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ECO
DELLE miXI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 11
Una copia Lira 30
ABBONAMENTI
/ Eco: L. 1.300 per rinterno 1 Eco e La Luce: L. 2.000 per l’interno | Spediz. abb. poatale - I Gmppo
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TORRE PELLICE — i7 Marzo 1961
Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2.17557
liv FRANCIA E NEGLI STATI UNITI
Si discute il controllo delle nascite
Al principio di marzo sono stati pubblicati due documenti ecclesiastici
di notevole valore sul problema della limitazione delle nascite.
H primo è una dichiarazione dell’Assemblea dei Cardinali ed Arcivescovi di Francia, riunita a Parigi. Nel darne notizia su La Stampa (7 marzo)
S. Volta scriveva che essa « segna un progresso decisivo sulla posizione che
la Chiesa aveva mantenuto finora in materia di limitazione delle nascite.
I prelati non hanno soltanto ammesso, se non proprio il controllo, almeno
il regolamento delle nascite, ma hanno anche inquadrato per la prima volta
il problema in un panorama sociale
che tiene conto delle esigenze umane più che dei rigori dogmatici ».
Non poteva non rispondere L’Osservatore Romano, che il 9-3 riportava
il testo della dichiarazione intitolando : «La limitazione delle nascite.
Una pericolosa propaganda » ed il
giorno seguente pubblicava un ampio
corsivo in (mi il direttore, R. Manzini,
scrive; u 11 parlare, com’è accaduto a taluni foisli, di ’’una poisizione più aperta”,
’’sensibile alla realtà dei tempi” prosa dai
Vescovi francesi e che finalmente si renderebbe accessibile alla coacienza moderna, condanna che la dottrina integrale
della Chiesa nella sua armonia e ccwnpletezza non è veramente e adeguatamente
cono-sciuta come dovrebbe esaere. Privo
di senso è poi voler scoprire un contrasto iijJ la parola delle Gerarchie francesi
con ’’quanto non abbiano fatto finora le
Gerarchie vaticane”. Non Ita senso perchè
i Vescovi francesi oltre a riassumere e rispecchiare insegnamenti specifici di Encicliche moderne — ad esempio la ’’Casti
connubii” di Pio XI — echeggiano molti
altri insegnamenti, specie quelli di Sua
Santità Pio XII... ».
Jja realtà, una volta ancora, sembra stare nel mezzo : è vero che fl movènte della
dichiarazione è la condanna della campa*
gna a favore delle pratiche anti-fecondativc, ma viene anche esplicitamente condannala ogni propaganda dcimoigrafica e si
afferma che « la Chiesa è molto sensibile
alle difficoltà e ai gravami che rappresenta per le famiglie la moltiplicazione delle
nascite ravvicinate, come lo è ai problemi sollevati nelle diverse nazioni dall’accrescimento rapido della popolazione » : è vero che sono ribaditi i principi
dogmatici già noli — e («rio la dogmatica cattolica degna di tal nome, pur insistendo sulla procreazione come elemento
essenziale del matrñnonio, non ha mai
fatto di questo un’arida fabbrica di bambini —, ma è anche sottolineato (e la
sottolineatura è nuova) che « la Chiesa
non è ’’natalista” a qualunque costo. Per
aiutare gli sposi ad adempiere la loro
missione e a raggitmigere il fine primario
del matrimonio, il quale è non soltanto
la proixeazione ma l’educazione dei figli,
la Oliiesa fa appello alla ragione, al dovere e alla coscienza, al vero amore, alla
generosità nel donare la vita, alla responsabilità dei genitori per decidere davanti
a Dio del numero dei figlioli che essi saranno in grado di far crescere»; è vero
che vengono « condannati tulli gli espedienti che, mercè procedimenti anticoncezionali o prodotti che provocano la sterilità, abbiano per fine di ostacolare artificialmente la nascita dei figli » e che si
auspica la soluzione attraverso altri mezzi, quali « uno sfruttamento più razionale
delle superfici coltivabili e delle ricchezze del suolo » e « una migliore solidarietà economica instamata fra i popoli »,
ma i vescovi gallicani affermano pure che
<( il prospettare un ’’regolamento delle
nascite” secondo i melodi che la scienza
progressivamente arricchisce di maggiore
preciksione, implica la soltomisisione cosciente degli spo-si ad una regola superiore di m-oralità nelle manifestazioni dell’amore umano. Un tale regolamento presuppone una padronanza di sè pazientemente perseguita ed un libero dominio
degli istinti »: viene quindi auspicata la
soluzione deU’astinenza.
Per (pianto, dunque, i principi dogmatici non siano scossi, c’è indubbiamente
uno spostamento d’accento che è stato
giustamente sottolineato, anche se il « gO'
vernativo »-curiale Osservatore Romano
non poteva certo avvallare questa piccola
impennata gallicana.
anni diversi organismi protestanti avevano preso posizione in favore dei mezzi
anticoncezio nali.
Oaservando che in molti Stati (negli
USA gli Stati del Connecticut e del Massacliuse's dove la forte Influenza cattolica
sostiene legislazioni simili a quella italiana, sulla cui costituzionalità la Corte suprema americana deve in questi giorni
pronunciarsi si limita la diffusione ddrinforiiiazione sul controllo delle nascite,
la dichiarazione sottolinea che un’interdizione di legge in questo campo viola di
fatto la libertà civUe e religiosa di tutti
i cittadini. Aggiunge che il governo americano e le imprese private hanno il dovere di aiutare anche i cittadini di altri
paesi, quando questi lo domandino, con
misure tendenti a limitare Taccirescitnento
demografico e a estendere il controllo delle nascite.
Nel preambolo, il comitato centrale fa
notare che ogni Chiesa-membro è libera
di dissociarsi da un’azione del Consiglio.
Nel caso presente, mentre varie Chiese
hanno già formalmente espresso un parere conforme alla diiohiarazione, (( differenze di convinzione impongono alle Chiese
ortodosse una a,stensione nel voto (la mistica ortodossa inclina fortemente all’astinenza coniugale). 11 Consiglio offre la possibilità di (( proseguire, in piena libertà cristiana, lo studio delle implisazioni della
fedé" (risfiàiii per'là reitponsabilità nel
matrimonio e noUa procreazione ».
La dichiarazione ricorda la visione riformata del matrimonio, secondo cui la
procreazione dei figli è solo uno“ degli
scopi del matrimonio cristiano, e nota che
almeno quattro fattori devono esser tenuti
presenti dai genitori ; il diritto dei figli
già nati quanto di quelli futuri di essere
desiderati, amati, curati, educati; la probabilità di una vita sana per il figlio; la
salute e il benessere della spoisa-madre ;
la situazione della società in cui i genitori e la prole si trovano. « I cristiani sono d’accordo che la limiUzìone delle nascite può giustifi-carsi in certe condizioni,
ma può variare secondo le circo.stanze e i
metodi ». « Le Chiese protestanti consi
derano moralmente giustificati i mezzi anticoncezionali e la continenza periodica
per motivi validi. Considerano die gli
sposi sono liberi, secondo la loro coscienza, di servirsi dei doni della scienza per
il controllo delle nascile, tuttavia con la
riserva che tali mezzi siano mutualniente
accettati e non siano di pregiudizio alla
salute ».
Impli'cilamente i rappresentanti protestanti affermano quindi che il controllo
naturale basato suU’aslinenza nei giorni
fecondi (secondo quel metodo OginoKnaus riconosciuto anche dalla morale
(attolica) non è moralmente superiore a
nielodi artificiali di controllo, prodotti
dalla medicina.
Se qualcuno si chiedesse perchè mai ci
si préoccupa tanto di questo problema,
ricorderemo senplicemente che la popolazione mondiale aumenta attualmente di 45
milioni di unità all’anno (cioè 120.000 al
giorno); nel 1930 gli uomini erano 2 miliardi, alla fine del secolo saranno 7 miliardi. E questa esplosione demografica
non è propria solo ai popoli sottosviluppati; citiamo due estremi, l'India e gli
S. U. In India la popolazione era nel 1951
di 372 milioni e nel 1961 è già salila a
431 milioni fnon si tratta solo dei, pur gravissimi, problemi deU’alimentazione ; in
India, ad esempio, fra 4 anni ci vorranno
scuole e insegnanti per 60 milioni di ragazzi fra i 6 e gli 11 anni, e se pensiamo
alla gravità del problema scolastico in un
paese relativainenle progredito come il
nostro, quelle cifre fanno fremere). Negli
S. U. ci sono oggi 40 milioni di americani
più di quanti ce ne fossero nel 1945 e un
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Il secondo documento cui abbiamo accennalo è la presa di posizione del comitato centrale del Consiglio nazionale delle Chiese negli S. U. riunito a Syracuse
nello Stato di New York : esso ha approvato all’unanimità degli 83 volanti (mIvo
l’astensione di quattro rappresentanti or
lodossi) una dichiarazione in cui approva
Tnlilizzazione di mezzi anticoncezionali
in vista della limitazione delle nascile- E
la prima volta die il Consiglio — che riunisce 25 denominazioni protestanii e 8 comunioni ortodosse, rappresentanti oltre 40
milioni di fedeli — si pronuncia su tale
questione, mentre nel corso degli ultimi
aumento di altri 30 milioni è previsto en
tro gli anni « sessanta » : in 25 anni da 145
a 215 milioni!
A questo problema Giorgio Bouchard
aveva dedicato, sul n® 2/1960 della rivista
Protestantesimo, un’ampia e avvertita rassegna: «Il problema della pianificazione
familiare nel quadro dell’esplosione demo
grafica contemporanea », in cui, dopo avere esposto gli sconcertanti dati del problema, presentava la « chiusura cattolicoromana », la presa di posizione anglicana
(Lambeth 1958) e il rapporto Mansfield di
una commissione ecumenica, poi accettato
la «corsa estate dal Comitato centrale del
C.E.C. Raccomandiamo vivamente la lettura di quella rassegna, che varrebbe la
pena di essere aggiornata.
Un sajuio
riconoscenie
I
Ritornali a Roma alla Facoltà e ripreso
il nostro studio con drdore rinnovato, il
nostro grato ricordo giànga fino a voi tutti, Comunità e Pastori delle Valli, che con
tanto amore cl avete (¿scolti durante la nostra, purtroppo hrevel ^ visita di fine febbraio.
