1
Alino li»
Venerdì 19 noveiiilire 1^59.
LA BUOIVA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PRESEZO D\%$^SOCIAZlO’\'B
domicilio)
Torino, per un anno L. 6,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 » 4,50
Per le provincie e l’estero franco sino
ai contini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
AJiSévonTit Si h iy&nn
ScQut'nJo la vorìtìi nella Cirìti.
Em. IV. ^5.
La Direzione della BUONA NOVELLA ò
in Torino. casa Bellora, a capo del Viale
del Ite, N ’d2, piano 3’.
Le associazioni si ricevono dalla Direzione
del Giornale, e dal Libraio G. SERBA,
contrada Nuova in Torino.
Gli .(Issociaii delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alta Direzione.
Deputazione evangelica in favore de’ coniugi Madiai. — Una confessione prezioio*
~ Cantafavola del Cattolico. — Rivista critica della stampa clericale« -^Notisi«
religio*«: Torino —Firenze— Irlanda —Cronachetta politica.
DEPlTAZlOiXE L\ FAVOUE DE’ COMICI MADIAI
( Conlinuazione V N. 2).
■=»+9**«=
Conlinuandod a riferire le pratiche
dei CrisliaQi Evangelici venuti in Firenze per vedere se riuscivano di liberare i coniugi Madiai dalle pene
ingiustamente loro inflitte in odio
della pura religione di Cristo, la quale
essi professano, lasciamo d’ora innanzi parlare la persona stessa che
gentilmente ci favori le informazioni
e i documenti che seguono, trascrivendo il suo rapporto tal quale l’abbiam ricevuto.
Il >1 punto di riunione dei Deputali
essendo in Genova, s’ignora per quale
contrattempo quelli di Francia e d’Inghilterra la precedessero in Toscana,
Ma se questa mancanza d’ assieme
può aver pregiudicalo forse dal bel
principio al buon avviamento della
pratica, l’intiera deputazione che non
tardò a riunirsi in Firenze e ad assumere così quel carattere ecumenico in
cui era riposta la sua vera influenza,
riparò col perfetto accordo degli animi
2
e coir unilà degli sforzi ad uno sbaglio imputabile solameute al caso. Gli
onorevoli rappresentanti de' Crislìani
di Francia e d'Inghilterra (1) aveano
già rassegnalo al minisiro degli affari
esteri un indirizzo in forma di petizione al Granduca, concernente l'oggetto della deputazione, cioè la libertà
dei Madiai, e ne ricevettero il 27 ottobre questa sconfortante ripulsa.
Il Risposta ALL’lNDimzzo
« Il ministro degli aiTari esteri alr onorevolissimo conte di Roden.
Milord !
Accusandole ricevutn del foglio che mi
pervenne ier sera, mi duole doverle nolificare, Milord, che nonostante il convenientissimo tenore con cui è compilalo
l’indirizzo rivestito di firme, a capo delle
quali figura la sna, le mie istruzioni non
mi consentono di sottoporre quel documento, il quale andava unito al summentovato foglio, all'alta considerazione del mio augusto Sovrano. S. A. I. e R.
intese manifestare definitivanienlc le sue
intenzioni a questo riguardo, nella risposta che le consegnai per ordine suo
addi 26 corr., ed alla quale ho l’onore
di riferirmi in tutto.
Gradisca, Milord, e faccia gradire ai
signori sottoscritti della lettera e dcH’indirizzo, r attestato del mio distinto ossequio. Duca dì Casigiiano.
(]) Ai quali s’aggiunse poi anche il signor capitano De Boniu di Prussia, arrivalo in tempo a soltoscrivere l’indirizzo
al Granduca.
0 II tenore di questo foglio avrebbe
scompigliato i calcoli della prudenza
mondana, ma la carità che s’ispira
da Cristo non si lasciò punto sconcertare. Frattanto Io spirito delle tenebre che non si poteva supporre rimanesse inattivo spettatore de’ suoi
sforzi, avea fallo correr voce che le
condizioni de’ Madiai non erano cosi
tristi come s" era dapprima supposto e
divulgalo, eh’ essi erano trallali con
molta umanità, ed altre cose consimili
tendenti a raffreddare quell’ardore da
cui poteva solo venire qualche sollievo
ai reali patimenti dei Madiai, della
qual cosa parleremo appresso.
« Ora aggiungiamo solamente che
la Deputazione dopo aver cercalo nella
preghiera comune quegli argomooli
d’incoraggiamento che parevano venir
meno aitomo ad essa, decise concordemente d’inoltrare questa seconda
istanza al Governo granducale, sottoscrivendola solo i nuovi arrivati non
sotloscritli alla prima.
A Sua Altezza Imperiale e R.
il Gran Duca di Toscana.
Altezza Reale.
1 sottoscritti, delegati dai loro fratelli
Evangelici della Germania, de’ Paesi Bassi
e della Svizzera, hanno l'onore di presentarsi a V. A. I. e R. per supplicarla
di degnarsi di conceder loro la libertà
degli sposi Madiai chiusi nelle prigioni
dei vostri Stali.
