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LA BUONA NOVELLA
Si«ft
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Se^d^ndn Ift veriU ne!U csrilà
Rkks. IV. i&.
Si dislribuisce ogni Venerdì. — l’er cadun Numero ceulesimi id. — Per cadnna linea d’inserzione ccuIcsImi 211.
Condizioni d’AHHorinzioue s
— pKOVI.VtIK L. • ao.
— • s »».
— • » 50.
PerToRixO - L'n Anno L- •. —A domiriliu 1-, • •
Sei mesi • ». — > 3 KO
Tre mesi » t. — > • as
Per Pr»ncis e Sriizera franco a destinazione, e per l'Ingliilterra franco al confine lire »
p«r un anno, e lire S per eei mesi.
L»- A»>o<'iaiioni »i ricevono : in Toiir^o»ti'i;ni*lo i*«‘l (¿lurnale, viale del Re, num. 11.
— A (;cD«ra, alla C'a|>prlla Val(l<>i)F. iniira di S. Chiara.
Nelle provincie, prcKiw tulli gii Vfjif'ìi poitali per mezzndi Vrti//t/i,4rlio dovranno eaaere iuviaii
/ro* 90 al Direttore doiia .Nttvri.LA e non aitrìRieiUi,
Ali'eatero, ai seguenti indirizzi: l,oNDn*,dai siftK. Nih«liett e C. librai, ut Bfniera-mreet;
Piniui, daliaiibremC. Moyruci!., rue Trorn hot, 'J; Nixkh, dal sig. Ppyrot-Tinoi libraio; l.iona;
dai tigg. Di'Uiaet l’etit Pierre librai, ruo Nuuve, itt-, <iiNfcva.\, dal sig. E. Beruud librai,,
Los^x.ii, dal sig. Delarouiaine libraio.
S^oiiiiiiarlo.
Ona visita alle Chiese evangeliche italiane dei
Grigioni. III.~ Unità • varietà. — Vaa ricetta
per fare il miracolo di s. Gennaro. — Notizie.
— Annunzi!.
UNA VISITA
alle Chiese evaDgeliche italiane
dei Grigioni.
III.
La Chiesa evangelica dei Grigioni comprende
nel suo seno i tre quinti della popolazione totale del Cantone,che somma dai 90 ai 100,000.
Le relazioni che'questa Chiesa mangerie collo
Stato non sono cosi strette come nella maggior
parte dei cantoni evangelici dèlia Svizzera, e
si limitano per parte di questo ad una protezione legale e ad un’alta sorveglianza, più che
ad altro intesa a salvaguardare la propria indipendenza , e impedire che nissuna misura
venga adottata in opposizione alla costituzione
politica del paese. Ma l’amministrazione intnrna della chiesa , cosi temporale che spirituale , la scelta dei pastori, il loro mantenimento , tutto questo è abbandonato aU’arbitrio
della chiesa stessa, 0 delle singole congregazioni
che la compongono.
In quanto alla Coslituzione la Chiesa evangelica dei Grigioni può dirsi presbiterand,
sebbene di un presbiteranismo incompleto ed
alquanto inclinalo al clericalismo. Infatti, se
trovansi nel di lei seno i soliti elementi del
presbiteranismo , cioè ; le varie congregazioni
o parocchie sussistenti per se stesse, e, all’infuori del vincolo federativo che le unisce, indipendenti l’una daH’allra; il presbiterio (là chiamato colloquio] composto dalla raunanza di più
parocchie ; un potere supremo detto Sinodo
composto di delegali delle varie parocchie , ed
a cui solo spetta il diritlo di far leggi riguardanti la Chiesa ; una Commissione sinodale,
col nome di Comiglio ecclesiastico, eletta dal
Sinodo alI’eiTetto di rappresentare la chiesa
nella di lui assenza e d’invigilare l’esatta osservanza delle leggi — esiste però tra la chiesa di
cui ragioniamo e le altre chiese presbiterane
questa gran differenza , cho l’elemento laico ,
fortemente rappresentato e le molte volte predominante in queste è quasi del tutto sbandito
in quplla. Infatti, invece di jn collegio di anziani cui sia commesso, unitamente al pastore,
l’amministrazione spirituale delia parocchia, al
pastore solo, nel piii dei ca i, è affidata ima
tale incombenza ; il Colloquio alla sua volla ,
non Í! composto che di minislri, e se nel Sitiudo
intervengono tre laici, e uno »e ne conta altresì
nel Consiglio Kclesiasticu, cotesti vi sono, non
già come rapiiresentanti dolla chiesa, nominati
da essa, ma bensì come commissarii governativi, all'effetto di esercitare quella sorveglianza
di cui abbiamo più sopra discorso.
Il Sinodo dei Grigioni si raduna ogni anno,
verso la primavera, ora sopra un punto, or
.sovra l’altro dol paese, sotto la presidenza di un
Decam, nominato da un sinodo per l’altro, e
dura incirca otto giorni.
