1
• LVr ft. 1 w -Tt N
ECO
DELLE VALLI VALDESI
biblioteca valdese
torre , PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno X( VI - N uni. 18
Una copia Lire 40
ABBONAMENTI
1 Eco'. L. 2.000 per Tinterno
I L. 3.000 per l’estero
Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE - 6 Maggio 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Assassinati
A Roma, in uno degli ennesimi incidenti
causati dai neofascisti nella città e in particolare neirUniversità — questa volta in occasione delle elezioni studentesche — è morto uno studente. Paolo Rossi. Parlamento,
•‘adiotelevisione e stampa nazionale si sono a
lungo soffermate sulVodioso episodio, con la
sua tragica punta. La magistratura sta esaminando le responsabilità. Ma oltre alle responsabilità dirette vi sono quelle, indirette, di una
strana acquiescenza alle manifestazioni neofasciste da parte del rettore e della polizia;
non è la prima volta che si lamenta questo
fatto, e lo ha sottolineato alla Camera Tristano Codignola: è la prima volta che un
giovane ci lascia la vita. Non sono mai stato
fra coloro che richiedevano la messa fuori
legge del M.S.I. e delle organizzazioni fa
sciste; ho sempre pensato che la forza della
legge costituzionale, fedelmente applicata, è
sufficiente a troncare sul nascere le manifestazioni violente, teppistiche, talvolta criminose che da quella fonte e dalle organizzazioni neofasciste possono nascere. Certo, bi
sogna che la legge costituzionale sia fedelmente applicata; e anche a questo proposito, non è sempre il caso.
ìj; * :i:
Nei giorni scorsi, due nuove vittime sulla
^vecchia frontiera’’ del muro di Berlino: un
uomo e probabilmente una donna sono stati
uccisi dai ’’vopos". il primo pare perche,
brillo, sì avvicinava alla terra di nessuno,
per rinfrescarsi nella Sprea, la seconda mentre cercava di varcare d muro, nel quartiere
di Zehlendorf. Ogni volta che un uomo, una
donna cadono lungo quel maledetto muro, il
regime di Pankow si giudica da se.
^
Uaccoslamenlo e puramente c,onologico.
Non sono così stolido dal fare un fascio dì
queste morti così diverse; dalVavvicinare i
rigurgiti neofascisti, in cui sordidi nostalgici
convoglumu componenti di violenza e teppismo presenti in settori della gioventù odierna, ir. particolare cittadina e borghese, alla
tormentata situazione delVEìiropa divisa, della Germania lacerata.
Dietro d dramma di Roma c’è d vuoto, e
ciò che rivolta, in questa morte, è proprio il
suo carattere assurdo: un crimine gratuito,
che non ha neppure la spiegazione (non dico la gÌLisli/icazlone!) di un contristo di posizioni e di idee.
Dietro l’ennesimo dramma di Berlino, si
delinea la terribile frattura del mondo odierno, che neppure le sorridenti strette di mano Montini-Gromyko fanno superare; una
frattura carica di responsabilità multilaterali
(e personalmente penso che la nostra partecipazione alla NATO sia fra queste correspon.sabililà) anche se di peso politico diverso. Proprio perchè penso in tutta libertà
quanto sopra, mi sento Ubero di affermare
che il regime di Pankow si auto giudica ogni
volta che uno dei suoi agenti abbatte un
’’transfuga" (tali sono per lui). Le poche
volte che ho varcato la cortina mi hanno
confermato che la libertà, con tutti gli equivoci. t rischi, gli abusi che le sono connessi
e che purtroppo beìi conosciamo, è il solo
terreno su cui possa svilupparsi una vita
pienamente, autenticamente umana. Tra le
due grandi vie del nostro tempo: dalla libertà
alla giustizia, dalla giustizia alla libertà, scelgo senza esitazioni la prima; non per questo
scelgo un ’’sistema”, perchè so che la libertà
statica di privilegiati non vale di più della
giustizia di massa, autoritaria e burocratica:
scelgo una via, senza idoli esaltanti o comodi, in cui caniniino con tutte le mie deboIzze e esitazioni di uomo accanto a uomini;
e cerco di ricordare che nelle promesse profetiche, nella persona viva di Gesù Cristo,
nella proclamazione apostolica la libertà e la
giustizia (e la pace) si incontrano e si abbracciano, sono tutt’uno, una delle grandi
cose che fa Dio.
^ ^ ^
Forse più d'uno penserà — chi con soddisfazione, chi con dispetto — che dal primo
assassinio ho preso semplicemente spunto
per insistere sugli altri. Nulla è più lontano dal mio pensiero e dal mio cuore che
una simile orribile strumentalizzazione. La
cronaca mi ha purtroppo imposto, ravvicinati. questi due fatti così diversi, inquadrati in
realtà di dimensioni così diverse. Non è melenso e cieco moralismo di benpensante, che
dà un colpo al cerchio e uno alla botte e sta
tranquillo, se dico che mi turbano altrettanto. anche se in modo diverso, la violenza bestiale della teppaglia neofascista e la violenza burocratica di un cecchino di Stato.
Ancora una nota: il dibattito in Parlamento .sulle violenze nello Sludium Urbis e sulla
morte di Paolo Rossi ha avuto momenti elevati. e ne .siamo lieti e fieri: ma la zuffa sorta ima volta di più fra padri coscritti è un
ricorrente penoso incivile episodio, politicamente policromo e tristemente indicativo di
quanto Videologia della violenza, Vacerbità e
I odio dei contrasti sono profondamente radicati (e questi ’’violenti”, che lezioni hanno
da dare ai giovani sotto accusa?). Meno male che a Montecitorio c’erano i commessi:
più efficienti, volenterosi e tempestivi che le
forze dell’ordine nella Città universitaria,
quelle forze dell’Ordine (qui ci vuole la
maiuscola) che non mancano mai — ed è
giusto — quando scioperano i metalmeccanici o si marcia per la pace nel Vietnam.
Gino Conte
La cintura
Efesini 6: 14
In questo termine così comune del nostro abbigliamento si cela
una ricchezza eccezionale di significati e di valori simbolici per l’uomo della civiltà antica, ma difficilmente accessibile a noi cittadini
moderni.
L’idea dell’attività, delFazione: avere i fianchi cinti; l’idea del
lavoro, del servizio: cingersi per servire; la condizione sociale: cintura di cuoio di Giovanni Battista, d’oro di Gesù nell’Apocalisse;
nella cintura il mercante nasconde il suo denaro, il partigiano il suo
pugnale; di una cintura lussuosa fa sfoggio la sposa, il ricco, la nobildonna.
Il significato di questa immagine è però espresso in modo perfetto non tanto da questi riferimenti biblici quanto dalle lunghe sciarpe di stoffa colorata che i nostri nonni si avvolgevano attorno ai fianchi: la cintura è il capo di vestiario che qualifica un uomo e nello
stesso tempo lo tiene saldo, in piedi.
La cintura della fede è la verità. Ogni comunità, popolo, società
deve avere una verità di cui vivere e vive di fronte a tutti gli altri
unita, legata, vincolata da questa sua verità. I crede)iti, nei molti e
diversi aspetti della loro attività, e la chiesa vivono nel mondo cinti
della verità di Cristo. Quella verità sola li qualifica e li sostiene, sorregge e coordina i loro movimenti in un impegno unico ed efficace.
Quella verità, Gesù l’ha detto molto esplicitamente ai suoi discepoli, è revangelo, lui stesso, la sua realtà e la sua opera: Io sono la
verità.
Certo i credenti e le chiese possono cingersi di altre verità, più
moderne, nuove, adatte alle esigenze, che arricchiscono, vestono, onorano; si tratta di cinturini alla moda, da passeggio primaverile che
tagliano le reni, a cui si finisce sempre con l’appendere qualche santino o qualche corno. Per tenersi la schiena eretta e lavorare come
i nostri vecchi sui campi o nei boschi bisogna avere una cintura spessa e larga, anche se fa sudare.
Forse che noi e le nostre comunità non vogliamo più quella cintura da uomini virili? Ci piace troppo fare i damerini sulle piazze
del mondo!
jo Tourn
Paura di un'inchiesta:
Le scoperte di un
gruppo di giovani
che hanno intervistato, con qualche
difficoltà, membri
della loro comunità
nelle Valli Valdesi
Taccuino alla mano, un gruppo cU
studenti di terza media ha intervistato un gruppo di parrocchiani delle
Valli sui seguenti argomenti : « Paté
la preghiera prima dei pasti, il culto di
famiglia, il culto personale? Leggete la
Bibbia e quante volte? Cosa pensate
della vostra chiesa e cosa pensate di
fare per lei? Che valore ha per voi la
vostra fede e se non ne ha perchè siete
ancora membri di chiesa? In che modo
rendete la vostra testimonianza nel
vostro lavoro? Cosa pensate deU’obbiezione di coscienza? Cosa ricordate del
risveglio di Felix Neff? ».
Alcuni intervistati hanno risposto
recisamente: la vostra intervista non
m’interessa, non abbiamo tempo da
perdere, non ci scocciate, è ridicolo fare inchieste del genere ; le risposte degli altri spiegano il rifiuto di costoro
di fronte a domande che svelano il
vuoto del loro pensiero.
Ed ecco una panoramica delle risposte alle varie domande; le parole tra
parentesi e quelle in corsivo sono del
cronista (Inquisitor).
1) Fate la preghiera prima dei pasti?
Una buona percentuale ha risposto di sì,
mentre altri si sono cosi espressi; non ho
tempo; soltanto la sera; non è indispensa
1111111111111111111111111
UNA CORRISPONDENZA DALL' ETIOPIA
Le avventure
di due missiunari
in vacanza
Stesi in terra i sarchi di juta, il past. Bruno Tron prende fiato prima di cercare di liberare la macchina insabbiata al guado di un
torrente in secca. Agli amici Tron inviamo il nostro saluto fraterno, grati per la corrispondenza ricevuta.
Cari amici,
quando per disgrazia mi passa per
la mente questo pensiero : scriverò domani; so subito che quando finalmente troverò il momento di prendere la
penna in mano, da allora saranno
passati per lo meno... alcuni mesi! E’
per questo che non oso guardare a
quando risale la mia ultima corrispondenza con voi ! So che è passato parecchio tempo e molte cose, nel frattempo, sono venute ad arricchire la
nostra esperienza e deludere le nostre
aspettative. Più di una volta abbiamo
dovuto affrontare situazioni delicate
cerne quella recente dello sciopero dei
nostri maestri (per ragioni salariali)
e sovente ci siamo pure chiesti se non
era giunto per noi il momento di fare
le valigie...! Ma non è di questi problemi che voglio parlarvi oggi bensì
della mia prima gita a Greleb, in una
delle nostre stazioni missionarie del
medio piano, dove lavorò per qualche
tempo il missionario Enrico Coisson.
E’ stata un’esperienza molto bella
ed eccitante. Siamo partiti — mio marito ed io — una mattina alle 6, con
un freschetto che ha dissipato in pochi minuti i resti di un buon sonno
ristoratore. A tutta velocità ci siamo
diretto verso Keren, la prima bella
cittadina, che si incontra scendendo
nel bassopiano occidentale. Ci siamo
arrivati in un’ora e mezzo. Il sole aveva già fatto strada sufficiente per
inondare col suo tepore tutta la zona
e noi lo guardavamo un po’ preoccupati, pensando a quanta strada dovevamo ancora percorrere... in sua compagnia ! Dunque ; breve sosta a Keren
per fare il pieno di benzina e poi in
marcia verso nord-est.
Si cambia dunque direzione e la nostra prima tappa —dove lasceremo la
macchina — è un piccolo villaggio che
si chiama Mahaelab. Ma c’è un « ma ».
Il fiume; l’Anseba. Ci arriviamo dopo
venti minuti; lo vediamo in tutta la
sua estensione e, lasciatemelo dire:
perchè no?, la sua bellezza. E’ lì: davanti a noi; la strada continua sì, ma
dall’altra parte e per arrivare laggiù
c’è il fiume da attraversare. E’ in secca. La sabbia è sottile e calda. Il sole
comincia a farsi sentire notevolmente.
