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Anno 126 - n. 29
20 luglio 1990
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
VERSO UN NUOVO ASSETTO
Il mondo
a congresso
Le superpotenze e l’intreccio, tuttora sensibile, tra politica, economia e spesa militare
LA RIUNIFICAZIONE DELLE DUE GERMANIE
Il marco trionfale
L’insicurezza e lo spettro della disoccupazione dominano nella DDRLe chiese, sede di dibattito neH’inverno scorso, sono ora semivuote
Nelle scorse settimane si sono
tenuti nel mondo diversi incontri e riunioni che — qualora ce
ne. fosse ancora bisogno — ci
danno sempre più l’idea di come tuttb ciò che succede ai quattro punti cardinali non solo è
strettamente intercbnnesso, ma
diventa anche un problema di
tutti.
Di tutti questi incontri, il più
atteso ed imprevedibüe è stato
il Congresso del Pcus. Come è
noto esso, apertosi con l’attacco
dei conservatori di Ligaciov, si
è sviluppato col contrattacco di
Gorbaciov e si è concluso con lo
« scisma storico » dei radicali di
Eltsin. La vittoria deil’uomo del
Cremlino è notevole, ma altrettanto notevoli — e gravi — sono
i problemi che lo attendono, a
cominciare da quelli che assillano quotidianamente i suoi amministrati.
Quanto al vertice di H'ouston
delie sette grandi potenze economiche, malgrado le dichiarazioni di facciata, le cose non hanno
fatto molti passi avanti: gli aiuti hnanziari aU’Urss per favorirne l’economia saranno in modo
preminente dati dall’Europa (già
su precedenti orientamenti della Cee). Particolarmente significativa la partecipazione della
Germania che, da sola, ha già
concesso tre dei venti miliardi di
dollari previsti dagli esperti (forse per farsi perdonare le sue
ambizioni di coilocare la Germania Est nella Nato?). Per contro gli Usa, gravati da un enorme debito pubblico federaie, oltre che da quello commerciale,
Umiteranito per ora gli aiuti all’assistenza tecnica dato che i
loro impegni finanziari sono rivolti ad alcuni paesi dell’America latina. Per quanto riguarda
il partner orientale, il Giappone (al primo posto nella graduatoria dei sette con un reddito pro capite di oltre 31 mila
dollari) ha preannunciato un
programma di aiuti ecoriomici
aUa Cina. In definitiva, assistiamo ad una nuova ripartizione
del mondo a seconda dei più
immediati interessi delle singole
potenze. E’ quanto è stato denunciato nel controvertice dei
paesi poveri, tenutosi anch’esso
a Houston: si prospettano sempre più marcatamente tre grandi aree eéonomico-commerciaii,
separate e taiora ostili.
Per quanto concerne i’aspetto
più marcatamente miiitare, gli
incontri dei due Patti (Varsavia
e Natb) hanno evidenziato la
maggior disponibiiità dell’Est nei
confronti di una reale diminuzione dell'apparato bellico.
Se si esaminano questi fatti
(forzatamente tralasciandone altri), non è difficile scoprire che
essi sono condizionati da un fattore comune, da un « fil rouge »:
la politica degli armamenti.
L’enorme deficit statunitense,
come, parimenti le precarie condizioni economiche dell’Urss ed
ex satelliti sono certamente dovuti in buona parte alla spesa
bellica. Con una differenza fo,n
damentale. Mentre per questi
ultimi le suddette spese hanno
gravemente danneggiato l’economia e la popolazione, per gli
Usa vi è stato un trasferimento
di ricchezza dai cittadini al complesso militare-industriale. Mentre in Urss si assiste ad una
sempre più accentuata cbntrapposizione fra politici e militari
(il ministro degli Esteri li ha
accusati di non aver imparato
nulla dalla storia recente), negli
Usa il governo è praticamente
« prigioniero » delle grandi industrie belliche, che impiegano ben
22 milioni di dipendenti.
Per contro, nazioni come il
Giappone o la Germania Federale
(le grandi «perdenti» della seconda guerra mondiale), che per
ovvi motivi hanno dato meno
spazio alle spese militari, hanno
bilanci floridissimi.
Ecco aliora che il concetto di
« superpotenza », riferito ad Usa
ed Urss per la loro forza bellica, viene ad assumere un significato non solo contraddittorio,
ma anche poco sensato.
Il mondo pare cambiare, sia
pure lentamente e fra mille difficoltà, ma fin che esisteranno
« superpotenze » (miiitari, politiche, economiche) esso non riuscirà di certo a raggiungere quel
minimo di tranquillità e di benessere Così drammaticamente
necessario.
Roberto Peyrot
L’euforia non dà segni di stanchezza. Dopo l’unità monetaria,
dopo la scelta di Hannover come sede della prossima esposizione mondiale, è arrivata anche
la coppa dei campioni del mondo di calcio con il codazzo di
colossali bevute di birra, caroselli e feriti vari. E’ il boom della Germania.
Nel quartier generale della
« Brüder Comoinde » di Bad
Boll — l’antica chiesa morava
fondata nel 1721 dai profughi riformati accolti in Sassonia dal
principe von Zinzerdorf — si tenta di fare il punto sulla situazione tedesca al di là dei facili
ottimismi e alla luce di un’approfondita analisi sulla situazione in Germania Orientale (DDR)
condotta da Albert Buchwald, direttore amministrativo della piccola chiesa morava che in Europa conta circa 35.000 membri.
Non è un caso che nei mesi della rivoluzione democratica la
ininterrotta « tavola rotonda »
che gestiva il dopo Honecker a
Berlino avesse eletto il proprio
domicilio presso la Bonhoeffer
Haus che appartiene ai « Fratelli
moravi ».
«Oggi la situazione in DDR —
precisa Buchwald — è caratterizzata dalla paura e dall’insicurezza. I marchi sono stati cambiati ma lo spauracchio di una
immensa prossima disoccupazione rimane. Le fabbriche del vecchio regime sono ormai roba da
museo, la manutenzione degli
edifici privati e pubblici da anni
è ine.sistente; si tratta di rico
struire l'economia di un paese
E’ un dopoguerra ma senza cadaveri, salvo quelli nell’armadio
della vecchia guardia ».
Un litro di latte in Germania
Occidentale (RFT) costa 1,5 marchi mentre in DDR 1,6; un chilo
di pane nella parte occidentale
costa 3 marchi, in quella orientale 4. Il sussidio di disoccupazione, che è il 60% dell’ultimo
stipendio, difficilmente in DDR
arriva a 700 marchi; una cifra
che non permette di vivere.
«Il rischio di tutta questa operazione di frettolosa riunificazione è che il marco diventi — continua Buchwald — il nuovo vitello d’oro a cui accorre un popolo privato per troppi anni della libertà. Ma se gli aspetti economici continueranno a prevalere su quelli della solidarietà
umana tra qualche mese assisteremo ad un vero e proprio
disastro ».
Certo che se la Repubblica Federale tedesca fosse stata povera come la Polonia, l'unità tedesca si sarebbe rinviata a data
da destinarsi. Ma in nome di
Un marco che tira come non
mai (anche quest’anno Finflazione non dovrebbe superare il
3%) tutto è possibile.
La dipendenza
dall’Occidente
Finché non si modernizzeranno i processi produttivi la dipendenza della DDR dall’Occidente
sarà pressoché totale. « Ma —
TESTIMONIANZA E RAVVEDIMENTO
Tornare a Gerusalemme
« Uomini galilei, perché state a guardare il
cielo? Questo Gesù, che è stato tolto a voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che
l’avete veduto andare in cielo. Allora essi tornarono
a Gerusalemme... e perseveravano di pari consentimento nella preghiera...» (Atti 1; 11-14).
Tutta la Bibbia ci avverte che i tempi di Dio
non sono i nostri tempi, che i modi di Dio non
.sono i nostri modi. Con altrettanta chiarezza la
Scrittura però ci richiama alle nostre responsabilità.
Così è anche oggi!
Anziché alzare gli occhi al cielo, dove non ci è
dato di scorgere nulla, siamo chiamati a riportare
il nostro sguardo a terra, patria dell’uomo, per testimoniare la nostra speranza in quel Dio, Padre di
Gesù Cristo, che agisce ben al di là della nostra capacità di comprensione. Questo è il vero culto che
egli gradisce (...).
Non c’è contrasto nella Scrittura — e nella fede,
perciò — tra terra e cielo, tra ciò che questi due
termini propongono, nelle categorie che rappresentano. Terra e cielo, in Gesù Cristo, diventano
uno spazio solo, nel quale l’azione di Dio si dispiega per l'oggi e il domani dell’uomo e della creazione.
Gesù Cristo è l'Envnanuele, il Dio con noi,
Dio che condivide nella solidarietà l’interezza della
vita umana. « Gloria a Dio nei cieli e pace in terra
agli uomini »: due dimensioni appunto che, nell’incarnazione, si intrecciano indissolubilmente (...).
Prima di ogni cosa dobbiamo « ritornare a Ge
rusalemme »; non è lecito allontanarcene fin che il
Signore non lo vorrà. Dobbiamo tornare alla dimensione della fede, della preghiera, della comunità prima di percorrere le strade del mondo. Nessun
cammino in avanti ha valore se prima non facciamo le cose che devono essere fatte, cominciando
da noi stessi, dalle nostre famiglie, dalle nostre
comunità. Non saremo in grado di testimoniare
Cristo a nessuno se noi per primi non ci ravvederemo (...).
Nessuno si illuda di ricevere un trattamento di
favore. Chi si riempie gli occhi ed il cuore di grandi
speranze, chi desidera parlare agli altri, deve imparare a misurare prima i suoi piccoli passi.
Nella chiesa ciò significa la preghiera personale,
la confessione di peccato, il rendimento di grazie,
la partecipazione gioiosa al culto e alla Cena del Signore, la condivisione dei ministeri più umili — e
forse più grandi — come la visita ai sofferenti e
agli anziani, l’insegnamento verso i piccoli: l’umiltà
di un servizio immensamente grande agli occhi di
Dio. E ancora la lettura personale e lo studio comunitario della Parola di Dio, la contribuzione generosa e costante nel segno della gioiosa riconoscenza.
Se non impariamo a fare queste cose, non evangelizzeremo nessuno. Se non « torniamo a Gerusalemme » non riceveremo lo Spirito, per quanto i
nostri occhi guardino verso il cielo; chiediamo al
Signore di imparare!
Claudio H. Martelli
prosegue Buchwald — le grandi imprese occidentali non hanno ancora fatto granché perché
in DDR non è ancora chiaro di
chi sia esattamente la proprietà del suolo. I vecchi proprietari oggi si fanno vivi e reclamano il loro diritto a riavere le
terre loro confiscate dal passato regime e finché tutta la questione non verrà chiarita a livello giuridico nessuna grossa azienda s’imbarcherà ad investire
in DDR ».
Le chiese, dopo la rivoluzione
democratica incruenta, sono tornate ad essere semivuote; strapiene di gente finché hanno rappresentato un’isola di libertà democratica, rischiano ora di tornare in ombra. La EKD, ovvero la Federazione delle chiese
evangeliche in Germania, ha deciso di investire per il 1990 in
DDR 90 milioni di marchi che
diventeranno 200 per il 1991.
Questo significa, in termini economici, minore solidarietà con
il terzo mondo e le chiese minoritarie sparse nel mondo?
« Niente affatto — precisa Buchwald — la sfida che abbiamo
accettato sta appunto nel non
diminuire il contributo verso
progetti all’estero anche se si va
al raddoppio dell'aiuto alla DDR.
In questo senso molti dipendenti della chiesa accettano che una
parte del loro stipendio venga
stornata e investita in solidarietà esterna ». In pratica una autotassazione che per lo stipendio
medio di un funzionario ecclesiastico tedesco occidentale non
è un trauma ma neppure una
sciocchezza.
L’economia del socialismo reale, garantendo un minimo vitale
per tutti, ha educato la gente a
non prendere iniziative, _ a _ eseguire ciò che veniva richiesto
dall’alto. Oggi invece giungono
segnali imperiosi di rimboccarsi
le maniche e di reinventare l’economia almeno finché « tiene Gorbaciov ».
A dicembre si vota
Alla fine dell’anno, il 7 dicembre, i tedeschi voteranno di nuovo ma ancora non si sa se divisi
o finalmente insieme. De Maizière, leader politico del governo
della DDR, precisa sulle colonne
del prestigioso « Die Zeit » che
« occoiTe lavorare in fretta affinché Berlino diventi capitale
della Germania riunificata ». L’unità tedesca appare inarrestabile. Come avveri'à e cosa produrrà non lo si può sapere. « Quello che è sicuro — dice Buchwald
— è che l’era del muro ha prodotto un’enorme curiosità per
l’occidente, che rischia ancora
una volta di essere mitizzato. In
realtà noi sappiamo benissimo
che la Società occidentale è altrettanto spietata di quella crollata con il muro. Umanizzare e
trasformare la democrazia in
una società più giusta e partecipata è il compito delle chiese,
che devono continuare a svolgere una funzione critica ».
Giuseppe Platone
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commenti e dibattiti
20 luglio 1990
S. MARZANO: VERSO
LA COMUNITÀ’
PER GLI ANZIANI
Sul settimanale si è aperto un dibattito intorno alle Case per gli anziani e
credo di poter dire una parola anche
io, visto che da 9 anni esprimo il mio
servizio anche In quel campo.
Desidero innanzitutto dire che non
mi sembra giusto affermare che le
rette sono troppo alte; esse sono proporzionate al servizio che i nostri Istituti rerrdono alle persone ospitate,
considerando che le leggi prevedono
un numero minimo di addetti ai lavori, numero sotto al quale non si può
scendere. E d’altra parte capisco la
preoccupazione di chi, avendo due
genitori anziani, non sa come far
fronte ad una retta che va oltre le
proprie' possibilità finanziarie. Perché
è molto bello fare appello alla coscienza di ciascuno e ricordare i sacrifici
che i genitori hanno fatto per noi...,
ma se i soldi non ci sono rimane un
discorso teorico molto bello che non
aiuta a risolvere la situazione. Forse
si può affrontare il problema degli anziani con un approccio diverso, fermo
restando il fatto che i nostri istituti,
qualificati per l'assistenza agli anziani
non autosufficienti debbono avere, per
forza di cose, tutto il personale qualificato necessario per tale compito.
