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í Bitliotsca Valäw^ef
i (Torinal TOíñffi SELtlCS
»ELLE mm WJÍESI
Quindicina 1•
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIV — Num. 8
Una copia L. 25
ABBONAMENTI
{
Eco: L. 700 per l'ititeno Eco « Lm Luce: L. iSMO per Tinterno | Sped». abb. pestale II Grappe I TORRE PELLICE 9 Aprile 1954
L. 1200 per l'estere | L. *810 per l'estero | Cambio d’indiriaio Lire 40,— I Ammin. Claadiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17M7
La Santa Ce
n a
COMUNIONE
Il « memoriale » della morte di Gesù Cristo è indubbiamente una
delle grandi realtà contenute nel sacramento della Cena. Non è, però,
la sola ed il significato del sacramento sarebbe troppo ristretto se non
si mettesse in luce un’altra grande realtà, quella della « comunione ».
Nel racconto della istituzione della Cena, come ci è pervenuto nella
I Epistola di S. Paolo ai Corinzi, si leggono infatti queste parole: j
« Il calice della benedizioìve che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è egli la
comunione col corpo di Cristo? » (10: 16).
La comunione è qualcosa di più: essa attesta che il Crocifisso del
Golgota è anche il Risorto ed il Vivente. Egli viene a noi e si dà a
noi, sotto i segni del pane e del vino; noi ci avviciniamo a Lui, riceviamo nella fede i, frutti del suo sacrifizio redentore, abbiamo « comunione » con Lui, che è il cc pane della vita, il pane che discende dal
cielo, affinchè chi ne mangia non muoia » (Giov. 6: 50).
Non si può sejjarare il ricordo della morte di Cristo dai benefizi
che ne derivano per i credenti di tutte le età. Non si deve sottovalutare il fatto che, nella celebrazione della Santa Cena, è presente Qualcuno che è più grande di noi. La nostra « comunione » non è con un
cadavere inchiodato sulla croce, ma con Colui che ha vinto la morte
per noi, con Colui che regna. « Io sono venuto », dice Gesù, « perchè
abbiano la vita e iabbiano ad esuberanza » (Giov. 10: 10).
* * *
La parola « comunione » ha ne! Nuovo Testamento vari significati. Qui, però, essa significa « partecipazione » al corpo ed al sangue
di Gesù Cristo. « La comuniotuì del sangue », commenta Calvino, « è
la partecipazione che noi abbiamo al sangue di Cristo, mentre egli ci
innesta tutti insieme nel suo corpo così da vivere in nei e noi in Lui »,
Accostandoci alla Sacra Mensa, ci nutriamo di Gesù Cristo, non
in senso materiale e carnale, ma per mezzo della fede; accettiamo
i benefizi della sua morte, vale a dire il perdono dei nostri peccati,
invochiamo il dono della Sua vita in noi, per poter dire con S. Paolo:
« Nora sono più io che vivo, ma è CHsto che vive in me » (Gal. 2: 20).
Siamo, infatti, oristimi^^cm misura in cui il nostro
esterna si distingue in qualche cosa dalla normale condotta degli uomini, quanto nella misura in cui Egli vive in noi e noi in Lui. Dice
ancora Calvino: « La Santa Cena è un banchetto spirituale dove Gesù
Cristo ci assicura che Egli è il pane vivificante da cui le anime nostre
sono nutrite e condotte alla beata immortalità ».
Non si può pensare a questa « comunione » se non in uno spirito
di preghiera e di rispetto. Siamo come di fronte ad un mistero. Qui
c’è Qualcuno che si « comunica » a noi e noi « comunichiamo con
Lui », col suo corpo e col suo sangue.
E’ veramente possibile una tale « comunione »? Per poterla comprendere e sperimentare è proprio necessario intendere le parole
di Cristo in senso materiale, come se il pane ed il vino, dopo la consacrazione, contenessero « veramente, realmente e sostanzialmente il
nostro Signore Gesù Cristo », « realmente il corpo, il sangue, Vanima
e la divinità di nostro Signore Gesù Cristo per nutrimento delle anime »? Questo, infatti, insegna la dottrina cattolica romana; ma non
la vera dottrina di Cristo.
Nei sacramento della « Comunione » c’è un mistero profondo,
che la dottrina romana della « transustanziazione » non solo non rivela, ma rende ancora più opaco a causa dell’errore e della superstizione. C’è indubbiamente una « presenza », la presenza del Cristo
crocifisso e risorto, nel momento della « comunione »; non quella di
un pensiero vago o di un fantasma o di un ideale o di :m dio sconosciuto. Quella presenza è vera, è a reale », ma non si materializza e
non è rinchiusa negli elementi della Cena; è attestata in noi dallo
Spirito Santo ed è percepita nella fede. La fede, umile e sincera, vede
la realtà, cioè Gesù Cristo, al di là dei segni visibili; Egli è allora
realmente presente con le sue promesse, con la sua opera redentrice,
con la sua giustizia che ci rende giusti, cioè giustificati, perdonati.
Coloro i quali prendono con fede e per fede il pane ed il vino sentono
la presenza di Cristo e si inseriscono in quella « comunione » spiri,
tuale con Lui che è sorgente e promessa di vita e di salvezza.
Dobbiamo « discernere » con gli occhi della fede il corpo ed il
sangue di Cristo e riverire questa sacra presenza. Dobbiamo resistere
sia alle tentazioni magiche del Cattolicesimo romano, sia alle tentazioni razionaliste e ultra spirituali di coloro i quali negano qualsiasi
presenza di Cristo nel sacramento della Santa Cena.
E’ vero che Gesù ha detto: « Chi mangia la mia carne e beve il
mio sangue ha vita eterna » (Giov. 6: 54); ma è anche vero che ai suoi
discepoli incapaci di intendere rettamente queste parole. Egli ha detto con precisione : « E’ lo spirito quel che vivifica; la carne non giova
a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita » (Giov. 6: 63).
Mangiare la sua carne e bere il suo sangue significa andare a Lui
e credere iu Lui : chi viene a me non avra fame e chi crede in me
non avrà mai sete » (Giov. 6: 35).
* * *
Non occorrono molte parole, adesso, per far comprendere che,
nella Chiesa, la comunione con Cristo deve favorire la <1 comunione
fraterna ». La vita del cristiano non è un fatto isolato; s’inserisce nella
più grande vita della Chiesa d&vé, al tempo apostolico, i primi cristiani erano perseveranti cc nella comunione fraterna e nel rompere il pane » (Atti 2: 42).
Davanti alla Sacra Mensa le distinzioni o le divisioni umane debbono rmonoscere la loro vanità; ciò che veramente conta è la misericordia di Dio che c’invita ad amarci, « poiché chi non ama non ha
conosciuto Iddio » (I Giov. 4: 8). Siamo molti, formiamo un sol corpo, abbiamo un’unica fede, im solo Salvatore, un solo Signore, un
unico pane, uno stesso calice. Dio vuole che ci lasciamo avvolgere nell’atmosfera dell’amore e del perdono. Ermanno Rostan.
Ed essendo Gesu 'j^ Betania, nella
casa di Simone il ^feferoso, mentre
era a tavola, vennér "una donna che
aveva un alabastro olio odorifero
di nardo schietto, gran prezzo; e,
rotto l’alabastro, gUe ne versò sul
capo. ;f--!
’’L’evangelo è un^ibro conviviale:
molte volte abbian^ sorpreso Gesù
nell’atto di godere la compagnia degli uomini, davanti:- ad una mensa
apparecchiata, nel luminoso frastuono delle fe.ste; il sito primo miracolo è stato un dono Jdi nozze; il suo
ingresso nel mondò l’ha compiuto
sedendosi ad una invola; tutta una
zona dell’evangelo : è imbevuta di
questi sapori di viveasde che la Parola di Gesù innalza a metafora del regno”. Ed il convito di Betania s’inquadra Stupendamente nel periodo della passione,
nell’annunziare lu
preparazione dell'eterno banchetto,
ricco di spirituale vivanda e profumato dall’offerta festosa delle anime.
Il gesto della donj^ di Betania è il
vero, autentico gestò-d un’anima redenta, preannunzi ante l offerta del
Cristo e nel contempo l offerta riconoscente e devota dei riscattati del
Regno. Ed il gesto.si compie allorquando il Salvatori:^sta per donarsi,
tutto, per noi. mentre tutti, Pietro
compreso, lo abbandonano, lo ignorano. In quel pauroso cono d’ombra
si proietta la luce radiosa dell’azione
delJligtmta (laniM^afSra a mitigareJa
agonia del Signore. E l’agonia di
Cristo è proprio questa: il deserto
che si crea attorno a Lui per la colpevole apatia e defezione nostra.
Mentre Gesù si accinge a frantumare
la barriera e instaurare un nuovo
rapporto con la creatura umana,
questa Lo tradisce.
