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Anno 128 - n. 46
27 novembre 1992
L. 1.200
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Ck
V .
._________ delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE E\ÀNGÉLICHE WDESTTlÑ^ÓDIsrE
RAZZISMO
Responsabili
1*1 Germania due giovani uccidono un uomo credendolo « eftreo »; i naziskin danno l’assalto ad ostelli che ospitano stranieri e asylanten. Negli stadi del
nostro paese si levano cori contro giocatori di colore chiamati
«sporchi negri» o «terroni».
»lU treno che porta a Torre Pelhce si possono leggere graflati su
«Baggio (U calciatore della Juventus) ebreo ». La televisione
CI porta in casa immagini di un
extracomunitario a terra con un
poliziotto che gli mette un piede sul collo tra Tindifferenza dei
suoi colleghi: il questore di Roma parla di « eccessi ».
Il razzismo, l’odio per il diverso, non è solo più un sintomo
di un malessere sociale che tocca qualcun’altro con cui noi non
veniamo a contatto, ma una realta che sperimentiamo quotidianamente. Ciascuno di noi conosce di persona un razzista. In
genere è una brava persona che
fa il suo dov'ere sul lavoro, in
classe. Non è sicuramente un estremista, gli piace solo raccontare barzellette sugli ebrei o sui
terroni. Non manifesta insieme
ai naziskin, è indifferente a ciò
che succede perché non si occupa ^di politica. Lui lavora e
proprio non gli va giù che i negri siano arrivati fin qui; che se
ne^ stiano a casa loro e, se proprio dobbiamo aiutarli, mandiamogli dei soldi perché vivano lì.
La normalità è razzista? E’ la
domanda che sempre più spesso mi faccio. E dopo questa ne
viene subito un’altra: perché?
chi sono i responsabili?
Tra le tante spiegazioni del
razzismo ricordo quella di Ernest Simmel: « La vita degli uomini nella .nostra civiltà è estremamente difficile da condurre,
perché l’individuo deve vivere al
di sopra delle sue capacità mentali, ossia da una parte non ha
abbastanza gratificazioni e sublimazioni che soddisfino il suo desiderio di amare e dall’altra non
ha abbastanza possibilità di scaricare le sue tendenze distruttive provocate dalle sue frustrazioni (...). L’individuo moderno
tende sempre più a rinunciare
alla sua vita individuale e annientare il suo io nella folla».
Allora se la folla è passivamente razzista, l’antirazzismo deve
diventare per noi singoli, per noi
chiese,^ una sorta di pedagogia
quotidiana. Non basta più solo
condannare, scrivere lettere di
solidarietà, partecipare a manifestazioni. Occorre capire che
anche noi — che siamo antirazzisti — siamo responsabili dei
comportamenti della folla quando manteniamo il silenzio di
fronte al razzismo della normalità quotidiana.
« Sono io forse il guardiano dì
mio fratello? » è la domanda
che ci facciamo.
Sì: lo siamo.
-------ALTRO PASSO VERSO LA PIENA PARITÀ’
Le donne anglicane vescovo
Mese cruciale, quello di novembre, per la questione dell’ordinazione delle donne nella Chiesa anglicana. Dopo la storica decisione del Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra di aprire alle donne la strada del sacerdozio (11 novembre).
Intanto, venerdì 19 novembre,
è stata consacrata a Washington la terza donna vescovo anglicana del mondo; dopo Barbara Harris (febbraio 1989), vescovo ausiliario del Massachusetts,
(USA) e Penelope Jamieson (novembre 1989, vescovo ordinario
di Dunedin, Nuova Zelanda), riceverà l’ordinazione episcopale
la reverenda Jane Holmes Dixon,
54 anni, sposata e madre di tre
figli. Attualmente Rettore della
chiesa di San Filippo a Laurei
(Maryland) e presidente del
Consiglio diocesano di Washington, prete dal 1982 dopo aver
studiato teologia al Virginia
Theological Seminary, Jane Dixon assumerà l’incarico di vescovo ausiliare della diocesi di
Washington della Chiesa episcopale (anglicana) USA.
Al momento della sua elezione,
avvenuta il 30 maggio 1992, Jane Dixon aveva dichiarato:
«Questa nomina significa ben
più che Jane Dixon, E’ la con
Memhri del Sinodo della Chiesa d’Inghilterra al dibattito sull'ordinazione delle donne, svoltosi a Westminster.
ferma del fatto che tutti, uomini e donne, siamo creati a immagine di Dio ». La prima donna vescovo anglicana. Barbara
Harris, ha affermato che nella
scelta di Jane Dixon « ben più
importanti del suo sesso sono
state le sue capacità pastorali,
di insegnamento e di cura d’anime. La sua elezione è un altro
passo in avanti della nostra
chiesa nel riconoscimento, nell’accettazione e nell’affermazione dei doni che così tante donne portano al popolo di Dio ».
11 primate della Chiesa episcopale USA, Edmond L. Browning,
in un messaggio di felicitazioni
a Jane Dixon ha affermato che
la presenza di donne vescovo « è
GRAZIA DI DIO E PREDICAZIONE
La Paróla creatrice
« Signore, considera le loro minacce e concedi
ai tuoi ser^tori di annunziare la tua parola in
tutta franchezza» (Atti 4; 29).
Giorgio Gardiol
Al LETTORI
Questo è il penultimo numero
della serie La Luce/L’eco delle valli valdesi. A partire dall'H dicembre verrà pubblicata Riforma che
si accoppierà a L'eco delle valli
valdesi. Gli abbonati riceveranno
sia Riforma che L'eco delle valli
valdesi.
Potrebbe essere utile riflettere sul fatto che
tutti i vocaboli usati dal Nuovo Testamento per
definire la_ predicazione indicano il « processo di
comunicazione », senza riferimenti al « contenuto »
del discorso.
Ed allora il fatto che il contenuto non riguardi piu il concetto di predica nel senso comune del termine potrebbe spingerci ad interrogarci
sull effettiva produttività della predicazione tradizionale nella nostra situazione sociologica e nell ambito istituzionale della liturgia cultuale.
In effetti per mettere le persone in condizione di giudicare e di agire così come l’evento e
l annuncio di Cristo impone, meglio sarebbe ricorl’^i'e al dialogo anziché al monologo; ossia volgersi alla ricerca di un modo adeguato di vedere e
di operare nelle concrete situazioni della vita sociale, piuttosto che contare sull’appropriazione interiore di un insegnamento non sempre privo di
astrattezza e di eccessiva specializzazione.
Del resto i Vangeli ci fanno intendere limpidamente che la predicazione del Cristo altro non
era se non un dialogo con i suoi ascoltatori, con
continui e serrati richiami alla loro concreta espenenza. E il luogo di questi dialoghi non erano né il
tempio, né la sinagoga, bensì le piazze, i mercati
o le strade; i luoghi, dunque, nei quali la gente si
incontrava^ con maggior frequenza. E ciò che dava
a questi dialoghi il carattere di predicazione non
era il luogo privilegiato, e neppure il tono o discorso qualificato, bensì la forza convincente e
rinnovatrice ed operante nelle parole; né possiamo Ignorare le conseguenze derivanti, per la '
comprensione della predicazione, dal fatto che le
regole della comunicazione sociale sono state profondamente mutate dai mass media, dalla mobilita della vita moderna, oltre che dalla labilità dei
rapporti interpersonali.
Certo, l’annuncio della Parola di Dio non è
nostro, ma di Dio. Non solo in senso oggettivo
ma anche in senso storico. ’
E la Parola di Dio è creatrice — come diciamo spesso — ma è creatrice perché è nelle mani
del Creatore, il quale solo può infrangere lo spessore dell’ostilità sempre presente e rendere efficace una parola negletta, respinta, combattuta.
Noi possiamo fare dei sermoni ascoltabili, ma
non ascoltati. L’efficacia appartiene a Dio. Éd è
questo che intende esprimere il testo di Atti 4: 29.
In sostanza, come osserva Karl Barth «dobbiamo servire la maestà della Parola divina, la
quella. £ lo stesso Iddio quando pavía nel jnentve
che agisce ».
Ecco dunque come riusciamo a superare il disagio che il monologo insito in una liturgia solenne, ma non adeguatamente partecipata, ci crea.
E’ perché — come scrive Rudolf Bultmann —
la predicazione cristiana si qualifica per mezzo di
CIO che « l’uomo non è in grado di dire da sé », e
consiste nel fatto che « viene comunicato l’evento
della manifestazione della grazia di Dio, avvenuta in Gesù Cristo ».
Sappiamo pure che tutte le volte che un parlare diventa predicazione questo sta in stretto
rapporto col ricordo e col ripensamento del sigmficalo e morte di Gesù, frutto delVazione di
Dio che risuscita e che dà al mondo la sua promessa.
E dalla testimonianza della Scrittura che la
predicazione riceve il suo contenuto. Non si fermerà al tentativo di attualizzazione dell’evento
storico, anche se questo apparirà affascinante, ma
SI potrà attendere la prova della sua efficacia solo
là dove sarà in grado di testimoniare, in modo
sempre nuovo, la presenza di Dio che agisce anche nella storia attuale e dove sarà in grado di
rendere credibile la sua promessa.
Gabriele Lala
una conseguenza meravigliosa e
naturale dell’esperienza positiva
che abbiamo fatto per tanti anni con le donne prete ». Il vescovo Browning ha tra l’altro
salutato la decisione del Sinodo
d’Inghilterra « con un’emozione
indicibile », ritenendosi convinto
che l’esperienza americana, in
cui « le donne prete e vescovo
hanno portato pienezza e arricchimento della vita comunitaria » sia servita « da modello per
altre chiese della Comunione anglicana ».
Prima di procedere alla consacrazione di Jane Dixon la diocesi di Washington, secondo l’ordinamento vigente, ha dovuto
attendere il consenso della maggioranza dei vescovi e dei Consigli diocesani delle 119 diocesi
americane.
Un gruppo di anglicani conservatori della Virginia aveva lanciato nei mesi scorsi una campagna per impedire la consacrazione, soprattutto a causa di una dichiarazione della Dixon in
favore dell’ordinazione di preti
omosessuali.
Il Sinodo anglicano
d’Australia
Inoltre si è aperto a Sydney
il Smodo generale della Chiesa
anglicana d’Australia, la più numerosa « provincia » della Comunione anglicana dopo quella
inglese, con circa 4 milioni di
membri, 1.400 parrocchie, 2.400
preti e 138 diaconesse. E’ prevista, in questa sessione, una decisione definitiva sull’ordinazione delle donne.
Non è la prima volta, infatti,
che gh anglicani d’Australia affrontano la questione. Nel 1988
e nel 1989, la proposta di aprire il sacerdozio alle donne fu
bocciata dal Sinodo. Tuttavia il
7 marzo 1992, dopo che la Corte suprema dell’Australia occidentale aveva stabilito che, secondo le leggi statali, la procedura era legale, l’arcivescovo di
Perth, Peter Carnley, ha ordinato le prime 10 donne prete, contravvenendo così alle norme ecclesiastiche della « provincia »
ma non a quelle della diocesi di
Perth, il cui Sinodo diocesano,
per dieci anni consecutivi, si era
espresso in favore del sacerdozio femminile.
Nella sessione del luglio scorso il Sinodo generale australiano ha approvato a larga maggioranza una mozione favorevole
all’ordinazione delle donne. Se
la mozione avesse ricevuto il
consenso dei tre quarti dei votanti (75%), avrebbe avute effetto immediato. Poiché essa ha
ricevuto « solo » il 70% dei voti,
dovrà essere ripresentata alla’
sessione di novembre: questa
volta però sarà sufficiente la
maggioranza dei due terzi per
rendere operativo il provvedimento. E’ quindi prevedibile che
la mozione passerà, e numerose
diocesi australiane hanno già
prcgramrnato una serie di ordinazioni di donne per il mese di
dicembre.
(NEV-)
2
fede e cultura
27 novembre 1992
DIBATTITO A VENEZIA
America: il diverso,
nostro prossimo
Il legame tra evangelizzazione e colonialismo - Pensare un dialogo
tra verità diverse - Protestanti in America: avvenimenti poco noti
Nel pomeriggio di venerdì 23
ottobre, nel locale della chiesa
di Venezia, ha avuto luogo una
tavola rotonda sul tema Le Americhe: il diverso mio prossimo.
Una riflessione interdisciplinare
sulla colonizzazione in Sud e
Nord America. I relatori erano
la professoressa Federica Ambrosini, storica, il professor Massimo Cacciari, filosofo, il pastore
Eugenio Stretti, teologo.
Ha iniziato Federica Ambrosini
con una panoramica dei fatti
relativi alla conquista del Centro e del Sud America. In particolare si è soffermata sul concetto che gli europei avevano
degli indios; a differenza degli
africani, almeno in teoria essi
erano considerati esseri umani,
ed una bolla papale lo confermava: come tali perciò non sarebbe stato lecito ridurli in
schiavitù, cosa che invece effettivamente fu fatta. Per questo
si cercarono giustificazioni di
ordine ideologico e teologico. Sulla scia del pensiero aristotelico
si riteneva che esistessero degli
esseri inferiori, e gli indigeni
erano considerati tali, destinati
perciò a dipendere dagli altri,
ad essere servi se non schiavi.
Per la riduzione in schiavitù, e
per l’eccidio delle popolazioni
indigene, del resto, si cercavano
addirittura pretesti teologici. La
mancata conversione, per esempio, veniva giustificata citando
Luca 14, la parabola del banchetto.
Fra i pochi che si opponevano
Federica Ambrosini ha citato il
noto Bartolomé de Las Casas, il
domenicano spagnolo autore di
una sdegnata cronaca degli eccidi commessi dai suoi connazionali. La sua opera ottenne notorietà proprio a Venezia ma non,
ha puntualizzato la storica, per
motivi umanitari bensì perché
all’epoca della pubblicazione la
Repubblica di Venezia e la Spagna erano in conflitto.
Nel corso dei secoli si formarono due correnti di pensiero
circa gli indigeni americani: una
che li condannava descrivendoli
come pigri, lussuriosi, cannibali,
di scarsa intelligenza, effeminati e spesso omosessuali, e ne rapportava in qualche modo riti e
pratiche alla stregoneria ed eresia: l’altra, che li vedeva positivamente considerandoli, umanisticamente, un residuo dell’età
dell’oro o, cristianamente, come
ancora viventi nell’Eden: fra coloro che avevano questa valutazione positiva era Montaigne.
Nessuno, tuttavia, sembrava in
grado di considerare gli indios
rale del problema ad una più
particolare, il pastore Eugenio
inferiori, si convertivano a forza come infedeli, si cercava di
descriverli rapportandoli ad altre realtà conosciute, ma non si
cercava di capirne veramente la
cultura. Secondo un autore del
’500 « Entrammo per le spade
senza udirli né intenderli ».
Massimo Cacciari ha attualizzato il problema. Riferendosi a
quanto detto dalla prima relatrice, dopo una brevissima digressione storica che puntualizzava come anche nel Nord America, sia pure in forme diverse,
la colonizzazione non avesse rispettato coloro che già vi vivevano, il filosofo si è chiesto (e ci
ha chiesto): Siamo migliori di
loro?, e ha proseguito esaminando gli atteggiamenti che prendiamo nel rapportarci con l’altro diverso da noi.
Uno degli atteggiamenti, pur
non sufficientemente diffuso, è
la tolleranza. Ma la tolleranza è
l’atteggiamento di chi pensa di
avere la verità verso tutto ciò
che non si ritiene vero; è un atteggiamento di sufficienza verso
chi si ritiene non essere in possesso della verità. L’unica tolleranza legittima, ha sostenuto, è
quella di chi non ritiene di essere
egli stesso in possesso della verità, per il quale allora la tolleranza è un atteggiamento logico.
L’altro atteggiamento è quello di
cercare un punto d’incontro fra
i diversi; anche questo può dimostrarsi però una violenza,
perché comunque il punto d’incontro è uno solo. La storia dell’Europa, quindi, è costellata di
violenze: rincontro a metà strada è infatti un mezzo molto dif
fuso, ma è una violenza, anche
se diversa.
Rimane perciò secondo Cacciari un’ultima alternativa, l’unica a suo parere corretta: pensare a un dialogo in cui l’onposto
rimanga tale, e pensare all'opposto come a qualcuno in possesso
di una sua verità. Pensare cioè
un dialogo fra due verità diverse, entrambe accettate, senza
volerle ridurre ambedue a un
fittizio punto comune. Non si
tratta di un atteggiamento scettico, ma di riuscire a pensare
quelle che noi diciamo verità
come congetture, come entrambe rivelazioni di una verità inattingibile.
E’ una strada, ha continuato
Cacciari, indicata da un umanesimo cristiano (Abelardo, fra gli
altri); una strada dimenticata e
massacrata nel corso della storia. ma da riscoprire.
Passando da una visione generale del problema ad una più
Mercoledì 2 dicembre — MILANO:
Alle ore 18, nella sala al primo piano
di via Sforza, il past. Salvatore Ricciardi tiene lo studio biblico sul libro
di Giobbe.
Mercoledì 2 dicembre — GENOVA:
Alle ore 17.30, nella sala convegni
della Banca di Genova e S. Giorgio,
per l'organizzazione del SAE, si tiene una conferenza della prof. Caterina Conio (università di Pisa) sul tema: Il problema del male nelle religioni orientali.
Giovedì 3 dicembre — TORINO: Alle ore 17,45 al teatro Colosseo, l’astronauta Franco Malerba parla sul
tema: Un italiano nello spazio.
Giovedì 3 dicembre — NAPOLI: Alle ore 16,30, presso il centro culturale ■ E. Nitti » (parco Caracciolo, Ponticelli), la dott. Clara Imperatore parla sul tema: Le allergie, a conclusione
di un ciclo di incontri sulla medicina
preventiva.
Giovedi 3 dicembre — NAPOLI: Per
il ciclo su civiltà e religioni del Mediterraneo, alle ore 18, presso il Centro culturale Dehoniano (via Depretis
60). Giancarlo Rinaldi parla sul tema:
Paolo di Tarso: fariseo, apostolo, cittadino romano.
Venerdì 4 dicembre — ASTI: Presso la Scuola biblica ecumenica (corso Ferraris 81), alle ore 21, il past.
Eugenio Bernardini parla sul tema: Le
parabole.
30 dicembre - 5 gennaio 1993 —
VENEZIA: L’ associazione « Biblia » organizza Il quarto corso di ebraico biblico. Il corso è residenziale e ha come sede il centro delle suore del
Cardinal Piazza. Pensione completa per
i sei giorni L. 240.000; partecipazione
al corso L. 100.000 (per i soci di « Biblia ■•), L. 140,000 (non soci).
particolare, il pastore Eugenio
Stretti ha rievocato alcune pagine di storia poco note, come un
tentativo di fondare una colonia
ugonotta in Brasile avvenuto durante il regno di Enrico IL La
spedizione si stabilì in un’isoletta della baia di Rio, e l’organizzatore della colonia chiese a Calvino l’invio di due pastori. Fu
un tentativo che ebbe vita breve, perché un trattato fra Francia e Portogallo stabilì il rimpatrio dei coloni calvinisti. Anche
Un secondo analogo tentativo, nel
’600, che ebbe a capo Maurizio
d’Olanda, ebbe vita breve.
Stretti ha poi continuato rievocando alcune figure di coloni
protestanti nel Nord America
che seppero rispettare, in contrasto con la mentalità diffusa
anche nelle loro chiese, i diritti
degli indigeni. Fra questi il pastore puritano Roger Williams,
nato nel 1603 a Londra e morto
nella Nuova Inghilterra nel 1684,
che si trovò in conflitto con gli
stessi membri della sua chiesa
perché nella propria predicazione si mostrava favorevole agli
indiani e alla libertà di religione, tanto che dovette fuggire;
fondò più tardi la colonia di
Providence, nel Rhode Island,
che fu un rifugio per i « diversi »; indiani, cattolici, liberi pensatori. Altro personaggio citato
da Stretti è stato William Penn,
il famoso predicaore quacchero
colonizzatore della Pennsylvania
(vedere articolo a pag. 12).
