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DELLE
Spétt.
Bibliotoca Valisss
oriiìo)
Tonas Fsixics
Quindicina! e
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno sp’
Anno LXXXni — Num. 8
Una copia La 20
ABBONAMENTI
{
Eco: L. 600 per l’interno Eco • La Luce; U 1060 per l’interno ] Spedix. abb. postale II Gruppo
Li- i60O per l’estero | Cambio d indirixxo Lire 30.—
L. 1000 per l’estero
TORRE PELLICE - 10 ’Aprile 1953
Ammin. Claudiana Torre Pellico - C.C.P. 2-17557
Sabíanlo il crìsOanesìmo!
In una riunione familiare in casa
di un fervente cristiano, diversi fratelli hanno preso parte alla comune
meditazione esponendo il loro pensiero e le loro esperienze.
Un giovane colto e spregiudicato,
ha manifestato il suo dubbio che il
Cristianesimo abbia ormai fatto il
suo tempo e che occorra qualcosa di
nuovo per scuotere gli uomini dal
loro torpore spirituale. Le altre persone hanno protestato, ma sono rimaste alquanto perplesse. Sentono
che il giovane ha torto, ma non sanno quali argomenti mettere innanzi
per controbattere la sua fine dialettica.
Secorulo lui, il solo modo di salvare il Cristianesimo è quello di acceniuarne il carattere sociale. Bisogna che i cristiani moltiplichino le
opere sociali di assistenza: bisogna
che i cristiani sostengano tutti i movimenti che lottano per una più equa
ripartizione dei beni di questo mondo: bisogna che si veda praticamente che i cristiani amano il prossimo
e vogliono il suo bene... Allora la
gente tornerà a volgere il capo verso
la religione cristiana che porta loro
tanti benefici.
— Gli altri ascoltano sempre più
perplessi. Sentono che c’è qualcosa
di veto noUe.parofejf^ gfpvane_:^ch^^
ci sono dei doveri sociali ai quali i
cristiani devono partecipare con zelo. in nome della fratellanza e dell’amore per tutti gli uomini. Eppure...
Eppure sentono che tutto questo
non costituisce il centro del Cristianesimo e che il mettere l assistenza
1\ e l’aiuto materiale e la vita sociale
al posto centrale della religione cristiana, rappresenta un errore, una
diminuzione della religione di Cristo che non è solo un sistema per migliorare le condizioni della vita terrena. L’influenza del Cristianesimo
per risanare molte piaghe della vita
sociale degli uomini, è una parte doverosa, necessaria, dell’azione del
Crisi ianesimo: ma è uno dei tanti
effetti della religione di Cristo e non
il principio centrale. L’essenza del
Cristianesimo è qualcosa di diverso
e di ben più importante. Le riforme
sociali, per quanto doverose, stanno
alla periferia del Cristianesimo, non
al suo centro.
Il giovane, irritato dalla opposizione prudente degli altri fratelli,
lancia il suo argomento fondamentale: ” Se il Cristianesimo non entrerà nella via che io vi ho indicata,
perderà, a poco a poco, ogni influmza e dovrà prendere il suo posto fra
le religioni superate che appartengono ormai al passato e non hmno
più nulla da dire all’umanità moder.
na! ”
— Un vecchio, che è rimasto fino
allora silenzioso, preiule la parola:
” Le tue parole mostrano che tu
non hai capito dove stia il valore
della religione di Cristo. Secondo te,
essa è stata data agli uomini essenzialmente per migliorare la loro vita terrena e non per trarli dalla morte alla vita, ed aiutarli a perfezionare il loro spirito. Quello che riguarda la vita terrena ha certamente un
valore: ma un valore secondano,
momentaneo, perchè la vita terrew
non è che qualcosa di transitori:
rappresenta la condizione esteriore
in cui si sviluppa — per un breve
periodo di tempo — la vita dell uomo: la vera vita, cioè quella del suo
spirito ”,
— Un altro lo interrompe: ” Quando ero militare, durante la prima
guerra mondiale, venendo in licenza dovevo passare due giorni e una
notte in ” tradotta ” — vagoni bestiame —. Ma io non davo molta importanza a quei due giorni di viaggio, perchè pensavo alla casa che mi
aspettava, alla mia vera vita in famiglia. La mia licenza non cmisisteva in quei due giorni di viaggio. Se
avessi potuto viaggiare in un vagone
di lusso, tanto meglio: ma pur di
giungere a casa mi adattavo a qualunque specie di vagente... In fondo
quel viaggio era cosa secorularia e di
poca importanza ”.
” Inoltre, prosegue il vecchio dopo aver approvato l’imrrmgine della
” tradotta ” che indica bene quale
sia la funzione della breve vita terrena, rispetto alla vita dell’uomo; inoltre, quando tu parli di fallimento
del Cristianesimo, tu non pensi che
il Cristianesimo è Cristo e che Cristo
è ronnipotente figliuolo di Dio. Parrebbe quasi che tu volessi insegnare
a Cristo quello ch’Egli deve fare per
salvare la sua religione dal fallimen
to! Ma, mio caro figliuolo, se il Signore lo volesse, potrebbe in''qualunque momento ^ salvare la sua
religione col darci dei segni potenti, anche nella nostra vita materiale. Basterebbe, per esempio, che
desse ad uno solo dei suoi discepoli,
il dono di guarigione che già dette
ai suoi fedeli, all’inizio, per vedere
le folle tornare alla sua religione.
Altro che fallimentoj In un momento vedresti milioni di uomini precipitarsi, con tutti i mezzi, da ogni
parte del moiulo, verso il guaritore
per essere da lui toccati: ” Nel nome di Gesù Cristo "sii guarito! ” —
E tutti griderebbero di nuovo: ” Il
Cristianesimo è proprio la verità, la
religione divina ’.
l;'.
Se il Signore non agisce così, egli
è perchè vede le Cose diversamente
da te e non crede che il benessere
fisico o morale siano l’essenziale della vita: e non sti/no che il metodo
dei ” segni ” materiali che in un
certo senso costringéno l’uomo a credere, sia il migliore per lo sviluppo
dell’uomo nella sua -vita spirituale.
Egli vede le cose cori'eriteri diversi
da quelli delle piccole creature umane. ..
Noi dobbiamo aver fede in Cristo
figliuolo di Dio, e ubbidirgli. Non
dobbiamo credere di saper meglio
di Lui quale siano l’essenza e lo scopo della sua rivelazione. Non dobbiamo credere che solo le riforme e
le provvidenze sociali (per utili e
buone che siano) possano salvare la
religione cristiana; e pur sforzandoci di vivere secorulo i principii del
Vangelo (che trova applicazioni continue arwhe nella vita sociale) dobbiamo capire che la sua religione non
è solo per un maggior benessere materiale dell’uomo sulla terra, ma è
per la salvezza dell’uomo, per trarlo
dalla morte alla dita ed alla vita
eterna.
Tutto il resto pur avendo un innegabile valore appartiene alla periferia della religione che il Signore ci
ha dato per la salvezza dell’uomo;
come hanno proclamato i discepoli
di Cristo fin dall’ epoca apostolica e
attraverso il medioevo e nel settecento e nell’ottocento e devono proclamare oggi e sempre.
Paolo Bosio.
etnquant’anni
Non intendo riferirmi ad un pari*icodar€r“miitpiai!tùn»rio;‘ ma vorrei
solo fare un rapido confronto tra le
condizioni di oggi della nostra Chiesa e dei valdesi e quelle del principio del secolo.
Malgrado gli inevitabili errori e
forse qualche infedeltà, la mia impressione è che in questo cinquantennio la Chiesa Valdese ha progredito in spiritualità, mentre lo stesso
non può dirsi della popolazione valdese, sia nelle Valli che fuori. Non
si creda tuttavia che ci si atteggi a
lodatore del tempo antico, perchè
se non è da registrare un progresso
spirituale e morale non sarebbe viceversa giusto denunziare una decadenza ed una deviazione che alcuni
lamentano, più per gusto dialettico
0 quale incitamento che per documentata esistenza. Le prediche alla
Giovanni Battista hanno sempre in
sè elementi retorici.
Se noi guardiamo alla luce di ricordi e di documenti, senza nostalgie sentimentali e senza quegli orgogliosi presupposti che sono quasi
sempre alla base di ricordi lontani,
alle condizioni della Chiesa Valdese quali erano al principio del
secolo, dobbiamo ricordarla un po’
come la chiesa di Laodicea, nè fredda nè ardente. Si viveva molto ancora dei ricordi dell’Emancipazione e
di quell’epoca si manteneva ancora
in gran parte lo spirito. Scomparsi
1 pastori battaglieri dell’epoca garibaldina della nostra evangelizzazione, non mancavano in verità dei conduttori animati da zelo e carità ardenti, non mancavano i diplomatici che seppero sfruttare a vantaggio
della nostra Chiesa l’auretta anticlericale imperante in Italia, ma probabilmente si ricercava troppo il
successo clamoroso, l’affermazione
di numero e sono di quel tempo molte delle amare delusioni della Chiesa Valdese che ritenne movimento
di coscienza quello che non era che
mossa politica o semplice atto di dispetto. Dio ha voluto tuttavia che da
qualcuna di quelle adesioni uscissero delle comunità viventi, tutt’ora
attive.