’’Cristo è in agonia fino alla fine”
è stato scritto. E questa parola assume un valore preminente, in questo
tempo, in cui si rinnova il deserto
attorno al vincitore del Golgota, si
ricrea dello spazio tra noi e Lui,
nella colpevole ubbidienza e asservimento alle forze tenebrose del
mondo. Per questo, il gesto della
sconosciuta di Betania, assume, agli
occhi del Salvatore proporzioni inusitate, nel momento stesso in cui Gesù, con la Sua Paròla, ne precisa lo
scopo: ’’Lasciatela Stare, ella ha fatto un’azione buona inverso a me; ha
anticipato d’ungere il mio corpo per
la sepoltura”.
La validità del gesto è concreta
per l’inciso: ”ha anticipato d’ungere
il mio corpo per la sepoltura”. Cristo è lo scopo del suo dono. E quando Egli è lo scopo ¿Iella nostra vita,
in senso pieno, assoluto, reale, allora i pensieri, i sentimenti, l’imagi
nazione, l’opera nostra, si colorano
in modo sorprendente; quando, come la donna di Betania, offriamo,
non soltanto un dono ma noi stessi
”in sacrificio, santo accettevole”,
tutto si purifica, si sublima. E compiere ogni cosa per quello scopo,
vuol dire altresì avere incontrato il
Cristo, vuol dire aver conosciuto ”le
compassioni di Dio”, in forza delle
quali tutto si dona per Colui che s’è
donato. Difatti, l’amore, la Carità
senza Cristo si attenua, si estingue:
”e quando distribuissi tutte le mie
facoltà per nutrire i poveri, se non
ho carità, ciò niente mi giova”. Per
questo, Gesù domandava a Pietro
che l’aveva tradito: ’’Simon di Giovanni, m’ami tu?” Soltanto l’Amo
!l [’alabastro di Belaniaì
re di cui Cristo era stato largo, concorreva a ricreare, rifare la vita clelVapostolo, in vista della testimoniànza.
Quando un’anima accoglie l’eterno Amore nel cuòre non è più calcolatrice; non misura più la Carità col
contagocce, non la riduce ad una gelida filantropia o ad una solidarietà
convenzionale, perchè essa deve traboccare, irrompente, in tutte le manifestazioni della vita. Difatti la donna del racconto non bada al valore
nè al peso dell’ alabastro, nè ai ricordi che la collegavano a quel profuuna.^tenzfh
luzionaria, uriche se limitata a dei
gesti piccoli, oscuri, ignoti agli uomini. Il gesto del bicchier d’acqua,
anche se giudicato impotente, agli
occhi di Dio, ha una forza aggressiva, prodigiosa, perchè dato nel nome di Gesù. La carità cessa così di
essere un venerabile cimelio, un po’
di bene tra tanto male, per diventare una forza viva, vittoriosa. In una
bellissima pagina dei ’’miserabili”
il vescovo Benvenuto dice al forzato
Giovanni Valjean: ’Compero la vostra anima. Io la strappo allo spirito di perversità e l’affido a Dio”.
L’amore per quell’infelice aveva
sconvolto il suo cuore e lo preparava
ad un profondo rivolgimento interiore, nel segno del celeste Amore. Gli
uomini hanno dimenticato questa
Potenza: si sono rivolti alle energie
della terra, le hanno scatenate e sono rimasti impauriti, sconvolti. Sono immemori dei benefici sorprendenti della grande Energia, l’amore
del Crocifisso atto a risanare le immense piaghe dell’ uomo ed a riporlo nella comunione con Dio.
A Betania l’amore della donna è
posto allo sbaraglio, irrispettoso di
ogni etichetta, indifferente ad ogni
critica. Un canto, una preghiera, una
sosta nella meditazione, possono essere giudicati cose irrilevanti; il tempo ad essi consacrato, direbbero i discepoli di Giuda, potrebb’essere consacrato al lavoro, all’azióne pratica,
nel diretto interesse ¿Iella società
Eppure gli uomini non sono mai sta
ti così attivi, così febbrilmente dm
pegnati nei problemi della vi(e, in
tesi a risolvere le grandi questioni
sociali: pauperismo, analfabetismo,
disoccupazione ecc. Il loro impegno
ci commuove, ci lascia sorpresi.- Ma
gli uomini hanno dimenticato di qfr
frire i loro doni al Signore: intelligenza, volontà, ingegno, intesi a ricercare innanzitutto la Giustizia di
Dio, manifestatasi sulla croce, , col
Perdono, la Pace, la Gioia, la riconciliazione dell’anima. Gli uomini
hanno ritenuto di
poter vivere senza
la settimana santa, ^
senza il Dono di
Dio, preoccupati soltanto ’’delle altre cose”, apportatrici di paura,
goscia, disperazione.
Il racconto riportato dall’apostolo
Giovanni aggiunge ”ché la casa fu
ripiena del profumo dell’olio”, La
Comunione con il Signore si esprime,
per via spontanea, naturale, là dove
Iddio ci ha posti. Le anime che incontriamo avvertono il profumo ¿Iella nostra testimonianza e ne sono avvinti.^ Il credente anziché parlare
dell’amore che lo ha affascinato, lo
trasfonde, per un fenomeno d’osmosi nel cuore dell’amico, del fratello,
;dleW-uomo della strada. Perchè l’osmosi non s’arresti biso^xa rinnovare ogni giorno la Comunione con il
crocifisso, mediante la preghiera ardente. In fondo, per valermi d’una
imagine orientale, siamo come una
giara di terra; se la si riempie d’acqua senza aver avuto la precauzione
di collocarla in un recipiente ricolmo
d’acqua, dopo qualche giorno essa
evapora. Similmente, se il cuore dell’uomo non è circondato da un’atmosfera spirituale, alimentata dalla
meditazione e dalla preghiera, il
sentimento della Presenza del Signore si attenua ed il cuore è nuovamente sommerso dalle mondane concupiscenze, intiSichisce, s’evapora e
muore.
L’alabastro è stato rotto per Cristo. Il Cristo è stato rotto per noi:
il profumo dell’olio ha riempito una
casa; il sangue di Cristo può raggiungere tutte le case, tutti i cuori.
Accettiamolo in noi, perchè anche
noi, per la Potenza dello Spirito possiamo ’’essere figlioli Suoi; e se siamo figlioli siamo anche eredi di Dio
e coeredi di Cristo, se pur soffriamo
con Lui, affinchè siamo anche glorificati con Lui”.
G. Bouchard.
Convogno dei Monitori a Pinoroio
Venerdì 19 marzo nella mattinata,
ha avuto luogo a Pinerolo ¡1 convegno dei monitori. La giornata è limpida e sono presenti più di cinquanta partecipanti. La riunione ha inizio alle ore nove con un inno seguito
da mi breve culto presieduto dal pastore T. Pons il quale prende ispirazione per il 'suo dire dalle parole
dell’apostolo Pietro: « Voi siete una
generazione eletta, un reai sacerdozio, una gente santa ». Dopo il canto
di un altro inno sÌ prende nota delle
Scuole DomenicaB presenti: Perrero. Chiotti, Pomaretto, S. Germano,
Pramollo, Prarostino, San Secondo,
Pinerolo, Lusema S. Giovanni, Angrogna, Villar Pellice, Rorà e Coazze: di ognuna il Pastore od un monitore espone in breve l’andamento,
il programma, talora le difficoltà e
le perplessità inerenti specialmente
al gruppo dei più'piccoli. Dopo di
I he il pastore Davite tiene un inter,icaantc studio sul sentimento rei.
gioso dicendo che esso è innato nel
bambino per cui anche se un ragazzo
non riceve un’educazione religiosa,
l’istinto religioso si sviluppa ugualmente; qon basta perciò mandarlo
regolarmente alla Scuola Domenicale ed al Catechismo: per portare la
Bibbia, ai piccoli bambini è necessario che i genitori diano il buon esempio e risolvano prima per conto
loro i problemi religiósi. Ci vuole
un contatto continuo fra la famiglia
e la Scuola Domenicale.
Si termina questa prima parte con
un inno ed ha in seguito inizio la
discussione che è presieduta dal Sovrintendente del I Distretto pastore
Roberto Nisbet. Essa si rivela subito
vivace specialmente per quello che
riguarda il materiale per le Scuole
Domenicali; diversi e contrastanti
sono i pareri sui manuali dei monitori, sui libri e foglietti, dei bambini; da alcuni è sentita la necessità
di un ritorno ai quaderni biblici, da
altri quella deU’unificazione dei due
programmi svolti e nelle Scuole Domenicali e nelle scuole di religione
in modo da evitare ripetizioni. Altri
affermano che il materiale è assai
buono ed apprezzato. Questa discussione dura a lungo e non si può concludere in modo esauriente anche
perchè solamente alcune Scuole Dometiicali (Prarostino, S. Secondo,
Pinerolo, Villar Pellice, Chiotti e
Perrero) sono a conoscenza diretta e
sperimentale di una parte o di tutto
il nuovo materiale deUe Scuole Domenicali. Nel complesso una buona
mattinata di lavoro; è mancato un
po’ ai monitori il tempo per conoscersi meglio e fraternizzare.
