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T
ECO
DELLE VALLI VALDESI
FEYROT Arturo
Vi^ C. Cabella 22/5
16122 GENOVA
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 108 - Num. 49
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TOKRE PELLICE - 3 Dicembre 1971
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AVVENTO - 2
LA VERGINE
La Vergine è il primo termine di riferimento dell’annunzio della Incarnazione. E il termine più tradizionale e più
umano. Matteo marca in un modo del tutto
particolare questo segno di testimonianza
deiravvenimento deH’Incarnazione. In una
donna di Nazareth Dio è diventato uomo. Il
fatto iscritto nella carne e nella sofferenza di
quella donna, diventa fatto reale storico. La
fanciulla di Israele è una prova e una testimone del mistero della azione di Dio che conduce la storia degli uomini. Per Matteo questo fatto da un profondo significato spirituale. È il compimento delle promesse divine
fin dal tempo di Isaia. Una voce misteriosa
nei secoli ha preannunziato ciò che ora si è
venuto a realizzare.
Questa maniera di sentire evangelica è
stata rudemente scossa dalla critica. È stato
posto il problema se Matteo, e Isaia prima
di lui, non abbia fatto ricorso alla mediazione delle religioni orientali in cui
il tema della Vergine e del Fanciullo si manifesta in tempi anteriori. Qualcuno è giunto anche alla liquidazione spicciativa di tutto
il discorso evangelico del Natale.
Tuttavia bisogna anche dire che
questi radicalismi possono essere
sempre di nuovo riveduti e corretti. Così ci si può domandare se
tutti i temi paritetici delle religioni orientali non possano essere ricevuti come intuizioni e premonizioni del misterioso ingresso dell’Iddio Vivente nella storia degli
uomini, che si verifica nel Natale
e la cui visibilità è rappresentata
dalla Vergine.
Chiesa e mafia in Sicilia
Molto si è scritto su mafia e politica, ma è necessario scrivere un capitolo
su chiesa e mafia in Sicilia. Dopo lunghi silenzi e pesanti compromessi,
cominciano a levarsi, più numerose, se pure ancora isolate, voci cristiane
Basilica di S. Maria Maggiore,,
Roma. La Vergine Corredentrice, associata al Cristo nelVopera
della salvezza....
credente solo con se stesso e privo
dell’aiuto che viene da quella testimonianza, dalla sua concretezza, dalla sua umiltà, dalla sua tensione spirituale d’attesa e intuizione di fede.
N'
ella tensione pro, contro e
oltre questo segno, la fede
cristiana continua a comunicarsi contagiosamente da cuore a cuore. Il miracolo avviene anche e malgrado l'esaltazione e lo
spregio del segno, e lascia a ciascuno di vagliare e situare il proprio ascolto tra l’ascolto eccessivo
e l’ascolto inadeguato.
C’è oramai una così vasta letteratura sulla mafia per cui si potrebbe
dire che resti ben poco da scrivere.
Si è scritto su mafia e politica, ma
credo che sìa ora necessario scrivere
un capitolo su Chiesa e mafia in Sicilia. Può, a prima vista, sembrare strano questo accostamento che stiamo
tacendo fra Chiesa e mafia. Non vogliamo far sorgere dei sospetti e alimentare le accuse di eventuali connubi e compromessi anche se qualche
volta si sono verificati. Vogliamo solo
dire che la Chiesa non ha mai, fino a
questo momento, affrontato come si
dovrebbe, con tutto il coraggio necessario e con tutta la forza morale di
cui dovrebbe potere disporre, con una
azione vasta ed in profondità e con
un impegno missionario degno di una
causa così importante, il fenomeno
della mafia che paralizza la vita del
nostro paese.
Certo non occorre che sia emanata
una enciclica da parte della più alta
autorità della Chiesa, perché il clero
e i fedeli sappiano che la mafia deve
essere combattuta, con tutti i mezzi,
come uno dei mali più gravi che travagliano la nostra società e che rninacciano di dilagare nel resto d’Italia.
LEONARDO SCIASCIA: «La Chiesa è assolutamente assente »
Ma, per quanto ci consta, la Conferenza episcopale siciliana non ha mai
affrontato questo tema che è sempre
di attualità, sia dal punto di vista sociologico che pastorale. Neppure il
cardinale arcivescovo di Palermo, ha
mai scritto una pastorale contro la
mafia.
Eppure si tratta di un male cosi
grave, così vasto e complesso, di un
male che ci minaccia tutti, di cui bisognerebbe cercare con urgenza le
cause, di un male da arginare con tutti i mezzi.
Leonardo Sciascia ha detto recentemente queste parole che devono far
riflettere anche noi, appartenenti ad
una Chiesa Cristiana, anche se minoritaria: « La mia esperienza di uomo
che vive nel Sud, che vive a contatto
con una determinata realtà, è nei riguardi della Chiesa addirittura disastrosa. La Chiesa è assolutamente assente. Pensate che la parola mafia è
entrata in una pastorale di un cardinale soltanto per dire che coloro che
parlavano dell’esistenza della mafia,
diffamavano la Sicilia ».
La scuola, la cultura, l’educazione,
la religione possono essere strumenti
validissimi nella lotta contro la mafia
che gode ancora, in alcuni settori socialmente arretrati, di prestigio, se
non è addirittura circonfusa di un
alone di eroismo. La mafia è l’idolo
mostruoso che divora i suoi adoratori, ma verso cui i deboli e gli indifesi
si volgono ancora per averne aiuto e
protezione.
GIORGIO PECORINI: «Il
della mafia non c’è ancora »
martire
La riflessione cristiana ha dato
molta rilevanza alla testimonianza della Vergine. Rilevanza eccessiva a un certo momento. Gradualmente la attenzione al segno si è fatta più intensa
ed appassionata. Dalla intensità
della devozione dell’ascetismo la
figura dellà Vergine è stata esaltata e trasfigurata fino a fare di Lei
non più un segno della Incarnazione ma la protagonista.
Nella elaborazione della Mariologia ha pesato la convinzione che
la verginità fosse uno stato di perfezione e la sessualità fosse connessa col peccato , anche nel matrimonio. Abbiamo visto recentemente che il peso di questa eredità influenza ancora molto fortemente una larga parte della cristianità. Quella parte che ha trasferito i caratteri dell’oggetto della Rivelazione: il Figlio di Dio, al
segno della sua Incarnazione: la
Vergine Maria.
L’Immacolata Concezione, la
Perpetua Verginità, la Fonte di
tutte le Grazie, l’Assunta alla Gloria, la Regina dei Cieli, la Corredentrice, la Regina dell’Intercessione, sono altrettante tappe di
una secolare, millenaria distrazione, di una disobbedienza che peserà ancora a lungo su quella parte
della chiesa che si è lasciata condurre lontano dalla semplicità e
chiarezza della fonte biblica.
è anche V errore opposto.
L’errore della critica radicale che distrugge i testi
perché vede nel segno della Vergine una difficoltà fatale alla ragione
e alla mente moderna. Allora la testimonianza della Vergine è rifiutata come un compromesso mitologico. Qui non si può non tener
conto che questa posizione, che
non scopre infine nulla di nuovo,
respingendo il segno respinge la
rivelazione, e rimane, e lascia il
Roberto Comba
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinmMiiiiiiimiiiiiiiimimMiiiiiiMiiiiiiiiiiiMimiMiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiimimiiniiiimiiiiniiiMiiiiii
Una stimolante raccolta di scritti di Raniero La Valle
“Dalla parte di Abele,,
Come molti lettori certo ricorderanno, il giornalista cattolico Raniero La
Valle ha collaborato per un certo periodo di tempo (e precisamente dal febbraio 1969 al giugno 1971) al quotidiano La Stampa colla sua rubrica « Uomini e religioni », poi, egli è stato bruscamente destituito. Diremmo meglio:
brutalmente, in quanto, oltre a essergli
stati respinti gli ultimi due scritti, non
gli venne neppure pubblicata la sua
« lettera al direttore » colla quale egli
desiderava chiarire ai lettori la sua posizione, dare insomma una parola di
spiegazione e di commiato.
I motivi di questo allontanamento
erano da ricercarsi nel fatto che Raniero La Valle è fautore deH’impegno
politico del cristiano mentre invece il
giornale e chi lo dirige ovviamente la
pensano al contrario. O meglio, pensano che l’impegno politico del cristiano
non debba essere del tipo di quello di
La Valle.
Ci troviamo, nel caso specifico, di
fronte a un chiaro esempio di come
certi giornali « indipendenti » e « di
informazione » considerano la libertà
di stampa e di espressione: libertà di
pensarla allo stesso modo di come la
pensa il padrone. Da notare poi che
quella rubrica era stata dichiarata come autonoma dalla linea globale del
giornale e quindi fruiva di un certo
« lascia-passare »• , . ,
Con vivo piacere salutiamo ora la
recentissima uscita di un volumetto,
edito da Mondadori nella sene «1 immagine del presente », (« Dalla parte di
Abele»; L. 1.500), volumetto che raccoglie appunto, nelle sue 290 pagine,
una gran parte degli articoli e delle riflessioni ospitati dal quotidiano torine.se. .
Gli argomenti trattati sono diversissimi: dai fatti di Praga ai bianchi della Rhodesia; dalla strage di Milano a
quella americana di My Lai in Viot;
nam; dalle riflessioni sui fermenti di
rinnovamento del cattolicesimo alle
corresponsabilità del cristiano.
Perché questo titolo? Ce lo dice
lo stesso La Valle nella sua prefazione: « Un discorso religioso sull’uomo non può essere che un discorso
fatto dalla parte delle vittime, del per
seguitato, del povero, dell’indifesq, dello straniero, del nascituro, del rifiutato: perché questo è in effetti l’uomo,
come una volta per tutte lo ha mostrato Pilato, quando, indicando un uomo
insanguinato e paziente, figura di tutti
i sacrifici della terra, ha detto di lui
"ecco l’uomo”».
Si tratta di scritti di cui consigliamo
vivamente la lettura (o rilettura): un
libro da tenere sottomano, da meditare
e da far leggere a chi ci è vicino.
Pierre
Giorgio Pecorini nel N. 141-142, aprile 1967 della rivista « Comunità », pubblicò un articolo intitolato: Chiesa e
mafia in Sicilia. L’autore, in seguito
ad una seria e documentata inchiesta
fatta in Siciha, osservava che mentre
la mafia « ha fatto numerose vittime
fra i sindacalisti » nessun prete (e possiamo aggiungere « nessun pastore »)
è stato mai ucciso dalla mafia per
« avere testimoniato il Vangelo di Cristo contro la legge dell’onorata società ». ■< Il martire della mafia ancora
non c’è. Come dire che tutti i dieci
comandamenti, ognuno dei quali dovrebbe essere sufficiente a scardinare
la morale e il costume mafiosi, non
riescono nell’isola, ad incidere quanto un piccolo sindacato. Perché? ».
A questo perché di Giorgio Pecorini nessuno ha ancora saputo dare una
risposta. Sono passati molti anni, ma
la situazione non è ancora cambiata,
anzi, sotto molti aspetti, è peggiore
e più grave di prima.
Recentemente, conversando con un
prete, questo mi chiedeva se potessi
procurargli un testo di predicazioni
da cui trarre ispirazione per la sua
predica domenicale che egli stesso
trovava monotona e di scarso interesse per i suoi parrocchiani. Mi permisi di fargli osservare che una predicazione per essere attuale ed interessante doveva essere, in certo modo,
suggerita dalla situazione, dalle esigenze, dalla vita stessa della parrocchia. Egli mi obbiettò che i suoi parrocchiani erano, in fondo, brava e
buona gente che non avevano e non
gli davano dei problemi. Ma conoscendo il paese in cui il mio interlocutore
esercita le sue mansioni di parroco e
iillililliiiiiiilliliiiiiiiiimiliiiiiiiiMMliii
Una dichiarazione ecumenica sui Pakistan
Amsterdam (bip-snop). - Un gruppo di settanta olandesi rappresentanti dei principali movimenti che in questa nazione hanno partecipato all azione di soccorso al Pakistan, ha chiesto
al governo olandese di non fornire
« nessun aiuto diretto o indiretto al
governo pakistano finché esso non si
sforzi di trovare una soluzione politica al problema del Pakistan orientale, in conformità con la volontà della
popolazione di questa regione del
. mondo ». .
I settanta firmatari della dichiarazione, fra i quali sono il card. Alfrink,
Cattolici e protestanti
Incontro-dibattito a Torino
« A quale visione della chiesa ci ha
portato l’esperienza di fede condotta
dalle varie comunità e gruppi ecclesiali
di base?». Su questa domanda s’incentrerà rincontro-dibattito convocato a
Torino, nel salone della chiesa valdese
(Corso Vittorio 23) per la sera di venerdì 10 dicembre alle ore 21. Parteciperanno all’incontro le comunità del
Vandalino, di Bose, di Oregina (Genova), il gruppo di « Il foglio » nonché
comunità e gruppi di Pinerolo e Valli
e di Torino.
arcivescovo di Utrecht, il p. Fiolet, segretario del Consiglio nazionale delle
Chiese, il past. Landsman, segretario
generale della Chiesa riformata d’Olanda e il prof. J. Tjnbergen,
— sottolineano la necessità che vi
siano nel Pakistan orientale dirigenti
politici eletti democraticamente come
partners nei negoziati relativi all'aiuto
umanitario; esigono inoltre il rimpatrio dei rifugiati e la soluzione del conflitto stesso;
— esprimono la propria convinzione
che lo sceicco Mujibur Rahman, in particolare, dev’ essere accettato quale
partner nei negoziati, quale autorità
riconosciuta da tutti i capi politici del
Pakistan orientale;
— l’aiuto umanitario dovrebbe essere distribuito senza discriminazioni
sviluppando il numero dei rappresentanti delle Nazioni Unite nel Pakistan
orientale, rappresentanti incaricati di
controllare i soccorsi e di provvedere
ai mezzi di trasporto e di comunicazione strettamente riservati all’aiuto umanitario; dovrebbero infine essere sviluppate le attività dell’ONU nonché il
numero dei suoi rappresentanti in India;
— chiedono che le nazioni ricche diano ogni garanzia di coprire una parte
ragionevole del costo del programma
di aiuto ai rifugiati in India;
— chiedono che cessi ogni fornitura
di armi al Pakistan.
sapendo che esso è venuto spesso alla ribalta della cronaca per sequestri
di persona e per nomi di mafiosi grosso calibro, non potei trattenere il mio
stupore e tuttavia osai suggerirgli di
fare una serie di predicazioni evangeliche contro la mafia, che certamente — osservai — avrebbero fatto scalpore. Inutile aggiungere che a questo
punto il buon parroco cambiò improvvisamente di colore e anche discorso.
Compresi che non era il caso di insistere e mi vennero subito in mente
le parole di G. Pecorini: « Il martire
della mafia non c’è ancora ».
Un convegno su
« Mafia e Vangelo »
Ma, grazie a Dio, ci sono oggi anche
sacerdoti che sentono la responsabilità del loro ministero. In occasione di
una conversazione che sono stato invitato a tenere su « Mafia e Vangelo »,
durante la discussione che ne è seguita, a proposito della responsabilità
della Chiesa, un sacerdote ha detto:
« La Chiesa ha parlato troppo di Dio
e non abbastanza dell’uomo. La nostra
società siciliana è stata tenuta ad un
livello coloniale. Oggi bisogna tenere
non più un discorso verticale su Dio,
ma orizzontale sull'uomo. La Chiesa
ha cercato l’alleanza coi potenti e ha
perpetuato, in nome di Cristo, l’alienazione morale e civile di quegli uomini, per cui egli stesso si fece uomo
e morì sulla croce. La Chiesa non ha
parlato, come avrebbe dovuto, della
dignità e del rispetto per l’uomo, non
ha operato per la sua liberazione. Di
questa infedeltà della Chiesa, noi oggi vediamo i risultati ».
Un giovane sacerdote ha affermato,
con molta convinzione, che una predicazione del Vangelo è oggi più che mai
necessaria per un rinnovamento della
società. Uno studente universitario ha
rimproverato ai cristiani di oggi la
mancanza assoluta di coerenza, per
cui quello che essi dicono non ha più
alcuna credibilità. Un gesuita ha detto
che la paura di Dio e dell’aldilà, che
oggi è completamente assente dalla
coscienza dei nostri contemporanei,
potrebbe, a suo parere, rappresentare
ancora un freno per contenere la dilagante corruzione morale e le così
frequenti esplosioni di criminalità del
nostro tempo.
Oggi, il problema della mafia comincia ad essere affrontato dal punto di
vista della fede cristiana e vogliamo
ricordare quanto è stato pubblicato
recentemente dalla stampa religiosa.
Il periodico « Il Cristiano d’oggi »,
mensile al servizio degli uomini d’oggi (N. 32 - maggio 1971) pubblica un
editoriale intitolato: Non possiamo
non gridare, in cui leggiamo: « Ci permettiamo di ricordare i gravi doveri
del clero e delle associazioni che proliferano attorno alle nostre parrocchie. I sacerdoti devono intervenire
direttamente, in pubblico ed in privato, per condannare la mafia e l’omertà. Non si può continuare a predicare
il decalogo genericamente e in maniera indolore. Ma insistere più chiaramente sulla mafia e sulle sue ramificazioni... Avvicinare i mafiosi? Certamente. Non per richieste di aiuti o di
protezione — fatto che consolida la
loro posizione e crea ed irrobustisce
la loro falsa coscienza di ’benefattori’
— ma per parlare della loro situazione insostenibile in seno alla Comunità
cristiana ».
Nello stesso numero è pubblicata
una interessante intervista delTOn.
Michele Pantaleone che, per la sua
chiara impostazione evangelica merita
di essere riportata ampiamente. Alla
domanda posta dal redattore del giornale: « Non credi che il clero abbia un
dovere particolare oggi da compiere
per arrivare alla liberazione dei siciliani dalla mafia? » così Pantaleone risponde:
a) « Cristo, nei suoi insegnamenti e
nella sua vita annuncia un nuovo mondo, che è l’opposto di quello dello
sfruttamento, del dominio e della violenza: la mafia, nelle sue azioni e nel
suo spirito è proprio all’opposto del
Vangelo, nella maniera più sfacciata,
più esasperata ed esasperante. Schierarsi con Cristo non significa solo soccorso e pietà per i deboli e per gli oppressi, significa anche opporsi all’oppressore e affrontarlo, specie quando
questo oppressore nega ed annulla i
valori morali ed umani.