Per gli anziani ancora validi, che hanno
solo problemi di convivenza con figli
o figlie sposate, o problemi di solitudine e di emarginazione, il problema potrebbe essere risolto con un approccio diverso, che illustro brevemente.
Si tratta di formare piccoli gruppi omogenei di anziani autosufficienti che si
autogestiscono, utilizzando le numerose strutture delle nostre chiese, spesso utilizzate come foresterie (o Inutilizzate). I «tigli del presente secolo » sono molto più accorti di noi in
questo campo. A Imperia un ex collegio è utilizzato da un gruppo di anziani costituiti come comunità con regolare atto notarile (ma può bellissimo essere una comunità di fatto); hanno due collaboratrici familiari addette
alla cucina e si dividono i compiti e
le spese necessarie alla vita quotidiana. Svolgono anche opera di assistenza verso quelli più disagiati di loro
(carcerati in licenza premio, barboni,
ecc.) ospitandoli per qualche giorno.
Non esiste alcuna legge che imponga
loro oneri sociali (neppure l'IClAP, che
richiede l’iscrizione alla Camera di
Commercio) e quindi le spese sono ridotte all’essenziale... Il loro - Circolo
delle bocce » conta 50 soci.
L’assistenza sanitaria è fornita dalla
USL locale come per tutte le altre
persone. Quando viene a mancare l’autosufficienza della persona, si cerca il
ricovero in un’opera specializzata.
Parlando con il presidente dell’OPCEMI, abbiamo ipotizzato una utilizzazione di questo tipo per la Casa evangelica di S. Marzano, e ciò è possibile
senza modificare nulla dell’attuale Statuto, mantenendo il Comitato ed II relativo controllo della Conferenza del
Il Distretto sull’andamento dell'opera.
Per anziani autosufficienti e ancora
desiderosi di rendersi utili agli altri
la cosa potrebbe essere organizzata in
questo modo: attualmente possiamo
ospitare confortevolmente un massimo
di 12-14 persone in otto camere a
condizione di installare il riscaldamento in tutta la casa (preventivo di 18
milioni nel ’90); il resto (ascensore,
altre otto camere e servizi, ecc.) può
aspettare.
Gli ospiti si associano versando la
quota di associazione « una tantum »,
che dovrebbe essere pari al costo di
un radiatore a gas del tipo Italkero
(all’incirca L. 600.000 neH’89) e questo,
insieme alle offerte ed alle quote annuali ridotte (100.000 lire?) dei soci ordinari membri o amici della comunità
locale, coprirebbe gran parte della spesa dell’impianto di riscaldamento.
Gli ospiti anticiperanno mensilmente
la loro quota parte di rimborso spese,
versando il saldo eventuale a fine mese. Le varie necessità della vita insieme possono dare a tutti gli ospiti la
sensazione dell’utilità della loro vita: la spesa giornaliera, la piccola manutenzione della casa con annesso laboratorio, il giardinaggio, l’impegno
nella comunità evangelica locale e nella Pro Loco, ecc. Se nessuno dei soci
se la sente di assumersi l’incarico della cucina, può essere assunta stabilmente una collaboratrice familiare; e
chi ama leggere può iscriversi alla biblioteca comunale. Il costo prò capite
delia vita in un rifugio di questo tipo dipende dalle decisioni dei soci
sottoposte alla convalida del Comitato,
ma non dovrebbe superare il rimborso spese richiesto dalla casa per
l’anno 1990: L. 20.000 giornaliere tutto
compreso: luce, acqua, rifiuti urbani,
telefono, manutenzione ordinaria, viveri e bevande..., tenendo presente che,
attualmente, tale cifra comprende il
costo del commercialista, della gestione deiriVA e relative tasse annuali
IRPEG, ILOR e IVA che con l’approccio al problema proposto, scompariranno dalla futura gestione.
Coloro che fossero interessati a partecipare o a cooperare ad un simile
progetto possono scrivere alla attuale direzione della casa.
Ugo Tomassone, S. Marzano Oliveto
L’AUTONOMIA
PER LE VALLI
Caro direttore,
c’è festa e festa. I gladiatori, le tauromachie, Carnevale, Natale e Pasqua.
Non tutte le feste sono uguali. E’ passato il Mundial, sono passate le elezioni e i referendum. Cerchiamo di
ragionare. E’ passata anche la legge
sulle autonomie, con licenza dei superiori.
Non si può più parlare di visioni di
pochi, un po’ fuori dal tempo e dalla
storia. Come la mettiamo con le USL
e con il nuovo ordinamento provinciale? (La provincia alpina articolata sui
distretti?). Chi se ne preoccupa? Riusciamo ad affrontare questi problemi in
una visione di insieme, tenendo conto
delle lezioni che ci hanno dato le reazioni popolari?
Mentre si parla di villaggio globale,
di unità del mondo più e prima che
Corpo pastorale
Il corpo pastorale è convo cato per i giorni 24 e 25 agosto
nell’aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice con il
seguente ordine del giorno:
VENERDÌ’ 24 (ore 9-13)
— Liturgia per la consacrazione.
SABATO 25 (ore 9-13)
— Esame di fede dei candidati: Pdola Benecchi, Francesca
Cozzi, Cesare Milanesclii. Intervento di Rul>en Vinti in
vista della presentazione al Sinodo.
Se l’esame di fede dei candidati avrà avuto esito positivo, i sermoni di prova verranno tenuti nei templi dei Coppieri (Torre Pellice) e San Secondo di Pinerolo (ore 15).
Tutti i membri delle Chiese valdesi, metodiste, libere,
nonché gli invitati al Sinodo sono cordialmente invitati ad
assistere agli esami di fede e a partecipare alla discussione
dei sermoni di prova.
Il moderatore della Tavola valdese
FRANCO GIAMPICCOLI
Discorso astruso o ovvio, banale, lapalissiano? Se cogllessimo l’occasione
per portarlo al concreto in queste Valli?
Chi lo porta avanti? Con chi? Con che
mezzi (es. emendamenti a leggi, ma
non solo) ?
Con riserva di continuare ti saluto.
Gustavo Malan, Torre Pellice
DOUCEMENT,
DOUCEMENT
Solo ora, di ritorno dal viaggio in
Inghilterra organizzato dal pastore Martelli, leggo l’articolo del pastore Berlendis sul problema BMV (numero dell’8 giugno 1990).
Sono l’estensore della nota di cronaca sulla giornata del 1“ maggio a
Tramonti (numero del 18 maggio 1990),
chiamato in causa solo perché reo... di
aver riportato, senza aggiunte personali o interpolazioni, i vari interventi
dei partecipanti al dibattito.
Nessun commento personale, ma solo pura e nuda cronaca, a cui potrei
aggiungere i nomi, uno ad uno, come
in un resoconto stenografico. Da quella nota trasparivano, sia pur con le imprecisioni e la frettolosità dell’entusiasmo, la volontà di apertura e la
richiesta di dialogo, legato ai presupposti di una teologia rinnovata, nel desiderio sempre più avvertito di accogiienza e di fraternità.
Tutto qui: di fronte all’ipotesi —
prospettata da qualcuno — di un rinvio del riconoscimento BMV a tempi
più maturi ( al 2030?), i credenti riuniti a Tramonti desideravano esprimere
invece la loro volontà di soluzioni urgenti.
Al pastore Berlendis tutto ciò è dispiaciuto: contrordine, cari fratelli, avete capito poco e male, siete soltanto dei confusionari. Basta con gli abbracci, le proteste di amore e gli inviti al reciproco riconoscimento; restate buoni, in attesa di tempi migliori... Lasciate tempo ai teologi — a
coloro insomma che contano — di riflettere e di meditare.
Doucement, doucement, pastore Berlendis! Non tutti possono avere profondità teologiche pari alle sue, pur
conservando il diritto ad esprimere
tendenze e entusiasmi che non necessariamente devono coincidere con il
suo punto di vista! Non se n’abbia
a male, ma forse I cento e passa partecipanti all’assemblea di Tramonti erano alla ricerca non di un teologo con
bacchetta in mano, ma di un fraterno
« barba » in grado di dare veste teologica alle loro istanze — confuse, imprecise, rozze, primordiali — di agàpe
e di accoglienza in Cristo.
Tanto mi sembrava dovuto per la
chiarezza: quanto al resto, ciascun partecipante all’incontro di Tramonti sarà
di certo in grado di leggere, giudicare,
valutare e provvedere a difendersi.
Paolo T. Angeleri, Padova
PROTESTANTESIMO
IN TV
domenica 22 luglio
ore 23,30 RAIDUE
Replica; lunedì .30 luglio
ore 9,00 RAIDUE
NELLA VALIGIA
DELLE VACANZE
Presentazione di recenti pubblicazioni edite dalla Claudiana e da altre case editrici, interviste agli autori.
Appuntamenti
di unità europea, un riassetto territoriale nuovo che tenga conto di realtà antiche sommerse sta riemergendo
un po’ dappertutto. Non c’è contraddizione se si tende a dare a ognuno
il suo in una contingenza che non
sia solo il vivere immediato ed
egoista. Si sa che gli iperborei canadesi stanno riaffermando la loro autonomia, indiani ed esquimesi, continuando a cacciare le foche ed usando
le motoslitte e contribuendo a quel
che si chiama I’« identità » di tutto
il loro Paese?
5-15 agosto — CERRO-LAGO MAGGIORE: Incontro giovanile estivo. Informazioni c/o Paolo Poggioli, via S.
Lazzaro, 19 - 34122 TRIESTE. Tel. 040/
630168.
nosciamo l’ebraismo? » e su « Liberalità cristiana ». Informazioni e Iscrizioni presso Silvio Marini, Dorsoduro
2092 - 30123 VENEZIA. Tel. 041/5233449.
6-13 agosto — TRAMONTI DI SOPRA: Campo donne sul tema: « Verso il 2000 interroghiamoci: come,
quando e perché essere padri e madri? ». Informazioni e iscrizioni presso
Silvio Marini, Dorsoduro 2092, VENEZIA. Tel. 041/5233449.
14 31 agosto — ROCCA DI PAPA:
Presso II Centro battista (via vecchia
di Velletri, 26 - Campi d’Annibale),
campo famiglie su: « Un nuovo risveglio come risposta alla crescente secolarizzazione della società ». Informazioni tei. 06/9499014 oppure 06/
5780412.
6-14 agosto — TAVERNA (CZ): Presso
il centro « Bethel », campo per giovani su: « E’ arrivato un bastimento carico di... ». Informazioni presso Piero
Santoro, via Monte Amiate, 2 - 71042
CERIGNOLA (FG). Tel. 0885/429177.
15-31 agosto — SANTA SEVERA
(ROMA): Presso il Villaggio della gioventù, campo famiglie su: « Chiesa
profetica oggi? ». Tel. 0766/740055.
9-16 agosto — AGAPE: Si tiene il
campo vacanze su: « Le Valli valdesi
tra mito e realtà ». Informazioni tei.
0121/807514.
Dal 12 al 16 agosto — VELLETm:
Presso Ecumene, campo di ferragosto
sul tema: « Pregare ». Informazioni c/o
OPCEMI, via Firenze, 38 - 00184 ROMA. Tel. 06/4743695.
16 25 agosto — TRAMONTI DI SOPRA: Presso il centro « L. Menegon ».
campo per ragazzi (13-17 anni) su: « Libertà ed emancipazione ». Informazioni
e iscrizioni presso Silvio Marini, Dorsoduro 2092, VENEZIA - Tel. 041/
5233449.
17-24 agosto — AGAPE: Campo teologico su: « Economia e teologia: Dio
riveste i deboli di forza». Tel. 0121/
807514.
Dal 13 al 25 agosto — CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GR): Presso il
Campo CBU « La salsicaia », campo
estivo dei Gruppi biblici universitari
sul tema: « Un’etica cristiana: possibile 0 Impossibile? ». Oratore Edoardo
Labanchi. Informazioni presso Rhoda
Morrison, via Renza da Ceri, 32 —
00176 Roma oppure tei. 06/4957964 2757662.
18-26 agosto — VELLETRI: Presso «Ecumene », campo per giovani su: « Democrazia e cambiamento della società ». informazioni c/o OPCEMI, via Firenze, 38 - ROMA. Tel 06/4743695.
25 agosto - 1° settembre — AGAPE:
Campo politico sul tema: « Finalmente si cambia, purtroppo solo all’est ».
Tel. 0121/807514.
13 agosto - 1° settembre — TRAMONTI DI SOPRA: Presso il centro « L.
Menegon », campo famiglie su: « Co
25 agosto -1" settembre — AGAPE:
Campo precadetti (9-1 Ianni) sul tema: « Uno e tutti: divertirsi ascoltando ». Tel. 0121/807514.
delle valli valdesi
settimanale deUe chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio Gardioi
Vicedirettore: Giuseppe Piatone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Plervaldo
Rostan
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Longo (vicepresidente). Paolo Gay, Giorgio Gardioi, Franco Rivolra (membri)
Registro nazionale della stampa: n. 00961 voi, 10 foglio 481
Il n. 28/90 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino l’il luglio e
a quelli delle valli valdesi il 12 luglio 1990,
Hanno collaborato a questo numero: Mirella Benedetto, Marco Gannito,
Valter Cesan, Mauro Gardioi, Klaus Langeneck, Luigi Marchetti, Ivana Natali, Tom Noffke, Alberto Taccia, Liliana Viglielmo, Margarete
Ziegler.