3
Crodfindo con tutto il loro cuore che
r.esù Cristo è il loro Salvatore, il loro Dio
ed il loro padrone in ogni cosa, che la
Bibbia è la stessa parola di Dio, e in conseguenza la norma suprema della loro
condotta, i Cristiani Evangelici provarono
una viva connnozione nell’udire la condanna d’un fratello e d’una sorella a cui
sanno d’essere uniti coi vincoli di (|uesta
medesima fede, e riguardando lo loro
sofferenze come a tutti comuni, si credettero in obbligo d’intercedere in loro
favore. — I sentimenti che animano i
sottoscritti, il loro carattere, l’età, la natura stessa del loro tentativo, gli inducono a sperare che V. A. I. e R. si degnerà accogliere la loro supplica con
seria ponderazione e Imnevolenza. Nulla
di politico nella loro missione ; essi non
si fondano sulla potenza ilella terra ; rispingono ogni appello alle passioni, che
agitano oggidì la società : essi si presentano a V. A. 1. e R. in nome di Gesù
Cristo Re dei re, e Signore de’ signori,
di Quello , che deve giudicare il mondo
nel giorno finale ; e vi supplicano in nome
di questo Salvatore invocato dai Cristiani
di ogni appellazione, di non prolungare
i patimenti di due creature umili e deboli
agli occhi degli uomini, ma che vollero
ubbidire alla sua voce. —In un'età in
cui le comunicazioni diventano più e più
facili e frequenti, in cui le popolazioui
6i mescolano incessantemente, in cui gli
uomini e le idee si trasportano da mezzodì a settentrione e da settentrione a
mezzodì, in cui cattolici e protestanti si
avvezzano a convivere nelle stesse contrade, e a sentirsi stretti da vincoli comuni, la tolleranza divenne uno fra i
bisogni della vita dei ¡wi^li. I paesi che
son rappresentati in questa congiuntura
dai sottoscritti, ammisero questa tolleranza come uno dei canoni fondamentali
della loro legislazione, e sancirono a prò
de’Cattolici romani che vi dimorano, non
solo una piena libertà di coscienza, <ua
eziandio, c quasi senza eccezione, un'eguaglianza assoluta sotto il punto dì vista
civile e politico. Se avvenisse che la coscienza de’ Cattolici romani fosse molestata ne’ paesi abitati dai sottoscritti, essi
riguarderebbero come un sacro dovere
l’alzar la voce contro siffatta intolleranza
col calore e l'unanimità medesima di cui
danno adesso l'esempio. Forti di questi
sentimenti, i sottoscritti si sentono pure
incoraggiti nella speranza di veder accolta con favore la loro supplica, perchè
sanno che da oltre un secolo, e sotto il
governo de’ Principi della Casa Regnante,
la Toscana godè i heni d’un regime paterno, c perchè V. A. I. e R. dando in
questa nuova congiuntura una prova di
clemenza e di tolleranza non farà che seguire le tradizioni ed i principii de'suoi
Augusti predecessori, nonché gli impulsi
del proprio ciwre. — La fede professata
dai sotloscritli, nulla ha di comune colle
pericolose dottrine in nome delle quali
si agitano, e sono spinti a ribellione i popoli. Essa è la fedo in Gesù Cristo Crocifisso, il solo fìome che sia stato dato ai popoli per cui possano esser salvi. Eia fede
degli Apostoli s. Pietro e s. Paolo, che
prescrivono non solo d’essere soggetti
alle potestà costituite, imperocché vengono da Dio, ma ancora che si preghi
dovunque pei re e i principi, e per tutti
coloro che son costituiti in dignità. Loc-chè già fecero i Cristiani Evangelici, e
faranno ancora per V. A. 1. e E. aifinchè
4
il Dio del cielo e della terra che inclina
i cuori a suo piacimento, li faccia trovar
grazia appo Voi, e ne sieno in tal guisa
consolati i numerosi amici della vera
tolleranza religiosa che in tutta l’Europa
asjiettano ansiosamente il risultamento
di questo passo.
Firenze, 28 ottobre 18o2.
Sotloscritli :
Per la Svizzera
Henri TnoNciiiN, colonnello.
Conte di Saint-George.
Per la Germania
Conte Albekt de Portalì;s.
Pei Paesi Bassi
Elout de Soetiieiìvvoude.
« Risposta. Una seconda ed arida
ripulsa, concepita in termini che precludevano la via ad ulteriori speranze,
fu il risultamento di questo nuovo
passo. Cbe fare? Pareva non rimanesse altro espediente che raccomandar le vittime al Consolatore degli afflitti, e partire.
L'Itiine risoluzioni dpi Deputali
Evangelici.
« Ma ciò la Dio mercè non avvenne. La Deputazione ch& aveva eseguilo il suo mandalo ufficiale, scomparve, ma per cedere il luogo ad una
riunione di zelanti Cristiani che si
proposero di trarre il maggior partito
dal tentativo che avevano veduto andare a vuoto. Essi si proposero in
conseguenza queslo triplice fine:
« 1" Raccogliere precise infor
mazioni sulle vere condizioni dei
Madiai.
« 2° Esaminare allentamenle
quali fossero i progressi delle idee
evangeliche in Toscana.
« 3" Gettar le basi di un’asiociazione cristiana europea, la quale
applicasse ogni studiq a difesa e sollievo delle future vittime dell’intolleranza religiosa.
« L’ esecuzione di questo divisamento non fu inferiore alla grandezza
del concetto. Ma lasciamo che parlino
i documenti, a petto de’ quali son deboli troppo le nostre parole. Le ricerche che si spinsero fin dentro le carceri delle vittime, diedero luogo allá
relazione che segue :
I.
SolTerenze dei Aliid'ai.
Non avendo ancora potuto ottenere il
favore di visitare i Madiai, procediamo,
dietro informazioni che meritano pienamente la nostra fede a metter sott’occhio
con ogni esattezza il loro stato, tenendoci
lontani da ogni specie d'esagerazione,
non solamente pel rispetto che professiamo alla verità, ma eziandio perchè
sventuratamente le condizioni di quegli
infelici sono abbastanza dure per desiare
colla loro semplice e disadorna descrizione
un vivo sdegno, ed un’efficace simpatia
nell'aniino della cristianità protestante.
Fu in conseguenza verificato, non essere i Madiai stali posti alla galera propriamente delta, uè racchiusi nel carcere
cogli altri delinquenti, uè carichi tam-
5
- 37 —
poco di catene: cliè anzi vengon trattati
con liontà dagli impiosati della prigione ( I). Però la sentenza clic gli ha colpiti
non implica soltanto una prigionia di
inusitata lunghezza, niaeziandio un marchio d’infamia che nulla potrelihe cancellare. La loro prigionia è cellulare coll'aggiunta dei lavori forzati (2). Quando
si ponga mente alla vita attiva che Francesco Madiai condusse nella sua prima
qualità di corriere, ed alla gracile costituzione di sua moglie Uosa Madiai,
alletta di una malattia alla spina dorsale,
non recherà niera\iglia che questa prigionia ahhia già prodotto nella salute di
entrambi conseguenze perniciose, e tali
che potrebbero avere un termine fatale se
dovesse ancora prolungarsi.
Qual senso non produrrebbe egli in
Europa un fine cosi lagrimevole ai mali
di cui soffrono attualmente?
C’incumhe di far qui osservare che i
Madiai sono intieramente privi di ogni
servizio religioso, e d'ogni conforto di un
ministro della loro confessione; favore
c1r‘ tornerebbe loro oltremodo prezioso,
e che vien pure ampiamente conceduto a
tutti gli altri prigionieri, ed eziandio alla
peggior generazione di malfattori racchiusi nelle stesse prigioni.
