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DELLE mm VALDESI
Prot,
ARMAHD HÜGON AIGUSTO
Case Nueve
TORRE PELLICE
Settimanale
detta Chiesa Valdese
Anno XCII - Num. 29
Una c o p i a Lire 30
ABBONAMENTI / rinierno
t L. l.&OO per l’estero
« Eco » e « Presenza Evangelica »
interno L. 2.000 - estero L. 2.800
Spedir. aU>. poetale • I Grappo
Cambio d’indirizzo Lire 50
TORRE PEIXICE — 20 Luglio 1962
Anhmtn. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Idee chiare su
recumenismo
Il Segretariato per l’unità cristiana, a Roma, ha invitato il Consiglio ecumenico delle Chiese, la Federazione luterana mondiale e l’Alleanza riformata
mondiale ad inviare degli « osservatori-delegati » al secondo concilio Vaticano.
Il card. Bea e Mons. Willebrands, presidente e segretario del Segretariato,
hanno pregato il C.E.C. e le due organizzazioni confessionali mondiali — la
cui sede è a Ginevra — di comunicare al Vaticano entro il mese di luglio i
nomi dei loro osservatori. Il Consiglio ecumenico è stato invitato a nominarne uno o due, la Federazione luterana due o tre e l’Alleanza riformata tre.
Diritto alFincredulità e testimonianza cristiana
II Segretariato veglierà a che gli « osservatori-delegati » ricevano « ogni informazione che possa esser loro utile ».
La lettera del caixlinale al C.E.C. e
alle due organizzazioni confessionali
precisa che Tinvito è fatto in nome di
Sua Santità Giovanni XXIII, « che
così spesso ha manifestato la sua benevolenza ai cristiani separati dalla
Santa Sede ». « Esprimiamo la speranza — conclude il messaggio — e
preghiamo nostro Signore che la presenza degli osservatori contribuisca
efficacemente ad una comprensione e
ad una stima sempre più grandi ira
coloro che sono stati battezzati in Cristo, nostro Signore e Maestro».
Ricordiamo che il C.E.C. rappresenta 197 Chiese protestanti, ortodosse,
anglicane e vecchio-cattoliche in tutto il mondo; l’A.B.M. conta 89 Chiese presbiteriane e riformate in 77 paesi mentre la P.L.M. riunisce 64 Chiese ua tempo si parlava di questo in
Vito: ora esso è giunto ufficialmente,
ed è un momento di notevole importanza nella storia dei rapporti interconfessionali fra le Chiese cristiane.
Infatti, mentre gli osservatori cattolici, ufficialmente invitati fin dalle
prime conferenze ecumeniche, dopo
esitazioni iniziali erano via via diventati più numerosi e in veste via via
più ufficiale alle varie assemblee ecumeniche, è la prima volta che osservatori non cattolici sono invitati ufficialmente ad un’assise cattolica della
importanza del Vaticano II. In margine, ricordiamo che il Patriarcato di
Mosca della Chiesa ortodossa russa
aveva dichiarato che, anche qualora
avesse ricevuto un invito dal Vaticano, non avrebbe inviato osservatori
al Concilio.
Occorre però che la situazione sia
presentata in modo chiaro. «Ecumenismo» sta diventando una parola di
moda, senza che la realtà deirecumenismo sia diventata esperienza viva
Clelia massa: in tutti i campi confessionali, ma in modo tutto particolare
in campo romano. Ad esempio, un numero recente del bollettino dell’agenzla stampa del Concilio mostrava come numerosi prelati cattolici si illudono o mostrano di illudersi circa le
intenzioni del Consiglio ecumenico
delle Chiese e ignorano o mostrano di
Ignorare completamente Tatmosfera
spirituale in cui esso vive e opera. Attraverso molte delle sue voci più aulorevoli Roma continua a parlare di
una nostalgia dei fratelli separati verso l’unità visibile da essa rappresentata. Una volta ancora (ma temiamo
di dover ribattere ancora spesso questo chiodo) affermiamo nel modo piu
esplicito che tale « nostalgia » è una
loia e non esiste che in singole unità
che sono in cuor loro già « cattoliche »,
a cui del resto un più notevole flusso
III senso inverso fa da netto contrappeso. Una unità come quella che ci
vien fatta balenare davanti è totalmente estranea al nostro modo di
concepire la Chiesa, fondati sul Nuovo Testamento. E quand’anche l’unità esteriore, organizzativa dovesse avere un’importanza, che per noi non
ha, possiamo anche dire che, malgrado la sua massa imponente, allo staio attuale delle cose è Roma che rischia di rimanere in un più o meno
splendido isolamento.
Riferendosi al suddetto bollettino
vaticano, il segretario generale del
C.E.C., dr. Visser’t Hooft, parlando ultimamente all’Università libera di
Berlino, di cui era ospite, ha messo
le cose a punto dichiarando : « E’ particolannente spiacevole che questo documento dia dell’atteggiamento del
Consiglio ecumenico delle Chiese una
descrizione completamente falsa. In
realtà, gli autori di questo testo mostra,no di ignorare i documenti essenziali in cui il Consiglio ecumenico delie Chiese ha esposto la sua posizione
(...) non si serve davvero la causa dell’unità pubblicando sul movimento
ecumenico delle dichiarazioni così
mal fondate».
Ci pare bene concludere questa nota citando da L’Illustré protestan l
(luglio-agosto 1962) questo giudizio di
Paul Eberhard circa l’opportunltá di
applicare ai rapporti interconfessionali con il cattolicesimo il termine di
li ecumenismo » : « A mio avviso — egli
scrive — questo termine non è quello
adatto, quando parliamo di dialogo
con il cattolicesimo. La Chiesa Romana pretende sempre di essere la sola
vera chiesa di Gesù Cristo ; ha preoccupazioni fraterne nei confronti delle altre confessioni cristiane, ma per
essa l’universale si incarna in lei. L’ecumenismo implica al contrario ima
apertura agli altri che non pone come
condizione il loro ritorno Certo, apprezzo molto la limpidità di molti cattolici, ma non ci sì può accontentare
di una certa affettività; i dogmi ci
separano, e questi sono immutabili, lo
sì ripete spesso da parte cattolica. Ciò
non c’impedisce di sperare. Sarebbe
dubitare della potenza dello Spirito
Santo, pensare che ia Chiesa cattolica non può evolversi: per questo dobbiamo malgrado tutto sperare molto
dal prossimo Concilio ».
La granile stampa (]Uotidiana ha riservalo iiUKlestissimi irafilelti ad una nolizia
rlie invei-e Ila avuto una grande importanza nella vita nordamericana: quella relativa alla sentenza della Suinrema Corte Federale i-he dichiara anticostituzionale la
prassi di far re<-itare delle preghiere nelle
scuole di Stato- Desumiamo i dati che seguono da ampi servizi de La Vie protestante di Ginevra e de L’Espresso.
La sentenza rispondeva al ricorso di un
gruppo di genitori ebrei, unitariani e agnostici dello Stalo di New York, clie protestavano contro la preghiera stabilita nel
1951 l,ad tempi di Mac Cartliy) dal Board
of Regents per tutte le scuole di questo
■Stato, e che suona : « Dio onnipotente, noi
riconosciamo di dipendere da le e ti preghiamo di elargire la tua benedizione a
noi- ai nostri genitori, ai nostri insegnanti
e alla nostra patria ». Sei dei sette giudici
della Corte Suprema hanno considerato
che tale preghiera è in contrasto con la
Costituzione che si oppone ad ogni forma
di religione nazionale, ricordando le lotte
per la libertà religiosa e di coiscienza, che
lianiio segnato la nascita della nazione.
Indubhianienle non aceva tutti i torti il
solo giudice oppositore, Potter Stewart,
!-he faceva notare clic le stesse sedute della Corte suprema comiuctiano con l’invocazione a Dio, che le sedute del Congresso si aprono con una preghiera e che l’in^
no nazionale americano chiede il soccorso
di Dio. Forse anche queste forme sono da
rivedere, perchè se avovano il loro signiii'Calo nella società costituita dai Pilgriin
Fathers della prima immigrazione per ragioni di coscienza, non è più così, oggi
■Si possono immaginare le reazioni. Cattoliche. anzitutto: « E’ uno scandalo
Ila detto il card. Mac Inityre di Lois AugeIcs . L’idea che siamo costretti ad eimilare K.ruscev ci fa arrossire»- E il card.
Sipellinann : «Sono scosao e terrorizzato da
una sentenza che colpiace al cuore la tradizione divina in cui i batnbini dell’America sono stati educaiiWer tanto tempo »;
il card- Cushiing di Uffiiton ha dichiarato:
« La sentenza è carburiinte per la propaganda comunista » (ma anche per quella
anticomunista, pare).
Divisi sono, invece, i protestanti, specie
negli Stati del Sud, più conservatori, dove
ad esenipio un deputato non disinteressato
ha affermato: «Prima i giudici hanno aper.
lo le porle delle scuole ai negri, e ora
hanno canciato fuori Dio ». Il presidente
e il segretario generale del Consigliò nazionale delle Chiese americane hanno affermato che « il principio della separazio
sentenza importante della Corte Suprema americona
dichiara incostituzionale la preghiera nelle scuole di Stato
ne della Chiesa e dello Stato non deve
impedire alle scuole pubbliche di riconoeccre l’importanza della religione, quale la
concepisce la maggioranza dei genitori e
dei cittadini americani ». L’arcivescovo ortodosso Jakovos considera « infausta » questa decisione che « lascia campo libero alFateismo »- Il prof- R. Niebulir, delr« Lmion Theological Seminary » la definisce stravagante; l’arcivescovo Pike deUa
Chiesa protestante episcopale della California ne deplora il « carattere negativo »
La sentenza è invece approvata da una
personalità battista, Emmanuel Carkon,
che rileva che una preghiera « legalizzata »
non ha alcun significato per i membri della sua chiesa: « Bisogna mostrarsi circospetti di fronte alle preghiere preparate da
agenzie governative». D. M. Kelley, direttore del Dipartimento del Consiglio nazionale delle Chiese per la libertà religiosa
pensa che molti cristiani accoglieranno con
soddisfazione la sentenza, perchè proteggerà i diritti religiosi delle minoranze e
impetlirà lo sviluppo di una « religione
delle scuole pubbliche », che non è « nè
cristianesimo nè ebraismo ». La rivista
« Christian Century » si pronuncia nello
«lesso senso. Il Sinodo della Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti (che conta
3.200.000 membri), tenutosi recentemente
a Denver ha affrontalo pure il problema
della scuola: constatando l’atleggiamento
cattolico che tende ad accrescere il numero delle sue scuole confessionali, i presbiteriani pensano di dovere invece sostenere
la scuola di Stato, e vedono nella discussa
sentenza della Corte Suprema un aspetto
della difesa della laicità della scuola di
.Stato americana.