Le tre relazioni sono state seguite da parecchi interventi piuttosto accesi, e la discussione ha
avuto anche delle punte inutilmente piolemiche.
La tavola rotonda è stata seguita da un’ottantina di persone.
Roberta Colonna Romano
SEGNALAZIONE
Storia dei papi
La storia dei papi ha un fascino particolare; le opere maggiori suH’argomento sono state scrib
te da protestanti; Johannes Mailer, Erich Gaspar, Leopold Ranka.
La storia dei papi del cattolico
Ludwig von Pastor, pur basata
su una documentazione impareggiabile, approfondisce assai poco; pochi comunque osano affrontare i voluminosi tomi degli autori suddetti: ci vuole un
primo approccio alla materia che
non sia troppo pesante, una specie di antipasto.
E’ ciò che fornisce il protestante Horst p\ihrmann, notissimo studioso del Medioevo ; il suo
libro si legge in un fiato; esso,
infatti, si basa sul testo di una
serie di conversazioni trasmesse
nel 1980 dalla radio bavarese,
conclusasi alla fine del 1991.
L’opera di Fuhrmann non piacerà a tutti; in essa il papa non
è di per sé né 1’« Anticristo » di
Lutero né il vicario di Cristo, ma
il rappresentante di un’istituzione di primissima importanza per
la storia europea, da studiare criticamente ma anche con una certa simpatia. « Il papa, che può essere definito la Chiesa» (Papa
qui potest dici ecclesia): dalla
lettura di questo libro si ha
l’impressione che in effetti è stato così, nel bene e nel male. C’è
da restare allibiti.
PROTESTANTESIMO IN TV
Un filmato sul razzismo e
l’antisemitismo in Germania
e una netta presa di posizione di Giorgio Bouchard, presidente della FCEI, hanno costituito (unitamente alle risposte alle lettere dei telespettatori) il contenuto della trasmissione del 15 novembre.
Le sinistre immagini dell'aggressività scatenata per tre
giorni contro il centro d’accoglienza degli « asylanten » nella cittadina di Rostock, nel
Nord nell’ex Repubblica democratica tedesca, si alterna
C’è sgomento in un vescovo
luterano di fronte alla gravità del fatto che un'alta percentuale di studenti delle
scuole superiori si dichiara
antisemita. Comunque le chiese si stanno attivando su molti fronti; si intraprendono
azioni ed incontri con cattolici ed ebrei, si promuovono
iniziative in campo sociale, si
creano spazi nelle comunità
per risolvere problemi di persone perseguitate (si veda il
caso di una donna tedesca
sposata ad un immigrato di
No al razzismo
vano alle dichiarazioni di altri
giovani, aperti all'accettazione
del diverso e alla condivisione
delle risorse materiali e culturali; (gli immigrati accolti
temporaneamente nel centro
in questione sono della provenienza più varia: afghani,
vietnamiti, romeni, jugoslavi,
senegalesi, ghanesi, ecc. vittime, come appare chiaro, delle
aggressioni militari e degli
squilibri economici propri del
nostro tempo).
Le interviste a cura di Paola Naso a pastori, operatori
sociali, credenti impegnati,
miravano soprattutto a sondare l'atteggiamento delle chiese
evangeliche tedesche di fronte al preoccupante intreccio
de'le nuove intolleranze razziali con il risorgente odio antiebraico.
L’analisi del fenomeno ne
individua le cause nella gravissima crisi economica e sociale dell’est del paese (perdita di ben 5 milioni di posti di
lavoro) in una mancata seria
autocritica del passato nazista.
colore, a cui è stata distrutta
la casa), si organizza una settimana a favore dei « concittadini stranieri ».
E’ consolante udire parole
come queste: « La Germania
era un paese di persecutori,
ora deve diventare un paese
di accoglienza ».
Le dichiarazioni conclusive
di Giorgio Bouchard evidenziano un’importante ulteriore
motivazione al nostro opporci all’antisemitismo: « In Italia dobbiamo dimostrare che
la nostra fede di cristiani nasce dalle Scritture ebraiche...
il nostro debito verso la spiritualità ebraica è grande... la
nostra scelta non può essere
che per la stella di Davide
contro la svastica nazista ».
La trasmissione costituisce
una doverosa testimonianza
della nostra posizione in un
tempo in cui si parla di « pulizia etnica » e si osa addirittura negare la realtà dell’olocausto.
Mirella Argentieri Bein
MOTTOLA
La ricerca
della riconciliazione
HORST FUHRMANN, Storia dei papi.
Da Pietro a Giovanni Paolo II. (BUL
375), Bari, Laterza, 1992, pp. X-213,
L. 25.000.
Mercoledì 4 novembre, nel locale della chiesa evangelica battista, ha avuto luogo una conferenza-studio sul tema Riconciliazione negli scritti dell’apostolo
Paolo, a cura del pastore Domenico Tomasetto.
Un inizio poco formale, quello
della conferenza, avvenuto con
la rottura di un piccolo vaso di
creta rimasto a terra in mezzo
al cerchio formato dalle sedie,
per tutta la serata sotto lo sguardo dei presenti (un tantino dispiaciuti, forse). La cosa non è
però avvenuta senza un’adeguata
e soddisfacente motivazione: la
ri-conciliazione non è forse il ritrovato accordo fra due o più
parti venute in conflitto, non è
un processo di unione dopo una
« rottura »?
Quindi, trasportando il tutto
nella dimensione umana di vita
quotidiana, la parola riconciliazione ci ha condotti ad una realtà
di relazioni personali ed interpersonali; i rapporti Dio-umanità (dimensione individuale e collettiva), relazione con se stessi,
rapporti dell’individuo con la società, umanità-creazione. Questi
rapporti sono rivendicati dall’Evangelo come « luoghi teologici »
interagenti in cui si vive la riconciliazione.
A questo punto, attraverso alcune letture significative tratte
dalle epistole di Paolo, abbiamo
avuto chiaro sotto gli occhi (come il vaso rotto) che la riconciliazione è possibile unicamente
per l’opera di Dio, quel soggetto
agente nei riguardi deH’umanità
che è soltanto oggetto destinatario dell’azione benevola di Dio
che mediante Cristo, e con la sua
morte e risurrezione, ha voluto
ricreare il rapporto con l’umano ristabilendo l’originaria condizione di unità.
Qualcuno si è chiesto ; ma se
queste è avvenuto tempo fa, ed
una sola volta per tutte, come è
possibile che avvenga oggi? Se è
vero che la morte e la risurrezione di Cristo costituiscono un avvenimento unico nella storia, la
riconciliazione, della quale Cristo è stato il mezzo, è un’azione
continua di Dio ed ha effetto nel
momento che l’umano per fede
corrisponde all’offerta di Cristo
e personalizza questo rapporto.
Conseguenza della riconciliazione per coloro che l’hanno ricevuta per fede è divenire «collaboratori » di Dio nell’instaurare rinnovate relazioni interpersonali, con la società e con la creazione. Questa è la responsabilità
dei credenti.
A conclusione di tutto dunque
non si perdano di vista i rapporti
summenzionati in particolare
quello Dio-umanità che gli altri
fonda e modifica, che determina
il «colore» della nostra esistenza di relazione con il mondo circostante : riconciliati con Dio,
con noi stessi, con gli altri, con
la creazione vivremmo meglio.
Virginia Mariani
3
27 novembre 1992
fede e cultura
UN LIBRO DI SERGIO QUINZIO
Le nostre ermeneutiche
non svalutano la Parola di Dio
La potenza di Dio si rivela nella contraddizione - Il metodo storico-critico rispecchia,
secondo I autore, I incredulità di oggi, ma egli stesso rischia così la radicalizzazione
LA CHIESA
Un oomrnento rabbinico e patristico b Libro per libro, secondo l’ordine tradizionale della
Vulgata, si segue il testo biblico
con un forte senso dell'unità del
piano divino, della corrispondenza fra Nuovo e Antico Testamento, in quella lettura rabbinica
della Bibbia che i Padri della
Chiesa hanno ripreso e utilizzato
in chiave tipologica, spirituale, allegorica e capace di rivelare il senso di pagine spesso trascurate.
Il Dio che emerge da questo
commento è il Santo, la cui potenza di salvezza si rivela però
nella contraddizione, nella chenosi, addirittura nel fallimento.
Aspetti che appaiono inaccettabili alla nostra religiosità tranquillizzante e consolatoria, ma che
Quinzio non sfugge, rifiutando
appassionatamente tanto di addomesticarli per « giustificare »
Dio quanto di edulcorarli relegando la salvezza nell’ambito
spirituale.
Quello della Bibbia che si spiega con se stessa è l'antico criterio ermeneutico adottato da
Quinzio, che oltre a non porsi
il problema degli autori e delle
circostanze storiche se non in
casi rarissimi, rifiuta esplicitamente di servirsi dei sistemi critici, storici o letterari, di analisi
biblica, accusandoli — come epigoni impotenti dell’ermeneutica
rabbinica e talmudica — di rispecchiare la frantumazione e
l’incredulità dei tempi moderni.
Ma perché ricorrere anche alle nostre ermeneutiche umane
dovrebbe abbassare la Parola di
Dio? Non ha egli liberamente
scelto appunto un Libro? E fra
testi discordanti, come scegliere
quello che fa da criterio interpretativo degli altri?
E’ vero, certo, che dopo anni
di uso quasi esclusivo dei metodi
critici ci si è resi conto della
loro insufficienza, sia per capire
a fondo la Bibbia sia soprattutto per nutrire la fede e la preghiera, come anche dell’eccessiva
frantumazione del messaggio biblico a cui conducono se usati in
modo assoluto; ma essi vanno
integrati, non abbandonati, perché prescinderne porta spesso
a fraintenderne il testo.
La critica permette una comprensione più profonda anche
dei significati teologici e spirituali, proprio perché evita gli
svarioni dovuti a una lettura
che si crede obiettiva, mentre è
frutto di interpretazioni tradizionali o della cultura che ci è
familiare.
Avrebbe aiutato a comprendere l’oggettiva differenza, per
esempio fra i racconti di miracoli e quelli della resurrezione, e
uno studio dello sviluppo interno al Nuovo Testamento avrebbe gettato una luce diversa sul
rapporto fra quei testi che parlano di un immediato ritorno di
Cristo e quelli che lo pospongono (senza così attribuire ai primi il carattere di rivelazione da
non edulcorare, rendendo gli altri semplici adattamenti, frutto
di fallimento e infedeltà).
Esporre solo le motivazioni
teologiche, senza quelle storiche,
radicalizza invece il discorso, distorcendolo.
Così, per i Profeti manca quasi del tutto l’aspetto di critica
sociale, non si coglie la polemica
fra il libro di Ruth e quelli di
Esdra e Neemia, e a p. 99 sem
bra di leggere una giustificazione della pena di morte.
Ancora una volta l’esempio migliore è dato dal problema della
donna: le pp. 672-675 ripropongo
no la subordinazione femminile
(che naturalmente glorifica la
donna, in quanto rispecchia
quella di Cristo); ebbene, fra i
molti aspetti discutibili, si nota
soprattutto l’assolutizzazione di
alcuni passi, mentre non viene
neppure menzionata resistenza
di quelli discordanti in entrambi
i Testamenti, tra cui persino
Gal. 3: 28 e il Cantico dei Cantici, dove il rapporto fra i sessi
è paritario e corregge la maledizione del dominio e della seduzione di Gen. 3!
Contrariamente agli intenti del
commento, troppo spesso si ricava proprio una lettura spiritualizzante, che sottovaluta gli
aspetti di fermento umano e culturale del messaggio biblico, finendo per presentarlo con i caratteri della conservazione religiosa e sociale. Ma a questo punto, la chenosi stessa di Dio ritorna in ambito meramente religioso.
Teodora Tosatti
Quale storia?
C’è qualcosa di avvincente in
questo saggio introduttivo alla
storia della chiesa offertoci dal
domenicano Guy Bedouelle: ‘ la
sua ricerca di « luminosità » nella storia dell’umanità, una ricerca portata avanti con fede e
grande apertura verso il pensiero ebraico da un lato (Emil
Fackenheim, per esempio; questo filosofo meriterebbe una più
vasta accoglienza) e dall’altro,
verso la polemica di Dostoevskij
(la figura del Grande Inquisitore, metafora della storia della
chiesa: cfr. pp. 72-77).
Infatti Bedouelle non rinuncia
a pensare la storia teologicamente, ed è tuttavia consapevole dei drammi di tale pensiero.
Il difetto principale del saggio
sta nel pochissimo peso attribuito alla Riforma aH’interno della storia della chiesa. La Riforma è stata, e forse lo è tuttora,
la crisi della storia della Chiesa. La percezione della crisi unisce Gioacchino da Fiore e Martin Lutero ma li oppone a Tommaso d’Aquino e Bonaventura.
Infatti, per i primi due l’attesa
di una nuova redenzione è viva,
per gli altri è pericolosa (cfr.
p. 24). Per i primi, non tutto fu
già compiuto in Cristo. Non ancora. « Secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra » — diciamolo pure:
nuova chiesa — « nei quali abiti
la giustizia» (2 Pietro 3: 13).
John Hobbins
‘ SERGIO QUINZIO, Un commento alla Bibbia, Milano, Adelphi, 1992, pp.
820, L. 60.000.
' Guy BEDOUELLE, Storia della Chiesa (EDO 25), Milano, Jaca Book 1992,
pp. 93, L. 10.000.
CONFERENZA DELLE CHIESE EUROPEE
FEDE
E.L'IDENTITÀ
ALBERTO
«Dio iimsoe -;ift Cfi;eii6 «»fi
inwva
1989,y.yénne s»ejlo qwesio íUo¿
io perla X géneràr
le *11» Confertìiia delle chiese eùtqpee (KÈK)y ad tóso
sembrava potersi attribuire/
new solianto uh yalhre^dfetico 0 di .tóstimodianza, ,caduta dtì muto dì pcriìoo,
fatti, c gli ay vóiirnetrti tíre si:
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zame neirEufopa .prientafe,,:
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tuale ma anche nazionate e .sociale, da tèali»zanii tóftw pòchlanni.
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nuove chiese
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Assemblea generale della
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Chièià evangèlica ìnctodìsia
di Jugoslavia, la Oifcsa evatigéliòa luterana di Sitoveuia e .
là Erderàzione congfc^fonalista del Regno Unito.
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4
vita delle chiese
27 novembre 1992
IVREA
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Un culto
“in memoria di lei”
Un’iniziativa ecumenica legata allo studio
della teologia femminista - Domande finali
L’inizio delle attività
Domenica 8 novembre il culto
è stato presieduto da un gruppo
ecumenico di sorelle cattoliche
e sorelle evangeliche che l’anno
scorso si erano incontrate regolarmente per leggere e meditare
insieme il libro di Elisabeth
Schiissler Fiorenza In memoria
di lei.
La riflessione biblico-teologica
che si è sviluppata a partire dalla lettura del libro è stata per
tutte molto arricchente e si è
pensato che potesse interessare
anche la nostra comunità.
All’inizio del culto è stato spiegato il perché dell’interesse di
questo gruppo per la teologia
femminista: secondo queste sorelle, è importante mantenere la
memoria storica della discriminazione che le donne hanno subito in quanto donne ed è importante essere solidali con quelle
donne che ancora oggi sono discriminate.
Tutto il culto è stato il frutto
di una riflessione collettiva: nella predicazione sul testo di Mat
teo 20, la parabola dei lavoratori
delle diverse ore, e sul testo di
Marco 14, l’episodio della donna
che unge il capo di Gesù, si è
cercato di evidenziare le affinità
fra i due testi, pur cosi dissimili
apparentemente, e ci si è soffermate in particolare sul tema della giustizia umana, contrapposta
a quella divina, sul tema della
pienezza del Regno e su quello
della chiamata. Come conclusione, diverse domande, scaturite
nel corso della preparazione comunitaria, sono state lasciate come spunto di riflessione per tutti: Dio ci chiama ancora oggi?
Dove, come e quando si percepisce la sua chiamata? Come comunichiamo agli altri questa
chiamata? Riusciamo a comprendere la giustizia di Dio o anche noi facciamo fatica ad accettare l’etica della grazia? Siamo
in grado di comunicare e di testimoniare che la bontà di Dio
non esclude nessuno e tutti risana e reintegra nella pienezza di
umanità?
Cinzia Carugati Vitali
TORRE PELLICE
Incontri giovanili
italo-svizzeri
Ragazzi e ragazze ospiti provenivano dal Vailese e dal Cantón Ticino - Segnali di ripresa
Sabato 31 ottobre, presso i locali della Casa unionista, una
quindicina di giovani accompagnati dal diacono Mario Giacomino e provenienti da alcune
comunità del Vallese, ha incontrato i ragazzi e le ragazze dei
tre anni di precatechismo.
Dopo una breve presentazione
i due gruppi hanno avuto la possibilità di conoscersi attraverso
giochi ai quali è seguita un’agape fraterna. Facilitati dall’età
omogenea e dal fatto che la lingua non costituisse una barriera,
i due gruppi si sono integrati
molto bene e al termine dell’incontro tutti si sono augurati di
potersi rivedere, questa volta in
Svizzera!
Sempre alla Casa unionista,
mercoledì 4 novembre, il Coretto
dei grandi ha trascorso una serata di canti e giochi con un
gruppo di giovani appartenenti
ad alcune chiese protestanti del
Canton Ticino.
T ragazzi, accompagnati dal pastore Paolo Tognina e dalla moglie, si trovavano in visita alle
Valli ed erano interessati a conoscere le varie realtà delle nostre chiese, in particolare quelle
giovanili.
Riflettendo su questi due incontri non ci si può che rallegrare del buon esito che essi
hanno avuto (al primo incontro
erano presenti 25 precatecumeni)
se si pensa che le nostre comunità stanno attraversando un momento particolarmente critico
nel campo dell’aggregazione giovanile.
Questo potrebbe essere un segnale di ripresa ed un incoraggiamento a proseguire nell’organizzazione di incontri con altre
realtà italiane ed estere.
Sabato 5 dicembre
□ SCOUT ALLE VALLI
POMARETTO — Il Coordinamento
Scout-Valli è stato rinviato di una settimana. e si ritrova alle 20,30 presso
l’Eicolo grande. All’odg la programmazione degli incontri per la formazione dei responsabili (animatori dei
gruppi) e le possibili attività del 1993.
Domenica 13 dicembre
n MERCATO DELLE
PULCI
LUSERNA SAN GIOVANNI — Dalle
ore 14, nella sala da pranzo di Villa
Olanda (via Fuhrmann 25) si tiene un
mercatino delle pulci con offerta di
piccoli e grandi oggetti di arredamento.
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOIMENICA 29 NOVEMBRE
ore 23,30 - RAIDUE
Replica
LUNEDI’ 7 DICEMBRE
ore 9,30 - RAIDUE
IL SI’ DEGLI
ANGLICANI INGLESI
AL SACERDOZIO
DELLE DONNE
VILLASECCA — L’avvio delle
attività è stato ricco di esperienze e di incontri.
