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Pian» lilra 12
¿U0 LXXVin N. 30
TORRE PELUCE. 23 LugUo 1948
Spedinone in abbonamento postale - I Grappo
DELLE
li
SETTIMANALE DELLA
probi e ma de! giotnp
Gesù disse : Non è dall’ahbon/
dànxa dei beni che uno possiede
ch'egli ha la sua vita.
(Luca 12 : 12^
Il problenm della proprietà è oggi all’ordine del giorno sul piano nay
zumale e inteijiiwàonale. Im nostra
generazione assiste ad un formuMbite eontrasto tra diverse concezioni
economiche e sociali della vita, scaturite da una diversa vaiutmsione del
concetto di proprietà, della sua natura, dei suoi limiti, delle sue mantfestazioni. Secondo voci più o me io
accreditate, la nostra epoca deve ct-'sere un’epoca dii \trmfisisiffme tra una
gisftenuiizione della vita fonda'a sul
óorwetto della pro‘prietà prìv'S:a e capitaiistica ed una nuovOi sisiemaziritte
della società basata sul conci vo della comunità e sull’abolizione più o
meno radicale della proprietà p na
ta.
Può darsi che questa sotuzipne sia
madeguMta, illusOTÌa<, peggiore della
prima; può anche darsi che essa risponda invece ad un’esigenza di maggiore giustizia e di più rCale solidarietà.
Comunque non si può negare l’attualità e la seriétà di un problenm
come questo, che interessa tutti. L’E-vangelo-ne -offre una- soiuzione, ma
non come la verrebbero gli uomini
del nostro tempo, cioè non una soluzione politica, poiché Gesù Cristo
lion è venuto a risolvere dei problemi politici in termini di politica, ma
a risolvere il fondamientale problema
dell’uomo in termini di morale e di
vita spirituale. A - quanti s’affannano
a studiare il problema della proprietà e del possesso dei beni, Gesù non
offre una nuova soluadone economica,
giuridicu, sociale, ma una soluzione
morale, dicendo loro, a qualsiasi categoria umana . essi appartengano;
« GuarcSatevi da ogni avarizia; perchè
non è (Ball’abbondanza dei beni (die
uno possiede, ch’egli ha sua vita».
E sul piano individuale, il probler
ma della proprietà non è esso tremendamente attuàte, specialmente ora che la vita ci appare densa di incertezze e di oscurità? Che cosa dobbiamo pensare, per esempio, del denaro? Quale valore gli dobbiamo attribuire? Quale uso ne dobbiamo /«re? Fino a qual punto è contìUiabile
la ricchezza con la vita cristiarm?
3jamo ogni giorno alle prese con il
denaro e con i bèni di questo mondo,
ogni giorno respiriamo un’atmosfera
che rischia di avvelenarci. Siamo tentati di amare i beni terreni e di dire,
come il ricco stolto; « Alnimai, tu hai
molti beni riposti per molti anni;
riposati, mangia, bevi, godi » (Luca
12 ; 19).
La tentazione del jlpssesso è upa
tentazione feroce; ne dbbianvo fatto
l’esperienza in questi anni di crisi e
di timori. Chi non ha pensato ad assicurarsi l’avvenire indipend^demente da Dio, a garantire la propria
vita, a metterla cd riparo dalla prova... perchè il wvere alla giornata,
con fiducia nella Provvidenza di IHo
era un rischio tremendo, un terribile inconveniente, forse una paz»a
per quanto pazzia della fede?
mostra ancora vera, estremamenk
vera. L’abbondanza dei bend non ci
dà la vita, nè la felicità di vivere.
Non la vita fìsica, cioè il pieno possesso dei nostri giorni, dellei nostre
forze, delle nostre forze, delle nostre naturali capacàà. u Chi di voi»,
diceva Gesù, (( può con la sua sollecitudine aggimxgei'e alla sua statura
pure un cubito? ». L’abbiamo ’loi
sentita sicura, garantita dalle nostre
provvidenze, la nostra vita, in questi tempi travagliati? (ìup ^g^p^unzie
inutili, quante af‘ ina
deguate I
Neppure la vita intellettuale.. Che
rapporto c’è tra il denaro che abbiamo in casa e i doni intéUettuali, che
sono veramente dei doni destinati ad
essere coltivati con cora?
Neppure la vita spirituale, che è
mnanzi tutto vita dello Spirito e della Parola, di Dio in noi, mentre invece (( le cure mondaneiiO;^’?îïÿmfiô ‘
le ricobezze sojOFocano la parolà tsd
essa riesce. iijfíruttuosa' » (Matt. 13 :
22)v ' , ■ ■
Cora U denaro si comprano mplte
cose, anche molte cose onorevoli;
non si compra a nessun prezzo, la
pace dei cuore, la felicità di una famiglia. tl perdono di IM&, l’amore
per d prossimo, la dignità delta persona umana, la libertà del cristiano,
la serenità della fede, Pattesa del
Regno e della vita eterna.
I beni terreni sono una realtà di
questo mondo, perciò destinala a perire, anche se ci è stata di utilità e di
servizio... mentre lo vita, la vita buona, serena, utile, la vita illuminata
dalla fede e dall’amore viene da Dio.
La dignità della raiosfro vita e la redenzione della nostra anima procedono da D'o, e noi profaniamo la nostra
dignità di credenti e disprezzàamo la
nostra redenzione suggellata col sangue della croce, quando cercfiiamo
.iJ V
Vplg EdoaJ
S. OIOVANNI I ^ ■
'*^1 ^igfflore è pieno di compassione e
misericordioso,,.
GIACOMO
VALDESI
CHIESA VALDESE
nei beni di questo mondo la sorgente
della nostra felicMà, lo scopo della
nostra vita.
Abituiamoci, perciò, a considerare
i beni di questa terfa nella loro relatività e nella loro fragilità, come un
temporaneo e neceàsttrio strumento dii
servizio; essi servono alla vita, ma
non danno la vera vka. Sforziamoci
di essere ricchi inivistà di Dio, cioè
di vivere la nostra^iornata nella fede in Dùo', nutrend^ del pane della
Sua provvidenza et del perdono dei
nostri peccati, col puore aperto aiVamore del prossimà ed alla fraterna
solidarietà. kit
Guardiamoci dai. dire : « Io sono
ricco e mi sono ar^fchito e non ho
bisogno di nulla ».^ perchè proprio
allora siamo (( infe^ e miserabili e
poveri e (dechi. e
17) e abbiamo hiso,
ci prenda jn dis,
datevi da ogni avi
è dall’abjbondanza
possiede, ch’egli
Er
vere una riuniione fra le comuniità cristiane ortodosse e rifomiate del'la città.
n consigilio delle chiese evangelichei
presente rAnchiinianidrita greco, il gior
no 7 giugno 1946, diecidieva di indire
per il giorno 29 giugno uno specialle culto d’intercessione per l’Assemblea cxv
stitueinte del Consiiglio Ecumenico che
si terrà in Amsterdam nel prossimo agosto.
» (Apoc. 7 :
.che il Signore
ci dica ((Guairperchè non
beni <ahe uno
sua vita ».
anno Rostan
Verso Msterdam
Le minoranze
religiose a Napoli
Il movimento ecumenico in seno alile
Chiese cristiane ha portato un nuovo spirito di fraternità amiche in seno alle Comunità cristiane dielllà città dii iNapoli. Il
giomo 29 maggio nel presbiterio dèlia
Chiesa Ortodossa gireca si incontravano
il Rettore ddlila Chiesa dei SS. Pietro e
Paolo e il Pastore della Osmunità Vali
diese i quali si accordavano per promuo
A questo Olito tenuto mal tempio ortodosso dei SS. Pietro e Paoilo hanno par
tecipato la Conifratemltà dei Nlarionali
Greci in Napoli, sette comunità evangeliche itailiane : 2 metodiste, 2 battiste,
una valdese, una congregazione autonor
ma, una stazione dell’esercito dèlia salvezza ; tre comunità evangeliche straniere : una rifarmata (svizzera-romanda) una
luterana (tedésca), una anglicana (ang|òamericana),
iPer 1’occaKÍone si è edita un’àppor
sita (( liturgia interdenomlnazionale »
contenente un brano profeticoi un brano
epistolare (S. Paolo ai Corinti), un brano dèi Vangèlo di S. Giovanni, il Pater, il Credo, le (drenikà ».di S. Giovanni Crisostomo, ionii oeJèbri dèlia
Chiese orientali e occidèntali. La mamlfestazione ha avuto larga eco attirando
olire trecento fedeli e cioè : olllre 50 or|todóssi grecii e lusbi, oltre 90 valdesi,
una cinquantina di battisti, una decina di
congregazionalisti, una <piiarañtina di metodisti, ima trentina ha svizzeri, tedeschi, inglesi, una trentina di cattolici,
salutisti, pentecostali, fratelli, eoe.
F\esie»tziavamq tìMa liuni^^ 13
miniikrii di culto e conduttori : un wdiimandita greco, un presbitero serbo, due
pastori valdesi, 4 paistori battisti, 2 pastori metodisti, un pastore della Chiesa
rifarmata del Kanton Zürich, 2 ufficiali
delllEsetcIto della Salvezza. Il cullto ha
avuto inizio con un messaggio dell’Arr
chimandrita greco e con un messaggio
del psffltore Valídese : si è svolta quindi
la liturgia stabilita la quale s’è cotichiusa con una « Agape di pane benedetto»,
alia quale hanno partecipato numerosi
fedéli dèlie più svariate confessioni.
