1
Anno 119 - n. 4
28 gennaio 1983
L. 500
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
P.ll o
\M T ! ' :■> i ' ! t i I / i V' V ’ 3
lO'jòG TCiù-;:-: FE!A.:CB
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
VIVERE LA FEDE OGGI
Alla Lotteria Italia sono stati
giocati 25 miliardi; il Totocalcio
assorbe annualmente mille miliardi; il Lotto rastrella 600 miliardi; oltre 200 miliardi vengono
raccolti dalle minori lotterie nazionali; la cifra giocata nei Casino ufficiali e alle corse di cavalli
è di alcune centinaia di miliardi.
A ■ tutto questo va poi aggiunto
Tingente, e non determinabile,
ammontare giocato in tutte le sedi clandestine e quello giocato ai
Casino esteri; per non parlare
di quanto viene privatamente giocato nei molti « circoli culturali »
aperti qua e là per l’Italia.
Il fenomeno ha assunto dimensioni tali che non è più riconducibile a quello che era una volta
il Lotto; considerato risorsa dei
poveri per cercare di uscire da
una situazione di instabilità economica. E i fatti che la cronaca
ogni tanto rivela lo confermano
ampiamente. La signora di Genova, che si vende una attiva impresa per giocare, e perdere, l’intero ricavo. I bancari, certo non
poveri, che finiscono in galera
per aver perso al gioco i denari
loro affidati. I calciatori che
scommettono decine di milioni
sulla loro stessa attività.
La spiegazione più corrente di
questo fenomeno è indicata nella nevrosi di un paese non più
sicuro del suo avvenire, nel quale tutti cercano di sopravvivere,
rincorrendo illusioni, che tali restano.
Ma questa spiegazione non è
convincente, quando si constatano i fatti su ricordati, o quando
si verifica che le più elevate (e di
gran lunga) somme giocate provengono dalle categorie meno povere, anzi più ricche. Forse più
logico è ritenere che la lunga abitudine ad uno stato assistenziale, che presume di ,pccompagnare (e come lo fa male!) il cittadino dalla culla aUa bara, abbia finito col togliere la convinzione che il lavoro e il sacrifìcio
personale sono ancora, in questa
come in ogni altra società, il solo
mezzo per « realizzarsi », anche
economicamente.
E’ un male? E’ giusto cercare
altrove il modo di evitare le proprie responsabilità personali? E’
accettabile cercare nella fortuna
del gioco una sostituzione delle
proprie insufficienze, o di quelle
della società? Non sarebbe preferibile un ritorno a quella « etica del lavoro », di radice calvinista e metodista, che non è più
di moda presso nessuno?
E’ difficile trovare una risposta
chiara a questi quesiti. Ma pare
giusto che, di fronte alla ampiezza dello sviluppo di questo fenomeno che gli dà ormai un valore sociale, riaffermiamo noi,
non solo la condanna di questi
modi aberranti di cercare nella
ricchezza individuale comunque
acquisita la soluzione di problemi grandi e complessi, ma anche quel tanto di specifico della
nostra « cultura protestante »,
che ci porta a rispettare il frutto
dell’onesto lavoro nostro e degli
altri e a ricordare che siamo
sempre responsabili, prima verso Dio e poi verso « gli altri »,
delle nostre azioni o della nostra
ignavia. Dalla quale responsabilità nessun « colpo di fortuna »
potrà mai esimerci.
Niso De Michelis
Lo Straordinario ci interpeiia
0
La vocazione che il Signore ci rivolge non ci propone di esser diversi dagli altri né di non
esserlo, ma ci chiede qualcosa di molto più difficile: amare quelli che sentiamo come diversi
C’è una parola che Bonhoeffer
ha messo in luce magistralmente nel suo commento al Sermone sul monte {Sequela, Queriniana); lo straordinario. In uno dei
famosi contrasti tra l'antica legge e il nuovo comportamento del
Regno, Gesù mantiene fermo, come cosa ovvia, l’amore per i propri simili e contrappone all’odio
l’amore per i nemici. E appunto
esplicitando la parte ovvia dell’indicazione data ai discepoli,
Gesù dice: se salutate solo i vostri fratelli che fate di straordinario? Lo straordinario — ciò
che è al di là del normale — non
si trova lungo la via di ciò che
è comune, che tutti fanno naturalmente, bensì lungo la via di
un atteggiamento tanto innaturale e unico quanto lo è l’amore
per i nemici. Ciò che dunque ci
propone Gesù è lo straordinario;
ed è qui che noi incontriamo, in
modi diversi, le nostre difficoltà.
Essere diversi
Per alcuni di noi lo straordinario è diventato sinonimo di diverso e la proposta di Gesù a
fare ciò che è straordinario si è
ridotta al livello di un essere diversi dagli altri. E’ evidente che
questa mentalità ha trovato un
terreno di coltura molto fertile
partecipare alla lotta per la pace inserendoci nell’azione di altri senza essere diversi è ritenuto
da alcuni
travisaménto della vocazione evangelica.
nel quadro della minoranza evangelica in Italia. Essere diversi
come protestanti in mezzo ad
una maggioranza cattolica è stato un programma molto semplice e percepibile eticamente e
d’altra parte là diversità — chi
di noi non Io ha sperimentato?
— è stata un motivo di fierezza,
psicologicamente ha rappresentato il rovescio del complesso
della minoranza.
Ma questa strada è pericolosa:
la diversità può diventare la ragion d'essere del proprio essere
evangelici e dettare una sorta di
criterio negativo: se l’azione dei
credenti non è diversa da quella
degli altri non è azionò di credenti, se quello che fanno i credenti è uguale a quello che fanno altri, è inutile anzi è dannoso.
Così negli anni '60, quando si
sviluppò anche da noi la lotta
per la giustizia che trovò nel
Vietnam il suo punto centrale di
coscientizzazione e di impegno,
partecipare all’azione di altri senza essere diversi fu considerato
da molti come non evangelico.
E oggi, nel tempo in cui abbiamo cominciato a partecipare alla
lotta per la pace che ha il suo
fulcro in casa nostra, a Cqmiso,
il partecipare all’azione di altri
è ritenuto da alcuni, molti o po
DALLE BEATITUDINI
Fame ^ sete della giustizia
Non è certo con buona coscienza che, come credenti, ci
avviciniamo a questa beatitudine. In venti secoli di storia le
chiese hanno parlato molto di
giustizia, ma hanno fatto poco
per la giustizia. Sono delle grandi
chiacchierone a cui ben si addice
la parola del profeta Isaia: « parlano parlano, ma tentennano nel
fare la giustizia » (7s. 28: 7).
Epnure vi sono nella Bibbia, a
proposito della giustizia, delle
indicazioni preziosissime che
aspettano ancora di essere scoperte e fatte circolare tra gli uomini e le donne della nostra generazione.
Già il termine giustizia nella
Bibbia ha un significato assai più
vasto di quanto abbia nel nostro
linguaggio moderno. Non fa solo
pensare ad un tribunale, ad un
procedimento penale, ad una condanna o assoluzione. Comprende
una realtà molto più generale
che investe l’intera vita umana
in tutti i suoi asnetti sociali, economici, morali, religiosi. Giusto
non è chi possiede una qualche
intrinseca qualità, una virtù paragonabile all'intelligenza, alla
compassione, né chi è irreprensibile dinanzi alla legge. Giusto
è chi sa porsi al posto che gli
compete, sta al posto giusto, imposta la sua vita sapendo di essere inserito all'interno di una
comunità, in un tessuto di relazioni umane sancito dal patto
che Dio ha fatto con il suo popolo. L'ingiustizia, il male sono
visti come realtà che distruggono la vita, spezzano i rapporti
umani, corrompono le relazioni
tra gli uomini, deteriorano la
struttura della comunità, aprono
uno squarcio nel tessuto di fraternità e di solidarietà della comunità. Per cui fare giustizia non
significa semplicemente dare ad
Ognuno il suo, a chi ha ragione
quanto gli spetta t a chi ha torto il castigo che si merita. Fare
giustizia significa ricostruire ciò
che è andato distrutto, ritessere
la trama dei rapporti spezzati,
ricollocare nella sua giusta collocazione ciò che è stato sovvertito, dare a Dio il posto che gli
compete nella vicenda del suo
popolo.
Si comprende perciò che non
vi sia nella Bibbia una definizione generale della giustizia in base alla quale misurare le azioni
degli uon-iini e magari quelle di
Dio, ma che 'Si indichino sempre
alcuni aspetti concreti, come fa
ad esempio il Salmo 85. Giustizia è:
— anzitutto pace: mirare al
bene collettivo, alla pienezza della vita;
— nta anche salvezza/liberazione, il restituire il posto di pie
no diritto nel contesto della fraternità umana, restituire la piena dignità umana a tutti coloro
che si trovano alla mercè dei più
forti, in una situazione di dipendenza;
— ma anche benignità, cioè
quell’atteggiamento di lealtà verso gli altri che si esprime nel fare ciò che rispetta e accresce i
doni e le capacità del nostro
prossimo;
— nm anche verità, l’essere autentici nei rapporti con gli altri
senza nascondersi dietro le mille
maschere di comodo e disponibili ad entrare in un dialogo da
vita a vita.
Tutti questi aspetti, e ancora
altri, possono essere riassunti
nella parola giustizia, o come dice il Salmista: « è nella giustizia
che benignità e verità si incontrano, giustizia e pace si baciano ».
Secondo la testimonianza degli evangeli. Gesù è venuto a
compiere questa giustizia (Mt.
3: 15), a chiamare gli uomini ad
orientare la loro vita e i loro rapporti secondo l’iniziativa di giustizia di Dio nella storia. Si comprende perciò che da una parte
Gesù denunci con estrema violenza tutto ciò che rappresenta
Emidio Campi
(continua a pag. 6)
chi che siano, come un travisamento delTevangelo di Gesù Cristo. So bene che alla base di que• ste opposizioni ad un’azione con
altri c’è la questione politica di
chi siano questi altri. Ma non si
può trascurare l’importanza di
questa componente forse ancor
più importante del motivo politico: l’identità posta nella diversità e il timore che se si perde
la diversità si perde la ragion
d’essere del proprio essere evangelici e credenti.
Ora è facile comprendere come questa via sia sempre più un
vicolo cieco: in una società così
differenziata e pluralista come la
nostra essere diversi diventa
sempre più difficile. Diversi da
questi o da quelli, dagli uni o
dagli altri; ma da tutti! Ci si riduce allora ad una specie di Aventino continuo; di arroccamento generale, ad un dire no a tutto e a tutti. Ma è questo lo straordinario che Gesù ci mette davanti?
Non essere diversi
Altri tra noi hanno reagito, non
da oggi, all’identificazione dello
Franco Giampiccoli
{continua a pag. 12)
SOMMARIO
□ Le radici bibliche della sessualità, di Carlo
Bassi, p. 3
Q La vita delle chiese,
PPr 4-5
|~] Un Dizionario Biblico
conservatore, di Bruno
Corsani, p. 6
G Guatemala: la religione come strumento di
dominio, p. 7
□ Cronaca dalle valli,
pp. 9-11
n La resistenza dei Miskito, di Tavo Burat,
p. 12
2
2 fede e cultura
28 gennaio 1983
NEL 5® CENTENARIO DELLA NASCITA
Lutero era antisemita?
A colloquio con i lettori
Siamo entrati nel 1983, l’anno
di Lutero come di Guicciardini
di Marx e di De Sanctis; dei primi due ricorre il quinto centenario della nascita e degli altri
due il primo centenario della
morte. Ma c’è un altro personaggio di cui ricorre il primo centenario della nascita ed è Benito Mussolini. Per il momento,
strano a dirsi, pare che ci si sia
ricordati solamente di quest’ultimo. Difatti in questi ultimi mesi siamo stati inondati da una
serie di libri su Mussolini e il
fascismo, mentre alcuni canali
televisivi si sono già fatti vivi
con le prime commemorazioni.
Siccome siamo in un regime dernocratico niente di male. Si parli pure di Mussolini il quale nel
bene e nel male è legato alla storia d’Italia.
Quello, però, che è grave è che
la televisione nazionale che è
mantenuta con il contributo dei
telesp»ettatori non abbia speso
ancora nessuna parola sui personaggi citati, specialmente-, su
Lutero. Io credo che il quinto
centenario debba ' offrire l’occasione per chiarire punti fondamentali del suo pensiero che ancora per la maggior parte degU
Italiani, compresi parecchi professori e intellettuali, è tma specie di tabù.
Uno dei punti fondamentali da
chiarire è il valore essenziale del
suo evangelismo che una certa
storiografia cattolica ha sempre
cercato di offuscare accusando
lo stesso Lutero di nazionalismo
razzista e quindi vedendolo come precursore del nazismo. E’
veramente imperdonabile che
una simile accusa gli sia stata
rivolta anché da uno dei più
grandi e seri storici del cattolicesimo e precisamente da Ernesto Buonaiuti. Nella sua ottima
enciclopedia delle religioni, Ambrogio Donini — da notare che
è stato alunno del Buonaiuti — si
meraviglia come « uno dei più
acuti critici di Lutero » abbia sostenuto che dal concetto di « popolo eletto », che Lutero attribuiva alla nazione germanica, si
è arrivati alle forme estreme del
nazionalismo nazista e persino
al razzismo attraverso la teoria
di una « razza superiore » o Herrenvolk, che però è estraneo al
pensiero originale del riformatore sassone.
Per comprendere quanto sostiene il Donini è sufficiente tenere presente quale era stato il
pensiero di Lutero nei confronti degli Ebrei. « Egli dice — osserva il Bainton — che essi erano un popolo dal ’collo duro’
perché avevano respinto Cristo,
non pensava che gli ebrei suoi
contemporanei dovessero essere
considerati responsabili delle colpe dei loro padri, e che il loro
rifiuto del cristianesimo fosse
scusabile a causa della corruzione del papato ».
Per fugare qualsiasi sospetto
basta richiamarsi a quanto sostiene lo stesso Lutero : « Se fossi Ebreo preferirei subire dieci
tempi
di fraternità
mensile di attualità
ricerca e confronto
comunitario
Redazione: C.so Palermo 102
(IV piano), 10154 Torino, tei.
Oli 238.994, c.c.p. 29466109
Abbonamenti : normale lire
8.000; sostenitore 15.000; Estero 11.000; Via aerea 13.000.
volte il supplizio della ruota piuttosto che accettare il papa. I papisti si sono comportati in modo tale che un buon cristiano
preferirebbe essere un Ebreo
piuttosto che uno di loro, e un
Ebreo vorrebbe essere piuttosto
una scrofa che un cristiano. Che
cosa possiamo fare di buono agli
Ebrei quando usiamo la violenza
parliamo male di loro o li trattiamo come cani? Nei loro confronti bisogna usare non la leg
ge del papa, ma la legge di amore di Cristo. Se alcuni sono di
’collo duro’ che importa? Anche
noi non siamo tutti buoni cristiani ».
Da ciò mi sembra che si possa dimostrare quale fosse il massimo rispetto che il grande riformatore tedesco nutriva per gli
Ebrei. Altro che precursore del
nazismo !
Armando Barone
IDOC SUL CONCILIO
Tra continuità
e involuzione
L’ultimo fascicolo del 1982 della rivista « Idoc » è dedicato ad
ima valutazione del Concilio Vaticano II a vent’anni dalla sua
apertura e a diciassette dalla sua
chiusura. Compito arduo sopffettutto se si vuole tener presente
una dimensione mondiale e non
ci si sofferma soltanto sulle vicende del nostro paese. Per questo motivo la rivista ecumenica,
piuttosto che tentare una diffìcile
valutazione globale, preferisce indicare alcuni criteri di . comprensione di queU’awenimento e presentare una valutazione a partire
da aree geografiche ben delimitate (Italia, Asia, Namibia, Nicaragua, Venezuela). Così nella prima
parte, troviarno una serie di saggi su: La chiesa post-conciliare:
dialogo e incomunicabilità (G.
Girardet); I conflitti del dopo
Concilio (G. Guizzardi); Comunicazione e non comunicazione fra
le donne e la chiesa in Italia
(P. Bruzzichelli); La teologia nel
ventennio post-conciliare (C. Molari); Il cammino dell'ecumenismo (P. Ricca); Papi e politica.
Cambiano i modelli di « dottrina sociale » della chiesa (P. Hebblethwaite). Abbiamo trovato
particolarmente interessanti il
contributo di Pia Bruzzichelli
che mette in luce come il Vaticano II nei confronti della donna
abbia applicato un « metodo antico collaudato da secoli: annunciare il nuovo e vivere il vecchio » (p. 22), e il contributo di
Paolo Ricca che rileva come nella svolta ecumenica operata dal
Vaticano li emergano alcune
contraddizioni che paiono congenite al modo cattolico romano
di intendere l’ecumenismo per
cui, per esempio, la chiesa cattolica non ha aderito al Consiglio
Ecumenico delle Chiese perché
convinta che « il perno della cattolicità e quindi dell'ecumenicità
è a Roma e non altrove » (p. 43).
Una seconda contraddizione sta
nel fatto che ad uno sviluppo delr ecumenismo esterno (quello
verso le altre confessioni) non ha
corrisposto uno sviluppò di quello
interno (quello tra posizioni diverse aH’interno della chiesa cattolica) per cui « è difficile accreditarsi come ecumenici presso i
’’separati” quando non si riesce
ad esserlo con i propri ’’dissidenti”» (p. 43). P. Ricca rileva poi
che vi sono alcuni aspetti del
programma ecumenico del Concilio che non sono stati portati
avanti con coerenza e, infine, che
questo ventennio ha dimostrato
che questioni come i matrimoni
interconfessionali, lo stato pontificio, la ricerca deH’unità della
chiesa insieme con la ricerca dell’unità dell’umanità, debbano ormai essere inserite organicamente nel programma ecumenico
della chiesa cattolico-romana.
La seconda parte della rivista,
come già detto, è dedicata alla
valutazione del post Concilio in
^tuazioni geografiche precise.
Escluso l’intervento di M. Cuminetti sulla situazione italiana,
bisogna'dire che questa è la parte meno riuscita di questo numero probabilmente perché è
molto difficile presentare in poche pagine situazioni lontane e
spesso sconosciute (India, Namibia, ecc.).
L ultima parte della rivista riproduce alcune delle più interessanti conferenze che si tennero nel Centro Idoc durante gli
anni del Concilio. Particolarmente significative ouelle del cardinale Alfrink del 16 marzo 1964 e
di E. Schillebeeckx del 23 dicembre 1964 che mettono in luce le
tensioni che accompagnarono il
dibattito conciliare.
Chiude il numero il documento
approvato dal Sinodo delle chiese valdesi e metodiste del 1982
sull’ecumenismo.
Un numero, dunque, molto interessante e utile di questa rivista che da oltre dieci anni è impegnata in una ricerca ecumenica
seria e documentata.
E. B.
<t Idoc Internazionale ». n. 10-11-12/
1982, Il Concilio tra continuità e involuzione, pp. 112, L. 5.000.
POLITICA E CHIESA
All'inizio dell’articolo .. Per un esame
di coscienza di questo secolo », a
firma Giorgio Bouchard (La Luce 29.10.
’82) si riscontra la troppo frequente confusione tra .• Fede e politica » e « Chiesa e politica ».
Infatti qual è il significato della frase: « in passato nel nord europeo i
protestanti hanno lasciato alle autorità
civili e politiche il realismo di questa
terra »? Non erano forse protestanti
quelle autorità? Senza volerlo, l’autore
ha detto che colà le chiese non hanno
fatto politica; e si può affermare che
è stato un bene perché gli stati del
Nord Europa sono tra i meglio governati; in essi si avvicendano al governo
conservatori e progressisti, che provvedono all’amministrazione della cosa
pubblica, a seconda delle alterne necessità, senza reciproche scomuniche.
Più avanti, riferendosi implicitamente
al dibattito che si è svolto nella chie
sa valdese dal 67/68 in poi l’autore s.
dichiara contrario a coloro che, ancora
oggi, dicono « ai politici la terra, a
credenti il cielo »; ma quelli che voglio
no sdoppiare i compiti affermano tut
t altra cosa, cioè: ai cittadini, credent
0 no, la politica, alla Chiesa il Vangelo
In concreto i termini della controver
sia si possono così precisare.
Da una parte coloro che hanno affermato, ed affermano, che la Chiesa
non ha altra missione se non di convertire gli uomini all’Evangelo, essendo (a loro « conversione » la premessa
indispensabile per la trasformazione, in
meglio, della società.
Dall’altra parte coloro che hanno individuato nella dottrina socio-politica di
Carlo Marx il naturale complemento del
pensiero di Gesù e, confortati dalle sublimi realizzazioni conseguite in vari
Paesi, hanno preteso che la Chiesa si
ispirasse al nuovo Verbo ed hanno tacciato i dissenzienti, politicamente di
borghesi reazionari ed evangelicamente
di sepolcri imbiancati.
Comunque « i politici » sono oggi alla direzione della nostra Chiesa ed il
moderatore può tranquillamente dichiarare che è finito il tempo dei ministri
dell'utopia (tra cui riteniamo di poter
annoverare coloro che hanno combattuto per la'divulgazione dell’Evangelo
ed hanno fondato chiese in tutta Italia
e coloro che hanno fatto sorgere ospedali, asili e scuole). Ai ministri dell’utopia, dice ancora il moderatore, si deve rendere pubblicamente ragione e
onore, ma oggi i pastori devono essere
ministri del reale, cioè fare politica, e,
per esempio, devono saper distinguere
EDIZIONI FAGLINE
Musica e fumetti
La musica è una delle più antiche e^ tradizionali manifestazioni dell’uomo e non si può certo
dire che manchino testi, anche di
notevole valore, che illustrano
le problematiche del linguaggio
musicale.
Il libro di Gino Stefani, docente di Semiologia della musica
all’Università di Bologna (Il linguaggio della musica, EP, Lire
6.000) ha il pregio di affrontare
l’argomento rovesciando l’impostazione tradizionale, partendo
cioè dall’esperienza comune di
uditore, anziché dalla teoria; seguendo un itinerario di ascolto,
che passa volta a volta attraverso la canzone, la musica sinfonica e lirica, il gregoriano, gli spirituals, il folk, la disco-music.
