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Anno III.
Venerili G gennaio I9S4.
IVO IO
LI BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO »MSSOCIA*BO\E
(i domiciito)
Torino, per un anno L. G,00 L.7,00
— per sei mesi i> 4,00 » 4,SO
Per le provincie e l’estero franco sino
ai coDtÌDÌ, un anno . . L. 7,20
per sei mesi , " 5,20
Alr;6sùovTi{ is èv ¿yi/ry
SoRuenilo la uerilà nella carità
Epes. IV. Ì5.
L’Ufficio (iella BUON.\ NOVELLA è in
Torino, pre.'^so la libreria Evangelica
di GIACOMO BLVVA, viaCarlo Alberto,
dirimpelto al Caffè Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
stesso Ufficio,
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria fìiava.
Missioni evangeliche: Sociéfà di BaSllea. — Il catechismo del Cattolico II. — Dia
loghetti; Dialogo II tra un contadino ed il suo parroco. — Una seconda lettera
di Roma. —Nuovi templi evangelici, — Notizie religiose. —Cronachetta politic«
missioni aaìge:i.i€He
Società di Basilea
La società delle ^missioDì evangeliche di Basilea non è al certo nè la
più grande nè la più ricca delle società di tal genere ; ma se è inferiore
a molte altre società sorelle nei mezzi
materiali, non è per nulla inferiore
ad alcuna di loro per Io zelo che
esercita per la conversione delle
anime.
Secondo il rapporto del 1853 questa benemerita società di missioni
esercita la sua attività nell’ Affrica;
occidentale, nella Cina, e nell’Indie.
Essa ha su questi si lontani punti‘
del globo sedici stazioni principali*.
con un numero ben grand« di annessi; ha 59 missionarii, 120 aiuti'
indigeni, e 60 scuole di-difTerenti;
gradi. Le chiese fondate da questi^
missionarii contano più di 1,800»
membri. Quando nello stile evangelico*
si parla di una chiesa, specialmente
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di nuova fondazione, per chiesa deve
intendersi non già un aggregato di
persone che per un motivo qualunque
si dichiarano avete la stessa convinzione religiosa; ma una unione dì
persone veramente convertite, che
abbiano cioè non solo ricevuta la verità nell’ intelletto, ma che abbiano
altresì, e questo è l’essenziale, ricevuto Gesfi Cristo nel cuore. 1 missionarii evangelici non cercano a
battezzare un gran numero di persone
per darsi aria di fare un gran numero di proseliti; ma cercano di far
penetrare la verità nel cuore di coloro che evangelizzano, e non li battezzano se non hanno la intima convinzione della sincera conversione
dei loro catecumeni. Ciò osservato ,
per uso dei calunniatori delle missioni evangeliche, seguiamo la narrazione.
I 1,800 membri delle chiese portano anch’essi a loro volta la buona
novella di grazia ad un numero considerevole di pagani loro compatriotti
e preparano così l’opera dei missionarii. Dalle tipograOe delle missioni
di Basilea in un solo anno sono stati
pubblicati 17,400 esemplari di scritti ed opere religiose in varie lingue.
La missione della Costa d’Oro (Affrica occidentale) fondata da circa
venti anni, ha dovuto soffrire una
. lunga lotta con le difficoltà di ogni
genere che si paravano dinanzi ai
missionarii per iscoraggiarli. La insalubrità del clima faceva che i missionarii dopo lunghissime sofferenze
morivano senza aver veduto alcun
frutto sensibile dei loro travagli: ma
altri missionarii occupavano il posto
dei primi. La barbarie degli indigeni,
e la maniera ingrata colla quale corrispondevano allo zelo dei missionari,
le privazioni e le miserie di ogni genere che questi soffrivano sarebbero
state ragioni più che sufficienti per
uomini carnali di abbandonare la
stazione : ma i missionarii evangelici
da queste difficoltà prendevano anzi
argomento a restare; ed ora la benedizione del Signore su quella stazione
corona i patimenti perseveranti dei
servi di Gesù Cristo. Un gran movimento religioso verso il Vangelo si
rimarca nella Cosla d'Oro.
La stazione di Akropong, più nell’interno dell’ Affrica vede in ogni
domenica la sua cappella gremita di
uditori , e la santa parola di vita
sembra trovare facile accesso nel
cuore di quegli Affricani. 1 membri
effettivi della chiesa di Akropong
sono 37.
La stazione di Christianberg sulla
riva del mare, ha veduto nel corso
dell’anno 1852 elevarsi il numero
dei membri effettivi della chiesa da
18 ad 80, Oltre a ciò una grandg
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quantità di negri e di mulatti domandano di essere battezzati. Sedici
europei, dieci uomini, e sei donne
sono mantenuti dalla società di Basilea nella missione della Costa d’oro.
Le scuole di queste stazioni rendono
alla missione degli immensi servigi,
sia coi preparare per mezzo della
istruzione i barbari a ricevere il Vangelo, sia coir ingentilire i costumi,
sia col fornire ai missionarii aiuti
negli alunni migliori, sia infine col
dar loro giovani istruiti per aiutarli
nelle traduzioni.
L’opera della società di Basilea
nella Cina non conta che una esistenza di pochi anni, e trovasi ancora ristretta a Hong-Kong cd alle
sue \icinanze ; mg è intanto una posizione presa, ed i cangiamenti che
sembrano prepararsi in quel vasto
impero potranno rendere quella posizione importantissima per l’avanzamento del regno di Dio. Intanto i
missionarii non hanno travaglialo in
vano : il numero dei convertiti in
quella missione era al fine del 1852
di 87.
Però il campo più importante dei
travagli dei missionarii della società
di Basilea è la costa occidentale delle
Indie. Sono ora due anni da che
la società mandò un ispettore nella
persona del sig. josenhans incaricato
di visitare tutte le stazioni delle Indie. Questo venerando personaggio
al suo ritorno ha dato dei ragguagli
importantissimi e proprii ad incoraggiare gli amici dell’opera evangelica.