Vogliamo ancora far^tìi sapere guanto è
stata utile per noi gu^ta visita. Essa ha
ayntribuito a cementf^e maggiormente il
legame interno fra noi studenti e quello
tra noi e le comunità delle Valli. Abbiamo
potuto inoltre riconoscere, aUraverso le
Öftere «/Hirne confondìbili e pur ciononostante rilevanti, la fedé viva ed operante
nelle comunità valdesi. I (miti di domenica
26, il (^mune ascolto della Parola di Dio,
gli incontri ricchi di benedizioni nella comunione fraterna, i cohiatti umani creatisi
nei gruppi giovanili e negli istituti, la feconda conversazione ad Agape sul ministero della Chiesa oggi, i vecchi amici reincontrati ed i nuovi arrtici fatti, e tanti altri grandi e piccoli eventi di quei giorni,
Mtranno sempre presenti alla nostra mefite € nel nostro cuore come doni che Dio
ci ha voluto dare nella sua bontà.
!l nostro ringraziamento va quindi fino
a lui attraverso voi è la nostra speranza
è che in un prossimo futuro questa visita
si possa ripetere in modo che tutti gli studenti in teologia, prima di uscire dalla
Facoltà, abbiano avuto un qualche contatto
con le comunità delle Valli.
Gli Studenti in Teologia
DOMENICA 12 MARZO AD AGAPE
Catecumeni a cnnvegnn
Domenica 12 marzo < irca 150 Catecumen di IV anno si sono riuniti per una giornata di studio e di comunione fraterna ad
.Agape, provenienti da tutte le Parrocchie
delle Valli.
Una novità è stata rappresentata questo
anno da una inchiesta fatta presso : giovani cin-a il loro lavoro attuale e le loro intenzioni per il futuro. Appena scesi dai
piilliiiann ; ragazzi hanno ricevuto un formulario con pregliiera di riempirlo prima
dell’ora del cullo. E’ stato molto simpatica
vedere con quale serietà C rapidità ’1 lavoro è stato fatto, sulla stessa piazza di
Ghigo, adoperando co(me appoggi i cofani
e i tetti delle macchine parcheggiate!
Un breve intervaUo sulla neve, sufficenle tuttavia per raggiungere il pian delTAlpet in seggiovia e poi il culto con la Comunità di Frali e un campo tedesco di
Agape. 11 culto è stalo presieduto dal Pastore Aldo Comba che ha predicato sul testi» del lezionar'o: Matteo 20: 17-28.
Il programma del pomeriggio è" iniziato
con una introduzione del Past. Giorgio
Tourn ohe ha illustrato l’argomento del
giorno; la nostra vocazione cristiana sul.
lavoro. In un momento in cui le relazioni
fra Valdesi e non Valdesi, credenti ed in
differenti sono diventate così normali eil
in cui il lavoro e lo studio ci mettono sempre maggiormente in contatto con ambien
In sciopero gli operai
degli stabilimenti Mazzonis
Negli stabilimenti ” Mazzonis ” di Torre Pellice e di Luserna San Giovarmi sono
in corso degli scioperi, a giorni alterati.
La situazione degli opemi è assai .simile a
quella degli operai dei Cotonifici Val di
Susa, nei quali gli scytperi si sono uUimamentè trascinati tristemente, con tutto il
loro carico di necessità e di rancori, per
quasi cinque mesi. Come avevamo espresso
la nostra solidarietà ai primi, così la rinnoviamo ora agli operai della Val Pellice,
le cui richieste ci sembrano eque — e a
cui ci permettiamo solo di ricordare (almeno a quelli fra loro per cui la fede non
è roba di sagrestia ma varca con loro i
cancelli della fabbrica), con umile fraternità. che è possibile resistere senza odiare
e serbar rancore: questa è anzi la testimonianza che il Signore attende da loro in
quanto cristiani.
Ci ha fatto dispiacere di leggere sul
” Pellice ” una presa di posizione diversa
dalla nostra, e che non possiamo accettare,
anche se è fuori discussione la stima riconoscente di tanti e tanti per l aiuto com
prensivo e fattivo trovato in molteplici occasioni nella persomi del prof. A. Jalla,
direuore del ” Pellice ”. In un certo senso, la tensione fra riconoscenza e opposizione è simbolica dello sviluppo delVattuale situazione operaia: pur non volendo scordare — àlmenATmoltL ~ gU mi di comprensione e di beneficenza (che anche il
cav. Mazzonis, lo sappiamo, ha compiuto
nel silenzio), i lavoratori affermano di non
volere beneficenza, ma quanto spetta loro
secondo il diritto. Queste rivendicazioni
pongono poi in questione tutto un modo
di considerare, da parte padronale, un’azienda, e di dirigerla: chi è a capo ha la
temibile e poco invidiabile ma inevitabile
responsabilità di non lasciarsi sopraffare
dalla corsa del tempo.
Auguriamo molto vivamente che un accordo possa essere presto trovato; anche se
un compromesso come quello che ha concluso le agitazioni dei CVS non è che una
pezza che copre per poco i problemi di
fondo.
li diversi da quello tradizionale contadino
e valdese delle nostre Valli è necessario riconoscere la vocazio-ne di testimoniare di
Gesù Cristo anche sul nostro lavoro. Il Pastore Tourn indica due modi possibili di
rendere questa testimonianza: parlare della
nostra fede in Cristo a quanti incontriamo
in questo ambiente, test’anoniare di Gesù
pe».' mezzo della serietà e dell impegno del
nostro lavoro stesso, resistendo alla tentazione di seguire l’andazzo generale.
Poi divis’ in 15 gruppi i giovani hanno
discusso per ire quarti d’ora le domande
presentale loro su questo argomento. La
sintesi delle risposte dei vari gruppi ed
una pr'ina valutazione delle schede della
inchiesta sono state curale dal Past. Davite
che ha ceicato di precisare e soprattutto di
rendere coscienti i giovani del significato
delle risposte e dell’impegno da essi accettalo in vista di una efficace testimonianza
resa a Gesù Gristo sul proprio lavoro.
Una lazza di thè, offerta da Agape, alcuni giochi, dei canti ed una esecuzione
dei « tronibellieri » di Villar Pellice, che
g‘à avevano collaboralo al culto del mattino, hanno chiuso questo simpatico incc-nlro.
Non vorreinino terminare la nostra relazione senza notare alcuni aspetti che ci sono sembrati molto posTivi di questa giornata : Prima di tutto questa nuova « infornata » di catecumeni ci ha dato l’impressione di una notevole serietà, sia nello slancio con cui ha risposto alTinchiesta, sia
nel modo con cui i quindici capifamiglia
hanno diretto le discussioni di gruppo, pur
non avendo alcuna esperienza in materia ed
essendo S'pesso dei ragazzi ohe non hanno
continuato gli studi, sia ancora per come
sono stati seguiti da tutti i vari lavori della giornata. Un altro elemeiilo che ci ha
fatto molto piacere trovare in questa giornata è il senso di puntualità che Tha caratterizzata e che ha sorpreso perfino Torganìzzazionc di Aga'pe, non molto abituata
a trovaré qùèsla càratteristica nella gioventù latina.
Molte possibilità ci sono offerte nelle
nuove generazioni che si aggiungono alla
nostra Chiesa ed è nostra responsabilità di
(( vecchi » di non sottovalutarle, di non
trascurarle, ma di aiutare i nostri giovani
a riconoscerle e ad usarle alla gloria di Dio.
F. Davite
RICORDIAMO
Domenica 19 marzo
a Pinerolo
Convegno A. I. C. E.
L’Ambasciatore dell’Uruguay In visita alle Valli
Il ricevimento nella Sala del Consiglio Comunale di
Torre Pellice.
L’ambasciatore in mezzo ai membri della Corale
Valdese. (Foto A. Pellegrini
Lunedi polli, è giunto in visita alla Val
Pellice l’ambasciatore dell’Uruguay a Roma, avv. Julio Pone, accompagnalo dal
console uruguayano a Torino, doti. R. Calabi: la visita aveva lo scopo di pernietlece una presa di contatto con il luogo d origine di un notevole nucleo di « coloni »
uruguayani, da parte dell’avv. Pone che la
prossima settimana tornerà nella sua patria
a preparare la visita del presidente Groii•lii nella Repubblica rioplatcnse.
Giunti a Torre Pellice alle 16 con puntualità esemplare, gli ospiti sono stati accolli dal sindaco, prof. A. Armand Hugon
e dal prof. T. G. Ponis, i quali hanno fallo da ciceroni nella visita rapida ma molto
interessata al Museo e alla Casa Valdese;
nella Biblioteca era stala preparala una
piccola mostra di carte geografiehe e di
pubblicazioni valdesi uruguayane, che liaii110 vivamente interessalo l’ambaiscialore.
(he ha affermalo di conoscere le colonie
valdesi, specie nel dipartimento di Colonia. ina di essere anche molto lieto di po
ter d’ora in poi inquadrare assai meglio
l’origine di quei nuclei.
Una rapida corsa risalendo la Valle, fino a Villar e a Bobbio, accolli dai sindaci
(li questi comuni: e infine alle 18 v’è stalo nella Casa comunale di Torre Pellice
un ricevimento ufficiale, alla preserva delle autorità cittadine e dei sindaei di liilli i
Comuni deUa Valle, con la partecipazione
della Corale Valdese di Torre Pelliee.
AlTingresso degli ospiti nella Casa del
Comune sono risuonati gli inni nazionali
uruguayano e italiano; quindi nella Sala
del Consiglio, sulla cui parete spiccava la
bandiera bianca listata d’azzurro, con il
sole d’oro, della República Orientai del
Uruguay, il sindaco Annaud Hugon lia
porto il più cordiale benvenuto ufficiale,
ricordando brevemente il valore dell’apporto valdese nel costituirsi della repuhbliea sudamericana, che la rende a noi
Valdesi particolarmente vicina. L’awv.
Ponis ha risposto in un italiano che conservava iKilo alcune inflessioni spagnole.
cspriiiiendo la sua gioia nel conoscere la
piccola patria valdese, e assicurando che,
nella sua iiiiniinente visita in patria, porterà alle colonie valdesi il saluto della loro piccola patria d’origine, che gli aveva
riservalo una cosi cordiale accoglienza. Da
buon latino... il .suo saluto è stato particolarmente caldo quando 1 ha rivolto al
gruppo festoso di « valdesine » che aveva
di fronte; e la Corale Valdese, diretta dal
prof. F. Corsani, gli ha risposto cantando
per lui parecchie belle canzoni. Seguiva
iin ricco rinfresco.
Un vivo compiaoinienlo alle autorità
(•illadine e alla Corale per l’accoglienza
dignitosa e cordiale offerta all’osipile.
Torre Pellice ha avuto il suo piccolo
niomehto di passione per l’«autorità»... ;
non ingistificata dato che T«autorità» in
questione era una persona semplice e cordiale come si è mostrato Tavv. Pons, a
cui siamo grati della visita. Peccalo soltanto che essa non abbia potuto estendersi
anche alla Val Chisone e Germanasca.
