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via Pio V n. 15
10125 Torino
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
LA CRISI POLITICA
LO
SFASCIO
GIORGIO GARDIOL
La decisione della Camera
dei deputati di negare
rautorizzazione a procedere
nei confronti dell’on. Bettino
Craxi per vari reati connessi
alla sua attività politica sta
suscitando indignazione in
tutto il paese. Ministri che appena designati si dimettono,
cortei di protesta in tutta Ita-,
lia, opinione pubblica sconcertata che grida al tradimento del voto del 18 aprile. La
distanza tra l’istituzione rappresentativa e il corpo elettorale aumenta.
Lo «sfascio» sembra essere
diventato la preoccupazione
principale di 300 deputati.
Eppure fino a pochi giorni
prima tutto sembrava procedere nel migliore dei modi.
La crisi di governo era stata
superata in due giorni, la
giunta per le autorizzazioni
del Senato aveva espresso un
parere favorevole a procedere
nei confronti del senatore a
vita Giulio Andreotti. Si profilava quindi una stagione politica certamente aspra e con
conflitti, ma in qualche modo
«governata».
Adesso siamo al non governo, all’esplodere dei particolarismi, alla necessità di navigare a vista. Le nostre piccole
comunità locali sono quotidianamente confrontate al
problema della casa, che è
tornato ad essere drammatico
nelle nostre città, della malattia che non viene più curata
per la paura di esaurire i bollini, del lavoro dei padri, delle madri e dei figli e delle figlie che non si trova più, di
una scuola che non forma alla
professione, della piccola e
grande criminalità che si sviluppa dappertutto, della violenza e del razzismo diffuso
nei quartieri delle nostre città,
di un progressivo degrado
dell’ambiente in cui viviamo.
E ad essere colpiti da questa
nuova difficoltà di vivere oltre gli strati popolari sono anche i ceti medi, che oggi si ritrovano nella propria casa
(stretta) il figlio trentenne disoccupato e il nonno che non
ha una pensione sufficiente
per essere ricoverato nella casa di riposo. Di qui un senso
d’impotenza e di angoscia di
fronte allo sfascio che ci circonda.
Il partito e il sindacato, che
fino a poco tempo fa erano
gli strumenti in mano agli
strati popolari per cambiare le
cose, non godono più nessuna
fiducia. Ora sono le stesse
istituzioni ad essere messe
sotto accusa. Siamo alla «sindrome di Weimar!»
Secondo l’apostolo Paolo
«l’autorità non porta la spada
invano» (Romani 13). Essa
esercita un ministero, un servizio di giustizia. Domandiamoci però se sia un servizio
di giustizia lo sfascio propugnato irresponsabilmente dai
300 deputati che «secondo
coscienza» hanno assolto politicamente Bettino Craxi (e.
prima di loro, i senatori che si
sono comportati analogamente nei confronti del senatore
Beniamino Citaristi, segretario amministrativo della De).
Certamente no.
Per rispetto dell’Evangelo
noi oggi richiamiamo quella
autorità, per la quale le nostre
chiese pregano invocando su
di essa la benedizione di Dio,
alle sue responsabilità di
fronte ai pericoli di una possibile soluzione autoritaria in
reazione allo sfacelo delle
istituzioni.
La storia e la cultura delle
nostre piccole chiese è una
storia di partecipazione, di assunzione di responsabilità, di
esercizio della solidarietà sociale testimoniata dalle nostre
opere sociali e dall’impegno
individuale e collettivo degli
evangelici. In quest’ora di disorientamento e di sfiducia,
riprendendo l’indicazione
della «settimana della libertà»
da poco trascorsa, senza delega ad alcuno, noi evangelici
italiani siamo chiamati a dare
una risposta al travaglio del
nostro popolo. Nelle chiese,
nei luoghi di lavoro, nella
scuola, nel tempo libero siamo chiamati a predicare
l’Evangelo del ravvedimento
che comporta un totale mutamento dei rapporti dell’uomo
con Dio e con il prossimo, sia
sul piano individuale che sociale e anche la fermezza nel
comportamento.
1 credenti e le chiese mute aspettano la Pentecoste per diventare chiese parlanti
Lo Spirito Santo è il dono della diversità
______________RAFFAELE VOLPE______________
«E come il giorno della Pentecoste fu
giunto, tutti erano insieme nel medesimo
luogo. E di subito si fece dal cielo un
suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dov’ essi
sedevano. E apparvero loro delle lingue
come di fuoco che si dividevano, e se ne
posò una su ciascuno di loro. E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi».
Atti 2, 1-4
Quando venne quel giorno... la chiesa cominciò a parlare. Prima di
quel giorno era come una bambina che
non riusciva a spiccicare parola. Dopo
quel giorno la chiesa divenne chiesa parlante. Lo Spirito Santo era la parola della chiesa. Lo Spirito Santo è la parola
della chiesa. La chiesa che ha ricevuto
lo Spirito Santo è una chiesa che non
può più tacere: è la chiesa parlante.
Quando venne quel giorno... i discepoli e le discepole di Gesù erano insieme. Insieme, che bella parola è questa.
Erano insieme come lo sono le nostre
chiese, eppure non bastava. Erano insieme, ma questo non era sufficiente a trasformarli in chiesa parlante. Erano insie
me, ma restavano muti. Erano insieme,
ma rinchiusi nelle mura di quella casa,
che li separava dagli altri, dal mondo.
Erano insieme, ma senza parola, la chiesa muta, la comunità dei muti. Quante
volte la chiesa di oggi è insieme, ma rinchiusa; insieme, ma muta.
Quando venne quel giorno... improvvisamente qualcosa successe. Una sorpresa. Un qualcosa di inaspettato e di incomprensibile. Un suono, dapprima confuso, simile al soffiare del vento. Un
suono sempre più forte e resistente, un
suono che occupa gli spazi chiusi di
quella casa, un suono poco chiaro, ma
che poi si fa sempre più preciso, fino a
diventare lingua, parola. Dopo quel giorno la chiesa divenne chiesa parlante:
prédicatrice della parola di Cristo.
Molti si chiedono ancora oggi: cos’è
lo Spirito Santo? Lo Spirito Santo è quel
suono, simile ad un vento, che invade le
nostre chiese e le nostre vite, un suono
che diventa tante lingue, tante parole. E
la Parola che diventa parole. Lo Spirito
Santo è il dono della diversità. Ad ognuno secondo la propria lingua, secondo la
propria specificità culturale, ma uniti nel
miracolo della comprensione reciproca.
Quando venne quel giorno... quel suono, quel rumore confuso richiamò l’attenzione di chi viveva fuori dalle mura
della chiesa. Una folla si avvicina, c’è
finalmente una reazione esterna. È di
sconcerto, ma almeno è una reazione.
Tra la gente c’è confusione, stupore. La
gente è persino fuori di sé. Dallo stupore
passa ben presto all’imbarazzo. La gente
è imbarazzata perché si trova di fronte
ad una parola chiara, una parola che capisce, non può fingere di non capire.
Ogni qualvolta la chiesa trova il coraggio di parlare, il mondo reagisce con
imbarazzo. Quando la chiesa parla, il
mondo non può fingere di non capire.
Una parola chiara mette il mondo e la
chiesa di fronte alle proprie responsabilità.
Ma qual è questa parola chiara? È
quella parola che prima di farsi vento e
lingua di fuoco in ciascuno di noi si è
fatta carne, si è fatta persona. Quella parola è Gesù Cristo. E la chiesa parlante
deve annunciare quella Parola che si è
fatta carne. Lo deve fare sapendosi fare
carne, pronunciando, lettera per lettera,
la parola croce, e cercando l’unico anagramma possibile della parola croce: resurrezione.
La chiesa parlante deve diventare
chiesa agente, perché lo Spirito Santo è
uno spirito inquieto che cerca altri corpi,
altre menti, altri cuori per celebrare il
suo dono della parola, della diversità,
della comune comprensione e della sequela.
Luterani
Concluso
il Sinodo
Si è concluso domenica 2
maggio a Milano il Sinodo
della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), a cui hanno
partecipato circa 40 persone in
rappresentanza dei 7.000 luterani italiani, sparsi da Bolzano
a Catania in una ventina di comunità e gruppi.
Il Sinodo, dopo aver ascoltato la relazione della sua presidente, Manna Franzoi, sull’
Intesa appena conclusa tra la
Celi e la Repubblica italiana,
si è occupato in particolare dei
rapporti con le altre chiese
protestanti, argomento ampiamente illustrato nella relazione
del decano della Celi, pastore
Hans-Gerch Philippi. Il Sinodo ha accolto con favore la
proposta delle chiese battiste,
metodiste e valdesi di incontrarsi per programmare una
più intensa collaborazione con
i luterani, e ha inoltre deciso
di esplorare le possibilità di un
reciproco riconoscimento e
scambio di ministri con gli anglicani, sulla scia dell’accordo
recentemente sottoscritto tra la
Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa evangelica tedesca. Il Sinodo ha auspicato una ripresa in
Italia delle tematiche del «processo conciliare» su Giustizia,
pace, salvaguardia del creato,
promosso dalla Conferenza
delle chiese europee (Kek) e
dal Consiglio delle conferenze
episcopali europee (Ccee).
Fra gli ospiti del Sinodo, oltre al moderatore valdese
Franco Giampiccoli, al presidente dell’Unione delle chiese
battiste. Franco Scaramuccia,
al presidente della Fcei Giorgio Bouchard e all’intervento
di numerosi rappresentanti di
chiese luterane estere, si è
avuto l’intervento del cardinale Carlo Maria Martini, che
dell’incontro di Basilea
(1989), come presidente del
Ccee, fu uno degli animatori.
Ricordando le parole della
dichiarazione comune cattolico-luterana del 1980 sulla
Confessione augustana, «ci
possiamo considerare tutti
sotto lo stesso Cristo», Martini ha affermato che «queste
parole sono di stimolo e di
conforto per il nostro dialogo
comune, dialogo che sembra
ora vivere dei momenti di difficoltà»', ma l’ecumenismo si
gioca anche nella comune testimonianza delle chiese di
fronte ai drammatici avvenimenti in corso nel nostro paese, che costituiscono un appello a operare per il bene comune e, al tempo stesso, a «riscoprire più chiaramente il primato di Cristo e dell'Evangelo».
Attualità
Manca il lavoro
pagina 7
Intervista a Honecker
pagina 9
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 7 MAGGIO ] qqcì
Dopo la decisione del Sinodo anglicano a favore dell'ordinazione delle donne
Dovranno essere «riordinati» i pastori
anglicani che vogliono diventare cattolici?
Desiderio di continuare il
dialogo ecumenico con
la Chiesa d’Inghilterra, e di
trovare una soluzione per gli
anglicani che vogliono passare sotto la giurisdizione
della Santa Sede, purché si
tratti di una «totale integrazione nella pienezza della
vita della Chiesa cattolica».
E questa, in sintesi, la
maggiore preoccupazione
espressa dal cardinale Basii
Hume, arcive.scovo di Westminster, all’apertura dell’incontro dei vescovi cattolici di Inghilterra e Galles
(19-23 aprile) nel corso del
quale si è trattato lo spinoso
problema degli anglicani che
rifiutano la decisione di ordinare le donne, presa a novembre dal Sinodo generale
anglicano, e che per questo
motivo hanno chiesto accoglienza alla Chiesa cattolica.
Se il desiderio più forte
della gerarchia cattolica inglese è di non chiudere la
porta in faccia a chi ha bussato, d’altra parte si pone la
condizione che non si facciano «sconti» sulle modalità di appartenenza alla
Chiesa cattolica e questo,
forse, in risposta a quanti negli ultimi tempi ventilavano
l’ipotesi di riunirsi a Roma
mantenendo la propria specificità: «Lo scopo per loro e
per la Chiesa cattolica - ha
detto Hume - deve essere la
loro eventuale totale integrazione nella vita piena della
Chiesa cattolica».
Lo stesso punto di vista è
condiviso da padre Oliver
McTernan, della Chiesa di
San Francesco d’Assisi di
Notting Hill, nella zona ovest di Londra; «Dovremmo
accettarli - ha spiegato al
quotidiano «The Times»
(19/4) - solo se sono preparati ad essere pienamente
L'arcivescovo cattolico di Westminster, cardinale Basii Hume, mentre presiede la riunione annua dei vescovi inglesi e gallesi a Londra
al cattolicesimo», tanto più,
ha aggiunto, se la «conversione» è di massa. «Queste
persone probabilmente non
hanno idea di quanto radicale sia la Chiesa cattolica e
proprio non capiscono quanto siamo forti su temi come
la liberazione e la teologia
femminista. Siamo preoccupati che le loro idee superate
possano rallentare i progressi che abbiamo fatto da 100
anni a questa parte».
E proprio questo appare
essere il problema fondamentale: coloro che intendono lasciare la Chiesa anglicana (stimati intorno ai 250
pastori e qualche migliaio di
iaici) non accettano volentieri che il loro passaggio venga definito con il termine
«conversione».
«La nostra gente - spiegano in proposito cinque sacerdoti anglo-cattolici in una
cattolici, in una Chiesa multirazziale e universale in cui
l’inglese è una lingua tra le
altre».
«Non abbiamo bisogno
degli anglocattolici - ha aggiunto però - e a meno che
siano pronti ad accettare tutto, compresa la nostra liturgia, dovremmo mettere in
discussione la motivazione
del loro desiderio di unirsi a
noi».
«Abbastanza inaccettabile» è, per Myra Poole, convertita al cattolicesimo che
ha fondato, il mese scorso, il
movimento «Ordinazione
delle donne cattoliche»,
permettere a centinaia di pastori anglicani di entrare nella Chiesa cattolica.
«Siamo preoccupati - ha
detto a «The Times» - perché l’opposizione al sacerdozio femminile è una ragione negativa per il passaggio
Eletto il nuovo Consiglio delle Conferenze episcopali europee
Il cardinale Martini non è più
presidente dell'organismo europeo
Dal 16 aprile scorso il cardinale Carlo Maria Martini non è più presidente del
Consiglio delle Conferenze
episcopali europee (Ccee) di
cui era a capo dal 1987. In
questi ultimi anni, quest’organismo era riuscito a tenere
vivi i rapporti di dialogo ecumenico con le chiese protestanti e ortodosse. Il grande
raduno ecumenico su «Giustizia, pace e integrità del
creato» (Basilea, 1989), organizzato congiuntamente dalla
Kek (Conferenza delle chiese
europee) e dal Ccee, era stato
uno dei momenti culminanti
di questa collaborazione, così
come il V incontro ecumenico europeo, svoltosi a Santiago de Compostela nel novembre 1991.
Ma pochi mesi dopo, in occasione del Sinodo speciale
per l’Europa svoltosi in Vaticano nel gennaio ’92, il card.
Camillo Ruini, presidente
della Conferenza episcopale
italiana, e mons. Jan Schotte,
segretario del Sinodo, erano
riusciti a farsi affidare dal papa il compito di pensare ad
una «ristrutturazione» del
Ccee. In quell’occasione lo
stesso card. Martini aveva
chiesto un potenziamento
dell’organismo.
Nel dicembre scorso si è
tenuta in Vaticano una riunione riservata che ha concluso il lavoro di riflessione
.sulla nuova struttura. Il Consiglio delle Conferenze episcopali europee viene effettivamente rafforzato, come
chiedeva Martini, ma proprio
per questo si prevede che
debba essere composto solo
dai presidenti delle rispettive
Conferenze episcopali nazionali e non da semplici delegati, come era stato fino ad
allora.
Come nota l’agenzia Adista, «con un solo abile colpo,
perciò, si dà ragione all’arcivescovo di Milano e contemporaneamente lo si esclude
da presidente e membro del
Consiglio, non essendo egli
presidente di Conferenza episcopale. Al suo posto va ovviamente il card. Ruini».
Nella riunione vaticana del
15 e 16 aprile è stata eletta la
nuova presidenza del Ccee.
Presidente è ora mons. Milo
slav Vilk, arcivescovo di Praga. I suoi vice sono mons.
Karl Lehmann, presidente
della Conferenza episcopale
tedesca, e mons. Istvan Seregély, presidente della Conferenza episcopale ungherese.
Il papa ha partecipato direttamente ai lavori, tenendo un
discorso ai 28 presidenti di
Conferenze episcopali presenti (assenti quelli di Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Lettonia e Grecia). Ha
parlato di incontro «storico»
e ha avuto parole di stima per
r«attivo» card. Martini. Ha
anche ricordato «il contributo
dato al dialogo ecumenico
con le diverse confessioni
cristiane» riunite nella Kek.
«Tuttavia», ha aggiunto, la
collaborazione con la Kek
«deve essere coltivata soprattutto in vista del ristabilimento progressivo della piena unità fra cristiani nel “vecchio” continente» e comunque sempre «in comunione
gerarchica con il successore
di Pietro».
Il compito «generale ma
non generico» del nuovo
lettera ai vescovi riuniti, secondo quanto riporta «The
Independent» (20/4) - vede
una differenza significativa
tra il diventare cattolici romani e l’entrare in piena comunione con la Santa Sede»:
quest’ultima comporterebbe
il restare anglicani ma senza
la presenza ingombrante delle donne-prete.
Ma i cattolici non vedono
questa differenza. Il sacerdozio anglicano non è riconosciuto, per cui sarà necessario riordinare quei pastori
che passeranno alla Chiesa
cattolica.
Attualmente sono otto i
pastori anglicani sposati passati alla Chiesa cattolica, ma
nessuno di loro ha in cura
una parrocchia.
Mentre dunque i vescovi
cattolici sono impegnati
nell’individuare le linee guida per l’accoglienza degli
anglicani «profughi», si sta
anche pensando se formare
una commissione episcopale
mista che faciliti il superamento di problemi che potrebbero insorgere prima che
la Santa Sede abbia dato la
sua sentenza al Ariguardo.
La proposta è stata fatta
dai due copresidenti della
Commissione internazionale
per il dialogo tra cattolici e
anglicani (Arcic), il vescovo
cattolico di Brighton, monsignor Cormac Murphy
O’Connor, e quello anglicano di Birmingham, Mark
Santer, uno dei più convinti
sostenitori dell’ordinazione
femminile.
La commissione proposta
dovrebbe essere incaricata
della supervisione sull’«esodo» dalla Chiesa anglicana e
di sostegno nella ricerca di
soluzioni a questioni dottrinali e finanziarie (per esempio la proprietà delle chiese)
Consiglio sarà quello di promuovere la «nuova evangelizzazione dell’Europa». In
questa ottica, ha aggiunto il
papa, «occorre provvedere alia promozione di una sempre
più intensa comunione fra le
diòcesi e fra le Conferenze
episcopali nazionali, all’incremento della collaborazione ecumenica tra i cristiani e
al superamento degli ostacoli
che minacciano il futuro della
pace e del progresso dei popoli, al rafforzamento della
collegialità affettiva ed effettiva e della “communio” gerarchica».
Mediante il nuovo Ccee bisognerà cercare di «infondere
alla comunità continentale un
“supplemento d’anima”», riscoprendo e rinsaldando «le
radici cristiane delle diverse
nazioni» e «promuovere la
presenza del fermento evangelico neH’“oggi” e nel “domani” dell’Europa, specialmente dinanzi ai tentativi,
non così nascosti, di emarginare la fede e la verità salvifica da ogni manifestazione
della vita pubblica».
Come osserva l’agenzia
Adista «la cultura dell’apertura e del dialogo impressa
da Martini al Ccee scompare
nelle parole di Giovanni Paolo li, mentre riappare la voglia di “presenza”, di forza
compatta, di centralismo potente, di folle osannanti».
L’«autunno dell’ecumenismo» continua anche in questa primavera?
Dal
Sulla tragedia di Waco
NEW YORK — La rev. Joan B. Campbell, segretaria gene
rale del Consiglio nazionale delle chiese, ha rilasciato la se
guente dichiarazione, il 19 aprile, giorno della tragedia:
«Abbiamo visto con orrore i reportage di oggi provenienti da
Waco. Mentre il costo in vite umane e l’esatto svolgersi dei fatti rimangono ancora incerti, lamentiamo il fatto che non si sia
trovata una soluzione pacifica. Durante le lunghe settimane di
stallo abbiamo temuto una maggiore violenza. Purtroppo, i nostri timori si sono verificati.
Non possiamo giustificare la creazione di un arsenale in nome della fede o l’uso di bambini come pegni. D’altra parte ci
preoccupa l’apparente mancanza di pazienza da parte delle autorità federali. Crediamo che la pazienza avrebbe dovuto essere
il primo punto all’ordine del giorno, dato che vite umane erano
già state perse da ogni parte e che molte altre vite, comprese
quelle dei bambini, continuavano a pesare sulla bilancia. Auspichiamo un’inchiesta approfondita sull’intera vicenda e speriamo che l’esito costituirà una lezione per la soluzione pacifica in ogni futura simile situazione.
In nome del Consiglio nazionale delle chiese, esprimo il mio
profondo cordoglio per la perdita di vite umane e le mie sincere
condoglianze alle famiglie e agli amici di tutti quelli che sono
morti. Li porteremo tutti nelle nostre preghiere».
Nominato ambasciatore Usa
presso il Vaticano
WASHINGTON — Nonostante le forti proteste di numerose chiese protestanti nordamericane, il presidente Bill Clinton
ha nominato Raymond Flynn, sindaco di Boston, come ambasciatore Usa presso il Vaticano. Raymond Flynn è un democratico cattolico che aderisce al movimento antiaborto. È il quarto
cattolico ad occupare quel posto dal momento della sua creazione, nel 1984, da parte di Ronald Reagan. Secondo Richard
Land, direttore della Commissione vita cristiana della Convenzione battista del Sud, denominazione alla quale appartiene lo
stesso presidente Clinton, la decisione rappresenta il «trionfo
della politica sull’etica» e ha preannunciato che la sua organizzazione si batterà perché il Senato americano non approvi la
nomina presidenziale, che ha definito «anticostituzionale». Bill
Clinton, ha aggiunto, cerca di «guadagnarsi i favori dei cattolici romani scandalizzati, a ragione, dalla sua politica in favore
dell’aborto».
Una Bibbia offerta al presidente
della Repubblica albanese
TIRANA — Il presidente della Repubblica albanese, Sali
Berisha, riceverà una Bibbia in albanese moderno, in una apposita cerimonia ufficiale che avrà luogo il 14 maggio al Centro
culturale intemazionale di Tirana, dove prima era il museo dedicato all’ultimo presidente, Enver Hosha, il dittatore che dichiarò nel 1967 l’Albania primo stato ateo del mondo.
Autore della consegna della Bibbia sarà fratello Andrea, soprannominato «il contrabbandiere di Dio», un olandese, fondatore della missione evangelica «Porte aperte», il quale fin
dall’era della cortina di ferro riusciva ad introdurre clandestinamente la Bibbia nei paesi comunisti, Albania compresa, entrando in contatto con i cristiani perseguitati, senza distinzioni confessionali.
Attualmente, solo il Nuovo Testamento è disponibile in albanese moderno. Per questo l’iniziativa di «Porte aperte» e l’impegno della Missione cristiana europea (Ecm), che ha lavorato
per cinque anni alla traduzione, consentiranno al pubblico albanese di colmare una lacuna sia religiosa che culturale, con la
di.stribuzione di 50.000 copie. Le prime 11.000 saranno distribuite direttamente da «Porte aperte», che nel 1992 ha ricevuto
apposite offerte dai suoi sostenitori disseminati in gran parte
dei mondo.
Fratello Andrea, che ha ricevuto un invito ufficiale dal presidente Sali Berisha, consegnerà personalmente una copia della
Bibbia anche al rappresentante del Parlamento, al primo ministro Aleksander Meksi, e ad altre autorità presenti alla cerimonia. Per l’occasione, «Porte aperte» è stata invitata ad allestire
un’esposizione di letteratura cristiana.
Germania: progressi ecumenici
BONN — Le chiese cattolica e protestante di Germania hanno avviato la revisione delle condanne reciproche delle loro
dottrine pronunciate all’epoca della Riforma e della Controriforma. La Conferenza episcopale di Germania ha annunciato
che il Consiglio pontificio per l’unità dei cristiani aveva dichiarato recentemente di ritenere che la dottrina luterana della giustificazione per sola fede «non era più una causa di divisione».
Le controversie relative al battesimo, alla penitenza e alla Cena
sarebbero pure diminuite. Invece, per quanto riguarda la dottrina dei sacramenti e quella dei ministeri, i disaccordi permangono.
Consiglio di Stato; no alla
separazione di chiesa e stato
ZURIGO — II Consiglio di Stato del cantone di Zurigo si
oppone alla separazione della chiesa e dello stato. Il suo argomento principale è che, nella situazione attuale, nessuno viene
costretto a contribuire alle finanze di una chiesa di cui non sia
membro. Così, il Consiglio di Stato zurighese prende posizione
contro la proposta di separazione approvata a titolo provvisorio
dal Gran Consiglio.
3
\/ëNERDÎ 7 MAGGIO 1993
Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
A Casa materna (Napoli-Portici) l'assemblea annuale dell'Unione predicatori locali
I predicatori locali: non «tappabuchi» ma
fratelli e sorelle al servizio della predicazione
________CUUDIO TRON________
Venticinque persone circa,
metà delle quali pervenute alla fede evangelica per
«conversione», cioè per adesione dopo l’abbandono del
cattolicesimo romano: questa
l’assemblea deH’Unione dei
predicatori locali (Upl) del
16-17 aprile. Ci sono anche,
in questo dato statistico, il riflesso della piccolezza e della
speranza dell’organismo che
coordina i nostri predicatori
locali.
Piccolezza perché è difficile raccoglierli; piccolezza
perché i problemi sono sempre gli stessi: superare la nozione del predicatore come
«tappabuchi», avere un rapporto pili continuo con i Consigli di chiesa e di circuito,
evitare i disguidi con una delle nostre librerie che continua
a non praticare gli sconti dovuti e a non assecondare l’uso
dei buoni libri...
Speranza, perché il numero
dei predicatori è elevato in
rapporto a quello dei membri
di chiesa, perché ci sono dei
giovani che danno regolarmente gli esami presso la
Commissione studi, perché
chi partecipa alle assemblee
trae un grande profitto dagli
interventi dei professori della
Facoltà di teologia, perché
chi aderisce alla fede evangelica lo fa con grande serietà e
diventa facilmente predicatore, magari più zelante di molti evangelici di nascita.
