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DELLE
Spstt.
BilslLolQs:
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(Torino)
Valiese
TOìRS PEUICE
S e 11Í m a n a I e
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVII - Num. 8
Una copia La 30
ABBONAMENTI
\ Eco: L. l.OOO per l’interno
/ L. 1.500 i>er l’estero
Eco e La Luce: L. 1.500 per Tintemo | Spediz. abb. postale - Il Gruppo
L. 2.000 per l’estero | Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 22 Febbraio 1957
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Importante
scoperta
1 giornali religiosi hanno annunziato la scoperta, in Svizzera, di importanti documenti biblici. Facendo
lo spoglio di un blocco di antichi documenti di provenienza egiziana,
acquistati dal Sig. Martin Bodmer,
di Coligny, si è trovato un piccolo
libro che ha suscitato immediatamente uno straordinario interesse
scientifico e religioso. Si tratta, infatti, del più antico documento di
un testo biblico di particolare lunghezza, noto fino a oggi.
Quel libro o codice contiene i quattordici primi capitoli dell’Evangelo
di i Giovanni. Ma, a parte, sono stati
trovati molti piccoli frammenti di
papiro che consentiranno di ricostruire anche gli ultimi sette capitoli dello stesso Evangelo.
il prof. Victor Martin, titolare della cattedra di greco all’Università di
Ginevra e specializzato in papirologia, ha letto e trascritto il testo scoperto e lo ha ora consegnato alle
stauipe ad uso dei filologi e dei teologi.
(.’on l’aiuto di altri esperti, il prof.
Martin è riuscito a datare in modo
assai approssimativo il manoscritto.
Esco risale verosimilmente alla prima metà del 3» secolo dopo Cristo,
cioè al tempo del grande pensatore
cristiano Origene. Tra il 200 ed il 250
la cristianità egiziana fu sottoposta
a dure persecuzioni e l’Evangelo si
diCuse in molte zone del paese; la
sete di conoscerne il contenuto favori con tutta probabilità la moltiplicazione dei testi biblici. D’altra
parte, i manoscritti dovevano essere
*più maneggevoli dei grossi rotoli tradizionali e più facilmente potevano
essere nascosti agli occhi degli avversari. Di qui, la forma di libretto
dell’attuale manoscritto: di formato
ridotto a meno di venti centimetri
di lato. E’ costituito da fogli di papiro piegati in due e cuciti. Ci si raffigura volentieri un colportore o im
antico evangelista viaggiando con
quell’evangelo quasi invisibile ma
pronto per essere aperto ad ogni buona occasione.
Se, come sembra indubbio, il ma
noscritto risale al 230 circa, esso è di
un secolo e mezzo più aiitico del più
antico documento fino ad ora conosciuto, cioè il Codice Vaticano. Tra i
due documenti vi sono molte differenze, più di 400, ma sono minime e
riguardano quasi tutte l’ordine delle
parole, la forma più che il contenuto. Si notano tuttavia alcune omissioni che confermano il carattere più
recente di certi episodi o di certi pas
s: dell’Evangelo : così, ad esempio, il
racconto della guarigione del paralitico di Betesda, non contiene (nel
documento antico ora scoperto) le
menzione dell’angelo che scende per
agitare l'acqua della vasca, come si
legge in certi manoscritti. Inoltre,
non si trova neppure il racconto dei
l’mcontro di Gesù con la donna a
dultera, episodio, questo, assente nel
maggior numero degli antichi manoscritti. La Bibbia Riveduta, pur contenendo quel racconto, annota in
margine che probabilmente « si ha
qui il ricordo autentico di un fatto
della vita di Giesù, benché ñon fa^
cesse parte del Vangelo originale di
Giovanni».
Gli studi biblici saranno indubbiamente potenziati da quella sensazionale scoperta di un documento cosi antico, testimone della fede cristiana in Egitto nel terzo secolo dopo
Cristo. Red.
Tappe della libertà
religiosa in Italia
Per precisare la situazione attuale della libertà religiosa in Italia
e comprendere l’importanza di essa è necessario ricordare le varie tappe
della nostra legislazione in merito;
Codice Albertino (1837): art. I. - La religione Cattolica Apostolica
Romana è la sola religione dello stato. II - Il Re si gloria di essere il
protettore della chiesa... III. - Gli altri culti attualmente esistenti nello
Stato sono semplicemente tollerati secondo gli usi ed i regolamenti speciali che li riguardano.
Lettera-patente 17 febbraio 1848: «I Valdesi sono ammessi a gode
re di tutti i diritti civili e politici dei nostri sudditi, a frequentare le
scuole, dentro e fuori delle Università ed a conseguire i gradi accademici. Nulla è innovato quanto all’esercizio del loro culto ed alle scuole
da essi dirette».
Statuto Albertino 4 marzo 1848: Art. I - La religione Cattolico Apostolica Romana è la sola religione dello Stato. Gli altri culti ora esisi-enti
sono tollerati conformemente alle leggi.
Legge 19 giugno 1848 (Legge Sineo): «La differenza di culto non
forma eccezione al godimento dei diritti civili e politici, ed alla amimssibilità alle cariche civili e militari »,
Legge 13 maggio 1871 (detta delle Guarentigie) Art. II - . .La discussione sulle materie religiose è pienamente libera.
Legge 24 giugno 1929: Art. I - Sono ammessi nel Regno culti diversi
dalla religione Cattolica Apostolica Romana, purché non professino
principi e non seguano riti contrari all’ordine pubblico o al buon costume ; l’esercizio anche pubblico di tali culti è libero.
Costituzione della Repubblica Italiana. Art. 3 ■ Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono uguaU davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.
Art. 8 - Tutte le confessioni leligicse sono ugualmente libere di
fronte alla legge...
Art. 19 - Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria
fede religiosa in qualsiasi fonna, individuale o associata, di fame propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non
si tratti di riti contrari al buon costume.
Là
(del lavoro
Nonostante il poderoso fermento
di ideologie sociali e^ politiche del
nostro tempo, non si può dire che,
in qualche paese deÌla terra, sia stata raggiunta la perfezione in fatto
di organizzazione dèlie varie attività umane concorrerti all’incremento della civiltà ed’* alla prosperità
economica delle nazioni. D’altra
parte, i principi! di equità, di giustizia e di perfettà valorizzazione
morale del lavoro potrebbero trovare il loro fondamento etico in ima
legge naturale ed universale che
trascende tutte le ideologie sociali.
Quella che desideriamo mettere
in luce è appunto quqsta legge vit£^
le operante in tutto il creato. Se da
una parte Dio sembra immobile nel
mistero della sua etffltna perfezione,
dall’altra Egli si rivela stupendamente attivo in tutto quello che vive e respira nel suo seno.
Guardate con occhio sereno la natura che vi circonda; Essa non tarderà ad apparirvi come un immenso
cantiere, dove ferve un’opera vasta,
semplice in apparenza, ma^ complessa e lungimirante imlle sue finalità
palesi od occulte. questa grande
opera della vita colMJoraùo le cose
e gli esseri tutti, dal minerale al vegetale, dalRanimafie' all’uomo : dal
più minuscolo al'più grande, dal più
umile al più suberbo, tutti quanti
partecipano alla elaborazione di
qualche prodotto utile, ,di qualche
bellezza, di qualche armonia di vita
c concorrono ad arricchire il nostro
mondo sì da ispirare parole di lode
e di ammirazione al poeta, al sag
gio, al profeta: ” O Eterno, Signor
nostro! Coinè grande il nome tuo su
tutta la terra!
Quando l’uomo comincia a sentire neU’atìima sua il ritmico palpito di vita che è nell’anima del mondo, egli diventa capace di comprendere la grandezza e la bellezza della legge del lavoro che, attraverso
la fatica ed il sacrificio, si espande
Ffella libertà e nella gioia dell’opera
compiuta.
Il " pericolo’,, di una
schiavitù’ organizzata
te, per procurarsi non solo il necessario per vivere ma soprattutto benessere, vantaggi e lusso, potenza,
^oria e godimenti mondani. Per
raggiungere queste mète brillanti
dell’esistenza incarnata, essi non
esitano ad abusare delle loro energie
fisiche e delle loro capacità intellettuali, con gravi conseguenze per la
loro salute ed il loro equilibrio
mentale. E non è raro che tali persone cedano alla tentazione di sfruttare il lavoro dei loro simili, creando le cause di quei gravi squilibri
economici che turbano la vita dei
popoli.
