1
I ''
Amno XI — N. 15. Ili SERIE 15 Agosi|(> .
LA BUONA
GIORNALE DEIXA EVANGELIZZAZIONE
-vvAA A^XAAA/^
Andate per tutto il mondo e predicate TEvangelr*
(la Buona Xopella) ad ogni creatura.
Matteo svi, 15.
PREZZO DI ASSOC^ZIONE ì LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per il Regno [franco a destinazióne] .... £. 3 00 ^ In Firekìs, da Leopoldo Pinetti, via Tomabuoni
_ , _ . T. • -j i al Deposito di libri religiosi.
Per la Svizzera e F™noa, id............. 4 2o Francesco, idem.
Perì'Inghilterra, ìd......................................,, 5 50 ; in Toriko, via Principe Tommaso dietroLlTem
Per la Germania id....................................„ 6 50 J pio Valdese.
Non Si ricevono associazioni per n.eno di ! „^no
un anno. ^ renze, via Tomabuoni al Deposito libri religiosi.
All’estero, a’seguenti indirizzi: Parigi, dalla libreria C.Meymeis, rue Rivoli;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio; Inghilterra, dal signor G. F. Muller,
General Merchant, 26, Leadenhall Street. E. C.
SOMMABIO
Avviso. — A chi andremo noi( — Un cardinale che inganna il popolo. — Cenno necrolosico : Scpol
torft di an Ministro CTiinyelico. — Corrispondenai della Sunna x^'ouella. rriioiot< : To
rino, Modena, Bagni di Lucca, Portoferraio. — Biblioteche evangeliche. — Reclami.
AVVISO
I signori Abbonati che non ancora hanno pagato il loro
abbonamento alla Buoìia Novella per l’anno 1862, sono pregati ad inviare, il più presto, al Gerente Leopoldo Pinelli,
via Tomabuoni, Firenze, l’ammontare deU’abbonamentOj sia
in Franco-bolli, sia con Vaglia-postale.
A CHI ANDREMO NOI?
Leggete — Gt'ov. vi, 68.
La popolarità di Gesù era cresciuta. La moltitudine che aveva
nuft-ita di pane e pesce, miracolosamente moltiplicandoli, lo cercava, sfuggito a loro, perchè volevano farlo re. Il Signore conoscendo
la ragione che moveva la moltitudine, aveva detto; “ Foi mi cer-
2
rate, non perciocché avete vediiti miracoli, ma perciocché avete
mangiato di qxte’ pani e siete stati saziati: adoperatevi non intorno
ni cibo che perisce, ma intorno al cibo cìie dimora in vita eterna,
il quale il Figliuol dell'uomo vi darà: perciocché esso ha il Padre,
cioè Iddio, suggellato ” (Giov. vi, 26, 27). Dopo questo rimprovero
e seria esoi-tazione, il Salvatore istruì la moltitudine delle spirituali
benedizioni che poteva ricevere da Lui, designandosi come “ il pane
di Dio disceso dal cielo, e che dù vita al mondo ” (Giov. vi, 33).
Ma quel popolo non anelava tali beni; i suoi desiderii erano carnali e terrestri; voleva un benefattore temporale; così molti di
quelli che avevano mostrato desiderio di seguirlo, si raffreddarono o
si ritirarono'da lui.
Fra gli uditori di Gesiì, dodici si unirono intorno a Lui mostrandogli maggiore affetto, mentre tutti li altri lo abbandonavano. È facile immaginare la scena che accadde in quel momento. Alcuni
illusi nella loro espettativa, si allor.tanavano dal Salvatore, verso del
quale si erano sentiti attirati, mentre altri viepiù si stringevano intorno a Lui. La moltitudine si disperse, ma i dodici non manifestano
intenzione alcuna d’imitarli.
Eaccolti intorno al loro Maestro, per ascoltare le sue parole, non
si accorgono al primo momento, che la moltitudine diminuisce: e al
muoversi e partire delli uditori, si maravigliano del poeo interesse
che prendono ad un discorso che faceva bruciare i loro propri cuori
al di dentro di loro. La moltitudine si è già dispersa nella campagna e lungo le strade e i dodici sono sempre silenziosi attorno al
loro Mae.stro.
Fu allora che il Salvatore, oppresso dal dolore di un contegno,
che metteva al nudo la cattività del cuore dell’uomo, diresse ai
dodici questa commovente domanda: “ Non ve ne volete andare ancora voi? ” E Pietro, con la sua solita prontezza risponde: “ Signore, a cui ce ne andremmo? tu hai le parole di vita eterna"
(Giov. VI, 67, 68). Maravigliosa risposta, che ogni discepolo di Cristo deve aver presente alla mente, quando è tentato ad abbandonare
la fede, e di allontanarsi dal Signore.
Ben spesso questa tentazione può venire dalla difficoltà di comprendere i suoi insegnamenti, o alcune porzioni della Scrittura, destinata a rivelarli alle nostre anime. Le dichiarazioni della Scrittura,
che si riferiscono a Lui, forse vi soddisfano, o forse rovesciano le
vostre idee, e vi gettano in una perplessità che vi spinge ad abbandonare Cristo, e a non più occuparvi di Lui. Eccovi lilierati dal sno
3
giogo. Ma a dii vi rivolgerete? A chi andrete? Credete voi, allontanandovi da Cristo, evitare tutte le terribili domande che vi si
faranno, concernenti i vostri rapporti con Dio, e ¡1 vostro eterno destino? A chi ricorrerete per essere illuminato su questo grave soggetto, se vi allontanate da Cristo? I savi di tutti i secoli hanno
sparsa tutta quella luce, su tali domande rese chiare e limpide dai
discorsi di Gesù, e dalli scritti dei suoi Apostoli? Fino a che non
vi si mostri un dottore più abile e più istruito, non dubitate che la
vera sapienza è assidersi ai f)iedi di Gesù Cristo per lasciarsi
istruire da Lui?