Il Consiglio ecclesiastico composto di sette
membri, di cui tei ecclesiastici ed uno laico ,
viene ad ogni sinmio rino«veURton«i dui* tmi
di quel numero, ciascun membro rimanendo in
carica tre anni. Precipua incombenza di esso,
oltre alle già accennate, si è quella di preparare i progetti di leggo che , dopo previo
esame doi singoli Colloquii, a tale scopo convocati du« volte all'anno , vengono sottoposti
alle deliberazioni del Sinodo. Ad ogni Colloquio
spetta ancora il sindacato della condotta, così
pubblica che jirivata, dei pastori che lo compongono.
I Pastori, come già t; stato dotto, vengono
liberamente eletti dalle singole parocchie, non
solo fra nazionali, ma anche fra soggetti esteri,
purché riconosciuti dal Consiglio ecclesiastico
idonei ad una tale carica, e come tali ammessi
a far parte del Sinodo. La parocchia che ha facoltà di chiamarli ha anche quella di rimuoverli quando la cosa sia giudicata opportuna;
e le mutazioni, per quanto abbiamo potuto
accertarcene, sono, anziché rare, frequentissime, 0 frequente altresì il passaggio da un
clima relativamente mite ad uno rigidissimo.
Che sia un tale sistema un omaggio reso alla
sovranità delle chiese, ed abbia anche quest’altro vantaggio di guardare i pastori dalla
ruggine che facilmente invade ognuno, che
neH’adempimento dei suoi doveri gode una
posizione troppo assicurata, io l’ammetlo sonza
difficoltà veruna ; ma che lasci altres'i il campo
largo aperto alle mene dei partiti, ed esponga
il pastore al pericolo sempre gravissimo di
perdere la propria indipendenza, ò cosa non
meno evidente, e di cui gl’inconvenienti non
sfuggiranno a nissuno.
Se la condizione morale di quei pastori d’anime può dirsi ottima , godendo essi general
mente molta stima infra il (lopolo , non cos'i
dellu loro condizione tem|)oralo, la media degli
stipendii, aH'infuori ileU’abiliizionf, dulia legna
e dei trasporti, non i>i-.cedendo le sette o ottocentd lire, senza s[K“runza veruna di ¡lensioiio
di ritiro per la loro vecchiaia. Ben i'^ vero che
le congregazioni sono tutt'altro rhe numeroso:
in pocho le anime che le eomiiungono eccedono
un migliaio; gran parte non oltrop.issano i
tre 0 quattrocento membri, e ve uo sono perfino di un’ollantina. Ma ciò min toglie cho da
questo sialo di ciwo ne nascano due inconvenienti ambo gravissimi: primieramente la quasi
necessità imposta ai pastori, onde (irovvedore
al proprio sostentameulo, di altendore a lavori
eamposlri od altri, a scapilo, ciò s’inlende, dello
loro spirituali occupazioni ; in spcondo luogo il
difello ognor crosconle di soggetti che si dedichino a quella nobile o sanla carriera.
Antlcameftle i candidali al ministerio sacro
nei Grigioni non ricevevano altra educazione
teologica so non quella che veniva loro data dai
singoli pastori, che .si eleggevano a maestri ;
più tardi essi vennero educati in un apposito
seminario stabilito a Coira , e ciò fino a pochi
anni or sono, cho una leggo del (iran Consiglio
abol'i quesla istituzione , imponendo agli sludenli per la teologia l’obbligo di recarsi nelle
Università svizzere o tedesche, e, per rendere
loro la cosa più agevole , trasformando in altrettante borse, da ripartirsi fra i più studiosi,
la somma intiera che, per l’addietro, veniva
spesa nel mantenimento del Seminario.
