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lEDITORIALEJ
'Ikstímoiii della libertà
di PIERIL ECIDI
I BIBBIA E ATTUALITÀ ■
essere fratelli
«Ma voi non rifate chiamare “Rabbi”; perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli»
Matteo 23, 8
WWW (rete mondiale) e Internet (rete di interconnessione)
sono espressioni diventate di uso
quotidiano. Grazie alla moderna tecnologia, la |)arola rete ha acquistato
una connotazione positiva. Non è
più sinonimo di trappola. Ora è metafora di nuove possibilità, fornisce
una nuova visione del mondo e offre
un nuovo approccio alla realtà sotto
molteplici aspetti. Siamo di fronte a
una nuova forma di rivoluzione copernicana. I.ì .si trattava di riconoscere al Sole, e non alla Terra, la posizione centrale nel sistema solare; qui
si tratta di ridisegnare la Terra: avvolta in una rete telematica. Nella
nuova realtà perdono d’importanza
le costanti tradizionale di spazio e
tempo. La nozione di tempo reale ci
consente di comunicare a grandi distanze come se gli interlocutori si
trovassero nella stessa stanza e nello
stesso tempo. In ogni punto della rete si possono svolgere operazioni applicabili all’intero sistema. Cessa così
la gerarchia dei luoghi e ci si avvicina
alla nozione socio-politica di uguaglianza, di pari dignità, di pari opportunità.
E" possibile che le chiese e il pensiero teologico non siano disposte a
trarre le necessarie implicazioni dalla
nuova visione che la rivoluzione te
lematica ci fornisce, e che esse conti
nueranno ancora per molto tempo a
muoversi secondo visioni gerarchiche. È anche possibile che, come è
già avvenuto per altre rivoluzioni
(francese, russa, scientifica ecc.), le
chiese opporranno .strenua resistenza
al càmbiamento, rimanendo ancora
te a nozioni quali centralità, presidenza, guida, vicarierà, sovranità
(anche se fatte passare per servizio o
rappresentatività). A chi detiene il
potere ecclesiastico, e a chi si muove
nell’ombra di quel potere, la nozione
di rete, di decentramento, di smantellamento dei punti considerati cen
trali sembrerà fumo negli occhi.
L> IMMAGINE del Dio sovrano
I (persino tremendo) è certamente presente nella Bibbia e indubbiamente è legata alla visione del mon
do di quel tempo. Con lo stesso ordine di idee nel Nuovo Testamento
ricorre l’immagine di capo (Cristo è
il capo della chiesa). Ma le parole di
Gesù hanno un carattere di attualità
che la nozione di rete ci aiuta a ri-scoprire sotto una luce nuova. «Voi sie
te tutti fratelli...», «chiunque avrà
fatto la volontà di Dio mi è fratello,
sorella e madre». Essere tutti fratelli
ed essere fratelli, sorelle e madre di
Gesù non è soltanto una questione
di principio (vanificato poi nella
pratica delle gerarchie e delle deleghe), ma vuol dire riconoscere a eia
scuna persona che fa la volontà di
Pio le potenzialità di fratello e sorel
la, di padre e madre, con un ruolo
che non è secondo a nessuno. Con la
nozione di rete, l’essere fratelli, e solfile perde qualsiasi tratto di individualismo e si arricchisce della con
notazione di aiuto e servizio reciproco. Torna a proposito la bella immaT
,gine della vite'e dei tralci, rete naturale in cui tutti, senza alcuna gerarchia, vivono di un’unicà linfa, quella
deliavite.
l'»i', Salvatore kapisarda
ASSEMBLEA FCEII
Cresce lo spirito federativo
nella «casa comune» evangelica
IVALLECROSI
Allagata la Casa valdese
di RENATO ODISSON
ß
ECO DELLE VAUn
Il treno che d manca
di MASSIMO CNONE
‘AiAEirfi
PAOU BENECCHI
JOHN HOBBINS
Le elezioni presidenziali Usa, con solo il 51% di votanti, è in un'impasse storica | l'OPINIONE^^b
Presidente a metà GIORNO DOPO
Candidati simili, poco carismatici, entrambi a caccia dei voti del centro politico del
paese. Per gli americani, la speranza si trova sempre di più al di fuori della politica forti polemiche, provocate soprattutto
' dalle reazioni della gerarchia cattolica
che vorrebbe l’obiezione di coscienza
da parte di medici e farmacisti per ridurre il più possibile il diffondersi del
medicamento. Eppure, in Italia, è stato
autorizzato solo il progestinico Levorgestrel, cioè una pillola del giorno dopo meno efficace della RU486 autoriz
zata invece, nel corso degli ultimi an
ni, nella maggioranza degli stati
dell’Europa, e non solo in quelli più
laici e liberali come Svezia e Danimarca ma anche in quelli di tradizione cattolica come Francia e Spagna. Mentre
la RU486 consente di abortire per via
farmacologica nelle primissime settimane di gravidanza, senza ricovero
ospedaliero e relativo intervento chirurgico e, se assunta nelle 48 ore sue
cessive a un rapporto sessuale, impe
disce l’insediamento nell’utero del
l’ovulo eventualmente fecondato
agendo come «contragestativo», la pillola autorizzata in Italia è efficace solo
in questo secondo caso.
Dato che in Italia l’aborto è legale almeno fino al terzo mese di gravidanza,
non si capisce l’ingerenza della gerarchia cattolica nelle leggi dello stato.
«La pillola del giorno dopo italiana»,
impedendo l’inizio di una gravidanza
se assunta nelle 48 ore successive a un
rapporto sessuale non protetto, eviterebbe alle donne il rischio di dovere affrontare l’umiliante iter della richiesta
d’aborto e il trauma dell’operazione
chirurgica. Non ci sembra lecito che le
chiese si intromettano nelle leggi dello
stato che, nel contesto plurireligioso e
pluriculturale in cui opera, è tenuto a
promulgare leggi al di sopra delle parti. Lo stato deve salvaguardare la sua
laicità, e il suo compito specifico è di
controllare che ogni farmaco sia opportunamente testato prima di essere
messo in commercio affinché la salute
pubblica non sia danneggiata. Come
cittadini e cittadine abbiamo diritto alla libertà di scelta nel campo di una
morale che va discussa nelle chiese e
non in Parlamento, che va pensata nella propria coscienza. L’ostilità verso
questo tipo di pillola ci ricorda l’atavico concetto che solo la donna debba
portare la responsabilità delle conseguenze causate da un rapporto che non
la vede unica protagonista. Ci si scandalizza di più per l’uso dei contrateettivi 0 del metodo contragestativo che
per la violenza che le donne subiscono
sia fuori che dentro la famiglia.
C’è, però, un lato etico da considerare; in qualsiasi relazione umana,
perché questa abbia un senso, bisognerebbe che d fosse rispetto e senso
di responsabilità verso l’altro e l’altra.
Soprattutto oggi, con la sessualità che
diventa sempre più indipendente dal
generare un figlio, la relazione tra esseri umani assume valore non solo a
livello affettivo, ma anche per la sua
I valenza sociale e culturale. Per attuare
I una cultura del rispetto e della responsabilità bisognerebbe evitare di
applicare al nostro corpo, alle nostre
relazioni, al nostro vivere la banalità
dell’uso ripetitivo è indiscriminato
dei prodotti che via via la tecnologia
pone sul mercato per facilitare sempre più la nostra vita. Perché la vita
diventa banale quando le scelte che
siamo chiamati à compiere vengono
subordinate all’ultima novità che la
tecnica ci propone.
Giovanna Pons
MADISON (Wisconsin, Usa) — Che
cosa succede quando due candidati
presidenziali, entrambi già noti per il
fatto di portare avanti proposte politiche più moderate delle posizioni
storiche dei loro partiti di appartenenza, decidono di contendere con
eguale energia il voto del centro politico del paese? Alla fine la gente non
sa come e in che cosa i due candidati
si differenziano. Il loro voto dunque
si divide equamente tra i due contendenti, già di per sé privi di grande carisma. Risultato delle elezioni: metà
ciascuno dei voti. La campagna elettorale si estende poi fino al dopo voto. Lo spettacolo è nauseante.
Se alla fine Bush anziché Gore vin
cerà queste elezioni, sarà forse perché Bush più di Gore dà l’impressione di appartenere a se stesso anziché alla volontà della maggioranza
così come si esprime di volta in volta
nei sondaggi televisivi. La maggioranza dei votanti Usa non vota più
per l’uomo di partito di una volta,
ma nemmeno per qualcuno che assume qualunque posizione pur di
guadagnare il massimo numero di
voti. Gore è un grande camaleonte
politico. Qual è il suo vero colore?
Forse un verde sbiadito.
E che dire del candidato Bush? Ha
saputo dedicarsi al miglioramento
delle scuole pubbliche nel Texas dove è governatore. Ha saputo cooptare la leadership texana del partito
democratico in vista della realizzazione di progetti comuni. Ma nem
meno sua madre, la bonaria Barbara
Bush, poteva vederlo all’altezza della
carica presidenziale fino a pochi
mesi fa. Mentre possiamo immaginare che tipo di presidente sarebbe
Gore, non possiamo fare previsioni
certe nel caso di Bush. Per certi
aspetti un voto per Bush è un salto
nel vuoto. Qual è il suo colore politico? Un bianco qua e là macchiato di
rosa, come suo padre.
Forse non è chiaro perché si contende soprattutto il voto del centro e
non quello alla sinistra o alla destra
del centro. Negli Usa la percentuale
della popolazione che si autodefinisce «liberal», cioè a sinistra del centro, è in lenta, ma continua flessione.
Attualmente costituisce meno di un
Segue a pag. 10
li Per gli alluvionati
Prosegue la
sottoscrizione
Prosegue la sottoscrizione per gli
alluvionati del Nord Italia lanciata
dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). La scorsa settimana, sempre per le forti piogge, è
stata inondata anche la Casa valdese
di Vallecrosia (Imperia), i danni sono piuttosto significativi come si
può leggere nell’articolo a pag. 7 di
questo numero. Le offerte alla Fcei
possono essere inviate sul conto
corrente postale n. 38016002, intestato alla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, via Firenze 38,
00184 Roma; oppure mediante bonifico bancario sul conto n. 502060
intestato alla Federazione delle
chiese evangeliche in Italia presso la
Banca popolare etica, Abi 05018,
Cab 12100. In ogni caso, specificare
nella causale: «prò alluvionati».
Unione europea
Carta dei diritti
e religioni
«La decisione di non menzionare il
nostro retaggio religioso nega un
aspetto della storia dell’Europa», ha
detto Keith Jenklns, direttore della
Commissione chiesa e società della
Conferenza delle chiese europee, riferendosi al testo della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, approvata il 14 ottobre scorso al
Vertice di Biarritz. Il governo francese
infatti aveva minacciato di non firmare la Carta qualora il preambolo
avesse menzionato il «retaggio religioso», in quanto «la Francia è una
Repubblica laica». «Poiché il preambolo cerca di porre le fondamenta
dell’identità dell’Euròpa, alcuni desideravano vedervi un riferimento alla
religione. Ma è stato riconosciuto che
l’Europa è oggi effettivamente niultireligiosa», ha precisato Jenkins. (eni)
Valli valdesi
La vetrina di
«Torino 2006»
È ormai impossibile ragionare di
turismo alle Valli prescindendo dall’evento delle Olimpiadi del 2006.
Sarà un’enorme vetrina (con le sue
opportunità di finanziamento); se ne
è parlato durante una giornata di studio promossa dalle chiese valdesi e
cattoliche che insieme all’Agenzia per
il turismo di Pinerolo e valle di Susa
hanno dato vita lunedì a un confronto fra le realtà del settore operanti in
zona ma anche nella vicina Savoia.
Ne viene fuori un quadro capace di
generare reddito e occupazione, solo
che si sappia lavorare insieme valorizzando terre ricche di cultura, storia, ambiente e sport. Ma per tutte
queste iniziative servono più impren;
ditoria e capacità di accoglienza.
A pag. 11
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 17 171
Giunsero a
Betsaida; fu
condotto a Gesù
un cieco, e lo
pregarono che
10 toccasse.
^^Egli, preso
11 cieco per
la mano, lo
condusse fuori
dal villaggio;
gli sputò sugli
occhi, pose le
mani su di lui,
e gli domandò:
“Vedi qualche
cosa?” ^‘^Egli
aprì gli occhi e
disse: “Scorgo gli
uomini, perché
li vedo come
alberi che
camminano”.
^^Poi Gesù gli
mise di nuovo
le mani sugli
occhi; ed egli
guardò e fu
guarito e vedeva
ogni cosa
chiaramente.
^^Gesù lo
rimandò a casa
sua e gli disse:
“Non entrare
neppure nel
villaggio”.
^^Poi Gesù se ne
andò conisuoi
discepoli, verso
i villaggi di
Cesarea di
Filippo; cammin
facendo,
domandò
ai suoi discepoli:
“Chi dice
la gente che
10 sia?” ^^Essi
risposero:
“Alcuni,
Giovanni il
battista; altri,
Elia, e altri, uno
dei profeti”.
^^Egli domandò
loro: “E voi, chi
dite che io sia?”.
E Pietro gli
rispose: “Tu sei
11 Cristo”. ^°Ed
egli ordinò loro
di non parlare
di lui a nessuno»
(Marco 8. 22-30)
^ 5
«CHI DITE VOI CHE IO SIA?»
Chi cerca ridentità di Cesò e del suo Dio si trova spesso a dover cambiare
la propria e questo fa male. Ma chi cerca la propria identità alla fine la perde
FULVIO FERRARIO
a:
L centro del Nuovo Testa,mento c’è questa domanda
sull’identità di Gesù. Anche noi
ci interroghiamo, non senza
passione, sull’identità ma più
spesso, probabilmente troppo
spesso, si tratta della nostra
Identità: di quella delle nostre
chiese, di quella della Federazione in questa circostanza,
dell’identità protestante, di
quella delle denominazioni
evangeliche dalle quali proveniamo. Non voglio banalizzare
questa ricerca: si tratta, in fondo, del tentativo di individuare
la nostra vocazione di evangelici
nel luogo e nel tempo nei quali
il Signore ci ha posti e in questo
senso la domanda è sicuramente autentica. La Bibbia conosce
e affronta il tema dell’identità di
Israele tra i popoli e, nel Nuovo
Testamento, quello dell’identità
della comunità cristiana.
resse quasi ossessivo per il nostro modo di essere e di porci
non tradisce forse un autocompiacimento nascosto solo a malapena dalla passione (tipicamente protestante, naturalmente) per l’autocritica? Anche la
tentazione di enfatizzare la nostra storia e i suoi prodotti, dalla
democrazia rappresentativa alla
laicità dello stato, non si sottrae
a pesanti ambiguità. È vero, noi
siamo figli di questa storia e il
fatto che il nostro paese ne abbia invece un’altra è all’origine
di molti dei suoi mali. Ma, a parte il fatto che anche la nostra,
come ogni vicenda umana, è
sufficientemente contraddittoria da suggerire l’abbandono di
tentazioni apologetiche, siamo
forse stati inviati a predicare la
storia protestante e le sue magnifiche sorti e progressive? È
questa la nostra vocazione?
uomini, piccole e povere comunità. La potenza dello Spirito
che genera la chiesa non può essere anzitutto cercata neanche
nella risposta «giusta» del discepolato ma, ripetiarriolo, soltanto
in Gesù che ci si pone di fronte
con la sua interpellazione: «Chi
dite voi che io sia?».
Chi dite voi, protestanti
italiani, che io sia?
CHI dite voi, protestanti ita
I ....................
La nostra identità
La nostra insistenza sul tema
dell’identità protestante,
nelle sue diverse sfaccettature, è
tuttavia esposta a rischi che non
possono passare inosservati. 11
primo riguarda, evidentemente,
un certo ripiegamento su se
stessi, una tendenza pericolosa
a guardarsi allo specchio anche
se, diversamente da Narciso, il
più delle volte sembra che quel
che vediamo non ci piaccia poi
tanto. Ma è proprio così? L’inte
Preghiamo
Signore, nel tuo nome siamo riuniti
perché tu sei la nostra speranza
e la nostra inquietudine.
Chi sei. Signore?
Tu, che noi cerchiamo, tu, il cui silenzio
ci spinge ad invocarti?
Tu scivoli fra le nostre dita
come la sabbia, o come l’acqua...
E nelle nostre reti non rimane
che il nostro desiderio di amare,
e la speranza della giustizia.
Sei tu. Signore, in questa pesca incerta?
Noi sappiamo che sei al nostro fianco,
umile e forte interrogativo che nessuno
può far tacere, presenza che non si può
rinchiudere in nessuna tomba.
Tu, che oltrepassi ogni muro
non lasciarci in pace.
Sii in mezzo a noi come Tamico importuno,
come l’assente sperato e trovato nella parola,
nello sguardo, o nel pane spezzato. Amen.
Alzare lo sguardo
La domanda di Gesù ci invita
perentoriamente ad alzare
lo sguardo. Non l’interrogazione sull’identità della chiesa, ma
quella sull’identità di Gesù è al
centro dell’interesse. Egli non ci
chiede: chi dite di essere voi?,
ma: chi dite voi che io sia? La
chiesa è chiesa se, dove e quando vive della passione accesa da
questa domanda del suo Signore. E in questo caso non è un
luogo comune affermare che la
centralità della domanda è più
importante e più carica di promessa delle risposte che riceve
nella stessa Scrittura. Esse sono
infatti di tre tipi. Ci sono le risposte della «gente», in definitiva lusinghiere, ma del tutto inadeguate rispetto al segreto dell’uomo di Nazaret: c’è poi la risposta di Pietro, dottrinalmente
corretta ma anch’essa (anzi,
proprio essa!) afflitta dalla tragica ambiguità di un’ortodossia
che rifiuta la croce e si trasforma dunque nella più mortifera
delle eresie.
Infine c’è la risposta «giusta»,
quella suggerita dagli Evangeli e
in particolare da Marco, che
cioè l’identità di Gesù si scopre
solo nel discepolato cristiano,
nel seguire il Signore prendendo
la propria croce. Anche il discepolato, però, esiste solo nella
forma di piccoli frammenti, di
tentativi balbettanti di obbedienza nella vita intrisa di infedeltà di piccole donne, piccoli
' liani, che io sia, nell’incontro con le religioni, sempre
esposto al rischio di diventare
scontro, anche sanguinoso? La
domanda non è rivolta anzitutto ai buddisti o agli islamici, ma
a noi. La fretta eccessiva di dare
le risposte giuste agli altri può
essere cattiva consigliera. Di
fronte a Gesù non ci possiamo
nascondere nemmeno dietro alle risposte come quella di Pietro: esse sono una guida autorevole che però non esime la chiesa dalla responsabilità di formulare ogni volta di nuovo la propria risposta, al contrario la costringe a farlo. Altrimenti potrebbe accadere che essa parta
con l’intenzione, in sé e per sé
sacrosanta, di proclamare la
centralità di Cristo per poi finire
in un'angusta celebrazione della propria centralità, che non
promuove il dialogo, non converte di certo gli altri e, quel che
è peggio, lascia le comunità e i
cristiani in una tranquilla ma
pericolosa securitas, come la
chiamava Lutero.
Chi dite voi, protestanti italiani, che io sia, quando discutete
col cattolicesimo romano? È vero che il dissenso ecumenico
verte anzitutto sulla visione della chiesa, ma appunto: discutere
con autenticità sulla chiesa vuol
dire discutere sulla presenza
nello spazio e nel tempo del corpo terreno del Cristo risorto. Chi
è oggi e come si esprime il Cristo
risorto nel suo corpo comunitario? Non è lo stesso se al centro
del confronto ecumenico sono
due tradizioni ecclesiali, con le
loro storie e anche con le loro
fissazioni, oppure la persona del
Signore che le giudica e le perdona entrambe e in tal modo le
trasforma.
Chi dite voi, protestanti italiani, che io sia, quando tentate di
dialogare con una società secolarizzata e bigotta al tempo stes
so? Presentare una chiesa altra,
diversa, aperta alle istanze del
pluralismo e della laicità è importante e non banale, ma non è
ancora l’elemento decisivo. Noi
siamo debitori a questa società
della testimonianza del nome e
della persona di Gesù. La nostra
specificità e originalità, se esistono, devono manifestarsi nel
pronunciare questo nome. Certo, non basta dire Signore, Signore. Una chiesa che si lascia
interrogare sull’identità di Gesù
sa vivere la differenza tra la testimonianza e la giaculatoria.
Chi dite voi, protestanti italiani, che io sia, quando prendete
posizione sulle grandi questioni
della vita, della morte, della manipolazione dell’una e dell’altra?
Una delle risposte di Gesù stesso alla domanda sulla sua identità è: io sono la risurrezione e la
vita. Tutti sappiamo che non si
discute di tematiche etiche e civili semplicemente a colpi di citazioni della Scrittura: resta il
fatto che questa parola, che Gesù è la risurrezione e la vita, una
vita piena e promettente in questo mondo e oltre, è fonte e criterio di ogni riflessione etica
della chiesa.
Cercare l'identità di Gesù
Lasciarsi interrogare da GeÍ "
Confessiolit
di fede
Dio... io credo
tu accompagnila
esistenza
e nelle tappe della LO FC6I (
I sù non sulla nostra ma sulla
sua identità è rischioso, perché
ogni risposta autentica, anche
se sempre inadeguata, chiama a
conversione e se parlare di conversione (come sto facendo ora)
può essere anche troppo facile,
convertirsi è sempre doloroso.
Chi cerca l’identità di Gesù e del
suo Dio si trova spesso a dover
cambiare la propria: come Cefa
e Saulo, come Abramo e Giacobbe e cambiare la propria identità
fa male. Fa male ma, come dicevo, è promettente, perché vale
per l’identità della chiesa cristiana quanto Gesù dice della vita di
chi cerca di seguirlo: chi cerca la
propria identità alla fine la perde; chi è disponibile a perdere
l’identità, a cambiarla nella conversione, per amore della ricerca
dell’identità di Gesù, troverà anche la propria, come singolo e
singola e come chiesa. Amen
mia vita manifesti
la tua presenza
nell’incontro con
altre e altri
e con gesti che
prendono penne
il sapore del Regnn
allo
e la luce del
mondo
l'Asseml
Santa Seveì
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Frate
Noi, me
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Italia,
rinnovia:
gno a favo)
ne e l’unità
nuovo,
in cui la vita riceve
il suo senso
dalla tua mano.
Credo che tu mi
chiami per nome
come un Padre
di tenerezza
e che fai di me tua
figlia (tuo figlio).
Gesù Cristo...
10 credo in te:
uomo della nostra
storia, Signore del
mondo con il Padre,
credo che l’audacia
della tua vita
controcorrente,
la tua comunione
di mensa con gli
emarginati, lo spazi ponenti de
che hai creato per liano nella
coloro che sono la nostra fe
ignorati. Siamo c
11 tuo sguardo portai differenze
su coloro che hai
guarito, il tuo silenii
davanti ai tuoi
accusatori,
sono l’unica garam
dell’autenticità
della mia vita.
Tu sei per me
la promessa e la
speranza che la vite
supera la morte,
ogni morte
e che tu mi mandi
agli altri per dire
senza posa
il tuo amore
e la potenza della
tua risurrezione.
Predicazione di apertura della
Assemblea della Fcei tenutasi a
Santa Severa dal 29 ottobre al 1"
novembre 2000.
Spirito Santo...
io credo in te
soffio d’amore,
respiro della mia
preghiera, soccorso
dei miei passi,
visitatore del mio
sonno, filo
conduttore dal
Padre al Figlio,
così come fra di noi
tu sei colui
che io invoco
nei miei deserti:
10 credo che tu
svegli chi dorme
e fai germogliati
la libertà.
Oggi, voce inattesi
di Dio, tu metti
11 dito negli
ingranaggi e fai
saltare le nostre
convenzioni.
Chiesa di Gesù Cj'*'
credo che tu sia *!
tessuto multicoW
della tenda di Di®
sulla terra.
Tu raccogli i
in un covone
invisibile.
Oggi immagine!
corpo di Cristo
per il mondo,
tu sei la luce
nel vuoto della
sofferenza, .,
sei le mani invi®
di Dio per dite
l’amore e la
Davanti a te
cammina
che tu guardi:
credo che è il
noi, sul pi:
zione eccli
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nianza: si
vinti/e che
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nell’annu
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la salvagu;
prossimo.
Uniti/e
in Cristo
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EROI 17 NOVEMBRE 2000
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PAG. 3 RIFORMA
Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche
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lo Fcei è una «casa comune» dell'evangelismo italiano che risponde
alla vocazione di testimonianza, unità e servizio nella società
nostra
ore del
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t'Assemblea che si è tenuta quest’anno a
Canta Severa ha ulteriormente dimostrato la
^idità della formula federativa per consentire
^ chiese evangeliche italiane, sempre a corto
M risorse umane e finanziarie, di svolgere con
Kcacia compiti e servizi di notevole rilevanza
Eterna ed esterna. Ma la Federazione non è
\ltanto un insieme di servizi validi ed efficaci,
è anche, come è scritto alla fine del documento
conclusivo che pubblichiamo qui sotto, una
«casa comune dell’evangelismo italiano» che,
anche così, risponde «alla sua vocazione di testimonianza, di unità e di servizio». Testimonianza: in un’Italia tendenzialmente imper
. 11 testo del documento conclusivo
Fraternità e solidarietà
meabile al modo evangelico di vivere la fede, la
Federazione è un megafono prezioso verso
l’opinione pubblica; non solo, essa pone alle
chiese evangeliche la necessità di utilizzare linguaggi più semplici e diretti. Unità: la Fcei è
un’esperienza positiva di comunione fraterna e
non gerarchica di chiese diverse, per tradizioni
e sensibilità, anche se simili nei loro fondamenti. Servizio: insieme con la testimonianza,
è lo scopo dell’essere chiesa ed è anche ciò che
dà credibilità al messaggio. Insomma, con questa XII Assemblea è ulteriormente cresciuto lo
spirito federativo.
Eugenio Bernardini
Il discorso del nuovo presidente della Federazione, Gianni Long
Perseverare nel dialogo anche quando è difficile
Ito per
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lehai
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uoi
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Noi, membri della XII Assemblea della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia,
rinnoviamo il nostro impegno a favorire la collaborazione e l’unità tra le diverse componenti dell’evangelismo italiano nella testimonianza della nostra fede in Cristo.
Siamo consapevoli delle
differenze che esistono fra di
noi, sul piano dell'organizzazione ecclesiastica, dell’etica,
della prospettiva di testimonianza: siamo tuttavia convinti/e che esistano ampi spazi per un’azione comune
nell’annuncio della Parola,
per la presenza nel mondo
della cultura e dell'informazione, per servizio a favore
della giustizia, della pace, della salvaguardia del creato e al
prossimo.
Uniti/e dalla comune fede
in Cristo e dalla centralità
della Parola nella nostra vita e
in quella delle nostre chiese,
ci impegniamo a percorrere
strade che ci avvicinino a
quelle componenti dell’evangelismo italiano che, in spirito
di fraternità e solidarietà, accettino di condividere con noi
progetti ed inizi.itive.
Siamo consapevoli delle
difficoltà che, soprattutto in
quest’anno del Grande Giubileo, sono intervenute nelle relazioni con la Chiesa cattolica.
In particolare ci hanno divisi
affermazioni teologiche, ecclesiologiche e di ordine etico
che ci hanno mostrato quanto
arduo e difficile sia quel cammino verso l’unità che costituisce una vocazione a cui
siamo chiamati/e. Nonostante queste difficoltà, ribadiamo
il nostro impegno al dialogo
con i fratelli e le sorelle di tutte le chiese cristiane in una linea di chiarezza evangelica,
di radicamento nella tradizione teologica e spirituale di
cui siamo eredi e di apertura
al soffio dello Spirito Santo
che, ben al di là di quello che
noi vediamo e immaginiamo,
ci converte e ci guida. Siamo
anche consapevoli della possibilità di sviluppare progetti
ecumenici in vari ambiti tra i
quali segnaliamo l’accoglienp allo straniero/a, la lotta allo sfruttamento delle donne e
alle «nuove schiavitù», la
cancellazione del debito dei
paesi impoveriti, la salvaSttardia del creato.
Siamo consapevoli che
ttiohi dei problemi che abbia•tto richiamato si collocano
^’interno dei processi di glooalizzazione dell’economia,
dei processi migratori, delle
culture e della comunicazio*^e. Si tratta di un fenomeno
*^otnpiesso e tumultuoso che
pone interrogativi gravi e che
hchlede un’analisi attenta e
hgorosa. Nella difficoltà, oggi,
nas*
m rnmemrtem
Claudiana
J__ via Principe Tomaso, 1 - Torino
011 -6689804 - fax 011 -6504394
a darne una lettura e un’interpretazione precisa, riteniamo che debba costituire tema
di riflessione e di impegno
nelle nostre chiese.
Chiamati/e a rendere testimonianza della nostra fede
nel contesto della società italiana, ringraziamo il Signore
per il dono del radicamento
nella vita sociale, politica e
spirituale del nostro paese.
Prendiamo atto dei cambiamenti intervenuti nella società italiana negli ultimi anni
e in particolare della crescita
di diverse confessioni di fede;
siamo però consapevoli della
distanza che ci separa da un
compiuto pluralismo religioso
vissuto nel quadro della laicità dello stato cui si ispira la
nostra Costituzione.
Allarmati/e da insistenti
spinte all’esclusione di alcune
presenze culturali, se non al
razzismo xenofobo e all’antisemitismo, ci impegniamo a
promuovere iniziative e a sostenere politiche che rafforzino il pluralismo di fedi, culture ed etnie nel quadro di uno
stato laico e democratico.
Chiamati/e alla libertà dell’Evangelo, ci sentiamo chiamati/e ad essere testimoni di
libertà anche nel contesto
della vita sociale e politica del
nostro paese. Nel momento in
cui, sia pure tra difficoltà e incertezze, si stanno consolidando le istituzioni europee
che mostrano di tutelare il
pluralismo, le politiche di laicità, i diritti delle minoranze,
le garanzie di pari opportunità nell’accesso alla comunicazione di massa, rinnoviamo
il nostro impegno a difendere
gli stessi valori nel contesto
del nostro paese.
