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S Anno LXXIX . N.;31
PreEBo LIrtt 1S
TORRE PELLICE. 12 Agosto 1949
‘Abbonamento: Lire SOO per l’Interno: Lire 900 per l'estero
Amministrazione: Claudiana - Torre Peltlce-C.C.P. 2/17637
Spedizione in abbonamento postate - i Gruppo
^*Stafe facitori delia Parola e non solo
uditori,
Giacomo '
l
SETTIMANALE DELLA
I
BiMioilociai
I ■ ■ a«' A ‘ TORRE reLLlCEi
CHIESA VALDESE
k- ■
E’ consuetudine tradizionale che,
alla lesta dtel XV Agosto, si rievochi
una qualche pagina di Storia Valdese; non per puro diletto storico, nè
per orgoglio settario ,ma per conservare il ricordo delle esperienze e
per trarne, se possibile, tuia ispirazione in vista della testimonianza
presente.
i^jest'anno intendiamo dedicare
la prima pagina del nostro giornale
alla storia dei Templi Valdesi, fisjsantlo la nostra attenzione su tre date toa'damentali; ciascuna delle quaili richiama alla nostra memoria un
momeulo particolarmente importante della nostra storia presente.
grande semplicità e rusticità, senza
pretese artistiche di sorta perchè non
eretti con fini liturgici nè per appagar Vecchio o il gusto estetico dell’uomo, ma unicamente quale asilo
per i corpi, mentre il vero Tempio,
gradito a Dio, si rinveniva nelVanima
di ogni adoratore ».
Preziosa testimonianza e solenne
ammonimento per noi tutti. Valdesi del 1949!
Jfelt*oraj¡ dei fa prova
Il destino dei nostri Templi è sempre stato legato alle vicende ora calme ora tempestose dei secoli passali. Essi conobbero il canto solenne
dei salmi, la fedele predicazione
della Parola di Dio, la voce dei martiri, le preghiere delle assemblee
riunite, il sospiro dei vegliardi, le
profonde emozioni giovanili,. il grido d’angoscia o della riconoscenza,
sgorgato da migliaia di cuori; e sono stati, malgrado le difficoltà causate dalle umane afflizioni e dalle
- ixosti'o <1 olao mtkA yvniiiriii *
sa testimonianza della grazia di Dio
e della pace dei credenti.
In quello stesso anno furono costruiti i templi del Ciabas per quei
di S. Giovanni e dei Coppieri per
tjuei di Torre Pollice. L’esempio
venne seguito dalle altre importanti
località deUe Valli, di modo che si
ebbero in breve tempo, nel 1557, non
meno di dodici templi con Pastore
a posto fisso, E siccome non abbondavano alle Valli i Pastori accuratamente preparati in vista della predicazione e dell’opera pastorale, da
Ginevra, come da un magnifico vivaio di banditori dell’E vangelo, giungevano Pastori, maestri e colportori, tanto alle Valli quanto in altre
regioni della Penisola.
X'tstituzione
dei culto pubblico
La prima data da rievocare è quella del 1555. Prima di allora i Vaidesi adoravano Iddio nei luoghi più
f appartati delle loro Valli, nel folto
f dei buschi, nelle caverne dei loro
monti : la « Ghieisa de la Tana »
t in Val d’Angrogna costituisce un tipico esemplare di questi antichi luoA ghi di culto, nell’assenza di veri e
; ■ propri templi costruiti dalla mano
f. dcU uoino. Ci furono anche delle adurianze religiose tenute in case priL vale, in cortili chiusi e assai vasti
V por contenere un notevole numero
' di uditori.
L’anno 1555 fu dunque l’anno della inaugurazione dei primi Templi
Vitldesi. Co ucostanza e senza pania di compromettersi, i Valdesi ac■ nhtoerosi
assemblee ; nel tempio del Ciabas,
pep esempio, convenivano anche i
Valdesi. Guu cuaiauaa e Sènza pauCuneo. Una lettera di quel tempo
afferma che « la S. Cenai è stala celebrata pubblicamente ad Angrogna
col ooncorso di almeno 6000 persone » e in un'altra lettera un Pastore
svizzero, inviato alle Valli, così si
esprime; « Se poteste vedere di che
zelo ardano di udire le Parola di
Dio! Da quali distanze e per quali
strade scabrose vengano dovunque
alla predica! ».
Le seconda data da ricordare è
quella del 1686. E’, una data indelebilmente scolpita nella nostra memoria, come una delle più tristi nella storia dell’intolieranza e della
violenza, umana. Essa ci parla di
« sangue e di fede, di rinnegamento
e di martirio, di sconfitta e di vittoria, di obbrobrio e di gloria » (Boll.
68 della S. S. V.).''
E’ la data dell’esilio!
Sulle Valli gravano nubi estremamente minacciose. Già alcuni mesi
prima, nel 1685, in Val Pragelato,
sottoposta al dominio francese, è espressamente imeidetto l’esercizio
della religione Tifornrata " e ordinata la demolizione dei.templi. I luo^ di culto di Pragelato, Fenestrelle, Usseaux vengonn^rasi al suolo;
altri, come quelli d^'Traverse e di
Villaretto,*/vengonq. fdihiti al culto
cattolico. E
si dei monti e delìspiemol) non esitano a varcare il falle del Pis per
celebrare il loro eulto nel tempio
E’ suonata così per ì templi delle
Valli eretti un secolo prima, l’ora
della distruzione. E mentre il popolo Valdese, ridotto agli estremi da
ogni sorta di violenza e di crudeltà,
giace in fondo alle fredde ed umide
prigioni del Piemonte, per prendere
poi, in numero assai ridotto, la dolorosa via dell’esilio, tutti i templi
vengono abbattuti, alcuni per non
essere mai più ricostruiti; tutti, salvo uno, quello di Praljr, dove circa
tre anni più tardi Enrico Àrnaud,
guidando in patria gli esuli, annunzierà la Parola di Dio e dove i Vaidesi, col volto illuminato dalla gioia,
per quanto salvato dalle fatiche,
canteranno rinno; « Faut-il Ó Dieu,
que nous soyons épws! ».
sti templi ricostruiti ove le folle sì
adunano adorando Iddio, pariono
pastori ed evangelisti per recare ad
altri Iratelii, tigli dei loro oppressori, il massaggio deiLEvaugeio, nella
sua purezza e semplicità, convinti
che 1 Evangelo può e deve essere il
messaggio rinnovatore degli uomini
e delia patria terrena.
Testimone silenziosa e pur eloquente di quei tempi gravi e duri
rimane ancor oggi una pietra del
tempio di Praly che reca scolpita
la data del lontano 1556!
ora delta JCiberazìone
luel
Ma, al di sopra delle agitazioni e
Ss—
di Massello o a scindere fino a Pomaretto! I
Ma giunge presUj la giornata del
31 gennaio 1686. Il i
quei sudori sparsi, da quelle mura
crollate si innalzano a poco a pxjco
altri templi ove le anime vennero a
nutrirsi col pane di vita che è iu
Cristo Gesù.
duca Vittorio A
medeo II firma u| editto rigoroso
in CUI ordina «
dalle fondamenta i
le grange in cui gli
liti radunarsi in pa.
dissero congregarsi
te siano distrutti
templi, le case e
eretici erano sosato o in cui ar
celebrare gli atti dà, loro culto ».
11 pericolo p
Ma, col 1555, giunse l’ora in cui
; si dovette procedere alla costruzioi ne (lei primi Templi Valdesi.
Fra le deliberazioni prese alcuni
i unni prima al Sinodo di Chanforan,
una riguardava la sostituzione di un
regolare cullo pubblico alle riunioni
^ segrete tenute fino allora. D’altra
parte, la popolazione valdese cresciuta di numero e bramosa d’udire l’annunzio dell’EvangelOj, accorreva da varie località montane e dalla pianura là dove l’Evangelo era
proclamato. Il 15 Agosto di quell’anno, gli uditori accorsi ad ascoltare
la predicazione della Parola di Dio
ad Angrogna erano così numerosi
che il maestro provenzale Giovanni
di Eroe, il quale presiedeva, non esitò a condurre l’assemblea fuori del
cortile in cui s’era raccolta ed a tenere il culto su di un prato vicino.
« S’impotìeva », scrive il Past.
Muslon nel Boll. 58 della S. S. V<r in modo urgente, la necessità di
provvedere locali adatti al culto pubblico, sia per garantire maggiore comodità e raccoglimento, sia per offrire riparo contro le intemperie.
Allora la popolazione iTAngrogne,
senza ulteriori indugi, si tnise « edifìcare due Templi, in quell’anno
1555, i due primi e per noi più antichi templi delle Valli, uno a S. Lorenzo, l’altro di Serre; edifici d’ima
Qualche settimana addietro abbiamo
avuto qui ad Ivrea una riunione di carattere veramente insolito, promossa
da quel piccolo nucleo di persone molto bene intenzionate che vedono nella
tolleranza religiosa uno dei migliori
fattori non solo per ottenere un migliore sistema di vita sociale ma anche e
più ancora per realizzare un progresso
religioso e spirituale.
