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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la NiM'iLM itclld rm'il«
Et v.s. IV. r>.
Si distribuisce ogni Veuerdì. — Per cadun Numero centesimi 40. — Per cadmia linea d’inserzione centesimi
Per TiiRiso — Un Anno L. S. — A domicilio L. •
Sei mesi ■ S. — • S M
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— Pnoviscit l. m »O.
Per Francia e Sritzera franco a detliimzioiie, e per l’Inghilterra franco al cotiBne lire » •
per un anno, e lire S per sei mesi.
Le Assuciazioni si ricevono: in roiii.>i(i all'i;iIlxlo del «»lornali-,via \nli uiinu, rasa
Hellora, N» 12, 3' |)iano; c dai Fralrlil HIanra librai, via U. V. degli Angeli, luwi I’miuIw.
— A Genova, alla Valdene. nnira di S. Cliiai-u.
Nelle provincie, presso tutti gli t ’/Jirii ¡Histfiìi per mezzo<li Vaylia, die dovranno esseri' inviati
franco al Diiettore della BroM.i Novti.i » e non allrinienti.
All’estero, ai seguenti indirizzi : Lo»nR.i, dai sigK. Niitsbett e C. librai, 2i llernors-streM;
Pmiui, dallalibreriaC. Mejnicis, me Tronchet, 5; Niiits, di.1 «ig. Peyi-ot-Tinel libraio; l,iK.>e;
dai sigg. Deiiis et Petit Pierre lihrai, rue Neuve, I»; tìmiVK*, dal sig. E. Beroud libraio
Lokadna, dal sig. Delafontaine libinio.
IL REDENTORE
tnnuiuiato nell’Antico Testaaaato
(V. No SO L’Incarn.uione, e N« ss, »3 11 Redentore).
IV.
Ominetteiido le varie rivelazioni date ai patriarchi, non rileveremo, nella Genesi, che le
parole profetiche di Giacobbe intorno a Giuda,
le quali contengono una chiara profezia del
Redentore. « Lo scettro, dice egli, non sarà
* riino'sso da Giuda, nè il legislatore d’infra i
*( piedi d’esso, finché non sia venuto colui al
K quale quello appartiene ; ed inverso lui sarà
« l’ubbidienra de’popoli». (Gen. i9, 10).
Non solo è determinala la nazione, ma la
tribli in mezzo a cui deve effettuarsi la gran
promessa cbo interessa tutta l’umana famiglia.
Non solo troviamo espresso ciò che ad Èva
ancora era stato dello, cioè ebe per uu solo
individuo si compierebbe la redenzione di tutti;
ma del medesimo sono indicati il r^ratt«re e
la dignità; gli apparterrà l’adunanza dei popoli , e tanta è la pace che egli procaccia ai
suoi fedeli, cbe il suo nome è Sciltj, ossia
tranquillatore, o principe di pace : titolo che
pura in altri luoghi della Scrittura è dato a
Gesìi. Infine è predetta, in modo bastantemente
chiaro, l’epoca della sua venuta, cioè non prima
APPENDICE
CENNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVl.
Vili.
Vediamo intanto in cbe stato erauo appo noi
le sacre lettere nell’opoca di cui scriviamo.
In quosto genere di letteratura, come in qualunque altro, gli Italiani avean preso l’iniziativa,
ma i Tedeschi in seguilo gli oltrepassarono.
Dalla storia letteraria di questa penisola risulta che le lingue orientali avevano qui non
pochi e valentissimi culloi’i, fra’ quali il celebre
G. Pico della Mirandola; e fu losiudio di queste
lingue che schiuse alle persone colte la via delle
sacre lettere, e agevolò l’introduzione della riforma.
Già fin dal 1447 cominciarono a pubblicarsi
per le stampe diversi libri religiosi, fra’ quali il
Salterio e la Bibbia che usci fuori ricca di varianti
e di comenli rabinici. E secondo il Tiraboschi fu
in quei tempi che Gionnozo Manetti di Firenze
compose il Salterio in tre lingue diverse•, e poco
che i discendenti cessassero di avere il loro
governo, la loro autonomia.
I commentatori ebraici nelle loro parafrasi
'dette Targum) convengono nell’interpretazione
messianica di questa profezia ; cosi il Targum
d-Onkelos, quello di Gerusalemme, il Talmud
ecc. : non se n'allontanò lo stesso larchi, celebre
commentatore del XII" secolo, solo guardandosi
dal riconoscerne l’adempimento nel nostro Gcsìi.
Fra i cristiani poi ella è antichissima e generale : Cristo l’ha adijuipiuta in sè. Signilicativa
ò l’indicazione dell’epoca per chiuiK|ue non
ha interessi dominatici contrarii. Quando cadde
definitivamente lo scettro dalle mani doi discendenti di Giuda? Quando fu tolto il legislatore di mezzo a loro? Nella cattività di Babilonia la perdita della reale dignità non fu che
temporanea, e la nazione non fu sciolta ; i veri
legislatori dei Giudei, i profeti, non mancarono
iu quel leni(to; la profezia, aiutichè adempiuta,
era maggiormente predicata per la cou.solazione
del popolo 0 piii attesa. .Ma alcuni secoli dopo,
quando la nazione passò sotto il giogo profano
ed infrangibile deH’impero romano, quando ad
Erode successe Ponzio Pilato, allora insieme
colla temporale avversità giunse pure il tempo
profetato della redenzione; la speranza nel Redentore promesso avrebbe dovuto far luogo alla
fede nel Redentore manifestato. Quando poi
Gerusalemme venne distrutta, ed i suoi figli
dopo .\ugusto Giustiniano, vescovo di Corsica,
pubblicò a Genova il suo Salterio poliglotte che
fu proposto a modello d’una Ribbia paliglotta
di cui l’autore era stato da fungo tempo richiesto.