Sul piano civile le reazioni sono naturalmente contrastanti, in attesa che la que.
stione sia ripresa e discussa alla Camera
e al Senato ; mentre Eisenhower e molti
rappresentanti del partito repubblicano si
sono dichiarati contrari, Kennedy, Truman
e diverse per.sonalità del partito democratico hanno appoggiato la sentenza: Kennedy in particolare ha rilevato che essa lascia a ciascuno la cura di pregare a casa
sua o in chiesa, e che « dovrebbe incoraggiare gli americani ad avere una vita religiosa più attiva. Bisogna che i genitori
stessi mostrino ai figli il vero senso della
preghiera ».
La campagna, lanciala dall’« American
Civil Liberties Union », prosegue: lo scopo sarebbe di bandire dalle scuole di Stato anche Fossenunza di feste cristiane o
ebraiche. Si può essere a prima vista scoti,
cenati da questo attacco alle tradizioni che
paiono più incrollabili; ci può essere in
parte un’offensiva anticlericale che sconfina nelFanticristianesimo. Ma biso-gna anche chiedersi fino a che punto e in che misura percentuale il popolo americano è un
« popolo cristiano » o anche semplicemente « religioso ». Potreldte trattarsi qui della versione « democratica », occidentale,
di ciò che sta succedendo ad Oriente e
che colpisce la Chiesa, certo, ma la purifi«'a anche, la separa dalla massa del poIKtlo, ne fa un corpo scelto posto di fronte
a si'elte precise e quotidiane: non un tumore che rode il corpo della nazione (o
cerca di impadronirsi dei suoi centri vitali) ma un lievito che si dà i>er lievitare
Fambieute.
Non da oggi è in atto negli Stati Uniti
una lotta serrata per il dominio della scuola di Stato. La netta risposta negativa delFaimministrazione Kennedy alle richieste
dell’episcopato cattolico nordamericano di
sovvenzioni statali alle scuole confessionali catlolk’he, risposta data in rispetto della
Coistituzione americana, viene qui prolungata ed estesa dalla Corte Suprema ad una
affermazione di garantita laicità della scuola di Stato.
Pensiamo che la Chiesa, anziché gridare
allo scandalo, debba esser grata di questo
richiamo che le giunge tramite sei uomini
che probabilmente sono, almeno in parte,
suoi membri, c convinti credenti. Si fa
presto a strillare — magari punti sul vivo
— allo scandalo, alla stravaganza, alla stupidità (così la rivista gesuita «America»);
più lungo c difficile, ma più serio, è iHirai,
proprio come cristiani, di fronte ad una
nazione riconosciuta cosi com’è: una società pluralistica anche religiosamente, in
cui la Chiosa ha da levare i segni defla
sua testimonianza e del suo servizio, non
del suo dominio. 11 lievito di salvezza del
mondo non è la Chiesa, essa è solo la mano che tende, oggi, il lievito, che getta il
seme; ma il lievito, il seme è FEvangelo
soltanto. E' meglio che giunga ai cuori
non dife.so o, peggio, imposto da leggi sta.
tali e da formule ministeriali.
lllimtHMtHMIMMtWIUlMII'
i;/ILIEW/ÌZI0IVÌE OPERiUÜ
Marghefita Uostaguo Jaliier
E’ morta improvvisamente a Catanzaro, dove collaborava gioiosamente
con il marito, il Pastore Sergio Rostagno, nell’adempimento del ministero
pastorale in quella città e nella diaspora. Il servizio funebre si è svolto a
Torre Pellice, il 16 u. s., in commosso,
affettuoso raccoglimento. La nostra
simpatia va intensamente a tutti i fa«
miliari così colpiti, e in modo particolare al Pastore Rostagno e ai genitori
c ai fratelli della Scomparsa, su cui
le separazioni si aggravano.
Sabato 7 e domenica 8 luglio Torino è
stata teatro di violente manifestazioni operaie ; la città mezza vuota per il week-end
e la limitazione delVinfornuizione causata
dallo sciopero dei quotidiani hanno fatto
sì che solo in ritardo l’opinione pubblica
si è resa conto delTimportanztt della cosa,
che ha portato anche ad un acceso dibiittito ¡mrlumentare.
Che è successo a Torino? Nel quadro
dello sciopero a catena attuato dalla metà
di giugno dai metalmeccanici, in vista del
rinnovo dei contratti di lavoro, questa volta, rompendo un isolamento che dura da
anni, anche gli ¡operai della FIAT hanno
aderito all’agitazione. Ma mentre la FIOMCGIL (socialcomunista) e la FISM-CISF.
(democristiana) sostenevano lo sciopero ad
oltranza, venerdì 6 la UILM (socialdemocratica di destra) e il Sindacato aziendale
lavoratori dell’automobile (controllato dalla direzione) firmavano un accordo separato con la direzione aziendale. Da qui la
reazione di gruppi di attivisti, che a due
riprese attaccavano ¡e danneggiavano la sede delTUILM in Piazza Statuto, e reagivano alla forza pubblica che vi si opponeva.
Parecchi feriti, anche fra le forze d’ordine, numerosi arresti, seguiti da processi
per direttissima; .strascico di interrogazioni parlamentari concluse da un’ampia risposta del ministro Taviani.
E’ stata constatata un’interferenza di motivi politici diversi (opposizione concomitante dell’estrema sinistra e dell’estrema
destra ài tentativo in corso di un governo
di centro-sinistra, che si cerca di ostacolare
con catena di scioperi e .possibilmente di
incidenti alltumanti per l’opinione pubblica) con un normale contrasto economico
per rapporti di lavoro: quest’intenzione
sovversiva, che ha mosso i più violenti attivisti, è stata poi ripresa nel dibattito politico, parlamentare e extra¡mrlamentare,
da alcuni di quelli stessi che la deploravano, e che se ne sono serviti come carta
propagandistica.
Certo, non è stata una fuccencbi limpida. Deploriamo una volta di più che un
fatto economico e sociale, qual’e un contrasto fra datore e prestatore di lavoro, sia
stato utilizzato, prima, durante e dopo, a
fini politici di jHirte in cui si mescolano
teiulenze anarchiche e sottigliezze machiavelliche. E’ forse iìievilabile, da che è stata
rotta l’unità sindacale e i sindacati sono
stati ’politicizzati’, nel senso di aggiogarli
a questo o a quel partito; con.seguenza inevitabile. che non rende però affatto fatale
la causa d'origine ma conferma anzi che
lutti i rapporti di lavoro saranno irrimediabilmente f<il.sati, nel nostro ¡mese, finché non .sarà ricostituita un’unità sindacale
che affronti con la Conflndustria, nel mutuo rispetto, i veri problemi economici:
finche cioè l’operaio non sarà più una pedina volente o nolente di un gioco partitico, nui .si sentirà cointeres.sato nell’azienda
in cui lavora, attraverso un sindacato in
cui possa avere realmente fiducia di esser
difeso e che gli sin mediatore dei grandi
problemi economici che le aziende industriali devono affrontare e. che egli troppo
spesso ignora nella loro complessa realtà.
Comunque, finché durerà la pluralità
sindacale, è logico che le direzioni aziendali vi girnheranno su: così è accaduto
uria volta di più con i due .sindacati summenziamiti, i quali hanno naturalmente
piena libertà di decisione; comunque, il
loro accordo separalo, aiutile considerando
il ’picchettaggio’ agli ingressi, non è stato
appoggialo da molti dei lavoratori che essi
direttamente o indirettamente controllano
(in teoria il 60‘)„ della mano d’opera impiegata alla FIAT).
Non ci sarebbe stato nulla di male se
agli arrendevoli i compagni più pertinaci
avessero portato ■— come avevano prima
fatto ¡ter tutti gli operai della FIAT i
compagni della lFestinghou.se o della Lancia — cestini d’erba... per i conigli! Livio
Zanetti nella sua cronaca su L’Eispresso riferisce come alla FIAT circolasse questa
barzelletta: ’’Sai perchè la FIAT ha comprato i nuovi terreni fuori città? Per dar
da nuingiare erba fresca ai suoi 80.000 conigli. La raccontavano ridacchiando rassegnati, come con le barzellette dei tempi
del regime”. Vada, dunque, per i cestini
d’erba. ¡Ma condanniamo senza riserve -—
e sappiamo che la stragrande maggioranza
degli operai concordano pienamente ■— le
violenze che si sono verificate: sia quelle
operate contro coloro che pei- ragioni diverse ( non si può leggere nei cuori come
si controlla una tessera) intendevano pur
tuttavia lavorare: fra loro, accanto ai crumiri per viltà che non vogliono correre rischi con i superiori ma .sono poi ben felici di spartire le conquiste di chi invece
ha rischiato e subito danno, c’era gente
non convinta, a torto o a ragione, della
giustezza del l’agitazione, e l’altra faccia
del costituzionale diritto allo sciopero è il
costituzionale diritto al lavoro; sia le violenze praticate contro la sede del sindacato
dissidente : crede poco al proprio buon diritto chi. in ¡una situazione normale, si abbandona a questi eccessi, o comunque è
immaturo al libero gioco democratico, e
bene ha fatto la forza ¡mbblica a mantenere Tardine, questa volta con una moderazione che merita elogio, tanto più se è
vero che per Tocca.sione erano stati rapidamente trasportati a Torino reparti ’’specializzati” di stanza a Padova.
Tali violenze — che, è chiaro, condanniamo non per ragioni tattiche ma di morale democratica — hanno contribuito a
gettare un’ombra su di un’affermazione
operaia di cui naturalmente c’era chi aveva interesse di intorbidare la limpidezza.
I ’’picchetti” hanno fatto sì che gli avversari possono ¡pretendere che si sia trattato
soltanto di uno sciopero ¡lolitico manovrato dall’esterno, mentre l’attacco alla sede
UIL presta il fianco all’accusa di sovversivismo anarchico, ecc. ecc.
.4 me pare comunque — e non sono il
solo — che al di là di questi elementi intorbidanti, la manifestazione di larga parte
della mano d’opera impiegata alla FI.4T
sia stata positiva nel senso che ha sco.sso,
dopo parecchi anni, la situazione che — in
modo un po’ unilaterale, ammettiamolo
pure, ma documentato —■ è presentata dalTu Inchiesta alla FIAT » di Giovanni Carocci, pubblicata nel 1960 dall’editore Parenti, e che si dovrebbe conoscere quando
si vuole esprimere un giudizio il più possibile obiettivo sulla vita del maggiore
complesso industriale italiano; la situazione che Veditoriale de L’Espresso del 15 luglio ha definito ”un esempio da manuale
d’un regime di fabbrica integrato, nel quale la subordinazione degli interessi e delle
idee dell’individuo, dall’ultimo operaio al
presidente della società, debbono cedere il
posto di fronte agli interessi deU’azienda.
Lo stes.so Valletta ne dava l’esempio, allineando di volta in volta le proprie opinioni personali al mutar dei tempi e delle
situazioni politiche, purché la FIAT non
risentisse danni, purché i governi che si
succedevano le restassero comunque amici, purché il lavoro, le commesse di Stato,
gli sbocchi all’esportazione fo.ssero mantenuti e ampliati”.
