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LA BUONA NOVELLA
CIOni\lE DELIA LV.l^'fitllZZAZlOÀI IT.lllHA
Seguendo la verità nella carità.
Efes. IV. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE
i«r lo Stalo (frijco a desiioaiioni). . . Fi»
Fer 1j Srittera « Francia, id. ...» 4 25
Per l'iDibiUerra, id.......* S 50
Per altri pmi (traoco Ono al eoofios^. . » 3 «
l«D li rieevoDO assocìailoai per oeao di db sodo.
XX ASSOGIAZIOIIX II lUGBVOVO
Io Ta-ifii airUffiiitt del filorul«. rUla M It, I* U.
lall* praiiseii ftw ntU fU OffliU ^mUU |»
■•Ila ii ¥igUa. eba dirruu aaiara iirtatl frtM*
al fiiraturt dilU Baoaa RortlU 1 mi uumì
Ah’estero, ai scguci-tì indirizzi: Parigli, dalla libreria C. Meyrueis, me Tronchct,!2; Ginevra , djl si;;. E. Boroitd libraio; Inghilterra per mezzo di franco-bolii
Inglesi spediti franco al Direttore della Buona Norella.
SOMMARIO
Anno VII della B. N. — Sottoscrizione. — La fine dell’anno, — Màrianismo, ossia culto idolatro di Maria» distruttivo del cristianesimo; IV.
ma VII DELLA BUONA NOVELLA
La Buona Novella seguiterà, a Dio piacendo,
le sue pubblicazioni nell’anno entrante, agli stessi
intervalli ed ai medesimi patti che neH’anno che
Gnisce, cioè due volte ¿il mese, a fascicoletti di
16 pagine in-8® gr., ed ai prezzi qui sopra indicati. ■— Le domande di associazione dovranno
essere indirizzate franco aU’ufficio del Giornale,
via Principe Tommaso, dielro al Tempio Valdese,
ed i Vaglia postali intestati Al DireUore del Giornale la Buona Novella, e non altrimenti.
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SOTTOSCRIZIONE
A CEXEFXCIO DEI DANNEGGIATI DALLA GRANDIJÎË
»■ ■> R/K.R O S'S'MiW a
A scarico della Direzione del nostro giornale , stampiamo
nel testo originale la ricevuta che ci è stata mandata delle
lire 358 , 25 cent, da noi raccolte jjer queU’opera pietosa,
ringraziando con tutto cuore quei generosi ohe con tanta
prontezza e spontaneità risposero alla nostra chiamata.
Frarustin, le 23 décembre 1857.
Monsieur et cher frère !
Le but de ces lignes est de vous accuser réception de la
somme de 358 fr., 25 cent, que monsieur Rével m’annonce
lui avoir été remise par vous, pour les grêlés de Prarustin. et
que je considère comme si je l’avais déjà reçue.
Cher frère, puisque vous avez bien voulu sj'mpathiser
arec nous dans nos misères et nous procurer les moyens de
les soulager, en vous adressant au public au moyen de la
Buona Kovella, veuillez aussi être notre organe pour exprimer aux amis qui sont venus à notre secours, les sentiments
de notre vive reconnaissance et recevez pour vous même,
avec nos remerciements, les salutations aiîectueuses de vos
dévoués serviteurs.
Pour le Comité
Durand-Caxton Past.
