1
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xcv - Num. 39 ABBONAMENTI \ Ec o : L. 2.000 per Tinterno 1 Spedizione in abbonamento postale - II Gruppo 1 TORRE PELLICE — 1 ottobre 1965 I
Una copia Lire 40 / L. 2.800 per reitero 1 Cambio di indirizzo Li»-" 50 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557 1
Dimensione “ laica „ di
m problema teologico PrOteStaiìteSÌmO
libertà rerigiosa e libertà deiruomo e spiritualismo
Mon ci possiamo unire al coro entusiastico che ha salutato sulla
’grande' stampa il voto conciliare preliminare relativo alla libertà
religiosa. ì lettori ricorderanno che lo scorso anno, in occasione del
primo round di dibattiti conciliari, avevamo discusso ampiamente
di (questi problemi. jA distanza di un anno, almeno per ciò che ci è
dato di sapere ufficiosamente, nulla è realmente mutato nello schieramento romano: non solo Vepiscopato cattolico è profondamente
diviso (non illuda la forte maggioranza della generica approvazione
preliminare conciliare: in quel voto sono confluite posizioni assai
dwerse). ma anche nel settore 'progressista’ sono state estremamente
rare le prese di posizione evangelicamente fondate. In terza pagina
Giorgio Peyrot esamina Viter conciliare del progetto di dichiarazione sulla libertà religiosa e lo stato attuale della questione.
I na riprova di tali posizioni si è avuta nel congresso di giuristi
cattolici, tenutosi a metà settembre aWuniversità di Salamanca, sul
tema: Il diritto e la libertà religiosa’ . Ne dà ampia relazione
su Rejorme {25.9.65) il past. Aimé Bonifas, invitato a partecipare <drincontro, mostrando che lo schieramento manifestatosi nelVaula conciliare vaticana, a livello episcopale, si ritrova con esattezza quasi puntuale a livello dei giuristi cattolici.
Bisogna dire che vi sono, nel cattolicesimo, fermenti e correnti
che lìiiiino senz’altro un’impostazione più conscia dello stato attuale
della questione, nel mondo intero, e talvolta anche teologicamente
meglio (¡ualijicutu, nel senso che fa meno posto alla teologia naturale e pili alla teologia biblica. Tuttavia, a tutt’oggi, tale tensione
non conduce a un chiarimento definitivo, e si ha motivo di temere
che. ii'U'ainbiio del ben noto fenomeno deirintegrazione cattolica,
queste correnti rimangano svuotate di ogni azione autenticamente
riforuuiìrice.
CouìLinque. ricordiamo che al campo ecumenico internazionale
di Agaiìc sulla libertà religiosa, in luglio, ottimamente riuscito, hanno parl< ‘lpato vari cattolici; Va Eco del Chisone » ne ha dato ampia noìizia. e i partecipanti cattolici del Pinerolese hanno diffuso
una dii liiarazione che anche noi avevamo pubblicato. Già abbiamo
segnalato che il quaderno 7-8. luglio-agosto 1965 de « Il Gallo >j
era interumente dedicato al problema della libertà, con un’apertura
simpatica quanto intelligente di orizzonti: nella nostra segnalazione
lamentavamo soltanto che, se era stata data una cordiale udienza alla
« parte dei laici ». non era presentata alcuna alternativa protestante.
Ecco ora. nel n'^ di settembre dello stesso periodico, la calda presentazione del suddetto Campo di Agape, e la pubblicazione di una parte
della relazione tenutavi dal past. Renzo Bertalot su « La libertà
religiosa alcune caratteristiche prospettive del problema ».
in Francia le « Editions du Centurion » hanno pubblicato in
questi giorni un volume su « La libertà religieuse » nel quale, accanto ad alcuni saggi cattolici, si trovano alcuni documenti del Consiglio ecumenico delle Chiese, relativi a questo problema, e uno
scritto del prof. Carrillo de .Albornoz. un anglicano — ex-cattolico
spagnolo -- segretario del dipartimento del C.E.C. per la libertà religiosa. Di questo studioso — del quale è noto un saggio precedente
su « Cattolicesimo romano e libertà religiosa )>■ — la rivista ''Protestantesimo" ha pubblicato, nell'ultimo numero (3/1965) uno studio
su « Libertà religiosa e libi*.rtà delVuomo ». Condensiamo per i nostri lettori questo studio che aiuta a situare il problema nella prospettiva della situazione mondiale contemporanea. Una delle sue tesi
fondamentali e che. nella nuova situazione, diventa de facto estremamente problematica la rigida separazione Chiesa-Stato o comunque
Chiesa-Società: si noterà come questa illutazione collimi con quella
che informa l'attività dell'Ufficio Legale della Tavola Valdese e del
Consiglio Federale, e in particolare del prof. G. Peyrot, in vista di
quelle intese' con lo Stato previste dalla Costituzione italiana per le
minoranze religiose. Si ricorderà pure che il Congresso Evangelico
italiano, in merito, pur accettando in linea di massima tale impostazione. ha però insistito affinché ogni aspetto della libertà religiosa sia regolata, nel nostro paese, nelVambilo di un diritto comune debitamente rispettoso della libertà nel senso più ampio e completo. E tale è pure la conclusione dello studio dell'Albornoz.
red.
I due poli di una grande antitesi spirituale
(( K ¡MTrellamenle corretto dire che la
libertà religiosa è una libertà ” sui generis ”
e elle li criterio di valutazione ad essa applicabiir inni è esattamente quello con cui
si sogliono vagliare gli altri diritti delVuomo » : e (juosto. perchè alle relazioni oriz*
zontaJi fra uomini e fra uomo e società si
sovrappone la relazione verticale deiruomo
con Dio. e per Timperativo biblico che hi
sogna i>bbedire a Dio anziché agli Uomini
((Tuli;i\ia. a nostro avviso, i teologi cri
stiani (Ile molto giustamente hanno sotto
lineato questa ’"diversità” (...) in taluni
casi hanno esagerato tale differenza e sono
in parie responsabili dell’errata separazione del j>aiiic()lare problema della libertà religiosa da quello generale delle libertà umane » : poieliè v'è un collegamento primario
e fondumeiilale fra tutte queste libertà.
Una Smuova
situamIonB
Tale collegamento, del resto, risulta evidente alla prova dei fatti: non soltanto,
« di regola. là dove i fondamentali diritti
dell uomo sono oppressi e messi in perìcolo,
anello la libertà religiosa è più o meno negata. e viceversa»; ma «nella presente
struttura sociale e politica, e quali che che
siano le distinzioni teologiche e teoretiche,
una distinzione veramente concreta e reale
tra le lllierlà in materia di religione e le
altre libertà diviene ogni giorno più difficile. Per dare alcuni esempi, le distinzioni
correnti fra ’’libertà di c(>scienza ” e in
genere “libertà di pensiero”, tra ’’libertà
di testimonianza religiosa ” e il fondamentale diritto di libertà d’espresione ”, tra
” Uberlà (li culto pubblico’* e ’’libertà di
riunione ” e tra ’’ libertà delle istituzioni religiose “ c in generale ’’libertà di associazione ' ecc.. quantunque perfettamente corrette sul piano delle categorie teoriche, stanno divííníando quasi completamente irrilevanti nella vita pratica della società civile.
1 due tipi di libertà, in materia religiosa o
per qualsiasi altra libertà, sono generalmente trattate insieme senza che se ne faccia
una grande distinzione: e Puomo comune
le considera come tutt'uno ».
« Ecco perchè in molli paesi oggi il problema pratico, anche da un punto di vista
religioso, non è tanto quello dì sapere se
in essi rispettata la libertà religiosa ma
più propriamente se è rispettata la libertà ».
Questo problema sì prcsent-a in modo
parlicolarmente acuto in vari paesi, e speeie in giovani nazioni d’Asia e d’Africa,
” nei quali sta prendendo corpo una nozione tutta particolare di Stato ’laico . Secondo questa concezione (...) lo Stato riconosce e garantisce la libertà di coscienza
ai cittadini e la libertà di culto alle istituzioni religiose », ma « si considera il solo
competente a regolare l'intera struttura
(Iella società umana includendovi ogni tipo
di valori economici, sociali, culturali e spirituali, e nega alle ‘religioni’ il diritto di interferire in queste materie. Ora, i cristiani
hanno sempre considerato parte essenziale
della libertà religiosa il diritto di manifestare in parole e fatti le implicazioni della
loro fede nelle questioni sociali, economiche
e politiche sia a carattere nazionale che internazionale. In tal caso la tensione è inevitabile ».
Tensione tra religione
B società
Il vecchio rapporto fra Chiesa e Stato,
Oscillante fra accordo e tensione, sta mutando profondamente. Il potere statale, impersonato prima dal principe, è andato via via
spersonalizzandosi, tendendo alTideale, più o
meno lontano, della democrazia, ‘governo del
popolo per il popolo’. Nelhi vita dello Stalo
stesso, e nelTesercizio del potere, si è inserita
una forte componente ideologica, sì che lo
Stalo non è più Io ’Stalo gendarme’, ma tende a identificarsi con la società. Diventa allora « molto difficile estromettere gli interessi religiosi dagli interessi della società c
dire allo Stato di lasciar stare questo campo perchè per lui è tabù »; sicché in molli
casi risulta già chiaro che la vecchia « tensio.
ne fra poteri istituzionali contrastanti sta tra.
sformandosi in tensione fra ideologie contrastanti ».
D’altro lato, anche la concezione della
Chiesa conosce una trasformazione parallela
a quella dello Stalo, considerata eom’è sempre più « come Popolo di Dio, cioè meglio
come comunità dei credenti, piuttosto che
come ’autorità ecclesiastica’ o come ’potere’ ».
E in questa riscoperta della dimensione comunitaria della Chiesa nonché della sua vocazione al servizio, è implicito un più ampio
e profondo impegno umano, poiché «è ovvio
che, almeno per i cristiani, tale ideale religioso ha implicazioni sociali, economiche,
culturali e politiche », anche se concepite
come servizio più che come pressione dì potere.
« Riteniamo che come conseguenza di tali
nuove tendenze, le tensioni istiluzionali e le
lotte per il potere fra Chiese e governi stiano gradatamente scomparendo, mentre vanno accrescendosi di giorno in giorno le tensioni ideologiche ».
Ec tensioni possono avere un’origine di
carattere religioso, o anche genericamente
idco!ogi(!o per la coe^ìstenza nel medesimo
paese di più religioni e di più kleologie, che
esigono tutte il medesimo « diritto di proclamare in base a concezioni religiose (è interessante notare che. FA.*attribuisce alle ideologie un carattere religioso), le loro proprie
concezioni eonceinenli (a vita pubblica, partecipando così alla strùflurazione della società senza danneggiare la libertà degli altri
e senza che le istituzioni religiose esercitino
una indebita pressione sulla comunità civile»;
c possono avere un’origine di carattere politico. a causa degli « effetti distruttivi e rivoluzionari » che la libertà religiosa può
avere nei confronti della società c dei poteri costituiti.
« A nostro avviso la libertà religiosa imj)!ica di necessità un riconoscimento più pre.
ciso e più ampio di tutti gli altri diritti, come pure una conseguente graduale limitazione del potere d’imperio in seno alla società civile. In relazione a questo problema
dobbiamo considerare le aziojii promosse nel
campo sociale e politico da organismi privi
di potere d’imperio (ad es. l’O.N.U. e i suoi
enti)». Quanto ai suddetti punti di tensione, « non possono essere evitati se sì cerca
di risolvere il problema della libertà religiosa
mediante un’esagerata distinzione o separazione. nella società umana, tra l’elemento
laico’ c quello ‘religioso*, poiché tale separazione non si accorda con la realtà del mon.