Nel 1518 comparve la famosa versione dei
settanta; e nei 1527 la traduzione latina di tutta
la Bibbia pubblicata da Sanlo Pagnini di Lucca.
Quest'ultimo libro era atteso cou grande impazienza, sì per la grande riputazione che godeva
l’autore di profondo conoscitore dell’ebraico, e
si perché sapevasi che il Pagnini vi lavorava già
da 3(3 anni.
La pubblicazione ddle Scritture nella loro
lingua originale e nelle diverse traduzioni fu seguita da illustrazioni pregevoli, non meno che
utili; fra le quali occupano un posto assai distinto le parafrasi di Erasmo, ed in ispecie le
note di Lorenzo Valla che furono accolte con
molta simpatia dagl’llaliani che in grande stima
tenevano l’autore pe' suoi meriti l«;tterarii. E fu
dopo la lettura di que.?te note che il Bellarmino
diede a Lorenzo Valla il titolo di precursore dei
Luterani.
K del pan commendevole il conientarìo che il
cardinale Sudoleto scrisse suH’Epistola ai Ko
dispersi fra tutte le genti, ben si reso visibile
che lo scettro fu tolto a Giuda; ed allora altresi
il legislatore, quel grande legislatore che può
salvare e distruggere (Jacobo IV, 2) è stato
pur troppo tolto dai loro piedi, poiché essi
l’hanno crocelisso; e mentre essi rhanno rigettato, le genti son venule a Lui ; l’adunanza dui
popoli, la Chiesa é addivenuta la sua proprietà.
Questi fatti medesimi chiariscono la profezia.
Passiamo, senza parlare d’altre, ad una ultima profezia di Mosé, iiid quarto ed ultimo
suo libro ÌMul. XVIII, 13, ecc.: « Il Signore
«Iddio tuo ti susciterà un Profeta como me,
«del mezzo di te, de’ tuoi fratelli; esso ascol
< tate, ecc. ».
Molti profeti succedettero a Mosè, ma nessuno gli fu eguale in considerazione e dignità
presso il popolo. Egli fu conduttore del popolo,
redento dalla schiavitb d’Egitto, e legislatore
e mediatore del divin Patto. Un profeta eguale
a lui dovrà pur essere conduttore del suo popolo redento, e legislatore e mediatore d’un
nuovo Patto. Anzi il secondo simile ai primo
dovrà es.sere piii di esso eccellente, altrimenti
a che prò un secondo? a cbe servirebbe il
mutamento? Nell’epistola agli Ebrei v’è appunto
segnato un confronto tra Mosè e Cristo, tra
l’antico e il nuovo Patto. Or se .Mosè fu servo
fedele nella casa di Dio, Gesìi è Figlio, ed è
stabilito nella propria casa ; il secondo patto
mani, coll’intenzione di correggere i barbarismi
della Vulgata, e di combattere le opinioni di
sant’Agostino; ma, a quanto dice il Tiraboschi
nella Sloria della Letteratura, ecc.. Fautore provò
serii imbarazzi per essersi il maestro del sagro
palazzo rifiutato di approvar codesta pubblicazione.
Anche Isidoro Clario, abate dei Benedettini
del monte Cassino, ch’era stato promosso all’arcivescovato di Foligno, pubblicò la Vulgata corretta secondo il testo ebraico e greco, ed accompagnata di dissertazioni preliminari e di note
espli(;ative. Ma questo lavoro non potè divenire
di pubblica ragione che nel 1542; e siccome
allora i progressi delle dottrine riformale davano
grande inquietudine ai frali, perciò l’opera fu
sottoposta ad esame, ed i prolegomeni soppressi.
Clario, osserva il Tiraboschi, aveva commesso
un grande errore, dicendo nella sua prefazione
d’avere corretta la traduzione dell’Anlico Testamento per mezzo del testo ebraico, e quella del
Nuovo Testamento coll’originale greco; imperciocché in tal modo faceva suo uno degli appunti
messi avanti dai fautori della riforma ; ed in quei
tempi citare un protestante, o adottarne qualche
2
per la sua eccellenza ha abrogato il primiero.
Ma tra uno e l’altro, tra Mosò e Cristo, considerato come profeta, v e pur sempre luogo a
confronto; il primo ora tipo e nunzio del secondo.
Infatti tra gli Israeliti ed i Samaritani, all’epoca di Cristo, s’aspettava un profeta non ordinario, nè diverso dal .Messia, come risulta da
varii passi degli Evangelii (Giot. I, 21 ; VII, 40;
IV, 25).