Roma contro l’ecumenismo
La Sacra Congregazione del Santo
Uffizio, di' cui il Papa è prèfetto ha pubblicato un (( avvertimento » redatto in
latino e pubblicato nel numero del 3 giugno de L Ossenatore Romano. Il testo
è dèi seguente tenore :
Presse et d’Information, organo del Conr
sigilo Ecumenico dèlie Chiese, fa seguire a guisa di commento la nota seguente :
Eppure, anche std piano della vita
individuale, è necessario ripetere
con Cristo; « Non è dall’abbondanza
dei beni che uno poesiedè, ch’egli ha
la sua vita ».
I politici, gli economisti, l’uomo
della strada possono pensare altrimenti; ma la parola di Cristo si di
(( Essendo ìvenati a sapere òhe in vari
luoghi, coniraricBnente alle pre^izzonf
dei Sucri Canoni e senza il permesso
deEa Sénia Sede, si sono avute deUe
riunioni miste di acattolici e di cattolici
nelle quali si è discusso di qtdstioni di
fede, si rammenta a tatti che a norma
del canone 1325 p. 3 è oieiizto di partecipare a queste riumom senza il suddet
to permesso tonto m laici che agli ecclesiasUci secolari o regolari che siano.
Tanto meno è lecito ai cattolici di convocare o istituire rkmiom del genere.
Perciò i Vescovi Veglino perchè queste
prescriàoni siano compiutamente osser
vate. L’osserocmza di esse è tonto più
necessaria in quanto si tratta di riunioni
cfdanude ecumeniche, olle quali i cattolici, laici o ecclesia^ci, non possono
in alcun modo partecipare senza il previo consenso della S. Sede. Siccome>
poi, sia in queste riunioni che fuori di
esse si sono compiici atti di culto in comune, ri ricorda di mtooo a tutti che, a
norma dei emioni 1258 e 731 p. 2, è
del tutto Oietatu qualsiari forma di comunione nelle cose sacre.
(( Daio a Roma, presso il SanCUfft
(( L’importanza di questo awertìmento apparirà chiara a tutti coloro che seguono da vicino lo sviluppo del movimetÉo eametnop. Come i primordi dell’ecumenismo, al tempo delle amferetr
ze di Stoccolma e di Losanna, diedero
zio,'il 5 grugno 1946». (S.OE.P.I.)
A rpiesto documento ufficiale, il bollettino del Service Oecuménique de
COMUNICATO
// Corpo Pastorale della Chiesa Valdese è convocato in seduta
ordinaria per Mercoledì 18 Agosto alle ore 9,30, nell'Aula
Sinodale della Cesa Valdese in Torre Pedice.
a
ORDINE DEL GIORNO
Esame (di fede del Candidalo al Santo Ministero
Sig. Giovanni Peyroi ;
Nomina delle Commissioni esaminairici ;
Comunicazioni e deliberazioni varie.
Si ricorda che, a norma dell Ari. 83 dei vigenti Regolamenti
i Delegati al prossimo Sinodo, muniti di regolare mandalo, potranno partecipare alla elezione delle Commissioni esaminatrici.
Torre Pellice, 19 Luglio 1948.
Il Moderatore della Chiesa Valdese
Virgilio SommanI
dichiarazione sembrano dover essere l'inr
terruzione dell’attività di confermze e
gruppi di studio non ufficiali, om^ (drituak in molti ipaeri tra cattoUci e membri di alte confezioni cristiane; l’imr
posribilìtà per i cattolici romani di partecipare come osservatori ufficiosi <dle
riunioni del movimerdo ecumenico’ e infine la proibizione degli incontri inter
confessionali, eccetto quelli cui il Vaticano darà espressa autorizzazione di assisterci e che avranno perciò un caratter
re più. o meno ufficiale » (S.OE..P.I.
N.23 ■ 11 giugniio 1948).
occaskme cdl’enciclica ’’Mortalium ánimos,, nel 1928, cosi l’Assemblea del
conrigUo Ecumenico delle Chiese a Amsterdam, meta di uno ^orzo ecumenico
in continuo sviluppo, diviene occasione
di una dichiarazione emeor più definitiva
nei riguardi dell’aitegeiamenio pratico
della Chiesa cattolica di fronte cdl’mità
cristiana.
Le conseguenze immediato di questa
Il dberèto dèlia Sacra Cangregazione
del Sant’Uffizio è di téle gravità che non
possiamo riprodurlo senza spendere poche parole di commento. lìn breve, si
tratta sempliicemente di un ribadire, da
parte delle autorità cattoliche romane lo
atteggiamento già preso la tempo nei riguardi del movimento ecumenico ; un ir- ^
«igidimento sulla solita posizione: la
Chiesa Cattolica Romana è la adk
CHesa di Càisito, la solla che possegga la
verità rivelata da Cristo^ le albe sono
false Chiese ; nessun rapporto è quindi
possibile all’infuori dèlia totale e defini tiva sottonuSsiione al successore di Pietro. Questa presa dì posizione non> mancherà certo dii provocare delusione in
alcuni ambienti protestanti, che attraverso uria fraterna ed amichevèle discussione con teologi e laici cattolici , attraverso stadi in comune e comuni esperienze di cullto, speravano si delineasse una
nuova comprensione ed un sitici riavvicinamento, preludio forse a^più vasta
■“' collabotazi(me.\^'' * ■ -’i-'-sf*,
Per noi Valdesi, non c’è niente di
nuovo e non siano affiatto stupiti dell’aspra e tagliente minaccia rivolta dal
Sant’Uffizio adi èlementi più liberali e
più aperti del cattolicesimo non certo
italiano. Quando la prima commissione
di studio della Chiesa Valdese per i problemi che saranno trattati alila conferenza di Amsterdam si trovò di fronte ad un
ottimistico documento che cercava di rilevare con pazienza tutti i motivi di speranza per un ravvicinamento tra ili cattolicesimo e l’ecumenismo, non potè fare
a meno di fomniilaire serie riserve e dii esprimere l’opinione che i tentativi, arabe
generosi, di teologi o laici oattèlici, erano presto o tardi destinari ad essere bloccati dall’irrigidimento della Curia romana : il presente documento non fa che
confermare le riserve ^à espresse. Non
c’è purtropm nessuna speranza, al momento attuale, che la Chiesa di Roma si
apra ad una più vasta comprensione e só
avvi ad una vera riforma !
Forse tutto questo servirà a far comprendere a mólti, come certe affermazioni, certe offerte o richieste di collaborazione che il cattolicesimo rivolge ai protestantesimo, sotto il segno di una comune lotta contro il dilagante materialismo,
(xmtro il supposto tremendo pericolo
che insidia la cristieuiità e di cui il comuniSmo è l’espressione politica, non siano in fondo che àbili ed opportunistiche
manovre politiche ; e come una eventuale alleanza su questo piano e sotto questo segno sia terribilmente sterile e priva
di vero contenuto sopratatto ecumenico !
In Italia siamo ormai troppo smaliziati,
purtroppo, da molta storia e da molte recenti esperienze, per esser presi al laccio di tale propaganda. Il decreto del
Sant’Uffizio è lì per dirci ancora una
volta che non vi possono essere alleanze
o cdllaborazioni, se non si entra nello
spirito fraterno e ansioso dèll’ecumenismo ; cioè se non si comprende che soltanto confessando umilmente il « farisaismo delle chiese )>, come lo chiama il
pastore Subilia nel suo volumetto sull’ecumenismo, si può veramente camminare sulla via dell’unità della Chiesa di
(Dristo. I decreti severissimi, i richiami a
regole e canoni che noni sono la pura Parola di Dio, non fanno altro, ahimè, che
inaspire posizioni già troppo aspre di
per sè stesse.
Neri Oianpiccoli
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Qu^do nel primo pomeriggio'dell’8 ^ugno un piooolo gruppo di paetori si è raocelto nei locali della gioventù valdieae di Genova, s’è delineato uno dei tratti salienti, e non iJ migliore, dt questa oonferenaa : un buon
numero di assenze, un lasciar stancamente perdere quella buona occasione che è qpiesta assemblea annuale
del distretto. Peccato. Pecoaito perchè
il Capodistretto s’era preoccupaito dii
far avere ad ogni partecipàinte il materiale utile per seguire con profitto i
lavori, fatica non indififerenite, ma
molto utile. Peccato perchè a GJenova ed' a Sampierdareua non sono mancati i segni vivi di ospitalità fraterna
da parte delle Comunità e dei Pastori.
Difficoltà e possibilità
Ma veniamo alla Conferenza che,
presieduta dal Pastore Peyronel, intraprende i suoi lavori a partire dal
mattino del 9 giugno. La lettura della
télazione^della Comm. Distrettutde
offre un quadiro delle possibilità e
delle djiffieioltà ddUe Comuni'tà nell’ora presente,.e fra l’esame delle difficoltà e l’accenno insistente alle possibilità si svolge tutta la diiscussione
che segue. Difficoltà per gli alloggi,
per i locali di culto, per la mancanza
di operai, rendono a volte perigliosa
la vita di alonne Chiese; alcuni iuterventi illustrano situazioni particolari, ma senza i^ppo insistere.
Lo scambio di idee si fa serrato
sul capitolo (( anziarìà evangelisti
quando si fa manifesta la delusione
per dover riportare ancora sul tappeto la questione senza che si sia giunti
ad una pianificazione. In lineai generale si insìste sull’utilità ohe ogni
chiesa curi i dionì che si possono manifestare nei credenti, prepari i propri evangelisti, in modo che al momento opportuno, e quando essi sentano di dover andare oltre la Comunità d’origine, possano essere impie
gati nell’Opera.
delle grandi città, e la vita oggi è alle periferie. Altri osservano l’inaideguateziza di tale proposizione edi affermano, sulla scorta di dati dS fatto,
le possibilità d’una entangeMzzazione
fra i ceti medi.
