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ÍNO LXXVII
Spett.
\
\ Torre Pellice, 30 Maggio 1941-XIX
N. 22
-■r, ■
VALLI VALDESI
«
Riguardate alla roccia onde foste tagtiatit
• (IsaiaiLI, ,1).
Setttiananjai«) d<ella Cki^sai Valde
Nulla sia più forte della vostra fede !
Oianavello)
i - ' ABBONAMENTI -
Italia e Impero . . . . Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » .12 — » » 7
Estero » » 25 - s » 15
Direttore : Prof. GIKC (OSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - TouiiE Peluce
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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E apparvero loro delle lingue come di fuoco.
Atti 2: 4.
Io son venuto a gettare un
fuoco sulla terra.
Luca 12: 49.
}-' Non c generalmente facile per noi,
fanche .se abbiamo fede e buona volontà,
, d’apprezzare l’estasi provocata dal fei‘ nomcno della Pentecoste - noi saremmo
' quasi imbarazzati se ciò succedesse nel■'le nostre chiese.
Qualche volta - nei risvegli religiosi
i-'si ripeterono dei casi quasi consimili,
. ma tutto considerato, non possiamo dire
che essi eguagliassero - anche in pic^ cola misura - il fatto prodigioso della
■ discesa elio Spirito Santo sui disce• poli radunati a Gerusalemme.
5,’ La religione pura e sincere è troppo
g^inaturale per essere eccessiva - essa com
: sacra la mente ed il cuore, ha profonde
fradici, resiste agli urti e non vien mai
, meno.
« Io son venuto a gettare un fuoco
«.■isulla terra ». Gesù volle che con queste '
:^,Sue parole si comprendesse il signifiEq^to della Sua venuta in questo mondo..
Il fuoco è sovente citato come simbclc della presenza divina manifestata
con potenza. In vari punti della Scrittura troviamo menzionato il fuoco celeste: Mose lo vide nel pruno ardente nel
deserto di Madian; Elia, sul monte
Carmel, non invano invocò l'Eterno,
che il fuoco discese e consumò tutto;
Geremia, a chi la parola indirizzatagli
da Dio bi'uciava le ossa, sono esempi della potenza dall’Aito manifestata
col fuoco,
. Se poi consultiamo il nuovo Testamento troviamo Giovanni Battista che
profetizzò sul .suo Gran Successore: «Egli vi battezzerà collo Spirito Santo e
col fuoco ». Nel giorno della Penteco
■ si e - sui discepoli nell’attesa - discese lo
' Spirito Santo in lingua di fuoco. ■
« Son venuto a gettar un fuoco sulla
terra ». Che significa questa sorprende nte dichiarazione ? Egli sapeva che
la Sua missione era d'accendere il fuoco
divino sulla terra, perciò dice : « e che
mi resta a desiderare se già è acceso ? »,
il che interpretato alluderebbe alla Sua
Passione ed a quei pochi che credevano
in Lui. Egli doveva percorrere la via
della Croce - aveva davanti a Lui un
battesimo del quale doveva essere battezzato - compiuto il sacrificio, il fuoco
divino aveva libero corso.
« Soltanto colla mia morte potrà il
fuoco celeste continuare l’opera sua voi, miei discepoli, riceverete potenza
dall’Alto - lo Spirito dell’Iddio vivente
verrà su di voi e vi darà potenza per
compiere la Volontà del Padre che è
quella di spandere il fuoco divino fra
gli uomini senza distinzione alcuna ».
Se questa interpretazione è giusta, il
giorno della Pentecòste rappresenta
dunque l’adempimento della volontà di
Dio.
L’Evangelo è il fuoco - fiamma spirituale che Gesù alimenta nei Suoi. E che
compie esso? In qual senso è TEvangelo il fuoco divino ? Esso distrugge Esso purifica - Esso dà vita. San Giovanni, dichiara: «Per questo il E'igliuol
di Dio è stato manifestato,, per distruggere le opere del diavolo ».
La sua opera di distruzione non è ancora complei^a - le opere del diavolo
non sono, ahimè, ancor tutte distrutte lei- pazienza di Dio sussiste ed aspetta.
Esso purifica il cuore del credente e
rende la sua coscienza pura, sensibile e
resistente alle insidie esteriori.
Esso dà vita secondo la parola di Gesù: «Io son venuto perchè abbiano la Vita e l’abbiano ad esuberanza ». Vita abbendànte - nuova vita - vita in Cristo vita eterna. Questo è il dono che i portatori del fuoco divino, i missionari di
Cristo, offersero al mondo - e dove il
messaggio fu accettato, il fuoco divino
fece l’opera sua. Esso è acceso e brucia in molti cuori e brucierà domani ed
in avvenire.
Preghiamo, affinchè il dubbio non
prevalga mai dinanzi alle forze tenebrose del male che ci circondano. Dio
ha acceso quel fuoco - esso non può essere'spento da chichessia e non lo sarà
mai. X.
Ouesfanno nienfe Confermazioni
Pasqua è passata e Pentecoste è alle
Sporte, ma, quest’anno, non si parla di
i confermazioni o di prime comunioni
' nelle nostre chiese. La Conferenza Distrettuale delle Valli Valdesi, l’anno
; scor.so, in Pinerolo, ha ùotato il seguente te ordine del giorno: «La Conferenza
f Distrettuale, nell’intento di sempre più
accuratamente curare la preparazione
^^piritualc dei catecumeni, stabilisce che
i Concistori istituiscano, dopo il triennio
-^di istruzione religiosa, un quarto anno
^in vista di questo scopo ». In seguito a
questo ordine del giorno, i Concistori
'^ideile Valli, hanno dovuto ritardare di
^Vn anno la confermazione dei catecu, meni che terminavano il loro triennio di
distruzione religiosa, per far loro supe^trare anche il quarto anno dì « prepara
ezione ».
%
Novità ?
In generale, le Chiese ed i catecumeni, hanno accettato questa disposizione
con uno spirito ammirevole di comprensione e di disciplina, rendendosi
conto, perfettamente, che essa era per
il bene della chiesa e delle anime. Qualche discreta protesta, però qualche
brontolio sommesso, qua e là, non poteva mancare.
— Cos’è questa novità ? dissero particolarmente coloro che della chiesa
non si interessano tanto e considerano
la comunione come il lasciapassare per
mandare ì figliuoli in fabbrica, o m servizio, più ancora che il solenne ingresso
nella chiesa « corpo di Cristo ».
Orbene, non si tratta proprio di una
novità, perchè la quistione è sul tappeto delle discussioni ecclesiastiche da
quasi ottant’anni e, cioè, dal 1863, anno
in cui venne form.ulato nei Regolamenti
m
i0m
Organici » il modo di ammissione
dei catecumeni nella Chiesa. Si richiedeva, allora, che essi dessero prova di
una sufficente istruzione religiosa,' dichiarassero ' di professare la fede della
chiesa e di sottomettersi al suo governo.
L’età della confermazione era - quantunque i Regolamenti non lo dicessero queUa di quindici anni - maschi e femmine indifferentemente.