Non si può affermare che i pastori di allora fossero meno cólti di
quelli di oggi, ma la loro coltura era
forse più umanistica che filosofica;
vi era maggiore conformismo e d’al
t,
tra parte le comi:|jiità erano meno
»©ficcate.' specitf’T^etìé’dell’evangèiizzazione, in generale formate da
gente modesta. Onde maggior tradizionalismo, minor ricerca di novità,
e, nelle autorità ecclesiastiche, maggior rigidità, onde coloro che in qualche punto dissentono dal pensiero
ufficiale della Chiesa e che oggi rimangono in essa, allora ne uscivano
formando gruppetti indipendenti,
fonte di disorientifmento. La vita
spirituale della Chiesa valdese era,
formalmente, più attiva, la frequen
Ieri
oggi
za ai culti maggiore che oggi, specie
alle Valli, ma non possiamo affer
mare che l’intensità di partecipa
zione fosse maggiore, poiché Tassi
duità era in gran parte frutto di im
attaccamento alla tradizione, ogg
scomparso e, per i più giovani, d
una imposizione familiare usante d
energici mezzi oggi inconcepibili. S
cantava anche allora, nelle comuni
tà valdesi, e, riconosciamolo, si can
lava male, malgrado le Corali si des
sero anche allora molto da fare; per
maneva il secolare vezzo di « trasci
nare »... Ma, titolo di onore della
Chiesa Valdese di cinquant’anni or
sono fu il suo fervore missionario.
Fu il periodo in cui più numerose si
ebbero le vocazioni missionarie, non
raffreddate dalle, numerose vittime
che l’Opera della Missione falciava
tra i nostri. Il lavoro del missionario
era allora incomparabilmente più
duro e pericoloso che non oggi ; mancavano nel Sud Africa, campo da
noi preferito, comunicazioni, difese
sanitarie, e le più elementari comodità.
La vita del popolo valdese alle
Valli era certamente più povera di
quella di oggi; le Valli conservavano ancora molto del loro carattere
insulare, non erano ancora centro
turistico e solo alcune famiglie vaidesi vi villeggiavano. Ma i bisogni
erano minori l’antica parsimonia e
l’austerità tradizionale dei primi vaidesi era ancora osservata in molte
famiglie. Il problema della montagna esisteva anche allora, esistevano
già le industrie nelle Valli inferiori,
sebbene meno sviluppate, ma più
che i ' Valdesi vi lavoravano operai
cattolici venuti dai comuni della pianura. industrie stesse, fondate in
gran parte da Valdesi, non erano ormai più in mani valdesi; la classe capitalistica valdese formatasi nella seconda metà dell’ottocento e che a- ■
veva contato tra le sue fila cospicui
esponenti non s’era ancora rimessa
dalla « crisi della seta » che aveva
colpito così duramente l’economia
piemontese verso il 1880. Vi era povertà alle Valli e talora, nelle parrocchie più alte, anche miseria, ma
dall’altra parte, vi era quella specie
di larghezza delle popolazioni rurali oggi scomparsa, per cui se il pane
era nero e duro o sostituito dalla polenta, esso era sufficiente, il latte
non era considerato un prodotto di
lusso e a nessuno se ne negava una
tazza. Viceversa erano considerati
lussi inauditi certe prime necessità
di oggi, come ad esempio, le scarpe
in estate.
Dal punto di vista culturale, è
probabile che la popolazione delle
Valli abbia subito un regresso. Se
ha acquistato in conoscenza del mondo, essa possiede oggi minor coltura
umanistica. Anche allora l’analfabetismo era sconosciuto salvo tra le persole molto vecchie; in ogni casa si
leggeva e si commentava la Bibbia
abbastanza di frequente, e capitava
di incontrare un pastorello scalzo
che seguiva le sue pecore leggendo..
Rousseau. Le scuole di quartiere impartivano a tutti nozioni elementari
e senza dubbio era molto meglio di
oggi conosciuta la musica, non pochi potevano leggerla e’ solfeggiare.
Il francese era noto a tutti, spesso
meglio dell’italiano.
Gli svaghi non erano molti, nè
molto elettrizzanti. L’osteria, le carte avevano certo maggior numero di
cultori che non oggi. I giovani, sfidando la riprovazione delle famiglie
e del pastore, frequentavano talora
i balli pubblici, ma nesstma ragazza
valdese che tenesse al proprio buon
nome vi si sarebbe fatta vedere. Nelle famiglie più agiate si davano serate danzanti, ma ciò era aspramente criticato dai Catoni e più dalle...
Catone conservatriei. Sotto iquest’aspetto la situazione non è molto cambiata da allora.
{continua in terza pagiaa)
Notizie brevi
Centri giovanili
In occasione di un convegno di
delegati della gioventù protestante
del Baden, l’assemblea si è pronunziata favorevolmente., alla proposta
di creare dei « centri » per giovani: dei clubs dove essi possano trascorrere i loro pomeriggi liberi, specialmente la domenica, in un ambiente sano; dove essi si sentano cc a
casa loro », possano chiacchierare,
discutere e divertirsi. (U.P.E.)
Una esposizione
Nelle aule dell’Union Theological
Seminary, in New Work, si è inaugurata, nel mese di dicembje, una
esposizione di arte religiosa contemporanea, allo scopo di « stimolare
non solo gli artisti, ma anche le Chiese nella ricerca di nuove vie di collaborazione ». Teologi, esperti in
problemi di arte, educatori e studenti hanno collaborato nella preparazione di questa mostra, a cui parteciparono artisti di fama mondiale:
pittori, scultori, architetti.
Il criterio che ha guidato gli organizzatori è stato improntato al principio di scegliere opere « che avessero il potere di esprimere un significato universale », a prescindere dalla fedeltà o meno al rispetto di un
determinato stile religioso o di canoni classici. Il dott. Henry P. Van
Dusen, preside del Seminario stesso
espresse la sua gioia per la manifestazione, in quanto « l’accresciuto interesse per i rapporti tra arte e religione è una delle caratteristiche più
significative e stimolatrici del nostro
tempo ». (Sep.)
ÀRivilà corale
Il coro e l’orchestra della comunità di Budapest-Kelenföld proseguono con crescente successo nel loro programma di far conoscere le
più significative composizioni della
musica religiosa contemporanea. In
un primo concerto sono state eseguite composizioni di Imre Sulyok, di
Jeno Kapi-Kralik (luterani); di Zoltan Kodaly (cattolico); Zoltan Gardonyi (riformato). Il pubblico ha
potuto applaudire, in prima audizione, una interpretazione per soli,
coro e orchestra del salmo 130, di
Imre Sulyok, che presentò pure, per
coro misto, orchestra, a solo di soprano, e organo, il salmo 92.
(H. C. P.)
Un congresso di medici
Un congresso medico-sociale protestante avrà luogo a Strasburgo i
giorni 1, 2, 3 maggio 1953.
Importanti relazioni verranno presentate e discusse: 1) Nozione biblica della salute. 2) Vita spirituale
ed equilibrio psichico, rapporti fra
loro intercorrenti alla luce della moderna psicologia. 3) Influenza della
vita spirituale sulla salute fisica. 4)
Influenza della vita spirituale sugli
squilibri della salute fisica, provocati dalla civiltà moderna. (U.P.E.)
Un calechismo nuovo
L’insegnamento del catechismo
preoccupa sempre il corpo pastorale
norvegese; la redazione di un manuale adatto solleva molteplici difficoltà; si è pertanto tentato una via
nuova : è jStato bandito un concorso
per il miglior manoscritto ed ima
commissione di quattro membri nominata per l’esame dei manoscritti
stessi.
2
2 —
I VALIIESI SONO EGOlSTr?
Quanto stiamo per dire, si riferisce unicamente ai Valdesi delle Valli, cioè alla popolazione alpina che
ha la ventura «ü avere un credo religioso diverso dal resto degli Italiani, e si Imuta a delle consideraziom di natura economico-sociale,
più che all’educazione religiosa ed
alla vita ecclèsiastica. In altri termini, la domanda che ci facciamo è
questa: il valdese singolo, nei suoi
rapporticolla società, sente in modo particolare' il messaggio dell’amo,
re evangelico verso il prossimo? Il
particolarismo individualistico, comune a tutte le popolazioni alpine,
ha subito nelle Valli Valdesi qualche modifica per via deU’educazione
religiosa protestante?
Questo io mi domandavo un giorno, parlando con un funzionario, il
quale per obblighi professionali aveva una notevole esperienza della
vita della gente di montagna, e che
mi diceva pressapoco così: « Voi non
ve ne accorgete, perchè siete sul posto; ma io che vengo di fuori, vi assicuro che qui nella vostra valle si
sente subito, a contatto con la popolazione, una maggiore apertura
su tutti i problemi, un senso maggiore di civismo e di progresso, una
grande possibilità di ottenere dei risultati dal punto di vista cooperativistico e sociale ».
Pur compiacendomi nel mio intimo, mi domandavo se tali affermazioni non erano una lusinga e se cor.
rispondevano alla realtà dei fatti,
poiché purtroppo la mia personale
esperienza e la vita vissuta a contatto quotidiano colla nostra gente
sembrano per me stabilire il contrario.