Davanti ad un pubblico numerosissimo e molto attento hanno infatti trattato con dotte argo<mentazioni quell’argomento, per conto della « Lega contro l’intolleranza religiosa ed il razzismo » i! Rabbino Maggiore della Comunità Israelitica di Torino prof. Dario Disegni, il prof, don Luigi Arcozzi
Masino per la Chiesa Cattolica e per
la nostra Chiesa Evangelica Valdese
il pastore Balma. *
Tutti gli oratori sono stati assai applauditi dai presenti, appartenenti Naturalmente a tutte le ideologie ^ a
tutte le classi sociali. Credo per^ di
non peccare di partigianeria reli|iosa
neH’affermare che i consensi mMgiori
furono per il nostro pastore BaNiia che
colla sua facile esposizione, chiara e
piana e colla bontà degli argoflènti aveva veramente avuto la jmtierenza
della massa che apertamente $t> manifestava al téitTine della riuitjqile.
Fra i presenti, molti evaNÌblici della nostra piccola comunità »provavano, come me, una reale sx^sfazione,
un godimento, spirituale diveniva proprio a mettere un balsamp sui nostri
cuori che pochi giorni avevano
profondamente sofferto per l’offesa
ii protestanti.
in aweuire per
Dopo un secolo e'mezzo di storia,
carica dì eventi, sorge Falba del 17
febbraio 1848 (ecco la terza data da
ricordare); sulle Valli non soffia più
l’uragano, ma un’aura di libertà,
lungamente bramata. Da queste Valli ove si cantano inni di gioia e tutti
si salutano con commozione, da que
ro testanti CO
pubblicamente fatta
Infatti durante la famosa « Peregrinatio Mariae » in cui la Madonna Pellegrina peregrinò per giorni e giorni in
tutta la zona e durante i quali abbiamo
assistito alle forme più strane di idolatria (non di sentimsnto religioso come molti cattolici stessi ben dolorosamente dovettero ammettere) un altoparlante piazzato su un campanile di
Una chiesa cattolica aveva, per una intiera giornata deblatetato contro i protestanti come se per adorare la Madonna (quale avrebbt dovuto essere lo
scopo della mamfestatione) fosse stato
necessario dire corna dei protestanti ! !
Questo fatto aveva esacerbato gli animi di tanti di noi che forzatamente erano portati a credere che purtroppo
eravamo veramente ancora dei « tollerati ». Ecco perchè in quella riunione
che voleva essere e veramente era riuscita ad essere, manifestazione di profonda comprensione, molti di noi gioivano all’idea che fimlmente uno spirito nuovo dovesse aleggiare sulla nostra umanità ed un’era nuova stesse
per aprirsi anche per le « minoranze »
costrette a vivere in ambienti spesso
scettici quando non «Idirittura ostili.
Ma è pur vero che qualsiasi gioia umana è di breve durata; eoa! è stata
per noi quella sperata distensione degli animi nei nostri riguardi.
Infatti sul numero del 28 luglio di
« Il Popolo Nuovo » quotidiano politico di Torino ed organò della D, C. in
prima pagina e nella prima colonna,
come articolo di fondo, viene pubblicato un articolo dal titolo (( Il pericolo
protestantico » di Carlo 'Carretto.
Rimando gli amici lettori cui l’argomento può interessare alla lettura integrale di questa lunga chiacchierata
in cui l’autore rivolgendosi particolarmente alla CIAC (Gioventù Italiana di
Azione Cattolica) denuncia « il pericolo » che proviene dai protestanti anche se egli dice che « in genere sono
piccoli gruppi che proprio non contano sulla bilancia religiosa del ppoolo,
ma il male, il vero male, è che si viene a stabilire un bubbone nella compagine parrocchiale, una divisione nella unità religiosa del popolo.
Ma quello che ritengo sia interessante far conoscere è la conclus one
dell’articolista che riporto testualmente:
(( Il protestantesimo è libera interpretazione delle Scritture, VAzione
Cattolica è umile attesa della parola
della Chiesa, fare azione cattolica ri
profondità significa pr^evenire il terreno dotte eresie protestanti. Dove VA.
C. funziona il protestantesimo non attecchisce ».
Se ora siete sufficientemente edificati, amici lettori evangelici, io vi domando una cosa sola : non vi pare ohe
il pericolo vero per noi sia pur sempre
quello che il nostro popolo, questo
grande Ipopolo italiano di cui tutti noi
facciamo parte, continui a vivere nella
più asK)luta ignoranza di quello che
noi realmente siamo?
DAVIDE JALLA.
Gol 1848 la Storia Valdese non fimsce; si passa semplicemente da un
periodo ad jm altro, si lascia la pagina della solfereuza per scrivere la
pagina deila presente testimonianza.
Gonsapevoii della loro responsabilità, Ostili all'idea di nascondere
nel loro particolare terreno il talento ebe era stato» loro abidato, i Val- '
desi della generazione successiva al
I84itì si misero all opera in Italia,
con la stessa costanza con cui 1 loro
padri avevano lottato e con lo stesso
loro amore per la Farola di Dio,
Ed ecco sorgere J templi di Torino, di Genova, di Firenze, di Venezia, di Milano, di Roma, di Napoli,
di Vittoria^ di Riesi e di altre località ancora, ovunque pi sono delle
anime ebe,-in rkypostq{ ad una voca»
L’opera di evangelizzazione compiuta m Italia dai aostri padri e aiii'data ora alle nostre mani, alle mani di tutti noi, Irateili e sorelle, non
è per noi un titolo di gloria, ma una
opportunità di servire il Signore nel
servizio dei Iratelii, Non abbiamo
alcnna velieiià di imporci in modo
clamoroso nè intendiamo dare alla
nostra testimonianza un carattere
meschinamente settario. Abbiamo
nelle nostre mani nna luce o vogliamo che essa risplenda; desideriamo,
con l’aiuto di Dio, recare il nostro
specifico contributo al risveglio spirituale delle coscienze iu seno al nostro popolo; e, pur consapevoli del1 opera die dobbiamo compiere in
mezzo ai Valdesi a per condurli a
Cristo », cbiedianlo a Dio cb’Egli
ci sorregga uella nostra testimonianza, onde nel disordine e nella povertà dei mondo noi possiamo recare,
con la parola e con la vita, la luce
ed i tesori del Vangelo di Cristo.
Quando varcheremo la soglia dei
nostri templi, e voglia Iddio che ciò
avvenga spesso, ricordiamone la storia, nell’ora del primitivo zelo, nell’ora della distretta e nell’ora della
testimonianza.
O Valdesi, amiamo ì nostri templi, per ciò che essi esprìmono, per
ciò che essi ci danno, per ciò che iu
essi ci sarà ancoira dato.
Possiamo noi veramente udire la
« Parola diell’Eterno » e riconoscerci fratelli, nella semplicità dei nostri templi, arricchiti però e riscaldati dalla fede, dall'amore, dalla sana pietà. E possano anche le nostre
famiglie ed i nostri cuori essere dei
Santuari dove Iddio è adorato e servito e dove, nelle ore serene come
in quelle tempestose, noi diciamo
con profonda convinzione con il salmista antico: « Quanto a me, il mio
bene è d’accostarmi a Dio; io ho
fatto del Signorè, dell’Eterno, il mio
rifugio, per raccontare, o Dio, tutte
le opere tue ».
ERMANNO ROSTAN
2
Tra il 22 ed il 24 luglio scorso,
-7. magràficó monastero benedettino di
f^Mmlhronn,^.nel Württemberg ooci-^^
dentale, ed il grazioso villaggio omommo> presentavano un aspetto straar~
dinariamente focoso. Profusione di
bandiere e <M drappi alle finestre.