Può accadere di essere tentati ad abbandonare Cristo, se non abbiamo trovato, nel servirlo, le felicità sulle quali speravamo. Dopo
averlo scelto per guida e maestro, non avete gustato li spirituali
diletti, nè la costante serenità che avreste sperato. Troverete alcune lezioni del vostro Maestro difficili ad impararsi; ad accettare
la sua disciplina provate una certa repugnanza, della quale siete
vergognosi, e che sareste lusingati di vedere sparire, divenendo discepoli del Salvatore. Il tentatore, che non tralascia mai occasioni,
sussurra alle vostre orecchie, che fareste bene a rinunziare a tante
buone intenzioni, rimaste infruttuose, e di allontanarvi da Gesù, che
sembra rigettarvi.
Havvi una semplice domanda, la quale basterebbe, nel caso, a
far tacere il vostro nemico, ed è questa; “ Da chi andrò? ” Il fiitto
è che tutte le insinuazioni del tentatore sono mensognere. Il Maestro
non ha ricusato, se ne avete un sincero desiderio, ad accettarvi per
suo discepolo, non ostante i vostri molti peccati. Non vi rigetterà
neanche quando scuoprisse che siet« ancora sottoposti a cattive passioni, delle quali credete essere intieramente liberi.
Vedete PietroI non dubitò mai? non afflisse mai il suo Maestro?
Non ebbe egli mai bisogno che il Signore posasse su di lui, sguardi
di rimprovero, per rammentargli il suo dovere e richiamarlo al pentimento? Non pertanto Gesù non lo scacciò mai. E non scaccerà
neppur voi, abbenchè molti sieno i vostri peccati, se tornerete a Lui,
assicurandolo che vi attenete a Lui con tutto il vostro cuore.
Quando siete tentati di cessare i vostri sforzi per seguir Cristo,
per il poco resultato che avete ottenuto, fatevi questa domanda;
A chi anderò io? Con la difficil via che vi è imposta, e la solenne
eternità che innanzi a voi, che cosa potete fare senza Cristo?
Qualunque sia la vostra incertezza sullo stato dell’anima vostra,
benché debole sia la vostra speranza di esfìere accolta dal Signore,
4
che fare, se non tenervi a lui? È questo quello che fate? Allora non
temete nulla: “ Non vi caccerà fuori. Non triterà la canna rotta,
e non {spegnerà il lucignol fumante ” (Giov. vi, 57; Matt. xii, 20).
UN
CARDINALE CHE INGANNA IL POPOLO
Le sollecitudini delli amici dell’umanità, tendono a sradicare dal
popolo le superstizioni d’ogni genere, e quando avviene incontrare,
che colui che per la posizione che occupa, per la istruzione della
quale si presume fornito, invece di prestarsi a distruggere Terrore,
lo mantiene, il cuore è attristato, e la mente scandalizzata pondera
le parole del Signore: “ Guai al mondo per gli scandali! perciocché,
ben è necessario che scandali avvengano, ma nondimeno, guai a
quell'uomo per cui lo scandalo avviene ” (Matt. xviii, 7).
Il fatto che andiamo a narrare, è una dolorosa conferma di questa
verità, e tanto più quel^fatto è doloroso, in quanto che la superstizione è accompagnata dall’inganno, e l’inganno è commesso plaudente un alto dignitario della Chiesa di Eoma, un clero numeroso,
e sotto gli occhi di un’illusa popolazione.
Il 17 giugno è il giorno nel quale in Pisa, imitando i Pagani,
che posero le loro città sotto la protezione delli Dei falsi e bugiardi,
.si fa solenne festa in onore di S. Kanieri, protettore di quella illustre
città; in onore pure di quel santo, ogni tre anni si eseguisce la
Luminara, che riesce incantevole e maravigliosa. '
Il duomo, superbo edifizio, contiene il corpo di 8. Eanieri, racchiuso in una cassa di marmo; in quel giorno il santo è scoperto, e
lucidi cristalli che attorniano la cassa, permettono al popolo devoto
di fruire della vista del santo.
Chi entra nel tempio, per la così detta porta di S. Eanieri, vede
a sinistra l’altare, ricco di marmi preziosi, di candelieri d’oro e d’argento, e di un paliotto pur d’argento, squisito lavoro dei rinomati
fratelli Mariotti di Pontederà; vede il popolo affollarsi attorno ad
una tavola, ove posa un gran vaso d’ottone pieno d’acqua. Se si fa
a domandare al popolo devoto “ che acqua è quella, ” gli risponde :
Acqua miracolosa del po^o di 8. Eanieri. Se si arresta un momento, vede una vecchia cenciosa, che nella speranza di guarire del
mal degli occhi, che da molti anni le rende incerta la vista, ripetu-
5
l<atueute lavarsi gii occlii, come bragia rossi, e staccare tla quelli la
formatasi cispa, che getta nel vaso: vede molti, i quali, attaccata da
salsedine la faccia, la testa, o altra parte del corpo, riiietutamente
lavano la parte ammalata, e la forfora staccatasi dalla piaga, galleggia sull’acqua ; vede le giovinette e le adulte, quattro o sei volte
tuffare la mano e bagnarsi le tempie, nella speranza di esser liberate
da un’emicrania che da più anni di tempo in tempo le tormenta:
vede, cosa schifosa, uomini, donne, vecchi, ragazzi, tracannarsi uno
o più bicchieri di quell’acqna, resa sudicia e malsana, nella speranza di guarire da una stitichezza, o tropj)o obbedieuza di corpo,
o da difficoltà di emettere l’orina; vede più d’una volta vuotata
l’acqua di quel vaso, uu cherico, o un custode del tempio, ridendo
della dabbenaggine di quei miseri, riempire il vaso con acqua,
tratta dal così detto Pozzo di S. Ranieri, pozzo che forse non esisteva or sono sette secoli e più, e che tutti i giorni somministra
l’acqua per gli usi domestici dei curati del duomo.
