1
ri-.i
r o.vìo
rasa Val'iese
•lORRS PELMCS
DELLE
ai VALDESI
S e 11 Üm a n a I e
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgresìioni per le qucffióvete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Ann« LXXXVIII - N. 3
Una copia 30
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 1.200 per rintemo | Eco e La Luce: L^^ROO per l’interno | Spediz. abb. postale - li Gruppo
L. 1.600 per Testerò
L. 2.500 iW'Testero
Cambio d’indirizzo Lire 40,—
‘ TORRE PELLICE - 17 Gennaio 19i>8
Anunin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
PREGHIERA PER
e rinnovamento
L'UNi
AlTinlzio di Gennaio le Chiese cristiane di tutto il mondo si occupano
in modo particolare del problema dell’unità, non mediante una discussione teolo^ca o dogmatica ma in uno
spirito di preghiera.
E’ noto con quanta insistenza e
con quale cura la Chiesa romana
raccomandi ai fedeli e prepari per
loro l’ottava dell’unità. E’ anche noto lo scopo principale che essa persegue: il ritorno dei fratelli separati
al solo e vero ovile di Cristo, l’unità
di tutti i cristiani nell’ubbidienza alla gerarchia e nella confessione di
una sola fede.
Pertanto, la settimana prossima
nelle chiese cattoliche si pregherà
per noi e per i cristiani ancora lontani da Roma. A Milano, per esempio,
rottavario di preghiera per l’unità
della Chiesa si svolgerà secondo un
programma ben definito che comprende ogni sera, dal 18 al 25 Gennaio, i
seguenti temi: Che cosa chiediamo
al Padre Celeste — Unità della Chiesa: testamento di Gesù — Santificali
nella verità — Testimonianze di ritorni alla casa del Padre — Perchè
troppo pochi ritornano? — Situazione attuale dell’ortodossia — Speranze e attese del mondo ortodosso. Collaboreranno a questa serie di conferenze; Mons. Narciso Prandoni, de¿
legato diocesano della Associazione
'.(Unitas»; il rev.mo Abate Edmond
Chavaz di Ginevra ; don Giovanni
Barra di Pinerolo; il Padre Romano
Scalfì, della diocesi di Trento. La settimana di preghiere sarà conclusa con
B? Mratinf; ^ma"^Te^conferenze continueranno ancora per tre sere su questi temi: Noi e l’ecumenismo — L’epistola di S. Paolo ai Romani e l’ecumenismo — La Chiesa nel pensiero
religioso dei Protestanti odierni e nella fede cattolica — quest’ultima a cura del Padre Louis Bouyer, dell’Oratorio di Parigi.
Dal canto loro, le Chiese che fanno
parte del Consiglio Ecumenico sono
anch’esse invitate nello stesso periodo
di tempo a manifestare la loro unità
nella preghiera di intercessione per
la Chiesa universale: ma il programma consigliato dalla Commissione
« Fede e Costituzione » segue una linea diversa da quella di cui abbiamo
già parlato. Il tema fondamentale è
il « Padre Nostro » articolato nelle sei
domande evangeliche; è introdotto, il
primo giorno, da alcuni pensieri di
meditazione e di intercessione sul motivo costante della preghiera; «Padre
Nostro che sei nei cieli » e si conclude
l’ottavo giorno sul motivo del « regno,
della potenza e della gloria» di Dio:
preghiamo, si dice «perchè la potenza di Dio sì manifesti su tutta
ra, nelle nostre vite per mezzo della
gioia ; nella Chiesa, per mezzo della
missione; nel mondo, mediante un
risveglio ». Perciò : « O pio,^ ricco _ in
misericordia verso tutti gli uomini,
concedici di servirti fedelmente sulla
terra onde possiamo partecipare, un
giorno, alla gloria della Tua salvezza».
♦
Le preghiere della Chiesa e dei cr^
denti, anche nella settimana dell’^u^'
tà, rappresentano un aspetto della
fede e della speranza della Chiesa
che non ci sentiamo assolutamente di
giudicare. Dio solo legge nei cuori de
gli uomini e ne valuta con esattezza
i moventi, le aspirazioni, le richieste;
Egli solo può discemere anche in
questo campo il buon grano dalla zizzania- la preghiera dell’umiltà sincera e profonda da quella ancora trop
po contaminata da una falsa giustizia umana e da una pericolosa identificazione del Regno di Dio con la
maestà e la potenza della Cfiùesa mi
litante sulla terra. E poiché, in fin
dei conti, ciò che importa è che la
volontà di Dio si adempia, dovremmo veramente preoccuparci che le no
stre preghiere, purificate da ogni ambizione di prevalenza o di farisaica
sicurezza di sè, abbiano come scopo
supremo l’unità, non come la vogliamo o non la vogliamo noi, ma come
Egli , la vuole e con i mezzi che Egli
vorrà adoperare; «Qu’arrìve TUnitó
visible du Royaume de Dieu, telle que
le Christ la veut, par les moyens que
il voudra », lasciò scritto l’abate Couturier, uno dei grandi apostoli della
unità della Chiesa; ed a quella formula ci sentiamo di aderire, appunto
perchè permeata di umiltà e di fidu
dosa attesa dell’opera di Dio, non
all’altra che risolve il problema dell’unità nel puro e semplice ritorno
alla Chiesa di Roma, sola madre di
verità, unico porto per la salvezza di
tutte le genti.
D’altra parte, l’unità del Corpo di
Cristo è qualcosa di più della sottomissione al magistero infallibile della Chiesa romana. E’ un problema che
tocca da vicino Untume di vita, il
rispetto delle fedi 'Diverse da quella
ufficiale nello Statlpl’onestà di giu
dizio e la tensione,^rso la carità; è
anche un problemaédi rinnovamento
religioso in sehso Mèramente cristiano ed evangelico.
E nella nostra
migliori intenzioni’
le nostre colpe, dot
te riconoscere che
ficile sentire il pi
proprio a causa dei
circonda. Oggi .si
bene; ma, al temp®tesso, pullulano
in Italia i belletti parrocchiali, i
giornaletti, i quoti«
pre disposti a getti
scredito e della cali
minoranza protesi
paese s’insegna a
stanti perchè non
in certe zone, gli , , _
siderati come la peiite e il linguaggio
dei parroci è ascoltilo dalle autorità
civili e. politiche. Qp c’è un costume
di vita che ha da estere modificato se
si vuol dare un tc^ di coerenza e
di rispetto alla prederà per l’unità.
Ancora questa sètllmana l’Eco del
Chisone accusa la s^mpa valdese di
favorire la « cultura: Hi settarismo anticattolico» ed afferma che quella
« cultura » è documaifeata. Se per « settarismo anticattoli^ » s’intende la
discussione di presemi religiosi e
confessionali, ritehì^o che l’espressione sia assolutàBÉnte fuor Hi luo
irla, pur con le
consapevoli delfamo onestamen^riesce spesso difàlema dell’unità
atmosfera che ci
per noi, sta
ed i libri sem
l’ombra del di
aia sulla piccola
te. Nel nostro
idare dei proteine «cristiani»;
ìgelici soho Con
go; a meno che si debba tacere e
lasciare che i vari giornaletti cattolici (Jel tipo « Con Roma » dicano apertamente e talvolta volgarmente tutto
ciò che vogliono sul conto dei Protestanti. Nel nostro cosidetto «settarismo anticattolico » siamo giunti a
pubblicare sulla prima pagina del nostro giornale un articolo della stampa cattolica condividendone le idee;
aspettiamo che l’Eco del Chisone faccia altrettanto pubblicando qualche
buona meditazione evangelica e valdese.
Ma il costume di vita è in rapporto con il rinnovamento religioso di
tutti noi e del nostro popolo in generale. Bisogna operare con urgenza
per il risveglio religioso del popolo
italiano e non accontentarci dtìle
ferme religiose che troppo raraménte incidono sul suo spirito. Più si
conoscerà TEvangelo di Cristo nella
sua purezza, più facile sarà il dialogo, più umile e sincera sarà la preghiera al Padre di tutti. Non per
nulla lo scrittore Carlo Bo in un recente articolo su La Nuova Stampa j
diceva’ «Si tratterebbe di riscoprire’)
finalmente questo enorme patrìmch
Ilio spirituale per portarlo a tutti
quelli che frequentano le Chiese, ai
praticanti... in tal modo la nostra religione cesserebbe di essere una abitudine per diventare qualcosa d’importante per la nostra stessa storia
di uomini...».
Questo compito ci interessa tutti
quanti; e forse è per questa ragione
che, a parer nostro, il vero, ur^iente
problema della Chiesa oggi non è
qùello dell’unità intesa nel senso cattolico romano; è invece «luello di un
coraggioso ripensamento della propria fede alla luce dell’Evangelo di
Cristo per essere aiutati a camminare
nelle vie della verità e della carità.
Ermanno
Negare un
Si inaugura a Torino
un nuovo locale di cullo
In occasione della inaugurazione
delTOratorio Valdese di Via Nomaglio 8 a Torino (Domenica 19 Gennaio, alle ore 15) è stato preparato il
seguente programma di attività:
Domenica 19 Gennaio: ore 15 - Culto
di inaugurazione con la partecipazione dei Rappresentanti della Tàvola Valdese e di Chiese sorellia.:
ore 21 - Conferenza Evangelistica
del Pastore Ayassot sul tema : «Predichiamo Gesù Cristo».
