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70PRB PBLMCE
Settimanale
della Chiesa Valdese
DELLE
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le guc^ avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
■ : —
1 /\DD« LXXXVlll - J\. 6 1 Una copia L. 30 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.2(10 per l’imerno 1 L. 1.600 per l’eatero Eco^ e La Lucei per l*intemo L. 2.500 l’estero "X'- Spediz. Cambio abb. postale • i Gruppo d’indirizzo Lire 40»— TORRE PELLK'E — 7 Febbraio IMS Ammin. Clandiana Torre Pellire • C.C.P. 2-17S57
messaggio
al suo
di un credente
popolo
Nei
spesso
Uniti.
nostri quotidiani si parla
del Presidente degli Stati
Si citano i suoi discorsi politici, ci criticano o si approvano le
sue decisioni, si seguono con preoccupazione gli alti e i bassi della sua
salute; ma molto raramente si fa
cenno a quella caratteristica della
sua personalità che emerge fra tutte : la costante preoccupazione di
cercare di attuare la volontà di Dio
seguendo la guida sicura della Rivelazione.
Eppure non passa giorno senza
die il Presidente manifesti apertamente la sua decisione di cercare in
Dio la sua guida. Spesso egli chiede ai suoi collaboratori di unirsi
a lui in silenziosa preghiera, prima
di prendere una importante decisione. Anche recentemente, a Parigi,
nella seduta decisiva della Conferenza Atlantica, egli ha pubblicamente chiesto a tutti i presenti di
raccogliersi alcuni istanti in pregiiiera per chiedere a Dio ispirazione.
I nostri quotidiani sembrano considerare questo atteggiamento del
Presidente tutt’al più come una
forma mentale originale; se non addirittura come un modo per rendersi simpatico alla massa dei credenti.
Essi non comprendono che Eisenhower è realmente un credente il
quale si sente debole e incapace di
fronte al carico enorme che grava
sulle sue spalle, ma cerca con sincerità e con fede un aiuto reale là
dove l’aiuto efficace può essere trovato: nella potenza misericordiosa
di Dio.
Se egli non sapesse di poter fare
assegnamento su queU’aiuto, l’angoscia stringerebbe del contir uo il
suo cuore. Poiché il peso che ha
sempre gravato e grava su ogni credente è rappresentato — anche per
lui —. dal contrasto fra l’ideale che
la Parola di Dio pone dinanzi ai
credenti e le- dolorose necessità e
limitazioni della vita terrena che
impediscono a chi vive fra gli uomini di seguire, in tutto, il proprio
desiderio di nop vedere altro che
l’ideale ed ignorare tutti gli ostacoli che il peccato degli uomini pone
alla integrale e immediata applicazione, nella misera vita terrena, di
quegli ideali.
E’ questo un problema pratico
che ogni credente si trova a dover
affrontare ogni giorno: quello di
conciliare doveri che appaiono contrastanti fra loro, quello di cercare
affannosamente di scoprire la via
più giusta e più conforme al proprio dovere cristiano, tenendo conto deU’ambiente nel quale uno deve
vivere e degli ostacoli continui e
spesso insormontabili che s’incontrano.
Solo gl’incoscienti possono ignorare questi contrasti e credere che
sia cosa agevole sapere che cosa Dio
richieda dai suoi figli. Non si tratta di vedere il proprio dovere in
teoria, ma di sapere quale debba
essere l'applicazione pratica di ogni dovere, nell’ambiente nel quale
viviamo, in modo da fare ciò che
è più giusto e più savio e più utile
per il bene nostro e per il progressft del Regno di Dio.
Gesù non aveva pazienza coi Farisei, teorici insidiosi, i quali godevano nel mettere sul prossimo, coi
loro abili ragionamenti, dei carichi
che non possono essere portati:
«, Essi legano dei pesi gravi, diceva
egli, e li mettono sulle spalle della
gente: ma loro nOn li vogliono muovere neppure col dito » (Matteo
23: 4)
Pensiamo ai a nesi stavamo,
sulle spalle di un uomo come il
Presidente degli Stati Uniti! Da un
lato egli è un credente sincero il
quale ama la legge di Dio, ama la
pace e la giustizia e desidera con
tutto il cuore di lavorare al benessere non solo del suo popolo ma
di tutti i popoli. Dall’altro lato deve preoccuparsi di dirigere le cose
che ilipendono in parte anche da
lui, con intelligenza, cercando prima di tutto di evitare che una parte deU’umanità atea e violenta, si
impadronisca del dominio del mondo, riducendo in schiavitù i figliuoli di Dio e annullando la libertà e
la giustizia.
Il Presidente conosce ciò che è
avvenuto al termine della prima
grande guerra, quando i popoli sinceramente desiderosi di pace, ridussero largamente gli armamenti, preoccupati solo di diminuire le spese
disastrose che essi cagionavano. Egli
sa quello che avvenne: quando un
popolo dominato da un dittatore
senza coscienza ebbe la certezza di
esser capace di ridurre in schiavitù
il mondo, scatenò la seconda guer
UN LIBRO DI GRANDE INTERESSE
Aux Carrefours du monde
Espérances et conflits de ce temps
Traduction de Emile Merion
L'autore, incaricato di una missione
commerciale nel Sud Africa, si rivela
scrittore lucido, osservatore preciso,
testimone coraggioso di cose vedute
e udite. Dal Sud Africa si reca nel Kenya in mezzo ai Mau-Mau ; poi in India, in Birmania, nella Cina, in Giappone, nell'Australia e negli Stati Uniti. E' un giovane cristiano é guarda
le cose da un punto di vista nettamente evangelico; esamina uomini,
fatti, conflitti di razza, problemi coloniali e politici con chiaro riferimento
al Cristo ed alla speranza del Regno.
Martin Niemoller ha detto riguardo a
questo libro; «L'autore non è un
qualsiasi collezionista di fatti capaci
di alimentare la nostra curiosità e la
sua. Appartiene al numero di quei
rari contemporanei che si sentono
spinti a giudicare i fatti non soltanto
con la ragione ma mediante una coscienza viva e desta... ».
Raccomandiamo caldamente questo
libro; la sua lettura non è sempre
facile nel senso ■ popolare di questo
termine, ma è sempre comprensibile
e di estremo interesse. E' una vera e
propria documentazione su certe situazioni internazionali ; è una testimonianza che non può lasciarci indifferenti.
Il libro è illustrato; consta di 300
pagine ed il suo prezzo è di fr. 12,70.
Presso la Claudiana a L. 1.200.
-4”
ra che ha recato )(6fferenze irenarrabili a tatm poppili e sacrifici ben
più gravi per evitàte la schiavitù.
Appunto perch& egli sa che cosa
avverrebbe se i popoli sinceramente amanti di pace .commettessero lo
stesso errore, egli Ji,on esita a chiedere a quei popc^ grandi sacrifizi
per impedire chenuova guerra
disastrosa venga s<«i(tenata.
Sbaglia egli.'' GTe qualcuno che
crede di essere pm savio di lui?
Non si tratta affatto di rinnegare
i principii della Ti:^ft1azione c’^e soli potranno — nel tempo — operare come lievito ché a poco a poco
trasformi la mentalità umana e crei
situazioni meno ^agiche. Ma si
tratta di sapere cÄ cosa si debba
fare oggi nel moùio così come è,
per evitare il peg^.
Noi ci limitiamo'Windi a guardare a quel credente Mncero che deve
portare dei pesi f sovrumani con
profonda simpatia é con riconoscenza, chiedendo a di dirigerlo e
di aiutarlo del continuo.
.,ì Paolo Bosio
All'inizio del Nuovo Anno il Presidente ed il Vice-Presidente hanno firmato un messaggio rivolto al popolo Americano per ricordargli il
suo debito di gratitudine a Dio per le sue benedizioni.
In quel messaggio viene affermato che la libertà di cui il popolo
gode viene da Dio il quale è l'autore delle sette divine liberazioni menzionate nel Salmo 23.
mi
Ecco quelle liberazioni :
1 ) La liberazione dal bisogno :
mancherà... ».
« L'Eterno è il mio Pastore, nulla
« Egli mi fa giacere in verdeggianti
2) La liberazione dalla fame:
paschi... ».
3) La liberazione dalla sete: « Egli mi guida lungo le acque chete ».
4) La liberazione dal peccato: « Egli mi ristora l'anima, mi conduce
per sentieri di giustizia... ».
