1
^ ^
9
i|fs|lfeps'
ECO
Spitt.
Biblioteca Vallea®
Í«-
(Tof irto)
r'^^-v
T0!^SS BELLÎCS
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Arni. LXXXVII - N. 38
Una copia Lp 30
ABBONAMENTI
>
Eco: L. 1.000 per l’intemo
L. 1.500 per l’estero
Eco e La Luce: L. 1.500 per Tintemo | Spediz. abb. posule - Il Grappo
L. 2.000 per Testerò | Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 9 Agosto 1957
Ammiri Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
MALGRADO L’EDITTO DEL 1686
Come fu risparmialo il Tempio ili Proli
In questi mesi, in cui si agita il progetto della costruzione di un nuovo
tempio a Frali, mi pare interessante
rivedere, sulla scorta di documenti
storici, le ragioni, per le quali il vetusto tempio di Ghigo, unico fra tutti i
tempi Valdesi, potè sottrarsi alla demolizione eseguita durante la funesta
crociata franco-lsabauda dell’ anno
1686.
Costruito nel 1556, agli albori dell'alTermazioiie protestante nelle Valli
Valdesi, il tempio di Frali potè assai
facilmente sfuggire alle devastazioni
delle persecuzioni scatenate contro i
Valdesi dal Conte della Trinità (1560l'^òl). da Carlo Emanuele 1 nel 1624.
dal Marchese di Fianezza durante le
famose ’’Pasque P'ìenumtesi” (1655),
perchè in questi anni il teatro della
guerra rimase limitalo alla Valle del
Fellice e della Ferosa e solo fugacemente la persecuzione infierì nell’alta
Valle della Germanasca. Inspiegabile,
quasi miracolosa, sembra invece la
sua sopravvivenza nell’anno 1686, dopo che l'editto del 31 gennaio ebbe intimato ai Valdesi di demolire con le
pii'prie mani lutti i loro templi e dopo
che
la cruenta persecuzione dell’aprile
c del maggio ebbe spogliato le Valli,
riempito i villaggi di stragi e di rovine
e cancellato - pareva per sempre
ogni traccia di culto valdese nelle Valli del Fellice, del Chisone e della Gernra nasca.
!n quest’anno la demolizione dei
templi, che i Valdesi avevano rifiutato
di compiere con le proprie mani, fu
sistematicamente ed inesorabilmente
eseguita, non solo dalle truppe ducali
e francesi, ma da appositi reparti di
minatori, inviati ad affrettare la lenta
opera del piccone con il brillamento
di potenti mine.
Lo storico Giovanni dalla afferma
che il tempio di Ghigo fu risparmiato,
affinchè servisse ai pastori che frequentavano quei pascoli montani. Fuò darsi che. nel primo momento, il fanati
smo religioso suggerisse, in dispregio
del culto valdese, di trasformare il
tempio eretico in un comodo asilo di
pastori e di greggi. Ma in pratica le
cose andarono assai diversamente, come dimostrano i fatti ed i documenti,
che citeremo.
Ai primi di maggio di quell’anno
fatale si trovava a Frali il marchese di
Farella, comandante generale della
fanteria ducale. Vi era stato mandato,
alla testa del Reggimento delle Guardie e di uno squadrone di dragoni appiedati, con l’ordine di valicare il Colle Giuliano e di prendere alle spalle
gli ultimi difensori Valdesi trincerati
sulle alture del Villar e di Bobbio,
mentre tre altri corpi armati li avrebbero contemporaneamente assaliti di
fronte e sui fianchi nella Val Fellice.
Il Marchese di Farella, uomo d’intuito pratico e di sentimenti assai umanitari, vide non solo il pericolo ed il
danno, che lo scoppio delle mine
avrebbe potuto cagionare alle migliori
case assiepate intorno al tempio, ma
anche l’utile impiego che si sarebbe
potuto trarre dalla conservazione dell’edificio. Ferciò quando giunse a Frali, con un drappello di minatori, il capitano Reale per eseguire l’abbattimento del tempio secondo l’ordine del
Duca, il Farella ebbe l’ardire di farne
sospendere l’esecuzione e di esporre al
sovrano i motivi, che, secondo lui,
sconsigliavano l’abbattimento del tempio, sia con mine sia senza mine. Infatti il 4 maggio così scriveva al duca :
« ...11 vient d’arriver le capitaine Real
des mines avec una lettre pour Mr de
Gatinat (Catinai) pour faire sauter les
temples. Le mesme Mr de Gatinat est
tousiours vers Macel et Balsilie avec
les troupes de Sa Mayesté. Je lui envoyerai le mesme Capitaine et mineurs et en passant ils pourront faire
sauter ceslui de Rodoret: car pour
ceslui de Frali, estant au milieu et serré dans les meiglièurs maisons, il landra l’abatre pour ne pas ruiner les
VILLAR PELLICE (Inverso)
Parleranno :
Pastore ALDO COMBA - Messaggio biblico
» DAVIDE CIELO - Messaggio dell’Evangelizzazione
Prof! ATTILIO JALLA - Messaggio .storico
PIAN DEL OOULET (Pramollo)
Parleranno :
Pastore A. GENRE - Messaggio biblico
» P. BOSIO - Messaggio dell’Evangelizzazione
» T. BALMA - Messaggio storico
Si pregano i primi arrivati di prendere posto vicino al palco degli oratori. Durante lo svolgimento del culto si prega di osservare, specialmente
alla periferia, religioso silenzio. Non
si buttino rifiuti per i prati. Verranno indicati appositi luoghi di raccolta
dei rifiuti.
La colletta sarà a favore dell’opera
di testimonianza evangelica in Italia.
La raccomandiamo vivamente alla
generosità degli intervenuti.
Funzionerà un servizio di buffet
A VILLAR PELLICE
La festa del 15 agosto avrà luogo
all’Inverso Buffa nei prati del Castagneto ai quali si accede direttamente
da Via Fourca. Si raccomanda alle
macchine di osservare il senso unico,
arrivando da Via Fourca e ritornando dai Cognetti.
Verranno organizzati alcuni servizi
di posteggio per macchine, motociclette e biciclette.
Alcuni giovani incaricati del servizio d’ordine, saranno a disposizione
del pubblico per prestargli tutta l’assistenza necessaria.
Un servizio di buffet ricco ed abbondante cercherà di soddisfare tutte le
esigenze degli Ospiti.
Funzionerà pure una pesca generosa col doppio intento di recare soddisfazione ai pescatori e aiuto all’istituzione del Castagneto.
In caso di pioggia verrà organizzata al centro la possibilità di accogliere nel modo più confortevole possibile tutti i coraggiosi che oseranno
sfidare il cattivo tempo.
maisons par le mine. Les pioniers fuiront cela, si V. A. R. l’ordonne. Mais
les missionnaires souhaiteroient fort
que le temple et la maison du ministre. qui est attachée, restasse pour eux ;
en effect ce seroit une très belle église aisé à défigurer avec très peu ou
sans dépence, une fort belle cloche attachée et tout le nécessaire dans un
fort beau poste au miglieu des maisons. Et véritablement je dois dire à
"V. A. R. que ce lieu mérite quelque
différence et conservation par toutte
considération de sa situation et conséquences et de plus V. A. R. a desia la
plus part des famiglies entre les mains
et sont bonnes gens et laborieux ;
quoiqu’il en soit, qu’il veuglie le faire
habiter par d’autres, il faut conserver
les maisons et faire une église: c’est
pour quoy j’attends ses ordres là dessus... ».
L’intervento tempestivo del Farella
e le istanze dei Fadri Missionari trovarono buona accoglienza alla Corte
ducale, e sono la vera causa per cui il
tempio di Ghigo fu risparmiato nella
generale demolizione delle chiese vaidesi avvenuta nell’anno 1686.
Benedetto e riconsacrato, esso servì
in quell’anno e negli anni seguenti come luogo di culto per i pochi cattolizzati della valle e per i nuovi coloni
cattolici, che furotto mandati a ripopolare ed a coltivare quelle terre. La
Cappella di S. Giovanni Battista, che
i Fadri Cappuccini avevano riedificato a 'Villa di Frali, perdette gran parte della sua importanza, come troppo
eccentrica e trasandata rispetto al
tempio di Ghigo, solidamente costruito e situato nel mezzo dei villaggi più
popolati.
Ne troviamo conferma nella Relazione, che ci lasciò il Fadre Sebastiano
Valfrè, il quale nell’estate del 1687,
per ordine del duca e dell’Arcivescovo
di Torino, visitò minutamente tutte le
valli già valdesi, per constatare lo stato delle chiese e della fede dei nuovi
coloni cattolici e per suggerire gli opportuni provvedimenti.
Dice la Relazione: « Foscia mi sono portato a Villa(r) di Frali, dove vi
è la cappella di S. Giovanni Battista
fatta fabbricare dai Cappuccini coll’aiuto avuto da S.A.R. ed altre limosine. Foscia sono andato a Ghigo,
quartiere di Frali, dove è ancora in
piedi un tempio delli eretici, benedetto, perchè serve ai cattolizzati. Ivi vi
è la missione de’ Cappuccini. Il tempio benedetto è assai capace, ma sì
detto tempio, che la cappella di S. Giovanni Battista sono sprovveduti di paramenti ».