Lunedì 20 Gennaio: ore 21 - Adunanza Evangelistica con il concorso della Corale Valdese.
Venerdì 24 Gennaio: ore 21 - Conferenza Evangelistica del Pastore Corsani sul tema : « Libertà di religione e religione di libertà ».
Domenica 26 Gennaio: ore 21 - Conferenza Evangelistica del Pastore
Ayassot sul tema : « Cristo è la sola verità ».
Lunedì 27 Gennaio: ore 21 - Conferenza Evangelistica del Pastore Zotta sul tema : « La predicazione e il
coraggio dell'Evangelo ».
Venerdì 31 Gennaio: ore 21 - Conferenza Evangelistica del Pastore
Corsani sul tema : « La libertà del
servizio ».
Lezionario biblico
1958
piano di letture bibliche per il nuovo
anno.
La Commissione biblica nominata
dalla Tavola Valdese ha predisposto
tale opera intesa a fornire ad ogni
credente un valido aiuto nella lettura
quotidiana della Parola.
Il « Lezionario » è stato inviato gratuitamente a tutte le famiglie della
Chiesa; esso entrerà in ogni casa come un fedele amico e ad un tempo
come un silenzioso monito per ogni
credente a riservare alcuni momenti
della propria giornata alla meditazione ed alla preghiera.
In una recente intervista concessa
all’editore W. R. Hearst jr., forse per
la prima volta Nikita Kruscev, il potente capo del comunismo russo, ha
parlato apertamente delle sue opinioni religiose, dicendo : « Noi siamo
atei. Certo qualche volta nominiamo
Dio, per esempio esclamando: Com’è
vero Dio. Ma è soltanto un’abitudine... ». E quasi per giustificare la sua
spavalda negazione, egli ha ricordato
al suo interlocutore le ingiustizie commesse sovente da uomini e ceti politici che si professavano credenti. Da
parte nostra non esitiamo ad ammettere quest’ultima amara constatazione,
che possiamo rifare ad ogni momento,
non solo nei pensieri e nelle opere dei
grandi uomini e delle correnti politiche da essi capeggiate, ma nella nostra vita quotidiana, che è pur quella
dei comuni credenti.
Il problema è grave ed attuale, perchè investe tutte le quistioni sociali,
politiche, culturali e morali che formano il tessuto della nostra civiltà.
E nessuno di noi può sottrarsi alla sua
parte di responsabilità nel tentare seriamente di risolverlo per il bene comune di tutti gli uomini che vivono,
faticano e soffrono su questa terra. Di
fronte al marasma che sconvolge ormai la vita di tutti i popoli e scrolla
le vècchie istituzioni sociali e religiose, ogni essere umano, che sia capace
di' riflettere sul significato della propria esistenza, ha il dovere di domandarsi: In quale Dio credo io veramente e che cosa faccio per provare
ai miei simili che la mia fede non è
soltanto una vana credenza tradizionale, ma una seria esperienza di vita,
intesa a servire come strumento divino della verità, della giustizia e dell’amore che genera la concordia e la
non cerchiamo di sfuggire alla
morsa della risposta, ci accorgiamo
con stupore ed umiliazione che la nostra fede in Di« si risolve spesso in
un comodo palliativo delle nostre numerose infermità morali. Infatti, le
nostre troppo comode abitudini religiose servono qualche volta a mascherare il nostro tenace ateismo pratico,
pur tanto vicino a quello dichiarato
dei negatori di ogni divino governo
deirUniverso e della vita. E per poco
che vogliamo approfondire la nostra
idea di Dio, siamo costretti ad ammettere che, sotto un certo aspetto, ce lo
immaginiamo volentieri fatto ad immagine e somiglianza di noi stessi, in
modo da giustificare o coprire i nostri
errori, le nostre magagne e la nostra
meschinità morale di fronte ai nostri
simili. E perciò scivoliamo nell’ateismo, senza averne l’aria, perchè anche
il Dio della nostra credenza superficiale è inesistente nella realtà della
nostra vita.
♦
Dopo un tale esame di coscienza,
possiamo domandarci: Qual’è il Dio
negato tanto superbamente dai positivisti pratici? Non esitiamo a rispondere: Esso è un Dio inesistente! Perchè? Semplicemente perchè esiste soltanto nella fantasia, nella paura, nel
calcolo interessato o nella furbesca
speculazione di gente che teme in cuor
suo di avere a che fare col Dio vivente e vero. E quelli che credono o dicono di credere in questa divinità inesistente finiscono per dar ragione a
coloro che hanno l’audacia di negarla
per sostituirla con una umanità onnipotente e padrona dei propri destini.
Vi sono pure, è vero, degli atei non
sinceri che negano resistenza di un
Ente supremo per addormentare la
loro coscienza dietro il paravento di
una negazione che non ardiscono di
sostenere nè con la mente, nè con la
coscienza, nè col cuore. Piace loro di
illudersi che l’universo è muto e freddo, per potere più comodamente riempirlo con la potenza, la gloria e la vanità dell’uomo.
E qui vorremmo poter conversare
un momento col potente Kruscev e
con i suoi compagni, per domandar
loro quali sono i connotati del Dio
che essi negano. Non si nega una cosa
di cui non si ha alcuna idea! E se i
veri scienziati sanno curvare riverenti
la fronte dinanzi ai formidabili misteri deH’TJniverso e riconoscono che dietro a tutti i fenomeni naturali si cela
la Suprema Mente che ne regola le
leggi e dà un significato alle innumerevoli manifestazioni della vita, vorremmo sapere in virtù di quale approfondita esplorazione dei cieli infiniti
gli atei che vogliono riformare il nostro piccolo mondo non possono scorgervi alcuna traccia di intelligenza oltre quella dell’uomo che si proclama
« sapiente ». Evidentemente essi negano un dio inesistente, e perciò la loro
negazione cade nel vuoto.
Poi quando essi affermano : « La
vita degli uomini ci è cara... e vogliamo che tutti i popoli ottengano i benefici del loro lavoro », ci sentiamo
quasi commossi di fronte ad un amore tanto sublime e disinteressato... Ma
poi ci assale un tragico e legittimo
dubbio. E subito ci domandiamo quale può essere il fondamento di un sì
elevato sentimento umanitario. Perchè
chi nega 1’esistenza di Dio deve necessariamente credere che l’universo
Meditazioni bibiiche
1958
contenente una breve spiegazione «lei
passo giornaliero indicato nel « Lezionario », una semplice, ma preziosa
messa a fuoco del suo messaggio centrale.
L'esperienza dello scorso anno ha
ampiamente dimostrato la grande utilità di queste «Meditazioni», che vengono perciò particolàrmente raccomandate a tutti.
Per acquisti rivolgersi alla librerìa
CLAUDIANA - Torre Pellice - Prezzo
di vendita L. 250 oltre L. 25 per spese
postali.
freddo e muto ha prodotto degli esseri dotati di intelligenza, di coscienza e
di calore di sentimenti altruistici. A
quale scopo? Senza scopo alcuno, poiché l’uomo, figlio naturale della materia stupida ed incosciente, deve tornare nel grembo della propria madre,
dopo una fuggevole apparizione su
questo mondo di lotte e di affanni. La
sua vita non avrebbe dunque alcun significato che possa appagare TinteUetto. la coscienza ed il cuore.
Perciò quando gli atei ci parlano di
creare una struttura sociale in cui l’effimero essere umano possa vivere felice, ci sembra di udire la voce dell’antico raccoglitore di sapienza, quando
esclamava: « Vanità delle vanità, tutto è vanità ed un correre dietro al
vento... poiché la sorte dei figliuoli
degli uomini è la sorte delle bestie...
tutti vengono dalla polvere e tutti ritornano alla polvere »! E così sarebbe
veramente, se i negatori di Dio avessero ragione. Ma così non è perchè
l’Iddio che essi negano non ha nulla
a che fare con l’Iddio-Spirito che è
l’anima, la legge ed il garante della
vita universale.
Ma purtroppo il loro idealismo è
stato fin qui sostituito dalla forza bruta che ha prodotto le epurazioni terroristiche, la schiavitù del lavoro e del
pensiero, l’asservimento della scienza
alla sete di potenza e di dominio. E
forse un giorno, come ha detto Milovan Gilas, « gli uomini ammireranno
le grandiose imprese che essi hanno
compiute e si vergogneranno dei mezzi usati per compierle ».
E tuttavia il bene compiuto dai negatori di un dio inesistente come da
quelli che dicono : « Signore, Signore,
e non fanno la volontà del Padre che
è nei cieli », sarà pur sempre dovuto
alla sapienza infinita ed all’amore ineffabile di Ckdui che « fa levare il suo
sole sui buoni e sui malvagi ».
G. Francesco Peyronel.
2
a —
li'ECn DCUJE VALLI VALDESI
PROTESTANTESIMO E CATTOLICESIMO
«
Aspetti psicologici
delle conversioni
Ho ietto con grande interesse sull’Eco i vari articoli concernenti i rapporti tra cattolici ed evangelici.
Un aspetto di questo problema, che
non è ancora stato considerato, è costituito dal fenomeno delle ’’conversioni” che si effettuano ogni anno, assai numerose, nel mondo cristiano,
nelle due direzioni.