Le chiese della missione aumentano
considerabilmente. Al principio del
1852 le chiese contavano 1,566
membri effettivi e 110 catecumeni;
al Dnire dell’anno erano 1,607 membri e 118 catecumeni. Le principali
stazioni sono quella di Mangalore,
di Jlulki, di Cannanore, di Calcutta,
di Bettigheri, di Darwar, ecc. Le
chiese fondate in questi luoghi rendono una eccellente testimonianza
alla potenza del Vangelo. Le scuole
condotte da maestri cristiani sono
sempre più in istato florido. Un seminario di catechisti fondato a BalaMatha (Mangalore) nel solo 1852 ha
dato nove maestri di scuola, tutti
già utilmente impiegati in varii punti.
Uno dei due direttori di questo seminario è un antico bramino chiamato Kaundaaya, il quale essendo
stato educato nello stabilimento missionario di Basilea, ed ordinato ministro, è tornato fra suoi compatriotti
e si è dedicato alla loro istruzione.
Kaundaaya era ammogliato prima
della sua conversione: al suo ritorno
la moglie tornò per ben due volte
dal suo marito , ma per ben due
volte lo abbandonò per tornare ai
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suoi idoli, fino a che è morta nella
sua idolatria. Tanto sono potenti i
pregiudizi della superstizione ! E da
qui si conosce a quali grandi sacrifìcii si espongono gl’indiani per seguire gl’impulsi della Grazia quando
li chiama al Vangelo.
Il rapporto della società cita un
gran numero di fatti che provano
fino a qual segno lo spirito del Signore agisca in quelle chiese nascenti.
Ne citeremo qualcuno per darne una
idea ai nostri leltori. Un testimonio
oculare (traduciamo dalla Feuille religeuse du canton de Vaud) narra
del missionario Hébich che « nelle
vie della città, nelle grandi strade,
dapertutto insomma egli trova uomini
ad istruire; predicatore del ravvedimento e della giustizia che è dalla
fede, parlando con forza, e con ammirabile attrattiva spinge le persone
colla forza del suo dire fino alla sorgente della vita. Ma in seno della
chiesa non trovate più in lui che il
padre di famiglia. Giovani, vecchi,
bianchi, neri, siccome egli chiama gli
europei e gl’indigeni, sono tutti suoi
cari figli, e le piti piccole circostanze
di ciascuno di loro divengono l’oggetto del suo interesse, e dei suoi
consigli ».
Parlando della chiesa di Mangalore
ji Big. Josenhans si esprime in tale
guisa. « Io dirò con piena conyin
zione che nel seno di questa chiesa,
vive ed agisce quella divina potenza
che ci risuscita d’infra i morti, e che
crea in noi una nuova vita, lo ho
trovato in essa i caratteri della vera
conversione fra i fanciulli, le persone adulte, le donne, gli uomini, i
servi, ed i padroni.... Questa chiesa
gode in mezzo alla popolazione tale
una stima, che mi ha riempito di
ammirazione». La chiesa di Cannanore contava alla fine del 1852, 618
membri.
Nella slazione di Mulki il sig. Josenhans trovò, egli dice nel suo rapporto, siccome una parrocchia rurale
bene unita e raccolta intorno al suo
pastore. Anche qui, egli dice, la chiesa è in buon odore di santità. « Un
bramino parlava ad un raissionario
intorno ad uno di quei convertiti la
di cui condotta non era in armonia
con la professione di sua fede , e
diceva: —riguardo a N. egli non ha
profittato delle vostre chastres (sacre
scritture) ; noi non ci fidiamo punto
di lui ». Parlando poscia di un'altra
famiglia diceva; « quelle si sono
buone persone ; veramente vivono secondo i vostri principii-, noi siamo
pronti ad affittar loro le nostre terre».
A Codacal, luogo annesso alla
stazione di Calcutta, si va formando
a poco a poco un villaggio cristiano
sopra alcuni terreni dovuti alla gene-
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rosità di un benefattore della mis-*
sione. Un semplice, ma fedele catechista indigeno dirige questa piccola
colonia che è in piena via di spirituale progresso. 11 sig. Fritz missionario di Calcutta, che visita questo
villaggio ogni volta che le sue occupazioni glie Io permettono, scriveva
ultimamente: « Neirultiraa mia visita
ho battezzato, fra le altre persone, una
donna di più di 70 anni ». Io sono
vecchia, essa mi diceva; i miei occhi
e le mie orecchie cominciano a non
volermi più assistere; la memoria mi
abbandona; ed io non saprei rispondere a molte questioni. Quello che io
so si è che io sono una gran peccatrice;
che nella mia gioventù sopratutto mi
sono resa colpevole di menzogne, di
maldicenze, e che in me nou vi è
nulla di buono. Ma io credo che Gesù
vorrà perdonarmi : io glielo domando.
È anche per me ch’Egli è venuto nel
mondo; il suo sangue ci purga da
ogni peccato». L’accento di verità ohe
accompagnava una tale confessione,
l’età avanzata della povera donua,
le istanze di tutta la famiglia che mi
supplicava di accordare un tale favore
all’ultimo membro della famiglia che
usciva dal paganesimo, uon mi permisero di resistere. Che la grazia di
Dio compia su di essa l’opera sua ».
lì questo un semplice colpo d’occhio suU’opera della piccola società
delle missioni di Basilea. La modesta
casa dell’ istituto delle missioni in
Basilea non ha certo nè l’aspetto, nè
il confortabile, nè la magnificenza
del palazzo magnifico della propaganda di Roma. Sessanta giovani
missionarii sono educati in quello
stabilimento, ma sono educati alla
fatica, al lavoro manuale, alle arti,
alla scienza della Parola di Dio, alle
lingue, aU’agricoltura ; 'ma sopratutto
sono educati ad una vita veramente
cristiana.
