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Torino
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
M venerdì 2 GIUGNO 1995
ANNO 3 - NUMERO 22
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MESSAGGIO DI PENTEGOSTE
IL GIUBILEO
CRISTIANO
I PRESIDENTI DEL CONSIGLIO ECUMENICO
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Cinquant’anni fa, in questi stessi giorni, i popoli
del mondo stavano uscendo
dalla barbarie della seconda
guerra mondiale: città in rovine, campagne trasformate in
deserto dalle bornbe degli aggressori e dei giustizieri, comunità devastate dall’odio e
dalla vana ambizione. Dietro
si profilavano gli orrori delle
marce della morte, dei campi
di sterminio, della devastazione della bomba atomica.
Davanti, la promessa della
pace, la speranza di poter ricostruire la propria casa, di
seminare e di raccogliere.
Mentre l’alba di un nuovo
giorno illuminava l’orizzonte,
si stava mettendo a punto la
Carta di una nuova Organizzazione delle Nazioni Unite
Capace di «preservare le future generazioni dal flagello
della guena».
‘‘ Lungo tutto l’anno 1995,
degli uomini e delle donne di
molti paesi si recheranno nei
.^cimiteri, sui campi di battaglia e sui luoghi della vergogna, tragica evocazione di
■quel conflitto mondiale, per
piangere e per deplorare l’assurdità della guena. Alcuni si
raduneranno per celebrare la
vittoria del bene sul male, della ragione sulla follia, dei loro
eserciti su quelli del nemico.
Altri si riuniranno per interrogarsi sullo stato del mondo attuale, sempre in preda all’
odio e alla violenza. Molti
parleranno dei notevoli risultati ottenuti dairOnu. Altri ci
ricorderanno che essa non ha
ancora abolito la guerra e che
è necessario riformarla urgentemente se si vuole che essa
possa rispondere alle speranze
di pace e di sicurezza dei popoli del nostro tempo.
Fra coloro che piangeranno
e celebreranno la vittoria, ci
saranno anche dei cristiani.
Molti saranno chiamati a dare a queste manifestazioni
pubbliche, con la loro presenza, un carattere di solennità,
di dignità e di commemorazione; essi saranno chiamati
a portare un sostegno pastorale nei momenti di grande
commozione che circonderanno questo anniversario, e
a interrogarsi sul suo significato per noi, oggi.
Queste manifestazioni offriranno occasioni di proclamare
la buona novella di Gesù Cristo, la certezza che al di là
della sofferenza e della morte,
vi è la promessa della risurrezione, e che dalla divisione
può nascere la speranza della
riconciliazione e dell’unità.
La commemorazione del
cinquantenario ci riporta all’anno biblico del giubileo
(Levitico 25) e all’appello
che ci viene rivolto di pentirci, di volgerci di nuovo verso
Dio^ di liberare coloro che sono nella schiavitù e di perdonare ai debitori, di raddrizza
re la bilancia della giustizia,
di ristabilire giuste relazioni
con il prossimo e con Dio, e
di creare condizioni favorevoli alla pace.
IL messaggio di una nuova
speranza che riecheggia attraverso la proclamazione del
giubileo, dopo «sette settimane di anni», è legato, nelle
tradizioni ebraica e cristiana,
all’evento della Pentecoste, la
festa celebrata dai figli di
Israele sette settimane dopo
la commemorazione della loro Pasq^ua, dell’uscita dall’
Egitto. E il giorno della Pentecoste che i discepoli di Gesù, riuniti tutti insieme a Gerusalemme dopo sette settimane di gioiosa celebrazione
della sua risurrezione, vedono
realizzarsi le loro speranze
con la venuta dello Spirito
Santo che scende su di loro.
In questo tempo di Pentecoste dell’anno 1995, «sette
settimane di anni» dopo la fine della seconda guerra mondiale, spetta in particolare a
noi cristiani fare rivivere
quella tradizione del giubileo,
confessando che non abbiamo
saputo porre le fondamenta di
una pace giusta, pentendoci
del nostro peccato di disunione e rinnovando i nostri im
SEGUE A PAGINA 7
Uccid
il virus 0 Veci
Il racconto della moltiplicazione dei pani è un invito ad accogliere la nostra vocazione
Il miracolo può venire dalle nostre mani
VALDO BENECCHI
«Date loro voi da mangiare»
(Luca 9, 13)
La moltiplicazione dei pani: dov’è il
miracolo? Che cosa è successo di
straordinario quel giorno? Gesù accoglie
la folla, annuncia il regno di Dio e poi
ordina ai suoi discepoli che lo invitano a
la.sciar andqre la folla nel villaggio vicino per procurarsi da mangiare: «Date loro voi da mangiare». Gesù divide i pochi
pani e i pochi pesci che i discepoli hanno
con .sé e poi sono loro che distribuiscono
il cibo alla gente.
Mi sembra che il vero miracolo di
quel giorno non sia tanto nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma nel fatto che Gesù orienta i suoi verso la nuova economia del Regno che è l’economia del dono, della condivisione. Che
siano i discepoli a fornire la materia prima e che siano poi loro a dar da mangiare alla folla è un evento che mi fa
pensare che il miracolo in qualche modo si sia spostato. Scrive Alphonse
Maillot: «Che le nostre mani umane
chiuse e contratte, mani paralizzate e
rinsecchite, acconsentano a dischiudersi
per lasciar cadere quello che stringono,
questo sì è un miracolo impensabile,
impossibile! Eppure d’ora innanzi possibile». Noi non siamo soltanto i destinatarj o i fruitori dei miracoli. Queste
nostre mani dal Signore sono messe in
grado di compiere il miracolo del dono,
dell’agape, della condivisione.
«Date loro voi da mangiare». Questa
vocazione mi ha sorpreso proprio perché mi pensavo solo un destinatario e un
fruitore dei miracoli di Gesù. Il miracolo può ora essere compiuto dalle nostre
mani, dai nostri cuori, dai nostri sguardi.
Il miracolo passa nelle nostre mani. I discepoli di Cristo non sono più solo spettatori stupiti e srharriti di fronte al sorgere di un mondo nuovo, il Regno, ma
le maestranze attive, qualificate al servizio del costruttore, il Signore.
Cinque pani e due pesci. Quello che
noi possiamo mettere a disposizione
dell’impresa non è molto, ma non è necessario aspettare di possedere chissà
quali beni o di essere dotati di chissà
quali numeri per essere operatori di speranza, di fraternità, di giustizia. Pochi
pani e pochi pesci consegnati alla causa
deH’Evarigélo diventano il banchetto al
quale molti si saziano. Tutti pos.sediamo
qualche piccolo talento che nelle mani
del Signore si moltiplica, si espande e
contribuisce all’edificazione di una nuova comunità umana.
Gesù Cristo, il Signore presente, ha
inaugurato il tempo in cui i suoi discepoli
possono compiere con le loro mani il miracolo del dono, della condivisione. Nelle
nostre mani il miracolo continua: «Date
loro voi da mangiare». Non è solo un impegno di solidarietà, anche se di essa abbiamo tanto bisogno. Non è solo impe
gno politico e sociale, anche se personalmente sono fra coloro che pensano che la
politica non è una cosa riprovevole, ma
strumento essenziale per il bene delle
città. Non è solo filantropia, pur così importante in un tempo di dilagante cinismo. Si tratta del miracolo che è stato
messo nelle nostre mani: far parte agli altri dell’amore e della misericordia di Dio.
La gente chiede e attende miracoli e
interventi prodigiosi che l’aiutino a
guardare al futuro con maggiore serenità. Giusta e legittima aspirazione: il
problema è che cerca il miracolo nei posti sbagliati e nelle persone sbagliate. 11
genere di miracoli che rnolti nostri concittadini cercano non ha mai aiutato il
nostro paese a diventare spiritualmente,
moralmente e politicamente più maturo.
Dall’Evangelo riceviamo l’invito a incontrare il Signore vivente nella sua Parola, nella preghiera, e a guardare nel
contempo le nostre mani. 11 miracolo lo
aspettiamo sempre da fuori: il miracolo
è passato nelle nostre mani.
«Date loro voi da mangiare». È a partire da questa vocazione che possiamo
con le nostre mani tracciare un nuovo
percorso di vita. Forse un percorso lastricato di difficoltà, di ostacoli, ma anche cosparso di speranza viva che non
delude grazie a quella vocazione del Signore che è anche una promessa. Il miracolo inedito e stupefacente è che il miracolo dell’amore, del dono, della condivisione è passato nelle nostre mani.
Palestina
La pace in
pericolo
’Vi sono «scarse possibilità» di una ripresa dei negoziati di pace fra israeliani e
palestinesi: lo ha affermato il
segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), il pastore Konrad Raiser, di ritorno da una settimana di visite (15-21 maggio) in
Israele, Cisgiqrdania e Gaza.
«Nelle mie discussioni col
primo ministro Rabin e col
ministro degli esteri Peres ha detto Raiser - entrambi
hanno espresso preoccupazione per la maggioranza risicata di cui dispongono nella Knesset, il che li rende
cauti nel prendere ulteriori
iniziative prima delle elezioni del 1996. Entrambi hanno
sottolineato preoccupazioni
per la sicurezza che sembrano offuscare il loro impegno
per il proseguimento del processo di pace. Il presidente
Arafat ha parlato di una completa impasse nel processo di
pace, dovuta all’intransigenza israeliana e a uh senso di
abbandono da parte della comunità internazionale». Secondo Raiser, in questa situazione molti osservatori palestinesi ritengono che si accentui il rischio di una «insurrezione generale» e di
«violenza incontrollabile».
Raiser e la delegazione del
Cec hanno anche incontrato i
responsabili delle chiese cristiane. La delegazione ha
sottolineato l’importanza del
«Memorandum» dei patriarchi e dei capi delle comunità
cristiane di Gerusalemme
che «non può appartenere in
modo esclusivo a un popolo
o a una sola religione».
Il Cec si è battuto per la pace in Israele-Palestina sin
dalla sua fondazione, nel
1948. Il Cec ha ripetutamente
affermato che il reciproco riconoscimento dei popoli
israeliano e palestinese su
una base di eguaglianza è
l’unica garanzia per la pace e
la siCuurezza nella regione.
(nev)
All’Ascolto
Dex,la Parola
Pentecoste e
Antico Testamento
pagina 6
Attualità
/ vescovi
e la scuola
pagina 7
L’ottava edizione
del Salone del libro
pagine 8-9
2
PAG. 2 RIFORMA
Ecumene
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
O
Delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese in visita alle chiese della Svizzera
La voce delle donne nelle chiese svizzere
PAUL KRIEG
Continuano anche quest’
anno le visite di delegazioni a chiese membro del
Consiglio ecumenico delle
chiese, con il compito di dialogare con i responsabili delle
chiese stesse sul progresso dei
loro programmi attuati nell’
ambito del Decennio ecumenico delle chiese per la solidarietà con le donne (1988-98).
Nel novembre scorso avevo
già avuto l’opportunità di far
parte di una delegazione di
questo tipo, per una visita a
sette chiese polacche.
Certo, le chiese svizzere
(riformate, metodiste e vecchio-cattoliche) vivono realtà
diverse da quelle polacche,
ma le domande che abbiamo
posto erano le stesse: quale
ruolo e quale voce hanno le
donne nelle chiese svizzere?
Che programmi vengono proposti da queste chiese a favore delle donne che sono spesso le prime vittime delle lacune nei nostri sistemi economici e sociali? Due svizzeri ci
hanno accompagnati nella nostra visita, durata sei giorni:
Rosmarie Tschudi, di Basilea,
presidente della Commissione delle donne evangeliche
svizzere, e Bruno Burki, pastore riformato a Neuchâtel e
professore alla Facoltà cattolica di teologia di Fribourg. 1
T';ìv' -t •*
miei «compagni di squadra»
erano una signora inglese di
origine anglicana ma da anni
quacchera, Elisabeth Salter,
Louise Tappa, l’unica pastora
battista del Camerún, e un
teologo tedesco, Geiko Miiller-Fahrenholz. Tutti e tre
avevano già esperienze nel
campo ecumenico intemazionale, e avevano soggiornato
alcuni anni in Svizzera.
La prima tappa della visita
era a Zurigo, dove siamo stati
presentati ai membri del Consiglio cantonale delle chiese
riformate locali e alla sua
Commissione donne, con i
quali abbiamo avuto colloqui.
Le rappresentanti della Commissione donne ci hanno mostrato il loro centro, Brahmshof, un centro ricco di iniziative sociali, come ad esempio
più di 70 appartamenti per
persone svantaggiate (anziani,
famiglie a rischio, handicappati, studenti), un convitto per
ragazzi e tre asili nido.
Il giorno seguente siamo
stati a San Gallo dove abbiamo partecipato al Sinodo delle donne evangeliche, il quarto di una serie di incontri che
si svolgono ogni 2-3 anni. La
sera, siamo stati ospiti di una
comunità ecumenica cattolica
romana-riformata.
Il terzo giorno, ci siamo trovati nel mondo diverso della
Svizzera francese. A Neuchà
tel abbiamo partecipato a un
culto e abbiamo trascorso il
pomeriggio con il Consiglio
cantonale delle chiese e la
Commissione donne locale.
La mattina dopo abbiamo potuto dialogare con due professori e alcune giovani teologhe
della Facoltà di teologia di
Berna. Il pranzo e il successivo incontro sono stati i momenti più importanti della nostra visita, dal punto di vista
istituzionale. Erano presenti
circa 70 persone, fra i presidenti delle varie chiese riformate cantonali e delle chiesa
metodista, e le corrispondenti
commissioni donne, oltre alle
donne impegnate nelle iniziative del Decennio. Abbiamo
concluso le visite con una
mattinata trascorsa con il vescovo e le donne della chiesa
vecchio-cattolica.
Le nostre impressioni, confermate dalle donne stesse,
possono essere riassunte in
due punti: 1) al Sinodo delle
donne erano presenti circa
900 donne é 4 uomini (il sindaco di San Gallo e i membri
della nostra delegazione); 2)
dopo H momento istituzionale
della penultima giornata, le
donne ci hanno detto che questa era la prima volta che un
gruppo di donne era stato
ospite dei presidenti durante
una loro seduta, seduta da
quale le donne sono solita
mente escluse. Le conclusioni
che si possono trarre da questa esperienza possono essere
valide anche in generale: le
donne hanno un loro spazio
per stare insieme e per le loro
attività, ma non sono pienamente rappresentate nelle
chiese a tutti i livelli.
L’amministrazione delle
chiese con il loro potere decisionale e di gestione delle risorse è nelle mani degli uomini. Alcune donne accettano
questa situazione, mentre altre sottolineano che le chiese
spesso non incoraggiano e
non sostengono sufficientemente quello che alle donne
sembra di primaria importanza, come ad esempio l’impegno sociale, il dialogo, la solidarietà, l’apertura ad innovazioni creative.
Certo, noi in Italia conosciamo i molti aspetti positivi
di quqste chiese che sono ricche di persone capaci e di
buon cuore, di organizzazioni
efficaci e di notevoli risorse
materiali. Bisognerebbe però
dare maggiore ascolto alla
voce delle donne, non tanto
per dar loro più potere ma per
migliorare ulteriormente la
qualità della missione delle
chiese e per dare più spazio al
contributo che le donne possono e vogliono dare in un
ambiente in cui predomina
ancora la voce maschile.
Si è svolta a Baltimora l'undicesima conferenza annuale delle «More Light Churches»
Chiese americane solidali con gli omosessuali
GABRIELLA LETTINI
l^f oi non limitiamo la
verità di Dio alla nostra modesta ampiezza mentale... perché Dio ha ancora
più luce (more light) e verità
da rivelare nella Parola attraverso lo Spirito Santo». Con
queste parole, nel 1620, il
pastore John Robinson si indirizzò ai Padri Pellegrini
che venivano a cercare la libertà religiosa nel «Nuovo
Mondo». Questa promessa di
una rinnovata rivelazione divina attraverso i tempi venne
quotata nel 1976, quando la
United Presbyterian General
Assembly propose alle chiese presbiteriane di impegnarsi in uno studio comunitario
sul tema dell’omosessualità,
in particolare riguardo all’ordinazione del personale ecclesiastico.
Nel 1978 e nel 1979, le General Assemblies of thè United Presbyterian Church Usa
e la Presbyterian Church Us
proclamarono rispettivamente di accogliere gay e lesbiche come membri di chiesa,
ma ne sconsigliarono la consacrazione come pastori/e o
diaconi/e. Alcune comunità,
insoddisfatte dalla natura
contraddittoria di questa risoluzione, cominciarono ad
adottare delle mozioni in cui
proclamavano la propria intenzione di essere inclusive
non solo nell’apertura agli
omo.sessuali come membri di
chiesa, ma anche nella loro
consacrazione alle posizioni
di leadership. Queste comunità cominciarono ad essere
conosciute come «More Light Churches».
Oggi le More Light Churches sono 64, distribuite in
33 presbiteri su 171, e sono
associate in una vera e propria organizzazione («Mie
Network»), Un gran numero
di comunità sta discutendo la
possibilità della propria affiiiazione. Lo scorso 28 aprile.
il «Mie Network» si è riunito
nella città di Baltimora, nel
Maryland, per la sua undicesima conferenza annuale (2830 aprile). Nei primi anni
queste conferenze avevano
una trentina di partecipanti:
lo scorso anno, a Minneapolis, si era arrivati a 150, e
quest’anno gli iscritti erano
più di 300.
Il tema della conferenza era
«Cantando la canzone di Dio
in una nuova terra». I laboratori e le plenarie sono stati
animati da leader d’eccezione: dalla pastora Nancy Wilson, di Los Angeles, autrice
di diverse pubblicazioni di interpretazione biblica; all’
evangelista lesbica Janie
Spahr, pastora divenuta famosa quando la chiesa non ritenne più valida la sua ordinazione nel momento in cui
divenne pubblico il suo orientamento sessuale; a Chris
Glaser, uno degli attivisti sto
rici del movimento in favore
dell’ordinazione degli omosessuali, autore di diversi libri
di meditazioni bibliche e preghiere per gay, lesbiche e le
loro famiglie.
I laboratori hanno toccato
una pluralità di argomenti: interpretazioni bibliche, spiritualità omosessuale, come affrontare l’omofobia nelle
chiese preparandole al cambiamento, la benedizione delle unioni civili, i problemi
con i regolamenti ecclesiastici, il molo di parenti e amici
di gay e lesbiche (riuniti nel
P-Flag), essere chiesa ai tempi dell’Aids, la minaccia al
pluralismo rappresentata dall’
emergente destra religiosa.
L’attuale moderatore della
General Assembly, pastore
Robert Bohls, si è rivolto ai
partecipanti della conferenza
con un’esortazione a perseverare nel proprio impegno, tenendo sempre presente l’im
portanza della solidarietà con
altri gruppi che, nel mondo,
soffrono per l’ingiustizia di
una società patriarcale e imperialista.
Una delle grandi ricchezze
della conferenza era insita
nell’eterogeneità dei partecipanti: non solo gay e lesbiche, ma anche i loro fratelli e
sorelle, madri e padri, nonni,
amici e amiche, che si rifiutano di stare ancora nel silenzio
e nell’invisibilità, ma che
hanno deciso di battersi perché le persone che amano, alle quali magari hanno dato luce, possano avere il posto che
a loro spetta nella società e
nelle chiese. La loro lotta dovrebbe essere condivisa da
tutti coloro che credono che
in Gesù Cristo siamo accettati
con la ricchezza e la pienezza
delle nostre diversità, e che le
chiese dovrebbero essere il
luogo dove questo essere inclusivi è visibile al mondo.
Una richiesta del segretario generale del Consiglio ecumenico
Verso un «giubileo ecumenico»
Konrad Raiser, segretario
generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), ha
chiesto che la prossima Assemblea del Cec, che avrà
luogo nel 1998 ad Harare,
nello Zimbabwe, sia celebrata
come un «giubileo ecumenico», aprendo la via «al movimento ecumenico nella prospettiva del XXI secolo».
Raiser, che parlava a Nashville in occasione della Conferenza delle chiese degli Stati Uniti aderenti al Cec, ha dichiarato che l’ottava Assemblea del Cec, che avrà luogo
50 anni dopo l’Assemblea di
costituzione dell’organizzazione, nel 1948, «dovrebbe
portare una nuova formula
zione della visione ecumenica
nell’ora in cui ci stiamo incamminando verso il XXI secolo. Siamo in una situazione
di transizione e non possiamo
continuare con lo stesso ordine del giorno».
Mentre il termine «giubileo» comprende la connotazione di gioiosa celebrazione
di un anniversario particolare,
Raiser ha precisato che nella
Bibbia il termine «giubileo»
andava al di là di questo significato corrente. Nella Bibbia, il «giubileo» mirava a ristabilire relazioni giuste all’
nterno della società e a dare
«una visione profetica forte
della nuova vita in comunità
nell’orizzonte del regno di
Dio». L’idea di giubileo può
quindi favorire lo sviluppo di
una «nuova visione ecumenica». «Ci avviciniamo - ha
sottolineato Raiser - alla fine
del secondo millennio, periodo di divisione cristiana, e alla fine del secolo che ha visto
la nascita del movimento ecumenico... Non dovremmo
perdere il sentimento di attesa
e di urgenza».
Un «giubileo» nel 1998 potrebbe essere l’occasione per
preparare le chiese all’avvicinarsi dell’anno 2000 «in uno
spirito di culto autentico, collegando la spiritualità con F
impegno a ristabilire relazioni
giuste alFinterno della comunità degli esseri umani», (eni)
Dal
»TIANO
Sud Africa: Nelson Mandela
saluta la comunità di Taizé
JOHANNESBURG — Dal 5 al 7 maggio scorso migliaia di
giovani provenienti da tutte le regioni del Sud Africa e anche
dai paesi limitrofi si sono radunati a Johannesburg attorno a
fratei Roger e altri fratelli della comunità di Taizé per un incontro di giovani del Sud dell’Africa. Da anni giovani sudafricani, in particolare di Soweto, uno dei quartieri più poveri del
paese, vengono accolti per alcuni mesi dalla comunità di Taizé.
i responsabili delle diverse chiese, anglicana, cattolica e protestanti, hanno quindi invitato fratei Roger, fondatore della comunità di Taizé, a venire ad animare un raduno a Johannesburg
per aiutare i giovani a «scoprire una nuova visione della pace e
dell’amore». In quell’occasione, Nelson Mandela ha rivolto il
seguente messaggio: «E una grande gioia per me di salutare
fratei Roger e la comunità di Taizé, che sono legati da tempo
da sentimenti di amicizia con tanti giovani del Sud Africa. Ciò
che compiamo qui ha un impatto che va ben al di là dei confini
del nostro paese. Per questo, incoraggio la giovane generazione, che ha un ruolo importante da giocare per costruire un nuovo Sud Africa, ad accettare di assumere delle responsabilità e a
non cedere all’impazienza e alla disperazione. Così facendo,
questa generazione potrà essere un fermento di speranza per
molti giovani nel mondo, che cercano vie per costruire la fiducia nella famiglia umana». (hip)
Romania: un prete ortodosso
querela un giornale
BUCAREST — Un prete ortodosso ha querelato un giornale
che, in un articolo, lo aveva accusato di avere denunciato alcuni
partecipanti alla rivolta di dicembre 1989 all’ex polizia segreta
comunista «Securitate». In un articolo del quotidiano indipendente Romania Lìbera, il prete Sandi Mehedintu è stato accusato dai membri della «Associazione del 21 dicembre» di avere
violato il segreto della confessione, tradendo alcuni partecipanti
alla rivolta che ha provocato la caduta del regime comunista in
•Romania. Va ricordato che, cinque anni fa, la chiesa ortodossa
di Bucarest era stata accusata di collaborazione. Il prete accusato ritiene che il dirigerite dell’«Associazione del 21 dicembre»
volesse comprometterlo per via delle sue idee prò monarchiche.
Mehedintu ha inoltre ricordato che vari gruppi repubblicani gli
rimproveravano di avere proposto la nomina del metropolita Nicolas Coneanu di Timisoara come candidato dell’opposizione
per le prossime elezioni presidenziali, mentre le dimissioni di
quest’ultimo erano state chieste a causa del ruolo che avrebbe
giocato pringa e durante la rivoluzione del 1989. Il portavoce del
patriarcato di Bucarest ha precisato che la chiesa non avrebbe
preso una posizione ufficiale su questa vicenda finché le circostanze non sarebbero state accuratamente esaminate, (spp/eni)
Romania: il governo riconosce
il seminario battista
BUCAREST — Il seminario battista di Bucarest, fondato
nel 1921 a Buteni e trasferito nel 1925 nella capitale è stato riconosciuto dal governo romeno. Il seminario ha avuto una funzione insostituibile per il battismo romeno, che oggi conta oltre
100.000 aderenti, avendo fornito circa il 95% dei suoi pastori.
Chiuso durante la guerra, quando i battisti erano stati dichiarati
una denominazione illegale e costretto durante il periodo comunista ad accettare un numero limitato di studenti, oggi il seminario battista di Bucarest è l’unico istituto teologico protestante per studenti di lingua romena riconosciuto dallo stato. Il
seminario conta attualmente 104 studenti e sta sviluppando un
programma di collaborazione con l’Università di Bucarest dove
è stata eretta una Facoltà di teologia battista che prevede una
laurea in teologia abbinata a una lingua straniera o alle scienze
sociali. A questa Facoltà sono iscritti circa 160 studenti, (ebps)
Pakistan: assassinato un
giovane cristiano di 12 anni
LABORE — La domenica di Pasqua, un giovane cristiano di
dodici anni è stato assassinato a una trentina di chilometri da
Labore, in Pakistan. Iqbal Masih, che si era battuto contro il la^
voro forzato dei bambini, è stato ucciso da numerosi colpi di
fuoco mentre stava circolando in bicicletta con due amici. Lo ha
riferito Ehsanullah Khan, presidente di un’organizzazione antischiavi.sta di Labore. Il ragazzo è stato ucciso sul colpo, i suoi
amici sono rimasti feriti. Secondo Khan, la mafia del tappeto sta
dietro a questo delitto: nel Pakistan migliaia di bambini lavorano nelle fabbriche di tappeti. Iqbal aveva cominciato a lavorare
all’età di quattro anni in una fabbrica di tegole, prima di andare
in una fabbrica di tappeti. Era uno dei dirigenti dell'Associazione dei bambini operai deH’industria del tappeto c. a questo titolo, aveva ricevuto un premio da una ditta americana. (spp/api(^)
Riìschlikon: gli ultimi studenti
RÙSCHLIKON — Al seminario teologico internazionale
battista di Riìschlikon si è concluso il 46” anno accademico.
l'ultimo, perché dal prossimo autunno i corsi di teologia riprenderanno nel nuovo seminario che apre i battenti nei pressi
Praga, nella Repubblica ceca. Alla cerimonia di consegna degjj
ultimi diplomi e delle ultime lauree (distribuiti a 19 studenti di
14 paesi diversi europei ed extraeuropei) hanno partecipato anche molti dei diplomati e laureati degli anni passati tra cui una
coppia di ex studenti svedesi che qui si era sposata 25 anni faFu uno studente danese il primo diplomato, nel settembre 1952,
l’ultimo è stato uno studente italiano, Giuseppe Miglio, (ebps)
3
venerdì 2 GIUGNO 1995
PAG. 3 RIFORMA
LA VISITA DI PAPA GIOVANNI PAOLO II IN CECHIA
L'INCIDENTE DI PRAGA
Papa Giovanni Paolo II si è recato, sabato 20 e domenica 21
maggio, in visita nella Repubblica ceca. Una visita breve che
¿ servita per la canonizzazione dei beati Zadislava di Lemberk
e di Jan Sarkander. Una visita che doveva rispondere a due
esigenze principali. Da una parte «dare ossigeno» a una Chiesa cattolica, come quella ceca che sta perdendo influenza nella
società (il 20% dei cechi è cattolico ma solo il 5% è praticante) e dall’altra rilanciare il discorso ecumenico, sostenendo il
cardinale Miloslav Vlk, attuale presidente della Conferenza
europea delle chiese cattoliche, nonché primate della Cechia,
nella sua opera di rinnovamento della Chiesa cattolica.
