1
DELLE
■ ir
Ttl 'S "'’''f.'A '
cGa^^i. Val ie?9
/TGaRi: i-'ELLICJC
Settimanale
della Chiesa Valdese
' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le qu^avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVIII - N. 5 Una copia 30 1 L- 1-200 per rintemo ABBONAMENTI > t , i» . f L. 1.600 per resterò Eco é La Luce-, .1^ 1.800 per rintemo | Spediz. abb. postale • il (^ppo L. 2.S00 .ps- l’estero | Cambio d’indirizzo Lire 40,— TORRE PELLICE - 31 Gennaio 1958 Ammìn. Claudiana Torré Pellice - C.C.P. 2-17557
^ jjAs
DALLA BALSIGLIA A GINEVR4
Un viaggio mislerioso in pieno i
In questa articolo lo storico valdese Arturo Pascal esamina In tftfali^lioniltxlonl
e per quali minivi Enrico Arnaud si recò in Svizzera nelPInveri^^el 1690
E’ l’inverno 1690! Il freddo intenso e la neve caduta abbondante
formano come una barriera protettrice attorno al campo trincerato
della Balsiglia, dove Arnaud ed i
suoi prodi, rientrati dall’esilio (sett.
1689), dopo vari combattimenti forliìuosi, si sono ritirati a trascorrere
d rigido inverno. Le truppe francesi, stanche dei vani assalti contro
Ui piccola rocca valdese, oppressi
dal freddo e dai disagi del campo,
si sono ritirate nei loro quartieri
d'inverno, a Maniglia e a Ferrerò,
dojio aver salutato i difensori con
questo minaccioso augurio: « Arrivederci a Pasqua! ». Sicuri che l’alta neve formi come un cerchio invalicabile attorno ai valdesi asserragliati sulla piccola altura e che, facendo impraticabile ogni via, renda
più tormentoso l’aculeo della fame
e più facile la resa, i francesi si
contentano di custodire gli sbocchi
delle valli di San Martino e di Fragelato. Chi, in quella stagione cosi
aspra, si azzarderebbe a valicare i
monti, per sfuggire al controllo dei
corpi di gum:dia dislocati lungo le
vie pitì' pratìfciibflf?^'*'"’ Eppure, nel mese di gennaio, ecco un uomo, non più giovane, prossimo alla cinquantina, lasciare segretamente il campo trincerato della Balsiglia per atìrontare un viaggio misterioso, aspro e pieno di pericoli. (Quell’uomo è quello stesso,
che quattro anni prima (1686), per
vie misteriose, aveva elusa la cintura di ferro messa attorno alle Valli dalle milizie ducali e francesi
(Vedi « Eco delle Valli Vald. » a.
1957 n. 7-15 febbr.) e frustate le
numerose insidie disseminate sulle
vie della Savoia e del Chiablese: il
ministro Enrico Arnaud, Invano
cercheremmo nella sua « Storia del
Glorioso Rimpatrio » il minimo accenno a questo viaggio avventuroso: un uguale profondo silenzio avvolge la fuga miracolosa del 1656 e
il viaggio avventuroso dell’inverno
1690! E nulla sapremmo di esso, se
non ce ne fosse stata tramandata la
notizia dalle Relazioni delle spie,
che il duca di Savoia teneva nella
Svizzera per sorvegliare le mosse
dei valdesi, che non avevano potuto
prendere parte alla spedizione di
•Arnaud.
Sulle piste del Ministro
Ai primi di febbraio il governatore del Chiablese, marchese di
Coudray, veniva avvertito da una
spia inviata al di là del lago, che
il ministro Arnaud senza mostrarsi
in pubblico, aveva soggiornato durante sei giorni a Ginevra in casa
dei figli del ministro Francesco Turrettini, e che durante tutti questi
giorni il vecchio capitano Giosuè
Gianavello, che non poteva più
camminare a causa della gotta, vi
si era fatto trasportare, trattenendosi co(i l’Arnaud in intimo colloquio più di sei ore consecutive. La
spia riferiva inoltre che tutto c era
da aspettarsi da questo ministro,
perchè egli era così ardito e temerario, che, noncurante della taglia
di 200 scudi che pesava sul suo capo, aveva osato recarsi a Tonno
stesso, camuffato da venditore di
arance.
Il Coudray, intuendo che un
viaggio così rischioso dell’Arnaud
non poteva essere senza uno scopo
importante, ne dava immediata notizia alla Corte di Torino, la quale
rii febbraio gli ordinava di prendere più precise informazioni sul
soggiorno del ministro a Ginevra e
di farlo seguire passo passo da qualche persona fidata, per scoprire dove andasse, eon chi si abboccasse e
quali pratiche svolgesse presso i
Cantoni Frotestanti. Il Coudray
raddoppiò di diligenza, sguinzaglianno altre spie al di là del lago.
Venne così a sapere che, sebbene
gli abitanti di Ginevra e del paese
di Vaud, per nascondere il ministro, affermassero che l’Arnaud
noii si era mosso dalle valli, egli
da Ginevra si era trasferito nel
paese di Vaud e che qui aveva soggiornato per tre giorni in casa del
barone di Vueglieran. Fu subito inviato al barone una persona fidata,
suo familiare, per cercare di ottenere dalla bocca stessa di lui la
conferma del passaggio del ministro. Il messo andò e ritorno, re
( andò,.., l’assicjuwiope,,..,4§LvÌIS^-.
che il ministro ^valdese dVeva effettivamente dormito in casa sua e che
egli era venuto in terra svizzera,
perche il principe siesso di Grange
lo aveva fatto chiamare.
Alcuni punti oscuri
Fin qui le cose erano corse lisce
e nessuno aveva messo in forse la
venuta del ministro in terra elvetica. Ma ecco sorgere un primo dubbio. Non poteva il barone di VueKlieran aver fatto false dichiarazioni, essendosi accorto che era stata
mandata appositamente da lui una
persona ad interrogarlo? Era poi
veramente l’Arnaud il ministro segnalato? Il dubbio diventò vera perplessità, quando si ebbe la testimonianza di un tale Francesco Bertelet, o Bertalot, di Roccapiatta, il
quale, giunto a Zurigo dalle Valli
il martedì grasso, assicurava che il
ministro Arnaud era alla Balsiglia
al iiiiimento della sua partén/a A
chi ( redere? alle spie, che con sicuri particolari attestavano la nresenza in Svizzera dell’Arnaud, o al
valdese, che sembrava escluderla
con l’autorità di chi era stato al
fianco delFArnaud e ile poteva ftoroscere’i piani e le mosse?
Era dunque legittima la perplessità del Coudray: ma più legittima
ancora diventa la nostra per i dati
cronologici, che sono a nostra conoscenza. n Bertalot, giunto a Zu
rigo, per la valle di Aosta il 7 febbraio 1690, giorno di martedì grasso, dichiarava di aver impiegato
nel viaggio 15 giorni, dal che si deduce che il ministro Arnaud era
alla Balsiglia ancora il 23 gennaio.
I, fin qui nulla da eccepire! Il ministro poteva benissimo iniziare il
viaggio qualche giorno dopo e trovarsi a Ginevra ai primi di febbraio, quando le spie riscontrano la
sua presenza.
Ma la difficoltà proviene da un
altro dato cronologico, irremovibile, che noi ricaviamo dalla « Storia
del Glorioso Rimpatrio » e che attesta la presenza dell’Arnaud alla
Balsiglia il giorno 12 febbraio.
Ora, tra questi due termini, che
limitano la durata del viaggio di
Arnaud in Svizia, 23 gennaio 12 febbraio, no^|,'cOrrono che 20
giorni, troppo. ptgÉii per una dimora di qualche giùll^a e per un viaggio di andata e ^Ìuitomo in quella
rigida stagione e. |per chi, avendo
sul c,apo una ccmdanna di morte,
non poteva segiiiii^,-|e vie praticabili
e maestre. Si petì^-che il Bertalot,
l»er il solo viaggi^ di andata, dalle
Valli a Zurigo, atflra impiegato ben
15 giorni! E’ veró^he'l’Arnaud era
uomo dalle moltelu^orse ,e dalle più
strane sorprese, 'che i ducali
lo avevano in coi^ di un demonio
inafferrabile: nià^ee vogliamo ragionevolmente att^ettere come effettivo il viaggli^'deU’Arnaud in
Svizzera, siamo ijMotti ad anticipare la data della «la partenza e a
non dare un valo»|^8oluto aUa deposizione del Beinot, supponendo
che egli disertasi» il campo della
Balsiglia qualehe<%mpo prima delj
23 gennaio, quanw'era preseì|fa'il
ministro, e riten«
che egli vi si trqgj
mento della sua^
in buona fede
ancora al motenza dalle Val-,
I ENRICO
-"f-' . , .