I Madiai non sono solamente divisi iti
separate celle, ma’giacciono in una sepa
(1) Dopo aver avtilo per qualclic tempo nn nutrimento grossolano, si poterono procurar loro
migliori atimeDti.
(2) Nel carcero di Rosa Madiai si vede sospesa
•1 muro, in segno di pena • di miniccia, una caleni. QuesO pia donna ebbe i capelli recisi, ed b
coslretla a vcilir l’abito disciplinare dello altro
(ondiinnate
rata prigione. Uno sulle alture di Volterra, l’altra alla distanza di oO miglia in
Lucca, quasiché potesse essere pericoloso
allo Stato che questi infelici comunicassero fra loro. Per la qual cosaai patimenti
già accennati, viene ancora ad aggiimgersi uua |»enosa incertezza« sulla loro
reciproca salute. K vietato loro di servirsi
dei libri di divozione in analogia colle
loro credenze, e quando viene ad essi
c-onsentito un po’ di moto, son costretti
a prenderlo racchiusi in un cortile da cui
non si vede che il cielo.
Finalmente in quanto al proces.so ed
alla sentenza, quantunque si sia vietato
pubblicarne tutti i documenti, osiamo
osservare sulla fede di persone che si trovarono presenti ai dibattimenti, essere
risultato aH’evidenza, che la vita di Rosa
Madiai non ollìì, durante lunghi anni,
tranne una serie non interrotta di azioni
caritiitevoli, senza ch’ella facesse di.stinzione alcuna circa la fede di coloro verso
I (piali le praticava ; ch’ella non si serviva delle occasioni pòrtele dalle sue
beneficenze per attacare i princiiiii religiosi o|iposti ai suoi. Fu prosato cbe
solamente in pochissimi casi in cui sorse
controversia, questa non ebbe luogo che
per rispondere, oppure dietro interrogazioni 0 quistioni sollevate da altri che
entravano spontaneamente in discussione
co' Madiai. Fu provato, in seguito a tutti
i dibattimenti, la |)uhhlicitù, elemento
essenziale del loro delitto dietro la legge
invocata, non risultare menomamente,
ed essersene fatta cosi poca menzione
nella sentenza, che la Corte (facente le
veci di giurati e di giudici) tu costretta
di basare le sue conclusioni sulla giurisprudenza genernlmente odollata nelle
6
— oí? —
anteriori sentenze: e ciù quantunque
fosse comprovato che una tale giurisprudenza, 0 non era applicabile al caso, o
non poteva dare in alcun modo motivo
alla severità della sentenza.
Devesi oltre a ciù osservare che l’errore
in cui s’intorse neH'applicazione della
legge, in relazione coll’atto di accusa e
colla emanata sentenza, servì di base,
indipendentemente dai fatti^ al ricorso in
cassazione dell’avvocato sig. Maggiorani.
Nè sapremmo far menzione di questo
nome senza esprimere la nostra viva riconoscenza, sia per l’ingegno e pei lumi
ch'egli spiegò in questa occorrenza, sia
pel modo coraggioso con cui quest’ uomo di legge maneggiò tutto l’alTare, e le
pvovide e tenere attenzioni che prodigò
ai suoi clienti.
Gli argomenti invocati in giustificaiione del ricorso, furono appoggiati pubblicamente , e in modo formale, dai
inembripiù distinti delforo(l)fiorentino.
Il ricorso medesimo, nonché essere combattuto, venne appoggiato dal Ministero
pubblico, e cionullameno reietto.
Anteponemmo una semplice e genuina
esposizione dei fatti, ad un appello più
eloquente diretto ai sentimenti. In quanto ai nostri non potrebbero rimanere dubbii. Basti il dire che essi c’ impongono
imperiosamente d’ insistere sopra una
protesta forte e reiterata contro una
condanna, che oltre allo implicare patimenti corporali, minaccia l’esistenza me
(t) Basta Icgffcre in «ppendice alla bcllissimdi
difesa deH’avvocato Odoardo Maggioroni il voto
«desivo degli avvocati Vincenzo Salvogiioli, Adriano Mari, e Leopoldo Galeotti.
denma, e trae dietro a sè la privazione
di quei religiosi conforti, che in ogni civile contrada non si niegano tampoco ai
più gran malfattori.
Non ci parrebbe esatta la relazione che
Vi presentiamo, se non vi lasciasse impresso in mente che il caso di cui si
tratta, non è altrimenti l’unica delle sofferenze patite per amor di Cristo. Che
anzi il caso de’ Madiai non è cbe il tipo
d’un numero assai rilevante di consimili
patimenti. Imperocché egli è un fatto che
ci duole molto di dover rilevare, la persecuzione andar crescendo in modo spaventevole. Sarebbe pertanto da desiderarsi che la pubblicità data alle circostanze afTatto speciali del caso di cui ci
occupiamo, facesse cadere l’attenzione
su tanti altri, onde ciò diventasse per noi
un argomento di preghiera e di serii sforzi.
Non v’è esagerazione dal canto nostro
quando, accennando alla persecuzione a
cui vanno soggetti i primi cristiani, affermiamo che regna in Toscana il sistemi
d’ introdursi in ogni casa sospetta, noti
già di delitti politici, ma come li dicono
di delitti religiosi, di trascinare a forza
uomini fi donne, di cacciarli in prigione,
di sperderli, di vietare a un gran numero
di persone le quali aspirano a questi pri^•ilcgi, di riunirsi per la preghiera e per
lo studio della Parola di Dio. In conclusione di tutto ciò non possiamo dirvi
alti'o, fratelli nostri, senonchè quest» cose
non dovrebbero accadere. Possano altri
dotati di maggiore sapienza secondo il
mondo, che non siamo noi, avvisare ai
mezzi di por riparo a sì trista condizione
di cose. Frattanto vogliamo nutrir lìducia, che in tutto, e ne’ modi che il Signore si compiacerà di scegliere, vendicherà
7
la propria causa, e libererà coloro che
patiscono persecuzione acagion del suo
Nome.
Firenze 21) ottobre 1832.
Sottoscritti:
Membri della Deputazione Inglese
UoDEN,Pari d'Inghilterra
Cavan, Pari d’irlanda
TROTTEn, Capitano.