2
PM- 2
L’ECO DELLE VALU VALDE»
- Î. V- ■
N. 11 — 17 marzo mi
(cniUo
GIOVEDÌ’ 9
Una nave-spaziale russa di Kg. 4.700,
con un cane a bordo, ruota aleune volte
attorno alla terra e atterra indenne in una
località prestabilita della Siberia, su radiocomando della base di lancio.
Harriman, Taambaeciatore volante» di
Kennedy, a colloquio con Grondii, Fanfani e Segni, dopo le visite a Londra, Parigi e Bonn. Gli S. U. riveleranno all’Italia
Eegreti nucleari per la comune difesa.
A Londra i capi dei 12 paesi del Comnionwealtli britannico si sono trovati d’accordo «un’opportunità che anche la Cina
comunista partecipi a qualsiasi nuovo negoziato est-ovest sul disarmo.
VENERDÌ’ 10
Nei colloqui ro-mani fra Harriman e il
nostro governo risulta raccordo per la politica atlantica e l’aiuto ai paesi sottosviluppati (l’Italia accentuerà quello già iniziato nel Mediterraneo e nell’America latina).
In una conferenza-stampa a Bonn Adenauer offre « contropart’te » (ma non rivela
quali) a Kruscev qualora venga accettato
un libero plebiscito nella Germania orientale.
Centomila insegnanti .scioperano in Francia, rivendicando non solo migliori stipendi ma maggior cura per la pubblica istruzione.
La Casbab di Algeri è in fermento per il
protrarsi apparentemente vano dei contatti
segreti fra il governo francese e quello algerino.
SABATO 11
Crisi al Consiglio provinciale di Milano;
la direzione DC di Roma decide la formazione di una giunta « di convergenza » (di
centro), dietro pressioni di Malagodi, che
in caso contrario aveva minacciato di dimettersi dalla segreteria del PLl, compromettendo l’ajjpoggio liberale al governo.
In contrasto con la direzione DC romana,
il Consiglio prov. milanese elegge il democristiano Casati presidente di una
giunta monocolore DC, con l’appoggio del
P8DI, l’astenjsione del PSI, contrari i liberali. Il segretario DC Moro ha invitato
l’aw. Casati a dimettersi (alcuni giorni or
sono era stato il socialdemocratico Lami
Starnuti che, eletto con l’appoggio dei comumisli, era stato invitato dalla segreteria
del suo partito a dimettersi).
Le trattative segrete franco-algerine risultano difficdli per la qnestioue del petrolio sahariano; Burghiba propone die
Francia, Algeria, Tunisia, Maroneo e Libia siano coDiproprietar! dell’immeusa zona.
Condannati a morte a Tallinn tre criminali nazisti, per i massacri in Estonia.
Alla conferenza congolese di Tananarive
i capi congolesi decidono la costituzione
di una federazione dì otto provineie autonome con una presidenza centrale (forse
a KaBavubu) ; non è escluso l’impiego della forza per piegare il « ribelle » Gizenga.
DOMENICA 12
Si traiscina la polemica per la Giunta
provinciale milanese ; si dà per certo die
il- DC Casati finirà per dimettersi ubbidendo aU’ordine delle segreteria DC, presa in ossequio agli accordi con Malagodi;
in tal caiso si imporrebbe una gestione
comnùssariale.
Nuovi attentati dinamitardi in Algeria.
Si inaugura a Verona la Fiera intemazionale dell’agricoltura.
Una manifèstazione neofascista per protestare contro la Giunta di centro-sinistra,
a Firenze, è sospesa per il rifiuto di cedere il cinema dove doveva tenersi; scontri
fra giovani missini e di sinistra, deplorazione del Consiglio comunale sulle manifeS'tazion' del deprecato neofascismo.
LUNEDI’ 13
L’aw. Ca,sati, eletto presidente della
Provincia di Milano, dopo un colloquio
col segretario DC Moro, annuncia che si
dimetterà quando la direzione centrale
avrà raggiunto un accordo per la « convergenza » (centro). I socialdemocratici dichiarano che il monocolore DC eletto è il
limite delle loro concessioni, i liberali
chiedono la giunta di convergenza o lo
scioglimento.
Kennedy c il sindaco di Berlino-O vest,
W. Brandt, candidato socialdemocratico
alla successione di Adenauer, a colloquio
alla Casa Bianca sulla questione di Berlino. A Bonn si dichiara che se Pankow
accetterà il plebiscito, verrà riconosciuto
il Partito comunista nella Germania occ.
Gli afro-asiatici del Commonwealth chiedono l’espulsione del Sud-Africa per la
sua politica di apartheid.
De GauUe e Ferhat Abba» hanno scelto
i plenipotenziari ohe si riuniranno nella
Alta Savoia per le trattative sulTAlgeria.
MARTEDÌ’ 14
Ai Consiglio provinciale milanese l'avv.
Casali dà le dimissioni dalla presidenza,
non ancora gli assessori DC.
Un milione di statali francesi in sciopero.
Alla conferenza londinese del Commonwealth il Canadá si unisce agli afroasiatici mentre Mac Millan si sforza di
evitare l’espulsioue del Sud-Africa.
MERCOLEDÌ’ 15
Si apre a Milano il 34® congresso del
PSI, che riunisce 600 delegali ; nei congresisi provinciali la corrente nenniana ha
avuto il 56% dei voti.
E’ stato aperto ad Algeri un Centro di
studi maghrebini, sostenuto da diverse
Chiese, e Missioni protestanti. Esso ha per
scopo la formazione e il perfeziorumiento
di quanti vogliono partecipare al servizio
cristiano nell’Africa del nord, ed essere
pure un luogo d’incontro fra musulmani e.
cristiani. Corsi d’arabo, storia dell’Islam
nell’Africa del nord, relazioni culturali fra
cristiani e musulmani, ecco i fini perseguiti da questo centro di studi.
SERVIZIO
Matteo 20: 20-28
Il motto che le chiese riformate hanno scelto lo scorso anno per la
loro assemblea in Brasile si ispirava ai nostri versetti: discepoli di un
Signore che serve. In quanto cristiani evangelici ci dichiariamo seguaci
di un maestro che ha insegnato a servire, ci dichiariamo discepoli di un
Salvatore che ha servito gli uomini. La nostra religione non consiste nel
venerare un Dio misterioso che ha creato l’universo ma nell’obbedire al
Cristo che ci ha insegnato a servire.
Gesù non è stato un potente riverito, un magnate dell’industria o
della finanza, un comandante di eserciti ma un umile lavoratore che ha
vissuto al servizio dei suoi simili. Ma quello che più sorprende in Lui
è il fatto che ha servito non perchè obbligato, contro voglia, suo malgrado ma liberamente, con cuore aperto. Di gente che serve gli altri, che
sta sotto gli altri è ancor pieno il mondo oggi ma è gente sfruttata, che
soffre nel suo lavoro perchè il suo lavoro non ha la dignità di un servizio. Gesù non è stato sfruttato perchè ha saputo dare la sua vita come
aiuto e consolazione al prossimo, ha dato non solo tutto il suo avere,
il suo tempo, la sua scienza, le sue conoscenze ma la sua vita.
Proprio per questo Gesù ha liberato molti dalla paura della morte,
ha riscattato molti dalla schiavitù dell’egoismo, dal dominio del male.
Essere discepoli suoi vuol dire essere gente pronta a servire i fratelli. Pronta a dare quanto ha, cullura, denaro, lavoro, tempo, per aiutare i fratelli. Pronta a dare quanto ha, cultura, denaro, lavoro, tempo,
per aiutare gli altri. Economicamente gli uomini sembrano avere molto
meno bisogno di un nostro servizio ma spiritualmente diventano ogni
giorno più bisognosi, più sconsolati, più stanchi. Questa stanchezza
viene dal fatto che ogni cosa è fatta anzitutto per noi, per il nostro utile
ed il nostro interesse. Nessuno sente più che la sua vita e perciò il suo
lavoro materiale ed intellettuale non è solo una fonte di guadagno ma
un’occasione di servire il prossimo. Ognuno di noi è indispensabile perchè il nostro servizio non può essere fatto da un altro.'
Discepoli di un Signore che serve: ecco i cristiani; ma gente che
servq non in modo fiacco, stancamente, perchè costretta ma che fa con
gioia e spontaneità il suo servizio.
Le nostre chiese devono diventare, se vogliono sopravvivere, scuole
di servizio; sono state un tempo scuole di pietà e di dottrina, ma nè la
pietà nè la dottrina vivificano ; lo Spirito solo è vita e lo Spirito di Gesù
è servizio paziente ed umile. Giorgio Tourn
ONl CONFEREMO DEL CflRDIIVIflLE A60STI1H0 BEA A TORIIVIO
Ecumenismo cattolico «ano
Gontlnna la intensa canipagna per t’eeumenismo in vista del prossimo Concilia
Dopo un certo numero di visite e di conferenze di personalità del mondo
cattolico-romano con interessi ecumenici, Torino ha avuto la visita del Cardinale Agostino Bea che ha tenuto una conferenza al teatro Alfieri dal titolo :
«Unione dei Cristiani: problemi, vie, prospettive».
La ccmferehza era di particolare interesse in quanto il Cardinale Bea, te
desco, è il Presidente del nuovo Segretariato i>er l’unione dei Cristiani.
La parte più piositiva della conferenza ci è parsa la ricerca di una base
teologica che giustifichi l’appellativo di « Fratelli separati » dato ai non cattolici romani. Questa base il Cardinale l’ha trovata nel Battesimo fatto in forma
trinitaria da tutti i cristiani per cui anche coloro che sono fuori della Chiesa
romana sono da considerarsi, in qualche modo, appartenenti alla Chiesa e
quindi fratelli. Il Cardinale ha appoggiato il suo pensiero su citazioni di
S AgO'Stino, Pio XII e Giovanni
XXIII.
Verso dei fratelli, ha aggiunto il
Cardinale, non si può avere altro ohe
sentimenti di carità.
L’altro momento importante della
conferenza ( e questo, a mio parere,
assai negativo) è consistito nel chiarificare che non si può parlare di vera unità fra Cristiani se non di ima
unità nella Chiesa, in quella Chiesa
nella quale la verità è piena, i sacramenti rettamente amministrati e Cristo presente per mezzo del suo Vicario, il Vescovo di Roma e successore
di S. Pietro.