Fin da quell’anno, però, apparvero
degli inconvenienti e i Sinodi e le Conferenze Distrettuali e le Conferenze libere e i Concistori, continuarono a discutere la quistione, quasi senza interruzione, fino ad oggi. Si lamentava sopratutto che questo modo di ammissione introducesse nella chiesa molta gente non convertita e si suggerivano tutti
i modi possibili ed immaginabili per rimediarvi. Nel 1890 la Conferenza Distrettuale di Perrero ordinava che si lasciasse passare, fra il termine del corso
di catechismo e Fammissione, un certo
lasso di tempo, più o meno lungo. Il
Rapporto al Sinodo del 1895 specifica
che, in alcune chiese (Villar, Torre Pòllice, Rorà), i catecumeni, una volta superati i loro esami, sono soltanto « presentati » alla Chiesa; rammissione ha
luogo più tardi, quando, individualmente, ne è fatta richiesta. A S. Giovanni e
Pinerolo, la presentazione non ha luogo,
i catecum.eni promossi vengono iscritti
nella « popolazione valdese » e verranno ammessi quando ne faranno richie•sta. Nelle rimanenti parrocchie, in generale, si segue l’uso tradizionale. Questo stato di cose, un po’ caotico, è però
approvato dai Sinodi i quali esortano le
chiese a cercare, secondo i suggerimenti
della coscienza,, il modo migliore per
r ammissione dei catecumeni nella
chiesa (1895).
Il provvedim.ento attuale non è che il
ripristino di uno degli esperimenti fatti
in passato e, precisamente, cinquant’anni fa, nel 1890. Dov’è quindi la novità ?
Un triste perchè
Non è una novità, ma non è neppure
un semplice ricalco del passato. La decisione odierna assume una ben altra
importanza di quella antica, sopratutti) per i gravi motivi che l’hanno provocata.
Da vari anni, il problema del catecùmenato, assumeva dinanzi alle Conferenze Distrettuali una sempre maggiore
gravità.
Si lamentava anzitutto l’ignoranza
biblica dei nostri catecumeni. Un tempo, quando i fanciulli studiavano ogni
giorno a memoria un brano della Sacra
Scrittura, giungevano all’età del catechismo già ben preparati in fatto di conoscenza scritturale ed uno o due anni
di studio col Pastore erano sufficienti
per l’istruzione catechetica. Ma le condizioni e le necessità odierne della vita e in qualche caso lo zelo dei genitori sono tanto mutati che, spesso, l’alunno
del primo anno di catechismo non sa
ancora distinguere tra la Genesi e San
Matteo, tra Rebecca e Marta e Maria. In
simili condizioni tre anni son pochi per
fer conoscere la Bibbia e per insegnare
il catechismo.
V’ha dell’altro: i nostri ragazzetti e le
nostre bimbe, si son fatti spaventosamente precoci e ciò presenta, in materia
morale, dei gravi inconvenienti.
V’ha ancora dell’altro: siccome varie
chiese lamentavano che un buon numero di catecumeni, appena ammessi,
sembravano immantìnenti dimenticare
le promesse fatte e scordarsi della loro
chiesa, una Commissione Distrettuale
condusse l’anno scorso un’inchiesta ed
accertò che una forte percentuale di
catecumeni ammessi ogni anno, è
destinata a perdere, praticamente, il
contatto con la loro chiesa.
Dinanzi a questi fatti, la Conferenza doveva cercare il modo di cautelare
maggiormente l’atto importantissimo
della ammissione dei catecumeni: per la
dignità della chiesa, per la serietà della
religione per il bene delle anime, sopratutto, per un motivo di fedeltà verso
Dio...
Ma, che fare ?
Varie vedute... un solo rimedio
Tra gli oratori" che presero la parola
in quella importante seduta della Conferenza Distrettuale dell’anno scorso, si
delinearono vari punti di vista:
— I catecumeni che ammettiamo alla
chiesa sono ancora troppo giovani e traversano uno dei momenti più scabrosi
delia vita: è meglio che siano un po’ più
maturi per l’ora solenne della loro conieTmazione: bisogna che questa venga
ritardata almeno di un anno.. •
— Gli inconvenienti che lamentiamo
dipendono, in buona parte, dalla insuffÍcente preparazione dei giovani. E’ necessario che restino più a lungo in contatto col Pastore per migliorare la loro
preparazione intellettuale e spirituale.
Occorre prolungare dì un anno, almeno, il corso dell’istruzione religiosa.
— Poiché l’ammissione in blocco dei
catecumeni è causa di tante delusioni,
bisognerebbe sottoporli ad un anno di
prova, o di tirocinio, durante il quale
dovrebbero frequentare le attività della
Chiesa e dimostrare com’è che intendono esserne membri. Nel frattempo,
continuerebbero a restare in c'ntatto
col loro Pastore e ad istruirsi un poco,
secondo le possibilità. Alla fine dell’anno di prova, quelli giudicati meritevoli
di approvazione dal Concistoro, sarebbero ammessi alla confermazione...
Insomma, di fronte a svariati punti di
vista, sià sempre la stessa soluzione:
prolung.are di un anno la preparazione
dei catecumeni e, cioè, ritardare di un
anno la loro confermazione. Questa, appunto, è la decisione presa dalla Conferenza Distrettuale con una forte votazione.
Quel che sarà
I tre punti di vista concorreranno,
probabilmente, nella formulazione del
programma del quarto anno di catechismo, che non sarà un vero e proprio
anno di studio, ma di perfezionamento
e di prova. Sopratutto, i confirmandi,
dovranno frequentare i culti e imparare
ad ascoltare con profitto i sermoni, in
modo da intenderli con facilità e scorgerne e ricordarne le idee principali.
Ciò malgrado, il quart’anno di catechismo, non sarà ancora un tocca sana...
Resterà, tuttavia, come una autorevole parola di avvertimento della Chiesa
alla sua gioventù. Porterà grandi frutti? oppure non avrà alcun riflesso sul-^
Tavvenire ? Non sappiamo e noi^
de da noi, l’importante
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
detta. La chiesa nostra ha pronunziato,
con essa, una pairola dignitosa di fermezza e di fedeltà Valdese: la religione
e l’ammissione alla chiesa « corpo di
Cristo », sono cose estremamente serie.
Non è possibile considerarle con leggerezza e appartenere a quella che fu ed
è là chiesa Valdese.
Enrico Geymet.
[oiiipileeia del [appellane
Dalla mia ultima corrispondenza fino
ad oggi sono trascorse poche settimane,
cariche però di eventi la cui portata,
anche per quanto concerne il nostro
piccolo mondo Valdese, non è sfuggita
ad alcuno.
Su di un aspro settore della guerra,
dove i soldati Valdesi hanno valorosamente combattuto a fianco dei loro
compagni d’armi, sostenendo, con l’animo dei forti, ogni disagio e privazione, le operazioni belliche sono cessate. Sui campi di battaglia, lungo le
valli ove, durante questi ultimi mesi,
s’era svolto il movimento di uomini e
di mezzi, sulle nevose montagne conosciute dagli alpini e dagli artiglieri nel
corso d’un lungo e rigido inverno, è
tornata la calma, la pace.