ARNAUD ^
^ ^ ir 1 -S’jrs ^
■ ‘.
ilV'. K
La Parola della vita
Ion indurci
in tentazione
^opi aPTviaggier
E’ evidente che un viaggio così
affrettato e riscdiioso-, se realmente
avvenne, non poteva ¡avere che uno
scopo urgente e di capitale importanza. Fiù ehè nel desiderio di rivedere la famiglia, idi raCco^iere
danaro per i miseri assediati della
Balsiglia o di sollecitare l’intervento
dei Cantoni Evangelici, lo scopò
precipuo e vero del viaggio deve essere ricercato nella deposizione di
quella spia, che attribuiva la venuta dell’Arnaud ad una chiamata del
Frincipe d’Orange. La deposizione
non corrispondeva in tutto alla verità: ma aveva un innegabile fondo
di verità.
Era infatti in quel tempo nella
Svizzera un agente di quel Principe,
mandato ad esortare i Cantoni Evangelici ad aderire alla Lega cortro il
prepotente monarca di Francia o a
permettere almeno l’arruolamento
sulle loro terre di un forte corpo di
volontari. Ma, mentre perseguiva
questo fine, l’Agente olandese meditava un altro piano grandioso:
formare un corpo di valdesi e di
rifugiati francesi e, col consenso
della Spagna, avviarlo nel Delfiù.ato
attraverso i Grigioni e lo stato milanese, allo scopo di far sollevare i
neoconvertiti e formare, a danno
della Francia,- un nuovo fronte di
guerra, che dal Delfinato avrebbe
potuto estendersi alla Linguadoca e
alla Provenza, dove i cattolizzati
davano segno di fermento. L’Arnaud
patrocinava questo grandioso progetto, che avrebbe rallentata la
stretta, di cui soffrivano i valorosi
difensori delle libertà valdesi, ed è
quindi assai probabile che lo scopo
precipuo del suo viaggio fosse quello di concertare, direttamente o
indirettamente, un comune piano di
azione con l’inviato del Prineipe di
(drange.
Purtroppo difficoltà politiche e
militari protrassero l’esecuzione del
progetto fino al mese di giugno,
quando il duca di Savoia, stanco
delle sopraffazioni del re di Francia, si schierò finalmente a favore
della Lega di Augusta e di sua iniziativa richiamò i Valdesi dalla terra di esilio. Arturo P.vscal
Se la parola «tentazione » non rokse ormai entrata nell'uso, sarebbe
meglio e più chiaro dire: E non ci
mettere alla prova.
In questa preghiera impariamo
quanto sia misera la vita terrena, perchè è soltanto prova, e se qualcuno
cerca quaggiù pace e sicurezza non è
savio: non ia troverà mai. E invano
noi tutti la potremmo desiderare. La
vita è uhaivita di prove e rimarrà tale. Perciò^ non diciamo : « Toglimi la
prova », ma : « Non mi esporre ad essa », cioè: «Siamo circondati d'ogni
lato da prove, e non possiamo sottrarci ad esse, ma tu, o Padre nostro,
aiutaci, affinchè non cadiamo, non acconsentiamo alia tentazione e non ne
rimaniamo vinti e oppressi ».
Vi sono due speci di prove. L'una
a sinistra ci. spinge all'ira, all'odio, alla durezza', al disgusto, all'impazienza, quando ci troviamo nella malattia, nella povertà, nell'onta e in tutto
ciò che ci ferisce, specialmente quando viene respinta e disprezzata la
nostra volontà, il nostro proposito, il
nostro parere, il consiglio, la parola...
In questa tentazione si può perdere la ragione in due modi, innanzi
tutto quandp, si dice : « Per certo, se
fossi lasciato in pace, vorrei essere
pio e non adirarmi ». E certuni non
lasciano in pace il Signore Iddio con
i suoi santi, se Egli non toglie loro la
prova...
Gli altri, che non vincono la prova
nè vengono da essa liberati, sono presi dall'ira, dall'odio, divengono impazienti, si danno volontariamente al
diavolo... perchè la prova li ha vinti
e obbediscono ad ogni cattiva volontà... Ma siccome la nostra vita è chiamata da Dio stesso una prova ed è
necessario che siamo colpiti nella salute, nei beni e nell'onore, e che ci
sia fatto torto, dobbiamo accettare
tutto ciò con serenità e saviezza, dicendo : « La vita è così, che cosa devo fare? E' una prova e rimane una
prova. Non può esser diversamente ;
Dio mi aiuti, affinchè io non ne sia
sconvolto ».
ria e a tutto -ciò'eh«i placo,' spèeiaè
mente ke si fanno - delle concessioni
alla propria volontà... f' la prova più
rovinosa, propria del teinpo dell'Anticristo... E ora essa ha preso il ^pravvento, perchè il mondo cèrea soltanto
beni, onore e voluttà ; e specialmente
la gioventù d'oggi non Impara a lottare contro le tentazioni della carne.
Va tant'oltre che per essa non v'è più
vergogna, ma tutto il mondo è pieno
di parole e di canzonette lascive, come se fossero qualcosa di buono... E'
una prova ben dura per un giovane
quando il diavolo infiamma la sua
carne e le sue midolla, le ossa e tutte
le membra, e lo eccita anche dall'esterno con visioni, movenze, danze,
vesti, parole e graziose figure di donne o di uomini, come dice Giobbe :
« L'abito suo accende i carboni, e una
fiamma gU erompe dalla gola» (41
V. 13)... Eppure non è impossìbile
vincere tali tentazioni, se ci si abitua
ad invocare Iddio e a rivolgergli queI sta preghiera : « Padre, non lasciarci
I cadere nella prova ».
! Ma perchè Dio lascia che l'uomo
i sia provato in tal modo e spinto al
i peccato? Risposta: affinchè l'uomo
impari a conoscere se stesso e Dio :
quanto a se stesso impari che non
può che peccare e far del (naie ; quanto a Dio, che La grazia di Dio è più
forte di tutte le creature; e sappia
così disprezzar se stesso e celebrare
la grazia di Dio.
Or quando Dio ci ha perdonato la
colpa, bisogna badare soprattutto a
non cadere di nuovo, perchè poi, come dice Davide, nel gran mare di
questo mondo vi sono molti rettili,
cioè molte prove e motivi di caduta,
per farci nuovamente peccare, per cui
è necessario che continuamente diciamo in cuore : « Padre, non lasciarci cadere nella prova. Non chiedo dì
esser liberato da ogni pròva ( perchè
ciò sarebbe terribile e peggio di die(ji prove, come la prova di destra ) ma
di non cadere e di non peccare contt-o al mio prossimo o contro a Te».
Martin Lutero.
L'altra prova è quòHa di destra, che
spinge all'impurità, alla libidine, all'orgoglio, all'avarizia e alla yanaglo
(Dal volume «Il Padre Nostro
spiegato ai semplici laici » —
Ediz. Claudiana - Torre Pellice L. 360).
2
a —
tiHECO DELLE TAILI VALDESI
PASSATQ E PRESENTE
Chiesa o società di amministrazigne ?
---------— ---------------^
Aspstti di un confronto tra la situazione delle nostre chiese alcuni secoli i'a èd oggi
Qiiale è la situazione delle chiese
delle Valli? Per scrupolo abbiamo
riletto nei rapporti al Sinodo degli
anni 1956 e 1955 alcune relazioni.
Il linguaggio della nostra Chiesa
delle Valli suona cosi allorquando
essa si giudica, alla fine di un anno
ecclesiastico, per rendere conto della sua testimonianza a Dio:... / culti domenicali non sono frequentati
in modo soddisfac&Ue... molti non
partecipano ai culti che nelle grandi occasioni. La comunità è grata
a tutti i pastori e laici che durante
l’anno le han rivolto U loro messaggio cristiano... Le riunioni quartierali sono in genere ben frequentate... Le Scuole domenicali hanno
svolto un buon programma grazie
alla collaborazione di diverse monitrici... Le Unioni giovanili e delle madri hanno lavorato bene; diverse recite sono state preparate ed
il bazar ha dato buoni risultati...
La liberalità cristiana ha fatto un
ulteriore progresso... La partecipazione al culto ha segnato un lieve
aumento sul passato... le riunioni
sono state numerose e ben frequentate. Le quattro scuole domenicali
hanno funzionato bene. La Corale,
l’Unione delle Madri, l’Unione giovanile, l’Unione Cadetta hanno
svolto una buona attività. Si cerca
attraverso queste Unioni di rendere più vivo lo spirito fraterno e
l’affiatamento tra i membri della
comunità. / catecumeni hanno geneìolmente lavorato con impegno e i
risultati sono confortanti. La colletta ha registrato un aumento, ma insufficiente a raggiungere la cifra fissata dalla Tavola...