POSITIVO
En janvier dernier, a été inaugurée
à Forbach (Alsace) une bibliothèque
publique, bibliothèque d’inspiration
plutôt catholique. Le curé avait été
invité, mais aussi le pasteur protestant. Au milieu de la salle, sur un pupitre, une Bible était ouverte: c’était une Bible protestante. Aucun incident, une entente parfaite. Curé et
Pasteur se sont serré la main
amicalement. C’est tout.
très
FIGURE DI STORIA VALDESE
presentate dai nostri ragazzi
Le tre migliori risposte al nostro concorso
Il tema proposto agli alunni delle Scuole domenicali era: « Raccontate la vita del
personaggio di storia valdese che vi ha
maggiormente interessato ».
n saggio più personale è .stato queUo di
Renato Ribet (S. Germano), ohe ha scelto
la figura di Gianavello : Risalendo l’angusta valle della Cuserrui nelle Valli Valdesi
Piemontesi, .nel punto in cui essa diviene
più profonda ed oscura, .si vede sboccare a
destra un vallone che penetra ripido te tortuoso nelle montagne. E’ la comba della
Gianavella, satura nel bosco dell’ombra
ariosa dei castagni, nell’alto coperta dai
faggi fino alla cresta: la co.sta sinistra è
pietrosa, irta di roccìoni nascosti sotto la
fitta iboscaglia; il pendio di destra, rivolto
al mezzogiorno è ]hù aperto e ridente, ai
fasci maestosi di castagni, s’alternano sul
ripido declivo, prati, campi e vigne, sapientemente disposti a scalinata.
Qui a mezza costa, s’affacciano, l’una sull’altra, due rustiche casette; più in basso la
Gianavella Inferiore, sopra, sul ciglio che
limita il vallone, la Gianavella Superiore,
la casa ove, nel 1617, nacque Giosuè Giànavello, il popolare eroe valdese. L’intorno è tutto chiuso dai monti: le Rumelle,
il costone dei Banditi, la Bocca Nera e la
Rocca Baudet. Fra quei gravi monti, nel
gran silenzio agreste sale la voce cupa ed
uguale del torrente.
In questo suggestivo quadro visse la Isua
prima ^giovinezza Gianavello. La vita della
famiglia Gianavello era modesta, \e Giosuè
crebbe nel rispetto ed in una profonda
fede.
Per comprendere gli avvenimenti in cui
Giosuè fu tragicamente coinvolto, è necessario considerare, le ragioni. Allora, come
pure adesso, non si voleva tollerare che in
uno .stato cattolico, com’era il ducato di
Savoia, esistesse urm popolazione, come
quella 'Valdese, che, fosse di religione diversa, condannata dalla chiesa ufficiale come eretica. Allora i valdesi temevano per
la loro libertà politico-religiosa. In questo
ambiente ansioso e tormentato, si sviluppò
la giovinezza di Gianavello e fu per lui un
vigoro.so mezzo di educazione morale, serve,ndo ad approfondire sempre più le sue
giù solide busi religiose.
Nel 1650 venne ordine, dal duca di casa
Savoia, di abbandonare la terra ed andare
in esilio oppure abiurare, cioè tradire Dio.
Anche a questa imposizione i Valdesi non
si mossero.
Allora le truppe ducali montarono alVas.snlto. rna furono arrestale da sette persone di bui qualcuno ancora ragazzo. Quel
pugno d’uomini era comandato da un agricoltore, da un uomo che voleva sì difendere la .sua terra, ma anche la sua famiglia, la famiglia del suo piccolo popolo,
dei [valdesi. Ripetuti furono gli as.salli e
ripetuti furono gli sgomenti che misero in
fuga i ’’grandi” soldati.
Mentre nella loro valle tutto andava distrutto, dall’alto di un monte, nel villaggio
di Rhumè i valdesi pregavano il loro vero
Dio perchè li salvasse. Attraverso avverse
peripezie, Gianavello col suo popolo, andò
in esilio a Ginevra. Di qui egli tentò più
volte il rimpatrio finche vecchio e malato,
non potè che dare consigli e incitare i giovani, scossi dalla sua instancabile fede.
Egli moriva a Ginevra ed è .scritto nel Registro di quella città.
15 Marzo 1690, cile ore 8 del mattino:
Josué Janavél del vai Luserna e
capitano delle dette Valli, nell’età di 73
anni, morto idropico.
Nello stes.so momento i valdesi del Rimpatrio erano asseragliati nel baluardo roccioso della BalzigUa, quella fortezza alpina ch’egli aveva loro indicata come supremo rifugio. Forse pensavano a lui.
Forza piccolo popolo Valdese, cerchiamo
di tenere presente Ui figura curva e malata,
ma pure vibrante di emozione, di Giosuè
Gianavello, intento a leggere la parola del
suo Dio, del nostro Dìo.
Pure luolto accurati e precisi i saggi di
Gianni Long (Barge - Pinerolo) e di Annalisa Coucourde (S. Germano).
Gianni Long scrive di E. Arnaud:
Enrico Arnaud nacque a Embrun, in
Francià da nobile famiglia protestante iZ 30
settembre 1611. Ancor giovanissimo passò
i confini per ’’Fatto di religione”. Studente, si fissò a Torre nel 1656. Per gli studi
superiori si recò a Basilea e in Olanda. A
Ginevra studiò teologìa. Fu consacrato, nelle Valli, nel 1670 e fu pastore a Massello,
al Villar e a Pìnasca. Arnaud aveva tempra
di soldato (infatti entrò nell’esercito del
principe di Grange raggiungendo il grado
di capitano). Era imperioso e magnanimo.
AlTEditto. alquanto vergognoso, del 1686
fu del partito delta resistenza. Fu l’animatore della guerriglia condotta dai Valdesi
al gen. Catinat. Ma la sua più celebre impresa è il glorioso . Rimpatrio. Nonostante
la disperata guerriglia i -Valdesi dovettero
rifugiarsi in Isvizzera; ma non dimenticarono le loro valli: due tentativi per ritornarvi fallirono. Perciò, Arnaud congegnò
bene il terzo tentativo, con Gianavello. Im
sera tra il 15 e il 16 agosto 1Ì589 (secondo
il calendario attuale 25-26) Arnaud partì da
Prangins. Erano con lui novecento compagni. Se ne attendevano di più ma, per vari
motivi, non tutti giunsero. In sei giorni attraversarono la Savoia e, poi, il Monceninisio. Al ponte di Salbertrand vinsero le
milizie francesi, il 23 agosto. Il giorno seguente i reduci salutarono la valle del Chisane e, dopo tanta fatica, dormirono un po'
a lungo (traversando la Savoia, infatti, pare dormissero solo 3 ore su 24). La falange
s’era ridotta a 600 uomini. Il 26 i seicento
giunsero a Proli dove il tempio non era
stalo distrutto e celebrarono il culto. Due
giorni dopo giunsero a Bobbio. Il primo
settembre, domenica, Arnaud e i suoi, nel
castagneto di Sibaud, giurarono unione e
fedeltà. Nei mesi di settembre e ottobre la
lotta fu continua. Ai 'soldati del Duca giunsero rinforzi e i reduci, divisi in due gruppi si rifugiarono alla BalzigUa. Era ormai
inverno; i ducali tolsero l’assedio. Per fortuna i vnlde.si non soffrirono molto la fame,
perchè si cibarono con del grano, scoperto
sotto la neve. Non mancò nemmeno l’armonia che Arnaud sapeva mantenere con
frequenti culti.
Nel maggio successivo i franco-piemontesi attaccarono la BalzigUa. Arnaud ed i
suoi furono -stretti in un cerchio di ferro e
di fuoco. Erano perduti. No! Uno di loro,
il capitano Tron-Poulat, aveva scoperto un
IM.s.saggio. Gonosceva la zona come le. sue
tasche poiché -vi aveva trascorso la fanciullezza. Lo seguirono e furono salvi.
Pochi giorni dopo Arnaud seppe che il
Duca aveva dichiarato guerra a chi lo istigava contro i Valdesi: Luigi XIV. Arnaud
venne ricevuto dal Duca e ringraziò l’Eterno per tutto quello che aveva dato all’esiguo corpo armato.
Pochi anni dopo', quando il duca violò
i patti stipulati coi Valdesi, Arnaud organizzò l’esodo della popolazione valdese
verso la Germania dove, mori nel 1721.
-¥■
Annalisa Coucourde ha presentato la figura di Gianavello. - Leggendo la storia
valdese fui colpita nel leggere gli atti di
un valoroso condottiero: Giosuè Gianavello, conosciuto anche sotto il nome di ’’Leone di Rorà”. Rorà gli diede infatti i natali
in una casa di contadini, riscattata recentemente dalla ’’Pro Valli”. I suoi atti di
eroismo .si fecero noti durante le cosidette
"Pasque Piemontesi”. I Valdesi ebbero in
Giosuè Giaiutvello, un nuovo Giudice, un
inviato di Dio per liberare l’Israele delle
Alpi. Egli abitava alle ’’Vigne” di Luserna e fu proprio a Rorà che le sue vittorie
iiicominciarono. Prima accompagnato da
sei uomini, poi da sedici, tutti uomini armati di rami e fucili. Altri 14 uomini si
unirono a Gianavello e respinsero gli eserciti nemici a ’’Rumer” a ’’Cassuler” a
"Ramasser” a ’’Ciapel” a ’’Pian Pra”. Il
marchese di Pianezza fece allora avanzare
contro di lui tutte le sue truppe, seguite da
molti contadini. Il vallone di Rorà venne
invaso e parecchi valdesi furono massacrati
e fatti prigionieri. Tra quelli, c’erano pure
la •moglie e le figlie di Gianavello. Il marchese di Pianezza fece avvertire il capitano
valdese che se in ventiquattro ore non fossero andati alla messa sarebbero stati bruciati vivi; la famigUa di Gianavello sarebbe
stata di quelli e. sulla testa del capitano
sarebbe stata messa una taglia. Ma egli fieramente rispose: "Meglio la morte che la
messa e non c’è un tormento più crudele che preferisco all’abiura e le vostre
minacce son lontane dal distogliermi dalle
mie idee, anzi fortificano ancora di più hi
min fede.Per quel che riguarda mia moglie
e le mie figlie Dio sa quanto voglio loro
bene. Dio sola è padrone della loro vita e
se i loro corpi periranno, le loro anime no,
possa Egli ricevere con misericordia quelle
anime care con la mia se cado nelle vostre
mani”. Dopo aver passato qualche giorno
nella valle del Queyras dove aveva trasportato suo figlio, ritornò le diede l’assalto a
¡Aisernetta ;iM)i unendo le .sue forze con
quelle del capitano Bartolomeo Jahier marciò contro Garzigliana, S. Secondo, Bricherasio. Avevano stabilito il loro quartier generale ai ’’Fernè” d’Angrogna. Una palla
gli trapa.ssò il corpo e fu trasportato a Pinasca dove si ristabiñ dopo tre settimane,
il 18 agosto 1662 furono accordate ai Vaidesi delle ’’patenti di grazia”. Gianavello
potè riunirsi alla moglie e alle figlie, ma
la pace fu breve. Il 6 luglio 1663 i Valdesi
furono assaliti dalle truppe del marchese
di Fleury. Gianavello con 600 uomini dopo
aver invocato il Signore respinse il nemico
al ”Rocciamaneout” e ai confini di Angrogmi. Gianavello si ritirò a Ginevra, dove
morì nel 1690.