II motivo allegato a giustificazione di siffatta
misura, oi fu la necessità ognor crescente, per
i banditori deli’Evangelo, di una profonda coltura scientifica, impossibile a conseguirsi in ua
piccolo seminario di una piccola città della
Rezia ; ma sotto questo motivo plausibile, so
ne nascondeva un allro, che, so non per lutti,
per molti almeno dei promotori della misura
era il vero, voglio dire la speranza di farla più
presto finita coll’antica ortodossia, che, da qualche lempo a questa parte, gravi ferite avea dovuto patire. Infatti, quantunque il seminario,
qualo esisteva non fosse stalo argine sufficiente
contro r irrompente razionalismo del secolo
scorso, pure si erano sempre trovati nel novero
dei professori quelli che, con zelo pari al talento, si erano fatti propugnacolo alle antiche
credenze. Cessando il Seminario , cessava del
pari la di costoro influenza, e un’allra ne sulientrava consentanea del lutto alle nuove opinioni. Ma che? Ciò che i nemici della verilà
pensano in male , Iddio le molto volte lo fa
servire al bene : lo spirito di rinnovamento
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evangelico che da qualche anno in qua ha cominciato e seguila di soffiare con gran potenza sulle università tedesche , fece si che
andarono in gran parte fallito lo speranze dei
moderni riformatori; o da più persone autorevoli ci è stalo accertato, che la frequentazione
di queste università, per parte degli studenti
Grigioni, anziché di scapito era stato di vero
incremento alla fede. *
Se poi da questi dati sulla costituzione e l’ordinamento della Chiesa evangelica nei Grigioni,
noi passiamo agli effetti spirituali che nc sono
derivati, ecco quello che ci fu fatto di raccogliere in proposito :
L’attaccamento , un attaccamento profondo
alle avito credenze è uno dei caratteri distintivi
degli Evangelici Grigioni in genere. La frequentazione del culto pubblico alquanto languida
e trascurata nella parte tedesca del cantone,
pili generale infra le popolazioni di lingua romantica, può dirsi, senza esagerazione, esemplare in seno alle chiese italiane, ove bastano
due tocchi di campana a raccogliere nel tempio
una numerosa adunanza. La stessa proporziono
•scorgasi in quanto alla moralità , più rilassata
infra i tedeschi, più rigida e più austera infra
gli Engadinesi e gli Italiani. « Durante 25 anni
di ministerio , ci diceva un pastore di questi,
non mi ricordo che di due casi in cui una giovano sia stata costretta a sposarsi »; e la stessa
testimonianza alla purità dei costumi ci fu resa
da parecchi altri. Certe consuetudini che ebbimo
occasione di osservare, accusano alla lor volta
un popolo sul quale esercita una grande influenza il sentimento religioso. Trovandosi uno
di noi a Bivio, parocchia italiana, il sabato sera
nel momento in cui giungeva il forgone : « Senza
dubbio voi vi recate domani in Engadina », disse
egli al conducente. — «Non signore, rispose
questi, domani è domenica, e non ci muoviamo
più fino a lunedì»; e di quel rispetto pel giorno
del Signore abbiamo avuto molte altre pruove
nel rimanente del nostro viaggio.
Non ci commosso meno soavemente la seguente iscrizione che, arrivando in quel villaggio, leggemmo scolpita sulla porta deH’alUergo:
Lascia Signore a noi godere a tuo volere questa
(cma, io e tutti i miei, ivfinn che tu vieni, in
nelo a prendere su noi; e sul chiavistello stesso
stava scritto : Benedictus qui venit in nomim
Domini.
Molte consimili iscrizioni ci fu dato di osservare in più luoghi, fra le quali mi piace trascrivere ancora questa cho leggemmo a Casaccia :
Se Iddio non custodisce la casa, vanamente si
faticarono quelli che l'hanno edificata. —Felice
colai che misura ogni snn passo, e che in tutte
te opere sue guarda al fine.—Se Iddio è con noi
chi sarà contro di noi?
Se dopo di ciò io venissi domandato dello
stato spirituale di quella Chiesa in genere,
dovrei al vero di dire (sebbene con tutta quella
riserba che impongono del pari che la carità
cristiana, una conoscenza necessariamente imperfetta delle cose) che un tale stato lascia, e
od anche molto da desiderare. L’appellazione
di chiesa ricewie, colla quale parola io intendo
«sistenza in seno ad una Chiesa, non ardisco
dire della generalità, nè anco di una maggio
ranza, ma di un buon nerbo di persone che
facciano ii loro tutto di GesU Cristo, e che si
sforzino di realizzare , così nelle private che
nelle pubbliche relazioni quella vita, affatto
diversa da quella dal mondo, a cui è principio
e norma una fedo sincera ed ossequiosa nel
Salvatore—queU’appellazione io temo non convenga alla Chiesa di cui parliamo, ad onta delle
ottimo consuetudirii cho ci è stato fatto di constatare in essa. E (questo perchè? Forse perchò
manchino alla chiesa dei Grigioni pastori fedeli
e sinceramente bramosi del bene dello anime
— No, fer formo, che di tali ne abbiamo conosciuti parecchi, e tali, lo posso dire, ci sono
apparsi la maggior parte fra quelli in cui abbiamo avuto la fortuna d’imbatterci. Ma ecco
come ci siamo fino ad un certo punto spiegato
la cosa. Ognuno che abbia qualche esperienza
del come procedano le cose nel regno di Dio,
sa, che il culto pubblico ed ufficiale qualora non
venga secondatoo vivificato da private e più famigliari raunanzo, nelle quali ogni fedele adempia
a prò dei suoi fratelli, e nella misura dei suoi
doni, a quel santo sacerdozio che è ad un tempo
suo privilegio e suo dovere, un tal culto giova
poco anzi pochissimo allo sviluppo della vita
cristiana. Or simili raunanzo non solo mancano quasi del tutto in seno alla Chiesa dei
Grigioni, ma egli è certo, — tanto è grande
Io spavento che si ha della dissidenza, e odiosa
agli occhi del gran numero l’appellazione di
Pietista — cho chi cercasse di popolarizzarle
andrebbe incontro a grandissimi ostacoli. I pastori, sia che dividano in parto tali prevenzioni,
sia che si persuadano di faro più male che bene
apertamente sfidando su questo punto l’opinione del pubblico, si rimangono dall’intraprenderlo, e ciò con grave scapito, io credo, di quel
progresso spirituale di cui la generalità di coloro
coi quali ci siamo abboccati si sono mostrali
sinceramente bramosi.