Questo programma ha retto finché i! tenore di salari e di assistenza offerto dalla
FIAT in cambio di ordinala e incondizionata ubbidienza è stato superiore a quanto
si offriva altrove. Ma oggi più d una azienda fa ampia concorrenza a tale tenore, e
dà più larghe possibilità di specializzazione e quindi di ’carriera’, mentre <Taltra
parte i tempi di lavoro ordinario e slraordimirio si fanno sempre più intensi e ferrei. Dietro gli abusi e i pretesti ¡mrtitici,
questo è il vero problema umano, economico e sociale, che devono affrontare insieme le rappresentanze operaie e la direzione aziendale.
Noti pretendo certo di dire l’ultima ¡larola, e so di non scrivere qui nulla di originale. Ma, dotto aver cercato di infornuumi onestamente, ho creduto giusto che
non si tacesse sul nostro giornale a proposito di un avvenimento che, tra l’altro, ha
toccato da vicino molti valdesi ed evangelici delle Valli e di Torino, a tutti i livelli della scala aziendale. Come cristiani
confessanti essi hanno, accanto ai loro compagni e colleglli, un compito difficile ma
bello, quello di essere, oltre che uomini
onestamente e apertamente impegnati secondo coscienza, dei riconciliatori, che relativizzano le passioni politiche e sindacali
e i rancori umani, perchè sanno che, comunque, il loro Signore non si lascia bloccare nè dai ’’picchetti” nè dalle ’’serrate”,
giudica e perdona i compagni ’’nemici”, i
pavidi e i violenti, e ricorda a chi più ha
di potere e di responsabilità, che più gli
sarà ridomandato di giustizia e di ubbidienza.
Se mi dite che queste sono parole che
scattano troppo facilmente dai tasti della
mia macchina da scrivere, vi dò ragione:
a voi l’onere e l’onore di attestarle vere.
Gino Conte
2
pag. 2
20 loglio 19«Z — N. 29
AZIQME SOCIALE
a Fdrcììio Sabino
La comunità di Forano accoglie la Conferenza del IV
Distretto e inaugura una foresteria e un doposcuola
I delegati vengono accolti con festosa cordialità dalla comunità di Forano.
La Conferenza inizia mercoledì 20
giugno sera con un culto presieduto
dal P^st. Salvatore Carco. Il seggio
definitivo viene eletto neìe persone
del Past. S. Carcò presidente; ¿g. Giovanni Ribet vice-presidente; Sigma
Evelina Girardet segretaria.
La giornata di giovedì 21 è dedicata
ai lavori della Conferenza.
Gli argomenti più vivi sono:
Le grandi possibilità di evangelizzazione lungo il litorale adriatìco da Rimini ad Ancona. La Conferenza si esprime approvando il seguente ordine
del giorno: La Conferenza del IV Distretto considerando le notevoli possibilità di evangelizzazione che esistono^ attualmente nel litorale adriatico,
chiede alla Tavola di assegnare un
operaio itinerante, residente in Rimini, incaricato della zona romagnolainarchigiana.
La vitalità e la serietà d’impegno
della comunità di Forano riporta alla
ribalta il problema delle chiese autonome e del loro riconoscimento come
tali. L’art. 6 dei Regolamenti Organici della Chiesa Valdese, che si occupa
delle Chiese autonome, prevede al
comma a) che e^e « abbiano 150 membri comunicanti» e solo al comma c)
cui è stato adottato; pertanto trasmette al Sinodo questo stato di incertezza e fa voto perchè il Sinodo
inviti la Commissione permanente per
i ministeri a considerare in questo
quadro più ampio la questione in esame.
La Conferenza viene messa al corrente sulle po^lbilità e scopi della
For^teria di Rio Marina che oltre ad
offrire un soggiorno marino per le
nostre famiglie è anche im punto di
partenza per un’opera di evangelizzazione nell’isola.
La Conferenza riconferma in carica la Commissione Distrettuale che
rimane, pertanto, così composta: Past.
Guido Mathieu, Presidente; Col. Aldo Long, Vicepresidente; Past. P. L.
Jalla, Segretario.
La Conferenza elegge quali delegati al prossimo Sinodo i sigg. Ada D’Ari, Ivo Parenti, Glirstiniani, Accinelli.
La Conferenza Distrettuale d’autimno si terrà a Pisa e il Past. Pierluigi
Jalla sarà il predicatore d’ufflclo.
Al termine dei lavori della Conferenza i delegati sono invitati ad unirsi alla comunità di Forano per assistere alla simpatica cerimonia di inaugurazione della foresteria e del doposcuola, cerimonia presieduta dal Moderatore Past. E. Rostan. E. G.
che esse « offrano un quadro compie
to delle attività ecclesiastiche e dimo
NELLA MISSIONE SULLO ZAMBES
Dalla
corrispondenza
di una
infermiera
Riportiamo parte di alcune lettere di
Trudi Schlittler, infermiera missionaria a
Lidtona (Zambesi) per conto della Mission de Paris; ci pare che nella tdvezza del
racconto risalti bene il carattere dell’impegno missionario, in una regione ancora isolata e abbastanza primitiva.
Un culto all’aria aperta all’ospedale di
’’Journal des Missions
Senanga (cliché gentilmente prestato dal
Evangéliques” di Parigi).
Spesso nel nostro lavo-ro ci sono giomatacce, ma ce ne sono anche di belle come
queUe trascorse a Sefula, riuniti a discutere sui vari ministeri nella Missione, e a
studiare insieme la nuova organizzazione e
costituzione della Chiesa indigena, che sta
per avere la piena autonomia.
Sono tornata a Lukona con 34 alberelli
che mi sono stati offerti per il mio giardino. Pioveva a dirotto, e mi sentivo un po’
melanconica ritrovandomi soletta. Ma il
buon umore tornò quando, attraversando la
foresta, incontrai parecchia gente felice di
rivedermi; e sono salita col sole sulla nostra collina.
Subito sono stata affaccendata all’anibulatorio. Continuano a giungerci casi gravi;
Un ragazzino di 3 anni aveva le convulsioni, un altro di 2 e mezzo s’era bruciato
lutt;i la schiena cadendo nel fuoco; questa
mattina, mentre i lebbrosi aspettavano la
cura settimanale, hanno portato una giovane con un bimbo appena nato ; ho avuto
rorribils sorpresa di trovargli dei vermi
sotto le ascelle! E in quel momento giungeva Kapui che con un’accetta si era ta
iiimiiimiiiiiiumitiiaii
Strino un vivo spirito evangelistico ».
La Conferenza discute a lungo sulla
importanza dei molt^lici doni dello
Spirito nei confronti dell’entità numerica e approva il seguente ordine
del giorno ; La Conferenza del IV Distretto resasi conto che ii numero di
150 membri, fissato dai R. O. art. 6
comma a) perahè una chiesa regolarmente costituita possa essere consìde
rata come chiesa autonoma, mette
nella condizione di non poterlo essere
alcune chiese che quel numero non
raggiungono di poco — pur manifestando una notevole maturità religiosa ed ecclesiastica — chiede al Sinodo
di modificare rarticolo di Regolamento in questione comma a) in modo da
andare incontro a tali casi.
E’ compito della Conferenza di pronunciarsi sul problema del Pastorato
femndnile in vista di una decisione
definitiva da parte del prossimo Sinodo.
Diffìcile compito dato che, come è
risultato dall’espressione viva delle
varie comunità del Distretto, le Chiese hanno manifestato, nelle loro risposte motivate, una certa perplessità. Risultano a favore : Ferentino, Colleferro, Firenze, Siena, Livorno. Risultano contrarie: Roma Via IV Novembre, Forano, Pisa. Rio Marina risulta perplessa e Roma Piazza Cavour non ha raggiimto una maggioranza nè positiva nè negativa.
La Conferenza si esprime, pertanto, con il seguente ordine del giorno:
La Conferenza del IV Distretto constata che le decisioni prese dalle
A.ssembl^ delle Chiese particolari sulia questione del Pastorato femminile sono prevalentemente caratterizzate, sul piano distrettuale, da una prò
fonda incertezza dal punto di vista
teologico e pratico, anche a causa della mancanza di notizie sui risultati
dal pastorato femminile nei paesi in
L’estremo Meridione è oggi una delie zone italiane
in cui è più vivo il problema deil’evangeiizzazione
Si è riunita a Catanzaro il 20 e 21 giugno la Conferenza del VI Distretto
Nel tempio vaidese di Catanzaro i
lavori della Conferenze del nostro Distretto hanno avuto inizio alle ore
18,30 col culto di apertura presieduto
dal Pastore A. Rutigliano di Agrigento che ha predicato mi testo di Luca 13: 6-9. Traendo lo spunto dalla situazione analoga al fico sterile in cui
ogni comunità coi suoi più diretti responsabili, Pastori e Cbnsigli di Chiesa vengono a trovarsi, cioè di non aver
portato quel frutto ohe il padrone
della vigna ha il diritto di pretendere dalla sua pianta, l’oratore ha messo in evidenza l’esigenza immediata
di una risposta non deludente da parte di ogni singolo credente e di ogni
responsabile di fronte al certo e giusto giudizio dei Signore del mondo e
della Chiesa: «Taglialo, perchè sta lì
a rendere improduttivo anche il terreno ».
« $
Ad avvenuta elezione del seggio il
Presidente dà lettura della lettera del
Vice-presidente della Comm. Distrettuale che ha tanto ed egregiamente
lavorato nel nostro Distretto per ben
7 anni di seguito, ma che per motivi
indipendenti dalla sua volontà ha dovuto rassegnare le dimissioni. E la
Conferenza esprime parole di vivo
plauso e di riconoscenza per il lavoro
svolto dal sig. A. Carcò.
Viene quindi data lettura della Re
ÍÍ
Je crois, viens au secours
de mon incréduiité ! „
Marc 9: 24
Ceux qui se représentent la foi comme une certitude confortable se
trompent du tout au tout. Luther disait qu’elle est « une certitude combattante »; et en effet elle doit toujours envisager de nouvelles luttes et
craindre des défaites possibles.
Devant le lit d’un ami mourant que les docteurs ont condamné, il
faut « avoir la foi » pour compter le sauver; un chimiste n’en a pas
besoin pour réussir ses expériences: de bons appareils lui suflBsent.
La foi est grande non pas quand rien ne la trouble, mais au contraire quand tout est contre elle, quand tout — à vues humaines —
l’obligerait à lâcher; quand elle ne tient plus qu’à un fil et que quand
même elle tient bon.
C’est pourquoi le cri du père de l’enfant épileptique est une si belle
confession de foi; son espoir de voir son fils guéri a fait place devant
l’échec des disciples à un doute poignant; mais au moment où il se sent
ainsi complètement lâché, il se raccroche encore au Maître; il suspend
tout à Lui, même cette incrédulité qu’il sent progresser dans son cœur.
C’est cela, la foi qui sauve; c’est la corde à laquelle on se retient
au-dessus de l’abîme; c’est un état terriblement tendu et angoissé, et pas
le tranquille fauteuil d’une assurance confortable.
Tu seras « sauvé par la foi » le jour où, ta raison ne te donnant
plus aucune certitude et tout sur terre t’abandonnant, tu te cramponneras à ton Dieu en criant « au secours ».
La joie et l’assurance que tu goûteras alors, c’est un vrai miracle
de Dieu, et ça ne ressemble en rien à ce que sur la terre on appelle assurance.