L’Unione femminile ha avuto
due visite molto gradite : innanzitutto, in occasione di una seduta
straordinaria, tre sorelle delle
Unioni femminili irlandesi, di
passaggio alle Valli e in procinto
di recarsi al Congresso femminile a S. Severa ci hanno portato alctme interessanti notizie sul
loro paese e sulle loro chiese e
sul lavoro delle donne. Ai nostri
occhi certe chiusure antiecumeniche e antipolitiche sono difficili da capire, ma è importante
conoscere esponenti di chiese
che le hanno adottate. In secondo luogo, nella seduta di novembre, Elena Pascal ha presentato
le diapositive scattate in primavera quando un gruppo della nostra comunità, insieme ad alcune
sorelle e fratelli di altre comunità valdesi, hanno reso visita alla
chiesa di Wiesbaden in cui presta servizio il pastore Ludwig
Shneider. Abbiamo anche potuto
rivivere in quell’occasione, pure
con l’ausilio di diapositive, alcuni momenti del XV agosto a Villasecca.
In una lettera letta al culto
del 1° novembre e pll’Unione femminile, il pastore Schneider ci dà
alcune notizie fresche sulla sua
comunità tedesca: continuano i
restauri del tempio, si è trovato
un sottopavimento che nasconde
alcune tombe di familiari di un
pastore del 700. A causa di questi lavori e dell’inagibilità dell’ediflcio di culto, la maggioranza dei catecumeni è emigrata in
un’altra parrocchia per ricevere
la confermazione in un tempio
vero e non in ima sala !
• Domenica 25 ottobre abbiar
mo avuto l’assemblea di chiesa
di apertura dell’anno ecclesiastico. E’ stato presentato il programma del Concistoro che prevede lo studio dei temi sinodali
e della Conferenza distrettuale
nelle riunioni quartierali e sono
stati decisi alcuni interventi sugli stabili ed in particolare sullo
storico tempio di Villasecca.
• Nel pomeriggio della stessa
domenica abbiamo avuto un incontro della nostra scuola domenicale con quella di Ferrerò e
con tutti i fratelli e sorelle che
hanno voluto partecipare. Nel
corso di questo pomeriggio comunitario è stata rivissuta e presentata a chi non aveva partecipato l’esperienza del campo estivo a Massello. La proiezione delle diapositive sembra aver invogliato chi non ha potuto partecipare al campo 1992 a progettare
la propria partecipazione a quello 1993.
• Purtroppo anche questa cronaca non può chiudersi senza la
notizia che due sorelle ci hanno
lasciato: Emma Ghigo, ved.
Poét, di Serre Giors, deceduta
il 23 ottobre, all’età di 92 anni; e
Ester Malanot, deceduta a 74 anni a Villanovetta, presso Saluzzo,
ma originaria dei Chiotti. La lettera del pastore Schneider a cui
abbiamo fatto cenno, dice che le
tombe nel tempio ci ricordano
che la comunione dei santi supera il confine della morte. E’ con
questo pensiero che ricordiamo
chi ci ha lasciato e anche con
quello che confessiamo nel « Crede apostolico» dopo la comunione dei santi: la remissione dei
peccati, la risurrezione dei morti e la vita eterna.
Una simpatica
cena di gruppo
BOBBIO PELLICE — La sera
del 21 novembre, nella sala polivalente, circa 60 persone, tra
cui alcuni giovani, si sono incontrate per consumare insieme
una « cena di gruppo ». Il gruppo era costituito da quelli che
con offerta di manodopera gratuita hanno contribuito allo svolgimento di lavori sugli stabili,
ed al trasporto e sistemazione
deila legna per il riscaldamento
dei locali di culto e sociali e
quelli del presbiterio. L’enorme
quantità di legna è stata offerta
dalla locale amministrazione comunale e da un privato.
La cena è stata un’occasione
per ringraziare operai ed offèrenti. Ma è stata anche una eccellente occasione per rendere
visibile l’unità e ia prontezza di
risposta, manifestate da parte di
questi fratelli e sorelle, sia in
questa sia in molte altre circostanze a favore dell’opera del Signore.
Un vivo ringraziamento va anche alle sorelle dell’Unione femminile per questa serata ottimamente riuscita.
• La riunione quartierale ai
Campi, fissata per martedì 1” dicembre, ore 20, avrà per tema
« Noi e l’ebraismo ».
• Domenica 6 dicembre, ore
10,30, avrà luogo un culto preparato e condotto dai nostri giovani, sotto la direzione dell’animatore giovanile Massimo Long.
Non sarà celebrata la Cena del
Signore.
Presentazione
di « Riforma »
TORRE PELLICE — Domenica 22 novembre nel pomeriggio
la comunità si è riunita in assemblea. Alberto Corsani, della
redazione dell’Eco-Luce, ci ha
fornito, con una relazione iniziale e con risposta a numerose domande e proposte poi, un’ampia
informazione sul nuovo settimale « Riforma ».
Il secondo punto all’odg era il
rinnovamento del culto. La commissione che per lo studio di
questo problema è stata recentemente costituita aveva preparato un breve questionario a cui
i presenti sono stati invitati a
rispondere. Lo studio di queste
risposte darà alla commissione
un aiuto per la formulazione di
proposte su possibili cambia^
menti innovativi.
Sono stati infine illustrati gli
appelli di solidarietà che la Tavola ha rivolto alle chiese a favore delle famiglie pastorali del
Rio della Piata, del Centro « La
Noce» di Palermo, del settimanale « Riforma » e della biblioteca della Facoltà. Questi appelli
naturalmente attendono da parte
di tutti noi una significativa risposta.
• Domenica 6 dicembre a partire dalle 14,30 tutti sono attesi
alla Foresteria per l’annuale bazar delle Missioni.
• I nostri auguri vanno alla
piccola Eleonora Roccione che è
stata battezzata.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunziato in occasione dei funerali dei fratelli
Enrico Zaccaro della chiesa di
Milano, Ruggero Henking, Luigi
Ribotta.
Anniversario
VILLAR PEROSA — Si è svolta, domenica 22 novembre, la celebrazione del trentesimo anniversarie della chiesa valdese di
Villar Perosa. Dopo il consueto
culto domenicale si è tenuta
un’agape comunitaria al cui invito hanno risposto il pastore
Teofìlo Pons con famiglia e
Amalia Geymet, figlia di Enrico Geymet, primo pastore di
questa comunità. Questi graditi
ospiti hanno condiviso alcuni ricordi dei tempi passati che sono
stati apprezzati da tutti i presenti. E’ stata l’occasione per
riunirsi in allegria ricordando le
esperienze legate ai trent’anni
della chiesa. Il pranzo comunitario ha simbolicamente e tacitamente rinnovato l’impegno di
partecipazione, affinché questa
chiesa possa continuare a svolgere la sua missione. Unico neo
nella splendida giornata è stata
la scarsa presenza dei giovani, a
cui viene rivolto l’appello perché
sia più sentita la vita nella loro
chiesa. In questo giorno di festa
e di gioia, non manca un pensiero rivolto a tutti coloro che
hanno partecipato allo sviluppo
della comunità di Villar Perosa
e che non hanno avuto la possibilità di festeggiare con noi questo trentesimo anniversario.
• Partecipiamo con spirito di
condoglianza al dolore dei parenti della sorella Jenni Baret
che ci ha lasciati.
• Rinnoviamo gli auguri della
comunità ai coniugi Arturo e Lina Gaydou che hanno festeggiato, domenica 15 novembre, il loro
cinquantesimo anniversario di
matrimonio.
Riunioni quartierali
ANGROGNA — Le riunioni
quartierali del prossimo mese di
dicembre avranno come tema :
« L’assoluta centralità di Gesù
Cristo per la nostra fede : un
criterio fondamentale per ogni
confronto con le altre confessioni cristiane e con le altre religioni ».
Questo il calendario delle riunioni: martedì 1°, Jourdan (ore
20); mercoledì 2, Pradeltorno
(20); giovedì 3, Baussan (20,30);
lunedi 7 capoluogo (20); martedì 8, Martel (20); sabato 12, Odin
Bertot (20); lunedì 14, Serre
(20); martedì 15, Buonanotte
(20); giovedì 17, Prassuit Vemé
(20,30).
DIACONIA
Incontro
con l'anziano
Il Dipartimento diaconale del
I distretto, riprendendo le intenzioni formulate lo scorso anno,
di promuovere momenti di formazione rivolti al personale che
lavora nei nostri istituti, ha organizzato per mercoledì 2 dicembre (alla Foresteria di Torre
Penice) e giovedì 3 dicembre
(nei locali della chiesa valdese
di San Germano) degli incontri
sul tema della persona anziana.
Sarà presente il pastore Jean
Tritschler; gli incontri per il
personale avranno luogo entrambi alle 14,30 e termineranno alle 17,30.
Nelle serate degli stessi giorni sono previste anche due serate pubbliche con intervento del
past. Tritschler (in francese).
Gli appuntamenti sono per le
20,45, mercoledì 2 alla Foresteria
di Torre e giovedì 3 presso la
Chiesa valdese di San Germano,
ed hanno come titolo L’incontro
con la persona anziana.
Centro
culturale
valdese
sxlUSd,
USA: viaggio
storico
Il Centro culturale valdese organizza net giorni 2-22 settembre '93 un
viaggio storico-turistico negli USA, il
cui programma è stato definito. Chi
sia interessato può rivolgersi immediatamente per avere ulteriori Informazioni presso il Centro stesso a Torre Pellice (tei. 0121/932566, dal lunedì al venerdì, ore 10-11,30).
5
27 novembre 1992
vita delle chiese
IL CENTRO DIACONALE « LA NOCE » DI PALERMO
BATTISTI IN LIGURIA
Quella frontiera
irrinunciabile...
Un istituto che ha acquisito prestigio per i servizi che offre ma
anche per le moderne strutture architettoniche che lo costituiscono
Esprimo il più fervido augurio
che l’appello lanciato da Marco
Rostan — Riforma, 30 ottobre '92
— a contribuire per aiutare « La
Noce » ad uscire dalla grave crisi
finanziaria in cui si trova, susciti
una grande generosità in Italia e
all’estero.
Ma vorrei dissipare il dubbio
che potrebbe sorgere nel cuore di
qualcuno che la crisi sia anche
da attribuire alle « grandiosità
edilizie », alle strutture « poco
funzionali », alle « barriere architettoniche » di cui si fa cenno
nell’articolo.
Il Centro è costituito da due
edifici, di cui uno è a reddito per
il sostentamento dell’opera. L’altro, destinato alle varie attività,
risultò appena sufficiente a contenere la popolazione scolastica
che raggiungeva le 500 unità.
La costruzione, opera di Gianni
König e di Claudio Messina, ha
sempre destato unanime ammirazione e apprezzamento da parte
delle autorità scolastiche. L’istituto valdese, per oltre un trentennio, ha acquistato sempre più
prestigio nella città non solo per
la qualità dell’insegnamento, ma
anche per le luminose e moderne
strutture di cui dispone.
Ma è comprensibile che il problema delle barriere architettoniche si presentò non appena ci si
trovò di fronte alla necessità di
dover provvedere all’assistenza
dei fanciulli disabili. Nondimeno
si sa: il Centro sorse per accogliere fanciulli che si arrampicavano sui muri e saltavano sui
tetti.
Mi sia tuttavia consentito qui
ricordare 1 attraverso quali difficoltà, opposizioni, resistenze sorse il Centro diaconale di Palermo. Mi vien fatto di pensare al
travaglio della nascita di un bimbo che viene alla luce col forcipe
nelle mani di un maldestro operatore. Per cui quando, nella primavera del 1974, i nostri amici
venuti dall’estero videro l’opera
finalmente compiuta dissero che
era un miracolo di Dio.
In quel tempo Palermo era governata dalla mafia di personaggi spregiudicati la cui vera storia
solo ora si comincia a conoscere,
nelle cui anticamere chi scrive
ebbe a subire mortificanti attese,
suggestioni di possibili scorciatoie per ottenere l’approvazione
del progetto.
Intanto eravamo costretti, anche con grave disagio della comunità valdese, ad ammucchiare i
fanciulli che affluivano nelle nostre scuole nell’angustia dei locali di via Spezio. I nostri amici
dall’estero ci sollecitavano, non
potevano trattenere nel tempo i
fondi destinati alla costruzione.
Le autorità scolastiche minacciavano la chiusura. L’area edificabile risultava angusta in considerazione delle nostre progettazioni, ma non c’era alternativa e
non potevamo allontanarci dal
quartiere ove il Signore ci aveva
rivolto vocazione.
Infine dei 5 progetti da noi presentati il Comune, dopo 10 anni,
approvò quello che, a nostro avviso, non era il migliore. Ma non
ROMA, VIA IV NOVEMBRE
Riorientare globalmente
il nostro rapporto con Dio
Non gloriatevi delle vostre radici, se non sapete portare frutto. Poiché l’albero inutile sarà
abbattuto.
E’ partita da questo richiamo
e si è collegata alla « violenta »
requisitoria di Cristo contro le
autorità di Gerusalemme (passi
dai capp. 21-25 Matt. ; Giov. 18:
28-38; Atti 2: 3fi47; 4: 32) la
predicazione del culto con Santa
Cena nel tempio di via IV Novembre a Roma, lo scorso 8 novembre.
A tenere il culto due giovani
della comunità, Mario Cignoni
(predicazione) e Virginio La Posta (liturgia), al fine di proporre
im taglio particolare agli spunti
di riflessione sull’essere valdesi
oggi.
L’iniziativa ha infatti raccolto
apprezzamenti non solo da parte
del pastore Conte e dai membri,
intervenuti numerosi, della comunità, ma soprattutto dai nuovi confermati e da quanti si stanno affacciando da poco nella
Chiesa valdese,
« Razza di vipere, fate frutto
degno del ravvedimento »: con
queste parole Giovanni Battista
sferzava il pentimento ipocrita e
la religiosità passiva di quanti si
sentivano, e si sentono, salvati
perché appartenenti al « vero »
credo.
Ma non la religione salva, bensì Dio, esercitando la sua misericordia e aprendo le porte del suo
regno. Che non è di questo mondo, non è nella dimensione stori
ca delle chiese, ma nella coscienza di ciascuno. Qui debbono maturare i frutti predicati dal Battista. Il messaggio era uno solo,
gridato dalla voce del profeta
ma ben più radicalizzato dalla
vita e dal sacrificio di Cristo:
Ravvedetevi.
Non nel senso di « fare penitenza» ma, dalla traduzione greca dell’espressione biblica, « cambiate mentalità », « cambiate vita ». Ossia, in termini moderni,
riorientate globalmente il vostro
rapporto con Dio. Come? Molti
della nostra chiesa e all’esterno
di essa cercano ancora risposta
nei consigli degli uomini o nelle
loro strutture che confezionano
ravvedimenti delegati a preghiere, elemosine, atti di contrizione. Già da tempo la Riforma ha
spazzato questo velo inutile, onde seguire quanto espressamente
il Vangelo comanda.
Conversione è rivolgimento integrale della vita interiore ed
esteriore in preparazione al futuro incontro con Dio. Non un
rapporto intimo, attraverso soluzioni religiose o spirituali. Il
messaggio rivoluzionario di Cristo esige da quanti intendano seguirla la soluzione delle ingiustizie e delle sofferenze, l’applicazione del comandamento dell’amore : attività problematiche
di valore eminentemente pratico,
non solo spirituale, che impegnano ciascuno ad aiutare l’altro.
Chi ha due tuniche, ne dia una
al suo prossimo, dice Giovanni
Battista; a chi ti chiede la tuni
ca, dai anche il mantello, incalza
Gesù. Non riscuotete più del dovuto, ammonisce il Battista rivolto agli esattori, che gli chiedevano come pentirsi; rinunciate a
tutto, e seguitemi, estremizza il
codice d’amore di Cristo.
Giustizia, etica, onestà. I problemi che angosciano il cristiano
di oggi sono nicchie spirituali
esistenti nelle parole di un messaggio ma, al contrario, è nella
loro applicazione radicale e senza compromessi che può esistere
una spiritualità conforme agli
insegnamenti di Gesù.
E, non sembri paradossale, per
quanto riguarda la realtà storica, Cristo fu crocifisso per il suo
comportamento «estremista» e
radicale. Con la sua parola inchioda le persone alle proprie responsabilità, cosi come aveva inchiodato i sacerdoti di Gerusalemme di fronte all’ipocrisia della religiosità ufficiale. Di qui
emergono le conclusioni della
predicazione: là dove si applica
la Parola del ravvedimento, del
cambiar vita, ivi è la chiesa, il
suo scopo «naturale», la sua integrità, la sua forza « eversiva »
e dirompente rispetto alla logica
del mondo.
Congedando l’assemblea, sono
stati presentati alcuni nuovi amici interessati alla professione di
fede evangelica che, auguriamo
loro, andranno a consolidare le
fondamenta della comunità valdese romana.
Daniela Bracco
Uno strumento
per la comunione
Il ruolo (del Coordinamento - Una regione che
si estende in lunghezza - Prospettive future
si poteva più tornare indietro e
la nostra avventura con Dio non
ebbe tregua.
Le espressioni, spesso ricorrenti nei nostri ambienti, come
« grandiosità dell’opera », « diaconia pesante », sono piuttosto punitive che elogiative, ma sono
soprattutto improprie se si tiene
conto che La Noce opera in un
quartiere di ben 40.000 abitanti e
in una città di un milione.
Come il Centro diaconale così
anche Casa materna è « una grande opera », ma lo è anche perché
si trova in un insediamento urbano grande come è Napoli.
Ed è allora naturale che, in
città di così grandi proporzioni,
travagliate da problemi esistenziali di altrettanto smisurate
proporzioni, la diaconia assuma
adeguate dimensioni e allora bisogna non rammaricarsene, ma
rallegrarsene.
Infine più che a parole come
barriere, sia pure architettoniche, che suonano male, bisognerebbe dar rilievo ad espressioni
belle, significative come quella
che, in riferimento a La Noce, il
nostro ultimo Sinodo non avrebbe potuto scegliere meglio: « Una
frontiera irrinunciabile della nostra testimonianza in Italia ».
L’opera non avrebbe potuto
essere raccomandata alle chiesa
meglio di così.
Pietro Valdo Panasela
^ Pietro Valdo Panascia, Costruire
speranza, Torino, Claudiana.
« ...Poiché siccome il corpo è
uno ed ha molte membra e tutte
le membra del corpo, benché siano molte, formano un unico còrpo, così è ancora di Cristo... ».
(Cor. 12: 12).
10 credo ohe ogni tentativo
evangelico di comunicare con i
propri fratelli sia basato su questo versetto: la certezza di non
essere soli e la voglia di avere
rapporti con gli altri per sentirsi
parte di quell’unico corpo.
Capita però di vivere in situazioni in cui è difficile comunicare.
La Liguria, si sa, è una regione
scomoda: è disposta in lunghezza e, pertanto, dispersiva; le comunità che vivono alle estremità
di questa regione hanno sperimentato e sperimentano tuttora
in prima persona questa difficoltà ad instaurare rapporti con
chiese così distanti da loro. La
tendenza, ovviamente, vista la situazione, è quella di chiudersi in
se stessi, del dire: « Proviamo a
fare da soli »; certo così è difficile poi sentirsi parte di quell’unico corpo e allora ci si sente
soli.
Nel tentativo di superare queste difficoltà, avvicinando così le
comunità fra di loro, il 3 giugno
1989 si era costituito a Chiavari
il Coordinamento ligure delle
chiese battiste il quale si proponeva di coordinare le varie attività delle comunità della regione
in modo che, da un capo all’altro, ogni chiesa sapesse cosa
stessero facendo le altre ed ognuna si sentisse di diritto invitata e
quindi partecipe, non sola, non
abbandonata.
Questo, in breve, fu il primo
manifesto:
11 nascente Coordinamento dovrà essere: 1) organismo agile
non burocratico di aiuto e di
collegamento; 2) aperto all’adesione di comunità non membri
dell’UCEBI; 3) propositivo per
l’evangelizzaz.ione e studi: 4) di
aiuto alla Federazione (FCEL);
dovrà servire: a) a dirci cosa
facciamo autoinvitandoci; b) ad
evangelizzazioni in comune o interessi o studi.