Membri della Deputazione Germanica
Alderto di Portales, Conte
De Busin, Capitano.
Per la Francia
Fr. de Mimost.
Per l'Olanda
Elout ue Soetherwoude.
Per la Svizzera
Enrico Troschis
de S. Georges, Conte.
II.
■ Id quanto allo stato e progressi
deirevangelismo in Toscana, le indicazioni raccolte non lasciano dubbio
che la messe dei Signore vi sia più
copiosa che non si sarebl^ osato sperare. Onde sappiamo di non esagerare
affermando che il movimento religioso
di quel paese offre presentemente nella
città e dintorni di Firenze un prodotto
di parecchie migliaia fra convertiti
e lettori della Parola die schiude gli
occhi alla vera luce. Consolante novella, la quale mentre ci prova l’impotenza di coloro che ricalcitrano ai
voleri della Previdenza in Italia, deve
iuanimirci a raddoppiare gli sforzi
per secondarne l’opera rigeneratrir.e.
Cade qui pure in acconcio aggiungere
che mentre la Deputazione si tratteneva in Toscana, ricevette, a pegno
che l’opera del Signore ferve e prospera in queir avventurato paese, un
commovente indirizzo dei nuovi Cristiani. Ci duole che la brevità dello
spazio e l'abbondanza delia materia
ci obblighino a differir la pubblicazione di quel documento, e la risposta
che gli venne fatta dalla Deputazione,
Basti per ora al cristiano lettore, sapere che quel fraterno ricambio di
grazie, di voli, di benedizioni e di
preghiere, contribuì a raffermare più
e più i vincoli di quella fratellanza
che è alla vigilia di congiungere i Redenti attorno allo stendardo di una
sola fede, e sotto l'egida potente di
Cristo Dio.
III.
« Per ultimo siamo lieti di porre
sott'occhio al lettore un documento
della previdenza e dello zelo che animano i fratelli cristiani d’ oltremonle
per la causa del Vangelo in Italia, ed
in qualsiasi altra contrada dove infierisce la persecuzione. Coloro che ne
saranno colpiti, vedranno nel progetto
con cui chiudiamo la nostra esposizione, un argomento di più per maalenersi forti e costanti nella fede die
salva, e render grazie ai Signore per
8
- ÜO
esser nati in tempi in cui a fianco del
martirio egli pose il conforto di simpatie feconde, e diremmo quasi universali verso i membri soffrenti della
sua Chiesa. Il divisamento de’ Cristiani riuniti attorno alle carceri dei
Madiai da tanti e sì lontani paesi, potrebbe dirsi una delle ispirazioni che
più onorano l’umanità, se noi, congiuntamente agli autori di quel benefico progetto, non fossimo persuasi
doversene riferire il merito al Signore
che volle esaudire le preci, le quali da
ogni parte del mondo cristiano salirono in questi ultimi giorni appiè del
suo trono di grazia. Faccia Egli che
l’eseguimento corrisponda pienamente
al caritatevole pensiero che lo suggeriva, e che ne nascano abbondanti
consolazioni a tulli coloro che saran
fatti degni di confessare nei patimento
il suo santo Nome.
llapporto e invilo ni fedeli
deli’Orlìc caitoiico.
LA DEPLTAZIO.MÌ
SPEDITA IN TOSCANA
D.\I CRISTIAM EVANGELICI
ni;i VAltlE PAESI »’WllKOl'A
a coloro che l’Iianuo delegala.
olncaricati dai nostri fratelli Evangelici
della Gran Bretagna, della Germania, dei
Paesi Bassi c della Svizzera, d'intercedere
a prò di un fratello e d'una sorella che
son ditenuti nelle carceri della Toscana
per aver reso testimonianza della parola
di Dio, veniamo a dirvi che In nostro mia.
sione è compiuta. Ma non ci reggerebbe
il cuore di dividerci senza testimoniare
la nostra viva riconoscenza verso Dio, a
motivo dello spirito d’unione che regnò
fra noi.
"La nostra debolezza, la miseria della
nostra natura, e la nostra mancanza di
fede, lasciarono senza dubbio la loro impronta negli atti nostri : non v'ha dubbio
tampoco che non facemmo tutto ciò cbe
dovevamo, e come dovevamo. L'esito di
quest'alfare sta ora nelle mani di Dio ;
ma noi sentivamo il bisogno di ringraziai’lo d'averci chiamati a portare il suo
messaggio, e gli rendiam gloria pel bene
che potrà, cosi speriamo, conseguirne.
«Se in altri tempi i Cristiani Evangelici
sentirono l’oltraggio e parteciparono alle
afflizioni inflitte ai loro fratelli per cagion
della loro fede comune, ebbero oggidì il
privilegio di potersi indettare in modo
libero e spontaneo per agire simultaneamente. Sentirono nel profondo del loro
cuore, alla presenza di un fatto che gli
aveva dolorosamente commossi, non formar essi che un sol oorpo, e che questa
unità doveva manifestarsi per mezzo di
un'azione connine.
«L'unione, la solidarietà el'afretto fraterno cbe sovente, ma a torto, si rimprovera alla nostra Chiesa di non possedere,
vennero poste in qualche modo in evidenza mercè di questo sperimento.
Il Ci compiaciamo di vedere nel fatto e
nei sentimenti che qui ci condussero, un
incoraggiamento per l’avvenire, ed un
argomento di più per ristringerei vincoli
di comunione che ci uniscono in Cristo.
Argomento tanto piùstringente, in quanto
che, nonostante i lumi e la falsa tolleranza di cui mena vanto il secolo nostro,
9
sembrano avvicinarsi i tempi di persecuzione pretledi dalla parola di Dio : noi ci
vediaitio i germi di una unione non più
astraila, e avente solamente la sua base
nel domma o nella disciplina, ma attiva
per lu carità ; unione senza dilTerenza di
chiese, di lingiieedi paesi, unione (ironia
a manifestarsi dovunque sieno fratelli
che sofTrono a cagione didla confessione
del nome di Cristo, e ad opporsi d'unanime consenso colla preghiera e cogli
alti permessi dal Vangelo ai nemici della
parola di Dio. Cristiani Evangelici! Non
vi sarelilie (|ui un insegnamento pratico
riguardo a ciò di cui difettiamo in fatto
di strumenti c mezzi d'azione '/ Non è egli
evidente che mentre rendiamo alle |iotenze costituite il rispetto e la sommessioiic che si devon loro giusta l'ordine
espresso dal nostro Divino Salvatore,
possiamo e dobbiamo render nolo ogni
atto d'ingiiistizia e di persecuzione verso
i membri della sua Chiesa'/
«Non hadubbioche sappiamo, ciascuna
parte della Chiesa per rimaner fedele alla
missione specialeche piiò\enirleaflldata,
e giusta la misura del dono di Cristo,
dover anzitutto crescere in ogni cosa,
secondo la verità e la carità, in Colui che
è il Capo, in Cristo manifestato in carne;
essere radicala in Lui, fortificata nella
fede e vivificata dal suo S|iirito.
oNonha dubbio che sai»piamo, le Chiese
doversi aiutare vicendevolmente nell'umiltà e neH'amore, in ciò che non s’oppone alla sana dottrina, fincli’esse non si
sieno raggiunte nell'unità perfelta d’una
medesima fede.