I nuovi abitanti cattolici di Frali,
aU’atto dell’acquisto di quelle terre, si
erano impegnati, come quelli delle altre comunità delle Valli, ad edificare
sul luogo, a proprie spese, una chiesa
ed una casa per il parroco od il curato. Ma nel 1687 la promessa non era
ancora stata mantenuta, sia per la povertà della popolazione, sia per una
sorda rivalità che esisteva tra le due
borgate di Villa e di Ghigo.
Dice infatti la Relazione citata:
« Vi è qualche disparere tra quelli di
S. Giovanni Battista e quelli di Ghigo.
Vorrebbero questi che ivi si facesse la
chiesa parrocchiale, ed in vero il luogo pare più propizio per esser Ghigo
circondato da varie borgate. Vorrebbero quelli della Cappella di S. Giovanni Battista che in tal luogo si facesse, essendovi già il cemeterio : pure
si rimettono ai Superiori ».
Durante la controversia il tempio
valdese di Ghigo continuò pertanto ad
(continua in 3.a pagina).
Una bella festa in famiglia
I coniugi Emilio e Adelaide Long (al centro) - Ferdinando e Lidia
Bounous (alle estremità). (Poto Ribba - S. Germano Chisone)
Qualche passo innanzi
La settimana scorsa è stata una
settimana intensa, al Parlamento,
quasi che i deputati volessero avere
il cuore in pace, alla chiusura dei
battenti di Montecitorio. Mentre sono sciamati qua e là a godersi (por*
chè no?) le meritate vacanze, cerchiamo di fare il punto di queste ultime
giornate di lavori.
Anzitutto, sono stati approvati a
glande maggioranza, dopo lunga e
movimentata discussione, i trattati europei per il Mercato comune e TEuratom, concordati a Roma nel marzo scorso dai delegati dei paesi della
« piccola Europa ». Se ne è già molto
parlato, entusiasticamente o con
scetticismo. Illusorio, certo, sarebbe
affermare; l’Europa è fatta! ci vorranno comunque anni prima che questi trattati, che regoleranno la vita
economica d’insieme di tutta l’Europa occidentale, entrino pienamente
in vigore, e durante questi anni molte difficoltà dovranno esser superate
e la volontà d’unione dei paesi sara
messa severamente alla prova.. _ D’altra parte è indubbio che Tawenimento ha un’importanza fondamentale e
— come ha affermato Pella nel discorso conclusivo — potrà dare la sua
impronta alla storia dei prossimi anni Il fattore economico ha assunto
un’importanza sempre maggiore nella vita associata e nei problemi che
essa pone : è dunque un passo essenziale quello compiuto verso un’unificazione economica, anche se ancora
su scala ridotta ed in un ambito territoriale limitato. E’ stato infatti sa
lutato come un tentativo veramente
positivo di passare dalle teoriche affermazioni di volontà di unione, da.le Uriche e spesso retoriche dichiarazioni per la pace, che risuonano nelle
cittadelle delle Nazioni Unite, ad uno
sforzo certo meno ambizioso ma piu
solido e fecondo di attuazione pratica. Se popoli diversi e forse profondamente divisi riconosceranno in
questa coordinazione un vero bene comune, certo un passo sarà stato fatto
di quei tentativi (quando mai è risultata stabile un’azione costruita sulTinteresse?), aUa loro ragionevolezza
( quando mai la « saviezza » degli uomini ha avuto l’ultima parola?), e si
dice: Vedete come sarebbe conveniente mettersi d’accordo? — la Chiesa è
portatrice della buona notizia : voi
siete riconciliati, voi siete un popolo
solo: si tratta di vivere attivamente
come tali. Ogni sforzo di unione assume aUora un senso ed una concretezza totalmente nuovi.
Dinanzi a questi fatti il cristiano
non ha alcun diritto di essere scettico, trincerandosi dietro un senso di
superiorità di questo tipo: solo il Cntianesimo unisce ! La verità deli Evangelo è, sempre, una verità che si
incarna, ed il cristiano può riconoscere nelle incerte, parziali realizzazioni degli uomini un segno delTattuarsi dell’opera di Dio, negli
sforzi di unificazione una parabola
della riconciliazione voluta da Dio
per il nostro mondo. D’altra parte
TEvangelo ci costringe alla vigilanza,
affinchè non venga confuso il segno,
la parabola, l’indicazione, con la realtà indicata, la nostra pace con la pace di Dio, la nostra unione con la riconciliazione in Cristo. Mentre si fa
per lo più appello alla utilità pratica
Sul piano nazionale, la Camera ha
cominciato ad affrontare la complessa questione dei patti agrari che dovranno regolare tutta la vita e l’economia agricola italiana. Il problema
su cui ii Parlamento si è trovato e
si troverà a lungo diviso è in fondo
quello del valore della proprietà, nei
vincoli costituiti dai contratti fra
proprietari e fittavoli o mezzadri.
Mentre le destre e buona parte del
centro, pur riconoscendo la necessità
di una regolamentazione, sostengono
il pieno diritto alla proprietà cioè a
disporre pienamente della propria
terra, le sinistre vorrebbero che questo fosse così limitato da ridurlo, in
fondo, a qualcosa di molto teorico:
fittavoli o mezzadri diventerebbero
più o meno inamovibili. Questa questione non è forse molto sentita aUe
Valli, ed in generale nella maggior
parte del Nord; ma è d’importanza
fondamentale per tante regioni d’Italia in cui la lotta contro il latifondo ha già portato i suoi frutti, ma è
hen lungi dalTaver estirpata la piaga.
Proprio come cristiani non abbiamo
il diritto di disinteressarci di ciò che,
forse, non ci tocca direttamente; la
nostra fede dovrebbe strapparci a
questo così diffuso spirito di campanile, che fa del nostro paese il nostro
orizzonte.
Se questa questione, che sarà lungamente dibattuta nei suoi particolari. non ha ancora trovato una soluzione, si è però già avuta una realizzazione su un aspetto del problema
agricolo : l’assistenza previdenziale
affa classe contadina. Il Parlamento
ha approvato alla quasi unanimità
(spettacolo meraviglioso!) il progetto
di legge sulla pensione ai contadini.
Se, com’è sicuro, il Senato approverà
anch’esso la legge, alla ripresa autunnale, a partire dal 1 gennaio 1958 gli
agricoltori potranno godere della pensione, gli uomini al di sopra dei 65, le
donne al di sopra dei 60 anni, purché abbiano versato un numero minimo di contributi. Ci rallegriamo yivamènte di questo nuovo passo innanzi dell’attività assistenziale nel nostro paese, e diamo atto con riconoscenza dell’opera dell’attuale legislatura.
Gino Conte.
2
L’ECO DELLE TAUJ VALDESI
ttttt:
TT
I
"Non giudicate,,...
Cristo, il discorso sul monte (Matteo 7, 1 e Luca 6, 36)
Ordine, anche questo, di Cristo, e,
anche questo, ordine da noi costantemente violato: persone o cose, fatti
od opinioni, quasi fossimo degl’infallibili dèi, dei giganti d’una superiore
autorizzata mag^istratura, noi sindachiamo e giudichiamo tutto e tutti,
e, come « Carón dimonio », nell’Inferno dantesco, noi giudichiamo e
mandiamo secondo che crediamo,
con una superflcialità che nulla ha
che fare con l’occhio demoniacamente indagatore degli dèi superni o delle potenze sataniche degl’inferni. Noi
giudichiamo alla cieca ed alla cieca
ripetiamo i, forse erratissimi, giudizi altrui su tutto, ma quel che è peggio, su tutti!...
E se questo facciamo è anche perchè, per converso, ci sentiamo e sentiamo che siamo del continuo giudicati forse assolti, ma più spesso condannati, o per lo meno criticati o calunniati, da tutti... o quasi!...
E’ vero che ai giudizi altrui ci
teniamo... se sono buoni; ma guai se
essi offendono le nostre umane dignità!... Se non sono giudizi lusinghieri
ce la prendiamo con chi li ha espressi
e, volere o no, diventiamo nemici (implacabili nemici, anche!) di loro tutti. Se invece sono giudizi lusinghieri ne siamo inorgogliti e col nostro
stesso orgoglio, o per lo meno con la
nostra palese e palesabile soddisfazione, spingiamo chi li ha fatti a continuare nella via del giudicare, del
trinciare giudizi a vanvera. Poco
importa a noi se, verso gli altri, saranno favorevoli o no, sereni o interessati. Così si attua la nostra connivenza’con chi va pettegolando e giudicando altrui con una sufficienza e
sicumera degne certo di miglior causa. Così approviamo, e fors’anche seguiamo, coloro che vanno violando
l’ordine perentorio di Cristo ai suol
discepoli: «Non giudicate!», ordine
ripetuto energicamente da San Paolo nell’Epistola al Romani (14: 13)
con questa netta esortazione : « Smettiamo dunque dal giudicarci gli uni
gli altri ! ».
...