Nell’esercizio del 1852 l’introito
della società, che consiste per la più
gran parte nella carità e nello zelo
dei cristiani, si è elevato alla somma
di 304,300 franchi, e così ha superato ¡di 18,000 franchi l’esercizio
dell’ anno precedente ; ma le spese
sono state di 312,812 franchi; in
guisa che l’esercizio del 1853 si apri
con un deficii di 8,500 franchi.
IL CATECHISMO DEICATTOUCO
11.
Continuando nella solita buona fede
dericale ad esaminare le dottrine del
dialoghetto, il Cattolico tronca tutte le
risposte che sodo in esso per far credere
che le dottrine ivi contenute sono antibiblicbe. Che quelle dottrine non sieno
secondo la teologia del Cattolico ne conveniamo ; ma che esse non sieno secondo
la Bibbia è quello cbe noi neghiamo apertamente, ed il Cattolico stesso col suo
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procedere confessa. Diffalli il pio giornale ha dovuto troncare quelle risposte
per non far vedere che esse erano strettamente bibliche. Che i lettori imparziali
giudichino fra noi ed il Cattolico ■. noi
non faremo che copiare le interrogazioni
e le risposte incriminate, che il Cattolico
ha mozzate.
La interrogazione 39 dice così : « Che
si ripete, o si annuncia il sacrifizio di
Cristo nella Sacra Cena? «
La risposta è : « Si anujunzia o se ne
fa commemorazione ». Fin qui piace al
Catlolico di citare; ma quando il dialoghetto cita I passi della Bibbia, nei quali
Gesù Cristo dice : « Fate questo in rammemorazionedi me: » e quando S. Paolo
dice: « Voi annunzierete la morte del
Signore w; siccome tali passi dimostrano
quanto la risposta del dialoghetto sia
slrettunienttì biblica, il Cattolico, con
una delle solile piae fraudes, fa un salto
e tira inniinzi gridando all’eresia.
L’ultimo errore che nota il Cattolico
nel dialoghetto è nella interrogazione 40
cbe ci riporla tutta mutilata per trovarvi
errore: « Che mangiate e bevete nella
Sacra Cena? » L’autore del dialoghetto
risponde distinguendo nella Sacra Cena
quello che è materiale, da quello che è
spirituale, e dice così: « Pane e vino:
ma per mezzo della fede l’anima discerne
il corpo ed il sangue di Cristo, e se ne
ciba (L Cor. XI, 27, 28) ». Il Cattolico
riporta soltanto le prime parole della risposta, e poscia con tuono beffardo chiama tutti i Valdesi impostori e gabbamondi. Ora noi proponiamo alla coscienza
dei uostri lettori questa semplice questione : Chi sono gl’impostori, coloro che
nianifeslano apertamente quello che cre
^ono, 0 coloro che mutilano le risposte
altrui per fare comparire che abbiano
detto quello che non hanno mai pensato ?
Chi sono 1 gabbamondi, coloro che quando
espongono una dottrina citano la Scrittura acciò ognuno possa andare a confrontarla, ovvero coloro che nascondono
le citazioni e la Bibbia per far credere
che la dottrina biblica sia una eresia? Il
dialoghetto diUatti dicendo, che quello
che si mangia o si bee materialmente
nella Sacra Cena è pane e vino, cita il
capo XI della prima ai Corinti: ebbene i
rev. del Cattolico osservino in quel capitolo, e specialmente ai versetti 26, 27,
28 e vedranno che in quei tre versetti
S. Paolo dice per tre volte, che nella Sacra
Cena si mangia il pane: il pane intendetela bene. Se dunque noi siamo eretici,
impostori, gabbamondi, gli stessi titoli ricadono sopra S. Paolo che ha parlato negli slessi nostri termini.
Rilevata cosi la malafede del Cattolico,
non ci curiamo di rispondere a quella
cantafera dei suoi cinque articoli di catechismo ai Valdesi. La Buona Novella ha
altro che fare cbe occuparsi di una noiosa polemica. Noi ci siam protestali, e
terremo la noslra parola, di non volere
entrare io polemica, ma di rispondere
soltanto agli attacchi contro la doltrina
evangelica. I luoghi comuni adoperati in
quei cinque noiosi articoli souo cose tutte
alle quali la Buona Novella ha risposto
le cento volte, e non vuol tornarvi sopra
per dar gusto al Cattolico.
In quanto poi a quello che il Cattolico
ci dice nel suo numero del 31 dicembre
che, cioè egli ha già provalo (doveva
dire asserito) che la Chiesa romana è la
sola Chiesa apostolica, e che ora tocca a
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noi il confutare: rispondiamo che noi accettiamo questo suo invito, ed in un prossimo numero esporremo quali sono i noslri principiiintornoaquesta proposizione:
= Fuori della Cuiesa di Gesù’ Cristo
NON VI È SALUTE.
DIAI.OUO II
TRA
CSCOSTADll E II SCO PARROCO
— Ben tornalo, Tonio: dimmi, cosa è
quel bel libro che tieni sotto il braccio?
— È una Bibbia, sig. parroco.
— All, povero Tonio! dove getti il
tuo danaro.
— Ella crede dunque che la Bibbia
sia un libro cattivo?
■— Non dico questo , ma è un libro
pericoloso, che può trarre in errore coloro che non hanno al)bastanza d’intelligenza per comprenderlo.
— Infatti vi h® letto qualche cosa che
non comprendo molto bene; ma ve ne
ho lette delle altre che mi sembrano as*ai chiare.
— Eppure, mio caro Tonio, è impossibile di comprendere la Bibbia senza la
tradizione.
— E che cosa è questa tradizione?
— La tradizione è la parola di Dio non
scritta, e custodita dalla Chiesa.
— Mi faccia grazia spiegarmi perchè
la parola di Dio non scritta sarà chiara,
0 quella scritta sarà oscura.
— Mio caro Tonio, non volerla fare
da teologo, che non è tuo mestiere: la
tradizione è la chiave che ci fa intendere
la Scrittura, é senza di essa, o non si
comprende nulla, o si comprende al contrario.