3
r
20 luglio 1990
vita delle chiese
TORINO
CORRISPONDENZE
L'attività di un anno
In ottobre inizieranno i necessari lavori di restauro al tempio di
corso Vittorio - L’imponente carico di lavoro pastorale e diaconale
studi biblici
Con l’incedere dell’estate anche la chiesa di Torino chiude
i battenti; infatti le sale del Lingotto e via Nomaglio resteranno chiuse fino a settembre e anche il tempio di corso Oddone
rimarrà chiuso per alcune domeniche nel mese di agosto. L’unico battente aperto è quello di
corso Vittorio con il culto inglese alle 9.30, quello italiano alle
10.30 ogni domenica e, grazie alla collaborazione di alcuni fratelli, quasi tutti i pomeriggi per
ricevere i numerosi visitatori di
passaggio. Pannelli illustrativi
nell’atrio del tempio e foglietti
esplicativi sono gli utili sussidi
per una buona informazione. Anche la nuova comunità evangelica ghanese non chiude: due volte alla settimana si riunisce nei
nostri locali per il canto, la lettura, la preghiera. Aperta tutte
le mattine dalle 9 alle 12 rimane pure la segreteria di via Pio
V per accogliere ospiti, visitatori,
questuanti... e per ricevere le numerose telefonate. Ma con il 1”
di ottobre (è quasi certo, almeno lo speriamo!) anche il tempio di corso Vittorio chiuderà i
battenti per almeno due mesi per
consentire finalmente quei lavori
di restauro, pulizia e reimbiancatura delle pareti ormai non
più procrastinabili. Per sostenere la grossa spesa necessaria al
compimento dei lavori è stato
chiesto alla comunità di Torino
un non indifferente sforzo finanziario, indispensabile per restituire decoro e dignità al nostro
tempio.
• Tra gli avvenimenti segnalabili, ricordiamo il giorno di
Pentecoste. Tutta la comunità di
Torino concentrata nel tempio
di corso Vittorio per l’accoglienza di nuovi membri di chiesa:
8 battesimi, 5 confermazioni e 4
ammissioni di cui soltanto la me
tà erano giovani provenienti dalla comunità, gli altri erano fratelli e sorelle che hanno deciso
di unirsi a noi in un cammino
di fede, di servizio e di testimonianza. Ancora una volta questo
culto, concluso con la Cena del
Signore, ha rappresentato imo
dei momenti più alti e significativi tra gli avvenimenti deH’anno. L’accoglienza di nuovi fratelli e sorelle provenienti da situazioni e esperienze molto diverse è ricevuta come un dono
del Signore, che arricchisce la
comunità dei credenti di nuovi
doni ed è richiamo alla nostra
responsabilità di testimoni.
• L’anno si è ufficialmente concluso con l’assemblea di chiesa
che ha esaminato la relazione
annua presentata dal Concistoro:
un fascicolo con ben 50 titoli,
resoconto di una vasta e multiforme attività riguardante la vita della chiesa sia nei suoi aspetti interni (quattro culti domenicali, 8 riunioni di quartiere, gruppo di formazione biblica
per adulti, con una ottantina di
iscritti, oltre alla normale attività di catechismo, scuola domenicale ecc. e circa 800 visite domiciliari, compiute soprattutto
dal diacono E. Vigliano, senza
contare le centinaia di visite ad
ammalati e i numerosi incontri,
colloqui, appuntamenti, ecc.), che
nelle attività delle commissioni
concistoriali (in numero di quindici), dei gruppi di lavoro (una
diecina), delle opere diaconali
(4), degli impegni rivolti alTesterno della comunità (una decina). Una imponente massa di
lavoro che tuttavia, dato il limitato numero di persone impegnate, non può essere seguito e
sviluppato come sarebbe necessario. E’ questo Telemento negativo che ancora una volta è
emerso: a fronte di un grosso
impegno di testimonianza e delle numerose possibilità che il
Signore apre davanti a noi, fa
riscontro un numero relativamente scarso di collaboratori, che
portano un peso sempre più grave. A un sentimento di grande
riconoscenza al Signore per le
occasioni di servizio e di presenza che ci pone davanti, segue la confessione della nostra
inadeguatezza. Il bilancio finanziario si è chiuso quest’anno (per
la prima volta dopo molti anni)
in pareggio.
• Numerosi sono stati e continuano ad essere i matrimoni:
16 nel 1989 e 12 già celebrati quest’anno, mentre altri se ne stanno preparando. Abbiamo purtroppo registrato anche diversi
decessi. Limitandoci a segnalare
quelli degli ultimi due mesi, ricordiamo: Giulio Gönnet, Emerita De Pianta Ray, Luigi Selti,
Lisetta Gay ved. Gay, deceduta
a Saluzzo, Guido Bonne,t, e infine
Alice Perrelet Berutti, mamma
del past. Berutti. Alle famiglie
rinnoviamo il nostro affetto e la
nostra fraterna solidarietà nel
Signore.
• Dopo il periodo estivo ci
prepariamo a riprendere il lavoro con forze pastorali ridotte.
Il past. Eugenio Rivoir ci lascia
per Forano e il lavoro presso la
Federazione, e la sua partenza
sarà solo in parte compensata
dal pieno tempo del past. Taccia
e dalla collaborazione parziale
di Renzo Turinetto. Ma il lavoro
dei pastori e del diacono è, per
grazia del Signore, affiancato e
sostenuto da un valido, anche
se limitato, gruppo di collaboratori. La messe è grande, gli
operai sono pochi, pregate il
Signore della messe...
A. T.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Festa centenaria
PRAROSTINO — Il 2 luglio
abbiamo potuto festeggiare nella nostra comunità un compleanno raro: Giacomo Davide
Costantino ha compiuto cento
anni. Mezzo secolo fa, egli era
una persona nota e richiesta
nella zona perché era proprietario di una trebbiatrice a vapore e trebbiava il grano per i contadini da Bricherasio, San Secondo e Prarostino fino in Val Chisone. A cento anni ha ancora
una salute discreta e una memoria che svergogna quella di
molti di noi più giovani. Ancora
lettore attento dell’Eco delle
Valli, a volte mette il pastore in
difficoltà con domande su certi
articoli che il pastore non ha
letto. Il gruppo della chiesa che
gli ha fatto gli auguri con qualche canto della corale era composto da tutte le generazioni; egli conosceva tutti, la loro storia personale e i loro nonni e
bisnonni. I ricordi ed i racconti di barba David sono la cronaca della storia di Prarostino degli ultimi cento anni, ed essendo
stato attento lettore dei quotidiani e sempre interessato agli
eventi politici, nei suoi racconti
su Prarostino spesso si rispecchiano i grandi eventi politici
di cui egli è stato testimone nella
sua lunga vita.
Per noi è stata un’esperienza
molto bella poter fare gU auguri a un centenario, e auguriamo a Davide Costantino ogni bene per gli ultimi anni della sua
vita.
Ricordando
Riccardo Odin
RORA’ — Venerdì 13 luglio si
sono svolti i funerali di Riccardo
Odin, cittadino rorengo, patriarca della frazione Vemej, la cui
storia era comparsa qualche anno fa nei corsivi « Gente di valle » delTEbo delle Valli.
Ottantatré anni portati gagliardamente, attivo e lucido fino
all’ultimo, è stato stroncato da
un male insorto a giugno. L’intera comunità rorenga lo ha ricordato prima al tempio, con le parole del pastore Gardiol, e poi
accompagnato fino al piccolo cimitero di Rorà.
In vacanza
a Vallecrosia
VILLAR PEROSA — Un gruppo di Villar Perosa insieme con
un gruppo di Pomaretto ha passato dodici giorni di vacanza alla
Casa valdese di Vallecrosia. Ringraziamo la Casa per l’ospitalità.
• Ringraziamo Flavio Micci e
Rino Cardon che hanno presieduto i culti delle domeniche 24 giugno e 1” luglio.
• Chiediamo al Signore di assistere Rita e Elio Peyrot, che
hanno presentato il figlio Matteo per il battesimo domenica
8 luglio.
Commissione
permanente
studi
Avviso
La prossima sessione d’esami avrà luogo domenica 26
agosto alle ore 9, presso la Casa valdese di Torre Pellice.
Per informazioni rivolgersi
al past, Antonio Adamo. Tel.
0372/25598.
CARRARA — In questo mese
si concludono le varie attività
comunitarie per la pausa estiva e
si riflette sul lavoro svolto.
Al centro dello studio biblico,
quest’anno, sono stati i personaggi « minori » dell’Antico e del
Nuovo Testamento: Anna, Debora, Ritspa, Eliezer, Jefte, Miriam,
Gedeone ed altri sono usciti dalla penombra ed hanno acquisito
forma, colore, carattere e storia
propria attraverso uno studio approfondito e ben preparato, che
ha destato interesse e partecipazione in tutti coloro che Thanno
seguito.
• Il bazar annuale si è svolto
la prima domenica di giugno
ed ha visto un bel numero di
ospiti, oltre ai membri di chiesa.
Anche se chi lavora, chi prepara,
chi vende e chi compra sono le
stesse persone, il risultato finanziario è stato buono e la soddisfazione generale.
• Un appartamento pastorale
non abitato, un cucinino, sacchi a
pelo, un po’ di spaghetti e un po’
di pomodori, molta fantasia, molte idee ed una grande dose di
buona volontà, più 11 ragazzi e
ragazze della scuola domenicale
e del gruppo dei catecumeni :
ecco gli ingredienti di im « minicampeggio » nei locali della chiesa di Carrara. Ci sono stati momenti di riflessione e di canto, di
giochi e di animazione in questi
due giorni, che si sono chiusi nell’allegra soddisfazione e gratitudine di tutti i partecipanti.
Augusto Longhi
FELONICA — Anche giugno
ha riservato alla nostra comunità momenti tristi e momenti lieti.
Dopo lunghissimi anni di dialisi e di sofferenza il Signore ha
chiamato a sé il fratello Augusto
Longhi. In questa, come in altre occasioni, i fratelli e le so
relle della comunità non hanno
fatto mancare alla famiglia affetto e conforto.
• Passando a una nota più
lieta, ricordiamo la gita che un
gruppo di circa quaranta persone ha compiuto a Firenze per
visitare il Gignoro con il nuovo
padiglione inaugurato da poco e
per il quale anche Felonica ha
dato il suo modesto contributo.
La giornata è trascorsa in fraternità e serenità, facendo giimgere inaspettato il momento del
commiato e del ritorno a casa.
SOCIETÀ' BIBLICA
Per ¡
nuovi lettori
In occasione dell’Anno internazionale dell’alfabetizzazione e dell’ormai imminente giornata dedicata ogni anno a questo problema (8 settembre), la Società biblica in Italia comunica che è disponibile presso la sede di Roma
il pacchetto « Puoi aiutare noi ad
aiutare loro? La Parola di Dio per
i nuovi lettori », contenente materiali di informazione e per Io
svolgimento di attività riguardo
aH’alfabetizzazione in generale e
ai programmi-progetti portati avanti sin dal 1972 dalle singole
Società bibliche nei diversi continenti e dalPAlleanza biblica universale ohe le riunisce.
Il pacchetto e ogni altra informazione o proposta di collaborazione possono essere richiesti rivolgendosi a Marco Gannito, presso SBI - via 4 Novembre, 107 00187 Roma - Tel. 06/6794254 - Fax
06/6798591.
ALLEANZA EVANGELICA ITALIANA
Battesimi
e matrimonio
POMARETTO — La comunità
si rallegra con Bruno Gerlero e
Ivana Pedrotta che hanno presentato al battesimo la piccola
Doris; Danilo De Mar e Marina
Ribet per la nascita di Amanda
Odetta; Umberto Merlai e Cristina Orsello che si sono uniti in
matrimonio sabato scorso.
Che lo Spirito del Signore sia
per tutti guida e protezione costante nella vita di questi fratelli
e di queste sorelle.
Rilancio
L’assemblea dei soci dell’Alleanza evangelica italiana, tenuta
a Roma il 10 marzo 1990, dopo
tre anni di rallentamento di attività, ha eletto il nuovo comitato
esecutivo, composto dai fratelli:
Luigi Cesare Sgro (presidente).
Franco Santonocito (vicepresidente), Pietro Bolognesi (segretario), Antonino Ramirez (tesoriere), Giuseppe Piccolo (servizio promozioni).
Il comitato esecutivo, nella sua
prima riunione avvenuta a Firenze il 5 maggio 1990, ha fra
l’altro deliberato il seguente programma per il rilancio dell’Alleanza evangelica italiana:
— la redazione di una nuova co
stituzione da presentare alla
prossima assemblea dei soci,
sulla base delle proposte fatte
nell’ultima assemblea;
— la nomina di fratelli responsabili in sede di aree regionali;
— la possibilità di riprendere la
pubblicazione del notiziario
IDEA;
— la nomina di un delegato per
partecipare alla prossima assemblea dell’Alleanza evangelica europea;
— il progetto di un Congresso
nazionale sulTedificazione della chiesa;
— la convocazione della prossima assemblea dei soci delTAEI per il 27 ottobre 1990.
Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’atto n. 86
della sessione sinodale europea 1989, è convocato per
DOMENICA 26 AGOSTO 1990
I membri del Sinodo sono invitati a trovarsi nell’aula
sinodale della Casa valdese di Torre Pellice, alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15,30 nei tempio di Torre Pellice e sarà presieduto dal prof. Sergio Rostagno.
II. MODIiHATOKIi
DELLA TAVOLA VALDESE
Franco Ciampiccoli
4
4 prospettive bibliche
20 luglio 1990
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Il sabato,
liberazione deli'uomo e della donna
Per un credente riflettere sul sabato significa cercare di prendere coscienza di
uno dei doni più squisiti ed eccellenti che
Dio fa al popolo e a tutto il mondo, a tutte
le creature.
Il « sabato » è per ciascuna persona e,
insieme, per tutto il creato.
Non mi soffermerò tanto a descrivere la
storia del sabato, il suo affermarsi in mezzo al popolo ebreo, anche se può essere interessante sapere che l’istituzione sabbatica
si affermò con particolare vigore nei momenti dell’esilio e nei periodi in cui si correva il rischio della schiavitù o della disgregazione.
Preferisco parlare del significato del « sabato » (per noi della « domenica cristiana »)
per dei credenti come noi, calati nelle ricerche, nelle condizioni e nelle problematiche del nostro tempo.