Ci fermiamo sull’argine e tiriamo fuori i sacchi di iuta con i quali facciamo due file sulle quali devono passare
le ruote della macchina, in modo da
aiutarle a far presa sulla sabbia. Circa 60 metri ci dividono dall’altra sponda e la domanda che ci rivolgiamo a
vicenda è : « Ce la faremo o non ce la
faremo?» Domanda senza risposta, perchè, per averla, l’unica cosa da fare è
quella di provare! Semplice no? Una
settimana prima eravamo scesi fin lì
per vedere un po’ come stavano le
cose e sappiamo troppo bene che la
sgradevole esperienza dell’insabiatura può ripetersi!
Non c’è altro da fare che buttarcisi
dentro. Si innesta la marcia e... via!
Dopo 7-8 metri, uno spruzzo fortissimo di sabbia contro i parafanghi ci fa
capire che è inutile insistere oltre. Ci
siamo insabbiati! la cosa è tutt’altro
che piacevole, credetemi, soprattutto
quando vi trovate a guardarvi l’un
l’altro senza fiatare e capite che — anche se non si vede — ad entrambi fa
da corona un grande punto interrogativo! Siamo a questo punto, quando una baldanzosa « landrover » guidata da un orgogliosissimo (lo credo
bene!) prete cattolico, ha attaccato
la... traversata. Ci si avvicina e... « Bisogno di qualche cosa? ». « Che domanda, padre ! » sto per rispondere.
ma poi penso che sarebbe terribile se
se ne andasse così come è venuto, e
cosi, con una voce da morta di sete gli
faccio chiaramente capire in che guaio siamo. Ha già quasi deciso di trascinarci facendo uso di tutti i mezzi efficentissimi della sua « quattro ruote
traenti », quando invece ci dice ; « Perchè non provereste ancora una volta?
È scesa un po’ d’acqua i giorni scorsi
ed il fondo dev’essere duro... Dài, forza... ! » Mettiamo il motore in moto...
una slittata, un’altra ancora, un piccolo spostamento in avanti e poi,
piano, piano, ecco che si muove... avanza... e... via!
Scommetto che una volta toccato
terra se non avessimo frenato considerevolmente, data la diversità di terreno, ci saremo involati! Dall’altra
parte il padre ci guardava, lo ringraziamo con un gesto della mano e proseguiamo.
In due ore dovremmo raggiungere
Mahaelab. Ci inoltriamo fra collina,
olivi, roccioni che talvolta occupano
una pianura intera. Qua e là prati
stranamente verdi. Acqua — commentiamo — c’è una vena d’acqua da
qualche parte. « In questa zona — ci
spiega un ragazzo al quale abbiamo
dato un ’’passaggio” — i contadini seminano anche nella stagione secca,
perchè l’acqua qui non manca mai,
sono molto fortunati ! » Fa decisamente caldo ora. Sono quasi le 11 e l’acqua del nostro termos è preziosa, non
possiamo finirla ora, perchè sarà peggio più tardi. Ricordando i saggi consigli dei nostri predecessori, ci fermiamo un momento sotto im olivo, ne
stacchiamo due rametti che ci mettia
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
perchè?
bile; qualdie volta; quasi sempre; ho troppo da fare; ogni tanto. Altri hanno detto
semplicemente di no.
2) Fate il culto personale?
Una metà ha detto di si; una persona ha
pure detto che legge « le meditazioni del
tramonto », mentre per la maggior parte il
culto si riduce alla preghiera; altri hanno
detto no, oppure: quando lo ritengo necessario, qualche volta, si e no.
3) Fate il culto di famiglia?
Una piccola percentuale ha risposto di si,
mentre altri non hanno risposto oppure
hanno detto no; altri ancora si sono così
espressi: si, ma non esagero; saltuariamente, qualche volta.
4) Quando e quante volte leggete la
Bibbia?
Le risposte sono state piuttosto vaghe e
significative al tempo stesso : qualche volta ;
spesso; quasi mai; irregolarmente; la domenica; quando capita; una volta al giorno; quando non ho mal di testa; quando ne
sento il hisogno, alle grandi feste; non voglio rispondere; non voiglio leggerla; quando faccio studiare i bambini per la scuola
domenicale; il sabato sera; quando ho tempo; rascolto quando il Pastore la legge;
negli scorci di tempo ; poco ; a casa mia
non si fa.
(Quest’ultima parola mi ricorda l’angoscia d’una catecumena di questo anno che
nti domandava se dovrà aspettare di formare lei la sua famìglia per leggere la
Bibbia insieme a quelli di casa oppure fare
opera di persuasione presso i suoi che non
ne volevano sentire parlare),
5) Cosa pensate della vostra chiesa e
cosa pensate di fare per lei?
La domanda poteva riferirsi alla chiesa lo
cale o a tutta la chiesa nel suo funziona
mento, nella sua oipera, ecc. Le risposte mo
strano purtroppo la confusione delle idee
essa serve per pregare; per migliorarmi;
non è missionaria; c’è molto da cambiare;
mi piace andare in chiesa (tempio); non so;
sta bene così; ha un passato buono (dii si
contenta gode!); vorrei aiutarla economica
mente; non mi annoiare; voglio comportar
mi decentemente; mi è sempre piaciuto an
dare in chiesa; mi piace vederla rinnovata;
è un argomento scabroso a cui devo pensare;
perchè si è speso tanto per il tempio di
Frali (coi soldi dell’estero, però!) e non
si dà per l’Ospedale di Pomaretto? (il conto è aperto e la C.I.O.V. aspetta i suoi soldi
per ricostruirlo!). Faccio qualcosa per la
mia chiesa lavorando per il bazar; tra venti
anni non ci sarà più nè la nostra nè le
altre chiese; non faccio nulla per lei perchè
ci sono cose ingiuste (vecchia favola e comodo alibi per non far nulla!); tutti dovrebbero collahorare di più (e tu, fai. veramente tutto il tuo dovere?); non sono
abbastanza addentro (è pericoloso sporgersi!); va male iperchè si è in pochi; ci penferò (questa notte stessa l’anima tua ti può
essere ridomandata); pur non frequentandola, è bene che ci sia (non si sa mai!); si
fa quello che si può; non vado sovente in
chiesa, ma come me ce ne sono molti (bella consolazione !) ; vedo di aiutarla per le
•sue spese; è utile per celebrare il battesimo,
matrimonio, funerale.
6) Che importanza ha per te la tua
fede? Se non ne ha alcuna perchè
continui ad essere membro di
chiesa?
Quello che conta è la fede in Cristo; e-sa
crea la mia vera vita; serve per vivere da
Cristiani; serve, perchè siamo Valdesi; senza di essa non si fa niente; è fonte di coraggio ;servc per compiere il proprio lavoro; come disciplina di vita; crea una coscienza; serve ad essere migliori; è un freno; mi aiuta a conoscere il Signore mi aiuta a conoscere i comandamenti; è importante perchè è fondata sulla Bibbia; sono impreparato; non ci sono statue (forse arriveranno, in clima di ecumenismo, e allora!); professo questa, perchè non so come
sono le altre; non voglio interviste; è la ragione della mia vita; sono cresciuto in ambiente religioso e perciò centinuo; credo
nel Signor Gesù; mi dà forza; la ritengo
giusta; è importante perchè è costala molto
ai padri; domanda troppo personale; non
so e perciò non rispondo; importante per la
storia; aiuta la psiche; sono ateo o quasi
(questi ha dichiarato di fare anche la pregliiera prima dei pasti! allora come la mettiamo con l’ateismo?); è la religione dei
padri; non lo so; se vogliamo essere salvati occorre la religione; voglio restare
membro di chiesa perchè lo sono stati i
miei antenati (noi abbiamo Abramo per padre...!).
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
2
T'\g. 2
N. 18 — 6 maggio 1966
Cinema
Religiose
e religiosi
contro La Religiosa
musica
LO HA FATTO, MOSCA B1A1\CA,
UlS PASTORE DAL PULPITO
Parliamo del canto sacro
Non è un aspfìtto secondario e coreogra^co
del culto nè riserva di caccia delle Corali
Sta facendo rumore in Francia il blocco
di censura al film che Jean Rivette ha trat»
to da un romanzo di Diderot, a La religieuse ». Un tipico caso d’inframmettenza antidemocratica. Parliamo pure del caso Siniavski-Daniel; ma parliamo anche di quel che
avviene più vicino a noi, nel libero e democratico occidente.
Il dramma deirenciclopedista francese
narra la vicenda di una giovane monacata
per forza. Il film ha avuto Tassenso della
commissione francese di censura: per quattordici voti contro otto e un’astensione, è approvato. II ministro delle informazioni Yvon
Bourges, intanto, è sommerso di lettere di
protesta, e si sa che la campagna ’virtuosa’
è guidata, sìa pure dietro le quinte, dalla
Unione delle Superiore, che raccoglie rappresentanti di tre associazioni : le suore insegnanti, le suore infermiere, le suore educatrici parrocchiali; non ci è difficile immaginare come questo ’moto d’opinione’ è scatenato, anche fra ex allievi e famiglie di ex,
in ambienti che certo non hanno mai letto
la « Religieuse » (e forse neppure ne conoscevano l’esistenza; tra l’altro, non è all’Indice!); il solito ’santo’ scatenarsi di violenza
nella caccia alle streghe, e il ministro richiede una seconda visione alla commissione
di censura : dodici a favore, otto contro, tre
astensioni. Allora il signor ministro procede
d’imperio, e vieta.
« L’Espresso » (17.4.’66) dà rilievo al fatto — pubblica fra l’altro una tagliente lettera aperta del regista Jean-Luc Godard al
ministro André Malraux — e conclude :
« Nel momento in cui la Chiesa fa dichiarazioni di ptogressismo, il governo francese dà
soddisfazione alle associazioni cattoliche più
retrive, dando così la prova che a dispetto
d’un liberalismo apparente e continuamente
conclamato, non c’è più in Francia una vera
libertà d’espressione ».
Su « Reforme » (9.4."66) Albert Finet, sotto il titolo « Ecrivez à Yvon Bourges ». nota
con ironia e preoccupazione la reviviscenza
del motivo dell’« ordine morale ». « Ci siamo — scrive —. Una frazione deila Chiesa
romana chiama in soccorso il braccio secolare che, queirincosciente, coUabora. Da
ogni parte si levano proteste, per motivi svariati, e vorremmo cercare di precisare perchè noi protestiamo. E’ necessario precisare
che non abbiamo alcuna ostilità preconcetta
verso gli ordini cattolici, femminili o maschili? è necessario ripetere una volta ancora che « Reforme » vuol essere ecumenica,
aperta al dialogo e attenta ad amicizie che
le sono care? Ma il fondo del problema è
un altro. Il fondo del problema è che la verità dell’Evangelo (che non è messo in causa dal romanzo di Diderot) e Tenore della
Chiesa (che è rafforzato da una confessione
reale e sincera delle sue colpe) non possono
essere difesi dal braccio secolare, malgrado
non pochi esempi passati e scandalosi. Ricorrere ad esso per limitare la libertà d’espressione, significa, in fondo, dubitare della potenza intrinseca delTEvangelo e dubitare
dell’onore della Chiesa ».
Ma questo è un discorso che, ad esempio,
« L’Osservatore Romano » non comprende, e
Tha mostrato ripetutamente, levando voci
indignate contro lo scandalo francese; solo
che il vero scandalo è un altro... E pei quanto l’opera in questione sia nei due casi del
tutto diversa, il caso della Religieuse ci ricorda quello del Vicario; ci ricorda com’è
stato anche più facile vietarlo a Roma e met.
terlo a tacere in Italia (Concordato nefasto
alTEvangelo quanto alla nazione); ci ricorda
che l’attuale Capo dello Stato era intervenuto, senza esservi tenuto, a favore della reazione (può comprendere che guardiamo con
occhi particolari il suo collare con l’Ordine
del Cristo?); ci ricorda che anche da noi capita, e quanto, che non si creda alla intrinseca forza di verità delTEvangelo e che, per
cecità o per interesse, si difenda un ipocrita
onore della Chiesa, disconoscendo che il suo
unico onore è Cristo, morto per i suoi peccati e risorto per la sua giustificazione.