P. V. Panascia
(continua a pag. 6)
'•-i
2
pag. ¿
N. 49 — 3 dicembre 1971
I LETTORI CI (E SI) SCRIVONO
Difesa di un corso
di catechismo
Una lettrice, da Bologna:
Ho letto nel n. 45-46 della Luce le
lettere del Past. Benecchi e del Prof.
Baldoni. Ho notato un doloroso malinteso che spesso registriamo sulla nostra
stampa e nelle nostre comunità. È vero
che la Parola di Dio è una spada che
divide ove penetra. Ma il taglio da essa operato è salutare solo quando costituisce una fase del processo di chiarificazione, che deve terminare in un
aperto e schietto confronto fra i fratelli. Ho invece l'impressione che ci
sia una sorta di pregiudizio, qualcosa
che blocca ed impedisce di ascoltare
l’altro con animo aperto. Cosi è il suono, spesso, e non il contenuto delle parole ciò che viene recepito.
Il messaggio cristiano non è ideologia, non è una qualche verità astratta
da accogliere in sé, nell’inviolabile
sacrario della propria coscienza. Esso
si^aturisce dalla figura e dall’opera di
Cristo — è la realtà più concreta con
cui l'uomo si incontra — uscendone
vincitore solo se accetta di morire a se
stesso. Lo "scontro” non può avvenire
fra le nubi — è giocoforza che si produca sul terreno concreto della vita
sociale, dove l'uomo è in rapporto con
gli altri uomini e si comporta in base
ad una data scala di valori. Questa scala Gesù di Nazaret, nella sua azione e
con la sua vita, l'ha capovòlta rispetto
ai comuni concetti. Non possiamo esimerci dall'esaminare noi stessi per capire quale abbiamo scelta. E altrettanto necessaria mi sembra una seria analisi della società umana in cui come
chiesa siamo chiamati a testimoniare.
È ovvio che tutta la nostra esistenza
è sotto condanna, che ogni conquista è
Fiumi d’inchiostro (e numerosi problemi) suscitati da un «Invito aH’agricoltura» pubblicato sul nostro mensile per ragazzi
e che non esistono né esisteranno mai
motivi politici con cui il cristiano possa essere « pienamente » d’accordo. Ma
la paura di compromettersi è troppo vicina all’ignavia del servo che nasconde
il talento.
Dunque, tornando alle due lettere,
mi sento in dovere di chiarire un punto: quello relativo al corso di catechismo tenuto dal Past. Benecchi, poiché
ho una figlia che lo segue da due anni
con interesse e traendone aiuto per una
valutazione positiva ed una chiara comprensione del messaggio cristiano. L'anno scorso sono stati affrontati alcuni
temi presentati dalla collana della Claudiana « Attualità protestante ». Quest’anno viene studiato il fenomeno del
razzismo prima sul piano teorico (servendosi di un quaderno G.E.I.) per
prendere coscienza dei fattori storici,
psicologici e socio-economici che stanno alla base. In seguito anche su terreno pratico con contatti ed interviste a giovani di colore che studiano a
Bologna per comprendere più a fondo
come il problema è vissuto da chi ne
porta il peso. Infine cercarne il superamento alla luce della Parola di Dio.
Non mi sembra che questo modo di
fare catechismo sia criticabile. Al massimo è scomodo per chi lo conduce.
Certo è più semplice raccontare la Bibbia o trasmettere tutta una serie di
cognizioni.
I nostri figli non vivono fra le mura di una chiesa e — grazie a Dio —
rifiutano il compromesso di una relidalla vita.
Questo mondo in cui noi li abbiamo
fatti nascere è pieno di tragici contrasti e sotto la costante minaccia
della distruzione che la follia degli uomini può scatenare. Il dramma è reso
più acuto proprio da quell’ideale cristiano che noi abbiamo loro additato
sin dai primi anni ma che, dobbiamo
avere l’onestà di dirlo, non si vede
realizzato nelle chiese più che nel
mondo. C’è il grave pericolo che ad
un certo momento i ragazzi se ne vadano da una chiesa astorica e ascetica che
non li aiuta nei loro problemi reali e
parla un linguaggio incomprensibile ed
arcaico.
Andare avanti con umiltà, ma con
coraggio, uscendo anche da tutti gli
schemi che ci danno un senso di sicurezza, è segno di fede e di coerenza
morale. In qualsiasi metodo ci sono
inevitabili errori, ma possiamo confidare nell’aiuto dello Spirito. Se tutti ci
lasciamo da lui penetrare ed accettiamo il confronto fra la nostra vita e
la Parola, troveremo anche fra noi possibilità di dialogo fraterno.
Le nostre comunità — se vogliono
avere un senso — devono testimoniarel’opera del Cristo che trasforma cuori
e pensieri di chi accetta davvero di
morire a se stesso per far posto alla
vita piena che il Cristo ci vuole donare, non per un egoistico godimento,
ma per utilizzarlo in servizio d’amore
verso gli .altri.
Erica Speziale
illusoria se compiuta fuori da Cristo giosità interiore separata
iiiiiiii IMI iiiiiiiiiiiiiiiiiiMii unii iiiiiMiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiii mi iiiiiiifii"i"biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii limi
Precisazione su una
“lettera aperta,,
Caro direttore
mi riferisco alla « lettera aperta » indirizzata al pastore Girardet dal Consiglio dei pastori di Roma. Desidero
precisare che il suddetto Consiglio è
composto soltanto dai pastori in servizio presso le varie chiese evangeliche
di Roma. Non ne fanno parte, quindi,
tutti gli altri pastori i quali, come il
sottoscritto, sono incaricati di servizi
speciali. Personalmente non sono stato
consultato in merito alla suddetta lettera e non posso quindi essere considerato fra i firmatari.
È bene, mi pare, evitare ogni malinteso. Il Consiglio dei pastori, almeno per quanto si riferisce al nostro
ordinamento, non ha veste giuridica
definita: può essere un ottimo organo
consultivo e di studio, ma non può
parlare né per altri pastori né soprattutto a nome delle chiese locali.
Neri Giampiccoli
Il problema
delle persone anziane
Una lettrice, da Noto (Siracusa), ci
scrive il suo « sincero compiacimento
per aver letto nel settimanale la rela
che possa essere, non si può frenare
questo movimento o circoscriverlo : bisogna saper continuare, anche se ci
sono le spine, le flagellazioni e le croci.
Solo cosi si può sperare di dare nuova vita alle nostre Chiese e sconfiggere le durezze e le diplomazie che ancora vi allignano.
Irrigidimento, preclusioni e condanne rischiano di coltivare nuove forme
Un gruppo, da Bologna:
Signor direttore,
siamo un gruppo di catecumeni della Chiesa Evangelica Metodista di Bologna. Abbiamo letto gli articoli pubblicati sotto il titolo K L’Amico dei Fanciulli accusato di deformare la realtà » nel numero 45-46 del 12-11-<1.
Riteniamo opportuno chiarire alcune
cose. Insieme al Pastore avevamo concordato alcuni argomenti di carattere
sociale da discutere durante le riunioni
per il seguente motivo: noi pensiamo
che il cristiano non sia diverso dagli
mando e dico : Quanti cristiani pregano per soli 10 minuti al giorno e dedicano altri 10 minuti giornalieri alla
meditazione della « Buona Novella »?
Non ci meravigliamo quindi se ora la
(c Casa di orazione » è diventata la
« Casa del deserto », mentre una voce
si leva dal pulpito, ma sono parole
vuote e prive di carità perché piene dì
altosonanti paroloni di sapienza umana anche se il tema è qualche volta
religioso!
Forse sbaglio, me l’auguro di cuore, ma a me piace vedere e constatare
la realtà pratica della vita che non
è fatta di « se » e di « ma » e di « faremo » e « diremo » o tanto meno di
« compiacenze personali ».
Non mi dilungo. Ho credulo opportuno dì toccare appena alcuni tasti, anche se fra loro digiuni, e sarei felice se ciò che ho modestamente esposto possa essere oggetto di ripensamento
di almeno un solo lettore!
Caramente la saluto in Lui suo
Gtu.seppe Florentino
Attacchi di bile
Un lettore, da S. Lazzaro di Lavena
(Bologna) :
Leggo sul n. 45-46 del 12 corr. del
vostro settimanale la lettera che il
prof. Remigio Baldoni scrive in risposta alFarticolo del pastore Benecchi circa l'azienda agricola di Maccarese.
Vi saranno certamente persone che
risponderanno in merito con la compe
naca. due settimane dopo ho proposto
la stessa cosa — con lo stesso risultato
— al past. G. Girardet, al quale il Consiglio dei pastori di Roma aveva indirizzato una lettera aperta: ho suscitato
altrettanto doloroso stupore nel nostro
lettore? G. C.
Avevano ragione
a Lima (Perù)?
Come direttore della rivista « La
Scuola domenicale » mi sia consentito
dì intervenire nella discu.ssione sull’articolo dell’« Amico dei fanciulli », Invito alVagricoltura (n. 10/1971, p. 3ss.).
L'articolo, sia nella sua premessa, che
nel suo contenuto, soffre di una carenza biblica di fondo.
Nella premessa si cita il lesto di Genesi 1: 29 : « Ecco io vi dò ogni erba
che fa seme sulla superficie di tutta la
terra... questo vi servirà dì nutrimento ». È il gioioso cantico dei sette giorni che annunzia la volontà di Dio :
(( Dio vide tutto quello che aveva fatto,
ed ecco era molto buono » (v. 31). E
significativo che si tralasci Genesi 3 :
17-19 in cui si parla del « suolo maledetto per causa» dell’uomo; e: «ne
mangerai il frutto con affanno... Esso ti
produrrà spine e triboli e tu mangerai
col sudore del tuo volto, finché ritorni
la per lui da Dio, contro coloro che
gliela vogliono negare.
Porre la domanda, come fa il pastore V. Benecchi, sull’uomo e sulla
sua condizione di lavoro quale lavoratore dipedente, è una domanda non solo lecita, ma doverosa. « I figli degli
agricoltori » ai quali l’articolo delr« Amico dei Fanciulli » è dedicato in
parte, conoscono bene le sofferenze ed
umiliazioni dei loro padri e troveranno meno strano del professore dell’Università di Bologna la loro scarsa
attrazione ed entusiasmo per il lavoro
dei campi, anche se qua e là aggiornato dalla tecnica moderna. Il problema deU’uomo che sfrutta l'uomo, posto dal past. V. Benecchi, sussiste comunque, anche nel caso in cui, andando a Maccarese, dovesse scoprire una
azienda modello, trionfo della tecnica
e della produttività, con case moderne
fornite d’acqua potabile e di tutti i
« conforts » moderni.
D’altra parte, le offese gratuite a
carattere personale, lanciate dal professore deirUniversità di Bologna nei
confronti del past. V. Benecchi non
fanno certo onore a chi le ha lanciate
e mi auguro per i Lavoratori del Maccarese, che esse non riproducano l’atmosfera e la mancanza di sensibilità
umana (che rilevo qui con tristezza),
anche neH'azienda del Maccarese di cui
il professore è responsabile diretto. Non
sapere o non volere ascoltare il prossimo, anche quando pone domande fastidiose; non voler cogliere il problema
che ci pone, ma rispondergli con l’insulto e con comode etichettature, è il
I modo più squalificante dì agire dal
nella terra... », testo che descrive la no- ! di evangelico,
stra situazione attuale di sofferenza, di I L articolo dell« Amico d^i
lotta, di contraddizioni, di disumaniz- l'» e la replica del'Articolista confer
i mano in pieno quanto dicniarato nel
1 « Messaggio alle Chiese » dell’Assem
zazione.
Tutto l’articolo segue la premessa
ovvero la premessa è stata scritta se
di integrismo, tipiche di chi pensa di ) uomini, ma una persona che vive
possedere una verità in contrapposizione ad un’altra. Ma la Verità è una;
e tutti, da qualunque parte si provenga,
ad essa soltanto dobbiamo tendere, in
umiltà e con amore.
Cordiali saluti.
Giovanni Marcheselli
Una dilagante
carenza di fede
Una lettrice, da Rovereto, ci scrive
fra Valtro, che riafferma « il pieno consenso alla linea aperta e onesta mantenuta da « La Luce » in questo periodo
cosi carico di contraddizioni e di tensioni. Ricordo l'inchiesta da Lei promossa qualche anno fa : a me sembra
che la progressiva politicizzazione di
tutte le strutture e l'esasperarsi degli
estremisti di destra e di sinistra abbiano portato, dopo d’allora, a un’ulteriore confusione di idee in tutti noi! È
pienamente inserita nel mondo, nei
problemi e nelle tensioni della società
con la precisa vocazione di recarvi il
messaggio di Cristo.
È chiaro che quel messaggio non
può essere inteso come qualcosa di
astratto. Esso si traduce praticamente
nell’essere impegnati per contribuire
a sanare
Prosegue la discussione avviata nei numeri scorsi: abbiamo ricevuto parecchie lettere e le pubblichiamo, non solo perché
nessuno si senta « represso » ( denunciandoci magari alle istanze
competenti...), ma soprattutto perché, fra tanti elementi spuri
( tanti, a dire il vero ), sono pur affiorati problemi seri, reali, tal
volta sofferti: i conformismi, le unilateralità, la ricerca che co
stituiscono la trama della nostra esistenza di cristiani, delle no
sire attività ecclesiastiche e del nostro lavoro fra gli uomini
Chiediamo scusa a coloro che in questo carteggio possono es'
sersi sentiti feriti e siamo grati a coloro che a questo dibattito
hanno contribuito con pacatezza, con misura e coscienza dei
propri limiti, con rispetto dell’altro, senza salificare con questo
la propria visione — approssimativa e parziale — della verità.
Un po’ più di levità e di humor (così diverso dalla derisione!)
non avrebbe guastato... red.
i mali e gli .squilibri che sono ! mi ad esternare, non dico lo stupore —
intorno a noi e dare cosi dei jegni del- ^ -v------------------= «n„n »-ià
lenza di chi conosce a fondo la speci- ! condo lo spirito dell’articolo. Si canta
lica situazione; io vorrei — come mem- in questo articolo un inno alla gloria
bro della Chiesa di Bologna — limitar
del
Regno di Dio nella
attualmente discu
zione di Oriana Bert su un problema
che finora non è stato mai efficacemen- j nQvamento (qualcosa di più di un semte trattato: quello delle persone anzia- riformismo), ma forse è altre.sì
ne, affrontato così seriamente da Si- j innegabile che molti reali valori vadamone de Beauvoir nel suo libro. La j distruggendosi e che il famoso « sivieillesse. \ lenzio di Dio » altro non sia se non una
« Mi fa pure piacere leggere nel a j spaventosa, dilagante carenza di fede
stessa pagina del giornale parte^ dell ar- j miti. Allora ecco il nostro di.spera
! lo cercare rifugio in una qualche ideologia. per sostituirla al Dio perduto...
La Luce » propone spesso a noi lettori dibattiti cui sarebbe interessantissimo e urgente partecipare: purtroppo
manca il tempo e più ancora, talvolta, la volontà, perché in certi momen
la presenza
storia.
Per queste ragioni
tiamo insieme il problema del razzismo
(nei quaderni G.E.I.). ■ , -i
Viviamo nel mondo ed è qui che il
cristiano deve recare in maniera comprensibile e impegnata il messaggio dell'Evangelo. .
Non si tratta di fare « politica », ma
di imparare a vivere la nostra fede in
maniera vera e autentica nel mondo di
oggi in cui siamo chiamati a vivere la
nostra vocazione di testimoni di Colui
che è venuto ad inaugurare un Regno
che ormai certi atteggiamenti sono .già
scontati da un pezzo e non stupiscono
più nessuno — bensì una profonda sofferenza nel constatare, ancora una volta, come certi fratelli, specie se pungolati, non esitino a tirare fuori le unghie rivoltandosi verso altri fratelli
ed al trionfo della tecnica che sembra
ormai in grado, a breve scadenza, di risolvere tutti i problemi della vita e
del lavoro.
L’ottimismo illuministico o razionalistico sull’uomo e sull’avvenire meraviglioso delle sue conquiste tecniche,
dovrebbe risolvere tutti i problemi futuri dell’agricoltura del nostro Paese.
bica Mondiale dell’Educazione Cristiana (tenuta a Lima [Perù] nel luglio
scorso, presenti 380 delegati di 77 nazioni) :
! « Le nostre chiese sono in posizione
I ambigua, vacillante e semplicemente
inconsapevoli delle esigenze implicite
nella nostra fede in Cristo. Spesso si
vengono a trovare più vicino all’oppressore, che agli oppressi. Di conseguenza, l’educazione cristiana, è servita in tutto il mondo a contribuire più
alla formazione di gente conformista
ed indifferente, che di gente libera,
« Di fronte a questa situazione, non
possiamo ignorare o far tacere il grido
del nostro Signore: "Egli mi ha inaridato a bandir liberazione ai prigionieri,
ed ai ciechi ricupero della vista, a
rimettere in libertà gli oppressi...
(Luca 4 : 18), un grido che ci chiama
a partecipare alla trasformazione della
j realtà che è sommersa nell’oppressione
I e nell’ingiustizia » (« La Scuola domej nicale », n. 1-2/1972, p. 14).