Il papa voleva, nella terra di Jan Hus, pregare per «l’unità
..I piena e visibile di tutti i cristiani» nella prospettiva del «giubileo dell’anno 2000».
Nei giorni precedenti rincontro il cardinale Edward Cassidy si era recato a Praga per tentare di convincere il pastore
Pavel Smetana, senior della Chiesa dei Fratelli cechi (la più
importante chiesa protestante del paese, nata dal movimento
hussita), a partecipare almeno all’incontro privato nella nunziatura con i rappresentanti di tutte le chiese: ma inutilmente.
All’incontro privato c’erano i rappresentanti di alcune chiese
evangeliche, tra cui i battisti, gli ortodossi, gli ebrei e solo una
aderente Consiglio delle chiese protestanti della Cechia (una
chiesa luterana della Confessione di Augusta). Si è così verificato quello ormai noto come «l’incidente di Praga». Vediamone le ragioni in questo approfondimento curato dalla nostra
redazione poiché nessun organo di informazione italiano ha
spiegato la posizione della Chiesa dei Fratelli cechi.
m.
Parla ¡I pastore Pavel Smetana
EMMANUELE PASCHETTO
--------—----------
, JT| ottor Smetana, la cano/./ nÌ77a7Ìone di Sarkander
■ da parte del papa, venuto appositamente in Cechia per
questo evènto, ha suscitato le
proteste degli evangelici del
paese. Come mai? Chi era
Sarkander?
,À «Jan Sarkander era un sa: -i cerdote cattolico romano, na;Ato nel 1576 a Skoczow in
Slesia (regione che attualmente fa parte della Polonia).
'‘'Dai 1604 al 1606 studiò alla
Facoltà dei gesuiti, a Graz,
.fi Nel 1906 si sposò con A. Plai'Chetkova; alla morte della
moglie ritornò a Graz, dove
: nel 1609 fu ordinato sacefdote; fu inviato come parroco
: a Jaktar, poi a Unicov e a
"-'Charwaten: lasciò quindi
.questa località per divergenze
sulle decime e sull’uso degli
inni ecclesiastici cechi. Dal
'’*1612 al 1615 fu a Zdounky,
uno dei principali centri
dell’Unione dei Fratelli, dal
1615 al 1616 a Boskovice, altra località con presenza maggioritaria dei Fratelli, e dal
’1616 al 1620 a Holesov, città
dove luterani e Fratelli erano
fortemente rappresentati.
In queste tre località Sarkander svolse la sua attività in
stretto collegamento con la
sanguinaria missione dei gesuiti. Mentre faceva un pellegrinaggio a Czestochowa, nel
1619, fu richiamato a Holesov
da L. P. Lobkovic, signore del
luogo. Fu durante il suo viaggio in Polonia che le truppe
Il monumento a Jan Hus eretto nel 1915 per commemorare il cinquecentesimo anniversario delia morte
cosacche di Lisovski penetrarono in Moravia e, puntando
verso Vienna, misero a ferro e
fuoco città e villaggi. Holesov
però fu risparmiata e si sospettò che i cosacchi fossero
stati chiamati proprio da
Lobkovic. 1 sospetti caddero
anche su Jan Sarkander che
era il suo confessore. Sarkander fuggì, ma fu ritrovato.
Rinviato a processo nel
febbraio del 1620 gli fu chiesto di confermare il tradimento di Lobkovic ma, pur essendo sottoposto a feroci torture,
non parlò. Il 17 marzo 1620
Giovanni Paolo II e Olomouc
«...quasi quattro secoli dopo incontriamo Jan Sarkander,
” sacerdote e martire. Egli è vanto soprattutto vostro, carissimi moravi che da sempre lo amate e venerate come protettore, specie nelle ore più penose della vostra storia. La sua
figura si accende di luce eccezionale soprattutto alla fine
della vita, quando viene imprigionato e riceve dal Signore
la grazia del martirio. In un’epoca di turbolenze, egli si pone come segno della presenza di Dio, della sua fedeltà in
mezzo alle contraddizioni della storia.
Ancora oggi ci colpisce l’adamantina fermezza di questo
prete semplice e generoso: la sua fedele dedizione al dovere, fino alla morte. Nella segreta del carcere di Olomouc, di
cui conservo ancora la forte impressione ricevuto nel visitarla, egli, sottoposto per settimane ad atroci supplizi, prega
e il Signore gli dona di offrire un raro esempio di pazienza
e di costanza.
Forse oggi più che mai, all’indomani del Concilio Vaticano II e alle soglie del terzo millennio cristiano, ci è dato
di cogliere la misteriosa consegna di Jan Sarkander per la
Chiesa in Europa e nel mondo. La sua vittoria va anzitutto
a onore di tutti coloro che, in questo secolo, non solo in
Moravia e Boemia ma in tutta l’Europa dell’Est, hanno preferito la privazione dei beni, l’emarginazione, la morte,
piuttosto che piegarsi all’oppressione e alla violenza.
Questa canonizzazione, lungi dal riaprire dolorose ferite,
che in passato hanno segnato in queste terre il Corpo di
Cristo, intende affidare a un glorioso testimone la causa
dell’unità dei cristiani. Oggi io. Papa della Chiesa di Roma
a nome di tutti i cattolici, chiedo perdono dei torti inflitti ai
non cattolici nel corso della storia turbolenta,di queste genti e al tempo stesso assicuro il perdono della Chiesa cattolica per quello che di male hanno patito i suoi figli. Possa
questo giorno segnare un nuovo inizio nello sforzo comune
di seguire Cristo, il suo Vangelo, la sua legge d’amore, ij
suo anelito supremo all’unità dei credenti in lui: “Che tutti
siano uno” (Giov. 17, 21)».
morì in seguito alle torture
subite. L’attività di Sarkander
si svolse nel periodo in cui la
Boemia godeva della libertà
di coscienza e della libertà religiosa garantita a tutti i cittadini dal decreto di SM Rodolfo d’Asburgo
La stessa cosa valeva per la
Moravia grazie al giuramento
fatto dal principe. Ma la Chiesa cattolica romana non accettò che gran parte della popolazione avesse scelto spontaneamente di aggregarsi a
una delle chiese evangeliche.
Con l’aiuto della corte imperiale, dell’alta nobiltà, del cardinale Ditrichstein, del vescovo di Olmiitz e dei gesuiti
procedette alla ricattolicizzazione violenta del paese e
Sarkander si impegnò a fondo
in questa impresa. Dell’attività dei gesuiti a Olmiitz ci
sono molte prove, fra l’altro
anche in scritti di Comenio
che visse in quel periodo e
che era di quella regione. La
conseguenza di tutto ciò, fu la
rivolta della Dieta, la sconfitta
della popolazione evangelica
e 160 anni di tentativi di annientamento dei protestanti in
Boemia e Moravia.
Canonizzare Jan Sarkander
significa proporre come modello ai cristiani del nostro
tempo un uomo che rappresenta un esempio della ricattolicizzazione violenta delle
terre boeme. E la dimostrazione di un’insensibilità incredibile da parte della Chiesa cattolica romana nei confronti di una chiesa evangelica fortemente minoritaria,
una chiesa che è passata attraverso una storia di martirio e
di persecuzione difficilmente
immaginabile. Altri motivi di
dissenso li ho fatti presenti
nella mia lettera al papa».
- E vero quello che dicono
i giornali italiani, che cioè
tutte le chiese protestanti
erano presenti alla canonizzazione di Sarkander, tranne
la vostra?
«Per quelle che sono le mie
informazioni, all’appuntamento con il papa c’era solo
un rappresentante della Chiesa evangelica di Slesia, di
confessione augustana. Le altre chiese evangeliche non
erano rappresentate».
- I rappresentanti della
Chiesa hussita sarebbero stati presenti all’incontro con il
papa. È vero? Gli bussiti non
hanno più problemi con la
Chiesa cattolica?
«La Chiesa hussita è nata'
dal movimento “Los von
Rom” (via da Roma) e dalle
spinte autonomiste all’indomani della prima guerra
mondiale, ed era prevalentemente costituita da sacerdoti
e da credenti cattolici. 11 suo
orientamento era soprattutto
nazionalistico e solo in seconda battuta ha cercato di
darsi un’identità riallacciandosi alla Riforma hussita. In
realtà essa non ha alcuna radice nella Riforma hussita. La
Chiesa evangelica dei Fratelli
cechi, riconosciuta con le patenti di tolleranza del 1781,
formata dagli evangelici autoctoni, sopravvissuti a 160
anni di persecuzioni e dagli
esiliati per motivi di religione
rientrati in patria è l’erede di
quella Riforma».
- Dottor Smetana, sabato
20 maggio lei ha scritto una
lettera al papa, che l’ha ricevuta lo stesso giorno. Il portavoce del Vaticano, Joaquin
Navarro Valls ha detto che
lei «probabilmente» in quella lettera si scusava per l’assenza della sua chiesa alla
cerimonia. È esatta la presunzione di Navarro? Può
farci avere una copia della
lettera ?
«Con la mia lettera ho risposto alla lettera personale
del papa; ho riportato i motivi
per cui non potevo partecipare all’incontro. Le dò volentieri copia della lettera al cardinale Cassidy e al papa; sono entrambe in inglese».
Lettera del pastore Smetana al papa
Il perché delLassenza
Stimatissimo fratello in Cristo,
La prego di perdonarmi se La chiamo fratello in Cristo.
Sono certo che non esista titolo più onorevole con il quale
possiamo rivolgerci gli uni agli altri di quello di «fratello» e
«sorella». Il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo che ha
dato la sua vita per noi ha detto, significativamente, ai suoi
discepoli: «Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli» (Matteo 23, 8). Per questo io La saluto sinceramente
come fratello e dal più profondo del cuore La ringrazio di
aver risposto alla lettera di uno dei minimi fratelli, nonostante Lei disponga di così poco tempo a causa della responsabilità che porta per la Chiesa cattolica romana in tutto il mondo. Sono stato sollevato quando ho avuto l’informazione che
la lettera che Le avevo inviato personalmente, tramite il Suo
segretario, era andata perduta. Infatti non. potevo credere che
Lei non volesse rispondere, anche con poche parole, all’appello che Le avevo rivolto a nome dei protestanti cechi e
moravi. Sapevo che le ferite non rijuarginate si potevano riaprire, nel trattare senza la dovuta cautela la storia dolorosa
della nostra nazione. Perché dopo la sconfitta alla Montagna
Bianca del 1620 il destino delle fiorenti congregazioni protestanti di Boemia e di Moravia fu segnato, così come il destino di centinaia di migliaia, anzi di milioni di cristiani protestanti che, per restare fedeli alla fede dei loro padri, dovettero lasciare il loro paese o furono costretti a cambiare confessione sotto inimmaginabili pressioni. Lei sa molto bene che
l’oppressione spirituale porta al vuoto interiore e alla superficialità religiosa, il che è avvenuto nel nostro popolo ed è
perdurato sino ai giorni nostri. La mancanza di fede nella
nostra nazione non affonda le sue radici nell’indottrinamento
ateistico di questi ultimi decenni, ma nella storia della Chiesa nel nostro paese, storia piena di odio e di violenza.
Capisco molto bene che Lei veda la Sua visita come la possibilità di rivolgersi a tutte le Chiese cristiane e all’intera nazione ceca «per esprimere una valutazione critica delle guer
re religiose del XVII secolo» e incoraggiare tutti i cristiani «a
impegnarsi a far sì che questi peccati contro l’amorexriatiano
non siano mai più commessi». Le sono grato perché Lei porta questo messaggio e la mia preghiera è che questo messaggio penetri nel profondo delle nostre anime come una forza
risanatrice. Con quanta maggior gioia lo avremmo potuto ricevere se Lei avesse visitato il nostro paese per portare questo messaggio di riconciliazione in una situazione diversa da
quella della canonizzazione di Jan Sarkander. Noi non vogliamo discutere sui motivi del suo martirio, se cioè esso sia
avvenuto per le sue convinzioni e per esser stato fedele a ciò
che gli era stato affidato, o perché, come sacerdote, si trovò
coinvolto nei conflitti politici del suo tempo. Nondimeno, le
torture che subì e la conseguente morte, furono un’azione
atroce che critichiamo; e se ciò è avvenuto ad opera di cristiani protestanti ne chiediamo perdono con profondo senso
di vergogna. Ma tutto ciò non significa che Jan Sarkander
non abbia contribuito ad ehminare le comunità protestanti e
dei fratelli a Zdounky, Boskovice e Holesov. Non ci sono e
non ci possono essere documenti sulla sua attività. Ma se non
ci fosse altro se non il fatto che egli seguì passo passo la
«missione» dei gesuiti di Olomouc, di cui abbiamo documenti, leggendo i quali «un brivido ci corre lungo la schiena», se
non ci fosse altro se non il fatto che egli entrava senza esitazione nei villaggi protestanti e che subito dopo i pastori protestanti ne venivano cacciati, già questo sarebbe un motivo
sufficiente, per la Chiesa cattolica romana nei paesi cechi, di
far penitenza per tutto ciò che spinse i suoi sacerdoti in quei
tristi tempi ad essere così intolleranti.
Non sarebbe meglio, invece della canonizzazione di Jan
Sarkander, dire: «È stato solo uno stmmento dell’incomprensione che la chiesa di quei tempi ebbe della “missione”»?
Noi protestanti non vogliamo riaprire le ferite del passato e
da tempo abbiamo perdonato queste antiche offese. Ciò che è
accaduto nel passato non deve pesare sul presente e sul futuro. Ma la Chiesa cattolica romana di oggi ha il diritto, dopo il
Concilio Vaticano secondo, di indicare come modello per i
suoi fratelli e sorelle un uomo che ha deformato le idee cristiane, proponendo l’odio invece dell’amore, e facendo credere che sia cristiano il pensiero che si serve il Signore costringendo con la violenza le persone a entrare nella Chiesa?
I cattolici romani hanno il diritto di venerare un uomo che ha
fatto così male a cristiani di altre denominazioni, «eretici», e
che ha contribuito a spezzare la coscienza umana? Hanno il
diritto di dire che è stata un’anima devota a Cristo? Può
un’anima devota a Gesù Cristo agire in questo modo?
Mio caro fratello, dalle mie parole Lei può sentire il dolore che ancora proviamo per il destino delle nostre madri e
dei nostri padri. Dolore perché c’è stata poca comprensione
da parte dei nostri fratelli cattolici romani per questa debole
e insignificante minoranza in questo paese che è passata attraverso una storia così martoriata.
Lei quindi potrà capire perché per me sia così difficile incontrarmi con Lei, anche se io La stimo grandemente e vedo in Lei uno dèi più grandi testimoni di Cristo del nostro
tempo. Con stima io seguo il suo servizio di cura pastorale e
di evangelizzazione in tutto il mondo, la sua devozione a
Gesù Cristo, e il suo sforzo per l’unità dei seguaci di Cristo.
In qualunque altra occasione sarei stato lieto di incontrarmi
con Lei e avrei accettato il Suo invito come un’espressione
straordinaria e immeritata di amore e di umiltà. Come possiamo ora guardarci faccia a faccia? Come possiamo insieme gioire e lodare il Signore? La prego di perdonarmi perché non posso venire. Sarebbe un atto di ipocrisia. Ma Le
assicuro che pregherò per Lei, per il Suo servizio e per tutti
gli altri cristiani del nostro paese, nella speranza che il Signore risorto voglia donare a tutti noi lo spirito di pentimento e di umiliazione e che voglia rinnovare in noi l’amore reciproco, guidandoci attraverso le difficoltà del tempo presente al giorno in cui potremo insieme rallegrarci e lodare il
Signore. Lei è sulla nostra terra: io La saluto fraternamente
e benedico la Sua vita e il Suo servizio nel nome del nostro
Signore Gesù Cristo.
Con sinceri saluti e con un augurio di pace
Pavel Smetana
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
Í.
È nato il Gruppo di animazione teologica delle chiese battiste metodiste e valdesi
Rendere la Parola al popolo di Dio per
rilanciare la vita spirituale delle comunità
DANIELE BOUCHABP
LO scorso autunno è nato
il Gruppo di animazione
teologica (Gat) delle chiese
valdesi, metodiste e battiste.
Lo stimolo alla formazione di
questo gruppo di lavoro viene
dalla Cevaa, la Comunità
evangelica di azione apostolica di cui le chiese valdesi
fanno parte da anni e le chiese metodiste sono entrate a
far parte più recentemente.
Uno dei pilastri su cui si regge questa comunità di chiese,
situate in quattro dei cinque
continenti, è infatti l’animazione teologica, il cui slogan
è «Rendere la parola al popolo di Dio». Si ritiene cioè che
troppo a lungo la parola sia
stata monopolizzata dagli
esperti e che questo sia andato a detrimento del dibattito
teologico e della vita spirituale delle chiese. Rendendo la
parola a tutti i membri del popolo di Dio, oltre a permettere loro di essere attivamente
presenti nella comunità si può
dare una spinta in avanti alla
vita della chiesa. È quanto è
accaduto, ad esempio, nella
Chiesa evangelica del Togo o
nella Chiesa evangelica della
Nuova Caledonia.
Le chiese valdesi hanno già
da anni la figura dell’animatore teologico, ma recentemente sono stati fatti due salti
di qualità: l’animatore è stato
affiancato da un gruppo di lavoro e l’iniziativa ha assunto
‘ ■ ti.,!*»*
UANIilAZIONE TE
Che cos’è l’animazione
teologica ?
Animazione teologica è
credere che ogni membro di
chiesa possa, e quindi debba,
dare il suo contributo all’
elaborazione teologica della
comunità.
-Animazione teologica è dotarsi degli strumenti necessari
affinché anche chi non ha studiato, chi non sa parlare in
pubblico, chi non scrive articoli, chi ha sempre pensato di
aver soltanto da ascoltare sia
messo in grado di prendere la
parola.
Animazione teologica è
adoperarsi affinché i nostri incontri di studio biblico non
siano dei corsi di scienza bi
blica ma dei momenti di confronto di fede con la Scrittura.
Animazione teologica è organizzare dei laboratori d,i
preghiera, dove non si cerchia
no soluzioni tecniche alle nostre difficoltà a pregare, ma
se ne approfondiscano le cause senza paura di scoprire le
incertezze della nostra fede,
dove si trovj insieme il modo
per superare le difficoltà e ci
si riappassioni al dialogo con
il Signore.
Animazione teologica è
mettere a confronto i nostri
percorsi di fede, vedendo nelle diversità tra credente e credente, tra generazione e generazione, tra cultura e cultura
non una serie di ostacoli ma
un carattere interdenominazionale che interessa i battisti,
i metodisti e i valdesi. Nel
corso di questi mesi il gruppo
si è occupato di definire i propri compiti e di darsi gli strumenti necessari. Nel contempo sono stati avviati degli
esperimenti pilota nelle chiese in cui operano i membri
del Gat (in alcuni casi in
realtà si tratta di attività già
esistenti che sono state inserite in un quadro più ampio).
Un caso a parte è costituito
dalle valli valdesi dove, grazie alla vicinanza geografica,
si è potuto avviare un seminario di animazione teologica,
composto da una decina di
persone delegate a questo dalle rispettive chiese di apparte
' • ' *",^1 it!"* *”
ft ‘ ' ' ■
un’occasione di edificazione
reciproca.
Animazione teologica è
rendere talmente affascinante
questo confronto da attrarre
nuove persone, desiderose di
entrare a far parte di una comunità così appassionata
all’incontro con Dio.
Animazione teologica è riconoscere nella sorella che
viene da lontano l’inviata di
Dio per animare la vita della
nostra comunità, è riconoscere nel fratello che vive la fede
in Gesù Cristo all’interno di
una cultura che non è la nostra il teologo che ci può fornire lo stimolo che abbiamo
cercato invano nel libri'di casa nostra. (d.b.)
nenza. La prospettiva è che i
partecipanti al seminario riportino nelle chiese locali
l’esperienza fatta, all’interno
delle attività già esistenti o
creandone di apposite.
Il Gat sta elaborando, e
sperimentando, alcuni programmi di animazione teologica che in prospettiva pensa
di proporre alle chiese che
siano interessate. Sono attualmente in corso di elaborazione un programma sulla preghiera e uno sulla storia personale di fede. Quando ci
sentiremo pronti, verosimilmente nel corso dell’anno
1995-96, ci renderemo disponibili ad essere invitati
dalle chiese locali interessate,
o in occasione di convegni,
per animare uno o più incontri sul tema e con il taglio che
verrà concordato di volta in
volta. Come si vede si tratta
di un programma' a lunga scadenza, che però è àncora nella fase iniziale di definizione
e sperimentazione.
Chiunque voglia saperne di
più o sia interessato a collaborare al gruppo di animazione può
rivolgersi a uno dei membri del
Gat. Essi sono Vololona Andriamitandrina (Roma, telefono 068600041), Massimo Aprile (Napoli tei. 081-295775), Carmine
Bianchi (Ferrara telefono 0532904308 ), Alberto Bragaglia (Padova, tei. 049-755447), Francesca
Cozzi (Verbania, telefono 0323402653), Simonpietro Marchese
(Bergamo), Alessandro Strambi
(Pisa), Elisa Vicentini (Verona) e
Daniele Bouchard (San Germano
Chisone, tei. 0121-58914).
Partecipanti al campo single di Zurigo
Campo single ó\ Pasqua a Zurigo
Vite a confronto
Una casa nel bosco ha ospitato a Pasqua il «campo single» di Zurigo; pur essendo
alla periferia di una grande
città, abbiamo respirato l’aria
pura di questo incantevole
faggete, popolato di merli, di
usignoli, di scoiattoli; una
realtà così diversa da quella
quotidiana di ognuno di noi.
Leggiamo un Salmo e cantiamo il ringraziamento per tutto
ciò che ci è stato dato e la
malinconia di separarci.
L’unico nostro rammarico è
che un numero ristretto di
persone ha potuto approfittare
di una così rara esperienza offerta, a chi è solo, dalle sorelle Grasso della Chiesa battista di Zurigo; rara e preziosa
esperienza perché, oltre al
piacere di ritrovarsi fra amici
e acquistarne dei nuovi arricchendoci vicendevolmente
coi vari vissuti spirituali e
umani, abbiamo avuto l’opportunità di visitare la bellissima città di Zurigo e le fan
lA CHIESA VALDESE SPENDERÀ
IL VOSTRO OTTO PER MILLE
LONTANO DALLE CHIESE.
Eccoci di nuovo, per il secondo anno, sulle pagine dei giornali per chiedervi di affidarci l'otto per mille
del reddito IRPEF. E per ribadire il nostro impegno a rendere noto, attraverso i più autorevoli organi di informazione, il modo in cui impiegheremo i soldi raccolti e che arriveranno solo dal 1997. Una cosa è certa: non li spenderemo per le chiese e per le opere di culto, ma li investiremo per opere sociali e assistenziali in Italia e nei paesi del sottosviluppo per far sì che non esistano più paesi sottosviluppati. Siamo, come Chiese Valdesi e Metodiste, impegnati da sempre in campo sociale con spirito laico: costruiamo e gestiamo ospedali e case per anziani, facciamo un capillare lavoro educativo tra i bambini e i giovani, accogliamo immigrati e assistiamo portatori di handicap. Le nostre opere sociali sono aperte a tutti, senza
distinzione di credo, razza o ceto sociale. Inoltre collaboriamo con il Consiglio Ecumenico delle Chiese e con altri organismi ecumenici per interventi nei paesi più poveri del terzo mondo
e in quelli sconvolti da guerre e calamità naturali. Chiunque voglia conoscerci meglio o avere informazioni più dettagliate può scriverci o telefonarci. Saremo felici di rispondervi.
CHIESA EVANGELICA VALDESE - Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi - Via Firenze 38, 00184 Roma Tel. 06/4745537 Fax 06/4743324
tastiche cascate del Reno, a
Sciaffusa, e di conoscere le
realtà delle chiese riformate
di lingua italiana in Svizzera
e del Seminario battista di
Ruschlikon, di prossimo trasferimento a Praga. Molto
importante per noi è stata anche la conoscenza diretta di
fratelli e sorelle di quelle comunità. In modo particolare,
abbiamo apprezzato la predicazione, durante il culto pasquale, del giovane studente
in teologia Stefano Fontana,
che ha sapientemente focalizzato il significato della Pasqua nella necessità di rinnovamento personale, nell’accettazione gioiosa della vita,
con le sue difficoltà e sofferenze, come dono di Dio. L’
offerta raccolta è stata devoluta a Ruben Ramirez.
Il nostro ringraziamento va
alle sorelle Lidia e Giuseppina Grasso che hanno organizzato così bene questo nostro
soggiorno.
5
venerdì 2 GIUGNO 1995
mi
Vita
PAG. 5 RIFORMA
Viaggio per la diffusione dell'Evangelo nelle Marche
Quando la Bibbia è sconosciuta
MARIO CIGNONI_________
Le Marche, come tutti sanHO, a causa del loro passato pontificio, sono prive di
chiese riformate, ma un tentativo recente della Società biblica in provincia di Ancona
diinostra come l’interesse per
la Bibbia sia vivo.
Dopo alcuni accordi parto
con il trenino che, attraversato l’Appennino, sbuca a Fabriano, cittadina nota per
l’antica industria della carta.
Qui, in una parrocchia molto
vivace, con il poster di Berlinguer nelle sale interne, è
allestita la nostra Mostra della Bibbia. La mattina parlo a
200 bambini delle elementari: grazie a Dio riesco a interessarli. Sono tutti attenti a
sentire come si facevano i
papiri e molto incuriositi dal
sapere che l’ebraico si scrive
da destra a sinistra senza vocali. Poi fioccano le domande, si parla anche di Lutero:
per un bambino era il «capo
dei protestanti», e una bambina di 8 anni dice che «ha
inventato un modo diverso di
essere cristiani».
La sera prevede una riunione in parrocchia: «Voi siete
ciedenti, ma senza la Bibbia
non c’è conoscenza di Gesù
Abbonamento a Riforma
fino al 31 dicembre
Lire 50.000
,.:mlc.c.p. 14548101 intestato a:
' -'pEfe/on/ protestanti s.r.l.-TO
Cristo»... Don Pietrino ha
comprato 320 Bibbie, poi mi
invita a visitare splendide antiche abbazie romaniche della
zona, e finiamo a Precicchie,
borgo di quattro case fortificato su uno strapiombo, dove
si potrà anche parlare della
Bibbia, e poi a San Giovanni,
una sperduta borgata di quattro case dove la Chiesa cattolica è ricavata in un garage,
alla pentecostale.
A Jesi, terra del Verdicchio, di Federico II e di Pergolesi, il pastore Mosca della
Chiesa avventista ha preparato l’esposizione biblica sul
corso principale, e io tengo
una conferenza al Palazzo
della Signoria sulla storia della Bibbia in Italia. Qui incontro anche un minuscolo gruppo carismatico americano che
mi invita a parlare a Staffolo,
paesino dei dintorni.