La domenica 27 febbraio 1966 un pastore valdese di Torino ha pensato bene di tenere ai suoi membri di chiesa
un sermone sul canto sacro. L’avvenimento merita di essere segnalato,
con lieta sorpresa, giacché Targomento, a quanto ci consta, non è dei più
sfruttati per le meditazioni domenicali (e sarei lieto di una smentita su
questo punto); e con riconoscenza,
perchè è bene che sul valore del canto
sacro nella chiesa protestante ci sia
una più diffusa conoscenza ed una
maggiore consapevolezza fra i nostri
membri di chiesa.
Effettivamente, quando poniamo
mente a quanto Lutero, fin dagli inizi, abbia curato il canto comunitario ;
alla grande diffusione dei salmi, anche in ambiente non strettamente ecclesiastico, nelle zone di riforma calvinista; all’efficacia di tante melodie (sacre o meno sacre) nel richiamare e risvegliare le coscienze nell’epoca del risveglio; non possiamo fare a meno di
restare sorpresi nel notare quanto oggi (in un’epoca cioè in cui la musica
d’ogni genere è tanto diffusa e spesso
ossessiva) noi protestanti possiamo di
Culto radio
ore 7,30
Domenica 8 Ma$:gio
Pastore PIERO BENSÌ
Firenze
Domenica 15 Mag:sio
Pastore PIERO BENSÌ
Firenze
sinteressarci di quella musica che ci
appartiene per ragioni sia storiche che
di principio. Oltre tutto dispiace vedere in certuni (non pochi, purtroppo)
l’idea che il canto sacro sia più che
altro un fattore secondario.
Certo, nessuno nega che vi possa essere culto, adorazione, predicazione,
testimonianza, anche senza il canto
sacro! Ma non dimentichiamo il carceriere di Filippi che si converte, fra
l’altro, anche per il canto dei due prigionieri cristiani; Pietro Leydet arrestato perchè sentito cantare salmi nel
desiderio di soddisfare il suo bisogno
di elevazione spirituale in un difficile
momento; non dimentichiamo i tanti
indifferenti o angosciati pervenuti alla conoscenza deirevangelc grazie all’aver udito dalla pubblica via il canto
di ima qualche comunità evangelica.
Ma soprattutto, a parte tali esempi di
carattere più occasionale, non dimentichiamo il punto principale: il canto
sacro è la via attraverso la quale è
stata data a noi protestanti la possibilità di attuare il culto con le nostre
forze individuali riunite assieme in
una coralità materiale (musica) e spirituale («essere di un solo sentire»),
invece di assistere ad esso in modo
inerte. Se il canto di uno o pochissimi
celebranti o di un coro specializzato
può essere considerato il simbolo di
una chiesa docente (che cioè amministra e .somministra dall’alto il pane
della conoscenza biblica e deU’insegnamento morale ad una massa che aspetdi ricevere tutto), invece il canto dell’assemblea qual è praticato da noi
può essere considerato il simbolo della
chiesa (pastori e assemblea) che si
raccoglie in comune ricerca ed umile
ascolto del messaggio evangelico: simbolo dunque del sacerdozio tmiversale,
iiiiiiiiimiiiiuiiiimmiiimnniii
MIIIIMIlnilllllMIIIIIIIIII.
immiiniMiiiiiKiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiMiiiitiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiiiitiimMiiimi
Panorama dei Cristianesimo evangelico
I AFRICA I
Le varie crisi politiche che molti paesi
africani hanno attraversato durante l’anno,
hanno avuto effetti più o meno gravi sulle
chiese di questo continente. Particolarmente
difficile è la situazione in 4 paesi :
1. Il Sudan, dove nelle provincie meridionali in aperta ribellione contro il governo
la vita organizzata delle ehiese è inesistente
e molti cristiani sono fuggiti nei paesi vicini.
2. La Rhodesia, dove le chiese, pur insistendo perchè gli stessi diritti siano riconosciuti a tutti i cittadini, hanno ri6utato di
schierarsi con i nazionalisti africani. Esse
sono quindi accusate tanto dai bianchi che
dai neri, di tradire le loro rispettive cause.
11 governo ha riffutato di prendere in considerazione la proposta fatta dal Consiglio
Cristiano che venga convocata una conferenza con partecipazione di tutte le parti in
causa.
3. L’Africa del Sud, dove gli ordini del
governo tendenti a una separazione completa delle razze sono in aperta contradizione
con gli sforzi fatti dalle chiese per stabilire
contatti tra neri e bianchi.
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
Remigio Baldoni (Bologna) 2.000; Giorgio
Masi (Brescia) 2.000: Fosca Panattoni (Montuolo) 500; Alberto Pons (Bessè di Perrero)
500; Ernestina Rivoir (France) 200; Elisa
Tomasetta (Napoli) 1.000; Savino Pardiso
(Foggia) 500; Delfina Pascal (Maniglia) 200:
Amandina Viglielmo (Riclaretto) 000; Salvatore Garzia (Marsala) 1.500: Ines Bassi
(Parma) 500; Barberina Mengiardi (Firenze) 1.000; P. Valdo Durand (Ascoli Piceno)
500; Karl Lay (Germania) 120; Eco Giorgio
(Pisa) 1.000; Antonio Bianchi (Levanto)
1.000; Alpina Maciotta (Salma Biellese)
500; Sila Albertazzi (id.) 1.000; Wanda Francia (Ladispoli) 1.000; Guido Frache (Castagnole Moni.) 500; Giuste De Walderstein
(Cinisello Bals.) 500; Paolo Gay (Chiavari)
1.000; Camilla Prassuit Aversa (id.) 1.000;
Luigi Michelin Salomon (Angrogna) 500;
Celina Mussotti (Cuneo) 100; Maria Caflisch
(Catania) 1.000; Samuele Negri (Rimini)
.500; Emilia Gianassi Revel (Castellamonte)
200; Alberto Priore (Terranova Brace.)
1.500; Augusto Pascal (Chiabrano) 500;
Giuseppina Prisco Vitello (Palermo) 500; Lu.
eia Imbergamo (ìd.) 200; Wanda Paparozzi
(Forano) 500; Teresa Vallerino (Caslelvetro)
200; Sante Carrise (Reggio Cai.) 500; Giovanni Pascal (Maniglia) 200; Francesco Toma (S. Severo) 500; Luigi Costa (Prosinone)
500; Carlo Ispodaniia (Rivarolo) 500; Renalo Pozzi (Alba) 500; Antonio Canobbio (Lerici) 1.000; Ilario Coucourde (Inv, Pinasca)
200; Margherita Frangoli (Firenze) 500;
Cornelio Bartoletti (id.) 1.000; Erica Kesselring (S. Giov. Lupatoto) 1.000; Eulalia Trogliotti (Vercelli) 2.000; Renalo Livcrani (Pisa) 1.000; Claudio Berlin (Ivrea) 1.000; Ferdinando Peyronel (Riclaretto) 500; Umberto
Agostinelli (Sarzana) 500; Seba Agostinelli
(id.) 500. Grazie! (continua)
4. L’Angola dove la parte settentrionale
del paese è chiusa ai missionari protestanti;
nel resto della colonia il loro numero è in
diminuzione.
I problemi principali che si ritrovano in
tutti i paesi con variazioni locali sono i seguenti :
1. - L’unione delle chiese.
Sia per mezzo di fusioni, che di federazioni e consigli regionali. In due paesi parecchie chiese evangeliche hanno formato una
sola chiesa, e cioè nella Zambia (presbiteriani. metodisti e congregazionalisti, e forse fra
poco anche i presbiteriani olandesi e gli anglicani) e nella Nigeria (metodisti, presbiteriani e anglicani), mentre in altri paesi le
chiese stanno studiando progetti di unione
preparati da appositi comitati, come nel Nord
del Madagascar, nel Kenia, nella Tanzania,
nel Congo (ex belga), nel Cameroun e nel
Ghana.
2. ■ La testimonianza cristiana.
Quasi ovunque si segnalano attività in comune promosse da varie chiese evangeliche,
nel campo sociale, letterario e per la preparazione dei laici e dei pastori, per campagne
evangelistiche. per traduzioni della Bibbia, e
Torganizzazione di trasmissioni radiofoniche
religiose. Così sentiamo parlare di un nuovo
centro per la preparazione dei laici alla testimonianza cristiana, e varie iniziative per
associare i laici alTopera missionaria della
chiesa, nel Malawi. Nel Togo alcuni esperimenti sono stati fatti per mezzo di « equipes » composte da un pastore africano, parec.
chi catechisti, uno o più missionari; queste
trascorrono due settimane in un villaggio o
in un distretto, e in collaborazione con i
gruppi cristiani già esistenti, cercano di presentare il vangelo come la soluzione ai problemi degli individui e della società, e promuovono anche iniziative pratiche di utilità
pubblica, alle quali i membri delTequipe
partecipano attivamente.
3. - Le relazioni tra cattolici e prote
stanti.
Sono migliorate ovunque; ecco alcuni esempi: La Chiesa Cattolica è membro associato
del nuovo Consiglio Cristiano del Basutoland; nel Malawi vi è un progetto comune
cattolico protestante per un centro di preparazione, per laici, e la settimana di preghiera in comune e culti ecumenici per Pasqua
hanno prodotto una viva impressione nelle
chiese e fra il popolo in generale; un progetto per la costruzione di una cappella cristiana comune a tutte le confessioni, nella
università di Dar-es-Salam (Tanzania) sta per
essere realizzalo: cattolici e protestanti hanno
Tintenzione di stabilire un centro por i marinai (circa 80.000) che ogni anno visitano
la città di Abijan; nel Sudan, di fronte alla
opposizione violenta dei musulmani è stato
costituito un Consiglio delle Chiese che comprende Protestanti, Anglicani, Ortodossi e
Cattolici; infine nelTUganda la canonizzazione dei martiri di 80 anni fa. decisa dalla
Chiesa Cattolica, è stata l’occasione di un
riavvicinamento della Chiesa Anglicana a
quella chiesa. L’arcivescovo anglicano delTUganda è stato, per quell’occasione, ospite
del Segretariato per l’Ecumenismo a Roma,
e le due chiese hanno deciso di commemorare ogni anno i loro martiri lo stesso giorno.
4. ■ I profughi.
Dalle regioni tormentate da rivoluzioni o
repressioni violente migliaia di indivìdui si
sono rifugiati nei paesi vicini : nella Tanzania 3.000 provenienti dal Ruanda e 10.000
dal Mozambico; nelTUganda migliaia sfuggiti dal Congo, Sudan e Ruanda; nel Congo
ed altri paesi 372.000 provenienti dalTAngola. Con Taiuto del Consiglio Ecumenico le
chiese locali cercano Ji venire in aiuto a
quei disgraziati. Alcuni sono stati sistemati
definitivamente, ma molti rifiutano una tale
sistemazione perchè sperano di poter tornare
un giorno nei loro paesi. Il Consiglio Ecumenico ha stabilito a Nairobi (Kenia) un
ufficio speciale che si occupa di questo problema e ha lanciato un appello per 10 milioni di dollari destinati a questo scopo.
5. - La gioventù.
In lutti i paesi che si sviluppano industrialmente. le chiese si preoccupano dei giovani che vivono nelle città lontano dalle loro
tribù come piante sradicate dal loro suolo
abituale, e varie opere sono state create o
sviluppate per recar loro il messaggio della
salvezza in Cristo. Per quanto concerne gli
ambienti studenteschi la grossa difficoltà è la
carenza di pastori e « responsabili » capaci
di svolgere un’attività efficace nelle università ed anche negli istituti secondari. Per
ovviare a questa carenza nel Congo il Consiglio Protestante ha creato un segretariato
per la gioventù. Nel Sierra Leone, un giovane pastore metodista è stato scelto per un
ministero esclusivamente dedicato ai giovani
ed è stato mandato nella Nigeria per una
preparazione specializzata. Infine nel Mozambico e in altri paesi sono stati organizzati
dei corsi per responsabili del movimento giovanile.