LA FINE DELL’ANNO
Alla fino dcH’anno scorso, quando slavamo per entrare
in quello che termina ora, vi erano, o cari fratelli in Gosìi
Cristo, indirizzale da noi queste parole; a Un nuovo anno
« comincia ; potremo noi tutti vederne la fine? Chi è sicuro
« di esistere nel mondo, non al termine di esso anno, ma
« neppure da qui a sei mesi, a tre, a uno e meno ancora,
« da qui ad una settimana, ad un’ora? i> Ed infatti durante
il suddetto periodo di tempo la morte lasciò dei vuoti fra lo
file nostre, i quali, grazie a Dio, si sono riempiuti di nuovo,
ma con altre persone : e se tali posti, ogni volta accade che
il Signore chiami a sè qualche fratello, potessero rimanere
vuoti, noi avremmo sempre dinanzi agli occhi un sensibile
esempio salutare della brevità della vita e della importanza
di tenerci apparecchiali a comparire dinanzi al tribunale di
Dio. Pur troppo! facilmente dimentichiamo e l’una cosa n
l’altra, e per questo non istiamo abbastanza vigilanti e non
preghiamo sovente e col necessario fervore Iddio, afiìnchò
3
«i assista colla sua grazia ccl operi in noi quel mulamonlo
spirituale senza di che è impossibile che arriviamo a contemplar Lui, ch’è lo Spirito per eccellenza!
Anche l’anno 1837 è passato; egli è un tempo che non
torna più, poiché la legge è di progredire, non di retrocedere; tulio va, niento ritorna : ogni anno che principia chiamasi nuovo, ed è nuovo infatti sotto ogni aspetto; guardiani
in avanti, fissiamo lo sguardo alla mota, corriamo verso di
essa, ecco ciò che dobbiam fare, sosteniamoci a vicenda,
amiamoci come membri di un sol corpo, e ricerchiamo colle
comuni preghiere e in tulle le nostre azioni la vista, la luce,
l’intelligenza risiedenti nel capo, che 6 Cristo.
Riflettiamo a quel che fummo, a quello che abbiamo desiderato di essere. Quello che fummo voi lo sapete; nascemmo e crescemmo nella Chiesa romana, in cui nessuno, si
¡MIO dire, pensa da sè allo cose eterne, in cui tulli ignorano
il Vangelo. Noi abbiamo desideralo, per una celeste ispirazione, di lasciare il papismo, diventare evangelici, unirci a
Cristo. Ma conosciamo noi bene ancora la forza di tali espressioni? abbiam noi veramente cotesto desiderio? è desso in
fatto una chiamata da Dio? esiste in noi la viva fede? L’essenziale non consiste di appartenere ad una Chiesa o congregazione, sia pure non romana, piuttostochè ad un’altra ;
essere inscritti in un registro piuttosto cho in un altro; Gesù
Cristo, quando ritornerà, non andrà esaminando cotesti registri , Egli appellerà i suoi da lutti gli angoli della terra,
uno qua, uno là; in ima medesima i’amiglia, porti pur anco
nel mondo il nome di evangelica, chiamerà gli uni, lascierà
gli altri.
L’essenziale consiste che apparteniamo a quella congregazione o Chiosa che non è visibile, perchè non è una riunione, anche materiale, dei corpi in un recinto qualunque,
ma ch’ò una riunione degli spiriti e dei cuori in cui abiti
Cristo per la fede, e ne sia il Principe, il Vescovo, il Padrone.
L’essenziale adunque consiste nell’essere noi porzione dell'adunamento dei santi, dei fedeli, ossia di coloro che si
scontrano nell’unità deila fedo e della conoscenza del Figliuolo di Dio; nell’essere porzione della generazione eletta,
del real sacerdozio, e membri della casa spirituale, vale a
diro veri discepoli e fratelli di Gesù Cristo. Ma per essere
fralelli di Gesù Cristo è d’uopo prima di tutto che siamo rivestili di Lui, dei suoi meriti, della sua giustizia; il che non
può avverarsi che per mezzo della fede : in secondo luogo,
che siamo suoi imitatori, che procuriamo di obbedire anche
noi ai voleri del Padre celeste, se vogliamo chiamarci con
ragione figli e concorrere con Gesù Cristo alla eredità pro-
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messa della gloria eterna. E per essere discepoli del Messia
bisogna, fra le altre coso, dimostrargli il nostro amore col
difendere la sua dottrina, col far conoscere il divino Maestro
a quei tanti che trovarsi nella ignoranza ; bisogna che diventiamo suoi testimonii per tutta la terra, affinchè tutti i
re lo celebrino, ogni ginocchio si pieghi dinanzi a Lui, ogni
lingua lo confessi Signore alla gloria di Dio Padre.