,Una folla di migliala di persone, di
tutte le condizioni ed età, brulicante lieta ”e ''ridente nell’amplissima
corte del monastero, nella larga stfa~
'■ i*'-'
IO, còme una minore famiglia nella
grande famiglia della patria tedesca.
da lungo cui le linde case del^vilhiLg’ JE^,.poiché essi, nella loro celebra^
gio sono^cUsposte. Qua e là, suoni di F zione, hanno espresso in modo espU
gnato" dagli stessi^, rorcline e il programma dei cull^ svolti secondo la
gio
bande mmicdU, cori improvvisati
di giovani. Era la festa dei Waldenser di Germania^ la celebrazione del
250“ annivereario della fondaerione
delle loro Colonie. V’erano confluiti da vicino e da lontano, in treno, m
diecine di torpedoni e d’automobili,
dfdle varie regioni vtddesi del Wüit~
temherg, del Beden, dell’Assiai da
altrove ancora. Con le loro gioiose
manifestazioni confermavano sensibilmente non soltanto i ricordi della loro origine comune, ma anche la
coscieriza del loro particolare carattere, i legami che li uniscono fra lo
cito i vincoli di solidarietà che li legano ai loro confratelli dell’antico
ceppo delle Valli Valdesi, da cui essi stessi si iMUtano di derivare, è
giusto ed opportuno, in questa nor
stra celebrazione del XV Agosto, di
rievocare quelle belle manifestazioni, d'indioarne il profondo valore
spirituale, di ritrovarvi l’espressione
della comunanza dell’origine, del
carattere, della fede, delle ospiraziom, e di trarne argomento a rinsaldare queirunione della famiglia
valdese, di cui essi, e noi, e gli evugmu in altre parti del mondo fanno
parte integrante.
primitiva semplii
cese adottata per’
siiioiii della vita
iLe vane parroci
due organizzaziQ]
11»' per il Wuriié
l’altra per l’Assij
li, ciascuna con
lo ad intervalli
Tavola composti
Un Vice-mod,era
rio, lutti, pasto
iradizionale delL
Duecenfocinquanfa anni fa
Per rendersi conto del signitìcato
della celebrazione, è utile rievocale
brevemente l’antico evento.
Correva Tanno 1698. Ormai la
massima parte dei Valdesi esuli s'era
i'isiabilita nelle Valli; Tra loro, numerosi erano i convalligiani originari delia valle del Chisone e Pragelato, che, non potendo occupare le
proprie terre, tuttora sottoposte alla
ifrancia persecutrice, s’erano stanziati nelle valli ótel Pellice e della
Oermanasca, giurando fedeltà al Duca di Savoia, latti costoro, credendosi ormai al sicuro, attendevano con
lieto coraggio all’opera di ricostruzione dei loro focolari, quando furono improTyisamente colpiti dal crudele decreto del T loglio 1698, con
cui il Sovrano, in seguito ad una cinica transazione politica col Re di
Pramùa, imponeva a tutti i Valdesi
aloè mesi l'suoi Stati, jpdni la vifaV “
11 decreto suscitò naturalmente
nelle' Valli un angoscioso stupore,
un’ondata di desolato sdegno, tanto
era contrario ai precedenti impegni
ed assicurazioni del Duca. I Valdesi colpiti erano 2833, fra cui sette pastori, compreso lo stesso Enrico Arnaud, otto capitani, numerosi maestri di scuola. Ogni tentativo di leristenza, di protra, di supplica risultò vano. Il governo ducale si dimostrò inesorabile. Per la prima
volta nella storia delle persecuzioni
contro i Valdesi, fu negata la facoltà di rimanere in patria anche a coloro che evratualmente avessero abiurato.
S'iniziò così il doloroso secondo
esilio. Per consenso unanime, ne
prese la direzione lo stesso Enrico
Arnaud, con quei medesimo geniale senso d’organizzazione e d’ordinata disciplina, con quel medesimo
equilibrio, con quella medesima
chiarezza d’idee e prontezza di risoluzione, che aveva 'dimostrato nella grande impresa dei Rimpatrio.
Partirono in sette gruppi, successivamente dal 30 agosto all’11 settembre.^ Seguirono il percorso della
valle di Susa, del Moncénisio, della
Savoid,' fino a Ginevra, ove l'acco‘¿lìé'nzà si rinnovò, calda, generosa,
veramente provvidenziale. Di là gli.
esuli si sparsero a gruppi nei vari
Cantoni svizzeri protestanti, ricevu-'
fci ovunque fraternamente. Ma non
avrebbero peduto rimanervi, che ormai quelle regioni erano sature di
profughi protestanti d’ogni paese.
Perciò fu del iso di cercare un rifugio definitivo in Germania, specialffaerite in quelle regioni tedesche meì'idiotuili, come il Württemberg, il
Baden e TAssia, ove dieci anni prima, all’epoca del primo esilio, i rispettivi Principi si erano dimostrati
favorevoli a ricevere benevolmente
i Valdesi cacciati dalla patria.
Anche qui Enrico Arnaud prese
la direzione delTimpresa, coadiuvato da qualche amico fedele, fra cui
speciaim^te il pattore Giacomo Papon. Si recò presso quei Principi,
svolse risolutamente le trattative con
loro, superò numerosi ostacoli e difficoltà, precisò le condizioni degli
accordi. Si recò poi presso i grandi
amici e protettori d’Olanda e d’Inghilterra, per averne i necessari appoggi politici e finanziari, che furono larghissimi. Così il provvidenziale rifugio fu definitivamente fissato.
I primi gruppi di Valdesi arrivarono pel Württemberg il 18 aprje
1699; gli altri seguirono via via fino
alla fine d’agosto. Giunsero in comunità già formate, provenienti da
una medesima parrocchia delle Valli o da alcune vicine, guidati dal loro
pastore e dal loro maestro di scuola.
Si stabilirono nei luoghi precedentemente assegnati, assestandosi rapidamente in ricoveri provvisori, costruendo poi le. abitazioni definitive,
per lo più in legname. In ogni colonia edificarono al più presto il tempio e la scuola. I villaggi cosi costruiti furono una trentina.
* la lingua fran-^'j
ftte le mànìfestaIfeca e privata,
si TÙÌhirono in
lesiastiche^ uerg e il Baden,
regioni adiacenfeSinodo convocaigOlari, ed una
un Moderatore,
rè ed un SegretaE’ la stessa vita
alli, che si ripete : la stessa ied^tà alTEvangcio, lo
stesso senso di Bbertà democratica,
la stessa sempli^tà, la stessa onestà
0 lealtà e discip^na morale, lo stesso legame di so^darietà pratica, le
stesse preoceupa|ioni per la scuola,
per l’ordine socitle, per la conservazione delle li adizioni più sane.
ili questo quadro di libertà e di
pace s iniziò la puova storia dei Valdesi di Germania: storia semplice
e piana, ben ditrersa da quella loiiiiculata e lutuulfuosa delle comunilà delle Valli, c(^tìtuita come fu dai
semplici avveiiiiàentì della cronaca
locale, cambiauimti di pustoii, dii
sindaci, di mae8|ri, iluttuazioni delrattività agricol4 ed economica, in,.:j—I. .Jifj amministrativi.
mentale d’indole
ivitahile penetraI?elemento tedesco,
ii mantennero i loMari e la lingua
1 un secolo e mezpoco, cedettero aliente, fino a divea guerra mondiaesohe e luterane,
fatalmente trasfor
g r a
I
manifeslazioni
cidenli sociali
L’unico fatto I
generale fu 1’
zione formale
Le Colonie \ ah
ro caratteri pai
irancese per oli
zo; poi, a poco
l’azione dell a
nire, dopo la p;
le, comunità
Ma, per quanti
vita religiosa e civile delle Colonie
Valdesi ebbero un carattere largamente liberale democratico, straordinario per quei tempi, dimostrando
una chiara comprensione delle esigenze essenziali dei Valdesi, un profondo rispetto per le loro con vipzìoni e tradizioni, un sentimento di
solidarietà cristiana veramente ammirevole.
La terra fu concessa gratuitamente, sia per le abitazioni, sia per la
coltivazione; e cosi pure il legname
necessario per le costruzioni; vi si
aggiunse per un notevole periodo di
tempo Tesenzione dalle imposte.
1 Valdesi poterono rimanere uniti
in comunità autonome, con un’amministrazione civile ed ecclesiastica
analoga a quella delle Valli, il sindaco, i consiglieri, gli anziani elelli
dai capi-famiglia, il pastore drsi
II monumenlo di Sibaud a Bobbio * Pellice
mate nella lor n#; esse sono rimaste
La celebrazione s’iniziò nel pomeriggio del 22 Luglio cou una riunione inaugurale, che sì svolse nel quadro di sonría eleganza gotica dell 0ratorio del Monastero di Maulbronn,
ambiente profondameuteL ispiratore.