— Sarà, ma pure io bo letto nella mia
Bibbia alcune cose che mi sembrano così
chiare da non aver bisogno di alcuna spiegazione.
— Mio caro amico, la Bibbia senza la
tradizione conduce alla eresia ; dammi
dunque quel libro che per te è pernicioso, e rimettiti alla direzione della S.
Madre Chiesa.
— lo rispetto moltissimo la S. Chiesa
e perciò mi sembra strano che essa insegni precisamente il contrario di quello
che insegnavano Gesù Cristo e gli Apostoli.
~ Ecco cosa vuol dire la Bibbia senza
la tradizione -, tu credi di »edere in essa
quello che non vi è.
— Mi favorirebbe dunque di spiegarmi
colla tradizione alcuni passi?
— Volonlierissimo.
— Per esempio io leggo nel Vangelo
(Giov. V, 30) che Gesù Crislo ordina di
investigare le Scritture, e lei non vuole
che io legga la Bibbia. Mi spieghi dunque
come va che Gesù Cristo dice, leggi ; e la
tradizione, secondo lei, dice, non leggere.
— Povero Tonio, tu hai parlato con
qualche6arf)ei/o che ti ha voltato il capo:
la Chiesa, la Chiesa, caro Tonio, quella è
la nostra madre che non può ingannarci.
— Va benissimo, ma se la Chiesa è nostra madre, Dio sarà nostro Padre; se la
Chiesa non può ingannarci, non potrà ingannarci neppure Dio: eppure quando di
due persone una dice sì, e l’altra dice no,
una delle due dev’essere nell’errore.
— Ciò sembra perchè non si comprende
la Bibbia.
— Sari come lei dice; ma io, tanto è,
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non posso comprendere che quando Gesù
Cristo mi dice investigate le Scritture,
debba intendersi non le investigate,
— Ma la Chiesa non vieta di leggere
le Scritture, vuole soltanto che se ne domandi a lei il permesso.
— Ecco, vede signor parroco, anche
questo a me pare un errore: se Gesù
Cristo mi ordina di leggerle, perchè dovrò
prendere il permesso dalla Chiesa per fare
quello che mi ordina Gesù Cristo? dovrò
dunque prendere il permesso dalla Chiesa
per osservare i comandamenti di Dio?
— Non è questo, caro Tonio; è che voi
altri ignoranti non la comprendete la
Bibbia.
— Sarà : ma io non ne sono persuaso.
Ecco, veda per esempio, mi capila ora
sott’occhio un altro passo che desidererei
che mi spiegasse. (1. Tim. IV 1,2) «Or
lo spirito dice espres.samente « chi è questo spirito?
— Lo Spirito Santo che ispirava san
Paolo,
— Cosi la intendeva anche io. Ebbene
seguitiamo : « che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede attendendo
a spiriti seduttori ed a dottrine diaboliche;
di uomini che proporranno cose false per
ipocrisia, cauterizzati nella propria coscienza» . Mi farebbe grazia dirmi quali sono
questi uomini acciò possa guardarmene?
— Caro mio, non vedi chiaramente che
sono i protestanti e i barbetti?
— Benissimo: seguitiamo ancora a leggere: Il che vieteranno il maritarsi e, comanderanno di astenersi dai cibi, che
Iddio ha creati. » Sig. parroco, sig. parroco , venga in aiuto colla tradizione,
perchè è certo che nè i protestanti, nè i
barbetti vietano di maritarsi a chichessia,
aè comandano di astenersi da nessun cibo
che Dio ha creato. Mi pare invece, salvo
errore, che voi vietate il matrìmonio ai
preti, ed ordinate l’astinenza dalle carni
che Iddio ha create.
— Povero Tonio, getta via quel libro,
0 perderai la fede.
— Vorrei però persuadermi come voi
che insegnale quello cbe s. Paolo chiama
apostasia, seduzione, e dottrina diabolica
siate nella verità, e quelli cbe insegnano
quello che insegnava san Paolo sieno nell’errore.
— La santa Chiesa è infallibile, e non
può sbagliare: chi non ascolta la Chiesa
è perduto.
— Anche quando la Chiesa è in op*
posizione colla Bibbia?
— Non SODO mai in opposizione fra
loro ; è il vostro senso privato che vi fa
vedere contraddizione ove non è,
— Anche questo può essere: ma se è
così la prego a spiegarmi una difRcollà:
perchè noi preghiamo in latino senza comprendere nulla; mentre la Bibbia dice
(1. Cor. XIV) che pregare in una lingua
incognita è da pazzi ? Perchè noi abbiamo
tanti mediatori quanti sono ^Sanli ; mentre la Bibbia dice (1, a Tim. Il) che il mediatore è uno solo? Perchè la Scrittura
non parla che di due luoghi, cioè il paradiso e l’inferno, e voi c'insegnate la esistenza di un purgatorio e di un limbo?
Perchè la Scrittura proibisce espressamente il culto delle immagini, e lo chiama
dolatria ; e frattanto le nostre chiese sono
piene d'immagini, etutto il popolo si prostra dinanzi ad esse, ed i preti le incensano? Ecco, sig. parroco, io, queste cose
non so capirle; e nella mia ignoranza ra
giono cosi: 0 la Bibbia é parola di Dio, ed
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allora i preli insegnano cose false ; o non
i parola di Dio, ed allora non vi è più religione.
— Disgrazialo, ecco dove li conduce
la Ina Bibbia, a negare perfino la reli
^ione.
— Eppure nou è la Bibbia, sig. parroco, che mi conduce là ; ma, devo pur
dirlo, siete voi ; chi riliene e confessa che
la Bibbia è parola di Dio, e poi insegna
dottrine contrarie a quella, n ha perduto
l’uso delia ragione, o è un ateo che insegna una religione senza esserne convinto,
ma solo perchè gli tornai! conio. Io credo
che la Bibbia è parola di Dio, e perciò
voglio leggerla, voglio studiarla, voglio
cercare in essa la verilà, perchè Dio non
può iugannarnii: quando voi, signor parroco , m’insegnerete secondo la Bibbia,
crederò ai vostri insegnamenti; ma se mi
insegnerete cose contrarie, io crederò più
a Dio che agli uomini.