Philippe Vernier
lazione della Comm. Distrettuale che
presenta quest’anno due novità, almeno per il nostro Distretto. La prima,
decisamente positiva, è che tutti i Pastori e Delegati hanno ricevuto copia
ciclostilata della Relazione con notevole anticipo sul giorno della Conferenza e questo ha permesso a tutti di
discutere la Relàrione con pienezza
di conoscenza. La seconda novità invMe, ha avuto un carattere discutibilmente positivo: la Relazione infatti si limita ad esprimere soltanto l’operato e le esperienze che ne sono derivate alla Comm. Distrettuale. E’ parso bene alla Cbmmissione tacere l’aspetto della vita delle varie Comunità perchè questo è invece ampiamente messo in evidenza dalle relative
Relazioni. Nutrita è stata la discussione che ne è seguita in cui pareri
contrastanti in linea di massima si
equilibrano. Se da ima parte si insiste sulla necessità di entrare più nel
vivo dei problemi delle singole Ghie
se, d’altra parte si fa notare che le
Chiese dovrebbero mandare anche alla Comm. Distrettuale una copia delle Relazioni trimestrali che normalmente vengono inviate alla Tavola, e
che, dato il carattere coJleggiale del
la Relazione, resta un po’ difiScile riunire tutti i membri della Comm. Distrettuale per questo lavoro. Si ascolta quindi con vivissimo interesse
quanto è detto sulla nuova situazione
di Priolo (Pachino) e ci si chiede una
linea d’azione: a) ovvero limitarsi
agli schemi tradizionali di apertura
di un locale di culto e formazione di
una Comunità evangelica — ciò però
non risolve il problema dell’inserimento dell’Evangelo nel vivo ambiente opermo con la conseguenza che la
Comunità rhnarrebbe isolata e chiusa in se stessa; b) ovvero preparare
e lanciare nel vivo dell’ambiente operaio un gruppo di persone presenti in
loco che dovrebbe prendere « d’assalto» la nuova situazione con l’ausilio
di stampa opportunamente preparata
da una commissioine di studio competente. La Conferenza tutta fa suo questo problema ed incoraggia notevol
mente il Pastore di Pachino a perseverare nell’opera iniziata. Troppo poco ci si incontra per discutere e cercare di risolvere insieme certi probiemi e pertanto è stato avvertito il grande beneficio di stare insieme per comunicarsi le proprie esperienze nel
comune lavoro. Non solo, ma anche
alcune direttive d’inizio sono state fornite dopo avere insistito sulla necessità di pregare gli uni per gli altri il
Signore della Chiesa.
« *
A proposito dei rapporti della Commissione Distrettuale con la Tavola
in ordine alle attività evangelistiche
la Commissione auspica che sia messo
ulteriormente in evidenza da parte
della Tavola la ragion d’essere della
commissione in riferimento a questa
attività particolare. Senza che si so.spetti alcun conflitto di competenza
è sempre auspicabile che il nostro organo centrale le riconosca la sua competenza particolare nelle proprie decisioni sia pure a titolo di consulta
gli.-ito la mano... Durante la mia assenza
Lutangu, rinfermiere, ha dovuto ricucire
una larga ferita ad un braccio... ha usato
del filo di nailon un po’ spesso, ma è stato
un sut-cesso!
Siamo a fine febbraio; sono le 6 del mattino, fa ancora scuro e piove sempre. C’è
Un leone ( he gironzola a 150 m. daU’ambulatcrio, se ne vedono le tracce; ha ucciso
sei vitelli e ne Ita portati via altri due, la
pioggia violenta ha coperto ogni rumore.
zioni. E’ chiaro d’altra parte che ci
si è resi ben conto che, data la recente modifica del nostro Ordinamento,
i rapporti fra la Comm. Distrettuale
e la Tavola non siano stati ancora del
tutto precisati.
^ *
Sul Pastorato femminile si è accesa
come era da immaginarsi una discussione più ohe vivace. ’Tutte le Comunità hanno discusso il problema in
seno di assemblea di chiesa, ed alla
Conferenza è risultato che le dodici
Comunità del nostro Distretto hanno
votato 6 no, 3 sì, 2 sì con riserva, 1
incerta. Le riserve del sì si riferiscono a motivi teologici in quanto i testi
citati dalla Relazione della Comm.
per i ministeri, non sono molto espliciti, nè ve ne sono altri nella Bibbia,
e si riferiscono anche a motivi pratici
in quanto tante sono le difficoltà che
derivano alla donna nel caso di un
ministerio a pieno tempo. Eppure
questo parere decisamente negativo
non è esatto perchè — è stato rilevato — dalle Comunità non si è avuto
un parere chiaro e decisivo : sono
mancate, ad eccezione di una sola Comunità, le votazioni, e questo toglie
al risultato finale quel carattere di
oggettività necessaria. Ma da tutta la
discussione è scaturito inequivocabilmente chiaro che molte delle nostra
Comunità sentono di non essere preparate ad affrontare il problema perchè ancora insufficientemente preparate per cui anche una votazione regolare sarebbe parziale. Si dovrebbe
concludere a questo punto ohe il risultato finale sia negativo, ma il seguente o.d.g. è molto significativo :
« Malgrado le riserve emerse dalla discussione sul ministerio pastorale femminile, la Conferenza del VI Distretto
si pronuncia in favore di esso con voti favorevodi 11, contrari 9, scheda
bianca 1 ».
Neanche coloro che avevano un’idea ^à chiara a questo riguardo erano pienamente convinti!
E viene di chiedersi fino a che punto la nostra Chiesa potrà decidere
con tranquillità e coscienza di ben
fare quando tutti o quasi sono ancora incerti? Il problema è stato avvertito in tutta la sua gravità ed ha appassionato tutti.
La Conferenza ha espresso in ma
niera abbastanza evidente e sentita
il proprio compiacimento alla Comm.
Distrettuale per il suo lavoro svolto
con intensità ed intelligenza.
In una atmosfera dì gioia e di riconoscenza al Signore la Conferenza si
è conclusa con un culto di cui due
momenti sono stati profondamente
sentiti; la consacrazione al Ministerio
di Anziano Evangelista del sig. Giorgio Resini e la celebrazione della Cena del Signore cui ha partecipato
anche tutta la Comunità di Catanzaro. Al nostro nuovo compagno d’opera diciamo ancora: Avanti con forza
e fede nel campo del Signore!
Ottima sotto tutti gli aspetti la calda accoglienza da parte della comunità di Catanzaro e la diligente sistemazione logistica curata dal Pastore
al quale rivolgiamo anche una parola
di vivo ringraziamento. R.
Da tre giorni ho una giovane donna di
25 anni per aiularmi. E’ stato sposata 10
anni, ha avuto un bambino, ma il marito
l’ha ripudiata; il ipiccolino è morto. E’ fati(-oso insegnare a qualcuno, quando intorno c’è un mucchio di lavoro, spiegart; e
ri“piegare ogni co.sa... la pazienza non è
mai stata la mia virtù. Anche oggi tanti
malati; bruciature, quattro ulcere tropica
li, fratt'ire; e per le più bimbi.
Ogni notte la pioggia cade a catinelle:
me ne rallegro per i miei alberelli. Ma
una di queste notti è accaduta una bruita
co,sa. Fly, un uomo di quarant’anni, svegliandosi non trova -sua moglie accanto a
se; esce per cercarla, e la vede penzolare
da una corda, cercando di strozzarsi. ,411e
grida dell’uomo la gente accorre, e la poveretta è libetala. 11 capo del villaggio la
ammonisce: « Perdiè l’hai fatto? Perchè
mi hai fatto uscire in una notte cosi buia
« Mio marito m; rende la vita amara », risponde la donna. La conducono al « Luta », a una ventina di minuti dal villaggio;
il giustiziere, svegliato andie lui, comincia una lunga predica alla donna; al marito
non si -dice nulla. L’indomani ma-ttina, chi
vedo? Kandelei (la donna) die -se ne va
allegramente portando un gran piallo di
carne sulla testa: avevano ucciso un bue!
Coi.si è l’Africa!
L;i grave forma d’in-fluenza dilaga sempre
più,fra adulti e bimbi: il -pianto di questi
ultimi ci assorda, la notte. Abbiamo anche
avuto cinque decessi; un uomo fulminato,
morto dopo atroci dolori: l’odore mi per.seguita ancora; un piccolo di quattro anni,
inerte, pareva una bambola di cenci, tutto
molle, occhi e gengive bianchi, senza energia, piagnucolava come un a-gnellino: non
abbiamo potuto far nulla per lui; un uomo
ferito -tlla testa da dieci ore; il fratello
aveva introdotto nella ferita in gran quantità granelli di permanganato, ho dovuto
tagliare lungo tutta la ferita e ricucire. Stasera, insieme ai missionari Anker miei colleglli e ospiti, ho avuto il tempo di godere la Presenza di Dio: non è sempre possibile nella nostra vita missionaria!
Ho buscato anch’io l’influenza... si preferisce curare che soffrire. Dopo qualche
giorno ne sono uscita, come un tappo che
torna a galla; ed ho il cuore pieno di riconoscenza : al lavoro !
Domenica mi sono recata a Shamuku .i
visitare gli allievi. Partiti da Lukona alle
15, siamo arrivati alle 19,30: ci eravamo
persi nella foresta, già alle 18,30 era buio,
e abbiamo dovuto cercare la strada sotto
l’acqua. Ma l’indomani (pianto ho goduto
della pa«80ggia-ta, al ritorno: le tinte svariatissime, l’odore d’erba e di terra umida,
il cielo di un azzurro scintillante con nubi candide e stormi di uccelli. E quale
gioia, sempre, incontrare donne cristiane,
spesso anziane: versare qualche goccia nei
l(-ro occhi stanchi, metter loro in mano un
po’ di sale... o di tabacco da finto! Poi abbiamo lasciato la pianura e ci siamo ritrovati nella (( brousse »; il sole brucia, ma
la scorciatoia ri ha fatto guadagnare un’ora. Appena a Lukona, faccio gli esami al
microscopio : su 130 casi, 61 risultavano
iwsitivi: bilarzia.
Alcuni giorni dopo mi recavo di nuovo
a Shamuku con l’ispettore sanitario, per
organizzare le cure. Questa volta eravamo
nella jeep; ma si sprofondò nel fango, e
solo dopo 5 ore, con 5 paia di buoi e 8
uomini, si riuscì a liberarla, finalmente.
Così la nostra vita è una contìnua alternativa di mementi buoni e cattivi; come
dovunque. Ma ci sentiamo il cuore pieno
di riconoscenza verso Colui che ha dato
la sua vita per noi e che è sempre, ad
ogni passo, il nostro aiuto. A Lui la lode
e l’ubbidienza. Trudy Schlittler
PERSONALIA
I più vivi rallegramenti e auguri alla Signorina Eugenia Longo, di lorro Penice, che ha conseguito presso
! Università di Torino la laurea in fìsica, a pieni voti assoluti e lode,
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20 loglio 1962 — N. 29
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ITINERARI SPIRITUAL
Ai piedi del monte Granero
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doppio
taglio
Leggo su « La Luce » del 13 lu
gito ritinerario del signor Franco Falchi. Non sapevo che quelVaffco-e delle
gemme incastonate e del monte Granero risalisse al 1953, e mi sono meravigliato che nella chiesa cattolica sì
desse tanta libertà ad un protestante
’’convertito’’ fino a permettergli di
, mandare ancora i figli alla scuola domenictde, di frequentare culti e manifestazioni religiose, di mantenere insomma con tanta vìva partecipazione,
contatti non casuali con la confessione precedente. Ma forse non avevo
considerato un elemento, che cioè siamo a Milano.