Anziché soffermarmi sulle « deviazioni
legalistiche » del sabato ebraico (ce ne furono certamente), preferisco accentuare la
dimensione positiva, le sue valenze costruttive. Mi domando: « Come fare in modo che il sabato, come dono e come proposta, incontri realmente il nostro presente? ».
Una situazione di fragilità
Uno dei connotati più realisticamente
incisivi e leggibili nel nostro presente è
la fragilità. Fragile è qualcosa che si spezza, che non regge al peso e alle sfide, che
rischia di fermarsi, di non farcela ad andare avanti.
La nostra fragilità oggi è verificabile su
alcuni terreni: prima di tutto sul piano
politico. Noi veniamo da tempi, luoghi,
culture ed esperienze forti perché progettuali (ebraismo, cristianesimo, islamismo,
marxismo). Queste « culture » o « religioni » offrono alle persone dei progetti e
scommettono sulla possibilità di realizzarli. Capitò spesso che tali progettualità
fossero vissute in modo violento ed aggressivo, ma l’ideologia corrosiva e totalizzante del « pensiero debole » si dimostra molto superficiale quando pretende di
definire finite o superate tali culture progettuali.
Sul piano più specificatamente politico,
penso che chi, come noi, appartiene al popolo della sinistra, si senta orfano di
un progetto che, effettivamente, manca. 11
crollo della prospettiva socialista in molte
parti del mondo ci lascia smarriti. Tanto
più che non si può dire che un progetto
manchi in assoluto. Il capitalismo ha un
suo progetto ed esso è saldamente orientato al dominio ed all’estensione universale. Il capitalismo è progettuale: mai come ora!
La nostra angoscia e la nostra fragilità
derivano anche dal fatto che il progetto
antagonista è vincente, in espansione, cattura consenso. Non che le cosiddette « democrazie occidentali » non abbiano problemi, anche enormi, ma il modello capitalistico riesce sempre a scaricare sulle persone le responsabilità e i problemi irrisolti. Cresce l’emarginazione sociale, ma i
soggetti emarginati il più delle volte rimangono disuniti e non riescono a « progettare insieme». Ognuno muore per conto suo, a fuoco lento, oppure ognuno porta quasi nascostamente il proprio problema, la propria sofferenza.
D’altro canto, come cristiani che operano alla base, noi dobbiamo oggi prendere
atto di un fatto: la chiesa cattolica ufficiale è quanto mai progettuale e vincente
su tutti i fronti, se si eccettua quello della
fede. Essa, come struttura gerarchica e di
potere, stravince un po’ ovunque e tutti i
poteri di questo mondo, dall’Occidente all’Oriente, la cercano e le offrono spazi.
Essa ha capito che il terreno dell’assistenza è quello che le permette di accumulare fiducia, mezzi e potere e di acquistare
consenso.
L’Est e l’Africa sono oggi al centro dell’operazione di conquista da parte della
chiesa cattolica.
Il progetto di una chiesa popolare,
Presentiamo qui una riflessione di Franco Barbero, animatore teologico delle Comunità di Base del Piemonte, presentata domenica 10 giugno alla Comunità di Morozzo (CN). La riflessione sul significato della
« domenica » per i credenti ci interessa da vicino, anche se le proposte
finali si indirizzano specialmente alle CdB. (red.)
non egemonizzata dal centralismo vaticano, in questo momento è in difficoltà ovunque, anche in Brasile e in America Latina.
Lo stile di partecipazione è largamente in
crisi per la « passivizzazione » delle masse che la cultura adattiva e catturante del
consumismo fa penetrare ogni giorno attraverso la televisione.
Complessità crescente
Del resto, di fronte ad una teenologia a
dimensione sempre più grande, ad una
complessità sempre crescente, ad una
concentrazione di capitali sempre in aumento e di fronte ad una violenza sempre
maggiore, che cosa può fare il singolo individuo o la piccola comunità? Davide si
trova davanti a Golia. Si ha l’impressione
pesante di essere impotenti, totalmente
impotenti di fronte ad un gigante che non
riusciamo nemmeno a disturbare. Come
cambiare le cose in alto e in profondità?
La domanda non è superflua e neppure ingenua.
C’è di più. Il singolo soggetto è come
aggredito, piacevolmente aggredito, da mille proposte consumistiche allettanti. La
musica del nulla si traduce in uno sterminato numero di idoli, di stimoli continui
che invitano le persone a investire (e disperdere!) le proprie energie nelle varie
giostre dell’effimero.
Alla cultura dell’individualismo esasperato si aggiunge spesso la cultura del desiderio: viene considerato valido e sensato
tutto ciò che risulta immediatamente desiderabile. La « disciplina » del desiderio
viene condannata come repressione dei
bisogni. Il soggetto viene indebolito nella
sua capacità critica e i cuori vengono colonizzati e posseduti dai modelli vincenti. 11
singolo viene sempre più addestrato ad
adattarsi. 11 teologo I.B. Metz ne parla
con spietata lucidità in uno dei suoi ultimi libri (Capacità di futuro, Brescia, Queriniana, 1988). 11 soggetto « pluriinteressato » e « decentrato », nel senso che ha
mille « interessi » fasulli e si trova privo
della capacità di organizzare la vita attorno ad un centro, spesso ha l’illusione di
essere una persona libera, attiva, in cui
mille « cose » coprono sempre i vuoti interiori. La realtà è ben altra: tale persona è posseduta da una « legione » di « diavoli », di idoli. E’ esattamente ciò che ci
ricorda il brano evangelico deH’indemoniato di Cerasa (Marco 5: 1-20). Si tratta
di « una moltitudine » che vuole essere
lasciata in pace (5: 8) per possedere interamente le persone. Del resto come, paradossalmente, il sofferente mentale ha bisogno della sua malattia, cosi il nuovo
schiavo ha bisogno delle sue catene.
I connotati e i volti della fragilità sono
molti sul terreno propriamente esistenziale. Non esiste solo il precario equilibrio
dell’ecosistema, minacciato e avvelenato
da tutte le parti. Esiste la molteplice forma di labilità psicologica, di precarietà affettiva, di solitudine, di malattie, di disoccupazione o di emarginazione sociale. Dubbi, incertezze, insicurezze, angosce sono
compagni di strada, fin troppo frequenti,
di ciascuno di noi.
Accenni biblici
In una vita che cerchi l’autenticità, che
non si fasci e non si mascheri dietro a paraventi vari, la fragilità compare anche
nell'esperienza di fede. Non ho qui lo
spazio per addentrarmi in questa riflessione, che risulta fondamentale per la nostra
sequela di Gesù. La Bibbia, sia ebraica
che cristiana, ci documenta in modo ampio e concreto la fragilità delle donne e
degli uomini lungo il loro sentiero di fede.
Non posso rinunciare a qualche rapidissimo accenno. La Bibbia non fa molte ri
flessioni astratte sulla fragilità della condizione umana, ma ce la presenta come visibile in molte esistenze. Chi più fragile di
Elia? Chi più angosciato, a volte, di Geremia (cap. 20?) E Mosè, non viene anche
lui preso dallo sconforto e dall’ira quando
vede le indecisioni del suo popolo? Che
dire di Pietro, che fa grandi dichiarazioni
di fedeltà e poi si merita l’appellativo di
Satana? Lo stesso Gesù non fa eccezione:
la sua « fragilità » emerge con tratti accentuati specialmente dai tre Vangeli sinottici (Marco, Matteo e Luca) in un crescendo impressionante che culmina nell’ora del Getsemani e della croce: « Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ». L’Evangelo di Giovanni è già più
incline a stendere un manto di gloria e a
dimenticare la « debolezza » di Gesù. Il
Gesù che sarà tipico dell’apologetica e della catechesi sarà più il Cristo Re che non
il Gesù storico, uomo che ha dovuto fare
i conti con la « tentazione », con la prova,
con l’angoscia. Lentamente lo abbiamo divinizzato e così abbiamo cancellato, o
quasi, i tratti della fragilità reale.
Il dono del sabato
Dunque, che cosa significa ricevere il
dono del sabato oggi, quando la fragilità è
per noi un fatto innegabile, quando siamo
tentati di entrare nella corrente vincente, di
abbandonare la lotta e di mollare lo stile
di vita evangelico? Cbe senso ba per noi
la domenica, il giorno festivo, secondo
quanto ci dice la Bibbia?
Diciamo subito che nelle scritture cristiane troviamo molto di meno che nelle
scritture ebraiche. Noi cristiani, su questo
punto, abbiamo soprattutto da imparare
dagli ebrei attraverso la testimonianza delle loro scritture.
Esodo 20 suona così: « Ricordati di
consacrarmi il giorno di sabato: hai sei
giorni per fare ogni tuo lavoro, ma il settimo giorno è il sabato consacrato al Signore, tuo Dio; in esso non farai nessun
lavoro né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né
il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo
bestiame e neppure il forestiero che abita
presso di te. E farai così perché io, il Signore. ho fatto in sei giorni il cielo, la terra e il mare e tutto quel che contengono,
ma poi mi sono riposato il settimo giorno;
per questo ho benedetto il giorno di sabato e voglio che sia consacrato a me »
(Esodo 20: 8-11).
Si noti: alle creature è chiesto di comportarsi come -il creatore. A lui occorre
(« voglio ») dedicare un tempo. Come c’è
un tempo per le « cose », ci deve essere un
tempo per colui che le ha fatte. Sarebbe
troppo comodo criticare in queste righe la
possibilità di fare dell’osservanza sabbatica un rigido precetto. Certo, molti incorsero in questo errore terribile contro
il quale combattè Gesù. Ma qui occorre cogliere il cuore del messaggio: se tu non
dedichi un giorno al Signore (e l’ebreo credente doveva ricordarsi di Dio anche negli altri giorni, si badi), ti perderai nei
meandri della vita, ti scorderai del tuo
creatore. La Bibbia è estremamente realista: questo testo ba alle spalle la « memoria » di un popolo che molto facilmente si
è dimenticato di Dio.
Del sabato si parla anche nel Deuteronomio: « Rispetta il giorno di sabato e
consacralo a me, come io, il Signore tuo
Dio, ti ho comandato; hai sei giorni per
fare ogni tuo lavoro, ma il settimo giorno
è il sabato consacrato al Signore, tuo Dio.
Non farai nessun lavoro né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la
tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino
e nessuna delle tue bestie, e neppure il forestiero che abita presso di te. Così il tuo
schiavo e la tua schiava potranno riposarsi
come te. Ricordati che sei stato schiavo in
Egitto e per questo io, il Signore, tuo Dio,
ti ordino di osservare il giorno di sabato »
(Deut. 5: 12-15).
Qui la tematica del sabato è legata a
quella della liberazione dalla schiavitù. Bisogna dedicare del tempo al Signore e alla
meditazione - memoria della sua grande
opera liberatrice.
E’ interessante porre mente ed attenzione a ciò che nei due testi è comune e
a quanto è tipico di ciascuno. Ma balza
subito agli occhi che il bene delle creature tutte e la memoria del creatore e del liberatore vanno di pari passo, sono inseparabili.
Se per un verso il sabato è « un comando », per un altro esso è un dono, anche
perché rompe il pesante fardello del lavoro
quotidiano.
I tre occhi del sabato
Il sabato è una realtà che ha tre occhi,
guarda in tre direzioni. Esso ricorda il
passato con l’intervento liberatore di Dio
per il suo popolo; ci permette e ci aiuta a
fruire gioiosamente del presente mediante
il riposo e la festa; ci consente di guardare al futuro e di camminare in avanti sapendo che Dio sarà ancora per noi il liberatore e noi affrontiamo i giorni che
verranno liberati dall’oppressione.
Se ricordo solo il passato mi ammalo di
nostalgia; se mi concentro solo sul presente rischio di cadere nel narcisismo negativo, di rendermi prigioniero delle cose; se
penso solo al futuro smarrisco le mie radici e non so più gioire delle bellezze che
il presente porta con sé.
Quanti di noi sanno attivare i ire occhi
del sabato? Ce n’è qualcuno, in noi, che
non funziona?
La fede, la festa, la vita
Qui vorrei proporre alcune considerazioni che mi sembrano discendere da una
impostazione di fede. Parlo espressamente
sul terreno della fede.
a) Ritrovare tutte le dimensioni
11 sabato ebraico fa in modo che il credente respiri e viva in tutte le direzioni
costitutive della sua esistenza e della sua
fede. Le dimensioni da vivere e da « registrare » (eventualmente da inserire o da
correggere) sono quattro. La prima è costituita dal ricordo e dal rispetto di se stessi
(il riposo, il cessare della fatica); la seconda estende tutto questo alle altre persone, compreso lo straniero, e favorisce la
dimensione dello stare insieme, della convivialità, della festa. La terza dimensione è
rappresentata da un rapporto ritrovato
con gli animali e la natura. La terra e gli
animali non sono solo per lavorare e produrre. L’ultima dimensione è quella, vigorosamente sottolineata, del ricordo amoroso di Dio, del suo amore che salva.
L'uomo e la donna, sotto le pressioni
della vita quotidiana (che anche allora
aveva i suoi problemi), possono smarrire
queste quattro coordinate o qualcuna di
esse. 11 sabato (per noi la domenica) serve
a riequilibrare, a ricostruire l’ordine voluto da Dio.
Le domande sul nostro oggi si affollano.
Si ha l’impressione che spesso la domenica sia soppressa dalle esigenze produttive,
dalla voglia frenetica di un divertimento
che stordisce e che il ricordo di Dio nella
preghiera e l’incontro profondo con noi
stessi vengano soffocati e abbandonati.
b) Scorgere ¡I mondo con uno sguardo
solo
« Secondo un’antica leggenda, la luce
creata all’inizio del mondo non fu la stessa che viene emessa dal sole, dalla luna e
dalle stelle. Questa luce del primo giorno
era tale che avrebbe permesso all’uomo di
scorgere il mondo con uno sguardo solo,
da un estremo all’altro. Poiché l’uomo non
era degno di godere la benedizione di una
Frando Barbero
(continua a pag. V
5
20 luglio 1990
fede e cultura 5
IL LIBRO DI GABRIEL AUDISIO
I "Valdesi": nascita, vita e morte
di una dissidenza
Ecco un libro stimolante, per i
non iniziati al valdismo. E’ l’autore stesso che ce lo dice, ed aggiunge che l’opera non si rivolge
ai colleghi — s’intende di storia,
universitari o non — perché « non
ne hanno alcun bisogno » (p. VI).
