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LA BUONA NOVKLIA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
S<*f?uendr» lu vpritft nella carilà
l‘>Kh. IV, 15.
Si distribuisce ogni Venerdì. — Per fadnn Numero cenlesimi 10. — Per caduna linea d’inserzione ceulesimi 2(1.
Coudizioni tl’Ait^ociazioiie t
Per Toriko — Un Anno L- A. —A domicilio L. O ■ — Provincie L. • 90.
Sei mesi ■ *. — » 3 &0 — • 3 35.
Tre mesi • t. — . * *5 _ , # 50.
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per un anno, e lire & per sei mesi.
Le ARBOciaiionI ri rlcevonotin Torino uiriIfII»lo <l4»l <;iorniiIr, viale del Kc, DJim.31.
A (ìi>nova, allu C'iipprlla \ al<ICMo. iniiiu di S. Cliiuru.
Nelle provincie, presso tiiUi gli ( fjii'ii poglali pcrmezzodi che dovranno cs.-;cre inviali
franco al Direllore delia Hiona Novklla e non uliriiiicnlj.
Alfe^toro, ai seguenti indirizzi: Londka, dai «igu. Ninsheit e librai, l¿i I(('rn(>it(>fitreet;
Parh:i^ dallalibreriaC. Meyruci»,rueTroncbel, a; Simks, dui Big. IVyi*ot-T»np| libraio;Lio.^t::
dai sigg. UciMtt el Polii Pierin; librai, rue Neuve, itt; Ginevra« dui ^ig. K. Ucmud libraio
Losanna, dal sig. Delufoniaine libraio.
Soiiiiuario.
Appendice : Cenni storici sulla Riforma in Italia nel
secolo XVl.—Umiltà Evangelica. — Isole Britanniche. — Lo Slato romano svelato, IX. — Ristretto quadro di profezie. —Notizie: Torino.
Danimarca. Stati AtrSTRiACi. Asia. — Annunzii.
UMILTÀ EVANGELICA.
Molti credono cho l’umillà sia una virtìi
straordinaria, propria soltanto di chi vive nel
deserto o, per lo meno, lontano dalle faccende
moudane ; ma ciò è un errore volgare, poiché
la stessa ubbidienza ed uguaglianza civile non
potrebbero giungere in politica alla perfezione
loro senza l’umillà evangelica, che ne è il fondamento.
Innanzi tutto, chi è mai che, facendo attenzione ai moti della coscienza, non senta la
propria imperfezione manifestantesi col timore
verso qucH’arcana potenza che governa l’Uni\erso? Ed ecco il primo senso dell’umiltà ; infatti seriamente pensando che un soffio d’aria,
una goccia di liquore, ecc., può estinguere la
%ita ; una malattia od altro spegnere l’ingegno
(oltre di che la stessa vecchiaia lo affievolisce
0 l’annienta), noi sentiremo l’umiltà sorgere
naturalmente dal cuore.
L’uomo dev’esscr umile perchè crealo , per
APPENDICS:
CENNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVl,
xxxix.
Martire ed Ochino passarono il loro esigilo in
conlinua ed operosa peregrinazione, a Strasburgo, a Basileg, a Zurigo, a Ginevra, in In¿’hiiterra , in Francia; dove predicando, dove
istruendo e dove sostenendo, in pubbliche dispute, le dollrine della rifoini«; però la loro
fme fu mollo diversa.
Pietro .Martire riuniva in sè, ed in grado eml
chè finito; il superbo cogli alti suoi mostra di
stimarsi infinito e creatore di que’ boni che gli
furono concessi da Dio. La Sacra Scrittura definisco mirabilmente i superbi dicendo: sarete
come dii (Gen., Ili, 5).
TuUavia l’uniiltà non consiste nel privare le
creature dei pregi loro, poiché lo stesso coilico
rivelato aggiunge che l'uomo fu fallo ad imaglne e somiglianza del Creatore. Ella risiede
nel fare giusta stima di que’ pregi, confessando
le imperfezioni cho vi si trovano. Disconoscendo
ogni valore ai pregi umani si cade neH'eccesso
opposto, sebbene forse meno vizioso delia superbia. E in vero ò far ingiuria al Creatore
dispregiando le cose create, e in ispecie riguardo agli uomini è supporre che Iddio abbia
fallo un’opera di nessun conto, in opposizione
allo parole del Signore, che Irovò buone le suo
fatture e se ne compiacque.
