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Biblioteca Valdese
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f-Tórlilo) ~ TOHRE PELLICE
Settimanale
della CMesa Valiese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno , spirito nuovo ...
— Abbonamento > Lire 600 per Tinterno, Lire 1000 per l’estero — Spedinone in abbonamento postale, 1° Gruppo —
Cambio d'indirizzo L. 30 — Amministrazione: Claudiana - Torre Pellice - C.C.P. 2-175.57 Prezzo La dCi
TORRE PELLICE» 7 Aprik 1950
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EGLI NON E’ QUI
S.Mat.28;6
Se avessero trovato ancora net sepolcro il corpo
morto di Gesù, quelle pie donne che vi ai erano recate di buon mattino, non sarebbero rimaste così
turbate.
Gesù era morto ! Con grande angoscia esse si erano rassegnate al fatto. Quel che le aveva guidate al
sepolcro non era una vaga ed incerta speranza di veder realizzata in qualche modo la profezia di Gesù
concernente la Sua risurrezione, bensì la certezza che
hgli doveva trovarsi lì, nella fredda e composta rigidità della morte. Esse infatti non erano andate cs
mani vuote, ma avevano portato degli aromi per imbalsamare Gesù.
Invece il sepolcro è vuoto. « Qui è il luogo dove
l’hanno posto, dice l'angelo, ma Egli non è quii »
E questo d fatto sconcertante che le turba: che Gesù non sia Li dove logicamente dovrebbe trovarsi e
dove esse sono venute a cercarlo.
Ci vorrà del tempo prima che si rendano conto che
Colui che è la Vita non poteva essere tenuto prigioniero della morte. Potranno afferrare questa venta
soltanto quando Gesù si farà loro incontro nella realta della Sua risurrezione e rivolgerà loro la parola
rassicurante : « Vi saluto 1 ». Ma per il momento quel
che Le turba è che Gesù non sia ti dove è stato posto.
Questo fatto sconcertante si ripete: Gesù sovente
nenrt dove 'noz ixr cerciiulcmO' 'e dove lo confiniamo col
nostro pensiero, e noi dobbiamo sempre uomandarci
se La nostra retigiosità e la nostra pietà non ci conducono verso una tomba vuota o non si esprimono attraverso forme in cui non è la realtà del Cristo vivente.
Noi tatti sappiamo quale concetto ci sia oggi nel
mondo nei nguardi del Cristianesimo e come esso sia
guardato da molti come superato. Certo questo ci
dispiace profondamente e ci amareggia, ma sinceramente domandiamoci: non è forse vero che molte
Chiese ci fanno l’impressione di una tomba nella
quale invano si cerca Colui che non è più lì, 'perche
è Vivente e non si Lascia imprigionare nelle forme e
nei riti u nelle formule della liturgia o nelle istituzioni e nette organizzazioni?
Evidentemente, ‘nell ambito delle Chiese si fanno
tante buone cose, si compie un’opera d’ordine morale, spirituale e sociale, nel nome del ¡¿ignore e con
l’invocazione della Sua presenza e del Suo aiuto. Eppure, non è affatto certo che l’estraneo che entra m
quegli ambienti possa avere la sensazione netta e
immediata che in essi sia all’opera lo Spirito del Vivente Signore. Ci sono tante altre organizzazioni lai
che oggi che fanno con gran dovizia di mezzi e con
altri fini quello che le Chiese continuano id fare molto
stentatamente e quasi senza slancio. ■
Lo stesso si può dire del messaggio delle Chiese
al mondo di oggi. Si.ha l’impressione che Questo messaggio non afferri, non incida, non agganci, non colga nel segno. Forse noi seppelliamo la realtà del Signore vivente sotto il cumulo delle nostre parole, entro gli angusti limiti di concetti e di frasi fatte e di
formulazioni dottrinali che non dicono pnù niente al
mondo d'oggi, e non ci rendiamo conto che « Egli
non è qui » nei nostri discorsi, nelle nos'tre idee preconcette, nei nostri- quadri prestabiliti e che non possiamo contenerlo nei nostri schemi e ner nostri sistemi. Il Suo Spirito ohe soffia dove vuole,’ non può essere imprigionato in formale trite. Egli, esce fuori dai
nostri quadri, sfugge alle nostre formulazioni che sovente non giungono ad altro che ad impedire alla Sua
vita di manifestarsi.
0 ancora forse si tratta di una nostra esperienza
personale del passato dalla quale abbia'mo ricevuto
un evidente beneficio spirituale. Ma questa esperienza non si è ripetuta e non st è rinnovata, e noi
continuiamo a credere di poter vivereVdi rendita,
riandando col pensiero all’esperienza di un tempo
che ci aveva avvicinato al Signore. Ma q^el ricordo
nel nostro cuore è simile ad una tomba..ii}ùotti in cui
noi ci illudiamo di poter ritrovare il Signore della
Vita, il quale non è più lì.
♦
« Egli vi precede iu Galilea », aveva detto l’angelo alle donne, e noi dobbiamo prendere questa parola come rivolta anche a noi. IL Signore risorto e vivente ci precede sempre e non c’è momento della nostra vita nel quale noi possiamo rimanere sulle posizioni raggiunte e dire ; « Ecco, Egli è qui, e qui ci
fermiamo », perchè nell'attimo in cui ci fermiamo,
noi abbiamo già perso il contatto con Lui e lo perdiamo di vista. Diceva l'apostolo Paolo : « Dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso
quelle che stanno dinanzi, proseguo il corso verso la
méta, per ottenere il premio della superna vocazione
di Dio in Cristo Gesù ».
Forse nel mondo il cristianesimo è oggi giudicato
così male, perchè noi ci siamo fermati e non abbiamo
continuato a seguire Colui che va innanzi a noi e che
ad ognuno di noi continua a ripetere : « Tu seguimi 1 »
A. DEODATO
£a parola detta croce è paz’Uta per quelli che peri-'
scono; ma per noi che siam sulla via deila salvazione,
è la potenza di T)io. Do mi proposi di non saper altro
fra voi, fuorché ^esù Cristo e lui crocifisso. (Paolo)
Pasqua di risurrezione
Pasqua di risurrezione! Un iremi'1o di emozione scuote il cuore del
Credente al pensiero di tutto quello
che la risurreziwie di Gesù Cristo
rappresenta.
‘ Noi ci troviamo qui di fronte ad
un mistero divino e più leggiamo e
più meditiamo il racconto biblico e
-più grande ci appare quel mistero.
Ci troviamo qui dinanzi ad un’opera divina incomprensibile al nostro spirito, ma di cui intuiamo la
grandezza infinita.
Il miracolo della risurrezione di
Gesù Cristo non ha testimoni umani; si svolge sui colli della Giudea
prima che le pie donne si affrettino
«ll’alba verso il sepolcro vuoto per
dare al Signore quella che esse consideravano come l’ultima dimostrazione di affetto e di omaggio.
* Nessun intervento umano in questa grande opera della risurrezione
* di Gesù Cristo e come avrebbe polu'lo Tuomo intervenire in essa? Solo
Dio, solo la potenza divina che rompe i legami della morte e proclama
il trionfo della vita e della immortalità, solo Iddio poteva ridare all’uomo la speranza, mediante il Cristo risuscitato!
Dinanzi al miracolo divino, noi
adoriamo . Al di sopra di tutto quello che possiamo comprendere ed immaginare, al di sopra dì ogni nostra
esperienza umana, sta la grandezza
dell’opera di Dio. Gesù Cristo è ri
suscitato dai morti!
Durante la notte
__________________.»
lo penso alla notte che precedette
la Pasqua di risurrezione; v’erano
in Gerusalemme migliaia di persone
che si erano addormentate pensando
al Maestro di Galilea; gli uni con
sentimenti di odio nel cuore, un
odio feroce che neppure la crocifissione del Santo di Dio aveva potuto
placare; altri al contrario con una
profonda pena al pensiero della
giu.stizia calpestata e dell’offesa fatta a Dio; altri, come Giuseppe di
Arimatea e le pie donne, con un sentimento di sollievo perchè gli erano
stati fedeli fino alla fine ed avevano
accompagnato il suo Corpo al ripo.so, dopo tutte le sofferenze e gli strazi per cui esso era passato.
