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DELLE ^iVLLT AÍA.LDESI “*"*
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quotì avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anne LXXXVIII - N. 18
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 1.200 per Tintenio
L. 1.600 per Testerò
Eco e La Luce: L, 1.800 pw l’interno j Spediz. abb. postale - li Gruppo
L. 2.500 1^ 1 estero j Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 2 Maggio 1958
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Voci del nostro te^po
Già l’anno scorso, all’epoca delle
dimissioni del Senatore De Nicola
da Presidente della Corte Costituzionale, il discorso era caduto non
senza motivi sulla illegittimità di
certe norme della legge di P. S. del
clima fascista e ancora in vigore nel
10 Stato italiano fondato su basi de
mocraticlie. Secondo tali norme, pei
le riunioni « in luogo aperto al pub
blico » era finora necessaria l’auto
rizzazione della Pubblica Sicurezza
Nell’esame di un quesito posto dal
pretore di Gallarate e di Ales (prov.
di Cagliari) per procedere contro alcuni organizzatori di riunioni in luogo aperto al pubblico, i giudici della Corte Costituzionale hanno senlenziato che l’autorizzazione della
P. S. non è più necessaria — o comunque il questore non deve essere
ai iusato —r perchè le norme dell’art.
1(5 della legge di P. S. debbono essere ritenute in contrasto con la CostUuzione e quindi illegittime sotto
11 ju'ofilo costituzionale.
Questa sentenza ci riguarda e ci
interessa da vicino. E’ dunque chiaro che, anche per i protestanti i
ijuali abbiano in animo di organizzare in qualche luogo aperto al pubblico una riunione a carattere religioso, la norma vigente non è più
quella di P. S. ma quella Costituzionale, conferniata .dalla recente sentenza. E’ iin passo avanti' verso un
)dìi completo adeguamento alla Costituzione nel decennale della sua
esistenza .C’è voluto del tempo, ma
ci si è arrivati; ora ci si augura che,
per veder applicata la norma giuridica, basti il richiamo alla sentenza,
meglio ancora basti un più diffuso
senso di equità e di libertà.
Le vie della pace sono aspre e
tortuose. I capi delle nazioni intendono percorrerle, ma intanto vivo
no in un’atmosfera di sospetti, di
sorveglianza reciproca e di incessanti armamenti. Oggi regna la diffidenza e ai frequenti propositi di trattative o di limitazioni fatti per lo più
a scopo di propaganda è difficile
credere. Gli esperimenti atomii'i (on
bombe più o meno « pulite d contimi ano per la loro via, malgrado gli
ammonimenti di grandi scienziati e
le spese degli armamenti sono un
peso die diventa ogni giorno più
grave, a danno della giustizia e della carità.
A questo riguardo un fatto è significativo. Recentemente Raoul
Follerau ha avanzato una proposta
in favore dei lebbrosi. Esistono nel
mondo dodici milioni di lebbrosi.
La malattia che li devasta è meno
contagiosa di quanto generalmente
si erede, nella maggior parte dei casi è curabile. Rendere la salute a un
lebbroso significa compiere un’azione profondamente umana e camminare sulle orme di Colui che andava
attorno « sanando ogni malattia ed
ogni infermità ». Per questo Folle
rau Ita proposto ai governi di Mosca
e, di Washington di rinunciare a un
apparecchio da bombardamento e
di versare la cifra corrispondente
per combattere in maniera definitiva la lebbra. A quanto ci si dice, un
apparecchio di quel tipo costa la
bellezza di circa dieci miliardi di lire; e con venti miliardi una formidabile battaglia potrebbe essere
combattuta per curare i lebbrosi.
« Un apparecchio di meno da ciascuna delle due parti non modificherà affatto l’equilibrio delle vostre forze: voi potrete continuare a
dormire tranquilli, io dormirò me
glio, e milioni di poveri individui
cominceranno finalmente a dormire... »: così disse Raoul Follerau a
Kruscev ed a Eisenliower.