Da questa base la posizione della
Chiesa cattolica romana vctso gli altri cristiani si può esprimere, ha detto il Cardinale, con la espressione paolina «verità in carità» (dove tuttavia la verità è quella cattolica romana e quella soltanto).
Nella terza parte il Cardinale ha
parlato dei mezzi per raggiungere tale unità. Qui le cose più interessanti
riguardavano il prossimo Concilio indetto dal Papa. Dopo aver ricordato
gli antichi Concili Ecumenici ed il
Concilio di Trento al quale, ha detto
il conferenziere, erano invitati anche
i protestanti che purtroppo non vennero (ma il porporato non ha detto
però a quali condizioni erano stati invitati), il Cardinale ha chiarificato
che pel prossimo concilio può soltanto
proporsi di preparare la via a quella
unità fra i cristiani che potrà effettuar
si solo a lunga scadenza. Il concilio
avrà il compito di chiarificare molti
malintesi che sono nati nei secoli passati, dovrà illuminare i non cattolici
sul vero significato di certi dogmi ohe
oggi, forse più che altro per una questione di linguaggio, sono male intesi
e fonte di separazione; al. Concilio
spetterà anche di creare un clima
nuovo nei rapporti con gli altri cristiani, clima di stima e di speranza;
sarà anche necessaria una revisione
di certi aspetti della pietà cattolica
sul piano delle pratiche religiose.
Questo* programma, per quanto in
teressante e certamente non disutile,
ci mostra chiaramente come vi sia
l’intenzione di un certo sforzo di novità e revisione sul piano formale,
ma una assoluta staticità sul piano
della sostanza. •
Cercando di tirare le somme sem- I
bra che la posizione del Presidente,
del Segretariato per l’unione dei Cri-1
stiano non susciti delle speranze mol-j
to vive per il futuro. Infatti il Cardinale è stato molto esplicito nel precisare che Tunità è possibile nella
Chiesa che ha la sua pienezza di unità espressa dal Vicario di Cristo, non
ha avuto nessun dubbio che anche
nella Chiesa Cattolica romana pos
sano albergare delle deviazioni e degli errori: vi sono soltanto malintesi
dovuti al linguaggio... in ima parola
ci troviamo ancora di fronte alla posizione del « grande ritorno » di cui si
è sempre sentito parlare.
Per tutti coloro che aspirano ad un
incontro vero, ad Un dialogo sincero
fra cattolici e protestanti la conferenza del Cardinale Bea è stata certamente una bella doccia fredda.
Nascono anche degli interrogativi
a cui non sappiamo rispondere:
Quale valore hanno parole ed affermazioni di altri membri del segretariato e dì altri esponenti del mondo
cattolico-romano che aprivano nuove
visuali ed accennavano a nuove basi
di incontro e di colloquio?
Vi è forse una certa discussione, o
un contrasto, o una tensione nel cattolicesimo stesso e perfino fra i membri del Segretariato sul problema ecu
menico?
Oppure, come appariva da alcuni
passaggi della conferenza del Cardinale, la macchina vaticana si è mes
sa in movimento per sferrare un vasto attacco di riconquista del mondo
cristiano non cattolico, con nuovi metodi (non più la violenza, ma la dolcezza) e servendosi, per scopi tattici,
di uomini di provata e sincera fede
ecumenica?
Ad un certo punto della sua conferenza il Cardinale esprimeva la difficoltà che il cattolicesimo ha nello stabilire un colloquio col protestantesi
mo non essendovi nel protestantesimo dei rappresentanti ufficiali a cui
tutte le chiese protestanti si sottomettano; ebbene la stessa difficolDà troviamo noi in questi tempi udendo da
parte di personalità cattoliche affermazioni assai discordanti: debbono
essere considerate soltanto delle opinioni personali?
Forse il Concilio ci aiuterà a capire quale è oggi la posizione della Chiesa Romana sul problema ecumenico.
Ncstro dovere è seguire con interesse
quanto avviene oggi in seno al cattolicesimo romano; abbiamo l’impressione che vi sia im disagio sincero
e crescente che tuttavia è contenuto
e frenato dalla rigidità dogmatica e
gerarchica di quella Chiesa.
Franco Sommani
PERSONALIA ”
Si è laureata in modo lusinghiero in fisica pura, presso TUniverdlà di Torino,
la Sig.na Olga Sibille, ex-alunita del Collegio iValdese. Alla neo-dottoressa le nostre più vive. ■feUcituzioni e l’augurio migliore per la sua attività professionale.
3
17 nuffao mi — N. U
L’ECO DELLE VALLI VAU)E8I
P*«.
ENJ^E N ARIO
Gustavo Modena e i Valdesi
Sí
Il 20 febbraio 1861, in via Thesauro
8. a Torino, si spegneva il grande attore tragico Gustavo Modena, nato
5'^ anni prima a Venezia, dove allora
vivevano i suoi genitori, attori.
I suoi funerali si tennero due giorni dopo e furono solennissimi, nonostante il Mamiani, Ministro dellTstruzione, avesse proibito agli studenti
della capitale subalpina di intervenir
vi con la bandiera dell’Univeisità.
Una grande folla di popolo aveva voluto onorare l’uomo che aveva rapidamente consumato la sua vita per
rimanere fedele ai suoi due grandi
ideali : la libertà e l’indipendenza della patria italiana ed un più vivo e
sincero teatro italiano.
E fra la folla dei giovani patrioti,
spiccavano uomini politici come il
Orispi, il Brofferio, Nino Bixio, il Mordini, lo Zambeccari; scrittori ed artisti come il Salvini, il Tecchio, il Macchi, la Gazzola; generali garibaldini
cerne il Tiirr, il Medici, il Cosenz ed
altri non conformisti che avevano
avuto il coraggio di seguire il feretro
di chi, prima di morire ,aveva disposto « che nessun rito religioso venisse
celebrato sulla sua tomba».
E poiché la Chiesa aveva negato un
posto nel camposanto alla salma di
un uomo che tante volte aveva stigmatizzato la Curia di Roma, egli ebbe
sepoltura nel « cimitero degli Evangelici di Torino», ove lo ricorda una modestissima tomba, dovuta all’affetto
devoto della mo¿ie, Giulia Calarne.
La sepoltura, secondo l’espUcita volontà del defunto, fu esclusivamente
civile. E pur se fatta nel cimitero riservato ai protestanti, essa avvenne
senza l’intervento di alcun ministro
di culto. Il pastore valdese di Torino,
Amedeo Bert, che aveva ritenuto suo
dovere concedere ai familiari del Modena l’uso del carro funebre della Comunità evangelica ed il permesso di
inumazione nel reparto protestante
del cimitero di Torino, non intervenne ufficialmente alla cerimonia funebre.
Sulla tomba del grande attore e patriota parlò il deputato Mauro Macchi, rendendo omaggio alla sua virtù
ed al suo ingegno e sottolineando come il Modena «non volle che la sua
morte fosse in contraddizione coii la
sua vita, e nella sua vita non volle
che alcun atto fosse in contraddizione col suo pensiero»
U Modena e i Valdesi
Se noi ricordiamo il Modena nel
centenario della morte, non è per
esaltare la sua intransigenza dottrinaria di repubblicano, e neppure per
sottolineare il suo radicalismo laico
od il suo agnosticismo religioso: bensì per ricordare xm esule illustre che,
dopo tutte le sventure ciré per oltre
venti anni gli avevano amareggiato
in tutti i modi resistenza, per cinque
anni consecutivi venne a cercare un
po’ di pace e di tranquillità nella valle del Penice. Fra il 1854 ed il 1858 infatti egli passò a Torre Pellice oltre
una trentina di mesi, trovandovi il
riposo del corpo e dello spirito ed xin
miglioramento nelle sue condizioni di
salute, piuttosto precarie quando aveva potuto lasciare Biella, ove lo aveva bloccato nel 1854 una non grave
epidemia di colera.
Il Modena prescelse per le sue villeggiature la valle del Pellice o di Luserna, perchè a Torino aveva conosciuto dei 'Valdesi, la storia dei quali
10 aveva colpito, vedendovi egli una
lotta secolare per la libertà e sembrandogli perciò adatta a suscitare
nel cuore degli italiani il desiderio
della libertà, e quindi utile mezzo per
la lotta contro la tirannide e la oppressione. Conosceva il pastore valdese Amedeo Bert ed il suo libro su « I
Valdesi », uscito nel 1849. Conosceva
11 dramma del Govean «I Valdesi »
apparso nel 1852, dramma che avre^
be voluto rappresentare, ma per il
quale non riuscì ad ottenere i’autorizzazione : come non l’ottenne un altra attrice che avrebbe voluto anche
essa rappresentare al Carignano il
dramma del Govean, e che insistè e
riusci a fare pervenire la sua richiesta fino al Cavour, che però negò ancora una volta il permesso di recitare
« I Valdesi », per le già gravi difficoltà in cui si trovava il Governo, in
materia di discussioni in campo
gioso. Conosceva il pastore Enrico Peyrot ed il sig. Caffarel, per cinque anni suoi padroni di casa, a Torre ^
sema. Forse aveva conosciuto il p®
Sanctis ed il Mazzarella, esuU politic;
come lui, ed allora in contatto con la
Chiesa 'Valdese, che nri 1853 ^^eya
inaugiirato il Tempio di Corso Vittorio.
D’altra parte, la consorte di Gustavo Modena, di famiglia protestante
svizzera, doveva conoscere non smo
la sua prima padrona di la
gnora Peyrot, pur essa di origine svwzera, ma anche quelle del secondo
pastore di Torino, G. P. MeUle, di L.
A. Melegari, (mercè l’aiuto del quale
il Modena aveva ottenuto il permesso di soggiornò in Piemonte e piu
tardi il passaporto per
Svizzera a trovarvi la madre
nioglie, ammalata), quelle dei De
Pianta, dei Femex, eoe. tutte sue conu azionali e correligionarie facenti
parte della Comunità protestante ai
Torino.