E infatti noto a quanti vivono in
contatto colla popolazione locale come sia difficile far scendere il valdese singolo dal suo piedestallo di
diffidenza, di indifferenza, di freddezza e metterlo a fianco di un altro, per un’opera o una posizione di
interesse comune. Così noi vediamo
ad esempio, dieci valdesi di seguito
che fanno la medesima strada al mattino ed alla sera, al solo scopo di
portare il latte alla latteria: provate
a metterli d’accordo, in modo che
uno a turno faccia la strada per tutti e porti il latte per tutti, e gli altri si possano intanto occupare dei
loro affari! Non sarà certamente una
impresa facile, ed ognuno dei dieci
avrà le sue ottime ragioni per continuare come .sempre ha fatto.’
Per rimanere sempre nello stesso
campo, si provi a mettere d’accordo gli alpigiani dello stesso alpeggio
o di più alpeggi perchè producano
im solo tipo di formaggio o un solo
tipo di burro; anche qni ne sentirete delle belle, e tutti avranno delle ottime ragioni, col solo vantaggio
che ognuno avrà fatto come avrà voluto, ma venderà pure i suoi prodotti a un prezzo del 20 o del 30
per cento inferiore a quello che in
altro modo potrebbe ricavare.
Avete mai provato a prospettare a
un gruppo di contadini la realizzazione di un’opera di interesse comune, se non diretto per tutti, per esempio una strada, un ponte, una
fontana ecc. ecc.? Troverete d’accordo e con molta difficoltà soltanto
quelli che hanno un interesse immediato; quanto agli altri, a cui Fin- teresse generale finirebbe per recare beneficio, vi risponderanno immancabilmente che a loro la cosa
non riguarda, e che facciano gli altri, e che loro non possono impegnarsi ecc. ecc.
Gli esempi si potrebbero naturalmente moltiplicare. D’altra parte si
chieda im po’ a qualche avvocato o
giudice conciliatore della zona quali siano le sue esperienze in questo
campo: egli vi potrà saziare di episodi e di situazioni, alle volte inconcepibili, per quistioni di eredità,
passaggi, diritti ecc. tra parenti, vicini, amici, in cui mai nè da una
parte nè dall’altra c’è stata la minima resipiscenza, il minimo sforzo
per venirsi incontro e liquidare, non
dico cristianamente, ma umanamente e amichevolmente la partita.
Tutto questo con le dovute scarse
eccezioni,^ che... confermano la regola.
E allora?
L’amico funzionario si faceva una
opinione troppo superficiàle e forse
l’avrebbe cambiata alla prova pratica, se avesse dovuto vivere un po’
di tempo nelle nostre valli.
Quali le ragioni di questo strano
spirito?
Esse sono di due ordini diversi. '
In primo luogo, appartenendo la nostra gente alla razza contadina e alpina, essa, non si può sottrarre al
fattore comune di tutte le popolazioni che vivono nelle stesse condizioni d’ambiente: il montanaro è riservato, perchè vive per lo più nell'isolamento della natura, è diffidente e parco, perchè abituato a strappare alla terra un misero boccone
di pane, che non sempre lo soddisfa, è temporeggiatore, perchè la pazienza dev’essere la sua virtù naturale, è anche un po’ fatalista, perchè sente più che altri nella forz.a
della natura la mano della Provvidenza; qualità o difetti che siano,
essi hanno creato in lui, attraverso
generazioni, una sensazione ed uno
stato di inferiorità, ehe viene sovente male interpretato dalle popolazioni del Sud o da genti cittadine,
quando capitano in mezzo a noi.
In secondo luogo, su questa naturale indole del montanaro, s’è venuta sovrapponendo, nel caso nostro,
l’educazione e la mentalità individualistica del Protestantesimo. Non
è qui il caso di farne un discorso
troppo lungo, ma a nessuno sfugge
quanto peso abbia nella « forma mentis » di ciascuno il senso della responsabilità individuale che ogni
cristiano porta con sè di fronte ai
problemi religiosi, e di qui, nel campo profano, di fronte a qualsiasi altro problema.
Ora, l’individualismo protestante
non è figlio del Tángelo: è im atteggiapiento davanti a Dio e alla Bibbia, ma non è la pratica della Bibbia nella vita di ogni giorno: non
per nulla, nella storia del Protestan
, L’ECO DELLB VALU VALDESI
tesimo, si sono verificati i ritorni pietistici del secolo scorso.
(Visto sotto questo profilo il « Réveiì » di Neff, *1 principio del secolo scorso, avi;^be dovuto recare
maggiori frutti pelle nostre valli, se
non si fosse presto esaurito e conf ormizzato).
Concludendo,.questa mancanza di
sensibilità ])er i^ problemi comunitari, per la vita cooperativistica, quésto spiccato sentimento individualista dei Valdesi delle Valli, si chiama semplicemente, alla luce dell’Evangelo, egoismo, in quanto negazione dell’amore del prossimo. Egoismo, di cui si ^ffre tutti insieme,
e sopratutto la Chiesa nel suo complesso; e che n^ si può guarire se
non con la predicazione assidua e
costante, e con Ji’esempio mordente
di Colui che tufro diede per il suo
prossimo, fino a(fa morte angosciosa.
Augus»> Armano Hugon
CANTO SACRO
Feste di Canto delle Corali
Domenica 3 maggio - ore 15 : Festa di Canto delle Corali della Valpellice nel Tempio di Luserna San Giovanni. Prova d’insieme alle
ore 14 nel solito locale.
Domenica 10 maggio - ore 15 : Festa di Canto delle Corali della Val
San Martino nel Tempio di Pomaretto. Prova d’insieme alle ore 14
nei locali del Convitto Valdese.
Feste di Canto delle Scuole Domenicali
Domenica 17 maggio - ore 15 : Festa di Canto delle Scuole Domenicali
della Valpellice nel Tempio di Torre Pellice. Prova d’insieme alle
ore 14 nella Casa Valdese.
Domenica 17 maggio - ore 15: Festa di Canto delle Scuole Domenicali
della Val San Martino nel Tempio di Pinerolo. Prova <l’insieme
alle ore 14 in locale che verrà a suo tempo indicato.
Domenica 31 maggio - ore 15:' Festa di Canto delle Scuole Domenicali
della alta Val Germanasca nel Tempio di Ferrerò.
La Commissione del Canto Sacro.
Scifivono al giornale
i. '■ ____
BANDO DI CONCORSO
Si ricorda che la Libreria Claudiana ha bandito un concorso per un
raconto per ragazzi dagli otto ai
quattordici anni, con un premio di
ventimila lire per Fautore del manoscritto vincitore. ’
I manoscritti, possibilmente scritti a macchina iù duplice copia, debbono pervenire alla Claudiana entro la fine di Maggio e dovranno essere firmati da uno pseudonimo. In
una busta chiusa recante lo pseudonimo deve essere ineluso il nome e
l’indirizzo dell’autore.
La Libreria Claudiana.
C. L. G. vorrebbe sapere quale
differenza passa,, nella Chiesa Valdese (a cui egli appartiene!), tra membri comunicanti e-membri elettori;
quale è l’origine di questa distinzione; quali gli scopi; quale l’efficacia
pratica.
Tutta una bella serie di interrogativi, come si tiede! Si potrebbe rispondere sempliéemente: ma, caro
amico, lei è membro di Chiesa e non
sa queste cose? |Von conosce i regolamenti della sua Chiesa? Si potrebbe, diciamo, rispondere così, ma correremmo il rischio di vederci arrivare, a volta di corriere, una lettera,
più o meno di questo tenore:
« Ma lo sa Lei, signor direttore,
che conoscere i nostri regolamenti è
un affar serio? É.dove li trovo? Ho
provato a chiedere al pastore; risposta: Ma, io, veramente ne ho una
copia; gliela posso prestare; ma se
ne vuol possedere una, si rivolga alla Claudiana; fprse ne troverà una
copia; ma lì, neanche una copia ne
ho avuto; mi hoMo spiegato che bi■ sognava Ínter pernii SO più chi.
Morale: sono rimasto senza regolamenti ed ho dedotto che sono cosa
sacra da non concedersi ai profani,
ai quali può bastare il catechismo! ».
Perciò risponderemo al primo interrogativo;
•i’
La differenza è fissata a tenore dei
regolamenti come segue:
per esser membro comunicante bisogna:
a) farne domanda per iscritto al
Consiglio o a chi ne fa le veci;
b) professare i principi della
Chiesa Valdese , e vivere conformemente ad essi;
c) contribuire nella misura dei
propri mezzi per i bisogni della Chiesa;
d) sottomettersi alia disciplina
della Chiesa.
Questo, quanto dice l’art. 7.
Ed ora passiamo agli elettori. L’articolo 10: è esplicito. Per esser elettore, il membro comunicante deve:
a) farne domanda al Consiglio;
b) aver compiuto gli anni 21;
c) contribuire regolarmente per
1 bisogni della Chiesa;
d) prender parte attiva alla vita
della Chiesa.
Evidentemente questi due articoli
si rassomigliano in modo così straordinario da lasciar pensare che si tratti di un doppione. Se si prescinde
infatti dal comma b) dell’articolo 10,
che si riferisce all’età dei membri
elettori, francamente è difficile trovare utui qualche differenza! Infatti,
comunicanti ed elettori devono far
domanda al Consiglio.