Casa materna
L’assemblea Upl si è tenuta
quest’anno a Casa materna, a
Napoli Portici. Abbiamo così
potuto innanzitutto prendere
visione di un’opera che ha
cercato in modi diversi, a seconda delle esigenze e opportunità, di predicare nella carne la parola di Gesù: «Lasciate che i fanciulli vengano a
me».
Oggi, come ha spiegato il
direttore Luigi Capuano in
una breve presentazione
dell’opera, i minori assistiti
sono una settantina, di cui 10
extracomunitari per i quali
Alcuni partecipanti all’Assemblea dell’Ulp durante una pausa dei lavori a Casa materna di Portici
nessuno paga la retta. Per gli
altri gli enti pubblici sono
molto puntuali a chiedere
ospitalità quando si scontrano
con problemi di predelinquenza e di rischi vari; infatti
Casa materna è l’unica istituzione della zona che se ne occupi con la sua scuola e i servizi a essa collegati, dopo che
altre istituzioni analoghe si
sono convertite in attività più
redditizie.
Gli stessi enti pubblici sono
assai meno puntuali nella stipulazione e nel rispetto delle
convenzioni che, comunque,
assicurano nella media solo
una retta di 14.000 lire al
giorno.
Oltre ai problemi amministrativi, che sono quelli di
sempre, l’assemblea ha anche
avuto i momenti fondamentali dell’aggiornamento teologico.
Aggiornamento teologico
Mario Cignoni, innanzitutto, ha ricordato i problemi
della traduzione e della diffusione della Bibbia: i libri deuterocanonici dell’Antico Testamento, accettati dagli ebrei
di lingua greca nei primi se
• segretari dell’Ulp dopo l’integrazione valdese e metodista del 1979:
l-aonardo Casorio, Claudio Tron e Gabriele Lala
coli dell’era cristiana e dalla
Chiesa cattolica ma non dagli
ebrei palestinesi e per conseguenza dalle chiese evangeliche; l’impostazione della traduzione, che può essere parola per parola, cioè per equivalenza verbale, oppure la trascrizione delle idee in lingua
corrente, cioè per equivalenze
dinamiche; la diffusione, poi,
avviene molto più per opera
delle sette e delle chiese fondamentaliste che ad opera
delle nostre chiese: in altre
parole, dal nostro punto di vista chi saprebbe insegnare la
Bibbia non la diffonde; chi la
diffonde non sa insegnare a
leggerla.
Gli interventi successivi sono stati quelli di Giorgio
Bouchard, Daniele Garrone e
Yann Redalié. Bouchard ha
dato alcuni flash sulla predicazione della sua generazione, che era anche quella della
maggioranza dei predicatori
locali presenti.
Una predicazione che ha
avuto come esito felice delle
conversioni, come dimostra
anche la composizione
deU’Upl e del corpo pastorale; che ha cercato di stimolare
al discepolato; che, infine, si
è posta il problema di stmtturare una cultura essenzialmente fondata sul rigore morale ma anche, e soprattutto
negli ultimi anni, con un occhio attento al rinascente bisogno di religione.
Alcuni tentativi di predicazione paradossale - Vittorio
Subilia, Tullio Vinay, Gino
Conte - sono stati ricordati
come esperienze estremamente positive, e analoga
valutazione è stata data di
predicazioni narrative che
hanno cercato di dare spessore al superamento del barthismo di cui oggi si sente bisogno.
Garrone ha presentato la
nozione di «patto» nei due
primi libri della Bibbia. Ha
ricordato innanzitutto che i
passi che parlano dei patti di
Dio con Noè, Abramo, Giacobbe e Mosè hanno espressioni che possono essere viste
da un lato come trascrizioni
di liturgie e dall’altro come
uso in senso figurato di istituzioni legate ai patti umani tra
due contraenti.
Il Patto di Dio è, comunque, più di ogni altro patto
umano, caratterizzato dall’
asimmetria dei contraenti. A
rigore non è neanche un contratto: Dio prende l’iniziativa
Intervista a Leonardo Casorio
Capostazione con la
passione della Bibbia
del patto e basta. L’umanità
(con Noè) e Israele (con gli
altri patti) sono i destinatari
di un’azione gratuita di Dio e
per questo Dio chiede loro
una risposta: l’osservanza del
patto stesso. Importante è comunque il fatto che Israele attribuisce al Patto il suo atto di
fondazione, e che tale atto di
fondazione si realizza come
rimedio perché è stato prima
infranto con il peccato.
In ultima analisi Israele è
eletto perché c’è stato il peccato, non per meriti o glorie
sue particolari.
Animazione biblica
Redalié ha coordinato
un’animazione biblica sul
passo di Atti 16 della conversione del centurione Cornelio. I tre gruppi di lavoro hanno dovuto programmare per
una trasmissione filmata della
rubrica Protestantesimo rispettivamente i personaggi, i
luoghi e le azioni da sottolineare nel filmato stesso. Partendo dai risultati dei lavori
in gruppi ha poi tratto spunto
per un’accurata esegesi del
passo in questione.
Elezioni
È difficile dire quali sono
stati i momenti forti dell’assemblea, perché è stata tutta
di momenti forti; oltre a quelli delle relazioni vogliamo
comunque ricordare quelli del
culto iniziale, presieduto da
Aldo Garrone, e quello dell’
elezione del nuovo comitato.
Due membri, il segretario
Nardino Casorio e Mario Cignoni, non erano rieleggibili.
Con grande sensibilità vocazionale hanno accettato di
sostituirli rispettivamente Gabriele Lala e Ennio Sasso,
malgrado difficoltà di vario
genere, che insieme a Florence Vinti, confermata nell’incarico, costituiscono ora il
gruppo coordinatore dell’
Unione.
Un vivo ringraziamento a
chi lascia, in particolare al segretario, che ha lavorato con
grande dedizione nei 7 anni
del suo mandato, e un solidale augurio a chi inizia o prosegue.
Molti, come sempre, i saluti delle persone impossibilitate a partecipare. Particolarmente gradito quello del sovrintendente di circuito, Giovanni Anziani, che rappresentava anche le chiese e le
attività della zona.
________FLORENCE VINTI______
Leonardo Casorio ha terminato il suo settennato come
segretario dell’Upl; durante
r assemblea, tenutasi a Portici il 16-17 aprile scorsi, gli
abbiamo chiesto una valutazione di questi anni.
V
1^ stata innanzitutto una
bella opportunità di
servizio offertami e un’esperienza che non esiterei a definire entusiasmante, che ha
coinvolto anche la mia famiglia, senza la quale non avrei
potuto svolgere questo lavoro; mi sono sentito circondato
da sostegno morale e affetto,
che mi hanno consentito di
attivarmi con serenità. Certo
anche il mio lavoro cosiddetto «profano» è stato condizionato, e viceversa l’attività di
segretario». {Casorio, Nardino per gli amici, è capostazione sovrintendente presso
la stazione di Livorno, dove
svolge l’attività di dirigente
movimento, ndr).
«Il Comitato ha la responsabilità della conduzione dell’Unione ed esegue i mandati
affidatagli dall’assemblea;
inoltre nomina i rappresentanti dei predicatori locali alle
Conferenze distrettuali. Il segretario rappresenta l’Upl in
Sinodo. Claudio Tron, che mi
ha preceduto 7 anni fa, si era
attivato per la realizzazione
di un regolamento dell’ Unione, punto di riferimento per
ulteriori attività; mi sento di
poter affermare di essere riuscito a continuare l’opera di
diffusione tra le chiese dei fini dell’Unione stessa: mantenere i collegamenti tra i predicatori locali, promuovere
attività per l’aggiornamento
della loro preparazione in vista della predicazione e iniziative per far emergere e valorizzare nelle chiese i doni
della predicazione.
Al contrario di ciò che alcuni sembrano pensare, non
tutti hanno chiaro come sia
possibile valorizzare la propria disponibilità a testimoniare la propria fede nella comunità di appartenenza mediante la predicazione. La
mia attività si è svolta principalmente nel raccogliere e
coordinare le disponibilità
delle sorelle e dei fratelli predicatori locali per l’annuncio
dell’Evangelo e per collaborare con i pastori nelle nostre
chiese».
- L’Upl ha attualmente dei
problemi?
«Un problema è rappresentato dalla mancanza di una
chiara regolamentazione che
definisca il ruolo dei predicatori locali all’interno delle
chiese. Lo spirito «metodista» non è sempre stato recepito nella sua globalità dalle
chiese valdesi. Spesso si preferisce considerarlo come un
ruolo di tappabuchi, o come
quello di un «lettore», inferiore a quello di un pastore;
invece è emersa, in varie assemblee dell’Upl, la convinzione che la testimonianza
del predicatore locale non
debba essere considerata secondaria. Il dono della predicazione, corredato da un’adeguata preparazione, non può
considerarsi prerogativa del
solo pastore. Il predicatore locale non viene dal nulla, gli
viene richiesta una preparazione e un’esperienza riconosciuta dalla chiesa locale e
dal circuito.
Non si è ancora riusciti a
definire bene il confine tra il
predicatore iscritto a ruolo e
quello che non lo è, ma che
spesso predica; a questo proposito uno degli impegni di
fondo su cui il comitato si è
attivato in questi ultimi anni è
quello di una preparazione
corretta e approfondita. In
questo momento vi sono 54
fratelli e sorelle iscritti come
candidati predicatori locali,
17 dei quali hanno dato esami
con la Commissione permanente studi negli ultimi due
anni. Nel 1982 quattro di essi
hanno terminato i corsi e sono stati iscritti a ruolo: ne siamo grati al Signore e diamo
atto alla Commissione del lavoro che svolge con grande
senso di responsabilità».
- Come viene recepito dalle chiese il lavoro dell’ Upl?
«Ogni anno la Tavola valdese fissa una domenica del
predicatore locale: un’occasione valida per portare tutta
la chiesa alla riflessione su un
ministero importante che non
può sciogliere il credente impegnato dal vincolo di sentirsi chiamato in prima persona
a testimoniare ad altri la propria fede. Le collette di quella
giornata sono le uniche fonti
che alimentano alcune attività
che l’Unione ritiene di poter
svolgere: attribuzione di buoni libri, organizzazione dell’
annuale assemblea, aiuti alle
spese di preparazione agli
esami.
Dovrei evidenziare però
che la maggiore collaborazione con le chiese dovrebbe
svilupparsi con i sovrintendenti di circuito: l’Upl non è
altro che la somma dei predicatori iscritti ai ruoli circuitali, ma i rapporti fra Upl e circuiti si diversificano a seconda della disponibilità dei singoli sovrintendenti. La semplice consegna di un attestato
riportante il numero di iscrizione al ruolo deirUpl, per
esempio, ha suscitato reazioni
diverse e anche disapprovazione.
L’assemblea dello scorso
anno, a Santa Severa, aveva
aperto la speranza di poter
realizzare una collaborazione
più organica in vista della
formazione e dell’aggiornamento dei predicatori locali,
con l’unificazione delle strutture di formazione delle chiese Bmv. Malgrado i tentativi
di coinvolgere in questo progetto i sovrintendenti di circuito e i responsabili territoriali delle comunità battiste,
questa speranza non ha avuto
seguito, se si esclude qualche
isolato tentativo locale».
- Quali aspettative si intravedono per il futuro?
«Come Upl ci siamo rallegrati del lavoro svolto dalla
commissione nominata dalla
Tavola su proposta del corpo
pastorale; esso ha cercato di
individuare criteri normativi
per la definizione del predicatore locale, la loro iscrizione
a ruolo, la preparazione, ecc.
La Tavola si è impegnata a
incaricare la Commissione
per le discipline di regolamentare tutta la normativa
inerente il ruolo dei predicatori.
Ci auguriamo che vengano
accolte le aspettative
dell’Unione per una sua rappresentanza nella Commissione permanente studi e perché il predicatore locale sia
considerato membro del Consiglio di chiesa di appartenenza, così come attualmente avviene per i rappresentanti delle attività settoriali e le chiese
metodiste.
4
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RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 7MAGGIQ19Q':ì
A Riesi il tradizionale appuntamento di primavera delle chiese evangeliche siciliane Comunità evangelica di azione apostolica
La diaspora si ritrova in clima di fraternità
GIUSEPPE PLATONE
Cinque autobus e numerose automobili per raggiungere il cuore della Sicilia. Sono arrivati da Pachino,
Scicli, Siracusa, Lentini, Fioridia, Palermo, Vittoria, Caltanissetta, Agrigento, Catania...
Il 25 aprile al Servizio cristiano di Riesi è diventato negli anni, per la vasta diaspora
valdese, metodista e battista
un appuntamento atteso e
partecipato. Quest’anno si sono contate circa 250 persone.
Il programma della giornata,
più leggero delle scorse edizioni, ha favorito un clima di
grande fraternità. Nel corso
del culto con Santa Cena celebrato sotto gli olivi secolari
il pastore Rapisarda ha tracciato, con vigore e con una
certa vena polemica, la posizione protestante su Maria.
Sullo sfondo di questa riflessione c’è infatti la prossima
visita del papa in Sicilia, che
avrà un momento forte
nell’inaugurazione di un nuovo, enorme, santuario dedicato alla madonna delle lacrime
a Siracusa.
«Santuari - notava Rapisarda - significa investimenti
di denaro, folclore, gestione
del sentimento popolare, controllo di grandi masse, perpetuazione del potere delle gerarchie ecclesiastiche non solo in campo spirituale ma anche politico e culturale. I santuari sono i poli della religiosità popolare, sono i luoghi in
cui la religiosità è consumata
come atto meritorio, con voti,
offerte, digiuni, preghiere». Il
tema, almeno in Sicilia caratterizzata in molte zone da
un cattolicesimo barocco e
spettacolare, è di grande at
Taurianova
Martin L. King
In occasione della «Settimana della libertà» del 19 e
20 febbraio il pastore Piero
Santoro, della Chiesa valdese di Reggio Calabria, ha tenuto in due scuole medie di
Taurianova una lezione sul
movimento valdese fino
all’editto albertino del 17
febbraio 1948.
Oltre duecento ragazzi
hanno affollato i saloni di
riunione e molte sono state le
domande alla fine dell’esposizione, che hanno spaziato
dalle differenze dottrinali al
ruolo della donna nella Chiesa valdese, ai motivi di divergenza con la Chiesa cattolica.
• Nei giorni 29, 30 e 31
marzo si sono svolte conferenze-dibattito organizzate
da radio M. L. King in diverse scuole superiori della Piana, in particolare Taurianova
e Polistena. Molti i giovani
tra i 13 e i 18 anni che vi
hanno partecipato, oltre ai
presidi e docenti.
Le conferenze sono state
tenute dal pastore Salvatore
Rapisarda, segretario del dipartimento teologico dell’
Ucebi. Il tema delle conferenze è stato la figura e
l’opera di Martin L. King,
nell’anniversario della sua
morte. Già da alcuni anni la
radio M. L. King affronta
con sempre maggiore impegno il tema della cultura della pace e della nonviolenza,
organizzando annualmente
manifestazioni e concorsi, a
cui hanno preso parte numerose scuole.
Quale animazione
teologica?
FRANCO TAGLIERÒ
Incontro di evangelici siciliani nel parco del Servizio cristiano di Riesi
tualità. Anche il bollettino di
collegamento delle chiese
valdesi, metodiste e battiste
siciliane ha affrontato la questione mariologica ricordando
la necessità di restituire Maria
ai dati biblici; «Non possiamo
parlare di Maria in modi che
palesemente contraddicono le
testimonianze degli scritti
apostolici».
La seconda parte della giornata, dopo il pranzo al sacco
consumato nei vari ambienti
del Centro, ha visto la rappresentazione nel salone dell’
ex scuola meccanica di una
commedia dialettale del gruppo battista «Triaggianti» di
Lentini; parallelamente, nella
sala da pranzo del gruppo residente, il musicologo Enrico
Maltese animava un bel gruppo canoro e musicale che ha
passato in rassegna vari modi
di esprimere e interpretare la
musica, anche di natura ecclesiastica. Altri giovani partecipavano invece a una partita di calcio nel campetto del
Servizio cristiano. Insomma
riflessioni e divertimento, una
formula, ci sembra, pienamente riuscita.
Il piccolo Kirchentag siciliano era inoltre, quest’anno,
ricco di giovani e bambini.
«E un appuntamento prezioso
questo di Riesi - afferma
John Bobbins, pastore a Scicli - perché permette di ritrovarci nella dispersione in un
luogo simbolo del protestantesimo».
Ma sullo sfondo della giornata allegra e serena cominciano ad addensarsi le nuvole
delle prossime partenze pastorali da Pachino e Scicli
per il Nord America, da Palermo per la vicina Svizzera
italiana.
«Siamo preoccupati - commenta il pastore Trobia, di
Vittoria, visibilmente soddisfatto dell’incontro primaverile — ma non credo che
dobbiamo lasciarci prendere
dallo sconforto per questa
emorragia. Avere fiducia nel
Signore significa che ancora
una volta sperimenteremo il
suo aiuto, malgrado l’oggettiva difficoltà della prossima
situazione pastorale nella Sicilia».
La Comunità evangelica
di azione apostolica (Cevaa) periodicamente si interroga sui suoi programmi per
mantenerli attuali o per valutarli in vista di aggiustamenti
o ancora per stimolare le
chiese che la compongono a
intraprendere iniziative comuni.
Tenendo presenti queste finalità si è tenuto recentemente a Lione un incontro
degli animatori teologici delle chiese europee, a cui erano
stati invitati vari responsabili
di programmi di formazione
biblico-teologica dei diversi
livelli (catecumeni, adulti,
donne, giovani). Erano anche
presenti, seppur in numero
inferiore alle attese, alcuni
membri delle amministrazioni ecclesiastiche, per creare
un legame più proficuo tra i
programmi Cevaa e gli organismi decisionali.
Quello dell’animazione
teologica è un settore della
vita della Comunità ritenuto
di primaria importanza dalle
chiese che si esprimono nel
«Conseil» della Cevaa che si
tiene ogni anno. Ma, come
spesso accade, non solo in
campo ecumenico, ciò che
viene deciso dalle assemblee
non sempre viene preso sul
serio alla base delle chiese
membro.
Il problema della scarsa accoglienza dei progetti comunitari, specificamente per
quanto riguarda Tanimazione
teologica, da parte delle singole chiese è particolarmente
Unioni femminili di Torre Pellice
A metà del Decennio
DELIA REVEL BERT
La Società di cucito e
l’Unione femminile di
Torre Pellice hanno avuto la
gioia di ospitare e di udire domenica 18 aprile, due sorelle
che, in un contesto alquanto
diverso, svolgono la loro opera di testimonianza e di servizio nella chiesa e nella società:
Arlette Ricca, direttrice della
Casa delle diaconesse, e Julia
Campos, predicatrice locale
nella Chiesa valdese di Montevideo in Uruguay, e responsabile per l’America Latina
del decennio ecumenico di solidarietà con le donne.
Arlette Ricca ha presentato
al numeroso uditorio (purtroppo quasi esclusivamente femminile) le difficoltà pratiche
che incontra un servizio sociale che vuole essere in regola
con le leggi attuali e nel contempo aperto alle esigenze fisiche e spirituali di persone ormai avanti negli anni, e che
sentono con sofferenza il pericolo dell’emarginazione. Julia
Campos, ha iniziato dicendoci
la sua gioia di trovarsi fra noi,
di poter visitare varie unioni
femminili e fare più ampia conoscenza con la vita ecclesiastica di questo paese che è, per
parte materna, quello dei suoi
antenati (sua madre era una
Parise di Villar Pellice).
Julia ci ha dato, quindi, alcune informazioni su vari
aspetti della vita delle comunità nell’America Latina, con
particolare riguardo alla situa
zione femminile, in un ambiente che lei stessa ha definito sottosviluppato, alle prese
con grossi problemi di povertà
materiale e culturale.
Oltre a problemi di pari opportunità per uomini e donne
(possibilità, per le donne, di
insegnare nelle scuole secondarie e per le predlcatrici locali di salire sul pulpito di una
chiesa). La nostra ospite ci ha
parlato anche di tutto un complesso di attività a favore delle
donne stesse, sollecitazioni a
rischiare per aprire le porte
ancora chiuse, per conoscere
altre e più ricche possibilità di
vita: lettura della Bibbia al
femminile, inserimento delle
donne della terza età anche
nei laboratori biblici, assistenza psicologica alle donne
moralmente fragili (molto diffuso fra esse l’uso di psicofarmaci) ecc.
Julia Campos ha concluso
ricordando il testo biblico
scelto a livello mondiale per
la predicazione il giorno di
Pasqua 1988, data di inizio
del decennio ecumenico di solidarietà: è la domanda delle
donne che di buon mattino si
recano al sepolcro di Gesù:
«Chi ci rotolerà la pietra?»
(Marco 16, 3). Quella pietra,
ostacolo da rimuovere.
Noi tutti, oggi, siamo chiamati, mediante la preghiera e
l’azione, a rimuovere gli ostacoli sul cammino di liberazione delle donne, in vista di
una umanità non più discriminatoria.
Chiese della Puglia e della Basilicata
No ai razzismi
Un arcobaleno di colori,
simbolo variopinto e gioioso
di un mondo di diversità riconciliate: questa l’immagine
che ci ha riempito gli occhi e
il cuore nel pomeriggio di domenica 25 aprile e che ha concluso la giornata di festa delle
scuole domenicali delle chiese
evangeliche di Puglia e Basilicata. Tanti bambini, forse più
di duecento, numerosissimi i
monitori, genitori, e amici
presenti a Matera, serio impegno e tanta fantasia per una
giornata trascorsa tutta fra
preparazione e rappresentazioni sul tema del razzismo.
La giornata è cominciata
verso le dieci quando i tanti
intervenuti hanno ricevuto la
calda e «dolce» accoglienza da
parte della comunità ospitante,
poi le prove e i canti, quindi il
pranzo al sacco e la visita alla
parte antica e caratteristica
della città, i «sassi».
Il programma vero e proprio
è cominciato verso le 16,
quando varie scenette e pezzi
letti o recitati dalle varie scuole domenicali venivano offerti
alla riflessione di tutti. Le scene ricostruivano a volte situazioni apparentemente lontane
come il duro lavoro dei neri
nelle miniere del Sud Africa e
la vita nei sobborghi di Soweto o nelle industrie di Johannesburg, ma che si rivelavano
poi rilevanti per la vita e il
consumo del ricco Nord che
di quel lavoro di sfruttamento
comunque si avvantaggia.
Le situazioni, ricostruite
con scenografie semplici preparate con cartoni dipinti dai
bambini di Cerignola e Venosa e da questi animate insieme
a quelli di Bari e Conversano,
erano arricchite da suoni e
musiche adatte e alternate con
letture di poesie o preghiere.
I bambini di Matera, Gravina e Altamura hanno trattato il
tema del razzismo nostrano,
quello fatto di piccole discriminazioni con cui tutti quotidianamente ci confrontiamo e
che i bambini hanno rappresentato con grande partecipazione. Sono state ripercorse
dai bambini di Taranto le tappe della lotta contro la schiavitù e poi illustrato il movimento contro la segregazione
razziale neH’America di Martin L. King, il cui anniversario
della morte è stato ricordato
oltre che attraverso la lettura
di brani di suoi discorsi anche
con l’esposizione di una piccola mostra preparata da alcune ragazze di Gioia del Colle.
II programma ufficiale, che
comunque ha tenuto per circa
due ore desta l’attenzione dei
tanti convenuti, non può però
in alcun modo dare conto
del l’importanza di tali occasioni d’incontro per i bambini
stessi, alcuni dei quali fanno
parte di piccole scuole domenicali, e per tanti fratelli e sorelle di chiesa per i quali incontrarsi periodicamente è
sempre motivo di conforto e
di gioia. Il canto «We shall
overcome» ha concluso la festa e ha aperto alla speranza.
acuto nella regione europea
da una parte perché in Europa
(Francia, Italia, Svizzera) la
Cevaa non è ancora ben compresa, dall altra parte perché
l’esigenza di formazione teologica di base trova rispondenza in strutture collaudate e
ricche sia di tradizione che di
disponibilità materiali.
Se si aggiunge poi che da
alcuni anni il segretario generale della Cevaa è incaricato anche del programma di
animazione teologica, risulta
evidente che i programmi rimangono talvolta allo stato di
buoni propositi...
Questo clima di attesa, che
dovrebbe terminare con la
riunione del prossimo Consiglio, che si terrà a giugno, ha
contraddistinto rincontro di
Lione.
Tuttavia i partecipanti,
molti dei quali prendevano
contato diretto con la Comunità in questa occasione, e
dunque erano costretti a un
grande sforzo di comprensione delle tematiche in gioco,
sono riusciti a produrre alcune ipotesi di lavoro futuro,
che dovranno essere vagliate
dal Consiglio e promosse dal
nuovo segretario.
Due campi di ricerca, quello di un progetto comune
sull’evangelizzazione e quello della produzione di materiale liturgico interculturale,
hanno goduto di particolare
interesse. Da parte dei partecipanti italiani, metodisti e
valdesi, è stato invece sollecitato un confronto tra le varie
teologie presenti nella Cevaa.
E vero che la Comunità
non ha, né deve avere, «una»
teologia, ma negli incontri internazionali emergono talvolta tendenze teologiche che
non contribuiscono alla chiarezza del messaggio e dell’
espressione liturgico-cultuale.
L’interculturale e l’interconfessionale sono una ricchezza
della Cevaa, che va fortemente salvaguardata ma, in spirito di condivisione e di rispetto reciproco, anche le chiese
europee, che stanno diventando sempre più miste sotto
l’aspetto culturale, devono interrogarsi e confrontarsi tra
loro e con quelle di altri continenti per non correre il rischio di imporre nuovamente
una (o più) teologie nella direzione Nord-Sud.
r
COMMISSIONE
PERMANENTE
STUDI
DELLE CHIESE
VALDESI
E METODISTE
Le prossime sessioni di esami avranno
iuogo nei giorni:
22 maggio, ore 17
a Ecumeni, durante
la Con&ultéiione metodistài
22 9 il'
ta Casa di
Torre PelMOé, neiia
giornata di 'apertura
del Sinodo,^'-’.
Per ever^M^ infor*
mazioni ri^^ersi a!
past. Brunci^Qdstabel.
Viale Trento él/65 47037 RiiBtni. Tel.
0541/51053^.,- j,
5
1/F.NERDÌ 7 MAGGIO 1993
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
IL COMITATO ESECUTIVO DELL'UCEBI INFORMA
Con le chiese di Calabria e Sicilia
Il Comitato esecutivo si è riunito nei
giorni 25-28 marzo, ospitato dalla
chiesa di Catania. La seduta in Sicilia è
stata decisa proprio avendo in mente la
necessità di andare sul posto a verificare
le necessità e le esigenze delle chiese.