Paola Rostan
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Cin cardinale soddisfatto
Il Cardinale Crisanto Luqye, ar>
civescovo di Bogotá (Columbia) e
primate della Chiesa cattolica di
quel paese, ha scritto al ministro
degli Interni della Columbia per assicurarlo che le misure governative
che interdicono ogni attività religiosa ed educativa ‘,ai protestanti,
fuori dei loro locali di culto, sono
conformi al dovere del governo che
è di cc proteggere la reRgiene della
quasi totalità dei Columbiani ».
Per maggior chiarezza, ricorderemò^ che le disposizioni governative
prescrivono che nessuno, columbiano o straniero residente in Colum' bia, pastore o laico, « può far opera di proselitismo o di propaganda
fuori dei limiti del locale di culto ».
Ciò premesso, la legge' dichiara che
chiunque (l cittadino columhiano o
straniero residente in Columbia, gode di una completa libertà di coscienza. Queste persone non saranno molestate nè sottoposte a vessazioni, nè in alcun modo impedite
nelle loro pratiche religiose, purché
pratichino gli atti del loro culto nei
locali specificatamente destinati al
culto ».
Ai pastori è « proibito di svolgere attività missionaria in pubblico
e qualsiasi attività educativa, tranne nei confronti dei bambini di stranieri non cattolici.
In ogni caso la celebrazione di un
culto acattolico dovrà rispettare la
moralità cristiana, la religione cattolica e il suo clero, come pure le
leggi dello Sfitto, e non essere di
natura a produrre turbamento nell’ordine pubblico ».
Forse ora i nostri lettori possono
meglio comprendere quanto sia stata grande la gioia del primate di
Columbia!
19 Cardinali insoddisfatti
Sono 19 principi della Chiesa Romana in Italia (cardinali, arcivescovi e vescovi) che in una solenne Pastorale hanno pubblicamente dato
corso alla loro indignazione per il
fatto che in Italia il governo non
emana ¡disposizioni così chiare ed
esplicite come sarebbe desiderabile
in materia di propaganda religiosa.
Le mezze misure vessatorie non sono degne della tradizione... Columbiana, che rimane V esempio classico.
Per far maggior colpo e spingere
le competenti autorità ad agire con
tro questa minoranza evangelica che
si ama definire una sparuta minoranza, si morde senza alcun rispetto, non diciamo della verità, ma
neppure della logica o coerenza che
dir si voglia.
Infatti questa volta i « fratelli separati » sono denunziati come una
quinta colonna comunista, al servizio dell’oro straniero, propagatori
di pericolosi semi di errore, capaci
di minacciare l’unità spirituale del
popolo italiano, con il ricorso ad
una polemica ipocrita, speculando
sulle tristi condizioni materiali degli strati più umili della popolazione. E tutto ciò allo scopo di ottenere solo qualche momentanea affer- jj
mazione che non avrà altra conseguenza che quella di aprire la via
al comuniSmo ateo che non nasconde (dicono i 19) la sua simpatia e
non è parco di appoggio a questa
propaganda.
Quello che non si capisce è come
si concilii questa accusa di servi
sciocchi al servizio del comuniSmo,
con l’altra continuamente rinnovata, di essere servi altrettanto sciocchi al servizio dei dollari americani.
T!. . '
Afi&nchè siano “uno,,
Nella « Conferenza » ecumenica
di studenti, nello scorso gennaio,
nell’Università statale di Bowling
Green (Ohio - U.S.A.) si è fatto un
buon lavoro sul cammino dell’unità. Un comitato è stato fòrmato, cui
partecipano studenti di differenti
denominazioni, con il mandato di
esaminare le possibilità di promuovere altre Conferenze ed altre attività interconfessionali. Sessanta erano i partecipanti alla suddetta
« Conferenza »: battisti, episcopali,
riformati, congregazionalisti, metodisti, luterani, presbiteriani, Y. M.
C. A.
Il signor F. Maury, della Feder.
Studenti Cristiani, ha precisato: « Il
termine ecumenico è qualcosa di più
che un semplice sinonimo di collaborazione. Esso significa che dei cristiani di tradizioni e credenze diversi tentano di esprimere l’unità della Chiesa di Cristo in una reciproca
confrontazione, in un reciproco raddrizzamento degli errori ed in una
Risvegliati, o tu che dormi...
Efesini 5, 14
La chiesa non muore
L’immensa Harringay Arena (Londra) ha visto un’affluenza spettacolare: 11.000 persone vi sono state
accolte il 1.0 marzo; 2.000 non vi
hamio trovato posto. Era la prima
serata della « Campagna di Londra »
diretta dal celebre evangelista americano Billy Graham. Questa campagna evangelistica è stata variamente giudicata; il suo lato spettacolare, tipicamente americano, ha
lasciato perplessi molti osseryatori;
qualcuno ha garbatamente consigliato a Billy Graham di serbare i suoi
metodi per i paesi anglosassoni e di
non applicarli sul continente. Ci sono però due fatti che sono fuori discussione: un’ assoluta sincerità ed
un appassionato attaccamento alla
parola di Dio.
Cosa dice Billy Graham?
Dice: « Sono assolutamente convinto che siamo alla vigilia di un gran
movimento dello Spirito di Dio nel
mondo intiero; e vi chiedo di pregare come non avete ancora mai pregato. Il solo modo di salvare la nostra generazione dal materialismo e
dalla secolarizzazione è di piegare i
ginocchi davanti a Dio e implorarlo... ».
La Chiesa non muore e BiUy Graham non è venuto per riformarla.
«f Siamo venuti per guadagnarvi a
Cristo; vogliamo ricondurre la gen
te alla Chiesa! Ch’essa ritorni alla
Chiesa. Vogliamo vedere una vita
nuova nelle Chiese: ritorniamo alla Chiesa! ». (S. OE. P. I.)
Una chiesa che dorme ?
« La Chiesa svedese comincia ad
esser considerata come una Chiesa
morta ». Quest’amara constatazione
è stata fatta dal Vescovo Bo Giertz
Egli ha fatto inoltre amare allusio
ni alla frequentazione dei culti: nel
le grandi città, come Stoccolma e
Göteborg, le chiese sono, per cosi
dire, vuote. In campagna però le co
se non vanno meglio, perchè una me
dia di 15 persone assistono ai culti
Per spiegare quest’assenteismo, si ri
corre al fatto che le emissioni reli
giose radiofoniche polarizzano sem
pre più l’attenzione dei r^dioascol
tatori, a detrimento del culto nel
tempio. Questa spiegazione, secondo il Vescovo Bo Giertz è però insufficiente. Egli infatti osserva che,
per il passato, il nucleo più rilevante di fedeli si reclutava nella borghesia, che sembra perdere sempre
più il suo senso di responsabilità.
11 borghese paga la sua (c tassa ecclesiastica » e pensa cosi di aver
compiuto il suo dovere.
Situazione grave, osserva il vescovo, perchè, « checche se ne dica,
una chiesa vuota è il sintomo premonitore di una parrocchia che si
spegno » (U. p, e.).
------ Oalatt 3, 28 -----
mutua collaborazione tendente alla
ricerca di una più esplicita fedeltà
alla Chiesa del Innovo Testamento.
Ne risulta un rfnnovamento della
Chiesa, una ’’rifórma” ecumenica.
Il movimento eófunenico si manifesta nel rinnovamento e nella unione degli sforzi servizio, nell’Evangelizzazione, nel culto e nello
studio ». ^ (S. OE. P. I.)
Fraternità concreta
i
L’ inaugurazione della chiesa di
Neugablonz, in Baviera, può considerarsi giustamènte come una manifestazione di concreto ecumenismo.
La costruzióne di questo tempio della Chiesa vecchio-cattolica ha infatti potuto avvenire grazie all’aiuto
delia Chiesa Episcopale degli Stati
Uniti d’America, Il vescovo vecchiocattolico Demmel nel suo sermone,
dopo aver osservato che, senza questo fraterno aiuto non si sarebbe potuto condurre a termine l’iniziativa,
si è rivolto al pastore luterano dicendo: « Poiché la vostra comunità
non possiede locali di culto a Nengablonz, vi chiediamo di servirvi del
nostro tempio per predicarvi, per
amministrare i battesimi e celebrarvi i vòstri culti] di Santa Cena, E’
rvecessario che io nostra fraternità
in Cristo si manifesti più concretamente che con parole e pii desideri ».
Ct^mpagni d’opera
A Ginevra, in occasione della Settimana Universàle della preghiera
per l’unità cristiana, organizzata
dalla Federazione cattolica ginevrina, premesso che quanto più si è
fedeli pella cc propria confessione,
tanto più si è vicini al Cristo », (tiepidezza e indifferenza sono segni che
si è lontani dal Cristo), il rev. padre Varillen ha ripreso un tema che
fu caro al padre’ Couturier: bisogna
lavorare insieme in profondità (creu
AGAPE
Campo per ragazzi (13 - 16 anni)
8-27 giugno
Quest’anno invece di avere due campi
del genere, ne abbiamo uno con numero
doppio di posti aj disposizione (60), scegliendo il periodo migliore.
