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Spedizione in a. p. 45% • art 2 comma 20/8 legge 66^6 - Filiale di Torino
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Anno IX - numero 41 - 25 ottobre 2002
COMMENT
Le cMese e l'eulmasia
di MIRIAM PISANI
Messaggio del segretario del Cec
al Consiglio di siaorena detl'Onu
lECO DELLE VALLI
La nuova strada delle cave
di MASSIMO CNONE
Ni«SS#ì«ìs-ìSÉIII«BÌ
I BIBBIA E ATTUALITÀ I
PICCOLO
È BELLO
«Non temere, piccolo gregge»
Luca, 12, 32
I grandi raduni di massa fanno bene agli occhi e al cuore! È bello vedere tanta gente, vedere la grande
varietà di colori, sapere che ogni singola persona si trova immersa in un
grande oceano di persone che condivide le sue idee e le sue speranze.
Che ci si trovi in mezzo a una manifestazione sindacale, allo stadio per
una partita di calcio o nella più grande piazza del più piccolo stato al
mondo per la proclamazione di un
nuovo santo, il numero fa la forza,
come si usa dire. Ci si rafforza nella propria fede politica, calcistica o
religiosa quando si è parte di un
grande movimento. Vuoi mettere
questi grandiosi «bagni di foUa» rispetto allo striminzito gruppetto che
sa
appena dove si trova? 11 senso di
Che cos'è vitale per i cittadini nella grave crisi della Casa automobilistica torinese? I HHi ^opinione
appartenenza si irrobustisce: anche
quando si torna a esseri soli, si sa di
essere parte di un gruppo ben più
ampio e ben diffuso. L’identità personale è molto forte quando si sa che
è condivisa da così gran numero di
persone. Ci si sente forti fra i forti.
CHE cosa c’è di male, dopo tutto?
Beh, forse qualcosa c’è. 11 fatto è
che in alcuni di questi raduni oceanici c’è uno solo che parla (più altri che
gli fanno da contorno) e tutti gli altri
che ascoltano e applaudono; uno solo dice le parole d’ordine, tutti gli altri obbediscono ed eseguono. In questi raduni di massa una sola cosa è
necessaria; fare come gli altri, fare
quello che fanno tutti gli altri. Nessuna iniziativa privata, nessuna parola
fuori dal coro, senza alcun se o alcun
ma: tutti allineati e coperti. La forza
sta nella massa, non nel valore del
singolo. Il singolo viene spersonalizzato: è appunto uno dei tanti, uno
che, pur essendo diverso da ogni altro, non si distingue dalla massa che
lo attornia. Deve applaudire se gli dicono di applaudire, deve unirsi al coro se gli dicono di cantare, deve far
silenzio se gli dicono di stare zitto, se
parte la ola, deve alzarsi o sedersi a
tempo. Il significato di quel che fa è
stato studiato e deciso da altri, lui de
ve semplicemente eseguire a tempo e
in ordine quel che viene richiesto.
SE poi la massa oceanica funziona
anche da «grande branco», allora
la personalità dell’individuo viene
sconvolta del tutto: uno si ritrova a
dire parole e fare cose che da solo, o
m un piccolo gruppo, non oserebbe
mai dire o fare. Seguire il gruppo significa allentare tutti gli inibitori che
costituiscono i caratteri della nostra
civiltà ed educazione. C’è una sper
sonalizzazione completa. Se uno potesse rivedere il filmato del suo comportamento nella massa, non si riconoscerebbe. In quel momento non
era più lui, era del tutto fuori di sé.
Sotto questo aspetto le grandi masse,
le folle oceaniche osannanti fanno
paura. La memoria storica ci ricorda
scene di questo genere: nessuno ne è
Orgoglioso! Non facciamo l’elogio
nell isolamento del singolo, ma andiamo alla ricerca di un gruppo in
CUI è permesso a ciascuno di essere
se stesso, di confrontarsi con gli altri,
di conoscersi reciprocamente, di
3vere comunione con il proprio vicino. Non temere di essere piccolo.
Domenico Tomasetto
La Fiat e il nostro futuro
Investire risorse pubbliche e private non per salvare una dinastia ma per produrre
innovazioni che impediscano al mercato di distruggere le pisene e l'ambiente
ADRIANA LUCIANO
Aveva ragione la Fiom, il sindacato metalmeccanico della
Cgil, spesso accusato di estremismo,
quando denunciava, inascoltato, le
precarie condizioni della Fiat. Come
aveva avuto ragione a suo tempo,
quando paventava quella che sarebbe stata la lunga agonia, fino al collasso finale, della Olivetti e di altre
grandi aziende italiane. Adesso che
la vicenda è sulle prime pagine dei
quotidiani e che gli opinionisti di tutte le tendenze si stanno esercitando
nel fare previsioni e nel dare consigli,
i termini della questione appaioiio a
tutti nella loro drammaticità. Avviata
nei primi Anni 90 (gli anni del graride
aumento di capitale e della noniina
di un nuovo gruppo dirigente guida
to da Romiti e Cantarella), la strategia di crescente finanziarizzazione e
di penetrazione sul mercato mondiale, sostenuta dai governi che si sono
alternati alla guida del paese, è approdata all’attuale disastrosa situazione produttiva e finanziaria.
C’è ora chi sostiene che il gruppo
dirigente Fiat non ha commesso
nessun grave errore strategico e che
le difficoltà attuali siano da addebitarsi alle ripetute crisi intemazionali
(dall’Asia, alla Russia, all’America
Latina) affrontate senza il sostegno
di una politica estera adeguata. C’è
chi punta il dito su errori commessi
dall’azienda in campo progettuale e
produttivo (modelli non riusciti e
bassa qualità) e nelle politiche di
vendita (prezzi troppo alti e servizi
scadenti). Ancora, c’è chi accusa la
famiglia di aver disinvestito dal settore auto per puntare sulla speculazione finanziaria. Ma su un punto
sono tdtti d’accordo. Questa volta la
crisi non può essere risolta con espedienti di breve respiro (rottamando
auto e persone in esubero) e c’è un
solo scenario il cui esito è largamente prevedibile, la (s)vendita a General Motors. Si tratta solo di capire se
le tappe, già scritte nell’accordo con
la casa americana, dovranno subire
una bmsca accelerazione e se il precipitare della crisi renderà più onerose le condizioni di vendita. I termini del ridimensionamento produttivo sono già contenuti nel cosiddetto
piano industriale.
Ci sono altri scenari possibili e più
Segue a pag. 4
I La politica giudiziaria e le priorità del governo
Il nostro «legittimo dubbio»
Che la giustizia italiana abbia bi-sogno di funzionare meglio non ci
sono dubbi: la sua lentezza, le sue
carenze organizzative e di organico,
la strumentalità di cui è oggetto da
sempre sono tali da far venire i capelli bianchi al solo pensiero di rimanere coinvolti, da innocenti, nei
suoi meccanismi farraginosi. Ma
esprimiamo il nostro «legittimo
dubbio» sulle priorità imposte dalla
maggioranza di governo; il falso in
bilancio, le rogatorie internazionali,
la riforma del Consiglio superiore
della magistratura, il «legittimo sospetto» fanno troppo pensare all’interesse personale di alcuni pochi,
assai noti all’opinione pubblica,
piuttosto che all’interesse dei molti,
ignoti alla pubblica opinione, che
avrebbero interesse a essere giudicati da una macchina giudiziaria
più efficiente ed equa.
Non solo, esprimiamo il nostro
«legittimo dubbio» che il governo si
affatichi così tanto, fino a spaccare il
Parlamento e quasi spaccare la sua
stessa maggioranza, per dei provvedimenti che, con la dovuta calma e
riflessione, si potrebbero anche
prendere, magari dopo avere affrontato come assolutamente prioritaria,
per esempio, la gravissima crisi economico-finanziaria in cui si dibatte il
nostro paese, crisi più grave di quella
di altri paesi europei. Persino la Confindustria ora esprime i suoi dubbi,
dichiarando chiusa la luna di miele
con il governo di centro-destra e giudicandone severamente la politica
economica e fiscale. Uno sbocco «argentino» della nostra crisi è stato finora evitato, ma non però scongiurato, dall’essere parte dell’Europa
dell’euro. In queste situazioni un governo deve fare la politica che serve
al paese, non quella che serve alla
sua maggioranza, (e.b.)
Valli valdesi
Lo sciopero
del 18 ottobre
Uno sciopero con i sindacati divisi
provoca sicuramente riflessioni e valutazioni contrastanti: anche nel Pinerolese è difficile valutare quale sia
stata la partecipazione e che entità
abbia avuto l’astensione dal lavoro:
gli organizzatori della Cgil sono soddisfatti, in particolare per quanto riguarda scuole, servizi e enti locali; la
cronaca della giornata torinese fa registrare la multiformità delle diverse
«anime» della manifestazione, che ha
visto anche riferimenti e contestazioni al «Centro di permanenza temporanea per immigrati» di corso Brunelleschi. Al di là delle motivazioni originarie (la difesa dell’art. 18), come è
ovvio la questione Fiat ha innervato
gli interventi, triscioni e slogan.
A pag. 7
INTERROGATIVI
AL MASCHILE
Quando leggo, sempre più spesso,
sui giornali lettere di padri separati che
denunciano le grandi difficoltà che incontrano ho una duplice reazione. Da
un lato capisco, so quanto è difficile
per un uomo ritrovarsi sconfitto e solo
a gestire il proprio dolore, il rapporto
con i figli non convivènti e il conflitto
con la propria ex compagna. Dall’altro
mi cogUe la rabbia quando la colpa viene attribuita alle donne, sia alla donna
particolare daUa quale ci si è separati,
sia alle donne in generale e aUa loro affermazione personale, lavorativa, sociale. Certo che se si è arrivati a separarsi lei avrà la sua parte di responsabilità, ma quando impareremo a smetterla di dar la colpa a qualcun altro, a ricercare le cause, i problemi, le responsabilità sempre altrove e mai in noi
stessi? E non parlo delle ovvie responsabilità che il singolo uomo non può
non avere se è arrivato a separarsi; parlo del fatto che se noi non ce la facciamo a gestire una crisi la causa è da ricercare in una nostra inadeguatezza. E
poiché non si tratta di casi isolati, e
d’altra parte le difficoltà vissute dalle
donne separate sono di altro tipo, l’inadeguatezza è evidentemente legata al
genere di appartenenza: qui c’è un proWema specifico di noi uomini, che va
riconosciuto e indagato come tale.
Da alcuni anni ho la fortuna di far
parte di un gruppo di uomini legati ad
Agape che si interroga sulla mascolinità. Attraverso la fatica di parlare di
sé invece che del mondo e di aprirsi di
fronte ad altri uomini senza la mediazione delle donne abbiamo imparato
molte cose. Abbiamo riconosciuto di
avere, come uomini, dei problemi con
la nostra debolezza, che tendiamo a
negare per sentirci forti. Abbiamo riconosciuto le nostre difficoltà a gestire
il dolore, anche solo a esprimerlo con
il pianto. Soprattutto, abbiamo capito
di aver delegato alle donne la gestione
delle relazioni; come le donne viviamo
di relazioni, ma abbiamo molte più
difficoltà di loro ad assumerci la responsabilità del lavoro, dell’attenzione, della cura che esse richiedono e lasciamo che sia la mamma, la compagna, l’amica a farsene carico.
Personalmente faccio fatica a mobilitare emozioni e ragionamenti di fronte al caso eclatante, poniamo il pluriomicidio familiare di Chieri dei giorni
scorsi, e preferisco soffermarmi sulla
tragica normalità della vita. Se tuttavia
devo dare importanza al caso estremo
gli riconosco quella di essere la punta
di un iceberg, e lo colgo come stimolo a
immergermi per esplorare la montagna
che c’è sott’acqua. Se siamo colpiti da
questi padri che uccidono le mogli e i
figli, indaghiamo dunque le contraddizioni dell’identità maschile (a cui appartiene, tra l’altro, anche la violenza
fisica e l’uso delle armi come via d’uscita dalle situazioni difficili). Se vogliamo cogliere gli eccessi come campanelli d’allarme, riconosciamo la necessità
di interrogarci sull’essere uomini, su
come cambia l’identità maschile al passare delle generazioni, sul ruolo che la
società ha elaborato per i mariti e per i
padri, sui rapporti tra i sessi che ha codificato. È una strada che richiede molta umiltà e disponibilità a mettersi in
discussione, fantasia per modificare
percorsi ed elasticità per cambiare abitudini. Cose diffìcili per noi uomini, ma
forse è meglio cimentarsi in questo
confronto che stare ad aspettare di stupirsi di fronte al prossimo «caso».
Daniele Bouchard
J.
2
PAG. 2 RIFORMA
Della
VENERDÌ 25
«^Noi
ringraziamo
sempre Dio
per voi tutti,
nominandovi
nelle nostre
preghiere,
^ricordandoci
^ continuamente,
davanti al nostro
Dio e Padre,
dell’opera della
vostra fede, delle
fatiche del vostro
amore e della
costanza della
vostra speranza
nel nostro Signore
Gesù Cristo.
^Conosciamo,
fratelli amati
da Dio, la vostra
elezione. ^Infatti
il nostro vangelo
non vi è stato
annunziato
soltanto con
parole, ma anche
con potenza, con
lo Spirito Santo
e con piena
convinzione;
infatti sapete
come ci siamo
comportati fra
voi, per il vostro
bene. Woi siete
divenuti imitatori
nostri e del
Signore, avendo
ricevuto la parola
in mezzo a molte
sojferenze,
^con la gioia
che dà lo Spirito
Santo, tanto
da diventare un
esempio per tutti
i credenti della
Macedonia
e dell’Acaia»
(I Tessalonicesi 1, 2-7)
«Ora dunque
queste tre cose
durano: fede,
speranza e
amore; ma la più
grande di esse
è l’amore»
(I Corinzi 13,13)
Cristo non
è stato risuscitato,
vana dunque
è la nostra
predicazione
e vana pure
è la vostra fede.
(...) '’’e se Cristo
non è stato
risuscitato, vana
è la vostra fede;
voi siete ancora
nei vostri peccati»
(I Corinzi 15,14; 17)
COSE DUREVOLI: LA FEDE
Fin dall'inizio della sua attività di scrittore Paolo ha visto nella fede, nella speranza e
nell'amore il vero e proprio respiro della vita del credente nell'ottica del nuovo patto
CLAUDIO TRON
N
EL pensiero dell’apostolo
" )lo ’ - ■ ' ......
Paolo la fede è una delle dimensioni fondamentali della vita nuova in Cristo. Proprio per
questo è durevole, come la speranza e come l’amore. Nel Nuovo Testamento si cercherebbe
invano, tuttavia, una definizione
condivisa da tutti, proprio della
fede. Noi sottoponiamo i candidati al ministero pastorale a un
esame di fede (non a un esame
di speranza e nemmeno a un
esame di amore) nella presunzione che la loro fede debba essere coerente con quella della
nostra «Confessione di fede» nei
contenuti e sufficientemente interiorizzata quanto al coinvolgimento personale. Ma quando
leggiamo il Nuovo Testamentp
ci accorgiamo con sorpresa che
non solo i contenuti sono meno
rigidi dei nostri, ma che anche il
coinvolgimento personale, il pathos di adesione ha un respiro
piuttosto elastico.
su un fondamento passato (almeno dal punto di vista del calendario) che non può più essere modificato. Dio ha stretto il
suo patto e Cristo è risorto: questo non cambia più.
Nell'epistola agli Ebrei
NELL’EPISTOLA agli Ebrei,
per citare uno solo degli altri scritti del Nuovo Testamento,
questo ancoraggio con le opere
di Dio nel passato è più sfumato
e si stempera nella prospettiva
futura della speranza: «La fede è
certezza, sostanza, incarnazione, delle cose che si sperano e
dimostrazione delle cose che
non si vedono» (Ebrei 11,1). Fede, speranza e amore non possono, ovviamente, essere slegate
tra di loro. «Durano»; se fossero
slegate. Luna o l’altra si interromperebbe.
Fede in Cristo
La fede in Paolo
La fede in Paolo è essenzialmente l’adesione con tutta
l’esistenza al fatto della venuta,
della morte e della risurrezione
di Cristo per noi. «Se Cristo non
è risuscitato, la vostra fede è vana» (1 Cor 15, 14). Una fede che
non sia un fantasma è, dunque,
un ancoraggio della vita alla risurrezione di Cristo. C’è di più:
la fede, prima di essere esperienza umana, è l’ancoraggio di
Dio al suo patto. Dio è fedele come noi siamo credenti. Paolo
usa lo stesso aggettivo: pistòs.
Sia per Dio sia per noi, comunque, la fede è la realtà per cui
resistenza dell’oggi è centrata
Preghiamo
Grazie, Dio, perché sei diventato essere umano,
grazie a te per essere diventato finito e limitato,
grazie per esserti fatto mortale!
Grazie per esserti fetto inferiore,
così io e gli altri non dobbiamo essere superiori.
Grazie per esserti fatto debole,
così io e gli altri non dobbiamo essere forti.
Grazie per esserti fatto misero,
così io e gli altri non dobbiamo essere potenti.
John Jacob Raub
{monaco trappista americano)
Malgrado queste differenze di accento presenti nel
Nuovo Testamento, è importante capire il pensiero di Paolo.
Fin dall’inizio della sua attività
di scrittore, prima ancora di formulare il suo pensiero centrale
che è quello della salvezza per
grazia e della giustificazione per
fede indipendente dalle opere
della legge, ha visto nella fede,
nella speranza e nell’amore il
vero e proprio respiro della vita
nell’ottica del nuovo patto. La I
lettera ai Tessalonicesi, come è
noto, è presumibilmente non
solo il più antico scritto di Paolo,
ma anche il più antico scritto
cristiano e apostolico giunto fino a noi nella sua stesura originaria. In quello scritto, prima
ancora di un ringraziamento a
Dio per la salvezza per grazia.
Paolo ringrazia per quella che
chiama «l’opera della fede» abbinata alle fatiche dell’amore e
alla costanza della speranza. Fede, amore, speranza. Non siamo
già più nell’ottica dell’osservanza della Torà, dell’insegnamento
di Mosè ma, anche quando si
parla del lato umano della vita
della chiesa, in un’ottica nuova.
Se la fede umana è ancoraggio
alla vita, alla morte e alla risurrezione di Cristo, significa che tu
che credi sei ancorato fuori di te
stesso. Se vivi, non vivi perché
hai in te una forza che ti serve
da scudo contro gli assalti ester
ni, ma vivi perché fuori di te,
prima di te, c’è stata l’opera di
Dio che non solo ha creato la
tua vita, ma anche la tua nuova
vita. Paolo ricorda «l’opera della
fede». Il senso più immediato è
evidentemente quello di una fede dei Tessalonicesi che non è
confinata nelle astrattezze dello
spirito interiore, ma si esprime
nei comportamenti. Tuttavia
nell’insieme del pensiero di Paolo si potrebbe anche leggere che
l’opera della fede non è quella
che il credente compie, bensì
quella attraverso cui Dio suscita
la fede: «Dio è colui che opera in
voi il volere e l’operare» (Filippesi 2,13). Letteralmente: «Dio è
l’energia della vostra energia».
La fede e la storia
Questi pensieri possono apparire come elucubrazioni
teologiche prive di incidenza
nella vita di tutti i giorni. Vita
centrata sulla risurrezione di
Cristo? Ma come si fa? Quello
che conta è l’oggi; quello che fa
storia sono le vicende politiche
e militari. La fede nella risurrezione è elemento buono per i
sermoni, ma nel dibattito culturale serio è meglio fare come gli
ateniesi all’Areopago e dire: «Su
questo ti ascolteremo un’altra
volta» (Atti 17,32). Eppure c’è un
insegnamento della fede di cui
la storia laica, forse in parte poco intenzionalmente, ha fatto in
qualche modo tesoro. 11 grande
storico francese Jules Michelet
(1798-1874) ha lasciato una pagina memorabile, la pagina ispiratrice di tutta la sua produzione storica: «Per me, quando entrai per la prima volta in quelle
catacombe manoscritte, in quella necropoli dei monumenti nazionali avrei detto volentieri, come quel Germanico entrando
nel monastero di Saint-Vanne:
“Ecco l’abitazione che mi sono
scelto e il mio riposo per i secoli
dei secoli!’’. Tuttavia non è trascorso molto tempo perché mi
accorgessi nel silenzio apparente di quelle gallerie, che c’era un
movimento, un brusio che non
apparteneva alla morte. Quelle
carte, quelle pergamene abbandonate lì da molto tempo non
chiedevano di meglio che di tornare alla luce. Quelle carte non
sono carte ma vite di uomini, di
province, di popoli. Innanzitut
to, le famiglie e i feudi, dotati dei
blasoni impolverati, protestavano contro l’oblio. Le province si
ribellavano, sostenendo che invano la centralizzazione aveva
creduto di sopprimerle. Le ordinanze dei nostri re rivendicavano di non essere state cancellate
dalla congerie delle leggi moderne. Se avessimo voluto ascoltare
tutti, come diceva quel becchino
sul campo di battaglia, non ci sarebbe stato un solo morto.
Tutti erano vivi e parlavano,
circondavano l’autore con un’
armata dalle cento lingue, che
mettevano rudemente a tacere
la grande voce della Repubblica
e dell’Impero. Piano, signori
morti, andiamo con ordine, per
favore. Tutti avete diritto sulla
storia. L’individuale è bello come individuale, il generale come
generale. 11 Feudo ha ragione, la
Monarchia ancora di più e più
ancora la Repubblica!... La provincia deve rivivere; l’antica diversità della Francia sarà caratterizzata da una geografia forte.
Questa deve riapparire, ma a
condizione di permettere che,
col superamento progressivo
della diversità, sopraggiunga il
turno dell’identificazione dell’intero paese. Riviva la monarchia, riviva la Francia! Un saggio
di classificazione possa mettere
un po’ di ordine in questo caos!
Benché imperfetta, servirà una
sistematizzazione. Se anche la
testa si innestasse malamente alle spalle e le gambe alle cosce, è
una cosa importante rivivere. E a
mano a mano che soffiavo sulla
polvere, li vedevo alzarsi. Mettevano fuori dalla tomba chi la
mano, chi la testa, come nel Giudizio finale di Michelangelo o
come nella Danza dei morti. Ho
cercato di riprodurre in questo
libro quella danza galvanizzante
che ballavano intorno a me».
Michelet, protestante quanto
alle scelte spirituali, direttore
della sezione storica degli Archivi nazionali francesi, titolare
della cattedra del Collège de
France. Questi due incarichi gli
furono tolti per le sue idee troppo liberali. Troppo liberale,
protestante, senza risurrezione
non c’è storia... Le opere della
fede...
(Prima di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omiletiche
La prima epistola di k
olo ai Tessalonicesi è
cordemente attribuit,'?
l'apostolo e riconosci,^
come lo scritto più ant^
della letteratura - "‘""I
ca e cristiana. Vi siVoS
abbozzati i fondamenti^
senziali della riflessi
posteriore non solo,w
quanto riguarda l’aC
giamento dei credenti £
de, speranza e amore) n!
anche per vari altri as»
Vi compare, nella sop,!
scritta, l'uso del termjg
«chiesa» (ekkiesia) per ^
dicare l'assemblea deicri
denti, cioè il termine usate
già dalla traduzione grep
delle Scritture di israe¿
per l'assemblea del - ™
di Dio, ma anche daigrS
per indicare la riunior
degli uomini liberi.
Poi il saluto «Grazia
pace», (chàris kai
eiren^
Non solo, secondo l'uso
ebraico e orientale Ingo,
nere «Pace (a te)», maanche «Grazia», con un termine che potrebbe aneli
tradursi «Rallegrati». Usa.
luto cristiano è principal.'
mente un invito alla gioia,
Luca userà questo stesso
termine per indicare il saluto dell'angelo a Maria
occasione dell'annuncia
zione. Le nostre traduzib
ni sono un po' mosce («1
saluto. Maria» o addirittura, conservando la traduzione latina, «Ave, Maria»). No, si deve tradurre
«Rallegrati, Maria, salta
dalla gioia». Ancora quella che sarà definita, con
vocabolo non molto felice
ma senza che se ne sia mai
trovato uno migliorala
dottrina della «Trinità».
Sarà Teofilo di Antiochia
(fine del II sec.) a coniareil
termine (in greco ír/ásj,
indicando il Signore con la
terna «Dio, la Parola e la
Sapienza».
In un certo senso Paolo
è già, fin da questo scritto
della metà del prirrio secolo, più al chiaro sulla riflessione che si farà in seguito: «...ricordandoci continuamente davanti a Dio
nostro Padre dell'opera
della vostra fede... della
costanza della vostra spe
ranza nel nostro Signore
Gesù Cristo... Il nostro
Evangelo non vi è stato
annunziato soltanto con
parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo...». La Trinità è Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo,
come sarà invocato nella
formula del battesimo coti
cui si chiude l'Evangelodi
Matteo. Nel contestodi
questo grande sforzo per
capire e far capire la novità del messaggio cristiano sia nei confronti dell'ebraismo sia nei confron-.
ti del paganesimo,
usa la parola «fede» in on
senso molto più forte e
pieno di quanto questa
avesse in precedenza. Essa
diventa progressivamente
la sostanza stessa delleS;
sere cristiani, anche se po'
dirà che l'amore è ancora
più grande. Ma su questo
torneremo.
Per
approfondire
- Willi Marxsen,
ma lettera ai Tessalon^'
Torino, Claudiana, 19®*'
- Jean Héring, D P';',
mière épìtre de Saint r
aux Corinthiens, Neue
tel-Paris, DelachauX
Niestlé, 1949;
- Voce «Fede» in
nario biblico, a cura
Giovanni Miegge, '
Feltrinelli, 1968.
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a traduzia
mosce («Ti
) addirittp.
5 la tradu«Ave, Male tradurre
aria, salta
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Boston: colloquio ecumenico all'Istituto di teologia ortodossa Santa Croce
Contro rintolleranza religiosa e la violenza
[incontro, organizzato dall'Istituto Santa Croce insieme al Consiglio ecumenico delle chiese
g qIIo «Harvard Divinity School», era centrato sul tema «Le chiese ortodosse e il pluralismo»
PHIUPJENK^
Mai si erano manifestati così apertamente pubblicamente una tale
onfusione teologica e un tap fanatismo». Questo commento sulle manifestazioni
Ìi intolleranza religiosa nei
domi immediatamente sucLsivi agli attacchi terroristici dell’H settembre 2001 neliUsa, è stato fatto da Diana
I Eck, docente all’Università
di Harvard. Intervenendo a
una «conversazione ecumenica» di tre giorni (3-5 ottobre 2002) su «Le chiese ortodosse e il pluralismo», Diana
Eck ha citato diversi casi di
attacchi contro i musulmani
Usa dopo rii settembre. «Iniziare a conoscerci gli uni gli
altri ha profonde dimensioni
teologiche», ha detto. E ha
concluso che la chiesa, specialmente negli Usa, deve assumere un più alto profilo
nel difendere i diritti umani
delle minoranze.
Ospitata dal decano Emmanuel Clapsis, la «conversazione ecumenica» si è tenuta
all’Istituto di teologia ortodossa Santa Croce, vicino a
Boston. L’incontro è stato organizzato insieihe al Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), all’Istituto teologico di
Boston e alle «Iniziative su
religione e vita pubblica» della «Harvard Divinity School».
Vi hanno partecipato studenti e docenti ortodossi, teologi
protestanti e anglicani, nonché il segretario generale del
Cec, pastore Konrad Kaiser.
Pluralismo
L’incontro è stato introdotto da una relazione dell’arcivescovo Demetrios, primate
della Chiesa ortodossa in America. Il concetto di pluralismo, ha detto Demetrios, è
sorto duemila anni fa quando
l’apostolo Paolo confessò che
egli si era fatto «ogni cosa a
tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni» (I Corinzi 9,22). Secondo Demetrios, il «pluralismo» si riferisce all’ampia varietà di culture e di religioni in
un mondo in cui i poveri e gli
oppressi superano ancora largamente i ricchi e i potenti.
Poiché la televisione, i computer e altri mass media portano alla gente maggiori intotmazioni degli uni sugli altri, ¡teologi si chiedono in che
■nodo principi di fedi antiche
possono essere influenzati.