Siamio oondioitti. così, inawertitamente, a proporci il problema delVEvangelizza&one, esaminando anche quanto è stato fatto d’intesa con
la Tavola Valdese durante l’anno ecclesiastioo appena compiuto. Qui insorgono non poche Comunità dichiarando non essere giusto che l’amministrazione prenda il posto dici Consigli di Chiesa, decidendio quanto
non è di sua spettanza. (II Capodistretto fa osservare che la Tavola Valdese ha agito su mandatoi del Sinodio.
Altri aggiunge che certe decisioni sinodali soffrono dii frertolosità). Il seguito del dibattito pone unia distin
zione fra quella che è evangelizzazione, compiuta sopratutto dalla testimonianza (fella Comunità, e quella
che è diffusione dfei nostri principi,
della nostra storia, del punto di vista
(Jel particolare su di un; dato problema. Le due esose sono tali .da non escludfersi, ma da completarsi, di modo ohe è ben auspicjahile una ripresa
delle conferenze pubbliche, rese più
effiiìaci (dall’esperienza e da sussidi a
mezzo stampa. Anticipando quanto
sarà detto il giorno seguente, va rilevata l’attenzione prestata dalla Conferenza al settore stampa ; si è notata
una buona stampa periodica forse non
bastantemente valorizzatai e (jualche
Pastore non ha mancato di fare osservare che oggi a noi manca il volantino, l’opuscolo che in poche e
chiare pagine spiega (dii siamo e cosa
vogliaano.
sibilità e l’tBtilitl^' solo nell’ambito
della Comunità. Qùalouno raccoman
da maggior cura per questi evangelici della dUaspora, h si acceima alla neoepità di segUidl&e ai credenti che
migrano eà. alle .i^oiiuiaità di arrivo
i movimenti déllf'popolazione; cose
utili, forse, e dg “i® la fede dèi
fratello che desidia vedere H volto
diei « santi ».-non.è 1® soluzione?
E’ l’argomento'stampa die domina
anche riel capitole» scuoia domenicale,
poiché si tratta institi dfel manuale da
tempo scomparso ,e di sussidi per un
efficace lavoro tra i bambini. I pareri
nlon gono unanÜDii: menUro (fa un
lato si ritiene che una traccia trimestrale per le lezic^ sia sufficiente, dall’altra si pensa aw'utilità di un buon
manuale, soprahùto per le scuoi ette
(fella diaspora. * .
Gioventù
Prima di accennare ai problemi dei
bam,bini, • s’era dibattuta la questione
giovanile. In genere i Consigli di
Chiesa non sono contenlti dbi giovani, ed anclie dal Pastori non sono
mancate parole di ' delusione : i più
giovani con la loro presenza e con la
parola hanno (chiesto un maggior
sforzo dii comprensione e che si sappia aspettare. Mdlti hanno perorato
un crlesoeinite svilnp<po dei convegni
regionali.
va comunità fra il numero delle Chiese costituite, Campobasso.
Scorrendo le redazioni noe mancano momeiuti dii sosta, nei (piali dalle
comunità si giunge ai loro conduttori,
che lasciano il lavoro ani (piale sono
stati per nioliti anni. Commosso è il
salitto della Conferenza al Pastore
Paolo Bosio, che lascia Roma dbpo
26 anni di ministerio; anche il. pa.store i'. Vinay lascia dopo 14 anni
lireOzi' II, diove era molto amalo e
stima c . Giungono a coprire le due
sedi i pastori R. Comba e C. Gay, . ccolti dall’augurio d^a Conferenza.
Come s’è accennato, rultinxa parte
dei lavori è impiegata diaU’esame di
un questionario inviato non moiLto
tempo avanti dalla T. V. © vertente
sfai problemi dell’evangelizzazione.
Durante la (XMiferenza erano stati redatti diversi O. d. G., a partire
da quello di... apertura, quanefo abbiamo' trovato due djelegat©; accoglierle o meno? AJl’unidnimità la
Conferenza le ha accolte, ed ha espresso in un o. di. g. il desiderio dR
avere una chiara r©gol£(,m|entazion©
in merito ad una ampia parteciipazio
ne delle sorelle alle Assemblee dtelL
Chiesa Valdese, da (juelle locali al
Sinodb. Ordini dbl ^md sono stati
redatti in merito al rioxtttnamento distrettuale (passaggi dblla diaspora A- ™
bruzzì-Molisona al IV distretto) e al-'^
l’iimario. Diversi pastori infatti hanno espresso preoceupazioni in merito
al rifacimento dbU’hmario, e tali sentimenti si sono concretati in un o. d.
g. che invita a condurre la revisione h
con ogni (jaultela. * ' ^
Giunti alle elezioni, risultano eletti al Sinodb i fratelli Gamba Gustavo
(Genova), Albarin Amato (Sampierdarena) e Faccetti Lorenzo (Livorno).
A sedb della prossima Conferenza
viene designato Livorno; predicatore
d’ufficio il past. R. Comha.
Sul mezzogiorno del 10 giugno s’è
chiusa la Conferenza, che speriamo :
abbiài contributo ® (hiariroi i problemi dell’ora e a farci intendere (tome s
noi e le nostre Comunità siamo nelle mani di Dio e che Egli si serve
anche dii noi « strumenti eletti » per
manifestare la sua gloria.
l- ». J
jC e virtù
cardi noli
To^''
GIUSTIZIA
II
Quistioni varie
Stampa
' ^ Evangelizzazione
Venendo poi ai considerar© le at>ìvità di chiesa, mentre 1 più non fanno proprio il pessimismo della relazione, si osserva & al<nini come le
nostre (tomnnìtà sono borghesi spiri •
tnalmente e borghesi nella topmgrafia
DeUa stampa si parla andhe a proposito degli isolati, per i quali un
tempo si curava l’edlziione mensile
di un culto. L’esperienza ci dtiee che
ha molta maggior efficacia la lettera,
il culto dattiloscritto del Pastore conosciuto, {ùuttosto che l’anonimo
stampato. Ma è necessario ad una
chiesa come la nostra poter seguire
gli isolati nelle loro peregrinazioni,
poter conoscere la loro forza numerica : si parla dii schetSario nazionale,
ma si finisce per rittonoscere la pos
II csapitolo finanze ha mostrato la
inaidbguatesza del nostro contributo
di fronte alle ncttossàtà crescenti dell’opera; da più s^nij si prevede una
buona ripresa del eonitributo economico delle Comunità ;bl®ogna intensificar© Io sforzo e non disperderlo.
Nel pomeriggio ' del 9 giugno si
passa alla lettura delle relazioni pdriicolari, ohe danno occasione a'utili
precisazioni. Una volta si osserverà
che non è permesso ai pastori ed ai
consà gli locali scarsi o prestare i locali per íattiváá'’^.e non siano strettamente ecclesiastiche; altra volta s
porrà l’ocohio sulla necessità di ave
re a cuore le (shiese periferiche,
non farle mancare di una predica
zione regolare; altra volta ancora a
vremo la gioia dì accogliere ima Uno
Giustizila ! Paiola che non è mai stata tanto inivocoita, predicata e spesso
fraintesa come oggi. Se ogni epoca storica può''caratterizzarsi dall’aspirazione
ad un ideale di virtù o di bene, per cui
le età antiche furono ispirate alila fortezza, quella di mezzo alla fede, il settecento dalla ricerca della verità, l’ottocentò per la libertà, la no
stra può deflnÌKÌ l’era dell’aspirazione
alla giustizia. Le si potreibbe quindi applicare la ¡beatitudine : Beati qaelb che
sono affmnaH ed assetati della gittstìzia,
perchè saranno saziati (Matt. 5h), se le
deviazioni dailla purezza dlell’ideale nella ricerca e nella aplicazione di esso non
mascherassero troppo spesso la ricerca
della soddisfazione di un egoismo individuede o collettivo.
SI
Difficoltà di una definizione
dì
g>
Q.t DOL cag-Q^i
de tutto il suo càlòte alla tenera piantina ;
ed il mirto rifiorì.
raggio
(Da una vecchia leggenda nordica» tra^
duciamo e riaèsumiamo).
La neve copriva la terra; gii alberi
senza foglie erano in lutto. Solo i pini
e gli abeti, serrare verdi, non avevano
bisogno, per essere belli, che di spazzolare il muschio ^he li ricopriva. Il vento, signore dell’aria, cardava dei boccioli di lana di neve j>er farsene coperte.
I ruscelli ^ticciati mormoravano romanze malinconiche, insoimiti sotto la
loro coltre. E più malinccmico era nella
giornata nebbiosa il canto di un passero
iirtirizzito.
Ad un tratto, un raggio di sole ! Un
raggio di oro fino, di oro purissimo, celeste, ruppe una nube e cadde sulla neve
candida, sugli alberi senza foglie e sugli abeti dal cupo fogliame ; e tutto fu
trasformato.
Il raggio di sole, dàirali tremule, traversò l’mia, corcando chi poter c nsolare e rallegrar sulla terra.
Il raggio di sole se ne volò in una
misera baita dove i genitori ^zzavano
con i figli l’ultimo tozzo di pane.
« Qualcuno qui jnange ? u.
« No », risposero la povera gente;
«perchè piangeremmo noi ? Non sappiamo forse phe Dio nella sua compassione
infinita ha cura di tutti i suoi figli ? ».
E più lontano il raggio di sole giunse
al capezzale di un ammalato :
(( Qualcuno qui piange ? ».
« No », rispose rinfermo; <i perchè
dovrei piangere ? Dio è la mia speranza
e la mia fcarza ; Egli sa ciò che è bene per
me ».
« Qualcuno qui piange ? » chiese ancora il raggio di solle alla 'inferriata dì
una prigione.