A questo campo Agape invita ragazzi e
ragazze che hanno particolarmente necessità dell’aria pura dei monti per fortificare
la loro salute. Ogni cura è loro assicurata,
insieme ad un nutrimento sostanzioso e buono.
Programma della giornata: Sveglia, colazione e breve culto, studio e discussione,
libertà; pranzo, passeggiate e giochi, cena,
serate varie in comune, preghiera della sera.
la “Revue Réfomée,,
Rivista di pensiero e di cultura prò
testante. Tratta argomenti di fede, di
dottrina, di vita ecclesiastica e sociale
con viva preoccupazione di attualità.
Utile ai Pastori ed ai laici per la formazione di una cultura e di una mentalità
fortemente evangelica.
E’ pubblicata dalla Société Calvinista
de Franca. Il Comitato di redazione
opera in collaborazione con pastori, teologi e professori delle Chiese Riformate
del mondo. Esce ogni trimestre. Pubblica numeri speciali dedicati ad argomenti particolari, come il Battesimo, l’Attualità della predicazione. Cattolicesimo
e Protestantesimo, Secolarizzazione del
mondo moderno, il Divorzio ecc. ecc.
La si raccomanda al nostro mondo
protestante. Abbonamenti L. 1200 annue. Per Pastori, Professori, studenti in
teologia L. 750. Inviare gli abbonamenti
al rappresentante per l’Italia: Past. Ermanno Rostan, Via dei Mille 1 — Pinerolo (Torino).
Norme per l’iscrizione:
1. - Le iscrizioni vanno fatte entro maggio alla Segreteria di Agape, Proli di Perrero (Torino), corredandole con: a) certificato medico attestante che il ragazzo ha
bisogno di aria di montagna e non è affetto
da malattie infettive; b) presentazione di
persona conosciuta.
2. - La quota giornaliera è di L. 400. A
ricevuta conferma dell’accettazione deve essere versata una caparra, anticipo, di Lire 2.000, che non sarà restituita in caso di
mancata partecipazione.
3. - / bimbi sono accettati solo se partecipano a tutta la durata del campo.
Affrettatevi ad iscrivere i vostri figlinoli.
Ogni anno siamo costretti a respingere molte domande, perchè giunte troppo tardi.
NON VI E' QUI
nè greco nè giudeo
--- Galati 3, 28-
Tutti siete uno in Cristo
ser ensemble). Questo lavoro in profondità è qualcosa di molto diverso dal « confronto » che implica separazione, limitazione, polemica.
« Affrontandosi e confrontandosi le
Chiese che adorano il medesimo Cristo, hanno dimenticato il Cristo e
se ne sono allontanate, mentre bisognava approfondire insieme. Il pericolo più grave — sempre secondo
il rey,. VariUipt — J Vassetiz^f^ diffloghi; non si sarebbé dovuto ostinarsi a non voler fare il primo passo. Vi abbiamo fatto l’abitudine...
Oggi è venuta l’ora delia fraternità
nella lucidità »,
Infatti un buon lavoro è stato fatto, anche se quel che rimane da
compiere è ancora difficile e la « situazione appare stanza uscita; a viste umane non vediamo come si potrebbe conciliare le nostre divergenze; non possiamo che pregare e sperare; da Dio verrà la soluzione del
problema ». (S. OE. P. I.)
Nè bianco, nè nero
li reverendo Leo Rakale, giovane
sacerdote africano, membro della
tiomunità anglicana della Risurrezione, è stato posto a capo della Casa missionaria dell’ordine a Orlando: è il primo membro non europeo
della comunità che sia stato chiamalo a quel posto. Padre Rakale che,
a quanto si dice, avrebbe ispirato ad
Alan Patón il personaggio del pastore Msimangu, nel suo celebre libro:
« Piangi, terra amata » avrà tre sacerdoti « bianchi » alle sue dipendenze. Le autorità anglicane, dando
comunicazione di questa nomina osservano che non vi è luogo a parlare
di un problema razziale: cc Egli è
stato scelto semplicemente perchè era
l'uomo più qualificato per questo
posto ». (S. OE. P. 1.)
In un suo recente sermone il Veanglicano R. A. Reeves ha dichiarato che non si può trovare giustificazione alcuna, sul piano religioso, alla discriminazione razziale. Egli ha affermato, tra l’altro:
cc La Chiesa non può tacere; deve protestare contro tutti quelli che
cercatw non solo di esercitare una
discrimiinazione fría appartenenti a
diverse nazionalità, ma anche a sostenere questa discriminazione sulla
base delle Sacre Scritture ».
Il Vescovo Reeves denunzia apertamente il progetto del governo dell’Unione Sud-Africana di impedire
agli studenti cc non bianchi, l’acces'^So'atte due s^ WlvetSt^-ffSActXt-finora possono frequentare i corsi »;
trova assolutamente ingiustificato il
timore espresso dal governo che questo contatto di neri e bianchi cc provochi un abbassamensto del livello
della moralità o qualche altra conseguenza sociale indesiderabile ». Il
Vescovo anglicano protesta fortemente perchè ”è passato il tempo
dei compromessi e delle mezze misure; non possiamo fare il gioco di
chi cerca di imporre una politica
di segregazione razziale a dodici milioni di persone, di cui i cinque sesti non possono far sentir la loro
voce sul piano politico”.
(S. OE. P. I.)
Ne oriente nè occidente
Su invito della comunità degli
studenti protestanti della Repubbli
ca Democratica Tedesca, 15 studen
li protestanti francesi, rappresentan
li di parecchie Università francesi
si sono incontrati con 20 studenti
protestanti delle Università della
Germania orientale a Bad-Saarow,
presso Francoforte sull’Oder (nella
Germania Orientale); l’incontro è
durato 7 giorni ed il tema di studio è stato : cc La Chiesa di Gesù
Cristo nel mondo attuale ». In considerazione dell’ottimo risultato di
questo incontro è stato deciso di rinnovarlo, nel corso della primavera,
in una delle grandi città universitarie della Germania Orientale.
...una comunità vivente
A Berlino-Spandau si è riunito il
Sinodo generale di Germania, organo supremo delle Chiese dei Paesi, affiliate alla Chiesa Evangelica
di Germania. Centoventi sono stati
i delegati delle Chiese della zona
orientale ed occidentale della Germania ; i lavori che sono durati
dal 13 al 19 marzo haimo chiaramente dimostrato che «c non esìste
una cortina tra i protestanti tedeschi, ma che la Chiesa Evangelica
è realmente una sola e vivente comunità nella fede e nell’amore ».
(S. OE. P. I.)
3
fECO »ILLE VALU VALDESI
— S
al Proi. Iacopo Lombardìni
La Gazzetta Ufficiale n. 42 del 202-1954 porta la motivazione della
medaglia d’argento al valor militare
alla memoria di Jacopo Lombardiui;
« Lombardini Jacopo fu Francesco e fu Cusetto Assunta, da Cragnana (Apuania), classe 1892, partigiano combattente (alla memoria). Uomo di cultura e patriota di sicura
fede, fu, subito dopo l’armistizio, animatore infaticabile della lotta di
Liberazione nelle Valli del Pellice e
della Germanasca, conosciuto ed amato dai giovani che andava ammaetjStrando nella fede alla Libertà e alla Patria. Caduto in mani tedesche
nel corso di un duro rastrellamento
e crudelmente seviziato, manteneva
sempre contegno elevato ed esemplare, affrontando con cristiana serenità il duro calvario dei campi di
concentramento. Barbaramente suppliziato chiudeva l’esistenza nel servizio dei più nobili ideali. Mathausen (Germania) 24 aprile 1945 ».
* * St
Mi ricordo di averlo conosciuto
vent’anni fa in una città italiana:
aveva piacere di conoscermi, perchè
di Valdesi originari delle Valli ne
aveva visto pochi fino allora, e voleva parlare di questo paese di cui aveva letto e scritto, che amava già
profondamente e che egli immaginava selvaggio e brullo come le sue
Alpi Apuane. Non so che impressio
PAOLO MARGIUNTI
li i50 marzo all’età di 77 anni, ha
terminato la sua corsa terrena il signor Paolo Mar giunti; nella sua attività professionale egli diede una
elevata testimonianza di coerenza tra
i suoi principi cristiani e la loro attuazione pratica, che fece di lui una
nobile figura di credente. Vogliamo
‘lòlfoliBeìfeè' qtri «nmei la Süa attività
professionale non gli impedì di consacrare alla sua Chiesa Valdese la.
parte migliore di questa sua attività.
Fu quindi membro laico della Tavola Valdese, anziano del Concistoro
di Torre Pellice (e non son pochi
quelli che ricordano la sua azione
silenziosa ed umile di assistenza spirituale nel suo « quartiere »); alla
Commissione Istituti Ospitalieri Vaidesi (CIOV) egli diede una intelligente collaborazione, che durò, si
può ben dire, fino a quando le forze
fisiche ressero al peso gravoso di una
attività considerata come vocazione.