Certo le intenzioni erano buone, ma l’idea di voler realizzare
un « organismo agile e non burocratico », perciò senza regolamento, cominciò a creare disagi, difficoltà, domande. Ad esempio:
quali sono i limiti del presidente
del Coordinamento? E quelli del
Consiglio? Ovvero: fin dove il
Coordinamento può spingere la
propria ingerenza senza rischiare
di intaccare la sacrosanta autonomia delle comunità battiste?
Poiché se è vero che, decidendo
liberamente di avere rapporti
con altri, altrettanto liberamente
decidiamo di autolimitarci riconoscendo che la nostra libertà finisce là dove comincia quella degli altri, è altrettanto vero che
nel mondo battista l’idea deU’autonomia delle comunità è ormai
assunta a dogma.
E allora? come possono queste
due verità non intralciarsi tra di
loro? come può la voglia di autonomia ed autogestione non inficiare la voglia di comurdone con
gli altri?
Questa è la grande sfida che attualmente è stata raccolta dall’assemblea del Coordinamento,
il quale ha affidato il compito di
redigere uno statuto, o regolamento, ad un gruppo di tre persone che dovranno tenere presente tutto ciò che fin qui è statò
detto e trovare una soluzione da
far pervenire alle chiese entro il
15 dicembre e da discutere poi in
assemblea il 23 gennaio 1993 a
Chiavari.
Come far incontrare l’autonomia (cioè stiamocene da soli) e
comunione (cioè stiamo insieme
agli altri)? (duesto si chiederà la
commissione demandata a scrivere il regolamento ma questo,
molto ovviamente, dovranno domandarsi le chiese che il documento dovranno discutere
Luca Monaco
CORRISPONDENZE
Ripresa autunnale
SAVONA — Con la visita del
pastore Alfredo Janavel e la sua
predicazione, la nostra chiesa ha
iniziato la nuova annata, raccolta
numerosa al culto domenicale
del 13 settembre, elevando i suoi
inni di ringraziamento e di allegrezza al Signore.
Alfredo Janavel, pastore emerito della Chiesa valdese di New
York, viene ogni anno puntualmente al Sinodo, alle Valli; quest’anno è arrivato fino alla Casa
valdese di Borgio, presso la direttrice sua nipote Albina Eynard Canu, ed ha voluto visitare
Savona e la sua chiesa.
Ad ottobre è poi arrivato da
Trieste, invitato dalla comunità,
in visita per due giorni, il pastore Claudio H. Martelli, presidente dell’OPCEMI. Sabato 10, nella
sala evangelica, è stata offerta
una conferenza alla città, organizzata insieme alla parrocchia
cattolica, sul tema I cristiani
nella prospettiva della nuova
Europa; la sala era piena. Hanno
parlato Martelli stesso ed il prof.
Giovanni Battista Varnier, storico e giurista, sui rapporti tra
stato e chiesa, suscitando im
buon dibattito tra gli intervenuti. La domenica il pastore Martelli ha presieduto il culto e si è
intrattenuto con la comunità nel
l’agape fraterna del pomeriggio.
Nello stesso periodo la comunità ha partecipato a tre assemblee: quella del V circuito, il 3
ottobre a Savona, che ha visto
già alle 10 di mattina riuniti ì
pastori ed i predicatori per la
distribuzione dei compiti di cura
pastorale; quella della chiesa dì
Savona, il 18 ottobre, preceduta
dall’agape e dal culto, durante il
quale è stato riferito sul Sinodo
da parte del deputato metodista;
e quella della Federazione delle
chiese evangeliche della Liguria,
a Genova il 24 ottobre, che ha
preparato i suoi programmi che
uniscono battisti, metodisti, vaidesi e luterani.
La vivacità, l’interesse e collegialità sono state le caratteristiche di questa ripresa autunnale.
Nuovo Consiglio
SESTRI — La Chiesa metodista di Sestri ha eletto, domenica
18 ottobre, il nuovo Consiglio
forrnato da Mario Campagnolo,
presidente, Giovanni Conte, Nora Osello, Renata Rizzi, Giga Volpi (membro ex ufficio) per le
attività femminili. Il pastore è
Valdo Benecchi.
6
6 vita delle chiese
27 novembre 1992
LA TAVOLA INFORMA
EVANGELICI IN LIGURIA
Fiducia e speranza
Nella prima delle tre giornate
delle sedute di novembre (14-16),
la Tavola ha lavorato insieme alla Commissione chiesa-stato, discutendo anzitutto un documento su « l’ente ecclesiastico e l’istituto autonomo nell’ordinamento
valdese » che rappresenta un
passo avanti nei rapporti con lo
stato.
La Commissione e la Tavola
hanno anche ricevuto informazioni sul primo contatto che la
Commissione per la trattativa
In materia finanziaria ha avuto
con la controparte governativa
a livello di esperti. L’impressione generale è di una buona disponibilità e apertura, ma non
si è ancora arrivati ad un confronto sui contenuti. Un ulteriore incontro è stato fissato per
il 10 dicembre.
La Commissione chiesa-stato
ha anche dibattuto il difficile tema delle modalità di attuazione
della legge sull’imposta straordinaria sugli immobili (ISI). A
parte il nuovo salasso che aggrava le finanze della Tavola e
delle opere, la Tavola si trova
di fronte al dilemma: pagare
per conto delle opere ed essere
a posto con la legge (che prevede come soggetto passivo dell’imposta il proprietario), contraddicendo però l’ordinamento
valdese, o attribuire il pagamento alle opere nella linea dell’ordinamento valdese (secondo cui
chiese e istituti autonomi hanno la piena responsabilità dei
loro immobili) ma non trovandosi in piena armonia con la
legge? Pareri contrastanti degli
esperti rendono particolarmente
difficile la decisione, mentre si
avvicina il termine del pagamento (15 dicembre). La Tavola, nel
prosieguo delle sue sedute, ha
deciso di presentare un quesito
al ministero delle Finanze nella speranza di poter seguire una
via che non mortifichi il nostro
ordinamento.
Chiese e opere
La Tavola ha dovuto trovare
soluzioni di emergenza per le
chiese di Cremona e Piacenza
(che sono state affidate rispettivamente al 6” e all’8° circuito)
per il fatto che è venuta a mancare la prevista collaborazione
di un pastore metodista inglese.
La Tavola ha accolto la domanda del pastore Giuliana Gandolfo collocandola in emeritazione
PROTESTANTESIMO
Il numero 4
E’ in distribuzione il n. 4/
1992 di « Protestantesimo », che
presenta due articoli: F. Ferrano, Per una teologia evangelica
della creazione: la lezione di K.
Barth, e R. Bertalot, Nova et vetera. Seguono un ampio studio
critico di E. E. Green: Liberazione, ermeneutica e storia:
un’introduzione alia teologia
femminista di E. Schiissler Fiorenza, e la parte più ampia di
due rassegne iniziate già nel numero 3/1992: S. Rostagno, Rassegna di teologia sistematica e
E. Genre, Rassegna di teologia
pastoraie. Chiudono il numero
le consuete recensioni (23) e
l’Indice della XLVII annata.
Con questo numero termina la
direzione di Bruno Corsani. Ogni corrispondenza in merito alla Rivista va indirizzata d’ora
innanzi al prof. Sergio Rostagno,
via Pietro Cossa 42, 00193 Roma.
Gli abbonamenti per il 1993
vanno versati sul CCP 27822006
intestato alla Rivista (interno L.
35.000, estero L. 40.000).
a partire dal 1” gennaio ’93, affidando nel contempo la chiesa
di Sanremo al 5” circuito.
Sulla base di relazioni del moderatore e della vicemoderatore
la Tavola ha preso conoscenza
dei lavori in corso al Servizio
cristiano (trasformazione della
biblioteca in uffici); è stata informata sui danni subiti dalla
Casa valdese di Rio Marina a
causa delle recenti alluvioni (e
ha inserito la pastora Ursel Konigsmann di Livorno nel Comitato dell’cpera); ha ricevuto notizie dettagliate sull’evoluzione
del difficile momento che attraversa il Centro diaconale di Palermo, rallegrandosi per i segni
di interesse e di sostegno che
vengono dall’estero e dall’interno; ha preso atto della prima
assemblea dell’Istituto Gould,
tenutasi secondo quanto disposto dal nuovo statuto, e ha nominato il nuovo Comitato; lo
stesso ha fatto per Adelfia, ugualmente dotata di un nuovo
statuto; ha ricevuto il materiale di studio sulla struttura della Claudiana predisposto per la
riunione congiunta dei Comitati
editrice e librerie prevista per
il 20 novembre.
La Tavola ha anche discusso
di problemi di altre due opere.
Collegio e Casa delle diaconesse,
i cui Comitati si propone di incontrare in occasione delle sedute di gennaio a Torre Pellice.
Finanze
Insieme aH’amministratrice
Rosella Panzironi la Tavola ha
valutato le reazioni, finora conosciute, suscitate dalla decisione di dilazionare di 15 giorni la
corresponsione del trattamento
economico agli iscritti a ruolo
(pastori e diaconi) in servizio
attivo. Limitate sembrano essere le reazioni negative. Per contro a fine ottobre - inizio novembre sono affluite numerose
le contribuzioni arretrate. Sono
aumentati considerevolmente i
doni fatti pervenire in varie forme direttamente all’amministrazione; la Tavola ha espresso riconoscenza per questi segnali
positivi, ma ha manifestato ugualmente forte preoccupazione:
nel discutere la ripartizione del
preventivo Tavola ’93 sui 4 distretti è apparso chiaro che l’aumento necessario per il ’93, consistente ma sopportabile, diventa problematico se la scalata alla meta del ’93 parte dal livello
reale, 144 milioni al di sotto delle richieste per l’esercizio in corso, anziché da quello del preventivo del ’92 che le chiese sono
appunto ben lontane dall’aver
coperto con i loro impegni. Al
di là della risposta immediata
al campanello d’allarme di ottobre, la Tavola si chiede se i
membri di chiesa e i Concistori/
Consigli di chiesa afferrino la
necessità di uno sforzo straordinario da compiere tra dicembre
e gennaio — al di là degli impegni assunti — affinché un rilevante deficit non renda insostenibile il carico del ’93.
Ecumenismo
Il 2 novembre ha avuto luogo un incontro tra la Commissione consultiva per le relazioni
ecumeniche (CCRE) e gli esecutivi battista, metodista e valdese (BMV) con la partecipazione
di diversi delegati delle chiese
evangeliche all’Assemblea di Praga (Conferenze delle chiese europee). A questo incontro ha
fatto seguito una riunione di delegazioni degli esecutivi BMV
(13 novembre). I membri della
Tavola che hanno partecipato ai
due incontri hanno riferito sul
buon andamento dei lavori e
delle varie proposte e richieste
emerse. La più rilevante è stata
quella di invitare i luterani italiani a partecipare, nella misura
che riterranno possibile, al dia
logo BMV. E’ inoltre allo studio
un miglior collegamento della
CCRE con realtà locali impegnate nel dialogo ecumenico ed una
preparazione comune dei delegati italiani ad eventi ecumenici
internazionali.
La Tavola ha poi varato il parere delle Chiese valdesi e rhetodiste sul documento « Verso
una comprensione comune della
chiesa » (dialogo internazionale
tra riformati e cattolici romani). Il documento, che era stato studiato nel corso dell’anno,
era stato dibattuto in Sinodo e
la CCRE ha curato la formulazione finale del nostro parere
che la Tavola ha appunto adottato e si accinge a far pervenire all’Alleanza riformata mondiale.
Una risposta a Budapest sarà
inoltre preparata dalla vicemoderatore; il Comitato di prosecuzione dell’Assemblea delle
chiese protestanti d’Europa che
si è tenuta a marzo a Budapest
ha infatti rivolto alle chiese partecipanti 4 domande di orientamento per il cammino successivo a Budapest e la Tavola ha
fornito a Gianna Sciclone la materia grezza per una risposta a
questa richiesta.
Sempre nell’ambito del tema
ecumenismo, la Tavola, in collaborazione con la Commissione
per il « Decennio delle chiese in
solidarietà con le donne », ha inviato all’arcivescovo George Carey e alla regina Elisabetta un
telegramma di rallegramenti
per la decisione del Sinodo della Chiesa d’Inghilterra relativa
all’ordinazione delle donne.
« Non vi ingannate; non ci si
può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato,
quello pure mieterà ». Con questo monito dell’epistola ai Galati — su cui Sergio Ribet ha condotto la Tavola in meditazione
l’ultimo giorno — si sono concluse le sedute Tavola del 1992.
La Tavola ha ricevuto questa parola nella solidarietà e corresponsabilità delle chiese con preoccupazione e umiltà, ma anche
con fiducia e speranza.
Verso la nascita di
un Centro culturale
Le chiese (della regione potrebbero concorrere a realizzare un progetto (di ampio respiro
Il 24 ottobre si è svolta a Genova l’annuale assemblea de’la
Federazione ligure delle chiese
evangeliche. La discussione si è
incentrata soprattutto sui rap
porti ecumenici interevangelici
nella regione, sul tradizionale
convegno delle scuole domenicali a Vallecrosia, sull’istituzione
di un centro culturale protestante a Genova e sul finanziamento
della Federazione regionale.
I luterani fanno già parte della Federazione naz’onale: la loro
adesione alla Federazione ligure
non farebbe che rendere più visibili i già buoni rapporti che essi
intrattengono con le altre comunità_ evangeliche storiche (in particolare nel comitato direttivo
dell’Ospedale evangelico di Genova). Le relazioni con gli avventisti, che non fanno invece
neppure parte della Federazione
a livello nazionale, non presentano difficoltà in nessun centro
della Liguria; ovunque è possibile il dialogo con loro. E’ fondata dunque la speranza di una
loro adesione in tempi brevi.
L’incontro di Vallecrosia ha
conosciuto quest’anno un sensibile calo di partecipazioni. E’
stato concordemente riconosciuto daH’assemblea che esso va
mantenuto, sia pure in dimensioni ridotte rispetto al passato:
la diminuzione delle nascite si
è fatta pesantemente sentire anche nelle nostre scuole domenicali. L’appuntamento di primavera a Vallecrosia risale agli inizi della vita della Federazione in
Liguria, diciotto anni fa, ed è
legato alla Casa valdese per la
gioventù di quella località. Per
favorire una maggiore partecipazione, il Consiglio avrà cura di
suddividere in modo equo le spese tra chiese più vicine e più
lontane.
L’idea di un centro culturale
protestante a Genova, sul modello di quello di Torino e di Milano, è nata dalla questione della
destinazione della biblioteca appartenuta al pastore Aldo Sbaffi.
Sfumata, per ragioni diverse, la
possibilità di fare di questa ’ biblioteca il nucleo intorno a cui
costruire il centro Immaginato,
l’idea non è stata messa da parte. Quest’anno anzi se ne sono
previste, in una prima bozza
di regolamento, denominazione e
composizione del comitato direttivo, finalità, fonti di finanziamento, possibili sedi. II centro
non riguarderà solo le chiese di
Genova, che sono chiamate a
realizzarlo su invito della Federazione, ma le comunità evangeliche di tutta la regione. Il centro potrà svolgere un’utile opera
di coordinamento delle iniziative
tra i centri culturali già esistenti in Liguria, con evidenti vantaggi. Dopo la pratica scomparsa dell’Istituto Gramsci, la presenza di un centro culturale protestante a Genova è avvertita
ormai come necessaria.
Infine, i versamenti delle chiese per l’attività della Federazione saranno stabiliti sulla base
dei membri iscritti a ciascuna
di esse. Sono stati esclusi altri
criteri.
La proposta del Consiglio della pubblicazione di un piccolo
periodico della Federazione ligure è sembrata inattuabile, in questo momento in cui tutti i nostri
sforzi devono essere rivolti al
successo del nuovo settimanale
« Riforma ».
Ringraziamo Franco Becchino,
che con la sua ben nota abilità
e pazienza ha presieduto e condotto a termine un’assemblea rivelatasi particolarmente vivace
e combattiva.
Giacomo Quartino
DI NUOVO. PERCHÉ?
onfixxtìd
Il periodico italiano dove dialogano cattolici,
protestanti, laici, ebrei e musulmani
Un laboratorio del pluralismo
tra le fedi e le culture
ABBONAMENTI: un anno (11 numeri) lire 50.000 - sostenitore iire 100.000 - una copia iire 5.000. Abbonamento
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7
27 novembre 1992
obiettivo aperto 7
UN’ANALISI DEL BILANCIO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE IN ITALIA
Le cause del degrado della scuola pubblica
L Italia è uno degli ultimi paesi europei con un’istruzione obbligatoria di soli 8 anni, ma le carenze sono anche
altre: si attende la riforma della media superiore, si tagliano gli « aggiornamenti » - Il problema della laicità
La scuola italiana dovrà rapidamente diventare più europea.
Su questo concordano tutti; sociologi ed educatori, economisti,
politici, industriali.
Dovrà svilupparsi quantitativamente e soprattutto crescere
nella « qualità » cioè nella sua
capacità di rispondere alle esigenze degli utenti. E gli « utenti » non possono che essere
(CENSIS) i giovani che aspirano ad entrare nel mondo del lavoro; l’apparato produttivo, che
sempre più ha bisogno di forza
lavoro istruita e flessibile di
fronte alle continue innovazioni;
l’intera società, con le sue attese, spesso frustrate, di efficienza dei servizi, di onestà amministrativa e professionale. Valori, questi ultimi, che a parere degli industriali sono parte essenziale di quella « produttività del
sistema » che tanto influisce sul
costo del lavoro in Italia.
La Fondazione Agnelli prevede
che entro il Duemila vi saranno
nell’Italia del Centro-Nord 1,5
milioni di lavoratori, muniti della sola licenza media, di troppo,
inadatti ad affrontare gli incessanti cambiamenti del mondo
produttivo.
Può essere istruttivo verificare la coerenza fra le esigenze
La scuola italiana riuscirà a tenere il passo con le esigenze di innovazione che giungono da una forma di società complessa?
cinge a porre mano ad una riforma che introduce una lingua
straniera nella scuola elementare. Dai dati sopra accennati appare chiaro che i settori più
« sofferenti » della scuola italiana sono le superiori e l’università. Infatti nelle elementari nu
tab. 1 - Ministero della Pubblica Istruzione
Previsioni di spesa (in miliardi)
1992 1993 variazioni %
Spese correnti 47.115 45.350
Spese conto capitale 4,8 1,2
Totale 48.119 45.351
-2.565 —5,3
—3,6 —75
-2.768 —5.8
sopra enunciate e la pratica
concreta di governo della scuola da parte delle nostre classi
dirigenti.
Qualche confronto con l’Europa. Mentre in Italia circa il 40%
della popolazione fra i 14 e i
18 anni risulta fuori da qualsiasi percorso formativo (inclusa
l’istruzione professionale) in Europa abbiamo una media del
20%. Se consideriamo l’obbligo
scolastico, l’Italia è uno degli
ultimi paesi ad avere un’istruzione obbligatoria di soli 8 anni, contro i 9 o i 10 dei paesi
europei. Quanto al numero dei
laureati annui, l’Italia è stata recentemente superata in termini
assoluti anche dalla Spagna ed
in termini relativi dalla Grecia.