Or un tale stalo di coso non è possibile che
si protenda piìi a lungo. Presto presto, o c’illudiamo fortemente sugli elementi vitali che ci
è parso di scorgere, il ghiaccio verrà rollo ; un
primo passo nel senso cui accenniamo, verrà
fallo, al quale ne terranno dielro molli altri, e
quando ciò che non è per ora, a molti rigiMirdi,
che abitudine religiosa sarà diventato vitn,
allora comincierà per la chiesa dei Grigioni un’
i'ra affatto nuova e la gloriosa possibilità ancbo
per essa di adoprarsi con zelo o successo al
progredimento del regno di Dio.
■ Continua). ■*
m\n E VARIETÀ.
Chiesa, come tutti dovreVibero sapere, srpnifioa
assemblea , congregazione, unione di uomini,
aventi però una dottrina relifiiosa, che per noi è
il Crislianesimo, aventi la fede in esso, e trovantisi legati insieme come altrettanti membri
del medesimo corpo. Dal che si scorge che non
vi può essere Chiesa senza fede e senza dottrina
comuni, e che uno de’ suoi caratteri è l'unità.
Ma unità è parola astratta, vale qualità di ciò
ch'è uno , denota pure concordia ed anche relazione di tutte le parti al soggetto principale. Ora,
si può mai intendere l'unità in senso materiale
od assoluto? No, di certo , perchè non è conseguibile , e l’unità delle credenze non consiste
nell'unità delle forme. Non solamente l'unità religiosa, ossia la più alta, ma eziandio qualunque
unità è spirituale, imperciocché senza lo spirito
è impossibile di unizzare, e nel pensiero umano
risiede la forza, il principio ed il fine di ogni
azione ; laonde la sola unità possibile, desiderabile e duratura nelle cose di fede è quella che,
per via della persuasione , stabilisce la vera ed
intima concordia dei cuori e degli spiriti, generante la pace e l'amore : pace, amore, unità, recateci dal Dio-Uomo colla sua dottrina e colla
fondazione della sua Chiesa. E se noi vediamo
la moderna civiltà correre verso l’unificazione,
ciò Meesi attribuire allo spirito medesimo del
Vangelo da cui venne informata e diretta, benché
il mondo ne attribuiscala causa ad un progresso
naturale dell’umanità estraneo al Cristianesimo.
Dall’anzidetto ne segue che il Cristianesimo è
l’unità della specie umana; che Gesù Cristo, non
il papa, è similmente l’unità del Cristianesimo;
e che l’unità religiosa genera e conserva l'unità
morale, poichò la legge non può essere unica se
non si adora un solo legislatore. Coteste deduzioni , che ci sembrano d’una verità rigorosa, ci
conducono a questa conseguenza , cioè , che i
Cattolici romani , adorando nei papi molti altri
legislatori, non possedono, se non fosse che per
cotesto solo fatto , nè unità religiosa , nè unità
morale e sono fuori del Cristianesimo.
È poi da osservarsi che il Cristianesimo, creando
l’unità la più eccelsa e spirituale, non fece che
riprodurre od applicare all'umanità la più importante legge dell’universo, in quanto che tutte le
esistenze corrono appunto incessantemente versa
l’unità ; per cui, spegnendo o debilitando quella
delle credenze, che nel suo seno contiene tutte
le altre , si annienterebbe o s’indebolirebbe la
prima legge del mondo, e quindi, se possibile
fosse, la creazione di Dio. Ed è pur ciò che tentano di fare, co’ lor portamenti, i clericali, quantunque si vantino di possedere, di conservare e
difendere l'unità della Chiesa : laonde , se dicemmo di sopra ch'essi non hanno nè unità religiosa, nè unità morale e son fuori del Cristiane*
simo, qui per soprappiù aggiungeremo che, per
quanto sta in loro (senza riuscita ben inteso, o
diciamo anche senza accorgersene), annullano
l’opera divina.
I suddetti clericali mirano esclusivamente all’unità esterna e visibile, niente afTatto intrinseci
e spirituale; all’unità materiale e politica di un
trono e di uu centro universale; all'unità assouta, spirituale di nome; iu guisa che giungono
ad ottenere, non mica l’unione reale dei cuori e
degli spirili, ma una fittizia unità, appariscente in
forza della quiete pigra, morta e panteistica, la
quale risulta dal collocare in un uomo il principio,
Igerrae.la causa dell'unione, ovvero l'unitàpreeisistenfo ed effettiva che si trova soltanto in Dio,
e ch’esplicandosi poi si allarga , ed in se .stessa
contiene il moto di cotesto esplicamento. L’unità
dei clericali non è che politico dispotismo da «n
lato ed obbedienza servile dall’altro ; e la vantata
loro spiritualità un’ipocrisia, poiché se fra gli
evangelici la concordia dello credenze, mercè la
persuasione, signoreggia liberamente gli spiriti,
nel papismo è l’opinione di un uomo che vuole
padroneggiare ad arbitrio e colla forzagli spiriti
stessi ; singoiar pensiero davvero, perchè in sostanza è cosa vana a sperare.
