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Anno 117 - N. 47
20 novembre 1981 - L. 300
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BIBLIOTKCA VALDFcK
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
UN PROBLEMA SEMPRE PIU’ GRAVE
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ili risia
Che senso può mai avere battersi perché armi, nucleari o no,
vengano limitate o portate a livelli di diversi equilibri, quando
è ben noto che le due parti in
causa dispongono ciascuna di un
potenziale di armi in grado di distruggere da tre a quattro volte
l’intero pianeta? L’equilibrio totale a zero (ovvero il disarmo mondiale) essendo allo stato delle
cose pura astrazione, non vi sarebbe nessun vantaggio, anche
se si riducesse ad un terzo (la
distruzione totale del pianeta sarebbe comunque assicurata) lo
intero armamentario disponibile.
E allora, si deve forse assistere inerti a quanto di terribile sta
realmente accadendo nel mondo? Certamente no; ma dovremmo, come cristiani, cercare di andare più a fondo sulle cause che
hanno dato vita a così spaventoso problema. Stiamo vivendo una
lotta per il controllo del pianeta
tra due superpotenze che, per ora
giocano sulla pelle degli altri con
le numerose guerre locali, ma
che potranno anche arrivare al
catastrofico scontro finale o magari ad un accordo tra di loro
che ripartisca equamente il controllo globale, sulla testa di chi
si ridurrebbe ad esserne l’oggetto. Ed è proprio qui il punto. Da
una parte si tende al controllo
mondiale con le armi della forza,
della tecnologia e con l’aiuto di
quello strumento imperialista
che è diventato il dollaro. Risultati: la situazione del Centro e
Sud America, del Medio Oriente,
di vaste zone dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa; nonché le minacce della bomba atomica deterrente da sparare non sulla
Russia, ma su zone europee.
Dall’altra si fa esattamente la
stessa cosa con le armi della forza e della tecnica e con l’aiuto
di una ideologia che, nelle sue
realizzazioni, è andata sempre
più degradandosi a strumento
imperialista; nonché con i sottomarini carichi di armi atomiche
che viaggiano in casa altrui.
È questa situazione di conflitto che è la base delle minacce
alla pace, e ad essa dovremmo
opporci per sottrarcene noi e
quelli che verranno dopo di noi.
Un mondo dominato da una delle due parti, o, forse peggpo, da
un accordo tra le due, sarebbe
un ben triste mondo in cui si
potrebbe parlare di libertà solo
nei libri di storia, se pure se ne
scriveranno ancora.
Ed allora questo è il momento
di mobilitare tutte le nostre forze, se non è già troppo tardi. Non
per perderci nel calcolo di quali e quanti ordigni, rossi o a stelle
e striscie ci minacciano; e neppure _ nelle valutazioni di chi è stato il primo e di chi non riesce
più a fermarsi. Quello che dobbiamo rifiutare è la riduzione di
questa « aiuola che ci fa tanto
feroci » a teatro di una guerra
di potere dalla quale, qualunque
ne sia l’esito, abbiamo ben poco
di buono da attenderci.
È utopia? può darsi. Ma l’utopia può anche essere nel programma per il cristiano, se si
pensa come egli non ha saputo,
e non sa, in venti secoli ottenere
la realizzazione del Messaggio Evangelico, che rimane comunque
come mèta ultima.
Niso De Michelis
Disoccupazione e crisi sociaie
Le innovazioni tecnologiche, le esigenze (di profitto (delle imprese producono profondi mutamenti sociali: cambiano anche le modalità del lavoro - Importanti contributi delle chiese
La disoccupazione è in aumento in tutta l’Europa occidentale.
Recentemente l’Eurostat, l’ufficio
di statistica della Comunità Economica Europea (Cee), ha comunicato che alla fine di agosto di
quest’anno il numero dei disoccupati nei paesi della Comunità
era di 9.135.700 persone, con un
tasso fissato suir8,3% delle forze di lavoro ma soprattutto con
una crescita altissima rispetto
alla stessa data del 1980 ( + 32,8
per cento).
Con oltre 2.900.000 disoccupati
è la Gran Bretagna ad occupare
11 primo posto nella graduatoria
della disoccupazione nei vari
paesi. Ma subito dopo con oltre
2 milioni di disoccupati vengono
la Francia e l’Italia, mentre in
Germania occidentale il numero
dei disoccupati ha raggiunto il
milione e quattrocentomila. Secondo l’Eurostat se continuerà
la stessa tendenza alla fine di
quest’anno avremo nella Comunità Europea almeno 10 milioni
di disoccupati, che diventeranno
12 milioni alla fine del prossimo
anno.
Anche se questi dati non sono certo una novità in assoluto,
resta comunque il fatto che il
fenomeno della disoccupazione
ha raggiunto cifre veramente
impressionanti quanto al ritmo
di crescita: basti pensare che in
Germania occidentale la disoccupazione è cresciuta in un anno
del 49,1% (+ 450.000 persone) e
in Gran Bretagna del 46,9%
(+ 940.000 persone).
La situazione italiana
Con 2.013.000 persone in cerca
di occupazione e un tasso di disoccupazione deH’8,8% la situazione italiana è intermedia tra
quella inglese e quella tedesca,
ma il tasso di aumento della disoccupazione è decisamente inferiore ed è stato solo (si fa
per dire) del 11,1% in un anno
(+ 200.000 persone). Però il quadro cambierebbe se si tenesse
conto della fortissima crescita
del ricorso alla cassa integrazione guadagni che è avvenuto nello stesso periodo.
AH’interno del nostro paese
permangono forti squilibri territoriali e la disoccupazione è
molto più forte nelle regioni meridionali (945.000 persone disoccupate pari al 13% della forza
lavoro, ma il tasso di crescita
della disoccupazione è stato
molto maggiore al nord (+21,4
per cento) e al centro (+20,9
per cento) che al sud (+ 1,5%).
La crisi del lavoro
nell'industria
In tutta l'Europa occidentale
sono in crisi i posti di lavoro
nell’industria. Dopo una fase di
sviluppo senza precedenti nel periodo successivo al 1948 e fino
alla metà degli anni 70, l’industria europea è entrata in una
fase di ristagno dovuto da una
parte ad una crisi di sovraprodu
Ventanni di Riesi
A.
1; *
Davanti alla Chiesa valdese di Riesi i ragazzi salgono sullo
scuolabus per raggiungere la scuola del Servizio cristiano.
A p. 4-5 il nostro servizio per i vent'anni di quest’opera.
zione e dall’altra alla crisi del
modello di sviluppo industriale
che si basa sull’uso di risorse
non rinnovabili sia sotto la forma di materie prime che di energia.
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Cristo, una volta per sempre
« A noi conveniva un sacerdote come lui, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori e elevato al di sopra dei cieli il
quale non ha ogni giorno bisogno, come gli altri sommi sacerdoti,
di offrire dei sacrifìci prima per i propri peccati e poi per quelli
del popolo; perché questo egli ha fatto una volta per sempre, quando ha offerto se stesso». (Ebrei 7: 26-27).
L’autore dell’Epistola agli Ebrei
predica che Cristo è la fine del
Tempio, del sacerdozio, del culto
sacrificale. Qui sta la sua originalità; anche se non si tratta di
originalità ^ assoluta; l’atteggiamento di Gesù già indicava in
questa direzione (Matt. 12: 6;
Marco 13: 1 s.); e Paolo stesso sa
di Cristo che si dà come prezzo
di riscatto (che però è immagine
piuttosto profana, giuridica), in
sacrificio e che (Rom. 8:^ 34) intercede per noi e fa così da mediatore. Tuttavia sono accenni,
spunti non sviluppati: li sviluppa
invece in modo sistematico il
« dottore » della chiesa primitiva
che ha scritto questa Epistola.
Applicando il sistema della interpretazione « tipologica » (una figura, un fatto delVA.T. sono il
« tipo », il cenno anticipatore) afferma che non il sacrificio continuamente ripetuto, nemmeno il
sacrificio annuale del sommo sacerdote nel gran giorno delle
espiazioni, ma il sacrificio cruento di Gesù, il Figlio, ha ottenuto
una volta per sempre (9: 26,28;
10; 10; cfr. 1 Pietro 3: 18) il perdono, schiudendo quindi la porta
del santuario, l’accesso a Dio.
A prima vista, nessuno dei testimoni di Cristo, nel Nuovo Te
stamento, ci sembra così lontano
come l’autore dell’Ep. agli Ebrei,
che ci fa un’impressione assai
strana. Le idee cultuali di cui è
intessuta non sembrano avere
nessuna eco in noi. Ma è poi così
sicuro? E’ proprio certo che per
noi Cristo è « la fine del Tempio »?
Senza soffermarci — perché
non ci toccano direttamente
— accenniamo soltanto ai molti
cidti che tutt’oggi nel mondo
comportano sacrifici sanguinosi;
non di rado — come in molti paesi dell’America latina (ad es. i
culti vudù) — con strane mescolanze pagane e ’cristiane'. Dobbiamo invece dire che il cattolicesimo — e non solo quello superstizioso e primitivo, ma quello del Vaticano II, quello della
enciclica « Mysterium fidei » di
Paolo VI — ci appare come una
chiesa cristiana che non ha preso veramente sul serio l’atteggiamento di Gesù verso il Tempio e
in particolare l’annuncio della
Ep. agli Ebrei. Attraverso quasi
due millenni esso ha sviluppato
e consolidato e continua a confertnare quella che possiamo
chiamare una « teologia del tempio»: il fatto che Dio, in Cristo,
sia oggettivamente (proprio, co
me un oggetto che il sacerdote
maneggia e trasmette) presente
nel tempio, nell’ostia; e che possa essere ’maneggiato', pur con
ogni reverenza interiore, solo da
un clero, da un sacerdozio a ciò
consacrato, mediatore fra Dio (e
Cristo) e gli uomini. L’ostia eucaristica, anzi, è il Luogo Santissimo di questo grande Tempio
che è la chiesa, il corpo di Cristo
gerarchicamente ordinato, attraverso cui passa e fluisce il divino, la comunione con Dio. Ogni
« ripetizione » di quello che non
per nulla si chiama il « sacrificio
dell’altare » è una ripulsa aperta
— ed empia — di quell’« una volta per sempre » che l’Ep. agli Ebrei continua ad opporre ai giudaizzanti di allora e di ogni
tempo.
E noi? Teoricamente l’abbiamo
capito, quell’« una volta per sempre »: non abbiamo e non vogliamo altari, non abbiamo e non vogliamo sacerdoti, non facciamo
sacrifici, sia pure incruenti, non
abbiamo luoghi sacri (anche se
li chiamiamo talvolta impropriamente templi), non abbiamo messe. Ma TEvangclo non è mai, in
nessuno dei suoi aspetti, « scontato » per nessuno. Perciò dobbiamo ricordare e vivere alcune
cose fondamentali.
1) Il sommo sacerdote veramente tale e definitivo Dio se l’è
procurato facendo vivere il suo
Gino Conte
(continua a pag. 10)
In questo quadro l’occupazione
neH’industria è stata messa in
questione dai vari progetti di
ristrutturazione.
Tra questi progetti di ristrutturazione industriale merita particolare attenzione l’introduzione
di nuove tecnologie nella produzione. L’introduzione infatti di
procedure automatizzate (robot,
calcolatori) in generale ha provocato diminuzioni nel numero
degli addetti. La scomparsa di
centinaia di migliaia di posti di
lavoro nei settori elettromeccanico, nella stampa, nell’editoria, negli uffici è certamente da imputarsi alle nuove tecnologie che
vengono ormai chiamate in inglese « job killers » cioè « assassini di posti di lavoro ».
Il lavoro nei servizi
Dall’industria l’introduzione di
queste nuove tecnologie è passata anche al settore dei servizi,
che finora era stato il settore
che presentava una crescita costante nel numero degli addetti
ed era caratterizzato da una prevalenza del lavoro umano rispetto agli investimenti in macchinari.
Oggi anche in questo settore
si sta verificando una conversione ed uno spostamento degli investimenti verso gli acquisti di
macchinari di procedure automatizzate.
Persino il nostro sinodo ha votato un ordine del giorno in questa direzione per quanto riguarda gli uffici amministrativi!
La tendenza alla contrazione
dell’occupazione nella produzione di servizi è destinata sicuramente ad aumentare con l’uso
di più sofisticate apparecchiature
informatiche capaci di riprodurre le funzioni intellettuali superiori quali l’apprendimento, il riconoscimento delle forme, e la
interpretazione del linguaggio
naturale, cioè capaci di sostituire l’uomo in molte fasi della progettazione e della ricerca.
Giorgio GardioI
(continua a pag. 10)
2
T
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20 novembre 1981
DALLE ASSEMBLEE DI CIRCUITO
INTERVISTA Al CONIUGI GARUFI
Se l’Eterno non edifica...
Cambio pastorale
Con un culto presieduto dal
past. G. Lento, che ci ha offerto
una meditazione sul testo di
Matt. 9: 35-38, domenica 25 ottobre s’è avuta l'Assemblea del XV
Circuito. Presenti i delegati delle
comunità di Cosenza e Dipignano, di Catanzaro e Vincolise, di
Reggio Calabria, di Messina e
diaspora, oltre alla presenza del
delegato TV, past. S. Ricciardi,
e del presidente CED, ptist. G. Vicentini, il sovrintendente Gianni
Sagripanti, conclusi i preliminari, ha dato lettura della Relazione del Consiglio di Circuito, in
cui è stato premesso un fraterno
saluto di ringraziamento — per
la loro opera svolta nel Circuito
— ai pastori trasferiti T. Magri e
B. Tron, quindi il benvenuto in
mezzo a noi al past. G. Lento e
all'ev. G. Laganà.
Tra i vari capitoli della Relazione, che hanno suscitato vivaci discussioni e dibattiti, ci sono stati quelli riguardanti « guerra e pace », « evangelizzazione »,
« rapporti tra le Chiese battiste,
valdesi e metodiste », « proposta
di acquisto dello stabile di Dipignano », « giornata di evangelizzazione a Falerna Mare », nonché i problemi connessi ai centri comunitari di « G. L. Pascale »
di Falerna, in seguito alla sua
vendita, e di Bethel in prospettiva della sua crescita. Una Relazione, dunque, che richiamandosi, in buona parte, a o.d.g. e ad
Atti del Sinodo '81 ci ha dato la
possibilità di un confronto di
idee che, seppure a volte controverse, sono state sempre tese a
raggiungere soluzioni possibili o,
quanto meno, adeguabili alle
economie, alle forze e alla buona volontà dei fratelli che vivono e operano nel Circuito. Sul
problema della evangelizzazione,
per esempio, che è sempre presente in tutti i nostri Sinodi, in
tutte le Conferenze distrettuali e
di Circuito, così come quello della pace nel mondo, vi è stata una
vivace discussione sul modo, sui
tempi e sui luoghi che ne consentono l’efficacia. L’evangelizzazione è come lo spirito che soffia come vuole e dove vuole; non
opera, quindi, di programmi fatti a tavolino o in tavole rotonde
o in dibattiti assembleari, in cui
si dimentica sovente che « se l'Eterno non edifica la casa, invano
vi si affaticano gli edificatori »
(Sai. 127). Ogni singolo credente
e ogni singola comunità, pertanto, devono farsi strumento dello
Spirito Santo, quel po’ di lievito
capace di fermentare il grosso
della pasta.
Un problema, dunque, di « fede », più che di volontà e di strategia umane. Per cui anche l’acquisto dello stabile di Dipignano
s’inserisce nel problema « fede »,
che certamente va risolto dopo
un approfondito esame e una seria valutazione dei prò e dei contro che sono emersi nel dibattito.
Andando a Catanzaro, noi del
Consiglio di Circuito, pensavamo
di trovare un’atmosfera spiritualmente un po’ grigia nella Comunità, a motivo della sede pastorale vacante; invece vi abbiamo trovato accoglienza festosa,
gentile e premurosa. E se è vero
che i temi dibattuti durante i lavori non hanno avuto nulla di allegro, però la comunicazione fattaci dal Presidente della CED Vicentini, circa la spontanea decisione di molti pastori del IV Distretto di predicare a turno (secondo un calendario in buona
parte stabilito) a Catanzaro, ci
ha tutti rallegrati e, perché no,
commossi. Il Signore non abbandona mai quelli che lo servono e lo amano.
Un’altra nota di soddisfazione
e di speranza c’era venuta già
dalla Relazione su Bethel, fattaci dal giovane Nuccio Milasi,
membro del Comitato di quel
Centro. Bethel va sempre più
crescendo in interesse e in opere, grazie all’opera dei giovani e,
in particolare, di quelli che indefessamente la dirigono.
L’Assemblea si conclude verso
le 18 con la preghiera. Diciamo
che l’incontro catanzarese è stato interessante e, per certi aspetti, anche proficuo, se si tien conto che il ritrovarsi insieme di
fratelli di comunità dislocate in
centri diversi è sempre un segno
dell’amore e della fede che ci accomuna. un segno della volontà
e benedizione del Signore Gesù
Cristo.
Ernesto Puzzanghera
Maggiore
collegamento
culto di Mezzano per incontri
giovanili e convegni del circuito.
Il nuovo Consiglio di circuito valuterà la proposta.
A. A.
Domenica 25 ottobre ha avuto
luogo presso i locali della Chiesa
metodista di Parma l’assemblea
delle Chiese valdesi e metodiste
deH’8° circuito. I lavori dell’assemblea hanno avuto inizio con
la predicazione del pastore Antonio Adamo delle Chiese di Cremona e di Piacenza. I delegati e
i convenuti hanno esposto i programmi di lavoro per il prossimo
anno, sottolineando la necessità
di un maggiore collegamento tra
le chiese del circuito. L’assemblea si è soffermata sul problema della pace ed alcuni fratelli
hanno ricordato l’impegno del
cristiano per la realizzazione della pace. In modo particolare, in
questo periodo di crisi internazionale occorre che le chiese siano presenti là dove si manifesta
contro la corsa al riarmo e la politica del disprezzo per la vita
umana da parte delle superpotenze.
La questione dell’esonero dalle
lezioni di religione a scuola è stata oggetto di dibattito; dalla discussione è emersa talvolta, in
alcuni dei presenti una insufficiente conoscenza delle posizioni
sinodali e del testo dell’Intesa.
E’ necessario che le chiese svolgano un lavoro di informazione
e formazione affinché vengano
comprese le ragioni teologiche
che ci inducono a rifiutare l’attuale insegnamento religioso nelle scuole pubbliche.
Per ciò che riguarda la Luce, è
stato nominato un corrispondente del circuito, nella persona del
pastore Antonio Adamo, che entrerà in funzione con il 1“ gennaio 1982.
L’assemblea ha infine preso atto con gioia della costituzione
della Federazione giovanile evangelica deU’Emilia-Romagna ed ha
raccomandato alle chiese del circuito di sostenere il lavoro giovanile che può essere uno strumento prezioso di testimonianza
specialmente nella realtà di dispersione della diaspora in cui
vivono molti giovani del nostro
circuito. A questo riguardo è stata udita la proposta del Consiglio di chiesa di Parma circa
l’eventuale utilizzo dell’appartamento sovrastante il locale di
Due azioni
evangellstiche
Con un culto presieduto da
Vincenzo Nigro, incaricato dallo
scorso settembre della cura delle
chiese del Piemonte meridionale,
si è aperta l’assemblea del V
circuito, Liguria e Piemonte sud,
il 31 ottobre. I 28 partecipanti si
sono soffermati in primo luogo
sulle risultanze dell’ultimo Sinodo e nella discussione che ne è
seguita è stata chiarita la situazione delle opere della Chiesa.