Qui dopo che il venerando pastore
ottantenne Doli. Holfmann LÌm, soprainteudente della Chiesa Luterana, ebbe rievocato in una meditazione religiosa il valore spirituale della
stona e della chiesa valdese, il pastore Ludwig Zeller, il grande promotore ed organizzatore delle mamlestazìoni, che alle Valli è tanto cordialmente noto, comunicò le numerose adesioni, tra cui notevoli quelle del Moderatore deila Ciiiesa Valcese e del Sopraiulendente del Distretto Valdese della Regione Rioplateiise. Seguirono i messaggi di
numerose personalità del mondo
liroleslante tedesco. E qui si manilesto uno dei caratteri fondamentali
delle celebrazioni; quello d associare alla rievocazione valdese quella
üi altri movimenti affini, di prolugni
t-ppressi per causa religiosa che la
Cermania ha generosamente accolli
e sostenuti: anzi tutto TAssociazione
degli antichi esuli Ugonotti di Francia la cui storia è strettamente intrecciata con quella delle Colonie
Valdesi; poi la Union. Chretienne
Protestante, fondata dal pastore Jules Rambaud per unire in fraterna
intesa protestanti francesi e tedeschi; e finalmente l’Associazione dei
protestanti profughi dalle regioni
dominate attualmente dalla Russia,
.na,rticala.rmente , nmvmiettU. .dagti
' Stati baltici,’'dalla Polonia, dalTUn”gherìa‘, dalla BessaraHia. Notiamo,^
per TUnion Protestante, l’eloquentej
discorso del prof. Geiler, rettore delTUniversifà di Heidelberg, il quale|
commemorò con commosse parole
pastore Rambaud, spentosi nel giugno scorso, nel pieno syDlgimentc^
della sua missione d’affratellamentol
cristiipio. .V'
siriVeila solenne riunione fu pure
'^si'oltato con viva simpatia il messag^
giò del rappresentante della Chiesàl
Valdese d’Italia, il prof. Attilio JaLa
la;' delegato dalla Tavola Valdese al
partecipare alle manifestazioni
lebrative. Ed osserviamo qui unà
volta per tutte, la calda affetluosffl
cordialità, il vivo intercssaniento, i«
[trolondo senso di solidarietà frater^
na con cui il rappresentante dei Vali
desi d'Italia fu accolto e cireondatcl
durante tulle le celebrazioni. In o||
gtii celebrazione egli ebbe ri prim^
nc.sto: nei dieci discorsi che egli el
be a pronunziare davanti a migliaia
di persone, egli sentì il calore vivì|j
iieanle unanime di quella importai
le frazione 'del |)Opolo valdese; etì
in lui i Valdesi di Germania vollei
salutare l’antica famiglia delle Val|
lì da cui ebbero la loro origine, ©
sacra comunanza di fede, di (“arati
lerii e d’aspirazioni che unisce lutti
i Valdesi in una grande unità.
La funzione più granuli osa ed ijo
presslonunte tu il cullo celebrativi!
(iella domenica 24 luglio nella mi^
gniiica cliiesa gotica di iVlanlbrc
iVligliaia (il persone gremivano ^
cliiesa; altre migliaia erano raecolé| “
sul piazzale anteriore, seguendo 14
svolgiinenlo del cullo per mezzo
altoparlanti. Il sovrintemlenle pà|
sture Schiatte!-, fra Tititenso racco^
glimento deil immeuso pubblico,
dicò con eloquente sermone il sign^f
•ficaio della celebrazione. Segiiiroi^pÌli
i messaggi dei vescovi lut(“raai del®^
Germania meridionale. Fra Tun©
T'alti'o discorso, mirabili intermei^S
musicali dell’organo e dei coro,
inni cantali da tutta Tassemble
canto poderoso di migliaia di
espressione indimenticabile di
darietà spirituale valdese.
V(HUI
sol
a loro vie cittadine; in tutte le loro
ciiiise v’è Temblema valdese ed il
ritràtto d’Arnaud, oltre ad altri ricordi valdesi caialterislici ; hanno eretto monumenti valdesi commemorativi; hanno conservato i nomi vaidesi delle famiglie; sono orgogliosi
di dimostrarsi l'aldesi, nou soltanto
nella conformazione fisica e nel temperamento, cosìi diversi da quelli tedeschi, ma ancìe nel carattere morale che li cont|a(idislingue.
Si comprende! quindi Tentusiasmo
unanime col qijale essi tutti hanno
celebralo Tanniyersarii;; della fondazione delle lori] Colonia: è stata la
rievocazione defl’evenlo èbe ha dato
loro la libertà jreligiosa Xeivile* -e
nello stesso tem^o la proclamazione
della solidarietà valdese nilla fede
evangelica, nei|. principii disciplina morale, pella mission\ delia
Ifslimouianza (iisliana.
In ricordo di Enrico Arnaui
Due solenni manifestazioni iuioÜO consacrate particolarmente ad
Enrico Arnaud, il Ìondalore veneralo delie Colonie Valdesi di Germania. La prima nel pomeriggio del 23
Luglio, fu la solenne funzione commemorativa sulla tomba stessa di lui,
in quella chiesa di Schön euberg in
cui egli fu paslor-e lino al suo ultimo
giorno. Il delegalo italiano ebbe Tonore di presiederla. Fra l’intensa commozione della folla che gremiva la
chiesa ed il piazzale esterno, egli de^
pose sulla toipba un mazzo di fiori,
come omaggio riverente di tutti i
Valdesi vicini e lontani. Indi rievocò la ligura leggendaria dell’eroe,
che per tre volte salvò il popolo valdese dalla dissoluzione, prima ricostituendone durante 1 esilio l’unità
spirituale e la coscienza della propria mìssion*'; poi, col Glorioso Rimpatrio, riconquistandole la patria;
infine, nel secondo esilio in Germania, costruendogli una nuova patria
ed acquistandogli il bene inapprezzabile della libertà. Un’accurata visita alla casa di Arnaud, trasformata in museo storico, edi al suo campicello, celebre per aver prodotto le
prime patate in Germania, concluse
tj|uesia indimenticabile commemoraione.
La seconda manifestazione fu la
udiosa rappresentazione d'nn
mnia storico intitolato appunio
bilico Arnaud, composta dal paAugusto Ebert, Piuttosto che
,era una serie di grandi
'fm'M storici, rappresentanti i iragmi Vomenti successivi del popolo
valde\ guidato da Arnaud, dallo
slerinbp d(;l 1686 alla costituzione
oV a Vilonia Valdese di Scliönen
il rimpatrio
e( il s^do esilio. Rappresentazione strawinariamenle impressionante, in qiiLo svolta da centinaia d’attori, luttjjj, costumi delTepoca, in
un ampioVto del cortile del monastero, un Arabile scenario co.stìtuito da anti^ case gotiche brunite
dal tempo, ^ ¡<j sfondo scuro della
collina boscosa’ sotto il cielo stella-'
to, il tutto messo in risalto con uni
accorto giuoco di rillcllori. Kappre-Ì
senlazione fantastica, in cui le scen.é
più Iragiobe e più gloriose della sl(ni|
ria valdese erano rievocale del Ta^
zione viva e parlante delle folle
donne in coslunic valdese ,di agriecillf
tori, di soldati persecutori, di bam^-^
bini, intorno alle figure earaiieristy
che di Arnaud e di Janavel. Il drai
ma fu ripetuto a sei riprese. Jl pub-blico, disposto ili ampie gradinate
ad anfiteatro ,tion si stancava d'ani«
mirare e d applaudire.
La Famigli^
valdese
L’ultimo giorno delle celebrazioni>J
il lunedì 25 Luglio, ebbe un caratte-“
re di raccoglimento più intimo, qua^
si direi familiare. La mattina alle¿
8, nella chiesa di Manlbromi, du«U
centinaia di rappresentanti delle
ionie Valdesi si riunirono in un ('rii»
to di Santa Cena, come affermazio-*'
ne soieime della fede evangelica e
della comunione fraterna sotto lo¡
sguardo di Dio. Poi con alcuni lor*l
pedoni, essi visitarono tutta la glor-’
nata alcune delle Colonie Valdesi\
più caratteristiche del Württeiiibcrg,
che hanno serbato più fedelmeiile
earalleri e le tradizioni valdesi; Cross*
ViUars, Klein Villafs, Corres, Pina-í,
che, Perouse, Neu-Bàrental, Diirrmen-^"
tz. In ognuno di questi centri Taccoglienza fu slraordinariamentr caldai
e festosa : tutta la popolazione rac-i
colta, finestre imbandierate, cori,
bande musicali, discorsi di borgomastri e di pastori, fastosi ricevimenti.
Le celebrazioni non potevano concludersi meglio che con queste spon-,
tanee manifestazioni popolari, che”
hanno dimostrato ancora una voltai
quanto sia vivo nei Valdesi di Gcr-^
mania l’attaccamento alla fedp (d
alle tradizioni dei padri ed il scino - ì
di solidarietà fraterna coi Valdesi
d’Italia.
3
r
L'BOO Dina YàUJ^WALDWai
T{éporìse
à J/i.r T{osian de Xausanne
"ÌÌF5
'¥
m
Votre lettre ouverte eux VaiuUns
du Piémont parue sur I ECo du 15
Juillet a ete sans doute très appréciée,
pour les bons conseils très réalistes
yu elle contient. Mais helas! les choses ne sont pas aussi simples que vous
les croyez. ISous sommes en Italie,
dans un pays fortement centraiiso ou
les soucis de la part du gouvernement
de garantir les interets de la collectivite finissent bien souvent par enrayer la bonne volonté des particuliers.