La diocesi ambrosiana, assai ricca,
importante, meno ristretta delle altre
per i più frequenti incontri con l’estero, orgogliosa e gelosa della propria
liturgia che ritiene superiore a quella
latina, può permettersi concessioni
che altrove, massime a Roma, sarebbero vietate. E’ già noto del resto che
certe manovre ed atteggiamenti del
clero milanese non sono sempre ben
visti dalla capitale.
Non ho intenzione di criticare il gesto del signor Falchi nè analizzare con
malcelato risentimento quanto egli
espose nel racconto dell’itinerario suddetto ma soltanto di esprimere un’idea
che mi è venuta, ed è questa: che il
nostro fratello cattolico sia affetto da
esacerbato sentimentalismo. Sensitivo
al massimo, esuberante, di quelli che
si buttano a capo fitto in ogni movimento che li attragga per un suo qualche splendore. Apertura, ecumenismo,
fascinose parole delle ’’ore storiche".
Mala religione non è fatta soltanto di
stati d’animo, di estasi, di vedute del
Monviso, è fatta anche e soprattutto
di teologia, di Verità. Ora noi possiamo salire anche sul ’’K 2” ma quando
ne discenderemo dopo aver visto da
tanto alto le divisioni confessionali,
ci ritroveremo ancora davanti alla
realtà delle imposizioni dogmatiche,
all’interpretazione della Bibbia, ai Comandamenti e alle scomuniche.
V crómente schiette, toccanti e cristiane le espressioni di amore per la
chiesa evangelica, l’impegno di farla
stimare e amare insieme con i valori
della Riforma; ma non vorrei che il
signor Falchi si illudesse troppo nella
luna di miele delle mistiche nozze. La
libertà di cui gode, le concessioni che
gli .sono permesse avranno un limite
come lo ha l’ecumenismo dì ’’Unitas’’
appositamente creato per l’unione con
il mondo protestante, unione che gli
esponenti cattolici de.siderano, sì, realizzare, ma a modo loro.
La serietà, l’intelligenza, i nobili intendimenti del signor Falchi potrebbero essere veramente utili per noi
evangelici ma c’è, in tutto l’insieme,
una certa confusione. 1 cattolici hanno accettato questo nostro fratello che
continua a mantenere una ben strana
posizione, non rhanno fatto abiurare,
ha redatto egli stesso il testo della donazione dì quella ’’fede cristiana completa’’ che la chiesa di Roma dispensa
per grazia di Dio e volontà della Nazione. Intanto in un paesino del varesotto dove è in formazione una piccola coiìiunità della nostra chiesa, alcuni modesti artigiani disposti ad accostarsi alla soglia della ’’Sala Valdese" sono stati minacciati di non
aver più un solo cliente se osavatw
entrare nel recinto dell’eresia.
L’Ecumenismo non è tutto, nella
Fede; già nei programmi dei gruppi
di Oxford per il riarmo morale il senso teologico si attenuava, la teologia
assumeva un valore secondario di
fronte all’ecumenisnu), l’impeto missionario generava posizioni illogiche,
vocazioni assurde. Nel Cristianesimo
non confluisce soltanto il vuoto religioso dell’animo ma anche la chiarezza del pensiero. Sarà dunque bene
che il signor Falchi chiarisca la sua
posizione, non rendendone conto a
noi, certamente, ma considerando, da
sè, che con tutta la poesia, l’armonia
e le bellezze naturali di cui è pervaso
il suo itinerario rimane sempre la separazione profonda, la lontananza
grande per colmare le quali non basta
l’entusiasta programma affrettato del
"volemose bene’’.
Il signor Falchi desidera che la nostra Chiesa apra la via alla ’’sofferenza” e preghi in concreto per la Chiesa
Cattolica. Pregheremo. Pregheremo
per i "fratelli separati’’ anche noi.
Pregheremo per il Concilio Ecumenico e perchè un giorno il papa con atto di lungimiranza vada dal mstro
Moderatore a fare una visita senza
guardia svizzera. Allora, sul Granerò,
ci salirà anche lui, con tutto il rispetto.
Amo il coraggio, la sincerità e la
convinzione quali il signor Falchi ha
dimostrato seguendo la strada che ha
voluto, come ha voluto. Il fatto rimane con le sue circostanze confuse,
ognuno di noi rimane con il rispetto
delle altrui credenze; ma le gemme
preziosissime di cui parla il nostro
fratello cattolico non hanno appartenuto al diadema vaticano, e chi ve le
incastona troverà prima o poi chi glielo sequestra per incoronare qualche
statua di gesso. Marco
I recenti fatti di Torino sono fra qoelli
che più ri lasciano perfdeaei: perchè la
versione ufficiale, data dal Governo, non ci
Ile convinti completamente e pendiè abbiamo ragione di dubitare delle versioni dì
parte. Una di queste partì approfitta persino di queeta occasione per attaccare il
Governo di centro-siniatra, che starebbe
per preparare (non comprendiamo proprio
con quale suo interessei l’avvento del comunismo. Con questo non si pensi che prestiamo credito all’altra, opposta parte. Purtroppo, non siamo eiiwi di nulla, anche se
questo possa apparire un nostro torto (perchè, abbiamo molto spesso affermato noi
stessi, una posizione bisogna sempre saperla .-issumere). Ma per assumere una posizioni' occorre o credere ciecamente o essere
bene informati. Ora noi nè ci sentiamo di
credere ciecamente ad alcuno, sia questi il
Governo o un partito o una organizzazione sindacale o un giornale, nè siamo bene
informati. E se non siamo bene informati il torto non è lutto nostro, ma in gran
parte di « chi » ha il dovere di informare
’ opinione pubblica, alla quale noi apparteniamo.
Si potrà obiettare che c’è stata una inchiesta. Ci si perdoni l’irriverenza verso
le autorità costituite, ma noi non riusciamo a comprendere l’assoluta validità di una
inchiesta, che ad un certo momento potrebbe doversi rivolgere all’operato della
polizia, condotta dalla stessa polizìa e persomdmente da chi ha diretto la seconda
parte delle operazioni di polizia. Anche a
neri voler dubitare della obiettività della
inchiesta, ci rifiutiamo di accettarla per
principio. E poicJiè noi, per principio, non
SUI RAPPORTI CON IL CATTOLICESIMO
Polemica e dialogo da un punto di visto evangelieo
Credo che si farebbe bene a non
mettere la questione dei rapporti con
il cattolicesimo sul piano della tattica, perchè da una parte tali rapporti
sono già abbastanza confusi appunto
per il fatto ohe il cattolicesimo agisce
molto spesso con tattica, e d’altra parte si trasforma in discorso occasionale quello che è un problema di fondo.
Non c’è neppure alcun vantaggio,
secondo me, a rinchiudere la discussione negli stretti termini di polemi<-a e dialogo, che dovrebbero descrivere i due atteggiamenti verso il cattolicesimo ohe noi evangelici siamo
capaci di prendète. Normalmente ci
SI sente domandare: tu sei per il dialogo con i cattolici oppure per la polemica? Non è possibile rimanere a
queste contrapposizioni che velano la
scarsa chiarezza con un manto di semplicità. Bisogna andare più a fondo,
e ciò significa approfondire le conoscenze riguardo al nostro punto di
partenza, ohe non può essere che l’Evangelo stesso. Questo, comunque, dovrebbe esser pacifico, perchè sia i partigiani del dialogo, sia quelli della polemica si richiamano appunto ad una
esigenza di fedeltà all'evangelo. Un
approfondimento del punto di partenza non potrà che giovare ad un approfondimento di tutta quanta Ja que
stione e delle posizioni in campo. Si
tratta di usare un metodo che è come
uno dei teoremi principali con cui si
e mosso il movimento ecumenico.
Un esame completo del problema richiederebbe più spazio di quanto ne
sia concesso qui. Possiamo avviarci
per ora con alcune considerazioni che
servano di abbozzo. E’ stato riconosciuto che una posizione polemica è
sterile; e potrà esserlo per varie rag'oni. ma in primo luogo perchè invece di rimanere in tensione dialogica
cori l’evangelo, ognuna delle due parti in campo se ne impadronisce e lo
cifende come proprietà assoluta. D’altra parte davvero non sono mancati
quelli che hanno messo in guardia
contro i pericoli del dialogo; anche
qui si tratta essenzialmente di un pericolo, quello di dimenticare l’autorità deU’evangelo per fame un oggetto
di discorso comune, ifon si può dunque dimenticare che'^’evangeio sta sopra di noi, e non trà di noi o presso
uno di noi.
Che l’evangelo abbia anche una parte polemica è ciò òhe anche con la migliore volontà di dialogare non si può
nascondere. Resta da precisare contro che cosa è rivolta questa polemica. Se essa c determinata da noi, sarà rivolta verso i nostri avversari, ma
se è determinata dall’evangelo stesso
sarà la crisi di tutte le posizioni. Eppure la polemica dell’evangelo non
sta a sè, essa non può in nessun caso
da sola rappresentare tutto l’evangelo.
Nei rapporti con h cattolicesimo noi
evangelici non possiamo partire con
delle posizioni sicure e definite. Al
contrario pretendiamo di prendere
come punto di partenza l’evangelo
stesso. Noi fomiuliamo cosi delle que
stioni critiche nei confronti delle pcK
sizioni ecclesiastiche statiche. Noi ci
jinpegnamo in una ricerca, attendiamo dall’evangelo delle risposte, crediamo con una fede riconoscente che
si appaga soltanto della Parola di
Dio. Proprio in questa ricerca, in questo impegno ed in questa attesa vorremmo riuscire ad inserire altre posizioni: speriamo di chiamare altri a
.sentire le esigenze dell’evangelo. E’ un
invito all’ascolto, non dei pensieri nostri, ma di ciò ohe Dio e lo Spirito
Santo dicono alla Chiesa. Se la nostra ricerca diventa anche la ricerca
del cattolico, allora non siamo veramente più tanto (hvisi, siamo invitati
al dialogo dallo stesso evangelo e sotto la sua autorità. Per questo la nostra non potrà esser che una posizione di apertura e di speranza.
La dura polemica contro gli « errori del cattolicesimo» ohe è stato un
tema obbligato in un certo pieriodo
della nostra storia, ha finito per nausearci perchè diveniva un fatto a sè,
e non scaturiva più dalla ricerca e
dallo studio della parola di Dio. La
polemica dei Riformatori ha tutto un
altro sapore perchè è intimamente
collegata alla loro predicazione evangelica.
Se dialogare significa porsi tutti
quanti alla scuola deU'evangelo, è
chiaro che non vi sono altre posizioni possibili per noi evangelici. Il cattolico foi-se avrà altre possibilità.