Desiderando ricercare il motivo profondo della insoddisfazione_ della confessione religiosa in cui si è stati educati, ho letto vari lavori su questo argomento. Quello che mi ha maggiormente illuminata è uno studio di Franz
Leenhardt su : « Des raisons et de la
manière d’être protestant ». In esso,
l’autore si propone di esaminare sul
terreno psicologico la profonda diversità tra l’abito mentale cattolico e
quello evangelico. Egli insiste sul fatto che, mentre per i cattolici è più evidente la rassomiglianza col carattere
peculiare del popolo romano, più
orientato verso la vita nel suo aspetto
esteriore, a cui si accede attraverso il
senso della vista, i protestanti hanno
piuttosto ereditato le caratteristiche
del popolo ebraico,che ha più acutamente sviluppato il senso dell’udito.
Ora, il senso della vista è molto meno personale e soggettivo che non il
senso dell’udito. Infatti noi, per mezzo della vista, ci limitiamo a constatare l’esistenza di un oggetto o di un
fenomeno indipendente da noi, mentre, attraverso l’udito, riceviamo la parola e la elaboriamo con le risultanti
delle nostre esperienze e della nostra
cultura, finché l’assimiliamo, cioè finché essa entra a far parte della nostra
ricchezza spirituale.
Queste osservazioni di Leenhardt
possono condurre alla conclusione che
la presentazione ’’confessionale” di
due caratteri psicologici distinti e indipendenti l’uno dall’altro (estroversione e introversione) fa prevedere la
necessità di due espressioni religiose
diverse. In questo modo si può giustificare in maniera più comprensibile e
leale la ’’conversione” o più propriamente ”il cambiamento di orientamento religioso” dell’individuo che
non si sente più a suo agio nel mondo
religioso della sua famiglia, perchè la
sua natura psicologica è diversa.
Questo fatto dimostra e giustifica
inoltre ampiamente la presenza di quei
filocattolici o di quei filoevangelici i
quali semplicemente non hanno il coraggio di aderire completamente a
quella forma religiosa verso la quale
si sentono più profondamente attratti.
Certo, non si può semplificare a tal
punto un problema così grave, ma se
10 si potesse studiare anche da questo
lato, forse si potrebbe giungere coL
tempo ad una comprensione più psicologicamente esatta. Ci renderemmo
conto che molte sono le maniere di
adorare Dio, ma uno è lo spirito: sincerità verso se stessi e rispetto verso
11 sentimento religioso del prossimo.
E Gesù, che dopotutto ha pure accettato per sé e per gli altri una legge
religiosa così poco spirituale come la
circoncisione, non volterà certo le spalle al povero cristiano che ha avuto bisogno di materializzare in qualche modo la sua religione per comprenderla
meglio.
Lucietta Tenger.
L'argomento da varie settimane in discussione sui rapporti con la
Chiesa cattolica romana, come si vede, non è esaurito. Ciò dimostra l'interesse con cui è seguito da molti lettori, alcuni dei quali hanno esposto
ed espongono le loro idee in quella libertà che deve caratterizzare il
nostro pensiero protestante e cooperare ad una seria meditazione dei
problemi che ci interessano dal punto di vista della nostra fede e della
nostra testimonianza.
Oggi pubblichiamo tre brevi articoli inviatici da membri delle
nostre chiese. Lo studente universitario Giorgio Bert risponde al Past.
G. Tourn ; egli sottolinea i motivi che ci devono condurre ad una chiara
scelta tra Protestantesimo e Cattolicesimo, ma richiama anche i Valdesi
a rientrare in se stessi: non per prendere ancora una volta coscienza
della loro superiorità, ma per rendersi conto che per loro pure esiste un
« aut-aut » : o la vita o il fallimento, o sapere perchè esistono o accettare di essere isolati e superati. Effettivamente, dobbiamo temere assai
più la nostra debolezza e le nostre incoerenze che non la forza altrui.
Il Col. De Nicola risponde soprattutto al redattore, il quale è lieto
di prendere nota della sua precisazione. Sembrava dal suo precedente
articolo che non dovessimo testimoniare in mezzo a quelli che non condividono la nostra fede e affermavamo invece che anche là l'Evangelo
ci attende. Abbiamo forse interpretato in modo imperfetto il suo pensiero ; egli lo precisa ora affermando che, in quella necessaria opera
di testimonianza, dobbiamo però unirci soltanto a chi opera con Cristo,
senza disperdere tempo ed energie al servizio di altri signori.
Nel suo richiamo c'è una nota di particolare attualità che ci tiene
lontano da ogni confusione con interessi pseudo religiosi o mondani
nella nostra attività evangelistica.
Infine l'articolo di Lucietta Tenger considera alcuni aspetti interessanti de! fenomeno delle conversioni, in relazione con il problema di cui
ci stiamo interessando. Red.
Dialogo fra l’Eterno e Baal?
Lo stile semplice e piano dell’articolo del past. Tourn, astraendo dalle
sottigliezze puramente teologiche, permette anche ad un laico profano come
me di esporre qualche osservazione;
l’articolo in questione presenta, a mio
parere, una certa ambiguità nel contesto, forse più di forma che di sostanza,
ma che può lasciare perplessi proprio
nella risposta alla fondamentale domanda con cui si conclude.
Innanzi tutto, dice Tourn, la verità
secondo i Riformatori è ” la condanna
della Chiesa Cattolica... perchè essa si
prostituisce con i Baal di questo secolo”. Definizione questa che appare
parziale, inducendo a pensare che la
Chiesa riformata abbia soltanto il senso di riportare la suddetta Chiesa Romana sul giusto binario, esaurendosi
in questo compito; il compito in un
certo senso del profeta che rimproverava l’Unto del Signore, (Saul, Davide)
per averne smarrito la via. Ora, se pur
Da una predica di M. Lutero
Sul lago in tempesta
Matteo 8: 23-27
...Cristo appare in. questo episodio come una immagine della vita
cristiana ed in particolare della predicazione. La barca rappresenta la
Cristianità, il mare il mondo, i venti il diavolo, i suoi discepoli sono i
predicatori, i fedeli cristiani, Cristo stesso rappresenta la verità, l'evangelo, la fede.
Prima che Gesù salisse nella barca con i suoi discepoli, il mare ed i
venti erano tranquilli, ma appena Gesù si imbarca ecco scoppiare la
tempesta ; allo stesso modo se Gesù avesse lasciato il biondo nella sua
tranquillità e non avesse condannato le sue opere, il mondo sarebbe del
tutto tranquillo. Gesù invece predica che coloro che si ritengono saggi
e giusti e ricchi sono perduti. Perciò racconta l'Evangelo : vi fu una grande tempesta... Le altre barche furono lasciate tranquille dal mare e dai
venti ma la sua barca deve essere in difficoltà perchè Cristo è in essa.
Il mondo sopporta facilmente tutte le predicazioni eccetto quella di Cristo. E questo succede dove Egli viene e predica, perchè Egli predica che
vuole avere ragione Lui solo e punire tutti gli altri come dice in Matteo
12: 30: « Chi non è con me è contro di me ».
Ed è proprio questo suo giudizio che provoca tali tempeste e pericoli alla sua barca cioè alla sua chiesa... Ma in questo è la consolazione
del credente ed in particolare del predicatore... che essi devono incontrare opposizione quando seguono e predicano Cristo, e che non può
essere altrimenti. E questo è un segno sicuro di predicazione veramente
cristiana : dove essa incontra opposizione, ed in particolare dalle persone erudite ed importanti ed intelligenti ed irreprensibili. Al contrario la
predicazione dell'evangelo non è retta dove viene lodata ed onorata,
come dice Gesù: « Beati voi quando gli uomini vi avranno odiati e quando vi avranno banditi d'infra loro e vi avranno vituperati ed avranno
ripudiato il vostro nome come malvagio, per cagion del FiglioI dell'Uomo. Rallegratevi in quel giorno e saltate di gioia perchè il vostro
premio è grande nei cieli, poiché i loro padri facevano lo stesso ai profeti... ». Ma è pure esemplificato nei nostro episodio dove i credenti ed
i predicatori possono trovare aiuto e consolazione. Non presso il mondo : chè la sua potenza e le sue arti non li possono sostenere, ma presso
Cristo soltanto...
auspicheremmo di veder brillare nella
nostra Chiesa una luce di profezia, siamo piuttosto scettici sulla posizione di
Unto di Dio, sia pur tralignante, che
dovremmo in tal caso attribuire alla
Chiesa Cattolica, nella sua fondamentale impostazione. Penso invece che lo
spirito di verità della Riforma potrebbe vivere di per sè, anche dopo la totale scomparsa cjèlla Chiesa Romana,
mentre la definizione data farebbe dubitare dell’esistenza reale di uno spirito della Rifornì^ visto altrimenti che
come giusta reazióne al deragliamento
del Cattolicesimo.
” Dio ”, dice Tpum, ” può perdonare e perciò redimere ar¡che Roma ”.
Ma questo è ovvio. Ormai nessuno,
per fanatico che possa essere, pensa
che il giorno del Giudizio Universale
debbano essere redenti solo i Protestanti e condannati tutti gli altri. Il
metro di giudizio di Dio è diverso dal
nostro, e non possiamo evidentemente
sovrapporci ad esso. Ma perchè darci
il compito di intercessori per la Chiesa Romana presso l’Eterno, perchè
” egli la riformi dall’esterno e dall’interno”? Pensiamo di essere un po’ più
vicini a Dio dei ‘’cattolici, solo perchè
siamo stati battezzati ed allevati nella
fede evangelica? E, ancorché lo fossimo. tocca a noi stabilire una scala di
valori gerarchici nell’awicinamento a
Dio, per rivolgeiGli una preghiera di
intercessione, per' giunta non richiesta,
di marca tipicamente vaticana? Se proprio vogliamo unirci in una preghiera
comune, perchè non pregare per la nostra Chiesa, e pei^ noi stessi evangelici,
che un osservatore extraterreno mal
distinguerebbe nel pensiero e nell’azione dai seguaci della chiesa di Roma?