Mentre i 19enni italiani che si
iscrivono all’università passano
dal 31% nel ’75 al 25% nell’86,
il tasso di passaggio dei diplomati all’università, che era dell’87% nel ’70-’71, cala al 63,6 nell’85-’86 e risale al 72% circa, nell’89-’90. A fronte di questi dati
la Fondazione Agnelli prevede
per i prossimi anni una carenza,
nel Centro-Nord, di varie centinaia di migliaia di diplomati e
di laureati. SuH’insegnamento
delle lingue straniere nella scuola dell’obbligo l’Italia, buona ultima in Europa, solo ora si ac
mercsi sono stati gli interventi
legislativi di adeguamento dell’istituzione scolastica ai cambiamenti della società. Nelle medie
inferiori, dopo la riforma del
1962-’63, vi sono stati scarsi ritocchi. Quanto alla secondaria
superiore invece si parla di riforma dai primi anni ’60, si parla di un nuovo tipo d’esame di
maturità, che sostituisca quello
« sperimentale » in vigore dal
’69, dai primi anni ’70. Si parla
di estensione dell’obbligo e di
nuovi programmi al biennio della secondaria dai primi anni ’80.
Non è esagerato dire che la
struttura portante della secondaria superiore è vecchia di 70
anni. Si parla ma non si fa.
Eppure lo stato italiano per
la scuola spende. Se si considera la percentuale di spesa pubblica per l’istruzione sul prodotto interno lordo dei 15 paesi più
sviluppati l’Italia, con il 4,96, si
colloca al decimo posto ma precede Germania, USA, Francia,
Portogallo e Grecia (ISTAT
1986).
Il mistero si spiega se si guarda alla composizione della spesa, che vede ormai da circa 20
anni crescere la quota destinata
alle retribuzioni del personale e
diminuire. Ano all’attuale 2,2%,
quella destinata al miglioramen
to della qualità dell’insegnamento.
Può essere illuminante, per
comprendere l’adeguatezza dell’attuale politica scolastica italiana alle esigenze di qualità dell’utenza ed alle prospettive europee, esaminare le previsioni di
bilancio del ministero della Pubblica Istruzione per il 1993, al
netto dei « tagli » dovuti alla manovra economica tesa, come sappiamo, a « riportare l’Italia in
Europa ». Nella tabella 1, che
fornisce le dimensioni assolute
della spesa per l’istruzione, è significativa la riduzione delle spese del 5,8%.
La tabella 2 consente invece
di confrontare, aU’interno delle
spese correnti, quelle per la
« qualità » della scuola (acquisto
beni e servizi), pari al 2,2% del
totale, con quelle per le retribuzioni del personale in servizio,
pari al 97,3%. E soprattutto di
confrontare l’entità del « taglio »
alle retribuzioni (—5,4%), con
quello che colpisce i « beni e
servizi » (—17,9%). Nelle tabelle
3 e 4 vediamo esattamente a
quali voci dei « beni e servizi »
vengano apportati i tagli. I dati
parlano da soli. Mi limito perciò a qualche sottolineatura.
Vengono azzerate o radicalmente decurtate le spese per attività tese a prevenire o combattere le forme più gravi di disagio
giovanile nella scuola (come le
tossicodipendenze o l’alcolismo),
le spese per promuovere l’aggiornamento degli insegnanti e
le esperienze di miglioramento
dell’efficacia dell’insegnamento
(interventi contro la dispersione, l’espulsione o l’abbandono
scolastico), classificate sotto la
voce « incentivazione ». Significativi anche i tagli al fimzionamento delle scuole elementari,
materne, liceali, professionali e
artistiche, tanto più se si considera che rimane inalterato il finanziamento di 80 miliardi alle
scuole elementari parificate. Cosa dire degli scambi culturali
(...a proposito di Europa), e degli studi e ricerche, nonché degli istituti preposti alla formazione e all’aggicrnamento didattico (IRSSAE e CEDE) e allo
studio delle problematiche del
tab. 2 - Ministero della Pubblica Istruzione
Spese correnti (in miliardi)
Categorie 1992 % 1993 % variaz. %
Il Personale di servizio 46.796 97,3 44.286 97,6 —2.51 —5,4
MI Personale in quiescenza 13 6,3 —6,7 —51
IV Acquisto beni e servizi 1.037 2.2 851 1.9 —186 —17,9
V Trasferimenti 266 0,5 206 0,5 —90 —22,6
Totale 48.119 100 45.351 100 —2.769 —5,8
l’insegnamento? Eloquente anche
il « taglio » all’edilizia scolastica
(—77,6%) e in particolare al contributo, già esiguo, alla scuola
dell’obbligo nel Mezzogiorno
(—50%), dove la disgregazione
sociale ha già portato a indici
patologici l’evasione alla scolarità di base e l’immissione di bambini e adolescenti nei mercato
del lavoro illegale o criminale.
Vorranno gli insegnanti, in una scuola più povera e meno efficiente, sopperire di tasca loro
e con un rinnovato slancio mis
degli interessi particolari a quelli comuni. Dall’altro crea le condizioni pratiche e ideali per la
fioritura (e magari la defiscalizzazione) della scuola privata e
confessionale.
Bisogna ammettere che le priorità di valori esistono anche per
le classi dirigenti (sebbene rovesciate rispetto a quanto esse
stesse predicano): se c’è da colpire, si taglia prima lo stato sociale e poi (forse) le spese militari o le rendite finanziarie, o
l’evasione fiscale. Ma una scelta
tab. 3 - Ministero della Pubblica Istruzione
Beni e servizi (in miliardi)
N. capitolo 1992 1993 variaz. %
1/1038 Incentivazione 508 350 - -158 -31
1/1121 Formazione Lotta tossicod. 117 86 —31 —2,6
1/1122 Studi e ricerche 6 4.5 —1,5 —2,5
1/1146 Prevenzione tossicodipendenza 12 0 —21 -10
1/1149 Docenti di 0 17 -M7
1/1150 sostegno
1/1151 handicappati
1/1204 IRRSSAE CEDE 19 15 —4 -21
3/1431 Funzionamento materna statale 37 32 —5 —13,5
3/1461 Sussidi scuole materne non statali 119 80 —39 -32
4/1572 Scuole elementari tempo prolungato 76 60 —16 -26,7
4/1625 Scuole elementari parificate 80 80 0
sionario, alla diminuzione dei
mezzi disponibili? Provi il lettore a rispondere tenendo presente la scelta di « congelare » fino
a tutto il 1993 il rinnovo del
contratto degli insegnanti, scaduto ormai da 2 anni, e l’intenzione (vedi la legge quadro per
il pubblico impiego) di utilizzare i docenti sovrabbondanti in
altri settori del pubblico impiego oppure in insegnamenti non
corrispondenti alla loro laurea.
Mentre dunque le parole dei politici di governo parlano di Europa e di scuola europea, i fatti
sembrano ispirati a tutt’altra logica: quella del deperimento della scuola pubblica, uno dei pilastri, assieme alla sanità ed alla previdenza, di uno stato « sociale », cioè teso ad assicurare
a tutti alcuni diritti fondamentali. Ma una scuola pubblica
vieppiù scassata, (e quindi più
lontana dall’Europa) da un lato
offre ulteriori argomenti a quanti, come le leghe, teorizzano la
frantumazione della collettività
nazionale e la contrapposizione
si pone anche a noi evangelici,
parecchi dei quali insegnano,
moltissimi sono « utenti » del
servizio scolastico, vari sono politici.
Si tratta di difendere la scuola statale e laica, contribuendo,
insieme a quanti altri vorranno
(associazioni di genitori, gruppi
di docenti, strutture sindacali ed
eventualmente professionali) a
potenziarne la capacità di rispondere alle esigenze della società non solo dal punto di vista produttivo, ma anche da
quello culturale e morale. Una
scuola che diventi capace di realizzare l’elevamento culturale di
tutti i giovani, anziché selezionarne e diplomarne pochi (troppo pochi anche secondo gli industriali), perdendone molti per
strada o abbandonandoli alla
strada.
O scopriremo che lo sfascio
dello stato sociale apre nuove
prospettive di scuole gestibili in
proprio anche da evangelici aperte a tutti, per carità!
Maurizio Girolami
tab. 4 - Ministero della Pubblica Istruzione Beni e servizi (in miliardi) N. capitolo 1992 1993 variaz. %
6/2081 Medie inferiori 60 56 —4 —6,7
7/2281 Class. Se., Mag. 67 56 —11 -16,4
8/2480 Istr. tecn. 159 150 —9 - 5,6
8/2481 1st. profess. 113 100 —13 —11,5
9/2682 Istr. artist. 45 40 —5 -11,1
13 Istr. media 1,6 1,2 —0,4 -25
non statale
17 Scambi culturali 6,1 4,8 —1,3 —21,3
19 Edilizia 25,8 5,8 —20 —77,6
di cui; contrib. a
scuola obbl. 0,4 0.2 —0.2 —50
nel mezzog.
8
8 ecumenismo
FRANCIA: SINODO REGIONALE DELLA CHIESA RIFORMATA
27 novembre 1992
INCONTRO ECUMENICO
L'attualità della missione Essere evangelici
Il rapporto tra chiese, CEVAA e DEFAP - Un richiamo allo spirito di nGlFEumnil iGtìrm
fratellanza e partecipazione - Vacante il 15% dei posti pastorali laUlld
Abbiamo preso parte dal 13 al
15 novembre, quali ospiti délit
Chiesa evangelica riformata di
Francia, al Sinodo regionale
Centre-Alpes-Rhône che si è svolto a Viviers, graziosa cittadina
medievale che si affaccia sulla
valle del Rodano.
Il tema centrale del Sinodo
è stato il rapporto tra chiesa,
DEFAP (Département évangélique français d’action apostolique)
e la CEVAA (Communauté évangélique d’action apostolique). Per
discutere questo argomento, i
mernbri del Sinodo sono stati divisi in gruppi di studio e successivamente è stata creata una
commissione con il compito dì
riassumere gli aspetti più significativi emersi dal lavoro di gruppo.
Si è concluso che il DEFAP
fa da « schermo » alla CEVAA,
che non è molto conosciuta nelle
comunità. Il Sinodo ha chiesto
quindi che queste ultime vengano sensibilizzate allo spirito
evangelico delle missioni, e chiede ai responsabili di CEVAA e
DEFAP di studiare un nuovo
equilibrio e di precisare maggiormente il ruolo e la specificità
del Dipartimento.
Lo spirito che ha animato
questo dibattito ci è stato ben
riassunto dal pastore ed anima
tore del Sinodo, François Rachat:
« Le missioni sono un argomento
fondamentale per noi evangelici in quanto è in questo ambito
che si risveglia lo spirito di fratellanza e partecipazione, e questo è importante che tomi a vivere nelle nostre comunità ».
Partecipando a questo Sinodo,
ci è stata'offerta la possibilità
di conoscere una realtà in parte
diversa dalla nostra qui alle valli. Elemento di maggior differenzia risulta essere il rapporto
con lo stato. La terza Repubblica ha sancito nel 1905 la laicità
del paese, e questo implica l’assenza di un insegnamento religioso nelle scuole pubbliche; era
stato però concesso un giorno libero a settimana affinché gli studenti potessero dedicarsi, nelle
rispettive comunità, al proprio
catechismo.
Parlando con Marcel Manoel,
presidente del Consiglio regionale dal 1988, abbiamo scoperto la
totale assenza di un apparato
diaconale. Questa è la conseguenza del trattato del 1905, che ha
escluso la diaconia dai compiti
ecclesiastici. Questo ha certamente i suoi limiti in quanto riduce la partecipazione delle chiese alla vita pubblica.
Con il pastore Manoel siamo
arrivati a definire gli argomenti
di più scottante attualità in seno
alla Chiesa riformata di Francia.
Si discute molto sul significato
del catechismo oggi: sul rapporto fra vita e morte, sull’accompagnamento dei morenti e sull’eu
tanasia. Il nostro interlocutore
ha sottolineato in particolar modo la difficoltà a coprire tutte
le comunità con un pastore. Risulta infatti vacante il 15% dei
posti pastorali. Questa è la diretta conseguenza del pensionamen
to di 25-30 pastori ogni anno e
della crisi di vocazioni avvenuta
negli anni ’70 che fa sì che i
nuovi ministri non riescano a
coprire la totalità delle comunità.
Si è intromesso a questo punto il moderatore del Sinodo,
Roger Dory, facendoci notare
con soddisfazione la possibilità
della defiscalizzazione per le offerte date alle chiese.
Abbiamo in particolar modo
apprezzato il nastore François
Rochat per l’impegno profuso
nell’animazione dei culti e dell’ottima riuscita. Non vogliamo
con questo dimenticarci della
simpatia e dell’affetto con cui
siamo stati accolti fra i membri
di questo Sinodo.
Milena Martìnat
Mark Noflke
STRASBURGO: LE CHIESE INCONTRANO IL CONSIGLIO D’EUROPA
Un interesse crescente
per il protestantesimo
La Commissione ecumenica
europea per chiesa e società
(EECCS, un organismo fondato
dalle chiese protestanti d’Europa
per seguire l’attività degli organismi europei) ha organizzato un
iricontro di leader ecclesiastici
di otto nazioni con la segretaria
generale del Consiglio d’Europa,
Catherine Lalumière, e altri esponenti di questa istituzione
europea, fondata nel 1949, a cui
aderiscono 27 stati. L’incontro ha
avuto luogo il 13 novembre. La
delegazione delle chiese, guidata
dal presidente della EECCS, pastore Klaus Krenkau, includeva
fra gli altri l’arcivescovo anglicano di York, John Hahgood, il vescovo luterano Klaus Engelhardt,
presidente della Chiesa evangelica tedesca, il pastore Heinrich
Rusterholz, presidente della Federazione protestante svizzera, il
pastore Jacques Stewart, presidente della Federazione prote
_____luterani al sinodo diocesano
Tre date importanti
Nel corso della « congregazione generale» del 31 ottobre del
Sinodo cattolico della diocesi di
Roma ha preso la parola un altro
dei « delegati fraterni » non cattolici, il pastore Hans G. Philippi, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) e pastore della comunità luterana di
Roma. Philippi ha voluto ricordare tre date: la prima, il 475” anniversario della Riforma, che ricorreva il giorno stesso (il 31 ottobre 1517 Lutero pubblicò le sue
95 tesi). La seconda: l’il dicembre 1983, quando « Giovanni Paolo II fece visita — come è inciso
su una lapide commemorativa
nella nostra chiesa — alla nostra
comunità luterana di Roma e
predicò, primo papa dopo la Riforma, dal pulpito di una chiesa
protestante ».
« Tutti i nostri membri di chiesa ricordano con piacere questo
incontro — ha affermato PhilipPi — tna oggi mi domando se lo
sviluppo dei colloqui ecumenici
e in particolar modo la comunione ecumenica realmente vissuta
e permessa dal diritto canonico
rispondano al grande significato
dell'Incisione sulla lapide com
memorativa e alle speranze in
esso poste ». Il decano luterano
ha affermato che « grande è il nostro sgomento in merito alle recenti dichiarazioni provenienti
dal Vaticano » in tema di ecumenismo. L’ultima data citata da
Philippi è un avvenimento recente, il culto svoltosi domenica* 25
ottobre in occasione del 173” anniversario della nascita della comunità luterana di Roma, con la
partecipazione di numerosi amici cattolici.
In quella occasione il pastore
luterano si è detto « dolente »
per il fatto « che la nostra divisione si manifesti in modo così
evidente proprio durante la celebrazione dell'eucarestia », e ha
invitato « tutti coloro che possono conciliarlo con la loro coscienza a partecipare alla Santa Cena »
« Una gran parte dei nostri
ospiti cattolici — ha affermato
Philippi — ha partecipato alla
Santa Cena. Non posso e non
voglio credere che le cause che
ci dividono facciano sì che le
differenze abbiano maggior peso
di ciò che ci accomuna ».
stante di Francia, e il segretario
generale della Conferenza delle
chiese europee (KEK) Jean Fischer. La Federazione delle chiese evangeliche in Italia era presente nella persona di Anne Marie Dupré, che rappresentava anche il Comitato delle chiese per
i migranti in Europa (CEME),
di cui è vicepresidente.
Nella sua introduzione, Catherine Lalumière ha sottolineato il
grande interesse del Consiglio
d’Europa ad intensificare le relazioni con le chiese protestanti, eventualmente creando per loro
uno statuto speciale di osservatrici, simile a quello di cui già
gode la chiesa cattolica, anche se
le modalità dovranno essere diverse. Lalumière ha poi illustrato le attività del Consiglio e le
attuali preoccupazioni, che si
concentrano sugli sviluppi nel
Centro e nell’Est del continente,
dove alla chiesa spetta un ruolo
importante per affrontare difficoltà e problemi.
I rappresentanti delle chiese
hanno dichiarato la loro disponibilità a collaborare, tenendo conto della loro specifica vocazione.
Le chiese sentono la sfida che si
presenta loro in questo particolare momento di messa in crisi di
valori che sembravano acquisiti.
Il segretario della KEK, Fischer,
ha fatto presente l’importanza
delle chiese ortodosse e delle altre chiese, che rappresentano milioni di credenti nei paesi ex comunisti. Il loro ruolo non deve
essere trascurato nel futuro sviluppo dell’Europa. I partecipanti
si sono anche interrogati su quale concetto dell’uomo sarà alla
base della costruzione di ima
nuova Europa. Alcuni rappresentanti delle chiese hanno espresso
la preoccupazione che, a causa
degli sviluppi all’Est, l’Europa
possa perdere di vista la sua responsabilità nei confronti del
Sud del mondo e dell’area mediterranea.
(NEV)
SÉTE — Come fare per migliorare la vita delle comunità
evangeliche dell’Europa latina?
Se lo sono chiesto i partecipanti alle giornate internazionali
organizzate dal Consiglio ecumenico delle chiese, che si sono
svolte dal 21 al 26 ottobre a Séte
(Montpellier), in Francia, contemporaneamente alla conferenza tenutasi in Danimarca con i
delegati del Nord Europa. Numerosi i partecipanti — due per
l’Italia, una valdese e un battista — e anche gli incontri-dibattito che si sono susseguiti per
cinque giorni, durante i quali
ogni chiesa ha presentato la pi'opria attività ed esposto interrogativi e tematiche di interesse
comune. Con particolare attenzione, ad esempio, è stato affrontato il problema di quei gruppi
religiosi che, facendo leva su vecchie ideologie ed entusiasmi gratuiti, proliferano in maniera
preoccupante in tutto il mondo:
come possiamo fronteggiare un
simile fenomeno quale può essere il messaggio di salvezza che
dobbiamo lanciare? E ancora: si
è discusso della mancanza di termini di paragone ideologici, conseguenti alla caduta dei regimi,
e di come le chiese possono impostare la loro missione e dell’annoso problema degli extracomunitari. Forse molte delle domande che ci siamo posti a ottobre troveranno una risposta alla conferenza che si terrà in Germania la prossima primavera.
Paolo Morlacchetti
L’arricchimento
deH’incontro
fraterno
E' stata una settimana molto
interessante, come mai me lo
sarei aspettata. Sono partita per
Séte perplessa e ho fatto ritorno
in Italia con un bagaglio di esperienze che mi servirà di certo
per tutta la vita. Stare a contatto con persone di paesi diversi
e chiese diverse arricchisce enormemente; me ne sono accorta
partecipando ai culti e agli studi biblici che si tenevano quotidianamente. Ognuno di noi, ogni
delegato, ha portato la sua testimonianza di fede. E io non
sono stata da meno: ho parlato
di _ un'esperienza vissuta dalla
chiesa di Ivrea insieme con una
parrocchia cattolica e dei culti
in comune che abbiamo tenuto;
in quel momento mi sarebbe piaciuto che un rappresentante di
quella comunità cattolica fosse
stato Li, con tutti noi. Come ci
hanno ripetuto molte volte,
« l'ecumenismo non va da sé, è
un cammino da fare insieme, nel
rispetto reciproco di idee e opinioni ». E l'esperienza dei protestanti e cattolici di Meyrin (Ginevra) mi sembra un buon esempio: hanno costruito una chiesa
« pouf vivre des choses ensemble,
pour faire des choses ensemble»,
hanno detto.