Thomas Soggin
I dilemmi
di una direttrice
pastori o meno, con un livore ed un di- | Molti giovani dovrebbero in conseguen
I innegabile l’esigenza di un radicale rin- ! j; giustizia, di pace, di uguaglia;
Un gruppo di catecumeni
della Chiesa Evangelica di Bologna
ticolo (n.d.r.: 1 veri morti) della rivista femminile « Intimità », che acquisto settimanalmente e a cui ho scritto,
oltre che per manifestare la mia solidarietà, per dire che esso ha trovato il
consenso de « La Luce », voce autorevole delTevangelismo italiano, che da
parte sua è da tempo che se ne occupa jj
attraverso il Servizio sociale del Consiglio della Val Pellice. È un opera so- Comunque siamo grati per l’azione sti
sente assalire da un grande Bendi sconforto e di scoraggiamento.
ciale importante, da continuare, come
quella fra la gioventù! È bene che
anche nelle nostre comunità, specie nelle Unioni Femminili si cominci a interessarsi di questo problema che è di
tutti, ma soprattutto di quelle persone
che Iranno dato tanta parte di loro stesse, anche alle chiese, oltre che alla
società come lavoratori e come credenti!
« E questo lo dico specialmente alle
comunità del Sud, dove 1 immobilismo
molante del settimanale. Se mi e concessa un’unica osservazione, vorrei chiedere di rendere meno unilaterale la rubrica « Echi della .settimana ». dove
compaiono quasi esclusivamente (salvo
rare eccezioni) citazione da « L’Astrolabio » e da « Le Monde ». Mi rendo conto delle oggettive difficoltà implicite in
un panorama più vasto (procurarsi un
maggior numero di periodici, trovare il
tempo di leggerli e riferirne il contenuto etc.), ma in un’epoca in cui gli
è più accentuato. Grazie se pubbliche- orientamenti .sono tanto diversificati e
rà questa mia segnalazione di un ope- ogni tendenza riflette infinite sfaccetta
ra co.si importante, c fraterni saluti ». ..... . :
Sandra Giardina
Dissenso sul dissenso
Un lettore, da Milano:
Signor direttore.
Non so se posso essere definito « cattolico del dissenso » anch'io : dipende
dai pregiudizi e dagli umori di chi mi
vuole giudicare.
Mi permetto comunque di esprimere le mie perplessità di fronte all’appel
ture, mi sembra importante aprire il
più possibile la nostra sfera di ricerca,
se si vuol dare davvero uno « eco »
della realtà. Augurando fraternamente buon lavoro ».
Florestana Sfredda Piccoli
Aiwertianio. e per primo il nostro redattore che cura la rubrica « Echi della
settimana », le limitazioni di questa
{ne indica lei stessa le ragioni). La scelta delle fonti e però abbastanza significativa {oltre che per nulla esclusiva
lo del sig. Peppino Orlando, pubblica- perché le eccezioni non sono così rare):
Semplice il linguaggio,
non i problemi
Un lettore, da La Spezia:
Caro direttore.
Il pastore di Sarzana, mio conduttore, mi ha fatto leggere il suo giornale
« La Luce » del 12 c. m. Son rima.sto
.soddisfatto nel leggerlo perché il tutto
era esposto in modo facile, alla portata
quindi di tutti, coerente e pratico.
Avevo un’idea errata, perché pensavo
che i valdesi parlassero con un linguaggio teologico molto elevato, quindi solo per i pochi. Forse ora le cose
son cambiate!
Colgo l’occasione di ringraziare il
fratello Remigio Baldoni per la sua
retta e coraggiosa risposta al pastore
Valdo Benecchi sul tema « L’amico dei
Fanciulli ».
Sempre a )>roposito del parlar facile,
perché non si può ancora ora parlare
come Gesù, che si rivolgeva spesso ai
suoi apostoli che forse sapevano... appena leggere e scrivere?
Perché non lasciare ai politicanti,
che sono di (jucsto mondo, il loro mestiere intatto? Gesù faceva forse della
politica? Era for.se un contestatore ed
un avversai'io degli occupanti romani,
delle loro istituzioni, dei loro soprusi?
Egli redarguì soltanto gli scribi ed i
farisei per questioni puramente spirituali ed i mercanti che profanavano il
tempio : « La mia casa sarà chiamata
casa di orazione!». Gesù era mollo familiare con la preghiera e non di.sertava il tempio! Passava ore su ore ed in
to su (C La Luce » del 26 Novembre, a
pagina 1.
Non molti anni fa, cattolici ed evangelici, eravamo tutti su posizioni confessionali integriste, simili a quelle
odierne del card. Siri. Se alcune porte
e finestre si sono poi aperte, è grazie
al movimento ecumenico.
Qualunque cosa succeda, per grave
un settimanale serio e non molto letto
in Italia, un quotidiano straniero che
non idolatriamo ma che è dei più seri: quanto alla scelta dei temi, questa
ci /uire varia nel contenuto e nell orientamento. ed è compiuta con molto scrupolo. Comunque l'esigenza che lei pone è giusta e la condividiamo.
Red.
tere nottate a pregare ed era Gesù! Se
volessimo fare una debita e semplice
proporzione, non basterebbe tutta ^ la
nostra vita a stare col cairn sempre immerso nella polvere della terra c cosi
prostrato supplicare « Abbi pietà di me!
Sii placato perché .sono un peccatore! ».
È vero che non si pretende neanche
la millesima parte di ciò. ma mi do
sprezzo da far rimanere di stucco anche un Musulmano che pure è propugnatore della guerra santa. L esempio
che stiamo dando, fratelli evangelici,
è davvero ben poco edificante.
Non si può fare a meno di notare
__ anche se non vi fosse altro — -'ome
sia estremamente facile, per una persona dal livello sociale del prof. Baldoni, classificare VUnità come il .giornale più falso d’Italia. Ma spero non
si vorrà negare che per molti milioni
di Italiani che appartengono ad ' una
realtà sociale che il professore finge di
ignorare, è più facile attribuire questo
primato a ben altri giornali ai quali,
non è il caso di dubitarne, il prof. Baldoni sarà certamente affezionato lettore e sostenitore.
A questo punto non ci si meravigli,
0 soprattutto non è affatto il caso di
farsi sopraffare da un attacco di bile
nel dover constatare che siamo ormai
in moltissimi a serrare le file attorno
ai numerosi pastori Benecchi sparsi nel
mondo.
Fraternamente
Aldo Frangerini
Siamo partigiani?
I
Un lettore, da Bologna:
Signor direttore.
Nel settimanale «Eco-Luce» n. 45-46
del 12 corrente, ho letto quanto scritto
dal Pastore Valdo Benecchi della Chiesa Metodista di Bologna e la risposta
del prof. Baldoni.
Non voglio entrare nel merito della
questione, che pen.so verrà senz'altro
affrontata da persone più qualificate,
ma mi stupisce come mai quanto il Benecchi ed il Baldoni hanno scritto ri.sulti contemporaneamente pubblicato
nello stesso numero del Settimanale.
Tale stupore mi fa chiedere se non si
tratti di spirito di parte. Considerazione che, per il buon nome del settimanale stesso e come evangelico, mi rattrista molto, soprattutto, perché se vogliamo insieme meditare la parola di
Dio. mi sembra che questo non aia il
modo migliore per accomunarci.
Fraterni .saluti
Sera.stiano PrE.sti
Caro Thomas,
ho riletto due volte il tuo intervento
senza riuscire a capire bene che cosa
il loro entusiasmo », « a pi.0(;isamente devo fare. Non devo am.... .. . macchine
Ognuno vede lo spirito di parte a
modo suo. Non mi pare di avere infan
za, imparare a conoscere maggiormente l’agricoltura e ad essa dedicare « la
loro attività
contatto con la natura e lontano dalle
convulsioni della città ».
Ma quest’ottimismo sull'uomo e sui
risultati delle sue conquiste tecniche,
delle sue macchine, non rispecchia forse un modo di pensare tipico almeno
del secolo scorso, del quale il liberalismo ed il marxismo (questa volta accomunati) sono i diretti eredi, ma in
cui l’Evangelo non c’entra veramente
nulla?
Partendo dalla Scrittura, quest’ottimismo tecnologico (come quello antropologico) è falso ed offre ai nostri bambini un quadro deformato della realtà.
« È strano — scrive ai bambini l’articolista — che i giovani .sentano oggi
meno di una volta amore per l’agricoltura ». L’articolista, professore di
Università, non sarà certo cosi ingenuo da trovare soltanto strano questo
fenomeno. Quale risposta dà al quesito, da lui stesso posto? Perché in Olanda, Paese che l'Articolista cita, questo
problema non si pone? Soltanto per
dei motivi di maggior sviluppo tecnico
e di maggior disponibilità di « modernissime macchine agricole »? Solo perché l’agricoltura olandese occupa T8'’/o
della popolazione invece del 18%, come
in Italia? ^
È a queste domande, che TArticolista pone implicitamente, che egli stesso si rifiuta di rispondere, come si legge nella sua replica ne « La Luce »
(n. 45-46, p. 2). Infatti, per spiegarci
il fenomeno dell’abbandono da parte
degli agricoltori, delle campagne, occorre impostare il problema politicamente, cioè non solo dal punto di vista puramente tecnico e dello sviluppo industriale, ma anche dal punto di vista delTuomo. iiLserito in una comunità di uomini.
Evidentemente, se l'uomo abbandona
una situazione, vuol dire che quella
condizione è diventata umanamente intollerabile. E non si tratta ovviamente solo di arretratezza e di lavoro misero, ma soprattutto di un problema
morale: quello dello sfruttamento dell'uomo sulTuomo, il problema dell ingiustizia, che la Bibbia continuamente
affronta.
La tecnica e la macchina non po.ssono risolvere da .soli, senza un profon
mettere che ci siano
fantastiche per aiutare 1 uomo nella
sua fatica. Se no .sono ottimista. Non
devo pubblicare che l’agricoltura può
anche diventare un lavoro hello, se no
divento illumini.sta o razionalista. Niente lavoro dei campi, dunque, perché è
diventato « una situazione intollerabile ». Che cosa rimane allora? Il lavoro
della fabbrica? Sei proprio sicuro che
il grosso fenomeno mondiale dell'urbanesimo sia solo un fenomeno dovuto a
un disgusto nei riguardi del lavoro della terra? Hai già parlato con dei giovani contadini?
Quanto alla mia lacuna nel citare
Genesi 3 accanto a Genesi 1, hai ragione. Ma ti vorrei rimandare, se hai voglia e pazienza, alle pag. 12-13 del prossimo numero di dicembre dell'Amico
dei fanciulli, che ora non ho sottomano, perché è già da giorni in tipografia.
E poi ti vorrei dire che non sono ne
illuminista né razionalista, titoli troppo grossi per me, ma che sono una di
quelle semplici monitrici laiche che
non vedono sempre bene il rapporto
teologico dei passi biblici, ma per le
quali i testi della Scrittura sono spes.so
delle fresche ventate che investono un
problema e lo proiettano in una luce di
speranza. Chissà in questo caso dove i
nostri pastori mi potranno situare?
Una persona, a proposito di tutta
questa di.scussione mi ha detto:
__ ^a perché hai voluto quell arti
eolo? ___ Io ho cercato di spiegare che
l'argomento faceva parte della vita, dell'etica di oggi e che era molto interes.santc parlarne.
Ha ripetuto : ,
__ Ma io non capisco ancora perche
l’hai voluto per l’Amico dei fanciulli.
Effettivamente, arrivati a questo
punto e dopo aver sentito tante e tante
parole dure e anche abbastanza umilianti. non lo capisco più nemmeno m!
Ti saluto cordialmente
Berta Subilia
gaio il buon nome'del settimanale per do ripensamento e azione politica,
avere chiesto agli "attaccati" se deside- ipiesto problema. Solo 1 uomo può atravano affiancare una loro risposta a frontarlo. lottando per un esistenza miuno scritto che li criticava. Per la ero- ' gliore e più ilegna dell umanità volu
Nel n. scorso avevamo pubblicalo
una lettera di M. Ro.stan. mandata in
copia a R. Baldoni. il quale ci aveva
inviato una breve risposta pure pubblicata la scorsa settimana: tale risposta
i si è incrociata con una nostra richiesta
1 al prof. Baldoni. affinché — se crede
\ „a __ rispondesse alla lettera del prof.
(continua a pag. 3)
3
3, dicembre 1971 —■ N, 49
pag. 3
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
La Chiesa evangelica ^ceca UH3 ChÌ6S3 SUll3frÌC3n3 3CG33ton313 SU3 QU0t3
apee una nuova chiesa
Che 333 peO vers3re 3l C.E.C.
Salonicco (spr) - Oltre mille persone
partecipavano alla cerimonia tìi apertura e i.di' dedicaziione di una nuova
chiesa -— non ancora terminata ^ a
fine ottobre- La comunità locale della
Chiesa evangelica greca poteva finalmente lasciare i locali insalubri e inadeguati che occupava dal 1865.
Quando sarà terminato, il nuovo edificio accoglierà una segreteria della
comunità, locali per le- attività giovanile, l’alloggio pastorale e una grande
sala di riunioni.
11 pastore della comunità, Stelios
KalotekariS; presiedeva la cerimònia.
Il predicatore scelto per il culto serale,.nella,stessa ,giorpata,.è, stato il past,
Michael Testa, rappresentante per
l'Eùropa dèlia Chiesa presbiteriana
unita negli USA, oltre che delegato
ufficiale dell’Alleanza Riformata Mondiale.
Saluti sono stati rivolti da parte dei
rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese, degli enti di aiuto
scambievole di Chiese svizzere, tedesche e statunitensi,,e di numerose denominazioni e organizzazioni ecclesiastiche greche.
MMgrado l’ipvito personale rivolto
da lina commissione speciale al vescovo di Tessalonica (Salonicco), nessun
delegato ufficiale della Chiesa ortodossa greca ha partecipato alla cerimonia
inaugurale.
miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiii
Il C3tt3lÌCeSl3IB
lnCl33
Leggiamo su « Le Monde » una corrispondenza dell’agenzia A.F.P. che tra'scriviamo qui appresso:
Un piccolo gruppo di italiani, capeggiato da Vittorino Colombo, deputato
e presidente dell’associazione culturale
Itàlià-Ciha, ha potuto constatare sabato 20 nòveriibre che il cattolicesimo,
die si pensava non avesse potuto resistere alle guardie rosse, è ancora legal
mente praticato nella Cina popolare.
Questi italiani erano i primi credenti
ocidentali che potevano assistere a una
messa in Cina da almeno cinque anni.
La funzione si è svolta in lingua latina, secondo il vecchio rito: il prete volgeva la schiena ai fedeli. Il celebrante
indossava i tradizionali ornamenti sacerdotali. Alla messa assistevano una
quindicina di cinesi adulti e parecchi
di essi hanno fatto la comunione. La
chiesa dove si svolgeva la funzione era
quella della vergine Maria che, secondo il giudizio degli italiani, era in ottime condizioni.
Il celebrante, padre Wang Ki-ting ha
precisato agli ospiti che la chiesa è
aperta al culto tutti i giorni. Ha soggiunto che oggigiorno vi sono nella
Cina popolare circa 2 milioni di .cattolici, affiliati all’associazione cattolica patriota, costituitasi dopo la rottura dei
rapporti fra il Vaticano e la Cina popolare.
A Colombo, che faceva notare al prete che non si può concepire l’unità della Chiesa cattolica senza l’unità col pa
pa, egli ha risposto che la Chiesa cinese sviluppava la sua attività religiosa “secondo lo spirito del Vangelo".
Interrogato sul rapporto "fra il vescovo di Pekino e il vescovo di Roma
che è il papa” il prelato ha risposto che
si trattava di un “rapporto di uguaglianza: tutti e due sono vescovi e tutti
e due predicano lo spirito del Vangelo”.
Infine, circa le relazioni fra religione
e politica, e la preminenza dell’una
sull’altra, il sacerdote ha affermato:
“ Qui, possiamo svolgere senza alcuna
difficoltà la nostra attività, anche se il
partito comunista non crede in Dio. La
cosa non provoca alcuna rottura fra
noi e il partito comunista".
Il prete ha ancora precisato che in
Cina vi è un vescovo per ogni regione,
eletto democraticamente dai fedeli.
L’ultima ordinazione risale al 1963.
L’on. V. Colombo ha poi pregato il
vicario generale di Pekino di inviare
un prete cinese a Roma, come inviato
personale. Gli è stato assicurato che
« la sua proposta sarebbe stata esaminata ».
Pietermaritzburg (Sudalrica) (soepi) - La Chiesa congrezionalista unita
del Sudafrica ha votato non solo di
rimanere membro del Consiglio ecumenico delle Chiese, ma anche di depositare presso una banca l’ammontare della sua contribuzione annua fino
a quando questi fondi, con i relativi
interessi, potranno essere trasferiti al
Consiglio ecumenico. (Nello scorso
settembre, infatti, .il primo ministro
Vorster aveva avvertito i rappresentanti delle Chiese che rimanevano
membri del Cec, che esse non sarebbero state autorizzate ad inviare dei
fondi all’organizzazione mondiale).
Con una forte maggioranza, l’assemblea della Chiesa congregazionalista
unita ha fatto sua l’affermazione del
comitato centrale del Cec che « la violenza è incompatibile con lo spirito
dell’Evangelo ». Precedentemente, il
pastore B. Ngidi, nellla sua allocuzione quale presidente, aveva esortato la
assemblea a cessare di agitarsi relativamente agii stanziamenti del Cec
(n.d.r. per la lotta contro il -razzismo)
affermando che « l'uomo di colore ha
scorto la mano di Dio nel gesto del
Consiglio ecumenico. Con questo suo
atto, il Cec ha mostrato da quale parte sta nella lotta contro il razz.ismo.
Una volta di più, Oriente e Occidente
.si unicono contro un comune nemico».
L’assemblea di Pietermaritzburg è
stata la quinta della Chiesa congrc
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiimiii
gazionalista unita del Sudafrica che si
è costituita nel 1967 mediante la fusione della Chiesa congregazionalista
bantù, dell’Unione congregazionalista
(bianca) del Sudafrica e delie Chiese
della ex Società missionaria di Londra.
Vietato l'ingresso in Sudafrica ai luterani.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii'mfiiii'.iiiiiiiiiiiiiii
A GINEVRA
Un nuovo istituto culturale
Ginevra (soepi) - Un nuovo istituto di cultura si è recentemente aperto a Ginevra. Posto sotto la direzione di un educatore latino-americano
di fama mondiale, il prof. Paulo Freiré, la sua attività si è iniziata con un
seminario di tre settimane che ha
riunito sedici collaboratori della chiesa Presbiteriana' unita negli USA.