I lettori stupiranno, si maraviglieranno, e grandemente scandalezzati domanderanno; siamo nel 18G2, o nel 1062? E dovranno
con dolore concludere; la Chiesa di Koma vuole il popolo ignorante
come nel medio evo, e schiavo della superstizione.
Cardinal Corsi, Principe della Chiesa di Roma, che si chiama
maestra di verità, cardinal Corsi, arcivescovo di Pisa, è sotto i vostri occhi, voi plaudente, che si alimenta quella superstizione, che si
commette quel vergognoso inganno? Come! la vostra delicata coscienza non vi permette avvicinare l’Operaio del Duomo, che asserite scomunicato, non vi permette aver contatto con il Municipio,
con le Autorità, con l’amato Re d’Italia, e non vi rimprovera l’inganno al povero popolo? Oh vergogna, spudorata vergogna. Risponderete: non si ha da distrugger la fede del popolo! E che! volete far
divenir fede un inganno? Gesù Cristo non rispetto la superstiziosa
fede dei compi'atori delle cose destinate ai sacrifici, ma scacciò i
venditori e i cambiatori dal tempio. Se il Salvatore entrasse nel
tempio di Pisa, voi sareste'il primo a sentire gli effetti del rodente
suo zelo. Eminenza, rammentatevi: “ Gimì a quell'uomo per nei Io
scandalo avviene. ”
6
CEHIÌWO niECROliOeiCO
SEPOLTURA DI UN MINISTRO EVANGELICO
Il 28 luglio scorso fu l’ultimo giorno di vita per Luigi Tecchi, ministro
della Chiesa Evangelica di Pisa. La miliare in 5 giorni, lo tolse alla diletta
moglie, alle amate figlie, ad un’ orfanella che da sette anni avea raccolta,
alli evangelici, che come S. Paolo, avea 'partoriti, finché Cristo fosse formato
in loro.
Il 'lecchi nato a Verona, era nel 1848 a Milano capo d’ufficio nella
Posta delle lettere. Emigrato a Genova nel 1849 ascolta la predicazione di
31azzarella ; è rapito dalle evangeliche verità che escono dalla bocca di quel
nuovo convertito : vi riflette sopra, le riscontra sul libro che fin allora gli
era indifl:erente « la Bibbia » ; a mano a mano che va leggendo gli cadono
le scaglie dagli occhi, la sua mente si rischiara, le tenebre si dissipano, gli
errori della Chiesa romana gli divengono palesi : abbandona le pratiche
superstiziose, la sua religione si purifica, accoglie Cristo, e Cristo crocifisso.
Scoperto il gran tesoro, ne fa parte alla sua cara compagna, con lei ne
divide le gioie, con lei soffre le persecuzioni, le angoscie, le privazioni, e
tutto le prove alle quali il Signóre sottoponi coloro che abbandonano la
Chiesa di Roma, onde assicurarsi della loro fede. Tecchi non crolla nella
sua fede, diviene Evangelista; annunzia la Parola di vita, prima a Genova,
poi a Nizza, in ultimo a Pisa.
Accettata la direzione della Chiesa di Pisa, ha intorno a se la sua famiglia : tutte le sue cure, tutti i suoi pensieri sono rivolti per la conversione,
giustificazione e santificazione dei convertiti che si aggruppano intorno a
Lui: non trascura nulla; si acquista la stima e l’amore di tutti: nella malattia che lo tolse dal mondo, ha la consolazione di vedersi attorno al letto,
giorno e notte, quei più cari fratelli, che avea avviati e condotti nella via.
del Signore : la sua morte, accaduta in brev’ora, e quando meno si aspettava, colpì tutti come un fulmine, e appena possono persuadersi, che l’amato
fratello in Cristo, non sia più.
Nell’estrema notte, un affannoso respiro l’opprime: il malato ne presente
un sinistro sintoma. Chiama a se la diletta compagna, l’abbraccia, vuole
abbracciare e baciare le figlie, l’orfanella: dichiara alla moglie le sue ultime
intenzioni, quindi le dice: « Tu sei buona moglie e buona madre; prosegui
» ad educare le nostre care figlie nell’amor del Signore ; tienle nella via
» del Signoro, allontanale dall’idolatria : confida in Dio, che è la nostra
» forza, ricorri a Lui iu tutti i tiioi bisogni ». Recitò il Salmo XVI e CIV,
7
prouuuziaudo oou forza cd espansione di fede : « Tu, nun lasctrui i’uHxma
mia nel sepolcro ». Fu assalito da convulsioni, voleva fuggire da letto ;
successe un poco di calma, cominciò l’agouia, alle 10 ^ della mattina si
addormentò del sonno dei giusti.
Alla dolorosa afflizione della moglie, dei fratelli, si aggiungeva un augoecioso pensiero ; tutti dicevano : ove deporre il corpo del defunto? 11 Gonfaloniere di Pisa alle ripetute premure del Tecchi, aveva concesso per
cimitero agli Evangelici, un piccolo spazio di terreno oye solevano seppellirsi i condannati all’ultimo supplizio, gli aborti, i parvoli non battezzati,
Il Teochi, e la Chiesa Evangelica, videro in quella concessione un beffardo
insulto e la rigettarono. Lunghe, unjose, faticose, inutili, furono le premure
del Tecchi a persuadere il Gonfaloniere, che quella località era indecente,
e non sufficiente per gli Evangelici di Pisa. Bisognò ricorrere alla Prefettura, la quale trovati giusti i lamenti delli Evangelici, ingiunse al Municipio di provvedere altro locale. Ma la mala volontà, e la indolenza del
Gonfaloniere divenuta proverbiale, sebbene fosser decorsi molti mesi,
nulla avea concluso; il cimitero non si era accordato.