Odette Coiisson
dal mondo I
cristiano |
Revocare le
sanzioni economiche
CUBA — Il Consiglio ecumenico ^ Cuba (di cui fanno parte
19 chiese protestanti di varie denominazioni e 10 organismi ecumenici) e il Consiglio dei vescovi cattolici hanno chiesto la revoca delle sanzioni economiche
imposte all’isola. La protesta è
diretta in particolare al Congresso degli Stati Uniti che nel settembre scorso ha approvato una
risoluzione che prevede la prosecuzione del blocco economico.
logico battista di Rùschlikon in
Svizzera.
Nella sua riunione ai primi di
ottobre, il Consiglio esecutivo
della Federazione battista europea ha deciso di sottoscrivere
« raccordo di Amburgo », ponendo così fine ad un contenzioso
che aveva interrotto per oltre un
anno la cooperazione tra i due
organismi battisti.
Donna vescovo
luterana
LA CROSSE (Wisconsin USA) — L’il ottobre è stata
consacrata la prima donna vescovo extraeuropea della Chiesa
luterana. La pastora Ulring Larson è ora a capo di un Sinodo
che comprende 81 comunità per
un totale di 40.000 fedeli. La
Chiesa luterana degli Stati Uniti
(ELCA) conta circa 5 milioni e
mezzo di membri comimicanti.
Cooperazione
oltreoceano
ZURIGO — L’Agenzia Baptist
Press ha reso noto che è stato
raggiunto un accordo per riprendere la cooperazione tra la Federazione battista europea e il Comitato per le missioni dei battisti americani del sud (FMB), relazione interrotta l’anno scorso
a causa della decisione unilaterale dell’FMB di sospendere il proprio appoggio al Seminario teo
Chiesa di Cristo:
nuovo presidente
ANTANARIVO — La Chiesa
di Gesù Cristo in Madagascar FJKM - ha un suo Sinodo nazionale solo ogni quattro anni,
a causa delle difficoltà economiche del paese che si ripercuotono
sulla gestione finanziaria della
chiesa.
Nell’ultimo Sinodo, tenutosi il
mese di settembre, c’è stato un
cambio della guardia in seno al
Comitato nazionale (la nostra
Tavola ) : è stato eletto quale presidente il pastore Edmond Razafimahefa, già direttore del giornale « Marturia ».
Una trasmissione
di evangelizzazione
^.^EVRA — Dopo un anima
.^^'^^ttitO’ il Concistoro della
Chiesa nazionale protestante ha
deciso di associarsi alle diverse
comunità dell’Alleanza evangelica ginevrina in vista della « Missione Europa W. Si tratterà di organizzare a Ginevra la ritrasmissione via satellite delle serate di
evangelizzazione che si svolgeranno a Essen (Germania) dal
19 al 21 marzo 1993 con l’evangelista Billy Graham.
9
27 novembre 1992
E Eco Delle Yaui ¥vldesi
MASSELLO
Incontri
TORRE PELLICE — Il DIAPSIGRA invita tutti i familiari e coloro che sono interessati al problema della malattia mentaie ad una riunione che si
svolgerà mercoledì 2 dicembre alle
ore 20,30 presso il Centro d'incontro
di via Repubblica 3.
PERORA ARGENTINA — Giovedì 3
dicembre, alle ore 20,30, presso la
sala consiliare della Comunità montana, si svolgerà un incontro sugli
« Escartons »; introdurranno Alex Berton e Monica Berton. Giovedì 10, alla stessa ora e nello stesso luogo,
Andrea Vignetta presenterà il suo recente libro « La montagna non è morta ».
TORINO — Venerdì 27 novembre, alle ore 9,30, presso la sala « Aldo Viglione » di palazzo Lascaris, in via Alfieri 15, la Regione e l'Istituto storico
della Resistenza organizzano una giornata di studio su « Vita religiosa e
società civile nella seconda guerra
mondiale: comunità cattoliche, ebraiche ed evangeliche nella provincia di
Torino ».
TORRE PELLICE — Mercoledì 9 dicembre, alle ore 21, presso la Biblioteca della Casa valdese, per l'organizzazione di Associazione per la pace
vai Pellice, Radio Beckwith e Centro
culturale valdese, il prof. Giorgio Rochat presenta il suo recente libro sulle guerre italiane in Libia e in Etiopia.
Teatro
POMARETTO — Sabato 28 novembre,
alle ore 21, presso il teatro Edelweiss,
i'Assemblea Teatro presenta «Sulla
strada di Shangri-la ».
TORRE PELLICE ■— Presso il cinema Trento, giovedì 10 dicembre, alle
21,15, il gruppo Teatro Delle Trasmigrazioni presenterà lo spettacolo « Per
cessare di essere ombre ».
SAN GERMANO •— Ultime repliche
per lo spettacolo del Gruppo Teatro
Angrogna « A la brua! » sabato 28 novembre e sabato 5 dicembre, ore 21,15.
Mostre
TORRE PELLICE — Presso l’atrio del
municipio, dal 5 al 13 dicembre, sarà
aperta al pubblico una mostra di pittura di A. Russo e P. Giorgiutti; inaugurazione alle ore 17 del 5 dicembre.
Musica
TORRE PELLICE — Sabato 28 novembre, « Musica per i popoli jugoslavi », grande concerto rock-punk-posse
tenuto da gruppi del Pinerolese e di
Torino, tra cui i Ciposse, gli Exen Besen, i Sister Zars e i Cracsi Acidi.
L’organizzazione è di Radio Beckwith in collaborazione con l'Associazione pace. Il ricavato della serata
sarà interamente devoluto alle popolazioni dell'ex Jugoslavia.
Il concerto si svolgerà presso il
Salone opera gioventù in via al Forte,
dalle 18 a mezzanotte.
PINEROLO — Il cinema Hollywood
ha in programma fino a martedì 1”
dicembre, « Guai in famiglia »; feriali
ore 20,15 e 22,30; festivi ore 14,15,
16.15, 18,15, 20,15, 22,30.
Il Ritz presenta, fino a lunedì 30
novembre, « Anni '90 »; feriali ore
20,15 e 22,15; festivi ore 14,15, 16,15,
18.15, 20,15 e 22,15, Martedì e mercoledì, ore 20,30 « Boyz 'n thè hood ».
Il cinema Italia ha in programma,
fino al 3 dicembre, « Pomodori verdi
fritti »; feriali ore 20 e 22,30, sabato
ore 20 e 22.30, domenica ore 15, 17,30,
20 e 22,20.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
propone, venerdì 27, ore 21,15, «Come essere donna senza lasciarci la
pelle »; sabato 28, ore 20 e 22,10, « Il
tagliaerbe »; domenica, ore 16, 18, 20
e 22,10 e lunedì ore 21,15, «Prosciutto, prosciutto ».
POMARETTO — Il cinema Edelweiss
propone, venerdì 27, ore 21, «Ci sono
dei giorni... e delle lune ».
Le strade per gli alpeggi
Un patrimonio da valorizzare: la formula dei consorzi - Le piste
serviranno al taglio degli alberi e a raggiungere le varie bergerie
Massello, con Salza di Pinerolo, è uno dei Comuni meno popolati della vai Germanasca, ma
con i suoi 3.880 ettari di superficie è uno dei più estesi; il numero degli abitanti non raggiunge il centinaio. Le risorse di
Massello sonò costituite da boschi e alpeggi, in parte comunali e in parte costituiti in consorzi; gli alpeggi, lo scorso ottobre _ sono stati colpiti da una
nevicata precoce che causò danni ingenti. Un gregge di pecore
fu travolto da una slavina e proprio m questi giorni una squadra
di volontari è salita ai pascoli
per bruciare le carcasse che riemergono dalla neve che si scioglie con il vento caldo.
Malgrado le calamità naturali,
si cerca di valorizzare gli alpeggi migliorandone gli accessi e a
questo scopo sono stati chiesti
contributi per una pista forestale nella zona del Ghinivert e altre verso i pascoli del Lausoun
del Pis e di Coulmian.
Il sindaco di Massello, Aldo
Peyran, spiega come sono organizzati i consorzi:
«Per la stragrande maggioranza^ i consorzi appartengono a
privati e sono tutti retti dai medesimi statuti, sia quello del Pis
che quello di Rabiour. Quello di
Coulmian invece si è costituito
di recente, perché fino a poco
tempo fa era una zona adibita
alla fienagione. Nessuno può
vantare la proprietà dei terreni
finché il consorzio è costituito,
ma in caso di scioglimento, cosa
Un gruppo di case alla Balziglia.
che non succederà probabilmente
mai, ognuno sa di che cosa è
proprietario. Questa è appunto
la differenza con gli altri che
hanno l’antica ripartizione in
soldi, perché è l’ultimo che si
è formato.
In che cosa consistono i progetti per le strade?
« Le strade sono state richieste sulla base di due diverse leggi: una, quella che porta all’alpeggio del Ghinivert è stata richiesta dal consorzio stesso che
conduce la pratica e il Comune
se ne occupa soltanto per le concessioni della commissione edi
LETTERA
Odio antimassonico
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Sono lieto che un pastore molto attivo e colto come Ruggero
Marchetti si occupi di massoneria in un suo articolo (Valdesi
e massoni? 20 novembre). La nostra stampa lo fa di rado e per
lo più echeggiando offensive clericali. Secondo Marchetti il clericalismo, un tempo « ostacolo...
allo sviluppo dello stato italiano»,
ora non lo è più. Non ne sarei così sicuro, se lo stato si intende
estensivamente come una moderna comunità nazionale. Qrmai
l’argomento non interessa più
i massoni: ufficialmente hanno
fatto pace con la Chiesa cattolica, e fra loro sono numerosi i
sinceri cattolici. Più difficile è il
rapporto con la dirigenza valdese, che per odio antimassonico
supera i gesuiti di un tempo.
Eppure, se la Chiesa valdese
si è sviluppata in Italia lo si deve
in gran parte a un personaggio
che fu sicuramente un massone:
Beckwith. Poi ad Amedeo Bert
jr, a Matteo Prochet, a C.A. Tron,
a Ernesto Giampiccoli e ad altri
pastori, che crescevano di numero allorché divenne moderatore
Ernesto Comba, antimassone
benché liberale. Secondo Gramsci, che nel suo unico discorso
parlamentare tentò di difendere
la massoneria, « chi è contro la
massoneria è contro il liberalismo »; ma Comba era un liberale conservatore (per Viallet un
reazionario), peraltro un galantuomo (a differenza di altri, i
massoni non considerano chi da
loro dissente come un disonesto). Se perseguitati stiamo volentieri in compagnia di quei nicodemiti di valdesi medievali
(checché ne abbia detto Calvino,
a cui preferiamo Serveto).
Quanto ai giuramenti segreti
(che dovrebbero proteggere il rito, non altro), come fanno ad
essere segreti, se tutti ne parlano? E quanto al rito, e ai nostri
cari grembiulini: cosa dicevano
i pentecostali, quand’ero bimbo,
della toga e delle facciole di mio
nonno, che tanto le amava? E
che dicono i pastori di oggi —
giacca e cravatta — dei maglioni dei pastori del ’68? Tutte uniformi, care a chi le porta. I nostri paramenti sono coevi a quelli
dei pastori anglicani...
E la parola di Dio? Noi la mettiamo sull’altare, all’inizio e alla
fine dei nostri lavori. Fatelo anche voi. Toh, sapete qualcosa dell’Qpus Dei? noi non ne sappiamo
nulla. Uno che sa tutto? Norberto Bobbio; pure mi ha accolto
con cortesia, e con modestia mi
ha detto: di massoneria non ne
so molto; mi informi lei.
Anche noi abbiamo le nostre
ombre; peraltro non scegliamo
deliberatamente il segreto, bensì (insegni Di Bernardo) la trasparenza. Ditelo a Cordova, magistrato eccellente, che speriamo
incastri mafiosi, ma finora ha
gettato l’onta su alquante persone serie. Longo è stato perquisito all’alba; dalla schiera di Lerner, prima dello spettacolo, io
sono stato menato. Grazie, grazie, cari antimassoni, perseguitateci. Noi confidiamo non nella
CIA, come Gelli, ma nelle Beatitudini. Abbiamo la faccia tosta di
applicare a noi stessi Matteo 5:
10-12, su cui stamani 22 novembre ha predicato il pastore Rostagno nel tempio di Torre Pellice. Con parole assai belle, che
sfrontatamente ho applicato a
me stesso.
Augusto Comba
lizia, come per qualsiasi altra
opera progettata sul territorio
comunale. Per questo tracciato
si è avuto il consenso di tutti
i soci, ma non sono mancate
le difficoltà burocratiche; l’ispettore forestale ha dato un parziale benestare, ma essendo la pista destinata al taglio degli alberi dovrà terminare prima dei
pascoli, ad una certa distanza
dalle baite. E’ molto utile anche
così e rende al consorzio perché
permette la vendita del legname,
che nessuno acquista più se non
è possibile usare mezzi meccanici.
Invece la pista che si vorrebbe
tracciare dal villaggio di Balsiglia al Cró d’ia Balmo, almeno
fino alla base della cascata del
Pis (perché di lì alle bergerie
che sono al di sopra c’è il tratto più ripido), è una pista silvoagro-pastorale, dato che in quella zona non ci sono boschi. Il vero scopo è quello di migliorare
il pascolo, e così sarebbe anche
per l’altra, verso Coulmian. In
questo caso potremmo anche
raggiungere il villaggio delle
Qccie, che non è servito da una
strada carrozzabile e poi arrivare ben vicino ai pascoli di
Coulmian. Qui sfruttiamo un’altra legge e il contributo viene
dato al Comune, che però deve
assicurare il libero passaggio
con facoltà di esproprio. L’opnosizione dei proprietari potrebbe
causare delle difficoltà, qualora
abbiano la maggioranza delle
quote. Qccorre anche il consenso
dei proprietari dei terreni che
non fanno parte del consorzio,
ma ne danno l’accesso ».
Il sindaco valuta positivamente queste iniziative e spera che
reconomia locale ne ricavi dei
vantaggi.
« Gli alpeggi di Massello sono
tra i migliori e finora i consorzi
li hanno sempre affittati senza
difficoltà, ma le leggi sanitäre,
senz’altro legittime, riducono
sempre più il mercato. Il risanamento dovrebbe portare in
montagna solo più animali perfettamente sani, con una deroga
autorizzata dal sindaco per quei
capi che non hanno tutti i certificati, a condizione che salgano
e scendano dopo gli altri e si
stabiliscano su pascoli separati
per evitare ogni contaminazione.
Con tutte queste limitazioni di
tipo sanitario, se mancano anche
le strade, gli alpeggi non si affittano. E’ anche importante restaurare le baite o costruirne
di nuove. Fornendo un minimo
di comodità, possiamo sperare
di evitare che vadano in renana
tanti animali belli e sani, come
è successo purtroppo poco tempo fa ».
Liliana Viglielmo
Volontari
antincendi boschivi
TORINO — Rifondazione comunista ha presentato in Regione un’interpellanza urgente sulle prospettive delle squadre di
volontari antincendi boschivi.
Di fronte alla prospettiva di
nascita di una associazione regionale di volontari antincendi
boschivi che, seconde la bozza
di statuto, si troverebbe in rapporto assolutamente prioritario
con Regione e corpo forestale.
Rifondazione rileva come questo
progetto stia destando perplessità nelle valli perché le comunità locali non sarebbero state per
nulla coinvolte.
Gli interpellanti chiedono alla
presidenza della giunta se « corrisponda al vero il fatto che la
Regione Piemonte riconoscerebbe come unica struttura di coordinamento la costituenda associazione » e se « non ritenga che
questa associazione violi la normativa sul volontariato in quanto la legge relativa esclude l’intervento in settori già normati
da altre leggi come nel caso del
settore della prevenzione e nello spegnimento degli incendi boschivi ».
Commissione
pari opportunità
TORINO — La Commissione
regionale per la realizzazione
delle pari opportunità del Piemonte è stata rinnovata nella
sua composizione, ed è stata integrata dalle rappresentanti dei
coordinamenti femminili di
Cisl, Uil e sindacato donna.
La sede della Commissione è
in via Monte di Pietà 26, Torino. Tel. e fax 011/5623901.
Linee ferroviarie
a rischio
SALUZZO — Sono a rischio
le linee ferroviarie del Saluzzese? Mentre riemerge puntualmente da parte di pendolari che
utilizzano la Torino-Torre Pellice la richiesta alle FS circa l’eventuale riapertura della Airasca-Saluzzo su cui vennero eseguiti pochi anni fa lavori di ammodernamento per alcuni miliardi e che venne chiusa subito dopo, sembra che i tagli che
)a finanziaria impone alle PS
possa portare alla chiusura di
circa 2.000 chilometri di strada
ferrata. Fra le numerose linee
interessate al provvedimento
nella nostra regione ci sarebbero anche i collegamenti da Saluzzo per Cuneo e Savigliano.
A meno che Regione o Provincia possano accollarsi una parte delle spese.
Un mutuo per
lo sport di base
PERRERO — Il Comune di
Perrero ha degli impianti sportivi pressoché inesistenti, quindi il
Consiglio comunale del 20 novembre ha deciso di accendere
un mutuo di 95 milioni sul credito sportivo per costruire attrezzature di base. Le necessità
più urgenti riguardano la costruzione di una pista polivalente per
pallavolo, pallacanestro e simili
sport e un campo di calcio.
■Verrà incaricato un progettista con il compito di cercare anche le aree idonee, oltre a determinare la spesa necessaria.
Altri 150 milioni saranno spesi
per il rifacimento dei marciapiedi di Perrero, con lo scopo di allargare la sede stradale e facilitare il transito ai pedoni con il
superamento delle barriere architettoniche.
10
10 27 novembre 1992
E Eco Delle \àlli VAi.nF.sf
GLI ALLENAMENTI DELLA SQUADRA AZZURRA DI SCI ALPINO DUE CONVEGNI A TORINO
Nella quiete di Frali
Un periodo di preparazione quotidiana, lontani dalla folla che poi
seguirà le gare - Le responsabilità degli atleti e dell’allenatore
« Neve naturale, piste ben preparate, buona cucina ma soprattutto tanta tranquillità ». Queste
sono le qualità che i tecnici e
gli atleti delle squadre nazionali
di sci alpino amano e che Frali
e i suoi abitanti sanno offrire
in modo molto sobrio. Per questo da due settimane vi sono
molti visi nuovi che frequentano il piccolo centro dell’alta vai
uermanasca: sono presenti infatti le squadre di slalom speciale, di gigante e per qualche giorno anche i discesisti. « / turisti
sono ancora pochi e molto discreti — dice l’allenatore Manganaro — possiamo utilizzare al megho le piste per tre ore al mattino e due al pomeriggio, con la
possibilità di iare tracciati di
slalom ma anche allenamenti di
supergigante ».
Gli atleti sono persone normalissime. « Quando rimango in un
paese per allenarmi per un po’
di tempo, come qui a Frali, cerco di capire come vive la gen~ . dice Roberto Spampatti,
gigantista bergamasco — ma
quando iniziano le gare ci spostiamo così di frequente che la
(hmerisione del conoscere non
ha più spazio, devi concentrarti,
gareggiare e basta».
«Lo spostarsi sempre ha implicato anche un altro tipo di
^crificio — spiega Gianfranco
Martin, discesista di Sestriere
ora in Nazionale k — ho dovuto
smettere di andare a scuola dopo
le medie inferiori per riuscire
ad allenarmi bene ».