Fu perciò l’ambiente valdese che il
Modena venne a cercare in vai Lusema, ambiente in più modi legato
alla Svizzera, considerata da tutti come seconda pa-tria dei rifugiati politici di tutta Europa, e nella quale il
feroce repubblicano aveva trovato la
compagna della sua vita agitata, che
lo aveva portato ramingo dal Lombardo Veneto ai Ducati dell’Italia
centrale, nello Stato pontificio, in
Francia, in Svizzera, m Belgio, in
Inghilterra, nuovamente nei vari stati d’Italia e finalmente nel Piemonte. ove soltanto aveva trovato un po’
di pace e di serenità.
Vicende
di Gustavo Modena
Nato a Venezia, vi aveva iniziato
gl: studi. Si trasferì poi con i genitori
a Verona, ove frequentò il liceo, e a
Padova dove, per desiderio del padre,
s’iscrisse all’Università. Ferito in ima
gazzarra fra studenti e polizia, si trasferì a Bologna, dove si laureò in legge ed iniziò la sua carriera di attore,
suscitando caldi e schietti consensi
nel Saul deH’Alfieri, in cui impersonava David. Talché poco dopo, all’età
di 27 anni, era già primo attore nella
compagnia formata col padre suo,
Giacomo.
Ma la passione del teatro non soffocava nel Modena gli ideali patriottici e l’anno successivo, avendo preso
parte a Riimni ad un tafferuglio contro gli Austriaci, fu costretto a fuggire in Francia. Per breve tempo tornò a Bologna: ma i fatti di sangue
di Cesena lo obbligarono a riprende
re la strada dell’esilio. A Marsiglia
collaborò col Mazzini alla fondazione
della « Giovane Italia ».
Costretti entrambi ad abbandonare
la Francia, si trasferirono nel 1833 in
Svizzera ove, a Berna, Gustavo Me
dena incontrò colei che doveva, verso
i! 1836, diventare la fedele e devota
compagna per tutta la vita, Giulia
Calarne. Ma essendo essa protestante
ed i suoi genitori contrari al matrimonio, i due furono costretti a emigrare nel Belgio e a Londra successiva^
mente. Per vivere, dovette fare i più
disparati mestieri, lui e la moglie. In
Inghilterra si diede a declamare canti ed episodi della Divina Commedia,
imponendosi alla attenzione degli Inglesi, che in quegli anni seguivano
con molta simpatia le vicende d’Italia. Ma il richiamo della patria si fece ben presto nuovamente sentire.
E tornato a Milano nel 1839, in seguito airamnistia concessa dall’imperatore d’Austria, vi fondò una compagnia tutta sua, che si acquistò nel
decennio successivo una grande rinomanza e che contribui a rinnovare il
gusto drammatico degli Italiani. Ma
nel 1848, quando scoppiò la rivoluzione e poi la guerra. Gustavo Modena
si fece nuovamente soldato volontario. Ma dopo la vittoria dell’Austria
nel marzo 1849 a Novara, egli si vide
un’altra volta bandito da ogni stato
italiano. Come tanti altri cercò allora un rifugio a Torino, dove passò
gli ultimi undici anni della sua vita,
continuando, per campare la vita, a
dare saltuariamente recite nelle varie cittadine del Fiemonte liberale,
lino alla sua morte.
Egli fu universalmente considerato
il pruno attore del suo secolo e granae innovatore nel modo di comportarsi sulla scena: riuscì in tal modo
a raggiungere, con mezzi semplici e
spontanei, i più ^andi effetti. E sostituendo, primo in Italia, il recitare
ampolloso e retorico, che allora mandava in visibilio gli spettatori, c^n un
modo più schietto, più disinvolto, più
sentito, egli fece scuola ed ebbe poi
in Ernesto Rossi e Tommaso Salvini
i suoi migliori discepoli.
Suo atto di morte
A cento anni dalla sua morte deponiamo anche noi sulla sua tomba
disadorna un fiore da questo angolo
d’Italia che egli prescelse per ritemprarvi le sue fiaccate aiergie, ad onorare la sua dirittura morale ed il suo
amore indefesso per la libertà. La data precisa della sua morte si evince
chiaramente dalla annotazione che si
leege nel « Registro dei decessi » della
Chiesa Evangelica Valdese di Torino
e che dice:
« L’an mil-huitcenbsoixante-un, le
vingt-un du mois de février en la
Commune de Turin nous soussigné
Pasteur du Culte Protestant avons
reçu la déclaration de décès suivante: le jour vingt du mois de février
à 10 heures du soir en cette Commune est mort Modena Gustave Marie
Honoré, âgé de 57 ans, avocat et artiste dramatique de profession, natif
de Venise, demeurant à Turin, marié avec Julie Calarne, demeurant à
Turin, fils de feu Jacques et de la
feue Louise née N. N.
Déclarans: Félix Scifoni, âgé de 56
ans, demeurant à Turin, et Mauro
Macchi, âgé de 42 ans, demeurant à
Turin.
Signature du I.er témoin: Félix
Scifoni.
Signature du Il.me témoin: Mauro
Macchi.
Le cadavre a été entérré le 22 dans
le cimetière de Turin.
Signature du Pasteur
Amédée Bert».
L’atto è redatto in lingua francese
perchè questa era ancora, in quegli
anni, la lingua ufficiale della Chiesa
Valdese. Nascite, matrimoni e morti
erano registrati dalla Chiesa, nelle
singole parrocchie, essendo stato regolarmente istituito soltanto nel 1865,
in ogni Comune, l’Ufficio dello Stato
civile. T. G. Pons
Doposcuola-asilo di Forano Sabino
Da due anni a quatta parte funziona a Forano Sabino, nei loadi
che un tempo ospitavano le Scuole Evangeliche chittte tra le due
guerre in seguito alle ben note
pressioni locali, un Asilo-Doposcuola della Comunità Valdese.
L’istituzione, che ha cifre venti bambini, diretti dalla Maestra
Signorina Laura Bounous di S.
Germano, era una necessità sentita ed ha già dato rimltati molto
buoni.
L’Asilo-Doposcuola, che si spera di attrezzare ora con nuovi banchi, è, non senza sforzo, interamente gestito dalla Chiesa locale.
Per gli insegnanti elementari
Bando di Concorso
E’ bandito un concorso per 2 borse di
studio da 400 NF fr. (circa 50 mila Lire)
l'una, offerte dal Governo francese, a favore di due niaestr' (o maestre), di età non
superiore ai 40 anni, insegnanti di ruolo
nelle scuole elementari delle Valli Valdesi
e che vi nsegnino il francese nelle autorizzate due ore settimanali.
Queste borse sono offerte allo scopo di
permettere ai vincitori, la frequenza, durante l’estate, di un corso mensile per stranieri presso una Università francese.
Le domande, contenenti tutte le generalità (nome, cognome, indirizzo, luogo e
data di nascita, residenza stabile, indirizzo
e località di insegnamento) e corredate da
un certificato di serviz'o rilasciato dall’autorità scolastica, dovranno essere presentate, entro il 31 marzo c. m. alla
l^esidenza « PRO Y.ALLI «
presso Do'tl. Emanuele Bosio
Viale Dante 28 - Torre Pellice
1 candidati itrescelti dovranno, in un secondo tempo, riempire un formulario fornito dall’Ufficio Culturale deH’Ambasciata
di Francia. La Pro Valli
Libri in vetrina
P. M. TROTTER, Introduzione allo
studio della Profezia. L. 750.
R. B., Studio sulla epistola ai Romani. L. 250.
Segnaliamo queste due recenti edizioni
d' scritti isp’rati dal metodo di studio della Bibbia in uso presso « i Fratelli ».
O. LASAGNA, I figli della luce. Lire 600.
Bella edizione, che segnaPamo per chi
volesse conoscere la dottrina delle « -Asstmiblee cristiane ».
— Un Nuovo Testamento « Claudiana »,
nella ultima presentazione, con stemma valdese impresso in oro. L. 800.
— Una Bibbia in bella rilegatura (vari colori). L. 1.000. .
— Cartoncini, biglietti j>er Confermazione.
L. 50 e L. 60.
— Cartoline con versetto. L. 15 e L. 20.
— Quadri, versetti, riproduz. stampe antiche, ecc.: varie misure tipi e prezzi.
Rivolgersi alla Libreria Claudiana
Torre Pellice.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PIHEROLO
La Coitnmità ha avuto la gioia di rivedere al suo posto I anziano Adolfo Vola,
completamente ristaliilito dopo un lunigo
periodo di malattia. Ne rinigrazianio fervidamente il Signore.
Siamo pure riconoscenti a Dio per le
ottime notizie die ril eviamo dal pastore
A. Deodato, assente dal principio del mese per convalescenza. Speriamo salutarlo
presto di nuovo fra noi.
La sostituzione nel ministero pastorale
è ora definitivamente affidata al pastore
Gino Conte, al quale la Cliiesa è molto
grata per il notevole lavoro cui egli si è
sobbarcato, avendo conservato ancora qualche attività nella sua sede di Torre Pellice. Alcuni elementi locali continuano a
prestargli quella collaborazione che si rende indispensabile: ringraziamo in modo
tutto particolare il pastore Luigi Marauda,
per il quale l’emeritazione pare essere una
parola senza senso...!
La « domenica degli Studenti della Facoltà teologica » è stata celebrata con la
predicaz.’one dello Stud. theol. Marco
Ayassot. Il suo messaggio profondamente
cristiano e persuasivo è stato assai apprezzato dalla Comunità, die torna a vivamente ringraziarlo.
Queste ultime settimane hano segnato
una intensa attività giovanile: molto riuscita la serata offerta dalla Filodrammatica della U.G.V. di S. Germano («Cavaliere senza armatura» di V. Calvino) con
l’intervento impeccabile dd Coro d’Uomini, diretto dal Maestro Giordano — visita a S. Germano degli Unionisti di Pinerolo — visita a Pinerolo dei Giovani di S.
Secondo — localmente, studi di particolare interesse — buona partecipazione dei
Confermandi alla riunione di Agape.
Atti liturgici
Matrimonio di Ribei Gino con Ughetti
Marisa. Dio continui ad allietare questa
unione con la Sua benedizione.
Richiamati dal Signore: Tron prof. Enrico, di anni 71; Vola Fanny Maria ved.
Pons, di anni 69. Agli afflitti, la Clnesa
rinnova l’assicurazione della sua simpatia
fraterna.
PERRERO • MANIGLIA
Domenica 5 marzo è stato celebrato il
funerale del signor Artero Giovanni Ferdinando, deceduto dopo lunga malattia, all’età di anni 84 a Traverse. Un lungo, folto corteo ne ha accompagnato le spoglie al
cimitero di S. Martino. A tutta la sua famiglia ed in particolare alla vedova, l’espress'one della nostra profonda simpatia.