La famiglia del defunto inviò due evangelici dal Prefetto, Oommendator
Torelli, e questi, assicurando che il Municipio avrebbe nei primi giorni di
agosto definitivamente determinato il locale conveniente per il cimitero,
frattanto propose che il defunto fosse depositato, o nel cimitero dei pargoli,
o iu quello della vicina Pontedera, per quindi trasportarsi nel cimitero
appena fosse accordato. La famiglia accettò il provvisorio deposito nel
cimitero de’ pargoli.
La sera del 24 luglio, un carro funebre, partiva dalla casa del defunto, e
conduceva la di lui salma al sepolcro : più di 30 evangelici tenevano dietro al
carro; per via, ei unirono molti curiosi. Giunti al cimitero, la cassa fu posta
innanzi alla buca che doveva riceverla. Il sig. Cesare Magrini, chiamato
espressamente da Firenze, prese la parola e disse, a quei che circondavano
la bara, molte, dolci e confortevoli parole, che se la memoria non tradisce,
possono compendiarsi in queste ; « Innanzi a voi vi è il cadavere di uno,
che molti credono morto, ed eretico, ma che non è nè l’uno nè l’altro, perchè Luigi Tecchi dorme il sonno de’ giusti, per risvegliarsi nel giorno del
Signore, perchè Luigi Tecchi ha confessato il Cristo, a costo delle persecuzioni sofferte, delle privazioni patite, perchè Liiigi Tecchi è ove da molto
tempo sono Paolo, Pietro, Maria, Stefano e li altri apostoli; perchè Luigi
Tecchi ebbe fede nelle parole di Cristo riportate da San Giovanni, che assicurano: « che chiunque viwe c crede in me, benché sia morto, vi vera »
c nelle parole di Paolo dirette a’ Corinti: « In Adamo tutti muoiono, in
Cristo tutti saran vivificati ».
Il Dottor Chiesi presa la parola disse; « Colui che va a porsi nella fossa,
non sono chc pochi giorni, pieno di vita, in mezzo a molti di voi, aunun-
8
ziava il Vangelo di Cristo, vi mostrava le divine verità: e con qual fervore
ve lo facesse, tutti ne siete testimoni; Egli era buon marito, buon padre, e come ammaestrasse le sue figlie a riconoscere in Dio la loro forza, il
loro sostegno, ve ne han data esse larga prova, poiché avete voi stessi
ascoltata la loro voce infantile fare coraggio all’addolorata loro madre :
molti di voi le avete sentite dire : « Mammà fatti coraggio, Dio è tanto
buono, ci aiuterà : Pappà non è morto, dorme in seno al Signore ». Il Magrini a nome di un amico e fratello lontano lesse l’ultimo addio al Tecchi ;
la cassa fu deposta nella fossa : ognuno dei fratelli vi gittò un pugno di
terra, la fossa fu ripiena, i fratelli, i curiosi abbandonarono il cimitero.
La moltitudine ascoltò silenziosa: tutti, per rispetto, aveano scoperto il
capo: non si udì una voce importuna, ma nel volto di tutti appariva la meraviglia, e mostrava quel non so che, che vuol rendersi ragione di una.cosa
che si è fatta creder cattiva, e che yeduta si conviene che non lo è. La
quiete che accompagnò il primo seppellimento di un evangelico, mostra
quanto il popolo pisano è buono, e non cade nella intolleranza se non vi è
spinto dai malevoli. E i malevoli tentarono il giorno appresso turbare l’anima dell’afflitta vedova, ma non vi riuscirono per la fermezza del Prefetto
Torelli. La Congregazione del Camposanto, presieduta da preti e da secolari più preti dei preti, fece lamento al Municipio, perchè si fosse seppellito
in luogo sacro un evangelico, e chiedeva che di là fosse tolto : ma il Prefetto rese vani li anticristiani lamenti, e disse ai due evangelici che da lui
dimandavano guarentigia, onde non si violasse il sepolcro del defunto fra
tello : « non temete, niuno ardirà infrangere i miei ordini, quei signori hanno
dimenticato, chc Tecchi era cristiano come me, e battezzato come loro ».
CORRISPONDENZA DELLA B. NOVELLA
Milano lì 17 luglio 1862
Pregiatissimo sig. Direttore della Buona Novella
Mandato dalla Commissione Valdese (per l’evangelizzazione in Italia) a
Ginevra per rappresentare l’opera nostra presso la Società Evangelica di
quella città, che tenne le sue sedute li 24 e 25 dello scorso Giugno, presi
nota di alcuni fatti che vi mando, e che mi sembrano dovere essere interessanti por i lettori del giornale.
Il signor Casalis, dopo aver dato alcuni cenni dell’opera delle missioni,
dii’etta dal Comitato di Parigi di cui è mcinbro,^ narrò il seguente fatto :
9
Quando, giovine ancora, stava facendo la sua educaiiouc in uno stabilimento diretto da un fervente cristiano, strinse amicizia con un giovanetto
della sua classe, cattolico d’origine che ricevette serie impressioni religiose.