A Serra San Quirico, pae.se
medievale disteso sul fianco
di un monte, la Mostra della
Bibbia è sistemata in Santa
Lucia, una preziosa chiesa
barocca ricca di stucchi e di
tele. Ci sono parecchi bambini incuriositi dal collegamento tra Bibbia e alfabetizzazione. Devo parlare in modo da
farmi capire; parto dalla convinzione che se capiscono i
piccoli capiranno anche i
grandi, l’Evangelo è pieno di
parabole molto accessibili e
poi sono stato piccolo anch’io
e mi ricordo che cosa interessa e che cosa annoia. Alcune
Assemblea del XII circuito
La collaborazione
'm-P:
-,
CARLETTO CARLONE
Il 14 maggio scorso, a San
Giovanni Lipioni, si è
svolta l’assemblea di Circuito
delle chiese valdesi e metodiste. Tra le splendide colline al
confine tra Abruzzo e Molise,
nella piccola ma graziosa
chiesa sita nella piazza principale, i rappresentanti delle
^ diverse chiese e dei diversi
gruppi del circuito si sono ritrovati insieme alla comunità
locale per valutare l’operato
svolto e prospettare il programma di lavoro.
n culto introduttivo è stato
presieduto dal pastore Dario
Saccomani di Campobasso
che ha condotto il suo messaggio a partire dal passo di
Matteo 9, 35-38. Il pastore
Saccomani, alla prima esperienza in un’assemblea di circuito, ha posto l’accento sulla
necessità da parte dei fratelli
e delle sorelle di riscoprire la
propria vocazione di credenti,
soprattutto in una realtà frammentata e dispersa come è
quella del XII circuito, aggravata da una carenza pastorale
(due pastori per quindici tra
comunità e gruppi). In questa
situazione diventa importante
che ciascuno riconsideri la
propria posizione davanti al
Signore,e lo spazio che ritiene doveroso dedicargli: la
messe di cui parla l’Evangelo
di Matteo è tanta, ma gli operai, pur pochi, sono chiamati
a lavorarvi con impegno e dedizione.
Sotto questo auspicio sono
poi cominciati i lavori assembleari, presieduti dal sovrintendente Enos Mannelli, con
l’appello dei componenti e
l’esposizione delle relazioni
di tutte le chie.se o gruppi. Ci
si è così resi conto dei problemi e delle difficoltà esistenti
ma anche dei risvolti positivi;
delle attività svolte e degli in
contri, delle mobilitazioni
pubbliche e delle confermazioni avvenute o prossime.
C’è stata quindi una pausa
nei lavori, che è coincisa con
il momento forse più simpatico dell’intera giornata, nulla togliendo agli altri sicuramente interessanti e importanti: nell’ambito dell’agape
fraterna si è avuto modo di
conoscersi meglio, di scambiare opinioni, di riscoprire il
gusto di stare insieme, di dar
modo alla parola predicata di
radicarsi pienamente in ciascuno dei presenti.
Dopo pranzo la discussione
è entrata nel vivo, spaziando
dai problemi finanziari, dove
è emersa la necessità di ritoccare, in modi e tempi da valutare, l’impegno di ciascuna
comunità nell’ambito del circuito, a quelli inerenti più
propriamente la vita delle
chiese e il rapporto fra di esse. I pastori presenti hanno
offerto la propria disponibilità per fornire materiali, dispense, consigli e quant'altro
possa essere utile ai di versi
predicatori locali e i monitori
per migliorare il lavoro.
Diversi gli ordini del giorno approvati: approvazione
deH’oyerato del Consiglio
uscente; assunzione, come
parte integrante della propria
vita e sotto il proprio patrocinio, del progetto che vede
coinvolte le chiese battiste
del Molise e la chiesa valdese
di Campobasso in una cura
abbinata (cfr. quanto riportato nel V documento Bmv,
Assemblea-Sinodo ’90); incarico al Consiglio di organizzare, pre.sumibilmente per
l’inizio del prossimo anno
ecclesiastico, una riunioneconvegno delle scuole domenicali. Da ultimo si è proceduto alla riconferma, per un
ulteriore anno, del Consiglio
uscente.
madri sono attratte dai libretti
della Società biblica La Bibbia racconta, con storie e fumetti dell’Antico e del Nuovo
Testamento, li leggeranno ai
bambini a tavola, quando
mangiano: la minestrina e la
Bibbia vanno insieme, mica
male come idea...
In seguito il parroco (che
ha comprato una Diodati anastatica del 1641) mi lascia
una bella offerta per la Bibbia
nel Terzo Mondo; mentre mi
accompagna alla vicina Avacelli mi informa che nella zona la Riforma non è mai penetrata, «ma secondo le cronache locali gli ultimi movimenti eterodossi risalgono alla corrente spirituale dei fraticelli nel Medioevo». Un altro
prete, sia pure un po’ perplesso che io sia protestante e di
idee «zwingliane» riguardo
alla Santa Cena, mi invita a
parlare della Bibbia anche alla sua parrocchia di Castellare, una frazione, mi dice, lontana da tutto, dove anche la
strada finisce.
Intanto si sono passati la
voce e il parroco di Castelplanio pare interessato a un’
esposizione biblica, come forse anche quello di Falconara
Marittima. E già si sa che a
gennaio 1996 la Mostra sarà
in una grande e numerosa parrocchia di Ancona, dove anni
fa ho già predicato sulla resurrezione. Sulla via del ritorno, sul trenino, prego che il
seme gettato attecchisca...
Fdei Piemonte
Incontro
regionale
Domenica 21 maggio, al
Centro Filadelfia di Rivoli, si
è svolto il convegno regionale della Fdei. Fin dal mattino
le sorelle provenienti dalle
valli valdesi, da Milano e da
Torino hanno partecipato al
culto presieduto dal pastore
Morlacchetti con la comunità
battista di viale Bassano. Il
sermone è stato svolto dalla
pastora Erika Tomassone che
ci ha richiamati al senso della
famiglia nella comunità.
Una splendida giornata primaverile ci ha permesso di
consumare il nostro pranzo
nel magnifico parco del Centro. Nel pomeriggio una cinquantina di sorelle si sono ritrovate nella sala delle conferenze per ascoltare Antonella
Visentin, che ha esposto le
problematiche della famiglia
tra mito e realtà, articolando
la sua relazione su tre punti
principali: relazioni interne,
esterne ed etiche.
All’esposizione ha fatto seguito un vivace dibattito nel
corso del quale ognuna delle
partecipanti ha potuto esprimere il proprio punto di vista
o riferire delle proprie esperienze. Il tempo è trascorso
velocemente e si è dovuto
porre termine alla discussione con un invito, da parte di
molte, a proseguire il dibattito nel corso di un prossimo
incontro. Incontrarsi tra sorelle di diverse comunità è
sempre piacevole e scambiare le proprie impressioni è
costruttivo per il nostro operare quotidiano dove siamo
chiamate, come credenti, a
portare la nostra testimonianza. Un ringraziamento particolare alle sorelle della comunità locale che si sono
adoperate per il buon esito di
questo incontro, organizz^ando i rinfreschi e mettendo a
disposizione i locali.
Rivista (Jolciniana
Vivere
da partigiani
È uscito il numero doppio
(3-4, I semestre 1995) della
Rivista dolciniana, denso di
studi e di testimonianze. La
rivista, che per il 50° anniversario della Liberazione è
all’insegna del motto «Vivere vuol dire essere partigiani», si apre con la «preghiera
dolciniana» formulata al culto evangelico tenutosi lo
scorso settembre per l’annuale convegno alla Bocchetta
di Margosio sulle montagne
biellesi, e riporta il testo della conferenza del preofessor
Paolo Ricca su «L’attualità
di Dolcino» svoltasi nella sala della Comunità montana
di Varallo Sesia.
Vi è quindi la seconda parte
del testo di J. C. De Haan sul
movimento apostolico, per la
prima volta in italiano (traduzione dall’olandese del pastore Renato De Lorenzo). Corrado Mornese riabilita Gherardo Segarello, controbattendo passo passo la Cronaca di
fra Salimbene de Adam. La
rivista pubblica inoltre numerosi altri saggi, prose, poesie e recensioni. Seguono
r aggiornamento bibliografico
e le lettere al direttore.
Rivista dolciniana: abbonam.
£ 20.000, 1 numero £ 10.000.
Gep n. 10737286 intestato a
«Magia studio redazionale», via
Lazzari 5, 28100 Novara. Direzione e redazione c/o Chiesa valdese, via Fecia di Cessato 9,
13051 Biella.
Terni
Cattolici
e metodisti
Giovedì 20 aprile si è tenuta presso il Centro di spiritualità a Temi una conferenza
sul tema «Ecumenismo in Italia: dialogo fra cattolici e metodisti» organizzata dalla
Commissione diocesana per
l’ecumenismo e la comunità
metodista della città in occasione della visita di mons.
Pietro Giachetti, vescovo della diocesi di Pinerolo, al pastore Archimede Bertolino.
La conferenza è stata introdotta dal pastore Bertolino
con la lettura di un salmo e la
presentazione del vescovo
Giachetti, suo vecchio amico,
e della diocesi di Pinerolo
molto particolare dal momento che, unica in Italia, opera a
fianco di una comunità di
valdesi di circa 18.000 unità.
Mons. Giachetti ha poi preso
la parola illustrando dapprima la sua personale esperienza ecumenica, maturata
attraverso la collaborazione
con le varie chiese valdesi
del Pinerolese e raccontando
alcune delle più importanti
iniziative comuni.
La seconda parte della conferenza è stata incentrata sulla
presentazione e sulla spiegazione del documento sui matrimoni interconfessionali, redatto dalla chiesa cattolica e
dalle chiese valdese e metodista in collaborazione e alla
cui stesura ha partecipato in
prima persona anche mons.
Giachetti. 11 vescovo di Pinerolo ha illustrato alcuni dei
punti più critici raccontando
vari aneddoti ad essi connessi
e leggendo alcuni tra i passi
principali. Alla conferenza è
seguito un interessante dibattito, che si è concluso con un
messaggio di ringraziamento
a mons. Giachetti portato dal
vescovo Gualdrini della diocesi di Terni e con una preghiera del pastore Bertolino.
Le «Valli su(Jamericane» a Napoli
Gradas uruguayos
CECE ROCCHI LANOIR
Un tuffo nelle «Valli sudamericane». Gönnet, Ricca, Artus, Baridon: quanti ricordi che spesso tornano alla
mia memoria; quante vacanze
trascorse a Colonia Vaidense
o a Cosmopolita; vita che
ruotava attorno alla chiesa e
ai campi: ne è una viva testimonianza questa corale i cui
membri riescono a riunirsi
ogni mercoledì, provenienti
da diversi centri del Dipartimento di Colonia, per cantare
e stare insieme.
In una città come Napoli,
con i membri di chiesa tanto
sparpagliati, trovare una sistemazione nelle diverse case
disponibili non era cosa facile, eppure la pastora Teodora
Tosarti è riuscita a trovare un
letto per tutti: tra foresteria e
casa pastorale ne abbiamo alloggiati 9. Il debutto della corale a Villa Betania è stato un
vero trionfo: tante persone si
sono complimentate perché
«non è solo canto, è anche
una preghiera al Signore». Il
messaggio è stato recepito e
apprezzato; ottima occasione
di testimonianza e soddisfazione, vedendo una nutrita e
man mano crescente partecipazione, oltre che di malati e
parenti in visita, di medici e
personale.
Il giorno dopo tutti a pranzo
in via dei Cimbri; la pastora si
è rivelata un’ottima cuoca e
abbiamo cercato di colla-borare. Penso che il menu, caffè
compreso, sia stato gradito;
per noi è stata un’allegra
esperienza. La pioggia ha annacquato la gita sul Vesuvio;
ci siamo limitati a giri panoramici che Napoli offre tra Mergellina e Posillipo. Altro concerto nella chiesa battista di
via Foria con una buona partecipazione della comunità, e
ultima esibizióne a Portici,
Casa Materna, previa cena.
Con la pastora Tosarti ho
seguito il gruppo durante tutta la sua permanenza nella
città pattenopea, godendone
veramente molto spiritualmente; unico punto nero, e lo
dico con rammarico, la totale
assenza della comunità del
Vomero e solo 5 o 6 di via
dei Cimbri. Questi fratelli
hanno perso un’ottima occasione di ascoltare canti dai
profondi e vari significati e
di conoscere fratelli nella fede per i quali essere valdesi
ha un forte significato oltre
che di testimonianza, di fedeltà a Dio. Gracias Valdenses del Uruguay!
SANT’ANTONINO — Domenica 21 maggio la chiesa battista
locale ha festeggiato il 90° anniversario della predicazione
dell’Evangelo. Per l’occasione sono giunti fratelli e sorelle
dalle diverse comunità evangeliche della vai di Susa, da Torino, Venaria e Rivoli. Il culto di ringraziamento al Signore,
presiedeuto dal pastore Adriano Dorma, è stato allietato dal
canto del soprano Amelia Cocumelli Monti. È seguito un
apprezzato rinfresco nei locali adiacenti al tempio.
SUSA — Domenica 21 maggio 1995 la comunità battista si è
raccolta intorno ai coniugi Maria e Ferdinando. Bianco Berard, fedeli membri di chiesa, che hanno festeggiato le loro
nozze d’oro. Il locale di culto era particolarmente affollato
da amici e parenti dei festeggiati, oltre che dai membri di
chiesa. Rinnoviamo a Merÿ e Nando l’augurio di un sereno
e felice proseguimento nel loro vincolo coniugale.
BERNA — È recentemente scomparsa Dora Bohnenblust, di
56 anni. Aveva lavorato, giovane infermiera, per sei mesi
all’Ospedale valdese di Torre Pellice e questa sua esperienza aveva avuto una grande influenza sul suo pensiero e sul
modo di vivere la propria fede. Moglie, madre e nonna, in
compagnia del marito durante molti anni della sua esistenza
e fino all’ultimo giorno di vita, ha fatto parte del Comitato
bernese svizzero per l’aiuto ai valdesi e si è prodigata con
grande impegno per raccogliere fondi per sostenere questi
fratelli in Italia e altrove. Il suo sorriso costante, anche nel
dolore, era confortante e la sua forza d’animo irremovibile.
Con la dipartita di Dora il Comitato di Berna perde una valida collaboratrice e i valdesi una grande amica.
PRAMOLLO — L’assemblea di chiesa del 14 maggio scorso
ha nominato Gustavo Long e Oreste Sappé quali delegati
alla Conferenza distrettuale e Elvina Peyronel quale deputata a Sinodo.
• Domenica 4 giugno si terrà l’annuale bazar dell’Unione
femminile: grazie a quanti si stanno prodigando per la sua
buona riuscita.
BOVES — Domenica 21 maggio le comunità di Alba, Bra,
Cuneo e Mondovì si sono incontrate per la loro annuale festa di primavera nel parco Marquet. Un culto all’aperto che
il fratello Claudio Bo ha incentrato sul mettere insieme e
che è stato gestito da varie persone delle chiese, ha preceduto il grande pranzo con specialità di molte terre del mondo.
Nel pomeriggio sono state raccolte le offerte per poter aiutare il piccolo Ruben Ramirez, che deve sostenere un’operazione che costa 300 milioni; con un’asta e una tombola le
circa 80 persone presenti hanno raccolto fondi per contribuire a raggiungere questa cifra.
TAVOLA VALDESE
Vacanza di chiese
La Tavola, a seguito della nomina del past. Ruben Vinti
quale pastore della Chiesa di Prarostino (vedi atto n.
1590) proclama la vacanza della Chiesa di Pramollo in
base all’art. 14 R04. La designazione del nuovo pastore
dovrà avvenire, a norma degli artt. 12, 13, 14, 20, 22 e 23
di R04, entro il 31 agosto 1995.
// Moderatore Gianni Rostan
6
RIFORMA
L'AZIONE DELLO SPIRITO SANTO NEL GIUDAISMO - 1
LA PENTECOSTE
DELL'ANTICO TESTAMENTO
GERD THEISSEN
Questo studio biblico è stato tenuto il 7 giugno 1991 al Kirchentag evangelico tedesco a Bochum e ripetuto il 13 ottobre 1991 a Versailles. É stato pubblicato in francese con il titolo: La
«Pentecôte» de l’Ancien Testament ou la relation entre judaïsme et christianisme. Une méditation sur Nombres 11 - Foi et Vie 91 (1992) 13-81.
Numeri 11 è la storia della
Pentecoste dell’Antico
Testamento. Ci racconta la
discesa dello Spirito Santo su
Israele, la sua azione nel giudaismo, e contraddice pregiudizi teologici antichissimi.
Perché i primi cristiani ritenevano che il possesso dello
Spirito Santo fosse ciò che li
distingueva da tutti gli altri
ebrei. Essi dicevano; Giovanni il Battista ha battezzato
con l’acqua, ma noi siamo
battezzati con lo Spirito, solo
noi e nessun altro. Il racconto
della Pentecoste divenne dunque il racconto fondante della
comunità cristiana, che faceva risalire la sua esistenza
all’azione dello Spirito.
Con l’aiuto di Numeri 11
noi possiamo obbiettare a
questa contrapposizione tra
cristianesimo e giudaismo.
Numeri 11 è il racconto fondante della comunità giudaica
postesilica, la quale può basarsi anch’essa sull’azione
dello Spirito. Qui si racconta
come è nato il Sinedrio, il
gruppo guida della comunità
giudaica, che era costituito da
70 persone, alle quali si sovrapponeva il sommo sacerdote come presidente, così come nel nostro racconto ai 70
anziani si aggiunge l’autorità
superiore di Mosè. La nostra
storia non vuole solo raccontare come e perché è nato
questo collegio, ma vuole mostrare che la sua autorità deriva da Mosè, e quindi da Dio
stesso. Dio ha dato ai 70 lo
spirito di Mosè e lo «spirito»
di Mosè è Io Spirito di Dio.
Lo Spirito soffia
dove vuole
Questi due racconti fondanti, queste storie delle
due Pentecoste, la veterotestamentaria e la neotestamentaria, ci dicono che lo Spirito
soffia dove vuole, che non è
un possesso esclusivo dei cristiani, ma che agisce anche
fra gli ebrei. Anche all’interno dell’ebraismo soffia dove
vuole: anche lì non si lascia
isolare aH’interno di un gruppo delimitato di persone; anche nel giudaismo afferra degli «outsider»; anche lì va oltre i confini delle istituzioni e
delle tradizioni. Prima di esaminare più da vicino questo
racconto fondante del giudaismo, sarà bene che ci informiamo sull’istituzione che
qui è al centro dell’attenzione: il Sinedrio.
Il Sinedrio nacque dopo il
crollo della monarchia, all’indomani del ritorno dall’esilio
babilonese. I giudei rientrati
dovettero darsi una nuova costituzione; molti sognavano
senz’altro di restaurare la monarchia, ma si fece strada una
soluzione diversa, quella di
un governo aristocratico con
a capo il sommo sacerdote.
Rispondiamo brevemente a
due domande: Chi faceva parte del Sinedrio? Quali erano
le sue competenze? Già poco
tempo dopo l’esilio le fonti ci
parlano dei «sacerdoti» e degli «anziani» come dei gruppi
dirigenti della comunità giudaica (cfr. Neemia 2,16) ma
l’ascesa di un terzo gruppo.
«Or il popolo cominciò a mormorare in modo irriverente alle orecchie deTSignore. Come il Signore
li udì, la sua ira si accese, il fuoco del Signore divampò in mezzo a lolfd^ divorò l’estremità dell’accampamento. Allora il popolo gridò a Mosè; Mosè
pregò il Signore, e il fuoco si spense. Quel luogo fu
chiamato Tabera, perché il fuoco del Signore aveva
divampato in mezzo a loro.
L’accozzaglia di gente raccogliticcia che era tra il
popolo fu presa da concupiscenza; e anche i figli
d’Israele ricominciarono a piagnucolare e a dire:
“Chi ci darà da mangiare della carne? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto a volontà,
dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e
dell’aglio. E ora siamo inariditi; non c’è più nulla!
I nostri occhi non vedono altro che questa manna”.
La manna era simile al seme di coriandolo e aveva l’aspetto di resina gommosa. Il popolo andava
attorno a raccoglierla; poi la riduceva in farina con
le macine o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere in pentole o ne faceva delle focacce, e aveva il sapore di una focaccia all’olio. Quando la rugiada cadeva sul campo, la notte, vi cadeva anche la manna.
Mosè udì il popolo che piagnucolava in tutte le
famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda;
l’ira del Signore si accese gravemente e la cosa dispiacque anche a Mosè. Mosè disse al Signore:
“Perché hai trattato così male il tuo servo? Perché
non ho trovato grazia agli occhi tuoi, e mi hai
messo addosso il carico di tutto questo popolo?
L’ho forse concepito io tutto questo popolo? L’ho
forse dato alla luce io, che tu mi dica: Portalo sul
tuo seno, come la balia porta il bimbo lattante, fino al paese che tu hai promesso Con giuramento ai
suoi padri?”»
(Numeri 11, 1-12)
quello degli scribi o dottori
della legge, fu decisiva. La loro ascesa è collegata ad una
caratteristica particolare della
religione postesilica: il giudaismo pose i suoi fondamenti su una base nuova, la Scrittura. I cinque libri del Pentateuco erano stati messi insieme: essi contenevano la Torah, la rivelazione di Dio.
Il racconto fondante
deH'ebraismo
Questi scritti divennero la
massima autorità e di
questo fatto trassero profitto
coloro che erano gli esperti di
questi scritti, i dottori della
legge. L’autorità della Scrittura si estese a loro, così ai
due vecchi gruppi aristocratici, quello dei sacerdoti e
quello dell’aristocrazia laica,
si aggiunse la nuova «aristocrazia della cultura». Nel secondo, o al massimo nel primo secolo a.C. essa fu accolta
nel Sinedrio; per questo nel
Nuovo Testamento incontriamo i tre gruppi: sacerdoti, anziani e scribi o dottori della
legge. Il più recente di questi
gruppi sopravvisse agli altri
due. Con la distruzione del
tempio del 70 d.C. i sacerdoti
persero la loro funzione e i
proprietari le loro proprietà,
ma gli' scribi continuarono a
possedere la Scrittura e su
questa base rifondarono
l’ebraismo, dandogli la configurazione che ha conservato
fino ad oggi; essi si autocompresero come gli eredi dei 70,
su cui era sceso lo spirito di
Mosè: si può dunque dire che
Numeri 11 è il racconto fondante dell’ebraismo;
La seconda domanda era
sulle competenze del Sinedrio. Oltre a fissare le feste
del calendario, il Sinedrio era
il Consiglio del sommo sacerdote per le questioni politiche
e religiose e agiva anche come corte suprema: poteva anche infliggere la pena di morte. Al tempo di Gesù tuttavia,
la Palestina era amministrata
dai romani che si riservavano
anche il diritto di comminare
ed eseguire le condanne a
morte. E quindi quasi certò
che la condanna a morte di
Gesù non sia stata pronunciata dal Sinedrio, il quale probabilmente si è limitato a formulare l’accusa contro di lui.
Il verdetto però lo pronunciò
Pilato: egli è responsabile
dell’esecuzione di Gesù.
Numeri 11 racconta dunque
le origini di un’istituzione
che avrebbe preso forma nel
VI Secolo a.C. e che sarebbe
scomparsa, in quella forma,
nel I secolo d.C. 11 racconto
quindi non può essere più antico dell’istituzione che vuole
fondare, non precedente quindi al VI secolo a.C, ma viene
ambientato ai tempi delle peregrinazioni nel deserto, avvenuto oltre mezzo millennio
prima. La creazione del Sinedrio viene collocata agli inizi
della storia del popolo, secondo il motto: «Più la cosa è
vecchia meglio è». E certo,
più è vicina a Mosè più è vicina a Dio, e più è vicina a
Dio tanto più grande è la sua
autorità sugli uomini. Queste
proiezioni all’indietro nel
tempo, all’epoca delle origini.
Israele: il deserto nel pressi di Cesarea
sono tipiche dei racconti di
fondazione ma, prescindendo
da questo fatto, il racconto
presenta una serie di aspetti
atipici. Ci sono degli aspetti
sovversivi, più adatti a minare l’autorità che a consolidarla; li evidenzierò rendendo il
racconto di Numeri 11 nel
modo in cui avrebbe potuto
esser narrato come tipico racconto di fondazione, ma prima voglio sottolineare una
cosa: ammesso che il racconto sia nato così come io lo
propongo, dobbiamo essere
lieti che non sia stato inserito
tale e quale nella Bibbia ma
che sia venuto fuori in uno
studio biblico tenuto durante
un Kirchentag. ^
I lamenti del popolo
/Quando Israele vagava
per il deserto, il suo
nutrimento era la-manna, un
cibo miracoloso, che cadeva
dal cielo ma che aveva un difetto: era sempre lo stesso.
Ogni giorno lasciava lo stesso
sapore dolciastro in bocca e
lo stesso senso di pesantezza
nello stomaco. Gli israeliti
mugugnavano. E si lamentarono con Dio: “Non basta che
dobbiamo adorare un Dio solo. Adesso abbiamo anche un
cibo solo da mangiare! C’è da
sentirsi morire! Nessun essere
umano ce la farebbe a lungo.
Pensa ai nostri bambini! A un
certo punto si stuferanno di te
come del Dio unico, se da te
continueranno ad avere sempre lo stesso cibo. Pensaci:
l’amore passa per lo stomaco!
Anche l’amore verso Dio.
Come facciamo ad amarti se
non abbiamo cetrioli, cipolle,
aglio e soprattutto se non abbiamo carne, tutte cose che
avevamo in Egitto?’’.
Quando Mosè sentì questi
lamenti non fu colto, come
spesso gli capitava, da uno di
quegli accessi d’ira che lo
rendevano così temibile, ma
fu preso da grande compassione. Riconobbe che ci si
trovava di fronte a un caso
d’emergenza, a una di quelle
situazioni angosciose che si
possono capire solo se si è
es.seri umani, e che con molto
tatto occorreva far presente
in alto. Egli dunque parlò a
Dio; “O Dio, non avertela a
male per le proteste del popolo! È vero che sembrano frutto di ingratitudine. Siamo stati strappati da poco alla
schiavitù in-Egitto e già guardiamo indietro con nostalgia!
Ma è perché da un paio di
settimane la nostra fantasia e
i nostri sogni sono pieni di
cetrioli, di cipolle, di aglio e
di carne. Sospiriamo verso
questo cose come fa un assetato verso l’acqua! Tu non
puoi immaginarti come ci
sentiamo inermi di fronte a
queste fantasie di verdura e
di carne. Noi non siamo puri
spiriti, come i tuoi angeli in
cielo. Siamo esseri umani di
carne e di sangue, con stomaco, bocca, lingua e naso. Se
le cose vanno avanti così il
popolo venderà la sua primogenitura fra tutti i popoli per
un piatto di lenticchie. Ormai
sono fuori di sé e sarebbero
pronti ad adorare non vitelli
d’oro, ma cetrioli, cipolle e
aglio. Sono cetriolodipendenti, agliodipendenti, carnedipendenti! Lo sai bene: superare le crisi di astinenza è già
enormemente difficile per
una persona. Per un popolo
intero è impossibile. Aiutaci
a superare questa crisi di cetrioli e carne”.
Mosè riuscì a non fare infuriare Dio, il quale disse a Mosè: “Nei miei dieci comandamenti vi ho imposto di adorare un solo Dio, non di mangiare un cibo solo. Li accontenterò. Domani la campagna
intorno al vostro accampamento sarà piena di carne: ce
ne sarà per un mese!”.
Mosè conosceva la sua gente e si spaventò. “O Dio - disse - è un’ottima cosa, ma potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Se presentiamo a
questo popolo smanioso di
carne così, improvvisamente,
senza preparazione, tutta quella carne, quelli vi si precipiteranno sopra, faranno a botte
per contendersi i pezzi più
grossi, finiranno per ammazzarsi, Non ce la farò a trattenerli, non mi ascolteranno!”.
Allora Dio disse: “Raccogli
da ogni gruppo familiare i 70
anziani più influenti e mettili
domattina presto davanti al
campo. Saranno loro a dividere la carne in modo equo”.
E così avvenne. Nessun
israelita litigò col suo vicino,
ma i 70 anziani dettero a ciascuno il suo, ad ognuno secondo le sue necessità. E tutti
furono soddisfatti e dissero:
“Vogliamo che, d’ora in poi,
i 70 anziani siano la nostra
massima autorità. Saranno
loro a risolvere i nostri problemi. Perché sono saggi e
giusti come Mosè”».