Il titolo attrae, anzi è provocatorio. Le « virgolette » che inquadrano l’argomento del volume sarebbero state usate solo per compiacere all’editore (p. 3). Infatti,
Audisio ripete più volte che i discepoli di Valdesio di Lione si
sono sempre rifiutati di chiamarsi
valdesi, un nome affibbiato loro
soltanto dagli avversari. Tra di
essi si chiamavano fratelli, preferendo, caso mai, i termini di
poveri di Cristo, poveri di Dio,
poveri in spirito (pp. 3, 48, 77, 78,
213, 214 e 232).
Non era cosa facile riassumere
tre secoli e mezzo di storia, mettendone in evidenza le tappe salienti con sottotitoli tutti con
verbi aH’infinito {nascere, adattarsi, credere diversamente, durare, nascondersi, organizzarsi, parlare e scrivere, morire) ma l’autore ha voluto sorpassare se stesso aggiungendo un capitolo sulla
chiesa valdese attuale...
Quest’ultima fatica di Audisio
è quasi il coronamento delle sue
ricerche sui valdesi (o poveri di
Lione che dir si vogliano), rappresentate a livello monografico
con la sua tesi di dottorato su
Les vaudois du Luberon: une minorité en Provence (1460-1560),
ma precedute nel 1979 dal saggio
su Le barbe et l’inquisiteur: procès du barbe vaudois Pierre Griot
par l’inquisiteur Jean de Roma
(Apt 1532) e proseguite nel 1982
diall’edizione di un classico della
repressione: Jacques Aubéry, Histoire de l’exécution de Cabrières
et de Mérindol et d’autres lieux
de Provence.
Affermare che tutte le questioni sollevate a vari livelli sulla
storia dei valdesi medioevali e
moderni siano state felicemente
risolte sarebbe forse esagerato,
tanto più che lo stesso Audisio,
persuaso che « ogni avventura
umana costituisce insieme una
epopea e un enigma » e che per
ciò ogni storia è ad un tempo
« racconto e ragionamento » (pp.
235-236), non si abbandona a giudizi senza appello, fatta eccezione
di due casi:
1) se è esatto dire che per lo
più il termine valdese è adoperato in senso peggiorativo, diventando di volta in volta sinonimo
di eretico o peggio di stregone,
tuttavia, agli inizi del movimento
e poi nella trattatistica antiereticale, quel termine serviva semplicemente per distignuere i seguaci
di Valdesio da altri dissidenti,
quali pietrobrusiani, enriciani, arnaldisti, dolciniani ecc. Ma, almeno in un testo, quel nome sarebbe
stato impiegato in un senso, per
me, decisamente laudativo, ed è
nel poema valdese La Nobla Leigon, nei versi 375-380:
qui di Morel e Masson coi riformatori Ecolampadio e Bucero:
per me esiste un filo rosso che
collega il valdismo pre-riformato
a quello post-riformato, ed è il
riconoscimento perenne della sovranità della Parola di Dio, letta
senza glosse ma capita da tutti
perché tradotta in lingua volgare
(per saperne di più rimando al
mio saggio critico / « Valdesi »
(tra virgolette) di Gabriel Au
disio, apparso sull’ultimo numero
del « Bollettino della Società di
Studi Valdesi »).
Giovanni Gönnet
Gabbiel Audisio, Les « Vaudois »;
naissance vie et mort d’une dissidence (Xir“-XVl"'o siècles). Turin,
Editions Albert Meynier, 1989, 8",
pp. VII-254.
« Ma l’escriptura di, e nos o poen veir.
Que si n’i a alcun bon que ame e tema Xrist,
Que non volha maudire, ni jurar, ni mentir.
Ni avoutrar, ni aucire, ni penre de l’autrui.
Ni venjarse de li seo enemis,
Ilh diçon qu’es vaudes e degne de punir ».
(v. La Noble Leçon des Vaudois du Piémont. Edition critique avec introduction et glossaire par Antonino De Stefano. iParis, Honoré Champion, 1909, p. LXXXI-58).
2) Audisio asserisce senz’altro che la dissidenza valdese è
morta e sepolta a Chanforan nel
1532, ma, a mio modo di vedere.
sarebbe stato necessario distinguere meglio tra quel che è veramente scomparso e quel che è sopravvissuto a seguito dei collo
Il sabato, liberazione deiruomo e della donna
(segue da pag. 4)
simile luce, Dio la nascose: tuttavia, nel
mondo futuro, essa splenderà dinanzi agli
uomini giusti in tutta la sua gloria primitiva » (A.). Heschel, Il sabato, Rusconi, p.
129). Vedere il mondo con uno sguardo
solo è esattamente il punto debole del nostro tempo. Noi non riusciamo più a tenere insieme il creatore e la creatura e a capire che la gloria di Dio è compagna ed
alleata del bene della donna e dell’uomo.
Chi vede le esigenze della produzione dimentica il bene degli uomini; chi esalta
l’uomo dimentica Dio. oppure chi loda Dio
trascura l’uomo.
c) Pellegrinaggio verso il settimo
giorno
« Ovviamente il sabato esige un cammino
verso di esso; esige che gli altri giorni si
mettano in sintonia con lo stile di vita che
il sabato genera, coltiva. Il sabato vuole
non essere un giorno « straniero » tra gli
altri giorni della settimana. Esso ha bisogno dell’amicizia di tutti gli altri giorni, i
quali devono accordarsi spiritualmente
con il Giorno dei Giorni. Tutta la nostra
vita deve essere un pellegrinaggio verso
il settimo giorno; il pensiero e l’apprezzamento di ciò che questo giorno può apportarci dovrebbe essere sempre presente alla
nostra mente. Quello che noi siamo dipende
(la ciò che il sabato è per noi. Per la vita
spirituale, la legge del sabato è ciò che per
la natura è la legge della gravità » (op. cit.,
p. 131).
L’osservanza della festa, con i suoi connotati di fede e di umanità, forgia lo stile della nostra vita. Celebrare con il cuore
il giorno della festa cristiana significa alimentare le radici della nostra vita e della
nostra conversione. Dare spazio a Dio significa ritrovare i sentieri della semplicità,
della sobrietà e della felicità vera.
d) Il sabato crea libertà
« Niente è così difficile da sopprimere
quanto il desiderio di essere schiavi della
nostra meschinità. L’uomo deve coraggiosamente, incessantemente, serenamente lottare per la propria libertà interiore, la quale si realizza sottraendosi sia al dominio
delle cose, sia a quello della gente. Molti
hanno raggiunto un alto grado di libertà
politica e sociale, ma pochissimi non sono schiavi delle cose. Il nostro problema è
proprio questo: come vivere con gli uomini e restare liberi; come vivere con le
cose e restare indipendenti » {op. cit., p.
131). Oggi il tema della libertà delle persone si ripropone perehé le funicelle delle
nuove schiavitù, anche dorate, sono numerose e sottili, attraenti e catturanti.
Il sabato può incontrare le nostre illibertà, i nostri ceppi e aprirci gli occhi sulla nostra condizione. L’ascolto della Parola di Dio, la preghiera, il riposo e la
pace possono aiutarci a superare la superficialità, che è il clima prevalente oggi. Dio
cerca le strade per raggiungere il nostro
cuore, cerca le nostre « profondità ». Egli
non è disposto a fermarsi sull’uscio di casa nostra. Ma chi non dedica tempo alla
Parola di Dio e alla celebrazione del suo
nome non celebra il sabato nello spirito
della Bibbia.
e) Fidanzarsi con il settimo giorno Aicunc proposte
sore che lo caratterizza. Noi in questi anni, spesso tirando in ballo il rischio di ricadere in un nuovo precetto (ma esiste
davvero questo rischio?), lo abbiamo impoverito e quasi liquidato.
f) Dio cerca la nostra compagnia
Il sabato non elimina la nostra fragilità,
non cancella le nostre contraddizioni; esso però ci assicura che Dio cammina con
il mondo, con ciascuno di noi. Anzi, il sabato ci fornisce la possibilità di fare un
po’ di compagnia a Dio, ci restituisce la
gioia dell’amicizia e dell’intimità con lui.
Noi abbiamo bisogno di essere confermati nella fede dell’alleanza; abbiamo
bisogno di prendere continuamente coscienza del fatto che Dio è vicino al mondo, alla vita dei suoi figli e delle sue figlie
e che, nonostante problemi enormi e deviazioni terribili, siamo ancora stretti dal
suo amore e affidati alla sua bontà.
« Dice Rabbi Simeone ben Jochai:
Quando fu terminata l’opera della creazione, il Settimo Giorno si lamentò: Signore dell’universo, tutto quel che hai
creato è fatto a coppia: a ogni giorno della settimana Tu hai concesso un compagno; soltanto io sono rimasto solo. E Dio
gli rispose: La comunità di Israele sarà il
tuo compagno » (op. cit., p. 78). In sostanza, la parola ebraica che viene usata
per « santificare » nel linguaggio del Talmud significa fidanzarsi con una donna.
Siamo di fronte al comandamento di sposare il settimo giorno.
Molto significativamente Piero Stefani
{Il nome e la domanda, Morcelliana, pp.
218-220) colloca la celebrazione del «ricevimento-accoglienza del sabato » nel capitolo sulla « ospitalità ». « Questo servizio di apertura del sabato indica come attraverso questa cerimonia d’accoglimento
si riesca a instaurare all’interno di un tempo omogeneo la presenza di una diversità » (op. cit., p. 218). E’ proprio la disponibilità dell’uomo ad accogliere con il cuore, come un dono, il sabato che ne manifesta la preziosità e la funzione insostituibile. Si tratta di ospitare il sabato, cioè di
fargli posto, di conferirgli tutto lo spes
Penso specialmente a tutti quei cristiani che vivono la loro fede fuori dai quadri ufficiali della chiesa cattolica. Spesso
essi hanno lasciato una cultualità che lancia messaggi dì conservazione dello status
quo e che non stimola alla partecipazione.
Presto però si sono trovati senza un luogo, un tempo, una comunità in cui celebrare insieme la lode a Dio.
a) Qgni comunità non può prescindere da questa festa, dalla lode al Dio di
Gesù celebrata con una certa assiduità.
Liquidare il sabato (per noi la domenica)
nella sua dimensione di celebrazione della
fede significa, presto o tardi, liquidare la
fede stessa.
b) Le comunità di base su questo terreno dovrebbero e potrebbero, a mio avviso, essere molto più creative. E’ sul terreno propositivo che esse si devono qualificare. Se non c’è proposta, non esiste un
vero cammino di fede.
c) La paura del precetto può avere un
suo fondamento. Però cerchiamo di valutare le cose in modo profondo. Qggi il vero
rischio non consiste nella ricaduta in un
precetto, ma piuttosto, mi sembra, nel
pericolo che resti il deserto, il vuoto, il
nulla. Semmai si tratta di passare dalla
mentalità del precetto all’impegno di una
memoria delle opere di Dio. Sovente, dietro
le nostre liquidazioni della domenica, esiste soltanto la voglia (non riconosciuta,
ma reale) di individualismo e disimpegno
dalla comunità. Decorre, penso, un riesame di noi che sia spietatamente sincero e
coraggioso e un risalire alle sorgenti più
genuine della nostra fede sapendo mettere al primo posto ciò che davvero sta al
primo posto.
d) In una fase di accentuato e patologico individualismo, in pieno clima narcisistico, è molto evangelico e « contro corrente » farsi il preciso impegno di radunarci come comunità. Il senso della Parola di Dio è più pieno là dove si radunano
i fratelli e le sorelle per ascoltarla e condividerla. Certo, ognuno può (eccome!)
leggere la Bibbia personalmente, ma la dimensione comunitaria è quella che ci edifica a vicenda e conferisce una dimensione diversa alla nostra vita e alla nostra
fede. Senza dimensione comunitaria non
è possibile proseguire un cammino di fede
maturante e liberatrice.
e) Forse il dono del sabato, la pace e
la gioia che lo caratterizzano, sono fiori
così delicati e preziosi che vanno coltivati
con grande cura. Vorrei dire che anche il
sabato ha bisogno di una certa disciplina
da parte nostra, cioè esso esige che noi ne
facciamo una prassi reale. 1 doni di Dio
suscitano ed esigono la nostra responsabilità. Il sabato non può essere una « consumazione » individualistica, ma è autentico se realizza la convivialità, se raduna
la comunità.
f) E’ un’illusione diffusa e funesta
quella che crede ancora che si possa costruire una comunità senza « momenti forti », senza esperienze comunitarie significative. Chi non celebra e non esprime con
dei segni la sua fede finisce col metterla
da parte. 11 sabato è il « momento forte »
per eccellenza in cui la comunità riconosce
c riformula la propria sana identità, si
chiarisce i propri orizzonti di vita e di impegno e gioisce nel trovarsi unita sotto lo
sguardo sorridente di Dio. Una gioia che
non la chiude, ma le conferisce slancio e
voglia per amare la vita e il mondo, per
lottare e creare fraternità.
Franéo Barbero
6
valli valdesi
20 luglio 1990
COLLEGIO VALDESE DI TORRE PELLICE
Talco e Grafite
TORINO — Dopo più di tre
anni le azioni Talco e Grafite tornano nel listino della Borsa di
Torino. Le azioni erano state «sospese » dal listino nel 1987 ed
ora vi tornano per soli 10 giorni
per consentire rofferta pubblica di acquisto da parte della « Finanziaria minerario industriale » che è la fiduciaria italiana
della multinazionale inglese Rio
Tinto Zinc.
Dal 16 al 25 luglio questa società si offre di acquistare qualsiasi tipo di azione al prezzo di
30.000 lire caduna.