Talora giudizi che sentiamo non sono chiaramente a noi diretti, ma li
supponiamo tali, li guardiamo come
piccole insinuazioni, o come voci calunniose che cercano di toccarci o di
nuocere a noi, ai nostri affari od alle
relazioni con i nostri cari, con i nostri
amici, con i nostri ambienti. Insamma noi paventiamo gli umani giudizi,
perchè la nostra « coscienza » non « ci
assicura », perchè non portiamo « l’usbergo del sentirci puri ». Se veramente fossimo dei « puri di cuori », con
Dante noi potremmo esclamare: « Non
ti curar di lor, ma guarda e passa! ».
_ Ma il cristiano non è nè un insensibile, nè uno stoico, nè uno scettico.
Il cristiano sente, e deve sentire, che
il « bruscolo » c’è, e ci può essere dovunque. « Chi dice di essere senza peccati fa Dio mentitore e la verità non
è in lui ». Questa parola evangelica ci
fa sentire che il peccato è sempre in
agguato « come un leone ruggente » ;
che l’implorazione a Dio di « non lasciarci cadere in tentazione », od anche di « non esporci » impunemente
ad essa, è veramente e sempre altrettanto attuale quanto quella del « darci OGGI il pane quotidiano ». Il bruscolo c’è, quello che occorre è di confessare che c’è; e che quello altrui
non è più trave del nostro. Smettiamo da tali deformazioni! Non giudichiamo!...
• * •
Chi giudica, condanna; chi condanna, non perdona; chi non perdona,
non ama; chi non ama viola il Sommario stesso della Legge: «Ama il
Signore... Ama il tuo prossimo come te
stesso », Se amassimo il nostro prossimo come noi stessi, ci sentiremmo
noi capaci di lanciare contro chiunque voci malevoli, insinuazioni maligne, calunnie o, se volete, verità che
è meglio tacere?... L’uomo buono, secondo Cristo stesso, non fa così.
«V’uomo buono, dice Cristo, dal buon
tesoro del suo cuore reca fuori il bene; l’uomo malvagio, invece, dal malvagio tesoro del suo cuore reca fuori
il male». Chi dice o divulga sull’altrui conto chechessia di male è ispirato dal maligno. Egli vede nell’occhio
altrui un bruscolo e ne fa una trave,
mentre non vede la trave che offusca
l’occhio suo e si erge a critico, a giudice. « Ipocrita », gli grida Cristo,
«trai prima dall’occhio tuo la trave.
COMUNICATO
La Tavola Valdese proclama la vacanza del posto di titolare della Parrocchia di Pomaretto.
La nomina del nuovo titolare dovrà farsi a tenore degli articoli 12,
13, 14, 15, 24, e 25 dei Regolamenti Organici.
Il Moderatore
Achille Deodato
Torre Pellice, 5 Agosto 1957
ed allora (solo allora) vedrai bene,
solo allora ci vedrai abbastanza per
trarre il bruscolo dall’occhio del tuo
fratello! ».
Solo allora, se le circostanze ci spingeranno a doverlo fare, solo allora potremo giudicare. Solo quando ci sare^
mo sentiti più peccatori di colui che
non oseremo condannare, solo quando
l’amore e il perdono supereranno in
noi l’impulso alla critica ed alia condanna, solo quando la pietà uer il peccatore ci farà gridare, come il purissimo Cristo davanti alla donna peccatrice: «Neppure io ti condanno!... solo allora potremo giudicare, e Dio in
noi griderà: «IO VOGLIO MISERICORDIA E NON SACRIFICIO! », solo allora la condotta di Cristo nel
mondo ci ammonirà : « IO NON SONO VENUTO PER GIUDICARE, MA
PER SALVARE!» e si salva perdonando, perdonando « settanta volte
sette!...» «Non condannate, dice Crito,c non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati».
Silvio Pons
COMCMICATO
Il Corpo Pastorale della Chiesa Valdese è convocato in seduta ordinaria per
MARTEDÌ’ 20 AGOSTO
alle ore 10
nell’Aula Sinodale della (2asa
Valdese - Torre Pellice.
Ordine del Giorno
a) Esame di fede dei Candidati
al Ministero**
Samuele Giàmbarresi
Giovanni Sciideri
b) Varie.
Il Moderatore
Achille Deodato.
Torre Pellice, 31 Luglio 1957.
-------------------*—-----------------
Ouardiamoci attorno
STATISTICHE
La statistica è una scienza estremamente utile perchè aiuta l’uomo a
farsi un’immagine relativamente e
satta di certi fenomeni, ma è anche
pericolosa, specialmente quando è
applicata ai fatti religiosi, perchè alimenta l’illusione che la vita spirituale sia scientiflcamente controUabile,
mentre il solo che la conosca perfettamente è Dio, che eonosce i segreti
dei cuori.
Una statistica recente afferma che
il 51 “/o degli americani va in chies»
alla domenica, mentre in Inghilterra
solo il 14°/o della popolazione assiste
ai culti. Vogliamo dire che l’America
è più religiosa che l’Inghilterra? Sarebbe azzardato affermarlo. Una cosa è certa però : che in materia di frequentazione dei culti non siamo certo
qualiflcati per gettare la pietra a
Una nobile figura di insegnante
PIETRO ENRÌ^¥aLMA
Quarantaquattro anni di servizio attivo coronati da una medagiia d’oro
Il maestro Balma apparteneva ad
una classe d’insegnanti che, per forza di cose, si va estinguendo: alla
classe cioè, così benemerita nelle
Valli Valdesi, dei « Régents de Paroisse ».
Pur dedicandosi interamente alla
Scuola, che era la loro vocazione,
essi trovavano modo di servire, per
amore, la Chiesa: non soltanto in
qualità di Lettori della Bibbia, coadiuvando così regolarmente i Pastori nella direzione del culto domenicale, ma ancora sostituendoli occasionalmente, sempre pronti a prestar l’opera loro per il bene morale
della nostra gente; educatori e formatori di caratteri, nella scuola e
fuori.
Codesta vocazione aveva trovato
l’adeguata rispondenza nel carattere
di Enrico Balma, uomo fedele, diritto e serio; severo secondo il caso,
eppure mite e comprensivo; umile
sempre.
« Amico affezionato più d’un fratello » egli fu per quanti lo avvicin.arono; e ciò spiega il vuoto immenso ch’egli lascia nelle nostre file.
Poche settimane or sono, lo vedevamo attendere alle sue occupazioni
col suo solito aspetto giovanile; ed
appena quindici giorni prima del
suo trapasso, sebbene già insidiato
dal male che doveva rapirlo, lo udivamo evocare, con la fine arguzia
che gli era abituale, antichi ricordi... Poi, tosto dopo, il crollo; poi,
la penosa agonia, interrotta da momenti di lucidità che gli permettevano di dettare con calma le sue ultime volontà ed il suo testamento
.spirituale: « Io so in Chi ho creduto »; agonia illuminata del continuo
dal senso della presenza del Padre
Celeste ch’egli invocava, quando già
stentava ad articolare la parola : «La
tua volontà! » Così, con spirito sereno, Enrico Balma ci ha lasciati al
mattino di martedì 30 luglio.
Era nato a Maniglia il 18 dicembre 1877. Cominciò il suo servizio a
soli 19 anni ed insegnò prima a Massello dal 1896 al 1928. A quegli anni ormai remoti, risale la fondazione, per opera di lui e di qualche suo
collega, di quel che fu «l’Associazione Pedagogica Valdese» — antenata della « A.I.C.E. » — che tanto
bene fece alla causa della Scuola
nella nostra zona. Insegnò quindi a
Perosa Argentina da 1928 al 1933;
ed infine a S. Pietro Val Lemina dal
1933 al 1940, con un totale di 44 anni di servizio attivo, coronati dalla
Medaglia d’oro. Ma i 17 anni della
sua emeritazione segnano un periodo ancora variamente operoso, sia
nelle Chiese di Pinerolo, prima, poi
di Pomaretto ove si era stabilito, sia
coll’aiutare la figlia prof. Elsa, Preside della Scuola Latina, nel lavoro
di amministrazione. A Pinerolo fu
Anziano e Vice presidente del Con
cistoro ed apprezzatissiino collaboratore del Pastore.
Nel ricordare così il « curriculum
vitae » del Maestro Balma, non intendiamo certo farne il panegirico:
sarebbe offesa alla memoria di lui
che non l’avrebbe tollerato! E’ da
parte nostra il semplice, doveroso
ricordo di un esempio che, per grazia di Dio, « rimane in benedizio
PIETRO ENRICO RALMA
ne ». « Beati i morti nel Signore...
le loro opere li seguono » ; « quelli
che ne avranno condotti molti alla
Giustizia, risplenderanno come le
stelle ».
La gran folla accorsa da vicino e
da lontano al Servizio funebre, fra
cui un notevole numero di Maestri,
Professori e Pastori, dimostrò in modo commovente quali fossero la stima generale per il caro Scomparso e
l’affetto fraterno per la Famiglia in
lutto.
Dopo il messaggio della Vita, inteso a scolpire nei cuori le affermazioni apostoliche che il Credente Enrico Balma aveva fatte sue: « Io
so — in Chi — ho creduto », i pastori Giorgio Tourn ed Ermanno Rostan portarono il saluto dei parrocchiani di Massello e di Pinerolo;
quindi, a nome dei colleghi Insegnanti e degli alunni, parlarono rispettivamente il maestro Enrico
Jahier e il prof. Giovanni Miegge.