I comunicanti devono poi contribuire nella misura dei propri mezzi; g/i elettori devono invece contribuire regolarmente; la diversa formulazione corrisponderebbe per ca
Giovanni L lUeiiln Al ..
mettere capomastro
E’ andata così.
D’estate —^ nella località dove, da
ormai quarant’anni, passo le mie vacanze — me la dico assai bene col
mio vicino Giacomo, ottimo contadino e provetto muratore. D’inverno abbiamo sempre qualche cosa da
dirci e ci scriviamo di tempo in
tempo.
Non so se per ossequio o per scherzo, il mio amico suol mettere sulla
busta i miei v’ari titoli accademici,
accompagnati dai soliti nostri aggettivi più o meno iperbolici che
vanno dall’egregio alVillustiissimo.
L’altro giorno anch’io — non so bene se per riconoscere la sua valentìa
artigiana o forse un po’ per contraccambiare la celia — ho indirizzato
la mia lettera dandogli del « capomastro ». Egli è stato pronto a rispondermi; « Non mettete sulle buste: Capomastro. Io sono un Contadino di alta Montagna ».
Gesto sobrio e modesto, non è vero? Però le due parole Contadino
e Montagna erano scritte con la maiuscola!...
* *
Giacomo reagisce in questo modo
a quel nostro andazzo bizzarro, a
quella nostra ridicola manìa di presentare noi stessi e di gratificare i
nostri simili con titoli più o meno
roboanti e più o meno... legittimi
cercando di far passare tutti quanti
per un po’ meglio e qualche cosa di
più di quello che realmente noi siamo.
Ricordo un soggiorno fatto da giovane in Sicilia. Va da sè che — mentre ancora ero studente — tutti mi
chiamavano professore e questo titolo era dato ánche all’orologiaio
che mi alloggiava e al falegname e
al fabbro ,lì vifcino. De] resto —
quando non erapo denominati professori — a tuttii gli artigiani era dato almeno del Mastro o Maestro. Il
semplice soldato’ non esisteva; tutti
i soldati erano per lo meno caporali. Il caporale era chiamato sergente; il tenente', capitano o comandante. A un gran numero di semplici civili si appioppava il titolo
onorifico di cavaliere (senza precisare l’ordine); il cavaliere era commendatore; e così via grande uffi'
alla
Col
caro amico. Arrivato lassù
Friends House di Londra e ai ,_,u±leges di Woodbrooke presso Birmingham tutti mi chiamavano Giovanni tout Court, Giovanni e basta.
I più giovani mi dicevano talvolta
Vncle Giovarmi. Mi sentivo un poco
nell atmosfera della « Capanna dello Zio Tom!... ».
>N « «
E dopo pochi giorni — quando
si parlava in francese, talvolta in italiano — non ci si dava nè del Voi
nè del Lei, ma del Tu e ciò mi faceva un immenso piacere: il sem
eia e, cavaliere, di Gran Croce....... plicissimo tu, il magnifico tu che
sempre con un grado di più. A tutti
quanti questi titolati si rivolgeva la
parola dando dall’Eccellenza: « Ba
clamo le mani,. Eccellenza! ». An
«•ora e sempre un pochino di più..
Questo, del reéto, non succede sol
tanto in Sicilia, ne soltanto in ma
lena di professióni o di titoli, cioè
per qualche cosa che — al postutto
è esteriore a noi stessi. Questo
succede, in generale, di tutte le cose nostre e di lutti gli aspetti del
nostro carattere ; e dei nostri sentimenti, quelli piu intimi compresi.
V e
Il mio pensierp si volge a più recenti esperienze fatte due anni or
sono negli ambienti quaccheri inglesi. Prima di partire avevo ricevuto
della corrispondenza indirizzata sem
plicemente col mio nome e cognome, senza titoli accademici e senza
aggettivi. E tutte le lettere incominciavano invariabilmente Dear Friend,
s’usa in famiglia, e tra condiscepoli
a scuola, e tra commilitoni di pari
grado nell’esercito, e tra colleghi
nelFinsegnamento e nel foro, e tra
compagni nei partiti di sinistra. Perchè appunto la scuola e l’esercito,
e la professione comune, e il parlilo — cioè la comunanza di lavoro,
di pensiero e d’ideali — costituiscono tante famiglie spirituali in cui il
vincolo è altrettanto e forse talvolta
più forte che nella famiglia naturale, fatta di carne e di sangue.
«Si *
Ancora una volta sei tu che hai
ragione, Giacomo! Non una, ma cento volte! Ed io — sulle buste — non
metterò più Capomastro. Metterò
soltanto il tuo nome e cognome. Per— vedi che rispetto le tue maiuscole — tu sei un Contadino di alta
Montagna.
so ad una diversa sensibilità spirituale?
I comunicanti devono professare i
principi della Ch. Valdese e vivere
conformemente ad essi; agli elettori
invece si chiede di prender parte attiva alla vita della Chiesa. Se, in
questo caso, alla diversa formulazione dovesse corrispondere una diversità di contenuto, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, perchè si
potrebbe .supporre che si può professare e vivere i principi della Ch.
Valdese senza prender parte attiva
alla vita della Chiesa; un assurdo
tale che è impensabile.
Ed allora? L'amico C. L. G. dice:
« Perchè mantenere questa «listinzione tra co.municanti e elettori? I
comunicanti sono di diritto elettori;
quando la Chiesa, solennemenie riconosce ad una creatura umaisa il
diritto di esser membro comunicante, essa gli deve riconoscere il diritto, direi meglio, il dovere di esser
elettore. La Chiesa mi riconosce il
diritto, dirò meglio, il privilegio senza pari, di accostarmi alla Sacra Mensa e ini nega il diritto-dovere di porre la mia scheda nelFurna, per eleggere un anziano, per ii solo fatto
che non ho presentato un’altra domanda in cui ripeto le promesse che
ho già fatto una volta? ».
Tutto questo sembra, al nostro corrispondente, contrario al buon senso.
IV.
In merito al punto II e III confessiamo la nostra ignoranza e speriamo che qualche lettore illumini al
nostro corrispondente l’origine e gli
r.copi di questa distinzione.
In merito alla sua efficacia, per
contro, non crediamo che sia necessario un lungo dibattito, purtroppo!
Lo stato delle cose parla da sè! Le
nostre assemblee elettorali o di chiesa sono sempre più pietose; un numero sempre più esiguo di presenti
vi partecipa. Tutti ricordano i vari
tentativi fatti per ovviare a questo
inconveniente; si sono invitati i Concistori a fissare un numero minimo
legale, al di sotto del quale ogni deliberazione fosse da considerarsi non
valida. Ci furono delle Chiese che
vollero applicare coscienziosamente
la decisione e così non ebbero delegati alle Conferenze distrettuali; ma
il rimedio non sanò il male. In altre
parrocchie si cefeò, pudicamente, di
fissare un minimo quasi vergopioso!
Morale della favola: dopo qualche
tempo, tutto è tornato come prima!
E nelle assemblee di Chiesa si continua a domandarsi: ma insomma,
questi membri elettori cosa sono? E
non è raro di udire, dall’alto de!
pulpito, annunziare : « Siccome la
cosa è di grande importanza psr la
nostra comunità, invitiamo tutti i
presenti a fermarsi dopo il culto, anche i non elettori! ». Salvo magari,
al momento della votazione, a dire:
« Voteranno solo gli élettori ».
Poiché un’assemblea di chiesa ha
recentemente sollevato il problema
in forma ufficiale e che esso, in qualche modo dovrà pur esser dibattuto,
poiché coinvolge quistioni di natura
spirituale, giuridica, teologica di vasta portata, saremo lieti se uno scambio di vedute, nelle colonne dell’Eco,
potrà portare un contributo chiarificatore.
Cl.
3
L’EGO DELLE TALLI TALDEST
~ 3
CRONACA NERA
Iniziative scolastiche
Dell’importanza detta scuola ui
fini della preparazione del futuro
cittadino, sono convinti un po’ tutti
un po’ dovunque in Italia. ISon proprio tutti e non proprio dovunque
perchè, nelle Valli del Pinerolese,
per esempio, non mancano casi evidenti di disinteresse da parte di alcuni... benpensanti, nei confronti
della istruzione, elementare e media. . Ed è accaduto (e forse ancora
accade) che certi Consigli Comunali considerino improduttive le spese
per l’arredamento delle aule scolastiche.
Ma, consoliamoci; qualcuno c’è
che s’interessa, e come! a queste cose: l’Azione Cattolica; una delle sue
molteplici emanazioni è appunto il
’ Centro italiano per la diffusione
della cultura ”, che non si occupa
soltanto della cosidetta ” cultura ”
(alta!). No il Centro è per l’azione
pratica ed ecco una sua recente circolare, che riproduciamo testualmente, riprendendola da L’Eco della Scuola ÌNuova.
CEiNTRO ITALIANO PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA - FIRENZE Dir'ziune Generale: Via dei Renai, 23 Firenze, i6 luglio 1952
il. Kev.mo Sig. Parroco, siamo a conoscenza che in codesto paese non esiste alcun;: scuola media e ci rivolgiamo a Lei
pei richiedere la Sua ambita collaborazions allo scopo di istituire un piccolo
isiiiulo privjUo annesso alla sua Parrocchia.