5) La liberazione dalla paura: «Quand'anche io camminassi nella
valle dell'ombra della morte io non temerei male alcuno; perchè tu sei
meco... ».
ó) La liberazione dai nemici:
spetto dei miei nemici... ».
« Tu apparecchi la mia mensa al cq
7) La liberazione dalle meschine ristrettezze: « Tu ungi
con olio; la mia coppa trabocca...».
mio capo
Il messaggio si conclude con l'affermazione che solo quelli che
hanno una fede ubbidiente in Dio ricevono l'assicurazione di queste
grazie: e che solo le nazioni che hanno questa fede, avranno, da Dio,
vita e libertà.
I « leaders » degli Stati Uniti credono nell'Iddio vivente ! p. b.
. I PROBLEMI DI ORDINE SOCIALE
La legge della Senatrice Merlin
Editions Labor et Fides - Genève.
E’ stata approvata in questi giorni
dalla Camera dei deputati la legge
che sarà ricordata nella storia parlamentare col nome delia se atrice
socialista Lina Merlin, che per prima la propose e poi, nonostante delusioni e ritardi dogni genere, sempre la sostenne con una tenacia esempiare.
La legge sanziona l’abolizione delle « case chiuse » o case di tolleranda esistenti ancora in Italia e riguarda, pertanto, uno degli aspetti più
umilianti della convivenza sociale,
come ,a prosiituzione legalizzaLa in
seno allo Stato.
L’Italia, sulla via dell’abolizione di
queste case, era purtroppo all’ultimo
posto o quasi in Europa; già da ai
cuni anni la Francia aveva preso
provveaimemi in materia di proscituzione organizzata e, ultimamente,
la Spagna ed il Portogallo ne avevano seguito 1 esempio. « Vi pare serio », aicevano i sosteni„ori deila legge Merlin a quanti esitavano suda
aoolizlone per moàvi di igiene o di
convenienza, « che noi si stia ancora
a discutere mentre, negli ultimi dieci anm, i francesi, gli spagnoli, i giap
ponesi e* tanti altri hanno trovato
1 energia di cancellare la aegi abante tristezza delle case chiuse aane lo
ro città? »
E la legge è stata votata; nei suoi
articoli essa stab lisce tra Talero, le
r>orme per la chiusura entro sei me
si dalla sua pubblicazione delle case
di prostituzione; stabilisce pene deitiiiive ua uue a sei anni per chiunque organizzi e gestisca «ca^e oniu
se», «Recluti persone a tal fine»; dicreta che la pena è raddoppiata se
« il fatto è commesso ai danni ai per
sona minore di anni 21 o di mino
rati, congiimti, ecc».
Prima dessero votata, la legge ha
incontrato non poche opposizio. i in
ambienti assai diversi gli uni dagli
altri. I suoi scstenitori hanno dovu
to misurarsi, oltre che con il dissenso di molte persone, con la coalizione
di interessi formata da coloro i quali traevano larghi profitti materiali
dalle case chiuse, cioè dallo sfruttamento di ragazze costrette dalla malavita e, talvolta, dalla miseria sociale a subire una esistenza di vergogna.
Molti, pur concordando con le idee
della senatrice Merlin, hanno considerato e considerano la legge abolizionista assai discutibile, forse anche
peggiore del male che si è voluto colpire. Temono che la popolazione delle case chiuse, una volta messa in
libertà, vada ad ingrossare il nume
ro delle adescatrici in luogo pubblico
e che, perciò, le possibilità di contagio e di malattie aumenteranno. Altri credono che la prostituzione controllata rappresenti una valvola di
sicurezza per la sa-Ute fisica e psichica degli uomini, specialmente dei popoli latini, e in quest’ordine di idee
si è avuto l’appoggio di non poche
personalità del mondo sanitario.
Considerazioni, questa, che per noi
sono superate dalla evidenza e dalla
autorità di certe norme morali di ispirazione cristiana, in cui la prostituzione legalizzata o no è chiaramente indicata come una delle forme più
degradanti che il peccato può assu
mere nella collettività umana. E, pertanto, non possiamo che associarci a
coloro che, mediante una legge giusta e civile, hanno voluto compiere
un primo passo per risanare la società da uno dei molti mali che l’affng
gono.
Tutto ciò non significa che il problema moiale e sociale della prostituzione stia per essere risOito. no ha
riconosciuto anche la sena.rice Merlin la quale, dopo aver espresso la
sua soddisfazione per la legge che
pone fine « ad un assurdo giurid.co
e ad una condizione di schiavitù per
le donne, soprattutto p.r le più sventurate », ha aggiunto: «Non ho la
pretesa che la prosti.uzione aouia colli a aimmuire e tan^o meno a cessa
re perchè essa è un triste fenomeno
legaio a troppe cause dì ornine economico, sociale e vorrei ancne aire
naturale ».
.Forse la senatrice Merlin avrebbe
dovuto pensare anche a delle cause
ut ordine morale e religioso che con
corrono, sia positivamente che in mj
do negativo, alla formazione dei caratteii e alia educazione morale delle persone, specialmente della gioventù. Comunque, im passo innanzi
è stato compiuto e l’esperienza dira
con quali risultati. La pubblica osten
tazione del peccato e del vizio, ripagati con un po’ di denaro a darmo
della creatura umana, è una piaga
che la legge vuol fare sparire; ancne
se, lo si sa, in luoghi più nascosti e
apparentemente più sicuri o più sani, le passioni carnali trovano libero
sfogo, favorite da un’atmosfera di
dissolutezza, di facili guadagni e d
mondanità. Sotto questo aspetto, ci
rendiamo ben conto che il rimedio
è piccolo di fronte alla vastità del
male che si diffonde e che, da molti,
non è neppure considerato come tale.
Da un punto di vista cristiano,
dunque, non possiamo rimanere estranei alla promulgazione della legge Merlin; e neppure da un punto
di vista protestante, se pensiamo all’azione intrapresa nel secolo scorso
e prosegmta anche oggi da donne
di coraggio e di fede, come da certi
movimenti religiosi, specialmente nel
mondo anglosassone, per il risanamento degli ambienti sociali p'ù corrotti e per l’affrancamento e la rieducazione delle creature avvilite dal
peccato.
Soltanto, è doveroso ricordare che,
nel fenomeno della prostituzione, gli
uomini hanno la loro parte di responsabilità, spesso assai grave; e non
possono lavarsene le mani, con un
sorriso di scetticismo o di scherno.
Ora la legge, per quanto buona ed
efficace entro certi limiti, non può
da sola agire sulle coscienze per il’umi^iarle e sui corpi per guadarli. Il
problema rimane in tutta la .sua gravità e, per noi, deve essere posto
in relazione con il problema della nostra vita erstia^a, anzi, meglio ancora, della nostra santificaz’one cristiana. Poiché in sè la prostituzione
non è una valvola di sicurezza morale e sociale, ma una delle manifestazioni d°l disordine e della corruzione
che regnano nel mondo. E 1 cristiani
sono chiamati ad essere « sale della
terra, luce del mondo».
no l’avvio a qualche azione concreta
e determinante deve procedere dalTmtimo di una vita verameite unita a Gesù Cristo ed alla potenza dell’EvangNo. L’apostolo Paolo dichiara ; « il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore ; glorificate dunque Dìo nel vostro corpo». La nostra
vita morale deve affondare le sue radici nel terreno dolila grazia di Dio
e della fede in Cristo; se, dimque, un
tempo « prestaste le vostre membra a
servizio della impurità e della iniquità.... » ora che siete uniti a Cristo,
nella sua morte e nella sua risurrezione, «prestate le vostre membra a
servìzio d^Ua giustizia per la vostra
santificazione ».
Ermanno Rostan
Nella biblioteca di Gottinga esiste una Bibbia scritta su foglie di
palma.
Ogni pagina — e sono la bellezza di 5377 — è composta di una
sola foglia.