Ai Familiari, sì gravemente col
piti, segnatamente ai figli sigino
ra Ida Pons, signorina Giulietta, si
gnor Arturo, prof. Elsa che con Lu
viveva, rinnoviamo l’espressione del
la più viva simpatia e l’assicurazio
ne delle nostre preghiere.
Im
Non
: nv
c e
peggior
sordo...
NelVultimo numero dell’Eco del
Chisone viene citata la parabola della
cipolla, pubblicata sulle nostre colonne: voleva essere un richiamo a una
religiosità formale: viene applicata alla ’’protesta” riformata che, sfronda
sfronda, non lascerebbe più nulla...
Le citazioni tratte dal nostro giornale
continuano, riprendendo le parole di
autocritica che sono state scritte dopo
l’ultima Conferenza distrettuale, come
un’accorata confessione di peccato per
la carenza della nostra vita ecclesiastica di culto e di testimonianza; queste
parole sono riportate polemicamenteVedete? lo riconoscono loro stessi...
Sarebbe assai facile ritorcere le accuse; ma a che servirebbe? Solo a rendere più profondo il solco fra noi,
membra dello stesso Corpo di Cristo.
Ed è quello che non vorremmo mai,
anche se a volte la polemica è la via
più facile, più piacevole, in cui ci si
sente meglio, più giusti. Vorremmo
solo ricordare che c’è un abisso fra
una confessione di peccato ed un’accusa mossa dal di fuori, anzi daH’alto, l’abisso cui Gesù alludeva quando
parlava di bruscolo e di trave. Inoltre,
abbiamo sentito come un’iìtcomprensione veramente dolorosa l’uso che si
è fatto della confessione di cui sopra:
è come se qualcuno penetrasse nell’intimo di un uomo che apre il suo cuore
a Dio in uno sforzo di totale sincerità, e gli rinfacciasse poi quanto ha
così appreso, come uno spettatore curioso ed estraneo, forse ostile. Una
pierai, sincera confessione è sempre
un’opera dello Spirito di Dio che piega il nostro orgoglio e la nostra sicurezza; è un segno di quella ’’purezza
di cuore”, di quella sincerità assoluta
davanti a Dio, alla quale nella Scrittura è promessa la beatitudine [Salmo
32, Matt. 5: 8); è un atto di fede, e
come tale va rispettato da chi nella
fede vive.
Può darsi, purtroppo, che la nostra
presenza protestante in Italia incarni
troppo poco il sapore e la luce dell’Evangelo; ancora lo riconosciamo,
umilmente. Ma forse, finché sgorgherà,
qua e là, il sincero riconoscimento della propria miseria e debolezza unito
ad urui fede profonda nella potenza
di Dio racchiusa nell’Evangelo, finche ci sarà dato di rimanere umili davanti al giudizio della Parola del nostro Signore, non si sarà del tutto esaurita la nostra funzione profetica nei
confronti della nostra cattolica Italia.
Un puro dono di Dio. g. c.
La Parola di Dio e la preghiera
dei cristiani sostengono il mondo.
Lutero
nessuno perchè se si facesse una statistica nelle nostre parrocchie si scoprirebbe che in alcuni posti noi Vaidesi arriviamo a stento e con difficoltà alla media di quel 14“/o, 11 che deve
provocare in noi vergogna, dolore e
pentimento per la poca fedeltà con
cui attendiamo alle cose del Signore.
Vi sarebbero in Africa 28 milioni
di mussulmani ed altrettanti cristiani (13 milioni di cattolici, li di protestanti, più gli aderenti a diverse
sette). Ma la grande maggioranza
della popolazione del continente nero
rimane pagana; perciò è più che mai
necessaria l’opera di missionari che
lavorino con metodi moderni, ed è
ancor più indispensabile l’opera di
evangelizzazione realizzata dalle chiese indigene stesse.
Secondo una fonte cattolica il numero dei protestanti in Cile sarebbe raddoppiato dal 1940 ad oggi. In
Austria i protestanti, secondo una
fonte evangelica, sarebbero aumentati di più di un quarto negli ultimi
dodici anni, specialmente a motivo di
conversioni dal cattolicesimo. Il fatto che Dio abbia benedetto l’opera di
testimonianza di quelle chiese sorelle
è un incoraggiamento per noi a continuare con zelo la nostra testimonianza nel nostro paese.
RIFUGIATI
Al momento dei fatti d’Ungheria
nel dare notizia delle provvidenze
prese allora a favore dei rifugiati esprimevamo il dubbio che presto la
gente li avrebbe dimenticati. Purtroppo i fatti hanno confermato quel
dubbio. Vi erano a un certo momento 68 organizzazioni di soccorso lungo la frontiera tra Austria e Ungheria: oggi soltanto il Consiglio Ecumenico delle Chiese continua la sua opera accogliendo quei pochi rifugiati
che ancora traversano la frontiera
oltre ad assistere quelli che sono venuti da più lunga data.
La LEBBRA
Da poco più di dieci anni la lebbra
ha perduto il suo carattere di condanna a vita, grazie alla scoperta di
farmaci moderni, il cui prezzo non è
molto elevato e che possono essere
somministrati con relativa facilità sia
per bocca sia per mezzo di Iniezioni
periodiche.
Si calcola che vi siano in Africa più
di due milioni di lebbrosi. La Alis
sione di Parigi (dal cui bollettino ricaviamo queste notizie) mantiene in
Africa otto lebbrosari. Una volta chi
era internato in un lebbrosario err,
un recluso a vita; oggi invece, appun
to perchè si è trovata la cura della
malattia, il lebbrosario viene a somigliare a un ospedale ordinario i cui
pazienti possono entrare ed uscire
La lebbra è ancora sempre una terribile malattia e la sua cura può durare mesi e mesi; quando è stata trascurata è impossibile ristabilirsi del
tutto ed il ricovero di lebbrosi incapaci di mantenere sè stessi è ancora
un’opera di carità assai necessaria,
ma almeno oggi si apre davanti al
lebbroso non più soltanto la via della rassegnazione, ma quella della speranza della guarigione.
a. c.
RIFLETTI
Il Dr. J. R. Miller disse : « Il vero
scopo della vita non deve essere quello di fare una brillante carriera, ma
quello di compiere la volontà di Dio.
In questo modo solamente si può raggiungere un successo vero. Facendo
così, forse falliremo agli occhi degli
uomini, ma non falliremo agli occhi
di Dio.
« Io vi esorto dunque, fratelli, per
le compassioni di Dio, che voi presentiate i vostri corpi, il vostro razionai
servizio, in ostia vivente, santa, accettevole a Dio e non vi conformiate a
questo secolo, anzi siate trasformati
per il rinnovamento della vostra mente, acciocché proviate qual sia la buona accettevole e perfetta volontà di
Dio ».
(Rom. 12-1.2)
3
L’ECO nii!lJ.K VAIJJ VALDESI
— 3
A SAN GERMANO CHiSOME
Una bella festa in famiglia
La simpatica e bella adunata dei parenti attorno ai festeggiati. (Poto Ribba - S. Germano Chisone)
Domenica, 28 luglio, diverse famiglie si sono riunite a San Germano
Chisone per una bella e intima festività.
Il sig. Emilio Long, di anni 84, e la
sua fedele comnagna s’g.ra Adelaid**
Bounous, di anni 82, hanno celebrato
te loro nozze di diamante, circondati
dai figli, dia nipoti e da numerosi parenti. Dei sette figli viventi,
mancava soltanto la signora Emma che risiede negli Stati Uniti, ma
che si era fatta rappresentare dai figliuoli. Da New York erano pure giun
ti per l’occasione i figli Edmondo e
Edvico. Per tutti, la giornata è stata
bella, allietata da sentimenti di affetto e di riconoscenza, colma di ricordi
c di speranze.
Gli' sposi Long hanno anche avuto
la gioia di avere accanto a loro un’altra coppia: il sig. Ferdinando Bounous" (di Torre Penice), loro nipote,
di anni 72, e la sig.ra Lidia Bertiglia
di anni 70, i quali celebravano nello
stesso giorno le loro nozze d’oro.
Le famiglie Long e Bounous sono
ben conosciute alle Valli Valdesi e
molti si sono certamente rallegrati
con loro in quella simpatica circo
stanza.
L’Eco delle Valli Valdesi è lieto di
pubblicare le fotografie dei festeggiati e dei loro numerosi parenti. I lettori, vicini e lontani, vi riconosceranno
persone care ed amiche.
Lasciando alla cronaca parrocchiale ciò che è di sua competenza, ci limitiamo a porgere alle famiglie Long
e Bounous i migliori auguri del gior
naie in occasione delle loro nozze di
diamante e d’oro. La luce della fede e
della cristiana speranza risplenda a
lungo nei loro cuori. e. r.
