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ECO
DELLE mm VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVl - N. 41
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Eco: L. 2.000 per l’inlerno
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TORRE PELLICE — 21 ottobre 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
La Chiesa Valdese alle soglie del 19BB 67
Ripresa autunnale
Ufi fatto di ordinaria amministrazione,
ma anche un atto di speranza e amore
La teologia,
le comunità, i credenti
La scor.sa setlimana il Moderatore Neri
Giampi(-coli Ila iniviato la periodica circo
lare ai pastori e ai membri dei consigl
delle comunità valdesi, a nome della Ta
vola e dopo le ultime riunioni di quest’ul
tima. Come di consuelo, stralciamo e pre
sentiamo ai nostri lettori le notizie di ea
ratiere generale che possono e devono in
tereS'Sare lutti noi.
Con... facile profezia (e forse è già drammatica realtà!) il Moderatore prevede che
la «islenrazione del campo di lavoro, che è
stata quest’anno particolarmente laboriosa,
vada causando scontenti e proteste varie.
Come abbiamo già detto, occorre però che
si guardi in faccia la real.à: rispondere a
tutte le esigenze e riohiesle, con gli uomini che abbiamo, è la quadratura del cerchio, e la Tavola Valdese non vive ancora
nella quarta dimensione. Si rammariica,
piuttosto, di non essere riuscita a tener fede
con piena coerenza a certe « scelte » poste
allo studio in questi ultimi anni, e di aver
dovuto indebolire alcuni punti: Val Pellice, Torino, Sicilia orientale. Tuttavia, pro.
prio questa situazione di difficoltà e di disaigio può e deve determinare nel e nostre
comuriiià - - in tutte, in quelle piccole delle
diaspore, che spesso e non a torto si sentono sacriiicate (la cosa comincia a mordere
anche alle Valli), e in quelle grandi delle
città deve i servizi, per quanti siano, sono
seniitH . iroppo poco numerosi .—• un salutare :r.;profondimento, una revisione profonil- If! cliché cui siamo da tempo comprer‘Ibilraente abituati; una comunità . un
cam¡janile - un pastore. Questo sarà possibile sia attraverso la ricerca e lo sforzo
effettivo di mettere in comune forze pastorali fra comunità vieine, su. piano presbiteriale, sia riscoprendo e preparando in
modo più sistematico ministeri locali. A
questo spinge e costriuge pure il fatto serio e grave che siamo in un periodo di carenza qtia.si angosciosa di vo-cazioni pastorali (e qui andrebbe continuato e approfondito un lungo discorso sulle ragioni,
almeno tier ciò che concerne quelle di cui
siamo res])onsabili noi, la chiesa, !e famiglie, i pastori).
Signilicative sono le decisioni della Tavola, olire alle destinazioni pas orali di
cui abb aino già pubblicalo relenco :
— la Chiesa di Roiloretto sarà curata da
Pral i ;
— la Cliie-sa di Siena sarà curala da Firenze ;
— la Chiesa rii Corale sarà curata da Ceri gn ola; _
— la Chiesa di Brinrlisi sarà curata da
Bari;
— la Chiesa (li Ca’.tanissetta sarà curata da
Riesi;
— la Chiesa di Trapani e diaspora sara
curala da Palermo.
Poiché facciamo il discorso dei min s eri
e delle vocazioni, non po>ssiamo anche quest’anno lacere l’impressione rallegrante e
corroborante che si prova a »correre gu
Atti della Tavola in cui sono stab.liti lutti
gli incarichi ai memibri dei numerosiBsimi
Comitati; una lunga e stretta catena di solidarietà e di corresponsabilità unisce molti fratelli e sorelle, impegnati in questo o
quel settore della nostra vita valdese, a
coloro cui il Sinodo ha affidalo un canco
pesante, nella Tavola. È doveroso e piacevole esprimere loro un senso di Ira erna
gratitudine e fiducia.
Molti problemi rimangono aperti — e
da un lato sarebbe preoccupante ee njn
fosse così, saremmo morti! I! Moderatore
Giampiccoli ricorda sarridEndo che questo
anno la Commissione d’esame ha "ota o che
la Tavola rcsludiava molto»...; e ribadisce :
«La Tavola intende proprio confnuare a studiare, non per far delle teorie, ma in vista
di un’azione; a slud are per l’appunto quei
problemi e quelle si'uazioni che sono ben
lungi daill’aver trova o la loro soluzione
giusta. Tra questi segnaliamo la situazione
alle Valli, l’inizio dell’esperimenlo alla
periferia di Milano — per cui fornmbamo
il nostro volo augurale al paslore G orgia
Bouchard ormai trasferito a Cinìsello la
situazione siiciliana, il problema dei rap
porti con lo -Stato, le questioni connesse col
progetto di Fedoraz one delle Chiese evangeliche italiane, la que.slione ecumenica nei
suoi vari aspetti. Inoltre vi sono zone di
particolare interesse, come la Toscana e la
periferia di Roma, che non sono ancora
sufficientemente esaminale da vicino, »e a
questo si aggiungono i problemi relativi
ai noislri istituti d’iBtruzione, dalle scuole
materne alla Facoltà di Teologia, le que
stioni amministratiive, finanziarie e immobiliari, si potrà avere un quadro approssimativo della molteplicità di problemi che
la Tavola deve affrontare... ».
LOCALI DI CULTO
O CULTO DEI LOCALI?
A proposito dei nostri stabili, il Modriatore ricorda un’altra notazione ironica di
un’altra commissioine sinodale d’esiine: da
noti si presenterebbe non solo un problema
di « locali di culto », ma ancora più un
problema di « culto dei locali »! Tan o numeroise sono le richieste, anche massicce,
la proposte, i reclami per questa e quella
situazione non risolta. La Tavola, del res o,
non ha mancato di avere anch’es.sa una
certa dose di « culto dei locali » e si è impegnata in imprese .issai gravose. Si verifica insomma ¡su scala genera e quello che
su scala locale oigni consiglio di rhiesa o
concistoro conosce per pesante esperienza:
le sedute sono in larghissima misura assorbite da questioni amministralive, da problemi spesso impellenti, improrogabili posti da restauri, ecc. ; e l’attività dei membri di-questi esecutivi, nazionali e kcali,
sia in sede di consiglio che in sede di attuazione, è largamente ipotecata da questioni amministrative, con evidente preg udizio del loro ministero spirituale. Sia chiaro che non intendo qui contrapporre, stolto (e ipocrita) manicheo da strapazzo, la
materia e lo spirito, ma piuttosto inquietarci per il prevalere deiramminiislrativoorganizzativo sullo slancio mis-ionario di
testimonianza.
È uu discorso ohe non abbiamo mai voluto fare a fondo, e a poco a poco ci siamo
CONTINUA
-I,.., ..IN quarta pagina
In un precedente articolo avevamo
sostenuto la tesi che il « luogo » della
teologia è la chiesa. Questa affermazione non può essere fatta in astratto : quando diciamo « chiesa » non
possiamo non riferirci alle comunità,
a coloro che le compongono. Ed allora
le affermazioni della settimana scorsa
acquistano immediatamente un riferimento preciso ed attuale per tutti noi.
* >ii ♦
Considerare la teologia come un’attività essenziale della chiesa significa
che ad essa non possono sottrarsi le
comunità e i loro membri. Anzi, essa
costituisce un loro bene inalienabile.
E questo, da diversi punti di vista.
Anzitutto, dal punto di vista del nutrimento spirituale e intellettuale. La
vita cristiana dei singoli credenti e
delle comunità non appartiene soltanto al piano sentimentale, all’ambito delle emozioni: se cos) fosse, cessata l’emozione cesserebbe di esistere
anche la fede; non atppartiene neppure aH’ambito delle esperienze misti
iiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiimiiiiiiii
Commissione 1 Distretto
Cuavegnii dei doncistori
S. Germano Chisone
1« novembre 1966, ore 9,30
PROGRAMMA :
9.30- 12,30; «La Kituazione economica
e sociale delia Valli».
Pranzo in comune.
14.30- 17 : « I confini delle parrocchie »,
che, anche se seno stati scritti dei libri sulla mistica di Gesù e su quella
dell’apostolo Paolo- e meno ancora al
terreno della magia. Una vita religiosa ridotta al livello di una superstizione magica si può riscontrare purtroppo in certe forme aberranti di cristianesimo, che ci danno la misura
della distanza ohe separa la fede in
Cristo come la presenta il Nuovo Testamento, da queste sue misere d aviazioni.
Il Nuovo Testamento eredita dall’Antico un modo particolare di intendere la conoscenza relig.osa, la conodi BRUNO CORSANI
scenza di Dio ; conoscere Iddio è conoscere la sua volontà, quella volontà
che si manifesta sia nella grazia redentrice che nell’esigenza etica (Legge). Quando il Nuovo Testamento
parla di « conoscere Dio » adopera
l’espressione in questo senso. Una conoscenza puramente razionale di Dio
è attribuita ai demoni (conoscenza
del monoteismo, Giac. 2; 19); ma in
genere il Nuovo Testamento preferisce
affermare categoricamente che « il
mondo non L’ha conosciuto» (Giovanni 1: 10) quando non c’è quella
conoscenza biblica che implica la volontà (quella del credente e quella di
Dio). La conoscenza autentica deriva
dall’agape e ha come frutto la vita
cristiana (ofr. Filipp. 1: 9-10), e la
conversione dei pagani non porta' a
una conoscenza teorica di Dio, bensì;,
per mezzo della conoscenza dell’Iddio
vivente e vero, al Suo servisào (I Tessal. 1: 9). La «conoscenza» è sempre
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iiiiiiimiiiiiiiiiiiiii
LA CHIESA RIFORMATA DI FRAHCIA
e i problemi dell’energia nucleare
Nel corso del mese di novembre si riuniranno i quattordici Sidi regionali, della Chiesa Riformata di Francia (ERE); aWordine
del giorno: i problemi posti dalla liberazione e daU’utilizzazione delVenergia nucleare. Le conclusioni di questi Sinodi saranno poi riprese dal Sinodo nazionale, nella primavera 1967.
— Si tratterà anzitutto di disceriiere le caratteristiche dell’èra
nucleare.
— Si tratterà poi di vedere quali sono le possibilità di separare
le ricerche in vista dell’utilizzazione pacifica deWeìiergia nucleare
dalle ricerche di carattere militare.
__Bisognerà quindi che i Sinodi discutano i problemi specifici
dell’utilizzazione militare dell’energia nucleare, il significato del
possibile sopravvenire di una guerra totale.
Dietro a questi problemi, sorgono quelli posti dalla particolare
situazione francese: il problema dell’indipendenza nazionale,, mito o
necessità; il problema dell’equilibrio dell’economia francese; quello
del valore o del non valore di una forza di dissuasione (deterrent).
Occorrerà infine domandarsi se l’èra nucleare ha o no per conseguenza una modificazione della teologia concernente lo Stato e
quindi della natura della sottomissione dei cristiani alle autorità.
Come si vede, la proposta lanciata da alcune comunità della regione del Puy-de-Dôme, ripresa dal Sinodo regionale straordinario
di quella zona e infine dall’ERF nel suo insieme (già ne abbiamo
parlato nel n. 36 del 16 settembre ’66) sta suscitando un’eco profonda. Si tratta di un problema particolarmente vivo per i Francesi,
e in particolare per i fratelli riformati di quella nazione. Si sono
ulteriormente succedute esplosioni nucleari neU’atollo di Moruroa,
nell’arcipelago delle Gambiers (Polinesia francese); inoltre nel Contadour, in un dolce angolo della Provenza, è in avanzata progettazione l’installazione di una grossa base atomica che, se per ora si
limiterà a ricerche e non procederà ad esperimenti — questi sono
riservati ai privilegiati Polinesiani — deformerà comunque profondamente la vita sociale di questa zona (lo documenta J.-L. Vidil su
li Reforme » dell’S-10-1966).
Attendiamo con profondo interesse i risultati della meditazione,
dello studio, delle discussioni dei fratelli transalpini. Pubblichiamo,
intanto, un documento che ci pare di valore eccezionale: il testo
del messaggio — taciuto da tutti gli organi d’informazione — che
il deputato di Tahiti all’Assemblea nazionale di Parigi, J. Teariki,
ha rivolto al presidente De GauUe, in occasione della visita che questi ha resa, al termine del suo giro del mondo, a Tahiti, in concomitanza con la terza delle quattro esplosioni nucleari nella vicina
Moruroa. Nel già citato numero del giornale avevamo riportato il
testo del discorso che J. Teariki aveva, un anno fa, pronunciato alla
Assemblea nazionale francese. Il discorso da lui tenuto, in un ricevimento protocollare al Presidente, è pieno di nobiltà e di coraggio.