In particolare pensiamo alla necessità di proseguire
nell’elaborazione di politiche
di accoglienza, di cooperazione internazionale allo sviluppo, di tutela dei gruppi
sociali svantapiati, di garanzia del pluralismo e dell’autonomia dellinformazione,
di promozione della parità e
dell’attenzione alla differenza di genere, di affermazione
dei diritti umani.
Nel momento in cui si avvia
un nuovo triennio di attività
della Federazione, ci impegniamo a rafforzare le relazioni tra le nostre chiese, la Fcei
e i suoi servizi. Sin dalla sua
costituzione la Fcei si è proposta come voce del protestantesimo perché possa sviluppare i suoi progetti e rispondere alla sua originaria
vocazione ha sempre più bisogno del pieno sostegno delle chiese membro.
Ma soprattutto invochiamo
l’aiuto del Signore affinché
questa casa comune dell’evangelismo italiano possa
continuare a rispondere alla
sua vocazione di testimonianza, di unità e di servizio: è
scritto infatti: «Se il Signore
non costruisce la casa, invano
si affaticano i costruttori»
(Salmo 127,1).
GIANNI LONG
La nostra Assemblea si
conclude oggi 1° novembre, giorno che nei calendari
italiani è segnato come «Tutti
i santi». Non è una coincidenza particolarmente felice
per noi. Noi non proclamiamo nuovi santi, rispettiamo
le chiese che ritengono di farlo, ma è certo che nei mesi
scorsi alcune santificazioni, o
beatificazioni, ci hanno suscitato profonde delusioni.
Non ci è piaciuta, nella primavera del 1999, la cerimonia della beatificazione di padre Pio, con tutto queir affollarsi di presidenti del Consiglio, di ministri, di capi dell’opposizione e di leader vari
di partito che hanno ipdotto,
oltre a noi, anche larghi settori dell’opinione pubblica
nazionale, a domandarsi che
cosa mai restasse della laicità
dello stato. E ci ha preoccupato, in questo anno 2000, la
beatificazione di Pio IX, e più
ancora il contorno della polemica antirisorgimentale e revanscista che l’ha accompagnata. Questa nostra preoccupazione è naturale, se pensiamo che le chiese evangeliche esistono in Italia proprio
perché Pio IX è stato sconfitto
dal Risorgimento e dai principi di libertà e laicità che esso
ha portato.
Mi sono confortato di queste preoccupazioni leggendo
il «nostro» calendario, il volumetto Un giorno, una Parola,
edito a cura della Fcei, che
raccoglie le note Losungen
dei Fratelli moravi: i versetti
previsti per oggi sono Geremia 26, 5 e I Corinzi 8, 5-6. Mi
paiono dei versetti quanto
mai appropriati. Come sapete, il brano dell’Antico Testamento viene estratto a sorte;
quello del Nuovo Testamento
è abbinato per analogia di argomento. Leggendo proprio
questa tematica, per questo
giorno e questo anno, ho
pensato che davvero l’estrazione a sorte sia guidata da
«qualcuno», e che questo
qualcuno abbia un sottile
senso dell’umorismo... Direi
che leggere questa Parola ci
conforta nel perseverare in
un atteggiamento isolato e
forse impopolare.
Altrove la festività di oggi è
chiamata Halloween, un tèrmine diventato di moda anche da noi, con il suo codazzo
di streghe e di fantasmi. Vi
confesso di avere paura delle
streghe e dei fantasmi del nostro tempo. Le streghe, per citarne solo tre evocate in questa assemblea, sono:
la strega di una società
chiusa e intollerante, anzi di
molte società rinserrate in se
stesse, che si tratti di un malinteso federalismo campanilista e xenofobo o di gruppi
immigrati che rifiutano il dialogo con gli altri:
- la strega della violenza,
contro la quale gli organismi
ecumenici internazionali
hanno indetto un nuovo decennio, e in particolare quella
sulle donne e sui bambini;
- la strega della trasformazione dell’ambiente e delle
modificazioni genetiche che
rischiano di manipolare la
natura e l’essere umano.
Sono minacce concrete e
temibili. Ma ho paura anche
dei fantasmi, delle figure che
sembrano vive e reali ma che
scompaiono mentre cerchi di
avvicinarli, di abbracciarli, di
stabilire un dialogo con loro.
E i fantasmi che vedo davanti
al lavoro della nostra Federazione sono diversi:
- il mondo dell’evangelismo italiano non federato,
spesso sfuggente e soggetto
a rapidissime mutazioni, che
non consentono talora di identificare esattamente i nostri interlocutori;
- la Chiesa cattolica, in cui
esiste .un’evidente varietà di
posizioni tanto che, come ricordato nella relazione del
Consiglio a questa Assemblea, anche documenti che
sembravano acquisiti sono
smentiti, rettificati, interpretati da altri dicasteri vaticani;
- la cultura laica italiana,
che sembra scomparsa o almeno intimidita di fronte al
comune appiattimento delle
forze politiche sulle richieste
della Chiesa cattolica.
È legittimo avere paura.
Ma anche in questo caso, ci
soccorre la parola del Signore. Il versetto che Un giorno
una Parola indica per il mese
di novembre è Isaia 57, 1819: con la guida e le consolazioni di Dio saremo in grado
di affrontare le streghe e i
fantasmi, senza troppo presumere dalle nostre forze ma
con la serenità di chi sa di
avere un aiuto. Dovremo
combattere chiusure, violenze e manipolazioni: dovremo
perseverare nel dialogo anche quando è difficile. Credo
però che i fantasmi possano
anche trasformarsi in persone vere, in esseri umani con
cui lavorare insieme.
La Federazione delle chiese
evangeliche in Italia ha sem
pre avuto una caratteristica,
nel bene e del male: quella di
cercare, e spesso di ottenere,
un dialogo con tutti. Parliamo
con i cattolici e con gli «evangelical!», con il volontariato e
con le istituzioni. Succede a
volte che gli altri si parlino indirettamente attraverso di
noi, con i nostri seppur modesti mezzi di comunicazione. È questa una caratteristica
che non dobbiamo perdere.
La cultura laica italiana pare
ridotta al lumicino, e comunque non considera molto la
nostra voce. Dobbiamo incalzarla, provocarla, stimolarla.
Dovrà pure uscire dal letargo.
Circa il rapporto ecumenico con la Chiesa cattolica, ci è
stato ricordato in questa Assemblea che Giovanni Paolo
II ha recentemente dichiarato
che l’ecumenismo è irreversibile. Mi pare che siamo pienamente d’accordo con questa affermazione, dato che
nessuno in questa sede ha
proposto di abbandonare definitivamente il dialogo, nonostante tutti i problemi antichi e recenti.
Il campo più impegnativo,
ma anche più affascinante, è
quello dei rapporti con il cosiddetto evangelismo italiano
non federato: sono numerosissime chiese, in impetuosa
crescita numerica, spirituale
e, da ultimo, anche organizzativa. Nel 1920 il primo Congresso evangelico italiano
rappresentò un forte momento di unità; nel 1965 il secondo Congresso diede una
struttura, con la nascita di
questa Federazione, ma evidenziò anche differenze. Nella situazione profondamente
mutata di oggi, con il moltiplicarsi delle chiese e delle
aggregazioni, sarebbe forse il
caso di pensare alla possibilità di un nuovo momento di
riflessione comune.
Dovrei ora parlare del lavoro della Federazione e delle
sue strutture, cioè dei Servizi.
In questa assemblea è stato
evidenziato che i Servizi sono
molto diversi per natura e per
campo di attività. Ma hanno
Il neopresidente Gianni Long
anche una forte caratteristica
comune. Ricorro ancora a Un
giorno, una Parola, citando
questa volta il passo evangelico indicato dal Revised
Common Lectionary adottato
dalle chiese di lingua inglese.
Per la scorsa domenica, quella in cui si è aperta la nostra
Assemblea, il brano indicato
era quello di Marco in cui si
racconta la guarigione di Bartimeo, il cieco di Gerico. L’ultimo versetto del racconto dice: «Gesù gli disse: “Va’, la tua
fede ti ha salvato": In quell’istante egli ricuperò la vista
e seguiva Gesù per la via»
(Marco 10, 52).
Si parla di «recuperare la vista»: il miracolo operato da
Gesù consiste nel poter vedere. Mi pare che tutti i Servizi
della Federazione siano uno
strumento per poter vedere la
realtà; questo è evidente per i
Servizi che si occupano di
informazione o di educazione. Ma anche il Servizio rifugiati e migranti è stato in questi anni il mezzo che ci ha
permesso di vedere, con largo
anticipo, la realtà che si preparava; il nascente servizio
musica e liturgia ci ha aperto
gli occhi sulla produzione di
tutto il mondo cristiano. E così via. Ma se poter vedere è un
miracolo, seguire Gesù per la
via è un impegno, una scelta,
una vocazione. I Servizi, la
Federazione provano, certo
imperfettamente, a seguire
Gesù. E lo fanno per la via, lavorando in mezzo a una strada. Chi ha visto in televisione
gli operatori della Federazione nel fango dell’Albania o
del Kosovo ne ha un’immagine evidente. Ma anche gli altri lavorano «per strada» o
magari sulla «piazza elettronica», a contatto con le persone, con le idee, con la società.
Seguire Gesù per la via vuol
dire sporcarsi di polvere, arrabbiarsi, prendere qualche
gomitata. Ma è questo il modello del lavoro.
E così possiamo chiudere
il cerchio tornando a parlare
di santi: noi cerchiamo così,
aspettando il miracolo di vedere e seguendo Gesù per la
via, ad essere santi a modo
nostro. E ci abbiamo provato
anche in questa Assemblea,
forse in modo un po’ turbolento, affannandoci e discutendo. Ma è così che si crea
una comunione. Chi vi parla
è spesso stato in minoranza
nella vita della chiesa; e oggi
mi avete votato con un voto
così ampio che mi imbarazza un po’. Spero che non vi
dobbiate pentire della vostra
scelta. Ma spero soprattutto
che non si rompa mai la comunione che ho avvertito in
questi giorni, il nostro «essere santi» nel modo che intendeva l’apostolo Paolo; se
oggi egli ci indirizzasse una
epistola, magari per e-mail,
chiuderebbe forse con un
saluto al presidente di questa assemblea «e ai santi che
sono con lui».
4
PAG. 4 RIFORMA
As
VENERDÌ 171
I VENERDÌ 17
-y
La riflessione e la discussione sul Servizio stampa, radio e televisione
Uscire dal «ghetto» della comunicazione
Nonostante sia aumentata, l'informazione sul mondo evangelico non è ancora soddisfacente
per questo bisogna impegnarsi globalmente con tutti i mezzi dello comunicazione moderna
DAVIDE ROSSO
OLLA stampa nazionale,
ma anche alla televisione,
il protestantesimo e le opinioni dei protestanti certamente non godono di una
grande visibilità. C’è, oltre
tutto, da parte di chi scrive o
parla delle chiese non cattoliche spesso una disinformazione di fondo che pesa sull’informazione generale. Messaggi, punti di vista, opinioni
che le chiese esprimono passano sovente in secondo piano o non compaiono del tutto
sui grandi media che sono
sempre più appiattiti su una
parte sola dell’informazione
religiosa specialmente in
questi tempi di giubileo e di
ostensione. Intorno a queste
tematiche, ma anche sul come usare «meglio» gli strumenti che la Federazione e le
chiese hanno per comunicare
verso l’esterno, ci si è interrogati nel gruppo di lavoro sul
Servizio stampa radio televisivo nel corso dell’Assemblea
della Federazione tenutasi a
Santa Severa.
In una società sempre più
condizionata e dipendente
dalla comunicazione diventa importante, per potersi
esprimere, colmare al più
presto i ritardi e per farlo occorre utilizzare tutti gli strumenti che si hanno a disposizione. Questa sostanzialmente è la posizione emersa
dal dibattito. Certo sono state messe in evidenza sfumature diiferenti del problema:
c’è chi ha evidenziato che il
quadro non è poi fosco come viene presentato; chi ha
puntato sulla creazione di
una rete di collegamento
con chi produce le notizie a
livello nazionale; chi ha proposto come chiave «per aprire le porte» i contatti informativi con le chiese evange
liche esistenti fuori dell’Italia; chi ha evidenziato, infine, le ormai indiscusse potenzialità di Internet e la necessità di usare questo strumento al meglio. Non si tratta insomma di contenuti, ma
anche qui certamente il parlare di bioetica o di pena di
morte interessa maggiormente delle «piccole» cose
delle chiese, ma di trovare il
modo di farsi e di farli sentire. Di portare i nostri contenuti al di fuori degli «stretti»
confini interni magari imparando a «parlare in maniera
più diretta e veloce» puntando anche sulla tempestività,
non certo una delle nostre
prerogative, in un mondo in
cui il giorno dopo la notizia è
già vecchia e superata. Una
discussione a tutto tondo insomma quella del gruppo
che ha prodotto un ordine
del giorno, poi approvato in
assemblea plenaria con pochissime modifiche, che appare ricco di auspici ma anche di proposte operative
per i servizi informativi della
Federazione.
Capitolo a sé meritano i
dati forniti su Protestantesimo e il Culto radio. Il primo
raggiunge indici di ascolto di
tutto riguardo, per essere
una trasmissione che va in
onda a ore quanto meno impossibili (in questo senso è
stata nuovamente auspicata
una collocazione oraria differente anche se allo stato attuale pare non proponibile)
mentre il secondo presenta
una situazione più che positiva dal punto di vista dell’ascolto. Situazione confortante quindi, anche tenendo
conto che tra gli ascoltatori
sono in maggioranza quelli
non evangelici, segno che il
«prodotto» interessa ma anche che bisogna fare qualcosa di più per promuovere le
LE DECISIONI DELL'ASSEMBLEA
Approvazione operato Sie
L'Assemblea riconosce nel lavoro del Sie un apporto prezioso e irrinunciabile alla vita e testimonianza delle nostre chiese particolarmente nei confronti delle più giovani generazioni;
condivide le scelte di contenuto operate in campo biblico-teologico e pedagogico nel triennio passato;
valuta positivamente l'aumento di impegni connessi alle recenti
scelte editoriali e le prospettive che da esse derivano,
ringrazia l'équipe del Servizio che, con disponibilità, professionalità e spirito di collaborazione ha saputo far fronte alle nuove e
pressanti esigenze derivanti dagli impegni assunti.
Finalità del Sie
L'Assemblea, preso atto dell'importante e positivo sviluppo
dell'attività del Sie nel campo editoriale nel passato triennio
ribadisce la centralità del compito di produzione di materiali per
la formazione biblica destinati alle chiese.
Consapevole della necessità di una maggiore conoscenza della
Bibbia in Italia, approva la scelta di allargare il bacino di utenza e le
tipologie dei materiali prodotti dal Sie.
Invita il Consiglio a sostenere questa duplice vocazione in stretto
dialogo con l'Editrice Claudiana.
Continuità del Servizio
L'Assemblea, informata del fatto che alla fine del prossimo triennio cesseranno il loro servizio la pedagogista, l'illustratrice e la segretaria amministrativa;
dà mandato al Consiglio di ricercare, d'intesa con il Comitato del
Sie, al più presto il nuovo personale;
invita il Consiglio ad assicurare la continuità del servizio stesso
prevedendo periodi di affiancamento e formazione per ognuna delle tre funzioni.
Una pausa dei lavori
trasmissioni all’interno delle
nostre chiese. Alcune proposte poi sono state recepite su
questi servizi; la prima riguarda l’archiviare su cd i
vecchi nastri del Culto radio
che contengono «le voci e gli
interventi» di molto protestantesimo italiano di questi
ultimi 50 anni e che rischiano di andare persi; la seconda, sempre sul Culto radio,
chiede l’attivazione di una
rubrica ecumenica nell’ambito del programma; una terza infine chiede che venga richiesta da Protestantesimo la
possibilità di trasmettere un
culto in eurovisione nel febbraio del 2006 dai luoghi delle Olimpiadi invernali di To
rino. Proposte operative pratiche che si affiancano ad altre più di indirizzo sul funzionamento dei servizi ma
che comunque sono segno
dell’importanza che la comunicazione mediática attualmente ricopre. L’esigenza di fondo emersa dal dibattito è quella della necessità di
un impegno globale che riguardi tutti i mezzi di comunicazione, Internet per primo (esistono per altro già tre
domini posseduti dalla Fcei
da sviluppare), per superare
il gap dell’informazione esistente e riuscire a uscire dai
«ghetto» comunicativo che
sembra attualmente caratterizzare le nostre chiese.
mä.
p;
I lavori in assemblea plenaria
Servizio istruzione e educazione
Motivi di orgoglio
dal settore formazione
LUCA ANZIANI
Lf ASSEMBLEA della Fcei è
I stata un momento importante di valutazione, confronto e progettazione per il
futuro per il lavoro dei diversi servizi che costituiscono
l’impegno concreto della Federazione stessa. In questo
modo anche il Servizio istruzione e educazione (Sie) ha
potuto presentare il lavoro
svolto in questi tre anni, lo
sviluppo e i cambiamenti
che nel suo seno sono sorti, i
progetti e le preoccupazioni
per il lavoro futuro.
Il gruppo di lavoro prima e
l’assemblea plenaria poi
hanno potuto valutare con
apprezzamento la mole di lavoro prodotta dal Sie in questi anni, evidenziando soprattutto il salto di qualità
sorto dalla collaborazione
con la Ldc e la pubblicazione
di nuovi materiali, in parte
già tradotti in diverse altre
lingue. È stato fatto presente
che tutto ciò, oltre a essere
motivo di ricavi non indifferenti, è segno tangibile che il
lavoro che il Sie conduce è di
importanza vitale in quanto
momento di evangelizzazione e di formazione delle nuove generazioni di credenti.
Così l’assemblea ha condiviso le scelte di contenuto operate in campo biblico-teologico e pedagogico in questi
anni e ha rinnovato un man
dato chiaro al servizio affinché continui in questo lavoro
nazionale e internazionale di
formazione evangelica e ha
sollecitato il Consiglio affinché collabori sempre meglio
per un lavoro che a tutti appare irrinunciabile.
Infine una preoccupazione che è emersa e per la quale sin da oggi è necessario
impegnarsi è il cambio di
personale che il Sie dovrà
subire nei prossimi quattro
anni, dato che ci sarà bisogno di sostituire per pensionamento sia la pedagogista
sia la grafica sia la segretaria:
tutte persone senza le quali
il lavoro che l’assemblea e
noi tutti in quanto chiese federate abbiamo potuto apprezzare in questi anni non
sarebbe nato. Verso tutte
queste persone l’assemblea
ha espresso viva gratitudine
per il lavoro prodotto e la disponibilità fin qui dimostrata, ha auspicato che il Sie
continui nel suo impegno e
che le comunità sappiano
apprezzare questo lavoro
impegnandosi anche finanziariamente alla vita di uno
dei servizi irrinunciabili per
le nostre chiese.
Il servizio fotografico
aM'Assemblea delia
Fcei è di
Davide Rosso
In qui
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Il presidente del Seggio, Franco Becchino, fra
Lidia RIbet e Emmanuele Paschetto
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Nel gr
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suo raggio
direttive c
1997, com
zione, la d
gati, il
jie, «Esser
eventuali <
to quasi n
da questi
questioni
diffusam
riconosce che il problema riguarda l'intero ambito dei Ssrtv, ^ ^
lerativamente. all'interno del Servizio, investe in oartimi,,..,' chiamati
LE DECISIONI DELL'ASSEMBLEA
Rete di collegamento
L'Assembiea, discutendo ii problema di come realizzare um
senza più significativa del protestantesimo nelia cuitura ital^
sui mass media
operativamente, all'interno del Servizio, investe in particoiarei, chiamati
tore stampa (Nev); nostra ted
individua un possibiie importante potenziamento nelia creaii l3^i°nei
di una rete di coliegamento e di reiazioni professionali ingrjii, Si sonc
offrire agli operatori culturali nei mass media italiani sia pu| esperienz
commenti e precisazioni su fatti e documenti di attualità, sia‘( primario
venti di respiro internazionale, e in particolare europeo, chei veri e pro
pongano punti di vista evangelici su grandi temi che toccanol)
stenza dei cittadini;
considera indispensabile a tal fine:
la creazione di un Comitato di riferimento in grado di definì
ambiti di intervento neli'orizzonte cuituraie italiano, i temisutiii
tervenire, ia rete di collaboratori, modalità e requisiti deiiecoIS
razioni, i'individuazione di risorse umane fornite deile capacitii
turali e professionali necessarie alla costruzione della rete; un|
ziamento apposito, ai di fuori del presente bilancio del Servizio,;
consenta lo sviluppo del settore e la copertura delle spese reli
alla costruzione e al mantenimento delia rete;
chiede che il Consiglio ponga alio studio un progetto concré
questa direzione, mettendoio in atto ove ricorrano tutte ieconS
ni richieste e che anche ii Nev sia dotato di un Comitato di redazin
Internet
L'Assemblea, informata sui tre domini Internet possedutiJi
Fcei e delie prospettive di sviluppo di questo settore, auspicaàil
ie sviluppo possa trovare spazio nel potenziamento dei Nev dii
ali'atto precedente.
Confronti
L'Assemblea raccomanda il proseguimento deiia partecipazioi»
retta delia Federazione nell'esperienza di Confronti che da temp
stituisce un arricchimento reciproco; auspica che ciò avvenga co
stuaimente a un aiieggerimento del carico redazionaie che gravi
direttore e auspica altresì che i periodici Riforma e Confronta
sempre maggiormente utiiizzati daiie chiese che fanno parte*
Federazione tramite un'attiva promozione da parte deiie chiese.
Culto evangelico
L'Assemblea, rallegrandosi per l'alto indice d'ascolto raggi»
dalla trasmissione Culto evangelico
soiiecita l'istituzione, neil'ambito del programma, di unarui
ecumenica;
raccomanda che sia reso attivo ii comitato di pianificazionei
trasmissione, già istituito dai Consiglio;
ritiene importante ia trasposizione dell'archivio dei Culto tì
su cd, in modo da garantirne la conservazione e chiede ai Consf
che vengano reperiti i fondi necessari.
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derate e r
chiese e
(Venezia),
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Protestantesimo
L'Assemblea auspica che le chiese facenti parte deiia Federali
curino maggiormente l'informazione ai propri membri riguardai
programmazione di Protestantesimo e dei Culto radio;
auspica che ulteriori trattative con ii Consiglio di amministrai
Rai possano ottenere migiioramenti nella collocazione oraria*
trasmissione televisiva.
CL
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Olimpiadi
L'Assemblea, considerato che le Olimpiadi invernali del®
avranno luogo in una zona caratterizzata dali'aita concentra!*
di chiese evangeliche e che le Olimpiadi stesse potranno e®
un'occasione di presenza e di testimonianza evangelica, ^
chiede al Servizio stampa radio e teievisione di tenersi in '
costante con ii Comitato deiie chiese evangeiiche piemontesi
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un culto in eurovisione nel febbraio 2006 nei luoghi stessi delle®* espressi
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^fjERDÌ 17 NOVEMBRE 2000
A FCEI
PAG. 5 RIFORMA
|p^' 11 Servizio rifugiati e migranti pone interrogativi di rilievo alle chiese e alla società
I l/immigrazione non è solo un problema
I ip questi anni abbiamo dovuto affrontare situazioni nuove sia in Italia sia nei Balcani, ma
^ ora bisogna andare oltre l'emergenza e ripensare anche il nostro modo di essere chiesa
PETER CIACCIO
Nel gruppo sul Servizio
rifugiati e migranti (Srm)
si sono discussi temi legati al
IIII^ suo raggio d’azione che, dalle
vicepregji ¿¡retrive dell’Assemblea del
1997, comprende l’informazione, la difesa dei diritti negati, il lavoro per l’integrazione, «Essere chiesa insieme»,
eventuali altri progetti. È stato quasi naturale il passaggio
da questi temi più specifici a
questioni che toccano più
diffusamente la vita delle
chiese e del paese in cui si è
chiamati a testimoniare la
nostra fede: l’immigrazione e
la visione ecclesiologica.
Si sono illustrate molte
esperienze locali: dall’aiuto
primario e di emergenza a
veri e propri coordinamenti
cittadini sia tra comunità federate e non (Torino) sia tra
chiese e istituzioni laiche
(Venezia). Le storie raccontate hanno evidenziato una
realtà non organica, contraddittoria e difficile da definire.
Si è discusso sull’eventualità di creare dei comitati locali del Srm. Questo si è fatto
solo a Bari durante l’emergenza Albania e Kosovo. Più
efficace sarebbe l’iniziativa
indipendente delle comunità,
con il sostegno e la messa in
rete dall’ufficio di Roma. Si è
parlato anche dei progetti
all’estero. Da un lato ci si è
rallegrati del successo dei
progetti in Kosovo e Albania
(con rischi altissimi, di carattere economico, ma soprattutto sulla sicurezza degli
operatori), dall’altro c’è preoccupazione perché ogni
qualvolta c’è un’emergenza,
ci si aspetta che il Srm debba
gestirla, pur non avendone
mezzi né mandati. Chiaramente si è detto che questo
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e che grata!
Confronti s)
ino partei
Ile chiese.
non può essere il caso. Parlando di Kosovo e Albania, le
responsabili del Srm hanno
colto l’occasione per suggerire che la Fcei nomini una sorta di «commissione affari
esteri», uri piccolo gruppo che
possa dare delle direttive per
il lavoro della Fcei al di fuori
del nostro paese. Il gruppo ha
recepito questa necessità.
In plenaria, i compiti del
Srm sono stati meglio definiti. Certo che le aspettative
nei confronti di questo servizio sono enormi. Da quando
l’Italia si è scoperta paese di
immigrazione o di passaggio
di rifugiati, da quando la
guerra è tornata a colpire
l’Europa balcanica nostra vicina, il Srm ha visto il proprio
lavoro aumentare a dismisura. Il carico è grosso, ma se si
riuscirà ad attuare una piena
collaborazione tra comunità
locali e Srm, questo carico
sarà portato con meno fatica
e più efficacia.
Predicare l'amore
prima che nasca l'odio
La prostituzione, con cui
sono schiavizzate migliaia di
donne dei paesi poveri, e
l’aumento della microcriminalità, che alcuni attribuiscono allo straniero irregolare,
fanno dell’immigrazione un
tema all’ordine del giorno nel
nostro paese. Stimolata dalle
esternazioni del card. Biffi e
dai cortei di Lodi, enfatizzati
da La Padania, la discussione
si è basata su alcuni valori del
protestantesimo italiano: laicità e agape. Una parte della
curia sostiene che l’Italia rischia l’inquinamento culturale accogliendo immigrati e
immigrate non cristiani: la
scusa che il fascismo portò,
confutata la scientificità del
manifesto razzista del 1938,
che parlava di una naturale
gerarchia tra le razze. Fortunatamente la Costituzione
nega la discriminazione per
motivi religiosi.
Qualcuno ha detto che,
pur avendo ragione la Costituzione, noi protestanti ci
basiamo sull’Evangelo che
annuncia la libertà della fede, vissuta nell’amore. È stata interessante e apprezzata
la proposta di eliminare il riferimento alle posizioni cattoliche dagli atti: la nostra testimonianza sia propositiva.
Predicare l’amore prima che
altri predichino l’odio. Si rischia altrimenti di predicare
l’amore, quando ormai i
membri di chiesa si sono già
adeguati tdle tesi più qualunquiste, non vivendo al di fuori del paese, (p.c.)
alto raggi
di una rul
ficazioneii
el Culto M
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gniflcativo.
Essere davvero «chiesa insieme»
Lo slogan che sembra pleonastico (come
essere chiesa, se non si è insieme?), coglie un
nodo nevralgico e complesso: accogliere o no
i fratelli e le sorelle degli altri paesi e, se sì,
come? È stato necessario illustrare i principali tipi di chiesa oggi, tre diverse visioni ecclesiologiche:
1) «etnica»: uno o più gruppi di immigrati si
riuniscono, spesso in locali di proprietà di
una chiesa italiana; il culto è nella loro lingua;
2) italiana con qualche immigrato: gli stranieri sono benvenuti finché non mettono in
discussione liturgie e tradizione italiane con
la loro spiritualità, da accantonare per acquisire quella delle nostre chiese;
3) pluralista: membri italiani e stranieri
condividono il culto, la lingua altrui, mettendo in discussione la propria spiritualità.
Ovvio che il modello ecclesiologico auspicato è il terzo. I primi due sono stati definiti
«apartheid buonista» perché, disturbati il meno possibile, ci si illude di aver adempiuto al
comandamento dell’accoglienza.
Un’importante distinzione si è fatta tra spiritualità e teologia: la mistificazione, che spaccia per fede il non pensiero e la fuga dal reale,
è un appiattimento pericoloso e inaccettabile,
non un diverso modo di esprimere la fede. La
discussione avrebbe avuto una connotazione
ancora più «buonista» se non si fosse ammesso quanto il modello pluralista sia una vera e
propria sfida: accettare di mettersi in discussione, in nome dell’agape e dell’accoglienza, è
facile a paròle ma nei fatti non lo è. Tuttavia
l’interizione c’è e questo è già un buon punto
di partenza per una testimonianza più efficace
e reale. L’Assemblea ha chiesto perciò al Consiglio di operare una strategia di lungo periodo affinché «Essere chiesa insieme» non resti
uno slogan, ma una realtà, (p.c.)
L'istituzione del nuovo Servizio spiritualità, musica e liturgia
Un nuovo ministero per avvicinarsi al canto
CUUDIAANGELEni
IL lavoro del gruppo sull’istituendo Servizio spiritualità musica e liturgia è stato molto partecipato ed è perciò risultato ricco di spunti di
riflessione, oltre che di indicazioni operative per il prossimo Consiglio. Innanzitqtto il
gruppo ha riconosciuto l’importante ruolo della musica e
della liturgia nella vita delle
nostre chiese, in particolare
nel momento del culto, che
tramite il canto e altre forme
espressive (danza liturgica,
animazione) può diventare
un vero momento di partecipazione attiva di tutti e tutte
nella lode al Signore e non linùtarsi alla passiva ricezione
di un messaggio affidato al
pastore o alla pastora.