Assai più giovane, come strumento espressivo, il fumetto,
quello almeno inteso in senso
rnoderno: giacché non manca chi
ritiene di averne scoperto illustri
antenati perfino nell’arte egizia
(in ogni caso la classica «nuvoletta » compare ai tempi della Rivoluzione Francese).
Un piccolo, ma esauriente trattato sull’argomento è il libro di
Della Bruna e Bergadano (La
nuvola parlante, EP, Lire 8.000).
Dopo aver fatto la preistoria
e la storia del fumetto (corredata
dal « Chi è? » dei principali personaggi da un secolo a questa
parte), gli autori si addentrano
in i^a analisi di tipo sociologico,
politico e psicologico, partendo
dal presupposto che 1 problemi
e le nevrosi del nostro tempo trovano nel fumetto uno specchio
eloquente (dall’avventura, all’evasione, al « nero », al « porno »...).
Segue una terza parte, che analizza la struttura del fumetto
(elementi costitutivi, linguaggio,
inquadrature, montaggio, impaginazione, tipologia dei personaggi, « vocabolario » dei rumori,
glossario essenziale, ecc.).
I Salmi e la natura
Per gli appassionati del genere, segnaliamo un libro fotografico realizzato in Danimarca, e
pubblicato in Italia su licenza
dalle EP (7 salmi nello specchio
della creazione. Lire 20.000).
I primi 39 Salmi sono ambientati in stupende fotografie a colori di soggetto naturale (monti,
laghi, tramonti, cieli, fiori).
A. P.
tra il piccolo borghese che, non molto
diverso da un milite delle SS, sente
il bisogno dei film di violenza e quella
parte del movimento operaio che si
batte per un reale disarmo.
Renato Paschetto, Milano
L’OBIEZIONE
FISCALE
Caro Direttore,
ho letto su La Luce del 10 dicembre
1982 la lettera di Landò Mannucci pubblicata sotto il titolo: Non unilaterale.
Non sono d’accordo con quanto vi è
scritto, per ragioni soprattutto di fede,
e mi sento spinto a scrivere anche perché, e me ne dispiace, non mi risulta
che ci siano state altre prese di posizione sull’argomento, che basandosi
sull'Evangelo, esprimessero un punto di
vista diverso.
Mentre comprendo facilmente che il
Presidente della Repubblica non possa
approvare un comportamento chiaramen.
te illegale come quello dell’» obiezione
fiscale », ritengo che tale azione, messa
in pratica con chiare e pubbliche motivazioni da persone disposte a sopportarne le conseguenze, può essere considerata addirittura profetica, anche in
un regime democratico, dove un parlamento eletto liberamente fa le leggi.
La intenderei cioè come una predicazione, I profeti infatti venivano emarginati
e uccisi proprio perché il loro agire
era contrario al sentire comune del popolo (e di coloro che lo comandavano
e lo determinavano con i sistemi della
violenza, ma anche della persuasione),
Ma quello che mi è parso stridere
particolarmente con l’Evangelo è stato
il successivo argomentare sulla difesa,
che si dovrebbe fondare sulla corsa al
riarmo, rifuggendo dal disarmo unilaterale, che darebbe spazio agii aggressori. La fiducia in Dio si deve esaurire
nella preghiera, come sembra affermare l’autore della lettera, o deve modificare il nostro modo (fi vivere, portandoci anche a decisioni che secondo il
modo comune di pensare devono essere giudicate illogiche?
Da D. Bonhoeffer, a H. Goliwitzer, a
T. Vinay, abbiamo vari esempi di come
si possa sostenere sulla base dell’evangelo il disarmo unilaterale. In questo
schema del resto si colloca anche la
vita intera di uomini come M. L. King.
Gesù ha vinto il mondo per tutti noi
morendo sulla croce, e non discendendone, come avrebbe potuto. Il nostro
Dio non è forse quello che ha scelto
le cose pazze del mondo per svergognare le savie? (I Cor. 1: 27).
Cordialmente
Marco Tullio Fiorio, Napoli
PIU’ PRECISIONE
SEMANTICA
Mi ha meravigliato il trafiletto « TILC
tedesca » comparso sulla Luce del 17
dicembre '82. Chi conoscerà questa
strana sigla « TILC »? Ma proseguendo
si arriva a capire « traduzione interconfessionale (in) lingua tedesca » (la « C »
rimane un mistero). È da riconoscere
che un settimanale italiano annunzi questo fatto, però manca un’osservazione
sulla qualità di questa cooperazione interconfessionale dal punto di vista della lingua. È un prodotto di compromesso e un passo indietro riguardo alla
forza di espressione e alla bellezza di
lingua in confronto alla traduzione di
Lutero, persino alle edizioni aggiornate. Oltre a ciò vorrei protestare vivamente contro l’espressione « la Germania democratica ». Quale delle due
Germanie ha un governo democraticamente eletto — quella dell’Est o quella
dell’ovest? La scelta di parole tradisce
molto.
Distinti saluti,
Margret Schùnemann, Gottingen
La sigla TILC, che almeno in Italia
è ormai di uso comune, sta per « traduzione interconfessionale in lingua
corrente ». Accogliamo volentieri il rilievo riguardo all’inesatta dizione
« Germania Democratica » che non voleva contenere giudizi di sorta ma era
solo una brutta abbreviazione del nome che la Repubblica Democratica Tedesca si dà. La scelta delle parole in
questo caso non dice nulla: la fonte
da cui abbiamo ripreso tale e quale
la notizia è insospettabile (f.g.).
3
28 gennaio 1983
fede e cultura 1
ADRIANA ZARRI RISCOPRE E RIPROPONE LA PIENEZZA DI SIGNIFICATO DEL MITO BIBLICO
Le radici bibliche delia sessualità
iS
Penso che l’intervento di Adriana Zarri, sul problema della sessualità nella Bibbia illustrato
nella conversazione itinerante da
lei tenuta per conto dell’Associazione Culturale Italiana in varie
città alla fine del 1982, sia destinato a lasciare il segno.
Il problema infatti è di estremo interesse e l’angolo dal qua• le Adriana Zarri ne propone la
lettura è oltremodo sollecitante
anche se i teologi e i biblisti, e in
generale gli addetti ai lavori,
avranno più di un motivo per
intervenire, discutere e magari
contestare un tipo di approfondimento tanto fuori dagli schemi,
che ha lasciato per un attimo
perplessi gli ascoltatori attentissimi che affollavano la sala del
Piccolo Teatro a Milano lunedì
29 novembre ’82 dove ho avuto
l’occasione di raccogliere questi
appunti.
L’avvio del discorso di Adriana
Zarri è avvenuto sulla riscoperta
(e sulla riproposta) della pienezza di significato del mito come
forma di trasmissione di valori.
La stessa esegesi biblica, che è
ormai scientifica e che spesso è
positivistica, ha superato la filologia per recuperare la ricchezza e la intensità del mito.
Quindi possiamo parlare, senza timore alcuno, di mito biblico,
di mito genesiaco, e in particolare, nel quadro di nostro interesse, di mito della coppia. '
Nascita della
sessualità
La celebrazione della totalità
umana, vale a dire della compresenza dell’uomo e della donna
senza che essi si rivelino distinti,
compare nella Genesi in due momenti che possono essere pensati più che narrazioni diverse di
uno stesso accadimento, come
uno la conseguenza dell’altro,
cioè la nascita della sessualità
successiva alla comparsa dell’uomo. Il significato del nome di
Adamo infatti rivela il senso di
questa totalità. Adam è stirpe,
collettività, umanità, ma anche
fango, terra (che nei miti arcaici
è la donna) e quindi in questo
nome è la contemporanea presenza della virilità e della femminilità.
Adriana Zarri a questo punto
entra nel vivo del racconto biblico, quando ”In principio Dio
creò il cielo e la terra".
Con il processo cosmico delle
separazioni aH’interno della pasta amorfa e indifferenziata del
caos originario, Dio fa emergere
via via tutte le forme e tutti i
vari livelli di vita e, da quell’attimo, tutti si mettono in cammino
verso la loro unità finale, verso
la unificazione in Cristo risorto
che assume in sé tutta la realtà
creata. In Cristo Signore dunque
si realizza per la prima volta
l’unità.
Che simbolo possiamo riconoscere in Adamo che dorme? E’ il
sonno primordiale della coscienza, il dormiveglia del bambino
prima del suo pervenire alla ragione. Quando si sveglia è in presenza di Èva. Èva dunque è la
bipartizione del primo Adamo, é
l’alternativa, la presenza di altri
oltre lui. Da questo momento entrambi possono esercitare la libertà di scelta e quindi possono
peccare. Èva, dice Adriana Zarri,
è dunque alla radice del bene e
del male perché è all’origine della coscienza, della libertà di scegliere. In questo quadro quello
che chiamiamo il peccato originale può essere considerato un
momento di squilibrio nel processo di acquisizione e di esercizio del dono della scelta.
Ma la meditazione di Adriana
Zarri a questo punto cerca un
sondaggio più profondo.
Obiettivazione
Adamo deriva dalla terra, Èva
deriva da Adamo; in questo concetto di derivazione è implicito o
sottinteso quello di sottomissione? La risposta è negativa. Se è
possibile qui citare Darwin, sappiamo che egli parla dell’ultimo
anello della catena della evoluzione come di quello più perfetto:
dunque anche secondo questa ottica Èva non è altro che la
obiettivazione, l’oggettivazione di
Adamo, se è vero che il verbo latino obicere contiene il significato di "oggetto che portava in sé,
che egli rivela, che mette in evidenza; che esterna e in esso si
riconosce”.
Il Verbo sarà l’obiettivazione
del Padre e non è inferiore al Padre e nel Padre si riconosce. Parte di qui il rapporto fondamentale di dialogo, di confronto, di tensione all’ unità implicito nelTio/tu, uomo/donna.
Una delle attenzioni' più intense della conversazione di Adriana
Zarri è stata, a mio avviso, rivolta alla illuminazione del concetto del Dio trinitario al quale il
nostro riferimento anche teologico è sovente disattento. Il Dio
trinitario è infatti la rivelazione
deU’unità, lo Spirito è l’unificatore alla fine di im processo che si
sostanzia nella pluralità.
Il concetto di Dio Padre, secondo Adriana Zarri, è limitativo, quasi maschilista, come non
comparisse in esso la dimensione deH’Amore che è precipua
qualità della Persona dello Spirito Santo che può intravvedersi
così come la presenza femminile nel profondo del rapporto che
lega il Padre al Figlio.
Come , si vede sono visioni che
fanno venire le vertigini, ma
Adriana Zarri a questa costruzione interpretativa ha saputo ricondurre molti elementi che la
esegesi biblica sembra non ave
re approfondito. Il concetto di
specificazione ad esempio, che è
ad un tempo impoverimento e
arricchimento perché è contemporaneamente emergere di una
parte dal tutto ma anche, proprio in quanto specificazione, tensione verso l’unità.
Così sono l’uomo e la donna,
specifici nella loro autonomia
ma proprio in quanto uomo e
donna, portatori della propria
sessualità, destinati alla tensione
verso l’unità.
Altri momenti sembrano illu
minati da questo disegno: la figura di Maria nel disegno della Salvezza, i carismi della verginità e
del matrimonio come opzioni diverse attraverso le quedi vivere la
propria sessualità, il rifiuto della
genitalità come fase critica, di
precipitazione, della sessualità fino allo specifico della cultura e
della presenza femminile nel
mondo che deve avere coscienza
della sua autonomia, della sua
diversità, della sua specificità.
Il disegno sotteso al mito biblico, dice Adriana Zarri, ci rivela
che siamo sessuati in ogni nostra
ceUula: è un dono che va vìssuto intensamente per tutta la forza innovativa che contiene.
Carlo Bassi
;
LO IGNORIAMO SEMPRE DI PIU’
Diritto airascolto
Anche là dove la libertà di pa'rola è maggiormente rispettata
(e nelle nostre chiese di solito^
lo è abbastanza), ho l’impressione che un altro diritto sia sempre più ignorato, non solo fra
nemici od estranei, ma aiiche tra
fratelli di chiesa: il diritto ad
essere ascoltati.
Dieci anni fa litigavamo ferocerhente, ma prima di accapigliarci, almeno ci ascoltavamo,
e così, eravamo vivi gli uni per
gli altri, sia pur non nel rapporto "più affettuoso.
Allora sia i conservatori, sia
i giovani ribelli, scrivevano al
nostro giornale lettere inferocite
ogni volta che si imbattevano in
tesi che li esasperavano.
In quei giorni, io, che sono
pacifica, e voglio bene sia agli
uni sia agli altri, non avréi mai
creduto di dover arrivare, pochi
anni dopo, a rimpiangere quelle
litigate, come mi succede oggi
quando sento dire : « (Quell’articolo è firmato XY e allora non
Io leggo nemmeno ».
Io mi ribello a questo atteggiamento, che non mi pare cristia
no. Se Gesù Cristo ci chiede di
amare i nostri nemici (e chi
ama trova il tempo per ascoltare), tanto più ci invita ad amare ed ascoltare chi crede in Lui,
anche se ha idee diverse- dalle
nostre, e secondo noi, compietamente sbagliate.
E’ chiaro che non siamo chiamati ah accettarle ciecamente,
ma dobbiamo essere sempre
pronti al dialogo, con pazienza
e senza preconcetti, neppure
quello di sapere in jfartenza che
cosa dirà,'anche se abbiamo la
impressione che ripeta sempre
le stesse cose.
E, poi chi ci garantisce che Dio
non voglia servirsi proprio di
lui per dirci quel che si aspetta'
da noi?
Siamo pur stati avvertiti che
Egli vive fra noi proprio nelle
persone in cui siamo meno disposti a riconoscerlo.
E invece noi stiamo diventando sempre più sordi anche alla
voce di chi ci sta più vicino.
Marcella Gay
(continua)
Fiaba, non oppio
Ho letto l’articolo di Bertrand
de Luze riportato do Réforme su
l’Eco-Luce del 7.1.’83. Mi dispiace
per il de Luze, ma nel film E.T.
tutto quel mal uso dell’Evangelo
che egli lamenta, non mi par che.
vi sia. Anzi il detto film- con l’Evangelo non ha nulla a che vedere. A me ed a tanti altri è sembrato solo una favola, che vuol
dire una parola chiara contro i
tanti film di animazione sugli
extraterrestri violenti e bellici.
Non ritengo quindi che vi siano pastori così sciocchi che, inclinando alle supposizioni di Bertrand de Luze, vogliano « usare
E.T. per il catechismo ». Penso
che nessun bambino udendo le
spiegazióni dei fatti della vita di
Gesù, alla scuola domenicale od
in casa, possa dire: « Gesù è
stato respinto come E.T., è morto come E.T. perseguitato dagli
uomini, ed è risorto come E.T.
ecc. ». Per dire ciò oltre ad una
fantasia alterante occorre una
preparazione teologica che de Luze possiede, ma che i fanciulli
non possono avere. Essi certi accostamenti sono portati a farli
solo se qualcuno li suggerisce
loro.
E poi E.T. non è respinto dagli uomini, anzi gli adulti lo cercano per catturarlo a scopo
scientifico. Anche quando E.T.
sembra clinicamente morto, gli
adulti lo vogliono conservare
sotto ghiaccio. È il nostro mondo scientifico con tutte le sue
apparenti sicurezze trionfalisti-,
che che viene preso in giro e
mortificato nei film. L’allusione
diretta alla vita di Gesù non sussiste proprio. E.T. posto nel
Il film “E. T.” fa discutere
ghiaccio a titolo di conservaztóne. trova un clima a lui più
adatto e riprende a vivere, non
risuscita. Egli nel nostro clima
respira in modo affannoso perché la nostra atmosfera non gli
è abituale. Ciò sembra' evidente
nel film. E.T. non fa miracoli, ha
solo orrore del sangue, cosicchéprovvede quando scorge sangue
o qualcosa di simile. Egli è intuitivo in ciò, non volitivo come
Gesù quando fa miracoli. Da ultimo poi non sale in cielo, ma
torna a casa sua. Questo è il suo
affanno; vuole andarsene; tra noi
non sta bene anche se i ragazzi
lo accolgono (perché l’han fatta
in barba agli adulti) e finiscono
per volergli bene. « Casa » è la
parola che impara a dire e che
illumina di speranza il suo sguardo sconsolato. Tutto fa solo per
conseguire questo risultato; non
ha alcun messaggio da annunciare, né agli adulti, né ai ragazzi.
Si può solo fare un rilievo
psicologico. È indubbio che nelle
favole — che non sono mai ingenue, questo è vero — v’é sempre
un contenuto, una « morale », come si diceva quando le favole
cominciavano con un « c’era una
volta... » interspaziale ed intemporale. Orbene in una società
come la nostra un fondo di crir
stianesimo, ánche se affondato,
c’è ancora. Quindi nell'animo di
Spielberg un’osmosi di valori cristiani si è certamente prodotta
rafforzata forse da un’attività
personale, È quindi logico, coerente e conseguente che tali valori vengano fuori dall’inconscio
tutte le volte che si mira al bello
ed al buono. Questo film è bello
artisticamente; ed è buono perché vuole educare alla non violenza, alla ricerca della comprensione tra i diversi. S bene quindi
che venga visto e che il suo contenuto venga ripensato, non nella chiave di una simulazione o di
un mal uso di Gesù Cristo, poiché non è la chiave giusta.
Non si deve inclinare su tale
verso, jié il film E.T. va distorto nel suo significato. Gesù parlava per parabole richiamandosi
ai fatti concreti della vita. Ora il
film E.T. non è né può essere
spacciato od inteso per una parabola da valere come « introduzione all’Evangelo ». L’Evangelo,
se ci crediamo e non vogliamo
farne una favola, non ha bisogno
di favole introdiittive: si presenta da sé, e convince con mezzi
propri, li « Sola Scriptura » ha
ancora un senso.
Giorgio Peyrot
Misticismo
Incuriosito dall’articolo comparso sulla Luce, sono andato a
vedere il film « E.T. » e dopo
aver goduto dello spettacolo ho
ripensato ai segnali di « pericòlo! » che ci sono stati dati. Mi
pare che fossero esagerati e non
vedo proprio il pericolo di una
successiva lettura dell’e vangelo
in chiave E.T. da parte dei bambini.
Qupllo che però è indubbio mi
sembra essere la presenza di
brandelli di cristianesirno in un
film che è un po’ uno specchio
di questa nostra società postcristiana. Nella nostra società
sono presenti (e il film ne testimonia ampiamente) aneliti di
amore, di concordia, di mutua
accettazione, che assumono un
carattere spesso religioso e mistico, andando a cercare risposte nelle più strane manipolazioni della nostra eredità culturale,
dalle suggestioni orientali ai fanatismi popolari. Qui l’anelito
su uno sfondo vagamente cristico (la frase di commiato «io sarò sempre con voi », insieme a
qualche altro elemento, non mi
sembra casuale), riveste le forme di una diffusa « mistica dell’extraterrestre ». Non dimentichiamo che negli Stati Umti tra
le mille altre cose c’è anche un
filone di ufologia semireligipsa
che attende il Messia-Dlsco volante e che Spielberg si è già avviato per questa strada del fascino mistico dell’extraterrestre
con il suo film precedente « Incontri ravvicinati del terzo tipo »... Uno specchio della nostra
società post-cristiana, appunto ;
che ridette un’immagine né pericolosa né sgradevole. Ma da
meditare.
Nicola P, Foraiigacci
Un utile diverso
Ho letto sull’Eco-Luce la critica
del film « E.T. l’extraterrestre »
e vorrei dissentire su alcuni punti e fare delle precisazioni.
Innanzitutto, l’Autore sostiene
che i genitori dei bimbi protagonisti, separati, si riconciliano
grazie al simpatico alieno; ho visto da poco il film, ma non c’è
traccia in tutta la pellicola di tale rappacificazione, anzi il padre
dei piccoli non compare mai.
L’uomo che rimane accanto alla
madre alla fine è uno degli scienziati venuti per studiare E.T.; temo dunque che il (jritico non abbia visto il film.
Non credo nemmeno che il regista abbia voluto creare con E.
T. una copia di Gesù Cristo: al
contrario del Salvatore, l’extraterrèstre rimane sul nostro pianeta per sbaglio, suo malgrado;
non percorre il mondo predicando, anzi parla a malapena e sì
nasconde. Penso che Spielberg
abbia semplicemente voluto presentarci un diverso, una creatura
singolare, che per questo viene
perseguitata e aggredita; forse,
grazie a questo mostriciattolo affettuoso, i nostri figli si volgeranno con maggiore disponibilità
agli emarginati. Il fatto che sia
stato creato un personaggio di
questo tipo, che non risponde a
nessuno dei modelli correnti di
bellezza, forza, ricchezza, ecc., mi
sembra positivo; non bisogna per
forza criticare tutto ciò che ha
successo, a volte esso è meritato. Vedere in E.T. una parodia
evangelica è a mio avviso una
forzatura; certo il film si ispira,
senza mai diventare caramelloso,
ai migliori sentimenti (tolleranza, amicizia, rispetto...), ma non
mi pare che E.T. venga avvicinato in nessun modo a Gesù. Quanto al fatto che risale in cielociò è normale per un extraterrestre!
Èdi Morini
4
4 vita delle chiese
ULIVETO DI LUSERNA S. GIOVANNI
Un servizio per gli handicappati
Fin dall'inizio delle attività
dell’Uliveto, per molti anni siamo stati abituati a vedere circolare in Val Pellice lo scuolabus
giallo (Fiat 238) con la scritta
« Uliveto »; è stato la gioia dei
ragazzi che hanno potuto essere
accompagnati a scuola a Luserna San Giovanni o Torre Pellice,
(ma lo, hanno anche utilizzato i
ragazzi del Convitto di Via Angrogna) per delle brevi gite nel
circondario e per delle visite, a
Pinerolo o Torino.
Recentemente ha dato chiari
segni di « stanchezza » e di « vecchiaia » per cui si è resa indisnensabife la sua sostituzione.