Se è un indice indiretto della fragilità dei « valori » umani, è anche
un segno che i popoli di colore sono oggi non di rado più civili dei
loro antichi colonizzatori.
Signor Presidente,
dieci anni fa Tahiti aveva l'insigne onore
di ricevere la Sua prima visita. Non era, allora, che un semplice cittadino, ma per molti
Francesi Lei rimaneva uno dei più grandi.
Per noi Polinesiani, che un tempo fummo
fra i primi a rispondere al Suo appello a
mantenere la Francia accanto ai nostri alleati nel campo della Libertà, Lei era rimasto
non soltanto il capo prestigioso della Francia Libera, ma anche, e soprattutto, l’uomo
che a Brazzaville, per la prima volta, aveva
parlato di uguaglianza e di libertà, cioè di
evoluzione politica e di autodeterminazione
ai popoli colonizzati dalla Francia. L’avevamo accolta con onori già presidenziali e —
il che conta molto di più — con tutto il cuore, come il nostro migliore amico.
Oggi Lei torna fra noi in qualità di Presidente della Repubblica, per assistere alla
esplosione sperimentale della più potente
bomba atomica che la Francia abbia sin qui
realizzato. E’ evidente quanto il Suo secondo
viaggio nella Polinesia francese differisca nei
fini, nelle condizioni in cui si svolge, come
pure nei sentimenti contrastanti che ci ispira, da quello che fu il nostro primo incontro.
Questa volta La si riceve con tutti gli onori ufficiali dovuti al Suo rango. Come i ministri che L’hanno preceduta, Lei sta per
ascoltare innumeri solenni dichiarazioni di
indefettibile attaccamento alla Sua persona e
alla Francia. Ma all’infuori del valore pubblicitario che potranno costituire per i Suoi
servizi di propaganda, dubito assai che tutte
queste dichiarazioni e manifestazioni, più o
Ud figlio della Francia,
a Tahiti, dà una nobile
lezione di civiltà al Presidente della Francia
meno ufficiali, più o meno spontanee, più o
meno interessale. La illudano. Il Suo spirito,
Signor Presidente, è troppo penetrante e la
Sua esperienza del potere e degli uomini è
troppo grande perchè si lasci prendere da
queste apparenze; e d’altro lato Lei è troppo
bene informato sulla situazione politica del
nostro Territorio per non pesare al ’oro giusto valore ricevimenti come quello offerto da
un consiglio comunale la cui elezione fraudolenta è stata appena annullata dal Consi
glio di Stato e quello di un’Assemblea Terri
toriale, i cui membri, per oltre la metà, han
no perso ogni carattere di rappresentatività
Sarebbe tuttavia spiacevole se Lei non co
noscesse la verità se non attraverso i Suo
servizi d’informazione, e sono felice che que
sta udienza protocollare mi permetta di atti
rare la Sua attenzione sui punti priacipal
di ciò che è divenuto, del tutto nostro mal
grado, un vero dissenso franco-polinesiano
Regna in questo paese un disagio profon
do che va aggravandosi ogni giorno. Esso
dovuto a una politica le cui tappe sono a
trettanti attentati alle nostre libertà pubbli
che, altrettante minacce al nostro avvenire,
altrettanti giri di vite alla morsa del colo
nialismo che si chiude su di noi. Osservando
le cose con distacco, appare chiaro che questa politica fu concepita e perseguita con lo
scopo principale di assicurare al Suo governo
la libera disposizione del nostro territorio per
i suoi esperimenti di armi nucleari.
Il nostro avvenire, fisico quanto sociale,
economico e politico fu, da quel momento,
determinato dalle necessità imperiose del vostro programma atomico. A chiunque altro
che a Lei — e ai membri del Suo governo —
le mie parole parrebbero ingiuste, persino
ingrate, da un lato. Ma meglio di chiunque
Lei sa, Signor Presidente, quanto io sia nel
vero.
Lei sa quanto me, che la nostra pseudoprosperità attuale non è che un fenomeno
artificiale e passeggero, generatore di una
spaventosa inflazione. Nel corso dell’ultimo
anno il prezzo del pesce fresco, sul mercato
di Papeete, è aumentato dell’85%, quello
dei legumi deU’84% e quello della frutta
del 57%, mentre il salario orario interprofessionale minimo garantito non si alza che
di franchi {polinesiani, più vicini ai vecchi
che ai nuovi franchi francesi, n.d.r.) 27,45
nel 1960, 37,50 nel 1966, il che prova che
questa bella prosperità atomica non frutta
a tutti.
Ma le cose sono più gravi : sono persuaso
che questo disordine economico — che il Governo non ha fatto nulla per evitare — è stato volutamente sfruttato per impiantare, in
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
un anello di questo processo, che non
può essere saltato. Anche il famoso
cap. 6 dell’epistola ai Romani che
alcuni hanno interpretato in senso
mistico o in senso sacramentale,
sottolinea ripetutamente il momento
del sapere (v. 8, v. 11) che esclude
ogni magismo.
Quando i membri di chiesa (ma
anche i giovanissimi, anche i catecumeni ! ) sono consapevoli di quello che
credono, è perchè hanno ima fede nutrita teologicamente, non soltanto
un’ emozione o tm’ infatuazione. E
quando lo sanno anche testimoniare,
spiegando il motivo della loro speranza (I Pietro 3: 15) «fanno della teologia ».
In secondo luogo, le comunità formate dì credenti ben consapevoli della loro fede saranno in grado di esercitare collegialmente, con i loro «pastori » e « dottori » ( questi termini fra
virgolette sono usati nel loro si-gniflcato biblico, che non si riferisce
esclusivamente ai « dipendenti della
Tavola» che lavorano nelle comunità
e alla Facoltà di teologia, ma a tutti
coloro che effettivamente pascono il
gregge di Dio e gli impartiscono l’insegnamento con una vocazione e una
capacitazione che vengono dallo Spirito Santo e ohe sono riconosciute
dalla comunità) il ministero della Par
rola.
Senza intaccare il prestigio che la
Bibbia conferisce alla predicazione,
crediamo che questo ministero della
Parola non possa ridursi semplicemente alla tipica situazione di uno
che predica o insegna, e una massa
che ascolta. Il ministero della Parola
è esercitato anche quando una comunità (o dei gruppi nella comunità) si
chinano sulla Scrittura in ima comune, devota ricerca del suo messaggio,
e ciascimo vi contribuisce con l’apporto delle sue conoscenze e della sua
esperienza — situazione che non annulla, anzi valorizza la funzione del
« pastore » o del « dottore », e la sua
preparazione teologica : quanto migliore essa è, tanto più efficace sarà
il suo contributo all’ascolto comunitario della Parola.
Quest’ascolto è teologia, ed implica
la riñessione comunitaria della chiesa
sulla sua fede, la sua vita, la sua attività, la sua testimcnianza (vedi artic.
precedente) esercitata, alla luce della
Parola di Dio, da tutta la cemunità,
con una costante vigilanza perchè sia
solo e unicamente la Parola di Dio a
ispirare e nutrire questa riflessione, e
non le idiosincrasie, le inclinazioni, le
clientele personali.
m He ¡H
E in terzo luogo la teologia (ossia
ripetiamolo ancora una volta, non le
pretese elucubrazioni e fumisterie che
si attribuiscono ai non meglio identificati « teologi », ma la consapevolezza del contenuto biblico della propria fede!) appartiene alle comunità
e a tutti i loro membri, e li arricchisce, in quanto li aiuta a vivere una vita di ubbidienza a Dio nella società,
nella vita di famiglia, nella vita professionale, nel lavoro. In tutti questi
campi il credente è costretto, come
tutti gli altri uomini e donne, a fare
continuamente delle scelte, a prendere sempre posizione, a optare fra un
modo di comportarsi e uno o più altri, in ogni circostanza, nelle grandi
e nelle piccole cose. La maggior parta
degli uomini lo fanno ormai meccanicamente, in base al senso comune, o
all’esperienza, o a un certo intuito.
Altri lo fanno lasciandosi guidare
dall’emozione e dal sentimento (in
qualche caso emozioni e sentimenti
buoni, umani, in altri casi sentimenti
e emozioni primitivi, addirittura selvaggi...). Che cosa distinguerà il credente da quelli che non hanno l’Evangelo, se non una certa capacità e una
certa disponibilità a lasciarsi guidare, invece, dalla Parola di Dio? E qui
entra in giuoco appunto la teologia,
cioè la riflessione sulla vita del cristiano alla luce della Parola di Dio, che
abitua il credente a mettere in relazione le due cose, e a interpretare e
giudicare le circostanze della vite, nella prospettiva dell’EVangelo.
Tutto questo, naturalmente, implica l’esigenza di una preparazione. Una preparazione non vuol dire necessariamente istituire delle attività nuove a questo fine: anche una Scuola
Domenicale ben fatta, ricca di sostanza biblica; un catechismo che sia in
buona parte ricerca biblica e disous
(XINTINUA
IN QUARTA PAGINA
2
pag. 2
21 ottobre 1966 — N. 41
Il culto in Spirilo e verità
L’antico culto giudaico era essenzialmente rituale e sacerdotale ; l’ebreo lasciava la sua vita normale per
qualche giorno, saliva a Gerusalemme
e qui si Titubava in un’oasi di pace e
solennità religiosa, in un’isola sacrale
che lo staccava beneficamente dalla
dura vita quotidiana: la ripetizione
dei riti assicurava il senso dell’atemporale e deiretemo, fino al giorno in
cui il Signore stesso si sarebbe direttamente rivelato al suo popolo : il culto giudaico aiutava i credenti ad « aspettare l’Eterno», cioè ad attendere
con fiducia l’età messianica: ; molti
sacrifici alludevano all’unico Sacrificio, i molti sacerdoti all’Unico Sommo
Sacerdote, il tempio di pietra alludeva al futuro Tempio Spirituale del
corpo di Cristo.
Perciò, con la venuta del Cristo, il
culto giudaico viene radicalmente
semplificato, anzi abolito e sostituito
con qualcosa di diverso; non c’è più
una classe di sacerdoti, non ci sono
più rituale nè paramenti nè assemblee solenni. Ci sono solo assemblee
familiari e limitate, dove si prega, si
legge l’Antico Testamento, si ascoltano gli apostoli e si rompe il pane.
Mentre nell’ebraismo la vita dei
credenti era concentrata intorno al
santuario, ora tutta la comunità è
proiettata verso la vita pratica : nella
duplice forma di missione e di fraternità attiva, l’attività pratica diventa il vero, nuovo culto criStia.co.
Come il vecchio culto giudaico, esso
ha al suo centro un sacrificio : ma
ora si tratta non più di riti, bestie e
montoni, ma del sacrificio vivente ohe
il credente compie quando dona se
stesso al servizio di Dio e del suo
prossimo. Quando il credente diventa
capace di compiere questo sacrificio,
rinunziando a se stesso, alle sue ambizioni ed ai suoi peccati, allora egli
rende a Dio il vero culto spirituale, e
può essere chiamato un « sacerdote ».
Tutti sono sacerdoti, perciò, nel Nuovo Testamento, tutti egualmente impegnati in azioni che costituiscano un
culto di gloria per Dio.
Tale è il senso della parola « culto
spirituale»: purtroppo noi intendiamo
spesso questa espressione nel senso
di « culto astratto, semplificato ». Ma
quando diciamo che « Dio è Spirito »,
non intendiamo, spero, dire che Egli
è un essere astratto e semplificato:
intendiamo dire che Egli è azione vivente e movimento redentore. Un
culto spirituale sarà dimque un insieme di azioni efficaci, benefiche e redentrici, che partecipino della potenza di Dio.
Le assemblee dei credenti ncn sonò '
dunque il culto cristiano, ma la preparaz'one necessaria in vista del culto spirituale pratico quotidiano.