2
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»—h^SidU
noi.'*.
i,*rrn mrrr p vAijt.i vm.hpsi
La Parola della vita
Campagne da mietere
V Giovanni 4 : 31-32
A Gesù che sedeva presso la fonte di Giacobbe, i discepoli hanno
portato di che nutrirsi dalla vicina città, ma Egli non ha tempo per soddisfare questa naturale necessità : durante la loro assenza ha avuto una
conversazione con una Samaritana, la quale è stata messa così, all'Improvviso, dinanzi al suo Signore, apparsole nella veste d'un qualsiasi
viandante assetato. Ed ora la donna se ne è tornata alla sua città, a Sichar, e sta raccontando a tutti l'insolito incontro fatto. Del suo interlocutore essa dice « non sarebbe Egli il Cristo? », esprimendo così il suo
gioioso presentimento d'aver visto la salvezza nel volto di Gesù. Al pre-i
sente> dunque, non si tratta di pensare al cibo, ma di mietere ciò che è
stato appena seminato nel cuore della donna, e che non ha tardato a
dare frutto, poiché il Seminatore era Colui che parla con potenza.
Se è vero che il cibo ha un'importanza capitale nella vita dell'uomo,
è altrettanto vero che Gesù sa di avere qualcosa di più essenziale da
compiere in quel momento, sa di avere un altro cibo che i suoi discepoli non conoscono ancora. Nulla è più importante e più urgente per il
t'igliolo della volontà buona e santa del Padre, che egli è venuto a compiere. Gesù è venuto a seminare ed a dare inizio alla mietitura in vista
del Regno, non io si distolga quindi dal suo compito.
Non è questa la prima volta nè l'ultima che il nostro Signore si rivolge a noi, che viviamo prevalentemente con la mente alle cose che
riguardano i bisogni della nostra vita quotidiana, e, pur non respingendo queste nostre preoccupazioni, ci addita la sua preoccupazione più
grande, quella che deve essere anche la nostra : la messe 1 Per Lui è
normale di vivere teso con tutta la sua forza ad ascoltare la voce di Colui che l'ha mandato, ma bisogna che anche noi siamo più pronti, più
capaci di osservare quel che deve passare per primo nel momenio in
cui viviamo. Qual'è il nutrimento di cui doobiamo preoccuparci oggi?
E' ancora la messe.
Gesù Cristo è il seminatore che ha preparato la messe: è lui che
ha scosso la samaritana a tal punto da tramutarla in una gioiosa messaggera di salvezza. Gesù è anche il mietitore poiché i concittadini dena
donna sono spinti dalle parole di lei ad andare a vedere Gesù, e possono tornare e dire : « aoDiamo udito da noi e sappiamo cne questi è
Veramente il baivatore dei mondo ». E qui noi non stiamo più a guardare e ad ascoltare : siamo noi pure dei mietitori, entriamo dunque anche noi nel lavoro che Gesù ha iniziato, nella lunga linea di testimoni
che parte da Lui ed arriva tino a noi. Pensate che egli ha voluto attiancarci a sé ! Non vi pare che sia il caso di prendere quésta realtà molto
sul serio? Non è forse tempo che sappiamo tare più e meglio cne preservare semplicemente le nostre vani da infiltrazioni esterne, conservare, con moita tanca per la verità, la tede che i nostri padri ci hanno
tramandato?
Saremo certo dei mietitori inesperti, la nostra mietitura sarà ben
poca cosa, ma essa sarà ugualmente capace di rendere gloriti a Colui òhe .
ha seminato e che ta crescere il raccolto, che ha preparato ogni cosa
perchè noi potessimo compiere ciò per cui ci ha mandati. I nostri poveri,
magri raccolti, saranno pur sempre in grado di proclamare che il Grande
Raccolto, queilo di Dio, è prossimo.
Se la miseria spinge a valle tanti nostri fratelli che sperano di trovare, e forse trovano, lavoro nelle fabbriche, nei negozi, negli ufTici, che
questo non si riduca soltanto a rendere quasi deserti interi villaggi, ma
che da ognuno di loro, umile messaggero del Signore, molti possano
ancora udire e credere che vi è per il mondo un Salvatore.
Giovanni Conte.
I cattolici e il Movimento
Ecumenico
L'Agenzia ANSA (Informazioni religiose) ha dato particolare ampiezza di notizie alla "Settimana di preghiere per l'unità*’. Pubblichiamo ntcora questo notiziario che ci dà modo di conoscere alcuni
giudizi del Cattolicesimo sul Movimento
ecumenico. Ci permettiamo di dissentire
sulla definizione di ’’invisibile monastero”
e ribadiamo la nostra idea di unità, sì, ma
sotto un solo Pastore, cioè Cristo, al quale
tutti dobbiamo ubbidire.
Vari settimanali protestanti della Svizzera riferendosi all’ultima lettera Pastorale
de} vescovo di Ginevra, Losanna e Friburgo in merito- all’unità, hanno confermato
la. posizione da nOi presa fino ad ora. La
via dell’unità non è il puro e semplice ritorno a Roma. Essa esige il ritorno di tutte
lé chiese alla Parola di Dio. red.
MfLANO — L’interessamento degli ambienti cattolici più fini al movimento ecumenico si fa sempre più attento: mentre
una volta il movimento iniziato dai protestanti aUa vigilia della prima guerra
mondiale veniva classificalo quasi sdegnosamente col titolp di « pancrisliane-jimo »
e guardato con diffidenzali oggi se ne apprezzano di più i motivi di unità cristiana
specialmente di fronte alla campagna di
scristianizzazione, anzi, come scrive Igino
Citfrdani^ di « despiritualizzazione » che è
ire atto nel mondò e che è certamente la
più vasta e profonda che si sia mai avuta
da. che la religione fu predicata. Così la
stampa cattolica si occupa largamente dell’argomento specialmente durante la « ottava di preghiera per l’unità » che in certe
città, come a Roma e Milano, ha avuto
quest’anno un particolare sviluppo e una
larga partecipazione di fedeli. La rassegna
« Le missioni cattoliche », organo del più
antico istituto missionario italiano, il Pontificio istituto per le missioni estere di Milano, dedica nel numero di gennaio ben
tre scritti all’argomento: uno di Igino Gior
dani sul « significato dell’ecumenismo »
uno della redazione sull’attività del Con
sigilo ecumenico delle Chiese (che riunisce le 170 Chiese e confessioni protestanti
e ortodosse); e uno del p. Domenico Co
lombo del PIME, il quale, prendendo ar
gomento da un invito del p. Carlo Boyer
(« E’ grandemente da augurarsi che i cattolici prendano coscienza del lavoro che
agita i non cattolici e cooperino con tutte
le forze loro all’opera della Provvidenza »),
tratta ampiamente dell’ecumenismo come
« questione primordiale dell’era atomica ».
L’articolo narra come nacque il movimento nel 1910 e le prime tappe, come si
svolsero le successive assemblee dalla prima di Edimburgo all’ultima di Evanston
nell’agosto del 1954 ed espone quali siano
le mète del movimento del quale presenta
anche in un quadro la costituzione gerarchica (se veramente si può parlare di gerarchia in un organismo protestante). Infine l’articolo tratta dell’inserimento dei
cattolici in questo « invisibile monastero »
dal quale anche perchè « vivificato talora
da eroiche immolazioni, fiorisce la speranza di vedere un giorno tutti i cristiani
raccogliersi nell’miico ovile, sotto un solo
pastore ».
*\PBríusel „ nelPalta Val Pallica
Due storiche traversate del Colle Giuliano
Con le truppe del marchese di Parella da Frali verso le alture di Bobbio nel maggio 1686
Nell aspra giogaia di monti, che
separa il vallone di Piali da quello
di Bobbio, il colle Giuliano (m.
2.445) offre un diretto e relativamente facile passaggio da una alTaltra valle. E’ quindi naturale che
esso abbia avuto una notevole importanza in quasi tutte le grandi
persecuzioni armate, che intierirono contro il popolo valdese. Ma in
due occasioni specialmente richiama la nostra attenzione per le epiche marce, che furono compiute
attraverso ad esso : nel maggio 16d6,
quando lo attraversarono le truppe
del marchese di Parella, e nel settembre 16d9, quando lo valicarono
le truppe valdesi reduci dal lungo
esilio, sotto la condotta del mmistro E. Arnau^ t ‘
(ili aitimi difensori
delia Ubeilà
La guerra crdenta scatenata contro i Valdesi, nell’aprile del 1686,
contemporaneamente dalle armate
piemontesi, agli ordini di Don Gabriele di Savoia, e dalle truppe del
re di Francia, al comando nel generale Niccolò Catinai, aveva visto
in pochi giorni crollare l’effimera
difesa valdese, capitolare il baluardo del Pra del Torno ed i combattenti valdesi disperdersi sulle cime
dei monti, mentre tutta la parte inferiore delle Valli veniva incendiata e saccheggiata, la popolazione
uccisa, martoriata o condotta prigioniera a Luserna del Piemonte.