Ai familiari rinnoviamo l’espressione della nostra cristiana simpatia.
Red.
ne gli feci, ma ricordo la grata impressione che egli fece a me; per
quanto avesse l’età di mio padre, il
suo spirito era così giovanilmente
pronto ed esuberante che non si poteva sfuggire al fascino della sua personalità. ;
Personalità semplice e schietta, in
cui non si tardava a scoprire ufi’anima così profondamente mazziniana
da far sognare e tremare noi giovani.
Dio e Patria, come, per Mazzini,
furono veramente i suoi ideali- Dio
egli l’aveva conosciuto dopo l’educazione giovanile cattolica e dopo
un lungo periodo di traviamento, direttamente dal Vangelo che egli portava sempre con sè, che conosceva
a memoria e di cui s’era fatto discepolo, avvicinandosi ad una comunità evangelica e diventandone membro. Così egli parlava del peccato e
del male con l’esperienza di chi se
n’è allontanato e del Vangelo con la
forza di chi n’è stato redento: e le
conversazioni con lui erano una predica così convincente che, chi lo udiva, ne rimaneva profondamente
toccato.
La Patria, poi, egli la vedeva re
pubblicana e senza papi: in tempi
di sanzioni, di guerra etiopica, di
cammino imperiale, con quanta pas
sione si metteva a parlare degli idea
li democratici, di Mazzini e di Gari
baldi, e declamava a memoria lun
ghi squarci del suo prediletto Car
ducei, maledicendo in primo luogo
all’oppressione dello spirito e alla
costrizione delle menti e osannando
alla libertà, alla giustizia, alla pace.
Era un sognatore e un poeta: disordinato nella sua vita materiale,
quasi sempre in bolletta, quando si
curvava sui suoi fogli scriveva scriveva, per delle giornate, dimenticando persino di mangiare: e uscirono
dalla sua penna quei bei racconti per
i giovani che sono : Il lebbroso di Samaria, La Croce Ugonotta,. Sui monH, Racconti e Novelle, © dei i^ersi
ispirati come II libro delle benedizioni.
Alle Valli venne parecchie volte,
e finalmente vi si fissò durante la
guerra, facendone la sua seconda patria, percorrendola in tutti i sensi a
rivivere sui luoghi le azioni eroiche
della storia valdese e a predicare
l’Evangelo.
Quando « giunse l’ora » (ed egli
l’attendeva da lungo tempo!) corse
coi giovani partigiani sulla montagna; e iquello che il suo corpo invecchiato non poteva più dare in azione egli diede centuplicato con la
bellezza e la forza del suo spirito,
insegnando i fondamenti della libertà e della democrazia a quei giovani
che erano fuggiti |^a tirannide, ma
ancora non erano formali. ’ Matbausen: il nome che fa rabbrividire lo ebbe come prigioniero
fino al giorno 24 aprile 1945: per un
anno, come attest^oo.i suoi compagni di prigionia, dbi q^uéll’uomo ridotto ..¿^scheletro,;, col fisico deformatò'ed irriconoscibile, erano sgorgate perenni parole di conforto, di
fede, di ribellione alla tirannide e
alla guerra. Le idee non si uccidono,
e mentre il suo corpo deperiva a poco a poco fino ad Wiere introdotto
nella camera a gas, Lótiffiardini, quasi dista9catone, gi4pp|è^giava nella
luce del suo spir^ sulla barbarie
e sulla notte che l^èlrcondava.
La sua morte no|t^1a sua condan
na, ma quella de
idee di Jacopo Lo
ne, poiché sono
muoiono gli aposl
sempio e’’la loro \
Gif M UJii OM Tß
A tutti i .Valdesi delle Valli
carnefici : le
tffiedini sono eterite all’uomo:
ma'' il loro e
non muore.
A.
La Confermiza distrettuale tenuta
a Riclaretto lo scorso Dicembre Con
grande affluenza di delegati, membri dei Concistori e pubblico, aveva
votato il seguente ordine del giorno;
« La Conferenza. Distrettuale si
impegna, entro i limiti del possibile, a raggiungere la ntèta finanziaria fissata dalla Commissione Distrettuale, e invita le comunità a
versare mensilmente la loro disponibilità alla Cassa centrale ».
La mèta finanziaria indicata dal
Sinodo (e non solo dalla Commissione distrettuale) impegnava il nostro Distretto ad aumentare del 60%
i versamenti alla Cassa Centrale.
Ora, a poche settimane daUa chiusura dell’anno ecclesiastico, il nostro
fi
Distretto, ben lungi dall’avere conseguito un aumento qnabiaai, ha da
versare ancora vari mUicmi prima
di raggiungere semplicemonte la
somma deU’anno scorso.
Preoccupati come siamo ebe un
mancato adempimento di quegli impegni, liberamente accettati, potrebbe mettere la Chiesa in seri imbarazzi, rivolgiamo un vivo appello a tutti i Valdesi che amano-la
loro Chiesa e credono alla realtà
della signoria dì Cristo anche sui
nostri beni materiali, perchè versino al più presto ai Concistori la
massima offerta consentita daUo loro possibilità econòiniche.
Il Sovrintendente
Roberto Nisra:T.
A pìtìposito di un fischietto
Egregio Direttore,^--!’
se il grande B^jamin Franklin
fosse ancora vivo «' gli: capitasse nelle mani l’ultima <3i^^a dell’Eco delle Valli e avesse W*idea di lanciare
uno sguardo all’artlièplo del sig. Meille «Non sono d’aascmfdo », avrebbe
certo motivo di rattristarsi profondamente nel con-statare come il suo
pensiero sia staio alquanto travisato
e come gli si siano fatte dire cose
che non aveva assedutamente l’intenzione di affermarè. Credo, perciò,
opportuno, per tender giustìzia al
grande uomo americano, che era anche un buon cristiano (sebbene la
Domenica andas.se poco in Chiesa,
[lerchè « la predica gli sembrava arida »), rettificare quanto il sig. Melile ha dichiarato. Infatti, l’ormai fa
Scuola Latina di Pomaretto
Offerte pervenuto alla Direzione dal
I" Novembre 1953 al 31 Gennaio
1954: "
Signore e Signori: Augusto Pastre e Regina L. 1.500 — Pastore Lami Co'isson 1.000
— Bouchard Franco 3.000 — Rostan Clara
1.000 — Mimi Mathieu 500 — Elena e Amandino Viglielmo 2.1)00 — Giulietta Salma (Parma) 1.000 — In mém. di Alessandrina Avondetto-Gardiol nel decennio della sua dipartita, la famiglia (Torino-Cernobbio) 5.000 — Gina e Ida Bertalot 1.000
— Luisa Pons-Karrer, in mem. dei genitori 500 — Paolo Rostan, fascine legna —
Clelia Banchetti (Bari) 1.000 — Massel Pierino, riconoscente l.OiOO — Tron-Ribet Adele 2.000.
Per la festa dell’Àlbero di Natale: Prof.
Anna Ribet (Diano M.) 1.000 — Tron-Gay
Clotilde 1.000 —; Rostan Mafalda (S. Germano Ch.), « briochea » ■— Viglielmo Valdo 300 — Genre Elvira 200.
E’ assicurata la nosUa gratitudine ai benefattori del nostro Istituto.
\ I La Direzione
■
UN UOMO CHE NON DIMENTICHERÒ
Una diffusa rivista mensile ha, ogni mese, un articolo intitolato:
« La persona più straordinaria che
ho conosciuto ». Pur non essendo americani, capita anche a noi di incontrare delle persone che escono
dall’ordinario che si vorrebbe rassomigliare.
Una di queste era Emilio Pons.
Quando lo conobbi aveva già 85
anni; mi sembra ancora di udire la
voce sonora di questo buon vecchio,
completamente sordo, il quale, levando le braccia al cielo, salutava il
giovane pastore e sua moglie che facevano le prime visite nella loro
nuova parrocchia, con queste parole gridate con gioiosa intonazione:
« Siate i benvenuti, messaggeri dell’Eterno! » E quale sorriso! Se la
gioia raggiante è propria della gioventù, il nostro ottuagenario era etemamente giovane.
Era di Nime; convertito per mez■ zo dell’Esercito della Salvezza, nei
tempi eroici, aveva una pietà solida
e virile, che volentieri si manifestava con tutto l’ardore del salutista
fervente e la deliziosa fantasia di
un sano umorismo meridionale di
buon gusto ebe l’età non aveva per
nulla diminuito.
Un giorno m’invitò a pranzo; a
causa della sua sordità, la conversa
zione si faceva a voce molto alta,
intramezzata da parecchi silenzi. Eccone un campione:
—- Sig. R... voi non sapete che
cosa faccio io tutti i giorni verso le
due o le tre del mattino?
— Spero che voi dormiate, no?