«Se dovessimo dare un nottto all’approccio di San Paolo
“la predicazione del Vange0». ha detto Demetrios, «do'TOttimo chiamarlo "pluralipersonale”». Eia incoragg'uto i cristiani ortodossi a
praticare un «pluralismo di
tose, facendosi ogni cosa a
Iti» per creare una «unità
Olla diversità che possa esseun modello per l’intera no.. ® società». Il professore RiI , rd Falk, esperto di diritto*
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New York, 11 settembre 2001
criminale o terrorista». Da
questo cambiapiento è nata
una crescente consapevolezzza di un ritorno della religione su scala mondiale.
Secondo Falk, «la rivoluzione iraniana fu del tutto inattesa, e per i politici fu uno choc
solo leggermente inferiore a
quello che è stato l’il settembre». Ha citato inoltre l’attivismo induista in India, il fondamentalismo cristiano negli
Stati Uniti, il fondamentalismo islamico e altri movimenti che inducono la gente a
pensare alla religione in termini di «minaccia». Una delle
sfide a cui è confrontata la
chiesa è la grande paura «che
rendere di nuovo attuale la
religione sia un invito all’estremismo religioso», ha osservato Falk. Tuttavia la religione è necessaria per assicurare un contrappunto morale
al capitalismo ateo, ha detto.
La chiesa «deve occuparsi della povertà come una priorità
urgente. È una condizione intollerabile da un punto di vista spirituale. La maggior parte della gente vive con 2 dollari al giorno mentre una piccola minoranza fa i milioni».
Il professor Christos Yannaras, della Panteion University in Grecia, ha sottolineato
il contributo degli antichi greci alla nozione di diritti umani, e ha detto che il continuo
sostegno a questa nozione è
un’eredità ortodossa. «Non è
un caso - ha affermato - che
le prime comunità cristiane
apostoliche siano state fondate sul modello politico greco, quello dell’ecclesia».
La chieisa e la violenza
Intervenendo su «violenza
e religione» nelle società pluralistiche, il segretario generale del Cec, Konrad Kaiser,
ha parlato di alcune delle sfide del Decennio ecumenico
per il superamento della violenza, fra cui il fatto che molta gente vede ambiguità nel
messaggio cristiano di pace e
nonviolenza. «La Bibbia, che
in gran parte è comune ai cristiani e agli ebrei, è piena di
storie di violenza e di immagini violente, anche in riferimento a Dio - ha detto -. Il
meno che si possa dire è che
la Bibbia presenta un’immagine realistica del potenziale
di violenza presente nella vita
umana». Ma «la violenza non
è innata alla natura umana ha continuato Kaiser gli esseri umani sono capaci di trasformare l’energia distruttiva
della violenza in forza costrut
tiva per alimentare la vita».
Nella sua replica, il rev.
Stanley Samuel Harakas, professore emerito all’Istituto
Santa Croce, ha detto che il
paradosso neotestamentario
tra pace e violenza è probabilmente destinato a rimanere «paradossale». Eppure, ha
detto, «il compito della chiesa è di fare tutto quello che
può per minimizzare, e rendere non necessario il ricorso
alla violenza, alla coercizione, all’uso della spada, o all’uso non necessario del male
necessario. Per me non c’è
dubbio che la chiesa sia stata
spesso cooptata per appoggiare guerre e violenza in
modi che non le fanno onore,
tuttavia penso che sia troppo
facile ignorare il fatto che
spesso la chiesa ha cercato di
stare dalla parte della propria
gente nei momenti di oppressione, di ingiustizia, di
attacchi e di asservimento.
Mentre faceva appello alla
pace... essa è stata insieme al
suo popolo, nelle sofferenze
e nelle sconfitte».
Al termine dell’incontro,
l’arcivescovo Demetrios ha
definito la conversazione
ecumenica come un «atto per
mezzo del quale creiamo
proprio la cosa di cui stiamo
parlando. Attraverso questa
conversazione con membri
della più ampia comunità
teologica americana e internazionale stiamo andando,
anche se in piccola parte, oltre ai valori e alle priorità ortodossi in un mondo pluralistico. Non stiamo facendo un
discorso meramente teologico; per usare un’espressione
moderna, con le parole che ci
scambiamo qui in uno spirito
di rispetto reciproco, di interesse e di amore, stiamo davvero producendo teologia».
(cec info)
* membro dell’ufficio comunicazioni del Cec a New York
Ha festeggiato l'anniversario con un colloquio suH'autorità
Il S-OOO" numero del giornale «Réforme»
Lanciato nel 1945, il settimanale protestante francese
Réforme ha festeggiato, il 12
ottobre scorso, la pubblicazione del suo 3.000° numero
cori l’organizzazione di un
colloquio sul tema «L’autorità in questione». Essendo
un’associazione, il giornale
intende preservare in futuro
la propria indipendenza nei
confronti delle chiese e dei
gruppi editoriali. Nonostante
una tiratura modesta (7.500
copie), Réforme è considerato, in Francia, come il giornale protestante di riferimento.
«II protestantesimo francese,
per la sua testimonianza nella società, non potrebbe fare
a meno di un canale come
quello che gli offre il giornale
Réforme», afferma Jean-Arnold de Clermont, presidente
della Federazione protestante di Francia.
Diverse personalità hanno
reso omaggio al settimanale
nel suo 3.000° numero. «Rispetto alle grandi crisi che il
mondo sta attraversando, come il conflitto israelo-palestinese, ai limiti della globalizzazione o alle poste in gioco
dell’allargamento dell’Unione
europea, Réforme ci ricorda le
grandi sfide del nostro secolo
che devono farci uscire dalla
nostra freddezza e dai nostri
egoismi», scrive, da parte sua,
l’ex primo ministro Michel
Rocard. In collaborazione con
giornali protestanti regionali
(tra cui La voix protestante),
Réforme
La vie renaît
après les talibans
m KiBî
per questo «numero anniversario» Réforme ha scelto di
trattare il tema dell’autorità.
«In Francia, durante le ultime
elezioni, il dibattito si è incentrato soprattutto sull’insicurezza. Nello scegliere il tema
dell’autorità, l’équipe di Réforme ha voluto riprendere
questo tema, approfondendolo», spiega il direttore, Laurent Gagnebin. Tale riflessione è stata affrontata anche
durante un colloquio.
Al pari di molti titoli della
stampa francese, Réforme è
stato creato all’indomani della Liberazione da protestanti
vicini alla Resistenza, fra i
quali il pastore Albert Finet,
un gollista nutrito dal pensiero teologico di Karl Barth. «La
sua specificità è di essere un
settimanale di informazioni
generali e non solo religioso.
Esso permette di volgere uno
sguardo protestante sull’attualità», afferma il sociologo
Jean-Paul Willaime, presidente del consiglio di amministrazione del settimanale. Nonostante una fama di
qualità e la presenza in Francia di oltre un milione di protestanti Réforme, venduto
unicamente in abbonamento, non ha mai superato le
10.000 copie di tiratura. Per
cui l’equilibrio economico
del giornale, che non ha alcun legame finanziario con
chiese o gruppi editoriali, rimane fragile. Confrontata a
una diluizione dell’identità
religiosa, la stampa confessionale (essenzialmente cattolica), molto fiorente negli
Anni Sessanta, sta cercando
ora un nuovo rilancio.
«Réforme regge grazie alla
fedeltà dei suoi lettori» spiega
Laurent Gagnebin. «C’è una
comunità di lettori molto viva. Il giornale crea legame»,
ritiene lean-Paul Willaime.
L’anno scorso ci sono stati alcuni scambi informali con il
potente gruppo cattolico
Bayard-Presse, che però non
hanno portato a un avvicinamento. «Vogliamo continuare ad essere un settimanale
indipendente - precisa JeanPaul Willaime -. È importante, per la democrazia, che la
stampa di opinione continui
a esistere. I vari gruppi religiosi devono manifestare la
loro presenza nello spazio
pubblico». (eni)
DAL MONDO CRISTIANO
I Documento della Federazione luterana mondiale
La violenza contro le donne è peccato
GINEVRA — Un «peccato» che coinvolge gli individui, le
comunità e tutte le chiese; così viene definita la violeriza
contro le donne in un documento espresso dalla Federazione luterana mondiale (Firn). Il documento, inviato alle chiese luterane di tutto il mondo (136 in 76 nazioni per un totale
di oltre 62 milioni di fedeli) rileva che «dai pulpiti non giunge abbastanza forte la denuncia di questa violenza e la confessione della nostra incapacità a fronteggiarla». «La crescita di una società basata sulla solidarietà con i più deboli ha dichiarato Christian Krause, presidente della Firn - non
può prescindere da un impegno nella lotta contro la violenza che le donne subiscono ogni giorno». (nev/eni)
'^In vista (Jeirallargamento deH'Unione europea
Incontro tra Prodi e Bartolomeo
BRUXELLES — Giovedì 3 ottobre, a Bruxelles, il presidente della Commissione europea. Romano Prodi, ha incontrato il patriarca ecumenico ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo, e ha sottolineato l’importanza del ruolo delia Chiesa ortodossa in vista del futuro allargamento dell’Unione europea. Tra gli stati in predicato per entrare nell’Unione, la
maggioranza infatti è prevalentemente di religione ortodossa. Il patriarca Bartolomeo ha auspicato che il ruolo e l’importanza della religione' sia esplicitato in ogni futuro documento o trattato dell’Unione europea. (nev/eni)
Un'iniziativa dell'Unione delle chiese avvertiste.
Due milioni di schede telefoniche per
presentare la «Fondazione Adventum»
ROMA — Sono già in circolazione le schede telefoniche che
presentano la Fondazione Adventum, Fondo per la solidarietà e l’antiusura. Stampate in oltre 2 milioni di copie, circoleranno sul territorio nazionale fino al 30 giugno 2004. La
Fondazione (costituita nel 1994 dall’Unione delie Chiese avventiste del 7° giorno con finanziamenti dall’8 per mille) opera attraverso microprestiti contro il fenomeno dell’usura ed è
riconosciuta con decreto ministeriale del 1996. (nev/adn)
s: Una ricerca del «Glenmary Research Center»
Usa: 62 milioni di cattolici
e 66 milioni di cristiani non cattolici
NASHVILLE — Secondo dati pubblicati dal quotidiano
«Avvenire», che riprende cifre fornite dal Glenmary Research
Center di Nashville, i cattolici negli Usa sono 62 rnilioni, i
battisti 20 milioni, i metodisti 10,3 milioni. Sommate insieme
tutte le denominazioni cristiane non cattoliche raggiungono
i 66 milioni di fedeli. La ricerca stima che i musulmani in Usa
sono un milione e 600.000 e gli ebrei in 6 milioni. (nev)
E Secondo il settimanale francese «Le Messager».
I migranti nel mondo sono 150 milioni
PARIGI — Sono numerosi i problemi aperti dai flussi migratori, ma si tratta ancora di un fenomeno che su scala planetaria è fortemente minoritario. Secondo cifre pubblicate
dal settimanale francese «Le Messager», su 6 miliardi di popolazione della Terra, circa 150 milioni di persone vivono
lontano dal proprio paese d’origine (20 milioni in Europa, 34
nell’America del Nord). Il 60% dei migranti ha trovato collocazione in un paese del Sud del mondo. (nev/lm)
1 risultati di due sondaggi recentemente realizzati
Dirsi cristiani in Canada e in Irlanda
OTTAWA — Secondo un ampio sondaggio svolto in Canada (3.500 interviste), l’81% degli intervistati afferma di credere in Dio, ma solo il 75% dice di pregare «qualche volta». Peggiore la situazione in Irlanda, dove, secondo il settimanale
«Le Messager», un altro sondaggio (forse meno scientifico)
rileverebbe che il pub è ormai più frequentato della chiesa e
che i cristiani preferiscono dare una mancia al cameriere
piuttosto che un obolo per la colletta domenicale. (nev/lm)
Lo dice il segretario generale dell'Alleanza biblica
Solo un cristiano su due ha una Bibbia
READING — Nel mondo solo un cristiano su due possiede
una Bibbia. È la sorprendente notizia diffusa dal segretario
generale dell’Alleanza biblica universale (Abu), Neil Crosbie,
che indica nei paesi dell’Africa e dell’America Latina i luoghi
dove è maggiormente necessario un grande sforzo per la diffusione del «Libro dei libri». L’Abu, con sede centrale a Reading (Inghilterra) è una federazione che riunisce 137 Società
bibliche nazionali presenti in tutti i continenti. (nev/flmi)
Intervento del patriarca Alessio II presso Putin
La Russia restituisce le vetrate
del duomo protestante
FRANCOFORTE SULL’ODER — Dopo 56 anni ritornano
nel duomo protestante di Francoforte sull’Oder (Germania)
ili vetrate a piombo del 1300, portate in Russia come bottino di guerra nel 1946 dalle truppe sovietiche. Le vetrate erano oggetto di trattativa tra il governo tedesco e quello russo
fin dagli Anni 90 e ora un intervento del patriarca ortodosso
Alessio II presso il presidente Vladimir Putin sembra aver finalmente sbloccato l’annosa controversia. , (nev/eni)
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Commemorazione sulla riva del Lago Lemano (Svizzera)
Per ricordare il «Rimpatrio»
Dopo il culto nel tempio di Prangins, i partecipanti si sono recati
al Promenthon, intorno alla stele eretta sulla riva del lago nel 1889
VIOLETTA FASANARIBOURQUIN
Domenica 13 ottobre una buona dozzina di
persone e non tutte di origine
«valdese doc», si sono radunate in riva al Lago Lemano,
al Promenthon, intorno alla
stele commemorativa della
partenza del «Glorioso Rimpatrio» per celebrarne il ricordo e affermare la propria
fedeltà a quei padri naturali o
adottivi esemplari. Prima, nel
bel tempio di Prangins, accolti dalla pastora in toga
bianca, abbiamo partecipato
al culto condotto dalla pastora Elisabetta Ribet, che si divide tra Aosta, Losanna e Ginevra. Un messaggio forte:
sulle basi del passato, creare
il nuovo. È anche avvenuto in
quella sede un simpatico episodio, certo aneddotico: nessuno sapeva il primo cantico,
e la pastora, dicendo «siamo
in famiglia», ha pregato l’organista di ripeterlo perché
tutti l’imparassero.
Dopo un salutare rinfresco
(il culto era alle 9, e tutti si
erano alzati molto presto)
siamo scesi con gli altri frateUi e sorelle riformati al lago,
chi in auto chi a piedi. Il tempo era splendido, tanto che si
scorgeva il potente getto
d’acqua di Ginevra. Chiaro il
lago e luminosi nel sole gli alberi autunnali. Si erano invece smarrite per strada la pastora Ribet e Cristina Arcidiacono, studentessa di teologia
a Ginevra: «pastorelle smarrite», per una divertente inversione dei termini della parabola. Intorno alla stele, datata 1889, la pastora ci ha poi
riuniti in meditazione. Jacques Picot, storico ginevrino,
non ha potuto essere con noi
con le sue ricerche, e così sono mancati altri per motivi di
salute, presenti tuttavia nel
nostro spirito.
Raggiunta infine la simpatica sala di incontro, i nostri
amici ginevrini hanno spiegato tutte le loro energie per
oflrirci un vero pranzo, da un
ottimo minestrone a un eccellente caffè, con generosità
e calorosa amicizia, tra i presenti valdesi, e riformati, metodisti e battisti ginevrini. Nel
frattempo ci aveva raggiunti
La traversata del Lago Lemano aH’avvio del Glorioso rimpatrio
il pastore svizzero Cleto Rossetti, fedele amico delle valli
valdesi e di noi emigrati. Con
il resoconto sul Sinodo fatto
dalla pastora Ribet e le numerose domande degli intervenuti, si è conclusa la bella
giornata. Pochi, ma buoni.
■ I «Compassion»
Progetto
di adozioni
a distanza
MARIO RADAELLI
Milioni di bambini vivono di stenti e crescono
i Scuole domenicali in Liguria
Giornata di lode coi piccoli
ERMINIO PODESTÀ
he bella giornata!».
hanno esclamato in
molti la sera di domenica 6
ottobre 2002 al termine dell’incontro delle scuole domenicali della Liguria e del Sud
Piemonte, organizzato dal 5“
circuito valdese-metodista e
dall’Assemblea battista, a cui
hanno partecipato un centinaio di persone con la consulenza logistica della sovrintendente del circuito, Gabriella Molfino, che ha preparato il
viaggio in pullman dalla stazione Principe a Villa Serra,
una stupenda località in periferia di Genova.
Al mattino una sorella ispano-americana ha insegnato
alcuni canti in spagnolo, appropriatamente mimati. Sono
state rivolte al Signore preghiere di lode e di ringraziamento per la gioia di ritrovarsi insieme provenienti da parecchie chiese e poi è stata
improvvisata una scenetta
sulla parabola della pecorella
smarrita. È risultata molto
toccante la scena in cui la pecora smarrita, una piccola
bimba nascosta, alla chiamata del pastore: «Bianchina,
CHIESA EVANGELICA VALDESE
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
Commissione formazione diaconale - CFD
Corso di formazione delle diacene
e dei diaconi e degli operatori diaconali
dal 6 al 10 novembre 2002 a Casa Cares - Reggello
CONFINI e CONFLITTI
Mercoledì 6
Giovedì 7
Ognuno e ognuna di noi vive quotidianamente, nelle relazioni, dei
conflitti che se non sono gestiti con consapevolezza possono rendere la
nostra vila difficile. Riconoscerli e saper gestirli nelle relazioni interpersonali, nella famiglia ma anche nell'ambito del lavoro e della vita sociale in genere, è importante per la nostra crescita individuale e collettiva.
Il corso vuole introdurci nella prablematica e offrirci degli strumenti di
lettura e gestione. Il corso, come ogni anno, è aperto a tutti, ed è rivolto
in modo particolare ai diaconi e alle diacene in ruolo, ai membri dei
comitati e al personale delle opere diaconali.
PROGRAMMA
arrivo per l'ora di cena.
Diacono Paul Krieg e Antoinette Steiner: «La chiesa come ambiente di intolleranza».
In serata: incontro dei diaconi/e iscritti al ruolo.
Dr. Roberto Bottazzi: «I conflitti ella gestione delle relazioni interpersonali, sia nell'ambito familiare sia all'interno del posto di lavoro. Come riconoscerli e possibilità di superamento».
In serata: visione di un film.
Prof. Yann Redaliè: Conflitti nel NT: «L'incontro di Pietro e Paolo a Gerusalemme».
Pomeriggio: lavoro di gruppo su un testo biblico per la
preparazione del culto.
Culto dei partecipanti, valutazione dell'incontro, partenze dopo pranzo.
Quota di partecipazione 70 euro. Per le iscrizioni (entro il 29
ottobre) rivolgersi direttamente a Casa Cares: tei. 055-8652001, fax
8652900. E-mail: cares@centroin.it
Venerdì 8
Sabato 9
Domenica 10
bianchina» ha risposto con il
suo verso; portata all’ovile,
tutte le altre pecore hanno
fatto festa perché, come dice
il Vangelo: «Si farà più festa
per un peccatore pentito che
ritorna alla casa del Padre che
per i nonvantanove giusti rimasti fedeli». Dopo il pranzo
al sacco ha avuto inizio una
grande caccia al tesoro.
I bambini, divisi in due
gruppi, guidati e istruiti dai
monitori delle varie scuole
domenicali e dagli adolescenti della Chiesa battista di
Genova, che pur essendo giovani si sono ben comportati,
dovevano trovare dei bigliettini con un segno distintivo e
superare diverse prove al termine delle quali dovevano
trovare il famoso tesoro, contenente caramelle e libriccini
religiosi. Esso è stato ritrovato dalla squadra capitanata
da Arilca Malarby, che ha festeggiato con gioia la vittoria.
Ma un merito va anche alla
squadra capitanata da Mattia
Monaco, perché ha lottato
strenuamente fino alla fine
con i vincitori. Comunque
sono state distribuite caramelle e libricini religiosi a
vincitori e vinti. Dopo aver
pregato e cantato è stato fatto
ritorno alle proprie case con
un bel ricordo da conservare:
«la bella giornata trascorsa in
serenità e gioia».
senza alimentazione adeguata, senza assistenza medica,
senza valori, senza riferimenti e senza una fede. Cinquant’
anni fa nasceva in America
«Compassion» con l’intento
di liberare i bambini dalla povertà nel nome di Gesù. Domenica 6 ottobre Filippo Felice, responsabile della «Compassion Italia Onlus» ha illustrato il progetto di adozione
a distanza ai membri della
comunità valdese di via Ivrea.
Nella predica che ha preceduto rincontro con il rappresentante di Compassion, è
stato letto il primo capitolo
della Genesi, dove viene descritta la creazione del mondo
e dove si legge che «Dio, ad
ogni passaggio della creazione, vide che ciò che stava facendo era buono». Eppure
terra, acqua, aria e fuoco,
creati per servire all’uomo a
trascorrere una vita serena,
sono diventati privilegi solo
per qualcuno. Il mondo che
vive ai margini odia la terra
perché non produce cibo, disprezza l’acqua perché produce solo malattie e disastri,
cerca aria pulita perché quella
che respira è diventata veleno, cerca di spegnere il fuoco
che non serve più per riscaldare ma solo per dare morte.
E così milioni di bambini in
tutto il mondo muoiono di
fame, di malattia e di guerra.
«Compassion» corre loro in
aiuto: con una modesta cifra
mensile, 24 euro, si può contribuire a far crescere chi è
meno fortunato di noi. I bimbi possono così garantirsi dei
pasti sani ed equilibrati, cure
mediche, un’istruzione e una
formazione professionale, essere educati cristianamente.
Le famiglie che adottano un
bambino a distanza tramite
Compassion, hanno un contatto diretto con il piccolo,
potranno scrivere e ricevere
lettere, andarlo a trovare,
avere la sua foto in casa, accanto a quella dei figli, dei nipoti, delle persone care amate e da amare. La comunità
ha risposto generosamente:
le foto dei piccoli fanno già
bella mostra nelle case di
molti di loro. Per informazioni su «Compassion, adotta un
bambino a distanza» si può
chiamare il n. 338-9695257.
TELEVISIONE
Protestantesimo
a f Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguqnte alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 27 ottobre, ore 24 circa, andrà in onda: «Beneficenza o ricerca di giustizia? Un'iniziativa evangelica per affermare la dignità vita»;
«Dietro le parole», rubrica biblica. La replica sarà trasmessa lunedì 28 ottobre alle ore 24 e lunedì 4 novembre alle 9,30 circa.
ASILO VALDESE
PER PERSONE ANZIANE ONLUS
via Malan, 43,10062, Luserna San Giovanni (To)
L’asilo valdese per persone anziane onlus
CERCA
UN/UNAINFERMIERE/A
PROFESSIONALE
Si prega di prendere contatto con la direzione
a tei.: 0121-900285 o inviare curriculum vitae
al fax: 0121-954386 o airindirizzo e-mail:
asilovaldese (§> tiscalinet. it
La Fiat e il nostro
vantaggiosi per i lavoratori di
Fiat e indotto e per i cittadini
italiani che da sempre vedono quote più o meno ampie
di gettito fiscale e contributivo finire nel pozzo senza fondo di un capitalismo pubblico e privato avido quanto
inefficiente? Di fronte alla vastità della crisi, scenari che
amplino la prospettiva, che
guardino lontano, che vedano la crisi Fiat non solo come
la crisi di una dinastia ma
come la crisi di un modello
produttivo, possono apparire inadeguati, fuori tempo.
Chiacchiere da bar, buone
per anime belle malate di
utopia. Ora, si dice, si tratta di
salvare il salvabile e a dettar
legge non possono che essere le banche e i nuovi padroni. In sostanza, resta da trattare la resa, anche se si sa che
questo comporterà un altro
drastico ridimensionamento
dell’industria italiana e la distruzione di un patrimonio di
conoscenza e di esperienza
che si è costruito in un secolo. Ma è poi così vero ciò che
appare realistico?
Le questioni più vitali
Una Fiat ridimensionata,
chiamata a subire strategie
decise a Detroit, quasi certamente privata di capacità autonome di innovazione, e migliaia di lavoratori impediti di
esprimere competenze acquisite in anni di duro lavoro, sono davvero l’unica soluzione
possibile? Non sta a noi cittadini immaginare nuove architetture finanziarie e nuovi assetti proprietari o selezionare
il management che potrebbe
guidare una possibile ripresa
del settore auto nel nostro
paese, ma c’è qualcosa che la
nostra esperienza di vita e di
lavoro ci spinge a chiedere a
gran voce.
Nell’agenda della politica
devono occupare finalmente
i primi posti alcuni problemi
che sono vitali per noi, i nostri figli e le generazioni future e che sono ben più importanti del destino di una dinastia industriale. Questi pro
blemi sono; sostenibi
dello sviluppo e qualità
vita. È urgente investii«i
se per rendere possM
mobilità al più basso ^
inquinamento possibile
questo servono investi
pubblici nella ricerca e
infrastrutture. È urgem
ruttare risorse dalla pn,
zione e dql consumo di
ni di consumo durevol
danno luogo a volumi
sabili di rifiuti non ricìi
senza vantaggi apprei
per la vita delle persoti
produzione di beni im
riali (salute, socialità, sit
za). Per questo servono
tiche pubbliche e anco;
cerca e nuove infrastmt
urgente valorizzare il
monio di conoscenza, la
genza e creatività che le
sone, giovani e vecchie,
ni e donne, possono mi
servizio della società. Per^
sto servono buone scui ' ^
litiche del lavoro che i
no la tendenza aU’«usa e
ta» delle risorse umane^èj
è diffusa nelle imprese e seil
zi alle persone che rendal
accettabile la vita per chi Ir
vota per il mercato
chi è costretto a
dall’aiuto degli altri.
Questo non vuol
re rispolverare l’industi^
stato con i suoi boiardi) l'iiii'
piego a vita o lo stato assistenziale. Significa inveiti
risorse pubbliche e privi
per produrre innovazioni é
impediscano al mercat»)|a
anche alle istituzioni pubbl
che) di distruggere
ambiente in nome
to e del potere. Utopie? Forse. Certo è che senza proiìde innovazioni economici
sociali che nascano dall’intèf
ligenza dei cittadini, di tuttii
cittadini, il futuro della nostra società, e non solo del
Fiat, ci appare semprë jï
minaccioso. E non si dical»
questi sono problemi di lusso
da affrontare in tempi migliori. Andando avanti cosi,
quei tempi migliori non verranno mai.
Adriana Luciai
CRONACHE DALLE CHIESE
VILLAR PEROSA — L’assemblea di chiesa del 6 ottob^^
eletto quali anziani Elena Bouchard e Luca Baschera.
TORINO — A partire dal mese di ottobre è attiva la se[,
dell’Associazione delle chiese battiste del Piemonte^
Bettola 63 (tei. 011-4407763, fax 01T-4542483), tutflir
vedi dalle 17 alle 19. L’Associazione ha anche UB
(www.chiesebattistepiemonte.it) e il segretario Giofi
mo è reperibile al n. 011-3295227 (ore 8-12 e 15-21) 0
dirizzo e-mail giorgio.aiino@inwind.it.
VILLASECCA — Un caro augurio a Silvia Gardiol e t
Stilo, che si sono sposati il 21 settembre al municipi j|
nerolo. Silvia ha conservato il suo legame con la
Villasecca e questo è molto gradito anche a noi. Siamo
agli sposi con la nostra simpatia e preghiera. , ^¡j.
• Il 29 settembre, dopo alcuni anni di declino, è
dia Poét ved. Massel. Era la suocera del compianto
Gustavo Bouchard, mamma di Elsa. Noi la ricordiaffl^j
che per tante altre cose, per la sua partecipazione jjja
vita della chiesa: era una «Dorcas» (Atti 9,36-43), jjg#
che usava le mani con grande maestria, anche per esp
il senso del suo servizio cristiano.
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Lp di anni fa per opera di alcune associazioni di volontariato con l’intento di dare vita
aun’festival che coinvolgesse
le persone nel dialogo tra le
culture. All’inaugurazione di
Questa manifestazione, il 25
settembre, un folto pubblico
(circa 170 persone) si è riunito
nei locali dell’Associazione
cultura e sviluppo per assistere all’incontro-dibattito sul
tema «Figura dello straniero
nelle tradizioni culturali e religiose», prima conferenza interreligiosa svoltasi nella nostra città, alla cui organizzazione ha partecipato il locale
Centro culturale protestante e
la Federazione chiese evangeliche della Liguria e sud Piemonte.
I quattro relatori erano il
prof Mauriho Guasco, sacerdote e docente aH’Università
del Piemonte orientale; la
prof.ssa Elena Bartolini, docente di cultura ebraica alrUniversità di Milano; Alga Barbacini, diacona della
Chiesa valdese di Torino e
YunisTawfik, scrittore iracheno presidente del Centro culturale Italia-Arabia islamico
di Torino e autore del romanzo La straniera (Bompiani).