Ma purtroppo, pochi secoli dopo
Cristo, le assemblee cristiane erano
già radicalmente modificate, ed erano
Giovanni k : 7k
divenute delle solennità; la messa
(romana o bizantina). Nell’età ccstantiniana, quando la chiesa assorbì, lo
spirito romano, rivalutò anche degli
elementi giudaici ormai superati : il
sacerdozio e la liturgia. Così, lentamente, nasce la messa, alle cui bellezze si sono ispirati artisti e mistici,
monaci e guerrieri. La messa diventa
una grande solennità, senza chiaro
collegamento con la vita pratica. Essa stessa diventa il centro della vita
cristiana: in essa, e non nella vita,
viene rivissuto il sacrificio di Cristo.
Intorno ad essa si ricostituisce una
casta di sacerdoti, potenti e temuti.
Il Cristianesimo è ridiventato una religione rituale e sacerdotale.
Si può ben comprendere perciò, come mai i Riformatori abbiano voluto
abolire la messa e rabbiano considerata come una grave deformazione
degli antichi concetti cristiani di culto, sacrificio e sacerdozio. Nella riforma del culto, si sono allora delineate due tendenze tutt’ora operanti
nel protestantesimo:
— la tendenza di Alta Chiesa ; per
essa, una parte del patrimonio liturgico medicevale è da mantenere, semplificato, perchè dà mistiche emozioni, sacralizza, libera dal mondo profano ;
— per la tendenza puritana, invece,
tutte queste cose sono « lievito papista » che va eliminato a vantaggio di
una religione attivistica e missionaria,
animata da una forte predicazione.
Questa tendenza era rappresentata
quattro secoli or sono dalla minoranza « riformata » (calvinisti e zvingliani ) e dagli anabattisti : invece le grandi chiese luterane e anglicane conservano buona parte del culto medioevale.
Ma nel corso dei secoli la tendenza
puritana ha fatto molti progressi: ai
riformati si sono aggiunti i metodisti
e i battisti e le sette evangeliche. Oggi,
la maggior parte delle chiese protestanti appartengono al tipo « puritano », ed hanno un culto molto semplice. Siccome queste chiese si sono
sviluppate più rapidamente delle altre, i protestanti ritualisti e trad zionalisti (anglicani, parte dei luterani)
sono solo più una minoranza in seno
al protestantesimo, e vengono considerati da noi cerne dei criptocattolici,
mentre sono solo dei conservatori.
Ma quel che conta è il fatto che in
tutte le chiese protestanti al centro
del culto c’è sempre la predicazione:
non per il gusto di sostituire un discorso ad un rito, ma per stabilire un
ccllegamento vivente tra la Parola di
Dio e la vita pratica. I credenti si
sforzano di rendere il culto al loro
Dio nella vita quotidiana, ma. si urtano ad ogni sorte di ostacoli: ostacoli esterni ed ostacoli interni; ostruzionismo dell’ambiente e nostra povertà interiore. Il culto evangelico,
con la sua lunga predicazione è un
contributo necessario al superamento
di questi ostacoli. La predicazione
evangelica ha lo scopo di dare energia in vista della nostra missione quotidiana. I vari predicatori lo fanno in
modi diversi: chi trasmette una vibrazione spirituale, chi dà un insegnamento religioso, chi tratta i problemi delTumanità. Ma ci sembra che
nelle sue varie e libere forme, la predicazione sia un elemento decisivo
per i credenti, almeno quando vogliono servire il lorq. Dio e diffondere la
fede.
Tutti sanno che oggi noi ci troviamo dinanzi ad un gigantesco compito
missionario: c’è tutta una generazione da conquistare aH’evangelo, c’è
un miliardo e mezzo di uomini verso
cui bisogna svolgere un’azione miss’onaria. Riusciremo a farlo? La risposta a questa domanda dipenderà dalla nostra capacità di considerare la
nostra vita intera come un culto, e di
utilizzare le nostre assemblee domenicali come fonti di energia, di coraggio e di idee.
Giorgio Bouchard
Il messaggio
della consolazione
Forse questa settim.ana molti penseranno alla sorte di una famiglia valdese particolarmente colpita dal lutto. E ci penseranno con
profonda simpatia. Ma non c’è qualcosa da dire, oltre la simpatia?
Non c’è qualche parola che possa ^— non dico chiarire e spiegare,
perchè qui non vi è nulla di spiegabile — ma dare un messaggio? Un
messaggio, un annuncio, è proprio tale perchè non spiega, ma al
contrario dice qualcosa che chi è nel dolore può udire. A chi soffre,
un messaggio porge l’occasione di guardare in avanti; a che cosa?
Proprio a quel messaggio.
La differenza sta in questo: che spiegare, considerare, domandare, sappiamo tutti, mentre dare un messaggio valido non sappiamo. Forse dalla Parola di Dio potrebbe venire un tale messaggio?
Certamente.
La Parola di Dio non fa appello alle nostre forze. A quali forze
potrebbe mai fare appello? Dio non ci chiede quello che non abbiamo, perchè Dio dona, e il suo messaggio conforta. Di fronte alla
scomparsa di una persona cara, l’esperienza si domanda : perchè mi
è successo questo? Come reagirò io adesso, come sopravviverò, che
cosa ne vuol fare Dio di me? A questo la Parola di Dio risponde e
risponde proprio con un messaggio, perchè noi, adesso, non siamo in
grado d’intendere nient’altro.
Il messaggio della Scrittura non lascia che la morte diventi parte
della nostra storia. Dicendo che Dio « fa rivivere i morti e chiama
le cose che non sono come se fossero » (Romani 4: 17), la Parola fortifica là nostra protesta contro la morte, dicendo più fortemente di
noi la sua protesta. E così ci conforta, chiamandoci a credere assai
più alla sua che alla nostra. Quindi non si tratta di una banale, tiepida consolazione. Aver fede vuol dire unirsi a Dio nella sua protesta e la fede non può esser meno radicale di quello che dice la Parola nel suo messaggio.
Pur nella nostra pena, Dio non ci lascia ripiegarci su noi stessi,
perchè domandandoci di unirci alla sua protesta, e quindi chiedendoci di diventare radicali, già ci indirizza verso qualcosa, e dà alla
nostra vita il bene supremo della speranza. La consolazione non c’è
che nel credere in maniera perentoria : « noi crediamo in colui che
ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore » (Romani 4: 24).
Sergio Rostagno
Il ■iililiiiiiiimiiitiiim
Pagine inedite di Primo Mazzolari
Incontro ecumenico
a La Mendola
Dal 29 luglio al 6 agosto, a La Mendola
(.Bolzano) ad iniziativa del Segretariato per
l’Attività Ecumenica (cattolico romano), si
è svolta Tanmiale sessione di formazione
ecumenica.
Essa ha offerto ai laici impegnati una
occasione per approfondire e vivere la
loro vocazione all’nnità.
Una delle relazioni, molto apprezza'a, è
stata presentata dal Prof. Bruno Corsani
della Facoltà Va de«e di Teologia ed a!
servizio religioiso di cliinisnra hanno annunciato la « Parola n il pastore Massimo
Tara metodista ed il pastore valdese Renzo
Bertalot.
La colletta raccolta durante la’e servizio religioso, previo annuncio, è s a’a destinata alla eos ruzione del a nuova cappella per la coiinunità me o-dis a d Udine.
(da « Foce Metod'sla »
IHH SVOLTI SELD lOTTf
PER l’ISTEGRilZIOVE R1ZZI.UE?
CHICAGO {Soepi) - In seguito a conversazioni fra i leaders integrazionisti da un lato
e le agenzie immobiliari e il sindaco di Chicago dall’altro, si è potuto concludere un accordo in dieci punti che in sostanza afferma
che il fattore razziale non deve avere alcuna
parte nel problema dell’alloggio. Perciò il
past. Martin Luther King ha rinunciato a
organizzare nuove manifestazioni « finché
l’accordo sarà rispettato ». mentre il Comune
si impegna a fare tutto ciò che è in suo potere per lottare contro la discriminazione nell’ahitato. La stampa americana ha definito
questo compromesso «una grande vittoria ».
'Tuttavia la calma non è ancora ritornata.
Alcuni negri malcontenti hanno accusato M.
L. King di « tradimento ». Altre organizzazioni, come il CORE (Congresso per Teguaglianza razziale) e lo SNICK (organizzazione
studentesca negra di sinistra), hanno deciso,
di continuare la lotta malgrado l’astensione
dei partigiani di M. L. King, che vogliono
fare quanto sta in loro potere per evitare
ogni atto di violenza.
La crisi rimane quindi acuta e si sono
avuti nuovi scontri a Cicero, il quartiere
bianco di Chicago in cui risiedono numerosi
rifugiati giunti di recente dalla Polonia, dalla Cecoslovacchia. dall'Italia (??), ecc., e in
cui i segregazionisti hanno partigiani fanatici.
Di Primo Mazzolari l’editore Vallecchi
presenta al puibblico italiano tre ineliti,
scritti in .tempi diversi. Al primo, senza
titolo originale, ne è s.afo dato mio' dà
Lorenzo Bedeschi (che ha curato l’edizione, arricchendola di una pregevole introduzione) e che corrisponde approssimativamente al co.nten.uto : Rapporto su Chiesa e
Fascistno e prospettive future; avremmo
preferito: I cattolici e la libertà durante
e dopo il Fascismo, proposto in aètemativa
dal Bedesehi stesso. La sua composizione
ha una data precisa: 15 maigg’o 1933.
Così pure precisa è la data (10 agosto
1941) del secondo inedito; Risposta ad un
aviatore (I problemi della ricos'ruzione
cristiana); sottotitoli: Meglio obbedire a
Dio che agli uomini. Se credi nel regno di
Dio, devi diventare un irrequieto (S. Bernardo). Venga il Regno di Dio .sui’a terra
siccome in Cie'o. Sia questa, o fratelli
miei, meglio iniesa e applicata che non sia
stata per l’addie'.ro, la vos'ra parola di
fede, la vostra preghiera; ripetetela e operate perchè si veriifichi (Mazzini). Del terzo
studio, invece, incerta la data che sembra
risalire alla primavera del 1945; porta come
titolo: Apostolato, tollerante e intollerante.
Di Primo Mazzo'arl, moro alcuni anni
or sono, incito .si è parlato e ancora si
parlerà, finché vi saranno spiriti pronti ad
ascoltare lo Spirito che parla alla Chiesa:
la Chiesa istituzione che ha i suol molteplici problemi di organizzazione, di relazioni
politiche e sociali, di discipLna ecclesiastica e che non gradisce sempre la voce dei
profeti.
E fu profeta Mazzolari. Cremonese, subì
l’influenza nei suoi g’ovaui anni di Monsignor Bonomelii. Sa.eerdote nel 1912, la
prima guerra mondiale lo pone di fronte
alla realtà della violenza; obbedisce e lo
troviamo eapipellano deli’artiglieria alpina.
Congedato nel 1020, (ha comp u o 1 suo
dovere fi.no in fondo, è decorato al valor
militare) deve di nuovo affrontare il problema della violenza. Nella Bassa Padana il
Fascismo comincia a imperversare; le squadra.oee servono gli in'eressi degli agrari;
spunta l’as.:ro del ras di Cremona. Il soicialismo romantico di Treves, Turati, Donati,
ncn è pronto per questa tragica lotta di
imboscale, di spedizioni « punitive ». Mazzolari non si chiude nella sua sacristia, ma
annunzia l’Evangelo, eo'llabora a riviste
dove si discutono prob.emi sociali, con
gran sdeg.no dei ben penean'i e scarso entusiasmo della curia arcivescovile di Milano.
A grandi lettere, su un muro della parrocchia di Mazzolaci (Bozzolo) una Camicia
Nera .scrive « Morie a don Mazzolari ». Ed
a Bozzolo egli rimane, politicamente ed
ecclesiasticamente confinato, fino alla Li'berazione; .nes-sun prowerlimento formale, è
ovvio, ma così!
Nel periodo della Liberazione egli è aper.
lamente nel campo dei combat enti della
Libertà; nel 1946 fonda il quindicinale
Adesso e dopo due anni l’autorità ecclesiastica gli impone 1’es.trema rinunzia : deve
abbandonarlo e rinunziare a predicare fuori della sua pa.rrocs-h’a. Questo a.hhiamo
brevemente ricordato a qualche ignaro lettore, per permettergli di meglio comprendere e situare questi tre inediti. Il prirno
ha un valore docunieniario straordinario
non soltanto per l’apostolato di Primo Maz.
zolari, ma per la storia della chiesa cat ó
lica ed in particolar modo per una migliore
valutazione del pontificato di Pio XII. Per
il Nostro infatti non w è dubbio; nel 1931,
«ranno della crisi)), niancarono nella Chiesa ed alia Chiesa « una gerarchia ed un
laicato più consapevole e più alto e meglio
diispcsto al sacrificio ». È sempre lo stesso
problema che già rattammo su queste colonne: il papa non si pronunziò esplicitamente; ma l’episcopato e soprattutto il
laicato tedesco temevano questo pronunziamento! Questo documenVo di Mazzolari
getta una luce dolorosa sulla situazione italiana, per tanti aspetti non dissimi e da
quella germanica.