Molto proficuo è stato rincontro con
l’Associazione regionale e con i Consigli delle chiese di Calabria e Sicilia; i
membri del Comitato hanno potuto toccare con mano i problemi reali di cinque
comunità, che portano avanti la loro testimonianza con fiducia e con costanza
usufruendo della cura di un solo pastore
dell’Unione. Tutti i presenti hanno concordato sulla necessità del rispetto delle
regole che insieme ci siamo dati (e in
particolare quella sulla permanenza massima dei pastori in una sede), perché è
dalla mobilità pastorale che dipende in
gran parte la copertura delle sedi, che
aspettano aiuto da anni.
Foreign Mission Board
Il Comitato ha espresso gratitudine al
Foreign Mission Board della Southern
Baptist Convention, che ha donato le sue
residue proprietà in Italia, che da sempre
erano state messe a disposizione delle
chiese italiane. Il Comitato ha dato mandato al presidente di esprimere in maniera tangibile tale riconoscenza alla Missione in Italia, perché la stessa possa trasmettere in America il ringraziamento di
tutta l’Unione.
Ente patrimoniale
Con il passaggio delle proprietà del
Foreign Mission Board all’ente patrimoniale, il Comitato ha disposto che venga
applicato anche agli stabili così acquisiti
il regime a cui sono stati finora sottoposte le altre proprietà, senza eccezione o
privilegio di sorta.
Intese
Il Comitato ha esaminato il testo
dell’Intesa con lo Stato italiano, che
avrebbe dovuto essere firmata il 29 marzo, esprimendo compiacimento per il risultato raggiunto e ringraziando la delegazione che ha lavorato per questo, guidata dal fratello Renato Malocchi. In
particolare, ha sottolineato con soddisfazione il riconoscimento da parte della
Repubblica italiana dell’ordinamento
battista nonché di alcune specificità, di
cui nell’Intesa si dà atto. Il Comitato ha
anche ascoltato il discorso del presidente
dell’Unione, esprimendo la sua approva
zione.
Bilanci
Gran parte della seduta è stata dedicata
all’esame dei bilanci sia deH’Unione e
dell’ente patrimoniale come di quelli
delle istituzioni e degli organismi operativi. Il Comitato ha proceduto al licenziamento del bilancio consuntivo
dell’esercizio finanziario 1992 e a quello
preventivo per il 1993, incaricando il
presidente di trasmetterli al Collegio dei
revisori, a norma dell’art. 224 del regolamento. Il Comitato ha formulato anche
alcune osservazioni sui bilanci di alcune
istituzioni e organismi operativi, che sono stati segnalati ai rispettivi comitati
direttivi. Il Comitato infine, su sollecito
dei revisori, ha lamentato il ritardo con
cui alcune istituzioni fanno pervenire i
loro bilanci.
Pastori
Con gioia, avendo ricevuto i pareri favorevoli del Dipartimento di teologia e
del Collegio pastorale, il Comitato ha
iscritto nella rubrica dei pastori locali, a
norma dell’art. 17 del regolamento, il
fratello Luca M. Negro, in servizio presso la chiesa di Albano.
Il Comitato, su richiesta della sorella
Gabriella Casanova, ha sospeso momentaneamente l’esecutività dell’atto con cui
la stessa era stata accettata come candidata al ministero pastorale in servizio di
prova.
Su richiesta degli organizzatori, il Comitato ha fissato il Convegno sul ruolo
pastorale (originariamente previsto per il
30 aprile-2 maggio) a S. Severa nel periodo 17-19 settembre.
Pastori monoreddito
Da tempo il Comitato sentiva l’esigenza di venire incontro ai bisogni delle famiglie pastorali monoreddito, sollecitato
dal Collegio pastorale e dalla riflessione
sulle condizioni di vita odierne, e aveva
disposto una serie di studi per vedere come fosse possibile venire incontro ai bisogni. Ricevuti gli studi commissionati,
il Comitato ha disposto una serie di
provvidenze che, se non risolvono interamente il problema, quanto meno esprimono una solidarietà reale di tutta
l’Unione con le condizioni dei ministri
meno abbienti. Nel contempo ha deliberato la corresponsione di un aiuto agli
studi anche dei figli di famiglie plurireddito e ha iniziato la sistemazione dell’assegno di tutti i ministri, per quanto riguarda la quota Inps, che deve essere
adeguata a seguito del nuovo trattamento di quiescenza, stabilito dall’art.
68 del regolamento.
Riforma
Con gioia il Comitato ha preso atto dei
buoni risultati della sottoscrizione tra i
membri di chiesa per il lancio di «Riforma». La somma che ci si era proposti
(100 milioni) è stata quasi raggiunta; le
spese di lancio sono state coperte e di
questo sia ringraziato il Signore. Il Comitato ha però constatato come gli abbonamenti siano un migliaio in meno di
quelli preventivati. È stato così rivolto
un appello vivo alle chiese perché non
diminuiscano il loro sforzo di diffusione
ma riprendano con lena fino a raggiungere il traguardo previsto.
Assemblea e Sinodo congiunti
L’articolo «M» dell’Assemblea-Sinodo del 1990 aveva dato mandato di convocare un’altra sessione congiunta entro
un lasso di tempo non superiore ai quattro anni. Il Comitato, insieme con la Tavola valdese e il Comitato delTOpcemi,
ha constatato l’impossibilità pratica di
rispettare alla lettera il mandato conferito e ha concordato di far scivolare la
scadenza, sia pure di un solo anno. Così
è stato deciso di convocare un’Assemblea generale straordinaria nel 1995,
questa volta in concomitanza e in coda
al Sinodo delle chiese valdesi e metodiste. Allo scopo è stata individuata come
sede la zona di Torino ed è stata incaricata una piccola commissione piemontese di studiare la fattibilità, fornendo preventivi di spesa e progetti specifici, sia
pure di massima. E stato anche incaricato un gruppo di lavoro (composto da
Paolo Ricca, Paolo Sbaffi e Domenico
Tomasetto) di proporre uno studio comparato sulle diverse ecclesiologie, che
sarà poi esaminato dall’Assemblea-Sinodo del 1995. Di comune accordo fra i
tre esecutivi, è stata anche invitata a
partecipare allo studio sull’ecclesiologia
per un utile confronto la Chiesa luterana
in Italia, che ha designato nel gruppo di
lavoro il pastore Paolo Poggioli.
Centro evangelico di Monteforte Irpino
Animazione di gruppo
_______GIUSEPPE GIGLIO_______
Ha avuto inizio con la cena del venerdì 16 aprile e
si è concluso il primo pomeriggio di domenica 18 il
seminario di «formazione
all’animazione di gruppo» che
si è tenuto presso il Villaggio
evangelico Centro incontri di
Monteforte Irpino (Av). Credo
sia utile fare alcune considerazioni per lasciare traccia di un
incontro che, molto probabilmente, è stato sottovalutato; le
valutazioni che seguiranno risentono delle riflessioni finali
fatte durante il momento di
verifica e pertanto appartengono ai partecipanti, dei quali
mi considero portavoce.
- La partecipazione non è
stata numerosa rispetto
all’obiettivo che si voleva raggiungere: aggiornare e formare degli animatori in funzione
della gestione dei campi presso i nostri centri. Del resto se
si considera che il seminario è
stato organizzato d’intesa tra i
responsabili dei tre maggiori
centri del sud (Adelfia, Bethel
e Monteforte), registrare una
partecipazione di dodici persone non pare possa ritenersi
soddisfacente.
- La durata del seminario è
stata troppo breve: non è stato
possibile infatti, in un giorno e
mezzo di attività effettive.
«esercitarsi all’animazione»,
come i corsisti si aspettavano.
- L’organizzazione del seminario nel suo complesso ha
soddisfatto le aspettative dei
partecipanti (luogo, cucine,
strutture), complice il bel tempo.
- La conduzione del seminario da parte di Franco Taglierò (pastore della Chiesa
valdese di Biella) è da considerarsi ottima sia per il contenuto e sia perché è riuscito ad
interessare e a coinvolgere tutti i partecipanti, nessuno
escluso.
In conclusione, a grandi linee, le finalità siano state raggiunte, anche se è auspicabile
dare continuità a iniziative
analoghe: i giochi di animazione sono una cosa «seria»,
come tutto ciò che riguarda i
giovani; lavorare con loro e tra
loro è così impegnativo che
non sempre può essere sufficiente una buona predisposizione 0 la sola volontà di mettersi al loro servizio. Occorre
curare quelli che comunemente vengono chiamati «aspetti
educativi e pedagogici» che
durante una campo o in situazioni analoghe sono alla base
di un’azione formativa. L’animazione risponde in pieno
all’esigenza di fornire agli
staffisti nuovi strumenti per
capire le diverse situazioni.
Asilo valdese di San Germano Chisone
Cent'anni di servizio
GIORGINA GIACONE
Giovedì è stata una giornata particolare per l’Asilo
dei vecchi di San Germano: si
è infatti ricordato il 22 aprile
di cento anni fa, giorno in cui
veniva posata la prima pietra
per la costruzione della casa
che avrebbe ospitato le persone anziane sole e bisognose di
assistenza materiale e spirituale.
11 gesto simbolico del sigillo
della pietra, che ancora si vede fuori della casa, è stato sottolineato dal pastore Ruben
Vinti che, presiedendo il culto
all’Asilo, ha ricordato che come nelle costruzioni del passato la pietra angolare era fondamentale, così Cristo deve
essere per ciascuno di noi il
solo fondamento della vita,
poiché in lui solo sta la nostra
salvezza e quindi il senso stesso della nostra esistenza.
Al termine del culto ha preso la parola il pastore Paolo
Ribet, che ha evidenziato il significato della parola Eben
Ezer. Come l’antico Israele ha
potuto pronunziare quella parola e scolpirla sulla pietra del
ricordo dopo una vittoria contro il nemico, vittoria riportata
non per mezzo delle armi, ma
unicamente grazie all’intervento di Dio, così quando
l’Asilo fu inaugurato nel 1894
si poteva esclamare ancora
con gioia: Eben Ezer!
Sì, il Signore ha aiutato Tallora pastore di San Germano,
Carlo Alberto Tron, persona
geniale e lungimirante e i suoi
collaboratori a realizzare il sogno di dare una casa agli anziani soli e sprovvisti di mezzi; sì, ancora quattro anni fa in
occasione dell’inaugurazione
della nuova casa abbiamo potuto esclamare Eben Ezer,
«fin qui il Signore ci ha aiutati!». E la casa nuova, come ha
sottolineato Ribet, non è
un’opera nuova della nostra
chiesa, ma è la continuazione
di quanto è stato iniziato nel
secolo scorso; il vecchio edificio ha avuto il suo valore e la
sua funzione asattamente come ora lo ha la nuova casa. I
muri sono cambiati, ma lo spirito che ci deve animare può e
deve essere il medesimo. Sia
dunque il nostro Asilo un’opera che il Signore stesso porta
avanti e che stia a testimoniare che veramente è l’amore di
Cristo che ci costringe a operare a favore dei fratelli e delle sorelle più deboli.
Vera Stallé Meynier ha porto infine il saluto del Comitato, di cui è vicepresidente, e
ha esortato le sorelle di S.
Germano a intervenire numerose al culto del venerdì con
gli ospiti della casa.
VILLAR PELLICE — L’ Unióne femminile ha avuto l’opportunità di incontrare la sorella Uruguayana Julia Campos Parise, che ci ha parlato del suo lavoro di visitatrice nella città
di Montevideo e presso il Consiglio ecumenico delle chiese.
Particolarmente gradita anche la visita dei coniugi argentini
Mabel Cardoso e Carlos Barolin, che nella giornata trascorsa con noi hanno potuto incontrare gli ospiti della casa Miramonti, vedere i villaggi da cui erano emigrati in Argentina circa un secolo fa i loro antenati e fraternizzare con cugini e altri villaresi.
• L’incontro pomeridiano di domenica 18 aprile, organizzato dall’Unione femminile per i neoconfermati e i loro
genitori, è stato animato dai sigg. Roman e Parise della
chiesa di Lusema S. Giovanni, che hanno presentato diapositive di un viaggio nella penisola del Sinai e di alcune vedute autunnali della vai Pellice. L’Unione ha poi fatto dono
ai giovani della raccolta Canti e cori dell’Assemblea delle
corali.
• Ancora l’Unione femminile ha trascorso un simpatico pomeriggio domenica 25 aprile con le sorelle delle unioni di
Pramollo e Rorà. Per l’occasione Ethel Bonnet ha presentato una bella serie di diapositive sul suo ultimo viaggio in
Uruguay e in Paraguay.
• L’assemblea di chiesa di domenica 25 aprile ha eletto delegati alla Conferenza distrettuale Marina Barolin Charbonnier. Lino Bonjour, Silvia Geymet Barolin (supplenti
Piera Barolin Piston e Roberto Geymonat), e deputati al Sinodo Bruna Frache Pividori e Vanda Michelin Salomon
Bouissa (supplenti Yvonne Davit Marletto e Delia Michelin
Salomon Lincesso).
• Ci lasciati il fratello Augusto Davit, all’età di 82 anni. Alla vedova, alla figlia e a tutti i familiari rinnoviamo fraterna
solidarietà.
SAN GERMANO — Il 24 aprile è stato celebrato il matrimonio di Nives Bouchard e Claudio Sappei di San Secondo.
L’augurio della comunità accompagni questi sposi con le
benedizioni del Signore.
• Anche i battesimi si sono susseguiti gli uni agli altri. Il 18
aprile sono stati battezzati Pascale Fabienne Josi, di Thomas e Gabi Hegnauer, e il 25 Debora Avondet, di Danilo e
Loredana Martinat. Auguri sinceri e affettuosi di ogni bene
dal Signore a queste due bimbe e ai loro genitori.
• La sera del 22 aprile un pubblico non molto numeroso ha
ascoltato con vivo interesse la conferenza del pastore Alberto Taccia sul tema: «La persona umana: il centro della
diaconia della chiesa».
Altra serata importante è stata quella del 23 aprile. Alcuni
rappresentanti del coordinamento gruppo d’impegno per lo
straniero sono venuti a presentarci il progetto «Il riparo»,
che vuol assicurare una casa agli immigrati quale primo
passo verso l’integrazione nel nostro paese. La serata è stata
animata dal coro «Bric Boucle» che ha riscosso vivissimi
applausi.
• L’assemblea di chiesa di domenica 2 maggio ha ascoltato
il resoconto del lavoro fatto dal comitato costituitosi allo
scopo di presentare l’identikit dell’animatore giovanile, la
cui figura e i cui compiti erano ancora poco chiari fra no^. Il
relatore, pastore Josi, ha esposto con chiarezza ciò che era
stato richiesto durante la scorsa assemblea, e il fratello Renato Ribet ha parlato di un progetto ricreativo per i nostri
giovani elaborato dal comitato stesso. L’ordine del giorno
richiedente al circuito l’interessamento per ottenere un animatore giovanile, presentato dal comitato, è stato poi approvato dall’assemblea.
Sono stati in seguito eletti come delegati alla Conferenza
distrettuale Monica Godine, Piero Rivoiro, Dante Rostan
(supplente Renato Long), e come deputati al Sinodo Giovanni Grill e Andrea Ribet (supplente Claudia Beux Peyronel).
• Ringraziamo fraternamente il pastore Giovanni Conte,
che ha presieduto il culto di domenica 25 aprile, e che tutti
abbiamo rivisto con piacere.
• In questo periodo abbiamo avuto il dolore di perdere il
fratello Livio Long, che ci ha lasciati dopo un lungo periodo di sofferenza ed era molto conosciuto a San Germano e a
Pramollo. Alla vedova, alla figlia e ai parenti tutti sia di
conforto il messaggio di resurrezione che di viene
dall’Evangelo.
POMARETTO — La domenica di Pasqua hanno partecipato
per la prima volta alla Santa Cena i catecumeni che hanno
terminato i corsi di catechismo. La domenica precedente,
quella delle Palme, avevano ricevuto il battesimo Simona
Bernard, Stefania Pìvaro, Robert Pons, Donatella Tosetti. Hanno invece confermato il loro battesimo: Paola Baret,
Sonia Bounous, Gemma Garrou, Piero Genre, Debora
Long, Enrica Morello, Diego Padoin, Peter Tron. Possano essi mantenere sempre fede alla promessa fatta davanti
alla comunità, ma soprattutto davanti a Dio.
• Domenica 2 maggio l’assemblea di chiesa ha eletto i delegati alla Conferenza distrettuale: Laura Peyronel Zanella,
Marinella Barai, Moreno Peyrot (supplenti Fabrizio Genre e Ada Richard), e i deputati al Sinodo: Franco Calvetti e
Flavio Micol (supplente Milena Martinat).
TORRE PELLICE — Gli auguri fraterni della comunità vanno a Stefano Saporita e Silvana dementino, che si sono
uniti in matrimonio, e alla piccola Sara Pasquet, di Marco
e Letizia Abbate, che è stata battezzata.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occasione dei funerali di Franco Stirano, Flora Tourn e Maria Enrichetta Eynard ved. Giordan.
VILLAR PEROSA — Domenica 9 maggio, presso il tempio
valdese, avrà luogo l’annuale Festa di canto delle Corali
valdesi del I distretto che avrà inizio alle ore 9,15 con la
prova, alle ore 10 il culto e alle ore 11 il laboratorio. Nel
pomeriggio la festa di canto. Sono invitati tutti gli interessati.
6
PAG. 6 RIFORMA
Í*' t'- "
All’Ascolto Della
MAGGIO 1993
CHI È DEGNO ?
ERNST KÀSEMANN
Paolo ha osato chiedere
cose simili alla sua comunità di Corinto, formata
da proletari. Probabilmente
egli l’ha profondamente
scioccata, quando - ad essa
che si sentiva già di natura
celeste - ha parlato di «indegnità».
Riflettiamo ora su questo
aspetto. Ci infiliamo in un
ginepraio, nel quale molti
cristiani di ogni epoca si sono impigliati mentre altri,
impauriti, preferiscono piuttosto rinunciare alla cena
del Signore.
Prima di affrontare la
questione sarà dunque bene
fare un po’ di «demitizzazione». Noi oggi indichiamo come «indegno» qualcosa che urta contro la decenza, qualcosa di indecoroso, che offende le nostre
concezioni morali. Per questo milioni di persone si sono sempre chieste se potevano rispondere alle condizioni esterne ed interiori
che la tavola del Signore
esige o alle condizioni che
le convenzioni del momento fanno apparire come necessarie.
I più anziani fra noi si ri
scevano come il loro giudice. Se si è avuta la ventura
di trovarsi almeno una volta
in Una chiesa piena fino
all’ultimo posto di questi
ospiti della mensa di Gesù,
non si potrà non considerare
con rispetto la religiosità
umana. Tuttavia la religiosità e la devozione non sono
di per se stesse evangeliche.
Non si può negare che
esiste un contrasto profondo
tra il fatto che la chiesa di
Gesù si faccia tanto scrupolo del proprio essere degna
e vada con tremore alla cena del Signore, mentre il
suo maestro raccoglieva gli
ospiti dalle siepi e dai fossi,
tra i samaritani, i pagani, i
pubblicani e le prostitute invitandoli alla gioia e non alla paura.
Quelli che ai suoi tempi i
giudei consideravano particolarmente degni, come i
farisei e i dottori della legge, erano scarsamente rappresentati fra i suoi discepoli. Alla sua tavola la cosiddetta buona società per parecchio tempo costituì più
un’eccezione che la regola.
Per quale motivo le figure
equivoche sono via via qua
« Quando poi vi radunate assieme, quel che fate, non è mangiar
la Cena del Signore; poiché, al
pasto comune, ciascuno prende
prima la propria cena; e mentre
Vuno ha fame, Valtro è ubriaco.
Non avete voi delle case per mangiare e bere? O disprezzate voi la
chiesa di Dio e fate vergogna a
quelli che non hanno nulla? Che
vi dirò? Vi loderò io? In questo io
non vi lodo».
(I Corinzi 11, 20-22)
corderanno ancora che i loro genitori e certamente i
nonni si accostavano alla
Cena vestiti di nero o addirittura in finanziera e cilindro, arrivando all’altare come se stessero facendo una
processione penitenziale.
L’organo suonava in sordina
e si faceva ogni sforzo non
solo per apparire consapevoli del proprio peccato, ma
anche di esserlo nel profondo del cuore. Quanto più
questo riusciva, tanto più la
celebrazione era degna e altrettanto lo erano i partecipanti.
Religiosità e Evangelo
Non abbiamo certo diritto di guardare con sufficienza a una consuetudine
praticata per secoli. Molte
persone devote onoravano
in questo modo il loro Signore, testimoniando allo
stesso tempo che lo ricono
si del tutto scomparse dai
nostri culti domenicali e la
comunità cristiana generalmente, almeno nei nostri
paesi, è rappresentata quasi
solo dalla borghesia rispettabile?
Cristo cerca il peccatore
Bisogna andare ancora
più a fondo. Sicuramente tutti noi abbiamo la
necessità, di quando in
quando, di riflettere su noi
stessi e di fare un bilancio
di quel che facciamo o non
facciamo. Chi non esamina
criticamente la propria vita,
e non si sottopone ogni tanto a giudizio, rischia di dimenticare la propria umanità e di scaricare sempre di
più sugli altri le proprie colpe e i propri errori. D’altra
parte, anche nel più severo
esame di coscienza, è ben
difficile penetrare negli
abissi del proprio cuore, là
dove si mescolano l’ostinazione, la disperazione e
l’inclinazione irresistibile a
ingannare se stessi e gli altri. Davanti al giudice eterno può andare senza timore
solo colui al quale egli ha
aperto le braccia, come il
Padre del figliuol prodigo.
E evidente che noi e i nostri padri abbiamo frainteso
l’invito alla mensa di Gesù
se non ci rendiamo conto
che Cristo cerca il caduto, il
debole, il peccatore e accoglie presso di sé sempre e
solo ciò che è indegno davanti a Dio.
Non basta togliere la polvere ed eliminare le macchie di sporco per cambiare
la natura del vecchio uomo.
Colui che è stato il più disprezzato e considerato il
più indegno è divenuto il
nostro fratello: noi dunque
dobbiamo seguirlo nella sua
umiliazione, esporci senza
limiti alla sua luce e affidare la nostra salvezza esclusivamente alla sua misericordia. Alla tavola di Gesù
siedono sempre e soltanto
quelli che non lo meritano.
Ma «indegno», per Paolo,
ha anche un significato diverso dal nostro. Il vocabolo ha un riscontro nel linguaggio del commercio dove sta ad indicare una bilancia i cui piatti sono squilibrati. Ha dunque il senso di
inadeguato, non adatto.
Vivere la fratellanza
L9 apostolo quindi non si
riferisce alla situazione interiore dei membri della comunità, ma al loro
comportamento al pasto
dell’agape. In modo inadeguato di fronte al Signore e
alla sua croce si comportano coloro che alla tavola di
Gesù non aspettano i loro
fratelli ma lasciano loro, se
va bene, i resti o li lasciano
senza cibo, mentre essi si
sentono rapiti in cielo e manifestano chiassosamente la
loro felicità.
In realtà c’è un solo delitto degno di morte alla cena
del Signore, ed è quello di
annullare la fraternità. Ciò
significa tradire colui che
ha lasciato il suo posto alla
destra di Dio per liberare gli
infelici dal disprezzo e
dall’abbandono e farli partecipi della sua signoria. Per
amor loro egli ha affrontato
il potere della morte e
dell’inferno.
Chi non condivide con i
vicini e con i lontani la grazia e tutti i suoi doni è e resta un pagano, perché considera il suo prossimo come
un Lazzaro da tenere alla
porta al quale al massimo si
fa l’elemosina. Alla mensa
di Gesù si può lodare, pregare, mostrare tutta la propria devozione ed essere
tuttavia dei traditori come
Giuda, che pure ha partecipato alla cena del Signore.
La fratellanza vissuta è
una caratteristica del vero
culto al Signore: ogni discepolo che abbandona il suo
prossimo nell’infemo senza
curarsi di lui, senza amarlo,
non vive nella fede, ma nella superstizione. È colpevole, come dice Paolo, verso il
corpo e il sangue del Signore, riproduce a suo modo di
nuovo la crocifissione.
Si può essere uno con gli
angeli e avere anticipato la
signoria di Dio sulla terra,
ma la domanda che ci porrà
il giudice nel giorno del
giudizio sarà sempre la stessa: «Dov’è il tuo fratello
Abele?».
Alcune conseguenze
Da ciò che abbiamo detto derivano alcune
conseguenze. Almeno i protestanti dovrebbero lasciar
da parte l’idea del pasto mistico e quel linguaggio assurdo e fuori luogo che va
bene solo per le celebrazioni misteriche. Se c’è una
cosa che possiamo imparare
da I Corinzi 11 è che la
mensa del Signore non riguarda solo l’unione delle
anime con il loro Signore
celeste.
Se si vuole esprimere in
questo modo il significato
della celebrazione, bisogna
che almeno sia chiaro che la
cena del Signore, come il
battesimo, unisce con il Signore celeste, mediante la
collocazione nel suo corpo
terreno.
Proprio su questo insistono I Corinzi 10: 16-17 e 12:
12-13, cioè i passi che fanno da cornice al nostro testo. Ma ciò emerge anche
dal testo stesso. La parola
«anima» non c’è, mentre si
pone continuamente l’accento sul «corporeo». Si
mangia e si beve con impegno e chiassosamente, si
parla di corpo e di sangue:
tutto ciò sta a sottolineare
una solidarietà fisica.
Dai nostri versetti appare
chiaro che per l’apostolo la
Cena è importante, crea e
mantiene la comunità e viene vissuta in modo corretto
quando la comunità è unita
in essa. Naturalmente non si
deve intendere tutto ciò in
senso legalistico.
Oggigiorno le nostre parrocchie sono diventate così
grandi che si può tutt’al più
incoraggiare questa celebrazione della cena del Signore
nelle famiglie, nelle case,
nelle cosiddette comunità di
base, come del resto avveniva nella chiesa primitiva.
Ma deve essere chiaro il
fatto che essa non può essere riservata alla cerchia degli amici. Dove si prendono
le distanze intimamente ed
esteriormente dai discepoli
che credono, pensano e agiscono in modo diverso da
noi, nasce la setta.