(; Quali benefici possa arrecare alla popolazione la istituzione è facile immaginare la iniziativa non può che essere degna
dej nierito che le compete.
1. bisognerebbe inizialmente radunare
limi ventina di alunni delle classi medie
iniViiori (prima, seconda e terza classe) di
sp.i-ii a versare una equa tassa mensile che
ve: 1 ebbe stabilita in base al numero effettivo degli iscritti al corso istituendo ed
auiorizzato e controllato dal Ministero delhi Pubblica Istruzione.
■ ; Nella parrocchia si dovrebbe utilizzare
uu locale adatto per lo svolgimento delle
lezioni. Gli insegnanti verrebbero inviali
(hi questo Centro, dopo aver riservato alla
V. l’insegnamento per quelle materie
, ui Lei si sente più portato.
(I Le iscrizioni sono aperte agli alunni
d’ambo i sessi che abbiano ottenuto la licenza elementare e che non abbiano la
p issiliilità di recarsi in città per proseguire gli studi medi (Classe l.a) ed agli alunni che già hanno iniziato gli studi medi
e th.e per motivi particolari intendano studia: c privatamente per ottenere il passaggio alle classi 2.a e 3.a della scuola media
e sostenere gii esami d¡ Licenza Inferiore.
(t i’er tutte le informazioni necessarie la
S. \ potrà scrivere a questa direzione che
prov'yederà a darle tutti gli utili chiarirne sui.
« Ove non è possibile radunare un sufficieorc numero di alunni proponiamo la
iscrizione ai nostri corsi scolastici per Corrispondenza autorizzati dal Ministero e
che svolgono tutto il programma per gli
esami di licenza media e di avviamento.
A cara di questa Direzione gli alunni saramin presentati agli esami presso ristiluto
più vicino al luogo di residenza degli allievi e che noi designeremo.
« Raccomandiamo al Rev.nio Parroco la
costituzione di una biblioteca parrocchiale. í¡ nostro ente potrà fornire lutti i libri necessari con alti sconti e facilitazioni
di pagamento.
Distinti saluti.
F.to; La Direzione Generale
(timbro)
Bianca Ceva
Ver quelli fra i nostri lettori che
non fossero iniziati all’arido linguaggio delle circolari burocratiche, statale, parastatale, confessionale, (tre
aggettivi, ma un colore solo: nero,
e che nero!) sottolineiamo alcuni
punti per la comune edificazione.
L’Azione Cattolica dunque si preoccupa di aprire in ogni ” paese ’
una Scuola Media, ” annessa alla
Parrocchia ”.
E‘ anche questo un segno dei tempi!
Qualcuno ha giustamente osservalo che la frase va corretta: Anche
questo è il tempo di Segni! E vera, niente l'onorevolissimo signor Segni
deve chiudere non uno, ma due benevoli occhi neri su questa circolare!
Per es: sulla ” equa tassa mensile ”!
Ed anche questo ” istituendo corso
autorizzato e controllato dal Ministero della P. 1. ” lascia perplesso
il lettore ignaro. Siamo forse nel regno delle categorie a priori? 'A priori il corso istituendo è autorizzato?
Comprendo che il Centro ha un gran
rispetto per lo stile; ma avrei preferito ” autorizzando ”.
Evidentemente però il purismo e
morto e sepolto! Ad ogni modo non
è morta la riverenza per la dignità
sacerdotale: infatti al Molto reverendo signor parroco è riservato il diritto di prelazione: si scelga egli le materie in cui preferisce insegnare!
Lauree? abilitazione? E che scherziamo? Queste son cose che van bene per la scuola cosidetta laica; per
la diffusione della cultura (cattolica) il parroco basta a lutto!
Parentesi! (Ma che bel giorno,
nelle nostre Valli, quando l’indifferenza della popolazione valdese
avrà fatto il gioco dei tempi di Segni e il Collegio Valdese dovrà chiudere i battenti!).
E questi corsi per Corrispoiulenzu
autorizzati dal Ministero per portare i candidati agli esami di licenza
media; non è questa veramente una
manifestazione di amore pratico per
la nostra gioventù diseredata? Ah!
non più diseredata! perchè il Centro accumula beneficio su beneficio:
egli pensa a designare l’istituto do
ve gli alunni potranuo sostenere gli
esami! Oh! gran bontà dei cavalieri antichi! (e modems!j.
Veramente però, poiché la circolare dice che gli esami verranno sostenuti presso l’istituto più vicino,
non- si comprende bene perchè il
Centro debba designarlo! Dopo 3
anni di scuola media o di avviamento, i candidati dovrebbero essere
sufficientemente esperti in geografia, per sapere qued’è I’istituto più
vicino! !
Colonie Infantili
Mesi fa il ’’Mondo” detìunziava
una convenzione stipulata tra il professor Elknn e Mtmsignor Btddelli
per la cessione alla Pontificia Commissione di Assistenza di tutte le colonie infantili già appartenenti alla
Gii (Gioventù italiana del littorio).
Venne anzi pubblicato il testo della
convenzione e si ebbe qualche pre
cisasdone del prof. Elkàn; poi la eor
sa cadde nel... dimenticatoio. Ma il
’’Mondo” non si stancò; ritornò alla carica; si ebbero allora delle interrogazioni in parlamento; il problema venne aitato.
L’agitazione si è poi cmicretata in
contrastanti progetti di legge e, così, passa un giorno, passa l’altro, la
legislatura della Camera arriva alla
fine! E non si è fatto nulla!
Cioè: si è fatto qualcosa; si sono
gettate, come osserva amaramente il
’’Mondo”, le basi per il futuro assalto in grande stile alla diligenza!
L’Azione cattolica troverà il modo
di impadronirsi di tutto l’ingente patrimonio della ex Gii: di quello spirituale, naturalmente; e, perchè no,
anche di quello materiale che non
è poi spregevole!
Ad ogni modo il futuro delle colonie infantili può, fin d’ora, considerarsi assicurato.
GL
Quando il ¡rutto si forma in fondo al calice d'un flore, i pelali appassiti cadono.
Quando lo Spirilo di Dio signoreggia nel nostro cuore, le debolezze cadono,
naturalmente come i petali del fiore. - Domandiamo a Dio di darci il suo ^P¡n o
perchè le «opere della carne» cadano e fortifichino le opere dello Spinto.
La voce delle Comunità
Luserna S. Giovanni
SeUimuna Santa
1 culti della Settimana santa hanno visto
la consueta affluenza di fratelli a questi
culti che la vecchia tradizione chiama
« particolarmente solenni ». La corale diretta dal Signor Gustavo Albarin ha egregiamente eseguito due cori.
Domenica delle Palme
La Domenica delle Palme sono s ari ammessi nella piena e responsabile comunione della Chiesa venticinque cari giovani:
Albarello Elisabetta di Marino (Malanas); Arnoulet Ada di Arturo (Nazzarotti); Bourne Elena di Ernesto (Vigne); Danna Rosina di Ernesto (Airali); Giusiano
Yvonne di Daniele (Garola); Grill Carla
di Paolo (Mourcious); Bonjour Giovanna
di Giovanni (Gonin); Martina Laura fu
Giulio; Martina Mafalda fu Giulio (Mustonii Mourglig V^.ldina di Giovanni (Bibiana); Rivoira Oneglia fu Francesco
(Mourcious); Rostan Lucilla dj Eugenio
(S. Giovanni); Tourn Erica di Emilio (Malauda inf.); Albarin Giorgio di Carlo (Albarin); Danna Stefano di Ernesto (Airali); Gay Carlo di Guido (Boeri); Grill
Carlo fu Giovanni (Mourcious); Jourdan
Enrico di Augusto (S. Giovanni); Malan
Giulio di Guido (Mourcious); Parise Gianfranco di Alberto (Marauda inf.); Ricca
Guido di Elio (Ga Bianca); Rivoira Giovanni di Daniele (Luserna alta); Rostagno
Aldo di Alfredo (Airali); Turaglio Riccardo di Vittorio (Nazzarotti); Zoppi Giuseppe di Giulio (S. Giovanni).
/ nostri lutti: Hanno terminato la loro
corsa terrena: Fries Vittoria vedova Colombino, di anni 77. deceduta a Luserna il 23
marzo ; Janavel Giovanni deceduto al Rifugio Carlo Alberto, in età di 77 anni, il 24
marzo; l.eger Franca anni 1, deceduta
agli Stalliat, il 26 marzo; Tourn Giovanni
Davide, deceduto alla Prinera, in età di
anni 76; il 27 marzo decedeva, in Garzigliana (Alberetti) Albarin Giov. Daniele,
in età di 79 anni.
A tutte queste famiglie, duramente provate nei loro affetti, esprimiamo la simpatia della comunità.
Errata Corrige. Nella precedente cronaca
nella rubrica « i nostri lutti » anziché Acliille Benedetto, leggere Archetti Benedetto; chiediamo venia dell’errore.
Marsiglia
le lien fraternel unissant les membres de
ce peuple de travailleurs, disséminés dans
le monde entier.
Après M. le rep.ésentant du Consul, M.