■ V-TS’'" „-V - • ■ ' ' • .. .
Le reiexSonI
: del eeeelo eeorso
' i Si potrebbe citare ancora a lungo, sepipre in tÿnestp: stile asciutto
ed arido da rapporté amministrativo eb% contraddistingue la nostra
mentalità moderna anche nelle cose della fede. Per curiosità abbiamo percorso alcune relazioni del
secolo scorso ed abbiamo letto:...
”Les autres cuUes, connus sous le
nom de réunions dans les écoles,
sont peu nombreux et peu fréquentés, surtout depuis que plusieurs de
ceux qui y prennent la parole se
sont fait rebaptiser et se sont séparés de la communion extérieure de
l’Eglise... Les catéchumènes soni
irréguKers aux leçons, par la faute
des parents qui les retiennent pour
les travaux de la maison. Ils apprennent peu et mat leur catéchisme et y comprennent, peu de chose
faute de développement intellectuel.
Ajoutons que les principaux obstacles aux progrès de l’Evangile...
sont encore un attachement aveugle
à la tradition et aux coutumes, la
propre justice et l’cOMohement à
la terre... Ce qui manque d’une
manière générale (aux catéchumènes) c’est de la science, de l’éducation ,et du sérieux... Quant à la
population en général, elle paraît
conserver son ancien caractère d’activité, de probité, de douceur et de
sobriété... Aussi les rapports entre
le pasteur et son troupeau sont-ils
toujours assez agréables. Il n’y a
qu’une chose qui se fasse ardemment désirer, c’est que les fruits de
la prédication se montrent avec
plus d’abondance et qu’un révéU
de la vie religieuse ait bientôt lieu
parmi nous.,.. Nonostasnt les frdts
encourageants mentionnés plus haut
de fréquentation des saintes assemblées, de participation à la S. Cène,
de nombreuses écoles du dimanche
nous ne saurions nous dissimuler et
passer sous silence l’abandon du
temple par plusieurs, le défaut de
culte domestique, la profanation
du dimanche par le jeu, la danse,
la débauche; des unions illicites,
des procès, la mauvaise foi dans les
affaires, de nombreux péchés de la
langue au sujet des quels nous ne
pouvons que prier le Seigneur de
ne point entrer en jugement avec
nous... ».
Con ima certa ironia ci chiediamo quale sarebbe la reazione di
certe nostre comunità'di oggi ad nn
simile linguaggio, quelle comunità
che reagiscono con indignata sufficienza alla menzione di qualche loro
pecca, ed all’idea che il Signor Gesù Cristo potrebbe non essere altrettanto soddisfatto della loro vita
di quanto lo sono esse. Come reagirebbero alla crudezza di linguaggio come quello del Concistoro dell’ultima parrocchia su citata? Cosa se ne penserebbe di un tal parlare oggi? Probabilmente niente del
tutto o con più sottile ipocrisia si
direbbe: è giusto, hanno ragione;
perchè è tipico della nostra vita
spirituale valdese un certo spirito
di mortificazione, di àutogiùdizio.
La vita prafynda
della Ghiesa
Ma prescindendo da queste considerazioni il confronto tra queste
due serie di rapporti ecclesiastici ci
sembra interessante sotto un altro
aspetto. Leggendo quanto pastori e
concistori esprimono sulle loro comunità oggi non si può dire oggettivamente che le cose vadano male,
se si eccettua ima non sufficiente
frequenza ai culti. Mentre si deve
dire almeno ad un primo giudizio
che secondo quegli altri le cose andavano male. Ci si potrà rimproverare di aver intenzionalmente scelto i giudizi più pessimisti; in realtà
gli altri non sono molto più ottimisti !
Da che viene questa impressione?
Corrisponde alla realtà? siamo diventati migliori o i nostri pastori
si accontentano di meno? Le cose
vanno effettivamente meglio di allora o è cambiato il punto di vista
da cui si giudica laj vita.; delle
chiese? ' Tutti interrogativi a cui
ognuno può e deve cercare di rispondereno^ per se.mplice'^curip'sità ma perché dalle* risposte che
diamo si può intendere quanto pen
siamo della situazione aténale. Un
fatto die ci colpisce in ¡^éste contrasto di relazioni è lo sffTe in cui sono
scritti. Leggendo i nostri si ha sempre più l’impressione che si tratti
della vita di una qualsiasi ditta o
amministrazione. Cosa significano
espressioni come: (nT.-risultati ottenuti... impostato il lavoro... versato somma X con. aumento del
i,50%... .si inizieranno in primavera i lavori per la sala delle attività... l’attività Y regìii^a q^uest’anno
74: -iscritti... ecc...? Cbè; Ja nostra
attività è vista in funzimie. amministrativa.
Se-.8Ì eliminassero termini come
« Chiesa » e « le nostre
relazioni potrebbero ' sembrare opera di piccoli iujizionari, di provincia die riferiscono a] Comitato Centrale sulla attività delle sezioni locali. In quegli altri quelli del 18...
non c'è equivoco possibile, si tratta della chiesa e solo di quella, non
è detto che non ci si occupi di altro
ma il problema centrale rimaneva
quello della intima e profonda vita
della chiesa, quello dèlia fede. Espresso in modo moralistico se si
v'uole ma è il problema della santificazione quello che era in gioco,
da nói è quello della « buona attività » anche benedetta e b ricca di
frutti finché si vuole.
Questo contrasto di punti di vista nel misurare la vita della chiesa
deve per prima cosa essere chiarito,
e d sembra che al Convegno dei
Concistori tenuto a Pinerolo si sia
comindato a farlo in modo efficace.
Si sia cioè cercato su che terreno
la chiesa può e deve vivere. Su
questo punto le nostre comunità non
sono ancora del tutto al chiaro. La
corsa alle ipizativc le ha distolte
dal prdilema della^fedeltà all’Evangelo e pon è detto che eia facile farle, ritonaare ad dh^pme.di se stesse
anche se abbiamo'^eciso che si deve tornare a farlo. G. T.
I problemi economici
della Valle del Pellice
La prima seduta del Consiglio della Val Pellice dopo la sua costituzione, avvenuta lo scorso anno, s’è
svolta in un clima di fraternità tessuta di dialoghi interessanti a tratti vivaci intorno agli argomenti posti all’ordine del giorno da parte
della giunta. Abbiamo udito relazioni e discussioni intorno ai seguenti
argomenti: viabilità, ripartizioni ai
comuni del bacino imbrifero della
Valle dei sovracanali delle Aziende
Elettriche, premi per studi di carattere economico sociale della zona;
borse di studio per alunni meritevoli per le zone lontane dalle scuole
medie; attività turistica; usi civici;
assistenza ospedaliera, riesame delle
spettanze per le condotte specialmente per i piccoli comuni, nomina
di commissioni per i vari problemi
dibattuti.
In tema di viabilità l’avv. Belfiore
assessore alla Montagna ha annun
ziato l’imminente discussione in sede senatoriale della legge tendente
ad affidare alla responsabilità dello
Stato le strade o parte delle strade
provinciali, delle strade comunali alla Provincia e quelle interpoderali
ai Comuni. Tale legge potrebbe risolvere il problema vitale della viabilità delle zone di montagna dove
la viabilità lascia piuttosto a desiderare. S’è discusso con animazione
intorno alla strada che collegherebbe Bobbio al Colle della Croce per
la quale si auspicherebbe la collaborazione di tutti Comuni median
te i sovracanoni del bacino imbrifero quale segno di solidarietà delle
Amministrazioni del Consiglio di
Valle. Il dr. Crosto in questo senso
ha auspicato comprensione e spirito di collaborazio'ne per im’opera di
cui direttamente o indirettamente
beneficherebbero tutti i Comuni.
Il dr. Meynet ha espresso il pensiero del’opposizione e segnatamente di Rorà per la quale la strada si
rivela di particolare importanza e i
cui vantaggi per la zona sono notevoli a giudizio pure dell’illustre prof.
Di Castro. S’è pure accennato ad
una nuova arteria Torre Pellice Pinerolo e comunque ad una rettifica
della strada al passaggio di Bricherasio, nonché ai lavori che si compiono per il Comune di Angrogna
ed alla viabilità tra Lusema Bibia
na. Il problema del passaggio a livello ha pure offerto lo spunto d’uno
scambio di idw.
Nel campo turistico è stata fatta
la proposta d’un « depliant » con una
carta e le indicazioni necessarie di
particolare interesse per il turista.