•Compenetrali di r|ue' preziosi insegnamenti che una breve esperienza ci pose
sott’occhio. riguardiamo come un dovere
di rivoliierci, non più come rivestiti di
un mandato che testé spirò, ma in qualità di fratelli, a coloro fra' nostri fratelli
cbe ci hanno inviato. Noi chiediam loro
che l'opera comune a cui furono consacrati questi ultimi giorni divenga un
principio, e il coniinciamento di un’azione comune: cbiediam loro pure di
congiungere i loro sforzi ni nostri per
far prevalere .cottogli occhi di Dio e colla
sua protezione il |irincipio di un ordinamento cbe corrisponda d'ora innanzi e
jier (|ualchi‘ rispetto ad alcuni fra i comuni bisogni delle nostre chiese evangeliche.
l'Kgli è a ipiesto scopo cbe proponiamo:
i° l.a formazione di un Comitato permanente per tutto le chiese evangeliche
che ricevessero avvisi o domande di soccorso riguardo alle [lersecuzioni, ai pericoli ed ai bisogni di un qualche membro
odi una (|ualchechiesa, suH'opportiinilá
di una tal opera ed in generale sovra
(jualsiasi oggetto di un interesse e di una
azione ecumenica ; il (|uale astenendosi
scrupolosamente da (pialsivogliatendenza
politica, ordinerebbe e dirigerebbe infine
quest’azione comune. Il Comitato per
evitare gli inconvenienti di un accentramento troppo assoluto, risiederebbe alternativamente nei princiiiali centri evangelici d’Europa.
2 La formazione di Comitati locali nei
varii paesi che corrisponderebliero col
Comitato centrale, agevolerebbe le inchieste stimate necessarie, provocherebbe, occorrendo, I' azione del Comitato
centrale , riceverebbe ed eseguirebbe le
sue istruzioni.
«Finalmente, considerando noi stessi la
Santa Scrilturn, come quella che é la
10
parola stessa del nostro Iddio, e la norma
suprema della condotta del cristiano, ed
avendo ciascuno di noi riconosciuto la
potenza di questa Parola sul cuore dei
nostri fratelli perseguitati, vi facciamo
istanze perché accomuniate i vostri sforzi
coi nostri per conservarla intatta e pura
da ogni lega umana, e perchè vi adoperiate in modo sempre più attivo alla diffusione dei santi libri : ricordandoci dell'ordine dato dallo Spirito Santo : « Pregate affinchè la parola di Dio possa circolare liberamente ».
"Conceda a noi tutti il nostro Dio, che
solo può produrre in noi la volontà e l’eseguimento, la fedeltà, la sapienza e la
forza d'ubbidire alla sua santa volontà;
c ci accordi ciò che ci è necessario per
Tender testimonianza dell’amore che deve
congiungere i redenti di Cristo.
Firenze, 50 ottobre 1852.
Sottoscrizioni secondo l’ordine
del documento originaìe.
Roden.
Enhico Tkoscuin.
CWAN.
Etour DE SOETUEBWOUDE.
AlBEKTO di PonTALÉS.
Fu. DE Mimost.
A. DE Bo.mn.
Alessandro de Saint Geodce.
John Tuotter.
INA CO^FESS!O^E PREZIOSA.
V Armonia nel suo N. 137 di martedì 16 novembre 1852, alla Colonna
sesta, parlando della sospensione a
divitiis di un protonolario apostolico,
insegna con espresse parole che ==
quanto si racconta del governo pontificio, tutto vuol dirsi del pupa. —
Noi Evangelici lo sapevamo, e appunto perchè nel nostro concelto
chiesa del papa significava da lungo
tempo governo del pàpa, o governo
teocratico del Vaticano, o corte dì
Roma, dicevamo che la Chiesa di Roma ossia del papa era più cosa terrena, mondana e politica che non sacra
ed evangelica. Questa verità, che in
bocca a noi potea apparire un’eresia,
oggi la vediamo con giubilo uscire
dal labbro de’corifei della fazion gesuitica e clericale. Ne prendiam alio
all’istante, ei nostri lettori evangelici
si potranno così convincere che non
abbiam torto, nè .siamo falsificatori e
bugiardi, quando noi e i fogli liberali
tulli quanti chiamiamo in colpa il papato e i papi delle tante iniquità e dei
così enormi eccessi che s! commisero
e tuttodì si commettono dai governanti
di Roma. Non slamo calunniatori ascrivendo al padre santo, che s’intitola successor di S. Pietro e vicario
di Cristo, al papa in persona le perquisizioni domiciliari e continue che
ivi si fanno dai satelliti della polizia -,
al papa gli arresti avbitrarii che ivi
si comandano e si prolungano a taknto dagl’inquisitori, da’ prelati e da’
birri ; al papa le sentenze crudeli e
segrete che si pronunziano da que’lri-
11
biinali inumani; al papa le fucilazioni
sanguinose e feroci, e tanto che si
eseguiscono dalle bande di que' soldati gregari che compongono la sua
milizia; al papa le vessazioni e le con^
cussioni che soffrono gli abitanti delle
Romagne, delle Marche, dell’Umbria,
del Patrimonio, di Marittima e Campagna; al papa la libertà che godono
ì masnadieri e gli assassini di correre
in lungo e in largo tutto lo Stato Romano, e svaligiare viaggiatori, passaggieri, pellegrini d’ogni nazione, d’ogni
sesso c d’ogni età; al papa la scelta
de’ galeotti piìi diUamati e più crudi
per comporne le bande sbirresche
della romana polizia ; in breve tutti
gli errori, tutte le gravezze, tutte le
colpe del Governo Ecclesiastico sono
colpe, gravezze ed errori del papato e
de’ papi. L’ Armonia ce lo insegna
a chiarissime note, e noi che già da
lungo tempo lo sapevamo, ne prendiamo atto registrando qui per norma le succitate parole della clericale
eCfemeride, cioè a dire che « quanto
si racconta del Governo Pontifìcio,
tutto deve dirsi del papa ».