Dalla Comunità di Pramollo
Il nostro campanile ha assunto, da
alcuni giorni, im nuovo aspetto. Esso infatti è stato completamente restaurato ed arricchito di un bell’orologio moderno, su quattro facciate,
battente ore e mezz’ore. La cerimonia di inaugurazione ha avuto luogo
domenica 28 luglio, presenti il Sindaco di Pramollo, il Vice-Moderatore, il
Comandante la Stazione Carabinieri di S. Germano ed un numeroso
pubblico. Dopo alcune parole del Pastore hanno parlato il Vice-Moderar
tore ed il Sindaco per esprimere il
proprio compiacimento per la realizzazione dell’opera e per formulare
l’augurio che il nuovo orologio non
solamente possa ricordare il tempo
che passa, ma segnare anche per tutti — per i singoli membri, per le famiglie e per la Comunità intera —
molte ore felici e benedette.
Un modesto rinfresco ha posto termine alla simpatica cerimonia.
Alcuni amici ci hanno fatto pervenire una loro personale offerta « Pro
orologio campanile ». Li ringraziamo
vivamente, insieme a tutti coloro che
vorranno seguire il loro esempio, assicurandoli che la loro offerta ci è
giunta molto gradita e ci è stata di
valido aiuto.
Durante il mese di luglio abbiamo
per due volte preso la strada del cimitero per accompagnarvi le spoglie
mortali di Long Emilia ved., nata Peyronel, di anni 62, delle Case Nuove
dei Ciotti e di Long Levy, fu Daniele,
di anni .57, dei Pellenchi. Tanto l’una
che l’altro sono stati chiamati, durante la loro vita terrena, a fare la
loro personale conoscenza con la sofferenza. Tutti e due infatti hanno,
per anni, camminato insieme alla malattia e conosciuto cosa vuol dire essere provati nel corpo. La serenità e
la forza con le quali hanno accettato
la loro prova ci harmo fatto vedere
tutta la grande potenza della fede.
Alle famiglie in lutto la Chiesa esprime la sua cristiana simpatia e la
sua fraterna solidarietà.
« Beati i morti che muoiono nel Signore. Si riposano dalle loro fatiche »
(Apoc. 14: 13).
Sono state battezzate: Franca Beux
di Luigi e Lina, dei Pellenchi e Iv^
na Costabel di Silvio e Ada, dei Micialetti.
Il Signore benedica abbondante
mente questi agnelli del suo gregge,
insieme alle loro famiglie, ed aiuti coloro che li hanno presentati a mantenere le promesse fatte.
Sono state acquistate dal Concistoro tre moderne barelle; una assegnata alla Ruata e quartieri vicini e le
altre due ai lontani quartieri dei Ciotti e di Pomeano.
Sono giunti tra di noi diversi Pramollini assenti durante l’anno ed il
solito gruppo di villeggianti.
Diamo a tutti il più cordiale benvenuto, formulando in pari tempo per
ognuno l’augurio di un buon soggiorno e di un buon riposo a Pramollo.
In occasione di culti o di riunioni
ci hanno portato il loro messaggio il
Vice Moderatore Sig. Nisbet, il Pastore Bosio e il Prof. Pons. Li ringraziamo vivamente a nome della Comunità. Il nostro grazie vada pure al
Sig. Elio Rostan, di S. Germano, per
la bella serata offertaci facendoci udire i cori cantati dalle Corali alla festa di canto di S. Germano e da lui
incisi su nastro magnetico.
L’Unione Giovanile, presenti molti
suoi membri, ha tenuto una sua riunione all’aperto a Pian dei Culèt la
domenica 28 luglio. Dopo la riunione
si sono avuti una interessante gara
alle boccie, canti e giochi vari. Una
tazza di tè, preparata dalla moglie
del Diacono dei Pellenchi, Sig.ra Anna Peyronel, ha chiuso la bella giornata.
Alla famiglia Peyronel il nostro nngraziamento sincero per la cordiale
accoglienza e l’ottima ospitalità ed
un «bravo» ai... campioni bocciofili
laureatisi lassù.
COMUNICA TO
E’ stato bandito un Concorso per
titoli e per esame alte (Cattedra di lingua francese nella Scuola Media Pareggiata di Torre Pellice, con completamento di ore nelle classi del Ginnasio.
Le modalità e le indicazioni sono
contenute nel Bando di Concorso affìsso nell’albo dell’Istituto.
Il Moderatore
della Tavola Valdese
Torre Pellice, 31 Luglio 1957.
Vous passions
la soirée auprès
du feu qui flamibait dons la cheminée; les pieds
aux tisons, nous
devisions paisiblement et la conversation en vint aux sujets éducatifs; quoi d’étonnant à cela! Il
y avait la grand! mère, tante Monique, mère de grands fils et moimême; occasion projAce et bienfaisante de partager nos hésitations, nos difficultés devant les
problèmes surgissant chaque jour
dans nos vies de mamans. Je ne
me serait peut-être pas souvenue
de nos propos à bâtons rompus si
l’aïeule n’avait dit soudain;
— J’aime les images; je vais
vous en dter une qui vous aidera
peut-être, vous jeunes femmes,
dans l’orientation de vos adolescents!
Se levant alors, elle nous montra une plante grasse aux belles
feuilles charnues, d’un vert sombre et lustré; une seule feuille se
creusait, ci et là. de gros et forts
vilains trous.
—Voyez! dit grand’mère de sa
voix vibrante, ce qu’il en coûte
d’être trop pressé, de vouloir aller plus vite que la nature; ces
feuilles, avant de se dérouler, sont
contenues dans une sorte de cornet pointu, transparent et fragile
qui les coiffe; un jour, grand’père qui est homme (Taction, s’est
impatienté de la longueur que
prenait la pousse verte à se dégager de son étui et, pensant lui
venir en aide, il a tiré délicatement sur cette membrane de protection: ” Voilà, c’est fait, la
feuille se développera plus vite!”
Malheureusement le petit bonnet
devait encore adhérer à la pulpe
de la feuille neuve et en s’arrachant a provoqué ces vilaines déchirures que nous consultons
maintenant.
N’y a-t-il pas là un appel à la
patience devant les progrès parfois bien lents de nos jeunes? Ne
brusquen rien, ne cherchons pas
à hâter une éclosion qui se prépare soigneusement et en secret
au fond de leurs âmes; en jardinières attentives, protégeons, arrosons, vfkllons à la plante confiée à nos soins mais ne la forçons
pas à s’épanouir quand il n’en est
pas encore temps! ”
Grand’mère remit un rondin au
feu et revint s’asseoir. Tante Monique s’écria alors:
— Je vais aussi vous dire ma
petite parabole. C’est une expé
3 paraboles
rience que nous
avons faite avec
des papillons.
Lorsqu’il sortent,
avec quelle lenteur, quel efforts!, de leur cocon, les papillons
rejettent au dehors un fragment de
leur enveloppe qui reste devant
l’ouverture et nous semblait devoir
les gêner dans leur éclosion. Comme grand-père, nous avons voulu
donner un coup de main à la nature et nous avons .supprimé cet
obstacle. Et bien, nous n’avons
pas tardé à nous rendre compte
que le papillon a besoin de cet
obstacle; il s’y agrippe, il y développe peut-être ses forces, son énergie, je ne sais, mais le fait est
que, lorsque nous croyions lui faciliter la tâche, nous réussi.ssons
.simplement à le mutiler; ses ailes
ne parvenaient plus à se développer en entier... ”.
— Ta parabole est belle, murmura grand!mère; nous qui redoutons tant les difficultés pour
les jeunes, qui cherchons toujours
le plus possible à aplanir leur
chemin, qui frémissons en pensant aux rudesses de la vie d’aujourd’hui, ne savons pas si ces
difficultés mêmes ne leur sont pas
indispensables pour en faire des
être complets, forts, aux ailes largement étendues!
Mais pour que le papillon soit
intact et s’envole victorieusement,
pour que la plante pousse droite
et saine, il faut encore autre chose, ajouta-t-elle, pensive. Il me
revient à ce propos une troisième
image. Il y a quelques mois, mon
cactus a produti un bouton que je
regardais grandir avec tant de
joie et d’espoir! Ce bouton laissait entrevoir déjà des pétales de
un rose exquis et promettAt de
donner une fleur magnifique. Hélas! Je vis un jour qu’au lieu de
SC dresser, il se courbait peu à
peu vers le sol de façon disgracieuse. Doucement, très doucement,
sembla-t-il, je tentm de mieux orienter ma fleur, et crac, elle se
brisa net entre mes doigts! .J’en
aurais pleuré, je vous l assure,
tant mon dépit et ma déception
étment grands. J’A porté ce petit
cadavre rose à la cuisine ou ma
sceur aînée tricotait et lui expliquai le désastre.
— Chérie, dit-elle, pourquoi
n’as-tu pas simplement tourné ta
plante du côté de la lumière?...
Hélène J. Kocher.
(La Vie Protestante)
è uscito
A M O N T E V I P E O
Celebrato il quinto anniversario
della Chiesa Valdese
Captain R. M. Stephens R. N.
NEVER FAILING LIGHT
L. 1.200
Giovanni Miegge
LA SAPIENZA DI DIO
Brevi testi e letture di storia del
Cristianesimo
L. 430
Ultimi arrivi alla Claudiana
Pierre Fath
DU CATHOLICISME ROMAIN AU
CHRISTIANISME EVANGELIQUE
L. 1.300
Karl Barth
LA DOCTRINE ECCLESIASTIQUE
DU BAPTEME
L. 250
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice
A causa delle ferie della Tipografìa il prossimo numero dell’Eco
uscirà il 23 Agosto.