Sergio Rostagno
iiiiiiiiimiiiiiitiiiiiiii
Discussa a Padova al Convegno della sezione veneta dell’ A. I. C. E.
La situazione deilai scuola pubblica italiana
Il 2 gitiigno u. s. nella sala delle conferenze della Obiesa Metodista di Padova, si
riunì sotto la presidenza del pastore Naso
la Sezione Veneta dell’.AlCE per un fraterno incontro e scambio di notizie ed esperienze nello specifico campo di lavoro bcolastico.
L’Ispettore .Scolastico prof. Guargena
svolse una relazione : Situazione della scuoia pubblica italiana.
Denunciala sin dall’inizio la crisi profonda in cui si trova la Scuola di Stato
Italiana, l’oratore fissa, per poi svilupparli
ron competenza e ricchezza di dati e di
commenti, in tre punti la crisi suddetta, e
precisamente: Crisi degli ordinamenti —
Crisi delle strutture —. Crisi del personale.
Riguardo al primo punto, rileva come
l’Italia sia uno dei pochi Paesi in cui manchino ancora la scuola materna statale e
la isciiola di completamento dell’obbMgo
per i ragazzi dall’ll« al 14® anno di età.
Da una parte, infatti, quasi tutti gli
Asili infantili sono parrocchiali o in maPo di congregazioni religiose; dall’altra,
®olo un terzo dei fanciulli che terminano
si: studi elementari frequenta attualmente la si'uola secondaria inferiore. Questa
scuola, inoltre, è ancora articolata in maPiera tale (¡scuola media e scuola di awia•Pento professionale) che la scelta fra un
tipo e l’altro è quasi sempre determinata
^al censo delle famiglie e non dalla capacità dei ragazzi.
Fortemente pressato daU’opinione pubWica, il Governo ha finalmente riconosciute lo stato di crisi delle istituzioni scolastiche, ma al riconoscimento non è ancora seguita una decisa azione atta a risolvere
I più gravi problemi della nostra scuola.
Volutamente, anzi, in ogni provvedimenlo
proposto a favore della scuola pubblea è
.stato sempre interpolato qualche forte interesse della scuola privata. In altre parole, si è cercato e si cerca di barattare il
doveroso aiuto alla scuola statale col riconoscìmenlo anticostituzionale del finanziamento alla scuola privata, ossia alla scuola confessionale.
Ora è in corso di discussione il progetto per rislituzione della scuola di completamento deirobbligo sulla base del progetto Medici, emendato dal Ministro Bosco, e del progetto Donini. A nostro avviso, questa scuola dovrebbe essere tmìca ed
uguale per tutti, senza latino, nemmeno
come materia opzionale.
La carenza di strutture, poi, è sollollneata in ogni ordine di scuola dalla mancanza di aule e di attrezzature adeguale
alle esigenze funzionali di una scuola moderna. Il Piano decennale per la scuola —
die nelle intenzioni ottimistìclie del Ministero doveva risolvere il problema — è
stato abbandonato dopo tre enni di discussioni soprattutto per la « cocciutaggine »
governativa di voler estendere alle scuole
private i benefici previst.: jier la scuola
pubblica.
La crisi del personale insegnante, infine,
specie nelle scuole dell’ordine medio, è
davvero preoccupante sia dal punto di vista
quantitativo che da quello qualitativo. Da
un lato, infatti, occorrerà nel prossimo decennio un reclutamento annuo di 25.(XW
professori, mentre i laureati in materie
letterarie e scientifiche raggiungono appena coinplp*-sivainente le 5.000 unità annue;
dall’allro lato, come dimostrano i dati relativi all’itltimo concorso per cattedre di
IcUcre nella scuola media al quale hanno
Iiartecipito duemila concorrenti per qualIroniila posti.
I.om ludendo, la crisi della nostra scuola è molto aravo e deve essere risolta senza uh arii.ri riiivii e ritardi anche per non
I oniprometiere il progresso civile ed ecolioniico del Paese.
* * *
Parlo in mattinala e nella prima parte
(iella riunione pomeridiana, l’insegnante
-Nino Fallxi, con toni caldi ed appassionati demim ia attraverso un numero rilevanlissimo d’interferenze e soprusi ed ingiustizie da parte delle autorità scolastiche la
precarietà o le difficoltà a cui linsegnante
un libero insegnante, che voglia con
(oscienza e libertà d’insegnamento, attuate il suo lavoro restando in armonia con i
dettami della Costituzione — è soggetto.
Prende la parola anche il doli. Passera
Calvino assistente universitario ohe illustra lo stato di disagio in cui si trovano
studenti ed assistenti presso le Università
in cui vige ancora un sistema medioevale
del titolare di cattedra, vero padrone asso-luto della cattedra, salvo qualche rara eccezione.
La discussione, su tutti i vari argomenti
trattati fu o-llremodo animata e sentita e
varie proposte vennero formulate tra cui
un ordine del giorno votato aU’auiilmità
che dice:
"Il Convegno della Sezione Veneta dell AÌCE, rilevato che gli Organi responsabili del Ministero della P. /. continuano
con tenacia la loro opera più o meno esplicita per giungere al finanziamento della
scuola privata, denunzia l’incostituzionalità
di tale atteggiamento che viene a risolversi
in un danno per la scuola pubblica di Stato
ed impegna i propri Soci a dare il loro
fervido contributo alla lotta che altri movimenti (sindacati, partiti laici, ecc.J ed
Associazioni (ABESSPI) svolgono in questo settore per l’assoluto rispetto della Costituzione che vieta qualsiasi onere dello
Stato per l’istruzione privata, e perchè,
qualsiasi impegno finanziario pubblico nel
settore dell istruzione, sia esclusivamente
destinalo al potenziamento della Scuola Statale”.
Tra le varie proposte e suggerimenti formulale durante il Convegno:
1® - Nelle domande di esonero dall’ìstru.
zìone religiosa cattolica per studenti evangelici aggiungere anche la richiesta di esonero dai compili riguardanti persone ed oggetti di culto nomcliè autorità cattoliche
(Papa, .Santi, Madonne ecc.).
2® - L’.AICE deve avere una linea comune
nell azione di lotta, per la difesa della
Scuola di Stato eon i va-rg raggruppamenti
che sono sullo stesso piano di azione.
3® - E’ necessario far sentire la nostra
presenza di evangelici in ogni luogo, ed
in ogni situazione ed Associazione, nel
campo della Scuola.
4® - Seno a disposizione per i Soci dell’AICE e loro Amici, per consulenze di carattere amministrativo e di giurisdizione
scolastica per la Scuola Elementare il Prof.
Guargena (Piazzale Firenze 1 - Padova
tei. 43450) per le Scuole Secondarie e Medie il Prof. Araldi William (S. Croce 621
- C.P. Lana - Venezia - tei. 36425).
La .prossima riunione della Sezione Veneta dell’AICE si terrà, salvo imprevisti, il
4 ctlobro c. a. a Venezia presso i locali del
la Chiesa Valdese. Marcello Barbisan
ammettiamo l’infallibilità di alcuno, restiamo perplessi ne4 dover constatare che la
fiolizia, per tl Ministro deill’Intemo (a
cpialsiasi partito questi abbia appartenutoì
non ha mai avuto alcun torto, ne|ipnre nmginale, mai alenila responsabilità, ne^Hite
da part-> del suo singolo componente. Se
realmente è cosi, v’è di che essere soddisfatti e tranquilli, di che rallegrarsi; in
questo mondo ove Intti commettono errori, ove non ci si può fidare di nessuno, v’-?
una categoria di persone che sempre ed
ovunque, attraverso tutti i tettai e in ogni
cirroManza, non Ila mai sbagliato, non ha
mai commesso un torto, non ha mai abusilo del proprio potere.
Però, se guardiamo stando sull’altra fionda, allora tutto si capovolge, come le stagioni quando si cambia emisfero; la polizia ha sempre torto, è sempre essa causa
e re^tonsabile di fatti ed episodi di violenza, e ne è colpevole e responsabile nelle persone dei suoi singoli componenti, del
commissario, del maresciallo, dell’agente,
che erano in servizio in quel momento e
in quella circostanza. Strane generalizzazioni, che lasciano molto perplesso chi am.-t
la verità e sa a un tempo come tutto sia
vario e relative nel mondo umano.
Per ritornare ai fatti di Torino, dobbiamo dire che questi ci conducono ancora
una volta ad amare considerazioni. Inuaiizi tqtto, dobbiamo constatare die difficilmente, per non dir mai, l’opinione pubblica viene informata in maniera che non rimangano dubbi sui fatti die avvengono
iiell’interno del nostro paese e che interessano la vita nazionale. Inoltre, ogni fatto
di natura sindacale, die interessa cioè la
classe lavoratrice, le loro istanze e i loro
diritti, viene .sfruttato da ogni parte per
fini politici die nnlla hanno a che vedere
con gli interessi della dasse lavoratrice,
qu.ando addirittura tali fini politici non sono in assoluto contrasto con questi interessi. Ma la più amara considerazione è che
il mondo del lavoro ci appare come un
gigantesco teatro di marionette, di « pupi » :
sulla grande scena della nostra vita queste povere marionette, lavoranti da una
parte e poliziotti dall’altra, sì picchiano di
santa ragione, come tante volte abbiamo
Visto negli spettacoli dei veri teatri di inarionette, mentre dall’.alto i burattinai leu
gono 1 fili e li fanno muovere secondo le
loro proprie intenzioni
« * «
Tutti sappiamo, andie senza essere eeoiiomisti, die esistono, in economia, alcune
leggi, ferree e inesorabili, come le leggi fisiche. Così è della legge della domanda e
dell’offerta. Ma non ci riesce di comprendere come si possa tollerare, in determinale circostanze, di vedere agire queste leggi,
che vanno a vantaggio di categorie privilegiate o die comunque non hanno subito alcun danno da eventi verificatisi nel frattempo e viceversa aggravano il danno ed
il disagio di chi da quegli eventi è stato
colpito. Così è, ad esempio, per i rimpatriati daU’Algeria che hanno affollato la
regione marsigliese. La loro presenza in
gran numero ha provocato un rialzo dei
prezzi, particolarmente degli alloggi. Persino la verdura, in quella zona di produzione, è aumentata di prezzo. Possiamo ben
immaginare con quale simpatia le massaie
marsigliesi (die non siano mogli di commercianti) vedano i loro compatrioti, verso i quali invece dovrebbero dimostrare
una affettuosa solidarietà
Sì, è la legge della domanda e dell’offerta che domina nel mondo, e non certo
quella del disinteresse, della solidarietà
umana, dell’amore.
Nel mondo moderno, in cui si ha tanta
cura dd prossimo da spendere miliardi
perchè un americano possa vedere sul proprio sdiermo televisivo uno spettacolo francese, e viceversa, non si sa rinunciare ai
propri buoni affari neppure quando è a
danno dei propri fratelli già colpiti dalla
cattiva sorte. Ma l’economìa ci insegna che
I acqua non è un et bene » fino a quando
v’è per tutti ; l’acqua diviene un « bene »
quando vi è siccità e la si può vendere a
fiaschi c far quattrini.