Nonostante la spesa non indifferente, abbiamo scelto un Volkswagen che ci sarà consegnato
nelle prossime settimane; non
più giallo ma azzurro. Accetteremo con vera e sincera riconoscenza i doni che eventualmente
perverranno da parte delle Chiese o da singoli (c/c postale n.
17277104 - Uliveto).
In questo momento l’Uliveto è
impegnato anche in ima graduale ristrutturazione immobiliare
per adeguare le barriere architettoniche alle esigenze sia degli
ospiti sia di coloro che vi lavorano. E’ infatti in programma
Tinstallazioné di un ascensore
che faciliti il trasporto di coloro
che non sono autosuffìcienti, e di
altri lavori per una migliore funzionalità di alami locali.
L’Uliveto, come noto, è uno degli Istituti per minori della Chiesa Valdese che si occupa in modo particolare di handicappati
gravi. Nell’ultimo anno ha continuato la sua attività ospitando
alcuni casi molto gravi che hanno messo a dura prova ed impegnato gli « educatori » che operano all’interno dell’Istituto.
L’organico ha subito in queste
ultime settimane delle variazioni
abbastanza consistenti a causa
di alcune dimissioni e dell’aumento numerico per adeguare la
pianta organica alle maggiori necessità degli « utenti » e per garantire una sufficiente presenza
nei vari turni di servizi diurni e
notturni.
L’inserimento di questi nuovi
« educatori » darà maggiore for-'
za e compattezza alla équipe che
già opera da anni portando nuove energie ed esperienze certamente utili per gh ospiti che proprio perché handicappati gravi
e dipendenti dall’adulto necessi
tano di continua assistenza, affetto e partecipazione.
Il Comitato in una delle sue'
ultime riunioni è stato spronato
a cercare delle aperture verso
l’esterno, specialmente verso le
chiese locali al fine di iniziare
un discorso concreto di coinvolgimento delle comunità e dei credenti perché non si faccia dell’Uliveto un '« ghetto » dove operano delle persone, uomini e
donne, per un certo numero di
ore ma dove sono « parcheggiati » degli esseri umani reietti dalla società.
Occorre la solidarietà della
Chiesa: il Comitato vuole chiederla ai Concistori delle Chiese,
in primo luogo a quelle del 1“ Distretto. Questo lavoro va costruito, programmato e ricercato con
insistenza; è un problema non
nuòvo, comime a molte nostre
opere.
Ogni membro delle nostre chiese che passerà a farci visita alTUliyeto sarà il benvenuto. Potrà di persona rendersi conto
del lavoro che viene svolto, della
realtà dell’Uliveto con tutti i suoi
aspetti positivi e... ahimè anche
negativi.
Bruno Mathieu
SETTIMANA
DELLA LIBERTA'
Attualità
di Lutero
Il I Distretto in collaborazione con il centro sociale
protestante organizza per sabato 12 febbraio una serie di
iniziative per ricordare il 5°
centenario della nascita di
Lutero.
Nel pomeriggio, alle ore 16,
presso l’Auditorium comunale di Pinerolo (Corso Piave):
— Conferenza-dibattito del
prof. Paolo Ricca della Facoltà Valdese di Teologia sul tema : « L’Attualità di Lutero ».
La sera, alle ore 20.45 presso il Tempio Valdese:
— Concerto della Corale di
Villar - Bobbio Pellice sul tema : « I Corali luterani ».
Venerdì 28 gennaio
n DIBATTITO DEL CESP
PINEROLO — Presso la sala valdese
con inizio alle ore 20.45 si tiene un dibattito sul tema « Israele e la questione palestinese ». Introduce Enrico Rambaldi.
□ L’ECUMENISMO
PINEROLO — Alle 20,45 si tiene
presso l'Auditorium Comunale il secondo incontro ecumenico organizzato dal
Consiglio pastorale diocesano in occa- ’
sione della settimana di preghiera per
l'unità dei cristiani. Interviene il past.
Giuliana Gandolfo.
Sabato 29 gennaio
□ CONCERTO
BOBBIO PELLICE — Il gruppo giovanile di Bobbio organizza nella sala delle attività un concerto del Coretto. Inizio ore 20.45.
□ TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 19 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo •
(a Cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
Attività giovanili
Proseguono le attività programmate a livello giovanile nel
I Circuito. I rappresentanti dei
Gruppi Giovanili si sono incontrati venerdì 14 per organizzare
una « Giornata della Pace » che
coinvolga tutti i gruppi interessati. Quasi tutti i gruppi della valle erano presenti, dichiarando la
loro disponibilità alla collaborazione. L’iniziativa verrà realizzata domenica 1° maggio a Bobbio
Pellice. Ci sono dunque tre mesi
abbondanti per lavorare e pre-"
parare i contributi dei gruppi
sotto forma di cartelloni, recite,
canti. Il comitato organizzatore
tornerà ad incontrarsi venerdì. 4
marzo a Torre Pellice.
Meno successo ha avuto invece il convegno dei catecumeni di
3° anno, che si è svolto a Torre
Pellice. Solo una decina di giovani hamio saputo trovare il
tempo per incontrarsi... I pochi
coraggiosi non sono tornati a
casa delusi: la ricerca dell’identikit del giovane d’oggi che fa
le « cose giuste » ha vivacizzato
il convegno.
Nel campo delle Scuole Domenicali il Consiglio di Circuito invita tutti i monitori al terzo convegno, che si terrà sabato 5 febbraio a Torre Pellice dalle ore
16,30 alle 19. Verrà introdotta la
sequenza sulla creazione e si sceglieranno i canti per la festa di
canto.
Corso per
predicatori locali
Il breve corso che l’anno passato il 1° circuito ha organizzato in vista della predicazione
aveva raccolto un certo numero
di partecipanti, e suscitato un
discreto interesse.
Si ripropone dunque anche
quest’anno un momento per
quanti desiderano impratichirsi
nelle regole fondamentali della
omiletica, che vogliono tentare
l’esperienza non facile ma arricchente della predicazione, o che
semplicemente desiderano un incontro biblico seguito, accanto
a quelli che tutte le chiese offrono, per apprendere alcune tecniche di animazione biblica, di lettura, di attualizzazione.
Daremo quest’anno più spazio
alla sperimentazione pratica,
ascoltando le predicazioni gli
uni degli altri, cercando di scavare il messaggio evangelico a
partire da esercitazioni pratiche
che saranno introdotte a turno
dai partecipanti che se ne sentiranno in -grado. Per non essere
staccati dall’ambiente reale delle nostre chiese, parteciperemo
a riunioni quartierali, a culti domenicali, ad un culto in uno dei
nostri istituti, in collaborazione don i pastori locali e cbn le
chiese che di volta in volta ci
ospiteranno.
Non ci sovrapporremo pertanto con una iniziativa in più rispetto alle molte già esistenti,
ma ci accompagneremo al cammino delle nostre comunità.
Ecco di seguito il calendario
che abbiamo concordato con alcuni degli interessati.
Giovedì 3 febbraio, ore 20, riunione quartierale ai Peyrot (San
Giovanni),
Giovedì 24 marzo, ore 20, riunione quartierale ai Theinaud
(Villar Pellice).
Sabato 9 aprile, ore 19.30, culto a Pra del Torno (Angrogna).
Domenica 17 aprile, ore 9.30,
culto ai Coppieri, e alle ore 10.30
culto agli Appiotti (Torre Pellice).
Giovedì 12 maggio, ore 10, culto all’Asilo (Luserna S. Giovanni), e visite agli ospiti della casa.
Domenica 29 maggio, ore 10.30,
culto a Bobbio Pellice.
Di volta in volta ricorderemo
questi appuntamenti sul giornale, specie se per ragioni di forza
maggiore saremo costretti a delle variazioni.
5** Centenario
di Lutero
VILLAR PEROSA — Il 19 gennaio l’unione femminile del centro ha ascoltato una interessantissima conversazione di Elsa
Rostan sulla vita e il pensiero
di Lutero.
• La riunione quartierale di
Villar centro (Convitto) avrà
luogo venerdì 28 geimaio alle
ore 20.
Assemblee di chiesa
ANGROGNA — Domenica con
inizio alle ore 10, presso la Sala
Unionista del Capoluogo, si terrà l’assemblea di chiesa (breve
culto, esame delle finanze 1982,
informazioni sulle attività dell’anno in corso). La colletta è destinata alla CEvAA.
FRALI — Domenica 30 gennaio, alle ore 10, avremo l’assemblea di Chiesa con il seguente
ordine del giorno : consuntivo
’82 ; preventivo ’83 : scuola di
Ribba. Si raccomanda la presenza di tutti.
• Sabato 29 gennaio, alle ore
20.30, avremo il piacere di ospitare la corale di Pomaretto che,
con il gruppo dei trombettieri
ed il duo di flautisti, terrà un
concerto nella nostra sala. L’ingresso, ovviamente, è libero.
La pace di Cristo
S. GERMANO CHISONE —
Il periodo natalizio e quello immediatamente susseguente hanno segnato dei tempi forti di incontro e di ascolto della. Parola
del Signore. Il tema delle predicazioni è stato quello della pace
di Cristo. Particolarmente apprezzata la serata d’Avvento con
canti e testi biblici curati dalle
varie attività della comunità. La
colletta di quella serata è stata
dedicata alla nostra Casa di Riposo e versata in parti uguali al
Comitato ed. all’Associazione degli Amici dell’Asilo.
• I ragazzi della Scuola Domenicale ed i loro genitori hanno voluto invece dare un segno
della loro fraterna partecipazione alle grandi difficoltà incontrate dai fratelli della Chiesa Evangelica del Madagascar, dedicando a quella chiesa la colletta
della festa di Natale.
• Ci prepariamo a celebrare
la domenica della CEvAA, il 30
gennaio. Di questo organismo e
della sua attività si è già parlato nel corso delle riunioni quartierali di questo mese.
• Molti lutti anche in questo
periodo: Temicou Bouchard, Alma Giraud Paschetto (Pinero
ALLE VALLI VALDESI
lo). Lina Mathieu-Serre, Filippo
Grill, Livia Giacone, Oreste
Comba; ai loro cari va il nostro pensiero affettuoso e partecipe al dolore ed alla speranza.
Si sono uniti in matrimonio
«in civile» Ines Rostan e Claudio Bellé ; nel nostro tempio Giuliana Giraud e Franco Pons‘. A
questi sposi il nostro augurio
più fraterno perché il Signore
benedica abbondantemente la
loro unione.
• Non dimentichiamoci di un
organismo assai importante del
quale pure le nostre chiese si
occupano in modo particolare in
questo periodo : la missione evangelica contro la lebbra.
• Ed ora una necessaria precisazione: ì nostri quattro organisti, pur avendo tutti un lavoro
a pieno tempo, cercano di essere
disponibili al massimo per tutte
le occasioni in cui la loro opera
è richiesta ed apprezzata. E’ tuttavia bene, specie per funerali
di fratelli non appartenenti alla
nostra comunità ma il cui servizio funebre avviene nel nostro
tempio, che i familiari chiedano
esplicitamente al pastore l’intervento dell’organista, fermo restando che non possiamo assicurare in modo assoluto questa
presenza.
1® CIRCUITO
Convegno
monitori
Sabato 5 febbraio, nei locali
della casa unionista di Torre Pellice, avrà luogo un convegno di
preparazione per i monitori della
Val Pellice.
Il programma prevede:
ore 16.30: presentazione della sezione « Nel principio » (primi
capitoli della Genesi) a cura di
Claudio Pasquet;
ore 17.30: thè;
ore 18: momento di discussione
ed approfondimento:
ore 18.30: proposta e scelta di alcuni canti per la S.D.;
ore 19: conclusione.
Si raccomanda una nutrita partecipazione.
Domenica 30 gennaio
n ASSEMBLEA DELLE
CORALI VALDESI
PINEROLO — Con inizio alle ore 15
si tiene l'assemblea delle Corali. All'ordine del giorno: canzoniere, festa di
canto.
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.45: Culto Evangelico a
cura delie Chiese Valdesi del II Circuito.
□ COLLETTIVI BIBLICI
ECUMENICI
PINEROLO — In occasione della settimana di preghiere per l'unità dei cristiani i Collettivi biblici ecumenici di
Pinerolo e di Torre Pellice organizzano
il 3" incontro biblico sui testi predisposti dal Consiglio Ecumenico delle Chiese in vista deM'assemblea mondiale di
Vancouver (1983).
Tema dell'incontro: L'immagine biblica « La casa di pietre viventi » con il
testo di 1 Pietro 2: 4-10.
L'incontro si tiene (ore 14.30-18) presso Il Convento dei PP. Cappuccini (collina di S.' Maurizio - Pinerolo).
— Momento di preghiera e di lode aJ
Signore preparato dalla comunità
dei Cappuccini.
— Presentazione dello studio biblico
fatta dal pastore Luciano Deodato
e da un gruppo della Comunità del
Colletto.
— Lavori a gruppi.
— Assemblea conclusiva e preghiera.
Lunedì 31 gennaio
□ COORDINAMENTO
FCEI-VALLI
PINEROLO — Alle ore 21 presso la
Chiesa valdese si riunisce il coordinamento Fgel-valli. AH’ordine del giorno:
documento sulìecumenismo del Sinodo,
manifestazioni per la pace, culti Fgei
nel mese di marzo.
Domenica 6 febbraio
n « I MINISTERI
NELLA CHIESA»
TORRE PELLICE — Organizzato dal
r Circuito si tiene presso la casa valdese con inizio alle ore 15 un dibattito
aperto a tutti sul tema de « I ministeri
nelle chiese cristiane ».
Relatori: Monsignor Timiadis per la
chiesa ortodossa. Il vescovo Giachetti
per la chiesa cattolica e II past. Bellion
^er la chiesa valdese. Presiede il past.
Giorgio Tourn.
5
28 gennaio 1983
vita delle chiese 5
DALLA CIRCOLARE DELLA TAVOLA
Non è nel mio arco
che io confido...
« Non è nel mio arco che io
confido e non è la mia spada che
mi salverà ». Con questo versetto del Salmo 44 si apre la circolare di gennaio della Tavola valdese indirizzata a tutti coloro
che svolgono un ministero o hanno ricevuto un incarico quest’anno nelle chiese valdesi e metodiste. Su questa sfiducia nelle armi il moderatore Giorgio Bouchard basa l’augurio che il Signore guidi le chiese durante
quest’anno nella mobilitazione
di base e nel progredire della
ricerca biblica e teologica sul tema centrale della pace.
Settimana
della libertà
Per il terzo anno le chiese concentrano su un argomento comune la settimana a cavallo del
17 febbraio, simbolo della libertà per gli evangelici in Italia.
Dopo la settimana dedicata all’Intesa che vide una vasta mobilitazione nel 1981 e quella dell’anno scorso che contribuì ad
approfondire il tema della pace
e le sue implicazioni evangeliche, quest’anno l’argomento che
le chiese valdesi e metodiste
presenteranno al paese non poteva che essere Lutero, nel 5° centenario della nascita. « Non certo per fare una semplice commemorazione, ma per riproporre in forma nuova e con rinnovato vigore l’appello a riconoscere la centralità del solo Evangelo
di Gesù Cristo ». Come gli altri
anni un manifesto unitario servirà a sottolineare l’impegno comune delle nostre chiese nelle loro diverse iniziative.
Solidarietà
« Mentre celebriamo in Italia
la settimana della Libertà, non
possiamo dimenticare i nostri
fratelli del Sud America, che devono affrontare difficoltà crescenti ». La Tavola e l’OPCEMI raccomandano perciò caldamente la
annuale colletta per le chiese della regione rioplatense che per
espressa designazione della Mesa (la Tavola rioplatense) sarà
dedicata aUo sviluppo dei campamentos, i campi giovanili in
cui « si incontrano, e si formano
biblicamente, centinaia di ragazzi e adolescenti ogni anno ». La
Tavola, notando che dal 1981 al
1982 questa colletta ha fatto registrare un aumento quasi del
50%, auspica che si proceda anche quest’anno in questa marcia.
L’immagine
e la Parola
Un invito viene rivolto ai pastori per una sollecita iscrizione
al corso di aggiornamento a loro dedicato che si svolgerà dal
4 all’ll maggio a Roma presso
la Facoltà valdese di teologia. Il
corso sarà organizzato quest’anno in stretta collaborazione tra
la Facoltà e il Servizio StampaRadio-Televisione della Federazione Chiese evangeliche in Italia: il tema sarà infatti «Teologia dell’immagine e uso dei
mass media ». Ad una parte teologica (la teologia dell’immagine
nella Bibbia, il linguaggio teologico) si unirà una parte pratica
(la predicazione mediante i mass
media, il linguaggio radio-televisivo, ecc.). Ai corso parteciperà
con una serie di lezioni anche il
prof. Mottu dalla Svizzera.
Raccomandazioni
Alcune segnalazioni e raccomandazioni concludono la circolare della Tavola. Tra l’altro riguardano l’uso dell’audiovisivo
su « Lutero e la Riforma » che la
Claudiana sta preparando, un
questionario del Comitato italiano della Comunità Evangelica di
Azione Apostolica sulle attività
di animazione teologica nelle nostre chiese e il questionario sul
lavoro di evangelizzazione, già
inviato a suo tempo dal pastore
Ricciardi, che attende le risposte delle chiese.
SAVONA
INTERVISTA AL PASTORE ALFREDO SONELLI
A Firenze si lavora insieme
— A che punto è a Firenze la
collaborazione evangelica interdenominazionale?
— Sulla base di una ormai
consolidata tradizione, a Firenze abbiamo tre fondamentali momenti di incontro.
In primo luogo il Consiglio dei
pastori che ha luogo mensilmente con riunioni a turno nelle diverse sedi in cui si prendono in
esame gli argomenti di interesse comune. In secondo luogo i
culti comunitari (due all’anno,
la Domenica delle Palme e la
Domenica della Riforma) per i
quali le varie comunità sospendono il proprio culto e partecipano insieme al culto comune
che ha luogo alternativamente in
una delle chiese evangeliche di
Firenze.
— Chi partecipa a questi culti?
— In modo totale Battisti, Metodisti, Valdesi; i Fratelli partecipano con rappresentanze e soprattutto con la loro bella corale; agli Apostolici, o meglio al
loro pastore Mario Affuso, è affidata la guida della preghiera
spontanea in questi culti; c’è anche l’Esercito della Salvezza ; Luterani ed Episcopali sono presenti in forma minore essendo
le loro comunità nazionali (tutte di tedeschi e americani) e perciò meno direttamente interessate a molti nostri problemi; anche gli Avventisti partecipano in
qualche misura, singolarmente,
benché essi siano contrari a culti che si svolgano la domenica
anziché il sabato.
— E il terzo momento di incontro?
— E’ dato dal Centro Sociale
Evangelico che si occupa delle
attività sociali. Prima c’era il
Centro evangelico di solidarietà
condotto sulla base del volontarismo spontaneo da parte di
membri delle varie chiese. Ora
è stata creata un’associazione su
base più strutturata, naturalmente sempre a carattere volontario e interdenominazionale. Siamo abbastanza agli inizi e an
drà studiate un rapporto più
stretto con le chiese. Il Centro
Sociale Evangelico segue tre linee: il servizio sociale, che costituisce il nucleo originario di
questa attività; la scuola di P.za
dei Ciompi, che si tiene in un
prefabbricato fornito dal Comune in base ad un affìtto simbolico; la casa comunitaria di Fresanti che ha uno scopo aggregativo interno ed esterno.
— E i giovani?
— Anche i giovani sono organizzati su base interdenominazionale. L’attività è sorta a seguito dell’esperienza di alcuni giovani soprattutto battisti e valdesi che avevano cominciato a lavorare alla casa comunitaria di
Fresanti per dei fine settimana.
In seguito si impegnarono in
attività diverse, tra cui la diffusione del libro Claudiana. Poi ci
fu una visita dell’allora segretario nazionale della Federazioné
giovanile Ermanno Genre che
diede suggerimenti, prospettive
e un avvio. Cosi, insieme ai giovani di Pisa, Livorno, Pistoia,
venne creata la FGEI Foscana
che ora lavora soprattutto sulla
base di riusciti convegni, come
quelli sulla Pace, sull’Amore.
Ora a Livorno avrà luogo un
convegno con rappresentanti dei
consigli di chiesa, invitati dai
giovani per un confronto su
« Giovani e chiesa ». A Firenze
i giovani tengono molto al carattere interdenominazionale e
il nome del gruppo è appunto
« Gruppo giovanile interdenominazionale fiorentino ».
— Vi sono altre attività che
sono organizzate su base interdenominazionale?
— C’è qualcosa nel campo femminile (una riunione mensile dell’Unione femminile) e nel campo dello studio biblico: noi Vaidesi che abbiamo alcuni gruppi
di studio biblico, stiamo unendo questa attività a quella dei
Metodisti che hanno uno studio
biblico settimanale di casa in
casa. E’ da segnalare anche lo
scambio a livello di consigli di
chiesa valdese e metodista: un
loro rappresentante partecipa
alle riunioni del nostro consiglio
di chiesa con voce consultiva e
Viceversa. Soprattutto va segnalata la ripresa di attività del
Centro Evangelico di Cultura per
impulso di un gruppo di fratelli rappresentanti di varie chiese. E infine ricordo il bollettino
quindicinale « Diaspora evangelica » in CUI è presente molta di
questa realtà interdenominazionale.
— E gli istituti fiorentini?
’ — Alcuni sono su base interdenominazionale per statuto®
Pensiamo al Centro Giovanile
Protestante che è la risultante
di tre istituti precedenti: Gould,
Comandi e Pestalozzi e che perciò vede la partecipazione paritetica di Valdesi, Fratelli e Metodisti. Anche la Casa per anziani del Gignoro è retta da un
Comitato in cui sono presenti
anche Fratelli, Battisti e Metodisti. E’ un’opera valdese, ma è
sentita profondamente come
un’opera che interessa tutti.
— E il Ferretti?
— L’Istituto Femminile Ferretti è ora organizzato su basi
diverse rispetto ad un tempo. Il
Comitato si rinnova per aggregazione, anche se la responsabilità direzionale rimane a chi è
incaricato dalla Favola valdese.