E allora non si costruisce
più il corpo terreno di Cristo, ma lui stesso viene trasformato in capo di un partito ecclesiastico, la sua si
gnoria diventa una dittatura
in cui i maestri di scuola e
gli inquisitori hanno l’ultima parola, le persone pie si
trovano di nuovo bene fra
loro e non possono più essere disturbate dai fratelli.
Una comunità cristiana
non sopporta le uniformi religiose ma vive costantemente, anche se può sembrare un paradosso, nella situazione del reciproco disturbo fraterno. Se no significa che non è nata dal Golgota, che il suo Signore non
l’ha resa più umana, ma
dottrinaria e illusoria.
Ili - continua
Venite !
Venite,
figli del mio popolo:
vi tengo la porta aperta.
Non rimanete fuori.
Non c'è bisogno di biglietto d’invito,
né di vestito da cerimonia,
è richiesto soltanto l’amore.
Entrate dunque!
Ognuno di voi ha il suo posto riservato.
Altri, prima di voi,
sono già venuti nel corso dei secoli,
in lunghe file di fedeltà,
ed ho fatto loro conoscere
il mio patto e la mia bontà,
ed abbiamo assaporato la reciproca presenza.
Entrate,
anche se non siete proprio in ordine!
Venite così come siete:
con la sporcizia delle vostre giornate
ed i vostri soli offuscati.
Non spegnete le vostre collere,
non nascondete le vostre angosce.
Io sono colui
che prende la sua parte del vostro fardello;
che si infila sotto i vostri drammi,
che si brucia al fuoco della vostra rivolta.
J. Debruyne
(tratto da «In attesa del mattino», della Cevaa, 1991)
7
spedizione in abb. post. Gr II A/70
In caso di mancato recapito rispedirei:
CASELU\ POSTALE 10066
torre PELLICE
Fondato nel 1848
E Eco Delle Yallì mDESi
venerdì 7 MAGGIO 1993
ANNO 129 - N. 18
URE 1200
Continua fra le perplessità il dibattito sul nuovo piano regolatore generale
Pinerolo: capacità insediativa e traffico,
nodi irrisolti del futuro assetto cittadino
PIERVALDO ROSTAN
Continua il dibattito sul
piano regolatore di Pinerolo, un piano predisposto dagli architetti Suiti e Cellino il
cui iter ha subito nelle ultime
settimane importanti battute
d’arresto e vivaci polemiche
non solo fra partiti di maggioranza e di opposizione ma anche aU’interno della giunta
stessa.
Le perplessità diffuse
sull’ultima versione del piano
regolatore ne rallenteranno sicuramente l’approvazione; le
riunioni della commissione
urbanistica stanno avvenendo
a ritmo quasi quotidiano.
Il contenzioso che ha inasprito i rapporti fra i gmppi di
maggioranza riguarda essenzialmente la capacità insediativa che appare sovradimensionata rispetto agli impegni assunti con la precedente
delibera programmatica; si
parlava di un possibile incremento abitativo di circa 10
mila vani mentre ora sembra
si potrebbe arrivare addirittura
a 15-20 mila.
Il dimensionamento risulta
per altro incompleto e presenta diversi casi di sottostima
dell’incremento residenziale;
dubbi sulla metodologia di
calcolo vengono inoltre sollevati laddove si utilizzano parametri insediativi e indici di
edificabilità difformi dalle
prescrizioni di legge.
Il dissenso dell’opposizione
abbraccia invece l’intera filosofia del piano e il modello di
sviluppo che essa sottende.
Le previsioni del piano, così
come risultano dagli atti (cartografia, norme d’attuazione e
tabelle di zona) prodotti con
l’ultima rielaborazione (ma si
parla già di prossime modifiche), esprimono un’idea di
pianificazione ancora legata a
modelli di espansione edilizia
che portano alla progressiva
occupazione delle aree esterne
agricole, tenendo in scarsa
considerazione problematiche
quali la qualità della vita urbana e relative operazioni di
riqualificazione.
Nuovi insediamenti residenziali sono previsti a Riva, S.
Lazzaro, alla Tabona, sotto la
collina di monte Olivete e in
generale in tutta la periferia
mentre le principali zone industriali sono localizzate verso Roletto e a S. Lazzaro. Un’
estesa e impegnativa (edifici
di sette piani) zona a terziario
è prevista lungo la strada statale per Piossasco in prossimità del Macumba.
Nel tessuto urbano e in particolare lungo i corsi d’acqua
cittadini, vengono individuate
diverse aree soggette a trasformazione di impianti produttivi
obsoleti in destinazioni terziarie e residenziali attraverso
operazioni di ristrutturazioni
urbanistica. Sono esempi di
aree e contenitori dismessi che
i piani regolatori dell’ultima
generazione interpretano come ottime occasioni di riqualificazione ma sulle quali il
piano attuale non pare proporre significative proposte di
progetto.
Parcheggi e condomini: eiementi fondamentali per il piano regolatore della città
Il piano non pare poi attrezzato per dare risposte alle
sempre più pressanti problematiche urbane circa la mobilità interna, la saturazione
del traffico motorizzato, la carenza di spazi verdi, la necessità di zone ciclabili e pedonali.
Dubbi sono stati inoltre sollevati per l’assenza di coordinamento all’interno dello
strumento urbanistico di piani
di settore quali quello del traffico e dei parcheggi che, richiesti per legge, finiranno
molto probabilmente per essere redatti in tempi successivi.
Anche la redazione di questi
piani è stata affidata agli stessi
architetti estensori del piano
regolatore; le opposizioni sottolineano a questo punto le in
congruenze.
«Perché - dicono quelli
dell’Alternativa - si continua
ad affidare ulteriori importanti
progetti a chi avrebbe così
clamorosamente disatteso le
indicazioni contenute nella
delibera programmatica del
piano? Oppure gli architetti
hanno lavorato bene, seguendo allora le indicazioni della
giunta come lo stesso assessore all’urbanistica Rivo ha più
volte ribadito?»
L’Alternativa chiede le dimissioni di una giunta che
«non rispetta le regole della
trasparenza e della democrazia e che ha responsabilità
gravissime, sul piano politico,
rispetto a questo piano che distrugge la città».
Mentre la De si dichiara
perplessa circa questo aumento di edificabilità del comune il Pds, che aveva puntato i piedi al momento dell’
ingresso in giunta, sulla soglia
dei 10 mila nuovi vani, parla
con l’assessore Barbero di
«conteggi sbagliati e da rifare,
di imprecisioni nelle tabelle e
di necessità di cercare linee
omogenee fra piano verde,
piano parcheggi e strumento
urbanistico. La giunta attraversa un momento di difficoltà
con questi malintesi e malumori che hanno avvelenato il
clima politico in città».
I ritardi che a questo punto
sono certi consentiranno una
revisione più completa del
piano o prevarranno le pressioni di imprenditori e professionisti? La città aspetta.
Primi risultati delle analisi condotte dalla Legambiente
I nostri fiumi sono malati
MARCO BALTIERI
La prima impressione che
si riceve dai risultati delle
analisi sullo stato di salute dei
fiumi condotte dalla Legambiente è quella di una situazione gravemente compromessa,
con valori di inquinamento
sempre alti e in molti casi ben
superiori ai limiti stabiliti dalla legge per gli stessi scarichi
fognari.
I depuratori sono talvolta
del tutto assenti, spesso inefficienti anche se, nella nostra
regione, negli ultimi anni sono
stati investiti oltre 1.000 miliardi coprendo il 31 % dei Comuni piemontesi e il 76% della popolazione.
I nostri fiumi non sono solo
avvelenati dalle sostanze inquinanti, ma anche strangolati
dalla mancanza d’acqua per
gli innumerevoli prelievi e
sbarramenti che ne riducono il
letto a desolanti distese di sassi: sono miliardi i metri cubi
di acqua utilizzati per Firrigazione e sono alcune centinaia
gli impianti di produzione di
energia idroelettrica in Piemonte (uno sorgerà com’è noto anche in vai Germanasca).
Fin qui l’acqua è stata molto
spesso utilizzata senza progetti e senza controllo. La Regione Piemonte si è recentemente
dotata di un piano direttore
delle acque (non una legge
però) che dovrebbe dettare le
norme generali ed i criteri per
l’uso delle acque. Si è parlato
dell’operazione fiumi e del
piano regionale nel corso di
una serata organizzata dalla
Legambiente di Barge.
L’ing. Ravera, estensore del
piano, ne ha presentato le caratteristiche, affermando che
l’obiettivo più importante sarà
quello di rendere compatibili
la conservazione dell’ambiente e delle risorse con gli utilizzi attuali e futuri in campo alimentare, produttivo, energetico e ricreativo delle acque.
Alcuni dati presentati sono
preoccupanti: basti ricordare il
totale esaurimento della falda
in alcune zone del Novarese o
la pressoché totale anarchia
dei prelievi d’acqua delle centinaia di consorzi irrigui nel
Cuneese.
Stupefacente poi l’ammissione che gli usi industriali sono impossibili da valutare in
quanto, di fatto, sono effettuati al di fuori di ogni controllo.
Alcuni concetti contenuti nel
piano sono apprezzabili: le
norme sul «deflusso minimo
vitale» e sul «prelievo massimo consentito» dovrebbero ad
esempio tutelare i corsi d’acqua dai prelievi eccessivi.
Nel corso della serata altri
interventi hanno messo in luce
come questo piano sembri nascere già vecchio, in quanto
tutti gli obiettivi proposti sono
ormai di fatto ampiamente superati nella realtà. I primi dati
dell’Operazione fiumi ’93
sembrano confermare alcune
critiche e preoccupazioni. Perché, intanto, non bloccare fin
d’ora tutte le nuove concessioni per prelievi d’acqua in attesa che si faccia ordine e chiarezza nel settore?
8 MAGGIO: CONVEGNO A TORRE PELLICE
QUALE ECO
DELLE VALLI?
MARCO ROSTAN
11 giornale «Riforma» costituisce indubbiamente
l’iniziativa più impegnativa e concreta della collaborazione fra battisti, metodisti e valdesi ed è rallegrante il fatto che, anche se si è ancora in fase di
rodaggio, l’accoglienza dei lettori è stata nel complesso positiva. Naturalmente molto resta da migliorare e soprattutto occorre uno sforzo ulteriore
sul piano degli abbonamenti, che pur registrando
oggi circa 5 mila sottoscrittori, deve arrivare a
6.000-6.500 per consentire il pareggio del bilancio.
Finora, nell’assemblea congiunta e anche nelle
riunioni redazionali si è però discusso soprattutto di
«Riforma»; assai meno dell’Eco delle Valli, individuato come «segmento autonomo» nel medesimo
giornale, senza per altro definirne il progetto, le finalità, i contenuti. Il ristretto gruppo redazionale
che ha fin qui curato le pagine dell’Eco si sta sforzando di trovare una strada; ma ha assolutamente
bisogno che la gente delle valli, i pastori, i membri
dei Concistori e tutti quelli che hanno a cuore questa impresa dicano la loro, facciano osservazioni e
proposte, e collaborino.
Mentre da parte di molti lettori più o meno marginali alle chiese non sono mancati apprezzamenti
verso l’Eco delle Valli nuova versione, è da chiarire
e migliorare il rapporto del giornale con le comunità, da discutere meglio il senso e lo scopo di questo strumento capendo che, insieme ad altre iniziative culturali, oggi esso riveste, per la presenza protestante in questa zona, una importanza certamente simile a quella che in passato hanno avuto le scuole o
altre nostre opere.
Che cosa si vorrebbe dall’Eco delle Valli? Che sia
il secondo giornale, dopo l’Eco del Chisone, che
fornisca informazioni e servizi alla gente, che faccia
cronaca, che si limiti a certi argomenti? Si è capito
che le notizie della vita delle chiese devono andare
su Riforma perché Frali è come Scicli o Meana di
Susa, si vuole un giornale più integrato con Riforma
o più autonomo? E se si vogliono aumentare le pagine, con quali soldi e quali collaboratori?
Da questi brevi e parziali accenni si intuisce l’importanza del convegno che la redazione ha organizzato per sabato 8 maggio alle 15, presso la Foresteria di Torre Pellice: è il primo momento collettivo
di valutazione, di proposte, di organizzazione. Che
molti sentano la responsabilità di parteciparvi attivamente!
Manifattura di Perosa Argentina
Sospesa una delegata
Da oltre una settimana le
operaie della Manifattura sono
in lotta (un’ora al giorno di
sciopero) per ottenere dall’
azienda la definizione del calendario annuo (ferie, Natale,
ecc.). Giovedì scorso la direzione, vista la compattezza
dello sciopero, ha messo in libertà (tenendole cioè fuori
della fabbrica, senza corrispondere loro lo stipendio) 5
lavoratrici per turno. Il Consiglio di fabbrica, per evitare la
spaccatura che questa decisione aziendale avrebbe provocato, ha dichiarato immediatamente 8 ore di sciopero.
A questo punto la direzione,
utilizzando un diverbio tra due
lavoratrici, ha sospeso per 5
giorni una delegata del Consiglio. Ovviamente questa sospensione è il preludio del licenziamento che avverrà nei
prossimi giorni; da notare che
il lavoro della delegata è unica
fonte di reddito per la sua famiglia.
Secondo Paolo Ferrerò, di
Rifondazione comunista,
«r operazione della direzione
è chiarissima, con questo
provvedimento mira a distruggere il nuovo Consiglio di
fabbrica, rieletto alcuni mesi
fa sull’onda della critica al
famoso accordo che ha tagliato i salari ai dipendenti della
Manifattura».
Contro questi provvedimenti le lavoratrici stanno agendo
su diversi piani: si sono riunite in assemblea permanente
per alcuni giorni e stanno proseguendo gli scioperi. E partita un’autotassazione per pagare lo stipendio alle lavoratrici
«messe in libertà» dalla direzione e alla delegata sospesa.
8
PAG. Il
E Eco Delle Aàlli Va¡.hf.^
VENERDÌ 7 MAGGIO 1993
Una costruzione caratteristica neiia Comba dei Carbonieri
MASSELLO: SI VOTA IL 6 GIUGNO — Sono 88 gli elettori chiamati alle urne domenica 6 giugno per il rinnovo del
Consiglio eomunale. Massello è infatti l’unieo Comune delle Valli in cui si voterà nella tornata delle elezioni amministrative della prima domenica di giugno. Saranno dunque i
massellini a sperimentare, primi alle Valli, la nuova legge
elettorale per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale per città inferiori a 15.000 abitanti. La legge sta presentando alcuni problemi di applicazione quando, come è
probabile a Massello, si presenti una sola lista e un solo
candidato sindaco. La lista vincitrice avrà la totalità dei seggi? Le liste possono essere presentate alla segreteria del Comune tra le ore 8 del 7 maggio e le ore 12 dell’8 maggio.
300 CHILI DI LATTINE A BIBIANA — Ventimila lattine
di alluminio, per un peso di circa 300 kg: questo è il risultato ottenuto dagli allievi della scuola media di Bibiana, impegnati nel corso dell’inverno in un’iniziativa denominata
«Bibiana raccoglie lattine». I ragazzi hanno operato
nell’ambito di un progetto più ampio riguardante le conseguenze ambientali dei comportamenti quotidiani. La raccolta è stata affiancata da inchieste effettuate dagli stessi allievi, preparazione di cartelloni, partecipazione a eonferenze.
L iniziativa ha avuto il sostegno organizzativo della Comunità montana vai Pellice e del gruppo vai Pellice di Pro Natura. Il risultato pratico dell’operazione è quantificabile, oltre che nella diminuzione di rifiuti da raccogliere e smaltire,
nel risparmio di circa 1,5 tonnellate di petrolio. Questa è infatti la differenza fra la quantità di energia neeessaria per
produrre 300 kg di alluminio partendo dal minerale e quella
necessaria se si usa metallo di recupero.
I SINDACATI INVITANO ALLA MOBILITAZIONE —
Dopo il voto negativo del Parlamento circa la richiesta di
autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi,
anche i sindaeati pinerolesi invitano alla mobilitazione nelle
fabbriche. «Il voto del Parlamento - dicono i sindacati confederali - è un’offesa nei confronti di quei lavoratori che si
attendevano un radicale cambiamento istituzionale e politico nel paese. L’immagine politica ed economiea del nostro
paese in Europa ne viene fortemente pregiudicata col rischio di un ulteriore allontanamento di una possibile ripresa
economica».
IL BRIC BOUCIE CANTA PER IL RIPARO — A San
Germano Chisone, venerdì 24 aprile il coro Bric Boucle di
Pinerolo, diretto dal maestro Bonino, ha presentato una serata di canti ottimamente eseguiti. I proventi della serata sono andati a favore del Riparo. Associazione senza scopo di
lucro il Riparo si occupa di acquistare stabili da adibire ad
alloggio per cittadini italiani o stranieri, sfrattati, senza casa, o comunque in situazione di estremo bisogno e che a Pinerolo è sorta in collaborazione fra Chiesa valdese, Caritas
diocesana. Arci, Cgil, Cisl, Uil, Scuola di lingua e cultura
italiana (3° circolo) oltre a singoli volontari. Proprio a San
Germano il Riparo ha acquistato uno stabile che verrà prossimamente ristrutturato ricavandone tre minialloggi.
ALTA VAL PELLICE: SALVO CON L’ELICOTTERO:
Un giovane francese, Pierre Lemontey, è stato tratto in salvo grazie all’intervento dell’elisoccorso di Savigliano, venerdì 23 aprile, dopo che era caduto durante una ascesa sulla palestra di roccia del Coumaliot nei pressi della conca
del Pra. Dopo una caduta di una ventina di metri il giovane
riportava fratture serie al cranio, alla colonna vertebrale e a
un piede, tanto da dover essere trasportato al Cto di Torino.
Solo in settimana lo scalatore è stato trasferito a Lione.
PRAROSTINO CHIUDE CON L’ANCI — Il Consiglio co
rnunale di Prarostino ha assunto una decisione per certi versi clarnorosa: nella sua ultima seduta ha rinunciato a rinnovare l’adesione del Comune all’Anci, l’associazione che
dovrebbe tutelare gli interessi dei singoli Comuni sia nei
confronti delle autorità superiori, sia indicando possibili soluzioni rispetto a situazioni o problemi particolari. In particolare dopo la vicenda degli estimi catastali troppo elevati i
consiglieri di Prarostino hanno deciso che il sindacato dei
Comuni in realtà non è in grado di rappresentare a sufficienza gli enti locali periferici.
CANNONI NEL PARCO — Ancora una volta l’amministrazione del Parco Orsiera Rocciavrè ha dovuto intervenire nei
confronti della Regione Piemonte e dei Comandi militari di
Torino per protestare contro lo svolgimento di esercitazioni
militari a Pian dell’Alpe, nel Comune di Usseaux. Il Parco
ha infatti avviato numerose iniziative naturalistiche che sono incompatibili con la presenza a Pian dell’Alpe della servitù militare del Poligono di tiro. L’amministrazione del
parco chiede quindi alla Regione Piemonte di correggere i
confini dell’area in maniera da impedire le future esercitazioni militari
Tanta folla e tanto entusiasmo per l'inaugurazione dei municipio di Inverso Rinasca
Una casa che sia spazio per i cittadini,
nel ricordo di chi lottò per la libertà di tutti
_______MILENA MARTINAT______
2ualcuno potrà chiedersi:
«Ha senso spendere tanti
per costruire un nuovo
municipio in un Comune di
montagna dove vivono solo
più “quattro gatti’’?».
«Certamente ha un senso spiega il sindaco di Inverso
Pinasca, Erminio Ribet - perché la montagna deve vivere e
solo offrendo dei servizi migliori a chi vi abita si contribuisce a questa esigenza. Si
inaugura una casa comunale
che deve essere una casa dei
cittadini dove, oltre agli uffici
comunali, l’ambulatorio medico, la sala per la banda e da
quest’autunno anche la posta,
i cittadini devono poter trovare un loro spazio».
Davanti alla casa comunale
il monumento a tutti i caduti:
un pietrone staccato dalle nostre montagne con su scritti i
nomi degli inversini caduti in
tutte le guerre. Un monumento semplice, come semplice è
la gente di montagna; ma se lo
si guarda bene, dalla sua sobrietà lascia trapelare molte
immagini.
Inaugurazione di una casa
comunale, di un monumento
ma anche di una piazza, ehiamata «piazza della Libertà»,
quella libertà ehe in molti si
sono sacrificati per ottenere,
ma che oggi non sappiamo valorizzare e ci lasciamo sfuggire poco a poco.
Il programma prevedeva un
momento religioso con intervento del pastore e del parroco. Il pastore Sergio Ribet, in
modo molto sobrio, ha portato
i saluti della eomunità valdese, sottolineando che nella vita civile ci deve essere posto
per atei e credenti, per laici e
religiosi, per fedeli di diversa
confessione e diversa fede e
Il dibattito sull'utilizzo delie scuole
Andiamo a votare
a scuola finita
MARCO ARMANO HUGON
L9 articolo di Franco Calvetti «Perché chiudere
le scuole?» in vista delle scadenze elettorali mi invita,
nella duplice veste di eapo di
istituto e di sindaco, a continuare la riflessione.
Le questioni mi paiono sostanzialmente due. La prima
questione riguarda la sospensione delle lezioni poiché gli
edifici scolastici vengono
usati per le tornate elettorali.
La seconda concerne l’uso
degli edifici scolastici al posto di altre strutture per le
predette consultazioni.
Sul primo problema non
voglio aggiungere molte altre
considerazioni. Considero
grave la forzata sospensione
delle lezioni per le elezioni
politiche, amministrative e
referendarie che, ormai, hanno cadenza annuale (quest’
anno andremo forse anche alle elezioni in autunno).
Purtroppo le proteste, di
anno in anno più numerose,
di molti organi collegiali della scuola, oltre alle proteste di
singole persone, non hanno
sortito alcun effetto. Questo
fatto è significativamente
preoceupante poiehé dimostra
che del diritto allo studio
dell’alunno, del lavoro dei
docenti, dei 200 giorni obbligatori di lezione non solo non
importa ai parlamentari ma,
sembra, neppure al ministro
della Pubblica Istruzione che,
almeno, potrebbe disporre il
recupero delle giornate perse
al termine dell’anno scolastico (quest’anno le lezioni finiscono il 10 giugno!).
Sulla seconda questione,
ferme restando leggi elettorali e norme di attuazione vigenti nonché carenze di edifici pubblici, non vedo come si
possa evitare - in tempi brevi
- il ricorso all’u.so delle scuole; teniamo presente che in
molti Comuni l’unica struttura comunale, oltre al municipio, è proprio la scuola (elementare in genere).
Come amministratori di
Torre Pellice abbiamo preso
in esame, nel tempo, la possibilità di non utilizzare edifici
scolastici per le consultazioni
ma, rimanendo in vigore le rigorose e meticolose disposizioni in materia elettorale,
non abbiamo trovato altra soluzione (i cittadini torresi
aventi diritto al voto sono cirea 4.000).
In realtà il problema non
concerne l’uso degli edifici
scolastici ma l’interruzione
delle lezioni.
Basterebbe, allora, una
semplicissima legge di un solo articolo per risolvere l’annosa questione: «le consultazioni elettorali e referendarie
si tengono in una domenica
compresa fra il 15 giugno e il
15 settembre».
In quel periodo di tempo tre mesi! - non vi sono lezioni
e gli esami non rappresentano
certamente un problema. Se
una tale legge non è mai stata
fatta è anche perehé sulla data delle consultazioni elettorali si sono avuti, nel tempo,
ragionamenti di convenienza
partitica e non politica.
Nell’auspicata ventata di
cambiamento speriamo ci si
ricordi anche che la scuola,
malgrado tutto, rappresenta
ancora una possibilità di futuro per questo paese.
Treno:
autobus
sostitutivi
A partire dal 2 maggio le
Ferrovie hanno sostituito con
autobus i treni tra Pinerolo e
Torre Pellice che partono da
Pinerolo alle ore 9,56 e da
Torre Pellice alle ore 11,58.
Tale sostituzione si è resa
necessaria per poter compiere
alcuni lavori sul binario. Il 24
maggio dovrebbe riprendere
il servizio ferroviario.
che deve essere salvaguardato
uno spazio di laicità. Ed è proprio questo sentirsi laico in
contesto di festa civile che ha
fatto sì che non obbedisse
all’invito di preghiera comune. Il parroco don Avaro ha
impostato il suo discorso sul
«bene comune» e sul compito
che a tutti, ma in particolare ai
cristiani tocca nell’amministrazione pubbliea, in spirito
di servizio e non di potere.
Una ragazza della comunità
cattolica ha poi letto delle intenzioni di preghiera che ribadivano la tradizionale concezione cattolica dei rapporti fra
chiesa e società.
Nel suo intervento l’avvocato Ettore Serafino ha messo
in risalto quattro punti: il dolore di fronte a un monumento
che ricorda guerra e sofferenza; la solidarietà e la generosità presenti in coloro che
combatterono per la libertà; la
riconoscenza per quanto ci è
stato dato e la speranza che
non deve mai mancare, nemmeno nei momenti di crisi.
Il sindaco Giraud di L’Argentière-la-Bessèe (il Comune
francese gemellato) nel suo
breve discorso ha messo in risalto le caratteristiche alpine
dei due Comuni, caratteristiche e problematiche troppo
spesso ignorate sia da Roma
che da Parigi.
Fra i numerosi intervenuti si
notava la soddisfazione dei
componenti della banda musicale locale per la loro nuova
sala prove; la perplessità di altri per l’architettura dell’edificio, l’obiezione di un ateo militante profondamente perplesso per l’intervento con
preghiera del prete e poi il
sindaco, accompagnato dalla
sua allegra bimbetta bionda:
forse era lei la persona più felice in quel giorno!
Conferenza del prof. Adriano Ballone
Un 25 aprile
per non dimenticare
LILIANA VIGLIELMO
Acinquant’anni dal suo
drammatico inizio, quell’8 settembre 1943 che aprì
uno dei periodi più travagliati
della nostra storia recente, la
Resistenza non sembra più
essere quella specie di sarcofago pieno di ricordi polverosi che tutti ritenevano così
poco interessanti, soprattutto
per i giovani.
Secondo il prof. Adriano
Ballone, dell’Università di
Torino, che ha trattato l’argomento nella sede della Comunità montana valli Chisone e
Germanasca il 24 aprile, il
crollo di un sistema che aveva rapidamente dimenticato
gli ideali di giustizia e di moralità che pure erano alla base
della sua formazione, ha fatto
nascere anche nei giovani il
desiderio di conoscere le motivazioni profonde che spin
sero tanti ragazzi come loro a
rischiare la vita in imprese
quasi disperate.