La Chiesa Cattolica, ci dice Tourn
” scivola verso forme che contraddi
cono i principi dell’Evangelo”, però
” non ci è lecito rifiutarle il nome di
Cristiana ” Osservazione ambigua : chi
non professa coscientemente la dottri
na di Cristo, NON è cristiano; pro
prio allo stesso modo che non è Comu
nista, checché ne dica, chi, uscito dal
partito, professi teorie contraddicenti
i principi fondamentali del marxismo
leninismo. Altrimenti ogni termine vie
ne ad assumere un’estensione enorme
a tutto danno della precisione e del si
gnificato stesso del termine. Inoltre lo
stesso Tourn dice che non è lecito essere indifferentemente cattolico o protestante, allo stesso modo come ” non
equivaleva adorare l’Eterno e Baal ”
D’accordo. Ma tra Dio e Baal vi è precisamente una scelta netta ed esatta;
un aut-aut. Mantenendo il paragone,
se aut-aut ha da esserci tra noi e la
Chiesa Romana, .non è possibile sfumarlo in nessun modo: non vi è rapporto ma abisso tra l’Eterno e Baal;
nè i seguaci di Dio dialogano con quelli di Baal. E neanche li maledicono.
Semplicemente non hanno con essi
quel genere di rapporti che può ledere
il significato della loro presa di posizione.
Intransigenza quindi, non verso i
Cattolici, ma verso noi stessi : in questa presa di posizione sta la nostra
possibilità di sopravvivere. Lo spirito
della Riforma sta appunto qui, in una
nebulosa, malcelata, ma chiaramente
intuita coscienza del taglio netto tra
un aut e l’altro, tra l’Eterno e Baal.
Non rimproveriamo nè condanniamo i
Cattolici, ma dobbiamo essere certi nel
modo più assoluto, che loro dovranno,
col muovere il primo passo verso l’Evangelo, se ciò mai avverrà, distruggere la loro polarità; che sono loro, non
noi, a porsi al di fuori; e che, come è
in effetto, la Chiesa romana è tenuta
unita, più che dallo Spirito e oltre che
dalla tradizione, dal dovere fronteggiare i nemici. Noi, al contrario, dobbiamo dimostrarci viventi comunque, o dichiarare fallimento. Manteniamo Ìa
vita in noi, senza occuparci di giudicare gli altri con benevola superiorità;
in noi Valdesi soprattutto la paura di
essere superati o isolati è maggiore di
quella del combattimento; abbiamo
paura di rimanere dimenticati, fuori
del tempo, quella paura borghese di
essere fuori moda che maschera spesso una latente mancanza di carattere.
Ricerchiamo in noi stessi, nella nostra unione, nel fatto stesso di porci
con un determinato atteggiamento di
fronte ad un mondo incomprensibilé,
la vera ragione di esistenza.
Giorgio Bert
Seguire verità
in carità
Nel mio ultimo articolo non mi
sono spiegato bene. E' evidente che
noi abbiamo qualcosa da dire a coloro che non condividono la nostra fede. Siamo sulla terra per questo: il
nostro primo dovere è di annunziare
agli uomini che non la conoscono
ancora ia buona notizia della salvezza nel Cristo ed in lui solo; ed a
questo fine supremo dobbiamo subordinare ogni altra nostra attività. Gesù ci manda oggi, in continuazione
della sua opera alla quale ci ha fatto
l’onore immeritato di chiamarci ad
esser collaboratori, da quelli stessi
cui il Padre mandò lui: quelli che sono lontani, estranei alla fede e alle
promesse, senza speranza e senza
Dio nel mondo. Questo mi pare talmente ovvio che non ho creduto e
non credo necessario sottolinearlo.
L’argmento della discussione mi pareva e mi pare un altro: in questo
lavoro di predicare agli uomini l’Evangelo — e non si predica solo dai
pulpiti, nè solo con le parole — con
chi dobbiamo associarci? Possiamo
unirci a chi non confessa la nostra
fede? Allora rispondo decisamente:
no, per nessuna ragione al mondo,
perchè il Signore ha detto: «chi non
è con me è contro di me, e chi non
raccoglie con me disperde». Disperde
tempo ed energie; disperde sopratuttc il buon grano che solo siamo tenuti a seminare, perchè chi non ha
la fede lavora per altri signori, se
na terra che in genere è difficile da
raggiungere, e vorrà invece trascinarci con lui sulle strade facilmente per-corribili dove poi calano gli uccelli
a beccare la nostra fatica; e noi, ingenui e pieni di buona volontà e di
saggezza umana, facilmente saremmo indotti a seguire chi, non avendo
la fede, lavora per latri signori, se
non terremo gli occhi fissi soltanto a
Colui che è invisibile, ma è sempre
presente in mezzo a noi per darci
forza anche se gli altri ci lasciano
soli.
Sono quindi due fasi distinte: andare verso chi, uomo o Stato, non
conosce e quindi non segue la Parola
di Dio; andarvi insieme con chi ere
de, come e meglio di noi, in questa
Parola, ma soltanto con questi. Altrimenti, andiamo soli: non vi può
essere ecumenismo cristiano se non
nella fedeltà alla Scrittura — fedeltà
i! più possibile intera, nei fatti più
che nelle parole. — Degli altri ecumenismi possiamo bene lavarci le
mani, perchè, come tutte le opere
del mondo, son destinati ad essere
arsi.
L. de Nicola
— Bisogna aver l’anima pura almeno
nel momento in cui preghiamo Iddio e
scevra di passioni viziose, altrimenti noi
stessi Gli presentiamo le verghe per castigarci.
M. De Montaigne (1533-92).
Giudizi cattoiici su Martin Lutero
Nel 1523 l'inverecondo Lutero,
dopo aver abbandonato l'abito monastico, portava seco di notte dal
monastero Caterina Bora, unendosi a
lei in illecito matrimonio. Per tale motivo ebbe molti seguaci tra i religiósi
di facili costumi... Fu anche superstizioso ed empio, turpe e violento nel
linguaggio, amante di osceni simposi
nella bettola dell'Orso Nero a Wittemberg. Calvino fu brutale e ambizioso, si macchiò di delitti fin dall'infanzia, accese moltissimi roghi. La sua
vita fu suggellata da pessima morte,
in seguito a vergognosa e umiliante
malattia. Zwingli fu allontanato dalla
parrocchia per le sue dissolutezze e
per illeciti rapporti con molte don
ne.
{La fede cattolica - di Mons. Vito
Mazzaglia - voi. 3 - pagg. 154-156 adottato da certi Licei d’Italia^
Noi cattolici non intendiamo più,
certo, negare la serietà e la profondità religiosa di Lutero.
Noi siamo pronti a riconoscere
che ciò che realmente gli stava a cuore erano i più importanti problemi
della pietà cristiana. Noi non ci sentiamo neppure in obbligo di negare
a Lutero, che in modo tanto semplice
e commovente cerca la salvezza, una
missione speciale a prò della vita religiosa ed ecclesiastica di quell'epoca. E perchè non dovremmo noi ammettere che Lutero fosse destinato
nella Chiesa Cattolica non solo ad opporsi alia decadenza, ma anche a
trarre nuovi tesori dalle inesauribili
profondità della fede cristiana cattolica e ad esprimere con la sua ricca
vita personale nuovi lineamenti alla
pietà cristiana?
{Stimmer der zeit ■ Ernest Bominghaus - p. 284).
3
1,’Fm VAijj vAi.nFSi
- s
Jean Caevin • Bnève instruction chrétienne,
Collection. « les Bergers et les Mages »,
Paris).
Càlvino ha scritto (jnesto breve e chiaro
trattato nel 1537, pochi mesi dopo aver posto mano all’opera della Riforma a Ginevra: in esso egli ha riassunto la sua «Istituzione Cristiana » in forma semplice ed
incisiva, in modo da fornire ai membri di
chiesa un chiaro riassunto della dottrina
evangelica.
Perciò questo libro può essere molto utile anche oggi, per chiunque desideri chiarire le sue idee sui punti principali della
fede evangelica (la conoscenza di Dio, la
Legge del Signore, la fede, la preghiera, i
sacramenti, la vita ecclesiastica e civile).
Il testo, adattato al francese moderno, si
legge e si comprende facilmente, e le formule incisive del grande Riformatore restano spesso impresse nella memoria del
lettore, che ne riceve aumento di conoscenza e di fede.
Charles BrOtsch - L’Apocalypse^ Delachaux et Niestlé, Neuchâtel.
Si tratta di una versione ridotta del celebre commentario sull’Apocalisse, a cui
il Briitsch lavora da anni, e per il quale
è meritatamente lodato. I principali risul
tati del suo studio sono esposti in forma
piana in questo agile volumetto: ogni versetto dell’Apocalisse ha una breve nota di
commento, che spesso riesce a chiarire dei
passi che a prima vista sembrano inspiegabili; sicché bisogna dar ragione all’Autore
quando afferma che l’ApocaUsse è un libro
molto più chiaro di quanto comunemente
non si pensi.