Il problema delle condotte, ha dato l’avvio ad un dialogo interessante
non privo di vivacità. In assenza del
dr. Meynet che in sede di Giimta
aveva sollevato il problema specialmente in riferimento al comunelle
alpestre di Rorà e degli altri piccoli
comuni si è ritenuto opportuno nominare una commissione chiamata
a presentare alla prossima seduta
una relazione in merito.
Nelle varie s’è accennato alla possibilità di ottenere per il comune
di Luserna e le porzioni collinari
dei cornimi di Bibiana e Bricherasio la qualifica di « commri montani » con tutti i benefici connaturati
alla legge. In tema di usi civici specialmente per i pascoli alpini il sindaco di Bobbio ha fatto una chiara
esposizione della materia interessando gli ora^i competenti.
Alla riunione del Consiglio di Valle hanno preso parte tra gli altri i
consiglieri provinciali: Avv. Pittavino, Gastaldetti, Prunas Tola e l’avvocato Belfiore.
Il Sindaco di Torre Pellice prof.
Arrnand Hugon, presidente del Consiglio di Valle ha diretto con competenza le discussioni varie intorno
ai problemi della Valle consentendo
un’interessante scambio di idee intorno a molti problemi. g. b.
Lezionario biblico
1958
piano di letture bibliche per il nuovo
anno.
La Commissione biblica nominata
dalla Tavola Valdese ha predisposto
tale opera intesa a fornire ad ogni
credente un valido aiuto nella lettura
quotidiana della Parola.
Il « Lezionario » è stato inviato gratuitamente a tutte le famiglie della
Chiesa ; essò entrerà in ogni casa come un fedele amico e ad un tempo
come un silenzioso monito per ogni
credente a riservare alcuni momenti
della propria giornata alla meditazione ed alia preghiera.
IiìÉpressìoiii dalla Svizzera Tedesca
Un giro di conferenze di un mese,
attraverso a tutta la Svizzera Tedesca
e cambiando di sede almeno una volta al giorno, è certo ricco , di « impressioni » di vario genere; ma purtroppo manca sempre il tempo di conoscere persone e problemi più a fondo
per potersi fare un’idea precisa e dettagliata degli ambienti e delle vere
questioni.
Tuttavia ci sono alcune cose che
per le loro caratteristiche e per la costanza con cui si incontrano, non possono non colpire di più e non essere
un segno di veri problemi.
GII italiani
Una delle caratteristiche più evidenti di quasi tutte le zone che ho attraversato nella Svizzera Tedesca è la
presenza degli... italiani! ? Si calcola
che durante la stagione dei lavori agricoli ve ne siano in Svizzera! non meno
di 150.000 o forse anche sensibilmente
di più.
In alcune città, come a Zurigo, tutti
i negozianti hanno dovuto darsi da fare per imparare alia meno peggio la
cali come il ristorante della Cooperanostra lingua, per non parlare di lotiva, vicino alla Stazione, dove a parlare tedesco si è guardati con un certo
stupore!
Se poi, alla sera, si entra in qualsiasi stazione non si sente che dialetti
veneti e meridionali. Si direbbe che
tutti gli italiani si siano dati convegno
per qualche occasione importance, invece è sempre così ogni sera.
E se vogliamo comprenderne il perchè, possiamo ricordare che in Svizzera l’ingresso alle stazioni è libero per
cui esse sono diventate la mèta di questi nostri lavoratori che, in genere, risparmiano fino all’ultimo centesimo
per mandare tutto a casa e realizzare
il grande sogno di ciascuno: pagare
i debiti, comperarsi un pezzo di terra
e una casetta. lnoltr<; i treni in par
tenza ed in arrivo pppresentano, soprattutto per il M^ionale, un legame ideale con la suà gente e le sue
terre lontane.
La parsimonia dei nostri lavoratori
è diventata proverbiale. A parte qualche sigaretta e qualche cantata notturna per le strade (ahimè, la tranquUlità
serale dèi paesi svizzeri!), per il resto
non ci spno altre occasioni di spesa, e
la quantità di denaro svizzero inviato
in Italia comincia a rappresentare un
grosso problema per gli ambienti finanziari elvetici, preoccupati per l’uscita di maggior quantità di valuta
svizzera di quanto non fosse prevedibile.
Ma questa massa di concittadini,
talora discretamente abbandonati a
se stessi,’rappresenta anche un problema ed una responsabilità per i cristiani, italiani o svizzeri; che siano.
Prima di tutto esào si esplica nel
confronto degli Evangelici emigrati.
Ecco una delle ragioni fondamentali della presenza della Chiesa Valdese
a Zurigo, la quale, coti i culti in italiano, le riunioni e l’Unione Giovanile
rappresenta un centro spirituale e comuniffirio per i nostri fratelli che lavorano in un raggio piuttosto grande intorno alte città.
Il lavoro della Chiesa
Soprattutto interessante è il lavoro
dell’Unione Giovanile la quale organizza, ogni domenica, un pranzo in
comune con la tradizionale pastasciutta, cucinato nei locali stessi dell’Unione, in modo che coloro che abitano
fuori della città possano passare assieme agli altri la giornata completa.
Sono stato molto contento di vedere come l’emigrazione degli evangelici è organizzata in modo da avere il
minor numero possibile di « isolati ».
Infatti i nostri fratelli sono riuniti intorno ad alcuni centri come Zurigo,
Wintherthur, Frauenfeld, dove il Pa
store Valdese o pastori Elvetici che
conoscono ritàliano li possono seguire più da vicino.
Ma un lavoro ancora più grande ed
una maggior responsabilità ci vengono da quella massa di italiani non collegati praticamente con la Chiesa Cattolica, o solo genericamente evangelici, come cèrti simpatici pentecostali
che ho incontrato qua e là o, ancora,
in molti casi di matrimoni misti fra
italiani e svizzeri.
E’ un lavoro che i colleghi svizzeri
non sempre possono fare a causa della difficoltà della lingua e che potrebbe impegnare energie dieci volte maggiori di quante non ne abbiamo noi
Valdesi in queste zone.
Mi ha fatto, molto piacere vedere
come mólti gióvani svizzeri fanno un
buon lavoro in quésto senso, soprattutto il grullo zurighese degli Agapini, ben organizzato e molto .attivo sia
nel campo sociale che in quello' spirituale.
Le chiese svizzere
Ne ho visitato un po’ di tutti i tipi.
Dalle comunità delle città industriali,
a quelle delle ricche zone agricole, fino alle Chiese di alta montagna, nelrOberland o nei Grigioni, così in alto
che non cresce più neppure il famoso
« Mont-Calme », ma la gente vive quasi esclusivamente di allevamento del
bestiame e dove il problema delle zone depresse di montagna ed il conseguente spopolamento sono realtà quotidiana, anche se non così grave come
da noi in Italia.
Ma dappertutto il nome della Chiesa Valdese, conosciuto da tutti in qualche modo, ha destato un notevole interesse.
Ne sono un indice le discussioni
spesso assai serrate che ogni sera seguivano le mie conferenze; talora vi
erano molte difficoltà a comprendere
la situazione così diversa nella quale
vive il Meridione, ma sempre ho tro
vato molto desiderio di comprendere
e di dare una mano.
Una volta sola mi sono sentito molto imbarazzato.
E’ successo ad Olten, dove, dopo
la discussione, un signore si alza dal
fondo e dice : « Sano un cattolico e
sono stato in Sicilia per ragioni di lavoro. Vi posso dire che la situazione
descritta non è esagerata e vi voglio
anche dire che, avendo visto i Valdesi
in quella zona, fate bene ad aiutare
quella Chiesa la quale fa effettivamente più di quanto non possa ».
Allora, veramente, sono stato imbarazzato. Se facessimo, non dico più
di quanto possiamo, ma anche solo
quello che possiamo, nel Meridione
o alle Valli! Quante cose cambierebbero fra noi ed intorno a noi!
Ma ho accettato questa testimonianza e ve la trasmetto come un impegno.
Questo si pensa e questo si dice di
noi, anche da parte di estranei, come
lo sconosciuto signore di Olten.
Possiamo lasciar dire senza che ciò
corrisponda al vero?
O vogliamo prendere sul serio fino
alla fine questo grande impegno di
evangelici italiani, coscienti delle difficoltà e della nostra debolezza, ma anche dell’aiuto di Dio?
)In altre parole: cosa volete, voi
lettori dell’Eco, che dicano in occasioni come queste i nostri delegati?
Devono rettificare e dire che la realtà non è così bella, oppure possono,
con voi e per voi, impegnarsi a che non
sia troppo diversa da come è detto?
Franco Da vite
Laici ai lavoro nella chiesa
La chiesa di Hannover in Germania ha
circa settecento « lettori » laici, ossia persone che, dopo aver seguito dei corsi appositi, sono autorizzati a dirigere dei culti,
predicare, e collaborano con i pastori. Parecchi di questi predicatori laici sono operai e contadini.