Gli uni dormivano di un sonno
agitato, pieno di rimorsi e gli altri
tremavano al ricordo di quel volto
solcato dalle lagrime c dal sangue e
gli altri aspettavano con ansia l’alba
per andare di nuovo al sepolcro,
per fare ancora qualcosa per Gesù e
recargli l’onore ¿ella imbalsamazione. Ma in quell’ora stessa, nella
grande notte, l’opera divina si compieva e Iddio onorava Gesù in un
modo tanto superiore a quello che
potevano fare gli uomini c, mediante la sua risurrezione, le porte della
vita e della salvezza deH’umanità venivano spalancate. « Benedetto sia
l’Iddio e Padre del nostro Signor
Gesù Cristo il quale nella sua gran
misericordia ci ha fatti rinascere,
mediante la risurrezione di Gesù
Ci iste, dai morti ajd una sperauxa viva in vista di una er&lità inco,nUlibile, immacolata ed iminarcestihile » (I Pietro 1:3).
♦ ♦ ♦
Sorse Crislo dalla morie
sulla Ierra impererà.
Così si esprime uno dei nostri inni di Pasqua e cosi vogliamo ripetere al nostro cuore. Abbiamo tulli il
sentimoito ohe vi sono molte cose
che non vanno bene sji questa terra e che gli uomini purtroppo sono
ancora ben lontani dal riconoseere
ed accettare l’impero del Crisfp. Si
parla molto di lui, ma, quando si
tratta di agire, si seguono i consigli
umani che troppo spesso son dettali
più dall’egoismo che dalla parola
di lui.
Non dimentichiamo mai che ulTalba di Pasqua Iddio ha operato
potentemente e che l’opera Su i non
può essere inutile.
Forse ci vorranno ancora altre dolorose lezioni per piegare la superbia umana, ma il giorno deve venire
in cui veramente Gesù imnererà, in
cui la grande opera di .'edeuzione
avrà il suo coronamento nell-.i perfetta felicità di tutti i figli di Dio.
Perciò cantano a festa le campane
nel giorno di Pasqua e il loro suono
è più limpido e più allegro che in
ogni altro giorno deH’anno.
L’umanità ha già troppo sofferto
nella folle illusione di potersi diri
gerc da sè! Il giorno in cui Chisto
sarà arbitro dei suoi destini, essa
troverà finalmente la sua pace e la
sua vera prosperità. Il sole che si
alza a salutare un altro giorno di
Pasqua Ce ne dà la certezza. Conviene aspettare con pazienza ed operare assiduamente onde affrettare quel
giorno. Questa è la cosa essenziale
per ogni credente.
DAVIDE BOSIO
Dalla Parola Eterna
lo sono la
RISURREZIONE
e la VITA
Gesù dunque, arrivato, trovò
che Lazzaro era già da quattro
giorni nel sepolcro. Or Befania
non distava da Oerusalemme
che circa quindici stadi ; e molti Giudei eran venuti da Marta
e Maria per consolarle del loro
fratello. Come dunque Marta
ebbe udito che Gesù veniva,
gli andò incontro; ma Maria
stava seduta in casa. Merla
dunque disse a Gesù: Signore,
se tu-fossi stato qu|, mio fratello non sarebbe morto; e
anche adesso so che tutto quel
che chiederai a Dio, Dio te lo
darà. Gesù le disse: Tuo ffateilo risusciterà. Marta gli
disse : Lo so che risusctteràr,
nella risurrezione, neiTultimo
giorno. Gesù le disse : fo son
la risurrezione e la vita; chi
crede in me anche se muoia,
vivrà ; e chiunque vive e erede
In me, non morrà mal. Credi tu
questo? Ella gli disse: SI, o
Signore, io credo che tu sei
il Cristo, il rigliuol di Dio che
dovea veidre nel mondo.
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L’ECO BEILI .VALLI VALDESI
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Un gronde agricoltore del XVI secolor|f^39 -*$S19)
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OUVIEB DE SERIES
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Olivier de Serre» (i) (Mune evocatore di ai'ìdui cimeoti,. di volontà tenace, di teoie*p.roionda e coraggiosa.
jbigliodi quelle regioni pella i« rancia meridionale in cui; |»er iuuglii
anni, il dramma della cowleuza m
^ ai c<mtro di ogni esistènza umana,
tutta la sua vna si svolse sul duplice
piano (iella lede e deir^ionci del
. timore di Dio é~déll’àmore per la
terra. Le sue forze, egli le spese u lotr
tare contro due nemici lormidabili :
la durezza dei tempi ed il lanatismo
religioso. T
sanguinosi; più d’una volta si servì
della sua parola autorevole perchè
cattolici e protestanti potessero incontrarsi (magari nella sua stessa casa ospitale) e in-uno'spirilo di reci
proca comprensione firmare accordi
di mutuo rispetto. Ma quando venne
il momento di scegliere^ tra le esigenze della sua coscienza ed il suo
benessere, Olivier non esitò e pér
difendere la sua fixle inipugnò le armi. Nel suo spìrito assetato di pace i
tre lunghi anni di resistenza armata
rimasero come un ritardo oscuro e
doloroso della sua vita,
tíu<xndo si moriva per ia
fede ...
Jl grande amore per la
Olivier die Serre» nacque da genitori profondamente attaccati alla tede riiormata. buo padre, Jacques de
berres faceva parte di' quel forte
gruppo di uomini che, seguendo l’esempro dei grandf Kiforinatori, merrtre ancora trionfava assoluto il prestigio di Hopoa, avevano voluto ripensare seriamente il problema della salvezza. Mediante lo studio dei
lesti sacri nella lingua originale, essi
avevano riscoperto i'amore di Dio § >
il dono delta salvezza in Cristo e la
loto vira né era rimesta traslorniata :
la fede, da vano, lormaliamo, era diventata (sertezza, rsera che dà al
cuore una forza nuova e per la <^uale
valeva la pena anche di morire. >
(Questo il clima irei quale è cresciuto ed ha vìswto Ulivier de Serres.
lLk,sera^ terminati i, lavori, il padre
di famiglia radunava tutti i suoi pm:
la lettura della Bibbia e (ia quelle
pagine consunte Olivier imparò Ut
(»noscere la potenza della parola di
Dio. Come liglio primogenito, gli
toccava i’oQore df cbntmuafe la lettura quando il padre gli passava il libro. J*oi, il padre spiegava, ctumneU'
lava. Così, giórno per giorno, si radicava solidamente nel cuore dèi figlio la grande fede capace dì resistere alia persecuzione.
Regnava allora l’odio religioso,
crudele ed implacabile, lu peme delia fede non si esilara a compromettere tutto; le convinzioni religiose
furono dUese da ambo le parti con
un coraggio fanatico ed intollerante,
li tentaiivó di Poissy (1561) di riunire in aperta e leale discussione i
teologi cattolici e protestanti sembrò
portare ad una distensione degli animi. Vana speranza. La lotta si riaccese più violenta cibe mai per culminare in quella orrendia notte di S.
Bartolomeo (1572) tragicamente famosa.
Nelle Cevenne, nel Vivarais e in
tutte le regioni limitrofe i protestanti sono in gran numero. A Villeneu
ierra
ve de Berg, città di Olivier, si è ve
nuta formando una importante comunità. Appena ventenne, Olivier è
eletto diacono, con le funzioni di catechista e di assistenza ai poveri. 1
:(-gistri da luì teuuti sono una prova
del come adempisse fedelmente alle
sue mansioni.
Malgrado la sua solida cultura
classica Olivier, a differenza del fratello Giovanni che divenne pastore,
non esercitò una vera e propria professione. Fin dall’jnianzia egli sejiiì
potente in lui l’^amore verso la terra,
l’umile terra nutrice di tutti gli uomini. Non quell’amore che ci tu dimenticare le cose dello spirito rendendoci paghi soltanto del nostro interesse, ma queir attrazione che ci
viene dalla nostra stessa cc^ndizione
di uomini chiamati, secondo l’avvertimento divino, a conoscere le benedizioni del suolo attraverso il sudore
della fronte. «
' A dispetto dell’incertezza dei tem'pi, anzi proprio a (siusa di essa, Olijyier non ha che un desiderio: comprare un po’ di terra. Il 20 Giugno
15,58 <a 18 anni !) egli diventa proprietario di una vasta tenuta chiamata
« le Pradel » che comprendeva campi, vijnie, boschi. Ma a causa dei torbidi troppo frequenti, lo stato di
quella proprietà lascia molto a desiderare. Ben presto Olivier si rende
conto che per far valere le sue terre,
non é’é che ima cosa da fare; assumere égli stesso l’intera responsabilità. Questo non- gli-:sarà permesso
che nel 1578. In quell’apno, mentre
infuria la guerra civile, mentre scorazzano per le campagne bande di
saccheggiatori che terrorizzano i
contadini, Olivier decide di trasportarsi al Pradel per vivere in pieno la
sua avventura in quel vasto possedimento pressoché abbandonato.