L’attesa risposta non è venuta
Peccato, sarebbe stata un atto di so
lidarietà, il segno che si vuol cam
minare veramente in una certa dire
zione. Le questioni di prestigio e d
potenza cui sono sensibili tanto i co
munisti quanto i capitalisti hanno
ancora il sopravvento nel giudizio
di molti uomini; talvolta, lo ricono
sciamo umilmente, persino nella
condotta delle Chiese cristiane. Ep
pure, non per quella via s’è manife
stata nel mondo la volontà redentrice di Dio; bensì, mediante un atto
di infinito amore, caratterizzato dal
la umiliazione e dal servizio.
Si parla molto di Israele in questi
tempi, sia per ragioni d’ordine politico che a scopo d’informazione generale. Alcuni fra i migliori gioma
listi italiani hanno recentemente visitato quel Paese per meglio conoscerne la vita, i costumi, gli sviluppi
economici e sociali, le speranze per
l’avvenire.
Tornano in mente, leggendo i loro articoli, nomi e avvenimenti biblici, nuovamente attuali dopo millènni (di- silenzi®-* E- si- «mane-colpiti
da certi aspetti della vita dello spirito in quel Paese, pur nella impostazione modernamente tecnica di
molti ed urgenti problemi. « Il venerdì sera, con V accendersi della
prima stella nel tatSo ancora luminoso, in tutto Isrt^^ la vita si arre.<la. Cinema, bar ^negozi abbassano
le saracinesche, g% autobus rientrano nei depositi, If, strade st svuotano. In nessun Paé^, credo. Si osserva il giorno festiiSp con lo scrupolo
austero con cui Israele celerà il
sabbath, giorno del riposo settimanale. Per gli Israeliti, la festa non rappresenta Vevasìonif dalle cure quotidiane; è considerata, anzi, il giorno del bilancio spirituale ».
Così Francesco Rosso, corrispondente de « La Nuava Stampa ».
Non vogliamo far paragoni, non
intendiamo vinemare legalisticamente l’uomo al sabato. Non possiamo, però, fare a meno di riflettere sulla necessità dfi un giorno adatto al « bilancio spMtuale » nel corso di una settiman^ che si svolge sul
ritmo del lavoro, (deUa agitazione,
della proiezione all’esterno di tutto
l’essere nostro.
Per molti cristia^ del nostro Paese, la domenica s^ diventando un
giorno di cc sbilancio spirituale »: il
giorno in cui si evj|de dalla pesante
monotonia degli alt^ giorni, ma non
per esaminare se^^tessi davanti a
Dio e per fare uìy po’ di silenzio
dentro di noi. M&ca agli uomini
del nostro tempo ij&senso della meditazione, l’urgMjzfcdel silenzio davanti a"^ò". Épp^^*e~ tèmpo”di riflettere di più e di agitarsi di meno :
per il bene degli’ individui e della
società.
Ermanno Rostan
SGUARDI SUL MONDO
Una "giovane chiesa
fi
Nella parte orientale dell’isola di Oiava una chiesa cristiana,
sorta iti seguito all’opera missionaria, combatte per l’Evangelo
L’il dicenÌBre 1931, a Modjowarno,
durante il primo sinodo della Chiesa
dell’Est di Giava, ne veniva proclamata l’indipendenza. Fino a quel momento i missionari erano stati i custodi della Chiesa che si st^-va sviluppando e da allora divennero dei
«consiglieri» che lavoravano sotto la
autorità del sinodo giavanese. Ma i
dolori dello sviluppo si ebbero soltanto al momento della guerra, quando
tutti i missionari sparirono rinchiusi
nei campi di concentramento. Oggi
i cristiani giavanesi considerano che
il punto di partenza della loro vera
indipendenza si trova non tanto nei
primo sinodo di Modjowarno, quanto
piuttosto nella conquista di Giava da
parte dei Giapponesi (8 dicembre
1941).