Questo libretto del Briitsch può essere
molto utile ai valdesi, sia perchè ci aiuta
a rispondere ai settari che usano l’Apocalisse come cavallo di battaglia per la loro
propaganda, sia perchè, in questi tempi agitati, l’Apocalisse merita veramente di ritrovare un posto centrale nella nostra vita religiosa.
Roland de Purv - Le Liberateur - Notes sur
VExode (2<= Edition) Editions Labor et
Fides - Genève.
La nota casa Editrice di Ginevra ha pubblicato, in seconda edizione, un prezioso
lavoro sull’Bsodo di Roland de Pury. Si.
tratta di note chiare, profonde atte ad ispirare il lettore ed a fargli apprezzare il valore dell’Antico Testamento e segnatamente il libro dell’Esodo. Le riflessioni sono
presentate con una chiara prospettiva crislologica e portano un contributo particolare al pensiero cristiano. L’originalità del
pensiero del de Pury ci consente di apprezzare sempre più il valore della Bibbia e ad
amare le grandi cose rivelate dal Signore.
Per questo siamo grati all’autore per il suo
scritto. g. h.
Lo spopolamenlo delle neislre Valli
Per migliorare il tenore di vita della popolazione montana
Nel 150" anniversario
della Chiesa di Bergamo
Nel 1807 gruppi di emigranti evangelici francesi e svizzeri, presenti a
Bergamo già da alcuni dscenni, posero qui le basi della nostra comunità. La giornata di domenica 27 ottobre è stata dedicata alla commemorazione di tale ricorrenza : commemorazione il cui significato va inteso come espressione di un atto di
liconoscenza reso al Signore della
Chiesa e, in Lui, a tutte le generazioni e gli individui che hanno alimentato ia vita della Chiesa e la sua tesUmonianza n^la storia. Perciò la
giorìtaEa~sr é àpeft'àT còri un culto di
riconoscenza celebrato nel tempio di
viale Vittorio Emanuele, che aveva
subito durante l’estate parecchi restauri interni — iniziativa anche
questa compresa nel quadro della
commemorazione dei 150 anni di vita della comunità.
Durante il culto, svoltosi con la
partecipazione del Moderatore, e a
cui presenziava anche un rappresentante del prefetto di Bergamo, il pastore Giampiccoli lesse i messaggi
inviati per l’occasione dal presidente
della Federazione delle Chiese evangeliche svizzere prof. H. d’Espine e
dal pastore Carlo Lupo, entrambi impossibilitati a intervenire. Il signor
Giampiccoli ha poi illustrato, durante il sermone, il significato della
giornata: non si tratta, egli ha detto, di glorificare la nostra storia attraverso una sterile rievocazione di
cose morte, ma piuttosto di riscoprire i valori che hanno guidato quella storia e che ci riconducono, oltre
il velo del tempo, alla comunione in
Cristo: questi valori sono essenzialmente la fedeltà alla parola di Dio,
la libertà della coscienza, la solidarietà umana. Prendeva quindi la pa
rola il Moderatore A. Deodaco, cne,
ispirandosi al salmo 29, sottolineava
il significato ed il valore della vita
della comunità come atto di onore e
di amore alla gloria di D’o.
Dopo il culto si è avuto un pranzo
ili comune cui hanno partecipato
membri della comunità ed ospiti provenienti da altre città per prender
parte alle manifestazioni della gior
nata. Al {»meriggio, nella sala del
Circolo Svizzero, era in programma
una conferenza del pastore Luigi
Santini sul tema « Gli evangelici bergamaschi nel periodo risorgimentale». Dinanzi al pubblico che affollava la grande sala, il pastore Giam
piccoli prese per primo la parola per
{Kirgsre ai presenti il saluto di Arnaldo Comba, ex pastore di Bergamo,
impossibilitato a intervenire, e per
salutare Enrico Gay, figlio di un altro ex pastore della comunità, il defunto H. Teofilo Gay, e i pastori di
Milano, Brescia e Como, venmi a
Bergamo dalle rispettive sedi. Preso
{K)i la parola il vice sindaco di Ber
gamo, dottor Camplani, il quale elogiò rapporto della colonia svinerà
di Bergamo nel settore industriale
e commerciale della vita cittadina,
come in quello della filantropia e
della cultura. Il pastore Melchen
{»rtò il saluto e l’augurio della cnie
sa svizzera di Milano.
IL signor Santini ci intrattenne
quindi {ler oltre un’ora con una con
versazione di vivissimo interesse, .^i
seppe rievocare con effic^ia il mO'
mento della grande crisi
’48 in poi, e il suo riflesso nella vita
della comunità evangelica; la ° ■
darietà rivoluzionaria tra gh eive
ci italianizzati e i loro dipendenti
fittavoli e braccianti bergamaschi ;
l’attiva partecipazione di questi ultimi all’azione armata; e, tra le varie figure di pastori evangelici della
comunità, ricordò quelle di Gaspare
Creili, del Carisch e soprattutto del
Kitt, esempio di profonda fedeltà al
ministero della Parola e di sensibilità umana e sociale; e rievocò infi
n° la figura del filantropo Teodoro
Prizzoni, che ha lasciato un indelebile ricordo nella vita cittadina con
le . sue numerose iniziative animate
da un proforido senso di solidàriétà
evangelica.
E’ stata nel complesso una giornata che ha lasciato certamente nell’animo dei presenti un senso di vera edificazione, nel significato più
autentico e costruttivo della parola.
Chiediamo alTunico Signore della
Chiesa che conceda alla nostra comunità di poter essere, nonostante le
proprie insufficienze, portatrice e testimone del messaggio evangelico ne
gii anni avvenire.
L. G.
Due amici mi hanno inviato due
ritagli di giornale con articoli che
mi son parsi carattéristlci deU’atteg
giamento che si iwò prendere di
fronte al problema dello spopolamento della montagna e della campagna.
Nel primo articolò un valente giornal’sta toscano descrive il lento ed
inarrestabile spof)olamento della Valdarrio ed il decadimento della sua
agricoltura. E’ una pagina triste che
l’autore conclude accusando la tecnica di una situaziope che egli, sfiduciato, ritiene ineyitabile e senza
rimedio.
Il secondo articolo 'è apparso su un
giornale svizzero del Cantone di
•vaud e segnala l’iniziativa presa dal
governo di quel Cantone per cercare
un rimedio ài lento spopolamento
uella montagna e d^la cam{)agna: è
stata stanziata una somma notevole
perchè per qualche anno siano fatti
esperimenti in deteftninate località
per giungere a stabilire quali coltivazioni sono più adat^ e più redditizie, e quali sarebbero le caratteristiche di una proprietà in montagria
che possa assicurare ad una famiglia
un tenore di vita migliore dell’attuale.
Amare conclusioni-trarrei se dovessi fare un paragone fra questa iniziativa e quello che vij^n fatto in Ita
lia, ma quello che ci interessa è di
vedere se anche noi, pur con mezzi
tanto più limitati, possiamo tentare
di far qualcosa di ^tile. Penso che
questo sia uno del compiti che può
porsi ora nella nuova impostazione
della sua attività la nostra Scuola
di Agricoltura. DobMamo giungere, a
migliorare il tenore dì vita della {mpolazione che vive ^ montagna ed
in collina non solo con le sti^e, la
luce, la radio, il telefono, ma anche
indicando coltivazioj^i più redditizie,
favorendo ringrandimento della piccola piroprietà che j^rmetta colture
estensive meno faiicose; favorendo
l’adozione di macchine che alleggeriscano il lavoro manuale e diminuiscano il numero giornaliero di ore
lavorative come già avviene in pianura.
Questo abbozzo di ¡attività a favore della montagna mi ^rmette di
chiarire il pensiero ^ chi si interessa della difesa delm nostra terra.
Già abbiamo riijetutam^nte detto
perchè riteniamo chif sia bene che ci
sia alihenp un lembcf^della nostra patria dove la magglòmnza della popolazione sia valdese ; è bene anche che
sia detto che non si vuol ottenere questo semplicemente convincendo chi
vive alle Valli a rimanervi anche se
per questo è costretto ad una vita
dura e spesso ingrata. Quello che
cerchiamo di fare è di adoperare tutti i mezzi possibili per migliorare il
tener di vita in modo che non ci
sia più motivo di andare a trascorrere altrove l’esistenza.
Come è stato {»ssibTe all’operaio
della città di aumentare i suoi gua
dagni, di diminuire sia la fatica fisica che la durata del lavoro, di raggiungere s{)esso una invidiabile agiatezza così dovrà giungere anche per
il contadino la {»ssibilità di un miglioramento del suo tener di vita ;
questo progresso è già in atto {»r
molte zone di pianura dove evidenti appaiono i segni di ima maggior
ricchezza.