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
Sarebbe un vero pe::‘ato se i nostri giovani dovessero conoscere di
Giovanni Miegge soltanto la produzione del decennio 1946-1956. quello »Iella pubblicazione delle opere
maggiori, dal « Lutero » a « L Evangelo e il mito )>. Certo, sono libri
che meritano di essere letti e conosciuti e lo meriteranno per un pezzo; ma c’è tutta un’altra parte della
produzione di Miegge, più dilbeilmente accessibile, ma ugualmente
valida, <die ha ancora qualcosa da
dire e<l è quella che è uscita in forma di opuscoli o di articoli di riviste. prima, durante e doj)o il decennio u d’oro ». Bene ha fatto, dunque. la Claudiana a ripubblicare
uno dei suoi opuscoli migliori, uscito nella prima edizione nel lontaim
1941 in una veste che, ormai, non
attirava più il lettore malgrado il
pregio deH’opuscolo stesso.
La ’piccola collana moderna’, di
cui « Protestantesimo e Spiritilalismo » è il n. 10, ha ormai, chiaramente impostata, una linea che ci
sembra giusto definire di « richiamo » alle nostre comunità, su problemi sui quali è facile avere idee
parziali e un po’ sprovvedtite : il
problema del cattolicesimo, quello
della j)olitica, adesso quello dell’impostazione generale della tVile di
fronte a quel fraintendimento di essa che va sotto il nome di ..¡)iritualismo. .Non dobbiamo dimenticare
che nello stesso 1941, Miegge pubblicava una serie di altri opuscoli,
più divulgativi di quello di cui ci
occupiamo — che, del resto, non è
<c difficile » —, fra i quali uno intitolato « Timidi credenti », che può
essere considerato di argomento affine a questo, rivolto alle persone
pili seìiiplici delle nostre chiese, tentate, inconsciamente, di ridurre la
fede evangelica ad un vago e generico « spiritualismo ». Il richiamo
che Miegge ci rivolgeva allora, sembra necessario anche oggi, malgrado l’incidenza che in questo quarto
di secolo ha avuto il rinnovamento
preilicazione dei nostri
UNA VALDESE IN ISRAELE
Il nostro primo viaggio in Israele
ha per meta la Galilea; la regione
ci attira in modo particolare poiché
quivi Gesù ha svolto una buona parte della sua missione, specialmente
nei pressi del lago di Gennezaret;
in Galilea ha chiamato i suoi discepoli, ha compiuto i primi miracoli e
le sue opere potenti.
La strada che ci conduce verso
quella terra attraversa regioni più o
meno coltivate, viliaagi arabi piccolissimi, addossati ai monti, caratteristici per le minuscole case con il tetto piano, variopinte; tutt’attorno lembi di terreno, coltivati con l’aratro
tirato da un asino o tin inulo; i villaggi sono poveri e primitivi, neppure°'sfiorati dalla civiltà moderna. Arrivaiìdo verso Afuia entriamo nella
grande pianura di Yezreel, che ci riricorda Elia quando fugg. lungi dalla
presenza di Acab (1 Re 18: 45); qui
si avverte il contrasto tra la condizione dei villaggi arabi descritti sopra
e il territorio di Israele ; immense distese di campi coltivati a cotone, granoturco, grano, lavorati con trattori
e macchine moderne; inoltre grandi
villaggi popolati di kibbuzin, espressione di un tipo nuovo di vita inaugurati da Israele nell’immediato dopo
guerra.
IL TABOR
E NAZARET
al
Lungo un rettilineo si arnva
monte Tabor sulla vetta del quale,
secondo la tradizione, sarebbe avvenuta la trasfigurazione di Gesù in
presenza di Pietro, Giacomo e Oiocome ricordo è stata eretta
vanni ;
Nazareth,
adagiata
ira le alture galilee.
una basilica detta appunto della Trasfigurazione. A pie’ del monte sorge
il villaggio di Dabbourya dove, seconde la leggenda nove apostoli attendevano il rientro di Gesù dal monte con
gli altri discepoli. Proseguiamo il nostro cammino per un sentiero tortuoso, in mezzo a rocce e boschi che ci
ricordano l’asprezza di certi luoghi
Svizzeri; ben presto siamo in prossimità di Nazaret. Avevo sempre creduto che Nazaret fosse un piccolo villaggio, poverissimo; invece scorgiamo
ima grande città divisa in due parti
ben distinte: la Nazaret cristiana,
con piccole case, abitate da Arabi
mussulmani e da Cristiani deirAfriea
del Nord che parlano la lingua francese; gli abitanti sono molto cortesi
e si tanno avanti per farci visitare la
città. La Nazaret moderna possiede
grandi palazzi con ville, giardini, popolata soltanto da Ebrei. Nella Nazaret cristiana abbiamo visitato la
basilica dell’Assunzione, costruita in
una grotta dove si presume che Maria abbia avuto la apparizione dell’arcangelo Gabriele, che le annunziò la
nascita del Salvatore; si cominciò a
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
bibl irò ■mila
)ta>tori.
Che cos’è lo spiritualismo? Riferemlosi ad un libro di Piero Martinetti. di cui è uscita recentemente
la seconda edizione. « Gesù Cristo e
il Cristianesimo » (1), Miegge ne
identifica i punti principali nella fede in un Dio inteso coinè Essere Supremo, Intelligenza Perfetta, unito
inistieainente all’uinanità fuori della storia, come « luce interiore »,,
su cui non si fornuilano dogmi, necessari solo ai bigotti, per il culto
del quale non sono necessari nè
eliiesa, nè saerainenti, nè jiregliiere,
nè inni; che si adora in una eon
GIOVANNI MIEGGE - Protestantesimo e spiritualismo, II ediz. Prefaz.
di Valdo Vinay. Piccola Collana
Moderna n. 10, Claudiana, Torino
1965, L. 400.
templazione muta, senza bisogno di
ravvedimento, nè di decisioni particolari.
Il ¡irotestantesimo non è questo
sjiiritualismo, non jiresenta neppure lontane affinità con esso, ma questi sono (( i poli opposti di una gr. nde antitesi spirituale ». Non si juk'i
identificare il protestantesimo con
lo spiritualismo, per opporlo al dogmatismo, al ritualismo, al sacramentalisino cattolico. L’opposizione
fra religione dei riti e religione dello spirito, quando con queste si identifichino risjiettivamente il cattolicesimo ed il protestantesimo, è falsa. La fede cristiana evangelica non
è posta in un Dio inteso come Essere Supremo, ma in un Dio personale, Padre, Figlio e Spirito Santo; lo
Spirito Santo non è una « luce inte
riore ». ma un energico richiamo di
Dio al ravvedimento, alla decisione
esistenzi,ale ; Dio non si unisce misticamente e interiormente all’umanità fuori della storia e del tempo,
ma si incarna negli anni 1-30 in Gesìi Cristo, che dà senso a tutta quanta la storia degli nomini, nella «piale siamo chiamati a operare in un
certo modo e non soltanto con un
certo spirito mistico; dissentiamo
dai dogmi del cattolicesimo e dal
processo della loro formazione, ma
è inconcepibile una fede senza dogmi — anche lo spiritualismo, senza
volerlo, finisce per porne —; infine
la Cbies.a cristiana è la comunità dei
credenti che riconosce nei sacramenti dei segni istituiti dal Signore,
fraintendibili e simili, esteriormente, a qualunque rito pagano, ma celebrati dai credenti nel riconoscimento elle Ú1 questa celebrazione
c’è la Volontà di cui Dio non è tenuto a renderei conto.
E’ esatto dire che la falsa identifieazione fra protestantesimo e religione dello spirito ha ancora una
cittadinanza di gran lunga trojipo
estesa fra di noi? Ci sembra di si.
I ’timidi credenti’, che osano solo
dire elle credono in un Essere Supremo. ma non osano rendere la loro testimonianza a Gesù Cristo, sono
fin troppo facilmente rintracciabili,
nell’intimo stesso di ciascuno di noi,
forse. Tuttavia c’è un punto della
brevissima introduzione di Miegge
al suo opuscolo che merita un particolare rilievo. Dice l’Autore:
« Contrapporre il protestantesimo
allo spiritualismo, significa separarlo da tutto il complesso di idee e
CONTINUA
IN quarta PAGINA
(1) Il Saggiatore, Milano 1964, L. 1.600.
2
pag. 2
1« ottobre 1965 — N. 39
ROMANI 16
fff carne e ossa
Ogni sessione sinodale inizia, al mattino, con un breve
culto. Particolarmente efficace ci è parsa la predicazione
tenuta sul cap. 16 della lettera ai Romani, dal past. Giorgio Toum. Gli siamo grati di averci dato il testo della predicazione che pubblicheremo in alcuni numeri successivi.
Il manipolo di credenti sconosciuti che ci viene incontro in questo capitolo
della lettera ai Romani esce da una delle grandi città dell’Impero romano;
questi uomini e queste donne dai nomi latini e greci si muovono sullo sfondo
dei templi e delle basiliche, degli archi trionfali e dei fori, incontrano per strada i generali delle legioni romane ed i filosofi stoici ed epicurei, fra i loro amici
vi sono iniziati ai misteri o fanatici del circo, nelle loro mani circolano monete
con refììgie dell’imperatore.
Quanto più vivi e reali di tutti costoro, dei personaggi di Tacito e di
Marziale, di Seneca e di Claudio stessi, i nostri anonimi di cui non conosciamo
nè mai conosceremo il volto, la cultura, il lavoro. Il fatto è che letterati e filosofi appartengono al nostro passato, Andrónicos e Prisca al nostro presente.
Sono nostri contemporanei, non certo perchè abbiano vissuto e pensato come
noi, ma perchè la loro esistenza è stata animata dalla stessa nostra inquietudine e dalla stessa nostra speranza: servire Gesù Cristo.
Rileggere i loro nomi nel nostro culto è assai più che evocare ombre, ricordi di una gloria e di un tempo trascorso, alludere a vecchi ritratti di famiglia
anneriti dal tempo: significa renderli contemporanei, fratelli in fede. La comunione dei santi di cui parla il credo è ben altro che l’indefinibile legame con i
fantasmi della chiesa passata: è l’indissolubile legame di esistenze con gli
uomini che prima e dopo di noi e con noi scoprono le vocazione del Signore.
Ma proprio perchè la vocazione del Signore è sempre da scoprire nell’equivoco del mondo e del nostro stesso cuore, Epainetos ed Ermes sono con noi
e parlano con autorità di sè stessi e di noi perchè con noi parlano del Signore.
Il messaggio che ci rivolgono con la loro sola presenza, prima ancora di
parlare, è l’invito a considerare la realtà della nostra comunità cristiana; ricordatevi, sembra dirci il loro gruppo compatto, che la chiesa di Gesù Cristo sono
uomini. Nessuna istituzione, nessuna cattedrale, nessuna dogmatica, nessuna
liturgia potrà mai sostituire la realtà umana degli uomini, carne e sangue del
corpo di Cristo.
Non abbiamo templi — ci dicono la diaconessa Foibe e l’apostolo luniàs —
non godiamo di sovvenzioni, non abbiamo pontefici e liturgie, appena qualche
copia degli scritti dei profeti e qualche lettera del nostro caro Paolo, non
godiamo neppure del diritto all’esistenza concesso ad una « religiosità », lo
spazio vitale minimo nel mondo della società; siamo noi e basta.