Ora il solo pilota che, senza urtare in essi,
ci può far navigare fra queflli due scogli della
superbia e della bassezza, con cui si ofTcDde
egualmente Iddio, è il Vangelo , il quale sotto
molto forme c’insegna che la più picciola cosa
riferita a Dio e a Lui congiunta, è lullo; al couIrario, ogni cosa da Dio separata è un nulla :
ecco dunque che l'umiltà basala su queste due
teorie, vale a dire che le cose grandissime,
senza Dio, diventano minimo od anzi svaniscono, e che le picciolissime e quasi impercettibili, con Dio, ingigantiscono, evita nel tempo
stesso i due scogli, le due sofistiche dell orgoglio e della viltà di cuore.
Umile nel senso giusto e in conseguenza
queU'uomo che ricouosco la propria infermità
e debolezza, che ricorre con fiducia a Dio, ma
che in pari lempo non dimentica i beni che fu
nente, le belle qualità che distinguevano i suoi
più illuslri compatriotti, senza però averne i
difetti; dottissimo, eloquente, leale, modesto,
fermo nella sua fede, senza essere fan;itico,
abile nelle controversie, ma non sofista. Chiamato in Inghilterra dall’arcivescovo Cramner,
fu contrapposto ai campioni della fede cattolica,
nel momento che il governo inglese pronunziavasi contro la riforma; fu pure invitalo alla
conferenza di Poissy per sostenervi la fede protestante; ed a Strasburgo oppu;;nò le opinioni
esclusive di Luiero. Nemico del fanatismo e ('«ìll’intolleranza, ebbe avversi gli uomini intolleranti e fanatici; i quali per allro rendevano
giustizia al suo ingegno, alla sua doltrina, alla
cauitidezza de’ suoi costumi, e si accordavano
generalmente nel porre i suoi scritti in prima
linea dopo quelli di Calvino , sopratutto per la
rono a lui comportiti dalla divina nuinificenza.
S’egli i- confidonto nel Signore, c daU’allrH
parte fa giusta eslimaziotU! delle iiro[irie forze,
è lieto e lungi dai due estremi della ^ulK!^bi«
0 deH’avvilimento.
D’ordinario il [)rinci|iio dcH’umillci soverchia
e viziosa 6 la eccedente misticità che <lii origine
ad una esagerazione inorale : .se il superbi»
esagera i pregi umani, deifica la rro.'iliirn, nega
obbedienza al Creatore; il ifiislit-n fulso distruggo il valore delle fatturo di Dio n almeno
le trascura, quindi fa somma ingiiiriii aH'Onnipolente e rompo l’armonia flell'L'niverso : se
l’orgoglioso col deificare l’uomo e la natura
riesce al pantiiismo, il mistico eccessivo va
dritto al nullismo assoluto, imperciocché annienta al possibile lutto lo potenze umane.
Il divino Maestro non insegna mica per essere umili che diventiamo gretti, pusillanimi,
vili, spregevoli agli occhi altrui, elio ci lileniamo inetti ad ogni buona opera e impresa
utile, e i peggiori del mondo; in una parola.
Egli non vuole che ci annulliamo, ma in vcc<»
cho ci avanziamo di più in più verso la perfezione, riconoscendo il divino princifiio da cni
originano i proprii beni,indirizzandoli aU’ultimi»
fine. L’uomo, non v’ha dubbio, non deve gloriarsi della sua virtù , la quale è dono di Dio,
ma nemmeno deve tenersi per il peggioro fra
1 ribaldi : per esempio , noi giuslamente ci riterremo di assai inferiori agli apostoli e a tanti
altri cristiani ; ma non per questo ci stimeremo
uguali ai Neroni ed altri tiranni.
La falsa misticità si mostra poi aU'esterno in
maniera disaggradevole, imperciocché produc«^
un’umiltà affettata, la quale jiuó edificare benissimo qualcheduno, ma presso la classo collii
gravità de’giudizii, per la forza degli argomenti,
per la chiarezza di llo siile. Fu professore di
sacre lettere a Strasburgo, di lingua ebraica a
Zurigo, di teologia ad Oxford, e pastore della
Chiesa italiana di (ìinevra ; ebbe dovunque gran
numero d’ammiratori ed amici, l.e sue ossa riposano a Zurigo.
Uomo di gran mente fu pure Ochino, ma di
carattere meno fermo e piuttosto versatile; *>
per ciò era segno talvolta a sospetli ed accuse
d’ogni genere, delle quali per altro sapevasi
accortamente purgare, tutte le volte che gli era
dato di potersi dilendere; cosi potenle era sul
suo labbro la parola ! quella parola che attirava
alle sue prediche gran moltitudine di uditori»
in Italia non solo, ma in ogni parto della Svizzera e pure in Inghilterra, ove divenne popolarissimo in breve tempo.