L’assemblea con un atto ha invitato le chiese del circuito a ricercare contatti, anche a mezzo
di visite, con le opere — in particolare col Collegio di Torre Pellice — decidendo di mantenere almeno al livello dell’anno scorso i
versamenti effettuati dalle chiese a sostegno delle opere stesse.
In merito all’attività evangelistica, l’assemblea ha espresso il
parere che i temi indicati per la
prossima « settimana della libertà » (questione morale, terrorismo, disarmo) siano troppo poco « nostri » e che converrebbe
concentrare lo sforzo su una settimana da organizzare nell’83 per
il 5“ centenario della nascita di
Lutero. Sul piano delle iniziative
locali invece l’assemblea ha registrato i progetti in corso esistenti a Genova — diffusione di
Bibbie e Nuovi Testamenti negli alberghi e ristoranti cittadini
in collaborazione con l’organizzazione detta dei « Gedeoni » che
si occupa specificamente di questa diffusione — e Savona —
azione di promozione esterna
della Luce a mezzo di un banco
libri e giornali e del manifesto
in preparazione da diffondere
nella città.
I rappresentanti delle altre
chiese hanno chiesto di essere tenuti dettagliatamente informati
su queste iniziative in vista della
loro attuazione nelle loro città.
Si parla spesso delle reazioni
di una comunità al cambio di
pastore; non altrettanto spesso,
forse, dei sentimenti di un pastore — e della sua famiglia —
al momento di lasciare una comunità, specialmente se il trasferimento avviene, come in questo caso, dopo molti anni. È per
vedere le cose anche da questo
punto di vista che abbiamo rivolto alcune domande al pastore
Garufl e alla moglie nel corso
dell’àgape che il 25 ottobre si è
svolta alla Foresteria di Venezia
dando modo alla chiesa di dare
il suo saluto ai coniugi Garufl e il
benvenuto al pastore Berlendis e
alla sua famiglia.
accorti che ci voleva bene anche
se non dava grandi manifestazioni esteriori, e ce lo ha dimostrato nei momenti più opportuni. Lo
si è visto anche in questi Culti
di saluto. Ho ricevuto anche un
apporto di pensiero e riflessione
dai membri di chiesa più preparati.
— Dopo undici anni, che effetto vi fa lasciare Venezia?
Aurora Garufl — Lasciare la
città è per me un grande dolore
perché mi ci sono trovata benissimo. Amo Venezia e ci starei per
sempre; la gente è simpatica e
affettuosa, socievole anche se inizialmente si potrebbe pensare il
contrario.
Agostino Garufl — Sì, il rapporto umano è molto facile. Io però
vorrei parlare della comunità.
Lasciare Venezia mi fa lo stesso
effetto che mi ha fatto lasciare
le altre dove sono stato: mi è
sempre rimasta una grande nostalgia. Credo che porterò sempre in me dei volti, situazioni,
cari ricordi. Rimarrà sempre il
legame di affetto che ho trovato
in questi ultimi anni.
— Tli, Aurora, sei sempre stata vicino a tuo marito nel suo
compito; il pastore Kleeman nel
suo saluto ha j>arlato di un tuo
particolare carisma nei rapporti
col prossimo. Quali sono stati i
tuoi rapporti con le comunità?
Aurora Garufl — Io mi lego
moltissimo alle comunità e provo sempre un gran dolore a lasciarle. Qua però non ho potuto
dare molto, specialmente alla comunità di Mestre e alla diaspora. In Calabria ho potuto fare
di più perché ero più libera, ma
qua, avendo avuto p>er dieci anni
il lavoro della foresteria, me ne
è mancato il tempo materiale.
Sono stata più in contatto con
la comunità di Venezia e solo
negli ultimi mesi ho potuto frequentare maggiormente i membri di chiesa di Mestre e diaspora. Questo rapporto però mi è
mancato e ne sento un rammarico e anche un rimorso.
— Al momento di lasciare una
comunità, è normale fare un bilancio?
Agostino Garufl — Il bilancio
non spetta a me farlo. Si vedrà
in futuro. Posso dire che mi ha
sempre tanto rallegrato vedere la
comunità molto viva e partecipe.
Aurora Garufl — La comunità
ha sempre collaborato; sono molti i fratelli che lavorano nella
chiesa.
— Che cosa hai dato, e che cosa hai ricevuto da queste comunità?
G. C.
Agostino Garufl — Quello che
ho dato non lo so; lo sa il Signore. Ho ricevuto simpatia, solidarietà, collaborazione, ricchezza interiore. Molto affetto, anche
se nei primi tempi non lo notavo: io e la mia famiglia avevamo
l’impressione che la comunità
fosse distaccata, ma poi ci siamo
— Quali speranze e quali propositi avete ora che lasciate Venezia per Intra?
Aurora Garufl — Io desidererei essere vicina alle comunità,
a tutte, perché spero che non si
ripeta la mancanza di rapporti
con una parte di esse. Spero di
inserirmi di più fin dal principio.
Agostino Garufl — Speranze
di continuare il mio lavoro e dare il meglio che posso. Di poter
legare bene con questi fratelli
come ho legato con le altre comunità.
Come conclusione possiamo
aggiungere, senza pregiudizio per
il pastore Berlendis al quale diamo un cordiale benvenuto, che
la partenza del pastore Garufl
non è stata sollecitata né desiderata dalle comunità di Venezia e
Mestre. Ma giacché deve lasciarle, possiamo dare ai coniugi Garufl un cordiale saluto ed un
sincero grazie per il ministero
che hanno svolto tra noi con rettitudine, umanità e bontà.
a cura di
Roberta Colonna Romano
DALLE CHIESE
Prepararsi insieme per la predicazione
TORINO — Una quarantina di
membri delle chiese del IV circuito, Piemonte e Valle d’Aosta,
hanno trascorso domenica 15 novembre una profìcua giornata insieme al prof. Bruno Corsani nel
quadro di un programma del circuito per la promozione e il coordinamento della preparazione
dei predicatori locali.
Una chiara ed essenziale introduzione ai problemi della lettura
dell’Apocalisse, presentata in una
mezz’ora precedente il culto, ha
permesso ai partecipanti di seguire con maggiore preparazione la predicazione che il prof.
Corsani ha poi tenuto nel culto
di C.so Oddone. Dopo un’àgape
con la comunità il lavoro è ripreso nel pomeriggio con una lezione su « Principi, tecniche e strumenti per la lettura del Nuovo
Testamento » in cui il prof. Corsani ha sottolineato soprattutto
la necessità di ricollocare il testo biblico nel suo quadro storico, teologico, sociale, per raggiungere una comprensione autentica e profonda del suo messaggio passato e attuale. Il docente della Facoltà di teologia
ha saputo adattare il suo insegnamento alle necessità e possibilità della formazione dei predicatori locali fornendo inoltre
preziose e concrete indicazioni
tecniche per lo studio del testo
adatte a chi non dispone di vaste biblioteche teologiche e non
conosce le lingue bibliche.
Una parte dell’animata discussione è stata anche dedicata al
programma proposto dalla Commissione Permanente Studi per
la preparazione dei predicatori
locali a cui erano particolarmente interessati i circa 15 iscritti al
corso del circuito ed altri potenziali partecipanti. Non esistendo
però un vero e proprio corso, ma
solo un programma di studi, è
emerso il disagio per uno studio
individuale che può risultare diffìcile e scoraggiante malgrado il
vivo interesse e impegno già dimostrato. E’ stato quindi deciso
di organizzare un minimo di lavoro comunitario con un sabato
pomeriggio mensile, con sede a
Ivrea, a cura di alcuni pastori del
circuito. La prima riunione, fissata dopo la conclusione di questa bella e intensa giornata, avrà
luogo sabato 5 dicembre (ore ISIS) con la partecipazione del pastore F. Giampiccoli.
to, si è svolta la seconda edizione
dell’assemblea di chiesa congiunta dedicata al rapporto dei deputati al Sinodo. Dopo l’àgape
comunitaria e sotto la presidenza di N. Mannucci, Giorgio Spini
(Chiesa metodista di via dei Beaci) e Marco Jourdan (Chiesa valdese di via Lamarmora) hanno
riferito sui lavori sinodali. Spini,
che come è noto è membro della Tavola valdese, ha sottolineato il fatto che le chiese valdesi
e metodiste sono ora percepite
dal paese non come una minoranza emarginata ma come una
componente attiva della vita culturale italiana.
mente scossa dalla dolorosa dipartita del fratello Andrea Anziani che ha significato una grave perdita per la testimonianza
della fede evangelica e per la
predicazione dell’amore di Cristo
nella Chiesa e nella città.
La comunità è vicina alla cara
Fernanda sua degna compagna
d’amore e di fede, con la forza
dell’amore che esaltando la potenza della Risurrezione in Cristo vince la morte.
• Nelle ultime settimane a Corso Oddone ci siamo stretti intorno alle famiglie di Rosa Bruni
Giuliani che ha perso improvvisamente il marito all’età di 44
anni, e di Ines Gellato Romussi
che ha perso il marito Gino spentosi serenamente dopo una breve degenza.
È di conforto la comunione
fraterna ma ancor più la certa
fiducia nelle promesse del Signore.
Il 3 nov. ha chiuso a Firenze
la sua esistenza terrena Aurora
Ravazzini Koenig. Battezzata dal
past. Geymonat e confermata
dal prof. Ernesto Comba, aveva
mantenuto costante la partecipazione all’attività della chiesa sia
ai culti che alle riunioni per la
preparaziorie dei bazar finché le
sue condizioni di salute glielo
avevano permesso. Le amiche
della chiesa, con il loro interessamento durante la malattia e
con la partecipazione al lutto,
hanno portato una commovente
testimonianza di affetto ricevuta
con intensa riconoscenza dalla
famiglia.
La vasta partecipazione ai suoi
funerali celebrati dai pastori
Paolo Sbaffl della Chiesa di Bologna e Tullio Di Muro della
Chiesa di Parma ha testimoniar
to quanto grande e incisiva sia
stata la sua predicazione nella
diaspora evangelica della Lombardia, Emilia, Liguria e Piemonte.
La Comunità di Cremona, insieme a Fernanda, ringrazia della commossa partecipazione il
pastore Bruno Costabel della
Chiesa Valdese di Felonica, la
Sovrintendente dell’S“ Circuito e
il direttore della Casa evangelica
di S. Marzano Olivete.
Assemblea congiunta
FIRENZE — Per la prima volta con la partecipazione della
Chiesa apostolica di Firenze/Pra
CREMONA — La locale Chiesa metodista è stata profonda
La Comunità di Cremona esprime le sue vive condoglianze al
pastore Giuseppe Anziani, fratello di Andrea e già conduttore
della Chiesa di Cremona, al nipote, pastore Giovanni Anziani
e al dr. Ugo Zeni, cugino di Fernanda.
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20 novembre 1981
CRESCE L’OPPOSIZIONE ALL’APARTHEID
DAL « GIORNALE NUOVO »
Disubbidienza e boicottaggio
Un galantuomo
L’assemblea generale della
Chiesa presbiteriana dell’Africa
australe — informa l’agenzia del
Consiglio Ecumenico SOEPI —
ha deciso che i suoi pastori uniranno in matrimonio tutte le coi>
pie senz’alcuna distinzione di razza. Come è noto in Sud Africa i
matrimoni tra persone di razza
diversa sono giudicati illegali.
Per parte sua il governo minoritario bianco ha fatto sapere che
se i pastori della Chiesa presbiteriana violeranno la legge non
saranno più autorizzati a celebrare matrimoni validi agli effetti
civili. Il Ministro dell’Interno
Chris Heunis si è detto « sorpreso » per la decisione dei presbiteriani che ha tacciato di « malevolo incitamento » alla provocazione del potere statale.
L’assemblea generale ha inoltre impegnato i suoi ministri a
non tener conto nelle loro predicazioni dei decreti del governo
che mettono al bando cose o persone e ha invitato le chiese locali a protestare pacificamente
contro il sistema dell’apartheid
(separazione delle razze). Ricordiamo che la semplice menzione
delle persone messe al bando e
delle pubblicazioni proibite è illegale.
ste società in Sud Africa. I cambiamenti che si sono verificati
nelle relazioni razziali in Sud
Africa non sembrano essere che
misure superficiali destinate a
salvare le apparenze mentre il
governo sembra più intransigente che mai sulla questione dell’apartheid. (...) Il CWM è obbligato a riconoscere che ogni investimento e ogni relazione commerciale col Sud Africa sostiene
in fin dei conti la politica di apartheid del governo ».
Sol Jacob
Anche la Chiesa metodista in
Sud Africa è stata fortemente
impegnata quest’estate nell’opposizione pacifica a seguito dell’arresto di uno dei suoi dirigenti. Il pastore Sol Jacob, direttore del dipartimento « missione
ed evangelizzazione » del Consiglio delle Chiese in Sud Africa e
fondatore del « Centro di assi
stenza comunitaria », è stato infatti arrestato improvvisamente
sulla base di una legge sul terrorismo che proibisce al detenuto
qualsiasi contatto con la famiglia
e col suo avvocato. Veglie dì preghiera sono state organizzate per
sostenere la moglie nella sua richiesta di rilascio e dimostrazioni pacifiche sono state disperse
dalla polizia. Dopo 6 settimane,
lo scorso agosto, il pastore Jacob
è stato finalmente rilasciato ma
poco dopo gli è stato ritirato il
passaporto e la sua attività è
stata così stroncata. Il pastore
Jacob, che avrebbe dovuto partecipare in novembre ad un incontro del Consiglio Ecumenico
delle Chiese in Europa, prima di
essere arrestato stava organizzando una conferenza sulla cura
pastorale dei rifugiati sudafricani nei paesi circonvicini e a questo scopo aveva visitato campi
di rifugiati in Lesotho, Botswana
e Swaziland.
F. G.
FRANCIA
Boicottaggio
Pastore assassinato
D’altro canto il Consiglio della
missione mondiale (CWM) che
ha la sua sede a Londra e riunisce 28 chiese, ha lanciato una
protesta contro l’apartheid. In
questo documento il CWM annuncia di aver venduto le proprie azioni di società aventi relazioni commerciali con il Sud
Africa. Queste azioni costituiscono circa la metà degli investimenti del Consiglio. Tra le chiese membro del CWM è la Chiesa
congregazionalista unita dell’Africa australe con sede a Johannesbourg. La vendita delle azioni è stata decisa dai delegati delle Chiese membro del CWM l’agosto scorso a Cambridge, GB.
A proposito della sua decisione, il Consiglio ha dichiarato ;
«Il CWM (...) ha seguito da vicino lo sviluppo degli eventi nel
Sud Africa e ha messo il massimo sforzo nel far conoscere le
proprie convinzioni alle società
incaricate di gestire una parte
dei suoi investimenti e che hanno relazioni commerciali con il
Sud Africa. Il CWM è stato colpito dagli sforzi che alcune società hanno compiuto per migliorare le condizioni d’impiego della loro mano d’opera in Sud Africa, ma constata con dispiacere
che queste iniziative non comportano alcun cambiamento positivo nella concezione fondamentale dell’apartheid o nella sua
applicazione. Inoltre il CWM non
riconosce alcun cambiamento pacifico risultante dalla presenza e
dall’attività commerciale di que
Tutta la comunità protestante
francese è in lutto dopo l’assassinio del pastore Lue Bovon, cappellano delle carceri, venerdì 30
ottobre. Il pastore Jacques Maury, presidente della Federazione
Protestante di Francia, ha fatto
la seguente dichiarazione, domenica 1° novembre, sul canale radiofonico « France-Culture », poco prima del culto-radio:
«Iniziando questo servizio, devo partecipare a tutti coloro che
stanno in ascolto la notizia di
un lutto crudele che ha colpito
le nostre chiese: uno dei nostri
cappellani nelle carceri, quello di
Fleury-Mérogis, il pastore Lue
Bovon, è stato assassinato venerdì mattina da un detenuto
liberato che egli cercava di aiutare nel suo reinserimento sociale, così come era solito fare
con tutti coloro per i quali sentiva che avevano più bisogno di
aiuto; lo faceva nella fedeltà di
un ministerio di cui rimaniamo
profondamente riconoscenti e
che egli voleva prima di tutto al
servizio di coloro che la vita ha
maggiormente ferito, anche per
colpa propria.
Al di là di ogni giudizio, risentiamo questo dramma come un
segno doloroso del nostro mondo rovinato dal male e come un
appello particolarmente solenne
ad entrare anche noi in un servizio rinnovato presso quelli che
hanno più bisogno di amore ».
Lue Bovon, 46 anni, era di
origine svìzzera. Dopo gli studi
in teologia era stato pastore in
Alsazia, poi per una diecina d’anni aveva animato il Foyer delle
Unioni Cristiane dei Giovani a
Le Havre. Da 4 anni, svolgeva il
suo ministerio di cappellano.
J. J. P.
Giorgio Torelli, giornalista e
.scrittore, cattolico praticante va
in cerca di galantuomini da presentare ai lettori de « Il giornale
nuovo » in quest’epoca in cui sono in ribasso i valori della mente, della coscienza e dello Spirito.
Dal numero del 28 settembre
stralciamo l’essenziale dell’incontro da lui avuto col dott. Lino
Lanternino di Marene (Cuneo),
farmacista quarantenne, sposato,
con un figlio tredicenne.
Il dott. Lanternino ha la sola
eccellenza di vivere da galantuomo. Nato ligure ha imparato il
piemontese di Marene per sentirsi in mezzo ai maresini che egli
ha scelto di servire secondo
scienza e fraternità. E’ a disposizione dei clienti, sorridente, scrupoloso nel fornire loro il giusto
specifico e il consiglio d’amico
sincero.
Prima di Marene il Dott. Lanternino era stato per undici anni
farmacista a Frabosa Soprana
dove, durante i cinque anni trascorsi da Sindaco, ha compiuto
utili opere pubbliche. Non è tagliato per la politica che, non
di rado, fa perdere gli amici, o,
quanto meno, produce attriti e
divisioni nelle (Comunità e, persino, fra parenti. Fa un corso di
teologia per corrispondenza; sta
studiando l’enistola ai Romani.
Si propone così di conoscere meglio la Parola di Dio per essere
edificato e consolato. Legge la Sacra Scrittura perché Dio sia presente nella sua vita tutto il giorno e perché vuole migliorare,
commettere meno errori.
Era cattolico, si è fatto protestante; spiega che stava perdenla fede e nel ripercorrere la stra
da che porta a Dio, ha trovato,
nella Chiesa Evangelica, il rigore che andava cercando. A tavola,
si prega prima di mangiare, in
ogni camera c’è una Bibbia che
il Dutùr cita: « Quand’anche i
monti si allontanassero e i colli
fossero rimossi, l’amor mio non
s’allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso, dice
l’Eterno, che ha pietà di te »
(Is. 54: 10). « Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono » (Ebr. Il: 1). «Siate allegri nella speranza, pazienti nell’afflizione, perseveranti nella preghiera » (Rom. 12: 12).
Non essendoci a Marene un locale di culto evangelico, il Dott.
Lanternino s’incontra coi Battisti
in uno dei negozi di Cuneo
che fa da chiesa. Nel 1969, a Torino, fu battezzato per immersione e da allora gli parve che l'ecumenismo fosse più riuscito fra la
gente che al vertice.
Dà alla sua Chiesa, per le spese
ordinarie, per il Culto, il fondo
Ministero, l’evangelizzazione ecc.,
la decima su quanto guadagna,
ed a Cesare le tasse fino all’ultima lira.