CAMAI AVOLA DEL CATTOLICO.
Chi ha fatto l’impero in Francia?
Tutto il mondo crede che sia nato da
an complesso di cause che sono con
corse ad attuare I tanti rivolgimenti
politici e sociali che hanno avuto luogo in Francia dal in poi. Questi
rivolgimenti hanno portato al supreme
potere Luigi Napoleone, che per conse*
guenza logica degli stessi avvenimenti
sta per essere creato imperatore.
Queslo si crede generalmente da
lutti, ma questo è un error madornale, da cui per nostra buona sorte ci
trae il N. 963 del Cattolico non senza
ragione decoralo col titolo di benemerito dalla gesuitica Civiltà Catto^
lica di Roma.
Rapportiamo fedelmente il fallo in
compendio, non potendo qui nel nostro piccolo Giornale dare luogo all«
lunghe colonne del Cattolico.
« Si trovava in una casa religiosa
d’educazione a Parigi una buona Superiora, che una mattina nell’alzarsi
ebbe queslo pensiero; l'avvenire della
Francia rij.K)sa sopra Luigi Napoleone ; se questi venisse a morte, l’in-,
ticra Francia perirebbe. Imporla dunque che egli non muoia; e subilo Ja
sacra zitellona scende dal letto e corro
a cercare nella sua piccola casseltina
un’ elTigit! della Santa Vergine venutale da augusta sorgente ed arricchita
da particolari indulgenze. Attacca un
cordone a questo sacro gioiello, e
quindi scrive dal suo leggio queslo
parole a Luigi Napoleone; « Signor
Presidente, permettete, che io pro-
12
tegga la vostra persona, in cui è riposta la salvezza della società e della
religione...... (1) Portate sospesa al
collo questa elJìgie, questa vi camperà
da ogni pericolo.
« Si sottoscrive:
« Suor M. D. S. SupunioBA.
ti Terminalo il biglietto, vi acclude
la piccola medaglia, lo suggella, vi
fa la soprascritta ; Al Principe Luigi
Napoleone Presidente della Repubblica, e lo fa incontanente portare
all’Eliseo.
<1 Da quel tempo la monaca si sentì
più tranquilla. Venne il ì dicembre,
e la monaca si avvide che la sua santa
effigie aveva influito sul felice successo del colpo di Stato.
• Intanto ebbe bisogno di quattrini,
andò coraggiosa all’Eliseo, ed ebbe
dalle mani del principe dieci monete
d’ oro.
Ecco il fatto in tutta la sua sem
(I) La malizia de’tempi parlando il linguaggio de’ clericali sarebbe penetrata
perfino nel cuore delle monache. Da questa lettera si vede che oggi nemmen le
monache mettono più la salvezza della religione nella persona del papa. Non bisogna pretermettere queste osservazioni che
al giudizio d’ ogni buon cristiano hanno
la loro importanza per ben conoscere lo
spirito pubblico, che si va diffondendo
finche nel seno della stessa chiesa di
Roma.
plicilà, e ciò che ne forma il principale pregio, soggiunge il Cattolico,
si è che è autentico ».
Da questo fatto autentico i nostri
leltori debbono, secondo la cantafavola del Cattolico e dell'antico magigistralo che a lui la scrive, apprendere
che il colpo di Stalo col conseguente
impero. Luigi Napoleone e l’Europa lo
debbono alla piccola medaglia d' una
divola pettegola, che cosi guadagnossi
dieci marenghi.
Hanno ragione, o no i popoli Cristiani ad alzare la voce contro la superstizione gesuitica e clericale? Dovranno dunque sempre gli uomini tollerare che la virtù più alla, più nobile,
più sublime qual’è la religione s'avvolga in fanciullaggini di cervelli bambineschi e pinzoccheri? Iddio, verità
per essenza, non sarà mai degnamente
adorato colle menzogne e coi prestigi,
e una fazione, una setta o una chiesa
qualunque che spaccia sì putide novelle, non sarà mai in eterno la Chiesa
del vero Iddio, che bisogna, secondo
il Vangelo, sia da noi adorato in
ispirilo e verità.
ItIVISTA CRITICA
Della 8tnnipa elerieale
Armonia e il Callolico, degni rappresentanti d’una fazione cbe, come priva
di carità frateraa, non è cristiana, e r
13
torlo si arroga il diriUo e il nome di zelare gl’interessi della Religion crisliana,
si scagliano eoli’ impelo dei forsennati
contro i coniugi Madiai, e non rispellando
nemmen la sventura di due innocenti
imprigionati, che non si possono difendere, li mordono colle più brutali calunnie. Li spacciano per miscredenti, per
empi e per sordidi emissari stipendiali di
non sappiamo quali sette anglicane.
La stampa clericale non ba nè pietà,
oè religion, nè pudore. Chi ama conoscere i .Madiai lo impari dal sig. avv.
Odoardo Maggiorani, che li descrisse io
pubblico tribunale davanti agii stessi giudici che li condannarono.
Il Madiai « sceso giovinetto dai poggi
del Casentino, dove lascia il padre, i fratelli alla marra, presta per lunghi anni
servizio domestico ai nostri patrizi. Viaggia più tardi in qualità di corriere con
estranie famiglie. Visita cosi molte parti
d’Europa ed anche l’America, c solamente di tempo in tempo sofTennasi per
breve ora fra noi. «
La Madiai « da Roma ove ha sortito i
natali, va aia di potente famiglia in Inghilterra, in Belgio, in Germania. Dimora
più di vent’anni a Londra. Torna in Italia. Incontra a Firenze il Madiai, che ha
già conosciuto oltre l’Alpi. Divengono
marito e moglie. La malfirma salute non
permette a lei cimentarsi di nuovo nei
travagli di una vita nomade e agitata.