4: ^ 4:
Ma v’è una notizia che ci ha rallegrati.
La riportiamo da im giornale francese, perchè forse ci è sfuggita leggendo la stampa
italiana.
Una catena di solidarietà tra poliziotti
francesi ed italiani ha permesso di salvare
hi vita di un bimbo che stava per nascere.
Un medicinale, prescritto ad una giovane
donna incinta, era introvabile ndla regione di Nizza. La polizia francese ha avvertito subito quella di Ventìmiglia, che ha
portalo il medicinale fino alla frontiera, ove
fu preso in consegna da un motociclista
francese.
Sono piccoli episodi, ma che avvengono
fortunatamente timi i giorni, anche se a
vo'he rimangono ignorati, e elle ci fanno
emettere un sospiro di sollievo. Se sì fabbricano bombe per uccidere milioni di uomini, si fa anche tanto per salvare una vita umana. Nel inoiid<' slrocciano anche i
fiori e cantano gli uccelli. Perchè disperare dunque? y
Dna buona notìzia
— per chi ama le Valli Valdesi e la loro
poesia: è in ristampa il libro da tempo
esaurito « O paese, paese, paese... » di Ada
Meille. Alle Valli e fuori di esse, la « piccola patria » è nel cuore di molti che ameranno ritrovarla, o almeno ritrovarne diversi aspetti, nelle poesie di questa figlia
delle Valli, che, pur vivendone spesso lontana, vi è rimasta saldamente radicata. La
raccolta sarà pronta prossimamente: quanti
la desiderano possono fin d’ora prenotarla
alla Claudiana, a Torre Rellice o a Torino,
Via Principe Tommaso 1.
4
pag. 4
2C luglio 1962 — N. 29
Dalla |]tiiesa di Orsara di Puglia
Clnudendo un anno tpclesiastico, desideriamo dare alcune notizie sul lavoro svolto ad Orsara.
Le attività denominate tradizionalmente con l’aggettivo « ecclesiastiche » hanno
avuto il loro normale corso. 11 Culto domenicale molto ben frequentato. Discretamente la riunione del giovedì I due corsi
di Catechismo hanno raccolto catecumeni
fra i 15 e i 75 anni.
Sempre numerosa la Scuola Domenicale.
Quest’anno rimane nella storia della Chiesa di Orsara un anno
indimenticabile. Indimenticabile perchè
nel corso d’esso si è
realizzato uno dei più
grandi ed antichi sogni, cioè quello di
udire suonare festosa
la desiderata campana
che chiama improvvisa o attesa a raccolta i fedeli.
Con il campanile,
la facciata del locale
di cullo ha assunto
un nuovo e più ecclesiastico aspetto che
unito alle parziali
modifiche delle strutture interno ha donalo maggior decoro
e dignità al nostro stabile die è stalo ampliato mediante racquieto di un nuovo va.
no che permetterà in avvenire un’adeguata
sistemazione dell’appartamento pastorale.
Tutte le vecchie, tarlate ed incerte panche, sono state sostituite con solidi bandii
di Chiesa donali daM’H.E.K.S.
Il C.E.S.I. (Centro Evangelico Sociale
per l’Infanzia), che completa in questi giorni il secondo anno di attività col dopo'Scuola, ha dato il via ad un nuovo lavoro con
Taperlura di un ricreatorio che con appena
un mese e mezzo di vita raccoglie già 35
bimbi dai 3 ai 6 anni. Si prevede che nei
prossimi mesi potremo raggiungere il doppio dei bimbi il che, se da una parte ci
rallegra, dall’altra ci preoccupa in quanto
ciò comporterà più personale e maggiore
impegno. Attualmente vi bada una sorella
di Cbies-a die percepisce un piccolo mensile e trattiene i bimbi dalle ore 8,30 alle
16.
Il C.E.S.I. lavora con lo scopo di rendersi utile alla società e spera al più presto potere sfruttare il terreno che da tempo è stato acquistato dalla Tavola Valdese
allo scopo di aprirvi un Giardino d’infanzia.
Nutriamo buone speranze per l’aiuto
promessoci dai fratelli ledesdii venuti a
visitarci e che hanno preso a cuore 1 opera cristiano-sociale ohe soltanto muove incerta i primi passi e che attende ulteriori
sviluppi sotto l’impulso dello Spirito Santo, con la Grazia e la Potenza di Dio e con
la collaborazione di quanti sono animati
di buona volontà e zelo per la predicazione integrale dell’Evangelo di Gesù Cristo.
Enrico Trobia
NOVITÀ’ CLAUDIANA
CMlita tupo
S
l’ATTÌSA
.V
Con una prefazione di Luigi
Santini, esce una raccolta di
poesie di Carlo Lupo. Chi lo conosce, sa che non è uomo da
abbandonarsi a « divertimenti »
poetici. Nella sua dura prova ha
sentito l’esigenza di testimoniare la sua fede in Cristo, e ne
sono sgorgate queste poesie-meditazioni spesso intrise di sofferenza ma illuminate da una fede che è oltre la rassegnazione;
è una predicazione che ci viene,
spesso, da questi versi scabri.
Il volume è in vendita alla
Claudiana; pp. 121, L. 600.
TORRE REHICE, 24 -25 AIJOSTO 1002
V Convegno di studi sulla Itiforiiia
ed i movimenti religiosi in Italia
La quinta edizione dell’orniai Iradizio.
naie e riiiscilo Convegno si aprirà venerdì
24 agosto alle ore 15 nella Casa Valdese di
Terre Pellice. INel pomeriggio e nella giornata successiva si susseguiranno comunicazioni di R. Manselli, E. Dnpré-Tlieseider,
G. Gönnet, L. Firpo, A. Rotondò, A. No
i/icki, S. Caponetto, R. Retniperati, F.
Venturi, N. Nada, G. Cerrilo, D. Ronco,
R. Rainero.
Se è diminuita la partecipazione dall’ei.tero, compaicno invece fra gli oratori parecebi nomi nuovi a Torre Pellice, e ci
rallegriamo di <luesto estendersi delFinleresse per il Convegno, da parte di ciiltori
italiani di storia.
llUllllllllllllllllItllllllII
niiimimiiiiiiiiimi
iiiiiiiiiiiiiiiKiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiimiiminii
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
— Domenica 15 luglio, nel corso del nostro culto nel tempio è stato posto il segno del Patto sulla bambina Granerò Eliam di Roberto Francesco e Bonjour Flora
(Via Molino). La grazia e la benedizione
del Signore siano sempre sulla bimba e
sui suoi cari. ,e. a.
— Come annuncialo, domenica 15 luglio
sono giunti i nostri amici francesi, riempiendo di animazione le strade del villaggio ; essi hanno apprezzato l’accoglienza riservata loro dai giovani rorenglii. Malgrado
numerose difficoltà pratiche abbiamo potuto inaugurare la nuova stanza del « Camoscio », nonché altri lavori, si da permettere una migliore sistemazione dei nostri
ospiti e una piiù razionale utilizzazione generale JeUa casa Grazie a Enrico Morel
p.er gli svariati ed accurati lavori effettuati
per il nostro centro d’incontro. La nostra
riionoscenza va anche a quanti hanno contribuito a far sì che lutto fosse pronto per
i nostri amici. In modo speciale aUa sig.a
Paimira Rivoira e a Clelia Tourn per il
paziente lavoro di riordino e di pulizia
della casa.
— Mentre la data del bazar delle Fucine rimane fissata per la domenica 29 luglio, quella del bazar del Centro viene spostala alla domenica 12 agosto. Si prega di
tenerne conto.
— II cullo di domenica prossima 22 luglio sarà bilingue; .si prega di portare gli
innari francesi.
Ringraziamo coloro ohe si sono adoperali per la buona riuscita della festa che ha
concluso l’anno scolastico.
— Durante i mesi estivi la nostra sala sarà
aperta ogni mercoledì sera. Offriamo così
la possibilità ai villeggianti ed ai sangermanesi di incontrarsi. Siamo certi che tutti
coloro che hanno delle idee per un programma vario ed attraente ci daranno i loro
suggerimenti e la loro collaborazione.
— Matrimoni. Sono stati celebrati, ulti
mámente nel nostro tempio, i matrimoni
di Comba Bruno e Soulier Erica, di Ri
ghero Giacinto Giovanni e Travers Fiorda
lisa. Agli sposi rinnoviamo i migliori au
guri.
— Funerali. Sappè Emanuele, di anni 77,
deceduto alle Gorge. Si trovava da qualche tempo presso familiari ed apparteneva
I alla parrocchia di Pramollo. Ribet Teofilo,
di anni 57, deceduto a Villar Perosa, dopo
lunghi mesi di penosa infermità. La sua
salma è stata deposta nel cimitero. Richiardoiie Lorenzo, di anni 71, spentosi a Villar Perosa dopo poclii giorni di malattia.
Long Eli, di anni 71, deceduto a Villa
dopo lunghi anni di infermità. Si era stabilito fra noi, dalla natia Pramollo, terminata la sua carriera mibtare. E’ stato per
lunglii anni segretario del Concistoro adoperandosi per il buon andamento della
chiesa finché le sue forze lo hanno permesso. Ha accettato la sua prova con serenità cristiana. Agli afflitti esprimiamo la
nostra simpatia.
S. GERMANO CHISONE
L’Annua vendila di Beneficenza ha aviilo un olliino risultato. Il provento finanziario della giornata ci Ita permesso di devolvere delle offerte a « .Servizio Cristiano »
di Riesi, airisliluto Gould di Firenze, al
nostro Asilo Infantile ed al fondo Nuova
Sala.
Siamo grati alle signore deH’Unione feiiiminiie per il loro apprezzalo lavoro ed a
coloro che hanno fallo pervenire le loro
offerte in denaro ed in natura fin dai quartieri più periferici della parrocchia.
La giornata ha avuto termine con una
.serata ricreativa che ha impegnato un numero notevole di attori, piccoli e grandi.
Siamo riconoscenti a coloro che non hanno risparmiato nè tempo nè fatica.
— il Saggio dei bimbi dell’Asilo Infantile ha avuto luogo la domenica 24 giugno.
1 bimbi hanno disdegnato il vecchio palc-5 tradizionale e si sono cimentati, per la
prima volta, con il grande palco della Nuova Sala, con c-llimo successo.
- Domenica prossima 22 luglio il cullo del mattino sarà presieduto da un Pastore delle Cevenne. Nel pomeriggio alle
15 all’Inverso Pomaretto avrà luogo una
riunione pure presieduta da un Pastore
francese, con la partecipazione di un forte
gruppo di catecumeni cévenols.
— Ringraziamo vivamente l’Unione delle Madri dell’Inverso nonché tutte le persone che hanno coMaboralo voienterosamente alla felice riuscita del bazar di beneficenza per la Cappella del Clot. Ci rallegriamo con tutti loro per l’impegno e
l’ciilusiasmo con cui hanno lavorato per la
loro Chiesa.
NAPOLI (Via dei Cirabri)
Nuove ammissioni. La domenica di Pentecoste la Comunità ha avuto la gioia di
ricevere quattro nuovi membri di Chiesa
che hanno confermato il loro battesimo.