11 seccndo documento è significativo per
l’at ualità del problema che esso imposta
e risolve.
Ad un avia ore che nel 1941 gli scrive
parilandogli dei suoi dubbi, della sua crisi:
« ...Può immaginarsi lei il Cristo Buon Pastore che dti un lato si addolora e da un
altro incoraggia le sue pecorelle ad azzuffarsi?... ». Mazzolari risponde, coraggiosamente e, quasi vorremmo dire, dottamente,
svilupipando un concetto da lui esposto nella Pasqua universi ar i a a d un gruppo di
giovani: «La Chiesa sopporta, ma nan approva ,) (si pensi alla data 19411). A coloro
che scoprono oggi l’obiezione di coscienza,
raccomandiamo queste pagine nelle quali
la guerra .giusta e ingiusta è atssimilata alla
carestia ed alla pestilenza da cui chiediamo
a Dio di esser liberati.
Il terzo documeuito, parzialmente già notalo, e assai più breve, vorremimo considerarlo come il testamento apirituale del sacerdote confinato: la condanna dell’intolleranza, di ogni intolleranza.
« ...Quanta intolleranza si preannunzia
verso gli altri! [Siamo alla vigilia della Liberazioncl. E qualcuno che ha grossi interessi. soffia sulle nos're ingenuità e fa diventare ai nostri occhi ateo e rmiterialista
chi ai'za un po’ la voce nel dire: dacci oggi
il nostro pane quotid:ano.
Chi saprà intendere e comprendere, to lerare e amare, preparerà i grandi ritorni ».
L. A. Vaimai,
stenti ohe non seppero portarlo degnamente
e discesero sui piano degli altri. Chi od a,
ccfmunque e per quali motivi odi, è omiciid.a ».
« La Locusta » ci dà a poco a poco mo’te gemme mazzolariaue; ques a è cero una
delle niù cristalliline.
PRIMO MAZZOLAR! - La Resistenza dei cristiani. La Locusta, Vicenza
1965, p. 58, L. 400.
COMUNICATO
Evangelici in Riviera
Un evangelico che si stabilisce sulla
Riviera Ligure di Ponente;
— ha, secondo le statistiche, maggiori
possibilità di vivere a lungo;
— gode di un clima temperato;
— trova fraterna accoglienza in una
comunità evangelica.
Chi desidera trascorrere dei perio
di in pensioni o camere ammobiliate
0 anche stabilirvisi permanentemeri
te, si rivolga per informazioni agli in
caricati dai Consigli di Chiesa: Col
Lino De Nicola - Via P. Semeria 124
Sanremo, o al Sig. Hermanno Jalla
Corso Italia 44 - Bordighera.
Ho amato una ragazza..
Nella corrispondenza confìdenziale fra due giovani camerunesi e una
coppia di missionari i problemi della gioventù odierna in un'Africa in
trasformazione, e la voce liberatrice dell'Evangelo.
Walter Trobisch, l’autore di ques o Tbro, ha seguito sludi telogici a V enna,
Lipsia, Heidelberg, Parigi, Rock Island
(USA), e dal 1953 insegna in un liceo del
Camerún, ed è pure incaricato del Scrvizio d’orientameuto coniugale per l’Africa.
Egli ci presenta in ques'.o voluinelto la
corrispondenza confidenziale da lui avu a,
insieme alla moglie, con due giovani africani, François e Cécile, i quali hanno acconsentito alla pulbblicazione .pensando che
ciò òhe li aveva aiulati a .scoprire la via dell’amore vero e del matrimonio potrebbe pure aiutare altri, in Africa anzitutto, ma anche altrove, anche in Europa. Sempre più,
nel nostro mondo sempre più picco'o, i
proiblemi diventano i medesimi ovunque.
r libro è sla'o un vero successo: già
tradotto in 33 lingue, ha avuto innumerevoli edizioni. E la co.sa si comprende.
PRIMO MAZZOLARI - La Chiesa, il
Fascismo e la guerra. 2« ed. Valleechi, Firenze 1966, p. 134, L. 1.000.
Per il venlennale della Resistenza « La
Locusta » ha raccolto un gruippo di articoli
che Primo Mazzolari aveva pubblicalo su
« Adesso », fra .il ’45 e 11 ’55. Nella va.stiswinia letleratura resielenziale queste pagine
cosi scarne, semplici t incisive rendono un
suono indubbiamenle particolare. Sono ben
radicate nella reai a com’è siala e com’è,
sofferta da quello che è stato definito « il
pre.le più resislenle dTtalia »; ma traspare
a ogni pagina la voilonlà di lollare con
«le armi della luce»; e neirul imo ca.ptolo il discepolo si volge al Resistenle, a
Cristo : « Il Venerdì Santo è la festa di
quella Reslsteuza che si può comime'mor.are
senza sentirsi umiliali, esaltare senza offendere nessuno ». Perciò, e non per un generico uma.nitarismo, può dire: «La sp'raU
della vendetta ha messo in ’’suspieionc”
non l’ideale della Resis'.enza, certamente
più alto di quello nazifascista, ma i rest
Collaboruzione protestante
latino-americana
CITTA’ DEL MESSICO (Soepi) - A Città
del Messico è stata decisa una tajipa importante nella collaborazione fra le Chiese delTAmcrica Latina. Alla fine di un congresso
che ha riunito i rappresentanti di nove di
esse, si è costituita la « Associazione delle
Chiese presbiteriane e riformate delI'America Latina ». La nuova associazione è veramente uno strumento espresso dalle Chiese
stesse. 11 coordinamento delle relazioni con le
missioni non sarà che. uno dei tre settori
principali di cui sarà responsaliile. E’ pure
incaricata di definire le implicazioni sociali,
politiche ed economiche della fetle evange*
lica nella situazione rivoluzionaria dell America Latina. Deve infine aiutare le Chiese a
compiere uno studio comune delle forme del
ministero pastorale, quali sono richieste dalTevangelizzazione di un continente in piena
evoluzione sociale.
Mi è capitato di rado di leggere un roimaii
zo cosi vero come quello «he traspare dii
questa corrisipo.ndenza, da questa storia cosi. reale di due g'ovani ohe cercano e si
cercano e si trovano nella fede.
E’ inored bile lutto ciò che si Irova in
quesle poche pagine, così sobrie, p’ere di
tanta umanità, scritte con tanla seria s'ncerità. Troviamo, al vivo, Ja storia romantica a modo .suo di questi Giulietta e Romeo di un’Africa in evoluzbne; e la loro
vicenda si staglia appun'o sullo sfondo di
un paese in fase di dolorosa e feconda
transizione fra il vecchio e il nuovo; e
in questa situazione, in tensione amoh’essa,
:a chiesa cristiana. Troviamo un esempio
raro di cura pastorale e fiduciosa fra ernità; troviamo, a un Fve'lo e'evalo quanto
semipliee è Tespressionc, il problema dèlia
disciplina ne’la chiesa, uella .tensione di
giudizio e grazia, fra legge (che è evanigelo) e evauigelo (che è legge). In una terra dove tutto era sacrale, e dove tutto rischia di essere bruUalmente desacraTzzato
dal « progresso », l’Evan.gelo traccia le linee di una vita nuova, che non riconsacra
nulla, ma allude al Regno.
Nella odierna profanazione, letteraria e
non, cui 'SI abbandonano e invitano iuifini.ti
seduttori, »ceti i cameni e angosciati ma più
spesso sordidamente interessati, qu-lc soffio d’aria pura in queste pagine liilt’aliro
«he «pie»; vi ascoltiamo la grande voce
dell’Eivangelo che libera; e ri accorgiamo
che noi Europei abbiamo molto da imparare dagli africani, dalla freschezza con
cui si esprimono, dalla franchezza con cui
inCerrogano, dalla loro ricerea aippassionala
di ciò che è giusto e vero.
Se questo volumello fosse tradotto pure
in i aliano, lo me'terei in mano a ogni rateeumeno, discutendolo eon loro. Per questo spero che la Claudiana re ne dia la
versione ilaliana. Un pastore
WALTER TROBISCH - J’ai aimé une
fille... Unc! corresDcndance confidentielle. Labor et Fides, Genève
1966, p. 142, L. 1.150.
3
N. 41 — 21 ottobre 1966
pag. 3
La Chiesa Riformata di Francia
e i problemi dell’energìa nucleare
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
questo come in altri settori, il domìnio del
C.E.P. sulla Polinesia. Cosi pure le nostre
crescenti difficoltà di bilancio sono state accortamente sfruttate per moltiplicare i casi
in cui lo Stato ha avocato a sè la responsabilità dei nostri servizi amministrativi territoriali, avviandoci così in modo irresistìbile
verso la sparizione delle nostre ultime franchigie territoriali.
Poiché la situazione pare matura, incomincia l’ultimo atto.
Ritornando da una misteriosa « missione »
nel territorio metropolitano, il signor Consigliere territoriale J. Drollet proponeva, il 2
giugno scorso, alla nostra Assemblea territoriale una riforma dei nostri istituti locali.
La Commissione per lo Statuto territoriale,
che dormiva da anni, fu di colpo rianimata.
Si chiese a Parigi un « consulente tecnico »,
e Parigi si affrettò a mandarci il Sig. Videau. Ispettore degli Affari d’Oltremare, il
quale si mise immediatamente al lavoro con
la Sotto-commissione incaricata di studiare
il problema.
Questo « studio » ha portato ai risultati attesi in alto loco : in dodici sedute, da lui
completamente dominate grazie alla sua alta
autorità tecnica e giuridica unita a un’abilità manovriera rara, il signor Videau riuscì
a fare ammettere ai nostri sottocommissari
che soltanto lo Statuto di Divisione d’Oltremare era suscettibile di assicurare alla Poli. nesia francese un avvenire conforme alle sue
esigenze sociali, economiche e finanziarie.
Giocando sui termini per sormontare la ripugnanza dei suoi interlocutori nei confronti
( della « divisionalizzazione », il signor Videau
ha avuto la prudenza di battezzarla « osm«i si». La parola è rivelatrice: indica nettamente che il Potere centrale intende sostituirsi in modo sottile, lento e progressivo,
in tutti i settori, alle nostre istanze territoriali, per ridurci alla propria mercè.
Comprendo. Signor Presidente, che il momento Le sembri opportuno a tentare questa
operazione. Infatti, sui 30 membri dell’Assemblea territoriale, Lei dispone attualmente
di una maggioranza di 21 consiglieri : gU 8
membri dei gruppo U.N.R. e 13 ex membri
del mio gruppo i quali, rinnegati dai loro
elettori, avrebbero tutto da temere da uno
■scioglimento dell’Assemblea. D’altra parte, il
tempo urge, dato che le elezioni territoriali
avranno luogo l’anno prossimo.
Si. comprendo che la tentazione sia grande, ma eoo so come consigliarLe abbastanza
di rescCj T-it ç come metterLa in guardia contro le ermseguenze di un’azione che non potrebbe -II'I suscitare la collera popolare e rovinar.’ .ir'iuiiivamente la fiducia delle nostre
popo! Infatti nessuno, qui, ignora che
il 2' i,:o, a Gibuti, Lei ha riconosciuto
dav' -vi Assemblea territoriale della Costa
francese dei Somali il diritto costituzionale
della ■ - iic popolazione all’autodeterminazione
e all'indiiH’ndenza. Dopo di Lei, il signor Ministro di Stalo incaricato delle Divisioni e
dei Territori d'Oltremare, confermava le Sue
diebiarazioni. Le manifestazioni di Gibuti
hanno caii-.ilo 4 morti e 70 feriti. E’ stato
forse il sangue sparso nelle strade a ispirare
le Sue dichiarazioni 'C quelle del Signor Bilione? Sotto la Quinta Repubblica, i cittadini
possono forse ricorrere unicamente alla violenza per far valere i loro diritti? Saremmo
costretti a crederle se, dopo le Sue dichiarazioni di Gibuti. il Suo Governo ci imponesse,
con un sollcrfugio indegno, uno statuto retrogrado conlrario alle giuste aspirazioni delle nostre popolazioni.