Finché il lavoro è considerato come una pena o una dura necessità
che si subisce, o come un mezzo di
guadagno e di sfruttamento delle cose e delle creature, l’uomo non può
trovarvi una pura fonte di gioia.
L’egoismo sempre deforma ed avvilisce l’attività umana, fino a trasformare il lavoro in schiavitù organizzata.
£' possibile la
gioia nel lavoro’?
D’altra parte, la legge del lavoro
rettamente intesa potrebbe trasformare la. terra , in una nobilissima
scuola di sapienza e di progresso per
tutti gli uomini anelanti alla gioia
del vivere. Infatti, coloro che hanno raggiunto un certo grado di illuminazione interiore non parlano
mai con amarezza o con accenti di
ribellione delle miserie della vita e
della necessità di lavorare; ma sanno di dover tenere con onore il loro
posto, umile od elevato, finché il
frutto delle loro fatiche sia giunto
a maturazione per il bene di tutti.
Questo intenso desiderio di vivere
ed operare « finché è giorno » è una
gioia che qualche volta si tramuta
in estasi, perchè è realmente un ri
flesso dell’attività creatrice del Padre celeste che opera per mezzo dei
suoi figliuoli pel grande campo del
suo Regno.
Perciò la fede che non si esplica
in una azione conforme alla volontà
di Dio, per il bene dell’umanità,
diventa un narcotico per l’anima
del credente. Il tentativo di esplorare l’infinito e di comprendere il significato della vita non otterrà mai
alcun buon risultato indipendentemente dal mondo dell’attività. Ecco
perchè a mano a mano che progredisce la civiltà, l’uomo si sente afferrato dal bisogno di essere sempre
più attivo, aumenta i propri obblighi e s’impone nuovi compiti di sua
spontanea volontà. Questo significa
che chi brama di essere intimamente
sereno e felice deve compiere con
gioia ogni sua fatica materiale o
mentale per ubbidire liberamente
alla legge che regola la sua vita in
modo da renderla feconda di bene
e di verità per se stesso e per i fratelli.
L’uomo che dissoda un terreno
duro ed iraproduttivo e lo trasforma
in un campo o in un giardino rende
gloria ed onore a Dio che ha creato
la terra e gli ha dato la possibilità
di renderla produttiva; parimenti
’ io scìmilìiato che’, a prezzo della sua
vita, strappa alla natura i segreti
delle sue leggi, allarga gli orizzonti
della verità e prepara nuovi mezzi di
progresso; non meno nobile ed utile
può essere l’opera di ogni lavoratore, di ogni pensatore, di ogni artista che offra aU’umanità i tesori
che ha ricevuto da Dio.
La legge del lavoro, che deriva
dall’attività creatrice di Dio, è dunque una fonte di gioia, di progresso
e di elevazione spirituale per tutti
coloro che la comprendono e ne fanno l’ideale della loro vita.
G. Francesco Peyeonel
STUDI SULL’ATEISMO
Ma purtroppo l’uomo, in generale, stenta ancora a comprendere
la dignità e la bellezza di questa divina legge di vita e di progresso.
Alcuni,- forse troppi, considerano
il lavoro con una certa larvata od
aperta ostilità, quasi si trattasse di
una punizione inflitta da Dio alla
nostra umanità. V’è ancora chi crede che il lavoro sia un diabolico
frutto del peccato e che l’uomo sarebbe felice se non dovesse lavorare
per vivere. 11 male c’è indubbiamente nel lavoro, .ma è l’uomo che !o
crea, l’alimenta e l’esaspera con le
sue prevaricazioni, con la sua carenza di giustizia e d’amore verso i
fratelli.
Altri si limitano a considerare la
umana fatica quotidiana come una
dura necessità inerente, non si sa
perchè, al « mondacelo » in cui siamo costretti a vivere. Perciò si limitano a lavorare senza entusiasmo
quel tanto che basta ad assicurare a
se stessi ed alla famiglia il necessario per vivere alla meno peggio. In
gergo popolare si dice « tirare a
campare ». Sono questi i primi a
lamentarsi della Provvidenza!
Più numerosi forse sono quelli che
considerano il lavoro soltanto dal
punto di vista utilitario, come un
mezzo naturale, talvolta interessan
Si tratta di una serie di studi tenuti a Crét-Bérard, se non andiamo
errati, nel corso dell’anno passato,
raccolti e magistralmente presentati
da Edoardo Mauris.
Spesso, negli ambienti cristiani,
quando si parla di ateismo e di atei,
se ne parla con senso di superiorità e,
comunque, con una conoscenza molto
superficiale degli uomini e del loro
pensiero.
Gli atei sono « quelli che dicono
che Dio non c’è ». E ci si accontenta.
In realtà le cose non sono soltanto
più complicate, ma anche molto più
serie perchè rivelano la posizione non
di uomini che per comodità preferiscono vivere « come se Dio non ci
fosse»; ma di «fratelli» che nella
ricerca di un vero e profondo iraia
nesimo e nel tentativo onesto di un
amore fra gli uomini che sia più
reale e più vissuto di quello che i cristiani professano e così spesso non
vivono, hanno creduto di dover negare il concetto di Dio come un mito che ha deviato su falsa strada le
energie degli uomini.
Ma vi è di più. I tempi dell’ateismo
teorico ed astratto sono ormai passati p>er far posto ad un ripensamento filosofico e ad im impegno sociale
nella ricerca di un nuovo e più vero
rapporto umano: un ateismo morale
e sociale, dunque, fecondo di opere
e di impegni profondi; un ateismo
che è un dito accusatore puntato su
noi cristiani i quali non possiamo so
lamente ripetere loro che un tentativo
senza Dio è destinato a fallire, ma che
dobbiamo anche riflettere a quanto
poco abbiamo realizzato noi — con
Dio!
D’altra parte gli atei più coscienti
del nostro tempo sembrano rendersi
conto della vanità del loro tentativo se è vero, come dice B. Fondane,
che la famosa affermazione di Nietzsche: «Dio è morto», che si è trasformata in questa altra:« L’uomo
ha ucciso Dio», suona oggi così per
molti : « Lo abbiamo ucciso per nulla». E la solitudine stessa che cerca
oggi l’uomo ateo di Camus e di Sartre, dopo che il Bene', la Giustizia,
il Dovere, la Società, si sono rivelati
solo degli alibi o dei rifugi per gente
in mala fede, non potrebbe, alla fine,
indicare che essa cerca di evitare la
drammatica presenza di Colui che si
può negare ma non sopprimere?
Di questo mondo così pieno di interesse e di drammaticità, in cui la
grazia di Dio non si può tuttavia
dire assente, Heinz Schrey (Tubinga) studia il fenomeno marxista;
Pierre Henri Simon esamina le forme letterarie francesi: Sartre, Camus, Salacroux, Malraux; Gabriel
Marcel dell’Accademia di Francia ;
l’Athéisme philosophique et la dialectique de la conscience religieuse;
ed infine il Prof. Pierre Bonnard di
Losanna vi dedica l’esame di due
passi neotestamentari : 1» Cor. 2:6-11 :
Nessuno conosce le cose di Dio se
non lo Spirito di Dio; e I» Giovanni
2 ; 20-25 • Chiunque nega il Figliuolo
non ha neppure il Padre.
Franco Davite
L’ATHEISME CONTEMPORAIN :
studi di H. H. Schrey - P. H. Simon
- G. Marcel - P. Bonnard presentati
da E. Mauris. Labor et Fides Ginevra XI 1956 s. p.
2
2 —
rrrrr^TT
L'EGO DELLB^VSiLLi VALDESI
f
I M\ATR;IMQ|fl MISTI
(cf-KcnT
C’è nel mio studio un giovane, a
me del tutto sconosciuto, che ha
chiesto di parlarmi.
Mi dice di essere cattolico, ma di
voler sposare una ragazza valdese,
membro della Parrocchia e vorrebbe sapere quali sono le «condizioni che i Protestanti pongono in questi casi».
Mentre faccio del mio meglio
per spiegargli le difficoltà, non tanto ecclesiastiche ed esteriori, quanto interiori, personali e familiari
cui va incontro, egli mi interrompe e mi dice, velocemente, come
qualche cosa che non si vorrebbe
troppo dire, ma che pure si ritiene
estremamente importante «Ma noi
ci amiamo! ».
Mi accorgevo già da un momento
che stava pensando ad una risposta
che risolvesse la questione e mettesse un punto fermo alla nostra discussione, al di sopra di ogni problema e difficoltà spirituale e religiosa.