Gesìi insegna che Mosè scrisse di lui, ed
accusa i Giudei d’incredulità, perchò nou lo
riconoscono dietro ciò che è scritto nella leggo:
« Se voi credeste in Mosè, credereste ancora
in me, conciossiacosaché egli abbia scritto di
me (Giot. V, i6; ». Or siccome qui trattasi di
credere alle sue parole, e di credere in lui
come profeta, egli allude, probabilnienlu, jier
l’appunto a quella profezia di Mosè che lo annunziava come profeta. S. Pietro predicando
rEvangelio s’appoggia a quelle medesime parole di Mosè, ed aggiunge la severa e pur troppo
in breve avverrata minaccia ; n Chi non l’avrà
ascoltato sarà sterminato d’infra il poi)olo (Atti
111, 22, 23) ».
L’obbiezione che può farsi contro quest’applicazione della profezia è che un solo versetto
si lascia con naturalezza riferire a Cristo, ma
che i seguenti ed i precedenti nou vi hanno
■alcuna relazione. Siccomo questa è una obbiezione che può farsi quasi coulro tutte lo profezie
cho riferiamo a (Jesìi ('.risto, vogliamo farvi
pronta risposta. Si noti che quasi ogni profezia
ha un Ihio vicino ed un altro più lontano, uno
intimo e l’altro elevalo, uno parziale e l’altro
generale; e ciò [ler la semiilice ragione che
deve servire d’istruzione per tutti i tempi, per
tutte le generazioni, non solo per la presente,
ma per tutte quelle che hanno a venire. (Juindi
nel medesimo contesto esistono parole d’immediata applicazione, ed altre di ben più alta
portata ; anzi lo medesime parole sono spesso
capaci di quella (lopi)ia applicazione. Così fu
opinione era cosa che faceva raccapriccio, nè si
perdonava facilmente.
Veramente le opere di cui abbiamo parlata
sinora non eran scritte che pei sapienti. .Ma qneslo
genere di studi, come sopra dicemmo, era uu
mezzo per farli volgere seriamente alle sante
scritlure, e disporli a tener d’occhio le controversie religiose che s’agitavano fuori e dentro
l’Italia. Ed è per questo che fra’ primi convertili
alle dottrine evangeliche si notano uomini eminenti per ingegno, per dottrina, per pietà d’animo e per condizione sociale, come ([uelii che
sfogliando sifl'atte opere, nè trovando modo di
ribattere le ragioni che vi si leggevano a prò
delle pure dottrine del Vangelo adulterate per
falsa interpretazione, o messe in colpevole dimenticanza , 0 apertamente violale dalla mala
condotta e dalle nuove opinioni della Curia romana, Univano per convertire l’animo alla riforma.
Utili sopratutto alla causa della riforma furono
le diverse traduzioni «he si fecero in Italia delie
sacre Scritture nell’idioma di Dante. La prima,
a quanto dice il Fontanini nell'opera sull’i’//)quenza italiana, fu pubblicata a Venezia nel ini,
rono intese le Scritture dai Giudei ; Gesù Cristo
poi ebbe cura di rivelarsi in esse ai suoi discepoli, ed iu Lui i cristiani hanno la chiave per
aprire il Sacro Libro e per intenderne gli oracoli.
Al solito, il senso generale non è diflicile a
trovarsi, (^ui ò facilissimo; la profezia secondo
la quale un profeta eguale a iMosò sarebbe dopo
lui succitato, non si compie totalmente che iu
Gesù*Cristo; ma ella si avvera riiano mano
che dei |)rofeti sono suscitati. A que.*;!! pure
accenna Mosè, ed egli porge indizii sicuri da
cui sia dato discernere i veri dai falsi. Chi
vuole che la profezia riguardi questi suUanto e
non quello, ovvero Cristo solo e non i profeti,
non sa scorgere che una mezza parte di una
prospettiva piana ed unita. I profeti preparano
la via a Cristo ; ognuno di essi è vivente testimonio che la promessa non è venula meno, cho
Dio uon se n’è scordato, e d’altra |)arto attesta
che ancora non è adempiuta e non fa cbe rinnovarla, non (laudo se stesso comò l’Altissimo
e Sommo, ¡ma ciascuno come Giovanni Battista, che dovette specialmente essere franco ed
esplicito su questo punto, annunziandone un
allro innanzi a cui s'inchina con adorazione.
La sopracitata profezia è dunque messianica,
cioè relativa a Gesù Cristo, ma conlione una
allusione alla serie dei profeti che doveano
precederlo ed annunziarlo.
Prolisse sono state le nostre spiegazioni;
abbiamo creduto opportuno di darle, nella .speranza che possano giovare a (lualche lettore per
intendere parinienti altri passi degli stessi libri
juu' relativi a Cristo; poiché il Bcdentore è
stato annunzialo da tutti i profeti sin dai primi
(eni|ii, bisogna che ogni pio lettore delle Scritture imjiari a provarlo dappertullo. (Conliima)
QUESTIONI CLERICALI DEL GIORNO.
HI.
.\el iiiim. ii deiranno scorso, noi pubblicammo uu lungo articolo sui mali immensi
ed era del frate Nicola Malermi. (Juesla versione ebbe nove edizioni nel secolo xv, b venti
nel secolo xvi, come assicura il Foscarini nel
1“ voi. della Letteratura veneziana. La qual cosa
dimostra che se gl’italiani non avevano in (|uell’epoca un grande entusiasmo per la parola’di
Dio, ben leggeyanla volontieri nella loro lingua
natale.