Al giornalista Giorgio Torelli
che ha trovato un galantuomo e
ci ha dato il piacere di farcelo
conoscere, esprimiamo i sensi
della nostra viva gratitudine e
gli auguriamo che, nel suo lungo
viaggio di conoscenza tra uomini
di buona volontà, possa trovare
tante persone probe in ogni regione per la gioia sua, nostra e
di quanti intendono progredire
secondo le ragioni dello spirito.
F. C.
CONVEGNO EGEI SICILIA
Responsabilità ai giovanissimi
A Scicli (RG), il 31 ottobre - 1°
novembre, si è tenuto il Convegno organizzativo della EGEI Sicilia con 10 giovani da Catania
(6 valdesi e 4 battisti), una decina anche da Scicli (metodisti),
due da Palermo (uno valdese),
uno da Lentini (battista). Una
partecipazione che rende conto
abbastanza bene dell’attuale quadro della Federazione regionale,
in cui preoccupanti appaiono le
assenze dei gruppi di Riesi e di
Pachino, specie se si considera
il loro scarso apporto alle attività regionali nello scorso anno
e la funzione decisiva che soprattutto Riesi aveva invece rivestito
nella ricostituzione della FGEI siciliana tre anni fa.
Del resto, anche il gruppo di
Palermo attraversa un periodo
piuttosto difficile.
Per quanto riguarda il gruppo
di Lentini, la partecipazione al
Convegno di uno solo dei suoi
membri sembra rappresentare
un’ulteriore conferma del permanere di diffidenze e pregiudizi nei
confronti della FGEI che richiamano alla memoria antiche — e
quasi ovunque ormai sopite —
dispute denominazionali. E’ un
peccato che la gioventù evangelica siciliana debba continuare a
rinunciare al contributo di un
gruppo così numeroso e così seriamente impegnato a livello locale.
Ma veniamo al Convegno. I lavori si sono aperti con una nutrita discussione sulla pace e il disarmo, questione che ha interessato un po’ tutti i gruppi in questi ultimi mesi, coinvolgendo buona parte dei loro membri in oc
Azionisti cristiani
nella Nestlé
Terre Nouvelle — Perché degli
azionisti Nestlé non utilizzerebbero i loro diritti per suscitare
all’interno della grande multinazionale svizzera un vero dibattito sulle scelte fondamentali che
guidano la politica dell’impresa?
Il prof. André Bieler, teologo e
dottore in scienze economiche, e
il past. Alain Perrot di Ginevra,
hanno dato vita a una « convenzione » con questo scopo che
raggruppa già una trentina di
azionisti.
Essi chiedono di essere informati chiaramente in modo particolare sugli orientamenti della
società nei paesi in via di sviluppo. Per questo desiderano suscitare un dibattito che tenga conto
delle critiche emerse sulla politica commerciale della Nestlé nel
Terzo Mondo. Essi non hanno intenzione di dettare al Consiglio
di amministrazione delle soluzioni imperative, ma vogliono introdurre nelle discussioni nell’assemblea generale una nuova dimensione etica.
Bibbie per il Vietnam
Terre Nouvelle — Stampate in
Estremo Oriente, 20.000 Bibbie in
¡echi dal mondo cristiano/
a cura di RENATO COISSON
lingua Vietnamita destinate alle
chiese protestanti del Vietnam
hanno potuto essere introdotte
nel paese con il permesso delle
autorità. Dettaglio interessante;
è stata la nave russa Sinegorsk
che ha effettuato il trasporto da
Hong Kong al porto di Haiphong.
Finisce il tempo
dell’uomo bianco
B.I.P. — Ernst Käsemann, ex
professore di teologia a Tubinga,
afferma in una intervista sul
« Lutherische Monatshefte » di
Hannover, che « la borghesia ed
il cristianesimo sono stati talmente legati l’uno all’altro che
nelle chiese dei bianchi non rimane praticamente più posto per
altri gruppi ».
« Dall’inizio della storia del cristianesimo, questa borghesia ha
espresso un certo idealismo che
ha impedito di vedere le miserie
e le preoccupazioni terra a terra
degli uomini; è stato necessario
il marxismo per rendercene di
nuovo attenti».
E prosegue : « Il pensiero capitalistico dell’uomo bianco ha fatto si che nel Terzo Mondo i due
terzi dell’umanità siano diventati oggetto di sfruttamento e per
molti di loro la terra sia diventata un inferno ».
Ma il tempo dell’uomo bianco
giunge al termine. Peggio per coloro che si sentono i rappresentanti di questa forma di potenza.
Kàsemann aggiunge che « questo non sarà necessariamente
una catastrofe per il cristianesimo. Quest’ultimo sa bene che il
Regno di Dio non ha preso fissa
dimora presso l’uomo bianco ».
Russia: la religione
torna di moda?
B.I.P./S.N.O.P. — La Izvestia,
organo del governo sovietico, si
preoccupa di un nuovo interesse
dei sovietici per tutto ciò che ha
a che fare con la religione. Denuncia, fra l’altro, la moda dei
battesimi, dei matrimoni religiosi, delle medagliette a forma di
croce, del ritorno delle iconi nelle case. Secondo il giornale non
si tratta di una risurrezione della religione, ma piuttosto di uno
snobismo, di un ricordo del passato o di un interesse estetico.
USA: evangelicais
contro il riarmo
B.B.C. — Il piano di Reagan
per la bomba « N » ed il potenziamento dell’armamento ha suscitato forti reazioni anche fra
le chiese di tendenza fondamentalista che finora si erano astenute dal prendere posizione sulle
questioni politiche. La « Chiesa
Elettronica » ( che si serve soltanto dei mezzi radio e TV) che
conta 130 milioni di ascoltatori,
invita a sostenere i movimenti
contro la guerra e contro le armi atomiche. Ci sono però anche
alcuni gruppi che affermano che
Reagan agisce secondo la volontà di Dio perché questo potenziamento militare salverà la cristianità dall’estinzione ed anche perché vedono che le profezie dell’Antico Testamento a proposito
di Armagheddon stanno per essere compiute.
casione delle manifestazioni per
la pace di Comiso e di Roma. La
FGEI, tra l’altro, è rappresentata nei comitati per la pace e il
disarmo di Catania e di Scicli e
non ha mancato di far sentire la
voce dell’Evangelo in seno ai due
organismi. Nel culto di domenica — tenutosi presso la Comunità metodista di Scicli, che ha
ospitato il Convegno — il segretario regionale ha predicato su
Matteo 5: 38-47, fornendo una lettura originale del passo, assai legata alla questione del disarmo
unilaterale.
I gruppi siciliani escono dal
Convegno decisi a continuare la
lotta in corso e ad approfondire
la riflessione, soprattutto da un
punto di vista biblico, senza però rinunciare ad una maggiore
informazione sull’aspetto politico
del problema.
Gli altri ordini del giorno riguardano questioni organizzative: finanze. Bollettino regionale,
visite della Giunta ai gruppi, convegni regionali (ne sono stati
programmati tre; uno a Palermo
sulla pace, uno a Riesi e l’altro
a Catania per favorire la partecipazione dei fratelli calabresi).
Due parole a parte su Adelfia:
il Convegno, pur ricordando il
contributo decisivo — e pressoché esclusivo — assicurato al
campo lavoro, nel cor.so dell’estate, dai giovani della FGEI, invita questi ultimi ad una partecipazione piti massiccia ai campi
studi e alla loro organizzazione.
Al termine, l’elezione della nuova Giunta regionale, che risulta
composta da: Cettina Di Mauro;
Carmelo Lanzafame, segretario;
Rosaura Mania; Tamara Papiccio; Giovanneila Scifo. E’ forse
la più giovane giunta mai eletta
in seno alla FGÉI: in media, 17
anni c mezzo. Non è un caso: il
processo di ringiovanimento della FGEI — fenomeno non solo
siciliano, ma nazionale — continua. e la nuova Giunta è specchio fedele dell’attuale situazione. Un grosso segno di speranza,
questo, ma anche una grossa
scommessa quella che la FGEI
Sicilia ha fatto, caricando di responsabilità dei giovanissimi. I
gruppi giovanili hanno già assicurato il loro sostegno; alle nostre comunità di fare altrettanto.
Bruno Gabrielli
4
4
PIU’ DI CENTO PERSONE HANNO CONTRIBUITO DIRjT]^
RIESI; VENT ANNI DI LAVORO DEI
La cantina sociale è una delle più importanti realizzazioni attuate per
iniziativa del Servizio cristiano.
Lunga lotta per
cambiare l’uomo
« Maledetto chi sposta i termini
del suo prossimo... ».
Non sono ancora le 8 del mattino e prima che un’altra giornata di
lavoro si apra per il gruppo, la lettura biblica indicata dal lezionario,
scandita da una voce femminile ancora per me sconosciuta, si spande
nel salone inondato da un caldo
sole novembrino. E’ una pagina antica e la sua durezza lascia un vago senso di disagio. Tuttavia, letta
in questa antica terra che al di là
della vetrata mostra lungo i declivi
della valle i chiari termini che dividono campo da campo e campo
da uliveto, ha una rispondenza diretta ed il suono di cose immutate
e immutabili.
Eppure Riesi, lentamente, sta mutando. E’ il giorno dei morti. Festa
o non festa, in città tutti hanno
chiuso e confluiscono verso il cimitero, nera fiumana picchiettata dalle macchie vivaci dei mazzi di fiori.
Ma là, in un paesaggio irreale irto
di monumenti alti e stretti che vogliono in morte quell’onore che è
calpestato in vita e sanno di pane
strappato di bocca a sé e ai figli,
non c’è più come un tempo il grido
continuo che sale dovunque. Solo
una vecchia, seduta su una seggiola pieghevole davanti a un loculo, singhiozza al morto il sunto di
quanto è avvenuto nell’anno trascorso.
Certo il mutamento non è solo
un giorno dei morti pacato anziché
gridato. È anche, nel perpetuarsi
delle contraddizioni, la crescita caotica della città, abusiva, nell’indifferente attesa della sanatoria; è l’acqua ormai a disposizione di tutti, e
insieme di nessuno per l’insanabile
inadeguatezza di un acquedotto marcio ; è il 75“'o del voto di indipendenza nel referendum sull’aborto,
rovesciato per il voto che conta,
quello amministrativo, dal ferreo
ricatto clientelare; è lo sviluppo di
strade a scorrimento veloce (con
una delle quali anni fa, si voleva
tagliare in due il Servizio Cristiano) a cui fa riscontro in città una
rete viaria sconnessa e ancora in
gran parte sterrata.
ro. Chiedo ai quattro del gruppo
originario che sono tuttora all’opera di ripercorrere i vent’anni dell’esperienza. Lo fanno senza molta
sistematicità, a spezzoni, come chi
dall’interno rivive un’esperienza e
non chi dall’esterno delinea una storia. Li vedo tesi all’essenziale, verso
la necessità di potenziare il contatto
con la gente, di lavorare sempre più
al cambiamento dell’uomo perché
cambi l’ambiente, la società, con
l’identica pretesa e speranza di
un tempo. Eppure li sento un po’
stanchi, o meglio inconsapevoli, come genitori che non si rendono conto della impercettibile crescita del
figlio che invece salta agli occhi del
visitatore.
Perché accanto ai semplici mutamenti esistono i orimi segni del
cambiamento profondo e forse è
necessario uno sguardo dall’esterno
per mettere in rilievo il fatto che
dopo le risa e i lazzi davanti ai primi esperimenti, nessuno pianta più
olivi di tre anni, lenti alla crescita
e mutilati dalle potature, e tutti mettono ora in terra piantine di un anno che danno il primo raccolto dopo appena tre anni.
Cosi alla bassa vite ad alberello
dal raccolto limitato, tutti hanno
ora sostituito la vite a tendone dal
raccolto ben più abbondante e non
più, come si credeva, buona solo
per uva da tavola, ma riconosciuta
valida per un buon vino da pasto.
Sono queste le lontane premesse di
due realizzazioni essenziali. Tre anni fa, dopo anni di paziente lavoro,
si costituiva la cantina sociale, finanziata dallo stato, ingiustificata
rispetto ai vigneti esistenti, eppure
presupposto di uno sviluppo reale
della produzione. E cosi è stato, come una scommessa vinta. Dai 43
soci iniziali, selezionati come una
buona semente sulla griglia del
l’onestà, ora i soci sono 812 e le tramogge sono diventate troppo piccole per ricevere il carico degli autosnodati.
Ma in tutto questo ciò che importa non è tanto la realizzazione e lo
sviluppo, quanto il passo decisivo
nella direzione del cambiamento
dell’uomo : una cooperativa, una responsabilità assunta da un presidente locale sulla base della disponibilità collettiva anziché del rovinoso interesse individuale. Cosa normale per chi vive in Emilia? Ma
qui, nella terra del clientelismo, del
massimo assistenzialismo, della corruzione sistematica, questo è come
una roccia emergente da un mare
di sabbie mobili.
Lo stesso si sta realizzando per
un’altra cooperativa, quella del
frantoio, che raccoglie oggi 24 soci
iniziali e sta per iniziare la costruzione sul terreno già acquistato. Lo
stesso si è realizzato una dozzina di
anni fa, nella forma di una società
a responsabilità limitata, con la
« Meccanica Riesi », l’impresa che
ha via via raccolto allievi della scuola di meccanica del Servizio Cristiano. Oggi, sotto la guida di un tecnico industriale di Piazza Armerina
la « Meccanica Riesi » ha una trentina di operai ed esporta i suoi attrezzi di precisione per la lavorazione del legno non solo in Grecia
o in Portogallo, ma nel cuore della
produzione industriale di qualità,
nella Germania federale. Se lo può
fare, e se può reggersi, è perché ha
saputo rifiutare con determinazione
il clientelismo nelle assunzioni.
In queste realizzazioni che fanno
dunque del rigore morale e della
compartecipazione i fondamenti insostituibili, il Servizio Cristiano ha
saputo seguire con decisione la via
del proprio diminuire perché altri
cresca. La « Meccanica Riesi » è
un’azienda ormai ben avviata mentre nelle cooperative il Servizio Cristiano è socio ma pur sollecitato
con insistenza non accetta le presidenze.
E accanto a queste realizzazioni,
di età e statura diversa, quelle la
cui crescita non è facilmente misurabile ma non meno importante; la
semina attraverso gli anni fatta nel
complesso scolastico dell’asilo e
delle cinque classi elementari a tempo pieno, in cui decine e decine di
bambini hanno ricevuto una formazione ricca, aperta e critica sulla
base della moderna pedagogia infantile; quella fatta nel lavoro di
quartiere a contatto con bambini e
adulti delle zone più povere di Riesi ; quella compiuta nell’opera del
consultorio familiare e di una capillare puericultura domiciliare.
Difficoltà
L’asilo, il primo degli edifìci costruiti sul Monte degli Ulivi.
Il figlio cresciuto
In questo popolo che lentamente
muta senza ancora cambiare si è
inserito vent’anni fa un gruppo di
estranei con la folle pretesa e speranza di essere lievito nella pasta.
E’ stata la pretesa di una chiamata
e la speranza di una risposta. Venti
anni di faticoso inserimento in mezzo a difficoltà, errori (quanti, alla
finestra, ne abbiamo rilevati), diffidenze, delusioni. Eppure, accanto
agli imponenti edifici di pietra a vista del Monte degli Ulivi, per quell’edificio che è il cambiamento dell’uomo le dure pietre delle sconfitte non sono state meno essenziali
delle piccole vittorie.
A sera, intorno al tavolo delle assemblee, ne parlo col gruppo dopo
aver visitato i vari settori del lavo
traverso vent’anni di vita e impersonata dalla continuità dei quattro
del gruppo originario tende a diventare l’unica disponibile. Ne faremmo forse una colpa ai singoli? Mi
basta pensare a cosa sarebbe il mio
ministero pastorale se avesse dovuto restare legato per vent’anni alla
stessa forma e luogo, portando il
peso di errori e unilateralità, esposto al rischio della ripetitività, senza la possibilità di nuovi inizi e di
slanci rinnovati, per essere colmo di
simpatia per chi malgrado un nodo
umano sempre più stretto mantiene una caparbia e inflessibile perseveranza.
cessaria serietà e tempestività dal
nostra chiesa nel suo insieme e
suoi diversi livelli di responsabilitól
un rilancio di quest’opera è
Piuttosto è da mettere in questione la struttura complessiva.
Da un lato il ritardo di almeno
dieci anni che la nostra chiesa paga
ora nell’incapacità di pensare e realizzare nel campo diaconale un’organizzazione di mobilità nella rete
delle opere che sia almeno in parte
simile a quella che ha invece sviluppato in modo perfino abnorme per
il ruolo pastorale — con eccessivi
riguardi ai casi personali di Tizio
e di Caio — nella rete delle chiese
locali.
Dall’altro la rigidezza di uno schema vocazionale di impegno illimitato che è stato certamente il fulcro
di una resistenza vittoriosa nei momenti più difficili del primo periodo, ma che restando immutato a
vent’anni dall’inizio rischia di diventare involontariamente il punto debole su cui si piega la resistenza del
gruppo nel suo insieme.
Dall’altro ancora, la ristrettezza
ipercritica del nostro ambiente, intrecciatasi saldamente con l’autoisolamento orgoglioso e diffidente
ma sofferto della comunità, ha
fatto sì che l’ultima aggregazione
di un volontario italiano risalga a
sette anni fa ed il tentativo di dare
un ricambio al lavoro di coordinamento pastorale sia naufragato in
un recente periodo delicato della vita del gruppo.
mente possibile, malgrado la dei
catezza e la difficoltà di un ricaul
bio non tanto nei diversi settori j
un lavoro organizzativo, quanto
l’impegno per vivere il cambiatnej'
to dell’uomo insieme alla gente 4'
Riesi. i
Se invece si lascierà che le cosfl
continuino con l’inerzia della spinijl
iniziale, con la semplice aggregazn
ne di qualche singolo, solo stranit,
ro, con l’allargamento del solco tu
vecchi e nuovi, temo diventerà inj
vitabile uno sfaldamento progressi'
vo o repentino.
Un’ipotesi
Bilancio o sfaldamento
Cosi, a vent’anni dall’inizio di questa esperienza straordinaria che ha
raccolto la sfida della nuova umanità di Cristo nella debolezza della
nostra vecchia umanità limitata, il
Servizio Cristiano di Riesi mi sembra essere ad una svolta. Nella sua
struttura interna si avvertono scricchiolìi preoccupanti. Il gruppo è numericamente diminuito con una contrazione di attività (Scuola meccanica, lavoro sociale, biblioteca, lavoro culturale). La base italiana,
indispensabile per l’inserimento, si
è ridotta ai minimi termini.
A fronte di tutto questo nessuno
cela le difficoltà. Ne parlano i più
giovani, di anni ma soprattutto di
impegno nel lavoro del Servizio Cristiano; e le ammettono apertamente « i vecchi ». Gli uni a volte si sentono trattati come bambini frenati
nel loro desiderio di espansione, gli
altri stanchi di dover rispiegare continuamente da capo ogni cosa sono
delusi dallo scarto esistente tra gli
uni e gli altri nel sentire la responsabilità dell’opera. Chi arriva è immesso in un solco già tracciato, innestato in una incisione già aperta.