Per raggiungere questa maggior
prosperità anche nelle nostre Valli
occorreranno temp» e costanza, ma
riteniamo che ciò sia {jossibile per
molte ragioni: lo siiopolamento attuale favorirà la formazione di proprietà più vaste, nuove strade permetteranno di raggiungere rapidamente con un mezzo meccanico le
cittadine di fondo valle, di portare
sui mercati i frutti della pronria ter
ra e venderli più vantaggiosamente;
la creazione di coo{)erative dovrà {>ermettere una migliore utilizzazione
delle risorse locali. L’esagerato indi
vidualismo, la diffidenza per ogni
novità, la riluttanza ad o^ forma
di collaborazione coi vicini dovranno
certo scom{>arire se si vuole raggiungere veramente un maggior benessere ed un effettivo precesso. Sappiar
mo che ci sono molti valdesi sia alle
Valli che lontano da esse che amano fortemente la loro terra e si adoperano in molti modi i>er crearvi
nuove po.ssibilità di lavoro e di guadagno, {jer favorire le iniziative che
vi si prendono e vorremmo additare
agli scettici ed ai dubbiosi questi
sforzi ed i risultati che già si sono
ottenuti. Vorremmo che la Pro-Valli
avesse m°zzi {)er sostenere anche finanziariamente ogni iniziativa a favore della nostra terra; dobbiamo limitarci ad un apiKLggio morale sincero e fraterno e additare, a chi
ne ha la possiiblità, una via {ler un
buon impiego sia morale che finanziario del proprio denaro.
Carlo Pons
Lfl CHIME. BIBLICA
La Casa Editrice Claudiana ha recentemente pubblicato quest'opera
di notevole valore religioso e culturale.
La CHIAVE BIBLICA o concordanza delle Sacre Scritture è necessaria
agli studiosi della Bibbia. Il volume di pagine 750 costa L. 3.500 in brossura, L. 4.500 rilegato.
Acquistatelo = Diffondetelo
COMUNICATO
Presso la Facoltà Valdese di Teologia saranno ciclostilate nei prossimi
mesi le dispense dei seguenti corsi tenuti nel corrente anno :
Prof. G. Miegge: Esegesi dell'Epistola ài Calati.
Prof. G. Miegge :
della Genesi.
Esegesi di brani
Prof. V. Subiiia : Teologia del Nuovo Testamento (Evangelo ed Epistole
di Giovanni),
Tali dispense )>ossono essere acquistate pagando in anticipo L. 800
per il corso sull'Ep. ai Calati e L. 600
per ognuno degli altri due corsi. Le
richieste devono essere indirizzate
entro il 15 febbraio p. v. a Bruno Rostagno, Via P. Cossa 42, Roma.
Dati statistici sul pinerolese
Akuni dati slatistici desunti da un’indagine condotta dall’Assessorato Provinciale
al coordinamento delle iniziative economiche interessano la zona di Pinerolo e dintorni, vale a dire i 23 Comuni che fanno
parte del collegio elettorale provinciale.
■\nche nella nostra regione, come su tutto l’arco alpino, si verifica e .si accentua il
fatto del progressivo spopolamento, sia per
effetio della natalità che si rivela al di sotto
della mortalità, sia perchè la gente di montagna valida al lavoro scende al piano in
cerca di una migliore sistemazione econo
mica. Nel quinquennio 1951-1956, infatti,
la popolazione dei 14 Comuni montar' del
Collegio elettorale provinciale è dimmui. t
di 644 unità. La situazione è migliore nelle
zone collinari di Villar Perosa, S. Pietro
Val Lemina e Porte che hanno visto crescere la (onsistenza demografica di 239
unità.
La popolazione, però, tende ad affluire
nei centri della pianura e sopratutto nelle
località più vicine ai centri industriali, abliandonando completamente o in qualche
misura il lavoro agricolo. Nei Comuni di
Buriasco, Cantalupa, Macello, Frossasco,
Pinerolo e Roletto, dalle 30.448 unità del
1951 si è passati alle 31.889 unità del 1956,
c, in quest’ultimo anno, l’afflusso verso il
basso è ancora continuato.
Ciò è sopralutto dovuto a ragioni di carattere economico e sociale: i redditi del
lavoro industriale sono in genere superiori
a quelli del lavoro agricolo, c’è in pianura
la possibilità di trovare una casa più comoda che in montagna, il lavoro è contenuto
in un numero fisso di ore e c’è tempo anche per il divertimento. Tuttavia ci si
rende conto che la vita in pianura non ha
soltanto alcuni aspetti positivi; c’è anche
l’altra facciata della medaglia ed è un fatto
che molti, anche nelle nqstre Valli Valdesi,
rimarrebbero nei loro villaggi montani se
vi fossero maggiori comodità di comunicazioni e di trasporto oltre che un costante
e reale interesse da parie delle autorità,
specialmente da parte di quegli Enti che
dovrebbero favorire con i provvedimenti
più adatti la vita in montagna.
Nel giro di cinque anni è sintomatico il
fatto che, nella popolatone del collegio
elettorale, i morti superano i nati di ben
400 unità. In complesso si è registrato l’immigrazione di 9961 unità, contro la emigrazione di 8525 unità, con un aumento di
1436 unità.
Gli immigrati provengono da varie zone
d’Italia. Nel quinquennio citato ne sono
giunti più di 7000 dalla provincia di Torino e ne sono partite o riparlile 6886. Dall’Italia centrale e settentrionale risultano
immigrate 1829 persone, mentre 1958 sono
ripartite nel medesimo periodo. Dall’Italia
meridionale sono giunti 848 immigrati e ne
sono ripartiti soltanto 281. Malgrado l’evidente afflusso di molte fantiglie verso i centri industriali, la percentuale degli addetti
all’agricoltura risulta leggermente cresciuta
passando dal 26,37 per cento al 26,41, mentre la popolazione addetta al settore industriale è leggermente diminuita passando
dal 53,47 per cento al 53,12 rispetto alla popolazione totale. La percentuale degli addetti all’agricoltura è assai bassa; la sua cifra (26 per cento) è al di sotto del limite
ritenuto ottimo per un equilibrio fra le attività primarie, secondarie (industria) e
terziarie (commerci e servizi vari). Il limite ottimo, infatti, secondo gli economisti
ed i sociologi, dovrebbe essere rappresenlato da un terzo della popolazione, mentre
nel caso nostro si è assai al di sotto.
La situazione dei disoecupati è rimasta
più o meno stazionaria; essi risultano 3726,
pari al 6,61 per cento della popolazione,
sempre nella zona di cui stiamo parlando.
red.
Psr lo studio della Bibbia
Acquistate presso la Claudiana le seguenti opere :
Enrico Bosio — LE PARABOLE DI CRISTO
Enrico Bosio — COMMENTARIO DELLE EPISTOLE DI GIACOMO, PIETRO, GIUDA E GIOVANNI
Gunther Dehn — IL FIGLIO DI DIO (Commentario del Vangelo di Marco)
Carlo Brutsch — L'APOCALISSE
Francesco Lo Bue — CHE COS'E' IL NUOVO TESTAMENTO?
L. 300
L. 1.000
650
650
650
La preghiera
per i^unità
della Chiesa
Come ogni anno' dal 18 gennaio, festa
della cattedra di san Pietro in Roma, al 25
gennaio, solennità della conversione di san
Paolo, i cristiani sono invitati a un ottavàrio di preghiere per l’unità della Chiesa.
L’uso risale esattamente a cinquantanni fa,
cioè al 1908 quando il padre Paul fPattson,
anglicano, pensò di invitare tutti i cristiani
senza distinzione di confessione, a pregare
insieme perchè il Signore U riconducesse
tutti in una sola Chiesa. L’iniziativa ebbe
rapidissima fortuna e le preghiere si alzarono tanto nelle Chiese cattoliche che in
molte chiese ortodosse e nei templi protestanti. Qualche anno dopo il fondatore della ’’ottava per l’unità” si convertiva al cattolicesimo e dava vita a un ordine religioso,
i Terziari francescani dell’ ’’atonement”,
che hanno appunto per iscopo di propagare
l’ottava e di ricondurre i cristiani all’unità
della Chiesa. Le intenzioni di ogni giorno
sono state approvate dalla Santa Sede e
l’ottavaro di preghiere è praticato in molte
chiese e case religiose'. Molte sono le iniziative nate intorno a questa pratica religiosa;
secondo alcuno si prega perchè tutti i dissidenti e gli infedeli entrino nella Chiesa
cattolica; in Francia è molto diffusa la pratica inaugurata dal p. Couturier di Lione
secondo la quale le intenzioni sono: il giorno 18 per l’unità di tutti j cristiani, il 19 e
Successivi per la santificazione dei cattolici, degli ortodossi, degli anglicani, dei luterani, dei calvinisti, di tutti gli altri protestanti, e per l’unità di tutti gli uomini nella carità e verità di Cristo. Anche l’alleanza evangelica mondiale invita a una ’’settimana universale di preghiere” dalla domenica 5 alla domenica 12 di gennaio; gli argomenti di preghiera vengono fissati anno
per anno; quelli del 1958 sono centrati sopra le verità fondamentali della fede cristiana: la sovrahilà di Dio, il peccato dell’uomo, il fatto di Cristo, lo Spirito Santo e
la Chiesa, la parola di Dio, la grande missione. (ANSA)
Per le Filodriiimnatiche
Alle Unioni Giovanili, per le loro
serate, consigliamo vivamente l'opera
di Ada Meille intitolata
LA "BOINA"
(La pietra di confine)
E' un lavoro in tre atti, molto adaG
to ai nostri ambienti evangelici alle
Valli; contiene un efficace messaggio, capace di cooperare ad un sano
costume di vita valdese.
La raccomandiamo in modo particolare.
Prezzo L. 300 — Presso l'autore:
Via Roma 6 — Sanremo.