Al termine dell’operazione la
Finanziaria dovrebbe acquisire
la maggioranza assoluta delle azioni della Talco e Grafite.
Teatro Sociale
PINEROLO — E’ stato presentato al pubblico il progetto dell’architetto Sergio Hutter, il progettista del nuovo stadio « delle
Alpi » di Torino, per la ristrutturazione del Teatro Sociale, che
era bruciato il 9 aprile ’72. Il
progetto prevede un teatro con
una capienza di 700 posti, più
alcuni servizi per trasformare
l’isolato in un vero e proprio
centro dei servizi culturali. Costo oltre 15 miliardi. Per ora
però il comune non ha soldi. Ha
ipotizzato un primo stanziamento di 10 miliardi per il 1991, ma
chiede il concorso di altri enti.
Mobilitazione
PINEROLO — La mancata proroga della cassa integrazione per
i lavoratori dell’Indesit avrà come conseguenza il licenziamento degli stessi il 26 agosto prossimo. Per questo i sindacati
stanno organizzando la mobilitazione operaia per evitare l'aumento di 1.700 disoccupati nella
zona. Una delegazione di sindacaliste si è incontrata giovedì
scorso a Roma con Tina Anseimi per spiegare le difficoltà della manodopera femminile a trovare un’altra occupazione. In
questa settimana si svolgerà una
manifestazione a Torino e si
cercherà di incontrare le autorità regionali con l’obiettivo dì modificare la decisione governativa.
Cassa integrazione
LUSERNA S. GIOVANNI —
La Oorcos Industriale ha comunicato alla fine di giugno di essere costretta, a causa di una riduzione di ordinativi da parte
dei clienti, a chiedere l’intervento della cassa integrazione; ciò è
accaduto pertanto il 2 ed il 3
luglio, quando 53 operai a Pinerolo e 77 a Luserna non hanno prestato servizio.
Altri tre giorni di cassa integrazione sono previsti in coda
ai periodi di ferie scaglionate;
in questo caso le persone interessate saranno 92 a Pinerolo
e 128 a Luserna.
L’azienda non è stata in grado
di fare previsioni per il periodo
autimnale.
Sperimentazione: O.K.
L’utile strumento dei corsi di ricupero - Revisione e modernizzazione
dei programmi - Gli scambi e i contatti con scuole straniere
Alcune settimane or sono, il
presidente del comitato del Collegio valdese di Torre Pellice
Giorgio Toum concludeva alcune note sull’attività dell’istituto
segnalando un cambio nella guida del nostro liceo; Roberto Giacone lascia infatti dopo alcuni
anni il suo incarico di preside
per assumerne uno nuovo, imp>egnativo e di prestigio, a Parigi, alla direzione della « Maison
d’Italie ».
Nel frattempo sono stati resi
noti i risultati finali degli allievi del Collegio (promozioni tra
il 54 ed il 70% a seconda delle
classi); sull’attività dell’anno scolastico appena concluso abbiamo
avuto Un incontro con il gruppo degli insegnanti, oltre che
con il preside, un gruppo che
da alcuni anni lavora nell’istituto di Torre Pellice e che pare
ben « rodato » per proseguire le
attività « sperimentali » proposte
in questi anni anche per il futuro.
« L’andamento sul piano dei risultati — ci dice il preside —
è grosso modo quello degli anni
scorsi, con una percentuale di
promossi buona, ma non altissima; in particolare in prima
si continuano a scontare anche
gli errori nelle scelte eifettiAate
all’atto di iniziare una scuola superiore. Una maggiore applicazione o il cambio di indirizzo
consentono normalmente un recupero nell’anno successivo ».
Nella valutazione di fine anno.
anche alla luce delle innovazioni introdotte, si inseriscono anche altri insegnanti; Enrico Fumerò precisa in merito: « La
scuola si è preoccupata di essere non tanto un setaccio per distinguere i buoni dai cattivi,
quanto piuttosto un organismo
in cui i ragazzi si sentano pienaynente inseriti. Proprio in quest’ottica abbiamo fatto partire
quest’anno i corsi di recupero.
Si è trattato di un’opportunità, che i ragazzi hanno colto in
modo molto favorevole, di continuare discorsi avviati nel corso dell’anno, senza l’assillo dell’interrogazione. Si sono così affrontati i problemi sorti durante l’anno, nelle due ultime, settimane di giugno, con l’intenzione di ripetere l’esperienza anche
nella prima quindicina di settembre ».
« Una mezza rivoluzione, che il
Ministero permette ma di cui
mai si parla — aggiunge Giacone — è rappresentata dalla possibilità concessa, nei casi di sperimentazione, di non effettuare
gli esami di settembre ma di operare un recupero, da effettuarsi
secondo modalità variabili; alcuni istituti in Italia lo hanno già
attuato, pare con esiti favorevoli. Tra l’altro è un’esperienza
che consente di evitare tutta una
serie di meccanismi a volte neppure troppo utili, legati alle ripetizioni estive, consolidando nel
contempo il rapporto fra stu
SALZA
...Confusi in un playback
Oltre 3.000 persone sono salite
sabato scorso a Salza per il concerto del cantautore Enrico Ruggeri; dopo Bertoli e Vecchioni, un
altro concerto di gran livello. Eppure Salza è il comune più piccolo delle nostre valli, con i suoi
90 residenti; come è possibile che
qui si realizzino iniziative che altrove paiono impossibili?
« E’ molto semplice — ci dice
l’ex sindaco Corrado Sanmartino
—, c’è stato un ritorno al paese
della generazione dei quarantenni, sostenuti da alcuni pensionati
abbastanza giovani: queste persone sono attivissime nell'organizzazione non soltanto di questi concerti, ma anche di altre attività locali. Certo un concerto
così costa parecchio: siamo in 22
ad aver messo a disposizione 1
milione, sapendo che se va bene si recuperano ancora dei soldi
per altre iniziative a favore del
paese, se va male ognuno ci rimette i suoi soldi. In tutto poi
sono una sessantina le persone
che sono impegnate per giornate
come questa ».
Ma come è nata l’idea?
« Da alcuni anni veniva organizzata l’iniziativa di ’’Salza music” con alcuni gruppi locali, poi
abbiamo fatto questo salto di
qualità; volevamo costruire un
posto tappa qui a Salza ed avevamo anche poca fiducia nella possibilità di ricevere contributi pubblici; i risultati ci hanno dato ragione ».
Questo paese, che è riuscito negli ultimi anni anche a riaprire
una scuola elementare « che dà
un volto diverso alla nostra realtà» è vissuto fino agli anni ’60 sulla miniera; « poi c’è stato l’abbandono; in questi ultimi anni
sono ritornati dei giovani, delle
famiglie. E’ stato aperto un centro agrituristico che funziona
egregiamente, è stata riaperta anche una segheria: sono attività
che si armonizzano bene col nostro ambiente. Le baite sono state ripristinate e sono praticamente tutte utilizzate, al punto che è
molto difficile trovare oggi una
casa da affittare. Però, consapevoli che proprio in questo ambiente
a misura d’uomo sta la ricchezza
di un paese come Salza, vogliamo
evitare di sfruttarlo troppo ».
Occasioni come il concerto di
Roggeri, che richiamano migliaia
di giovani, come vengono accolte
dalla popolazione più anziana?
« Abbiamo un buonissimo rapporporto con i nostri anziani, ci
sono state persone che sono arrivate ad offrirci anche 200.000 lire
per un biglietto del concerto... ».
dente ed insegnante in una linea anche meno "formale” ».
Naturalmente i corsi di recupero non sono limitati ai giovani
rimandati, ma sono stati invitati
anche i promossi che tuttavia
presentavano delle lacune.
Elemento caratteristico della
sperimentazione è stato comunque la revisione e la modernizzazione dei programmi scolastici, che ufficialmente sono fermi
da decenni; la stessa interdisciplinarità è cosa acquisita: argomenti analoghi su diverse materie sono stati affrontati in collegamento fra i vari corsi. Nel
contempo sono stati condotti lavori di ricerca particolarmente
approfonditi, ricorrendo a presenze qualificate dall’esterno
(Alessandro Galante Garrone,
Giorgio Rochat, Vladimiro Zagrebelski, Biagio De Giovanni, i pastori Leone e Aquilante, impegnati nelle realtà del Sud) senza dimenticare i numerosi incontri dedicati alla storia locale.
« Elemento caratteristico dell’istituto, e non certo da oggi,
— aggiunge Amalia Geymet —
sono gli scambi con l’estero; la
possibilità di conoscere non soltanto la lingua, ma anche la realtà sociale e culturale di paesi
esteri è essenziale per un liceo
linguistico. Invece delle tradizionali gite scolastiche, che spesso
rappresentano sostanzialmente
un semplice momento di svago,
abbiamo organizzato soggiorni
in Francia ed in Germania, con
successiva restituzione della visita da parte di studenti esteri ».
Una realtà dunque ben viva,
che interessa studenti non solo
della vai Pellice ma di un’area
che comprende anche il pinerolese ed una parte del cuneese;
in questo senso la diffusione di
sperimentazioni anche in altri
istituti potrà diminuire l’interesse per il Collegio?
« Direi — aggiunge ancora Giacone — che la presenza di diverse possibilità di sperimentazione, oltre ad offrire maggiore
scelta alle famiglie, rappresenta
un ulteriore stimolo per chi una
sperimentazione l’ha già avviata ».
I costi non indifferenti potranno costituire un freno alla scelta del Collegio?
«Un lieve calo nelle iscrizioni
— dice la prof.sa Geymet — è
stato riscontrato per il prossimo anno scolastico; non dimentichiamo però che gruppi di sostenitori esteri, come la Gustav
Adolf Werk, offrono ad alunni
evangelici meritevoli significative borse di studio e l’associazione laica ’’Amici del Collegio”
estende questa possibilità anche
a ragazzi non evangelici ».
Al momento di andare in macchina Sono stati resi pubblici anche i risultati dei 26 candidati
all’esame finale; l’esito globale è
stato più che soddisfacente: nessuno ha ottenuto un punteggio
inferiore ai 42/60 e ben cinque
studenti (Marco Gisola, Bruna
Triotto, Manuela Basato, Elisa
Geymonat e Laura Hertel) hanno ottenuto il massimo dei voti
(60/60).
Piervaldo Rostan
Truffa container
PINEROLO — Il giudice istruttore ha rinviato a giudizio per
truffa, bancarotta ed evasione
fiscale Nuccio Candellero, ex esponente liberale che vantava
tra i suoi amici Zanone, Rossotto, Altissimo. Alla base della
decisione del giudice vi è la
truffa architettata dallo stesso
Candellero ai danni di 2.500 piccoli risparmiatori che avevano
affidato i loro soldi al Candellero perché amministrasse 'per
conto loro il noleggio di container. I container erano fantasmi e non esistevano che sulla carta intestata fatta stampare
dallo stesso Candellero.
L’essere personaggio pubblico
che amava contornarsi di ministri, e per un periodo anche l’editore di un quotidiano, « Il Corriere Alpino », erano le uniche
garanzie per gli investitori. Una
truffa di 35 miliardi.
Candellero è stato in carcere
per due mesi ed è ora in libertà provvisoria vicino a Brescia.
Il rinvio a giudizio avviene due
anni dopo i fatti e quando è già
intervenuta l’amnistia per i reati
dì truffa. Ciò ha destato molta
amarezza da parte di alcuni truffati.
Ragazzi e ambiente
FRALI — E’ possibile iscriversi, fino al 10 agosto, presso la
sede della Pro Loco, agli stages settimanali di gioco e animazione per bambini e ragazzi
dai sette ai quattordici anni.
L’iniziativa del comune e della
Pro Loco di Prali si propone di
far conoscere ai bambini alcuni
aspetti meno evidenti della montagna con l’osservazione guidata
dell’ambiente; inoltre si stimolerà la creatività con varie tecniche per la costruzione di giochi e l’invenzione di storie.
I gruppi, guidati daH’insegnarte Paolo Ghigo, dovranno essere
composti di almeno dieci partecipanti ed impegnarsi a seguire
le attività di tutta la settimana.
Viene anche richiesta una quota
di iscrizione per sovvenzionare
le attività dello stage, che si svolge il pomeriggio, dal lunedì al venerdì.
La «Tre Rifugi »
BOBBIO PELLICE — Si è
svolta domenica, in una bella
giornata di sole e con ima foltissima cornice di pubblico, la
19esima edizione della gara di
corsa in montagna « Tre rifugi ».
Oltre 100 atleti hanno concluso la gara.
Vincitore, nella categoria seniores, Elio Ruffino dell’Atletica
vai Sangone che ha impiegato a
coprire il percorso 2 ore e 12
minuti; secondo e terzo due a■tleti della valle, rispettivamente Bruno Poét e Renato Jalla del
GASM, sicuramente al via domenica prossima nella corsa del
Castelluzzo a Torre Pellice. Da
notare che l’ultimo dei concorrenti ha impiegato esattamente
due ore in più del primo. Successo di Danilo Clapier nella cat.
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20 luglio 1990
valli valdesi
AUTONOMIE LOCALI
E’ l'ora della riforma?
Le novità qualificanti della nuova legge - La potestà statutaria,
il « management » e il maggiore controllo da parte della cittadinanza
C’è una concezione « romana »
dello Stato nazionale ed accentrato che oggi mostra la corda
in Europa mentre toma prepotente, sul filo della rinascita germanica, l’idea del federalismo
immaginato (e praticato) dai calvinisti tedeschi neH’area anseatica come alternativa allo Stato
assoluto — ha notato Gianfranco Miglio, studioso di scienza
dello Stato e deiramministrazione («Il Sole - 24 Ore», 11.7.'90).
E c’è un’organizzazione puhblica italiana, dell’apparato statale, amministrativo che ripete
molti atteggiamenti di una chiesa medievale. Con i suoi sancta
sanctomm, i tabernacoli, i riti
inossidabili, i chierici depositari
della tradizione e del formalismo delle procedure, il traffico
delle indulgenze.
