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Spett.
biblioteca valdese
TORRE PELLICE
(Torino)
DELLE VALLI VALDESI
Set t i m a n a 1 e
della Chiesa Valdese
Anno XC — N^um. 30 A RTION A MiriVITI [ Eco: L. 1.300 per l’intemo Eco e La Luce: L. 2.000 per l’intemo Spedìz. abb. postale - 1 Gruppo 1 TORRE PELLfCt: — 22 Luglio 1960
Una copia Lire 30 1 L. 1.800 per l’estero L. 2.8Ò0 per l'estero Cambio d’indirizzo lire 50 Ammin. Claudiana Torre Pellice - G.C.P. 2-17557
SPIGOLATURE
Una volta an-cora con nna frequenza che è indicativa -r— il nosiro paeee è di fronte
ad una crisi di governo ; e una volta ancora, malgrado la proclamata volontà di procedere ad nn profondo ripensamento della situazione italiana, specie dopo i recenti « incidenti )), pare che tutto si riduca a combinare un ennesimo melange, più o meno sapientemente doiSato, per giungere alla maggioranza. Le questioni di fondo non sono affrontate, gli uomini piu ohe cambiare si avvicendano ; ci dispiace di doverlo dire, malgrado
gli sforzi di uomini più aperti al dialogo come l’on. Moro; e saremmo ben felici di
essere presto smentiti ! Intanto, pero, non si può non notare come, per giungere a risolvere la crisi (prima ancora ohe fosse ufficialmente aperta) certi settori del partito di
maggioranza e in particolare il governo
uscente hanno agito in modo anticostituzionale, assumendo la responsabilità di
« sondaggi » in vista della formazione di
un nuovo governo, che invece sono di spettanza del Capo dello Stato; il Presidente
Tamhroni ha persino vincolato le dimissioni del proprio governo al chiarirsi di
una possibilità verataente democratica per
un nuovo governo: ta evidentemente preso
molto sul serio il Carattere provvidenziale
del iiroprio interregno amministrativo. Ora
il Presidente Gronchi ha assunto la responsabilità che gli compete nelle consultazioni, ma la cosa era degna di nota, come
non è senza significato il fatto che nei giorni scorsi in molte città italiane (Roma, Napoli, Bari, Genova, Albenga, Trieste, Pavia, Taranto) le prefetture abbiano vietato
ogni comizio, per ragioni di ordine pubblico. E si attende con vivo interesse l’esito del processo, presso il Tribunale di
Roma, di numerosi « fermati » dalla polizia — fra cui diversi parlamentari — accusali ili resistenza, oltraggio e violenza alla
forza pubblica, nei disordini di Porta San
Paolo, a Roma, il 6 luglio scorso: le testimonianze dei rappresentanti dell’ordine . e
degli imputati sono nettamente contrastanti; a Roma erano stati vietati tutti i comizi, ma il divieto giunse tardi e poi la
manifestazione di Porta S., Paolo voleva
essere solo una dimostrazione di memore
onore ai caduti della Resistenza, La reciproca diffidenza fra polizia e civili, giustificaia da singoli atti intemperanti da una
parte e dall’altra (ma più gravi in chi ha
più autorità), non sarà certo fugata dai
recenti « incidenti », nè dagli sfrusciohi
processuali; se violenze saranno contesta
te a dimostranti, lo siano' pure alla'‘'poli
zia, e al prefetto che proprio in quel gior
no inquieto era partito.
La
scomunica
E’ stato reso noto il testo del progetto
di logge presentato dal sen. Parri per lo
scioglimento del MSI e della relazione illustrativa, che si basa sull’art. XII comma 1
delle disposizioni transitorie e finali della
Coslituzione: u E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto
partito fascista ». Dopo aver ricordato la
legge del 1952 che indica i criteri per individuare un nuovo partito fascista, il senatore socialista afferma che il MSI ha
fornito elementi in questo senso: «Postentazione nel rivendicare i fasti del fascismo,
la nostalgia appassionata per l’abbattuto
regime, la denigrazione metodica della democrazia, il vilipendio più ignobile della
Resistenza, l’esaltazione dei fatti e degli
esponenti del periodo fascista. Ciò che del
resto trova naturale spiegazione nel fatto
che il MSI ha raccolto la grande massa dei
suoi aderenti tra ex fascisti e seguaci della
repubblica di Salò », cosa particolarmente
evidente nei quadri dirigenti.
Come riferimmo la scorsa settimana, la
maggioranza in Senato ha rifiutato la procedura d’urgenza per la messa all’o.d.g. di
questo progetto. Per ragioni ben diverse,
non posso nascondere la mia perplessità
di fronte ad esso. Non credo di poter essere tacciato di tendenze fasciste — per
quanto come a tutti i giovani mi possa
essere e mi sia rimproverato di non aver
avuto da lottare col fascismo quand’era
una forza temibile. E tuttavia, questo tentativo di scomunica mi lascia molto perplesso. Pur senza voler mettere comunismo
e fascismo allo stesso livello, penso alla
messa al bando del partito comunista nella
Germania di Adenauer (non dimenticando
il tentativo di Me Carthy), e mi chiedo se
oggi, passata la passione deU’immediato
dopoguerra, è la via buona, queUa di bandire un’idea, per errata che sia, con la
violenza. Mi pare, anzitutto, una posizione debole, di paura; è chiaro che si debba
lottare contro ogni possibile rinascita dello spirito fascista ma la messa al bando
vorrebbe dire ohe non si ha più fiducia
nella possibilità di discussione e di convinzione, che rimane solo più la forza.
Sono invece convinto che anziché vietare
un partito — ohe come la fenice risorgerebbe sotto altre penne e altro nome, come ha già fatto — bisogna combatterne con
passione e fiducia l’ideologia ; sono convinto che una legge come questa non possa fare, lontanamente, quello che, ad esempio, ha fatto la serie di conferenze al Teatro Alfieri dii Torino (« tutto esaurito »),
sulla storia del periodo fascista e della
Resistenza. C’è per me un’altra ragione di
perplessità, e come cristiano è determinante: quella del diritto dell’errore. La
venuta del Cristo e del suo Regno in modo « da non attirare gli sguardi », no“
evidente, esposto alla contraddizione, impone al credente l’esigenza di non negare
mai al « nemico » il diritto di affermare la
propria posizione, di porre in discussione
la mia: la croce di Cristo fa testo, e noi
sappiamo che essa è la vittoria di Dio. Come existiano penso che si debba reprimere con la forza della legge — è il compito
dello Stato — l’atto di violenza fascista
(come di qualsiasi partito), non l’idea:
questa dev’essere discussa, e vinta nei
cuori.
I\l0
aU’aufuritarisino
Sessantuno profeasori cattolki, docenti
d’Università e d’istituti superiori di ogni
regione italiana hanno lanciato un « appello alla chiarezza » contro le tentazioni
autoritarie manifestatesi in certi settori del
mondo cattolico.
« Noi non facciamo politica attiva — dice l’appello : '— siamo uomini che vivono
nella ricerca scientifica <e nella pratica professionale. Sentiamo tuttavia d*avfre una
responsabilità nei confronti della situazione del nostro^ Paese e, in qitesto ’‘particolare momento, come cattolici che cercano
di vivere la fede religiosa in spirito di
chiarezza, riteniamo di non poter tacere
alcuni giudizi.
« Siamo convinti che ogni politica autoritaria, in qwdunque forma essa si attui,
come dottrina e come metodo è opposUi
ad una visione cristiana della vita associata, COSI come oggi staìrto giunti a concepirla dopo un grave travaglio di pensiero
e di esperienza.
(( In linea di principio, pertanto, non riteniamo accettabile la collaborazione con
forze e con movimenti neofascisti, neppure quando essa si presenti come giustificazione detío' neeesSeerÌ4r difesa dei'valori cristiani contro il marxismo; accettarla, infatti, equivarrebbe a far proprio uno degli
elementi che, sul piano politico, appare
caratteristico del comunismo stesso.
« In linea pratica, pensiamo che una tale
collaborazione sia gravemente pregiudi
zievole per la democrazia cristiana e che
per molti cattolici, costituisca una tenta
zione a vedere nella prospettiva autorità
ria la premessa più vantaggiosa per una
vita civile informata alla concezione cri
stiana.
« Confessiamo che ci preoccupano viva
mente le iniziative pubbliche e le dichia
razioni, di parte cattolica, nelle quali si
esaltano regimi di carattere autoritario
qualificati senz^altro come ’’cristiani *, co
me ci lasciano perplessi attestati di sìmjKi
DOMENICA 31 LUGLIO
Convegno evangelico
italo-francese
al Colle della Croce
Il culto avrà inizio alle ore 11
e sarà seguito dalla celebrazione della Santa Cena.
Portare la raccolta « Psaumes
et Cantiques ».
ila per uomini di Sttfto ’’forti e saggi”.
Anche se non direttaàfente voluto, l’esito
effettivo di tali manifestazioni è di confondere le coscienze eristiane, accreditando come positivo un paternalismo conservatore e autoritario 'che sostanzialmente
non rispetta le liberti^tnorali, civili e politiche, nè può realiskiàre programmi di
giustizia proporzionalifitll’attuale situazione storica.
« Deploriamo, infine, amaramente, l’uso
spregiudicato che da molte parti, in rapporto a lotte politiche -e di partito, è stato
fatto di dichiarazioni pronunciate da rappresentanti della gerdtvhia cattolica, o di
pareri espressi da responsabili di organizzazioni cattoliche, o di scritti comparsi su
giornali cattolici. |
« La devozione e la' fedeltà alla Chiesa
e ai pastori, la puterMtà spirituale non
possono venir invocati, senza grave pericolo, per favorire soliÀioni e orientamenti
Strettamente politici Che spesso s’informano a principi, esigerne, interessi del tutto
diversi da quelli cattolici. Sarebbe oltremodo doloroso, per Ìa società italiana e
per la comunità storica Cristiana, se il grande bene dell’unità dei cattolici dovesse
s^vire soltanto a rentare impossibile ogni
potere di orientamento^ ad arrestare qualsiasi corso di decisioni responsabili ed efficaci, lasciando liberti campo alle più inquietanti ed insicure ftrospéttive ».
Con viva gioia — nttí con sardonico sorriso partigiano — aiifaiamo letto questo
importante appello; Igt«-teologia della croee » non è assente iif cuori cattolici che,
almeno in campo politico, non accettano
una autoritaria « teologa della gloria ».
Strane sentenze
La scorsa settimana abbiamo dato notizia di due sentenze dell Alta Corte Costituzionale, la prima chefràeonoscb alla RAITV il diritto di monppobo sulle trasmissioni televisive, la seconda secondo cui il
giuramento « dinanzi a Dio » non .'contrasta con la Costituzione, xhe sancisce la
libertà di reliaione e di ateismo;‘Ecco ora
il testo di questa seconda sentenza : « Il
giuramento non impone all'ateo una confessione religiosa: la sua formula, nella
parte in cui si riferisce alla responsabilità
innanzi a Dio, va intesa nel senso di un
richiamo alla responsabilità che il credente, e soltanto lui, assume col giuramento
davanti a Dio; il vincolo, nei riguardi dell’ateo, di dire la verità è rafforzato unicamente dalla consapevolezza della responsabilità che egli assume davanti agli uomini, responsabilità puramente morale, e dalla minaccia di una sanzione penale; ma
non dal senso della Divinità che per lui
è irrilevante. La disposizione impugnata
quindi non incide nè sulla sua libertà di
pensiero, nè sulla sua libertà di coscienza ».