La traduzione del Malernii era falla sopra la
Vulgata, e scritta in uno stile poco degno di
quel secolo; ond’é cbe i dotti ne desideravano
un’altra meno barbara e più fedele al testo originale. E (¡uesto incarico fu assunto da .Vntonio
Brucioli di Firenze, uomo dottissimo e pietoso,
non men che caldo patriota; il quale dovette
esulare due volte dalla patria, cui voleva innalzare al prisco splenilore, onde sottrarsi all’arliglio del dispotismo de’ Medici ed a quello dei
padri inquisitori. Kgii aveva composto diverse
opere liiosotiche e letterniie, fra le quali una
raccolta d’inni religiosi.
La sua traduzione del Nuovo Testamento comparve nel 1530, e le altre parti dei sacri libri
videro la luce successivamente nei tre anni che
seguirono.
cagionati dal così detto catlolicismo papale alla
Spagna, non che suH’iiltima rivoluziono di luglio, che troncò a mozzo l’iniqua trama ordita,
col titolo di Concordato, dal dispotismo dell’Escuriale e dal fanatismo del Vaticano, per avvolgervi dentro quella misera popolazione.
D’allora in poi non abbiamo giammai trascurato di tener d’occhio i serii avvenimenti che
si sono succeduti iu quella nazione, come sarebbero: la discussione fatta nelle Cortes delle
basi concernenti la nuova Costituzione ; la
presentazione, discussione e votazione della
legge sulla vendita de’ beni ecclesiastici; e finalmente la guerra dove segreta e dove aperta,
ma sempre turpe per male arti, per vili intrighi
e per calunnie atroci, che i clericali han mosso
e muovono tuttavia contro le autorità legittime
dello Stato e contro il loro governo, coll’intendimento di gettare la popolazione in preda alla
più scellerata reazione, a costo anche di camminare sopra mucchi di cadaveri.
Chi de’ nostri lettori non conosce ciò ch’è
succeduto da pochi mesi a questa parte in
Ispagna, per opera o coH’aiuto del clero spagnuolo, mosso e consigliato da colui che si fa
chiamare vicario di Cristo e Padre Santo? Chi
non conosce le accuse cho la curia 'del papa
mosse contro il governo spagnuolo, per avere
sancito la seconda base della nuova costituzione
e volato la legge per la vendita de’ beni ecclesiastici?
Ma per dimostrare l’ingiustizia <li codeste
accuse, basta il sapere che la seconda base, contro cui si scatena la collera del Sanlo Padre, non
fa allro che dire timidamente: « Nessuno spagnuolo o straniero potrà essere perseguitalo
per le sue credenze religiose, semprechè uon
lo manifesti con atti pubblici ». Come ognun
vede non si tratta nè di libertà di culti, e nemmeno di tolleranza religiosa, come l’àbbiamo
iu Piemonte, ma solo di nou far guerra alle
coscienze, di rispettare il santuario domestico
de’ cittadini, di non ammettere più oltre l’or
Non si sa di certo se il Brucioli avesse abbandonato formalmente la comunione della Chiesa
romana; ma nelle sue diverse prefazioni, dopo
d’avere considerala l’importanza dell’opera alla
quale s’era dedicato, stabiliva il diritto che ogni
cristiano ha di leggere la parola di -Dio nella
propria lingua, usando quella vivacità di siile e
di sentimenti che era' propria dei protestanti.
La sna Bibbia fu messa all’indice dei libri proibiti di prima classe, e tutte le sue opere antecedenti e posteriori subirono il medesimo destino.
•Ma non per questo gl’italiani si astenevano
di leggere con avidità la traduzione del Brucioli;
la proibizione della Curia romana non faceva
cbe accrescerne il desiderio.
Vennero in seguilo altre traduzioni della Bibbia, per opera del frale Marmonchini, di Massimo
Teofilo e di Filippo Rustici; i quali dichiaravano
d’essersi consacrali a questo genere di letteratura per solo oggetto di conservare intatta la
purità delle sacre Scritture, e di diffonderle per
qnanto era possibile in mezzo ai fedeli.
{continua'.
3
rendo tribunale deH’inquisizione..... Ecco il
gran delitto dello Cortes e del governo spagnuolo ! — Ma il più gran capo d’accusa, e
pe’ preti il principale, si è quello che si riferisce a’ beili ecclesiastici. E qui bisogna sapere
che anche il papa ne aveva autorizzata la vendita nel medesimo concordato del 1831, per
modo che il governo spagnuolo ora non fa allro
che eseguire ciò ch’è disposto negli articoli 38
e 55 di detto concordato. Ciò non ostante il
clero spagnuolo e la curia romana sono in tulle
le furie. Ma a che sono riuscite tutte le loro
mene, le loro declamazioni, i loro turbamenti,
le loro minaccie coniro questa legge? a nulla.
Anche qui I clericali hanno dato prova di somma
impotenza. — Ecco infatti ciò che si legge, sul
proposito, in una corrispondenza da Madrid
27 agosto, pubblicata dal Siècle:
« Quando la legge della rfi>ammo)-ii'zzaiio«e fu
votata, i controrivoluzionari di Spagna, carlisti
o altri, gridavano ad una voce cli'essa non era
nata per viverè. Ma morrà da cristiana, dice^
vano tutti i fogli gesuitici ; era la loro prediletta espressione, ecc. Il governo uon si è impossessato effettivamente che de’soli beni del clero,
ueiratto che lascia la proprietà de’ comuni e degli stabilimenti di beneficenza e d'istruzione publica nelle mani de’ possessori attuali sino ai
giorno della vendita. Nel Inomento che scrivo,
non sono state vendute che delle sole proprietà
ecclesiastiche.