X^a vera ed assoluta unità è fuori del creato.
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ovvero, sta in cima al creato, ovvero ancora, è
nel Creatore : ma da Lui deriva alle sostanze
intelligenti una primigenia unità, ch'è una forza
libera con virtù di esplicarsi , in ordine al fino
ultimo, perchè rispetto a Dio, essendo creata,
risulta naturalmente passiva e fatale. Ora, cotesta
forza, esplicandosi, che cosa produce? Diciamo
in genere, le moltiplici unità vitali e individue
che popolano la natura; e la natura medesima,
se vuoisi, è una grande unità, considerate le individue nella pienezza loro. Dal che ne segue
che dalla suddetta forza primigenia e creata ,
uscendo le molteplici unità suindicate, sorge la
varietà; e dal conserto delle varietà stesse deesi
poi ottenere l’unità finale, o meglio untone, poiché il vario essendo lo sviluppo naturale della
prima forza creata, l’andamento progressivo delle
esistenze non porta che esso distrugga le individualità numeriche, ma insieme le accordi.
S'è dunque vero, com’è, che il pensiero di Dio
è che dall’unità primigenia esca la varietà, e che
dalla varietà si vada aH’unità finale , fa d’uopo
ooncludere che la varietà, anziché ostare all’unità , ell’è necessaria a produrla. Infatti , nel
mondo spirituale , come nel mondo corporeo ,
principiatori d’ogni cosa sono il moto e la varietà; e dove manca questa, quello non sorge ,
oppure si estingue : d'ogni varietà poi è principio la non eguale diffusione della materia, nel
mondo corporeo, o deH'intelligenza, nello spirituale ; e nella materia o nell'intelligenza la non
eguale intensità della forza ; laonde, quando per
ottenere l’unità assoluta, secondo i clericali, si
Vuol togliere alle cose e agli spiriti l'urto e la
collisione , si toglie pure il fomite dei progressi
necessari, e si ritarda il compimento della volontà divina, producendo, come dicemmo, la
quiete pigra e morta del panteismo.
E non è forse pazzia ed anche empietà l'opporsi, per quanto è dato ad un misero mortale,
ai decreti deirOnnipotente, e volere che tutti gli
uomini concorrano puntualmente , in modo assoluto, negli stessi pareri? La varietà delle idee
è legge sapientissima, è benefizio celeste, è condizione necessaria della vita morale; in primo
luogo, perchè il concetto dell’individuo non può
essere che parziale, scarso, imperfetto, e per
conseguenza non può offrire una compiuta notizia del vero, mentre si ottiene dall’insieme e
dal conflitto delle diverse cognizioni individuali;
in secondo luogo, perchò da qualunque parte si
osservi il creato si troverà che ogni armonia è
appunto il risultato di un conflitto, di una opposizione.
Ed ora, qual’è il mezzo per ottenere la concordia e l’unione degli spiriti, delle massime,
delle operazioni? Il mezzo è la tolleranza scaml)ievole nei dissidii accessorii di opinione; e in
tal guisa, per Io legante della pace, si giunge a
stabilire l'unità deUo Spirilo, come dice Paolo
nell’Epistola agli Efesi, IV, 3. Ciò posto, veggasi
con quanta ragione il clericale , ch’è l’intolleranza personificata, possa dire esservi l'unità
nella Chiesa romana. Esiste nello forme, non già
nelle credenze ; infatti quando si voglia non lasciarsi ingannare dalle apparenze, e si penetri
in vece noU’interno dei cuori e dei pensieri, si
troverà ne' cattolici romani, riguardo alla fede,
una varietà portentosa. Inevitabile conseguenza
del sistema! La varietà non si può togliere, perchè non si può distruggere l'individualismo;
quindi essendo negato ai romanisti di esternarla nelle opinioni, nelle cose secondarie, nelle
forme, ne viene ch’ella si colloca nell'interno
degli animi ed invade la sostanza delle credenze,
tanto che se interrogasi particolarmente ogni
cattolico romano, si verrà a conoscere che ciascheduno in fondo la pensa a modo suo riguardo
al papa, alla di lui infallil&ilità e al rimanente del
romanesimo. Ed ecco la essenziale differenza
ch’esiste fra noi e i suddetti cattolici romani ;
eglino hanno l’unità nella forma ossia nell’obbedienza esterna ed apparente al papa, nel culto, ecc., ecc., ed una varietà interiore , secreta
ed illimitata nelle fede; noi, al contrario, possediamo l’unità completa, comune, cattolica negli
articoli importanti del credere, e la varietà necessaria in tutto il resto, senza che quesla rechi
detrimento a quella, poiché la varietà nostra è
il progresso naturale e continuato della spirituale società fondata da Cristo, avente cioè bisogno di suddividersi come avviene di qualunque
vasto aggregato, e di scompartirsi secondo i popoli. Fra noi dunque liS chiese, i sinodi, le libertà e le prerogative nazionali non solamente
esistono accanto alla più grande unità possibile
di fede, ma quelle aiutano anzi a costituire sempre meglio l’unità stessa cattolica: Vi esorto nel
Signore che camminiate condegnamente alla vocazione.....con ogni ttmiltà, e mamtietudine ; con
pazienza, comportandovi gli uni e gli altri in carith; studiandovi di serbar l’unità dello Spirito per
10 legame della paco (Efesi, capo citato). Ed ecco
già che dovunque fra noi questi legami stringonsi perle crescenti alleanze delle Chiese evangeliche; le quali alleanze, serbando l’unità dello
Spirito, compieranno l’idea della vera cattolicità
sulla terra, vogliam dire, unità eziandio visibile,
esterna, o in altri terqjini, l’unità di fede circondata dalla più estesa varietà di forme.