Sembrava che tutto il resto delle
Valli dovesse, in più breve tempo
ancora, subire la stessa sorte, quando due gruppi di ardimentosi,
scampati alla ptima strage, sdegnati per i maltrattamenti inflitti a
quelli, che ingenuamente avevano
ceduto alle promesse di vita salva
e di pronta libertà, riflutarono improvvisamente di arrendersi e giurarono di morire con le armi in pugno piuttosto che darsi vivi nelle
mani del nemico.
I due nuclei superstiti si trincerarono: l’uno, più esiguo, sulle rupi
della Balsiglia ^ del Pelvo, nel vallone di Massello e fu distrutto, non
senza fatica, dalle armi del Catinai; l’altro, più numeroso sulle
montagne del Villar e di Bobbio,
speciamente nelle località di Sarsenà e di Barma d’Aut, che i capitani Paolo Pellenc e Davide Mondón avevano trasformato in piccole
fortezze .Contro questi mossero le
truppe del duca di Savoia.
I tre assalti concentrici
Per distruggerli o cacciarli dalle
forti posizioni, che essi occupavano e che parevano pressoché imprendibili, il duca ed il suo Consiglio di Guerra ritennero opportuno
sferrare contro di essi tre assalti
concentrici e simultanei, con abile
manovra a tenaglia, temendo che
l’assalto dal basso, da solo, fallisse
allo scopo o costasse perdite troppo
dolorose. I Comandanti prescelti
furono i marchesi di Brichameau,
Dogliani e Parella.
Il Dogliani, comandante della
prima colonna, ebbe l’ordine di
marciare con le sue truppe, il 7
maggio, verso le alture di Pertusel
c di seguire la cresta dei monti
fino a Caugis, per poi l’indomani,
all’alba, attaccare dal fianco destro
le fortezze della Sarsenà e di Barma d’Aut; al Brichauteau, invece,
fu affidato l’attacco frontale, con
l’ordine di occupare Bobbio e di
portarsi la sera stessa sulle alture
del Peiii e delle Pausette, per trovarsi pronto la mattina seguente ad
assalire dal basso le posizioni vaidesi"; Infine alla terza colonna, che,
sotto il comando del marchese di
Parella, si era portata fin dai giorni precedenti nel vallone di Prali,
fu assegnato come compito, di valicare il colle Giuliano, impresa
quanto mai rischiosa, per piombare alle spalle dei difensori all’alba
dell’8 maggio, inaspettata e simultanea con le altre due schiere.
La scalata al colte
Il corpo di spedizione del marchese di Parella si componeva di
uno squadrone di dragoni appiedati, del reggimento delle Guaraie di
S. A. e di un notevole numero di
gentiluomini volontari: in tutto oltre 600 armati.
Giunto ai piedi del colle, dove
sorgevano alcune capanne di pastori, fermò la truppa e la lasciò riposare, mentre egli, infaticabile,
con alcuni ufficiali e soldati, si spingeva più in alto a spiare i luoghi e
e le strade. I muli, che per buon
tratto avevano seguito i soldati, non
potendo più avanzare a causa della
neve alta e recente, nella quale
sprofondava fino al ventre, dovettero essere rinviati, mentre il loro
carico veniva distribuito ai soldati
per essere portato a spalle.
Lasciata riposare la truppa, il
Parella, mentre ancora era notte,
riprese la marcia resa sempre più
faticosa non solo dalla neve e dal
freddo pungente, ma dal fatto che
; \ aldesi posti a guardia del colle
avevano in più punti rotte le strade
e sbarrati i passi obbligati. Ma i
soldati, con mirabile ardimento,
riuscirono a superare le difficoltà di
ogni genere ed a raggiungere il colle prima che l’alba spuntasse. Ai
primi chiarori del mattino tre fumate ,ad intervalli, annunziarono
alle milizie della Val Pellice il felice esito della spedizione.
La piccola schiera di valdesi,
messa a guardia del colle, dopo
breve resistenza, si disperse, sopraffatta dal numero e sbigottita dall’insospettato ardimento, che le
truppe regolari del duca avevano
dimostrato nell’inerpicarsi su quei
monti ritenuti quasi inaccessibili.
Se faticosa era stata la salita al
colle, dal versante di rrali, assai
piu ditticile e pericolosa si rivelo
la discesa sul versante di Deboio
per piomoare alle spalle uei difensori cu r»arma d Aut e di aarsenà.
Alle aiiiicoita della natura montana si aggiunsero le iusiaie piu numerose noi VcnUesi; 1 quali nei punti pm angusti e nei passaggi oubligati, sull'orlo uei nurroni, avevano
inalzate palizzate e trincee e posti piccoli corpi di guardia, cne,
appiattati dietro rocce e trincee,
prenuevano a'mnlata le truppe costrette a passare alla spicciolata o
rovesciavano loro aodosso aali alto,
<1 terza ai Uraccia o per mezzo di
torneili e di inule, vaiangiie ui pietre o di troncai d’albero.
Particolarmente anucile e funesta riuscii la traversata della Prugna « montagna piu di tutte oritia,
aspra e ui puro sasso ». tl conte di
iiruse, fratello del marcnese di Barella e capitano nel reggimento
iTUardie, o per essere stato urtato
na un sasso o per aver messo il piede in tallo nel tentativo di scansarlo, cadde in un protonno burrone, dove, rimpalzando di roccia in
roccia, precipito nno al fonuo. tlaccolto pietosamente dai suoi, non
sopravvisse piu di due ore. Il capitano tjoursier, colpito uai sassi in
più parti del corpo, ebbe una coscia
irantumata ed il corpo tutto martoriato, tanto che morì aue giorni
dopo, il luogotenente dei dragoni,
conte Vagnone, che marciava al
fianco del conte di Verrua, enbe il
cranio spezzato e morì sull’istante
senza aver avuto nemmeno il tempo di pronunciare « Jesus ». La
stessa sorte forse avrebbero incontrato il V erma ed il Parella stesso,
se il macigno che stava precipitando su di essi, senza lasciare scampo, non avesse, a poca distanza, urtato violentemente un altro macigno, che lo spaccò in due, mandando ì frammenti a destra ed a sinistra dei due comandanti, che rimasero miracolosamente illesi. Tra
i soldati le perdite ascesero ad una
trentina tra morti e feriti.
Insidie nemiche ed ostacoli naturali non valsero tuttavia a rallentare l’ardita marcia del marchese di
Parella, che, snidando e disperdendo tutti i gruppi di ribelli, rastrellando e distruggendo quanto trovava sul suo cammino, uomini o cose,
attraverso la Comba di Gìaussarant
e l’Aire del Crivello, potè lo stesso
giorno portarsi alle spalle dei difensori di Barma d’Aut e di Sarsenà
e chiudere definitivamente il cerchio, che frontalmente e lateralmente venivano serrando le colonn ! del Brichanteau e del Dogliani.
I Valdesi, per non essere chiusi
nella morsa, dovettero abbandonare
come inutili le loro posizioni, e disperdersi negli antri e nei burroni
più impervi dei monti.
Arturo Pascal
{continua nel prossimo numero)
--"•M '
il
3
i.ifro nf7i.t.F V4i,i,i V4f .nvsT
— s
ciovanii A convEGiuo a pikerolo
La Chiesa a confronto con la ScHttura
Una giornata di studio e di esame della propria fede e della propria respnìuiàbilità
« Ci ritroveremo nel solito sparuto
gruppetto...», si diceva preparandoci
Hi uuiivegiio giovanile ai smaio diciico; ea invece a Piiierolo, aomeni
ca .scorsa, ci siamo ritrovati in cLiquaiua; neta sorpresa ctie ha aa^o
n tono ai pomeriggio trascorso msieme.
Veramente, il Convegno comincia
va ai mattino, par„ecipanUo al cinto
con la comunità ai rmerolo, ma i
piu sono giunti soltanto uopo p^a.!
zo. Lo scopo della nostra riunione
era oi ricercare insieme che co»a i.,
Nuovo 'l'esiamento aice aeila Cnie^
sa, mentre n cuito aii.,uneriUiaiio ne.
tempio ui Pinerolo, Centrato sulle diCiuaiciiiiioiii ai i Pietro n; a-10, ci poneva ai ironie al « real sacera,,Zio »
di testimoni di Crism reuentOie cui
siamo tutti cnianiati seiiza aistiiizioni clericali, il oanoiaato Giorgio
tsoucnaru ci na prtscntaiO nei ponie
riggio uno studio sonao e vivace riceioaiiao nei inuovo restamciiiO le
grandi linee della dottiLia delia
ninesa. Se ci diiiOiidiamo Un pOi-o So
questo studio è percuè è di proiondo
iiiteiesse per quanti naiino a cuor^
la. Vita aena Cmesa.