Kristian Ghedina è up ragazzo sempre in agitazione, sorridenchiacchierone; «Ho molta voglia di iniziare a fare gare, credo
La squadra nazionale di sci alpino si prepara sulle nevi di Frali
Nella foto il discesista Feter Runggaldier.
no che guarda una discesa per
come viene fatta, o come viene
giocata una partita di calcio, interessa solo il risultato. Quando
correvo io, ogni atleta aveva la
sua dimensione, vi era quello che
cadeva sempre, quello che buttava giù tutti i pali, quello che
era sempre aggressivo, c’erano
atleti che avevano le loro caratteristiche; anche allora c’erano
quelli che vincevano di più ma
ognuno aveva una giustificazione per esserci.
Questo di oggi è un atteggiamento molto dannoso per lo
sport in generale, non è solo un
problema di sci legato a Tomba
di avere rer,j''ryern7^"u""^’,"''^“'" ^ curioso di
ma dopo l’incMente strTdJll d7{
10 scorso anno, spero di fare delle buone discese ». Anche per
Peter Rungalldier, ancora in fase
di recupero dopo il delicato intervento al ginocchio c’è molta ------------------------------------------
voglia di buttarsi ai 100 km orari nelle sue amate discese.
Alla domanda un po’ provocatoria sul perché tutta la squadra
e a Prah e Alberto Tomba a
Sestriere, qualcuno ha lasciato
trasparire qualche mugugno affermando però che loro a Frali
godono di una tranquillità superiore. Infatti, per svolgere bene
11 loro lavoro, gli atleti hanno
bisogno di molta tranquillità, di
avere i loro « alti e bassi » 'durante la stagione delle gare senza per questo essere assaliti da
stampa e televisione. « Ma il modi di vedere lo sci e lo sport sta
(Ambiando — afferma Helmut
Schmalzl, direttore tecnico _______
non si accetta più il bravo, il
campione normale; o uno è un
campione senza rivali in senso
assoluto, oppure non dovrebbe avere il diritto di correre, lo
credo che questo possa essere la
rovina dello sport, lo osserviamo
anche in altre discipline. Oggi
quello che viene seguito è il risultato, non c’è quasi più nessu
ma civile è in grado di ritrovare
misure e valori ».
Nonostante questa bella dichiarazione di Schmalzl, i giornali sportivi vengono venduti in
funzione del campionissimo, ' in
funzione dell’immagine, del personaggio, il resto è nell’ombra.
A tutto ciò Schmalzl risponde
che « I giornalisti devono imparare ad essere più critici perché,
anche quando un atleta non vince non è sempre colpa dell’allenatore che doveva seguirlo durante l’anno, ma è anche l’atleta che deve rispondere delle sue
responsabilità, è lui che deve lavorare bene e se ha dei problemi chiedere aiuto ».
Milena Martinat
TORRE RELUCE
Sud America in film
Un programma molto qualificato chiude le manifestazioni della rassegna culturale del ’92
Tre serate cinematografiche
concludono la Rassegna culturale tórrese, dedicata al Cinquecentenario americano: si tratta
di una minirassegna ottenuta
grazie alla collaborazione del Festival nazionale del cinema latinoamericano di Trieste, che
trasferisce parte del programma
di questa edizione a Torino e,
sfasato di un giorno, anche al
« Trento » di Torre Pellice. Collaborano all’iniziativa « Spazio
giovani », il Collegio di Salamanca (con sede a Torino), alcune
associazioni presenti sul territorio e la lAT.
Il programma, fra l’altro,
coinvolge anche le scuole, che
IL CENTRO SERVIZI AMMINISTRATIVI
RICERCA
persona (possibilmente ragioniere/a) da inserire in attività
amrnmistrative/contabili con contratto iniziale a part time
eventualmente trasformabile a tempo pieno.
Particolare considerazione sarà data ai candidati che abbiano già maturato esperienze in opere ed istituti evangelici e
cne abbiano dichiarata motivazione di lavoro a carattere diacond.10.
R trattamento economico è quello previsto dall’inquadramento a quarto livello dei dipendenti della Tavola valdese.
• • t «omande, corredate da un curriculum, devono essere
inviate al Centro servizi amministrativi della Chiesa evangelica
valdese, ria A. Bert n. 12 - 1(X)66 Torre Pellice, entro il 30 di
usufruiranno, nelle mattinate del
1°. 2 e 3 dicembre, di particolari proiezioni.
I film che si potranno vedere
sono di varia natura, dai lungornetraggi di finzione (tra i quali spicca Un signore molto vecchio con delle ali enormi, dall’omonimo racconto di Gabriel
Garcia Márquez, del regista Fernando Birri, che sarà presente
alla proiezione), ai documentari
didattici e di attualità.
II programma del minifestival
tórrese prevede per martedì 1°
dicembre Gli eredi dei Maya
(Italia, 1992, 27’) e HeUo Hemingway (90’; ambientato a Cuba nel 1956, è la storia di una
studentessa a confronto con
l’ambiente dei pescatori); mercoledì 2 Brasile: ambiente e sviluppo (1991, 28’) e Un signore
molto vecchio con delle ali enormi (96’); giovedì 3 Brasile: bambini di strada (27’) e Jericò
(90’), storia di un frate domenicano coinvolto nei cruenti episodi della conquista del XVI secolo.
Le serate iniziano alle 20,45 e
per ognuna è previsto un biglietto a L. 6.000. Tessera per tutta
la rassegna L. 9.000 in vendita
al cinema Trento e alla videoteca Metropolis (viale De Amicis 1, Lusema S. Giovanni).
A. C.
Un parco per le Alpi
L’istituzione di un parco non
è che il primo passo per la salvaguardia di un’area; un parco
non è però solo salvaguardia di
un certo ambiente o, al limite,
di una determinata cultura. Tecnicamente occorre creare un ente di gestione e la realizzazione
di piani per gestire gli aspetti
forestali, faunistici e territoriali
dell’area interessata.
La creazione di un parco deve
passare attraverso un confronto
con gli enti e la popolazione locale, sfatare magari alcuni luoghi comuni per cui nel parco
non si può fare nulla, nemmeno ristrutturare una baita o tagliare l’erba. Allora forse si potrà vedere come un parco possa addirittura diventare una risorsa per il territorio, possa offrire qualche posto di lavoro,
possa attivare interventi per il
recupero ambientale di aree.
Si è parlato molto di parchi
nelle ultime settimane; si seno
svolti consecutivamente due
convegni a Torino, uno sulla
pianificazione ed uno sulla proposta di un parco per l’area alpina; in entrambi i casi è stato
possibile il confronto fra la realtà piemontese e quella di altre
regioni italiane o di altri paesi
europei.
A livello nazionale esistono solo 5 grandi parchi di ampio prestigio e relativamente precoce
istituzione; a livello regionale
oggi il 5% del territorio è tutelato. Delle 180 aree individuate a suo tempo come possibili
zone su cui far sorgere parchi
o oasi naturalistiche, soltanto 50
hanno visto nascere una effettiva zona di protezione.
Ed in una regione come il Piemonte, il cui territorio è in buona parte montuoso, ha particolare significato parlare di tutela
della montagna e del «sistema
Alpi », una catena su cui si riversa un quarto del turismo
mondiale pari a circa 100 milioni di visitatori l’anno. Non solo, ma fra le Alpi corrono alcune fra le più trafficate vie di comunicazione su cui transitano
annualmente migliaia di tonnellate di merci, quasi tutte su
gomma; sotto il monte Bianco
passano ogni giorno da 2 a 3.000
TIR. I
Su questi dati si è soffermato
il prof. Roberto Gambino del Politecnico di Torino che ha rilevato come « per troppi anni si
sia scambiato per politica di valorizzazione una scelta di rapina del territorio. Urbanizzazione
e sistema dei trasporti rappresentano per le Alpi una pressione gigantesca. Occorre invece
riuscire a controllare e gestire
sia la mobilità puntando sulla
ferrovia, sia le forme di svilup
po. In questo senso anche l’agricoltura deve trovare un suo spazio di valorizzazione delle risorse locali ».
E’ conciliabile un discorso locale con il sistema Europa e decisioni assunte a livello globale?
« E’ necessario — ha detto Rinaldo Bontempi, eurcparlamentare del gruppo per la Sinistra
unitaria europea, fra i promotori del Centro d’iniziativa per
l’Europa del Piemonte, fondazione che ha organizzato uno dei
convegni —: il quadro normativo
europeo in materia di ambiente
è positivo per il nostro paese in
quanto ha introdotto una sensibilità che in Italia non si conosceva. Ogni intervento dovrà essere accompagnato da una valutazione di impatto ambientale,
ma dovrà anche vedere coinvolti i governi locali, le imprese,
le organizzazioni non governative; in altre parole le popolazioni locali dovranno essere attori
e non solo spettatori di quanto
si propone per il proprio territorio ». p
CONVEGNO
Le religioni
a scuola
Quaranta insegnanti, tra professori universitari ed educatori,
di dieci paesi europei diversi, si
sono ritrovati per tre giorni, dal
15 al 17 novembre scorso, ad
Amsterdam per discutere del
ruolo che l’insegnamento di religioni mondiali può avere nella
costruzione dell’Europa, pensata
dall’Atlantico agli Urali.
Un tema importante sia per i
sostenitori dell’insegnamento di
religione nella scuola sia per coloro che vogliono che l’educazione religiosa rimanga sotto la responsabilità della famiglia e si
svolga nelle classi di scuola domenicale delle rispettive chiese.
In verità questa tesi è stata proposta solo da Elio Canale, unico
italiano, che al Liceo valdese di
Torre Pellice insegna Storia delle religioni.
La conferenza, organizzata da
Herbert Schultze, presidente della European Association of
World Religion in Education,
ha concluso i suoi lavori con
una dichiarazione in cui si è sottolineato la necessità di una educazione alla differenza religiosa
in un clima di rispetto delle convinzioni e tradizioni familiari.
Claudiana editrice
TEOFILO G. PONS
Vita montanara e folklore
nelle valli valdesi
pp. 2S2, molte illustrszioni d^epoes
8 tavole a colori, L. 39.000
Esce l’attesa ristampa del fortunato libro di TG Pons
Ricostruzione fedele della vita del montanaro valdeÌe in ogn®’
suo aspetto umano, sociale rellrin«!n- tre.,«,,-,,.,un d, ¿viltà
da una dura lotta quotidiana, che menia di eSp?e»™to.
[D =
FONDATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689804
C.I.A. n. 274.482 - C.C.P, 20780102 - cod. fise, 00601900012
11
27 novembre 1992
lettere n
IN RICORDO DI
TITA ZA VARITI
E' con grande emozione che, nel
maggio di alcuni anni fa, ho varcato
il cancello della casa di riposo Zavaritt-Caprotti circondata da un grande
parco, un tempo abitazione della famiglia Zavaritt originaria della Svizzera.
Nei lontano 1930 mia madre era stata in quella famiglia e aveva stretto
una profonda amicizia appunto con Tita sua coetanea, erano appena diciottenni, e per tantissimi anni si sono
tenute in contatto dividendosi le cose belle e quelle meno belle della
vita e delle loro rispettive famiglie.
Al mattino, quando sono giunta a
Bergamo con un gruppo di sorelle dell’Unione femminile di Pomaretto, abbiamo avuto come guida Luciano Gay
(che tra l’altro è ancora un mio lontano parente). Da lui ho saputo che non
solo avrei avuto occasione di conoscere e salutare Tita, ma che sarebbe stata lei stessa a riceverci alla
Casa di riposo. Abbiamo trascorso una
bellissima giornata insieme, abbiamo
parlato di tante cose e ho trovato in
lei una persona profondamente buona
con una grande fede, che ha dedicato
la propria vita al prossimo. Quando
poi nel tardo pomeriggio ci siamo salutate eravamo tutte e due commosse; da quel giorno Tita e mia madre
si sono sentite parecchie volte per
telefono, ricordando il periodo della
loro vita trascorsa insieme e mai dimenticata.
Vera Bert Genre
IL BUONO E
IL CATTIVO
Queiripocrita proverbio che dice
« tutto il mondo è paese » (come ingenuamente sosteneva la nobile figura di Carlo Sforza nella sua opera
« Gli italiani quali sono »), unitamente
a tanti altri sbagliati proverbi, lo rigetto perché guidato da ben altre esperienze. Infatti in tutti i popoli esiste « il buono e il cattivo » ma vi
sono anche abissi incolmabili per la
differenza di civiltà. E questo lo affermo non solo come studioso attento
del comportamento delle masse e dei
singoli individui, ma anche come osservatore dei fatti. Ad esempio io appartengo ad un popolo che si fa sempre arma dell’aggressione per coprire
presuntuosamente i difetti che purtroppo tutti abbiamo. Questo comportamento è la logica conseguenza di una atavica ignoranza, che supplisce con la
malizia e la prepotenza per averla sempre vinta. E qui vale la formula socratica; « L’ignorante s’illude di sapere
tutto ». E la vittoria mediante l’aggressività rientra nel machiavellismo.
Tutto questo mi fa molto meditare
sui sacrosanti ammaestramenti che affermano; « La calma è l’arma dei forti, e l'umiltà è la virtù dei saggi ».
« Siate umili come colombe e prudenti come serpenti » dice l'Evangeio,
che dovrebbe guidare tutta la nostra
vita!
Elio Giacomelli, Campiglia M. (LI)
IL COMPITO
DEGLI EVANGELICI
Egregio Direttore,
la situazione dell’Italia sotto il profilo economico, ma soprattutto morale, è grave. E' facile osservare che
anche da noi si sta verificando una
« dissoluzione » dei valori che i’hanno
animata da circa un quarantennio.
il partito cattolico e queili di matrice marxista sono profondamente in
crisi; ie spinte ideali nate con la Resistenza hanno perso via via consistenza, a causa deil’impossibiiità reale
a realizzare il cambiamento, dovuta a
forze conservatrici, tradizionaliste e
soprattutto individuali, nel clero e nelle forze sociali che lo sostengono.
Per questo si è arrivati allo « sta
l’eco
delle valli valdesi
Via Pio V, 15 - 10125 Torino
Tel. 011/655278 - 0121/932166
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via Pio V, 15 - 10125 Torino.
to confusionale » attuale. Nuovi partiti
propongono uno stato federale, secondo il modello di molti stati europei:
l’idea è buona, originale, perché se
realizzata porterebbe i cittadini a una
maggior partecipazione e controllo delle scelte legislative ed economiche,
introducendo nuove possibilità di utilizzo deiie risorse territoriaii e delle
capacità produttive locali, a iungo ignorate e snobbate. Ma un problema occorre certamente metterlo a fuoco;
qual è il riferimento ideale che sta
alla base di questa trasformazione?
In quanto evangelico e protestante
il mio riferimento è inequivocabile:
l’Evangeio di Gesù Cristo e la sua
applicazione pratica attuata dai movimenti deiia Riforma. Caivino scriveva
(circa 400 anni fa) che la società era
drammaticamente conformata ai sistema cattoiico romano: i prelati, parroci, vescovi e altre autorità erano nominati dal vertice suda base di elargizioni di prebende, donazioni (le attuali tangenti!), raccomandazioni, amicizie, e dopo un sommario quanto inutiie esame di verifica deila preparazione e della « cultura di base » si
procedeva alla canonizzazione, (istituzioni deiia reiigione cristiana, voi. IV,
cap. 5).
La società italiana ha rinunciato a
questa dottrina e a questi sistemi?
Direi proprio di no, ecco il problema.
Come si può costruire una società
nuova e moderna se i sistemi che la
governano sono ancora di quel tipo o
peggio ancora? Qual è dunque la responsabilità delle chiese evangeliche
in questo contesto? Direi grande!
E’ facile notare che da parte di
alcuni esponenti di spicco deila Lega
Nord si fa riferimento al protestantesimo, ma spesso con inesattezze e
superficiaiità. Non è forse questo un
sintomo che c’è bisogno, direi sete,
' di mentalità e di idee protestanti?
Non sta quindi a noi evangelici riformati italiani di aprire i nostri « santuari deiia cultura » per metterli a disposizione di chi, sinceramente ma
senza mezzi ideali e culturaii, cerca
il cambiamento? E come potrà verificarsi questo cambiamento se non c’è
nessuno che predichi e istruisca (Romani 10: 14)?
Per questi motivi è più che mai urgente che le nostre chiese ritornino
a essere composte da un popolo di
predicatori che annuncino la salvezza
in Gesù Cristo, mediante la « metànoia », la conversione, facendo propri
gli insegnamenti del Vangelo.
Mario Alberioni, Luserna S. Giovanni
GRAZIE
Al momento di ripartire per il Camerún desideriamo ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto con ia
loro simpatia e con il loro interessamento alla situazione dei nostri fratelli africani, e in modo particolare coloro come il gruppo CEVAA di Torre
Pellice, l’Esercito deila Salvezza di Napoli, la comunità di Napoli-Vomero e
quella di Caivano, nonché alcuni singoli fratelli, che ci hanno affidato doni in denaro e in natura che recapiteremo nei prossimi giorni ali’ospedale di Ndoungué e ai Centro sociale
di ’Ntolo. Grazie di cuore!
Alba e Marco-Tullio Fiorio, Napoli
UNA TESI
CHE SCONCERTA
Dopo aver letto la recensione del
libro di R. Grimm: « Senso di colpa
e perdono », fatta da Rita Gay sul numero del 25 settembre, mi sono detto; « Non poteva mancare ». Dopo innumerevoli tentativi di cristianizzare
discorsi politico-sociali provenienti da
matrici culturali estranee al messaggio evangelico, non poteva mancare il
teologo protestante che, anche nel
campo psicologico-personale, ripetesse
in termini biblico-religiosi quello che
già sentiamo dire continuamente, in
termini laici, nella nostra psicologizzata società: cioè che il vero male dell’uomo è il senso di colpa, provocato
e ingigantito da insani scrupoli moralistici, più o meno religiosi.
Particolarmente colpito da una presentazione a dir poco sorprendente del
significato della morte di Cristo, mi
sono preso la briga di comprare^ il
libro recensito e ho fatto la fatica
di leggerlo. Fatica non piccola, non
certo per la mole del libro, che in
un paio d’ore si legge, ma per lo sforzo di restare calmi e sereni durante
la lettura. A parte l’insopportabile stile romantico-barthiano, che fa grande spreco di aggettivi come « paradossale », « dialettico », « provocatorio »,
« sconcertante », « irragionevole », «folle » e simili, è la tesi centrale dell’autore ad attirare l’attenzione. L’ha
ben individuata Rita Gay, che nella
sua recensione dice, citando: « Gesù
è stato crocifisso non a causa dei
nostri peccati, ma dei suoi comportamenti non conformisti e provocatori ».
Leggendo il libro si può confermare
che questa affermazione non è tolta
dal suo contesto e mal interpretata:
è proprio il centro teologico intorno
a cui ruotano le considerazioni psicologico-pastorali dell’autore. Per Grimm
la « teologia tradizionale » della morte espiatoria di Cristo, anche quella
espressa nel Catechismo di Heidelberg, deve essere sottoposta a una
« revisione critica ». Si tratta di una
dottrina . dolorista » dovuta alla « teologia del sacrificio tipica dell’Antico
Testamento ». Cito testualmente: « Gesù è stato crocifisso non a causa dei
nostri peccati, ma dei suoi comportamenti non conformisti e provocatori,
con cui pretendeva di obbedire perfettamente a Dio Padre. La croce è la
conseguenza di questa testimonianza
rifiutata dai suoi correligionari. Gesù
ci salva rivelando quel che significa
vivere dinanzi a Dio e con Dio, e
non in primo luogo mediante la tortura del Golgota » (pp. 49-50). Tutto
il resto del libro è in questa chiave.
In tempi profeticamente difficili come quelli che stiamo vivendo non è
consentito attardarsi in sottili e accademiche discussioni. Mi assumo allora la responsabilità di affermare pubblicamente, sulla base della Scrittura,
che l’autore è uno di « quei molti che
adulterano la parola di Dio » (2 Cor.