Si tratta certo di uomini imperfetti, costantemente redarguiti, bisognosi di
istruzioni, di consigli, capaci di un gesto di fede e di amore e di stupide piccinerie, di dedizioni gratuite e di gelosie, di gioia nello Spirito e di meschinità;
ed è proprio il peso della loro carne e delle loro speranze, delle loro inquietudini ed eresie, dei loro martirii e delle loro abiure che grava su tutto il Nuovo Testamento perchè rappresenta la sostanza stessa della chiesa cristiana. La
chiesa non ha infatti altra realtà che quelle esistenze di uomini vivi.
E’ questa realtà, questa carne inquieta che ci pesa; abbiamo sete di ortodossie e fame di coerenze, siamo perennemente in cerca di una comunità « pulita » in cui l’umanità nostra sia eliminata, contenuta o sublimata. Siamo stanchi di questa esistenza sempre in pericolo, sottoposta ai dubbi ed alle incertezze, alle sconfitte ed agli assalti e rinnoviamo perciò in termini moderni la
perenne tentazione della chiesa cristiana; fare la comunità di Cristo senza
uomini o con uomini il meno umani possibile, con creature disciplinate, oneste,
la comunità dei & membri di chiesa » vincolati nel quadro di una struttura, di
una tradizione, di una formula. Costruire cattedrali e officiare liturgie, svolgere pensieri ed inseguire visioni, edificare schemi e redigere messaggi o encicliche è opera necessaria, inevitabile ma è possibile, utile, valido anche quando non vi sia un solo credente in terra; una chiesa senza carne, questa è la
minaccia che pesa su noi credenti del XX secolo : eliminare la realtà degli
uomini, la nostra realtà, sostituendola con l’astrazione dei riti, dei concetti,
delle strutture in cui gli esseri viventi non siano più che elementi secondari,
subordinati. I credenti di Romani 16 ce lo ricordano oggi con chiarezza e ci
ricordano che se i nostri teologi hanno discusso nei secoli circa il « bene esse »
e r « esse » della chiesa, due sole realtà compongono 1’ « esse » della chiesa :
lo Spirito Santo e la nostra carne, il resto è accessorio e diventa peccato, come diventò peccato la cristianità con i suoi vescovi e teologi, con i suoi frati
e le sue cattedrali, con i suoi poteri e le sue conquiste di fronte alla nuda real
tà di Hus a Costanza.
Giorgio TOlirti
libri
NUOVA COLLANA
di studi religiosi
Segnaliamo con piacere la nuova « Collana di studi religiosi ». che la casa editrice
bolognese « Il Mulino » ha lanciato in questi giorni con la pubblicazione simultanea
dei primi tre volumi. Ci ripromettiamo di
presentarli più ampiamente: intanto ecco
come (( Il Mulino » stesso presenta iiniziativa:
« Que.sta inizìaliva lapprcsenla un fatto
nuovo nella editoria italiana, in quanto è
la prima volta che unn casa editrice laica,
in Italia, testimonia un Interesse durevole e
non epi.sodico per i lihrj che riguardano la
religione.
ALLA CLAUDIANA
Il nuovo fascicolo di saggio
LITURGIA
Sì comunica che è stato stampato,
a cura della Commissione liturgica
della Chiesa Valdese, un nuovo volume di liturgia per il culto pubblico.
Si tratta ancora di un « saggio », sottoposto alle chiese perchè lo valutino,
in vista di un’approvazione sinodale
defìnitiva. Metà del volume raccoglie
i precedenti «fascicoli di saggio», con
raggiunta di nuovi formulari liturgici, e di numerose preghiere di confessione, adorazione e intercessione.
Richieste alla Claudiana: L. 1.800 la
copia.
e Airorigine di questa nuova veollana sta
una eonstatazion? inoppugnabile: i valori
religiosi esistono e hanno una singolare importanza per molti uomini nella loro attività morale e sociale. Una cultura che li
respinga o li ignori, respinge e ignora qualche cosa che è delTuomo. Tutte le concezioni, perciò, che ancora menano vanto di
un esclusivismo laico o confessionale .«iono
in realtà prospettive di cultura mutilata.
« Queste ragioni sono sufficienti per porre
nella giusta luce Tiniziativa di quersta collana. Il Mulino giudica che sia il momento di
immettere nelTambito della cultura italiana
studi di pensiero religioso che. per il loro
alto valore, l'uomo moderno non può ignorare. I testi sì rivolgono perciò a lutti, cattolici e non cattolici, senza contrapposizioni
polemiche nè interessate apologetiche.
« LMnterconfessionalità che caratterizza la
collana, se trova la sua ispirazione nel superamento delle divisioni, nella tensione verso un’unità da ritrovare, non intende jierò
indulgere ad un facile irenismo. Intenzione
delTeditore è. Invece, di offrire testi solidi.significativi, rigorosi, nei quali il fatto religioso, in qualunque confessione venga meditato. dimostri la sua universale riichczza e
attualità ».
OSCAR CULLMANN - Cristo e ¡1 tempo. Introduzione di Boris Ulianìrh - Pagine
LXXVT-296, L. 3.000.
PAUL EVDOKIMOV - L'Ortodossia. - latro,
dazione di Emmanuele Lanne. liaduz. di
Maria Girardet pp. XXXVI-536, L. 4.000.
HEINRICH SCHLIER - Il tempo della
Chiesa. ■ Introduzione di Franco Bolgìani .
pp. XXXII-532. L. 3.500.
La calda estate
di Adelfia
Ricerca
ecumenica
dal Sud e dal Nord
Un’immagine del lavoro
estivo ad Adelfia, durante il Campo studi
Se incontrarsi tra credenti significa stabilire un rapporto di comunione non fondato su alcun. presupposto umano, per valido che sia, bensì unicamente su Cristo, e
se questo rapporto di comunione non è fine
ma inizio, non si esaurisce cioè nella creazione di una introversa conventicola di «san.
ti» paghi delfintimo godimento delle proprie personali spirituali esperienze, bensì ori.
gina quel colloquio che è ricerca, continua
e mai soddisfatta, del senso della propria
vita e del fine del proprio essere credenti
tra gli altri, per gli altri ed in vista degli
altri nel servizio al Cristo, questo incontro
e questa comunione sono le necessarie componenti che trasformano una assemblea, un
convegno, un campo giovanile, in Chiesa.
Ed in questo senso ad Adelfia, nei brevi
periodi dei campi, nel convenire di giovani
aventi una medesima fede ed uniti nella
ricerca della volontà del medesimo Signore,
si manifesta di volta in volta la realtà vìvente della Chiosa di oggi e di domani,
nella forza spontanea dei suoi membri più
giovani e nella promessa di un impegno che
nasce dalla comunitaria presa dì coscienza
dei problemi della fede. L'impci'ativo del
Signore; «tu seguimi», rivolto una volta
per tulle a lutti ed a ciascuno in particolare nella sua concreta situazione, è stata la
conclusione di ogni ricerca nella quotidiana
meditazione di quest’anno ad Adelfia, sia
per i ;f0 giovani del 3“ Campo Cadetti (dai
5 al Ì6 luglio), che per i 49 partecipanti
al XIII Campo Sludì (dal 18 ìuglio al
T’ agosto).
fra gli argomenti di studio maggiormente
impegnativi ricordiamo per il campo cadetti,
quelli su : la rivelazione, il libero esame ed
il magistero ecclesiastico, la predicazione, la
liturgia, la grazia e la fede.
Per il campo studi, quelli sul problema
di Lutero e della Riforma, la Scrittura e la
tradizione, l'autorità nella Chiesa ,il sacerdozio universale e la collaborazione laica,
l’indagine sui concetti di « accidenti » e « so.
stanza » nel cattolicesimo.
Sebbene simili per certi aspetti, gli studi
sono stati condotti con scopi diversi nei due
campi.
Nel primo, data la giovane età dei partecipanti, gli studi hanno mirato a sensibilizzare i ragazzi verso quei problemi che
qualche volta sono sfiorati, ma non sufiieienteinente approfonditi durante l’insegnamento catechistico, o che al giovane sono
del tutto estranei in quanto talvolta egli
proviene da famiglia tradizionalmente evangelica, ma non è iscritto ad alcuna classe
di istruzione biblica, nel caso più frequente,
proviene da famiglia dì simpatizzanti.
Ma v’è di più. I campisti di Adelfia rappresentano infatti un uditorio difficile e par.
ticolare : non sono giovani convenuti per lo
studio di un problema di particolare gravità
e che li interessa, e quindi preparati aH'ascoJto ed alla discussione vigile e critica, nè
sono giovani giunti per un periodo di ferie
e decisi quindi, a ragion veduta, a mettere
da parte ogni preoccupazione per godere un
sereno perìodo di assoluto riposo dopo un
anno di studio o di lavoro:. eppure sono contemporaneamente l’uno e Taltro. Ben difficilmente Adelfia potrebbe essere considerala
in modo esclusivo, nelTuno o ncirallro senso
qui nel Sud. dove di solito il jiroblenia delle
vacanze, o si pone per poche famiglie, o sì
esaurisce nella domenicale puntata fino al
lido più virino. I campi dì Adelfia sono
per le famiglie c per i giovani. Tunica occasione di raggiungei-e un luogo dove il riposo e lo svago trovino il giusto equilibrio
con la meditazione e lo studio in un ambiente
« nostro », .sano, degno di fiducia. Il sapere
rendere attento un tale eterogeneo uditorio
è, per i due o tre pastori che di solilo dirigono il campo e portano anche la completa
responsabilità degli studi, non solo questione
di linguaggio, di metodo, di preparazione
tecnica c di presenza di spirito, ma anzi al
di là di tutto questo, rappresenta un serio
problema di jiredicazione. di testimonianza
d] cura d'anime.
Ma anche quest'anno nella riunione di
fine campo, nella quale ogni eampista esprime le proprie impressioni, le testimonianze
di alcuni ragazzi che hanno apertamente
ammesso di aver sentilo per la prima volta
la « Bibbia come qualcosa di veramente importante » per la loro vita, ed hanno espresso la ferma volontà di volerne continuare
la lettura c la meditazione in un concreto
attivo inserimento nella vita delle comunità
locali, sono state per noi un segno evidente
che la nostra fatica non è stala vana.
Un tono particolare è stato dato dalle
riunioni dì preghiera alle quali, sotto la guida spirituale del Pastore Lupi, i campisti
hanno partecipato con spontaneità c commosso fervore.
Questo è già il HI campo cadetti che si
svolge ad Ad/;Ifia. cd a noi che abbiamo la
possibilità di seguire i ragazzi sia visitando
le unioni durante Tanno che con la corrispondenza. sono evidenti i benefici che le
comunità hanno tratto ed indubbiamente
trarranno dall'apporto di questi giovani.