Avvicmanaoci ai Nuovo Testamento, SI tratta anzitutto di cercare ai
aimenticare tutto ciò cne noi intendiamo geiiei amiente paliando ui
Oniesa : u tempio, o la riostra comu
mta, o torse la « associazione a flni
religiosi» sOita in vari luogni per la
concorde voiontà degli assodati, o
ancora Torganizzazioiie ecclesiastica
ai cui siamo memori.
Il termine eamcsia, nell’antica versione greca aell’Antico Testamento
indicava l'assemolea di coloro cne
Dio aveva convocati (« chiamati idoli. » ) per farsene un popolo suo particolare, un suo Strumento per operare nel monao: la «cniesa» è la co
munita del Patto, costitu ta per mi
ziativa sovrana di Dio, impegnata al
suo servizio. Questa realta si prec sa
nel corso della stona dell'Antico Testamento; ed è su questo sfondo cne
Gesù, il Messia, dicmara e pretende
ai creare intorno a sé una cemunuta
che spiritualmente (ma reaimentel
corrisponaa alla chiesa di l»ìo dell'Antico Patto; è cosi che i 12 apostoli (di cui Pietro è il portavoce e
la figura aominante, cfr. il famoso
passo di Matteo 16) con chiaro riferimento ai 12 patriarchi, sono i capostipiti aeiia nuova eKKiesia ai oio:
sono coloro che Gesù ha chiamati e
lonnaii per essere il nucleo delia ekklesia futura, ormai non più Imiitata etnicamente ad un popoio, ma
spiritualmente raccolta da tutti i popoli aeua terra, come anticipazione e
garanzia della grande (e ve^a) raccolta di tutte ie genti, alla venuta
del vero Pastore e Signore.
La Chiesa è aiuique una realtà
provvisoria e funzionale, in vista aella predicazione deil'Evangelo ad ogni
creatura: essa è missionaria, testimone, o non è.
Negli Atti e nelle Lettere apostolici troviamo la verificazione di quanto detto sopra; e risultano chiari alcuni dati cne ci faianno riflettere;
il Nuovo Testamento non conosce
Tindividualismo aeila fede e delia vita cristiana; la Cniesa non è una
giustapposizione di tante comunità,
ma è l'unione di tutte le comuriita
(unione basata sull’opera delio Spirito Santo, che conserva sempre l’iniziativa di « chiamare » alla fede,
fuori dal « mondo » dell’incredulità >
cosi come ogni comunità non è la
giustapposizione di tanti credenti, la
espressione della loro volontà di associarsi, ad esempio per assicurare
la predicazione o rendere insieme il
culto a Dio, ma è l’unione spirituale
(creata dallo Spirito Santo cne suscita la fede) di quanti DiO ha chiamati: il Nuovo Testamento non conosce quindi una fede inoividua-istica ; nè d’altra parte vi appare una
chiesa organizzala come l’mtendiamo
oggi; era forse inevitabile che nel
corso del suo sviluppo la Chiesa di
Cristo si creasse una sua struttura,
e necessariamente organizzasse la sua
vita interna e la sua opera,' ma il
Nuovo Testamento rimane una paio
la di allarme, ci pone costantemente
in tensione affinchè l’organizzaz.one
rimanga uno strumento e iion diventi l’essenziale nella Chiesa.
Molte immagini troviamo in bocca
di Gesù e degù Apostoli per illustrare
la Chiesa; il gregge, la vite, l’unione
coniugale, l’edmcio, il corpo... Quesi’ultima è forse la più completa, ad
indicare non soltanto la comunione
intima col « capo » e la dipeiidenza
totale da lui e la común one e l’interdipendenza delle membra fra loro,
ma ancne la manifestazione materiale della presenza operante di Cristo nel mondo, per mezzo del suo
Spirito che chiama, crea, guida la
Chiesa.
Inane appare chiaro nel Nuovo Te
stamento il sacerdozio universale dei
credenti, e la parola sacerdozio va
fortemente sottolineata; si tratta
della missione di testimoni che tutti
i credenti portano nella loro vita
quotidiana, affinchè l’unico sacerdozio redentore di Cristo sia conosciu
to è creduto da tutti gli uomini. E’
indispensabile che la testimonianzr
della Chiesa giunga in questo modo
capillare agli uomini: finché pensiamo di assolvere alla nostra vocazione cristiana andando regolarnierte
al tempio, e sostenendo nella migliore delle ipotesi con un pò del rostro
denaro le missioni o le « campagne
d’evangelizzaz’one » noi in realtà veni-amo meno alla nostra vocazione.
E’ da notare il fatto che il Nuovo
Testamento ha usato per indicare
la comimità dei credenti, il nuovo
popolo che Dio si è acqu’S^'ato, il
termine ekklesia, preso a prestito dal
linguaggio e dalla realtà umana sociale e politica: la Chiesa è dunque
una comunità di fede (« convocata »
dallo Spirito di Dio) ma non un’as^
sociazione religiosa, i cui interess’
si limitano alla cosidetta sfera reli
giosa: nella volontà del suo Capo es
sa esprime di fronte al mondo, di
fronte a tutte le ekklesie nazionali,
razziali, classiste del mondo, la p’'e
tesa di essere l’unica, vera, ekklesia,
non per virtù sùa, ma in virtù di
Colui che l’ha redola e costituita e
che ne è il Capo. ^
' .1
Allo studio, di Cài ci dispiace di
poter dare un resoebnto che non ne
rende affatto la riatiezza e la vivezza, seguiva una buona discussione in
4 gfnippi, guidata dà alcune doman
de poste dal relatóre; anche se c’è
sempre chi... fa la parte del leone,
la discussione è ^ta abbastanza
generale, e ci siarnó' poi riuniti tutt'
per presentare i imitati dei vari
gruppi e per trarrete conclusioni.
Sono venute alla hice alcune amare realtà; il nostro fcdividualismo, la
carenza di collabomione e di vita
comunitaria neH’aBÌòre dei fratelli.
Abbiamo cercato di1|ssere sinceri nel
nostro esame, a costò di doverci umiliare. Sappiamo tuttavia che la ch esa continua ad essere «convocata»
dal suo Capo e che dobbiamo impegnarci al suo servizio.
All’Unione giovanile di Pinerolo
eh ci ha ospitati, e ci ha offerto generosamente il tè, siamo t':t 1 assxi
riconoscenti. 1 repòrter
PANGOLINO
del colportore
Nella borsa del colportore valdese è ancora rimasto un Nuovo Testamento; opuscoli, trattati vari,
libri di pietà sono finiti nelle ruvide mani di operai, contadini ai
quali il messaggio . della Speranza
ha ridonato un soffio di vita nuova
ed ha consentito loro di scoprire
un mondo nuovo, il mondo della
Grazia divina. Il comportare ricorda, mentre è sulla via del riterrò,
un gruppo di giovani i cui discorsi
erano tessuti da pensieri e sentimenti ispirati alla mentalità moderna, dei quali ricorda specialmente un giovane aitante, baffetti al! moda che accolse con entusia'ìio il Nuovo Testamento e promise di leggerlo e di ricercare in esso
i! segreto della vera felicità.
Ed ora il Nuovo Testamento su
perstite attende d’essere afferrato
da una mano nuova, tremante di
gioia di possedere il libro della
Vita. La moto ansima, la benzina
PROGRAMMA PER UANNO 1958
Istituto Ecumenico di Bossey
Il programma presenta quest’anno
una innovazione: un primo corso per
laici durante la settimana santa, dal
2 al 12 aprile. Esso sarà dedicato al
tema; «La preghiera nella vita della
nostra epoca ». Comprenderà lo studio della preghiera nella Bibbia, e
in varie forme confessionali: Prayer
Hook anglicano, preghiera liturgica,
preghiera libera, il silenzio nella preghiera. Saranno studiati uno o due
autori classici. I gruppi di discussione cercheranno di precisare la funzione della preghiera nell’officina,
nella famiglia, nella Chiesa, nella
pietà personale. Lo studio biblico verterà sui Salmi. Il prezzo è di Fr. sv.