à, cari fratelli, ognuno di noi dobbiamo diventare predicatore della dottrina di Cristo nostro maestro ; nè crediate
già cho occorra per questo montare in cattedra nelle publiche adunanze per far <iei sermoni. Varii sono i doni dello
Spirito Santo, e non c’è persona che nonne posseda alcuno.
Gli uni sono chiamati ad esercitare esclusivamente ciò che
diciamo il ministerio ecclesiastico ; e per questo, oltre il
dono della vocazione in proposito, richiedesi anche studio
particolare, non solo delle Sacro Scritture, ma altresì delle
vicissitudini della Chiesa, delle opinioni di tanti uomini
dotti, delle dottrine medesime che son contrarie al Vangelo,
del carattere, delle abitudini, dei pregiudizii delle varie popolazioni, onde poter con frutto f'edicarsi pure alla istruzione degli ignoranti o saper applicare que’ metodi che sono
i più adatti per riuscir nello scopo. Lasciato cotesto alto ministerio da parto, necessario eziandio per salvare la Chiesa
dalle corruzioni cho la natura pur tro[ipo malvagia degli
uomini, per orgoglio, per interessi, ecc., è sempre pronta ad
introdurvi; lasciato cotesto elevato cd importante ministerio
da parto, diciamo, altri fra i discepoli, se tali vogliamo es.serlo, di Gesù Cristo, in varii modi possono e devono essere
predicatori di Lui; nelle famiglie coi figli, nello private
conversazioni, col procurare di convertire gli erranti, colla
lettura della Bibbia, colla difTusione di essa, coi consigli,
coll’assistenza ai malati, coi conforti agli aiTtitli e cogli aiuti
ai poveri, ecc.; infine tutti indistintamente coll’esempio di
una vita cristiana.
Ecco, nella ricorrenza del nuovo anno, i ricordi che affettuosamente diamo a voi, carissimi fi-aiclìi ; ecco i ricordi che
diamo a noi stessi, di cui abbiam bisopo al pari di voi,
perchè la carne è pronta, non così lo spirito, o la prima soffoca facilmente il secondo ; eccoi ricordi di cose che noi già
sappiamo, ma che per la nostra debolezza abbiamo continuo
bisogno di udircele ripetere. Voglia il Signore sovra di noi,
sulla nostra Chiosa, sull’opera della evangelizzazione nella
patria nostra, ch’è opera di Lui, spandere tutte quelle benedizioni di cui abbiamo d’uopo, c senza di cui non potremmo
nè soslo“orci nè progredire. 0.
5
LA
BUONA NOVELLA
GIORNALE
IIElL’PÀlElIZMIliE ITÀLIAM
ANNO SESTO, MDCCCLVU.
SECONDA SERIE
TORINO
STAMPERIA dell'unione TIPOGRAFIC0-ED1TRICE
i857
6
IIVTDICE
dello Materie contenute in questo volume
Parte JDottrinale e di Edificazione.
Pagina
Tutto per chi ama Iddio (lettera di capo d’anno) 1
Che cercate?.........25, 57
Ai nuovi cristiani Evangelici d’Italia (lettera prima) . 41
La preghiera del Signore.....73, 121, 137
Unità della Chiesa.......110
Il cuore senza fraude.......153
Come state voi?........206
Il dovere di testimoniare......234
La Chiesa vera.......^ . 281
La madre.........286
La legge e l'Evangelo..........301
Le madri cristiane fanno i figli cristiani 353
La fíne dell’anno.......378
Missioni ed Evangelizzazione.
L’Opera missionaria in seno alle Chiese evangeliche. 9
Che fanno i Missionarii evangelici? . . . . 32, 49
77
112, 123
J33
173
Il dottore Livingston .