Cela n arrive pas seulement en Italie nvais dans bien des pays de notre vieille Europe fortement policée
et regleinentee. En particulier il
n'est pas consenti aux particuliers
ni aux communes de mettre la main
a des travaux qui regardent les csiur»
d eau. Cela ment d une très louable
préoccupation d empecher des dommages qui dériveraient a la commuruuite par des travaux mal exécutes
ou bien ayant en vue une rectification
purement locale sans souci des consequences d ordre general.
Mais en réalité cela finit par em
pecfwr que les travaux necessaires se
tJassenC Les organes gouvernementmix. le Gente Civil, par exemple,
sont surcharges de travail, mais maigre cela, c est avec le plus mauvaise
grace qu ils permettent bien rajement que des particuliers, des communes ou des associations les remplacent. et tdors ils exercent une surveillance des plus vexatoires. Ce n est
pas seulement le Souvram Pontife
qui est infallible: chez nous, tout
aussi bien qu en France, les administrations publiques le sont toutes,
qui plus qui moins. Aussi des travaux urgents d une impórtame vitale, tels que la correctiaa et la reguLation de nos torrents attendent des
aruieex qui se perdent en chinoiserie- et en itdactim de papera e
Et gare à qui donnerait un coup de
pioche- sans la permission préalable
sur papier timbre et conUeUiabie.
Moi qui vous réponds, comme chef
du service technique d une Commune- al du abandonner les travaux de
protection d un hameau menace de
destruction par un torrent, a suite
li J e 4 maggio na avuto luogo a i"ai-.gi la Assemuiea generale uena iouele ues missMns. in un cer.o senso, si
può noe la prima, i^a ioeieia oene
/viissinni iniatii. uaiia sua lOtRiazione
era uirciia aa un v.>um.iaio. elle ne portava tutte le respoiisaonua. un « Assemnica consultiva ». compienueme .
ueiCgMii oei Comitati ausman. Si riuniva penouicamenie. ma non aveva alcuna responsaDiiita uirena netia direzione della società. Ora. la boueta
di iviis-sioni. ritormando il suo statuto,
si è tiata una vera e propria assemblea
aeiibeianie. composta dei delegati di
lui'ttì le Cltiese e unioini di 'ohiese
1 a ce e uei CoiTi tai au i n este
n u AsseiiiDiea si riunirà ogni anno,
ad essa il Comitato renderà conio nella sua gestione, ©d essa dovrà decidere so tutte le questioni piu importanti
come la toiidazione di nuovi campi d,
laverò (1 11 loro eveniuale abbandono.
In tal modo la Società di Farigi si collega piu strettamente con le Chiese,
diventa esplicitamente quello ohe era
già in pratica la ioiro espressione, la
loro rappresentanza. Secondo 1 art. i
del nuovo Statuto; <i L& Chiese
sono fedeli a Cesa Cristo, se uun
qwiiiun ubbidiscono al suo ordine dt
annunziare i hvungelo ad ogni crcaiura c l Società delle ’Vlissioni non può
■ ubbidire alla sua vocazione senza le
Cinese ».
La relazione dell Assemblea generale- contenuta nel numero di maggio
del lournal des Missions, oltre alia
notizia di questo unportante cambiamento strutturale nella Società, contiene un panorama interessante dei var.
campi di missione della Società,
Panorama missionario
1 ..pera della Soc età d Miss om s
svolge come e noto, m massima pane
in Africa: degli otto campi d. lavoro
solo due SI trovano fuori di essa. Per
questa ragione, in questi anni, le d.llicoltà della Società vanno molto spesso
di pan passi con la grave crisi dei continente nero. Il mondo africano, posto
di fronte alla civiltà bianca, ohe di
giorno in giorno progredisce, almeno
dal lato tecnico, e .si fa sempre P‘d invadente. è travolto dal conflitto di due
inentalità di due culture, di due mod.
di vita totalmente diversi, e mentre
cerca di adeguarsi alla nuova civi'ta,
rinnega la propria, nelle forme estcriur
ri contituiando però a conservart; d
sub"trato I un epoca di trans zione e
di assestamento, in cui si fa sempre
più urgente 1 intervento della missione,
per cercare di rendere menu aspro
po-sb 'e il passaggo da una civ Ità al
l'altra e di conciliare la mentalità africana con il mondo dei bianchi, affinchè dopo la crisi 1 Africa possa venne ad occupare il posto che ’e spetta
nell assemblea dei popoli di tutto il
mondo- non piu come il continente tipicamente sfruttato ed oppresso bensì
come consorzio di popoli liberi di una
'Ibera terra.
Ma veniamo ora ad esaminare piu oa
vicino le conseguenze di questa cus¡
e 1 atteggiamento della Missione d.nanzi ad essa..
In genareie 1 attrazione del mondo
dei bianchi produce una grandissima
affluenza di abitanti, giovani in massima parte, dal' interno verso le coste,
con il conseguente ingrandumcnto cd
aumento di popolazione delle citta costiere in CUI piu vivo è il coniaito fra
I due mondi : corruzione morale, miseria enorme aumento dei vizi e delie
malattie, sono il primo risultato di questo incremento urbano. Perciò, nell ultima Assemblea della Società delle
M ssioni di Parigi, e parso essenziale
1 invio di opergi specializzati al lavoro
sociale e all azione m mezzo alla gioventù nei grandi porti, specialmente
deii Afnca equatoriale, ove la necessità e le possibilità di evangelizzazione
sono grandissime.
Nell interno. per contro, la vita delle Missioni continua press a poco immutata; in vane regioni, le pussibilita
di evangel zzazione sono grandissime e
SI potrebbero fondare m molte località
nuovi posti missionari. Disgraziatamente il problema assillante della
M ssione di Parigi, la mancanza di uomini e di fondi, è sempre presente a
frenare 1 opera.
■ Malgralo questo, lottando contro serie difficoltà Ü lavoro progredisce.
Nel Togo tGolfo di Gunea) un grup
po purtroppo esiguo, di giovam ni.ss'onari lavora con ardore : una scuola
per evangel st e stata riaperta e nel
iK'rd del paese si va sempre pm intensificando intorno ad una nuova stazione missionaria. Anche nel Camerum
>1 lavoro dei missionari si estende ai
p ù vari rami, mentre m Francia, con
1 aiuto di un pastore indigeno, si sta
terminando la traduzione della Bibbia
nella lingua del paese. Nel Congo Francese la Ch esa indigena sostenuta dal
lii M.ssione. malfirado le difficolta prodotte dal contatto col mondo occidentale sta formandosi. Nel Lessuto (Atnea meridionale), il piu antico campo
di lavoro della Missione di Par.gì, non
istante la -upersnzione e le eccess ve
esigenze del governo, e la potenza delle Missioni cattoliche, la Ch.esa indigena è mena di vitalità, ed ha completamente a suo canco un opera soc ale
rehgosa intrapresa nelle graid mi
niere d’oro dell Africa del Sud tJohannesburg) a favore dei minatori negri.
Allo Zambesi grazie alla tenacia dello
scarso gruppo di missionari durante la
guerra la missione lavora in condizioni
particolarmente favorevoli e anche
qui sorge a poco a poco la giovane
Chiesa.
Fra 1 camp di Missione della Soc e
tà dt Parigi il Madagascar la grande
isola della costa orientale dell Afnca,
occupa un posto del tutto particolare,
sia per il diverso carattere degli abi
d un ordre du Genie Civil, acul competent, lequel Genie Civil, apres trois
ans- na pas encore commence les
travaux dont il « reckane le monopole Et le hameau risque d etre emporte a Ut moindre averse.
Ce n’est donc pas Vexecution des
travaux qui est la difficulté la pUL
grande- bien qu ils ne soient pa., aus
.«r Simples que vou¡, voulez bien le
croire- mais c est de trouver,le hemin pour les commencer.
Nous en sommes a nous demander
^i La plus grimde calamité est conati
tuee par nos lorrento ou plutôt pales organes de Ut burocratie qui devrait nous proteger contre eux.
Vous êtes d ailleurs informes par
les format X qu on tient force réunions pour etiuher Ui maniere de
commencer a etudier ce qu il fau
dru faire, de sorte qu il Owt a e..perer
que upre bien des attentes pour ap
probations- renvois, bâillement., de
fond- et toute la procedure quand
Tins torrents auront fini de ravager
le fond des vallees, eux qui se moquent allègrement du papier timbre
et des procedures officielles, on en- \
treprendra des ouvrages qui coûte- |
ront dix fois plus de ce qu ils auraient coûte SI entrepris a temp.,,
M. Eynard
tanti, in buona parte di ongime malese,
sia per T estensione dell opera missionar a 11 paese e la Missione sono passati per una gravissima orisi, a causa
della crudele rivoluzione di due anni
fa Però nella sofferenza la Chiesa si
rafforzata Oggi l'affluenza ai cult
è molto incoraggiante, le scuole si moltiplicano e una nuova opera medicosaciaie sta per essere intrapresa.