Nella grande maggioranza i Polinesiani
non desiderano separarsi dalla Francia, ma
vogliono (die i loro rapporti con essa siano
risanati e normalizzati da una revisione del
nostro statuto territoriale in base ai principi
enunciali nella Convenzione stipulata, il 29
giugno 1880. fra il re Pomate V e la Francia, nel Preambolo della Costituzione del 4
ottobre 19.58 e nella Carta delle Nazioni Unite che fa obbligo alla Metropoli di rispettare
la preminenza dei nostri interessi locali, come delle nostre aspirazioni politiche nel progressivo sviluppo delle nostre libere istituzioni. Non domandiamo se non ciò che ci è dovuto, null’altro che il rispetto degli impegni
solenni sottoscrìtti dalla Francia. La semplice onestà esige, inoltre, che questa questione
sia sottratta all’attuale Assemblea territoriale,
aspettando le elezioni del prossimo anno.
Punto particolarmente doloroso dei nostri
contrasti, la sorte del nostro antico deputato,
Puvanaa a Dopa, pesa sempre con profonda
amarezza sul cuore dei Tahiliani. Dopo la
sua condanna, gli av\;enimenti che si sono
succeduti qui e altrove hanno messo in evidenza il caratl’Sre politico dell’ci affare » che
lo ha condotto alla prigione e all’esilio. Puvanaa a Dopa non è stato un incendiario più
di quel che Maurice Lenormand, deputato
della Nuova Caledonia, non è stato un dinamitardo. Difensori delle libertà democratiche e deUe autonomie territoriali, sono caduti
nello stes.so modo e per la stessa causa.
L'(( affare » Puvanaa è nn affare politico;
cosi lo con.siderava, nello scorso dicembre, il
Governatore Sicurani, utilizzando la grazia
eventuale del nostro antico deputato per guadagnare voti neH'elettorato; e cosi lo considera anche Lei, signor Presidente, poiché il
giorno stesso in cui rimetteva a Puvanaa a
OiTerta di servizio e ospitalità
per studenti evaujleliei a Firenze
L’Istituto Gouid mette a disposizione di studenti universitari evangelici
camere singole o doppie con o senza
accesso alla mensa. Soprattutto si
agevoleranno i giovani disposti ad offrire la loro colìaborazione nel tempo
libero per un servizio attivo fra^
gazzi ospiti del Gouid. Per migliori
chiarimenti rivolgersi alla Direzione
deinstituto Gouid, Via Serragli, 49,
Firenze.
Oopa i suoi ultimi mesi di reclusione, disponeva che il Ministro di Stato incaricato delle
Sezioni e dei Territori d'Oltremare estendesse la sua pena di divieto di soggiorno a tutti
i Territori francesi nel Pacifico — prova evidente che Lei temeva Tinfluenza politica dì
questo vegliardo venerato da tutti i Polinesiani. Qui nessuno si lascia ingannare, e questo aggravio della pena non può che aggravare i nostri problemi politici.
La cosa è tanto più sicura, in quanto gli
incidenti sanguinosi di Gibuti hanno messo
in evidenza il carattere arbitrario e opportunistico delle Sue decisioni. Infatti lo stesso Ministro che aveva aggravato la pena di
Puvanaa a Oopa, faceva liberare, due giorni
dopo il suo arresto, Mohamed Ahmed Issa,
Presidente deirUnione Democratica Afar,
colto in flagrante mentre combatteva a mano armata contro i suoi avversari politici. Il
crimine di Puvanaa a Oopa è forse stato dì
non aver versato sangue? Abuso della Sua
bontà, signor Presidente, se Le domando di
dimostrare nei confronti del nostro antico
deputato la medesima comprensione dimostrata per Mohamed Ahmed Issa?
E veniamo alla questione che, insieme alTaffare Puvanaa, ci divide più profondamente ; l’installazione e le attività del Centro sperimentale del Pacifico (CEP) nella Polinesia francese. La creazione di quest’organismo e la sua installazione nella nostra regione, senza che i Polinesiani siano stati in
alcun modo consultati preventivamente, mentre era in gioco la salute loro e dei loro discendenti, costituiscono violazioni gravi del
contratto che ci lega alla Francia e dei diritti che ci sono riconosciuti dalla Carta delle Nazioni Unite.
La Sua propaganda tenta di negare l’evidenza, pretendendo che queste esplosioni
nucleari e termonucleari non comporteranno
per noi alcun pericolo. Le farò soltanto notare che i Rapporti del Comitato scientifico
delle N.U. per lo studio degli effetti delle
radiazioni ionizzanti, del 1958, 1962 e 1964,
affermano in modo indiscutibile :
— anzitutto, che la minima dose di radiazioni può essere nociva all’uomo e alla sua
discendenza;
— di conseguenza, che va evitato ogni aumento della radioattività ambientale;
— infine, che non esiste alcun mezzo di
protezione efficace contro gli effetti deleteri
della contaminazione radioattiva generalizzata, dovuta alle scorie delle bombe nucleari
e termonucleari.
Questi Rapporti concludono tutti che è
necessario porre termine in modo definitivo
agli esperimenti d’armi nucleari.
RicordandoLe queste elementari verità
scientifiche, enunciate da un organismo internazionale così qualificato, non nutro assolutamente l’ingenua illusione di credere che
potrei farLe condividere i nostri timori e
■portarLa a rinunciare alTesplosione della Sua
bomba più bella e di quelle che seguiranno.
Finora, mai nessun governo ha avuto l’umanità di rinunciare ai suoi esperimenti di armi atomiche prima di aver messo a punto la
sua panoplia di armi di sterminio; nessun
governo ha mai avuto 1 onestà e la cinica
franchezza di riconoscere che i suoi esperì
menti nucleari possono essere pericolosi; neS'
sun governo ha mai esitato a far sopportare
da altri popoli — e, di preferenza, da piccoli popoli indifesi — i rischi dei più peri
colosi fra questi esperimenti nucleari:
— gli Americani riservano le scorie pesanti delle loro bombe maggiori agli abitanti
delle Isole Marshall;
___ gli Inglesi, ai Polinesiani che abitano
le isole equatoriali più vicini aU’arcipelago
Chris tmas;
— i Russi, ad alcune popolazioni del Grande Nord;
— ì Cinesi, ai Tibetani e ai Mongoli;
— i Francesi, prima agli Africani e ora
a noi.
Tuttavia, signor Presidente, non posso fare
a meno di esprimerLe, a nome degli abitanti
di questo Territorio, tutta l’amarezza, la tristezza che proviamo nel vedere la Francia, baluardo dei Diritti delFUomo e patria di Pasteur, disonorata da una simile impresa, entrando così a far parte di quella che Jean
Rostand chiama la « gang atomica ».
La cosa è tanto più incresciosa, poiché
Lei ha appena pronuncialo a Phnom Penh
un discorso assai bello, degno della grande
epoca di Londra e di Brazzaville. Lei ha pre
TAVOLA Valdese
so le difese di un popolo infelice, vittima di
un conflitto che lo supera, di un popolo
schiacciato sotto le bonibe e gli obici di tutti
i suoi (( liberatori ». Dopo aver condannato
vigorosamente 1 intervento americano, Lei ha
fatto appello al Governo degli Stati Uniti
affinchè riprenda coscienza della sua vocazione storica di difensore della Libertà e, rinunciando a imporre con la forza la sua politica nel Vietnam, ritrovi la sua vera grandezza e il suo prestigio agli occhi del mondo
intero.
.4pplaudendo. con i 250.000 Cambogiani
che L'ascoltavano, non posso fare a meno di
pensare a ciò che ora viene a fare fra noi e
alla risposta che, in proposito, potrebbero
darLe gli Americani. Non lascerò a loro la
iniziativa, essendo in posizione migliore della
loro per dirGlielo. E Le rivolgerò quest’umile preghiera :
« Signor Presidente, applichi alla Polinesia
francese gli eccellenti principi che da Phnom
Penh raccomandava ai nostri amici americani: reimbarchi le Sue truppe, le Sue bombe,
i Suoi aerei.
« Allora, più tardi, i nostri leucemici e i
nostri cancerosi non potrebbero accusarLa di
essere l'autore del loro male.
«Allora le nostre future generazioni non
potrebbero rimproverarLe la nascita di mostri e di bimbi tarati.
« Allora l’amicizia dei popoli sudamericani per la Francia non sarebbe più offuscata
dall’ombra delle Sue nubi atomiche.
« Allora Lei darebbe al mondo un esempio degno della Francia: per la prima volta,
senza paura, senza ricatto, senza mercanteggiamenti, una grande nazione, spezzando il
muro satanico della sfiducia, rinunciando
spontaneamente all’uso omicida dell’atomo,
proclamerebbe la sua fede nella ragione e
nell’avvenire dell’Uomo, invitando tutti i popoli della terra a divenire suoi compagni nella liberazione del mondo.
« Allora la Polinesia, unanime, sarebbe fiera e felice di essere francese e, come ai primi
giorni della Francia libera, tutti noi, qui,
ridiventeremmo i Suoi migliori e più fedeli
amici ».
Il testo di questa dichiarazione, tenuta a
Papeete il 7-9-’66, è stato diffuso dal B.I.P.,
l’agenzia stampa protestante francese (n. 185
del 27-9-’66), conformemente al pensiero del
Consiglio della Federazione Protestante di
Francia, che il 4-6-'66, in occasione degli
esperimenti nucleari francesi, aveva affermato: « ...Il Consiglio tiene a dichiarare che
proseguirà la sua azione presso l’opinione
pubblica, poiché rEvangelo di Cristo a questo lo costringe... ».
Un brutto sogno
Sono prossima alle nozze ; lui è un
bell’uomo con la laurea ed una posizione brillante; l’ho conosciuto per
caso ; v’è stato il « coup de foudre » e
poi rapidamente ci siamo accordati
su tutto anche nella religione. Lui è
cattolico e la famiglia è tradizionalmente « bigotta ». Non ci sono compromessi: mio padre, pur molto legato al suo casato valdese ed alla
chiesa ha dovuto inchinarsi per non
infrangere il mio amore, per non
spezzare la mia « felicità » ! Il mio fidanzato avrebbe anche accettato la
doppia cerimonia, come usano fare
certi Pastori di manica larga, a condizione però che i Agli fossero cattolici; ma mi sono opposto, perchè alla
abiura della fede avrei anche aggiunto l’ipocrisia, per salvare la faccia;
questo gesto non lo avrei mai fatto
ed ho riprovato con amarezza quelli
che si prestano.
Avrei almeno desiderato il matrimonio civile ; poi, sapendo che comunque fosse, i Agli dovevano essere di
una fede diversa, non ho neppure insistito. Ma ecco ohe nel clima della
mia felicità è venuto stanotte un
brutto sogno.
Mi sono vista in chiesa mentre il
sacerdote svolgeva il rito, in una cornice di Aori, addobbi, ed una folla di
curiosi : in quel momento mi son sentita soia, avvolta nei miei pensieri,
tormentata dai ricordi della m:a cara
scuola domenicale, della promessa
ohe avevo fatto nella mia chiesa, gremita di fedeli; rivedevo il mio Pastore mentre mi chiamava per nome
ed io rispondevo con un sì foioso ;
ricordavo l’abbraccio e le lacrime dei
miei cari; rivedevo il mio gruppo di
bambini alla Scuola Domenicale cui
avevo insegnato tante cose, soprattutto la fedeltà al Signore : « chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce
e mi segua... ».
Mi sono poi rivista nella casa dello sposo : di quando in quando veniva
un sacerdote a trovarmi; con me era
molto gentile; il discorso scivolava
talvolta su temi religiosi: allora, per
un attimo, assaporavo la gioia della
mia conoscenza biblica che metteva
in imbarazzo il buon prete, il quale al
lora cambiava discorso e la gioia mia
diventava amarezza, angoscia segreta... Poi sono venuti i Agli: passivamente, come un automa, ho accettato
di prender parte ai riti del battesimo
e della cresima, con padrini e madrine molto « religiose », opportunamente scelti perchè le mie creature non
corressero rischi... Mi sono visto attorno un mondo così diverso, così estraneo. Incapace d’un dialogo religicso
fecondo, da lasciarmi poco per volta
sempre più sola... Mio marito era molto buono con me ; e quando avvertiva
la mia solitudine, il mio stato di prostrazione mi ripeteva ar.g:sciato: ma
cosa ti manca? I Agli studiano bene,
in casa abbiamo tutto; possiamo
andare al mare od ai monti quando
vogliamo. Ma lui non mi capiva! Una
volta mi sorprese in camera con la
Bibbia della prima comunione aperta
ed io in ginccohio che pregavo con
voce rotta da singhiozzi; allora cominciò a capire il motivo del mio
dramma: tra lui ed io c’era una barriera! I Agli si sono poi sposati; ho
cercato di prender parte alle loro
gioie, ma li sentivo lontani da me...