3
L'ECO delia VAfU VALDESI
— t
pfliri a (gffliDmaairfi
Il trasferimento e la rimozione di
due magistrati in relazione al processo contro il vescovo di Prato hanno suscitato un certo allarme nella
opinione pubblica italiana. Il Procuratore della Repubblica di Firenze il
quale, alcuni mesi fa, ricevette la querela dei coniugi Bellandi e l’inoltrò
al giudice istruttore, è stato promosso presidente di Corte d’Appello e
trasferito a Trento. Al tempo stesso
il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Firenze, che aveva
avocato l’esame della querela alla Sezione istruttoria della Corte ed aveva
concluso, da parte sua, con una ri
chiesta di proscioglimento dell’imputato, è stato recentemente promosso
presidente della Corte d’Appello di
Firenze; è dunque facile intuire quale sarà il suo giudizio qualora la cau
sa, nel caso che la prima sentenza
fosse contraria al vescovo, debba essere discussa in Appello.
Il ministro della Giustizia, on. Go
nella, ha spiegato alla « Voce repubblicana » che 1 trasferimenti sono perfettamente legittimi ed ha esortato
a non creare im’atmosfera di sospetto intorno alla migistratura. Ma è
difficile effettuare tali trasferimenti
alla vigilia di un processo, che poi è
stato rimandato a febbraio, e ìmpe
dire che l’opinione pubblica se ne
interessi, formulando magari qualche
dubbio e qualche sospetto in mèrito
all’indipendenza della magistratura.
Comunque rimane il fatto che il
trasferimento è avvenuto per decisione del Consiglio dei ministri del
27 dicembre. Per evitare eventuali sospetti sulle interferenze del potere esecutivo nel campo della magistratura, non ci sarebbe che da creare il
Consiglio superiore della magistratura, presieduto dal Presidente della
Repubblica e previsto dagli articoli
104 e 105 della Costituzione. Il Consiglio avrebbe il potere di nominare,
promuovere e rimuovere gli alti magistrati, sottraendo completamente
tale materia alle decisioni ed alla
scelta dei membri del governo. Ma,
nell’Italia di oggi, certi istituti chiaramente previsti dalla Costituzione
stentano a prender vita, forse perchè
sono garanzia di indipendenza e di
libertà neH’imperante conformismo
che grava sulla vita politica italiana. Troppi ambienti sono ostili ad
una totale applicazione della Carta
statutaria o vorrebbero monopolizzarne l’interpretazione ai loro fini: intanto, fino ad ora, si preferisce affidare tutta questa delicata materia al
Consiglio dei ministri e, per esso, al
ministro della- Giustiziai
Ma, forse, il fatto più importante
della settimana scorsa nella vita politica italiana, è stato l’intervento del
Cardinale Alfredo Ottaviani, segretario della Sacra Congregazione del
Santo Uffizio. Tutta la stampa se ne
è occupata e l’Osservatore Romano
ha voluto, infine, precisare il significato e la portata dell’articolo del Cardinale.
In un editoriale dal titolo « Servire
la Chiesa e non servirsene », pubblicato sul Quotidiano, organo deH’Azione Cattolica, il Cardinale ha richiamato i fedeli a « servire la Chiesa »,
cioè a « vivere la sua vita, a vivere
per la sua vita, in noi e nei fratelli».
Alludendo probabilmente ad alcune
personalità politiche cattoliche, che
si permettono di esprimere opinioni
non del tutto conformi a quelle della Curia in fatto di rapporti intemazionali, ha rivolto un rimprovero a
« certi uomini i quali, dai cattolici
hanno avuto il mandato di tutelare
nella vita pubblica i principi cristiani... ma spesso finiscono di dimenticare, all’atto pratico, di avere a cuore più le loro ambizioni, fortune e
dignità nel secolo che il progressi
verso il mondo migliore al quale la
Chiesa vuole condurre Tumanità»
Ha lamentato le offese che « ogni
giorno e ogni ora» vengono lanciate
contro la Chiesa « nei nostri stessi
Paesi, che si dicono cristiani e sono
magari governati da cattolici in prevalenza sugli altri ». Ha continuato
parlando delle critiche, dell’indisciplina e « dì qualche tradimento... nello
stesso campo nostro » per concludere che « intanto tutti ricorrono ai preti, per farne degli armeggioni presso
i potenti e si determina così una stanchezza, nel Paese, verso gli uomini
dell’etemità trasformati in agenti
delle cose temporali...».
Gli echi del messaggio del Cardinale continuano e non si acqueteranno così presto, tanto nel mondo politico quanto oltre le mura vaticane.
I giornali di partito o indipendenti
hanno espresso i loro giudizi e tratto
le loro conseguenze. Si è parlato di
laicismo e di clericalismo, di autonomia dello Stato e di ingerenze ecclesiastiche, di allusioni personali e di
richiamo a tutti i cattolici mentre
ci si avvicina alle elezioni.
Certi ambienti democristiani sembra siano stati assai imbarazzati dall’intervento del Cardinale. Fanfani si
è recato in Vaticano per protestare
contro alcune dichiarazioni che rischiavano di gettare una grossa ombra sul suo partito. E in Vaticano ha
trovato comprensione. L’Osservatore
Romano ha precisato che lo scritto
dell’eminente porporato «esprime alcune sue considerazioni personali » e
ha soltanto il senso di « una nobile
esortazione ai cattolici, affinchè, ciascuno al suo posto, siano sempre degni delle gravi responsabilità che ai
nostri giorni spettano loro».
Anche qui, le interpretazioni pos
sono ess^ molte e diverse. La Chie
sa ha pieno diritto di esortare i fedeli a servirla e, nel periodo elettorale che si avvicina, sarà bene che
anche i sacerdoti si ricordino di non
trasformarsi in « agenti delle cose
temporali ».
’Tutto sto a vedere se il servizio di
cui si parla riguarda e in qual misura riguarda anche le competizioni elettorali, I legami tra il partito di
maggioranza e la Curia romana, per
iion dire la Chiesa, sono troppo stretti perchè si possa parlare di autono
mia dell’uno nei confronti dell’altra.
I medesimi interessi elettorali sono
assunti da entrambi e, in quest’ordine di idee, anche l’intervento del Cardinale ha il suo significato.
Del resto, non è stato il primo e
non sarà neppure l’ultimo. Quando
in Italia si dice, come ebbe a dire in
questi giorni Ton. Rumor, vice segretario del partito democristiano : « La
autonomia dello Stato non troverà
difensori più decisi e convinti di noi »,
bisognerebbe essere bene al chiaro:
lo Stato dev’essere autonomo, tanto
di fronte alle minacce di totalitarismo politico quanto di fronte alle
pressióni clericali. E queste ultime,
oggi, si fanno sentire.
Ermanno Rostan
DIFFUSIONE DELLA BIBBIA
Vi sono, nelle grandi città cinesi, sette
Case della Bibbia. Dal 1949 ad oggi sono
state diffuse nella Repubblica Popolare cinese centosettantamila Bibbie, altrettanti
Nuovi Testamenti e tre milioni e duecento
mila opuscoli contenenti parti della Bibbia.
A seguito di accordi con il governo ungherese si potranno pubblicare in quel paese centomila Bibbie.
LA BIBBIA ILLUSTRATA
Nell’estate del 1959 si terrà ad Edimburgo (Scozia) un congresso per lo studio dei
problemi relativi aU’illustrazione della
Bibbia.
Non c’è nessuna ragitptp di principio
che vieti agli evangelici diiiUnstrare la Bibbia: era del resto una pratica corrente al
tempo della Riforma e lè prime edizioni
della Bibbia tedesca di Lufi^rn erano abbondantemente illustrate. Le i^tistrazioni possono aiutare a meglio ca|iire il testo ma
possono anche contribuirci^ materializzare
le cose spirituali; illustrài^^ un testo significa commentarlo e suggef^is al lettore indirettamente certe idee. -i||bme illustrare?
con riproduzioni di ope% d’arte, con disegni moderni, con fo1£d®àfié» dèi luoghi
biblici, con fotografie di situazióni nioderne che si riaUaccino al messaggio dèi singoli passi biblici? Ecco alcuni dei problemi che dovranno èssere affrontati dal: congresso. . . ‘lÌ ’■ ■li
Margherita Coslabèl
E’ scomparsa per sempre quaggiù, nella quiete della sua casa a
Bordighera dove risiedeva da vari
anni, una cara e nobile figura di
dtmna, la signora Margherita Cranier ved. Costabel.