Il cristianesimo infra i Giudei
Alleanza evangelica
Sinodo della Chiesa Valdese
7
Pagina
L’Evangeio a Courmayeur..... 222, 369
Circolare della V. Tavola Valdese alle parrocchie di
essa Chiesa...... . 230
Indirizzo della V. Tavola della Chiesa Valdese ai
membri ed amici di detta Chiesa. . . 178
Gli Evangelici toscani ai fratelli piemontesi . 189
Istituto di educazione femminile a Torre-Valdese . 208
Dolorosa appendice ai fatti di Pontedera . . . 211
Conferenze di Berlino (programma) .... 246
L’Evangelo in Corsica. ...... 288
Una consecrazione al S. Ministerio nella Chiesa Val
. ^ dese.........270
Indirizzo delle Chiese Evangeliche di Francia a
quelle d’America, in riguardo alla schiavitù. 274
Conferenze Evangeliche di Berlino . . . 288 , 305
Indirizzo del Sinodo Evangelico dei Grigioni alla
Chiesa Valdese.......302
Assemblee annuali di qualche ramo deU’Alieanza
Evangelica ........372
Polemica.
L’Apologista e la versione della Bibbia di Giovanni
Diodati ......... 64
Ospizio dei Catecumeni in Pinerolo ... 226
Una predica in S. Maria del Fiore in Firenze . . 238
Ancora dell’Ospizio dei Catecumem in Pinerolo 259, 263
Il viaggio di S. Pietro a Roma e YArmonia . . 291
Tutta la Bibbia e non altro fuor della Bibbia . . 297
Marianismo, ossia culto idolatro di Maria, distruttivo
del cristianesimo..... 329, 345, 361
Ai fratelli cattolici romani ...... 335
I mercanti d’anime .... . . 350
Attualità.........366
8
Biografie eil Aiieiitioti.
Pagina
5, 29
35
42, 60
92
161
La sposa e la madre cristiana
Non sei salvo che per il sangue di Cosù Cristo
Letto di morte dcH'incredulo
La spada dello Spirito. ....
Condizione per le buone predicazioni
Celio Secundo Curione e la sua famiglia. 139, 169, 185, 201
Adelina G.*** o l’efficacia della grazia di Dio manifestata in una tenera bambina.....142
Il Perchè della confessione......196
Claudio vescovo di Torino.....313, 330
liihertà ili coscienza.
Libertà di coscienza e di culto.....218
Sentenza del tribunale di Alessandria per offesa alla
Religione dello Stato......241
Beneficii del Concordato austro-papale . 250
Bibiiogriifia.
Gerolamo Savonarola per Theod. Paul . . ,89, 105
La Domenica (giornale)...... 96
Bollettino bibliografico : Les actes et gestes merveilleuses de la cité de Genève ; Perchè vi proibisce il
vostro parroco di legger la Bibbia? — Il Ritratto
dx Maria nei cieli. — Preghiere di famiglia . 103
Varietà.
Alcuni verbi della sapienza divina . . . . 15, 81
La Bibbia . . . t.....80ì
9
Pagina
Pensieri staccati ........ 168
Sottoscrizione a beueiicio dei dauneggiati dalla grandine di Prarostino . . 201. 217, 233, 249, 26.3,
297, 313, 361, 377
Poesia.
AI cuore per infiammarlo al divino amore ; poesia di
frà Gerolamo Savonarola..........16
Tutto è consumato....... 81
Costanza di pochi.......262
Corrispondenza.
Lettera del sig. A. Bert al Redattore della B. A'. 37
Corrispondenza parigina della B. . 138, 192, 320, 338
IKotixie.
Pagina 18, 38, 51, 69, 82, 97, 115, 136, 148, 162, 182, 198,
214, 232, 248
Annunzi : passim.