Nella varietà delle possibili esperienze, quella via via cristallizzatasi at
Se questo tempo di crisi oggettiva
— che tuttavia non mi sembra corrispondere a una fase depressa negli inevitabili alti e bassi a cui va
soggetto qualsiasi gruppo comunitario — verrà affrontato con la ne
E’ difficile, anzi impossìbile, dopi
una visita di due giorni, dare ini
cazioni per il rilancio. Tuttavia, pai
landò con ciascuno dei membri dd
gruppo e nella discussione generali
di due serate, mi è parso di pota
delineare alcuni tratti di un’ipotesi
possibile in vista di una svolta al'
frontata in modo creativo. Un gnip
petto di 3-4 persone, non giovanissi
me, italiane, con una partecipazioni
siciliana, forse con una parziale pre
senza pastorale coordinativa, po
irebbero costituire il nucleo inizia
le di un indispensabile ricambio
Questo ricambio dovrebbe avvenir
da un lato con i necessari aggiusta
menti per ciò che riguarda la formi
comunitaria e con l’inserimento ii
un contesto diaconale più ampio, d
studiare accuratamente ; daU’alti
con la necessaria continuità sostai
ziale di ispirazione e di finalità.
Di fronte a un’ipotesi di quest
genere, seppur vaga e forzatament
indefinita, ho visto nel gruppo un
notevole apertura e disponibiliti
E’ la stessa apertura con cui mi ha
no parlato della visita del « giro
EGEI che ha preceduto il congre
so di Adelfla. Non c’è gelosia, né d
siderio di eternizzarsi, né tenderli
a dimissionare : ciò che ho colto
soprattutto l’ansia e la preoccup
zione per il futuro dell’opera a 0
si è data tanta parte di se stessi.
La mattina della mia partenz
dopo due giorni che sono stati
i più belli e intensi della mia vii
di nuovo nel salone pieno di lue
leggo con i miei fratelli e sorelle
passo indicato dal lezionario hjb
co. E’ la fine del capitolo 11 dell
pistola agli Ebrei: la serie des
esempi di fede si frantuma in ui
miriade anonima di uomini e
donne vissuti attraverso i secoli 1«
le difficoltà e nella fede. E’ la ras
curazione della Parola che possi
mo ricevere con fiducia e ricoi
scenza ; lo stesso Signore che ci
posti nel presente avendoci dato'
passato, ci darà anche un futuro.
Franco Giampio^'
Impegno antic(
e recenti
A colloquio con due membri del gruppo di Ri^
— Ruth, sei qui da dieci mesi soltanto, ma nello stesso tempo sei
parte del lavoro ventennale del Servizio cristiano. Come valuti quest’opera?
ribellione verso strutture forte®
te caratterizzate, dall’altra da
progressivo adattamento ad a*
Adesso mi attendo che da q*!®;
fase iniziale nasca qualcosa di ®
— E’ come se avessi trovato un
nuovo amico con cui ora divido le
mie giornate. Ogni tanto vengo a
sapere qualcosa del suo passato e
vedo che faccio fatica a capire. Non
riesco a comprendere del tutto le
sue esperienze. Questo passato lo
ha segnato profondamente ed io devo e voglio accettare le impronte
che gli ha lasciato.
Ciò che per coloro che vi lavorano da 20 anni è ormai naturale, diventa una difficoltà per un nuovo
venuto. Egli infatti non conosce ciò
che sta dietro a questa « naturalezza ». Allo stesso modo per il gruppo di base sono venute a formarsi
delle regole comunitarie che ad un
nuovo membro paiono restrittive.
vo e cioè una collaborazione
« partners » tra vecchi e giovani
coloro che sono membri della ^
munità da diversi anni e color®,
sono qui per poco tempo, tra ®
geni e forestieri, in un rapport®
struito sull’amore, sulla tollera
e sull’accettazione reciproca.
— A che punto si trova seco"
te il Servizio cristiano?
<0
— I tempi della costruzione »
finiti. Ora i compiti non sono
difficili : si tratta di mantener®
che si è fatto e di approfon®
Manca purtroppo la parte eh ,
guarda il rinnovamento, l’^^t
mento, la ricerca di nuovi co^|
E ciò perché attualmente i me
— Hai dunque avuto delle difficoltà di inserimento?
che vivono nella comunità son
lo dieci.
— I miei primi mesi sono stati
contrassegnati da una parte da una
— E tu, a che punto ti tro'®'
— Partendo dal fatto che 1® ''
5
^TE, durante questi due decenni, alla edificazione DELL’OPERA
SERVIZIO CRISTIANO"
¡ennanenza a Riesi sarà limitata
^ anno e mezzo), devo dire che
<00 stupita per la pazienza e la
jstanza di questo lavoro venten5jle. Ma allo stesso tempo mi sen[ scoraggiata e mi chiedo come si
jij, giustificare una mia attività coi breve in questo luogo. Mi aiuta
pensiero di Marcel Duchamp,
«ttore e pensatore ; « Questa non
j un’epoca in cui si possa portare
termine qualcosa, è un’epoca di
Amenti ». Conscia dei rapidi mu¿jenti del nostro tempo, nel quale
ioti sappiamo se domani è ancora
quello che abbiamo fatto ogLj devo accettare di contribuire soJ'con dei « frammenti ». Questo sipilìca anche che devo sempre es«te pronta ad accettare il cambiaUto.
' C'è anche un’altra considerazione
mi può aiutare ad accettare
¡sta « apparizione » momentanea,
isono anche altre persone pronte
(portare il loro contributo in quep lavoro di solidarietà qui e in
^ luoghi. C’è dunque la speranche da tanti frammenti risulti
la line qualcosa di completo.
lavoro di quartiere
fHélène, sei qui ormai da venli; in che cosa consiste attualle il tuo lavoro?
-Da circa cinque anni — dopo
iKrmi prevalentemente occupata
iifasilo — ho cominciato un lavo4 di presenza nel quartiere della
obci
ik
fi,
ì, uno dei più disagiati della
abitato principalmente da pacontadini, qualche artigiano,
optiamo affittato un locale e per
I tenipo I ho tenuto i bambini
famiglie, poi via via la visita
i lostro « centro » si è allargata ad
categorie di persone, ragazzi,
Í adulti.
■Come svòlgi questo lavoro?
•Si fa di tutto, ma in particoì sviluppiamo il lavoro artigiat. Invito degli uomini che conono tecniche artigianali spesso
, Ito antiche : le insegnano a me e
jfigazzi e cosi valorizziamo l’artilocale e la sua trasmissione
non si effettua più « naturalte». Costruiamo canestri, fació lavori con la paglia, con la
diii.
tela. In parte li vendiamo e paghiamo le spese vive di questo lavoro.
Ma oltre questo faccio un lavoro
che per certi versi si potrebbe dire
di doposcuola e soprattutto do la
preminenza al contatto con la gente, al dialogo, alla discussione. Recentemente, nel quadro della discussione sul tema della pace ho affisso
alla porta un detto di Buko'wsky sul
fatto che la peggior minaccia alla
pace non sono le armi ma la soggezione dei deboli alla prepotenza
dei forti. Credevo che non avrebbe
durato più di un giorno o due e invece quando stava staccandosi da
sé, l’ho trovato riattaccato con cura. E la gente discute, rapporta questo detto alla propria situazione, tira fuori storie locali vecchie e recenti...
— E’ gente che si apre facilmente?
— Non certo col primo venuto.
Ma me mi conoscono da vent’anni.
Ho conosciuto un grandissimo numero di famiglie attraverso il nostro asilo che i loro bambini hanno
frequentato. E ora da cinque anni
passo per il loro quartiere. A volte
la salita alla Croce dura il tempo
che ci vuole, un quarto d’ora ; a volte dura anche un’ora. La gente mi
invita a fermarmi per parlare dei
propri guai, per chiedere aiuto. Se
si tratta di una donna spesso mi
invita in casa.
— E se è un uomo?
— Allora parlo stando in strada.
Se entrassi in casa non avrei più il
rispetto della gente. Bisogna saper
rispettare le tradizioni, gli usi, i costumi : conoscerli anzitutto — e ci
vogliono anni — e rispettarli, perché osteggiandoli o pretendendo di
cambiarli dall’esterno non si otterrebbe nulla.
Del resto, anche se non tutto è
positivo e valido nella cultura di
questo popolo, c’è una straordinaria ricchezza che va valorizzata. Può
apparire cultura di un altro secolo
— e certo ha dei tratti medioevali —
una concezione della morte come
parte della vita, la cui presenza è
condivisa naturalmente fin dall’infanzia; ma è davvero preferibile il
modo alienato, rimosso, con cui noi
viviamo il tabù della morte? Per
altre cose gli usi antichi — come
quello di allattare il piccolo ogni
volta che piange — un tempo giudicati negativamente dalla civiltà più
moderna, tornano ad essere rivalutati nei moderni testi di puericultura e psicologia. E quanti altri aspetti di questa cultura costituiscono
elementi insostituibili di una vera
civiltà: la grande socialità dell’esistenza, la disponibilità all’aiuto reciproco, il rispetto profondo e naturale per l’handicappato. In tutto
questo non si tratta di cambiare,
ma di espandere dall’interno, di valorizzare, di far prendere coscienza
in modo che gli elementi validi e
positivi di questa cultura diventino
una ricchezza e una forza detenute
consapevolmente.
— Ma come in ogni cultura ci sono anche elementi negativi...
— Appunto, la soggezione dei deboli, come dicevo per esempio. Ed
è qui che ha da operare l’evangelo
dell’agàpe di Cristo. Ma ci •vuole
tanta pazienza e soprattutto tanto
amore. Non si può trasformare se
non si ama. E la testimonianza resa
all’evangelo dell’agape spesso deve
penetrare attraverso la crosta di
una religione cristallizzata. L’anno
scorso prima di Natale ho letto ai
bambini il racconto di Luca ma invece di Betlemme, Maria, Giuseppe e Gesù ho messo i nomi di Riesi, Concetta, Salvatore e Carmelo.
Si è accesa una gran discussione
sul fatto di Salvatore che aveva accettato di tenersi Concetta, se aveva fatto bene o aveva fatto male.
Poi ho riletto il racconto con i nomi giusti e subito hanno detto che
se si trattava della Madonna era
tutto diverso!
— Sei sola in questo lavoro?
— Non proprio. Prima lavoravo
con Pierre, un membro del gruppo
che ora è partito. Ora in parte lavoro in collegamento con Letizia e
il suo lavoro nel consultorio familiare e nella puericultura. Ma certo
è comunque un lavoro che rischia
di essere solitario. Io spero tanto
che in questo lavoro possano inserirsi dei membri della Chiesa valdese di Riesi, con la conoscenza
che hanno dell’ambiente, della gente, dei suoi costumi. Questo darebbe la possibilità di allargare il lavoro e di dargli continuità pur con
l’apporto del Servizio cristiano. E’
con questa speranza che vado
avanti.
^kuni membri del gruppo davanti alla casa dei residenti. Da sinistra, Letizia, Hélène, Ines e Irene.
Le attività
Asilo - 63 bambini, tre classi.
tre
insegnanti di Riesi.
li elementare - 112 bambi
' 5 classi a tempo pieno, 5 inj Stianti di Riesi, 2 persone per
refezione (anche dell’asilo).
meccanica - 6 allievi
j’’J?st’anno un solo corso invei ni due per la mancanza di un
degnante), 1 insegnante del Ser^'0 cristiano e 2 di Riesi.
^^Agricoltura - produzione di olij^;.,nva, ortaggi. La produzione
luva è stata quest’anno di 70
far, piove da febbraio);
ntio scórso di 140.
sociale ■ Un consultorio
'biliare nella sede del Servizio
cristiano in città e lavoro di puericultura con visite domiciliari.
Lavoro di quartiere - Centro
aperto quotidianamente nel quartiere della Croce per un lavoro
di artigianato e di stimolazione
culturale.
Ufficio - Amministrazione, contabilità, corrispondenza, bollettino, ecc.
Le persone
impegnate
Rocco si occupa del settore
agricolo, compresa la partecipazione alle cooperative (cantina
sociale e oleificio) e della manutenzione;
Ines insegna musica (scuola e
asilo) e dà lezioni private all’esterno;
Irene dirige la scuola elementare, è prédicatrice locale, collabora all’ufflcio;
Hélène dirige l’asilo e si occupa del lavoro di quartiere;
Elisabeth lavora a pieno tempo nell’ufficio, partecipa al locale
comitato per la pace;
Letizia si occupa come infermiera del consultorio familiare,
con medico esterno, e del lavoro
di puericultura;
Hanna si occupa dei lavori manuali nella scuola e delle pulizie;
è monitrice nella chiesa di Riesi;
Thomas insegna alla scuola
meccanica;
Ruth lavora prevalentemente
nell’asilo e collabora per la cucina;
Anne-Christine, arrivata da poche settimane, lavora in ufficio
la mattina e in cucina per la
sera.
Le necessità
Il Servizio cristiano ha urgente
necessità dell’apporto di:
— un insegnante di agromeccanica per la scuola meccanica;
— un ragioniere per l’ufficio;
— un’assistente sociale o sanitaria per il lavoro sociale;
— una persona per l’agricoltura;
— una persona per la conduzione
della scuola;
— una persona per la casa.
Gli inizi nel 1961
2-3 novembre.
Abbiamo cominciato cosi. Barbara, Dino ed io eravamo sul ponte deila motonave che ci portava a Palermo. Notte stellata, appena schiarita dalla pioggia re
cente. I due erano piuttosto stanchi per un intero giorno in treno, io meno perché partito solo da Roma. Raccolti insieme abbiamo pregato a lungo: f>er il lavoro che ci attendeva e per il popolo al quale intendiamo donarci... perché fossimo resi capaci di amare, e perciò di servire, anche nella disillusione e nell'op
posizione: perché non si ritorni mai indietro nella decisione presa. Abbiamo
pregato per quelli che fra pochi giorni ci avrebbero raggiunto per formare, con
noi, il primo gruppo: per Fernanda, per Irene, Giò, Irmgard, Paola, Hélène. Napoli non si vedeva più. Sul mare nero nessuna luce.
Al mattino la prima visione della Sioilia con gli alti promontori e dirupi
della costa nord-occidentale. Più tardi, nella visione dataci dal treno, la Sicilia
vera, quella che i turisti non conoscono: monotona ondulazione di terreni, spezzati talvolta da qualche vertebra montana, aspra e spinosa, che esce dal terreno
brullo. Qua e là qualche contadino che conduce un aratro rudimentale tirato da
due magre mucche o da due muli. Talvolta olivi e mandorli. Pochi, del resto. Deserto da cui cinque milioni di uomini strappano il loro scarso pane in una fatica
senza speranza. La stessa visione, ma più vicina, dall’auto che ci conduce da
Caltanissetta a Riesi. Le svolte ed i salti della strada sconnessa e polverosa
non lasciano riposare, ma incalzano i pensieri per l'opera futura. Ormai la decisione è presa, ma sarà la nostra vocazione altrettanto dura, povera e bruciata
come questa terra? Il nostro non è più il tempo di Lutero né della Riforma. Non
è neppur tempo di rivoluzioni. La gente non sa né vuol più impegnarsi per alcuna
causa. Pensa all'oggi. L'atmosfera pesantemente letale d'Europa avrà inquinato
anche questo popolo? Ma Cristo vive. Ciò ci basta, o meglio ci deve bastare.
A Riesi, siamo stati ben accolti e ciò ha alleviato la nostra stanchezza.
(Tullio Vinay, in «Giorni a Riesi», Claudiana 1966).
Ricordando insieme
il passato
Irene — Il primo anno è stato
un anno di preparazione, di contatti con altri gruppi all’opera in
Sicilia, di inchiesta per conoscere
un ambiente cosi diverso da quello
di ciascuno di noi. Il primo gruppo
era composto da Tullio Vinay, suo
figlio Giò e la moglie Irmgard, Dino e Barbara che restò per più di
5 anni come segretaria. Poi, nel novembre del ’61, arrivammo Fernanda Vinay ed io. Come prima cosa ci
occupammo di un lavoro, di inchiesta nelle famiglie di alcuni quartieri dividendoci in gruppetti di due.
Tra gli equivoci più strani, incontravamo comunque una risposta
positiva — parlando di asilo e di
scuola — tra i molti che avevano
frequentato a suo tempo le scuole
valdesi di Riesi. Le iniziative che
prendemmo in seguito derivarono
da quel lavoro di inchiesta sulle
necessità emergenti e da richieste
esplicite.
Il primo lavoro pratico fu l’adattamento della casa che ora è sede
dell’ufficio e deH’ambulatorio e che
per anni, dopo il primo passato nell’abitazione pastorale, fu la sede della comunità. Nel secondo anno fu
così possibile trasferire il gruppo
e iniziare un’attività di asilo nei locali della chiesa, pur senza tutte le
autorizzazioni prescritte.
Dopo l’acquisto del terreno del
Monte degli Ulivi iniziò la costruzione degli edifici, l’asilo, la scuola
meccanica, la biblioteca e sala di
riunioni, la casa per il gruppo. Qui
il gruppo, ormai cresciuto fino a
raggiungere le 30 unità, si trasferì
nel 1966.
Rocco — Tutte le attività che sono via via cominciate non partivar
no dalla disponibilità delle persone,
nel gruppo o in Riesi, come per
esempio disponibilità di maestre di
asilo ed elementari, ma dalle necessità riscontrate a Riesi.
Hélène — E’ cosi che è cominciata per es. la scuola elementare. Lo
si è fatto in risposta alle pressanti
richieste dei genitori dopo che con
un primo gruppo di bambini il lavoro si era arrestato con la fine
dell’asilo. Dicevano che i bambini
nella scuola, con i doppi e tripli turni di allora, perdevano subito tutto
quello che avevano ricevuto all’asilo. Cosi abbiamo cominciato la 1*
elementare e poi via via, di anno in
anno, fino ad arrivare alle 5 classi.
Anche qui, l’inizio è avvenuto nei
locali della chiesa e solo nel ’68-’69
è stato pronto l’attuale edificio della scuola.
Rocco — Anche la scuola meccanica è nata da una esigenza locale
di specializzazione per permettere
ai giovani di non essere più manovali costretti ad accettare quello che
veniva offerto. Dalla Germania arrivò il finanziamento per il macchinario e l’arredamento e l’inizio avvenne nel ’63-’64, al pianterreno dei locali della chiesa. Poi, dopo un inizio
difficile, venne un tecnico dell’Olivetti che diede un nuovo impulso
alla scuola garantendo anche uno
sbocco occupazionale. Due giovani
sono infatti tuttora all’Olivetti di
Ivrea.
Irene — Ma accanto a queste opere non si può dimenticare il complesso del lavoro con la popolazione: il comitato cittadino, in cui si
discutevano i problemi della città;
la grande battaglia deU’enfiteusi,
che pur con una sconfitta iniziale
ha in seguito prodotto un rilevante
cambiamento nella legislazione italiana in questo campo; la libera assemblea siciliana, che rivolgeva l’appello a uomini di cultura per dibattere i problemi della Sicilia...
Rocco — Certo è scoraggiante vedere come in queste iniziative al
primo entusiasmo iniziale succeda
La scuola meccanica è il settore che
risente maggiormente della diminuzione delle forze del gruppo.
sempre lo scoraggiamento o il rifiuto di assumere responsabilità. E
d’altra parte non si può pensare
che ciò che è stato seminato sia
andato perduto, perché è impossibile che prima o poi tutto questo
non venga un giorno ad esplodere.
Anche nel campo delle cooperative ci sono stati inizi deludenti. All’inizio pensavo che la via da seguire fosse quella della coltivazione in
serra, come fanno sulla costa, da
Licata a Scicli. Abbiamo preso contatto e avuto garanzie dì appoggio
per un anno. Tutto sembrava pronto per iniziare con un gruppo di
persone. Poi voci messe in giro rovinarono tutto: perché volete rischiare? Lasciate che lo facciano
quelli del Servizio cristiano e voi
andate a giornata. Ma noi non eravamo qui per questo.