6. - I Maomettani.
In tutti i paesi minacciati dalla propaganda dell’Islam, varie iniziative cercano di dare ai pastori ed ai laici una migliore preparazione in vista di una testimonianza cristiana negli ambienti maomettani. Si cerca prima di tutto di dar loro una migliore conoscenza delle dottrine musulmane. Un centro
di studi creato Tanno scorso nelTAfrica Occidentale, esercita una attività efficace a questo scopo.
7. Infine segnaliamo lo sviluppo crescente
delle trasmissioni radio per le quali le chiese utilizzano stazioni trasmittenti dei vari
governi, o la potente stazione evangelica di
Addis-Abeba. « La Voce del Vangelo ». che
trasmette programmi in 14 lingue diverse,
per 12 ore e mezza al giorno.
Roberto Coisson
che è uno elei cardini della nostra
fede. Il canto sacro non è dunque cosa secondaria, sia per la funzione che
adempie, sia per il significato che
esso ha.
Un’altra idea stagliata è che il canto sacro vada riservato a competenti e
non debba interessare tutti: vediamo
per esempio comunità dove gli uomini
(chissà pei perchè) non cantano, ma
se ne stanno ingrugnati durante gli
inni ascoltando austeramente (se ascoltano!) il canto delle donne...; come se ci fosse nclTatto di cantare Qualcosa di avvilente o di poco dignitoso o
di effeminato: altre comunità, da poco provvistesi di un modesto organo,
tacciono riverenti per ascoltare il mirabile suono delle canne d’organo, come se fosse la comunità a dover servire lo strumento e non lo strumento a
servire la comunità; altri considerano
canto sacro degno di questo nome soltanto ciò che canta la corale : « Quelli
s\ che possono cantare...! ». Tutti costoro non si rendono conto ohe pensando così rifiutano di chiamarsi effettivi protestanti, respingono uno degli
aspetti più tipici del nostro culto, della nostra mentalità; aspetto esteriore
se si vuole, ma che manifesta, come si
è visto prima, la nostra fede nel modo
che le è più tìpico. Guai se dovessimo
credere che inni, organo, corali abbiano uno scopo soltanto decorativo, se
volessimo trasformare i canti della corale per le solennità in esibizioni artistiche, se volessimo coltivare la musica sacra soltanto per dar lustro alla
nostra parrocchietta !
Naturalmente poi, se manca una
chiara coscienza delle due idee finora
trattate, (che il canto sacro non è da
trascurarsi, e che esso è di tutti) mancherà anche la convinzione che nel
praticarlo ognuno deve mettere un po’
di attenzione e di cura; non certo
con lo scopo di produrre un’opera artistica (non si può pretendere da tut
ti una sensibilità artistica o capacità
tecnica), ma con Tintenzione di fare
tutto il possibile per non tradire quelle caratteristiche del cantO' collettivo
che indicano il comune sentimento o
il vincolo di fede e di amore che lega
insieme i membri della comunità, in
queste loro comune atto di culto; ciò
potrà essere ottenuto' da chiunque,
anche se per nulla nratico di musica,
purché cerchi di fondere il suo canto a
quello delTassemblea. senza emergere
con un canto troppo forte o fuori tempo ; basta seguire il tempo dato da chi
presiede al canto (organo o coro o il
pastore stesso) e, se si ha il dono di
una bella voce sonora, non predominare sugli altri, a rischio di trasforma*
re in canto lirico (che bada più alTespressione che al rigore ritmico) ci'"
che deve essere una declamazione collettiva e perciò regolare e ordinata. Infine sarebbe assai bello che nelle nostre assemblee si cominciasse a capire
che la musica (serva della teologìa^
può commentare con la sua espressione artistica il contenuto degli inni,
ma per questo bisognerebbe che la
maggioranza degli inni conosciuti possedessero già essi stessi questa felice
unione di concetto e forma: purtroppo nell’innario in uso ciò si verifica in
un piccolissimo numero di inni ; in
quasi tutti gli altri la musica non è
altro che il mezzo, il veicolo sonoro
per poter pronunziare insieme le parole. In questo campo c’è tuttavia già
un certo progesso, comé risulta dalTapprezzamento in genere manifestato per gli « inni nuovi ».
Ferruccio Corsani
L’A.I.C.E. e le tecniche Freinet
Un convegno psiiagogico specializzato ha
riunito a P/nerolo insognanti evangelici
Il Convegno di primavera delTA.I.C.E.
svoltosi a Pinerolo la domenica 17 aprile,
ha avuto come tema « Le tecniche Freinet ».
Un pubblico assai numeroso ed attento ha
seguito le varie comunicazioni che il collega Alfieri di Torino, membro del Gruppo
pieiMontese di Coopcrazione educativa (sede:
Piazza Statuto, 2 - Torino), ha voluto offrirci, unendo rare doti di modestia « di preparazione. Inutile sottolineare il fatto che, in
così poco tempo, non è stato possibile dire
tutto e neppure dare uno sguardo a molte
realizzazioni in campo didattico; la matematica. la storia, la geografia, le lingue straniere. Tinsegnamento in genere nella scuola
media sono .stati trascurati, non perchè meno degni, bensì perchè è stato necessario
operare una scelta fra gli argomenti da discutere. Il Comitato Nazionale, comunque, si
propone di presentare in un prossimo convegno appunto quegli aspetti che questa volta
sono stati trascurati, invitando esperti in
tali campi
Il relatore ha illustralo, con prove alla
mano, come si deve organizzare una clas-se
secondo un metodo « attivo » (a p^rte l’etichetta!), nelTimpostazionc dovuta al Freinet.
Egli ha voluto giustificare psicologicamente
il metodo seguito nella sua classe, vale a dire
Tuso della stampa e della tipografia. L’« imprimerie à l’école » è accettabile solo se soddisfa particolari bisogni dell’alunno ; necessità di esprimersi, necessità di comunicare
e perciò di essere capiti dagli altri, familia
rità con lo stampalo. L’espressione linguistica parte da forme concrete e vive delTesperienza; vale a dire il presupposto di ogni genuina espressione infantile è che essa sia
« sentita », manifesti un interesse o soddisfi un bisogno fondamentale. Si parte così
dal discorso vivo, ancora vibrante dell’esperienza passata e, affinchè esso non \ ada perso, si cerca di fermarlo attraverso un discorso scritto. Dapprima sarà l’insegnante,
poi lo stesso scolaro, individualmente o in
gruppo, a scrivere su foglio o lavagna le sue
esperienze. Messo a punto il testo, letto ed
approvato da tutti, compreso Tautore, nasce il
bisogno di « dire agli altri » le proprie esperienze, nel modo più chiaro possibile. 11 lesto libero, esempio di rispetto per la libertà
espressiva del fanciullo, viene così stampato,,
introdotto nel giornalino che è .fedito alla
classe tollerata per la corrispondenza, ed entra a far parte del Liiiro delia vita che ogni
alunno ha con se. L'introduzione della tipografia a scuola non ha valore in se stessa,
cioè separatamente dalTimportanza che Tinsegnantc attribuisce alTesprcssione libera cd
alla corrispondenza inter.scolaslica. Al consueto alfabetiere mobile è sostituita la tipografia, per fissare stabilmente il lesto, farne
numerose copie (anche col limografo) e inviarle ai corrispondenti di una scuola lontana. La composizione tipografica richiede
un lavoro manuale motivato ed implica un
notevole tirocinio sociale. Un altro vantaggio evidente è che la stampa permette ai fan
ciulli di creare i loro libri, di essere gli autori dei loro lesti di lettura e di esperienze
che poi si scambiano. Ma anche senza ricorrere all’uso della tecnica specifica della composizione tipografica, crediamo che i principi
su cui .si ba.sa il metodo Freinet siano sempre validi, sul piano pedagogico, in quanto
Tespressione linguistica è considerata valida
solo Se inserita in un centro di interesse e
Se sfrutta la forza propulsiva di es.so
Naturalmente, in. una classe organizzata
in modo tale da accogliere e vivere questo
spirito, esistono numerosissimi altri mezzi di
esteriorizzazione di bisogni, quali ii calcolo
collegato alla vita (il principio degli « insiemi »), l’espressione storico-geograiico-sociale
della società in cui viviamo, Taspetto scienti
fico del mondo; ogni strumento è reso valido
se opera nel senso di facilitare l’espressione
e ia soddisfazione dei bisogni, il disegno,
realizzalo con qualsiasi tecnica, soddisfa ali esigenza espressiva, purché esso non trascenda le sue specifiche funzioni e si ponga
■solo al servizio di altre attività.
La giornata di studi si è conclusa con pratiche dimostrazioni circa Tuso del limografo,
di schedari autocorrettivi di aritmetica e di
lingua; con commento di disegni, lesti per
adulti e per bambini, giornalini scolastici,
riviste specializzate. La nostra speranza è che
tulli abbiano apprezzato nel giusto senso le
parole del lodevolissimo Alfieri e che a lutti
sia nato il desiderio di tentare « qualcosa »
in questa direzione. Un ringraziamento particolare va al pastore Deodato che ha voluto
ospitare tutti i partecipanti, per gli studi e
per il pranzo, nei locali della Chiesa Valdese.
Roberto Eynard
3
6 maggio 1966 — N. 18
pag. a
Paura di un’inchiesta: perchè?
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
7) Cosa pensate sull’obbiezione di coscienza?
Un gruppo ha risposlo d’essere favorevole
e altri invece ha risposto : la sopporto sul
piano religioso ma non politico (proibito
l’ingresso a Dio nella vita politica; ce ne
accorgiamo n ; la legge è legge, (anche Gesù
è stato condannato con il codice alla mano);
non mi interessa; sono d’accordo, ma non
serve; non lo so; non mi sono mai posto
la domanda; se è sincero l’approvo; non so
cosa sia; Fapprovo, se allontana la guerra,
(altruista!); gli obbiettori sono esaltati; non
serve perchè la guerra ci sarà sempre; ho
firmato un manifesto a favore della legge
per Fobbiezione; io farò Vobbiettore quando sarò chiamato; non condivido l’opinione
dell’obbietlore, ma la difendo; cosa giusta
ma non mi interessa; penso che non sono
buoni italiani (legga la lettera di Dòn Milani); non capisco la domanda; vanno al
fresco per una causa persa.
8) In che modo rendete la vostra testimonianza nel campo di lavoro?
Parlo dell’Evangelo coi turisti; facendo
dei piaceri e aiutando il prossimo; facendo
opere di bene (quali?); non è possibile mostrare la propria fede agli altri; facendo
onore alla mia chiesa ; lavorando onestamente ; aiutando i miei parenti ; non facendo
il nude; non bestemmiando; andando d’accordo; io vorrei parlare dell’Evangelo, ma
non oso perchè i miei compagni (forse vaidesi) fanno gli occhi grossi di stupore ed
hanno vergogna ch’io ne ¡mrli; non l’ho
fatto ma cercherò di farlo, il Pastore ce lo
ricorda sempre; aiutando i poveri; vorrei,
ma non lo faccio; taccio, purtroppo; quando si presenta l’occasione parlo dell’Evangelo; non capisco la domanda; non avevo
ancora pensato a ciò; non dò la mia testimonianza, purtroppo; cerco di difendere le
mie idee quando si discute; non voglio dire
quello che penso (isiamo per l’articolo 17);
lavorando onestamente.
9) Cosa ricordate del risveglio di Felix Nell alle valli?
Su questa domanda cala il sipario delle
risposte perché la maggioranza sgrana igli
•ocelli dallo stupore... Sembra che volessero
dire: un risveglio alle valli? è possibile?
I Pastori prendano atto di quello
ehe pensano i loro cari parrocchiani
dopo quattro anni di catechismo e non
si confortino scrivendo ohe a Pasqua
il tempio era gremito!