L’istituto funziona oggi come un
semi-convitto, con ragazzi e ragazze che vengono mandati dalrUSSL dal quartiere di S. Croce, provenienti da situazioni familiari diffìcili. Al Ferretti mangiano pranzo e poi fanno i compiti e svolgono altre attività di
doposcuola fino alle 18-19.
— Insomma, avete una invidiabile attività interdenominazionale...
— Ogni cosa ha anche i suoi
limiti. Si potrebbero fare dei
passi avanti...
a cura di
Franco Giampiccoli
Per capire
l’identità degli altri
La comunità di Savona ha
ospitato poco prima di Natale
il candidato in teologia Dario
Michelin Salomon per una serata aperta alla città. « Le speranze del popolo argentino viste da un pastore evangelico »,
questo il titolo un po’ ambizioso che abbiamo voluto dare all’incontro.
E’ stata per noi, comunità metodista, una simpatica occasione
di conoscere quella parte della
Chiesa Valdese che vive nella
diffìcile situazione dell’America
Latina. D’altra parte il nostro
scopo era di non restare solo fra
noi evangelici. La risonanza degli avvenimenti argentini negli
ultimi mesi dell’82 ci ha aiutato
ed ha stimolato una presenza interessata da parte di alcuni ambienti savonesi, raccogliendo una
assemblea piuttosto numerosa.
Il nostro interesse era anche
di inserire questo piccolo incontro in tutta una serie di inter-.
venti e manifestazioni che possano creare una autentica « cultura di pace », fatta di disponibilità e ascolto degli altri, di coscienza internazionalista, perché
la nostra scelta di pace sia fondata su una politica di giustizia
anche e soprattutto nei Paesi
che subiscono pesantemente la
nostra politica economica.
Fra le tante informazioni storiche e politiche con cui Dario
ha voluto inquadrare per noi la
situazione di Argentina e Uruguay, alcune ci hanno colpito
con più forza, hanno fatto emergere in noi l’impressione di essere così, lontani e così, interni alla
cultura europea occidentale da
non rlyscire a superare le nostre precomprensioni su quei popoli e quei Paesi.
Ciò che è risaltato come sfondo tanto a livello individuale che
politico è il problema dell’identità latino-americana, un’identità che ancora è in formazione:
infatti la seconda generazione di
emigrati non è più legata alla
« patria » europea, e la storia indipendente di quei Paesi è ancora troppo breve.
Ci si presenta l’immagine di
un uomo alla ricerca del proprio
carattere collettivo, che costruisce la sua cultura e la sua storia
come possibilità ancora aperte
di fronte a sé: ma ogni passo,
ogni scrittura, Garcia Márquez
con i suoi romanzi, lo fanno
avanzare in questa costruzione.
Fale è la realtà di quei popoli,
tesi verso la propria libertà e la
propria democrazia.
In una situazione politica che,
soprattutto in Argentina, sembra avere pochi sbocchi, si cerca un progetto che possa far
avanzare la giustizia e la democrazia in tutti i Paesi del continente sudamericano : la speranza da costruire sembra essere in
un socialismo che sia latino-americano prima ancora che marxista.
Perciò si guarda con partecipazione al processo di liberazione in atto in Nicaragua: un processo difficile ed inedito, che vede impegnati insieme credenti e
laici, marxisti e sacerdoti cattolici, ma che può svilupnarsi verso la democrazia e la difesa della dignità umana solo se potrà
uscire dall’isolamento in cui è
stato schiacciato dagli USA, e
potrà trovare una solidarietà Internazionale.
Il problema dell’identità di popolo era anche sullo sfondo
della guerra per le Malvinas; la
discussione è tornata molte volte su questo tema, perché alla
fine fosse chiaro a tutti che una
adesione popolare a questa specifica posizione dei militari argentini, non ha cancellato di conseguenza la netta opposizione su
tutti gli altri punti, sulla disastrosa ed infiazionistica politica
economica e sulla repressione
militare che si è manifestata con
il fenomeno dei desaparecidos.
Le chiese evangeliche e valdesi del Rio de la Piata vivono
completamente la vita del loro
popolo; negli anni passati hanno subito senza cedere tentativi
di repressione, quali la censura
sulle elezioni della Mesa Vaidense, la chiusura del Mensajero, il
giornale parallelo alla Luce, e
avvertimenti piuttosto pesanti
come l’incendio appiccato da
ignoti alla biblioteca della Facoltà di teologia di Buenos Aires.
Queste chiese valdesi hanno
un loro ruolo, piccolo ma significativo, da compiere proprio nel
quadro di un popolo che va cercando con coraggio e speranza
di uscire da decenni di regimi
militari. Poiché non è una speranza che si possa rendere concreta facilmente, può avere un
peso la nostra disponibilità a
farci coinvolgere come comunità valdesi e metodiste; e poiché
siamo legati con loro da un filo
materiale privilegiato e da una
fede comune, possiamo coinvolgere anche la gente delle nostre
città perché conosca la situazione reale in cui essi lottano.
Sappiamo che anche le contraddizioni e i timori di regressione della democrazia in Italia
li possiamo affrontare oggi, se
abbiamo più chiara la situazione internazionale e se possiamo
anche partecipare alle speranze
dei popoli di Argentina ed Uruguay e renderle operanti per loro e per noi.
Letìzia Tomassone
BORGIO VEREZZI — Il 29 e 30 gennaio alla Casa valdese si terrà un Convegno teologico curato dalla Federazione ligure delle Chiese e condotto dai
gruppi FGEI liguri. Paoio Ferrerò tratterà ii tema « Pace e informatica ».
LIVORNO — Sabato 29 (dalle ore
15.30) e domenica 30 gennaio, presso
la Chiesa valdese di via Verdi 15 avrà
luogo il Convegno della FGEI Toscana
su « I giovani e le comunità » a cui
sono invitati membri FGEI e membri del
Consigli di chiesa. La domenica, ore
10, culto presieduto dal gruppo FGEI
Pistoia. Il convegno prosegue e termina nel pomeriggio.
TORINO — Venerdì 28 gennaio ore
20.45 nella Sala valdese di C.so Vittorio
23 avrà luogo un Concerto corale con
programma di canti popolari e di montagna, canti della fede e della storia.
Partecipano il Coro Edelweiss e la Corale valdese-battista di Torino.
VENEZIA — Sul tema della predicazione si terrà nei giorni 5 e 6 febbraio
(con inizio ore 14.30) un Convegno organizzato dalla Federazione regionale
delle Chiese evangeliche del Triveneto.
Al convegno, che ha sede nei locali di
Palazzo Cavagnis, S. Maria Formosa
5170, parleranno i pastori J. Kleemann
(Chiesa luterana Venezia) e G. M. Grimaldi (Chiesa metodista Vicenza).
RETTIFICA
Ugo Gönnet, di cui abbiamo annun*
ciato sul numero sborso Tarrivo in Italia con la moglie Lilly Artus, non è
candidato in teologia bensì pastore titolare della chiesa valdese di Paysandù.
Ci scusiamo con lui per la svista.
6
6 prospettive bibliche
28 gennaio 1983
UNA PUBBLICAZIONE DEL CENTRO BIBLICO DI NAPOLI
Fame e sete
Un Dizionario Biblico conservatore 9'“st¡zia
Un dizionario biblico dovrebbe fornire un’informazione obiettiva e spassionata, non essere
un apologetica di tendenza che travisa le opinioni della parte avversaria - Alcuni esempi
Il Centro Biblico di Napoli ha
tradotto dal francese il voluminoso Dizionario Biblico * curato
da René Pache sulla traccia del
Dizionario Biblico del prof. J. D.
Davis di Princeton (USA). Volume di grande formato, di quasi
900 pagine, il Dizionario è arricchito da 20 tavole fuori testo che
riproducono fotografie di luoghi
relativi alla Bibbia, da schemi
cronologici, piante di città e edifici, e da belle cartine a colori
(con indice dei nomi). Forse la
mole avrebbe potuto essere ridotta sfrondando alcuni articoli.
Imprecisioni di secondaria importanza scompaiono di fronte a
quello che considero il difetto
più grave dell’opera: la squalifica continua delle opinioni che
non coincidono con le teorie conservatrici dell’autore, e l’impiego fazioso di argomenti tratti da
diverse scienze per dare appoggio a quelle teorie. Un esempio
lampante è l’articolo « Manoscritti del Mar Morto». Due fitte colonne di testo sono spese a
negare l’identificazione della setta di Qumràn con gli Essehi o
un gruppo di essi, definita « una
ipotesi sì mal puntellata che lega la rivelazwne cristiana alle
elucubrazioni di una setta giudaica più o meno immaginaria ».
« Se queste scoperte non avessero nient’altro da insegnarci, noi
dovremmo considerarle come
particolarmente nefaste alla causa della verità cristiana e biblica ». I lettori del D.B. farebbero
bene a leggere il sobrio e documentato lavoro di Soggin « I manoscritti del Mar Morto » per
accorgersi, 1° che l’identificazione con gli Esseni non è « mal
puntellata » ma condivisa praticamente da tutti gli studiosi, con
pochissime eccezioni che però
concordano con la datazione (p.
112); 2° che l’identificazione della
setta non ha comunque nulla di
pregiudizievole per la fede cristiana e per le origini del cristianesimo, contrariamente a talune
ipotesi scandalistiche sorte negli
anni ’60 quando qualcuno era
arrivato a ■ dire che la figura di
Cristo e la sua morte non erano
che un falso letterario, imitato
dal destino del « maestro di giustizia » dei rotoli della setta del
Mar Morto. Ma come dice Soggin, la setta non ha mai detto
che il suo maestro era il Messia
o che era risorto.
Dall’articolo del D.B. sui manoscritti del Mar Morto sembra
che l’unica scoperta importante
sia stata quella del manoscritto
(completo) di Isaia. Certo è importante, ma non per la ragione
detta dal D.B.! Infatti il manoscritto di Isaia non dimostra affatto che i 66 capitoli di quel libro siano stati scritti tutti da
un unico autore — il profeta
menzionato ai cc. 6, 7 e 8 — « infirmando le ipotesi della critica
storica relativa a una pluralità
di autori ». L’articolo del D.B.
cerca di squalificare quest’ipotesi facendole dire che il « terzo
autore » (cc. 56-66) sarebbe del
II secolo (!!!). E’ chiaro che il
manoscritto delle grotte è una
copia e che .« l'originale non potrebbe essere contemporaneo del
manoscritto » — e così, « il discredito gettato sull’ipotesi del
terzo autore » scuote anche fortemente, anzi « distrugge da solo
la tesi di un secondo autore del
VI secolo »; non solo, ma « si trova fortemente scossa la fiducia
nella critica » (D.B., p. 529).
Insostenibile
Questo jagionamento è insostenibile perché è tutto basato
su una premessa erronea; che i
cc. 56-66 di Isaia siano attribuiti
al II secolo, mentre la data comunemente accettata è alla fine
del VI o nel V secolo (Eissfeldt,
Bentzen, Soggin). Ma il D.B., oltre a deformare le affermazioni
storicamente più attendibili sulla formazione del libro di Isaia,
ne mette anche in dubbio l’onestà, affermando: « la vera ragione che spiega l’ipotesi dei tre autori è d’ordine spirituale: i critici negano il carattere sovrannaturale e l’ispirazione della Bibbia » (pag. 529). Invece la scoperta dei manoscritti del MaiMorto ci darebbe « prove materiali dell’integrità del testo biblico e una straordinaria conferma
dell’ispirazione e dell’autorità di
questo testo » (ivi). Questo sarebbe vero, per la prima parte
della frase, se il manoscritto di
Isaia fosse anteriore all’esilio,
cioè deirVIII o del VII secolo.
Invece è solo del II secolo a. C.,
cioè seicento anni dopo resistenza del profeta Isaia. Un testo di
questa data è utilissimo per molte ragioni linguistiche e testuali, ma non dimostra assolutamen
te che la sua seconda metà non
sia stata scritta durante e (in
parte) dopo l’esilio.
La tradizione
Il D.B, dà alla tradizione una
importanza paragonabile a quella che le dà la chiesa cattolica.
Così a proposito dell’Apocalisse
scrive che « la Chiesa ha identificato in questo Giovanni l’apostolo
di Gesù » e che « l’attento esame
dei testi e la tradizione costante
della Chiesa » permettono di confutare l’ipotesi che si tratti di un
altro Giovanni. Infatti, « un’opinione tradizionale tanto formale
ed unanime non potrebbe essere
erronea » (pag. 65). Una tale attribuzione di infallibilità alla
Chiesa (sic!, sempre con la maiuscola...) e alla tradizione, ci sorprende moltissimo.
A proposito di Luca e Atti il
D.B. dà buoni argomenti per sostenere l’unità di autore di questi due libri, ma non altrettanto
buoni per affermare che questo
autore è il Luca compagno di
Paolo nel II e III viaggio. Anche
qui c’è un ricorso alla tradizione: « Le più antiche tradizioni
dell’epoca successiva a quella
apostolica attribuiscono a Luca
il terzo Evangelo e gli Atti» (p.
98). Il D.B. anzi afferma che
« non si può dubitare minimamente» che Luca abbia scritto i
due libri (ivi) e che « la concordanza, molto discussa, degli Atti
e delle epistole paotine, è stata
difesa con successo » (p. 99). Però non dice che nelle epistole
Paolo si chiama sempre apostolo, mai invece negli Atti; che il
centro teologico delle epistole è
la parola della croce e quello degli Atti è lo sviluppo della chiesa; che non c’è coincidenza fra i
ministeri menzionati da Paolo
nelle epistole' e quelli che gli attribuiscono gli Atti; che gli Atti
tacciono di tutte le tensioni evidenti nelle epistole (a Corinto, a
Filippi, fra Paolo e i Dodici, fra
Paolo e Pietro, fra le chiese della
gentilità e le chiese della circoncisione)...
Nel D.B. è usata spesso, con
tono di sufficienza, l’espressione
« l’Alta Critica », oppure « le con"clusioni dell’Alta Critica ». E’ bene che il lettore dell’Eco/Luce
sappia che cos’è questa « alta
critica ». Si chiama « bassa cri
tica » lo studio dei testi biblici
per quanto si riferisce alla forma originaria del testo: cioè l’esame e il confronto dei mano-,,
scritti, la scelta della più attendibile fra eventuali varianti —
insomma, tutto il lavoro che si
concreta, alla fine, nella produzione di un testo « meglio accertato », e possibilmente di un apparato di note che indichi forme
di testo o varianti attestate da
altri manoscritti e di minore valore di quelle stampate nel testo.
Si chiama invece « alta critica »
l’analisi di un testo biblico che
si propone di determinare l’autore e l’epoca di composizione,
lo stile o forma letteraria a cui
appartiene, le circostanze a cui
si riferisce. Così, quando il D.B.
afferma che tutti i 66 capitoli di
Isaia sono stati scritti nell’VIII
secolo e si riferiscono alla situazione storica del regno di Giuda
prima dell’esilio, fa della « alta
critica » esattamente come chi
afferma che i capitoli dal 40 al 66
sono del VI/V secolo e si riferiscono al ritorno dall’esilio e alla
ricostruzione.
Continua polemica
Questa continua polemica snatura un po’ l’opera che presentiamo: un D.B. dovrebbe fornire
un’informazione obiettiva e spassionata, non essere l’apologetica
di una tendenza, in sé rispettabilissima anche per chi non la
condivide — a patto che i suoi
argomenti siano seri e non vengano travisate le opinioni della
parte avversa.
Altre osservazioni minori si
potrebbero fare su certi aspetti
della cronologia, o su certe valutazioni dell’evidenza archeologica; ma i difetti segnalati sono
i più gravi. Ed è peccato, perché
l’opera, se si prescinde da quelli, potrebbe rendere utili servizi
sul terreno deH’informazione,
della storia, dell’archeologia e
dell’iconografia. Vorremmo vedere una futura edizione migliorata ed eventualmente abbreviata,
che si raccomandasse per una
più grande obiettività.
B. Corsani
1 Nuovo Dizionario Biblico, a
cura di R. Pache, Edizioni Centro Biblico, Napoli 1981, pp. 872,
L. 42.000.
(segue da pag. 1)
la perversione della giustizia, e
dall’altra che orienti tutto il suo
ministero verso coloro che sono
esclusi da questa comunità di relazioni solidali, coloro che sono
indifesi, alla mercè dei più forti,
in situazioni di insicurezza, vittime dell'esplosione della follia
omicida. E li chiama addirittura
beali.
Beato nel greco classico significava avere una vita senza preoccupazioni e affanni. La parola
si riferiva principalmente agli
dei, ai potenti, ai ricchi. In effetti si può dire che era l’equivalente di ricco, di chi sta bene.
Il concetto era quindi che in una
società di liberi e schiavi, di uomini e donne (considerate poco
più che un pezzo di proprietà dei
loro mariti) e di varie altre differenze razziali, sociali e politiche solo i privilegiati, i potenti,
i ricchi sono felici.
Questo concetto è largamente
dominante ancor oggi, all’occidente come in oriente. Ma è una
falsa concezione della vita. Coloro che sono ricchi e privilegiati sono prigionieri della loro ricchezza e dei loro privilegi perché
i loro privilegi sono ottenuti al
prezzo dell’esclusione e sfruttamento di altri. Vivono quindi
nella costante paura di perdere
tutti i privilegi acquisiti.
Ora, quello che dice Gesù —
Beati gli affamati e assetati di
giustizia — rappresenta un completo capovolgimento del concetto tradizionale e attuale di felicità. Sono coloro che hanno fame e sete di giustizia che sono
felici. Per quanto li si possa
emarginare e perseguitare essi
sono felici perché sanno di essere collaboratori di Dio, artigiani al suo servizio per ristabilire
i rapporti di fratellanza all’interno del suo popolo. Sono felici
perché l’intera loro esistenza è
tesa a restituire agli altri il posto che compete loro e assieme
agli altri lottano per creare le
condizioni necessarie ad una vita di fraternità e solidarietà. Sono felici perché non sono intrappolati nel passato, né si cullano
unicamente nel presente. Vivono
protesi verso il futuro « cercando il Regno e la giustizia di Dio ».
Nel maggio del ’68 uno dei tanti graffiti dell’università di Parigi diceva: « Sii realista, tenta
l’impossibile ». La parola di Gesù: « Beati gli affamati e assetati di giustizia » è altrettanto provocatoria: Impegnati per la giustizia... sii realista, tenta l’impossibile.
___ Emidio Campi
PROSPETTIVE MISSIONARIE
DEL 4» EVANGELO - 2
I pagani
Vi è un’altra prospettiva fondamentale
del quarto evangelo che è necessario rilevare parlando dei destinatari di quest’opera, cioè quella vastissima del mondo
non ebraico, sia pagano (greci e romani)
sia semipagano (samaritani).
Ê difficile esagerare l’importanza di episodi quali l’incontro di Gesù con la samaritana (4: 4-42) che si conclude con la confessione del Cristo come salvatore del
mondo, o rincontro con i greci (12: 20-28)
che è come il coronamento di tutta l’attività pubblica di Gesù.
Qui si aprono nuovi orizzonti e l’evangelo si offre agli altri. Nel muro di ostilità
e incomprensione che il mondo oppone al
Cristo si aprono delle brecce: i samaritani escono dalla città e vanno da Gesù pregandolo di trattenersi con loro; i greci salgono a Gerusalemme e chiedono a Filippo: Vogliamo vedere Gesù (12; 21).
Per Giovanni Gesù è la luce del mondo
(8: 12; 9: 5), non solo dei credenti. Il
mondo incomincia ad accorgersi che Gesù, che pure si è palesato prima a Israele (1: 31) e poi ai discepoli, ma non al
mondo (14: 22, cfr. 7; 4), non è venuto
soltanto pet Israele e per i discepoli ma
appunto per il mondo (3: 171), ed è stato
a cura di Gino Conte
Riflettendo, in queste settimane, sulla nostra responsabilità missionaria, nel numero scorso abbiamo iniziato a riportare alcune pagine nelle quali Paolo Ricca evidenzia le prospettive missionarie del 4° Evangelo, pagine tratte dalla sua bella introduzione all’Evangelo di Giovanni, nell’edizione curata da Idoc e pubblicata negli
Oscar Mondadori. Dopo il confronto con Israele, con i « giudei », ecco ora il confronto con i pagani e i semipagani (p. 34 s.).
innalzato sulla croce per trarre « tutti » a
sé (12; 32), avendo ricevuto da Dio podestà sopra «ogni carne» (17: 2).
Gli ’’altri”
Gli « altri » sono esplicitamente inclusi
nel discorso e nell’opera del Cristo giovannico, quando come buon pastore parla
delle « altre pecore » e dichiara di volerle
raccogliere: esse non appartengono ancora al suo ovile ma già appartengono a lui
(10: 16). Una forte ansia di universalità
pervade il quarto evangelo: lo scopo ultimo della rivelazione non è la costituzione
della chiesa ma la conversione del mondo (17: 21).
Proprio il quarto evangelo che ha un
senso cosi vivo della predestinazione (3;
27; 19; 11) e dell’elezione divina (15; 16.
19) — vengono a Gesù solo coloro che il
padre attira (6: 44) e i discepoli di Gesù
addirittura gli sono stati « dati » dal padre (6: 39.44; 17: 2.6.24; 18: 9); inversamente i giudei « non possono » prestare
ascolto alla parola di Gesù (8; 43, cfr. 10:
27) e il mondo « non può » ricevere lo spirito santo (14; 17) — è anche l’opera in
cui l’interesse missionario è particolarmente accentuato e l’apertura verso i pagani non soffre limitazioni; i « molti » di
cui parla Gesù nei sinottici (Mar. 10: 45;
14: 24; Mt. 20: 28; 26: 28), nel quarto evangelo sono diventati «tutti» (1; 7; 12: 32).
L’elezione, su cui Giovanni insiste, non è
esclusiva ma inclusiva, non paralizza la
missione, la determina.
Intransigenza dottrinale
e promozione missionaria
Il discorso giovannico, nonostante l’asorezza polemica di molte affermazioni si
risolve nell’invito evangelico: venite a vederè... (4: 29, cfr. 1: 39.46). Il rigore spirituale del quarto evangelo, il suo radicalismo teologico e, di conseguenza, il suo
tono categorico, che ricordano da vicino
lo stile e le caratteristiche della predicazione di Gesù, non indicano perciò un atteggiamento di chiusura, ma soltanto una
particolare sollecitudine per l’integrità del
messaggio cristiano.