Sulla questione del giuramento c’è notevole confusione; il giuramento è esso
stesso un fatto « religioiso » sia o no esplicitamente reso «davanti a Dio»; è stato
un mezzo e rimane un tentativo di legare
le coscienze con la paura del « divino » ;
affermando che Dio si sottrae a questo abuso deU’uomo, Gesù ha detto : « Non giurate affatto »; forse avrebbe potuto ricordarlo l’Osservatore Romano (15 luglio) che
plaude « ad una simile sentenza d’importanza morale e civica non certo inferiore
a quella già emessa sulla Religione Cattolica rispetto agli altri culti, in Italia ».
Giuridicamente, poi, la sentenza mi pare
Un sofisma.
L’Alta Corte Costituzionale non si stupirà se, con queste due sentenze, il suo
prestigio di elevata obiettività è stato scosso. Ed è un fatto grave.
Gino Conte.
Comunicato
Il Corpo Pastorale della Chiesa
Valdese è convocato In seduta ordinaria per
VENERDÌ' 12 AGOSTO 1960
alle ore 9
presso la Casa Valdese di
Torre Pellice.
L'Ordine del giorno dei lavori verrà reso noto con un
prossimo comunicato.
Ermanno Rostan
Moderatore
Torre Pellice, 18 luglio 1960.
In Colombia
Il padre Màtias Acuesta, missionario
cattollco-rocinano spagnolo, ha annunc'ato
una campagna di un (mese per eliiminare
' iproteitantesimo dalla città di Co’orados,
nella Colombia settentr’oiiale. Cedendo alle sue istanze il siinidaico del luogo ha fatto
chiudere la cappella e la scuola protestanti.
Lausanne
1960
Nella cattedrale di Lausanne, nel pomeriggio del 13 luglio, si è tenuto presieduto dal Past. W. Lùthi di Berna — il
culto d’apertura della Conferenza ecumenica della., gioventù europea {oltre 1.700
rappresentanti), che ha iniziato le sue sedute la sera, nel Palais de Beaulieu, con
l’intervento del Presidente della Confederazione elvetica, M. Petitpierre, del Presidente della Federazione protestante svizzera, H. D’Espine, e del Segretario del
Consiglio ecumenico, W. Visser ’t Hooft.
Mentre attendiamo un rapporto da qualcuno dei nostri delegati {dei 30 italiani, 14
sono valdesi), vogliamo segnalare un fatto
degno di rilievo: il vescovo della diocesi
di Lausanne, Genève e Fribourg, Mons.
Charrière, non solo ha autorizzato cinque
responsabili dei movimenti giovanili elvetici di Azione cattolica a partecipare
quali osservatori ai lavori della Conferenza, ma ha invitato i suoi fedeli e in particolare i membri dell’Action catholique
ad associarsi ai giovani protestanti nello
studio del tema dell’Assemblea: Gesù Cristo, luce del mondo, e ad unirsi a loro nell’intercessione- 'Anche il Patriarcato ortodosso di Mosca ha inviato una delegazione
di osservatori, portatori di un fraterno
messaggio.
Sette giorni
GIOVEDÌ’ 14
Tambroni auspica un accordo fra i partiti di centro, ma si dimetterà solo se la situazione sarà chiarita.
Il Congresso del partito democratico, a
Los Angeles designa a grande maggioranza
Kennedy come proprio candidato alla presidenza.
Un fanatico nazionalista colpisce, non
mortalmente, il premier nipponico Kishi,
e 2(10.00(1 pensone dimostrano.4jrpkipj:pit„
Irò il nuovo ministero Ikeda (per altro non
molto diverso da quelló precedente).
VENERDÌ’ 15
L’accordo, già quasi raggiunto, fra i quattro partiti di centro, viene bloccato da
un’inaspettata condizione liberale: respingere i voti oocialisti. Nell’incertezza generale della situazione permane però il fatto
anticostituzionale che il governo in carica,
e il partito che rappresenta, assumono una
Spagna divisa
L’Eco del Chisone (16 luglio)^ nella rubrica ’’Osservatorio” e sotto il titolo ”«Caitolicof) il regime di Franco? !” riporta la
notizia del sequestro^ da parte della polizia franchista, della rivista ’’Ecclesia” che
aveva protestato contro gli inumani metodi polizieschi. La nota termina con la domanda: di fronte a questo, chi può dire
il regime di Franco sia cattolico?
Possiamo dire quello che abbiamo riportato la scorsa settimana : la notizia della
lettera dei 339 preti baschi, di protesta contro il regime franchista, e la dura sconfessione e condanna da parte di quattro vescovi, cui la lettera era rivolta.
Il termine ’’cattolico” può assumere molti significati: una parte del cattolicesimo
spagnolo dà la mano al regime reazionario
e autoritario di Franco, un’altra, con più
evangelica sensibilità, è in protesta. La prima è stata finora la più forte; ci associamo
pienamente a/Z’Eco del Clii-sone nell’augurare il diffondersi e Vaffernuirsi della seconda.
Vigilia elettorale negli U.S.A.
I timori espressi dalla Signora Andreina Lo Bue Sert nell’Eco del 24
Giugno per l’eventualità che sia eletto alla Presidenza degli U.S.A. un
cattolico non mi sono apparsi nè esagerati, nè infondati. E’ evidente che
qualora l’eventualità si verificasse la
curia romana esplicherebbe tutta la
sua attività e abilità per acquistare
sempre maggiore influenza e potere
nella politica, interna o intemazionale di quella grande nazione. Ed è
da tenere presente ohe i poteri dei
presidente americano sono immensi,
che egli, nell’assumere la sua carica,
nomina di pieno diritto, ai posti chiave dello Stato i suoi amici ed aderenti. Egli ha così delle possibilità che
pochi altri capi di stato, specie democratici, hanno. Quindi il pericolo
di una evoluzione in senso cattolico
dello spirito americano è tutt’altro
che ipotetico e resta preoccupante
per tutti i riformati del mondo.
Ma c’è d’altra parte qualcosa che
ridà fiducia. E' lo « stile 'americano »
ormai affermato e sopravissuto a o
gni attacco, per cui se domani il Presidente fosse, non solo cattolico, ma.
per ipotesi pierfino musulmano e negro per giunta, egli non potrebbe agire molto diversamente di un presidente puro yankee e presbiteriano. Il
Senatore Kennedy ha dichiarato :
« Chi ricopre la carica di Presidenti;
si è impegnato con giuramento a sostenere e difendere la Costituzione
degli Stati Uniti, la quale all’art. 1
sancisce la separazione fra Chiesa e
Stato». Ha inoltre affermato che la
sua accettazione di tale principio non
è soggetta a mutamenti in nessun caso. Ora lo stile americano a cui si
ispira per educazione e per atavismo
il candidato democratico alla Presidenza degli U.S.A. resta sempre fondamentalmente puritano e questo suo
carattere traspare perfino attraverso
le più sconcertanti opere della letteratura americana moderna. Un americano potrà professare il cattolicesimo, anzi, appartenendo ad una minoranza, sarà più fervente e convinto di un qualsiasi cattolico latino, ma
la sua forma mentis, maturata per
l’educazione e p>er l’influenza ambientale, opporrà alle eventuali pressioni clericali una reazione diversa da
quella di un iberico. Dal canto suo,
la gerarchia romana, nella sua mirabile. sensibilità e col suo senso della
possibilità, non oserebbe mai avanzare in un clima come quello U.S.A.
le pretese che può enunciare in alcuni paesi cattolici d’Europa.
In conclusione, mi pare che si possa guardare con una certa fiducia
alla eventualità di un presidente cattolico degli U.S.A., che potrebbe esse
re anche un banco di prova delle
istituzioni democratiche americane.
M. Eynard
Il sen. Kennedy, dopo In designazione di
Los .4ngeles, lui dichiarato: ’’Rigetterò
qualsiasi eventuale interferenza sia diretta che indiretta, del potere religioso nei
confronti delle mie responsabilità di presidente, del mio giuramento di americano,
di democratico e di uomo libero. Difenderò il principio di completa separazione della Chiesa dallo Stato ”.
reaponaabilità che deve essere invece prerogativa del Capo dello Stato : la costituzione di un nuovo governo.
In risposta all’appello di Kasavnbu e Lumumba, Kruscev in un duro intervento
promette di aiutare il Congo contro gli
« imperialisti » occidentali. Arriva a Léopol'dville il primo contingente di truppe
dell’ONU, accolto con entusiasmo.
SABATO 16
Ràggitmto raccordo per il governo fra
DC e partiti di centro : « L’intesa è per nn
ministero monocolore de, con l’appoggio
in Parlamento dei liberali, dei repubblicani e dei socialdemocratici » (Moro).
Malgrado le minacce di Lumumba e di
Kruscev, le truppe belghe resteranno nel
Congo finché la protezione degli europei
non sarà assicurata dalle forze dell’ONU.
Il governo secessionista del Katanga si opporrà però all’ingresso di queste. USA e
URSS inviano viveri.
DOMENICA 17
La situazione congolese permane incerta,
con focolai di violenza in varie località,
malgrado l’ordine riportato in altre dalle
truppe intemazionali; non si può contare
su una vera informazione, molte delle notizie essendo sucoessivamente smentite, da
una parte o dall’altra.
L’Etna è in attività.
LUNEDI’ 18
Il presidente Gronchi, rientrato a Roma
da S. Rossore, assuine la responsabilità
delle consultazioni in vista di un nuovo
governo.
Nel Congo, il Senato disapprova l’ultimatum di Lumumba alle truppe belghe e la
sua minaccia di chiamare truppe russe ;
contingenti dell’ONU si scontrano con reparti congolesi in rivolta. In mezzo alla
confusa situazione, e vista la reazione antibelga del paese, il Belgio pare segretamente desiderare il distacco del Katanga
(la regione più ricca e importante) dalla
neorepubblica, sperando di poterlo così
maggiormente conservare nella propria
sfera d’influenza.
A New York il Consiglio di oicurezza
dell’ONU esamina il ricorso del governo
di Cuba, che accusa gli S.U. di attentare
all’indipendenza dell’isola, strangolandola
economicamente. Gli S.U. cercano di difendere il proprio atteggiamento appellandosi, contro le infiltrazioni comuniste, all’Organizzazione degli Stali americani,
presso cui Washington ha ricorso contro
l’Avana; quesl’ultima ha accettato il dibattito davanti all’Organizzazione panamericana.
MARTEDÌ’ 19
Il governo Tambroni si è dimesso.
In una lettera a Kruscev Macmillan protesta contro la nuova minacciosa politica
sovietica. Al Consiglio di sicurezza delrONU l’URSS rinnova le minacce di aiuto
a Cuba, e viene deciso di deferire la vertenza all’assoc’azione panamericana.
II Belgio inizia il ritiro delle sue troppo
dal Congo: saranno concentrate nelle due
basi a cui Bruxelles ha diritto per trattato.
MERCOLEDÌ’ 20
Secondo le prime consultazioni del presidente Gronchi, DC, PSDl, PRI e PLI sono favorevoli ad un governo monocolore
de presieduto da Fanfani.
Lumumba rinnova la minaccia di chiedere aiuto airURSS e a qualsiasi paese
afroasiatico se l’ONU non imporrà il ritiro
delle truppe belghe: il governo congolese
è soprattutto preoccupalo della situazione
nel Katanga, die ha «liiuso le frontiere alle
forze dell’ONU mentre accoglie quelle belRbe.
2
pag. 2
L’ECO DELLE TALLI VALDEi^T
22 luglio 1&60 -- N. 30
_ acsajAv A03roi4;ue
Fino 'ïïlÆe punto... ?
(ot
Dalla ” relazione annua ” di una
chiesa valdese riportiamo questa introduzione, valida, forse, per tutte.