« O tempora ! Invano gli arsenali pontificii han
messo fuori i loro grossi pezzi alla paixans.
Ahimè 1 le folgori del Vaticano hanno perduto
ogni efficacia anche sulla terra cattolica della
Spagna. Da tufie parli scrivono che i compratori si disputano le proprietà del clero, le proprietà rustiche specialmente, il di cui prezzo di
stima generalmente agli incanti è di 50 per cento
e qualche volta si raddoppia. E non si dica esser questo un risultato puramente accidentale,
• dovuto ad alcune speculazioni de’ grandi capitalisti di Madrid. Si è notato a Jaen che le offerte
degli speculatori della capitale sono state tutte
sorpassate da quelle dei proprietarii di provincia,
« Il successo di queste prime operazioni constata la confidenza della nazione nel trionfo deOuitivo della rivoluzione e del regimo rappresentativo ; pruova inoltre d'uua maniera incontrastabile la confidenza degli stessi capitalisti che in
([uesto paese, nou ahituato alle vicende aleatorie
delle speculazioni, sono più timidi cbe altrove.
Le violenze d'alcuni preti fanatici, ecc., gli anatemi e le maledizioni del papato, tutto ciò si romperà contro una gran qualità cbe nessuno potrebbe negare al popolo spagnuolo. Le masse
di questo popplo j>Q,no. gli è vero, poco illuminate; l’inquisizione ha pesato lungamente sovra
di esse; ma esse posseggono nel più alto grado
un buon senso primitivo che prepara de’grandi
disinganni alla controrivoluzione ed all' ultramontanismo.
« Il papato se ne avvedrà a sue spese ; esso
non poteva mettersi in una via peggiore, relativamente ai suoi interessi. Già si veggono tutto
giorno uscir fuori delle pubblicazioni atte ad
aprire gli occhi degli Spagnuoli sul fruttamento
pecuniario cui il loro paese era ogni anno sottoposto dalla curia romana. Così un giornale che
dice d'aver attinto alle fonti officiali pubblicava
ieri i seguenti particolari ;
« Dal 1811 sino al 1817 la corle di Roma ricevette dalla Spagna, j-jr spese di matrimonio, se
colarizzazjone, autorizzazione di innalzar cap
pelle ed oratorii, grazie minori e indulgenze,
ecc. ecc., la somma di 24 milioni, 945,880 reali.
Inoltre , per diversi altri oggetti che sarebbe
lungo denumerare, e di cui detto giornale dà i
ragguagli, 16 milioni, 671,346 reali. — Totale
per sei anni, 41 milione, 62ÌJ,226 reali, DaH'avvenimento al trono della diletta sua liglia Isabella II, il papa uon ha ritirato dalla Spagna die
la modesta somma di 140 milioni di reali,
« Ecco ora, prosegue quel giornale, una tariffa di prezzo, pubblicata sono due anni, da un
agente delTapostolato cattolico di Roma, e che
noi vediamo riprodotta nella Storia mercantile
xmiversale. Basta citarne alcuni articoli :
Per facoltà speciale concessa ad un altare privilegiato di far guadagnare delle indulgenze plenarie alle anime del purgatorio . . 120 reali
« Compra idi poteri e facoltà di benedire rosari, croci e medaglie , . ÓO •
« Facoltà di scegliere un confessore rivestito di poteri dell* Santa
Sede, necessarii per dare l'assoluzione delie censure, irregolarità e casi
riservati al papa........100 »
« Dispensa di voti di verginità . , 220 »
c Facoltà di leggere e conservare
libri proibiti.........86 »
« Facoltà di datela benedizione papale ai moribondi.......160 »
Dopo ciò si capisce beue il motivo per cui i
clericali ed il papa, loro capo, sono così furenti
contro il governo spagnuolo ; c’è la borsa per
lo mezzo, i guadagni con questo sistema diminuiscono, e la bottega minaccia fallenza ; ecco
ciò che fa montare in collera i clericali, ecco
la vera causa, il sostegno dolla quale chiamano
dutere di coscienza!
UN CONFRONTO.
Vicino al termine della sua vita, il licenzioso
Byron scriveva i seguenti versi :
Comme la feuille qui jaunit
Ma vie est décolorée,
Le fruit.........plus ne mùrit;
I.a fleur s’en est allé.
La tristesse, le ver rongeur,
Restent seuls au fond de mon cœur.