Terminati gli studi che si davano nello stabilimento, i due amici dovettero
separarsi. Il Casalis che sontivasi la vocazione di missionario, andò a terminare i suoi studi nell'istituto delle missioni in Parigi ; Il suo amico s’imbarcò come sottotenente sovra un legno da guerra : in breve tempo si distinse per il suo coraggio e le svariate sue cognizioni. — Salì rapidamente
la scala dei gradi militari e varie croci d’onore vennero ad ornargli il petto,
e finalmente fu nominato dairimperatore all’onorevole posto di governatore
del Senegai. Poco tempo fa il Casalis ricevette una lettera dal suo amico
piena degli stessi sentimenti di calda amicizia e di pietà vivente, che lo
animavano nella sua giovinezza, mostrando la più tenera pietà per il miserando stato morale della popolazione ch’egli è chiamato a reggere in uomo
dell’imperatore. Essa è compo.sta di più di un millione di neri idolatri che
non possono essere veramente beneficati se non per mezzo del Vangelo,
«i Ma come crederanno in Colui del quale non hanno udito parlare, e come
udiranno se non v’è chi predichi? » esclama egli nella sua lettera, — « mandateci adunque dei missionari, mi riputerò onorato di esser loro di qualche
utilità. — Vi dò la libertà di far conoscere il mio invito, se lo credete necessario, per decidere più presto qualche servo del Signore a dedicarsi a
quest’opera ». Appena conosciuta quella lettera nell’istituto delle missioni
in Parigi, vari giovani si mostrarono pronti a partire malgrado i pericoli
che offre il clima micidiale di quel paese. — Abbiamo chiuso le operazioni
della nostra società l’anno scorso con un forte deficit, aggiunse il sig. Casalis, ma ciò nondimeno siamo disposti a rispondere favorevolmente a quella
chiamata così evidentemente provvidenziale.
Ecco intorno all’opera dei fratelli Moravi, alcune cifre che raccolsi
dalla bocca del rappresentante di quelle benemerite società nelle sedute
della Società Evangelica di Ginevra. La Chiesa madre annovera appena
25 mila membri, mentre |il numero dei convertiti per mezzo dei loro missionari ascende a circa 70 mila. L’annua spesa per il mantenimento delle
missioni diverse, è di un millione di franchi; ma più di 700 mila franchi
vengono somministrati dai missionari stessi e dalle loro rispettive congregazioni. — Nella Guiana Olandese i missionari hanno 27 mila uditori alle
predicazioni, dei quali tre mila sono ammessi alla sacra comunione. L’aumento degli uditori è di circa mille all’anno. Più di 134 missionari vi perirono di febbre gialla, di cui 14 in venti mesi. — Un maronita fu convertito
ultimamente per mezzo di sogni, e subito incominciò a predicare il Vangelo
nella sua tribù. Per lo stesso mezzo Iddio lo condusse presso i missionari
per essere meglio istruito e battezzato, e ora egli continua le sue predicazioni con un successo veramente Btraordinario,
10
Manifestasi in Ginevra un gran risveglio religioso. Le grandi conferenze dell’Alleanza Evangelica tenutasi in quella città nei settembre dell’anno scorso sembrano averne dato la spinta. Nell’inverno le varie riunioni
religiose furono tutte moltissimo frequentate. Alcuni Pastori ebbero la fortunata idea di fare ogni lunedì sera, nella grande sala delia Rive droite, dei
disoorsi specialmente adattati ai bisogni religiosi delle persone non ancora
convertite. — Il concorso fu tale che si dovette pregare quelli che già avevano qualche conoscenza del Vangelo di non più venirvi onde lasciar posto
agli altri. — Ultimamente il signor Radclift'e venuto da Parigi, vi si trattenne varie settimane. Egli è un notare scozzese, da Dio dotato di una fede,
di preghiera e di predicazione singolare, come lo dimostra la grande influenza da lui esercitata., per mezzo delle sue predicazioni, nelle varie parti
deiringhüterra e a Parigi. — Sembra che il popolo Ginevrino lo accogliesse con qualche diffidenza, come straniero, come laico, come entusiasta.
Ma poco alla volta, la potenza delle sue predicazioni fece scomparire ogni
pregiudizio. I vari locali di culto non potendo contenere il popolo che accorreva alle sue predicazioni fece delle riunioni all’aria aperta, ove gli uditori si annoveravano non più per centinaia ma per migliaia. — Egli è giovane con moglie e figli; Pino a mezzo giorno si occupa di affari, risponde
per lettere ai quesiti dei giovani del suo ufficio. — Il dopo pranzo è da lui
intieramente consacrato all’opera dell’evangelizzazione, visite delle carceri,
degli ospedali, predicazioni eco. La sua maniera di esporre le verità evangeliche è semplice e popolare; fa spesso uso dell’aneddoto. — Dopo aver
parlato un quarto d’ora o venti minuti egli sceglie un inno le di cui parole
sono d’accordo colla sua predicazione, poi egli riprende il suo discorso
senza mai perdere di vista l’applicazione immediata. — Nelle prime predicazioni egli parla dell’amore di Dio in G. C. e della sua volontà di salvare
tutti coloro che credono. — Nelle predicazioni successive egli parla della
santificazione, invitando i suoi uditori a compiere tutti i doveri del cristiano,
a visitare i poveri, gli ammalati, a rendersi utili in ogni maniera, spiritualmente e temporalmente.—Egli combatte fortemente l’idea romana di lasciar
fare tutto al prete o al Pastore nell’evangelizzazione,—Vedete, esclama egli,
la guerra d’Italia! Cosa sarebbe succeduto se Napoleone e Vittorio Emanuele avessero mandato contro gli Austriaci i soli uffiziali, credete voi che
avrebbero guadagnato la vittoria? Non ci vogliono solamente uffiziali nella
guerra, ma migliaia e migliaia di soldati, — La loro opera è importante
quanto quella di un uffiziale. Levatevi tutti adunque come un sol uomo, voi
giovani, vecchi, uomini, donne; lavorate, pregate, fate dei sacrifizi per la
santa guerra contro aH’errore e al peccato, per il trionfo del Vangelo di
Gesù Cristo, L’effetto delle sue predicazioni è stato la conycrsioue di centinaia di giovani dei due sessi, chc hanno abbandonati i piaceri del mondo,
per darsi intieramente al Signore,
11
11 padre Gavazzi predicò una settimana nella eappella Valdese in Milano,
nel suo passagpo per Londra. — Il testo della sua prima predicazione furono lo parole di Paolo. — Non voyìio sapere altro fra voi cJte Gesù Cristo
e Gesù Cristo Crocifisso. — Egli incominciò col dire aver predicato già
altra volta in Milano nel tempio della stessa parrocchia ne’ cui limiti si
trova questo locale. — Allora io predicava sotto altri abiti e con un altro
spirito. Faceva allora l’elogio di San Saverio, oggi voglio fare quello di
Gesù Cristo, e subito imprese a mostrare che Gesù Cristo; 1° ha il diritto; —
2° il potere; — 3° il volere di giustificarci. — Grande fu la nostra emozione al sentire il Vangelo predicato così fedelmente da cotanto predicatore. — Potente è la sua parola, estese le sue cognizioni, stentorea la sua
voce; egli ha tutte le qualità che costituiscono Toratore. Non gli manca ii
fervore nè l’unzione. Egli ci ha molto edificati. Quando si seppe in Milano,
che il Gavazzi predicava nella cappella Valdese la folla vi si accalcò straordinariamente. — La galleria, la corte, le finestre delle case vicine erano
gremite di gente.