(( Sì )), rispose il prigioniiero che aspettaya la sua condanna; » sì; e come
non piangerei io, colpevole e prigioniero, respinto da Dio e dagli uomini,, senza speranza di rtconciliazione ? n.
Ed il raggio di sole ebbe pietà ; diede tutta la sua luce su una pagina della
Bibbia, aperta là, dove sta scritto del
Signore sulla croce, e del ladrone pentito; tutta la sua luce nel cuore aprato
di nuovo alila speranza.
Giunse sulle rive di imo stagno e ri
splendette sul giaccio invernale :
« Qualcuno qui piange ? » chiese il
raggio di sole.
« No » risposero gli scolari che disegnavano coi pattini nuovi fantastici arabeschi sul ghiaccici
« No » ! risposero le fanciulle allegre
aùl ghiaccio tenendosi per mano.
Ed ancora più lontano giunse il raggio di sole ad un cimitero. Lì una madre era seduta e piai^va il figlioletto
morto, ma all raggio di sole rispose :
« Ma se piango, non son senza speranza, peictó so che rivedrò il mio figliuolo ».
il
Andò più lontano il raggio di sole e
chiese ad un faggio sènza fronde :
« Qualcuno qui piange ? ».
^ « No » rispose il fa^'o ; « perchè
piangerei ? So bene die rinverdirò quan^
do teanerà primavera ».
E così la corsa del raggio di sole seiHr
brava finita ; lieto vedeva la fine della
sua corsa, perchè non aveva visto nessun dolore senza consolazione sulla terra.
Ma eccolo alla, finestra di una fanciulla malinconica che guardava la pianta di
mirto appassita, la pianta di mirto che
ogni fanciulla della sua terra coltiva per
intrecciame, il giorno delle sue nozze,
una corona.
« Si » esclamò la fanciulla, « si, piango, perchè è per sempre appassito il mio
mirto ».
Ed il raggio di sole d)be pietà ; die
Ed li raggio di sole che aveva dato
tutto il suo cedere e tutta la sua 'luce continuò il suo cammino. Chissà forse qual<:uno aveva ancora bisogno di lui.
E proprio qualcuno aveva ancora basano di lui ; un vecchio, dai capelli
blandi, che pianava lacrime amare sulla gioventù lontana e così inutile,
su una vita vissuta solo per sè, senza amore per nessuno, neppure per suo padre, neppure per sua madre, tutta dedita al suo piacere ed al suo interesse
Un vecchio sazio della vita al ijuale
r aggio di sole disse :
« Non piangere ; vieni ancora con me
e t’insegnerò come tu puoi ancora riscattare il tempo perduto »; e lo condusse
sulle rive dello starno, dove sul ghiaccio
invernale le fanciulle e gli scolari pattir
navano semMe, allegri, dimentichi detta
scuola e del lavoro. Si sedette il vegliardo dai capélli bianchi, ed ai fanciulli
che tosto Io circondarono eg^i narrò lc|uel
ch’«ra accaduto un uomo che troppo
jwesto aveva <tominoiato a mtìteie il suo
piacere avanti tutto.
I fanciulli avevano dimenticato il
loro dovCTe, diventarono pensierosi, e ripresero il loro oamoiiDo con una nuova
luce nel cuore.
Il vocabolo stesso (( giustizia » è soggetto, in quasi tutte le lingue, a interpretazioni diverse e si usa ad indicare
concetti molto dissimili. E’ chiaro che
la giustizia posta tra le virtù cardinali
non .può èssere la giustizia nell senso biblico e vecchio testamentario che vale osservanza perfetta della legge, fedeltà a
Dio ed irreprensibilità ai Suoi occhi, ed
è pertanto il compendio di tutte le .virtù.
Attenendosi a tale senso è evidente che
nessuno può essere giusto, onde la necessità dèlia giustificazione mediante il sacrificio di Cristo. La giustizia che la
teologia scolastica ha considerato è piuttosto l’attitudine, la volontà, la pratica
di rendere ad ognuno il dovuto, è sinonimo di equità, senza la fredda ed insensibile obiettività di questa, ma con in
più un elemento umano di simpati a ed araore. Rispondendo essa ad 'Un bisogno
fondamentale dett’anima, bisogno tanto
primordiale che fin i bruti lo risentono,
è più facile lintuirla che definirla, e ciò
spiega le divergenze d’opinioni dei filosofi a questo riguardo. Per Platone giustizia non è che armonia, armonia tra le
facoiltà delÌ’amimo, tra gli individui di
una colllettività ; per Aristotile è medietà non tra opposte tendenze interiori, ma
tra due quantità esterne, è distributiva
se riguarda i rapporti pubblici, comutidiva se si riferisce ai privati. Secondo Ciccione è un habitus animij secondo Ulpiano una voluntas di rendere ad ognuno il dovuto. Per S. Tommaso d’Aquino
la giustizia è là volontà stem di Dio, la
virtù della giustizia sarebbe quindi l’attuazione ‘di (puesta volontà ; la senqïlice
legalità che spesso è arbitrio non è quindi giustizia nè virtù. Tralasciamo la citazione dei moderni che svlluppaixmo
l’una o l’elitra delle suddette concezioni
inserendole nel loro sistemi.
Noi adunque chiamiarao ^ustizia tan
Cia bas
Ricordiamo la rievocazione
di Storia Valdese che avrà luogo
domenica'* prossima, In questo
storico tempio, alle ore 17.
to la pratica di questa particolare virtù
quanto gli effetti che da essa pratica dev
rivano. Ma si suole an'che chiamare «giustizia » l’assieme degli ordini giudiziari
e troppo spesso ciò non costituilsce che
una crudele ironia.
Giustizia della Natura e giusti
zia di Dìo
Dobbiamo riconoscrare che esiste nella
natura una immanente giustizia per cui
le cose inanimate e gli avvenimenti reagiscono alle nostre azioni secondo leggi
inflessibili, 'grazie alle quali, se si può
spesso sfuggire alla sanzione di una colpa, isi pagherà seinpre il fio di un errore.
Questa legge, dèlia quale stiamo spe- ’
rimentando duramente gli effetti, vale
per gli mdiiviidui 'Come le coUetrività
ed è tanto più .ttemenda che gli errori
ch'e si scontano sono per lo più dovuti ad
inesatta valutazione di- quegli imponderabili che nessuna scienza perverrà mai
a conoscere perfett-amente e grazie ai
iqual'i i più sapientemen'te architettati piani umani possono dimostrarsi fallaci. E
vi è nell’applicazione di questa giustizia una sollidaiietà coatta di responsabilità che dimostra come la fratellanza
umana nella comune figliolanza da uno
stesso Padre sia non sentimentale aspirazione nè arbitraria creazione di spiriti
T'^orici, ma una realtà naturale per cui
ogni uomo è solidale con tutto il genere
ormano nelle azioni collettive e che esso ’
è veramente « il guardiano di suo fratello ». Tra tutti i mali e le sofferenze
apportate dalla guerra testé concjiiusa,
un qualche bene è pure germogliato se '
una confusa percezione di questa verità incomincia a balenare tra gli uoiniini,
spesso traviata da deformazioni, dà limitazioni, da passioni faziose, ma incontestabilmente in atto. E ne è prova il fatto
che, inalgrado la imponente macchina
giudiziaria messa ufficialmente in moto
per punire i responsabili detta guerra, la
parte più sana dell’opinione pubblica in
tutti ¡1 paesi non 'si è pronunciata su que^a responsabilliità con la stessa sicurezza
che al con’chiudersi della prima guerra
mondiale dettò il giudizio della maggio»ronza. Una certa perplessità, se non la
coscienza di una effettiva confiplicità,
impedisce oggi a molti di pronunciare una condanna unilaterale.
Ben si addice a questa giustizia impersonale e matematica la classica rap*
Eresentazione dellia matrona che regge le
¡lance e porta una benda sugli occhi.
Benda eloc^ente quando deve rappresentare la giustizia giudiziaria cui troppo
spesso essa impedisce di scorgere la bi
lancia I
iMia non cieca, se piàe spesso incomprensibile ©d imperscrutabille la giustìzia
di Dio! Accade a volte di non ravvisasare nell’azione di Dio i rootìvi di cfurlla d« a noi appare giustizia, secor de ;
iwMtri fciteri. Ma già l^ìsodoci avverte
che essa punisce l’imquità dei paelri sopirà i figliuoli fino alla terza ed alla quarta generazione. Anche <pn *o'*darietà
'cowesponsabilità teMncnda, ma quanto
più cot^laitte la con:^>artecipazi.on5 al
beneficio di quelk benignità die accora-'
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^pMpia questa giustizia non |>iù impersoziaiie, non più cieca, ma '
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______,_____j.__________________vigile, ma tem
y .perotai <k un ancor più grande amo . a per
' la cieaitwa : « Uso i>enigmtà 6tno alla
màllesiinà gcnieias&ione a coloro che mi
amano e osservano i miei comandamen"
ti ». Tristo l’Antico Testamento è la storia dielta gjiiustizia divina che inifalliibiilr
mente colpisce un popolo stranamente
aM’ufabicl«
_ , popolo di cxModu’
¡tv ) n>, ma anche la storia della perdurante
restio
lienza,
« '
s
benignità che dovrà culminare nel mistero ineffabile della Redienzione. I Salmi
invocano la giustizia dell’Etemo. tallora
troppo lenta per la nostra impazienza di
creiiliure effimere, ma esaltano alltresì la
Sua benignità.
ptensiva indulgienza avrebbe rìcondiotto
all’ovile paterno o della comunità I
Non abbastanza.furono tra noi.mediilati,
nè ogra forse non lo sono, alcuni passi
degli cìvàhgeli che riflettono <|uanto a
vedute umane potrebbe sembrare palese
ingiustizia : la parabola dei lavoratori
dme diverse ore e la paràbola di Gesù
ai (( buoni ladrone ». Troppo spesso là
nostra giustizia è e si esprime come iquedla del fratello maggiore del figliuol prodigo.
giustizia pxo
se quei
negli animi l’efietto decliva la leu
La nostra giustizia
Similmente la nostra giustizia non può
scompagnarsi dafe Carità. Se ciò avvenisse non sarebbe più una virtù cristiana,
" ma acquisterebbe là fredda impassibilità
delle ivirtù filosofiche puramente umane.