Il prof. Ballone, studiando
quel periodo,ha raccolto centinaia di testimonianze, diari,
fogli clandestini, lettere di
partigiani e tuttavia ha sostenuto che il campo di indagine
è ancora molto vasto. Forse le
celebrazioni a data fissa, con
l’inevitabile retorica che le
accompagnano, hanno messo
troppo in ombra l’aspetto
umano: errori, paura, incertezza, anche rivalità e sconsideratezza; non disgiunti però
da un grande desiderio di solidarietà, di varietà e di creazione di un mondo più libero
e umano. Chi tra i presenti
aveva l’età giusta ha ritrovato
nelle parole del professore gli
anni della propria giovinezza,
magari con un po’ di rimpianto per le troppe illusioni
presto abbandonate.
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9
r
venerdì 7 MAGGIO 1993
E Eco Delle Yalu \àldìsi
PAG. Ili
Nuove tecnologie e clienti qualificati per lo stabilimento di Giacomo Data
Produzione meccanica di elevata precisione
nell'azienda famosa anche per le bocce
______MILENA MARTINAT______
Nel 1952 nasce a Castelnuovo di Rinasca la ditta
di Ferdinando Data. Immigrato nel 1929 con i suoi genitori
dal Canavese, ha frequentato
la scuola Riv e lavorava in
quella fabbrica quando ha dato l’avvio a quello che era il
suo sogno: mettersi in proprio.
«Mio padre ha iniziato con
un operaio che ancor oggi è
il nostro capo officina - dice
Giancarlo Data che, con la
moglie Paola, si occupa oggi
della ditta - facendo attrezzature meccaniche e successivamente anche bocce,
ma già pensando alla meccanica di precisione che è la
nostra produzione attuale».
La ditta Data, conosciuta in
passato in valle come produttrice di bocce, si occupa in
realtà di una produzione diversa; spiega Giancarlo Data:
«Ci occupiamo di lavorazioni
di precisione in piccola e media serie, principalmente per
r aviazione ma anche per il
settore dei treni. Le bocce
rappresentano solo VI per
cento del fatturato. E un campo nel quale anche se c’è un
po' di crisi si riesce a lavorare, perché sono poche le ditte
in grado di produrre a un
certo livello di tecnologia.
Lavoriamo nel campo dell’
aviazione per la General
electric, l’Augusta, la Fiat
aviazione, la Galileo; nel
campo ferroviario per la Westinghouse e la Fiat Allis».
Una fase della progettazione e delle lavorazioni meccaniche nello stabilimento Data
Attualmente la ditta conta
41 dipendenti con un’età media di ventotto anni. I centri
di lavoro a controllo numerico, molto sicuri perché la
lavorazione del pezzo viene
svolta interamente all’interno
dell’apparecchiatura, sono
collegati con un elaboratore
che offre programmi base.
L’operaio deve essere in grado di fare tutte le variazioni
necessarie per la produzione
di un determinato pezzo. «Richiediamo che le persone che
assumiamo abbiano frequen
tato una scuola tecnica o professionale - dice ancora Data
- perché svolgendo lavori in
piccole serie (30-100 pezzi)
ma di grande precisione e
con costi rilevanti, devono
saper essere autonomi e affrontare i problemi con responsabilità. Per offrire la
qualità bisogna attrezzarsi,
non solo con il collaudo che
lavora con tridimensionali a
temperatura costante, ma per
il controllo più particolareggiato usiamo ultrasuoni e liquidi penetranti che mettono
in evidenza i difetti con particolare attenzione al primo
pezzo, ma anche nel corso e
al termine della lavorazione.
Questo anche perché l’aviazione ci richiede l’autocertificazione per ogni pezzo».
Un’altra nota positiva: la
ditta, in questo periodo di crisi generale, non ha mai utilizzato la cassa integrazione,
probabilmente perché usa
un’alta tecnologia e produzioni diversificate. E le bocce? si
chiederà qualcuno.Sono prodotte a 800-1.000 paia l’anno.
Perosa: corso di aggiornamento
L'arte del giardino
______LILIANA VIGLIELMO_____
Si è concluso a Perosa Argentina il corso di aggiornamento per agricoltori e
hobbisti con una conversazione del professor Giancarlo
Bounous, dell’Università di
Torino, su un argomento che
si occupa dell’aspetto utilitario delle colture più che di
quello estetico: la sistemazione di parchi e giardini.
Bounous ha voluto spiegare
per filo e per segno, aiutandosi con una serie di diapositive, come non sia necessario
essere ricchi possidenti per
avere un bel giardino, ma che
qualunque angolo di terreno
può diventare un luogo piacevole con modica spesa, se il
denaro che si vuole spendere
è impiegato con criterio.
Non ci sono evidentemente
problemi se si ricorre alla
consulenza degli esperti, ma
anche il «fai da te» può dare
grandi soddisfazioni, a condizione di non fare errori abbastanza frequenti. Prima di tutto è necessario avere un’idea
precisa di quello che si può
fare, proporzionalmente allo
spazio a disposizione, poi
non bisogna farsi prendere
dalla mania del campionario,
acquistando un esemplare per
ogni specie solo perché sembra così bello nel vivaio. Un
giardino è gradevole alla vista quando ha un aspetto naturale per cui è bene evitare
le simmetrie (anche se hanno
reso famosi nei secoli i giardini all’italiana) e ancor di
più gli allineamenti artificiosi.
Parchi pubblici e giardini
oggi seguono la regola della
massima economia di manutenzione: si punta molto sugli
arbusti piccoli e grandi che
richiedono solo una potatura
di tanto in tanto e sulle macchie di colore, non solo dei
fiori, ma anche del fogliame
e delle bacche. Strappare le
erbacce, ha sostenuto Bounous, è una cosa deprimente,
è meglio evitare che spuntino
con una pacciamatura del
suolo a base di cortecce di
conifere.
Bisogna anche stare molto
attenti al calendario delle fioriture, per non avere uno
splendido giardino in primavera e solo foglie nelle altre
stagioni.
Anche per i parchi pubblici
si dovrebbe ottenere una realizzazione dall’effetto riposante, con spazi per i giochi
dei bambini, luoghi di sosta
per le persone anziane, effetti
visivi e sonori dovuti all’acqua corrente, sole e ombra a
seconda delle stagioni.
Al termine dell’interessante
esposizione, è stato chiesto ai
presenti se gli argomenti trattati durante il corso fossero
sembrati utili e se vi fossero
proposte per l’anno prossimo.
Il giudizio è stato positivo,
anche le gite sono state apprezzate, e si è chiesto di trattare in futuro la questione dei
funghi. Si è manifestato anche un certo interesse sulla
legislazione in materia forestale e sulle piante da legno,
in particolare sulle conifere,
che formano una larga parte
dei nostri boschi.
Latte: fissato il nuovo prezzo
Boccata d'ossìgeno
per ì produttori
La scorsa settimana è stato
siglato l’accordo per il nuovo
prezzo del latte per il periodo
1° aprile ’93 - 31 marzo ’94.
Il risultato è stato di aver ottenuto un aumento di circa 70
lire al litro. Gli aumenti entrano in vigore in due tappe;
-1-52 lire dal 1° aprile e -i-15 lire dal 1° ottobre. Questi riconoscimenti economici sono
ovviamente al netto dall’Iva.
Dal mese di luglio varieranno inoltre alcuni parametri
qualitativi che comporteranno
un aumento di circa 5 lire al
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su questo giornale:
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litro. In sostanza col nuovo
prezzo il latte piemontese, dal
mese di aprile, costerà 651,99
lire. Iva compresa.
Questo prezzo riguarda il
latte intero e genuino, reso
caldo alla stalla; a questo importo, i cui pagamenti andranno effettuati entro 60
giorni dall’ultima consegna
del mese, andranno aggiunte
8,18 lire nette per ogni litro di
latte reso a 4 C°.
Per quanto riguarda la qualità l’accordo prevede che gli
attuali sistemi siano mantenuti fino alla fine di giugno; da
luglio entrerà in vigore una
nuova tabella parametrica che
riconsidera in particolare la
quantità di grassi, proteine e
di carica batterica presenti per
grammo di latte.
Dopo lunghe trattative il
nuovo prezzo del latte viene a
portare una boccata di ossigeno ai produttori piemontesi,
come confermato dalle prime
reazioni delle associazioni di
categoria che hanno bene accolto l’accordo raggiunto.
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Neuropsichiatria infantile all'UssI 43
Tutti gli aspetti del
«come crescere»
CARMELINA MAURIZIO
Nell’ambito del progetto
per la tutela della salute
materno-infantile che da diversi anni coinvolge strutture
e servizi della vai Pellice,
opera con molteplici attività
il servizio di neuro-psichiatria
infantile.
Vi lavorano un neuropsichiatra per l’infanzia, il dottor
Carlo Frizzi, e due psicologhe, le dottoresse Renata Bottazzi e Maria Grazia Borgarello, che coprono l’utenza
dei tre distretti della Ussl 43.
A loro abbiamo chiesto di
presentarci e spiegarci come
funziona e di cosa si occupa
un servizio che ha un ruolo
primario nel territorio riguardo a molte problematiche della famiglia, dell’infanzia e
dell’adolescenza.
Vediamo allora per cominciare alcuni dati forniti dagli
operatori: i casi seguiti nel
corso del 1992 sono stati
complessivamente 137, di cui
più di un terzo quelli presi in
carico per la prima volta.
«In maggioranza - spiega
Frizzi — si tratta di minori
con problemi relativi alla sfera psicologica (linguaggio,
lettura-scrittura, valutazione
di casi a rischio, casi che necessitano di sostegno a scuola, di fobie e comportamenti
aggressivi, problemi motori,
ritardi cognitivi) che arrivano al servizio tramite segnalazioni della famiglia,
della scuola e dei servizi sociali, del consultorio e del
servizio di riabilitazione e logopedia».
Oltre alle attività di diagnosi e cura, esistono poi altri
spazi all’interno dei quali il
servizio di neuropsichiatria
infantile è operativo. «Siamo
in strettissimo contatto con
diverse entità socio-sanitarie
presenti in valle - spiega Renata Bottazzi, una delle psicologhe per esempio, ci
occupiamo della psicoprofilassi al parto, seguiamo le
coppie che sono in lista per
raffidamento e l’adozione,
prendiamo in carico i vari
casi che ci vengono segnalati
dal tribunale per i minorenni,
lavoriamo molto con la scuola, soprattutto nel seguire
l’inserimento di bambini che
necessitano dell’ insegnante
di sostegno. Oltre a tutto ciò,
abbiamo frequenti rapporti
con strutture quali la Comunità alloggio per minori di
Torre Pellice e l’Uliveto di
Luserna San Giovanni. Inoltre, da diverso tempo stiamo
lavorando con gli adolescenti
sia con la presenza .presso
“Spazio adolescenti’’ da poco
istituito in via Roma a Luserna, sia attraverso consulenze
di vario tipo sulle interruzioni di gravidanza delle minorenni, in alcuni casi di tossicodipendenza e con il progetto di educazione alla salute che prevede incontri programmati a tema con allievi e
insegnanti delle scuole medie
e superiori della vai Pellice».
Il servizio di neuropsichiatria infantile è poi impegnato
con i suoi operatori in diversi
incontri su temi e problemi
della prima infanzia, in collaborazione sia con la scuola,
sia con il consultorio pediatrico e con il centro di riabilitazione.
«Speriamo che la qualità
del nostro servizio sia sempre
a un buon livello - dice Carlo
Frizzi — per ora siamo soddisfatti, tenendo conto che non
ci sono liste di attesa rispetto
ai casi da prendere in cura e
che riusciamo anche ad essere attivi e presenti in quasi
tutti gli spazi che riguardano
i minori».
Siamo allora di fronte ad
una realtà sicuramente positiva e in crescita, con diversi
progetti in fase di studio e
con interventi ad ampio raggio sul territorio, un esempio
di come attraverso l’integrazione con altri servizi sia possibile fornire agli utenti, in
questo caso i minori, la famiglia e gli educatori che di loro
si occupano, delle risposte
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PAG. IV
Comunità montana vai Pellice
Ancora incerto
il futuro deirOasi
L* Eco Delle Yalli Vaioest
VENERDÌ 7 MAGGI01993
PIEBVALDO ROSTAN
Consiglio fiume per la Comunità montana vai Pellice la scorsa settimana; non
pochi gli argomenti di interesse discussi nella serata.
Da quest’anno costerà più
caro andare in cerca di funghi; il versamento dovrà essere di 30 mila lire, cifra decisa dopo un’intensa discussione che aveva visto la
giunta partire da una iniziale
proposta di conferma di 25
mila lire. Dati alla mano si è
visto che oltre il 75% dei
raccoglitori proviene da fuori
valle; un aumento di 5.000
lire potrebbe portare nelle
casse dell’Ente circa 10 milioni il che non è poco, e che
ipotesi di coordinamento con
le Comunità montane vicine
sono sempre assai difficili.
Sono stati affrontati altri
temi legati all’ambiente.
Continua a destare preoccupazione l’ipotesi di riduzione
dell’area di protezione
dell’oasi del Barant, attualmente in discussione in Provincia, e il Consiglio ha pronunciato una ulteriore presa
di posizione contraria.
L’area è al centro di un progetto di ecosviluppo di cui il
giardino botanico in quota
non è che un elemento di valorizzazione. Il Consiglio a
questo proposito ha deciso
anche l’acquisto della casermetta presente al Colle fin
dagli anni ’30 per utilizzarla,
dotandola di servizi minimi
quali acqua ed energia elettrica, come posto di appoggio
per iniziative di turismo ambientale.
Sulla zona potrebbe abbattersi una ulteriore «tegola»;
infatti un decreto del ministero Agricoltura e Foreste prevede per il futuro un aumento
di cacciatori notevole: si passerebbe infatti a una densità
di un cacciatore per ogni 19
ettari di superficie il che quadruplicherebbe il numero di
cacciatori su un’area che, secondo gli esperti, già oggi ne
ha troppi.
Il Consiglio della Comunità montana vai Pellice ha
chiesto, con un ordine del
giorno, che il decreto venga
sostanzialmente modificato,
pena danni irreversibili al patrimonio faunistico della
montagna.
Da segnalare infine l’approvazione dell’attesa convenzione con l’istituto Uliveto (8 sono i posti a disposizione di portatori di handicap
della vai Pellice) che prevede
tra l’altro, per l’anno in corso, che le rette a carico dell’ente pubblico rimangano
invariate mentre saranno rivedute le quote a carico delle
famiglie, e una serie di varianti al progetto di copertura
del palazzo del ghiaccio di
Torre Pellice; per ora non
verrà effettuata la chiusura
laterale ma si darà corso a lavori indispensabili per poter
aprire la struttura nel corso di
quest’anno.
Luserna S. Giovanni
Bilancio
in piazza
Trasparenza. Una parola
spesso promessa dagli amministratori e invocata dai cittadini: a Luserna San Giovanni
il gruppo dei Verdi e quello
del Pds l’hanno messa in pratica, almeno per quanto riguarda l’informazione sul bilancio comunale, con una
pubblica mostra di cartelloni
e con un opuscolo informativo sulle fonti di entrata e sulle spese del Comune.
Un piccolo ma significativo
tentativo, che ha riscosso il
plauso e l’intervento della
gente: per decidere bisogna
anzitutto sapere. E veniamo
ad alcuni dati. Premesso che
fra le entrate vi sono circa 3,3
miliardi di trasferimenti da
stato e regione, 2,3 miliardi
di entrate tributarie (lei, rifiuti, fognature, depuratore,
Enel) e 1,35 extratributarie
(acquedotto, cave, mercati,
mensa, trasporto, multe e servizi vari), le uscite più consistenti sono quelle per gli uffici, il personale, l’illuminazione pubblica, il mantenimento
della viabilità, gli impianti
sportivi.
Avvengono anche notevoli
sprechi: ad esempio decine di
milioni di interessi pagati dal
1990 ad oggi su un mutuo accordato dallo stato per la costruzione di una nuova scuola
media, mai iniziata perché la
maggioranza continua a cambiare idea sull’area da destinarle. Anche a giudicare dai
tristi esempi di corso Matteotti e della piazzetta di San
Giovanni, non si può dire che
i 600 milioni spesi in «arredo
urbano» siano stati un’uscita
azzeccata.
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ROLETTO
Per i bambini
Campi estivi
ai Bagnoou
ANGROGNA - È stato
definiter il programma dei
campi estivi al Bagnoou.
Dal 25 al 28 luglio saranno
ospitati bambini che hanno
frequentato i primi due anni
delle scuole elementari. Il
campo inizia con il pranzo
del 25 e termina col pranzo
del 28; sono disponibili 15
posti.
Dal 4 al 9 agosto sarà il
turno dei ragazzi che hanno
frequentato le scuole medie.
Il campo inizia con il pranzo
del 4 agosto e finisce con la
colazione del 9, posti disponibili: 18.
Il terzo campo, dal 10 al
14 agosto, riguarderà i bambini del terzo, quarto e quinto anno delle elementari. Si
inizia con il pranzo del 10 e
si finisce con il pranzo del
14; posti a disposizione: 18.
Per le iscrizioni al primo
campo telefonare a Denise
Sappè, ore serali (0121932357). Per gli altri due
telefonare, ore pasti entro fine maggio, a Massimo Long
(0121-953107).
Pinerolo calcio
La salvezza
è assicurata
Superato il pericolo di retrocessione la scorsa settimana con la vittoria di Oleggio,
il Pinerolo riprende fiducia
nei propri mezzi e mette sotto, al Barbieri, anche la Caratese. Dopo una serie di azioni
non concluse positivamente
nella prima frazione, è nel secondo tempo che il Pinerolo
realizza due reti con Serra e il
bomber Labrozzo.
La salvezza dunque è conquistata; domenica prossima
gli uomini di Cavallo saranno
in trasferta a Torino col Nizza
Millefonti. Intanto, per festeggiare la permanenza nel
campionato nazionale dilettanti, giovedì 6 verrà disputata una gara amichevole
con il Torino del presidente
Goveani.
Stagione lunga
A Frali
si scia ancora
Da parecchi anni non si vedeva aH’inizio di maggio tanta neve sulle montagne di
Prali.
Alla Capannina sono stati
misurati circa due metri e
mezzo di neve, mentre in cima allo ski-lift Bric Rond lo
strato superava domenica
scorsa i tre metri. Gli impianti saranno perciò aperti, ma
solo nei fine settimana.
Il costo del biglietto giornaliero è di 18 mila lire per il
sabato e di 22 mila la domenica. Se la temperatura si
manterrà nella media stagionale gli ottimisti prevedono si
possa sciare fino a giugno.
ANTICHITÀ, mobili, oggetti vari privato acquista.
Telefonare 0121/78409 ore
pasti.
TORRE PELLICE — Il
Centro culturale valdese organizza per venerdì 14 maggio, alle 20,45, presso la biblioteca della Casa valdese,
un incontro con proiezione di
diapositive con Miriam Pisani, Elio Meggiolaro, Monica
Natali e Marco De Pettini,
sul lavoro del Servizio cristiano di Riesi.
• Domenica 16 maggio, durante il culto, la comunità si
riunirà in assemblea. Il Concistoro presenterà la sua relazione annua e darà comunicazioni riguardanti l’assemblea elettiva del 14 febbraio
scorso. È prevista anche
l’elezione di alcuni anziani.
VILLAR PEROSA —
Domenica 9 maggio si svolgerà l’annuale Festa di canto
delle corali.
Alle 9,15 avrà luogo la prova di insieme, alle 10 il culto
(la colletta sarà devoluta alla
Cevaa). Alle 11 sono previsti
i laboratori musicali e alle 15
l’inizio vero e proprio della
festa. Al termine è convocata
l’assemblea delle corali.
TORRE PELLICE —
Mercoledì 12 maggio, alle
20,30, nei locali della Comunità alloggio in via Angrogna, il past. Marchetti condurrà un incontro di studio
biblico sulla lettera ai Romani.
PRALI — Domenica 16
maggio ci sarà il culto di fine
attività alle 10,30 nel tempio;
alle 14 inizierà il bazar.
SERVIZI
USSL 42
CHISONE • GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154.
DOMENICA 9 MAGGIO
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58766
Ferrerò: Farmacia Valletti Via Monte Nero 27, tei.
848827
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81100
Croce verde. Porte : tei. 201454
USSL43-VALFELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 9 MAGGiO
Bobbio Peiiice: Farmacia Via Maestra 44, tei. 92744
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei.
598790
I 4^ * RM«RC».1S6 "
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei.
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
22664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso i distretti.
SfRVdlO ÉUAM^LANZA,
telefono 118
L'Eco Delle Valli Valdesi
via Pio V, 15 -10125 Torino
Tel. 011/655278
Reg. Tribunale di Pinerolon. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisleriana MondovI
Spedizione in abb. post.; Gr 2A/70
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma per venerdì 7 maggio alle 21,15 Caccia alle
farfalle; sabato 8 alle 20 e
22,10 e domenica alle 16, 18,
20 e 22,10 Eroe per caso.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma per
venerdì 7 maggio La storia
di Qu-Yu; sabato 8 La bionda e domenica, lunedì, martedì e giovedì Amore per
sempre. Nei giorni feriali lo
spettacolo comincia alle
21,15; la domenica alle
15,15, 17,15, 19,15,21,15.
PINEROLO — Il cinema
Italia ha in programma per la
prossima settimana Proposta
indecente.
Sabato 8 maggio —
RORÀ: alle ore 21, la Badia
corale vai Chisone terrà un
concerto nel tempio valdese,
a favore della ristrutturazione
del tempio stesso.
Sabato 8 maggio — TORRE PELLICE: alle 21, nel
salone Opera gioventù di via
al Forte, la compagnia Piccolo varietà di Pinerolo porta in
scena ’Na tota sfaragià.
Sabato 8 maggio — TORINO: alle 15, in piazza Arbarello, si svolge una manifestazione sul tema «19431993: dalla Resistenza al fascismo alla resistenza al militarismo», contro l’aumento
delle spese militari e per una
nuova legge sull’obiezione di
coscienza.
Sabato 8 maggio — TORINO: presso l’istituto San
Giuseppe in via San Francesco da Paola 23, si tiene un
convegno dal titolo La montagna sfruttata, il rilancio
dell’idroelettrico.
Sabato 8 maggio — SAN
SECONDO: alle 21, nella
sala valdese, il Gruppo teatro
Angrogna presenta lo spettacolo E mi chanto.
Sabato 8 maggio — INVERSO RINASCA: in occasione del Cantavalli, la rassegna di musica popolare nelle
valli Chisone e Germanasca,
alle 21,15 alla frazione Grange, nel salone del ristorante
L’òstu del Pòvr-òm, La Cantarana presenta uno spettacolo di musica tradizionale del
Pinerolese dal titolo Le joli
moulin.
Giovedì 13 maggio —
TORRE PELLICE: in occasione della rassegna «Nascondigli, i teatri del sottosuolo», al cinema Trento alle
21,15 si terrà lo spettacolo
dei Provattori Niente a memoria.
Sabato 15 maggio — PEROSA ARGENTINA: il comitato Amici della miniera
organizza una visita turistica
alla miniera di sale di Bex in
Svizzera. Per le prenotazioni
rivolgersi entro il 7 maggio
presso la Comunità montana
(81190-81497) oppure la tabaccheria Breuza (808845) e
ancora Bario Gino (81376).
Fino al 25 maggio — PINEROLO: nella galleria
d’arte in via Vescovado 8 è
ospitata una mostra di sculture in legno e composizioni
su carta di Frans Ferzini e
Luigi Dellorbo. La mostra è
aperta dal martedì al venerdì
dalle 16 alle 19,30 e il sabato
dalle 10 alle 12,30 e dalle 16
alle 19,30; la domenica su appuntamento.
Martedì 18 maggio —
TORRE PELLICE: alle ore
21, presso la biblioteca della
Casa valdese (via Beckwith
1) si tiene una serata sul Mozambico a cui partecipa Carlo
Frizzi, medico che vi ha lavorato alcuni anni.
11
venerdì 7 MAGGIO 1993
Attualità
PAG. 7 RIFORMA
1° maggio: intervista a Gianfranco Zabaldano, segretario torinese della Firn CisI
Per uscire dalle crisi del lavoro: riduzione
delPorario, flessibilità^ formazione
MAURIZIO GIROLAMI
Trentacinque milioni di disoccupati nei paesi industrializzati: in Inghilterra
ril% della popolazione attiva, in Spagna il 21%, in Italia
ril% circa. Nel Sud dell’Italia più del 20%; nelle grandi
metropoli del Sud più del 50%
dei giovani fra i 18 e i 25 anni.
Gli scenari futuri evocati
dagli studiosi sono impressionanti: crescita degli strati sociali emarginati e in miseria
(vagabondi, barboni, giovani
disperati, anziani espulsi dal
mondo produttivo), acutizzata
da politiche dei governi ultra
liberiste e di smantellamento
delle istituzioni assistenziali
(previdenza e sanità) e degli
ammortizzatori sociali, come
la cassa integrazione. Di qui
l’aumento dell’aggressività
sociale diffusa, della delinquenza, anche minorile, del
razzismo e così via.
Di fronte a fenomeni di tali
dimensioni, largamente annunciati dalle tendenze
dell’economia degli ultimi anni, è legittimo chiedersi se le
classi dirigenti siano veramente all’altezza di scelte lungimiranti ed efficaci, atte a piegare
l’economia alle esigenze degli
esseri umani. Ma quali sono le
cause del fenomeno? E quali i
rimedi? Ne abbiamo discusso
con il segretario della Fim-Cisl di Torino, Zabaldano.
- E esatto ricondurre la crisi occupazionale italiana essenzialmente alla «rivoluzione
tecnologica»?
«Non del tutto. Mentre fra il
1978 e il 1987 l’innovazione
tecnologica ha galoppato, negli ultimi anni essa è rallentata
e ha lasciato il passo a misure
di valorizzazione delle risorse
umane. Prendendo la Fiat come esempio significativo del
settore metalmeccanico, si è
scoperto che gli stabilimenti di
Cassino, concepiti all’insegna
dell’ avanguardia tecnologica,
sono troppo rigidi rispetto alla
mutevolezza delle richieste del
mercato e non garantiscono la
“qualità” del prodotto».