Intransigenza dottrinale e promozione
missionaria, nel quarto evangelo, vanno
di pari passo. Giovanni ricorda alla chiesa
del suo tempo che Gesù, mentre aduna il
suo gregge, pensa alle « altre pecore », destinate, esse pure, a entrare nell’unicò
ovile dell’unico pastore: i samaritani del
capitolo 4 e i greci del capitolo 12 sono
soltanto un primo nucleo di « altri » che
verranno a Gesù.
La prospettiva finale è che tutti siano
uno e che il mondo creda (17: 21): tutti,
non solo molti; il mondo, non solo la
chiesa.
Paolo Ricca
7
28 gennaio 1983
obiettivo aperto 7
IL GUATEMALA NELLA STRETTA DELLA SANGUINOSA DITTATURA DI UN « CRISTIANO NATO DI NUOVO »>
La religione come strumento di dominio
£: noto che da quasi un anno una dittatura che si pretende diversa dalla precedente ha di fatto moltiplicato e inasprito la repressione violenta con più di 8.000 persone uccise o scomparse (inizio
novembre), con una media di 1.000 morti al mese contro la media di
2-300 del regime precedente (Conferenza episcopale e Alto Commissariato delle Nazioni Unite, cit. da « Le Monde dlplomatique », gennaio ’83). Quello che intendiamo documentare in questa pagina non
è tuttavia il tasso di violenza di un regime totalitario bensì ciò che
preme sulla nostra coscienza ancor più della violenza: la religione
come strumento per esercitarla e coprirla. Abbiamo detto ripetutamente che il gen. Efraim Rios Montt, salito al potere lo scorso mai;zo, è un « nato di nuovo », un convertito « evangelica! ». Ora non solo
questo fatto non gli impedisce di attuare una politica di sterminio
nei confronti di larghi settori della popolazione, ma egli usa la sua
religione per accreditare, sostenere e finanziare questa sua polìtica.
È quanto risulta dalla documentazione che abbiamo raccolto da più
fonti, tutte concomitanti, di cui presentiamo un mosaico in questa
pagina dando rilievo a due documenti che per la loro provenienza
ci sembrano particolarmente degni di fede. Lo facciamo con dolore,
umiliazione e indignazione nel vedere così infangato il nome evangelico.
Nella foto: Soldati dell’esercito in un « villaggio modello ».
Contro i farisei di oggi
Fratelli e sorelle, vogliamo
che sappiate che il nostro ministero diventa sempre più un
combattimento contro «i principati, contro i dominatori di
questo mondo di tenebre». Come nei primi giorni dei nostri
pastori e apostoli (II Cor. 3)
abbiamo il dovere di smascherare coloro che qui nel Guatemala usano il nome di Dio
per far avanzare i loro propri
interessi. Questi farisei del
giorno d’oggi, come quelli dei
tempo dell’apostolo Paolo,
cercano di imporre ai cristiani di questo paese un sistema
legale e politico corrotto rivestito di un abito religioso e
morale. Abbiamo un esempio
di ciò nell’atteggiamento del
Generale Rios Montt (portato
alla presidenza da un colpo di
stato il 23 marzo 1982) che
parla alla radio e alla televisione ogni domenica portando
avanti argomentazioni politiche con linguaggio biblico presentandole come verità cristiane che danno legittimità a
piani militari che causano sofferenza e morte nella maggior parte del paese. Allo stesso modo egli si serve dell’ingenuità e dell’opportunismo
di alcuni dirigenti evangelici,
invitandoli a « colazioni » presidenziali (un mattino 200 pastori risposero all’invito ad
ascoltare i suoi piani politico
militari). D’altra parte le chiese evangeliche fondamentaliste degli Stati Uniti sono coinvolte. Secondo informazioni
date dal Generale Rios Montt,
questo settore ha offerto un
miliardo di dollari per promuovere i piani economici e
sociali del governo, dollari che
tuttavia non verrebbero dati a
meno che non si realizzi prima una vittoria militare sulla
sovversione. In Guatemala
questo vuol dire lotta contro
una popolazione inerme di più
di un milione di persone.
Il nome e il messaggio del
nostro Signore Gesù Cristo
non possono essere identificati
con qualsiasi ordine legale e
politico e tanto meno nel caso dell’ordine proposto da un
governo le cui caratteristiche
di ingiustizia e di disumanità
diventano ogni giorno più evidenti (Is. 10: 1-2). La verità
di Dio non può essere confiscata da alcuna persona. Al
contrario, Dio la farà conoscere a chi crede e vive il suo
messaggio (II Cor. 3: 1-5).
Questo governo non è stato
« incaricato da Dio » ma da
forti interessi economici e politici.
i9i
(da una lettera della «Confraternita evangelica del Guatemala» in «Youth» (CEC).
Efraim Rios Montt proviene
dalle file democristiane, di
famiglia cattolica (è fratello del vescovo cattolico di
Escuintla) e fa parte dei « giovo
ni ufficiali » addestrati in USA
per combattere la guerriglia. Negli Stati Uniti ha conosciuto la
« Chiesa del Verbo » (California)
da cui riceve forti aiuti finanziari.
La « Chiesa del Verbo », gruppo
religioso di cristiani «nati di nuovo » che ha base negli Stati Uniti, sta organizzando il sostegno
del regime militare in G. per realizzare i « villaggi modello » ( in
cui vengono deportate le popolazioni neH’intento di controllare
il territorio facendo intorno terra bruciata - n.d.r.) e nello stesso
tempo per inviare insegnanti religiosi in tutto il paese per influenzare, settori diversi della popolazione al fine di porre il G.
come « una nazione sotto Dio ».
Sta anche lavorando col Dipartimento di Stato per influenzare
il Congresso degli Stati Uniti in
vista di un massiccio aiuto militare, economico e diplomatico
per il regime di Rios Montt (Rivista ecclesiastica « Forerunner »,
cit. in « Youth », C.E.C., die. 82).
Una testimonianza in questo
senso viene anche da Luis Fernando Garcia, sacerdote cattolico
in Europa con tre catechiste guatemalteche. Garcia ha affermato
che l’intenzione di Rios Montt è
di lavorare all’aumento del numero dei «protestanti» fino a
raggiungere il 50% della popolazione. Rios Montt sostituisce a
poco a poco i funzionari del governo con membri delle sette formati dagli americani. (Intervista
a «Réforme», 18 die. 1982).
Secondo alcune notizie la
« Chiesa del Verbo » conterebbe
ormai circa due milioni di fedeli (su circa 7 milioni di abitanti) e sarebbe avviata quindi a
diventare la più numerosa confessione religiosa del paese. (ADISTA 23-25.9.’82).
Personalmente Rios Montt, pochi mesi dopo la sua presa del
potere — nel luglio 1982 — ha
dichiarato che, per condurre a
soluzione i problemi del paese,
conta sull’amore e sulla « compassione di Dio per il popolo
guatemalteco ». Si è qualificato
come « conduttore di questa nazione per volontà di Dio » e ad
alcuni corrispondenti stranieri
ha detto: « se non mi aiutano gli
Stati Uniti, conto sull'onnipotenza di Dio ». I mass-media nazio(continua a pag. 12)
Sospendete gli aiuti
Un gruppo di quattro persone inviate nel Guatemala
dal Consiglio delle chiese americane ha concluso che le
forze di governo hanno commesso numerosi massacri durante gli ultimi mesi.
Questa delegazione, che aveva accettato sotto determinate
condizioni l’invito del presidente Rios Montt a recarsi
nel Guatemala, aveva effettuato una visita in questo paese
nel mese di novembre.
La delegazione ha incontrato contadini, rappresentanti
del governo, ufficiali dell’esercito e altre persone (un totale di 409 incontri). Ha constatato il razzismo praticato nei
confronti dei contadini guatemaltechi, per la maggior
parte Indiani, ha parlato di
tortura e di terrore esercitati
dall’esercito. La delegazione
ha stabilito le conclusioni seguenti:
— L’esercito uccide uomini
denunciati, spesso da informatori anonimi, come simpatizzanti della guerriglia, talvolta
in presenza dei membri della
loro famiglia e dei loro vicini, e seppellisce le vittime in
fosse comuni;
— L’esercito obbliga dei civili ad arruolarsi nelle « pattuglie civili » che hanno per
compito di ricercare gli ele
menti antigovernativi;
— Gli ufficiali dell’esercito,
responsabili di gravi violazioni dei diritti dell’uomo sotto il
governo precedente, non sono
stati giudicati;
— L’opposizione armata al
governo, per quanto goda di
un appoggio « non guatemalteco », sembra essenzialmente un movimento nazionale al
servizio dei propri obiettivi;
la delegazione riferisce d’altra
parte che gli ufficiali hanno
riconosciuto di non aver mai
visto combattenti cubani tra i
guerriglieri fatti prigionieri o
uccisi.
Tra le altre raccomandazioni, la delegazione domanda
che si preghi per la pace e la
riconciliazione nel Guatemala, che degli scambi abbiano
luogo con organismi della
chiesa guatemalteca, che un
organo indipendente controlli
la situazione dei diritti dell’uomo e il mantenimento di una
moratoria americana e canadese per ciò che riguarda l’aiuto militare. Ha raccomandato la sospensione dell’assistenza economica finché non
siano cessate Te violazioni dei
diritti dell’uomo nel Guatemala.
(dall’agenzia di stamna Soepi
del CEC, die. ’82)
Superficie: 108.000 km^ (circa 1/3 dell’Italia). Solo il 22,9% della terra è coltivabile.
Popolazione: 7.000.000 circa.
Densità: 56 abit. per km^ (in Italia: 184).
31% risiede in città, 69% in campagna;
43% Indiani Maya di varie etnie e dialetti; 55% Ladinos (bianchi o misti di
lingua spagnola).
Alfabetizzazione: 46% (nel 1973); 3% (nel
1973, nelle zone indiane).
Il reddito medio dei « ladinos » è 10
volte maggiore di quello degli indiani
Maya.
Gli indiani vivono sulle montagne e
praticano un’agricoltura povera di mera sopravvivenza.
Le grandi piantagioni della pianura sono di proprietà del 2% della popolazione, metà di queste sono in mano a 22 famigiie.
Fra i prodotti esportati, al primo posto
il caffè, seguito dal cotone, dallo zucchero e dalle banane. La United Fruit americana, detta « la piovra verde », ha talmente esteso il suo potere aH'interno del
paese, da controllarne tutte le infrastrutture: porti, ferrovie, telefoni ecc., oltre
alla rete commerciale.
Il Guatemala cristiano
Religione
I Maya sono sempre stati un popolo
profondamente religioso. Costretti a cattolicizzarsi nel XVI secolo, hanno conser
vato molti dei loro riti e tradizioni (costumbre). Si calcola che almeno un 25%
dei cattolici siano « cristo-pagani », cioè
seguaci di una fede popolare che è il risultato della fusione di motivi cristiani
con antichi riti pagani della religione precolombiana.
Nominalmente il cattolicesimo raccoglie
oltre il 90% della popolazione, ma soffre
di una grave scarsità di vocazioni al sacerdozio.
Il protestantesimo è entrato nel paese nel 1882 con una missione presbiteriana invitata dairallora presidente Barrios.
Dal 1940 ha avuto una crescita notevole:
dall’l,5% della popolazione al 4,8% -i
2,8% di evangelici-cattolici, cioè di ex-cattolici che hanno aderito a chiese evangeliche senza uscire ufficialmente da quella
romana.
Le chiese evangeliche numericamente
più importanti sono:
Assemblee di Dio (pen- membri adulti affiliati
tecostali) 33.000 60.000
Chiesa del Principe della
pace (indigena) 13.000 20.000
Chiesa di Dio (Full Gospel) 13.000 30.000
Chiesa naz. presbiteriana
del G. (indipendente dal
1962) 11.500 25.000
Assemblee dei Fratelli (Plymouth Br.) 4.000 8.000
Convenzione battista del G. 3.200 16.000
ed altre minori.
La chiesa presbiteriana mantiene 6 scuole superiori, 5 cliniche, un centro culturale, un programma di agricoltura intensiva.
Nel 1966 a Guatemala è stata fondata
la prima Università protestante delTAmerica Latina, l’Università « Mariano Galvez ».
Anche fra i Maya le adesioni al protestantesimo sono state numerose; nel 1974
gli indiani evangelici erano già oltre 100
mila.
Rapporti chiesa-stato
strettamente associata al governo, la
Chiesa cattolica è sempre stata un prezioso sostegno del regime al potere. Solo nel
1954 ha potuto riottenere la piena personalità giuridica e si è aperta all’apporto
del clero straniero e missionario.
Nel 1971 alcuni esponenti delle varie
chiese, tra cui un vescovo cattolico, vari
preti e pastori, firmarono una dichiarazione comune per chiedere la fine dello
stato di emergenza proclamato nel, novembre 1970 e dell’ondata di terrore che
ne era derivata. Per risposta il governo
espulse tutti gli stranieri firmatari, compreso i preti e il vescovo della chiesa episcopale americana. Il vescovo cattolico
fu pubblicamente sconfessato e destituito.
Allora la gerarchia cattolica riaffermò il
suo sostegno al regime militare al potere.
Solo a partire dal 1977 si verificò una
frattura sempre più grave fra la gerarchia
cattolica e il regime militare. I generali
dichiararono che la chiesa cattolica stava
diventando un veicolo per il ritorno del
comunismo con la sua azione compiuta
in nome del rinnovamento.
Vita politica
Nel 1954 un golpe militare organizzato
dall’Honduras con la connivenza degli Stati Uniti ha posto fine violentemente all’esperimento di governo riformista del
presidente Arbenz. Ne seguì una repressione spaventosa con massacri di comunisti o presunti tali. Da allora il Guate-,
mala è soggetto a una dura dittatura militare.
Il 23 marzo 1982 il potere è stato preso,
con un ennesimo golpe, dal generale EIfraim Rios Montt.
Vari movimenti rivoluzionari clandestini, tra cui l’Unità Rivoluzionaria Nazionale Guatemalteca, animano una difficile e
sanguinosa guerriglia sulle montagne.
(Fonte: enciclopedia della religione di Oxford)4
8
8 ecumenismo
28 gennaio 1983
DIBATTITO SUL DOCUMENTO "ECUMENISMO”
Parola di Dio e fedi viventi
Echi dal mondo
cristiano
L’Eco-Luce ha dedicato l’«obiettivo aperto» del 17 dicembre al
paragrafo sulle « fedi viventi »
del documento sinodale sull’ecumenismo. Ha pubblicato due posizioni diverse, pensando così di
aver fornito ai lettori gli elementi per una serena valutazione. Il
guaio è che, a legger bene, le due
posizioni così diverse non sono..
Insomma Tourn dà ragione a
Campi, pensa anche lui che il
problema è importante, soltanto
che il momento non è maturo,
non si è ancora riflettuto abbastanza. Il dissenso si riduce a
una questione di opportunità;
per Tourn non era opportuno che
il Sinodo inserisse questo paragrafo, il Sinodo sì è lasciato
prendere dal sentimento; per
Campi il dibattito non può più
essere rinviato.
Ho votato a favore del paragrafo, proprio perché non vuol
dare una soluzione definitiva, rha semplicemente invitare a
un « atteggiamento di apertura»:
queste realtà ci sono, mettono
in questione la pretesa di unicità della fede cristiana, è inutile
fìngere di ignorarle. Spinta emotiva? Anche chi ha votato contro può averlo fatto per ragioni
emotive. Ma questa è in fondo
un'interpretazione malevola. Io
faccio una differenza tra emotività e sensibilità. In Sinodo è
semplicemente emersa una sensibilità a un problema che da un
momento all’altro può diventare
acuto anche da noi. Non c’entra
con l’ecumenismo? Soltanto se
si considera l’ecumenismo come
un affare interno della chiesa.
Ma la testtoonianza al mondo ha
sempre fatto parte della ricerca
ecumenica. Il confronto con le
« fedi viventi » è nato sul terreno
della testimonianza. Ad ogni modo, ormai nel dibattito ci siamo,
e conviene portarlo avanti nel
modo più teologico e meno emotivo possibile.
A Campi obietterei che il paragrafo non disconosce affatto
resistenza di una « discontinuità tra la rivelazione biblica e
le altre religioni ». E infatti mi
sembra diffìcile negare tale discontinuità, proprio in base a
quel messaggio'profetico che per
la nostra generazione ha un’importanza determinante. Che continuità c’è tra Elia e i profeti
di Baal? Tra il Secondo Isaia e la
religione babilonese? O si vuol
negare che la religione cananea e
babilonese fossero a quel tempo
« fedi viventi »?
Il punto centrale
spesso trascurato
Ma questo è in fondo ancora
un aspetto secondario del problema; ciò che, con mio stupore, si trascura sempre quando si
parla oggi del problema della religione, è che la discontinuità fondamentale è tra la Parola di Dio
e Israele, tra la Parola di Dio e
la chiesa, tra la Parola di Dio e
la nostra fede cristiana.
Porre la questione della religione in termini di superiorità del
cristianesimo e inferiorità delle
altre religioni, significa banalizzare irrimediabilmente il problema, come fa Kung in « Essere
cristiani ». Il problema serio è
l’idolatria che è, e rinasce sempre, in noi, e che soltanto la Parola di Dio può smascherare. Il
superamento dell’idolatria non è
il cristianesimo, è Gesù Cristo,
vita del mondo. Non perché in
lui « l’Assoluto si è fatto relativo » (la croce non è relativa), ma
perché Gesù non è un nostro prodotto, trionfa di ogni manipolazione, a cominciare da quella manipolazione definitiva che è la
morte. Gesù rende presente nella storia umana la comunione tra
Dio e l’uomo. Poter riconoscere
questo è una grazia di cui non
possiamo certamente vantarci.
che non possiamo sbandierare
con atteggiamento di superiorità.
Alla luce di questo autentico
superamento dell’idolatria, rincontro con le « fedi viventi » non
può aver niente di prestabilito.
« Atteggiamento di apertura »
vuol dire questo: rinunciare a
partire da un giudizio precostituito. Nessuno di noi può sapere in che modo un uomo reagirà
all’annuncio di Cristo; potrà farlo con una freschezza senza precedenti, che costituirà anche per
noi una scoperta. Oppure potrà
già avere una conoscenza e una
sua personale interpretazione
della persona di Gesù, di fronte
alla quale non potremo far altro
che confessare la fede in Cristo.
Oppure ancora potrà manifestare, indipendentemente dall’an
nuncio di Cristo, un atteggiamento verso la vita, verso la natura,
verso gli uomini, che ci obbligherà a chiederci se la nostra comprensione dell’evangelo non è stata fin qui troppo limitata.
D’altra parte, il riconoscimento dell’idolatria che è in noi non
può appiattirsi, mutarsi in benevola comprensione, quando dovessimo incontrare l’idolatria
che è negli altri, anche nelle « fedi vive.Ui». L’apertura non esclude la critica. Ma questo non significa far pesare sulle altre fedi
un giudizio aprioristico di idolatria; sarebbe come pretendere di
avere una conoscenza universale
che non è in nostro potere: è
nella sapienza di Dio, che soltanto la conoscenza di Cristo di volta in volta ci può rivelare.
Bruno Rostagno
a cura di Renato Ooisson
Una feconda
contestazione
Cominciamo a discutere — in
ritardo, dopo che il paragrafo
del documento sinodale sull’ecumenismo ha messo il carro davanti ai buoi — sui rapporti fra
fede cristiana e "fedi viventi” e
ideologie (cfr. i contrastanti interventi di Emidio Campi e di
Giorgio Tourn sul n. 51 del 17.12.
1982). Una questione che è in
nesso vitale con la nostra testimonianza missionaria, evangelizzatrice ( cfr. la rubrica « All’ascolto della Parola » di questo
numero, n.d.r.). Nel documento
si afferma « la certezza che Cristo è ”il Salvatore del mondo”
(Giov. 4: 42), che ”lo Spirito soffia dove vuole” (Giov. 3: 8) e
che Dio, Padre di tutti gli uomini, opera anche fuori dei confini
visibili della Chiesa ». Il nostro
Salvatore è certo il Salvatore del
mondo: ma è Gesù, non altri, il
Gesù delle testimonianze scritturali, non un altro. Lo Spirito in
cui crediamo soffia certo dove
vuole, e non si lascia certo vincolare dai (labili!) confini e dalle strutture della chiesa; ma non
soffia indipendentemente dall’Israele biblico, non fuori di Cristo, mai sganciato da lui: è lo
Spirito che «non parlerà di suo»,
ma « prenderà del mio e ve lo
annunzierà» (Giov. 16: 13-14):
« del mio », non attingerà a credenze animiste, induiste, confu
ciane, buddiste, taoiste, islamiche.
Il messaggio profetico e quello apostolico hanno un chiaro respiro universale e si sono misurati senza timori e chiusure con
il mondo culturale al quale si rivolgevano, alle rispettive religioni e ideologie. Ma hanno affidato
la vera « apertura » alla sovrana
libertà e all’imperscrutabile sapienza di Dio, coscienti di come
nelle nostre menti e nelle nostre
mani 1’« apertura » scada nel relativismo: in una relativizzazione
di Jahvé fra gli idoli, di Gesù Cristo fra i maestri e i salvatori.
Non diamo dunque per scontato
che Dio sia all’opera qua o là, al
di fuori della storia del popolo
(Israele) e della persona dell’uomo (Gesù) nel quale si è espressamente rivelato, in modo pieno,
sufficiente, definitivo e ha operato la salvezza « una volta sola e
per sempre », come ripetutamente afferma la Lettera agli Ebrei.
Non nella sua amalgamabilità
con ogni cultura, religione, ideologia, ma nella sua feconda contestazione di ogni cultura, religione, ideologia (a cominciare
dalle nostre) sta la vera, perenne universalità dell’Evangelo.
Che. è l’Evangelo di Gesù Cristo,
o è un altro evangelo, un nonevangelo.