Noi dobbiamo pregare perchè Iddio ci conservi quell’uomo e lo animi
sempre più del suo Spirito acciocché ei possa compiere l’opera che Dio gli
ha aifidata in Italia.
Gi.\n Davide Tuki.v.
NOTIZIE RELIGIOSE
Torino. — Aspetto dalla vostra cortesia l'inserzione nella Buona Novella di questi ragguagli su una festa tutta cristiana ch’ebbe luogo il 19
Giugno passato in Pinerolo, promotrice della quale fu l’Unione Cristiana
di Torino della quale sono membro.
Alle 8 ant. convenivano nel locale della Chiesa Evangelica in Pinerolo,
stato graziosamente offerto, quasi tutti i membri deU’TJnione Cristiana di
Torino, ed i Deputati inviati dalle Unioni Valdesi a rappresentarle, sull’invito loro fattone dall’Unione di Torino : scopo di questo convegno ora il
godere dei piaceri concessi al Cristiano e nello stesso tempo stringere più
sentite relazioni colle Unioni delle Valli nostre consorelle.
Si cominciò col canto e colla preghiera e poi si diede lettura del Capo v
della 2 Epistola ai Corinti e vennero in proposito dette molte buone parole ;
alle 9, secondo l’ordine nel programma preparato dalla Direzione di tale
raunanza, si andò a fare colazione e dopo una piccola passeggiata si fecc
ritorno alla chiesa e si diede principio alla seconda parte della seduta nella
quale si dovea trattare il segucote soggetto. — Delle differenze, e dei punti
di contatto che si scorgono nella vita del giovane Cristiano, od in quella
12
del giovane del mondo. — Si presentò in proposito da C. Revel un piccolo
lavoro in cui avea ricercato le principali differenze ed i principali punti di
contatto, che si poteano scorgere, e su questo argomento aggiunss alcune
brevi ma appropriate parole il pregiato signor Parender, e dopo lui trattossi
ancora il medesimo soggetto dai signori 0. Coucourda, B. Roberto nostro
Presidente e dal signor Olivet. Sospesa per alcuni momenti la seduta,
si ripigliò onde discutere e deliberare sulle varie proposte che sarebbero
presentate, tendenti ad attuare quelle relazioni fraterne desiderate da
ognuno : due se ne presentarono che poi vennero fuse insieme e ne sorse
una terza colla quale ai voleva un’ordinata corrispondenza tra l’Unione di
Torino e quelle delle Valli, nonché l’invio dei deputati d’entrambi le parti
alle raunanze generali che a\Tebbero luogo. Essa venne votata con alcune
piccole modificazioni ed adottata all'unanimità. Altra proposta venne fatta
tendente ad avere quattro raunanze generali in Pinerolo e questa modificata, restringendole ad una soltanto, venne pure votata ed adottata dalla
maggioranza dei membri. Con ciò si dichiarò chiusa la discussione e tutti
s’avviarono al pranzo, il quale ebbe luogo nell’Albergo della Campana ove
pure fu fatta la colazione. — Dopo pranzo ei recammo tutti alla villeggiatura d'uno dei membri in Abbadia poco distante dalla città, e quivi dimorati un poco, volendo conformarci al programma che voleva alle 6 si terminasse la giornata colla preghiera e canto, ritornammo tutti in Pinerolo
tranne il caro signor Parender che prendendo una scorciatoia ci diede a
tutti il saluto d’addio: riuniti pertanto ancora una volta, dopo la preghiera
c canto e ringraziamenti da ambe le parti, ci separammo col cuore pieno di
gioia e di riconoscenza verso il nostro comun Padre Celeste per tutte le
benedizioni di cui oi fu largo in quel giorno ; ci demmo una buona stretta
di mano e ci avviammo noi alla volta di Torino, essi alla volta di Torre-Pellice e di S. Giovanni.
Accogliendo questo mio scritto, imperfetto sunto di quella bella giornata,
accoglictc ad un tempo i saluti e l’affetto cristiano del
vostro fratello in Cristo
Avv. C. Revel.
Modena. — L’arcivescovo di Modena tenta ogni sforzo per cacciare gli
evangelici dal luogo ove s’adunano. La sua scomunica contro coloro che intervengono al culto, parecchie volte ripetuta, ha l’ottimo effetto di riempire
il locale. C’è da temere però che il proprietario della casa, danneggiato nei
suoi interessi, non voglia continuare la locazione.