La professoressa Bartolini
ha affermato che la cultura
ebraica è una realtà multiforme, ma ha comunque riconosciuto resistenza di fondamenti biblici comuni, radicati nella Torah; Tra le indicazioni che il Dio di Israele dona al suo popolo, l’affermazione centrale è quella in cui
l’Eterno esorta gli ebrei.ad
amare lo straniero, poiché
anch'essi sono stati stranieri
in Egitto. La posizione dello
straniero è spesso associata
agli orfani e alle vedove, considerate le persone più bisognose. Un’estrema sintesi
della tradizione ebraica potrebbe essere l’affermazione
che trattare lo straniero con
rispetto è sintomo di giustizia
e quest’ultima condizione è
necessaria alla pace.
Guasco ha criticato il concetto secondo cui l’origine e i
fondamenti culturali dell’Europa debbano essere ricercati
unicamente nell’ambito dei
v®ori cristiani. Egli sostiene
che l’Europa non è sempre
stata cristiana e quella odierna è il risultato di numerose
culture. È difficile affermare
con certezza chi sia veramente straniero; ci si accorge che
il mero significato giuridico
di cittadinanza diventa insufficiente a questi scopi. Per
questa ragione il relatore pone come pietre miliari della
storia europea tre documenti:
la Bibbia, La «Diclriarazione
dei diritti» della Rivoluzione
francese e la Dichiarazione
dei diritti dell’uomo del 1948.
Alga Barbacini, che direttamente si occupa dell’accoglienza agli stranieri, nel corso della sua quotidiana esperienza ha più volte constatato
come per molti immigrati la
dichiarazione dei diritti umani, al pari delle parole bibliche, siano costantemente disattese; molti lavorano senza
tutele, anche se provvisti del
permesso di soggiorno, chi
invece non ha i documenti o
lo status di rifugiato politico,
non ha diritto al lavoro, dorme dove può e mangia saltuariamente. A molti immigrati manca ciò che per noi è
ovvio e naturale: un letto, un
angolo caldo per dormire, tre
pasti al giorno, poter pensare
ad un futuro.
È degno di nota il fatto che
sia proprio il portavoce di fede islamica Yunis Tawfik a difendere la dignità di un’etica
laica. Per essere 'disponibili
ad accogliere lo straniero non
c’è bisogno di seguire precetti della Torah, cattolici o islamici; è sufficiente pensare
che egli è simile a noi: un essere umano. In ogni caso anche nel Corano è presente
l’idea delTamore verso lo
straniero, in quanto figli o
dell’unico Dio; la conoscenza
ed il rispetto dell’altro sono
da ricercare in quanto permettono di migliorare la società in cui viviamo. Purtroppo anche lui ha dovuto costatare come ai buoni prìncipi
etici non faccia riscontro un
comportamento di reale accoglienza dello straniero. In
un momento in cui il muro
tra le persone rischia di alzarsi, Io scrittore ha sottolineato
l’importanza di un centro
multiculturale ad Alessandria, per il quale è in corso la
raccolta firme, in cui le diversità possano incontrarsi e conoscersi, vincendo la naturale diffidenza delle persone.
fondazione evangelica betania
OSPEDALE EVANGELICO VILLA BETANIA
PONTICELLI-NAPOLI
Qnnbito di un programma di riorganizzazione apicale
I Ospedale evangelico Villa Befania, il Comitato direttivo del^ Fondazione evangelica Befania ha deliberato l'istituzione
ella figura del Direttore generale, ai sensi del Decreto legislativo n. 502/92 e successive modificazioni e integrazioni,
j''^Piranti, ai sensi dell'art. 3 bis del Decreto legislativo num.
'99, dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti:
^1 Diplomo di laurea.
Esperienza almeno quinquennale di direzione amministrati''0, tecnica o sanitaria in enti, aziende, strutture pubbliche o pri''ote, in posizione dirigenziale apicale, con autonomia gestiono e e diretta responsabilità sull utilizzo delle risorse umane,
*®^roche e finanziarie.
^ostituirò titolo preferenziale l'attività svolta nel settore sanitario
'Specificatamente, nell'area dell'ospedalità classificata.
s®l®zione di cui sopra dovesse dare esito negativo,
ondazione, ai sensi dell'art. 2, comma cinque, del Regola^onto organico, si riserva la facoltà di attribuire le funzioni di
dgenerale a un membro facente parte delle chiese fonj bische se non in possesso dei requisiti specifici previsti
vigente normativa.
il P
•direttivo esaminerà i curricula dei candidati, che doP®''venire alla sede della Fondazione, a mezzo ''°oooavviso di ricevimento, entro e non oltre lo data del
0- '2002; farà fede, a tal fine, il timbro dell'ufficio postale
l’opposto sulla busta preaffrancata.
^ilpmande dovranno contenere l'autorizzazione al trat° personali. ai sensi della legge n. 675/96.
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
i Chiesa valdese di Milano
L'insediamento
della pastora Anne Zeli
PAOLO FABBRI
Quando qualcuno d lascia, il vuoto provocato
dalla sua mancanza ci sembra incolmabile. E in realtà è
un po’ così, perché i rapporti
umani, di amicizia, di affetto
sono legati a quella persona,
ai suoi doni, alle sue qualità e
ai suoi difetti, che sono irripetibili, e sarebbe errato cercarne la ripetizione in qualche
altra persona. Meglio conservare nel cuore e nella mente
non il ricordo ma la traccia,
incisa giorno dopo giorno da
chi parte per altri lidi e aprirsi
al nuovo, con la sua inesauribile riserva di sorprese, che
lasciano talvolta interdetti
per quanto possono essere
gradevolmente capaci di aprire uno spiraglio su prospettive future stimolanti.
La sorpresa, nel nostro caso
ha assunto l’aspetto un po’
austero e un po’ leggiadro
della pastora Anne Zeli, venuta a Milano per sostituire Eulvio Ferrarlo, chiamato alla Facoltà valdese di teologia, nella
collaborazione con il pastore
Antonio Adamo. Il culto di insediamento si è tenuto domenica 13 ottobre, con la liturgia
condotta dal sovrintendente
di circuito Luigi Ranzani e la
presenza di rappresentanti
della chiesa metodista di Milano, della Chiesa vecchio
cattolica e della Chiesa ortodossa romena, che hanno
portato un cordiale quanto
apprezzato saluto.
La riflessione con i bambini e le bambine della scuola
domenicale ha subito fatto
emergere la facilità con cui
Anne Zeli comunica, in quella che forse era già una prova
della semplicità limpida e
schietta con cui ha rivolto alla comunità la sua predicazione su II Corinzi 3, 1-6: «Sia
la comunità una lettera vivente per l’annuncio dell’Evangelo», questo il nucleo del
messaggio e, al tempo stesso,
il programma e l’augurio fatto a tutti. Un programma e
un augurio che hanno trovato poi il loro naturale sviluppo nella santa cena; particolarmente intenso e apprezzato il momento in cui, su invito di Anne, tutti hanno allacciato la mano ai vicini.
È stata molto apprezzata
anche l’idea di leggere versetti biblici durante la distribuzione del pane e del vino, accompagnata da sottofondo
musicale, che può anche andare al di fuori dell’innario
usuale, attingendo alla ricchissima produzione di musica sacra della Riforma e di
altre forme liturgiche già note. Il disagio del rappresentante della Chiesa ortodossa
romena per non poter partecipare alla santa cena si è
espresso in una dichiarazione esplicita, che ha accomunato i presenti nel rammarico per la incapacità della
chiesa cristiana visibile di
raggiungere un accordo che
consenta ai credenti nel Signore Gesù Cristo di riconoscersi fratelli in fede dovunque nella celebrazione della eucaristia. L’aperitivo di
chiusura è stato particolarmente vivace e gioioso.
Chiese cristiane di Reggio Calabria
Solidarietà per coloro che
si adoperano per la pace
EUGENIA NIARZOTTI
CON il nuovo assedio ad
Arafat, con le stragi nella
striscia di Gaza, le notizie dal
Medio Oriente ritornano prepotentemente nelle prime pagine dei giornali e dei telegiornali assieme agli «assordanti rumori» di una guerra
all’Iraq che sembra già decisa
da tempo e noi, semplici cittadini, continuiamo ad assistere impotenti a quelle terribili immagini dalla Palestina
di giovani vite spezzate, di famiglie distrutte, di bambini
ormai cadaveri. Ma siamo sicuri di non poter fare niente
se non guardare, dispiacerci,
e pregare? E pregare non è anche agire? Perché non pensare a una iniziativa? Prendere
un’iniziativa a riguardo e da
questa «aspettarsi tanto, è da
presuntuosi», ma non fare
niente o da questa «aspettarsi
poco, è da persone senza fede». Mi viene in mente la storia di Safyra, la donna condannata alla lapidazione, e l’iniziativa, presa da tutti noi
per salvarla, che si è conclusa
felicemente. Dunque si potrebbero mandare e-mail alle
ambasciate israeliane, palestinesi, americane, irachene per
urlare: No, alla guerra, no alla
strategia di morte dei popoli.
Per risolvere i conflitti ci sono alternative alla guerra e al
terrorismo: dialogo, giustizia,
perdono, riconciliazione. Sono queste le pratiche che consentono di pervenire a una
pace duratura e consentono
di non coltivare l’odio con le
sue conseguenze di distruzione, fame, miseria, lutti, morte.
Ci sono donne palestinesi e
israeliane che, nonostante
tutto, lavorano insieme per
la pace; ci sono studenti palestinesi e israeliani che, da
quando è esplosa la violenza,
hanno dovuto interrompere
il loro lavoro fianco a fianco e
comunicare solo via Internet.
Sono certa che non è più
tempo di tacere, ma di manifestare coralmente il nostro
incondizionato dissenso.
Spero che milioni di cittadini
italiani, attraverso Internet,
facciano sentire il loro «No»
anche al nostro governo.
In questa direzione il Consiglio delle chiese cristiane di
Reggio Calabria, nel corso
della prima seduta di quest’
anno, ha deciso di inviare a
tal fine un proprio comunicato alle sedi delle ambasciate
americana, israeliana, palestinese e irachena in Italia,
nel quale si afferma che la risoluzione delle controversie
non deve avvenire attraverso
l’uso della forza e che la strada da percorrere è quella del
dialogo, giustizia, perdono,
riconciliazione.
L’OTTICO EVANGELICO
fìniCA^PARQlA
di Antonio Trovato
Corso G. Cesare, 62/f
10154, Torino.
Tel. 011-851789
Chiese battiste di La Spezia
Un ricordo affettuoso
per Anna Maria Moriondo
ERMINIO PODESTÀ
IL 9 ottobre, nella chiesa
battista di La Spezia, è stato rivolto l’ultimo saluto alia
sorella Anna Maria Moriondo, moglie del pastore Michele Sinigaglia, morto due
anni fa. Erano presenti rappresentanti di tutte le chiese
evangeliche di La Spezia, due
sacerdoti e laici cattolici del
movimento ecumenico cittadino, della Chiesa battista di
Bari con una rappresentante
del movimento ecumenico di
quella città, della Chiesa battista di Genova e moltissimi
amici dei suoi sette figli.
La liturgia è stata tenuta
dal pastore Emmanuele Paschetto, di Torino, la cui predicazione ha preso spunto da
I Corinzi 15, 53-58 con particolare riferimento al versetto
58 che dice: «...siate saldi, incrollabili, abbondanti nell’opera del Signore», che si addice molto ad Anna Maria,
sempre salda nella fede, incrollabile nonostante tutte le
difficoltà che ha incontrato;
sette figli non sono semplici
da amministrare, ed ella è
stata abbondante poiché ha
profuso tante energie per
l’evangelizzazione senza risparmiarsi mai.
Hanno poi preso la parola
alcuni rappresentanti delle
varie chiese presenti compresi i fratelli cattolici che hanno
illustrato le caratteristiche
peculiari di Anna Maria, una
sorella amante del dialogo,
impegnata in ogni attività,
capace di coinvolgere tutti
nell’amore fraterno. Marisa
Badiali, della Chiesa battista
di La Spezia di cui Anna Maria era una colonna, ha ringraziato il Signore per avere
dato alla Chiesa battista un
figura così nobile.
La pastora Alessandra Fusi,
responsabile di questa comunità da luglio, ha detto che
Anna Maria parlava con tutti:
purtroppo è morta improvvisamente dopo avere suonato
e cantato in chiesa, in silenzio e da sola, lei che era sempre attorniata da tanta gente
per cui questo silenzio di Anna Maria nel momento della
morte deve essere uno stimolo per la comunità affinché si
svegli e continui la missione
delTannuncio caratteristica
questa di Anna Maria. AI termine del culto il figlio Pietro,
per sua madre, ha cantato II
pescatore di Fabrizio De André, accompagnato da tutto il
coro perché questo era un
canto tanto caro ad Anna
Maria, suscitando la commozione di tutti i presenti.
AGENDA
25 ottobre
20% riservato ai fratelli
TORINO — Alle 21, nella chiesa battista di via Viterbo 119, il
Centro evangelico di cultura «Lodovico e Paolo Paschetto»
organizza un concerto di Elisabetta Paglia, Cristopher
Howell, Amelia Cocumelli, Andrea Musso.
26 ottobre
MILANO —Alle 17, nella sala della libreria Claudiana (via
Sforza 12/a), il Centro culturale protestante organizza un dibattito sul tema «Fede e scienza: incontri e scontri tra linguaggi del nostro tempo». Partecipano Giulio Giorello e Fulvio Ferrarlo, presiede Elena Bein Ricco.
BERGAMO —Alle 17, nella sede del Centro culturale protestante (v. Tasso 55, p. I), per il ciclo di incontri sul «Contributo
dei protestanti alla costruzione dell’Italia moderna», il prof.
Domenico Maselli parla su «Come l’Italia ha considerato i
protestanti e come i protestanti hanno considerato l’Italia».
FIRENZE — Alle 17, nella sede di via Manzoni 19, al Centro
culturale protestante «P. M. Vermigli» il past. Gino Conte
parla sul tema «Zwingli, il terzo uomo della Riforma».
FIRENZE — Alle 16,30, all’istituto Stensen (viale Don Minzoni 25), per il corso sulla trascendenza nella storia del pensiero occidentale, intervengono Mario Micheletti («Le analisi delle nozioni di "realtà divina” e “trascendenza” nella filosofia contemporanea») e Arnaldo Nesti («Nuove figure di
trascendenza nei mondi della vita»).
27 ottobre
TRIESTE — Alle 16, nella basilica di San Silvestro, il prof.
Giorgio Girardet parla su «La predicazione evangelica nella
Trieste degli anni ’50 tra tensioni nazionali e intemazionali».
29 ottobre
MANTOVA —Alle 21, nella sala del Plenipotenziario (piazza
Sordello 43), a conclusione del ciclo di incontri del Sae su
«Bibbia e popoli della Terra», il prof. Carmine Di Sante parla
sul tema «La salvezza del genere umano: continuità e differenze fra il primo e il secondo Testamento».
MILANO — Alle 18, nella sala della Claudiana (v. Sforza
12/a), il past. Martin Ibarra conduce il secondo incontro sul
«Tempo in Qohelet»: «Il tempo dell’esistenza: la ricerca del
sapiente Qohelet (Sapienza e sofferenza, 1,12-18)».
30 ottobre
MESTRE — Alle 15,30, al liceo «G. Bruno» (v. Baglioni 26),
per il corso di aggiornamento su «L’infinita vanità del tuttofi Kohèlet e i tanti Kohèlet», Giuseppe Scalici e Antonio Rigopoulos parlano su «II Buddha e il Siddartha di Hesse».
31 ottobre
bari — Alle 18,30, nella chiesa valdese (c. Vittorio Emanuele 138), il past. Alfredo Berlendis parla sul tema «La Riforma:
dono dello Spirito per la piena evangelicità della Chiesa».
3 novembre
MEANADI SUSA — Alle 16,30, nella chiesa battista, si tiene
il secondo incontro giovanile mensile sul tema «Confessare
la fede oggi». II past. Giorgio Bouchard tiene una conferenza
sul tema «Martin Luther King, l’uomo del secolo».
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i pro^ammi, per lettera ofax, quindici giorni prima
del venerdì m uscita del settimanale.
6
PAG. 6 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 25
LA TEOLOGIA
DI PINOCCHIO
GIUSEPPE PUTONE
Per Roberto Benigni la vita è
bella nonostante il lager e continua a essere bella per Pinocchio.
Ma questa volta al «piccolo diavolo» è stata messa la camicia di
forza collodiana, che è un abito
un tantino perbenista: alla fíne
della storia, il burattino di legno
divénta un ragazzo perfettamente integrato, che va a scuola e
ubbidisce. In quel momento, lo
spirito di Pinocchio si allontana
dal giovane studente per bene.
L’avventura di Pinocchio nel
fíhn di Benigni è semplicemente
splendida. Quando il gatto e la
volpe impiccano Pinocchio, nella frase drammatica che pronuncia: «Oh babbo mio... se tu fossi
qui», riecheggia
l’agonia del Golgota. C’è un Pinocchio certamente teologico
in questo film,
per esempio nei
tanti sguardi di
speranza che ti
portano oltre l’umana speranza.
E c’è qualcosa di
evangelico anche .............
in questa esplosione di gioia per
la vita e di un amore che bacia
tutti, che vuole bene a tutti. C’è
anche la tensione paolinica del
non riuscire a fare il bene che si
vorrebbe e si fa invece il male
che non si vorrebbe assolutamente fare (Rom. 7,19).
Ma Collodi, anche se aveva
studiato qualche anno in seminario, è profondamente un laico.
Nello stesso anno dello Statuto
albertino, quando re Carlo Alberto concesse uno straccio di libertà agli ebrei e ai valdesi. Collodi fondava «Il lampione», foglio graffiarne di critica, di stampo mazziniano. Passa qualche
tempo e CoUodi comincia a scrivere a puntate Pinocchio dove
c’è tutto il suo irriducibile humour toscano, la sua voglia dissacrante sospinta da un rinnovato senso di libertà. Il Pinocchiolibro è diverso, come spesso capita traducendo il testo in immagine, dal Pinocchio-fílm. La
storia è amplificata, onirizzata,
religiosizzata. La fata turchina e
la sua anima-farfalla inducono
ogni tanto Pinocchio nell’errore,
per poi aiutarlo a venirne fuori.
Pedagogicamente, Pinocchio deve sbattere il naso (e che naso)
per autoeducarsi visto che non
segue i buoni consigli.
buono questo Pinocchio che
si lascia abbindolare da tutti ma
che allo stesso tempo non serba
rancori, odi, vendette. È legno
che salta, distrugge, rotola, poi
diventa burattino, nato dal pa
Nel film di Roberto
Benigni, il burattino
è animato da
un'allegria e un
amore travolgente
maro, poi diventerà ragazzo in
carne e ossa. Una continua metamorfosi, così simile a certi
passaggi di tragedie greche. C’è
dunque in questa traduzione fìlmica di Collodi anche un fondo
mitologico, l’eterna lotta tra il
bene e il male, tra la materia (il
legno grezzo) e lo spirito (l’ombra del burattino che alla fíne
abbandona il corpo dello studente), tra ciò che è lecito e ciò
che è vietato. La fatina lo ripesca, lo rilancia perché crede nel
suo buon cuore, anche perché lo
mette alla prova. La fatina si
muove in sinergìa con il grillo
parlante che incarna la rigida
morale ottocentesca un po’ sac__________ cente e spocchiosa, che testardamente vuole educare il discolo impenitente. Il male,
se così si può dire, è rappresentato da Lucignolo
che trascina Pinocchio nel paese
dei balocchi. Lucignolo morirà
............" come somaro accanto a Pinocchio in una scena
commovente. C’è la morte cosi
come c’è il rifíuto della stessa
morte gridato sulla tomba della
fatina: «Rivivisci, rivivisci» (ma
ella non era morta, era soltanto
una prova per capire se nel burattino c’era un cuore buono).
Un grande film. Certo, ci
manca il Benigni graffiente, critico del sistema. C’è la sua immensa voglia di amore e di amare, c’è lo sguardo di Pinocchio
sul mare, dove spunta la balena
che lo inghiottirà (un altro elemento biblico), che esprime lo
stupore da vertigine di chi guarda il mondo come dono dì Dio.
Il falegname Geppetto mette al
mondo un burattino che sconvolge il paese, che mette a soqquadro ogni cosa e persone. E
sconvolge con la forza di un’allegria irresiffibile, attraverso un
amore ingenuo e coinvolgente.
Benigni ci prende tutti in braccio come aveva fatto con Berlinguer e D’Alema. Bacia tutti. La
voglia di vivere e ridere esplodono in continuazione. Nel primo mondo, una sorta dì Eden, il
suo riso mette allegria; nel secondo mondo, quello reale e
quotidiano, il riso lascia il posto
alla rassegnazione. Alla fíne, la
società del perbenismo riuscirà
a domare Pinocchio. Ma lo spirito abbandona per sempre quel
corpo domato, omologato al sistema. Pinocchio non entra
nell’istituzione, vuole vivere
fuori dal sistema perché la feli
dre Geppetto, poi diventerà so- cità non è di questo mondo.
REDAZIONE CENTRALE TORINO;
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - lax
011/657542 e-mail: redazione.torino6riforma.it;
REDAZIONE NAPOLI:
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fax 081/291175, e-maii: redazione.napoli6riforma.it;
REDAZIONE PINEROLO:
Via dei Miiie, 1 -10064 Pineroio, tei. 0121/371238
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Coreani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso (coord. Eco valli), Piervaldo Rostan, Federica Tourn.
COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avemino Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami. Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitri, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
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La testata Riforma è registrafa dal Tribunale di Pineroio con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pineroio con il
n. 175/51 (moditiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 40 del 18 ottobre 2002 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 16 ottobre 2002.
2001
Associato alla
Unione stampa
periodica Italiana
Riflessione sul (documento presentato all'ultimo Sino(do
Le chiese e l'eutanasia
Le chiese non dovrebbero dare delle indicazioni definitive su una
questione delicata che interrogherà a lungo la coscienza dei credenti
MIRIAM PISANI
IL «Gruppo di lavoro sui
problemi etici posti dalla
scienza» ha presentato al Sinodo un nuovo documento
sull’eutanasia, pubblicato su
Riforma del 20 settembre
scorso e inviato alle chiese
perché possano discutere e
esprimere le loro riflessioni.
Dopo una breve introduzione
sulle nuove disposizioni legislative sull’eutanasia approvate in Olanda e in Belgio, il
Gruppo invita a riflettere sul
fatto che due società, ispirate
a valori religiosi diversi, abbiano legiferato in modo sostanzialmente simile: viene
sottolineata, invece, l’impostazione prevalentemente
«laico-cattolica» che caratterizza spesso le scelte politiche
in Italia sui temi di bioetica.
Nel documento si legge
inoltre: «Il rispetto delle decisioni dell’individuo è la massima espressione di libertà,
che deve essere assicurata a
ogni essere umano» e, nel caso in cui la persona sofferente chieda di porre termine alla sua vita, «rimane intatto il
diritto dell’essere umano, come suprema affermazione di
libertà e autonomia, di rifiutare il proseguimento della
vita e di chiedere di anticipare il momento della morte».
La libertà deH’individuo è
certamente un diritto inalienabile, sancito non solo dalla
Costituzione ma anche dal
nuovo Codice di Deontologia
medica, dove è scritto che è
dovere del medico «il sollievo
della sofferenza, nel rispetto
della libertà e della dignità
della persona umana» (art.
3), astenendosi dall’accanimento diagnostico e terapeutico, definito come «ostinazione in trattamenti da cui
non si possa atter^dere un beneficio per la salute del malato o un miglioramento della
qualità della vita» (art. 14). Il
sollievo della sofferenza prevede anche l’utilizzo a dosaggio pieno di sostanze oppioidi (morfina), fino al punto di
determinare una sedazione
profonda, cioè l’induzione di
uno stato di calma e di sonno
profondo, e forse anche la
morte, quale effetto secondario non voluto.
D’altra parte non sempre è
facile morire, neanche con
l’eutanasia. Da uno studio
fatto negli Hospice olandesi si
è visto che determinare la
morte con sostanze che provocano l’arresto cardiaco
presenta delle difficoltà in un
discreto numero di casi (dal 7
al 12%), con necessità di incrementare la dose di farmaci letali. Molti «suicidi assistiti» (indurre cioè la morte mediante un composto preparato dal medico, ma che il pa
D
A Novi Ligure a Cogne,
Rei ■ ■
da Leno a Reggio Emilia,
da Roma a Chieri, a Cologno
e a molte altre località: la nostra povera Italia in questi ultimi mesi sembra percorsa da
un’ondata omicida spietata
che non risparmia nessuno:
né bambini né donne, e per
giunta senza serie motivazioni. «Per futili motivi», dichiara la polizia come un’aggravante del delitto. Si rimane
senza parole quando l’omicida (e sovente suicida) ha la
mente sconvolta e non è più
in grado di governare se stesso. Ma nella maggioranza dei
casi l’autore o gli autori dei
crimini sono in pieno possesso delle loro facoltà fisiche e
mentali. In questi ultimi dieci
anni sono state 761 le vittime
di questi atti di ferocia inaudita, sovente aH’intemo della
ziente si somministra da solo) si sono alla fine trasformati in eutanasia, avendo richiesto il successivo intervento del medico perché i
farmaci impiegavano troppo
tempo ad agire e il malato si
stava risvegliando dal coma
(studio pubblicato sul New
England Journal of Medicine
e riportato sulla rivista Tempo Medico dell’8 marzo 2000).
Personalmente ritengo che
la nostra chiesa non dovrebbe dare delle indicazioni su
questi argomenti, perché le
scelte politiche devono essere «aconfessionali». Come discepoli di Cristo, 0 meglio,
come «servi inutili», possiamo solo cercare di seguire
l’insegnamento di Cristo che
mandò i suoi discepoli ad
«annunziare il Regno di Dio e
a guarire i malati» (Luca 9, 2),
anche se ormai la nostra poca
fede ci impedisce spesso di
capire veramente il messaggio dell’Evangelo. A questo
proposito, l’originale interpretazione della parabola del
buon Samaritano, data dal
Gruppo, mi ha lasciato sconcertata. Qual è l’insegnamento da seguire, al di là di ogni
ideologia? Che cosa vuol dire:
«assoluti morali che passano
accanto alla sofferenza»? Il
senso della parabola è forse
quello di uccidere il viandante ferito? Secondo Karl Bardi
Karl Barth
«gli avvocati dell’eutanasia
hanno arbitrariamente trascurato, anche se in buona
fede, che la possibili-tà di
porre fine alla vita appartiene
a Dio, e solo a Dio». Nessuno
può sapere se aiuterà veramente il suo prossimo, aiutandolo a morire. Chi può penetrare nel «mistero» di Dio?
{Dogmatica, voi. 16)
Penso che questo argomento sia di grande impatto
sulle coscienze dei credenti e
certamente di non facile soluzione. Probabilmente continueremo ad interrogarci
ancora a lungo sull’utilità o
meno dell’eutanasia, ma
Isaia, parlandoci del Servo
del Signore, ci dice; «Non
frantumerà la canna rotta e
non spegnerà il lucignolo fumante» (Isaia 42, 3).
X Sino(do e rassegna stampa dì RatJiotre
Gerarchia o democrazia
GIORGIO TOURN
La rassegna stampa del
mattino su Radio 3 è una
trasmissione da ascoltare non
solo per le informazioni che
fornisce sulla stampa quotidiana ma anche per il colloquio che segue fra il giornalista di turno e gli ascoltatori
che dà una immagine molto
efficace di come nostri concittadini vedono le cose. È così accaduto che nella settimana di fine agosto una ascoltatrice abbia telefonato segnalando il fatto che in quei giorni si teneva a Torre Pellice
l’assemblea sinodale delle
chiese valdesi, mettendo in
evidenza il carattere democratico dell’istituto sinodale,
a suo giudizio positivo.
Il giornalista conduttore
della trasmissione fu invece
di parere contrario giudicando del tutto anomalo, fuori
delle norme comuni questo
tipo di conduzione ecclesiastica. L’argomento addotto è
teologicamente discutibile
ma in pieno accòrdo con la
cultura del paese, quella che
vede nel crocifisso una iden
tità cultural-razzial-popolare.