«Ma noi ci amiamoli).
Per un attimo dimentico lui e la
sua conversazione e rivedo me stesso un certo numero di anni or sono.
Non ho mai avuto il problema
del mio interlocutore perchè ognuno ha i suoi, e non tutte le vie degli
uomini sono parallele ; ma anche
per me, come per tutti, c’è stato un
momento in cui questa frase sembrava dover superare ogni difficoltà presente e futura.
La meravigliosa e misteriosa realtà dell’amore fra due creature appare un giorno, per un errore di
prospettiva molto comprensibile,
come la realtà più vera e più forte
di tutta la vita, come la forza capace di superare tutte le difficoltà
della vita, come la ragione vera
della nostra esistenza.
E benedico Iddio che un giorno
sia stato così per tutti, e che Egli
abbia creato questo amore fra le
sue creature.
E mi risento al posto del mio interlocutore, con tutta la forza di
convinzione che egli mette nelle sue
paro'e, con la sua indubitabile sincerità; e sento di volergli bene, se
non altro per avermi fatto rivivere
questo tempo passato.
L(i vita
non è tutta sentimento
Ma, non ostante tutto, il tempo
è passato e se l’amore non è passato
dalla vita coniugale, anzi, vi ha
messo profonde radici, ho anche
dovuto sperimentare la realtà
della nostra teologia riformata
che ci invita a non mettere tutta la
nostra fiducia sui sentimenti umani
— meno sicuri di quanto non si
pensi — e degli avvertimenti della
psicologia che ci mostra come essi
siano molto meno limpidi e cristallini di quanto non si creda a venti
anni.
L’amore è rimasto! Ma ho anche
visto che nella vita vi sono dei problemi che l’affetto reciproco non è
capace di risolvere perchè la vita
non è tutta sentimento ed il sent’;mento stesso deve trovare di volta
in volta e mano a mano che gli anni passano delle forme adatte alle
nuove situazioni. Anche se la classica «luna di miele» riesce a durare
degli anni interi, essa non è eterna.
Le statistiche ci dicono che la
maggior parte delle rotture legali
* I- .-.Terr—-f - ■
La Parola della vita
La santità di Dio
«Santo, santo, santo è l’Eterno degli
eserciti» (Isaia 6 v. 3).
Tutto l’Antico Testamento è dominato dall’idea grandiosa della
santità di Dio.
Essa non è una quaiità divina fra molte altre, ma caratterizza la
natura stessa di Dio. Dio è santo e non può non esserlo senza cessare
di essere Dio. Negli uomini la santità è, per natura, inesistente; nei
cristiani non è tanto una virtù umana di aitissimo vaiore quanto un
dono ricevuto mediante la fede in Cristo : essi sono « santi » perchè appartengono a Dio come dei peccatori che Cristo ha riscattato col prezioso suo sangue.
Dio, invece, è santo. Egli è «la luce ed in Lui non vi sono tenebre
alcune ». E’ totalmente diverso da noi, anche se ci ha fatti a Sua immagine e somigiianza, è inconfondibiie con gli idoli e con le più sublimi creazioni delio spirito umano : « Chi è pari a Te fra gli dei, o Eterno?
Chi è pari a Te, mirabile nella tua santità?» Nessuno osa rispondere;
perciò Dio stesso rende ia Sua testimonianza, dicendo: «Io sono Dio,
e non un uomo, sono il Santo in mezzo a te ».
Nella Bibbia, però, la santità divina non è appartata dagli uomini,
isolata nell’alto dei cieli, come un prezioso gioiello nel suo splendido
scrigno. E’ una santità operante ed attiva, una santità che si manifesta
nel mondo e soprattutto nella storia dei popolo di Dio : « Così parla
Colui che è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità e che ha nome il Santo,
Io dimoro nel luogo alto e santo, ma sono con colui che è contrito ed
umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il
cuore dei contriti».
Gli idoli delle nazioni sono « come pali in un orto di cocomeri, e
non parlano : bisogna portarli, perchè non possono camminare ». Ma
cosi dice l’Eterno : « Io mi rnagnificherò e mi santificherò e mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni ed esse sapranno che sono io
l’Eterno ».
Perciò, tanto nell’Antico quanto nel Nuovo ’Pestamento, la nozione
della santità divina è spesso congiunta a quella della sua gloria. La
gloria di Dio, in un certo qual senso, è il prolungamento o la manifestazione della Sua santità in mezzo agli uomini.
C’è, se si vuole, una progressione nel modo in cui la « gloria di Dio »
appare. Sul Sinai, «la gloria dell’Eterno apparve nella nuvola», poi
come «un fuoco divorante». Più tardi «la gloria deirEterno riempiva
i. tabernacolo » e i salmisti diranno che « i cieli raccontano la gloria di
Dio » Fino al giorno in cui la nuvola sarà dissipata e Gesù Cristo apparirà qual suprema manifestazione della .santità e deila gloria di Dio,
Poiché l’Iddio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre, è quel che risplendè nei nostri cuori affinchè noi facessimo brillare la luce della
conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Cristo ».
Nell’opera della creazione ed in quella della redenzione, Dio è Santo:
tutta la terra è piena della Sua gloria. e. r.
o non legali avvengono od hanno
origine proprio in questo periodo
di trasformazioùe dell’amore.
Esso, nella feuma che sognarne a
vent’anni, non è perciò capace di
resistere alla tremenda usura di una
vita in comune di tutti i giorni.
Esso ha bisogno a sua volta di
essere alimentato per sopravviver*(• per aiutare a vivere anche noi.
Ha bisogno di essere alimentato
da una sorgente più costante di
quella del sentimento e più profonda di esso; ha bisogno di avere la
base .solida della roccia che resiste
a tutte le tormenlje.
Noi e molti-ssimi altri abbiamo
ti-ovato questa sorgente e questa
roccia nella comune fede che Dio
sostiene nella sua fedeltà mediante
la sua Parola e che nè sentimenti nè
avversità possono vincere.
E non credo, sia facile trovare
un’altra alternatrva alla fede ed un
altro fondamento oltre a quello che
esso offre. c
«Ma noi ci amiamo!». Questa frase di gioiosa sicurezza che è o che
è stata un giorno anche la nostra,
rappresenta spesso l’unica base per
un matrimonio quando mon c’è
quella più profonda della fede comune e si propone come il sostituto sufficiente di essa.
E’ una cosa importante, insostituibile. Non vorrei dover unire in
matrimonio alcuno che non lo possa dire con profonda sincerità. Ma
non basta. '
Per questa ragione, il discorso
che è valido per tutti i matrimoni,
anche se fra giovani della stessa fede, lo è in modo particolare per
quelli misti. ’
del matrimonio misto
Che cosa è?
Parlando in modo molto preciso
esso potrebbé indicare un’unione coniugale fra due persone che non
hanno la stessa fede.
Per cui, in pratica esistono dei
matrimoni misti- anche in famiglie
in cui tutti e due i coniugi sono
iscritti nei registri della stessa Chiesa! “
Sì. Perchè, in'pratica, è mista una
famiglia in cui ‘uno crede e l’altro
no! Se non ci sono tutte le difficoltà che elenchereimo più tardi, ci sono certo quelle'più profonde e più
personali, che npn sono mai le più
facili a risolvere.
Credo che questo aspetto del problema, non possa essere ignoratoEsso è troppo, sottovalutato dalla
gente per cui il nome su di un registro conta più delle convinzioni e
della fede degli individui; da tutti
coloro che non guardano alla sostanza delle cose, ma a quel che dice la
gente e « la gente » non può occuparsi se non di cose formali.
Matrimoni misti fra gente della
stessa religione.' Questa è la causa
di molte difficoltà e di molti insupcessi familiari. Ragione tanto più
grave quanto più è ignorata.
Ma normalmente il termine di
« misto » viene i riservato a quelle
unioni in cui i due sposi non condividono la stessa fede. Praticamente
in Italia, esso indica un matrimonio
fra un protestante ed un cattolico.
Infatti, non ostante le pretese differenze fondamentali e le lotte a
coltello che taluni affermano esistere fra i protestanti, un matrimonio
fra un Valdese ed un appartenente
ad im’altra confessione evangelica
non è un matrimonio misto; non
solo nella forma, ma nella sostanza.
Molti esempi lo dimostrano lumir osamente.