Subito cominciò l’atroce lavoro
ch(; non conosce soste. Sul suolo diventalo ingrato fu una lotta serrata
contro le intemperie, le razzie, l’incomprensione della propria gente irretita nella « routine ». Tutto questo mentre si avvicinava sempre più
lo spettro della fame. Quando già le
cose sembravano volgere al meglio,
ecco riaccendersi la lotta religiosa;
l'eco nel 1586, la terribile peste durante la quale a H itrriimt qit’en wie
nuit tout ce qui était dans une maiion mourût, bien que le jour d'avaoi
U n'y eût pm mcore de mal ».
' Olivier de Serres lavora senza tregua. Mentre regna la carestia in tutto
il'paese egli ha -già potuto avere un
raccolto migliore degli anni precedenti. La peste ha rispaa'miato iu sua
famiglia. Allora,eal Pradel, lutti accorrono per ricevere « vivres, habits,
deniers et consolations ». In quest’opera umanitaria Olivier è validamenle' aiutato dalia’ pròpria moglie. Margherita d’ArcOns,'' anche lei ferventè Ligonotla. Malgrado le cure di una numerosa iahiiglìa (sette figli)
marito e moglie Wconsacrano ai malati, ai poveri cóp lo stesso slancio di
umana solidarietà. Fu certamente
Margherita ad ispirare al cópsorie,
iieireslrema veòi&iàia, queste savie
parole; a pUii^gfaade richesse ne
peut souhaiter Ì’bomme att monde,
après la sanié, ^ue d’uvoii une jem~
me da bien, de bpa sens, houue ménagère... Et si ùne telle femme Lui
Cd donnée de JMeu se pourra dire
heureux, et se viSìter d'auoir rencontré un bon thrésòr ». Quel solido vincolo familiare £)i senza dubbio una
celle più grandi fòrze per il raggiungimento di nobili' vittorie.
Un quadro della vita della Scuola di Agricoltura ai Monne!!..
J/on di jagne soltanto ...
Ma non basta- soccorrere: si tratta
anche di rialzaré il morale di quelle
popolazioni stanldùe di non poter lavorare e vivere ip pace. I contadini
perd(Mio coraggio e non si curano
neanche più di Salvare la semenza!
Allora « a cansa^della terra che muore » Olivier inydcii nuovamente trat
taìi di pace provvisoria « pour permettre que les labours soient faits et
les sillons ensemeûpés ». In una riu
uione egli difendè la sua causa oon
fervore; « Bisogha che gli uomini
mangino, che ir éontadiuo non conosca più l’atroce liuseria e la disperazione; vogliamo lavorare, vogliamo
(Ire i nostri campi producano ». E
furono firmate lé' cosidette « trêves
ile labourage », ’
Cosi con la stessa energia con cui
lottò per' la sua fede, Olivier lotta
ora per il pane quotidiano. Questo
non gli impedisce dì andare ogni
domenica a Villeneuve per partecipare all’assemblea dei fedeli o conlinuare nelle sue funzioni di diacono.
Nei periodi di requie, egli va alla
ricerca di nuovi metodi, di nuove
coltivazioni. Per primo, in quelle regioni, egli parla della patata chiamandola « cartoulle ». DalITtalia
importa il granoturco, dall’Inghilterra il luppolo. Il suo nome è legato alla creazione delle praterie artificiali, alla coltivazione del gelso, alrallevainento dei bachi da seta. Quesl'ultìma occupazione (una vera e
propria passione!) aprirà la strada
lillà grande industria della seta nella
Francia meridionale.
Anno per anno, malgrado gli ostacoli foraiidabili, il Pradel si trasforma in un podere di primo ordine.
Dopo privazioni e. stenti infiniti, il
benessere entra finalmente nella casa di Olivier. Quaranta anni di
Il scienza, esperienza, diligenza » (il
suo motto) gli permisero di scrivere
una imponente eneiclopedia rurale,
il « Théâtre d'agriculture et inesnage des champs » che Io rendérà celebre in tutta la Francia e gli varrà il
liiolo di padre deH’agricoltiira francese.
Il diario di Olivier de Serres si
chiude con queste parole di Paolo;
« Chi ci separerà dall’amore ii Cristo? Sarà forse la tribolazione, o ta,^
distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, n
spada...? In tutte queste cose noi sìa-'
nw più che vincitori in virtù di colui \
che ci ha amati ». In questa cilazio-J
ne biblica sta racchiusa tutta la vilaisj
ipteriore di queirUgouoUo, di quel'1
ci'cdento che volle essere un lavora.^
tare per la gloria di Dio e per il be-j
ne degli uomini. ..-J
Oggi, il Pradel è stalo trasformatoci
in una moderna scuola di agricoltu-^la ove, ogni inverno, i giovani figli
dei contadini vanno ad an iechirsi dì ir
nuove ed utili conoscenze. In quelle/^
stanze, oggi ancora, è vivo il ricordo
d Oli vier de Serres, come vivo ed attuale è il suo messaggio; coraggio;-?
nelle incertezze della vita, perseve-‘
ranza nelle difficoltà, gioia di lavo-T
rare, di produrre per sè e per gli al-“
tri. Sopra ogni altra cosa fede, eioèf;
« certezza di cose che si sperano, dS-<^
mo.strazione di cose che non si vedo^..
no ». atto di fiducia e inno di rioO-W
nO'Scenza verso Colui clic, solo, può-?
dare un sicuro orientamento alla nosira vita ed un senso alla nostra fati
ca.
Delie Bert
il) F. Lequenne : La vie
Serres. R. Julliard - Paris.
d'OHver
L'agricoltura alle Valli
al Scuola Vaipese di Agricoltura ■
cominciato a funzionare ed .è ormai
nota in tutte le Valli.
Abbiamo chiesto al Direttore Sig.
Kohli, giunto da poco dalla Svizzera,
(li scrivere le sue prime im-pn^ssioni
sulla situazione ‘ agricola alle Valli.
Egli ha gentilmente aderito alla nostra richiesta. Lo ringraziamo di cuore per il suo soritto e auguriamo che
la sua opera fra di noi possa veramente contribuire al maggior benessere
delle nostre popolazioni.
Una missione ancor più importante gli era tuttavia riservata. Trovandosi senza pastore, l’assemblea dei
fedeli lo nomina quale delegato presso la Compagnia dei pastori di Ginevra onde richiedere l’invio a d’un
fidelle ministre pour aous easeigner
en la parolle de Dieu ».
Effettuato su strade quanto mai
oerieolose per u» eretico e con la
sola compagnia di un uomo, il viaggio di Olivier eh,he un esito ielice.
Introdotto in presenza di Calvino,
Olivier trasmise la sua richiesta che
venne accolta favorevolmente, malgrado l’estrema penuria di nomini.
Ceux qui vivent...
A Villeneuve venne inviato il pastore Jacques Beton. Appena giunto
nella sua nuova residenza egli, c(mi
la moglie e la figlia, è amorevolmente accolto in casa di OHvìer il quale
per beo (ànque mesi, in attesa che
fosse pronta un’altra dimora, si occuperà di tutto fornendo perfino gli
ubiti ed i viveri.
’'iPur -ésseodó ttn ugonotto èónvihta,
Olivier rifugi sempre da ogni fanatismo. Più d'una vòlta', col sno spirìto tollerante, riuscì a’calmare gli aiiimi esasperati, ad evitare conflitti
Ceux qui vivent, ce sont ceux qui luttent ;
Ceux dont un dessein ferme emplit l'âme et le front.
Ceux (jui d’un haut destin gravissent l'âpre cime.
Ceux qui marchent pensifs, épris d'un but sublime.
Ayant devant les yeux sans cesse, nuit et jcnlr.
Ou quelque saint labeur ou quelque grand amour.
C'est le prophète saint prosterné devant l'arcbe.
C'est le travailleur, pâtre, ouvrier, patriarche.
Ceux dont le coeur est bon, ceux dont les jours sont pleins.
Victor Hugo
Premières impressions
Il est impossible, après un séjour
de quelques semaines, de prétendre
connaître complètement l’agriculture
des Vallées, Cependant, les observations faites me permettent d’avoir unc opinion et une vue d’ensemble du
jiroblème ou plutôt des problèmes à
résoudre.