L.A BIBBIA
Notiamo anzitutto che la causa essenziale di tante risposte cos’, povere
di pensiero, sta nel vuoto oauroso della conoscenza biblica, studio personale 0 collettivo; la lettura della Bibbia
non è l’alimento indispensabile per la
vita come lo è il pane ner il corpo, ma
rientra nei riti celebrati dal prete-pastore, nel « minimum » di conoscenza
che si acquista da fanciulli e che si è
costretti a rinnovare quando i nostri
figli ci costringono a riprendere in mano la Bibbia oppure « quando non si
ha mal di testa»; la Bibbia impegna,
sconvolge, pone dei nroblemi, rimette
in questione il mio sistema di vita, mi
fa uscire dal mio guscio, mi domanda
di cambiare radicalmente il mio essere
interiore con la potenza dello Spirito,
mentre l’uomo naturale vuol rimanere
nel suo qrndro di morte, coi fiori, le
lapidi, i riti, le ferme senza senso.
Coltiviamo lo studio nel post-catecumenato, anche se con pochi, in vista
di un radicale rinnovamento nella
chiesa.
LA CHIESA
La domanda sulla chiesa comporta
qualche riflessione : avete notato Fidentiflcazione della chiesa col tempio ;
qui c’è il « sacrum » dei pagani, separato dal mondo, dove si ascolta la Parola di Dio mentre fucri c fc il mondo
profano dove Dio non entra, mentre
passeggian indisturbati i nostri idoli,
le nostre potenze demoniache, i nostri
egoismi più spietati ; oppure si vede la
chiesa come fatto amministrativo che
si deve risolvere staccato dalla esperienza spirituale. Si ignora la chiesa
come comunità di credenti che vivono
come pellegrini nel mondo, messaggeri del Regno di Dio; si ignora l’idea
d’una chiesa come comunità di chiamati al servizio del Cristo, che recano
al mondo il messaggio d’un amore
concreto, visibile; d’un perdono gioioso.
E la Chiesa della quale facciamo parte è stata chiamata da Dio a mettersi
in movimento sin dalle sue origini per
far conoscere Famore del Cristo sbocconcellando ogxfl giorno il pane della
Parola in un clima di preghiera e di
comunione con lo Spirito Santo.
LA MIA RELIGIONE
La domanda sulla importanza della
religione delFintervistato sfocia nelle
risposte più strane: alcune sono esplicite nel sottolineare la fede in Cristo,
altre la vedono in funzione d’una forza magica, egoistica, oppure d’un
arido, confuso tradizionalismo.
FEDE E LAVORO
La domanda concernente la testimonianza nel campo del lavoro rivela
purtroppo la scarsa consistenza della
fede. Non si fa cenno alla fede ohe si
inserisce nel mondo concreto del lavoro per risolvere i problemi sociali:
disumanizzazione nel lavoro, rapporti
tra operai e datore di lavoro, eoe.;
quanto al parlare della propria fede,
ecco le risposte : uno ne parla, ma ha
di fronte il banco degli schernitori e
di ohi ha vergogna di sentir parlare
di Dio; c’è quello che dice di cantare
gli inni mentre lavora : mi ricorda un
mio parrocchiano che al tempo della
potatura e della raccolta delle ulive
convertiva i suoi compagni col canto
degli inni, destinati non solo al « templum » ma al mondo profano. La mag
gioranza concepisce la religione come
un fatto privato per cui lo stupore, la
meraviglia dinnanzi aUa richiesta di
parlare della propria fede. Chi non
vive la sua fede, si rifugia nei comodi alibi: fare del bene (quale?),
vivere onestamente * via di questo
passo.
Purtroppo manca nel cuore degli
intervistati il fuoco di cui parla Geremia : « v’è nel mio cuore un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa; ho cercato di contenerlo ma non posso... » Non
dimenticate, Valdesi « de la vieille
roche », che per quattrocento anni i
Valdesi hanno propagandato la loro
fede per tutta l’Europa senza avere un
tempio, recando la perla di gran prezzo; non dimenticate che i Valdesi della Val Chisone si fecero chiudere i
loro negozi perchè le loro testimonianze « infettavano » i clienti cattolici a tal punto da richiedere l’intervento dell’inquisizione; non dimenticate che il mestiere era scelto in funzione della loro testimonianza e non
per far soldi « onestamente ». Oggi si
cerca di vivere una fede concreta, inserendosi nel vivo dei problemi, ma
si è per lo più incompresi, perchè Dio
deve restare buono buono nel « tem
plum ». Confessiamo il nostro p>eccato,
anziché avere delle scuse misere, come lo confessarono i nostri quando
una carestia o ima guerra di religione
li colpiva; domandiamo a Dio di mandarci lo Spirito Santo come al tempo dello sconosciuto Felix Nefl per il
rinnovamento radicale della nostra
vita, in vista della testimonianza, per
offrire al mondo una comunità nuova,
rigenerata, moralmente sana, uno zelo
non finto, un amore intenso per risolvere i problemi di tutto l’uomo in
vista del Regno che viene.
Inquisitor
-A- Il prossimo numero sarà
« doppio ». Ci auguriamo di
far cosa gradita ai lettori
La Chiesa laldese di Brescia celebra
il cínauanlenaríD del suo Tempia
Il 15 maggio prossimo avrà luogo, a Dio piacendo, la celebrazione del cinquantenario del tempio che, per l’occasione, è stato internamente rimesso quasi a nuovo.
Insieme ai loro pastori e anziani, tutti i fratelli Metodisti, Ballisti e Valdesi delle
comunità lombarde sono caldamente invitati a partecipare a tale celebrazione di gioiosa
riconoscenza della comunità al Signore che ha voluto darle questo, ricco e prezioso
dono in vista deH’edificazione deus anime e dell’opera di evangelizzazione in questa
città.
Programma della giornata :
MATTINA
Ore 10,30 Culto e celebrazione della S. Cena (presieduto dal Moderatore, Pasto^^
Neri Gìampiccoli).
Ore 13,— Pranzo.
POMERIGGIO nel Tempio
Qrg 15^— Il benvenuto della comunità agli ospiti. . Canto deiPinno 29: Forte Rocca.Discorso di commemorazione. - Canto del « Giuro di Sibaud ». ■ Parola
agli invitati. - Ringraziamento e saluti. - Canto dell’inno 194.
Ore 17,— Nella sala attigua, tè offerto dalla comunità ai convenuti. Saluti e partenze.
La sala attigua al tempio sarà aperta fin dalle ore 8 del mattino per accogliere
gli ospiti in arrivo. Essa sarà anche messa a completa disposizione di quanti vorranno
consumare il loro « pranzo al sacco ».
Un grazie a quanti vorranno cortesemente comunicare la loro partecipazione, pei
quelle necessità organizzative ben conosciute.
In attesa deH’incontro, a tutti fin d'ora un cordiale, caldo benvenuto.
Post. Alessandro Vetta
Via dei MiTc, 4 - Brescia
E quando la macchina non va più,
ecco Beata e Priscilla^ Gheleb-express...
Le avventure
di due missionari in vacanza
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
mo in bocca. Che sollievo! Una dura
salita di circa 45‘, che ci fa ritardare
un jxìco, ci porta però subita dopo in
una radura dove la carovaniera corre
dolcemente senza intoppi. Data la buona condotta della nostra piccola « Gigia », arriviamo in vista del villaggio
dove ha termine la prima parte del
nostro viaggio.
Poco lontano, sotto una grande acacia, due muli ci aspettano, sono Beata
e Priscilla, che un membro di chiesa di
Gheleb ci ha portate da laggiù. Sono
due belle bestie, ma che volete, talvolta succede che certe cose, viste da
lontano, siano maggiormente apprezzate!... Ci ricrediamo però subito. Si
cavalca bene. Il paesaggio è cambiato
e direi che è cambiato in meglio. Uccelli cinguettanti ovunque, animali al
pascolo, alberi bassi che ci costringono improvvisamente ad abbracciare le
nostre amiche le quali sembra trovino la cosa molto strana, per lo meno,
buffa (noverine, loro non sanno che
cosa siano le manifestazioni d’affetto I
La gente in generale non ha troppi riguardi per loro!), ogni tanto rallentano il passo e l’uomo che ci cammina
dietro le incita. Ad un certo punto,
quando meno ce lo aspettiamo, queste
prendono la rincorsa., no commenti
Il sentiero si assottiglia, scende al
fiume, lo risale, passa attraverso pareti rocciose ed è in questa occasione
che il nflo compagno di viaggio mi ricorda ciò che si racconta riguardo a
missionari rimasti incastrati tra due
roccie, mentre il mulo proseguiva beato! Note allegre e serene di viaggio,
che fanno andare i-1 pensiero ai tempi
passati. La temperatura ora è mitigata da una dolcissima brezza veramente piacevole; Si fa una breve sosta in
riva al fiume per dare agio alle bestie
di dissetarsi e si riparte. Ad un tratto
Trenfanni fa,
il 5 maggio,,.
Trent’anni fa, il 5 maggio 1936 il maresciallo Badoglio entrava in Addis Abeba, ponendo ufficialmente fine alla guerra italoetiopica. Recensendo ampiamente un libro
recente di Angelo Del Baca, La guerra d'Abissinia 1935-1941 (Feltrinelli, L. 1.400), su
« Gioventù evangelica » (aprile 1966) Giorgio Rochat spiega come venne costruito l’impero che tornava sui colli fatali di Roma:
non fu solo l’ultima guerra coloniale, ma
anche la prima guerra d’annientamento moderna, che ci fa profondamente disonore. Bisogna ricordare anche questi anniversari^ anzi. questi in particolare. Siamo lieti che dei
nostri missionari siano stati e siano là vivendo, fra altri, una presenza e una collaborazione fraterna.
la strada ci ricorda la mula.ttiera che
porta al Prà, anche l’aria e le pendici
scoscese ci ricordano quei posti e ci
fa piacere. Sono passate tre ore ed ecccci in vista di Gheleb. Da più di un’ora camminiamo nel fiume ed ora lo
lasciamo per inoltrarci per uno stretto
sentiero tra alte piante grasse. In lontananza la « Principessa », la caratteristica « torre » di pietre, ed oltre... le
bianche case della missione ci danno
il benvenuto. I miei pensieri vanno subito ai nostri colleghi che vivono così
appartati dagli altri e mi preparo ad
incontrarli, quando... mi trovo faccia
a faccia con un cammello. Dalla bocca gli pende un’enorme foglia di cactus spinosa; quegli enormi occhi che
mi guardano incuriositi attraverso
una fittissima e sottilissima frangia
di ciglia, pare che mi dicano: «E tu
ohe ci fai qui? » Il labbro inferiore si
muove adagio da destra a sinistra e
da sinistra a destra. Pare ohe non abbia fretta... Dò un colpo di briglia a
Beata che si allontana veloce. Siamo
giunti. Sono le due del pomeriggio.
Paola Tron
IVREA
Nuovo programma
di riunioni serali
Prima di Pasqua abbiamo terminato l’esame della confessione di fede della chiesa valdese: essa ci ha occupati per molte serate,
ma non sono certo state delle serate perse :
riflettendo su questa dichiarazione di fede
dei nostri padri, siamo stati costretti ad affrontare molti problemi che riguardano la
fede della nostra generazione.
Stiamo ora affrontando un argomento diverso : il pastore Giorgio Tourn, in una serie
eli articoli pubblicati su a Diakonia » ha ana.
lizzato in modo magistrale la situazione inter.
na della chiesa valdese : noi riprendiamo
questi articoli, adattandoli alla nostra particolare .situazione, e discutendoli poi insieme,
in una serie di quattro serate, di cui ecco
il programma :
L'eredità del Risveglio e la fine della chiesa di massa protestante.
Le possibili soluzioni:
a) Una chiesa anglicana dTtaliaY (ovvero:
una religione moderna).
b) Una rete di Kibbutzim evangelici? (ovvero : i gruppi comunitari di servizio).
c) Una chiesa neo^riformata? (ovvero: un
Protestantesimo più coerente).
E, come dice il Vangelo secondo Matteo al
caijitolo 5: 29: «se la Televisione ti fa cadere in peccato, spegnila ».