12,50 a testa per giorno. Data la data molto vicina del corso, le domande devono essere presentate subito.
Corso per pastori delle « giovani
Chiese» e delle vecchie.
16 - 30 giugno
Tema generale: «-L’evangelizzazione e la struttura della Chiesa in am
biente urbano e industriale ». Il corso studierà le implicazioni deU’mdustrializzazione e della vita urbana: 1)
per l’evangelizzazione nel suo fondamento teologico e fiei suoi metodi;
2) per le forme personali di testimonianza cristiana: 3) per la vita delle
comunità cristiane. E’ destinato ai
pastori, ma accoglierà volentieri un
certó numero di missionari. Il prezzo del corso è di Pr.sv. 10 a testa per
giórno. Le domande di ammissione
devono essere inviate prima del 31
marzo.
Secondo corso per laici
2 ■ 12 luglio
Tema generale: «Le strutture parrocchiali e il rinnovamento della
Chiesa ». Questo corso è destinato in
modo particolare ai laici che hanno
una responsabilità nella Chiesa, sia
a titolo benevolo (membri di consigli di Chiesa, di assemblee sinodali),
sia come impiegati (assistenti socia
NOTIZIE IN BREVE
Il Premio Nobel per la Pace per Panno
1957 è stato assegnato al canadese Lester D.
Pearson, rispettivamente figlio e nipote di
pastori metodisti. Lester Pearson è stato
investito dell’ambito riconoscimento per
avere contribuito a ristabilire la pace in
Corea e nel Medio Oriente e per l’opera a
suo tempo svolta quale presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Per le persecuzioni razziali di Little Rock
e Nashville i dirigenti della Chiesa Metodista d’America hanno diramato una dichiarazione che deplora severamente gli
atti illegali e inumani commessi ai danni
degli studenti negri e stigmatizza l’uso di
truppe da parte del Governatore Faubus per
impedire l’applicazione della dee sione della Corte Federale sull’integrazione razziale.
Il numero dei membri della Chiesa luterana di Polonia è sceso da più di un milione quanti erano nel 1939, a circa 200.000
nel 1957. Questa notevole diminuzione è
attribu'ta a le espùsicni, alla reinstallaz one altrove della maggior parte della popolazione di lingua tedesca, nonché all’esodo
di molti polacchi.
Il Sinodo della Chiesa riformata di Francia in Algeria hù chiesto che in tutte le sue
parrocchie, nel giorno di Natale, la predicazione avesse per argomento la riconciliazione. Il Sinodo ha appoggiato la propria
richiesta con queste parole: ” Gesù Cristo
è Colui che riconcilia gli uomini. Questa
riconciliazione ci spinge ad intercedere per
tutti coloro che, amici o nemici, hanno
delle responsabilità nell’ora presente ”.
li, segretari, contabili ecc.). Esso studierà i problemi che si pongono a
questi laici nell’esercizio delle loro
funzioni, nella prospettiva del rinnovamento della Chiesa.. Una serie di
studi analizzerà il significato dell’Incamàzione per l’attività dei laici e le relazioni tra lo spirito di Cristo e le limitazioni della Chiesa istituzionale. Lo studio biblico avrà
probabilmente per oggetto la Chiesa
nel libro degli Atti: primi anni di
esistenza, espansione, forme che assunse. Si prevede anche lo studio del
libro del vescovo Newbigin, « The
Household of God», in cui l’Autore,
partendo da una situaziore missionaria data, ci obbliga a rivedere le
nostre idee sulla Chiesa.
Il orezzo del corso è di Pr.sv 12,51
a testa per giorno. Le domande d:
ammissione devono essere inviate
prima del 30 aprile. .
Corso per studenti in teologia.
25 luglio — 15 agosto
Come l’anno scorso, questo corso
comprenderà im piccolo numero di
non teologi. Il corso avrà come tema
centrale : « Comunità cristiana e
gruppi sociologici ». Si tratterà di determinare quali sono le conseguenze,
per la vita e la missione della Chissà, dei risultati dell’analisi sociologica nei riguardi della struttura delle società, tanto in Occidente, quanto in Asia e in Africa. Il corso è organizzato in collaborazione con la
Federazione delle Associazioni cristiane degli Studenti.
Prezzo del corso: Pr.sv. 9 a testa
per giorno. Gli studenti in teologia
possono inviare le loro domande al
Corrispondente nazionale prima del
31 marzo. Gli studenti di altre facoltà possono iscriversi per il tramite
della Federazione studenti.
Per le iscrizioni, come per ogni
ulteriore informazione, rivolgersi al
Corrispondente nazionale. Prof. Giovanni Miegge, Via Pietro Cossa, 42
Roma.
è già alVindice della riserva ed t
urgente una fermata al primo distributore; ancora qualche Km. ed
ecco sulla sinistra una gran luce annunzia la presenza elei distribiito-.
re. Un giovane in tuta s’affretta a
lare il pieno, mentre il colportore
conversa di cose piuttosto insolite e
imbarazzanti: egli accenna al posto di vigilanza in cui si trova il
suo interlocutore, dove si controlla
il traffico della grande arteria che
unisce le varie valli con la capitale
sabauda; accenna al misterioso liquido che consente a tutti i motori
di viaggiare, mandare a buon fine
una mis.sione importante, lavorare
per -sbarcare il lunario, senza del
quale le macchine lussuose o le modeste utilitarie rimarrebbero' inservibili... poi, per uscir fuor di metafora, egli entra nel vivo del problema sniritiiale e parla della preghiera, del Vangelo che mette in
movimento i motori dell’anima e
consente di vivere la meravigliosa
avventura della fede.
L’uomo in tuta ascolta, con aria
trasognata quello strano messaggio
c poi, il colportore quasi a bruciapelo domanda- ” ha letto VEvangelo lei? ”. L’uomo risponde con
accento d’umVtà: ” non l’ho mai
letto ”. Il Nuovo Testamento supestite esce dal fondo della borsa,
c afferrato dalle mani del ’’ benzinaio ” il quale manifesta la sua
grande gioia di aver scoperto per la
prima volta il messaggio del Natale
veniente. La conversazione continua,
lì accanto al d-stributore ed i due
parlano di felicità, di tesori celesti,
di perdono, di vita nuova, in Cristo... poi il colportore s’allontana
e gli annunzia: tornerò da lei un
giorno a fare il carico di benzina e
parleremo ancora delle grandi cose
che il Signore ha fatto per noi...
—- Lontano, ai pie’ dei monti, il
colportore intravede colline, valli,
contrafforti dove un popolo da tanto tempo possiede i ” tesori celesti”
gelosamente nascosti, direi quasi,
sepolti come il talento della parabola. Si ha paura di parlare del talento e si ripete per molti il gesto
dell’uomo della parabola; « colui
che ne aveva ricevuto uno (talento)
andò e fatta una buca in terra
nascose il denaro del suo padrone...
e quando il Signore venne a chiedere conto l’uomo del talento rispose;
ebbi paura ed andai a nascondere il
tuo talento sotterra... ed il padrone
rispose: togliete dunque il talento
e datelo a colui che ha dieci talenti.
Poiché a chiunque ha sarà dato ed
egli sovrabbonderà; ma a chi non
ha sarà tolto anche quello che ha ».
Dissotteriamo dunque il talento
del Vangelo e facciamolo fruttificare in noi innanzitutto e poi negli
altri che hanno fame e sete del messaggio della Grazia per la g’oria del
Signore e l’avanzamento del Suo Regno tra gli uomini. od.
Bòaudimenti
Domandava la forza per poter compiere la sua opera, ha ricevuto la debolezza perchè imparasse ad ubbidire.
Domandava la ricchezza per poter
essere felice, ha ricevuto la povertà
perchè potesse essere saggio.
Domandava il successo per avere
l'ammirazione degli uomini, ricevette
il fallimento perchè sentisse il bisogno di Dio.
Domandava la salute per poter fare
cose grandi, ricevette l'infermità perchè potesse fare cose vere.
Non ricevette nulla di ciò che domandava, ma ebbe tutto quello che
l'animo suo oscuramente cercava.