Il nuovo istituto, che a fianco del
direttore annovera tre giovani educatori, anch’essi latino-americani, ha tro
vato la sua sede presso il Foyer John
Knox.
Scopo dell’istituto è di raccogliere e
coordinare ogni possibile informazione sui movimenti che cercano di rendere cosciente la gente sulle proprie
responsabilità nella società, sia sul
piano culturale che su quello politico.
A tale scopo, esso prevede di pubblicare trimestralmente un bollettino di
informazioni ad uso dei vari gimppi
disseminati che operano per questa
presa di coscienza. Esso spera potersi rendere utile anche a specialisti ed
a pedagoghi. L’istituto insegnerà la
teoria e la metodologia a coloro che
si metteranno all’opera nel terzo
mondo.
In quanto direttore, Freire parteciperà all’elaborazione dei programmi e
s’impegnerà personalmente in attività di ricerca e di formazione ogni volta che i suoi doveri di consigliere speciale presso l’ufficio dell’Educazione
del Consiglio ecumenico delle Chiese
glielo consentiranno.
L’istituto possiede un proprio consiglio d’amministrazione; le sue risorse finanziarie provengono da chiese,
da governi e da fondazioni private.
' imiiiiiiiiiiitiiiiiiiliiniiiimiiiHiiiniiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiaiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiui iiiiiiiiiiiiiiiiiimi miiiniiiMiiimiinii Miiiiü i'üirüiiim' iiiiiiimimiiMmiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMuniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiimiiiiiiiuiii
Colloquio pastorale
nelle Valli Valdesi
Si ricorda, come già annunziato nel
numero scorso del nostro giornale,
che il Colloquio Pastorale del I Distretto avrà luogo
MARTEDÌ’ 7 DICEMBRE
ore 9,30 a Pinerolo, via dei Mille, e
sarà consacrato all’esame dei problemi finanziari ed al proseguimento
dell’esame del documento presentato
dal collega Sonelli.
Notiziario Evangelico Italiano
Halle Assemblea di Dio
Roma, h'istituto Biblico Italiano
delle A.D.I. ha iniziato il 1” novembre
il diciottesimo Corso Biblico, della durata di sei mesi. È, dedicato , a tutti
quelli che desiderano approfondire la
conoscenza delle Scritture e a chi intende svolgere un’attività evangelistica. L’I. B. Italiano ha sede in Roma,
via Prenestina 639.
Napoli. Ha avuto luogo a Napoli,
con l’intervento di 200 pastori e delegati di chiese, il Convegno nazionale
1971, che ha esaminato, l’attività del
Consiglio Generale delle Chiese nel
biennio 19,69-71. L’assemblea ha eletto
il nuovo Consiglio Generale che sarà
in carica nei prossimi due anni.
Avellino. È stato inaugurato il nuovo locale di culto, da anni desiderato
dai fedeli della città. Al culto di inaugurazione il locale traboccava di popolo e della presenza di Dio.
Campeggi estivi. Si sono avuti in
Sicilia e in Calabria. Il campeggio siculo si è svolto in provincia di Ragusa, in un terreno donato da un fratello. Il campeggio calabro ha ospitato
bambini e giovani. In ambedue i cam
peggi Taffluenza è stata grande/ le
giornate di intensa attività, gli studi e
i culti grandemente benedetti dal Signore.
' (Da « Ri.sveglio Pentecostale », sett.ott. 1971).
Dalla Chiesa Apostolica
in Italia
Grosseto. Qui il Signore ha dimostrato di benedire maggiormente i
suoi figliuoli nel nuovo tempio ed ha
mantenuto le sue promesse. I giovani
hanno preso l’iniziativa di formare il
gruppo dei « Testimoni apostolici »
riunendosi ogni sabato pomeriggio per
pregare. Il Signore ha fatto sentire la
sua presenza à questo appuntanlento.
Un’altra iniziativa è statà l'evangelizzazione alVaperto, con una massiccia campagna. I luoghi visitati sono
stati Tirli, Paganico, Castiglion della
Pescaia. La popolazione ha partecipato vivamente.
Napoli. Il pastore Mario Affuso racconta le sue impressioni riportate nelle riunioni di un gruppo pentecostale
americano che si riunisce ogni venerdì nella cappella cattolica della US.
Air Facility presso l’aeroporto di CaPÒdichino.
« Tale gruppo — egli dice — è la
espressione di quel vasto movimento
pentecostale che in una maniera del
' tutto spontanea ed originale lo Spirito Santo sta creando all’interno di
tutto il mondo cristiano, sia protestante che cattolico, anche se, pur
troppo, attualmente è limitato agli
USA. Questo movimento va sotto il
nome di « Pentecostal renewal » (rinnovamento pentecost.) e, a differenza
del, risveglio del 1904, 1905 sta affondando le radici proprio negli ambienti intellettuali e colti ».
Il gruppo di Naprli, che è sotto la
cura di Mario Affuso, raccoglie ogni
denominazione. Eterogeneo quanto a
nomi, è molto omogeneo spiritualmente. « Le riunioni si svolgono nella più
assoluta spontaneità. Conversazioni
spirituali, canti di inni, preghiere sommesse, spesso accompagnate da lacrime sincere, glossolalia serena... Tutto
molto bello, molto edificante, travolgente e sublime ».
(Da « L’Araldo Apostolico », ottobre 1971).
Dalle Chiese Battiste
Altamura è un grosso centro agricolo della Puglia, ha 43.000 abitanti
ma, come molti centri del meridione,
va spopolandosi per l’emigrazione. Per
arginare almeno in parte l’inconveniente, la chiesa locale ha pensato di
creare qualche cosa che possa aiutare
i concittadini ad occuparsi in loco.
E stata dunque creata la Copisteria
Filadelfia (Corso Federico II N. 51),
che possiede per ora poche macchine
e tutte usate, ma spera di consolidarsi con nuove macchine. Essa lavora
per la ciclostilatura del periodico Battista « La Lampada », per la Federazione Regionale delle Chiese e dei Giovani, nonché per la città. Vi lavora a
pieno tempo una persona; si vorrebbe sviluppare di più il lavoro per impiegare anche altri.
Inoltre si sono gettate le basi per
un allevamento di bestiame che possa
dar lavoro ad almeno due famiglie.
È stata anche aperta una scuola media serale, gratuita, per giovani lavoratori che vogliano conseguire la licenza media. Se ne occupano studenti universitari altamurani aiutati da
assistenti universitari di Bari. Quest’anno (il terzo dall’apertura) gli
iscritti sono stali 130, divisi in sei
classi.
Queste notizie sono date dal Pastore B. Colombi! sul periodico « La Lampada » di sctt.-ott. ’71.
Manduria è una cittadina agricola
in provincia di Taranto. Anche qui regna il disagio dell’emigrazione e del
sottosviluppo agricolo.
Il pastore Paolo Marziale ne cura il
gruppo battista e sotto la sua guida
questo gruppo, non molto numeroso,
ha messo a punto una campagna di
evangelizzazione nel maggio scorso,
che continua tutt’ora in un locale di
riunione, con studi biblici. « Il gruppo — scrive il past. Marziale — nello
studio appassionato e approfondito
della Scrittura ha avvertito mano a
mano l’esigenza di uscire fuori dal
tempio, per andare nella piazza della
città, dove si ritrovano operai e contadini, e parlare con loro della verità
che il Signore ci rivela, per mezzo della Scrittura, riguardante noi tutti cittadini nella situazione sociale-politicoreligioso-culturale nella quale viviamo ».
Dalle Chiese dei Fratelli f;
Termoli. I Fratelli di questa città si
rallegrano perché in una vasta zona
della periferia si è insediato uno stabilimento Fiat e fra breve vi sarà anche una grande industria giapponese.
Tra tutte e due daranno lavoro a circa 5000 persone. I Fratelli si propongono di dare il benvenuto a tutti questi operai con il messaggio dell’Evangelo. Un locale semplice ed accogliente si prepara ad essere il centro di
un’opera di evangelizzazione.
.Manfredonia. L’asilo infantile ha
riaperto con gioia le porte ai bambini. Tutto è stato pulito e riverniciato.
Un fratello si occupa del trasporto
dei bambini con un pulmino; tre sorelle si occupano dei piccoli impartendo Tinsegnamento in modo piacevole, non trascurando quello biblico e
dei cantici. In questo modo anche i
genitori si avvicinano alla Bibbia.
I Fratelli chiedono agl] amici di cooperare con loro mediante la preghiera.
(Da una lettera da parte dell’Asilo
infantile di Manfredonia, Chiesa Cristiana dei Fratelli).
Roma. Un mese è stato dedicato alVevangelizzazione nel quartiere Tuscolano. Visite, testimonianze all’aperto,
conversazioni con persone interessat.',
preghiera e studio biblico insieme...
Queste sono state le attività del mese. Le difficoltà incontrate con alcuni
sono state compensate dall’interesse
suscitato in molti altri, grazie alla potenza della Parola di Dio. Particolarmente interessante è stala l’opera
svolta tra i bambini. Chi si interessa
a questa attività, per parteciparvi o
per iniziarla nella propria città, può
rivolgersi al seguente indirizzo: Rinaldo Diprose, presso UCEB, Via degli Qrti Variani 35, Roma.
Dalla Chiesa Metodista
II XV Congresso della Gioventù Metodista ha avuto luogo al Villaggio
Battista di S. Severa, il 2 novembre,
subito dopo il Congresso FGEI.
Il Past. Sergio Aquilante ha partecipato alla Conferenza Cristiana per
la pace, a Praga, dal 30 settembre al
3 ottobre. I rappresentanti italiani
erano quattro. Il tema generale della
Vietato l’Ingresso
In Sudafrlca
a visitatori luterani
Ginevra (soepi) - Il governo sudafricano ha rifiutato senza- spiegazioni il
visto d’entrata a due membri del personale esecutivo della Federazione luterana mondiale. Si tratta del segretario generale aggiunto e del direttore
del dipartimento studi, che erano stati designati per partecipare ad un seminario di una settimana nei pressi di Johannesburg, seminario organizzato congiuntamente dalla FLM e
dalla Federaz. delle Chiese evangeliche
luterane dell’Africa australe.
In precedenza analogo rifiuto aveva impedito al segretario per l’Africa
del dipartimento di cooperazione ecclesiastica di recarsi alla sessione di
settembre del comitato misto per la
Africa australe. Lo stesso dicasi per
il pastore assistente alle ricerche
del dipartimento studi, che non ha
ottenuto il visto d’entrata nel luglio
scorso per assistere alla conferenza
sulla liturgia.
Alla redazione di questa pagina
hanno collabo rato Claudia e Roberto Peyrot.
Assemblea è stato: « La nostra responsabilità corhune per un mondo
migUore ».
Una medaglia d’oro per meriti culturali è stata assegnata alla mernoria
del Pastore E. Bufano dal Comitato
Qrganizzatore della IV edizione del
Concorso Naz. di poesia « Città di Piacenza », in riconoscimento dell’attività svolta dal pastore Bufano quale
M. Rettore dell’Università Popolare
di Piacenza.
Il VI Congresso delle Attività Femminili Metodiste si è svolto a Ecumene nel mese di settembre. Le votazioni per il nuovo Segretariato hanno dato come risultato: Anna Nitti, Lidia
Aquilante, Saida Papini, Mirella Scorsonelli, Jutta Incelli.
(Da «Voce Metodista», ottobre ’71).
** Uomini Nuovi
Invita a richiedere copie dei, suoi
Bollettini e a distribuirli.
« Facciamo in modo che sia suscitato un interessamento concreto a favore dei cristiani oppressi e torturati
per Cristo nei paesi dietro la cortina
di ferro ».
Coloro che desiderano sostenere
questa azione di aiuto po;sono versare le proprie offerte sul c.c.p. 27/9100
intestato a Uomini Nuovi, 21030 Marchirolo (Varese), specificando: « a favore della Missione Cristiana per il
mondo comunista ».
Propone anche il libro Torturato per
Cristo del pastore romeno R. Wurmbrand, da richiedere al medesimo indirizzo, inviando L. 700. Inda Ade
iimiiiMiiiiiiiminiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiimiiii
Adunanza battesimale
a Genova
Domenica 14 novembre cinque catecumeni hanno confessato la loro fede
in Cristo Gesù, Signore e Salvatore,
scendendo nelle acque battesimali, im
mersi dal Pastore Santilli.
Per l’occasione il Dottor Craighead
ha rivolto a tutti un vibrante discorso centrato in Atti 2. Erano presenti
circa 200 persone.
Pastore E. Santilli
iiillllilillliliiiiliililiiillliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiMii
Le radiotrasmissioni
di Voce della Bibbia
Onda Medie mt. 205 (Kc. 1466) — Ogni
sabato ore 23 (24 ora legale).
Onde Corte mt. 49 (Kc. 5960) — Ogni sabato ore 13.20; ogni domenica per ragazzi ore
13,35.
Onde Corte mi. 41 (Kc. 7230) — Ogni sabato ore 15,15; ogni domenica per ragazzi
ore 15,15.
I LETTORI
CI scrivono
(segue da pag. 2)
Rostan, quasi una requisitoria. Ci perviene ora questa seconda lettera delVagronomo.
rcd.
Caro direttore,
ho letto con vero piacere la prosa
dell’Arch. Prof. Rostan. Dice alcune
cose assai sensate, anche se in modo
un po’ tracotante, ma è pieno di spirito, di dottrina, di quel coraggio che è
pur necessario per la nostra salvezza.
Le cose sensate che egli dice mi saranno di guida e di ammonimento nella mia futura condotta non già, come
egli la qualifica, di « padrone », ma di
servitore dello Stato italiano.
Non lo posso purtroppo seguire sul
piano politico, poiché sono vecchio, un
po’ scettico, un po’ stanco, come lo può
essere chi, della mia età, è stato educato nell’epoca fascista, quando la tracotanza era pure di moda, che si è poi
un giorno risvegliato amante della democrazia e morrà forse col libretto di
Mao sulla bara!
Il Prof. Rostan è certo in buona fede e, mi dicono, intelligentisimo; egli
scrive bene, con la stessa convinzione e
con lo stesso stile con cui ci parlava,
quando ero al Mamiani, un nostro professore di mistica fascista che poi, poveretto, fu espulso dall’Italia, in seguito alle leggi razziali, perché ebreo.
Sul piano tecnico non sono evidentemente molto d’accordo col Prof. Rostan; ho sottolineato, nella sua lettera,
37 errori che non vorrei chiamare « falsità » perché sono certo che egli vi è
incorso involontariamente per scarsa ed
unilaterale conoscenza delle cose agricole e delle situazioni locali.
Forse, se egli me lo concedesse, si
potrebbe sul posto chiarire molte cose
e molti fatti, che egli nel suo ardore
rivoluzionario ha travisato; ma almeno
uno di quei punti vorrei qui ricordare,
che chiarisce molte cose e che rende
evidente come si possa con leggerezza
arrivare a conclusioni sbagliate, quando
si è accecati dalla fede o dall’odio.
L'azienda di cui si parla ha avuto fino
a tre anni la una jierdita annuale di
oltre 1000 milioni, oggi tale perdita,
grazie ad un duro lavoro, ad anticipazioni notevolissime ed alla spinta modernizzazione tecnica, è ridotta a circa
500 milioni all'anno: questi sono gli
« ottimi profitti » di una azienda capitalistica dello Stalo che « sfrutta » i
suoi lavoratori! Questi milioni evidentemente vanno a loro, ai lavoratori in
gran parte, ed in parte vengono volatilizzali in scioperi davvero selvaggi;
dato che hanno perfino provocato recentemente la morte per lame e sete
di molli animali.
Questi brillanti risultati, che il jtopolo italiano paga e pagherà caramente. non sono voluti dai lavoratori di
Maccarcse che hanno tutti tanta saggezza, comprensione e buona volontà,
ma dai loro agitatori che, alcuni pochi
anche in nome dcH’Evangelo. creano,
con la loro sventurata insipienza, il clima più adatto per rovinare il Paese.
11 modesto episodio che ha preso
origine da un mio articolo sull”'Amico
dei fanciulli” ha dato luogo ad una
reazione certo sproporzionata ad esso,
ma spiega perche oramai nella stampa
protestante italiana non ci sia posto
che per ideologie “progressiste”, per i
giovani leoni insofferenti di qualunque
forma di dialogo. Forse hanno ragione
loro e ehi li asseconda! Per mio conto
considero chiuso l’argomento, ma continuerò ad allevare vitelli c maiali, zucchiui e pomodori, anche .se ciò potrà far
ombra ainiluslre Prof. Rostan, al quale La prego di ricordarmi con tanta
comprensione.
Mi abbia Suo,
Remigio Baldox!
4
pag. 4
N. 49 — 3 dicembre 1971
Cronaca delle Valli
L’edilizia scolastica a Torre Pollice Opb n,30: lezione di caiechlsmo
niinttiT. /»IncsT pnri Tiin Hi pTnminTitfl rafi*. verso l’ottica della tradizione iamiliù
Grave problema
per mancanza di aule
L’edificio scolastico del Viale Dante
è stato sfruttato al massimo. Nonostante l’occupazione dei locali per insegnanti e degli scantinati, le aule non
sono sufficienti ed una classe deve
svolgere le lezioni in un ambiente esterno aH’edificio stesso.
Quando si parla di problemi scolastici, si ha sempre l’impressione di
dover sfondare delle porte aperte. Questo argomento è stato trattato e ritrattato ma questo non vuol certamente dire che il discorso sia superato, anzi si fa sentire più che mai la
necessità di una soluzione ed in modo particolare proprio a Torre Pellice.
La popolazione scolastica, nel nostro comune, ha subito, in questi ultimi anni, un notevole accentramento
nell’area urbana, causa la lenta ma
inevitabile chiusura di tutte le scuole
di montagna e periferiche, creando
così un pauroso scompenso fra numero di iscritti alle varie classi elementari e superiori e numero di locali disponibili all’interno dell’attuale edificio scolastico comunale situato in Viale Dante. Nello stesso tempo però sono state abolite le pluriclassi a tutto
vantaggio degli scolari ed insegnanti
che hanno visto facilitato il loro dovere di apprendimento e di insegnamento.