Qualche tempo dopo mio marito è
morto; sono rimasta così sola!
Un giorno qualcuno ha bussato alla mia porta; sono andata ad aprire;
ho visto un vecchio, tutto bianco ma
col sorriso in volto che mi chiama
per nome, come ero stata chiamata il
giorno della iorima comimione! Era il
mio Pastore ohe aveva saputo per caso della mia presenza nella città di
X. Con lui ho fatto come una grande
attrice in un Aim famoso : « Carnet de
bai»: Ho sciorinato il taccuino della
mia vita, d’una vita vissuta sotto il segno d’im amore ohe non ragiona...
davanti al quale genitori inetti s’arrendono... !
Ma in quel momento mi sono svegliata: l’incubo, il terribile incubo era
soltanto un brutto sogno...
Allora ho preso in mano un fcglio
ed ho scritto a lui, al mio Adanzato,
il mio sogno chiedendogli che il sogno
rimanesse soltanto xm sogno, un brutto sogno e mal divenisse la realtà della mia vita.
iiiiiiiMiiiimiiiiiimniimiiiiiii
Valutaiioni cattoliche della “Istruzione,,
vaticana sui matrimoni misti
Borse di Studio
Sono messe a concorso per l’anno scolastico
1966-67 le seguenti borse di studio per studenti valdesi iscritti al Collegio Valdese di
Torre Pellice o alla Scuola Latina di Pomaretto :
1) Borsa Fontana Roux, di L. 120.000.
2) Borsa Arturo Long, di L. 100.000
(con preferenza per studenti di Pramollo,
Prarostino e Rorà).
3) Bor.sa N. N. di L. 100.000 (riservata
a studenti del Liceo di Torre Pellice).
I concorrenti dovranno presentare la documentazione al Preside del Collegio Valdese
di Torre Pellice entro il 30 ottobre:
1) domanda in carta libera;
2) certificalo di famiglia in carta libera;
3) certificato dei voti riportati nella classe precedente, in carta libera;
4) diebiarazione del padre da cui risulti
se e di quali borse il concorrente ha fruito
nell’anno scolastico 1965-66;
5) dichiarazione del pastore che comprovi l’appartenenza alla Chiesa Valdese e
raccomandi l’assegnazione della Borsa.
Roma, 18 ottobre 1966.
Il Moderatore : Neri Giampiccoli
La nota che segue è stata pubblica a sul
mensile cattolico genovese « Il Ga io »
(n. 9, sett. ’66), nella yubrica « Rivista delle riviste ».
Il 20 novembre 1964 il Concilio adi-t ava
ccm 1592 voti favorevoli e 427 contrari un
voto di riforma dell’attuale legislazione
cattolica sui matrimoni misti. In seguito
alla proposta del cardinale Doefner ques:a
« mozione » era traisimessa al Papa percliè
ne stabilisse Papplicazione con un Mota
Proprio. 11 18 marzo 1966 R Vaticano promulgava una « Istruzione », (( Matrimonii
sacramentum », emanata dalla nuova « Congregazione della fede ».
Le reazioni deRa iSlaWiipa cattolica furono,
come è no,o, ©stremamente diverse.
Sul numero di maggic di Perfice Munus
(corso Matteotti, 11 - Torino) il padre geguita F. Bersini ecrivé, concludento il suo
articolo « 11 problema dei matrimoni m sti
e la nuova legislazione »: « La Chiesa, pur
ammettendo che le attuali caratteristiche
del nostro tempo rendano più difficile l’osservanza della disciplina canonica relativa
al matrimonio misto, e che nelle attuali
circostanze, a motivo delle relazioni tra
cattolici e non cattolici, siano più frequenti
le occasioni di matrimoni misti, tuttavia
non intende deflettere dai punti sostanziali,
ed esige oigigi più ohe mai che vengano salvaiguardate: 1) la sant là del malrlmcn o,
in conformità della dottrina cattolica; 2) la
fede del coniuge cattolico ; 3) l’educazione
cali.olica della prole. Se la legislazione canonica nelle sue linee e.ssenziali è rimasta
in vigore, fu tuttavia attenuato il rigore
della sua applicazione, la quale non è più
intesa in modo aissolutis.ico e freddo, ma
con opportune adattabilità alle circostanze.
11 tutto nello spirito ecumenico che deve
informare i rapporti dei cattolici nei confronti dei non cattolici» (riv. cit., p. 270).
Nel quaderno n. 78 di Choisir (case postale 140; 1211 Genève) E. Cliavaz così conclude un articolo dal titolo « Un passo in
avanti » : « Siamo molto lontani, bisogna
confessarlo, da misure molto soddisfacenii
per tutti che certe voci an orizzale avevano
permesso di sperare. Ma sarebbe mollo ingiusto dire — come si è fatto — che dopo
una lunga, assai lunga gestazione, la montagna non ha partorito che un topolino. A
causa di ragioni che abbiamo espresso iniziando l’articolo, non si è fatto che un
primo passo, forse nn po’ corto. Ma poteva essere più lungo? Questo documento,
cosi come è, se lo si studia atten'amente
presenta delle possibilità molto interessanti
di sviluppo di cui l’avvenire dirà se sono
realizzabili» (riv. cit., p 17).
In una nota « I matrimoni misti » apparsa
Culto radio
Domenica 23 Ottobre
Fast. GUIDO MATHIEU
Roma
Domenica 30 Ottobre
Fast. FIER FAOLO GRASSI
Roma
sui Cahiers univershaires catholiques (75,
me de Vaugirard, Paris 6) dopo aver sottolineato il « passo in avanti », si osserva :
« Un passo airinterno di una straltura canonica, basata sulla svalutazione delle comunità non cattoliche. La situazione resta
sostanzialmente la stessa: il problema di
coscienza posto al fidanzato protestante è
relrocesso, ma non eliminato. Come difatti
non pensare che non sia costretto a far suo
l’impegno deiraltro ; e, se non lo fa, come
prendere sul serio l’impegno del fidanzato
cattolico? Ma questo lesto ha tutti i caratteri di un documento di trans'zione » (riv.
cit., p. 384).
Il domenicano R. Beaupère in un auipio
comimenlo sulla « Diohiarazlone » — I matrimoni misti — pubblicata sul n. 78 del'a
rivista da lui diretta Lumière et Vie (2, place Gailleton; Lyon-2) scrive tra l’altro:
(( Certo vi si proponigono alcune dispoisizioni liberali che, in buona parte, non sono
che estensioni all’insieme della Chiesa cattolica dì concessioni già accordate a tale
dicceisii o a tale Paese: ma non pare che
ci si sia preoccupati di sapere se rispondano
realmente alle esigenze di coscienza dei non
cattolici; e, soiprattutto, la volontà del Decreto sull’Ecumenismo di mettere in evidenza e di onorare i valori e le ricchezze
di Evangelo delle comunioni cristiane non
cattoliche non si trova affatto nell’Istrazione » (riv. cit., p. 113).
Nel numero di giugno del mensile cattolico Werkhefte (8 München 15, Landwehr,
strasse 44) G. Hirchanet in un articolo dal
titolo « Niente di nuovo a riguardo dei matrimoni misti » rileva, tra l’altro : « La
Chiesa cattolica ha tre interessi nella regolazione dei matrimoni misti, ohe cerca di
regolare giuridicaiinen'e, colpendo cosi l’integrità del malriimonio e la libera manifestazione della personalità. Il primo interesse è che venga rispettata la san'tà (cioè
la indissolubilità) del matrimonio, in conformiilà con la dottrina cattolica. Il secondo
che la fede dello sposo cattolico si mantenga anche nel ’’matrimonio misto” (...).
Il terzo che venga salvaguardala l’educazione cattolica della prole.
(...). Ora, alla base, la nuova istruzione
sui matrimoni misti non è migliore delle
antiche prescrizioni. La Chiesa ha fatto alcune concessioni ai singoli vescovi ed ai
pastori dall’altra confessione interessala,
ma non ha ammesso in nessun punto che in
futuro non si immischierà più nella sfera
intoccabile del matrimonio, ©he avrà p’ù
rispetto di fronte alla coscienza del coniuge non cattolico e anche del cattolico, o
che considererà maggiormente il diritto dei
genitori che l’interesse della istituzione.
Dal momento che vuol mantenere integra
la sua particolare ’’dottrina sulla san'ltà del
matrimonio” anche nei cosiddetti ma'riinoni misti, finisce per colpire l’integrità
del matrimonio concreto. Nessun interesse
della Chiesa, e sia pure il più santo, mi
pare possa essere più importante del diritto
dei coniugi alla inloccahilità del loro matrimonio o della loro Rbettà personale »
(riv. cit., pp. 192-193). mg. b.
Ecco infine come «La Vie protestante »,
.sotto il titolo « I vescovi svizzeri mettono
i punti sugli i », riferisce in estratto una
recente dichiarazione dell’episcopato cattolico elvetico:
« L’istruzione sui matrimoni miisti continuerà ad esigere dalla parte cattolica la
promessa formale di dare ai figli il battesimo e un’educazione cattolica. Se la parte
acattolica non dovrà più, come finora, impegnarsi con una promessa formale, permane integro il grave obbligo dello speso
cattolico. Il congiunto acattolico dev’essere
messo al corrente di quest’oibbRgo grave.
Gli si chioderà la promessa di non ostacolare il proprio congiunto nel comipimen o
di questo dovere. Se tuttavia —■ dichiara
l’istruzione — la parte acattolica pensa di
non poter dare quest’assicurazione senza ledere la propria coscienza, il caso sarà presentato al vescovo, che lo isottoporrà, documentato, alla S. Sede. Essa non dice quale
risposta Roma può dare...
« Il diritto cancnico dichiara ohe il matrimonio, per essere valido, deve essere celebrato davanti al sacerdote cattolico abilitato a farlo e davanti a due testimoni. Tale
diisposizione vale pure per 1 matrimoni fra
un cattolico e un crisiiamo acattolico, come
per quello fra un cattolico e un non battezzato. L’istruzione si attiene a ques a
norma...
« Secondo il diritto canonico vigen e, il
matrimonio fra due cattolici, o fra un callolico e un non battezzato, e vico versa, non
è valido se non è celebrato secondo la formula del matrimonio cattolico. Quindi, se
un matrimonio è celebrato davanti a un
ministro acattolico, la parte cattolica non è
più scomunicata, ma il il matrimonio, secondo il diritto canonico vigente, non è valido e la coabitazione non è permessa alli
parte cattolica che, malgrado rabolizene
della scomunica, non può avvicinarsi ai
sacramenti. Non potrà farlo che dopo essersi sposata secondo le norme della Chiesa...
« La scomunica non è toLa se i tìgli s(Mio
stali battezzati o allevati in una re.igione
acattolica. Continua a gravare sui genitori
cattolici o sul rappresentanti dei genitori
che hanno fatto o fanno volon ariamente e
liberamente ha tezzare o allevare i figli in
un’altra confessione ».
iiiiimiiiiliiiiill
Kadio-TV della Svizzera Italiana
Domenica 23 ottobre. Radio: Conversazione evangelica alle 9,15, pastore Otto
Rauch. Televisione: ore 10, Culto evangelico dalla Svizzera Tedesca, tradotto e
commeu alo dal pastore Guido Rivoir.
Domenica 30 ottobre. Radio : Conversazione evangelica alle 9,15, pastore Franco
Scopacasa.
Televisione: «La Parola del Signore»,
ore 22,20, pastore Guido Rivoir.