Il 15 maggio 1960 era una domenistava per iniziarsi a Parigi la conferenza al vertice, ohe ebbe i ben noti
risultati. C’era da presumere che la
Comunità si sarebbe riimita quel giorno assai compatta, intercedendo per
la pace del mondo. Se è vero che la
Chiesa non ha da organizzare la politica di questo mondo, è però logico
e comprensibile che essa preghi per
la pace e la riconciliazione tra i popoli.
E’ accaduto che il numero dei presenti al culto del 15 maggio era di poco inferiore a quello, non straordinariamente alto, delle domeniche precedenti e seguenti. Una semplice coincidenza, si dirà, che sarebbe errato
sopravalutare. Ma è pur necessario
che ci fermiamo a riflettere su questo fatto: mentre, per usare le grosse
parole di circostanza, la pace del mon.
do e forse i destini deH’umanità erano in gioco, per la maggior parte di
noi è stata ima domenica come tutte
le altre; si sarà pensato a molte cose,
si saranno fatte delle belle gite o ci
si sarà serenamente riposati in famiglia, ma quanti hanno avuto la sensazione che proprio quel giorno era
necessario, era urgente, unirsi umilmente per pregare insieme per la pace del mondo, per una giustizia vera,
per una riconciliazione feconda?
Come mai è accaduto questo nella
nostra Comunità?
Vorremmo trovare una risposta vera a questa domanda. Una prima risposta è molto negativa : in fondo non
ci si crede molto che Dio si occupi degli affari complicati della nostra storia; si ha certo più fiducia nella abilità del diplomatici o nella potenza
degli eserciti e delle nuove armi che
nell’efficacia della preghiera.
Una seconda risposta è più dignitosa: non è bello ricordarsi di Dio
soltanto quando si ha paura e ci sono
del pericoli in vista. Quindi se non si
prega normalmente non lo si farà
neppure nei momenti cruciali; e sa
si è soliti avere im atteggiamento di
preghiera, l’ora del pericolo non sarà
diversa dalle altre.
C’è ancora una terza risposta possibile: ed è che si può benissimo pregare anche da soli e rimettere con fiducia là vita nelle mani del Padre,
senza dovere per questo fare atto di
presenza formale nel tempio. Fede
dunque interiore e nascosta, che sta
bene per conto suo e forse si vergogna un poco di manifestarsi in pubblico.
.. Ma è probabile che la risposta più
vera sia anche la più semplice: non
ci si è pensato! Non c’è stata nessuna
particolare presa di posizione di fronte a questo problema; non si è messo
in rajjporto la situazione, che inquietava tutti, con certe posizioni di fede,
che tutti condividono. Questo mancato collegamento tra la vita e la storia di tutti i giorni e rinteriorità della fede ha fatto sì che quella domenica fosse una domenica cóme tutte le
altre.
Questo discorso potrà sembrare un
po’ lungo in rapportò al fatto che l’ha
originato e che può avere importanza
assai più modesta. Eppure ci sembra
che esso potrebbe essere un indìzio
della situazione della nostra Comunità, situazione che non possiamo ignorare in questa relazione conclusiva di
un pmcMio di attività.
I giudizi sono sempre difficili e rischiano di non essere equanimi; lè
risposte vere nascano solo neU’intlmo
delle coscienze illiuninate dalla po^
tenza dello Spirito. Noi non possiamo
che porre il problema perenne: fino
a che punto la nostra adesione alla
Comunità Evangelica è veramente
coerente? fino a che punto una posizione di fede liberamente accettata
diventa norma costante dell’esistenza
e lieta remissione della vita, in atto
di totale fiducia, nelle mani di un Dio
che ci è stato rivelato come Padre, di
un Signore che si è incarnato per essere strumento di salvezza totale, degli uomini, dei popoli, della storia? fi
no a che piunto crediamo veramente
che Dio regna e che il tempo e la
storia e le multiformi inquietudini e
i pericoli mortali e le sofferenze senza
rimedio trovano in lui. e in lui solo,
la loro risposta definitiva?
DiiRcoltà ecumeniche
il sinodo ortodosso (ircco
contro la puHlicità (lerelira))
Atene. — Il Santo Sinodo della Chiesa
ortodossa greca si è lagnato perchè giornali
greci inseriscono messaggi evangelici sotto
forma di pubblicità. La lettera del Sinodo
ai giornali insiste sul fatto che questa pubblicità dovrebbe indiare la setta a cui appartiene il suo autore, in caso contrario
il Santo Sinodo si vedrebbe costretto a
rivolgere un’enciclica al popolo greco per
fargli sapere che gli articoli religiosi pubblicati sono eretici”.
Indirizzata ai giornali dall’arcivescovo
Theoklitos di Atene e da otto metropoliti,
la lettera dipinge il pastore Spiros Zodhiates, segretario generale della Missione americana fra i Greci — cftc vive in America,
da dove invia i suoi messaggi — come un
’’capo settario” e un ’’pericolo nazionale”. Le autorità sinodali si richiamano a un
decreto governativo del 1938, che esige che
ogni scritto non ortodosso porti il nome
del suo autore. Lo Zodhiates afferma che
questo decreto non si riferisce che ai libri
e agli opuscoli, e non alla pubblicità sui
giornali. I suoi messaggi appaiono da 18
mesi su oltre cento giornali e periodici ellenici. ‘ S.OE.P.I.
Un autre cas' douloureux
dans le protestantisme espagnol
« L’Etoile du Matin », publiée par
« Pro Hispana » et dont le pasteur
J. Delpech est le rédacteur, publie
dans son dernier numéro un article
qui relève un autre cas d’enfant en
levé à ses grands-parents protestants.
Voici un résumé des faits:
Moïse est l’enfant naturel d’une
jeune fille simple d’esprit. Elle à dé- ,,
signé le père, disant qu’il l’a violentée, sous menace de mort, mais celui
ci a absolument nié être le père d l’enfant. Moïse a été élevé par sa
grand mère et par la soeur de celle-ei,
toutes deux bonnes protestantes depuis de longues années.
Désireuses de donner à cet enfant,
bien doué, une solide instruction,
dans une ambiance évangélique, ces
dames le confient à l’âge de neuf ans,
en septembre 1955, à un petit pensionnat protestant de Madrid. Un
mois après son arrivée, le président
et le secrétaire du Tribunal des mineurs de Madrid se présentent à
l'internat, disant que le père de l’enfant était au tribunal et réclamait
PUNTI DI VISTA
Aboliamo ì Distretti
Le Conferenze distrettuali si sano
svolte tutte, ed hanno tutte trattato
la riforma dei distretti. La maggioranza dei lor-o partecipanti si è rimessa, più o meno, alle conclusioni
della relativa Commissione sinodale.
Ma non creda che, in quella ohe potrebbe chiamarsi l’opinione pubblica
valdese ci siano idee molto chiare
su questo argomento-. Molti non afferrano l’importanza della riforma, ed
alcuni giungono persinoi a dire che
non conta se 1 distretti cl siano o no
Perchè abbiamo sostenuto per tanti anni la necessità di riformare que
sto istituto? Mi sembra ohe lo dica
cOn molta chiarezza il resocontista
della Conferenza del II distretto ■
« l’attuale ordinamento non soddisfa
le esigenze attuali delle nostre chiese, nè in campo amministrativo nè
in campo evangelistlco » perchè non
risponde alle esigenze ohe sono precisate nell’o.d.g. votato dalla Confe
renza stessa, come segue: «il lavoro
che sarà fatto in seguito dovrà svilupparsi secondo due direttive ben
precise, e cioè: a) visita e controllo
delle Chiese del distretto e impostazione delle attività in comune; b) responsabilità evangelistica nella regione ».
Precisamente. Senza dilungarci in
dettagli, queste sono le esigenze che
hanno sentito, e non da ieri, quelli
che hanno posto il problema, e che,
così formulate, sono certamente condivise dalla più gran parte dei Val
desi: occorre che le Chiese vicine siano visitate e controllate il più sovente possibile, non tanto dalle autorità
distrettuali o centrali, ma soprattutto da loro stesse, per mezzo dei loro
MÉDITATIONS SUR L’EXODE - 1
L’aventure de Dieu
Le livre de l'exode n'a pas son pareil dans toute la sainte écriture,
c'est pourquoi nous éprouvons souvent une certaine surprise en parcourant ces pages de I ancien testament qui se rapprochent étonnamment
de ce que nous appelons l'aventure. La bible est un livre de sermons et
de prières, de conseil moraux et de bonnes paroles, pensons-nous, il ne
faut pas y chercher des aventures.
C est pourtant une histoire aventureuse qui nous est contée ici, une
histoire que l'on ne saurait définir par aucun de nos adjectifs. Elle se
déroule dans les déserts d'arable, au temps des pharaons, sur notre
terre donc, tout près de chez nous, pourtant elle ne ressemble à aucune
de nos aventures humaines. Et tout en ayant ses débuts et sa fin, ses
péripéties et ses personnages, ses moments de suspense, comme toutes
nos aventures, elle ne peut être comparée à aucune de nos histoires.
Le héros du récit n'est pas en effet un homme ou un peuple, l'exode n'est pas une sorte d'iliade ou d'odissée, corne celle que l'on étudie
à I école, le héros c'est Dieu et Dieu seul et c'est son aventure à Lui qui
nous est contée. Il n'est pas seul, bien sûr, il s'accompagne de son église et de ses serviteurs, mais ces histoires, ces batailles, ces paroles, ces
« exploits » comme aimait à dire Calvin, sont les siens: ce sont les exploits de Dieu.
C'est pourquoi ce livre nous étonne mais nous est salutaire, sa
théologie nous est particulièrement salutaire aujourd'hui. Nous y découvrons que Dieu n'est pas une idole, une momie, une légende pour petits enfants. La voix de Dieu n'est pas un timide murmure ou une plaintive requête dans ce monde réduit désormais à n'entendre que le vacarme de nos machines et de nos explosions. Dans cet univers où l'homme se donne comme la mesure de toute chose, où les aventures de
l'homme sont les seules concevables: les nucléaires et les spatiales,
l'aventure de Dieu se donne comme la seule véritable.
Le Dieu de l'exode n'est pas le petit père sommeillant de notre
civilisation occidentale, celui que bafouent nos comédiens et nos journalistes. Il n'est pas non plus le fantôme inutile que la civilisation marxiste attend de voir s'évanouir. C'est une présence agissante, c'est un
Dieu à l'oeuvre dans notre histoire et qui continue sa grande aventure
a Lui, l'aventure d'une nouvelle création où « habite la justice ».
Pourquoi n'oserions-nous pas proclamer que ce Dieu est notre
Dieu et que son aventure est la nôtre?
G. Tourn.
ministri qualificati, con azione reciproca; ed occorre che esse assumane
in comune la responsabilità della diffusione deH’Evangelo nella parte d’Italia dov’esse vivono. Per far questo,
devono predisporre, dirigere e svolgere in comune almeno, una parte cospicua della loro attività.
Ed allora, chi guardi alle proposte
che le Chiese e le .Conferenza hanno
preso in esame noii può considerarle
adeguate agli scopi sepra indicati: i
distretti, anche rimpiccioliti, sono ancora troppo grandi perchè il lavoro
possa svolgersi coi nuovi criteri —
nuovi per noi. che siamo soliti essere
grandemente in ritardo sulle esigenze del lavoro che il nostro Signore ci
ha commesso. Bisogna che le circoscrizioni nelle quali si raggrupperanno, in un futuro qhe dovrebb’essere
assai prossimo, le nostre Chiese, siano ancora più ristrette, in modo da
permettere a chi debba spostarsi da
una Chiesa all’altfa assai più spesso
di una volta all’aimo, di raggiungere
la sua mèta in poche ore di treno o
d’auto. ! 1M
Ma allora un’altra figura di circoscria'one ci si presenta spontanea,
una figura ben più autorevole neH’ecclesiologia che quella del distretto: il
presbiterio, ingiustamente lasciato da
parte finora nei nostri ordinamenti.