- Come viene perseguito,
dal padronato, l’obbiettivo
della «qualità»?
«Negli stabilimenti in costruzione a Melfi, ad esempio,
più che all’innovazione tecnologica si tende ad un’organiz
II presidente del Consiglio dei ministri, Carlo Azeglio Ciampi: nel
suo programma anche la creazione di nuovi posti di lavoro
zazione capace di coinvolgere
gli operai nel raggiungimento
della qualità, un po’ “alla
giapponese”. Si abolisce il
controllo-qualità poiché questa viene assicurata, oltre che
dal coinvolgimento operaio,
dalle aziende a cui viene commissionata la produzione di
componenti. In generale oggi
si punta al cosiddetto “efficientamento”: eliminazione
dei tempi morti, informatizzazione di molte mansioni
impiegatizie e di gestione. Di
qui una notevole riduzione
degli impiegati e degli addetti
a pulizie, manutenzione,e servizi, e anche una riduzione
della gerarchia interna (“capi”
e “capetti”). In molte aziende
questo comporta una diminuzione del 20-30% degli occupati».
- In definitiva il calo occupazionale deriva dall’innovazione organizzativa e tecnologica, dalla crisi del prodotto «auto» e del settore aerospaziale e anche dalla diffusione dell’informatica in tutti i
settori impiegatizi dell’economia nazionale come le banche, i ministeri, gli enti locali
e il terziario in genere. Quali
sono, secondo te, i gruppi che
corrono più rischi di perdere
il lavoro, o di non trovarlo e
perché?
«Sono gli operai, maschi e
femmine, con più di 45 anni e
alcune fasce di impiegati. Un
operaio di 50 anni licenziato
non ha prospettive neanche
con un’eventuale ripresa del
mercato. Sono anche i giovani
emarginati dalla scuola e privi
di titolo di studio. Un giovane
con laurea, in capo a uno-due
anni, un lavoro lo trova. Oggi
i padroni cercano manodopera
Nella collana «Sola scriptura/Nuovi studi teologici»
' , \ " è uscito il n. 15; ’ '
- 4 - ■Vittorio Subilia ; ‘
IL REGNO
Interpretazioni nel corso dei secoli
a cura di Gino Conte
pp 240, L. 29.000 ■■
L’annuncio del Regno di Dio risale al nucleo più
specifico della predicazione di Gesù. La complessità del problema ha dato luogo, nel corso della
storia, ad una serie di interpretazioni divergenti e
incomponibili. Da una rassegna sommarla di questi modelli interpretativi l’autore arriva a mettere a
fuoco la visuale del Regno di Dio quale si ricava
dai documenti del Nuovo Testamento.
— ^ ...
Cjm mmedStnce
cbuikma
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL 011/668.98.04 - C.C.P. 20780102 - ■
flessibile agli orari, (sabati,
domeniche, turni di notte) e
adattabile alle esigenze della
qualità del lavoro».
- Ánche prescindendo dalle
dimensioni mondiali del problema lavoro, quale ti pare essere la via d’uscita nel quadro
italiano?
«Non esiste un’unica risposta risolutiva. Occorre una
molteplicità di strumenti. Una
significativa riduzione d’orario, poniamo a 34-35 ore, a
parità di salario, sarebbe efficace purché assunta a livello
europeo; in caso contrario le
aziende ove fosse realizzata si
trasferirebbero all’estero. In
secondo luogo servono misure
di flessibilità alTingresso in
produzione, che d’altronde
esistono già anche a livello
europeo; il salario d’ingresso
per i giovani, che all’azienda
costa meno, la chiamata nominativa, l’apprendistato (poco
diffuso da noi), gli stessi contratti di formazione-lavoro,
che però sono stati numerosi
fra T86 e il ’90, quando l’economia “tirava” mentre ora sono assai diminuiti».
- E per le fasce più deboli
delle forze di lavoro?
«Difendere le fasce più deboli è una priorità. Anziché
gestire la crisi in modo puramente assistenziale (vedi la
cassa integrazione e la “mobilità”) occorrono serie iniziative di riqualificazione rivolte
sia ai lavoratori più che 45enni, che ai giovani emarginati
dalla scuola; occorrono diminuzioni d’orario e politiche di
sviluppo di servizi ambientali,
turistici, culturali.
E vero che scelte di questo
genere presuppongono una riconversione in direzione
delTefficienza e dell'onestà
delle cospicue risorse finanziarie finora assorbite dall’assistenza. Bisogna sapere che
se una parte dei fondi destinati
alla cassa integrazione fossero
stati usati per procacciare delle opportunità di formazione a
tanti cassaintegrati, molti di
questi avrebbero potuto essere
collocati in altre aziende o in
altri circuiti lavorativi. Per
non dire che l’Italia per pura
insipienza usa meno del 50%
dei fondi stanziati a suo favore
dalla Cee per la formazione
professionale. Non si deve dimenticare, infine, che il prelievo fiscale in Italia, pur essendo già gravoso, è notevolmente squilibrato e iniquo».
- Un tuo parere sui decreti
per r occupazione messi sul
tappeto dal governo Amato e
destinati ad essere ripresi dal
nuovo governo.
«Alcuni di essi sono positivi, naturalmente a certe condizioni. 11 salario d’ingresso, a
patto che sia contrattato dalle
singole categorie. La riforma
della cassa integrazione così
come è concepita oggi. Nei
decreti proposti qualche settimana fa giustamente si imponeva alle aziende di utilizzare
la cassa integrazione straordinaria prima di mettere i lavoratori “eccedenti” in mobilità.
Va bene anche il rafforzamento dei contratti di solidarietà, mediante i quali si realizza una riduzione d’orario
per tutti i lavoratori di un’azienda, a parità di salario, e
nel contempo un incremento
dell’occupazione giovanile, a
parziale carico dello stato, ma
con costi inferiori a quelli della cassa integrazione. Importante sarebbe, qualora fosse
attuato, il potenziamento delle
agenzie regionali pubbliche
per lo sviluppo di politiche del
lavoro; progetti per la riconversione di strutture produttive, per la collocazione di lavoratori in esubero ecc.».
- Il governo Ciampi può
operare efficacemente?
«Viste le sue precoci disavventure e la situazione parlamentare la prudenza è d’obbligo. Certo, la presenza di
Giugni al ministero del Lavoro dovrebbe almeno garantire,
a differenza dai passati governi, una guida competente nei
problemi del lavoro».
DI FRONTE Al POTERI CRIMINALI
L'ETICA
PERSONALE
GIUSEPPE PLATONE
Il presidente Scalfaro ha sciolto il Consiglio comunale di
Riesi per inquinamento mafioso; i cittadini potranno
eleggere il nuovo sindaco e il Consiglio solo nella primavera del ’94, intanto da mesi siamo amministrati da tre
commissari.
Le accuse sono gravissime, evidenziano collegamenti tra
i vecchi amministratori e la criminalità organizzata, per non
parlare dei delitti di stampo mafioso e della cappa di intimidazione e minacce che copre la città; 18 altri Comuni in
Sicilia sono commissariati, e molte verità stanno venendo a
galla; mai come adesso è emerso in tutta la sua vastità l’intreccio fra mafia e politica, con nomi e cognomi. Stiamo attraversando una grande stagione di verità.
L’energica azione della magistratura in queste ultime settimane ha individuato alcuni nomi eccellenti: ora si tratta di
verificare le accuse, accertare i fatti. L’importante è avere
capito che mafia e politica non solo hanno coabitato, ma
hanno spesso collaborato, al punto che si potrebbe dire che
in molte parti di quest’isola siamo stati governati dalla mafia; è possibile che per decenni Cosa Nostra abbia potuto
così profondamente radicarsi nella vita politica siciliana?
Ci sono stati infiniti scambi di favori anche a livello nazionale; la relazione tra mafia e potere politico, quasi uno stato
nello stato, ha paralizzato lo sviluppo della società e mortificato la democrazia.
Mi pare che le cose stiano cambiando. Le voci isolate, a
volte profetiche, che condannavano in Sicilia la realtà criminosa di Cosa Nostra sono diventate un coro. E il voto recente del referendum ha anche decretato la fine di un’epoca. Nella crisi si scorgono già segnali positivi. Un esempio
locale; abbiamo organizzato un dibattito, nella nostra saletta di via Paraci, sulle ragioni del «sì» e del «no» al referendum elettorale, e siamo stati sorpresi nel constatare una
grossa partecipazione, soprattutto di giovani.
Nell’accalorarsi della discussione si coglieva evidente la
voglia di girare pagina, di cambiare. Luciano Violante, magistrato e presidente della Commissione parlamentare antimafia, spesso invitato a parlare nelle scuole, parlando a
Agrigento notava come gli studenti non gli chiedano più:
«Che cos’è la mafia?» ma: «Che cosa possiamo fare contro
la mafia?».
Una strada da percorrere è quella di un’etica personale
impegnata. È inutile dichiararsi contro la mafia e poi vivere
di raccomandazioni, privilegi, evasioni fiscali, piccoli sotterfugi. Secondo Violante «la cultura protestante ha più vigore, nella lotta alla mafia, della cultura cattolica che con il
suo meccanismo della confessione-assoluzione conduce facilmente a comportamenti di non-responsabilità».
Questa affermazione mi ha sorpreso da parte di un laico,
e mi chiedo se questa nostra insistenza - tutta protestante sul rapporto personale, diretto con Dio che fonda la tua responsabilità e la tua libertà e quindi la tua etica, non spieghi in qualche modo anche lo scarso successo del protestantesimo nel Sud. Più vado avanti e più mi convinco che
è sempre maggiormente necessario sviluppare, soprattutto
fra i giovani, una cultura della responsabilità, della democrazia, del dialogo. Anche noi, nella lotta per un tempo
nuovo, vogliamo dare il nostro contributo, con le armi della
nonviolenza, della ragione e della fede. Qual è in sostanza
il nostro obiettivo? Costmire una società realmente democratica, pluralista. Se questo obiettivo, in tante parti d’Europa, può sembrare banale qui è invece essenziale. Avverti
oggi in Sicilia il desiderio, la voglia sincera di liberarsi per
sempre dal dominio mafioso. Questo desiderio è anche il
nostro.
(da «Le notizie da Riesi»)
Grottaglie
Voli a rischio
Grottaglie, cittadina situata
a 20 chilometri dà Taranto e
famosa in tutto il mondo per
le sue ceramiche, diventerà
(sono in corso lavori di realizzazione della base aerea, vicino al nuovo stabilimento
dell’Alenia) la più importante
base dell’aviazione di marina
in Italia e costituirà il sottoinsieme funzionale di un più vasto sistema aeronavale, centrato sulle nuove funzioni Nato.
Per questo motivo la Casa
per la pace di Grottaglie ha
inviato al sindaco e al prefetto un esposto in cui, evidenziando i danni e le vittime di
incidenti come quello accaduto a Casalecchio di Reno,
si chiede quali misure intendano prendere affinché gli
Harrier non sorvolino i centri
abitati e non trasportino armi
nucleari (Grottaglie è infatti
stata dichiarata «città denuclearizzata»).
La comunità battista di Mottola si mobilita materialmente
Per uno spazio verde nella città
L’idea è nata dalla riflessione delle ultime settimane sulla
lotta del movimento civile antirazzista nell’America degli
anni ’60. Lo scopo del movimento di Martin L. King, cominciando dagli spazi negli
autobus a Montgomery fino ai
sit-in nei locali pubblici, era
quello di affermare il diritto
ad occupare spazi che pur essendo di tutti erano in realtà
preclusi su base razziale a una
parte della popolazione. La
riappropriazione del territorio
e dei servizi: ecco uno degli
scopi più importanti della lotta nonviolenta.
Ci siamo chiesti se e come
queste celebrazioni potessero
avere un senso oltre che nelle
grandi iniziative per la pace
anche nel piccolo del nostro
paese. E di lì è partita l’iniziativa di domenica 25 aprile.
Armato di scope, rastrelli, pattumiere e succhi a volontà, un
bel gruppo di sorelle e fratelli
della nostra chiesa ha voluto
fare un primo passo concreto
per restituire alla città di Mottola uno spazio verde da decenni promesso e mai terminato.
La nostra villa comunale è
forse uno dei tantissimi esempi di degrado e cattiva amministrazione che in misura
certo diversa ha afflitto in
questi anni un po’ tutta la nostra penisola. Progettata nel
1978 con una spesa preventiva di 187 milioni, finita di costruire nell’83 con 418 milioni, la villa non è mai stata
aperta al pubblico per contenziosi intercorsi fra impresa e
amministrazione.
Qualche tempo fa qualcuno
ha divelto i cancelli e l’area è
divenuta accessibile, ma ormai tutto è in rovina. Per rimetterla a posto servirebbero
altri 510 milioni. La comunità
battista ha dunque deciso di
fare un gesto pubblico che
scuotesse dal torpore la popolazione, che fosse anche connotato evangelicamente come
impellente necessità a cambiare mentalità e nel contempo
richiamasse le autorità a restituire all’unico spazio verde
del paese un aspetto dignitoso.
Così dopo aver resi pubblici
con un grosso manifesto i dati
del problema, si è lavorato
tutto il pomeriggio davanti a
tanti passanti stupiti, riempiendo e svuotando più di
cento sacchi di spazzatura.
L’attività si è conclusa, sempre nella villa, con una lettura
biblica e il canto comunitario
di vari inni.
12
PAG. 8 RIFORMA
Padova: confronto interconfessionale
Il credente
appartiene a Dio
Organizzato daH’Università per l’età libera
(Upel) di Padova, venerdì 16
aprile ha avuto luogo, presso
la sala del quartiere Brentelle,
un incontro-confronto tra
protestantesimo e cattolicesimo: relatori il prof. Paolo Angeleri, della locale Chiesa
metodista, e don Giovanni
Brusegan, responsabile diocesano per l’ecumensimo.
Del protestantesimo è stato
sottolineato con fermezza il
rifiuto deir «appartenenza» a
una qualsivoglia «chiesa-pienezza» di verità; il credente,
pur partecipando alla vita della sua chiesa, «appartiene» in
realtà solo al Dio vivente delle Scritture, indisponibile a
ogni pretesa umana di monopolio. In quest’ottica egli si
trova davanti a un progetto
(Calati 4) il cui obbiettivo è
la libertà in Cristo, erede senza tutori in contatto con Dio
senza mediazioni.
Libero esame e sacerdozio
universale ne sono la conseguenza. Nel suo cammino il
credente incontrerà inciampi
e rimpianti, ma ben più gravi
sarebbero i pericoli di un’appartenenza indiscussa e irrevocabile: conformismo, trasferimento di responsabilità,
soggezione a altri uomini.
Diversa l’ottica cattolica.
Don Brusegan ha sottolineato
il valore intimo e personale
dell’atto religioso e il carattere di servizio della stessa
gerarchia ecclesiastica. Solo
nella chiesa apostolica e cattolica sta la pienezza della liberazione umana e della riconciliazione con Dio. Le
decisioni della chiesa devono
essere trasformate dal credente in convinta realtà personale, e l’accettazione da parte di
ciascuno di ciò che il magistero ecclesiastico, in quanto
pienezza di verità, indica, deve venire intesa come privilegio e espressione di verità.
Pur non escludendo la parziale verità delle posizioni altrui, è stata così confermata
l’oggettiva superiorità della
fede cattolica. Don Brusegan
non ha mancato di insistere
sulla necessaria buona disponibilità da parte dei cattolici a
conoscere e riconoscere i fratelli evangelici, ricuperando
generosamente la validità di
formule e indicazioni provenienti dalla Riforma. Risulta
difficile, per chi cattolico non
sia, l’idea che la libertà possa
ricondursi solo alla gioiosa
introiezione dell’obbedienza
alla chiesa.
Il pubblico presente, abbastanza numeroso, si è dimostrato interessato al discorso
dei due relatori, benché sia risultato evidente dagli interventi che il linguaggio cattolico, così ben conosciuto nel
nostro Veneto «bianco», sia
più rassicurante e tranquillizzante, e dunque più facilmente accettato, rispetto a
qualsiasi altra proposta di approccio alle Scritture.
Venerdì 14 maggio — SONDRIO: Alle ore 17,30, nella sala
del Centro evangelico di cultura (via Malta 16), il past.
Carlo Papacella parla sul tema: Protestantesimo e razionalismo.
Mercoledì 19 maggio — GENOVA: Alle ore 17,30, nella sala
convegni della Banca di Genova e S. Giorgio (via Ceccardi
1), il Sae organizza una lezione del prof. Giampaolo Gandolfo sul tema: Gloria e trasfìgurazione nella tradizione
dell’ortodossia.
Domenica 30 maggio — ROMA: Alle 11 inizia la giornata di
raduno degli ex ospiti, evangelici del Lazio e degli amici
per festeggiare il 70° anniversario dell’istituto Taylor (via
delle Spighe 8). Per prenotazioni del pranzo e del pernottamento tei. 06/2316093-2310487.
Una raccolta di «brevi schizzi biografici» di Roland Bainton, tradotti dalla Claudiana
Una dottrina della «non differenza»:
la vita poco nota delle donne della Riforma
SILVANA NITTI
Esce in italiano, sia pure
dopo vent’anni dalla prima edizione americana (1971
-1973), la raccolta di «brevi
schizzi biografici» che Roland Bainton ha dedicato ad
alcune donne protagoniste, a
vario titolo, della Riforma europea del ’500*.
Il modo di raccontare la
storia che abbiamo imparato
a conoscere, e godere, nelle
opere maggiori del maestro
scomparso una decina di anni
fa, lo ritroviamo in queste pagine che non hanno la pretesa
di rappresentare uno studio
organico e completo del ruolo
svolto dalle donne nelle vicende religiose del secolo
XVI, e tuttavia ci avvicinano
in modo imprevedibile a
personaggi e situazioni tanto
lontani.
Come sottovalutare, ad
esempio, l’effetto sorprendente di conoscere qualche
retroscena domestico dell’attività di Bucero? Passeggiando per le stradine di Cambridge avevamo già provato
ad immaginarcelo in azione,
ma non avremmo mai sospettato certi particolari organizzativi, e anche psicologici e
spirituali, connessi al suo legame coniugale con la straordinaria Wibrandis Rosenblatt,
la quale non si fermò dopo la
morte del primo marito,
l’umanista Keller di Basilea,
ma attraversò imperterrita
tutta la vicenda della Riforma
sposando, di seguito, Ecolampadio. Capitone e infine,
appunto. Bucero.
E come non confessare una
certa emozione nell’incontrare Argula von Grumbach in
una sua battagliera lettera
all’Università di Ingolstat?
Mentre difende coraggiosamente un giovane istruttore
costretto a ritrattare la sua
adesione alla Riforma di Wittenberg, Argula esprime una
tale passione per la riflessione teologica, e una cosi
profonda sintonia con la
«scoperta» luterana dell’
Evangelo, che non si può fare
a meno di pensare: con questa qui mi piacerebbe incontrarmi e chiacchierare.
Tra le «donne della Riforma» Bainton ci presenta dunque mogli famose di ancor
più famosi riformatori, ma
anche esponenti del «cosiddetto “evangelismo” cattolico
o cattolicesimo-evangelico»,
donne anabattiste di cui talvolta ci rimane solo il nome,
e regine, duchesse o principesse che hanno fatto in prima persona la storia, non solo religiosa, dell’Europa.
Donne italiane, francesi, di
area tedesca; donne colte o
illetterate.
A suo dire, lo aveva spinto
a questa ricerca innanzitutto
«un interesse particolare per
coloro che non hanno ottenuto quel che spetta loro»; a suo
parere, evidentemente, l’intervento delle donne nella
diffusione delle idee di riforma è stato sottovalutato. E infatti un altro interesse di ricerca è costituito dal «modo
in cui la Riforma si è disseminata. Le donne costituivano circa la metà della popolazione e, se avessero boicottato il nuovo movimento, possiamo esser certi che questo
sarebbe finito molto presto».
Ma l’interesse maggiore
sembra essere costituito dagli
effetti della Riforma sull’ordinamento sociale, sul «carattere della famiglia, la posizione delle donne nella società, e
il ruolo delle donne nella
chiesa». La questione del matrimonio e della famiglia, delle trasformazioni che questi
istituti hanno subito per in
Una serie di conferenze a Cinisello
Studiare i percorsi
della differenza
TIZIANA COLASANTI
Martedì 20 aprile, con la
conferenza di Letizia
Tomassone, direttora di
Agape, si è aperto a Villa
Ghirlanda (Cinisello Balsamo) un ciclo di conferenze
che abbraccia in modo articolato / percorsi della differenza.
L’iniziativa è stata promossa dal Centro culturale
«Jacopo Lombardini» in collaborazione con le Adi e i
circoli culturali «Allende»,
«Di Salvo», «Neruda» e
«Primavera». Letizia Tomassone ha incentrato la sua relazione su due punti nevralgici: la differenza di genere e
il percorso delle donne verso
la riappropriazione della propria peculiarità sessuale e
esistenziale.
A tal fine ha sottolineato la
necessità di creare rapporti
di comunicazione e di valorizzazione reciproca fra
donne per trovare una pienezza dell’identità al femminile, anche nell’ambito della
riflessione teologica.
Tale operazione ha alla base la consapevolezza delle
donne di essere «soggetti
parziali», con le proprie
peculiarità e differenze da
sviluppare senza forzati
adeguamenti a un modello
maschile che si vuole «neutro» e universale.
Questa riflessione aiuta a
riappropriarsi di sé non solo
le donne, ma tutti i soggetti
che si distaccano da un modello statico e frenante della
propria soggettività. Alla relazione è seguito un dibattito
che ha puntualizzato e approfondito i concetti già
esposti. Tra l’altro è stata
sottolineata l’esclusione delle donne dal «sacro» (sacerdozio) in alcune chiese (cattolica e ortodossa) a causa
della loro «differenza».
Il ciclo, che ha cadenza
settimanale (ogni martedì fino al 18 maggio) proseguirà
con altri incontri relativi ai
problemi dell’adolescenza e
della vecchiaia, del confronto tra le culture, della
malattia mentale e dei diritti
degli omosessuali. i
flusso della Riforma ed anche
del peso che a loro volta hanno esercitato, è certamente
una questione fondata, di importanza rilevante proprio per
una vicenda come quella del
protestantesimo che, sottratto
al matrimonio il suo carattere
sacramentale, gli ha riservato
un valore ancor più decisivo
nella vita dei credenti.
Quello coniugale diventa lo
status più adatto all’esercizio
della vocazione; non solo della vocazione al ministero della predicazione, che pure si
disegnerà in modo del tutto
particolare all’interno della
famiglia pastorale e costruirà
la figura femminile, decisiva
nella storia delle comunità
protestanti, della moglie del
pastore; ma anche della vocazione esercitata dai «laici»
nel loro lavoro e nella loro
presenza nella società. Vicende queste che lasciano aperto
il dibattito sul ruolo esercitato
dalle donne in questa nuova
visione del matrimonio, sulla
fine o il permanere di una loro subordinazione alla figura
maschile.
Grazie anche alla ricca introduzione siamo messi a
contatto con alcune vicende
più specificamente italiane:
Bainton ci offre i medaglioni
di donne importanti come
Giulia Gonzaga, Vittoria Colonna, Olimpia Morato, ma
Susanna Peyronel ci fa conoscere vicende più minute, individuali o di gruppi, che sollecitano la partecipazione a
una storia che sentiamo a noi
più vicina: vicende di popolane veneziane o salernitane, di
monache udinesi o senesi.
Appare del tutto convincente,
dunque, l’incitamento a proseguire in una ricerca che sia
«non tanto fare una “storia
delle donne”, quanto piuttosto interpretare le vicende
umane tenendo conto anche
delle differenziazioni sessuali
e delle reciproche relazioni
fra i sessi» e che permetta «di
uscire dalla ormai troppo ripetitiva storia della supremazia maschile e della subordinazione femminile».
Viene da chiedersi, a questo punto, se la questione più
interessante da affrontare, in
ambito di storia della Riforma e sul tema delle donne,
non sia questa: non è forse il
cuore stesso della teologia
protestante a coinvolgere le
donne in quanto donne? La
«riscoperta» della salvezza
per grazia, il rifiuto della mediazione sacerdotale e della
distinzione fra ambito del sacro e ambito del profano, non
propongono una visione del
tutto specifica delle relazioni
fra i sessi? O, per dirla un po’
provocatoriamente, la teologia della Riforma non è in sé
una dottrina della «non differenza» nella chiesa e nella
storia dell’umanità?
(*) Roland H. Bainton. Donne della Riforma in Germania,
in Italia e in Francia. (Introduzione Susanna Peyronel Rambaldi. Per una storia delle donne
nella Riforma), con 93 illustrazioni nel testo, Torino, Claudiana, 1992, pp 460, £. 48.000.
Storia medievale: una lezione diversa
Angrogna: la valle
del popolo valdese
Il 2 aprile il dottor Mario
Cignoni, presidente del
Concistoro della più antica
Chiesa valdese di Roma, è
stato invitato a tenere una lezione sui valdesi presso la
cattedra di Storia medievale
dell’università La Sapienza.
Titolo della relazione era:
Angrogna: la valle dei vaidesi. Una valle angusta e bella fra le montagne, percorsa
da un torrente fresco e veloce, con le borgate costruite a
mezza costa.
Balzavano fuori dalla nebbia del passato, vividi, il seicentesco barone Leutrun, sepolto nel tempio del Ciabas e
diventato leggendario nei
versi di una canzone, i convogli dell’Inquisizione «per
estirpare l’eresia», la «chiesa
della tana», una grotta dove
si tenevano i culti durante le
persecuzioni, il prato dove i
valdesi si radunarono nel
1532 per aderire alla Riforma, la scuola dei «barba», da
dove partivano i predicatori
itineranti del Medioevo per
andare a evangelizzare mezza
Europa. Poi c’erano i valdesi
che combattevano contro i
savoiardi, che finanziavano
la traduzione della Bibbia
(sola Scriptura), che imparavano a memoria i brani del
Vangelo, che cantavano i salmi, che invocavano Dio, e
c’erano anche le orribili stragi del sec. XVII.
Si è parlato infine dei vaidesi a Roma, di un cane che
passò per la breccia di porta
Pia trainando un carro carico
di Bibbie, delle conversioni..
Tutto è stato esposto con la
serietà dello storico (Cignoni
si è laureato con il prof.
Raoul Manselli, studioso delle eresie medievali), ma al
tempo stesso tutto è stato descritto e raccontato con un tono talmente appassionato e
coinvolgente che la lezione è
terminata con un insolito e
convinto applauso da parte
degli studenti.