Ci scrivono da Verkès. Le nostre adunanze sono state assai molestate
nei luoghi circonvicini, specialmenle le serali. Una sera mentre stavamo
per cominciare il culto col canto d’uti inno, fuori della stanza, alcuni ignoranti fanatizzati con ogni sorta di stromenti facevano il loro solito chiasso.
13
l'no dei fratelli uscì e disse: « ecco la condotta dei veri cri.ntiani » c rientrò. Airindomani uno della turba venne a confessargli il suo torto, arre
oandogli in dono uno staio di latte; abbiamo operato da pazzi, ei diceva,
scusateci.
Bagni di Lucca. — In questa amena località, ove mattina e sera godesi arià fresca e l’abbondant« verdura dei castagni che vestono interi
monti diletta lo sguardo, ove di più abbondano fonti d'acque per bere e
pei bagni, vari forestieri che han passato l'inverno in To.scana e che non
vogliono intraprendere il viaggio per oltre le Alpi, sogliono ricoverarsi durante questi mesi d'insopportabile calore. Vi si è aperto un luogo di culto
evangelico italiano ch’era, da vari di essi, desiderato. Il prete ha minacciato di scomunica quelli dei suoi parrocchiani che v'intervenis.sero. Egli ò
nel suo diritto, e senza dubbio coloro che considerano il nostro culto come
una peste dannosa faranno meglio standosene lontani che accostando.si
per darci disturbo. Coloro poi che seguono il precetto apostolico : « Provate ogni cosa, e ritenete ciò ch’è buono, » guadagnano molto più nel sentire ed i preti ed i ministri evangelici, per confrontare poscia col Vapgelo,
la predicazione degli uni e degli altri. I generosi di cuore e di mente daranno sempre retta piuttosto al consiglio apostolico che non alle minacce
degli uomini.
Bagni di Lucca, 19 luglio
Vostro affcEionato
■' i Paolo Geymouat.
POKTOFEREAIO. — Nell’ultima domenica di giugno, per la prima volta
amministravasi il battesimo nella chiesa evangelica di Portoferraio. Si ral ■
legrava il padre della bambina, il valente colportore Pasquale Del Bono, di
queir'oocasione felice per dare solenne prova di adesione esplicita alla Chiesa
che di Gesù Cristo solo, anziché del papa si vuole nominare. Era venuto da
Firenze a visitare le stazioni evangeliche dell’iBola, un membro della Commissione Evangelica Yaldese, il prof. Paolo Geymonat; e saputosi nella
città che al culto della domenica mattina nell’adunanza degli Evangelici
quel sacro rito doveva celebrarsi, parecchi per curiosità v’intervennero oltre
i soliti uditori. Quei che non sapevano ancora la religione degli evangelici
in altro non consistere che nella cristiana, nella cattolica scevrata e purgata
dal romanismo, lo poterono vedere e sentire, e difatti lo riferirono a molti
che non furono presenti, i quali con soddisfazione udirono che crediamo
non solo al Padre, non solo a Cristo, ma ancora allo Spirito Santo. « Pur
essi lo Spirito Santo! » esclamava stupefatto un barcaiuolo napoletano d’origine, e stabilito nell’isola d’Elba.
La piccola chiesa di Portoferraio nutre speranze grandi, ben lungi dall’essere sconfortata dalla persccuiione clericale; ella è composta per lo più
14
di giovani risoluti, forti, nei quali non penetra paura alcuna. Altri assai ve
ne sono die timorosi di perdere un boccone di pane per la famiglia, ancora
non hanno la franchezza di confessare Gesù Cristo e il suo Santo Vangelo.
L’evangelista signor Peccenini sostiene la causa con singolare energia e
con assiduo studio. S'egli s’adoprerà ad istruire a fendo neUa dottrina cristiana quei giovani che lo sorreggono già nella testimonianza, si potrà formare in Portoferraio una società evangelica a vantaggio dell’opera per tutta
risola.
Degna d'ogni più aifettnosa simpatia è poi la chiesa di Rio-Marina, la
quale si trova più innanzi di quella di Portoferraio per numero e sperienza
spirituale, ed è soggetta ad infinite vessazioni istigate dai sei preti del luogo.
Essendo colà disceso per due ore il principe Napoleone, l’evangelista signor E. Marchand, potè avvicinarlo. Il liberalissimo principe si mostrò
sorpreso che essendovi in Rio una cliiesa evangelica di più di cinquanta
persone, essa non avesse il suo tempio, e parve sdegnato per le vessazioni
clericali. Il Procuratore regio in Portoferraio, qualche tempo dopo, mostrò
qualche zelo, citando parecchi individui di Rio a testimoni delle relazioni
che gli vennero pòrte; ma nissuno ebbe la franchezza di testimoniare, quantunque gl’insulti sieno ogni giorno manifesti. L’evangelista non può passeggiare senza che gli si gridi dietro; la sera che fui colà, mentre eravamo
adunati nell’alta cameretta, si venne a fare intorno alla casa un tanto
chiasso da non potermi far udire da coloro che mi sedevano d’intorno; anzi
avanti che l'adunanza cominciasse, ebbi pur occasione di sentire le ingiuriose canzoni che sul cadere del giorno, usano principiare all’indirizzo degli
evangelici. La piccola chiesa è lungi però dall’essere sbigottita: quanta letizia s'ammira in quella cara adunanza! Uomini, donne, fanciulli, mostrano
poi ardimento e franchezza. E però l’opera cresce. Una signora giovine ancora, che per molti anni fu maestra cattolica, è stata convertita, e sta per
aprire la scuola evangelica. Varie 'persone non possono dichiararsi per timore di mancare d’ogni lavoro, d'ogni mezzo di sostentamento per la famiglia, Si rammentino le chiese libere, nelle loro preghiere, di quelle che
gono oppresse!