Se Giustizia è anzitutto retto giudizio,
non debbiamo tuttavia dimenticare che
siamo esortati a non giudicare e sopratutto a non condannare : « Chi è senza
peccato scagli la prima pietra ! ». E’
da pensare che i contemporanei di Gesù
possedessero una coscienza più delicata che non l’uomo moderno, poiché è
dubbio che oggi un simile avvertimento
possa trattenere il braccio di molti lapidatori. E’ vero che esso veniva dalla sovrumana autorità del Cristo.
Infatuata di sè
duceva talvoilta ___-----------
loroso che destava la lettura dei proclami
annunzianlti le feroci rappresaglie diell’ulltimo periodò della guerra, in cui si
alludeva a leggi di guerra » severe, ma
giuste )) ! Sarebbe d’altra parte mancare a nostra volta di giustizia, il dSs^oscere che, severa aifizitutto vm^ chi giu
dicava, qiuella giustizia fu una dei più
eflìcaci mezzi’di conaervazione di un ali- '
to livello di moralità ba la mostra gente.
La giustizia inflessibie, con gli attribiMÌ diJla ispada e djelia bilainicia, può essere virtù filosofica, la virtù romana di
Bruto maggiore, ma non è virtù cristiana. Nel rondiò dèlie «ette virtù cristiane,
esse si tengono per mano e non possono
scompagnarsi. Sorelle, ma norf eguali,
esse debbono rimamere subordinàte alla
mag^ore, aia Carità che tutte le guida
e le anima .
iSia dunque là giustìzia c^ detta i nostri giudizi di ogni giorno, ispirata da umiltà, benignità, comprensione, non meI no che da àiettività e retto criterio e attinga i suol lumi nèlla costante preghiera.
Sia giustìzia educativa, più die punitiva,
distributiva più che retributivai.
M. Eynard
I.
Astenersi dal giudicare ! Impresa diffioile e quasi sovrumana. I Valdesi priimltìvi, in omaggio a quel precetto, non
ritenevano le funzioni di giudice compatibili con lo spirito cristiano e non si
saprebbe dar loro torto. ‘La lettera dell’iEivangelo ripudia una funzione che la
antichità in genere riteneva altamente onorifica, tanto da fame un attributo della ¡sqjvranrtà e che la società moderna
colloca al sommo delle attività sociali;
e davvero, se si pensasse seriamente a
ciò che essa implica vi sarebbe da iy>brividire -e l’ufficio del giudice costituirebbe un intolleràbile tormento della coscienza di chi l’esercita ; si può essere
giudice coscienzioso, cauto, umano, ma
un errore è sempre possibile e le conseguenze deiU'errore come della leggerezza di un magistrato possono essere trer
mende. EìL graziato, ottanti
ne, un ergastolano che per ben 55 _ anni
non cessò di proclamare, senza mai una
contraddizione, la propria innocenza; è
vero che era un povero diavolo e che sé
lo erano sbrigato in tre udiize, senza
arringhe di avvocati principi.
Ma ¿li stessi antìchi vaildesi erano pur
-costretti a portar giudizi, per sallvaguardare
la loro disciplina eocleaiastica o per decidere le questioni che essi., per principio e per 'dolorosa e^erienza, non sottoponevano alla (( giustizia ufficiale »,
■ e non erano affiatto indblgentri Nè si
può partecipare alia vita associata senza essere dhiamati ad ogni istante a pronunziare giudizi, come genitore, come
pastore, come maestro, come dirigente,
come esecutore. La vita è una serie di
scelte, ognuna delle quali esige un giudizio che richiede di essere portato con
giustizia.
Anche questa giustizia dii diritto privato è, come quella dei tribali, sogr
getta ad errori : le pa'ssioni, i pregiudizi,
i preconcetti, le false apparenze possono traviarla. Quante vite amareggiate é
talvolta infrante da un errore di giudizio, da una mancanza di giustizia da parte di genitori, di maestri, di superÌOTi,
pure ispirati dall’amore e persuasi di o
peraxe per il bene di colui che irreparabilmente offesero ! Forse per effetto di
Que mes aimables lecteurs - et lectrices - se rassurent! Par ces grandes
chaleurs, je ne me propose pas de
leiutr servir une étude du genre habituel, c’est-à-dire une docte dissertation sur le problème, maintes Cois
discuté, dbs rapports entre»la ReU
gion et l’Art. Je n’ai aucune ioten
tion die mettre l’Art en présence diu
Protestantisme d’abord, du Catholicisme eiisu'ite. On a versé sur cette
question beaucoup d’encre, pas mal
de vinaigre et passablement de. poison.
On a sans doute trop insisté, du côté catholiqpie, sur les tendances «iconoclases » du Protestantisme « .briseur
d’images5>, sur les profanations qu il
a accomplies, sur ses îneompréhejusions psychologiques., en oubliant
que l’Art n’est pas seulement représenté par les arts plastiques ; soulpture
et peinturci, mais aussi par l’arclütectiure et surtout par la musique, vox
angetim, langage céleste. Sur ce terrain, le protestantisme a des traditions de tout premier ordre r il a su
oonBerver, il a su inspirer, il ja su innover.
On a beaucoup trop insisté aussi,
du côté protestant, sur lè pagianisme
du Catholicisme, sur le faste, excessif de ses rites; on a tr» facüetnciU
parlé d’aidoles», en oubliant qu’à côté dles Ima,geB placées sur le» autels
et devant lesquelles les fíleles allument des cierges et récitent des prières, il y a toute le glorieuse tradition des superbes basiliques romanes
dés Xllle et XlVe siècles, des splendides cathédrales gothiques, des XVe
et XVIe siècles - en même temps
«maison du Peuple» et «maason de
Dieu» - où l’Evangile était divulgué
et expliqué aux fotdes illettrées au
moyen des admirables bas-reliefs de
l’e:idérÍ6ur et au moyen des prodigieuse» fresques de l’intérieur représentant les principaux épisodes de la
vie, des miraclefe et des paraboles de
Jésus. A l’époque où il n’était pas
possible de se procurer pour quelques
centimes un exemplaire du Nouveau
Testament et où, du reste, les gens
n’auraient pas su le lire — les fines
sculptures, les grandes peintures murales et les merveilleux vitraux des
Eglises d’avant la Réforme (qui appartiennent à .îqWs les chrétiens'} ont
blés sentiments: la bçauté qui peut étre jouyeuse (et o’est la grâce), qui
peut être sereine (et c’est l’harmonie, qui peut être austère (et c’est le
sublime).
Si l’Art etet bien cela, et tout cela
— si l’Art est le culte de la btauté
dans un but d’élévation mimai» l’Art
est logiquement, néoeseairemeiit, une manifestation db l’Esprit. Et —
comme l’Esprit est un, comn.a l’Esprit est l’absoZ« — l’Art véritable a
son point dé départ et son point d'arrivée en Dieu.
S’il m est ainsi, le problème de
l’apport du Protestantisme à l’Art
pourrait être posé die la façon suivante:
Le Protestantisiifi, en soi, est-il
una calunnia troppo faoiilmente accolta,
di un’apparenza non cautamente vagliata...
Ancora dopo che fu abbandonata la
pregiudiziale antìgiudiziaria, si tramandò
per secoli tta i V.aldesi una tradizione
di severa giustizia fondata sui canoni di
rigida morale e di rigorosa disciplina familiare ed ecclesiastica. Come tante ab
tre, anche questa tradizione si è attenuata nello sfumare dèi profilo valdese dalla primitiva angolosità e nitidezza di bassorilievo all’attuale nebulosità di pastello. Non sarebbe un male, se ciò prove"
uisse da un addolcimento nel metallo di
quella giustìzia, dall’essersi esso fatto
più plastico al fuoco della carità, amuchè da un ìmiginirsl al gelò dell’indifler
ronza.
Perchè, come mèltì llettori su cui sono
ormai cadute le brine dell’autunno possono ricordare, quella giustizia, non sempre immune da un certo orgoglio spiri*
tuale, fu a volte causa di «venture e spiny
•e alla disperazione,, più «vera verso i
prepri che verso gli estranei, anime sviar
ile, ma non traviate che una più com
RICHIESTA DI NOTIZIE
Chi possiede notizie suli’opera
dì evangelizzazione nella vaile di
Susa, è vivamente pregalo di voler gentilmente comunicarle all’anziano della Chiesa di Torino
sig. Carlo Davltc, via Pio V, n. 15
ostile à l’àti? Y -a-t-il dans le prineb
e"" pirotestant (indépendance ou fidè- .
en matière de foi, libre arbitre spirituel) die» élémients qui s’opposent à
l’Art? Y-a-t-ü, dans l’enseignement
dès Gramfe Chefs protestants, une
prise de position hostile on contraire
à l’Art?
Ou bien le Protestantisme eet-il
«neutre» au sujet de l’Art et en mat’ère d’Axt?