Una di esse forme si riferisce al governo delle
singole chiese. L’unilà di Roma è sopra tutto
affare politico, sta appunto nel governo ; or noi,
quantunque crediamo non esservi che Iddio che
possa giudicare la coscienza degli uomini, e che
11 governo della Chiesa nulla abbia a fare colla
salvezza, tuttavia stimiamo che la Chiesa, negli
ordini mondani, debba avere la sua parte governativa; la quale si rende in ispecie necessaria
allo scopo dell’insegnamento, della evangelizzazione, della diffusidnedel regno di Dio e della
sua giustizia ; ma pensiamo, e con ragione, che
ogni chiesa locale o nazionale abbia diritto, ed
anzi deva assestarsi, in quanto al suo governo,
secondo i siti, i climi, i cieli diversi , poiché
di immutabile e fermo non v’ha che il dogma,
l'etica, gli statuti, quali risultano dalla parola
di Dio.
Ecco la vera unità, ecco la vera varietà, ecco
il vero cattolicismo, ecco allora la Chiesa universale, risultante dal conserto dello chiese nazionali, che farà rivivere l’unità primitiva della
specie umana, non in germe come allora, ma
con tutto lo sviluppo grandioso portato dai secoli, dal moto, dalla».varietà; che farà rivivere
in somma l'unità spirituale della comunanza religiosa, a cui non possono giungere le società
temporali, stante le divisioni , le imperfezioni e
il loro materialismo.
Crediamo di aver abbastanza dimostrato che
l’unità dei clericali è un assurdo, una chimera,
un’opera vana e dannosa, distruggitrice delle
leggi stabilite da Dio, e fomite di disunione,
perchò eglino mescolano le proprietà, le sostanze , gli elementi , invece di armonizzarli,
lasciando ogni cosa a suo posto, cd impedendo
soltanto che ciascun oggetto esca dalla sua sfera
per usurpare quella degli altri.
UNA lUCEm rEH fahjì: il miracolo
DI S. GENNARO.
Il Siècle ha pubblicato non è guari, dice Le
JAen, in risposta alla professione di fede del C.onstitutionnel in ordine al miracolo napoletano, un
articolo assai spiritoso, in cui il signor Taxile
Delort offre una ricetta infallibile per operare il
miracolo in discorso. Sembra che la ricetta sia
buona ed agevoli il prodigio; imperciocché noi
vediamo ncll’lmpartial du Nord che ultimamente
alcuni abitanti di Valenciennes l'hanno operato
con molta facilità; gli ingredienti di cui si sono
serviti corrispondono affatto a quelli indicati
neH'articolo del Siècle. Ecco la narrazione delì'Impartial :
« Domenica mattina, più di 200 Valenciennesi
erano riuniti presso M. X...... per assistere ad
una esperienza chimica delle più curiose. L'operazione ha perfettamente riuscito : si fece sciogliere 10 gramme di candela e poca lacca carmi
nata in 12 gramme di etere; cotesta mistura fu
messa iu un fiaschette. In seguito si lasciò cho
la sostanza prendesse consistenza; ora d'un bellissimo rosso. Dopo qualche tempo, il miscuglio
divenne duro come legno : preso quindi il fiaschetto, noi lo abbiamo compresso per cinque
minuti nella palma della mano, per vedere so
fossimo pervenuti a far liquefare il contenuto
col solo mezzo del calore animale..... Oli sorpresa! Appena allargate le dita, il fiaschetto
apparve metà pieno d'un magnifico sangue liquido un po’ chiaro, com’è quello delle arterie ;
ma aumentando la dose del carmino, può esser«
colorito di più e sembrare che esca dalla vena.
« A che mai cotesta esperienza? domanderet«
voi. — Fate bene attenzione : supponete che
siamo a Napoli, e che si tratti di operare il miracolo di san Gennaro; s’impiegherebbe il metodo indicato e l'affare sarebbe finito ».