— Eh no! Sapete, alla mia età,
si hanno sovente delle insonnie. Allora io prego per voi e per il bravo
Albin (si trattava di Albin Peyrot,
allora Commissario dell’ Esercito
della Salvezza, al quale era apparentato) e per tutti i servitori di
Dio. E poi, prego per tutte le persone del villaggio. Seguo le case,
una dopo l’altra dall’alto della strada sino in fondo. (Un silenzio. Poi
prende un’aria contrita). Solamente,
qualche volta, m’addormento prima di aver finito...
— Beati coloro che s’addormentano pregando!
— Sì. Ma voi avete letto, non è
vero, che il Signore Gesù, lui, passava sovente l’intera notte in preghiera. Tutta la notte! L’avete ben
presente questo passo?...
— (Un silenzio) E’ che Lui era
giovane!
— Si...
Emile Pons visse sino a novantasei
anni. A 95 era ancora monitore della Scuola Domenicale, « il più vec
chio monitore di Francia » affermava con orgoglio infantile. Ed il suo
gruppo, non mancava di brio e di
gioia, ve l’assicuro! Egli non mancava mai al culto. Qualcuno se ne stupiva perchè il buon vecchio non capiva una parola del sermone riuscendo solo ad afferrare l’armonia degli
inni. Una ragazza. deUa parrocchia
si sedeva vicino a lui. « La mia brava Lotte —■ diceva lui — mi indica
nella Bibbia il testo del Pastore ed
io predico il sermone a me stesso ».
La sera dell’Ascensione, in maggio del 1934, egli era come di consueto al culto. Il testo della meditazione era: « Gli occhi fissati al Cielo... » (Atti 1: 10).
All’uscita io stavo alla porta per
salutare i fedeli. Egli si avvicina,
sempre pieno di vita, e, anziché stringermi la mano, mi baciò su entrambe le gote, poi se ne andò, mentre io,
un poco sorpreso e intenerito pensavo: <c Ancora una fantasìa di questo
bravo Pons »! Ma, nella notte ebbe
un attacco e, prima dell’alba partì,
verso la gloria celeste. Questo santo
bacìo è rimasto per me come una delle più preziose grazie del mìo ministerio.
Che Dio ci susciti degli Emilio
Pons!
(Tr. A. B.) ¡da « Én avanti »
moso episodio, narrato dal Franklin
nelle migliori antologie pedagogiche
inglesi, non termina là dove l’articolista vorrebbe, ma continua ancora
per ufi bel po’ e, eon quello stile così originale e vivaee, che era proprio
di quel filosofo americano, suona
press'a poco così:
« Quando diventai grande, entrai
nel mondo ed ebbi modo di osservare le azioni degli uomini, credo di
essermi imbattuto in moltissime persone che « davano troppo per il fischietto ». Quando vedevo qualcuno,
troppo cupido dei favori della corte,
sacrificare il suo tempo per assistere
a ricevimenti reali, ed anche la sua
tranquiUità, la sua libertà, la virtù
e forse gli amici per ottenere tali
cose, dicevo a me stesso: cc Quest’uomo dà troppo per il fischietto ». Se
vedevo un altro uomo, troppo amante della popolarità, occuparsi continumente di beghe politiche e, trascurando gli affari propri, andare in
rovinala causa di queRa negligenza
« In verità, dicèvo, iquèll’tìòmo paga troppo il suo fischietto ». Quando
m’imbattevo in un avaro che rinimziava- ad ogni genere di comodità, a
tutto il piacere di fare del bene agli
altri, alle gioie di una buona amicizia, a tutta la stima dei suoi concittadini, per Tamorè di accumular ricchezze; « Pover’uomo, dicevo, davvero tu paghi troppo il tuo fischietto ». Quando facevo la conoscenza di
un uomo dedito ai piaceri che sacrificava ogni lodevole miglioramento
dell’anima o della propria situazione
economica per meri piaceri fisici :
« Uomo fallace, dicevo, stai accumulando per te stesso dolore invece di
piacere; dai troppo per il tuo fischiet.
to! » Se vedo qualcuno amante dei
begli abiti, dei bei mobili, di eleganti equipaggi al di là delle sue possibilità, per cui contrae debiti e finisce la carriera in prigione « Ahimè,
dico, hai pagato molto caro il tuo
fischietto! » In breve, mi feci l’idea
che gran numero delle miserie del
genere umano fossero causate dalla
falsa stima che gli uomini fanno del
valore delle cose e « dal pagare troppo il loro fischietto! »
Come si vede, nel pensiero di Franklin, il fischietto non simboleggia
affatto « la perla di gran prezzo »,
il vero tesoro o « la fonte della perfetta gioia », per l’acquisto delle
quali cose il Meille vorrebbe giustamente esortare il fanciullo a dare
tutto il suo denaro, ma, al contrario,
nel fischietto egli vede ogni piacere
effìmero, ogni gioia puramente fisica, il desiderio smodato di ricchezze
e di popolarità, la ricerca affannosa
dei favori dei grandi della terra, la
vanità degli abiti e della casa, cioè
proprio tutto quello che può impedire al giovane « il miglioramento
della sua vita spirituale e la ricerca
di tutti quei valori di ordine superiore che rappresentano veramente
la « bellezza della vita e la luce dello spirito ». Insomma, io credo che,
se pure al signor Meille è. sembrato giustamente di vedere nel brano
del Franklin una certa tinta di saggio utilitarismo, neUa forma in cui
è esiiresso, non si può, però, affermare che gli insegnamenti ch’egli
vuol dare ai giovani siano contrari
allo spirito del Cristianesimo, come
ben appare nella seconda parte del
l’episodio e non mi sembra che* il
Franklin abbia voluto esortare il fanciullo a mettere al primo posto l’interesse, l’ambizione, l’arrivismo," il
denaro, ma piuttosto la libertà, la
virtù, l’amicizia e l’altruismo (« il
piacere di far del bene agli altri »),
le quali cose sono sicura che il sig.
Meille sarebbe pronto a sottoscrivere, se pur con la sua alata prosa poetica. Che, se poi l’episodio del fischietto è stato per lui solo un pretesto jyer dare alla generazione moderna dei sani insegnamenti, non avrebhe dovuto immaginare di tirar
da parte l’adolescente di Franklin
per fargli quella bella lezioneina,
perchè dal suo grande Maestro qùel
giovinetto non aveva da imparare
che cose buone e beUe.
Vittoria Stocchetti.
Secata/‘Pco iCollegio,,
Il gruppo filodrammatico di Torre Pellice che fa capo al Capostazione, Sig. Aldo Fiachetti, ha dato, la sera di sabato
20 marzo u. se., una riuscita rappresentazione a favore degli alunni più bisognósi
e meritevoli del Collegio Valdese.
E’ stata rappresentata con molto impegno da parte degli attori e con brio sostenuto, la brillante commedia di De Benedetti: a Non ti conosco più», che ha tenuta desta per tutti i tre atti l’attenzione
del numeroso pubblico di amici del nostro Istituto, suscitando alla fine di ogni
atto vivissimi applausi.
I vari attori hanno tutti saputo impersonare la loro parte con disinvolta sicurezza e con grazia, ora con vivacità, ora
con gravità e senza sforzo alcuno: per cui
le due ore e mezzo della rappresentazione
sono trascorse molto rapidamente e col
più vivo diletto dei presenti. • ■ ,.
Al complesso filedrammatico dèi Signor
Fiachetti e a tutti coloro che in un modo
o nell’altro si sono adoperati per la buona
riuscita della serata ricreativa esprimiamo
un caldo ringraziamento della Scuola e di
queUi che beneficeranno degli aiuti in tal
modo raccolti.
In questi due ultimi anni, la « cassa scolastica » deU’Istituto ha elargito, in piccoli
sussidi ad una decina di alunni particolarmente meritevoli e bisognosi, la somma
di oltre 35.000 lire.
Grazie quindi a tutti coloro che, col par.
tecipare ad un sano ed istruttivo trmtenimento, contribuiscono in tal modo ad aiutare, anche se in forma anonima, alcuni
alunni meritevoli del nostro Collegio.
CONCORSO
La Libreria Claudiana bandisce tm
concorso per la ptibblicazione di sei
fotografie di carattere vaRìgìano
(paesaggi, luoghi caratteristici e storici, folklore, ecc. dèUe VaUi Vaidesi) formato cartoRna.
Le fotografie, contraddistinte da
uno pseudonimo e accompagnate da
una busta chiusa contenente il nome
e l’indirizzo dell’aulore. debbono
pervenire alla Claudiana (Torre
Pellice) entro il 30 Giugno.
Le fotografie vincenti verranno
compensate con un premio di Lire
1.000 caduna, e rimarranno di pro-,
prìetà della Claudiana.
La Commissione delle pubblicazioni della Casa editrice
Claudiana.
4
4
L*ICÓ DËLLB VAÎXI TALDISI
Bobbio Penice
XVH Febbraio.