Ed io propongo, à soluzione del problema l’abolizione dei distretti e la
lOro sostituzione coi presbiterii, composti da Chiese veramente vicine, secondo il criterio accennato più sopra,
e retti ciascuno da un Concistoro formato da tutti i pastori e da tutti gli
anziani all’opera nel presbiterio, con
raggiunta di un rappresentante per
ogni stazione di evangelizzazione.
A mo’ d’esempio, e salvi i risultati
di ulteriori studi, propongo uno schema dal nuovo raggruppamento delle
Chiese e delle stazioni che vorrei veder attuato:
1 - Presbiterio della Val Pellice, com.
prendente le Chiese di questa
valle, di Rorà e d’Angrogna. Sede del Concistoro: Torre Pellice.
2 - Presbiterio della Val San Marti
no: Chiese della Val Germanasca, di San Germano e di Pr-amollo. Sede del Concistoro: Pomaretto.
3 - Presbiterio di Pinerolo, con que
sta Chiesa e quella di Prarostino e San Secondo, e con la responsabilità del l’ev ange lizzazio
ne nella jùanura antistante fine
al Ouneese.
4 - Presbiterio di Torino, col terri
torio dove ora si svolge l’opera
di questa Chiesa.
5 - Presbiterio di Biella, Ivrea, Aosta,
con tutta l’alta pianura piemontese.
6 - Presbiterio di Milano. Como, B.r
gamo', territorio lombardo circostante.
7 - Presbiterio di Brescia, Verona,
Manto-va, e zone viciniori.
8 - Presbiterio di Venezia, Trieste.
col territorio veneto-friulano incluso.
9 - Presbiterio della Liguria.
10 - Presbiterio della Toscana.
11 - Presbiterio del Lazio e della Sa
bina.
12 - Presbiterio degli Abruzzi e dei
Molise.
13 - Presbiterio delle Puglie.
14 - Presbiterio della Campania e del
la Lucania.
15 - Presbiterio delle Calabrie e della
Sicilia Orientale.
16 - Presbiterio della Sicilia occiden
tale.
Non si venga a dire che taluni presbiterii avrebbero poca consistenza
nurnerica: il loro territorio sarebbe
però grande, e non si potrebbe ingrandirlo ancora senza ritornare nei
distretti di oggi coi loro inconvenienti Nè si dica che la Tavola non potrebbe svolgere agevolmente le sue relazioni con sedici elementi : la Tavola
di cento anni fa teneva bene i contatti con ima ventina di Chiese, senza avere i mezzi di adesso. E non si
dica, .soprattutto, che i presbiterii non
sarebbero in armonia con « quei caratteri distintivi» che in parte differenziano rordinamento ecclesiastico
valdese da altri modelli di strutture
presbiteriane : non credo sacri questi
•caratteri, anzi li considero introdotti
nei nostri ordinamenti in seguito a
considerazioni di ordine più mondano che ecclesiastico; comunque, ogni
istituzione che non sia sancita dalla
Parola di Dio può essere cambiata,
se non corrisponde più alle esigenze
reali o presunte per le quali è stata
creata. Ripetiamo pur sempre che i!
nostro ordinamento è presbiterianosinodale: facciamo che lo sia veramente. perchè per adesso non lo è.
Lino de Nicola
Per un focolare domestico
La nostra riibri<ca è rimasta inattiva per
qualche settimana e la responsabilità ne
va tutta e soltanto airintensità del lavoro
che blocca talvolta anche la miglior buona
volontà. Dobbiamo però informare i nostri lettori ohe essa ha avuto fin qui il più
felice successo. Temevamo da princìpio di
dover qualche volta incontrare dei casi di
frivolità e di leggerezza ma fino a questo
momento abbiamo rimpressione di aver
soltanto dovuto oocuparc.i di elementi ottimi e scrii. Una giovanotta per esempio
ci aveva stupiti pregandoci — con lettera
anonima — di pubblicare sul giornale l’indirizzo di un giovane che la interessava.
Replicammo, sul giornale, l’impossibilità
della cosa, e allora la giovanelta, con mille scuse, si fece conoscere: era un ottimo
elemento colpevole soltanto di quella ingenuità che è talvolta la caratteristica dei
migliori. Fummo allora ben felici di metterla in rapporto col suo principe azzurro
e più felici ancora di ricevere in seguito
notizie positive.
Anche la chiamata dall’America ha ricevuto la sua risposta e cosi numerose altre dentro e fuori delle Valli di elementi
di media età e anche di elementi assai giovani. Ci pervengono intanto varie lettere
che riassumiamo brevemente:
Fratello proprietario di una piccola
azienda commerciale nell’Italia centro-meridionale circa 55 anni. Ottima presenza e
referenze molto positive.
Fratello pensionato nel Val Pellice, desideroso di trovare una compagna per percorrere con lei l’ultima tappa terrena.
Minatore media età nel Val San Martino, dedito anche a qualche lavoro agricolo, desideroso di incontrare una compagna
credente.
Contadino, parrocchia alla montagna nelle Valli Valdesi, 36 anni circa, desidera
compagna credente e coraggiosa per condividere la sua vita di montanaro valdese.
Giovanetta oriunda Valli, professionista
in grande città italiana, ottima presenza e
referenze eccellenti, ostinatamente aliena
dal matrimonio misto, ma convinta che la
« casa è un Paradiso quando c’è il Signor... ».
Altre lettere ancora attendono nella nostra cartella e cercheremo di riesumarle
man mano.
A tutti i nostri cari corrispondenti raccomandiamo di accompagnare i loro scritti con preghiere intense e ferventi, convinti tutti insieme che se il Signore non
edifica la casa, invano si affaticano gli edificatori e che da Lui soltanto può provenire ogni grazia e<l ogni benedizione.
E. Geymet
le jeune Moïse, la mère ayant été
placée dans un asile d’aliénés. Ils
emmenèrent l’enfant sans permettr.»
qu’on les accompagnât, mais en pro
mettant qu’on pourrait aller le voir
le lendemain, et en affirmant à l’enfant qu’il pourrait revènir dans peu
de temps.
Le lendemain la directrice du pensionnat se rend au Tribunal des mineurs; le président lui dit qu’il ne
sait rien du père, et lui refuse l’autorisation de voir l’enfmit, et ceci pour
motifs religieux. Quant à la mère, il
est inexact qu’elle soit enfermée dans
un asile. On prévient aussitôt la famille de Moïse qui commence des démarches pour reprendre l’enfant. Le
conseil de famille désigne un tuteur;
mais aucune démarche n’aboutit.
L’enfant a été transféré à Valladoltd,
puis ailleurs.
Le Tribunal des mineurs désigne
le 14 avril 1956 un juge qui se prononce comme suit à titre provisoire:
« Considérant qu’il est d’une corruption extrême d’éduquer un enfant
dès sa plus tendre enfance, hors de
la religion catholique, le droit de garde du mineur Moïse C. P. est retiré
à sa mère, incapable de l’élever, et à
M. J. C. C., son tuteur, à cause des
exemples et conseils pernicieux pour
son âme, qu’il recevrait sans aucun
doute s’il lui était confié, et le susdit
mineur restera dans le collège où il
se trouve ».
Le tuteur n’ayant pas interjeté appel à temps voulu, un autre tuteur
plus actif est désigné. Il entreprend
démarches sur démarches. En juin
1956 l’enfant « a demandé » à être
baptisé d'ans la religion catholique et
est placé dans une institution religieuse pour y faire des étqdes secondaires. Le Tribunal de tutelle prononce en mars 1957 un nouvel « accord » confirmant le premier. Le tuteur, ni la fanxUle. ne peuvent voir
l’enfant, bien que l’engagement ait
été pris de respecter son catholicisme.
En _ 1958, le cas est renvoyé à la
juridiction ecclésiastique. Faisant
état de la jurisprudence, le tuteur demande que la garde et l’éducation de
Moïse C. P. lui soient confiées, ainsi
qu’il en a le droit. Le 2 -mai 1958, ce
tribunal décide que l’enfant reste soumis à la garde du Tribunal des mineurs. Un appel au nonce intervient.
L’enfant a pu écrire à sa famüle, mais
il ne lui a toujours pas été rendu....
(La Vie protestante)
NOTIZIE
IN BREVE
Si apprende da Roma che rolandcsf
Mons. Jan Willebraiidis — che ha recetiiemente tenuto, anche a Pinerolo, conferenze suireeumenìsmo cattolico, nella sua qua
lità di segretario della Conferenza cattolica inlernaz'onale per le questioni ecunieniche — è stato nominato segretario della
segreteria costituita da Giovanni XXIII pelle relazioni con i cristiani non callolCi
romani nel quadro del prossimo concilio
Vaticano; la direzione di tale segreteria è
stata alfidata al card. Bea.
« Succede ancora, da no', che il miglioic
edificio de! villaggio eia non la sala comunale ma la -chiesa, e il miglior coro — se
non il solo — quello della chiesa », constata un articoilo del giornale moscovila
Izvestia, che reclama metodi di ipropagan
da anti religiosa più virulenti e meglio
appropriati.
In Israele il ministro degli affari religiosi ha indicato che sui circa 2 milioni
d’abitanti che conta attualmente il paese,
52.000 sono cristiani, de: quali 32.000 cattolico-romani, 18.000 ortodoissi orientali o
2.000 protestanti.
Precedendo l’indipendenza della Nigeria,
che sarà proclamata il lo ottobre pressi
ino, :1 Sinodo della Chiesa di .Scozia nella
Nigeria orientale ha accordato la piena aii
tonomia alla Chiesa presbiteriana di quest.)
paese, la quale d’ora in poi reggerà Falli
vità missionaria.
Il quotidiano Dagen, di Stockliolm, che
lira 24.000 copie, è stato acquistato dal movimento pentecostale svedese. Creato 15
anni fa grazie ad un cap tale di lOO.OilO
corone, Dagen è oggi il solo quotidiano
cristiano svedese.
L’Austria lia registrato un sensibile aumento -della frazione protestante della sua
popolazione: dal 1910 la percentuale dei
protestanti austriaci è -salila da 3,1 a 6,2%,
mentre i caltol.ci Bono passati da 93,7 a
89,1%. Queste statistiche -provengono da
un raipporto dell’Istituto cattolico internazionale per le ricerche sociali.
* Le scuole cristiane della Malesia che
beneficiano di un appoggio ecxmomico dello Stato sono state informate dal governo
che l’istruzione religiosa data durante
l’orario di lezioni deve cessare. In molte
scuole, dove l’insegnamento religioso è
sempre stato facoltativo, ci si prepara a
dare questa istruzione al di fuori dell’orario scolastico. La religione ufficiale della
Malesia è l’Islam.
3
22 luglio 1950 ^ N. 30
L’ECO DELLE VAIJLI VALDESI
pag.
Un gruppi ¡di Valdesi visita
il Baden e il Württemberg
Siamo parlili venerdì mattina, lo luglio,
alle 4,40, e la comitiva si è venuta formando lungo la strada: in tutto 14 persone. A
’ "Torino il pastore Geyinet si incaricò di fare
il biglietto cumulativo fino a Pforzheim.