— Infelice Tonio, sarò costretto a scomunicarti.
— Se voi mi scomunicherete per la
parola di Dio, non potrete farmi maggior
piacere. Sentite cosa diceva Gesù Crislo:
(Lue. VI, 22, 25.) «Voi sarete beati quando
gli uomini v’avranno odiati, o v’avranno
sco7iMnicati e vituperali, ed avranno bandito il voslro nome, come malvagio, per
cagion del figliuol dell’uomo. Rallegratevi e saltate di letizia in quel giorno:
perciocché ecco, il vostro premio è grande
nei cieli : conciossiacosaché il somigliante
facessero i padri ai loro profeti.» A rivederla, sig. parroco.
INA SECONDA LETTERA DA ROMA
Pubblicammo nel nosfò'numero 7
(k6 dicembre) una lettera scritta da
una madre romana moribonda al suo
figlio esule in Nuova-York. Quella
madre morì nella stessa notte che
segui il giorno nel quale dettò quella
*ettera. I dettagli della sua morte, con
al Ire interessanti notizie sono riferiti
nella lettera che la figlia scrive da
Roma, e che riproduciamo, togliendola da un giornale di Nuova-York.
Carissimo Fratello
Roma, i novembre 1833.
Tu sei già preparato al ricevere la notizia di un grave domestico lutto: io non
posso dirti parole di copsolazione o rassegnazione perché uon ne trovo per me:
verserò invece su questa carta tutta l'amarezza del mio cuore.
La nostra genitrice dopo avermi dettata la lettera che t’inviai proruppe in
dirotto pianto, che parve recarle alcun
sollievo. La sera raccolse noi tutti attorno al suo letto, e con volto ilare diresse a tutti parole di afl'etto e di consiglio, e fini invocando la benedizione del
Cielo SII noi, su te, e sulla patria nostra.
Indi dorrai alcun poco placidamente.
Poco dopo la mezzanotte, stando io assopita sopra una sedia nella di lei camera
mi parve di udire la sua voce; m’accosto
al letto : i di lei occhi erano aperti ma
immobili ; la sua voce era estinta ; strinse
con forza convulsa la mia mano, poi
divenne bianca e fredda come la neve.
Io smarrita ed oppressa rimasi là come
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una statua : io non aveva voce per gridare nè lagrime per piangere. Fui sottratta a quella dolorosa vista e condotta
nella mia camera. Oh come fu orribile
quella notte ! alla mattina io era circondata dalle pietose cure delle mie amiche:
esse piangevano : io piansi con loro , e
r ambascia del mio cuore scemava alquanto. Ma ecco nuovo dolore. Si negava al cadavere onorevole sepoltura perchè non era stato chiamato il parroco ad
amministrare i sacramenti; invano si diceva loro che non si era potuto prevedere la subitanea di iei fine. Ma avendo
nostro zio offerto di pagare esso le spese
di un sontuoso funerale, l’opposizione
cessò.
La mattina dopo, appena l’alba, sortii
di casa e mi diressi al campo santo : il
nostro vecchio servitore Paolo mi accompagnava: questo buon uomo non ba
voluto abbandonarci, sebbene ora non
possiamo pagarlo : egli divide con noi il
nostro pane e il dolore delie nostre sventure.
In quella vasta solitudine sparsa di
tombe, io mi inginocchiai sulla terra che
copriva le reliquie a me care e innalzai
la mia preghiera a Dio, e provai alcun
conforto. Era lungo tempo che io non
aveva pregato. Io non posso assolutamente pregare nelle nostre chiese. Quando
vedo i preti mi viene in mente che sono
i nostri oppressori ; le pompose loro cerimonie mi sembrano imposture ; e qualche volta tra il suono della musica fragorosa e il fumo degl’ incensi la mia
mente si esalta, e sembrami vedere le
loro mani lorde di sangue.
Inoltre io temo che Iddio non voglia
ascoltare la mia preghiera. Oh mamma
era buona : essa avea sofferto più di me
e perdonava ; ma io non posso. Io avea
appena quattordici anni quando tu involto nella ruina della patria eri perseguitato a morte ; d’allora in poi non vidi
che oppressione e vendetta. Ah tu non
sai come il dolore abbia disseccato il mio
giovine cuore prima cosi amorevole ! Tu
non sai cbe io aveva al Campo Santo
un’altra tomba su cui piangere prima di
questa di mia madre, e quella tomba è
tinta di sangue!....
Io voleva scriverti prima, ma non mi
sentiva la forza di farlo : ora sono passati varii giorni, e mi sento meno oppressa. In qnesti giorni di dolore ho ricevute alcune visite di quel signore Americano che portò la tua lettera a mammà.
Oh come è gentile ! Come sono pietose le
sue parole ! Mi ha detto che nel suo paese
egli è parroco ! lo avea creduto cbe tutti
i preti fossero così cattivi, e senza cuore
come i nostri. Ma egli è buono : ha moglie ed una figlia giovinetta come me, e
l'ama ; è un uomo inline come tutti gli
altri. Essi partono tra pochi giorni per
l’America. Io sono trattenuta qui dalla
pietà verso il nostro vecchio genitore,
troppo bisognoso della mia assistenza.
Se ciò non fosse, io partirei con loro.
Almeno sarei con te, e vedrei l’America,
la famosa terra della libertà. Il nostro
Colombo la trovava apposta questa terra
per un asilo alla libertà perseguitata in
Europa; non ve ne sarà un palmo anche
poi poveri Italiani? — Presentemente
per distrarmi vado leggendo la storia
degli Stati-Uniti di Botta, e mi interessa
molto. Ma io non ho più voglia di studiare. A che mi giovano gli studi e l'istruzione che tu mi raccomandi sempre ?