Ci atterremo anche noi a quello
che è il significato corrente della
parola e parleremo quindi di matrimoni fra protestanti e cattolici,
e di ciò che essi'significano sul piano religioso, familiare e confessionale. Franco Davite
Mammm noi ci amiamo I
Il problema dei matrimoni misti sarà trattato dal Pastore Franco Davite in una
serie di articoli - - Lo studio che ora presentiamo apre la serie e imposta il
problema nella sua importanza, e ai tempo stesso, nella sua delicatezza
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Il nostro vecchio
e caro «Collegio»
Ad intervalli più o meno regolari
siamo scossi da notizie allarmistiche
circa il nostro caro Collegio Valdese,
a ricordare che noi, ex-allievi, non
facciamo quanto sarebbe in nostro
potere e nostro dovere per conservarlo in vita. Ho letto or non è molto alcune rievocazioni sulle colonne dell’Eco e mi permetto continuarle con
qualche ricordo personale che forse
sarà letto senza fastidio dai superstiti
condiscepoli.
Il primo contatto con codesto Istituto avvenne quando ancora questo ,
secolo non era spuntato; provenivo
da un regio ginnasio del Mezzogiorno
ove i più vecchi professori erano ancora usciti dalle scuole confessionali,
non erano cime di cultura e scivolavano spesso nel dialetto. R debutto a
Torre Pellice non fu scevro da amarezze; le accoglienze dei condiscepoli
non furono delle più cordiali : era forte allora il pregiudizio contro le regioni... australi, ma ben presto mi riconobbero una dose di... Valdesìa sufficiente a farmi ammettere nella loro
intimità. Per quanto poi ancora acerbo, riconobbi subito nel corpo insegnante una differenza di stile con i
miei docenti di prima. Erano, i nuovi, uomini senza pretese, ma erano
ciò che oggi si chiama « uomini di
classe ».
D primo che conobbi fu il mite, modesto, ma efficiente Onesimo Revel,
troppo presto scomparso; seguirono i
due Vinay (ass e ott, ricordate amici?) così caratteristici nella loro diversità, il toscaneggiante Davide Jahier,
l’imponente Giovanni Maggiore, l’arguto rorengo N. Toum. Poi venne
Mario Falchi, il maestro e l’educatore
impareggiabile.
Non posso tralasciare l’attestazione
che ricevetti durante gli anni di quest’ultima guerra sul valore di uno dei
miei insegnanti. Ebbi la ventura di
conoscere in una cittadina ove era
sfollato, il Prof. Turiello, docente di
letteratura francese alla Università di
Napoli, una delle massime autorità
nazionali in materia, socio corrispondente della « Académie des Inscriptions et Belles Lettres » di Francia,
uno degli uomini più trasandati e più
geniali che abbia conosciuto. Mi raccontò che, andato a Torre Pellice per
delle ricerche in quella biblioteca, vi
aveva conosciuto Giovanni Cbisson e
ne parlava con sincera ammirazione.
Il francese del Prof. Coisson, mi diceva, era quello del « grand siècle » e
raramente aveva incontrato un insegnante tanto colto e capace.
Per quanto apprezzassi il Prof.
Coisson, quest’elogio espresso da così
alta autorità richiamò alla mia mente
tanti ricordi sbiaditi, tanti particolari
dimenticati e dovetti riconoscere che
effettivamente l’apprezzamento non
era esagerato.
Dal discorso del Prof. Turiello, che
volentieri rievocava quei pochi giorni
trascorsi nelle nostre Valli, potei concludere che noi Valdesi siamo molto
più ricchi di quanto crediamo; o almeno lo eravamo alTepoca della visita del professore napoletano. Ma continuiamo ad esserlo perchè la nostra
Biblioteca, rimasta intatta dalla guerra e certamente arricchita, è tuttora
un inestimabile tesoro; nè Tattuaie
corpo insegnante del Collegio è, ne
son certo, meno valente di quelli che
l’hanno preceduto. Ma è doloroso che
i nostri giovani laureati preferiscano
la carriera degli Istituti di Stato che
offre maggiori vantaggi materiali (malgrado le continue lamentele degli insegnanti) ma certo molto minori soddisfazioni spirituali e soprattutto non
la coscienza che dovrebbe essere cara
ad ogni valdese di essere un operaio
nel campo della nostra missione. E’
quindi dovere degli ex-allievi che ne
hanno la possibilità, di permettere ai
nostri più giovani correligionari di
mettere le loro capacità a servizio delle nostre istituzioni senza troppo gravi sacrifici, dimostrando così di apprezzare e di voler conservare quei
tesori troppo spesso misconosciuti che
i nostri padri ci hanno trasmessi con
grand fede e con sacrificio.
M. Eynard.
Sta per uscire
DIZIONARIO BIBLICO
L. 3.700
Piano dell’opera,
revisione e coordinamento
Prof. Giovanni Miegge
Collaboratori : Gustavo Bouchard ;
Franco Davite; Alberto Ricciardi;
Giorgio Girardet ; Salvatore Briante; Luigi Santini; Francesco Lo Bue;
Aldo Sbaffi; Carlo Gay; Giorgio
Tourn.
Questo libro è una edizione interamente rifatta del « Piccolo Dizionario Biblico», da vari anni esaurito,
di cui era richiesta con insistenza
una ristampa. Esso si presenta in
una forma molto ampliata, sia come
numero di voci (oltre 1400, tra articoli e riferimenti, contro 875) sia soprattutto per la maggiore lunghezza
concessa alle voci più importanti.
Il Dizionario biblico deve avere il
suo posto nella casa di ogni famiglia
evangelica.
Prenotazioni alia Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino) - c.c.p. 2/17557
Doni per “L’Eco delle Valli,,
Rostagno Francesco 250; Beux Ettore 250; Razza Pietro 100; Facchin
Paronello Emanuele 250.
RINNOVATE
IL VOSTRO ABBONAMENTO
/V
3
f
L’EGO DELLE VAIO VALDESI
— S
La commemorazione del XVII Febbraio
La " Festa
celebrata a
La Comunità di Prarostino ha ricordato con particolare fervore la data del XVII Febbraio. — Il tempo ci
è stato oltre modo propizio (cielo sereno, mancanza assoluta di neve, strade asciutte, temperatura quasi primaverile. Non era più così il giorno seguente ! ) Di tutto questo vogliamo
anche benedire il nome del Signore!
Saba'o sera, la vigila, n merosi
« falò » hanno illuminato a lungo
l’ampio infiteatro che scende dalle alture di Roccapiatta sino ai limiti della pianura di S. Secondo. Attorno a
questi « falò », gruppi compatti di giovani ed anche meno giovani si sono
ritrovati per cantare inni e canzoni
popolari... In numerosi villaggi, sono
state accese luminarie multicolori
che davano al paesaggio un aspetto
fantasmagorico.
La giornata del XVII, domenica, si
è svolta nel modo seguente: alle ore
10, formazione del corteo delle scola
resche che si incontrano sulia strada
che sale dal Roc verso S. Bartolomeo
(corteo lungo e variopinto! peccato
che i « grandi » non abbiano qui l’abitudine di unirsi al corteo, come avviene invece in larga misura in molte altre località!). Il corteo fa il suo
ingresso nel Tempio, già gremito di
fedeii. Il culto si svolge come per ogni domenica (senza più poesie e dialoghi recitati, magari per due ore
consecutive, dalla numerosa assemblea dei bambini); naturalmente tutto Il culto è intonato alla lieta circostanza. Il Pastore Peyrot, nella predicazione della Parola di Dio, attira
l’attenzione dei presenti su questo
tema : « Chi ci separerà dall’amore di
Cristo? » — Non le persecuzioni, non
i rr^ghi ,non l’esilio, non la morte riuscLtono a separare i nostri Padri Valdesi dall’amore di Cristo; oggi, che
non ci sono più nè persecuzioni, né
roghi, nè esilii, nè minaccia di morte
(e grazia ne sia resa al Signore!)
dobbiamo badare di non lasciarci separare dall’amore di Cristo da altre
cose che, sul piano .della fede, sono
assai più da temere (come il nostro
egoismo, i nostri piaceri, ii nostro
peccato).
Il culto è terminato con il canto
dei « Giuro di Sibaud »>, cantato in
piedi dalla numerosa assemblea.
All’uscita i bambini hanno ricevuto
una brioche, per smorzare gli stimoli
Valdese „
PrarosHno
dell’appetito che, a quell’ora, già cominciava a farsi sentire.