Anche per il Campo Studi valgono in
buona parte le considerazioni e le conclusioni
già espresse. Medesimi problemi per Teterogeneità dei partecipanti: certo però vi è
stato un maggiore impegno nelTìncontro e
nel confronto delle idee e delle posizioni
spirituali e, se :i eccettua qualche momento
in cui è emerso, forse un po' troppo, Tentusiasino incontrollato di qualcuno, un buon
affiatamento comunitario ci ha re.so « comunità », Chiesa, cosciente delle proprie responsabilità verso le verità della fede. Scopo
del campo era infatti Tesarne delle espressioni teologiche più significative della Riforma in un confronto critico con le afl'ermazioni ufficiali del Concilio Vaticano II, e
ciò per permettere ai giovani di compiere
un esame attento della propria fede e riscoprirne quegli aspetti di verità evangelica che
non possono e non devono essere taciuti neppure dinnanzi al perdurare delie divisioni
confessionali. Appunto perchè siamo convinti
che nello spìrito di un ecumenismo genuino
la Chiesa deve sapere ascoltare il fratello
come fratello, anzi proprio quando non può
condividerne la fede deve maggiormenle sforzarsi (li conoscerlo meglio per amarlo e parlargli di Cristo, abbiamo invitato un teologo
cattolico a presentarci, dal suo punto di vista,
uno di quei problemi che noi avremmo a
nostra volta trattato dal punto di vista evangelico. E’ la prima volta che, nel Sud, un
vescovo autorizza un incontro di informazione e di studio non a livello dei soli specialisti, ma della Chiesa, cioè della comunità, dei laici, della « piazza » (come ebbe
ad affermare un quotidiano del Nord commentando rO.d.g, del nostro Sinodo Valdese sulTìncontro tra Pastori e Sacerdoti cattolico-romani). Non possiamo che essere grati
al Signore per questa esperienza positiva. 11
teologo cattolico, professore di Sacre Scrittura al seminario arcivescovile di Siracusa,
ha presentato nel pomeriggio la dotlrina
cattolico-romana sul problema della « collegialità », jiroblema che i nostri giovani avevano già esaminalo criticamente al mattino
in seguito allo studio del Pastore Taccia.
Una serena discussione dopo lo studio di
don Migliorisi, ci ha permesso di concludere
di comune accordo che, almeno alio stato
attuale degli sviluppi teologici della Chiesa
di Roma, il problema delia autorità nella
Chiesa non è tra quelli sui quali sia possibile un colloquio che lasc* adito a qualche
speranza. Proprio la chiarezza di questa conclusione comune, anche se negativa, ha permesso ai nostri giovani, aj pastori presenti
ed al teologo cattolico, di trascorrere in piena atmosfera fraterna, senza imbarazzo, le
ore della sera, di dividere il pasto in comune e di raccoglierci per U breve culto
serale fatto da una eampista. dal canto del
l'inno « Quando di nuvole nere » che, per le
serene espressioni di fiducia in Dio in esso
contenute, è oramai da anni l'inno di addio
ufficiale che si canta per chi parte durante
0 alla fine dei campi. L'indomani il gruppo
di campisti provenienti dalle Valli, pochi
ma buoni!, in occasione dì una gita turistica
a Siracusa, ha potuto godere della fraterna
ospitalità di don Migliorisi e della sua competente guida per la visita alla città.
Abbiamo accennato alla partecipazione di
un gruppetto di giovani delle Valli al campo studi. Ebbene, si!, un gruppetto di corag.
giosì ha osato seguire la famiglia del Pastore Taccia e varcare lo stretto di Messina.
Non erano numerosi, ma ci auguriamo siano
1 primi di una « fitta schiera ». Essi sì simo
subito ambientati, hanno dato molto al campo e. siamo certi, hanno anche rice\iito
qualcosa da noi.
Ormai i campi sono terminati ed i haitenti di Adelfia sono chiusi. Ci attende un
periodo di speranza; molli progetti dovtvlj.
bero essere realizzati per migliorare la modesta attrezzatura logistica. Sarebbe ucces-ario
intonacare gli interni dei cameroiii, c<siripletare la definitiva sistemazione dei .ser\izi
igienici, ampliare la sala da pranzo onnai
da anni insufficiente, costruire la nuova direzione, ed e.seguire tante altre piccole opere
indispensabili. Ciò ci permettereblin di a\cre
un maggior numero di campi interna/ionali. di accogliere durante ranno, e non
solo durante i mesi estivi, gruppi e comlilve
provenienti dalTeslero in visita alle opere del.
la nostra Chiesa in Sicilia, organizzare ijuei
campi ferie che spesso ci vengono rich.c.sli
da più parti, ed avere dei locali adeguati
per convegni di Chiese, iiicontrì inlerd-nominazionali, corsi di preparazione per 1; ici.
incontri pastorali.
A tutto ciò si oppone una difficolta, la
difficoltà di realizzare un progetto che va
molto al di là delle modeste possibilità il.iniiziarie dei giovani del Sud. Ma noi conliimiamo a sperare. Adelfia è sorta al sci ', izio
della Chiesa ed i giovani che iiim ad ora
Thaniìo costruita con i loro contributi, certamente non mancheranno di portare aiuora,
insieme a molti altri credenti impegnai', la
loro pietr.1 simbolica per accrescere il loro
centro di incontro comunitario, come nel
passato. Ne siamo certi.
Giovanni - f
Nota: eventuali offerte «prò Adelfia »
po.ssono essere iiniale a: Pastore Gio\anni
Scuderi - via Garibaldi 60 . Vittoria (Ragusa) c.c.p. 16A3487. ufficio dei conti correnti di Catania.
Dibattito a Scoglitti tra cattolici e valdesi
L'autorità della Chiesa
Il campo-studi di Adelfia. dì cui il past.
Scuderi ci riferisco, ha trovato eco sulla
stampa locale. Su (La Sicilia» (3-9-19ò5);
« L’autorità della Chiesa — Dibattito a Scoglitti tra cattolici e valdesi » viene data notizia deirincontro valutandolo « un incontro aperto, franco, informato a vero spirito
ecumenico d'informazione, nel rispetto delle
reciproche posizioni^ la cui forte divergenza
non è stala taciuta ma responsabilmente delineata... L'incontro tra posizioni cattoliche
e valdesi e stalo promosso dal centro di studio 'Adelfia' per meglio approfondire e intendere i punti di frizione fra cattcAicesinw
e protestantesimo ». Un altro quotidiano.
Telestar» (9-9-*65) ha così riferito:
J\el clima di serena distensione ecumenica creala dal Concilio Ecumenico ì i ticano II
€ di particolare, rilievo la notizia secondo cui
anche in Sicilia, per la prima volta, ha avuto luogo un incontro tra cattolici e protestanti intorno alle divergenze più scottante
che tengono tuttora divisi questi ultimi dai
primi.
L incontro, informato al vero spirito ecumenico di. informazione, nel rispetta delle
reciproche posizioni, si è svolto a Scoglitti.
frazione di Littoria, al centro studi « Adelfia ». appartenente alla Chiesa Valdese di
Vittoria
L'iniziativa, promossa dal doti. Giovanni
Scuderi. direttore di « Adelfia » pastore dei
valdesi di Vittoria, e stata prontamente accolta e coìulivisa dal vescovo di Kagusa nions.
PennisV che ha designato, quale rappresentante della linea cattolica, don Vincenzo Migliorisi. professore di Sacra Scrilliira al Seminario Arcivescovile di Siracu.sa.
Si è così avuto un incontro di informazione e. documentazione a livello non solo
degli specialisti in materia, ma anche dei
laici.
Il problema trattalo e stato quello relativo
airnaulorila » nella Chiesa Cattolica (primato del Pontefice e collegialità) alla luce dei
problemi teologici sollevati dagli ultimi decreti conciliari.
La conversazione si 'e svolta in uno .'ipiriio
di sincera fede cristiana, senza superficiali
ottimismi, frutto di un ecumenismo mal compreso. e. senza preconcetti pessimismi, quasi
che l'opera della Graz'ui o l'azione futura dello Spirito Santo possa essere ipotecaiu da
pregiudizi, forse giustificati da vicende storiche del passato, ma. indubbiamente, non
più corrispondenti alla reale nuova apertura.
Da ambo le parti (don Miglioris' ¡n>r la
parte cattolica e il pastore Scuderi per la
parie valdese) sono stati sottolineati i juinti
che costituiscono, a tulToggi. difficoltà quasi insorlìioniabili sulla via di quel cammino
comune, seppure su sentieri diversi, la cui
meta dovrebbe essere l avverarsi della preghiera sacerdotale del Cristo: « Ut unum
sint ».
All incontro hanno preso parte attiva una
cinquantina di giovani provenienti da Palermo. Mess'ina. Pachino. Vittoria. Hiesi.
/igrige.nto. Reggio Calabria. Cosenza. Roma,
Torino. I alli del Piemonte, nonché i pastori
Odoiirdo Lupi. Salvatore Briante e Alberto
Tarda, rispettivamente delle chiese valdesi
di Agrigento. Messina e Angrogne (Piemonte )
Culto radio
ore 7.40
Domenica 3 Ottobre
Domenica 10 Ottobre
Pastore ERNESTO AYASSOT
3
N. 39 — 1*> ottobre 1965
pag. J
/ LAVORI DEL CONCILIO VATICANO //
£ LA LIBERTA^ RELIGIOSA
Il primo voto
sullo schema di dichiarazione
Tra quanti, animati da spirito ecumenico, seguono l’andamento delle relazioni interecclesiastiche per coglierne gli spunti idonei ad avviare un dia
logo costruttivo anche tra le Chiese
evangeliche e quella romana, ci siamo
sempre trovati dalla parte di coloro
che hanno mantenuto la posizione di
osservatori attenti che, con animo di
staccato da ogni passionalità, attendono con rispettosa pazienza che il
travaglio deiraggiomamento cattolico
remano manifesti eventi concreti sulla base dei quali poter valutare lo sviluppo delle diverse situazioni senza
abbandonarsi a subitanei entusiasmi
o a slanci sentimentali, come accade
in vari ambienti d’oltralpe ed anche a
taluno dei nostri. Inclinando romanticamente sulle ali della speranza si è
indotti facilmente, ad esempio, a gonfiare di risultati ipotetici ogni espressione programmatica pronunciata da
un cardinale, o ad anticipar conclusioni e novità di orientamenti in ordine aU’aggiornamento della Chiesa
romana ad ogni proposta che sia
avanzata in un qualche schema conciliare od in una allocuzione pontificia.
Lo studio del problema della libertà
religiosa in seno al Concilio vaticano
per ricercarne una soluzione aggiornata « neU’attuale fermento storico »,
costituisce per l’appunto uno di quei
presupposti che, a seconda del risultato a cui perverrà il Concilio, potrà contribuire ad avviare il dialogo ecumenico oppure a bloccarlo sul nascere.
Di qui l’attenzione con cui da parte
delle Chiese evangeliche viene seguito
in tutta la sua importanza questo processe) orientativo del pensiero cattolico tuttora in atto, cercando da un lato di non dar corpo alle ombre e dall’altro di non favorire il diffondersi di
facili illusioni, ad evitare equivoci e
confusione.
Due eventi
conereii
L’imperativo di attenersi soltanto
agli eventi concreti e determinanti
che ci ha indotti a mantenerci in una
posizione di attesa, ci spinge ora a
considerare due eventi positivamente accertati e conclusi che si sono
prodotti in seno al Concilio sul tema
della libertà religiosa; e cioè; la chiusura della discussione sullo schema di
dichiarazione sulla libertà religiosa;
il voto con cui si è conclusa questa
fase della procedura conciliare sull’argomento. Seguirà ora la redazione di
un testo definitivo dello schema, la
sua presentazione al Concilio, la formulazione di eventuali ulteriori emendamenti, un conseguente riesame del
teste, quindi un voto definitivo e la
promulgazicne della Dichiarazione.
Tralasciando ogni considerazione
sul futuro della procedura, merita valutare ciascuno dei suddetti eventi,
poiché hanno fin d’ora una portata
concreta anche se si tratta solo di atti interlocutori.