Così anche per la vite, per l’ulivo,
gli inizi sono stati difficili. Però qui
le cose stanno maturando e con la
costituzione della cantina sociale,
sorta nel ’78, la gente ha visto cosa significa essere insieme, avere la
possibilità di spuntare un buon
prezzo senza cedere al ricatto del
ribasso perché la cantina anche se
non ci sono piccoli compratori assorbe il prodotto del singolo e poi
realizza dei contratti vantaggiosi
sul mercato più vasto. Cooperativa
comincia ora, dopo vent’anni, a significare qualcosa...
6
20 novembre 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
SAN SECONDO
Battesimo Un Piano Regolatore da rivedere
con flash
In discussione la politica urbanistica di un comune del pinerolese con una forte attività agricola
Un battesimo uguale nella forma a tanti altri, quello di domenica, in una delle nostre chiese:
la comunità riunita, l’intenzione
dei genitori, la benedizione; in
più i flash dei familiari che immortalavano la scena della imposizione delle mani sul bambino.
Questo « di più » non è sfuggito
al pastore che, rivolto ai familiari, lo ha sottolineato ricordando
che nelle nostre chiese non c'è
mai stata l’abitudine di fotografare i vari momenti di culto.
L’osservazione del pastore ha
forse dato all’episodio una importanza che esso non voleva
avere; chiediamoci anche però se
l’atto di fotografare in chiesa indichi solo l’abbandono di una
abitudine, o non voglia piuttosto
dire che sono stati rinnegati dei
principi importanti per la nostra
chiesa.
Non è in nome di una severità
morale che i valdesi hanno scelto
di riservare l’atto di fotografare,
come altri gesti del genere, ad altri momenti al di fuori di quello
del culto.
La loro scelta non deriva dal
pensare che nel mondo esistano
elementi sacri ed elementi profani e che alla chiesa spetti difendere questo dualismo: nel caso in questione, non si accetta lo
scattare fotografìe non perché il
culto, o la festa nella quale si
tiene, sia un momento sacro da
rispettare: tale pensiero non è
fondato biblicamente perché sacro è unicamente Colui al quale
il culto è reso.
La questione di fondo è invece
la concezione valdese del « giorno di festa ». Essa si ispira al biblico « giorno del Signore ». In
questo senso le domeniche e le
altre ricorrenze sono state vissute non come giorni particolari,
più intensi e più pieni degli altri
ma giorni diversi qualitativamente, di altro tipo (comunque non
sacri), in cui i pensieri e le sensazioni non sono o cercano di
non essere quelli di sempre: per
questo giorno i nostri vecchi riservavano e riservano il loro vestito migliore. Ogni giorno di festa nella chiesa è un giorno dedicato al Signore, non nel senso
di adorazione esteriore e formale, ma piuttosto nello spirito di
comunione col Signore; c’è la
consapevolezza che la vita umana non si esaurisce in quello che
si è fatto e si farà durante la settimana, ma che deve esprimerai
anche su un altro piano, un piano che non siamo noi a costruire, anche se lo ricerchiamo, ma
che ci è dato. Non soltanto l’ora
di culto, ma l’intera giornata è
l’occasione per riflettere sulle cose di Dio, una volta tanto non
come negli altri giorni ma nella
pausa delle nostre azioni e progetti; è un momento di ascolto,
di ricezione. Può darsi che l’aver
accentuato questo aspetto sia all’origine della difficoltà che oggi
i giovani sperimentano nel portare le comunità verso un culto
attivo e partecipato o la difficoltà che nel secolo scorso le donne
incontravano nel convincere i loro uomini ad assistere a tutto il
culto e non solo al sermone come
erano soliti fare.
Oggi tale irnpostazione può essere discutibile, ma è quella che
ci fa esprimere un giudizio negativo sul fotografare un battesimo,
è quella che ci fa vedere nel gesto del fotografare il segno dell’abitudine a pensare la vita come una .successione di avvenimenti importanti. Perché questo
gesto dimostra la difficoltà che
incontriamo nell’accettare di avere a che fare per un momento
con un Dio che non è in diretto
riferimento con le nostre azioni,
un Dio che ha parlato e agito indipendentemente da ciò che noi
dobbiamo dire e fare.
Anna Bosio
■ Hanno collaborato a questo
numero: Domenico Abate,
Antonio Adamo, Anna Bosio,
Francesco Cacciapuoti, Giorgio Castelli, Consiglio di Chiesa di Cremona, Giovanni Conte, Germana Costantin, Franco Davite, Dino Gardiol, Vera
Long, Sergio Ribet, Aldo Rutigliano, Alfredo Sonelli,
Franco Taglierò.
I sottoscritti firmatari delle
Osservazioni al P.R.G.C. presentate al Comune ed esaminate nel
Consiglio Comunale del 5 ottobre
1981:
— vista la deliberazione n. 67/C
del 5 ottobre 1981 pubblicata nell’albo pretorio del Municipio il
10 ottobre 1981;
— constatata, nella precitata
delibera, l’assenza di motivazioni circa il rigetto delle Osservazioni presentate a codesta amministrazione dai sottoscritti;
— visto l’art. 15 della legge regionale n. 56 del 5/12/77;
— vista la Circolare Ministeriale dei Lavori Pubblici n. 2495 del
1 luglio 1954 (Istruzioni Ministeriali alla legge n. 1150 del 17 ago.sto 1942 per la formazione dei
P.R.G.C.);
ritengono opportuno far notare che a loro avviso la delibera
n. 61 iC è illegittima poiché contrasta con l’art. 15 della Legge
Regionale n. 56 del 5/12/77 e con
la Circ. Min. n. 2495 del 7 luglio
1954.
Invitano pertanto il Consiglio
Comunale a riesaminare attentamente le osservazioni predette e,
conseguentemente, produrre delle valutazioni serie, responsabili
e motivate, essendo Osservazioni
emerse dalla popolazione e perciò di interesse generale e non
privato.
Con ossequio
(seguono 11 firme)
S. Secondo, 31/10/’81.
Con questa lettera è ripresa a
San Secondo la discussione sulla
politica urbanistica del comune.
Una politica che si è caratterizzata in questi ultimi anni per
una certa qual 'disinvoltura' nel
concedere licenze edilizie senza
tener conto della realtà socioeconomica del paese. Così in una
zona molto fertile quale quella
degli Airali sono sorti, lungo la
provinciale per 'Torre Pellice, una
serie di capannoni, destinati ad
un uso commerciale (magazzini
di mobili, abbigliamento, vendita
autoveicoli, ingrosso casalinghi,
ferramenta) e parzialmente ad
uso artigianale e industriale.
Molti di questi capannoni sono
ancora inutilizzati.
L'impressione è che in questa
zona si sia edificato obbedendo
ad una logica speculativa e privi
di un piano preciso per gli insediamenti di tipo produttivo. Vi
sono alcune aziende che scaricano i residui delle loro lavorazioni
direttamente nelle bealere che
vengono usate dai contadini con
grave inquinamento del terreno.
Non si è tenuto in nessun conto
delle esigenze della viabilità:
molti esercizi commerciali insistono direttamente sulla strada
provinciale con grave pericolo di
incidenti.
Prevedere oggi come fa il piano un allargamento di questa zona con una possibilità — tutta
teorica — di un impiego di 800
addetti mentre ad esempio vi è
PINEROLO
Per il disarmo e la pace
I seguenti organismi
Caritas Diocesana di Pinerolo,
Centro Ecumenico di Agape, Centro Sociale Protestante (CESP),
Chiesa Valdese Pinerolo, CGILCISL-UIL del comprensorio di Pinerolo, Circolo ’’Pablo Neruda”,
Collettivo Giovani per la Pace e
il Disarmo, Comunità del Colletto, Comunità di Base, Democrazia Proletaria, Federazione Naz..
Lavoratori Energia (FNLE) di Pinerolo, Federazione Giovanile Evangelica Italiana (EGEI) Valli,
Gruppo del Circolotto, Gruppo
Giovani di Torre Pellice, Gruppi
della Parrocchia di S. Lazzaro,
Partito Comunista Italiano (PCI),
Partito di Unità Proletaria
(PdUP), Sinistra Indipendente
hanno reso pubblico un appello
per la pace e il disarmo:
OGGI LA PACE E' MINACCIATA
— dalla vertiginosa corsa agli
armamenti. Nel 1980, nel mondo
si sono spesi per le armi 500.000
miliardi di lire (di cui, sempre
nel 1980, 5.000 da parte del nostro
paese che rischiano di diventare
10.000 nell'82);
— dagli arsenali nucleari; in
particolare, dalle basi missilistiche sovietiche già presenti e dalla
decisione USA di installare altre
testate nucleari in Europa.
— dalla decisione del governo
italiano di accondiscendere alla
installazione di una base missilistica Nato in Italia (a Comiso,
in Sicilia);
— dalla decisione del governo
USA di costruire la bomba N;
— dall'uso della minaccia della
guerra e della distruzione come
fondamento delTequilibrio internazionale (equilibrio del terrore);
— dalla violazione del diritto
dei popoli a decidere liberamente del proprio destino e dalla dipendenza economica che rende
sottomessi i paesi più deboli:
non ci può essere vera pace senza libertà e giustizia.
E' POSSIBILE OPPORSI
ALLA GUERRA E ALLA
DISTRUZIONE
Non è detto che le co.se non
possano cambiare e che i popoli
debbano accettare impotenti decisioni prese sopra le loro teste.
In tutta Europa sta crescendo un
movimento di opposizione popolare alla corsa agli armamenti e
alle armi nucleari; le grandi manifestazioni di Bonn, Roma, Londra, Parigi, Bruxelles ecc. ne .sono un segno.
Occorre dunque impegnarsi
un capannone di 4.000 mq. inutilizzato (con una possibilità teorica di circa 400 posti di lavoro) è
un controsenso, se si tiene conto
della caratteristica agricola dei
terreni.
Lo stesso piano prevede alcuni
espropri nelle zone agricole per
la sistemazione di aree di servizi: il guaio è che queste zone sono a culture intensive e quindi
estremamente importanti.
Altri motivi di discussione su
questo piano regolatore possono
essere rappresentati dagli indici
di cubatura molto bassi previsti
e dal fatto che — nonostante si
preveda un ampliamento della
zona industriale — non si prevede una zona destinata alla edili
zia economico - popolare. Dove
abiteranno i lavoratori? Forse
nelle villette previste dal piano?
In conclusione si tratta di un
piano tutto da rivedere e da confrontare con le esigenze della popolazione, che in gran parte è dedita alla agricoltura, e non sulle
esigenze del « complesso edilizioamministrativo » che regge il comune.
Sappiamo che c'è stata incertezza tra i consiglieri comunali
nel respingere le osservazioni
presentate (1 voto contrario ed
alcune astensioni); sarebbe bene
che diventasse più palese in modo che riprenda il dibattito. Ne
va del futuro di San Secondo.
Giorgio Gardiol
SAN GERMANO CHISONE
Il cittadino e la
questione morale
con ogni energia per;
— ottenere un disarmo nucleare immediato;
— impedire l'installazione in
Europa delle testate nucleari
americane Pershing e Cruise ed
esigere lo smantellamento degli
SS 20 sovietici;
— impedire la costruzione della
bomba N e, comunque, la sua insta’lazione in Europa;
— ottenere un diverso ordine
economico internazionale basato
sulla giustizia sociale e sull'indipendenza dei popoli, che devono
poter decidere il proprio destino
senza subire ricatti economici e
senza interferenze esterne. (Afghanistan, Polonia, E1 Salvador,
Sud Africa ecc.);
— avviare una campagna per
il ripudio di ogni tipo di armamenti; in particolare occorrerà
ottenere la limitazione e il controllo del commercio di armi
(l'Italia è al quarto posto nel
mondo!) e la riconversione dell'industria bellica italiana in progetti finalizzati allo sviluppo del
terzo mondo;
— far sì che gli Stati Europei
sviluppino una politica autonoma, non solo per il superamento
dei blocchi, ma anche per un diverso ordine economico internazionale.
PERCHE' UN COMITATO?
A Pinerolo, come in decine di
altre località italiane, si è dato
vita ad un « Comitato di coordinamento per la pace e il disarmo », per organizzare iniziative a
favore della pace e del disarmo.
In particolare il Comitato dovrà:
— coinvolgere tutte le forze politiche e sociali, gli organi di informazione, le istituzioni, le associazioni, i gruppi e le singole
persone che operano nel pinerolese e promuovere iniziative per
sensibilizzare Toninione pubblica;
— raccogliere e fornire documentazione sui problemi del disarmo e della pace;
— organizzare momenti di confronto e di pubblico dibattito su
temi connessi a quelli del disarmo e della pace (ad es. il rapporto tra i paesi industrializzati e
quelli economicamente più deboli).
Le riunioni del Comitato si
svolgono, per ora, al venerdì sera,
alle ore 21; o presso il Centro sociale di S. Lazzaro (Via dei Rochis, 3, Pinerolo) o presso un locale messo a disposizione dai sindacati confederali (Camera del
lavoro. Via Demo, 8, Pinerolo).
Organizzata dal Comune di San
Germano e presentata dal sindaco Sergio Coppolino, la tavola rotonda avente come tema la questione morale ha raccolto nella
sala valdese un pubblico numeroso ed interessato.
Anche se si può avere l'impressione che su questo argomento
tutto sia già stato detto e che
l'insistenza ci rimetta in efficacia,
in realtà ogni approfondimento
può risultare prezioso quando ad
ispirarlo siano la sincerità e la
serietà di chi lo propone; inoltre
gli interventi di Giorgio Bouchard, Ettore Serafino e Alberto
Barbero hanno avuto in comune,
sia pure nella loro diversa prospettiva, la vivacità dell'esposizione e la positività delle proposte.
Giorgio Bouchard si è soffermato sulla crisi italiana, in parte dovuta al fallimento del modello americano, che si basava
sull'illusione dello sviluppo illimitato. Un quadro sconfortante,
ma dal quale emerge una nuova
volontà di agire secondo modelli
etici, dimostrata soprattutto dall'impegno dei giovani per la pace, per il lavoro nei paesi colpiti
dal terremoto, per l'obiezione di
fronte al servizio militare.
Rivolte alla coscienza dei singoli, con un aperto invito alla
conversione, le riflessioni dell'avvocato Serafino hanno messo in
evidenza ciò che tutti sentono
come un pericolo insito nelle discussioni sulla questione morale:
la fuga dalle proprie responsabilità, lo scarico delle colpe sugli
altri, l'atteggiamento qualunquista del "tanto lo fanno tutti”.
Secondo Alberto Barbero, insegnante e consigliere comunale a
Pinerolo, non è sufficiente l'iniziativa personale in un paese dove la classe politica ha dimostrato in modo così clamoroso la sua
incapacità e la sua corruzione.
Occorre che tutti i cittadini disposti ad un rinnovamento delle
istituzioni si uniscano ed elaborino un nuovo progetto politico.
Poiché è necessario ridiscutere
certi obiettivi, bisogna essere
pronti a cambiare strategia e metodi di intervento nella vita del
paese.
Quasi come tema obbligato, è
stato continuo il riferimento al
messaggio del Sinodo '81, soprattutto per l'invito a non rassegnarsi e a mantenere viva la capacità di indignarsi di fronte agli
scandali.
L'impegno nel presente è quanto mai necessario — ha concluso
Giorgio Bouchard — non ci illudiamo di trovare un rifugio nelle
nostre tradizioni ecclesiastiche,
né tentiamo folli fughe in avanti,
ma qui e ora sta il dovere della
nostra testimonianza. L. V.
COMUNITÀ’ DI BASE DI PINEROLO
Programma di attività
La Comunità di base di Pinerolo organizza alcune iniziative di studio e di
dibattito che propone a -quanti sono
interessati:
Giovedì 3 dicembre ore 15 (in Corso
Torino. 288 presso la sede della comunità) il magistrato Camillo Losana
parlerà di « Emarginazione minorile;
problemi e proposte ».
Sabato 19 dicembre ore 17 (in Corso
Torino, 288) il magistrato Elvio Passone
parlerà su: « Vivere con il terrorismo ».
La lettura del libro del teologo cattolico Ed. Schillebeeckx » Il ministero
nella Chiesa » prosegue nelle seguenti
date:
Sabato 21 novembre ore 17: « Il ministero nel periodo postapostolico »;
Sabato 9 gennaio 1982 ore 17: « Il
ministero ecclesiale nei primi dieci secoli »;
Sabato 23 gennaio ore 17: « Il ministero cristiano nel secondo millennio »:
Sabato 13 febbraio ore 17: " Continuità e rottura tra il primo e il secondo
millennio »;
Sabato 27 febbraio ore 17: « Tensione
tra l'organizzazione effettiva e le pratiche ministeriali alternative »;
Sabato 13 marzo ore 17; ■■ Prospettive
per il futuro ».
Tutti gli incontri sono aperti.
Per informazioni rivolgersi alla comunità di base. Telefono 0121/22339
di Pinerolo.
La sede di tutti gli incontri è in Corso Torino 288 - 1° piano.
Domenica 22 novembre alle ore 16
nel Tempio di Luserna San Giovanni
CONCERTO
del coro di voci bianche
« Sorelle Milanollo » di Savigliano
La colletta andrà a favore dei restauri del Tempio.
7
20 novembre 1981
RESPINTO AL MITTENTE
Il Papa di latta
Indirizzato alla « Chiesa Valdese » di Rorà, arriva un pacchetto postale. Il mittente è l’ente morale Istituto Riccoboni,
Centro mutilati invalidi civili, di Silea (Treviso). Il contenuto: un conto corrente postale per L. 4.200; un foglietto dell’istituto, che tra molte scuse si dice convinto del « fine altamente umano e sociale» della propria opera (di rieducazione)
e « dell’utilità dell’articolo » proposto; un altro foglietto che
recita: « L’oggetto inviatovi è completamente fatto da noi invalidi civili. VI PREGHIAMO DI NON RIFIUTARLO, ci aiuterete così ad evitare ulteriori spese o probabili smarrimenti,
incoraggiandoci a sperare in un domani migliore. GRAZIE ».
E infine ecco l’oggetto, l’articolo: una cornice in plastica di 8
centimetri per 13, che circonda un rilievo metallico di 5 cm.
per 7,50, con la figura^ di papa Giovanni Paolo IL Col massimo
rispetto per gli invalidi civili, e senza voler a priori incolpare
il papa delle degenerazioni del culto della personalità, che pure gli pare congeniale, ritengo che questa strumentalizzazione
della religiosità cattolica e della pietà umana sia veramente
eccessiva e meriti una piccola denuncia. D’impulso ho tracciato sul pacchetto postale un netto « respinto al mittente »;
ma attenderò un poco a rinviarlo: se qualche lettore amante
del Kitsch ecclesiastico volesse assicurarsi il possesso di tale
meraviglia, o almeno fotografarla, sarò ben lieto di mettergliela a disposizione. Attenderò volentieri fino all’ll, o al 17
febbraio, prima di disfarmi di questa immagine «per un domani migliore ».
S. R.
RIPRENDE L’ATTIVITA’ DEL ’’CIRCOLOTTO’
PENSIONATI DELLA VAL PELLICE
Migliorare la sanità
Rappresentanti della lega Pensionati sono stati ricevuti il 4
novembre dal Presidente della
Comunità Montana professoressa
Franca Coïsson, alla quale hanno esposto le finalità della lega.
Gli aderenti risiedono nei Comuni della Valle che si identificano
nella Comunità Montana.