La mia versione del racconto biblico ha la struttura
tipica di un racconto di fondazione. Si descrive un problema o una situazione di difficoltà e se ne narra la soluzione. L’istituzione, la cui
autorità si vuole rafforzare
per mezzo del racconto, porta
la soluzione di cui tutti sono
soddisfatti. Per spiegarci meglio facciamo un secondo
esempio.,La storia o il mito
della fondazione della Repubblica federale tedesca potrebbe grosso modo delinearsi così: «Subito dopo la guerra c’era in Germania una situazione veramente difficile,
e allora Ludwig Erhard introdusse l’economia sociale di
mercato. Questa diede origine al miracolo economico,
che portò ricchezza e benessere. E quindi se ne vadano al
diavolo tutti quelli che hanno
qualcosa contro l’economia
di mercato!». Racconto questo «mito» anche per render
chiara una cosa: i racconti di
fondazione non vogliono soltanto spiegare ma vogliono
anche creare il consenso, definendo ciò che è bene e ciò
che non lo è. Essi legittimano
le forme di vita; Feconomia
di mercato qui, il Sinedrio là.
Ed è proprio per questo che
dovremmo fare attenzione
quando, in questo racconto di
fondazione della comunità
ebraica, troviamo dei tratti
anomali.
1 - continua
(traduzione di
Emmanuele Paschetto)
7
Spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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CONFERENZE DISTRETTUALI
La Conferenza del I distretto si apre nell’aula sinodale di Torre
Penice aile ore 9 di sabato 10 giugno. Possono parteciparvi
tutti i membri delle chiese vaidesi
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YALU mOESI
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
Si è votato il 23 aprile scorso per Comuni, Provincia
e Regione con un nuovo sistema elettorale che doveva tra
l’altro garantire anche la celerità del rinnovo degli organi
istituzionali dei vari enti. Comuni e Provincia sono già al
lavoro per attuare i programmi sottoposti all’esame del
voto popolare; dalle nostre
parti tutti i Comuni si sono ormai riuniti e, dappertutto, ci
sono le nuove giunte e si comincia ad affrontare i problemi amministrativi resi più difficili dal taglio dei trasferimenti dello stato. I sindaci si
stanno arrovellando per cercare come far fronte alla domanda di servizi e di lavori
pubblici dei loro amministrati
(e promessi nella campagna
UN MESE DOPO IL VOTO AMMINISTRATIVO
FARE PRESTO
GIORGIO GARDIOL
elettorale), ma i soldi non ci
sono. L’Ici si può aumentare
di qualcosa, ma determinante
in questa fase saranno i programmi delle Comunità montane, della Provincia e della
Regione. È tramite loro che si
potrà accedere ai finanziamenti deirUnione europea.
Già, ma dove sono questi
enti? La Provincia, per il cui
governo, si è votato (per il
I ballottaggio) il 7 maggio ha
già formato la giunta e in
questa settimana si voterà il
programma. La Regione invece non riesce a «trovare la
quadra» per la nuova giunta:
ci sono litigi tra le forze della
maggioranza di centro-destra.
Quali saranno gli assessorati
dei Popolari di Buttiglione?
Quanti ad Alleanza nazionale
e a Forza Italia? Chi sarà il
presidente del Consiglio: l’ex
capogruppo del Movimento
sociale? E mentre i partiti litigano, Alleanza nazionale si
dà da fare per «colorare» i dipendenti (ma la Costituzione
non vieta indagini sulle opinioni politiche?). Insomma
forse a luglio si saprà qualcosa sui programmi concreti.
D’altronde nemmeno le
Comunità montane stanno
meglio: le forze politiche
prendono tempo per valutare
gli «assetti di governo» e così
i Comuni non nominano i loro rappresentanti, anzi ritirano la questione dall’ordine
del giorno dei Consigli. Nella
tornata amministrativa precedente c’è voluto un anno per
eleggere le nuove giunte ma,
si sa, eravamo nella «prima
Repubblica». Che la «seconda» sia uguale alla prima?
fi'
Pinerolo
Al Comune
l'Europa
va in rete
Alla fine dell'anno scolastico facciamo con i direttori didattici il punto sulla scuola
Buoni risultati ma c'è incertezza per il futuro
La Commissione per le politiche regionali della Comunità europea ha elaborato un
progetto, denominato «Partenalia», che ha per obiettivo la
costruzione di una rete stabile formata da comunità intermedie individuabili, ad esempio, nelle province italiane e
nei dipartimenti europei; a
loro volta questi organismi
dovrebbero coordinare Comuni significativi per caratteristiche e dimensioni.
Lo scopo è favorire la circolazione di esperienze, la
cooperazione volta allo sviluppo dell’occupazione e
dell’economia. Il capofila
della rete è la «Deputazione»
di Barcellona; partecipano al
progetto analoghe istituzioni
europee fra cui la Provincia
di Torino che ha individuato
la città di Pinerolo come uno
dei poli locali. 11 Comune di
Pinerolo è entrato in relazione con altre realtà analoghe mediante un questionario
sulla situazione socio-economica in modo da costituire
, una banca dati per poter partire con progetti operativi
successivi.
Durante un incontro svoltosi a Barcellona sono state
presentate le varie realtà che
hanno aderito alla rete e sono
stati stretti i primi contatti fra
amministratori e attività economiche delle differenti aree.
La città di Pinerolo al momento ha contatti con città e
consorzi metropolitani spagnoli e due Comunità montane italiane; si tratta di Uggasa, Igualda, Viladecans, Vie,
Oarsoaldea e delle Comunità
dell’Appennino Modena Est
e del Frignano.
Dal versante spagnolo forte interesse sul settore industriale, del turismo e delr agriturismo; sul fronte italiano interesse alla partecipazione alla rassegna di artigianato e al festival Mestieri
della montagna.
CARMELINA MAURIZIO
La scuola italiana si sta
avviando a passi lenti ma
graduali e costanti verso un
rinnovamento che tra non
molto avrà cambiato quasi
del tutto il volto di quella attuale. Alla fine dell’anno scolastico ’94-95 proviamo a fare un bilancio alla luce di
quanto è già cambiato e di
quanto è ipotizzabile cambierà prossimamente.
«L’anno che si chiude - dice Franco Calvetti, direttore
didattico del circolo di Perosa
Argentina - è altamente positivo se si guardano le numerose attività e i progetti che
bambini e insegnanti hanno
portato a termine. Sappiamo
invece che il nuovo anno si
aprirà con una novità, per
questa parte della valle poco
piacevole: adempiendo a una
normativa che diverrà applicativa proprio a partire dal
prossimo anno scolastico infatti siamo costretti a sopprimere due pluriclassi, nelle sedi di Pragelato e Villaretto,
perdendo così due posti di lavoro, poiché secondo le direttive ministeriali il numero
minimo di alunni di una pluriclasse deve essere 14 e lì
non era raggiunto. Speriamo
invece di poter finalmente
aprire la scuola materna statale di Pinasca».
Si chiude con note positive
Panno nelle scuole del circolo di Villar Perosa ma anche
qui ci sarà la diminuzione di
alcune classi, come spiega la
direttrice, Mariella D’Amico:
«Sono tante le iniziative che
siamo riusciti a realizzare in
questo anno, con risultati
molto soddisfacenti: sono state infatti portate avanti senza
intoppi le attività di lingua
straniera, l’informatica e vari
laboratori, oltre alla quotidiana attività didattica. Nel nostro circolo le classi soppresse saranno otto e questo secondo me creerà comunque
dei disagi, senza tener conto
della perdita dei posti di lavoro. Buoni risultati ci sono stati anche dalla scuola materna
che ha dedicato buona parte
delle attività dell’anno che si
conclude a ricordare i 25 anni
dalla sua nascita».
Non ci saranno tagli invece
nel circolo di Luserna San
Giovanni poiché, come spiega Marco Armand Hugon, di- |
rettore didattico del circolo, il
numero di alunni per classe è
già alto. «Sin dall’inizio del
prossimo anno - dice ancora
il direttore di Luserna - dovremo invece occuparci dei
cambiamenti che porteranno
la razionalizzazione e il passaggio di molte competenze
alla Regione, che forse non
influiranno sull’anno scolastico ’95-96 ma quasi certamente sul successivo».
Anche il circolo di Torre
Pellice chiude con segnali incoraggianti sul piano didattico: «Abbiamo portato avanti
con esiti positivi i progetti legati alla multiculturalità, suscitando interesse anche a livello di territorio - afferma il
direttore didattico, Roberto
Eynard - e abbiamo lavorato
bene anche sulla continuità.
Purtroppo i tagli ai posti di
lavoro saranno pesanti anche
nel nostro circolo: perdiamo
infatti sette posti di lavoro
(Angrogna, Bouissa, Luserna
Alta, Villar Pellice e Rorà) e
nel caso particolare della
scuola di Rorà sarà difficile
garantire il tempo pieno».
I referendum
Iniziative
e dibattiti
Si è parlato recentemente di Jacopo
Lombardini in un incontro di testimonianza e riletture dei suoi scritti a
Torre Pellice. Frida Malan, attiva militante antifascista durante la Resistenza,
ha raccontato, come già aveva fatto in un
precedente incontro con degli insegnanti,
i suoi ultimi avventurosi contatti con
Lombardini prima della sua deportazione
a Mauthausen.
Come è noto Lombardini era stato preso dalle Waffen-Ss sotto il Colle Giulian,
durante il tragico rastrellamento del marzo ’44. «Fu prima incarcerato a Luserna
San Giovanni e poi alle Nuove di Torino
- racconta Frida Malan - dopo di che
nessuno seppe più niente. Grazie a una
felice intuizione e alle numerose amicizie
ebree, riuscii a capire dove Jacopo
avrebbe potuto essere. Sapevo dell esistenza del campo di Fossoli (Carpi), sapevo che oltre ai molti ebrei ci avevano
portato anche dei partigiani, e ne dedussi che forse gli scomparsi delle Nuove
IL FILO DEI GIORNI
L'ULTIMA
VOLTA
_____ MARCO ROSTAN___
potevano essere là». Così Frida Malan
parte per Carpi, avendo fatto carte false e
fingendo di dover fare una ricerca artistica sulla piazza (in effetti molto bella);
prende alloggio in una locanda e stabilisce contatti con l’interno del campo di
Fossoli con l’aiuto di un muratore indicato dagli ebrei. «Su sua indicazione - prosegue - mi trovavo a mezzogiorno sotto il
porticato di una casa colonica: Lombardini, anch’egli avvertito, .si faceva vedere
all’estremità del campo. Si approfittava
del provvidenziale cambio della guardia
delle sentinelle per dire poche parole» (a
notevole distanza).
In quelle occasioni Frida Malan fornisce a Lombardini l’indirizzo non sospetto
di Mirella Argentieri, a cui Jacopo scriverà le lettere riportate nel libro di Salvatore Mastrogiovanni. Una prima vota
chiede l’invio di un pacco di Bibbie (nel
campo c’erano molti evangelici e Jacopo
faceva un po’ il pastore). «Poi volle anche avere una valigia - aggiunge Frida
Malan -forse intuendo la partenza per il
Nord; trasmise alcune parole d’ordine e
di comunicazione per i combattenti alle
Valli e inviò saluti per tutti gli amici. Ricordo la sua ultima frase interrotta:
"Quando tornerò ho intenzione di occuparmi di politica e continuerò a... ”. L’arrivo della sentinella interruppe il discorso. Quella fu l’ultima volta che lo vidi e
fui l’ultima a parlargli in Italia. Ho il ricordo di un uomo grande e semplice».
PINEROLO — Venerdì 2
giugno, alle ore 20,30, presso
l’Auditorium di corso Piave
5, Marco Taradash, presidente della Commissione vigilanza Rai, e il deputato del
collegio di Pinerolo, Lucio
Malan, terranno un incontro
che avrà per oggetto alcuni
dei quesiti referendari del
prossimo 11 giugno. «Con tale iniziativa - spiega Lucio
Malan per conto dei Federalisti liberaldemocratici (Fld) e
di Forza Italia-il Polo popolare, che hanno organizzato
questo incontro - intendiamo
non solo far sapere alla gente
quali siano le nostre posizioni in merito ai temi oggetto
dei referendum, ma anche
cercare di rendere più chiara
l’interpretazione delle numerose schede che gli elettori si
vedranno consegnare».
Il Comitato per le ragioni
del sì ai referendum sulle tv
(scheda 10, 11, 12) organizza
invece le seguenti manifestazioni: venerdì 2 giugno
alle ore 21, al Centro sociale
di via Clemente Lequio, incontro di presentazione del
Comitato, raccolta nuove
adesioni per tutto il pinerolese, distribuzione materiale
propagandistico, interventi di
vari esponenti del Comitato e
dibattito aperto ai convenuti.
Mercoledì 7 giugno alle 21,
in piazza Roma, manifestazione per il sì, intervento di
relatori, dibattito e chiarimenti sulle modalità di voto, distribuzione di materiale propagandistico. Venerdì 9 giugno dalle 18,30 alle 23 in
piazza Avis, in piazza San
Donato, in via Einaudi.
TORRE PELLICE —
Per iniziativa di alcuni cittadini della vai Pellice è stato
costituito un comitato per il
Sì ai referendum sulla legge
Mammì: il recapito è piazza
Gianavello 22, a Torre Pellice; telefono 0121-932919.
Prima iniziativa sabato 3 giugno, ore 16, à Torre Pellice in
piazza Repubblica.
8
PAG. Il
"V '
Entrando a Bobbio Pellica
BOBBIO NON VOTA PER LA COMUNITÀ MONTANA
P,?’ ^ sorpresa il secondo Consiglio comunale di
Bobbio Pellice, chiamato a nominare i suoi rappresentanti
m seno al Consiglio della Comunità montana, ha deciso di
nn\aare la votazione. Il capogruppo della minoranza, Pasetto, ha motivato la richiesta di rinvio riferendosi alle difficoltà che sarebbero sorte fra i partiti nell’individuazione del
futuro nuovo esecutivo e il sindaco, Charbonnier, ha detto
. queste difficoltà pur sostenendo che i con
sighen vengono nominati come rappresentanti di un Comune e non di un partito. A questa decisione di rinvio ha fatto
seguito una lettera del sindaco ai suoi colleghi della valle
per riproporre 1 urgenza di arrivare alla definizione di un
nuovo assetto della Comunità montana vai Pellice.
SI VOTA SULLE PENSIONI — Lavoratori e pensionati saranno chiamati a dare il loro voto sull’accordo raggiunto fra
smdacati confederali e governo in merito alla riforma pensionistica; si voterà il 30 e 31 maggio e il 1° giugno. Nel Pinerolesei seggi saranno organizzati a Pinerolo, presso le sedi egli, Cisl e Uil, a Bibiana al Centro anziani, a Torre Pellice sede dello Spi-Cgil, a Lusema alle sedi sindacali di
via Ribet e via Roma, a Villar Porosa in via Bianciotto a
Perosa Argentina in viale Duca d’Aosta e via Roma, oltre
naturamente alle principali fabbriche e luoghi di lavoro.
STAMBECCHI NEL QUEYRAS — Scomparso da oltre due
secoli, lo stambecco delle Alpi è tornato a popolare le montagne francesi del Parco del Queyras. A fine maggio nel
Parco nazionale della Vanoise in Savoia sono stati catturati
dodp esemplari (cinque maschi e sette femmine); gli animali sono stai poi rimessi in hbertà nel vallone del Guil alla
presenza di circa 400 persone, tra cui le scolaresche della
zona. L operazione rientra nel progetto comunitario «Interreg» tra la vai Pellice e il Queyras ed è finalizzata alla valonzzazione e potenziamento della specie attorno al Monviso.
SCUOLE MATERNE — Le scuole materne del ‘circolo di
Villar Perosa e Perosa Argentina hanno realizzato, nel corso
dell Hnno scolastico che si va concludendo, alcune mostre
che per tutto il mese di giugno saranno allestite nei Comuni
di San Germano, Porte, Villar Perosa e Perosa Argentina
per festeggiare e per riflettere sui 25 anni dall’istituzione
della scuola materna statale. L’intento è quello di far vedere
a un pubblico più vasto come in questo arco di tempo la
scuola materna sia andata cambiando e abbia assunto un
ruolo sempre più importate, diventando il luogo privilegiato per la prevenzione di nevrosi e patologie (individuali e
sociali) dell’età adulta.
CONSIGLIO COMUNALE DI ANGROGNA — Il Consiglio comunale di Angrogna ha dedicato la sua seconda seduta alle nomine. In Comunità montana vanno Piccione e
Rostan per la maggioranza e Adorno per la minoranza; nelle v^e commissioni sono stati nominati i consiglieri e sono
in via di definizione gli altri componenti (cittadini e associazioni). Le presidenze delle commissioni sono state così
distribuite: Bilmeio e Programmazione (Bertot), Urbanistica (Rostan), Viabilità e infrastrutture (Gamba), Agricoltura
(Bertin), Cultura e servizi (Grand), Sport e tempo libero
(Piccione). Ampio spazio durante la seduta è stato dedicato
al confronto tra i consiglieri per quanto riguarda l’impostazione del Bollettino di informazione comunale. Il 5 giugno
si terrà una libera discussione tra tutti i consiglieri tesa a
proporre i temi su cui dovranno lavorare le commissioni.
PARCO ORSIERA: CONVEGNO SUGLI ANIMALI — Il
Parco Orsiera Rocciavrè, l’Usl 10 e il Parco nazionale del
Gran Paradiso organizzano per il prossimo 10 giugno un interessante convegno sulle malattie trasmissibili tra animali
domestici in alpeggio e selvatici. L’incontro intende fare il
punto sugli studi, le esperienze e le ricerche condotte negli
ultimi anni su una questione di estrema attualità, fonte di
preweupazione sia tra i tecnici che tra gli addetti al settore
de alpeggio Verrà presentato il lavoro di ricerca condotto
dall ex Ussl 42 , unico a livello regionale, integrato dalla
unga esperienza del Parco del Gran Paradiso e dalla consulenza deu Univerrità di Torino. Il convegno si svolgerà
presso il Centro di soggiorno Prà Catinai dalle 9 alle 18.
WEEK-END IN PALCOSCENICO A PINEROLO______________Si
svolgerà dal 4 all’ 11 giugno la quinta edizione di «Weekend m palcoscenico», che vede riuniti vari artisti nel nome
della danza. Ci saranno concorsi di danza classica e jazz
mostre fotografiche e pittoriche, lezioni gratuite aperte’
una rassegna videodanza, un convegno sulla danza come
professione e diversi stage. La novità di questa edizione è
rappresentata dal fatto che l’iniziativa è collegata a un progetto concreto di solidarietà; i proventi infatti saranno devoluti a un intervento per i bambini del Ruanda, a cura
dell’associazione di volontari L.v.ia. La manifestazione
organizzata dall’associazione culturale Body show, sì
svolgerà tutti i giorni dalle ore 8 alle 21 presso il Palazzetto dello .sport di Pinerolo.
Delle "\àlli Aàldesi ■
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995 I
...... 1
Intervista al sindaco Roberto Prinzio: un progetto per l'ex albergo di Pra Martino
Villar Perosa dopo il voto del 23 aprile
PIERVALDO ROSTAN
Roberto Prinzio è stato
confermato sindaco di
Villar Perosa; l’elezione ha
avuto per molti versi il sapore
di un plebiscito. Per Prinzio
questa è la prima elezione in
quanto cinque anni fa il primo
cittadino fu l’avv. Storero poi
drammaticamente mancato
nel corso della tornata amministrativa. La lista presentata
aveva indubbie caratteristiche
di sinistra; cosa c’è allora alla
base del netto successo?
«Non abbiamo mai nascosto la nostra appartenenza,
anche se in qualche modo abbiamo guardato al centro
aprendo un dialogo verso il
partito popolare di Bianco e
soprattutto verso le associazioni che a Villar rappresentato un’importante realtà.
Non ci aspettavamo di vincere con queste proporzioni;
vuol dire che i cittadini hanno
riconosciuto il lavoro svolto
in questi anni. Il nostro programma poi era fortemente
alternativo a quello dell’altra
coalizione, molto caratterizzata a destra».
- Ogni amministrazione de
- Storicamente e naturalmente si associa Villar Perosa alla famiglia Agnelli che
molto ha fatto in zona e molto
ha condizionato anche la politica locale; qual è oggi il
rapporto dell’Avvocato con il
paese;
Il municipio di Villar Perosa
ve fare i conti con molti interventi «obbligati» (strade, fognature, acquedotti) e può
esprimere la sua creatività su
alcuni aspetti specifici; quali
sono i settori discrezionali su
cui pensate di intervenire?
«Il nostro programma si è
caratterizzato su quattro punti: il contenimento della pressione fiscale (lei al 4 per mille, ecc.); il mantenimento dei
servizi con grande attenzione
alle fasce più deboli; la valorizzazione delle associazioni;
gli investimenti, il nostro
progetto è di far diventare
Villar Perosa una “cittadella”
dello sport attraverso la co
A colloquio con l'assessore Di Staso
A Pinerolo si pattinerà
DAVIDE ROSSO
Quest’inverno pare che i
pinerolesi potranno
finalmente pattinare nel nuovo palaghiaccio della loro
città mentre ci vorrà ancora
un po’ perché possano nuotare nell’acqua della piscina
che si sta costruendo lì vicino, in zona San Lazzaro. I lavori per il palaghiaccio infatti
dovrebbero per la fine dell’
estate essere conclusi e 1’
apertura al pubblico si può
prevedere per il prossimo inverno; per la piscina invece il
discorso è un po’ diverso, per
il completamento della struttura (copertura ecc.) è già stato presentato il progetto che
aspetta però di essere presentato in Consiglio comunale e
quindi si attiverà la pratica di
richiesta mutuo per poter
svolgere i lavori. Abbiamo
incontrato l’assessore alla
sport del Comune di Pinerolo,
Angelo Di Staso, per fare un
po’ il punto della situazione.
Uno dei nodi che sembrano
emergere oggi è quello della
gestione degli impianti: qual
è la sua opinione?
«La gestione dei due impianti deve essere unica. La
gestione del palazzo del
ghiaccio deve avere dell’attivo perché è bene che quell’attivo (se esiste, ovviamente)
venga trasferito alla piscina.
Con chi entra a gestire la
struttura bisogna fare un po’
di conti. Bisogna vedere se la
piscina rende, e quanto rende;
tutto dipende, così anche come per il palaghiaccio, dal
numero degli utenti, chi ha la
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gestione deve coinvolgere le
scuole, fare un discorso di
prezzi sulle fasce orarie, il palazzetto è coperto e si può
quindi utilizzare a tempo pieno anche in estate (facendo
manifestazioni per esempio)
sfruttando così i 3.600 posti a
sedere della struttura per tutto
l’anno ecc. Queste ovviamente sono idee di organizzazione che io ho, bisogna naturalmente confrontarsi».
Secondo lei, abbiamo ancora chiesto all’assessore Di
Staso, il Comune di Pinerolo
potrebbe partecipare alla gestione degli impianti? «Se-condo me il Comune deve
stare dentro alla gestione, immaginiamo per esempio che
la gestione sia in passivo: se
il Comune è partecipe può intervenire economicamente;
un altro esempio potrebbe essere il rapporto con le scuole
molto più facilmente agganciabili da parte del Comune
che non da un privato. Non
avendo dei numeri di riferimento come campione si va
avanti con la fantasia e con la
logica, bisogna poi vedere come vanno le cose, non si può
dare a priori la gestione di
una struttura che non conosciamo proprio perché non
abbiamo elementi di valutazione.
Abbiamo una struttura di
un certo livello che deve essere pulita, ordinata ecc. e solo un privato serio può fare
certe cose, non certamente il
pubblico; però dal punto di
vista gestionale il Comune
può essere utile. Bisogna comunque quanto prima fare
una .scelta: c’è molta richiesta
anche da fuori, per esempio
la Federazione italiana del
ghiaccio di Torino vorrebbe
portare la squadra qui a Pinerolo, un gruppo di persone di
Torre Pellice ha avanzato la
richiesta per entrare a far parte di una gara di appalto per
la gestione dell’impianto, la
polisportiva Sport ghiaccio di
Pinerolo ha anche avanzato
una richiesta ufficiale di gestione: penso che bisogna fare una gara di appalto per poter quanto prima, come ho già
detto, fare una scelta».
struzione di uno spogliatoio
per il campo di hockey, la costruzione di una nuova palestra e la valorizzazione del
parco del bacino. C’è poi un
importante progetto di privati
per rilanciare l’ex albergo di
Pra Martino».
- A proposito di strutture
alberghiere si è molto discusso della possibile chiusura
del Grande albergo...
«L’albergo ha grosse difficoltà, a partire da una superficie di 2.300 metri quadri: io
spero che possa proseguire
l’attività, magari ridimensionata, ma al momento non abbiamo novità».
«I rapporti sono buonissimi;
l’avvocato Agnelli segue co-^
stantemente gli sviluppi amministrativi del Comune. In
questi anni abbiamo instaurato rapporti diretti e cordiali e
ne ha guadagnato il paese».
- Roberto Prinzio oltre che
sindaco è anche insegnante;
per una valle che attualmente
si segnala per la bassa scolarità e nessuna struttura superiore è pensabile l’apertura di
una scuola media superiore?
«Sicuramente, tanto più
quando si parla di portare la
scuola delTobbligo a 16 anni;
gli spazi con aule libere, in
valle, ci sono e quindi sarebbe auspicabile che qualche ■
struttura venga aperta, magari
sotto lo stimolo della Comunità montana: oggi siamo al
di sotto di un livello di scolarità appena buono e le nostre
amministrazioni dovranno
impegnarsi in questo settore».
V
E entrato in vigore il 28 maggio
Treno; l'orario estivo
Il 28 ma^io è entrato in vigore l’orario ferroviario estivo le cui novità trovano origine nell’intenzione delle Fs di
potenziare le linee convergenti sull’area torinese. Per razionalizzare il servizio, gli intervalli fra i treni sono stati resi
più regolari: da Torre Pellice
a Torino troviamo quindi una
corsa ogni 30 minuti circa fra
le 6,04 e le 8,09. Durante il
resto della giornata il ritmo è
di una corsa ogni ora con
l’aggiunta, rispetto al precedente orario, di convogli per
Pinerolo alle 8,38 e per Torino alle 14,35 e 18,45, mentre
l’ultima partenza per Porta
Nuova è anticipata alle 20,41.
Anche per quanto riguarda
le partenze da Torino, sono
stati coperti alcuni «buchi»:
nuove possibilità di salire alle
valli alle 7,04 e alle 13,25 da
Lingotto, alle 19,19 e 20,19
(anziché 19,45) da Porta
Nuova. Da quest’ultima stazione l’ultima partenza (con
proseguimento in autobus
verso Torre Pellice) è posticipata alle 23,13. Da rilevare,
infine, il mantenimento degli
autobus notturni (da Torino
alle 0,30 e da Torre Pellice
alle 3,45); notevolmente
rinforzato è il servizio festivo
su rotaia, con la quasi totale
elirninazione degli autobus
sostitutivi. Il più frequente
uso dei convogli a due piani
comporta, per la maggior parte delle corse, il cambio di
treno a Pinerolo.
Un problema che resta da
risolvere è quello della vendita dei biglietti: il servizio è
effettuato presso le sole stazioni di Bricherasio e Torre
Pellice (in quest’ultima a orario ridotto), mentre le rivendite convenzionate vengono
rifornite dalle Fs in modo insufficiente. Su questa questione (e su altre), sono in
corso contatti fra le Ferrovie
e l’amministrazione comunale di Torre Pellice.