Nella lettera d’un soldato Valdese di
Torre Pellice colgo alcune espressioni
che riflettono lo stato d’animo di chi,
insieme a migliaia d’altri compagni, ha
vissuto le ore della dura lotta e della
sospirata pace:
« Vi scrivo dal fronte greco, da quel
fronte che ha fatto vivere a noi, ai nostri cari ed a quanti ci sono stati vicini
con il pensiero, ore di trepidante attesa
e di sofferenza. Sono ora attendato in
una vailetta verdeggiante di vegetazione; vi regna la tranquillità e la pace,
€ non par vero che, pochi giorni or
sono, questa zona fosse ancora in vreda
alla guerra, di cui appaiono i segni evidenti nella natura. Una muta, riconoscente preghiera sale dai nostri cuori a
Colui che ci ha guardati, sorretti e vrotetti nelle dure giornate trascorse, mentre fiduciosi guardiamo verso un completo ristabilimento della pace nel
mondo. »
I sentimenti che si agitano nel cuore
di questo giovane sono presso a poco gli
stessi che scorgiamo in tutte le lettere
provenienti da quello che fu il fronte
greco-albanese. Ond’è che a quei giovani nostri fratelli in fede, i quali
hanno sostenuto il peso della guerra in
quel lontano settore, noi inviamo un
pensiero di affettuosa comprensione ed
un caldo saluto.
Da quelle località alcuni valorosi soldati Valdesi non torneranno più; con
molti altri, essi hanno dato alla Patria
tutta la loro vita, vibrante di giovinezza, ricolma d’affetto per la famiglia e
per le loro Valli natie. Mentre nei loro
intimo dolore, illuminato dalla fede
cristiana, i loro cari li ricordano e li
sentono vicini, noi ci inchiniamo di
fronte al dovere compiuto fino al sacrificio e li onoriamo. ,
Sopra ogni cosa, eleviamo il pensiero
a Dio; all’Iddio Onnipotente e Vero, il
quale « giudica il mondo con giustizia
ed ì popoli con rettitudine » (Salmo
9: 8) affinchè sul disordine attuale del
mondo venga a risplendere presto il
sole della Sua giustizia e della Sua'
pace.
Non ho frequentemente parlato, nella mia corrispondenza, delle visite ai
soldati Valdesi feriti o degenti negli
ospedali, là dove il dolore, talvolta
l’immane dolore d’una gioventù forte e
coraggiosa contrasta palesemente con
la spensieratezza o la superficialità di
certi ambienti del mondo.
In un ospedale di Vercelli ho visitato,
tempo fa, il capor. Jouve Guido di
Torre Pellice; in altri ospedali di Torino ho visto il sold. Jourdan Davide,
pure di Torre Pellice, gli alpini Fraschia Daniele e Ricca Guido di Angrogna, tutti provenienti dal fronte greco
e recanti ì segni delle loro sofferenze,
ma tutti con l’animo dei forti, con lo
sguardo di chi trova nella ¿ede in Dio
la sua consolazione e la sua speranza
vivente.
Alcune , gentili Signore Valdesi of-.
freno, in questo campo di lavoro, la
loro apprezzata opera di assistenza.
Durante quest’ultimo mese di attività, ho potuto avvicinare molti militari
- Valdesi e. presiedere con essi ben quin- .
dici riunioni religiose.
Ho iniziato il mio viaggio presso un r
reparto del Genio Minatori, dove ho
potuto intrattenermi con dei giovani „
soldati di Pomaretto, isolati in mezzo
ad una massa di altri militari. E poiché, come dice il Past. Miegge in uno
dei suoi utilissimi opuscoli, « la solitudine può essere una tentazione a nascondere i propri caratteri distintivi, a
far dimenticare la propria origine, a
mimetizzarsi con l’ambiente, » li ho
esortati a non vergognarsi mai della
loro fede, ma a tenerla invece accesa,
come una lampada che illumina la via
e ne conduce a Cristo, fonte d’ogni vero
ed eterno bene.
Un altro giorno, aU’ombra d’una alpestre pineta, ho potuto recare il pane
della Vita eterna ad un gruppo di giovani fanti Valdesi, tra i quali Plavan
Remigio di Prarostino, Mpnnet Emilio
di Angrogna, Ribet Giosuè di Perrero.
Uno di quei fanti, poco dopo la mia
visita, mi scriveva in questi termini:
« Sento quassù un certo isolamento
spirituale, essendo lontano da ogni
chiesa però posso assicurarvi che non è
tale isolamento che m’impedisce di osservare i miei doveri di Valdese e di
amare la mia chiesa. Al contrario, sento
più ardente il bisogno d’essere in relazione intima con essa e sopratutto col
nostro Signore e Salvatore per mezzo
della preghiera e della lettura della Parola di Dio; ho con me il Nuovo Testamento che m’è fedele compagno e m’infonde conforto, aiuto, speranza. »
Vorrei che questi fossero i sentimenti
e le convinzioni di tutti i soldati Vaidesi; specialmente di quelli, e sono ancora molti i quali, trascurano la loro
vita religiosa guardandosi dal coltivare
la loro fede e, quanto alla vita morale,
si lasciano troppo facilmente trasportare dalla corrente del mondo.
L’ubriachezza, la bestemmia, la passione dei sensi sono ancora spesso di
inciampo allo sviluppo di una sana co.scienza religiosa!
Dai reparti dì fanteria passiamo a
quelli deH’artiglieria.
In una località della pianura piemontese ho riunito attorno a me alcuni
giovani artiglieri di Pramollo, Villar
Pellice e Prali. All’ombra d’un vecchio
campanile, in una stanza molto rustica
e disordinata, abbiamo però potuto fissare insieme la nostra attenzione sul
passo dell’Epistola di Paolo., «,Guardate, fratelli, che non vi sia tra voi alcun cuore incredulo che vi porti a ritrarvi dall’Iddio vivente. » E nella comunione con Cristo abbiamo insìem.e
pregato.
Pochi giorni dopo parlavo agli artiglieri alpini raccolti nel piccolo tempio d’una cittadina montana, insieme ai
pochi fratelli della comunità locale.
Più tardi mi trovavo su uno dei colli
alpini che conducono verso la zona di
occupazione. Aspettavo, passeggiando,
l’ora del pasto serale, quand’ecco mi
sentii salutare in questi termini: .< Buona sera. Signor Pastore » I Guardai,
evidentemente stupito, e vidi un mio
antico catecumeno, un giovane di Pramollo. Gli dissi che in quei paraggi ci
doveva pure essere un altro Valdese di
Villar Pellice: insieme lo cercammo e
quella stessa sera, nella stanzetta delS
l’albergo dove alloggiavo, potemmo ceS
■ lebrare con semplicità e con fraternità
cristiana il nostro culto.
Il giorno successivo ho proseguito ^
viaggio per raggiungere una Comp«^
gnia di Alpini, in cui si contano circa
quaranta soldati Valdesi.
Ho rivisto con gioia quei giovani fratelli in fede ed ho trascorso alcuni gior^
ni in mezzo a loro, riunendoli il pome5
riggio o la sera in occasione dì settej
culti e condividendo un pochino laT
loro vita.
Prima ch’io giungessi, essi avevano]
raccolto una somma da consegnarmi,!
ond’io la ripartissi nel modo seguente^
L. 50 per la Settimana di Rinunzia
L.50 per l’Eco delle Valli (*), il giornale]
che settimana dopo settimana reca loro’
il messaggio e le notizie della loro*
Chiesa.