La lega ha limitate possibilità
d’intervento. Può essere però un
efficace strumento di collegamento fra le autorità locali ed i Pensionati. Vuole essere partecipe
delle decisioni della Comunità
Montana anche nella sfera delPU.S.L.
Come, dove e quando spetta
alla Comunità Montana di stabilirlo.
Occorre maggiore informazione. La popolazione non conosce
sufficientemente le funzioni di
onesto Organo territoriale, soprattutto quelle che erano prima
dello Stato e dell’I.N.A.M. La popolazione vuole conoscere il lavoro che svolge il personale della Comunità Montana, altrimenti
la Comunità Montana si trasforma in uno dei tanti carrozzoni
italiani.
Il buon funzionamento dell’U.S.L. N. 43 sta a cuore a tutti
ma in particolare agli anziani
sempre più a contatto con questa nuova struttura e con i medici di famiglia.
La prof.ssa Franca Coïsson,
che da un anno appena è alla
direzione della Comunità Montana Val Pellice, riconosce che è
difficile comunicare alla gente.
Constata che né le riunioni pubbliche, né gli avvisi murali sono
veicoli ideali per l’informazione.
Si tenteranno anche altre vie.
Ammette le difficoltà in cui si
Lettere all'Eco delle Valli
I CINGHIALI
Rispondiamo alla lettera « Chi difende I contadini della montagna » apparsa sul numero 44 del 30 ottobre scorso.
Crediamo di poter condividere parte
delle argomentazioni del signor Carlo
Ferrerò, in quanto come associazione
siamo critici per il modo in cui viene
attuata la legge 68/1978 (Norme per la
conservazione del patrimonio naturale
e dell'assetto ambientale).
Dobbiamo però precisare che la voce di immissione di cinghiali, come
di lupi o addirittura vipere (diceria sparsa in Valsangone) è totalmente infondata.
I cinghiali sono animali prolifici e
quindi non desta sorpresa che le maggiori protezioni esistenti anche nelle
confinanti zone francesi abbiano prodotto un incremento nel numero dei
capi; a ciò si aggiunga il fatto che (a
differenza di quanto avveniva in tempi di minore antopizzazione) si è rotto
l’equilibrio che esisteva fra le varie
specie di animali antagonisti.
Teatro e religione
Perché un ciclo di conferenze
sulla religione? È forse un tema
arretrato,un tema da «riflusso»?
La comparsa anche nel nostro
paese di movimenti religiosi orientaleggianti (gli « arancioni »
di Rajnesh, sette buddistiche,
gruppi di yoga e di meditazione
trascendentale...) ha in effetti
coinciso con raffievolirsi di un
ciclo di lotte giovanili per la trasformazione della società. Il rilancio nella scuola di movimenti
cattolici integralisti come « Comunione e Liberazione » ha certo coinciso con il rientrare dell’onda del movimento studentesco. Ma proprio per questo a
maggior ragione non possiamo
liquidare la discussione sul fenomeno religioso come arretrata.
Tale fenomeno richiede un’attenzione culturale adeguata; oggi nel
mondo di fronte alla crisi dei
vecchi valori ideologici, dei nuovi valori consumistici, delle vecchie sicurezze politiche, sociali,
internazionali, la fede religiosa
— pur in forme assai varie e
qualche volta senza dubbio ambigue — si sposa sempre tuttavia con aneliti di speranza, con
fermenti di rinnovamento radicale della situazione esistente (teologia della liberazione in Ameri
ca Latina, rifiuto « orientalista »
dell’« american way of life », riscossa cattolica in Polonia, recupero dell’identità islamica, impegno dei cristiani per il movimento per la pace...). La problematica religiosa è poi particolarmente importante nel Pinerolese (presenza qualificata degli evangelici, ecumenismo, origini
culturali cristiane di buona parte della sinistra, una diocesi cattolica percorsa da varie positive
tensioni...). Il dibattito sui temi
religiosi non è stato certo carente nel Pineroiese (fede e politica,
concordato, ora di religione...) e
lo stesso dibattito sui temi politici (giustizia e assistenza sociale terzo mondo, militarismo, aborto...) è spesso stato affrontato — e non superficialmente con
categorie e con schemi religiosi.
È sempre mancata tuttavia una
discussione all’altezza della ricerca scientifica e culturale contemporanea, una discussione sul
fenomeno religioso esterna ad
un interesse prevalentemente religioso, una riflessione cioè che si
ponga in termini laici (e non necessariamente laicisti e tantomeno antireligiosi) il problema della rinascita del sacro, della crisi
delle fedi, della ripresa di at
trazione del fenomeno religioso.
È in quest’ottica che esperti
delle più disparate aree culturali
e politiche, credenti e non credenti, sono stati chiamati da ”11
Circolotto” a contribuire ad una
ricerca, senza risposte precostituite, che prenderà avvio venerdì 27 novembre alle 20.45 presso
l’Aula Magna delTIst. Tecnico
Puniva.
Sul tema « Teatro e religione »
interverrà Sisto Dalla Palma, segretario generale della Biennale
di Venezia, docente di Storia del
Teatro e dello Spettacolo all’Università di Pavia. Per Dalla Palma,
intellettuale cattolico, la prassi
rituale non è il segno di un’alienazione, ma è funzionale ad una
reale presa di coscienza deH’uomo, che faccia posto al suo male, che gli dia un senso, un segno, uno scenario. In quest’ottica
è possibile nel rito e nel teatro
rappresentarsi la violenza del
mondo, nello sforzo di non soccombere ad essa, agendo nel proprio corpo, il destino delle sofferenze e delle speranze umane.
Pubblicheremo sul prossimo
numero l’intero programma dei
dibattiti del ciclo.
Il Circolotto
dibatte la C. M. che gestisce un
centinaio di operatori. C’è stato
in quest’anno un rivolgimento.
Non è facile realizzare tutto subito.
E’ evidente che alle decisioni
dello Stato non si accompagna
la volontà politica di abbattere
le resistenze. Queste provengono
soprattutto dai medici. Lo Stato
taglia la spesa sanitaria. Con le
entrate previste per l’anno 1982
non copriremo le spese che coprivamo l’anno scorso. Si fanno
ricadere le responsabilità sulle
U.S.L. e non su coloro che non
vogliono la riforma sanitaria.
Il Presidente riconosce giustificate le lamentele della gente sul
servizio dei Medici di famiglia.
Siamo però in una fase di transizione. Con l’istituto della Convenzione fra l’U.S.L. ed i Medici
di famiglia i servizi dovranno
migliorare. Ma la convenzione
non è ancora firmata. I medici
dovranno scegliere. O esercitare
nelle strutture ospedaliere o rimanere al servizio delle U.S.L.
come medici di famiglia a tempo
pieno. Ricordino i nostri cittadini che il servizio sanitario è gratuito. Ci conforta che il servizio
di guardia notturno e festivo è
apprezzato e funziona bene.
Nei comuni di Torre Pellice e
di Bibiana manca un sanitario.
L’U.S.L. se ne sta occupando ed a
breve si spera di coprire l’orgaganico.
Il colloquio svoltosi cordialmente termina con un reciproco
apprezzamento per le istanze
avanzate dalla Lega, che vuole
collaborare con la C.M., e per le
assicurazioni fornite dalla professoressa Franca Coisson.
a cura di A. Kovacs
CONSIGLIO D’ISTITUTO ALLA MEDIA STATALE DI TORRE PELLICE
Programmi per l'anno scolastico
Riteniamo comunque che il problema
vada attentamente valutato e portato
ad una concreta soluzione, prescindendo da errate o deformate informazioni.
Con i migliori saluti.
Il Presidente della « Pro Natura »
Emilio Delmastro
Nutrito To.d.g. al Consiglio di
Istituto della Scuola Media Statale che ha affrontato tre aspetti
della vita della scuola. Uno di
carattere amministrativo; un altro riguardante: il programma
per l’orientamento scolastico e
professionale; i criteri per gite
e viaggi di istruzione; i progetti
per tutelare la salute. L’ultimo le
relazioni finali del C. di I. e della
Presidenza.
Sono state apportate alcune variazioni al bilancio 1981 e approvato il bilancio per l’anno 1982
che ricalca quello precedente, ma
con alcune modifiche nella spesa,
mentre nelle entrate resta invariato il contributo dello Stato
per la gestione ordinaria; con la
residua disponibilità di lire
1.800.000 si acquisteranno nuovi
libri per la biblioteca, materiale
per l’insegnamento di scienze
(scheletro umano) di tecnica e di
educazione artistica. Il contributo straordinario del Comune di
Torre Pellice è stato utilizzato
nell’acquisto di; dischi per l’educazione musicale, archetti per
lavori, materiale per il corso di
fotografia e attrezzatura per la
palestra.
Anche quest’anno il Consiglio
di Istituto richiederà al Comune
un contributo per finanziare l’acquisto di films didattici, tavole
murali, diapositive, di un giornale in lingua straniera, l’accordatura del pianoforte e la riparazione delle macchine per scrivere, utili ai fini didattici degli
alunni con difficoltà di lettura.
Un contributo suppletivo del
Comune agevolerebbe un’esperienza diversa della gita scolastica organizzando una « settimana
bianca » a Prali di una classe
terza anche con il concorso delle famiglie. Su questa specifica
proposta si pronuncerà il prossimo nuovo Consiglio di Istituto
che uscirà dalle elezioni.
All’orientamento scolastico e
professionale, anche nella prospettiva degli sbocchi occupazio
nali, saranno interessati i ragazzi che frequentano la II e la III
Media. Saranno interpellati esperti esterni dell’artigianato, industria e della scuola. Seguirà
poi una verifica circa l’indirizzo
scelto dallo studente e quello
della famiglia. La tutela della
salute è esercitata nella scuola
attraverso alcuni interventi. È
previsto un accertamento preventivo della scoliosi, con successiva verifica, fra gli studenti
della II Media che sono nell’età
più favorevole. Un’intelligente
informazione sul « tossicodipendente » può tradursi in valida
azione preventiva.
La relazione del Consiglio di
Istituto è un’esposizione degli
argomenti trattati nell’anno scolastico precedente seguiti dalle
relative deliberazioni (bilanci,
orario scolastico, uso del giornale in classe, attività parascolastica e complementare).
Ricca nel contenuto la relazione della Presidenza. Emerge il
rilevante numero di alunni (corrispondente a 6 classi) che ha
frequentato il doposcuola, le attività complementari e Tinterscuola.
Positivo il risultato raggiunto
dalla programmazione delTopera
di sostegno agli handicappati o
agli alunni che presentano disturbi di origine psicologica.
Hanno contribuito all’esito di
questa iniziativa l’insegnante di
appoggio, nominata dal Provveditorato, i frequenti consigli tenutisi con l’intervento della psicoioga e deH’assistente sociale
della Comunità Montana e la collaborazione dei familiari.
Le « 20 ore » contemplate dall’orario di servizio degli insegnanti sono state prevalentemente dedicate a incontri collettivi
con i genitori, per spiegare il
funzionamento della scuola, la
situazione nelle singole classi,
l’impostazione del lavoro all’interno delle classi, a illustrare le
schede di valutazione.
La partecipazione dei genitori
è stata significativa. Se ci si riferisce al consiglio di classe nella sua composizione ufficiale si
è rilevato che ben difficilmente si
raggiunge l’obiettivo per il quale sorsero gli organi collegiali.
A. K.
PRECISAZIONE
Il "volontariato permanente”
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A volte con il cambiare frasi, o
soprattutto titoli, ad articoli di
corrispondenti si rischia di indurre in errore i lettori.
Si è verificato ultimamente per
l’inchiesta intitolata « Volontariato permanente », che è stata cambiata dalla redazione in « mogli
dei pastori». Invece: 1) era destinata ad una cerchia limitata
di mogli dei pastori (solo a quelle che hanno scelto di non lavorare, o hanno abbandonato il
proprio lavoro personale con senso vocazionale) ma anche ad altre donne impegnate a « pieno
tempo » in opere della chiesa
(es. Vallecrosia). I risultati era
no: la richiesta di un riconoscimento (per il momento: poter
partecipare all’assemblea di circuito in quanto « operatore diaconale ») in attesa della creazione di nuovi ministeri per tutti
(come quelli nel « ruolo diaconale »). 2) era stata svolta in tutta Italia, per cui non avrebbe dovuto essere messa nella Cronaca
delle Valli.
Quest’appunto — che non è
stato fatto a suo tempo ritenendolo secondario — è diventato
necessario ormai perché l’artico
lo non è stato capito; a) si è verificato ultimamente in un’assemblea di chiesa dove l’argomento è stato sollevato da un
membro di chiesa; b) nell’ultima
circolare TEV che lo condanna,
travisandone i dati — si suppone
dopo una lettura affrettata — e
criticando risposte sofferte di
persone che Iianno lasciato tutto
per la causa dell’evangelo, e che
chiedono alla loro chiesa di aiutarle ad avere una testimonianza
che possa essere credibile in particolare dal movimento delle
donne di oggi, che aspettano il
messaggio autentico della liberazione di Cristo.
Ripetiamo che l’inchiesta fa
parte della ricerca del CEC « Comunità dorme e uomini nella
chiesa» (si capirà meglio leggendo gli articoli dell’Eco-Luce n.
44) e della riflessione sul « ruolo
diaconale ».
Marie-France Coisson
Rinnova
l’abbonamento
all’Eco delle Valli
8
8
CRONACA DELLE VALLI
20 novembre 1981
AGAPE - CAMPO INVERNALE
26.12-’81-1.1.’82
Costruire la pace oggi
Il campo è strutturato in 3 momenti fondamentali;
a) tre relazioni introduttive offriranno una panoramica
generale sull’argomento ;
b) la tavola rotonda evidenzierà le diverse posizioni
di partiti e sindacato;
c) il lavoro nei gruppi sui sei sottotemi proposti (con
ovvie possibilità di variazioni) si propone di approfondire le
questioni e favorire la socializzazione delle esperienze. Ogni
gruppo o atelier di lavoro sarà animato da una persona preparata in modo da favorire il massimo di partecipazione.
Sabato 26 — Arrivo per cena.
Domenica 27 — Giorgio Rochat : « Equilibrio politico mondiale da Hiroshima ai giorni nostri. Armamenti, dottrine
strategiche, guerre pianificate ». Discussione generale. — Porneriggio: lavoro in gruppi sui seguenti temi: a) industria bellica in Italia; b) politica di riarmo in Italia negli ultimi anni;
c) servizio di leva-obiezione di coscienza; d) movimenti pacifisti e nonviolenti; e) tensioni tra i blocchi e minacce di guerra oggi; f) atteggiamenti delle chiese verso la guerra e gli
armamenti oggi; g) nucleare militare - nucleare civile.
Lunedì 28 — Alberto Tridente : « L’industria militare italiana oggi. L’Italia nel mercato mondiale delle armi — prospettive di riconversione industriale e ruolo del sindacato ».
Discussione generale. — Pomeriggio : prosegue il lavoro nei
gruppi. — Sera; studio biblico (Saverio Merlo).
Martedì 29 — Ermanno Genre : « Prospettive di una teologia delia pace ». Discussione generale. — Pomeriggio : lavoro
nei gruppi.
Mercoledì 30 — Tavola rotonda su : « Obiettivi politici
reali del movimento per la pace in Europa. Disarmo bilanciato e progressivo — disarmo unilaterale — ruolo autonomo
dell’Europa tra i due blocchi ». Partecipano ; Rinaldo Bontempi, Claudio Canal, Loris Rizzi e Alberto Tridente. — Pomeriggio; libero.
Giovedì 31 — Discussione generale. — Pomeriggio; mozione finale del campo. — Sera: culto di chiusura con predicazione (Daniele Garrone) e festa conclusiva del campo.
Venerdì 1 — Partenza dopo colazione.
Per iscrizioni e informazioni scrivere a:
Agape - 10060 Prali (tei. 0121/8514).
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Doni Eco-Luce 1981
PRALI
SOSTENITORI
Concistoro Valdese, Richard Alma.
DA L. 7.00C'
Garrou Anita.
DA L. 5.000
Grill Alda: Pascal Ghigo Renata; Peyrot Gino: Richard Alberto; Richard Silvio: Grill Giovanna ved. Pascal.
DA L 4.000
Grill Oreste.
DA L. 3.000
Genre Enrichetta.
a Telepinerolo
Canale 56
CONFRONTIAMOCI
CON L'EVANGELO
Sabato 21 novembre, ore
20.20: studio biblico della
Scuola Domenicale di San
Secondo.
I programmi vengono
replicati ogni domenica alle ore 14.30.
COMUNITÀ’ EVANGELICHE
DI CASTASEGNA
BONDO - SOGLIO ( Grigioni )
Il posto pastorale delle nostre
comunità è vacante.
Cerchiamo un pastore
con buona conoscenza della
lingua italiana. Per ogni informazione rivolgersi, entro il 31
gennaio 1982, alla sig.ra Mengia Spreiter presidente della
comunità di Castasegna.
(7649 Castasegna, © 082/41380)
La minoranza contesta...
La DC contesta la legittimità della riunione del consiglio - Sospesa
la seduta nonostante dovessero essere esaminate questioni urgenti
DA L. 2.500
Gerire Valdo.
DA L. 2.000;
Barus Amedeo; Baud Emanuele; Grill
Enrico; Menusan Luciano; Richard Dario: Rostan Dora.
DA L. 1.500
Genre Alessio
DA L. 1.000
Baud Filippo: Grill Germano.
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
DONI FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Terzo trimestre 1981
L. 5.000; Reynaud Lea, 2 versamenti.
L. 10.000; Reynaud Lea; Agli Alda;
Visentin Maria; Pons Luigi; Tourn Rossi Mirella.
L. 15.000; Agli Giulio, riconoscente
al Dr. Gianni Peyrot.
L. 20.000; Monti Long Emilia, riconoscente al Dr. Gianni Peyrot; Odetto
Jvonne, 2 versamenti; Bounous Valdo.
L. 25.000; Giolitto Mollica Febe, rinoscente al Dr. G. Peyrot.
L. 30.000; Chiavia Stefano. 2 versamenti.
L. 50.000; Long Eugenio e Adele,
L. 80.000; Balmas Odette, in memoria
di A. Jahier, E. Gianassi e di M.
Decker.
L. 100.000; Balmas Odette, in memoria dei genitori.
L. 300.000; Jon Scotta Maria.
Il Consiglio della Comunità
Montana nella funzione di assemblea delTU.S.L. 43, riunitosi
il 9 novembre, dopo l’interruzione temporanea della seduta, su
proposta del presidente e con
l’assenso dei capi gruppo consiliari, ha approvato il rinvio del
consiglio.
Cos’è avvenuto al Consiglio che
si è riconvocato immediatamente
per i giorni 24 e 25 novembre?
Il Consiglio doveva esaminare
alcuni provvedimenti urgenti, fra
i quali faceva spicco quello per
l’assestamento del bilancio 1981
indispensabile per dare corso ai
pagamenti urgenti ai farmacisti e
ospedali.
Invece la minoranza D.C., con
l’intervento dei consiglieri Bonansea e Martina, sollevava eccezione di legittimità sulla procedura
di convocazione del consiglio. Riteneva che il consiglio non fosse
nella sua legalità a proseguire i
lavori non essendo stata dapprima né convalidata la nomina dei
nuovi consiglieri designati dal
Comune di Torre Pellice, né era
divenuto esecutivo, a norma di
legge, l’atto stesso di nomina dopo il suo inoltro al CO.RE.CO.
Le precisazioni che sono seguite sia sullo statuto della C.M. Val
Pellice il quale non prevede la
norma di convalida dei consiglieri trattandosi di elezioni di II
grado, che sulla deliberazione di
nomina del Consiglio Comunale
di Torre Pellice resa immediatamente esecutiva, non valsero a
far recedere la minoranza.