Viaggiammo tutto il giorno e alla sera, alle 18,30 circa giungemmo a Freiburg, dove
avremmo pernottalo: ad attenderci alla stazione c’era Alberta Gönnet, ohe si trovava
in quella città da circa 2 mesi come studentessa nel seminario del pastore Hermann. Al seminario fummo accolti molto
calorosamente sia dal past. Hermanb òhe
dagli studenti. La dilficoltà della lingua
non ci impedì di stringere subito una calorosa amicizia con i giovani tedeschi. La
^ sera visitammo la città (che è considerata
la più calda della Germania) accompagnati
da uno studente. 11 sabato mattina ascoltammo un breve culto nella sala del seminario, quindi dopo esserci salutati con dei
calorosi « arrivederci » ci avviammo alla
stazione accompagnati da alcuni giovani
che ci trasportarono i bagagli su due earrellini. Arrivammo a Karlsruhe alle 11,30
circa. Alla stazione c’erano ad attenderci
il signor Stober, direttore di tutti i trombettieri del Baden, e il Doti. Bender Landesbischof. Ci recammo immediatamente
a Neureut Süd, dove fummo assegnali alle
famiglie che ci ospitavano. Neureut è una
cittadina di circa 12.000 abitanti, formata
esclusivamente da linde ed accoglienti casette, ha una economia esclusivamente rurale ed è abitata da gente cordiale e schietta. A Neureut cominciarono i guai per
quanti, come il sottoscritto, non conoscevano assolutamente i tedesco: ci si arrangiò in qualche modo con vocabolarietti tascabili e manuali di conversazione. Pranzammo in comune e nel pomeriggio ci recammo a Karlsruhe ad assistere alle prove
del IX Landesposaunenlag del Baden ed a
fare un giretto per la città. Alla sera tornammo a Neureut e passammo la serata
presso le famiglie. La domenica mattina
ci ri'< animo al culto, alle 9,30, quindi gironzoiammo per la città alla ricerca delle
fanfare. A pranzo fummo ospiti del pastore
Stobrr, che abita in un quartiere della
città le cui vie sono intitolate ai vari per;Sonaggi della leggenda dei Nibelunghi. Il
IX 1 indesposaunentag del Baden, si effettuava in una splendida sala, Schwarzwaldhallc, capace di oltre 7.000 posti. In quella
immensa marea di gente 14 posti erano
stali riservati al piccolo gruppo di Valdesi.
lOltre 1.800 trombettieri suonarono sotto la
^ guida del signor Stober, e parlarono il raippresentante del vescovo Bender, borgomastro della città, il vescovo cattolico, il nostro pastore Geymet e varie altre pérsonadità. .Alla fine di questo grandioso concerto
\religioso fu suonato in nostro onore Finino « Poiché è giunto ormai l’istante... ».
Il piccolo gruppo delle Valli si alzò in
piedi, e l’immensa sala, in un moto spon;taneo. si associò a noi.
l Airindomani matttina, 4 luglio, partim.mo per Herrenalb nel cuore della Foresta
Nera; visitammo la cittadina, che è una
■ Stazione di cura, e fummo ospiti della
iCharlottenruhe, casa di riposo. Visitammo
(la casa, la nuova chiesa, e dopo aver canjtalo (¡ualche inno, facemmo ritorno a Neu■reut. Qui la sera avemmo un incontro con
Ila comunità e visitammo la nuova chiesa,
fche fu ricoslruita nel 1950. Nell’interno si
(trova uno stemma Valdese e una lapide
|che fu murala nel 1699, allorché i Valdesi
Iprofughi dalle Valli furono colà ricevuti ed
febhero in dono, dal borgomastro del Balden una vasta estensione di terreno nei
dintorni di Neureut.
Le famiglie che ci accolsero così cordialmente ed amichevolmente, vennero ad accompagnarci alla partenza, il martedì matlinas ed a darci ancora prova della loro
ftnicizia. In qnesf’ooegisione sentimmd veramente malgrado la difficoltà della
lingua, la differenza di vita e coistumi, le
frontiere politiche, c’era qualche cosa di
più grande e di più forte, qualche cosa
che superava tutte queste barriere, e che
■ci faceva sentire veramente fratelli in Cri;‘sto. Da Karlsruhe partimmo per Mannheim;
||ad attenderci qui c’era il pastore Adler, che
Sci accompagnò alla chiesa e ci distribuì
äalle varie famiglie, e una signorina delle
tValli, la signorina Morel. Al pomeriggio
fvisitammo la città, una casa per la giovenilù, che vista da fuori aveva un aspetto modesto, ma il cui interno ci lasciò stupiti
iPer la funzionalità e il gran numero di lo*cali. Di qui fu messo a nostra disposizione
fun fiammante autopullman su cui visitammo il resto della città, il grandioso e modernissimo ponte sul Reno, ed il porto
^uviale col suo febbrile traffico. Quello
sche credo abbia più colpito il nostro gruo!.))o fu una chiesa modernissima, il cui stile
.si può addirittura definire rivoluzionario.
^Interamente costruita in cemento armato,
Ìon le finestre sostituite da una quasi caoica moltitudine di vetri colorati. E’ una
Ìhieisa in cui non si può non meditare. Ale 20,30 ci fu l’incontro con là comunità
Í talla Markuskirclie. Il pastore Adler ci fece
* 1 'notare che la città fu quasi interamente
) ■ distrutta durante la guerra (Mannheim su
Ìù ben 250 bombardamenti). Ora è un cento industriale pieno di dinamismo moder, t )ho. A Mannheim, la cui popolazione è di
j ' 30.0000 anime, esistono 70 pastori, 35 chieI i Se protestanti.
1 ' ' Il 6 luglio ci recammo ad Heidelberg,
I ja città che fu definita dal poeta Hölderlin
; ja più beila città della Germania., Heidel
■ tberg è un importantissimo centro univerei
.tario, il più importante della Germania
la sua Facoltà di Teologia è assai rinomata
Ipi questa città visitammo a lungo il ea
(Stello, ohe ora è in gran parte in rovina
(di cui fu ospite Lutero. Alla sera arrivam
ino a Pforzheim. Ad attenderci c’era il pa
Store Allinger, che ci accompagnò imme^
iliatamenle alla Markuskirche, nella «mi
'Sala di riunione ci fu offerta là cena. Ci
'ritrovammo all’indomani mattina per visi
|tare la città. Pforzheim fu distrutta, duran
Se la guerra, per il 90 per cento : ora è una
àiltà completamente nuova, un centro iti
Idustriale (famose le sue fabbriche di oro
logi) pieno di dinamismo: particolarmente
interessante è la nuova stazione ferroviaria.
Al pomeriggio visitammo Schönenberg, il
paesino in oui abitò e morì Elnrico Arnaud.
Visitammo la chiesa, in cui c’è la tomba di
Arnaud, che fu fondata appunto da Arnaud ed in cui notammo subito il nostro
stemma, e una scritta di Gianavello: «Nulla sia più forte della vostra fede ». Sempre
nella chiesa notammo 9 rilievi in lastre
metalliche: 1) Pietro Valdo insegna la Bibbia ed è guardato con disprezzo, 2) Maria
Durand neUa torre di Costanza, 3) Gli ugonotti innalzano una croce a ricordo del loro esodò, 4) Arnaud lascia la casa paterna,
5) Giuro di Sibaud, 6) Arnaud predica, 7)
Una scena dell’esodo degli ugonotti: la
sosta di una famìglia, con la vecchia madre
che legge la Bibbia, '8) Giuramento degli
ugonotti, 9) Gli ugonotti, che appena giungono alla meta, costruiscono la chiesa.
Il pastore Zeller ci mostrò inoltre un antico calice del 1704, U solo rimasto su 3.
Visitammo inoltre la casa di Arnaud, ora
adibita a museo ; notammo i tipici gioghi,
per la campagna, per le mucche, le gerle
di vimini, il vaseUame e molti altri tipici
oggetti che ci ricordavano le case delle
Valli. Una targa di bronzo ricorda che lì
Arnaud coltivò il suo primo campo di patate. Tornammo a Mühlacker a piedi e
ammirando lo splendido paesaggio circostante, non potemmo non pensare che quelle terre, quando giunsero i primi Valdesi,
o erano lande desolate, o campagne devastate dalla guerra dei 30 anni. ABa sera,
a Pforzheim, vi fu un incontro con un
gruppo della comunità. Il venerdì mattina
ci trovammo alle 9 dinnanzi alla chiesa, e
qui c’era un pullman ad attenderci: ci saremmo recati a visitare i paesi del Württemberg che erano ancora abitati da discendenti dei Valdesi del 1699. Visitammo
dì corsa Breiten, paese natale di Meìantoné, quindi Klein Villar, con la sua chiesa ricostruita nel 1872. Nell’ingresso della
chiesa la lapide con i nomi dei caduti in
guerra conteneva molti cognomi valdesi:
Micol, Costabel, Blanc, Gönnet, Suiller
ecc. Visitammo quindi U cbiostro di
Maulbronn, opera dei monaci cistercensi
ed ora seminario protestante del Württemberg. A Mühlacker potemmo vedere il
monumento ad Arnaud e la chiosa.
Ulitima tappa di questo giro fu Pinache, dove erano ad attenderci il sindaco,
il pastore Rapp ed un signore di nome Rivoir, il cui padre, morto nel 1952, aveva
ancora parlato il « patois » delle Valli.
Pranzammo con. questi signóri al «Gasthaus
zum Waldenser)). Nel pomeriggio visitam
mo la chiesa, in cui è sepolto il figlio dì
Arnaud, Silvio, e in cui si può vedere la
tomba del primo pastore che predicò in
queUa chiesa, il sig. Giraud. Andammo anche a vedere il cimitero, in cui la stragrande maggioranza dei nomi incisi sulle
lapidi, erano nomi tipicamente valdesi.
Notammo ancora numerosi stemmi Vaidesi sui muri delle case e nelle sohiese,
quasi in tutte, il ritratto di Arnaud, lo
stemma, e l’assenza di candele dall’altare.
A questo proposito il Pastore Rapp ci disse che anche la liturgia è diversa da quella
deBa Chiesa Riformata tedesca, e che è
quasi totalmente uguale a queBa deBa
Chiesa Valdese; Dopo un caloroso com
miato con gli abitanti di Pinache, che ve
ramente ci commossero per la loro genti
lezza, tornammo a Pftwzheim, dove i gio
vani ci avevano preparato una beBa serata
AB’indomani mattina, col cuore colmo di
riconoscenza e con una punta di rimpianto
ci accingemmo a prendere la via del ritorno. Ci fermammo a Basilea, dove avremmo dovuto incontrarci ' con la comunità
valdese ; per un banale disguido l’iU'Contro non potè essere effettuato, e potemmo
solamente vedere per caso il pastore Eynard. Partimmo da BasUea aBe 22,20 diretti a MUano.
Al termine di questo meraviglioso viaggio, ritornando con la mente ai beBissimi
giorni passati, devo veramente riconoscere
che fra noi, sparutó gruppo valdese, e i
molti tedeschi che abbiamo avuto occasione di conoscere, sia stato gettato un ponte
di amor fraterno. Ovunque siamo, stati, ci
hanno accolti in modo che ci ha realmente
sbalorditi: ovunque ci siamo sentiti in famiglia, ovunque abbiamo sentito una sincera comunione di affetti, ovunque abbiamo sentito di essere veramente uno in Cristo, e questa penso sia stata la ragione per
cui questo viaggio resterà impresso neBa
mente e nel cuore di O'gnuno dei partecipanti. Penso non sia fuori luogo ringraziare oltre a tutti coloro ohe in mUle modi
si sono prodigati per noi, anche il Dott.