Ho apprezzato un tale atto di solida^
rietà cristiana e Valdese e l’ho ricol-^
legato con quello compiuto, poche set-i
timane or sono, da un giovane aviere]
Valdese il quale, mosso da un reale af-“]
fetto per l’opera di assistenza dei militari Valdesi, mi spediva un vaglia dii
L. 100 con queste semplici parole: « Per]
l’opera che voi fate presso i miei fra-^
telli in fede ».
Possano giungervi, cari giovani, le]
nostre parole di ringraziamento, coni
l’augurio che le esperienze da voi fatte ^
in questo periodo della vostra vita vi^
aiutino ad amare e a servire con gioia
neiravvenire la vostra Chiesa.
Lasciando quei soldati là dove essi'
sono chiamati a compiere il loro dovere,-f
ho letto e commentato con loro gli opu-"^
scoli della serie Miegge: L’eredità dei ^
padri e Solitudine; dopo di che, in^.
compagnia di due alpini Valdesi lieti di
andare in licenza, ho rivalicato le Alpi,
per riprendere altrove la mia attività.
Approfitto di questa corrispondenza
per pregare i militari più isolati di far- -J
mi sapere se ricevono l’Eco delle Valli g
e per dire, specialmente ai giovani uni- d
versitari prossimamente chiamati alle ^
armi, che sarò lieto di avere il loro^
indirizzo.
Il Cappellano Militare Valdese -^
Ten. E. Rostan.
(*) Ci sia permesso una postilla: Gra-a
zie, cari alpini, del messaggio così signi- ,
ficativo ! (Eco).
JACOPO LOMBARDINI SFSTA PUNTATA
Il f orzato per la fede
Rsàcconto Storico
Giovanni fremeva: il pensiero di Maria lo tormentava; il pensiero della sua
giovinezza che sarebbe sfiorita nella
sofferenza, o, se Dio invece di un lungo
martirio avesse richiesto una testimonianza unica, sarebbe finita per mano
del carnefice, gli dava fremiti di spavento e di repulsione. Ma la crudeltà
dei soldati, il fanatismo delle popolazioni, l’ingiustìzia di cui egli ed i suoi
compagni erano vittime, lo indignavano
e gli davano impeti di ribellione. Si dominava, pensando che, quanto soffriva,
era un nulla in paragone di quanto, per
lui, aveva sofferto Gesù: solo il pensiero
che soffriva per la Fede e per l’amore
che aveva portato alla terra Valdese,
dandogli una maggiore consapevolezza
della sua dignità morale e del privilegio
che Dio gli aveva concesso facendolo
soffrire per il suo servizio, riusciva a
calmarlo. Ma una volta che vide un soldato colpire, più violentemente del sòlito, un ferito che, caduto, non poteva
Izarsi, non seppe dominarsi.
Legato com’era, riusci ad afferrare il
soldato e a strapparlo di sul ferito.^ Sorpreso, il soldato cadde riverso, andando
a battere la fronte contro una pietra.
Subito altri soldati, accorsi in soccorso
del compagno colpirono Giovanni, che
cadde sanguinante vicino a colui che
aveva tentato di soccorrere.
Quando rinvenne si sentì dolorante
in tutto il corpo, per i colpi ricevuti; un
gran bruciore alla fronte ravverti che
era ferito e che, .secondo l’usanza, era
stato curato con sale ed acéto sparsi
sulla ferita. Portandovi le mani si accorse che era stato bendato sommariamente, con qualche cencio trovato li
per li.
— Ah! sei rinvenuto, finalmente! —
gli ghignò un sergente — Ora cammina,
e a Grenoble renderai conto anche di
questo! —
Il corteo riprese la sua via Crucis
verso il giudice che doveva giudicare i
Valdesi del delitto, enorme a quei
tempi e nella Francia di Luigi XIV, il
Re Sole, come lo chiamava l’adulazione
dei cortigiani, di voler rimanere fedeli
a Dio ed alla propria terra.
V.
Il processo contro i prigionieri Vaidesi fu tenuto a Grenoble il 12 ottobre
di quell’anno. Dal loro arrivo — e Giovanni aveva percorso l’ultime marcie
del viaggio febbricitante e quasi in delirio, per la ferita alla testa - al giorno
del processo, i Valdesi erano rimasti
rinchiusi in un orribile sotterraneo
senza aria e senza luce, dove laceri,
sporchi, affamati, avevano atteso che il
giudizio del tribunale segnasse la loro
sorte definitiva.
In questo tempo la ferita di Giovanni,
più per la sua forte e sana tempra di
montanaro rude e senza vizi che per i
rimedi, aveva potuto rimarginarsi, sicché, quando il giovane, con i compagni,
si presento innanzi al giudice, solo un
solco rosseggiante attraverso la fronte
indicava quanto era avvenuto.
Il processo sì svolse rapidamente.
Gl’imputati, alla domanda se erano o
no Valdesi e se avevano o no partecipato al tentativo armato di rientrare'nelle
Valli, assunsero una medesima linea di
difesa. Uno di essi a nome dì tutti i
compagni, dichiarò, all’inizio del processo, che essi dovevano essere considerati come prigionieri di, guerra ed aver
ne il trattamento di essi, qualunque si
fosse.
Non potevano riconoscere la legittimità di quel tribunale, perchè non da
Luigi XIV essi dipendevano, ma dah
Duca di Savoia, del quale erano sudditi
ed a cui dovevano essere rimessi se non
si volevano considerare prigionieri di
guerra. A lui avrebbero reso conto del
loro delitto se era delitto il voler ritornare, dall’esilio, nella sua sudditanza,
obbediantì e fedeli, purché fosse riconosciuta la loro libertà dì coscienza
nella terra trasmessa ai Valdesi dai
padri.
Alla domanda precisa se avevano
partecipato alla spedizione e per quali
motivi, essi risposero apertamente che
si gloriavano di quel tentativo, voluto
da Dio e da Lui protetto, perchè lo scopo di esso, oltre che la riconquista della
terra avita, era sopratutto quello di riportare in Italia la Chiesa Valdese che
Dio aveva destinato a testimoniarvi
dell’Evangelo e ad esservi, quando a
Lui sarebbe piaciuto, mezzo di conoscenza e di salvezza per molti.
Alla domanda se volessero pentirsi
del loro errore e entrare nel grembo
della Santa Madre Chiesa Cattolica, abbandonando la religione pretesa riformata, essi risposero in coro con un «no»
tanto vibrante che , fece impallidire i
giudici. Giovanni Genre dovette rispondere anche di un’altra accusa: quella di
tentato assassìnio su un soldato francese. -3
(Continua).
Ì
3
s.
^. L’ECO DELLE VMXI VALDESI
V ' ' ' ------- ' 111 I,
PERSONALTA '
Nell’Albo d’onore dei gloriosi coni’'
‘¡attenti decorati di medaglia d’oro rile^'viamo quanto è stato pubblicato sui nof^stri quotidiani nei riguardi del ten. col.
i Adolfo Rivoir, figlio del compianto
y,/lprof. Alessandro Rivoir:
Tenente colonnello Rivoir Adolfo, fu
.^Alessandro, nato a Vallecrosia (Impe“ ria), 5° R. C. T. Alpini:
' ^ « Comandante di un battaglione alpi* .ini, in un mese di ininterrotte operazioni,
^^dava luminosa prova di capacità di comando, avvedutezza di capo, spirito di
sacrificio e sprezzo del pericolo, affrontando sempre virilmente e con spirito
offensivo situazioni delicate e difficili,
dalle quali usciva ripetutamente vittorioso, infliggendo in più occasioni gravi
f perdite di uomini e materiali all’avversario. In ultimo, alla testa di un centi
-naio di superstiti del suo battaglione già
decimato per i continui combattimenti
^¿.'sostenuti, affrontava serenamente, con
decisione, il rinnovato violento attacco
ìfe. nemico e cadeva gravemente ferito al
petto da raffica di mitragliatrice, men.tre, in piedi, animava con la voce e con
l’eroico esempio, guidandoli al contrasl’i , salto, i pochi gruppi di alpini rimasti
quasi privi di ufficiali. — Regione Cor.ciana (fronte greco), 14 dicembre 1940
E X7X».