Quando si legge che una chiesa ha celebrato qualche anniversario, di solito si tratta di fatti avvenuti almeno un secolo e spesso molte centinaia di anni fa. La Chiesa
Valdese di Montevideo (Uruguay) ha invece celebrato alla fine di giugno il quinto
anniversario della sua fondazione.
Cinque anni sono pochi nella vita di una
chiesa, eppure la nostra comunità di Montevideo si è già inserita tanto profondamente nella vita del Distretto rioplatense
che non è possibile pensare alla nostra ope
Fin dal principio di questo secolo diver
se famiglie valdesi uruguayane avevano co
minciato ad abbandonare il lavoro dei cam
pi per recarsi in città, e in anni più recenti
il loro numero era cresciuto notevolmente,
umto che la Commissione del Sesto Distretto senti la precisa responsabilità di non
trascurare la vita religiosa di queste persone, ma soltanto nel 1952 si entrava nel
campo delle realizzazioni concrete distaccando per qualche mese a Montevideo il
pastore Aldo Comba per gettare le basi della organizzazione ecclesiastica di quella comunità. L’anno segue,Ue la nuovissima
chiesa chiedeva che le fosse mandato un
pastore residente A U suo desiderio veniva accoUo con la nomina del pastore Giovanni Tron
Moho cammino è stato compiuto in questi cinque anni.
Il numero dei Membri di Chiesa e circa
il doppio di quello che era al momento
della fondazione, ma 'e curioso osservare
come vi sia un certo numero di famiglie in
cui non c’è neppure un membro comunicante: sono le famiglie trasferitesi a Montevideo molti anni or sono quando non
avevano neppure la possibilità di seguire il
catechismo: mantengono un attaccamento
sentimentale alla chiesa ma non formano
parte integrante. Questo fatto dimostra
quanto fosse urgente e necessaria la presenza della nostra chiesa nella capitale dell’Uruguay per frenare quel processo di secolarizzazione che rmnaccurva di colpire
presto o tardi la maggior parte dei valdesi
che vi si trasferivano
Oggi la chiesa di Montevideo dispone tra
l’altro di un buon gruppo di catecumeni
e di una attiva gioventù tra cui sono particolarmente numerosi gli studenti. Poiché
l’università di Montevideo e la sola del paese si comprende l’importanza di quella nostra comunità nel mantenere il contatto con
tutti quelli che saranno i professionisti
ed intellettuali valdesi in Uruguay: quelli
da cui la Chiesa aspetta un apporto cospicuo di idee, di energie e di iniziative nel
suo sforzo di evangelizzazione.
E’ noto che la chiesa di Montevideo ha
acquistato mesi fa in una zona centrale della città un ottimo terreno per il suo tempio,
e, in considerazione del buon successo della campagna finarvtiaria lanciata allo scopo,
sta ora studiarlo i piani per la costruzione
dell’edificio che comprenderà anche una sala parrocchiale e Falloggio per il pastore.
Come fu risparmiato
il Tempio di Prali
(segue dalla La pagina)
essere adibito alla celebrazione del
culto cattolico.
Ciò spiega perchè Arnaud, il 7 settembre 1689, quando giunse a Prali
alla testa dei suoi prodi, ebbe la gioiosa sorpresa di trovare ancora miracolosamente in piedi il vetusto tempio di
Ghigo. Spogliatolo degli altari, dei
crocifissi e delle immagini sacre, che
attestavano il culto cattolico, i Valdesi celebrarono nel loro tempio un solenne culto di ringraziamento a Dio
per il felice ritorno in patria. D’un sol
cuore fu intonato il Salmo 74 : « D’où
vieni, Seigneur, que tu nous a épars »;
poi, perchè la folla dei guerrieri non
poteva tutta capire nel piccolo tempio,
il ministro Armand fece portare un
banco sulla soglia del tempio per essere udito da quelli di dentro e da
quelli di fuori, e, salitovi sopra e fatto
cantare il Salmo 129; a Dès ma jeu
nesse ils m'ont fAt mille assauts », tenne un solenne sermone, prendendo
ispirazione da alcuni versetti del Salmo.
Voglia Iddio che ogni culto, che sarà celebrato nel nuovo tempio di Prali, possa sempre essere celebrato ed
ascoltato con. la stessa commozione e
con la stessa volontà di consacrazione,
con le quali il 7 settembre 1689 lo celebrarono e lo ascoltarono gli eroi del
Rimpatrio.
A. Pascal
4
Neri GiampiecoU V rnMÈm
— T ^1- Ä ^
LA FAMIGLIA DI GESÙ’ JLj JliOo ^
II. 60 '1 ?
Valdesi
Giovanni Miegge
PIETRO A ROMA
L. 70
delle
Bobbio Pellice
E* stato amministrato il sacramento del Battesimo a tre bambini; Bertinat Flavia Giovanna di Davide e
di Pontet Ida (Londra); Bertinat Enzo di Abele e di Monnet Ines (Nichelino): Michelin Claudio di Aldo e di
Davit Evelina (Ciastel). li Signore
protegga e. guidi nelle sue vie questi
cari bimbi.
Il 2 luglio è deceduto al Centro,
Grand Stefano, di anni 81. Il 9 luglio abbiamo dèposto nel cimitero la
spoglia raórtale di Davit Giovanna
ved. Mondon Marin, deceduta a Crucilo all’età di anni 82. Ai familiari, la
chiesa rinnova la sua sentita simpatia cristiana.
Ringraziamo vivamente il pastore
emerito Enrico Pascal, il maestro Giovanni Barldon e il prof. Emanuele
Tron i quali, ultimamente, hanno presieduto ii culto domenicale.
Il culto di dommiica prossima, 11
agosto, sarà presieduto dal pastore
René Shorpp di Montbélla,rd, .Egli si
trova da qualche giorno ih mezzo a
noi con una; trentina di esploratori.
Villaséceà
La vita della Comunità è stata funestata da un incidente mortale occorso al Sig. Giovanni Peyronel del
Peyroneo. Mentre il nostro fratello si
recava al lavoro, venerdì 26 luglio,
sulla sua piccola motocicletta, giimto
davanti al Presbiterio dei Chiotti,
forse colpito da un improvviso malo
re, sbandava andando a urtare violentemente contro ad im camion della Talco-Grafite. Inutilmente l’autista aveva cercato di evitare o di ri
durre là gravità dell’incidente portandosi contro al muro del Presbiterio e bloccando la macchina. Il Sig
Peyronel, trasportato d’urgenza all’Ospedale Civile di Pinerolo vi decedeva il lunedì mattina, senza aver
ripreso conoscenza.
Molti compagni di iavoro e la rap
presentanza della Val Chisone, presso la quale il nostro Fratello lavorava, hanno preso parte, con la Comunità, ai funerali avvenuti il 30 Luglio, nella Chiesa dei Chiotti.
Il giorno seguente numerose perso
ne si sono riunite al Crò dar Sap
(Paetto) per rendere le estreme onp
ranze ad un altro nostro fratello ivi
deceduto dopo lunghe e gravissime
sofferenze; il Sig. Enrico Raima del
Linsardo.
Alle Sorelle-che questi due lutti
hanno colpito così duramente e tragicamente desideriamo rinnovare la
simpatia della Comunità intera mentre vogliamo riascoltare il monito
della Parola di Dio che ci ripete;
« Ogni carne è come l’erba e la sua
gloria come il flore del campo; l’erba
si secca e il flore appassisce, ma la
Parola del nostro Dio dimora in eterno ».
Sono in pieno svolgimento le riunioni agli alpeggi. La prima ha avuto
luogo il 30 giugno a St. Thomas (Albarea) come è tradizione, accompagnata da un tempo splendido, il che
non avveniva da qualche anno. La
seconda a Grange (Bovile) il 7 luglio. La domenica 14, a Francio Durant, la riunione è stata presieduta
dal sig. Sandro Sarti, studente in
Teologia della Comunità di Agàpe,
che ringraziamo per il suo messag
gio. Alla Selletta (Linsardo) il 21 luglio abbiamo avuto il piacere di rive
dere un folto gruppo di giovani di
Ferrerò con la signora Laura Rivoira
li 28 iuglio la riunione ha avuto luogo a Villasecca Superiore.
Il 4 agosto ancora una riunione a
Bovile (Vrocchi) nel corso della quale
è stato amministrato il battesimo al
bimbo ultimogenito del Diacono di
quel quartiere sig. Pietro Genre Bert
Il battesimo è pure tato amministrato ii 28 luglio a Emilio Gardiol,
di Arturo e. Rosa Gambino, dei Trossieri.
Ai bimbi ed alle loro famiglie il Signore conceda la Sua benedizione e
la Sua Grazia.
Il prof. Jean Pons, originario di
Villasecca, si è unito in matrimonio
con la sig.na prof. Arlette Keller il 4
luglio a Marsiglia. Allo sposo che tutti ricordano con affetto ed alla sua
gentile Compagna, la nostra Comunità di Viilasecca desidera inviare i
suoi auguri' più fraterni di molte benedizioni del Signore.
Un ringraziamento,' infine, al sig.