Naturalmente nessuno nel
gruppo si è contrapposto a
chi, opportunamente, ha ricordato che la semplicità del
culto evangelico non va mai
abbandonata, essendo una
peculiarità del protestantesimo che ne esprime il primato
e la centralità attribuiti alla
Parola e della sua predicazione. Intorno al sermone, infatti, ruotano tutta la liturgia, gli
inni proposti per il canto, le
eventuali animazioni bibliche, i testi della confessione
del peccato o dell’annuncio
della grazia ecc., non il contrario. Così riflettendo è emersa la consapevolezza nel
gruppo di una necessità di
(ri)educazione delle nostre
comunità a questa dimensione dell’espressione della fede, a partire dal semplice
rendersi conto che gli inni
non sono scelti casualmente
fino ad arrivare, dove possibile, alla preparazione della
CISIONI DELL'ASSE
Iblea il ‘
Finalità del Ssml
L'Assemblea, riconoscendo l'importante ruolo della musica e della
nturgia nella vita delle nostre chiese, si rallegra per la notevole pròSuzione liturgica e la raccolta innologica realizzata in questi anni
ton le poche risorse a disposizione
auspica che il prezioso lavoro fin qui svolto non vada perso e che
prosegua di conseguenza nella riscoperta e nell'acquisizione del
Patrimonio liturgico e innologico delle nostre chiese e dell'ecumene
internazionale.
A tal fine raccomanda al Consiglio, sulla base del progetto già
Presentato all'Assemblea, di orientare l'attività del Servizio affinché
Concentri le proprie energie nel prossimo triennio per
. I) promuovere la diffusione e l'apprendimento del nuovo materiale innologico anche attraverso cd musicali;
.2) valutare, studiare, valorizzare e diffondere nuove forme litur9iche in collaborazione con gli esecutivi territoriali;
3) curare, anche in collaborazione con la Claudiana, la pubblicazione di materiale come «Rete di liturgia», «Un giorno, una parola»
® «Collana di spiritualità».
liturgia da parte della comunità stessa (o di un gruppo
disponibile) in collaborazione con il pastore uno o due
giorni prima del culto.
È in questa prospettiva che
si colloca la figura dell’animatore o animatrice musicale, un nuovo ministero che
offre alle nostre chiese persone qualificate in campo musicale, capaci di (ri)sensibilizzare le comunità soprattutto
all’importanza del canto e
della musica, nonché di insegnarne le varie tecniche, e di
costruire una liturgia. L’importanza conferita a questi
aspetti del culto protestante
ha stimolato una notevole
produzione liturgica (i fascicoli di Rete di liturgia, Un
giorno, una Parola) da parte
della Fcei, di cui il gruppo si è
rallegrato, esprimendo l’auspicio che questo prezioso lavoro possa essere proseguito
nel prossimo triennio e soprattutto ha favorito la proliferazione di nuovi innari per
le nostre chiese.
Ben tre nuovi titoli sono disponibili per le nostre chiese;
Cantate al Signore, I salmi
della Riforma e, fra poco, l'Innario cristiano edizione 2000.
Si tratta di strumenti diversi,
compatibili e complementari
l’uno all’altro: se la nuova edizione 2000 deWInnario cristiano si pone in sostanziale
continuità con le precedenti,
pur avendo provveduto alla
revisione letteraria dei testi e
all’inserimento di alcuni inni
dell’ecumene internazionale,
se i Salmi della Riforma recuperano la grande tradizione
riformata del Salterio ugonotto, la raccolta più agile del
Cantate al Signore è orientata
verso la sperimentazione di
nuovo materiale (testi e musiche) proveniente da ambiti
culturali diversi e anche estraneo alla tradizione occidentale (Africa, Sud America, Asia
ecc.) che potrà permetterci di
avvicinarci alle particolari
sensibilità musicali anche
delle sorelle e dei fratelli migranti che, negli ultimi anni,
vivono nel nostro paese.
Rallegrandosi della fecondità dell’incontro tra la tendenza al rinnovamento del repertorio dei canti e la valorizzazione della tradizione, il
gruppo ha espresso la speranza che questi nuovi innari siano accolti con gioia e gratitudine dalle chiese, sottolineando anche la necessità di favorire la diffusione e l’apprendimento dei nuovi canti anche
tramite la pubblicazione di cd
che ne presentino o l’esecuzione da parte di corali o le
sole basi musicali. Infine, il
gruppo ha esaminato nel dettaglio il «Progetto per il Ssml»
presentato dal Consiglio uscente approvandolo nella
sua articolazione e invitando
caldamente il prossimo Consiglio a non procrastinarne oltre l’istituzione, già deliberata
dall’XI Assemblea.
polito '^adìó
abbonamenti
Il primo incontro di «Essere chiesa insieme» (Santa Severa, 1994)
Pluralismo e multiculturalità
L'Assemblea ribadisce alcune convinzioni che si sono consolidate
nel tempo e nell'azione comune nel settore rifugiati e migranti.
L'immigrazione è un fenomeno irreversibile, legato a fattori demografici di portata mondiale. Le sue cause sono complesse, la gestione e la percezione del fenomeno da parte delle istituzioni e della società civile ci coinvolgono costantemente come cittadini/e, come credenti e come chiese. Dal punto di vista sociale possiamo constatare che il nostro paese, e in genere l'Europa, vivono in una situazione che non è più monoculturale né monoreligiosa.
Di fronte a questo dato di fatto non possiamo accettare una qualche forma di sviluppo separato, di «apartheid buono», ma dobbiamo piuttosto impegnarci alla costruzione di un pluralismo attento
alla necessità di riaffermare i diritti, spesso invece negati, dei e delle
migranti, e di riproporre i doveri essenziali per il buon funzionamento della società.
Dal punto di vista culturale è necessario continuare la riflessione,
e la conseguente azione, sulle implicazioni che vi sono nella ricerca
di una coesistenza, non facile, fra diverse culture, nell'ambito dei diritti, della cittadinanza, di un'integrazione che non sia semplice assimilazione o omologazione, di un'identità che non va persa ma viene arricchita dal confronto. L'Assemblea ravvisa nei compiti di informazione e di sensibilizzazione gli strumenti principali per perseguire questo obiettivo. .
Dal punto di vista spirituale e di fede l'Assemblea ritiene che siano essenzialmente due le linee che debbono essere tenute presenti.
in primo luogo occorre mettere in guardia le nostre stesse chiese,
e la nostra società in generale, dal rischio di influenzare l'opinione
pubblica e i poteri dello stato in direzione di una selezione dei/delle
migranti sulla base della confessione religiosa di appartenenza.
Questa proposta ci sembra contraddire lo spirito che perrnea la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la Carta dei principi
dell'Unione europea e, soprattutto per quanto ci riguarda come
chiese, il messaggio stesso dell'Evangelo;
in secondo luogo vorremmo che le proposte di fede fossero sempre attente al rispetto dell'identità degli interlocutori e interlocutrici, coerenti con una visione nella quale la liberazione dai nostri condizionamenti venga affermata senza fuggire dal mondo reale e dalle proprie responsabilità.
Approvaiione operato Srm
L'Assemblea, presa in esame la relazione del Consiglio, la relazione
del Srm, la relazione del Collegio dei revisori, in merito al tema rifugiati e migranti, esprime valutazione positiva sull'operato del Srm.
Ringrazia coloro che hanno collaborato in questo settore, anche
nei vari centri evangelici e in particolare coloro che si sono impegnati nel progetto Kosovo.
Struttura Srm
L'Assemblea dà mandato al Consiglio, e per la parte che gli compete al Srm, di studiare il modo più idoneo a migliorare l'inforrnazione, la sensibilizzazione e il lavoro in rete, anche nella prospettiva
di un maggiore coinvolgimento delle chiese.
Suggerisce
che si semplifichi la struttura operativa del Srm (per esempio ritornando ad avere un solo comitato di supporto in luogo di un Comitato generale e uno esecutivo, e comunque chiarendo meglio
compiti e responsabilità);
che si approfondisca la riflessione sulla formazione del Srm.
Essere chiesa insieme
L'Assemblea, constatando che vi sono varie forme di aggregazione ecclesiastica nella realtà dell'immigrazione (per lingua o etnia,
persone migranti e stranieri, miste, ecc.)
ritiene che debbano essere riformulate le finalità dell'esperienza
«Essere chiesa insieme» in due direzioni, una interna alle chiese
membro della Fcei, l'altra per un ambito più vasto. All'interno della
Fcei «Essere chiesa insieme» vuol dire essenzialmente offrire un luogo di incontro, un laboratorio di verifica delle varie esperienze già
esistenti di lavoro ecclesiastico in presenza di migranti, e fornire
strumenti per pastori, operatori, credenti, chiese, per uno sviluppo
coerente delle esperienze di chiesa che coinvolgano migranti e persone del paese.
Perché questo si verifichi, l'Assemblea dà mandato al Consiglio e
al Srm di predisporre un progetto organico per superare tendenze
di «sviluppo separato» in favore di un autentico pluralismo non isolazionista, e per formulare una strategia di lungo periodo. Per un
confronto con un ambito più vasto di quello della Federazione, l'Assemblea ritiene che si potrebbe creare una commissione aperta ove
dibattere problemi pratici e far circolare informazioni.
Dà mandato al Consiglio di formulare una proposta in questo
senso, precisando quali potrebbero essere gli interlocutori (per
esempio comunità etniche o linguistiche pluridenominazionali) e
quali i primi temi da affrontare (per esempio: rapporti con lo stato,
proposte etiche a volte differenziate, tensioni tra appartenenza denominazionale e appartenenza a diverse aree culturali, eventualmente un avvio di discussione su temi teologici ed ecclesiologici).
interno
estero
sostenitore
L. 10.000
L. 20.000
L. 20.000
Finalità del Srm
L'Assemblea constata che il lavoro con gli immigrati non può non
tenere conto delle cause dell'emigrazione e delle emergenze, che
possono favorire l'immigrazione o scaturire da fenomeni migratori
imprevisti, o imponenti, o improvvisi.
Ritiene che il raggio d'azione istituzionale del Srm rimanga esserizialmente quello già sperimentato, riassunto nei «cinque punti» ricordati dalla precedente Assemblea: Informazione e sensibilizzazione; Difesa dei diritti e pressione politica; Servizi in vista dell'integrazione; Essere chiesa insieme; Progetti speciali.
Dà mandato al Consiglio e al Srm di vigilare in modo particolare
sui progetti speciali, perché possano essere compatibili con le nostre forze.
Individua alcuni problemi specifici già seguiti dal Srrri, che tuttavia sembrano richiedere una maggiore attenzione: assistenza nelle
carceri; violenza sulle persone.
Chiede che il Consiglio e il Servizio rifugiati e migranti riferiscano
alla prossima Assemblea sulla riflessione e azione che su queste tematiche si avrà nei prossimi anni.
6
PÄG. 6 RIFORMA
Assemblea Fcei
VENERDÌ 17
La serata organizzata dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia
La visibilità delle donne
Due i temi trattati: la violenza contro le donne e gli altri soggetti deboli della società e la
visibilità femminile nelle chiese e nel mondo. Si tratta di combattere la cultura del silenzio
niANCALONC
UNA serata con dedica
quella organizzata dalla
Federazione delle donne evangeliche (Fdei) lunedì 30
ottobre: una sorta di lettera
aperta al nuovo Consiglio,
perché continui Fimpegno a
tenere viva l’attenzione delle
chiese sulle tematiche del
«Decennio di solidarietà con
le donne», a suo tempo promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese, tematiche
rilanciate con nuove sottolineature per gli anni che ci sono davanti.
La presidente Fdei, Doriana
Giudici, e il presidente uscente della Fcei, Domenico Tomasetto, hanno introdotto la
serata, tenendo viva la memoria delle iniziative prese e
dando notizia dei progetti in
corso. Sono emersi subito
due filoni di riflessione e di
impegno, che si sono intrecciati con grande ricchezza ma
anche con qualche fatica, sia
nelle relazioni che nel dibattito. Primo tema: la violenza: la
violenza contro le donne, ma
anche contro i bambini e le
bambine, contro uomini e
popoli. È il tema proposto dal
Cec per il nuovo decennio, ha
implicazioni di estrema urgenza e gravità e sofferenza.
L’Assemblea ha ascoltato
l’intervento della pastora luterana Eva-Sybille VogelMfato della Conferenza delle
chiese europee (Kek), presidente dell’Associazione contro la tratta delle donne per il
mercato del sesso. Di vite
spezzate, di ricatti, di sfruttamento ha pariato la relatrice,
aprendo uno squarcio sulla
realtà drammatica di donne
immigrate nell’Europa del
«benessere» da paesi africani
o dell’Est. Secondo il rapporto 1999 deirUndp (United
nations development programme) 500.000 giovani
donne vengono attirate ogni
anno in Occidente con promesse di una vita migliore e
poi costrette alla prostituzione nella paura e nella vergogna. «Mi hanno ingannata,
mi hanno tradita... il mio corpo venduto come merce,
sporcato e violato. Non posso
più cantare, non posso più
danzare, non posso più tornare a casa, perché porterei
vergogna anche a te, mamma: sono la vergogna di tutta
la famiglia...». Sono alcune
frasi della lettera di una ragazza keniota alla madre in
Africa, da cui è partita la riflessione di Vogel-Mfato sulle
responsabilità delle chiese
cristiane nell’avere tollerato
o minimizzato il ricorso maschile al sesso mercificato e
nel non avere sviluppato nei
secoli «una teologia positiva
della corporeità, della sessualità e dell’incarnazione».
Alla fine del 1999 la Kek ha
organizzato a Driebergen, in
Olanda, una consulta sul problema del traffico delle donne. La dichiarazione conclusiva ha chiesto alle chiese di abbattere la cultura del silenzio
intorno all’esistenza della
prostituzione, della violenza e
dell’abuso sessuale. «Ma - ha
affermato Sybille Vogel, pastora di Hannover - noi dobbiamo fare di più, dobbiamo
identificare le cause che stanno alla radice della violenza
contro le donne, affermando
la visione biblica della chiesa
e del mondo come «la casa di
Dio in cui tutti hanno posto e
tutti vengono onorati». Tocca
a noi promuovere un cambiamento profondo della mentalità, lavorando da una parte
con le generazioni più giovani
e dall’altra rivolgendoci a chi
alimenta il traffico e in parti
La presidente della Fdei, Doriana Giudici, introduce la serata sulla «visibilità delle donne»
colare ai clienti delle prostitute, per informarli e fare appello al loro senso di responsabilità. È incoraggiante vedere
quante persone e quante
chiese rispondono alla sfida: è
dunque possibile operare nei
nostri paesi per .fornire luoghi
protetti per l’accoglienza di
donne in fuga dai loro aguzzini e nelle nostre chiese per
dare voce alle donne vittime
di abusi nelle attività educative e liturgiche».
Nella scia di questa relazione Annemarie Dupré, coordinatrice del Servizio rifugiati e
migranti della Fcei, ha informato l’Assemblea di un progetto (nato su sollecitazione
delle comunità) di intervento
sulla schiavitù sessuale, in
collaborazione con altri soggetti in Italia e all’estero, dotati delle necessarie competenze. L’Italia ha adottato alcune serie misure legislative
di protezione delle vittime,
ma per le donne immigrate
può scattare l’intervento di
protezione istituzionale solo
se la donna denuncia chi l’ha
fatta venire in Italia. «Noi come chiese - ha detto la Dupré
- dovremmo trovare forme di
protezione anche per quelle
donne che non riescono, per
motivi diversi, a fare questo
atto di denuncia e per quelle
che non sono arrivate nel nostro paese per costrizione criminale, ma hanno bisogno di
aiuto e solidarietà».
Secondo tema: la visibilità
femminile. È stato il motivo
base del Decennio fin dal suo
inizio e ha avuto un corollario
forte nell’indagine storica, alla ricerca di una genealogia
femminile, non riconosciuta
(e quindi non raccontata) dalla storiografia maschile, tradizionalmente incapace di dare
valore e autorevolezza alla dimensione quotidiana della vita. In questo quadro la Fcei
promosse la pubblicazione
del libro di Fiera Egidi Voci di
donne (Claudiana, 1999): 50
interviste a donne protestanti
di più generazioni, raccolte
nell’arco di vari anni. Nella
serata che stiamo raccontando, la storica Bruna Peyrot ha
presentato il secondo volume
di interviste, dal titolo Sguardi
di donne, uscito in questi
giorni, con una dedica dell’autrice «alle ragazze delle
nostre chiese, affinché ricevano e con amore trasmettano
questa nostra memoria». Bruna Peyrot ha sottolineato lo
stile di narrazione protestan
te: si spiegano gli atti, le scelte
di vita nella fede. Il dolore viene appena accennato, i sentimenti vanno letti tra le righe.
Sono storie forti quelle raccontate da Piera Egidi, vite
spese nella complessità: racconti in cui scatta il pudore o
forse il diritto di non dirsi.
Come tracce o «fili rosa» da
recuperare e valorizzare in
queste vite di donne la relatrice ha indicato il lavoro quotidiano (a esempio nella chiesa) considerato naturale e ovvio, in realtà grande risorsa
da conoscere: la trama di relazioni che mette l’altro al
centro dell’attenzione: la casa
come luogo laico di incontro
(«salotto o stalla, nel protestantesimo la casa è stata
sempre luogo centrale, come
la casa pastorale, aperta, senza confini»): il territorio, spazio dell’incontro con altre
donne per iniziative per la
pace, contro la violenza. Sono
storie di donne che dialogano
con Dio e che si immettono
in una «genealogia» femminile. «Ricordare - ha concluso
Bruna Peyrot - è curativo, soprattutto quando trasmette
memoria di figure che ci hanno lasciato indicazioni preziose di vita e di fede».
Il funzionamento degli organi della Federazione
Per una migliore operatività
PAOLO GAY
La dodicesima Assemblea
della Fcei, oltre a esaminare l’attività e i programmi
dei diversi «servizi» promossi
e seguiti dalla Federazione,
ha dovuto anche occuparsi di
alcuni problemi relativi all’organizzazione e al funzionamento degli organi previsti
dallo Statuto. Nel 1997 l’Assemblea riunita a Torre Pellice istituì un nuovo organo, il
Comitato generale, con compiti di controllo sull’attività
del Consiglio tra una Assemblea e l’altra: lo Statuto prevede però cbe anche il «Collegio dei revisori» abbia compiti di controllo sul Consiglio,
nel doppio ruolo di vero e
proprio revisore dei conti
(per cui riferisce annualmente al Comitato generale) e di
Commissione d’esame (per
cui deve presentare una relazione all’Assemblea).
Nel triennio trascorso si sono verificate incongruenze e
si sono date interpretazioni
difformi sul ruolo dei due organi: quale tipo di controllo
deve essere esercitato dal Comitato generale, e quale dal
Collegio dei revisori? Nel
gruppo di lavoro si è detto
che il Comitato dovrebbe in
realtà esercitare funzioni di
supporto, aiuto, vigilanza, indirizzo, garanzia per le chiese
più «piccole» rappresentate
in esso, nei confronti del
Consiglio, lasciando il compito di vero e proprio esaminatore, «controllore» al Collegio
dei revisori nella funzione di
Commissione d’esame. L’Assemblea di Santa Severa non
ha preso posizione sull’argomento, e ha demandato a una
commissione lo studio della
questione affinché proponga
le necessarie modifiche statutarie (o anche soltanto diverse modalità di azione) per
una «più puntuale definizione degli ambiti di pertinenza
e delle attribuzioni» degli organi della Federazione: .sarà
la prossima Assemblea fra tre
anni cbe, se necessario, modificherà lo Statuto.
Altra questione attinente
l’organizzazione e il funzionamento della Fcei di cui
l’Assemblea si è occupata è la
configurazione giuridica più
idonea per la Federazione
stessa e per i «servizi» in cui
si articola: in particolare il
problema si pone per il Servizio rifugiati e migranti, cbe
gestisce numerosi progetti di
solidarietà sia in Italia che
all’estero: può continuare
questo Servizio ad agire come «ramo d’attività» della
Fcei, o non dovrebbe piuttosto assumere una configurazione autonoma per presentarsi più chiaramente e meglio operare? Il recente decreto legislativo sulle organizzazioni non lucrative di
utilità sociale (Onlus) può
soccorrere in merito? Anche
questi sono interrogativi lasciati aperti dall’Assemblea,
cbe ba incaricato il Consiglio
di studiare la questione e di
agire nel modo più consono
alle esigenze.
[.’Assemblea ha poi prèso
atto del lavoro svolto dal
nuovo «Ufficio per il volontariato internazionale» e di un
progetto per il rilancio del
Villaggio evangelico di Monteforte Irpino, invitando il
Consiglio a seguire lo sviluppo di queste attività con attenzione. L’Assemblea non
ha ritenuto invece di dover
prendere posizione sul fatto
che alcune chiese membro
della Federazione sono anche iscritte ad altre associazioni di chiese evangeliche:
ciò rientra, si è detto, nella libertà di ciascuna chiesa.
LE DECISIONI DELL'ASSEMBLEA
Finanze
L'Assemblea, constatato che il Consiglio ha adempiuto il
di cui all'atto 33/97 in merito al bilancio e alla gestione patriìii^
le, condivìde le previsioni per i
reggio di bilancio di esercizio delle attività complessive deila'i^
quale obiettivo per il prossimo Consiglio.
prossimo triennio e conferma i|
Villaggio di Monteforte Irpino
L'Assemblea prende atto delle iniziative per il rilancio del Vi|L
gio evangelico di Monteforte Irpino nel quadro degli accorditi^
Unav
l'o^
Tavola valdese e la Fcei, e invita il Consiglio a seguirle con atten^u
ne predisponendo un progetto organico che tenga conto delle IjL
programmatiche espresse dall'Atto 42/94, e a presentarlo al CoiA
to generale per renderlo operativo. .
Ufficio volontariato internazionale
L'Assemblea, valutando positivamente le attività prortioj,
dail'Uvi, invita il Consiglio a proseguire nell'iniziativa, conferttiand,
il mandato indicato dall'Atto 37/97.
Natura giuridica dei Servizi Fcei
L'Assemblea, verificata l'esigenza dell'acquisizione da partedd
Srm di una configurazione giuridica che consenta di intrattetietj
rapporti finalizzati al finanziamento di progetti sia in Italia siaa|,
vello internazionale,
dà mandato al Consiglio di identificare la forma giuridica più4
nea e di porre in essere gli atti conseguenti, sottoponendoli all'^
provazione del Comitato generale.
Decennio ecumenico «Per vincere la violenza»
L'Assemblea, alla fine di un secolo fra i più violenti dell'umanilì
consapevole del fatto che la violenza delle armi e la violenza sulk
donne hanno la stessa radice,
riconosce l'importanza del Decennio ecumenico «Per vinceteli
violenza»;
incoraggia i Servizi, le chiese e i gruppi locali a creare dei progeij
a partire dalle sofferenze causate dalle multiformi violenze dellàii
ta quotidiana, e ad organizzarsi in rete, anche con iniziative simi
all'estero;
invita gli organi della Federazione in collaborazione con gliai,
cutivi delle chiese membro a prevedere un coordinamento pj
l'informazione e lo scambio di notizie in vista della diffusione di®
cultura della pace e della nonviolenza.
Nomina del Comitato generale
L'Assemblea nomina il Comitato generale della Federazione è
risulta composto da: Sg;
Chiese valdesi-. Maria Bonafede, Gianni Genre, Giuseppe Platone,li
dia^Ribet, Sergio Ribet, Marco Rostan, Teodora Tosarti.
Chiese battiste: Aldo Casonato, Avernino Di Croce, Erica Naselli,
Massimo Torracca.
Chiese metodiste: Valdo Benecchi, Fulvio Rocco, Maria Grazia Sbai
Chiesa luterana: Jürgen Astfalk, Alberto Saggese, Eduardo Zappelli
Esercito della Salvezza: Carmela Colangelo, Miriam Vinti.
Chiese libere: Domenico Maselli.
Chiesa cristiana evangelica Fiumi di vita: Salvatore Spinelli.
Comunità evangelica di confessione elvetica: Manlio Sossi.
Chiesa apostolica italiana: Ciro Perna.
Fgei: Barbara Grill.
Fdei: la presidente.
Elezione del presidente
L'Assemblea procede alla votazione del presidente della Fedeli
zione. Risulta eletto il fratello Gianni Long.
Commissione organizzazione e funzionamento
Il Seggio nomina la Commissione di cui all'atto precedente
persone di Franco Scaramuccia, Piero Trotta, Paolo Gay ’
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Elezione del Consiglio
L'Assemblea procede all'elezione del Consiglio dellci Federaziot
Risultano eletti: David Cavanagh, Franco Giampiccoli, Doriana GÌ#
ci, Giulio Maisano, Mit Rollier Rostan, Hans Michael Uhi.
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Elezione del Collegio dei revisori
L'Assemblea procede all'elezione del Collegio dei revisori. Risuj®
no eletti: Giovanni Arcidiacono, Piero Bensi, Paolo Fabbri, Danié
GardioI, Anne Zeli.
Organizzazione e funzionamento
L'Assemblea, avendo verificato che alcuni articoli deilo Statuto,«
particolare quelli che disciplinano le competenze del Comitato
nerale, del Consiglio e del Collegio dei revisori, danno luogo talW
a interpretazioni difformi e contraddittorie nella materia della pdj
grammazione e dei controlli, evidenziando la necessità di una««
gliore e più chiara definizione di tali competenze,
chiede al Seggio di nominare una Commissione di studio chea»
mini la questione, proponendo le necessarie modifiche della pi®
e/o delle norme vigenti tali da consentire una più puntuale de#
zione degli ambiti di pertinenza e delle attribuzioni dei succitati*'
gani della Federazione. . ^
La relazione della Commissione sarà trasmessa entro la fina®
mese di ottobre 2001 al Consiglio e al Comitato generale
lutino le iniziative da adottare, riferendone in ogni caso alla pn®
ma /Assemblea.
net
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Lo spoglio delle schede di una votazione
7
ÏÜÎI^ »FNERDÌ 17 NOVEMBRE 2000
— Vita Delle Chiese ■
r Un viaggio in Svizzera che ha coinvolto molti evangelici delle chiese della Liguria
Basilea tra Umanesimo e Riforma
Una visito a gruppi che a loro volta avevano soggiornato in Riviera negli anni passati è stato
l'occasione per avvicinarsi a uno città emblema dello temperie religiosa del XVI secolo
PAG. 7 RIFORMA
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Platone, lirica Naselli,
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SAURO GOTTARDI
Nel week-end del 21-22
ottobre gli evangelici
della Liguria (di Bordighera,
Sanremo, Cariale, Finale, Sestri Ponente, Sampierdarena,
Genova, La Spezia) hanno
fatto visita ai riformati di Basilea, di lingua sia tedesca sia
italiana. L’idea era maturata
l’estate scorsa, quando da Basilea sono arrivate dire comitive di svizzeri, che hanno visitato le nostre comunità e le
nostre opere nella Riviera
guidate dalle simpatiche diacene Hanny e Heidi, già venute a soggiornare nei decenni scorsi con diversi gruppi,
ospiti dei pastori emeriti Naso e Deodato. Questa volta
avevano trovato nel nostro
Giorgio Castelli, grande organizzatore di gite ed escursioni
della Chiesa metodista di Savona, l’appoggio adatto per
realizzare questo interscambio, di grande valore per la
nostra diaspora: egli non ha
tralasciato infatti di prendere
contatto con il pastore Christian Gysin, della Chiesa valdese di Basilea, come raccomandato caldamente dall’ultima Conferenza distrettuale.
L’accoglienza è stata veramente festosa e mentre il sabato la cena è stata consumata insieme ai riformati di lingua tedesca, la domenica si è
pranzato con i valdesi di lingua italiana, dopo il culto, alla «Zwingli Haus», un complesso di ottimi e moderni
servizi a disposizione di tutte
le varie chiese evangeliche
ella Fede»
ederazioni
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sori. Risulti
lòri, Danié
Il gruppo di Savona con alcuni
fronte alla Zwingli Haus
della città; è stato poi anche
organizzato il pernottamento
sia nella famiglie sia all’ostello delle diaconesse di Riehen
bei Basel. Al culto sono stati
celebrati, secondo la sobrietà
protestante, i battesimi di
due neonati (ogni bambino
che nasce è un segno che Dio
non è stanco del nostro mondo), e ha predicato sia in italiano sia in tedesco la pastora
Christina Rentsch, già in missione nel Canton Ticino, sul
testo dell’incontro tra Filippo
e l’etiope; il nostro pastore
Franco Becchino ha fatto rilevare come nessuno resti escluso dalla Parola di Dio e
tutti ci troviamo sorelle e fratelli nell’unico Signore; noi
evangelici italiani ci sentiamo
strettamente legati, per storia
e per fede, al protestantesimo
europeo, di cui ci consideria
membri delle chiese di Basilea di
mo diaspora. Questo sedere a
tavola insieme ed essere ospitati nelle famiglie ha subito
creato un’atmosfera gemütlich, cordiale, che ha dato il tono a tutto l’incontro.
Anche la visita alla città,
guidati dall’amabile Albert,
alle antiche chiese, tutte evangeliche, e alla Münster
Plaz dove è situata la caltedrale riformata, ci ha avvicinati a un cristianesimo antico, strettamente biblico, privo degli orpelli della Controriforma, semplice e maestoso
allo stesso tempo, in quella
Sand-Stein, pietra di sabbia
rossa, che è un po’ il simbolo
degli edifici di Basilea. Nello
stesso edificio della cattedrale, il pastore Gysin ci ha fatto
visitare la cappella della Chiesa valdese, dove abbiamo
cantato un inno, e ci ha illu
strato visivamente la storia e
la vita di questa particolare
comunità.
Non è mancata un’interessante visita all’«Opera missionaria St. Crischona», a
Riehe-Bettengen bei Basel,
un complesso di servizi diaconali che si snodano sulla
collina, con la Casa delle diaconesse e la scuola, l’ospedale generale, l’asilo per gli anziani, l’ostello per le vacanze
e la facoltà teologica, a dimostrazione dell’efficiente presenza protestante nell’intera
zona di Basilea. È stata pure
fatta una puntata doverosa al
museo «Fondation Beyeler»
di arte e scultura, a Riehen,
ideato dall’architetto ligure
Renzo Piano, che si è fatto
onore anche in questa città.
Basilea d’altra parte, con la
sua Università, risalente al
1460, è stata un centro di studi umanistici e protestanti,
dove hanno operato Erasmo
da Rotterdam e riformatori
come Ecolampadio, Zwingli,
Calvino, fino ai teologi come
Karl Barth in questo secolo.