Gino Conte
Svizzera: l’opera
dell’« Esercito »
(IDEA) — L’Esercito della Salvezza in Svizzera ha attualmente
98 posti di evangelizzazione e
200 avamposti. Ha ristrutturato
ed ingrandito modernizzandoli
40 centri sociali che rappresentano il punto forte dell’impegno
nel paese. Lo sviluppo di tale opere ha assorbito gran parte delle risorse finanziarie. Rilevante il
contributo finanziario per il terzo mondo: nel 1981 l’Esercito della Salvezza per opere sociali, di
assistenza ed educazione dei fanciulli ha consacrato oltre 2 milioni di Pr.Sv. In occasione del
centenario dell’Opera è stato
pubblicato un fascicolo commemorativo diffuso con una cerimonia ufficiale il 26 settembre a
Berna. Per il 1983 il Generale
Jarl Wahlstròm ha proposto come motto per i salutisti di tutto
il mondo: « per un anno di rinnovamento ».
« IsIam in Europa »
prepara un colloquio
(KEK News) — In che misura
la recente presenza dei musulmani in Europa Occidentale influisce sulla comprensione che le
chiese europee hanno di se stesse? Quale è il posto dell’Islam
nel piano di Dio per il mondo?
Quali sono i diritti e le responsabilità delle comunità musulmane
impiantate nella società europea?
Cosà insegna il modo in Cui comunità musulmane nell’Europa dell’Est e del Sud hanno vìssuto fianco a fianco con i cristiani per secoli? Esiste una testimonianza comune che cristiani e musulmani possano dare alla gente che vive in una società
secolarizzata?
Ecco alcune delle domande che
si è posto il Comitato consultivo
« Islam in Europa » della Conferenza delle Chiese Europee, in
preparazione del colloquio che si
terrà presso Vienna dal 5 al 10
marzo 1984 sul tema « La testimonianza resa a Dio in un’Europa secolarizzata », al quale parteciperanno anche eminenti'personalità musulmane.
Esistono — ha dichiarato il
past. Slomp, segretario del comitato — altre questioni urgenti
BARI
Ecumenismo difficile
L’esperienza ecumenica a Bari
non è facile. In passato sono state date valutazioni ecumenicamente negative sul « marxismo »
della FGEI e 1’« anticattolicesimo » della trasmissione televisiva « Protestantesimo » da parte
di cattolici vicini alla Curia barese.
Nel luglio scorso, l’attività della Tenda « Cristo è la risposta »
è stata duramente criticata, sulla stampa cittadina, dalla Curia
metropolitana, mediante una nota del Segretariato diocesano per
l’ecumenismo (vedi la Corrispondenza: Non c'è il circo sotto il
tendone, in La Luce, n. 36, 31-8/
1982).
Successivamente, nel mese di
ottobre, la biblioteca Ricchetti
non ha concesso i propri locali
(all’ultimo minuto) per la conferenza del prof. G. Gönnet su
Valdesio da Lione, la prima di
cinque conferenze programmate
e concordate (vedi la Corrispondenza da Bari: Testi della Riforma, in La Luce, n. 44, 29-10/
1982). A novembre, poi, la seconda conferenza è stata tenuta da
L. Santini su Jan Hus nei locali
della Biblioteca Provinciale De
Gemmis, gentilmente concessi.
Ma qualche settimana dopo, una
telefonata della Segreteria di
questa biblioteca (pubblica) mi
faceva sapere la non disponibilità dei locali per le restanti tre
conferenze, in quanto « il tipo di
dibattito che andavamo conducendo non rientrava nelle finalità
della biblioteca stessa ».
Così Giorgio Tourn, il 13 gennaio, ha parlato di riforma della
Chiesa, secondo l’epistolario Sadoleto-Calvino, nei locali della
chiesa battista, fraternamente
messi a disposizione.
Così parleranno in questi locali anche il prof. S. Caponetto, a
febbraio, sul Beneficio di Cri
sto, e il prof. P. Ricca, a marzo,
sulla Confessione augustana.
Infine, in un altro incontro ecumenico, il 6 gennaio scorso, dopo una mia presentazione del
Documento sull’ecumenismo (Sinodo 1982), cattolici qualificati
hanno definito un’« offesa » la
parte riguardante il cattolicesimo.
Sebbene non sia mancata una
qualche delusione da parte nostra ner questi fatti, ritengo che
non valga la pena di rilevarne la
correlazione, se c’è. Guardiamo
avanti. Il cammino ecumenico,
inteso come esperienza di fede e
come volontà di rinnovamento
da parte della chiesa (delle chiese), ha la forza di superare delusioni e scoraggiamenti, ha, soprattutto, la libertà interiore di
leggere la Bibbia a voce alta, tra
fratelli diversi, per il servizio reciproco che nel nome di Cristo
essi si devono.
Giulio Vicentini
che interessano cristiani e musulmani, in rapporto ai diritti
dell’uomo in condizione di minoranza e all’attitudine dei cristiani e delle chiese dj. fronte alle crescenti manifestazioni di xenofobia e di razzismo.
Ginevra: il vero
problema è spirituale
(SPP) — Continuano le preoccupazioni per la situazione economica della Chiesa Nazionale
Protestante di Ginevra. Dopo aver soppresso 14 posti pastorali
negli ultimi due anni, il Consiglio
ha respinto la proposta di sopprimerne altri 10, e si è posta seriamente il problema di cominciare a vendere alcuni immobili
di proprietà della Chiesa.
Ci si rende però ben conto che
il vero problema è di ordine spirituale e non finanziario, per cui
si è presa la decisione di avere
una seria discussione al proposito.
Facoltà di Lisbona:
tutto esaurito
(SPR) — La Facoltà Evangelica di Teologia di Lisbona ha registrato un notevole aumento
nel numero dei suoi studenti,
che sono, per quest’anno, più di
venti. Bisogna ricordare che questa facoltà ha un’ampia apertura ecumenica: fra gli studenti
vi sono cattolici, presbiteriani,
metodisti del nord e del sud del
Portogallo ed alcuni dell’AngoIa.
Anche se questo aumento del numero è fonte di gioia, esso crea
però anche un problema: quello
della ridotta capienza dei locali
che impedisce che gli studenti
siano alloggiati in modo conveniente. Due studenti, alla fine dei
loro corsi, hanno già assunto responsabilità parrocchiali. Una di
loro è una donna che sarà presto
la prima donna pastore del Portogallo.
Riprende slancio
in Francia il MIR
(BIP) — Dopo diversi anni di
sonnolenza, il ramo francese del
Movimento Internazionale della
Riconciliazione (MIR) ha deciso
di riprendere un’attività più sostenuta ed in particolare di sforzarsi a ritrovare un contatto costruttivo con le chiese, per realizzare meglio nei confronti delle
comunità locali, il proprio ministero in favore della pace.
Per questo si è assicurata la
collaborazione a pieno tempo di
un nuovo segretario generale, il
pastore Yves Poulain della Chiesa Riformata di Francia. Per garantire il finanziamento di questo maggiore impegno (solo pèr
lo stipendio, l’alloggio e le spese
di funzionamento del segretariato più di 150.000 fr.fr.) il MIR
ha chiesto ai propri membri di
compiere un grande sforzo.
Da parte sua il Consiglio della
Federazione Protestante di Francia — per bocca di J. Maury, ha
assicurato appoggio e le chiese
membro della federazione sono
state invitate a raccogliere almeno 50.000 fr.fr. « Le nostre
chiese — ha scritto il past. Maury — in questo tempo minaccioso sentono la preoccupazione per
la pace a tal punto che devono
sostenere coloro che, a modo
loro e nella prospettiva loro propria, che non è certamente l’unica possibile, possono aiutare i
cristiani a costruire nuove azioni ».
9
28 gennaio 1983
cronaca delle Valli 9
COMUNITÀ’ MONTANA VALLI CHISONE E GERMANASCA
Importanti decisioni
NEL PINÉROLESE
Le radici
della
nostra
storia
« Il mondo dei vinti », che titolo terribile, mi sono detta spesso, da dare ad un libro che riferisce di vite difficili, di miseria,
di violenze patite dalla gente di
montagna, ma anche di operosità, di pazienza. Quanti valdesi di
Massello, Pramollo, Frali, Bobbio, Angrogna, ecc. si riconoscerebbero in un titolo simile? Eppure, per molti, vi furono analoghe privazioni e tristezze, difficoltà gravi, umiliazioni. La vita
sulle montagne del cuneese non
era molto diversa dalla nostra,
da quella dei nostri nonni.
Nessuna delle persone con le
quali ho parlato, nessuno di noi,
riesce però a scorgere in questo
libro la sua storia. Perché mai?
Si legge spesso del bisogno fondamentale che gli esclusi dalla
Storia, poveri, donne, popoli colonizzati, hanno di ritrovare il
loro passato. Perché non riusciamo a « sentirci raccontati » in
queste pagine? Eppure è un libro scritto con l'uso del registratore: testimonianze riportate parola per parola. Ci viene da dire:
« Sì, era così, tuttavia... ». Perché
questa sensazione d'incompletezza, questo sapere che «altri» parlano di te, ma che l'immagine che
ne deriva non ti corrisponde?
Forse perché nelle nostre radici c'è già un altro Libro, dal quale ci sentiamo « raccontati ». Può
sembrare assurdo, ma io credo
che non sia possibile ascoltare e
riascoltare, leggere, imparare a
memoria, meditare per anni storie di pastori che lottano con
l'angelo, di temporali e di pruni
ardenti, di buoi e di asini, di fontane, di ospitalità, di sogni sui
covoni e sulle stelle, senza che
questa diventi la tua storia. Soprattutto se sei uno (o una) che
ha a che fare con la pecora
e con l'asino, e che dovrebbe perciò far parte, secondo la logica,
del « mondo dei vinti ».
Certo, nell'Antico Testamento
non è raccontato l'incontro dei
Valdesi con Dio, bensì si parla
del popolo d'Israele. Eppure, chi
di noi non sente come fondamentale la storia di Davide o quella
del giovane Giuseppe? E non
perché essi siano stati « innalzati » dalla loro condizione, ma perché fu dietro al gregge che il Signore li vide e li riconobbe.
Se non ci fossero state le storie dell’Antico Testamento a riscaldare le nostre menti e i nostri cuori durante i lunghi anni
di faccende intorno agli animali,
a farci credere possibile anche
un nostro incontro con Dio, forse
accetteremmo con indifferenza
che chi nasce sui monti debba
considerarsi esaurito nelle sue
difficoltà materiali. E invece questa nostra storia che è iniziata
migliaia di anni fa, che è già stata scritta, e nella quale possiamo ritrovarci, ci apre la strada
a mille altre storie possibili (che
dovrentmo raccontarci), di ciò
che Dio ha fatto per noi (anche
se, dicono, stiamo scomparendo).
Graziella Tron Lami
Nella seduta del 21 gennaio, il
Consiglio della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca ha trattato una serie di argomenti importanti: ne diamo
una rapida sintesi.
Magazzino
per il centro mezzi
Dopo varie trattative con la
Manifattura di Porosa, che possiede un magazzino nelle immediate vicinanze, è stato messo
da parte il progetto della costruzione a rinasca, per ovvi motivi
di convenienza. Per l’acquisto
sono sorte alcune difficoltà dovute al fatto che anche la SIP
vorrebbe il capannone per usi
propri. La soluzione si è vista in un’offerta alla SIP di utilizzo comune dello stabile, dato
il carattere di servizio pubblico
di quest’ultimo ente. E’ stato anche posto il problema dell’acquisto preventivo di aree da destinare ad uso pubblico, dal momento che la richiesta di spazi
va aumentando.
Risanamento
zootecnico
I casi di brucellosi che si sono
verificati sul territorio della Comunità rischiano di far perdere
agli allevatori il premio di alpeggio, che la Regione concede
soltanto se il bestiame è perfettamente sano. D’altra parte, i
proprietari dei bovini ammalati
non denunciano i casi per non
rimetterci il costo dell’animale
che deve necessariamente essere
abbattuto. La Comunità Montana interverrà con un contributo
di mezzo milione a capo, a condizione che l’allevatore acquisti
in cambio manze gravide sane e
si impegni a tenersele per almeno 5 anni, e tutto questo per l’evidente scopo di evitare possibili speculazioni.
Hanno collaborato a questo
numero: Eugenio Bernardini,
Alfred Janavel, Carlo Papini,
Sergio Ribet, Bruno Rostqgnq. Franco Taglierò, Giorgio Tourn, Dario Tron, Paolo
Varese.
Frana di Ferrerò
Molto rapidamente, i geologi
che si occupano di questo aspetto del P.R.G.I. hanno presentato le carte delle zone che presentano rischi per l’edificazione o
che invece ne sono esenti. Il punto più critico rimane la frana di
Ferrerò che, secondo i tecnici,
si sposta in maniera imprevedibile, attualmente verso l’inizio
del paese. Questa enorme massa
instabile (40 metri di spessore
che spostano qualcosa come un
milione di metri cubi) richiederà certamente altri interventi a
difesa dell’abitato sottostante.
Piscina di valle
Lo statuto del Consorzio per
la gestione del complesso sportivo, che dovrebbe aprirsi al
pubblico in agosto, è stato presentato al Consiglio. Il Consorzio è composto da due soli enti:
la Provincia di Torino e la Comunità Montana in rappresentanza di tutti i Comuni delle due
valli, ma è data come possibile
la partecipazione di altri enti.
anche se non si sa bene quali. Più
urgente è invece il problema di
trovare un’associazione sportiva
o qualcosa di simile che possa incaricarsi di far funzionare la piscina, con dei costi sopportabili.
Comunità alloggio ^
per handicappati
L’edificio -che fino a poco tempo fa era sede dell’I.TJ.S. ospiterà quando sarà ristrutturato
il centro socio-terapico nel quale saranno accolte persone che
necessitano di assistenza e di un
ambiente dove poter svolgere attività di vario tipo con l’aiuto di
educatori preparati. Al piano superiore è prevista una comunità
alloggio per handicappati che
per vari motivi non possono rimanere nelle loro famiglie. La
costruzione è ritenuta adatta a
questo tipo di servizio, con l’aggiunta dell’indispensabile ascensore, lo spazio disponibile sufficiente per le necessità del territorio.
L. V.
di
terremoto
Erano le 13,42 di sabato 22 gennaio quando una scossa di terremoto ha fatto sussultare mobili e suppellettili della maggior
parte delle case del pinerolese.
Diranno poi i sismografi che
la scossa ha avuto una intensità
di 4,8 gradi della scala Mercalli
(3,5 della scala Richter) e che ha
avuto una durata di una decina
di secondi.^
Nonostante la bassa intensità,
molta è stata la paura e parecchia gente è scesa nelle strade
soprattutto nelle zone vicine all’epicentro tra Giaveno e Cumiana. Molti si ricordavano infatti
la scossa del 5 gennaio del 1980,
che però era stata più intensa:
del 6,5 grado della scala Mercalli. ' .
La zona del pinerolese è zona
sismica e questa scossa forse ridimensionerà le iniziative di tutti quegli imprenditori, professionisti e politici locali che non vogliono assolutamente che vengano adottate misure antisismiche
per le costruzioni.
Non si sono comunque verificati danni rilevanti.
SETTIMANA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
L’ecumenismo cattolico
« La basilica della Natività a
Gerusalemme ha una porta così
bassa che si è costretti a chinare
il capo per entrarvi. Si narra che
sia stata ridotta così apposta,
perché prima i crociati, nella loro arroganza di liberatori del
Santo Sepolcro, pretendevano di
entrare addirittura a cavallo.
Anche i credenti di oggi devono ricordarsi che solo chinando
umilmente il capo possono procedere sul cammino lungo e difficile di quell’unità dei cristiani
che Gesù Cristo ci chiede di realizzare ».,
Con questo ammonimento in
risposta ad una domanda rivoltagli dal pubblico, monsignor
Loris Capovilla, già segretario
particolare di Giovanni XXIII, ha
chiuso la prima delle tre serate
organizzate dal Consiglio pastorale diocesano di Pinerolo in oc
NEL COMPRENSORIO
casione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Questo è però stato l’unico accenno, o quasi, al dialogo fra i
cristiani delle varie confessioni,
a cui il Concilio Vaticano II aveva pur dedicato molta attenzione.
Prima, in un lungo ed articolato discorso, si era soffermato sulla personalità di Giovanni XXIII
e sui motivi che lo spinsero, nonostante l’età avanzata, a convocare il Concilio.
Il termine « ecumenismo », a
quel che ci è parso, è per l’oratore riferito essenzialmente all’interno del mondo cattolico: invece di decidere da solo, come potrebbe, il papa umilmente convoca i vescovi; ognuno di questi
porta con sé tutta la sua terra, e
nell’incontro con i suoi confratelli realizza l’ecumenismo.
Il Concilio segna il tramonto
dell’era costantiniana ed eurocentrica, e chi l'ha vissuto seriamente è oggi più misericordioso
verso tutti gli altri esseri umani,
dai protestanti agli atei e ai terroristi; invece di reprimere, ha
imparato a discutere con il mondo esterno.
Non vorrei aver frainteso il
pensiero di monsignor Capovilla,
ma sono rimasta un po’ delusa e
sconcertata da questa impostazione. '
E’ forse un bene che un confronto come questo, cominciato
con una voce autorevole del mondo cattolico, e che continuerà nei
due prossimi venerdì con la parola di un pastore valdese e di
un patriarca ortodosso, sia cominciato così. Solo presentandoci, e vedendoci, come siamo, anche negli aspetti che più ci rendono difficile il dialogo, possiamo confrontarci seriamente. Ma
bimane in me l’impressione, e
la speranza, che non tutto il
mondo cattolico si riconosca
nella presentazione di monsignor
Capovilla.
Marcella Gay
Lavori per 15 miliardi
PROVINCIA
Il Comprensorio ha effettuato
un censimento nei 46 Comuni Pinerolesi delle opere pubbliche
comunali e consortili di imminente attuazione e di quelle che
richiedono ancora un perfezionamento tecnico-amministrativo.
I Comuni che hanno risposto
sono 32.
Possono essere avviate con immediatezza, opere a livello comunale, per L. 10.800.000.000 e, precisamente, L. 3.840.000.000 di fognature (riguardano 17 Comuni);
oltrq 358 milioni per impianti di
depurazione (2 Comuni), L. 1 miliardo 544.000.000 di acquedotti (8
Comuni interessati); L. 3 miliardi 51.000.000 per sistemazione
stradale (11 Comuni); L. 884 milioni per sistemazioni e ristrutturazioni sedi municipali (6 Comuni); L. 336.000.000 per ampliamento edifici scolastici (2 Comuni); L. 194.000.000 per illuminazione pubblica (2 Comuni); L.
268.000.000 per parcheggi (2 Comuni); L. 100.000.000 per semafo
ri (1 Comune); L. 85.000.000 per
ristrutturazione di palazzi e musei; L. 107.000.000 per impianti
sportivi (2 Comuni).
Le opere consortili di imminente attuazione assommano a
L. 3.450.000.000 e riguardano la
raccolta e la depurazione di acque reflue.
Ben 14 miliardi sono le opere
pubbliche comunali che richiedono ancora un perfezionamento
tecnico-amministrativo (mancanti a volte di progetto esecutivo
approvato con relativo decreto
e/o di finanziamento).
I settori più cospicui sono la
sistemazione di strade, che riguardano 14 Comuni per ben L.
2.800.00. 000; fognature per 5 Comuni per 969.000.000; impianti
di depurazione per 3 Comuni per
560.000. 000; acquedotti comunali
per L. 2.170.000.000; 3 miliardi per
impianti turistici; L. 1.480.000.000
per costruzione ponti (2 Comuni); L. 400.000.000 per sedi municipali (4 Comuni).
Ristrutturata
l’Alpe Assietta
L’« Alpe Assietta » a 2.300 m.
nel territorio comunale di Usseaux è fra gli alpeggi migliori
delle Valli Chisone e Germanasca. L’esposizione soleggiata, il
fora^ffiio .di ottima qualità, la
straS che congiunge l’alpe alla
provinciale dell’ Assietta non
permettono di abbandonare a
se stessi i fabbricati ormai vecchi e fatiscenti. E’ così che con
un grosso sforzo, con l’aiuto
della Provincia di Torino, il Comune di Usseaux si appresta a
ricostruire in gran parte la stalla.
Nella prima parte di fabbricato lungo circa 30 metri, trovano
posto nella sola parte inferiore
quasi 50 bovini, nella parte re
V . *
stante e ricavato l’alloggio per
i pastori. Nel secondo fabbricato
del complesso agro-pastorale trovano sistemazione le. attrezzature per la lavorazione del latte, il
magazzino per burro e formaggi.
Tutte le strutture, costruite ad
inizio secolo interamente in pietra, mostrano oggi pesanti segni
di degrado, tali da far pensare
che una mancanza di interventi
potrebbe significare una completa impossibilità di utilizzo in
pochi anni.
Per il completo recupero della
stalla, collocata a circa 40 mìnuni di auto da Balboutet sull’omonima strada provinciale, necessitano oltre 32 milioni, di cui 21
saranno a carico della Provincia.
10
10 cronaca delle Valli
28 gennaio 1983
SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
L'opuscolo del XVII
TORRE PELLICE: SI SONO RITROVATI I VECCHI UNIONISTI
E’ in corso di stampia l’Opuscolo del XVII febbraio che, come ogni anno, la Società invia
ai soci e mette a disposizione
del pubblico, in particolare delle comunità evangeliche. Quando venne lanciata, 78 anni or sono, l’iniziativa era pionieristica
in quanto si proponeva di mettere a disposizione di tutti i
membri di chiesa i problemi e
le ricerche storiche sulla storia
valdese ; tutti hanno il diWtto di
sapere come sono andate le cose
nel passato e di possedere i dati
della scienza. Il programma è rimasto invariato, sia pure col
passare del tempo, ed anche quest’anno l’opuscolo ci offre motivo di riflessione.
Il pastore Achille Deodato, rielaborando ed ampliando' ima
conferenza da lui fatta a Torino
lo scorso anno, rievoca le vicende di Angelo Deodato, suo non
L’«Unione» di una vòlta
no, colportore in Sicilia. E’ una
pagina commovente della,storia
del nostro evangelismo che getta molta luce sulla storia italiana, il dibattito religioso nel nostro paese, il sorgere delle comunità evangeliche, la nostra responsabilità.