Landesbishof, il signor Stober per le generose offerte per la « Miramonti » di ViBar
Pellice, e tutti quanti ci hanno fatto veramente sentire il loro amore fraterno e
la loro amicizia ehe superava ogni barriera etnica, sociale, linguistica e politica.
A. Fornehone (1)
(1) Uno dei quattordici. Componevano il
gruppo anche dei giovani e delle signore
di Torre, S. Giovanni, Bobbio, Ferrerò e
Rorà.
COLLEGIO VALDESE
Allievi ed ex- allievi
MATURITÀ’ CLASSICA
Nella sessione estiva sostenuta dagli studenti del nostro Liceo presso il
Liceo Gioberti (Torino) sono stati dichiarati « maturi » : Mirella Beri, Enrico Emanuelli, Nella Gay, Elio Lombroso, Carlo Pollone. Su 10 candidati,
5 maturi; 4 rimandati alla sessione autunnale; 1 respinto; si è quindi raggiunto il 50% di licenziati: una percentuale che non è inferiore a quella
degli istituti statali, risultati quindi
che possono considerarsi più che soddisfacenti, anche in ojnsiderazione
del fatto che le singole classificazioni
dei candidati non sono affatto mediocri. Ci sia permesso solo di segnalare
che la studentessa Mirella Beri ha meritato un 10 nell’esame di storia ed un
9 nell’esame di filosofia.
CONCORSO
In occasione di un Concorso Provinciale (Torino) delle S. Medie, gli
studenti delle III classi della S. Media sono stati invitati a svolgere un
tema sul significato e la validità storica della Resistenza. A detto concorso hanno partecipato alcuni studenti
della III Media del nostro Collegio
Valdese. Le studentesse Fiorella Pollarci e Daniela Giorcelli hanno diviso
con una studentessa di Torino un primo premio; la studentessa Linette
Cotta Morandini ha conseguito un
terzo premio. Analogo concorso si è
svolto tra gli studenti del Ginnasio.
La studentessa Elena Bein ha conseguito un secondo premio.
NEO LAUREATO
L’ex-allieyo del nostro Collegio,
Giancarlo Toselli ha conseguito la laurea in legge sostenendo brillantemente una tesi di argomento economico.
NEO DIPLOMATA
La signorina Vanda Meynet, ex-allieva del nostro Collegio, si è diplo
mata quale assistente sociale, con un
interessante studio sulla ddinquenza
minorile.
A tutti questi allievi ed ex-allievi
una parola di plauso e di augurio.
UN DOTTORE IN MISSIONE
Il dott. Emilo Fattori, anch’egli exallievo del nostro Collegio, dop) aver
svolto un’apprezzata attività quale
medico e dentista a Lusema San Giovanni, dopo aver interrotto questa
sua professione per seguire corsi di
studio delle malattie tropicali in Svizzera e in Inghilterra, è ora partito
per il Ghana, dove è giunto per iniziare una nuova attività quale medico
e chirurgo nell’ospedale di Gogo, vicino alla città di Kumasi. E’ un campo di lavoro nuovo ed interessante,
nel quale gli auginiamo di poter svolgere un’attività proficua e benedetta.
Saremo molto lieti se egli troverà
il tempo per mandare al nostro Eco
notizie per informare e prospettare
problemi.
Il Congresso Mondiale
Battista
Rio de Janeiro. — Il decimo Congresso
battista mondiale è stato aperto a Rio de
Janeiro da Th. F. Adams, presidente dell’Alleanza battista mondiale, che, nel suo
discorso, ha difeso la causa della libertà
religiosa nel inondo, della giustizia nei
rapporti interrazziali, della fraternità cristiana e deSF evangelizzazione di tutti i popoli. Il numero dei battisti nel mondo sùpera i 23 milioni.
Precedendo il discorso presidenziale,
VappeUo nominale dei rappresentanti provenienti da 67 paesi si era svolto in modo
originale: seguendo la propria bandiera
nazionale, ognuno si è avanzato sul vasto
palco e ha pronunciato al m'crofono, nella
propria lingua, la parola di FUippesi 2: 11
che serviva di tema alVassemblea: ’’ Ogni
lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre
(S. DE. P. I.)
UN DIBATTITO AD AGAPE, 4-13 LUGLIO
La stampa a la libertà de!Tuomo
Il campo ha seguito B « clichè » ormai
consueto: studi bìblici (il pastore e professore di Losanna, Samuel Amsler, ha tenuto due notevoli studi biblici), le conferenze in cui si articolava il tema del campo, seguite da discussioni a gruppi e generali; i culti in comune con il campo lavoratori; la giornata di gita, facilitata
quest’anno dalla seggiovia; le serate di
giochi, sciarade, sketches, e dì conversazione. Grazie al lavoro di traduttori e traduttrici, la differenza di lingua non ha
rappresentato una barriera.
La prima relazione è stata quella del
Prof. Enea Raimas: « Carattere e funzione
della stampa ». Una rapida ma soda storia
del sorgere del fenomeno della stampa:
ptecorso dalle « tesi » pubbliche dei riformatori, dai placardis ugonotti, esso è sorto
nel XVIII secolo come un’arma di difesa
e di offesa: lo strumento di diffusione di
nuove idee, facendo appello aB’opinione
pubblica. Più che come pura e semplice
informazione, dunque, il giornale è sorto
come stampa d’opinione, come una tribuna. E’ giusto non dimenticarlo, nell’esaminare quel ohe B giornale è oggi.
L’indomani il Dott. Fulvio Rocco — che
per diversi anni è stato uno dei redattori
(e degli speaker) del giornale-radio — ha
parlato del a Potere della stampa yi: potere informativo e formativo, ma anche pericolosamente deformante, quando sia al
servizio di interessi particolari o al di
'fuori di uu libero contrapporsi di posizioni diverse. L’oratore ha insistito — e non
è stato il solo — ®uBa potenza di suggestione, anche inconscia, che quotidiani e
settimanali esercitano sui loro lettori. E il
discorso è pure andato a toccare, necessariamente, i poteri — politici, finanziari,
religiosi — che reggono la stampa, finanziandola (non si immagina, generalmente,
quanto un giornale poissa costare ; per
« lanciare » un quotidiano, ad esempio, si
tratta di impegnare miliardi, talvolta) e naturalmente servendosene per formare l’opinione di masse di lettori con un’« informazione » sagacemente orientata.
Il terzo oratore è stalo il Dott. Erich
Kuby, giornalista e scrittore indipendente
tedesco: dopo aver esaminalo rapidamente
la situazione mondiale, in cui ha distinto
democrazie stabili, instabili e governi militari, e constatato che solo nelle prime si
ha un liveBo scolastico elevato, uno sviluppo economico e buone istituzioni statali, egli ha affermato recisamente —- fin
troppo, per alcuni degli uditori — che la
stampa dipende daBa situazione generale,
e non viceversa: la stampa non ha tutto
il potere che si crede, sia nei paesi totalitari che in quelli « democratici ». Per
essere una contro-forza efficace, deve e^
sere difesa da istituzioni democratiche. E
tuttavia, la radice della libertà deBa stamè nella vera, profonda indipendenza
si fa estremamente
Al primo Ccimpo intePnazionalej hanno parlecipalo olire seltanla
cainpìsitì: nn forte nncleo di tedeschi, nn groppo di italiani, dne francesi, nna svizzera, no Pastore cameronese, noMoglese, nn giapponese
pa
del pensiero: il che
raro. E’ qui la responsabilità del lettore,
che è anche cittadino.
1 campisti non hanno solo ascoltato,
hanno anche lavorato: una giornata è stata
dedicata a « fare un giornale ». Come esercitazione pratica, dovevano preparare, sulla base di dispacci d’agenzia (ANSA,
« Italia ») che arrivavano di ora in ora, la
prima pagina di un quotidiano: articolo
di fondo, attualità, impaginazione. Hanno
così visto la luce « Die Waage » (La bilancia) e « Der Optìmist » (L’Ottimista), dei
due gruppi tedeschi, mentre gli italo-francesi facevano uscire « Agape-sera »; i neoquotidiani venivano poi confrontati fra loro, e con molti quotidiani italiani di quel
giorno, dal « Secolo d’Italia » aB’« Unità »; si è potuto constatare che, se i « pregiudìzi » non erano assenti neppure fra i
nostri giovani, ì loro articoli erano spesso
più oggettivi di quelB dei giornalisti professionisti.
Si è poi avuto un dibattito con la partecipazione deB’Avv. Bruno Segre di Torino (direttore del mensile « L’Incontro »)
— che aveva già partecipato al campo invernale sul « Processo all’ob'ettore di coscienza » —, del Dott. Rocco e del Past.
Girardet: « La libertà di stampa e i suoi
limiti ». Il primo ha esaminato ampiamente qual’è la situazione di d ritto e di fatto
in Italia, attualmente, mettendo in luce la
incertezza in cui lasciano certe formulazioni di legge. Il Dott. Rocco ha ribadito
; limili de facto che ®i oppongono ad una
piena libertà di stampa: l’applicazione di
leggi in contrasto con la Costituzione eppure ancora in vigore (legge P. S. 1931),
la creazione di nuove leggi con :1 pretesto
di « tutelare la morale e l’ordine pubblico » (paternalismo). Ai due interlocutori
il Past. Girardet ha però fatto notare che
c’è pur sempre, per i giornalist", un ampio margine di liberlà dì cui ben pochi
in realtà si servono, e questi hanno riconosciuto che c’è, nel giornalismo, una
diffusa tendenza al conformismo — che
corrisponde a quello dei lettori, del resto,
e che si spiega non solo con le pressioni
« governative » ma con quelle de; finanz.atori dei giornali. Anche qui, ad una libertà formale corrisponde assai di rado
una reale libertà interiore; non si pens'
però che basterebbe « un po’ di buona volontà », perchè i vincoli cui soggiace la
stampa sono veramente molto forti, anche
je jmesso subdoB .
.\i campisti sono stati presentati, come
oggetto di discussione e di r'pensamento,
alcuni modi di concorrere alla libertà di
slampa: il confronto fra vari giornali, il
contributo d'retto mediante lettere al direttore che, anche quando non pubblicate
non restano senza eco nella posizione redazionale; la conoscenza di uomini e paesi, e della loro storia recente, per inqua
drarvi l’attualità; gruppi dj d'seussione e
dibattiti; Fappoiggio a giornali impegnati.
Per il eristìano, l’angoec'o'so e appassionante problema della verità e della libertà
non isi può porre ohe in riferimento a Cristo. Il Past. Gino Conte ricordava come
Gesù Cristo ha affermato, di fronte a; ricercatori, agli indifferenti, e agli scettici
come Pi'lato : « IO sono la verità » ; da
una parte, dunque, la verità di Cr’sto e
del Regno è io verità fondamentale, la
realtà vera, che non è indifferente alle nostre realtà e verità ma le illumina e lievita, ne è U metro; d’altra parte come la
verità di Dio si è incarnata in questo nostro mondo, ha accettato di esisere una verità non evidente, cui si può contraddire,
di cui sono possìbili interpretazioni divergenti e deformazioni, così nessun cris-tìano e nessuna chiesa può affermare in modo deffinitivo la verità d' questa o quella
posizione: si tratta piuttosto di vivere costantemente nell’umile ricerca della verità, nel rapido svolgersi deB’attualità quotidiana; di invocare per (juesto, senza stanchezza, lo Spirito Santo, lo Sinrito della
verità, ricordando che l’ultima intercessione di Gesù per j suoi era stata: «Padre,
santificali nella verità: la tua parola è ver’tà », verità Ohe non è legata al tempio
ma è per tutto il mondo.