4
pag. 4
21 ottobre 1966 — N. 41
Ripresa autunnale
Importa costruire, ma molto più
evangelizzare - Rapporti ecumenici
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
ingolfati in una spirale che, siamone certi,
ci assorbirà 'sempre maggiormen.e; ma nel"
l’alluale fervore di ricerca e di riforma di
strutture, bisognerà pure che un giorno ci
fermiamo a considerare ciò che vale la pena
di essere intrapreso da una comunità cristiana, e che cosa invece no. È un grosso
problema, che comincia dalle nostre brave
sorelle che comprano un oggetto, lo regalano a un comita o prò bazar, ove viene
ricomprato (magari da loro stesse!), intorno a una tazza di tè, mentre — allo stato
attuale delle cose — sarebbe stato così più
semplice fare un’offerta; che si riflette nei
piani pluriennali di tanti nostri consigli
di chiesa, per lo sfruttamento intensivo del
nostro magro patrimonio di aree, locali, e...
eterei capitali ; e infine nella rivalutazione
immobiliare e patrimoniale cui la Tavola
da parecchi anni si dedica con impegno e
sagacia notevoli.
A questo punto, le riflessioni personali
del presentatore si sono sovrapposte ai documenti di base... Non si tratta evidentemente di discutere le necessità Jondamentali della predicazione e della testimonianza, attraverso i nostri locali e le nostre
opere; così com’è evidente che non possiamo svincolarci da una ordinaria amministrazione estremamen'te impegnativa (per
definizione i nostri locali di culto e in larga misura quelli assistenziali sono del tutto improduttivi, anzi parecchio oneroisi);
e si dà pieno atto alla Tavola della cautela
con cui — grazie ad aiuti generosi di chiese
sorelle all’estero e di loro organii^ —
procede a rispondere a molte necessità. Ma
resta il problema di fondo, ohe è, prima
che della Tavola, di ogni comunità e di
ciascuno di noi ; siumo utia chiosa che costruisce, ma che non evangelizza- Resta
cioè il pesante interrogativo: anche se non
re ne accorgiamo, anche contro la nostra
volontà, non subiamo un processo di « cattolicizzazione », ripiegandoci sulle nostre
strutture ecclesiastiche e riponendovi il nosuo cuore, la nostra speranza? AUora è aperta la via ad altri fenomeni «cattolici» come
l’accettazione, sia pure con incerta coscienza, di finanziamenti statali alle nostre scuole, cioè, in ultima analisi, di una situazione concordataria e « integrata » (anche se,
ovviamen e, di « colorazione evangelica ») ;
come se la chiesa potesse vivere, in quanto
chiesa, altrimenti che per fede, cioè nella
forza dello Spirito e molto concretamente
nel dono di sè e del proprio denaro, 'per
amore riconoscente.
Sono convinto che questa esigenza è avvertita an-che dalla Tavola Valdese, e questo
discorso non è quindi più polemico verso
di lei che verso me stesso e la mia comunità. Una cosa è certa: non riesco a immaginare una comunità apostolica —- di quelle
tutt’altro che « esemplari » a cui gli spostoli scrivono certe epistole — che costruisca una 'Casa e ne affitti i locali 'per provvedere alle proprie esigenze ecclesiastiche
o al finanziamento di un viaggio missionario; proprio non ci riesco, e voi?
A proposito dei nostri locali di culto,
ecco alcuni dati :
— il 27 se'.tembre è stato firmato il compromesso per Tacqu'sto del tempio anglicano di Firenze;
_ in questi giorni iniziano i lavori per il
nuovo tempio di Ivrea ; , . .
— i locali di Taranto sono quali ultimati;
— i progetti di S. Secondo (sa:la) e di Viilar Pero®3 sono in ,primo piano;
— a Torre Pellice sono in alto lavori di
risanamento alle case dei professori, dove sarà pure trasento l’alloggio estivo
de’. Mcderatore, lasciando quello attua'e
a disposizione della Società di Studi Valdesi, per un allargamento del nostro
Museo;
— sono in fase di studio abbas.anza avanzato i grossi progetti di ricostruzione
degli stabili di Torino, Via P o V e di
Sanremo.
La situazione finanziaria, è, proporzionalmente, un .poco meno grave di quanto n<m
fosse lo scorso anno a quest’epoca; vane
chiese hanno progredito sulla via del versámenlo men«ile. Tuttavia hen 28 oniese,
fra cui lo autonome, da giugno a oggi non
hanno ancora fatto alcun versamento, mentre la Tavola ha speso per loro nel trimestre estivo circa 14 milioni... In qurate
condizioni è evidente come si acc^ulino
pian piano i deficit, interessi passivi, ecc.
Sarebbe inteeressante sapere che cosa succederebbe se a fine mese i pastori non ricevessero Io stipendio, e che cosa farebbe
il membro di chiesa cui scadesse una cambiale. Evvia, la spontanea,gioiosa offerta al
Signore para'gonata a una cambiale?!
* * ♦
La sezione italiana della Commissione
per la Costituzione Unitaria della Chiesa
Valdese si riunilà prossimamente per predisporre una relazione da inviare alle chiese, con questionario; le risposte dovranno
pervenire alla Tavola en.ro il 31 gennaio,
in tempo utile per essere trasmesse alla
sessione sinodale riopla'.ense, che si riunirà
al principio di marzo.
In fatto di ¡troblemi ecumenici, procede
il lavoro sul progetto di Federazione^ dopo
una prima riunione dei membri valdesi del
Comitato, questo si è riunito al completo a
Torino il U ottobre, per met ere a punto
la situazione e le reazioni finora -pervenute,
nonché per precisare le questioni relative
alla composiz'one dell’Assemblea e del
Consiglio della Federazione, e un bilancio
di massima, su cui le co-munità dovranno
poi pronunciarsi, entro il 31 marzo. Quanto al giornale comune, il 30 settembre si è
riunita la Giunta del Consiglio Federale as
sumendo l’impegno di sostenere il progetto
e prevedendo una fase preparatoria di circa
sei mesi (oltre al nostro Sinodo, hanno dato i>arere favorevole la Conferenza metodista e la maggioranza delle Chiese battiste;
si aitendono le risposte di altre Chiese e
Opere). In seguito della decisione della
Giunta del C.F., la Tavola ha messo a
disposizione per la direzione del giornale
il past. Giorgio Girardet, che si è trasferito
a Roma. 11 progetto è moto, il Sinodo l’ha
approvato con alcune raccomandazioni circa Fimposlazione e j costi; un augurio fraterno al pastore Girardet per la bella responsabilità che gli viene affidala: informeremo naturalmente i nostri lettori sulla
fase di preparazione di questo nuovo organo di stampa, in vista del suo « lancio »,
fra qualche mese.
A proipoisi'to di rapporti con il cattolicesimo romano, la Tavola ritiene giustaimenie,
anche se il Sinodo non ha formalmente rinnovato la richiesta, che debba continuare
e divenire più completa la trasmi'ssione ai
suoi uffici della documen azione sugli incontri avvenuti nel corse deU’anno, a vari
livelli e in molti modi, con cattolici romani. Si tratta del resto di offrire quanto più
possibile materiale documeniiario alla Commissio*ne, nominata da] Sinodo, che deve
preparare e sottoporre al Sinodo 1967 un
nuovo messaiggio alle comunità sui rapporti
con il cattolicesimo. Poiché la questione
dei matrimoni -mi-sti pare — nella forma,
per via di « dispense » — avviala a impostazione relativamente nuova da parte cattolica, questo lato andrà tenuto particolarmente presente.
Dal J5 ottobre al 15 dicembre il Moderatore sarà assente, per un soggiorno in
Inghilterra, Scozia e Irlanda; durante quel
periodo sarà sostituito in oigni responsabità dal Vice-moderatore, past. Achille Deodato.
Concludo con queste parnle del pastore
Giampiiccoli : « La ripresa delle attività è
un atto di ordinaria amministrazione, perchè la Chiesa continua la sua esistenza,
latta di cose modeste, di tutti i giorni, molto abituali- Ma non è soltanto questo: è
un atto di speranza che non ci lascerà delusi, per poco che siamo disposti a gettare
fa nostra vita per amore di Cristo e dell’Evangelo. Riprendere con energia e perseveranza è anche un atto d’amore verso
la comunità, i fratelli, l’opera che ci è
affidata ». Gino Conte
POMARETTO
Ricordiamo alla comunità : in occasione dei
restauri del tempio i culti si terranno a Perosa Argentina alla Cappella, ore 10,30. La
Scuola Domenicale si terrà al teatro per i
grandi e alle scuole per i piccoli, per la zona di Pomaretto, mentre per gli altri quartieri nulla è cambiato.
L’unione delle sorelle di Chiesa si terrà a
Perosa l’ultima domenica di ottobre per tutta
la parrocchia alle ore 14,30, giorno 30 ottobre.
Ricordiamo le attività prossime:
— Venerdì 21 c. m. riunione alla Paiola
ore 20,30.
— Domenica 30 cullo alla cappella del
dot ore 10,30; nel pomeriggio riunione di
tutte le sorelle della parrocchia a la cappella di Perosa, ore 14,30.
—■ I culti domenicali si terranno per un
certo tentpo alla Cappella di Perosa ore
10,30; la Scuola Domenicale al teatro e
quella dei piccoli alle ex scuole; per le
altre Scuole Domenicali di Perosa ed Inverso nulla è mutato.
LUSERNA S. GIOVANNI
Festa del raccolto
e della riconoscenza
Domenica 23 ottobre ore 15,
nel grande salone della Casa
Valdese ai Bellonatti sarà celebrata l’annua Festa del raccolto e della riconoscenza, con
esposizione e vendita, a favore
dei nostri Istituti, del miglior
frutto del lavoro agricolo, artistico, artigiano predotto durante l’anno. Cordiale invito alla
comunità e ai suoi amici. Funzionerà anche il tradizionale
buffet del ritrovo fraterno.
La teologia
le comunità, i credenti
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
sione; un’tmione giovanile che persegua gli stessi fini — ecco tante cose
che già esistono e ohe possono essere
valorizzate per dare una sempre migliore consapevolezza alla fede dei giovani e dei membri di chiesa. Ma guai
a fermarsi alla Arie del catechismo,
o quando si è « troppo vecchi » per
l’unione giovanile! E’ la convinzione
della necessità di continuare per tutta la vita questa ricerca e questo confronto con la Parola di Dio, che deve
suggerire alle comunità e ai responsabili delle varie attività, il mondo di
continuare a nutrire teologicamente,
biblicamente, la fede dei credenti. E
dove i mezzi delle comunità non bastano, queste potranno rapprupparsi
a due, a tre, o su tutto il territorio distrettuale, per mettere insieme le loro
risorse umane, intellettuali, organizzative, finanziarie.
Forse il discorso fatto nell’articolo
precedente, sul rapporto fra la teologia e la chiesa, ha acquistato con queste considerazioni una concretezza
insospettata, per la vita delle comunità e per quella dei credenti? Ce lo
auguriamo — e se cos'i fosse, vorrebbe
dire che non era sbagliato il titolo
del primo articolo di questa serie,
che diceva: attualità della teologia.
B. Corsani
ilmiKiinmiiiiiMiiiiii
iitMiiimiiiitiiiiimiiniiiiiiiiiimiitiiiiiiiimiitiMiiiiiiiiiiiiiiimmMiiiiiiMi
Comunicato
C.I.O.V.
CASA VALDESE DI RIPOSO
San Germano Chisone
L’Istituto attualmente ospita 60 persone anziane. Per il suo ftmzionamento che si desidera sempre meglio
rispondente alle necessità della Casa
ohe è stata riordinata negli ultimi
anni, occorre personale qualificato e
generico.
L’Amministrazione sensibile a questo problema desidera segnalare alle
Comunità ed ai lettori che, con le
dimissioni di personale che ha raggiunto il T'ensionamento, cerca:
Una cuoca e tre generiche addette
a servizi varii nei piani, nonché un
giardiniere anche con mansioni di generico ,senza carico di famiglia. Il
personale ha un trattamento familia
re ed i salari sono quelli previsti per
il i>ersonale di convivenze.
ORFANOTROFIO
FEMMINILE VALDESE
Torre Pellice
In previsione di completare l’organico del personale di questo Istituto,
l’Amministrazione notifica che è disponibile il posto di vice-direttrice.
Sarà data preferenza alle domande
corredate del certificato di studio di
scuola secondaria di 2« grado.
Il rapporto di lavoro è regolato da
precise norme di legge ed il personale gode di tutte le assicurazioni previdenziali ed assistenziali.
Indirizzare domande alla C.I.O.V.