Nemmeno altri interventi della
maggioranza smossero i consiglieri democristiani dalla linea
politica sostenuta fin dall’inizio
della seduta, eccependo essi la
legittimità del consiglio nella
sua nuova composizione.
Al presidente non rimaneva al
tra scelta che accogliere la richiesta di sospensione della seduta, avanzata dal cons. Danilo Rivoira, per valutare l’atteggiamento della minoranza e proporre
alle ore 22 il rinvio.
La mancata consuetudine di
consultazione dei capi gruppo da
parte della giunta per stabilire
il calendario delle convocazioni
e l’ordine dei lavori del consiglio
ha facilitato il colpo di scena a
cui abbiamo assistito con non
dissimulato disagio. A. K.
Doni Rifugio Carlo Alberto
Doni pervenuti nel mese di agosto
L. 500.OD0; Alverone Albina ved. Planchón, in mem. di Planchón Paolo.
L. 150.000; Ribet Giacomo e fam., in
memoria di Balmas Maria.
L. 50.000; Corsani Anna Letizia, in
ricordo della sua Confermazione.
L. 40.000; Cougn Alda e Cougn Emma Paschetto, offerta per la giornata del
Rifugio.
L. 10.000; La moglie in mem. di Garro Beniamino; Osvaldo Pons, ricordando
la sua cara Paolina; Avondet Irene, ricordando la cognata Albertina Corsini.
L. 5.000; Salce Gabriella, in mem.
dei nonni.
L. 3.000; Miranda Barandun.
Doni pervenuti nel mese di settembre
L. 120.000; Dott. Theo Kiefner; Dipendenti Ditta Helca, in mem. di Castellano
Irma.
L. 100.000; Ricordando una cara cugina, N. 0,; Margiuli Pierre, in memoria dei suoi cari.
L. 70.000; Chiesa Evangelica Valdese
di Aosta.
L. 50.000; Enrico Jahier, in memoria
di Luigi Bertin; Gay Emma.
L. 10.000; Rivoira Adolfo e Liliana, in
mem. di Remigio Pons,
L. 5.000; GardioI Emanuele e Mary,
Prarostino.
Doni Asilo San Germano
Doni pervenuti nel mese di agosto
L. 50.000; La famiglia e il fratello Enrico, in memoria della mamma Adele
Pontet.
L. 40.000; I vicini di casa, famiglia
Gallian Luigi, in memoria di Adele Pontet.
L. 35.000; I condomini dei Mondoni,
ricordando Long Paolina Pons.
L. 30.000; Alma Mery Pons, in memoria della cognata Paolina.
L. 21.000; I compagni di lavoro in
ricordo della mamma di Mara, Albertina
Gönnet.
Doni CIOV
ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI
Doni pervenuti nel mese di agosto
L. 50.000; C. C.
OSPEDALE VALDESE DI POMARETTO
Doni pervenuti nel mese di agosto
L. 200.CO0; In memoria di Rene Menusan, amici e conoscenti: Simo'ndi Piero e Carlo, Clot Alberto e Giovanna,
Chiaramello Daniela e Sergio, Ferrerò
Attilio, Clot Marco Aldo e Clodine,
Massel Amedeo e Laura, Barus Adolfo,
Massel Valdo e Teresa, Giraud Aldo e
Nella, Giraud Gian Carlo e Mara, Clot
Varizia Lamy e Enrica, Gatto Franca
e Antonio, GardioI Attilio, Bertetto Vaiter Enrico e Rino.
L. 60.000: La sorella Luigia e figli, in
memoria di Adele Pontet.
L. 50.000: Èva Barale ved. Cerruti,
Perrero; Michele Giacomino, Pinerolo;
In memoria di Rostamg Ardoine e
Charrier Albina, la figlia e il figlio; Bricarello Carlo, Torino.
L. 42.000: I condomini dei « Tigli », in
memoria di Adele Pontet.
L. 40.000: Conta Pasquale, Piscina.
L. 30.000: Prandini Giovanni, Pomaretto; Davin Beniamino, Villaretto Roure.
L. 20.000: Reynaud Francesco, Perosa Argentina; Elisa Lèger, Abbadia Al
pina Pinerolo; Alberto Pontet, San Germano Chisone; Alfredo e Emilia Righetti, Torino: In memoria di Grill Onorato,
la moglie.
L. 10.000: Emma Tron, Pomaretto;
Gallian Margherita ved. Torres, in memoria Adele Pontet; Osvaldo Pons, ricordando la sua cara Paolina.
L. 5.000: Challier Ferdinando, Pourriere.
Doni pervenuti nel mese di settembre
L. 300.000: Canobbio Antonio, Firenze; Fam. Ponsat, in memoria della mamma Gaido Maria Margherita.
L. 200.000: Jannin Elena, ViUar Perosa.
L. 185.000; I compagni di lavoro di
Aldo Long, in memoria del padre Enrico.
L. 100.000: Freyria Giovanni Spirito,
Perrero.
L. 25.000: In memoria di Attilio Tron,
la zia Tron Ester.
L. 15.000: Fornerone Elvira, San Secondo di Pinerolo; Pastre M. Rosa, Pragelato.
L. 5.000: GardioI Emanuele e Mary,
Prarostino.
OSPEDALE VALDESE DI TORRE PELLICE
Doni pervenuti nei mese di settembre
L. 10.000: Bianchi Isabella, Bergamo.
L. 10.000; Maria Bolla, in ricordo di
Albertina Long ved. Gönnet; Tiziana
Poliotti, ricordando la nonna; Avondet
Alba e Galliano Oreste, in occasione
25“ anno di matrimonio ricordando il
caro papà Avondet Paolo; Osvaldo Pons,
ricordando la sua cara Paolina.
Doni pervenuti nel mese di settembre
L. 50.000: Edmond ed Emma Beux,
New York, in memoria dei nostri cari.
L. 20.000: Chiesa Evangelica Valdese
di Susa.
L. 10.000; Rivoira Adolfo e Liliana, in
memoria di Remigio Pons.
Doni per la Centrale Termica
L. 3.231.000; Reynaud Francesco.
L. 680.000: Pascal Margherita.
L. 205.000; Comunità San Marzano 0.
L. 150.000: Istituto Bancario San Paolo
Villar Perosa.
L. 100.000: Liselj Elena e Lauretta,
in memoria di Ferruccio Avondetto; Liselj Avondetto Peter, in memoria dei
genitori e suoceri: Laurenti Wilma;
N, N,, in memoria di Pascal Margherita.
L. 50.000: N. N., Torino, in memoria
della mamma; Rostagno Paolo, Torino:
In memoria di Luigi Serafino, la moglie: llda e Guido, in memoria di tante Emma; Tosso, Torino; Tron Costantino; J.E.G., in memoria di Elena Travers e Lulù; Unione femminile Valdese.
Torre Pellice.
L. 25.000: Serafino Ettore, in memoria del padre.
L. 20.000; Famiglia Long Oreste, in
memoria del caro Lulù e tutti i nostri
cari.
L. 10.000; Long Elvira, in memoria
di Lulù; Jahier Elena Giovanni, ricordando il caro Lulù.
L. 5.000; Salce Gabriella, in memoria
del padre: R. B. J., ricordando il caro
marito.
Errata-corrige: Eco-Luce del 2.10.81: In
memoria di Revel Emilio i parenti
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Perrero : Past. Paolo Ribet - tei. 84.88.16.
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Prali : Past. Bruno Rostagno - tei. 85.19.
Pramollo : Past. Tom Noffke.
Prarostino : Past. Cipriano Tourn tei. 500.765.
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il COSTO REALE è di L. 22.000
9
20 novembre 1981
CRONACA DELLE VALLI
DAL DIARIO DI UNA VECCHIA NONNA
Pensieri
★ La preghiera, questo legame
prezioso che in ogni istante ci
permette di cercare il contatto
con Dio, non deve manifestarsi
come un S.O.S. angoscioso sgorgato da un animo in preda allo
sgomento o alla disperazione, ma
come un mezzo per riconoscere
umilmente la nostra indegnità e
cercare ispirazione al nostro
agire nei momenti sereni, un
presentarci supplici davanti ad
un padre pietoso nelle ore di
sconforto o di paura.
★ Non lasciamo passare giorno triste o lieto senza ricercare
quella comunione col nostro Dio
che ci dà forza e coraggio in
ogni circostanza.
★ Signore che ci chiami, che
ci inviti a consacrare alla tua
Opera ogni nostro pensiero, ogni
atto che compiamo, guidaci e
non permettere che l’indifferen
za s’impadronisca dei nostri cuori!
★ Tu non chiedi parole d’impegno né promesse, ma amore e
dedizione in ogni istante della
nostra vita.
★ Troppo spesso vorremmo
sacrificare al benessere dei nostri cari ogni altra cosa e ci sentiamo frustrati dalla vita irrazionale di chi ci sta intorno. Dacci
la forza di allargare la sfera delle
nostre aspirazioni e caccia l’egoismo dai nostri cuori.
★ Tu ci hai chiamati: sostieni
le nostre forze troppo deboli e
incerte, o Signore!
★ Non permettere che la tentazione di accettare le promesse
allettanti del mondo cancelli dalla nostra vita la certezza delle
Tue promesse.
E. G. B.
POMARETTO
Giornata della Scuola Latina
Una cinquantina di amici della
Scuola Latina si sono ritrovati a
Pomaretto domenica 8 c. m. per
udire, soprattutto dalla viva voce dell’avv. E. Serafino, una descrizione dettagliata della situazione dei nostri istituti di istruzione al momento attuale. Un
sentito ringraziamento per detta
descrizione vada ancora da queste righe alTavv. Serafino.
Avremmo voluto vedere in mezzo a noi tanti ex-allievi e con un
po’ di buona volontà e di impegno tanti e tanti sarebbero potuti essere, se solo diamo imo
sguardo agli elenchi di questi ultimi dieci-dodici anni. Saremmo
stati molto lieti di poter consta
RORA’
Da novembre abbiamo ripreso
l’uso invernale, del culto fatto
nella sala, e non nel tempio. Le
riunioni quartierali hanno luogo
alternativamente al centro e alle
Fucine, ogni giovedì alle 20,30. Il
prossimo turno alle Fucine è
dunque il 26 novembre.
• Ricordiamo a tutti l’Assemblea di Chiesa, che avrà luogo domenica 22, subito dopo il culto.
PINEROLO
Nella prossima settimana, dal
17 al 22 novembre, avrà luogo,
alle ore 20.30 un primo breve
ciclo di incontri del « catechismo
per adulti ». Si spera che i partecipanti siano numerosi.
• Si è svolto nel tempio, sabato 7 il concerto della corale di
Villar-Bobbio diretto da Dino
Ciesch e dedicato all’innologia
della Riforma, un repertorio insolitamente impegnativo per le
nostre corali e di un genere nuovo di iniziativa per il Centro sociale protestante che lo ha organizzato. Il grande pubblico accorso e l’ottimo successo riportato hanno premiato il coraggio
dimostrato nel tentare nuove
strade.
• Giovanna Ferrerò v. Poét
di anni 87 ha terminato la sua
vita terrena. Il funerale ha avuto
luogo giovedì 12 u.s. all’Abbadia.
Condoglianze alla famiglia.
FAMOLASCO
Collettivo
Biblico
Il 6 dicembre alle ore 15 primo incontro del gruppo ecumenico nei locali della casa comunitaria di Famolasco.
In programma la ripresa del
collettivo biblico 1982 e l’eventuale adesione del gruppo al movimento per il disarmo e la pace.
Vecchi e nuovi amici non manchino all’appuntamento.
tare che, almeno in alcuni di tanti ex-allievi, un po’ di affetto per
la vecchia scuola è ancora vivo ;
che vi è ancora chi si interessa
ai problemi di una scuola che fu
sua per ben tre anni. Oppure,
semplicemente, che vi è chi sente che è bello ritrovarsi insieme,
magari dopo molti anni per riandare ai giorni più o meno lontani trascorsi alla Scuola Latina.
Tuttavia vogliamo dire a tutti
coloro che non erano con noi che
la Scuola Latina, nel corso della
sua lunga esistenza, ha attraversato, a più riprese, delle gravi
crisi soprattutto finanziarie fino
ad arrivare alla chiusura per
mancanza di fondi. Ogni volta la
scuola ha saputo e potuto risollevarsi grazie alla buona volontà
ed all’aiuto di tanti amici.
Possiamo sperare che anche
questa volta la crisi sarà superata? Che tanti ex-allievi vorranno
dimostrare in modo concreto la
loro riconoscenza alla vecchia
scuola?
A tale scopo vogliamo offrire
loro il nostro nuovo numero di
c.c.p. : 20488102 intestato alla Associazione Amici Scuola Latina Pomaretto.
A quanti vorranno rispondere
a questo appello vada sin d’ora
il nostro sentito ringraziamento.
G. C.
SAN SECONDO
Domenica 15 è stata battezzata
Elena Godine di Enzo e di Rita
Previati (Cavoretto). Alla bimba
ed alla sua famiglia il nostro augurio fraterno.
• La settimana prossima inizia il secondo turno di riunioni
quartierali con Cavoretto e Barbé. I temi saranno : La sentinella
cristiana (Ezechiele 33: 1-9) e
Testimoniare della resurrezione.
Società
di Studi
Valdesi
E’ in distribuzione il Bollettino n. 149 della Società di Studi Valdesi.
In questo numero articoli dì :
William Me. Comish: Reazioni inglesi alla ^primavera
di sangue'* valdese del 1655.
Giorgio Vola : Croniwell e i
Valdesi, una vicenda non del
tutto chiarita.
Gianni Bellion ; Società ed
economia in una comunità
contadina del Settecento: San
Giot>anni.
Bruno Corsani : Controlli di
polizia sui pastori stranieri
durante la 1^ guerra mondiale.
Il costo del fascicolo è di lire
8.000. Per acquisti rivolgersi a
Società di Studi Valdesi, via
Roberto d'Azeglio 2, 10066 Torre Pellice. C.C.P. n. 14389100.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Una sessantina di presenti all’Assemblea di chiesa, convocata
sabato sera, ha ascoltato con
molto interesse la relazione della Commissione d’Esame sull’operato del Concistoro. Una relazione seria, fatta con lodevole impegno e ricca di consigli stimolanti e utili che ci auguriamo non
rimangano solo sulla carta, ma
vengano studiati e messi a frutto
dai vari responsabili delle attività di chiesa.
L’Assemblea ha eletto tre nuovi anziani: Arturo Caflarel, Fabrizio Malan e Wanda Peyrot
Meynet in sostituzione di Dino
Gardiol, Umberto Rovara e Riccardo Turin, non più rieleggibili,
secondo i regolamenti, perché
giunti al termine dei quindici anni di ministero. Alberto Bellora,
Gianfranco Parise e Guido Ribet, scaduti per compiuto quinquennio, sono stati rieletti.
Sono stati votati membri della Commissione d’Esame sull’operato del concistoro per il nuovo anno: Cristiana Longo, Lucio
Malan ed Evelina Robba. Revisori dei conti: Pierino Boer e Liliana Malan.
'• Per le manifestazioni in occasione del 175” anniversario del
tempio di San Giovanni, ricordiamo che, oltre al gioco di « Dama vivente » programmato per
sabato 21 c. m. nella Sala Albarin
dal gruppo Cadetti e di cui abbiamo già dato notizia sul giornale, avrà luogo domenica 22 c.
m. alle ore 16 nel tempio, un concerto di voci bianche del Coro
« Sorelle Milanollo » di Savigliano.
La colletta andrà a favore dei
restauri del tempio.
• Abbiamo accompagnato al
campo del riposo le spoglie mortali di Adele Pastorello ved. Bianco di anni 79, ospite dell’Asilo
Valdese: Napoleone Morel dei
Malanot di anni 72: Mario Archetti di anni 78 di Acqui Terme.
Ai familiari la comunità esprime la solidarietà nel dolore con
tutta la simpatia cristiana.
TORRE PELLICE
La comunità esprime la sua
simpatia cristiana alla famiglia
di Rapiti Rosa in Carco deceduta all’età di 83 anni a Torre Pellice.
• Si è costituito un gruppo di
studio sul Battesimo che lavorerà in vista della prossima Assemblea di chiesa. Le persone interessate sono invitate a prendere
contatto con i pastori. Il primo
incontro si è tenuto mercoledì
18 novembre.
Dibattito
« Per una Europa senza missili
dalla Polonia al Portogallo » è il
titolo di un dibattito organizzato
dalla redazione di « Cronache »
per venerdì 20 novembre alle ore
21 presso la sala operaia di Torre Pellice.
Intervengono : on. Giancarla
Codrignani, don Franco Barbero,
past. Giuseppe Platone.
ANGROGNA
• L’assemblea di domenica 15
dopo r illustrazione dei punti
principali del dibattito sinodale
— ha relazionato efficacemente
J. Louis Sappé — ha discusso
del 450“ anniversario di Chanforan. All’introduzione storica ha
fatto seguito una presa di posizione, votata da una quarantina
di elettori, in cui oltre a ravvisare in questo anniversario: «un’occasione preziosa per l’evangelismo italiano e straniero di rifle.ssione sul significato attuale della
Riforma protestante » si è nominato un comitato organizzativo composto dai rappresentanti
dei gruppi ecclesiastici di attività
e si è evidenziata la possibilità
di avere, in Val d’Angrogna, due
momenti distinti di incontro valdese popolare: il 15 agosto e il
12 settembre. Spetta ora alla Tavola Valdese e alla Società di
Studi Valdesi definire ufficialmente il programma dettagliato
deH’importante anniversario.
• Nelle riunioni della settimana (Baussang, Marte!, PrassuitVerné) inizia lo studio biblico sull’Apocalisse.
SAN GERMANO
La nostra sorella Clementina
Avondet (Magna Mentina) ci ha
lasciati all’età di 85 anni, dopo
un soggiorno aH’ospedale. L’età
ha avuto ragione della sua pur
forte fibra. Il Signore voglia fare per lei secondo quanto ha
promesso in Cristo.
• In occasione dell’ultima riunione dell’Unione Femminile è
stato evocato un aspetto del tutto sconosciuto della personalità
della Signorina Pauline Bert, deceduta da alcuni anni. La conoscevamo per la sua lunga vita
di colportrice, per i suoi ricordi
della vita in Val d’Aosta, durante il ministero del padre. Abbiamo scoperto che, durante il fascismo questa sorella fu spesso
un sostegno apprezzatissimo per
vari fuorusciti antifascisti in
Francia e Germania (subito prima dell’avvento del Nazismo).
Come tale ebbe anche il dubbio
onore di un incartamento presso
gli uffici deirOVRA, schedata come antifascista e « fanatica Valdese ». Sembra che questi due
elementi della sua personalità si
siano manifestati con particolare virulenza al momento della
firma del Concordato. Possiamo
anche capirla! Grazie a chi ha
tracciato per noi la storia di
una « minima » che ha rischiato,
senza calcolare, per i suoi simili.
• Ricordiamo ancora il Concerto per strumenti a fiato ed
organo che avrà luogo sabato
21 novembre, alle ore 21, nel tempio di San Germano. Grazie al
complesso « Pro-Musica Antiqua » per la sua preziosa collaborazione.
• L’Assemblea di Chiesa di domenica 15 ha deciso di avere,
domenica 22 novembre, una giornata comunitaria sul tema del
Collegio e della Scuola Latina.
Dopo il culto ci recheremo nella sala valdese: pranzo al sacco
con offerta di minestra calda,
subito dopo discussione sul tema della giornata.
