 - Istituto Gould di
Firenze, 5000 - Ospedale di Torre Pellice, 3000 - Totale L. 50000
« In memoria della cara zia Nìna
Frizzoni de Salis » :
, Ugo e Norma Frizzoni per Cassa Emeritazione, L. 300 - Alma Frizzoni, Id.
Id., 100 - Bice e Emilio Eynard per
Asilo Italia, Firenze, 100 - Ettore Petroli Cicognara per Casa Diaconesse,
100 - Ada Frizzoni Petroli Cicognara,
Id-, Id., 100 - Luisa Frizzoni, Id. Id,, 50
- Roberto e Bianca Steiner per Asilo di
S. Germano, 1000 - Totale L. .1750. Totale generale L. 51750.
m miin *m
ORFANOTROFIO FEMMINILE
Torre Pellice.
Suor Italia Rostan, L. 20 - Famiglia
Armand Hugon, ili memoria della madre Costebel Maddalena, 200 - Servetta? Sofia, 500 - Long Gustavo e Consorte, in memoria, 25 - Bounous Ferdinando, 100 - Costabel Fanny Bertalot e Pasqualetti Maria Luigia, in memoria Costebel G., 50 - Gratitudine, 100 - Quat-
4
' ...,
Susanns, b
'ï'rôiï, 20 - Celestina AJh
.....- '■ - í . ... . .'.
Mtóf-Hüüco e Susanna Buffa, in îi” :
%lf!‘ “azzardi Giovanni, latonierc, ‘ '
J.'^r/xÎlÎ^^^f^ÿuÎtsL Enrim- a Prue^na ,
'Enrico- e Rosina/ Òiae^^,ji
^ Margherita'Pellegrini §0 ’ Rivoira ''
j^Ma^alena,' Stringai, Ì0‘- Elisa Hugòn,
r» 10 '-' Sig ra Villa, sua visita 50 - Società
; Osram, ^n memoria- suo collaboratore,'
Alifredo Vigliano,^ 300 - Paolo Comba, in
: memoria del nonno, 50 - Godino Noe'lie ^vedova Forneron 10 - Dora Fontana
Roux, 200 • Chiesa di San Germano
Chisone, 300 - Società Femminile Chiesa Zurigo, 100 - Società Cucito Chiesa
Valdese' Napoli, 100 - Famiglia Carlo
Grill, riconoscente al Signore, 200 - Ida
Lavizzari e Adelina Peyronel, in memoria zia Margherita Gay, 100 - Date e vi
sarà dato, 15 - Col. Ing. Luigi Grill, 50
- Gardiol Elena, 10 - Maria Ribet,' 70 Revel Margherita Clara, 20 - Olga Plavan 50 - Elena Bert Pontet 20 - Ada e
Cariuccio Geymonat in memoria del
babbo, 50 - Cleante Rivoiro Pellegrini,
200 - Godino Elisa, in memoria Irene
Paschetto, 20 - Malan Paolo, 5 - Simondet Daniele, 10 - Pastre Augusto e Regina, 25 - Maddalena Planchon, 10 Concistoro Chiesa Valdese Villar, 100 Irene Romano, 15 - Diversi in memoria
Gay Margherita nata'Don, 117,50 » Morè Isidoro e Giuseppina, id. id. 50 - Elena, in memoria nonna Giuditta Pontet,' 50 - Pietro Chauvie, pastore emerito, 25 - N. N. 100 - Prof. Pietro Gay .
è consorte, 50 - A. Sparti, Catania, 5"» ’
Maddalena Larco, 40 - Coniugi Immovilli, 25 - Teresa Genicoud, 20 - Sofia
Rostan, 5 - Ghigo Ines, riconoscente al
Signore, 25 - Margherita Forneron vedova Róstagno, 30 - Pasquet Alessandro
in memoria Gay. M. Don, 100.
■ Be figlie, U genero, il fmtello, le sorelle nella Svizzera, i nipoti, lo zio, i co.gnati, i cugini e parenti tutti e l’pnvica
affezionata MUca Prochet della cara e
tanto rimpianta
Mafia MaÉleaa Bcriioal
Vedova Bonnet
ringraziiano con riconoscenza infinita le
buone persone che in tutti i modi, con
presenza, scritti e fiori hanno preso parte al loro grande dolore ed in modo spë^
ciale il doti. De Magistris per le lunghe
sapienti cure, il pastore sig. F^voira per
l’assistenza spintuale, la famiglia Marauda, la ditta fratelli Turati, gli Impiegati della ditta fratelli Turati % vicini di
casa e tutti quelli che durante la lunga
malattia le hanno recato aiuto e conforto.
Il vostro cuore non sia
turbato. (Giov. 14: 1).
Oliva Lucia, di Prarostino, nel ritirare attribuzioni irriVereinti fuggitele sul
conto di Ribet Renato, di Pomaretto,
professa verso il medesimo la sua massima stima.
AFFITTASI a buona famiglia casetta civile, isolata^ con giardino, 5 vani,
con comodità, luogo ameno, sano e^ tranquillo.
Tron - Cognetti, Villar Pellice. ^
In tempo di guerra tutti devono
imparare a tacere. Notìzie, apparentemente innocue, su movimenti di truppe, di lavorazione negli stabilimenti militari,
possono giungere alVorecchio
del nemico ed arrécàre danni
incalcolabili. Nessuna ingenuità e nessuna indiscrezione. Il
silenzio assoluto su qualsiasi
notizia di carattere militare è
un dovere di tutti gli italiani.
elei à nei
Valdèsi
4. - Cappellano »^i
Comando Presidio
^ ' Ten. Alfredo Rostain - Cappellano Militare Valdese - Qnartier Generale - Divisione Alpina Taurinense -.P. M. 200.
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Angrogna (Serre)
Aime,
Bobbio Pelhee
Ricca. ,
Luserna San Giovanni
renzo Rivoira.
Massello ■— Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Prah — Pastore: Arnaldo Gente.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Piarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Gente.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore • Gustavo Bertin.
Torre Pelhee — Pastore ; Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36.
Villar Penice — Pastore ; Roberto Jahier.
II DISTRETTO:
Abbazia: «Chiesa dì.Cristo». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
.Aosta; Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore; V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore; M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare
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Campobasso: Chie.sa Valdeise; Pastore
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Carunchio: Chiesa Valdese^ r Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiiesa; Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vi-^
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Forano Sabino (Rieti) - Chiesa" Valdese
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Genova: Chiesa; Via Assarotti ~ Pastoco: Ftance.sco Peyronel - Via Curtatone, 2.
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