Infine, la conferenza del Past. Giorgio
Girardet ha ricentrato il vero tema del
campo: «La stampa e la liberlà dell’uomo », costituendo un’ottima concluisione
dello stesso. L’oratore ha no-tato giustamente come spesso, nei lavori del campo,
si era parlato più della libertà formale
deBa stampa, che non della libertà dell’uomo di fronte al problema posto dalla
«lampa odierna. Riportandosi allo studio
iniziale del Prof. Balmas, ha ricordato che
la stampa deve avere nn senso, una sua
verità da annunziare; mentre nei fatti si
istituisce per lo più un cerchio statico, immobile, fra ü giornalista che cerca di dare
al lettore ciò ohe questo vuole, e il lettore
che cerca nel suo giornale quel che gli
piace e lo lascia alla sua buona pace. Per
cui, paradossalmente, si può giungere a
chiedersi se la stampa, com’essa è oggi,
non sia precisamente una minaccia alla
nostra libertà; la stampa «d’opinione»
perde sempre più terreno nei confronti dei
giorna'B « facili », che rìducendo tutto a
formule variamente dosate come denaro,
amore, successo, brivido, onore, pietà per
i deboli, sesso, religione di maniera, qualunquismo politico, paura (del comunismo
e, più di rado, del capitalismo) presentano,
fin nella pubblicità, un tipo standard di
uomo, che è la quintessenza della spersonalizzazione dell’uomo.
In tal modo i giornali, come del resto
la radio, la televisione, il cinema, sono
una costante minaccia alla nostra libertà,
in quanto ci rendono « massa ». La potenza di questi mezzi è grandissima e ci
prende nel subcosciente senza che ce ne
accorgiamo neppure. Non serve non leggere i giornali, gli altri li leggono per
noi. Il conoscere questa minaccia alla nostra liberlà, da parte di un fattore che è
pur diventato integrante della nostra vita
moderna, è già una cosa importante.
Concludendo, l’oratore affermava la necessità, di fronte ai fatti ohe ci roteano intorno ogni giorno, di un fatto campione,
con cui confrontarli e misurarli ; la necessità di avere un uomo campione, in riferimento al quale ritrovare l’umanità vera.
« E qui non so quale fatto, quale uomo
voi potete prendere per misurare il senso
dei fatti e degli uomini ohe la stampa ci
presenta. Vi dirò che per quel che mi riguarda, il fatto è l’incarnazione di Gesù
Cristo, e l’uomo è lui stesso, Gesù Cristo.
In termini giornalistici vi dirò che l’unico
titolo che veramente debba essere su nove
colonne, con ulteriori servizi nell’interno,
è l’annunzio della incarnazione di Gesù
Cristo; e lutti gli altri eventi con titoli più
piccoli, molto più piccoli, in proporzione:
due colonne forse di titoli sì possono dare
a un Hammarskjoeld che parte per pacificare Arabi e Israeliti o a uno Schweitzer
che parte per l’Africa — perchè questi sono testimoni dell’incarnazione — e tìtolo
a due colonne si può dare a Hiroshima,
perchè è testimonianza della follia del
mondo. Mi sto esprimendo in modo paradossale...: penso che l’uomo deve essere
incontrato nella sua verità come autore di
opere di distruzione da un lato, e oggetto
dell’amore instancabile di Dio dall’altro.
Non vorrei essere frainteso, non vorrei un
giornale « religioso » che presentasse lutto
da un punto di vista pio, ma che la stampa vedesse la relatività del fatto umano e
incontrasse l’uomo vero ; che comunque io,
lettore, anche nella stampa così com’è possa conoscere il fatto relativo a Cristo e
l’uomo come oggetto dell’amore di Cristo.
In questa prospettiva il giornale diviene
una testimonianza dell’opera di Dio nel
mondo e i fatti e gli uomini acquistano
un senso particolare: le vocazioni ai precisano, la notizia diviene un appeBo, e il
mondo che ci è presentato dal giornale
non è più un teatro sul quale si svolgono
scene interessanti che non ci riguardano,
ma diviene il teatro sul quale si svòlge
la nostra vocazione. Il giornale diviene
uno dei mezzi d’informazione — non il
solo — che ci indirizza nella nostra vocazione, e anche il peggiore giornale diventa
uno strumento deBa mia libertà in Cristo ».
4
Pftg. 4
L’EGO DELLE VALLI VALDESI
22 luglio 1960 — N. 30
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
T08BE PELLiCE
Malgrado il tempo cosi incerto, abbiamo
finora potuto temere regolarmente i culti
pomeridiani all’aperto, e ringraziamo vivamente l’Anziano Adolfo Jowve e lo studente in teologia Bruno BelUon per la loro preziosa collaborazione. Le prossime
riunioni, sempre alle ore 15 si terranno
domenica 24 ai ChioUin e dom. 31 ai Simound.
In queste sett’mane abbiamo avuto la
visita gradita di gruppi evangelici stranieri: una bella serata con un gruppo di francesi di Vergèze presso Nîmes (Gard) ; poi
la bella serata aU’aperto con un vivace e
simpat’co gruppo della Jeunesse protestante di Morges, guidati dal Past. Cbaipuisquesta riunione, progettata per l’Aula Magna, per esplicito desiderio degli ospiti c
stata tenuta all’aperto in Piazza della Libertà, e là, su di un -palco, i giovani -^1
sono awicendati nel presentare canti ed
una bella scena di Ph. Cbable: « On perd
la boule»; iniziata come una farsa, o meglio come uno sketdi satirico, terminava
come una confessione di fede e un appello; malgrado la poca urbanità di alcuni
passanti, molti hamno certamente apprezzato il messaggio dato con tanta semplicità, spigliatezza e convinzione, in un modo cosi -poco tradizionale, dagli unionisti
di Morges. Infine pure un gruppo di svizzeri alemanici sono stati fra noi, guidali
dal Past. Hardmeier.
Per quanto sian passati diversi giorni,
non abbiamo ancora ricordato, su queste
colonne, i nostri due ultimi lutti: il Prof.
Paolo Baridon e il Sig. CalaMo Cendola.
Ancora esprimiamo alle famiglie colpite
da queste separazioni la nostra solidar’età
fraterna nel dolore e nella speranza che
è. ri-sposla in Cristo risorto.
BOBBIO PELLICE
La Comunità è grata al Pastore Gino
Conte ed allo studente in teologia Bruno
Bellion i quali hanno presieduto i culli
del lo e 17 luglio nel corso della malattia
del Pastore. e. a.
Lavoralori agricoli
per la Svizzera
Si ricercano per la Svizzera lavoratori
agricoli alquanto specializzati, sia per le
coltivazioni agricole, sia per la stalla e la
mungitura. Devono essere lavoratori diligenti, onesti, di buona volontà, che possono intraprendere il/ proprio lavoro con ordine € con disciplina. Sono assicurate buone condizioni di lavoro ed uno stipendio
soddisfadente, {/oloro che avessero bisogno d^una preparazione, potranno trovare,
durante qualche mese un corso dHstruzione elementare di qualificazione presso la
^uola Valdese d'Agricoltura, a condizioni
modeste, in modo da poter soddisfare le
giuste esigenze degli agricoltori svizzeri.
Chiunque ritiene utile descriversi sia
per l assunzione al lavoro, sia per la necessaria preparazione alla qualificazione, deve
rivolgersi alla Direzione della Scuola Valdese d"Agricoltura (ai Monnet - Luserna
S. Giovanni - Torino), la quale fornirà
tutte le informazioni ed istruzioni necessa
POMARETTO
Domenica pomerligigio alle ore 15 ha avuto ìnogo il igerviz'o fiunebre di Paolasso
Alfonso, deceduto a Perosa dopo lunghi
anni di infermità; il nostro fratello ha
avuto una vita difficile e amara, a motivo
del suoi ideal; ed ha conosciuto la dura
prova della malattia negli anni in cui poteva gioire d’un meritato riposo. Il servizio funebre celebratosi a Perosa è stato
segu lo da un buon gruppo di amici e parenti che hanno accompagnato la salma al
cimitero. Alla vedova, ai figlioli, ai paren
lì inviamo il nostro pensiero di affettuosa
simpatìa, nvocando su di loro la consolazione del Signore.
Domenica 24 alle ore 15 avrà luogo nei
pressi di Combavilla la riunione rinviata
per motivi di forza maggiore
lUAR PELUCE
PRAMOUO
A distanza di pochi mesi dal marito è
deceduta Bounous Cesarina ved., nata
Long. Essa era da poco entrata nel suo
86» anno di età.
Colpita da grave malore mentre trovavasi in visita alla sorella in S. Germano
Chisone, essa — presentendo prossima
1 ora della fine — ha voluto essere trasportala nella sua casa a Pomeano. La
fede che l’aveva sostenuta durante tutta
la sua lunga e laboriosa giornata terrena,
li ha aiutata ad accogliere con grande
-serenità l’ora della partenza.
Il suo accomipagnamento funebre ha
avuto luogo il 12 giugno.
Ai figli, alle figlie e rispettive famiglie,
alla sorella cd a tutti i numerosi parenti
esprimiamo il nostro fraterno affetto e
la nostra viva simpatia cristiana.
— Il culto di domenica 10 luglio è
stato presieduto dal Doti. Ugo Zeni,
membro laico della Tavola Valdese. Egli ci ha portato un messaggio molto vivo e molto sentito di cui lo ringraziamo
sinceramente.
— Il culto di domenica 24 luglio sarà
presieduto, a D. p., dal Pastore Alfonso
Peyronel, di Le Creusot (Francia), originario delle Ca-se Nuove Pellenchi.
■ Il pomeriggio della domenica 31
luglio avrà luogo la tradizionale riunione
della Gioventù a Plàn dei Culet.
— Il tempo che, malgrado la stagione
estiva, continua a mantenersi incerto e
capriccioso, non ha finora incoraggiato
molti villeggianti a salire tra di noi. I
primi sono giunti in questi giorni ; fra
di essi le famiglie del Doti. Ugo Zeni,
membro della Tavola Valdese; del Pastore Alfonso Peyronel, di Le Creusot;
del Maggiore dei Carabinieri Aldo Long
ed altri.
Insieme al nostro cordiale fraterno saluto, porgiamo loro nostro augurio
di buone vacanze e di buon riposo.
— Da alcuni giorni una grossa draga
della Ditta Bertela, appaltatrice dei lavori, è all’opera per il tracciato del tronco di strada Prinas-Pellencbi. I lavori
procedono molto alacremente con grande
soddisfazione della popolazione che vede
cosi realizzarsi finalmente un suo grande
sogno.
Chissà che fra poche settimane non
sia possibile veder giungere agli Allieri,
o addirittura ai Pellenclii, la prima macchina! Lo speriamo e ce ne rallegriamo
vivamente.
Alcuni decessi hanno provato la nostra
comunità:
Giovanni Barai di anni 76 della Piantà.
Da vari decenni lavorava a Torre Pelli ce
presso l’Hólel du Parc, dove era ormai
consideralo come un membro deUa famiglia. Credente di carattere umile, mite e
buono, ligio al dovere, ebbe, nelle estreme onoranze ohe gli furon rese, una commovente dimostrazione di stima e di affetto oltre che dai suoi compaesani, da un
numeroso gruppo di fratelli e di amici
della Comunità di Torre Pellice.
Bartolomeo Lausarot di anni 42, deceduto tragicamente in Francia dove si era recato per motivi di lavoro e dove le estreme onoranze gli vennero tributate dalla
Chiesa Riformata locale, dai compagni di
lavoro e da un gruppo di Villaresi accorsi
Prof. Paolo Bari^n. Da lunghi anni
apostolo della causa 'de! risveglio nella comunità villarese che saluta in lui la scomparsa di uno dei suoi figli migliori. Di lui
già ha parlato una cronaca particolare.