Domenica 27 marzo ha predicato da noi il
Pastore Francesco Peyronel : gli siamo grati
di questo servizio, compiuto con molta gioia
malgrado un momento di malferma salute.
I LETTORI CI SCRIVONO
NIENTE POLITICA
DISSERO IN PREFETTURA
Un lellore. da Torre Pellice:
Quondo, durante il regime fascista
venne vietato l'uso della lìngua francese, io ero membro del Concistoro
della Chiesa Valdese di Torre Pellice.
Sono stato incaricato dal caro Pastore
Sig. Giulio Tron di trattare con la
Prefettura di Torino affinchè il nostro
giornale « L’écho des Vallées Vaudoìses » non fosse costretto a troncare le
sue pubblicazioni, come ci era stato
ordinato. Dopo le inevitabili discussioni bo raggiunto raccordo nel senso che il giornale, titolo compreso,
sarebbe stato pubblicato in lingua italiana; ma sia ben chiaro, mi venne
detto, che assolutamente non deve occuparsi di polìtica. Ho fatto osservare
che. sul giornale, non si era mai fatto della politica : il nostro settimanale era un giornale religioso con
ampie notìzie di cronaca riguardanti
Tambientc valdese. Si tentò pure di
fare abolire il nome dì « valli valdesi » perchè (mi venne detto) le nostre
Valli non sono una regione a sè ma
sono territorio italiano. Ci obbligarono a togliere la dicitura « icì la maison de Dieii » posta sull’Ingresso della Chiesa dei Coppieri. Questo divieto di usare la lingua fran^^ese venne
anche approvato da diversi valdesi
■che cambiarono il loro cognome Italianìzzandolo.
E’ mia opinione che, attualmente,
sarebbe opportuno che il giornale
<i Eco-Luce » si occupasse meno di po
litica per evitare le deplorevoli controversie che la politica impone e che
non hanno niente da vedere con la
Fede in Dio e nel nostro Salvatore
G3sù Cristo.
Ci sarebbe anche molto da dire sul
contrasto di opinioni con il cattolicesimo Romano che, attualmente, ci
stende la mano per migliorare le relazioni e la comprensione con i fratelli separati. Continuando a dimostrare che non accettiamo migliore
comprensione tra le due chiese cristiane non si favorisce la distensione
delle opinioni contrastanti. Ma questo sarebbe un altro lungo discorso
con esempi probatori vecchi ed attuali.
Ferdinando Bounous
Mi dispiace, ma continueremo a
parlare di politica, per ragioni di /ede,
convinti di non fare una politica di
parte, o comunque sforzandoci onestamente in tal senso. Quanto al cattolicesimo, noi stringiamo cordialmente ogni mano che ci viene tesa, ma
guardiamo bene negli occhi chi ce la
tende, e lo rispettiamo hi do che è.
diverso da noi: non siamo tesi nè rilassati, e cerchiamo davvero di comprendere.
ABBIAMO
RICEVUTO
In memoria di Alice Vinay, per
l’Ospedale Valdese di Torre Pellice:
L. F., L. 2.600; A. C. 500.
Pro costruendo Chiesa evangelica
di Rimini, Nino Lodi (Finale Emilia)
L. 200.
Ringraziamo e trasmettiamo.
CI VOGLIONO I
CAMBIAR TESTATA j
Un lettore, da Torino:
Signor Direttore,
ho letto con interesse sull'« Eco delle Valli Valdesi » del 14 corrente
quanto il Dr. Giov. Fusacuhia, diacono della Chiesa Valdese di Roma, ha
avuto il coraggio di scriverVì e non
posso che approvare pienamente le sue
assennate e giuste osservazioni.
Sono un libero pensatore, ma posso
assicurarvi che ho amici e parenti,
alcuni dei quali anche anziani di
Chiesa, che disapprovano '.’indirizza
del vostro giornale ed il suo orientamento alla polemica non sempre serena.
Lei ha, come tutti noi, il diritto
di pensarla come vuole e pertanto di
dirlo e scriverlo, ma dimentict» che il
giornale è il settimanale della Chiesa
Valdese, e che pertanto, indirettamente, le sue opinioni impegnano anche altri che probabilmente non sono
in completo accordo con quanto scrivete.
Le notìzie che riservate alle nostre
Valli Valdesi sono ridotte a quasi nul.
la, talvolta non ce ne è nemmeno accenno, tant’è che mi domando se non
converrebbe rettificare il tìtolo del vostro giornale e sostituirlo con « Eco
deirCsservatorc Romano, dell’Avanti,
0 del Concilio Ecumenico Vaticano ».
Ho il privilegio di possedere un antico volume di mio padre che raccoglie gli albori dell’« Echo des Vallées Vaudoìses du Piémont ». I con
fronti sono sempre odiosi, pertanto
preferisco astenermi, ma quanta elevatezza di pensieri, quanta pace e serenità in quelle letture; eppure erano
tempi senza dubbio più difficili e duri.
Mi risponderete : « altri tempi », si è
vero, ma erano anche « altri uomini ».
Dr. Ing. Roberto Turin
La ''belle epoque" non ci ha lasciato solo fiori...
SQUILLA A SINISTRA
(ABBASSO LE ETICHETTE)
Un lettore da Vare.se:
Caro direttore,
ricevo settimanalmente « La Luce n
che leggo da cima a fondo. E’ uno dei
più combattivi e intelligenti giornali
evangelici italiani. Lo spirito di indagine e di approfondimento dei valdesi
(i casi particolari sono pacifici!) ritrova sulle colonne del settimanale la sua
più felice espressione. E questo grazie anche al suo apporto confortato da
una sincera sintesi teologica che fa
giustizia di machiavellismi di parte.
Non voglio entrare nel vivo delle polemiche suscitate da alcuni suoi azzec.
catissimi articoli, ultimo dei quali la
visita dell’anglicano Ramsey al Papa
di Roma. Mi limito a sottolineare la
confusione che alcuni artatamente fan.
no fra messaggio evangelico è comu
nismo, assegnando all’uno demeriti
dell’altro o viceversa.
■ La battaglia che « La Luce » sostiene nelTambito del mondo protestante
italiano e in quello nazionale merita
l’appassionato appoggio di coloro che
sono costantemente elementi di rottura con situazioni di privilegio e di
conservazione. Se stare dalla parte di
chi combatte le cristallizzazioni di
qualsiasi natura significa squillare da
sinistra ben vengano le etichette, anche quelle che odorano di muffa come
quelle del lettore Fusacchia di Roma.
La ringrazio per l’opera che svolge
con umiltà e consacrazione. E’ per me
un incitamento a fare altrettanto per
la pubblicazione che dirigo.
Cordiali affettuosità.
Liliano Frattini
Ricambio di cuore! Liliano Frattini
è il direttore di "Noi giovani", mensile giovanile battista.
CHIEDONSI
NOTIZIE
Una lettrice, da Torre Pellice:
Caro Direttore,
vorrei sapere perchè non possiamo
avere notìzie della nostra Chiesa locale sul giornale della Chiesa. Avvengono riunioni assai importanti: l'Eco:
silenzio. Certo, le notizie sul Vietnam,
sui rapporti tra il Vaticano e TURSS
sono mollo importanti, soprattutto pei
montanari e agricoltori che popolano
le nostre valli e li leggiamo tutti i
giorni sui nostri giornali! Ma se volessimo anche leggere notìzie locali?
Saluti cordiali.
Aimée falla
UN OTTIMO
OPUSCOLO
Una lettrice, dalle Valli:
Caro Direttore,
mi sono letto stamattina Topuscoletto edito dalla Claudiana : « I protestanti e il comuniSmo », scritto dal
Pastore Luigi Santini, di Firenze, e
se posso permettermi un giudizio, lo
trovo ottimo e chiaro.
Lo consiglio vivamente ai giovani e
ai meno giovani. Tra l’altro, costa
solo 100 lire e si può trovarlo alla
Libreria Claudiana di Torino e di
Torre Pellice.
Ho saputo che è stato proposto ai
nostri Pastori e ai nostri Concistori
(non so se solo alle Valli o anche fuori) di impegnarsi a comprarne, come
parrocchie, un certo numero di copie
(vedo che ci sono sconti speciali, oltre
le 50 copie). Però, almeno nella parrocchia in cui vivo, io non ho saputo
nulla di questo opuscoletlo, ed è peccato perchè è veramente chiaro ed
utile e mi serve moltissimo nei numerosi incontri col prossimo (molto spes-so roinunista) incontri che capitano
i'pecìalmenle durante i numerosi viaggi che devo fare per il mio lavoro di
insegnante. Grazie alTannunzio messo
fiulTEco delle Valli e Luce, ho scoperto questo piccolo tesoro che mi
aiuta nel mio sforzo di vivere da cristiana, e sono ben riconoscente a chi
l'ha scritto.
Cordiali saluti.
Fiorella Comba
4
pag. 4
N. 18 — 6 maggio 1966
CaOM\C\ DELLE NOSTRE COIflUNITJL*
Donienira ilel'e Palme tulli i catecumeni
dei quattro anni lianno sostenuto lodevolmente gli esami davanti al Concistoro presieduto dal Pastore.
I catecumeni di quarto anno ammessi Venerdì Santo sono: Pavarin Rosetta, Rivoira
Vilma, Odetto Enrico, Giusiano Amilcare,
Rivoira Dino. A questi nostri giovani la
Comunità rinnova l’augurio che il solenne
impegno da loro preso di fronte al Signore
sia duraturo e benedetto.
II giorno di Pasqua siamo rimasti letteralmente stupefatti nel vedere il tempio
gremito in ogni settore, e ce ne siamo grandemente radegrati ne] Signore. A questa
gioia però ha subito fatto riscontro un senso di tristezza perchè non è sempre così.
Vorremmo che questa gioia non fosse limitata ad una particolare domenica soltanto,
sia pure la più sign’hcativa per noi cristiani, ma anche alle altre in cui pure è
annunciato l’Evangelo de! Signore. Come
la fame e la sete del corno non si soddisfano in una sola volta, così non si può ascoltrre l’Evangelo dell’allegrezza solo qualche
volta all’anno.
La corale ha partecipato attivamente al
culto del Venerdì Santo ed a quello di
Pasqua.
Davanti all’imponente assemblea della
solennità, è stato amministrato il santo battesimo al piccolo Felice di Cledy ed Enrico
Rivoira. Le dichiarazioni e le promesse fatte dai genitori siano veramente impegnative per loro : la loro grande responsabilità
verso il loro piccolo sia consapevole e operante nel Signore.
Giovedì 21 l’Unione Giovanile ha dato il
benvenuto ai Catecumeni neo confermati. Ci
è sommamente spiaciuto che per ragioni di
lavoro alcuni fossero assenti. Questo ricevimento dei confermati non sia soltanto una
cerimonia di obbligo, formale, ma sia da
una parte un rinnovato impegno di amore
fraterno e di aiuto verso i confermati, e dall’altra una presa di coscienza da parte dei
confermati di appartenenza sempre più completa a profonda al Signore.
Tutti i confermati di Rorà fanno i loro
migliori auguri alla loro collega Vilma perchè il Signore l’aiuti a guarire presto.
La nostra Comunità si è stretta intorno
alla famiglia Rivoira, dei Garoussin, per esprimerle tutti J sentimenti della propria
simpatia per la perdita del loro caro Lino
chiamato nella gloria del Signore. L’Evangelo della resurrezione e della riconciliazione annunciato sia ancora una volta la forza
che ci consente di vivere una vita obbediente al valore di Colui ebe è la nostra
vita anche e soprattutto al di là deUa morte.
I coniugi Clelia e Gianfranco D’Alessandro sono stati rallegrati per la nascita del
loro piccolo Fulvio. Che il Signore guardi
benignamente questa creatura e dia ai genitori sano intelletto e fede operante nell’allevare questo loro bimbo nelle vie del
Signore.