Si potrà tentare ima volta buona la riforma di questo sistema,
sul filo dei poteri di autogoverno popolare, delle autonomie delle comunità locali, dei patti federativi? Rimediare alla crisi di
efficienza, di moralità, di rappresentatività delle istituzioni? A
partire dalle comunità locali, immettendovi vento di pulizia, di
novità, principi « laici » di responsabilità manageriale, spinte
nuove di impegno in prima persona dei cittadini? Il nostro legislatore ci ha provato, finalniente. La nuova legge suH'ordinamento delle autonomie locali è
ora pubblicata (Gazzetta Uff. n.
135 del 12 giugno 1990), è operante.
Un mezzo stampa come il no
stro, portavoce di una presenza
protestante italiana che è piccola ma chiede di essere incisi
SAN SECONDO
Nomine
va, mi pare giusto che la faccia
conoscere.
Cos'ha di veramente nuovo, di
qualificante questa legge, che
prospettive apre per chi intende democrazia come assunzione
di responsabilità collettive? C'è
da dire intanto che è una legge
quadro. Vale a dire che pone
dei principi, dei riferimenti sui
quali le diverse comunità potranno gettare le fondamenta
della propria autonomia organizzativa. Tre sono i principi più
innovativi ed interessanti, mi
sembra. E quello più importante
è il conferimento della potestà
statutaria. Ogni Comune, ogni
Provincia dovrà darsi il suo Statuto ed i suoi regolamenti attuativi. Potrà e dovrà decidere
come far funzionare autonomamente, neH’ambito dei principi
e delle leggi fondamentali della
Repubblica, i suoi organi di decisione, i suoi uffici, i suoi servizi, come associarsi e cooperare con le realtà comunali vicine, come coinvolgere la gente
nel disegno di autogoverno. E’
una sfida da raccogliere.
C’è poi un secondo principio
che può incrinare la vecchia perversa logica organizzativa sacerdotal-burocratica: il trasferirnento di responsabilità dai politici
al « management ». E’ stato notato infatti che l’autonomia non
è esigenza solo politica, ma soprattutto tecnica: per una migliore gestione degli enti, per
un migliore utilizzo delle risorse umane, un migliore servizio
alla gente. Non ha più funzione
e senso oggi, se mai li ha avuti,
una dirigenza amministrativa locale responsabilizzata solo sulle
procedure, ma occorrono funzionari responsabilizzati sui risultati. Con maggiori poteri probabilmente, ma mirati agli obiettivi, rapportati all’utenza, al servizio della cittadinanza (nei confronti della quale è giusto che
chi sbaglia sia chiamato a pagare). Terzo elemento rimarchevole della legge, la concezione nuova della partecipazione popolare. Essa viene rilanciata come
partecipazione associativa in
forme da disciplinarsi nello Statuto, come assunzione di responsabilità nelle scelte e nei procedimenti amministrativi. E’ un
disegno che ha in sé presupposti per moralizzare la vita e l’attività amministrativa, per portare le politiche locali nei luogffi
più vicini ai cittadini, dove più
diretti sono i loro interessi, per
ridurre il distacco tra governanti e governati.
E intanto da subito molti tempi burocratici sono accorciati,
molte decisioni sottratte alla
« democrazia » della chiacchiera
e dell’indugio. Qualcuno potrà
minimizzare la portata della potestà statutaria rilevando che vale poco se non c’è anche la potestà di reperire autonomamente
le risorse finanziarie.
E’ vero, l’attivazione di entrate proprie nei bilanci avverrà
in tempi successivi. Ma intanto
è stabilito con nettezza ed istituito il principio del controllo
di gestione economico finanziario. Anche questa è innovazione
modernizzante neH’amministrazione locale.
N. Sergio Turtulici
LUSERNA SAN GIOVANNI
Situazione di stallo
La prima riunione del Oonsigio comunale dopo reiezione del
sindaco e della giunta è stata
dedicata alle deleghe, alle commissioni e, brevemente, alla discussione del programma elaborato dalla giunta guidata da Giorgio Ronco.
La commissione edilizia, presieduta dall’assessore competente, Gallea, sarà composta da
Maurilio Bocco, Luca Avondetto,
Roberto Vicino e Anna Ughetto.
La commissione agricoltura, presieduta dall’assessore M. Rivoiro
sarà invece formata da Bruna
Priano per la maggioranza e
Franco Turina per la minoranza.
Alla Comunità montana andranno l’ex sindaco Mario Avondetto e Remo Bertone (maggioTEinza) e Franco Morina (minoranza). Rappresentante nel bacino imbrifero montano Val Pellice sarà Rossano Forneron, nel
Comparto alpino Franco Morina, nel consiglio della biblioteca
Adriana Sadone, nella Pro Loco
Luciano Martinat, nel centro anziani M. Grazia Letter! e nell’asilo privato Attilio Morrochi.
Le deleghe agli assessori e ai
consiglieri sono state così ripartite: Dario Gallea (assessore
effettivo, edilizia e urbanistica);
Massimo Rivoiro (effettivo, agricoltura e ambiente); Lilliano
Coduri (effettivo, lavori pubblici); Luciano Martinat (effettivo,
trasporti, cultura, istruzione e
tempo libero); Benedetto Delibero (supplente, commercio e artigianato); Giorgio Nuvoli (supplente, personale e bilancio); M.
Avondetto (partecipazione e informazione); M. Grazia Lettcri
(servizi). M. G.
Sempre bloccato il panorama
politico lusernese ; la situazione
numerica derivata all’indomam
delle elezioni non consente facili
alleanze. Un accordo, per la verità, era stato raggiunto con quella che è stata definita Alleanza
laica, comprendente tutte le forze
che in campagna elettorale si erano espresse per il cambiamento
(Verdi, PCI, PSI-PSDI e Indipendenti vai Penice); l’entrata in
vigore della nuova legge sugli enti locali ha di fatto bloccato il
progetto, stante l’indisponibilità
a qualsiasi forma di collaborazione da parte della Lega Nord.
L’Alleanza laica ha reso pubblico il 10 lugl'o un documento
nel quale, dopo aver fatto un po’
la storia delle vicende politiche
lusernesi negli ultimi mesi, si
precisa :
« Il nostro gruppo di Alleanza
laica, il più numeroso, formato
da n. 10 consiglieri (n. 4 PSI, n. 3
PCI, n. 1 PSDI, n. 1 Verde Arcobaleno, n. 1 Unione Indipendenti
Val Penice) ha tentato di sbloccare questa situazione, proponendo l’approvazione di un documento programmatico, che è alternativo nella forma e nella sostanza
a quello proposto dalla DC in
quanto aperto a verifiche con le
forze politiche disponibili ad appoggiarlo anche solo daH’estemo.
Tale documento, proposto in
data 15 giugno alla prima riunione del Consiglio comunale,
non ha potuto essere approvato
perché agli 8 voti contrari del
gruppo minoritario della Democrazia Cristiana si sono aggiunti
i due voti dei rappresentanti della Lega Nord, che hanno votato
sia contro la proposta maggiori
Traslochi
e trasporti per
qualsiasi destinazione
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Oggi
e domani
Colle della Croce
BOBBIO PELLICE — Domenica 22 luglio 57” incontro ai Colle della Croce con partecipanti provenienti da
vari Paesi europei; Il programma prevede il culto alle ore 10 con la partecipazione dei past. Claudio Pasquet,
Erika Tomassone, Christian Mazei, di
Franco Barbero e dell’abbé Cournay,
Cena del Signore; canti.
Ore 11; messaggi di Giorgio Tourn
e Domenico Abate. Pranzo al sacco e
momenti musicali con la fanfara dell’Esercito della Salvezza, diretta dal
cap. Alfred Inniger.
Nel pomeriggio altri messaggi di
saluto; parleranno il sindaco di Puy,
Pierre Koller, di Angrogna Franca Coìsson, di Bobbio PeIMce Aldo Charbonnier, ed inoltre Sergio Turtulici parlerà
sul tema « La pace », Franco Barbero su
« La casa comune », Gigi Ferrare, di
Saluzzo, parlerà su « La pace nel mondo nuovo ».
L'incontro, che vedrà ancora una
volta insieme fratelli ed amici dei
due versanti alpini, si concluderà col
canto del « Chant des adieux ».
Rassegna culturale
TORRE PELLICE — Mercoledì 25 luglio, alle ore 21, presso 11 cinema
Trento, con un concerto del Coro alpino vai Penice, inizierà la settima edizione della rassegna culturale torrese, dedicata quest'anno al tema:
» La nostra terra, la montagna: tra
passato e futuro, i problemi attuali ».
Giovedì 26, presso la sala consiliare, alle ore 21, dibattito sul tema: « La
tutela delle autonomie locali ed in particolare dell’autonomia montana » con
la partecipazione di Marco Armand
Hugon, sindaco di Torre Pellice, Rinaldo Bontempi, parlamentare europeo. Alfonso Di Giovine, professore di Diritto costituzionale e Piercarlo Longo,
presidente della Comunità montana Val
Pellice e vicepresidente deH’UNCEM.
Feste
tana dell’Alleanza laica, sia contro quella minoritaria della Democrazia Cristiana.
I consiglieri dell’Alleanza laica ritengono di aver operato correttamente ed in sintonìa con
quanto proposto all’elettorato e
con il consenso avuto. Tengono
inoltre ad informare i cittadini
di Luserna San Giovanni dell’attuale situazione ed a manifestare
la loro preoccupazione di fronte
al suo perdurare che impedisce
di affrontare e risolvere i problemi più urgenti ed importanti del
comune ».
Nel frattempo pare che la DC
abbia fatto ulteriori pressioni a
livello provinciale per imporre al
PSI locale cambiamenti di orientamento. C’è anche chi registra
voci di divisioni nel PSI stesso;
per adesso l’unica rottura, meno
politica ma più concreta, risulta essere quella della gamba del
sindaco uscente Badariotti, caduto durante un sopralluogo in
un casolare.
O. N.
SALZA DI PINEROLO — Festa occitana nel prossimo fine settimana .in
occasione dell'annuale « Rescuntre »;
sabato 21, alle ore 15, convegno sul
paesi dell'Est; domenica, alle ore 10.30
incontro con Robert Marti, presidende dell'Istituto di studi occitani, e nel
pomeriggio balli, canti e animazione
teatrale. In serata concerto di musica
dei paesi baltici.
TORRE PELLICE — iniziano sabato 21
luglio, alle ore 21, i tradizionali festeggiamenti a Santa Margherita con ballo pubblico, gare e giochi; giovedì 26,
ore 21, concerto della banda musicale
cittadina.
_________Concerti__________________
INVERSO RINASCA — Sabato 21 luglio, alle ore 17, presso gli impianti
della Pro Loco, concerto blues di gruppi locali; in serata alle ore 21 concerto del gruppo « Model-T boogie ».
TORRE PELLICE — Venerdì 20 luglio,
alle ore 21, presso il tempio valdese
si svolgerà il primo di quattro concerti organizzati dalla' Pro Loco. Andrea
Guazzarotti, pianista, eseguirà brani
di Franck, Balakirev e Chopin.
Incontri
PINEROLO — La comunità cristiana
di base organizza vari momenti di confronto e di studio durante queste settimane di ferie.
Venerdì 20 luglio alle ore 21 Angelo
Merletti, Doranna Lupi e Franco Barbero introducono ad una lettura critica
del documento della Congregazione per
la dottrina della fede, edito poche
settimane or sono e intitolato: « Istruzioni sulla vocazione ecclesiale del
teologo ».
L’incontro si svolge nella sede della comunità di base di Pinerolo. In
Corso Torino 288 (1” piano).
TORRE PELLICE — Venerdì 20 luglio, alle ore 21, presso la sala consiliare, il dott, Luciano Proietti parlerà sul tema; ■■ La salute del bambino
comincia dall'alimentazione »; l'iniziativa
si svolge in collegamento con il mercatino biologico che si svolgerà il giorno seguente, sabato, nell'isoia pedonale.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Robina Malan ved. Gönnet
di anni 80
mancata al loro affetto presso l’Asilo
•valdese di Luserna S. Giovanni il I“
luglio ’90 ringraziano in modo particolare il pastore Vito Gardiol per il suo
messaggio, la dott. Omelia Michelin
Salomon e la comunità tutta dell’Asilo
valdese iper le cure e l’affettuosa assistenza prestata.
Luserna S. Giovanni, 20 lugHo 1990.
RINGRAZIAMENTO
« E fattosi sera Gesù disse:
passiamo all’altra riva »
(Marco 4: 35)
I familiari deffa cara
« tante » Mary Vinçon
ringraziano di cuore quanti sono stati
loro vicini nella triste circostanza. Rivolgono un pensiero riconoscente alla
direzione e a tutto il personale dell’Asilo dei veoohi di S. Germano Chisone,
al pastore Tom Noffke e al dottor DeHa
Penna.
S. Germano Chisone, 20 luglio 1990.
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Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
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Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
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8
8
ecumenismo
20 luglio 1990
TEOLOGI CATTOLICI
CONVEGNO EGEI
Dobbiamo fare la claque? ii ri
Le reazioni evidenti soprattutto all’estero - Una sorprendente estensione del carattere di infallibilità - Verso quale obbedienza?
L'Istruzione vaticana sulla « vocazione ecclesiale del teologo »,
firmata dal card. Joseph Ratzinger, sta suscitando reazioni soprattutto all’estero, mentre in
Italia la voce dei teologi, almeno per ora, è quasi unicamente
di plauso, G di tiepidissimo dubbio.
In Francia e in Spagna, soprattutto, i teologi sono intervenuti Sull’Istruzione del card. Ratzinger in modo molto franco.