Sul finire de’suoi giorni , s. Paolo, divenuto
vecchio, scriveva ad un giovane ministro, ch’egli
amava assai, le seguenti parole: t In quanto a me,
m'apparecchio ad essere immolato e si approssima il tempo della mia partenza. Ho combattuto
la bnona guerra, ho terminato la mia carriera, ho
custodito la mia fede. Del resto, la corona della
giustizia mi.è riserbata, e il Signore, giusto giudice , in quel giorno me la darà ». — Xon vi è
forse una differenza fra colui ch’è servitore di
Dio e colui che non lo è? L’esperienza e la cot
scienza rispondono: — Si,
NOTIZIE TDTT ALTRO CHE RELIGIOSE
Torino. — Un prete già spretato abbracciò la
religione ebraica; per tale risoluzione egli sposerà una giovane che inutilmente aveva prima
domandato, e che possiede centomila franchi di
dote. È forse per questo motivo che il rabbino
superiore della nostra città pose iu dubbio la
sincerità dei sentimenti di lui, e si rifiutò di riceverlo nella sua Chiesa; la qual cosa obbligò il
nuovo figlio d’Israele a fare il viaggio di Parigi,
dove fu accolto.
Nizza, — Un vecchio litigio, ch’esisteva celato
da gran tempo fra il curato ed il vicario della
parrocchia di s. Stefano per ragioni d'interesse,
scoppiò testé con grande scandalo dei fedeli. I
due avversari assalironsi a pugni,'alla presenza
del popolo che si trovava riunito nella chiesa
per assistere al servizio del culto; hanno eseguito
altresi una lotta co’ piedi. .Si assicura che si dovette impiegare molta forza a separarli c a farli
desistere daH'impugnare i coltelli di cui si minacciavano reciprocamente,
— Il Cogtilutionnel Savoinien racconta cho il
curato di H..... essendosi recato a visitare una
povera donna settuagenaria che trovavasi agli
estremi, la richiese, prima di tutto, intorno alla
persona che pagherebbe le spese della sepoltura.
L*. malata rispose subito con un sospiro, facendogli vedere lo stato miserabile in cui era:
poi gli disse ch'ella non aveva altri che un fratello storpio che viveva di limosina. Ma queste
ragioni non satisfecero il curato, il quale si mise
a gridare che non l'avrebbe sepolta gratti, ed aggiunse che se almeno non facesse celebrare delle
messe pel riposo dell’anima sua, ella morrebbe
dannata. La povera donna spaventata gli offerse
40 franchi, frutto de’suoi risparmi e privazioni
di molti anni : ella però non mori e fu rimessa
in sanità, ma il danaro non le venne restituito.
Il curato or vuole tenerselo per dire tante messe
in riconoscenza della guarigione ottenuta.
Roma. — Scrivono al Pietnonlc ohe nuovi arresti
in questi giorni sono stati fatti nella città eterna
e nelle provincie, senza neppure un pretesto nè
sospetto.
Fra le persone arrestate avveue una assai nota,
ed il cui imprigionamento ba fatto molto rumore;
è questi il P. Peluffo, ministro degli infermi.
Il 30 agosto 3i faceva un triduo per la Madonna alla chiesa della Maddalena tenuta da quei
padri. Il Peluffo recitò il panegirico della Vergine, che avrebbe dovuto ripetere per due altri
giorni, quando la sera alle IO pomeridiane si
ferma avanti al convento una carrozza, da cui
discendono due sgherri del Sant’UfGcio, dimandano del predetto padre e lo conducono via.
Si dic^che il Peluffo disapprovava pubblicamente e coraggiosamente la condotta del partito
clericale, e che questo partito lo ba denunziato
al Sant’Uffizio, il quale se ne è impadronito e
lo tiene ora prigione nel convento A'Ara-C<xU dei
Francescani.
Allra prepotenza papale. — Un decreto del tribunale civile di Roma aveva deputato un amministratore al fedecommesso della famiglia dei
conti Cenci-Bolognetti.
Ad alcune persone potenti spiacque la sentenza
del tribunale, e circuito con varii raggiri il papa,
ottennero dall animo debole di Pio un rescritto
che annullava la sentenza del tribunale!____
Questa esorbitanza offese in guisa i giudici,
che mentre si affiggeva per la città il rescritto
sovrano, gli uscieri del tribunale strappavano
dai muri quell’ordine papale che si pubblicava
stampato. A questo fatto i commenti sono superflui.
Spìona,—Il vescovo di Saragozza, involto
nell’ultima sommossa ch'ebbe luogo in detta città,
proibisce ai suoi diocesani di contribuire, sia
direttamente sia indirettamente, all’esecuzione
della legge d’incameramento, aggiungendo di
non cedere che alla forza armata.
Il vescovo di Zamora andò più lunge; fece spargere unlibricciatolo, scritto ne'più violenti modi,
in cui la Regina e il governo sono qualificati spoglicUori che non meritano riguardi. Ambedue questi vescovi poi, sull’appoggio del concilio di
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Trento, provocano le popolazioni alla rivolta.
JI Governatore, dopo d’aver denunziato il libricciatolo suddetto, volle impossessarsi degli esemplari esistenti all’arcivescovado. La violenta resistenza del prelato forzò l’autorità civile a ricorrere alla polizia localp. 11 governo ha pure ordinato un’inchiesta in proposito.—II governo
spagnuolo, lungi dall’intimorirsi per le minacce
e furibonde ire dei prelati romani, vibrò un
nuovo colpo alle prerogative loro col sopprimere
il tribunale ecclesiastico della Rota che dipendeva esclusivamente dal papa.