La giornata del XVII febbraio è stata ottùnir sotto tutti ^ spetti: bel tempo, ^e
già la vigilia ci aveva permesso di accender
re due bei falò, uno vicino al monumento
di Sibaud e l'altro solo nn po’ fuori dal
centro del paese, numerosa l’afflaenza delle
persone al culto di commemorazione, e numerosi pure i partecipanti all’agape dopo
il culto.
Abbiamo avuto il piacere di avere tra di
noi per tutta la giornata il Pastore Bertinatti, che ha presieduto il colto. Ottima è
stata la preparazione degli alunni delle
scuole elementari che sotto l’esperta guida
degli insegnanti ci hanno presentato numerose poesie e molti canti commemorativi
del XVII.
Dopo l’agape tutti quanti ci siamo recati al monumento di Sibaud per riconfermare col canto del « Giuro » la volontà dei
nostri padri di tenere tra di noi l’unione c
l’ordine. '
La giornata è terminata con una buona
recita a cura deU’Unione del centro.
Dipartenze: Due volte abbiamo dovuto in
questi ultimi tempi recarci al cimitèro per
accompagnare alla loro estrema dimora due
nostre sorelle: l’il marzo Michelin Salomon Maria vedova Negrin, di 73 anni e
il 17 marzo Negrin Susanna in Artus di
77 anni.
A tutti coloro cbe questi lutti hanno colpito ricordiamo le parole del nostro Salvatore: « Io sono la risurrezione e la vita».
Pr apostino
. Abbiamo continuato le riunioni quartieTali, nonostante il freddo intenso; è stato
studiato e commentato l’argomento della S.
Cena (istituzione, significato e posto nel
culto). Ci auguriamo che quanto abbiamo
potuto dire e sentire aiuti tanti a servirsi
di questo prezioso mezzo di grazia che Dio
mette a nostra disposizione per « nutrire
ranima del pane di vita che si trova nella
Parola sua fatta carne ».
E’ stata fatta la visita di Chiesa a tutte
le famiglie della Comunità. Il Pastore e
l’Anziano di ogni quartiere hanno avuto
così modo di interessarsi di ogni problema
della vita dei fratelli (problemi materiali
e sofferenze morali di ogni genere!). Una
parola di viva simpatia è stata portata ai
numerosi malati ed infermi. Che Dio benedica questo « ministero » svolto nelle case.
Ringraziamo vivamente il Pastore E. Rostan di Pinerolo per aver presieduto un funerale, ed il Maestro L. Dosio due culti
durante la malattia del Pastore locale.
Abbiamo dovuto prendere, a più riprese, la via del cimitero per deporvi, in attesa della Resurrezione, i resti mortali di
alcuni fratelli e sorelle. Il 9 febbraio il funerale di Fomeron Ernesto dei Cardons,
deceduto alla Casa Turina di S. Secondo,
dopo lunghe sofferenze, alla età di 49 anni. Il 18 il'funerale di Cardon Bartolomeo
del Roc, deceduto all’età di 69 anni, dopo
nn lungo tempo di infermità. Il 23 febbraio il funerale di Fomeron Adelfina del Bonins, deceduta improvvisamente all’età, di
72 anni. U 16 marzo il funerale di Gardiol
Arma ved. Parisa di Pavé, spentasi senza
sofferenze alla età di 82 anni.
Che il Signore consoli gli afflitti e ci dia
di considerare nella luce della fede e della
speranza cristiana il fatto della nostra vita
e della nostra morte.
Perrero - Maniglia
Da VUlar Pellice, dove si sono recati in
visita, i giovani Unionisti di questa Parrocchia sono ritornati entusiasti e riconoscenti della simpatia, dell’accoglienza e del-
la bontà di quei giovani, di tutta quella
Chiesa con a'capo il proprio Pastore sig.
Ceymet e Famiglia: rinnoviamo loro i nostri vivi ringraziamenti.
A Forengo di Maniglia è stato fondato
un nuovo focolare con il matrimonio di
Tron Aldo fu Augusto di Salza, Massello,
con Micol Rina fu Emanuele, del luogo. Voglia il Signore benedire quella casa ed esserne l’ospite benedetto. '
Genève
La domenica 14 marzo abbiamo avuto la
visita del Pastore Nisbet, sovrintendente del
nostro distretto che oltre a presiedere il
culto ha pure tenuto la Scuola domenicale
ai bambini. Peccato che il tempo veramente orribile abbia proprio in quel giorno
più che dimezzato l’uditorio sia al culto, sia
alla Scuola domenicale.
Battesimo; Il 7 marzo è stato battezzato
il "piccolo Favat Renato Paolo di Stefano e
di Baridon Aldina. Benedica il Signore
questo piccolo bambino.
Matrimoni: 11 18 marzo è stato celebrato
dal Pastore Geymet il matrimonio di Charbonnier Daniele e Bonjour Paolina ed il 27
marzo quello di Pontet Davide Guido e
Geymonat Lidia. Che la grazia di Dio non
si diparta mai da questi nuovi focolari.
La storica data del XVII Febbraio, cara
al cuore di ogni buon Valdese, è stata da
noi celebrata anche quest’anno in un clima di gioia e di riconoscenza a Dio. II tempo ha favorito in tutto lo svolgersi delle
manifestazioni, dai numerosi « falos 1) chela sera della vigilia si sono accesi sui punti più in vista della vasta collina, al corteo dei bambini festanti, al culto di rievocazione e di riconoscenza, al pranzo tradizionale che ha visto un discreto numero
di commensali, fino alla serata offerta dalla filodrammatica giovanile. Che questa data, che torniamo a festeggiare ogni anno
con immotato entusiasmo, possa indicare
ai Valdesi di oggi la via della fedeltà e
dell’impegno per Cristo nel servizio della
Chiesa.
Depuis la fin de la guerre, l’habitude a
été prise de demander à une paroisse de
Genève de recevoir, à l’occasion de la célébration du 17 février, la visite d’un pasteur
vaudois et la communauté vaùdoise. C’est
ainsi que le dimanche 21 février, une nombreuse assistance se réunit au temple des
Pâqnis, situé dans le quartier de la gare.
Le pasteur Neri Giampiccoli occupait la
chaire, il prêcha sur ce texte « Vous êtes
le sel de la terre, vous êtes la lumière du
monde », nous montrant admirablement
quel peut être le rôle d’un groupe minoritaire dans le monde d’aujourd’hui. Après
la prédication, l’organiste de la paroisse
joua à l’orgue le « Serment de Sibaud »,
minute émouvante pour tous les vaudois
présents dans ce temple. Ces cultes du 17
février sont toujours l'occasion de précieux
contacts entre les membres de nos églises.
A midi, 70 personnes se retrouvèrent au
buffet de la Gare, pour le banquet habituel,
sous la présidence de Mr. Emile Pasquet.
Au dessert ce fut l’heure des discours. On
entendit tout d’abord Mr. le pasteur Wyler
au nom de l’Eglise de Genève. Il évoqua
en particulier le centenaire du temple vaudois de Turin et les prières qui furent dites
à Genève, il y a cent ans pour cette inauguration. Mr. Giampiccoli rappela les difficultés que l’Eglise Vaùdoise doit souvent
affronter à l’heure actuelle et la nécessité
de l’évangébsation. Les pasteurs .Sauty de
la paroisse des Fâquis et Tron de l’Eglise
vaùdoise de Lausanne adressèrent des messages très appréciés par l’assemblée. Le directeur du service de presse protestant, Mr.
le pasteur Marion était également présent,
de même que le pasteur Guarnera. Au cours
de cette commémoration Mr. E. Pasquet
rendit un vibrant hommage au souvenir de
Mr. Emile Benech, ancien président de la
colonie, décédé il y a 3 ans.
Après la partie oratoire, la jeunesse organisa différentes productions, chants et récitations se succédèrent avec entrain. Deux
petites saynètes furent jouées représentant
un épisode de la résitance des Invincibles
en 1686 et de la vie de Janavel à Genève.
Plusieurs vaudois se groupèrent ensuite pour
chanter les chansons de la patrie lointaine.
Le soir, une cinquantaine de jeunes vaudois se retrouvèrent dans une saHe près
de l’Hôtel de Ville, après le souper, quelques instants de recueillements furent observés sous la direction des pasteurs Giampiccoli et Tron. Ce fut ensuite une agréable soirée animée per une franche et saine
gaieté. Comment ne pas répéter à tous, après cette grande journée, cé que disait le
toscan Niccolini aux vaudois de La Tour,
le 17 février 1854: « Sachez continuer l’oeuvre et les sacrifices de vos aieux et Dieu
vous bénira encore! ». J. Picot
Dalla Svizzera tedesca
Le varie attività ecclesiastiche hanno continuato a svolgersi con regolarità, nonostante il tempo particolarmente avverso. Segnaliamo il lavoro della filodrammatica che è
stato intenso, anche fuori sede (Abbiamo
visitato Bobbio e Rorà). Molto gradita la
visita degli studenti della « Pra del Torno ».
stesso Comitato, dal Pastore dr. C. Neidhart di Berna, dai sigg. Griesinger e Bollinger di Basilea, dal sig. Jacobi di Lucerna.