& Al nostro eroico correligionario va
pt il nostro reverente saluto ed il nostro
commosso augurio che egli possa presto
riprendere quel posto a cui lo spirito
\ indomito lo spinge.
“fi
* * «
'Sv Vallecrosia. La popolazione di Valle-crosia ha appreso con commozione ed
pt 'Orgoglio che il ten. col. del V Reggi
_______________L
mento Alpini Adolfo Rivoir, vivente, è
stato decorato di medaglia d’oro.
¥■. Il Podestà, rendendosi interprete dei
sentimenti della popolazione, così telegrafava all’eroico ufficiale :
« Aureo segno valore distingue per
seconda volta figli questa patriottica
Vallecrosia onorata avervi dato natali.
Popolazione tutta fiera di Voi esprime
mio mezzo all’Eroe della Regiona Corciana sua commossa gioia traendo nuovo auspicio per sicura Vittoria. Podestà
(firmato) Molinari ».
Nell’« Eco della Riviera » del 25 corrente, Ü corrispondente, dopo aver ricordala la motivazione ufficiale della
decorazione, aggiunge: '
« Il padre del prode ten. col. Rivoir
era il simpatico maestro Alessandro che
insegnò all’Istituto Valdese dal 1893 al
1900, e che ancora molti ricordano. In
seguito egli fu nominato* direttore didattico della zona di Torre Pellice. Il
figlio ten. col. Adolfo nacque a Vallecrosia il 7 ottobre 1895, proseguì i suoi
studi a Torre Pellice e quindi entrò all’Accademia di Modena. Si distinse nella grande guerra ed ora sul fronte balcanico per il suo eroismo meritò la massim,a decorazione al valore militare. Il
ten. col. Rivoir è ancora convalescente
date le sue numerose ferite e per aver
avuto un polmone traforato da una raffica di mitragliatrice.
« Vallecrosia è orgogliosa di fregiare
il suo stemma di un’altra medaglia d’o
ro ».
E noi aggiungiamo che la Chiesa Valdese di Vallecrosia, riconoscente di poter annoverare fra i suoi figli l’eroico
Comandante, che fu qui battezzato il
26 aprile 1896, chiede a Dìo di far scendere su di lui le sue più preziose benedizioni. D. P.
Kronac/i V/ILDESE
f : ■■
ANGROGNA. Domenica 5 maggio,
^,^^5 presentata dai genitori Alberto e Olga
r^'i.Ricca-Bertin, e da Malan Enrico e Lauretta, padrino e madrina, è stata battez'■*' 'zata Carla Ricca. Il Signore la cu.stodi-sca nella sua grazia.
— Ottime sono state le riunioni men,:sili delle Madri; son convenute insieme
ogm volta in 30 o 40. Tre volte nell’anno hanno rivolto il loro pensiero
■affettuoso alle istituzioni di beneficenza: all’Orfanotrofio di Torre Pellice
(colletta L. 34.50); alla Casa delle Diaconesse (coll. L. 30), ^ ed al Rifugio
Carlo Alberto (visita, con offerta di
doni in natura). Ma l’opera che ha segnato il culmine della loro attività è
stato il bazar, per cui si sono adoperate
con tutto il cuore e che è ottimamente
riuscito. Esse hanno ancora offerto alla
Parrocchia un nuovo Drappo mortuario, dato che il vecchio aveva urgente
bisogno di essere sostituito.
— Il 20 aprile terminavano le lunghe
sofferenze di Stefano Bertin, fu Stefa;
no, di anni 84, che da ben 15 mesi giaceva paralizzato nel suo letto li dolore,
al Vernet.
Rinnoviamo agli afflitti l’assicurazione della nostra viva simpatia.
— Abbiamo ■ altra volta espresso la
nostra fiducia che avremmo raggiunta
I la mèta propostaci per la Settimana
; della Rinunzia: la risposta è giunta ed
t ha corrisposto alla fiducia. Ora attendiamo che avvenga lo stesso con le contribuzioni annue. La grande maggioranza le ha già portate o mandate; vop gliano anche i rimanenti, tutti, comI* piere volonterosam,ente questo dovere
^ entro il corrente mese di maggio. RiP' cordiamo in modo particolare ai inemBr bri elettori che essi hanno preso un e|f, sphcito impegno a . questo riguardo.
— Gli esami di Storia sacra hanno
^ avuto luogo in tutte le scuole. Se posW siamo rendere buona testimonianza allo
- zelo delle insegnanti, non possiamo dire
altrettanto dello zelo degli scolari: pa
ti.
recchi non si sono presentati agli esami
Sf
e parecchi hanno dato prova di negligenza più che di assiduità nello studio.
Ci proponiamo di seguire più da vicino
il procedere di questa istituzione reli-,
giosa nel corso del prossimo anno scolastico. Fin da ora però richiamiamo
l’attenzione dei genitori sul fatto che
l’ìnsegnaraento nella scuola gioverà a
ben poco se essi stessi non se ne preoccupano a casa e sopratutto se non danno essi stessi l’esempio della pratica dei
, doveri religiosi.
- L’assemblea debitamente convocata
durante due domeniche consecutive, ha
proceduto alla elezione di due anziani
per i quartieri che ne erano sprovvisti. Sono stati nominati: per il quartiere dei Pons il sig. Lamy Malan, e
per il quartiere'del Capoluogo il sig.
Teod. Gisola. Questi però non ha creduto di poter accettare l’ufficio al quale
era stato chiamato: il quartiere rimane
dunque ancora sprovvisto per il momento.
L’anziano Lamy Malan verrà, Dio
volendo, insediato nel suo ufficio domenica 25 corrente.
Nella stessa assemblea si procedeva
quindi alla nomina dei delegati alla
prossima Conferenza Distrettuale e venivano eletti i sigg. Carlo Bertin (Bonneton) e Giovanni Bonjour (Piantà).;
La Conferenza avrà luogo a Pomaretto
il 12 giugno.
BOBBIO PELLICE. E’ stato richiamato dal Signore Stefano Gras, di anni
73. I funerali hanno avuto luogo il 21
corr. Rinnoviamo alla vedova e a tutti i
parenti 1 espressione della nostra simpatia cristiana.