America. — La lotta di Luisville fu più grave
di quanto erasi annunciato; 40 persone perderono
la vita. È ormai stabilito che i primi a menar le
mani ed i coltelli furono i cattolici irlandesi,
gente ingratissima cbe muove guerra agli americani, mentre ospitalità e tutto quanto possiede
e guadagna lo deve all’America.
Ma gli americani entrarono di colpo nei quartieri degli irlandesi e quanti ne incontravano tutti
gli assalivano; andarono anche più oltre; siccome
i forestieri facevano fuoco dalle ilnestrè, trascinati alcuni cannoni, li appuntarono alle case
degli irlandesi, ed in poche ore quattro quartieri
della città erano un mucchio di rovine.
Un irlandese arrestalo sull’istante che tentava
assassinare un americano, fu subito appiccato ad
un albero. Gli irlandesi ed i tedeschi essendosi
accorti, ma troppo tardi, che avevano a fare con
uomini liberierisoluti uscirono della città e cosi
terminò la lotta.
Altre infamità clericali potremmo registrare,
e in ispecie il fatto orribile, accaduto in Ispagna,
d’un confessore al letto di una cholerosa; ma
siamo anche troppo nauseati di tale argomento,
e dobbiamo rispettare i delicati sentimenti dei
nostri lettori.
NOTIZIE RELIGIOSE.
Francia. — Parigi. — Le conferenze generali
promosse dall’Alleanza Evangelica si aprirono il
24 agosto, nella cappella Taitbout, con un discorso del sig. Grandpierre pastore. — Il 29 luglio, per le cure del Consiglio presbiteriale e del
Concistoro della Chiesa Riformata di Parigi, il
culto evangelico fu inaugurato a Plaisance, presso
Vaugirard. Il presidente del Concistoro pronunciò la preghiera dedicatoria ed indirizzò analoga allocuzione : dopo di lui ha predicato il pastore ausiliario sig. Taumier.
Ginevra. — La settimana scorsa 27 nuovi proseliti cattolici-romani furono accolti come membri della chiesa nazionale di questa città, dopo
d'aver subito anteriormente severo esame in seguito ad una istruzione religiosa che per alcuni
durò sei mesi, e dieci e più ancora per gli altri.
Belgio. — Sessione annuale delTAssemblea sinodale e riunione pubblica antiuale. — Fra i diversi
temi che sono stati discussi, ve ue fu uno d'interesse generale per le Chiese : quello di sapere
se le Chiese evangeliche possano riconoscere la
validità della consecrazione che la Cbiesa romana
dà a' suoi vescovi e preti.
L’Assemblea s’è pronunciata per la negativa:
ecco la sua decisione:
« I/Assemblea sinodale della Chiesa cristiana
missionaria belgica,
« Considerando da un lato che l’imposizione
dello mani per l'esercizio del ministero evangelico, non è data che dietro promessa del candidato d'insegnare solennemente e predicare, con
intera fedeltà, la parola di Dio, tal qual’è contenuta, neU’Antico e nel Nuovo Testamento, e in
quanto apparisca aver egli ricevuto vocazione da
Dio a tale scopo;
« Considerando d'altra parte che i preti della
Chiesa di Roma sono consecrati coll’ordinazione
per l’esercizio d’un ministero, di cui l’autorità
ed il maggior numero delle funzioni sono antievangeliche, ed il fine necessario è il rovesciamento dell’edificio che il ministero della parola,
com’è instituito nel Nuovo Testamento, è chiamato ad innalzare ;
« Decide: un prete della Chiesa di Roma,
anche dopo la sua conversione alla fede evangelica, non può essere considerato, per hi consecrazione romana ch’egli ha ricevuto , come un
ministro del Vangelo nel senso speciale della
parola ».
Inghilterra. —Lord Brougham ha presentato
alla camera dei Lordi un progetto di legge, tendente ad abolire tutti gli articoli della legislazione
inglese che sono contrari alla libertà religiosa,
presa nel senso più esteso. S'è dichiarato sinceramente amico della Chiesa anglicana, estraneo
a qualunque motivo personale; ma professò la
dottrina che, indipendentemente dai diritti della
coscienza, di cui tutti i cittadini devono godere
allo stesso titolo, devesi, nell’interesse medesimo
della Chiesa dominante, rendere la libertà ad
ogni opinione religiosa, per la ragione che Terrore sostenuto col prestigio della persecuzione
è molto più da temersi dell’errore abbandonato
alla propria debolezza. Noi ripetiamo le parole
deW’Avenir: « È questa una franca misura che
sradicherà affatto il sistema della persecuzione;
ma avremmo desiderato che l’alta intelligenza di
lord Brougham, che ha compreso tante cose,
avesse veduto eziandio che tali misure oppressive, ch’egli vuole abolire, nacquero dall’unione
della Chiesa collo Stato, e che il privilegio di
questa unione, accordato ad una Chiesa qualunque, è in se stesso, ed essenzialmente una sentenza inferiorità o per conseguenza di persecuzione , pronunciata contro tutte le altre cui è
negato simile privilegio ».
Irlanda. — Due nuove chiese evangeliche vennero testé consecrate nel Connemara, in passato
uno dei distretti i più immersi uelle tenebre del
papismo. L'una delle suddette chiese fu eretta
dalla liberalità e zelo di miss Moore: 524 uditori, quasi tutti cattolici-romani convertiti, 'assistevano all’iuteressante cerimonia. Recentemenfe
147 giovanetti d’ambi i sessi, dai 14 ai 20 anni e
per la maggior parte nati nel romanesimo, ricevettero lacresimanellachiesa evangelica. Quando
si pensa che in pochi anni stabilironsi nel Connemara undici stazioni tutte fiorenti, bisogna
bene ringraziare il Signore per le benedizioni
ch'egli spande sull’opera de’suoi servi.