4
Ernesto Comba
BREVE STORIA DEI VALDESI
L. 300
L'Eco delle Valli Valdesi
dnadiiimoci attorno
I propugnatori della segregazione razziale in Africa del Sud vorrebbero che anche
nelle chiese si applicasse il principio della
separazione delle razze’, la maggioranza
delle chiese evangeliche di quel paese si è
opposta ed ha dichiarato a suo tempo che
avrebbe disobbedito al governo nel caso
che fosse stata fatta una legge in questo
senso. Qualche tempo fa sui gradini della
cattedrale anglicana di Città del Capo era
stato posto un cartello che diceva ” Questa cattedrale è aperta per ricevere uomini
e donne di tutte le razze, a tutti i suoi
culti ed in qualunque momento ” ; poiché
dei fautori della politica di segregazione
l’avevano tolto esso è stato sostituito da
un monumentale cartello di tre metri per
quattro che ripete le stesse parole.
Ma là chiesa, purtroppo, non è sempre
molto ferma nell’opporsi al razzismo; in
questo senso si è espresso, per quello che
riguarda gli Stati Uniti, il decano della
Scuola di Teologia dell’università di Yale
il quale ha ricordato che quasi tutte le
chiese del mondo respingono la discriminazione razziale, ma che in questo campo
le chiese americane sono rimaste in retroguardia lasciando che sindacati, società
sportive e culturali prendessero un atteggiamento più avanzato nel campo delle relazioni tra le razze.
GRECIA
L’isola di Cefalonia è stata una delle più
duramente colpite dal terremoto dell’agosto
1957. Il Consiglio Ecumenico venne subito
in aiuto alle persone colpite dal disastro ed
in risposta ai suoi appelli molte chiese hanno mandato degli aiuti: in particolare la
chiesa di Svezia ha finanziato la ricostruzione di un ospedale a Lixouri, che è stato
inaugurato recentemente, coll’intervento
delle autorità civili e religiose greche.
BILLY GRAHAM
B. Graham dirigerà nel 1959 una campagna di evangelizzazione in Australia ed ha
recentemente accettato di dirigere, nello
stesso anno, anche una campagna in Nuovi
Zelanda.
SCUOLE DOMENICALI
Dal 6 al 13 agosto prossimo si svolgerà
a Tokio (Giappone) la riunione del Consiglio mondiale delle Scuole Domenicali. Vi
prenderanno parte circa seimila persone.
I PASTORI RIMANGONO
AL LORO POSTO
Quando lo Stato esercita una pesante pressione sulla chiesa, come accade in Germania Orientalè, i pastori possono essere tentati di rifugiarsi in qualche paese dove vi
sia una maggiore libertà. Cosi hanno fatto
due pastori tedeschi orientali che sana passati in Germania occidentale. La chiesa ha
biasimato la loro condotta ricordando che
per nessun motivo un pastore deve abbandonare la sua parrocchia. Dei seimila pastori in attività in Germania orientale solo
un centinaio (meno del due per cento) si
sono rifugiati in Germania occidentale senza autorizzazione del Sinodo. a. c.
E%a
ehe uolge
tùia
al dùthiùt ..
Pianura, immensa, che t'allontani
laggiù, nel fondo dell'orizzonte ;
così lontana dai picchi immani,
come una grigia, compatta fronte.
Pianura, immensa, tutta soffusa
di lieve nebbia, quasi d'argento,
sotto a quel velo sembri racchiusa,
come nascosta, persino al vento.
Spunta una freccia, od una roccia,
come una spada che sfida il cielo ;
ci sono macchie, di verde scuro,
che non sai pure che cosa sono,
e, sopra, spazia il cielo puro,
nè, il silenzio, rotto è da un suono.
Pianura calma, lì, sotto al sole,
mentre ti guardo, con attenzione,
tu mi racconti, senza parole,
del mio andare, la gran lezione.
Vedo nel velo della |tianuri
come un emblema di nestrà vita :
s'estende in lungo e par sieuta
or, che la lotta, quasi è finita;
Sveglia il ricordo del lungo. Viaggio,
— ora che gli anni sono fuggiti —
copre d'un velo il loro raggio,
gioia e dolore marciano uniti.
Sol qualche macchia, o qualche punta,
spezzano, ancora, la grigia quiete!
a tale altezza l'anima è giunta,
di pace e calma ha, solo, sete.
D'argento un velo par che confonda
della mia vita le ombre vaghe
e vien, dall'anima, viva e profonda,
dolce risposta, di cui son paghe.
A.B.T.
Notiziario delle Comunità
ÀIVÌGROGIVIA [Serre)
Un lutto improvviso e tragico ha
colpito la famiglia di Nany Buffa in
Rivoii-a: siamo stati tutti profondamente turbati, ed abbiamo cercato di
esprimere la nostra simpatia fraterna ai familiari provati così duramente. Ma povera cosa sono le nostre
parole ed i nostri sentimenti, e ci
sentiamo più che mai piccoli e tui^
bati dinanzi al mistero della morte,
che ci ha mostrato in modo così impressionante la sua demoniaca po
tenza. E’ lo Spirito del Signore che
invochiamo su quelli che piangono,
su quelli che chiedono invano: perchè? affinchè la fede non venga meno, ma Iddio nel momento più angoscioso li sostenga e consoli, renda
per loro vera e viva la Sua parola,
la Sua promessa di resurrezione, nella certezza che se anche il nostro
cuore ci condanna, Dio è più grande
del nostro cuore. La fede non diminuisce la sofferenza, ma dà un senso alla sofferenza; e la loro forza è
per tutti noi una testimoiìianza, è
la forza del Signore che si mostra
perfetta nella nostra debolezza.
In queste ultime settimane il sig.
Aldo Tourn, Anziano predicatore di
Rorà, ed il Candidato Giovanni Conte da Pomaretto hanno presieduto
dei culti a Pradeltomo ed al Serre:
la comunità si è rallegrata della loro
venuta ed esprime loro la sua riconoscenza per la predicazione della Parola.
BOBBIO PELLIGE
Visita di Chiesa. — La regolare visita di chie.sa è stata effettuata dalTAvv. Ettore Serafino e dal Pastore
Gustavo Bouchard, rispettivamente
vice presidente e segretario della
Commissione distrettuale.
11 pastore Bouchard è sta'^o in mezzo a noi fin dal 31 gennaio dove, la
sera, prese contatto con un buon numero di giovani riuniti al capoluogo
ed il 1 febbraio presiedette una riunione ai Campi.
Alla domenica, sono stati visitati:
la Scuola Domenicale, l’Unione delle Madri ed i Catecumeni dei quattro
anni. Il culto del mattino fu presieduto dairAvv. Serafino che predicò
su queste due parole: « Padre nastro »
e la riunione della sera, al Cen^-ro
fu ancora tenuta dal pastore Bouchard.
Mentre ringraziamo di cuore i nostri ospiti domandiamo al Simore di
non permettere che le benefiche impress’oni ricevute in occasione di questa visita, vengano tosto cancella’e
Rinnoviamo i nostri ringraziamenti al dottor Enrico Gardiol di Torre
Penice per averci offerto una bella
serata con la proiezione di numerose diapositive a colori sull’Italia meridionale e la Valle del Queyras.
Una preghiera del Papa
Abbiamo letto una parte della preghiera che il Papa ha composto « per
i cattolici parlamentari e gli uomini
politici ». Manifestiamo per essa il nostro vivo apprezzamento e ne sottolineamo l'ispirazione cristianamente
serena, disinteressata, nella ricerca
della volontà di Dio.
Siamo lieti di poterla pubblicare,
anche se soltanto nell'ultima parte a
noi nota, e ci auguriamo che essa possa trovare rispondenza nel cuore di
molti uomini i quali, pur nelle lotte
politiche, debbono sentirsi richiamati,
insieme con tutti noi, all'anelito della
verità e alla ricerca di una vita conforme « ai Tuoi precetti », red.
« Fa, o Signore, che le nostre deliberazioni siano serene, senz'altra passione che quella ispirata dal santo
anelito della verità ; che le nostre risoluzioni siano conformi ai Tuoi precetti, anche se il servizio della tua volontà dovesse imporci dolori e rinun
ce ; e che, pur nella nostra piccolezza, procuriamo di imitare quella rettitudine e santità, con cui Tu stesso tutto governi e dirigi a Tua maggior gloria e al vero bene dell'umana società
e di tutte le Tue creature ».