Ci si è trovati così quest’anno, con
l’apertura delle scuole, a dover affrontare il problema della sistemazione
delle classi, constatando che i locali
a disposizione erano insufficienti alle
incombenti esigenze della scuola. Certamente questa situazione non è sorta
dall’oggi al domani ma era una cosa
più che nrevedibile, dato che la passata amministrazione comunale ha
sempre rinviato questi problemi, impegnando tempo e denaro in altre attività meno urgenti e soprattutto meno utili alla collettività.
La situazione è purtroppo la seguente: il pianterreno è completamente occupato dalle elementari; si è dovuto
persino invadere l’aula di ritrovo per
gli insegnanti, pregiudicando così un
proficuo lavoro didattico di cooperazione fra i docenti, ed infine, in seguito allo sdoppiamento di una classe di
ben 36 allievi, è stata occupata a mo’
di aula scolastica una camera della
pensione Malan, « gentilmente e gratuitamente » offerta dalla proprietaria.
Proseguendo nell’indagine constatiamo che il 1“ piano è completamente
occupato dalla scuola media inferiore
e non solo, sempre dalla scuola media
sono occupate due aule dell’ultimo
piano. Tutto quello che ancora può rimanere di libero è invaso dagli studenti dell’Istituto « Bosso » e « Plana ». Ogni spazio disponibile è stato
sfruttato al massimo per evitare il sovraffollamento delle classi.
In un’epoca nella quale si ama così
tanto parlare di riforme, di dialogo di
trasformazione dei sistemi di insegnamento, ci si trova ridicolmente a do
ver risolvere dei problemi non di organizzazione, non di metodo, ma pro
blêmi di fondo, per cui la mancanza
di una loro soluzione pregiudica e preclude ogni altro discorso su di una
scuola nuova e diversa.
Ci si chiede come può un insegnante operare secondo le nuove norme
pedagogiche d’insegnamento in una
classe che non ha spazio per i così
tanto auspicati lavori di gruppo, con
mancanza di attrezzature e di locali
per poter svolgere un necessario e
proficuo lavoro.
La situazione potrebbe essere sbloccata se l’edificio scolastico in esame
accogliesse solamente la scuola elementare e media inferiore, cicli scolastici d’obbligo e di pertinenza esclusiva del comune. Ma tale situazione è
irraggiungibile, essendo tutti coscienti
della necessità in zona di due indirizzi quali « Bosso » e « Plana » per studenti uscenti dalla scuola d’obbligo,
evitando in questo modo il pendolarismo di molti ragazzi che dovrebbero diversamente raggiungere quotidianamente Pinerolo o Torino per il proseguimento dei loro studi.
Se il problema delle elementari e
delle medie è di interesse strettamente comunale non lo è più certamente
quello della « Bosso » e della « Plana »
che riguarda ragazzi non solo di Torre Pellice ma bensì di molti altri comuni confinanti e viciniori. Sappiano
quindi anche gli altri comuni prende
re coscienza c responsabilità nella soluzione della questione e non addossare completamente il difficile compito all’amministrazione locale.
Un edificio adatto potrebbe essere
l’ex Scuola Mauriziana, ma anche qui
purtroppo dobbiamo usare il condizionale, considerato che gli arnbienti
disponibili sono adibiti ad uffici dalle
società ENEL e GAS, enti che hanno
stipulato dei contratti di affitto con il
Comune della durata di 3-4 anni, per
cui a tutto il 1973 i locali rimangono
inutilizzabili, mentre le altre stanze
sono occupate dalla Biblioteca comunale e dalla sezione Donatori di sangue.
Se i locali non esistono allora se ne
creano dei nuovi, ma dove? e come?
Sul dove era sorta l’idea della costruzione di uno stabile con 9 aule
più servizi sul terreno attiguo ai capannoni e alla attuale scuola elementare, ma il regolamento edilizio non
permette, a ragione, una tale costruzione, non esistendo un rapporto ragionevole fra cubatura dell’edificio e
area disponibile. Sul come costruire
questi nuovi locali noi tutti purtroppo sappiamo quali vie burocratiche
deve percorrere la domanda di costruire un edificio scolastico e anche
quando permessi e soldi giungessero
più in fretta del previsto risulterebbe
sempre troppo tardi.
Non si vuole con questo pretendere
una soluzione che soddisfi per sempre
le esigenze in continuo aumento che
proprio perché tali non potranno mai
essere definitivamente risolte. Si vuole
soltanto richiamare l’attenzione da
parte sia dei responsabili che dell’opinione pubblica affinché sia trovata al
più presto possibile e nei migliori dei
modi, una soluzione che soprattutto
non dovrà rivestire un carattere di
temporaneità ma di durata in vista
di una programmazione a lungo termine.
Ciò che conta è di evitare, come
invece non è stato fatto, di eludere, di
fingere di non conoscere quelle che
veramente sono le esigenze della collettività come in passato perché ricordiamoci bene che l’uomo di domani
affronterà i problemi della nostra società e del nostro mondo non con ciò
che ha imparato su di una pista di
ghiaccio ma con ciò che la scuola ha
saputo dargli.
Quattro classi con più di cinquanta catecumeni hanno ripreso i corsi a metà ottobre;
il primo anno, con diciassette ragazzi ha due
ampi locali a disposizione e sono affidati a
due monitrici: pedagogia religiosa moderna,
lavoro a gruppi, canti moderni con chitarra,
impegni pratici concreti anche nelle piccole
cose. L’esperimento fu avviato due anni fa
con un certo successo e ripreso quest’anno. Gli
altri corsi si tengono in un altro locale nello
stesso orario. Entriamo nell’ora del quarto
anno e cioè alle 17,30. Il gruppo è munito
quest’anno d’una cartella con dispense, preparale dal collega di Ferrerò, seguendo la falsariga d’un corso in uso presso alcune comunità germaniche.
COME VEDO IL PASTORE!
Alcune domande della prima lezione sono
significative; Sapresti indicare i compiti del
Pastore? Sapresti indicare quelli degli anziani e del membro di chiesa?
Ed eccovi le risposte: per la maggioranza
il pastore è stato visto come il « consolatore » :
vedi le visite ai malati, a quelli che sono in
lutto, i funerali; quelcuno ha accennato alla
predicazione. I ragazzi lo hanno visto attra
ine.
....................
PROBLEMI ANGROGNINI
Prospettive
Nove aule in più, e per il momento
il problema sarebbe risolto. Il Comune potrebbe attualmente disporre di
locali nella ex « Caserma Ribet », già
attualmente in parte occupata dal centro di « Lavoro Protetto », se la precedente amministrazione comunale invece di elargire 10 milioni nella costruzione del « Palazzo del ghiaccio »
li avesse impiegati per l’acquisto di
quella parte deH’edificio ancora in
possesso del Demanio. Allo stato attuale dei fatti i 10 rnilioni non sono
più sufficienti e la cifra esatta è ancora da determinarsi, ferma restando
naturalmente la volontà da parte dello stato di vendere questi locali.
Mi sono rallegrato per la comparsa della pagina « Cronaca delle Valli », iniziativa a cui
auguro pieno successo perché dovrebbe essere
gradito a molti poter leggere notizie riportate
e viste nel solo interesse della popolazione locale al di fuori delle diatribe fra partiti o fra
loro esponenti. Essendovi direttamente interessato leggo con particolare attenzione quanto
riguarda il Consiglio della Val Pellice e la
cronaca di Angrogna e credo doveroso ringraziare la cronista che ha riferito sui lavori del
Consiglio Comunale di Angrogna non solo per
la sua precisione ma soprattutto per aver posto in rilievo alcuni problemi veramente importanti, problemi che mi auguro possano venir dibattuti più a fondo sia sul giornale sia
in riunioni con la popolazione.
Personalmente mi riconosco corresponsabile
di alcune carenze rilevate sul nostro Consiglio
Comunale anche se è bene precisare che qualche volta la burocrazia a cui siamo sottoposti
è sorda ai nostri appelli e sollecitazioni. Come
esempio, valga la lentezza e tutti gli intralci
posti alla pratica per l’acquedotto che anni fa
era stato progettato con un costo di 25 milioni
ed ora che è finalmente avviato a realizzazione non sappiamo se basteranno, oltre ai 25,
altri 45 milioni. Anche la pratica per l’asfaltatura della strada del Serre ha avuto le sue remore ed è veramente spiacevole che non si sia
potuta fare durante la stagione propizia. Forse dovremmo reclamare e gridare un po’ più
forte, come fanno molti che magari hanno
poche ragioni da far valere, invece di essere
sempre pazienti e rassegnati. Quando dopo
mesi, se non anni, si riesce ad avere un progetto lo si approva e poi occorrono altri lunghi mesi perché le varie autorità lo esaminino
e lo approvino, cosi succede che quando si bandisce il concorso per l’appalto dei lavori non
si trovi più nessuno disposto a farli perché
nel frattempo i prezzi approvati sono diventati irrisori! Allora si ricomincia tutta la trafila
per aver approvati prezzi più alti che però col
passare di altri lunghi mesi saranno nuovamente troppo bassi; è una cosa avvilente per
noi, vergognosa per il nostro sistema sociale.
E quando le cose si svolgono al di fuori delle
competenze del Consiglio Comunale abbiamo
casi tipo la strada di Fra del Torno ed ora il
suo prolungamento!
Vi sono però dei problemi molto importanti
che per riungere a soluzione richiedono l’interessamento e la collaborazione della popolazione; per esempio i grossi problemi sorti con
l’apertura della strada per il Colle della Vaccera dovrebbero essere discussi con la popolazione in riunioni da tenere possibilmente la
domenica pomeriggio, in modo che sia possibile a tutti di parteciparvi. Che cosa vogliamo
farne del nostro bellissimo Colle della Vaccera? Lasciamo che sia invaso, come terra di
conquista, dalla massa di gente che verrà dalla
città e dalla pianura per pestare i prati, distruggere ogni fiore, rubare qualunque frutto
per misero che sia, insudiciare e coprire di rifiuti tutto il pianoro e magari anche ogni spazio od ogni prato non recintato che si trovi
lungo la via? Poiché è facile prevedere che
succeda da noi quanto già è accaduto in altre
località.
Quali vantaggi trarrà da questa strada la
popolazione di Angrogna? Qualche fortunato
........................
BReuissime
Il pastore Paolo Ricca, al termine delle sue
lezioni sul tema dell’intercomunione, ha tenuto una conferenza presso la foresteria di
Torre Pellice molto vivace ed apprezzata sul
tema: «Unità della chiesa, unità dell’umanità ». Dato che i problemi sollevati dal pastore
Ricca sia durante le sue lezioni che nella sua
conferenza hanno toccato dei punti fondamentali per l’esistenza della chiesa e quindi delle
nostre comunità, ritorneremo su questo argomento più dettagliatamente.
Domenica 28 ha avuto luogo nei locali della chiesa valdese di Pinerolo l’incontro del
comitato delle Missioni del I Distretto con la
partecipazione di rappresentanti delle comunità delle valli. Sono stati esaminati i problemi che la nuova struttura dell’opera missionaria pone alle comunità valdesi.
A S. Germano ha avuto luogo domenica 28
un concerto di musica sacra con l’intervento
del prof. F. Corsani, della corale e di un coro
di voci bianche della comunità, con l’organo
restaurato.
che ha dei terreni in buona posizione si farà
un pò di soldi, poi verrà gente di fuori ad
aprire bettole o alberghi e sfruttare il posto
ed il lavoro che abbiamo fatto e gli abitanti
di Angrogna avranno chiasso, vandalismo e
magari anche le beffe. Però le cose possono
andare anche diversamente se la popolazione
lo vuole. Quest’estate un amico della nostra
Valle ha suggerito la creazione di un parco o
di una riserva, la tutela del paesaggio e della
nutura ed uno sfruttamento oculato del verde
e del silenzio che ancora si trovano nella valle, ma tutto questo si può realizzare solo se
c’è la collaborazione di tutti.
Vorrei ancora, se spazio m’è concesso, toccare un altro problema. Intanto bisogna precisare che la nuova strada della Vaccera nulla
o poco ha tolto alla possibilità di attuare altre
iniziative perché poco vi ha speso finora il
Comune grazie agli aiuti avuti e per i quali
siamo veramente riconoscenti; c’è quindi la
possibilità di venire incontro ai bisogni di altre borgate.
Per quanto riguarda la strada dal Serre a
Buonanotte ed oltre ho fatto pochi anni fa
un’esperienza piuttosto amara : dopo parecchie
corse da Torino per organizzare delle riunioni
e molte parole spese per convincere gli interessati ad iniziare le pratiche per chiedere contributi per questa strada, un Ispettore della Forestale si era recato sul posto per rendersi conto della necessità di questa strada, ma nra^
tornato a Torre chiedendosi chi era quel tizio
che si era agitato tanto per una cosa che nessuno sembrava volere.
Era successo che a qell’Ispettore alcuni ahi
tanti del Serre e vicinanze avevano dichiarato
che non avrebbero mai ceduto del terreno per
lasciar passare o allargare la strada, che non
erano disposti a contribuire e che infine non
meritava fare una strada verso borgate ormai
quasi completamente abbandonate. Per fortuna che tutti sanno che non avevo né ho alcun
interesse privato in quella zona! Dobbiamo
pensare che molti abbiano cambiato idea e
riprendere in esame la questione? È possibile
che il Comune avrà ancora la possibilità di
avere una draga per allargare o rifare in sede
più adatta la strada oltre il Serre ma bisogna
che non ci sia disfattismo od ostruzionismo fra
gli stessi interessati. Abbiamo avuto l’esempio
di quanto hanno fatto gli abitanti della zona
fra le Bruere e la Porta d’Angrogna: si sono
costituiti in Consorzio, hanno avuto il contributo dello Stato e si son fatti la strada lavorando e pagando anche di persona e hanno
poi avuto altri aiuti dalla Provincia e per
quanto possibile dal Comune.
E per finire su Angrogna possiamo accennare al grosso impegno di far giungere la luce
elettrica in quelle numerose case dove ancora
manca. Siamo molto riconoscenti al Consiglio
della Val Pellice per l’aiuto cospicuo e concreto datoci e che dovrebbe portare alla costruzione di un elettrodotto fino a Fra del Torno,
contribuendo cosi a che l’ENEL possa in un
secondo tempo, partendo da questa linea, portare l’energia elettrica in tutte le borgate che
ne sono ancora sprovviste; è compito del Consiglio Comunale essere attivo e vigilante perché questo antico sogno si realizzi.
Carlo Pons
verso l’ottica della tradizione familiare anziché delle discussioni avute negli anni precedenti alla luce della Bibbia. Questo insegna
quanto poco resta del nostro insegnamento, se
non c’è un interesse fondato sull’Evangelo da
parte dei genitori o dell’ambiente. È apparsa
solo parzialmente la figura del Pastore che insegna che aiuta i giovani ad orientarsi nella
vita come dei credenti, che muove la comunità a prendere coscienza dei doni ricevuti,
memore di non possedere il monopolio dei
doni.
E L’ANZIANO?
E i compiti dell’anzta;to ? Purtroppo la risposta è stata uguale, monotona : occuparsi
delle finanze, raccogliere le buste delle offerte.
Anche in questo caso i ragazzi hanno espresso una certa linea d’una frangia cospicua della
comunità : ci sono anziani responsabili che
compiono, a seconda dei loro doni, una vera
missione pastorale, anche nelle piccole cose
della chiesa; d’altra parte l’indifferenza d’una
parte della comunità nei riguardi dell’offerta
costringe gli anziani a perdere il loro tempo
per la raccolta dei doni. Ci auguriamo che la
spontaneità dell’offerta consenta al folto gruppo dei responsabiliti della chiesa di consacrare un tempo sempre maggiore ad occuparsi di
tanti problemi della vita aH’interno ed all’esterno della comunità, di poter « consolare »
nel senso pieno della Parola.
E il membro di chiesa, quali compiti ¡ja?
La domanda è rimasta senza risposta da parte dei più.
...................................inumi..... iiiimiiiiiiiiiiiiiiiiii
Bonifica montana
Sabato 13 novembre 1971 ha avuto luogo
una assemblea della popolazione per prendere
in visione la bozza del piano di bonifica montana che riguarda il nostro comune. Erano presenti molti consiglieri comunali, il sindaco, il
pastore, un discreto numero di giovani vivamente interessati al problema e poche altre
persone.
Doveva presiedere la riunione il presidente del Consiglio di Valle, di cui Tufficio di
bonifica è espressione, ma non era presente.
Il piano è stato presentalo dal Doti. Baridon,
il quale ha enumerato i lavori di competenza
delPispetlorato: acquedotti rurali, elettrodotti,
strade forestali, impianti di irrigazione, sistemazione di pascoli montani, lavorazione di
prodotti locali, ecc.
Per fare un piano che corrispondesse alle
effettive esigenze delPambiente, le persone^ delPufficio competente hanno effettuato dei sopraluoghi e analizzato dei campioni di terreno
prelevato in località diverse per conoscerne la
produttività e la disponibilità a colture e vegetazione diverse e la possibilità di utilizzazione.
In una precedente assemblea 1 amministrazione comunale e la popolazione interessate
avevano esposto i loro pareri e manifestato le
loro esigenze. In questa riunione, quindi, si
doveva esaminare il programma abbozzato in
base alle richieste allora presentate. I lavori
programmati, alcuni dei quali già iniziati con
contributi diversi, sono i seguenti: 1) strada
Serre-'Buonanotte-Arvura, 2) strada San Lo
renzo-Prassuit-Revellere-Malan, 3) strada forestale di accesso ai pascoli comunali Porte di
Angrogna-Ciava-Vaccera, 4) strada mulattiera
o per mezzi fuori strada Vaccera-Bagnau-Suy
ran-Colletto, 5) elettrodotto nelle zone Pradel
torno, Cacet, Arvura, 6) miglioramenti ai pa
scoli di Suyran, Alpe della Scila, 7) rimbo
schimento di Rognosa e forse della zona Rama
Altre strade che interessano più direttamente San Giovanni e quindi come tali sono state
presentate in quel piano, toccheranno la zona
bassa di Angrogna e cioè le località BruerasPiantà, Costalunga-Sonagliette-Pons-Porte di
Angrogna, Maleria-Pons Inferiori-Pons Superiori.