Ore 12: Agape fraterna, servita dall’albergatore Fomeron Oreste nei locali della Chiesa. Menù squisito, ottimamente preparato e servito. I par
tecipanti: oltre 60; i discorsi del Pastore, del Maestro Dosio e una sana
allegria, hanno caratterizzato quelle
due ore.
Ore 20,30; Recita. E’ stato rappresqntato « Ritspa », un dramma biblico. I nostri giovani attori hanno saputo dar» ai diversi personaggi una
interpretazione vera e reale, (lavoriti
anche dai costumi, noleggiati per l occasione, e da un fiammante scenario
orientale). I numerosi e ripetuti applausi hanno anche dimostrato l’apprezzamento dei presenti per questa
recita. Ringraziamo i nostri giovani
attori per il beneficio che ci hanno
recato.
Ed ora, cari fratelli, possa il ricor
do di queste celebrazioni restare duraturo in noi ed aiutarci a viveie
maggiormente in comunione con Dio
e a nutrirci della Sua Parola di Vita.
Questo però non è stato soltanto
un tempo di gioia e di esultanza (sebbene nella fede), ma anche un tempo
di tristezza e di lutto per diverse
atnare separazioni che hanno colpito alcune nostre famiglie e, per esse,
la Comunità tutta.
Anzi tutto la morte, avvenuta a due
giorni di distanza, di due fratellini:
Alberto e Gino Pastore, dei Pians,
rispettivamente di 5 anni e di 3 mesi,
deceduti dopo pochi giorni di infermità, il 3 e il 5 febbraio lasciando nel
dolore, che trova conforto solo nella
fede, i genitori ed i parenti.
Poi abbiamo accompagnato al campo dell’ultimo riposo il nostro fratello Forneron Federico, dei Moisa, de
ceduto, dopo non lunga infermità, il
13 febbraio, alla età di 83 anni; la
nostra sorella Baret Margherita ved,
Costantino, del Collaretto, deceduta
dopo molte sofferenze, il 14 febbraio,
alla età di 88 anni.
Nell’ora dolorosa e conturbante della separazione, possano le famiglie, e
noi tfltti, .cercare e trovare in Dio la
oonsolazione, e che la luce di Cristo
illumini l’ora della nostra vita come
quella della nostra morte.
Il Pasfore Paolo Bosio
visifa la chiesa di Pinerolo
La celebrazione della festa Valdese
ha conciso qu_sc; anno con la gradita visita del Past. Paolo Bosio e della
sua tìignora ospiti per aiCuni giorm
aeila Chiesa ai Pineroio. Grazie aila
loro coliaoorazione è stata svolta una
intensa e simpatica attività che na
lasciato in moni un on.mo licoruo.
iin aal .sabato se.a, 16 fejoraio, c.
si è trovati neii atmosiera traaiziOiiale
nella testa \aiae;.e. Più di quaranta
giovani aell Uiiione di Pinerolo s’avviavano a piedi verso le colline di a.
Secondo, in tempo per l accens-O-.e
di uno dei numerosi « falò » che r.splendevano nella notte stellata eJ
eran visibili da molto lontano. Un
magnifico stemma valdese, luminoso,
alto ben nove metri ed eretto da giovani di Miradoio e di Prai optino, dava un tono particolare airambienie
ed era il simbolo di una testimonianza che si vorrebbe sempre più sincera
e reale.
Verso le nove di sera, i giovani diPinerolo e San Secondo si ritrovavano nella sala delle attività: messaggi
dei Past. P. Bosio e E. Rostan, canti,
giuochi e un simpatico ricevimento
offerto dalla unione giovanile locale
Era quasi mezzanotte quando i pinerolesi se ne tornavano a casa cantando, al chiaro di una magnifica luna, mentre gli ultimi «falò» si stavano spegnendo.
La giornata del 17 febbraio è stata
particolarmente piena di attività. Alle nove del mattino il Past. Rostan
presiedeva un culto commemorativo
a San Secondo ed alle dieci, davanti
ad un’assemblea imponente, il Past.
Bosio presiedeva il culto a Finero .
Il suo messaggio, semplice ma vibrante di fede cristiana, si è ispirato alle
parole con cui la Bibbia parla di Mosè : « stette costante come vedendo
Colui che è invisibile ». La Corale ha
cantato due inni e la Santa Cena è
stata distribuita ad una numerosa assemblea. Non abbiamo potuto fare a
meno di ringraziare Iddio per i due
culti del 17 febbraio, vissuto sotto il
segno della cristiana riconoscenza e
della fede.
Più di ottanta persone si sono sedute a tavola a Pinerolo, nella sa.la
di via dei Mille, per l’agape tradizionale e circa quaranta a S. Secondo,
nei locali delle attività. Ottimo ser
vizio nei due posti e serena atmosfera Valdese. A Pinerolo è stato letto
un messaggio dell’Avv. A. Pittayino,
Consigliere Provinciale, e sono stati
uditi i messaggi del Dott. Italo Mathieu, del Past. P. Bosio e dell’Avv.
E. Serafino. Il Past. Rostan ha rivolto tm messaggio di carattere storico,
rievocando la storia dei Valdesi prima della Riforma Protestante.
Alle 16,30, i due Pastori erano nuovamente a San Secondo, dove si star
va svolgendo un trattenimento sotto la direzione delle sig.ne E. Gay e
V. Gardiol. Il programma dei canti
e delle recite è stato interrotto da un
messaggio del Past. Bosio, che i presenti hanno vivamente apprezzato.
Infine, la sera a Pinerolo, malgrado
un po' di pioggia, la sala del Tempio si è riempita. Alcuni giovani unionisti hanno dato alla serata il
tono di una simpatica rievocazione
storica Valdese mediante una bella,
applaudita rappresentazione che ha
lasciato in tutti un ottimo ricordo e
che toma ad onore di quanti vi Si
sono affaticati, ma non invano. Ne
gli intervalli, il giovane Franco Hurzeler ci ha dato una prova della sa.
passione per il pianoforte e delle
sue capacità, mentre ancora una volta il Past. Bosio ha rivolto un breve
messaggio di intonazione storica.
li programma della visita del Past.
Bosio comprendeva anche due riunioni serali su settimana. Lunedi sera.
Ih febbraio, egli ha parlato a San Secondo su: «Un segno distintivo del
cristiano » e a Pinerolo martedì sera
su « L’influenza del passato ». Le due
riunioni sono state per tutti 1 occasione di un ripensamento spirituale
nel quadro delle celebrazioni coitune
morative, che hanno soprattutto lo
scopo di aiutarci a vivere oggi come
credenti e testimoni di Cristo.
La visita si è conclusa con rm in
teressante messaggio della signora
Anita Bosio all’Unione Femminile di
Pinerolo su questo argomento: «In
tema di collaborazione ».
Nella vita normale della nostra
Chiesa, la visita dei signori Bosio è
stata una lieta parentesi, caratterizzata del resto da una intensa attività. La comunità li ringrazia sinceramente per la loro collaborazione e
invoca sul lavoro compiuto la benedizione di Dio.
Acquistate - Diffondete
V opuscolo
I VALDESI DI VAL DEDOSA
Anche quest’anno la Società di Studi Valdesi ha curato la pubblicazione del tradizionale opuscolo del 17 febbraio, che è stato redatto
dal prof. ARTURO PASCAL.
In esso l’illusire studioso documenta le vicende valdesi della Valle
dove è sorta una, delle maggiori industrie italiane e testimonia della
loro presenza nella vita della valle.
L’opuscolo, di. 24 pagine illustrato, viene ceduto al prezzo di L. 50.
Oltre ai vari motivi di ordine storico che ne consigliano la lettura,
l’opuscolo è degno di segnalazione per la sua attualità e per la sua
seria documentazione storica. Le comunità valdesi s’impegnino a favorirne la diffusione anche fuori della cerchia degli abituali lettori, fra
quanti hanno interesse a conoscere la storia della Valle di Perosa.
BancJiere e coccarde
nella valle d’Angrogna
Da molti anni non ci era più stato dato di celebrare la ricorrenza del
17 febbraio come quest’anno. A ciò
hanno contribuito : il fatto che la ricorrenza cadeva di domenica ed il
bel tempo.
La sera della vigilia, numerosi
vividi «falò» punteggiavano le pendici dei monti del nostro vallone.