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— -iöä» —
Essi mi fecero conoscere meglio la cattiva condizione mia, e della nostra patria, e mi fecero sentire più forte il peso
delle sciagure.
Caro fratello, amarai, e sovvienti spesso
della tua infelice sorella.
lOVl TEMPLI EVAMELICl
È proprio una vera disdetta pe r i de
ricali ! Più ossi si sforzano a gridare che
il protestantismo è in agonia, cbe fra
pochi giorni sarà interamente distrutto,
più i giornali annunziano erezioni di
nuovi templi protestanti. Senza più parlare del nostro magnifico tempio di Torino, in questi ultimi tempi se ne sono
consacrati varii altri. Già Buona No
velia ne ha indicati varii inaugurati ultimamente ; ebbene eccone alcuni altri.
In Smirne nei primi giorni di dicembre, ebbe luogo la inaugurazione di
un nuovo tempio protestante. Un’ ora
prima della funzione religiosa, già il recinto era pieno. Il pastore Verweyde cbe
ufficiava, prese per testo del suo sermone
le parole che Gesù faceva scrivere all’angelo della chiesa di Smirne (Apoc. Il,
8-40); lo stato di quella chiesa al tempo
di S. Giovanni, la sua storia, cd il suo
stato attuate fornirono abbondantissima
materia per la circostanza ; la esegesi del
testo forni ampie riflessioni alla edificazione.
In Treveri si lavora per trasformare in
tempio evangelico l’antico e vasto palazzo romano, attiguo all’antico palazzo
degli Elettori. Allorché questo lempio
sarà Onito, sarà il più vasto tempio protestante che esista in tutta Alemagna.
Non vi sarà tempio più maestoso, impercioechè conserterà tutte le forme di
una basilica romana, e tutte le sue belle
proporzioni architettoniche, e l’interno
sarà di maestosa e semplice avvenenza.
1 lavori sono di già avanzati, e già è
stato posto il tetto. Fino ad ora la spesa
dei lavori ammonta a 120,000 talleri, ed
il governo ha deciso di ipipiegare una
somma di 20,000 talleri per anno fino
a che il tempio sarà finito. Si calcola che
la spesa totale ascenderà a 200,000 talleri. E una spesa un poco forte per un
moribondo I
L’attuale tempio protestante di Treveri
era un'antica chiesa cattolica, e precisamente la chiesa del collegio dei gesuiti.
Il consiglio 'di Stato del cantone di
Friburgo ha accordato ai cittadini di
Estavayer sulla loro domanda la chiesa
del collegio dei gesuiti, per farne una
cappella protestante ; e così il protestantismo moribondo, anche nei cari paesi
dei gesuiti, si veste delle spoglie dei figli
di Loiola. Qual trionfo vanterebbero quei
reverendi se potessero dire la messa in
un tempio protestante !
Il giorno 19 dicembre, si fece in Neuchâtel la consacrazione di un nuovo tempio protestante, uon già in sostituzione
d’altro rovinato, ma in aumento ai già
esistenti; locchè forma un'altra dimostrazione della prossima morte del protestantismo. li nuovo tempio è destinato
al culto in lingua tedesca : ed a dimostrare sempre più l’agonia del protestantismo è stato fabbricato a forza di contribuzioni volontarie. Il nuovo tempio è
di stile gotico, di elegante architettura.
A proposito di nuovi templi prote-
12
slanti, ecco come ragiona la Gazzetta di
Savoia intorno al nuovo tempio che speriamo possa essere fra breve aperto in
Genova al culto evangelico. Tutti sanno,
grazie ai piagnistei del Cattolico, che i
Valdesi han comprato in Genova una
chiesa cattolica dedicata alla Gran Madre di Dio, e l’han comprata dagli stessi
cattolici per farne un tempio evangelico.
Ebbene la Gazzetta di Savoia iu proposito dei clamori del Cattolico ragiona
così : « il Cattolico di Genova, e dietro
di lui tutti i fogli intolleranti, si sono
sfogati in ingiurie contro il Governo, i
Genovesi ed i Piemontesi, a proposito
dcU’acquisto fatto dai Protestanti di un
vecchio tempio, quasiché il Governo, i
Genovesi ed i Piemontesi potessero impedire un atto fatto secondo le nostre
leggi, e stipulato regolarmente avanti il
notaro. Eppure questi fanatici avrebbero
trovato perfettamente naturale che una
vecchia chiesa fosse stata trasformata in
scuderia, o fenile; ma sono in furia perchè la vedono convertita in un tempio
cristiano, ove, dopo tutto, si predica il
Vangelo, s’insegnano i doveri di ogni
uomo verso Dio, verso i suoi simili, verso
le leggi ed i magistrati, ed il rispetto a se
stessi, che ignorano certamente molti
dei nostri avversarii ».
I clericali ricevono da tutti lezioni di
tolleranza, e di mansuetudine, ma sono
sempre i medesimi.
IVOTIZIE REI^ieiOSE
Torino. — L'Armonia pubblica un indirizzo dei vescovi della Savoia al Senato
del Regno rispetto alla esenzione dal servizio militare in favore del clero regolare
e secolare.
In quell’indirizzo i vescovi di Savoia
dicono che « L'articolo 98 del progetto di
legge sulla leva militare contiene disposizioni contrarie ai piii sacri interessi
della religione e della società ». Dice che
'< Contiene uua disposizione ingiuriosa ai
vescovi, e contraria in principio all’autorità della Chiesa; cbe determinare il
numero dei sacerdoti necessarii ad un
paese è un diritto che, secondo la costituzione divina della Chiefa, appartiene unicamente al vescovo ». Sarebbe stato desiderabile che i vescovi di Savoia avessero
citato UD passo del Vangèlo per dimostrare questa divina costituzione della
Chiesa, e questo diritto esclusivo dei
vescovi.
Lamentano poscia i vescovi la scarsezza
dei preti (!); dicono che ogni anno il numero delle vocazioni va diminuendo a
cagione dei pochi vantaggi temporali che
offre presentemente io stato ecclesiastico.