Dati confortanti
nel campo delle Missioni
Da questo rapporto, per quanto breve
e incompleto per mancanza di spazio non parliamo dei due campi di missione extra africani,
Tahiti e Nuova Caledonia, risulta che
nei campi di lavoro della Missione di
Parigi le Chiese indigene stanno diventando un fattore di imiponanza sempre più notevole. Se si dà un occhiata
al resoconto finanziano, appare chiaro
che esse si avviano lentamente ma sicuramente all'indipendenza finanziar a.
i Ch ese del Lessuto e di Taht (O
ceania) coprono ormai tutte le loro spese La Chiesa del Lessuto raccogl e
annualmente una somma di 13 milioni
di franchi francesi, la Chiesa del Madagascar ne raccoglie 7. ricevendone
meno di uno dalla Società di Missioni.
Persno la giovanissima Chiesa dello
Zambesi fornisce 2 1/2 milioni dei 6
che le abbisognano.
l.a spesa maggiore, per la Societ.i
delle Missioni, è rappresentata dallo
stipendio dei suoi dipendenti. Tuttavia,
1 bilancio finanziano del l948 si ohmH.p in attivo- benché ave^sse avuto iniz'o con un deficit di 8776UU0 franchi,
l e spese, nel 1948. sono state di 87
milioni di franchi, pan a circa 156 milioni di lire Di questi 87 milioni, piu di
4.^ sono stati raccolti in Francia e non
possiamo fare a meno di ammirare il
n gnfeo sforzo delle Chiese evangc
iiche francesi.
Quest'anno, per ora, le prospettive
finanziane sono meno soddisfacenii,
ma dato che il massimo dei dom v ene
ricevuto verso la fine dell anno finanziano. 0 magari al pnncipio di quello
seguente, non si può formulare un giudizio preciso. Ad ogni modo, la Società
a avant fidando in Colui che ha or
J nato di portare il suo Evangelo fmo
. alle estremità della terra.
Mano Mtegge
Tempio del Ci
Domenica prossima 14 Agosto, allo o e PI adunanza nel Tempio del
Cidi s Sara presieduta dal Maggior
Vinti Segretario Generale dell Lser
elio dilla Salvezza il quale ilhistie
l à le origini del mommentc dell Eserriio della Salvezza e parlerà delle
sua opera attuale nel mondo.
Tutti sono cordialmente invitati.
Obbiettivi
ORGiinizzflzione
Nelle discussiom che sono affiorf/àe m qualche Conferenza Distrettuale a cagione della preoccupazione di fare un posto piu chiaro
nella nostra Chiesa. aU'attmta di quei fratelli che sono disposti a
■ sostituire i Pastori m qualche attività ecclesiastica, abbiamo notazo.
una certa perplessità ed evidenti incertezze d impostazione.
La tesi piu comune e popolare e quella di chi afferma che bisogna
rimanere fedeli al sastema ecclesiastico in uso nella Chiesa ApoAohea.
ma non semprd quel sistema appare chiaro e oormOtivo: tanto e verro
che VI sono nella Chiesa vane scuole {episcopale — preJoiteriaitìi —
congregazionolista eoe.) assai diverse fra loro e che si ricUiamaìio tutte
al sistema apostolico citando passi biblici che sembrimo giushficare l’uno o l altro di quei sistemi, \
Noi crediamo che vi sia in questo atteggiamento qualcosa dt illogico- Perche mai dovremmo noi rimanere strettamente legati ai sistemi
organizzativi in uso nella Chiesa Aposiolica — dato e non interamente
concesso che quei sistemi possano essere delineati in modo indubbio? Noi
capiremmo che si sostenesse che dobbiamo restare fedeli allo spirito dei
-sistemi della Chiesa Apostolica, per evitare possibili pericolose deviazioni • ma non necessariamente alle applicazioni pratiche di quello
spinto- le quali sono umane e non fan parte delia Rnrelaxnme, e possono variare nel tempo (1 seconda delle circostanze e delle neceasita. v
Ci sembra quindi che sia più importante preoccuparsi di chiarire
i prmcipi spirituali sui quali si fondo l organizzazione della Chiesa primitiva- anziché t dettagli organizzativi, del resto poco ehian e finse non
uniformi- del sistema in uso nei tempi Apostolici. Quando -i abbiano
chiari nella mente i principi direttivi dell organizzaziùae: ecdestastica
degl’inizi del Cristiane imo ara facile cercare quelle forme orgamz
■ zative spiritualmente identicHe a quelle apostoliche, anche se alqumào
diverse nei dettagli pratici, che meglio rispondano alle necessita del/al
nostra epoca.
Poiché ogni epoca ha le sue necessita, alle quali si conmen rispondere senza uscire dai pnnicipi spirituali die guidavmo la Chiesa primitiva- ma non è affatto detto che i dettagli pratici della organizzazione ecclesiastictt debbano essere m ogni epoca identici a quelli della!
Chiesa Apostolica.
Ecco perche noi riteriiamo ohe la nostra Chiesa, anziché affiAiCar«i a riprodurre la orgamzzazione ecclesiastica primitica, magari forzan
do alquanto i testi, o addirUtura conservando solo I apparenza o i nomi
di quella organizzazione, mentre se ne muta profondamente la sostiÉnza farebbe meglio a mettere bene m Luce i principii fondamentali itidubbi sui quali era basata la Chiesa Apostolica, costruendo po-, oU quei
prinapii- il sistema ecclesiastico che verrà ritenuto piu utile in ogni fipoco- -senza restare legata a dei dmagh organizzativi che appaiano mparati. '
Abbiamo detto che talvolta Si conservano le apparenze o i nlomt
della organizzazione primitiva, mentre se ne muta profondamente la
sostanza.
Valga un solo esempio.
Il giorno in cui la Chiesa, sviluppandosi, si e convinta che occorreva provvedere un Mimsterio regolare e competente, ed ha atcbilito che
dei giovani che si sentivano chiamati da Dio, fossero me-si a patte A
istruiti e preparati per il Mmisterio in modo che le Chiese potessera
fi iure della loro guida competente fi specializzata, il sistema delle Chiese Apostoliche è stato radicalmente mutato. Perche il sistema che vien
chiamalo « presbiteriano » cesso di essere, a rigor di termini, tale,
quando ammette una categoria di fedeli specializzati fra i quali le Chic
se debbano tassativamente scegliere i Pastori o « Anziom » come li
chiamavano anticamente.
Occorre riconoscere questo dato di fatto con obbiettività.
Orbene siamo noi convinti che il sistema apostolico debba essere
riprodotto alla lettera, in ogni dettaglio organizzativa, dalle Chiese.,
Allora ciboliamo il Pastorato speciali zzato come viene oggi praticato in
tutto il mondo, e torniamo all Anzianato primitivo.
Ovvero siamo noi convinti che il sistema Apostolico vada oegtnto nel
suo spirito- nei suoi principu. ma non necessanameilte m tutti i suoi
dettagli organizzativi, che ogni epoca deve stabilire a seconda delle, sue
necessità pratiche? Allora siamo nel giusto anche con la nostra attualé
organizzazione : e non abbiamo bisogno di fare eipnlibrismi per appari
re fedeli alla lettera del siste/iw* apostolico o di moltiplicare le cif|fiiso
eruzioni in seno alla Chiesa o di chiamare con nomi apostolici degli iif
fici che sono in realta totalmente diversi nella loro sostanza.
Chiamiamo Pastori i ministri di culto: chiamiamo Predicatoli laici
(o con altri nomi che meglio rispondano al loro ufficio) quei friftelh i,
quali pué non potendo consacrare tutta la loro attività al nuiusterto,
hanno pero ricexmto da Dio doni utili di mmisterio e „ono pronti a met
terìi al servizio della Chiesa nei limiti delle loro possibilità. chiamiamo
Consiglieri i membri del Consiglio; ovvero, se si preferisce, conservviit
nio pure i nomi tradizionali di « Anziani e Diaconi » ma con la chiara
intesa che il loro ufficio e definito ui base alle iwoeaSvtA attuali iM-la
Chiesa 0 senza voli rii costringere a compiere funzioni che non siano
quelle per le quali le Comunità attuali li eleggono.
Altrimenti .se continuiamo a voler imitare i noim ed i dettagli organizzativi del passalo anche quando non cor, ispondono piu alle attuali
esigenze, finiremo col disorganizzare le Chiese ed allotUanure dùigli uf
fici ecclesiastici le persone piu adaite.
Non abbiamo noi udito recentemente avanzare perfino la proposta
■— allo scopici di mantenere agli Anziani il carattere che avevano nella
Chiesa primitiva___d^ sottoporli ad esami di teologia e A predicandone?
Naturalmente dopo qualche Ìesto/icino o qualche lettura che dovrebbe
trasformarli in poco tempo in teologi dotati A quelle die si defmsce co
munemente (senao intenzione di far dei% umorismo) « una sena ed
adeguata preparazione d.