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9
venerdì 2 GIUGNO 1995
t Eco Delle moEsi
PAG. Ili
Il gruppo di Angrogna ha visitato anche i luoghi storici e artistici più importanti dell'isola
Viaggio alla scoperta delle chiese e delle opere siciliane
_______FRANCA COÌSSON
Dopo molti anni di attesa,
finalmente si è realizzato
per la comunità di Angrogna
il sogno di un viaggio in Sicilia, organizzato con il pastore
piatone che, nostro ospite il
17 febbraio, aveva dato la sua
(Jisponibilità per il periodo 714 maggio, offrendoci ospitalità al Servizio cristiano di
Riesi come base di appoggio.
Così un gruppo di 25 persone
dai 23 agli 80 anni, molte per
la prima volta, si sono avventurate alla scoperta della Sicilia e hanno apprezzato l’emozione del volo in aereo.
Graditissimo e rassicurante
.l’incontro all’aeroporto di
Palermo con il pastore Platone e Marco Jourdan che ci
hanno accompagnato in pullman al Centro «La Noce»,
dove ci aspettavano Carola
Stobàus e Franco Giampiccoli per portarci a cena in un tipico ristorante. Abbiamo pernottato alla Noce, in quella
che sta diventando un’accogliente foresteria, e l’indomani abbiamo visitato il Centro
diaconale guidati dal direttore Jourdan, che dal vivo ci ha
fatto comprendere ancor meglio la funzione essenziale
'dell’opera in Palermo, città
difficile e travagliata, dove la
testimonianza stenta a tradursi in un esempio da seguire
nel concreto.
Un pensiero riconoscente al
sacrificio di Giovanni Falco. he, della moglie e della scorta
e a quello di Paolo Borsellino
abbiamo provato passando
sull’autostrada a Capaci e vi,cino all’albero e alla casa di
Falcone. La sera del lunedì
siamo giunti a Riesi dove il
gruppo residente, i volontari,
la famiglia Platone al completo ci aspettavano. Bene accolti nella casa comunitaria e
nella foresteria da poco inaugurata, abbiamo gustato gli
ottimi piatti della cucina e goduto il panorama dal Monte
Il gruppo In visita aii’istituo diaconaie «La Noce» di Palermo
degli ulivi, ammirando le opere del Servizio cristiano e visitando la scuola materna ed
elementare, il Centro di formazione professionale, l’azienda meccanica, l’uliveto, il
laghetto di recente costruzione e tutta la proprietà variamente coltivata.
In momenti diversi abbiamo
avuto appuntamenti illustrativi molti interessanti con un
tecnico nella fabbrica, con
Marco Alabiso per il settore
agricolo, con l’assistente sociale nella cittadina di Riesi
presso il consultorio, esempio
stimolante di un vero servizio
sociale, là dove impera l’assistenzialismo sterile che rischia di produrre burocrazia e
corruzione. Molto interessante anche la visita, guidata da
Pino Di Legami, alla vicina
miniera di zolfo di Trabia
Tallariti, da molti anni abbandonata, le cui strutture degradate potrebbero costituire oggi un museo di archeologia
industriale di notevole interesse, magari attivando la ferrovia, costruita al tempo del
fascismo per sfruttare la mi
niera stessa ma mai entrata in
funzione.
Il nostro impatto con la
realtà di Riesi è culminato
con la serata finale organizzata al Servizio cristiano alla
presenza del sindaco. Lino
Carrubba, e di un suo assessore, i quali tra l’altro hanno annunciato che il Piano regolatore è pronto ad essere varato
salvando l’uliveto, e meglio ci
hanno fatto capire la difficoltà
a tradurre in pratica il «Cambiamento di mentalità» voluto
dall’Evangelo e predicato in
particolare da Tullio Vinay
con la realizzazione del Servizio cristiano, che continua a
operare in quest’ottica con
nuovo impulso e con forte testimonianza.
Il nostro viaggio si è arricchito di incontri fraterni con
le comunità valdesi sparse
per la Sicilia, da Agrigento a
Pachino, a Vittoria, Trapani e
Marsala, Caltanissetta e Riesi. Dovunque ci aspettavano
fratelli e sorelle con tavole
imbandite, tazze di tè e strutture in funzione o in cantiere
da farci visitare. Abbiamo ap
p’rezzato molto questa calorosa accoglienza che ci ha fatto
sentire a casa nostra: a Pachino il pastore Magri ci ha fatto
visitare l’asilo infantile «Il
redentore» e il tempio, accompagnandoci poi con la
sua famiglia a un simpatico
ristorante che sapeva di agriturismo.
Il pastore Trobia ci ha fatto
visitare il centro di Adelfia,
risistemato in modo assai funzionante per metà e per metà
ancora da ricuperare, il tempio e la Casa di riposo di Vittoria, del tutto adeguata alle
più moderne strutture per anziani e in fase di ampliamento. Lì c’è stato un commovente incontro tra la zia e i cugini
Simond, scesi dalle Valli, con
una nipote sposata a Vittoria,
che non vedevano da 20 anni.
A Marsala eravamo ospitati
dal pastore Ficara per un ottimo pranzo; poi Ficara ci ha
fatto visitare la chiesa in costruzione e a Trapani ci ha
fatto incontrare un nucleo di
membri di chiesa, tra cui la
moglie, di Torre Pellice, con
il bimbo di quattro mesi. A
Agrigento ci ha condotti il pastore tedesco Stephan Miihlich, già conosciuto giovanissimo in campeggio a Angrogna,
poi studente in teologia e coadiutore del pastore e ora a sua
volta pastore a Riesi: abbiamo
pranzato nei locali della chiesa con i premurosi fratelli mobilitati per noi. Infine una
buona parte del nostro gruppo
l’ultima domenica ha accompagnato il pastore Platone al
culto nel bel locale ristrutturato della comunità di Caltanissetta; poi tutto il gruppo ha
partecipato al culto nel tempio
di Riesi fraternizzando con la
comunità locale. Abituati alle
nostre grandi comunità del
popolo-chiesa delle Valli, così
reciprocamente vicine, ci ha
colpiti la grande vitalità di
questi piccoli nuclei della Sicilia, così lontani geograficamente gli uni dagli altri.
Nel nostro viaggio non sono mancati mornenti di incontro con le bellezze artistiche
di cui è così ricca la Sicilia,
come il duomo di Monreale,
la Valle dei templi di Agrigento, i mosaici di Piazza Armerina, il teatro greco di Siracusa, i templi di Selinunte, il
tutto in una cornice naturale
stupenda di verde, di chiazze
variopinte, di fiori spontanei,
con un tempo bellissimo, caldo e ventilato. Attraversare
distese di campi coltivati e di
pascoli con mandrie e greggi,
colline ondulate e aspri panorami è stato quanto di più bello si poteva chiedere in una
stagione ottimale.
Un sentitissimo grazie a tutti, sorelle e fratelli della Sicilia, pastori e loro consorti,
gruppo residente del Servizio
cristiano, e in particolare a
Zizzi Platone, che ci ha condotti un tutto questo viaggio
con il suo entusiasmo e la sua
capacità organizzativa, doni
che gli hanno consentito di
superare le difficoltà del suo
lavoro e che già gli avevamo
riconosciuto a Angrogna.
Nelle
Chiese
Valdesi
ANGROGNA — Domenica 4 giugno, alla foresteria di
Pradeltorno dopo il culto, si
svolgerà un’agape comunitaria; alle 21, al tempio del Serre, la corale proporrà una serata di canti.
TORRE PELLICE —
Domenica 4 giugno, si svolgerà una giornata comunitaria sul tema del lavoro; al
mattino vi sarà il culto con
Santa Cena poi il pranzo alla
Casa unionista. Nel pomeriggio dibattito-riflessione sul
tema della giornata poi presentazione di scenette e canti;
sarà possibile visitare una
mostra allestita alla casa
unionista dalle varie attività.
Ili CIRCUITO — Mercoledì 7 giugno, a Perrero, i de
putati al Sinodo delle chiese
del III circuito e tutti coloro
che sono interessati sono invitati a un incontro alle 17,30
sul tema «Ordinamento sinodale valdese e ordinamento
congregazionalista battista».
ANGROGNA — Sabato
10 e domenica 11 giugno alla
foresteria La Rocciaglia di
Pradeltorno ci sarà un incontro per i giovani del I distretto
sul tema «Noi e la musica».
LUSERNA SAN GIOVANNI — La società di cucito organizza per 1’ 11 giugno, alle 14,30, il bazar presso la sala Beckwith; il ricavato sarà devoluto alla ristrutturazione del tempio.
INCONTRI TEOLOGICI «G. MIEGGE» — Venerdì 16 giugno alle 18 è
previsto presso la casa Peyrot, strada Peyrot 20, l’incontro conclusivo su l’Etica di
Bonhoeffer (cap. VI, coscienza, libertà, vocazione).
L’appuntamento è alle 17,50
presso il tempio di San Giovanni da dove si proseguirà
per casa Peyrot. Pranzo al
sacco. Questo incontro sostituisce quello programmato
per sabato 3 giugno.
Orario ferroviario estivo Torino-Torre Pellice
♦
3 10381
es feriale
K, 2d. 1 e 2
1» TORINO P. N • P 030 X5 04
■- Torino P. Susa 1 1 i
■ 5 Torino Lingotto 040 l5 12
8 Sangone 0 47 |5 17
10 Nichelino 0 54 |5 20
15 Candiólo 1 00 |5 24
20 None 1 07 1 529
25 AIRASCA Ip 1 15 1 16 1 534 l5 38
30 Piscina di Pinerolo.. 1 26 1 5 42
34 Riva di Pinerolo.... 1 31 i 1
38 PINEROLO . a 1 35 1X5 52
1 4303
4301 feriale 4305
2d. 2d. 12 d. 2d.
38 PINEROLO .p 0 03 1 36 5 35 X6 00 6 32
47 Bricherasio 0 17 1 50 548 Í 6 16 6 45
50 Bibiana 0 22 1 55 5 52 1 6 20 6 49
52 Luserna S. Giovanni 0 27 200 556 653
55 torre pellice. .. . a 0 32 205 558 X6 27 6 56
2 ♦ 10384 4304
CES 10382 feriale 4302 feriale
K. 2d. 1 e2 1 e2 2d. 2d.
» torre pellice. .. p ®3 45 6 04 JÍ6 32
3 Luserna S. Giovanni Í3 50 6 07 I 635
5 Bibiana 5 3 55 6 11 1 6 38
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17 pinerolo . a |4 14 6 27 !X6 58
9178
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17 PINEROLO .p |4 15 5 25 X6 12 6 35 X7 03
21 Riva di Pinerolo ... 1 1 1 1 1 1 5
25 Piscina di Pinerolo. 14 23 5 32 1 6 20 6 42
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47 Sangone 15 03 5 55 1 6 42 708 i
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14 30 15 34 16 52 17 32 18 31 19 31 20 31 21 30 23 26
14 33 15 37 16 55 17 35 1834 19 34 20 34 21 34 23 29
14 37 15 41 16 59 17 39 18 42 19 42 20 42 21 38 23 34
14 43 15 46 17 04 17 46 1 18 01 18 46 19 47 20 47 21 44 23 39
14 46 15 49 17 07 17 49 f 18 50 19 50 20 51 21 47 23 43
14 47 15 50 17 08 17 50 18 51 19 51 20 52 21 48 23 44
14 61 15 54 17 12 1754 1 18 56 19 55 20 57 1 21 52 23 49 1
1 15 00 1 16 03 1 1719 18 03 ì 13 1 19 05 20 04 21 05 22 00 23 58
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♦ Treno 9178, 10381, 10384 e 10385-Feriale; sospeso dal 6 al 20-VIII-95.
10
PAG. IV
t Eco Delle Yallì "äldesi
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
La piazza di Macugnaga
Dall'8 giugno, a Torre, rassegna di film
Montagne al cinema
MARCO FRASCHIA
Dopo là pausa dello scorso
anno, a partire dall’8
giugno e per tre giovedì successivi, alle ore 21, riprende
«Alpinismo in celluloide»,
rassegna di film di montagna
organizzata dal Cai Uget Val
Pellice presso il cinema Trento di Torre Pellice. I film appartengono alla Cineteca centrale del Cai che, chiusa per
un certo periodo, ha ricominciato da poco la sua attività,
inserendo nel proprio catalogo le ultime novità; queste
provengono per lo più dal Festival del film di montagna
che si tiene ogni anno in primavera a Trento. Accanto ai
classici film sull’alpinismo e
l’arrampicata un’intera serata,
quella di giovedì 15 giugno,
realizzata da un gruppo di
appassionati locali, sarà dedicata al volo libero, mentre
potremo assistere al felice
connubio mare-montagna in
un film su Uno skipper con
l’hobby dell’alpinismo.
Ecco il calendario delle serate: giovedì 8 giugno II dado
è tratto (1990) di Jurgen Eichinger; L’ultima montagna
(1992) di Marco Preti; Para
clip (1991) di Jean Patrick
Costa. Giovedì 15 giugno: serata sul volo libero con filmati e diapositive. Giovedì 22
giugno: K2, lo spigolo nord
(1983) di Francesco Santon e
Kurt Diemberg; Capitan Crochet (1992) di Robert Nicod.
Fine anno all'Istituto «Gorelli»
La musica che
scende in piazza
________ROBERTO MORBO_________
Un mese di saggi e di concerti: così l’Istituto musicale Gorelli di Pinerolo, da
giovedì 25 maggio, intende
concludere l’anno scolastico.
Sono previsti infatti ben 14
incontri per altrettanti saggi
con allievi. Un’occasione
quindi per conoscere questa
strettura che da 30 anni si occupa dell’istruzione musicale
nel Pinerolese, nonché per
applaudire i primi passi nel
mondo concertistico, non solo di moltissimi giovani e
giovanissimi, ma anche di
molti adulti che scoprono tardive vocazioni.
Quest’anno il Gorelli, che
accanto ai concerti per così
dire «tradizionali» cerca sempre formule originali e inconsuete per far apprezzare la
musica, ha preparato anche
un’iniziativa simpatica alla
quale non mancherà il successo: una passeggiata musicale nel centro storico di Pinerolo. Otto gruppi vocali e
strumentali dell’Istituto si esibiranno sabato 27 maggio dalle ore 16,30 alle ore 18,30 in
altrettante piazze e strade della Pinerolo antica. Ai Bastioni, in via Principe d’Acaja, ci
sarà un quartetto d’ottoni, al
Palazzo del Senato un violinista, a Largo d’Andrade un trio
chitarristico, al Pozzo un
greppo d’archi, alia Chiesa di
Santa Chiara un ensemble
strumentale, mentre un trio a
San Maurizio, un altro violinista ai Cappuccini e alcuni
cantanti, nella sede dell’Istituto Gorelli, concluderanno
l’itinerario che, in caso di
maltempo, si svolgerà sabato
3 giugno.
Ecco di seguito l’intero cartellone dei saggi. Presso la
sede dell’Istituto, in viale della Rimembranza 77, ore. 21:
giovedì 25 maggio, concerto
del chitarrista Stefano Corongiu; martedì 30 maggio, classe di pianoforte della prof.ssa
Rostagno, classe di tromba
del prof. Bressino e classe di
musica corale del prof. Morbo; mercoledì 31 maggio,
classe di chitarra del prof.
Freiria; giovedì 1° giugno,
classe di pianoforte del prof.
Mossotti; venerdì 2 giugno,
classe di musica da camera
del prof. Chenna e classe di
saxofono del prof. Ayassot;
lunedì 5 giugno, classe di pianoforte del prof. Valentino e
classe di violino della professoressa Sartorio; martedì 6
giugno classe di pianoforte
della prof.ssa Bosio e classe
di flauto della prof.ssa Tonda-Roch; mercoledì 7 giugno,
classe di pianoforte della professoressa Ponso; venerdì 9
giugno, classe di pianoforte
della prof.ssa Jahier, classe di
canto della prof.ssa Silbano e
classe di clarinetto del prof.
Fantino; lunedì 12 giugno
classe di chitarra del prof.
Neri e classe di pianoforte del
prof. Sacco.
Presso l’Auditorium comunale di corso Piave, ore 21:
giovedì 8 giugno, classe di
musica-gioco ed educazione
musicale dei prof. Civra, Azzario e Freiria; sabato 10 giugno, classe di canto della
prof.ssa Claretto Prestia; martedì 13 giugno, classe di musica da camera del prof. Rimonda; giovedì 15 giugno,
classe di musica cameristica
per chitarra del prof. Bricca.
Presso il tempio valdese di
Pinerolo, ore 21: venerdì 23
giugno. Coro polifonico del
Gorelli, diretto da Roberto
Morbo.
XIV Festa dello sport a Luserna
1100 metri di Favaro
Serata fresca e buon pubblico per il ritorno dell’atletica
«che conta» sulla pista di Luserna: nell’ambito della XIV
Festa dello Sport, si è tenuto
in notturna sabato 27 maggio
il «Trofeo Isoardi concessionaria Cavour». Le gare in programma hanno visto la partecipazione di atleti di ottimo
valore a livello nazionale e
anche alcune giovanissime
atlete della Repubblica slovacca, che però poco hanno
potuto contro le titolate avversarie di casa nostra. Il pubblico è rimasto incuriosito dal
concorso di salto con l’asta
maschile e femminile, una vera rarità dalle nòstre parti. Gli
astisti hanno continuato la loro competizione fino a notte
inoltrata: l’asticella si è fermata a 3,10 per le donne e
4,50 per gli uomini.
Il risultato tecnicamente più
rilevante, che ha meritató il
«Trofeo Isoardi», è senza
dubbio il 10” 50 sui 100 metri
fatto registrare da Favaro,
dell’Atletica canavesana. Gli
altri atleti di spicco hanno dominato le rispettive gare, 200
femminili, 800 maschili e
femminili, 3.000 maschili,
senza però acuti particolari.
Impressionante, per i non addetti ai lavori, la strepitosa
progressione finale di Marco
Chiavarini (Carabinieri Bologna), sugli 800 metri, ma il
primo giro era stato condotto
ad andatura quasi «turistica»,
quindi il tempo finale non è
stato eccezionale. Buon alle
namento anche per Mauro
Biagetti (Cus Palermo) sui
3.000 metri e di Manuela Salussola (Sisport Fiat) sui 200.
Ai vincitori di ogni gara è
toccata una mountain bike,
con la quale alcuni si sono
poi esibiti in pista per il divertimento del pubblico.
Ecco i risultati:
100 m M: 1° Favaro (AtL
canavesana) 10”5; 2° Federico Cimadon (Cus Torino)
10”8; 3° Alberto Favole (Cus
Torino) 10”9.
200 m F: 1“ Manuela Salussola (Sisport Fiat) 25”7; 2“
Elena Martino (Cus Bologna)
25”8; 3“ Manuela Bonnet (3S
Lusema) 28”8.
800 m M: 1° Marco Chiavarini (Carabinieri Bologna)
l’57”l; 2° Nerio Cainotti
2’10”1; 3“ Valerio Malez
(Atl. Rivoli) 2’20”44.
800 m F: 1“ Ilaria Viglino
(Ina Torino) 2’34”1; 2“ Elisa
Tosco (id.) 2’34”7; 3“ Claudia Bertinat (3S Luserna)
2’50”6.
3.000 m M: 1° Mauro Biagetti (Cus Palermo) 8’53”9;
2° Andrea Morello (Sisport
Fiat) 9’36”6; 3° Fabrizio Cogno (3S Lusema) 9’41”6.
Asta M: 1° Marco Innarelli
(Cus Torino) 4,50; 2° Franco
Bongiovanni (Sisport Fiat)
4,50; 3° Marco Neglia (Cus
Torino) 4,20.
Asta F: 1“ Monica Achilluzzi (Atl. canavesana) 3,10;
2“ Alessandra Bianco (Sisport
Fiat) 3,10; 3“ Manuela Giacomini (Atl. canavesana) 2,70.
FESTA DELLO SPORT A LUSERNA — In una splendida giornata di sole, davanti a un folto pubblico, si sono svolte
domenica le gare principali della 14“ edizione della Festa dello sport organizzata dal 3S Luserna. Questi i vincitori delle
gare maschili e femminili. Velocità: cat A Enrico Merlo ed
Elisa Cordin; cat B, Valerio Mondon Marin e Giulia Valle;
cat C Simone Jourdan e Elisabetta Florian; cat D Carlo Bertalotto e Marzia Ostorero. Nelle corse di resistenza (600, 800,
1000 m.) hanno vinto: cat A Davide Meggiolaro e Sara Bertinetto; cat B Marco Olivero e Sara Rostagnol; cat C Stefano
Bresso; cat D Fabrizio Acits e Romina Long. Nel salto in lungo successo di Matteo Bonetto e Stefania Del Piano nella cat.
A; Alessandro Ferlenda e Alice Brex cat. B; Andrea Rivoira e
Irene Fomerone cat. C; Maurizio Fedele e Stefania Calafiore
cat D. Nel lancio del peso vittorie per Andrea Bonansea, Paolo Thiene, Cristian Depetris e Patrizia Gönnet.
La Festa dello sport è stata anche competizione a squadre
disputatasi fra giovedì e domenica; il torneo di pallavolo ha
visto il successo dell’Arredacasa Pinerolo fra i ragazzi e della
Libertas Rosignano Solvay fra le ragazze che hanno vinto anche nell’under 14; i tornei da pallamano sono stati vinti dal
Biella fra i maschi e dal Ferrarin Milano che ha superato il
Lusema fra le ragazze. Il torneo di basket è stato vinto dal Pinerolo. La Festa dello sport prosegue ancora in settimana e
domenica con gare di pallamano, pallavolo e green volley.
CORSA SU STRADA — Si è svolto domenica il secondo
trofeo «Memorial Dario Storero», prova di campionato di corsa su strada Uisp. Successi nelle rispettive categorie di Lara
Peyrot e Susy Pascal e buoni piazzamenti per Elisabeth Porporato, seconda fra le pulcine, Valentina Richard, terza fra le
ragazze, Manuela Bares, seconda fra le cadette. Luca Alcalino, quarto fra i cadetti e Cristiano Micol, secondo fra gli allievi. Il GS Pomaretto è giunto secondo nella classifica per società delle categorie giovanili.
Si disputerà venerdì 9 giugno tra Perosa e Pomaretto l’ottava edizione della Stravalli, camminata podistica non competitiva; la gara è abbinata alla Strapomaretto che si disputerà il
24 settembre; ritrovo per la partenza alle 19,30 in piazza
Abegg a Perosa.
RADUNO DI PESCA ALLA TROTA — Lo Spinning
club di Torre Pellice organizza per domenica 4 giugno il primo
raduno di pesca alla trota con esche artificiali non competitivo
nel torrente Pellice (località Bertenga). L’appuntamento è alle
6,30 presso la località Bertenga; la pesca inizierà alle 8,30 e
terminerà alle 11. La quota di iscrizione è di lire 30.000 compreso il pranzo e le iscrizioni vanno presentate non oltre le 21
del 2 giugno presso la cartoleria Pallard, il bar Lo spuntino e
Green Time sport, tutti a Torre Pellice.
MONTA WESTERN — Presso il centro ippico di Cumiana
il 4 giugno verrà disputata la prova valida come campionato
italiano denominato Circuito Nord Ovest, alla quale parteciperanno i professionisti specialisti della Monta Western del Nord
Italia. La prova inizierà alle 10 presso il circolo ippico Hisbaret
e sarà suddivisa nelle varie specialità; il termine è previsto per
le 17. Il proposito degli organizzatori è quello di offrire una
giornata ispirata al Far West nel verde del parco di Cumiana.
3 giugno, sabato — TORRE
PELLICE: Alle 17, nella sala
Paschetto del Centro culturale
valdese, si inaugura la mostra
« Riconoscere-riconoscersi : tracce d’identità», una ricerca di
identità attraverso forme artistiche create utilizzando diversi
linguaggi espressivi, secondo la
metodologia della globalità dei
linguaggi. L’esposizione resterà
aperta fino all’ 11 giugno, dal lunedì al venerdì dalle 9,30-12,30,
15,30-18,30 e 20,30-22. Sabato
e domenica dalle 10-12 e 15-18.
3 giugno, sabato — BOVILE
DI FERRERÒ: Alle 21,15, per
la rassegna di musica popolare
Cantavalli, alla Cretto di Pellench, si esibirà «L’angolo», trio di
musica della Ciociaria; organetto, percussioni, chitarra e voce
proporranno le tradizionali musiche del Lazio.
3 giugno, sabato — TORINO: Presso la sala convegni
dell’istituto Avogadro, via Rossini 18, dalle 9,30 alle 19,30 l’associazione culturale italo-araba
organizza un convegno sugli embarghi nei confronti delle popolazioni arabe di Iraq e Libia.
3 giugno, sabato — BOBBIO PELLICE: Alle 21,30, nel
tempio, concerto di Gerardo
Cardinale Ensemble e Architorti
Quintetto; ingresso lire 10.000.
4 giugno,-domenica — FENILE: Alle 15,30 parte da piazza Girardi la gara podistica non
competitiva sulle sponde del
Pellice, che prevede tre chilometri per i bambini e sei per gli
adulti; premi individuali per tutti, iscrizione lire 3.000 per i
bambini e 6.000 per gli adulti.
4 giugno, domenica — VILLAR PEROSA: Il G. C Villarese organizza la cronoscalata Villar Perosa-Pramartino, con ritrovo alle ore 13 dal bar Stazione di
Villar Perosa; alle 14,30 è prevista la partenza del primo corridore che si cimenterà su un percorso di 6,9 km.
5 giugno, lunedì — SAN
GERMANO CHISONE: Presso il Centro incontro del parco
Widemann si apre la mostra sui
25 anni dell’istituzione della
scuola materna, con materiali
realizzati dai bambini; l’esposizione resterà a San Germano anche martedì 6 dalle 15 alle 18.
6 giugno, martedì — PEROSA ARGENTINA: Incontro su
«La comunicazione interpersonale: saper parlare di fronte a un
gruppo di persone», a cura della
Comunità montana valli Chisone
e Germanasca nell’ambito del
corso di formazione per operatori turistici montani. L’appuntamento è alle 20,30 presso la sede
della Comunità montana.
7 giugno, mercoledì —
TORRE PELLICE: Presso il
salone Opera della gioventù
Alessia Colombari e Simone
Morero, due attori della scuola
teatro «Il cantiere» di Pinerolo,
presentano «La pancia».
7 giugno, mercoledì — VILLAR PEROSA: Fino al 26,
presso la biblioteca comunale,
sono aperte le mostre «Invento
un libro» e «Il forte di Fenestrelle» realizzate dagli alunni delle
scuole elementari.
7 giugno, mercoledì —
TORRE PELLICE: Alle 20,30
si riunisce presso il Centro di incontro il gruppo Di.a.psi.gra.
8 giugno, giovedì — PINEROLO: Presso il Salone dei cavalieri alle 17,30 pre.sentazione
del libro «Donne in prima linea», un dossier sulle violazioni
dei diritti umani sulle donne
scritto da Amnesty International;
al dibattito interverranno l’avvocato Guidetti Serra e la professoressa Franca Coisson.
8 giugno, giovedì — PINEROLO: Alle 21, presso Stranamore, via Bignone 89, Gian Vittorio Avondo parlerà di «Itinerari a piedi nelle nostre valli».
9 giugno, venerdì — TORRE
PELLICE: Alle 9,15 presso la
biblioteca della Casa valdese si
apre il convegno «Tutela e recupero delle borgate di montagna».
9 giugno, venerdì — PINEROLO: Alle 20,45, presso il
Centro sociale di San Lazzaro,
appuntamento con Mario Marchiando Pacchiola che parlerà di
arte tra Ottocento e Novecento.
' Y," VMii * n
CHISÓNS • GERMAfiASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 4 GIUGNO
Rinasca: Farmacia Bertorello
- Via Nazionale 22, tei.
800707
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde. Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 4 GIUGNO
Villar Pellice: Farmacia GayPiazza Jervis, tei. 930705
Ambulanze:
CRI-Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei.
598790
PINEROLO -.
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei.