L'iter daiio schema
sulla libertà
religiosa
E’ noto che, malgrado uno schema
sulla libertà religiosa non fosse inizialmente compreso fra i 70 preparati
dalle Commissioni preconciliari, di tale argomento — del tutto estraneo
alla tematica dei passati Concilii —
si cominciò a far cenno fuggevole nel
primitivo schema «De Ecclesia», là
dove esso trattava dei rapporti tra
Chiesa e Stato, Respinto che fu tale
schema sin dalla prima sessione, il
tema della libertà religiosa riapiparve
in un capitolo dello schema sull’ecumenismo', presentato nella seconda
sessione. Ma di poi, nel rifacimento di
detto schema, in occasione della terza
sessione, fu presentata una prima e
quindi una seconda, stesura ampiamente rielaborata di un apposito
schema di dichiarazione sulla, libertà
religiosa come documento a sè stante
Su detto « textus emendatus » vi fu
quindi un inizio di discussione senza
però che, al termine della sessione, si
pervenisse ad un voto nel merito, ufficialmente per mancanza di tempo.
Cosicché lo schema, pressoché sommerso da una valanga di emendamenti, ancora più volte rifuso, presentato
in un nuovo testo all’inizio della quarta sessione, è stato ora oggetto di ampio esame nel corso di cinque Congregazioni generali successive durante le
quali seno stati svolti 60 interventi
orali e presentati altri 95 scritti di cui
non si conosce il contenuto. Filialmente il 21 settembre il Concilio si è
pronunciato, approvando un apposito
quesito con 1997 voti favorevoli, 224
contrari ed 1 nullo, con il quale il contenuto di merito dello schema è stato
accettato come base per la preparazione di un documento definitivo che
sarà presentato al Concilio nel corso
della corrente sessione.
I diversi schemi preparati, gli emendamenti presentati, gli interventi di
merito svolti in Concilio non costituiscono però elementi di valutazione
concreta su cui posare la nostra attenzione. Anzitutto pierchè si tratta di
atti conciliari conservati sub secreto ;
di poi perchè essi si presentano nella
veste di progetti, o di manifestazioni
di opinioni da cui non si possono trarre ccnclusioni circa il risultato futuro.
Tutta questa documentazione, ove sia
resa nota, jxitrà costituire utile ed interessante materiale di studio da comparare al documento definitivo una
volta approvato, per valutare l’incidenza ed il peso delle varie correnti
del pensiero cattolico su quella che
sarà la soluzione che il Concilio avrà
accolta sul tema della libertà religiosa.
Valori
della discussione
conciliare
Gli avvenimenti su esposti assumono invece valore di elementi concreti
per una valutazione della procedura e
dell’iter attraverso cui è passata la
trattazione del tema in Concilio. Un
lungo ed elaborato corso procedurale
non deve sorprendere. Esso si inquadra nella prassi conciliare e testimonia
della serietà e della diligenza con cui
è stata studiata la materia e sono stati preparati i testi; ma è altresì, indice del travaglio interno con cui l’episcopato romano ha elaborato il tema,
della perplessità e delle cautele con
cui un tale argomento è stato affrontato, nonché dei contrasti delle correnti opposte che, come ha rilevato
« Le Monde », si sono dichiarate « con
franchezza totale che contrasta col
tono involuto della maggior parte delle
messe a punto episcopali », all’intemo
ed all’esterno dell’aula conciliare,
tant’è che solo all’ultimo, per l’intervento diretto dell’autorità pontificia,
è stato deciso di concludere con un
voto la discussione, per non lasciar
cadere nel nulla un argomento su cui
da lungo tempo era stata richiamata
in modo particolare l’attenzione non
solo del mondo cattolico e delle altre
chiese cristiane, ma pur anco degli
ambienti politici di vari paesi. La
stampa d’informazione non ha mancato di riferire questa tormentata fase finale nè ha sottaciuto i timori per
cui gli organi direttivi del Concilio
incaricati dal pontefice di risolvere la
questione circa ^opportunità di una
votazione conclusiva sullo schema,
avrebbero preferito, sia pure con lieve
maggioranza, evitarla per non appalesare una troppo consistenze opposizione alla portata dello schema.
Valore del voto
Il fatto conclusivo è che il voto, indipendentemente dal modo come è
stato voluto', c’è stato; ed il risultato
accertato della discussione ora chiusa è ohe il Concilio dovrà pronunciarsi in modo definitivo su questo argomento emanando un apposito documento che rispecchierà la posizione
che la Chiesa romana assume in tema di libertà religiosa nell’epoca presente, L’incertezza che fino ad ora circondava quest’evento confinandolo
nella sfera del possibile, è risolta. La
situazione è chiarita: la dichiarazione
sulla libertà religiosa, pur costituendo
ancora un evento futuro, è tuttavia
un fatto certo.
Con tale voto si è ovviato a che
l’attesa di molti andasse intieramente disillusa, evitando così quelle complesse ripercussioni negative e quelle
difficoltà in cui sarebbe venuto a trovarsi il Vaticano proprio ora che il
pontefice romano sta per effettuare la
sua prima visita al continente americano ed il 4 ottobre ’>arlerà all’ONU.
L’incertezza permane oramai solo
nei riguardi della portata, del documento che verrà emanato dal Concilio. Ed a questo riguardo vi sono alcuni fatti concreti che è necessario
tenere in debito conto.
Le opposizioni
allo schema
Anzitutto la qualità più che il numero delle opposizioni manifestatesi
in Concilio contro l’adozione dello
chema nella sua ultima stesura presentata. E’ naturale che ad intervenire più numerosi in assemplea siano
coloro che non si reputano soddisfatti
da un testo, piuttosto che da quelli disposti ad accettarlo.
Da quando la stessa stampa cattolica ha fatto conoscere, tra le varie
obiezioni sollevate in Concilio sullo
schema in esame, quelle su cui i diversi oppositori hanno rnaggiormente
insistito si possono considerare le seguenti :
Da un lato è stato rilevato anche
con certe durezze che lo schema non
precisa in modo sufficientemente fermo i diritti della verità e della Chiesa
romana in tema di libertà, condizione
questa che dovrebbe differenziarsi
conseguentemente da quella delle altre confessioni religiose ritenute erronee; dall’altro sono stati sottolineati
i pericoli insiti nel criterio dell’ordine
pubblico e nelle sue naturali implicazioni (pace, moralità, osservanza dei
diritti) assunto come limite per l’esercizio della libertà religiosa, data la
equivocità ed elasticità di tale concetto foriero di interpretazioni indebite
ed applicazioni sfavorevoli non già
nei confronti delle religioni in genere
o delle minoranze religiose in ispecie,
ma nei riguardi della Chiesa romana,
da parte dei governi dei paesi comunisti o non cristiani.
Apeare quindi evidente che tra le
opposte correnti che premono oer la
affermazione del rispettivo punte di
vista in Concilio, non saia facile in
merito alla libertà religiosa contemperare, ad esempio, il riconoscimento
del principio che la libertà debba garantirsi a tutti in modo che ciascimo
possa pienamente manifestare la verità religiosa in cui crede senza discriminazicni nell’ambito della vita civile,
con la preoccupazione di assicurare
almeno là dove è possibile a'ia Chiesa
romana quella posizione di preminenza di cui reclama il diritto in forza della pretesa detenzione esclusiva
della verità; o affermare il principio
che una fede religiosa diversa da quella remana, e quindi prospettata come
erronea, possa esser s'i tollerata dallo
Stato, ma purché l’errore non sia gravemente pericoloso, senza con ciò offrire il destro anche agli Stati non
cristiani o del tutto irreligiosi di considerare alla stessa stregua, dal loro
punto di vista, anche la Chiesa romana ; o precisare che non si debbano
usare nella propaganda religiosa mezzi disonesti che costituiscano una pressione sleale od una coercizione morale, senza che questo criterio possa esser invocato, non solo nei confronti
delle altre confessioni religiose nei
paesi propensi a tutelare la ccsidetta
inte-grità cattolica del popolo, ma anche da paesi a differente orientamento ideologico nei confronti delle stesse
missioni e delle scuole cattoliche.
Comunque sia la soluzione di questi delicati problemi è ora affidata
alle cure degli appositi organi conciliari nreposti alla redazione del testo
definitivo dello schema.
Portata de! voto
conciliare
Quello che ad oggi si può concretamente valutare come fatto certo è il
testo del quesito approvato dal Concilio. Esso recita : « I Padri giudicano
che il testo riemendato sulla libertà
religiosa può servire come base per la
definitiva dichiarazione, che dovrà essere perfezionata alla luce della dottrina cattolica sulla vera religione, e
secondo le osservazioni proposte dai
Padri durante la discussione, che dovranno venire approvate secondo le
norme del regolamento del Concilio ».
Tenendo conto di tale testo e della
relazione conclusiva presentata da
Mons. De Smedt a chiusura della discussione subito prima del voto, due
punti lasciano perplessi circa la futura portata della dichiarazione definitiva.
Il primo è resplicito richiamo fatto
nel quesito votato' alla necessità che
lo schema sia riveduto « alla luce della dottrina cattolica sulla vera religione ». Questa esigenza era stata pro
spettata tra le altre « osservazioni proposte dai Padri durante la discussione », per cui avrebbe dovuto esser pacifico che la necessità di « perfezionare » lo schema secondo le « osservazioni prop>oste », era ricemprensiva anche di tale particolare esigenza.
L’averne fatto oggetto di un richiamo
speciale dimostra che si desidera che
nel documento definitivo la libertà
religiosa sia vista soprattutto in questa i>articclare ottica riduttiva; o che
comunque la necessità di pervenire ad
una votazione che raccogliesse una
grande maggioranza, ha consigliato
che la stesura del quesito da approvare comportasse questo particolare richiamo alla dottrina tradizionale della Chiesa di Roma in materia di libertà religiosa.
Il secondo è costituito dall’accenno
conclusivo della relazione di Mons. De
Smedt sulla necessità di « precisare
l’oggetto della Dichiarazione e lasciare al magistero ordinario le questioni
non ancora mature» (L’Osservatore
Romano: 22-IV-65). Ciò induce a riflettere su cosa potrà comportare un
non lieve ridimensionamento dello
schema fin nella sua struttura circa
uno svuotamento dei delicati problemi su cui si è manifestata in Concilio
una maggiore diversità di opinioni,
onde, sorvolando sui punti controversi, una dichiarazione cosi, edulcorata
possa ottenere in Concilio, non solo
una maggioranza giuridicamente rilevante che di poi malgrado eventuali
crisi di dissenso dottrinario dovrebbe imporsi a tutti, ma quella unanimità morale dei consensi che in definitiva il mondo cattolico si attende.
In tal caso dovrebbero essere poi le
Conferenze episcopali dei vari paesi a
suggerire, attese le diversità dei luoghi e delle situazioni, le modalità applicative concrete dei criteri di libertà religiosa espressi dalla Dichiarazione emanata dal Concilio.
Queste considerazioni di carattere
non definitivo inducono ad ogni modo
a seguire con attenta rifiessione, senza
idee preconcette e senza illusioni, lo
svolgimento della successiva procedura conciliare su questo travagliato
argomento.
Nel frattempo, richiamandosi al voto pronunciato in Concilio, che la
stampa d’informazione dei vari paesi
occidentali ha già con larga eco commentato con particolare favore come
se il Concilio avesse già approvato un
testo di riconosclmentò dei più ampi
diritti di libertà in materia religiosa
a favore di O'.gni fede e di egni chiesa,
il TX)ntefice romano si accinge a visitare con sollievo, circondato da un indiscutibile prestigio politico, la sede
dell’ONU, in quella veste di difensore
della pace dei popoli e della libertà
della religione che il mondo cattolico
gli riconosce. Peyrot
I lettori ci
scrivono...