Bruno, Rostagno, della Facoltà di
Teologia per la incisiva predicazione
tenuta ai Chiotti il 14 luglio.
Ai fratelli ed alle sorelle in fede
che in questi giorni vediamo giungere con piacere in mezzo a noi dalla
loro lontana residenza per trascorrere le vacanze e rivedere parenti ed
amici, la nostra Comunità porge il
benvenuto affettuoso e fraterno con
l’augurio di un buon soggiorno nella
loro Valle!
P R A R 0 S T 1 ]VÌ 0
Si rende noto che l’inaugurazione del nuovo organo è stata
rimandata a DOMENICA 18
AGOSTO, alle ore 1.1.
Gli amici della musica c del
canto sacro sono caldamente
invitati.
San Germano Chisone
Il 16 Giugno ha avuto luogo la nostra annua vendita di beneficenza
preparata dalle signore della Società di Cucito. Non ostante il tempo
avverso, abbiamo registrato un ottimo risultato. Il provento è stato devoluto al fondo della Nuova Sala parrocchiale e a benefìcio del nuovo arredamento dell’Asilo Infantile.
Il 23 Giugno i bimbi delle nostre
SD. hanno effettuato una gita interessante sulle alture di Rorà. Abbiamo colto l’occasione per far rivivere
nella mente dei bimbi alcune pagine
di Storia Valdese. Ringraziamo il
past. L. Marauda che ha presieduto
il culto domenicale a S. Germano.
Il 7 Luglio un pubblico numeroso circondava i nostri bimbi dell’Asilo per
il saggio annuale. I piccoli artisti sono stati particolarmente bravi. Ad
ossi ed alla loro insegnante, rinno.namo i nostri rallegramenti.
Si susseguono, favorite dai bel tempo le riunioni all’aperto nei diversi
quartieri della parrocchia. Particolarmente importante quella tenuta a
’'^llar Perosa con oHre cento partecipanti e con l’upprezzata collaborazione del past. L. Marauda.
Ci prepariamo a partecipare in
massa alla riunione del XV Agosto
che avrà luogo sulle alture di Pramollo. Stiamo organizzando im servizio di corriera S. Germano — Tournim il cui orario. verrà tempestivamente precisato dal pulpito.
Nozze di diamante. La mattina del
28 Luglio al nostro culto domenicale
è stata notata un’assemblea partico
larmente numerosa. Una sessantina
di familiari circondava, con affetto,
i coniugi Emilio ed Adelaide Long
che festeggiavano le loro nozze di dia
mante, Sessanta anni di felice vita
coniugale, a dispetto delle inevitabili
difficoltà sormontate con serenità.
Ai coniugi Long rinnoviamo, da queste colonne, i nostri migliori auguri!
Battesimi. Costabel Danilo di Edoardo e di Godino Ivonne (Villar).
Germanet Renata di Edmondo e di
Vinçon Elena (Savoia). Bounous
Claudio di Eraldo e di Martinat Alda
(Gondini). Beux Loredana di Erminio e di Malan Erica (Gaydou).
Matrimoni. Bergeretti Mario e Long
Nicola Maddalena. Ribet Renato Ettore e Beux Rita. Ficacci Guido Piero e Long Giuseppina.
Funerali. Beux Bianca Ludovica di
Remo (neonata) Chenevières. Monti
Celeste, di anni 91 (Asilo). Comba
Giorgio di Simone (neonato) Villa.
Boino Amalia in Malan di anni 74
(Asilo). Travers Anna Caterina di anni 74 (Asilo).
«Io benedirò l’Eterno in ogni tempo ». (Salmo 34-1) *
Massello
Mercoledì 31 ha avuto luogo a Pomaretta il funerale del maestro E,
Balma che per molti anni è stato régent paroissial nella nostra comunità
svoigendovi un’opera apprezzata e
feconda di cui oggi ancora vediamo
i frutti fra noi. Un numeroso gruppo
dì massellini ha voluto con la sua
presenza in quella occasione manifestare la sua riconoscenza per quanto Massello ha ricevuto dal maestro
Balma e dare alla famiglia un segno
della sua partecipazione. Il pastore
G. Toum ed il prof. G. Miegge han,
no avuto occasione di esprimere a
nome della comunità e degli antichi
allievi dei maestro Balma i sentimenti della affettuosa riconoscenza di
tutti noi. Si è aperta fra gli ex allievi una sottoscrizione in favore della
Scuola Latina, opera che stava par
ticolarmente a cuore al maestro Balma, per esprimere così tangibilmente il nostro sentimento di gratitudine
per quanto fece per l’istruzione di
tanti d’infra noi.
Abbiamo rivisto con molto piacere
di ritorno fra noi i massellini di origine e di adozione che scelgono il
nostro vallone per trascorrervi le vacanze. Auguriamo a tutti loro un soggiorno benedetto fra le nostre mon
tagne.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblieazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo ron decreto del 19 gennaio W-IS
La famiglia del compianto
Levy Long fu Daniele
di anni 57
commossa per le dimostrazioni di stima e di affetto ricevute in occasione
della dipartita del suo Caro, ringrazia quanti le hanno dimostrato simpatia nella dolorosa circostanza e
quanti le sono stati vicini durante i
lunghi anni di malattia dell’Estinto.
Un ringraziamento particolare rivolge al Pastore E. Micol per le sue
parole di conforto e al Dottore Bertolino per le cure prestate.
Pramollo (Pellenchi), 23 luglio 1957
I familiari ed i parenti della compianta
Carolina Stallò nata Cougn
ringraziano sentitamente tutti coloro che hanno voluto partecipare al
loro dolore.
Un ringraziamento particolare ai
vicini di casa, ai Pastori F. Sommani e G. Bertinatti, al Dott. De Bettini ed al personale dell’Ospedale Valdese.
Torre Pellice, 5 agosto 1957.
IjE famiglia del compianto Maestro
Pietro Enrico Baima
ringrazia sentitamente tutte le persone che in qualche modo hanno partecipato al suo dolore, in occasione
della dipartenza del suo caro congiunto.
Un particolare ringraziamento essa
desidera esprimere al Dott. Teodoro
Peyrot, al pastore Luigi Marauda e
famiglia, a Suor Arcangela, aila cognata Alice, alla sig.na Mimi Mathieu, al prof. Silvio Tron e signora,
alla famiglia Emanuele Tron di Massello.
Pomaretto, 1 agosto 1957.
I A VVISI ECONOMICI \
CUSTODIA villa Torino manutenzione orto giardino affidasi famiglia,
possibiimente pensionati contro ab
loggia tre ambienti indispensabile
moglie o figlia disposta mezzo servizio retribuito. Si esaminano solo
offerte dettagliate con referenze ineccepibili.
CERCASI, da coniugi con figlio ventenne, ragazza tuttofare, moralità
ineccepibile, ottima retribuzione.
Scrivere a Signori Bianchi, casella
postale 8, villino a Marina Pietrasanta (Lucca).
Redallore: Ermanno Rostan
Via -dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - --c.p. 2/175.S7
Tipografia Subalpina - ,■!. p. a.
Torre Pellice (Torino)
da Clotilde Godino
Via Repubblica, 16
TORRE PELLICE
Vasto assortimento
joulards - fazzoletti - cravatte
guanti, calze, parures
tovaglie e centrini
Corredini per neonati
Festine e costumini per bimbi
e molti altri articoli
VISITATECI
Convenienza ■ Qualità - Scelta
Per l'arredamento del vostro alloggio rivolgetevi al
MOBILIFICIO
Giuseppe Griva
A BBONDANZA DI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
Pinerolo
^ strada per Miradola, di fronte alla caserma degli Alpini
• (Caserma Berardi)
RICORDA TE!
Da Milesi
Portici San Donato., 1 \
PISEßOLÖ - Telefono 20.35
Troverete pronto il più grande assortimento di BUSTI
VENTRIERE — REGGICALZE e REGGISENI - Speciale confezione dei medesimi articoli con le migliori
stoffe attualmente in commereio — CINTI ERNÌAE-I — CALZE ELASTICHE confezionati e su
misura ARTI ARTIFICIALI per amputati di braccia
e gambe ARTICOLI SANITARI in genere
ORARIO REL PINEROLESE IH VIGORE DAL 2 GIUGNO 1957
Autoservizio
Cavour ■ Torre Peli
(+) (=)
Cavour 10.30 6.30
Cainpiglione 10.40 6.40
Fenile 10.50 6.45
Bibiana 11 — 6.55
Luserna 7.05
Torre Pellice 11.15 7.10
( = ) (-f)
Torre Pellice II.30 6.30
Luserna 11.35
Bibiana 11.40 6.45
Fenile 11.45 7.55
Campiglione 11.50 7.05
Cavour 12 — 7.15
(-t-) martedì, =) venerdì
Tramvia Pinerolo
fer.
4.20
4.47
4.54
5.25
5.35
5.45
Pinerolo
Porte
S. Germano
Vilar P.
Pinasca
Perosa
fer. fest. fer.
Perosa 4.45 4.50 5.55
Pinasca 4.55 5.01 6.05
vaiar P. 5.25 5.20 6.15
S. Ger. 5.32 5.27 623
Porte 5.39 5.32 6.29
Pinerolo 6 — 5.50 6.45
fest. fer.