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il più delle volte nuoce alla religione. In somma, una modesta, decorosa, franca semplicità,
aliena daU’orgoglio e dalla bassezza, è l’abito
che s’addice alla vera umiltà cristiana, e che
attira l’affetto e la stima universale.
ISOLE imiTANNICHE.
Spesso fa rimarcato che Ja carità è altrettanto
ingegnosa quanto intraprendente nella scelta dei
mezzi ch’ella pone in opera onde giugnere ai di
lei fini. Ecco un esempio degno d’essere conosciuto per la sua originalità ; la narrazione trovasi in una lettera scritta nell’isola di Wight dal
reverendo T. Cave Childs, che prende il titolo di
oapeJlano de’ marinai dispersi sulle coste della
Gran Brettagna. Egli dice : « Si calcola che il
numero de' nostri marinai ascende a poco meno
ili mezzo milione. Ora, riflettendo sia a’pericoli
cui questa gente è del continuo esposta, sia alle
privazioni alle quali sottomettonsi, e specialmente all'allontanamento loro dalla casa delle
preghiere, de’ cristiani hanno sentito l’obbligo di
provvedere a quanto manca ad essi, almeno riifuardo a quest’ultimo oggetto. E ne hanno fatto
l’esperimento, nei limiti del possibile, col mezzo
di una-chiesa mobile che si allontana dai porti
e va a collocarsi nel mezzo de’ nostri navigli
l'ommercianti, dovunque si trovino riuniti iu
certo numero. Un piccolo cutter, che in seguito
potrà essere surrogato, speriamo, da bastimento
più grande, ha parte del cassero disposto a capella, e mi permette di scostarmi dalla spiaggia
in cerca delle nostre flotte e di gettar l’àncora
in mezzo ad esse. La vista di questo piccolo naviglio, che sembra vada alla caccia di marinai,
risveglia l'attenzione loro. Chiedono a se medesimi con viva curiosità i molivi che ci spingono
a ricercarli in siffatta guisa, ed è sorridendo che
odono da me dire a loro, che siccome non possono essi andar a trovare la Chiesa, è la Chiesa
che viene a visitarli.....
« Il mio genere di vita e di lavoro non rassomiglia per nulla a quello de’ miei coileghi di
terraferma. La mia parrocchia è fra le più variabili, e i miei parrocchiani sono veri uccelli di
passaggio. Tutto dipende dal capriccio del vento,
e qualche volta, quando si mette a soffiare in
una tale direzione favorevole, una mezz’ora basta
all'intera mia congregazione per prendere il volo
verso le estremità del globo le più diverse. Può
altresì accadermi d’essere il sabato sera circon
Già in allro luogo dicemmo, avere Ochino
abbraccialo in parie le dottrine di Lelio Socino,
e di questa sentenza rimane tuttavia la pruova
nel suo libro detto II Labirinlo, in cui parlasi a
lungo del libero arbitrio e della predeslinazione.
Via il libro che mosse a sdegno contro di lui i
protestanti della Svizzera, fu quello che pubblicò secreUimente a Basilea, nel quale si contengono trenta dialoghi, divisi in due parti. Nella
prima l’autore è a fronte d’un Ebreo, e dimostra
•Tontro l’opinione di quest’ultimo che Gesù Cristo
è il vero Messia. 11 suo ragionamento nella tesi
generale è potentissimo; e venendo al sacrifizio
di Cristo, s’indebolisce e cade. Ma ciò che sopratutlo suscitò indegnazione e scandalo, fu la
seconda parte, in cui si parla della poligamia e
•Iella Trinità. L’autore pone in bocca de’ suoi'
interlocutori i più forti argomenti in favore della
dato da tutta una flotta,e in alcune ore non avere
più alcuna persona dinanzi a me. Ne risulta che
è soltanto la domenica mattina che io posso
prendere delle misure positive. Ma in cotesto
giorno inalberiamo la piccola bandiera del nostro Betel, suoniamo la nostra campana, ch'è
una preda fatta sui Russi a Petropolowski , e
facciamo i preparativi per la celebrazione del
culto. Io discendo in seguito nel mio canotto e
vado, alcuna volta ad assai grandi distanze, ad
abbordare l’un dopo l’altro tutti i navigli in vista. Colà f^cio conoscenza coi capitani e cogli
equipaggi, distribuisco trattati, annunzio l’ora
del servizio ed invito tutti quelli che possono
ad intervenirvi.