ISon abbiamo avuto notizia direi
l<i della sua morte, ma ci è impos
sibile non rievocare sia pur con bre
vi parole colei che molti Valdesi
hanno conosciuto ed amato, duran
le i lunghi anni della sua vita e del
suo ministero, come moglie e fede
le compagna d'opera del Pastore
Moderatore Vittorio Alberto Costa
bel.
Era nata a Milano da famiglia evangelica svizzera, ferma nella fede
e nella testimonianza di una vita
cristiana non finta. Dalla educazione di famiglia aveva ricevuto quelle doti morali e religiose che fecero di lei, dovunque fu chiamata a
servire le nostre comunità, unmpersona distinta, umile, '.amata. La ricordiamo, nei nostri armi ^ovanili, col suo sorriso sempre cordiale
e còl suo sguardo pieno di comprensione, capace di aiutare validamente suo marito nell’opera pastorale
e di creare attorno a se un atmosfera di gentilezza, di serenità. Più tardi, negli aniti della vecchiaia, fu
molto: provata dalla sofferenza; le
facemnvo visita, alcuni anni or sono
a Bordighera, dov’era rimasta accanto alla sorella e, pur nella pròva, ricordava col suo bel sorriso
molti nomi di persone care. E i
membri della Chiesa di Milano, dove aveva vissuto rholti anni anche
come moglie di Pastore, non la di-^'
menticheranno. 4i
Vorremmo poter dare qualche altra notizia della sua vita e non lo
possiamo fare, per mancanza di informazioni. Ma forse è meglio così;
ci basti dire che di lei, in quanti
l’hanno conosciuta ed amata, rimane un dolce ricordo; un affettuoso
pensiero di riconoscenza per quanto ha fatto e per quello che è stata;
nella sua casa, nella Chiesa, in mezzo a noi.
Il Signore l’aveva arricchita di
molti doni, soprattutto di dolcezza
e di bontà. Ora ha terminato il suo
corso, ha risposto alla divina chiamata. Per lei il tempo della prova
è terminato; benediciamo Iddio per
la luce della fede che ha fatto risplendere in lei sulla terra, sulla via
che conduce alla vita eterna in Cristo Gesù,
La consolazione del Signore dimori nel cuore di quelli che la piangono, non però senza speranza.
e. r.
MISSIONI
Quando si odono i cristiani cinesi (per
non parlare dei cinesi non cristiani) considerare i missionari in genere come ” agenti dell’imperialismo ” e quando si osserva
la fretta con cui diversi popoli asiatici ed
africani Si sforzano di limitare la sfera di
azione dei missionari, ci si domanda se veramente le missioni cristiane siano state
sempre all’altezza della loro vocazione. Anche se molte accuse contro le missioni sono
esagerate-sorpirende ài fatto che degli uomini partiti nel riome. dell’amore di Cristo
non siano riusciti a suscitare la simpatia
N di parecchie delle persone che era loro compito .servire ed aiutare.
L’Asia ha bisogno di un nuovo tipo di
missionario che sia ” un amico, un filosofo
e una guida ” per le giovani chiese, e sostituisca l’antico missionario ” sovrintendente, direttore e padrone ”. CoA ha detto
il Dr. Raja B. Manikan, vescovo di Tranquebar; ed ha aggiunto che è venuto il
tempo in cui il missionario deve mettersi
*’ dietro il carro per spingerlo invece che
davanti per tirarlo ”.
Dall’America del Sud giunge la notizia
che il missionario inglese W. Tidmarsch ha
avuto successo nei suoi primi contatti con
quelle tribù di,” indios ” che due anni fa
avevano ucciso quattro missionari nordamericani.
ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE
DI BRUXELLES
L’esposizione internazionale di Bruxelles
si aprirà il 17 aprile e si chiuderà il 19
ottobre di quest’anno. Si prevede che l’affluenza di visitatori sarà di circa trenta milioni di persone. Per iniziativa delle chiese protestanti belghe anche il Consiglio ECumenico delle chiese sarà presente all’esposizione con uno stand al quale sarà annessa una cappella; questa sarà costruita in
modo da poter es.sere adoperata dalle diverse denominazioni. Per la durata dell’esposizione vi saranno brevi culti mattino e
sera, Una « ora ecumenica » ogni venerdì e
culti solenni in quattro lingue la domenica. Per tutta la durata deU’esposizione dei
gruppi di pastori e laici di diverse lingue
saranno a disposizione dei visitatori sia per
conversazioni di carattere personale e spirituale, sia per il servizio di accoglienza
al padiglione che illustrerà l’attività svolta
dalla chiesa nel mondo.
RIFUGIATI
La tentazione è grande, in Germania ed
altrove, di passare sotto silenzio o dimenticare il problema dei rifugiati. La chiesa
in Germania ha rivolto a tutti un appello
affinchè non si facesse una « congiura del
silenzio » sui rifugiati: ve ne sono ancora
duecentomila in sotterranei, dormitori, tende e campi, ed ogni mese ne arrivano alcune migliaia dalla Germania orientale.
Od comitato generale
di A^ape a Stoccarda
I giorni 4 e 5 dicembre a Stoccarda, ospite del past. Kurt iHennig, il
Comitato Generale di Agape ha avu
to le sue sedute annuali. E’ ^tato
riesaminato il lavoro compiuto durante questo che è il decimo anno
di attività di Agape. Ed una volta
ancora ci è stato dato di consta
tare, con profonda riconoscenza, come Iddio conduce le cose, non solo
spiritualmente ma anche finanaia
riamente.
Nella composizione del Comitato
stesso ci sono stati diversi cambiamenti, per le dimissioni di alcuni
membri: Bengt-Thure Molander (che
ha cessato il suo lavoro al Consiglio Ecumenico a Ginevra), Georges
Paschoud, la cui salute non gli per
mette un sovraccarico di lavoro ;
Mario Sbafiì, nominato presidente
dell’edera metodista in Italia; Jacques Roos per fine di incarico. Non
possiamo dire ancora il nome dei
successori (tranne quello di Pierre
Borne che, nominato dalla Conferenza dei segretari nazionali della
gioventù, ha già preso il p»sto di
Jacques Roos, perchè le nomine non
sono state ancora effettuate. Anche
nel Comitato Esecutivo ci sono dei
cambiamenti per le dimissioni di
Gianni König e di Georges Paschoud. Le consultazioni per la loro sostituzione sonò in corso. Vogliamo intanto dire la nostra riconoscenza a tutti questi amici che hanno ciato molti anni di fedele collaborazione ad Agape e che per ragioni del loro lavoro sono stati costretti a lasciare l’incarico.
Nelle sedute è stata letta e commentata la relazione annua del direttore di Agape, e su ogni paragrafo di essa si è avuta una buona
discussione. Ci si è fermati con particolare interesse a ciiscutere del lavoro e della situazione della comunità. Molto interesse ha suscitato la
preparazione già avviata del Convegno degli amici di Agape, al quale
è da p>revedersl una fortissima partecipazione, data l’importanza dell’avvenimento. Una preocMJupazione
del Comitato è stata anche quella
del successore dell’attuale direttore
di Agape, dato che ci si avvicina, fra
qualche anno, al termine del suo
mandato. Il problema di questa successione deve rimanere vivo in questi anni.
Al capitolo del campo dì lavoro si
è parlato anche delTimpiego del medesimo, anche in zone diverse, per
assicurare i servizi di cui la Chiesa
ha bisoco, ip idtre -pai^i. Il programma dei campi per il 1958, già
pubblicato, è stato arricchito dì diversi altri campi la cui richiesta è
avvenuta in seguito.
Per la continua necesrità che Agape ha di ricevere ospiti e per i non
pochi casi che le sono raccomandati,
è da prevedere per il futuro (quando?) la costruzione di una « foresteria». Ma ciò è ancora molto sul
vago.
Al capitolo delle finanze, oltre alla struttura del bilancio consuntivo
e preventivo, abbiamo sentito ima
profondissima riconoscenza al Signore per quanto ha donato ed a
quelle persone che hanno saputo essere nelle mani Sue degli strumenti
per aiutarci. Si può chiudere così,
malgrado tutte le avversità di quest’anno, invero non poche nè materialmente nè spiritualmente parlando, col pareggio.
Vivo interesse ha suscitato anche
quel che Agape ha fatto per essere
presente nel paese, sia alle Valli, ove
le attività locali vanno aumentando
ogni anno, sia in Sicilia sia nell’opera per le zone depresse, sia altrove ove quest’opera suscita impégni
ben più vasti di quanto mai avremmo potuto supporre.
In tutto si ha l’impressione che
il lavoro di Agape sia sempre in progresso e che si .aprano dinnanzi a
noi delle possibilità più vaste: queste però richiedono persone impegnate, non nei discorsi solo, ma nelle azioni concrete.