Un collaboratore, da Massello:
Caro direttore,
ho molto apprezzato la tua cronaca
sinodale — firmala! — sui nostri
rapporti con la Chiesa Metodista Penso che sia la prima volta che le nostre
diverse vedute sono così puntualizzate. E' bene che la distinzione, in parte reale, fra destra e sinistra nella
nostra chiesa, sia rivista ogni tanto.
Perciò, anche se non faccio parte, come sai. del « piccolo gruppo » dj cui
fai parte tu. ma di quello che gironzola intorno ad Agape (onestamente,
non penso di far parte degli emotivi
favorevoli aH unione), devo darti atto
deiroggettività con cui hai espresso
le nostre posizioni. Anzi, devo anche
esprimerti la mia personale riconoscenza per averlo fatto. E* doveroso
farlo, da parte nostra, con la stessa
fraterna sincerità con cui ti abbiamo,
altre volte, manifestato il nostro dissenso.
Ciao, buon lavoro!
Claudio Tron
Solidarietà
Abbiamo già ricevuto diverse offerte in favore dell’isolato invalido della
nostra diaspora, in attesa dì pensione :
E. R. (Torino) 1.000; E. C. (Torino)
2.000; N. N. (Torino) 1.000; L. G.
(Torino) 2.000; Comitato Assistenza
Torino - Via Nomaglio 5.000. Ringraziamo e trasmettiamo.
IL CENTENARtO
deH^Eserciio
della Salvezza
Le manifestazioni del Centenario
avranno luogo a Roma nella Cappella della Chiesa Metodista, Via Firenze, 38.
Tutti gli amici dell’Esercito della
Salvezza e coloro che desiderano conoscere meglio la storia di questa organizzazione possono assistere alle seguenti riunioni pubbliche:
— Sabato 30 ottobre, ore 20
— Domenica 31 ottobre, ore 10, 15 e
18,30.
Le Celebrazioni saranno presiedute
dal Segretario Internazionale per
l’Europa: Commissario Aage Ronager
e Signora, coadiuvati dal T. Colonnello Jean Bordas capo dell’Esercito della Salvezza in Italia. I giovani salutisti prenderanno parte attiva alle adu
Sulleormedi Gesù in Galilea
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
costruire l’edificio in occasione della
visita in Terra santa di Paolo VI, e
non è ancora terminato. Ci interessa
molto la chiesa di San Giuseppe, costruita sul luogo dove si ritiene sia
stata l’abitazione della famiglia di
Gesù ; entrando in chiesa si scendono
alcuni gradini molto consumati che
accedono ad un grosso buco, scavato
nella roccia per la profondità di tre
metri e che serviva come riserva d’acqua; più in basso si vede una grotta
con una pietra che serviva da tavola
e tutt’attorno nei muri delle piccole
nicchie dove posavano il lume ed una
più grande che serviva come credenza, dove si conservava il cibo; quale
straordinaria impressione provavo al
pensiero che Gesù, Maria e Giuseppe
siano vissuti in questo villaggio, abbiano percorso la nostra stessa strada, toccato gli stessi oggetti, contemplato lo stesso panorama; quale privilegio riandare col pensiero all’opera
conìpiuta dal Salvatore per noi, rivivere negli stessi luoghi, seppure con
la mente soltanto, le cose grandi che
Gesù ha compiuto per la nostra salvezza. Diamo uno sguardo alla sinagoga, sostituita ormai da una cappella greca, dove Clesù lesse un brano del
profeta Isaia e fu poi cacciato dai
suoi concittadini ; sostiamo qualche
istante alla fonte del villaggio e ripartiamo alla volta del lago di Gennezaret.
IL LAGO DI GENNEZARET
E CAPERNAUM
La strada che conduce al lago famoso è carrozzabile; sostiamo a Cana
di Galilea, dove il Signore fece il suo
primo miracolo, cambiando l’acqua in
vino in occasione d’un matrimonio ; il
villaggio è arabo e conserva una chiesa col suo campanile. Si prosegue attraverso una zona selvaggia, qua e là
macchie rocciose, campi bruciati dal
sole, uliveti; poi, ad un tratto, quale
stupenda apparizione; scorgiamo in
fondo alla valle il lago di Gennezaret
dal colore blu intenso, dalle rive verdeggianti e la bianca città di Tiberiade.
Il lago è ricco di biblici ricordi; a
Nord il Giordano vi immette le sue
purissime acque e poco distante si
scorgono i resti del famoso villaggio
di Capernaum; quivi sono ancora conservate le pietre che servivano a macinare il grano; ci sono i resti d’una
casa che sarebbe stata, secondo la
tradizione, la casa di Pietro ; sulle
rive del lago Gesù scelse tra i pescatori i discepoli Pietro, Giovanni ed
Andrea; quivi fece tanti miracoli;
calmò la tempesta (ancora oggi il
lago è facilmente soggetto a tempeste improvvise); camminò sulle acque;
si scorge la roccia a strapiombo vicino alla quale il Signore si trovava
quando avvenne la pesca miracolosa
( sul luogo è stata edificata una chiesa francescana) ; più avanti ancora
una chiesa che racchiude i mosaici di
un antico tempio romano, costruito
sul luogo dove si suppone che Gesti
abbia moltiplicato i pani e i pesci. La
strada si snoda pei su di im monte che
strapiomba sul lago; non c’è vegetazione, con tante pietre rotonde e lisce
Quasi fossero messe apposta sul monte per permettere alla folla di sedersi
e ascoltare i discorsi di Gesù ; infatti
si dic,e che quivi egli pronunciò le beatitudini.
VERSO
SAFED, AKKO, HAIFA, CESAREA
Lasciamo le rive del lago e saliamo
lungo una strada tortuosa ; il lago
ad un tratto scompare e ci ritroviamo
tra i monti di Galilea, sulla via che
conduce a Safed, la città più alta di
Israele, a 800 m. d’altezza. Si tratta di
una piccola città, mezzo araba, con
case variopinte, dai vicoli stretti e
tanti bambini per le strade; l’altra
metà è ebrea, più moderna, con bottegucce, ci ricorda certi piccoli centri
d’Italia.
Al levar del sole i rabbini dicono le
loro orazioni ad alta voce mentre nelle sinagoghe piccine ma graziose, co.n
un pulpito e qualche banco, i rari fedeli recitano le preghiere. A Safed c’è
ancora una terza parte della città alquanto rinomata: le case arabe, molto antiche, sono rinnovate, tanto da
formare un villaggio lindo, graziose,
abitato dagli artisti; pittori e scultori
infatti espongono le loro opere nelle
loro case riattate e che si possono visitare.
Proseguiamo lungo la frontiera libanese attraverso distese di campi e
prati dove i contadini libanesi sono
al pascolo delle mucche oppure zappano. Arriviamo a Rosh Hanikra, sul
mar Mediterraneo, dove stupende pareti di roccia bianca come la neve affondono nel mare dai colori cangianti tra il verde e il blu cupo. Ed eccoci
in direzione di Haifa ; sostiamo ad
Akko anticamente chiamata San Giovanni d’Acri, celebre per la sua resistenza vittoriosa contro Napoleone
Bonaparte; cinta da ciclopiche mura
che costeggiano il mare, la Akko antica è popolata da arabi cristiani e
mussulmani che vivono in case antiche con viuzze strettissime e buie,
piene di botteguccie. dove gli artigiani al nostro passaggio gridano per
farci comperare tutto quello che il
loro negozietto possiede. Lungo le
strade ci sono tanti mendicanti, poveri e sporchi, che ci tirano il braccio o il vestito per avere qualche soldo e bambini di tutte le età che scorazzano scalzi e patiti.
Vicino all’antica Akko' con i suoi
mille anni di storia c’è la nuova, fuori le mura, moderna, come tante altre.
Raggiungiamo Haifa poi Cesarea.
Ammiriamo le rovine dell’antica città fortificata e del porto; fondata dai
Fenici, am-pliata da Erode il grande,
fu poi conquistata dai Crociati e per
cinque secoli fu la capitale della Palestina. A Cesarea rimase prigioniero
per due anni l’Apostolo Paolo; quivi
si convertì il centurione Cornelio
per mezzo di Pietro, e il diacono Filippo vi predicò l’Evangelo. Visitando la città noto un antico tempio romano, un acquedotto, un ippodromo
e un anfiteatro totalmente rinnovato,
che serve tutt’ora per rappresentazioni.
Nel prossimo articolo vi parlerò di
altre città e luoghi biblici interessanti, soprattutto di Gerusalemme.
Giovanna Laetsch
4
pag. 4
1® ottobre 1965 — N. 39
CACCIA
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
e
IVREA
Dante crociato
L'Osservatore Romano (20/21-9-’65) ha
riferito con rilievo il collocamento di una
artistica croce d’oro, donata da Paolo VI
e destinata alla Tomba di Dante a Ravenna,
nella cappella ove riposano le spoglie del
Poeta, nel corso di una solenne cerimonia
alla quale hanno partecipato migliaia di terziari francescani, nonché 35 arci\escovi e
vesco’V'i francescani di tutto il mondo, ’distaccali’ per la giornata dal Vaticano II.
« Il gesto del S. Padre è stato accolto con
commozione e gratitudine da parte di tutti,
autorità e popolazione, anche perchè la Tomba del più' grande poeta della Cristianità c
stala fino ad ora priva del simbolo della
Croce ».
Sicché, finalmenle, le ossa del Poeta riposano in pace; soprattutto, almeno sulla sua
tomba la Chiesa romana pone il suo segno :
« sei mio »; ennesima manifestazione, sia pur
plateale, di quel grandioso processo di rivendicazione di Valori’ umani e culturali d’ogni
genere, in cui è impegnato il cattolicesimo
contemporaneo « in stato d’integrazione ». In
questa luce, risulta problematico e preoccupante il fatto — oggettivamente vero — dì
cui si vanta L'Osservatore Romano, notando
che nessun altro quotidiano italiano, in quest’anno dantesco, ha dato pari risalto al VII
centenario della nascita di Dante.
Indubbiamente, Dante era cattolico, cattolica — ma non post-tridentina e post-vaticanai — la sua impostazione teologica; ma '
nella nostra epoca e nella nostra Italia neoguelfa rifiutiamo la aulica e celebrativa utilizzazione del ghibellino per eccellenza. Varrebbe invece la pena di prolungare e approfondire il discorso avviato dal prof. Eugenio
Dupré, alle Giornate storiche promosse in
agosto a Torre Pellice dalla Società di Studi
Valdesi, con la sua conferenza su « Dante e
l’eresia ».
Irriducibili
Un lettore ci segnala questo ritaglio del
selfimanale «Tempo )) (15 seti. '65) apparso nella rubrica « Serraglio » a firma di
Giovanni Ansaldo:
11 Concilio Vaticano II è stato — lo sappiamo lutti — una (( grande » apertura verso
i cristiani di qualunque tendenza, di qualunque setta. Che io mi sappia nella storia
della Chiesa non vi è stato Concilio cosi invitante ad una intesa con la Chiesa di Roma e così indulgente verso le interpretazioni particolari e personali del Vangelo. Se
Renan fosse stato ancora vivo, quale saggio avrebbe egli scritto, esaltante la generosità della Chiesa di Roma. E c’era da
aspettarsi che questa generosità fosse ricambiata perlomeno da un « grazie »!