« All’ora stabilita, la nostra campana si fa udire
di nuovo, ed allora non di rado succedono i più
strani incontri. Degli amici che non sapevano di
essere nelle stesse acque, o degli antichi camerati, da lungo tempo disgiunti per le eventualità
del mare..... si ritrovano, si salutano. In somma, bisognerebbe aver un cuor di macigno per
non sentirsi commosso nell’assistere alle nostre
riunioni a bordo deU'Eiréné (la Pace).
«L’ultima domenica, dopo d’essere usciti di
Portsmouth, trovammo la flotta reduce dal Baltico, ed eravamo diretti a Stokes-Bay, dove stava
gran numero di navigli mercantili trattenuti dal
vento. Ad un’ora e mezza io era stato a bordo
di ognuno di essi, e non posso dire con quanta
riconoscenza fossero accolti i miei inviti. Dicevanmi gli uni: « Da lungo tempo noi osserviamo
le vostre manovre senza poter intendere ciò che
vogliate fare » ; altri esclamava : « Io navigai per
tutto il corso della mia vita senza mai aver veduto nulla di simile ». Eranvi dei bastimenti di
Jersey, di Lima, di Plymut, di Poolo, d’Arundel,
del Sunderland, ecc., ecc.; li visitai tutti, annunziai che il servizio divino avrebbe luogo a
due ore, e mi ricondussi aìl’Eiréné per fare gli
ultimi preparativi. Ma prima che fossero compiuti e prima che avessimo dato l’ultimo tocco
di campana , noi udimmo contro i fianchi del
cutter una serie di colpi ripetuti, e sul ponte dei
rumori crescenti di passi. Gii uomini ch'erano
meco temettero qualche accidente e montarono
in fretta sul ponte, ma tosto gridarono ■ « Sono
le nostre genti che arrivano, signore » ; in fatti
giungevano, simili ad uno sciame che si precipiti verso l’alveare. In poco tempo il cutter missionario fu attorniato d’imbarcazioni, e il ponte
si trovò cosi coperto di Visitatori, che non poterono più nè muoversi nè genuflettersi.
< Chi potrebbe descrivere la scena che allora
si offerse allo sguardo mentre durò il servizio?
poligamia e contro la Trinità, rivestendoli di
splendida eloquenza, laddove le sue risposte per
combatter la prima e difendere la seconda sono
deboli e concise; per forma che la vittoria rimane incontestabilmente a’ suoi avversarii. In
ciò fu ravvisala una tattica dello scrittore per
sostenere indirittamente, e senza pericolo, le
dottrine anti-trinitarie e quelle della poligamia. Non mancò chi assumesse le difese di
Ochino, ma il senato di Zurigo, ad istigazione
de’ teologi di questa città, pronunziò contro di
lui la pena del bando.
L’espulsione di un uomo canuto , qual’era
Ochino, con quattro teneri figli, e ciò ch’è peggio
nel cuore dcH’inverno, muoveva il popolo ad ira
contro i magistrati ed i teologi di Zurigo. Ma
Ochino, colla pubblicazione d una apologia di
se medesimo, aperse una polemica, ia quale
Fra le scosse delle ondate che sbattevano in tutti
i sensi il nostro piccolo naviglio, lessi e spiegai
la Parola santa a questa truppa di marinai le
tante volte agitati dalla tempesta. Ricordando
loro gli uragani recenti, causa di molti naufragi,
io parlai ad essi delle anime che si erano trovate cosi bruscamente sull’orlo di piombare nell’oceano dell’eternità, i più forse, pur troppo !
senza trovarsi preparati all’incontro del loro Dio;
rappresentai ad essi che la stessa disgrazia poteva colpirli da un istante all’altro, che sarebbero chiamati cosi all’improvviso a rendere i
loro conti, che gli avvertimenti da me indirizzati
potevano essere gli ultimi, ecc., ecc. E chi mai,
circondato com’io in quel momento, avrebbe
potuto proferire tali parole senza esserne egli
stesso pi'ofondamente commosso? In quanto a
me, sentii il mio cuore fondersi, quando vidi parecchie di quelle maschie fisonomie , imbrunite
e solcate dall’ingiurie del tempo e dalle fatiche,
bagnarsi di lagrime o nasconderne l'emozione
fra le incallite mani, — segni dolcissimi degli
effetti della Parola divina sulle anime. Quale
prospettiva! questa piccola truppa d’adoratori si
abbassava od elevavasi a beneplacito delle onde,
ma allu strepito del vento, fischiante nel cordame, ella vi mischiava la placida voce della preghiera sagliente verso Colui che ha promesso di
trovarsi in- mezzo anche a due o tre soli che si
rauneranno nel di Lui nome ».
(Semaine Religieuse.)
LO STATO ROMANO SVELATO
X.
Molle segrete nell’elezione del vicario di G. C.