10
MARIAMSIIO
OSSIA
CULTO IDOLATRO DI MARIA, DISTRUTTIVO DEL CRISTIANESIMO
IV. *
Abbiamo finora particolarmente insistito sopra una dottrina molto in voga nelle esegesi dei primi secoli, quella
cioè che Maria simboleggia la nascente Chiesa in tutto quello
cho di lei è raccontato dairaunuiiziazione dell’angelo fino
alla fuga in Egitto. Secondo noi questa chiave penetra molti
arcani, scioglie molte difficoltà, illumina di una viva luce il
disegno divino. So noi riconiiamo questa interpretazione
delle prime età della Chiesa, si è perchè ben tosto nella seconda parte vedremo intervertíta aiTatto l’allegoria, e Maria
rappresentare la Sinagoga ; chiave anche questa di grande
l'regio, senza la quale sarebbe impossibile renderci conto
del modo con cui Alaria ci è posta innanzi dagli Evangelisti,
sì differente da quello che fu l'oggetto dei nostri esHrai fino
al presente. E perchè non si cre la die noi arrischiamo proposizioni, anzi interpretazioni, addossandole ai Padri per
meglio combattere un sistema che riproviamo, citeremo qui
alcuni brani del padre V'entura, che in ispecial guisa si occupò dell'apologia del culto di Maria (ia scuola dei ¡iracoli, voi. I, omelia vii). Appoggiandosi egli a « S. Girolamo
e aU’Emisseno, fra molti Padri » ricoo' sce che ogni qualvolta negli Evangelii Maria è trattata da straniera, ed è in
faccia al suo Figlio sotto una certa tal qual forma di antagonismo : non xacat hoc a mysterio ; alicujus rei significatio est. Dum loqaitur ad turbas, nationes erudii. Mater et
fratres ejiis; hoc est Sinagoga et p'ipulus Judceorum... Ecco
confessato , che in tutto il lungo tratto che c'jmincia alle
nozze di Cana fino alla croce, l’intervenzione di Maria rinchiude un mistero, cioè che figura essa la Sinagoga coi figli
suoi rappresentati in faccia a Cristo con quel carattere che
ci è abbastanza fatto conoscere dagli Evangelii medesimi.
In conseguenza tutta l’altra parte in cui brilla Maria come
madre, tanto splendore a Lei spetta come tipo della Chiesa,
che, come si sa da S. Paolo, è il solo gran termino dell’insegnamento, dei combatti nenti e della passione di Cristo.
Vogliasi ben osservare che di questi tipi non pochi se no
scontrano nello stesso Nuovo Testamento; nell’Antico sono
infiniti. Maddalena che unge i piedi di Cristo, è unanimamente riguardata quale tipo della Chiesa, sopra tulto allor
* Nell’ultimo articolo, pag. 361, lin. i, si legg.i, invcc« di secolo xvi,
SECOLO Xl.
11
cliè Gesù le fa quel grande elogio che in tutto il mondo,
dovunque sarebbe predicalo il Vangelo, si racconlerebbe
eziandio ciò che essa avea fallo. Allegando queste autorità,
altro noi non facciamo che rimontare a queli’antichità a cui
la romana Chiesa sembra appellare con tanto ardore, e con
ciò proviamo che i Padri avevano per costume, non già di
precipitar la Chiesa ai piedi di Maria, ma bensì di applicare
alla Chiesa quanto di quella è scritto, e allorché il linguaggio
evangelico ripugnava nella sua applicazione alla Chiesa, facevano essi di Maria un tipo della Sinagoga, ma della Sinagoga, siccome sarà dimostrata, «stolida nel suo zelo» e pertinace nello « starsi al difuori », per non entrar nella Chiesa.