Preziosa confessione ! La vocazione dunque allo stato ecclesiastico, secondo l’insegnamento dei vescovi savoiardi, non
viene da Dio ; non è lo zelo delle anime
che spinge tante persone allo stato clericale, ma è Vamcre dei vantaggi temporali.
La ragione poi che i vescovi han credulo essere la più importanle per determinare il Senato a rigettare la legge, è
che se il Senato vota una tal legge pone
un nuovo ostacolo al Concordato.
— L’Armonia di ieri riporla due indirizzi dei vescovi della provincia ecclesiastica di Torino, uno al Re, l’altro al
Senato per impedire l’approvazione della
Legge sulla leva. La ragione principale
colla quale si appoggiano i vescovi è la
scarsezza dei preti (!!!).
13
Roma. — Il Giornale di Roma del 30
dicembre slampa l'allocuzione latina dal
Sanie Padre tenuta nel Concisloro segreto
del 19 dicembre ultimo^con la traduzione
in lingua italiana. Eccone la parte che si
riferisce al Piemonte.
« Finalmente, o venerabili fratelli, crediamo oggi dì manifestarvi in questo consesso , essere interrotte per parte del
Regio GovernoSubalpino le trattative che
furono intraprese intorno alle cose religiose, così che possono sembrare inutili
i pieni poteri che perciò furono da noi
dati al nostro diletto figlio cardinale, cui
destinammo a condurre a termine queste
trattative. Pertanto per mezzo del diletto
nostro figlio cardinale segretario di Stato,
abbiamo procurato di sapere da quel Governo, quali sieno le sue risoluzioni dopo
un si lungo silenzio. Abbiamo accollo
di buon grado le preghiere da lui fatteci
di diminuire il numero delle feste in
tutto il dominio del Serenissimo Re di
Sardegna, nè solo gli concedemmo ciò
per sollevare l’inopia di quei miseri che
sono costretti a vivere del lavoro di loro
mani, ma per mostrargli ancora un esempio di longanimità onde il Subalpino Governo fosse più facilmente spronato a riparare a tulio che ha fallo contro la Sede
Apostolica, e contro i diritti della Chiesa,
violati e manomessi. Che se il contrario
avvenisse di ciò che ci aspettiamo, non
ci pentiremo mai di aver fatto uso di
tutta la nostra mansuetudine e mitezza
di animo.
« Vi dichiariamo frattanto, che non saremo per accogliere nessun genere di domande, cui vedremo non del tutto conformi alla dignità, ai diritti della Sede
Xpoilolica ed a vantaggio della religioDe.
«Ogni giorno voi vedete, venerabili
fratelli, nascere ed infierire nuove tempeste per agitare la Chiesa. Noi che sediamo alla poppa dobbiamo sforzarci di
vincere anche col vostro aiuto la violenza
dei venti. Continuale adunque, siccome
fate a giovare noi, che ci airalichiarao in
cosi diilicile e pericoloso corso. Ma perchè la cosa prosperamente avvenga, implorare SI deve l’aiuto di chi comanda ai
mari ed ai venti. Voglia il Cielo, che placato dalle comuni preghiere faccia godere la bramala tranquillità, o ne conceda propizio, che la Chiesa riposando
dalle continue burrasche, giunga al porto
di sicurezza».
Alemagna. — Una nuova socielà biblica è stata fondata a Weimar.
Inghilterra. — Mentre i puseiti, che
sono il tarlo della Chiesa anglicana, han
protestalo contro la condotla del venerabile vescovo anglicano di Gerusalemme
perchè faceva molti proseliti in Oriente,
un gran meeting si è tenuto in Islington
ji 17 dicembre sotto la presidenza del
nobile lord conte di Shaftesbury per esprimere al vescovo Gobal tutta la simpatia
crisliana della sana parte della Chiesa di
Inghilterra. Molti discorsi furono tenuti,
fra’ quali si notò specialmente quello pronunciato dal signor Kinnaird, membro
del Parlamento, per i molti interessanti
dellagli che polè dare sulla evangelizzazione deirOriente, e sulle apostoliche fatiche del vescovo Gobat.
— Per dare un’altra prova ai clericali
che il protestantismo corre verso la sua
dissoluzione, togliamo dal Christian Times la nota delle diocesi auovameate
14
erette nella Chiesa episcopale anglicana,
colla data della loro erezione.
Nuova Scozia
Quebec .
Calcutta .
Giamaica.
Barbadoes
Madras .
Sydney .
Bombay .
Toronto .
Newfourdiand
Nuova Zelanda
Gerusalemme
Antigua . .
Guiana . .
Gibilterra
Tasmania
Fredericton .
Colombo . .
Capetown
Newcastle .
Melbourne .
Adelaide . .
Rupert’s Land
Victoria . .
Montreal . .
Sierra-Leone
Graham’s-town
Natal . . .
1787
1793
1814
1824
1824
185S
1836
1837
1838
1839
1841
1841
1842
1842
1842
' 1842
184S
1845
1847
1847
1847
1847
1849
1849
1850
1852
1853
1853
Ventotto nuove diocesi erette in pochi
anni sono certo un segno non equivoco
di dissoluzione e di morte!
Irlanda. — Una scuola di teologia
protestante è stata solennemente aperta
il 5 dicembre a Belfast. Due professori
aono stati deputati dall’assemblea generale della chiesa presbiteriana d’frianda
per andare a Ginevra a pregare lo storico
della Riforma, il professore Merle d’Aubigné, acciò volesse andare ad aprire la
nuova scuola. La cerimonia d’inaugurazione ebbe liiogo in una delle più grandi
chiese della città, In presenza di scelto e
numerosissimo uditorio. Il discorso di
Inaugurazione pronunciato dal professor
Merle d’Aubigné ba prodotto una viva
sensazione. All’uscire dal tempio si fece
una colletta per coprire il deficit delle
spese di fabbrica; essa produsse franchi 17,500.