« Le grandi potenze cattoliche, Francia ed Austria, hanno suirelezione de’ papi un'iuflueBza
di cui servonsi in modo egoistico, cercando
soltanto di escludere il candidato della propria
rivale ; e, nella tema di trovar nel papa un diplomatico abile ed ambizioso che loro cagioni
degli imbarazzi interni, dànno d’ordinario l’esclusione al cardinale il più capace : nella stessa maniera si regolano i cardinali, per timore di perdere l’importanza loro. Dopo molte lotte, s’accordano pel solito ad eleggere qualche cardinale
poco noto, spesso un frate pio , vecchio , assai
superstizioso, ben nutrito di romane tradizioni
e tale che ognuno abbia speranza di poter condurre a sua voglia. Questi papi, eletti all’età in
cui l’uomo torna bambino, non hanno nè volontà
nè potenza di riformare ; null’altro chiedono che
riposo, e lasciano governare la fazione che li ha
portati al papato ; il di lei capo diventa segre
1 tario di Stato, e ciascuno, secondo la propria
influenza, coglie qualche bricciola dell’autorità
pubblica. Tal e il governo per cui Gesù Cristo
sarebbe, dicono i clericali, disceso dal cielo onde
stabilirlo sulla terra! »
tornò tutta a suo danno; si venne alle personalità, si destarono non lodevoli passioni, si suscitarono scandali, e questi finirono con alienargli l’animo degli amici che tuttavia gli rimanevano, col distruggere ogni sentimento di pietà
e di stima chc i fedeli di quella città nutrivano
per lui, e col discreditarlo persino appo le autorilà di Basilea, dov’erasi rifugiato; le quali,
in buoni termini, gli fecero intendere di non
potergli concedere più a lungo ospitalità presso
di loro. Per la qual cosa lo sciagurato vecchio
pensò di unirsi agli anti-trinitarii italiani che
ricoveravano in Polonia ; ma attraversato in
queslo misero disegno dagli emissarii del papa,
dovette ritirarsi in Moravia e fini di vivere a
Slaconia, dopo aver perduto tre figli di peste
che desolava quella provincia.
3
RISTRETTO QUADRO DI PROFEZIE COMPIUTE.
II Messia doveva essere;
La posterità della donna ; — Gen., Ili, 15.
Della tribù di Giuda; —2. Sam., VII, 13-16.
Da una vergine; — Isa., VII, 14.
Fuggire in Egitto ; — Osb. XI, 1. S. Matt., II, 15.
I La posterità d’Àbramo ; — Gbn., XII, 3.
I Della famiglia di David.— Isa., IX, 6.
Doveva nascere.
j In Betlem ; — Mie., V, 2.
1 Apparire povero. —Isa., LUI, 2, 3.
E predetto.
Il teatro del suo ministero; — Is., IX, 1, 2. Mat., IV, 13-16.
La sua mansuetudine ; — Is., XLII ; 2. Mat., XII, 17. ecc., ecc.
.\lcuni particolari della crocifissione.
! I suoi miracoli; —Is., LUI, 4. Mat., V'III, 17.
I La sua entrata a Gerusalemme; — Zac., IX, 9. Matt., XXI, 4.
PROFEZIA.
.....Non è stato uno che m’avesse in odio che s’è levato contr’a
me : altrimenti, io mi sarei nascosto : ecc. — Sai. LV, 13, 14.
Ed io dissi loro: Se così vi piace, datemi il mio premio : se no, rimanetevene. Ed essi mi pesarono trenta sicli d’argento per lo mio premio.
Zacc., XI, 12.
E il Signore mi disse. Gittagli via, perchè sieno dati ad un vasellaio:
quest’è il prezzo onorevole, nel quale io sono stato da loro apprezzato.
Io presi adunque i trenta sicli d’argento, e gli gittai, ecc. Zac., XI, 13.
.....il rettore d’Israel è stato percosso con una bacchetta in su la
guancia. — Mic.^ V, L
Hanno messo del veleno nella mia vivanda : e, nella mia sete, m'hanno
dato bere dell’aceto. — Sai. LXIX, 21.
Dio mio, Dio mio, perchè m’hai lasciato?—Sai. XXII, 1.
.....Io non ho nascosta la mia faccia dall’onte, nè dallo sputo.
Is.,L,6.
Essi m’hanno forate le mani, ed i piedi.....si spartiscono fra loro
i miei vestimenti, e Iranno la sorte sopra la mia vesta.— Sai. XXII, 16-18.
COMPIMENTO.
e non ne rompete alcun osso. — Esc., XII^ 46.