. LUSERNA SAN GIOVANNI. La nostra parrocchia ha avuto il privilegio di
ospitare le Corali di Torre Pellice, Angrogna (S. Lorenzo), Angrogna (Serre),
è Luserna San Giovanni, dirette con
passione, e competenza dalla sig.na Reyel e sigg. A. Comba, E. Aime, G. Albarìn. Un numeroso pubblico ha vivamente apprezzato il bel programma
svolto dalla massa dei cantori cui s’erano uniti coralisti di Rorà e Villar
Pellice, il pastore sig. L. Rivoira invocò
le benedizoini^celesti sui convenuti; a
nóme della Commissione di canto sapere il prof. Ai Jàlla diede il tono...''^spirituale all’adunata. Il prof. A. Tron diresse i cori d’assieme; nel tempio e nella
^ Sala Valdese fu eseguita musica sacra e
;7 profana, poesia antica ' e contempora’ nea, fra cui una composizione del prof.
da parte della Corale di Luser" na S. Giovanni che organizzò impeccabilmente la manifestazione.
Un uditore.
' ' MASELLO. Questa primavera timida
e incerta ha voluto fare un’eccezione, U
giorno deirAscenzione. Un cielo terso e
un sole benefico hanno rallegrato la
natura e permesso una notevole affluenza di visitatori al nostro Bazar di Beneficenza, preparato, come sempre, dalla
nostra benemerita Unione femminile.
■ Gli affari sono stati buoni e la gioia e
la pace hanno regnato per tutta la giorpata, fra tutti i convenuti dal monte e
dai piano.
“i*-. La mattina, al .culto, i bimbi dell’Or-■fanotrofio di Pomaretto ci hanno fatto
.„udire le loro voci argentine cantando
lih inno, e nel pomeriggio, è stata la
»Corale di Pomaretto che ci ha rallegrato
ed edificati con l’eseguzione di cantici
- e canzoni, cantati in coro.
A tutti i gentili visitatori ed ai generosi* donatori i nostr rinnovati ringraziamenti.
— Approfittando anch’essi di una
giornata discreta, i bimbi della nostra
Scuola Doménìcale hanno fatto la loro
passeggiata annua di chiusura dei corsi,
Dom. 25 Maggio, a Pian Sarrasin.
Anche qui, gioia e canti!
~ Nella sua'seduta del 25 maggio, la
Assemblea elettorale ha nominato deputato al Sinodo, il sig. Micol Fernando,
maresciallo, e quali deputati alla Conferenza i sigg. Micol Carlo fu Federico e
Pons Giovanni fu Filippo.
— Afflitto da lunga e penosa infermità,'è deceduto al Chabers Pons Alessandro, all’età di 85 anni.
Rinnoviamo alla famiglia la nostra
simpatia cristiana.
POMARETTO. Domenica 18 Maggio
è stata celebrato, al culto del mattino,
la festa della Madre con la partecipazione di un buon numero di mamme accompagnate dai figli. L’annua celebrazione è stata rallegrata da due canti
eseguiti dagli orfani e dalla distribuzione dì bei mazzi di fiori a tutte le mamme presenti. Doménica, 25 Maggio, la
Madre è stata nuovamente festeggiata
in modo più intimo e famigliare in una
riunione aU’orfanotroflo. Una sessantina
di mamme e una numerosa nidiata di
bimbi hanno preso parte alla festa, durante la quale fu svolto un programma
vario di canti e recite.
Gli orfani, sotto la direzione della infaticabile Sig.na Pons, illustrarono in
una commedia in tre atti la parabola
del creditore spietato. Molto applaudito
fu anche una «ronde» cantata da un
gruppo di bambine dai 6 ai 9 anni.
Seguì la tradizionale tazza di tè, molto
apprezzata e servita fra innumerevoli
mazzi di fiori montani.
Per iniziativa di una delle mamme
presenti, fu fatta una piccola colletta.
RORA’ Ringraziamo sentitamente il
Pastore Roberto Nisbet che ha recentemente presieduto un culto per sostituire il Pastore assente. La sua forte predicazione è stata vivamente apprezzata.
— Il giorno dell’Ascensione, senza
particolare accordo preventivo, convennero a Pian-Pra vari nuclei giovanili
per celebrare insieme questa solennità.
Le Unioni giovanili del Serre e di San
Lorenzo di Angrogna, guidate dai loro
Pastori,, venti giovani deUa Unione dì
Pinerolo e qualche rappresentante del
Villar e di Torre insieme con una buona rappresentanza di fratelli rorenghi.
Presiedette il culto e predicò il pastore Arnaldo Comba.
'• - ■ ...» ^,s.. A
Il pomeriggio, dopo un frugale pranzo al sacco, venne speso in giuochi e divertimenti fraterni.
SAN GERMANO CHISONE. Si è
addormentato nel Signore nella veneranda età di 92 anni Stefano Vinçon dei
Savoia. Finché le forze glielo permisero
frequentò assiduamente i culti: fin quasi all’ultimo conservò le facoltà di mente e di spirito.
Tutta la parrocchia e in modo speciale il quartiere della Saigna che l’ha
avuto fedele anziano esprimono ai figli
fraterna simpatia.
Che Dio susciti nelle nuove generazioni la pietà dì cui i vecchi hanno dato
esempio.
— Al culto di Pentecoste (ore 10) sarà
celebrata la Santa Cena.
Il pomeriggio avrà luogo, tempo permettendo, una gita dei fanciulli della
Scuola Domenicale e dei loro genitori.
Partenza da Villa alle ore 14 per Pra
Pounsoun e le Chianaviere alte dove
avrà luogo una riunione alle ore 16. Ritorno dall’Inverso per le ore 19.
— L’Assemblea di chiesa del 25 maggio ha nominato i seguenti delegati: al
Sinodo signor Bouchard Edvi Bartolomeo - aUa Conferenza Distrettuale i
sigg. Bleynat Alberto - Baret Giovanni
Bouchard Davide. A Revisore dei Conti
è stato eletto il signor Luigi Giacone.
— Il culto della domenica 18 maggio
è stato presieduto dal Pastore Roberto
Nisbet che ha parlato in modo commovente della vocazióne della Diaconessa.
All’Ascenzione il Pastore Roberto
Comba di Torino ci ha rivolto un efficace sermone sull’importanza della glorificazione del nostro Signore.
Ai fratelli che ci hanno edificati rinnoviamo vivi ringraziamenti.
TORRE PELLICE. Giovedì scorso si
sono uniti in matrimonio: il sig. Ernesto Charbonnier, dei Roland-Tagliaretto, con la sig.na Emma Jourdan, di
Chiavula..
Sabato scorso il sig. Toscano Enrico,
del Filatoio, consacrava matrimonio con
la sig.na Pasquet Birce, dei Peiroun. Iddio benedica questi due nuovi focolari.
— In modo repentino è stata da Dio
richiamata da questo mondo la sig.ra
Balmas Maria Luigia vedova Collet,
che dieci anni fa era venuta a Tórre
dall’Inverso Pinasca per dimorare con
suo fratello, sig. B. Balmas, ex custode
della Casa Valdese. Rinnoviamo a tutta
la famiglia l’espressione della nostra
simpatia cristiana.
— Collegio. Valdese. Promossi alla 2®
classe di Scuola Media: Benech Enrica,
Bertalot Guido, Bertalmìo Giorgetta,
Beux Maria, Boero- Rol Letizia, Bouchard Giorgio, Castagno Ines, Chauvie
Eliana, Ducco Andreina, Gay Pierino,
Gherardi Anna Pia, Jahier Elisa, Malan
Maria, Montaldo Luciano, Pascal Ettorina, Pastre Enrica, PeUenc Ferruccio,
Peyrot Paola, Stallè Giuseppe, Vesco
Ive.