E’ stato per noi motivo di autentica e
grande allegrezza la visita che l’Unione
Femminile di Villar Perosa ha voluto rendere alla nostra Unione Femminile di Ro
rà. Domenica 24 corr. un pullman saliva
per la spendida strada per portare ben 24
sorelle animate da un solo sentimento :
quello di trascorrere una giornata piacevole fra i nostri monti col cuore e con la
mente colmi di riconoscenza al Signore. E
speriamo che così sia veramente accaduto.
AI Culto nel tempio ha fatto seguito un ottimo pranzo (che voleva essere semplice e
frugale nelle prime intenzioni delle Madri
organizzatrici!) offerto dalla nostra Unione,
cui ha partecipato anche il Pastore E. Geymct, giunto dopo aver presieduto il culto a
Villar Perosa, e la sua gentile famiglia.
Quindi, come uno studio introduttivo presentato dalla Signora Geymet sulle guarigioni per fede abbiamo avuto uno scambio
fecondo e nutrito di idee -che ci hanno fatto vedere un po’ quanto scetticismo ed incredulità e quanto poco si predichi e si
pratichi ciò che pure è un dono del Signore.
Dopo l’immancabile tazza di tè è avvenuto il commiato che ha fatto sentire in
tutti che era stato veramente bello e piacevole dimorare insieme.
BOBBIO PELLICE
Domenica 24 e lunedì 25 aprile, organizzata dai nostri giovani, ha avuto luogo una
gita in pullman a Venezia che ha lasciato
nella quarantina di partecipanti un ottimo
ricordo. Ringraziamo vivamente il Pastore Magri che la domenica 24 aprile ha presieduto il nostro culto nel tempio dandoci
un ottimo messaggio.
Sabato sera 30 aprile i nostri giovani hanno replicato nella nostra sala la commedia
drammatica « I Ranlzau ». Peccato che il
pubblico non sia accorso più numeroso ad
incoraggiare la loro non lieve fatica.
Domenica 1° maggio, nel corso del nostro culto nel tempio, è stato presentato al
Battesimo il bambino Franco Bertinat di
Guido ed Elsa (Municipio). Il Signore benedica e custodisca sempre nella sua grazia
il bimbo e tutti i suoi cari.
Domenica 22 maggio avremo, nel corso
del nostro culto nel tempio, una assemblea
di chiesa nel corso della quale verrà data
lettura della relazione annua morale e fi'
nanziarìa del Concistoro e saranno nominati i nostri delegati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo. Ci auguriamo una buona partecipazione di fedeli a questa assemblea cosi importante.
Con domenica 15 maggio si chiuderà il
bilancio finanziario della nostra comunità
per l’anno 1965-1966. Vi preghiamo perciò
di farci pervenire entro tale data ogni contribuzione per la Chiesa, onde possiamo
conteggiarla nel bilancio attuale. Grazie.
...........................................
.......UHI. •mimiimimiiuimiiiiuiiiiiimoiiiimiiiiiiiiiiiimmimiumnmmmmiinimi'iititiitixHiiitixt'ii""'"
RADlO-TV DELIA SVIZZERA ITAllASA
Domenica 8 maggio 1966, — Ore 9,15,
Conversazione evangelica alla radio (past.
0. Ranch); alla fine delle trasmissioni TV.,
« La Parola del Signore » (past, G. Rivoir).
S. GERMANO CHISOHE
I catecumeni di quarto anno, hanno pubblicamente confessato la loro fede nel corso
del culto solenne della Domenica delle
Palme. I nuovi ammessi, ai quali il Pastore
ha rivolto un messaggio particolarmente incisivo, sono i seguenti; Comba Dorelta,
Laurenti Laura, Vincon Silvana, Avondet
Rino, Beux Riccardo, Bounous Loris, falla
Lorenzo, Long Alberto, Plavan Silvano e
Pipino Andrea. Voglia il Signore benedire
questi giovani, aiutandoli a mentenere ledelmente la loro promessa e guidandoli durante tutta la loro vita.
II pomeriggio, essi sono stati festeggiali
dall’Ùnione delle Madri e dall’Unione Giovanile, durante una simpaticissima riunione
cui hanno preso parte molti membri della
Comunità.
Andre 'quest’anno la Settimana Santa è
stata caratterizzata da una serie di culti serali, culti che certamente hanno lasciato una
profonda e benefica impressione nel cuore
dei presenti, di volta in volta, sempre più
numerosi. Durante queste riunioni sono stati esaminati gli atteggiamenti degli amici
e dei nemici di Gesù: il pastore Jalla ha
fatto rivivere in modo molto chiaro la scena
del processo di Gerusalemme, mentre la signora Réguin cappellana di un ospedale di
Ginevra, ha tratteggiato con impareggiabile
chiarezza le figure di Erode e di Pilato. La
sera del giovedì Santo, una numerosa assemblea, ha seguito con profondo raccoglimento, il messaggio del Pastore; buona
è stata la partecipazione alla Santa Cena.
Poco frequentato, invece, il culto del Venerdì Santo.
La domenica di Pasqua ,il nostro tempio
era gremito aU’inverosiniile per riudire l’annuncio trionfale della risurrezione de) Signore. 1 nuovi ammessi hanno partecipato
per la prima volta alla Cena del Signore.
PRAMOLLO
11 rullo serale del Giovedì santo, nel corso del quale è stala celebrala la S. Cena, ha
riunito una discreta assemblea, ma partiròlarniente numerosi i fedeli elle si sono raccolti nel tempio la Domenica di Pasqua (per
ascoltare il glorioso messaggio della risurrezione del Signore. In occasione di questa
solennità siamo stati lieti di vsalulare in
mezzo a noi non pochi Pramollini, venuti
da località fuori Parrocchia e dalPestero a
trascorrere questa ricorrenza coi parenti al
paese natio.
Durante il culto abbiamo accolto nella
piena comunione della Chiesa tre catecùmene del quarto anno (mancavano quest’anno elementi maschili). Ecconi i nomi:
Berlalot Fulvia, Bertalot Laura e Peyronel
Elvina.
Il Signore accompagni queste giovani e
FRALI
— Domenica 24 aprile, nel corso del culto, sono stati insediati quattro nuovi Membri del Concistoro, eletti dall’Assemblea del
27 marzo. Essi sono : Oreste Grill (Pomieri Giordano), Attilio Peyrot (Orgere), Edoardo
Grill (Malzat), Ciro Di Gennaro (Agape).
Insieme alla Comunità pralina anche membri di varie Comunità evangeliche del Nord
Italia, convenute ad Agape per due giorni
di incontro, hanno circondato questi Fratelli
con la loro presenza e le loro preghiere.
La stessa domenica, nel pomeriggio, la Corale ed un gruppo della Scuola Domenicale,
si sono recati a Massello per partecipare alla
festa di Canto della Val Germanasca.
— Sabato 16 aprile si sono uniti in matrimonio Guido Ghigo (Ghigo) e Amelina
Peyrot (Malzat); il giorno seguente è stato
amministrato il Battesimo a Italo Rostan e
Dina Grill (Ghigo). Il 27 dello stesso mese
si è spenta serenamente a Pomieri la decana
della nostra Comunità : la sorella Susanna
Richard v. Rostan all’età di 85 anni
Il Signore che benedice la gioia e illumina
la sofferenza sia con ognuna dì queste famiglie.
La Corale ha fatto sentire la sua voce nei
culti della Domenica delle Palme, del Giovedì Santo e di Pasqua; molto apprezzati
sono stati i cori : « Sous la Croix » e
c( Choeur de Pâques ».
Atti liturgici: Nel corsi del culto della
domenica 17 aprile è stato battezzato il
piccolo Marcello Jalla di Lino e di Emma
Albarin. Il Signore benedica abbondantemente questo fanciullo con tutti i suoi cari.
Giovedì 21 aprile, alla presenza di un numeroso stuolo di parenti e amici, sono
stati uniti in matrimonio, la gentil signorina
Elena Beux, ben conoseiuta fra noi, ed il
Signor Roberto Vinçon, originario di San
Germano. La cerimonia è stata presieduta
dal past. Deodato di Pinerolo. Agli sposi
felici vadano i nostri migliori auguri di
felicità nella benedizione del Signore.
Profondissima impressione ha suscitato
neU’animo di tutti i saugermanesi la dipartita del Signor Vittorio Wìdemann, deceduto a Torino, la mattina del venerdì santo.
La vigilia di Pasqua, una folta rappresentanza dei dipendenti del Cotonificio Widemann e numerosi altri concittadini insieme
con amici e conoscenti dello Scomparso,
hanno gremito il Tempio Valdese di corso
Vittorio a Torino per testimoniare la loro
sincera simpatia alla Signora Lola Widemann ed ai suoi familiari.
II servizio funebre è stato prevsieduto dal
pastori Sigg. Jalla e Ayassot. La comunità
Valdese di San Germano Chisone rinnova
alla Vedova Pespressione della sua fraterna
solidarietà cristiana.
Martedì 26 ani le ha avuto luogo il funerale del fratello Comba Stefano Giacomo,
d’anni 6l, del Ciampas, deceduto dopo lunghe sofferenze, all’Ospedale Civile di Pinorolo. Ai familiari tutti, l’espressione della
simpatia cristiana di tutta la comunità. G.G.
VILLAR PELLICE
Alla soglia degli 88 anni è deceduto —
dopo molto tempo trascorso in compagnia
de.la malattia e della sofferenza — Berlon
Giuseppe, del Ciarmis. Egli trovavasi ricoverato da diversi mesi presso la Casa di Ricovero per Vecclii di Brieberasio. Abbiamo
deposlo la sua spoglia mortale nel cimitero
di Villar Pellice il giorno 15 aprile. A tutti
i suoi familiari rinnoviamo l’espressione
della nostra erstiana fraterna simpatia.
La nostra solidarietà anche alla Sig.ra e al
Siig. Claudia e Pietro Berton, del Sarei, per
la scomparsa del papà e suocero, avvenuta
a Camipobasso.
Sono stati urdli in matrimonio: Bruno
Morglia (Centro) e Anna Maria Domenica
Bastino (Torino); Livio Ettore Melli (Torre Pellice) e Vilma Bertinat (Malanot).
A questi Sposi — che fissano la loro residenza rispettivamente a Torino e Torre
Pellice — rinnoviamo i nostri auguri per
una lunga vita in comune, vissuta in buona
armonia e sotto allo sguardo del Signore.
Le Unioni Giovanili hanno concluso il
loro anno di attività con un raduno generale tenutosi la sera del 16 aprile alla Mi
TORRE PELLICE
Dal Convitto Valdese
La i/ostra comunità è formata da ragazzi
che frequentano le scuole elementari statali,
la media e il Ginnasio-Liceo presso il « Collegio Valdese », la media statale, il corso per
ragionieri, la scuola per tornitori; provengono da ogni regione d’Italia e dall’estero.
Questa variopinta famiglia formata da evangelici, simpatizzanti, cattolici è una vera
piccola comunità che si raccoglie attorno alTEvangelo. (Quanti pastori sarebbero felici
di avere la loro scuoia domenicale e il loro
catechismo sempre al completo attento ed
affiiatato e riunito n piccoli gruppi omogenei due volte alla settimana!).
17 febbraio. - Quest’anno per la prima voita alcuni ragazzi hanno potuto partecipare
all’agape della comunità di Torre Pellice che
si raduna « ab immemorabili » nella sala da
pranzo del Convitto. Anche se la massa dei
convittori, durante la celebrazione^ era alla
Sea, a 1.200 m. s.l.m., a divertirsi con la
neve (e per ragioni di spazio non tutti avreb.
bere potuto partecipare) il piccolo gruppo
di grandi rappresentava il Convitto che ospitava e ha stabilito un reale contatto con la
comunità.
Lezioni di nuoto per non convittori. ■ In
un settore diverso si è verificata un’altra
apertura. Infatti, dopo un anno dì rodaggio,
abbiamo immesso ragazzi di Torre Pelilce
aUe lezioni di nuoto trisettimanali, già regolarmente impartite ai nostri convittori da
un istruttore del C.O.N.I. che viene appositamente da Torino. Poiché tutte le garanzie
educative ed igieniche sono state prese, siamo certi che questa « apertura » no i presenterà inconvenienti e l ervirà a un maggior
inserimento del Con itto nella vita della
comunità locale.