4
Ernesto Comba BREVE STORIA DEI VALDESI L. 300 L'Eco delle Valli Valdesi Edina Rostain Ribet C’E UNA VOCE / NELLA MIA VALLE !
L. SOO
DA ,LUSERNA S. GIOVANNI
Natale al “Rifugio,,
Una ricoverata presso il Rifugio incurabili ci manda questa cronaca della festa
natalizia; la pubblichiamo volentieri, come espressione della gioia e del lavoro di
quanti vivono al Rifugio. E saremo lieti
di avere altre notizie in avvenire.
Hallo! al Rifugio Carlo Alberto si fa
progressi!... Il giorno 23 Dicembre ci fu
la nostra tradizionale festa dell’Albero di
Natale. Dopo un breve culto del nostro Pastore Bertinatti e del Pastore Marauda, alternati da tre inni, il cosidetto ’’gruppo degli otto” (vedi ’’L’Eco delle Valli” del 20
Settembre) fece valere le sue bravure recitando e cantando inni di lode.
Con piacere posso dirvi che questa volta
al cosidetto ’’pastore in erba” non si attaccò la lingua al palato, anzi egli si trasformò in ’’scolaro diligente”. Sentite un po’:
Una del gruppo, curiosa, volle sapere se
andava a scuola,
— Sì — rispose lui tutto fiero.
— Impari a leggere? — No.
— A far di conto? — No,
— Ma allora, cosa vai a fare a scuola?
— Aspetto l’ora di tornare a casa!
— Bravo, bravo, arrivederci, e buon Natale.
Genitori che avete i vostri bambini a
scuola, che ne dite?... Lascio a voi la risposta.
Ma torniamo a noi.
’’Din, ctoni din, don! E’ Natal” fu l’inno cantato da tre del gruppo e alcuni del
personale, accompagnati all’armonium dalla nostra cara infermiera signorina Dora
Potrai.
Fin dalla mattina la ’’Dirigente” si sentiva emozionata all’idea di dover dirigere
questa festa, e al momento di cominciare,
volendo accennare chi era questo gruppo
di otto, si trovò cosi confusa che borbottò
alcune frasi incomprensibili! Ebbene, quello che avrei voluto dire era su per giù questo: ’’Questa sera per la nostra festa dell’Albero avremo i più famosi artisti d’Europa, e vi (assicuro che, sebbene con qualche sbaglio, ogni cosa riuscirà bene”. Pensare che il primo sVaglio lo fece proprio la
Dirigente...
Per fortuna la nostra cara Direttrice Suor
Susanna ebbe il buon pensiero di dare, prima della festa, alle due più importanti attrici, un bicchierino di gocce amare, che
sua sorella, signorinà Maria, altrettanto cara e premurosa, ci ‘portò ; con questo la
nostra macchina del cuore fece meno sbalzi, e con più coraggio, sebbene con una
certa tremarella, facemmo la nostra parte.
Questa volta, invece che al ’’pastore in
erba” fu proprio alla Dirigente che la lingua voleva attaccarsi al palato, ma con gran
sforzo ti è sciolta e fece la sua parte benino.
Non voglio tralasciare di dire che al nostro gruppo volle partecipare anche una signorina di 65 anni, recitando la sua parte
molto bene, e fu applaudita.
Ringraziamo il nostro Cappellano Post.
Bertinatti, il Post. Marauda e U Segretario
Sig. Kovacs per la loro presenza. Peccato
che il nostro Presidente Post. Bert non abbia potuto essere presente, per vedere cosa
sanno fare i ricoverati!
Chi avesse visto quale sforzo alcuni di
questi hanno dovuto fare per far penetrare
quelle poche parole nella loro testa e con
quanta gioia e buona volontà, avrebbe go
Prof. Dr. A. Boniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestre, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
<9 lunedì
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - ■'•c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
duto ancora di più, nel partecipare a questa festicciola, tutta gioia che vierte dall’Alto.
Ed ora ancora un grido di appello alle
giovani: Abbiamo bisogno di aiuto; non vi
è nessuna giovane che voglia dedicarsi ai
molti disgraziati e sofferenti?
« Io vi dico in verità che in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi
fratelli, l’avete fatto a Me » (Matteo 25:40).
« lo alzo gli occhi ai monti... Donde mi
verrà l’aiuto?
11 mio aiuto vien dall’Eterno, che ha
fatto i cieli e la terra ».
Siamo al principio di un nuovo anno.
Che ci porterà? Mistero. Con lo sguardo
rivolto in alto, tutto andrà bene, anche in
mezzo alle sofferenze.
Questo è il mio augurio a tutti. In alto
lo sguardo.
Con questo mando anche gli auguri alla
cara Margherita Wandfluhtalman (Svizzera).
Maria Grande.
UEglise et, VEtat
A propos des rapporta entre l’EgliM et
l’Etat, nous avons reçu la lettre sni'^ante:
J’ai lu un livre tout récent (Chiesa é Stato - édit. Laterza de Bari).
J’ai vu avec plaisir qu’un Vaudois (l’av.
G. Peyrot) figure parmi les collaborateurs
(Salvatorelli, Pettazzoni, Barile, Falconi,
Borghi etc.).
La lecture en est intéressante et instructive.
Le lecteur non catholique qui ” vilipende ” la religion de l’Etat sera puni, mais
le catholique qui dira du mal des autres
religions le sera moins. Pourquoi donc, si
” tous les italiens sont égaux devant la loi
sans distinction de religion etc. ” (art. 3
de la Constitution)?
Je ne m’arrêterai pas sur les privilèges
de la religion de l’état; les émoluments
ne peuvent être sujets à saisie (émoluments pour lesquels les non catholiques
doivent contribuer grâce aux impôts) etc.,
caractère ’’sacré” de Rome, traitement spécial (!) réservé aux prêtres apostates, annulation canonique du mariage reconnue
par l’Etat, ingérence de ” VEglise de l’Etat” dans le domaine de l’instruction etc.
Ah! vraiment le pauvre ’’Duce” qui se
croyait très ” furbo e lungimirante ” ne l’a
guère été quand il a signé le Concordat!
L’idéal serait d’arriver, comme aux Etats
Unis, à la séparation complète des églises
de l’Etal et que chaque église (à condition qu’elle ne heurte point les lois de l’Etat) soit libre et se paye ses prêtres.
Pour donner une idée de la mentalité
de l’église de l’Etat je citerai ce que le P.
Cavalli a écrit le 3-4-48 dans la revue « Civiltà Cattolica ».
« La Chiesa Cattolica convinta per le sue
prerogative di essere l’unica vera chiesa deve reclamare per sè sola il diritto alla libertà perchè unicamente alla verità, non
mai all’errore questo può competere ».
Un lecteur.
Etre libre, ce n'est pas ne dépendre de rien ni de personne, mais c'est
aimer ce dont on dépend.
NotÊzÊaHo dBÈÊB Chiese
MASSELLO
Le festività dei periodo natalizio
hanno dato alla vita deiia nostra come di tutte le comunità un istante
di particolare animazione. I cuiti sono stati nel complesso abbastanza frequentati anche se il culto di Nataie
non ha visto, forse per l’inciemenza
del tempo, l’affluenza degli anni scorsi. La corale ha validamente contribuito con il canto di un inno d’occasione, a rendere ia cerimonia particolarmente solennè; la partecipazione aila S. Cena non è invece stata
quella che doveva in un giorno come
Natale. Nel pomeriggio ha avuto luogo nella sala del Reynaud la tradizionale festa dell’albero. I numerosi
diaioghi e canti ci hanno permesso
di trascorrere in fraterna allegrezza
le ere del pomeriggio. Esprimiamo la
nostra riconoscenza a tutti coloro
che hanno collaborato alla buona riuscita deila festa: la sig. E. Micòl che
si è prodigata per preparare gli attori, il sig. E. Breuza che come ogni anno ci ha gentilmente fornito l’albero,
agli amici T. Bert e B. Debely che ci
hanno permesso con i loro doni di
offrire il tradizionale sacchetto di dolciumi.
I giovani hanno trascorso la serata
del 24 nella sala del Reynaud attorno
ad un piccolo alberello in un fraterno incontro.
Diamo ii nostro cordiate benvenuto alia sig.na Frida Bounous di Per
rero che si è stabilita fra noi, sposa
al giovane Elio Tron. Rivolgiamo loro il nostro augurio più fraterno.
Le ultimissime offerte che ancora
ci sono pervenute in memoriam del
Maestro E. Balma sono L. l.OCO Breuza Enrico, L. 1.000 Tron Adolfo, L.
500 Galliano Germaine.
TORimO [Corso Oddone)
La festa di Natale del nostri alunni ha lasciato in tutti un grato ricordo. Il nostro « grazie » e la nostra
ammirazione ai piccoli che hanno
cantato e recitato, e monitori e monitrici che li hanno preparati, a coloro
che ci hanno aiutati materialmente
con le loro offerte e con doni in natura che sono stati moito apprezzati
dai destinatari.
Riprendendo i cuiti del Giovedì, interrotti per le feste, e dopo la riunione di preghiera del 9 gennaio termineremo la meditazione della 1> Epistola di S. Giovanni. L’argomento generale sarà: «Le certezze deUa fede
cristiana»; con i seguenti temi: «Il
fondamento delle certezze evangeliche»; «Amore, ubbidienza e fede»;
« La testimonianza alla fede » ; « La
preghiera » ; « Le grandi certezze cristiane ».