.....e sarà stato annoverato co’ trasgressori ed avrà portato il pec
J2ato di molti, ecc.—Isa., LUI, 12.
Or Giuda, che lo tradiva, sapeva anch’egli il luogo ; perciochè Gesù
s’era molte volte accolto là co’suoi discepoli. — Giov., XVIII, 2.
E disse loro: Chc mi volete dare, ed io ve lo darò nelle mani? Ed cssr
gli pesarono trenta sicli d’argento. — Mat., XXVI, 15.
Allora Giuda, che l'avea tradito,.....tornò i trenta sicli d’argento.
.....li gitiò nel tempio.....Ed i principali sacerdoti presero quw.
danari.....comperarono di quelli il campo del vasellaio, per luogo di
sepoltura agli stranieri. — Mat. XXV'II, 3-7.
Poi, sputatogli addosso, presero la canna, e gliene percuotevano il
capo. — Mat., XXVII, 30.
Gesù disse......aciochè la scrittura s’adempiesse, Io ho sete-—
Gli diedero bere deH'accto mescolato con fiele.—Giov., XIX, 28. Mat.,
XXVII, :ì4.
Dio mio, Dio mio, perchè m’hai lasciato? — Mat., XXVII, 46. .
Poi sputatogli addosso, eco. — Mat., XXVII, 30.
Poi, avendolo crocifisso, spartirono i suoi vestimenti, tirando la sorte,—
aciochè fosse adempiuto ciò che fu detto dal profeta.....—Mat., XXVII,
35. Giov., XIX, 23, 24.
Perciochè queste cose sono avvenute, aciochè )a scrittura fosse adera piuta. Niun osso d’esso sarà fiaccato. —Giov., XIX, 36.
.....crocifissero quivi lui, ed i malfattori, l’uno a destra e l’altro a
sinistra. - Lu., XXIII, Ü3.
11 compimento delle profezie in passato assicura il compimento delle altre neH’avvenire : a cagion d’esempio, queste.
Ed anzi giudicherà i poveri in giustizia.....; ed ucciderà l’empio
col fiato delle sue labbra.....Ed alzerà la bandiera alle nazioni, ed
adunerà gli scacciati d’Israel, ed accoglierà le dispersioni di Giuda, da
quattro canti della terra, ecc., ecc. — Isa., XI.
Egli abisserà la morte in eterno : e il Signore Iddio asciugherà Je lagrime d’in su ogni faccia, e torrà via l’onta del suo popolo, ecc.
Isa., XXV, 8.
Mettete la falce nelle biade, ecc., — Jcel., III, 13.
Oj: in quel tempo si leverà Micael.....: e vi sarà un tempo di di
•stretta, qual non fu giammai.....sarà salvato cJiiunque si troverà
scritto nel Libro, ecc., — Dak., XII.
Ed aJJora sarà manifestato quell’empio, iJ quaJe il Signore distruggerà
per lo Spirito deJla sua bocca, e ridurrà al niente per l’apparizione del suo
avvenimento. Del quale empio l’avvenimento sarà, secondo l’operazione
di Satana, con ogni potenza, e prodigi, e miracoli di menzogna, ecc.
Paolo, 2. Tess. II.
E, quando questo corruttibile avrà rivestita incorruttibilità.....allora
sarà adempiuta la parola cli’ò scritta. La morte è stata abissata in vittoria.
1. CoR., XV, 54.
.....e nel tempo della mietitura, ecc. — Mat., XIII, 30. Apoc., XIV,
13, ecc.
Dicci quando avverranno queste cose? e qual sarà il segno della tua
venuta, e della fin del mondo? E Gesù, rispondendo, disse loro ......
Perciochè allora vi sarà grande afflizione, qual non fu giammai, ecc.
Mat., XXIV.
Importanza delle profezie.
Io VI dico in verità, che, finché sia passato il cielo e la terra, non pure
un iota, od una punta della legge trapasserà, ch’ogni cosa non sia fatta
Matt., V, 17, 18.
Pensi tu forse ch’io non potessi ora pregare il Padre mio, ecc......
Come dunque sarebbero adempiute le scritture, le quali dicono che convien che cosi avvenga? — Mat., XXVI, 53.