Ou bien le Protestantisme e«t-il faivOrable ou., mieux encore, favorise-til l’Art? Y-a-t-il de grands artistes
dont l’inspiration a un caractère nettement protestants? Des hommes qui
sont dbs artistes parce qu’ils puisent
leur inspiration dans la discipline,
dàns la méthode, dans l’expérience
religieuse conçue dl’après la mentalité protestante? Y-a-t-il On somme
des artistes qui sont tels parce que
protestants ?
Nous posons ces question» parce
que V Apport du Protestantisme à
l’Art est justement représenté, selon
nous, par l’Apport à l’Art des artistes. protestants. Et par artistes protestants nous entendions -précisément
les hommes qui ont puisé dàns l’esprit de la Réforme les souffles puissants de leurs inspiration estétique;
les croyants réformés qui ont alimenté leur labeur artistique aver les
convictions religieuses personnelles
provenant de leur méditation libre
et directe des Evangiles..
Laissant de côté toute théorie, nous
aurons donc prouvé et dlocumenté
l’Apport du: Protestantisme à l’Art
en parlant de quelques grands artistes protestants et dbs ohefsrd’oenvres
dont l’humanité leur est redevable.
Ces chefs-d’oeuvre confirment le mot
bien connu db Goethe: «Nous ne savons pas tout c edont nous aurons à
rendre grâce» à Luther et à la Réfor
mation. Par euK, nous avons été libé-^
réiB dea chaînes d« la médiocrité spL ^
ritiielle; nous sommés dovenùs capables, par une culture croisBaute, de
retourner à lai souoe, de connaître le
Christianisme dans sa purete».
). Henry Melile
(Cettei étude aera cxmtmuée procHainemeni}. *
COLLEGIO VALDESE
Borst del Ctoteoarfo
b occasione del^ centenario dèUà emancipazione dei Valdesi la Ven. Tavola Valdese ha stabilito dì mettere a
concorso due premi o borse rispettiva
mente dii 10.000 e 5.000 ÌirCj aliun
ni Valdesi, regolarmente iscinttì in una
delle due prime dassii del Liceo Valide*
se nelPanno scollastioo 1947-1948.
L’assegnazione dèi premi sarà fatta in
base ai risultati <M un esame, che avià
luogo nella prima quindicina dèi prossimo mese dii ottobre, con il segiuente
PepQRAIMIMA:
1 - Il libro del profeta Isaia (la persona
e l’opera del profeta. Elsposizioine ragionata del contenuto).
2-11 Vangelo di S. Luca (traduzione e
cominento comvo dèi testo greco).
3 - Storia della Riforma in Francia - Da
Calvino al re Eroico IV
4 - Storia dei VaMcsi prima delà Rifroma (le origini, la letteratura anidcai
-Ix prime persecuzioni).
La Cormnissione,
SEGNALAZIONI
l’opera della Ricondliazione e aofferr
■ e dcBa
Una predica
E' di Guglielmo del Pesco predica
pabblicata dcdla C^dkmai Che dovrò
fare per ottenere Ìà vita eterna ?
Una domanda terribilmente attuale
quella die il Dottore della legge di cui
parla Luca riOolge a Gesù. La stessa,
domanda cioè dhe ogni individuo die si
professi cristiano (che si professi, cioè
che cerchi di oitìere la sua professione
di fede) ha dovuto proporsi, m giorno
per uscire dalla tradizione e camminare per fede, portando frutti alla gloria
di Dio, il Signore.
Il pastore Valdese di Trieste analizza la risposta di Gesù : semplice, spaventosa e profetica.
Le bretìi pagine della predica saranno
lette con interesse e offriranno più d’uno
spunto cd credenti per fortificare e nutrire la vita dello Spirito. Cl
G. Del Pesco : Che dovrò fare per otnere la vita eterna ? — Predica —
Ed. Claudiana.
rio, le cui argcuneintaziom Vengono cor
rettamente riferite e confutate. Un opuscolo da leggere e da far leggere.
Gl.
Manfredo Ronchi : La remiissiooe dèi
Peccati. Un opuscolo L. 20 '(Roma :
Piazza in Lucina 35. E)d. Il Testimonio}.
Un manuale?
Un opuscolo di polemica.
accompli la missioiu adknirable de faire comiaitre à la mass© de« fidèles le
contenu des quatre Evangiles et des
Acte« dbs Apêtres.
« * *
Alors, quelle siara notre façon de
traiter 1© sujet? Voici :
Nous allons partir d’une définition
toute simple, humaine, réaliste, dynamique de l’Art. Nous disons: l’AÎt
c’est la beauté — dam tou« le» domaines — mise à ta porté de l’homme; c’est-à-dire la beauté prébentèe
à ses sens et rendu© compréhensive
à «on intelligence; la beauté transformée en «motenr» de »es plus no
Ci capita spesso, oggi, di sentir fare
dèlia polemica e ci è qumi impossibile
di non fare della polemica, se non vogliamo rinchiuderci in quel... dignitoso
silenzio che è spesso dolorosa confessione dì viltà, o di incapacità a sostenere
urta tesi. Bisogna d'altra parte onestamente riconoscere che spresso sicario
sprovvisti di quell’opuscold che in poche
pagine dìa Vessenziale di ma quistione,
imposti la discussione stessa. Lemma
tanto più deplorevole, oggi, che il vecchio arsenale anticattolico, diventa troppo facilmente m arsenale anticlericale,
di cattivo gusto, di scarsa obiettività, e
quindi, in definitiva, più arùìreligioso
alla Dcm Basilio, che non semamente ispirato alla ricerca della verità.
Polemica non significa più, non deve
e non può più significare, gretta riesumazione di motivi mti-Tomarú, in cui viete argomentazioni vengono riprese senza tener conto dell’aggiornamento degli
riadi e delle ricerc/te.
La polemica deve quindi essere muferiofa di aiUara, e sempre di netta ispirazione evangelica.
SalutUnno (jaindi con soddisfazione
l’opmscolo del Pastore battista Manfredo
Ronchi: «La remissione dei peccati ».
Esporizione serena, vivace condotta
da un punto di pisfa di evangelica intrenaigenza, in cui l’intransigenza non si
scompagna mai dtd rispido per l’avversa
Come è già noto ai nostii lettori, il
prof. Giovanni iMiegge ha scritto, per
i nostri giovani delle Scuole Medie, tre
volumetti consacrati a Gesù, agli Atti
degli Apostoli, alla Chiesa nei SecoliSiarrw lieti di annunziare che se il ptrof.
Miegge ha dovuto temproraneamente
lasciare Torre Pellice, egli non ha lasciato il lavoro, e ce ne rrdlegriamo con
lui, mentre gli mandiamo un caldo saluto. E’ uscito frattansto prei tipi della
Claudiana (sempre bistrattata, ma che
pure qualcosa fa!) il volume a Gesù e
i’Evangelo ».
Dovrebbe considerarti come un ” marmale scolastico ” p>er i nwtivi che ne
hanno suggerito la pubblicazione: for
nire cioè un utile strumerdo di lavoro
prer studenti ed insegnanti eVangeUti delle Scuole Medie.
mandoti talvolta anche a pmlare
rivista che è così conoscaÉa nel
pubblico.
Il marmro di maggio-giagno si impone aifattermone di ogni studioso dei
problenù sociedi neffa luce del messn^
gio cristiano.
Oltre ad articoli arile cronoidte internazionali e std Sindaadismo, il fascicolo è spyedalmente imptoriante p>er gU
articoli sulla Conferenza Ecamemea di
Amsterdam.
11 vecchio e sempre vegetò assertore
dei pmncipd cristiani nella viia sociate>
Elie Goanelle, scrive Vers l’umié
chretierme Pierre André tratteg^d
brevemente le tappe che da Stoccobna
(1925) ci hanno condotti ad Amsferdimi
(1948); merdre Visser’t Hoofi, il segre
fario del Consiglio Ecummico, presen
ta il compito dma Conferenza Ecumeni
In realtà, pmr rispondendo perfettamente a questo scopo, esso è destinato a
raggiungere urta più Vasta cerchia di lettori: pensiamo in modo prartìcolare alla
prreparazione delle lezioni deUa Scuola
Domenicale; ad un utile complemento
per le lezioni di catechismo, a quanti Vogliono dare la loro testimonianza di cristiani evangelici e si accorgono troppo
spesso dhe è necessario per loro di ripensare i vm pmfblemi che un approfondimento di Vita evangelica suscita del
continuo. Le doti caratteristiche del
prrof. Miegge sono evidenti anche in
questa puSblicazione: chiarezza d’impostazione; lucidità nellesptosizione; equilibrio nella distribariane della materia;
ca ed idtri scritixm prresentano punti ànprortanti nei latori delle Commissioni.
Ogni evangelico che ha a cuore l'estensione del Regno nel mondo e l’unità dei
cristiarù, ed in puimo 'luogo, l'mmtà eOangelìca deve leggere il fascicolo.
L’abbonamento affa Rivista (L. 1 (XW
annue con riduzioni peiisonali a chi* dtchitari di non poter sottostare a quel
prezzo) si pruò inviare al Pastore Elio
Eynard, via Pio Quinto, 15 Torino, sai
conto corrente prostale n. 2*12889, òdestato a Chiesa Valdese
1 pochi numeri ancora disponibili di
maggio" giugno si possono ottenere allo
Libreria EvangeMca di Torino ed alla
tana di Torre
Claudiana di forre Pellicé.
sempre vigile un acuto senso dell’a^aliià evangelica.
Cl.
Giov. Miegge ; Gesù e t’Evangclo, 1
voi. 112 pagine. Ed. Claudiana.