Genre nous dit. à son tour, sa joie de se
trouver parmi nous et nous transmet le
message très apprécie du Modérateur et
la série des discours est terminée par quelques mots très applaudis de M. M. les
pasteurs Marchand et Meyer.
Au cours de l’après-midi, chants religieux, allocution historique, goûter, partie
artistique se succèdent; de bons chanteurs
fe font applaudir ainsi que le groupe du
Mistral qui se distingue dans « Embrassonsnous Folleville » de Labiche et remporte
un vif succès.
Très appréciée fut également la soirée
de projections lumineuses qui permit à de
nombreux assistants de voir sur l’écran le
toit de leur maison ou le clocher de leur
temple, et dont nous remercions vivement
M. Marcel Reynaud.
El comme l’aiguiUt^-» tourné, trop vile
à notre avis, chacun s’en retourne heureux
et reconnaissant. Mad. Noguier
Colleferro e Basso Lazio
Nomi nuovi nel notiziario di questa vasta comunità; nuovi per molti lettori dell’Eco delie Valli Valdesi ai quali ci auguriamo che notizie più frequenti vengano date, perchè è sempre consolante, nel
senso più profondo della parola, vedere
che lo Spirilo è all’opera e che la nostra
Chiesa, oggetto del nostro amore e delle
nostre implacabili critiche, è sempre fe
C’est par aine prédication du pasteur
Genre, spécialement envoyé par la Vén.
Table Vaudoise, que commence la commémoration du XVII février, le dimanche
22 février. Dans les Psaumes 125-126 M. Genre relève ces mots: « L’Eternel a fait pour
eux et pour nous de grandes choses ».
Après avoir exposé les souffrances des martyrs. de Texode, et la situation sociale de
ce petit peuple méprisé et persécuté. M.
Genre adresse un appel aux Vaudois, leur
rappelant que c’est au prix des larmes et
du sang que leurs ancêtres ont maintenu
la lumière de l’Evangile. « Soyez fidèles,
leur dit-il. et ce que vous avez reçu de
vos pères, la foi et la Parole de Dieu, transmettez-les à une autre génération. L’avenir
est à ces croyants qui savent en Qui ils
croient ».
Un repas très réussi réunit ensuite un
grand nombre de Vaudois et d’amis dans
de clairs et spacieux locaux dépendant du
Consulat d’Italie, obligeamment offerts par
la Chambre de Commerce Italienne de
Marseille.
Au dessert, le Président, M. Rivoire,
souhaite la bienvenue à M. le représentant
du Consul, à M. le Pasteur Genre, à M. M.
les Pasteurs J. Marchand, M. Ferrier-Welti
et J. Meyer ainsi qu’à M. A. Stallé de
Cannes dont la présence témoigne de leur
sympathie pour la Colonie Vaudoise.
Il donne ensuite lecture des messages,
très appréciés, de M.lle Dora Revel de
La Tour, de M.me L. Appia de Paris et
de M. E. Pasquet Président de la Société
des Vaudois du Piémont, de Genève, messages soulignant, si cela était nécessaire,
In Memoriam
Tornala a Genova nell’autunno dello
scorso anno, dopo vari soggiorni in altre
chiese e. in altre attività al servizio cristiano a fianco del suo compagno, pastore
emerito Emilio Corsani, la signora JANET
CORSAiSl aveva ravvivato nei membri di
chiesa i simpatici ricordi del suo precedente soggiorno di otto anni, spesi in costante lavoro, con quella serenità che le
era caratteristica e quella dedizione di cui
non v’era chi potesse dubitare.
Doveva tornare per passare gli anni di
riposo, che a viste umane sembravano dover e.ssere molti, nel quieto ritiro di Sori,
divisa tra l’affetto per il marito e la figlia
e il lavoro che ancora avrebbe potuto dare alla sua chiesa ed ai suoi amici. Invece
dopo pochi mesi la malattia ha sopraffatto
la sua delicata persona e l’ha indotta a
ricoverarsi nell’Ospedale Evangelico Interruizionnle, al quale il pastore Corsani aveva già in passato dedicato tante intelligenti e amorevoli energie, dirigendone quale
presidente l’andamento amministrativo e
l’opera benefica.
In quest’ultima tappa del suo cammino
terreno la signora Corsani fu sempre coerente a sè stessa, e tutte quelle qualità di
silenziosa forza, di serena fede, di costante pazienza, che aveva esplicato nella sua
vita attiva, rifulsero fino all’ultimo momento intorno al suo letto di sofferenza.
E tutti quelli che l’hanno amata e stimata
hanno sentilo che Essa non ha cessato di
vivere: la sua vita dal piano fisico si è
slanciata versa il mistero dell’eternità sulle ali di una fede maturata e illuminata
da lunghi anni di esperienze spirituali e
di servizio fraterno.
La Chiesa tutta si stringe intorno a coloro che più duramente sentono il vuoto
della sua dipartita, come ha dimostrato l’affettuoso concorso di fratelli ed amici alle
esequie che hanno avuto luogo a Staglieno il 14 marzo, e le parole di fraterna simpatia espresse, oltre che dal pastore valdese, anche dal pastore scozzese, dal rappresentante della Tavola Valdese * dal. presidente dell’Ospedale Evangelico Internazionale.
Sia la sua memoria un esempio per tutti noi.
G. C.
dele alla sua missione: o sarete missionari Ü non sarete nulla.
La d^ienica 22 febbraio la Comunità di
CollefeiTO si è riunita nel tempio di Piazza Cavour: un incontro, tradizionale ormai, della campagna e della città, benefico sempre per chi accoglie e per chi è
accolto. Culto presieduto dal pastore Carcò- poi agape fraterna, con messaggi dei
proff. V. Vinay, G. Gönnet, dei frateUi
Calassi. Bongelli. Ripari, Di Tommaso e
Vaifro; professori della Facoltà. sempRci
lavoratori, «buone e umili parole scaturite soltanto dal sentimento di fede e di
amore per i fratelli ».
Poi incontro con la gioventù della Chiesa localo e col Moderatore.
A Valle Vana sonò in pochi a riunirsi
nella casa ospitale di un fratello, per pregare. Sono in pochi, eppure : « Domenica,
8 marzo, hanno tentato di intimidirci facendo intervenire la polizia: si vede che
tentano con ogni mezzo disperdere ad ogni
costo la nostra piccola Comunità, chissà
poi perchè? Se avessimo la pretesa di essere una lampada accesa diremmo di avere a che fare con chi ama le tenebre ed
ha paura deRa luce di Cristo, Forse ci temono perchè predichiamo la Parola di
Dio. Ma allora — vorremmo dire a questi
nostri fratelli — perchè avete tanto livore
contro di noi? Se venissimo a Valle Vona
’’per fare con voi un goccetto” senza parlare mai della Parola di Dio, voi sareste
(«riamente i nostri migliori amici. Ma voi
siete contro di noi, solo perchè predishiamo VEvangelo. I vostri nemici, dunque,
non siamo noi. ma TEvangelo: ve la sentireste di mandare la polizia (poveri agenti!) contro l’Evangelo? Voi non avete questo coraggio e perciò infierite contro di
noi: vi sembra ’’cristiano” questo?
« Del resto è bene si sappia che. qualunque cosa accadrà, noi non torneremo
indietro, perchè non siamo soli nella lotta. Colui che ci ha chiamati e che ci ha
fatto conoscere la verità dell’Evangelo non
ci abbandonerà: l’Eterno ci difenderà e
combatterà per noi »,
A Morolo Tofe la comunità, finora, non
aveva subito alcuna rappresaglia per la
sua fedeltà all’Evangelo ; ma, da poco tempo, minacce palesi o larvate, calunnie, allettamenti, insinuazioni sono state spese a
larga mano per combattere l’espansione
della parola di Dio. Ma il gruppo rimane
compatto : lo studio delle parabole e R
canto degli inni progredisce sempre più,
appassionando adulti e bambini.
Altrove « leniamo ancora il culto all’aperto. avendo come tetto ¡1 cielo, ma attendiamo con fede tempi migliori che ci
permettano di costruire una cappella che
sia uno dei tanti segni tangibili della fede
che abita in noi ».
Ferrerò - Maniglia
La Parrocchia è molto grata al Pastore
signor Roberto Nisbet di avere presieduto
il Culto a Maniglia e a Perrero la domenica 15 marzo.
La sera del 22 marzo un gruppo dell’Unione dei Giovani di San Germano ci ha
fatto una gradita visita dilettandoci con le
sue esibizioni artistiche: ringraziamo cordialmente e speriamo che la visita sia rinnovata.
Al Culto della domenica delle Palme sono.
stati ammessi in Chiesa i seguenti catecumeni: Balma Clodina di Enrico, Traverse;
Bounous Pasqualina di EmiRo, Ribbe; Micol Nella di Emanuele, Forengo; Ferrerò
Bruno di Enrico, Balhencia; Massel Ermanno di Enrico, Perrero; Quattrini Gianfranco di Emanuele, Perrero ; Tosetti Oriente di Ernesto, Traverse: il Signore li
ispiri e li aiuti a mantenere fedelmente le
promesse fatteGR.
E’ stata battezzata Rosanna Barus di P.