Pastori protostaoti di lln^heria
contro una condanna a morte
L’Associazione dei pastori danesi, in nna
lettera indirizzata a Janos Horvath, capo
deU’nfficio di Stato per gli affari ecclesiastici a Budapest, ha elevato nna protesta
contro Teventnale esecuzione della sentenza del tribunale che condanna a morte il
pastore riformato ungherese Lajos Gulyas
per « pretese mene controrivoluzionarie ».
La lettera dice: « Profondamente commossi
per la dura sentènza pronunciata contro un
fratello in fede che non ha preso le armi,
preoccupati deUe sue conseguenze per la
comprensione fra i popoli, noi vi preghiamo di impiegare tutte le vostre forze per
ottenere nna revisione di tale sentenza ».
I .vescovi luterani danesi, con alla loro
testa l’arcivescovo Fuglsang-Damgaard, hanno indirizzato una simile lettera al Dr.
Horvath. Si annuncia che le organizzazioni pastorali della Norvegia, Svezia e Islanda si propongono anch’essi di protestare a
Budapest. (S. OE. P. I.)
4
Eniesto Comba ' BREVE STORIA DEI VALDESI L. 300 L'Eca c lei le Va Ili Valdesi ¿¡dina Rostain Ribet C’E UNA VOCE NELLA MIA VALLE
, .- - T-- - , ■ ■ ' ’ i ; L. 500
Vous vous rappelez peut-être
que, le n août 1944, le capitaine
d'un pétrolier battant pavillon norvégien, le " Langanger ”, saborda
son navire à Port-de Bouc. Après
la guerre, un ingénieur naval acheta l’épave pour la renflouer. Une
fois la coque mise à flot, en décembre 1946, cet ingénieur restaura le
” Langanger ", le fit transférer sous
le pavillon suisse et devint l’armateur-gérant du pétrolier qui ¡^appelle désormais le "Neuchâtel”. Ce
navire fait la navette entre le port
du Havre et le Golfe Persique et
ramene à chacun de ses voyages
14.000 tonnes de pétrole. L’histoire de cette épave arrachée à la destruction m’a paru illustrer dans une
certaine mesure la manière dont
Dieu sauve ces épaves humaines
que nous sommes si souvent.
Des épaves!... Nous ne pouvons
nous empêcher de penser à tous les
drames de l’existence qui ont fait
d’innombrables vies humaines....
Des épaves! Cet Algérien, par
exemple, qui a quitté son pays pour
travailler à Paris, puis dans les charbonnages de la région de Charleroi,
n’a pas pu résister au cafard et
il s’est plongé dans l’alcoolisme.
Quand il nous raconte ses expériences au Pays Noir, il nous dit lui-même: ’’ J’étais devenu une épave... ”.
Il se trouve peut-être parmi nos
auditeur quelqu’un qui, secrètement
réalise qu’il a sombré, lui aussi,
dans l’océan de la vie...
Cher auditeur, tu caches peut-être sous un très beau masque une
L’epave renflouée
âme profondément découragée, hantée par l’idée du suicide, ou un
coeur révolté par les injustices sociales — Qui sait? — Tu hais peutêtre les membres de ta famille tout
en paraissant les aimer; tu jalouses
telle ou telle personne tout en feignant de l’admirer. Tu n’es pas rntûtre de toi même, rd de tes pensées,
ni de tes paroles, ni de tes passions
Ne serais-tu pas toi-aussi, sans l’avoir jamais réalisé jusqu’à c& soir,
au nombre de ces épaves humaines
que le Christ est venu sauver? y
L’épave du ’’ ÎMnganger ’’ est demeurée longtemps dans la mer... Inutile, se détériorant toujours davantage, elle nous fait penser à l’état d’une âme rongée par la révolte
ou la haine, ou, sous une forme plus
apparente, d’un corps lentement détruit par la maladie, l’alcool ou la
débauche...!
Tu as parfois désespéré de toimême. Tu as essayé souvenu de t’améliorer, mais en vain. Tu es malade peut-être et les médecins sentent
leur impuissance en face de ton
mai... Courage! Le Christ vivant
peut intervenir dans ta vie. Il peut
faire de toi un homme nouveau. Il
ne désespère pas de te sauver. Il n’a
pas reculé devant l’immense prix à
------:---------—*5??-----------
payer pour devenir ton Sauveur et
ton Mcâtre. Il fa ainté âu point de
mourir à ta place. Tii as honte de
LUI peut-être, mais ÎM n’a pas eu
honte de s’exposer au mépris de la
foule, de donner son,Sang, sa vie,
pour toi. Ecoute cette parole de la
Bible: ” Vous avez été rachetés à
un grand prix. GloriflSz donc Dieu
dans votre corps et votre esprit qui
appartiennent a Dteu "
Athene. en cale secht. le pétrolier
dut subir une restauration complète. Les machines routllées durent
être remplacées Ces machines qui
sont le coeur du navire, me font
penser a ceiie promesse de Dieu
dans la Bible: « J’ôterai de votre
corps le coeur de pierre et je vous
donnerai un coeur de chair. Je vous
donnerai un coeur tlouveau et je
mettrai en vous un esprit nouveau».
Et ailleurs, l’apôtre POul s’exprime
mnsi: « Si quelqu’un est en Christ,
il est une nouvelle créature, les choses anciennes sont passées; voici
toutea choses sont devenues nouvelles ». Toi aussi, cher auditeur, tu
peux devenir un homme nouveau.
L’ami edgérien que je mentionnais
tout à l’heure a ouvert son coeur à
Jésus-Christ et il a été transformé
par Sa puissance.
Il fallut peindre à nouveau la coque du " Langanger ’’. La restaura
tion s étendit aussi bien à l’extérieur
qu’à l’intérieur du navire. Et si le
Christ vient habiter en toi par son
Esprit, la paix et la joie de sa présence se refléteront sur ton visage.
Ayant reçu un coeur nouveau, tu
mèneras une vie nouvelle. Tu recevras la force de te réconcilier avec
cette personne à laquelle tu ne parles plus depuis longtemps, de briser
telle liaison secrète, de vaincre tes
passions, de vivre en un mot selon
l’idéal de VEvangile. Ton existence
ne gravitera plus autour de ta propre personne, mais elle sera centrée
sur Celui qui, par sa mort, fa sauvé de la perdition. Le Seigneur peut
non seulement régénérer, purifier
ton âme; il peut aussi guérir ton
corps malade. Il peut le faire maintenant même. Etends vers Lui la
main de la foi! Saisis cette puissance de vie qui est en Lui et reçois
la délivrance qu’il désire f accorder.
Le pétrolier renfloué porte maintenant un nouveau nom. Et toi aussi, cher auditeur, tu peux recevoir,
medntenant même, un nouveau
nom: celui d’enfant de Dieu. Ecoute cette parole de la Bible : « Voyez
quel amour le Père nous a témoigné pour que nous soyons appelés
enfants de Dieu ». Mcâs, diras-tu.
quel nom portons-nous donc avant
d’avoir cru en Jésus comme en notre Sauveur? — Celui d’enfants de
colère, c’est-à-dire d’hommes sur
lesquels repose la menace du châtiment divin. Ecoute cette autre déclaration du Nouveau Testament:
’’ Nous étions par nature des enfants de colère comme les autres
hommes. Mais Dieu qui est riche en
miséricorde nous a rendus à la vie
avec Christ ”.
Veux-tu, cher ami inconnu, devenir aujourd’hui un de ceux que
Dieu adopte comme Ses enfants
parce qu’ils ont cru en Son Fils Jésus-Christ?
L’ancien pétrolier "Langanger"
navigue maintenant, non seulement
sous un nom nouveau, mais sous le
pavillon d’un autre Etat. Et toi,
cher auditeur, tu abaisseras l’ancien
pavillon, celui de ton égdisme, de
tes ambitions, de ton orgueil, et tu
hisseras le pavillon du Christ vivant, ton Sauveur, ton Roi. Tu n’élèveras plus le pavillon de l’église
à laquelle tu te rattaches, mais celui du Christ qui fa racheté. Tu ne
chercheras plus à sauver le monde
par telle ou telle doctrine philosophique ou politique, mais tu attendras pour ta vie personelle, comme
pour le monde désemparé qui f entoure, le salut du Christ LUI seul.
T a suprême ambition sera de glorifier Dieu dans toute ta vie.
(L’Appel du Maître - Une partie
du message diffusé de Radio
Montecarlo par Ernest Lorenz).
DALLE COMUN ÊTA’
P0MMETT0
Questa cronaca, per un involontario disguido, viene pubblicata in
ritardo. Ne chiediamo scusa ai lettori, soprattutto a quelli di Pomaretto. Red.