« Ascoltaci, o Signore, affinchè mai
non ci facciano difetto la Tua luce nelle nostre menti, la Tua forza nelle nostre volontà e il calore della Tua carità nei nostri cuori, che debbono amare teneramente il nostro popolo. Rimuovi da noi ogni umana ambizione
e ogni illecita brama di lucro, infondici un sentimento vivo, attuale e profondo di ciò che è un ordine sociale
sano e osservante del diritto e della
equità, e fa che un giorno, insieme
con coloro che furono affidati alle nostre cure, possiamo godere della Tua
presenza benefica, come premio supremo, per tutta l'eternità. Così sia ! »
hreuorc: l’rol. Ginn C.-oahel
‘'u'-*ilii-azione autorizzala H-'l Tril-’-nale di
I’; 'rr «lo con dei-rato del
*^nnuio 1955.
PRALI
La nostra comunità è stata nuovamnte colpita dal lutto. Per ben due
volte nella giornata di martedì 21
gennaio ci siamo recati al Cimitero
per accompagnarvi le spoglie di quelli che il Signqi« ha chiamato a sè.
La bimba Anna pascal di undici mesi è deceduta dopo appsna poco più
di un giorno di vioienta malattia Ai
suoi genitori Romlldo e Ilda Pascal
ed alla sorellina Graziella rinnoviamo le nostre ccHidogiianze, ricordando che la volontà di Dio è che « neppure uno di questi piccoli perisca ».
In quello stesso giorno una folla
numerosissima, comprendente anche
1 membri del Cdnsiglio comunale e
delegazioni di Rimatori di Envie e
Sapatlè, si riunita nel Tempio per il
servizio funebre ^ Luigi Garrou, deceduto a Torino dopo alcune settimane di penosa malattia in età di
soli 44: anni. Alla signora Garrou ed
al piccolo Mauro esprim’amo ancora
la nostra simpatia cristiana.
Domenica 26 gennaio con buone
condizioni di neve ma tempo nuvoloso e freddo si svolgevano le gaie di
sci (fondo e discesa) organizzate dal
Club Boucier. 11. numero non troppo
elevato dei concorrenti permetteva
uno svolgimento rapido delle prove
con disappunto di quelli che non si
stancavano di ammirare gli atleti.
Vincitori deila competizione principale Èono stati quest’anno gli sciatori di Angrogna che all’atto della premiazione, presieduto daH’avv. E. Serafino, sono stati lungamente applauditi.
Nella sua recente seduta il Concistoro ha studiato l’organizzazione
della grande colletta che sarà lancia
ta nelle prossime settimane nella nostra parrocchia in vista della costruzione del nuovo Tempio di Frali. Data i’importanza di questa costruzione è necessario che la colletta ci trovi tutti, unanimi nella volontà di compiere uno sforzo veramente impegnativo affinchè questa grande opera
possa essere compiuta nel modo migliore. Le decisioni del Concistoro
saranno comunicate a tutte le famiglie in modo che ciascuno possa prepararsi a compiere con coscienza
questo grande atto di consacrazione
all’opera della Chiesa.
RODORETTO
Il 25 gennaio un lungo corteo di
parenti e di conoscenti ha accompagnato alTultima dimora terrena le
spoglie mortali del fratello Pascal
Giulio, deceduto alle Fontane nel su *
86.mo anno di età. Tutti quelli che
l’hanno conosciuto lo hanno apprezzato ed amato per la sua rettitudine
e la sua bontà di cuore.
Alla famiglia colpita dal lutto rinnoviamo l’espressione della nostra
sincera, cristiana solidarietà nel dolore.
PEBSOMLIA
Ci è giunta la notizia che il nostro
correligionario Dott. Enrico Pasquet,
medico condotto da vari anni a Bagnolo, è stato nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Gronchi.
Ci rallegriamo per questa onorificenza concessa ad un professionista
valdese, giusto riconoscimento dell'opera svolta dal dott. Pasquet con spirito di fedele dedizione alla sua missione e di amore fraterno. E gli porgiamo, con i nostri auguri cordiali, le
nostre sincere felicitazioni.
Elenco di offerte ricevute
per l’Eco delie Valli Valdesi
Ringraziamo vivamente quanti hanno inviato un’offerta per il giornale:
Vinçon Giulio (lOO); Grill Henry (100);
Bazzetta Letizia (100); Giaiero Valdo (200);
Rostan Arturo (200); Levi Rostagno (300);
ReveI Egidio (400); Piacentini Mario (350);
Gönnet Giovanni (200); Masi Giorgio (3
mila 200); Beux Enrichetta (200); Fanny
Saleng (100); Jon Scotta Giulio (1.200);
Jon Scotta Mariuccia (1.200); Bertini Enrichetta (200); Vincenzo Taccia (300); Bouchard Samuele (200); Alemandi Leopoldina (1.200); Coisson Augusto (200); Gastinelli Sarita (200); Peyrot Elsa (100); Mondini Teresa (100); Clot Levy (100); R. Cavagnaro (100); Fam. Molinari (100); Carletti Maria (300); Rivoira Giuseppina (300);
Guillelmet Emanuele (300); Baissa Margherita (300); Tron Elvira (50); Ferro Giovanni (50); Peyronel Alberto (200); Coucourde Vittorio (300); Jahier Ernesto (300);
Ribet Federico ( 200) ; Ribet Coucourde
Paobna (300); Peyrot Beniamino (300); Jahier Alberto (100); Barai Albino (100);
Ferrier Aldo (100); Chambon Maria (100);
Chambon Aldo (300); Pons Guglielmo
(100); Volat Bartolomeo (100); Peter Corrado (100); Genre Susanna (100); Grill
Carlo (100); Ostorero Andrea (100); Nella
Alloa Boero (200); Rosa Brusin Marianna
(100); Beux Blisa (100); Calogero Santo
(100); Davide Jalla (100); Grill Giovanni
(500); Lenta Lunati Angela Maria (100);
Balma Enrico (100); Vindrola Armando
(50); Mortari Riccardo (lOO); Baret Paolo
(100); Rapetti Romilda (125); Vera Vare
se (300); Mourglia Lidia (300); De Paol
Maria (100); Giordanino coniugi (100)
Bertalot Gina (200) ; Griot Alfredo . (200)
(continua)
iìdina Rostain Ribet
C’È UNA VOCE
NELLA MIA VALLE
L. 500
Opuscolo del lì Febbraio
Come ogni anno, anche quest’anno
la Società di Studi Valdesi pubblica
un opuscolo popolare dedicato alla
conoscenza di una delle più belle e
limpide figure della Storia della Riforma in Italia : GALEAZZO CARACCIOLO, MARCHESE DI VICO.
L’opuscolo è dovuto alla penna dello storico Prof. Arturo Pascal e si
presenta come uno studio di grande
interesse. La popolazione Valdese deve conoscere questa pagina della Storia della Riforma Protestante. In occasione del 17 Febbraio l’invitiamo ad
acquistare l’opuscolo e a d ifenderlo
in modo da approfondire la propria
cultura e da trarre ispirazioni per la
fede.
Prof. Dr. d. Boniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestra, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
Le famiglie Bleynat, Charrier, Tron,
Gönnet e il fidanzato Vannucci, commosse della simpatia con cui sono
state circondate nella triste occasione della immatura dipartenza per la
Patria Celeste di
Blegnat Margherita
nella impossibilità di farlo personalmente ringraziano quanti hanno vo
luto prendere parte al loro dolore.
Il suo sole è tramontato
mentre era ancora giorno.
(Geremia Ì5: 9)
Pomaretto, 25 gennaio 1958
La famiglia del compianto
Giulio Pascal
profondamente commossa per la
grande manifestazione di stima e di
simpatia tributata al caro scomparso, nell’impossibilità di farlo personalmente, esprime la sua viva riconoscenza a tutte le persone che, di
presenza o con scritti, hanno preso
parte al suo dolore.
L’Eterno è il mio Pastore,
nulla mi mancherà.
(Salmo 23: 1)
Fontane di Salza di Pinerolo, 25-l-’53
La famille de la chère
Henriette Bouchard
veuve Roux
décédée à Cannes (France) le 22
Janvier 1958, émue par la sympathie
chrétienne qui lui a été démontrés
en la triste circonstance, reconnaissante, remercie sincèrement toutes
les personnes qui ont entouré la chère disparue pendant sa longue maladie et en particulier le Pasteur Mr.
Loup et Mr. Stallé.
Bernardi - S. Germano Chisone
le 30-1-1958
R/CORDA TE!
Da Milesi
Portici San Donato, 11
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