Promossi alla 3® Ginnasio: Albarea
Celina, Bounous Gustavo, Charrier Angelo, Jahier Marina, Jourdan Fernanda,
Long Livio, Pontet Maria Luisa, Sannini Lidia, Trossarelli Luigi.
Ammessi alla 4® Ginnasio: Àvondet
Elena, Buffa Vincenzo,, Carrera Edda,
Ceresole Rosemma, Ducco Fausto, Fattori Emilio, Long Roberto, Magrini Alessandro, Pastre Arturo, Peyrot^ Emilio, Poet Paolo, Ricca Ester, Tron Genoveffa, Vola Aldo.
Promossi alla 5® Ginnasio: Brignardello Franca, De Carolis Attilio, Lagostena Laura, Malan Marcello, Negrin
Edondo, Pascal Alberto, Ribèt Elfi,
Rollier Paolo.
Ammessi al Liceo: Bouissa Margherita, Fantone-Julio Bruna, Gersoni Anna Lisa, Gersoni Marina, Geymonat
Giov. Giacomo, Malanot Ferruccio,
Pons Teofilo, Bavera Aldo, Roccati
Giorgio, Zelaschì Silvio.
Promossi alla 2® Liceo: Goss Margherita, Ispodamia Guido, Manghi Giorgio,
4
t. i r. • sDllac; ■ rjO....
L’ECO DELLE vJ¡Ud VALDESI
^K -,
} 'i*^
Richaud Nella, Rollier Franco, Toja
Sergio, Ughetti Cesare.
-a Promossi alla 3® Liceo: Amisano Gi»o»i i Bosco Renzo, Micol Licia, Sibille
Andrea. ,>
t Dichiarati, ma turi allo scrutinio finale; Jouve Alice, Peyrot Giulietta, Quattrini Franco, Raviol Albina, Rivoira
Ferruccio, Romisondo Piero.
yiLLAR PELLICE. Visite. Domenica
11 màggio, mentre con i nostri giovani
della Corale e deirUnione del Serre eravamo caldamente accolti in visita dal
Pastore e dalla fratellanza di Rorà, il
nostro pulpito è stato tenuto dal pastore
sig. R. Nisbet che ringraziamo ger la
sua generosa e preziosa collaborazione.
E Domenica scorsa 25 c. m. la nostra
comunità beneficiava di un’altra gradita visita. Il sig. Erico Rollier che presiedeva il culto, ci rivolse - in qualità
di membro della Commissione finanziaria della Chiesa - un chiaro ed impressive appello alla solidarietà valdese e cristiana, nei tempi difficili che la chiesa
attraversa.
Siamo stati lieti di potere - in questa
occasione - partecipare al sig. Rollier
ed all’Assemblea la nostra fiducia che
la parrocchia del Villar raggiungerà,
con le sole offerte volontarie dei suoi
membri, la mèta indicatale dall’ultimo
Sinodo.
La buona riunione è stata coronata da
una colletta di 190 lire in favore dell’Opera di Evangelizzazione.
Dipartenze. La nostra famiglia spirituale ha perduto, per la vita di quaggiù,
un fedele amico, con la dipartenza del
fratello sig. Guido Giusti, del Teynaud,
che il Padre Celeste ha richiamato a Sè,
il 23 u. s., in età di 65 anni. Alle esequie,
che hanno avuto luogo domenica, un
largo stuolo di parenti ed amici ha tenuto ad esprimere alla vedova ed alle
figliuole del nostro fratello la sua simpatia e la sua speranza cristiana.
Nello stesso pomeriggio, abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale della piccola
Teofila Egle Cairus, deceduta al Palet,
il 23 u. s., in età di 3 anni.
Su tutti coloro che sono nella prova,
invochiamo con fede l’aiuto e la consolazione di Dio. j.
SETTIMANA DI RINUNEIA
— Settima Lista —
Chiesa di Catania
Chiesa di Torino, 6° vers.
Carab. Civitillo Recco
Cocconi Lui Paimira
Chiesa di Roma, Via IV Nov.,
2° veVsamento
Chiesa di Napoli, saldo
Chiesa di Trieste, saldo
Chiesa di Bobbio Peli, saldo
Chiesa di Angrogna, Centro,
saldo
Chiesa di lingua italiana, Zurigo
L. 147,—
» 2000,—
» 24,50
» 100,—
» 2000,—
» 20,» 30,—
1 » 200,—
» 124,75
» 350,—
1" DISTRETTO ■ VALLI VALDESI
Conferenza Distrettuale
La XXXIV”- Conferenza del Distretto
Valli si^aprirà, D. v., nel Tempio di Pomaretto, giovedì 12 giugno, alle ore
9.30, con un culto presieduto dal pastore
sig. Enrico Geymet, di Rorà.
I sìgg. Presidenti dei Concistori sono
pregati di attenersi alle disposizioni ricevute riguardo all apreparazione della
Conferenza stessa.
La Commissione Distrettuale.
I parenti della compianta
MARIA LUISA 6ALMAS
VEDOVA COLLEf
commossi dalla prova di simpatia avuta
in occasione della dipartenza della loro
cara, ringraziano tutti coloro'che presero parte al loro lutto. In modo particolare i sigg. Carlo Jahier e Enrico Pascal
per quanto fecero nella triste circostanza.
Torre Prflice, 27 Maggio. 1941-XIX,
3*
il
(■•..v/fL -o\I
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedì Lettura: Giov.. 15: 9-16 2 Giugno Es. 44: 1-6.
Chi crede in me, come ha detto la
scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno ».
V'i-fr," S. iìiov. 7; 38.
Gesù -ci chiede d’aver fede in Lui.
Questa fede deve raggiungere, attraverso diverse fasi, questo stadio; dimora in Cristo. La nostra fede, cioè, deve
divenire una comunione continuata, intima, spirituale col Signore.
Allora iiumi d’acqua viva sgorgheranno dal seno del credente. Egli riceverà l’acqua di vita, lo Spirito Santo di
Cristo abbondantemente. Ne sarà egli
stesso dissetato e potrà dissetare anche
gli altri, coloro che gli stanno attorno.
Questi, infatti, vedranno questa sua
vita piena, ne scopriranno la sorgente e
vorra,nno anch’essi possederla. Così il
credente diviene un canale dello Spirito
di Cristo.
Fratello che leggi questa meditazione, credi tu cosi? - Hai tu ricevuto lo
Spirito Santo? Ci sono state delle anime
dissetate per tuo mezzo?
La Pentecoste l’hai celebrata ieri.
L’hai tu trascorsa chiedendo lo Spirito
Santo? Se sì, conoscerai la verità delle
parole del nostro Signore Gesù Cristo.
Martedì Lettura: Rom. 12: 9-21 - E3 Giugno zech. 7: 5-14.
Che diremo dunque a queste cose ?
Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi ?
Rom. 8: 31.
« Dio è per noi ». Noi sappiamo che
Dio è per noi, in quanto abbiamo coscienza di essere « di Dio », per la fede
in Cristo. Non chièdiamoci più se Dio è
per noi, poiché Egli « è per noi ». Chiediamoci piuttosto se noi siam.o per Dio,
con Dio. Questa è una cosa di cui dobbiamo essere assolutamente certi. Infatti da questo fatto è condizionata la realtà di cui sopra, il favore divino.