Evidentemente questo progetto di massima
non potrà essere realizzato nel giro di un
breve tempo, ma sarà attuato gradualmente, a
seconda del denaro disponibile e della scelta
dei lavori più urgenti, che sarà fatta di volta
in volta dai consiglieri membri del Consiglio
di Valle, i quali naturalmente dovranno scegliere non solo tra le opere necessarie per il
nostro comune, ma anche tra quelle presentate da tutti gli altri, facenti parte del Consi
glio di Valle. Ci auguriamo quindi che le scelte vengano fatte con competenza, con senso di
responsabilità e con estrema chiarezza.
ASSEMBLEA DI CHIESA
Nel pomeriggio di domenica 14 novembre si è tenuta al Capoluogo la
prima Assemblea di Chiesa dopo la
riunificazione delle due comunità.
L’importanza della riunione era data soprattutto dai problemi aperti dalla proclamazione, da parte della Tavola, della vacanza pastorale riella parrocchia. Ai 41 membri elettori presenti è parso evidente di prendere in seria considerazione l’opportunità di
continuare ad avere il pastore Renato
Coìsson quale conduttore di urta comunità di cui egli ben conosce i problemi e le esigenze, per avervi svolto
un ministerio di sei anni (al Serre e a
Pradeltorno).
Il Pastore ha però fatto presente
che non si sente di impegnarsi per un
lavoro in disarmo, di tipo tradizionale e clericale; se ,si potrà svolgere un
lavoro comunitario egli sarà ben lieto
di offrire la sua collaborazione.
L’Assemblea ha ritenuto che
sibile lavorare in questo senso ed ha
deciso di chiedere al pastore Coisson
di accettare la candidatura.
L’Assemblea di chiesa ha invitato altresì il Concistoro ad insistere presso
le chiese del Presbiterio affinché venga fornita una maggior collaborazione.
L’Assemblea ha pure riconfermato
gli anziani G. A. Bertalot e P. Gaydou,
rispettivamente per il quartiere dei
.lourdan e per quello del Capoluogo.
L’anziano del Prassuit-Verné, C. A.
Berlin, ha chiesto di non essere rieletto, per motivi di salute; la Comu
nità lo ringrazia per il servizio che
egli ha reso alla chiesa per tanti anni.
Siccome tra le persone interpellate
nessuno ha risposto positivamente, il
giovane Adelchi Ricca si è offerto disponibile per un servizio diaconale in
quel quartiere.
Infine si è deciso di mantenere al
Capoluogo il culto in francese, l’ultima domenica del mese.
CONTRASTI
NELLA VISIONE DELLA CHIESA
A questo punto s’è iniziata la discussione.
Qualcuno ha detto : « Come mai, per fare un
esempio, nel culto il pastore fa tutto : prega,
predica, canta, legge la Bibbia, fa anche gli
annunzi? Perché non si ritorna allo spirito
della prima comunità cristiana, come a Corinto, dove la comunità non era passiva ma
attiva nel culto? Qualcuno ha precisato: si è
spesso provato, si è anche cercato di discutere
il sermone come avveniva a Corinto, ma le
persone anziane non gradiscono questa linea.
E allora, aggiunge un altro, dobbiamo rinunciare, in omaggio all’abitudine non più sentita dai giovani? Un catecumeno che era rimasto in silenzio fino a quel momento esplode :
Ma signor pastore, che senso ha un culto
cosi « serio », c< togato », con quello che succede in casa mia o dove lavoro? Come possiamo portare un messaggio, una testimonianza
nel mondo di fuori, se non abbiamo provato a
esaminare insieme la Bibbia, pregato insieme,
senza una liturgia troppo complicata e talvolta noiosa! L’aria è surriscaldata e la vecchia figura pastorale indicata nelle risposte
scompare, per far posto ad una visione nuova
non tanto del pastore quanto della comunità
intesa in un senso più dinamico. Interviene
all’improvviso una ragazza che sbotta : Sono
d’accordo con quanto state dicendo e spero
che qualcosa si faccia in questo senso; però
dobbiamo ancora essere grati a certe persone
anziane se si fa qualcosa per i malati all ospedale, per la Scuola Materna, per certe opere
che hanno ancora un valore. Il gruppo annuisce. L’animatore di turno è d’accordo, poi, con
tono di voce un po’ aspro, esclama: Questo è
vero, però non siamo mai stati incoraggiati
nelle nostre iniziative : soltanto critiche, giudizi duri anziché un po’ più di comprensione
per le idee che cercavamo di tradurre in atto. 11 gruppo fa eco ed approva.
IL PASTORE E LA POLITICA
L’ora sta per finire : c’è ancora un punto
che sta a cuore a un catecumeno: Che cosa
deve fare il pastore e la comunità di fronte a
certe situazioni — egli esclama — dove è in
gioco la giustizia, l’amore del prossimo? Le
faccio un esempio, signor Pastore — prosegue il nostro —: recentemente c’è stalo un
(■< referendum » per Vabrogazione di leggi fasciste, tra le quali ce n’è persino una che limita la libertà religiosa degli evangelici. Ebbene — aggiunge il catecumeno — pensi che
a Pomaretto soltanto 13 hanno messo la loro
firma in Comune; fra questi tredici, m’hanno
detto, c’era anche la firma del pastore e di sua
moglie, e credo che anche in altre comunità
ci si è comportati nello stesso modo. Ma allora, incalza il catecumeno, a cosa serve la festa del XVII dove si ricorda la Libertà, se poi
non siamo neppure capaci di mettere una firma per la libertà di oggi, per noi e per quelli
che sono in galera per reali d opinione,
gruppo approva e poco dopo si scioglie.
^ ^
Pastori, anziani, membro di chiesa, sono un
gruppo unico, dove i doni dello Spirito sono
variamente distribuiti; nes-siino è oggetto, nessuno è passivo, ma tutti insieme collaborano
per l’edificazione della chiesa. « Una corda a
(re capi — dice l’Ecclesiaste — non si rompe
così presto »; così la comunità se saldamente unita alla Parola, ravvivata da essa, non
conoscerà nessuna stortura ne in una via ne
in un’altra, perché fondata sulla roccia (U
Gesù Cristo.
Gu.stavo BoiiciiAHn
Hanno collaborato a questa pagina: F. Coisson, M. Sappè, R. Armand Hugon, A. Gönnet, M. Sibille, E. Genre.
5
3 dicembre 1971 — N. 49
P«g
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
/ DISTRETTO
Plnerolo
NOTIZIE DA FIRENZE
Convegno dei Concistori
La Commissione Distrettuale del I Distretto ha organizzato anche questo
anno un Convegno di studio per i Concistori delle Valli (anziani e diaconi)
su un tema di attualità. L’incontro avrà luogo
MERCOLEDÌ’ 8 DICEMBRE
a S. Germano Chisone, con il seguente programma;
Ore 8.45: Culto.
Ore 9.15; Introduzione al documento, votato dal Sinodo 1971, sul matrimonio
(Bruno Rostagno).
Ore 10.30: Introduzione al problema dei matrimoni misti (Alfredo Sonelli).
Dopo l’introduzione seguirà su ogni tema un dibattito.
Ore 13 ; Pranzo nei locali della comunità di S. Germano.
Ore 14.30: Il problema delle contribuzioni annue e dei versamenti alla Cassa
Culto nel I Distretto in particolare (è preannunziata la presenza
del segretario amministrativo della Tavola, Roberto Comba).
Si prega comunicare al più presto al past. Bertinat al presbiterio di San
Germano il numero delle persone che da ogni comunità parteciperanno all’incontro.
iimimiimiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiimii
Gii amici deiia Scuoia Latina si incontrano
Qualche anno fa era sorto, con una
certa spontaneità, il gruppo degli amici della Scuola Latina. Erano tempi
difficili per il nostro Istituto. La Scuola Media Unita stava affermandosi un
po' dovunque; era nella logica storica
di lasciare allo Stato il compito di
continuare un’opera che per molto
tempo era stata appannaggio della nostra chiesa. Valeva la pena di continuare oppure era meglio liberarsi di
un peso scomodo per le finanze? Si è
scelto di continuare nel comune accordo e nel comune entusiasmo di alcuni ex alunni. Difatti la nostra Scuola
offriva una buona apertura sotto vari
profili: figli di emigranti, all’estero
evangelici della diaspora, casi difficili della zona potevano trovare nella
nella Scuola clima di famiglia adatto.
Non è stato facile, per la Scuola, rivedere le linee pedagogiche proprio in
riferimento ad una situazione radicalmente nuova come tipo di alunni di
diversissima provenienza, compresi
quelli di « buona famiglia ». Ci sono
stati casi molto difficili per i quali
non è stato agevole trovare una via
giusta per ragioni non tutte dipendenti dalla Scuola stessa. Per questo è stato fatto uno sforzo di ricerca da parte degli insegnanti e sono state accettate in buona parte le critiche costruttive. Si è trattato e si tratta, cioè
non tanto di « salvare una Scuola »
ma di vedere ogni anno quello che si
può fare per renderla più moderna,
sempre più aperta ai veri interessi degli alunni in vista della loro personalità vera, costruita nello spirito dello
Evangelo. Seguendo questa linea vale
la pena ancora di spendere tempo e
denaro per lei.
Ex alunni ed amici si sono trovati
per un’agape fraterna all’albergo di
Fleccia e successivamente al teatro
per un programma allestito dalla
Scuola stessa in collaborazione con ex
alunni ed amici.
iiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiMiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiMiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiMiiimiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiimiiiiiiMiiiMiiiiiiii
Un convegno di Unioni Femminili a Pinerolo
Panorama di una notevole attività
anche sociale
Gli allievi « latini» hanno iniziato
con un culto comunitario seguito da
un recital di canti moderni, collocati
in un contesto biblico e con riferimenti alle tragiche situazioni di paesi come la Grecia, il Brasile, il mondo
negro deirAmerica, la Spagna, dove
la libertà è conculcata con raggravante, appunto, che si tratta di paesi notoriamente « cristiani ». Questo non vuol
dire che si assolvano i paesi non « cristiani » come la Russia dove la libertà
è tenuta sotto un controllo non sempre
piacevole.
La Scuola vuole esprimere anche attraverso questo tipo di recital la sua
apertura verso i problemi di fuori, seppure sempre nel contesto ancora delicato dell’adolescenza e con riferimento, come è stato fatto nell’introduzione
al recital, alla Parola di Dio.
Sono seguite: scenette di vita parrocchiale, à la Benjamin Vallotton, con
l’intramontabile « Mimy » ed il suo partner Flavio Micol, canti del « vieux
temps passé » d’un gruppo coralista pomar ino; i vari modi di salutare nel
mondo, scenette mute a « indovinello »,
giochi in scena, ombre cinesi...
Nel corso del pranzo e nel pomeriggio hanno rivolto messaggi: la presidente degli Amici Itala Beux, il dr. Guido Ribet per il Comitato, largamente
rappresentato, il past. E. Geymet, il
dr. Loris Bein che ha recato il saluto
dell’ex alunno avv. S. Peyrot ultranovantenne. Una tazza di thè, un bazar
volante hanno fatto da contorno al
programma pomeridiano, svoltosi davanti ad un pubblico numeroso. La
schiera dei collaboratori è stata molto
impegnata: insegnanti, studenti, amici della Scuola hanno lavorato, seppure in un tempo breve, per rendere simpatico e anche istruttivo il tempo passato insieme. Un grazie di cuore a tutti,
a nome dei partecipanti.
Il cronista
Nei locali della Foresteria di Pinerolo, ha avuto luogo domenica 21 novembre l’incontro delle Responsabili
delle U. F. delle Valli. Malgrado la neve che ha impedito alle rappresentanti delle Comunità più a monte di intervenire, erano presenti 10 Unioni
con circa 40 sorelle, ed il pomeriggio
è stato positivo e ricco di esperienze
personali, dalle quali noi tutte abbiamo attinto nuove forze.
Dopo il saluto della Presidente del
Comitato Nazionale della F.F.V. Ade
Gardiol, ed una breve meditazione
tratta da Giudici 6: 11-16 tenuta da
M. Barbiani, ha avuto inizio lo .scambio di idee ed esperienze di ogni responsabile. Con gioia abbiamo potuto
constatare che malgrado lo spopolamento e l’allontanarsi per causa di lavoro delle più giovani, le Unioni vivono ed operano positivamente. Parecchie di esse si occupano oltre che del
tradizionale Bazar anche dell’assistenza ai vecchi, agli isolati, agli asili infantili, alle case di ripo.so (ed alle Valli sono parecchie) ed inline anche agli
Qspedali sia Civili che Psichiatrici.
Abbiamo potuto rilevare anche l’impegno finanziario fisso di qualche
Unione che così aiuta con il ricavato
altre opere quali il Ferretti, l’opera di
Orsara di Puglia, l’Ospedale Ponticelli di Napoli ed altre ancora.
Interessante l’iniziativa già in atto
? Villasccca di adattare degli stabili
inutilizzati per metterli a disposizione
ùi famiglie indigenti bisognose di un
Periodo di villeggiatura. Questa proposta è stata vivamente appoggiata da
M. F. Coisson, alla quale dobbiamo la
nostra gratiludine per aver ideato rincontro che ci ha ancora una volta confermato la validità di lavorare unite.
Dopo lo scambio di idee la Presidente ha illustrato brevemente i compiti del Consiglio di Collegamento e
rivolto un caldo invito a tutte le par
Domenica 17 ottobre ha avuto luogo
l’Assemblea di Chiesa durante la quale si è discussa la relazione annua
1970-7' e si è ascoltata una breve relazione del deputato al Sinodo.
Si è trattato ampiamente sulle modalità per convocare l’assemblea (tempi e luogo) onde avere una più larga
partecipazione di membri e di sensibilizzare la comunità ai problemi della chiesa che si affrontano in dette
assemblee.
Tutte le attività hanno ripreso il loro normale svolgimento, impegnando
un buon numero di collaboratori; chiediamo al Signore di infondere in tutti
un fedele e volenteroso spirito di servizio alla Sua gloria.
Le sorelle dell’Unione femminile si
sono ritrovate giovedì 11 novembre.
Si è concluso il 1“ ciclo di studio biblico svoltosi su un arco di 5 domeniche, in parte prima e in parte dopo il
culto.
L’argomento « primi capitoli della
Genesi » ha dato modo ai partecipanti
(mediamente una quarantina di persone, divise in 5 gruppi) di riflettere e
di scambiare le proprie opinioni sulle pagine della preistoria biblica.
Il concistoro accogliendo l’istanza
dell’assemblea di chiesa ha deciso che
l’argomento da trattare nelle riunioni
quartierali e di famiglia sia « l’assemblea di chiesa ».
Tali riunioni sono in corso di svolgimento.
Battesimi: Rossano di Forneron Silvano e Vinçon Rina; Giulio Dorian di
Simond Fiorella.
Presentazione: Silvia di Ressent Isidoro e Milano Lidia.
Funerale: Amalia Geymonat.
IIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIi’IIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIllMlllllllimillllllllll
Pomaretto
Prossime riunioni: martedì 7 dicembre a Pomaretto, alle 20.30; mercoledì 8 alla Lausa, alle 20.30; giovedì 9
Paiola, alle 20.30.
Domenica 12, alle 14.30, nella sala
delle attività, riunione di tutte le sorelle della comunità.
La Casa di Riposo “il Gignoro”
Nel dare notizia della inaugurazione di questa Casa di Riposo, abbiamo omesso di fare
menzione dei suoi ospiti, delle possibilità che
vi sono di essere accolti.
Attualmente la Casa ha 24 ospiti, e vi è
posto ancora per una ventina di persone. Le
camerette sono a un letto o a due letti; ognuna ha i suoi servizi ìgenici, l’acqua corrente
calda e fredda, il riscaldamento.
La quota richiesta è di L. 70.000 mensili in
camera a due letti, e di L. 90.000 in camera
a un letto. Non vi sono spese supplementari.
Dal mese di luglio, quando la Casa è stata
di fatto aperta, abbiamo avuto tante richieste
che avremmo in breve esaurito i posti disponibili. Abbiamo preferito indugiare, accettando solo quei casi che richiedevano una pronta
soluzione; questo è stato fatto per garantire
la possibilità di essere accolte anche a persone
evangeliche lontane, di altre comunità. Naturalmente questa situazione di attesa ha un
limite dato dalla necessità... di far quadrare il
bilancio; non potremo ancora a lungo lasciare
la Casa a disposizione, in attesa, mentre i costi di gestione fanno la loro strada.
iiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiifiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiniiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiimiiininiiiiinniiMin
Chi vuole emigrare in Sicilia?
E difficile lavorare con continuità
anche perché l’emigrazione ci ruba i
giovani, non appena sono preparati, e
forse proprio quelli che sono preparati e perché lo sono. Lo sperimentiamo nella città, nella chiesa, nell’unione giovanile, nell’Asilo.
Molti che ci aiutavano sono partiti:
in Canada, o nell’Italia del nord, o a
studiare in città. Qra tocca a Rosaria,
che partirà per il Venezuela. Non è
facile trovare chi la sostituirà.
Intanto, aspettiamo ancora una ragazza che ci possa aiutare (siamo in
ritardo, per questo, anche nello scrivere agli amici).
Intanto, chi resta è sempre più solo
a portare i pesi, che dobbiamo portare (e, di nuovo, occorre continuità;
ma ci vuole costanza per mandare
avanti settimana per settimana rincontro con le maestre che ci siamo ripromessi di avere con regolarità, le
visite alle famiglie, gli incontri con gli
altri asili di Pachino, con gli altri
gruppi operanti in Sicilia, e così via).