Giovanni Stefano Cairus di anni 69, deceduto il 16 u. s. alla Rua del Villar. Modesto mereiaio ambulante nella sua vecchiaia, era stato in passato un valente colportore deUa Società Biblica Scozzese. Coraggioso e fedele, aveva portato la Bibbia
per le vie e per le piazze di tutte le località circostanti in tempi in cui regnava ancora una forte intransigenza religiosa. Subì allora vari processi dai quali uscì sempre totalmente assolto. Una volta una ragazzaglia fanatica gli bruciò addirittura il
suo banco e la cosa fu di una tale gravità
che pochi giorni più tardi giungeva da Roma l’ordine di trasferimento del procuratore del Re e del capitano dei carabinieri
della. cittadina locale. La chiesa commossa
ha rievocato c[uesli ed altri fatti e salutato
in lui un esempio di consacrazione e dì
zelo che meriterebbe di avere oggi un
maggior numero di imitatori.
Nozze. — Mario Ayassot e Susanna Peyronel si son dati la mano per costituire un
nuovo focolare domestico. Entrambi erano
dei beniamini della comunità: Mario come zelante unionista del Teynaud, Susy come avanguardista nell’attività maglieriste
al Villar. Tanto più' fervidi e cordiali sonc
stati i voti e le preghiere con cui la chiesa li ha circondati.
La stagione estiva ha dato felicemente
inizio alle proprie attività. Dei gruppi di
giovani, talvolta anche numerosi, hanno
speso molte serate per effettuare dei lavori
volontari a favore ¿hlìà Miramonti — la
nuova casa per ferie della comunità —.
L entusiasmo e la gioia hanno presieduto a
elastina di queste adunate. V’è più gioia
nel dar.e che nel ricevere e v’è più gioia
nel lavorare che nel; divertirsi quando si
tratta, delle cose di Dio. I no-stri giovani
han fatto qualcosg di questa esperienza.
Il mercoledì sera è'ormai consacrato all’incontro con i grùppi esteri del Castagneto e della Miramopti. Le difficoltà della
lingua sono superate con sempre maggiore
facilità. ,,
AVVISI ECONOMICI
ON CHERCHE pour établissement pour
maladies chroniques deux jeunes filles
plus de 18 ans, en qualité d’aide d’étage.
Au début salaire 180 fr. par mois, plus
nourriture et logement. S’adresser à Past.
J. W. Clerc, «Mon Repos», La Neuveville (Jura bern.).
I lettori ci scrivono
1 rossi, i rossi, i rossi!...
Caro Redattore
Non intendo entrare in merito alla polemica piuttosto sgarbata che il Prof. M. Eynard svolge contro di Lei semplicemente
perchè ha osalo sostenere e pubblicare
qualcosa che non gli è piaciuto; vorrei solo richiamare ancora una volta i lettori
dell Eleo sulla questione di principio.
Tanlo per andare con ordine comincio
dalla prima lettera dèi Sig. Eynard pubblicata sul n. del 1 luglio; in essa comincia la confusione, per la verità assai comune nel nostro paese, fra filocomunisti e filorussi, ossia fra comunismo e sistema sovietico. Questo modo di presentare le cose
mi ricorda molto da vicino una predica
di un parroco di campagna in cui inveiva
contro « i rossi, i rossi, i rossi » e ne traeva come conseguenza il divieto di votare
un parlilo di sinistra.
Questa confusione porta, naturalmente,
vedere nella situazione Russa la vera e
1 unica attuazione del comunismo politico.
E se la Chiesa sta male in Russia, vuol dire
che in un regime comunista o socialista,
essa starà sempre male, e che, perciò, i regimi di sinistra sono condannabili in partenza. A parte il fatto ohe in paesi rigidamente destrisli la Chiesa si trova forse in
condizioni peggiori, non credo che il ragionamento tenga. Sarebbe come voler dare
un giudizio sul cristianesimo dopo aver
preso in esame la sola Chiesa cattolica:
aneli essa come la Russia si professa come
1 unica depositaria di una verità, di un retto sistema di vita, ma è ben ingenuo chi
ci crede. Nè è il caso di notare che il Prof.
Eynard, nella sua lettera altana un artico*
lo del Sig. CI in cui si citava un documento in base ad un altro documenlo, senza
curarsi di precisare in base a che criterio
si deve accettare il suo e rifiutare quello
citato da Cl.
Approvo pienamente la sim risposta; mi
pare, però di dover fare una riserva : Lei
accenna al rifiuto che dobbiamo porre ad
una visione materialistica della vita; vorrei precisare che, d’altra parte non è per
niente auspicabile che lo Stalo assuma una
visione spiritualistica: Italia, Spagna ecc.
insegnino. La visione della vita è affare
del singolo e non dello stato, perciò rifiutiamo come singoli una visione materialistica ma non pretendiamo che lo stato la
rifiuti, perchè non è di sua competenza nè
il rifiutarla nè l’assumerla. Del resto La
credo consenziente.
Più grave è il tono della lettera della
settimana scorsa ; « Ora sappia che io da
quarant’anni combatto il comuniSmo, esplicito Anticristo, e per vent’anni ho combattuto il fascismo. Anticristo mascherato ».
Congratulazioni per la seconda battaglia.
Riguardo la prima, sembra di sentire Ottaviani; sarebbe opportuno andar piano
con gli anticristi anche col fascismo ma
mi pare che il Sig. Eynard esageri soprattutto col comuniSmo, qualificato addirittura come « esplicito Anticristo ». Non ce la
sentiremmo di qualificare in questo modo
neppure il comuniSmo marxista alla lettera
nè quello russo per il semplice fatto che
negano valore alla fede ed alla religione.
Noi crediamo di poter dare un giudizio su
questo atteggiamento, che in realtà, è un
giudizio contro di noi, perchè con la nostra fede e la nostra religione non siamo
stali capaci di capire quello che hanno capilo i comunisti nè di fare quello che hanno fatto. Non vogliamo certo trascurare
queBo che ha fatto la Chiesa in venti secoli di attività, ma non ci nascondiamo che
il rimprovero che i soclialisli ci rivolgono
è fondalo. E ci rendiamo conto che ricambiando il loro giudizio con un altro giudizio di scomunica, non riusciremo mai a
conipiere nulla di costruttivo, nè la Chiesa
è stata fondata ed edificata per scomunicare ohi la pensa diversamente da lei.
E necessario cessare di vedere nei socialisti una maniga di pelandroni sempre solo
pronti a far sciopero o rivoluzione e a cercare di vivere qualche giorno sul denaro
di qualche povero disgraziato raduto nelle
loro grinfie e giudicato come capitalista. I
veri socialisti non hanno nessuna voglia di
far la pelle ai ricchi ma di eliminare l’ingiustizia per cui uno nasce con la camicia
e l’altro con un solo paio di braccia. E
questo ideale non nji pare che sia poi tanto
da anticristi. In quésto sta il valore, e naturalmente anche il limile del socialismo :
in una parola cerca che tutti gli uomini
« abbiano ogni cosa in comune » ma non
può curare che siano « di -un sol cuore e
di un’anima sola ». Ma in questa sua azione positiva mi pare infinitamente più evangelico del sistema borghese. Non con questo ritengo che qualsìa-si partito socialista
o comunista sia scritturalmente giustificato: sarebbe da ingenui o da disonesti; voglio semplicemente mettere in rilievo che
non è da condannarsi a priori qualsiasi socialismo o comunismo.
Ripenso all’interessante rassegna del Pastore Giorgio Bouchard apparsa suH’ultimo numero di « Protestantesimo » sulla
pianificazione familiare. Credo che la limitazione delle nascite non può neppure
essere proposta come rimedio alla sovrapopolazione mondiale finché non si sono
limitati o annullali gli ultimi capitali privati. Prima di cercare un modo di impedire la vita umana cerchiamone uno per impedire la soverchia ricchezza : limitiamo le
nascite dei cani da lusso cosi coccolali da
certe signore insensibili alla fame dei loro
simili.
Fraterni saluti e vivi apprezzamenti per
le notizie di politica che pubblica sull’Elio.
Grazie. Clamlio Tron
Caro direttore,
mi spiace che a proposito del raduno
alpino di Frali l’Eco non abb'a quest’anno
lolla l’occasione per star zitto, dedicando
a cose più importanti il suo spazio prezioso. Non abbiamo nulla contro gli alpin'.
non vogliamo riaprire polemiche, ma puh
blicando cronache -come quelle l’Eco ce li
fa venire in uggia. Basta!
Quando impareremo a goderci le nostre
scampagnale domenicali senza retorica,
prendendole per quelle che sono, senza tirare in ballo l’esercito e la patria ecc. ecc.?
Il raduno degli alpini è stato una scampagnata domenicale: nulla che valesse l’onore di una cronaca.
uno che c’era
Concorso borse di studio
per studenti valdesi
La Commissione Distrettuale del
I Distretto comunica che entro il 30
agosto debbono pervenire ( Pastore
Alberto Ribet - Via Vinçon, 8 - S. Germano Chisone ) le domande degli studenti valdesi, residenti nelle nostre
Parrocchie, che intendono concorrere
alle Borse istituite dal I Distretto.
Le domande debbono essere corredate:
a ) della raccomandazione del Pastore della propria Parrocchia ;
b ) certificato degli studi compiuti ;
c ) stato di famiglia ;
d ) dichiarazione della persona che
esercita la patria potestà, da cui
risulti di quali altri sussidi e Borse
di studio il candidato eventualmente fruisca!
Anche gli attuali Borsisti sono tenuti a ripresentare la domanda.
Il Presidente
della Commissione Distrettuale
Pastore Alberto Ribet
Offerte per l’Eco delle Valli
Cattaneo Felice 100; Pavoni Bianca 300;
Covsiabel Eli 190; Caruso Umberto 100:
Malvina Besson 700; Barai Edoardo 100;
Forneron L dia 350; Robert Ernesto 200;
Beri Gustavo 100; Riyoira Renzo 100'; Gar
rou Caterina 100; Chiesa Pomarelto 5.000;
Berhard Ryds'rom 500; Pons Luig! 100;
Long Ernesto 200. GRAZIE!
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-195.5
La famiglia del compianto
Guido Avondet
nella im-pcss^ilità di farlo personalmente, commossa per gli attestati di
simpatia ricevuti nella tragica circostanza della morte del loro Caro, riconoscente ringrazia tutti coloro che
sono stati larghi di aiuto in qualsiasi
mode, ed a quanti hanno preso parte
al suo immenso dolore.
Prarostino 5-7-1960
La famiglia Gay profondamente
ccmmpssa per le manifestazioni d'
simpatìa ricevute nella repentina di
partita della loro diletta
Lydia
ringrazia vivamente quanti hanno
dato prova di affetto e di solidarietà
nel suo dolore.
Un particolare grazie è rivolto al
Dott. Gardiol ed a Suor Susanna,
per la costante e devota assistenza
durante la lunga infermità, ai Sigg.
Pastori ed ai parenti ed amici.
Luserna S. Giov. (Curt) 12 luglio 1960
Dottoressa
Maria FenogUo
Medico Chirurgo
Via Alfieri, 1 - Telef. 9594
{vicino al Municipio)
TORRE PELLICE
Riceve:
Tutti i giorni ore 17-19
Venerdì anche al mattino ore 11-13
Dottoressa
Iolanda De Carli Falerìo
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
primo e i- terzo mercoledì. Hél mese
Ore 14-16
Redattore; Gino Conte
Coppièri . Torre Pellice
Tel. 94.76
■U»
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografìa Subalpina . s. p, a
Torre Pellice (Torino)
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