Sono: .Agrelli Irene, Azzarello Giuseppina.
Cielo M Antonietta c Sultana Elsa. Il Signore benedica queste giovani sorelle c le
»¡mi a mantenere le promesse fatte davanti
alla Sua chiesa.
Nii.scite. In queste ultime sei settimane
la « cicogna » si è presentata nelle case di
alcuni nostri fratelli e sorelle. Sono felice
mente arrivali: Stefano e Elisabetta Rinaldi, di Elio e Annamaria; Enza Silvestri, di
Giuseppe e della nostra sorella Emilia Mangiacapra; Salvatore Ranclietli di Nando e
Clara Lingria. A tutti molte congratulazioni e auguri di itutte le divine benedizioni.
Vita della Chiesa. 11 riposo estivo è venuto a sospendere tutte le nostre attività.
L’U. G. ha chiuso il suo anno di lavoro
offrendo un piccolo ricevimento alle quattro giovani confermate, nel pomeriggio di
Pentecoste.
Sospeso la studio biblico settimanale, i
culti della domenica mattina sono discretamente frequentati, tenuto conto delle partenze da Napoli di alcuni e della iniziala
stagione balneare.
1 ragazzi della Scuola Domenicale, chiusa il 17 giugno, hanno avuto il 21 la loro
festicciola di chiusura con un piccolo tratlenimenlo ricreativo nei nostri locali, terminato con una ben gradita distribuzione
di brioches, gelati e aranciate.
Gli alunni della Scuola Biblica hanno sostenuto il loro esame finale il 23 giugno,
davanti al Pastore e ad alcuni membri del
Consiglio.
A tutti l’augurio di buone vacanze.
Nozze. 11 2 giugno, nel tempio metodista, dal Pastore Mario Sbaffi, amico della
famiglia della sposa, è stato celebralo il
matrimonio della nostra sorella Lidia Simeone col signor Gennaro Landolfi, Il 29
giugno, nel tempio svizzero, alla cui comunità appartiene la madre deUo sposo, si
sono uniti in matrimonio il nostro fratello
Marco Catterina e la signorina Antonietta
Ostorina. Molli auguri!
Gli anniversario. Non vogliamo chiudere queste note senza accennare ad un altro
avveninienlo, anche se non si tratta di attività della Chiesa Valdese. Vogliamo parlare del Centro Sociale « Casa Mia », sorto
all’inizio del dopoguerra, per opera e con
i mezzi di alcune comunità evangeliche americane, per venire in aiuto ai senza tetto e disederati napoletani. Accoglie oggi
ben 800 fanciulli d’ambo i sessi, a cui offre assistenza materiale e morale, una sana
educazione cristiana, oltre all’assistenza
medica e lumi di bagni di mare nell’estate. Asilo infantile, doposcuola, lezioni di
taglio e cucilo per le giovanette, sport ed
altre occupazioni per i ragazzi più grandi,
fanno sì che il Centro « Casa Mia » sia
veramente una benedizione per le famiglie
delle numerose baracche die ancora vi sono lungo la via Marina e vari fanciulli della nostra Comunità ne hanno beneficiato e
ne beneficiano ancora.
Con un ricco programma di recite, canti, giochi, i ragazzi di «Casa Mia» hanno
voluto festeggiare il 30 giugno u. s., il X»
anniversario dell’apertura del Centro nei
locali in cui si trova attualmente. L’evangelismo napoletano non può non seguire
con simpatia cristiana questa bella opera
svolta nel nome di Gesù. F. F.
TaccuiDo di viaggio nel Baden
Nel vagone si è pigiati: nel corridoio non
si passa; ci sono le grosse immense vali
gie degli emigranti; si riconoscono: sono
legale con grosse corde; dentro c’è tutto,
anche la loro speranza, la grande speranza
di ritornare a casa con dei soldi, con tanti
soldi per farsi una casetta, per non essere
più cafoni, per essere anche loro un po'
signori; così potranno passeggiare nella
piazza del loro villaggio con l’aria di chi
ha e non jiiù di chi chiede una giornata
o due di lavoro al tronfio mediatore della
loro miseria. Alla stazione di Karlsruhe ancora emigranti; nelle strade, nei caffè sempre emigranti: incontro dei Siciliani e son
felici di sentirmi parlare della loro terra,
del loro villaggi lontani; vuotano il sacco
del loro dolore: lontana la famiglia, la donna, i figli per tanti mesi, per tanti anni,
interrotti da rade apparizioni nel loro villaggio. Gli evangelici hanno un aspetto diverso: il caro fratello Scarpone di San Salvo e Di Giorgio con la sorella di Son Giacomo degli Schiavoni sona con noi a Karlsruhe; .iona stali accolti con tanto affetto
dalla chiesa tedesca; si sono trovati in famiglia: la comune fede, l’esempio d’uno
vita onesta sono un capitale s/'antìe per
’emigrante evangelico: i fratelli germanici .si affezionano molto ai lavoratori fedeli
ed esemplari.
Al grande concerto delle duemila trombe del Baden siamo in prima fila con i
fratelli d’Abruzzo: tra i trombettieri c’è
anche Di Giorgio; anche il fratello Scaronne fa parte d’una fanfara del posto dove
lavora. Quando si è vicini nella comune
speranza tutto quello che ci divide s’attenua e si forma una famiglia, la vera famielin dello Spirito più vera, più grande della famiglia della carne.
Alloggio nel villaggio di Neureuth vicino a Karlsruhe, fondalo dai Valdesi: l’antica chiesa valdese fu distrutta neirultima
guerra; il baldacchino del pulpito ed il
gallo del campanile fu salvato ed è conservato nel nostro museo. Nella nuova c’è lo
stemma valdese a ricordo della vecchia
chie.sa. Quando i Valdesi giunsero in quella zona, il Margravio mostrò loro un’esten.
sione di terra che egli offriva ai nostri contadini per il loro avvenire; su quella terra
sorgeva Neureuth. Nel villaggio ci salutano
tulli cori affetto: una signora che era venuta alle valli alcuni anni or sono mi ricorda tutto l’itinerario compiuto; alla parlenza sarà l’ultima a salutarci e con lei un
certo Reynaud. Il tempo ci manca per visitare altre colonie valdesi. Al gratule concerto delle fanfare s’avvicina un vecchietto, sembra angrognino o un pragialenc; mi
dice: sono di Perosa ed io rispondo: sono
Pa.store di Perosa; ci si stringe forte la
mano e non senza emozione: lui perosiiw
di Germania dell’antica colonia di Perouse
ed io Pastore della terra dotule i suoi antenati erano partiti. Per l’antica chiesa di
origine, da buon valdese, non dimenlira
In sua offerta.
Alla pattuglia Italiana Eimlio Stober ha
fatto dono del lavoro mu.sicale stilato da
fui stes.so: il nostro amico di Neureuth ha
lavorato sodo; in compenso, per due ore
abbiamo gioito spiritualmente per il messaggio corale che ci è stato dato; le migliaia di persone del pubblico non erano
in creste di spettatori: le loro voci si sono
armonicamente juse con quelle dei trombettieri che alternavano il canto con il suon
Scuola Latina
Pomaretto
Promossi dalla /" alla II":
Ballila Ebe, Barai Franco, Berlalot Erica, Berlalot Lia, Brenza Italo, Genre
Amato, Lageard Paolo, Lamenti Laura,
Long Carla, Long Livio, Maurino Fiorella, Micol Paolo, Pascal Adriana, Peyrot
Guido, Previali Rita, Ribet l'iliberto, Ribet Walter, Troll Bruno, Tron Emanuele,
Troll Giovanni, Welinann Daniele.
Promossi dalla II" alla III":
Alleinandi Alida, Bosco Elia, Breuza
Arturo, Costantino Rino, Giaiero Adriano, Grill Franco, Grill Pierino, Lèger
Fianco, Micol Eliana, Peyrot Ezio, Richard Ida, Romano Daniela, Roslan Orietta, Sappè Diego, Tron Edgardo. Tron
Giuliano, Gagliardi Bruno.
Licenziati dalla Scuola Media:
Barai Gino, B-eux Franca, Bounous Clara, Bounotis Giorgina, Coucourde Andrea,
Genre Anna, Micol Livietta, Pastre Iva,
Roslagno Piero, Talnion Vanda, Tron
Annamaria, Tron Daniele, Tron Elena.
della tromba: messaggi biblici e preghiere
erano felicemente inseriti nel programma:
il lutto è stato un culto, solenne gioioso,
dove tulli erano attori, messaggeri d’un
messaggio alla gloria del Signore.
Il collega Geymet era di casa e la figliola pure: le case ospitali del Castagneto e
della Miramonti hanno reso grandi servizi per l’amicizia con le comunità germaniche e Varricchimento spirituale che ne è
scaturito; le visite delle fanfare e delle corali così apprezzate nelle nostre chiese si
sono susseguite in questi anni in virtù dei
contatti che la comunità villarese ha stabilito con la Gernuuiia. Il rischio delle nostre chiese è di chiudersi, di essere perennemente cullate come dei bimbi, incapaci
di muoversi da sole per compiere nella
chiesa e fuori la loro missione; nel medioevo la comunità valdese era in movimento perenne; anche noi, pure rimanendo chiesa, dobbiamo muoverci verso gli
altri per dare e ricevere esperienze nuove preziose per la vita sociale e spirituale
del nostro e degli altri popoli. od.
La vedova ed i parenti di
Alberto Pacini
grati per la testimonianza di simpatia ricevuta in occasione della sua repentina dipartenza ringraziano di cuo
re quanti hanno partecipato al loro
dolore ed in modo particolare gli ami
co delle Grandette.
Fornai at di Ferrerò, 10 giugno 1962
Le famiglie Micol, Novizio, Bernard
e Tron unitamente ai parenti tutti
lingraziano sentitamente quanti hanno volute in vario modo prendere parte al loro dolore in occasione della dipartita del loro amato padre
Giovanni Emanuele Peyran
richiamato subitamente dal Signore
all’età di anni 83.
Serre di Maniglia, 10 luglio 1962
La sorella Adele ed i parenti tutti
ringraziano i vicini di casa e quanti
hanno voluto, con la loro presenza o
con scritti, esser vicini a loro in occasione della dipartita di
Marcel Perrou
avvenuta il 6 luglio 1962 all’Ospedale
Valdese di Torre Pellice.
Villar Pellice, 8 luglio 1962
Ringraziamento
I familiari del comipianto
Lorenzo Richiardone
neU’impossibilità di ringraziare singolarmente; esprimono la loro commossa gratitudine a quanti con la
presenza, scritti, fiori, parole di conforto, opere di bene manifestarono i
sentimenti del proiprio cordoglio per
la dipartenza del loro Caro.
Un ringraziamento particolare al
Pastore U. Bert, al medico curante
Dott. Gallo, al sig. Widemarm, alla
sig.ra Laurenti Genoveffa, alla signorina Rivoira, alla Direzione RIV, al
Gruppo Anziani, alle Commissioni Interne ed ai compionenti le Bande Musicali di San Germano e di Villar Perosa.
Villar Perosa, 9 Luglio 1962
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