Il 17, poco dopo le 9 il corteo formato dalle scolaresche di AngrognaCapoluogo con coccarde e bandiere
partiva da Piazza Roma e, poco oltre il famoso Vëngie, incontrava le
scolaresche della Comunità del Serre che giungevano precedute dal tradizionale tamburino che faceva rullare a tutto spiano il suo tamburo. Il
lungo corteo, snodantesi sulla nuova
strada mentre i bimbi facevano echeggiare il grido : « Viva il 17 febbraio » giungeva così sulla piazza del
Capoluogo donde, una breve sosta, faceva il suo ingresso nel Tempio.
11 Pastore E. Aime, dopo la lettura della Parola di Dio e la preghiera, rivolgeva agli adulti ed ai bambini un messaggio ispirato dall’inno
di vittoria dei redenti (Romani 8: 31
e segg. ) ; in seguito un ricco programma di poesie, dialoghi, rondes, alternati da inni d’insième cantati con
slancio veniva svolto dal bambini pre*
parati con cura dalle loro insegnanti alle quali esprimiamo ancora qui
la nostra riconoscenza. La Corale essguiva lodevolmente l’inno valdese
« Gioire au Dieu d'Israël ». Il tempici
era letteralniente stipato di fratelli
e sorelle e bambini delle due parrocchie di Angrogna. Seguiva la distri:
buzione di una brioche a tutti i bimbi delle due parrocchie, dopo il canto del « Giuro di Sibaud » eseguito
dall’assemblea.
Alle 12,30 una sessantina di commensali consumava il pranzo nella
nostra nuova sala imionista. Ottima
l’atmosfera regnante tra i convenu
ti. Ottimo pure il pranzo ed il servizio effettuato dal signor Luigi Bertin della Pensione Vemet. Al levar
delle mense i due Pastori prendevano la parola: il Pastore G. Conte per
esprimere la sua gioia di partecipare
per la prima volta alla nostra festa
ed al nostro pranzo, il Pastore E. Aime per esporre alcuni rilievi sulla
situazione delle Chiese di Angrogna
dal 1848 ad oggi. In seguito i Corali
sti si radunavano e cantavano a lungo bei canti della nostra piccola patria valdese. Ci auguriamo che l’an
no venturo questa esperienza positi
va possa essere ripetuta e perfezionata con un ancor maggior numero c”
partecipanti.
La sera, malgrado il nevischio, una
folla compatta riempiva totalmente
la nostra sala unionista. L’UGV del
Martel eseguiva con molto impegno
il dramma «Abnegazione di madre»
Dramma che aveva in sè molti momenti commoventi e che offriva molti spunti di riflessione per chi voleva riceverli. Seguivano due esilaranti scherzi comici eseguiti dal nostro
inimitabile Enrico Bonnet della Sea.
La Corale eseguiva molto bene un
coro e due lieder. All’uscita, un soffice tappeto di neve ci attendeva, ta
le tuttavia da non rendere diffìcile il
ritorno alle loro case dei parrocchiani più lontani.
Rimanga in noi in benedizione il
ricordo di questa bella festa e. a.
Ferrerò
Il 5 febbraio, con larga partecipazione di parenti, amici e conoscenti
ha avuto luogo il funerale del nostro
fratello Poet Umberto, deceduto a
Traverse, dopo penosa malattia nel
suo 75o anno. Egli era stato per lun
ghi anni anziano del suo quartiere.
Il Signore consoli gli afflitti ai quali
rinnoviamo l’espressione della nostra
sincera simpatia.
Comuniià di Roma
(Piazza Cavour)
In occasione della commemorazione dell’Emancipazione, che ha avuto
luogo il giorno 17 Febbraio 1957 alle
ore 18 nel Tempio Valdese di Piazza
Cavour, il Consiglio dei Pastori di Roma ha indetto una pubblica manifestazione.
Il tema centrale è stato questo:
DIGNITÀ’ UMANA
E LIBERTA’ RELIGIOSA
Il tema è stato trattato da due
oratori :
Il Pastore Guido Comba, come rievocazione del passato.
Il Pastore Manfredi Ronchi, sull’orientamento evangelico nel presente e verso l’avvenire.
Il Culto Ecumenico in preparazione del Natale ha avuto luogo nella
Chiesa Evangelica Luterana di via
Toscana l’ultima Domenica di Avvento. Tutti hanno ammirato la bellezza della Chiesa, e apprezzato il
carattere natalizio dato dall’albero
di Natale e dalla corona di rami di
abete con le quattro candele che
vengono accese, prima una, poi due,
poi tre, e poi tutte, nelle quattro domeniche del tempo di Avvento. Interessante il saggio di liturgia luterana cantato in antifona dal Pastore e dal coro, e il ravvicinamento tra
austerità luterana e predicazione
pentecostale. Questi culti in comime
hanno appunto lo scopo di renderci
consapevoli della ricchezza nella diversità delle tradizioni culturali
evangeliche.
Le Riunioni di preghiera hanno
avuto il loro svolgimento con la partecipazione di altri evangelici Battisti, Metodisti !© Pentecostali! La
partecipazione della nostra comunità è stata scarsa, ed è gran peccato,
perchè dalla preghiera in comune
nasce un affratellamento molto reale, e in essa si manifesta potenza di
fede. Ma è molto più facile ridurre
la preghiera al piano personale e segreto, e molti prendono la via più
facile. Ovvero vedono chiaramente
le carenze e i difetti delle preghiere
altrui, e dimenticano che la lode e
la preghiera in comune è il carattere
della comunità cristiana primitiva
che è il nostro modello.
Partecipiamo al lutto del nostro
Anziano Comm. Giovanni Messina,
il quale ha avuto recentemente il dolore di perdere il proprio padre, deceduto a Palermo.
Il Pastore Paolo Bosio ha fatto
una rapida apparizione a Roma presiedendo il culto in ambedue le nostre chiese dove conta innumerevoli
amici. La sua visita ha sempre un
valore particolare per molti cuori
che non dimenticano il passato e
sono fedeli alla riconoscenza.
Grandemente benvenuto tra noi è
stato anche il Pastore Silvio L-ng,
che fu la guida della Comitiva di
Valdesi Uruguayani venuta in Italia in occasione del Centenario delle
Colonie Valdesi del Rio della Piata.
Egli ci ha parlato un martedì sera
di questa presenza Valdese nel Sud
America, suscitando nei giovani
molte interrogazioni e vivo interesse. Gli auguriamo un felice ritorno
alla sua famiglia ed alla sua Comunità nella città di Colonia. La nostra solidarietà verso i Valdesi sudamericani è stata resa più informata
e più consapevole, da questa visita.
La Paire de Rahiour
L’immense montagne à la petite écluse. qu’y a-t-il proprement?
surgit tout autour; qui murmure tout bas. Il regarde aux montagnes...
le cri l’accompagne. Les brebis vous entourent. il regarde plus haut...
du féroce vautour; tandis que le pâtre dans son âme il soigne, i
il a son nid, là-haut. donne, à celles qui accourent. le murmure des eaux; '
au milieu des rochers (bien loin, encore, de l’âtre) de l’infini des voûtes
et il crie tout haut; le sel, qu’elles aiment tant. il saisit le mystère...
c’est l’effroi du berger. D’un oeil tranquille et large. sans que d’autres s’en doutent !
La montagne grandiose. le pâtre les regarde. il pense au ministère. |
1 qu’on atteint à genoux. et le chien noir se charge. Dans l’immense silence.
a la mine morose de faire bonne garde. ouvrant son âme entière.
d’un géant en courroux; il répète en cadence.
au milieu des crevasses Ils sont seuls tout le jour; le serment de ses pères.
parait quelque fil d’herbe; et tout pleins de courage. Il se sent très petit, <
le brouillard la cuirasse. ils défient les vautours. il se sent incapable; \
voilant sa cime superbe. et du vent la violence. mais il est sûr, aussi, |
Là, où l’âme ravie L’enfant, lui, lit le livre d’un grand appui, valable.
se perd dans la grandeur. où se trouve la science, Encore un .an ou deux...
ô quelle folle envie le cache dans sa veste; adieu, blanches brebis;
de planer, loin, sans peur. il faut faire revivre des montagnes, les jeux.
Il faudra redescendre... le latin et le reste... sont, pour moi, bien finis.
avec les yeux tout pleins car d’été il est pâtre J’irai, dans l’inconnu.
des émotions plus tendres. et d’hiver étudiant. donner mon âme et ma vie:
la bouche de refrains. Dans le silence austère. peut-être, à mon insu.