Si les Vallées ont une certaine unité
géographique, il en est tout autrement du point de vue agricole.
Chaque région, chaque village même a ses problèmes particuliers. La
configuration du pays, l’altitude nous
fait passer, presque sans transition,
de l’agriculture de plaine à régime intensif, à l’exploitation de montagne
|)iiitôt extensive. Le manque d'eau
pose, presque partout, des problèmes
insurmontables. Ime autre grande
difficnlié réside dans l’extrême morcdlement de la propriété. Et, par dessus tout, la situation économique précaire de la plupart des agriculteurs
surtout à la montagne, peine considérablement toutes les initiatives.
Dans les parties basses du pays, les
meilleures du point de vue agricole,
une amélioration se fera sentir assez
rapidement lorsque les méthodes modernes de culture et d’utilisation des
engriiis naturels et chimiques sicv'nt
iqipliquóes.
La culture intensive, l’introducl ; >n
des cultures dérobées de fourrages
vertís permettront de nourrir plus nbondamment le bétail qui, ainsi, sera
plus productif,
L introduction progressive de la race brune alpine, plus laitière que le
troupeau actuel, serait tout à l’avantage des paysans.
Les vignes et les vergers méritent
également des soins attentifs, ce qui
n'est pas partout le cas.
A la montagne, le problème est plus
compliqué. Les terres cultivables sont
rares. La principale ressource est l’élevage du bétail.
Il faut tendre le plus possible à aug
ammaux.icd
inenter le rendement des
laitiers. Pour arriver à ce but trois
moyens sont entre nos mains ; substi-"'^
tnt ion du troupeau actuel, produit
croisements innombrables, sans au- ' '
cun caractère de race ou laitier, par^.
lu vache brune alpine, bête de monta- ,s
gne par excellence productive, faci-’
le d’eutretieu, robviste, s’acclimatant.^
5%
facilement. C’est un travail de longue,-^
ludeine, mais qui donnera sûrement""'
de bons résultats. Améliorer l’affou-"
ragement du point de vue quantitatif.||
et qualitatif. Mieux vaut tenir rnoins^
de bêtes et les soigner mieux.
Améliorer l'hygiène des étables. Nà__
pas craindre l’air et la lumière, il e8t;-j
possible, à peu de frais souvent, d&^
percer une fenêtre ou, du moins, de’“'
maintenir celles existentes propres et^
claires. L’humidité influence toujours'#’
défavomlilement lu santé des animaux.^
g
D’aucuns me diront que produire
davantage n'est pas tout, encore faut-.^,
il savoir utiliser, mettre en valeur le ”
lait. Là, je vois la solution da,ns l’orgnnisation coopérative des agriculteurs. Organisation de centres le rar
massage, groupement de toutes les
]>etites quantités de lait de manière à
pouvoir travailler économiquement a- ^
vec du personnel qualifié. Le gros obs-ç;
tiiele à ce système de travail en com--,
miiii réside dans le manque de solida-^
rité et d’esprit coopératif. Toute une'!S
éducation doit se faire dans ce sens.' "^
Le proverbe est vrai ici comme ail-,.-]
leurs: Aide-toi, le ciel t’aidera. .;Vl
. H. Kohli
Per Pasqua
“ J{o veduto il Signore „ ^
Hai tu veduto il Signore? Hai to Ì
udito la sua voce P Quando senti ft^e
il suo rUome, provi tu gioia nel
cuore? Hai tu seiito il Caltmrio ? Hai
tu veduta la tomba w>ota? Hai i» t^.*
duto Vaurora irrompere dalle tenc"^
hre delta, nette?
L. A. Barter Snoco -ì
3
I L’ECO DELLE VALU VAIDESJ
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iolloqut
Cronache dell'Anno Santo
lotto il controllo deirinquisizlone
i sta volta abbiamo un docu■^V'inento d’im|iotlanza da segnalare ai
“^nostri le'lori: la Istruzionn della Su^f-prema Sunta Congregazione del SanUffizio ttU’EfHsoopato di tutto il
§4"^ inondo mi « Movimento Ecumeni
Per intendere di che cosa
jfetratta, eonviene fare un poco di sto
«lese Nathan
'tando la
•wria..
Sr Tulli ricordano le parole prouun,.iiate dall’Arcivescovo luterano SveSoederbloiii. inaligli
1*» prima conferenza ecumeri^-;ijca, quella di Stoeoolma. nel 192.') :
#iti Sono qui riuniti, egli disse, gli ai-^postoli Paolo e Giovanni. Pietro tar
« da ancora... » Pietro, iufiitti, cioè
, wi (a Chiesa cattolica, era stata im i’ata
-^a quel grande scambio di idee della
S.^.€vistianità, appena uscita dal primo
^ieonflitlo iiiondiate, e aveva rifiutalo
l®rinvilo. I! punto di vista del V'ati
ticano si allarmò. E poiché, alla vigilia della Conferenza di Ajnsterdam, pervenivano alle supreme gerarchie numerose domande di cattoliei, per essere autorizzati ad assiste-rvi coline osservatori, Roma tagliò
corto, e in un secoo Monito del Santo Uffizio,, il 5 giugno 1948, ricordò
ai cattolici che il diritto caiuonico
vieta ogni rapporto coti gli eretici,
ed in particolare ogni manifestazione di culto in comune.
nuovo documento
cario fu poi espresso con tutia la
^chiarezza (* la durezza possibile nel"'-'la enciclica: Mortahum animoi, in
fecui il movimento ecumenico, definito ironicamente come a pancrristia
I#.,
fciélirto «, era conilannato come la qiiin"Sfttessenza di tutte le eresie c i inodcrs^nisini; e si stabiliva nettamente che
..a^la .sola via per la riunifieazione del
,;if la Chii'sa è il ritorno dei dissidenti
’^^’'àll’ov ile di San Pietro. La rudezza
*■ del doeumento papale era tale, che
anche spiriti irenici come Wilfred
^ Mor.od, o lo stesso Soederblom, ne
•V fu tono gravemente scandalizzati.
.‘«Al
Vennero poi le attenuazioni uffi.>^ciose; e in realtà, i contatti rifiutati
.'■ ia alto loco vennero sovente attuati,
sul piano privato, e nonostante tutti
' L divieti, una conversazione mter■'confeesionale si iniziò. Questa prese
a un certo momento, tanta am.¿'piezza e serietà, che la Curia mmana dominciò ad inquietarsene. In
Gcnnania. in particolare, durante la
Ì' resistenza al nazismo, la lotta cemu.Viie stabilì sovente un terreno di fra-Vvicine relazioni tra protestanti c^cat-ytolici, e sulla base di quella nuova
- Ìrateruità si ebbero frequenti i.olloquii di teologi delle due ccmfessioni.
. ' Sorse anzi un movimento, denominalo: a Una Sauciffl », in cui per
la prima volta, dopo la Riforma, si
'Jpoteva assistere allo spettacolo di
1 teologi cattoliei e protestanti, ohe
‘ ! esani inavano insieme, senza spirito
i polemico, in una comune preoccu-ipazione di verità, i gravi problemi
.,,*cht da «piatirò secoli dividono la cri'‘stiaiiità. E già da quel movimento
slava sorgendo uno spirito nuovo; da
parte cattolica, in particolare, si di( ! mostrava una comprensione nuova
¡della figura di Lutero, dtdla sua fe
■idc, del valore della Riforma. 11 Va
Bisogna tenere conto di tutto questo, per valutare gli appelli magniloquenti al «Í gran ritorno », contemiti del radiodiscorso inaugurale dell'Anno Santo, e la risposta, fredda e
[»acata, di un Marc Boeguer, nel noto articolo del Figaro: il Times si
era espresso precedentesmente in senso analogo. Come si vuole parlare di
gran ritorno, di abbraccio universale, idi riconciliazione, se si rifiuta persino la parola ai cosiddetti fratelli
separali, se si respinge persino la
possibilità di conversare con essi?
lì’ una resa a discrezione che si vuole? Per grazia di Dio, nessuna C hiesa evangelica s«mte il minimo bisogno di arrendersi a discrezione.