Una, città cardine alla quale
sono arrivati anche i valdesi
nel 1530, per prendere i contatti necessari per aderire alla
Riforma, e dove ricevettero la
risposta che oggi desideriamo contraccambiare a Basilea: «Rendiamo grazie a Dio
perché, nonostante le fitte tenebre che vi circondano, avete serbato la conoscenza e
l’amore della verità. Noi riconosciamo che certamente
Cristo è in voi, perciò vi amiamo come fratelli».
Chiese di Matera e Miglionico
Eventi particolari
per le comunità battiste
Ito
edente nrf
3ordin3tois
Quando le chiese riescono
ancora ad ospitare generazioni diverse, vengono celebrati
degli atti liturgici che segnano i momenti significativi
della vita. Per le chiese battiste di Matera e di Miglionico
quest’estate ha visto un susseguirsi di questi culti speciali
a partire dalla celebrazione di
tre matrimoni. 1121 luglio, nel
parco suggestivo di Casa Resta in provincia di Lecce, è
stata invocata la benedizione
del Signore sul matrimonio di
Tiziana Coretti e Roberto
Laudadio. Alla cerimonia,
presieduta dalla past. Green,
ha partecipato il pastore
Claudio Musto, già pastore
della Chiesa battista di Matera e ora ministro della Chiesa
riformata svizzera. Per ricevere la benedizione del Sipore sul loro matrimonio,
invece, Eleonora Marinara e
Ermanno Manzara hanno
scelto la piccola chiesa battista di Miglionico, frequentato
dalla sposa fin da tenera età.
Il culto è stato condotto dalla
pastora Green e ha avuto luogo il 9 settembre alla presenza di numerosi parenti e amici degli sposi. A Matera invece Giuseppe Montemurro,
ministro designato dalla chiesa, ha celebrato nella chiesa
battista il matrimonio di Simone Papapietro e Maria
Mancini. Il culto, presieduto
nalla pastora Green, è avvenuto il 20 agosto ed è stata
Un’occasione per accogliere
abbonamenti
interno L. 10.000
estero , L. 20.000
iostenitore L. 20.000
gioiosamente i parenti degli
sposi giunti dall’estero.
Anche tre bambini sono
stati ultimamente presentati
al Signore. A Matera sono
stati presentati (il 3 settembre) la piccola Camilla, figlia
di Maria Papapietro e Raffaele Matarese ambedue originari di Matera ma membri
della chiesa metodista di
Omegna, e (il 24 settembre) il
piccolo Francesco figlio di
Imma Schiuma e Tommaso
Tomaselli entrambi attivi nel
gruppo teatrale della chiesa.
Nello stesso giorno ha avuto
luogo a Miglionico la presentazione del piccolo Giuseppe
Marco, figlio di Carmela Guidotti e Raffaele Losignore.
Tutti i culti sono stati celebrati dalla pastora Green.
La chiesa di Matera ha avuto anche la gioia di ringraziare
il Signore per i cinquant’anni
di matrimonio di due coppie
della chiesa: il 27 agosto, in
un culto presieduto dall’anziano di chiesa Giuseppe
Montemurro, sono state celebrate le nozze d’oro del coniugi Terrone, Anna e Alfredo,
mentre il 15 ottobre in un culto speciale, condotto dalla pastora Green, hanno celebrato
i 50 anni di vita matrimoniale
i coniugi Spagnuolo, Bruna e
Giuseppe. In entrambe le occasioni Caterina Gambetta ha
offerto agli sposi, a nome
dell’Unione femminile, un
omaggio floreale mentre gli
sposi hanno voluto festeggiare la lieta occasione offrendo
a tutta la comunità un rinfresco. Ringraziamo il Signore
per queste famiglie e preghiamo affinché la testimonianza
che hanno voluto rendere
dell’amore, bontà e fedeltà di
Dio porti il suo frutto.
Chiese battiste della Lombardia
Un tempo per il creato
e per la lode a Dio
HELENE FONTANA
TJinché la terra durerà,
17 semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno,
giorno e notte, non cesseranno mai» (Genesi 8, 22). Dio
continua a sostenere la sua
creazione e domenica 15 ottobre, nella chiesa battista di
Bollate, le chiese battiste della Lombardia si sono trovate
nel loro annuale convegno,
per celebrare la fedeltà di Dio
verso il suo creato e per ringraziarlo per il raccolto e tutti
i suoi doni. Il tema era «Un
tempo per il creato». La giornata era stata preparata da
una commissione intercomunitaria, formata da Simona Comodo (Varese), Giovanni Castellano (Bollate) e la
pastora Lidia Maggi (Lodi,
Milano via Iacopino), e ha
presentato un programma
folto e coinvolgente.
Il culto iniziale ha trattato
in vari modi il tema del creato, del tempo e dei doni di
Dio. La liturgia, che ha visto
la partecipazione di membri
di chiesa di diverse comunità,
ci ha dato l’occasione di riflettere sul nostro rapporto
con il tempo e il creato: abbiamo lodato Dio creatore
per la sua bontà e la meraviglia della sua creazione; abbiamo confessato il nostro
peccato in quanto non abbiamo saputo proteggere e prenderci cura della natura a noi
affidata; abbiamo celebrato la
santa cena in memoria del
dono più grande datoci da
Dio, il suo figlio Gesù Cristo.
Anche il sermone tenuto da
chi scrive queste note, pastora delle comunità di Varesè e
Lugano, che si basava sulla
parabola del ricco stolto, (Lu
Editori Riuniti
ca 12, 13-21), ha ricordato la
nostra responsabilità davanti
al nostro tempo e al creato,
che ci sono stati affidati e di
cui siamo amministratori, e
l’importanza di riconoscere
Dio come il donatore di tutto
quello che abbiamo.
Un momento significativo
durante il culto è anche stato
quando diverse persone hanno portato avanti alcuni doni: i frutti della terra che sono
simboli di tutto il creato e di
tutto quello che riceviamo
dal Signore. Un altro momento per offrire i nostri doni a Dio e alla sua opera è stata la colletta, che quest’anno
è andata in favore dei lavori
di ristrutturazione dei locali
della chiesa di Bollate. Dopo
il culto ci siamo riuniti nel locale sotto la chiesa per una
agape fraterna e abbiamo apprezzato la buona compagnia e l’ottima cucina, curata
dalle sorelle e dai fratelli della
comunità di Bollate. Nel pomeriggio c’è stata ulteriore
possibilità di riflettere sul tema del creato, grazie a testimonianze, diapositive accompagnate da una riflessione e una discussione libera in
cui i fratelli e le sorelle presenti hanno scambiato opinioni ed esperienze connesse al tema della giornata.
Ci siamo lasciati nel tardo
pomeriggio con qualche canto e un’altra fetta di torta,
contenti di un convegno con
un tema attuale e significativo che ha visto come partecipanti circa sessanta rappresentanti dalle diverse comunità battiste della Lombardia,
uniti per dedicare del tempo
al Signore e per celebrare insieme la sua bontà verso il
creato e le creature.
Marco Politi
La confessione
Un prete gay
racconta la sua storia
prefazione di Luigi Bettazzi
Primo piano
pagine 200 - lire 18.000
Jonathan Sumption
Monaci santuari
pellegrini
La religione nel Medioevo
Terza edizione
Biblioteca di storia
pagine 398 - lire 30.000
Verità
e menzogne
della Chiesa
cattolica
Pupe
N5
(U
S)
Pepe Rodríguez
Verità e menzogne
della Chiesa
cattolica
Come è stata manipolata
la Bibbia
Prefazione di Mario
Alighiero Manacorda
Seconda ristampa
Primo piano
pp. 332 - lire 28.000
Ruggero Taradel,
Barbara Raggi
La segregazione
amichevole
«La Civiltà Cattolica» e la
questione ebraica 1850-1945,
prefazione di
Riccardo Di Segni
Biblioteca di storia
pagine 282 - lire 35.000
Dio c lìMo
Pepe Rodríguez
Dio è nato donna
1 ruoli sessuali alle origini
della rappresentazione divina
Primo piano
pp. 288 - lire 28.000
Georges Minois
Storia
dell’ateismo
Biblioteca di storia
pp. 672 - lire 35.000
Giancarlo Zizola
La riforma
del papato
Il nuovo cattolicesimo
alle soglie del Duemila
Primo piano
pp. 288 - lire 25.000
www.editoririuniti.it
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita
SE
VENERDÌ 17 NOVEMBRE
----^VENERDÌ
Ingenti danni a Vallecrosia per le recenti piogge torrenziali
Allagata la Casa valdese
Il Centro d'incontro e vacanza è stato colpito duramente. I volontari
sono al lavoro ma c'è ancora molto da fare prima della riapertura
RENATO COISSON
Quello che, solo poche
settimane fa, era accaduto in Piemonte, questa volta è
successo nel Ponente ligure.
Le piogge torrenziali abbattutesi sulla regione nella notte fra domenica 5 e lunedì 6
novembre, protrattesi poi per
quasi tutta la giornata, hanno
causato frane, smottamenti,
interruzioni di strade e la tracimazione dei corsi d’acqua
in molti luoghi. Particolarmente colpita la zona dì Vallecrosia-Ventimiglia con la
fuoriuscita dagli argini dei
torrenti Roia, Nervia e Verdone. Purtroppo gli allagamenti
che ne sono derivati hanno
colpito anche in modo grave
la Casa valdese di Vallecrosia.
L’ondata di acqua si è infilata
nel posteggio dei pullman a
monte della casa sfondando
il muro di divisione e allagando il giardino e il piano terra
dell’edificio principale e dei
vari stabili.
Lo spettacolo che si poteva
vedere martedì mattina era
desolante: tutto era ricoperto
da uno strato di fanghiglia viscida e appiccicosa contro la
quale lottavano, con i mezzi
di fortuna a disposizione, il
personale della casa e alcuni
amici, mentre gli scantinati, il
laboratorio e il vano motore
dell’ascensore erano ancora
con due metri di acqua. Abbiamo vissuto in prima persona quelle scene che abbiamo
visto spesso alla televisione in
occasioni analoghe; pale e
carriola per portare, non si sapeva bene dove, il fango; getti
L’edificio principaie delia Casa
d’acqua per sciogliere questa
fanghiglia che indurendo diventava ineliminabile; materassi e mobili ammucchiati
all’asciutto, ma con le tracce
del fango lasciato dall’acqua;
molta buona volontà da parte
di chi lavorava ma anche la
convinzione che bisognava
cavarsela da soli in quanto i
pompieri, sommersi dalle
chiamate, dicevano di poter
intervenire solo due giorni
dopo, e la protezione civile è
venuta solo a tarda serata
senza poter fare molto.
Per fortuna la Casa dal 1°
novembre era chiusa, per cui
i guai non si sono riversati
sugli ospiti, ma proprio approfittando della chiusura
erano iniziati dei lavori di ristrutturazione straordinaria e
alcuni membri del personale
avevano iniziato le proprie
ferie che hanno dovuto interrompere precipitosamente.
Guardando la cantina allaga
I Comunità metodista di Roma
Una visita a Napoli
Elio GUARNERA
MYRIAM INGLESE
CON la gita a Napoli la comunità metodista di via
XX Settembre a Roma ha vissuto un’altra bella esperienza. arricchita anche dalla
partecipazione di fratelli e
sorelle di sei altre chiese bmv
di Roma.
Va sottolineata la valenza
aggregativa di queste iniziative: questa è la terza dopo le
visite di Genova e Londra negli ultimi due anni. Ha reso
ancor più significativa l’escursione, oltre che del vitale
centro storico e del monumentale museo di Capodimonte, anche la conoscenza
di alcune opere evangeliche,
quali Casa materna, l’ospedale Villa Betania e il centro
Casa mia Emilio Nitti, dove
abbiamo condiviso insieme
l’agape accuratamente preparata dalle comunità metodiste partenopee insieme alla
Chiesa cristiana del Vomero.
La particolare accoglienza
delle comunità del Vomero ci
ha reso partecipanti attivi, insieme abbiamo vissuto un
culto sul tema del dono di
Dio della pluralità dei linguaggi (Gen. 11. 1-9) curato
dai pastori Valdo Benecchi e
Luca Baratto che per tre anni
ha felicemente condiviso con
noi il suo periodo da candidato al ministero pastorale.
Un grazie particolare a Debora D'Auria, Gilda Mone,
Salvatore Cortini, Giulio Maisano, Caterina Dupré, Sergio
Nitti, Cece Rocchi e Enzo
Polverino per essere stati
competenti e insostituibili
compagni e compagne di
viaggio. La possibilità di un
viaggio insieme svolge un
grande ruolo nei cambiamenti che riguardano le relazioni tra noi, viaggiare non è
solo conoscenza di luoghi ma
anche abbandonarsi alla sorpresa, ai desideri, alle emozioni, mettere in crisi qualche luogo comune, è come
viaggiare verso se stessi e se
stesse e gli altri. Parlare, condividere del tempo e dei luoghi fanno assaporare qualcosa di vero e di ricco che fa
passare fiducia fra di noi, ci
scoprire la parola disparità
che inizialmente ci sembrava
fredda, estranea, minacciosa
e poi attraente. Un’esperienza diversa crea un flusso di
pensiero e di scambio che ci
rinnova anche nella dimensione spirituale.
Foto di gruppo per i partecipanti all’ospedale Villa Betania
ta Ginette, la cuoca, diceva
tristemente «e pensare che
l’avevo ben messa in ordine
perché così era già a posto
per la ripresa».
Diversi volontari hanno già
prestato un’opera preziosa,
altri l’hanno promessa per i
prossimi giorni, ma c’è molto
da fare, per cui chiunque voglia darci una mano è benvenuto. Non è ancora possibile
quantificare i danni che sono
comunque ingenti, dal motore dell’ascensore ai congelatori che erano in cantina, dagli attrezzi del laboratorio ad
alcune suppellettili, dal muro
da ricostruire agli impianti
del gas e della rete fognaria:
anche qui un aiuto è più che
necessario. Grazie anticipato.
Per fortuna abbiamo un po’
di tempo prima della riapertura all’inizio di gennaio per
cui, con l’aiuto di tutti, siamo
sicuri che tutto sarà pronto a
tempo debito.
Angrogna
Un progetto
a Pradeltorno
LILLY CHIAVIA DANNA
Domenica 22 ottobre si
è svolto un pomeriggio
comunitario della chiesa di
Angrogna, che ha ruotato intorno alla presentazione della risistemazione della Foresteria di Pradeltorno e del
Coulège dei barba. L’argomento dunque avrebbe dovuto costituire motivo di richiamo per la comunità, ma
c’è stata poca partecipazione: ciò lascia dubitare del
nostro livello di coinvolgimento nella vita della chiesa.
Bisognerebbe essere più coinvolti, portare nuove proposte, nuove idee, anche di critica, se necessario: tutto ciò
servirebbe a fare crescere le
idee stesse, sarebbe uno stimolo per tutto ciò che si fa;
occorre non lasciar decidere
sempre agli altri, ma essere
invece in tanti a far sentire la
propria opinione.
11 progetto Pradeltorno,
che penso dovrebbe interessare non solo la chiesa di Angrogna ma almeno tutte le
chiese del circuito, è stato
presentato da Paolo GardioI e
dal pastore Taglierò: su alcuni aspetti si potrà ancora discutere, e in ogni caso il progetto dovrebbe coinvolgere
soprattutto i giovani delle
chiese, loro dovrebbero poter
intervenire come diretti interessati sia nella realizzazione
delle opere sia nell’utilizzo.
Certo non sarà facile fra tornare a rivivere Pradeltorno.
ormai così spopolata, ma le
persone che l’amano vorrebbero veramente vederla riprendersi: e allora ben vengano nuove proposte per cercare di cambiare le cose.
Livorno
Iniziative per
la Settimana
delia Riforma
11 Consiglio delle chiese
evangeliche di Livorno ha celebrato la Settimana della
Riforma protestante con una
iniziativa che ha previsto tra
il 23 e il 27 ottobre tre conversazioni (il pastore awentista Michele Buonfiglio sul tema «La Bibbia nella formazione culturale»; il prof. Paolo Ricca sul tema «La vera
chiesa dov’è?»; il prof. Domenico Maselli su «La laicità
dello stato e la libertà religiosa dal Risorgimento alla Costituzione repubblicana») e
un concerto gospel con il coro «Nehemiah H. Brown and
thè Florence Gospel Choir».
Il successo dell’iniziativa è
stato confermato dalla numerosa presenza di evangelici, cittadini e autorità pubbliche a tutte le conferenze e al
concerto. La Circoscrizione 2
del Comune ha messo a disposizione la propria sala
conferenze, deliberando anche un contributo finanziario. Ancora una volta quindi
gli enti pubblici si sono resi
disponibili nei confronti del
mondo evangelico in modo
concreto, e questo si inscrive
nella caratteristica della città
di Livorno, che ha tradizioni
e radici secolari in quanto a
presenza storia dei riformati.
Alla fine dell’iniziativa il
Consiglio delle chiese evangeliche si è riunito per valutarne la riuscita: quale conclusione fraterna ha deciso di
presentare alle chiese che lo
compongono la proposta di
un’agape fraterna e di una
preghiera di ringraziamento
al Signore per il mese di dicembre, nella chiesa valdese.
È scomparso in ottobre a Firenze
Elio Rinaldi fra arte
«fc
scuola e predicazione
DOMENICO MASELLI
sua vita ebbe modo di
visitj.
SABATO 14 ottobre ci ha lasciati Elio Rinaldi, membro della Chiesa valdese di
Firenze. Figlio di un anziano
della Chiesa dei Fratelli, pugliese convertitosi all’inizio
del secolo, Elio, pur essendo
sempre appartenuto alla denominazione valdese, si sentiva profondamente interdenominazionale ed era pronto
a collaborare con tutte le comunità evangeliche che ne
richiedessero l’aiuto.
Aveva nella vita tre passioni: anzitutto la pittura, ed era
un più che discreto pittore,
capace di sintetizzare con
immagini molto chiare un’intera situazione. La seconda
passione era l’insegnamento.
Professore di Storia dell’arte
nei licei, aveva insegnato prima al Liceo artistico di Perugia e poi, per moltissimi anni,
al Liceo classico di Torre del
Greco. Aveva un rapporto
immediato con i ragazzi che
lo chiamavano affettuosamente «pennellone» e che ricorrevano a lui per ogni sorta
di aiuto e di consiglio.
Il terzo amore era la predicazione cristiana. Quando
nel 1961 si riaprì una chiesa
evangelica dell’Amei a Torre
del Greco Rinaldi fu, insieme
con l’anziano Vincenzo Garbato, una delle colonne della
chiesa, poi diventata Chiesa
libera, e quando nacquero le
comunità di Volla, Avellino,
Napoli Berlingeri, fu uno dei
predicatori locali più facilmente usati e uno dei fratelli
che stipularono nel 1979 l’Accordo di base con le chiese
valdesi e metodiste rappresentate dalla Tavola. Nella
re anche altre chiese, com«i,
Chiesa apostolica italiana*
Firenze e Prato e la Ghie!
valdese di Lucca, dove tei]!
apprezzate conferenze.
Contemporaneament,
coltivava una stupenda aM
cizia con il dottor Teofii
Santi, frequentando siaram.
biente di Casa materna si
quello dell’ospedale evana
fico e manteneva il suo posij
di anziano della Chiesa vii.
dese di via dei Cimbri. In^
to vedevà crescere la sua jj.
miglia e piano piano siste,
mare i tre figlioli. Andato j
pensione si trasferì a Firen^
dove gli mancarono il suoi
ceo e la grande attività
predicatore. Gli chiesi allea
di tenere dei seminari di si
ria dell’arte applicati aliasi
ria del cristianesimo, e litri,
sformò in un’autentica faci
na che da una parte oblìi
una grande rispondenza negli studenti che vi partecipi,
vano, e dall’altra lo portò}
scrivere un libro, poi pubbi
cato dalle edizioni Fedeltà
dal titolo II visibile parlan,
in cui traduceva i suoi lunglj
studi sull’influenza cristiam
nell’arte.
Gli ultimi anni lo vidett
lottare con difficoltà motorii
che non gli impedirono!
scrivere interessanti artìcoli!
di avere un’intensa vita spirituale con la diletta mogi
Anna, con i figli, con la nuca
e i generi. La comunità dlErenze, al Gignoro, gli badati
l’estremo saluto con la prei
cazione del past. Gino Conti
e la partecipazione dei pastori Affuso e chi scrive queste
note; è stato un momento!
Lochi
Gabn
del Movi
evangelio
Sardegna
chiesa di
cis Iglesie
L’incontr
momenti
giornata è
da una b
Romani 1
mettere 1’
narrativa
rola. Poi
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te preside
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gente. Fi
glienza v
niere; ver
biscono ’
nere; anc
so tutto i
minile c
molta st
Una
intensa commozione.
Un'attività della Chiesa battista di Civitavecchia
D
OPC
Un Centro di cultura biblica e teologica
'Ghie
va non s
simi, fin
29 ottob
comuniti
to la lor
ELISA STRISCIULIO
SI è recentemente costituito a Civitavecchia il Centro di cultura biblica e teologica che ha lo scopo di offrire
alla cittadinanza l’opportunità di avvicinarsi alla lettura
della Bibbia, di approfondirne la conoscenza, di affrontare i grandi temi teologici che
da essa scaturiscono e di scoprire la grande influenza che
essa ha avuto e ha in campo
artistico e culturale. Il Centro
è curato dalla locale Chiesa
battista; il presidente è chi
scrive, e consulente è il pastore della comunità Blasco
Ramirez.
11 Centro intende rivolgersi
a tutti coloro che vogliono
iniziare la leitura della Bibbia
ma che non sanno da dove
cominciare, a chi invece vuole conoscere più a fondo la
ricchezza della Bibbia o vuole
condividere e affrontare con
esperti la riflessione sui grandi temi legati alla teologia.
Tutti gli argomenti saranno
trattati sempre con metodo
scientifico e storico e ciò non
solo per favorire una conoscenza rigorosa del testo biblico ma anche per avvicinare il più possibile coloro che
desiderano ricevere informazioni «laiche»; per fare tutto
ciò il Centro si avvarrà ovviamente di esperti e studiosi.
11 14 settembre vi è stata la
serata inaugurale con il concerto della cantante Willa
Dorsey, che ha permesso di
avvicinare numerose persone estranee alla comunità
battista ma interessate all’iniziativa. 11 concerto di spiritual e gospel è stato l’occasione di dimostrare lo stretto
legame tra la Bibbia e la parola di salvezza e liberazione
in Gesù Cristo in essa conte
nuta, e questa forma d’arte
così viva e sentita.
Il 26 ottobre si è svolta invece la prima conferenza,
che ha avuto un ottimo gradimento: la sede del Centro
in via dei Bastioni era infatti
completamente gremita per
ascoltare il prof. Paolo Ricca
sul tema «Alla scoperta della
Bibbia». Ricca ha sottolineato
il fatto che l’incontro con la
Bibbia è sì incontro con Dio
ma anche scoperta di se stessi. Inoltre, all’interno della
Scrittura compare una grande pluralità di espressioni e
di riflessioni, mostrando in
questo una significativa apertura ecumenica.
La prossima conferenza
avrà luogo il 23 novembre alle 18,30 sempre nella sala del
Centro e sarà tenuta dal past.
Italo Benedetti sul tema «La
Bibbia nella cultura occiden
Paolo Ricca
tale». Intenzione del Centro*
quella di tenere almeno UW
conferenza al mese, di allestì
re una piccola ma aggiornati
biblioteca teologica a dispo
sizione della città e di ofW
manifestazioni artistici^
(concerti, letture, arti visivo*
altro) che abbiano sernpt*
come fulcro la Bibbia.
battesin
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battesii
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CRONACHE DELLE CHIESE
SAN GERMANO — Domenica 22 ottobre l'Assemblea di chW
ha eletto quali nuovi anziani (in sostituzione di Franco Fornerow
Giorgio Rostan, Giorgina Giacone che avevano compiuto il qovi
cennio di servizio) Renzo Bertalmio, Marinella Genre e Ro^
na Pireddu. A questo fratello e a queste due sorelle auguria
un servizio nell’ambito del Concistoro abbondantemente benp“,
to dal Signore. La domenica successiva i neoeletti sono stati in
diati durante il culto presieduto dal pastore Thomas Josi, chetw
abbiamo rivisto con profonda gioia e che ringraziamo vivamenL
• Nel corso della medesima domenica sono stati battezzati Lw
Comba, di Marco e Clara Bert, e Rebecca Gönnet, di
Donatella Beux. Ai bimbi e ai felici genitori auguri di ogni b
dal Signore da parte della comunità. ^
• L'assemblea di chiesa del 22 ottobre, non avendo potuto
rire tutto l'ordine del giorno, è proseguita domenica 5 novertìb!
Si ringraziano vivamente Nella Meynier, Giorgio Baret, Dant®
stan, Rosanna Pireddu e Marinella Genre per le loro dettagli® ^
apprezzate relazioni. Un ringraziamento anche al past. Bruno
stagno che ha presieduto il culto del 12 novembre.
TORRE PELLICE — L'assemblea di domenica 12 novembre, P
sieduta dal past. Luciano Deodato per la Ced, ha designato il P
Claudio Pasquet quale pastore della nostra chiesa a partire
U settembre 2001. _ ^
• Si sono recentemente svolti i funerali di Emilia Aldina
ba e di Eros Cogno: alle famiglie in lutto vanno la simpatia
solidarietà cristiana della comunità.
9
VENERDÌ 17 NOVEMBRE 2000
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
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111 convegno regionale sardo del Movimento femminile evangelico battista
Donne della Riforma in Italia
Lo chiesa di Carbonio e del Sulcis Inglesiente ha ospitato l'incontro in cui sono intervenute
Gabriela Lio, Claudia Angeletti e Lisa Saracco. È stata eletta la nuova segretaria regionale
maria MELONI
ONNE della Riforma»;
aroeni, questo il tema scelto
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In V del Movimento femminile
0 sialam, “„angelico battista (Mfeb) in
aterna si) che si è svolto nella
Sa di Carbonia e del Sulcis Iglesiente il 13-15 ottobre.
L’incontro ha dato vita a tre
momenti principali. La prima
giornata è stata caratterizzata
da una breve riflessione su
Romani 16, in cui si è voluto
mettere l’accento sulla forma
narrativa di studio della Parola. Poi ha preso la parola
Gabriela Lio, che svolge il
proprio ministero pastorale
nelle chiese di Ariccia e Fontana di Papa ed è attualmente presidente del Mfeb.
Gabriela Lio ha fornito una
vasta panoramica sulla vita e
partecipa, gugu obiettivi che il Movilo portò) mento si pone e che, con
301 pubbi l’aiuto di Dio, intende ragai Fedeltà giungere in un prossimo fule parlai) ^ro; tra questi, quello più ursuoilun^ gente, l’accoglienza. Accoda cristìam gHenza verso le donne straniere; verso le donne che su
1 lo videti biscono violenze di ogni geItà motoi nere; ancora accoglienza ver3dironoi jq tutto quell’universo fomiti ^ticolii minile che ha davanti a sé
a vita spili molta strada da percorrere
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Il presunto ritratto michelangiolesco di Vittoria Colonna
per ottenere quella stessa dignità che un giorno gli venne
conferita da Gesù. La presidente ci ha esortate a promuovere contatti con le diverse realtà sociali della nostra città, in modo che possiamo operare attivamente là
dove il Signore ci ha poste.
L’incontro si è poi concluso
con l’elezione della segretaria
regionale Pina Mola Miglio e
della sua vice Silvana Meloni.
La seconda giornata è stata
dominata dalle relazioni di
Claudia Angeletti e Lisa Saracco sulla storia delle donne
della Riforma in Italia: donne
protagoniste in prima linea
che non subirono il movimento protestante, ma vi par
teciparono attivamente mettendo a repentaglio la loro
stessa vita, e talvolta perdendola. Per le studiose il recupero delle loro tracce, peraltro esilissime, è stato quantomeno problematico, ma la tenacia e la determinazione
hanno avuto la meglio sull’indifferenza maschile e sulla
confusione che regna tuttora
sugli archivi storici dedicati
alle donne. Lisa Saracco ha illustrato 11 metodo del «sospetto», per una più veritiera
ricostruzione della storia delle donne. Ci ha invitate a
prendere visione delle fonti
dirette, di lettere, documenti
storici, a non esserne sottomesse e ad agire sempre con
sospetto, come nella teologia
femminista, in modo da saper
leggere tra le righe e capirne
per quanto possibile la verità.
Nel pomeriggio Claudia
Angeletti ha presentato due
figure di donne che vissero
nel 500: Olimpia Fulvia Morato e Vittoria Colonna, le
quali manifestarono in modi
diversi il loro dissenso religioso, e ci ha guidato verso il
«Teatro degli oppressi», animazione attraverso la quale
abbiamo avuto occasione di
sperimentare in modo creativo diverse situazioni, soprat
tutto i processi di alcune
donne che vissero in prima
persona le conseguenze dell’Inquisizione. È stato un momento divertente, perché tut, te le donne hanno partecipato con gioia, ma anche intenso dal punto di vista spirituale, perché immedesimarsi in
quelle nostre antenate, che
persero la vita per coerenza
alla loro fede, ha risvegliato
in noi l’impegno urgente di
portare avanti l’opera del Signore: non solo, ci ha stimolato a non dimenticare le nostre responsabilità verso Dio
e verso la società.
La terza giornata si è chiusa con il culto tenuto da Gabriela Lio, che ha scelto il
passo di Matteo 1, 1-17; predicazione intensa e in perfetta sintonia con il filo conduttore del convegno. La pastora
non si è fatta impressionare
da un testo apparentemente
noioso e ricco di nomi come
quello di Matteo, ma ha saputo leggere tra le righe riportando alla luce la storia di
quattro donne, le uniche nominate nella genealogia di
Gesù: Tamar, Ruth, BathScela e Maria, il tutto incorniciato da un’insolita liturgia
dedicata interamente alle
donne della Riforma.