Descendre à la pelouse. il mûrit lentement; une oeuvre bien bénie.
qui se trouve plus bas; au delà d’Ia matière. A. B. T.
4
4
'L*BCa DELLE TMXI VALDESI
Istituti di Cultura a Pinerulu
Gli Istituti bibliografici Pinerolesi, che
com’è notò faaiiiio origine daU’istitiisione
della Biblioteca Distrettuale, creata nel
1799 col sequestro e fusione delle Librerie
monasterili loeaH, e dalla donazione della
propria libreria fatta dal Prof. Alliandi, il
quale rese possibile l’apertura della Biblioteca Comunale che da lui prende l’intitolazione, nel 1956 hanno fatto un altro
passo avanti verso la prossima quota dei
100.000 volumi.
Al 31 Dicembre è stata raggiunta la quota di 89.391 .unità bibliografiche, essendo
la Biblioteca Comunale passata da 82.106
volumi ed opuscoli alla fine del 1955, a
83.891 alla fine del ’56 con un incremento
nell’anno di 1785 volumi e opuscoli, mentre la Biblioteca Popolare si è accresciuta
di 445 opere superando così le 5.500.
E periodo del massimo incremento della
Biblioteca Comunale è stato il mese di Luglio e poi il mese di Febbraio, nei quali
sono entrate rispettivamente 296 e 293 opere: quello di minor incremento il mese di
Aprile durante il quale il personale venne
distolto dal normale lavoro. Per la Biblioteca Popolare il maggior incremento si è
verificato nel mese di Gennaio con 145
opere.
Fra le acquisizioni di maggior rilievo
per la Biblioteca Comunale abbiamo : i
primi volumi del Dizionario Enciclopedico
Treccani, il complemento o la continuazione dell’opera dello Scortecci, sugli animali, del Dizionario Elnciclopedico Sanse-,
ni, del Dizionario Ecclesiastico del Mercati
e di quello tecnico del Perucca, dell’opera
Tecnica opra-àtoria del Dogliotti e del Rerum" Italicorum Scriptores. La ricca raccolta del Vahnaggi è stata incrementata con
l’acquisto della collana zanichelliana « Prosatori di Roma » e deUe opere pubblicate
dalla sezione « Filologia Greca » della Biblioteca di Studi Superiori, edita da « La
Nuova Italia » di Firenze; la sezione giuridica è stata aggiornata con opere del Prof.
Grosso (sui Legati e di Storia del dir.),
Allara (dir. Civile), Ranieri (penale), Bordin (se. finanze). Lenti (statistica), e Canzacchi, Mirkine, Schiappoli, Nobile, Greco, ecc.; la sezione storica si è arricchita
di parecchi volumi dei Mon. Germ. Bist.,
dei Regesta del Bohmer, degR Ada Pont.
Rom. Inedita, del Prochiron, deRa collana
« Eredità » di F. VaUardi e numerosi « Atti » di Congressi e settimane di Stadio, e
saggi e memorie; nella sezione letteraria
fra le numerose opere entrate notiamo
quelle in continuazione della coUana « Storia delle letterature di tutto il mondo », la
collana di monografie delle Biblioteche
d’Italia edita daR’Olscki e l’otìere del Toschi sulle origini del teatro, del Guarnieri
(Cinquant’anni di narrativa), del Marti
DAI COflJlIIGl
Paschetto
COMMESTIBILI
Troverete tutto
• Generi alimentari
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TORRE PELLICE
Via Caduti della Libertà (sotto al portici)
^ Telefono 9449
PROGETTI •
FRAZIONAMENTI •
DIVI3IOM «
COMPRA VENDITA •
Uffici-.
TORRE PELLICE - Via dcUa
Repubblica, 3 (sotto i portici)
PINEROLO - Grattacielo Tel. S8-.25
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pincrolo con decreto del 19 gennaio 1955.
4Poetl gioco« del tempo di Dante), del
Cordiè (Avviamento aUo studio deUa lingua e deUa letteratura francese), oltre a
numerose monografie. Minori ma non meno rilevanti accrescimenti hanno avuto le
altre sezioni.
Le opere distribuite ai posti di prestito
nelle frazioni e nei Comuni di Porte e San
Germano sono state 2831 con una sensibile
diminuzione rispetto all’anno precedente a
causa deH’interruzione del servizio per
mancanza del mezzo di trasporto.
Il prestito esterno (con altre Biblioteche
ed Istituti culturali) registra anch’esso cifre superiori alle annate decorse. Sono sta
te bennate 99 richieste di prestito ad altri
Istituti e sono pervenute in prestito alla
« Comunale » ben 74 opere. In misura minore, ma pur notevole la a Comunale » cittadina ha concesso in luestito ad altre Biblioteche ed Istituti 23 opere: di queste
buona parte hanno avuto quale destinazione la Nazionale di Torino, ma alcune hanno raggiunto anche Biblioteche lontane
quali: la Nazionale di Napoli e quella di
Catanzaro.
Il 1956 se ha portato aUa risoluzione di
un importante problema tecnico (lo schedario) e migliorato quello del personale,
ha lasciato insoluto queUo di gran lunga
più importante deUa sede degli Istituti, e
creato l’altro problema del trasporto dei
libri ai posti di prestito delle frazioni (sor.
to colla rottura del moto-sidecar).
Il primo è un problema noto e grave che
si spera vedere risolto al più presto.
NOTERELLE AGRICOLE
# prati
Ber la lettura quotidiana
della Bibbia, acquistate il
<5-
Calendario con letture e meditazioni
per ranno 1957
In vendita alla Claudiana e presso i Pastori - L. 250
La produzione di fieno e di foraggi verdi da prati perenni e da erbai di varietà
foraggere molto produttive, assume, anno
dopo anno, una importanza senqire maggiore nell’agricoltura deUe nostre VaUi.
L’incremento che si verifica nell’allevamento del bestiame da carne, porta, come
conseguenza, una trasformazione di campi
in prati con l’abbandono o la diminuzione
di culture sarchiate e di culture cerealicole.
La trasformazione del campo in prato
viene effettuata o per semina di sementi
adatte e selezionate o per abbandono del
terreno aUa disseminazione naturale. Quest’ultima pratica, molto diffusa suUe nostre
montagne, dove non si può più parlare di
trasformazione, ma solo più di abbandono
dei campi all’invasione della vegetazione
spontanea, non porta a risultati soddisfacenti. Il prato che si forma sarà costituito
da erbe infestanti e darà una produzione
scadente per quantità e qualità. Occorre
fare attenzione non solamente alla quantità
di foraggio raccolto, ma anche alla qualità
di questo foraggio, ossia al suo potere nutritivo, l’unico elemento che ha valore per
l’allevamento del bestiame
Vita ecclesiastica e attività giovanile
nella Comunità di Villar Pellice
Il 5 gennaio, a tarda sera, il Signore ha richiamato a sè in modo tragico, il nostro fratello Giovanni Rambaud di 58 anni dei Garins. Il funerale ha avuto luogo il giorno 8,
presenti i Combattenti ed una numerosa folla. Esprimiamo alla ved>
va, orbata del suo compagno, alla
madre, che nei volgere al pochi me
si ha visto partire due figli, ed ai
parenti tutti, la nostra crisuana simpatia.
Anche alla famiglia Mottura che
a pochi mesi di distanza ha perso i
due coniugi Mottura senior, due simpatici vecchietti, esprimiamo al nostra fraterna simpatia.
Bentornata! alla nostra sorella Ro
sma Bsrtinat che si e stabilita a
i'urracira presso sua nipoce la sig.ra
Gönnet.
In questi ultimi due mesi abbiamo
ricevuto parecchie vìsite. Anzitutto
ringraziamo il nostro vice moderatore Pastore Nisbet che ha presieduto vari culti dandoci dei messaggi
moito apprezzati. Ringraziamo pure
il Pastora Bouchard di Rorà che ha
presieduto un culto e l'Unione delie
Madri parlando del problema della
famiglia. Il 13 gennaio, la domenica
della Bibbia, c’è stato scambio di pulpito fra i Pastori delle Valli. Il nostro Pastore è andato a Bobbio e al
Villar è venuto il Pastore Sommani
di Torre che ringraziamo per il suo
ottimo messaggio.
La sera, il presidente della CIOV,
Pastore. Bert, ed il vice presidente
Pastore L. Marauda, ci hanno dato
una interessante « causerie » sulle orlgini e gli sviluppi dei nostri istituti.