Ma questo non è stato il parere del Si
nodo deUa Chiesa Valdese riunitosi di re
cente a Torre Pellice; cioè il parere del
l’organo deliberante più alto della più an
tica organizzazione eretica dell’Europa; quel
la che fu fin daU’alto Medioevo radicata
nelle vallate più alte del Pinerolese, ohe
non si è mai lasciata piegare, nè dalle minacce, nè dalle blandizie, nè dalie persecuzioni nè dalle carneficine; quella, sia detto eii passoni, che è stata rievocata con
tanta commozione dal vecchio De Amicis in
un libro che nessuno legge più e ch’è invece
il migliore libro suo: Alle porte d’Italia. Il
Sinodo della Chiesa Valdese infatti ha mostralo di essere rimasto piuttosto freddino
all invilo della Chiesa di Roma, ed è rimasto più che mai « irrigidito » sul « problemi
di fondo » teologici, che da più di un millennio separano la Chiesa Valdese dalla Ghie,
sa di Roma. Insomma : aH’invito del Concilio Vaticano II, che ha fatto sperare la conciliazione con Roma di importanti gruppi di
« separati » il Sinodo Valdese, che interpreta
il modo di pensare di qualche decina di migliaia di cristiani, ha risposto negativamente, più attaccato che mai alla sua millenaria
eresia, e specie in materia di matrimoni misti è stato molto severo : questi matrimoni
non saranno tollerati dalla Chiesa Valdese
anche se essi fossero celebrati con due riti :
quello valdese e quello cattolico.
E ad un primo momento si /esia colpiti
da questa irriducibile intransigenza dogmatica della Chiesa Valdese. Ma poi chi ripensa al passato del Valdesi nel Piemonte, a
tulle le persecuzioni crudelissime che essa
ha dovuto sopportare nel Seicento c nel Settecento si rende conto dello stato d’animo
da cui è stalo pervaso il Sinodo di Torre
Pellice. E la sua tenacia, la tenacia dei Vaidesi di restare eretici e di non ottemperare
ai pii invili della Chiesa di Roma, finisce
per piacere, si fa quasi ammirare dal punto di vista storico la tenacia di questi eretici
così inlransigenleincnle attaccati alla loro
eresia. Oh, quale « pezzo » meraviglioso la
intransigenza dei Valde.si avrebbe ispirato
ai vecchio Renan!
/Vo/i tutti hanno apprezzato allo stesso
modo questa chiarezza valdese..., e segnaliamo
questa mosca bianca. « irriducibili », sì:
« eretici »... dipende dal criterio in base a
cui si giudica!
P0MÄRETT0
Sabato 2 ottobre avrà luogo una riunione
alla Cappella del Clot, alle ore 20,30.
Domenica 3 ottobre avrà luogo il culto
d’inizio di attività alle ore 10, con la Scuola
Domenicale, catecumeni e genitori in particolare. Dopo il culto, breve lezione di catechismo dei 4 anni.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
Nel corso dell'estate la vita della nostra
comunità è continuata normaJmenle, con la
sua alternanza di gioia e di dolori, con il
consueto incontro domenicale intorno aUa
Parola di Dio. Mentre ora ci prepariamo
all imminente ripresa delle attività, ricordiamo gli avvenimenti delTestate.
La predicazione laica è stata particolarmente attiva durante quest’estate: a Ivrea.
Carema, Pont, Biella e Piedicavall-r hanno
predicato: Daniele Perini, Mario Castellani.
Sergio Do Ambrosi (vice-presidente delia
chiesa metodista). Angelo Arca, .Adriano
Longo, Renzo Turinetto. Ringraziamo di
cuore questi fratelli, che pagando di persona in tempo, denaro ed energia hanno permesso lo .sviluppo della nostra vita ecclesiastica estiva. Siamo anche molto grati al
Pastore Francesco Perronel ed allo studente
in teologia Sergio Ribet, i quali ci hanno
dato ciascuno una predicazione.
La conferenza distrettuale di fine giugno
è stata per diversi di noi una bella occasione per aggiornarci sui problemi della
chiesa : mentre la scarsa partecipazione nostra al culto di apertura è stata francamente disdicevole, parecchi membri di chiesa
hanno poi seguito con passione i dibattiti,
talvolta animati, sempre interessanti, della
Conferenza. L’unione femminile ha offerto
il thè. mentre i delegati della conferenza
sono stati ospitati tutti in famiglie della
chiesa : le famiglie ,4rca, Regali, Jalla, Marangoni, Cdisson, Tamietti, Bertin, Leuzinger. Parelio, Janin, Cossavella, Biglione. Bertarione, Ollearo hanno fornito questa fraterna ospitalità. E’ questo un segno di quella
disponibilità a collaborare con la chiesa che
è certamente uno degli aspetti migliori della comunità. La cosa è tanto più imsitiva in
quanto diverse altre famiglie avevano offer
to o.spitalità: offerta che non ha potuto es
sere utilizzata, a causa della assenza impre
vista di alcuni delegati : le ringraziamo egual
mente, prenotandole per la prossima volta
Matrimoni. Il 15 agosto si sono sposati
.Alessandro di Lriorgio e Lucia Melchiorre,
nella Chiesa di Orsara di Puglia: Alessandro di Giorgio viveva già da tempo qui ad
Ivrea (anzi, a Banchette) e fa parte della
nostra unione giovanile. Alla sposa, invece,
non ancora conosciuta tra noi, diamo un
cordiale benvenuto.
Il 28 agosto si sono sposati nella chiesa
di Courmayeur Alfredo Bonino e Giulietta
Pompele: mentre esprimiamo a questi due
giovani il nostro augurio d’una vita piena
e feconda, diamo anche qui il benvenuto alla
sposa, che da Aosta si trasferisce ad Ivrea.
Continuano con ritmo regolare e, di massima, con precisa
a suo tempo i versamenti prò erigendo tempio; purtroppo qualcuno si è un po’ dimenticato l’ordinaria amministrazione...
Luca Barratto è nato a Ivrea (ma abiterà
a Piverone). Il Salmista dice che « i figlioli
sono un’eredità che viene dall’Eterno », e
noi auguriamo alla famiglia Barratto che
questa eredità sia benedetta, ricca di gioia
per loro.
Alcuni malati, Cesarina Boglino, Flaviano Fiacconi e la signora Marangoni, sono
stati o sono ricoverati all’ospedale; con il
nostro augurio, ricordiamo a tutti che «tutte
le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio » : poiché il nostro vero bene è la
testimonianza che il Cristo ci chiama a rendere alla sua croce e .alla sua gloria, oggi in
terra e domani in cielo.
I coniugi De Vries, membri della Chiesa
riformata d’Olanda, si sono stabiliti ad
Ivrea, e la Chiesa valdese si rallegra di averli
incontrati e si augura di poter stabilire con
loro un rapporto di conoscenza e di comunione.
Trombe Evangeliche a Carema: venerdì
sera 24 settembre una sessantina di tromhetlieri ¡.Tovenicnli dalle Valli valdesi hanno
offerto alla t>opolazione di Carema un saluto musicale. Alla riunione, che ha avuto
luogo aU'aperto con successo, hanno partecijralo i pastori Er.rico Geymet. Lorenzo Rivoira e Cipriano Tourn. Ringraziamo di cuo.
re tutti questi liatelli per la loro presenza.
MASSEL
11
luglio la nostra comunità s‘ è raccolta prima del culto per il funerale di Giosuè Poris, tragicamente deceduto a Campo-laSalza.
Sabato 21 agosto nella sala del Reynaud
»1 sono uniti in matrimonio Itala Pons di
Campo-la-Salza e Hans Rudolph: alla nuova coppia, trasferita in Germania, il nostro
fraterno augurio.
Domenica 5 settembre è stata battezzata
Daniela Tron di Salza : possa la comunità
seguire con amore e preghiera i suoi bambini.
Ringraziamo il past. Guido Mathieu e il
missionario Roberto Coisson per i loro messaggi nei culti delle domeniche 18 luglio e
29 agosto.
La Scuola domenicale riprenderà domenica 3 ottobre con la partecipazione dei barn,
bini al culto del mattino; le lezioni riprenderanno domenica 10 alle ore 9 nella sala
del Reynaud.
E’ iniziata la raccolta delle patate per i
nostri Istituti: tutti coloro che vogliono parteciparvi sono pregali di recare le loro offerte al presbiterio.
BIELLA
Durante il periodo estivo, ormai concluso. 1 attività della comunità a Biella ha subito la solita stasi. 1 culti domenicali sono
stato occupato da vari predicatori : Franco
Benecchio, Mario Castellani. Giorgio Gruglietto, past. Grate Achenbach. E. Long dì
Novar.i. Sergio Margara di Vercelli, oltre al
past. Jncelli.
L'attività di Biella si è spostata invece a
Piedicavallo. Per i numerosi villeggianti
evangelici e per i numerosi curiosi e simpatizzanti, la chiesa ha funzionato dalla prima domenica di luglio alla prima di settembre. il pastore ha potuto trascorrere un
breve periodo con la signora lassù ed ha
constatato la possibilità di svolgere un buon
lavoro in questo periodo di vacanze estive.
Di solilo i frutti del nostro lavoro non sono
visibili, tuttavia possiamo dire di aver raccolto anche qualche fruito concreto dall’opera del periodo di attività trascorso.
I culti a Piedicavallo sono stati presieduti
da Giorgio Gruglietto, Riccardo Rabaglio,
Angelo Arca, il P. L. Cornelio Deivecchio
di Vintebbio, il P. L. Jorini Toninelli di
Milano, la past. Achenbach, Adriano Longo
ed il pastore. L’amico Toninelli si è anche
assunto l’incarico, come già l'anno passato,
di organizzare le riunioni serali che si sono
protratte durante tutto un mese: sono state
occasioni di dibattito e soprattutto di contatto con i giovani villeggianti che talvolta
intervenivano numerosi e interessati.
Libertà
e libertà
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
religiosa
delTuomo
do attuale. Se accettiamo, come accettiamo,
il principio che le concezioni religiose influiscono sulla vita pubblica, una completa separazione e incomunicabilità tra religione
e società civile diviene assolutamente impossibile ».
Una via
di soiuziona
« Tali tensioni possono essere -uperate e
ridotte a un ’dialogo’ fruttuoso solo nel contesto generale di tutte le libertà umane (...).
Tra gli uomini vi sarà sempre un pluralismo
ideologico, religioso, filosofico, o di altro genere, e tale pluralismo crescerà in rapporto
al dìiFondersi dell’istruzione nel popolo. Un
miglioramento potrà verificarsi nel modo con
cui le diverse ideologìe si affrontano; e vi
è un solo modo civile di farlo : il pieno rispetto reciproco dei fondamentali diritti dell'uomo »; ed è evidente « la precarietà delle
garanzie date per la sola libertà religiosa (nel
vecchio senso di libertà di coscienza e di
culto) quando siano conculcati o negati gli
altri fondamentali diritti dell’uomo ».
« Non crediamo perciò che la soluzione
del problema della libertà religiosa possa ricercarsi al giorno d’oggi nella tolak incompetenza dello Stato in materia religiosa e nel.
la completa separazione tra religione e vita
civile. Al contrario la libertà religiosa deve
essere incorporata, per lini pratici e giuridici, neirintero problema delle libertà umane e nel programma formativo di un gover
TORRE PELLICE
Un riuscito concerto
di fanfare evangeliche
Sabato sera 18 c. in. la Comunità di Torre
Pellice ha avuto la gioia di accogliere nel
Tempio, un folto gruppo di trombettieri provenienti dal Baden e dalia Westphalia. accompagnati da 3 direttori: il Maestro E. Sto.
ber. simpaticamente conosciuto nelle nostre
Valli, che egli visita ogni anno, manifestando ovunque la sua solidarietà cristiana il
M® W. Bisseoker e il W. Benz.