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso i distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
teiefono 118
Cinema
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma,
venerdì 2 giugno, ore 21,15,
Priscilla, la regina del deserto; sabato, ore 21,15, Segreto di Stato; domenica,
ore 15,15, 17,15, 19,15,
21,15 e lunedì, martedì e giovedì, ore 20 e 21,3.0, La carica dei 101.
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma sabato e domenica,
ore 20 e 22,10, e lunedì, ore
21,15, La scuola di D. Lucchetti.
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vari; tei 0121-40181.
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Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
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Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisieriana Mondovì
Una copia L. 2.000
11
r
I^ERDÌ 2 GIUGNO 1995
PAG. 7 RIFORMA
L’assemblea dei vescovi italiani elabora la strategia cattolica per gli anni Duemila
La nuova politica è inculturazione della fede
GIORGIO GARPIOL______
111 un discorso airassemIjlea dei vescovi italiani,
mutasi la settimana scorsa in
Vtticano, Giovanni Paolo II
haiJhiesto alla Chiesa cattolica italiana «scelte di fedeltà e
di coraggio creativo» e di
mostrare al «mondo che ci
^circonda segni concreti di risurrezione». È in questo il'
diodo, secondo il papa, che si
Contribuisce alla crescita di
una nuova società.
■ t’accento posto dal papa
.sull’annuncio della risurrezione è la risposta alla crisi
•politica» di quest’organismo
cattolico, la Conferenza epiicopale italiana (Cei), che
sulÌ’impegno politico dei cat..tolici aveva scommesso molto. Infatti nei primi anni della
sua esistenza la Cei si è
'preoccupata molto della «bat■’^lia» contro il «pericolo so' ’cialcomunista» e per «l’unità
dei cattolici attorno alla De».
. Solo con il Concilio Vaticano
si fa strada nella Cei la riflessione sui compititi pastoni dei vescovi e della necesì&à di lasciare ai laici la responsabilità di fare politica,
.^^iamente nella De.
n fallimento dell’unità poli' 'tìca dei cattolici che oggi si
■ tovano ormai nei due schie■ jtamenti contrapposti e la dif:%coltà di costruire in politica
«il polo cattolico» hanno per. ciò indotto il cardinale Ruini,
- presidente per nomina papale
della Cei, a proporre ai cattolici «una prospettiva culturale
J^atterizzata in senso cristiadò». Si tratta, ha affermato
neH’introduzione all’assemblea il cardinale Ruini, di opera'e per «una rinnovata evangelizzazione della cultura e
inculturazione della fede».
Sul piano politico la Chiesa
- cattolica si porrà in questa fase della vita politica italiana
ài di sopra delle parti, ma si
riserva «il diritto-dovere di
dare 11 suo giudizio morale,
»- .anche su cose che riguardano
■.rordine politico, quando ciò
sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e della
salvezza dell’anima».
11 progetto culturale della
Chiesa cattolica, che sarà più
compiutamente discusso nel
. convegno ecclesiale a Palermo nel prossimo mese di novembre, «non vuole essere un
tentativo maldestro di supplire a un fallito progetto politi. co, ma risponde a un’esigenza pastorale» ha detto Dionigi
Tettamanzi, arcivescovo di
Genova e neovicepresidente
della Cei. «C’è bisogno di
Vescovi riuniti nell’assemblea della Cei
una progettualità politica, ma
per evitare che essa diventi
solo una programmazione
delle cose da fare occorre
educare a fare politica - ha
continuato Tettamanzi - e
unificare la cultura cattolica
oggi molto frammentata. Bisogna favorire luoghi di incontro tra cattolici... Il compito della Chiesa è quello di
educare al discernimento».
Strumento del progetto culturale è la «scuola» e per questo la Cei ha scritto una lettera «agli studenti e ai genitori
e a tutte le comunità educanti» (si veda qui a fianco un
primo commento, ndr) in cui
la «Chiesa cattolica non rivendica a se stessa il diritto a
una sorta di egemonia della
cultura cattolica, ma sottolinea che le persone devono
avere sempre il primato sulle
cose da fare, sia alle strutture», come ha affermato Pietro
Nonis, vescovo di Vicenza.
In concreto ciò significa
«puntare sull’autonomia della
scuola» e anche sul finanziamento della scuola cattolica.
Al termine dell’assemblea è
stato nominato il nuovo segretario della Cei; è l’arcivescovo di Perugia, Ennio Antonelli, che ha svolto nell’assemblea una relazione sull’inculturazione della fede sostenendo che la «cultura cattolica è una chiave di lettura, un
appello alla creatività nel vero e nel bene in ogni ambito
della vita personale e sociale». Oltre a Tettamanzi è stato nominato vicepresidente
della Cei il vescovo di Livorno, Alberto Abiondi.
Vivace dibattito su «Repubblica» a proposito deH'8 per mille
Le differenze tra le chiese
Si è aperta una discussione
tra i rappresentanti delle
chiese italiane e il quotidiano
Repubblica. Il giornalista
Marco Politi ha scritto, il 19
maggio scorso, un articolo
sull’8%c dove afferma; «Preparando in questi giorni la dichiarazione dei redditi gli italiani troveranno nel loro modulo come ogni anno la domanda a chi destinare l’8%c
deirirpef (...). Si decise che
l’8%c deirirpef sarebbe andato alla Chiesa cattolica, ad
altre confessioni che facessero domanda di partecipare alla ripartizione o ad attività
umanitarie dello Stato “in base all’indicazione che il cittadino appone sulla dichiarazione dei redditi’’. Apparen
dalla prima pagina
IL GIUBILEO CRISTIANO
pegni per la pace in mezzo
. alle nostre comunità e ai popoli riconciliati. In un mondo
dilaniato dalla violenza, fermiamoci un attimo per pregare che il vento potente dello Spirito soffi nuovamente
su di noi, ovunque siamo,
che dissipi le nuvole del dubbio e della disperazione, che
ci battezzi con lingue di fuoco e ci faccia uno nel Cristo
risorto.
Per preparare il cinquantesimo anniversario della creazione del Consiglio ecumenico delle chiese, che verrà celebrato durante la sua ottava
Assemblea ad Harare (Zimbabwe) nel 1998, le chiese
membro sono state invitate a
riflettere sul significato del
giubileo.
Così facendo, proclamiamo
.insieme l’Evangelo del Prin
cipe della pace e, riprendendo
il tema di questa Assemblea,
diciamo a tutte le nazioni;
«"Volgiamoci verso Dio nella
gioia della speranza».
I presidenti del Consiglio
ecumenico delle chiese:
Anna Marie Aagaard, professore, Hojbjerg, Danimarca
vescovo Vinton Anderson,
Saint Louis, Stati Uniti
vescovo Leslie Bosetto,
Boeboe Village, Isole Saiomone '
Priyanka Mendis, Idama,
Sri Lanka
patriarca Parthenios, Alessandria, Egitto
Eunice Santana, pastore,
A recibo. Porto Rico
papa Shenouda III, Il Cairo, Egitto
Aaron Tolen, Yaoundé, Camerún
Pentecoste 1995
temente è un metodo ineccepibile. Il cavillo tutto italiano
sta nelle pieghe della nórma.
La ripartizione, infatti, non
avviene in base al numero
reale dei richiedenti, ma proporzionalmente in base alle
indicazioni espresse (...)».
In risposta all’articolo. Repubblica ha pubblicato il
giorno seguente un presa di
posizione di Attilio Nicora,
presidente della Commissione paritetica per l’applicazione del Concordato; «(...) lo
Stato mette a disposizione
l’8%e dell’intero gettito annuo dell’Irpef e riconosce ai
contribuenti la facoltà di scegliere il soggetto destinatario
di tale somma; la Chiesa cattolica o lo Stato. L’importo
viene ripartito tra i soggetti,
in proporzione alla scelta dei
contribuenti (...). Della ripartizione delle risorse viene data ogni anno ufficiale comunicazione al governo e puntuale informazione all’opinione pubblica (...).
Il sistema fu pensato sin
dall’inizio come estensibile
anche ad altre confessioni religiose (...). Così è avvenuto;
si sono progressivamente aggiunte in questi anni la Chiesa avventista, quella pentecostale, quella valdese-metodista, quella battista e quella
luterana pur con una articolazione diversa della disciplina
per quanto riguarda il rilievo
delle scelte non espresse e la
tipologia delle finalità specifiche a cui destinare la somma così raccolta (...)».
Successivamente sono intervenuti, sempre su Repubblica, il moderatore della Tavola valdese, Gianni Rostan,
e il presidente dell’Ucebi, Renato Maiocchi. Scrive Rostan; «Politi dice che la Chiesa cattolica pretende di avere
anche le quote “non espresse”
COMMENTO
I VESCOVI
E LA SCUOLA
NICOLA PAGANO*
nella stessa percentuale delle
quote espresse e che questo
sistema sia per lo meno bizzarro (...). Non occorre andare in altri paesi per trovare un
modo più corretto di procedere; in Italia le Chiese cristiane avventiste, le Assemblee di Dio e la Chiesa valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi) hanno chiesto e ottenuto di avere solo la
percentuale che loro spetta
delle scelte espresse (...).
- Politi però non ha messo in
evidenza l’aspetto più qualificante della differenza fra
l’impostazione cattolica e
quella delle altre chiese e in
modo particolare della Chiesa valdese; la Chiesa valdese
ritiene che il sostentamento
delle attività strettamente ecclesiastiche (...) debba essere
“pagato” dai propri membri
di chiesa, mentre il gettito
deH’8%o deve essere utilizzato solo per “interventi di carattere culturale, sociale e assistenziale in Italia e nei paesi del sottosviluppo” in quanto l’8%c è una parte delle tasse quindi dei soldi di tutti gli
italiani, e non solo dei metodisti e dei valdesi».
Scrive ancora il presidente
Maiocchi; «...monsignor Nicora inserisce erroneamente,
fra le confessioni religiose
che hanno accettato l’8%c
deirirpef, l’Unione battista
la quale (...) ha scelto di non
entrare in questo sistema.
Una delle ragioni di tale scelta è proprio la facilità con la
quale (intenzionalmente o
meno) le Chiese evangeliche
vengono accomunate in questo alla Chiesa cattolica,
mentre la loro ben diversa
impostazione dei rapporti con
lo Stato, sia che accettino sia
che rifiutino l’8%o, viene
tranquillamente ignOTata. Anche da Repubblica...».
La lettera devi vescovi
«Per la scuola», indirizzata agli studenti, ai genitori e a tutte le comunità
educanti, non contiene novità di grande rilievo rispetto alle posizioni cattoliche
tradizionali ma si pone come l’offerta di un progetto
educativo per i prossimi anni, che ribadisce e rilancia
in modo sistematico tutte le
tesi cattoliche sull’educazione e la scuola. In questo
senso, al di là di alcuni punti condivisibili, talune affermazioni dèlia lettera costituiscono un vero e proprio
rinnovato attacco alla laicità
della scuola pubblica, al
pluralismo pedagogico, culturale e religioso; alla scuola statale intesa come funrione pubblica, civile e democratica.
Non inganni il tono dimesso, quasi familiare; la
sostanza è dura e non concede spazio alcuno. I laici, i
credenti di altre confessioni,
i non credenti, in questo
progetto educativo della
Cei, sono del tutto ignorati
quali minoranze insignificanti. Ancora una volta l’attributo «cristiano» si identifica esclusivamente con cattolico, ancora una volta per
«comunità cristiane» si intende tout-court chiese cattoliche. Non pare vi siano
per i vescovi altri valori, altre esperienze valide, altra
storià nella società italiana
alPinfuori di quelli cattolici.
L’educazione e la scuola
tutta non può dunque che
ispirarsi e tendere a realizzare tali valori.
Quello che emerge è il
profilo di una scuola unitaria nell’ispirazione e nei fini
ma a senso unico, monoculturale e monoreligiosa, ispirata e ricondotta, sia essa
statale o non statale, all’unica valida preponderante pedagogia e (il che è lo stesso)
verità cattolica. Il progetto
educativo in questione è articolato intorno all’«educazione della persona», alla
«scuola delle persone», alla
scuola come «comunità educante» e alla «cultura della
vita», vale a dire intorno ai
temi classici del «personalismo cattolico». Ma nella lettera si ripropongono con forza due punti fondamentali
della posizione cattolica di
questi anni; l’insegnamento
della rehgione cattolica (Ire)
e la parità tra scuola pubblica e scuola privata; due nodi
nevralgici per il futuro della
scuola italiana.
Scrivono i vescovi a proposito dell’Ire; «Siamo convinti che tale insegnamento
concorra in modo costruttivo
alla definizione dell’orizzonte di valori propri della vocazione umana integrale;
rappresenti il filone interpretativo più profondo della
cultura e della storia del nostro popolo e si ponga non
come fattore di divisione,
ma come elemento valido
per la costruzione di una
convivenza civile, frutto della collaborazione tra le diverse anime del paese». E
più avanti aggiungono di voler «sviluppare sempre meglio l’identità e la qualità
dell’Ire, in vista delle potenzialità educative che esso
può svolgere (...), convinti
della valenza educativa che
si sprigiona dai principi del
cattolicesimo...».
Come si vede i valori, la
pedagogia, la cultura e la storia cattolici sono qui assunti
come strumento di unificazione delle varie «anime» del
paese; tutto può rientrare e
fondersi nel grande fiume
cattolico. Quel che conta è
non già la pluralità di culture
di tradizioni e di visioni, ma
l’unica totalizzante cultura
cattolica; ecco la visione della Cei. D’altra parte se tutta
l’educazione (e la scuola) è
formazione della persona alla luce degli insegnamenti e
della missione evangelica
della Chiesa cattolica, allora
cade ogni distinzione tra
scuola pubblica e privata, essendo runa e l’altra due momenti diversi di un unico
progetto educativo.
Siamo così al secondo
punto nodale della «Lettera
dei vescovi», la richiesta al
legislatore di parificazione
tra scuola statale e scuola
privata. «Ciò comporterà scrivono i vescovi — l’impegno a riarticolare le istituzioni scolastiche in una concreta prospettiva di decentramento di autonomia e di
parità normativa ed economica fra strutture statali e
non statali, nella logica di
un sistema scolastico integrato...». Un concetto ribadito ancor più chiaramente
più avanti, quando si invitano le comunità ad operare
«in attesa che legislatpri e
governanti mettano le famiglie in condizione di far ]
fronte con pari dignità agli
impegni derivanti di scegliere per i figli la scuola
che ritengono più conforme
alle loro convinzioni religiose e al loro progetto educativo».
Ecco dunque dove batte il
cuore dei vescovi; queste sono le coordinate della scuola
del domani, secondo la Cei.
Anche il concetto di «autonomia» è inteso e finalizzato
all’attuazione del progetto
cattolico di parità tra scuole;
e persino una nozione qual è
quella dell’«educazione alla
cittadinanza», espressione di
una concezione laica, civile,
di apertura culturale e politica, è inglobata nel progetto
educativo cattolico e, strano
a dirsi, si citano gli extracomunitari, i problemi multiculturali e multirazziali, ma
non quelli multireligiosi. Così come, infine, i vescovi
non pare si avvedano della
stridente contraddizione in
cui cadono quando da un lato citano tra i mali della
scuola l’errata forma di reclutamento dei docenti, e
dall’altro invocano una rapida soluzione della questione
dello stato giuridico (in pratica l’immissione in ruolo)
dei docenti di religione scelti, come si sa, a discrezione
dell’ordinario diocesano.
Di fronte a tale penetrante
strategia cattolica verso la
scuola non ci resta che invitare i laici, i credenti di altre
fedi, le forze democratiche e
quanti hanno a cuore le sorti
della scuola pubblica, a vigilare e a prepararsi a battaglie
culturali e politiche né brevi
né facili.
* Preside di liceo classico
a Siena
12
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
TORINO: SALONE ANNO OTTAVO
I libri e
^*1-- SI. ENCICL ITAÌ,
ssT. Ef<rra !t\!_ ist encicl ìtal
i «nuovi media
»
E apparso subito chiaro che
l’edizione 1995 (quella del
Novantacinque%, in riferimento al secolo che si chiuderà tra quattro anni e mezzo) sarebbe stata quella dei
record. Record di presenze
(intorno alle 200.000), record
di acquisti librari (in prima
posizione a diverse lunghezze il giallo del conduttore radiofonico e attore, nonché
giornalista e scrittore, Bruno
Gambarotta, Torino, lungodora Napoli), record di affluenza ai dibattiti (2.000
persone nell’auditorium di
Renzo Piano, la sala da concerto - ad «assetto variabile»
come una Formula 1 - più
avveniristica d’Europa, per
sentire don Ciotti e Luciano
Violante con il procuratore di
Palermo Caselli).
E solo il richiamo dei noI mi, come in altri dibattiti, a
Paure dell'uomo d'oggi e interpretazioni del testo biblico
Apocalisse e fine del millennio
ALBERTO CORSAMI
La rivelazione incomprensibile. Come mai l’Apocalisse (secondo il medievista
e consigliere d’amministrazione Rai Franco Cardini, il
libro più letto della Bibbia) si
presenta con questa vistosa
contraddizione? E a che cosa
pensa veramente l’uomo di
oggi quando si attende angosciato la fine dei tempi, e
mentre scruta l’approssimarsi
della data simbolica di fine
millennio?
Queste erano alcune delle
sollecitazioni di partenza del
convegno organizzato al Salone dal quotidiano Avvenire
e dall’Unione editori e librai
cattolici italiani dal titolo In
principio fu l’Apocalisse: la
cultura e la fine dei tempi.
Cardini ha parlato della difficoltà déll’uomo occidentale
del XX secolo a leggere il
messaggio di speranza dell’
Apocalisse, difficoltà forse
dovuta al fatto che il primo
dei «fatti ultimi» dell’escatologia è la nostra fine individuale; ciò che fa paura è una
morte non più addomesticata,
anzi più che la morte il morire. E se i cristiani, a differenza dei musulmani, vedono soprattutto il lato oscuro del libro biblico è perché sono
smarriti in una «deflagrazione
individualistica», alla quale fa
da contraltare, è vero, il mondo del volontariato (ma non
c’è proprio nient’altro in mezzo: dove sta l’impegno per la
giustizia?), ma che ci porta a
Gli stand di argomento religioso sono molti: uno, collettivo, proponeva le principali case cattoliche specializzate in teologia. Ma c 'era anche Medjugorie, con tanto di
video in esposizione.
Il filosofo Giulio Giorello
piegarci sulle sofferenze degli
altri per non vedere la morte
nostra, di noi singoli.
Tutto il cristianesimo, per
il teologo Bruno Forte, è religione basata sulla rivelazione, sul «Dio che parla nel silenzio del venerdì santo». Di
questa «rivelazione» abbiamo bisogno oggi come ieri.
Rifacendosi a Heidegger, il
teologo cattolico ha osservato
che la vera «notte del mondo» non sta tanto nella mancanza di Dio, ma nel fatto
che di questa mancanza non
ci sia'più consapevolezza; la
malattia della vigilia del terzo millennio sarebbe dunque
l’indifferenza.
A differenza dell’uomo arcaico, che viveva nella convinzione di un tempo ciclico,
noi abbiamo l'Apocalisse come testimonianza che «l’inaudito di Dio» lo incontriamo
nella storia, nel momento della rottura. Ma lo stimolo più
interessante è venuto da un filosofo della scienza e storico
delle idee come Giulio Giorello, il quale, facendo anche
riferimento alla profezia di
Daniele 2 (il sogno del re di
Babilonia) e all’attenzione
che vi pose Isaac Newton (a
proposito del quale ha menzionato il recente bel libro di
Mario Miegge), ha posto una
questione rilevante; il confronto con il testo biblico, e
quindi, perché no, con quello
più oscuro e per certi versi affascinante che è l’Apocalisse,
il confronto, dunque, con la
rivelazione, è una pratica.
Una pratica lenta, di progressivo disvelamento, di approssimazione per tentativi. In
ambito scientifico questo non
è altro che il metodo sperimentale, quale si andava affermando in quegli anni proprio ad opera di Newton.
In realtà, ha detto Giorello,
«la Rivelazione “ultima” fornisce la chiave per intendere
tutte le “dispensazioni” del
Signore e riconferisce senso
alla creazione del mondo e
all’origine dell’uomo». Così
la fine del mondo è innanzitutto annuncio di tempi nuovi.
E curioso che da un uomo
di scienza sia venuta l’indicazione più utile a un rapporto
con le Scritture che possa essere, al tempo stesso, di provocazione e stimolo per la
quotidianità e la vita dell’uomo d’oggi: un’indicazione
che è sfuggita alla banalità.
SCHEDA
Il Salone in cifre
Il Salone 1995 è stato quello dell’apertura ai prodotti del
video, deH’editoria elettronica e del fumetto; non che fossero assenti gli anni passati, tuttavia quest’anno è stata loro dedicata una zona apposita di vaste dimensioni e di
buona praticabilità. In totale gli espositori sono saliti a 940
(M2 in stand individuali, 498 in quelli collettivi o associati) contro gli 852 dell’edizione ’94; si tenga presente che
gli editori riconosciuti in Italia sono oltre 2.500, ma solo
600 circa pubblicano almeno dieci novità l’anno. Di questi
il 90% si rivolge essenzialmente alla distribuzione in libreria. L’area espositiva è passata dai 24.000 mq del ’94 ai
33.500 di quest’anno, ma soprattutto l’area globalmente
impegnata è stata di oltre 80.000 mq (34.000 l’anno scorso): si sono moltiplicati infatti convegni, incontri, presentazioni e tavole rotonde in sale di varie dimensioni.
richiamare le masse é «trascinare» le coorti di acquirenti, solitamente poco propensi a spendere per i libri?
A giudicare dai nomi sopracitati sembra ipotizzabile anche un’altra ragione: il fatto
che il Salone del libro è prima di tutto un’esperienza fissa per gli abitanti di úna
città: una città in genere riottosa ai grandi entusiasmi (e
che oltretutto viveva in quei
giorni l’entusiasmo dei tifosi
juventini in tutt’altro ambito); una città che ha rischiato
di vedersi scippare l’appunfamento annuale con il libro
e che ha resistito; che vive il
secolo del cinema con il giusto orgoglio di chi ha dato i
natali in Italia alla settima arte, ben prima di Cinecittà.
La domanda dunque rimane sempre la stessa: e durante il resto dell’anno?
I corridoi del Saiohe ’95 si sono nobiiitati con i nomi di personaiità
deiia ietteratura, deile arti e delle scienze. Neila foto in basso, poco
prima deil’apertura ai pubblico si fanno beiii anche gli stand
Storici a confronto per un dibattito sull'attualità politica
XX secolo: la sindrome italiana
Analizzare l’evolversi della
storia italiana in questo secolo non era cosa facile. Ci
hanno provato, con la serietà
e le precauzioni che si riservano alle malattie, gli storici
intervenuti all’incontro «XX
secolo: sindrome italiana».
Che siamo in un periodo di
transizione, l’ha ricordato Nicola Tranfaglia: il rischio è
che questa impasse duri a
lungo, grazie anche alla demonizzazione della politica
fomentata da una fetta della
classe dirigente, che accresce
pericolosamente il distacco
fra lo stato e i cittadini, capaci come è noto di grandi indignazioni e subitanea indifferenza ma raramente di un impegno concreto e costante.
E la vistosa mancanza di
morale pubblica di cui l’Italia
è affetta: «Anche se questo
paese si è pienamente sviluppato in senso capitalistico ha sottolineato Paul Ginsborg, studioso inglese di storia italiana - non siamo ancora arrivati a un rapporto virtuoso tra lo stato e il cittadino. Viviamo un conflitto fra
due processi: la rivoluzione
borghese e la cultura mediterranea e cattolica». Come si
fa a sviluppare una sana etica
pubblica se si continua a considerare prioritari gli interessi
della famiglia, del clan, della
clientela? È anche vero, ha
detto Ginsborg, che l’Italia, lì
in mezzo al Mediterraneo,
subisce le esperienze culturali e politiche (quanto diverse
fra loro!) dei paesi che la cir
condano. La Chiesa cattolica,
poi, ha contribuito fortemente alla predominanza della cultura politica mediterranea attraverso la teologia
della (famiglia, che privilegia
i doveri interni della famiglia
a quelli civili del cittadino. E
la situazione di costante sospetto tra la chiesa e lo stato
non ha certo contribuito al
passaggio cruciale verso lo
«stato pedagogico», già da
tempo conquistato in gran
parte d’Europa.
Qualche sforzo nella formazione della preziosa etica
pubblica lo ha fatto la sinistra dopo il 1956, quando ha
smesso di sognare la Rivoluzione e ha cominciato a lavorare per quella concreta, borghese, del proprio paese. E in
questa democrazia borghese,
capitalista e amorale, «che è
stata forse l’unica a servirsi
della corruzione come strumento di lotta politica», azzarda il giurista Alessandro
Pizzorusso, in questa Italia di
teledipendenti (non è l’unica,
per carità, basta guardare gli
Stati Uniti) dove sullo schermo si giocano intere carriere
politiche, chi ha ancora paura
della destra?
E ormai come dice Bobbio,
che la democrazia è un germe
che ci inoculiamo da cinquant’anni e che ci ha portati,
volenti o nolenti, alla «socializzazione della democrazia»? «Sarà - obietta Piero
Ignazi - ma sono germi che
non hanno ancora prodotto
una febbre di crescita».
Anche quest'anno l’editrice Claudiana è stata presente al
Salone del libro con il suo stand; si tratta di un ’occasione per
entrare in dialogo con un pubblico ampio e fatto di studenti,
curiosi, specialisti che cercano un riferimento culturale nei testi della Riforma e nella storia del protestantesimo. In questo
modo sia le novità sia i te.'sti in catcdogo possono essere proposti a chi non frequenta chiese e centri culturali specifici.
Quanto alla destra, sempre
secondo Piero Ignazi, il Movimento sociale è vissuto in
un’ambiguità che non si è sanata nemmeno col passaggio
ad Alleanza nazionale: si riteneva erede del fascismo
(antidemocratico per eccellenza) ma si presentava nel
gioco politico della democrazia, accettando di fatto il
sistema democratico che negava in teoria.
Comunque, alla fine di
questo «secolo corto» cominciato con la grande guerra e
finito col crollo del famoso
muro, vale sempre la frase di
d’Azeglio: «Fatta l’Italiir, bisogna fare gli italiani», ammonisce Giovanni De Luna.
Come nel primo dopoguerra,
ma con più ottimismo. Su
quest’ultimo punto, sembrano tutti d’accordo: essere positivi può essere vincente.
In fondo, per Luigi Bonanate, studioso di Relazioni
internazionali, l’Italia produce in grande e in anticipo, è il
paese dei primati; ha inaugurato il fascismo ma ha avuto
il più grande partito comunista d’Europa, ha avuto più
terrorismo, più di tutti ha praticato il capitalismo assistenziale di stato, ha il primato (naturalmente) della corruzione e deH’anticorruzione
(Mani pulite), e quant’altro
ancora. «E un paese che merita di essere studiato - ha
sottolineato Bonanate - perché, bando ai giudizi, di questo secolo ci resta ancora
molto da capire».
NovAnItA
ci/siaui%
Il classico stemmino del
Salone del libro si è «impreziosito» con una novità: il riferimento al mondo del fumetto che, insieme alla «Pop
art», è stato oggetto di convegni e dibattiti.