Ecco dove -I rischia di ondare quando si segiutna delle teoria cere
broli anziché preoccuparsi delle reali necessita orgaruzzative della Chic
sa terrena della nostra epoca.
Paolo Bosio
4
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'b’EOÙ HJmÆ VALLI VALDESI
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ANGRÒGNA - Capoluogo
Il culto all'aperto in località « Fun. ;
tana Ohitouna » (Bougnouea) avrà
luogo ìa,'4.osmmaa,9ld obgosto alle ore 16.
Domenica 7 agosto,' nel corso del
culto al l’aperto a Prassuit, sono stati
presentati al Battesimo i. bambini
liertin Damele, Ma/reg e Ester di Davide e di Payronel Rosetta (Vernè).
Il Signore benedica i bam];)ini ed i
genitori. e. a.
LUSERNA S. GIOVANNI
Annunciamo fin d’or» che Vannuo
Bazar della Comunità di Lusema S.
Giovanni avrà luogo giovedì 18 Agosto nolla restaurata Sala Albwin,
con inizio alle ore 15. ^
La manifestazione si preannunzia
promettente e oonfidiamò che i membri della nostra comunità e gli amici tutti vorranno parteciparvi.
E’ giusto che i nostri giornali diano
un oenno neerologico delle persone ohe
si sono particolarira^te distinte nel
nostro ambiente. Ma sarebbe ingiusto
non accennare affatto ad altre persone che barn reso dei servizi assai più
modesti, ma pur preziosi. Ciascuno ha
rioeivuto una 'particolare vocazione.
Quel die vale, dinanzi a Dio, è la fedeltà nell’ademipimento delle proprie
mansioni.
Molti ex alunni del « Collegio V aldese » ricordano certamente l’antico
bidello
GIOVANNI OHAUVIE
Era un tipo caratteristico. Sempre
gioviale, sempre servizievole. Era stimato ed amato da Professori ed alunni, I Professori lo trattavano famiglianmente, sicuri ch’ei nom avrebbe
mai mancato di rispetto. Agli alunni
egli portava interesse affettuoso. Durante gli esami, approvazioni e bocciature gli cagionavano gioia e dolore. S’interessava della Società missionaria « P radei tomo » e delle Società
letterarie « Balziglia » ed « Eco dello
Studio ». Nelle oosidette Sedute Anniversarie, era capace di prender la
parola, e se la oavàva bene. Era fedele monitore della Scuola domenicale
allora diretta dal rimpianto Prof.
Giovanni dalla.
Ei vide passare molte generazioni,
ed accoglieva festosamente gli antichi
alunni die capitavano a Torre Pellice. Anch’eesi lo rivedevano con piacere.
Egli s’è addormentato, la sera del
23 Luglio, nella bella età di 84 anni,
nell’Asilo per Vecchi, di S. Giovanni,
amoro^imente curato dall’ottima Suor
Italia. Fino all’ultimo, diè prova di
fede e di bontà.
Dinanzi a Dio, siam tutti eguali.
Ed è bene che la Ohiesa ricordi con
riconoscenza tutti quelli che le han
reso servizio, anche nei più modesti
incarichi. Soprattutto quando abbiamo dinanzi agli occhi degli esempi di
fedeltà al dovere.
G. Bertinotti.
trovano in mezzo a noi diamo il nostro
saluto affettuoso. Speriamo che i no# stri rorenghi comprendano l’importanza dell’amibicnte sano e sereno
creato dai nostri fratelli e si adoperino perchè all’interesse antepongano
la gioia di avere in casa loro quelli
che 'posseggono la connuuie eperamaa
nel Signore Gesù.
Il nostro annuale bazar di beneficenza avrà luogo, D. v., a Piamprà
in occasione della festa del 15 agosto.
Fidiamo nella collaborazione di tutti
per la buona riuscita della vendita e
delle lotterie.
SAN GERMANO CHI50NE
L’annua riunione al Scmffle è fissata per domenica 31 agosto aller ore
.15,30.
VILLASECCA
La Sig.na LiKwna Yiglielmo, figlia
del nostro maestro dei Chiotti, ha conseguito con 'bellissima votazione il di.
ploma di Abilitazione Magistrale. Ci
rallegriamo con la famiglia e con la
neo maestra, augurandole una carriera benedetta.
il 10 luglio, U ¿ulto dorncmcale è
stato presieduto dal past. Paolo Marauda, mentre il Pastore aooorapagnava. all’Alpe Cialancia alcuni gio.
vani deìVUrnione Giovamle, gentil,
'mente invitati daj consoci Ida e Ar.
turo Gardiol; e la domenica seguente, la chiesa ha avuto il piacere di u'dire la predicazione del « suo » Cand.
Min. Teofi'lo Pons. Li ringraziamo vivamente per la loro collaborazione.
Sin 'dalla fine di giugno, abbiamo
cominciato e stanno oontinu'ando con
ritmo regolare le riumoni domenicali
estive, per lo più all’aperto nella regione delle « Miande ». Ad una di esse (Linsardo) è stata battezzata la
bimiba Befourn Bosalia di Enrico, per
la quale rinnoviamo ì migliori cristiani.
Il Cbneistoro prosegue, m^odestamente secondo le sùe possibilità limitate, la sistemazione dei propri Stabili ;. col concorso di tutta la popolazione interessata e mercè il generoso
aiuto del Comune, è stata costruita
aH’Albarea una bella camera annessa
alla ISouola, di cui queirinsegnante
ha già potuto uSUifruire; analogo
Incontro al colle dell^ Croce
RCRÁ
In occasione della festa del XV ogosto a Pianprà avrà luogo il bazar
annuale con buffet. Si prega di portarsi un bicchiere.
Bingraziamo il Professor Gino Costabel, il Professor Ludovico Paschetto e l’anziano Tourn Aldo per i messaggi che ci hanno rivolto in questi
ultimi mesi.
Abbiamo celebrato il servizio funebre di Odin Fiorentina ved. Tourn e
di Malan Giovanni Daniele, entrambi
appartenenti al quartiere delle fucine. 'Siamo lieti di aver potuto rivolgere un messaggio di speranza e di
vigilanza cristiana ad un pubblico
difl5cilmiente visibile ai nostri culti
domenicali. Siamo fiduciosi ohe coloro i quali sono stati provati ricevano
la sola, vera, eterna consolazione ohe
scaturisce da cuori per i quali Cristo
ha un significato profondo.
Diamo un caldo benvenuto ai nostri
villeggianti evangelici che ancora
quest'anno portano in mezzo a noi una
nota simpatica dì zelo, entusiasmo e
gioia cristiana. Ai fratelli di (Bari,
Firenze, Genova, Venezia, Torino, Milano, e di altri centri ancora <àie si
Il tradizionale incontro fra i Bi formati della Ohiesa di Francia ed i Vaidesi al Colle della Croce ebbe luogo
quest’anno il 31 luglio, rinnovando
quella fraterna comuinione che ebbe origine nel 1834 allorquando i giovani
di Arvieux in Val Queyras e di Villar in Val Pellice, guidati dai lo.ro
Pastori, si dettero convegno su quel
Colle, a significare che le barriere imposte dagli uomini non potevano inipedire che si cantasse d’un sol cuore,
che si pregasse d’un sol spirito, che si
spiezzasse il pane, uniti in una sola
fede in un’unica speranza. Dopo di allora, ogni anno, quei giovani a cui si
erano aggiunti altri giovani e
meno giovani Valdesi e Biformati
francesi, sj ritrovarono puntualmente sul Colle alpino che unisce le Valli
del Pellice e del Queyras, per rendere
concreta la loro comiunìone attorno alla mensa del Signore. La guerra non
fu che una pausa, dolorosa, ma salutare, poiché nella sofferenza, nella separazione, coloro che altre volte avevano partecipato ai fraterni moontri,
dovevano affinare il loro spirito nel
desiderio di rinnovare in modo più
caldo, più cordiale, la comunione coi
fratelli e di far partecipare altri ai
benefici di tali incontri.
Già il sabato sera una lunga fila si
snodava sul faticoso sentiero ohe sale
alla conca del Pra da Villanova; fin
qui ognuno aveva usato i mezzi ohe
più si convenivano alla sua fantasìa
od alla sua borsa : i semplici piedi per
i prudenti e i meno fantasiosi, le biciclette per gli sportivi ad ogni costo,
un gruppo di capitalisti italo-amerieani salì in un traballante camioncino che ad ogni rigagnolo doveva far
acqua per non bollire, un magnate
dell’industria in 1100, un Pastore spin.
Se il suo mosquito fino a Villanova
forse per far godere anche al motore
i benefici dell’alta montagna.