Ci auguriamo che il Comitato
e le Associazioni Amici del Collegio e della Scuola Latina partecipino a questo incontro.
Chiediamo a tutti di essere
con noi.
BOBBIO PELLICE
La comunità di Bobbio Pellice,
costituitasi in Assemblea di Chiesa domenica 15, ha deliberato di
rimettersi alla Tavola per la nomina del pastore, che inizierà il
suo ministero nel mese di ottobre 1982. In questo periodo, come
si sa, le attività ecclesiastiche
sono provvisoriamente coordinate dal Consiglio del 1“ Circuito,
che può avvalersi della collaborazione dei predicatori residenti in Val Pellice.
L’Unione Femminile ha iniziato la sua attività. Le non numerose sorelle intervenute (segno di
sfiducia e disorientamento conseguente alla situazione pastorale
ritenuta non soddisfacente?) hanno deciso di intraprendere la riflessione su « Il concetto di peccato », proposto dalla FFEVM. La
prossima seduta avrà luogo il 6
dicembre alle ore 14,30.
VILLASECCA
La nostra comunità esprime
ancora una volta la propria simpatia cristiana e la propria comunione di fede e di speranza
nella resurrezione dei morti, alle
famiglie Peyronel-Viglielmo per
la morte del loro caro Ernesto.
• Tutti ci siamo vivamente rallegrati nel Signore nel vedere tornare fra i propri familiari la piccola Piera Clot di Ermanno ed
Elsa.
Il nostro desiderio più vivo è
che Piera possa riacquistare completamente tutte le sue facoltà
fisiche e mentali: il pericolo corse è stato gravissimo.
Auguri, Piera!
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cc ...il tempo della mia dipartenza
è giunto... ho combattuto il buon
combattimento, ho finito la corsa,
ho serbato la fede ».
(2“ Timoteo 4: 6-7)
In Torre Pellice, il giorno 11 novembre, è deceduta
Rosa Raciti In Carcò
madre del Past. Salvatore Carcò. Il marito, i figli con le loro famiglie ne danno Pannunzio.
I familiari ringraziano il Dr. Avanzi
ed il Past. Zotta per l’opera prestata.
Torre Pellice, 12 novembre 1981
RINGRAZIAMENTO
« Gesù disse: nel mondo avrete
tribolazioni ma fatevi animo, io ho
vinto il mondo ».
(Giov. 16: 33)
I familiari del compianto
Eli Peyronel
profondamente commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e di
affetto tributata al loro caro, nell’impossibilità di farlo singolarmente ringraziano tutte le gentili persone che
con fiori, scritti e presenze hanno partecipato al loro dolore.
Un grazie particolare ai medici ed al
personale infermieristico dei reparti
neurologia e pensionato dell’Ospedale
Civile E. Agnelli, al Dott. Scarognina,
al medico curante Dott. Bertolino, al
Pastore Noffke ed ai vicini di casa di
Campigliene.
Pramollo. 16 novembre 1981
RINGRAZIAMENTO
« Giustificati per fede, abbiamo
pace con Dio per mezzo di Gesù
Cristo, nostro Signore ».
(Rom. 5: 1)
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Ernesto Viglielmo
La famiglia ringrazia quanti le sono
stati vicini con la propria simpatia e
solidarietà, ed in modo particolare i
medici ed il personale tutto dell’Ospedale Valdese di Pomaretto.
Villasecca, 10 novembre 1981.
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dal sabato ore 14 al lunedi ore 8
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo Infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
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Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato. domenica e vigilia dei festivi] presso rOSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 939433.
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dalle ore 14 della vigilia del
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10
20 novembre 1981
10.
FRANCIA
Disoccupazione
Rifiutiamo di vivere
su di una polveriera
Di fronte all’enormità delle conseguenze dei sistemi di aggressione
e di difesa esprimiamo la comune convinzione attinta all'evangelo
Questo intervento ecumenico sul tema della pace, diffuso
largamente in Francia, è stato prodotto congiuntamente dalla
Commissione « Giustizia e Pace » della Chiesa cattolica e dalla Commissione sociale, economica e internazionale della
Federazione delle Chiese protestanti in Francia.
Il 25 ottobre, sotto il patrocinio deU’O.N.U., è iniziata la « settimana per il disarmo ». Quest’anno essa assume un rilievo
particolare, poiché coincide con
un certo rilancio alla corsa agli
armamenti e con un risveglio dei
movimenti per la pace in diversi
paesi d’Europa.
La fabbricazione della bomba
ai neutroni, l’aumento del numero dei missili in Europa, la produzione e l’esportazione, da parte
di numerosi paesi, di armi dette
« classiche », ravvivano il sentimento di una pesante minaccia
sul mondo.
Come cristiani ci rendiamo
conto — insieme a tanti altri uomini e dorme — della complessità dei problemi riguardanti la
sicurezza degli individui e dei
popoli. In questo settore come
in altri noi non facciamo tutti
le stesse scelte politiche. Ma,
di fronte airenormità delle possibili conseguenze dei sistemi di
aggressione e di difesa preparati
da una parte e dall’altra, noi crediamo sia opportuno esprimere
la nostra convinzione comune
attinta aU’Evangelo. È per questo che, pur riconoscendo i limiti della nostra presa di posizione:
1. Ricordiamo:
— il pericolo in cui l’umanità
incorre in seguito all’accumulazione, senza precedenti, dei mezzi di distruzione capaci di annientare tutta la vita sulla terra;
— gli avvertimenti dei responsabili politici e delle autorità
spirituali che hanno sottolineato
il carattere drammatico e demenziale della corsa agli armamenti;
— la condanna ferma, da parte
delle Chiese, di ogni atto di guerra che tende indistintamente alla
distruzione massiva di intiere
popolazioni.
2. Constatiamo con
preoccupazione che:
— indipendentemente dal rischio di una totale conffagrazio
ne, la corsa agli armamenti clas
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michelis, Giorgio Gardioi, Marceila Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronei, Roberto Peyrot,
Giuseppe Piatone, Marco Rostan
Liliana Vigiielmo,
Editore: AlP, Associazione informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
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genn. e 1° luglio): annuo 14,000 semestrale 7.500 - estero annuo
25.000 - sostenitore annuo 30.000.
Una copia L. 300, arretrata L. 500.
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Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
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Inserzioni: prezzi per mm. di aitezza, iarghezza 1 colonna: mortuari
220 - doni 80 - economici 150 per
paroia.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce >; Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L'Eco deile Valli Valdesi »: Reg.
Tribunaie di Pineroio N. 175, 8 luglio 1960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subaipina - Torre Peilice (Torino)
sic! comporta la morte di decine
di migliaia di esseri umani in
guerre sovente sostenute dalle
dizione di assumerne il rischio e
di volerlo politicamente. Esso
suppone che siano studiati i problemi economici e tecnici, ma
anche quelli culturali e psicologici posti dall’inversione dell’attuale tendenza;
— per rompere l’ingranaggio
della corsa agli armamenti per
guerre sovente sustei.utc governi non potrebbero
^ mendlre^’iniziativa di azioni li
dai paesi esportatori di armi
— le spese militari mondiali
sono state stimate, nel 1980, nella
somma di 2.750 miliardi di franchi. Nel corso degli ultimi decenni la loro crescita è stata continua, mentre le spese per lo sviluppo dei popoli ristagnano scandalosamente a livelli incomparabilmente più bassi (Rapporto
1980, sullo sviluppo del mondo,
della Banca Mondiale);
— la produzione di nuove armi sofisticate mobilita un numero impressionante di ricercatori
e di altri lavoratori per delle realizzazioni tecnicamente prestigiose, ma il cui uso e destinazione
suscitano ansietà negli stessi realizzatori;
— « l’equilibrio del terrore »,
sul quale il mondo ha fatto conto per vivere in pace, è messo in
questione dalle innovazioni tecnologiche, dai nuovi conflitti che
sorgono e dall’attuale crisi che
destabilizza gli Stati;
— i richiami fatti dalle Chiese,
in questi ultimi anni, non sono
stati seriamente presi in considerazione.
3. Reputiamo
che il diritto di vivere in pace
si traduce concretamente, oggi,
nel rifiuto di vivere sopra una
polveriera. Mentre ci si era abituati a pensare che la sicurezza
esige sempre più armamenti, ora
appare che essa è invece minacciata dalla stessa corsa agli armamenti. È per questo che — lo
si capisce ora più facilmente —
una vera sicurezza passa attraverso l’arresto della corsa agli
armamenti e alla messa in opera
di un disarmo controllato;
— il disarmo è possibile a con
Pastore
condannato
Il past. svizzero Peter Strauss
di Genolier è stato condannato
dal Tribunale di Nyon a 3 giorni di arresto per non aver pagato, nel 1978, la sua quota di tassa
militare di Frs. 195,70. Il past. P.
Strauss è un fervente pacifista
già condannato negli anni passati per la stessa motivazione.
Ai giudici egli ha dichiarato che
intendeva protestare contro la
scandalosa esportazione di armi
fabbricate ed esportate dalla
Svizzera in Cile, Bolivia, Filippine ecc. A Nyon, all’uscita dal tribunale alcuni dimostranti hanno
inalberato cartelli e striscioni invocanti la riduzione delle spese
militari e la non esportazione di
armamenti allo scopo di attivare
un’autentica azione di pace.
d. a.
prendere
mitate ma significative atte a
ispirare fiducia — come la cessazione del commercio delle armi con certi paesi, l’inizio della
riconversione industriale — pur
proseguendo con perseveranza i
negoziati intrapresi?
— i governi hanno il dovere di
vegliare sulla sicurezza del loro
popolo. A tale fine converrebbe
che essi prestino una più grande
attenzione ai mezzi diversi da
quelli militari e, in particolare,
ai metodi di difesa non-violenta.
4. Invitiamo
le nostre chiese
nella fedeltà al Cristo — che
esse invocano come « Principe
della pace » (Isaia 9: 5) — ad
assumersi la loro parte di responsabilità nelle scelte che oggi s’impongono per stabilire la
pace. Così invitiamo le Chiese, i
pastori e i fedeli:
— a « guardarsi dagli idoli »
(I Giov. 5: 21) che possono oggi
prendere altri aspetti quando,
per esempio, un valore autentico
come la sicurezza diventa, in nome della ragion di Stato, un assoluto di fronte al quale si esige
ogni forma di sacrificio;
— a essere degli « artigiani della pace», mediante una volontà
di negoziato, nelle istituzioni pubbliche — nazionali e internazionali;
— ad appoggiare l’azione delle
organizzazioni internazionali delle Chiese per la pace e a militare nelle organizzazioni non governative aventi un tale scopo;
— a comprendere, anzi a sostenere quelle e quelli che —
quando è il caso e in maniera
responsabile — sanno dire « no »
a un ordine o a una legge che
ingiunga loro di agire contro coscienza: per esempio, rifiutandosi di impiegare o di versare il
proprio denaro, di consacrare le
proprie forze e il proprio terripo, la propria competenza tecnica e il proprio sapere alla fabbricazione, all’esperimentazione, alla vendita o al servizio delle armi;
— a studiare in quale modo i
problemi della difesa e della sicurezza possono ricevere delle
soluzioni soddisfacenti ispirandosi alle esperienze di azione
non-violenta.
if: 4: *
Sull’esempio di Cristo anche
le nostre comunità cristiane sono chiamate a compromettersi
nella storia degli uomini mediante atti concreti. Esse hanno da
attingere, nel proprio tesoro, il
coraggio di contribuire alla venuta di un mondo in cui « le nazioni non useranno più la spada
runa contro l’altra e in cui non
impareranno più la guerra» (Isaia 2: 41
(segue da pag. 1)
L’introduzione delle nuove tecnologie se da una parte produce
una contrazione nel numero dei
posti di lavoro, dall’altra produce
un aumento (molto più contenuto) nell’attività di produzione e
vendita dei vari « servizi di informazione » sia quello dei cosiddetti « computer personali » che
delle « banche dei dati ».
Accanto alla contrazione dell’occupazione l’introduzione delle nuove tecnologie cambia anche
il modo e il contenuto del lavoro
umano, l’organizzazione sindacale dei lavoratori e le possibilità
di controllo sui meccanismi produttivi e decisionali delle aziende
da parte dei lavoratori.
L’aumento della disoccupazione è soltanto uno degli elementi
di un cambiamento sociale più
profondo che sta attraversando
la nostra società occidentale.
Verso una « società
post-moderna »?
■C’è chi analizzando questa « rivoluzione scientifico-tecnologica»
la paragona alla rivoluzione industriale del XVIII secolo e dà
nuove definizioni della società:
« post-moderna (Etzioni), tecnetronica (Brzezinski), elettronica
(Me Luhan) ».
In questa società le due grandi politiche del lavoro che avevano sorretto la gestione capitalistica della società, il pieno impiego e il wellfare state (lo stato del benessere) non possono
più essere applicate.
Da una parte le nuove tecnologie mettono in discussione i
livelli occupazionali e dall’altra i
grandi problemi delle risorse
rinnovabili e delTalimentazione
per tutta la popolazione mondiale si pongono sempre con più
forza ai vari governi.
Oltre a queste due crisi, del
pieno impiego e del wellfare
state, vi è anche quella delle motivazioni del lavoro umano.
Cresce soprattutto tra i giovani
la contestazione della scienza, del
sistema educativo, del sistema
dei consumi e nascono così i movimenti ecologici e le ricerche
di produzioni alternative e il rifiuto del lavoro organizzato nella
società industriale. Per ora questi conflitti hanno caratteristiche
prevalentemente soggettive, spiritualistiche e religiose e non riguardano ancora un gran numero di persone, sì che il sistema
capitalistico può facilmente isolarle.
Tuttavia sono degli indicatori
estremamente importanti per il
futuro della nostra società.
E’ stato pubblicato:
Calendario
’VALLI NOSTRE” 1982
mensile, con 13 vedute a colori e indirizzario di tutte le Chiese evangeliche della Federazione, L. 2.800.
’’ASCOLTIAMO INSIEME IL SIGNORE”
1982
pp. 108, L. 2.200.
Due passi biblici, lettura e preghiera per ogni giorno dell’anno («parole e testi»).
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso, 1 - 10125 TORINO
c.c.p. 20780102
la base della disoccupazione nella società occidentale, è il frutto
di una politica economica basata sull’accumulazione e il profitto. Essa nasce dalla constatazione della penuria delle risorse e
dei limiti dello sviluppo e non
da un traguardo di prosperità
raggiunto e da superare (l’automazione — contrariamente a
quanto si può credere — non libera l’uomo dal lavoro) ma lo
assoggetta ancora di più anche se
in modi diversi.
Infatti le nuove tecnologie con
le loro possibilità di decentramento e di flessibilità della produzione, costituiscono la premessa per una maggiore organizzazione dello sfruttamento della
forza lavoro a livello mondiale
adattabile a seconda dei bisogni
e delle varie culture del lavoro.
È la logica del profitto che
continua a dominare l’organizzazione del lavoro umano.
Le analisi delle chiese ci dicono anche che il lavoro visto nel
senso biblico come solidarietà
tra gli uomini e come ricambio
tra l’uomo e la terra rischia di
venire soppresso: l’intenzione
razionalizzatrice dell’organizzazione capitalìstica del lavoro rischia di condurci a delle catastrofi sul piano ecologico ed apre
inquietanti interrogativi per la
specie umana nel caso estremo
dell’ingegneria genetica.
La conclusione che si può trarre da queste analisi è che la sofferenza dell’uomo è destinata ad
aumentare nei prossimi anni sia
per i problemi causati dalla disoccupazione che per quelli causati dai nuovi tipi di lavoro, che
rendono sempre più l’uomo dipendente dalla macchina. Ed è
proprio partendo da questi problemi che le chiese cominciano
a confrontarsi con la scienza e
con la logica che sta alla base
del suo sviluppo (la conferenza
di Boston è un primo momento)
e che assumono sempre di più
un atteggiamento profetico nella
loro predicazione.
Ciò fa cambiare l’interlocutore: i sindacati, i lavoratori sono
sempre più attenti a che cosa
viene loro detto dalle chiese.
Giorgio Gardioi
Cristo
E le chiese?
Le chiese sono certamente uno
degli osservatori più attenti alle
modificazioni sociali che stanno
avvenendo. Nonostante la grande
secolarizzazione delle società occidentali, le chiese sono un luogo privilegiato dove molte « vittime » vengono a cercar rifugio ed
a presentare i loro problemi.
Come all’epoca della prima rivoluzione industriale quando
dalle chiese e da uomini di chiesa è nato il primo movimento
di resistenza all’organizzazione
sociale capitalistica e il primo
sindacato (pensiamo qui all’opera dei quaccheri e dei metodisti
inglesi), così oggi le chiese sono
confrontate al problema dell’occupazione e del senso del lavoro.
Non è un caso che alcuni programmi del Consiglio Ecumenico
(CEO siano orientati all’analisi
delle nuove tecnologie e delle loro conseguenze, che sinodi quali
quello francese e quello olandese
abbiano affrontato il problema
del lavoro, che una commissione
delle chiese in Gran Bretagna
elabori periodicamente una riflessione su tutti questi aspetti
per orientare la riflessione delle
comunità, che crescano progetti
per la creazione di posti lavoro
alternativi in varie parti del mondo, che la chiesa cattolica abbia
affrontato il problema attraverso
una enciclica.
Da queste analisi, alcune molto
diverse tra loro, possiamo apprendere cose molto importanti
per la comprensione del mutamento sociale che è in corso.
Così ad esempio dai programmi del CEC impariamo che la
massiccia applicazione della
scienza nella produzione che è al
( segue da pag. 1)
Figlio come laico fra noi; laico
non solo per origine e formazione, ma per il suo modo di vivere
che ridà al Tempio (che per altro con lui termina la sua ragion
d'essere) il suo posto non centrale ma strumentale: poiché il
vero culto a Dio è nell'esistenza
quotidiana, nel modo di viverla
in Sua presenza e ubbidienza,
per gratitudine.
2) Non abbiamo luoghi né persone né riti né gesti né momenti
sacri, o piuttosto tutta la nostra
vita quotidiana è il culto che Dio
gradisce (Rom. 12: 1, 2). Di qui
dobbiamo trarre le conseguenze
per il luogo e il momento del culto, che non può essere /’oasi in
mezzo alla settimana e al travaglio dei problemi quotidiani, ma
la fucina in cui prepararci ad affrontarli con fede, speranza, amore, scaturenti da ciò che Gesù ha
fatto « una volta per tutte » e per
tutti. Il culto è raccoglimento,
chiamata a raccolta di ciascuno
e della comunità, in vista della
testimonianza, del servizio, dell’ubbidienza ( = culto). Di questo
culto siamo tutti ugualmente
« sacerdoti »; meglio, testimoni.
3) E’ dunque essenziale il nesso fra culto (domenicale o altro) e vita quotidiana, e per questo l'apporto più vario di tutti e
indispensabile: ad es. ponendo
problemi alla predicazione, discutendola, riflettendo insieme
sulla comune vocazione.
A questo proposito è bene ricordare che il cristianesimo non
si è posto come un nuovo culto
in mezzo a tanti altri ma come
« la nuova via », la via che Stoino per giorno è aperta anche davanti a noi. Gino Conte
INSERTO SPECIALE
Nel prossimo numero le 4
pagine centrali saranno dedicate
al Convegno di Vico Equense
sull'impegno della Federazione
per le zone terremotate.
Stralci della relazione centrale del past. Sergio AquHante,
mozione finale, risultati del lavoro dei 4 gruppi di studio, interventi.