13
fir
0ENERDÌ 2 GIUGNO 1995
Cultura
PAG. 9 RIFORMA
Torino: anche la Bibbia su dischetto in mezzo ai nuovi prodotti tecnologici
I nuovi media saranno un po' meno di massa
RICCARDO LORENZINO
. ono molte le sollecitazio¡5 ni che invitano a parlare
afille nuove tecnologie che
ìàvestono la cultura in un imbatto che è più generale e non
coinvolge solo il libro. Non
sono più fenomeni isolati, infatti, appuntamenti specifici
come il «Milia» di Cannes o
l’ampia sezione dedicata ai
jiew-media nel Salone del libro di Torino che si è appena
"concluso; appuntamenti che
aiutano a comprendere che
, 'sono ormai centinaia i «testi»
stilizzati normalmente da un
pubblico sempre più ampio e
non specialistico. Uno sguar4o,al catalogo dei prodotti di
'¡Sgomento religioso, e ci si
iàccórge della ricchezza delle
proposte (una curiosità: un
Iditore ha pubblicato l’intera
^Patrologia latina, 221 volumi,
su supporto informatico alla
■¿(|ffa di 86 milioni, la Editel
Ì Milano ha invece pubblicato l’intero corpus dei libri di
(fommaso d’Acquino,! 18,
per poco più di un milione).
Se era già presente a Cannes
la pubblicazione dei quattro
Vangeli curata dalla Editel,
che si avvale delle ricche opidoni che la multimedialità
-&ò offrire, è stata presentata
^vece al salone di Torino
• rimerà Bibbia, pubblicata in
Jboedizione dalla Ldc-Abu,Garamond, nella versione
Tilc, disponibile corredata del
-testo cartaceo alla cifra di
30.000 lire).
■ : Tralasciando gli aspetti tecnici legati ai supporti infor
matici su cui queste pubblicazioni vengono fruite, credo
vengano spontanee molte domande a chi pensi di leggere
o lavorare sulla Parola utilizzando un computer; ma la domanda più radicale che forse
ei si deve porre è se un certo
grado di resistenza nei confronti delle nuove tecnologie
non discenda da una difesa
del libro di per se stesso piuttosto che dallo scopo a cui
serve; se si volge lo sguardo
sui fondamenti della scrittura
come forma espressiva stabile, e non su una contrapposizione fra i diversi mezzi della
comunicazione (contrapposizione che ha già prodotto di
sastri sia nello scadimento dei
programmi televisivi, sia nella diminuzione dei lettori),
serenamente saremo portati
ad accorgerci che la cultura
dell’interattività nasce dai testi biblici stessi, la forma libro, in cui la Parola ci è stata
tramandata, attraverso il computer palesa che il modo di
procedere è quello già presente a chi si accosta alla
Bibbia; un modo di procedere
fatto di nodi e legami interni,
rimandi e occorrenze, che da
sempre costituiscono uno degli approcci allo studio della
Scrittura.
Ma la vera novità , la principale novità è che il lettore
partecipa, è attivo, può creare
nuovi legami concettuali, che
una volta memorizzati nel
programma, lo faranno diventare autore degli «apparati»
del testo, determinando la loro organizzazione finale (la
dispositio dell’antica retorica), avvicinando in modo rivoluzionario le funzioni di
lettura e scrittura.
L’interpretazione, cioè la
produzione di senso, segnerà
fra breve l’inizio di uña nuova «appropriazione» del testo
biblico? Sicuramente una delle poche cose certe è che i
nuovi media saranno meno di
massa, più rivolti ai soggetti,
ai grappi, e saranno più vicini
ai loro interessi e alle loro
esigenze.
Il Premio Nobel losif Brodskij, durante il 1° Salone del
libro nel 1988, dava consigli
sul come costruire «una bus.'sola per imparare a muoversi
nel mare della carta stampata», ed è significativo che oggi il termine più ricorrente nel
parlare delle nuove tecnologie sia «navigare». Se non si
vuole navigare a vista queste
forme nuove vanno accompagnate ed è necessario che
vengano investite di creatività
affinché possano diventare un
arricchimento, fonte di nuova
civilizzazione: tutto ciò dipenderà anche dal grado di
coinvolgimento degli organi
educativi affinché non si configuri come uno dei momenti
di esclusione più tragico per
milioni di individui in una
sorta di nuovo analfabetismo
tecnologico.
Donne e scrittura nel Novecento
Alla ricerca delle
«grandi madri»
«Il Novecento, secolo delle
donne: le grandi madri e le
altre» era l’argomento proposto dal premio «Editore donna»: tema non poco impegnativo che subito Lalla Romano, scrittrice e pittrice, si è incaricata di ridimensionare,
«lo non ho mai conosciuto
grandi madri». Il fatto di essere donna le ha creato dei
problemi nella sua attività di
scrittrice? La incalza la critica
Paola Dècina Lombardi. «No,
anche se una volta mi sentii
dire da un intellettuale che
noi scrittrici “facevamo tanta
tenerezza”. Ecco, la tenerezza
va benissimo nei rapporti pri■ vati ma non nei giudizi sui lavori dell’intelligenza: le donne non hanno bisogno di questa condiscendenza perché si
sono fatte da sole».
Ristretto il campo alle scrittrici, Paola Dècina Lombardi
ha ricordato Colette e Simone
de Beauvoir, donne indubbiamente molto diverse. Colette
divulga un modello di donnaamante mai però veramente
emancipata: è l’immagine
della «maschietta», seduttiva
ma non distruttrice di focolari, che aveva successo nel fa' Seismo. Simone al contrario
L'associazione «Libera» al Salone
Nuova generazione
contro la mafia
Regala
un abbonamento
•s.
a
RIFORMA
vuole scrivere per le donne e
concepisce la letteratura come servizio; il «Secondo sesso» del 1949 è un j’accuse
contro la società che ha creato la disuguaglianza fra uomini e donne. Come uscirne? I
diritti civili non bastano; ci
vuole l’autosufficienza economica, la libertà sessuale, la
maternità volontaria.
D’altronde, come ribadisce
un’altra scrittrice, Elisabetta
Rasy, l’emancipazione femminile non è una questione
metafisica, ma storica: «Adesso sta diventando di attualità nel Sud del mondo». In
Italia, sempre per la Rasy,
non ci sono grandi madri:
«Sibilla Aleramo? Interessante tutt’al più come un mobile
d’epoca». Meglio Grazia Deledda, per il coraggio con cui
affronta il mondo arcaico in
cui è nata. Nico Orengo,
scrittore e critico di «Tuttolibri», ha giudizi lapidari; la
Morante? Non mi insegna a
scrivere. Marguerite Duras?
È la madre dell’incesto: la
prima sera diverte, la seconda
annoia. La Yourcenar? Algida, senza neanche la rabbia
della Romano, che da parte
sua è fredda ed egoista.
Agatha Christie? Da guardare
e non ascoltare.
Non c’è certo tenerezza in
questi giudizi; sarebbe contenta Lalla Romano, se nel
frattempo non fosse già andata via. Un dubbio; se si era
scelto di parlare di «grandi
madri» scrittrici, perché si è
finito per chiacchierare della
loro vita (e dei loro difetti) e
non una parola sul modo di
scrivere?
Sono 450 le associazioni e
200 i Comuni che in tutta Italia hanno già aderito al cartello «Libera», costituito ufficialmente il 25 marzo per offrire un servizio di collegamento a tutti i gruppi che si
impegnano contro le mafie.
«Molte parole oggi non dividono più nessuno - ha ricordato don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele, nel dibattito del 21 maggio al Salone del libro - ma dobbiamo
scindere l’immagine dal contenuto e badare ai fatti».
Il giudice Gherardo Colombo ha puntato l’attenzione
sulle regole; «È importante
far capire che le regole non
sono fonte di obblighi ina di
possibilità e di diritti». E anche un problema di educazione, quindi, che investe innanzitutto la scuola. «Il primo
compito degli insegnanti - ha
detto Giancarlo Lombardi,
ministro della Pubblica Istruzione - è di fare educazione
in classe, e non solo informazione. La mafia ha capito che
il vero ostacolo nel futuro
Attenti al video
sarà la scuola, se organizzata
e funzionante». E poi bisogna
insegnare la serietà, la professionalità, ha aggiunto Lombardi, altrimenti l’impegno è
solo velleitario.
«Dobbiamo cercare di creare condizioni di normalità ha ammonito Luciano Violante, magistrato ed ex presidente della Commissione antimafia -; saremo un paese forte e
civile quando i figli dei mafiosi saranno dalla nostra parte e non in carcere». E l’antimafia della seconda generazione, che non mira solò a reprimere ma anche a promuovere condizioni sociali favorevoli in alcune aree del nostro paese. Il coraggio civile,
infine, non è un vago eroismo
ma il fare quotidianamente il
proprio dovere e sapersi impegnare in prima persona. A
tre anni dalla strage di Capaci
lo ha ribadito proprio Violante, che da sempre non apprezza «l’indignazione ad orologeria» che si fa sentire nelle
tragedie e poi subito si zittisce
in una colpevole neutralità.
Le nuove frontiere dell’informatica, della multimedialità e
della realtà virtuale sono state oggetto di un convegno promosso dalla casa editrice cattolica «Città nuova» dal titolo Informatica ed affettività, da cui è scaturito un richiamo, per le forze
cattòliche e laiche, a lanciare proposte «interessanti, divertenti
e creative» e a divenire portatrici di un’etica «diversa e propositiva» di fronte a queste conquiste tecnologiche. La sfida parte
soprattutto dalla televisione: risulta dall Auditel che nel primo
trimestre del 1995 i bambini (4-15 anni) sono rimasti ogni giorno di fronte allo schermo mediamente per tre ore, con un’esposizione giornaliera di 17,8 minuti agli spot pubblicitari. Inoltre
alla tv si aggiungono le linee telefoniche «144» e la messaggeria telematica della rete «Internet». Ma l’aspetto più pericoloso
sarebbe la messa in atto di una vera e propria spettacolarizzazione virtuale della morte con effetti sonori e visivi in televisione, al cinema e nei videogiochi: «Per il bambino e l’adolescente ha spiegato Susanna Sardilli, dell’istituto Eleusis di Roma
- e sempre più difficile distinguere il reale dall’artificiale». E
lo psicologo Vincenzo Riccio ha aggiunto che «i7 mondo
dell’informatica e della televisione stanno sempre più al centro
del sistema educativo. Nella formazione all’immagine la scuola
è stata troppo spesso latitante mentre oggi appare sempre più
urgente insegnare ai giovani ad approcciarsi in modo critico
ai nuovi codici della comunicazione».
Libri
Lessico biblico
La Paideia editrice, di Brescia, ben nota per le sue pubblicazione di carattere biblico e teologico, è anche la traduttrice e la
divulgatrice di quello strumento di lavoro indispensabile per
predicatori, insegnanti di religione, studiosi e cultori della Bibbia, che è il Grande lessico del Nuovo Testamento (Glnt). Sulla
scia di quest’ultima opera monumentale pubblicata per anni e
anni in fascicoli trimestrali, e a suo complemento ed aggiornamento, la Paideia propone oggi il Dizionario esegetico del Nuovo Testamento (Dent*), che contiene tutti i termini ricorrenti nel
Nuovo Testamento, inclusi i nomi propri e le più importanti varianti testuali, illustrandone l’uso nella grecità profana, nei «Settanta», nel giudaismo post-biblico, nella letteratura ellenistica e
ovviamente negli scritti apostolici, cop statistiche lessicali
dell’occorrenza della parola, definizione dqi diversi-significati
nei vari contesti ed approfondito esame della stessa dal punto di
vista esegetico e teologico. Il Dent è il risultato di un progetto
interconfessionale ecumenico al quale, sotto la guida di Horst
Balz (professore di Teologia e Storia del Nuovo Testamento alla Facoltà evangelica delTUnjversità di Bochum) e di Gerhard
Schneider (professore di Nuovo Testamento alla Facoltà di Teologia dell’Università di Bochum), hanno collaborato alcuni tra i
maggiori esegeti, protestanti e cattolici, soprattutto tedeschi.
L’edizione italiana, curata da Omero Soffritti (già curatore del
Glnt e direttore dell’edizione italiana del Commentario teologico del Nuovo Testamento) è condotta sulla seconda edizione tedesca del 1992'e si compone di due volumi (per un totale di oltre 4.000 colonne), il secondo dei quali verrà edito entro il 1996.
(*) Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, a cura di Horst
Balz & Gerhard Schneider, Brescia, Paideia, voi. I pp XL - coll.
2.032, £ 270.000 (£ 205.000 per chi già sottoscrive il Glnt o il Grande
lessico dell’Antico Testamento).
Iniziative
Lo stand di «Libera»
Corso sulla Riforma
Il 24 marzo si è concluso a Torino il corso di aggiornamento
per docenti sul tema La Riforma protestante nella nascita
dell'Europa moderna, organizzato dal Centro evangelico di cultura «Arturo Pascal» con il patrocinio delTlrrsae Piemonte. Il
corso si è articolato in quattro relazioni, seguite da dibattito, tenutesi presso un liceo cittadino. Ai partecipanti sono stati distribuiti materiale documentario e bibliografie su ognuno degli argomenti oggetto di lezione e le registrazioni degli interventi. Gli
argomenti sono stati «Origini e cause della Riforma in Europa»
(prof. Susanna Peyronel), «La Riforma e le città: origini e sviluppi del protestantesimo riformato» (prof. Emidio Campi),
«Etica e politica: il pensiero protestante europeo e gli ideali di
tolleranza» (prof. Mario Miegge), «Dalla Libertà-dei cristiano
al Servo arbitrio di Lutero: la teologia luterana e il suo confronto con l’umanesimo» (prof. Fiorella De Michelis).
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
Agenda
RIVOLI — Alle ore 21, nella chiesa battista
di viale Bassano 1, Renato Malocchi, presidente dell’Unione battista italiana, tiene una
coirferenza sul tema: «Il protestantesimo: un
invito a superare una visione magica e superstiziosa del mondo». Info tei. 011-9589462.
RIVOLI — Alle ore 21, nella chiesa battista di viale Bassano 1, Renato Maiocchi,
presidente dell’Ucebi, tiene una conferenza
sul tema: «Il protestantesimo: sfida per tutti
a prendere sul serio Dio e il mondo». Per
informazioni tei. 011-9589462.
TORINO — Riunione del comitato di redazione di Riforma con il Consiglio di amministrazione delle Edizioni protestanti e con l’Ucebi, l’Opcemi e la Tavola valdese per
preparare la relazione all’Assemblea Ucebi congiunta con
il Sinodo valdese: ore 9,30, in via Pio V 15 (sala I piano).
RIVOLI — Alle ore 14,30, nel parco del
Centro Filadelfia di viale Bassano 12, ha
luogo la festa delle chiese evangeliche del
Piemonte. Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-9589462.
ECUMENE — Si tiene la Conferenza del
IV distretto delle chiese valdesi e metodiste.
Tra gli argomenti in discussione i «Centri
culturali» con una relazione del past. Giovanna Pons. La Conferenza ha inizio alle
ore 8,30 con un culto presieduto dal past.
Paolo Sbaffi e si conclude i} giorno successivo alle ore 13.
Per informazioni telefonare al n. 06-4743695.
MILANO — Ha inizio la Conferenza delle chiese valdesi
e metodiste del II distretto: ore 9, presso la chiesa metodista di via Porro Lambertenghi 28. Info tei. 010-887225.
TORRE PELLICE — Alle ore 9 ha inizio presso l’Aula
sinodale la Conferenza delle Chiese valdesi del I distretto.
La Conferenza prosegue anche il giorno seguente, sempre
nella stessa sede. Il culto invece si tiene nel tempio alle
ore 10. Per informazioni tei. 0121-51372.
MEANA DI SUSA — Alle ore 16, nella
chiesa battista di frazione Campo del Carro,
si tiene la «Pentecoste ecumenica» a cura
del grappo ecumenico della valle di Susa.
Per informazioni tei. 011-9534752.
PORTICI — La Chiesa metodista ricorda il 90° anniversario di Casa materna. Alle ore 11, culto di celebrazione
presso la chiesa metodista di corso Garibaldi. Per informazioni tei. 081-475338.
BARI — Incontro delle scuole domenicali
di Puglia e Lucania, alle ore 9,30 alla «casetta» di via Gentile 106. Per informazioni
tei 080-333091.
MONTEFORTE IRPINO — Il pastore
Mario Affu^, della Chiesa apostolica italica, parla sul tema: «Il rapporto Dio-uomo nella quotidianità, prospettiva pentecostal-carismatica: tra realtà e
speranza». Alle ore 18 presso il villaggio evangelico di via
Rivarano; per informazioni tei. 0825-682698.
KIRCHENTAG: Si tiene dal 14 al 18 giugno a Amburgo
(Germania) il 26° Kirchentag delle chiese protestanti della
Germania: al Kirchentag partecipa una delegazione italiana; per maggiori informazioni rivolgersi al pastore Giuseppe Platone tei. 0934-928123 o a Marco Jourdan tei.
091-6817941, fax 091-6820118.
COPPIE MISTE E CHIESE LOCALI: È il tema del 14°
incontro franco-svizzero-italiano delle coppie interconfessionali che si terrà a Torre Pellice presso la Foresteria valdese dall’8 al 10 luglio. L’incontro dibatterà «l’appello alle chiese» di padre René Baupère e del pastore Jacques
Maury del luglio 93 (in Riforma 24 settembre 1993 pag.
10), il dossier di Foyer Mixtes 105 e dell’accompagnamento pastorale delle coppie miste. Per informazioni e
iscrizioni rivolgersi entro il 20 giugno ai numeri 0121501702, 0121-5681508, 0121-795091, 0121-322426.
STORIA ERETICALE E ANTIERETICA DEL MEDIOEVO: E il tema del XXXV convegno di studi della
Società di studi valdesi. 11 convegno, sotto la direzione
scientifica del prof. Grado G. Merlo, si terrà presso la Casa valdese di Torre Pellice dal 4 al 6 settembre. Per informazioni rivolgersi alla Società di studi valdesi, via
Beckwith 3, 1(X)66 Torre Pellice, tei. 0121-932179.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
rnattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero,
appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,30 circa e, in
replica, il lunedì della settimana seguente
alle 8,25. Nella replica di lunedì 12 giugno trasmissione
su «Il giallo dell’articolo 8 (L’Assemblea costituente e la
questione della libertà religiosa in Italia)».
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare per lettera o fax i programmi quindici giorni
prima del venerdì di uscita del settimanale.
RAIDUE
A Roma il primo convegno nazionale di omosessuali credenti
Nell'amore non c'è paura
Il 13 e 14 maggio si è tenuto a Roma, presso l’aula magna della Facoltà valdese di
teologia, il primo convegno
nazionale di omosessuali cristiani che ha visto la presenza
di più di cento persone membri, per la maggioranza, dei
dodici gruppi di coordinamento. Non mancavano però
presenze romane, venute per
conoscere e capire, o venute
perché interessate a inserirsi
nel coordinamento di un’area
di credenti ancora un po’
sommersa e in difficoltà.
Difficoltà oggettive, certo,
perché tutti questi gruppi, di
matrice cattolica romana, non
trovano riconoscimento, e
spesso nemmeno sede, presso
le parrocchie di provenienza,
né presso le gerarchie: tutti
sanno che esistono e che vogliono vivere la loro fede
dentro la propria chiesa, ma
nessuno può nominarli e dar
loro spazio in quanto credenti
omosessuali. Difficoltà anche
soggettive perché loro stessi,
nella maggioranza, preferiscono non porre con forza alle chiese di origine la questione dell’identità e del duplice
diritto alla visibilità e alla comunione fraterna.
Il convegno ha avuto un taglio fortemente ecumenico: a
Il salone di Agape che ospiterà dal 3 al 9 luglio il 16® incontro di studio per credenti omosessuali
Maria Bonafede è stato affidato l’avvio dei lavori in
quanto la chiesa valdese di
Roma-piazza Cavour ospita,
ormai da due anni, il gruppo
cattolico «Nuova proposta».
La prima relazione, «Sessualità e fede cristiana», è stata
della pastora Teodora Tosatti.
La seconda di Franco Barbero, parroco a Pinerolo, che ha
ricordato l’inizio dei campi
omosessuali ad Agape nel
1980-e che è indubbiamente
un cattolico «sui generis»;
come gli è stato fatto osservare dai convegnisti che obiettavano al suo intervento pieno di libertà e di fede, egli
La Bibbia parla delTómosessualità in senso negativo, ma
non la considera di per sé, vi accenna in collegamento con
situazioni di peccato, e probabilmente non ha di mira lo
stesso genere di problemi dibattuto ai giorni nostri. Je condanne, quindi, derivano dal suo specifico messaggio o dal
suo sostrato culturale? Per fare un esempio; sarebbe corretto ricavare dalla Bibbia lina legittimazione della schiavitù,
o essa deriva dall’ambiente in cui la Bibbia è sorta? È in
gioco una valutazione cristiana dell’omosessualità ma le risposte sono diverse, perché dipendono a loro volta dai sistemi esegetici e teologici e dal ruolo che la Bibbia, nel
suo insieme, assume nella fede cristiana. Comune a tutte le
posizioni è coinunque la ricerca della fedeltà all’Evangelo
nell’affrontare i problemi di oggi.
Alcune questioni vanno ancora approfondite, se vogliamo lasciarci interrogare dalla parola di Dio e non sovrapporle le nostre precomprensioni. Spesso infatti si dà per
scontata una traduzione dei testi che invece è imprecisa e
ne altera il significato, oppure non si tiene conto del forò
contesto o del foro ambiente, sovraccaricandoli; la tradizione ha poi esasperato la portata di alcuni elementi. Tutto
ciò è particolarmente vero per il testo di Romani 1 e la sua
derivazione da una teologia della creazione.
Poiché comunque non è possibile risolvere un problema
sulla base di passi isolati, bisogna esaminare l’intero atteggiamento biblico. È spontaneo riallacciarsi a un «progetto»
di Dio sulTuomo: leggendo Genesi 1 e 2 emergono il simbolismo coniugale e il tema dell’uomo immagine di Dio in
quanto coppia, nella quale si vive il riconoscimento nell’altro del proprio limite creaturale, accettando dunque Dio
stesso, il grande Altro. Ma non bisogna forzare il simbolo
fino a identificare Timmagine di Dio con la coppia coniugale; la Bibbia opera infatti un processo di demitizzazione:
la realtà creata è affidata all’uomo; Dio la benedice, ma
non si rispecchia interamente in essa, non solo: non bisogna ridurre la portata del simbolo: nessuna espressione
umana paurisce in sé l’umanità, non si può essere uomini
se non in comunione con gli altri; infine, nella teologia biblica il simbolismo coniugale è portante ma non unico: c’è
queUo dell’Amico, dell’Ospite, della Madre e del Padre.
Bisogna teiier presente che il simbolo, proprio in quanto
tale, non può mai trovare una corrispondenza perfetta con
la realtà naturale da cui parte, non deve essere trattato come esaustivo di tale realtà e non può strutturare tutte le
esperienze individuali; non tutti siamo coniugi, e accettare
l’alto va ben al di là del rapporto coniugale. Del resto Genesi 1, 11 considera nell’insieme la molteplicità dei rapporti tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e i suoi simili, tra l’uomo e il creato, e la creazione stessa non traccia tanto una
teologia della «natura» umana, quanto un progetto che ha
il suo significato davanti a sé, nel regno di Dio.
Forse non possiamo ancora stabilire se il fenomeno omosessuale sia «naturale» o derivi dal peccato che ha reso la
nostra natura estranea a se stessa, ma la Bibbia vuole guidarci su un cammino di fede: è dunque urgente elaborare
una pastorale che accetti il punto di partenza concreto delle
persone, e proponga vie di fedeltà al Vangelo percorribili,
senza costringere alla emarginazione o a rinunce frustranti
che renderebbero impossibile seguire Gesù.
non poteva essere considerato, in quel convegno, la voce
del cattolicesimo. D’altra parte la voce del cattolicesimo
ufficiale e della gerarchia non
c’era perché non ha voluto rispondere all’invito che il
coordinamento gli aveva rivolto e a cui teneva.
Unica voce a esprimere T
identità omosessuale e a riflettere in qualche modo dall’interno, è stata quella di John
McNeill, nordamericano, cattolico, che ha parlato sul tema: «Scommettere su Dio; itinerari di libertà e di fede».
Il convegno si è concluso la
domenica mattina con un momento di culto, fatto di preghiera e lettura biblica: un
culto sentito, gioioso, emotivamente coinvolgente, in cui
molte voci hanno chiesto al
Signore che le chiese possano
diventare effettivamente la
casa di tutti i credenti, anche
gay e lesbiche, e che essi/e
possano essere riconosciuti e
considerati a pieno titolo fratelli e sorelle in Cristo. «L’omosessualità non è certo motivo di orgoglio, ma non può
più essere motivo di disprezzo, di solitudine, di emarginazione. E noi sappiamo che
nell’amore non c’è paura. Accoglici Signore e facci accogliere, tu che ci hai creati così, dai nostri fratelli e dalle
nostre sorelle». Questa è una
delle molte preghiere che
hanno dato voce al culto della
domenica mattina.
Agape
Identità
maschile
Da 16 anni Agape organizza incontri di studio per omosessuali credenti. 11 tema del
campo di quest’anno (3-9 luglio) è «Le corazze dell’identità maschile» e vuole tentare
di rispondere alla crisi dell’
indentità maschile con un
percorso positivo di crescita.
«In quanto gay ci si sente a
volte estranei - è detto nel foglio illustrativo - allo stereotipo maschile.
Eppure oggi, mentre assistiamo all’esplodere del soggetto maschile forte, universale, in tutti i campi del sapere, gli uomini che hanno
un’esperienza esistenziale
omosessuale si ritrovano con
una ricchezza da offrire di cui
spesso non hanno neppure la
consapevolezza». Il campo si
articolerà in quattro diversi
laboratori sui seguenti temi:
«La spiritualità» condotto da
Klaus Langeneck; «I modelli
creativi del maschile» condotto da Gianni Pozzi e Maurizio Palomba; «Politica e
mass media» condotto da Stefano Campana e Roberto Del
Favero; «Espressione corporea» condotto da Nicola Franceschiello. Per informazioni
telefonare allo 0121-807514.
Centro di Ecumene
Come
evangelizzare
VALDO BENECCHI
Sabato 1° luglio e domenica
2 si svolgerà a Ecumene
un convegno tecnico-operativo sull’evangelizzazione, organizzato dal Coordinamento
delle chiese metodiste e vaidesi per l’evangelizzazione e
dal Dipartimento per l’evangelizzazione dell’Ucebi.
Questi due organismi, che
da anni collaborano su progetti comuni, in pieno accordo con gli esecutivi Bmv,
hanno scelto quattro località
per condurvi un esperimento
pilota di evangelizzazione, e
quattro località che rispondono a tipologie diverse in maniera che gli eventuali risultati possono rappresentare utili
indicazioni per altre iniziative: Rio Marina, Viterbo, Perugia, Pescara. Per ogni località sono state raccolte notizie
circa la presenza evangelica
nel presente e nel passato e
sono state condotte delle ricerche sulla situazione economica, sociale, storica che ci
aiutano a capire meglio le
specifiche situazioni.
L’ordine dei lavori del convegno prevede interventi e dibattiti sul come-evangelizzare
nelle quattro specifiche situazioni, ma anche spazio per
ascoltare esperienze di evangelizzazione condotte in altre
città e che possono offrire un
contributo al nostro progetto.
Parteciperemo per esempio a
uri seminario sùlle metodologie di evangelizzazione: la
strategia della comunicazione,
mittente, destinatari, scopi, tipo di messaggio, barriere, canali. Il seminario sarà guidato
dal pastore Maxwell, della
Chiesa presbiteriana degli
Usa, che ha messo a nostra disposizione del materiale che
ci è stato di molto aiuto.
Un convegno di questo tipo
è, sotto molti aspetti, un esperimento nuovo sia perché
finalmente si avviano progetti concreti di evangelizzazione comuni, sia perché si cerca di vivere sul campo i risultati raggiunti daU’Assemblea-Sinodo 1990 e nel quadro tracciato dal sesto documento che sarà discusso al
prossimo appuntamento di
inizio .settembre.
I circuiti delle chiese metodiste e valdesi e le associazioni battiste hanno già ricevuto
l’invito a individuare e a invitare al convegno sorelle e fratelli che hanno vissuto o vivono esperienze di evangelizzazione 0 che comunque hanno interesse per questo lavoro. Estendiamo l’invito personalmente a^quelle sorelle e a
quei fratelli che pensano di
essere in grado di offrire al
convegno un contributo.