Ed ecco, ora, il njiovo documento
del Santo Uffizio, Esso reca la data
del 20 dicembre, ed è stato reso di
pubblica ragione il 28 febbraio. Sarebbe interessante sapere da qualche
[»crsoiia bene informata, per quali
lagioni sono stati necessari due me:
si, perchè la nuova Istruzione lesse
divulgala. Si è voluto aspettare dii
conoscere le reazioni dell’opmione
mondiale al radiodiscorso papale? O
si è voluto inversamente far apparire la presente istruzione come anteriore a quelle reazioni, perchè non
si pensi che essa sia una risposta alTAiiglicanismo, presente dietro gli
ailicoli del Times, o al Consiglio Eciimenico, presente nella persona del
l»a store Marc Boegner ?
Ctwnunque sia di ciò, Vlstruzione
( ominoia col ribadire in un lungo
preambolo la posizione della Ghiesa nei riguardi del Movimento ecumenico, e col ricordare i pericoli
die si connettono con la discussione
interconfessionale; poi, in alcuni articoli molto circostanziati e precisi,
dispone che, per un termine li tre
anni, siano concessi esperimenti di
( olloquii, tra teologi cattolici e protestanti, sotto lo stretto oooirollo
dell’Episcopato. Tali colloqui, ammonisce la Istruzione, non fevono
avere lo scopo di mettere in discussione la verità infallibilinente professala dalla Chiesa di Roma; ma
soltanto offrire ai protestanti no
IL PARERE PERSONALE
del Segretario Gen. del Consiglio Ecumenico
i
Appena conosciuto queste, Istruzione del Santo Uffizio il Dr. Visser’t
Hooft, Segretario Genex-ale del Consiglio E cumenico delle Ghiese, credette oppoituno formulare a titolo persoimlfc una risposta su sette punti (S.
Uì.l’.J.. 3 marzx) 1950),
Eccoli :
1) Il fatto stesso clic sia pubblicato
tale documento è una chiara indicastone che. il movimento 'ecumenico ha
incominciato a far sentire la propria
infl.uenza fra il clero e l’elemento, htiio dedla Chiesa cattolica. Ci rallegriamo di ciò.
2) Come il documento stesso rileva
in molti luoghi vengono tenute regolarmente riunioni fra cattolici i rappresentanti di altre confessioni Tali
riunioni hanno generalmente un carattere non ufficiale, e sono intese a condurre ad una migliore comprensione
reciproca ed alla franca discussione dei
punti controversi.
8) ¡fecondo le nuove isfrmiani, tutte
h. riunioni di questo genere dovranno
d’ora innanzi venir dirette ed avere la
supervisione delle autorità ecclesiasti
l^fChe. In tal modo esse perderanno quel
l^^^carattrre di spontaneità di cui àipenf™- deva in gran parte il loro valore. Vi
t*«rà minor posto per pionieri.
4) Inoltre si procederà alla superviiti. sione di tali contatti ecumenici dal
¡.unto di vista esposto nel documento,
slalgici di Roma tutte quelle migHoi| informazioni istruzioni che
possano desiderare per agevolate il
loro ritorno. In tali convegni sarà
pernu^sso recitare insieme il Padre
Nostro, o qualche altra preghiera
ammessa dàlia Chiesa.
La sua valutazione
Tale è in sostanza il contenuto e
io spirito del documento. Come valutarlo? L’impressione unanime dei
commentatori protestanti è duplice.
Anzitutto è evidente, malgrado tutto, che la l&tnmom eostituisce una
sorta di revoca del di id,iie
anni fa- Nonostante tutta la sua volontà di intransigenza, la Chiesa è
costretta a riconoscere «’esistenza e
la serietà del Movimento eoumenico,
« d ammette anzi cRe questo interessa tanto i suoi ledeli, da costituire
per essi un pericolo. Tutte le espressioni di timore, di esagerata cautela,
quello stesso continuo trincerarsi
dietro l’affermazione delia propria
infallibilità, sono espressioni «li questo riconoscimeuto.' In fondo, ia
Cliiesa teme la discussione, perchè
sa e sente che la discussione può condurla molto lontano; e Sa e sente
ibe, sia il Movirnmito Ecumenico,
sia il Protestantesimo sono spiritualmente molto più forti, di quanto voglia darlo aldi iptenilere nella sua propaganda. :
D’altra parte, bisogna ben dirlo
cbiarameate, non è con questo spilitG che si può veramente istituire
i,u incontro fruttuoso con i fratelli
separali. Anzitutto,-è falso supporre
che il Movimento , Ecummiioo non
abbia altra aspirazione che; di venire a gettarsi nelle bxaocia dì Ruma.
In seguito è offensivo suppórre die i
teologi protestanti ■non abbiaiiu altro desiderio «die di venire a tatechismo presso i loro colleghi cattolici. Infine è quasi ridicolo pensare
che una qualsiasi personalità protestante possa accettare un invilo, il
cui esplicito presupposto sia di concorrere alla sua converoione; o possa risolversi a conversare sotto il controllo della Santa Inquisizione, ohe
doyre;bhe i eguite atleulumente la
eijiiversazione. pronta a tr oncarla non
appena questa mostrasse di volgere
ili una direzione qiversa dalla coni ersione auspicata.
Per l’antica via'
m base al quale l’unico scopo di tali
cijìitatti dovrà essere il ritorno -li tutti
1 cristiani alla chiesa di Roma. 8u queSLO punto il documento rimane ni di
sotto del livello raggiunto da taluni
membri della gerarchia cattolica ohe
hanno riconosciuto che l’I'nmne rum
potrebbe assumere la forma di una
vittoria di una delle parti sulle oltre,
come accade nel campo secolare. Le
chiese del Consiglio mondiale hanno
un concetto diverso di quel che sia la
(li ra unità. Esse ritengono di dover
cercare di avvicinarsi di più a Cristo,
0 in tal modo di avvicinnrsr maggiormente Cuna all’altra.
h) Se non mi sbaglio, questo documento è il primo in cui la Santa Sede
permetta esplicitamente, sebbene con
certe restrizioni, ai cattolici c ai orisUani di altre confessioni di pregare
insieme. Questo è un passo innanzi.
(i) E' anche importante che vengano permesse riunioni fra membri di
diverse confessioni, per discutere questioni sociali. Ciò faciliterebbe un’azioii,e comune efficace ogni qualvolta i
cattolici e i cristiani di altre confessioni siano pronti ad unirsi ai fimi della giustizia sociale.
7) l cristiani non cattolici devono
seguitare a pregare affinchè la Chiesa
cattolica aia indotta ad avere una concezione più ampia e più profonda delhi unità cristiana.
Se si tiene conto.di tulli questo, e
«lei fatto che il motivo in sottordine
della Istruzione è sempre quello di
facilitare il fronte ooimune e-jntro
l'ateismo, non si sarà troppo severi
giudicando il documento inquisìtoliale come una delle tante espressioni propagandistiche politico-e. clesiiistiebe, con le quali viene orcRestiala la grande manileslazioiie deil Anno Santo, Questo dovrebbe bastare a giustificare il più prolondo e
ragionalo scetticismo.
Noli voriei dire, però, ohe questa
valntazione sia esauriente. Dio è infinito, la forza delle idee è immensa,
«‘ nessuna istituzione, per quanto potente ed aulica, ha mai potuto arrestarle definitivamente. Potrebbe avvenire, che da colloqui concessi con
tanta pavida maU' grazia, sorgesse
lealmente, al di la di tutte le intenzioni inquisitonali, uno spirito nuovo: quello spinto che cominciava ad
ailuggiare nelle dlis« ussioni della
0 Una Saueta » m Germania ; e che
la Chiesa, a un dato momento, non
avesse più la forza di frenare le pol«-iize a cui dà oggi timidamente il
via. Ma si deve dire «Jiiaramente,
eh" i|iiesta supposizione, al momen
to presente, è pura utopia, e che significa attendersi dalla Ishruzmne
[irecisamente l’opposto del fine che
si [iropone. Nop abbiamo nessuna ragione di presumere che possa nascerne proprio quella libera discussione, ohe attravèrso cento paia di
occhi episcopali la Santa Inquisizione è invece più che maj pronta a
scoprire e soffocare, al suo primo segno di vita.
camminare ancora per l’antica via.
GIOVANNI VIEGGE
^ 4-, !??';■
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/...
11 Campanile
' del
Ricordo come se fosse ieri la mattina di Pasqua del 1943. .
Una radiosa domenica di Aprile: aria ancora un po’ fresca sulla
montagna, rapidamente intepidita dal sole sfolgorante. Ero di buon mattino partito da Piamprà e me ne andavo a zonzo per greppi e per boschi,
ammirando il paesaggio e cogliendo fori.