Le attività interne. - Accanto all’Assemblea Generale settimanale in cui si discutono
tutti i problemi, quest’anno funziona con
molta regolarità una giunta cui a turni, mensilmente, partecipano lutti i convittori. Problemi organizzativi, ma anche educativi, sono, ogni settimana, all ordine del giorno.
Accanto a queste istituzioni «-convittoriali » ne sono sorte altre, per moto spontaneo.
Esistono tre società : dei foot-ball, nella palla
a volo, del nuoto, con tanto di presidente
incarichi vari e ferrei statuti (le ultime due
ufficialmente costituite c federate col CONI).
Si è poi costituito un battagliero gruppo redazionale che ha stampalo già i primi due
numeri di un quindicinale intitolato « Il
Cagno » (cioè il ragazzino, o lo « scugnizzo»).
Lo studio. - Non « fa notizia » parlare dello studio! Eppure è una faccenda stria, una
seria preoccupazione per molti che per tante ragioni incontrano reali difficoltà. La mattina a colazione i ragazzi sono calmi e sì
lenziosi; a pranzo a cena, passata la paura
del momento, molto allegri!
Gli Ex‘Convittori. - Abbiamo da 15 anni
mantenuto regolari contatti con essi. Le loro visite e le loro partecipazioni di nozze diventano sempre più frequenti. Stiamo pensando di lanciare un’associazione di ex-convittori.
L’estate. - Stiamo facendo dei tentativi
per incrementare Fattività ricreativa estiva.
Ci siamo rivolti alla vicina Francia. Quest’estate avremo come ospiti francesi almeno
due ragazzi (di 12 e 14 anni) e un istruttore di 22.
Attività sportive e culturali. - Sempre più
ampia in Torre Pellice è la scelta delle attività sportive e culturali. Si segnala: il funzionamento degli impiantì di risalita della
Sea, Ja creazione di un cineforum con proiezione di film che a fanno pensare » e dibattiti e conferenze del Centro Culturale (uno
sull’educazione sessuale, uno sul concìlio
ecumenico, un confronto tra cattolici e protestanti). Frequenti poi sono le occasioni
per recarsi a Torino per qualche commedia
o concerto di valore. Queste attività interessano i grandi, che non si sentono più esiliati nel piccolo angolo del Piemonte! (Ai
piccoli possono bastare le « figurine » — anche istruttive e ben fatte — che in questo
momento, imperversano ! ).
Prossimamente 'in daremo il resoconto
della gita di tre giorni a Ginevra del Convitto al completo.
FIRENZE
le aiuti ad essere dei membri fedeli ed impegnati al Suo servizio nella Chiesa e fuori
di essa. La Corale, a cui va la nostra gratitudine, ha portato il suo contributo col
canto di due inni dell’Innario Italiano. Le
catecumene neo-conferinate si sono avvicinate per prime alla Santa Cena
— Nel corso del culto di Pasqua e della
doiueniea 17 aprile è stalo amministrato il
Battesimo a: Beux Sergio di Aldo e di
Clol Ermida (Bosi); Rivoira Roberto di
Guido e di Sappè Ida (San Germano CbiSone). Il Signore accompagni con la sua
grazia questi bambini, i loro genitori, i
padrini e le madrine.
— Un caldo benvenuto alla piccola Ivana
venuta ad allietare la famiglia di Peyronel
Enzo e di Jahier Mirella (Ruata). Il Signore
benedica la neonata e tutti i suoi familiari.
Il tempo di Pasqua ha avuto un posto par.
licolare nella nostra vita comunitaria. L’Evangelo della passione ci ha riportato un
drammatico confronto fra Cristo e un esponente del mondo secolare:
— Ma dunque, sei tu re? — gli disse
Pilato.
— Tu lo dici: io sono re. Sono nato per
cjuesto e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque
è per la verità ascolta la mia voce — rispose Gesù.
—■ Che cos’è la verità? — gli disse Pìlalo.
Quel dibattilo aperto da Cristo e da Pilato continua e ognuno di noi « seguitando
verità in carità » è ebiainato a essere testimone di Cristo di fronte a un mondo che
nell’indifferenza e nel qualunquismo abban.
dona ogni fede, ogni ideale autentico, valido in vita e in morte.
Nei vari luoghi di culto evangelici della
città, si sono avute numerose riunioni nel
corso della settimana santa; al cullo della
Domenica delle Palme, abbiamo avuto la
gioia di avere una confermazione e un battesimo per professione di fede. La colletta
del culto pasquale è stata dedicala alle opere evangeliche della citta.
Il lunedili aprile, preparata dai nostri gio.
vani, si è avuta una serata prò Riesi, e l’iniziativa ha avuto buona rispondenza; fra
l’altro, il programma comprendeva una «sa
era rappresentazione»; «Ieri, il nostro do
mani », che poneva il problema dell’inquie
indine della gioventù odierna. I nostri gio
vani iniziano ora una campagna di diffu
sione della stampa, e una serie di riunioni,
presiedute da medici, sociologi e psicolog
evangelici, sul tema: «I giovani, la vita
ramonti. In tale occasione essi hanno avuto il piacere di avere quali loro graditi
ospiti i giovani dell’Unione di S. Secondo,
accompagnali dal Pastore Sig. A. Genre.
Un messaggio e stato portato dal Presidente de.rUnIoiic di S. Secondo e dal Pastore.
Dopo di questo i giovani delle due Unioni
(molto numerosi gli uni e gli altri) hanno
fraternizzato giocando e cantando insieme.
Senza quasi accorgersene si sono fatte le
ore piccole. Una bella serata della quale
siamo grati e che ha lasciato in tutti i partecipanti un grato ricordo. Ringraziamo gli
amici di S. Secondo e diciamo loro: « a una
altra volta ».
Un’altra gradita visita è stata quella fattaci la sera del 17 aprile dai giovani della
filodrammatica di Bobbio Pellice, diretti
dal Pastore Sig. Aiine e Signora. Essi ci
hanno offerto una bella serata presentando
sulle scene la commedia drammatica in 4
alti di Erkmann Chatrian: «I Rantzau ».
Abbiamo ammirato la bravura degli artisti i
quali unti hanno interpretato molto bene la
parte affidata loro e reso vivo il messaggio
contenuto nella commedia. Ambe agli amici di Bobbio il nostro grazie sincero ed a
loro pure il nostro « arrivederci presto ».
Il nostro culto del 17 aprile è stato presieduto dal Pastore A. Genre. La Comunità gli è grata e lo ringrazia per il messaggio che le è stato portato.
I nostri 17 catecumeni di quarto anno —
che hanno fatto la loro confermazione la
domenica delle Palme —- sono stati salutati
dairUnione delle Mamme e dall’Unione
delle Giovani in una speciale riunione organizzata in loro onore la domenica 17 aprlle. Accompagnati dalle loro mamme essi
sono stati accolti, al loro apparire nella
grande sala della Gioventù, dall’applausodelle numerose intervenute e sono stati circondati di affetto e di molte attenzioni. Rie
noviamo per loro l’augurio di una vita eri
stiana genuina, accompagnata da molte benedizioni divine.
II nostro « bazar » annuale avrà luogo - !
15 e 16 maggio. Ringraziamo fin d’«ra tniii
i donatori ed i visitatori, che speriamo numerosi gli uni e gli altri.
Le Mamme dell’Unione (alle quali po
tranne unirsi anche altre Mamme) effettueranno la loro gita annuale la domenica 2"
maggio, recandosi al Lago Maggiore. Le
iscrizioni sono aperte fin d’ora.
Ricordiamo l’Assemblea di Chiesa fissai.
per domenica prossima, 8 maggio, al tei
mine del culto, per la elezione dei Delegai]
alla prossima Conferenza Distrettuale.
Ricordando
un’amica
Il 20 corr. e mancata, all’ospedale Valdese,
dopo molte sofferenze la nostra amica Maria
Quattrocchi ben conosciuta a Torre Pellice,
qui trasferitasi quattro anni fa, proveniente
da Milano dove diresse per vari anni, con
grande dedizione, la Ccisa Famiglia della
Protezione della Giovane.
Negli anni giovanili collaborò attivamente
nelle file dell’U.C.D.G. prodigandovi, senza
risparmio, i suoi molteplici doni.
Lascia un largo rimpianto fra le amiche
sia in Italia che all’estero.
Al fratello e cognata e alla fedele Sig.na
Mira Bergoglio, che l'ha benevolmente assistita, esprimiamo i sentimenti della nostra
sincera simpatia.
Per espresso desiderio della cara Scomparsa non fiori, ma oblazioni per l’Asilo Italia di
Firenze che ebbe sempre caro.
Jn’amica
POMARETTO
— Sabato 7 maggio, ore 20.30, nella capella di Perosa, avrà luogo una riunior
del Concistoro e dei responsabili per la pre
parazìone della relazione annua.
— Domenica 8 maggio, alle ore 10.30, nel
tempio, culto della famiglia cristiana. Soi’particolarmente invitati, oltre ai bambini, '
genitori. Si raccomanda vivamente la colletlprò Ospedale di Pomaretto.
— Ricordiamo Vassemblea di chiesa di do
menica 15 maggio alle ore 10.30.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To'
avvisi economici
prematrimoniale e il matrimonio ».
Il lunedi di Pasqua si è avuta una gita
comunitaria a Viareggio, con incontro con i
fratelli delle altre chiese toscane : una bella
tradizione ormai assestala.
Domenica 17 aprile il culto è stato presieduto dal past. Alberto Ribet di Pisa; nel
pomeriggio un gruppo l’ha seguito a Lucca,
visitando quella fedele fratellanza.
Circa le trattative per il tempio di Via
Micheli, siamo nel momento delicato della stesura dei preventivi per le riparazioni
e di un piano di finanziamento; per la Casa
di soggiorno e riposo del Gignoro, il finanziamento procede e non è lontano Tinizio
dei lavori.
Feste d! canto
Domenica 8 maggio, ore 15, nel tempio di Torre Pellice : Festa di Canto
delle Corali della Val Pellice. Prova di
insieme alle ore 14,30 nell’aula sinodale.
Domenica 15 maggio, ore 15, nel tempio di Luserna San Giovanni: Festa
di Canto delle Scuole Domenicali della Val Pellice. Prova d’insieme alle
ore 14,15 nel locale che sarà indicato.
Domenica 15 maggio, ore 15, nel tempio di San Secondo di Pinerolo : Festa
di Canto delle Scuole Domenicali della Val Chisone. Prova d’insieme alle
ore 14,15 nel locale che sarà indicato.
Il pubblico è cordialmente invitato
a partecipare a queste manifestazioni.
La Commissione
del Canto Sacro
SIGNORA cerca alloggio da affittare mesu
luglio, località Valli altezza 700-900 metri :
due camere servizi. - Scrivere Vittoria
Stocchetti, Via Curtatone, 2 . Genova •
Tel. 89.43.16.
Si è spenta a Po-mieri, il 27 aprile,
all’età di 85 anni
Susanna Richard
ved. Rostan
Le famiglie Pascal-Rostan ne danno
l’annuncio, fidando nelle promesse del
Signore.
I funerali hanno avuto luogo a Prali
il giorno 28 aprile.
« Lo Spirito e la Sposa
dicono: Vieni.
Sì, vengo tosto ! Amen »
(Apoc. 22: 17)
Pomieri (Prali), 28 aprile 1966.
Pensione Balneare
Paldese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore: F. Chauvie
Aperta tutto l’anno
Spiaggia propria
Ideale per soggiorni
estivi e invernali
Dal 29 giugno il Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice
(Torino) accoglie ragazzi dai 7
ai 15 anni per le VACANZE o le
RIPETIZIONI. Snort - passeggiate . piscina coperta - ambiente familiare - rette modeste tutto compreso. - Telefonare al
n. 91.230 o scrivere. Sono aperte
anche le iscrizioni per il prossimo anno scolastico.