BIBLIOTECHE EVANGELICHE
La libertà di culto e di coscienza, proclamata nel regno, permessa la predicazione del Vangelo, ne veniva necessaria conseguenza l'apertura di Biblioteche Evangeliche, nelle quali i fedeli potesi?ero trovare le S. Scritture
in varie lingue, i libri religiosi, di edificazione e controversia, ed i giornali
italiani evangelici, o animati dallo spinto evangelico ; così nelle principali
15
città del roguo si sono aperte biblioteclie o librerie, per la vendita delle
bibbie, libri e trattati religiosi. Per quello che è a nostra notizia esistono
tali librerie a Torino, via Principe Tommaso, depositario Giovanni Tron —
Napoli, sotto il Ponte di Chiaja 49, Giov. Battista Cordano. — Milano,
contrada de’ tre Alberghi N° 12 rosso, Attilio Casaddio. — Genova, via
S. Luca, 49, Giovanni Gimignani. — Firenze, via Tomabuoni, 38, Leopoldo Pinelli, e piazza Madonna, 4843, Leopoldo Fabbroni. — Livorno, via
San Francesco, 12, Alessandro Jlariani. —• Portoferraio, Pasquale Del
Bono. — Sarzana, Giovanni Luquet. •— Ogni Chiesa evangelica ha pure
Bibbie e libri da vendere.
A Firenze, sulla piazza Pitti, è stata formata una libreria circolante detta
della Lucerna, che sta aperta dalle 9 alle 4 pomeridiane dal 1° ottobre al
31 marzo, e dal 1° aprile al 30 settembre dalle 9 al tocco, e dalle 3 alle tì
pomeridiane. A chiunque si presenta, è consegnato il libro che desidera,
purché scriva il proprio nome e il suo domicilio in una ricevuta espressamente stampata, e che è restituita quando rende il libro che ha richiesto.
Il Bibliotecario ha il diritto di esigere, nell’atto della consegna del libro
domandato, il deposito del prezzo corrente del libro.
Il richiedente il libro, con può tenerlo più di un mese, nè può avere
altro libro se non ha restituito il primo.
Chi perde, o guasta un volume di un’opera composta di più volumi, è
obbligato a pagare tutta l’opera, che resta in sua proprietà.
Il Bibliotecario s’impegna provvedere ai richiedenti quei libri che brat.
mano comprare, procurando ottenere facilitazioni sul prezzo.
La Biblioteca si sostiene con doni e offerte : un libro registra i donanti,
li offerenti,, non che i doni e le offerte
Alle librerie sopraenunciate si prendono le associazioni della Buona Novella, e si spediscono bibbie e libri religiosi a chiunque ne domanda, rimettendo ai sopra nominati depositari il prezzo dei libri richiesti e porto per
mezzo di vaglia-postale.
RECLAMI
Nel render conto della Evangelizzazione di Napoli, cademmo in una inesattezza : vi ripariamo pubblicando la
seguente lettera dei meritissimi sigg. D. Giovanni Boschi,
e prof. Luigi Burra.
« 111. sig. Direttore,
« Nel num. 9 (15 maggio 1862) del periodico da V. S. I. diretto, ragionandosi di queste scuole evangeliche, si legge che il comitato di soccorso
16
per la evangelizzazione fu obbligato a prender per maestro degli adulti Albino Guglielmo coadiuvalo dai sigg. Bukea e Boschi. Non solo non siamo
noi coadiutori del sig. Albino, ma non abbiamo alcun cbe di comune secolui in fatto di scuola, poiché egli dà insegnamento agli adulti nella scuola
serale a S. Pietro a Majella, e noi siamo stati gratuitamente direttori ed
insegnanti neUa scuola diurna per bambini a S. Tommaso d’Aquino, dove
ai 15 del corrente, in capo a 3 mesi dall’apertura, fu dato a maggior gloria
di Dio un pubblico saggio nel quale gli alunni, istruiti col metodo grafico
del professor Tunsella ; col metodo Burra per lo insegnamento di scrivere
e leggere, e di ideologia, nomenclaturn e grammatica con metodo Boschi^;
per geografia. Storia ed altre nozioni, e nella ginnastica dal nobile giovinetto signor Giuseppe Carfora, dieder soddisfacentissima pruova del profitto negl’insegnamenti, scrivendo correttamente ciò che dall’uditorio fu
loro dettato, analizzandolo logicamente e grammaticalmente, dando conto
del Mappamondo, dell’Europa in generale, e dell’Italia più particolarmente ; e facendo con franchezza esercitazioni ginnastiche non triviali.
« Voglia, signor Direttore, pubblicare questa rettificazione, e creda che
siamo
« Osservantissimi
«.Dott. Giovanni Boscui, ProJ. Luioi Burka ».
EKRATA-CORRIGE AL N. 13
Pagina 198, verso 1, pertrangvimus le^gi pcrtransivimua—p. liKI, v. 14, verbo passivo, ì. verbo
attivo — V. 18, ricercato in grazia, i. ricevuto in grazia — v. 28, gratio, l. gratia — v. 35 e 42, cture.
1. chaire — p. 200, v. 18, gvatia, i. est gratiam — v. 20, alii, l. alius ^ v. 22, Opulejanus, l. Apulejanus — v. 25, Opuleliano, l. Apulejano — p. 201, v. 25, Gratiosa, l. Graziosa — v. 35, Scilicet per apud,
l. Scilicet apud — v. 39, compo, l. compos — v. 41, nomini, ì. nwnine — p. 202, v. 6, justificata, l. ju
stibcatam,
PUBBLICAZIONE RECENTISSIMA
ANATOMIA DEL PAPISMO
PER
P U A U X
PRIMA VERSIONE ITALIANA — PREZZO. UN FRANCO
Leopoldo Pineim gerente
FIRSNZU - Tiiio^rafia OLAtIDIANA, dirett» da P.aBaele Trtunbttt».