UNA RIVISTA cke ha diritto di cittadinanza nelTambiente evangelico in Italia
Jacques Martin, il Direttore della rivista ” Le Christianime Sodai’' ha
fatto una rapida visita in lidia ed ha vjritato deuni nostri centri, parlando del
Settimana di Stadi Sociali
(TERRENOIRE)
Avrà luogo a Terrenoire (St. Etìeone) una settimana di studi sociali ai quali
potranno partecipare anche giovani evangelici italiani, i quelli però devono po«*
s^ere, accanto ad una formazione cnstiana personale,, anche una modesta conoscroiza dtì proWemt soaali.
Le spese di soggiorno (dal 30 agosto al 15 settembre) sono modeste. F*ciitazioni' per il viaggio. Chi desiderai
partecipare diieda il prospetto aUa »e*
greteria della Chiesa Valdese di Torino
via Pio Quinto, 15,
4
0ë:
;V ' : ■ ’ ■
L'ECO DELLE VALLI 7ALDESÎ
Ancora
su gli ' “obiettori,, !
^Ripstutamonte è stato flliiannüjaio suf.
LIEico <W4e VÄ il problema dl^i <0biettoii di cosdeim » siila base dì uno
studio su di essai da me ireceutemente
pubblicato. In un aiticollo sono stato adt&ktiira accusalo di palrocinaire una leii||ione fiatta dì opportunismi e di compromessi'. Più che confutate questa aiccusa che appare strana a chi rifletta che
ho consacrato il meglio della mia vita a
prodicaie Gusto e la fedeltà alila sua rivelazione, vorrei che fl pròblema degli
« obiettorii » fosse inportato sul terreno
• religioso ai suoii veri terumni in modo che
ognuno possa, a ragion veduta e dopo aver ascoltato le vane tendenze, risolvere per proprio conto il' problema pratico.
^ £cco quanto ho risposto ad' un caro
giovane il quale recentemente mi espo*
neva le sue idee in proposito ;
In rea'ltà quello che ho sostenuto, stud^dq il partiicolare problema degli « obietton », è questo : E’ pacifico che
nella Riveilazuone cristiana ci siano de
tordini chiari e mdìscutibi'li che non
no adito ad incertezze. 1 cristiano
deve campiere quei doveri. Anche quando non è capace di compierlii appieno,
la sua parte è di cercare con tutte le
«le forze di dbbidiire domandando aiuto
a Oio e unuliaindiosi delle proprie infc"
deità. ‘
Ma — e questo è il punto essenzùrie
— oi sono nella iRivelazione. altri ordinii
che ci sono stati dati da Gesù di passata
ed in forma paradossale : ordini che, se
presa alla lettera, c’imponeibbero dei
dovm che ci appaiono ovvero impossibiKj ovvero in netto contrasto con altri ordini da Gesù e con il suo stesso esempio.
11 problema per noi, è quindi questo :
Gome dobbiamo intendere questi ordirli
paradossali ? AMa lotterà ? Ovvero pren<WK nel loro spirito e fame l’iàpplicazione per quel tanto che è possibile, conciliandoli con gli altri ordini di Gesù ?
—' iPer esempio Gesù cii dirà : « Se
uno viene a me e tKMi odia suo padre e
sua madre e la mogifie e i fratelli.,, non
può essere mio discepolo » |Laica ] 4 :
26). 'Devo io dire : Gesù tKin dà ordini
Bssr^ : dunque la mia parte è di lAibidire ciecamente e alla lettera anche se
li^ cosa mi sembri assurda ì Ovvero devo io cercare di interpretare il pensilo
t£ Gesù alla linee di lutto il Vangelo e
trarre dal suo paradosso l’ideale spirituale altissimo ch’egli vitole mdicatmi
come meta ?
_ 2) —■ Gesù cd dirà : « OeJ tutto non
giurate... » (Matteo 5 : 34). iNon sono
mancate le persone <he haruio sostenuto
che rordine andava preso alla lettera.
— Gesù ha anche ordinato : « Se la
tua mano destra ti fa cadere in peccato,
iDopala...» (5: 30). Un padre della
Chiesa prese cosi alla lettera il paradosso che per evitare J’impurità mutilò il
STO corpo. E’ questo che Gesù damanda
ai suoi dascepoli ?
— Gesù ha anche detto : « Non contrastate .al malvagio... » « 'Dà a chi ti
chiede e a chi desidera da te un imprestko non voltar le spalle w (Matteo 5 :
39 e 42). 'Non sono mancate le persone
le quali hanno afleimiato che questi paradossi <h Gesù dovevano essere presi
all'la lettera ; ed a chi obiettava che l’ubbidienza letterale a quelle norme radeva impossibne la vita sodale e che
quegli ordini «ratio in contrasto con albi
ordifli di. Gesù e che andavano quindi
armonizzati con essi e int«pretati con
buon senso, quei cristiaiu hanno ri^Kisto
che non si dovevano discutere gli ordini
di Gesù (anche quelli dati in forma paradossale) ma solo ubbidirli ; e che i cri
stianfl) che sostenevano che quei paradossi andavano capiti nel loro spinto e interpretati) alla luce dii lutto l’Evangelo>
erano infedldli e traditori' del Vangelo.
Come vede jl problema ò antico e
torna a presentarsi ad ogni generazione ;
ed in ogni generazione c’è senipire chi
sostiene le soluzioni estreme che tanto
attiranò i giovani.
_ Nel mio opuscolo ho esposto le ragioni per cui ritengo che Gesù (il quale non
era affatto, come vorrebbero alcuni, un
teorico privo di buon serico pratico che
viveva fuori della rea'ltò ; riè un maestto oiudèle che imponieva sugli uomini
gìoglù impossiMi, per torm^tarli) con
i suoi paradossi d>bia mirato a scuirtere
le nostre mmiti e le nostre coscieiKe e
più che darci delle norme di otta da seguire alla Zefiera e tassativamente, abbia
i^uto indicarci degli ideak spiritiuéi alrissimi' che il mondo schermisce ma che
il discepolo di Cristo deve tenere semine presente sforzandosi di accosttersi ad
essi nello spirito e nella pmkcia, pià che
sia possibile, in relazione ai owi doveri
della oità ed aUe possibiktà peatkdie di
essa.
Mi permetta di servirmi di un esemirio
pratico atto ad illustrare quello che sostengo. Un maestro può additare ad un
bimbo di sei anni un blocco che pesa lun
quintale e dirgli : u Tu devi sollevare
questo blocco ». L’ordine paradossale
può essere preso alla lettera come dovere
tmmedhate, con conseguenze facili ad
nnunaginare : ovvero icoime idedle verso
COT tendere ♦ ed allora significherà pel'
birolro, un alUenameoto pxowessavo prx>porzionato alle sue forze e che Io porterà
gpradlataimente a creare le condizitmi ner
cessane per poter giungere un giorno a
sollevale il grande blocco.
La pima è l’interpretazione degli obiettori ; la seconda è queia che la gran^ massa dei cristiani ha data attraverso
i secoli, agli ordini p^ossalli di Gesù.
Nell mio studio su^i obiettori ho esposto le ragioni per oùii io respingo raocusa d’infedeltà al Signore mossa dagli qbiettari ai ceistiaru aie la pensano come
me e che ^ convinti die la presa di
posiiziòne di quei 'fratelli — pur nascendo da sentimenti degni' di' rispetto —
sia basata su dannose ed errate interpretazioni dell’insegnamento diGesù e debba quindi essere denundata come ingiusta. Pesino quegli argomenti i giovani,
e, se non sono convimll, segiuano pure
fino in fondo la strada d^i obiettorii ; e
'la vita e l’esperienza sii incaBicheranno
di far loro oomprendere molte icose ! Ma
non potranno rimproverare alla mia gè'
tirasazione di aver tadrrto, abband'on>andoli agli estremismi che tanta presa fanno
specialmeMe sui più gjiovani e sulle persone più impulsive »,
Paolo Boslo
M Aosta 3000 — Leonardo « Rina NìccolL
ni, in occ. oompleanno picoolo Franco ?000
— Coucorde Giulio e 'Caterina 200 —
Giardioil Dante 200 — Schreiber Armaniio
300 — Glàesa di Cóazze 1000; 8d. S.
Germano 1000; id. Messina 950; 14 Reggio Calabria 500; id. Roma, IV Novembre,
Società di Cucito 20.000.
Per Istituto Femminile Evangelico di Firenze :
Couoouiide Giulio e Caterina L. 200 —
Unione Cadetti Aosta 3000 — Chiesa di
Coazze 1000; id. Roma, IV novembre, Sòdetà di Cucito 20.000
Per Orfanotrofio dì Torre PelUcc ;
Enrico e Rosina Buffa L. 1000 — Chiesa
dì Aosta 2156; id Coazze 1500; id. Roma,
IV Novembre. Società di Cucito 10.000.
Per Orfanotrofio di Pomaretto :
In mem. Michele Lemme L. 1000 —
Enrico Jahier, S. Germano 1000 — Enrico
e Rosina Buffa 1000 —- Grill Enrico, Frali,
in mem. moglie 200 — Rostan Sfelano. Pomieri 500 — Roma. IV Novembre, Società di Cucito 10.000.
Diremione! Via dei Mille, 1 • Piaerolo
Telefono 409
Amminittraxione: Via Carlo Alberto
1 bia - Torre Pellice
Dir. Resp. Ermarmo Rostan
ARTI GRAFICHE -"L’ALPINA,.
Torre PelHee
Ú
Le famiglie AVONDET risonoscenti, rùt»
graziano quanti vollero prendere parte at
loro dolore per la dipartenza dei diletti genitori
41
Paschallo Anlenlella in Awondnt
■>vw
PERSONALIA
Si è laureato in lettere, ottenendo pieni
voti e la lode, presso la Faodtà di Lettere
dell’Università di Torino, lo studente in
Teologia Bruno Corsani, sostenendo una tesi sulla Polemica antì-giudedea di Giustino
Martire.