Valli Valdesi — Nomine di professori. —
Nella sua seduta del 23 p. p. il corpo dei Pastori
della Chiesa valdese ba deliberato, che i reverendi Itevel e Geymonat, professori provvisorii, il
primo di Teologia storica ed il secondo di Teologià esegetica nella Scuola di Teologia di Torre,
verrebbero nella stessa qualità proposti alla no- '
mina definitiva del Sinodo , nella primavera
ventura.
Baviera. — Condizione religiosa. — Un giornale cattolico-romano ci traccia il quadro seguente dello stato religioso di queslo paese: —
< A vedere il movimento che in qualche tempo
è surto nel regno nostro fra i membri doU’alto e
basso clero dei due culli romano e luterano, non
si può disconoscere che l’estrema rivalità che
esiste nelle due confessioni diverrà, col progresso
del tempo, un pericolo per l’ordine morale del
nostro paese.
« Benché i cattolici romani formino all’incirca
i tre quarti della popolazione del regno, tuttavia
risulta dalla statistica generale de’ registri dello
stato civile, che il numero delle persone che
professano la religione luterana aumenta di anno
in anno considerevolmente in Baviera. Àvven-
4
fjono, com'è naturale, quasi ogni di occasioni da
cui i membri delle due credenze opposte si sforano di trar profitto pel loro proselitismo rispetlivo. Tuttavia il Governo , che pone la più seria
attenzione alla maròia delle due religioni rivali,
si è fin qui saggiamente astenuto dal favorire
,l'una a discapito dell’altra ».
Spagnì. — Petizione del vescovo d’Oviedo. —
É una petizione indirizzata alla regina, onde
pregarla a restringere nei giusti limiti l’empietà
della stampa, che pretende trattare questioni
»isclusivamf-nte religiose. Ei si lagna della enorme
quantità di libri protestanti distribuiti in Ispagna
dalla Società biblica, Agli eccessi di queste opere
^secondo il vescovo) si devono attribuire le calamità che affliggono in questo momente la Penisola.
Un piccolo giornale evangelico in lingua spa(Tnuola, Bl Alba, ha una assai estesa circolazione
nel paese e nelle colonie americane. Una circolare delle più ostili fu diramata dal ministro
dell’interno contro il detto giornale ed altre
scritture evangeliche; egli dichiara che la regina
seppe con dolorosa sorpresa la diffusione di libri
simili , e ordina che i procuratori generali agiscano con rigore contro i propagatori di essi. Ma
dopo d’allora il ministro è caduto, e gli scritti
continuano in conseguenza a circolare liberamente. — Coloro che desiderano essere al corrente del movimento attunie del protestantismo
jn Ispagna, leggano lo Spcinùh Evangelica! Retorà, pubblicazione quadrimestrale, organo d’una
Società scozzese, avente per iscopo l’evangelizaazione del penisola spagnuola. (L’Avenir).
Irlanda. — Quarantamila franchi da guadagnarsi. — L'Ufficio delle Missioni irlandesi a
Dublino, tra gli altri , fece stampare in grande,
eon assai grossi caratteri, ed attaccare ai muri il
seguente affisso :
40,000 franchi di ricompensa!
Quarantamila franchi saranno distribuiti come
àegue :
2500 fr. a chi presenterà la regola di fede
nattolico-romana tutta intera ;
2500 fr. a chi mostrerà che Cristo o i suoi apostoli abbiano proibito al popolo di leggere le
Sante Scritture ;
2500 fr. a chi produrrà il consenso unanime
òe'Padri della Chiesa nella interpretazione della
Scrittura Santa;
2500 fr. ad un prete qualunque che presenterà una interpretazione infallibile della Santa
Scrittura;
2500 fr. a chiunque potrà dire dove si trova
Vinfallibilità della Chiesa di Roma ;
2500 fr. a chi produrrà le tradizioni della
Chiesa romana e ne proverà l’integriti, l’autenticità e la divina origine ;
2500 fr. pel miglior mezzo di discernere la
^rera Chiesa, senza impiegare il giudicio individuale ;
2500 fr. a chi proverà che Cristo o i suoi Apostoli abbiano comandato di ricorrere alla interecssione della Vergine Maria;
2500 fr. a chi proverà che Cristo o i suoi Apostoli abbiano ordinato di ricorrere alla intercessione dei sanfi o degli angeli ;
2500 fr. a chi produrrà un passo della Scrittura ohe ci chiami a credere alla dottrina del
purgatorio ;
■ 2500 fr. a chi proverà che Cristo o i suoi Apostoli comandine di rifiutare il calice ai laici nel
sacramento della cena del Signore ;
2500 fr. a chi proverà che Cristo o i suoi Apostoli abbiano comandato di pregare iti lingua non
compresa dal popolo;
2500 fr. a chi proverà che Cristo o i suoi Apostoli abbiano proibito ai membri del clero di
maritarsi,
2500 fr. a chi proverà che Cristo o i suoi Apostoli abbiano ordinato di adorare l'ostia o di
genuflettersi dinanzi a quadri od immagini;
2500 fr. a chiunque produrrà un passo del
Nuovo Testamento, in cui un ministro della
Chiesa di Cristo sulla terra sia, come tale, officialmente chiamato « Hiereus », o prete offrente
sacrificii;
2500 fr. ad ogni cattolico-romano, papa, vescovo o prete , che proverà in modo infallibile
che egli e tutti i suoi precessori fino agli Apostoli sieno stati debitatnente consecrati, o che
non abbiano mai amministrato indegnamente un
vero sacramento , supposto che la dottrina romana dell’intenzione sia vera.