Per il quotidiano cattolico francese « La Croix » (numero del
28 giugno) l’ultimo documento
della Congregazione per la dottrina della fede è « una Istruzione che situa la libertà del teologo nello spazio ristretto di una
obbedienza molto spirituale al
magistero... Sotto il rigore della
dimostrazione teologica, le possbilità di apertura e di ricerca
sembrano essere messe sotto sigillo ». Dopo aver affermato che
« non occorre essere indovini per
prevedere che l’Istruzione sui
rapporti vescovi-teologi susciterà
dibattito », il quotidiano cattolico francese rileva che è ormai
lontana la fruttuosa collaborazione tra vescovi e teologi che si
ebbe ai tempi del Vaticano II,
ed aggiunge: « Ciò significa che
non siamo ancora usciti dalle
turbolenze sul ruolo del teologo
nella Chiesa cattolica. Ma il ruolo dell’arbitro non è quello di
favorire la regolarità e la qualità del gioco, anziché quello di
spingere una delle due squadre
al bordo del campo? Qui sta il
problema ».
Il giorno dopo lo stesso quotidiano ha pubblicato un’intervista con il padre Bernard Sesboué, gesuita e teologo. Pur apprezzando alcuni punti del documento di Ratzinger, il teologo
avanza due rilievi di fondo. Il
primo riguarda la « sorprendente » estensione del carattere di
infallibilità, attribuito ad affermazioni magisteriali che non appartengono alla Rivelazione. Su
questo punto, ricorda il padre
Sesboué, l’anno scorso vi è stata
una libera discussione, durante
la quale i teologi chiesero che
si aprisse un serio dibattito (per
meglio distinguere, sulla scorta
del Concilio di Trento, tra insegnamento indefettibile e insegnamento infallibile), prima di fare
affermazioni dottrinali al riguardo. Il secondo rilievo riguarda
il differente giudizio che l’Istruzione di Ratzinger esprime sull’atteggiamento del teologo in
difficoltà con il magistero: lode
al teologo che supera o copre
la tensione con il « silenzio rispettoso », riprovazione per colui che dissente pubblicamente.
« Il silenzio rispettoso — afferrna il teologo gesuita — è difficilmente comprensibile per la
coscienza moderna. Non si ha
nella chiesa un esagerato timore per ogni dibattito? » Quanto
al « dissenso », egli rileva il troppo spazio che l’Istruzione vi dedica (un quarto dei documento)
e lamenta che non si dica una
parola di riconoscenza « per il
serio aggiornamento compiuto
da tanti teologi dopo il Vaticano
II, nel pieno rispetto della fede ».
Il quotidiano parigino « Le
Monde » (28 giugno) osserva dal
canto suo che il tono della Istruzione vuole essere sereno e tranquillizzante nel trattare del rapporto complementare tra magistero e teologi. « Ma questa complementarità si traduce qui in
un rapporto di subordinazione
e di sottomissione. Il cardinale
Ratzinger non misconosce il di
ritto del teologo al dissenso, ma
ne limita assai l’esercizio. Sotto
la sua penna si trova condensata la critica più tradizionale di
tutti gli argomenti, reali o supposti, di una teologia aperta e
moderna: la rivendicazione della
libertà di ricerca e di parola e,
più generalmente, dei diritti dell’uomo all’interno della chiesa;
il ricorso alla sociologia e ai media; il primato riconosciuto alla coscienza individuale o al senso comune dei fedeli rispetto alla norma e al dogma ». Il quotidiano parigino osserva poi che
« l’originalità di questo testo risiede nell’allargamento del campo delle verità presentate come
indiscutibili e incontestabili.
Queste comprendono ormai anche gli insegnamenti di ordine
etico, che sono tra i più criticati
dai fedeli e dai teologi d’avanguardia. La legge naturale, che
fonda il discorso morale della
chiesa, rientra ormai nel campo
dell’infallibilità ». « Le Monde »
conclude domandando: « Quale
margine di discussione resta ai
teologi? Non avranno essi altra
scelta che tra la disciplina e il
silenzio? ».
Dalla Spagna si registra la
reazione del segretario dell’Associazione teologica « Giovanni
XXIII », Juan Josè Tamayo, che
ha dichiarato al quotidiano « E1
Pais » (28 giugno): l’Istruzione di
Ratzinger « lascia ai teologi un
unico compito, quello di essere
la claque del magistero ecclesiastico ». Egli ha aggiunto che il
documento vaticano « impone al
teologo l'obbedienza su temi che
non sono verità definite », ed anche per questo esso comporta
una perdita di credibilità della
chiesa.
(ADISTA)
IVREA
Accogliere lo straniero
Martedì 12 giugno, in una sala cittadina, si è svolto un incontro ecumenico, nel quadro della
settimana di preghiera e azione
per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato.
Particolarità importante dell’incontro è stata la presenza di
una decina di rappresentanti degli stranieri extracomunitari presenti in città, invitati dagli organizzatori in modo che le parole
dei documenti di Basilea e Seoul
non restino solo delle belle affermazioni ma si calino un po’
nella concretezza della realtà locale.
Subito dopo il saluto del pastore Genre, don Silvio Faga ha
invitato tutti i presenti (circa
un centinaio) alla lettura di tre
brevi preghiere per la giustizia,
la pace e il creato e Gianni Fornari ha letto alcuni stralci dal
documento finale dell’assemblea
di Seoul.
Il pastore Bruno Tron, invitato proprio per il tema dell’incontro, ha riassunto brevemente
la storia delle diverse leggi sull’immigrazione e ha preso in
considerazione la legge Martelli,
che ha finalmente posto in luce
il problema dell’immigrazione
extracomimitaria, e ne ha sottolineato gli aspetti negativi di restrizione e di chiusura, in allineamento con le politiche comunitarie.
Egli ha invitato a proseguire
nell’impegno verso l’immigrazione in quanto esistono ancora
spazi di azione in questo campo,
un’azione che non deve essere
ispirata all’elemosina e al pa
ternalismo, ma solo all’affermazione e alla difesa dei diritti
umani.
Il past. Tron ha terminato il
suo intervento con un accenno
al razzismo: le chiese dovrebbero fare una confessione di peccato per aver spesso fornito terreno per la crescita del razzismo.
Ha preso poi la parola Andrea
Morniroli, presidente della consulta comunale sui problemi delTimmigrazione, che ha illustrato il lavoro portato avanti ad
Ivrea da parte di alcuni volontari laici e religiosi che affiancano quattro membri del consiglio
comunale. Gli obiettivi sono: conoscere la realtà del territorio;
individuare gli interventi necessari all’inserimento; creare l’occasione di dibattiti ed incontri
per evitare Tintolleranza e favorire la comunicazione tra la comunità locale e le comunità straniere.
Egli ha anche elencato i risultati finora raggiunti: un corso
di lìngua italiana e un opuscolo
illustrativo della nuova legge.
Rimane da fare molto: la creazione di un centro di prima accoglienza; il reperimento di alloggi; la formazione professionale. Per questo Andrea Momiroli ha terminato il suo intervento chiedendo un incontro tra
consulta comunale e comunità
cristiane prima delle vacanze estive.
Sono quindi stati invitati a
parlare gli stranieri presenti,
quasi tutti marocchini, i quali
hanno evidenziato a più riprese
la complessità e la drammaticità
dei problemi riguardanti la casa, il lavoro e i permessi di soggiorno, che non arrivano affatto
nei tempi previsti dalla legge.
Durante i numerosi interventi
del pubblico, fra i quali quello
del vescovo Bettazzi, sono emersi diversi spunti di riflessione:
il ruolo delle chiese nel cammino di rinnovamento di stile di
vita, in modo che si possa attuare quella giustizia che manca spesso nei paesi di origine degli Immigrati; l’impegno delle
chiese nella catechesi e nella riflessione biblica per creare coscienze aperte al confronto con
culture e tradizioni diverse, nella speranza di un arricchimento reciproco; non assistenzialismo ma solidarietà concreta con
gli immigrati, per facilitare la
ricerca di un lavoro e il reperimento di case e di locali di
ritrovo di culto.
Cinzia Carugati Vitali
dell’Intolleranza
Le cause e le implicazioni dei fenomeni migratori - Come evitare i pregiudizi razziali
Domenica 27 maggio, nei nuovi locali della chiesa valdese di
S. Salvo, si è svolto un convegno della FGEI su intolleranza,
razzismo e immigrazione dal
terzo mondo. Giovani e meno
giovani di Abruzzo e Molise,
dopo il culto curato dal gruppo
di Campobasso, si sono confrontati su problemi oggi più che
mai attuali, in una giornata articolata con un’agape fraterna
(grande l’ospitalità dei fratelli e
delle sorelle abruzzesi); dopo una pausa per cantare insieme
qualche inno, il convegno si è
costituito in gruppi di lavoro sui
diversi aspetti del problema: «Intolleranza come fenomeno generalizzato: esiste il diverso? Chi
è il diverso? »; « Razzismo: piaga antica e contemporanea »;
«Rapporto Nord/Sud del mondo: cause storiche, condizioni
reali, possibili soluzioni »; « Confronto tra l’emigrazione italiana
e l’attuale immigrazione in Italia »; « Chi è il mio prossimo?
Le nostre risposte, come evangelici, al problema degli immigrati ».
Nei gruppi si sono potute conciliare le diverse età dei partecipanti e la gradita presenza di alcuni studenti africani (purtroppo con qualche problema di lingua, ma forse è la nostra poca
o non frequente capacità di esprimerci in altre lingue a essere condizionante).
Sulla diversità si è detto che
essa non deve essere una pregiudiziale nei rapporti fra le persone; l’essere diversi per colore
della pelle, tradizione, cultura o
per opinioni non deve dar adito a discriminazioni. E in questo quadro si inseriscono anche
le « nuove diversità »: dai tossicodipendenti — per disprezzo
chiamati « drogati » — ai malati di Aids, dagli anziani agli emarginati. Come cristiani dobbiamo avere ben presente il quesito: « Chi è il mio prossimo? »,
ricordandoci delle esortazioni del
Levitico e del comandaménto:
« Ama il tuo prossimo come te
stesso ». Non ci può essere limite all’amore e alla comprensione fraterna.
Il razzismo contro i lavoratori
immigrati si colloca anch’esso
nel quadro del concetto di diversità. Lo stesso appellativo
« persone di colore » testimonia
di per sé di una visione che pone come punto centrale l’uomo
bianco. Per un qualsiasi discorso
sull’immigrazione bisogna prescindere da questi condizionamenti: la società multietnica rappresenta in pratica l’unica strada percorribile a cui noi, come
cristiani e evangelici, dobbiamo
tendere, proprio in virtù dei comandamenti che ci portiamo
dietro.
Questa soluzione è anche quella più opportuna, considerato il
perdurare dello squilibrio tra
Nord e Sud del mondo.
Attualmente qualsiasi processo di sviluppo serio per il Sud
dipende strettamente dalle tee
Soggiorni alle Valli
Se pensate ad un
SOGGIORNO ALLE PORTE DELLE VALLI VALDESI,
la comunità di Pinerolo può ospitarvi
nei locali dell’ex Convitto.
Per maggiori informazioni potete telefonare allo
0121/76084
oppure al vostro pastore.
nologie del Nord: eppure basti
pensare che, se si ridistribuissero le risorse dell’intero pianeta,
tutti gli abitanti potrebbero essere sfamati. Non vi sarebbero
più milioni di morti per fame.
Da parte nostra purtroppo non
c’è effettiva volontà di aiutare
il Sud a recuperare lo svantaggio, né tanto meno di accorciare
tale dislivello. Dovremmo offrire
un aiuto disinteressato ai processi di sviluppo, per la cessazione di quelle politiche di sfruttamento, tipiche delle multina
zionali, il cui fine ultimo è il
profitto. Il fenomeno migratorio
è conseguenza anche del debito
estero dei paesi del terzo e quarto mondo, ed aumenterà in futuro. Allora anche intolleranza
e razzismo saranno conseguen
za di tutto ciò.
La società multirazziale ha in
sé il concetto che si oppone ai
razzismo e ad ogni discrimina
zione, fenomeni che si diffondono soprattutto fra i giovani che,
a differenza dei nostri nonni,
non hanno conosciuto l’emigrazione in terra straniera.
Questa tematica è stata affrontata insieme a due studenti, del
Ghana e dell’Etiopia. Gli italiani, bianchi, emigrati in America o in Germania, fra altri bian
chi, da una parte; i neri e i
gialli, venuti in Occidente, fra
bianchi, dall’altra. Il colore della
pelle è qualcosa che non si può
confondere come la lingua o cer
ti costumi, è evidente, e la no
stra mentalità tende a sottolinearlo sempre.
Nell’ultimo gruppo c’è stato
anche qualche accenno alla legislazione italiana in materia di
immigrazione: la normativa vigente, pur presentando novità interessanti, come il riconoscimento dello status di rifugiato politico anche per chi proviene dal
terzo mondo, è fondata piutto
sto sui principi della prevenzione e della programmazione che
su un’effettiva politica di integrazione e assimilazione fra resi
denti e immigrati.
Questo è senz’altro un punto
limitante della legge Martelli,
non presupponendo il cambiamento d’orizzonte che sarebbe
invece necessario per un rapporto diverso fra l’Italia e i paesi
extracomunitari. Non tiene conto in sostanza minimamente delle condizioni di miseria e di povertà da cui molti lavoratori, neri e non, fuggono per un avvenire diverso (secondo il nostro
punto di vista ugualmente umile), ma comunque vivibile (gli
immigrati che si accontentano di
poter vendere la loro — chissà
poi in quale misura — merce, o
coloro cui basta poter pulire i
vetri delle auto). La disperazione è tanta e così anche quel poco che riescono a guadagnare
qui da noi permette di sostenere
i propri cari rimasti in patria.
In conclusione, l’auspicio che
è maturato in questa giornata è
stato quello che si possa costituire al più presto un nuovo
tipo di società che sia veramente senza frontiere. Come si sono
abbattuti i muri ideologici tra
Est ed Ovest, occorre ora impegnarci tutti — e noi evangelici
in primo luogo — per l’abbattimento dei muri dell’intolleranza,
del razzismo e della discriminazione. La società verso cui bisogna tendere prende il via innanzitutto da quello che noi, nel nostro piccolo, come credenti e come comunità, sapremo fare per
accogliere questa gente nel modo per loro più dignitoso e per
noi più vicino agli insegnamenti
di Gesù.
Gabriella Paventi
Carlo Carlone