Correspondance
de Marseille
I,es Marseillais exagèrent souvent: c'est
bien connu... Et cette année, pour 1^ satisfaire, M. le Modérateur a dû délé^er
trois personnalités pour leur rendre visite
à l’occasion du XVII Février (célébré le
26). ' , , . .
Nous avons donc eu 1 honneur et la joie
(très grands, puisque multipliés par 3!) de
accueillir M. le Pasteur F. Davite, M. l’Avocat E. Serafino et M. le Docteur A. Durand. « Pas moinsse », comme on d 1 sur
la Canebière!
Nos visiteurs n’étant plus à présenter
(leur nom suffit), disons tout de suite que
le programme de notre XVII s’est déroulé suivant le plan habituel. Le matin, à
lOh. 15, eut lieu au Temple de la Rue
Grignan, le culte présidé par M. le Pasteur Davite, qui prit ijour thème de son
sermon: I Pierre Cb. 5, v. 6 et 8.
A 12 h 30, le repas fraternel réunissait
une centaine de personnes dans notre Maison Vaudoise.
A 16h, après un émouvant message de
M. l’Avocat Serafino, débuta ,l la séance
récréative. Jusqu’à 19b, ce ne fut qu’allernance d’exhibitions d’acteurs ou chanteurs,
petits et grands, et d’applaudissements des
quelques 350 spectateurs. Le «bouquet de
ce feu d’artifice» fut: «le meunier de
Ciantarana », magistralement « tiré » par
le.s plus grands des quarante quatre enfants
qui se succédèrent sur la .scène (sans corn
pter la chorale de l’Union qui, de plus, le
matin au Temple, avait chanté « le Serment de Sibaud »).
A 20b. le repas fut servi à 130 personnes, en majorité jeunes, qui terminèrent
cette journée en dansant même quelques
K courrento n !
Le Lundi et le Mardi suivants furent
consacrés notamment aux vis te« aux Vaudois et Vaudoises disséminés (Pennes-Mirabeau, Le Tholonel) ou hospitalisés. Ces
visites, pour habituelles qu’elles so’ent.
font autant de bien à ceux qui les reçoivent qu’à ceux qui les font, et apportent
la preuve que les Vaudois forment une
grande famiUe.
Le Mardi 28, à 21b, notre dernière réunion, dans notre Maison, fu marquée par
le message de M. le Do-cteur Durand qui
traita de la situation économique et sociale aux Vallées. Ensuite, ce fut la projection
de quelques films apportés par nos visitaleurs (dont un particulièrement émouvant
sur la catastrophe des Tourn'm).
Et maintenant, sans oublier de remercier
nos hôtes illustres pour leurs divers messages (parlés, chiffrés ou filmés) et aussi
M le Modérateur pour avoir accéder à nos
demandes, permettez qu’au non de tous les
membres de l’Union Vaudoise de Marseill,i je remerc’e également Madame Poët, à
qui nous devons, en très grande partie, la
réussite de notre XVII. Lucien Ferrerò
MASSEL
Dimaniche a eu lieu la retraite des catéchumènes de 4<* année à Agape, nos ealécliruroènes y ont partiicipé avec beaucoup
de plaîisiir; ceiimne touîtes les activité paroissiales devenues habituelles elle risque
de pasiser inaperçue, c’est pourtant un
grand privilège que no« jeunes ont chaque année de participer à de pareilles
rencontres.
Le culte a été présidé par Mr. Claudio
Tron-t nous le remereions sincèremenl
peur eette eoillaboration et nous souhaitons que toute l’église puisse sentir de
plus en plus profondément sa voeaüon de
service.
\J*Union féminine a eu au Perrier une
rencontre avec les Unions de Villesèohe
et du Perrier, nous exiprimons à l’église
du Perrier no-lre reeonnaitssance pour l’accueil qu’elle a voulu nous réserver et
pour celle belle journée.
En publiant la liste des dons pour Pramol nous avons omis Mieol Luigi L. 1.000.
re Long di Pinerolo, die col loro generoso
dono a favore deH’oipera maglieriste hanno dato una ulteriore preziosa spinta in
vista deiracquisto della seconda macchina.
POMARETTO
Ringraz'aino di cuore il collega Archimede Bertolino per la visita die ci ha fatto e per il messaggio profondo che egli ci
ha rivolto al culto del 26 febbraio; egli
Ila pure rivolto brevi ed efficaci parole alla Scuola domenicale ed ai catecumeni.
Graz’e pure agU studenti per la visita a
Pomaretlo il martedì 28.
Recentemente è stato celebrato il servizio funebre di Mina Ferdinando deceduto
all’ospedale dopo un periodo d: sofferenze. Ai familiari la nostra simpatia.
11 culto del 12 marzo è stato presieduto
dal maestro Gianni Jahier. Lo r ngraziamo
di cuore per la sua collaborazione e per il
messaggio rivolto ad una buona assemblea.
La sera del 12 Pomarelto ha accollo con
gioia la filodrammatica di Prati con la
banda. Dobbiamo elogiare questi nostri
aiinici per aver ben mer lato gli applausi ripetuti delia nostra comunità. Tutti sono
stati entusiasti della « boina d ;n patoi^
pralino e della musica. Ringraziamo Gio
Vinay e il « gnor Long direttori rispettivamente della Filodrammatica e della Banda
l>er la loro perfetta direzio-ne. Aspettiamo
la Banda al culto domenicale per accompagnare il canto degli inn'.
Sabato 11 abbiamo cele^brato il matrimonio di Molinero Giuseppe e ftCgger Melany. Siamo lieti di inv are i nostri auguri
agli sposi e di invocare su loro la !>enedizione divina. Si stabil ranno a Vilìar
Perosa.
noRA
— Le prossime riunioni quartierali
avranno luogo rispettivamen-te alle Fucine
giovedì 23 marzo, ai Rumò i martedì 21 e
28 marzo. L’orario sarà il seguente: alle
Fucine ore 20,15, ai Riunè ore 20.
— L’Unione delle Madri avrà una seduta domenica 26 marzo. Parlerà la Sig.a
Eìnricbelta Conte. Tntte le madri sono vivamente pregate di tener presente questa
data.
— L’esame dei catecumeni di IV anno
avrà luogo giovedì 30 marzo. Il Coneiistoro
fisserà l’ora di convocazione degli esaminandi. Il culto di confermazione avrà luogo il 31 marzo. Venerdì Santo, alle ore
10,30.
— Da qualche giorno si sente nell’apposita saletta il tonfo sordo della macchina
di maglieria in funzione. Una delle nostre
maglieriste ha voluto provare a lavorare
con le sue sole forze, lontano dall’occhio
vigile deirietruttricc. Il risniltalo è soddisfacente, e siamo certi che, man mano, acquisterà sempre maggiore perizia e rapidità nel lavoro. Serva questo di .«prone per
le altre maglieriste!
Intanto esprimiamo la nostra sincera rieono.scenza ai Sigg. Adelina, Alice e Cesa
Pipa, tenza - Sabato 11, iinprowisainente veniva ricliianiato da questa vita ¡1 nostro fratello Rivoir Enrico, di Miloun. Stava pulendo i prati con la moglie e i familiari, quando si accasciò fulminato da una
emorragia cerebrale. A nulla valsero le cure dei parenti .subito accorsi nè le cure del
dottore. Cessava di vivere mentre era trasportato nella sua abitazione. Aveva 70 anni. 1 suoi funerali si sono svolti lunedì .13
con un grande concorso di popolo da tutto Prarostino ed anche da fuori, poiché
era molto consciuto e stimato. Rinnoviamo alla vedova, ai figli e a tutti i parenti
l’espressione della nostra viva simpatia
cristiana.
Scambio di visite. - I giovani della nostra filodratnunatica si sono recati, domenica 5. ad Angrogna ove hanno rappresentato nella locale Sala Unionista il dramma
« Gli .spazzacamini della Val d’Aosta ».
Quindi hanno passato la serata fraternamente con i giovani di quella Comunità.
Grazie per la generosa o.spilalità.
Ricordiamo a quanti ancora non lo sapessero che i giovani filodrammatici di
Angrogna verranno a Prarostino, per restituire la visita e per darci una bella
serata, sabato prossimo 18 marzo alle ore
20,30. Diamo loro fin d’ora il benvenuto
in mezzo a noi.
Catecumeni ad Agape. - Domenica 12, il
gruixpo dei nostri catecumeni confermandi
alle Palme, quasi al completo, si è recato
ad Agape per il convegno annuale. Ne
hanno riportato ottime impre-ssioni.
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 11 — 17 marzo 1941
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PRAMOLLO
Dopo una lunga e iravaigliala giornata
terrena, ha ehiuao gli occhi alla luce d'
questo mondo Sappè Ewwhetta, nata Bertaiot, dei Pellendii. La chiamata del suo
Signore le è giunto la mattina deU’ll marzo, all’età di 89 annh 11 lunghissimo corteo
che ha accompagnato la sua spoglia mortale al campo del riposo, ha testimoniato
del grande affetto di cui era circondata e
della grande stima in cui era tenuta. Essa
lascia il ricordo di una vita vissuta nella
umiltà e nella fede cristiana.
Questa nostra sorella ha camminato per
moltissimi anni in compagnia della sofferenza, e quanti l’hanno conosciuta non potranno non ricordare la grande serenità e
la grande forza con le quali ha sempre
accettato e portato la sua grave prova. Non
di rado chi andava a visitarla per portarle
una parola di conforto, rimaneva da lei
edificato ed incoraggiato.
Ai figli Adolfo, Alessio (Anziano del
quartiere della Ruata), Davide, alla figlia
Emilia e rispettive famìglie, alla sorella ed
a tutti i numerosi parenti, rinnoviamo la
Una scann della commedia di O. Wilde, importanza di essere onesto , rappresentata dal Piccolo Teatro IjO Bue nell’Aula Magna di Torre Pellice.
— Domenica scorsa un buon gruppo dei
nostri catecumeni confermanidi, accompagnato dal Past. Sommani, si è unito ai
giovani saliti ad Agape per la tradizionale
« retraite » jjrecedente la confermazione,
e hanno avuto una giornata veramente buona, insieme. Nel tempio dei Coppieri —
dove la partecipazione rimane tristemente
bassa — il culto è stato presieduto dal
Sig. Aldo Varese, che ringraziamo molto
vivammite.
Dom. poni, si è tenuta la riunione delVUnione delle Madri, ben frequentata: la
Sig.a E. Conte Jalla, dopo il breve culto,
ha presentato la bella figura della madre
di Lamartine. Le Madri le sono state
riconoscenti e la ringraziamo noi pure.