Forse ci si può stupire per gli appelli che inviamo, periodicamente, per
cercare l’aiuto di personale specializzato, fuori di Pachino, nel nord, al
iiimiiuiimiiiimiiiimiiiimiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiiiiimiiiiiiiiiiMiiiimiimiiiiiimiiiiiiiiinmiiiiiiiiiii
Il 4 dicembre, con la partecipazione del Mod. Giampiccoli
La chiesa di Torino inaugura
ia nuova casa comunitaria
tecipanti di non mancare al prossimo
Congresso Interdenominazionale c'ne
si terrà a Roma nel prossimo maggio ’72. Sarà un Congresso della massima importanza perché per la prima
volta troverà unite le sorelle protestanti di varie denominazioni. La nostra Presidente fa ancora un appello
per le borse di studio che sino ad oggi hanno dato un valido contributo
non solo alle Borsiste, ma anche alle
nostre Opere che si valgono delle Diplomate.
Fra le proposte fatte in chiusura del
riuscito pomeriggio una particolarmente è da rilevare, e cioè ritrovarsi
ancora.
Per ragioni di spazio abbiamo dovuto sintetizzare questo resoconto; però
vogliamo ancora ringraziare ognuna
delle intervenute per il prezioso ap
porto e dire loro la nostra gratitudine per il lavoro svolto con amore e
fatica. Un grazie affettuoso alla Sig.ra
Dcodato ed alle Sorelle di Pinerolo
che ci hanno ospitato prodigandosi come sempre per accoglierci e confortarci con un guarnito thè.
Voglia il Signore benedire il lavoro
di ognuna di noi e con le forze che
Egli ci dà, permetterci di continuare
ed attuare ciò che Egli vuole che noi
facciamo.
B. M.
iiiiiiiiiiMiiiMiiiiiiiiiiitiiimmtiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiMiixi
Doni in memoria
Riceviamo dalla sig.ra Lilian Pennington
de Jongh la somma di L. 50.000 a favore del
Rifugio Re Carlo Alberto, in memoria di Pia
Léopold.
In memoria di Emilia Gay ved. Peyrot. per
il Rifugio Re Carlo Alberto, le sorelle Estenua, Lidia e Giulia L. 15.000; Ada c Emma L.
10.000.
Non si può dire che la chiesa di Torino si
vanti delle sue opere, non comunque su queste colonne! È tempo di dare concisamente
qualche notizia.
La ripresa autunnale avrebbe dovuto essere
quella del « grande ritorno » nella casa comunitaria ricostruita. Purtroppo ritardi tecnici
non lo hanno finora permesso, ma un po’ alla
volta tutto sta tornando a posto nella nuov.a sede, in tempo per l'inaugurazione che è
fissata per il 4 dicembre : la Claudiana nella
nuova ampia sede a pianterreno, la segreteria
e Pufficio pastorale, la grande sala e i locali comunitari. due alloggi pastorali, la sede dell’ostello femminile. Decisamente i responsabili si sono accorti di quanto sia precario, anche
per un periodo relativamente breve, vivere sotto tende un tempo dell’esodo non trasfigurato
spiritualmente... Tuttavia, nel corso dell’assemblea di chiesa che la sera del 22 novembre
era chiamata a esaminare l'operato del Concistoro e la vita della comunità neH’anno decorso, la Commissione d’esame ha ripresentato la
questione del senso e delPimpostazione della
nostra edilizia ecclesiastica, nel quadro del
problema degli alloggi, assai vivo nella città:
non sono state presentate alternative, ma è stata agitata una problematica che dalla vita e
dalla casa ecclesiastica rimbalza sulla vita e
sulla casa di ciascuno.
La comunità, interpellata dall'ultimo Sinodo, ha in linea di massima accettato (i particolari. importanti, si stanno precisando) che
VOspedale Valdese, del quale ha finora portato la responsabilità, sia ora affidato alla CIOV,
o, meglio, inserito in una ristrutturazione di
questa, che si va studiando. Ciò non
vuol dire che la comunità sia scaricata da
ogni responsabilità riguardo al servizio di questo istituto: potrà e dovrà anzi curare in modo particolare che esso, nel suo lavoro, si senta inserito — più comunitariamente che amministrativamente — nella chiesa.
Si è bene avviato il secondo anno di lavoro
del Centro di ¡ormazione cristiana e di preparazione ai ministeri: due sere per settimana
fratelli e sorelle delle chiese evangeliche cittadine — chi può tutt’e due le volte, chi una
volta sola — si son riuniti per seguire i due
corsi con i quali è ripresa 1 attività del Centro: il martedì sera il past. Daniel Attinger
tratta : La nascita dell Evangelo, dal Gesù storico alTEvangelo secondo Marco, e il venerdì
sera il prof. Peppino Orlando: Autobiografia
del dissenso cattolico (roratore. membro della
comunità genovese di Oregina, viene apposta
a Torino). TI ciclo è iniziato a metà ottobre
con un’assemblea e una conversazione del past.
Paolo Ricco sul tema: Unità della chiesa, unità deirumanità. esso terminerà verso la metà
di dicembre, per riprendere poi in gennaio.
Per la sera del 10 dicembre è indetta una
riunione più ampia fra evangelici e cattolici
“dissenzienti". Se il lavoro si prospetta solido
e suscita vivo interesse nei partecipanti, non
si può dire per altro che la rispondenza dell’evangelismo torinese sia .soddisfacente, tutt'altro.
Uno dei problemi che sono stati e sono sul
tappeto, è la validità della festa natalizia delle
l’estero. Non vi stupite: cerchiamo di
creare, qui, dei quadri, dei responsabili, delle persone preparate professionalmente, e speriamo che il Signore
non si stanchi di chiamare qui dei
credenti, ma non possiamo fare a meno di chiedere ad amici di fuori di venire ad aiutare, non perché siamo deboli — non solo per questo! —, ma
per una questione di giustizia.
Il benessere, il Nord, la fabbrica, ci
tolgono prodotti, forze, mano d’opera.
Sono uomini che se ne vanno, non
più disponibili per le loro responsabilità qui, e purtroppo con poco peso e
poco da dire nei paesi dove sono costretti ad emigrare. Quanti sono venu
ti e vengono ad aiutarci (e ad aiutare
altri gruppi come il nostro), hanno
compreso che il loro lavoro, volontario e convinto, era necessario per noi,
anche come un segno di riconciliazione fra lo sviluppo e il sottosviluppo,
anche per restituire qualcosa a questi
paesi, che finora hanno più spesso dato che ricevuto, e non per convinzione, ma per costrizione.
Sergio Ribet
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiiiiiiiii mmiimmmmimi
Un lutto grave
nella chiesa di Riesi
Scuole Domenicali; esso è stato dibattuto in
una riunione di monitori e gente interessata,
indetta nella sala battista di Via Bertola, e vi
si è poi riflettuto nelle varie scuole domenicali
e chiese cittadine. Al Lingotto, la « festa » è
già stata negli anni scorsi trasformata in una
giornata comunitaria; a Via Nomaglio un’assemblea, dopo il culto, ha discusso la cosa (e
così si farà a Corso Oddone la domenica 5 dicembre, mentre anche la più grande Scuola
domenicale del centro affronta una volta ancora la questione) : vi sono state resistenze serie e motivate all’abolizione della festa, e si è
optato per la giornata comunitaria, sfrondandola di tutto ciò che non sia messaggio evangelico ed espressione di comunione nell'allegrezza, nella riconoscenza e nel servizio; ma
si è respinto l’idea di ua vanificazione del Natale. anzi si è insistito perché si cerchi di rivalutare anche l’attesa che il tempo d’Avvento rianima in noi; cosi i ragazzi della comunità, in particolare i “marginali”, ricevono
a casa, prima delle quattro domeniche d'Avvento e di Natale, un biglietto della loro chiesa: e qualcuno ha preso l’impegno di farlo fra
i propri conoscenti e vicini.
Il salone di Corso Vittorio ha ospitato per
due giorni la « Mostra della Resistenza greca »,
allestita a cura della sezione torinese del Comitato filellenico, presieduta dal nostro fratello, il prof. Tullio Viola, il quale ha pure curato l’organizzazione di una tavola rotonda;
qui per un disguido di comunicazioni una
delle voci è venuta a mancare. La partecipazione di visitatori e di ascoltatori è stata discreta, ma quasi totale l’assenza di evangelici,
a cominciare dai giovani.
La Claudiana, che per ritardi nei lavori di
rifinitura interna non può trasferirsi nella nuova sede fino al principio di gennaio, si prepara
a ricevere prossimamente Tafflusso di pubblico di fine d'anno, e conta sulla venuta degli evangelici torinesi: un buon libro è sempre un dono fra i migliori. g. c.
iiiiiiiiimiimiimiiniiimiiiiiiiimiimMimiiiiiiiiiiiimiii
Per l’Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Alcuni « Amici deirOspedale » sentito il
parere dei Sanitari, hanno deciso di indire una
.sottoscrizione per dotare TAmbulatorio di Oculistica deirOspedale deU’attrezzatura scientilìca indispensabile. Fra le varie attrezzature
figurano un oftalmoscopio, una lampada oculistica, una cassetta di lenti e materiale vario
per un importo di L. 335.000.
Iniziamo la pubblicazione delle prime offerte: Yvonne Codino, in memoria del doti.
Sigfrido Codino L. 48.000; C. B,. Torino
L. 5.000; N.N., L. 5.000; offerte varie raccolte dal Dott. Balzimba L. 70.000; offerte in
memoria della Sig.ra Maria Bianciolto-Meyer
L. 20.000.
Inviare le offerte a Ade Cardini. Viale Trento, 12 - 10066 Torre Pellice.
Non appena la somma sarà raggiunta si procederà immediatamente alFacquislo dell'attrezzatura.
GIUSEPPE PISTONE
L’8 novembre, dopo un mese e mezzo di ricovero ospedaliero, nell’attesa
della resurrezione in Cristo, è morto
a Pistoia il nostro fratello Giuseppe
Pistone, figura veramente eminente
dell’evangelismo di Riesi.
Nato nel 1895 da genitori cattolici,
fin dalla tenerissima età di sei anni
aveva iniziato a lavorare nella miniera di zolfo, vero inferno dei vivi, le
cui sofferenze ed il cui abbrutimento
il nostro popolo ha conosciuto per
quasi un secolo.
Nella miniera rimase fino all’età di
32 anni quando emigrò negli Stati
Uniti d’A. alla ricerca di un lavoro
meno duro e meno nocivo alla salute.
A Boston conobbe Tevangelo tramite
suo cugino il pastore metodista Salvatore Giambarresi. La conoscenza
dell’Evangelo gli ha dato una svolta
decisiva nella sua esistenza. Tornato
a Riesi fu accolto dalla chiesa valdese
di Riesi nella quale ha portato il suo
contributo di credente impegnato.
Della chiesa è stato diacono prima,
anziano poi. L’anno scorso fu nominato presidente del consiglio, ma ormai
l’età e la malattia gli impedirono ogni
partecipazione alla vita della chiesa.
Giuseppe Pistone non ha mai cessato di render testimonianza al Signore
nella città e d’esser d’esortazione e di
stimolo nella chiesa. Egli viveva per
la sua chiesa. Quando già era molto
anziano e malato avrebbe potuto andare a vivere col figlio, il pastore battista Giacomo Pistone che ha sempre
avuto ner lui tenera cura, ma ha sempre insistito di rimanere a Riesi solo
per la sua chiesa colla quale voleva
dividere la propria vocazione. Si decise a partire solo un anno fa quando
le condizioni di salute rendevano ormai impossibile la sua permanenza a
Riesi. Così è morto lontano, ma pure
è sempre presente fra i fratelli per il
ricordo e l’esempio.
Alla vedova che è ora col figlio, al
figlio stesso pastore a Pistoia ben conoscuto a Riesi dove spesso ha predicato, a tutti i familiari, esprimiamo la
nostra solidarietà e la nostra speranza. T. È.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Carlo Boucharid
profondamente commossi per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro Caro, ringraziano
vivamente tutti coloro che con fiori,
scritti, parole di conforto e di presenza si sono uniti al loro grande
dolore.
In particolare ringraziano i Dottori
De Clementi e Bertolino, il Pastore
Pons, Titolari e Maestranze della Ditta Martin e C., i compagni di leva e
tutti gli abitanti della borgata Ciampetti.
S. Germano Chisone, 30 nov. 1971.
6
pag. 6
N. 49 — 3 dicembre 1971
I NOSTRI GIORNI
UOMINI, FATTI, SITUAZIONI
Chiesa e mafia in Sicilia
I comunisti e l’Europa
Si sono tenuti al palazzo dei congressi deU’EUR a Roma i lavori del
convegno dedicato a « i comunisti e
l’Europa » e organizzato dal Cespe, il
centro studi del partito comunista italiano, congiuntamente ai relativi gruppi parlamentari. Hanno partecipato
gli inviati di sedici paesi europei e i
rappresentanti di un ampio arco di
forze politiche italiane, dal psi al
psiup, al pri, alle Adi. È stato un incontro di partiti e di organizzazioni
sindacali europee che cercano la strada per superare le divisioni del passato e le nuove realtà sociali del continente.
Non è il caso di riferire sul dibattito, vastissimo, che ha sentito le varie
voci e le varie tendenze: i giornali ne
hanno riferito infatti assai ampiamente.
Quel che vorremmo sottolineare è
invece il fatto che non si potrà mai
parlare di un’Europa libera e indipendente dai blocchi economico-militari
senza pensare al continente intero, in
modo che esso possa sbaraccare la
sua enorme macchina bellica e tutte
le altre sovrastrutture che ne impediscono la realizzazione. Si verrebbero
così a rendere disponibili vaste ricchezze che finalmente potrebbero
adempiere al vero scopo per cui ci sono state date.
Il comunista on. Amendola, che è
stato un po’ il protagonista di questo
incontro, dopo aver affermato che il
più forte partito comunista dell’Europa occidentale non potrebbe mai accettare la riduzione dell’Europa alla
parte capitalistica, ha soggiunto:
« non siamo così chiusi, dogrnaticamente, da non vedere che la difficile
opera di costruzione socialista (alludendo all’Est) richiede più avanzati
sviluppi democratici ». Ha anche detto che da parte comunista non si vuole « portare questa parte d’Europa nell’altro campo » ma annullare la linea
di demarcazione delle attuali due Europe.
Per questo, occorre appunto che da
una parte si modifichi profondamente
la spietata e disumanizzante logica dell’economia « di mercato » e dall’altra
vi siano liberalizzazioni del sistema
collettivistico sì da rendere al singolo individuo la sua piena personalità.
È questa una concezione che _dovrebbe trovare pienamente consenziente un cristiano, che deve cooperare alla creazione di questo nuovo continente, senza tema di parere un utopista o un visionario, ma nella ferma
convinzione che solo colla stretta coljaborazione e fratellanza fra i popoli
si può pensare di arrivare — prima o
poi — a un mondo migUore.
Poliziotti e generali
L’inconsueta marcia silenziosa di
protesta dei poliziotti che sfilarono a
Torino recentemente, in libera uscita,
contro il servizio troppo gravoso, contro la rigidissima disciplina, contro la
troppo poco libertà, contro le esasperate punizioni (e di cui abbiamo già
scritto nel numero del 12 novembre)
ha avuto un primo epilogo. Due dei
maggiori responsabili, condotti in aula ammanettati come pericolosi criminali, sono stati condannati dal tribunale a cinque mesi e dieci giorni senza condizionale per « concorso in attività sediziosa aggravata ». Lo stesso
pubblico ministero aveva chiesto i benefici di legge. Non solo, ma sono stati
rinviati gli atti al p. m. perché in base
a una denuncia del comandante agisca
in base ad altri reati eventualmente
riscontrabili: la cosa significa che potrebbero comparire davanti al tribunale gli altri agenti riconosciuti come
partecipanti alla dimostrazione.
Mentre siamo in campo militare desideriamo segnalare (è una notizia che
non abbiamo trovato sulla grande
stampa quotidiana) T interrogazione
che il presidente del gmppo parlamentare socialista ha presentato al ministro della difesa, il socialdem. Tanassi, per sapere quanto di esatto vi è nel
discorso del capo di stato maggiore,
gen. Mereu, pronunciato tre mesi fa.
Ne dà notizia il settimanale Tempo
che definisce la cosa come un colpo di
bomba a scoppio ritardato, ma che
potrà ancora fare un bel rumore.
In questo discorso, tenuto in occasione del gran rapporto ai comandanti delle grandi unità e in particolare
ai capi di s. m. del V corpo d’armata,
egli avrebbe detto che fra i giovani
che vengono alle armi, molti risultano
« tarati sotto l’aspetto morale e politico » per cui si rende necessario predisporre all’interno delle caserme dei
« manometri-spia » costituiti da militari di massima fiducia, da scegliersi fra
elementi di destra, e premiati con
« permessi, somme di denaro, ecc. ».
A confermare queste tesi che preferiamo non definire, oltre a molti testimoni vi è il precitato rapporto del
gen. Mereu, un testo di dieci cartelle
aperta dal seguente preambolo: « E
indispensabile che tutti pensino allo
stesso modo ». Seguono sei capitoletti
(come precisa sempre il settimanale)
di significato non equivoco. Vi si parla fra l’altro dell eventuale impiego
delle forze ordinarie per il mantenimento dell’ordine pubblico e si prescrive a tale scopo la formazione di
plotoni selezionati « togliendovi le sco
rie e non immettendo i noti contestatori ». In caso di propaganda « eversiva » all’interno delle caserme, vi dovrà essere una reazione molto energica e militari scelti dovranno svolgere
la funzione di « pestatori ».
Il rapporto di Mereu è anche stato
a suo tempo giudicato dal sen. Farri
su L'astrolabio. Egli vi denunciava
« la mentalità di caserma » e deprecava « la coloritura di parte buona forse
per quel tanto di gioventù fascista che
va alle armi... Ma questa dichiarata
fede politica di destra, congiunta al
filofascismo trasparente di certi alti
comandi, porta un peso non indifferente alle soluzioni di destra che incombono sulla prossima congiuntura
politica del paese... ».
Ora Tanassi dovrà rispondere all’interrogazione; frattanto i comunisti si
riservano di presentare al parlamento
una specie di « statuto del soldato »
che prevede anzitutto la riforma dei
codici e regolamenti in stridente contrasto colla costituzione e la democrazia.