4.35 5.45
4.56 6.04
5.03 6.10
5.20 6.17
5.30 6.27
5.40 6.37
fer. fest.
7— 7 —
7.11 7.10
7.21 7.19
7.28 7.25
7.35 7.32
7.55 7.50
fer. fest. fer.
6.45 7— 7.55 8.15
7.07 1 8.16 8.34
/.I5 1 8.22 8.42
7.22 7.25 8.30 8.50
7.32 — 8.40 9 —
Perosa
fest. fer. fer.
9.30 ;0.15 11.30
9.48 10.34 11.50
9.55 10.42 11.58
10.03 11— 12.06
10.10 11.10 12.16
7.40 — 8.50 9.10 10.20 11.20 12.25
. fer. fer. fest. fer. fest. fer. fest.
8— 8.10 9.35 9.45 11.45 11.50
8.11 8.20 9.45 9.55 11.57 12 —
7.30 .8.21 8.30 10 — 10.04 12.07 12.09
8.28 8.35 10.10 10.10 12.15 12.15
8.35 8.42 10.20 10.17 12.28 12.22
8 — 8.55 9— 10.40 10.40 12.52 12.40
e viceversa
fest. fer. fest.
11.40 12.40 13.10
11.58 13.02 13.29
12.05 13.10 13.36
12.11 13.40 13.45
12.20 13.50 13.55
12.30 14— 14.05
fer. fest. fest.
13 — 13.25 14.10
13.10 13.33 14.18
13.40 13.45 14.28
13.47 13.51 14.34
13.54 13.58 14.41
14.15 14.20 15 —
fest.
15.05
15.22
15.28
15.35
15.45
15.55
16 —
16.10
16.33
16.29
16.36
16.55
fer. fer. fer.
15.05 16.02 17.50 19.25 20.55
15.24 16.22 18.09 19.47 21.17
15.32 16.29 18.17 19.55 21.25
15.40 16.55 18.25 20.0? 21.55
15.52 17.07 18.35 20.1! 22.05
16.05 17.20 18.45 20.20 22.15
fer. fer. fer.
16.15 17.25 19—21.15
17.35 19.10 21.25
17.45 19.20 21.55
17.52 19.28 22.03
17.58 19.3? 22.10
18.16 19.56 22.30
16.55
16.55
17.03
17.11
17.18 17.35
Sapav autoservizio Torino - Pinerolo - Perosa - Pragelato - Sestriere
-f
fer. sab. sab. fer. fer. fest. fer. fer. fer. sab. r
7 — 8.30 11.30 12 — 13.10 16 — 17.30 19— 20.15 0.15 P. Torino a. 6.35 8.15 9.10 14.10 14.40 15.40 18 3à 20 —
1 — 11.55 12.25 13.35 I 17.55 19.25 I 0.40 Airasca 6.15 7.45 8.45 13.45 I 15.15 ' l >
7.45 9.15 12.10 12.40 13.50 16.40 18.10 19.40 20.55 0.55 Pinerolo 6 — 7.30 8.30 13.30 14 — 15 — 17.45 19.15
8.05 9.30 12.30 13 — 14.10 17 — 18.30 20— 21.15 1.15 Villar P. 5.40 7.05 8 — 13.05 13.35 14.40 17.25 18.55
8.15 9.40 12.40 13.10 14.20 17.10 18.40 20.10 21.25 1.25 a Perosa 5.30 6.55 7.50 12.55 13.25 14.30 I7.1Î 18.45
fer. ter. fest. fer. sab. fer. fer. fer. fer. fer. »■ fer.
5.50 8.15 9.40 12.35 13.20 14.15 17.10 17.30 20.25 22.20 P‘ Perosa a. 4.35 5.45 6.40 12.50 13.45 17.15 18.4| 21.05
6.14 8.35 10 — 12.59 13.45 14.47 17.30 17.55 20.57 22.44 Villaretto 4.12 5.22 6.15 12.20 13.22 16.50 18.2Ç 20.37
8.45 10.10 14 — 15.05 17.40 18.10 21.15 23 — Fenestrelle 3.55 4.55 5.55 12 — 16.35 18.1Ò 20.20
9.10 10.40 18.05 21.50 Pragelato 5.35 16.10 17.5Ô
9.45 11.05 18.30 Sestriere 15.45 17.3fl
Autoservizio Pinerolo - S. Secondo e viceversa
fer. (=) fest. ter. fest. fer. fest. fest.
S. Secondo 6 — 7.50 11.45 13.40 16.45 18— 19.45 20.30 0.15
Pinerolo 6.10 8— 11.55 1 3.50 16.55 18.10 19.55 20.40 0.25
fest. ( = ) fest. fer. fest. fer.
Pinerolo 5.55 7.40 11.30 13.30 16.30 19.30 20.15 24 —
S. Secondo 6 — 7.50 11.40 13.40 16.40 19.40 20.25 0.10
( = ) Solo al mercoledì e sabato
Autoservizio SATTI
Pinerolo - Airasca - Torino e viceveria
Pinerolo 12 — Torino (*) (X) 18—18.30 Torre P. Brich. 3.44 4.44 5.36 6.36 3.59 5.09 5.52 6.51 8.38 8.53
Riva 12.05 Airasca 18.30 19 — Pinerolo 4.17 5.27 6.15 7.09 9.11
Airasca 12.15 ! Riva 18.40 19.10 Airasca 4.35 5.47 6.47 7.26 9.28
Torino 12.45 1 Pinerolo 18.45 19.15 Torino 5.20 6.27 7.34 7.56 10.05
I (*) feriale. (X) festivo (*) Feriale.
Autoservizio - Tramvia
Pinerolo - Orbassano - Torino e viceversa
(-b) (*) (X)
Pinerolo 6.13 11.35 12.5018.13 19.15 20.10
Frossas. 6.25 11.47 13.02 18.25 19.22 20.17
B. Cum. 6.37 11.55 13.10 18.33 19.28 20.23
Piossas. 6.45 12.05 13.18 18.41 19.35 20.30
Orbass. 6.57 12.17 13.30 18.53 19.43 20.38
^rino^ 7.35 12.55 14.08 19.36 20.05 21 —
,^7 W (^ Tx)
Tonno 6.05 7.10 7.05, 14.25 18.20 18.40
Orba.ss 7 — 7.32 7.45 15— 18.58 19.15
Piossas. 7.12 7.40 7.57 15.12 19.10 19.27
B- Cum. 7.20 7.47 8.05 15.20 19.18 19.35
Frossas. 7.28 7.53 8.13 15.28 19.26 19.43
Pinerolo 7.40 8 — 8.25 15.40 19.38 19.55
(-F) Sabato, (*) Feriale, (x) Festiva.
Autoservizio Torre Pellice Bobbio Pellice e viceversa
(•)
Torre P. 8.30 12— 19.15
Bobbio 9— 12.30 19.45
(*) (X) ( = )
Bobbio 5.50 7.30 15.30 17 —
Torre P. 6.20 8— 16— 17.30
(*) Solo ven. (x) fer. escluso sab.
( = ) sab. e festivi.
Nei giorni di mercoledì e sabato si effettua da Bobbio a Pinerolo un autoservizio col seguente orario: Bobbio
P. 7.30 con arrivo a Pinerolo alle 8.30 ;
partenza da Pinerolo 12.30 con arrivo
a Bobbio alle 13.30.
FF. SS.
Brich. 5.03 5.55 8 — 9.33 13.18 15.18 16.52 19.07 20.14 21.25
_______5^21_6J3 8.18 9.50 13.37 15.59 17.10 19.27 20.33 21.44
Barge 4.35 5.27'6.27"8730 Ì2‘J6 14.50 Í6.08 17.53 1Ö7 20^57
Brinh._______4.54 5.45 6.46 8.48 12.34 15.07 16.29 18.12 19.55 21.16
Perosa
9.20 20.20
9.50 20.45
10.30
Autoservizio
Perrero - Frali
Perosa
Perrero
Prali
e viceversa
6.50 18.35
6,25 18.10
17.30
FF. SS. - Torino - Pinerolo - Torre Pellice e viceversa
Torino
Airasca
Pinerolo
Brich.
Torre P.
4.28 6.15 8.12 12.23 13.44 15.22 17.26 18.29 18.34 19.26 23.48
5.12 7.07 8.52 I 14.32 16.06 18.13 1 19.22 20.09 0.29
5.32 7.39 9.14 13— 14.57 16.28 18.40 19.13 19.46 20.32 0.51
5.53 7.57 9.29 13.15 15.12 16.50 18.59 19.28 20.07 20.47 1.07
6.06 8.10 9.43 13.34 15.25 17.04 19.12 19.42 20.20 21 — 1.20
12.39 13.40 16.48 18.19 20.06 21.21
) 1 17.35 18.59 20.59 22.10
14.01 14.47 18.25 19.44 21.42 22.52
Da Perosa a Prali, nei giorni festivi di luglio e agosto (e
dal 21 luglio al 25 agosto tutti i giorni) si effettua una corsa in partenza alle 8,20.
Da Perrero a Frali, alle ore
20,50 dal 1 luglio al 31 agosto
(sabato e domenica) e giornaliera dal 1 al 18 agosto.