— Il 20 luglio decorso quattro cattolici-romani
hanno abiurato pubblicamente in Dublino gli errori della chiesa loro : l’uno di essi faceva il
noviziato in uno stabilimento di gesuiti.
Gsruama. — Il dottore Selig Cassel, israelita
distinto e redattore della Gazzella d’Erfurl, è
stato ricevuto nella Chiesa evangelica.
ViBNNA, 28 agosto. — È noto che a Vienna
furono chiamati dei tìduciarii protestanti per
prender parte alle discussioni che furono aperte
nel ministero del culto relativamente alla futura
direzione della Chiesa protestante. Non è da dirsi
con quanta ansietà i protestanti dell'Ungheria
ne attendessero il risultato, e benché nulla si
sapesse ancora di positivo in argomento, pure
il M. S. credè poter assicurare che l’esito delle
conferenze sarebbe un'aggradevole sorpresa per i
protestanti. Il governo lasciò intatti tutti i diritti
della direzione della Chiesa presbiteriale, come
furono esercitati finora: siccome però i rispet
tivi fiduciarii non erano autorizzati dalla Chiesa
a prendere una decisione definitiva, prima che
questa sia presa, l’elaborato relativo verrà comunicato alle due corporazioni religiose per il rispettivo parere ; ed affinchè questo parere sia la
vera espressione delle opinioni comuni, la discussione sarà permessa non solo nelle adunanze
ecclesiastiche, ma eziandio col mezzo della stampa, com'era concesso ai fiduciarii di [esternarsi
liberamente sulla quistione. fVorr. Ital.J
Oriente. — II corrispondente d'un giornale
religioso inglese dà i seguenti particolari sulla
diffusione delle Sacre Scritture a Costantinopoli:
« L'altro giorno, traversando il ponte che unisce
Galata a Costantinopoli, rimarcai certo numero
di libri in vendita sovra una banda del ponte
suddetto. Non tardai ad accorgermi ch’erano
Bibbie in diverse lingue, e che il venditore era
un giovane armeno evangelico, il quale, scacciato
per la persecuzione di Rodosto, suo villaggio
natale, aveva cercato rifugio a Costantinopoli.
E sorprendente il vedere con qual sollecitudine
i Maomettani cercano ora di conoscere l'Ingil [iì
Vangelo): dieci anni sono una tal vendita era
affatto impossibile. Io domandai al venditore se
alcuno fra i Turchi si fosse opposto all’ opera
sua; mi rispose che l'unica persona che cercò di
contrariarla era stato un prete romano ».
BOLLETTINO POLITICO.
In un’adunanza tenuta mercoledì iu Torino mì
è definitivamente costituito il Comitato per un
ricordo alle nostre truppe in Crimea. Ancor prima,
quand'eravi l'Utficio provvisorio, il principe di
Carignano mandò la somma di lire mille, dichiarando di non voler tardare a concorrere a iì nobile impresa. Altre lire mille furono stanziate per
acclamazione dal Consiglio provinciale di Lomelliua.
— Domenica scorsa fu tenuto nel Circo Sales
il meeting de' contribuenti, suH’argomepto la
necessità di riformare le imposte. Le varie città
dello Stato erano rappresentate da apposite commissioni ; il meeting venne presieduto dall’onorevole Sineo; posto a’voti il seguente riepilogo,
fu dall'adunanza approvato :
« L’Adunanza proclama la necessitàdellapronta
e sincera attuazione di tutte le guarentigie costituzionali , ed essendo queste permanentemente
violate dall’attuale riparto delle imposte, dichiara
l'urgenza della immediata riforma dell'intiero
sistema finanziario acciocché venga ad essere
colpita, non il lavoro, mala ricchezza: l’urgenza
altresì delle economie di cui è suscettibile in tutti
i suoi rami l’amministrazione dello Stato, e di
trarre prontamente il miglior partito possibile
de' beni nazionali.
« L’Adunanza fa appello al patriotismo degli
scrittori, e specialmente dei giornalisti liberali,
acciocché queste verità e questi bisogni siano da
tutti ugualmente conosciuti e sentiti ».
— La regina d’Inghilterra prima di lasciare
Parigi fece distribuire ai poveri 25 mila franchi.
— Scrivono da Madrid che le feste che si fanno
dai clericali in Ispagna per l'immacolata Concezione, non sono che conventicole politiche, allo
scopo di far trionfare la clerocrazia universale;
le variepiccolecongreghe, dicesi, portano il nome
di stelle: le centrali di lune; la principale, residente all'estero, suprema gloria: nomi dedotti
forse dal modo con cui suole rappresentarsi in
pittura la Concezione.
— Il generale Pelissier scriveva dalla Crimea
il 31 agosto: « Tutto va bene, tutto progredisce,
noi ci avanziamo ». É probabile che dentro il
mese accadrà qualche fatto decisivo sotto Sebastopoli.
«■rasMo Bomenlro germi«.