Nella prima luce del mattino seguente già si snodavano i primi gruppi che vedremo giungere al luogo del
convegno carichi di enormi mazzi di
stelle alpine. I francesi saliranno più
tardi ; una comoda carrozzabile li porterà a breve distanza dal Coll© e cosi
li vedremo giunger© con un aspetto più
cittadino, quasi a significare il contrasto fra la dolcezza dei loro pendìi
erbosi e la pietrosa asprezza dei nostri dirupi : contrasto ohe, in un certo
senso, si rileverà nei convenuti stessi,
pieni di vita esuberante, chiacchieroni, spregiudicati i francesi, più taciturni, lenti, pacati i valdesi; contrasto però ohe diventerà complementarietà e dimostrerà ampiamente come
il vincolo della fede che ci Uinisc© trasfoimi le nostre stesse nature in una
comunione vera e vissuta.
Convegno alle Hi P<Xio dopo sì inizia il culto in un vasto anfiteatro naturale; al centro un semiplioe tavolo
apparecchiato per la mensa dei Signore; presiedono i Pastori Arnaldo
Gente di ®obbio e Jacques Oadier di
Arvieux : lettura della Parola, preghie.
ra ,canto, brevissimi messaggi, annuncio della nascita del Salvatore,
nascita che non si ripete una vidija all’anno nei giorno di Natale, jna ogni
giorno, ogni istante, poiché Cristo nasce, vive, muore ed ancora rivive in ogni momento per noi, per la nostra
vita, per la nostra saWezza, missione
ed evangelizzazione,., cioè annuncio della Buona Novella per il Giudeo e per
il Greco, salvezza nella Croce; come
il Colle che n© prende il nome unisce
fisicamente l’Italia e la Francia, così la Croce di Cristo salda in un blocco di comune destino di salvezza tutti
i popoli della terra. .Si forma un gran,
d© cerchio per la celeibrazione della S,
Cena ; nella maestà dell’ambiente, nella profonda commozione di tutti i Pastori Genre, Cadier, Jahier, Geymet
e Meyer, accompagnati da anziani di
Bobbio, Villar © di altre parrocchie,
spezzano il pane ed offrono il calice
della Comunione; un istante di racco,
glimento intenso, di tensione silenziosa, di fraternità vimile, poi la benedizione che accompagna con le sue espressioni di pace e di conciliazione
i fratelli ohe si spargono in gruppetti
di amici © parenti a consumar© il
pranzo.
Nel pomeriggio i convenuti ancora
si riuniscono, J più giovani animati
dalla gioisa foga del Pastore Mordant,
e poi ancora tutti, sotto la guida del
Pastore Jahier di Como, per udir© i
brevi e pur incisivi ed efficaci messaggi dei pastori Giovanni Tron deH’Uruguay, Verniert del Madagascar, Gejf.
mct del Villar, Mordant reduce dall’Indocina qual© cappellano militare,
intercalati da canti di gruppi di giovani esploratori di Cannes, Marsiglia,
Nimes, Arles eoe., ed ancora da uin
Giudo di Sibaud che una corale improvvisata, diretta dal sig. Jouve di
Torre Pellice, riuscì ad interpretare,
se non perfettamente, almeno in modo
ohe se ne sentisse la sincerità © la
commozione dei cantori improvvisati ;
infine 1© voci di tutti si elevarono
chiare e vibranti nel potente e maestoso
inno di Lutero e le mani si intrecciarono nella catena delPadidio, ohe nel
cuore di tutti era un addio, ma
un arrivederci, una promessa di ritrovarci, di parlarci ancora, di comprenderci, di cantare, di pregare, di comunicare d’un animo solo, di una sola volontà.
La separazione portava noi a risalire verso il Colle, mentre i francesi
scendevano la dolce valle del Qeyras;
sul Colle abbiamo incontrato un numoroso gruppo di giovani esploratrici
francesi, che avevano voluto vedere
com’era fatta l’Italia, abbiamo dato
loro le ultime pagnotte di pane bianco che ci restavano, quasi a suggellare
con questa umile offerta, la cenere,
tozza di quella comunione ohe ci aveva
uniti durante tutta la giornata, segno
visibile della realtà della vita e della
Salvezza i>n Q^ù Cristo. L. ®.
provvedimento è allo studi© per l’im.
portante Frazione del Trussan.
Nei due Quartieri suddetti è stato
imipartito,. rinverno scorso, l’msegnamento deMa Bibbia e del Fnmeese da,
due Incaricate dal Concistoro ; rispettivamente sig.ra Adelina Bertoochio
e sig.na Luigia Clot. Ad entrambe la
chiesa è grata per la loro fatica disinteressata e non inutile.
VILLAR PELLICE
II Siigitior© ha richiamato a sè la nostra sorella Berton Jiidith nata Vigne,
di anni 86 e residente a Liussa. Da
qualche anno non aveva più potuto
scendere al capoluogo e dà vari mesi
le sue forze sempre decrescenti non le
permettevano 'più di lasciar© il letto..
Aspettava la venuta del suo Signore
con desiderio intenso © sopportava
oon mansuetu'dine esemiplare le .su© sofferenze. Le poche visit© che giungevano fino a lei dopo il faticoso cammino
della valle Liussa restavano edificate
dalla sua fede e commosse dalla sua
pietà fervente.
L’accomipagnamento funebre ha avuto luogo in uno dei più caldi pbine.
ri'ggi estivi. La bara è stata port.ata
a braccia per tutto il lunghissimo per.
corso da quattro fratelli in fede. La
comunità notevolmente rappresentata
ha espresso al nonagenario sig. Berton
Joseph, aH’anziano Abraamo Pons con
la sua compagna eh© son più direttamente colpiti da questo lutto, la sua
vivente simpatia.
esercito della Salvezza
A oomplemento dell’annunziu pubbiicato su quest© colonne la settimana
scoi sa, siamo in grado 'di annunziare
che, in caso di tempo piovoso, le <iue
adunanze del .16 Agccto (ore li e ore
15) anziché esser© tenute nel castagneto dei Coppieri, !> saranno nel.a iSeuo.
la dei Coppieri gentilmente, com'essa.
Si ricorda pure radunanza delle sera
all© 20,30 nella Sala di P ¡azza delia
Libertà, e presieduta come le dn© precedenti, dalla Colonella Peyron, Capo dell’Esercito della Salvezza in Ita.
Ha.
Di grand© importanza, l’annunzio
che, dal 21 al 28 Agosto, la predi tra
Colonella dirigerà una missione di Bisveglio e di Salvezza nella Sala del
Circolo Fratellanza, Piazza Mercato
del bestiame. Ogni alle 20,30, la
Colonella aiccompagnata dia diversi
Ufficiali, presenterà l’Evangelo di Cri.
sto, potenza di Dio per la salvezza de.
gli individui © dell© nazioni.
Pro valli - Società Pedagogica
— La Società Pedagogica Val.
dose indice il suo Congresso A'nnuale
a Torre Pellice nei giorni 9 © .10 Settembr© al quale. Professori e Maestri
evangelici di tutta Italia sono vivamente invitati. E’ in programma pej'
il 9 Settembre una gita a Praly con
visita ad Agape e alle Cave di Talco
e Grafite di Val Chisone.
Il giorno seguente, studio e discussioni su argomenti di carattere pedagocico. Esame ed approvazione dello
Statuto della S. P. V. © nomina del
Seggio.
ATTENZIONE! II proasinu) numero dell’Eco delle yalll uscirà li 26
Agosto; il numero del 19 corr. sarà
sospeso per le ferie di ferragosto.
Monsieur ©t Madame Balph FerrarisKoeher ont la grand© joi© d’annoncer
l’heureuse naissance de leur petit
T)enny- l^onald
1 Plateaiu de Ohampel — GE'NEVE
le 4“ Août 1949.
La famiglia Danna, commossa per J
Vimponente dimostrazione di affetto
tributato alla loro i/ndimenticabile.
mamma
Maria Margherita Tribolo
ved. Danna
nelVvmpossfibiUtà di fanio personal,
niente, ringrazia tutti coloro che, in
<ruuls'iasi modo hanno preso parte al,
loro grande dolore.
Torr© Pellice, 8 agosto 1949.
Le famigl%Q Sibilla _ Oudry, coni,
mosse per l’imponente dimostrazione di affetto tributata alla loro
indimenticabile E spinta.
Maria Sibille in Oudry
ì'ingrazia/ìio tutti coloro che., in guai,
siasi modo, hanno pi-eso parte al lo.
ro dolore e ringraziano in sjfecuil
modo le swn-e dell’Ospedale Valete.
•«, la sig.na Jervis © il medico curante flou. De Betti ni.
Torr© Pellice, 6 agosto 1949.
Il Prof. Silvio Pons e famiglia, nell’imipossibilità di farlo individualmente, ringraziano quanti hanno pre.
so parte al loro dolor© per la dipartita, per la Patria Celeste, del loro
'dilettissimo
Guido Alberto
diciannovenne.
Era venuta, la sua ora di passare
da questo mondo al Padre.
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