Augusto e di Susanna Amts, Crosetto: Che
Iddio benedica queQa bambina ed i suoi
genitori.
Pascal^ Francesco fu Pietro di anni 85,
Lorenzo, ha terminato il suo pellegrinaggio
terrestre senza sofferenze. Rinnoviamo ai
congiunti l’eapreaaione della noatra simpatia cristiana.
Cinquanfóimi
' {Continuazione)
Più che non oggi era vira la sensazione dì essere gente « messa a
parte » e della responsabilità che ne
deriva; onde onestà a tutta prova,
probità nel commercio ed una fondamentale ingenuità che faceva delle Valli Valdesi la Mecca di tutti i lestofanti. In compenso l’uhbriachezza
era più diffusa e quindi più frequenti le violenze ed i reati di sangue,
per lo più ferimenti lievi. Ciò non
ostante la percentuale della delinquenza era tra noi delle più basse
Non molto soddisfacenti le condi
zioni igienico-sanitarie. La tuberco
lesi mieteva largamente tra i giova
ni, il tifo era quasi endemico. I prin
cipali comuni avevano già prowe
duto a costruire moderni e raziona
li acquedotti, molte frazioni erano
già fornite di fontane pubbliche, ma
l’educazione igienica dei nostri
montanari era ancora molto trascurata.
■ i
La popolazione valdese precorse
in un certo senso l’attuale tipo di
relazioni tra giovani dei due sessi.
L’ambiente era più di stile svizzero
che italiano e la « camaraderie » che
si ritiene una conquista moderna e
ra di uso corrente nelle Valli. Biso
gna dire che il senso di responsabi
lità cui erano educati i giovani, il ri'
spetto delle leggi morali proveniente da una rigida educazione cristiana rendevano questa tc camaraderie »
molto meno pericolosa di quanto oggi possa essere. E forse da questa
consuetudine valdese deriva il fatto
che i matrimoni tra i nostri giovani
furono generalmente felici, per lo
meno non catastrofici.
La famiglia valdese era allora in
generale molto unita ed i vincoli
famigliati fortemente sentiti; si teneva molto alle parentele, che ,dati
gli intersecati connubi e le famiglie
numerose potevano estendersi all’intera popolazione di un comune o
quasi. Oggi questo senso del « clan »
è scomparso.
Vi era in generale, maggiore osservanza delle pratiche rcBgiose in conseguenza, forse, maggiore 'farísáismo, .quando l’osservanza era puramente formale. Ma... so di molti che
avendo subito nella loro ^gioventù
questa osservanza formale, ed essendovisi poi ribellati, giunti alla soglia
della vecchiaia hanno sentito il bisogno di queste pratiche; forse non lo
avrebbero avvertito se nella loro casa natale non si fosse mai parlato di
religione. Anche per questo motivo
sarebbe da augurare che si ritorni
tra il nostro popolo alla pratica del
culto domestico ormai generalmente
tramontata.
Politicamente regnava il maggior
conformismo; si era tutti liberali e
non è da credere si fosse molto tolleranti verso i pochi dissidenti. Si
criticava volentieri il governo e si
malignava, poi si votava compatti
per esso. Si nutriva il più profondo
lealismo verso la dinastia, se pure
qualche frondeur tra i giovani incominciasse a dubitare dell’obbligo di
riconoscenza dei Valdesi verso i propri sovrani. Si professava entusiasmo
per l’esercito e le cose militari, dimostrato con l’istituzione di una
Compagnia su piede militare del
Collegio Valdese. Molti giovani che
appresero ivi il maneggio delle armi
furono immolati nella prima Guerra
Mondiale, Era diffuso un patriottismo più retorico che consapevole, un
patriottismo che non escludeva antipatie e pregiudizi a carico di alcune regioni italiane, meno conosciute
dello Zambesi.
Della popolazione valdese fuori
delle Valli, dell’Evangelizzazione,
come si diceva, si può dire che in
generale si distinguesse per integrità e austerità di vita. Gli aderenti
di origine non valdese, in gran parte ancora neofiti, erano ordinariamente animati da uno zelo e da una
severità morale talora fastidiose per
i discendenti valdesi alquanto più
rilassati. La loro fede era insofisticata e certo non avrebbero potuto
partecipare a certe discussioni oggi
comuni tra noi.
1) Si era più prossimi al Segno di
Dio allora che ñon oggi? Non sta a
noi a giudicare.
2) Si era più gelosi del nome valdese, ma si era perciò migliori cristiani?
•àÌÒ
M. Eynard
4
L*BCO DELLE TALLI TMDESI
TRH I LIBRI
COMMENTAIRE DU NOUVEAU TESTAME^T - L'Epitre de St. Paul 'aux J8a.lates (Pierre Bonnard) - VE pitre de St.
Paul aux EphéSiens (Charles Masson) Ed. Delachaux et Niestlè - Neuchâtel •
fr. sv. 12.
Senza entrare in inerito alla sostanza del
libro, ci limitiamo a segnalare questa nuova pubblicazione che fa parte della serie
di commentari biblici della casa svizzera,
già molto favorevolmente noli negli ambienti teologici ed ecclesiastici protestanti.
Il commento delle epistole paoline è opera
di due noti professori di esegesi, i quali
si sono curvati sul testo neotestamentario
e lo hanno studiato con grande serietà
scientifica e con non meno grande amore
per la verità. Gli studiosi del N. T., i
pastori in primo luogo neH’adempimento
della loro opera, troveranno in questo come negli altri commentari della stessa se
In deposito alla Claudiana
Quattro libri del Dr. Paul ToUrnier:
Médecine de la personne L. 1.000
Bible et médecine 1.120
Désharmonie de la vie moderne 960
Les forts et les faibles 1.120
« n Figlio di Dio » di Giinther Dehn.
E’ un commentario di 250 pagine sul Vangelo di San Marco. Non deve mancare nella biblioteca di chiunque voglia approfondire la Sacra Scrittura. L. 650, oltre le spese di porto.
« Ma il Vangelo non dice così » di R. Ni
sbet.
Anche la sesta edizione è ormai quasi
esaurita. Indispensabile per chi si trova
nella necessità di spiegare e difendere la
propria fede evangelica. L. 150 la copia,
oltre le spese di porto.
rie, uno strumento di lavoro che al rigore
esegetico unisce lo sforzo onesto e fedele
di offrire ai lettori una compensione del
messaggio biblico sempre più aderente al
testo apostolico. e. r.
L’HOMME FACE A LA MORT - Ed. Delachaux et Niestlè - Neuchâtel - fr. sv.
7,50.
Trattasi di una serie di conferenze pronunziate nell’Università di Neuchâtel nell’inverno 1951-52 da diversi professori dell’Università stessa. Il problema, appunto
a causa della varietà dei professori, non
è considerato unicamente da un punto di
vista cristiano, nella visione cristiana in
cui il messaggio neotestamentario ci aiuta
a pensare alla morte. Alcuni titoli dell’opera lo dimostrano, per esempio questi :
« Le sens biologique de la mort — mort
et société — les poètes de la mort dans
les lettres françaises ».
Questo fatto, però, anziché diminuire il
valore dell’opera, ]o aumenta, perchè ci
fa comprendere con quale coscienza nomini di scienza, filosofi, giuristi, professori di esegesi biblica, sanno considerare
il più arduo di tuttj i problemi: quello
della morte. Un problema che non possiamo scartare dalla nostra esistenza: « càr
la mort est l’une de ces questions essentieilles sur lesquelles l’être humain doit
sans cesse revenir, quand bien même il
a la certitude de ne jamais obtenir la réponse dernière ».
Questi professori di Università recano
il frutto dei loro studi e delle loro meditazioni. Non pretendono di investigare
tutto il problema e di risolverlo; vogliono
prima di tutto scuotere la mente da] suo
torpore e dalla sua indifferenza e costringerla a riflettere sul fatto vero ed attuale
della morte. Le due ultime conferenze sono del prof. Ph. H. Menoud: « La signification chrétienne de la mort. La victoire
chrétienne sur la mort ». e. r.
JEAN - CHRISTOPHE BLUMHARDT ET
SON FILS - di Edmond Grin Ed. La
bor et Fides - Genève - fr. sv. 5,75.
Un nuovo volume ha recentemente arricchito la collezione « Les Vainqueurs »
detlla nota casa editrice ginevrina. Esso
giunge a proposito, in un tempo come il
nostro in cui si nota un rinnovo di interesse per Io gtudio dei rapporti che intercorrono tra la guarigione delle malattie
e la fede dei credenti. Rapporti, dunque,
che non scivolano ne] campo della superstizione, della magia, del miracolismo spettacolare, ma si attengono strettamente al
terreno della fede cristiana.
Le figure dei pastori Jean-Christophe
Blumhardt e di suo figlio, veri giganti
nella vita spirituale, sono note appunto
come figure <^i credenti nel campo della
fede e delle guarigioni per fede. La storia
della loro vita è avvincente: sono stati
afferrati da Dio e la loro opera ha dato
origine alla fondazione della casa nota nel
mondo intero, cioè di Bad Boll, nel Wnr- ,
temberg. Essi non hanno soltanto reso testimonianza alla fede cristiana nel campo
delle guarigioni; sono stati anche dei profeti che hanno in un certo senso prece
duto gli uomini della loro generaiione e
. che moito hanno da dirci sul piano della
vita sociale, politica, ecclesiastica.