La valle d’Angrogna forse
è diventata meta di una gita
per alcuni degli ascoltatori,
incuriositi anche di andare a
vedere una vecchia borgata,
un gruppo di case strette fra
loro, e ormai disabitate.
13
venerdì 7 MAGGIO 1993
Cultura
PAG. 9 RIFORMA
Intervista all'anziano leader della ex Germania orientale, accusato di crimini di repressione
Honecker, ¡1 suo regime e le chiese:
un rapporto difficile e contradditorio
Reformierte Kirchenzeitung pubblica un’intervista esclusiva che Herich Honecker ha concesso al teologo
anglicano Paul Oestereicher
nel periodo in cui l’ex presidente della ex Repubblica democratica tedesca era rinchiuso nel carcere berlinese di
Moabit.
Il vecchio leader della Ddr
non aveva voluto tener conto
delle riforme e delle aperture
che nel 1988 Gorbaciov inaugurava nell’ex Unione Sovietica. Eppure aveva anch’egli
capito, in una lettera personale ai suoi collaboratori, che la
Ddr andava incontro ad un
profondo collasso politico ed
economico. Presentiamo ai
lettori di Riforma stralci del
testo, che costituisce uno degli ultimi dialoghi con Erich
Honecker prima dell’esilio.
- Il marxismo-leninismo
concepisce tutte le religioni
come degli errori, come irrazionali e in un paese socialista addirittura senza senso.
Com’era la situazione nella
Ddr?
«Credo che vada fatta una
distinzione tra la nostra visione materialista e la politica della Chiesa nella Ddr intesa come stato. Da parte mia
ho sempre cercato, da quando ho iniziato la mia attività
politica, rapporti con i settori
cristiani della società e in
particolare con i protestanti».
Apertura e repressione
- Nella prima fase di vita
della Ddr, quando lei era responsabile dei «giovani tedeschi liberi», ci fu una campagna di massa contro i cristiani
che portò alla rottura con coloro che pur credendo militavano nell’organizzazione.
Come si può spiegare questo
con la sua posizione personale di apertura verso il mondo
eristiano?
«Per prima cosa vorrei dire che il lavoro comune fatto
dopo l'otto maggio 1945 era
una cosa buona. E noto che
in quel periodo mi sono prodigato per cercare buoni rapporti con i responsabili della
chiesa, mentre si cercava di
creare un’organizzazione di
giovani antifascisti nella parte occupata dall’Unione Sovietica. 1 documenti che ora
sono alla luce del sole potranno testimoniare che avevamo rapporti con la chiesa
evangelica e cattolica. I problemi non vennero da parte
nostra, giovani comunisti e
socialdemocratici, ma
dall’esterno dell’organizzazione. Le difficoltà vennero
dai funzionari delle zone di
occupazione e dai sovietici.
Un’immagine ufficiaie di Erich Honecker nei 1986
Di questo abbiamo chiesto
personalmente scusa al vescovo Griiber».
- In generale c’era un rapporto relativamente buono,
dopo la guerra, tra la chiesa e
lo stato sovietico, anche
nell’Unione Sovietica stessa;
perché ciò non accadde
nell’organizzazione giovanile
da lei diretta?
«Le truppe sovietiche avevano alle spalle una guerra
tremenda e non erano certo
benvenute in Germania. Conquistarono Berlino solo dopo
gravi perdite, e fin dall’inizio
erano disposte a riconoscere
soltanto organizzazioni antifasciste che non facevano
parte né di partiti né di chiese. Quando si è formata
r «Associazione dei giovani
tedeschi» i sovietici volevano
che restasse interna al proprio territorio».
- Il singolo cristiano non ha
avuto una vita facile nella
Ddr. Soprattutto tra i giovani,
l’ateismo era molto propagandato e la chiesa divenne
sempre più piccola sotto questa pressione; nello stesso
tempo però lo stato, la polizia
e il partito utilizzarono la
chiesa come una risorsa sociale. Come spiega questa
contraddizione?
«Non sì tratta di una contraddizione: prima di tutto
perché già nella Costituzione
della Ddr si diceva che la religione può essere praticata
Una vittima del muro di Berlino
liberamente. Piuttosto, come
è ormai noto, sono stati i partiti cristiani della Germania
federale che hanno influenzato i responsabili religiosi della chiesa nella Ddr e dall’altra parte la chiesa si è sentita
più riconosciuta dal quei partiti. Ma non posso credere
che nella Ddr ci fosse un odio
verso la religione o la chiesa.
La nostra intenzione era di
costruire un futuro di tolleranza comune e l’incontro tra
Walter Ulbricht e il vescovo
Mitzenheim andava in questo
senso. Insomma non avevamo
nessun odio o sentimento negativo verso la chiesa».
Discriminazione
- Forse verso la chiesa come istituzione no, ma verso il
singolo cristiano, anche nella
scuola per esempio, si praticava una sorta di discriminazione.
«Certamente si deve riconoscere che non tutto era
chiaro tra quelli che stavano
in alto. Ma anche nella base
della popolazione c’erano cose che non erano giuste. Ma
escludo che ci fosse una discriminazione, nelle scuole o
nei posti di lavoro, tra coloro
che si dichiaravano cristiani.
Pensate soltanto ai pastori
che nell’89 si affacciarono
sulla scena del cambiamento;
tutti avevano una profonda
preparazione culturale, erano
ben formati. Questo lo hanno
reso possibile anche lo stato
e i suoi lavoratori.
Non ho mai saputo di singoli credenti che siano stati
discriminati nello studio o
nella professione. Ci sono
stati dei casi, che abbiamo in
passato analizzato e in parte
chiarito; pensate a uomini
come Stolpe che godevano di
un forte credito all’interno
della chiesa, io stesso avevo
molti contatti con lui anche
se era un uomo di chiesa, ma
naturalmente era anche un
cittadino del nostro stato, per
fortuna! Anche lo slogan
«Chiesa nel socialismo» l’abbiamo assunto con simpatia.
Come poteva uno stato socialista a quel tempo fare di
più?».
- Lei ha parlato di divisio
ne tra chiesa e stato. Il «ministero per la sicurezza dello
stato», come è stato chiarito
in questi tempi, si è più volte
immischiato negli affari della
chiesa e ne ha schedato i suoi
dirigenti. Era d’accordo con
questo o lo ha semplicemente
tollerato?
«Vorrei dire che su questo
ministero è stato detto e scritto moltissimo. Non era certo
suo compito quello di contraddire questa separazione;
ma i servizi segreti fanno anche questo e nella Ddr non
c’era solo il servizio tedesco
ma anche altri, quello sovietico, polacco e cecoslovacco
per esempio, e poi c’erano
anche quelli inglesi e americani. Questi servizi erano sovente in conflitto e a volte
hanno collaborato. Adesso
tutto questo può stupire ma è
correlativo all’ ideologia dei
servizi. Comunque nel periodo in cui ero responsabile del
partito la Stasi ha certo controllato la chiesa ma non ha
in nessun modo compiuto
un’azione di repressione».
La chiesa e la Stasi
- Era stupito che responsabili della chiesa fossero coinvolti nella Stasi e che attraverso questi si sia cercato di
influenzare la politica della
Chiesa?
«No, non mi ha stupito.
Ero stupito dagli effetti che
ha prodotto. Non capisco per
esempio perché dopo la riunificazione si sia montato un
processo contro V istituzione
ecclesiastica».
- Tra coloro che criticavano il regime della Ddr vi erano molti che rifiutavano il
modello capitalista occidentale e speravano in un socialismo diverso e in una riforma
del paese. Uno di questi era
Heino Falcke, pastore a Erfurt: perché questi credenti
sono stati schedati come nemici dello stato e in parte
emarginati? Se voi aveste la
possibilità sareste disponibili
ad ascoltare con più attenzione le loro critiche?
«Non conosco il signor
Laiche. So solo che aveva accettato la proposta della perestrojka, che a mio avviso
era un’occasione per l’Unione Sovietica e non per tutti
gli altri paesi socialisti. Naturalmente sono per una riforma del socialismo in ogni
momento, questo è chiaro.
Ma è stato un errore pensare
di rinnovare il socialismo annientandolo. I risultati dell’
annessione della Ddr alla Repubblica federale attraverso
la collaborazione dell’Unione Sovietica sono visibili a
tutti. Ora nell’ex Ddr ci sono
tante persone che prima esultavano per la riunificazione
mentre adesso vorrebbero
tornare indietro. Pensiamo
alla disoccupazione, agli asili
che chiudono; questo non è
un miglioramento ma la restaurazione del capitalismo
nell’ex Ddr».
- Molti ritengono che lei
tema di più le critiche di sinistra che di destra.
«No. Vorrei dirle una cosa.
Questo è il fascismo, il neonazismo, è molto chiaro. La
gente non ha futuro nell’ex
Ddr, e nessuno al mondo può
rimanere impassibile di fronte alle dimostrazioni di migliaia di nazi che incitano al
«risveglio della Germania».
Questa non è una questione
di sinistra o di destra».
San Francesco presenta la sua «regola» a Innocenzo III
S. Francesco visto da Sabatier
L’opera dello storico protestante Paul Sabatier, Vie de SaintLrançois d’Assise, è stata oggetto di studio nel corso di due
convegni tenutisi il 9 e 1’ 11 marzo rispettivamente presso la Facoltà valdese di teologia di Roma e l’Istituto di studi ecumenici
S. Bernardino di Venezia.
L’iniziativa ha inteso celebrare il centenario della prima edizione parigina della celebre biografia, rivisitando l’opera del
Sabatier non solo nel quadro della storiografia francescana passata e presente (Pellegrini, Matanic, Vaiani), ma anche rispetto
al problema più specifico di uno storico «protestante» intento a
scrivere la vita di un personaggio tipicamente cattolico (B.
Reymond, Losanna; L. Lehmann, Mtinster; K. Reblin, Amburgo; P. Ricca, Roma). Così da una parte si sono studiate le radici
teologiche del Sabatier, e dall’altra si sono esaminati gli scritti
di San Francesco, con il duplice intento sia di situare la fatica
di Sabatier fuori dagli schemi della storiografia confessionale,
sia di percepirne la valenza ecumenica in vista di un’indagine
storica scevra di opinioni di parte (L. Sartori, R. Bertalot, Ricca
e T. Vetrali, preside dell’istituto S. Bernardino).
Nel dibattito seguito a Roma è stata fatta notare l’importanza
di considerare anche altre storiografie, come quella «laica» (G.
Pepe) o modernista (Buonaiuti) e è stato fatto un parallelo tra
l’opera di Sabatier su San Francesco e il volume che Albert
Schweitzer dedicò a Bach.(g.go.)
L/IIBRI
Il protestantesimo in bilico
La precarietà protestante è il titolo di un volume dovuto alla
penna di Jean-Paul Willaime*, dottore in scienze religiose e in
sociologia, già professore alla Facoltà di teologia protestante di
Strasburgo e attualmente docente alla Sorbona.
Precarietà significa instabilità, provvisorietà e, secondo l’autore, queste sono appunto le caratteristiche del protestantesimo,
che è segnato da un deficit di istituzionalità, da un deficit di sacralità e da un deficit di universalità. Per l’autore il protestantesimo è preso nella spirale del declino in questo momento storico. Sta di fatto che esso, nella sua forma più aperta e liberale,
fatica enormemente a trasmettersi di generazione in generazione
e che - non sapendo o non volendo far valere le qualità specifiche della propria identità - appare come una religione fragile
dal punto di vista sociologico. Pur intrattenendo ancora dei legami relativamente positivi con la modernità il protestantesimo
non sembra riscuotere i dividendi sociali del suo adattamento a
una società secolarizzata e pluralista. Sono al contrario gli ambienti protestanti più conservatori quelli che non solo resistono
meglio al declino, ma che guadagnano addirittura nuovi spazi.
Gabriel de Montmollin ha scritto (e si può condividerne la valutazione) che questo libro dovrebbe fare epoca per la lucidità
con cui presenta il protestantesimo nella sua alternanza storica
di declino e di rinnovamento.
Alla fine del volume è citato un teologo valdese, il prof. Paolo
Ricca, di cui l’autore fa propria un’analisi particolare riguardante il deficit di universalità del protestantesimo.
Concludendo, si tratta di un libro da leggere e anche da meditare attentamente per la ricchezza del suo contenuto e per le sue
stimolanti indicazioni, (f.s.)
(*) Jean-Paul Willaime: La précarité protestante. Ginevra, Labor et fides, 1992.
PROTESTANTESIMO
RIVISTA TRIMESTRALE
PUBBLICATA DALLA FACOLTÀ VALDESE DI TEOLOGIA
VIA P. COSSA 42 - 00193 ROMA - FAX: 06/3201040
ANNO 48,1993-N. 2
E. Fuchs, Significato attuale dell'etica protestante E.
Schiissier-Fiorenza, Leggere la Bibbia nel «Villaggio globale» E. Green, Colloquio con C. Militello H.-M. Barth,
Lutero a Napoli J. Gönnet, Juan de Valdés J. RatzingerP. Ricca, Ecumenismo, papato, testimonianza cristiana
Recensioni: Bibbia, storia, sistematica, ecumenismo.
14
1
PAG. 10 RIFORMA
“'W'Dpy"
VENERDÌ 7 MAGGIO 1993
DAL 1974 AL 1993
IL VOTO Al REFERENDUM IN ITALIA
87,7% I 81,2%
Il voto referendario nel Mezzogiorno
La nuova politica
LUISA NITTI
■ ■
'5it3 ORDINE ORDINE
-i* PUBBLICO 14,9 PUBBLICO 14,9
SOLDI ERGASTOLO 22.6
j Al PARTITI 43,6 PORTO D'ARMI 14,1
- ABORTO (radicali) 11,6
' ABORTO (cattolici) 324)
r-^
'
Che cosa è successo il 18
aprile al Sud? Quali forze politiche e sociali ne hanno influenzato il voto? E se
ci si accosta in particolare ai
due referendum più discussi,
quale significato dare ad alcuni risultati che al Sud si discostano, anche notevolmente, dalle medie nazionali?
Come mai, per esempio, il
referendum sulla droga è stato sentito, in alcune grosse
città del Meridione, in modo
così diverso rispetto ad altri
grossi centri nel resto d’Italia? Più in generale, si può
pensare ad una linea specifica del voto meridionale,
espressione di una effettiva e
generalizzata volontà di rinnovamento?
Alcune voci rappresentative del Meridione hanno espresso, a questo proposito,
dei sintetici giudizi, che vogliamo ascoltare.
Il sistema elettorale del Senato e della Camera dopo il voto del 18 aprile scorso
E adesso, dopo l'abrogazione, cosa succede?
STEFANO SICARDI
Era prevedibile che, dopo
la consultazione del 18
aprile, venissero a confronto,
ancor più che in campagna
elettorale, opinioni molto diverse sulle conseguenze del
voto referendario.
In particolare si è aperta
una polemica sul significato
del «sì» all’abrogazione di
parte della legge elettorale
del Senato.
Alcuni hanno sostenuto
che l’esito del referendum
vincolerebbe il futuro legislatore ad adottare, per il Senato ma anche per la Camera, un sistema uninominale
maggioritario a un turno (il
sistema, insomma, «all’inglese»).
Per sostenere questa impostazione si è affermato che
essa sarebbe stata già scelta
dagli elettori, i quali avevano di fronte un quesito non
solo costruito «in negativo»,
ma il cui accoglimento portava «automaticamente» a
ridisegnare «in positivo» il
sistema elettorale del Senato, caratterizzandolo appunto
come un sistema maggioritario uninominale «all’inglese».
Altri hanno invece sostenuto che il significato del
«sì» deve essere inteso come
una scelta dell’elettorato per
nuovi sistemi elettorali di tipo maggioritario, senza che
però dall’esito della consultazione possano trarsi ulteriori vincolanti conseguenze.
La posizione della Corte
Costituzionale è da sempre
orientata (in considerazione
della natura abrogativa del
referendum) a limitare il
vincolo dell’effetto referendario. Da ultimo, proprio
nelle sentenze che hanno
dichiarato ammissibili nei
primi mesi di quest’anno il
referendum sulla legge elettorale del Senato e quello
sulla legge elettorale dei Comuni (poi, come è noto, non
svoltosi per il sopravvenire
di una nuova legge) la Corte
ha ritenuto che «nei limiti
del divieto di formale o sostanziale ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare (...), il legi
slatore potrà correggere, mo
dificare o integrare la disciplina residua» e, ancor più
nettamente, ha affermato che
il «legislatore ordinario (...),
pur dopo l’accoglimento della proposta referendaria,
conserva il potere di intervenire nella materia oggetto di
referendum senza limiti particolari che non siano quelli
connessi al divieto di far rivivere la normativa abrogata» (rispettivamente, vedi le
sentenze 32 e 33 del 1993).
E, si ricordi, la Corte ha affermato tutto ciò proprio in
relazione a quesiti il cui accoglimento dava luogo a una
normativa «in positivo».
Il fatto è che questa normativa «in positivo» non era
un optional, era inevitabile.
Se infatti i promotori del
referendum avessero proposto la pura e semplice cancellazione di parti del sistema elettorale del Senato (o
dei Comuni), paralizzando
così la possibilità di rieleggere il Senato (o i Consigli
comunali) fino a che le camere non avessero votato
nuove leggi elettorali, la
Corte Costituzionale avrebbe
considerato tali referendum
inammissibili.
Essa infatti in passato affermò che gli organi costituzionali «non possono essere
esposti all’eventualità, anche
solo teorica, di paralisi di
funzionamento» (così so
esprime la sentenza 291987).
Insomma, per poter chiamare gli elettori a votare su
tali leggi elettorali era indispensabile presentare un
quesito che non paralizzasse
la possibilità di un rinnovo
anche immediato di tali organi e, per quanto in particolare riguarda la legge elettorale del Senato, le uniche
possibilità praticabili per
presentare un quesito ammissibile erano quelle su cui siamo stati chiamati a votare.
La normativa emergente
dal referendum (la cosiddetta
«normativa di risulta») insomma è da ritenersi una
normativa «necessitata». Diventa quindi almeno arduo
volerle dare un drastico e rigido significato «in positivo»
e a senso unico.
D’altronde proprio le posizioni dei promotori del referendum sono sempre andate
nella direzione di non attribuire a questa «normativa di
risulta» il significato di una
scelta «in positivo».
Nel gruppo dei sostenitori
del referendum vi sono state
infatti da sempre opinioni
diverse sul sistema maggioritario da adottare in futuro e
non è da escludere che proprio questa pluralità di posizioni stia, certo non solo ma
almeno anche, alla base
dell’amplissimo successo di
«sì» (lo stesso Mario Segni,
si ricordi, manifestò in tempi
diversi due differenti opinioni in proposito, essendo stato, in passato, fautore di un
sistema «alla francese» e più
di recente di un sistema
«all’inglese»).
E, ancora, appare tra l’altro piuttosto strano considerare vincolante, nella «nor
mativa di risulta», la scelta
per il maggioritario «all’inglese» e considerare invece
poco significante e soprattutto poco impegnativo l’altro
pezzo della «normativa di risulta», il quale, come è noto,
prevede una quota di seggi
senatoriali da attribuirsi con
sistema proporzionale.
Che cosa si può concludere? Se ci si richiama alla giurisprudenza della Corte Costituzionale il vincolo per il
legislatore è molto circoscritto. Si può aggiungere
che l’esigenza di forte cambiamento espressa dalla portata del successo del «sì»
orienta il futuro legislatore
verso soluzioni caratterizzate
in senso maggioritario, ma
non pone alcun vincolo alla
scelta di uno tra i diversi sistemi maggioritari possibili.
Un primo dato significativo emerso in Sicilia riguarda
la percentuale alta dell’astensione; quanto poi al referendum sul Senato, rispetto alle
percentuali nazionali il no ha
riscosso, in alcune località,
quasi il doppio dei consensi,
risultato questo che non rende facile la valutazione del
voto. Secondo Raffaele Volpe, pastore a Dentini, un simile risultato, assieme al forte astensionismo, si presta a
letture non univoche: da un
lato possono avere avuto un
grosso peso le argomentazioni della Rete. In questo senso
il no sarebbe l’espressione di
un «sì al quadrato», una protesta ancora più tenace, quasi
disperata, verso il compromesso mondo politico, ma
soprattutto una contestazione
forte dei partiti di governo. E
su questa posizione concorda
in pieno anche Alfonso Manocchio, responsabile del
Centro migranti di Palermo,
il quale legge senza dubbio
nelle scelte dell’elettorato
meridionale il desiderio di
aprire un varco contro la storica ingerenza dei partiti.
D’altro canto, un’analisi alternativa può intendere questo risultato come sintomo di
sfiducia verso il nuovo, se
non di disfattismo e di accettazione del già dato, secondo
DI NUOVO. PERCHÉ?
anfixjtít
n periodico italiano dove dialogano cattolici,
protestanti, laici, ebrei e musulmani
Un laboratorio del pluralismo
tra le fedi e le culture
ABBONAMENE: I» anno (11 nunmrl) lire 50.000 - sostanltoré lira 100.000 ■ una conia lira 5 000 Abbonamento
t''«samantisulc.cp e7^7
Com Nuovi Tempi, via Firenze 38 - 00184 Roma - lei. 06 / 48.20.503 . Fax 06 / 48.27.901
un passivo «mi sta bene così».
Ma al di là degli schieramenti referendari, secondo
Volpe, le nostre chiese hanno
adesso il dovere di abbandonare la posizione neutrale di chi sta a guardare il
terremoto che ci succede intorno: anche essere neutri è
una colpa! Gli avvenimenti
degli ultimi tempi ci costringono infatti a ricominciare ad
interrogarci su come esprimere un «nuovo» modello di
impegno politico, perché
molto della necessaria opera
di riassestamento potrà dipendere dalla voce e dalla
presenza delle chiese.
Biagio de Giovanni, eurodeputato del Pds, si sofferma
in particolare sul referendum
sulla droga: l’esito singolare
del voto in alcune città del
Meridione (prima fra tutte
Napoli, dove il no ha superato il 50%) deve farci riflettere sull’origine di una tale interpretazione di stampo reazionario della questione droga. Essa dev’essere letta come segno di una lacerazione
profondissima della coscienza meridionale. Al Sud c’è
una grossa preoccupazione
per questi temi, ma soprattutto maggiore paura, a causa
dell’intreccio stretto fra droga e criminalità organizzata:
in un simile contesto è più facile che il consumatore sia
visto come potenziale criminale.
Circa la svolta verso il
maggioritario, l’eurodeputato
ci ricorda che tale scelta, per
altro in linea con la tendenza
dei maggiori stati europei,
dev’essera letta, al Nord come al Sud, come un diffuso
ed affermato desiderio di
diminuire il potere dei partiti,
riportandoli all’altezza della
società civile e ristabilendo
un autentico nesso fra lo stato e il cittadino.
Giorgio Bouchard è più ottimista sull’esito dei referendum, anche al Sud. Nonostante singoli fenomeni di
astensionismo un primo fatto
positivo è la percentuale
generalmente alta dei votanti,
sintomo di un autentico coinvolgimento della gente nella
situazione difficile del paese.
Ritorna, anche nella sua valutazione, l’influenza massiccia che ha avuto la Rete di
Orlando nella scelta di molti
elettori meridionali, soprattutto in Sicilia. Ma proprio il
referendum sul Senato ha
evidenziato una volontà innegabile di rinnovamento, una
opinione forse più sottolineata al Nord rispetto al Sud
(dove hanno ancora molto
peso i poteri tradizionali), ma
nel complesso omogenea.
Il referendum sulla droga
ha messo in campo una questione delicata, sulla quale
non è facile schierarsi; la
strada del proibizionismo
non paga, questo è certo, anzi
si è sempre accompagnata a
guasti irreparabili. Che l’elettorato si sia espresso in prevalenza contro la punibilità
del consumatore di droga rimane dunque, secondo Bouchard, un segnale positivo.
Resta infine da mettere in
evidenza, a dire di Bouchard,
la necessità che i credenti
siano informati e coinvolti in
ciò che accade, soprattutto
nella situazione attuale, inedita e aperta alle soluzioni
più diverse, in cui sono superati gli schemi e le coordinate
politiche tradizionali. Insieme a questo dobbiamo saper
salvaguardare la laicità che ci
caratterizza, riconoscendo
tutte le posizioni differenziate dei credenti.
15
venerdì 7 MAGGIO 1993
PAG. 1 1 RIFORMA
...... ■. ■ ■■-i'i.f'ù '
Gesù
e le donne
Sono stato negativamente
sorpreso dalla disinformazione contenuta nell’articolo
Gesù e le donne, sul numero
del 26 marzo scorso, per non
parlare della sensazione di
trovarsi di fronte a un ennesimo esempio di propaganda
antiebraica che da 2.000 anni
la Chiesa porta avanti.
In primis, non è affatto vero
che «nella società ebraica... la
donna non aveva dignità di
persona». L’essere ebreo è
determinato dalla madre, non
dal padre; è alla donna che
viene affidato il controllo di
tutte le faccende che non hanno a che vedere con gli oneri
della pratica religiosa, compresa la compravendita di terreni (v. l’ultimo capitolo dei
Proverbi): «Ella posa gli occhi su un campo, e l’acquista
(...) non va a chiedere al marito...»', è la donna che può invocare come ragione di divorzio il fatto che il marito non
la soddisfi sessualmente; la
donna può esigere che il marito «giaccia» con lei, mentre
lui non può, perché il piacere
sessuale è componente necessaria del matrimonio e non si
può forzare sulla donna.
E nella società ebraica che
la donna ha la garanzia della
«ketubah», il contratto prematrimoniale che stabilisce gli
alimenti da pagare alla donna
- sempre - in caso di divorzio, mentre Gesù disse che
«il divorzio rende la donna
adultera» condannando così
le donne a vivere senza possibilità e diritto di divorzio.
Nel Talmud, la legge orale
(i libri più bruciati nella storia) si specifica che è dovere
dell’uomo provvedere a che,
nel rapporto intimo, la donna
raggiunga l’orgasmo prima
dell’uomo. Quanto alla preghiera del mattino, in cui si
ringrazia il Signore perché
«non mi hai fatto donna»,
mentre la donna dice «grazie
per avermi fatto secondo la
tua volontà», tutti i commen
MINI ABBONAMENTI
Avete mai pensato di regalare un abbonamento in occasione di un battesimo, di
un matrimonio, di un anniversario di un
vostro parente, di un vostro conoscente?