Accomunati i suoi scarsi risparmi con
quelli del marito, rorniscono di mobilio
una casa: l’ufTittano ai forestieri, ed in
ispeeie agli inglesi, che dalle opulente e
libere spioggie dell’isola doininalrice dei
mari desiderarono l’aure soavi del nostro
limpido cielo, e amarono le ampiezze
che lieta un tempo ci fecero la nostra vita
civile.
« Costoro adunque nè eletta e neppur
mezzana coltura, nè naturale altezza d’ingegno 0 forza di spirito, nè abbondanza
di parola o sottigliezza di metafisica, nè
grado sociale o aderenze cospicue possono trarre a propositi d’imprese vaste e
piene di rischio. Loro unica cura esser
deve l’industria per averne i mezzi a sussistere.
«La moglie provede agli interessi della
casa in Firenze: il marito, cui arride il
vigore della .salute, continua nella sua
vita vaga ed incerta: la maggior parte
dell’anno in remote contrade, conduce
la minore in mezzo a’ suoi focolari......
« .Ma essi hanno abbandonala la religione, nella quale furono battezzati : essi
hanno confessato di appartenere alla comunione evangelica.»
Ecco l’unico delitto loro apposto dall’accusa, ecco l’unico delitto per cui furono dall’empio tribunale condannati. Se
la slampa clericale odia la Religione
Evangelica, non è questa una ragione per
cui debba chiamar miscredenti o stipendiati emissari i cittadini onorevoli che a
questa apparlengono. Sappia, diremo a
lei colle pardi« del sullodato avvocato,
che « Cristiani gli Evangelici e rigidi osservatori della morale cristiana, sebbene
non riconoscano l’autorità di Roma e discordino in alcuni punti di dogma, fan
professione di tutti quei principii che meglio appagano il cuore umano e meglio
si adagiano ncH’intelletto.»
Sappia, che ella ha mentilo per la gola
accusando i Madiai che agissero da Cristiani Evangelici per lurpe amor di guadagno ; perchè essi non vivono che delle
14
- 40
loro onorate fatiche, e sono due persone
pie, iirobe ed oneste se allre furonvi mai:
pie, come disse il loro avvocato, probe ed
oneste, a confessione di coloro slessi,
cbe più studiosaiucnle hanno voluto ag'gravarle. Lo stesso sostenitore dell’accusa ha reso testimonianza alle loro virtù,
e in solo ricordarle il pubblico ministero
66 ne commosse fino alle lagrime, deplorando vieppiù amaramente che due persone così virtuose si fossero dalla Chiesa
sua disgiunte.
Alla cristiana proliitil dei Madiai ha
reso giustizia finanche un parroco ed una
monaca, il primo testificando di essere
Btato colla più larga e cortese ospitaiilà
»ccolto più volte a casa Madiai, dei quali
lia sempre dovuto ammirare la carità e la
modestia: la seconda dal convento delle
Salesiane di Massa in Vai di Nievole ha
mandato una dichiarazione, ove dice per
la pura verità di aver conosciuto, mentre
era al secolo, la Rosa Pulini e Francesco
Madiai, oggi coniugi e dimoranti in Firenze, avendo colla prima coabitato e
convissuto a servizio presso alcune famiglie straniere per lo spazio di circa anni
due e di averli sempre riputali per le loro
azioni probi, onesti e caritatevoli in sommo grado, benché quanto a religione constasse a lei che appartcnevuno ad una
comunione eterodossa. Questa dichiarazione è sotto la dala del 27 maggio 18u2,
sottoscritta da suor Rosa I^elice .Massei, e
autenticata da suor Anna Maria Bartoli,
superiora del monastero, e da Pietro Forti
vescovo di Peseia.
Àbbianio voluto addurre tutte queste
teslimiomanze, non già per convertire la
stampa clericale, cfaè niuno ha giammai
fionvertHo le tenebre iu luce, ma solo per
dissipnre le calunnie, cbe va spargendo
la perfida a danno della riputazione illibata di due anime innocenti che soffrono,
JVOTIKIS R£l>lCilOSi:
Torino. — Domenica scorsa ebbe luogo
in tutto leprincipali chiese di questa città
per parte del partito clericale una provocazione al disordine. Ognuno sa die nei
governi liberi il più prezioso diritto
d’ogni cittadino è l’uso della libertà della
stampa. Ebbene, a rendere odioso l’esercizio e l’uso d’un tal diritto in Piemonte,
e a spargere diffidenze tra gli uni e gli
altri, per suscitare disordini, efors’ancbe
sedizioni e guerra civile, il partito clerir
cale fece appello alla coscienza dei fedeli,
minacciandoli di scomunica e di eterna
dannazione, se ardivano di leggere giornali e libri di autori liberali. Buon per
noi che il senso comune non manca al
popolo Piemontese, ed egli sa (lenissimo
che nissun prete al mondo, fosse anche
vescovo e papa, ha la giurisdizione di
mandar anime aU’infcrno. Udì quindi
con tutta tranquillità la lettura delle scomuniche lanciate dai vescovi della provincia di Torino contro gli scritti liberali ;
s’avvide che tale scomunica era uno
spauracchio pei gonzi messo in opera dai
fogli clericali, cbe nessuno vuol leggere,
per far concorrenza ai fogli liberali; e
tutti pacificamente ne risero, come ne
ridono ancora.
Il vescovo di Pinerolo non era nella
nota dei soscrittori alla scomunica. Dice
il Risorgimento che per sottoscriversi egli
chiedeva a’ suoi colleghi vesco\ i la coudizioue, sine qua no«, che fossero egual-
15
niente scomunicati anche gli scritti clericali, che secondo lui aveano parte non
poca nè ultima nel discredito in cui oggi
è caduto il clero cattolico.
11 sig. canonico I). Paolo Barone, rettore
del seminario di Pinerolo, scrivendo alla
Patria non contraddice aiTatto alla notizia
del Risorgimento, e dice anzi espressamente che il suo monsignor Vescovo non
ha voluto sottoscrivere la Notificanza degli
altri Vescovi della provincia torinese perchè, fra le altre ragioni, avrebbe desiderato cbe i Vescovi, usando del loro drillo
di condannare in furo conscientice queslo
0 quell'altro scritto, avessero dichiaralo
non essere di lor competenza opporsi alle
leggi dello Stalo, cbe ammettono la libertà
della stampa; e avrebbe anche desiderato
che nel colpire cerli scritti contrarii alla
Chiesa non avessero tralasciato di avvertire i fedeli a non prendere per vangelo
tutte le esorbitanze di certa stam|)a (si
capisce che parla della clericali) che professando di difendere la Religione, manca
di quella graviti, carità e prudenza che
conviensi ai difensori del vero.