Erano con loro, un rappresentante del
Console germanico di Torino ed un pastore
di Berlino colle rispettive consorti, i trombettieri di Villar Perosa. Pomaretto, Angrogna, Villar Pellice. S. Giovanni ed il primo
nucleo di Torre Pellice. formalo dai simpatici giovani fratelli Enrico e Rolìcrto Charbonnier. In un’atmosfera di amore fraterno,
si sono alternati canti dell’Innario, letture
bibliche ed esecuzioni dei trombettieri. La
preparazione del gruppo valdese ha dato risultati veramente degni del massimo incoraggiamento e della speranza che questa attività iniziata da poco sì estenda ad altre comunità delle Valli. Ci è nota la competenza
musicale, l’abilità e l’innata predisposizione
dei nostri amici tedeschi a questo genere di
musica che ha avuto nel 600 e ^00 particolarmente, grande diffusione e popolarità. Il
Pastore Sonelli con appropriate parole ha
espresso la riconoscenza della Chiesa verso i
nc»?trì fratelli che fedelmente anno dopo anno
visitano le Valli ed altre Chiese d’Italia portando il loro messaggio cristiano; ed accennando al fatto che l’incontro abbia avuto
luogo a poche settimane dalla celebrazione
annuale della Riforma ha sottolineato la riconoscenza di tutto il popolo valdese verso
il grande riformatore Martino Lutero che al
primo impulso evangelico di Pietro Valdo
ha aggiunto una salda consistenza teologica,
invitando ognuno dei presenti alla testimonianza ed alla fedeltà al messaggio della Riforma, più che mai importante oggi in un
clima di crisi e dj grande conformismo.
Un piccolo Iratlenimenlo alla Foresteria
ha chiuso In atmosfera di allegria questa
bella serata. Ringraziamo vivamente l’organizzatore di questo incontro, il pastore E.
Geymet. Lina Varese
I brani eseguili appartengono a] repertorio (li composizioni originali per ottoni, scrii,
te ;.Tcl 600-700 e si distinguono t)cr lo stile
adattato alle proprietà degli strumenti a fiato. stile sobrio, incisivo, con effetti di particolare efficacia.
Sono stale eseguile musiche di H. L.
Hassler, dì H. Schulze e la Suite n. 3
di Praelorius, il grande musico e teorico del
600 tedesco che alla tecnica aggiunge una
profonda musicalità ed eccelle nel continuo
mutamento dì ritmo c dì tonalità, creando
quadri di contrastanti colori. Inoltre a conclusione del programma 2 composizioni per
2 cori, esse sono una Intrada » con Corale
dì Weber (non il Weber deli’800) ed una
« Canzona » del nostro grande Frescobaldi
(1583-1643) veramente polente ed ardita se
si considera l'epoca della sua apparizione
quando Tarmonia si era appena liberata dalle forinole prettamente gregoriane e si avviava verso un'evoluzione rivoluzionaria di
nuove direttive sonore. F. R.
ATTIVITÀ’ MISSIONARIA - La se
duta inaugurale del nuovo anno di attività delle Società Missionarie, avrà
luogo domenica 3 ottobre alle ore 15
nelTAsilo. Tutti sono cordialmente invitati.
no responsabile, rispettoso dei diritti fondamentali. (...) Le istituzioni sia politiche che
religiose possono e debbono essere separate,
non già i supremi interessi umani nel medesimo uomo e nella medesima comunità.
Ecco perchè la via giusta per diminuire e
persino risolvere le presenti tensioni ideologiche dovrebbe preferibilmente ricercarsi nel
pieno rispetto e nell’osservanza di tutti i diritti umani di libertà dì pensiero, di coscien.
za, di manifestazione, dì riunione, di associazione, alfinchè ogni cittadino possa dare
liberamente il suo apporto (sia esso o meno
basato su concezioni religiose) alla vita della
intera comunità nazionale ».
Uazione deiia
comunità dei credenti
neiia vita poiitica moderna
Finché si intende la Chiesa come potere
istituzionale, è doverosa una netta separazione fra Chiesa e Stato. Ma se si intende la
Chiesa nel retto .senso di comunità dei credenti, allora essa « ha molto da dire nel cam.
po della vita politica, operando in due modi
diversi ».
« In un primo modo, perchè le concezioni
religiose frequentemente implicano la necessità di fare una scelta in ordine a molte questioni politiche. Per fare solo qualche esempio, si pensi al diritto di far la guerra, o a
quello di usare le armi atomiche; all’uguaglianza delle razze e all’uguale diritto per
tutti gli uomini alle libertà umane; al diritto d'indipendenza per tutti i paesi c al
diritto di darsi liberamente un governo: e
alle fondamentali libertà umane di pensiero, di opinione, di manifestazione, di associazione e circolazione: al diritto dei genitori di educare i propri figli, ecc. ecc. In
questi e in molti altri casi la comunità dei
credenti ha il diritto e il dovere di manifestare le proprie concezioni fondate sulla rivelazione della Parola di Dio. che la Chiesa
deve proclamare ».
i( In un secondo modo la comunità dei
credenti può e deve intervenire ncdla vita
polìtica in quanto i suoi membri sono anche
cittadini e quindi possiedono, individualmente e collettivamente, il diritto di partecipare
alle attività polìtiche del loro paese e di pròclamare le loro convinzioni nelle questioni
polìtiche, quali che esse siano, fondate o meno su una fede religiosa ».
Gli Stati moderni sono spesso, e sempre
più « dominati da una potente forza ideologica che, come abbiamo detto, si jione come
sola componente nella formazione cleU’insieme della comunità umana in ogni suo aspetto » (...); i vari strumenti formativi della
opinione pubblica che normalmente assicurano il regolare ‘processus* democratico, cedono gradualmente di fronte al potere e alla
influenza sempre crescente di uno Stato otinipolenle e onnipresente (...). In tali circostanze la Chiesa (cìcf' la comunità dei credenti) rimane runica voce indipendente, capace di dichiarare senza timore quali sono
i princìpi su cui si fonda la comunità umana, incurante che questi principi siano o
meno graditi ai gruppi che detengono il potere. Può perciò accadere che in casi estremi la Chiesa si presenti come Fultimo baluardo della libertà (...): persino nei casi in
cui vi è ancora un ampio grado di libertà,
la Chiesa è spesso l'unica forza sociale che
veda con chiarezza l'imporlanza della società
laica e valuti gli assunti morali e polìtici in
cui tale società confida (...). Libera dalle
farraginose minuzie della vita politica, la
Chiesa può meglio indicare e porre in evidenza quali sono i principi fondamentali che
debbono guidare la comunità umana nel suo
normale sviluppo ».
« Se nel corso dei secoli è accaduto che le
Chiese, in quanto istituzioni, hanno spesso
perduto di vista il principio della libertà, è
ora tempo per la Chiesa di rinnovare il suo
interesse per la libertà, non fosse che per
dare un apporlo idoneo allo sviluppo della
libertà nella società civile. Senza dubbio que.
sto è il senso espresso dalla dichiarazione
dell .\s.s-emhlea di Nuova Delhi del Consiglio
Ecumenico delle Chiese: "Sta alle Chies(\
riconoscendo la loro passata carenza a questo riguardo, di svolgere nella loro \ ita e a
mezzo della loro testimonianza il compito
indispensabile di promuovere raltuazion*
della libertà religiosa per tutti gli uomini" ».
Condensato da CARRILLO DE ALBORNOZ: Libertà religiosa e libertà
delTuomo, in « Protestantesimo » 3-6.5.
pp. 152-161.
GIOVANNI MIEGGE - La liberté religieuse. Delachaux-Niestlé. Neuchâtel - Paris, L. 620.
C. MURRAY, E. SCHILLEBEECKX,
A. LIEGE, esperti al Concilio, e A
CARRILLO DE ALBORNOZ, del
Consiglio ecumenico delle Chiese,
La liberté religieuse, exigence spirituelle et problème politique. In appendice documenti del C.E.C. Editions du Centurion, Paris 1965,
L. 2.240.
Protestantesimo
e spiritualisme
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
¡(ieülogie ’moderne’, l’he, sorte nel
periodo dell’illuminismo, sono generalmente considerate come un
portato del protestantesimo; e significa liberare il problema dei rap|>orti tra il protestantesimo e il cattolicisnio dalle false antitesi, che sono
il frutto della contaminazicne del
protestantesimo con rilluminismo ».
Tanto scriveva Miegge nel ’41. In
parte (juesto è ancora vero; m.i in
parte era già vero nel ’41 e molto
più ei sembra vero oggi che cc iili a]iporre il protestantesimo allo spiritualismo significa anclie libenMe i
rapj)orti del proteslantesimo coi cattolicesimo da false affinità. Abbiamo
letto recentemenie sulla « Stampa »
di Torino che Alberto Scliwcitzer
è stato un precursore delTecumenismo, per la sua mancanza di irrigidimenti confessionali. Onesta immagine di un credente larvatansentp
spiritualista o, almeno, che si ¡niò
definire tale con una buona approssimazione, non è forse quell.'! .die
in questi anni ci si j)rospetla ame
« uomo ecumenico » per eccelleuza?
Non si può aggiungere con una certa tranquillità lo spiritualisma al
cattolicesimo e al modernismo, nella condanna di Barili sui tentativi
di scavalcare la assoluta Signoria di
Dio per instaurare una larvata signoria delTuomo? Non è un mistero per nessuno che la piattalurma
di consenso che il cattolicesimi > ritiene di trovare non solo coi « fratelli separati ». ma .anche con !■• religioni non cristiane, si può facilmente identificare con una certa
sorta di spiritualismo. L’opuscolo
di Miegge ci è oggi utile pei ricordarci che un tale tipo di ecumenismo si situa al di fuori di una confessione di fede riformata; in ultima analisi, al di fuori delle pro-p.“ltive della Parola di Dio, per fedeltà
alla quale sono ancora necessari irrigidimenti confessionali nella nostra fede e nel nostro ecninen isnio.
Claudio Tkon
COLLEGIO VALDESE
DI TORRE PELLICE
L’inaugurazione dell’anno scolastico avrà luogo il giorno venerdì l‘> ottobre 1965 nelTaula sinodale della Casa Valdese, alle ore 15. La prolusione
sarà tenuta dal prof. Gino Costabel.
Gli amici del nostro istituto sono cordialmente invitati.
avvisi economici
CERGASI personale co» capacità <lir('Itivc
per pensionati femminili, [.ocalìtà diverse.
Scrivere : Claudiana . Torre Pellice.
CERCASI per Sede Roma aiuto uHicio possibilmente conoscenza francese inglese.
Scrivere: Claudiana - Torre Pellice.
FAMIGLIA signorile cerca per Milano luitufare esclusi stiro servizio tavola e lavori
pesanti. Scrivere Generale Sella - Saluzzo Tel. 0175-2280.
FAMIGLIA inglese senza bambini cerca per
15 Ottobre ragazza « au pair ». Minimo
permanenza 1 anno. Scrivere Mrs. Medway
189 Beehive Lane . Redbridge ILFORD
Essex Inghilterra.
VAL PELLICE . alt. 1100 lu. . Vendesi casa
4 stanze, strada, luce, acqua potabile. Scrivere: Claudiana V. P. . Via Principe
Tommaso 1 - Torino.
VAL PELLIGE - alt. 1100 m. - veiidesi casa
2 stanze, garage, strada, luce, acqua potabile. Scrivere: Glaudiana V. P. . Via Principe Tommaso, 1 . Torino.