Torre Pellice, Via Roma 3, o alle Direttrici degli Istituti stessi che daranno tutte le informazioni richieste.
OFFERTA
In memoria del Dr. Mario Jahier
Rag. Emilio Rostagno e famiglia, per
l’Ospedale di Pomaretto L. 10.000.
Associazione Amici
della Scuola Latina
Doni prò Scuola Latina ricevuti fino al
15-10-66 dalla Direzione che, sentitamente,
ringrazia :
Micol Giuliana (Pomaretto) 5.000; Micol
Roberto (Pomaretto) 5.000; Ida Bertalmio
in mem. Fernanda Bernard 1.000; Claudio
Rivale (Pomaretto) 10.000; Regina Pastre
(Pomaretto) 1.000; Paolo e Elvira Gay (Chiavari) 10.000; Florelisa Long (Pinerolo) 5.000;
Pascal Marilena 5.000; Bleynat Giorgio (Poraaretto) 20.000; Benech Eliana (Chiotti)
3.000; Coucourde Ariana (Inverso Pinasca)
5.000; Barai Marinella (Rodoretto) 3.000;
Peyronel Marco (San Germano Chisone)
10.000; Marchetti VaJdo (Pomaretto) 7.000.
................................. ......
IN BREVE
•ir Nel J970 si avranno varie assemblee
generali di organizzazioni confessionali:
la Federazione luterana mondiaile (l’assemblea doveva riunirsi a Weimar, nella
Germania orientale, ma il governo di Pankow ha rifiutato le garanzie definitive); il
Congresso battista mondiale, a Tokyo; la
Alleanza riformata mondiale e il Consiglio
intemazionale conigregazionalista che, come abbiamo già annunziato, dovrebbero
avere un’assemblea generale congiunta,
probabilmente a Beirut.
BOBBIO PELLICE
Sabato 15 ottobre abbiamo invocato la
benedizione di Dio sui matrimoni di: Davit
Ermanno (Caserma) e Garnier Anna (Lausarot) e di Davit Osvaldo (Villar Pellice) e
Geymonat Edina (Vicolo Cortili).
La Chiesa tutta porge il suo augurio affeltuO'So a questi -sposi, mentre domandiamo
ancora al Signore di essere la luce di questi nuovi focolari fondati nel -suo nome.
S. GERMANO CHISONE
All’inizio di questo nuovo anno ecclesiastico, mentre ci accingiamo a riprendere le
varie attività, vogliamo ricordare gli at.i
liturgici del periodo estivo.
Funerali: Chauvie AmaLa in Buffa 118
giugno); BounC'Us Valdesina in Lan eime
(14 settembre).
Alle famiiglie provate dal lutto rinnoviamo 1 espressione della nos ra più viva, sincera e fraterna simpat'a.
Matrimoni: Il 12 settembre si sono uniti
in matrimonio Chiavia Vittorio e Bdmas
Ina.
Ai felici sposi auguri vivissimi da parie
di tutta la comunità.
Battesimi: Martinal Dario di Mari» e d'
Bess-one Irma (3 luglio). Besson Denise di
Giulio e di Pontet Albina (7 agosto). Ferneron Marina di Elio e d; Gallian Rosina
(14 agosto). Bounous Giorgio di Ermanno
e di Sappè Paola (21 agosto). Comba Rita
di Arnaldo e di Maero Ester (28 agosto).
La benedizione del Siginore sia su queisri
bimbi e sulle loro famiglie.
La comunità desidera ancora esprimere il
suo «incero ringraziamento ai pastori Signor
Salvatc-re Ricciardi, ohe ha presieduto il
culto della domenica 17 luglio e Sig. Guido
Miegge della .Società Biblica Britannica e
Forestiera, il quale ci ha rivolto un apprezzatiissimo mepsaggio il 4 settembre scorso.
Nel mese di agosto un discreto pubbiico
Sangermanese ha lungamente appla'udito un
gruppo di giovani tedeschi, venuti fra noi
per offrire un hel prograanma di musica
sacra e la rappreseniazione della parabola
« Il fi'gli'Uol 'Prodigo ». Ancc-ra un vivo grazie ai bravi giovani.
La sera di sabato 10 settembre una rappresentanza della comunità, s’è riunita attorno al pa'Store Renato Coisson ed al a
sua gentile Signora per porgere loro i più
sinceri auguri per l’opera che essi «Unno
iniziando al Serre di Angrogna: il modesto dono offerto ai giovami sposi vuole anche essere il ringraziamento sincero di tutta la comunità per il lavoro svolto in mezzo
a noi, dal Signor Coisson. l. R.
VIUAR FEILICE
— Un violento nubifragio si è abbattuto
sul territorio della 'nO'Stra 'Comunità nella
notte tra 1 11 e il 12 ottobre. I ponti sul
Pellice (ad eccezione di quello delle « Gravere », gravemente danneggiato) sono stati
asportati dalla violenza 'delle acque ed una
gro'S'sa frana, staccatasi in alto in regione
« Bounel » (Pralacumba) e che è andata
man mano ingrossandosi, ha quasi raggiunto lo stradone, infilandosi tra i due villaggi dei Fontana e dei Garnier. Gravi
danni sono s ali arrecati ai coltivi, ma l’abitato è stalo miracolosamente risparm a o.
Rintgraziamo il .Signore che ha protetto le
pers:oe e le case. Egli ha vegliato sui nostri fratelli e le nos r: sorelle esposti, durante l’oscura min.aeeiosa notte, al gravissimo pericolo e li ha preservati dal male.
« Sia benedetto in eterno il suo nome glorioso ». (Sai. 72: 19).
Sono stati uniti in ma rimoni», nel
nostro tempio: Luigi Saracco (Rivoli) e
Lia Maria Giovenale (Saretì, e nel tempio
di Bobbio Pellice: Osvaldo Davit (Teynaud
- Toupium) e Edina Geymonat (Bobbio Pellice). Rinnoviamo a que,sti Sposi i nostri
vivissimi auguri e domandiamo a Dio di
accompagnarli con la sua grazia.
Nel corso di queste ultime settimane
ci hanno portato il messaggio della Parola
di Dio, 'presiedendo il nostro culto della
domenica mattina, i Pastori Sigg.ri E. Rostan, G. Miegge, G. Berlin e E. Aime. La
Comunità è loro grata ed esprime Lrro il
suo ringraziamento molto vivo.
Sono giunti ad aumentare la famiglia
della Chiesa i seguenti piccoli ospiti: Ines,
di Guido e Any Fontana (Snbia'sco) e Ivan,
di Elena Gönnet (Sarei). Diamo loro il nostro più cordiale saluto di benvenuto.
Collef erro
Ferentino-Frosinone
MASSEL
La nostra comunità ha avuto la gioia cd
il privilegio di ospitare nel corso della seconda quindicina di settembre una parte de!
campo di lavoro di Agape, Due gruppi di
una dozzina di giovani si sono alternati per
effettuare alcuni lavori nelle due scuole quartierali del Ciaberso e del Roccias. Nella prirna è stato rifatto il tetto e sistemato il soffitto e la facciata, nella seconda il pavimento. Alcuni lavori sono pure stati effettuati al
presbiterio. I giovani del campo hanno presieduto il culto domenica 25 settembre rivolgendoci un serio e meditato messaggio; un
incontro ha pure avuto luogo con l’unione
giovanile nel corso della seduta sabato 24.
Domenica 25 nel corso di un’agape fraterna
si sono nuovamente incontrati i lavoratori ed
i giovani presenti, i membri del Concistoro
ed alcuni membri deirAmministrazione Comunale; questo incontro molto riuscito lia
permesso un serrato e fecondo scambio di
opinioni e pensieri tra niassellini e campisti.
Si riprende con questo campo una antica
tradizione di Agape che istituì ai tempi della
costruzione di Agape stessa un campo di lavoro anche a Torre Pellice colJaborando alla
costruzione della casa delle .Diaconesse. Anche quest’anno alcuni lavoratori hanno lavorato per riordinare il Convitto di Pomaretto
prima della sua nuova sistemazione. Ci auguriamo che questo modesto inizio dia l’aivio ad una fattiva attività del campo di lavoro in settori delle nostre 'Falli che ne ricaveranno senza dubbio beneficio. E’ superfluo dirlo, non si tratta di cercare mano d’opera a buon mercato ma di stabilire un dialogo fra le nostre comunità e generazioni pili
giovani spesso sensibili più di noi alTurgenz.i
di una vita cristiana impegnata; gran beneficio ricaveranno anche i nostri giovani d i
questa lezione di servizio volontario e fr. •
terno.
Genova
Nel mese di settembre sono state battezzate
due bambine figlie di membri della nostra
Comunità : il 4 settembre Patrizia Tasselli e
il 25 settembre Mirca Rosciani-Passera; quest’ultima è stata battezzata dal bis-nonno Antonio Amicarelli. Il Signore benedica questi
agnelli del suo gregge.
Domenica 2 ottobre abbiamo avuto la gioia
di celebrare il matrimonio di Salvatore Scordar! e Norme Matturro. Per questa occasione
il tempio era gremito non solo per la presenza di tutta la Comunità che ha voluto
augurare ai due giovani ogni bene nel Signore, ma anche da parenti e amici cattolici
venuti da lontano (anche dal Brasile), i quali
hanno seguilo il cullo con l’interesse e restando toccati dalla semplicità e dall’annunzio della Parola.
Con l’autunno, e via via con il preannui'
darsi dell inverno, la nostra comunità ritoru:
numerosa al Culto domenicale.
Ritorna ed organizza ciò che saranno !.
future molteplici attività ecclesiastiche al )
ne di servire sempre meglio la chiesa e c ;
essere più uniti, più affratellati nell’amo. '
di Gesù Cristo.
Il lavoro non manca; anzi chiediamo a tuiti un po’ del loro tempo e delle loro disp.
nibilità.
Alle signore il compito di organizzare li
prossimo Bazar con l’augurio di un nuo\ ■
meritato successo.
Alle monitrici affideremo i nostri bambin
A queste nostre sorelle rivolgiamo un riigraziamento ed un sincero sentimento di gr.i
titudiue per l’educazione e Tinsegnameni .
evangelico che con grande amore e pazien.
esse danno ai nostri piccoli cari.
pai giovani, come .sempre, attendiamo i:
solita collaborazione. Essi hanno a dispi.izioue un vasto campo di servizio.
Cari fratelli, per la nostra comunità, e p'
tutte le altre lontane da noi, ognuna con
suoi problemi da risolvere, con le proprie i
sponsabilità da compiere, vi invito tutti, oc: i
più che mai alla preghiera, a invocare c, .
umiltà la presenza di Dio e la sua Bene
zione, per il nostro lavoro.
Domenica 18 settembre la comunità di C
nova è stata visitata da un gruppo di '! >
persone della Chiesa Evangelica di lingc .
italiana e francese di Lugano. In precedei!,
evangelici di Genova avevano visitato i fretelli di Lugano e precisamente nel magcio
scorso. Questi incontri fra evangelici di Cb.< se geopaficamente lontane sono utili, iniiressanti, c ricchi di contenuto spirituale, n, ■ritano dunque di ripetersi.
Domenica 2.5 settembre insediamento d '!
nostro nuovo Pastore Paolo Marauda da pan ■
dei Pastore Ayassot.
La comunità evangelica di Genova è lieta
per la nomina del Pastore Paolo Marauda
eletto a conduttore spirituale della Chiesa .il
Via Assarotti, ed è certa che sotto la si: a
sicura guida prospererà nella fede cristiana,
e nell amore per il prossimo sotto Io sguardo
Dio- E. Di Natale
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Bounous e Pons, ringraziano sentitamente tutte le persone ohe hanno preso parte al loro
dolore per la dipartita del loro caro
Max Bounous
Un particolare ringraziamento ai
Sigg. Dottori’ alla Suora, al personale
del Reparto Medicina dell’Ospedale
Civile E. Anelli, ai Sigg. Pastori
Deodato e dalla e alTAssociaz’one
Combattenti.
S. Germano Chisone
5 ottobre 1966.
Ci congratuliamo vivamente con il Doti,
Luigi Costa, anziano della nostra Comunità,
il quale, già decorato con medaglia d’argento
e di bronzo al valor militare e con queOa
d oro di lunga navigazione aerea, ora è stato
promosso Colonnello pilota in ausìliarìa.
avvisi economici
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Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.aT . Terre Pellice (To)