Le religioni, affermò quel
giornalista, tutte le religioni,
si sono date da sempre strutture gerarchiche e il cristianesimo non fa eccezione. Secondo questa concezione
della religione il cattolicesimo con la sua struttura gerarchica verticistica e il papa
rappresenterebbe la massima
fedeltà religiosa e la nostra
concezione assembleare il
massimo dell’eresia.
Credo sia stato bene per
questo esprimere nel corso
dell’ultimo Sinodo, in momenti diversi e per motivi diversi, la nostra fierezza come
assemblea sinodale. Senza
dire come il fariseo della parabola «ti ringrazio di non
essere come gli altri», mi
sento di ringraziare Dio di
essere nato e cresciuto in
una comunità di credenti in
cui uomini e donne, vecchi e
giovani, pastori e non discutono delle cose della fede, sia
pure con tutti i condizionamenti le tensioni e gli errori
connessi con la nostra natura, senza la sacra istituzione
della gerarchia.
SUI GIORNÀLÌ]|
COBRIERE DELLA Si
Non parlare di sé
Nell’ambito dei nume
commenti dedicati al ny
rantennale dell’apertu
del Concilio Vaticano
una pagina monogra:^
(10 ottobre) compre«^
due interventi, di Alb(
Melloni e di Rino Fisichi
sul «perché sì» o «percL
no» all’eventualità deil
convocazione di un nuov^
Concilio. L’intervento di Fk
sichella, rettore della Ponti!
fida Università lateranen!
se, è negativo e si chiuda
con un’interessante pre^
di posizione (valida pert«.
te le chiese): «Ilproblejtì
(...) è un altro. E il seM
della collegialità che va affrontato insieme alle sue
modalità di attuazione, Su
questo aspetto diverse interpretazioni successivéal
Vaticano II sono parziali
hanno creato inutili conif,
tualità. Noti è da dimenti
care, comunque, che più li
chiesa parla di sé e più dimentica che è Cristo che
deve annunciare, rischiti
do che venga equivocata la
sua presenza nel mondi
Un Vaticano Ili a breve scadenza? In forza del rei
smo direi che non lo
all’orizzonte».
r'
IL MATTirKI
Preghiera e ironia
Il quotidiano napoletaÉij
celebra l’assegnazione del
Nobel per la letteraturi
all’ungherese di origttii
ebraica Imre Kertész(llot-]
tobre) con un articolo di
Edith Bruck, scrittrice che
vanta le sue stesse origini
che mette in risalto il moli,
dell’ironia nella scritturi;!
del premiato: «L’iroliii
aveva dichiarato Imre stesso, è forse la preghiera
l’uomo privo di religioiift
L’ironia per me - prosegui
Bruck -, per noi ebrei, foj
è l’ancora di salvezza. Ken?
tèsz, 0 il suo protagonisti
ragazzino, alla fine di Essersi
senza destino, parla dei
campi di concentramento e
quasi si lamenta che tutti
gli chiedano degli orrori nei
campi e nessuno gli domandi della felicità irei
campi. “È di questa felicitó
dei campi di concentramento che dovrei parlaféloro, la prossima volta eh®
me lo chiederanno”, dice
alla fine». E ancora, in chiu;
sura: «La felicità su ciu iioi
sopravvissuti non veniaffl®:
mai interrogati è la vita
stessa. Cioè qualcòsa di tódescrivibile, come la soffii
renza morale e spirituale
che non possono esseiw
raccontate in mille libri n®_
con mille testimonian^®»
Perché non ne siamo ca#
ci, restiamo inadeguati di
fronte al più grande trauma
del nostro Novecento»
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famiglia. Vari psicologi, intervistati, si sono sforzati di dare
spiegazioni ormai scontate:
forme depressive gravi tenute
nascoste, incapacità di sopportare un divorzio, problemi di interesse e così via.
Una domanda mi tormenta
e la vorrei rivolgere a tutti noi:
come possono avvenire queste cose in un paese dove esistono chiese a ogni angolo di
strada? Lo so che cose simili
avvengono anche altrove, ma
pensiamo al nostro paese, a
questa Italia dove vivono tanti
credenti cattolici, protestanti,
ortodossi, tutti impegnati a
far conoscere l’amore di Dio
presente nella persona e nella
passione di Gesù Cristo. Lo
stiamo facendo davvero o
preferiamo giocare fra noi?
È chiaro che non tutti accettano. Gesù ci aveva avvisato: solo una piccola parte
del seme della
cade nel buon terreno. E ,
tavia questo messaggio
l’amore dovrebbe
sere un patrimonio 000"®
«L’amore non fa male mòm
al prossimo», esclamavi
postolo Paolo. E nj
la che poi conosciariio
possiamo tenerla na
ma dobbiamo prodi
senza timore e viverla
nostra carne, anche qu
ci costa qualcosa, ji
indolenza come obi®
Cristo, siano esse ^ j-^te
protestanti, ci rende W P,
responsabili dei fatti
che abbiamo ricordato
(Rubrica «Un fatto, W®
mento» della tras,
diouno «Culto ^tiangelit^
dalla Federazione dell
evangeliche in Italia onda domenica 20 ottoot*'
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(ImiKisciatrici della causa ovangelka
C’è una parola biblica che ci ha accompagnate in questi quattro anni che
ci separano dal nostro ultimo congresso Fdei svoltosi, nell’autunno del
’98 a! Centro battista di Santa Severa. Una parola, per così dire maschile che illustra però tante situaziora femminili di emarginazione, di diversità, di violenze subite, di povertà. È un grido disperato quello di Giobbe
e alio stesso tempo una confessione di fede: «Io riconosco che tu Signore puoi ogni cosa». La parola di Giobbe (42, 2) non è solo sintesi
della sua personale ricerca di Dio ma per noi diventava anche un programma di lavoro collettivo. Come Giobbe, per quanto ci è stato
possibile, abbiamo cercato di evitare in questi anni gli scogli dei luoghi comuni o delle facili scorciatoie. Come Giobbe abbiamo anche
noi posto a Dio i nostri tanti perché e in questa discussione spirituale
ma anche sociale, culturale, politica abbiamo riscoperto, come notava
in quell’occasione la nostra presidente Doriana Giudici, «il dono gratuito della fede che ci fa passare dalle tenebre del mistero del dolore, alla
luce della vita e della speranza in lui». (Notiziario Fdei, 9/98).
Alcuni obiettivi che si era allora dato il Consiglio nazionale sono stati raggiunti. Per esempio è migliorata la rete di collegamento tra le varie realtà
femminili del nostro mondo evangelico. C’è ovviamente ancora molto da
esplorare e costruire, tuttavia intanto la circolazione di idee e persone è decollata e questa circolazione non si limita solo al mondo evangelico italiano,
cosi variegato e «diasporizzato». La circolazione tocca anche altre religioni o raggruppamenti cristiani non chiaramente catalogabili. Persone in ricerca, persone
isolate, agnostiche, persone in perenne equilibrio tra il credere e il non credere...
la rete Fdei è lì anche per questo. C’è veramente posto per tutte intorno ai grandi
temi del nostro tempo. Abbiamo percorso una strada nuova, fuori dagli schemi
consolidati tradizionali dell’unionismo femminile, senza per questo disconoscere o
svalutare altri itinerari. Abbiamo sempre detto che l’importante era unire (non di
videre) la voce delle donne evangeliche su temi della giustizia, della pace,
della testimonianza al mondo nuovo di Cristo. E abbiamo vissuto questo tessere l’unità con i nostri ritmi, spesso imposti dalle condizioni familiari e professionali in cui viviamo.
È la società stessa, con le sue cadute e le sue impennate, che ci
costringe a riflettere e a lavorare per trovare soluzioni giuste per
tutti. La lista delle cose importanti da fare ci arriva dalla realtà sociale e non da quella ecclesiastica. Il prossimo congresso valuterà
il cammino percorso in questi ultimi anni (non dimentichiamo che
la Fdei ha trent’anni!) e rifletterà sulle prospettive che ci stanno di
fronte. Tessere questa tela di unità, in un insieme cfiversificato di
colori e di sfumature, è stato per il Consiglio e particolarmente
per la nostra «leader» Doriana, entusiasmante. Speriamo anche
importante. Certamente è stato pure faticoso. È giusto ed è neces- sario, alla luce del nostro stile protestante che ama negli incarichi importanti un rinnovamento delle persone, che vi sia un ricambio anche
generazionale per immettere nuove forze nelle responsabilità organizzative e progettuali del nuovo comitato Fdei che voterà il congresso. Lo stesso versetto scelto per questo nostro prossimo appuntamento nazionale:
«Noi dunque facciamo da ambasciatrici per Cristo...» (II Corinzi 5, 20) è
quasi (certamente non voluta) la naturale prosecuzione di quella parola di Giobbe di cui dicevamo prima. Riconoscere Dio, confessarne la sua grandezza implica
diventarne attive testimoni nel nostro tempo.
E se questo è stato (almeno in parte) possibile è certamente non tanto per la nostra organizzazione ma per come l’abbiamo vissuta grazie alla forza che ci è venuta da Dio stesso. Su quella forza che viene dall’alto continuiamo a sperare.
Daniela Ferrare
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Come arrivare al CENTRO DI ECUMENE
(numero di telefono: 06-9633310)
Dalla stazione Termini si prende il treno locale per Velletri.Dalla stazione di Velletri verranno organizzati dei servizi di trasporto per il Centro di Ecumene.
Per chi arriva con l’auto, ecco la cartina:
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ROMA
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FEDERAZIONE DONNE EVANGELICHE IN ITAUA
Vili CONGRESSO NAZIONALE
CENTRO DI ECUMENE
(FDEI)
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E 2002
«TRA DIALOGO E MEMORIA: ACCETTARE LE DIVERSITÀ PER UN MONDO RICONCILIATO»
•■.Noi dunque facciuino du ambasciatrici ¡jer Cristo come se Dio esortasse per mezzo nostro:
...siate riconciliati con Dio»(li Corinzi 5, 20)
PROGRAMMA
Venerdì 1° novembre
pomeriggio arrivi
ore 19 culto di apertura a cura della Reic delle donne della Celi
ore 20 cena
ore 21 elezione del seggua. presentazione gruppi e/o Unioni, reti, singole che hanno fatto domanda
di adesione alla Fdei. accettazione domande.
Sabato 2 novembre 2002
ore S-8.30 colazione
ore 9 culto a cura del gruppo donne evangeliche del Canton Ticino; relazione morale e finanziaria
del Comitato uscente: relazione delle revisore
ore 10.4.8 discu.ssione sulle relazioni
ore 1.'3 pranzo
ore 1.5 Stuppi di lavoro (Giornata mondiale di preghiera, memoria e progetti, visibilità, le donne nelle organizzazioni ecclesiastiche)
ore 17.15 relazioni (odg) dei grujjpi di lavoro e linee programmatiche
ore 20 cena e serata conviviale
Domenica 3 novembre 2002
ore 8-8..30 colazione
ore 9 presentazione candidature per il nuovo Comitato nazionale Fdei: elezione Comitato e reviso
re conti: approvazione atti
ore 11.30 cullo liturgico con satua cena a cura del Comitato uscente
ore 12.30 pranzo e partenze
Ricordarsi di portare:
- {a Bibbia,
- & delega delia propria Unione e/o Gruppo,
- im documento di riconoscimento.
C^l partecipante è invitata a portare un prodotto tipico (non solo dolci) della regione di provenienza,
da ccòdividere durante la serata conviviale.
COSTI E ISCRIZIONE fIL CONGRESSO
Il costo del congresso, per le delegate, è di 155,00 euro (iscrizione, soggiorno e viaggio).
Ogni Unione e/o Gruppo con più di 20 iscritte ha diritto a due delegate; con meno, soltanto una delegata. Alle delegate verranno rimborsate le spese di viaggio (biglietto di 2- classe, supplemento intercity,
cuccetta).
Il costo del congresso, per le osservatrici, è così suddiviso; 30,00 euro al giorno per il soggiorno; 8,00
euro per l’iscrizione al congresso, spese viaggio sempre a carico delle osservatrici.
Le schede di iscrizione ricevute a fine giugno vanno debitamente compilate (preferibilmente in stampatello) e inviate (con relativo versamento su ccp 36083103), entro il 25 ottobre 2002, a Marina Bertin,
via Olivet 12, 10062 Luserna S. Giovanni (To). Tel. 0121-901890.
8
PfIG. Il
Lavoro dal Comitato
Il Comitato nazionale della
Fdei si è riunito a Roma, due
volte l’anno, nei locali messi a
disposizione dalla Fcei, che
, ringraziamo. Agli incontri hanno partecipato, con voce consultiva, rappresentanti di altre
realtà femminili evangeliche
presenti in Italia (Ffevm, Mfeb,
donne awentiste, donne luterane, donne evangeliche del
Canton Ticino); dobbiamo
però rilevare che la rappresentante delle donne evangeliche
del Servizio migranti (eletta dal
Congresso 1998) è stata presente solo a un incontro, che
la rappresentante delle giovani
della Fgei non ha mai potuto
partecipare, anche se è stata
presente con alcune lettere, e
che la rappresentante delle
donne dell’Esercito della Salvezza, per motivi vari, non è
mai stata presente.
Nel corso dei quattro anni
hanno fatto domanda di adesione alla Fdei il Gruppo donne evangeliche del Canton Ticino, la Rete delle donne della
Celi, e l’Unione femminile valdese di Sanremo. Il Comitato
ha accettato con gioia, in via
provvisoria, queste richieste di
adesione, in attesa che l’assemblea congressuale le accetti ufficialmente. La Fdei che
uscirà dal prossimo congresso
rappresenterà una rete di
donne veramente interdenominazionale e internazionale,
così come il Comitato che
verrà eletto.
Segnaliamo che circa metà
dell’attuale comitato dovrà essere nominato sia per scadenza del mandato sia per impossibilità personali. Invitiamo le
Unioni e i Gruppi a riflettere
su questo e a pensare a delle
proposte concrete.
Coordinatrici ragionali
■
L’indirizzario delle Coordinatrici regionali in questi quattro
anni è notevolmente cresciuto,
e in alcune regioni vi è più di
una coordinatrice. Non siamo
però riuscite a creare una rete
regionale, con una sua coordinatrice, né in Toscana né in
Abruzzo e Molise. Ci auguriamo che riesca a farlo il prossimo Comitato. Le coodinatrici
regionali sono state regolarmente informate del lavoro del
Comitato, dalla segretaria della
Fdei. Le notizie da parte delle
coordinatrici non sono sempre
giunte regolarmente. Dobbiamo tuttavia rilevare che sono
stati fatti diversi convegni e
campi di studio che hanno
avuto per tema; la donna e la
violenza; le donne, la guerra e
la pace; le donne e la spiritualità, le donne e l’identità, le
donne e la memoria. Ringraziamo le coordinatriciche hanno inviato una loro relazione
da inserire in cartellina.
(anche se qui non ci sono
gruppi femminili), vi è Bianca
Michelini (via XX Settembre
30/C, 10093 Collegno, To)
con Laura Volpi Tomassone
(Strada Terrazza 1, 18100 Imperia) e Gabriella Mollino. In
Lombardia c’è Laura Ganci
(via Cogne 9, G80 20157 Milano). Nel Triveneto la coordinatrice è Anita Braschi (via
Bertagnolli 8, 33033 Codroipo, Ud). In Emilia Romagna
vi sono due sorelle che coordinano il lavoro Fdei: Donatella
Cattadori (via Romani 12,
29017 Fiorenzuola, Pc) e Cristina Benfenati (Galleria 2
Agosto 3, 40121, Bologna). Il
lavoro Fdei in Abruzzo, Lazio e Umbria, è seguito da
Giuliana Giammetti, recentemente eletta (viale Desiderato
Pietri 36, 00122 Ostia Lido,
Rm). In Puglia è appena stata
nominata Lucia Tubito (via
Suor Addolorata Terribile 14,
70024 Gravina, Ba). In Campania troviamo Antonietta
Todisco Tursi (5- Trav. Campanile 11, 80126 Pianura,
Na). In Calabria c’è la sorella
Rosa Maria Puzzanghera Orvieto (via Ferruccio 36, 89132
Reggio Calabria). In Sicilia c’è
un gruppo di lavoro costituito
da Anna Maria Ribet Ficara
(via Spezio 43, 90139 Palermo), Laura Maci (via Agatocle
96018, Lentini, Sr), Gisela Salomon (via Livorno 20, 97010
Scoglitti, Rg).
I nomi delle coordinatrici
regionali Fdei
Indichiamo i nomi delle
coordinatrici regionali perché
possiate rivolgervi a loro e
possiate sostenerle nel loro impegno.
Per il Piemonte e la Liguria, nonché la Valle d’Aosta
La parola alla tasoriara
Il Comitato Fdei, in questi ultimi quattro anni, ha potuto
aderire, organizzare (e parteciparvi) a molte attività pur facendo sempre i conti con le
esigue possibilità della cassa
della federazione. Purtroppo
come già avvenuto in precedenza, malgrado gli appelli ripetuti , le quote e offerte da
parte delle Unioni e Gruppi
non hanno permesso di coprire le spese di normale amministrazione concordate all’ultimo
Congresso (pubblicazione, spedizione del Notiziario e incontri del comitato). Le spese che
maggiormente gravano sui
conti della Fdei rimangono
sempre quelle di stampa e diffusione del Notiziario, anche
se grazie alla disponibilità di
sempre della direzione e redazione di Riforma, i costi non
hanno subito aumenti.
Le contribuzioni non hanno
subito variazioni in positivo,
anzi la cifra totale è rimasta invariata in questi ultimi quattro
anni. I tesseramenti hanno
avuto un andamento altalenante: non sempre vengono rinnovati annualmente o per dimenticanza o per cessato interesse (?). Il Comitato si è rivolto, per le iniziative al di fuori
della gestione ordinaria, ai nostri organismi ecclesiastici per
avere aiuti, ricevendone sempre una risposta positiva ad
ogni richiesta; le richieste erano sempre ben documentate e
soprattutto finalizzate.
Siamo quindi riconoscenti a
tutti coloro che hanno contribuito a far sì che il lavoro da
noi intrapreso abbia potuto
proseguire. In particolare ringraziamo la Tavola valdese,
rOpeemi, l’Unione delle chiese evangeliche battiste, l’Inter
Church Aid (Ica) e la Fcei che
ci hanno permesso di organizzare convegni, campi, e partecipare ai vari incontri in Italia e
all’estero. Il lavoro della tesoriera in questi ultimi tre anni è
stato sgravato di tutta la contabilità delle collette della Giornata mondiale di preghiera
poiché dalla costituzione del
Comitato nazionale le collette
vengono naturalmente gestite
dal Comitato stesso.
La Fdei è riuscita a continuare nel suo compito malgrado le
difficoltà anche grazie all'aiuto
di molte persone che hanno
saputo mettere a disposizione i
loro doni con spirito di servizio
e il Comitato è grato a tutte e
tutti, ma soprattutto è grato al
Signore che ancora una volta
ci permette di incontrarci e di
lavorare insieme durante il
prossimo Congresso.
Relazione del C
I quattro anni di attività del nostro Comitato sono stati contrassegnati da un intenso impegno per mantenere «visibile» la Fdei sia nelle chiese sia nella società italiana. Soprattutto
la bussola del nostro percorso è stata una duplice fondamentale indicazione di lavoro fornitaci dall’ultimo congresso; allargare la «rete»
di collegamenti e confronti con tutte le realtà
del mondo evangelico e valorizzare i doni, di
tutte e di ciascuna, per una sempre più attiva
partecipazione di sorelle alla vita della Fdei. la
risposta che abbiamo ricevuto, alla nostra richiesta di dialogo con le altre realtà femminili
evangeliche, è stata estremamente positiva,
anche al di là delle nostre più rosee'aspettative: le sorelle luterane, awentiste, di chiese libere e pentecostali sono state, in molte realtà
locali, fondamentali per la nostra attività
(pensiamo all’incontro di Roma sul «Manifesto» o al campo studi di Adelfia).
Ancor più interessante sono
nibilità e il sostegno di donne a
«in ricerca», credenti, attente alla
del proprio paese. Ricordiamo la dinamo
di ricercatrici, studiose ed esperte f
no sostenuto nel nostro obiettivo p«,’ !^He e
chivio delle donne protestanti o per,,
riografia delle nostre «storie di donni '^'^^un’il
tura verso le altre, cristiane o agnos|^p|on
lontà di valorizzare il nostro passatos^f^ Ji i
ne ai drammi dell’attualità (tratta deife ■ fon
lavoro minorile, disoccupazione) soik "olenz
tratti caratteristici della nostra quad, ' ;
attività. Ma, oltre ai temi organizzi f’che i
alle ultime decisioni congressuali, sis
rete», coinvolgimento di «tutte e ¡¡uale c
secondo le caratteristiche e le dispotì jo (m'
parso utile al Comitato nazionale ijiei coluto)
fuoco gli elementi caratterizzanfi qm
riodo storico: infatti ci collochiamo
d
no, nelle
La donna a la violanza
Questi quattro anni sono stati spesi dalla Fdei per approfondire tematiche delicate
che, talvolta, sembrano senza
soluzione immediata: mi riferisco in primo luogo al tema della violenza. I questionari raccolti nelle nostre comunità
hanno denunciato ogni tipo di
violenza consumata anche fra
le apparentemente tranquille
quattro mura ecclesiastiche;
soltanto poche comunità hanno continuato a sviscerare questo tema: il pericolo che si corre, ancora oggi, è quello che
dopo aver parlato di un problema in qualche riunione o in
una o più conferenze il tutto
rientra nella normalità e quasi
ci si dimentica della drammaticità di quanto scoperto poco
prima. Certo non è facile affrontare e tanto meno risolvere
un tema del genere, però il silenzio è proprio il migliore alleato, se non una delle cause
della violenza sulle donne.
Le note che ho fatto pervenire a ciascuna comunità
sull’elaborazione dei dati dei
questionari non hanno mai
avuto un riscontro concreto,
cioè non sono state quasi mai
(che io sappia) utilizzate per
scardinare i conflitti che si sono registrati in molti gruppi
presi in considerazione. Che
cos’è? pigrizia? paura di venire
allo scoperto? paura di alterare
il quieto vivere? Sicuramente
un po’ di ciascuna di queste risposte è presente, insième con
altri fatti che bisognerebbe
analizzare meglio. A mio avviso il futuro della Fdei si gioca
sulla sua capacità di puntare il
dito su problemi di questa portata e nel sapere affrontare anche il seguito di questi clamori.
Ma per arrivare a questo occorre ancora lavorare sul nostro essere chiesa.
La nostra piccola rete evangelica è una delle poche realtà
femminili veramente vive ancora oggi in Italia, come struttura organizzata, a differenza
delle varie Associazioni, Club,
Telefoni rosa, ecc. che nascono e muoiono con una certa
facilità. Occorre rafforzare la
rete anche all’estero, dove le
donne continuano a rimanere
nc
ai’intei
sia aU’<
di infoi
minilis
snoei
me è a
nostre
legate un po’ meglio che da
noi (penso alle donne del Nord
Europa che studiano il tema
della violenza e propongono
progetti concreti per il suo superamento). L’idea nata in seno al Movimento femminile
battista di trasformare il centro
di Rocca di Papa in casa di accoglienza per le donne maltrattate è un progetto che va sostenuto e incoraggiato con
ogni mezzo.
La nostra debolezza numerica non deve scoraggiarci perché nella nostra piccolezza riusciamo lo stesso a vivere, mentre abbiamo assistito allo sfilacciamento del Movimento delle
donne, in questi ultimi vent’anni, nonostante la sua più ampia portata. Fatte le conquiste
sociali più appariscenti le donne si sono acquietate. 11 pericolo che si sta correndo, a mio
awiso, è che la mancanza di
un soggetto di genere unito ci
farà arretrare anche nelle conquiste già ottenute ma non ancora consolidate. Per questo
ciò che conta è rimanere unite, continuare il lavoro capillare di contattare ogni donna e
invitarla agli incontri e non
smettere mai di incontrarci come donne.
All’interno delle nostre chiese i vecchi ruoli che sembravano superati da una diffusa parità, ce li ritroviamo lo stesso
ricuciti addosso, oppure nessu
pett
no più fa quello che pmé
cevamo noi, e tutto ciò il
grande danno nella vitti0
chiese. E anche questo, il»
lo dell’uomo e della
stato oggetto di studio propi
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festo delle donne prof
forse non ancora sufficii
mente discusso e fatto ni
Pure questo lo iscrivo in
vecchio modo di «consi
le tematiche o le mode di
momento, pronte a di
carsene l’anno success«^,
È quel che è capitato ai
pi studio di Adelfia: è si
se troppo azzardato
una rivalorizzazionc
Centro (caro al movim^
le donne evangeliche/;
cuore del Mediterraneo^
confronto fra noi e le al
ture, le altri fedi, se^?'
conto del successo d
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cessivo (estate 2002).
tecipazione ai campi
raggiata sia dal Comii
zionale Fdei, sia dal
strutture giù a cascata 2’
ultimo, dagli stessi cof
che gestiscono i cenili.
Occorre collaborare con
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fanizza^ che ci sembrano le sfide attuali più im
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sisti fanti:
^ ® di quale deve essere il nostro rapporto col
' dispoij jato (memoria delle donne che ci hanno
onale rin jgduto)
•anfi quej deve essere il rapporto fra donna e
hiamo ai jo, nella società e nella chiesa
- quale deve essere il nostro contributo per
una conoscenza rispettosa e riconciliata con
la realtà di altre chiese cristiane (cattolica e
ortodossa) o di altre religioni, cominciando da
quelle a noi più vicine, come quella ebraica e
quella musulmana.
Questi filoni di ricerca ci hanno soprattutto
impegnato negli ultimi due anni. Comunque,
il risultato di questi quattro anni di lavoro è
stato possibile grazie al valido contributo di
tutte le sorelle che dal Nord al Sud d’Italia
hanno messo a disposizione i loro doni e le
loro competenze. Il Comitato nazionale
uscente si augura che nei prossimi anni aumenti il dialogo e la comune ricerca fra donne che, all’interno delle chiese ricoprono incarichi diversi (diacene, semplici laiche, monitrici, pastore...) anche per evitare che la
Fdei possa essere vista come un’organizzazione unicamente di donne laiche.
Il Notiziario Fdoi
Sono trascorsi ormai sei anni da quando è uscito il primo
Notiziario Fdei. L’intento è stato quello di dare maggior visibilità non solo al lavoro del
Comitato nazionale Fdei, ma
anche a tutte le donne vicine
alla nostra Federazione sia
all’interno delle nostre chiese
àa all’esterno, nonché quello
di informare i movimenti femminili stranieri sul nostro impegno e per farci conoscere, come è avvenuto a Graz con le
nostre pubblicazioni anche in
lingua straniera. Così il Notiziario Fdei a diffusione interna
aiipppi femminili, dal dicembisdel ”96, è diventato un inserto del settimanale delle
chiese evangeliche battiste,
metodiste e valdesi Riforma,
che ci ospita (e che qui ringraziamo per la collaborazione)
con quattro pubblicazioni l’anno, con una tiratura di circa
5.000 copie.
Si è'inteso utilizzare il Notiziario per dire chi siamo, in
che cosa speriamo, che cosa ci
preoccupa, per parlare di argomenti nei quali ci sentiamo
coinvolte, ci sentiamo interrogate e per i quali cerchiamo
®eora le risposte. Infatti querie quattro pagine hanno cer®o di raccontare l’impegno
su vari fronti della Fdei e tra i
più importanti e significativi
vanno ricordati quello contro
ogni tipo di violenza e quello
sull’identità femminile evangelica, argomenti che sono stati
portati avanti sia da «specialisti» o «addetti ai lavori» sia da
donne che, riferendo magari
semplicemente di incontri avvenuti, hanno voluto, con il loro messaggio, condividere la
strada intrapresa dalla Fdei.
Tra questi ventidue numeri
pubblicati ce ne sono stati di
vivaci e altri meno. Diversi i
fattori, ma certo va detto che
il lavoro di preparazione di un
numero del Notiziario non è
semplice, soprattutto se svolto
in termini di volontariato:
l’aspetto comunque più difficile è legato alla collaborazione
che dovrebbe essere attiva e
puntuale. A questo proposito
sarebbe auspicabile che ci fossero, a livello regionale, delle
corrispondenti, delle persone
che hanno voglia di prestare
attenzione e raccogliere materiale da condividere, attraverso queste quattro pagine, con
altre donne. Corrispondenti a
tutti gli effetti per dare ancora
maggiore visibilità al lavoro
delle donne delle nostre comunità. (d.f.)