Tre giovani battezzati nella Chiesa battista di Genova
Una testimonianza significativa per tutti
ERMINIO PODESTÀ
d:
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OPO tre anni in cui nella
Chiesa battista di Genova non si verificavano battesimi, finalmente domenica
29 ottobre tre giovani della
comunità hanno testimoniato la loro fede mediante il
battesimo per immersione in
una chiesa gremita. Questi
battesimi hanno rappresentato una svolta importante
per la nostra comunità perché hanno dimostrato l’impegno e la realizzazione di un
cammino di fede significativi.
Inoltre durante il culto in cui
j si è alternata la nostra corale
con alcuni canti eseguiti magistralmente dal gruppo evangelico italo-latinoamericmo «Maranatha» di ChiavaI ti e Genova, Vincenzina e
Luigi Terzane, attivi e assidui
a tutte le attività, hanno chieiel Centrol sto la benedizione del Signo
ilmenou» _____
re per il cinquantesimo anno
del loro matrimonio.
I tre battezzandi hanno
espresso le loro testimonianze di fede. Paolo ha fatto riferimento al versetto di I Corinzi 3, 16-17, dove Paolo si
esprime così: «Non sapete voi
che siete il tempio di Dio, e
che lo spirito di Dio abita in
voi? Se uno guasta il tempio
di Dio Iddio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e
questo tempio siete voi». Alice ha aggiunto di aver sognato che questa chiesa possa
essere sempre gremita di
gente, che si canti, che si preghi, che si evangelizzi e lei
battezzandosi vuole collaborate con l’esempio, con la
partecipazione attiva, con la
gioia di servire il Signore, affinché questo sogno si trasformi in realtà. Armando ha
concluso dicendo di frequentare questa chiesa fin da pic
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simpatia e
Per godersi i privilegi della terza età
^^Mio padre è andato a
vivere da solo 99
Quando mio padre mi ha detto: "il desiderio di
indipendenza non va in pensione", io gli ho
proposto una soluzione residenziale.
Lui cercava un posto tranquillo, immerso nel verde,
io gli ho trovato una bella villa confortevole,
. ' ‘ con un grande parco, facilmente raggiungibile
dalla città.
Lui voleva mantenere la libertà delle sue abitudini e,
io ho provveduto ad assicuraigli anche un servizio
qualificato e un'assistenza continua.
Insieme abbiamo scelto La Residenza e siamo
felici di stare così bene insieme ogni volta che ci
I vediamo.
Mariarosa B.
47 anni
giornalista
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colo quando pastore era suo
zio Emidio Santilli.
Il pastore Ord, prendendo
lo spunto da Colossesi 3, 8-17,
ha detto che, come si gettano
via i vestiti vecchi per indossarne nuovi, così con il
battesimo bisogna rinnovare
totalmente noi stessi. E ha
concluso così; «Alice, Armando e Paolo, Dio vi ha rivestito
di Cristo e voi avete promesso
di rivestirvi del nuovo; cioè di
vivere la nuova vita che Dio vi
ha donato. Ma il battesimo
presenta a tutti un momento
per valutare il proprio armadio e accorgerci che tanti
aspetti della vita non ci stanno più, e quindi di chiedere a
Dio di rivestirci di Cristo».
Durante la Cena il gruppo dei
filippini di Rapallo ha presentato alcuni inni significativi in
inglese. Questi stupendi momenti si sono conclusi con
un’agape fraterna.
17 novembre
AGENDA
BERGAMO — Alle ore 17,30, al Centro culturale protestante
(via Tasso 55), a conclusione del ciclo di incontri su «La spiritualità del nostro tempo. Interrogativi protestanti», il professor Paolo Ricca parla sul tema «La spiritualità del nostro
tempo; quali proposte di fede?».
UDINE — Alle ore 18, nella sala della chiesa metodista (piazzale D’Annunzio 9), il pastore Arrigo Bonnes parla sul tema
«Un problema del nostro tempo, la bioetica; come cambia il
nostro modo di pensare».
18 novembre
BOLOGNA —Alle 17,30, alla Sala «M. E. Bossi» del Conservatorio (p. Rossini 2), si tiene un concerto-conferenza su musiche di J. S. Bach elaborate dagli allievi del Conservatorio stesso, con altre di Schumann, Brahms, Mozart, Martini, Beethoven, con il titolo «Dall’“Arte della fuga” al mito di Bach».
19 novembre
La Residenza: la serenità è di casa
Foggia
Domenica
della Riforma
Domenica 29 ottobre la
Chiesa valdese di Foggia, in
occasione della ricorrenza del
31 ottobre, è stata celebrata la
festa della Riforma. I locali
erano gremiti di valdesi riunitisi per l’occasione e di altri
invitati pervenuti per assistere alla confermazione di Floriana Manzi. Questa ragazza,
diciottenne di Ortanova (Fg),
che iniziò a frequentare la
chiesa circa tre anni fa, ha
presentato come dichiarazione di fede un testo da lei preparato per l’occasione. Il
Consiglio di chiesa, da parte
della comunità, le ha poi donato una Bibbia, con una dedica in cui compare il passo
di Numeri 6, 24-26. Floriana,
benché felice, ha mostrato
qualche preoccupazione per
il fatto che questa nuova Bibbia avrebbe potuto prendere
il posto della sua, vecchia e
malandata, ma pur sempre la
«prima Bibbia». Giuseppe
Marottoli ha poi tenuto un
sermone in cui ha ricordato
che il compito principale di
un riformato è quello di interrogarsi incessantemente sulla
propria vita, e avere sempre
una buona dose di coraggio
per esporre senza paura le
proprie convinzioni, le proprie speranze, le proprie esigenze, proprio come fece Lutero tanto tempo fa.
Dopo il culto, è stato presentato alla comunità il bollettino delle chiese di Foggia
e Orsara di Puglia, realizzato
per facilitare la comunicazione interna a queste due chiese, e così tenere aggiornati i
membri sulle iniziative settimanali e mensili. «Titolo», così chiamato per caso, è stato il
frutto della collaborazione e
della fatica di Désirèe Preziosi, Patrizia Pascalis, pastora
delle due chiese, e Floriana
Manzi. Si spera di poter mantenere la cadenza bimensile
delle uscite, e ci si augura che
tale iniziativa possa esser presa come esempio da tutte le
chiese che non l’abbiano ancora realizzata. (f.m.)
VICENZA — Alle ore 16, all’Istituto Beata Vergine Maria (-via
San Marco 49/VI), il locale gmppo Sae organizza un incontro
sul tema «“Dominus Jesus”: la Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede», a cui partecipano Leonardo De Chirico (ist. Ifed, Padova) e Luciano Bordignon, docente di teologia al Seminario vescovile.
MILANO — Alle 17,30, nella chiesa metodista (via Porro
Lambertenghi 28), si tiene il concerto del gruppo jazz «Camera con vista» con il Milano Brass, il coro metodista di Milano e Elisabetta Paglia (soprano). Paolo Dorio (clarinetto),
Cristopher Howell (pianoforte). Interviene il past. Anziani.
20 novembre
MILANO — Alle ore 18, nella sala della libreria Claudiana,
Stefano Allievi, Lidia Maggi e Bruno Segre discutono con
l’autore il libro di Brunetto Salvarani «Per amore di Babilonia. Riflessioni in dialogo alla fine della cristianità».
ROMA — Alle 17, all’associazione Amicizia ebraico-cristiana
(via Calamatta 38), il prof. Enzo Pace tiene la prima lezione
del corso su «Ebraismo e cristianesimo di fronte ai problemi
del 900» parlando sul tema «Trasformazioni, drammi e conquiste del 900; uno sguardo al secolo breve».
TORINO — Alle 21, al teatro Alfieri, il Comitato promotore
per la ristrutturazione dell’Ospedale evangelico valdese organizza un recital di Gian Carlo Bovetti dal titolo «Un avvocato canta Ta’wocato»; brani di Paolo Conte e poesie di Guido Gozzano. Posto unico £ 25.000. Incasso per il Comitato.
ROMA —Alla Facoltà valdese di teologia inizia il seminario
condotto dal prof. Alberto Gabella sul tema; «L’idea d’Euro
pa dagli antichi ai nostri giorni».
21 novembre
ROMA — Alle 16,15, nella chiesa valdese di via IV Novembre
107, Dora Bognandi conduce il primo incontro interdenominazionale sul tema «La libertà religiosa in famiglia».
MILANO — Alle ore 18, nella sala della libreria Claudiana (v.
Sforza 12/a), il Centro culturale protestante organizza il terzo incontro su «La debolezza eletta: la potenza di Dio si di
mostra perfetta nella debolezza». Il past. Antonio Adamo
parla sul tema: «La forza di Dio e la debolezza dei testimoni»
23 novembre
ROMA — Alle 20,30 al Centro evangelico di cultura (p. Cavour), il prof. Paolo Ricca presiede la «Serata melanteniana».
CIVITAVECCHIA — Alle ore 18,30, al Centro di cultura biblica e teologica (chiesa battista), il past. Italo Benedetti parla
sul tema «La Bibbia nella cultura occidentale».
GENOVA — Alle 17,30, nella Biblioteca della Società di letture scientifiche (palazzo Ducale), per il corso del Sae su «Il
dono della Legge e la libertà nello Spirito», il prof. Piero Stefani parla sul tema «Gesù e la Legge».
24 novembre
SONDRIO — Alle ore 21, al Centro evangelico di cultura, il
past. Paolo Tognina parla sul tema: «Travagli e fortune degli
esuli religiosi valtellinesi in Svizzera e nel Palatinato dopo
l’eccidio del 1620», con l’ausilio di diapositive sulla presenza
delle famiglie Pallavicini e Gilardoni a Bretten (Germania).
FIRENZE — Alle 18, al Centro culturale protestante «Pietro
Martire Vermigli» (via Manzoni 19/A-21), il prof. Paolo Ricca parla sul tema: «La Chiesa, le chiese, la vera chiesa. Risposta garbata al cardinale J. Ratzinger».
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore
24 circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 2(3
novembre, ore 23,50 circa, andrà in onda: «Usa: pena di
morte, storie e testimonianze dal Texas»; «Intervista a Abu
Jamal». La replica sarà trasmessa lunedì 27 novembre alle
ore 24 circa e lunedì 4 dicembre alle 9,30 circa.
Per la pubblicità su
tei. 011-655278, fax 011-657542
10
PAG. 10 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 17
VENERDÌ E
TESTIMONI
DELLA LIBERTÀ
PIERA ECIDI
Norberto Bobbio e
Alessandro Galante
Garrone sono stati
oggetto di una
assurda polemica
chissà perché, mettendomi in
treno per un lungo viaggio, ho
comprato alla stazione di Roma
quel fondamentale Ubriccino che
è la «Lettera sulla tolleranza» di
John Locke, del 1689, e il grande
filosofo inglese in quell’epoca di
rivoluzioni rifletteva sulla convivenza civile, lo stato, la libertà
religiosa e di pensiero. Quel giorno molti segnali preoccupanti
venivano dalla mia città, Torino:
le pagine dei quotidiani da due
settimane recavano la polemica
per l’onorificenza cittadina negata, nella città medaglia d’oro
della Resistenza, a uomini di cultura come Norberto Bobbio e
Alessandro Galante Garrone,
qualificati dalla
destra oltranzista come «cattivi
maestri». Alla fine i due intellettuali, rifiutando
il «sigillo civico»,
che peraltro non
avevano mai richiesto, rispondevano su «La
Stampa» al presidente della Regione che si era dissociato da chi
aveva voluto negare l’onorificenza ma sollevava il problema
deU’«egemonia comunista» sulla
Resistenza.
«No, signor presidente - scriveva Bobbio - l’antifascismo
che ha ispirato la Resistenza e
addirittura la Costituzione, è
stato un patrimonio comune alla maggioranza degli italiani,
comunisti, socialisti, cattolici,
liberali e persino monarchici».
E Galante Garrone precisava,
con la serena modestia che gli è
propria: «Non ho mai cercato o
desiderato qualsiasi riconoscimento di quel poco che ho fatto
per la libertà e la cultura del
mio paese (...) Antifascista si, fino in fondo. E così fu nella
Resistenza e anche dopo. Fin
dall’inizio, la via da me scelta mi
condusse al Partito d’Azione, al
quale rimasi fedele finché esso
ebbe vita. Dopodiché ritornai al
mio mestiere».
E questo mestiere di magistrato, di storico, di intellettuale
impegnato per la difesa della libertà di opinione, i diritti delle
minoranze politiche e religiose,
lo stato laico, una maggiore giustizia sociale, l’abbiamo conosciuto in tanti anni, così come ci
siamo formati, generazione dietro generazione, all’alto magistero filosofico di Norberto Bobbio. Questi due grandi intellettuali ci hanno insegnato la via
dell’etica e della ragione la passione per la partecipazione alla
«polis» e il disinteresse persona
le, l’amore, sempre, per la cultura. E questi sarebbero dei «cattivi maestri»? Di molti altri grandi
maestri cosi ci sarebbe bisogno
ancora in Italia, perché i «valori» per cui vivere vanno riscoperti e tramandati a ogni generazione, e ir«moloch» del fanatismo, della violenza è sempre in
agguato, spesso associato all’ignoranza o al voler ignorare.
Ogni proposta di regime autoritario comincia sempre dall’attacco agli intellettuali e alla
libertà d’opinione, di discussione, di insegnamento. È con un
brivido di orrore che recepiamo
la recente notizia dell’auspicata
istituzione (nella Regione Lazio) di una commissione per controllare e. depurare taluni libri di
testo in uso nelle
scuole, calpestando la libertà di
scelta del singolo
insegnante nel
peraltro variegato campo dell’editoria. A quando
di nuovo tutti in
camicia nera e in fila per due
con il saluto romano?
In realtà la dissennata campagna di revisionismo selvaggio,
come se l’Italia fosse stata per
cinquant’anni un gigantesco gulag staliniano e non un paese dove U più grande partito della sinistra se ne è stato all’opposizione, conduce a questi esiti disastrosi. In un’intervista che ebbi
il privilegio di ottenere da Galante Garrone per i miei «Incontri» (Claudiana), il «mite giacobino» ricordava, con le lacrime
agli occhi, l’indegna gazzarra
squadrista che nel 1928 all’Università di Torino interruppe le
lezioni del suo maestro Francesco Ruffini, grande studioso dei
diritti delle minoranze religiose:
«Io, Dante Livio Bianco e pochi
altri studenti che intervenimmo
a difenderlo, ce ne siamo presi
delle bastonate!», mi raccontò.
Quella generazione di grandi testimoni della libertà e della giustizia se ne sta andando, ad uno
ad uno: hanno novant’anni, e
condotto fino alla fine il loro
«buon combattimento». Tocca
necessariamente a noi, generazione nata nel dopoguerra, piccoli allievi di tanto grandi maestri, continuare la lotta per la libertà e la giustizia che si riconquistano a ogni svolta della storia, splendenti e indivisibili. Perché, come diceva a un oppositore
Voltaire, altro filosofo della tolleranza, «Io non approvo ciò che
tu dici, ma difenderò fino alla
morte il tuo diritto di dirlo».
; ITO
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, lei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redaz®riforma.it;
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Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Pien/aldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragagiia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nini, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
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Estero c¡>
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valli valdesi) £ 30 000. Partecipazioni: mm/colonna E 1.800. Economici: a parola £ 1.000
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 43 del 10 novembre 2000 è stato spedito dall'Ufficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 8 novembre 2000.
1998
Associato alla
Unione stampa
periodica itaiiana
Presidente
a metà
quarto della popolazione. La
percentuale della popolazione che si autodefinisce «conservatrice» costituisce un terzo della popolazione. Ma il
polo di attrazione, sia per gli
attuali conservatori che per
gli attuali liberali, è senz’altro
il centro moderato in lento
ma inesorabile aumento man
mano che le file delle classi
medie si ingrossano. Più del
40% della popolazione è attualmente di tendenza politica moderata. In realtà però il
voto politico degli statunitensi è meglio caratterizzato in
termini diversi da quelli della
vecchia retorica bipolare.
Elenchiamo alcuni blocchi
elettorali che hanno pesato
molto sull’andamento di queste elezioni;
1) il voto della paura. Il timore che Bush possa trasformare gli Stati Uniti in un
grande Texas, con livelli bassi
di scolarizzazione, servizi sanitari scadenti e aria inquinata come a Houston. Questo
blocco elettorale assai numeroso ha votato per Gore;
2) il voto del disgusto per la
condotta morale dell’attuale
presidente. Da sempre il presidente degli Usa è giudicato
non solo per le sue scelte politiche ma per l’esempio di integrità che dà sul piano personale. In generale, poi, un
terzo della popolazione americana è disturbata dal livello
sempre più alto di mancanza
di decoro nei rapporti interpersonali delle figure pubbliche. Il blocco più attento a
questioni di etica personale,
un blocco che comprende
moltissimi giovani, ha votato
largamente per Bush;
3) il voto di cambiamento.
È rappresentato da conservatori che sperano in una società diversa senza i problemi
connessi alla società multi
razziale e pluralista dal punto
di vista religioso. Questo
blocco non ha molto da sperare da Bush e Cheney, ma
nella misura in cui hanno votato, hanno votato Bush;
4) il voto di dovere civico.
Si tratta del voto dei tanti con
una tendenza politica predeterminata, democratica o repubblicana. Senza passione,
si sono divisi secondo copione in due parti uguali;
5) il voto militante di movimenti organizzati intorno a
singole tematiche. Due esempi sono il movimento a favore del diritto al possesso e
porto d’armi da parte del privato cittadino e il suo opposto, il movimento teso a limitare il possesso e l’uso delle
armi da parte del privato cittadino; il movimento a favore
del diritto all’aborto e il suo
opposto, il «movimento per
la vita». I due partiti politici
patrocinano le istanze di
questi due movimenti proprio perché mobilitano un
numero imponente di votanti. Questi movimenti pur
avendo molto da perdere o
da guadagnare dai risultati
delle elezioni, hanno un peso
comunque relativo nel quadro generale;
6) il voto afroamericano.
Questo è il blocco elettorale
più omogeneo che ha votato
per il 90% per Gore e i candidati democratici. In questa
tournée di elezioni il blocco
afroamericano non è stato
mobilizzato più di tanto.
Che aria ha tirato nel paese
durante questa campagna
elettorale? Non c’è stata una
grande tensione e non c’è
nemmeno ora. Dopotutto,
solo il 51% della popolazione
ha votato. Nelle chiese poi,
sia quelle storiche (la cattolica, le ortodosse e quelle nate
dalla Riforma) che quelle nate da movimenti recenti,
l’epoca dei collateralismi politici è largamente finita. E altresì vero che molti evangelicali, cattolici e protestanti,
sono attivi nella vita politica
e caratterizzati da un senso
civico straordinario. Questi
credenti hanno seguito con
grande attenzione la situazione confusa delle ultime
settimane, ma senza lasciarsi
turbare più del necessario. La
fonte della loro speranza si
trova al di fuori della politica.
i Su «MicroMega» un Camilleri poco preparato sulla religione
Un'ora quotidiana di religione a scuola
vMMr nJtnm> y~> »-1 ^Ai or-rry-krYicinti nor i niioli r\rkrt \
SALVATORE RAPISARDA
IL numero 4 di MicroMega, di recente pubblicazione, contiene tra l’altro due articoli
di Andrea Camilleri, autore de II commissario
Montalbano. Nel primo articolo leggiamo cinque gradevolissime, e purtroppo brevissime,
favole in cui il personaggio preso di mira è «Il
cavaliere», un soggetto anticomunista, sceso
in politica per salvare la patria. Il secondo articolo reagisce alla proposta del card. Martini
di portare a due le ore di religione a scuola.
Nello stile dell’autore, il suo intervento, è
una narrazione delle proprie esperienze. Vi si
ritrovano momenti noiosi, momenti di prevaricazione e momenti insignificanti, comunque non sembra che Camilleri abbia sentito
parlare di religione a scuola. Al massimo ha
sentito insegnanti di religione che parlavano
o parlano di argomenti per i quali non hanno
alcuna competenza, e spacciano l’ora di religione cattolica per ora di religione tout-court,
discriminando chi non si avvale. Ringrazio
Camilleri per questa sua testimonianza, ma
egli mi delude un po’ quando alla fine dell’articolo scrive: «Se qualcuno riuscisse a inventarsi un’ora di religione alla quale potessero
insieme partecipare cattolici, ebrei, ortodossi,
protestanti, valdesi, buddisti, maomettani,
miscredenti... allora sarei d’accordo a trasformare quell’ora settimanale in un’ora quotidiana». Non voglio entrare nella complessità
dell’argomento, ma sottolineare soltanto il
fatto che per l’autore protestanti e valdesi
sembrano essere cose differenti. Sarà che Camilleri ha ragione nel reclamare un’ora quotidiana di religione e nel richiedere di abolire
l’ora settimanale di religione cattolica?
HO ricevuto una lettera da
parte di un caro amico e
fratello, compagno di lotte
evangelistiche negli anni postbellici. Mi racconta il dramma della suo figliola ammalata mentale, trascinata da una
comunità terapeutica all’altra, dove è stata violentata per
ben due volte, e ora sta terminando la sua vita colpita da
tumore. Indipendentemente
dal caso personale, è giusto
che qualcuno attiri la nostra
attenzione su questa immensa tragedia dei malati mentali
nel nostro paese. Essi sono attualmente oltre 600.000 dei
quali soltanto 17.000 sono
seguiti giorno e notte dalle
strutture residenziali.
H gli altri ammalati dove
sono? Nel 1978 il nostro Parlamento approvava la legge
180, la legge Basaglia dal nome del suo promotore, la
quale stabiliva la chiusura dei
PIERO bensì
manicomi, diventati veri e
propri (ager inumani. Ma, come spesso avviene in Italia, la
legge non è stata seguita da
provvedimenti esecutivi, per
cui solo pochi mesi fa, il 31
marzo, il ministero della Sanità ha potuto decretare la fine del vecchio sistema basato
sui manicomi. Ne restano solo due: Napoli e Lecce. Ma
come vengono assistiti i
580.000 ammalati che non
hanno trovato posto nelle
strutture sanitarie? Alcuni so
SUI cioRNÀin r?"
HVGAZZEIIADÌLMEZZOQoiiij, %
Accoglienza
In merito alle dichiaraTiJ
ni del card. Biffi su^i
grati di provenienza
mana, una pagina del iq.1
tobre riporta alcune prese*
posizione, fra cui quella ^
chirurgo Giovanni Manu'
co, presidente della Fede
zione delle chiese evatiL
che di Puglia e Basili™
«La posizione di Biffi- w
ve Magnifico - ci sembi
anacronistica ormai inm
paese multiculturale e inte,,
retnico. La diversità
sa non la si esorcizza
do steccati né ci si
introducendo discrimin^j
religiose nell’immigrazione
degli stranieri. La pauradi
subire conversione all’Islam
è in fondo un antico e atavi,
co sentimento che è stato
all’origine delle guerre di
religione e dei tribunali della Santa Inquisizione».
«Ci si preoccupi - prose
il testo - di dare maggiore,
spessore, consistenza e coerenza alla fede dei propri
membri di chiesa o del pm.
prio popolo di credenti,
Considerando i credentìitaliani a stragrande maggioranza cattolica, Biffi, tra l’altro, fa un torto a chi come
noi da secoli esprime li
proprie posizioni con coerenza e chiarezza».
<
IL MATTINO
Desacralizzati?
Un ten
insiem
PIERVi
Guido Caserza intervista
il filosofo Umberto Galimberti (3 novembre) a proposito del suo ultimo libro
sulla «desacralizzazione di
sacro» e lo porta a ragionare anche sui fenomeni#
coinvolgimento delle masse
(per esempio le giornate
agostane della gioventù);
«Lei accusa - chiede Caserza - il papa di fare troppaj
propaganda e (...) di averei
secolarizzato il cristianesi-f
mo. Ma il papa dovrà pmi
fare opera di evangelizza-j
zione...». «Sì, e la fa-èlatisposta -: ma di un dio asso-!
lutamente occidentale, ut:
dio che ha assunto i caratteri dell’Occidente, ched|
contrappone (...) agli orto!
dossi anche nelle pratiche;
più semplici della liturgia,!
pretendendo poi di esse«
accolto da loro come il ph-,
mo tra i vescovi. È un papi!
(...) che continua a insiste«
sul dogma deH’infallibiliA
che non a caso ha voluto
santificare Pio IX, che ap«
al dialogo e poi lo chiù®
con questi enunciati. Con«
può pretendere di aprirei
dialogo con i protestanti,
che rifiutano il culto di Ma
ria, facendo del culto ini'
riano uno dei punti di foj®
delle proprie encicliche. il
santificando Tommaso MO'
ro, che aveva comhattutoi
protestanti?».
ospitalità in case spesso »
scenti agli ammalati, ne PJ
capiscono le pensioni
sciando i pazienti in un
Ogni®'"
grado spaventoso, we- ,
la polizia scopre alcun
queste case illegali. .
La malattia mentale e® ,
una delle più gravi foriU
umiliazione della ere®
umana. Gesù partecipa'™,
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Savoia.,
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no accolti nelle case famiglia
e nelle comunità riabilitative;
gli operatori cercano di ricostruire ambienti domestici
dove i pazienti possano tentare di vivere una vita normale. Tutto dipende, però, da
chi gestisce la comunità.
Molti, moltissimi sono allo
sbando e li incontriamo sulle
nostre strade, spesso mescolati fra i barboni. Tanti altri
(forse la maggioranza) sono
vittime di loschi personaggi i
quali, con la scusa di dare
tensamente alla la fame
questi ammalati (uh®
venivano chiamati «ind
niati») e portava loro
gione totale. E noi? Io d'
che come chiese cristiai^
vremmo occuparci con
maggiore attenzion^e-^
sto aspetto della
umana.
Un fatto,
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mento» della trasmissioni
diouno «Culto evangelico»
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M A Pinerolo pensando al Medio Oriente
Fiaccolata per la pace
Non si fermano i combattimenti, in Medio Oriente sde il numero delle vittime. L’intifada e gli interventi dell’esercito israeliano si fanno sempre più violenti. Il Comitato pinerolese contro
la guerra, che aderisce alle iniziative nazionali della «Tavola per
la pace» e del Coordinamento nazionale enti locali per la pace,
organizza una fiaccolata a Pinerolo, con la richiesta all’Italia e
all’Europa di fare pressione per mettere fine all’uso della forza e
all’occupazione militare israeliana, con la ripresa immediata dei
negoziati. Si chiede all’Onu di adottare le misure necessarie per
mettere fine alle violazioni dei diritti umani. «Israele e Palestina:
due stati per due popoli» è lo slogan della manifestazione, prevista venerdì 17 novembre con ritrovo in piazza Facta alle 17.
_ Il palazzetto è stato affidato all'Agess
Torna II ghiaccio a Pinerolo
La Comunità montana vai Pellice riceverà in comodato d’uso
il Palaghiaccio di Pinerolo e prowederà alla sua riapertura, tramite l’intervento dell’Agess (Agenzia per lo sviluppo della vai
Pellice). L’accordo fra i due enti pubblici (la ratifica e prevista
nei rispettivi Consigli convocati nei prossimi giorni) consenüra
quindi una riapertura del Palaghiaccio di via dei Rochis su cui
grava ancora l’effetto deU’«affaire Cervar» accusato di aver distratto centinaia di milioni del Bacino idrico montano investendoli nella struttura sportiva e nella squadra del Pinerolo.
Per ora l’impianto aprirà solo per le attività sportive e non al
pubblico; sono previsti allenamenti e partite delTHc Valpellice,
dell’artistico del 3S e i corsi per le scuole.
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Una «Giornata del turismo» per rilanciare un settore chiave delle Valli e del Pinerolese
Come migliorare l'offerta turistica
Un territorio ricco di storia, cultura e annbiente deve scoprire la validità della sua proposta. Lavorare
insieme per far crescere un'economia capace di creare nuova occupazione, aspettando le Olimpiadi
PIERVALDO ROSTAN
E ormai impossibile
ragionare di turismo
alle Valli prescindendo
dall’evento delle Olimpiadi del 2006. Sarà una
enorme vetrina (con le
sue non secondarie opportunità di finanziamento), sia durante i
giorni ciell’evento sportivo sia soprattutto dopo
quando una buona immagine potà rappresentare una sollecitazione in
più a visitare queste zone. Lunedì scorso si è dibattuto di turismo in una
giornata di lavoro a Palazzo Vlttone, a Pinerolo,
promossa dalle chiese
valdese e cattolica insieme all’Agenzia per il turismo di Pinerolo e valle di
Susa (Atl 2) presenti operatori del settore del Pinerolese ma anche nella
vicina Savoia e qualche
amministratore. Il quadro che ne è venuto fuori
non ha aggiunto grosse
novità a quanto già si conosca, ricchezze e limiti
compresi; ci si continua
a ripetere concetti come
il «far sistema» e il «lavorare insieme» che dovrebbero già essere patrimonio di tutti ma che invece sembrano ogni volta delle novità.
Perché se è vero che il
territorio può anche non
essere particolarmente
appetibile per un turista
che arrivi dal Nord America e scenda in aereo alla
Malpensa, ovvero non
sembra avere particolari
ragioni di attrazione per
farsi scegliere rispetto ad
altre e più rinomate zone
della stessa Italia, è altrettanto vero che quando si confronta ciò che è
stato fatto in altre zone
(lunedì r«internazionautà» del convegno era garantita da un paio di per®0rie provenienti dalla
Savoia...) e ciò di cui si discute qui, e da anni, a
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Le esperienze tacconiate su quanto fatto con
Un progetto Leader in
iTancia, con la realizzatone di attività volte ai
luristi (proposte culturali,
«loisir» e attività sportiva)
potrebbero tranquillaUiente essere proposte in
Una valle pinerolese: si
opterebbe così la noia di
ohi viene in vacanza da
noi e non trova nel paese
prescelto né uno spettacolo musicale né una
proiezione cinematografica. Insomma la non gestione del turismo, la
mancanza di proposte,
portano alla dequalificazione del turismo diventato sempre più il «mordi
e fuggi» del fine settimana o la tranquilla accoglienza di anziani senza
troppe aspettative. Alla
faccia dei milioni di giovani pensionati che in vari paesi del mondo tendono sempre più a viaggiare
e a scoprire le caratteristiche dei luoghi visitati.