L’opra di Edmond Grin riflette con lucidità c con obiettività la vita dei Blumhardt. E’ preceduti) da una prefazione del
Doti, Tournier, di Ginevra. La si può leggere con vero beneficio nelle nostre famiglie. e. r.
fn m I
Dà mii III
Bibliografia valdese
La molto attesa pubblicazione della Bibliografia Valdese, dei proff. Augusto Armand Hugon e Giovanni Gönnet, edita per
cura della Società di Studi Valdesi come
suo Bollettino n. 93, è ormai pronta. E’ un
bel volume di 276 pagine, in ottavo, stampato con accurata diligenza dalla Tipografia
Subalpina, che contiene l’elenco completo
ed ordinato di 3500 pubblicazioni riferentisi alla storia ed alla vita del popolo e della chiesa valdese'; uno strumento prezioso
di studio e di ricerca, ed insieme un’impressionante documentazione del vastissimo
e profondissimo interesse suscitato in tutto
il mondo civile dal piccolo popolo delle
Valli.
Le persone residenti nelle Valli, che hanno prenotato il volume, possono senz’altro
ritirarlo presso la Tipografia Subalpina.
Agli altri prenotatori il volume stesso viene spedito per posta, franco di porto per
coloro che hanno precedentemente versato
la quota richiesta, gravato di assegno per
gli altri.
Il volume è in vendita al prezzo di Lire
1400. Avvertiamo che ai soci in regola con
la quota dell’anno corrente, il volume è
ceduto a sole L. 600, rivolgendosi al cassiere sig. Luigi Jouve (C. C. P. n. 2/844).
Due domande
Il Signor Ernesto Buffa ci scrive:
U Dove potrei trovare o chi potrebbe
prestarmi la pubblicazione intitolata : « LA
VIE TRIOMPHANTE » di cui è autore il
Sig. Ernest Tron?
2) Dove potrei trovare, magari in prestito l’eccellente opuscolo pubblicato una
sessantina d’anni or sono e avente il titolo: «LA COSA MAGGIORE DI QUESTO
MONDO » di cui era autore Enrico Drummond ?
Vindirizzo del signor Buffa è; ai Raniels [.Torre Pellice).
PERSONALIA
A Vittoria (Sicilia) nelle casa del Pastore Guido Colucci è nata la piccola Simonetta.
Nei darne l’annunzio, formuliamo i migliori auguri per la bambina e per i genitori.
I familiari del compianto
Cav. Natale Rostan
RINGRAZIAMENTO
Le Famiglie Geymonat-Hugon profondamente commosse per la grande dimostrazione di cordoglio e di affetto tributate al
loro carissimo
Giovanni Pietro Geymonat
ringraziano sentitamente tutti coloro che
hanno voluto associarsi al loro grande do
lore. Un ringraziamento particolare asse
rivolgono a lutti i vicini di casa che tanto
si prodigarono nella triste circostanza; al
Medico Dott. Solerà per le sue sapienti
cure, ai Pastori h'aso e Dott. Ayas.sot per
il loto Cristiano Mes.saggio, agli Amici di
Torre Pellice ed alla rappresentanza dell’antica Soc. Militare di Bricherasio.
Bricherasio, 27-3-1953.
La famiglia della compianta
Enrichetta Comba
nata Malan
profondamente commossa per la dimostrazione di affetto e simpatia ricevuta, esprime il suo ringraziamento a tutte le persone che con la loro presenza e scritti hanno
voluto esserle vicino nel grave lutto.
Un particolare ringraziamento rivolge
ai pastori signori Rostan e Luigi Marauda
per l'assistenza spirituale durante la malattia e per le parole di fede e di conforto che tanto sollievo hanno dato al suo
grande dolore.
Per volontà dell’Estinta la famiglia non
prende il lutto.
Pinerolo. 22 marzo 1953.
profondamente commossi per le dimostrazioni di affetto e di simpatia ricevute, desiderano esprimere il loro vivo ringraziamento a tutte le persone che con la loro
presenza o con scritti presero parte al loro
dolore.
Un particolare ringraziamento al Sindaco ed alla amministrazione del Comune di
Rinasca, al Pastore Sig, L. Marauda, alla
associazione ex combattenti di Rinasca ed
alla Società Operaia di Perosa Argentina.
Comunità di :
Angrogna C. L
Angrogna S. • »
Aosta »
Asti L. 1.250
Operai ditta Cendola 11.150 »
Bari L. 20.000
Ponis Rosa 2.000 »
Bergamo , 206.500
Scuola Domen. 3.500 »
Biella »
Bobbio PeUice »
Brescia e Verona -•-< »
Caltanissetta 5.000
Paraci Vincenzo 1.000
Vitello Antonino 100 »
Campobasso »
Carunchio »
Catania » »
Coazzc »
Colleferro e Basso "Lazio »
Como »
Felónica »
Firenze, v. Manzoni »
Firenze, v. Serragli »
Foggia »
Forano j,
Genova »
Grotta glie »
■ Guglionesi »
Ivrea 15.900
Vinay Arturo 10.000 »
Livorno »
Mantova »
Massello »
Messina »
Milano »
Napoli »
Pachino »
Palermo »
Perréro »
Pinerolo (S. Secondo) 65.000
Unione Giovanile 15.000 »
Pomaretto »
Prali ,)
Pramollo »
Reggio »
Riesi »
Rodoretto »
Roma, piazza Cavour »
Roma, IV Novembre 176.800
Scuola Domenicale 3.000
Angiolillo G. e E. 1.000
Bonifazi Reto 500
Gasparotto G. e R, 5.000
Gitardet Maria f 2.500
Mattel Emma 6.000
Manie G. e E. 5.000
Parboni Jahier Clelia 500
Pastore Irene 1.000
Pons Lidia 200
Rivoir Emma ,, 2.000
Rostan Yvonne 2.000
Ugolini Vittoria 500
Viola Tullio 5.000 »
Rorà 24.000
Scuola Domenicale 1.000 »
Sampierdarena »
S. Germano Chisonc »
S. Giacomo degli Schiavoni »
S. Giovanni (Luserna) 100.000
Sangianin 5.000 »
Sanremo »
San Salvo »
Susa
Taranto „
Torino 437.058
N. N. 25.000 »
Torre Pellice 185.000
Collegio 35.000 »
Trieste »
Vallecrosia »
Venezia „
Villar Pellice »
Villasecca 15.000
Scuola Domenicale 1.000 »
Vittoria y,
Grilli Giovanni (Lugano) »
A. C, »
Giovani della Chiesa dei
Fratelli di via Virle (To^ fino) »
Santulli Guido. Vasto »
Rossi Servettaz. Signora
Savona »
L. 2
12.400
22.000
80.000
78.050
42.500
24.315
3.500
2.000
12.200
50.000
211.000
25.000
12.000
45.300
3.000
105.000
15.200
1.000
5.000
15.000
426.058
220.000
17.500
20.600
16.800
34.000
16.000
5.650
2.000
7.500
7.725
1.000
5.000
,627.815
Itt aggiunta alle somme già dichiarate,
sono pervenuti al Cassiere della Tavola Valdese i seguenti doni a favore dei sinistrati
del Mare del Nord.
Chiese di:
Bernalda
Biella, 2® vers.
Catania, 2® vers.
Cerignola
Como, 2® vers.
Firenze, via Serragli. 2® vers.
Ivrea, 2® vers.
Napoli, 2® vers.
Pinerolo, 2® vers.
Pisa
Prarostino
Sanremo, 2® vers.
Taranto. 2® vers.
Villar Pellice. 2® vers.
Raccolte dalla Sig.ra Billour,
Firenze
Antonio Curcio
Somma precedente
Totale
L. 600
» 9.200
» 500
» 1.500
» 10.000
)) 500
)) 8.000
)) 1.290
» 9.000
» 10.000
» 34.400
» 3.500
» 1.500
» 16.000
» 21.000
» 2.000
L. 128.990
» ! 2.627.815
L. : 2.756.805
Autorizzazione Decreto 27 - XI - 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. Subalpina, s. p. a. ■ Torre Pellice
AVVISI ECONOMICI
All'appello del Moderatore molti hanno
risposto generosamente, sebbene alcuni avesseto già dato la loro contribuzione ad
enti ed iniziative locedi.
Comunichiamo l’elenco dei doni ricevuti,
facemlo seguire, al nome di ogni Comunità che ha versato le somme raccolte, anche
i nomi dei singoli che hanno aggiunto una
offerta supplementare.
ON DEMANDE Homme pour la campagne
de 35 à 45 ans capable de traire; aimant
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55.500
12.650
Î0.500
83.100
3.572
10.000
47.900
1.300
1.200
PINEROLO
Viale Savorgnan, n. 8 - Telefono 23.38
Riceve: 10/12 / 14/16
ORECCHI
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Dott. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice viale
Fuhrman 1 (presso Dr, Gardiol)
il VENERDF
dalle ore IO alle 12.
a Torino riceve gli altrigiorni.
dalle ore 14.30 alle 16 in via
Berthollet, 36 (OspedaleEvan/
gelieo).
25.900
13.000
10.000
35.150
5.000
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