4
Torino. — Alcune parole del professore Barberis. — Ci piace di riportare le seguenti poche
parole di un discorso proferito dall’onorevole
signor Barberis, nelToccasione che si distribuirono alcuni premii in un istituto di educazione
femminile.
e Nei liberi governi apresi maggior campo alle
religiose discussioni; e la nostra Fede, benché
se ne irraggi di maggior luce, pur viene tal fiata
esposta a pericolosi contrasti : laonde forza è
che eziandio Ja donna ne conosca gli inconcussi
fondamenti e la bellezza immortale, che ella intemerato no serbi il santuario fra le pareti domestiche , che ella i germi ne innesti e vividi
mantenga nei buoni ed onorati costumi. Fra libere leggi si elevano gli animi alla partecipazione de'pubblici uffizii, ed insieme colla nobiltà
dei diritti cresce la generosa necessità de’doveri;
ma non ci ha debito che sembri grave, non ci
"ha sacrifizio che arduo sembri e malagevole, allorché anche la donna dalla patria storia e da
altri studii prese ad amare il paese ove nacque,
allorché eziandio la sposa e la madre s’addestrò
a non intepidire con codarde lagrime l’ardore
<■ l’operosità cittadina, a inanimare chi coraggiosamente difende la patria, ad onorarla, ad amarla,
non con le vane ciancie, non con la pompa delle
■•»plendide veglie , ma con la costumatezza, con
jrli studii, con le modeste virtù della vita casalinga edella beneficenza. È noto a tutti che la
libertà si fonda sulla operosità e sulla moralità
delle famiglie singolarmente ; e dove questa non
é, la libertà è pianta che non alligna , e ad ogni
sofiio di contrarii venti vien meno. Or la opero.sità e Ja probità delle famiglie da che dipende,
.Me non dalla donna principalmente? Se si conohcesse esattamente la storia di quegli uomini
che si segnalarono per probità e per virtù, sopra
dieci se ne troverebbero nove che tenuti furono
alle loro madri di questo vantaggio. Oh ! alla
morale potenza d'una madre , quale altra virtù
terrestre potrebbesi agguagliare?»
Danimarca. — I Mormoni, — Leggesi nella
(iaxeiie des Tribunaux il fatto che segue, della
di cui veracità non ci facciamo garanti :
« I Mormoni, cosi dice iJ suindicato foglio ,
tengono ogni lunedi sera, a Copenhague, uella
.sala de’ concerti deU’Albergo di Scandinavia, seduta pubblica, nelJa quale proferiscono discorsi
ed entrano in controversia con chiunque si presenti onde sostenere opinioni religiose contrarie
alle loro.
«Nella seduta deH'ultimo lunedi, uu ebreo
colportore , convinto senza dubbio da ciò ohe
aveva udito , gridò all’improvviso : s Abiuro il
jifiudaismo ed abbraccio il culto dei santi degli
-ultimi giorni ! » Egli fu subito ammesso nel mormonismo e ricevette la consecrazione d’uso.
« Divenuto Mormone, prese posto fra i novelli
correligionarii e , dopo d’aver chiesto ed ottenuto la parola, egli propose l’abolizione della
poligamia, autorizzata nella setta mormonica.
<!otesta proposizione eccitò sdegno grande fra
,i Mormoni, i quali credettero vedere nel nuovo
convertito un traditore.
« Viva disputa s’impegnò fra quelli e l’antico
discepolo di Moisè; questi fu appoggialo in
ispecie da buon numero di donne della classe
popolana che si trovavano jireseuti, mentre gli
«Uri avevano per difensori molti del sesso ma
scolino. Un grosso e grasso e rubicondo beccaio surse a dire con semplicità :
« Se voi abolite la poligamia, potete esser certi
di non far più de’proseliti, imperciocché Ja poligamia è il vostro amo ; senza di essa rimarreste soli ». Ed un pallido e magro sarto mormone esclamò iu dialetto tedesco : « Se la poligamia cessa fra noi, io abbandono aU’istante il
mormonismo ; non l’adottai che per poter maritarmi tante volte quante volessi».
« A tal punto scoppiarono le risate nelle tribune pubbliche ; il che irritò i Mormoni al segno
die abbandonarono la discussione e risposero
agli avverarli coi pugni. Il povero neofito ebro
specialmente fu alla lettera calpestato dai partigiani della poligamia. Poco a poco il combattimento divenne generale ; gli specchi, i vetri
delle lampade e delle finestre andarono in frantumi, e il sangue sarebbe stato sparso di certo
se l’intervento di buon numero di sergenti di
polizia non avessero arrestato i più turbolenti
fra i controversisti.
« Rispettate la mia persona , diceva gravemente un de’preti mormoni che veniva preso,
imperciochè la mia persona è inviolabile altrettanto quanto quella de’vostri ecclesiastici luterani ».— « I nostri proti, rispondevagJi iJ sergente che lo conduceva, non hanno privilegi,
imperciochè dinanzi alle leggi danesi tutti i
cittadini sono eguali ».
ei Più di sessanta individui furono tratti in
prigione pel tafferuglio suddetto , il quale poi
ha dato ampia materia allo scherzo ».