Ben frequentati sono stati i culti
del periodo natalizio e di fine d’anno, e numerosa la partecipazione alla Santa Cena: così ci fosse dato
di vedere in chiesa ogni domenica
i « natalini » nel comune ascolto
della Parola. Ringraziamo vivamente: il Prof. E. Tron che il 22 dicembre ha predicato a Pomaretto, permettendo così che il culto con Santa Cena ad Inverso Pinasca fosse
tenuto di mattina.
La multipla festa dell’Albero, in
Chiesa, ai Cerisieri, all’Ospedale, ha
rallegrato i piccoli ed anche i grandi: a tutte le persone, e sarebbe
troppo lungo elencarle, che in un
modo o nell’altro hanno curato la
preparazione e la realizzazione di
questa festa un grazie cordialissimo,
dopo il grazie a Dio per la gioia che
ci ha donato.
Un membro della nostra comunità, Luigi Peyran, ha avuto il dolore
di perdere la mamma. Inoltre la nostra sorella Jenny Ribet, stanca nel
fisico nva ferma nella sua fede è entrata nel riposo del Signore. A queste famiglie cosi duramente provate
rinnoviamo l’espressione della no
stra simpatia cristiana.
I giovani deirUnione hanno voluto cominciare insieme l’anno con
un’allegra serata, nella quale non
si è trascurato di chiedere al Signo
re il suo aiuto per l’attività futura.
La sera dell’ll Gennaio la Filodrammatica di Bobbio Penice ha
portato sulle scene del nostro tea
trino un lavoro di notevole impegno: «La Gloriosa Canaglia» d.
Carlo Repossi. Un grazie di cuore
Prof. Dr. A. Boniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica aH'Universitè
MALATTIE
Della bocca e dei denti
Pinérolo - Via Palestre, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
ai bravi attori, la cri fatica meritava davvero un pùbblico più folto.
L’Unione delle Madri, a sezioni
riimite, ha ascoltato il pomeriggio
del 12 corr. un’interessante causerie
su Luisa André, una benefattrice
che, agli inizi di questo secolo, svolse xm’opera di redenzione a favore
dei giovani traviati. I sentiti ringraziamenti ed un simpatico té hanno concluso la bella riunione.
Ed ora si comincia a pensare alia
festa del 17 febbraio: quale migliore preparazione alla ricorrenza
della data dell’Emancipazione che
una più accentuata frequenza ai
culti? I nostri padri dovevano nascondersi per adorare insiemè il Bifore! Facciamo che la conseguita
libertà di culto, per quel che dipende da noi, non sia una parola vana.
PINÉROLO
La voce delle missioni è stata fatta
udire dal Presidente della Società
Pra del Tomo, lo studente Bellion,
in occasione di un culto domenicale
e della riunione serale del mercoledì
a San Secondo. Anche le Scuole Domenicali hanno voluto dare il loro
contributo, di modo che è stata consegnata alla Pra del Tomo per l’opera missionaria la somma di L. 22.000.
Sabato 1 febbraio, alie ore 21, nella
sala del Tempio, il Prof. A. Armand
Hugon, Sindaco di Torre Peliice, terrà una conferenza libera a tutti, sul
seguente argomento: Funzioni e limiti dèi Valdismo dal Sinodo di Chanforan al 1848. Il pubblico è caldamente invitato.
Domenica 26 gennaio è stato amministrato il battesimo a Erica Fornerone di Valdo e di Bessone Grar
ziella.
S. e il o Febbraio: presiederà una riunione.à FilàdeUfà. . ,
Il bollettino ricorda i nomi di alcune persone decedute: Jean Benech
Il 16 ìJovembre„al Kingsbridge ' Veterane ^ospitai, Susanne Beri il 4 Novembiie a NewfVork, Antoine Grill
li 16 Novembre a Valdese.
Il sig. Antoine Grill era imo dei
pionieW della nostra colonia di Valdese (jNord Carolina) ed aveva contribuito alla organizzazione ed allo
sviluppo di quella nostra Chiesa sorella. Era stato insegnante alla Scuola Domenicale, fonditore della Cassa
di Rìsi^rmio a Valdese. Il sig. Grill
lascia, il ricordo di un vero credente,
umile?e fedele nel servizio del Signore.
La famiglia dei signori Louis e
Christiane Coisson a Ulster Park ha
salutato con gioia la nascita del piccolo Qavid; la casa dei signori Manning-Garrou è stata rallegrata dalla
nascita della piccola Junine Susanne.
Al Pastore Alfredo Janavel ed alla
Chiesa di New York giungano i nostri cordiali saluti. Al Moderatore ed
alia Signora Deodato inviamo l’augurio di un viaggio ricco di benedizioni per loro e per la Chiesa che
essi rappresentano in mezzo ai nostri
fratelli in fede americani.
red.
LUSERNA S. GIOVANNI
Aito tU onestà
Il 22 corrente la signora Jourdan
Ines, dimorante ai Bertot di Luserna S. Giovanni, sulla strada del Bellonatti, rinveniva una borsa di cuo
io contenente una cospicua somma
in danaro ed importanti documenti
che si affrettava a consegnare in
Municipio.
L’interessato che, in breve tempo,
potè riavere documenti e danaro,
ringrazia sentitamente la buona Signora Jourdan e l’addita ad esem
pio.
NEW YORK
Dal bollettino della Chiesa Valdese
di New York « The Waldensian Messenger » stralciamo alcune notizie per
i nostri lettori.
Nel mese di dicembre il culto è
stato presieduto oltre che dal Pastore locale Alfredo Janavel, dal Rev.
Mingioli, dallo studente in teologia
presse il Princeton Theological Seminary sig. Franco Giampiccoli.
Il Moderatore Achille Deodato, attualmente negli Stati Uniti con la
sua Signora, presiederà il culto nella
First Waldensian Church il 30 Marzo. Intanto il 20 Gennaio ha presenziato a una riunione della «Italian
Ministerial Association», il 21 a una
riimione valdese a Ulster Park, il 23
al ricevimento serale della A. W. A.
I AVVISI ECONOMICI
CERCASI sigmora-signorina 30/45
anni disposta trasferirsi presso famiglia italiana nella Svizzera francese, come vice-madre stabile. Necessita acculare piccolo appartamento e si richiedono qualità morali e animo materno per seguire
con fermo affètto due ragazzi di
9-15 anni senza madre. Vitto e alloggio in famiglia, stipendio adeguato/ Vacanze, libertà ed altri particolari da stabilire. Offerte, referenze, richieste alla Libreria Claudiana, Torre Peliice.
Redauore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinérolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pedice - ' c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Peliice (Torino)
direttore: Prof. Gino C.—ahel
’’u^'blicazione autorizzata d-1 TriK>-nale di
Pi’crMo con decreto del "-^nnaio 195-5.
Nel 2o e pur triste anniversario della scomparsa dell’amato sposo
Grill Federico
che Dio h& chiamato a Sè nella bel
la età di 35 anni, la vedova addolorata lo ricorda a parenti ed amici.
Il suo sole tramonta mentre
è ancora giorno.
(Geremia 15: 9)
Salza 5-2-1958
La mattina del 20 gennaio il Signore ha richiamato a Sè
Anna Pascal
di mesi 11
I genitori Romildo e Ilda Pascal
e la sorellina Graziella ne danno il
doloroso annuncio fiduciosi nella misericordia del Signore.
L’Eterno ha dato, l’Eterno ha
tolto, sia benedetto il nome
dell’Eterno. (Giobbe 1: 21)
Prali, Indiritti, 20 gennaio 1958
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Robustelli Crova Bedei
profondamente commosse per l’affettuosa partecipazione al loro dolore
per la perdita del piccolo
Enrico
sentitamente ringraziano le Autorità, la Fiat, gli Enti, tutti i buoni
amici e conoscenti e quanti si sono
uniti nel cordoglio.
Pinérolo, 23 gennaio 1958
Onoranze Fimebri Manassero
Pinérolo - Telef. 22.38.
RICORDA TE!
Da Miiesi
Portici San Donato, It
PiEROLO - Telefono 20.35
Troverete pronto il più grande assortimento di BUSTI
VENTRIERE - REGGICALZE e REGGISENI - Speciale concezione dei medesimi articoli con le migliori
stoffe attualmente in commercio — CINTI ERNIAR-I — CALZE ELASTICHE confezionati e su
misura ARTI ARTIFICIALI per amputati di braccia
e gambe — ARTICOLI SANITARI in genere
Per l'arredamento del vostro alloggio rivolgetevi al
MOBILIFICIO
Giuseppe Griva
ABBONDANZA DI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
Pineroln • strada per MIradolo, di fronte alla caserma degli Alpini
■ ■■•wa viv w (Ca erma Berardi)