Quante primavere ho visto fin’oral Eppure non ricordavo di avere
mai assistito' come quel giorno alla ripresa della vita.. Camminando lem
tamente tra le betulle rade, pensavo a questo miracolo, di rinnovamento
nel mondo vegetale: piante morte, erbe morte, fiori morti; ed ecco, intorno a me, tutto germogliava, tutto verdeggiava, tutto rifioriva.:. * Fenomeno della germinazione », dicono i botanici. E credono, con la parola/
« Fenomeno », di aver spiegato il Mistero!
Anche la « nuova nascita » — la vita dello Spirito che trionfa sulla
materia — anche quella è un Mistero! Eppure è anch’essa un fatto; altrettanto evidente quanto meraviglioso...
Nella radiosa mattinata di Pasqua continuavo il mio vagabondàggio, contemplando il panorama e cogliendo fiori.
— Il Rinnovamento della Natura, la Rinascita dell’Uomo, la Risurrezione di Cristot...
Ecco, all’improvviso, echeggiare nella solitudine delle rocce la voce
d’argento d’una campana.
Laggiù, nel sole del fondo valle, si snodava lungo il fiume la lunga
teoria delle casette grige del Villar. Tra le casette appena scorgevo’ il
campanile: Ma ci sono tre chilometri alrneno, in linea d’aria.e seicento
metri di dislivello ì Possibile che potesse vibrare a quest’altezza una
voce cos'i lontana?...
Ho visto quest'oggi da vicino il campanile del Villar ed ho avuto la
spiegazione che cercavo. La torre massiccia e quadrata termina, ai quattro angoU, con quattro punte e nel centro c’è un cono in muratura che
fiinisce anch’esso in una guglia più grande e più alta.
Le quattro cuspidi ai quattro angoli! I quattro Evangelisti! T loro
simboli non vi sono scolpiti, ma ne sono rappresentati ugualmente.
E la guglia centrale?
Non assomma essa in una sola le preghiere dei Padri e quelle dei
figli per lanciarle tutte assieme — verso il cielo ?
Nella radiosa mattinata di Pasqua — mentre, contemplando tl paesaggio, avevo raccolto un grande fascio di fiori — ho udito all’improvviso, tra le rocce, l’argentino rintocco d’una campana.
Laggiù — nel sole del fondo valle — si snodava lungo il fiume la
lunga teoria delle casette grige del Villar. Tra le casette appena si dì-i
stingueva il campanile...
Ma — anche se, per la distanza, non le potevo vedere — già il cam- ;
panile culminava con le quattro cuspidi angolari; già, nel cielo serene,
svettava ardita la punta aguzza della freccia centrale...
C’era, insomma, tutto quello che ci voleva perché la campana del
Villar potesse annunziare — così da lontano e così verso l’alto — il giulivo e prodigioso messaggio della Risurrezione.
GIOVANNI E. MEILLE
bibliografia
e la Ini disn
leiiiiiipiiiiiini
E allora? E allora non rimane che
I/avv. Giorgio Peyrot ha pubblicato
«li questi giorni presso la Libreria
Claudiana un volumetto in cui sono
riunite le norme dettate dal regolamento, dalla legge di P. S. e dalle circolari ministeriali per le pubbliche
rumioni, sia civili che rebgiose.
Se pur lo scopo precipuo delTautore
è stato quello di illustrare in modo
dettagliato la disciplina delle riunioni
pubbliche dell’esercizio dai culti, l’o['cra costituisce una raccolta delle norme fondamentali proclamate dalle leggi e dalla costituzione, in materia di
libertà di riunione, la cui conoscenza
permette di stabilire quali sono i limiti del diritto e dove comincia Ting’ustizia o l’intolleranza. Esso può
quindi servire anche a tutte le autorità di P. S., per regolarsi nella complessa selva delle disposizioni che regolano le pubbliche riunioni.
Quali sono le formalità preliminari
per le riunioni? Come vi si deve adempiere? Quali sono le sanzioni previste
dalla legge? Quedi sono i poteri discrezònali deU’autorità di polizia, quali
seno gli estremi della pubblicità delle
riunioni, quando la riunione deve considerarsi un assembramento, una cerimonia. una funzione religiosa o civile?
Dobbiamo quindi dire grazie àH’aulore ohe apporta con calore di fede una
piccola pietra al fragile edìfizio delle
nostre libertà, col dare al cittadino,
nei campo così delicato delle pubblidie riunioni, una precisa e chiara nozione dei suoi diritti.
a. p.
Ecco gli interrogativi a cui risponde
esaurientemente l’aw. Giorgio Peyrot, permettendo al lettore di conoscere l’esatta situazione giuridica in
ogni circostanza.
Il volumetto illustra in modo particolare le discipline che riguardano le
pratiche religiose nei luoghi destmati
ut culto, le disposizioni disciplinate in
tale materia dalla Costituzione, ed infine indica le norme a cui oggi ci si deve attenere in relazione alle norme legislative preesistenti.
La pubbbeazione è dovuta al voto
formulato dai rappresentanti delle
Chiese Evangeliche Valdesi di aver a
d'sposizione un testo cop tutte le nor-'
me di polizia ohe regolano l’eseroìzio
dt culti religiosi per esercitare n tutta la pienezza i diritti sanciti dalla costituzione. Essa deve quindi essere attentamente studiata da chi ha una
determinata responsabilità per le pubbliche riunioni oivUi o religiose.
GI ORGIO PEYROT — « Le Riunb.ni Religiose e l’Esemizb del Culto
nelle norme attualmente vigenti in
. Italia * — Casa Editrice Claudiana
— Torre Pellice, 1950 — L. hOO.
4
1 !
ï t’EGO’ DELL® VALUi VALDESI
Angrogua^- Copoluogo
Luserna S. Giovanni
5
Uefoltare : Malaa Coraélia vèd. Di Fraaci«oo (». 76). Grand Caterina ved. Durbano (a. 65) ; Giletta di S. Giusep(>e Annibal'6 (a. 72); Pellegrin Alice Deldna (a.
16): Ki vedrà Francesco (a. 59); Bertin
Gess Enrichetta (a. 64) ; Paschetto Augusto (a. 82); MoUrgUa Giov. Daniele (a. 68).
Villasecca
Si è spenta all’Aibarea, nella non
laida età di 70 anni, la nostra .morella
Ctot Luigia nata Leyronel. Ai ninnerosi familiari rinnoviamo l’espressione* della simpatia della Chiesa, con la
preghiera che la prova sia per essi
eunthìcata da Dio.
Il 12 marzo la Comunità ha udito
la predicazione del prof. Ernesto
i'ron; e il Itì, in occasione della « Fiaita ordinaria di chiesa », il messaggio del Sovrintendente dott. Alberto
E'eca e del dott. Italo Mathieu, vice
presidente della Commissione Distrettuale. — La Chiesa toma a vivamente
ringraziare questi Fratelli serbando
deha loro venuta un caro ricordo. Ala
_ piu che gradita, domandiamo al Signore che la « Visita », svoltasi in maniera quanto mai efficace ed edilicanti, rimanga in benedizione per tutti e
stimolo a maggior santilicazione.
.V
Una bella visita ci è stata fatta dai
giovani dell’Unione di S. Secondo. La
Chiesa tutta, ed in ispecie i giovani,
esprimono loro gratitudino e compiacimento, augurando che tali contatti
possano ripeterei per la reciproca edificazione fraterna.
Villar Pdlllce^^
Tra I nostri focolari domestici.
Il 19 marzo u. s. in una brevissima,
auggcBiiva cerimonia, all’inizio del culto
1 coniugi Roux Daniele e .Vli'ertina del
Cisrmis celebrarono la loro n i/z- d ai-;,'eii. Espressero, cioè, la loro riconoscouzn a
Ilio per le copiose benedizioni — inavitabihnente commiste a prove — ricevuie
durante la teppa più importante deiL loro
vite. I quattro figli Roux, accompagnari
dall'harmonium, conclusero la cerimonia
eoi canto dell’inno; « E’ la casa un Pnraiiso ».
Due nuovi focolari si sono costituiti nella nostra parrocchia.
li 25 marzo* Emilio Frache, una delle
colonne delle nostre attività giovanili,
sposava a Pradeltomo di Angrogna la signorina BuSa Elìsa.
Il 1“ aprile, a Bobbio Pellice, il nostro
l'avit David sposava la sig.na Favai Luisa.