Nel corso dei quatto anni
di mandato, la Fdei ha
pubblicato
1 numero speciale del Notiziario ih inglese;
1 numero speciale del Notiziario in francese, nel 1998;
1 numero speciale del Notiziario in spagnolo;
1 numero speciale del Noti
ziario in tedesco;
studio Fdei «Il tempo» per
l’anno eccl. ’98-99;
1 numero speciale per la
Giornata mondiale di preghiera nel 1999;
quaderno Fdei «Oltre il silenzio» (in collaborazione con
la Fcei) nel 1999;
1 volume «Sguardi di donne» (in collaborazione con
l’editrice Claudiana) nel 2000;
1 volume «Una donna nomade. Miriam Castiglione,
una protestante in Puglia» (in
collaborazione con Edizioni
Lavoro) nel 2000;
1 volume «Il libro di Rut» (in
collaborazione con la Società
Biblica Britannica e Forestiera, nel 2000;
1 volume «Un mare di spiritualità» (in collaborazione
con l’editrice Claudiana) nel
2002.
Ralazionc Qmp
Il Comitato nazionale Fdei,
come da mandato dell’ultimo
congresso, ha curato la creazione del Comitato nazionale
per la Giornata mondiale di
preghiera (Gmp), che già da
tre anni ha iniziato il suo operato con un suo ordinamento e
un suo statuto. In base al deliberato degli ultimi due congressi Fdei, per questa occasione si ritiene opportuno presentare la relazione dell’attività
fin qui svolta dal Comitato nazionale della Gmp. In futuro le
relazioni verranno presentate
alle federazioni denominazionali, rappresentate nel suddetto comitato. Il Comitato nazionale della Gmp si riunisce due
volte l’anno per organizzare e
tradurre il materiale che arriva
dal Comitato mondiale. Non si
tratta semplicemente di tradurre, ma anche di rendere la sua
attuazione possibile per la nostra cultura.
Molti Gruppi e/o Unioni
femminili ricevono traduzioni
da comitati di altri paesi europei e, confrontando le due traduzioni, le trovano «diverse».
La domanda che ne segue è di
solito: «Perché non rispettate
l’originale?» senza pensare che
stanno confrontando due traduzioni già adattate a due culture diverse! Senza pensare
che da noi, ancora oggi, la
Gmp è celebrata, quasi esclusivamente, da un mondo protestante, non abituato ad un certo tipo di liturgia, tant’è che
molti Gruppi/Unioni la rielaborano completamente. Abbiamo partecipato a due incontri,
uno mondiale e uno europeo,
che ci hanno aiutato molto a
capire come lavorano negli altri paesi, ci hanno aiutato a stilare lo statuto con la supervisione di un legale., ci hanno
consigliato sull’uso delle collette, su come utilizzare tutto il
materiale che arriva dai vari
paesi che scrivono la liturgia.
Il materiale non è mai in lingua originale, è già una traduzione in inglese; i testi biblici
non sempre concordano con
le nostre traduzioni; il linguag
gio usato può «offendere» alcune sorelle. Lo scorso anno, ad
esempio, le sorelle awentiste
romene di Roma, si sono rifiutate di partecipare «perché la
liturgia era troppo ortodossa»;
nel loro paese le comunità avventiste trovano molte difficoltà nel rapporto con gli ortodossi. Molti sono ancora i passi che dobbiamo compiere
perché questa liturgia diventi
veramente ecumenica: infatti
incontriamo ancora molti ostacoli perché entri a far parte
delle comunità cattoliche e delle comunità ortodosse. Molti
passi devono essere fatti perché anche le nostre comunità
utilizzino il materiale per intero: gli studi biblici, la liturgia
per i bambini, ecc.
Certo l’organizzazione deve
migliorare, ma abbiamo un indirizzario che forse non copre
tutte le esigenze. .Ogni anno si
aggiungono richieste e così
non sappiamo quante copie
stampare perché non c’è ancora, dà parte dei gruppi, l’abitudine a fare una richiesta. E
poi non sappiamo se interessano le cartoline, i poster, le
spille... tutto materiale che deve essere ordinato per tempo
(e pagato) e in numero preciso
perché non ci è possibile avere
un deposito di materiale inutilizzato. Gli unici fondi a nostra
disposizione sono dati dalle
collette e ci spiacerebbe sprecarle per avere un deposito di
materiale scaduto.
In questi anni abbiamo inviato le collette in Venezuela, a Samoa, in Indonesia, in Romania.
Una parte della colletta di quest’anno è giacente per il progetto di Rocca di Papa che verrà
inviata quando inizieranno i lavori di adeguamento della struttura. L’anno prossimo la colletta sarà per il Libano, paese da
cui ci giunge la liturgia. In agosto deU’anno prossimo si terrà,
in Inghilterra, un convegno
mondiale al quale dovremo partecipare. La nostra speranza è
di avere almeno un’altra presenza (di solito le rappresentanti
sono sempre due: una con diritto di voto), ma le nostre finanze
ancora non ce lo permettono.
Speriamo di trovare finanziamenti per questo scopo.
Lidia Ribet
L'archivio daiia donna
Il Comitato nazionale Fdei
ha dato vita a un archivio delle
donne, intitolato a Miriam Castiglione, che ha sede a Torre
Pellice nei locali dell’archivio
della Tavola valdese e che si
avvale della collaborazione gratuita della sua responsabile,
dott.ssa Gabriella Ballesio. E
un primo tentativo di riallacciare i legami delle donne con il
loro passato, di non disperdere
nel nulla la preziosa eredità di
coloro che ci hanno precedute,
ma anche dì raccogliere tutto il
materiale prodotto attualmente
dalle nostre sorelle che hanno
qualcosa da dire e dove, chi
voglia, abbia la possibilità di
confrontare e arricchire le proprie idee. Si può dunque chiaramente arguire che si tratti di
un primo embrione di quello
che speriamo possa diventare
in seguito un vero e proprio archivio a cui affidare le nostre
memorie, ma anche attingere
materiale prezioso per studi e
riflessioni. Il Comitato ha anche elaborato una bozza di statuto per una «Associazione
amiche e amici dell’archivio
delle donne», che per ora è
sembrato prematuro varare e
che pertanto viene affidato al
prossimo comitato.
Conclusioni
In conclusione ci rimane un’ultima sottolineatura da fare. Vuol
essere anche un suggerimento a chi, dopo di noi, raccoglierà l’invito del congresso per mettersi al servizio delle donne evangeliche
in Italia: abbiamo lavorato come gruppo, dividendoci compiti e
impegni, anche in base alla nostra preparazione, formazione e
collocazione nella società. Sono stati per ciascuna di noi quattro
anni di grande arricchimento reciproco e ci troviamo, oggi, più
sorelle di prima perché abbiamo vissuto insieme esperienze uniche e irripetibili. Ciascuna di noi è grata alla Fdei per questo bellissimo periodo che ci è stato offerto dal congresso precedente, per
provare noi stesse e per testimoniare, in maniera diversa dal passato, la nostra riconoscenza a Dio per averci chiamato, a rendere
questo servizio alle chiese, alle altre sorelle e alle donne che, in varie occasioni e per svariati motivi, abbiamo incontrato in questi
anni di attività nel Comitato nazionale Fdei.
10
PfIG. IV
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Il lavoro come espressione di fede I
....................... .'Sg-.'V pii' i n" i mii iiiiii"t i i| iiiiii i l|j|ll||||ll>ll^ll^|||^l^ll^llll^h^>^lhMi^SBgBa!lMIIM^
Il campo donne estate 2002
ad Adelfia ha approfondito il
tema: il lavoro delle donne, il
(lavoro come espressione di fede. Donne di diverse fedi o
non appartenenti a una specificità religiosa, si sono confrontate per una settimana, in uno
scenario mediterraneo incantevole. L’originario programma,
che prevedeva solo relatrici
donne, ha subito un cambiamento per la disponibilità, inaspettata ma ben gradita, di un
relatore. Mi è sembrata questa
una coincidenza, tesa a riprendere il tema che la Fdei ha lanciato nel 2000: «Quale ruolo
per l’uomo e per la donna alle
soglie del terzo millennio». Il
relatore, David Buttitta, sindacalista valdese di origine siciliana, ha ripercorso la storia del
sindacato, dalla sua nascita (in
casa metodista) fino alle battaglie dei nostri giorni per sostenere i diritti delle donne come
soggetti e forza lavoro pari agli
uomini. La narrazione della
storia della nonna e della madre (già contenuta in uno dei libri scritti da Piera Egidi), ha rivelato come donne apparentemente arretrate e sconosciute
abbiano giocato un ruolo importante nella cultura siciliana.
Anche la relazione di Yarona Pinhas ci ha rapite per la
sua profondità e ricchezza di
contenuti. Partendo dall’analisi
testuale dell’Antico Testamento, del lavoro come conseguenza dell’errore umano, è
stato chiarito il passaggio che
fa recuperare al lavoro il suo
valore di strumento di ricongiunzione a Dio Creatore, e
non già punizione per l’inosservanza di una norma. Nel
suo intervento invece Fethia
Bouhayareb ha sorvolato sulla
descrizione analitica del lavoro
delle donne musulmane, per
centrare quello che oggi sta più
a cuore a queste nostre sorelle: .
dimostrare che l’islamismo non
è la religione dell’intolleranza e
della violenza. Dopo l’il settembre musulmane e musulmani sentono il peso di quest’attentato anche sulle proprie vite. La loro ricerca disperata di
discolparsi ha sollecitato la discussione suU’importanza di vivere la propria fede nel rispetto delle altre fedi. È stata molto
dibattuta la discussione sulla
questione palestinese.
Marcella Filippa ci ha fatto
ripercorrere il Novecento come il secolo dell’irruzione delle
masse nella storia. Partendo
dalla foto del dipinto «Il Quarto
Stato», con la donna che porta
in braccio un bambino, è arrivata ai giorni nostri, al logo
della Fiera del Libro, a Torino,
in cui si ritrova una donna cibernetica, spaziale, sempre
con un bimbo in braccio. Una
donna divisa, frantumata dal
doppio, dal triplo lavoro. Marcella ci ha sollecitate con domande che ci hanno fatto discutere parecchio: è possibile
per le donne coniugare la sfera
pubblica con quella privata?
quali sono i conflitti che le
donne vivono per conciliare
tutti gli aspetti della loro vita?
E importante anche l’analisi
sul problema del tempo.
Il culto finale, tenuto dalla
pastora Eliana Brian te, ci ha
fatto sorridere alla lettura del
testo di Proverbi, in cui «la
donna virtuosa» si alza all’ajb^i
per adempiere a tutti i lavori
domestici e va a dormire per
ultima, contenta del lavoro
svolto. Oggi non è più proponibile un simile quadro; si deve
inventare un nuovo ruolo che,
condensando le figure di Marta
e Maria, tra ascolto e azione,
riesca a far vivere entrambi i
generi con dignità, amore ed
equilibrio, senza rinunce né
privilegi per nessuno.
Elena Chines
In vista del congresso voglio riferire che cosa ha fatto la Fdei in
Sicilia negli ultimi 4 anni.
Teniamo un convegno l’anno, cambiando sempre il luogo. Le
comunità coinvolte sono le comunità battiste di Catania, Lentini e
Siracusa, le comunità valdesi di Riesi, Palermo e Trapani e la comunità luterana di Catania con gruppetto a Scoglitti. Ai convegni
siamo nella media 20 partecipanti circa.
I temi dei convegni erano i seguenti:
1998
(Palermo):
«Le donne nelle Lettere del Nuovo Testamento»
relatrici: Carola Stobaeus e Doriana Giudice
culto con la comunità del luogo
1999
(«Adelfia»):
»Donna e violenza»
relatrici: Emilia Riensi, Almut Kramm e Erika Tomassone
culto tenuto da Silvia Rapisarda
WMtJ
(Trapani)
«Quale ruolo dell’uomo e della donna nel terzo
millennio?»
relatrici: Elena Chines e Carola Stobaeus
culto con la comunità del luogo, predica di Almut
Kramm
«Donne e spiritualità»
relatrici: Anna Maria Ficara, Almut Kramm e Nunziatina Formica
culto con la comunità del luogo, predica di Daniela
Santoro
(Adelfia):
«Donne e IsIam: un dialogo, un confronto»
relatrici: -Anna Maria Ficara, Fethia Bouhajeb e
Beatrice Grill
culto curato delle sorelle di Lentini
La Fdei-Sicilia ha partecipato attivamente al questionario sulla
violenza ed era presente al campo nazionale del 2001 sulla spiritualità. La celebrazione delle Giornata Mondiale di Preghiera viene celebrata in quasi tutte le comunità elencate sopra da parecchi
anni. Dai coordinamento regionale fa parte una sorella di ogni
denominazione.
Gisela Salomon
...e in Piemonte
Í
Il lavoro della Fdei in Piemonte e Liguria è andato, in
questi quattro anni, via via ampliandosi. Il Comitato nazionale, nel sollecitare la coordinatrice interregionale a organizzare
dei corsi di formazione a Vallecrosia, ha permesso alle Unioni e ai Gruppi della Liguria, di
vivere con entusiasmo e partecipazione questi appuntamenti
annuali che hanno avuto per
tema «Il tempo delle donne»
(1998), «Il potere: servizio o
prevaricazione?» (1999), «Violenza chiama violenza» (Genova, 2000), «Chiamati non foste
a viver come bruti» (2002). Nel
2001 non si è potuto svolgere
il consueto appuntamento perché il Centro di Vallecrosia era
in ristrutturazione, dopo i danni dell’alluvione.
In queste occasioni, più di
una volta si sono unite anche
sorelle delle comunità di Pisa,
di Rovigo e di Udine. Accanto
a questi appuntamenti, abbiamo avuto i consueti convegni
regionali, più o meno parteci
pati, a Torino. La giornata
mondiale di preghiera viene celebrata in molte comunità delle
due regioni: forse questo è
l’unico momento di condivisione con le altre denominazioni e confessioni religiose.
Mentre in Liguria si sono visitati, in questi anni, i gruppi
femminili di Genova Sestri e di
Sampierdarena, di La Spezia,
di Sanremo-Bordighera, in Piemonte, nonostante la disponibilità della coordinatrice, non ci
sono mai state richieste. Piccole, ma partecipi rappresentanze si sono avute durante gli incontri nazionali Fdei a Milano
per la presentazione del manifesto delle donne protestanti,
per i diversi momenti dedicati
all’Archivio delle donne evangeliche, In varie occasioni , soprattutto a Torino, si è lavorato con le donne ebree, con le
cattoliche e con le musulmane
nell’organizzare convegni nel
quadro della Giornata internazionale della donna.
Bianca Michelini
Composizione dei congresso
(dairarticolo 5 dello statuto Fdei)
Sono membri del Congresso: a) le delegate
dei Gruppi o Unioni locali appartenenti o meno a un movimento in ragione di due delegate
per ogni Gruppo o Unione aventi più di 20
iscritte, e di una delegata per gli altri; b) una
rappresentante per ogni 20 associate singole,
o frazione di 20, secondo un turno alfabetico
tenuto a cura del Comitato nazionale; c) le
componenti del Comitato nazionale; d) le presidenti dei movimenti denominazionali che
fanno parte della Federazione.
Possono assistere ai lavori congressuali, come osservatrici, le donne singolarmente associate alla Federazione; quelle associate ai Gruppi o Unioni locali federati, nonché le persone
che il Comitato nazionale abbia inviato.
L’ufficio di presidenza può dare la parola su
singoli argomenti a tali soggetti.
La Fdei lombari
In questi due anni di attività
come coordinatrice Fdei per la
Lombardia ho avuto il piacere
di ben consolidare i miei rapporti con le sorelle federate,
partecipando, anche, saltuariamente, alle riunioni delle sorelle battiste e valdesi. Ottimi i
rapporti anche con le sorelle
cristiane di diverse confessioni
e diversi sono stati gli appuntamenti nel corso di ogni anno
ecclesiastico:
• Nel quadro dell’annuale incontro ecumenico prenatalizio
(un anno nella chiesa battista e
un anno in quella metodista, a
Milano), i temi sono stati «la
diaconia» (trattato dal pastore
Briante, referente il Consiglio
direttivo dell’Associazione di
volontariato) e, nel secondo anno, la visione e la discussione
su due filmati «La combattente»
(documentario sulla vita di Frida
Malan) e «Nevé Shalom» (esempio di convivenza pacifica tra
israeliani e palestinesi). Durante
questo ultimo incontro si è sostenuto l’appello a favore di
Safya, inoltrando, individualmente, ogni lettera ai relativi
responsabili di governo.
• In preparazione della Giornata mondiale di preghiera
(Gmp), si sono avuti due anni
fa uno studio biblico sulla figura di Ester, condotto dalla
prof.ssa Clara Kopeiosky e, lo
scorso anno, uno studio sulla
figura di Abigail, condotto dalla prof.ssa Maisa Milazzo
Meardi. La Gmp è stata celebrata, nel 2001, nella Chiesa
metodista di Milano e, nel
2002, presso la Chiesa ortodossa romena, sempre di Mila
REGOLAMENTO RELATIVO
AGLI ORGANISMI
TERRITORIALI DELLA FDEI
Al fine di garantire sia un
migliore collegamento tra le
Unioni e/o i gruppi aderenti
alla Fdei sia una più completa
trattazione di questioni di comune interesse, è necessario
convocare un convegno (detto regionale o interregionale)
aperto alle Unioni e/o gruppi
femminile di una o più regioni, aderenti alla Fdei.
ARTICOLO 1
Il Convegno Fdei, regionale o interregionale, viene
convocato, per la prima volta, dal Comitato nazionale.
Nel corso del Convegno
viene eletta la Coordinatrice
regionale (o interregionale)
che rimane in carica per un
biennio ed è rieleggibile per
un massimo di quattro bienni.
I-a Coordinatrice regionale
(o interregionale) ha il compito di convocare un convegno all’anno.
ARTICOLO 2
La Coordinatrice regionale
(o interregionale) ha il compito di raccordare l’attività
delle singole Unioni e/o
gruppi aderenti alla Fdei.
La Coordinatrice ha inoltre il compito di assicurarsi
che ogni Unione e/o gruppo
riceva regolarmente gli studi
e quant’altro materiale la
Fdei produce e invia.
Può avvalersi, per fare ciò,
della collaborazione di un comitato composto da almeno
due membri che viene scelto,
annualmente, dall'assemblea
convenuta per il convegno.
Detta scelta terrà conto
della disponibilità e della dislocazione geografica di ciascun membro.
Coordinatrice regionale (o interregionale) può essere invitata a partecipare
alle sedute del Comitato nazionale Fdei.
ARTICOLO 3
Le spese di coordinamento vengono affrontate con
contributi che scaturiscono
dalle offerte delle partecipanti al convegno e da doni
e/o offerte.
no. La realizzazione di tmomento è avvenuto g;
la partecipazione attiva
relle awentiste, battiste,
liche, dell’Esercito della
za, della Christian scien;
terane, metodiste, v;
• Nel mese di marzi
2001, le sorelle protesti
Milano hanno ricevuto,
chiesa battista di via Pini
te da Vimercate, la
della Fdei, Doriana Giudtd
presii
della Fdei, Doriana Giudtá¿
pastora Milena Martinark
prof.ssa Bruna Peyrot e*
prof, ssa Cristina Bartoloi
che hanno presieduto l’inci
tro per presentare ufficiai
te il documento del Manifi
delle donne protestanti,
e numerosa è stata la parti,
pazione di donne di vai]
realtà lombarde, alcune coi
nità delle valli valdesi, di
va, di Torino e del Gantort
cino, e di donne cattolichè.:
• Questo documento mi ha
permesso di incontratela
giornalista free-lance cattofe|'
Rosangela Vegetti, che opsa
presso l’Osservatorio dioceda.
no, che mi ha invitata a un seminario di. presentazioni e
confronto sulla relazione,uomo-donna. Ambiti di osservazione: comunità ecclesiale
(Teresa Ciccolini), famiglia
(Federico Zanda), scuola (S®-(
gio De Carli), lavoro (Lui
Vannutelli).
• Il convegno regionH,
svoltosi nel marzo del 2ffl2,
nella chiesa metodista di
no, ha avuto per tema: *
na, violenza: quale futuri
Sono intervenute la teoloi
Elizabeth E. Green e l’awi
to Barbara Carattoni.
• Le sorelle battiste, mel
ste e valdesi si sono inconi
Le
No
MA
1a
«1 a
DEÌ
peri
tei nelle
ballettc
sembra
volta nc
solo i d
Agli or
Cgil) e
aggiung
acidi de
anche per riflettere insieme^
tema del prossimo congr^jjjgyjjg
Fdei e scegliere dei verseti SI jQygjjjg
blici e per organizzare la disti pjfcent
buzione e la raccolta del q» jjggjg (
stionario «Donne nelle Isfflll {[Qjj^g ,
zioni». econoir
Laura Gao! r
Loml
cupantE
coordinatrice Fdei pety cupazio
componenti del
Comitato
nazionale Fdei
jJ
Doriana Giudici
presidente
via del Casaletto 385
00151 Roma
Emera Napoletano
vicepresidente
via Croce Rossa 34
90144 Palermo
Maria Grazia Sbaffi
segretaria
via Racagni 24
43100 Parma
Marina Bertin
tesoriera
via Olivet 12
10062 Luserna S.GiovanTOl“
c.c.p. n. 36083103
Daniela Manfrini
via Cosimo del Fante 14
20122 Milano
Elena Chines
via Casalaina 32
95126 Catania
Angele RalalanirainV
vai Riccardo Zandonai ¡y*
00194 Roma
Lidia Ribet
responsabile per la GmP
via IV Novembre 10/
00187 Roma
Daniela Ferrare
responsabile per la sta
via S. Pio V 15
10125 Torino
in testa;
questo (
numero
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n. 41 cJel 25 ottobre
Reg. Trib. Pinerolo n. n.
Responsabile ai sen®
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Edizioni Protestanti srl
Pio Vn. 15 bis, 10125
Stampa: La Ghisleriana,
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PAG. 7 RIFORMA
Inverso Rinasca: iniziano i lavori
Nuovo Centro polivalente
Prenderanno il via ufficialmente sabato 26 ottobre i lavori di
costruzione del nuovo Centro sociale polivalente di Inverso Rinasca. La nuova struttura sorgerà a fianco del municipio in
un’area attualmente utilizzata dall’Acea e andrà a sostituire la
vecchia sede della Pro Loco trascinata via dal Chisone nel corso
dell’alluvione del 2000. La struttura costerà circa 800 millioni di
lire e verrà finanziata tra l’altro con un contributo proveniente
dalla fondazione Specchio dei Tempi, del giornale La Stampa,
che fin dai giorni successivi aH’alluvione dell’ottobre 2000 si era
mobilitata per la costruzione di una nuova sala polivalente, unitamente al Comune e alla Pro Loco e poi al Lion’s Club, anche
questo importante sostenitore economico dell’iniziativa
W Grande successo deila fiera d'autunno
Gioiosa festa a Villar Pollice
C’erano quasi 400 persone alla grande tavolata preparata alla
festa-fiera d’autunno a Villar Pellice: un terzo della popolazione del paese, anche se una parte degli ospiti veniva da fuori. La
mostra zootecnica con i capi dei migliori allevatori della valle,
numerosi premi e riconoscimenti, Provincia e Comunità montana, insieme al Comune di Villar a ricordare l’importanza del
lavoro degli agricoltori in montagna, il loro ruolo insostituibile
nel presidio del territorio, la loro capacità di offrire produzioni
casearie di eccellenza. Il tutto in una splendida cornice climatica autunnale che ha esaltato il lavoro volontario di decine di
persone esemplarmente impegnate nell’organizzazione della
giornata: a suo modo una vera «giornata comunitaria».
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Fondato nel 1848
lì 18 ottobre: valutazioni contrastanti, come sempre, dal punto di vista numerico
Sciopero, Pinerolo sopra la media
Le percentuali più alte di astensione nelle scuole, enti locali e servizi, oltre alle varie fabbriche
Hon solo l'articolo 18 ma, al centro della giornata, la difficile situazione della Fiat e dell'indotto
MASSIMO GNOME
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Adesione alio sciopero generale e cortei nelle città italiane: il
balletto delle cifre non
sembra fermarsi, ma stavolta non si confrontano
solo i dati tradizionali.
Agli organizzatori (la
Cgil) e alle questure, si
a^iungono i commenti
acidi delle altre sigle sindacali, Cisl e Uil, che si
alternano a minimizzare
insultati dell’iniziativa,
sovente riprendendo le
percentuali diffuse dalla
stessa Confindustria. A
fronte dell’attuale fase
economica e del preoccupante futuro per l’ocmpazione in Italia, Fiat
Intesta, lascia perplessi
guesto «duello all’ultimo
numero» fra sindacati. 11
guadro critico non risparmia il Pinerolese,
nuche se l’indotto nosUano nel corso degli anni ha «imparato» a sce?uersi altri partner in afnti oltre alla Fiat, vale a
orre alcune firme auto"»obUistiche d’oltralpe.
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indite venerdì
sul palco di piazza San
Carlo dal segretario nazionale Cgil Guglielmo
Epifani, «il Patto per l’Italia ha dimostrato i suoi
limiti: mi auguro che si
possa riprendere un’iniziativa unitaria a partire
dalle prossime vertenze
contrattuali».
Venerdì 18 alla volta di
Torino, da Pinerolo sono
partite due delegazioni, una guidata dalla Cgil
e l’altra dall’Associazione lavoratori pinerolesi
(Alp), oltre a molte persone che ai pullman hanno
preferito il treno o l’automobile privata. Tre erano
i cortei principali: i primi
due da corso Marconi e
piazza Albarello: il terzo
da piazza Statuto. Da
quest’ultima è partito il
gruppo di Alp, che si è aggiunto alla delegazione
Cobas: «È stato importante essere in quella piazza,
teatro delle lotte operaie
del 1962», commenta il
presidente Alp, Enrico
Lanza, che tuttavia guardando al fermento del
cortei rileva: «Nei luoghi
di lavoro non si cambia
linea: in questi ultimi mesi, a fronte dell’euforia
nella piazza, c’è ancora
troppa tranquillità».
Alle 11,30, quando parla Epifani, la piazza straripa, tanto che l’ultimo
consistente spezzone di
corteo che arriva da via
Cernaia riuscirà a varcarne la soglia soltanto un’
ora più tard. I «soliti i
gnoti» infrangono una
vetrina della banca San
Paolo, ma il clima resta
di festa. Dietro ai camion
con la musica ad alto volume sfilano gli studenti
delle scuole superiori, i
militanti di Sinistra giovanile, dei centri sociali e
del Torino social forum.
Sono in piazza contro
quella che definiscono
«la guerra sociale, economica, militare», annunciando l’appuntamento
per il prossimo 30 novembre davanti al centro
di permanenza temporanea di corso Brunelleschi, «un lager nel cuore
della città». La manifestazione è anche qui: se
ne accorge Epifani, che
grida la partecipazione
della Cgil al Fomm sociale europeo di Firenze.
Ma è il riferimento alla
Fiat che accende l’interesse generali. In gioco ci
sono migliaia di posti di
lavoro, 8.100 quelli ufficiali per la crisi dell’auto,
forse 50.000 nell’indotto.
Il nuovo leader Cgil arriva addirittura a 250.000
e dice: «Vogliamo dare
all’Italia un’industria automobilistica degna di
questo nome». Le prospettive non sono luminose: lo dimostrerebbe
anche l’esclusione della casa torinese da una
commissione incaricata
dall’Europa di progettare
le nuove autri all’idrogeno. Il futuro dell’auto
non abita a Torino?
San Germano Chisone
Fondi regionali
per lavori pubblici
Dovrebbe iniziare a
novembre la progettazione del nuovo tratto di
collettore fognario che
sostituirà il vecchio depuratore di ponte Palestre a Inverso Porte, distrutto dal Chisone nell’alluvione del 2000. «La
Regione - dice Clara Bounous, sindaco di San
Germano, comune nel
quale si trova l’Inverso di
Porte - ci ha comunicato
la settimana scorsa la disponibilità dell’ultima
tranche di finanziamento, circa 6.000 euro, per
la costmzione del nuovo
collettore. La cosa ci permette di partire al più
presto con la progettazione esecutiva dell’opera per arrivare in fretta
alla sua realizzazione».