Siria. Leggiamo nel Christian Times
del 23 dicembre, la seguente notizia.
Due medici indigeni, ma cristiani evangelici , Jatob di Kiam, e Dahir di Ibi,
facevano il loro giro per la vaccinazione,
ed ovunque parlavano del Vangelo. Giunti
in un piccolo villaggio vicino a Nazaret,
chiamato Meyeidel, furono alloggiati in
casa del parroco. Colà non ristettero
dall’annunziare il Vangelo a tutti coloro
che si presentavano; fino a tanto che
furono pregati di parlare pubblicamente
nella chiesa. Essi si ricusarono da principio, dicendo che erano laici ; ma poscia consentirono, e Jakob in un giorno
di sabbato parlò nella chiesa a tutto il
villaggio riunito : il risultato fu che tutto
il villaggio in massa col parroco alla
testa si dichiarò protestante. La domenica il parroco invece di dire la messa
ai suoi parrocchiani, li condusse a Nazaret innanzi alla autorità civile e tutti
si dichiararono protestanti, e si fecero
iscrivere per tali. Dopo ciò Jakob consegnò i suoi neofiti ad un missionario
acciò fossero debitamente istruiti.
15
CRO.\ACnETTA POLITICA
Torino. Camera dei Deputati-, tornata
del 2 gennaio. — La deputazione incaricata di presentare la risposta del diBcorso della Corona, si è portata il giorno
del capo d’anno presso S. M. il Re. Sua
Maestà rispose che essa era lieta del concorso che la Camera dei deputati aveva
prestato al suo Governo nella passala legislatura , e che faceva assegnamento
sulla continuazione di tale concorso per
parte della Camera testé uscita dagli
Kjuittinii elettorali.
Aggiungeva che mediante l’accordo
della Camera e dei suo governo, aveva
fiducia di assicurare la conservazione
delle nostre istituzioni, di consolidarle,
e di promuovere vieppiù la prosperità
della nazione. S. M. diceva inoltre che
se venissero mai tempi burrascosi essa
porrebbe tutta la sua fiducia nel concorso
della nazione e del Parlamento, e che
avrebbe ognora speranza, che per mezzo
di tale concordia il nostro paese potrebbe
superare tulli gli ostacoli e far fronte a
tutte le difficoltà.
Nella stessa tornata furono presentati
dal Ministero varii progetti di legge; far
cui uno dal Ministro dei Lavori Pubblici,
per la concessione di una ferrovia tra
Vercelli e Valenza per Casale ; uno dal
Ministro delle Finanze sulla formazione
del catasto stabile di terraferma; uno
dal Ministro di Grazia e Giustizia per
alcune modificazioni al Codice penale.
— Nella tornata dei tre, dopo un’interpellanza del deputato Martinet e la
risposta del Ministro degli Interni, intorno ai fatti della Valle d’Aosta, venne
nominata la Commissione di 28 membri
per l’esame del Bilancio.
Aosta. — sommossa si può dire
affatto compressa. Gli arresti sono molti.
L’inchiesta è cominciata e procede con
molta alacrità.
Svezia. — La notizia che la Russia
fosse riuscita a tirare Svezia e Danimarca dalla sua parte, e cosi a chiudere
i porti di questi due regni alle navi di
Francia ed’ Inghilterra, pare fosse prematura. Infatti la Gazzetta Officiale di
Stokolma, in data 27 dicembre, annunzia che il governo svedese è deciso di
mantenere una stretta neutralità. Venne
concluso un trattato con la Danimarca
che assicura una comune cooperazione.
Inghilterra. — I giornali più importanti di questo paese fio stesso può dirsi
della Francia ) parlano tutti come se credessero la guerra assolutamente inevitabile. Il Times crede perfino che essa sarà
decisa prima della riunione del Parlamento inglese.
Russia. — Si conferma da diverse
parti che l’imperatore di Russia ha ordinato la mobilizzazione generale del suo
esercito. Inoltre si annuncia da Pietroburgo che a giorni sarà pubblicato in
tutti i governatorati un proclama, nel
quale, facendo lodevole menzione della
spontaneità dei sacrifizi che si operano
in quei governatorati dove ebbero luogo
già altre volte mobilizzazioni per lo passato, si prodigano i maggiori elogi per
il patriotismo dimostrato nella mobilizzazione presente.
Terminata la mobilizzazione l’impera
tore di Russia, scrivono i giornali austriaci, disporrà di un esercito di due
16
milioni 226 mila uomini (!), con quasi
mille pezzi di artiglieria a cavallo divisi
in 123 batterie.
— Leggesi nel Times:
'fi'RCHiA. «Sappiamo che il gran Consiglio di Turchia si è radunato il 18, e
che, dopo lungo dibattimento, ha deciso
d’accettare la noia collettiva delle quattro
potenze. 11 governo turco acconsente a
Dominare un plenipotenziario per trattare
della pace in una ciltà qualsiasi, .eccetto
Vienna. Egli accetta la dichiarazione delle
quattro potenze che lo sgonibramento dei
Principati sarà considerato come una condizione sine qua non dei negoziati, e che
ia guerra non cangierà la situazione territoriale dei due imperi di Russia e di
Turchia.
Ma in risposta alla quistione indirizzatagli sulle condizioni alle quali converrebbe a lui di trattare della pace, la Turchia dichiara ch’essa non vuole rinnovare
i tratlati che esistevano avanti la guerra
tra essa e la Russia.
Questa risposta significa che la Turchia
consente a ripigliare, sotto un’allra forma,
le relazioni amichevoli ed i rapporti commerciali che esistevano tra I due Stati; ma
essa significa eziandio che le concessioni
inserite nei trattati di Kainardji e di Andrinopoli, col mezzo delle quali la Russia
aveva tentato d’ingrandirsi a scapito della
Turchia, sono ritirate affatto, e non saranno rinnovate che sotto l’impero della
forza e dopo grandi disfatte.
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mibapel gerente,
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