Ringraziamo anche il Dott. GarQiol per i bei film sul Rifugio e sul
Monte Manzol ed il Prof. Pisaniello
per le sue interessanti « causeries »
su alcuni aspetti della Chiesa cattolica.
Il 20 gennaio, all’uscita dei cuKo
ao Diamo saiutato con gioia il nostro
fratello Roberto Micheiiii di New
Vork venuto per godersi un po' i propri genitori. Peccato che fra due mesi dovrà ripartire!
Il 2 febbraio abbiamo celebrato il
matrimonio della nostra soreLa Ivonne Roland con Daniele Negrin di
Bobbio. Il tempio era adorno di fiori
bianchi e una bella cerchia di parenti circondava gli sposi. Un gruppo di
unioniste ha abbellito la cerirnoma
col canto di un inno di circostanza.
Ai cari sposi che si stabiliscono in
Isvizzera, i nostri auguri di ogni bene.
Lo stesso giorno, nel tempio di S.
Giovanni si sono uniti in matiimo
nio Paolina Gönnet e Paolo Charbonnier i quali hanno rissato la loro
residenza al Cassarot.
Anche a loro i nostri fraterni affettuosi auguri.
Ci congratuliamo coi nostri membri del Concistoro (scaduti dal loro
mandato) che sono stati rieletti con
splendide votazioni.
Al nostro fratello Stefano Miche
lin Salomon, che è stato eletto anziano, le nostre felicitazioni.
Il 4 febbraio è stato insediato il
nuovo Diacono ded Inverso, Davide
Coisson, al quale auguriamo un lavoro benedetto nel suo quartiere al
servizio (fella Chiesa.
La missionaria Vittoria Spelta, che
ha lavorato per 40 anni a Tahiti, na
trascorso fra noi la domenica 4 le>
braio. Al mattino ha interessato i
bimbi della nostra Scuola Domenicale. Al culto, ci ha dato un messag
gio e nel pomeriggio all'Unione delie Madri intervenuta numerosa na
fatto udire un’appassionata «causerie » sulla storia di quest’isola incantevole e sulle vicende or liete ed or ,
tristi che hanno segnato ì suoi progressi nella conoscenza dell’Evange
lo. Poi la nostra oratrice ha tratto
da una grande valigia tutto un assortimento di collane, di stuoie e di tessuti a tinte vivaci cne‘ci nanno interessati e ci hanno latto apprezzale
maggiormente questi nostri fratelli
COSI lontani e diversi da noi, ma, come noi, salvati in cristo.
Le Unioni Viliaresi, riunite al Centro per 1 occasione, nanno avuto la
granita visita ue(,r Unione di Pomaretto sabato sera 19 gennaio c. a.
una quarantina di giovani accompagnati dai loro Pastore sig. Marauaa giunsero a villar Pellice a bordo
cu un torpedone cne li riporto m seguito a casa verso la mezzanotte.
rsuon numero pure di giovani villaresi rappresentanti tutte le Uniun.
nella Parrocchia e moito buon umore
accompagnato da una vera gioia c.i
poter eonosceùe l Unione di pomaretto da molte) tempo desiderata.
rresiede la prima parte il Pastore
sig. Enrico ueymet cne rivolge a tut
ti i presenti un ardente e vigoroso
appello che speriamo non cada nel
vuoto. Prendono in seguito la paiola
il sig. Marauaa che ci indirizza pure
un breve messaggio, ed il signor Lazier, il nuovo Villarese, che parla così bene il francese. Passando alla seconda parte il Presidente deU'Unione
del Centro sig. Bouissa saluta a nome delle Unioni questo gruppo di fratelli ed espone brevemente il programma di massima delle Unioni villaresi seguito poi dal sig. Renato
uong presidente dell’Unione di Po
del Presidente Paolo Frache. Prossimamente l'Unione dell’Inverso ospiterà pure un Concentramento e precisamente martedì 26 febbraio p. v.
Il Concentramento del 31 Dicembre ripete le solite eterne lamentele
circa lo scarso impegno e la poca
partecipazione dei giovani. Sarà bene comunque ritornare sull’argomento in un prossimo articolo o in altre
discussio.ni.
L’agricoltore avveduto cercherà di mantenere e di portare al più alto livello la
produzione dei suoi prati con semine, concimazioni e cure adatte dei terreni. I
stagione invernale e la prima primavera ,
il momento in cui sono più efificaci le operazioni di concimazione e di rinnovo. Nei
mesi di dicembre-fchbraio si spargono sui
prati i terricciati dell’anno prima o, dove
non è possibile preparare i terricciati, letame maturo ben conservato. Il letame dovrà essere conservato ài riparo dalle intemperie in concimaie di cemento protette da
una tettoia, tenendolo costantemente umido con il colaticcio di stalla. Se il letame
viene esposto alla pioggia esso perde tutte
le sostanze nutritive solubili che vengono
portate via dall’acqua piovana. Per spar
gere il letame si scegUeranno giornate umi
de senza sole.
Assieme allo spargimento del letame s
dovrà effettuare la concimazione minerale
Si spargeranno 2-3 quintali di perfosfato
minerale per giornata e 1 quintale di sai
potassici. Lo scopo dei concimi mineni
oltre a quello di aumentare la produzioni
totale è anche quello di migliorare il va
lore nutritivo dei foraggi e di favorire lo
sviluppo di piante più nutritive a scapito
di erbe di scarso sviluppo. L’effetto della
concimazione minerale primaverile si ripercuoterà sui diversi tagli della annata.
Gli erbai saranno abbondantemente concimati con letame, colaticcio e perfosfato alla semina e successivamente per il mantenimento degli erbai poliennali sarà sufbciente la concimazione minerale con pedosfato e calce specie se trattasi di erba medica.
I concimi azotati sono generalmente spe.rsì sui prati con molta parsimonia a canta
del loro costo elevato. Malgrado questo gb
agricoltori deUe zone collinari e montane
avranno spesso convenienza a spargere La
un taglio e l’altro 20-30 Kg. di nitrato aiumonico per giornata. c. o.
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
AVVISI
ON CHERCHE pour la France - près
de la Loire - 2 ouvriers agricoles
dans un domaine suisse avec machines agricoles. Voyage payé, bons
gages. Adr. : A. Gàhrviller le petit
Ouche ■ La Charité s. Loire, Depart. Niène - France.
La famiglia della compianta
Fanny Bounous
nata Kivoira
commossa dalla dimostrazione di sti
ma e di affetto tributata alla loro
Cara e dalle numerose attestazioni di
simpatia ricevute, ringrazia di cuore
quanti, in un modo o nell’altro, ha ino preso parte al suo dolore.
Un particolare ringraziamento esprime ai Pastori Jahier, Bertinatii,
Rostan e Ayassot; ai Dottori Scar->
gnina, Milanesi e Gardiol; alla famiglia Muris-Vignetta ; agli Ufficiali,
Sottufficiali e Civili del C.A.S.I.V. e
Presidio Pinerolo; al Direttore ed alle Suore dell’Ospedale Mauriziano di
Luserna, al Signor Albarin ed alla
Corale.
Luserna S. Giovanni li 18-2-1957
Convegno a Pinerolo
In attesa di pubblicare il programma completo, ricordiamo alle Unioni
Giovanili delle Valli Valdesi il
CONVEGNO DI STUDIO BIBLICO
che avrà luogo il 3 Marzo a Pinerolo
alle ore 10 del mattino con partecipazione al culto della comunità.
maretto che a sua volta ci espone la
attività sociale di queU’Unione.
Una tazza di thè accompagnata da
biscotti e giochi movimentati che ci
danno brio e vigore terminano la
gradita serata.
Speriamo ardentemente che questi
incontri fra Unioni delle Valli si possano intensificare onde noi giovani
possiamo conoscere e il lavoro di altre Unioni e altri giovani nostri fratelli in Cristo Gesù.
Abbiamo dato inizio alla nostra
stagione lirica con la serata organizzata dall’Unione dell’Inverso cne ha
avuto ottimo successo. Bravi a tutti
per lo zelo e l’impegno dimostrati.
I concenti amenti della gioventù in
fase sperimentale per questo nuovo
anno, fin qui hanno dato esito soddisfacente. Buono il raduno alla
Piantà dove l’Unione locale ha preparato in modo semplice ma nello
stesso tempo graditissimo la terza
parte, altrettanto buono quello ai
Teynaud dove abbiamo udito un vibrante ed attuale messaggio da parte
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