Stati Austriaci. — Decreti per l’organizzazione della Chiesa riformata. — Cotesti decreti
dividono la Chiesa evangelica austriaca in tre
grandi,parti ; delle provincie dove domina la
lingua tedesca; dell’Ungheria; della Transilvania.
In Ungheria sono riconosciute dalla nuova organizzazione due chiese evangeliche distinte ;
quella della Confessione di Augsbourg e quella
della Confessione elvetica. In oltre son da essa
creati de’ Consigli parrocchiali o presbiteriali ,
de’ Concistori distrettuali che riuniscono molte
parrocchie, e delle Sovraintendenze che riuniscono vari concistori distrettuali. Al di sopra di
tutte queste autorità, che sono delegazioni dolla
Chiesa, havvi un Consiglio superiore ecclesiastico
(Oberlcirchenrath), i di cui membri song eletti
dall’imperatore. Ogni parrocchia nomina, per
l’organo de^ suo Consiglio presbiteriale, iJ pa-,
store e l’institutore. 1 membri de’ Consigli presbiteriali rimangono per quattro anni. I concistori distrettuali si riuniscono due volte all’anno.
Vi sono sei sovraintendenze per ciascuna Confessione. Annualmente una Conferenza generale
d’ambe le Confessioni si riunisce a Pest, com-"*
posta di delegati delle sovraintendenze. Ogni sci
anni le chiese dell’una e dell’altra Confessione
possono tenere un sinodo generale.
Asia. — Caucaso. — VAvenir ha ricevuto da
questa contrada interessanti notizie sulle condizioni religiose degli Evangelici che l’abitano;
eccone alcune ;
« Il 21 aprile io mi recai a Cana sulle rive della
Coura e vi passai tre giorni, duranti i quali la
comunità intera assistette per tutta la giornata
al servizio divino. Ella componevasi di 80 famiglie povere di beni del mondo. — Di là viaggiai
lungo il Kouban, di e notte, senz’armi, ad onta
dei Teherkess (popolazioni saccheggiatrici). Il
Signore mi custodi sempre. Giunto nel capoluogo, Ecaterinodar, mi posi tosto alla ricerca
degli Evangelici. Dopo molte corse, il sabato
sera potei già fare un servizio, e l’indomani un
secondo, nel magnifico locale messo a nostra
disposizione. Vi erano 30 donne molto attente,
fra le quali una damigella B, di Vevey, governante presso il generale Filippsara. Le autorità
si sono mostrate assai compiacenti. Indimi recai ad Eisk , sul mare d'Asow, ciltà di circa 20
mila anime. La sua posizione in un paese fertilissimo le assicura brillante avvenire. Trovai
una comunità tedesca, la quale si riuni all’istante
all’Albergo della Posta, ov'io discesi. — Nell’ultimo servizio si raunò circa 150 persone di nazioni diverse ».
In oltre, il corrispondente visitò Michailsthal;
informati del suo arrivo, i coloni assediarono la
porta fin dalle 7 del mattino; laonde egli potè
soddisfare il lor bisogno della Parola. Per sei
giorni di seguito vi ebbero assemblee, culto, meditazioni, colloqui.— Il 18 maggio, prima di lasciarli, ei presiedette ad un’ultima assemblea che
durò quasi quattr’ore : «Aucora un canto!»esclamavano questi poveri coloni; «Ancora una preghiera! » L’assemblea, assai commossa, priva di
pastore fisso, non poteva lasciar partire chi era
andato a trovarli. Il 20 maggio visitò la guarnigione di Oust-Laba, sul Kouban. Molti soldati
non avevano potuto assistere ad alcun servizio
da 14 anni^ndietro. Domandiamo al Signore che
invii degli operai iu cosi vasto campo.
ERRATA CORRIGE.
Nel numero antecedente , facciata seconda
linea 16, invece di leggere : purificati non altrimenti che per un puro sacramento, leggasi, purificati ben altrimenti che per un puro sacramento.
A-m m lü-i«r 5K M
AL
DEPOSITO DI LIBRI RELIGIOSI
Viale del Re, N" 31.
SUPREMAZIA PAPALE
Al IRlBlì\ALE DELL AXIICIIIM
Prima verMione italiana
dall'originale inglese
HOR/E APOCALYPTICÆ
OSSIA
LE PROFEZIE DI DANIELE
E
L’AP0{.\L1SSE 1)1 S. GIOVACI APOSTOLO
2“ Edizione torinese
Un voi in-i8° di ÒSO pag., con mappe.
Prezzo lid. 1, 95.
CirOMMo UOKScnlco gerente.