In questo senso due
esempi sono stati portati
da Walter Eynard, chef
del ristorante Flipot di
Torre Pellice e da Tot! Rochat, responsabile del
«Barba», l’ufficio di promozione degli itinerari
turistici valdesi. «Noi esistiamo perché esiste un
territorio con le sue produzioni - ha detto Eynard
-; dobbiamo valorizzare
le cose, la storia, la cultura del nostro territorio, in
cucina come nelTarchitettura: questo è il segreto
del nostro successo».
E ricordando la storia
valdese fatta di costanti
intrecci col resto d’Europa, Tot! Rochat ha sottolineato come questo passato si riproponga oggi
con la voglia di conoscere questa realtà particolare e in fondo unica:
«Nel 2000 dal nostro ufficio sono transitati circa
150 gruppi di turisti organizzati, un 50% in più
dell’anno precedente;
190 scuole»; un segno di
attenzione e insieme una
ricchezza capace di generare reddito e occupazione, solo che si sappia
lavorare insieme. Ma per
tutte queste iniziative
serve un salto di qualità,
più imprenditoria e capacità di accogliere gli
ospiti: migliore formazione, strutture di eccellenza, maggior cura del
territorio e del paesaggio.
Alcuni progetti già sono
stati lanciati dal territorio, da un confronto per
certi versi nuovo fra le
valli, la città di Pinerolo,
la pianura.
L’opportunità offerta
dalle Olimpiadi del 2006,
lungi dall’essere la panacea di tutti i mali, offrirà
comunque occasione di
nuovi finanziamenti; in
aggiunta ai 1.550 miliardi messi a disposizione
dallo stato sarà possibile
attingere ad altre fonti, a
cominciare dai «fondi
strutturali» dell’Unione
europea. Si stima che
possano arrivare sull’a
rea olimpica qualcosa
come 2.000 miliardi nel
prossimo quinquennio
la vera sfida sarà il far sì
che abbiano affettiva
mente una funzione di
stimolo alla crescita del
territorio rispettandone
le caratteristiche, offrendo l’occasione per uno
sviluppo duraturo.
Dalla legge di bilancio 2001
Finanziato il
Patto territoriale
I Patti territoriali tagliano il primo traguardo. Con una conferenza
stampa organizzata lunedì mattina in Provincia, è arrivata l’ufficializzazione del finanziamento per tutti e cinque
i Patti della provincia di
Torino, Pinerolese compreso. Sono 68 i miliardi
destinati all’imprenditoria e 11 alle infrastrutture del nostro territorio:
tutto inserito nella Finanziaria 2001 in corso
di approvazione in Parlamento. Nel solo Pinerolese l’incremento di
occupazione previsto
dovrebbe essere di 890
unità; «Un riconoscimento importante del
governo per il lavoro
svolto», commenta il deputato Giorgio Merlo,
che aggiunge: «Il Patto
territoriale servirà a modernizzare la piccola rete
infrastrutturale dei Comuni, il resto arriverà
dalla legge sui Giochi
olimpici».
Il risultato è frutto del
forum di concertazione
che ha visto enti pubblici
e soggetti privati, impre
DESI
■CONTRAPPUNTO I
IL TRENO
CHE CI MANCA
MASSIMO GNONE
In questi giorni stiamo
scoprendo l’importanza
del treno. Maledicendo la
sua assenza, volgendo tristi lo sguardo al ponte sul
Chisone che ancora mostra
impassibile le ferite dell’alluvione di un mese fa. Il
treno ci manca. Non è una
frase scontata, uno slogan
frutto delle congetture
ecosostenibili di qualche
ambientalista
radicale o no
vengono confinati in orari
serali e con pochi passeggeri. Il raddoppio rimane
un sogno suUa carta, ancora più remoto dell’autostrada Torino-Pinerolo.
Questo a scapito delle
Ferrovie stesse che perdono
clienti, credibilità e soprattutto denaro, considerando anche che, per ovvie ragioni, a bordo
degli autobus
L'affollamento sui sostitutivi i
biglietti non
staigico della putlmon smentisŒ sono quasi
la presunta
scarsità di utenti
dello linea
se e sindacati sedere allo
stesso tavolo: «Un risultato molto positivo - di
ce il sindaco di Pinerolo,
Alberto Barbero - che ri
guarda non solo Pinerolo, ma tutto il Pinerolese
e che arriva dopo un incontro che abbiamo avu
to la scorsa settimana fra
tutti i sindaci dei Comuni capofila».
La conferma di finanziamentó è arrivata dalle
parole del sottosegretario al Tesoro, Morgando,
intervenuto nel corso
della conferenza stampa
Soddisfatti la presidente
della Provincia, Merce
des Bresso, l’assessore
alle Attività produttive,
Buzzigoli, e l’assessore
all’Agricoltura e allo sviluppo rurale. Marco Bel
lion: «Per la prima volta
- sottolinea l’assessore
Bellion - è stata inserita
anche l’agricoltura con
un finanziamento, che
non riguarda però il Pinerolese, di 62 miliardi:
adesso chiederemo una
"cabina di regia” provinciale e ci sarà la creazione di agenzie di sviluppo
sul territorio».
locomotiva
sbuffante. È
un dato di fatto, un’evidenza dimostrata
e riscontrabile
da tutti, pendolari del «ramo» presunto «secco» Pinerolo-Torre Pellice o
amanti dell’automobile calda e «sicura», che percorrono con il limite dei 50 chilometri l’ora il tratto sempre più urbano della provinciale 161, rischiando la
vita senza soluzione di continuità. Tuttavia l’autocorsa sostitutiva, il servizio di
autobus, seppur efficiente,
non può, anzi non deve
sfondare il confine della
provvisorietà, invadendo
pericolosamente il territorio dell’abitudine.
Non possiamo abituarci
a condividere la carreggiata con l’aumento di oltre 50
corse al giorno, su una
strada già stretta e pericolosa, e la conseguente intensificazione dei ritardi.
Non abituiamoci all’opinabile comodità dei pullman
e nemmeno ci dobbiamo
abituare a fissare la sveglia
10 minuti prima. Sarebbe
un errore, inquinamento a
parte: un autobus, quasi
sempre due, sovente tre,
partono insieme dalla stazione di Torre Pellice alla
volta di Pinerolo e si riempiono lungo il percorso; alla faccia del «ramo secco» e
dello scarso interesse. Non
è retorico ringraziare chi
sopporta lunghe attese al
freddo e continui cambiamenti: nella vendita dei biglietti come negli orari di
partenza e arrivo a destinazione. Per trovarsi a Pinerolo, ancora, a condividere
con volti sconosciuti nuovi
ritardi e malumore. La Torino-Pinerolo, fra le più
frequentate linee secondarie del Piemonte, non è
all’altezza della sua funzione: i nuovi Taf (treni ad alta frequentazione), annunciati con gran clamore ai
momento della loro introduzione, quando ci sono.
mai controllati. Porta la
data del 10
novembre un’
interrogazione indirizzata al ministro
**"*"""* dei Trasporti
dal parlamentare ptnerolese Giorgio Merlo, che si
informa su quali siano le
iniziative che si vogliono
intraprendere per porre fine al disservizio che affligge la Torino-Pinerolo. Da
parte sua anche la giunta
della Comunità montana |
vai Pellice scrive una delibera per «sollecitare l’ente
ferrovie, la Regione, la Provincia, affinché si facciano
carico del disagio che grava |
sugli utenti della tratta ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo» e chiede che «U servizio ferroviario venga ripristinato in tempi brevi, anche con la realizzazione di I
un ponte provvisorio». Staremo a vedere; il paradosso
è che questa situazione arriva «proprio nel momento
in cui - come recita la delibera - la Provincia era |
giunta al termine degli studi, condotti in collaborazio-1
ne con il Politecnico di Torino, per la trasformazione
del servizio ferroviario in ]
metropolitana leggera».
L’alluvione ha distrutto I
due ponti a Pinerolo, interrompendo anche il flusso
ferroviario, ma ha distrutto
anche il palazzetto del
ghiaccio di Torre Pellice. È
singolare il fatto che due
opere solo apparentemente
così lontane, lungi dall’essere in concorrenza tra loro, siano ora legate da un
sottile filo di speranza perché, e se ne sta discutendo
in questi giorni, nel 2006 i
giochi olimpici potrebbero
portare in vai Pellice un
nuovo Palaghiaccio, ma anche un ipotetico «treno del-1
la neve». Sempre che Torre
Pellice sia scelta come sito I
dì gara: la parola a questo |
punto spetta però al Comitato olimpico. Nel frattem-1
po possiamo sempre abituarci aU’attesa.
12
PAC. 12 RIFORMA
E Eco DELLE "\ÀLLI ^LDESI
VENERDÌ 17 NOVEMBRE VENERO
LE STRADE MILITARI — È un ricco patrimonio
quello delle antiche vie militari costruite sulle
Alpi piemontesi; un patrimonio da conservare e
valorizzare. Fortezze, caserme (nella foto la caserma del Colle Baranti e valli uniti attraverso i
secoli e poi piano piano abbandonate fino alla
riscoperta di oggi; così le vecchie caserme diventano rifugi escursionistici, le antiche strade
«con le stellette» sono oggi percorse da pastori,
giovani in mountain bike, escursionisti a piedi.
Sul come recuperare questo patrimonio preservandolo dal degrado si è svolto venerdì scorso
un convegno promosso dalla Regione.
ASL 10: GRATIS MAMMOGRAFIA E PAP TEST —
Presto le donne del Pinerolese di un’età compresa fra i 25 e i 69 anni, riceveranno un invito dell’Asl 10 a presentarsi per un controllo assolutamente gratuito: le 36.000 donne fra 25 e 64 anni
verranno sottoposte a «Pap test» per il controllo
del collo dell’utero mentre le 17.300 donne fra i
50 e i 69 anni verranno sottoposte a mammografia. Queste verifiche nell’ambito di una campagna volta alla prevenzione di alcuni dei più comuni tumori femminili. L’attività ha già preso il
via nel ristrutturato ex Cottolengo e nelle sedi dei
distretti di Cumiana, Lusema, Perosa e Vigone.
INFORTUNIO SUL LAVORO A LUSERNETTA —
Grave infortunio sul lavoro sabato scorso alla Filatura Turati di Lusemetta; un giovane lattoniere di Lusema, Diego Bricco, 30 anni, è stato investito da una scarica elettrica. Forse l’idraulico
era entrato nella cabina dell’alta tensione; con
l’intervento dell’elisoccorso Bricco è stato trasferito all’ospedale di Pinerolo.
TRUFFA IN VAL CHISONE — Una giovane zingara
ha tmffato una donna abitante in bassa vai Chisone con la scusa di allontanare il «malocchio»
che stava per colpire la figlia della donna tmffata. La giovane zingara ha chiesto alla mamma,
per poter allontanare il malocchio, di depositare
per alcuni giorni 3 milioni di lire sotto il cuscino
della bambina. La signora ha agito secondo le indicazioni della zingara e, al secondo giorno, non
si è accorta che la truffatrice aveva sostituito le
banconote con altre fotocopiate. Tardi è pertanto stato lanciato l’allarme ai carabinieri che tuttavia in base alle indagini sono riusciti a individuare la zingara denunciandola a piede libero.
AMICI BIBLIOTECA VALDESE — Gli Amici della biblioteca valdese di Torre Pellice avranno la loro
assemblea sabato 18 novembre alle 15 nella sala
di lettura della biblioteca del Centro culturale di
via Beckwath 3 a Torre Pellice.
PASTA E PASTE — L’Associazione «Senza confini»,
che si occupa dell’ospitalità di bambini bielorussi provenienti dalle aree contaminate dalla
centrale nucleare di Cernobil propone una sera
ta sabato 25 novembre dal titolo «Pasta e paste»
alla Foresteria di Torre Pellice. Il menù (38.000
lire per gli adulti e 20.000 per i bambini fino a 12
anni) prevede due aperitivi, nove tipi di pasta,
due dolci, vini e caffè. Prenotazione entro il 20
novembre presso il Consorzio Valpellice Doc a
Lusema San Giovanni oppure presso l’elettrauto
Ghirardi di corso Gramsci 6 a Torre Pellice.
AGRICOLTURA BIOLOGICA: VIA ALLA NUOVA
LEGGE — Sarà operativa entro una decina di
giorni la legge regionale 13/99 sull’agricoltura
biologica. Il testo istituisce una consulta regionale dell’agricoltura biologica e un elenco regionale pubblico dei produttori. Alle tre associazioni
riconosciute, l’Agribio Piemonte, la Terramica e
la Terrasana Piemonte, viene offerto un contributo di 250 milioni per l’assistenza tecnica agli
agricoltori. Per l’informazione e la promozione
ci sarà uno stanziamento di altri 250 milioni.
RADIO BECKWITH: NUOVO SITO INTERNET - Pa
linsesto, orari e tematiche delle trasmissioni di
Radio Beckwith Evangelica, oltre a numerose foto e alla storia dell’emittente, che da poco ha
compiuto 16 anni, si possono trovare al nuovo
indirizzo Internet: www.rbe.it: il sito, aggiornato
regolarmente con appuntamenti e curiosità di
carattere locale, contiene anche una lunga serie
di link ai siti web delle associazioni, dei gmppi
musicali e delle istituzioni culturali che collaborano con la radio. Prosegue intanto il programma realizzato con la Ciov: martedì 21 alle 10,15
(con replica mercoledì 22 alle 15) sarà ospite in
studio il responsabile tecnico Gianfranco Bley
nat, sul tema «Lavori in corso agli ospedali vai
desi di Torino e Torre Pellice».
RAPINE ALL’UPIM DI PINEROLO — Una giornata
all’insegna dei tentati furti quella di sabato 11 al
supermercato Upim di Pinerolo. Intorno alle 10
le pinerolesl Maria Reynhard di 21 anni e la
18enne Elisa Demetrio hanno tentato di sottrar
re alcuni capi di abbigliamento dopo aver manomesso i sistemi antitaccheggio. Qualche minuto
dopo è stato arrestato Milos Marie, 37ennne originario di Zagabria, che aveva aggredito una sorvegliante dopo essere stato sorpreso a rubare.
Le prospettive della Comunità montana vai Pellice
Servono risorse oggi
Per il presidente Bertalot l'avvio di nuove competenze
richiede dei fondi, da reperire secondo il Piano di sviluppo
MASSIMO GNONE
E stato questo un anno
duro per la Comunità
montana vai Pellice. Lo
afferma il presidente,
Claudio Bertalot, soffiando sulla prima candelina
dell’esecutivo che si è insediato il 17 novembre
dell’anno scorso. «Un
periodo che forse non ha
dato frutti così visibili
dalla popolazione, ma in
cui abbiamo lavorato sodo», racconta il presidente. La giunta è stata particolarmente impegnata
nella sistemazione del
bilancio, con problemi e
situazioni irrisolte. In più
tutta una serie di competenze stanno passando
dalle Regioni alle Province, e da queste alle Comunità montane: «Il problema è reperire le risorse per la gestione», afferma Bertalot.
- Entro il 15 dicembre
dovrà essere approvato il
nuovo Piano di sviluppo
che ha durata quinquennale: qual è l’importanza
di questo documento?
«Se non sono indicate
nel testo, molte iniziative
finanziabili non otterrebbero i fondi. Il nostro riferimento non è soltanto la
legge, ma anche il Piano
di ecosvüuppo del 1995 e
l’Agenda 21 europea: mtti
gli interventi previsti devono essere compatibili
con il territorio e le necessità della popolazione.
Sette sono i settori coinvolti: istituzionale, che
prevede anche una nuova
sede per la Comunità
montana oggi spezzata in
3 luoghi diversi; agricoltura; attività secondarie,
terziario e artigianato: attività turistiche; assetto
del territorio: salvaguardia dell’ambiente; attività dei settori sanitari,
sociali e culturali. Il documento è frutto della
collaborazione con i Comuni, le aziende, gli artigiani, le associazioni e i
privati: fino al 30 novembre la bozza è ancora disponibile per le eventuali
modifiche».
- Il Piano di sviluppo
coinvolge anche 2 grandi
strutture il cui destino è
ancora oggetto di discussione in vai Pellice: la
Crumière e villa Olanda.
Quale sarà il futuro di
queste opere?
«Con il Piano di sviluppo vorremmo concludere
la sistemazione di villa
Olanda, includendo anche l’ultimo piano nei lavori previsti nel 2001. Sarebbe assurdo chiudere il
cantiere per aprirne un
altro successivamente. Il
futuro della Crumière è
legato indissolubilmente
all’Agess. Nel Consiglio di
venerdì 17 ci sarà la nomina del rappresentante
della Comunità montana
nell’Agess: si tratta di
Giovanni Granata, che ha
una lunga esperienza nel
settore bancario. Il nuovo Consiglio di amministrazione presenterà poi
un piano di attività per il
2001, riuscendo così a
definire il futuro della
Crumière, che dovrà essere terminata entro l’anno prossimo».
- Giovedì 16 ad Angrogna ci sarà un dibattito
sul progetto di collegamento a cremagliera con
il Queyras. Che cosa ne è
di questa idea? E l’ipotesi
di collegamento stradale?
«In vai Pellice non c’è
un accordo. Mi auguro
che tutti i Comuni si rendano conto della grossa
opportunità che viene
offerta. Per quanto riguarda l’ipotesi della
strada i francesi sono
contrari perché la loro legislazione non permette
l’attraversamento di un
parco naturale».
Dibattito pubblico a Angrogna
Conoscere il piano
di sviluppo turistico
Non c’era molta gente
giovedì 9 ad Angrogna ad
ascoltare il presidente
della Comunità montana
vai Pellice, Claudio Bertalot, il vicesindaco del paese, Ezio Borgarello, e Roberto Bellasio, intervenuto in sostituzione del sindaco di Pinerolo, che
hanno illustrato il progetto di sviluppo turistico
del Pinerolese: in compenso un diffuso scetticismo e anche qualche critica radicale nei confronti
di questo tipo di iniziative che, se hanno il merito
di attivare anche notevoli finanziamenti europei
o regionali, hanno finora
dimostrato una ben scarsa capacità di migliorare
la manutenzione del territorio, di agevolare le già
scarse attitudini imprenditoriali, di promuovere
occupazione e di tradursi
in un effettivo miglioramento del tenore di vita
e del reddito di chi abi ta
Pinerolo: gli effetti della piena nel settore pubblico
Danni per oltre 8 miliardi
Terminati i primi lavori urgenti legati all’emergenza alluvione al Comune di Pinerolo nei
giorni passati si è proceduto a una prima conta e
a una prima raccolta dei
dati sui danni che riguardano sia direttamente le opere pubbliche sia quelli riportati
dai privati. II bilancio è
notevole: «Per il pubblico
- dice l’ing. Castiglione,
capo ufficio tecnico del
Comune - abbiamo stimato circa 8 miliardi di
danni, esclusi ovviamente i ponti e le strade non
di nostra diretta competenza, come per esempio
quello della ferrovia in
via Saluzzo, e le altre
strutture di proprietà
non comunale. Per quel
che riguarda i privati
stanno ancora arrivando
nei nostri uffici le prime
stime e anche qui si parla
di centinaia di milioni».
Infatti il Chisone nel
suo passaggio oltre ad
aver trascinato via il ponte di via Saluzzo, per la
parte stradale di proprietà comunale, e parte
della carreggiata della
tangenziale all’altezza di
Abbadia Alpina, ha anche
letteralmente travolto tra
l’altro il vivaio Martina e
una carrozzeria in via Saluzzo e procurato danni
ad alcune abitazioni; chi
risiedeva in questa zona
e ora vive altrove riceve il
finanziamento di 600.000
lire previsto dalla legge
regionale. Numerosi sono poi gli agricoltori che
hanno visto trasformarsi
la domenica del 16 ottobre i propri appezzamenti di terreno in laghi con
notevoli danni anche per
il futuro. Aspettando le
stime definitive intanto si
continua a lavorare per
liberare i campi e soprattutto le attrezzature dal
fango lasciato dal torrente mentre seppur provvisoriamente le soluzioni
trovaté dai tecnici comunali ai problemi legati alla viabilità sembrano reggere al flusso del traffico
da e per le Valli.
e lavora in montagli
La novità di questo pk
no è che per la prima voi
ta si è riusciti a lavorar,
insieme fra le tre Coi®,
nità montane con Pinei^^
lo, l’associazione deiCo,
muni della pianura ola
Provincia con l’obiettiva
di creare un vero sistema
locale di offerta turisti^
che si avvalga di tutte ],
risorse ambientali, stotj.
che, culturali, enogastro.
nomiche presenti pervj.
lorizzarle, farle conoscerà
e poterle offrire ai turisti
Secondo gli estensori dd
piano, dovrebbe esserci
cavallo il simbolo unjj,
cante e caratterizzanti
l’insieme che si chiami
«marca pinerolese: storia,
natura e sport nelle tene
della cavalleria». Ma sei
Pinerolo la scuola nazionale di equitazione eli
riapertura del museo della Cavalleria, insieme il
teatro sociale, alla rassegna dell’artigianato,
sede universitaria e all’istituto alberghiero sono
punti forti, maggiori perplessità suscita il fatto
che, con questa «cavali
unificante», nell’insieme
del territorio siano previsti ben 25 progetti di ciclopiste e percorsi pedonali ed equestri, di cui 11
in vai Pellice dove flnoH
non si è neppure stati capaci di produrre una catrina topografica facilmente leggibile da un turista e dove, comeharicordato qualcuno ad Angrogna, i sentieri indicati
spesso non sono rintracciabili sul posto, sof&endo di abbandono e di segnaletica assente.
La situazione degli acquedotti nelle valli pinerolesi
Acqua: meglio la rete comune
DAVIDE ROSSO
Nei giorni dell’alluvione molti abitanti
di Pinerolo e di alcuni
paesi delle Valli si sono
trovati a dover fare i conti con la mancanza di acqua potabile nelle proprie case. Proprio in situazioni del genere solitamente ci si accorge di
servizi che ormai sono
normalità per tutti e si
riflette sulla situazione.
Alle valli valdesi sono
ancora molti, circa 13, i
Comuni che gestiscono
direttamente il proprio
acquedotto mentre gli altri hanno affidato i propri impianti all’Acea. Chi
gestisce in autonomia
l’acquedotto, ma anche
l’Acea, spesso fa i conti
con imprevisti, impianti
che non sono certo nuovi, riserve che rischiano
di esaurirsi o hanno un
livello troppo alto. Tutto
questo ha un costo, in
termini di tempo, da parte degli operai che si occupano degli impianti,
ed economici. «L’emergenza alluvione - dice
l’assessore alle Risorse
idriche della Provincia,
Elena Ferro - in molti ca
^ Pronto al via a Torre Pellice
Comitato Rutelli
si ha mostrato come sia
indispensabile una rete
comune sia di rifornimento dell’acqua sia di
scarico della stessa. Per
questo abbiamo avanzato
anche richieste economiche al governo per aver la
possibilità di lavorare a livello sovracomunale ai fini di una gestione più
corretta della risorsa acqua in vista delle olimpiadi di Torino 2006».
Intanto però alcuni
Comuni in vai Chisone
stanno seriamente riflettendo sulla possibilità di
passare la mano della
gestione dei propri impianti al consorzio Acea.
«La gestione dell’impianto - dice Clara Bounous, sindaco di San
Germano - sta diventan
do troppo gravosa per
noi. Oltre tutto la rete di
distribuzione ha bisogno
di controlli e di manutenzione costante che
l’Acea potrebbe sicuramente garantire con
professionalità e tempestività. Accorre una pulizia radicale deU’impianto e la creazione di una
mappatura completa di
questo per poter intervenire ma per fare tutto ciò
non abbiamo sufficiente
personale». Vi sono altri
Comuni come Roure dove invece il cambio di
gestione non è visto con
favore. Spesso poi i cittadini non vedono di buon
grado questi cambiamenti anche per la paura
di aumenti di tariffe e di
oneri da parte loro.
La campagna elettorale è ormsai iniziata. Anche in vai Pellice arriva la
proposta di costituire un
Comitato Rutelli 2001
per sostenere la candidatura del leader del centro-sinistra. «Il programma sarà pronto per la fine di novembre», promette il deputato plnerolese Giorgio Merlo, intervenuto sabato pomeriggio alla Società operaia di
Torre Pellice. «Senza programma di legislatura,
Rutelli non vale nulla», è
il monito comune alla
maggior parte degli interventi. Volti noti e meno
noti della politica locale, assenti i giovani fra le
25 persone presenti alla
riunione introduttiva
Per quanto riguardali
candidature «nulla è ai'
cora deciso», dice Meà
ma è sicuro che «per«
cere queste elezioni bi»
gna riscoprire la militai'
za, non toccando i luo^
tradizionali della politi'
ca» ma scoprendo i W;
menti di aggregazioH
«come le bocciofilij
L’entusiasmo è una de*
condizioni necessari!
per affrontare questi riti'
si, lo sostengono aneW
due promotori dell>®'
ziativa, Lorenzo libai«
e Claudio Revel, che nj
Sicurano: «Tutti i soff
sono stati coinvolti»- »
rebbero già 15.000 iW
mitati Rutelli in Italia.
Sabato 18 novembre
orel7
sala incontri
presentazione del libro
L’uovo fuori dal cesto
ed. Utet libreria
Si
intervengono:
il dott. Elio Tesio, psicologo e psicoterapeuta, c«'
ratore del volume
la dott.ssa Giovanna Recchi, segr. generale
psicoioga ^ ■
la dott.ssa Clara Capello, docente di teoria e
tecnica del colloquio alla facoltà
di Psicologia di Torino
C.SO TORINO 44 PINEROLO TEL/FAX 0121
.39396(1'
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VENERDÌ 17 NOVEMBRE 2000
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g..., Il punto sulla viabilità a un mese dall'alluvione
Muoversi senza i ponti
Dove è possibile le strutture vengono ripristinate, in caso
contrario I «bailey» sono l'unica alternativa alle deviazioni
DAVIDE ROSSO
piervaedo rostan
Fra le maggiori conseguenze cieli’alluvione
del 15 ottobre nel Pinerolese vi è la crisi della
mobilità: ferrovia della
vai Penice e strada provinciale 161 interrotte a
pinerolo al ponte sul
Chisone crollato; San Secondo, già tradizionale
crocevia dei collegamenti fra vai Pellice e vai Chisone, diventa l’unico itinerario possibile via
ponte San Martino, prima della recente riapertura della tangenziale.
Traffico sulla statale 23, a
monte di Pinerolo, che
risente dei diversi ponti
crollati, da quello di Inverso Porte a quelli della
circonvallazione di Villar
Perosa e di Inverso Pinasca. A tutto questo si aggiungono segnalazioni
viarie assolutamente carenti intorno a Pinerolo
per chi non sia un abitué
delle nostre strade con
conseguente caos e ingorghi alla viabilità.
Alla lista dei ponti crollati e dunque intransitabili per parecchio tempo,
va aggiunto anche quello
di Miradolo: «C’è una
fessura di una ventina di
centimetri nel primo pilone di sostegno - spiega
il sindaco, Martinat - che
rende impossibile un ripristino. La Provincia'ci
ha assicurato che entro
15 giorni i progetti più
urgenti passeranno in
conferenza servizi e tuttavia la mancanza di
questo collegamento si
fa pesante». Da San Secondo giunge anche una
proposta: intervenire sul
Chisone in modo sinergico e coordinato nel territorio di Pinerolo, Osasco,
Macello e San Secondo;
ci sono dei punti dove
l’alveo è più alto del piano campagna ma intervenire in modo scoordinato rischia di penalizzare il comune più a valle.
Dovrebbe invece essere ripristinato più velocemente il transito sul ponte Blando di Torre Pellice: l’acqua ha scalzato argine e spalletta del ponte
bailey costruito dopo l’alluvione del ’77 e per ragioni di sicurezza è stato
chiuso. «L’acqua è stata
deviata in destra orografica per consentire la ricostruzione del piazzale del Palaghiaccio - spiega il sindaco. Marco Armand Hugon a giorni,
messa a posto quell’area,
l’acqua verrà deviata a sinistra consentendo a
quel punto di intervenire
per puntellare il ponte
Blando, intervento che
dovrebbe essere realizzato entro la settimana».
Per quel che riguarda
invece la vai Chisone una
soluzione a tempo relativamente breve pare essere stata trovata per il
ponte Palestre di Inverso
Porte. «In Provincia - dice il sindaco di Porte,
Laura Zoggia - sembrano
intenzionati a seguire la
soluzione provvisoria
che avevamo auspicato.
Collegare la parte rimasta integra del ponte alla
sponda di Inverso Porte
con un bailey in modo da
rendere possibile il passaggio alle automobili».
Per quel che riguarda invece il ponte della circonvallazione di Villar
Perosa la Provincia lo inserisce tra gli interventi
prioritari, cioè quelli da
ricostruire ex novo.
Discorso diverso per il
ponte di Inverso Pinasca:
«Stiamo cercando di trovare una soluzione - afferma l’amministrazione
anche perché il ponte
è di proprietà comunale
ma la strada è provinciale. In questi giorni abbiamo avuto degli incontri
con i rappresentanti della Provincia per cercare
di fare il punto e di valutare i progetti attualmente sul tappeto».
Pinerolo: ordigno esplosivo nei locali del Comune
Un atto di intimidazione
Ancora una volta il municipio di Pinerolo è stato bersaglio di un attentato. Per la seconda volta infatti, nell’arco di pochi mesi, mercoledì 8 novembre è stato piazzato da ignoti un ordigno esplosivo nei locali del palazzo comunale. «Una telefonata anonima dicono in Comune - ci ha avvertiti della bomba verso le ore 10,30 e prontamente abbiamo evacuato il municipio
mentre arrivavano prima i vigili del
fuoco e quindi gli artificieri di Torino
che hanno provveduto a individuare e
disinnescare l’ordigno».
Alla fine la bomba è stata ritrovata in
una scatola di cartone di fronte aH’ufficio Protocollo: si trattava di un ordigno
di tipo incendiario costituito da alcuni
barattoli con liquidi esplosivi, collegati
con fili a un timer. Una bomba in grado di produrre danni alle persone che
è stata neutralizzata dagli artificieri intorno alle ore 13. Dura la reazione
sull’accaduto da parte del sindaco, Alberto Barbero, che ha dichiarato che
«continuare a prendere come bersaglio
il Comune di Pinerolo non rivendicando il gesto rappresenta un tentativo di
fare politica, intimidire l’amministrazione, creare disagio nella cittadinanza
e un’immagirie negativa della città. Si
cerca di imbarbarire la vita di una città
che è invece civile, dove in passato si è
anche registrata una forte dialettica
politica senza che violenza e intimida
zione diventassero forma di rapporto».