Sei tu stato anzitutto giudicato dallo
Spirito di Dio? Sei poi stato giustificato
per la grazia di Dio mediante la fede?
Allora tu sai che cos’è l’adozione, la fiducia del figlio riconciliato col Padre.
Ora se Dio è con noi, « chi sarà contro
di noi »? Nè i nemici della verità e del
Signore Gesù Cristo, nè i seguaci del
mondo e delle sue teorie, nè il peccato,
nè Satana stesso e neppure la morte.
« Che diremo dunque a queste cose? »
Perchè siamo abbattuti, scoraggiati per
le difficoltà, le opposizioni, le persecuzioni che incontra la Chiesa cristiana?
Dio è con lei, e Dio avrà l’ultima parola.
Mercoledì Lettura: Rom. 13: 1-7 - E
4 Giugno zech. 7: 15-27.
Come dunque avete ricevuto Gesù
Cristo il Signore, così camminate uniti
“ Dui.^ Coloss. 2: 6.
Cari fratelli, penso che anche voi avete ricevuto il Signor G. Cristo nel vostro cuore, per la fede. Penso che voi
credete in Lui, che L’amate e ne avete
fatto il Vostro amico e confidente. Ringraziatene Iddio e fate sì che nessuna
potenza, terrena o infernale, vi tolga
quel che tenete custodito nel cuore.
Ma... camminate voi uniti a Colui che
dite di amare? Camminate voi in tutta
la vostra condotta uniti a Lui? Camminare uniti a Gesù significa camminare
per la stessa Sua via, seguirne le orme
imitarlo in tutto e per tutto.
Si, imitarlo; Egli è il nostro Maestro,
oì, seguirlo; Egli è il nostro Redentore.
Sì, non allontanarci un passo da LuiEgli è il nostro Signore e Dio.
Finora abbiamo camminato in ben altra compagnia; con gli amici del móndo,
con Satana, il tentatore! Ma ora noi vogliamo camminare con Gesù sempre
ovunque, sino alla fine. ’
Chi potrà separarci da Lui e dal Suo
amore? Nulla e nessuno, per grazia di
Dio.
Giovedì Lettura: oRm. 13: 8-14 - E
5 Giugno zech. 8: 1-13.
Questi è Colui che è venuto con acqua
e con sangue; non con l’acqua soltanto,
ma con l’acqua e col sangue. Ed è lo
Spirito che ne rende testimonianza, perche lo Spirito è la verità.
1 Giov. 5; 6.
Lo Spirito Santo, Spirito di verità
rende testimonianza a Gesù Cristo. Da
Lui siamo convìnti dell’opera redentrice compiuta sulla Croce. Gesù non è
venuto solo con l’acqua - simbolo di purificazione - per redimerci dai nostri
peccati, ma con l’acqua e col sangue,
immolando Se stesso. Noi «siamo interamente salvati da Lui appunto per mezzo del Suo prezioso sangue sparso sulla
croce. La Sua opera dì purificazione ha
un valore eterno, essendo Egli un intermediario perfetto. Quel che nell’Antico
Patto era adombrato nel lavamento con
acqua e nello spruzzamento con sangue,
in Cristo è una realtà. I credenti che
hanno posta intera la loro fede in Lui
sanno che quel sangue, li purifica da
ogni peccato (1 Giov. 1; 7). Ora essi son
nati di nuovo, sono nati « d’acqua e di
spirito » (Ev. S. Giov. 3; 3 e 5).
^ Questo è il centro del divino messaggio dell’Evangelo della Croce. In Cristo
siamo salvati appieno perchè Egli, Ge■ sù, il Figliuol di Dio, adempì la Legge
divina e espiò le nostre trasgressioni
di quella Legge, morendo come un
malfattore, crocifisso.
Per questo noi possiamo ora aver
pace.
E
Venerdì Lettura: Rom. 14: 1-12
6 Giugno zech. 8: 14-18.
Lo Spirito stesso attesta insieme col
nostro spirito che siamo figliuoli di Dio.
Rom,, 8; 16.
Il credente possiede in sè una sicura
testimonianza; la testimonianza interna
dello Spirito Santo. S’eglì possiede veramente lo Spirito, ne avrà una intima,
dolce consapevolezza, una sicura attestazione. All’obiezione dello scetticismo
o dell’incredulità dichiarata, egli potrà
opporre quella sua testimonianza interiore, e la sua fede resterà stabile, sicura.
Come si può meglio rispondere a chi
afferma che l’amicizia non esiste? - L’amicizia esiste perchè sento in me un
grato, forte, puro affetto che mi lega a
quel tale amico.
Questa testimonianza interna ha un
contenuto preciso. Non solo essa ci fa
certi della realtà di Dio e delle cose
Sue, ma ci fa anche certi d’un qualcosa
che ci riguarda personalmente. Essa
ci attesta che noi siamo « figliuoli di
Dio ». Dio per noi è più che la Causa
prima, il Creatore di tutte le cose, l’Iddio onnEpotente o l’Iddio degli eserciti
che marcia con noi, - Egli è il nostro
Padre, il Padre celeste, che è santità,
amore, luce, e che dice proprio a me
« Figliuolo mio »!
^ Sabato Lettura: Rom. 14: 13-23 7 Giugno Num. 6: 22-27.
: Se siete vituperati per il nome di Cri
( sto, beati voi ! perchè lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su voi.
, 1 Pie. 4; 14.
Al tem,po degli Apostoli i cristiani erano continuamente vituperati, offesi
dal mondo, per il nome di Cristo, cioè a
causa della loro fede in Cristo. Ma questo era un segno, una prova che lo Spirito di Dio, Spii-ito di gloria e di santità,
riposava su di loro." ' Perciò ha ragion
d’essere.l’esortazione apostolica; «Beati
voil »
Anche oggi siamo vituperati in tanti
modi a causa del nome che portiamo.
Ma il Signore ci rende giustizia facendo
riposare su di noi il Suo Spirito Santo.
E se Dio è con noi, se Egli ci approva,
noi non cerchiamo altra approvazione:
quella di Dio ci basta appieno. Anzi beati noi! Se siamo vituperati per la causa
di Dio noi dobbiamo essere a ragione
degli esseri felici. Per i santi di Dio soffrire per la loro fede religiosa è stato
senipre inotivo di gioia. Rileggiamo gli
Atti degli Apostoli e troverem,o la confenna di ciò. (V. Atti 5: 41). — Signore,
fa’ sì che sia nostra questa gioia! L. N.
Domenica 8 Giugno
Leggere la meditazione in prima pagina.
OR. ENRICO GARDIOL
RAGGI X
Viale Fuhrmann, 1 (ex Gilly)
Telefono 77
Riceve tutti i giorni feriali dalle 14 alle 16
■ e il Venerdì dalle 8 alle 10.
Prof. Qiko Cost.miei., direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA» - Torre Pellice
In tempo di guerra tutti devono
imparare a tacere. Notizie, apparentemente innocue, su movimenti di truppe, di lavorazione negli stabilimenti militari,
possono giungere all’orecchio
del nemico ed arrecare danni
incalcolabili. Nessuna ingenuità e nessuna indiscrezione. Il
silenzio assoluto su aualsiasi
notizia di carattere militare è
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