— Il famoso voto della Consolata uon
ha sortito IVITetto miracoloso che ne speravano i clericali, o almeno mostravano
sperarne, cioè a dire la caduta del Ministero liberale e la nomina d'un Ministero
reazionario..Gl’inventori adunque del voto
hanno pensalo d’intimare una piena adunanza degli oblatori per interpellarne le
intenzioni circa l’uso del danaro incassato.
VArmonia annunzia che domenica fu esprcsso il desiderio di costruire una nuova facciata al tempio della Consolata, anche perchè non si dica che i clericali sieno
in opere di pietà meno generosi dei ProtestasU Valdesi die Iuodo eretto uo lem
pio in Torino, tempio dove in.segneranno
l’eresia e la menzogna. Cosi al solito suo
VArrnmia si esprime, e a noi Evangelici
fa dono dicerie qualità cui la sua fazioue
possiede in grado eniiuente.
Firenze. — Leggesi nella Presuc che la
Regina d’Inghilterra ha scritto di proprio
pugno al Granduca di Toscana p i coniugi Madiai, e la risposta induce a credere
che quanto prima saranno posti in lihei là.
Ibi.anda. —Si legge neir/írcning-.lfflíí
di Dublino: Quaranta soldati avendo inteso che nel 31 Reggimento di guarnigione a Sixe-.Wi7a-/?n'(/(/e era stato ucciso
uno dei loro camerata dai fanatici del partito cattolico, presero subito la risoluzione
di convertirsi al protestantismo. S'indirizzarono pertanto al lor Colonnello, che
dopo avjor intesa la loro domanda, li consigliò a riflettervi sopra assai seriamente.
Essi vi consentirono, e dopo alcuni
giorni tornarono dal Colonnello a confermargli la loro decisión» di abbracciare
la religion protestante, e la misero in
esecuzione.
— .Scrivono da Dublino al MorntngPost cbe domenica (5 ottobrej, tre ¡tersone abiurarono solennemente gli errori
della chiesa romana, dopo essere state
istruite nei catechismi, che ivi si fanno
regolarmente per cura della pia societii,
che s’incarica di proteggere i preti cattolici che sono [tassali alla fede evangelica.
— Quindici novelli convertiti dal romanismo hanno ultimamente ricevuta la
confermazione dal vescovo anglicano di
Cork nella chiesa di Cristo. Sette altre
persone non poterono intervenire, come
desideravano, Alla cerimonia, impedite
dalle proprie occupazioni : onde con esse
la cifra dei converlili accende a 22. Soqo
16
«uUi abitanti del distretto di Baudon,
dove la missione evangelica fondata dal
reverendo Dottore 0' Sullivan non conta
ancora un anno d’esistenaa.
CR0^AC1IETTA POLITICA
Tobino. Oggi si riaprono le Camere.
Stati Romani. Scrivono all' Italia e
Popolo che è riuscito a fuggire dal carcero di Ancona il sig. Corrado Politi di
Recanati, condannato per supposti delitti
politici dalla sacra Consulta di Roma alla
pena di morte, mutatagli poi per grazia
nella reclusione perpetua.
— Scrivono da Roma che il cardinale
Antonelli mette in ridicolo la notizia, che
il Papa vada a Parigi per incoronare Imperatore Luigi Napoleone 111. Dice con
tutti che non si è mai trattato nè direttamente nè indirettamente di simile faccenda tra la corte di Roma e la Francia.
Malgrado però queste negative dell'Antonelli molti cardinali persistono nel timore che ciò accada, e ne sono afflittissimi.
Ginevra. Nelle ultime elezioni il partito
liberale conservatore dell’attuale Governo
ha riportato un compiuto trionfo.
Parigi. 11 Monitmr ha pubblicato i i
programmi dei partiti ostili all’impero,
due dei Repubblicani di Londra, il terzo
di Victor Hngo, e il (juarto del Conte di
Chambord. A proposito di quest’ultimo
deplora, che un Principe il quale ha saputo fin qui sopportare con tanta dignità
il suo infortunio, non abbia per anco appreso a rispettare come si conviene la
sovranità del popolo.
— Sono abilitati a dare il voto loro nella
questione dcH’Impero anche i cittadini
compromessi politici che stanno sotto la
sorveglianza delia Polizia.
— 11 21 corrente sarà fatto lo squittinio del suffragio universale, e il 2 dicembre verrà proclamato l’impero.
I.NGHiLTERRA.—S.M. la Reginaé andata
in persona la mattina dcll’ll a pronunziare il discorso d’apertura alle Camere.
Si è rallegrata col paese che sia concorso
agli armamenti richiesti dalle circostanze
de’ tempi. Ha dato speranza di vicini accordi cogli Stati Uniti d’America intorno
la question della pesca. Ha promesso la
proposta di leggi che, senza offendere il
principio del libero scambio, proveggano
ai bisogni dell’agricoltura, e si è congratulata col paese della prosperità ognora
crescente.
— Le Camere, suU’fllssicurazione data
dal Ministero cbe poi 24 corr. esporrà il
programma della .sua condotta, hanno
senza discussione nè o])posizione approvato l’indirizzo di risposta al discorso
delia Corona.
Austria. —Leggiamo nella l’oce delta
Libertà : Da corrispondenza particolare
sappiamo che l’Austriasta facendo grandi
armamenti ; 30,000 uomini sono adunati
in Boemia; in Vienna e sue vicinanze ve
ne sono 20,000; e 16,000 in Moravia e
in Ungheria.
Dirdiore G. P. SIEII.LE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
ALCUNE LETTERE
PARTE
TR.\DOTTE .M]0V,111E.\TE DAL lATIXO
DI
MARC.%;\'ro:vio fIìA.uikio
Letterato del secolo XVI
PUBBLICATE e dedicate
ALLA GIOVENTÙ’ ITALIANA
DA
CMA SlCi!VOB.% IXCiLKSK
CON CENNI BIOGRAFICI
del medesimo.
TIP. soc. DECLI AUTISTI i. P0>5 E C.