Ora riprendendo il filo deH’esposizione dei testi concernenti Maria, svolto il Cantico di Lei, e fatto vedere che Maria
pronunzia il Cantico in nome della Chiesa, che niun’espressione per forte che sembri, non trascende (flielle che sono
adoperate per tutti i veri credenti, faremo qui un’osservazione che non è senza il suo peso. Benché abbiamo quattro
Evangelii, non uno si occupò della nascita di Maria, mentre
quella di Giovanni Battista è particolareggiata in siffatta
guisa, che nulla di più potrebbe desiderarsi. Questa preferenza dovrebbe non poco far attoniti quei devoti di Maria
che vanno spigolando qua e là certe locuzioni per ingrandirle, 0 travolgendole dal vero loro senso, mal noto ad essi
od oscuralo, creano con esse dei titoli alti e stupendi, che
una sana critica dei testi distrugge affatto. Non v’è cenno o
parola intorno ai primi momenti di Maria, e i libri apocrifi
solo foggiarono una leggenda, come puro dello sposalizio di
Lei con Giuseppe, in flagrante contraddizione con le usanze
giudaiche ai falsarli sconosciute. Intanto la nascita di Giovanni è raccontata molto estesamente, e nell’inno che Zaccaria fa intendere, apostrofa bensì il neonato con queste parole : « e tu , 0 picciol fanciullo, sarai chiamato profeta
deirAltissimo , perciocché tu andrai davanti alla faccia del
Signore per preparare lo sue vie » ; ma lasciasi nell’ombra
Maria; e come pure precedentemente, invano si cercherebbe
un solo di quegli encomii esorbitanti che si sono inventati
sotto pretesto di onorarla ; anzi non se ne rinvengono di
quelli stessi che nella serie ascendente sono da riputarsi i
più inferiori o i meno vivi. Che vuol dire questa continua
soppressione di quelle qualificazioni, anche le meno forti,
di che abbondano tanti scritti gareggianti per accrescerle
ogni dì più, mentre il Libro che ci è dato per nostra norma,
per rigorosa misura del nostro credere e del nostro pensare,
non giustiOca di tanta farragine d’idolatria nemmeno il cullo
stesso il più mediocre e modesto?
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ProsegiinnJo la nostra ricorca sul (jrado di vonerazionc
che si debbo a Maria, cccooi al cospetto di Giuseppe, tormentato da dubbii, in procinto di abbandonarla, e quando
la Verizinesi trova agli occhi del suo sposo come ravvolta in
una nubo d'obbrobrio. Qufsto era il caso, o giammai, che
l’angelo che viene a sgombrare gli oltraggiosi sospetti, per
contraccolpo facesse balenar su Lei, per redimerla dalla sua
dura condizione, i principali almeno di quegli attribuii di
cui tanto tardi venne glorificala. Invece di tutto ciò, queste
sono le parole assai semplici che l’angelo indirizza a Giuseppe : « Figliuolo di David , non temere di ricever Maria
tua moglie ; perciocché ciò che in essa è generato, è dello
Spirito Santo. Ed Ella partorirà un figliuolo o tu gli porrai
nome Gesù : perciocchò Egli salverà il suo popolo dai loro
peccati ». Non si parla mai che di Gesù unico scopo della
narrazione; o nulla è mai detto di Maria cha porga il più
lieve pretesto di sollevarla, non dico già ad un’altezza abbastanza grande per farle divider con Lui, come si direbbe,
l’interesse di questo divino dramma , ma piuttosto si vede
essa relegata in fondo, nò fare altra parte che passiva ; ciò
che appare con maggior forza allorché Gesù ò nalo; imperocché esso è SOLO celebrato dagli angeli, solo adorato dai
pastori, ed è molto da rimarcare, che, non trattandosi sempre che di Lui, come oggetto di culto, quando l’Evangelista
viene a parlare di Maria è solamente per dire ; « E Maria
conservava in sé tutto questo parole, conferendolo insieme
in cuor suo » : le parole sono quelle dei pastori, ragion di
pili per far dire a moltissimi Padri ch’essa personifica la
Chiesa nella sua origine, con la quale i pastori s’intrattenevano di Gesù, cioè l’istruivano di lutto quanto concerne il
Vangelo. Perciò, da qualunque lato si consideri il sacro racconto, mai nulla esso ci offre che sia d’appoggio anche minimo alla minima apoteosi di Maria.