La maggior parte dello scritto
ò costituito dai documenti che
Angelo Deodato ha lasciati, diari, memorie, ricordi ed ha perciò la freschezza e la spontaneità della testimonianza diretta. L’opuscolo viene venduto al
prezzo di sole 2.000 lire, pur essendo quest’anno più ampio, del
solito, proprio per metterlo a
disposizione di tutti e favorirne
la lettura.
Ai pastori è stata inviata una
scheda di prenotazione, tutti
possono però ordinare direttamente alla Società di Studi Vaidesi, Torre Pellice.
Con una simpatica riunione
conviviale, quasi un centinaio di
unionisti si sono dati appuntamento presso la Foresteria sabato 4/12. Erano rappresentate
un po’ tutte le generazioni di
unionisti di prima e dopo la
guerra mentre erano assenti le
ultimissime. Il piacere di rivedere vecchi amici era evidente in
tutti: parecchi avevano con sé
delle fotografie chi di una serata
della filodrammatica, chi di una
gita. Alcuni venivano dal di fuori per l’occasione, altri impossibilitati,' avevano telefonato inviando i loro saluti.
Che cosa lega un così gran numero di persone? Forse un comune impegno, base del lavoro
delle Unioni di un tempo. Ai giovani dei nostri quartieri penferici l’Unione offriva uno spazio
di democrazia e di ricerca perso
nale e comunitaria che ha avuto
un peso determinante nella formazione di intere generazioni.
Questo fatto è stato vivacemente tratteggiato in molte rievocazioni fatte dalla ' viva voce
di coloro che si sono succeduti
nel compito di presiedere l’Unione: generazioni che hanno imparato ad amare il canto sotto la
guida esperta della Sig.ra Varese, altre che hanno dato molto al
teatro, altre airimpegno nella
diaconia,' in un brulicare di attività che impegnavano contemporaneamente giovani e meno
giovani. Che ne è ora delle nuove generazioni? I tempi sono
cambiati, l’abbondanza dei mezzi
di comunicazione ed i mass media hanno stravolto quello che
era un modo di vivere consolidato nei tempo, ma hanno resa
anche più insicura la crescita
La fine di un matrimonio
Carmela è una simpatica signora sulla trentina, bruna, vivace, molto disponibile al dialogo; appartiene a una numerósa
famiglia meridionale trasferitasi
da tempo al Nord e lavora come
cameriera. Dopo 8 anni di matrimonio ha deciso di divorziare; quando le parlo sta per lasciare le valli. Non ha figli.
— Come hai conosciuto tuo
marito?
— Eravamo vicini di casa, anche i suoi venivano dal Meridione e le nostre due famiglie erano molto amiche. Praticamente
siamo cresciuti insieme, vedendoci quasi ogni giorno, finché
l’amicizia si è trasformata in
qualcosa di più. E’ stato un fidanzamento lungo, sereno, pieno di progetti, approvato da tutta la parentela; solo ora mi rendo conto che forse ci sono mancate le occasioni per conoscerci sul serio. Mi spiego: siamo
usciti per anni, ma raramente
proprio da soli, se si andava al
TORRE PELLICE — La Comunità Montana Val Pellice (Servizio Agricoltura)
comunica che tutti gli agricoltori, soci
di Cooperative Agricole, interessati all'acquisto di patate da semina, lo possono fare tramite la Comunità Montana,
la quale, in collaborazione con le Cooperative Agricole, provvederà alla prenotazione ed alla distribuzione del prodotto. I prezzi indicativi, derivanti dalla
migliore offerta avuta, sono i seguenti:
Bintye E L, 28.000 al q.le IVA compr.
Bintye A L. 27.500 » » ,
Sirtema L. 39.000 . » ,
Renova L. 38.000 » » .
PrImura L. 45.000 » » »
Draga L. 40.000 « » .
Desirée L. 43.000 ». »
Le prenotazioni si raccolgono entro e
non oltre il 18 febbraio c.’ a. presso
l'Ufficio Tecnico della Comunità, tutti
i giorni, tranne il sabato, con il seguente orarlo: mattino dalle 9 alle 12; pomeriggio dalle 14,30 alle 17.30.
La Comunità Montana Vai Peiiice comunica che alla fine del mese di febbraio potranno essere rimborsate le
spese per I medicinali acquistati presso le farmacie della Valle durante lo
sciopero durato dal 17 novembre al 13
dicembre '82.
Tutti coloro che avessero ancora te
ricette con allegate le fustelle sono pregati ili consegnarle agli uffici della
USSL In Via XXV Aprile 7 . Torre PelRce, entro II 10 febbraio 1983.
cinema o a ballare, ecco che si
accodavano volentieri fratelli e
sorelle. Inoltre non abbiamo mai
trascorso un bel periodo di vacanza, noi due e basta, come fanno adesso quasi tutte le coppie.
In quell’epoca comunque ero
contenta così, ricamavo il correjdo e non mi ponevo problemi.
— Le divergenze sono cominciate appena sposati?
— No, abbiamo avuto alcuni
anni di tranquillità e di gioia:
grazie a degli amici mio marito
aveva ottenuto un buon lavoro
in Toscana e ci eravamo sistemati là. Abitavamo in una cittadina, e dopo un po’ sono riuscita a trovare anch’io un’occupazione che rendeva discretamente: avevamo un giro di amicizie,
quasi tutte le sere si usciva. In
casa, una meraviglia: Gaetano
mi aiutava persino nelle faccende domestiche, chiedeva il ' mio
parere se c’era da prendere una
decisione, insomma ero felice...
Poi giunse la notizia che era
morto mio suocero : Gaetano
era il maggiore di tutti i figli, e
la madre le rivoleva vicino, secondo lei avevano bisogno di im
altro capofamiglia s di un aiuto
finanziario. Pu una decisione difficile, ma alla fine cedemmo; anche i miei soffrivano nel sapermi lontana, così, ci licenziammo
entrambi e tornammo in Piemonte. Presto iniziarono i guai;
eravamo scontenti, soprattutto
mio marito. Aveva trovato un
nuovo lavoro ma non gli piaceva, un po’ per volta diventò intrattabile, cominciò a licenziarsi, a cambiare posto sempre più
sovente e a fare dei debiti, non
era più l’uomo serio e gentile
che avevo conosciuto. Provavo a
parlargli, ma non mi ascoltava;
adesso che abitavamo vicino alle nostre famiglie si vergognava
di darmi una mano in cucina, e
non voleva più uscire la sera
con me, portarmi in giro... Proprio una metamorfosi.
— Tu lavoravi?
— Si., una trattoria mi ,<^veva
assunta come cameriera : lavoravo un po’ in sala e un po’ in
cucina. Se non ci fosse stato il
mio lavoro non so come ce la
saremmo cavata, Gaetano rimaneva disoccupato anche per lunghi periodi e quando guadagnava qualcosa ne dava una buona
parte a sua madre, so.stenendo
che era vedova e come figlio più
anziano aveva il dovere di aiutarla. La mia vita non era facile ;
il dialogo con mio marito si affievoliva sempre più, anche se
facevo del mio meglio per ca
pirlo e per sopportare i suoi colpi di testa. Si indebitava qua e
là, c’era gente che veniva, a cercarmi a casa per chiedermi soldi, a volte a metà mese la mia
paga era già sparita. E poi si era
fatto degli amici strani, brutti
ceffi, persone che credo non fossero del tutto a posto con la
legge.
— Ti sei mai confidata con
qualcuno, cercando un aiuto, un
consiglio?
— Beh, i miei capivano che
c’erano dei problemi, ma preferivo non informarli per non dar
loro preoccupazioni; spesso ho
parlato con le amiche, con dei
conoscenti... Tutti mi hanno
ascoltata, ma con poca partecipazione, se devo essere sincera:
c’era molta curiosità, voglia di
sapere, ma volontà di aiutarmi
zero, dicevano che non volevano
immischiarsi, che ognuno deve
far fronte ai propri affari da
,4olo, che tutti abbiamo le nostre
grane. Quando le cose tra me e
Gaetano si sono messe proprio
male certi « amici » hanno addirittura smesso di venirci a trovare, se ci vedevano per strada
cambiavano direzione. Eppure so
che parecchie donne dei dintorni avevano i miei stessi guai,
avremmo potuto essere solidali
tra noi, darci una mano, se non
altro parlare, ma loro jsi vergognavano ; ascoltavano le mie confidenze, ma sui fatti loro silenzio.
— Quando hai scelto il divorzio?
— Non ho deciso io : mi rincresceva separarmi,, avrei voluto
provare ancora altre strade, dopo tanti anni passati insieme/ Divorziare per me era come ammettere di aver fallito, mi sembrava grave fallire nella famiglia, negli affetti; poi mio marito ha cominciato a sparire per
settimane, nessuno sapeva o voleva dire dove si trovava. Ho sa
PICCOLE STORIE
puto che aveva un’altra donna,
da lei aveva avuto un bambino:
ne abbiamo parlato e ho capito
che non c’era più nulla da fare
per la nostra unione. E’ stata
una storia molto triste e squallida.
— Cosa provi ora?
— E’ difficile dirlo : all’inizio
ho dato tutta la colpa a lui, adesso capisco che qualche torto c’è
stato anche da parte mia. Avrei
dovuto essere più energica, rivendicare i miei diritti fin dall’inizio, da quando ho lasciato
malvolentieri la Toscana; ho
sempre sopportato, cercando di
essere comprensiva, tenendomi
la rabbia dentro, spesso mi è
mancato il coraggio di opporre
la mia volontà alla sua. Gaetano
aveva delle buone qualità, ma
era debole : si è lasciato pilotare dalla famiglia, dalle amicizie,
forse una donna più volitiva
avrebbe potuto aiutarlo meglio,
io ero passiva, silenziosa, forse
per questo ha smesso di considerarmi, sapeva che accettavo
tutto senza ribellarmi, e per di
più lo mantenevo quando era il
caso. Certo deve avere dei grossi problemi anche lui; si è già
separato anche dalla madre del
bambino, forse è proprio immaturo per le responsabilità familiari. Inoltre penso che sotto certi aspetti siamo ancora indietro:
quando ci siamo lasciati è scoppiato il finimondo anche tra la
mia famiglia e la sua, che erano
state sempre in ottimi rapporti, sono volate parole grosse, accuse, un macello.
— Cosa farai adesso?
— I miei parenti mi hanno
trovato un lavoro nel Sud: vado
giù, per qualche tempo voglio
lasciarmi tutto alle spalle e non
pensare più al passato. Non sarà facile rifarmi un’esistenza, mi
rimarrà la paura di sbagliare ancora, l’insicurezza, i brutti ricordi, ma sono giovane e credo che
la vita possa ancora riservarmi
qualcosa di positivo.
a cura di
Edi Merini
delle nuove generazioni che pur
avendo per la loro preparazione
degli strumenti in più, di fronte
ai molteplici aspetti di questa
società industriale in crisi sono
molto più fragili.
« Oramai — diceva il pastore
Toum — ogni 5 anni ci troviamo di, fronte ad una generazione diversa. Per i giovani unionisti attuali i racconti uditi questa
sera parlano di cose che sono,
per loro distanti nel tempo come la storia del Generale Beckwith. Ciò nondimeno, visto che
hanno deciso di fare una rievocazione storica dell’Unione dei
Coppieri, accoglieteli ed aiutateli
quando verranno ad intervistarvi ». C’è quindi ancora qualche
cosa che le vecchie e le nuove generazioni possono fare insieme.
Con un caloroso applauso di
ringraziamento a Silvio Martinat che ha promosso l’iniziativa
con l'augurio di programmarne
un'altra non troppo lontana nel
tempo, e con una bella serie di
canti si concludeva la serata.
A. L.
Teatro
NeH’ambito della Stagione di prosa
1982/83 « Piemonte a Teatro » si ter
ranno presso il Cinema Teatro Lusernese, due spettacoli organizzati dal Teatro Stabile di Torino.
il calendario è il seguente:
Sabato 29 gennaio; « Senza trucco, tutta in nero » - Teatro Aperto.
Mercoledì 9 marzo; » A volte un gatto... ” - Compagnia Pesci Banana.
Prezzo dell'abbonamento: Adulti L.
12.000; giovani fino ai 18 anni L. 9.000;
costo del biglietto singolo per ogni
spettacolo L. 6.000.
Vendita abbonamenti: Luserna S. Giovanni: Bottega della Porta. C.so De
Amicis 42; Torre Pellice: Ufficio Turistico, Via Caduti Libertà 1 bis - Comunità Montana, Piazza Muston 3,
Dibattiti
PiNEROLO — Il P.C.I. della zona di
Pinerolo organizza:
Giovedì 27 gennaio alle ore 15 un incontro sul tema: La stangata è antidonna: i provvedimenti del governo Pantani ed i servizi sociali. Parteciperà Livia Turco, responsabile femminile dèlia
federazione.
Lunedì 31 gennaio alle ore 21 un incontro sul tema: Dal compromesso storico all'alternativa democratica. Renzo
Gianotti, segretario della federazione di
Torino risponderà a Aurelio Bernardi,
Isq De Maria, don Vittorio Morero, un
esponente del P.S.I. Seguirà un dibattito
con il pubblico presente.
Gli incontri si tengono nei locali del
P.C.I. corso Torino 18, Pinerolo,
In un mare dì verde, in un^oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa trcmquilla aperta tutto l'anno
Facilitazioni per lunghi perìodi di permanenza
Saloni per banchetti nozze
Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367
TORRE PELLICE
11
28 gennaio 1983
cronaca delle Yallí li
SULLE RECENTI
PUBBLICAZIONI
DELLA CLAUDIANA
Vorrei fare alcune osservazioni a proposito delle recenti pubblicazioni della
Claudiana, sulla base dell'esperienza di
diffusione fatta a San Germano:
Valli nostre: il calendario continua a
riscuotere un certo successo, anche se
il formato ne limita in parte la diffusione. Alcuni hanno fatto notare, non senza una certa ragione, che coll'aumento
notevole dei costi di spedizione, hanno dovuto rinunciare ad inviarlo ad
amici e parenti all'estero, dato ohe il
porto si' avvicina al costo del calendario. Varrebbe forse la pena di prevedere un formato più piccolo, limitando la
larghezza a quella delle fotografie ed
incolonnando sotto, date ecc. Non posso che rallegrarmi per la presenza di
un'immagine destinata a ricordarci che
la nostra Chiesa fa parte della Comunità Evangelica di Azione Apostolica,
meno significativa, forse, quella dei
funghi.
— Bene per il libro di racconti La
inatta del PIz. Ci vorrà un po' di tempo per riabituare i membri di chiesa al
fatto che questo tipo di pubblicazioni
per ragazzi è di nuovo presente nel catalogo Claudiana. Tuttavia va detto che,
specialmente per questo primo volumetto, si sarebbe dovuto fare uno sforzo
maggiore per le illustrazioni. Ormai i
ragazzi sono abituati a libri ben più illustrati. Perché non aver fatto uno sforzo maggiore in tal senso, rinunciando
magari a pubblicare « Scoutin » che —
sia detto senza alcun malanimo nei confronti degli amici delle Langhe! — a
vrebbe potuto ancora aspettare, specie
data la sua caratteristica di compilazione più che di vero e proprio quadro
ragionato d'insieme di quella zona.
— Molto buona la presentazione del
volume sui Negro Spirituais, sia come
contenuto, sia come illustrazioni. Peccato che sia giunto troppo tardi in libreria. Peccato anche che la copertina
non sia delle più resistenti, tendendo
a deformarsi. Comunque sia, un pregevole contributo alla comprensione
dei canti dei negri d'America. Buona la
presentazione del libro a Telepinerolo.
— Infine una nota dolente: se è vero
che l'Innario cristiano è esaurito e che
non si intende ristamparlo si tratterebbe di una decisione grave per le nostre chiese. Si tenga conto dei problemi creati dalla presente edizione e del
fatto che molti inni pregevoli non sono
ancora conosciuti da tutti i membri di
chiesa. Se si vuole pubblicare qualcosa di nuovo si faccia un volumetto a
parte che affianchi ma non sostituisca
l'Innario attuale.
Giovanni Conte
PER NON ESSERE
FRAINTESO
Vorrei fare alcune brevi precisazioni
circa la mia lettera di critica ai comitati per la pace e, senza peraltro aprire polemiche, qualche osservazione alla risposta di Luciano Deodato (vedi
Eco delle Valli del 14.1.'83 «fare la
pace è bello »).
Mi pare di essere stato frainteso,
non intendevo distribuire alcuna patente al PR, parlavo di « coerenza evangelica », un evangelico che vota PR lo
trovo coerente, ma se vota DC noti lo
è più, questo è ciò che intendo, giustamente Deodato dice « di Cristiano ne
esiste già un partito e basta e avanza ». Un protestante, un valdese, un
evangelico prima che negli uomini crede a Dio, su questo non ci sono dubbi,
però 0 non vota, o se lo fa, non può
certamente scegliere un partito che di
fatto opta per una politica di guerra e
di armamenti!!! In questo senso erano
volte le mie parole. Sono d'accordo su
quanto dice Deodato nella seconda parte della sua risposta, ma non si può
fare una scelta chiara e limpida nello
spirito e all'atto del voto fare il contrario, sperando poi che i vertici dei
partiti eletti dopo aver fatto le loro
scelte sul piano politico, diano ascolto
alle manifestazioni dei vari comitati.
Intanto Deodato non ha avuto il coraggio di dire per chi vota. Il digiuno,
certo che ne capisco il valore e mi
addolora profondamente quando è solo
ricordato con una dieta salutare di 24
ore.
Attilio Sibille, Torre Pellice
ABBONAMENTI
1983
Annuo: minimo L. 18.000
Semestrale: minimo » 10.000
Estero » 35.000
Sostenitore » 36.000
P
E
R
L
A
V
0
S
T
R
A
P
U
B
B
L
1
C
I
T
A’
SCALE A CHIOCCIOLA - RETRATTILI - FINESTRE PER TETTI VELUX
PORTE PIEGHEVOLI ■ BOX DOCCIA - CONTROFINESTRE
BASCULANTI IN LEGNO - PORTONCINI INGRESSO ESTERNI
controinfissi in alluminio
Risparmio del 30% sul riscaldamento
Elimina totalmente gli spifferi d arla
Arresta l'Infiltrazione della polvere
Aumenta l'Isolamento acustico
Protegge I serramenti esterni
Abbellisce l'estetica della casa
È pratica ed economica, nelle
giornate di vento le antlne
saliscendi non sbattono
Si può applicare alle
finestre che hanno gli
scuretti esterni
È brevettata ed ha la zanzariera
saliscendi incorporata di serie
viene fornita ed installata già
con II vetro
Telefonare
in tipografìa
ogni lunedì
ore 9 • 17.30
tei. 91.334
^favout
RISPARMIARE
SUL RISCALDAMENTO SI PUÒ
via Torre Pellice, oo
Telef. (0121) 59.690 - 90.818
BRICHERASK) (TO)
orario: 8-12 /15-19 aperto anche il sabato
Pro Asilo dei vecchi di
Luserna San Giovanni
Doni pervenuti nel mese di dicembre
L. 5.000: Reynaud Lea (osp. Asilo):
Giorgiolé Ester (Livorno) ; Lea Reynaud
(ospite Asilo).
L. 8.000: Maccagno Paolo (Torino),
L. 10.000. Albertina Bertalot Berlin, in
memoria del marito (Torino); Enrica Malan Benech, In mem. di Emilia Monti;
Pens Luigi (osp. Asilo); Reynaud Lea
(osp. Asilo); Lily e Elsa Castagner (Como); Graziella Revel, in mem. di Pons
Hélène; Danna Elda ved. Botta; Rivoira
Paola in mem. di Bosio Laura; Magliana
Lidia (Torino); Rivoir ^Margherita (osp.
Asilo): Malan Liliana, in mem. di Eiena
Pons.
L. 15.000: Planchon Costanza; In m.
del caro nonno Gustavo Pons, Renzo
Monnet|6 famiglia; In mem. di Pons
Gustavo, la moglie Ermelinda Maria.
L. 20.000: Rita e Alberto Bouchard,
in mem. di Mimi Monti; Romano Alfredo (S. Secondo); Gay Lidia (osp. Asilo);
Cesari Elide,in mem. del marito; Adriana
Granata e Jane' Goff, in mem. di Michelin Laura; Nelly Zecchin (Venezia);
Anna Malanot Alliaud, in mem. dei suoi
cari; Malan Emilio; Monnet Renato e
Wanda; Susy, Denise e Paolo Chiavia,
in mem. dì Gay Stefano; Nelly e Giovanni Saragosi; Merkii Hanny (Svizzera); Pens André e Livia, in mem. di.
Pons Elena; Elvina Colucci, in mem.
di Letizia Salvarani; Corsani-Belloa S.
L. 25.000: Laura Long Lodi, in mem.
Emilia Long Monti; Livio Gobello, in
mem. di Mimi Monti; Maria Martinat, in
mem. di Nini Garrou (Torino); N. N.
L. 30.000: Albarin Anna, in mem. del
marito; Italo Pons, in mem. di Lo Bue
Beniamino; Chiesa Evang. Valdese di
Susa; Cercenà Francesco (Bibiana);
Pons Tourn Edi; Norther Rodolfo (Torino); Bianca e Aldo Richard; Etienne,
Clementina e Rina Poét, in mem. di Eugenio Rostan; Olga Odin Pons, in memoria del marito Pons Ernesto; Adele
e Eugenio Long, in mem. di Emilia
Monti.
L. 40.000: Giordan Emma (osp. Asilo);
In mem. di Aldo Pellegrin, le cugine
Maria e Germana Toscano.
L. 50.000: Edmondo e Lina, in mem.
del papà; Riederman Mario e fratello,
in mem. di Riccardo Acunzo; Martani
Raffaele; Nel primo anniversario della
dipartenza della cara Luisa Bounous in
Cambellotti, il marito Vanni ed il figlio Ezio in ricordo con immutato
affetto; Alda Albarin Toselli, in mem.
della cara cugina Lilly; Malan Sapei
Maddalena, in mem. dei suoi cari (osp
•Asilo): Chiavia Stefano (osp. Asilo)
Meynet Mario; Famiglia Coi'sson-Ma'
thieu, con riconoscenza; Costanza e
Roberto Peyrot, in ricordo della cugina
Elena Ippolito Ayassot; Lega Femminile Valdese di Como; Lucia Morello
(Torino).