‘ Domeiìfo# 2 corr, nel corso del nostro
cultei auilo s^tì obuiirmati h^ Patto ^ del
loro Battesimo i seguenti^ giovani caté^
>, ctuneni : Chauvie Calvino (Capoluogo),
j Malan Elisa (Gonins), Monnet Rinaldo
(Giovo), Pons Ruggero (Cdleita).
Ad entrambi questi nuovi focolari la
chiesa di Villar Pfllice esprime il più cordiale «.benvenuto» c l’augurio più fervìiLo d'uiut vita lunga e felice nelle vie del
iSignnfo.
I II Signore che li ha chiamati li circondi
* sempre col Suo provvido amore onde essi
. siano dei fedeli membri delia' Sua Chiesa.
* Atti liturgici dal 1 Gennaio al 31 Marzo.
Battesimi : Ricca Guido di Ernesto e di
t Mourglia Virginia; Bouehard Claudio di
j Bartolomeo e di Martinat Dda; Beux TulI lio di Emanuele e di Martinotti Secondina.
Matrimonio'. Squiliaóe Giorgio con Revel Uda.
Attività intense, intramezzate da un’agape del Concistoro e da un’altra dei catecumeni eonfermandi, ohe non hanno
cerio costituito un periodo dì riposo per il
Fiesidente della Comm. Distrettuale, ma
che hanno fatto del bene alla comunità
e lasciano nel cuore di molti uós grato ricordo.
Al Dott. Ricca il saluto fraterno e la
riconoscenza dei Villaresi.
Rorà
Recentemente abbiamo battezzato Rivoira Rosa di Emilio e Rivoira Ferdinando di Albino, ambedue appartenerti al
< cartiere delle Fucine. Siamo lieti di avere implorato su di loro la benedizione di
L'io e di aver potuto meglio precisare l’imfortanza del battesimo cristiano, il Signore sparga la sua grazia nel cuore di queste
tenere creature e conceda ai genitori la
foiza di farli crescere con la preghiera e
l'esempio.
Sabato e domenica 25 e 26 maggio abbiamo avuto la gioia di vedere a Rorà un
gruppo di giovani dell'unione di Torino in
v'sita alla nostra chiesa.
L’affettuosa aocoglieuza rorenga ha fatto loro dimenticare la fatica del loro viaggic e della loro marcia su per il « CoulIsud ». La sera, nonostante l’inclemenza
licl tempo, un discreto pubblico ha applaudito ripetutamente il gruppo di valorosi attori torinesi che si sono prodotti sulla scena. Non dimenticheremo facilmente
le fasi culminanti del « morto » o « ritratto dello zio », le poeèie ih piemontese dell'alpinista e di « catlina » ricche di « butcor » squisitamente nostrano. Abbiamo
iholto apprezzato il'oteito e la oonimedìa
finale « ragionare », Una lotteria; con ricelii premi offertici dai torinesi e a beneficio della nostra parrocchia ha tenuto désta
Tattenzione del pubblico negli intervalli
della serata.
\fisita di Chiesa.
Dal 1° al 4 aprile, presieduta dal Doti.
A, Ricca, Sopraintendente, si è
svolta la « Visita, di j^Chiesa » regcilamentare della nostra comunità. Più che ad
ima sempiioe * operazione Amministrativa
di controllo essa ha dato luogo ad aicuiio
giornate di attività ecclesiastica felice dd
intensa. Durante quattro sere consecutive, al Ciarinis, ai .Garins^ al Centio ed
alla Piantà sono- stfite tenute riunioni dinanzi ad uditori numerosi in una atmosfèra d* fervore e di spiritualità.
Luà intera mattiiìatà è stata dedicata ad
uba seduta del Concistoro per lo studio
di numerosi e importanti problemi di vita ecclesiastica. Nel pomeriggio di sabato,
dalle I4 alle 19,30 sono stati esaminati i
quaranta catecumeni di 1» e di 2® anno.
Domenica mattina, dopo ih culto nel quale
rOspito ha pronunziato un fòrte messfcggio circa le lacrime di Gesù suUa città
di Gerusalemme, si è coàtìtuita l’Assemblea 4i Chiesa per svolgere un ordine del
giorno nel corso del quale sono stati votati i due 0. d. G. seguenti :
I,'Assemblea... preoccupata dallà decadenza ognor crescente della santificazione
del giorno del Signore, sollecita dalla Conferenza Distrettuale un intervento adeguato e tale da sostenere lo sforzo dello
singole comunità.
L’Assemblea... convinta che gli incon®
venienti lamentati, dal Sinodo 1949, nella
sistemazione del campo di lavoro, non dipendono dalla autonomia delle chiese ora
più ohe nel passato; invita la Conferenza
Distrettuale a richiedere al prossimo Sinodo ohe non vengano rinnovate le limitazioni all’esercizio dell’autonomia ed a
ricercare la causa degli inconvenienti lamentati nella loro vera sède.
Nel pomeriggio, ancora, visita ed altro
efficace messaggio ad Una ottantina di
madri nella sede della loro Unione.
li giórno dofio il ¿ruppò dei toriiiebi
pàitéoìp'dVa al cultdr d'ella* piccola oòtiluuita rorenga. Poi, ZItino ttflatdellato, 6i sono avviati ai Mourcious per dare la seconda rappresentazionè Bèl lòcslè, geirtilmen^te concesso dalla Signorina Gonin. 11 programma recava una novità; la siguorin-i
Nera Anseimo, soprano della Radio di Tonno, mandava in visibiho il discreto pubblico accorso per fa récita. Ancora una
lotteria sempre promossa dai torinesi u
pel-tata a tuon fine con entusiasmo di tutti ha coronato il programma pomeridiano.
Siamo lieti di aver preso contatti con la
unione torinese, speÌAndo di renderli più
saldi in avvenire, s^oie ora che Torino ha
111 g'oia di veder funzionare presto la sua
colonia alpina di Piàmprà.
lUngraziamo tuttt» gli attori e attrici e
per essi il presidente dell’unione, Giorgio
liouohard per la vi^te fraterna che ei hanno fatto. Bingraziaiao molto le sorelle ed
i fratelli rorenghi e- specialmente l'unione
cb.He madri del centro e delle Fucine per
la buona accoglienza oh'essi hanno fatto
ai nostri amici toriAeBi.
Il culto del 19 Marzo è stato presieduto
(lai nostro anziano Aldo Tourn e lo ringraziamo vivamente.
I catecumeni saranno ricevuti il venerdì
salito.
Brescia - Verona
Una nuova seriè, di conferenze dì
tipo culturale è stata tenuta dal Pastore Paolo BosicX;
11 24 Marzo il Salone cittadino « Da
Gemmo » si è affollato di scelto pubblico per udire la interessante conferenza su : La Bibbia vd i suoi antichi
manoscritti, e Domenica 26 corr. la
Chiesa, malgrado il tempo’ burrascoso,
SI è riempita per la seconda conferenza sul tema: Parole che non passano.
Anche a Verona molti uditori hanno ascoltato con evidente interesse le
due conferenze annunziate mediante
riianifèsti murali e mediante evvisi
cortesemente pubblicati dai gioriaiali
locali.
Si è addòrméhtata sérenamente nel
Signore il 23 Marzo, in Verona, nel
suo 89° anno, la Signorina
AMALIA DE EUEPPB,EQHT
Il funerale è stato presieduto dal
Pastore Paolo Bosio, il 25 corr. nella
Chiesa Valdese, in presenza di molti
am'ci e conoscenti i quali hanno voluto onorare la memoria della nostra
sorella assai conosciuta e stimata nella città. La « decana » della nostra
Comunità ha sempre resa la sua testimonianza cristiana con grande autorità morale ed è stata assidua ai Culf fino a poche settimane prima della
sua dipartenza.
Esprimiamo ai nipoti che hanno
circondato la zia di utfetto filiale, la
nostra profonda simpatia.
Torre Pellice
— La Scuola Valdese d'Agricoltura e
d'Economia Domestica sarà ufficialmente
inaugurata la domenica 16 aprile. II culto
del mattino alle 10,30 sarà presieduto dal
pastore Charles Freimdler, segretario dell'Entr’Aide Protestante, uno degli Enti
che hanno rèso possibile la provvida Isti
tuzione. La cerimonia inaugurale avrà
luogo alle ore 14,80 nell’aula della Casa
\’aldese. II pubblico vi è fin d’ora cordialmente invitato. Seguirà una visita aU’Istituzioiiè. E’ assicurato l’intervento di personalità locali e svizzere.