Avete mai pensato di abbonare un/a
collega di lavoro o un/a amìco/a, con cui
discutete spesso di religione, delle differenze che esistono tra gli evangelici e con
le altre confessioni religiose?
Avete mai pensato che sarebbe bello
che la biblioteca della vostra città, del
quartiere, il Centro di incontro per anziani,
il comitato di quartiere, l’associazione che
frequentate o che frequentano i vostri figli,
fossero abbonati a Riforma (e a L’eco
delle valli valdesi)?
Oggi è possibile !
Il Consiglio di amministrazione delle
Edizioni protestanti (l’impresa editrice di
Riforma e de L’Eco delle valli valdesi) ha
deciso di lanciare l’operazione mini abbonamenti (mini nel prezzo!) e di proporre
a tutti coloro che si abbonano e che abbonano conoscenti, istituti, enti, biblioteche
un’offerta spedate :
L’abbonamento, di qui alta fine dell’anno ’93, costerà solo 30.000 mila lire
L’abbonamento di qui al dicembre
1994 costerà 90.000 mila lire
Per abbonarsi è sufficiente compilare il
ccp n. 14548101 intestato a Edizioni protestanti srl, via S. Pio V 15 bis, 10125
Torino, specificando nella causale «mini
abbonamento per... (indirizzo completo)»
Offerta valida fino al 30 giugno 1993
latori rabbini spiegano che la
seconda benedizione è di gran
lunga superiore alla prima,
perché positiva anziché negativa, e vi si riconosce che la
donna corrisponde alla volontà di Dio e ne è più vicina,
e infatti può pregare senza coprirsi la testa, ciò che è proibito all’uomo.
Nella Cabalah, poi, cioè il
misticismo ebraico, delle dieci misure di saggezza date
all’umanità nove sono state
date alla donna e una all’uomo, ragion per cui è quest’ultimo che ha obblighi religiosi
legati al tempo. Sempre in
merito a tale preghiera, i saggi dicono che si ringrazia il
Signore per non aver dato
all’uomo il peso delle pene
del parto e delle mestruazioni.
Infatti, a causa delle pene del
parto, la donna è esente
dall’obbligo di sposarsi e fare
figli (non così l’uomo) senza
per questo essere considerata
male, ma di pieno diritto.
Quanti altri popoli poi possono vantare donne giudici
(Deborah), condottiere e eroi
(Ruth, Ester, Miriam...)?
Non è forse in una delle lettere apostoliche, al contrario,
che si dice: «Tacciasi la donna nella chiesa», parlando di
donne come di portatrici di
pettegolezzi e basta?
È la donna dell’ebraismo
che, anche fisicamente, è garante della santità della famiglia, dell’osservanza delle
KIPORMA
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542.
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1°genn. 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate con ordinanza in data 5-3-1993.
leggi dietetiche, è lei che segna l’inizio del giorno del Signore, accende le candele dello Shabbath che illuminano la
casa con le preghiere e la loro
luce, è alla donna che si canta, all’inizio della cena di
Shabbath, il venerdì sera, la
lode dell’ultimo capitolo dei
Proverbi da parte del marito.
E così che si comincia a celebrare il giorno più sacro in casa di giudei (sic!).
Alla luce di tutto ciò, di tutta la letteratura ebraica, della
storia del popolo ebraico e
della vita quotidiana della famiglia ebraica, che dire dell’
articolo in questione, se non
che sa un po’ troppo di antiebraismo, quello vecchio e
molto noto a noi ebrei, che fu
il secolare terreno di coltura
da cui nacquero e crebbero gli
orrori dell’olocausto nazista
nella «cristianissima Germania» (di fronte al silenzio della Chiesa che non si scomodò
neppure per scomunicare
Adolf Hitler)?
Sergio Tezza
S. Monica, Usa
Pseudo
ecumenismo
Leggo, apprendo, annoto: a
Capo Nord, al confine settentrionale della Norvegia luterana, il francescano padre
Mizzi, che dal 1960 dirige il
«Centro francescano internazionale per il dialogo» di
Assisi, ha celebrato la prima
messa «cattolica».
Nella diocesi polare di
Tromsò, in occasione dell’anniversario della morte del Poverello assisiate, fu portata
una sua immagine accolta dai
norvegesi, al 97% luterani,
con stupore ma «anche con
gioia segreta». In seguito alla
suddetta messa fu eretta
sull’estrema punta settentrionale una cappella «ecumenica».
Il tenace padre Mizzi ha fatto e continua a fare viaggi
senza sosta nell’Europa luterana del nord «alla ricerca di
contatti in un mondo religioso
lontano sconosciuto ai più».
A Ombergen, il 15 agosto,
festa di Maria Assunta, sull’
altare di una chiesina luterana
fu esposta al culto dei fedeli
la statua di una Madonna in
legno, scolpita nel medioevo
e tenuta nascosta durante la
bufera iconoclasta della
Riforma luterana. I protestanti
danesi della suddetta cittadina, desiderosi di conoscere gli
inni mariani, chiesero al sacerdote di intonarli e così trascorsero tutta la notte fino al
mattino, cantando inni in onore e lode della Vergine.
Dopo il viaggio di Giovanni
Paolo II nell’Europa scandinava i rapporti «ecumenici»
tra la Chiesa cattolica e quella
luterana si sono fatti più frequenti tramite dialoghi a tutti
i livelli: di episcopato, di clero e di fedeli. Sono stati costi
tuiti circa trenta gruppi attivi
di dialogo.
I luterani svedesi, abituati a
una liturgia solenne, austera e
compassata, stanno scoprendo
«con gradimento crescente» i
riti cattolici, quali, per esempio le folcloristiche processioni serali con canti e candele
accese, l’abbellimento degli
altari con fiori aulenti di colore vario e «addirittura la recita
del Santo Rosario». Tra cattolici e luterani si è costruito ormai un secondo «ponte»: la
madonna. Un pastore luterano
in Svezia pose nella sua chiesa, al posto d’onore, una statua di Maria in legno e al solerte padre Mizzi che lo guardava con stupore, disse che
«Maria è la regina del cielo» e
lo invitò a ritornare nella domenica seguente per parlare
della madonna ai suoi fedeli
luterani. La predica del francescano fu trasmessa dalla radio a tutta la nazione.
Dal 1979, quando padre
Mizzi incontrò «molte paure»,
al 1992, quando invece incontrò «maggiore apertura», sono
stati fatti passi assai notevoli:
l’arcivescovo di Obu si è dichiarato «grande amico del
pontefice e della Chiesa cattolica», considerata da molti ormai la «chiesa madre»;
nell’Università statale di Helsinki è stata istituita una cattedra di «francescanesimo»,
unica nel mondo luterano;
l’espressione canonica: visita
«ad limina Retri» è spesso ricordata e ripetuta da vescovi
luterani che scendono a Roma
per motivi e affari personali; a
Tallin due giovani estoni, già
luterani, passati al cattolicesimo, ordinati sacerdoti, caduto
il regime comunista sono
rientrati nelle loro parrocchie;
il popolo mostra simpatia verso le manifestazioni «allegre»
del cattolicesimo, va in cerca
di una «chiesa più sorridente»; negli ultimi decenni negli
ambienti letterari ed artistici
numerosi intellettuali si sono
convertiti al cattolicesimo. In
un villaggio rurale alcuni contadini luterani «ignoranti»
non sapevano che i cattolici
sono cristiani e dal 1571, anno della forzata fuoriuscita
dell’ultimo monaco, non avevano più visto un saio francescano. Ora però i francescani
sono ritornati e nel 1990 in
Svezia hanno riaperto il convento di Jonkoping. L’instancabile padre Mizzi conclude:
«Si può camminare, insomma; il discorso continua». Inteso, però, «a senso unico*».
Bruno Ciccarelli - Catania
(*) Cfr. «Avvenire», 16-3-93,
Catholica, Ecumenismo sotto zero, pag. 4.
Mia madre
Ci siamo riuniti per dare
l’estremo saluto a mia madre,
una donna umile, semplice,
anonima, la cui esistenza e la
cui fine non lasceranno traccia nella storia.
La sua vita, così come quella di tante altre donne, specie
al Sud, è stata povera di gioie,
di soddisfazioni, di serenità,
mentre è stata ricchissima di
sacrifici, privazioni, fatica,
sofferenza, incomprensione,
solitudine. La sua parabola
umana, come quella di tante
altre donne simili a lei, si è
snodata in tempi e periodi difficili, tra guerre, carestie, epidemie, e a loro si chiedeva di
lavorare in casa e nei campi,
senza ricevere per tutto questo
nemmeno un grazie.
Malgrado ciò, hanno dato
come hanno potuto e come
hanno saputo: poco ai nostri
occhi, molto ai loro. Non ci
siamo trovati, tuttavia, per
giudicare del loro bene o del
loro male, ma solo per dire a
lei e a tutte le madri come lei,
un grazie per quello che ha
fatto, un grazie per quello che
ha dato, con generosità e disinteresse, a tutti. Virtù rara in
un mondo dove l’egoismo, la
mancanza di solidarietà, l’ingratitudine regnano sovrani.
Piccoli Annunci
VACANZE NEL NEW HAMPSHIRE - Ai giovani metodisti e valdesi, di età tra i 17 e i 26 anni, viene offerta una opportunità di passare una o più settimane in un «campo di
lavoro» nel New Hampshire (a nord di Boston), a Wilmot
nella bellissima regione dei laghi, fra la metà di giugno e la
fine di agosto.
Il lavoro consiste nella partecipazione allo staff della cucina, della piscina, della manutenzione e delle attività ricreative: in questo caso si riceve anche un piccolo stipendio. E
inoltre possibile la partecipazione come singoli campisti.
Il soggiorno e le spese di viaggio da Boston a Wilmot sono
a carico dei Presbiteri di Boston, New England nord e sud.
Le spese di viaggio dall’Italia a Boston e ritorno sono a carico dei partecipanti.
Analoga possibilità è offerta agli adulti.
L’iniziativa fa parte del programma di «gemellaggio» tra il
2° distretto delle chiese valdesi e metodiste e il Presbiterio
di Boston
Per informazioni scrivere al pastore Gianni Geme, via Circonvallazione 43/5,10018 Pavone Canavese (To)
NUOVO NUMERO TELEFONICO - L’editrice Claudiana
(via Principe Tommaso 1, 10125 Torino) comunica il suo
nuovo numero telefonico 011/6689804.
ONORANZE E TRASPORTI FUNEBRI
Torre Pellice-Via Matteotti, 8-tei. 0121/932052
Luserna S. Giovanni - Via Gianavello, 31 -tei. 0121/909565
Servizio Notturno e festivo: Luserna S. Giovanni C.so Matteotti, 13 tei. 0121/909745
Ora che non è più tra noi e
né la nostra indifferenza né la
solitudine né il dolore possono farle più male alcuno, l’affidiamo alle braccia misericordiose di Dio, perché le dia
quella pace, quella serenità,
quell’amore che noi non siamo stati capaci di darle in
questa vita, per cui le chiediamo perdono.
Arturo Cericola - Orsara
RINGRAZIAMENTO
La figlia di
Fortunata Maggiani
ved. Pons
ringrazia di cuore i fratelli e le
sorelle, gli amici e le amiche, il direttore, sig. Livio Gobello, il personale e gli ospiti dell’Asilo valdese di San Giovanni, che hanno
condiviso, con il loro aiuto, la loro
presenza e i loro scritti il suo dolore, il pastore Bruno Bellion che
ha annunziato il Vangelo della vita in Cristo e la dottoressa Ornella Michelin Salomon che ha curato per lunghi anni la mamma.
Siena, 26 aprile 1993
«lo alzo gli occhi ai monti:
donde mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dall'Eterno»
Salmo 121,1-2
È mancata all’affetto dei suoi
cari
Loredana Freddi in Crespi
Ne danno annuncio il marito
Giorgio, le figlie Stefania e Valeria, i fratelli Elio, Romano e famiglie, nonna Maria, zia Pina, parenti ed amici tutti.
La famiglia ringrazia tutti coloro
che le sono stati vicino in questi
momenti.
Torino, 27 aprile 1993
I coralisti della Chiesa valdese
di Ivrea, nella dimensione della
comunione dei santi e nella speranza cristiana della vita eterna,
abbracciano con grande affetto
Valeria, Stefania e Giorgio.
Ivrea, 27 aprile 1993
Il presidente, la Commissione
direttiva, i direttori amministrativo
e sanitario e il personale tutto
dell’Ospedale evangelico valdese
di Torino prendono parte al dolore
del consigliere sig. Giorgio Crespi
e della famiglia per la scomparsa
della signora Loredana Freddi.
Torino, 27 aprile 1993
I famigliari di
Luigi Maian (Lili)
di anni 89
nell’impossibilità di farlo di persona ringraziano tutti coloro che
sono stati a loro vicini in questo
momento di lutto.
Un ringraziamento particolare
alla direzione e al personale
dell’Asilo valdese di Luserna, al
medico curante dottoressa Silvana Pons e al pastore Bruno Bellion.
Luserna S.Gbvanni, 27 aprile 1993
RINGRAZIAMENTO
«Renà'mi giustizia, Signorel Ho
vissuto una vita onesta, ho avuto
in te piena fiducia»
Salmo 26,1
La moglie, i genitori e i suoceri
ricordano a quanti gli vollero bene
Piero Ribet
Nell’impossibilità di farlo personalmente ringraziano di vivo cuore tutti coloro che con presenze,
parole di conforto, scritti, fiori ed
opere di bene hanno preso parte
a questo grande dolore.
Un grazie particolare al pastore
Klaus Langeneck, agli amici e
colleghi di lavoro.
San Secondo di Pinerolo,
7 maggio 1993
ERRATA
Ci scusiamo per l’errore della
data della partecipazione di morte
di
Eugenio Tron
apparsa nello scorso numero.
La data corretta è 30 aprile anziché 10 marzo.
16
PAG, 12 RIFORMA
VENERDÌ 7 MAGGIO 1993
Riunito a Parigi un «Forum di riflessione ad hoc» dell'organismo internazionale Sud Africa: è avvenuta un anno fa
Un gruppo dì «pensatori scettici» si interroga
sul ruo 0 dell'Unesco nel mondo dì domani
JEAN-JACQUES PEYROWEL
Quale potrà essere il ruolo futuro deirUnesco,
la nota organizzazione delle
Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura ?
Come si sa l’organizzazione,
fondata nel 1945, all’indomani della seconda guerra mondiale, con sede a Parigi, ha lo
scopo di contribuire alla causa della pace, promuovendo
la collaborazione internazionale nei campi dell’educazione scientifica e culturale. Ma dopo il 1989, in un
mondo in piena trasformazione e con molte incognite,
quale ruolo potrà avere in futuro quest’organizzazione?
Per cercare di rispondere a
questo interrogativo, l’Unesco ha istituito un «Forum
di riflessione ad hoc» di cui
fanno parte alcune grandi
personalità intellettuali del
pianeta. I 21 membri di questo nuovo organismo si sono
ritrovati per la prima volta
dal 27 al 29 gennaio scorso a
Parigi. Vaclav Havel, trattenuto a Praga perché appena
eletto alla presidenza della
Repubblica ceca, non ha potuto essere presente.
Al termine della riunione il
filosofo francese Michel Serres ha dichiarato: «La diagnosi è facile ma la prognosi
lo è molto meno». La presidente del Consiglio esecutivo, Marie Bernard-Meunier, ha affermato che «Devono essere le idee a guidare il
mondo» ma l’organizzazione
intergovernativa, particolarmente colpita dalla «crisi
ideologica» in atto, si vede
costretta a ricorrere all’aiuto
di «pensatori scettici», lasciati alla loro completa «libertà
di intellettuali», per indicare
«la via da seguire». Il compi
Uno dei tanti probiemi scottanti nei mondo di oggi: i disordini razziaii
to del «Forum» è quindi di
«riflettere sulle grandi sfide
della nostra epoca» e cercare
di «inventare un sistema di
valori comune a tutta l’umanità» e di fare «emergere
una cultura mondiale arricchita dalle culture locali e
regionali». L’obiettivo finale
da raggiungere è di «rinnovare la riflessione sul tema del
ruolo dell’ [Inesco nel mondo» o meglio «nella nuova
situazione mondiale» e
« all’ interno stesso del sistema delle Nazioni Unite in
cui rUnesco deve affermare
la propria specificità e dimostrare la propria pertinenza».
Un programma che, al momento attuale, può sembrare
molto utopico.
La diagnosi dei problemi
mondiali non è difficile in
quanto è sotto gli occhi di tutti: violenza, xenofobia, de
grado ambientale, migrazioni
massicce, obsolescenza dello
stato-nazione che non ha mai
funzionato molto bene nei
paesi del Sud e che viene rimesso in discussione nei paesi del Nord. Secondo Umberto Eco le «differenze finora
feconde» sono diventate
«fonti di conflitto». Da parte
sua, il noto scrittore colombiano Ga'briel Garcìa Márquez, premio Nobel 1982, rilevava «la sconfitta colossale
dei due sistemi messianici
che si sono diviso ed hanno
mutilato il mondo fin dalla
seconda guerra mondiale».
Questo primo incontro è
comunque servito a individuare alcune piste di ricerca
sulle quali lavoreranno tre o
quattro gruppi di lavoro.
L’asse principale della ricerca sarà quello del contributo
dell’educazione e della cultu
di Los Angeles nell’aprile 1992
ra alla soluzione di questi
problemi mondiali, e più
precisamente l’elaborazione
«di una cultura universale
basata su grandi principi»,
come ha detto Héctor GrosEspiell, ministro uruguaiano
agli Esteri. Per ora, dicono
questi intellettuali, siamo di
fronte a una «pagina bianca»
ma la «sconfitta colossale»
evocata da Garcìa Márquez
«apre uno spazio senza limiti
alla libertà di pensiero e alla
creatività».
Nella stessa direzione sta
lavorando la nuova «Commissione internazionale sull’
educazione per il XXI secolo», presieduta da Jacques
Delors, che ha tenuto la sua
prima riunione all’Unesco dal
2 al 4 marzo scorso, sul tema:
«Quale tipo di educazione occorrerà domani, per quale tipo di società?».
Brazzaville: a metà del Decennio un seminario sul tema «Donne e giustizia»
Le donne dell'Africa centrale chiedono
più giustìzia^ libertà e solidarietà
Riunite a Brazzaville
(Congo) dal 21 al 30
marzo scorso sul tema «Donne e giustizia», una quarantina di donne responsabili o
delegate delle associazioni di
donne di vari paesi dell’Africa centrale (Camerún, Congo,
Gabon, Guinea equatoriale.
Repubblica centrafricana,
Ciad, Zaire) hanno partecipato a un seminario organizzato
dalla «Associazione per la
cooperazione delle chiese,
l’ambiente e lo sviluppo
dell’Africa centrale» (Aceedac).
Sono state adottate varie risoluzioni riguardanti la giustizia e la realizzazione della
donna nella chiesa e nella società.
Cinque anni dopo il lancio
del «Decennio ecumenico di
solidarietà delle chiese con le
donne» nel 1988, la donna
dell’Africa centrale continua
ad essere vittima delle ingiustizie e delle pesantezze
culturali che la mantengono
nell’ignoranza dei suoi diritti
e delle sue libertà, nonché
nell’emarginazione all’interno della chiesa e della società, mentre continua ad
avere un ruolo determinante
nell’economia familiare e nazionale.
Di fronte a questa situazione, le partecipanti si sono impegnate;
a far conoscere a tutte le
donne i loro diritti e le loro libertà affinché possano usarli
per difendersi;
a fare assumere agli uomini
le loro responsabilità di capifamiglia affinché ritrovino la
loro dignità di uomini liberi;
a creare all’interno delle
chiese, dei villaggi e dei paesi, delle casse mutue di sviluppo per sostenere il finanziamento delle attività
economiche intraprese dalle
donne;
a creare catene di solidarietà tra i vari gruppi di donne
(donne delle zone urbane,
donne delle zone rurali, donne lavoratrici, donne disoccupate, ecc...), per l’aiuto reciproco e il progresso comune.
Per gli ultimi cinque anni
del Decennio è stato adottato
un programma per sviluppare
azioni a livello locale, nazionale e regionale, che saranno basate, tra l’altro, sull’informazione e la coscientizzazione, sulla mobilitazio
ne a favore della giustizia
economica e sociale e sull’
organizzazione di un incontro
regionale sul tema «Donna e
diritto in Africa centrale».
Le partecipanti hanno raccomandato alle chiese e ai
Consigli di chiese della regione di farsi difensori della vedova e degli orfani che subiscono trattamenti ingiusti e
disumani dopo la morte del
marito e del padre.
D’altra parte hanno invitato
i governi della regione a ri
cercare soluzioni negoziate
per risolvere i conflitti che
provocano disperazione e
rafforzano la miseria delle
popolazioni; a dedicare l’essenziale delle risorse nazionali alle spese di sviluppo onde risolvere la crisi economica; a operare per l’avvento di
una società di giustizia, di pace, di democrazia e ad accelerare il processo di integrazione sociale, economica e
politica dell’Africa centrale.
Le donne africane hanno un ruolo determinante neH'economia, ma
continuano ad essere emarginate nella chiesa e nella società
Una «conversione»
molto singolare
Chi l’avrebbe mai pensato? Da un anno,
Wilhelm Verwoerd è diventato membro dell’«African National Congress» (Anc) di
Nelson Mandela. Ma chi è
Wilhelm Verwoerd? Niente
meno che il nipote di Hendrik
Verwoerd, il fondatore
dell’apartheid in Sud Africa,
morto assassinato il 6 settembre 1966 durante una seduta parlamentare. Wilhelm
ha ventinove anni ed è professore di filosofia politica
all’università di Stellenbosh,
prestigiosa università dell’élite afrikaner dove il nonno
studiò psicologia applicata
negli anni ’20.
Come è avvenuto questo
miracolo? Lo ha raccontato lo
stesso Wilhelm a John Carlin,
corrispondente in Sud Africa
del giornale britannico «The
Independent». Tutto è cominciato l’il febbraio 1990,
giorno della liberazione di
Nelson Mandela, dopo 27 anni di carcere. «Quando è apparso alla televisione — dice
Wilhelm - all’uscita dalla
prigione, così generoso, così
magnanimo, ho realizzato immediatamente quanto la sua
incarcerazione era stata inutilmente disastrosa». Profondamente colpito, Wilhelm
meditò a lungo finché, diciotto mesi dopo, incontrò personalmente Mandela. «Mi
chiese notizie di mia nonna
che ha 92 anni. Il suo interesse era sincero. Non era una
messinscena politica. Ne fui
sconvolto. Non potevo dirgli
altro che: “Sono affranto, sono terribilmente affranto per
tutto quello che è successo”.
Mandela rispose: “Lasciamo
perdere il passato, parliamo
piuttosto del futuro" ».
«Mi sono iscritto all’Anc
perché era un atto pubblico
esplicito, per mostrare la mia
adesione ai principi di tolleranza e di democrazia non
razziale» spiega Wilhelm,
ammettendo che «il fantasma
di Verwoerd (suo nonno) è
sempre fra noi con il suo incredibile potere nocivo.
L’apartheid è abolito nei nostri testi, ma è sempre vivo
nello spirito della gente, e
dobbiamo annullare ciò che
rimane di questa cultura
aberrante» afferma ancora,
considerando che la violenza
che scuote il paese non è
quella di «neri contro altri
neri» bensì «la nostra violenza, la violenza sudafricana».
Infine confessa: «Non potevo non cogliere l’occasione
di utilizzare la potenza simbolica del mio nome per sbarazzarci del senso razziale
della nostra identità, per porre fine a questo “noi e loro" ».
Rispetto ai negoziati in corso, Verwoerd rimane scettico
sulle ragioni di fondo che
hanno portato il presidente
De Klerk e il Partito nazionale (Np) sulla via delle riforme. Secondo lui,«ei5; non
hanno ancora fatto il loro
mea culpa. De Klerk è sempre del parere che l’apartheid era un buon principio ma che questo non ha
funzionato».
Oggi Wilhelm Verwoerd è
impegnato in un vasto progettò di educazione civica il
cui obiettivo è di preparare
tutti i sudafricani alle prossime elezioni. «È una goccia
d’acqua nell’oceano, lo so dice - ma una goccia di cui
voglio assumermi la responsabilità» per giungere alla
«ricostruzione di una società
disumanizzata e spezzata in
nome di buone intenzioni».
Sud Africa: il difficile processo di transizione
Desmond Tutu:
liberarsi dal passato
Appena un debole avvicinamento si è registrato
nelle trattative sul futuro del
Sud Africa, che si sono tenute
tra i rappresentanti di 26
gruppi sudafricani in un incontro di preparazione a
Johannesburg.
«Abbiamo fatto singoli progressi ma molto lentamente»,
racconta Joe Slowo, incaricato di negoziare per conto
dell’African National Congress (Anc), e del Partito comunista sudafricano, il 18
marzo davanti alle telecamere.
I rappresentanti si erano
messi d’accordo di fissare il
calendario per le trattative il
1° e il 2 aprile, mentre sui
gruppi autorizzati a partecipare e sul nome della conferenza non si è potuto trovare
nessuna intesa.
La struttura della conferenza sarà costruita su quattro livelli: il primo livello dovrebbe essere quello di un dibattito generale sulle trattative per
trovare un accordo di principio: in questo ambito devono
essere presenti i capi dei partiti.
Nel forum delle trattative i
segretari o i vicepresidenti
dei partiti dovrebbero condurre i colloqui decisivi. Il
Consiglio delle trattative, in
cui ogni partito ha un rappresentante, dovrebbe chiarire i dettagli insieme al comitato tecnico, che annovera anche i dieci membri del Plenum.
Il vescovo anglicano, Desmond Tutu, il 19 marzo da
«Radio 702» ha invitato i politici sudafricani a trovare un
accordo per il futuro del paese.
«I politici dovrebbero
scuotersi dal loro passato,
ha affermato il premio Nobel,
e soprattutto non si devono
comportare come prime
donne».
Dopo tre anni dall’inizio
del processo che ha visto alcune riforme avviate dal presidente De Klerk, il popolo
sudafricano dubita che la
strada che si sta intraprendendo sia quella della democratizzazione del paese.
Tutu rincara la dose, dicendo che il ritiro delle sanzioni
economiche contro il Sud
Africa potrà essere appoggiato non appena si formerà un
governo di transizione sostenuto da tutti i partiti.