Ecco dunque un bel concorso aperto anche
agli uomini A&WArmonia, Campanone, Cattolico
e simili; lucro e gloria I
Svezia. — Libertà di coscienza. — Si sa come
in riguardo a questa liberta, la più essenziale di
tutte, la Svezia fosse rimasta indietro di tutti
gli altri Stati evangelici. Il brano che qui sotto
riportiamo del discorso detto dal re in occasione
dell'apertura della Dieta , ci è lieto augurio che
tale sconcio stia per scomparire :
« Una tolleranza illuminata, dice il re, per la
« credenza altrui, basata siìll'amore del prossimo,
« ed ispirata da inconcusso convincimento, forma
« la sostanza dei dogmi della Chiesa evangelica.
« Egli è degno di un popolo il cui gran re Gu« stavo Adolfo combatteva per la libertà del pen« siero e della coscienza, la quale egli suggellò
« col sangue, di seguire il suo esempio, e di bat« tere le sue pedate. Le antiche leggi, che tuttora
n si oppongono «alla libertà dei culti, conviene
« adunque che scompariscano , acciò la legge
« comune sia posta in accordo col sedicesimo
« paragrafo della Costituzione ».
Russia. — Uguaglianza dei culti. — Con recente decreto dell’imperatore Alessandro II, agli
elemosinieri evangelici e cattolici romani nell’arJ
mata russa sono stati conferiti i medesimi vantaggi di cui fino ad ora godevano solo i Greci.
Nuove ebridb. — Martirio di due missions^rìi
evangelici. — Due di quei missionarii evangelici,
che a detta deirArmom'a e compagni si guardano
bene dall’esporsi mai al minimo pericolo, sono
st/ti testé, unitamente alle loro mogli, trucidati e
mangiati dai cannibali delle Auone Ebride, presso
cui si erano recati per annunziar loro l’E\'Ìngelio.
A. ÎW i«r tr iw 2B jc
Ar,
DEPOSITO DI LIBRI RELIGIOSI
Viale del Re, N-31.
Prezzo
Catéchisme des doctrines distinctives
de l’église évangélique protestante
et de l’église catholique romain traduit de l’allemand par Ccvier . » 0 50
Lettres à mon Curé......» I 25
Trois siècles de luttes en Ecosse, ou
deux Rois et deux Royaumes par J.
H. Merle D'Aubigné .... » 3 50
Fictions et réalités ou les prétentions
de Rome mises en regard des faits.
Discussion franche mais amicale ,
par Ad. Bautt, pasteur ...» 2 50
Comment faire le bien? Directions et
récits, par Abbott.....» 1 50
Christ et le siècle. 4 discours par Felii
Bungexer........B 1 25
Caroline Perthèson L’épouse et la mère
chrétienne, par Charles Monnard
professeur à l’Université de Bonn» 2 0
Quelques merveilles de la nature et de
l’art, lectures instructives pour les
familles et les écoles, par A. Vül
liet..........» 1 25
Guide Biblique ou Harmonie et Commentaire pratique et populaire de
l’Ancien et du N. Testament, à l'usage des Evangélistes, des Instituteurs , des pères de famille et des
écoles, avec carte, d'après le Manuel d’éclaircissement sur la Bible,
de la Société de Calvv. par Dks
coMBAz, 3 vol.......» 12 »
Histoire des protestants de France, depuis l’origine de la Réformation
jusqu'au temps présent, par G. de
Feuce.........» 3 »
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Etudes élémentaires et progressives de
la parole de Dieu par BuRNlEa ,
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LE PROFEZIE DI DANIELE
I’APOCALIM DI S.'eiOltHI .IPOSMO
2* Edizione torinese
Un wl irt-18° di 550 pag., con mappe.
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Prossima ed importante pubblicazione.
Nell’entrante settimana verrà in luce :
LA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI.
Sarà un volume di 208 pagine , e si venderà
lire 2.
Noi raccomandiamo questo libro ai nostri lettori ; e coloro fra essi Che vorranno farne acquisto , dovranno spedirne analoga domanda alla
Direzione della Buona Novella, unendo alla domanda un vaglia postale della somma suddetta,
e sarà loro spedilo franco di posta.
Si avvertono i lettori che rimangono disponibili sole 500 copie.
Grosso DoBienleo gerente.