Libreriì Eome Guddiahl
-Si H Gorsò serale di taglio e cu(ilte sarà
ripreso la sera di martedì 11 eorr. alle ore
20,30. Coloro che intendono ancora iscriversi, possono farlo prèsso la direzioùé dèlia Scuola, 0 al principio della lezicale di
martedì.
Réveil
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Volume tipo Selezioni / Contiene
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MAX EYNARD : Pietro e Francesco.
Le vite parallele di Pietro Valdo o Fran- i
cesco d'Assisi. — L. 380.
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Direzione; Via dei Mille,
Telefono 2009
Amministrazione; Claudiana - Torre
Pellice jt;
C. C. Postole 2-17557 della Libreria
Claudiana — Torre Pellice
Dir. liesp. Ermanno Rostan
Tip, Subalpina, s. p. a. - Torre Pellice
issociimoiiE mEGninii
ERimmil EllillGELIEI
Si avvisano gli insegnanti che si
sono prenotati per la gita di l'ire.nze che la partenza da Torino è fissata per ddmenioa sera, 9 corrènte, allí ore 22,10 col diretto per Firenze.
Il Convegno si aprirà martedì mat’ina alle ore 9 con la meditazione del
Pasf. Carlo Gay. Seguirà uno studio
del Prof. Silvio Pons su « Scuola, religione e libertà » e uno del sig. Giraixlet su « L’educatore evangelico
di fronte alle moderne correnti <íi
fiensicro pedagogico ».
ALASSJO. Camere soleggiate con o',
senza pensione o anche appartami-ì
tino per la stagione estiva pensione '
completa. Fasulo, Via Pascoli 7. 3|
La famìglia Bleynaf ed i congiuntifi
ncirimpossibilità di farlo singolarmerL''
ic, desiderano ringraziare per
del giornale, con cuore commosso, turiti -coloro che con scritti, fiori e partefì
cipazioni all’accompagnamento funebre, hanno voluto onorare la memorìfi
della loro diletta I
BLEYNAT ENRICHETTA '
nata PEYROT
Si dichiarano particolarmente gratti
alla Direzione della RIV, al personale',
della stessa, al Pasture Bertin. alla
Corale ed al Dott. De Clementi per le
assidue cure prestate durante la lunga e penosa malattia.
S. Germano Chisone 3 Aprile 1950
Il Seggio
Dr. BADALAMENTI
Medico Chirurgo Dentista
SPECIALISTA
TORRE PELLICE - Via Arnaud, nam. 1
ORARIO I Lunedì, dalle 16 alle 18.
Mercoledì e Venerdì dalle 9 alle 12.
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice, viale
Fithrmant {presso L)r. Gardìol)
lunedì e venere.
dalle ore IO alle 12.
a Torino riceve gli altri giorni,
dalle ore 14,30 alle 10, in via
Berthollet, 36 [Ospedale Evan/
gelicdi.
m
I
mOBILIPICIO • Camere da leffo
Giuseppe Griva • Sale da pranzo
• Cucine
ABBADIA ALPINA • Saloni
Telefono n. 23/44
0,RARIO FERRO VI ARIO - TRAM VI AR lO-AUTOMOBILlSTlCO DEL PINEROLESE
TORIÑO-PINEROLO-TORRE PELLICE e viceversa
Torlfto
A’tasca
pi. itolo
nrlcberaSìo
Torre PelHct
*,50 I
5,321
■I
I
0A3
f 6,20 1 7.651
I 7,101 8,461
I 7,381 9.0SI I I
1 Mi r'9.®l 93SÌ 12,481
I »,26t I O.SO 113,02 1
13.28
13,07
13,24
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113.10)17,051 I 18.20 1 18,30
I 13,52 I 17,51 I 118,46119.16
14,20118,171 I I9,ti| I 19,43 I
I 14,42 I 18,451 18,52 | 19,18 | 20,02 |
I 15,031 I 19,07 I 19,35 I 20,24 |
21.35
22,15
22.36
22,56
23,14
Torre Pellice
Brlcherasio
Pineròio
Alrasca .
Torino
I
4,35 I
4,50 [
6,18 >
5,37 I
6,25 I
6,03
6,45
5,561
6.11 I
6,28)
6,52 I
7,35 I
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6.24 I
6.51 I
7,161
8.15 I
7,051
7,201
7,361
7,551
8.301
9,05 I 12,20 I-----I 13,13 1 16,26 | 19,42 |
9,19 I 12,34 I 12,40 | 13,26 | 16.42 | 19,58 |
I I 13,03 I 13,40 I 17,03 | 20,22 |
I I 13,20 I I 17,29 I 20,43 |
I I 14,201 14,301 18,20 1 21 ,æ|
ERiCHERASIO-BARGE e viceversa
Brlcher.
Barge
5,16 I 9,30 I I3A51 14,551 18,50 | 20,15
5,36 1 9,50 I 13,54 I 15,14 l 19,10 l 20,35
Barge
Cric her.
4.251
4,171
6,081 12,22 I
6,30 I 12,40
14.08 I 18,20 I
14,38 I 16,40 I
19,32
19,52
TRANVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA è viceverea
IN VIGORE DAL 15 MAGGIO 1949
Autoservizio e tramvia
PINEROLO-ORBASSANO-TORlNOevlcev.
(I) (2)
Pinerolo 6,15 I 7 I 12,55 | 18,10
Orbass. 7 | 7,40 | 13,34 | 18,50
Torino 7,37 | 8,20 | 14,09 | 19,2«
11) (2)
Torino 6,20 | 7,10 | 14,20 1 18,15
Orbas. 7,04 | 7,46 | 14.56 | 18.55
Pinerolo 7,44 I 8.26 I 15,36 | 19,35
(1) PtTittìt — (2) Festivo
Pinerolo
Peroaa
4,251 5.451
5,45 1 6,37 1
6,45) 8,iS| 10,15 1 11.301 12,40 | 14,40 | 17,201 19,tS I
7,40 1 9,10) 11,20) 12,25114 ) 15,40 | 18,25 ) 2h,lÓ |
Pèrota
Pinerole
4.45)
6 )
S.SSI
6.451
7 I
7,55)
e.»
9,10 I
9,401
10,40)
11,45)13 |16 117.40)18,501
12,5.3 114.15 j Ifigis I 18,351 19,45 I
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
(I)
12
12,30
(I)
8
»,30
Torre Pillici
Bobblb Penice
8,35
9,05
19,15
19,45
Sobrio PelllO«
Torre Pellice
(1) Solo il Vtntrdi
6,<B
6,æ
15,30
16
Autoservizio Sapav-Saftl
PINEROLO-AIHASCA-TORINO e viceversa
Orario (giorni feriali Sapav-Satti
Pinerolo
Airasca
Torino
Sapav Salii Sopav Salti
7,40 I 11,40 I 13,45 118,40
7.54 ) 11,54 I 13,59) 18,54
8,25 j 12,25 I 14,30 119,25
Torino
Alratca
Pinerolo
Salti Sapav Salti Sapav
1 I 11,501 17 119
7,31 I 12,21 I 17,31 I 19,31
7,45 I 12,35 I 17,45 |
19,45
Orarlo griornl festtvl
Pfnerolo 7,40 ) 8,30 1 13,10 19,50 Torino 7,20 12,15 1 18 25 23,55
Alratca 8.44 ) 13.24 20,04 Alrasca 7,51 12,46 18.56
Torino 8,25)9,15 ) 13,55 2035 Pinerolo! 8,05 13 19.10 0,35
Auto PEROSA-PERRERO-PRALI i
feriale 21 6 8 feriale 22 i
Perosi 9,20 S17,35 20,20 Prall Qhlgo 5,35 6,50 17,16
Perrero 9,50 18 20,50 Perrero 6,2o 7,30 18,05
Perrero IO 21 Perrero 6,25 7,35 11,10 18,15
Prall Qhlgo IO,Si 21,50 Perosa 6,50 8 11,35 18,40
Le corae 7 e 22 si eflèttoano soltanto il Lunedi, Mercoledì, Sabato e festivi fino al 30 eiugno
Dri 1 luglio ai effettueranno tutti i giorni. La corsa 21 si effettua dal i luglio 11 Venerdì Saba tn
e Domenica. La corsa 6 si effettua dal I luglio il sabato e n lunedi La corsa 8 si cHetf'ua dal 1
Luglio Mio la domenica. La corta 6 è In coincidenza con l’autoservizio di gran turismo Porosa
Ip. ore 7,10) Torino (a, ore 8,28l.