Il collettore partirà all’incirca da dove è sito il
vecchio depuratore e dopo aver raccolto gli scarichi di Inverso Porte attraverserà l’alveo del Chisone nella zona di ponte Palestre inserendosi
quindi nel sistema di collettamento di Porte collegato a sua volta con quello di Pinerolo. Il tutto
verrà a costare circa
137.000 euro, arrivati dalla Regione come finanziamenti per i danni alluvionali. «Si è pensato a
un collettore che si congiunga con il collettore di
Porte - dice ancora la
Bounous - in previsione
di facilitare poi il collegamento anche di quest’
opera col collettore di
valle della vai Chisone
quando sarà realizzato».
Le buone notizie, in
termini di finanziamenti
regionali, intanto a San
Germano arrivano anche
per le strade, infatti presto, utilizzando 25 milioni recentemente arrivati
dalla Regione,- partiranno anche lavori di asfaltatura delle strade comunali per una spesa complessiva di circa 60 milioni. Ci vorranno invece
ancora alcuni mesi prima che i sangermanesi
possano vedere al lavoro
il nuovo vicesegretario.
«A giorni avremo i nomi
della persone a cui daremo l’incarico - dicono in
Comune - ma una volta
fatta la scelta delle persone occorrerà ancora disbrigare una serie di pratiche burocratiche», (d.r.)
ICONTRAPPUNTOI
SE CROMWELL LEGGEVA
LA «GIRAMI»
MMCO ROSTAN
«Tutte le volte che sarà
eletto un avvocato, egli, durante tutto il periodo del
mandato parlamentare,
non dovrà esercitare la
professione legale». Non è
l’ultimatum di qualche
estremista «girotondino»
ma un articolo del famoso
«Agreement of thè people»,
il patto costituzionale fra
cittadini, che i
Livellatori
(l’ala radicale
della rivoluzione inglese)
sottoposero a
Cromwell nel
1647: la nascita della democrazia parlamentare, ad opera dei puri- ™
tani, contiene
fin dall’inizio questa elementare distinzione di funzioni. Ce lo ha ricordato in
questi giorni Nando Dalla
Chiesa, che, insieme al altri
senatori del comitato «La
legge è uguale per tutti» (di
cui fa parte anche il pinerolese Elvio Passone) ha presentato una proposta di
legge che riprende proprio
il principio dell’«Agreement of thè people».
La proposta stabilisce
che i parlamentari avvocati
non possano difendere
membri del governo o del
Parlamento, né imputati
per reati contro la pubblica
amministrazione o di criminalità mafiosa. È una
questione di decenza. Mai i
nostri padri costituenti
avrebbero potuto immaginare che, mezzo secolo dopo la Resistenza, il Parlamento italiano avrebbe dovuto assistere alla vergogna di una legge proposta
dal governo (la famosa Cirami), di puro interesse
privato, U cui scopo non è
di aumentare le garanzie
degli imputati comuni nei
processi, ma di difendere
due imputati speciali dal
processo. Così come mai gli
ex partigiani avrebbero potuto pensare che, nel 2002,
si intenda ricordare, come
accadrà il prossimo 28 ottobre, l’ottantesimo anniversario della «marcia su
Roma», anche da parte di
alcune istituzioni.
In nome del tanto declamato «revisionismo storico», il sindaco di Crotone
dichiara che inaugurerà un
monumento costituito da
un enorme «gladio» di travertino, con alla base una
lapide che recita «ai ragazzi
di Salò e ai ragazzi partigiani caduti nella Resistenza»;
da Montecatini (e chissà da
Le chiese devono
tener presente
l'insegnamento
biblico in materia
di giustizia
parazione una bella gita a
Predappio «per rivivere
l’atmosfera che regna nei
luoghi dove donna Rachele
e Benito Mussolini hanno
trascorso parte della loro
vita». Tra gli organizzatori,
anche il presidente del
Consiglio comunale, cioè
uno che, pur essendo di Alleanza Nazionale, in tan||H le carica rappresenta tutti
i cittadini di
Montecatini.
Siamo alla totale perdita
del senso civico, della distinzione fra
interesse privato e ufficio
pubblico, anzi, a partire
dal presidente del Consiglio, per passare ai suoi avvocati fatti parlamentari,
per finire a un Consiglio
comunale come quello di
Lamezia Terme, pieno di
consiglieri più o meno imparentati con mafiosi, il
messaggio dato agli italiani
sembra essere che la democrazia e i Parlamenti sono
di impaccio e che la politica
serve soprattutto a difendere i propri interessi.
Notizie e riflessioni di
questo genere non passano
più sui telegiornali, dove
sembra che i fatti salienti
siano gli assassini interfamiliari, gli stupri, senza dimenticare i giocatori di calcio e gli altri vip che spendono un po’ dei loro troppi
soldi con squillo di alto bordo. I telegiornali preoccupano per quello di cui non
parlano. Bisogna darsi una
mossa, anche nel cervello.
Accendere la memoria, vigilare sul presente. Come protestanti ricordarci che siamo stati promotori del Parlamento contro l’assolutismo del re, il privilegio dei
ricchi e dei potenti.
È bene che in vai Pellice
abbia finalmente preso 1’
avvio il Comitato per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione:
non si tratta di uno gruppo
di nostalgici, né di un compito rivolto al passato o
buono per fare ogni anno
l’8 settembre al Bagnòou e
qualche mostra sui campi
di concentramento: ci sono
compiti attuali, iniziative
da proporre ai Consigli comunali, informazioni da
trasmettere, particolarmente ai giovani. Nell’ambito
delle chiese valdesi e cattoliche, la predicazione e la
catechesi ricordino settimanalmente la forte passione
quante altre parti) è in pre- biblica per la giustizia.
12
PAG. 8 RIFORMA
E Eco Delle ^lli "Iàldesi
venerdì 25 OTTO!
118 ANNI DI RADIO BECKWITH — La festa per i 18
anni di Radio Beckwith Evangelica durerà tre
giorni, dal 9 all’11 novembre. Il clou è previsto
per domenica 10, con culto a Torre Pellice, pranzo in Foresteria, dibattito e concerto serale degli
Architorti. Per il pranzo occorre prenotarsi entro
il 3 novembre alla Foresteria (tei. 0121-91801).
LA SALUTE DEI PINEROLESI — Nel terrritorlo pinerolese ben 40.000 persone in un anno hanno
assunto almeno un farmaco cardiovascolare (dato decisamente superiore alla media nazionale),
stanno aumentando i pazienti affetti da ipertensione arteriosa e si stanno incrementando le patologie di origine neurologica. Sono alcuni dei
dati che si desumono dalla lettura digitale delle
ricette consegnate all’Asl 10 dai medici di famiglia. Il 30 ottobre gli esiti ufficiali.
MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA E AFFISSIONE
«SELVAGGIA» — Fra il 17 e il 18 ottobre a Pinerolo, su mtta una serie di muri, prevalentemente
nel centro storico, sono stati affissi manifesti che
annunciavano una manifestazione «antifascista»
prevista per il 26 ottobre. «Questa affissione selvaggia - denuncia il Comune - danneggia il patrimonio pubblico e privato». L’amministrazione
ritiene che «il primo modo di essere antifascista
è l’ottemperanza delle norme democraticamente date e il rispetto dei diritti di tutti».
MALAN VICEPRESIDENTE SENATORI FI — Il Senatore Lucio Malan è stato designato (martedì 15)
vicepresidente del Gruppo dei senatori di Forza
Italia. Come tale ha fatto parte della delegazione
di Forza Italia al Congresso del Partito popolare
europeo svoltosi questo fine settimana a Estoril,
in Portogallo, con la partecipazione di sette capi
di governo, tra cui Aznar, Berlusconi, Durao Barroso, Raffarin e Schiissel. Durante il congresso è
stata delineata, in un ampio documento intitolato «Il nostro fumro: un Europa forte» la posizione del Partito Popolare europeo sulla Carta costituzionale dell’Unione europea.
MASSELLO: ASSEMBLEA DI ALPEGGI — Domenica
13 ottobre ha avuto luogo l’assemblea degli alpeggi del Pis, Lauson e Rabios di Massello che ha
approvato un nuovo statuto in cui è denominato
d’ora in avanti «Pi-Loouzon-Rabiour» che significa: «Cascata, (piscio dalla bellissima cascata
che è il simbolo di tutto Massello), lastrone pietroso, zona scoscesa e sabbiosa (poco permeabile e quindi foriera di consistente ingrossamento
del rio in occasione di piogge improvvise)».
BOBBIO: FIERA DELLA «CALA» — Domenica 27 ottobre Bobbio Pellice chiude la serie delle sagre
autunnali della vai Pellice con la fiera della
«Calà», sagra delle castagne e del sanguinaccio. Ci
saranno banchi di generi vari e di prodotti tipici,
distribuzione di caldarroste, artisti di strada, volo
in parapendio, degustazione di prodotti locali.
RIAPERTO «TAM TAM»: LO SPAZIO DI ASCOLTO
DELL’ASL PER GLI ADOLESCENTI — Ha ripreso la sua attività lo spazio di ascolto degli adolescenti «tam tam» gestito dall’Asl 10. Le sedi dove
sarà attivato il servizio sono: i locali dell’Informagiovani, via Roma 22 a Perosa, apertura il venerdì dalle 13 alle 15, e Pinerolo al Circondario
in via dei Rochis 12 a Pinerolo, apertura il mercoledì dalle 13 alle 15. La finalità di tam tam è
«ascoltare» e avvicinarsi ai giovani assicurando
consulenze e informazioni su argomenti legati
alle situazioni che vivono negli anni di crescita e
sviluppo. Il servizio è gratuito.
Per festeggiare i suoi 90 anni
la Corale valdese di Torre Pellice
organizza una cena
sabato sera 9 novembre, alle ore 19,
alla Foresteria di Torre Pellice;
il costo è di 13 euro.
Invitiamo tutti i coralisti,
vecchi e attuali,
gli amici e soci sostenitori ad intervenire
numerosi e a prenotarsi entro
il 25 ottobre, presso le seguenti persone:
Marina Gamba (0121-91502)
Roberto Davit (0121.932036)
e Anita Vigne (0121.932790)
è richiesta una caparra di 5 euro.
L'incontro a Pinerolo con padre Alex Zanotelli
La pace non è solo utopia
Contro gli effetti perversi dello globalizzazione occorre
ricostruire la società civile partendo dal basso
DAVIDE ROSSO
..TESSERE volto gli
\\ JZi uni per gli altri recuperando, in questo
mondo atomizzato, la
propria umanità». È partito da questi concetti
Alex Zanotelli, ex direttore di Nigrizia, nel suo intervento tenuto aU’auditorium di corso Piave a
Pinerolo mercoledì 16
ottobre, ultimo relatore
di una serie di conferenze sulla pace organizzate
in città dall’assessorato
alla Cultura insieme a diverse associazioni locali.
Zanotelli, chiamato dagli organizzatori a parlare
sul tema «La pace nelle
nostre mani: non solo
un’utopia», è partito nella
sua argomentazione dal
descrivere la situazione
mondiale dal punto di vista dei più poveri, dalla
parte di chi non appartiene a «quel 20% di popolazione mondiale che ha a
disposizione T83% delle
risorse del pianeta». «Sono di parte nel leggere la
situazione attuale in modo negativo - ha esordito
Zanotelli - perché il contesto da cui si legge il
mondo non può che influenzarne la lettura e io
lo leggo da posti dove la
gente soffre la povertà, la
fame, lo sfruttamento.
Non possiamo parlare di
pace senza prendere in
considerazione il disastro umano».
Proprio partendo da
questa prospettiva particolare Zanotelli ha sviluppato diversi concetti
legati alla globalizzazione, «concetto non buono
0 cattivo di per sé» ma da
sviluppare e da vedere
come sistema. Ha parlato
soprattutto di finanza.
«Oggi - ha detto - vige 1’
impero del denaro, l’economia di per sé conta
poco con 1.800 miliardi
di dollari spostati ogni
giorno e 50.000 miliardi
solo di interessi che i
paesi poveri devono annualmente alla Banca
mondiale». Parlare di pace di fronte a queste cifre
che affamano i paesi poveri è difficile ma Zanotelli ha continuato e ha
parlato, sempre dal punto di vista del denaro, degli investimenti continui
negli arsenali atomici (60
miliardi di dollari solo
negli ultimi anni da parte
statunitense) e su quelli
più tradizionali, di servizi
segreti, di guerra all’Iraq
e di trappole ecològiche.
Ma di fronte a un sistema mondiale con queste
caratteristiche che cosa si
può fare? Per Zanotelli
l’unica soluzione è reagire, non subire passivamente diventando complici del sistema facendosi «togliere l’anima» da
questo. «Quel che serve
oggi è recuperare la nostra dignità. Togliere al sistema la credibilità. Cercare di riflettere e poi agire». Ma come farlo? «Ricreando la società civile
partendo dalle piccole
comunità e sentendosi
nuovamente soggetti politici». Già questo pensare
a ridiventare soggetti politici, inseriti in comunità
che si organizzano, è un
atto rivoluzionario per
Zanotelli perché vuol dire
andare contro l’atomizzazione della società, in
qualche modo rifondandola su valori che non sono l’idolatria del denaro.
Partito da una visione
particolare, il discorso di
Zanotelli si sviluppa in
un crescendo che non lascia spazio alla speranza
in questo sistema ma che
si apre alla fede e alla
non violenza attiva, alla
resistenza e alla voglia di
andare oltre, senza paura
di essere rivoluzionari
nello stesso modo in cui
lo è stato Gesù «primo
non violento attivo a cui
fare riferimento».
11 progetto preliminare entro il 30 novembre
Quale «strada delle cave?»
MASSIMO GNONE
La «strada delle cave»
si farà. Ad annunciarlo è l’assessore alla Viabilità della Comunità montana vai Pellice, Giorgio
Odetto, che si dice soddisfatto. «Qualche giorno
fa abbiamo compiuto un
sopralluogo con i proprietari dei fondi e i tecnici della Provincia spiega Odetto -: sul territorio di Bibiana la nuova
strada partirà da una rotatoria in corrispondenza
dell’incrocio di Campiglione per attraversare
Lusernetta giungendo
infine a Luserna Alta in
zona San Marco». A placare le ansie dei proprietari dei fondi è arrivata la
rassicurazione della Provincia. che ha commissionato l’incarico del
progetto preliminare (da
consegnare alla Regione
entro il 30 novembre) a
uno studio esterno: il
tracciato passerà sulla
strada secondaria già esistente, permettendo di
mantenere pendenze inferiori al 4-5%. Si realizzerebbe un ponte a valle
dello stabilimento Turati
che, sacrificando l’attuale chiosco, collegherà
San Marco a Lusernetta.
A rompere le uova nel
paniere è il buco dei finanziamenti, che non
garantiscono la realizzazione del secondo lotto
(circa la metà dell’intera
opera) e il proseguimento fino a San Marco. In
realtà questo secondo
lotto è al secondo posto
nella graduatoria delle,
opere connesse inseribili
ma bisognerà vedere se
anche queste verranno
finanziate. Intanto i lavori del primo lotto (4
milioni e 650.000 euro
complessivi) sarebbero
pagati (2 milioni di euro)
dalle «opere connesse»,
sempre che la Finanziaria confermi lo stanziamento, e per il rimanente dalla Provincia, che si
accolla anche l’intera
progettazione.
«L’intervento della Regione è necessario», dichiara il presidente della
Comunità montana, Claudio Bertalot. Concorda
il vicepresidente e sindaco di Lusernetta, Giorgine Cesano: senza il secondo lotto «il progetto è
monco». Le proposte,
avanzate in questi mesi,
di istituire un pedaggio o
delle obbligazioni sono
giudicate «un estremo rimedio». Particolarmente
interessati restano lo stabilimento di acque minerali Pontevecchio e le associazioni dei cavatori:
queste ultime hanno
messo a disposizione uomini e mezzi per la realizzazione dell’opera.
Un bilancio deirattività 2002
Sportello unico
gioie e dolori
72 procedimenti avviati e ventidue chiusi nel
2002: è il ruolino di marcia di Valpellice impresa,
10 Sportello unico per le
attività produttive della
Comunità montana vai
Pellice. Giovedì 17, all’
hotel Gilly di Torre Pellice, con le due imprese
consulenti (Asm di Settimo e Apa consulting di
Torino), si è discusso dell’ufficio al quale, secondo
11 decreto legislativo 11298 e il dpr 447-98, cittadini e imprese dovrebbero
rivolgersi per «tutte le
pratiche di autorizzazione necessarie a costituire
o modificare un’attività
produttiva».
Il problema principale, oltre alle risorse scarse per la gestione, commenta il responsabile del
servizio in vai Pellice,
Spartaco Passi, «l’uniformazione dei tempi di risposta degli enti coinvolti». Se in generale i tempi
sembrano essere rispettati (in vai Pellice la media è di 84 giorni a fronte
dei 90 stabiliti dalla legge), non tutte le imprese
conoscono lo Sportello.
La conferma arriva da
Paolo Laurenti, del Dipartimento di prevenzione dell’Asl 10. «Da gennaio a oggi, sulle 370 richieste di parere che ci
sono arrivate - rileva
Laurenti - 258 provi
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re le richieste a o
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senza passare dallo
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Chisone e Germ
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gianato e industria, ft
Resistenza e Costituzione
Valori da tutelare
Con l’elezione del presidente, dell’esecutivo e
dei revisori si avvia in vai
Pellice l’attività del Comitato per la difesa dei
valori della Resistenza e
della Costituzione, che
era stato costituito nel
luglio scorso dai Comuni
valligiani e dalle associazioni partigiane. Presidente è stato eletto all’unanimità Renzo Tibaldo, di Torre Pellice, animatore di questa iniziativa che vuole rispondere anche all’inevitabile
scomparsa di molti ex
partigiani. Renzo Sereno, per l’Anpi di Luserna
San Giovanni, sarà il vicepresidente; i consiglieri Jean-Louis Sappé, per
Angrogna, Lasagne per
Bricherasio, Rivoira per
Rorà. Tre i revisori: Luca
Varoli (Villar Pellice) Mirella Casali (Fiap), Domenico Nicola (Bibiana).
Si è proposto che l’esecu
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riore ai 40 anni, iti
da mettere le basi
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Incertezza sul futuro del locale
Ombre sul «Colors»
«Abbiamo purtroppo
saputo che all’attuale gestore del Colors (...) saranno affiancati dei ragazzi della diocesi di Pinerolo (...) Non vogliamo
che il Colors cambi gestione, temiamo che le
attività cesseranno trasformandolo in un locale
come tutti gli altri» diverso dal «locale che noi
amiamo». Così recita la
petizione diffusa da qualche settimana e che in
calce riporta le firme di
giovani (e meno giovani)
affezionati al club «sotto
la parrocchia» di San
Martino a Torre Pellice.
La decisione di dare
una svolta alle attività del
locale sarebbe arrivata
dal parroco di Torre Pellice, lo stesso, e gliene dà
atto la petizione, che «è
stato molto aperto e innovativo creando uno
spazio per i ragazzi» nel
quale poter ascoltare
«qualsiasi tipo di musica». Effettivamente, nell’
anno passato, il locale era
stato protagonista di alcuni eventi musicali di rilievo. La novità più evidente di oggi è il divieto
di servire superalcolici il
sabato sera. La situazione
resta confusa, qualcuno
sostiene che i progetti
della proprietà sarebbero
differenti da quelli dei gestori. Tra i frequentatori
c’è la curiosità di sapere
come andrà a finire.
Pinerolo: un'iniziativa a cura del sen. Passone,
Per una politica meno «noio^
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«Chi l’ha detto che la
politica dev’essere per
forza noiosa?» Con questo simpatico slogan vengono presentati i prossimi «giovedì dell’Ulivo»,
una sera al mese per incontrarsi, confrontarsi,
approfondire, in un contesto di convivialità, fuori
dalle sedi di partito o comunque dalle incombenze politiche immediate.
L’iniziativa, che si deve
in buona parte al senatore Elvio Passone, è la prosecuzione di una serie di
incontri che, sempre al
giovedì, si tenevano a Pinerolo, nella sede Ds, e
prevede di incontrarsi al
bar confetteria Legger, in
piazza San Donato 42: al
le 19,30 uno spuntino
(piatto unico con due
scelte, al prezzo di 9 euro); alle 20,30 un momento di animazione (musica, poesia); alle 21 un tema, con presentazione e
dibattito. Si comincia con
«Pace e guerra» giovedì
24 ottobre; il 21 novembre si parlerà di «Libertà
senza esclusi», il 19 dicembre di comunicazione, il 16 gennaio della
Carta dei diritti del lavoro (la proposta della sinistra), il 13 febbraio di
sistemi elettorali e di elezioni «primarie», il 13
marzo delle proposte
dell’Ulivo per il Pinerolese, il 10 aprile del significato di «destra» e «sini
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PAG. 9 RIFORMA
2002IPÌ Dal 24 ottobre a Torino il «Salone del gusto»
Apre la festa dei sapori
f^angiore bene riscoprendo le spedalità tradizionali una
sfida stimolante anche per i produttori del Pinerolese
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La festa dei sapori si
apre giovedì 24 ottobre. Da quel giorno, e fino a lunedì 28, dalle 11
alle 23, al Lingotto Fiere
¿¡Torino ecco il terzo
«Salone del gusto» organato da Slow food. Una kermesse fatta di degustazioni, di ghiottonerie, di prodotti di qualità
e In molti casi a rischio di
estinzione. Cinque giorni
In cui migliaia di amanti
della buona cucina, dei
sapori particolari, operatori del settore, semplici
curiosi si accalcheranno
fra le bancarelle malgrado i 18 euro del biglietto
d’ingresso (che però consente di attingere agli assaggini che numerosi
produttori offriranno).
Quello del mangiar bene riscoprendo le bontà
antiche è lo scopo dichiarato del Salone, anche per andare incontrò
al mondo dell’agricoltuta, un mondo che spesso
deve fare i conti, come in
questo 2002, con una an‘nata assolutamente negativa. Un mondo che
riscopre le sue radici
per allontanarsi dalle forzature chimiche e dagli
Ogm per recuperare le
vecchie varietà, un mondo che deve saper spiegare ai cittadini consumatori il senso del limite:
It risorse, come i prodotti della terra sono limitate. La produzione agricola e artigianale non è infinita ma è legata alla
stagione e alle superfici
che si dedicano a questa
»quella produzione, al
numero degli addetti che
ogni azienda, per lo più a
carattere familiare, può
dedicare alla causa.
Il Salone di quest’anno
preseriterà i suoi «gioielli» dmdendoli per vie teojatiche: è una novità
che dovrà essere valutata
00 orgariizzatori e visitatoti e poi i consueti labo
ratori del gusto (310),
conferenze, le presentazioni dei presidi vecchi e
nuovi. Quest’anno Slow
food presenterà per la
prima volta anche alcuni
prodotti da tutelare provenienti da altri paesi del
globo nella piazza delle
cucine del mondo, a tutela di una biodiversità
sempre più minacciata
dalla globalizzazione.
E in questa kermesse
nobile dell’arte culinaria
e dei prodotti di qualità
la provincia di Torino e’
le vallate pinerolesi giocano un ruolo rilevante;
le valli valdesi che per
anni hanno visto l’agricoltura segnare il passo
per via dell’industrializzazione dello stipendio
certo e fisso, da almeno
un decennio stanno rinascendo (più la vai Pellice
che la vai Chisone ma c’è
spazio per tutti). I ristoranti, alcuni non tutti ancora, stanno riscoprendo
i piatti di un tempo; le
antiche varietà di mele,
di castagne, di mais ritornano sulle tavole, i salumi sono presenti in
ogni menù; i formaggi
dei nostri alpeggi sono
tanto ricercati da risultare insufficienti come
quantità e superbi come
qualità. Proprio lo scorso
fine settimana al salone
della montagna un alpigiano di Bobbio, Pierclaudio Michelin Salomon ha ottenuto il riconoscimento della miglior
toma d’alpeggio su 140
alpigiani presenti; due
pinerolesi sono risultati
primo e secondo nel settore delle ricotte d’alpeggio. Riconoscimenti importanti che premiano,
con gli alpigiani, anche
un territorio.
Il Salone del gusto sarà
un’importante vetrina:
mustardela, liquori, sarass del fen, miele, salse
dolci per i formaggi, castagne, verranno portate
dai produttori delle valli
valdesi fino al Lingotto;
molti agriturismi della
zona potranno offrire alla
platea piatti ricchi di tradizione e di fantasia: l’immancabile successo economico e di immagine
che deriva ogni volta per i
produttori è motivo di orgoglio per la nostra montagna e sprone per le aziende a migliorarsi e per
altri giovani a riscoprire il
valore dell’agricoltura in
montagna. Cosa che, in
un tempo di forte incertezza sul futuro occupazionale delle nostre vallate e col bisogno di ripensare allo sviluppo del territorio montano, è tutt’altro che da trascurare.
M Nascerà a San Germano
Un museo dello sci
DAVIDE ROSSO
POCHI sanno che un
tempo a San Germano si fabbricavano sci.
Quando si pensa al passato industriale di San
Germano la memoria va
al cotonificio Widemann
che ha caratterizzato più
di un secolo della vita,
anche sociale, del paese.
Ma San Germano era anche la sede della «Premiata ditta Rochon» produttrice di sci. Dal 1931
al 1961 infatti, cioè gli
anni della «nascita» e del
primo sviluppo in campo
sciistico di Sestriere, nel
paese della bassa vai
Chisone si costruivano
sci e sembra anche con
buoni risultati.
L’azienda Rochon, fondata dal falegname Rochon, cominciò la sua
produzione nel ’31 e rimase attiva fino al ’61
anche avvalendosi della
collaborazione del figlio.
Poi negli Anni 60 i due
Rochon non poterono fare il «salto» tecnologico
necessario per il passaggio dagli sci in legno a
quelli in materiale sintetico e la chiusura dell’attività fu inevitabile. Oggi
di quell’attività artigiana,
situata poco prima del
cimitero in una casa sulla sinistra della strada, rimane molto materiale
per la fabbricazione degli
attrezzi e diversi sci.
Per evitare che questo
patrimonio artigianalculturale vada perso, ma
anche per salvare la memoria di un’attività sangermanese che oggi sembra remota, il Comune ha
deciso di allestire un apposito museo dello sci in
cui verrà raccolto tutto il
materiale della «ditta Rochon». «Il museo - dice il
sindaco, Clara Bounous sarà sistemato nel municipio, nei locali dell’attuale aula consiliare. Le
riunioni consiliari, tra
non molto, si terranno invece che nel seminterrato, nei locali al pianterreno del municipio ora utilizzati dai bambini della
scuola materna. La signora Pons, unica erede dei
Rochon, ha già dato la
sua disponibilità ha fornire il materiale e stiamo
lavorando per presentare
un progetto in Regione
per il finanziamento».
Ma quando i sangermanesi, e non solo loro
ovviamente, potranno
visitare il nuovo museo? I
tempi sono ancora lunghi perché si parla di 3 o
4 anni per l’allestimento
definitivo; per intanto si
è cominciato a lavorare
alla preparazione spe. rando ovviamente di arrivare in tempo per le
olimpiadi del 2006 che
potrebbero essere un
buon trampolino di lancio per il nuovo museo,
Un dibattito aH'«Autunno in vai d'Angrogna»
Il futuro delle scuole montane
Alle Valli si torna a discutere di scuola. L’incontro di mercoledì 16 alla sala
unionista di San Lorenzo nell’ambito
di «Autunno in vai d’Angrogna» ha visto la partecipazione di Bruna Peyrot,
dirigente dell’istituto comprensivo di
Torre Pellice, e Piero Bottiroli, dell’istituto di Verzuolo (bassa vai Varaita).
«C’è aria di abbassamento culturale denuncia Bottiroli - con una diminuzione di attrezzature, progetti e personale». Per quanto riguarda il futuro,
continua il dirigente di Verzuolo, «difendere una pluriclasse di 7-8 alunni
sarà impossibile», una via d’uscita sa
rebbe «far muovere i bambini facendoli
frequentare più strutture». E Bottiroli rilancia: «II buono scupola va speso nelle
nostre valli». Secondo la Peyrot «non è
vero che se si chiude la scuola il paese
muore», se mai è il contrario: «se il paese muore la scuola si chiude; ogni scuola deve essere parte del sistema nazionale e luogo di raccolta delle identità locali». Ci sono delle scuole da chiudere?