1 teoria®
tà
1-393#
BANDO PER L'ASSEGNAZIONE DI
BORSE DI STUDIO
PER LA FREQUENZA DEL DIPLOMA
UNIVERSITARIO DI INFERMIERE PROFESSIONALE
L'associazione Amici dell'ospedale valdese di Pomaretto e l'associazione Amici dell'ospedale valdese di Torre Pellice promuovono un bando per
l'assegnazione di numero 4 borse di studio destinate a studenti per la frequenza del diploma universitario di infermiere professionale nell'anno
scolastico 2000-2001.
Requisiti richiesti:
~ attestato di iscrizione al corso di D.U. di infermiere professionale;
“dichiarazione di non essere beneficiario di altre
forme di sostegno (borse di studio universitarie o
elargite da altri enti o associazioni).
Importo della borsa di studio: £. 5 milioni.
Il bando per l'assegnazione della borsa di studio
può essere richiesto a:
Associazione Amici dell'ospedale valdese di Potnaretto; sig.ra Adriana Meloni, presso il servizio
di riabilitazione dell'ospedale, via Maggiore Ribet 2, 10063 Pomaretto, tei. 0121-802811;
Associazione Amici dell'ospedale valdese di Torre
Pellice: dr. Giovanni Mourglia, via W. Jervis 1,
10066 Torre Pellice, tei. 0121-91072.
Le domande devono pervenire ai suddetti indirizzi entro le ore 12 del 30 novembre 2000. Non saranno prese in considerazione domande pervenute con qualsiasi mezzo dopo tale data.
Presidente Amici
Osp. di Pomaretto
G- Maritano
Presidente Amici
Osp. di Torre Pellice
G. Mourglia
éM E(dilizia popolare a Torre Pellice
Casa: sono in vista
le assegnazioni
MASSIMO CNONE
UNA matassa difficile
da sbrogliare: così si
presenta la situazione
delle case popolari di
Torre Pellice. Morosità
elevata, alcuni alloggi di
via Volta al freddo per i
non pagamenti, degrado
e tempi lunghi per l’assegnazione dei nuovi alloggi di via Filatoio, ormai
quasi terminati ma non
ancora occupati da chi
sta attendendo ima sistemazione fin dal 1995, anno di presentazione del
bando e della successiva
graduatoria. «L’assegnazione è imminente - promette il sindaco, Marco
Armand Hugon - ; ci sono
stati dei problemi, delle
varianti in corso d’opera,
ma con questi alloggi dovremmo esaurire la graduatoria». L’edificio di
via Filatoio, di proprietà
comunale, è stato completamente ristrutturato
grazie ai finanziamenti
per l’edilizia economica
popolare previsti dalla
legge 179/92; una vecchia
struttura che aveva già
ospitato gli operai della
Mazzonis: al primo piano
c’è la palestra e ai piani
superiori sono stati ricavati i 15 nuovi alloggi, al
momento ancora vuoti.
Molto diversa è la si
Angrogna
Quaderno
storico
Con l’ultimo Quaderno
del Centro di documen
tazione {il n. 20) si conclude la bella ricerca di
Osvaldo Coi'sson sulla
storia di Angrogna. Questo quarto e ultimo volumetto è dedicato agli anni 1975-2000: si tratta in
gran parte della lunga
amministrazione della
prefissa Franca Coisson,
quattro volte sindaco dal
1975 al 1994, rivisitata attraverso le notizie del
bollettino comunale, il
cui primo numero fu distribuito nel settembre
del 1975. Il racconto,
scandito anno per anno
con un titolo significativo, documenta la mole di
lavoro fatto (dalle strade,
all’acquedotto, dalla prima corriera al Foyer, alla
scuola) e si intreccia con
la storia del Gruppo teatro Angrogna, le iniziative dello Sport club, le polemiche politiche, i dibattiti dell’Autunno: 137
persone menzionate.
tuazione del complesso
di via Volta e conosciuto
da tutti come Sanciò. Qui
gli alloggi a disposizione
sono 60, quasi tutti occupati da diversi anni. I
problemi di convivenza
tra condomini restano
reali, le liti all’ordine del
giorno. A Sanciò sono
poche le famiglie che pagano l’affitto all’Azienda
torinese per la casa, alcuni alloggi sono senza riscaldamento; il gasolio è
finito, ma «devono provvedere gli interessati dice il sindaco, che ha le
mani legate Per quanto riguarda i casi di morosità ho scritto più volte
all’Atc, sono davvero poche le persone che realmente non possono pagare, sono casi già seguiti
dai servizi sociali». Nel
1995 il Comune ha dato
corso a una nuova ristrutturazione per ricavare altri alloggi, ma i lavori sono fermi: «Con la
ditta ci sono stati problemi di natura cantieristica e legati agli obblighi
della sicurezza, che hanno portato alla rescissione del contratto: l’impresa ha perso la causa e ora
si tratterà di andare alla
riapprovazione di una
nuova gara d’appalto,
con costi e tempi lievitati», conclude il sindaco.
Le case popolari di via Fiiatoio a Torre Peiiice
NELLE CHIESE VALDESI
FFEVM — Sabato 18 e domenica 19 novernbre, alla
Foresteria valdese di Torre Pellice, serninario biblico delle Unioni femminili «Ecumenismo, ieri,
oggi e domani». L’incontro comincerà sabato 18,
alle 14,30; seguirà l’intervento del pastore Fulvio
Ferrario su «Storia dell’ecumenismo», incontro
aperto a tutti; a seguire dibattito, gruppi di lavori,
cena e relazioni; domenica 19, alle 10, culto con
santa cena nel tempio di Torre Pellice; alle 14 animazione musicale; alle 16, conclusioni.
STUDIO BIBLICO DEL CIRCUITO — A Rorà, martedì
21, alle 20,45, studio biblico del circuito della vai
Pellice, conclusivo del 1“ ciclo, a cura del past. Pasque!, su formazione dell’Antico Testamento.
OSPEDALI VALDESI — Venerdì 17 novembre, alle
20.30, nella sala riunioni dell’Ospedale valdese di
Torre Pellice, incontro Ciov con pastori, diaconi e
visitatori sul tema «Cura d’anime».
BOBBIO PELLICE — Domenica 19 novembre culto
animato dai giovani.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 19 novembre, 3“ domenica del mese, culto a Bricherasio alle
10.30. Per un errore di trascrizione abbiamo annunciato l’assemblea di chiesa per eleggere il nuovo pastore per il 6 novembre anziché per il 26 novembre. L’assemblea di chiesa per eleggere il pastore che dal settembre 2001 sostituirà il pastore
Claudio Pasquet, appena eletto a Torre Pellice, si
svolgerà dunque domenica 26 novembre alle 10. '
POMARETTO — Studio biblico giovedì 23 novembre,
alle 20,30, all’Eicolo grande. Riunioni quartierali:
mercoledì 22 novembre alle 20,30 a Pomaretto e
venerdì 24, alle 20,30 a Perosa.
FRALI — Le prossime riunioni quartierali si svolgeranno martedì 21 novembre, alle 20, a Orgere e
mercoledì 22, alle 20, a Giordano.
PRAROSTINO — Domenica 19 novembre, alle 17, incontro alla Foresteria di Torre Pellice, con visita ai
locali, cena alle 19 (costo lire 15.000), su richiesta
possibile visita al museo valdese.
RORÀ — Giovedì 16, alle 20,30, riprendono gli incontri alle Fucine. Sabato 25 concerto per organo del
maestro W. Gatti e della nostra corale.
SAN SECONDO — Domenica 19 novembre, alle 10,
culto con assemblea di chiesa che sarà presieduta
da un membro della Ced per l’elezione del nuovo
pastore. Ricordiamo che per essere valida dovranno essere presenti la metà più uno dei membri
elettori. Riunioni quartierali a Cavoretto, giovedì 16
novembre, a Lombarda, mercoledì 22 novembre.
TORRE PELLICE — Riunioni quartierali; martedì 21
novembre all’Inverso, mercoledì 22 ai Bouissa e
venerdì 24 agli Appiotti.
VILLAR PELLICE — Riunioni quartierali; martedì 21
novembre, alle 20,30, all’Inverso, venerdì 24 al
Serre. Domenica 19 novembre, culto in francese.
VILLASECCA — Riunioni quartierali: lunedì 20 novembre, ai Trossieri, alle 14,30, mercoledì 22, alle
20 alla Roccia, giovedì 23, a Villasecca alle 20.
Un progetto all'Uliveto
Nuovi metodi
di comunicazione
DANIELA GRILL
UNA nuova via è stata
intrapresa dall’istituto per disabili «Uliveto» di Luserna San Giovanni, ed è quella della
Caa, della Comunicazione aumentativa e alternativa, un metodo di linguaggio sviluppato negli
Stati Uniti e da pochi anni presente anche in Italia. Come funziona questo progetto? È un tipo di
comunicazione dedicata
alle persone che, o per
forme di disabilità permanente o per danni
temporali quali operazioni che interessano l’apparato vocale, non possono parlare, non possono utilizzare la voce per
esprimere i propri sentimenti e pensieri, le proprie esigenze e necessità.
La dott.ssa Amelia Rivarola, una delle maggiori promotrici del metodo
Caa in Italia, dice: «Una
tale difficoltà ostacola in
modo evidente gli scambi interpersonali e riduce
ulteriormente le possibilità di partecipazione sociale, contribuendo ai
processi di emarginazione e isolamento relazionale di una persona disabile». La comunicazione
aumentativa ha dunque
lo scopo di permettere a
queste persone di comu
nicare con gli altri, senza
il bisogno della voce tramite tabelle riportanti
varie figure che riguardano da vicino la vita dell’utente e che lui può
scegliere con lo sguardo
o indicandole, per riuscire a formare delle frasi.
«Il lavoro è molto lungo
e per adesso la strada è
ancora tutta in salita, anche perché in Italia il materiale riguardante questa
iniziativa è praticamente
inesistente: mancano libri e documentazioni spiega Claudia Jalla, direttrice dell’Uliveto -.
Inoltre i costi per poter
usufruire dei vari ausili
(emettitori di voce, materiale cartaceo, computer
e software adatti) non sono indifferenti».
Una nota di merito
perciò deve andare a chi
ha pensato di offrire all’Uliveto un aiuto non indifferente sia dal punto
di vista economico che
sociale; l’associazione dei
Lions della vai Pellice, in
collaborazione con il ristorante Flipot di Torre
Pellice, ha infatti dotato
l’Uliveto di software per
la costruzione delle figure e delle tabelle per la
comunicazione aumentativa, e di una cinepresa
digitale che sarà utile per
filmare i momenti di lavoro con gli utenti.
Due delle figure proposte agli utenti dell’Uliveto che rappresentano rispettivamente «Spavento» e «Aiiuvione»
i POSTA
La comunità ideale
Un giorno dell’estate torrese incontro per via un
giovane pastore. Chiacchierando mi confida che è incerto se accettare il rinnovo dell’incarico per un altro
settennio nella comunità dove sta svolgendo il suo
ministerio, ma è nello stesso tempo perplesso circa la
modalità che altre chiese in cerca di un pastore manifestano per la ricerca del candidato. Da quello scambio di opinioni avvenuta camminando insieme per
un breve tratto di strada, è sorta in me una domanda:
«Quale potrebbe essere il comportamento di una
chiesa “ideale” in occasione del cambio pastorale?». È
passato un po’ di tempo e solo ora ripensando a quella conversazione emergono alcune riflessioni e forse
posso ora tentare una risposta. Il profilo della mia comunità, la comunità ideale, potrebbe essere quella
che in occasione della ricerca di un nuovo pastore si
esprime così: «Nel chiederle di prendere in esame la
possibilità di esprimere il suo ministerio nella nostra
chiesa, vorremmo darle un quadro delle attività che
vengono svolte all’interno della nostra comunità, i
rapporti e le attività di presenza e di servizio che abbiamo all’esterno. Noi riteniamo che questi ambiti e
questi rapporti che nel tempo la comunità ha costruito siano importanti e, quindi, a nessuno di questi vorremmo rinunciare, anzi semmai vorremmo svilupparli attraverso il suo ministerio. Saremmo quindi
molto grati se lei volesse precisarci quali sono gli ambiti della testimonianza che ritiene le siano congeniali a partire dall’esperienza maturata. Noi ci impegniamo a lavorare con lei su queste basi».
Adriano Longo - Torre Pellice
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle "\àlli \àldesi
VENERDÌ
^erdi
Sconcerto per l'iniziativa dell'amministrazione
Luserna vuole il Palaghiaccio
C’è un po’ di «maretta»
in vai Pellice in merito alla ricostruzione del Palaghiaccio; dopo che la
struttura di Torre Pellice
è stata gravemente danneggiata daU’alluvionè
subito si è cominciato a
ragionare sul nuovo possibile sito, tenuto conto
che, in previsione olimpica, si pensa a costruire
una struttura da almeno
3.000 posti a sedere.
E così l’amministrazione di Torre Pellice,
insieme alla presidenza
della Comunità montana, ha cominciato a valutare le aree possibili
per il nuovo impianto;
storicamente l’hockey su
ghiaccio è sport nato a
Torre Pellice, la pista andata distrutta è in quel
Comune e dunque ai più
è parso logico ricostruirlo a Torre Pellice, designata, con l’approvazione finale della legge sulle
Olimpiadi del 2006, «sede di gara». Individuata
l’area (a monte del Gilly,
lungo la provinciale) sono stati presi i primi
contatti con la proprietà
con esito positivo. Poi,
con una delibera che ha
lasciato di stucco molti
amministratori della valle, Luserna si è candidata a ospitare il nuovo Palaghiaccio.
«È bene considerare ie
diverse possibilità offerte
dalla zona, in quanto,
pur rimanendo Torre
Pellice il Comune capofila per la valle, si tratta di
cogliere l’occasione per
ubicare il nuovo Palaghiaccio nell’area che è
in grado, a parità di costi,
di offrire le maggiori garanzie di servizi. Per questo solo motivo, e cioè far
sì che vi sia la possibilità
di scegliere tra le diverse
proposte quella migliore
e che raccolga il maggiore consenso possibile, il
Comune di Luserna San
Giovanni offre la disponibilità di un’area adeguata dotata delle seguenti caratteristiche:
luogo sicuro al riparo da
frane e da alluvioni; superficie di circa 10.000
mq; prossimità della linea ferroviaria; prossimità della provincia
le Pinerolo-Torre Pellice.
Contigua area parcheggi di circa 20.000 mq
già acquisiti o in via di
acquisizione da parte del
Comune». Una delibera
che ha lasciato sconcertati gli amministratori di
Torre Pellice che aila fine
hanno reso pubblica una
loro presa di posizione;
oltre a sottolineare la volontà espressa da alcune
migliaia di persone che
hanno sottoscritto una
petizione promossa dalla
Pro Loco tendente a
mantenere il Palaghiaccio a Torre Pellice, nel
documento si ringrazia
l’amministrazione di Luserna che ha voluto in
questa circostanza esprimere la sua collaborazione nel caso in cui Torre
Pellice non avesse avuto
a disposizione un idoneo
terreno. Impossibile non
cogliere l’ironia del documento; intanto, proprio su richiesta del sindaco di Torre Pellice,
Marco Armand Hugon,
sabato prossimo ci sarà
un incontro che dovrebbe essere chiarificatore.
SPORT
VOLLEY
In B2 maschile il Body
Cisco è stato sconfitto in
casa al tie break dal Fabbrico. Nel campionato
under 20 maschile il 3S
Pinerolo ha superato la
Nuncas polimatica per 30; nell’under 15 femminile il 3S Luserna ha battuto la Piscinese per 3-0.
Doppio impegno per il 3S
Pinerolo nelTunder 15
femminile: dopo aver
perso per 3-0 il derby con
il Cerotti le pinerolesi
hanno vinto per 3-0 con
il Ford Porte; nell’under
15 maschile il 3S Pinerolo
si è imposto per 3-1 a
Moncalieri e con lo stesso punteggio la squadra
del 3S Pinerolo ha superato il Cuorgnè.
Teatro del Forte a Torre Pellice
«Domenicaintre»
CALCIO
Gara utilitalistica per il
Pinerolo che strappa il
successo anche a Villafranca grazie a una rete
di Schiavelloe guida la
classifica con 4 punti di
vantaggio sul Chieri.
Continua al teatro del
Forte di Torre Pellice
«Domenicaintre», la rassegna teatrale pomeridiana dedicata ai bambini e alle loro famiglie curata dall’associazione
«Nonsoloteatro» di Pinerolo. Il prossimo appuntamento è per domenica
19 alle ore 16: la compagnia del Laboratorio teatro Settimo presenterà lo
spettacolo «Magica medicina», ispirato al racconto di Roald Dahl. La
storia racconta la vita
quotidiana di un ragazzino di 8 anni di nome
Giorgio, che vive in campagna con la mamma, il
papà e la nonna. Ogni
giorno il bambino si
scontra con l’indifferenza dei genitori e con le
angherie della dispettosa
nonna; per recuperare
l’armonia all’interno della sua famiglia, Giorgio
dovrà riuscire a sconfiggere il mondo del consumo e della televisione e
per fare ciò dovrà utilizzare tutta l’astuzia, il coraggio e, perché no, la
magia di cui dispone. Lo
spettacolo è interpretato
da Beppe Rosso con la
regia di Roberto Tarasco
ed è consigliato al pubblico delle scuole elementari e medie inferiori; ingresso lire 6.000.
■ Pinerolo
Il progetto
Airone
L’obiettivo del convegno organizzato dal Comune di Pinerolo, che si
terrà martedì 28 novembre nei locali del municipio e che avrà per titolo
«Un progetto per l’inserimento socio-lavorativo;
bilancio di un’esperienza
e prospettive future» e
dichiaratamente quello
di fare il bilancio del progetto Airone (Accompagnamento, inserimento,
rimozione, occupazione,
network) nato ormai due
anni fa e che si poneva
come scopo quello di attivare iniziative di inserimento socio-lavorativo
sul territorio pinerolese.
«L’attività di Airone dice l’assessore al Lavoro
del Comune di Pinerolo,
Giampiero Clement - ha
avuto inizio con ii seminario di presentazione
dell’aprile ’98. In questi
30 mesi di attività molte
sono state le iniziative
realizzate: dall’attività di
formazione rivolta agli
operatori, ai percorsi di
accompagnamento e formazione nei quali sono
stati coinvolti più di 100
giovani, al lavoro in rete
tra i diversi servizi presenti sul territorio, per
arrivare alla banca dati
delle aziende». Il seminario del 28 novembre però
non dovrà fermarsi solo
sulla presentazione del
lavoro svolto ma dovrà
occuparsi anche di quaii
prospettive si aprono per
il futuro. Questo anche
per dare un segnale che
si conclude un percorso
ma anche che necessariamente se ne deve aprire un altro in un ambito,
quello della formazione e
dell’inserimento lavorativo, che non può fermarsi.
APPUNTAMENTI
16 novembre, giovedì
BRICHERASIO: Alle 21, nel centro culturale Aldo
Moro, incontro su «Abitudini alimentari», a cura della
dott.ssa Giovanna Paltrinieri, del servizio igiene alimenti e nutrizione deli’Asl 10 di Pinerolo.
ANGROGNA: Alle 20,45, a San Lorenzo, nella sala
delle attività, incontro dibattito sul progetto di collegamento a cremagliera tra la vai Pellice e il Queyras;
intervengono l’assessore provinciale Marco Bellion,
amministratori e tecnici della Comunità montana.
CANTALUPA: Alie 21, nella Villa comunale, il prof.
Giovanni Tamino, deH’Università di Padova, parlerà
su «Le biotecnologie in agricoltura: vantaggi e rischi».
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella biblioteca della
Casa valdese, per l’Unitrè, conferenza della prefissa
Marita Maglione, su «Cara Eleonora, una donna nella
rivoluzione napoletana»
17 novembre, venerdì
TORRE PELLICE: Nella sede dell’Esercito della Salvezza di via Cavour 9, alle 9, «Festa delle messi», con
bazar di prodotti naturali, dell’usato, dolci e buffet, fino alle 12; prosegue sabato dalle 15 alle 18.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, alla sala lettura
della biblioteca comunale, incontro su «Insieme per
leggere».
TORRE PELLICE: Alle 21, nella sede del Cai, diapositive «Islanda Trekking», con Luciano Paimero.
18 novembre, sabato
PINEROLO: Per la XV rassegna di teatro diaiettale,
alie 21,15, al teatro Incontro, va in scena «Presi...
ch’as fa tard», dei Piccolo varietà di Pinerolo.
FENESTRELLE: Alle 21, a Pracatinat, «Conoscere le
stelle», uscita sul territorio.
TORRE PELLICE: Alle 17, nella sala consiliare del
municipio, il Movimento federalista europeo organizza un incontro, aila vigilia del vertice europeo di
Nizza, fra gii europariamentari Raffaele Costa e Gianni Vattimo, il senatore Elvio Passone e il rappresentante del Movimento federalista Sergio Pistone.
TORRE PELLICE: Alle 21, nel tempio valdese, l’associazione «Senza confini», sezione vai Pellice, organizza un concerto deH’«Ensemble du Viso» composto
da Joe Burnam e Fabio Sampò dell’Orchestra nazionale sinfonica della Rai, Gianpiero Brignone dell Orchestra di Sanremo e Massimo Castagnino, dell’Orchestra Verdi di Milano. Il programma prevede musiche barocche, romantiche e jazz. Offerte a favore
dell’ospitalità di bambini bielorussi presso le famiglie
della vai Pellice.
19 novembre, domenica
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 16, il La
boratorio teatro Settimo presenta «La magica medici
na». Ingresso lire 6.000.
PINEROLO: Dalle 9 alle 19, al palazzetto di via dei
Rochis, «Lo scambista», mostra e scambio di dischi
usati e da collezione, ingresso libero.
20 novembre, lunedì
RINASCA: Fiera autunnale al Dubbione, con l’8“
edizione della rassegna zootecnica.
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sala Italia (tei. 0121393905) ha in programma, alla sala «2centoi,
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Un libro sui 30 anni del Gruppo teatro Angrogna
Una «famiglia estesa» in festa
SERGIO N.TURTULICI
CHE cosa è stato in definitiva il
I
no
re
Agenzia per lo sviluppo
sostenibile (Agess)
vai Pellice Spa
Piazza W. Jervis, 1 - 10060 Villar Pellice
Il Consiglio d’Amministrazione
dell’Agenzia per lo sviluppo sostenibile
(Agess) vai Pellice Spa ha deliberato
l’aumento del capitale sociale portandolo a
lire 6.000.000.000 (sei miliardi).
Si comunica che sarà quindi possibile acquistare azioni Agess. Il valore di ogni
azione corrisponde a lire 1.000 e l’acquisto
dovrà corrispondere a un aumento minimo
di lire 1.000.000 (un milione).
Coloro che sono interessati alla sottoscrizione di azioni sono gentilmente pregati di
comunicarlo al più presto possibile agli uffici della sede della società Agess situati in
piazza W. Jervis n. 1 Villar Pellice
tei. 0121-934907, fax 0121934013.
Tiziana Percivati
(segreteria organizzativa)
__Gruppo teatro Angrogna (Gta) nei
suoi 30 anni di vita, tanti per una formazione teatrale, visto che pochi gruppi durano così a lungo? Un collettivo e
un clan (nel gruppo sono nati amori, si
sono alimentate unioni familiari) tenuto insieme, spinto, da duplice passione: il teatro e la politica (politica nel
senso alto della parola, come virtù civile dei migliori). Attorno al nucleo storico in 30 anni c’è stato ricambio del collettivo, molti hanno fatto tratti di strada insieme. Protagonisti sul palcoscenico, coautori di testi e situazioni sceniche. gente impegnata in vari modi
nel campo del teatro, consiglieri e fan,
tanti amici fedeli. Nel tempo l’amicizia
si è consolidata. Così questi amici, non
meno di 80, si sono ritrovati per una festa, una cena, a Torre Pellice. Occasione i 30 anni e il bel libro U?i grido di libertà che Lorenzo Tibaldo ha dedicato
alla storia trentennale del fenomeno
culturale Gruppo teatro Angrogna. Poiché il Gta è una famiglia estesa, un clan
del teatro, con i cinquantenni alla festa
c'erano tanti giovani e tanti bambini.
I.a linfa è buona e ricca, c’è spazio per
leve nuove, figli e nipoti d’arte e nuove
presenze: lunga vita al Gta.
Lo ha .spiegato bene anche Tibaldo
nel suo libro. Quello del collettivo di
Angrogna è stata una presenza, un’elaborazione culturale importante, ricca di
successi e di riconoscimenti ma scomoda, inquietante per molti. Perché nel fenomeno del Gta ci sono due caratteristiche che inquietano criticamente, gli
stessi interpreti per primi. La matrice
eretico-valdese, ma vissuta quanto meno confessionalmente e più laicamente
possibile, e quella politica alternativa,
radicata nelle idee-forza, nelle passioni
etiche del popolo di sinistra ma resi in
scena, anche qui, in modo non conformista, non allineato. Valori ideali, etici,
politici quelli del Gta che poiché tocca
11 film di Guido Chiesa
Il partigiano Johnny
l’universale dell'uomo, del convivee sanno coinvolgere ed emozionare
tutti gli spettatori, anche quelli che gli
stessi valori vivono in altri versanti del
campo politico.
Una ricca polentata con salsicce, formaggi e vino ha scaldato la serata. Poi
lean-l.uis Sappé, fondatore del Gta ha
presentato quasi uno a uno tutti gli 80
convenuti, non tutti si conoscevano,
stante che è durata così a lungo l’attività. L’editore Lorenzino (Hapax) ha
parlato del libro di Tibaldo. Fiammetta
Gullo, presidente del gruppo, ha anticipato il progetto della prossima pièce,
un giallo forse, con al centro il tema
caldo dell’immigrazione difficile, della
convivenza di culture diverse. Fiammetta, Mauro e Paolo hanno ripreso i
costumi di scena di Alesina, Guidona,
Margarota, le streghe-fool di «Fort village» nell’happening finale, richiamando vecchi e nuovi attori a dire battute
di precedenti spettacoli e video. Coinvolgendo nell’improvvisazione scenica
anche chi un palcoscenico non l’ha
calcato mai. Le chitarre hanno accompagnato le canzoni pacifiste, d’amore,
di protesta, di lavoro, le «courento» degli spettacoli degli anni scorsi, rutti abbiamo cantato.
Risuonerà negli anni a venire in un
mondo profondamente cambiato il
grido di libertà del teatro di Angrogna?
Ha detto Giorgio Bouchard che il punto di vista politico del Gta «è stato un
po' schematico». È vero, il «Grande
meccanismo del potere», della violenza e della ingiustizia, possiamo avvertire con Seakespeare gli amici di Angrogna, non ha connotazione di classe o
colore di parte, non è necessariamente
di destra, non è necessariamente di sinistra. Ma valgono le parole della madre di Drea che chiudono «Caffè liberté»: «Vale sempre la fatica di coltivare il castagno», la proposta di amore,
di attenzione, di compassione tra uomini. C’è ancora spazio di elaborazione, campo di lavoro per il Gta.
PIERVALDO ROSTAN
IL «Partigiano lohnny»
approda al cinema
Trento di 'i one Pellice
nel prossimo fine settimana e fino al mercoledì
successivo. La pellicola è
una di quelle che si prestano ad innestare un dibattito, un confronto; infatti oltre alle consuete
proiezioni per il pubblico
serale, le mattinate saranno tutte dedicate alla
visione per le scuole del
territorio, secondo esperienze già consolidate.
Reduce dal successo di
Venezia, il film porta nella società un dibattito
che per certi versi è ridiventato ancora più attuale dopo le pesanti azioni
di revisionismo storico e
culturale che regioni come il Lazio e la Lombardia stanno proponendo.
Eppure già il libro di Beppe Fenoglio da cui il film
è tratto, e più ancora il
film, non possono essere
considerati momenti di
propaganda ma di confronto, al limite dell’inquietudine. Resistenza,
l.iberazione, guerra civile: sono temi che ritroviamo intrecciati nella storia
del nostro paese: «Fantasmi che si aggirano tra
revisionismi, negazionismi, qualunquismi. Eppure, non finisce mai»,
commenta il regista Guido Chiesa.
il libro fu pubblicato
nella sua interezza dopo
la morte di Fenoglio; in
precedenza l’autore ne
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parte con (jarzanti.cli
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p Parlamentari
in Vaticano
Il Parlamento italiano è andato in Vaticano e ha incontrato il papa. Ritengo che i
nostri parlamentari avranno
spiegato per bene al loro interlocutore che cosa è uno
stato laico e quale è il giusto
rapporto tra istituzione ecclesiastica e istituzione pubblica. Penso che il Vaticano li
avrà ascoltati, avendo non
sempre le idee chiare in merito, mentre i nostri parlamentari avevano tutta la
competenza per insegnarle.
In generale i laici dovrebbero
ammaestrare i pastori su alcune cose, e questi ultimi,
prima di tutto, dovrebbero
ascoltarli. È la grande lezione
di quell’incontro. O sbaglio?
Sergio Rostagno - Roma
f II «cassiere»
Gianmario Fiori
Il 12 ottobre il Signore ha
richiamato a sé la vita di
Gianmario Fiori dopo un periodo di grave malattia. Era
membro del Concistoro e
cassiere della Chiesa valdese
di Roma via IV Novembre.
Desidero ricordarlo come
fratello nella fede, ma anche
perché ho svolto con lui per
diversi anni il servizio amministrativo nella comunità, io
come cassiere e lui come
contabile, sino a quando nel
1998 ho lasciato Roma per
trasferirmi a Trieste. In buon
grado e sempre disponibile,
Gianmario accettò di sostituirmi come cassiere non
mancando tuttavia di farmi
capire, con la sua nota scherzosa cordialità, che avrebbe
preferito... farne a meno.
Era profondamente legato
alla comunità e, se non fosse
che per noi le pietre fisiche
non hanno alcuna importanza, sarei umanamente tentato di dire che faceva anche
parte del tempio. Ricordo
‘ quanto spesso ci si telefonava 0 talvolta ci si incontrava
anche al di fuori del Concistoro, per controllare dati e
numeri con il rischio, nel caso di non facili riscontri, che
partisse l’inizio, subito represso, di qualche spontanea
ma castigata imprecazione.