2: 17), un « falso dottore » che « introduce occultamente eresie di perdizione » (2 Pietro 2: 1).
Mi rendo conto dell’impressione
sgradevole che può suscitare una presa di posizione così perentoria in ambienti sofisticati ed eclettici, ma per
prevenire possibili accuse di papismo
mi permetto di sottolineare che una
simile dichiarazione non ha alcun potere ecclesiastico. Nessuno, quindi, ha
bisogno di sentirsi perseguitato. E tuttavia, in un’ottica evangelica, le parole hanno sempre un potere, su chi
le ascolta e su chi le pronuncia: il
potere della parola, appunto. Di questo sono consapevole, e proprio per
questo le ho scritte. E credo che nei
fin troppo morbidi ambienti evangelici
sia ora che ciascuno si assuma la
responsabilità delle sue parole. E dei
suoi silenzi.
Cordiali saluti.
Marcello Cicchese, Parma
ERRATA
In riferimento al mio articolo apparso sull’insediamento di Aroosanti, nel
numero 0 di Riforma del 30 ottobre
1992 a pag. 9, vorrei segnalare il riscontro di un errore di stampa nell’occhiello dell’articolo stesso, dove alla parola « moderno » va sostituito il
termine « post-moderno », poiché il movimento moderno si ritiene concluso
con la seconda guerra mondiale, e
la fase post-bellica è più correttamente definibile post-moderna.
Mirella Loik Gavinelli, Milano
Sul numero della settimana scorsa,
per un « salto di colonna », l’intervista di Piera Egidi a Adriana Pagnotti
Gavina, pubblicata a pag. 6, è risultata incomprensibile nella sua parte finale: le ultime righe sono finite al
posto sbagliato. Il pensiero finale dell’intervista era: « Così... sono a disagio, o devono lasciare, e le chiese
perdono una ricchezza enorme. Non è
che le donne non sanno parlare; non
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Lina cooperativa
agropastorale
ìVIentre confermiamo di aver
provveduto a inoltrare la somma di 10 milioni di lire per il
Centro sociale di ’Ntolo, ricordiamo le altre iniziative in corso.
La prima concerne la ricostruzione della chiesa evangelica di
Tsiroanomandidy in Madagascar
distrutta a scopo intimidatorio
nei confronti della popolazione
e dei pastori che lottano contro
la dittatura per giungere ad elezioni democratiche.
La seconda riguarda il progetto agropastorale di Kansounkpa
in Benin (Africa), a cura dell’esecutivo nazionale della gioventù metodista, di cui abbiamo
già scritto nel numero del 23
ottobre scorso. Si tratta di una
cooperativa rivolta al campo agroalimentare, con allevamento
di piccoli animali, con produzione lattiero-casearia, cereali, confetture, ecc. Lo scopo è quello
di contribuire alla soluzione del
problema dell’autoccupazione
dei giovani, di lottare contro la
fame e la povertà e di costituire un modello guida nei confronti degli abitanti della regione.
Le offerte vanno inviate al
conto corr. postale n. 11234101
intestato a La Luce - Fondo di
solidarietà, via Pio V 15, 10125
Torino indicando possibilmente
le destinazioni (Madagascar oppure Benin). In caso contrario
provvederemo noi stessi al riparto.
Elenco offerte pervenute in settembre
e ottobre.
L. 1.000.000: Dora Gysin.
L. 400.000: Scuola domenicale valdese di San Germano.
L. 300.000: Giuseppe Molinari.
L. 100.000: Anonimo, Torre Pellice;
Lucilla Tron; Giuseppe Di Gesù ricordando genitori e moglie; Mirella Argentieri Bein; Delia Fontana.
L. 50.000: Ricordando Carmelo Costanza, la famiglia; Nydia Long Marey;
A. C. San Germano; Luigi Chiarella:
Scuola domenicale elvetico-valdese
Trieste; N. N, Unchio Verbania (2
vers.).
L. 30.000: Anonimo Veneziano.
L. 25.000: N. N., Trieste.
L. 10.000: Maurizio Abbà e Silvana
Panza.
Totale: L. 2.565.000.
Totale precedente: L. 9.194.999.
'In cassa: L. 11.759.999.
Inviato L. 10.000.000 per il Centro
sociale di ’Ntolo (Camerún) a mezzo
CEVAA.
Restano in cassa L. 1.759.999.
MOBILIFICIO
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - ® 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
sanno parlare questo linguaggio. Perciò noi chiediamo anche agli uomini
nelle chiese di cambiare la loro mentalità ». ,
Sul numero del 6 novembre, a pag.
4, in calce all’articolo relativo alla domenica del predicatore locale, è stato
erroneamente riportato il n. di conto
corrente postale dell’UPL. Il numero
corretto è: 11621570.
Nella lettera a firma Franco Campanelli, pubblicata sul numero del 20
novembre con il titolo Un approccio
pericoloso, si parla, per un errore di
stampa, di « diffusa volontà, anche da
parte di eminenti pastori, di razionalizzare e teorizzare... ». Il testo corretto parlava invece di « eminenti pensatori »: la differenza è vistosa; ce
ne scusiamo con l’autore e con i lettori.
RINGRAZIAMENTO
« R torna, anima mia, al tuo
riposo, perché l’Eterno t’ha colmata di beni »
(Salmo 116: 7)
E’ entrato nella pace del Signore
Enrico Zaccaro
La moglie Dolores Durand, le sorelle
Delia, Lidia e Evangelina, i nipoti ed
i parenti tutti ringraziano i pastori
Bruno Rostagno e Salvatore Ricciardi;
il personale sanitario dell’Ospedale valdese di Torre Pellice e gli amici di Milano.
Torre Pellice, 27 novembre 1992
RINGRAZIAJVÌENTO
(c L’Eterno ha dato, VEterno ha
tolto; sia benedetto il nome deU
VEterno »
(Giobbe 1: 21)
I figli ed i familiari della cara
Jenni Baret
ved. Lageard, ved. Baret
ringraziano tutti coloro che con presenza, fiori, scritti, opere di bene, e parole di conforto hanno preso parte al
loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
past. Thomas Noffke, al medico curante dr. Franzé, ed alla sezione AVIS
di Villar Perosa.
vaiar Perosa, 27 novembre 1992
A funerali avvenuti la famiglia di
Luigi Bianchi (Gino)
ne annuncia la dipartenza avvenuta il
29 ottobre 1992 a Renens, Svizzera.
AVVISI ECONOMICI
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privato acquista. Tel. (0121) 40181
CERCANSI collaboratori per facili e remunerative attività a domicilio. Scrivere per informazioni, senza impegno né spesa a : casella postale 6
10053 Bussoleno (To).
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: presso Qspedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica ;
DOMENICA 29 NOVEMBRE 1992
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza ;
Croce Verde Perosa; Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Tele
fono 932433.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 29 NOVEMBRE 1992
Luserna San Giovanni: FARMACIA
GRIBAUDO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso i distretti.
12
12 villaggio globale
27 novembre 1992
I QUACCHERI E I PELLIROSSE
AMNESTY INTERNATIONAL
L’unica alleanza
Prigionieri
che non fu mai violata
Da William Perni e dai suoi seguaci un esempio di rispetto dell’altrui cultura - La libertà di coscienza per la fede e per il culto
Di fronte ai festeggiamenti per
il cinquecentenario della scoperta deH’America, seguita dalla
brutale conquista della medesima da parte delle potenze europee, è utile e illuminante ricordare che vi fu chi promulgò
leggi di libertà personale e di
coscienza, di uguaglianza di diritti e doveri, di rispetto della
diversità anche in fatto di religione.
I quaccheri emigrati nel Nuovo mondo le ottennero in parte
nel Rhode Island, nel New
Jersey, e dovunque ebbero un
peso nel ’600, ma soprattutto le
vararono direttamente e le rispettarono durante tutto il Sacro
espeHmento (1682-1756) in Pennsylvania, sotto la guida di
William Penn, proprietario e governatore della colonia, tra il
1682 c il 1701.
Nella prima Assemblea politica della colonia, i rappresentanti delle 6 contee pennsylvane
votarono la Costituzione, nota
come la Great Law. con raggiunta di 21 leggi sp>ecifiche riguardanti una gamma di libertà e di
garanzie costituzionali.
Il «Grande trattato»
di William Penn
^ Il Grande trattato tra William
Penn e le nazioni indiane ebbe
luogo nell’ottobre del 1683 a
Shackma.xon. Di esso Voltaire
dice: « L'unica Alleanza fra le nazioni indiane e i cristiani che non
sia stata mai giurata e mai violata ». (Ricordiamo che i quaccheri sono contrari al giuramento).
Il testo scritto andò perduto
nel 1720, ma viene ricordato così:
« Il Grande Spirito, che mi ha
fatto e vi ha fatto, che governa
i Cieli e la Terra, e che conosce
i pensieri più segreti degli uomt
ni, sa che io e i miei amici abbiamo il vivo desiderio di vivere con voi in pace e su una base
di amicizia, e di servirvi con tutte le nostre forze. Non è nostro
costume usare armi ostili verso
i nostri simili, ed è per questo
che siamo venuti disarmati.
Nostro scopo non è quello di
fare del male a chicchessia —
il che provocherebbe la collera
del Grande Spirito —, ma di
fare del bene. Siamo riuniti sulla larga via della buona fede e
della benevolenza, in modo da
non u.surpare i diritti degli uni
o degli altri, ma facendo sì che
tutto fra noi sia franchezza, fraternità e amore... ».
Le garanzie
reciproche
Oltre ad un’ampia serie di garanzie reciproche, secondo gli
indiani fu anche affermato il
dovere di avvertirsi a vicenda
in caso di pericolo, e di non
vendicarsi « se un figlio di Onas
tPenn, penna) facesse del male
a un pellerossa, o un pellerossa
a un figlio di Onas... ma sporgerebbe denuncia ai capi ed a
Onas affinché fosse resa giustizia da dodici uomini equi, e l’offesa verrebbe interrata in un
pozzo Senza fondo ».
Alla poesia di tali solenni
espressioni seguì un settantennio
di fraternità fra indiani e quaccheri, punteggiato da documen
ti contro la schiavitù (Germantown, 1688), contro la formazio
ne di milizie armate (1689), e dignitosi rifiuti a contributi per
spese militari in altre colonie.
Dopo un periodo in patria per
difendere a Corte i diritti della
Pennsylvania, Penn, che nel ’93
vi scrisse un Saggio per la pace
presente e futura dell'Europa
(una sorta di Società delle Nazioni), tornato nella colonia su
invito del re per rimettervi ordine, porta avanti il suo progetto di società perfetta, e nella sua
dimora di campagna riceve
a centinaia visite di indiani, e li
ascolta per risolvere i loro problemi.
E’ del 1701 una nuova grande
Assemblea con gli indiani a
Pennsbury, in cui viene stabilito
Un trattato con altre garanzie,
in cui i delegati si dichiarano
di « un solo spirito, un solo cuore... per vivere in buona armonia
e in vera amicizia, come un sol
popolo ».
Il 28 ottobre vede la luce l’ultima Costituzione del periodo
coloniale, dal nome Carta dei privilegi e delle libertà, che ribadisce la « libertà di coscienza in
ciò che attiene alla professione
di fede e di culto », nel suo primo
articolo. Il Primo emendamento
alla Costituzione americana sembra ispirato ad esso.
Davide Melodìa
ROMA, PIAZZA CAVOUR
Il limite aM’obbedienza
Il 16 ottobre abbiamo avuto
la possibilità di ascoltare la testimonianza di John Fife, pastore statunitense che con la sua
comunità locale ha usato la propria chiesa per farne un rifugio,
un santuario, per accogliere salvadoregni e guatemaltechi in
cerca d’asilo. Nel giugno di quest’anno Fife è stato eletto moderatore della Chiesa presbiteriana degli USA e in questa veste è stato invitato a visitare le
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chiese evangeliche in Italia, ma
le nostre domande sono state
tutte centrate a capire la sua
esperienza con i rifugiati.
I rifugiati sono arrivati d’improvviso negli States, dal Guatemala e dal Salvador, agli inizi
degli anni ’80, con segni di tortura e storie di violenza.
Quella comunità li ha aiutati
a fare domande d’asilo, a trovarsi un posto, finché ha visto che
ogni domanda veniva respinta e
che molti venivano forzatamente rimpatriati. Con un’assemblea
di chiesa lunga e difficile, si è
deciso di proteggere nelle proprie mura tutti quelli che riuscivano ad arrivare negli Stati
Uniti.
I membri di chiesa sono stati
accusati di tradimento dal governo statunitense, hanno avuto
un processo, alcuni, tra cui il pastore, sono stati condannati e
hanno passato qualche anno agli
arresti domiciliari. Il pastore Fife ci ha raccontato questa
esperienza come la sua conversione al cristianesimo; l’ineluttabile scelta è stata motivo di ricchezza e di benedizione per ogni membro di chiesa coinvolto
in quest’incontro.
Fife si è presentato anche come moderatore interessato alle
discriminazioni interne alla propria chiesa: ha preso posizione
per la consacrazione di pastori
omosessuali, uomini e donne. La
riflessione è continuata col pastore Fife, domenica 18 in chiesa, dove Maria Bonafede ha predicato sul cap. 3 di Daniele. Conosciamo noi il limite oltre il
quale non possiamo più obbedire, ma dobbiamo agire in contrasto anche con le leggi del nostro stato? Crediamo poi di essere salvati come gli amici di
Daniele?
Silvia Rostagno
I
EVANGELICI CONTRO L’ANTISEMITISMO
I Solidarietà con gli ebrei
I
Sono molte le chiese evangeliche e le nostre comunità che
di fronte alle manifestazioni di
razzismo e antisemitismo hanno
preso posizione. Gli studenti della Facoltà valdese avevano redatto un volantino, diffuso dopo
l’esposizione di uno striscione
antisemita a Casalbertone (Rorna), che condannava l’uso squallido del nome di Cristo («Ebrei
a morte, viva Cristo re », diceva
il testo dei razzisti) e riportava
il testo di Matteo 1: 1 f« Genealogia di Gesù Cristo, figliolo di
Davide, figliolo di Àbramo»).
Le tre chiese battiste di Mila
no, unitamente a quella metodista e quella valdese, nelle persone dei presidenti dei Consigli di
chiesa (U. Bianchi, G. Gabaldi,
P. Spanu, M. Rollier, M. Trotta)
hanno espresso solidarietà alla
comunità ebraica milanese, mentre la Chiesa valdese di Genova
ha chiesto alle autorità competenti di provvedere affinché gli
episodi di antisemitismo non si
ripetano, e ha anch’essa espresso solidarietà agli ebrei genovesi. Analoga simpatia è stata
espressa dai giovani della FGEI
de] Triveneto ai giovani ebrei.
A. C.
Il Segretariato internazionale
di Amnesty International ogni
rnese pubblica, in inglese, un Notiziario che la sezione italiana
s’incarica di tradurre e inviare
ai propri soci. In ogni numero
di questo Notiziario si citano i
casi di tre prigionieri d’opinione
e si invitano i lettori a chiederne
il rilascio immediato alle autorità dei paesi di appartenenza. I
tre prigionieri che qui presentiamo per gli appelli sono cittadini rispettivamente del Cile, della Grecia e di Israele.
Jacqueline Drouilly Jurich
CILE
24 anni, studentessa. Era iscrib
ta al Movimento della sinistra
rivoluzionaria, quando fu arrestata con suo marito nella propria abitazione a Santiago, da
uomini armati in abiti civili. Era
incinta di tre mesi. In seguito
fu vista in im centro segreto di
detenzione diretto dalla polizia
di sicurezza della giunta militare.
Nel 1978 fu promulgata ùiia
amnistia per tutte le persone
soggette a inchieste sulla sorte
degli scomparsi e fu concessa
l’impunità nei confronti dei responsabili di violazioni dei diritti umani. La Comisión Nacional de Verdad y Reconciliación,
istituita dal governo civile nel
1978, ha dichiarato che gli scomparsi tra il 1973 e il 1978 erano
stati 957, ma Amnesty sostiene
che sono molti di più. Amnesty
chiede che sia fatta piena luce
sulla sparizione di Jacqueline
Drouilly Jurich e sulla sorte di
tutti gli altri scomparsi.
Si pregano i lettori di appog
giare questa richiesta rivolgendo
numerosi appelli, in spagnolo o
italiano, a:
Sr. Presidente Comisión de
Derechos Humanos
Cámara de Diputados
Edificio del Congreso
Valparaíso - Chile (Cile)
Giannis Tzortsos - GRECIA
Studente di informatica, 20 anni. Egli è uno dei quasi 400 obiettori di coscienza che sono in carcere, in Grecia, per aver rifiutato di fare il servizio militare. In
quanto testimone di Geova, egli
ricusa qualsiasi forma di presentazione sotto le Forze Armate e
quindi anche il servizio militare
non armato. Questo servizio dura il doppio di quello normale.
Gli obiettori di coscienza vengono condannati a 4 anni di carcere, che possono essere ridotti a
2 anni e mezzo di lavoro obbligatorio. Giannis Tzortsos, arrestato nel 1991 e condannato a 4 anni di prigione, sta scontando la
pena nel carcere di Sindos in
Tessalonica. Amnesty International chiede la sua liberazione e
quella degli altri 400 obiettori di
coscienza.
Si può rivolgere questo appello
scrivendo, in inglese o italiano, a:
Prime Minister
Constantine Mitsotakis
Office of thè Prime Minister
Megaron Maximou
Erodou Atticou Avenue
10674 Athens - Greece (Grecia).
Mordechai Vanunu - ISRAELE
Tecnico nucleare presso il Centro di Dimona. E’stato rapito in
Italia da agenti israeliani. Aveva
rivelato a un quotidiano britannico il programma nucleare di
Israele, perché si incominciasse
a fare un pubblico dibattito sul
’’nucleare”. Dall’ottobre ’86 è detenuto in isolamento. Nel marzo
dell’88 è stato processato e condannato per tradimento a 18 anni di carcere. Ha avuto accesso
ai suoi legali, ma non ha potuto
spiegare i dettagli del suo rapimento. Nel maggio dell’89 la sua
condanna è stata confermata
dalla Corte Suprema. Egli si
trova in completo isolamento.
Può incontrare i suoi familiari
sotto sorveglianza solo una volta
al mese per un’ora.
Amnesty chiede al governo
israeliano di porre fine a questo
isolamento, perché è un trattamento « crudele, inumano e degradante ».
Si prega di rivolgersi al governo dello Stato di Israele chiedendo, in inglese o italiano, di
porre fine all’isolamento di Vanunu. Scrivere a:
Haim Herzog, President
Office of thè President
Beit Hanasi, 3 Hakeset Street
Jerusalem 92188 - Israel
CONTINUANO
LE ESECUZIONI CAPITALI
IRAN
Centinaia di prigionieri, tra
cui molti oppositori politici e
prigionieri per motivi di opinione vengono impiccati, lapidati e
decapitati ogni anno in Iran...
Frequentemente le autorità organizzano esecuzioni collettive in
pubblico. L’ultima esecuzione di
massa è avvenuta nella seconda
metà dell’88 e ha riguardato
2.500 prigionieri politici, la maggior parte dei quali appartenenti
all’organizzazione dei mujahdin
del popolo. Nel biennio 90/91
Amnesty ha registrato altre 1.600
esecuzioni. Nell’aprile di quest’anno sono avvenute ancora 40
esecuzioni di mu.jahdin.
Tra le vittime anche molti religiosi, tra cui cristiani accusati di
apostasia e Baha’i accusati di attività antigovemative.
(dal Notiziario di A.I. ottobre ’92)
A cura di
Anna Manilio Reedtz