Raccomandiamo caldamente questi
culti che servono, oltre tutto, ad aumentare la nostra conoscenza della
Bibbia.
Prove ed infermità harmo visitato
diverse famiglie della nostra fratellanza. Rinnoviamo ancora l’appello a
tutti — membri, amici, simpatizzanti
— a voler gentilmente chiedere la
visita del Pastore quando essa sia
particolarmente desiderata per motivi di maiattia, di anzianità, di famiglia o aitre necessità spirituali. Il Pastore è sempre lieto di venire incontro a questi desideri e ringrazia per
questa coilaborazione.
L’ultimo lunedi di Gennaio ia riunione avrà un carattere più ricreativo, grazie ad un programma speciale di proiezioni lumniose. li Dr. Alberione ci presenterà gentilmente delle
vedute a colori di varie regioni e paesi ’Tutti i membri e gli amici sono
cordialmente invitati a questa serata,
che avrà inizio alle ore 21 nella saletta di Corso Oddone.
RODORETTO
La comunità ringrazia il sig. Sandro Sarti di Agape per il suo messaggio nel corso del culto che egli
ha presieduto ia Domenica 15 Dicembre.
A Natale, malgrado la neve, ima
bella assemblei^ ha quasi totalmente riempito il nostro tempio. Un pò
esiguo, però, è stato il numero dei
membri di Chiesa che si sono avvicinati al tavolo della Santa Cena,
che l’amore di Dio ha preparato per
noi. La nostra piccola Corale, diretta
dall’insegnante di Rodoretto, sig. Enzo Tron, ha cantato due inni dei nostri innari. Iddio ci conceda di conservare in cuori riconoscenti il ricordo di quella giornata ed il significato
del Natale.
Le celebrazioni natalizie per i bambini delle nostre due Scuole Domenicali, con buon concorso di pubblico, hanno avuto luogo a Fontane la
vigilia di Natale ed a Rodoretto la
sera stessa di Natale. Alberi splendenti, recite e canti dei bambini ed
infine doni a tutti i ragazzi. A quanti
hanno lavorato nelle due località per
la preparazione delle feste, ed in particolare alla singora Breuza Elena di
Fontane ed al sig. Enzo Tron di Rodoretto, un siheero ringraziamento,
In occasione della colletta per il
tempio di San Secondo il Concistoro
ha deciso di inviare la somma di
L. 10.000.
Esereilo della Salvezza
di Torre Pellice
Come annunziato dalle colonne di
questo settimanale, il giorno della
Befana, alle ore 15, ebbe luogo, a cura dell’Esercito della Salvezza di Torre Pellice, una bella festa con l’albero di Natale, non in uno dei soliti
locali di culto, ma in un ambiente
popolare, cioè nella sala della Società Operaia (via Roma), gentilmente
concessa.
Un folto pubblico di bambini, di
genitori ed amici, gremiva il locale.
Durante due ore fu svolto un ricco
programma di poesie, dialoghi, canti,
musica suonata alTarmonium o con
gli strumenti a fiato.
Con la più perfetta disinvoltura
gli artisti in erba si esibirono dinanzi
agli spettatori attenti e plaudenti.
Nessuna predica fu pronunciata,
ma due fratellini, rispettivamente di
sei e quattro anni, recitarono il cantico di Zaccaria e quello di Maria.
Particolarmente apprezzato fu un coro parlato di giovani: impressionante il susseguirsi di passi biblici scelti
nell’Antico e nel Nuovo Testamento
per presentare in modo originale la
caduta dell’uomo, la promessa di Dio,
in una parola la meravigTosa storia
della Redenzione. Un « bravo » a questi giovani che si son fatti veramente
onore e un plauso a chi li ha ammaestrati con tanta pazienza e cura.
Alla fine la capitana Calzi rivolse
un caldo invito ai genitori di manda
re i loro ragazzi ogni giovedì alle 15
ed ogni domenica alle 14,30 al «Foyer»
di corso Fiume, ove impareranno a
conoscere e ad amare Gesù.
Per premiare Tassiduità di coloro
che già frequentano queste adunanze
per i piccoli furono distribuiti de’,
pacchi; però un piccolo dono fu pure
offerto ad ogni fanciullo presente alla festa.
Uno degli spettatori
\ AVVISI ECONOMICI
AFFITTASI in Ponte S. Martino piccolo appartamento 3 camere, cucina, bagno e cantina. Comodità comunicazioni con Pinerolo. Rivolgersi Signora Reynaud, viale Piazza
d’Armi 1, Pinerolo.
FAMIGLIA svizzera (medico; si parla bene italiano) con tre bambini
cerca domestica veramente fidata,
non inesperta cucina e lavori casalinghi. Rivolgersi: Dott. Hindermann, Bachstrasse 63, Aarau (Svizzera).
lireitore: Prof. Gino G --'-)/-«/
"o'-Mii-azione autorizzata d"! Trii—nale di
Pr'-»r-\Io ron decreto del —'nuaio 1955
Un incendio a Pinerolo
Nelle prime ore del 13 gennaio nn incendio ai è sviluppato nei locali del « Circolo Sociale » di Pinerolo devastando alcuni locali e distruggendo documenti di notevole valore storico e letterario.
11 « Circolo Sociale » è un’antica associazione pinerolese le cui origini risalgono al
dominio napoleonico; alla sua esistenza sono legati centocinqnat’anni di storia della
città, ma la sua origine si riaUaccia ad un
periodo di storia che ci interessa come Valdesi. Infatti, il primo presidente della « Société du Cercle Social de Pignerol » fu il
sottoprefetto Pietro Geymet, Moderatore
delle Chiese Valdesi.
I tempi sono mutati e, per comprendere
un tale abbinamento di incarichi, oggi addirittura impensabile, bisogna rifarai aU’atmosfera particolare di quell’epoca di libertà in cui i Valdesi, dopo secoli di repressioni, poterono entrare nella vita sociale e
politica di Pinerolo.
Nell’incendio è andata perduta una preziosa documentazione su uno dei più interessanti periodi della storia di Pinerolo, che
va dall’occupazione napoleonica alle cospirazioni del 1821 e agli anni del Risorgimento. Sono pure andati distrutti, oltre all’arredamento delle sale, 1 documenti custoditi nell’archivio del Circolo, di cui Tanno scorso si è festeggiato il 150® anniversario della fondazione.
Doni per FEeo delle Vaili
Klett Flora (200); Cougn Elvina (100);
Cougn Rosa (100); Balma Elsa (200); Bulani Livia(200); Griot Emilio (100); Plavan
Enrica (100); Peyronel René (200); Teresa
Lombardini (300); Luigia Berlin (300); Revel Pons Marta (100); Viti Bruna (100):
Sagripanti Terenzio (100); Enzo Ferretti
(100); Pons Albertina (200); Bellion Valdo
(300); Bertin Claudio e Marina (200); Ada
Gaydou (200); Bein Emilia (200); Rivoira
Mariuccia (200); N.N. (200); Frache Èva
(200); Malan Luigi (100); Maccagno Dario
(300); Jean Chauvie (250); Gay Enrico
(200); Rostan Aldo (200); Ferrari Luisa
(100); Peyronel Melania (300); Jourdan
Emilia (100); Durand Fiorina (100); Long
Amedeo (100); Long Elena (100); Long
EU (100); Long Giuseppina (300); Long
Maddalena (200); Long Oreste (200); Peyrot Roberto (200); Genre Enrico (200); Micol Elisa (100); Bounous Elena (100);, Foligno Michele (200); Rostan Ottorino (200);
Prelato Fanny (100); Grill Arturo (600);
J. Godino, fleurs en souvenir de M.me
Bianche Leger Costantino (500); Rivoir
Marianna (250); Tourn Flora (250); Paul
Patio (750); Malan Giulia (200); Baridon
Paolo (200); Revel Roberto (300); Prochet
Maria (200); N. (100); Mathieu Coisson Ida
(100); Fam. Romano (300); Eynard F'ederico (200); Peyrot Enrichetta (200); Gay Elda (200); Bertin Stefano (200); Lapise Nancy (200); Perron Marcel (200); Emestina
Rivoir (200); Paschetto Gino (200); Rostan Edoardo (300); Rivo irò Adolfo (100).
COlflUliiCCl che da giovedì 1 gennaio 1958
è riaperto il
Qdigdi&lmoi/ie
in piazza Pietro Micca (ex piazza bestiame)
Torre PelliciB - Telefono 9416
VASTO ASSORTIMENTO MOBILI DI OGNI TIPO
Per rarredamento del vostro alloggio rivolgetevi al
MOBILIFICIO
Giuseppe Griva
ABBONDANZA DI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
P|n(U|»r||n A Strada per MIradoIo, di fronte alla caserma degli Alpini
nni?l UIU • (Calermi BerardI)
RICORDA TE!
Da MllesI
Portici San Donato> 11
PliEfiOlO-Telefouo 20.35
Troverete pronto il piè grande assortimento di BUSTI
VENTRIERE — REGGICALZE e REGGISENI — Speciale confesione dei medesimi articoli con le migliori
stoffe attaalmente in commercio CINTI ERNIA
RI — CALZE ELASTICHE confeaionati e su
misura ARTI ARTIFICIALI per amputati di braccia
e gambe - ARTICOLI SANITARI in genere