DONI RICEVUTI
Per Istituto Gould ;
< Mariuccia Jon Scotta, Torino 500.
Per Orfanotrofio di Pomaretto :
Santoro Lilla, in m. figlio Placido L.
1000 — Società Cucito Napoli 3000.
Per Orfanotrofi :
M.lle Rapiseyer L. 750.
Per Asilo di Sicilia :
UPEM rie. a Dio L. 300 — Santoro IJlia. in mem. figlio Placido 1000 — Ragno
Salvatore e fam. in mem. zio Cav. Ciccolo
Francesco 500 — Campagnano Carmela in
m. frate'h) Sarti Allegra 400 — Pr<rf. E.
Bein e Signora 300.
Per Asilo di San Germano :
UPEM rie. a Dio L. 300.
Per ÌK/ugio Carlo Alberto :
UPEM rio. a Dio 300 — Società di Cucito.. Napoli 3000. '
Per Ospedali:
M^a van Oositveen ;L. 7500 — 'LoiriS
GoIazlSOO — Staub Spoerri 3000.
Per Ospedale di Pomaretto :
Grilli Edmondo, Frali, in m. Pietro Griglio L. 500.
Per Opera Diaconesse :
Chiesa Sanremo, per erigenda Casa L.
4500.
Per Cassa Culto :
Mix Passet. Navi L. 100.000 — N. N.
in mem. compianto marito 50.000
Per RinuAzitt :
Vera e Aido Vinçon L. 1000 — Ersilia
Viti 100 — C. Caselli Buffa 2000 — Marta
Fiorini 1500 — BUmdina Rago ved. PaL
mieri. in m. R. Palmieri 1000 — Brida
Maurin 100 — T. Rabaglla 1000.
Per Emeriti :
T. Rabaglia L. 500.
Per Istituto di Vallecrosia :
Mariueda Jon Scotta, Torino L. 600.
Per Orfanotrofio di Pomaretto :
Enrico Potati. Pienre*o. rioonosoenite L.
150 — N. N. Grangette, in m. suoi Cari,
100 — Maddailena e Feterico Poet, Traverse. in m .figlio Alberto 500 — Comitato
Pranzo 17 Febbraio. Maniglia 1610 —
Per Ospedale di Pomaretto :
Enrico Poet, 'Plarrerdi, rioonosoente L.
150— N. N., Orangette. in m. dei suoi
Cari 100 — Maddalena e Federico Poet, in
m. figlio Alberto 500 — ClemenMina Pons
Mlool in m. fratello FiMppo Pons 500 —
Comitato Pranzo 17 Febbraio Maniglia
1613. ’
Presso la stessa Facoltà si è pure laureato lin lettere il giovane Silvio Tron, reduce
del’ultima guerra da una dura prigionia. Egli ha sostenuto una tesò sullo stato attuale
degli studi critici in relazione alla storia
Valdese.
Ai dUe giovani studiosi le nostre felicitazioni.
Awondel Oiovanni
In modo particolare ringraziano il pastoresig. Beri Umberto, le famiglie Gay e Robert; i vicini di casa; il dr. Rós Sebastianoche tanto amorevolmente lì assistettero durante la malattia.
' Un ringraziamento giunga pure ai colleghi '
del figlio che vollero presenziare alle cerimonie funebri.
S. Secondo di Pinerodo 12 luglio 1948.
;ib b b
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tutti i venerdì dalle
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Per Asilo di San Germano ;
Enrico Poet, Perrero. riconoscente L. ISO
Per rifugio Carlo Alberto :
Enrico Poet. Penrero, riconoscente 150.
Per Cassa Culto :
La Floresta Mary, in man. G. Passalacqua L. 1000 — Couoourde GSuiio c Caterina, per Evangelizzazione L. 100 — Gardiol
^nte, ,per id. 200 — Maria di Paolo per
Ridunzia L. 5000.
Per EtneritttzUme :
Maiorano Antonio L. 500 — Pam. Guidbrandsen, in mem. E. Meynler 1000 — Long
Marta e figli 50 Bessone Ida 1000 —
Schreiber Armando 300 — Peyrot Long filisa in m. Silvia Atansulno 150 — Enrica e
Rosina Buffa. Omegna 1000 — Gay EveUna. rie. cari scomparsi 300.
Per Collegio e Scuola Latina ;
Eugenio Davit 500 — Mario e Flaminia
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5,05 I
5,45 I
4,20
4,19
5,25
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6,38 I
6,53 I
4,35 I
4,50 I
5,181
5,49 I
6,401
6.25 1
r.i31
7,38 I
8,05 I
8.25 I
7,55 I
8,4< j
9,08 I
9,261
I 12.28
I I 13,07
9,35 I 12,48 I 13,24
9,50 I
13,05 I 17,05 I
13,52 I 17,51 I
14,20 I 18,17 I
14,42 I 18,45 I 18,52
6,10 I
6,25 I
6,151
6,55 I
6,30 I
6,51 I
7,16 I
8,10 I
18,20 I
18,46 1
19,01 I
19,18
I 19,07 I 19,35
I 13,13 I 16,30
I 15,03 I
9,05 I 12,20 I----
9,19 I 12,34 I 12,40 | 13,26 | 16,46 | 19,58
I I 13,04 I 13,40 I 17,07 | 20,22 \
I I 13,22 I 13,58 I 17,33
I 114,20 I 14,30 I 18,20
18,30 I 21,25
19,16 I 22,04
19,43 I 22,25
20,021
20,24 I
19,42 I
I 20,45 I
I 21,35 I
13,021
7,05 I
7,20 1
7,361
7,551
8,X)|
Linea Automobilistica TORRE-BOBBIO PELLICE
Venerdì Venerdì
p. 8,351 15,151 19,451 11,30 Bobbi* Pellice p. 6,051 12,201 18,30 1 7
Bobbio Pellice a. 9,05» 15,45 1 20,151 12 TorrePeilice a. 6,351 12,50 119 | 7,30
TRAMVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA c viceversa
12,40 I 14,40 I 17,20 | 19,15 | 20,ÌÒ*|
14 I 15,40 I 18,25 I 20,10 I 21,051
7 I 8,05) 9,30 111,401 13 ( 16,05 | 17,40 | 18,50 | 20,25^1
7,50 I 9 110,40 I 12,30 114,20 I 17 | 18,35 | 19,45 | 21,17 |
Torre Pellice
Pinerolo
Peroaa
4,25
5.45
5,451
6.37 I
6,55 I 8,05 110,151
7,50 1 9,051 11,20
11,251
12,201
I
Peroaa 4,45 | 5,55
Pinerolo .6 (6,45
(1) Feetivo fino al 19 settembre.
I
1
Autoservìzio Sapav-Satti PINEROLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Orario griomi feriali Sapav-Satti
Sapav Sotti Sapav Sotti Sotti Sapav
• 7,40 1 11,401 13,45 1 18,361 Torino 7,201 11,50
. 7,54 1 11,54 1 13,59 1 18,491 Alraaca 7.61 | 12,21
. 8,25 I 12,25 I 14,30 | 19,201 Pinerolo 8,05 | 12,35
Pinerolo
Alraaca
Torino
Salti Sapav Sapav
17 I 18,40 I 19,45
17,31 I 19,11 I
17,451 19,25 I 20,25
Pinerolo
Alraaca
Torino
Sapav
7,40 1
I
8,25 I
Orario
SatU Satti
8,30 1 13,10
8,44 I 13,24
9,151 13,55
grfornt festivi Satti-Sapav
Salti Sotti Sani Salti Sapav
I 19,501 Torino 7,201 12,15 | 18,25 | 23,55
I 20,041 Alraaca 7,51 | 12,461 18,56 | i
I 20,351 Pinerolo 8,051 13 | 19,101 0,851
Auto PEROSA ALTE VALLI
Peroaa
FcneetrcIIe
Pragelato
Sestriere
(I) Fra
(2 ) Fra
Peroaa
Perrero
(1) . 9,25 1 20,20 1 1 1 Sestriere 1 (3) 16,50 1
. 10,15 1 21,101 1 1 Pragelato 5,401 Í7.15 !
. 10,55 1 21.501 1 1 Fen estrelle 6 1 17,401
.11,451 1 1 1 Peroaa 6,40 1 18.251
Feneetrelle e Pragelato solo venerdì e sabato. Pragelato e Fenestretle solo sabato e domenica.
. 9,25 1 20,101 1 1 Perrero 6.25 1 18,15 1
. 9,501 20,501 1 1 Peroaa 7,10 1 18,501
Autoservizio di gran turismo
TORINO-PINEROLO- SESTRIERE
BRIANÇON-GRENOBLE
ora it. ora fr.
Torino
Pinerolo
Peroaa
Pragelato
Seatriere
Briançon
Grenoble
7 I
7,451
8,161
9,101
9,401
a. I
p. I
Grenoble
Briançon
(3)
I 8,301
I 9,151
I MSI
I 10,401
. I 11,101
IO I I
14 . I I
17,451 I
ora fr. ora
2)
15
15,45
16,15
17,10
17,40
lì.
Sestriere
Pragelato
Peroaa
Pinerolo
Torino
I 9 I
(1)
12,45 1
14 I
I
I
I
I
I
a.
Ìso! I 16,40 i 17,20
6.101 I 17 I 17,40
7.101 I 17,451 18 25
7,401 I 18,15 1 18,55
8,251 I 19 I 19,40
(1) Tutti t giorni fino at 28 agosto - (2) Al
sabato - (3) Al lunedi. ' '
Il sellalo Torino - Grenoble e Torino-Nina
ai effettu« solo nei giórni lerlall.
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