I mesi e gli anni che se^irono la
conquista furono assai critici: i mussulmani (che formano la gran maggioranza della popolazione) credeva
no che le parrocchie cristiane si sarebbero ben presto disperse dopo che
i Giapponesi avevano messo in campo di concentramento i missionari,
ma le cose andarono molto diversamente. Le autorità olandesi erano
sparite e i cristiani giavanesi assunsero la responsabilità delTamministrazione dell’opera, che prima era
stata in mano ai missionari, gli organa. ,a
funzionare ed il personale maschìlé é
femminile degli ospedali continuò il
suo lavoro senza incidenti.
Allora i mussulmani cominciarono
ad aver maggior rispetto per i cntiani giavanesi perchè questi confes
L’annunzio dell’Evangelo
FINLANDIA
Il 95% degli abitami della Finlandia sono luterani. La Chiesa ortodossa finnica
conta 80.000 membri pari al 2% degli abitanti. I cattolici romani, in tutta la Finlandia, sono attualmente circa 2000.
La Finlandia si vanta di essere il paese più
protestante nel mondo. Predomina la Chiesa Luterana, che è la Chiesa di Stato.
Sparse nel territorio vi sono, circa 200
chiese pentecostali con un totale complessivo tra i 40 mila e i 50 mila membri. E’
difiScile avere una statistica esatta, perchè
l’Opera in questa nazione è strettamente
congregazionale nella sua forma di governo e rifugge da ogni organizzazione nazionale.
11 Movimento Pentecostale iniziò in Finlandia cinquanta anni fa circa, per la visita del pastore T. B. Barrati di Oslo, il quale, presso a poco alla stessa epoca, portò
la testimonianza anche in Inghilterra.
La più grande chiesa pentecostale finlandese è la chiesa di Helsinki, chiamata di
« Salem » (« Salemseurakunta » nella lingua finlandese), con una partecipazione di
duemilaottocento membri.
Nella città di Helsinki vi è una seconda
chiesa pentecostale chiamata « Sion », di
circa lOOO membri.
Insieme, tutte le chiese finlandesi pentecostali sostengono più di 100 missionari in
differenti missioni all’estero, specialmente
nell’Oriente. Questi missionari, come il caso della chiesa di Salem sono individualmente sostenute dalle singole chiese che li
hanno mandati. Esiste, però, una comunione nazionale di tutta l’opera del Signore
in Finlandia ed ogni anno viene tenuta,
durante la stagione estiva, una settimana
di conferenze o « Settimana Biblica », a
cui partecipano tutte le chiese. Quest’anno
la conferenza è slata tenuta a Abo. Due
anni fa circa, le chiese pentecostali finlandesi hanno acquistato una nave da guerra
americana che esse hanno trasformato in
nave missionaria chiamata « Ehenezer ».
Sulla via verso la sua permanente sfera di
lavoro in Asia, la nave ha sostato per alcuni giorni al porto di Londra, per fare
il carico di una grande quantità di letteratura cristiana dalla Società Biblica Britannica e Forestiera. La nave « Ehenezer » sta
ora lavorando nel Mare Indiano alla gloria
di Dio.
INDIA
In questo Paese, nel Pakistan e nell’isola
di Cey-lon vi sono più di 450 niilioni di abitanti; da 9 a lo milioni di cristiani, di cui
più della metà cattolici romani.
Si contano circa 250 lingue. La Bibbia
intiera viene stampata soltanto in 25 di
queste lingue; mentre il Nuovo Testamento in 40 altre, e libri isolati della Bibbia
in ancora una sessantina di altre di queste
lingue. Sono circa 30 milioni le persone
che parlano le 125 lingue in cui non è ancora stato stampato nessun testo biblico.
” Una Bibbia per ciascun cristiano che
sa leggere e un Evangelo per ciascun cristiano che non sa leggere ”, questo è il
desiderio principale che possiede la Società Biblica dell’India, del Pakistan e Ceylon.
Al presente invece, assomma a 350.000 il
numero dei cristiani che potrebbero leggere la Bibbia ma che non la possiedono
ancora; e a circa un milione gli analicd>eti
che ogni anno imparano a leggere.