Era sincero e trasparente,
Gianmario, e fondamentalmente ottimista nel suo servizio per la chiesa.
Desidero ancora ricordarlo
esprimendo tutta la mia partecipazione al dolore della
moglie Stella, ai figli e ai fratelli. Che lo Spirito del Signore li accompagni con le sue
consolazioni sapendo che
«Colui che risuscitò il Signore
Gesù resusciterà anche noi
con Gesù» (II Corinzi 4,14).
Emilio Bracco - Trieste
Le «virtù»
di Pio IX
Sulla beatificazione del papa Pio IX vorrei ancora spendere qualche parola. Con la
consueta millenaria arroganza la Chiesa cattolica ha deciso, dopo un secolo di incertezze sulle sue «virtù eroiche», la sua beatificazione.
Era un papa sicuramente
molto devoto ma per nulla
misericordioso. Aveva paura
delle idee nuove, del modernismo in generale. L’unica
concessione al modernismo
in verità la diede quando fece
ghigliottinare due rivoluzionari, Monti e Tognetti, anziché usare la consueta forca.
La Chiesa cattolica ha deciso
che per un papa santo sia necessario solo il riconoscimento di una particolare missione
ecclesiale, senza tener conto
delle sue virtù morali.
I coniugi Mortara, ebrei di
Bologna, il cui figlio di 7 anni
era stato loro strappato dai
gendarmi pontifici, vollero
chiederne la restituzione. Il
papa giunse fino al sarcasmo
rispondendo alle critiche di
tutta l’Europa dicendo «io me
ne infischio del mondo intero». Naturalmente per la verità storica, per una seria
riforma della chiesa e per il
movimento ecumenico la
beatificazione del papa-re ha
rappresentato un gravissimo
passo indietro. Con la stessa
motivazione usata per Pio IX
è stato santificato l’unico papa piemontese. Pio V, un papa che ha avuto la responsabilità morale di aver fatto
massacrare migliaia di contadini valdesi in Calabria nel
1561: già, però erano degli
eretici.
Ermanno Aimone - Torino
Riflessioni perplesse e turbate intorno alla donazione di organi, il vivere e il morire
Il funzionamento della «macchina-corpo» non è tutto
GIORGIO TOURN
COME ogni cittadino italiano ho ricevuto la scheda per la donazione
degli organi e non l’ho ancora compilata. Come è possibile, mi si dirà, non si
può che rispondere «sì»! Si tratta di un
gesto di umanità che ogni persona civile deve fare e non per dovere ma per
coscienza, per civiltà; come cristiano
poi si tratta di un gesto di carità solidale
verso coloro che soffrono e hanno bisogno di aiuto concreto; anche il papa si è
pronunciato a favore. Si può anche aggiungere (anche se non è molto decoroso) che il gesto non costa nulla, quando
sei cadavere non servi più a niente, almeno in questo modo sei ancora utile a
qualcuno. Come evangelico poi non
dovresti avere problema, non ne hanno
avuti i nostri nonni con la cremazione...
Tutto vero, e penso che segnerò la
crocetta sul «sì». Qualcosa però in questo discorso mi lascia perplesso e più
ancora turbato: il fatto di essere visto
(non solo dagli altri ma anche da me
stesso) come una macchina in demolizione. Non ho alcuna relazione affettiva
con i cimiteri, le ricorrenze del 2 novembre, e mi basterà la lapide con il
nome e la scritta «prow.» (provvisorio),
teologicamente perfetta perché lì sono
davvero solo in via provvisoria, in attesa di quella che Calvino chiamava «la
résurrection bienheureuse».
Non sono i cimiteri a turbarmi ma i
depositi di auto sfasciate a darmi tristezza: cerco una portiera di una Fiat 15Q0,
non ha per caso due ruote di una Lancia
Dedra, mi serve l’avantreno di una Citroën... Ma noi siamo persone, non
macchine. Donare un organo significa
salvare una vita, non rabberciare un’auto. Lo so, e questo mi preoccupa; tempo
una generazione e avverrà una mutazione così radicale da cambiare la nostra
visione della vita. Anzi la mutazione è
già in atto e attorno a questa visione
dell’uomo-macchina, insieme di pezzi
intercambiabili, si sta aggrovigliando la
nostra filosofia e la nostra fede.
La concezione della vita sacra, valore
assoluto, su cui il cattolicesimo fonda la
sua teologia è ormai un colabrodo, così
come è diventata priva di riferimento
teologico la sua teologia della carità:
siamo nella deriva di un umanesimo
naturalistico. Perché mai deve infatti
essere un atto di amore prelevare organi da un cadavere e invece un’aberrazione clonarli da cellule umane? Si tratta della stessa operazione: forse il mio
fegato è più umano di quello di un
maiale o di quello formatosi in provetta? Ma, si obietta, si deve fare di tutto
per salvare l’uomo! L’uomo sì, ma anche la macchina corporea? Se la vita è
sacra, intangibile (la vita biologica) deve esserlo anche la morte; se la prùna si
collega alla volontà di Dio, lo stesso deve dirsi delia seconda e non si interviene né sull’una né sull’altra. Si nasce,
tutti, sempre, e la natura seleziona. Ma
non è più così, e la vita non è più il percorso naturale di un individuo ma il dilatare al massimo lo spazio della pro
pria durata. Per questo si cura, si corregge, si aggiusta il corpo.
Nella condizione di perversione della
specie (quello che i teologi chiamano il
peccato e che i filosofi considerano fossile culturale) è logico che si vendano i
pezzi di ricambio per permettere la sopravvivenza. Certo l’immagine della
nonna russa che vende il nipotino per
quel mercato è mostruosa, ma le leggi
del mercato sono così: finché la gente
compra si vende, quando nessuno
compra si chiude. Ma chi smetterà di
comprare, chi regolerà quel mercato?
Occorrono più donazioni, è vero, e anche per questo faccio la crocetta sul
«sì», ma nessuna legge e nessuna filosofia potrà correggere la visione moderna, anzi ultramoderna, dell’etere
umano come insieme di organi intercambiabili il cui valore, la cui ragion
d’essere consiste nel prolungare il funzionamento della macchina corporea.
In questo contesto il problema della
eutanasia concerne una quota irifinitesimale di persone, ciò che tocca invece
la totalità degli individui è la gestione
della propria esistenza sulle frontiere
della sopravvivenza, la capacità di vivere e morire da uomini e non da automobili, e cioè la capacità di accettare
non la morte in sé, come regola, destino assoluto, ma come momento conclusivo della propria esistenza. Imparare a vivere Í1 proprio morire, accettandolo come parte essenziale della
propria storia personale sarà la fede
cristiana nel Duemila.
Ripresa
delle attività
Sono riprese le attività nelle nostre chiese: si fanno assemblee e programmi, e già
si alternano momenti di speranze per il prossimo lavoro
con quelli di scoraggiamento
e talora di pessimismo sull'effettuabilità dei progetti.
Quanto è debole la nostra natura umana e quanto è difficile essere cristiani, a dispetto
dell’affermazione di Cristo: «Il
mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Matteo 11,
30). Tullio Vinay mi ripeteva
nei momenti di stanchezza:
credi alla Grazia; non dubitavo, ma... «bisogna pur dimostrare la propria gratitudine
per questo dono con l’azione»
(Giacomo 2, 14-18). Ma più
tento di farlo più mi rendo
conto di essere un «servo inu
tile». È vero: il bene che voglio
non lo faccio (Romani 7, 15).
Nelle parole di Gesù cerchiamo come dobbiamo agire. Ma
Gesù non dice: «Io vi insegno
la via», dice «Io sono la via...».
Solo ora, arrivata in fondo
alle mie possibilità e riconoscendo l’inutilità della mia
vita, sto comprendendo che
cercare Cristo non deve essere un nostro sforzo; importante è l’oggetto. Cristo, non
le nostre capacità. Fede vuol
dire non solo credere in lui
(anche i demoni lo credono)
e affidarci a lui nei momenti
di difficoltà, ma essere certi
che là buona novella non sta
solo nel perdono dei nostri
peccati, ma nella resurrezione di Cristo, che vive e agisce
in noi: «Dio è quello che opera in voi il volere e l’operare»
(Filippesi 2, 13). Egli sulla
croce ha detto: «È compiuto».
Sì, è compiuto; il nostro io è
crocifisso con lui; dobbiamo
semplicemente permettere
che il Risorto agisca in noi,
abbandonarci al fatto che lui
è in noi, credere a questa
realtà: non più io, ma Cristo.
Cristo è la vera vite, la cui linfa vivifica i tralci. Lo crediamo veramente? Non occorre
«sentirlo», ma esserne certi.
«Beati quelli che credono
senza avere veduto» (Giovanni 20, 29). Lutero, contro gli
attacchi di dubbio che gli infliggeva Satana, ripeteva a se
stesso: «baptizatus sum» (il
mio io è morto), non valgono
più le mie sconfitte, la mia
inettitudine, e stanchezza, ma
la vittoria di Cristo.
Vale la pena comprenderne bene il significato. In questo mi ha aiutato molto la lettura di Watchman Nee {Non
più io ma Cristo, ed. Eun),
che consiglio a chi ritiene la
vita cristiana un continuo
sforzo di migliorare, cosa che
fa di noi delle comunità formate da gente «perbene», ma
prive di quella gioia che riscontriamo talora in credenti
del Terzo Mondo. Forse più
che recriminare, come spesso facciamo, le debolezze
delle nostre comunità, più
che insegnare e studiare come un cristiano si deve comportare, dovremmo aiutarci
reciprocamente a comprendere «non più io ma Cristo»,
perché siamo stati creati per
vivere alla gloria di Dio, in
piena letizia, per proclamare
la sua vittoria. Non i nostri
doni naturali, ma lo Spirito di
Cristo è la nostra forza.
Jolanda Schenk - Merano
A La «Carovana
dei diritti»
degli immigrati
Quante persone colorate,
mercoledì 25 ottobre, a Venezia! Migliaia, tutte assieme:
africani, soprattutto, ma anche curdi e palestinesi hanno
donato a Venezia un’atmosfera finalmente meno asfittica, meno viziata e corrotta di
quella portata, ormai tutto
Tanno, dai ben più numerosi
turisti. Ma l’occasione non
era davvero vacanziera, anzi.
Si è trattato della manifestazione organizzata nell’ambito della «carovana dei diritti»:
un movimento sorto a Brescia dopo mesi di lotta, di
sciopero della fame di alcuni
immigrati per ottenere il permesso di soggiorno.
Come sempre, quando il
problema è reale, anche senza alcun contributo dell’informazione (e quando mai?)
questo movimento è diventato una carovana che ha raggiunto l’intero Centro-Nord
del paese. E così anche a Venezia è arrivata questa carovana, che qui da noi, un po’
per forza di cose, si è trasformata i corteo acqueo di barche, allestito dalla Rete antirazzista, che ha portato almeno 250.000 persone davanti a
Ca’ Farsetti, sede dell’amministrazione comunale.
Bellissima giornata, dunque. Resta il fatto, però, che
viviamo in un paese pesantemente razzista: è inutile negarlo. Biffi e Bossi non sono
eccezioni, non rappresenta
no soltanto qualcosa di arretrato e marginale, né sono
soltanto il simbolo di ciò che
l’Italia non ha mai avuto: il
compimento della Riforma
protestante e del Risorgimento. C’è anche questo, naturalmente, ma c’è soprattutto,
nel razzismo degli italiani, la
paura della recessione economica che ormai da qualche
anno minaccia buona parte
della piccola e media borghesia italiana: la paura che quel
po’ di benessere conquistato
nei decenni passati sia d’un
tratto compromesso.
L’immigrato, anche grazie
a certa stampa e a certa politica, catalizza tutto questo.
Che fare, allora? Sperare nella
ripresa, nell’euro, nell’unità
■ politica dell’Europa? No.
L’unica risposta al razzismo,
ogni giorno più aggressivo, è
quella intravista a Venezia e
altrove: l’unità di sfruttati colorati e di sfruttati bianchi, la
comune rivendicazione di diritti, la comune difesa dei
propri interessi. Per questo è
davvero un bene che il Consiglio della chiesa valdese e
metodista di Venezia abbia
aderito e, con qualche componente, abbia partecipato
all’iniziativa.
Enrico Cerasi - Venezia
Indirizzo web
L’associazione «Il sassolino
bianco» (accoglienza ai ragazzi della Bielorussia, con
sede centrale a Firenze) comunica l’indirizzo del proprio sito web: http://www.
web-y. net/sassolino.bianco/
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi ai monti...
da dove mi verrà l'aiuto? Il mio
aiuto viene dall'Eterno
che ha fatto i cieli e la terra»
Salmo 121,1-2
Le famiglie dalla e Gay del
caro
Aldo Gay
Med. d’argento al VM
profondamente commosse per la
grande dimostrazione d’affetto
tributata al loro caro, nell’lmpossibilità di tarlo personalmente,
ringraziano di vero cuore tutti coloro che con preghiere, parole di
conforto, scritti, fiori e presenza
hanno preso parte al loro immenso dolore. Un particolare ringraziamento al past. Claudio Pasquet e al gruppo Ana di Luserna
San Giovanni.
Luserna Sah Giovanni
17 novembre 2000
RINGRAZIAMENTO
«lo ho pazientemente aspettato
l’Eterno, ed egli si è inclinato
a me e ha ascoltato il mio grido»
Salmo 40,1
Le sorelle e I familiari tutti della cara
Emma Mondon
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che con scritti, parole di
contorto, presenza e fiori hanno
preso parte al loro dolore.
Un grazie particolare alle
sìg.re Mariuccia e Donata, al
dott. Ghirardi, all’Ospedale valdese di Torre Pellice e al pastore Mazzarella.
Bobbio Pellice
16 novembre 2000
I necrologi si accettano entro le 9 del lunedì. Tel. 011655278-fax 657542.
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 17 NOVEMBRE 2000
■■ Riunita a Bruxelles il 3 e 4 novembre la Commissione chiesa e società della Kek
Le chiese di fronte alla globalizzazione deH'Europa
ANTONELLA VISINTIN
A nove mesi di distanza dal
precedente incontro, il 34 novembre si è riunito per la
seconda volta il gruppo di lavoro istituito dalla Kek a supporto dell’ufficio di Bruxelles
impegnato in azioni di lobby
sul Parlamento europeo cercando di combinare una puntuale risposta e proposta in
merito all’agenda dell’Unione
europea con l’ambizione di
introdurre nella stessa temi e
prospettive non previste. Fanno parte di questo gruppo
persone nominate da chiese o
da Federazioni di chiese protestanti e ortodosse d’Europa,
dell’Est e dell’Ovest.
La questione ambientale
Dopo un giro di informazioni su quanto le chiese nazionali stanno facendo in
merito all’ecologia e ai temi
socio-economici, sono stati
discussi i documenti prodotti dai sottogruppi tematici relativamente all’ecologia, all’Europa sociale e alle economie in transizione. Ciò con
particolare riferimento alla
prossima presidenza della Ue
che spetta alla Svezia, in occasione della quale il Consiglio delle chiese svedesi il
prossimo 28 novembre intende incontrare il vice primo
ministro. Due le indicazioni
di programma della presidenza: l’integrazione della
questione ambientale nelle
politiche di settore - Goeteborg, giugno 2001, a completamento del processo avviato
a Rio nel 1992 - e lo sviluppo
eco-sociale sostenibile. Accanto a questi temi, che comprendono fra gli altri il cambiamento del clima, le politiche nel settore chimico e gli
organismi geneticamente
modificati, le chiese svedesi
intendono proporre l’allargamento della Ue e le relazioni
con i paesi in via di sviluppo,
cioè con il Sud del mondo.
Viene da domandarsi quale
rapporto vi sia fra la produzione di carta e di parole che
evocano una cultura dei diritti e della solidarietà e la
pratica della stessa Unione
che sembra aver assunto in
pieno il paradigma liberista,
passando da un federalismo
solidale in cui eguaglianza e
giustizia vengono attuati attraverso trasferimenti di risorse, ad un clima di competizione tra stati, paladini di
interessi economici nazionali
nell’agone della globalizzazione. Qual è il mix tra flessibilità e sicurezza?
* Ne critica la crescente rigidità teologica
Jimmy Carter abbandona
la Convenzione battista
Il castello di Bratislava, capitale della Slovacchia
della sussidiarietà in economia e tessuto connettivo di
società sfilacciate dalla flessibilità e dal pretariato, gli
interessi dei popoli sembrano affidati di nuovo a una
polverizzazione di soggetti
generosi nella resistenza ma
fragili nel progetto. Fra di essi ci sono le chiese.
Non solo commercio
Per esempio i vescovi della
Chiesa luterana finlandese
nel marzo 1999 hanno redatto un documento a tesi in cui
dichiaravano che la vita non
è solo commercio, consumo
e mercati. Rendono umana la
vita il dare e ricevere doni, la
cura e il conforto, giocare e
gioire della compagnia di altri e altre. 11 mercato non è
una forza senza volto, è fatto
di persone le cui decisioni incidono sull’economia. Tutti i
mercati hanno una propria
moralità e con essa è necessario fare i conti. Regolare la
competizione richiede trasparenza e informazione per
i consumatori, e sanzioni a
quei paesi che consentono
violazioni dei diritti umani e
della dignità del lavoro. È opportuno scoraggiare la finanza speculativa attraverso una
tassazione delle transtizioni.
Il modello sociale scandinavo va protetto dai venti del
liberismo in termini di sradicamento della povertà, uguaglianza dei redditi, sicurezza
indipendentemente dal reddito e dalla posizione nella
società. La responsabilità ultima della giustizia sociale
spetta ai governi. È necessario quindi proseguire l’impegno della denuncia mantenendo saldi gli orizzonti di
senso che spesso le persone
più giovani non hanno più
per una cesura della memoria, e unendosi a nuovi compagni di strada mentre i vecchi, al potere, ripetono la storia di sempre. L’appuntamento per la prossima riunione è fra circa un anno.
Chiedono l'abrogazione di un decreto sull'ordine pubblico
I cristiani di Hong Kong impegnati
in una campagna di disubbidienza civile
L'allargamento della Ue
In questo quadro l’allargamento della Ue diventa paradigmatico. Interessanti mercati del lavoro a basso costo,
riserve di materie prime, territorio di caccia delle imprese
occidentali: i Paesi dell’Est
servono di più subalterni che
partner. Instabili politicamente e spesso affondati nei
debiti internazionali con il
Fondo monetario, con infrastrutture obsolete ed economie agrarie, essi vengono tenuti in ostaggio in attesa di
essere «promossi», mentre
elaborano lo shock del passaggio da economie pianificate fin nelle mura di casa a un
capitalismo aggressivo ed
escludente. Per questo, per
provare a capire meglio, vi
sarà il prossimo giugno a Budapest un convegno organizzato dal Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), dàlia Conferenza delle chiese europee
(Kek) e dalTAlleartza riformata mondiale sulla globalizzaT
zione dei paesi dell’Est.
Accanto a questo piano
dei valori c’è quello della
rappresentanza e deU’efficacia. Disintegrati i sint^cati
dalla scelta di politiche concertative e opzionato il temi
settore a diventare simbolo
Diverse organizzazioni protestanti e cattoliche romane
di Hong Kong hanno chiesto
alle autorità di emendare un
decreto sull’ordine pubblico
(Poo) che, a loro parere, viola
la libertà di espressione. I cristiani sono intenzionati a portare avanti una campagna di
disubbidienza civile nei prossimi mesi per fare abrogare la
legge. Dal 1997, da quando
Hong Kong è diventata una
Regione ad amministrazione
speciale (Rsas) della Cina, la
libertà di espressione è diventata un problema estremamente delicato.
«Bisogna emendare immediatamente la Poo», afferma
la dichiarazione resa nota il
18 ottobre scorso da un quotidiano di Hong Kong, firmata
da 25 organizzazioni religiose.
«Fondandoci sulla convinzione che Dio dà a tutti la libertà
di espressione (...) che non ha
bisogno di essere approvata
dai governi, riteniamo che la
Poo restringa la libertà di
espressione. Esortiamo il governo ad emendarla», sottolinea la dichiarazione.
Nel settembre scorso, il governo della Rsas ha arrestato
cinque leader del movimento
studentesco che avevano
preso parte, il 20 aprile, a una
manifestazione non autorizzata di una cinquantina di
studenti che protestavano
contro il progetto di aumentare le spese scolastiche. In
agosto, la polizia ha arrestato
16 persone che a giugno avevano partecipato a una manifestazione di 1.200 persone
che chiedevano il diritto per i
cinesi del continente di rimanere a Hong Kong.
Per il governo della Rsas, le
maniféstazionl di aprile e giugno erano illegali in quanto
violavano la legge sull’ordine
pubblico che esige che gli organizzatori informino la poli
zia sette giorni prima della
manifestazione. La polizia
può respingere la loro richiesta se ritiene che la manifestazione possa turbare l’ordine
pubblico. Ma gli oppositori
affermano che la polizia ha
abusato del proprio potere
usando gas lacrimogeni e picchiando manifestanti durante
la manifestazione di giugno.
Nella loro dichiarazione del
18 ottobre, le organizzazioni
religiose precisano: «Siamo
un gruppo di cristiani di Hong
Kong. Fondandoci sull’insegnamento del Cristo e in
quanto cittadini, protestiamo
contro l’arresto di manifestanti, fatto in modo selettivo.
Esortiamo il governo a non
perseguire i manifestanti che
hanno partecipato al raduno
pacifico del 25 giugno».
Circa 200 persone hanno
sottoscritto la dichiarazione;
fra queste uomini di chiesa,
protestanti e cattolici, come il
responsabile cattolico Joseph
Zen Ze-kiun, coadiutore, e Lo
Lung-Kwong, membro del
comitato esecutivo del Consiglio cristiano di Hong Kong,
che rappresenta le chiese
protestanti. Rose Wu, direttrice dell’Istituto dristiano di
Hong Kong, che è all’origine
della dichiarazione, ritiene
che «la Poo è contraria alla
fede cristiana secondo cui
ognuno deve essere rispettato. D’altra parte, è phiaro che
la polizia ha abusato del proprio potere e ha maltrattato i
manifestanti durante il loro
arresto. La comunità cristiana è nell’insieme favorevole
alla nostra azione. Molti ci
hanno telefonato per esprimere il loro sostegnq». Nelle
prossime settimane, l’Istituto
organizzerà seminari e corsi
sulla disubbidienza civile.
Mary Yùen, segretaria esecutiva della Commissione
«giustizia e pace» della diocesi
cattolica di Hong Kong, ha
spiegato: «Porteremo avanti la
campagna contro la Poo». Alcuni però hanno espresso il
loro appoggio alla legge, sot
tolineando che essa è un pe;
gno di stabilità, e hanno ricordato che molte altre città hanno leggi più severe riguardo
alle manifestazioni pubbliche.
La legislazione di Hong Kong
è stata introdotta dal governo
coloniale britannico alla fine
degli Anni 60; nel ’95, prima
della retrocessione, sono state
emendate le clausole più dure. Tali cambiamenti furono
accolti favorevolmente dai
democratici. Ma dal ’97, il governo della Rsas ha proceduto a nuovi emendamenti e ha
dato alla polizia poteri più
estesi per controllare le manifestazioni. Secondo cifre
del 1999, su sette milioni di
abitanti, Hong Kong conta
circa 716.000 cristiani, di cui
345.000 protestanti e 371.000
cattolici romani. (eni)
La Convenzione battista
del Sud (Sbc), la più grande
chiesa protestante degli Stati
Uniti, è oggi lacerata da un
conflitto interno dopo che
uno dei suoi membri più famosi, l’ex presidente Jimmy
Carter, ha deciso di lasciarla.
Il 30 ottobre scorso, i battisti del Sud del Texas hanno
deciso di ritirare la maggior
parte dei fondi che versavano alla sede centrale della
chiesa a Nashville (Tennessee) e a sei Facoltà di teologia battista. Come Jimmy
Carter, i membri di chiesa
texani intendono protestare
contro le iniziative sempre
più conservatrici della Sbc in
questi ultimi anni, tra cui le
dichiarazioni che invitano le
donne sposate a «sottomettersi con grazia» al proprio
marito e che vietano Tordinazione di donne pastori. Da
quando, a metà del XIX secolo, i battisti del Nord e del
Sud si separarono a causa di
divergenze sul problema della schiavitù, la Sbc non aveva
conosciuto simili difficoltà,
ha dichiarato Bill Léonard,
storico battista e decano dell’Istituto di teologia dell’Università Wake Forest nella Carolina del Nord.
Ma è stata la dichiarazione
pubblica di Jimmy Carter a
focalizzare l’attenzione. Per
Bill Léonard, questa dichiarazione è «un simbolo molto
forte, segno di una frammentazione che si avvia verso lo
scisma». Jimmy Carter «rappresenta la tradizione di quegli antichi monitori di scuola
domenicale: è stato presidente solo per quattro anni, ma è
stato monitore per 50 anni».
Quando si è presentato alla
presidenza degli Usa nel
1976, la franchezza di Carter
circa la propria appartenenza
evangelica ha favorito l’apertura di una nuova era di influenza politica per i cristiani
evangelici. Ma nel corso di
interviste concesse alla fine
dello scorso ottobre e in una
lettera aperta inviata a 75.000
battisti il 19 ottobre Jimmy
Carter, mettendo in causa «la
crescente rigidità teologica»
della Sbc, ha annunciato che
rompeva i legami con i battisti del Sud.
«Sono stato deluso e mi sono sentito escluso dopo Ta-'
dozione di linee e di principi
sempre più rigidi, in particolare di alcune clausole che
scuotono le fondamenta della mia fede cristiana - scrive
Carter -. Finalmente ho deciso che dopo 65 anni non posso più essere socio della Convenzione battista del Sud».
L’ex presidente ha dichiarato
di esprimersi in quanto laico
battista che, come milioni di
altri, è stato «profondamente
rattristato dalle divisioni
spiacevoli e controproducenti» verificatesi nella chiesa.
Ha tuttavia precisato di non
essere stato coinvolto nella
«lotta politica» per il controllo della chiesa e che non aveva «nessuna voglia di farlo».
Carter ha detto di essere
intenzionato a continuare a i
servire come diacono e a insegnare alla scuola donieni- '
cale nella sua chiesa battista
in Georgia, nonché di sostenere la cooperativa Baptist,
Fellowship, un gruppo battt ’
sta moderato. L’ex presidente
ha rivelato che insieme a sua
moglie Rosalynn ha cercato
di trovare altri battisti tradizionali che condividevano le
stesse idee sulla separazione
tra chiesa e stato, sulla libertà
della stampa religiosa,'sulla
uguaglianza delle donne.
In un’intervista rilasciata a
Baptist Press, agenzia della
Convenzione battista. Carter
ha detto di disapprovare fortemente le dichiarazioni della Convenzione che condannano l’omosessualità. «Senna persona (omosessuale) sa
manifestare l’essenza del cristianesimo, non ho alcuna
obiezione da fare sulla sua
eventuale ordinazione. Certo
l’omosessualità è un peccato,
ma anche l’adulterio lo è.
Quando qualcuno non dà il
10% dei propri guadagni alla
chiesa, è un peccato. Siamo
peccatori tutti i giorni. E
l’adulterio è un peccato più
grave delTomosessualità. Gli
omosessuali hanno il diritto
di proclamare di essere cristiani, di accettare il Cristo
come Salvatore, e vederli pregare a mio fianco non mi pone alcun problema Gesù non
ha mai detto che gli omosessuali dovevano essere condannati. Quando la Convenzione battista del Sud ha cominciato a fare l'equazione
tra omosessualità e peccato,
non ero d’accordo. Oggi, il
bersaglio si è spostato e si
parla della sottomissione delle donne».
L'annuncio di Jimmy Carter è stato accolto senza sorpresa dai responsabili della
Convenzione, ma uno di loro,
il presidente della Facoltà di
teologia R. Albert Mohler, gli
ha rimproverato di avere fatto una «manovra pubblicitaria» allo scopo di influenzare
i battisti del Texas nella votazione sulle finanze. In un articolo pubblicato il 29 ottobre
scorso sull'Atlantii JouTUdi
Constitution, Albert Mohler
ha sottolineato che l’ex presidente, di cui loda l’azione
umanitaria, già da tempo si
era allontanato dalla Convenzione: «Il fatto che egli
denunci ad alta voce la Sbc e
una manovra pubblicitaria
postpresidenziale - ha dichiarato -, apparentemente
destinata ad appoggiare la
Convenzione generale batosta del Texas e la sua rottura
con il programma di cooperazione della Convenzione
battista del Sud».
Lettera della chiesa locale al nuovo presidente jugoslavo
Gli avventisti serbi scrivono a Kostunica
■‘iti
A seguito della rivoluzione popolare in Jugoslavia all’inizio dello scorso ottobre, una
lettera di congratulazioni e di appoggio è stata inviata al neopresidente eletto, Vojislav Kostunica, da parte del presidente della Chiesa
cristiana awentista del 7° giorno della regione del Sud-Est europeo, RadisaAntic.
«Desideriamo congratularci con Lei per il
Suo mandato come Presidente della Jugoslavia e invochiamo le benedizioni di Dio per il
Suo nuovo incaricò», ha scritto Antic nella sua
lettera datata martedì 10 ottobre 2000. «Vogliàmo assicurarLe che ì membri della Chiesa
cristiana awentistà del ?® giorno continueranno, come dice là Bibbia, a pregare per Lei e
per il Suo governo affinché possa avere successo nel portare la pace e la prosperità a tutti
gli abitanti del nostro paese».
Commentando il cambiamentó a livello pre
sidenziale, Antic dice: «Siamo felici di veder
che il nostro nuovo presidente è un credem ■
che ha fede in Dio e che usa la Bibbia “
se per i valori della democrazia, per la |
per il diritto di scelta del proprio credo e hio^v
fia di vita. Preghiamo perché la pace venga
nostro paese. L’economia del paese è in conw
zioni precarie, dopo quasi dieci anni di sanzi ,
ni e di isolamento dal resto del mondo. U n i
stra chiesa ha affrontato delle vere sfide n j
provvedere ai bisogni primari come cibo e v
stiario per i membri« per fioro vicini di
durante questi anni difficili»
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