L. 60.000: In mem. di Gaydou Guido,
Paola e Malvina; Adriana Albarin, in
ricordo della cara cugina Lilly.
L. 70.000: Florence Nieish (USA).
L. 75.000: U. F. di Pinerolo, In mem.
di Ester Fratni, Elda Gay ed Emilia
Monti.
L. 100.000: N. N., in mem. di Linette
'Monastier; R. I., con riconoscenza; Irene Bertot; Unione Femminile della Chiesa di Piazza Cavour, Roma; Iolanda Rivoiro Pellegrini, in ricordo di mia madre (Torino); Angela Griffa Marino (Torino); Eugenia e Elio Borione, in mem.
della cara amica Mariuccia Jon Scotta
(Torino); Famiglia Lodi.
L. 150.000: Laura Monastier, in mem.
del papà, della mamma e di Linette: In
■mem. di Arturo Balma, le amiche di
Ester: Elena Monnet, Alda Visca, Iole e maman Magliar, Mimi Travers, Itala
Beux, Renata Fornero, Germana Chiattone, Maria Monge, Itala Serafino e
Nelda Rostagno.
L. 180.500: In mem. di Laura Gras v,
Michelin Lausarot, i colleghi della figlia.
L. 200.000: Famiglia Dahnà.
L. 238.941: Chiesa Valdese di Rio
de la Piata.
L. 280.000: J. e E. Montaldo (N.Y.USA).
L. 500.000: Ing. Edoardo Almagià, in
•mem. della Sig.ra Emma Rivoira (Roma).
L. 2.085.040: Comité Vaudois Vallon
(Olanda).
L. 7.569.580: iTimessa I.C.A. per restauro Asilo.
Pro Ospedale Valdese
di Torre PeIJice
Doni ricevuti in memoria del Dr. Guido
Boccassini.
L. 50.000: Personale Rifugio Carlo Alberto, Luserna S. Giovanni.
L. 194.500: Personale CIOV e Ospedale valdese di Torre Pellice.
L. 275.000: Gli amici di Torre Pellice:
Nini e Piero Boèr; Laura e Giuseppe
Reinaudo; Micol Adriana; Paschetto
Edgardo e Lydia; Armand Hugnn Olandine; Bounous Hélène e Ugo; Lilia e
Giovanni Mourglia; Renarto e Maria Tamietti; Domenico e Nini Sereno: Luciana e Aldo Vola; Jolanda Rivoiro Pellegrini; Botturi Guido e signora; Armand
Ugon Renata e Ermanno; Tomasini Rodolfo e Jole; Eynard Jouve Anita; Ugo
e Lea Luise; Ferruccio e Piera Pellenc;
Nino e Eldina Messina; Bianca e Franco Sappé; Jouve Olga e Mario.
(Segue).
RINGRAZIAMENTO
(( In pace io mi corìcherò e in
pace dormirò, perché tu solo, o
Eterno, mi fai abitare in sicurtà »
(Salmo 4: 8)
Alberto, Franco e Luciano ringraziano quanti sono stati loro vicini in
occasione della morte della loro cara
Giuseppina Long in Rivoira
Pinerolo, 17 gennaio 1983
RINGRAZIAMENTO
Le soreUe ed H cognato del compianto
Secondino Beux
porgono un sentito ringraziamento
al dr. Bertolino, al pastore di PramoUo
Thomas Noffke, ai vicini di casa, all’Associazione Comjle Ex Internati, alla
Croce Verde di Porte e a tutte le persone che hanno preso parte al loro
grande dolore.
S. Germano Chisone, 15 gennaio 1983
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta :
Sala Giulio, via Belfiore 83 - NicheUno - tei. (011) 6270463 - 6272322.
SANREMO affittasi annualmente alloggio mobiliato 2 camere servizi
zona signorile. Tel. 0121/91310
CERCASI apprendista decoratore anche primo impiego. Telefonare per
appuntamento Impr. Areh. Ronfetto.
0121/91907.
USL 42 • VALLI
CHISONE-GERMANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 30 GENNAIO 1983
Rinasca: FARMACIA BERTORELLO
- Via Nazionale, 29 - Tel. 51017.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 43- VAL PELLICE
Guàrdia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Val
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Maurlziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 30 GENNAIO 1983
Torre Pollice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica, 22 - Tei. 91328.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.288.
USL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
12
12 uomo e società
28 gennaio 1983
NICARAGUA
La resistenza dei Miskito
Lo straordinario
Starno lieti che il presidente Pettini abbia corretto il
lapsus del suo discorso di -fine anno, quando parlando di regimi che non rispettano i diritti umani inserì il Nicaragua
(invece del Guatemala) tra Cile e Salvador. Il governo sandinista non infatti èsser messo sul piano di regimi basati
sul genocidio e la repressione sistematica. Tuttavia non possiamo dimenticare che un problema di discriminazione e oppressione esiste anche in Nicaragua. Pubblichiamo perciò volentieri questa corrispondenza su un argomento che già in
passato abbiamo segnalato.
La pubblicazione deH’appello
(Ec^Luce 1/83) dell’Associazione
Italia-Nicaragua per denunciare
il pericolo di invasione che minaccia la Repubblica sandinista,
ci dà l'occasione per ricordare
che il problema del Nicaragua è
un problema di decolonizzazione, ma non soltanto tra il « popolo del Nicaragua » e gli « imperialisti americani », ma soprat. tutto tra il vero.popolo colonizzato, aborigeno, e gli attuali colonizzatori latino-americani. Si
iparla e si scrive molto della liberazione del Nicaragua, ma si
tace resistenza di un popolo indigeno che sino ad oggi ha rifiutato, e rifiuta, l’assimilazione,
cioè la perdita della propria identità sociale e culturale.
L’identità
I Miskito ebbero un proprio
regno, che fu « indipendente »
(ma protettorato inglese) sino al
1860 (trattato di Managua) ed
« autonomo » entro il Nicaragua'^
sino al 1894, quando venne annesso alla Repubblica. La lingua
Miskito (gruppo Chibgha) è l’unica aborigena ancora vitale in
Nicaragua, ed è usata come lingua franca anche da altri indios
e meticci. I Miskito, con le residuali nazioni indie finitime della
costa atlantica, hanno aderito alla rivoluzione con il Misurasata
(organizzazione sandinista dei
Miskito, Sumo e Rama) ed inviato liberamente a Managua propri rappresentanti che, però, sono stati poi sostituiti da altri di
nomina governativa, scelti tra
gli inurbati. Dichiarazioni come
quelle di Carlos Carrion (membro dell’assemblea sandinista) e
di William Ramirez (ministro
per la fascia atlantica, v. giornale « Libéfation » del 9-2-1982) rivelano chiaramente che la politica governativa è di considerare
gli Indios alla stregua degli altri
proletari del Paese, soltanto un
po’ più « ritardati » nella coscienza rivoluzionaria, anche perché
la lotta di liberazione si è svolta principalmente lontana, sulla
costa pacifica. Inoltre, trovandosi in una zona di frontiera con
l’Honduras, continuamente minacciata di invasione e anche
percorsa da incursioni di somozisti e mercenari al servizio delrimperialismo e della reazione,
si è ritenuto necessario il « trasferimento » delle popolazioni indie dalla loro regione tradizionale.
In realtà, gli Indios rifiutano
il piano di sviluppo imposto da
Managua, intendono rimanere
proletari « diversi » per lingua,
cultura, organizzazione sociale
e non « eguali » ai « Ladinos »,
rivendicando anche l’antica perduta autonomia, e per nessun
motivo accettano di essere deportati. E così « resistono ».
Alla conferenza delle Organizzazioni Non-Governative (UNESCO) sui Popoli indigeni e la terra, tenutasi al palazzo delle Nazioni di Ginevra nel settembre
1981, si confrontarono pubblicamente la delegazione del Misurasata ed il rappresentante ufficiale del Governo sandinista,
Lumberto Campbell, il quale,
bersagliato dalle domande degli
Indios delle altre nazioni delle
tre Americhe, ammise che ci furono degli errori da entrambe le
parti e che la politica sandinista
sarebbe stata rivista nei confronti dei Miskito. Poco prima la rivista Akwesasne Notes, edita tri
mestralmente dalla Comunità
pellerossa Mohawk d’Akwesasne
(Stato di New York, USA) aveva
pubblicato l’intervista con Amstrong Wiggins, già delegato della Nazione Miskito alla conferenza di Ginevra del 1977, collaboratore del movimento sandinista
e poi arrestato dal Governo rivoluzionario e quindi rilasciato in
seguito alle violente proteste degli aborigeni. La comunità pellerossa di Akwesasne è ben nota
per le lotte di rivendicazione indiane contro il governo degli
USA, ha suol leaders nelle galere americane e non può certo
essere sospetta di intesa con gli
imperialisti: da questa rivista, si
manifesta la delusione di vedere
il governo sandinista allineato
con quello degh USA e del Cile
nel negare l’esistenza delle Nazioni indiane.
La repressione
Malgrado le promesse di una
diversa politica, la repressione
anti-indiana in Nicaragua continua. Alla « Giornata di Solidarietà con le Popolazioni Amerindio » svoltasi a Parigi lo scorso
9 ottobre (anniversario dello
sbarco di Colombo), Brooklin Rivera, coordinatore generale del
Misurasata, ha denunciato questi fatti recenti:
— Prinzapolka, febbraio 1981, 4
indigeni assassinati dalla polizia sandinista.
— Leimus, dicembre 1981, 80 indigeni catturati, di cui 15 fucilati. Si ignora la sorte degli
altri.
— Tungla, 2 maggio 1982, uccisione del pastore Efrain Wade
dei « fratelli moravi ».
— Karata, luglio 1982, altri 10 indigeni, membri della famiglia
Francis, sono « desaparecidos ».
— Kuamatla, 4 agosto 1982, è as
Strumento
di dominio
(segue da pag. 7)
nali danno grande rilievo alla
pratica religiosa del capo della
giunta. (ADISTA 12.7.’82).
In agosto ha di nuovo dichiarato: « Sono uno strumento di
Dio, un servitore del Signore » e
ha aggiunto che quando non lo
pensava e si era dedicato a una
scuola biblica, è giunto improvvisamente alla presidenza del G.
essendo stato chiamato dai suoi
compagni d’armi. Ciò dimostra
« che il Signore lo ha collocato
nel luogo dove ora si trova, perché Dio, nella sua onniscienza,
conosce il momento esatto per
ogni cosa ».
Ogni domenica Rios Montt
compare senza preavviso alla radio e alla televisione per un
<! sermone » in cui richiama i cittadini all’«obbedienza familiare»,
alla « purezza matrimoniale » e
alla «difesa dei valori occidentali di fronte al comunismo ». (ADISTA 23-25.9.82).
Ovviamente tutto questo ha
alienato dal dittatore ogni simpatia da parte della gerarchia
cattolica con cui egli è in rotta.
Il fratello, Mons. ^ios Montt, è
stato costretto ad abbandonare il
suo paese. (ADISTA 20-24.12.82).
sassinato il fratello moravo
Lat Willis.
— Sandy Bay Tara, luglio 1982,
bombardamento aereo con
conseguenti, feriti tra le donne ed i bambini.
— Walpasika, agosto 1982, fucilazione di donne e bambini.
La proposta
Oggi che il Nicaragua è sempre più minacciato sin nella propria esistenza, sembra che l’unica soluzione sia il riconoscimento, da parte del Governo sandinista, delle Nazioni indiane e dei
loro diritti di determinarne lo
sviluoDo;’ il bilinguismo ufficiale
Castigliano-Miskito (del resto,
anche la Bolivia ed il Perù riconoscono il Quechua come lingua
ufficiale) e l’insegnamento della
lingua materna nelle.scuole della Miskizia; da parte degli Indios, la conseguente lealtà nei
confronti di tutto il popolo del
Nicaragua, e per esso del governo sandinista. Ciò produrrebbe
un’alleanza rivoluzionaria che
convincerebbe gli Indios a legare la difesa dei propri interessi
nazionali alla sorte della rivoluzione; essi stessi sarebbero i più
strenui difensori del' territorio
minacciato d’invasione e, da strumento delle trame reazionarie
ed imperialiste, diverrebbero un
potente alleato del libero Nicaragua. Nel contempo, tutte le
Nazioni indiane delle Americhe
guarderebbero con maggior fiducia alle lotte anti-imperialiste
guidate da « Ladinos ».
Tavo ^urat
(dell’Ass. Intero, per la Difesa delle Lingue e Culture Minacciate, AIDLCM)
Fonti delle informazioni :
— Akwesasne notes, Mohawk Nation, Via Roosevelton, New York
13683, USA.
— Diffusion INTI pour diffuser
l’information sur les Indiens des trois
Amériques, 37 rue Meslay, 75003 Paris, France.
— « Etnie », Viale Bligny 22, 20136
Milano.
(segue da pag. 1)
straordinario con l’essere diversi. Hanno percepito questo come
un tentativo di fondare la nostra realtà evangelica di singoli
e di chiesa su un determinato
modo di essere anziché sul Cristo. E hanno programmaticamente rinunciato ad essere diversi:
il nostro compito — hanno detto
più o meno — non è di differenziarci ma di identificarci in tutto
ciò che è umano, non avendo soluzioni cristiane per i problemi
dell’insieme dell’umanità.
Anche questa è una via pericolosa. La via della nostra presenza non differenziata accanto
ad altri può portare ad una riduzione della testimonianza: essa rischia di consistere semplicemente nel fatto di esser presenti
come credenti anziché appartati,
di essere chiesa che dialoga anziché chiesa che rifiuta, di essere cristiani non diversi, e quindi vicini, disponibili, anziché cristiani che si vogliono diversi e
sono quindi lontani. Questa linea
può essere sintetizzata in uno
slogan che ha avuto molto corso
nel Consiglio Ecumenico delle
Chiese: « è il mondo che detta
l’ordine del giorno dei nostri lavori ». Il che è una giusta medicina contro il pericolo dell’evasione spiritualistica e contro la
dimissione della responsabilità
nei confronti del mondo. Ma se
il rifiuto della specificità dei credenti li appiattisce su un umanesimo programmaticamente non
diverso da quello della parte migliore della società post-cristiana, c’è da chiedersi se è davvero
raccolta la sfida di Gesù riguardo allo straordinario o se esso
non è stato indebitamente estromesso dal Sermone sul monte.
La diversità degli altri
C’è qualcosa che accomuna
queste due posizioni con le loro
difficoltà e il loro rischio di infedeltà: il fatto che in ambedue
i casi lo straordinario è identificato con l’essere diversi (nella
sua affermazione o nel suo rifiuto) e quindi riferito a noi stessi,
alla nostra diversità o non diver
Doni Eco - Luce
DONI DI L. 2.000
Avigliana; Villa Grazialma — Alvignano: Florio Arnaldo — Buttigliera
Alta: Barberis Erma — Bordighera: Jalla Ermanno — Angrogna: Co'isson Maria, Coisson Stefano, Long Eldina, Buffa
Emilio, Rivoira Walter, Malan Rivoira
Susanna, Malan Elmo, Monnet Ida, Buffa Elvino, Buffa Enrichetta — Catania:
Giacinto Lidia — Abbadia Alpina: Bounous Silvio, Genre Bruno — Bricherasio: Fornerone Stalle Caterina — Genova: Rastello Sergio, Bounous Amelia,
Ribet Anita, Volpi Olga, Falanca Rosa
— Foggia: Ventrudo Lorenzo — Rho:
Dalla Fontana Guglielmo — Aosta: Tartaglione Nicola, Marzone Ercole, Wiflermoz Graziella, Resburgo Luigi, Rocca
Silvia, Marconi Mario — Pomaretto: Vinçon Tron llda, Griglio Gino, Bouchard
Elvira, Baret Federico, Grill Speranza,
Lageard Elsa, Martinat Enrico, Ribet Renato, Georg Aldo, Prandini Giovanni,
Ribet Rern'o —^ Perrero: Pascal Carlo —
Perosa Argentina: Tron Lino, Travers
Pugliese Esterina, Paolasso llda, Voiat
Bartolomeo, Clot Levy — Merano:
Schenk Jolanda — Mentoulles: Clapier
Elsa — Pinerolo: Garrou limes, Rostan
Eva, Roccione Davide, Rivoire Paolo —
Roma: Castorina Luigi, Mandola Francesco, Duprà Franco — S. Maria di Catanzaro: Chiarella Luigi, Chiarella Domenico — Sesto S. Giov.: Cavagnano
Luciano — Taranto: Campi Ercole — Milano: Morgon Cengiarotti Bice, Messa
Camilla, Pace Pietro, Malan Liliana —
Albenga: Basso Giobatta — Bobbio Pellice: Gay Wilma — Brescia: Della Torre
Ermelinda — Collegno: Necchio Ferruccio — La Spezia: Rosi Giuseppina
— Inverso Rinasca: Beux Emma, Long
Attilio, Coucourde Teofilo, Ghigo Amelina, Beux Nadina. — Luserna S. Giovanni: Baridon Alberto, Muraglia Margherita, Dalmas Maria, Gay Enrico, Revel Elena, ReveI Graziella, Martani Raffaele, Benigno Maria Luisa, Gaydou Ada,
Bertalot Nadia, Robba Evelina, Grand
Pietro, Clot Enrico — Pinerolo: Pogliani Dina, Mazumder Marcella, Cómba llda, Giai Resiale Piera, Godine Guido —
Perrero: Pascal Gustavo, Pons Margherita, Ribet Yvonne, Massel Aldo — Roma: Melile Calvino Alma, Di Stefano
Adriana — S. Antonino di Susa: Blandino Ivo, Suppo Daniele — S. Secondo:
Camera Alfredo, GardioI Ada, Valenti
Agostino — Torino: Fam. Jalla, Martinat
Maria, Imazio Piero, Piovano Marco, Rostagno Amedeo, Ranieri Edmondo, Salma Alice — Torre Pellice: Coisson Mathieu Ida, Berger Rosalba, Tron Giulia,
Frache Èva, Frache Bruno e Marina, Frache Carlo, Depetris Malan Nella, Chiavia Giovanni, Jouve Alice, Jourdan Enrico, Jourdan Elena — Trieste: Friis Ingrid, Lautieri Maria — Fiorano: Abrotine Bellino Anna — Montepulciano: Revel Mirella — Ivrea: Vitali Cinzia, Girodo Ester — Vado Ligure: Armosini
Maria — Villar Perosa: Bertin Claudio,
Martinat Giulio — Verbania Intra: Marini Regina — Napoli: Morra Alfredo
— Mogliano Veneto: Avanzi Renato —
Reggio Calabria: Carrise Santo — Forano: Scarinci Emilio — Luino: Salasso
Maria — Massello: Barai Emanuele —
Milano: Tescari Cecilia, ’Bernini Alda
— Nichelino: Actis Angelo — Dovadola:
Guidi Giovanni — Prali: Ferrerò Emilio, Grill Germano, Grill Alessio Luigi
— Germania: Scherffig Emanuela — Cinisello B.: De Walderstein G.
sità rispetto agli altri. Lo straordinario invece non può che essere riferito al Cristo, al suo modo unico di rapportarsi agli altri, alla sua capacità di essere
per gli altri. Lo straordinario si
trova dunque lungo la via del
seguire il Cristo, dell’ubbidienza
concreta, lungo la via della croce.
Non può essere perseguito come
uno scopo, perché altrimenti si
esce dalla via della croce. Né può
essere ignorato, perché altrimenti ci si ritrova fuori dell’ambito dell’ubbidienza. Lo si può
solo riconoscere — nella riconoscenza — après-coup, dopo che
esso, in modo del tutto inatteso
e inspepto, eppure atteso e sperato, è ‘ stato presente nella nostra vita o nella vita di qualcuno che ci sta vicino per un breve momento, per un attirrio della grazia.
Concretamente cosa vuol dire
questo? Non è certo possibile dare formule e ricette. Ma ho l’impressione che dovremmo cominciare dall’indicazione precisa che
Gesù ci dà, e che è la più terribilmente difficile: lo straordinario, o meglio l’ubbidienza, si trova nell’amore per i nemici. Quali nemici? possiamo legittimamente chiederci. Qggi in quanto
chiese evangeliche siamo così
ben accetti come componente
della società, avendo o non avendo speso tempo ed energie per
essere ben accetti, che è possibile che non abbiamo nemici. Ma
anche senza avere chi ci è nemico, abbiamo intorno chi ci è
estraneo, chi è dissimile, chi è
diverso, E l’amore per chi è diverso — qui sì, diventa importante la diversità: non per affermarla o negarla in noi, ma per
accettarla negli altri! — è una sfida permanente con cui siamo
confrontati (anche sulle pagine
di questo giornale!) sia come individui che come chiesa. Pensiamo a cosa può significare l’amore per chi è divergo nell’ambito
politico, sociale, religioso. Per
molti versi si tratt^ di una terra
quasi sconosciuta nella quale abbiamo da addentrarci con fiducia non nella nostra buona volontà bensì nel legame dell’ubbidienza al Cristo.
E in questa terra — facendo
quello che fanno altri o meno,
poco importa — se Dio vorrà,
incontreremo lo straordinario.
Franco Giampiccoli
” L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Coiilitiitb: 'di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Franco
Carri, Dino Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay,
Adriano Longo, Aurelio Penna, JeanJacques Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe • Platone, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278 - c.c.p. 327106 intestato a
• L’Eco delle Valli - La Luce ».
Abbonamenti '83: Annuo L. 18.000,
Semestrale 10.000; Estero 35.000:
Sostenitore 36.000. Gli abbonamenti decorrono dal r gennaio e dal r
luglio (semestrale).
Redazione Valli: Via Arnaud, 25 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modula (mm
49x49) L. 7.000 (oltre IVA).
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna; mortuari
280 - sottoscrizioni 150 - economici
200 e partecipazioni personali 300
per parola (oltre IVA).
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato e « La Luce: fondo di so-'
lidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)