La Corale Svizzerg^ diretta dal sig. F.
Bosshard, ha cantato numerosi inni in tedesco ed in italiano .^Un grazie particolare
è rivolto alla sig.ra BoUinger-De Zoppa,
che è stata una regàOa impareggiabile del
complesso filodrammatico.
A sera, una fmgtde cena, offerta dalla
Comunità di Zurigo, riuniva tutti i partecipanti nella magnifi^ Sala parrocchiale della Comunità di Wiedikon.
Conferenze di attwdità. 11 Pastore E. Eynard sta svolgendo una serie di conferen
chiese della Città;
conferenze raccolgono in media oltre un
centinaio di uditori e destano vivo consenso.
Una riunione speciale è poi dedicata alla
libera discussione diffl’argomento trattato.
Dopo la conferenza sui problemi sollevati
dall’evangelizzazione jaeU’ora attuale (in relazione con la confep^za ecumenica di Evanston), si è avuta una discussione animata, che la signora llenata Dubs così riassume in « Voce EvaffgeUca »:
« Ci si è fermati specialmente suUa diagnosi dei mali che figgono la Chiesa Evangelica e le impet^cono una più attiva,
coraggiosa, efficace penetrazione evangelistica; la mancanza <R una intensa, vissuta
comunione fraterna nella Chiesa, che permetta una reale con^énetrazione delle varie classi sociali; l’atteggiamento passivo di
troppi cristiani, che si Umitano ad una partecipazione da osser^tori occasionali, più
che di membri consgpevoli delle loro responsabilità; la mancanza, in molti, di una
esperienza personale della salvezza; la carenza numerica dei 'Pastori, che intralcia
una più intensa cura pastorale con visite
nelle famiglie; l’insufficienza dell’educazione familiare, alla quale manca spesso l’afflato del più puro amóre cristiano; la scarsa partecipazione della gioventù, (fenomeno più notevole- in favizzera che in Italia)
giustificata, in parte. Balla negbgenza della
Chiesa verso di essa. Si sono quindi indicati alcuni rimedi: spirito di preghiera e
più intensa comunione col Signore; coerenza di vita in tutte le manifestazioni; più
numerosi contatti personali tra cristiani convinti e l’ambiente cha li circonda ; riunioni
nelle famiglie per la" discussione dei problemi più attuali alla .luce del Vangelo ; linguaggio più accessibile nella predicazione.
A tarda ora, la disc^sione ha dovuto essere interrotta, ma fia lasciato in tutti i
presenti Timpressione, benefica di uno scambio di idee molto aperto e spregiudicato ».
Abbiamo voluto riprodurre questa relazione per indicare come i problemi della
Conferenza Ecumenica di Evanston siano
attentamente seguiti e .studiati con metodo,
anche dàlia nostra'ffibdesta Comùnitl.
Nei mesi scorai sono deceduti: Caterina
Gardenati, del Ticino; Lodovico Baredi, di
Cesenatico, Emma Zanconato, di Varese.
Queste Comunità hanno preso commiato,
con profondo rammarico, alla fine dello
scorso settembre, dal Pastore Alberto Fuhrmann, che, per limiti di età, è entrato nella categoria dei Pastori emeriti.
In due simpatiche riunioni, a Zurigo ed
a Basilea, è stata espressa al Pastore Fuhrmann ed alla sua Signora, che per ben 17
anni hanno lavorato in questo campo, la
viva riconoscenza delle Comunità di lingua
italiana e dei numerosi amici di lingua germanica.
L’attività prosegue ed il Signore non lascia mai coloro che faticano nel Suo nome
senza l’incoraggiamento della Sua benedizione.
Saremo molto grati a quanti in Italia leggono queste righe se essi vorranno segnalarci nominativi di italiani residenti nella Svizzera settentrionale ed orientale, a qualunque confessione appartengano, in vista della nostra ricerca e degli inviti che rivolgiamo per conferenze ed adunanze. Vari nominativi già ci sono stati segnalati e nuovi
contatti si sono cosi stabiliti.
ZURIGO. — Tra le molteplici attività dei
mesi invernali, segnaliamo un’assemblea di
Chiesa, nel corso della quale è stato confermato ed ampliato il Consiglio della Comunità, del quale fanno parte membri di
lingua italiana e di lingua germanica. I nuovi eletti sono la signorina Amalia Freymann
ed il sig. Envin Éorn.
In seno al Consiglio opera Un ufficio dì
collocamento a favore degli italiani; i nostri evangelici delle varie regioni d’Italia
già si sono rivolti a questo Ufficio. La direzione dell’ Ufficio è affidata all’ Anziano
sig. Adolfo Hodel, Seminarstrasse 113, Zurigo, al quale esclusivamente deve essere inviata ogni richiesta di lavoro dall’Italia.
La celebrazione del XVII Febbraio ha
riunito una assemblea compatta, la mattina
del 21 febbraio, nella Chiesa di Wiedikon;
erano presenti gruppi rappresentanti Berna,
Lucerna, la Corale Svizzera, amici delle Valli e di Torino.
Circa 100 commensali hanno partecipato
all’Agape fraterna e molte Parrocchie delle Valli e varie Comunità d’Italia erano
rappresentate, accanto ad un forte gruppo
di rappresentanti di Basilea.
Nel pomeriggio, il gruppo filodrammatico
di Basilea rappresentava scene storiche, che
suscitavano un vivo interesse nel numeroso
uditorio. Apprezzati messaggi vennero rivolti dal Pastore A. B,uhoff, Presidente del
Comitato della Chiesa di lingua italiana,
dal Pastore R. Hardmeier, membro dello
Parigi
ze, in italiano, in jltia delle più antiche
b Wasserùrche. TaU
Le dimanche 21 février, les Vaudois de
Paris se sont réunis pour commémorer l’é
mancipation du peuple vaudois. M. le pasteur Prigent a présidé le culte; et les grandes délivrances du passé, la fidélité dans
l’épreuve, furent évoquées avec recueillement.
Cantiques et chants du pays furent enlevés avec entrain. Et, comme chaque année,
à l’Iieure du thé, dans des conversations
animées, l’on a échangé les nouvelles des
Vallées et renoué des liens sympathiques.
La colonie vaùdoise de Paris a perdu cette année nn de ses membres les plus actifs
et les plus fidèles, M. Négrin, et tous ont
senti le vide laissé par cette disparition.
Melle Van Oostveen avait envoyé un mes
sage de fidèle affection aux Vaudois de Paris et chaque famille a reçu de sa part la
beUe reproduction de son tableau représentant la famille vaùdoise réunie autour
de la Bible.
Une collecte dont le montant sera affecté
au Refuge de St. Jean a été faite dans un
esprit de reconnaissance et de fidélité.
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Direzione e Redazione: Past. Ermanno Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo - Tel. 2009
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950.
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BASILEA. — La celebrazione del XVII
Febbraio si è svolta la sera del 20 Febbraio
nella Sala parrocchiale di S. Giovanni, con
la recita di un dramma storico e la esecuzione di cori. Alla Corale ed alla Filodrammatica, dirette rispettivamente dal sig. e
dalla sig.ra BolBnger-De Zoppa, la viva gratitudine deUa Comunità.
Si è costituita una Unione Femminile,
che si propone lo studio di vari argomenti
e l’interessamento ad; Istituti di beneficenza
della Chiesa Valdese in Italia.
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LUCERNA. — Il gruppo di lingua italiana comprende circa 30 persone e si riunisce periodicamente'nella Chiesa di S. Luca. Sono stati visitati numerosi italiani stabiliti nella città e n^i dintorni.
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WINTERTHUR. — A richiesta di un
gruppo di operai italiani, stabiliti in questo
centro industriale, si sono tenute due riunioni; l’affluenza è stata discreta. Grazie
all’interessamento d<ff Pastore V. Arsuffi,
si spera di poter promuovere la diffusione
dei principi evangelici tra i nostri connazionali.
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Comunicato dell’AiCE
Tutti gli inseganti evangelici e
gli amici, che si interessano ai problemi delle Vah^, sono invitati a
partecipare alla gita ad Aosta, che
avrà luogo, Dio Volendo, nei giorni
1 e 2 maggio p. y.
Per il sabato è fissato il seguente
programma:
Ore 15: Convegno nel salone della Scuola « Quartiere Cogne » gentilmente concesso, con partecipazione di colleghi valdostani per la discussione di problemi di comime interesse.
Ore 20,30: Incóntro con la comunità, valdese di Aosta. Per la domenica è previsto Un programma vario di visite sotto l’aspetto scolastico-professionale, o storico o turistico.
I soci che lo desiderano, possono
rivolgersi, per la sistemazione logistica in Aosta, alla segreteria, Via
Condré 3, Torre Pellice, entro il 20
c. m.
Orario ferrovia: Partenza da Torino ore 9,35; arrivo ad Aosta alle
ore 13. '■
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