Le adesioni vanno indirizzate per parte metodista e valdese al past. Valdo Benecchi
e per parte battista al past.
Italo Benedetti.
Per t vostri acquisti,
per gli abbonamenti
ai periodici evangelici
Librerie
CLAUDIANA
MILANO:
via Francesco Sforza, 12/A;
tei. 02/76021518
TORINO:
via Principe Tommaso, 1 ;
tei. 011/6692458
TORRE PELLICE:
piazza della Libertà, 7;
tel.0121/91422
ROMA:
Libreria di cultura religiosa
piazza Cavour, 32;
tei. 06/3225493
15
¿- VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
Pagina Dei
PAG. 1 1 RIFORMA
Dibattito tra i lettori sul documento «Scuola statale, scuola privata, scuola di tutti» elaborato nel recente convegno diaconale di Firenze
Scuola: per un insegnamento non confessionale delle religioni
_______MICHELE ROSTAN______
Non mi convince il «Diverso parere» di Giorgio
(3uelmani pubblicato su
Riforma del 28 aprile scorso
a proposito del documento
«Per una scuola di tutti»
approvato dal convegno sul
tema «Scuola statale e privata, scuola di tutti», tenutosi a
Firenze in marzo.
Il primo argomento toccato
da Guelmani nel suo intervento riguarda l’atteggiamento dei protestanti italiani nei
confronti dell’insegnamento
; della religione cattolica (Ire)
nella scuola pubblica e le sue
'-conseguenze sul modo di
considerare la presenza del
«fatto religioso» nella scuola.
; Di fronte alla presenza dell’insegnamento confessionale
cattolico, frutto (viene ricori dato giustamente dall’autore
I del «Diverso parere») della
|:logica concordataria, gli ef, vangelici italiani hanno sosteI nuto la posizione secondo la
ly quale l’insegnamento religioI;. so (educazione in vista della
fede, secondo il nostro ling; guaggio) è prerogativa delle
I chiese e delle famiglie e non
deve essere impartito nella
I • scuola pubblica.
Questa posizione ha, nel
iC- tempo, mostrato almeno due
i debolezze. Nonostante la forI;, te mobilitazione delle nostre
i?' chiese contro l’invadenza cat[l',-' tolica nella scuola pubblica e
a favore prima dell’esonero e
poi del diritto di non avva■i lersi, non tutte le famiglie
y evangeliche hanno scelto e
C scelgono di «sottrarre» i prot. pri figli «all’indottrinamento
cattolico». Questo fatto può
g; avere cause diverse e contrad' * (littorie. Può essere il frutto di
un’identità evangelica «debo& le»; può derivare dalla diffi;_”-coltà di fare i conti con la
' propria diversità in ambito re■ ligioso e dal conseguente tig more di esporre i propri figli
ì; alle conseguenze di questa diversità; può essere la conse' ' guenza della presenza di un
■ coniuge evangelico e di uno
cattolico nella famiglia; può
infine derivare dal desiderio,
frutto di un atteggiamento un
po’ grossolano ma probabilmente genuino, di far valere
il pluralismo religioso nella
scuola: mando i miei figli
all’ora di religione per fare
vedere che ci sono anche i
protestanti.
Insomma, una posizione di
principio giusta e condivisibile in una parte (maggioritaria?) delle famiglie evangeliche italiane (quelle «più
vicine» alla chiesa?) ma non
in tutte. È necessario tenerne
conto. C’è però un secondo
motivo di debolezza di ordine più generale: la posizione
sopra ricordata vuole affermare la pari dignità di tutte le
confessioni, o di tutte le fedi,
chiedendo che nella scuola
pubblica non ci si occupi di
religione. Per fermare l’invadenza cattolica si è disposti a
rinunciare a qualsiasi discorso sulla religione e sulla fede
a scuola. Ecco la logica della
risposta «per sottrazione» di
cui parla il documento di Firenze. Secondo gli estensori
del documento, sono maturate le condizioni per rivedere
questa posizione e per cercare altre soluzioni; Giorgio
Guelmani, invece, dubita che
tali condizioni siano già in
essere.
Personalmente, ritengo che
a fronte di un’immutata posizione della chiesa di Roma
sull’insegnamento confessionale nella scuola pubblica,
ci siano almeno tre fatti che
hanno mutato e muteranno
ancor più il quadro di riferimento del problema. I cambiamenti possono venire, innanzitutto, dall’interno della
Chiesa cattolica. Mi è capitato di parlare con alcuni giovani dirigenti di organizzazioni giovanili cattoliche che
sono del tutto contrari al
mantenimento dell’Irc nella
scuola pubblica, considerandolo un gravissimo errore.
Alla mia sorpresa per le loro
affermazioni, mi è stato risposto che questa posizione,
seppure minoritaria, è più diffusa di quanto non appaia. Un
Riforma
Via Pio V, 15-10125 Torino-tei. 011/655278-fax 011/657542
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con «
del 1' gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
, con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 21 del 26 maggio 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 24 maggio 1995.
secondo fattore di cambiamento viene dalla crescente
presenza di immigrati musulmani e cristiani non cattolici
nel nostro paese.
Più costoro si integreranno
nella nostra società, mandando tra l’altro i figli alla scuola
pubblica, più la pluralità delle
fedi sarà visibile e richiederà
una riconsiderazione del problema «religione a scuola».
Infine, ci sono segnali che indicano che la società italiana
è più sensibile di un tempo al
problema del pluralismo, anche di quello religioso. Può
darsi che questo sia dovuto
alla secolarizzazione della
nostra società, o a una maggiore presa di alcuni valori
costituzionali oppure, ancora,
al contributo che varie forze,
compreso l’evangelismo italiano, hanno dato a un maggiore riconoscimento e valorizzazione della pluralità e
della diversità.
Credo pertanto che la situazione sia effettivamente in
movimento e che sia necessario per noi trovare il modo
migliore per i fari i conti con
essa. Credo che il nostro contributo non sia decisivo in termini di quantità. Le nostre
chiese non possiedono la
«massa d’urto» necessaria per
imporre alcunché. Piuttosto,
la definizione di una nostra
posizione e di una nostra proposta in materia è essenziale
perché sulla base di queste
verremo scelti come interlocutori o potremo offrire un
contributo utile. In che direzione muoverci? Mi sembra
che ci siano tre opzioni sul
terreno. La prima è quella di
mantenere l’attuale posizione
di principio; in questo caso, il
problema è che se tale posizione non diventa «vincente»
( non sposta cioè gli attuali
equilibri) rischia di lasciare le
cose come stanno con tanto di
Ire nella scuola pubblica. La
seconda è quella di rassegnarsi alla presenza dell’Ire ma di
aumentare il grado di pluralismo religioso nella scuola, introducendo a fianco dell’insegnamento confessionale cattolico altri insegnamenti ' confessionali tra i quali il nostro.
È la posizione che Giorgio
Guelmani intravede fra le righe del documento di Firenze, ecco «l’addizione ai privilegi», e che rifiuta decisamente. Questa posizione, oltre qi problemi di principio,
ne solleva anche di pratici: in
Italia, la popolazione protestante non ha una «massa»
sufficiente a esprimere il personale necessario per assicurare un insegnamento confessionale protestante nella
scuola pubblica su tutto il territorio nazionale.
La terza posizione è quella
di chiedere la fine dell’Ire e
l’inizio di un insegnamento
non confessionale che tratti il
fatto religioso. È la posizione
che per il momento mi convince di più e che rappresenta
uno dei possibili sbocchi delle cose scritte nel documento
di Firenze. Non credo che un
insegnamento di questo tipo
debba o possa (qui non concordo con il documento) essere una risposta alla domanda di senso che viene dai giovani; ovviamente questa domanda c’è e la scuola può,
anzi deve, dare un suo contributo per rispondervi.
Tuttavia questa risposta
non passa tanto attraverso i
contenuti delle materie insegnate, fossero anche filosofia
o religione, quanto piuttosto
attraverso il funzionamento
complessivo della scuola quale istituzione, anche istituto
per istituto, e attraverso l’etica professionale degli insegnanti, cioè attraverso la qualità delle relazioni che essi
sono capaci di instaurare con
gli studenti.
Lo scopo di un insegnamento di religione nella scuola è un altro: fare i conti con
uno dei fenomeni più persistenti e pervasivi della storia
dell’umanità.
Ci sono discipline, come la
sociologia della religione e la
storia delle religioni, che possono offrire le basi a un insegnamento del genere, così
come altre discipline la forniscono ad altri insegnamenti.
Un corso di studio della religione, un insegnamento non
confessionale quindi, può essere aperto al contributo esterno dei rappresentanti e
dei credenti delle varie fedi
presenti nel nostro paese. Si
può pensare che, nel quadro
del riassetto della formazione
degli insegnati che dovrebbe
essere affidato alle facoltà di
scienza dell’edupazione, possa trovare posto anche un
corso di formazione per gli
insegnati di religione, nel
senso di titolari di un corso
non confessionale sul fatto
religioso.
Certo, il peso che il cattolicesimo potrebbe far valere
anche in questo nuovo assetto
non confessionale di religione
sarebbe grande, in termini di
numero di insegnati, di indirizzo dell’insegnamento (come in tutte le discipline, anche nella sociologia della religione convivono impostazioni diverse), di accesso di
rappresentanti cattolici nelle
scuole. Tuttavia si passerebbe
da un insegnamento confessionale di una religione allo studio non confessionale
della religione e delle religioni e si introdurrebbe in maniera trasparente, regolata, un
maggiore pluralismo nella
scuola pubblica.
È di queste opzioni che occorre discutere, possibilmente
in termini pacati e in clima di
reciproco rispetto delle diverse posizioni. Mi auguro,
inoltre, che anche sulla seconda questione sollevata da
Giorgio Guelmani, le diverse
posizioni sul ruolo della
scuola e della formazione
nella nostra società, si possa
tornare. Mi sembra infatti che
sia l’identificazione proposta
da Guelmani di una precisa
prospettiva socio-politica sottostante il documento di Firenze sia la contrapposizione
tra l’attuale sistema dell’
istruzione e un sistema in cui
la scuola sia ridotta ad «accessorio dell’impresa, ad arma competitiva nello scontro
tra i vari capitalismi nazionali» semplifichino un po’ "troppo le questioni sul tappeto. In
attesa di discutere (li tutto
questo, concludo con un’osservazione.
Anche a me l’espressione
«mobilitazione totale» contenuta nel documento di Firen-ze non piace; vorrei però rassicurare Giorgio Guelmani su
un punto. Può darsi che tale
espressione sia effettivamente
mutuata da uno scritto del
prof. Prodi, nel qual caso
l’originale suona così; «La
scuola è il campo nel quale
bisogna produrre una totale
mobilitazione delle energie
pubbliche e private: senza
questa mobilitazione non solo
non vi è spazio per la crescita
ma nemmeno per la conservazione del nostro attuale livello di reddito». (R. Prodi,
«Governare l’Italia», Roma,
Donzelli, 1995, p. 32).
Credo che «totale mobilitazione» (occhio all’ordine
dei termini) volesse significare mobilitazione di tutti,
privato e pubblico, e non ci
fosse un richiamo, neppure
inconsapevole, a una precisa
descrizione dellaAxlogica nichilista dei totalitarismi del
nostro secolo». Sono abbastanza sicuro perché il termine «mobilitazione» viene
spésso usato, nelle scienze
sociali e politiche, per indicare un processo di acquisizione in tempi brevi di risorse di
vario tipo da spendere per
realizzare un certo scopo.
Certo lo scopo può essere
la guerra, ma può anche essere lo sviluppo economico o la
costruzione di un movimento
sociale o di altrè forme di
azione collettiva. Forse gli
estensori del documento hanno fatto un uso improprio del
termine; peggio per loro. Personalmente, vorrei poter continuare a utilizzare il termine
«mobilitazione», totale o parziale che sia, senza che esso
sia riferito a logiche di guerra
o di morte ma potendolo riferire a forme positive di azione sociale.
Fondo Di Solidarietà
Il pastore Oriente Sibane ci
scrive; «Con i primi cinque
milioni comperiamo cinque
buoi da lavoro che saranno
utilizzati a rotazione da varie
famiglie di Manzir. Se potete
raccogliere ancora altri cinque milioni potremo comprare cinque macchine per la riproduzione, dato che non esiste più bestiame nella nostra
regione».
Da parte nostra la raccolta
di offerte per il secondo invio procede bene e se continua con questo ritmo speriamo di ricevere nelle prossime settimane quanto basta
per spedire i cinque milioni
per l’acquisto delle, mucche e
offrire un aiuto veramente si
gnificativo a questi fratelli
così provati dalla guerra.
La raccolta di fondi per il
Madagascar procede invece a
rilento. Ferma quella per i
danni del tifone Geralda,
quasi ferma quella per la
cooperativa che lavora i ritagli di marmo. Eppure, soprattutto quest’ultima, è un
bell’esempio di come l’impegno, l’ingegno e la fantasia
possono creare lavoro per
gruppi di artigiani.
Vi proponiamo perciò, prima di lanciare nuovi progetti,
di concentrare per un mese il
vostro interesse anche su questa attività. Fra un mese invieremo quanto si è raccolto e
passeremo ad altre iniziative.
OFFERTE PERVENUTE
IN MARZO E APRILE
£ 1.000.000: Giuliana Gay Eynard.
£ 500.000: Unione femminile
valde.se San Germano.
£ 300.000: Chiesa valdese Trieste.
£ 200.000: Vanda Faure.
£ 150.000: Olindo Bufalo.
£ 100.000: Odette Balmas; Elga
Bongardo; Delia Fontana; Mirella Argentieri Bein; Ester La
Scala; Eletta e Maria Peyrot.
£ 75.000; NN Verbania (3 versamenti),
£ 50.000: Jenny Cionini; Nadia
Long Marey; A A,
Totale: £ 2.975.000
Totale precedente: £ 852.999
In cassa: £ 3.927.999
Volontari
a Praga
Il seminario battista europeo che ha chiuso i suol
battenti a Riischlikon (in
Svizzera) nello scorso aprile li riaprirà a fine agosto a
Praga. Molto è già stato
fatto per allestire la nuova
sede e permetterne il funzionamento sin dal primo
giorno di scuola, ma restano tanti piccoli lavori da
eseguire o terminare.
Se ci sono dei volontari
disposti a trascoirere una o
più settimane di lavoro a
Praga per aiutare a sistemare la sede del seminario si
rivolgano a Avernino Di
Croce, via Salvemini 3d,
10098 Rivoli (To); tei.
011-9584289.
16
PAG. 12 RIFORMA
VENERDÌ 2 GIUGNO 1995
50 persone in tutto il mondo dominano i mercati della finanza e della comunicazione
Il potere dei «nuovi padroni del mondo»
sfugge ormai ai controllo dei singoli paesi
_______ROBERTO PEYBOT
Bill Gâtes, Ted Turner,
Jeffrey Vinik, Rupert
Murdock, Larry Rong, Robert
Alien e altri ancora (in tutto
appena qualche decina di nomi): quanti, fra la cosiddetta
gente comune, saprebbero individuarli come i «nuovi padroni del mondo»? Eppure, in
un grande s’ettimanale francese («Le nouvel observateur»)
questi nomi, 50 in tutto, figurano fra i più influenti del
pianeta. In quest’elenco si
cercherebbero invano i nomi
di Clinton o di Eltsin o di
Kohl, e si trovano solo quelli
di coloro che dominano i
mercati strategici della finanza e della comunicazione.
Secondo il mensile francese
«Le monde diplomatique» di
maggio (che prende spunto
dal suddetto elenco per dedicare a questo problema un
lungo servizio), il nuovo assetto mondiale, che ha subito
profondi rivolgimenti a causa
dei continui progressi scientifici e tecnici, oggi si basa appunto, anziché sul mondo politico o su quello industriale,
sui mercati finanziari e sulle
reti di informazione, fra loro
strettamente collegati.
Il mondo della finanza, in
primo luogo: oggi può utilizzare strumenti che in tempo
reale gli consentono di compiere qualsiasi operazione ai
quattro angoli della terra. Poche migliaia di tecnici superpreparati, davanti ai loro
schermi elettronici e con l’orecchio attaccato al telefono,
interpretano i dati mondiali
trasformandoli con adeguate
operazioni in incalcolabili
profitti economici. Sono, come li definisce il mensile, i
«nuovi sacerdoti del mercato» agli ordini dei componenti l’elenco di cui sopra. Il
commento del segretario generale delle Nazioni Unite è
perentorio: «La realtà del potere mondiale sfugge ormai
largamente ai singoli paesi.
Questa nuova globalizzazio
Il magnate australiano Rupert Murdoch con la moglie (a sinistra) e ia figiia
ne sanziona l’affermarsi di
poteri che trascendono le
strutture statali».
Fra questi poteri, quello dei
mass media appare come uno
dei più forti e anche dei più
temibili. «Oggi il possesso
delle autostrade (elettroQ;iche)
dell’informazione - secondo
il vicepresidente degli Usa,
Albert Gore - rappresenta
quello che erano alcuni decenni fa le infrastrutture del
trasporto statale». Questo crescente potere della comunicazione, che preme attraverso
tutte le sue forme scritte, visive e parlate, sulla pubblica
opinione e la condiziona e la
forza ai consumi più svariati,
è ormai ben radicato in tutto
il globo: per il 50% è detenuto dagli Stati Uniti, mentre
l’altra metà è equamente divisa fra Europa e Asia.
Anche da noi questo fenomeno è visibile col «caso Berlusconi» che, grazie al suo potere finanziario e mediático,
ha raggiunto anche quello politico. Ma questo «caso» a sua
volta, e unico nel suo genere,
rappresenta una rilevante anomalia, data dal fatto che, prima come capo del governo e
poi come leader di un movimento, sia proprietario di tre
reti nazionali televisive, di altre regionali, di distribuzioni
pubblicitarie, di giornali e ri-viste nonché di svariati istituti
finanziari. Un’anomalia che
richiede con urgenza una norma di legge che definisca gli
obblighi e i limiti di una persona che voglia dedicarsi alla
politica. Sempre a proposito
di Berlusconi, è proprio di
questi giorni la notizia, prima
smentita poi nuovamente confermata, che Rupert Murdock
(ecco spuntare uno dei nomi
sopra elencati), l’uomo d’affari australiano titolare del colosso editoriale «News Corporation», sarebbe in trattative per acquistare dalla Fininvest una rete con relativa pubblicità. Questo gruppo multimediale (tv, quotidiani, settimanali) spazia dalla natia Australia in Gran Bretagna, dagli
Usa all’Est europeo, sempre
alla ricerca di nuovi mercati.
Secondo il già citato servizio giornalistico, si può stimare che una decina di reti
mondiali, risultanti da alleanze fra vari gruppi multimediali, costituiscono una vera e
propria macchina da guerra il
cui scopo esclusivo è la conquista di nuovi mercati. Intatte queste operazioni, sono favorite dal carente controllo
pubblico, dal segreto bancario, dai paradisi fiscali, dalla
fulmineità delle operazioni
speculative. Ci si deve ragionevolmente chiedere, come se
lo chiede «Monde diplomatique», se non debbano essere
prese misure urgenti per stabilire controlli nazionali e internazionali per regolamentare
tutta la materia. Viene auspicata un’azione del tipo «Mani
pulite» (a proposito, Borrelli
ha lanciato l’allarme sul parziale smantellamento della
Procura...) e la creazione di
un Consiglio di sicurezza economica in seno all’Onu.
Indubbiamente questi interessi di potenze mondiali private vanno in qualche modo
regolamentati e limitati, perché entrano fortemente in
conflitto con uno sviluppo
planetario durevole e più
equamente ripartito, da attuare piuttosto col supporto di
una reciproca cooperazione
internazionale che non con
l’oligopolio dei mercati.
'S" . r. • - ; J
Lanciato dal vescovo K. H. Ting, responsabile del Consiglio cristiano della Cina
Appello alla rìunificazione tra Cina e Taiwan
Il vescovo K. H. Ting, responsabile del Consiglio cristiano della Cina (Ccc), la più
grande organizzazione protestante della Cina continentale, ha lanciato un appello a
favore della riunificazione
della Cina e di Taiwan, e ha
vivamente criticato gli sforzi
messi in atto da Taiwan per
diventare membro delle Nazioni Unite e per essere riconosciuta come nazione a tutti
gli effetti. II. vescovo Ting ha
fortemente approvato le iniziative miranti a risolvere pacificamente le tensioni tra i
governi della Cina e di
Taiwan. Ognuno dei due governi rivendica da tempo la
sovranità sull’altro paese anche se, in questi ultimi anni,
il governo di Taiwan ha moderato le proprie rivendicazioni.
In un discorso fatto a Pechino nello .scorso marzo, il
vescovo Ting ha insistito sulla necessità di instaurare il
dialogo e di risolvere pacificamente le tensioni tra la Cina e Taiwan. Il Ccc, che è allo stesso tempo Chiesa e
Consiglio di chiese ed è autorizzato dalle autorità di Pe
II vescovo Ting, responsabile del
Consiglio cristiano della Cina
chino a rappresentare i protestanti cinesi, si oppone a tutte
le iniziative in vista di un riconoscimento ufficiale dell’
indipendenza di Taiwan.
D’altra parte, la Chiesa presbiteriana di Taiwan, la più
grande chiesa protestante del
paese, appoggia pubblicamente gli sforzi tendenti a far
riconoscere Taiwan come nazione indipendente e membro
deirOnu. I passi compiuti da
Taiwan per ottenere l’adesione airOnu hanno provocato
reazioni diplomatiche ferme
da parte del governo di Pechino in vista di frenare le ambizioni di Taiwan. E le tensioni
tra i due governi non hanno
smesso di crescere. «Non bisogna ricorrere ai mezzi militari per uscire dal vicolo cieco tra le due parti», ha detto
il vescovo Ting ai responsabili religiosi riuniti in marzo
a Pechino per discutere il discorso di Xiang Zemin, segretario generale del Partito
comunista cjnese, sul «grande compito della riunificazione pacifica della patria».
«E una situazione che può
richiedere parecchi anni e
non oso immaginare che sarà
facile per le due parti giungere a un’inte.sa - ha sottolineato il vescovo Ting - ma è meglio parlarsi piuttosto che rimanere fermi sulle proprie
posizioni. Tutti i cinesi sanno, fin dalla scuola materna,
che Taiwan è un territorio cinese. Taiwan è stata occupata
dal Giappone e, secondo un
principio immutabile, Taiwan
deve tornare alla patria. L’in
dipendenza di Taiwan è una
proposta senza fondamento».
Mentre alcuni «cristiani di
Taiwan» vogliono la riunificazione della Cina e di Taiwan, ha precisato il vescovo
Ting, «vi sono oggi fra i cristiani taiwanesi forze che
chiedono l’indipendenza di
Taiwan, e che fanno campagna per l’adesione di Taiwan
airOnu sotto il nome di “nazione di Taiwan’’».
C. S. Yang, segretario generale della Chiesa presbiteriana di Taiwan, ha precisato
che la sua chiesa approva la
raccomandazione del vescovo Ting di risolvere pacificamente la questione della Cina
e di Taiwan e di rafforzare il
dialogo. Ma, ha aggiunto, la
chiesa spera che il popolo
della Cina e il vescovo Ting
rispetteranno la volontà del
popolo di Taiwan, che in
maggioranza desidera l’adesione di Taiwan all’Onu.
«Taiwan è di fatto indipendente da molti anni e non dovrebbe essere ignorata dalla
comunità internazionale; è
una realtà, un’entità, un paese a pieno diritto» ha concluso Yang. (eni)
Brevi
dal n™®”
Israele: liberazione di alcuni
prigionieri palestinesi
GERUSALEMME — Ï primi prigionieri palestinesi di un
gruppo di 258 sono stati liberati lo scorso 8 maggio, in occasione della festa musulmana di El Adha. Il giorno prima, il
governo aveva annunciato che 3.000 nuovi permessi di lavoro erano stati dati a palestinesi della Cisgiordania occupata.
Dole vuole trasferire Pambasciata Usa
da Tel Aviv a Gerusalemme
•WASHINGTON — Robert Dole, capo della maggioranza
repubblicana al Senato, ha presentato il 9 maggio scorso un
progetto di legge per trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti
in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme entro maggio 1999. Il
segretario di stato, Warren Christopher, ha qualificato questo progetto come «male ispirato e pregiudizievole».
Armenia: liberazione di prigionieri azeri
JEREVAN — Il presidente armeno, Levon Ter-Petrossian, ha annunciato la liberazione di 29 prigionieri di guerra
azeri. Intende così segnare il primo anniversario del cessate
il fuoco tra i due paesi che sono stati in conflitto per sette
anni per il controllo dell’Alto Karabakh, enclave a maggioranza armena in territorio azero.
Ungheria: boom delle privatizzazioni
BUDAPEST. — Il 9 maggio scorso il Parlamento ungherese ha adottato una legge di privatizzazione che prevede la
vendita di quasi tutte le banche e imprese pubbliche. Le piccole e medie imprese sono già state privatizzate.
Sri Lanka: sedici persone uccise
dai guerriglieri tamul
ANURADHAPURA — Sedici persone sono state uccise
il 10 maggio scorso in un attacco della guerriglia tamul contro un posto di polizia vicino a Anuradhapura, nel centronord del paese. 210 poliziotti e soldati sono stati uccisi da
quando la guerriglia ha rotto la tregua, il 19 aprile scorso.
La Romania ratifica la Convenzione
europea sulle minoranze nazionali
BUCAREST — La Romania ha ratificato FU maggio
scorso la Convenzione del Consiglio dell’Europa per la protezione delle minoranze nazionali. Venticinque altri stati
(esclusa la Francia) sottoporranno questo documento ai rispettivi Parlamenti per la ratifica. Questa Convenzione è
stata criticata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio
d’Europa, che ritiene che non sia abbastanza esplicita.
Ruanda: se ne va per protesta
¡1 procuratore della Repubblica
KIGALI — Il procuratore della Repubblica di Kigali,
François-Xavier Nsanzuwera, si è esiliato in Belgio per protestare contro le derive autoritarie del governo e contro l’indifferenza della comunità intemazionale.
Stati Uniti: fermato un ex dirigente
neoduvalierista di Haiti
NEW YORK — L’ex dirigente neoduvalierista Emmanuel Constant, accusato di omicidio ad Haiti, è stato fermato il 10 maggio scorso a New York dai servizi per l’immigrazione. Era entrato negli Usa nel febbraio scorso con un
visto turistico, annullato dal dipartimento di stato dopo una
richiesta di estradizione da parte del governo haitiano.
Messico: gravi accuse contro il fratello
dell'ex presidente Carlos Salinas
CITTÀ DEL MESSICO — Raul Salinas de Gortari, fratello dell’ex presidente Carlos Salinas, è accusato di avere
versato 300.000 dollari all’ex deputato Manuel Munoz Rocha per assassinare il numero due del Partito rivoluzionario
istituzionale (Pri), José Ruiz Massieu.
Etiopia: vince la coalizione governativa
ADDIS ABEBA — Vittoria schiacciante della coalizione
governativa alle elezioni del 7 maggio scorso. Il Fronte rivoluzionario democratico del popolo etiopico, del presidente Meles Zenawi, ha ottenuto i 92 seggi del Parlamento regionale e 21 dei 23 seggi del Parlamento federale.
Ghana: manifestazione dell'opposizione
ACCRA — Una nuova manifestazione dell’opposizione
ha radunato 50.000 persone ad Accra il 12 maggio scorso,
all’indomani degli scontri che hanno fatto 8 morti e 53 feriti
fra gli oppositori, durante una marcia contro l’austerità. Secondo alcune testimonianze, la manifestazione è stata attaccata dai partigiani del presidente Rawlings.