Nella presentazione al Tempio, ove il vecchio Simeone
profetizza e Anna con lui, ed annunzia che il Desiderato
dello genti è apparito per illuminarle, forse che unisce, come
fa la Chiesa romana, Gesù e Maria in un sol nodo, por farne
i due soli doH’univcrso? Seguitasi anche invariabilmente lo
stesso sistema di esclusione. Quel che soggiunge S. Luca
rovescia per inlcro quel cumulo di invenzioni che abbiamo
già segnalale, c di cui è pieno zeppo il libro del padre Ventura, scritto tutto in onore di Maria, che cioè Es.sa fosse onnisciente rispetto ai misteri del cristianesimo c all’cconomia
generale della Redenzione! Giuseppe e la madre di Gesù,
dicel’Evangelista : « Si maravifiliaroìw delle cose che eran
dette di Lui », di Lui, sempre di Lui, non è quistione mai di
altri. Masi dirà, lo stesso Simeone non predice egli a Maria:
« Ed una spada trafiggerà a te stessa l'anima? » Secondo la
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lettera sì, predico a Lei un tremendo dolore, quello di essere
testimonio della crocifissione del suo Figlio. Jla come mai tali
parole implicherebbero esse un’idea qualunque tanto prediletta ai divoti di Maria? Nulla di più naturale e di più semplice nel tempo stesso che il senso di tal linguaggio. Se poi si
riguarda più oltre e dalla figura si passa alla cusa figurata,
quello cli’è predetto è la strage dei figli della Cliiesa che non
tarderebbe ad aver luogo; imperocché la presentazione al
Tempio, dopo la nascita, è una fase della Chiesa nascente più
inoltrata, siccome quella cho segue accenna ad un periodo
superiore. L’astro nuovo, 1 magi d’Oriente, Erode che simula
di voler adorare Gesù, ma coll’intento di soffocarlo nello
fasce, l’adorazione dei Magi, la partenza loro, sfuggendo
l’ira di Erode, il macello dei neonati e Gesù salvo, cho abbandona Gerusalemme, volgendolo il dorso per rifugiarsi in
Egitto, tutto '’Sto similiileggia prima (così spiegano gli
antichi Padri) \stro novello S. Paolo, nei Magi o Savii
tratti alla culli -sto tutti i proseliti del grand’ÀpostoIo,
la dotta Greci, (- loqinlmente; iu Erode furibondo che ha
per complici i Sacerdoti e>i i Farisei congregati, la cojigiura
della Sinagoga e ilei pi»tentati contro al cristianesimo; e si
sa che Erode fece perire S. Giacomo, che gli Alli raccontano
la morte di Stefano e una persecuzione generale, che fa perire i novelli fedeli, in gran numero, a cagion di che si fa la
traslazione della Chiesa, appena formata dalla Giudea nella
Gentilità; ora l’antitesi li Gerusalemme ò l’Egitto. Traslazione figurata Ja Maria, che stringenilo il divino pargoletto,
trasportasi snpra un giumento in quel paese, dove il popolo
ebreo fu schiavo, ed ò questo paese, cioè la Gentilità, che
diviene la residenza di Cristo, visitata per trarne un popolo
consecrato al suo nome. Questa interpretazione, qualunque
giudizio se ne porti, ha però questo pregio, rii crear l’unità
dei fatti, di legarli, facendoli emergere in un disegno armonico che soddisfa, e nel tempo slesso edifica, per l’ampiezza
0 profondità dello vedute. La seconda parte nella quale siam
per entrare, farà ben maggiormente comprendere che il sistema del Marianismo urla di fronte, scompagina e annulla
gli Evangelii, i quali, per conseguenza, non si possono ritener nell’ovvio lor senso, se non che ¡iroscrivendo non solo
ogni culto, ma ogni divozione qualunque a Maria.
Teofosfilo.
Grosso Domenico gerente
T*rint. — iSUmperii dcirUnionc Tipografico-Eriili'i««.