L’accordo
anglo-rhodesiano
E con vivo senso di sconforto che
dobbiamo registrare il raggiunto accordo fra il governo conservatore inglese e la Rhodesia, lo stato razzista
dell’Africa del sud dove una esigua
minoranza bianca di 250 mila individui opprime con leggi fasciste la locale popolazione africana che ammonta a cinque milioni.
La Gran Bretagna infatti, coll’accordare « l’indipendenza legale » alla Rhodesia dopo che quest’ultima proclamò
unilateralmente la propria indipendenza nel novembre del 1965, non solo
ha firmato « una resa » — come l’ha
definita l’opposizione laburista — ma
(e questa è secondo noi la cosa più
grave) ha praticamente avallato la politica di Jan Smith colla pretestuosa
e del tutto irreale affermazione che
questo nuovo progetto di accordo allarga la possibilità di un’andata al potere degli africani.
Abbiamo detto « progetto » perché la
cosa deve essere ratificata dal parlamento dove indubbiamente vi saranno durissime battaglie, ma è previsto
che la superiorità numerica del governo gli consentirà quasi certamente di
ottenere il consenso dei Comuni. Si
dovrà poi consultare il « popolo rhodesiano » (leggi: i bianchi dato che,
su 100 deputati i neri sono 16) che,
col suo « sì » diventerà indipendente.
La possibilità del vero popolo rhodesiano di esser rappresentato in modo adeguato sarebbe data, secondo le
affermazioni dei conservatori inglesi,
dal fatto che la nuova costituzione
rhodesiana, che dovrà essere varata
dopo « l’indipendenza », dovrà consentire « un governo rappresentativo
della maggioranza ». Ma chi farà rispettare questo dettato della costituzione? Non certo la Gran Bretagna
che diminuirà sempre più la sua capacità di agire sulla politica di Salisbury. Intanto Jan Smith — secondo
la stessa dichiarazione del ministro
degli esteri britannico — nell’annunciare un generico proposito di « ridurre la discriminazione » ha già fatto
presente che possono sorgere « fattori
contrari che il governo non potrà trascurare ». E, come ben si sa, i « fattori
contrari », per chi detiene il potere,
sono quanto mai agevoli da reperire
o da fabbricare.
Roberto Peyrot
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
UNA NUOVA DEFINIZIONE
DELLA DEMOCRAZIA
La parola « democrazia » è una
delle più usate, ma anche di significato più discusso. Tutti credono di saltere che cos’è la democrazia, eppure
è frequente il caso in cui, discutendo
di politica, le due parti intendono con
quella parola (inclusi i suoi derivati)
due condizioni sociali diverse, talora
totalmente diverse. Ciò accade per es.
in una discussione fra un « democratico cristiano » e un marxista, quando
questo parla delle « democrazie socialiste » (cioè dei regimi politico-sociali
oggi dominanti negli Stati dell’Europa
Orientale satelliti dell’URSS).
Ma è purtroppo anche vero che talvolta si adoperano appositamente certe parole in senso dubbio, per nascondere dietro di esse delle imposture!
Molte definizioni della democrazia
sono state date durante i secoli. Togliamo da un articolo di Lucien Maison su «Le Monde» del 27.11.’71, una
definizione che crediamo nuova e stimiamo particolarmente interessante:
« Il problema della democrazia autentica, della vita d'oggi, è quello dell'accesso, più aperto possibile, di ciascuno alla cultura. Tutto quel che contribuisce a ostacolare quest'ambizione
collettiva, ufficialmente accettata o addirittura valorizzata, non è propriamente altro che menzogna e, per il
fatto che tende a perpetuare certi privilegi in un clima di abuso e di fiducia, dev'essere riconosciuto come un
crimine ».
Ma a quale società si applica una
tale definizione? « Accesso di ciascuno
alla cultura »: condizione certo estranea al mondo capitalista. Accesso nel
modo « più aperto possibile », quindi
libero (nel rispetto più assoluto delle
tendenze e preferenze personali): condizione estranea al comunismo sovietico. Crediamo perciò che il termine
« rivoluzione culturale » si riferisca
non solo, e non tanto, alla ricerca di
nuovi contenuti della cultura, ma a
quella di nuovi metodi (per rendere
accessibile la cultura) appunto per
ciascuno, cioè per tutti, e nel modo
« più aperto possibile ».
In che misura invece il comunismo
cinese, o quello di taluni piccoli paesi
comunisti. Cuba per es., sia in grado
di risolvere il problema, cioè sia in
grado di creare una società veramente
democratica nel senso detto, è cosa
che potrà essere valutata in un avvenire certo non prossimo.
UTOPIA O REALTA’ POSSIBILE?
Nell’attesa d’una tale possibilità
di valutazione, vale la pena di meditare su una proposta, tanto strana
quanto geniale, di Ivan lllich, scrittore e pensatore francese non molto noto: la proposta, niente meno, di... abolire tutte le scuole!
«Nel suo recente libro “Una società
senza scuola", lllich denuncia la scuola concepita come un'istituzione, in
quanto contraria ad ogni criterio d’educazione.
Bisogna, secondo lllich, farla finita
con la scuola (così come già si fece
con la monarchia), prima di tutto
perché è una sorgente d’illusioni. Infatti la scuola pretende:
di essere il luogo privilegiato dell’educazione ( ma dove s’impara a comprendere il mondo reale?);
di offrire a ciascuno delle uguali
possibilità d’avvenire lavorativo (ma
se l’essenziale dell’educazione risulta
dall’ambiente socio-culturale, dov’è la
uguaglianza?);
di essere un servizio pubblico
(mentre in realtà essa serve un sistema economico privato o para-privato).
Farla finita con la scuola, in secondo luogo, perché in essa il sapere divulgato è prefabbricato (come ogni
altro prodotto di consumo), è obbligatorio (senza diploma non ci son vie
aperte), ed è una perfetta mistificazione perché crea confusione fra l’acquisizione delle conoscenze (cioè il nozionismo) e la formazione culturale.
Infine i valori che la scuola impone,
essa li monopolizza in nome della neutralità, dopo averli vagliati, standardizzati ed istituzionalizzati: ecco che
il prodotto confezionato dall’industria
scolastica è pronto per esser consumato e per produrre altre istituzioni.
Per lllich, “l’educazione” è tutt’altra
cosa. Essa dev’essere al servizio dell’individuo, e non della società manipolata e manipolatrice; dev’esser radicata nella realtà sociale (lllich ricorda che, nella discussione d’un progetto presentato nel “Programma di Gotha”, Marx protestò dicendo che l’educazione dei giovani non poteva farsi
che entro il mondo del lavoro); deve
essere permanente, accessibile tanto
agli adulti quanto ai bambini; e infine
dev’esser libera (in nome di qual principio si pretende d’imporre a un essere umano qualunque, un tipo d’educazione precostituito, non importa in
qual modo?). L’educazione è una scelta personale.
Pensate quali reazioni saranno sollevate da questa riformulazione del problema della scolarità obbligatoria! E
soprattutto in coloro che considerano
tale scolarità come una conquista della democrazia, dimenticando che la
scuola che essi esaltano, contribuisce
a riprodurre proprio quella società
consumistica che cs.si pretendono condannare!
Se l’essenziale è apprendere ad
esprimersi, a comunicare e ad incontrarsi col nostro prossimo, e se d’altra parte è necessario procurarsi i
mezzi di controllo sulle istituzioni, e
non più .sottomettersi passivamente a
queste, allora occorre che siano inventati altri modi d’educare.
Orbene, arrivato a questo punto,
lllich propone quattro direttive d’educazione, le quali potrebbero sostituirsi alla scuola conte istituzione. La prima direttiva metterebbe a disposizione del pubblico gli “oggetti educativi”,
cioè gristrumenti, le macchine e gli
apparecchi utilizzati per l’educazione.
La seconda direttiva sarebbe un sistema di “scambi di conoscenza”, i quali
permetterebbero a tutti quelli che desiderano trasmettere una certa competenza, e a tutti quelli che desiderano acquisire una certa conoscenza specifica (come leggere, scrivere, scrivere a macchina ecc.), di riunirsi. La terza direttiva sarebbe un’organiz.zaz.ione
che faciliterebbe gl’incontri fra “veri
(segue da pag. 1)
b) « L'organizzazione mafiosa alligna là dove vi è una ideologia maficsa, cioè ove la propria ideologia viene affermata con il delitto e la violenza. Nulla di più utile alla mafia, quindi, sentirsi accettata dei fedeli quanto
la constatazione del silenzio su un così terribile problema. Va precisato
inoltre che il silenzio in materia di
mafia ha sempre il significato di omertà e l’omertà è la forza coesiva che
tiene legati i mafiosi ».
Alla domanda: « Come il clero potrebbe agire contro la mafia? » l’Ón.
Pantaleone, con quella sensibilità spirituale che gli è propria, risponde:
« Il clero può agire contro la mafia:
a) non accettando l’autorità, ci-è
non soggiacendo a pressioni, rifiutando ogni raccomandazione, evit.ndo lo
spettacolo della manifesta amicizia,
tenendo un atteggiamento rigido tale
da mortificare la prosopopea del boss;
b) creando attorno ai mafiosi il
disprezzo, sicché la gente non si inchini ad essi, ma li isoli e li metta al
bando;
c) lottando per il mutamento di
mentalità nella popolazione (e la Chiesa può farlo) sicché proprio nello spirito del Vangelo vi sia l’impegno dei
credenti nella lotta contro la prepotenza, l’astuzia e la violenza;
d) modificando l’atteggiamento finora tenuto, per i problemi elettorali:
tra i partiti politici in stato di accusa, c’è la Democrazia Cristiana. Si dice in sostanza che la mafia serve la
D.C. nelle competizioni elettorali e la
D.C. favorisce la mafia per l’inserimento nell’industria del potere. Su
questo specifico argomento il clero dovrebbe prendere posizione condannando il connubio niafia-partiti politici e
soprattutto lavorando per l’isolamento dei politici della D.C. indiziati, accusati di collusione con la mafia.
e) A mio avviso l’azione pastorale dovrebbe essere volta alla preparazione catechetica dei giovani:
1. con una denuncia della mafia,
fatta con regolarità e con metodo nella predicazione;
2. per il rifiuto dell'appoggio della mafia nelle iniziative di carattere
cattolico, per non uscirne con le mani legate;
3. per considerare il mafioso come un lebbroso da inserire nella società, dopo la sua guarigione ».
Ritengo che da queste indicazioni,
fatte da un laico, ci siano delle indicazioni abbastanza chiare ed esaurienti, per potere trarre ispirazione
per un’azione missionaria e pastorale
efficace.
Ma per maggiore completezza, non
possiamo fare a meno di riportare
una parte dell’intervista rilasciata da
Mons. Giuseppe Petralia, vescovo di
Agrigento a « Rocca », quindicinale
della «Pro Civitate Christiana», n. 11,
1 giugno 1971, Assisi, sulla mafia e la
responsabilità della Chiesa.
Le reticenze della Chiesa
« La reticenza della Chiesa — ecco
la scottante questione posta al vescovo agrigentino — nel denunciare questi delitti (della mafia), l’appoggio di
certi vescovi e preti ad ambienti politici compromessi con la mafia, la presenza di prelati a cerimonie ufficiali
accanto a personalità notoriamente ritenute mafiose, hanno fatto nascere
nell’opinione pubblica l'immagine di
una Chiesa che, alla fin fine, con la
mafia non va in disaccordo. Non pensa che vada chiarito questo equivoco,
anche a costo di perdere in potere per
guadagnarci in fedeltà alla giustizia? »
« Una volta un allo prelato — risponde Mons. Petralia — tentò, per
troppo amore, di difendere la Sicilia,,
sostenendo che la mafia non esisteva:
ma non era un prelato siciliano. Ad
ogni modo va negato che vi sia una
qualsiasi convivenza fra Chiesa e mafia. Non è vero, egli dice, che la Chiesa abbia sempre taciuto »..« Tuttavia^
egli aggiunge, alcuni sacerdoti possono essere succubi di una certa educazione e possono essere portati a difender gli interessi di una certa casta. E possibile, soprattutto nei piccoli paesi, che dei mafiosi si mostrino
rispettosi ed ossequiosi verso il parroco ed è possibile anche vedere un
sacerdote accanto ad un uomo dalla
coscienz.a sporca ». Ma egli si chiede
« se era compito del sacerdote denunciare dei delitti di cui nessuno era
certo ».
« Per andare alla radice del problema — dice Mons. Petralia — credo
che la cosa più necessaria sia la diffusione dell’istruzione dell’obbligo e della istruzione professionale, in modo
da eliminare le cause profonde della
miseria morale e materiale... Per quanto mi riguarda insisto sulla educazione civica, sociale, morale che aiuti i
giovani a superare certi pregiudizi, come il falso senso dell’onore e persino
il dovere sacro della vendetta. Qui
può fare molto la Chiesa ».
« In passato — egli aggiunge — probabilmente per quel tipo di predicazione piuttosto generica e moralistica
che si praticava, non si è insistito abbastanza sulla condanna di codesti
pregiudizi sociali. I sacerdoti avrebbero dovuto parlare più alto e con
maggiore chiarezza del precetto della
carità che, purtròppo in certi ambienti, viene confuso con la debolezza...
Ma la carità cristiana non è vigliaccheria, è crescita della personalità.
Queste cose bisogna insegnarle a scuola, inculcarle direi quasi ai bambini
in culla, farle penetrare negli ambienti familiari e trasformare in costume
sociale. Si è forti e rispettabili non
quando s i vendicano le offese, ma
quando si sanno dominare gli istinti,
i rancori, le rivolte e ci si aiuta insieme a vincere il male. I genitori in
passato insegnavano ai figli che non
dovevano farsi passare la mosca sul
naso. Ad uno cui era stato ammazzato il padre, chi stava più vicino gli diceva: “Tuo padre mangia terra e il
suo assassino passeggia libero per le
strade”. Così il rancore veniva alimentato nel -cuore, covava silenziosamente
e, ad un certo momento, esplodeva
uccidendo. Tutto questo dovrà scomparire. E noi, ministri del Vangelo,
faremo di tutto perché si stabilisca
un nuovo costume ».
Parole come queste aprono il cuore
alla speranza, alla fiducia. Se la fede
cristiana non è ancora venuta meno,
dobbiamo e possiamo credere che i
principi eterni dell’Evangelo di Gesù
Cristo possono ancora rinnovare e salvare la generazione di domani.
Pietro V. Panascia
iiiiiiiiiiimiiiiMiinmiiiiiiiiiiiiiiiiMiii»iiiiiiimiiiiiiiiMiMtiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiim""iiiiMiiiiiiiiiiiiiiMiii
Uh ri
per i nostri ragazzi
OLTRE I 12 ANNI
Giuseppe Bufalari e Vladimir Kolar Adriatico mare della pace. Ed. Giunti (Bemporad Marzocco), Firenze e
Casa Ed. Mladinska Knjiga, Lubiana.
Chi vive sulla sponda dell’Adriatico,
tra Venezia e il Gargano, chi ama l’Adriatico e lo frequenta forse d’estate,
non dovrebbe passare accanto a questo libro, un vero tentativo, tipograficamente e redazionalmente davvero
riuscito, di gettare come un ponte tra
le sue due rive.
L’esperienza dell’italiano Bufalari e
dello jugoslavo Kolar, due scrittori
amici che insieme hanno scritto il libro dopo aver percorso insieme le due
rive, è felicissima: ci conducono di
città in città, di spiaggia in .spiaggia;
mostrandoci le somiglianze dei due
paesi nella storia passata, nella terra
di oggi dove brulicano gli uomini che
vivono sulle due, sponde di questo
grandissimo ’lago’. Le illustrazioni sono splendide e significative e ispira
iiiiiiliiiiiliiiilMiiiiiiiiiiiiiiiinmii"iiiiiiililliiiiiiiiiiiiiiil
uguali” (indipendentemente dall’età,
dal sesso e dall’origine sociale), raggruppati non più entro le categorie
dell’apprendimento, ma attorno ad argomenti di studio che suggeriscano
problemi di valori (della vita concreta). La quarta direttiva consisterebbe
in un gruppo d’educatori messi a disposiz.ione di cittadini, i quali potrebbero trovare in loro degl’insegnanti
temporanei, senza correre il rischio di
cadere entro gli schemi abituali del
rapporto di dipendenza ».
(Inizio d’un lungo articolo sull’argomento, pubblicato da « Le Monde »
■ del 26.11.’71).
Proposta di rivoluzione culturale,
come si vede, e di quale portata!
no, come tutto il testo, sentimenti di
comprensione, di superamento dei
confini e delle prepotenze: « Non molti anni fa laggiù ho visto dei carri armati. E più in là c’erano delle trincee
e tanti fili spinati. Più avanti c’erano
i campi delle mine. Soldati da ogni
parte, un’aria tetra e inquieta. Ricordi quei tempi nei dintorni di Trieste?
— Non era odio — disse Giuseppe —
altrimenti non sarebbe possibile spiegare oggi tutto questo ».
Giorgio La Pira introduce il libro
auspicando una « convergenza » tra le
due sponde, una nuova via di pace.
George Orwell - La fattoria degli animali - « Classici di ieri e di oggi ».
Mondadori Ed. L. 1.600.
Mondadori ha stampato in una edizione maneggevole e adatta ai ragazzi il noto classico inglese. Stanchi di
soffrire e di essere maltrattati, gli
animali di una fattoria si sollevano,
cacciano il proprietario e stabiliscono
una legge di uguaglianza fra tutti loro nella fattoria. I capi della rivolta
sono due maiali che finiscono con lo
imporsi su tutti: pretendono i cibi migliori, l’inno rivoluzionario finisce con
l’essere un inno in loro onore e alla
fine tutti sono convinti di essere uguali, ma che qualcuno « è più uguale degli altri ». E un libro pieno di brio
che contiene una sua profonda filosofia, restando sempre divertente da leggere.
Berta Subilia
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960 ^
Coop. Tip. Subalpina - Torre Pellice (Torino}'