«Dipende - risponde Peyrot -: alcune
sono da.chiudere, altre da rifunzionalizzare». Sul prossimo numero del giornale un ampio servizio dedicato alla situazione delle scuole di montagna, (m.gj
• Presi(di, pastori, insegnanti e studenti a convegno in ottobre
scuole inglesi ospiti del Collegio
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creato nel Nord
Irlanda per aiutare a superare i conflitti ideologici e politici di quella
terra, così come Agape fu
construita per abbattere l’odio e le lacerazioni della seconda guerra
mondiale. I partecipanti
inglesi al convegno includevano, oltre ai rappresentanti del Collegio,
alcuni presidi, insegnanti
e pastori, membri dei comitati delle sei scuole,
una decina di studenti
ospiti degli allievi del
Collegio e una rappresentanza della Waldensian Fellowship.
Il convegno. Iniziato
con una giornata di studio presieduta dal preside Robert Davey, figlio
del fondatore di Corrymeela, e introdotta dal
moderatore della Tavola
valdese, pastore Gianni
Genre, con una presentazione sul ruolo della
Chiesa valdese nella società odierna, ha quindi
avuto un pubblico composito e interessato. Sono stati proposti all’attenzione del partecipanti
alcuni punti fondamentali, tra cui la riflessione
sul significato della spiritualità che le 7 scuole
cercano di vivere e sulle
forme diverse che essa
può assumere, dati anche i contesti culturali diversi: nelle scuole inglesi
la partecipazione al culto
mattuttino quotidiano,
l’insegnamento religioso
e modalità diverse di servizio alla comunità; nel
Collegio valdese con un
accento sulla laicità e sulla conoscenza e tolleranza dell’altro attuata attraverso lo studio di lingue e
culture diverse, dato il
contesto cattolico italiano. Ci si è infine interrogati su come rinsaldare i
«ponti» esistenti tra le
sette scuole e come costruirne altri in futuro.
Una giornata luminosissima di autunno ha
fatto da cornice alla visita
ad Agape e ai luoghi storici valdesi nella vai di
Angrogna, seguita da una
riuscita serata conviviale
in cui gli ospiti hanno
espresso il loro compiacimento e riconoscenza
per l’ospitalità ricevuta e
il loro apprezzamento
anche per la gastronomia
locale. Il convegno si è
chiuso con la partecipazione attiva dei membri
al culto domenicale nel
tempio di Torre Pellice.
'V Pinerolo
Sviluppare
la percezione
visiva
È stata inaugurata a Pinerolo il 21 ottobre nella
sede del Circondario in
via dei Rochis 12, la mostra «Come acqua», originale esposizione di opere
realizzate da giovani sordi, nell’ambito di un progetto promosso e finanziato dalla Provincia di
Torino e curato dall’Associazione Maschera viva.
La mostra è il risultato di
un corso di percezione visiva che attraverso l’utilizzo della fotografia e
con la scelta del tema acqua, ha sviluppato un
percorso che ha consentito di evidenziare i diversi
modi di percepire l’elemento acqua e renderli
visibili condividendo i
contenuti emozionali.
L’esposizione proseguirà
fino al 7 novembre con il
seguente orario: dal lunedì al giovedì dalle 9 alle
12 e dalle 14 alle 16; il venerdì dalle 9 alle 12. Le
scuole che desiderano organizzare visite di classe
possono comunicarlo direttamente al Circondario (tei. 0121-393174).
NELLE CHIESE VALDESI
DOMENICA DELLA RIFORMA — In occasione della domenica della Riforma, il Centro culturale
valdese e le chiese della vai Pellice organizzano
un incontro, sabato 2 novembre alle 17, alla biblioteca della Casa valdese di Torre Pellice, dove
Luca Baschera parlerà su «Bernardino Ochino,
riformatore del XVI secolo»; verrà posto in visione il video di Protestantesimo sullo stesso tema.
INCONTRI SUL CULTO — «Il culto: così come è
non ti piace? Lo vorresti diverso?». Se ne parlerà
lunedì 4 novembre alle 20,30 al presbiterio di Lusema San Giovanni oppure lunedì 11 novembre
alle 20,30 al presbiterio di Villar Pellice.
BOBBIO PELLICE — Domenica 27 ottobre alle
10.30, festa della Riforma. Culto con santa cena.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 27 ottobre
culto con assemblea di chiesa per l’elezione di
nuovi anziani. Il Gmppo preghiera si ritroverà al
presbiterio, l’ultimo martedì del mese, alle 20,30.
Giovedì 31, alle 20,30, riunione alle Vigne.
MASSELLO — Domenica 27 ottobre, alle 11,15, culto con assemblea di chiesa sul Sinodo e sul comitato museo storico della Balziglia.
PRAROSTINO — Domenica 27 ottobre, alle 9, culto
con santa cena al Roc, alle 10,30 a Pralarossa. Alle 14,30, nella sala del teatro, bazar della festa del
raccolto. Domenica 3 novembre, alle 10, culto a
San Bartolomeo.
POMARETTO — Lunedì 4 novembre, alle 20, riunione quartierale ai Masselli.
PERRERO-MANIGLIA — Giovedì 31 ottobre, alle
20.30, dibattito su: «Protestanti ed Europa: luci e
ombre»; interviene il pastore Winfrid Pfannkuche.
RORÀ — Giovedì 24 ottobre, alle 20,30, riunione
quartierale alle Fucine.
TORRE PELLICE — Domenica 27 ottobre, pomeriggio comunitario dalle 15, all’Inverso, con castagnata; mercoledì 30, alle 20,30, riunione quartierale ai Bouissa, venerdì 1° novembre, ore 20,30,
alla Ravadera.
VILLASECCA — Le prossime riunioni quartierali,
alle ore 20:25 ottobre a Villasecca, 29 a Morasso.
., Gli incontri della Cevaa alle Valli
Un anno fa l'Equipe
FRANCO TAGUERO
U
N anno fa, di questi
tempi, nelle chiese
valdesi del I distretto si
trovava in visita l’équipe
Cevaa: 5 persone provenienti da 4 continenti divèrsi che sicuramente
molti membri di chiesa
ricordano e con i quali
molti sono ancora oggi
in contatto epistolare. A
distanza di un anno, che
cosa è rimasto nelle nostre chiese di quella visita? Certamente il ricordo
di qualche discussione
anche accesa sui diversi
modi di vivere la fede e
di intendere l’appartenenza alla chiesa e il servizio, e così è rimasto in
alcune persone, tra cui
ovviamente i membri del
gruppo locale di pilotaggio dell’équipe, la consapevolezza di aver vissuto
una esperienza arricchente di scambio e di
condivisione.
Di tanto in tanto capita, all’interno di un dibattito, che qualcuno citi
osservazioni e riflessioni
fatte da qualche membro
dell’équipe in questa o
quella occasione. Tutto
questo è sicuramente
importante e testimonia
della buona riuscita di
quella iniziativa ma la visita non ha certamente
sconvolto le nostre comunità, né lo pretende
va, e la scossa prodotta
rischia di perdere di efficacia se non viene in
qualche modo rimessa in
circuito.
Mentre gli organizzatori stanno pensando di attuare un incontro mirante a una «rivalutazione»
della visita non solo in
chiave nostalgica ma con
toni propositivi, sta nascendo, a cura degli animatori del Coordinamento delle attività scoutistiche del distretto, uno
scambio di visite, ancora
sotto l’egida della Cevaa,
tra un gruppo di giovani
delle Valli e un gruppo di
coetanei dell’Uruguay e
dell’Argentina. I due viaggi si effettueranno nell’estate del 2003 e nell’inverno del 2004 e una recente visita in Italia del
pastore Miguel Angel Cabrerà, membro del comitato Cevaa della Chiesa valdese del Rio de la
Piata, ha permesso una
messa a punto di alcuni
particolari organizzativi.
E importante che le cornunità comprendano
che questa iniziativa si
pone in continuità con
quella che ha riguardato
l’équipe: la Cevaa è un
luogo nel quale le persone di ogni latitudine si
incontrano e imparano a
rispettarsi pur nella diversità delle culture e
delle espressioni di fede.
W L'attività femminile a Pinerolo
100 anni di Unione
L’Unione femminile di Pinerolo ha compiuto
cent’anni e ha voluto ricordare questo evento con una
serie di iniziative: una storia della sua attività inserita
nel bollettino della chiesa, un intervento durante la festa della comunità in giugno... Ma l’incontro clou era
stato organizzato per domenica 10 novembre. Purtroppo, però, a causa del protrarsi dei lavori di risistemazione dei locali ecclesiastici, il programma previsto
ha dovuto subire un rinvio. Pertanto le sorelle
dell’Unione hanno deciso di spostare questo loro
gioioso appuntamento più avanti nel tempo. I festeggiamenti si terranno la domenica 16 marzo 2003.
14
PAG. 10 RIFORMA
E Eco Delle Yalu ^ldesi
venerdì 25
SPORT
SHORT TRACK
Ottimo piazzamento per il quindicenne Davide Zeppegno del 3S
Lusema, che nella prima prova internazionale a Torino della Short
Track Cup si è piazzato al sesto
posto per la sua categoria (Junior
C). Da rilevare anche la presenza
di numerosi giovani atleti dell’istituto comprensivo di Volverá dove,
in stretta collaborazione con l’Ice
Team Torino i fratelli Fabio e Davide Carta svolgono un lavoro di
testimonial e di promozione.
Draghi di Torino con una formazione rinnovata, rafforzata da due
giocatori canadesi di grandi qualità. Prossimo appuntamento a
Courmayeur all’inizio di novembre per la prima giornata del campionato nazionale di serie B.
CURLING
Secondo posto al Trofeo «Verso
Torino 2006» per la squadra di
curling del 3S Luserna, guidata
dallo skip Valter Pons e formata
da Dante Cogno, Mario Sibille e
Omar De Biasio. Il Trofeo è stato
organizzato dalla Federazione italiana sport ghiaccio in collaborazione con la società sportiva lusernese, e ha visto la vittoria dei
CALCIO
Quinta sconfitta per il Pinerolo
in serie D; in casa con il Bobbio, i
biancoblù, che accusavano alcune
importanti assenze, sono stati
battuti per 3-1: la classifica si fa
sempre più pesante.
VOLLEY
Vittoria al tie break per la Volley
Pinerolo in serie C contro il San
Paolo. La formazione torinese aggressiva nel primo parziale, conclude 24 a 23 per gli avversari un
errore di troppo fa scivolare via il
set. Secondo parziale con errori
dalle due parti ma il San Paolo ha
la meglio e chiude lasciando la
Volley Pinerolo a 23. Il terzo set,
ancora molto equilibrato, si chiude sul 25 a 21 per i pinerolesi. Il
quarto parziale infine termina 25
a 23 per la Volley Pinerolo. Nel tie
break i padroni di casa, in vantaggio, mettono a segno la palla della
vittoria dopo il time out chiesto
dagli avversari. Volley PineroloSan Paolo Ottica lens 3-2.
La 3S Pinerolo invece porta a casa un importante 3 a 0 dal campo
della Volley Sommarivese, serie D
maschile. Sabato 26 ottobre il 3S
Pinerolo affronterà in casa la Volley Riviera delle Alpi di S. Vincent.
Campionato under 15 femminile, girone G, Pgs stella Rivoli-3S
Nova Siria Luserna a 3-0 (25-12,
25-1, 25-13). Campionato under 20
maschile, girone unico, 3S Nova siria Pinerolo - Chisola volley 3-0
(25-19, 25-11, 25-15). Campionato
under 17 femminile, girone B, Villar Perosa volley-3S Nova Siria Pinerolo 0-3 (21-25, 18-25, 23-25).
Spettacoli e incontri di «Nonsoloteatro»
Il teatro come sistema nervoso
«Fare teatro nel territorio è come costruire un
sistema nervoso, che trasmetta stimoli culturali
ed emotivi e recepisca, a
sua volta, le sensibilità
del tessuto sociale». È la
filosofia che determina
le scelte artistiche della
compagnia «Nonsoloteatro». La stagione 20022003, che continuerà fino
alla prossima estate, parte con Generiamo, miscela di spettacoli e incontri
per le nuove generazioni
che si inaugura al villaggio Crumière di Villar Pellice: dal 4 all’8 novembre
una settimana di stage
con i ragazzi coinvolti nel
progetto Errare umanum
est de La baracca-teatro
Testoni di Bologna e un
gruppo di partecipanti al
progetto Vibrazioni di
«Nonsoloteatro».
Il progetto continua
venerdì 8 novembre, alle
21,15, con «Fuori di me»
(Fondazione Sipario Toscana), spettacolo che
inaugura la stagione al
teatro del Forte di Torre
Penice. Si prosegue sabato 9, alle 21,15, sempre al
teatro del Forte, con «Il
deserto dei tamarri» (La
baracca produzioni teatrali e teatro Testoni).
Venerdì 15 novembre, alle 21,15, all’Auditorium
del Liceo scientifico Marie Curie di Pinerolo, andrà in scena «Arbol» (per
il Teatro del buratto-tea
tro Stabile d’innovazione, compagnia Corona):
a seguire un incontro
con il centro Leoncavallo. Domenica 10 novembre 2002, alle 16, al teatro
del Forte, inizia la rassegna Domenicaintre, con
lo spettacolo di burattini
«Il tesoro dei pirati» (teatro Pirata). Sabato 16 novembre, alle 17, sarà la
volta dell’incontro con il
Gruppo teatro Angrogna,
che alle 21,15 proporrà il
suo spettacolo «La bicicletta di Yang».
Il prezzo del biglietto al
teatro del Forte varia dagli 8 euro (intero), ai 6 euro (ridotto), ai 3,50 euro
(unico per la rassegna
Domenicaintre). (m.g.)
A Cumiana
Si conclude
«Sette salti»
APPUNTAMENTI
Si conclude sabato 26
ottobre, alle 21,15, a Cumiana nel castello della
Costa, la prima edizione
di «Sette salti», musiche e
danze tradizionali nel Pinerolese. Ospiti «Les violons du rigodon» (Dauphiné) e i «Viouloun d’
Amoun». Un incontro
transfrontaliero fra due
ensemble che lavorano
entrambi, di qua e di là
delle Alpi, a un progetto
di riscoperta e valorizzazione del violino popolare, strumento un tempo
largamente diffuso nelle
vallate, poi messo in secondo piano dall’avvento
della fisarmonica.
25 ottobre, venerdì
TORRE PELLICE: Alle ore 21, al teatro del Forte, la
compagnia Nonsoloteatro offre uno spettacolo in favore dei bambini di Cernobil «In volo con Buccino».
CANTALUPA: Alle 21, nel Centro congressi di via
Roma, presentazione del libro «La grande abbuffata»,
percorsi cinematografici fra trame e ricette; segue la
proiezione del film «Bianca» di Nanni Moretti.
PINEROLO: Alle 17, al museo etnografico di via Brignone, inaugurazione della mostra «Il popolo della
Bibbia: vita e costumi».
PINEROLO: Alle 17,30 al museo di scienze di Palazzo Vittone, apre la mostra «C’è di nuovo... il lupo».
PINEROLO: Alle 21, al circolo sociale di via Duomo
1, tavola rotonda con filmati «C’è di nuovo... il lupo».
TORRE PELLICE: nella sede di via Cavour 9, dalle 9
alle 12, l’Esercito della Salvezza organizza la «Festa
delle messi» con bazar dei prodotti della natura,
dell’usato, dolci e buffet. L’iniziativa prosegue anche
sabato 26, dalle ore 15 alle 18; domenica 27, alle 10,
culto di ringraziamento.
26 ottobre, sabato
ANGROGNA: Autunno in vai d’Angrogna: alle 21,
nella sala unionista, reptica dello spettacolo del
Gruppo teatro Angrogna «La recita»; ingresso libero.
INVERSO RINASCA: Alle 11, al municipio, cerimonia di inizio lavori del Centro sociale polivalente.
PINEROLO: Per la 17“ rassegna di teatro dialettale,
alle 21,15, al teatro incontro di via Caprilli la compagnia «Alfatre gruppo teatro» presenta «La presidente».
PINEROLO: Alle 17,30, nel museo della diocesi,
presentazione del quaderno d’archivio curato da Gabriele Mercol «Nel Pinerolese un cammino di otto secoli verso traguardi ecumenici».
TORRE PELLICE: Nella sala Paschetto del Centro
culturale valdese, alle 17, sarà inaugurata la mostra
del pittore Sergio Buffa «Passioni», visitabile fino al 17
novembre giovedì, sabato e domenica ore 15-18, gli
altri giorni ore 14,30-17,30 rivolgendosi in segreteria.
29 ottobre, martedì
PINEROLO: Alle 21, all’Accademia di musica di viale Giolitti 7, concerto di Danila Ivanov al violoncello e
Katerina Ivanova al pianoforte.
30 ottobre, mercoledì
ANGROGNA: Nell’ambito dell’Autunno in vai d’Angrogna, alle 21, nella sala unionista, incontro dibattito
su «Medicina ufficiale e medicina alternativa a confronto»; intervengono Giuseppe Ventriglia, medico di
base dell’Asl 10 e Mario Paolo Gozzellino, omeopata.
San Secondo: Mellan
Rol 16, tei. 500112,
Perrero: Ghinevert-via]
Monte Nero, tel.808827i
Pinerolo: Balchet - p.^a
Donato 46, tei.
telefono 11
CINEMA
TORRE PELLICE ||
nema Trento prop^invece,
mercoledì 30, per la r« Mando
nna «ìalninicmrt in -«n. “ i ..
gna «alpinismo incelili jesulpi
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ripropo
mar tra bambole di
CONCERTO — Sabato 26 ottobre, alle ore 20,45,
nel tempio di San Germano Chisone la corale valdese, diretta da Riccardo Bertalmio, propone un
concerto per gli 80 anni della sua attività.
tra; Piccoli Buddha. Il .
bet fuori dalTilS>f“
janje po vazduha.G .
vedi 24 e venerdì 25,| tiamodi
21,15, Monsieur Batio sideiazù
le; sabato,20,20 e 22, termine
domenica, ore 15,18,21 italiano
e lunedì, ore 21,15, Aj legno» i
rix e Cleopatra. (tali son
VILLAR PEROSA- l^dì dai
Nuovo cinema comii Od)'
le presenta, sabato 26, tìfica un
menica e lunedì, ore21 attiene r
Un viaggio chiap| riservate
amore; domenica 2Ip cipar
16,30, Lilo & Stjtd^m
done. A
tedi 29 ore 21,15, Mi
mine ris
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sieurBatignole.
BARGE — Il cineir|;( jiamenti
munale propone, vene feriamo
25, ore 21, Ruedeplàq
sabato 26, ore 21,1
i know; domenica, orti
17, lunedì e martedf
19,30, Peter Pan, rj|8
all'isola che non c'i;i
menica, ore 19 e 21,11
e martedì ore 21, Unii
gio chiamato aldi
giovedì 31 alle ore 21 a
nerdì 1° novembre,'!
ore 15, 17, 19,
for dancing.
CONSORZIO
Via Viqone, 42
Pinerolo (TO)
Tel. 0121.2361
L’“UMIDO”: UNA NUOVA
RACCOLTA DIFFERENZIATAì
pre
energia -ambiente
verde
pisello
La nuova proposta Acca: Verde
Sacchetto per l"'umido"
Per fare la nuova raccolta differenziata
dell"'umido" bisogna utilizzare un sacchetto
in più, il "verde sacchetto", a partire da casa
vostra. Certo bisogna fare qualche sforzo:
qualche minuto di attenzione al giorno per
dividere e separare il destino dei vari
materiali deil'immondizia.
Il sacchetto si trova negli esercizi
commerciali (grandi e piccoli) che harmo
scelto di aiutare l'ambiente ed espongono
sulla vetrina il simbolo di Verde
Sacchetto: potete richiederlo e utilizzarlo
per la spesa.
L'Acea pubblica sui periodici il loro
elenco, paese per paese; informazioni al
numero verde 800-808055.
darvi l'occasione di partecipare, per fare
in modo che in fretta nei prossìip^me^
nei cassonetti compaiano migliai
sacchetti di colore verde!
La valorizzazione neL
stabilimento
Attraverso le lavoraziobi
stabilimento nuovo in cost.~
presso la tangenziale di Pineral
valorizza il materiale organico faceti
diventare fanghi (10%) per
UChi
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n tutti d
verde
mela
VERDE
SACCHETTO
verde
ramarro
C
Una pattumiera dedicata, un pò M
spazio, qualche minuto in piò
Queste sono le richieste e i piccoli
problemi con cui dovrete fare i conti.
L'ACEA e i vostri Comuni di residenza
non vi lasceranno soli.
PER PARTECIPARE E PER
INFORMAZIONI, CONSIGLI,
INDICAZIONI, DUBBI:
un mezzo itinerante, con ima efficace
mostra, gira nei paesi per incontrarvi, per
rispondervi; depliant illustrativi in
distribuzione, da appendere in cucina; il
giornale Orizzonte Acea spedito ad ogni
famiglia; totem e cartelli per ricordarvi il
sacchetto da adottare; i periodici locali e i
periodici dell'Ente locale parlano della
campagna; molti negozi distribuiscono i
sacchetti e i materiali; il numero verde
Acea vi risponde; potete partecipare ad
assemblee aperte con i consigli comunali
in ogni paese e città; nel vostro Comune
c'è un referente per informarsi; insegnanti
e studenti sono coinvolti con proposte
ludiche e didattiche; si organizzano visite
al nuovo stabilimento;...
Insomma ogni occasione sarà utile per
sacchetto
il mezzo itinerUnfè per informozioni
(terriccio) da utilizzare in agricplt«
altri usi, e biogas (21%) che
energia elettrica per far funzie
macchine di produzione, acc
rifiuti (25%).
Lo stabilimento tratta anche il nw
"secco" che avrete gettato ne^
sacchetti normali, sottraendo 1 ^
vengono valorizzati i metall»
separandoli; mentre una pari»
combustibile (CDR: 23%) da cui rica^
energia.
Mg é essenziale la coftefal
(AmàM .
la proposta funziona se i citlaowA
loro, dividono i rifiuti:
differenziate classiche da
dell'altra la nuova raccolta d^^^
separato dal Secco, con il Sacche??.
Grazie per il vt^tro impegno!
800-808055
una raccolto comoda che inizia da cosa vostra: utilizzai
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15
j 25 OTTOBRE 2002
PAG. 11 RIFORMA
/IZI
POSTA
Il La discrezione
dei valdesi
fi moderatore della Tavola
\^e, post. Gianni Gerire
faro moderatore,
Letamo riflettere, con quelettera, sul discorso che
ai pronunciato al termine
Ifcll'Wmo Sinodo e pubblico sul numero 35 di RiforCondividiamo e apprez,iamo quanto dici sulla neLsità di trovare modi e linIggi per parlare della reI urrezione oggi alle persone
del nostro tempo, comunilando quella speranza che
-nonpossiamo tenere egoistiLICe'-ii camente solo per noi. Siamo,
“ Propa invece, dubbiosi e perplessi
per la r« quando leggiamo le tue paro0 in celili le sul pudore evangelico che
rioroponl alla nostra atten
boledl* ^ r,. Qn i rtckl
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iur B^rtia aderazioni. In primo luogo il
^ y/miHnrp» nrhiama in
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Azione. Anche se non entri nel
Tìlllrfl mento delle applicazioni prasdX'? tiche del concetto, ci permeterdì “slwno di esporre alcune con
,20 e 2? tarmine «pudore» richiama in
'l6,18,21 italiano le parole «riserbo, ri21,15,'a! legno» e anche «vergogna»
(tali sono alcuni sinonimi ofÌROSA- leni dal Dizionario Devoto
«a comu Oli)' Così pure la parola idenibato26,i tìfica un’area psicologica che
dì, oré21, attiene all’introversione, alla
'biaiij riservatezza, alla timidezza,
oica 27| Ci pare, in ogni caso, che il
Stìtdi a lichiamo che fai a questo ter**“mine rispecchi bene uno stij, un’attitudine e un attegcineiiC jiamento che noi valdesi preme, vena feriamo. È infatti vero che
! de piali
re 21, P«|i
lenìca, orali
martei«
Pan, rlton
non c'è;
19 e 21,
e 21, Un via
ato amori
le ore2Ul
ve mòre,
9, 21, At
nelle relazioni interpersonali
con gli altri, siano essi membri delle nostre comunità o
non membri, tendiamo ad attendere che essi vengano nelle nostre chiese, o ritornino,
piuttosto che cercarli noi
stessi. Non è infrequente il
caso che qualcuno o qualcuna si allontani dalla comunità
e gli altri che restano non si
pongano il problema, cominciando dal chiedere il perché.
Quando succede, invece, che
persone nuove si accostano a
noi, spesso si tratta di qualcuno che già da tempo ha avviato da solo una intensa ricerca
personale che finalmente,
dopo lungo cercare, approda
airincontro con noi.
Come valdesi siamo, perciò,
molto discreti. Alla base di
questo modo di fare ci possono essere, però, delle paure:
quella di invadere l’area più
personale dell’altro, nel caso
di chi si allontana, o anche la
paura di scuotere, sollecitando un dialogo su problemi avvertiti, i già fragili equilibri interni, faticosamente raggiunti, nell’ambito di poche persone che non possono contare
su consistenti ricambi. Nel
caso dei rapporti con amici o
conoscenti esterni alle comunità quasi sempre abbiamo
paura di dire «vieni in chiesa a
vedere cosa facciamo», perché temiamo di essere scambiati per una chiesa che cerca
facili adesioni.
Le tue parole ci hanno fatto
pensare a questo panorama
di situazioni e al loro limite
-à
\
TA
per fare
mi mesi
liaia; di:
ne
:ruàoft
erotoi
icend
:omp
Domenica della Riforma
3 novembre - ore 10,5 - Ral2
CULTO EVANGELICO
Indiretta eurovisione dalla chiesa riformata
di Chaidon-Reconvilier (Giura bernese)
presiedono i pastori Marc Balz, Lucien Boder,
Eric Brunner e Perre André Kuchen
con la partecipazione
del Coro e di un trio strumentale
diretto da Anne-Marie Heiniger
che sta appunto, secondo
noi, in quel pudore che ci ricordi. Non tanto perché esso
sia ili ogni caso da rifuggire,
ma perché farne l’unico registro espressivo del nostro essere e del nostro agire è estremamente limitativo e rischioso. Se infatti ci sono casi in
cui sono opportuni riserbo,
discrezione e attesa paziente
di sviluppi, ce ne sono altri in
cui è invece necessaria una
coraggiosa intraprendenza. A
nostro avviso è importante
imparare a usare il linguaggio
sbilanciato dell’affetto e dell’interesse umano, perché
anche così le persone sentono di essere amate e ricevono
una piccola scintilla dell’amore di Cristo per loro. Così
pure se i membri delle comunità valdesi facessero il primo
passo, prendendo l’iniziativa,
potrebbero sbloccare situazioni irrigidite da tempo.
La stessa urgenza di utilizzare un ventaglio espressivo
del nostro modo di essere
chiesa, più ampio e articolato
del solo pudore, si pone anche in relazione alla situazione numerica delle nostre comunità. Tu stesso dici che alcune di esse sono vicine all’estinzione e, senza necessariamente pensare ai casi più
estremi, il problema si pone
ugualmente nelle Comunità
fuori dalle Valli e dalle grandi
città. È necessario, insomma,
sorvegliare che il numero dei
membri di chiesa non diventi
così esiguo da rendere di fatto impraticabile Tessere valdese in Italia: ci riferiamo alle
situazioni in cui può diventare difficile reperire persone
che si assumano gli incarichi
minimi necessari al funzionamento di una chiesa; come
pure può succedere che una
scuola domenicale sia così
piccola da non riuscire a sostenere sufficientemente la
scelta di diversità (esonero
dalla religione cattolica a
scuola e altro) che i bambini
e le famiglie vivono.
Concludiamo dicendo che
' proprio perché «noi siamo e
restiamo orgogliosamente
protestanti» (citiamo dal tuo
testo) dobbiamo riscoprire la
passione di esserlo in modo
attivo, propositivo ed estroverso, senza escludere di poter coinvolgere altri, anzi facilitando questo fatto, visto
che l’amore evangelico, se
esteso e condiviso, non diminuisce ma si moltiplica ed esso può germogliare anche
dentro le nostre comunità.
Elisa Vicentini
e Nicola Sfredda - Verona
La nostra
visibilità
Si riprende a parlare delle
nostre chiese come «comunità visibili» (lettera di Jolanda Schenk su Riforma n.39).
Ne sono contento, e vorrei
portare un contributo positivo presentando una prassi
della chiesa metodista di Milano in questi anni. Innanzitutto l’argomento delle conferenze pubbliche, cioè dell’impegno per la cultura. Se
non ricordo male anni fa venne fatta una indagine tra i
membri delle nostre chiese
valdesi e metodiste per sapere
come erano diventati membri
comunicanti. La maggioranza
delle risposte è stata che negli ultimi vent’anni le «conferenze pubbliche» sono state lo strumento per conoscere le chiese protestanti. Certo
dopo questo primo incontro
vi è stata un’opera di formazione biblica e di fraterna accoglienza, ma noi riusciamo
a manifestare la nostra fede
con lo strumento culturale.