— Nelle sere di sabato e domenica la
filodrammatica dei Coppieri ha rappresentato con molto impegno la buona commedia di S. Pnglieise : « Cugino Filippo », seguita da ben tre farse; negli intervalli il
coro, guidato dalla Sig.a L. Varese, ha
cantato molto bene alcuni di quei canti
della montagna che purtroppo sempre più
di rado ascoltiamo, anche nelle riunioni
giovanili, n pubblico che le due sere ha
gremito la sala (e il sabato sera parecclii
avevano dovuto essere rimandati) ha mostrato chiaramente ai giovani quanto la
loro fatica sia stata apprezzata.
— n « Piccolo Teatro Lo Bue » si è ripresentato sulle nostre scene, e non poteva farlo in modo migliore; in due rappresentazioni, sabato sera e domenica pomeriggio, ha messo in scena la brillante
e tagliente icommedia di Oscar Wilde :
« L’importanza di essere onesto ». Gli attori, tutti giovanissimi, sono stati veramente bravi, e ci fanno felicemente sperare per ravvenire: con piena padronanza
del dialogo e della scena, hanno saputo
condurre senza esitazioni il gioco smagliante e fitto delle botte e rìsipoete, con
cui il dandy Wilde flagella — non si sa
se più divertito o amaro — quella società
che conoaceva dal di dentro; il che non
significa però ohe esse non portassero a
segno anche oggi! Per quanto la commedia sia brillante e viva, era tutt’altro che
facile sostenere con naturalezza parli che
comportano battute assai lunghe e talvolta
vere e proprie «tirate»: ma i nostri giovani ci hanno saputo dare la netta sensazione di godere un mondo ad immedesimarsi — per un’ora — nei loro terribili
personaggi, irriverenti verso tutto e tutti
(compresi sè stessi, e questo è il fondo
dello humour) o « lartuffes » della più
bell’acqua. E il lieto fine, stavolta, ci stava bene. Facciamo quindi ai giovani del
« Piccolo Teatro Lo Bue » le nostre più
vive eongratulazioni, anche per il fatto
non trascurabile che hanno dedicato tutto
il provento delle rappresentazioni alla costituzione di borse di studio alla memoria del Prof. F. Lo Bue, come ha spiegato
il Prof. F. Corsani introducendo il lavoro. Ma un grazie tutto particolare va alla
Prof. E. Corsani Ravazzini, che con la
sua regia — per cui ha doti note non da
oggi — è stata ranima della rappresentazione, curata nei minimi particolari (molto belle le scene, i costumi, i giochi di
luce). Speriamo die il cordialissimo applauso di un buon pubblico sia stalo grata ricompensa; c in attesa fiduciosa di
nuovi « exploitis » che ravvivino la nostra...
un po’ tetra Aula Magna, auguriamo che
il lavoro, cosi ben preparato, non sia subito riposto nel cassetto. Vogliamo infine
notare con piacere che l’Unione giovanile
del Centro ha sospeso, sabato sera, la sua
seduta, Irasferendosi in blocco nell’Aula
Magna.
—• Lunedi é stalo pure celebralo, a Torre e al Villar, il servizio funebre della
Sig.a Sophie Jeanneret ved. Baridon. A
tutti i familiari rinnoviamo qui l’espressione della nostra .sincera simpatia cristiana nel dolore e nella ferma speranza.
espressione del nostro sincero fraterno affetto e della nostra cristiana simpatia.
« Beati i morti che muoiono nel Signore, si riposano delle loro fatiche e le loro
opere 1'; seguono » (Apoc. 14: 13).
La nostra Comunità ha ricevuto, la domen'ca 5 marzo, la gradìtissiraa visita delli Filodrammatica e della Corale di S. Secondo, accompagnate dalla Signora Genre.
Una leggera indisposizione ha impedito al
Pastore Genre di essere presente.
La Corale ha preso parte al culto del
matt'no con resecuzione di una magnifico
inno e nel pomeriggio la Filodrammatica
ha intrattenuto, distinguendosi per la sua
bravura, il numeroso pubblico aceorso nella sala delle att'vità con la rappresentazione di un brillante spettacolo. Alla retila ha fatto seguilo un piccolo trattenimento, offerto dalla Unione Giovanile di Pramollo, durante il quale Sansecondesi e Pramollini hanno avuto modo di conoscersi
meglio e di fraternizzare insieme.
A mezzogiorno i grad’tìssimi ospiti erano stati accolti nelle diverse famiglie per
il pranzo.
E’ stata una giornata magnifica ohe ha
lasciato 'n tutti un vivissimo ricordo. Peccato solo che le ore siano trascorse cosi
veloci e che il momento di separarci sia
giunto così presto.
Ringraziamo vivamente : cari amici di
S. Secondo, e in modo speciale i signor!
Genre, per la gioia portataci, augurandoc:
anche che incontri del genere possano ripetersi molto spesso e che il tempo a disposizione possa essere p’ù lungo.
In occasione della domenica della Facoltà di Teologia sono saliti tra di noi, presiedendo il culto, gli Studenti Sig.na Sciclone e Sig. Franco Giacone.
11 grave lutto che in autunno ha colp lo
li nostra Comunità ci ha impedito questo
anno di avere un XVII febbraio molto
gioio.so. La Filodrammatica non ha preparalo la trad'zionale serata ricreativa. Come
ogni anno però ha avuto luogo il pranzo
in comune, egregiamente servito dai Sigg.
Alma e Gustavo Beux, presenti il Sindaco
di Praniollo Cav. Is’doro Rosia, un gruppo di fratelli venuti da S. Secondo ed una
quarantina di persone. Hanno portato messaggi il Sindaco Sig. Rosia e il Pastore. La
sera, nella sala delle attività è stata tenuta
una riunione familiare. La signorina Gigliola Ribet, salila appositamente da Torino,
Ila proiettato tutta una serie di magn’fiche
fotografie a colori ed un interessante film.
La Comunità, die ha molto apprezzato questa riunione, esprime alla .Signorina Ribet
tutta la sua riconoscenza.
Offerte per 1 sinistrati
di PramoOo
(a tutto il 12-3-1961)
Les Vaudois de -Cannes (Francia) 29.420;
Messina Giovanni (Roma) 30.000; Tron
Giorgio ' (Roma) 10.000 ; Savoia Umberto
(Roma) 1.000; Lina e Irma Clot (Marsiglia) 5.000; Specchio dei Tempi (2 vers.)
110.500; Prof. Silvio Pons (Firenze) 5.000,
Guglielmo e Lidia Perugg'a (Ragusa) 1.000;
Long .Alfredo (Porte) 1.200; Suor Sophie
Kagl (Zollikerberg . Zurigo) 14.285; Fa
miglia Immovilli 1.500; Chiesa Valde.se d
Trie.ste 15.000; Chiesa Metodista di Alben
ga 5.000; Cliiesa Metodista di Bastia 5.000
Chiesa Melod'sta di Vado Ligure 5.000
Chie.sa Metodisla di Savona 10.000; Ghie
sa Svizzera di Napoli 18.680; Chiesa Val
dese di Bari 50.000; Ch’esa Valdese d
Agrigento 4.815; Chiesa Valdese di Grot
le 1.250; Chiesa Valdese di Venezia 18.500
Chiesa Valdese di G'nevra 66.495; Chiesa
Valdese di Trapani 4.500; Chiesa Valdese
di Marsala 2.300; Chiesa Valdese di Mazara del Vallo 1.000; Chiesa Valdese di
Campobello 1.600; Chie.sa Valdese di Caslelvetrano 1.750; Chiesa Valdese di Ta
Tanto 10.000; Chiesa Valdese di Zurigo 28
mila 600; Gustavo Henseh 30.000; I lettor; de « La Luce » (2 vers.) 4.600; Lilia
Basso (Bastia di Albeniga) 3.000; Augusto
Beux (New York) 10.000; Un gduppo di
Valdesi di Palazzolo sull’Oglio 70.000;
Bartolomeo, Irma e Franco Bouchard (S.
Germano Ch’sone) 10.000; Union Vaudoise de MarseUle (200.000 franchi) 248.000;
Alcuni Valdesi di Les Pennes-Mirabeau
(3.000 franchi) 3.720; Eglise Réformée de
France 300.000; Société de Secours Mutuels des Vaudois du Piémont (Genève) 21
m ia; Chiesa Valdese di Como 20.000. Totale precedente L. 8.097.110. Totale Lire
9.275.825.
Direttore resp. ; Gino Conte
Coppkri . Torre Peli. - Tel. 9476
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Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
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I familiari del compianto
Tron Prof. Enrico
sentitamente ringraziano tutte le gentili persone che di presenza, o con
scritti, sono stati loro di conforto e
d. sollievo spirituale nella dolorosa
circostanza.
Particolarmente ringraziano il Medico curante Dott. Bruno, le pie Suore dell’Ospedale Cottolengo, l’esimio
Pastore Marauda, il Preside delle
Scuole Medie di Pinerolo, i colleghi
del figlio Orlando della Manifattura
Mazzonis.
La famiglia neH’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia di cuore
tutte le persone che hanno voluto darle prova di simpatia, in occasione della dipartita del suo caro
Giovanni Ferdinando
Artero
che il Signore ha richiamato a Sè all’età di 84 anni. Un ringraziamento
particolare rivolge al dott. E. Quattrini per le cure premurose, al pastore
R Rivoira per l’assistenza spirituale
ed ai vicini per il fraterno aiuto durante la sua lunga infermità.
Traverse di Perrero, 6 marzo 1961
I figli Adolfo, Alessio e Davide, la
figlia Emilia, e rispettive famiglie,
della compianta
Giovanna Enrichetta
Bertalot ved. Sappè
di anni 89
nella impossibilità di farlo direttamente, a mezzo del presente ringraziano sentitamente tutte le numerosissime persone che sono loro state
vicine e hanno testimoniato loro — di
presenza o con scritti — la loro simpatia e il loro affetto durante la lunga malattia e in occasione della dipartenza della loro Cara.
Un ringraziamento particolare rivolgono al Dottore Bertolino per le
amorose cure prestate alla Scomparsa
durante i lunghi anni della sua malattia, al Pastore Micci e Signora per
le loro parole di conforto, ai Pellenchini ed ai numerosi amici che sempre hanno saputo essere cosi vicini a
loro ed alla Scomparsa e che tanto
aiuto hanno sempre recato.
« Io ho pazientemente aspettato
l’Eterno, ed Egli si è inclinato
a me ed ha ascoltato U mio
grido». (Salmo 40; 1)
Pramollo (Pellenchii 11 marzo 1961
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