Questo è un dato che ha portato la nostra Chiesa metodista a riprendere il dialogo
con la città di Milano sia con
un maggior impegno nel
Centro culturale protestante
sia organizzando un ciclo di
conferenze sul tema della ricerca di Dio nella letteratura
europea del Novecento. I risultati sono stati più che positivi sia in termini di «visibilità» della chiesa sia di «aggregazione» di nuovi persone
alla vita della chiesa.
In secondo luogo la scorsa
domenica abbiamo partecipato alla festa del nostro
quartiere con la presenza di
un banchetto con materiale
informativo della nostra chiesa e con un concerto di ottoni diretto da un membro di
chiesa. Si è trattato di una
iniziativa certamente né nuova né originale e come spesso
ci diciamo «si più fare di più»,
ma circa 500 persone si sono
;oitur4]
jrodu^
onarM
qua.
nati
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^Ricordo di
Anna Sinigalia
^Chiesa battista di Bari si
profondo dolore
ai figli e familia™diurna e Michele Siliatif*Pj^S^rido il capo dièstero di una diparla quale non si può
con la Scrittura
dato, il Signore
benedetto il nop.fl Signore».
l3g,°^”?”do con la memoisi/®! di pastorato
fíchele e Anna SiniDPri® nostra comunità,
Nsivàm° segnato
In vita delle
li e dei nostri fraepisodi di questa
convivenza si
pila cnrin- PEopotentemente.
Mellf n*^ fortemente coeciascuno pori,iprnn®naetteva all’esterlali'^P." carismi indivicultura
i5Wa saggezza sereNità i incontenibile
Sione ^no ostro, la sua
Üamo *' d
, m e dlv nnche nei
contrasti
Priora li diverse personaSpre nel /P.^ngevano, ma
Elezione affetto,
amore coniuhaconT'l^‘.fede,acui
1 con fe
e nma^^^^do gli inni
X{Jom^^"dosi nella
.Mefctoale, nelle viSschip?*‘nhtà, nel da^‘>>oS^nisuoi paocasione delle riu
nioni del Consiglio di chiesa.
Anna ha anche segnato un
passaggio importante dei
rapporti con il cattolicesimo
più aperto, soprattutto attraverso il suo impegno generoso per la nascita e lo sviluppo
dell’attività del coro ecumenico di Bari. Partendo artigianalmente da pochi entusiasti
e non sempre intonati seguaci provenienti dalle comunità
evangeliche e, massicciamente, dalla parrocchia di Santa
Scolastica, ha saputo con perseveranza e rigore dare vita a
un’esperienza che ancora oggi, assieme al gruppo ecumenico, costituisce una preziosa
occasione di incontro e comunanza di fede e testimonianza. E a ciò è giunta attraverso i sentimenti di amicizia,
in un clima di allegria spiritosa, che ha saputo tessere con
e tra i membri del coro.
Ed è questa immagine gaia
e appassionata di una sorella
che ha donato la propria vita
al Signore dovunque fosse
chiamata, anche a costo di
vedere lontana da sé la gran
parte della sua «tribù», i sette
figli che oggi sono qui raccolti
nel dolore e nello stupore, è
questa immagine che vogliamo trasmettere nella certezza
di una dipartita pròwisoria
verso quel Signore che ricorda a noi tutti «Io sono la risurrezione e la vita». Con un abbraccio forte e fraterno porgo
cari saluti
per la comunità battista
di Bari, il presidente
del Consiglio di chiesa
Nicola Pantaleo
Un riferimento
Anna Maria non era nota
con il suo cognome da ragazza, Moriondo, ma per tutti noi
è sempre stata Anna Sinigaglia. Negli Anni 60, quando
l’abbiamo conosciuta, giovane moglie di Michele, pastore
a La Spezia, già con due figli,
le donne sposate erano note
con il cognome del marito.
Nonostante il femminismo
del decennio successivo e la
rivendicazione dei diritti della
donna anche attraverso il suo
cognome, Anna ha continuato a essere «la Sinigaglia», restando con i suoi doni e le sue
capacità persona ben distinta
dal marito.
Tutti ricordano la sua voce
e la passione per la musica:
dovunque andasse cercava di
organizzare un coro. Non
sempre riusciva bene «artisticamente», ma per Anna il coro non aveva solo una funzione liturgica, ma era soprattutto il piacere di cantare insieme. Dopo il culto domenicale,
senza alcuna preoccupazione
per il pranzo, si fermava a
suonare, con quelle piccole
mani provate dal lavoro domestico e a cantare, con una
voce forte che non si capiva
come potesse uscire da quel
suo fisico minuto, incoraggiando quelli che esitavano o
non avevano voglia, a provare
le diverse parti, contralto, tenore, ecc., senza mai dare
giudizi se qualcuno sbagliava,
ma accogliendo e stimolando
tutti. Non ha mai cantato in
chiesa da solista, pur avendone la possibilità.
Anna Maria è stata per me
un punto di riferimento forte;
non bigotta, ma innamorata
dell’«Eterno» (così chiamava
Dio) non ha anteposto la sua
vita privata, nonostante i sette figli, all’attività e al servizio nella chiesa. Nessuno la
ricorda ammalata, depressa o
stanca. Anche ultimamente
che malata lo era, e seriamente, non ha mai fatto dei suoi
problemi di salute il centro
della conversazione. Anna
Maria aveva scelto, come dice
Gesù nel testo di Luca 10, 41
«la parte migliore che nessuno porterà via».
Nella lunga amicizia con lei
non ricordo di aver parlato di
gravidanze, di parto, di figli,
non ci siamo mai scambiate
ricette di torte o di smacchiatori casalinghi. Solo una rapida occhiata al nostro abbigliamento che proveniva orgogliosamente dalla ben nota
boutique dell’usato. Nei nostri incontri, sovente anche
con mia sorella, la riflessione
toccava sempre la vita della
chiesa, l’Unione battista, la
predicazione della Parola, la
musica, l’ecumenismo, la difficoltà di comunicare agli altri
l’entusiasmo per l’annunzio,
il kerygma, per l’Evangelo della grazia, per la ricerca teologica della verità che ci fa liberi. Con la morte di Anna Maria si chiude un capitolo, una
fetta importante della mia vita. Lei e Michele sono stati
una benedizione che lascia a
me, come a molti, quella parte migliore che nessuno porterà via, nemmeno la morte.
Didi Saccomani - Torino
Diaconia Valdese
COMMISSIONE SINODALE PER LA DIACONIA - CSD
10 novembre, domenica della diaconia
Borse per anziani
La Commissione sinodale per la diaconia (Csd) ricorda alle
chiese valdesi e metodiste che il 10 novembre è la «Domenica
della diaconia». La colletta sarà devoluta al Fondo di solidarietà
«Borse di assistenza per ospiti delle Case di riposo», cioè al sostegno diretto a quelle persone anziane, ospitate negli istituti evangelici, che non hanno sufficienti risorse economiche per corrispondere la retta necessaria. Da quando è stato istituito dal Sinodo 2000, il Fondo ha distribuito lire 106.168.400 a 16 persone nel
2001 e euro 32.185,43 a 25 persone nel 2002. Il contributo della
colletta delle chiese valdesi e metodiste del 2001 (con rendiconto
finale effettuato nel 2002) è stato di euro 9.548,30.
La colletta va inviata a: Commissione sinodale per la diaconia.
Istituto bancario San Paolo IMI, Agenzia di Luserna San Giovanni,
C/C n. 1067 ABI 01025 CAB 30600.
La Csd informa anche che le domande relative alle Borse di assistenza per Tanno 2003 devono essere inviate entro il 31 dicembre
2002 a: Commissione sinodale per la diaconia, via Angrogna 18,
10066 Torre Pellice (To). La Csd prowederà a richiedere tutta la
documentazione necessaria per l'accoglimento della richiesta.
avvicinate a noi e hanno manifestato interesse per l’attività di questa comunità protestante. La comunità tutta è
stata coinvolta e il quartiere
ha risposto con grande interesse apprezzando questa
nostra modesta iniziativa.
Infine nel campo dell’accoglienza. Le chiese battiste,
metodiste e valdesi di Milano
da anni gestiscono una «casa
di seconda accoglienza» con
un impegno di persone e di
finanze non indifferente e
nelle diverse comunità vi è
un’opera nei confronti di
persone evangeliche immigrate al fine di offrire un luogo e un tempo per «essere
chiesa insieme». Come Chiesa metodista, in particolare,
abbiamo iniziative che vanno
dal lavoro di un pastore statunitense nei confronti della
realtà dell’immigrazione a
Milano, all’impegno per una
vita comunitaria sempre più
integrata (il culto, lo studio
biblico, la scuola domenicale,
la corale), da una solidarietà
con i più bisognosi con il
«banco alimentare» all’ascolto per offrire una diaconia alle famiglie immigrate in difficoltà nell’inserimento dei loro figli nella scuola e nella
nostra città. Queste iniziative
sono ben visibili in città pur
nella piccolezza dei fatti.
A conclusione desidero
esortare un po’ tutti ad abbandonare la linea della lamentela sulla nostra «non visibilità», sia perché non è vero che non siamo visibili sia
perché il lamentarsi deprime
tutti e non ci permette di
avere maggiore forza, fede e
fantasia per proseguire il nostro cammino di testimoni
dell’Evangelo.
Giovanni Anziani - Milano
■ PARTECIPAZIONI ■
RINGRAZIAMENTO
«lo so in chi ho creduto»
Il Timoteo 1,12
I familiari di
Emilia Durand
ved. Buonous
di anni 103
Esprimono viva gratitudine a
tutti coloro che, in svariati modi,
hanno dimostrato affetto e partecipazione nella triste circostanza.
Un grazie particolare alla direzione e a tutto il personale del Centro anziani di Porosa Argentina, al
pastore Sergio Ribet e alla diacona Karola Stobàus.
Pomaretto, 14 ottobre 2002
Servizio istruzione eiducazione (della Fcei
«Navigare nella Bibbia»
per le scuole domenicali
Verso la fine del mese di settembre le scuole domenicali delle chiese battiste, metodiste e valdesi (per essere precisi tutte quelle che sono abbonate alla rivista La scuola
domenicale) riceveranno un dono: il postino recapiterà loro una copia del dizionario biblico illustrato Navigare nella
Bibbia, curato da Silvana Colombu, Silvia Gastaldi, Manuel
Kromer e Claire Musatti, edito nel 2001 dalla Claudiana e
dalla Elledici. Si tratta di un allegro volume, che molti già
conoscono, composto da quasi cento agili voci (da «Àbramo» a «vita religiosa», passando per tutti personaggi, i luoghi e gli eventi principali della Bibbia), illustrato da coloratissimi disegni e corredato da cartine e vari rimandi per approfondimenti.
Il dono è finanziato da alcuni amiche e amici che preferiscono rimanere anonimi (grazie ai quali le scuole domenicali tempo fa avevano già ricevuto in dono il volume II
popolo del Libro), i quali si sentono spiritualmente e affettivamente vicini al lavoro del Servizio istruzione educazione
della Fcei, dove è nato il Navigare nella Bibbia. Questo prezioso volume sarà quindi sempre a disposizione delle bambine e dei bambini delle scuole domenicali, che potranno
consultarlo per sciogliere eventuali dubbi o soddisfare le loro curiosità sul mondo e sui personaggi della Bibbia.
Il Navigare nella Bibbia sarà per le scuole domenicali un
ottimo sussidio didattico e, per valorizzarlo al meglio, la rivista La scuola domenicale riporta, a partire da quest’anno,
vari rimandi al dizionario nelle note didattiche rivolte a monitrici e monitori, che potranno così aiutare bambine e
bambini a utilizzarlo nel modo migliore. Dunque, accanto
all’insostituibile «quaderno», che ogni bambina e bambino
avranno, e al Popolo del libro che le scuole domenicali hanno già, vi è ora un nuovo strumento a disposizione di tutti.
Il Sie esprime profonda riconoscenza ai donatori, e riceve anch’esso un importante dono da loro: un incoraggiamento a proseguire nel cercare di rendere la Bibbia divertente, stimolante e importante per bambini e ragazzi.
Servizio istruzione educazione della Fcei
16
PAG. 12 RIFORMA
Dal segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
Lettera ai membri del Consiglio
di sicurezza deirOnu
Pubblichiamo il testo della lettera che il segretario generale del Consìglio ecumenico ite/le chiese (CecJ, Konrad Raiser, ha inviato, il 15
ottobre scorso, ai 15 membri del Consiglio di
Sicurezza delVOnu, nonché al segretario generale e al vicesegretario generale dell'Onu. (traduzione dall’inglése di J.-J, Peyronel).
«Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec)
continua ad essére estremamente preoccupato per i continui appelli per un’azione militare contro l’Iraq da parte dei governi Usa
e britannico nonostante il fatto che l’Iraq
abbia accolto la Risoluzione dell’Onu per
un’ispezione degli armamenti, accettando
l’accesso "immediato, incondizionato e senza restrizioni ai siti in Iraq’’.
Siamo stati grandemente allarmati e rattristati dalla Risoluzione del Congresso Usa
di autorizzare l'uso della forza contro l’Iraq,
approvata dalla Camera dei Rappresentanti
e dal Senato Usa il 10 ottobre scorso, che
autorizza fra l’altro il Presidente Usa a ricorrere alle forze armate per fare rispettare tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza
concernenti l’Iraq.
Dato che vi state preparando a ulteriori.
deliberazioni del Consiglio di Sicurezza nel
corso di questa settimana, vorrei attirare la
vostra attenzione sulle numerose voci di cristiani in tutto il mondo che, richiamandosi
agli insegnamenti di Gesù Cristo e alla visione profetica della pace, credono fermamente che una guerra preventiva contro l’Iraq
sia illegale, immorale e priva di buon senso.
Il Comitato centrale del Cec, riunito nel
settembre scorso, ha esortato la comunità intemazionale a rispettare le regole del diritto
intemazionale, a resistere alle pressioni per
unirsi ad attacchi militari preventivi contro
uno stato sovrano con il pretesto della "guerra al terrorismo”, e a rafforzare il proprio impegno a fere rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu riguardanti l’Iraq
attraverso mezzi non militari.
[Le chiese membro del Cec] lamentano il
fatto che la nazione più potente di questo
mondo continui a considerare là ^erra come uno strumento accettabile di politica
estera, in violazione sia della Carta delle Nazioni Unite sia degli insegnamenti cristiani.
Il Cec ha sempre sostenuto il dovere di
ogni stato membro di osservare le risoluzioni vincolanti dell’Onu e di risolvere i conflitti attraverso mezzi pacifici. L’Iraq non può
fare eccezione. Sin dalla fine della guerra del
Golfo, abbiamo ripetutamente chiesto al governo iracheno di distruggere le sue armi di
distmzione di massa e gli impianti di ricerca
e di produzione [di simili armi], di cooperare pienamente con gli ispettori dell’Onu, e
di garantire il pieno rispetto dei diritti umani civili e politici, economici, sociali e
culturali di tutti i suoi cittadini.
Siamo profondamente preoccupati per i
potenziali costi umani di una nuova guerra e
per la prospettiva di enormi masse dì sradicati. Il popolo iracheno ha sofferto abbastanza del regime di sanzioni imposto dal
1991. Infliggere ulteriori sanzioni contro civili innocenti non è moralmente accettabile
per nessuno. Le chiese di tutto il mondo
mettono inoltre in guardia contro le potenziali conseguenze a lungo termine di una simile guerra, a livello sociale, culturale e religioso, nonché diplomatico, soprattutto di
una guerra unilaterale. Alimentare ulteriormente i focolai di violenza che stanno già
consumando la regione, spargerà soltanto
nuovi semi di intenso odio, rafforzando
ideologie estremistiche e alimentando
un’ulteriore instabilità e insicurezza globale.
11 Cec unisce la propria voce a quella di
responsabili di chiese e di comunità cristiane in tutto il mondo, in particolare ne^i Usa
e nel Regno Unito, e prega che rivolgiate la
. vostra attenzione alle cause profonde di
questo conflitto e che sia posto fine alla terribile crisi umanitaria in Iraq e nella regione
mediorientale in generale. Faccio appello a
voi in quanto membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu affinché vi comportiate con
saggezza, responsabilità e coraggio.
Preghiamo che Dio vi guidi nel prendere
decisioni basate su principi morali e criteri
legali. “Nessuna nazione rdzerà più la spada
contro un’altra, e non impareranno più la
guerra” (Isaia 2,4)». (cec info)
Reazioni delle chiese australiane all'attentato di Bali
Dare la precedenza alla lotta al terrorismo
L’arcivecovo Peter Camley,
responsabile della Chiesa anglicana d’Australia, ritiene
che l’Australia dovrebbe dare
la precedenza alla lotta contro il terrorismo anziché a
una guerra contro l’Iraq. Intervenendo dopo l’attentato
di Bali, che ha fatto almeno
200 morti, per la maggior
parte australiani, Peter Cam
ley ha dichiarato che la perdita di vite umane e le ferite
inflitte «hanno infranto tutte
le illusioni che potevamo
avere circa le minacce poste
agli australiani dai terroristi.
Questo tragico fatto ci ricorda che degli esseri maligni
operano molto vicini a noi».
Diversi responsabili di chiesa
hanno chiesto però di non
WM Olanda: incontro della Cerne
Sostenere i migranti
vittima di discriminazione
Le chiese devono opporsi a
ogni discriminazione e al razzismo, ma in Europa i contesti sono diversi e ogni azione
deve fare i conti con la società
in cui si vuole intervenire. Su
questo tema si è tenuta una
tavola rotonda in Olanda, organizzata dalla «Commissione delle chiese per i migranti
in Europa» (Cerne) in collaborazione con la Conferenza
delle chiese europee (Kek). Vi
ha partecipato Annemarie
Dupré, del Servizio rifugiati e
migranti della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia, che ha sottolineato come il fenomeno delle migrazioni sia un fatto normale nella storia dell’umanità dal qua
Regala
un abbonamento
le non è necessario «difendersi ad ogni costo», quanto piuttosto affrontarlo in un’ottica
pastorale cristiana con «un lavoro d’amore».
A conclusione dell’incontro
sono state elaborate alcune
raccomandazioni concrete
per le chiese. Le chiese dovrebbero contribuire a una
«informazione non razzista»
sulle questioni relative all’immigrazione, elaborando anche codici di comportamento
corretto. I media delle chiese,
si legge ancora nelle raccomandazioni, dovrebbero diffondere una immagine positiva di gruppi e minoranze a rischio di marginalizzazione o
di atti di razzismo. Anche in
ambito educativo le comunità
di fede hanno un ruolo importante: «Promuovere a tutti
i livelli iniziative di formazione e di educazione per superare tutte le forme di razzismo
e discriminazione» e stare accanto alle vittime di tali fenomeni. Gli stessi programmi di
educazione religiosa dovrebbero includere questioni di
migrazione. (nev/ln)
considerare l’attentato sotto
l’aspetto religioso, e hanno
esortato gli australiani a non
rivolgere il proprio dolore e la
propria collera contro la co-.
munirà musulmana locale.
La tragedia di Bali è stata
utilizzata da tutti i partiti nel
dibattito riguardante un’alleanza dell’Australia con gli
Usa nel caso di un eventuale
intervento militare contro
l’Iraq. Il primo ministro, John
Howard, ha respinto ogni allusione secondo cui l’appoggio dato al presidente Usa
potrebbe avere provocato
l’attentato. Il leader del partito dei Verdi, Bob Brown, ha
chiesto che le risorse siano
dedicate alla protezione degli
australiani nel paese e nella
regione, piuttosto che al lancio di una guerra esterna. Peter Carnley ha dichiarato di
essere d’accordo con questo
suggerimento.
Il segretario generale del
Consiglio nazionale delle
chiese d’Australia, John Henderson, ha detto: «Non dovremmo trarre conclusioni
troppo affrettate circa i responsabili, e in particolare
dovremmo prendere atto che
i musulmani australiani non
sono gli autori dell’attentato». L’Australia conta circa
300.000 musulmani provenienti da oltre 60 paesi. Circa
la metà sono nati in Australia, e i maggiori gruppi etnici
sono formati da turchi e libanesi. Per James Haire, presidente della Chiesa unita dell’Australia, «è da molti anni
che l’Indonesia vive con la
realtà del terrorismo. Uno dei
maggiori pericoli sarebbe
una risposta estremistica a
questo atto estremistico.
Questo provocherebbe una
situazione di instabilità, ed è
proprio quello che cercano
gli autori dell’attentato», (enti
^ALE
venerdì 25 0n0BRE2(l(n
M Lettera del Cec alle chiese membro della Costa d'Avorio
Non cedere alla tentazione della violenza
Il segretario generale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), Konrad Raiser,
constatando l’escalation delle
ostilità in Costa d’Avorio, ha
incoraggiato le chiese membro del Cec presenti nel paese a «fare tutto il possibile per
impedire che questo conflitto
degeneri in guerra civile». In
due lettere del 10 ottobre,
l’una indirizzata alle chiese
della Costa d’Avorio membro
del Cec e l’altra alla Comunità economica degli stati
dell’Africa dell’Ovest (Cedeao), Raiser nota che questo
paese, che fu «per lungo tempo un esempio di stabilità politica e sociale in Africa», sembra attualmente «minacciato
dal flagello della frammentazione e delle opposizioni a
carattere etnico e religioso». Il
Cec condanna gli attacchi di
forze ribelli- contro un governo democraticamente eletto;
inoltre, Raiser indica alle
chiese e alla Cedeao che tutte
le parti coinvolte in questo
conflitto hanno come prima
responsabilità quella di resi-^
stere alla tentazione di reagire con la forza delle armi.
Nella sua lettera alle chiese, Konrad Raiser sottolinea
che, nello spirito del Decennio ecumenico «vincere la
violenza», occorre rifiutare il
confronto violento, anche se
colui che sì presenta come
avversario ha ricorso alle arNel chiedere alle chiese
Costa d’Avorio: manifestazione contro ii presidente Gbagbo
mi.
di sostenere gli sforzi compiuti dalla Cedeao per pro
muovere una soluzione negoziata, Konrad Raiser elogia
lo «spirito di tolleranza e di
riconciliazione religiosa» espresso nella dichiarazione
comune di responsabili cattolici e metodisti della Costa
d’Avorio, la quale non si riferisce solo ai templi e alle
chiese ma anche alle moschee. Egli ritiene che «il pericolo che il fattore religioso
si aggiunga alle altre dimensioni del conflitto è reale».
«Il Consiglio ecumenico
delle chiese si unisce al vostro
appello alla preghiera e alla
mobilitazione di tutte le forze
spirituali a favore della pace»,
dice Raiser alle chiese. In
conclusione, egli le incorag
gia ad «analizzare le cause
profonde della crisi che sta
attraversando il vostro paese
e a rimediarvi nella misuia
delle vostre capacità». Nella
sua lettera alla Cedeao, Koiirad Raiser scrive che il Cec
appoggia gli sforzi compiif
da questa organizzazione pa
fare da mediatrice e per cercare di portare le parti al tavolo dei negoziati. Informa inoltre la Cedeao degli sforzi fati
dal Cec per aiutare le chiese
della Costa d’Avorio membro*
del Cec a «promuovere il dialogo e la comprensiotie reciproca tra le diverse comu#
etniche e religiose e a contribuire a una soluzione pacilej
del conflitto». (Cecii$l
Vittoria del nuovo partito «Nuova era» alle elezioni politiche
Lettonia: soddisfazione delle chiese
Per diversi rappresentanti
di chiesa della Lettonia, la vittoria ottenuta dai partiti del
centro-destra nelle recenti
elezioni politiche e l’avanzata
di un nuovo partito che promuove i valori cristiani dovrebbe portare a «un atteggiamento più aperto» nei confronti dei cristiani in questa
ex Repubblica sovietica. «La
gente era scontenta del governo attuale e voleva cambiamenti importanti. È un buon
segno che metà del nuovo
Parlamento sia composta di
nuovi volti - ha fatto notare
Dzintas Laugalis, portavoce
della Chiesa evangelica luterana -. Dato che non hanno
ricevuto alcun appoggio dai
precedenti governi, le chiese
oggi possono sperare di ottenere aiuto in una serie di
campi con dirigenti meglio
disposti». Il pastore di Riga si
è espresso così dopo le elezioni del 5 ottobre che hanno visto la vittoria del nuovo partito «Nuova era». Un altro partito, il «Primo partito» che ha
fatto campagna per la promozione dei «valori cristiani» sotto la direzione del pastore
Eriks Jekabsons, ha ottenuto
ottimi risultati.
Come ha precisato Dzintas
Laugalis, gli elettori lettoni
hanno sostenuto il progetto
di adesione del paese alla Nato e all’Unione europea, ma
hanno anche indicato chiaramente il loro desiderio di vedere provvedimenti contro la
criminalità e la corruzione
che stanno lacerando il paese. Laugalis ha sottolineato
inoltre che l’educazione religiosa nelle scuole pubbliche e
l’aumento del sostegno finanziario dello stato dovranno
essere delle priorità per la
Chiesa luterana, le cui 300
parrocchie rappresentano il
13% dei 2,34 milioni di lettoni
(il 9% si dichiarano cattolici
romani e il 6% appartengono
alla Chiesa ortodossa russa).
Il cardinale Janis Pujats, responsabile della Chiesa cattolica romana, si è inoltre congratulato per il «cambiamento
di direzione» emerso dalle
elezioni e ha predetto un miglioramento della situazione
delle chiese. «Anche se ci potranno essere problemi riguardanti l’equilibrio tra i
partiti in Parlamento, la direzione fondamentalmente prò
occidentale del nostro paese
non dovrebbe cambiare». «L’
appoggio inatteso dato ai politici cristiani introdurrà una
presenza cristiana molto necessaria fra i legislatori», ha
detto il cardinale, che presiede la Conferenza episcopale.
In occasione di un servizio
ecumenico celebrato il 17
settembre scorso nella cattedrale cattolica romana, dei
rappresentanti luterani, cattolici romani, ortodossi e battisti avevano esortato gli elettori a seguire i valori morali e
spirituali, e avevano
to la poca attenzione _
poveri durante il governo dd
partito dell’ex primo mM
stro, Andris Berzins, il «Patii'
to della via lettone» che, nonostante la sua lunga esistei
za, non ha ottenuto aleni
seggio. Alcuni commentali
ritengono che un posto nd
governo potrebbe essere otte
nuto dal «Primo partito»,!
quale si è impegnato a co»
battere l’ateizzazione deUi
società e a rafforzareJale^'
slazione riguardante l’aboth
Soprannominato anche“
Partito dei preti», è gius"* '
quinta posizione grazie i
mero di voti ottenuti, otte
nendo dieci seggi in P®'
mento, e passando dal 2%
9,6% in quindici giorni, «
M Conferenza delle chiese europee
Ci vuole più collaborazione
fra la Ue e la società civile
Le chiese cristiane chiedono relazioni più strutturate
fra la società civile e le istituzioni europee: questa in sintesi la richiesta dei rappresentanti della Conferenza
delle chiese europee (Kek)
che il 7 e 8 ottobre hanno
partecipato a un incontro
convocato dall’Unione europea a Bruxelles per discutere
della cooperazione fra istituzioni europee e società civile.
Ruediger Noli, nuovo direttore della Commissione Chiesa
e società della Kek, ha sottolineato, durante l’incontro, che
se si intende operare perché
l’Europa sia veramente vicina
ai cittadini, «è fondamentale
che si creino relazioni strutturate fra istituzioni europee,
società civile, chiese». Come
chiese, ha aggiunto, «abbiamo già fatto richiesta di elaborare una base costituzionale e legale per istituire un sistema di consultazioni e dialoghi». Noli ha anche sottoli
neato l’importanza chel?®!
ganizzazioni della so
vile preservino la
dipendenza e che le sh“ ..
di consultazione s*®*!® jJ.
sparenti e sappiano n ^
scere la diversificazip^
partner della società cit^
Al centro della disp® . ^
anche la futura «Co®®®
europea»: su questo t
Kek e la Commissione
Conferenze episcop»-» ^^5.
la Comunità europea
ce) hanno elaborai
giuntamente alcune
mandazioni. Fra i P®® m.l<
damentali del docuni
richiesta che TU®
diritto delle chiese e
munità religiose di ^
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