Attualmente gli sforzi della Società Biblica sono concentrati nelle traduzioni e
nelle revisioni delle traduzioni, nell’intento ili aumentare e migliorare la produzione locale, e nella ricerca di una collaborazione più efficace da parte delle chiese nel
campo della diffusione biblica.
COREA
La Bibbia è molto richiesla in Corea.
Privi di denaro liquido, i cristiani coreani
spesso l’acquistano in cambio di beni in
natura. L’anno scorso un ragazzo di dodici anni, avendo saputo dagli anziani della
chiesa che un colportore biblico si trovava
nella vallata vicina, camminò molte ore,
attraverso le montagne, portando sulle
spalle due sacchetti, uno di lenticchie e
uno di fagioli, con cui comprare la Bibbia che desiderava possedere ardentemente.
BRASILE
Il Brasile « il più grande paese catotlico
del mondo » potrebbe diventare nn « grande paese protestante » in alcuni decenni,
ha dichiarato il vescovo cattolico romano
Agnello Bossil. In un recente appello egli
ingiunge ai cattolici romani di fare tutto
il possibile per arginare il progresso della
« eresia protestante ». Nel 1954, egli ha affermalo, vi erano in Brasile 2 milioni di
protestanti; oggi da 4 a 5 milioni di brasiliani sono sotto l’influenza diretta o indiretta del protestantesimo.
COLOMBIA
Quattro colportori si sono affaticati l’anno scorso, principalmente nelle città, in
mezzo a grandi pericoli. Due di essi, però,
sono stati arrestati, momentaneamente imprigionati e i loro libri confiscati.
Le Chiese Evangeliche della Colombia
celebrano quest’anno il centenario della loro nascita nel paese. La Società Biblica
segnerà questo avvenimento pubblicando
un’edizione speciale di 20.000 Nuovi Testamenti. « Evangelizzazione » sarà il motto d’ordine delle Chiese in questo anno
giubilare. (Da « Alleluia »)
savane la loro fede in maniera indipendente, come Giavanesi. Non si poteva più pensare che Cristianesimo
fosse qualche cosa di riservato agii
Olandesi, ma si doveva ammettere
che era destinato-a tutti i popoli, ciascuno con le proprie aspirazioni politiche. Questa scoperta da parte dei
mussulmani era di estrema importanza per il Cristianesimo in Giava. Da
allora i mussulmani furono più propensi ad ascoltare la predicazione e a
tener conto della condotta dei cristiani giavanesi.
IVIeU’oca della prova
Ma non mancarono le sofferenze::
nei 1944 i mussulmani sospettarono
la Chiesa di spionaggio a favore Oci
Giapponesi e molti pastori e laici furono imprigionati e torturati, ma ii
coraggio esemplare di alcuni di loro
servì di testimonianza perù loro compagni di prigionia.
Durante il caos che seguì la sconfit
ta giapponese, dei mussulmani fanatici assalirono molte parrocchie cristiane domandando ai credenti se non
preferivano prendere Maometto come profeta. In certi casi i maomettani obbligarono i cristiani a demolire
le chiese ed a costruire delle moschee
al loro posto:, minacciandoli di morte
immediata in caso di rifiuto. Non sp,
indomàbile di molti laici che si lasciarono uccidere dagli usurpatori dicendo loro che essi appartenevano
a Gesù Cristo e che erano il « Suo pòpolo». Molti di quelli che sembravano cristiani solo di nome furono tra i
più decisi.
Solo un anno dopo la proclamazione della sua indipendenza questa
giovane Chiesa dell’Est di Giava decideva di cominciare la propria opera
missionaria nell’isola di Bali.
Già nel 1933 due evangelisti giavanesi erano stati mandati nel Nord di
Bali ed altri li avevano seguiti fino
ai 1942 quando la giovane e piccola
Chiesa di Bali dovette sbrogdaisi da
sola tra le sofferenze imposte dalla
guerra e dalle rivoluzioni. Fin
aal primo momento i cristiani di Bali
dovettero assumere la piena responsabilità della vita e della missione
della Chiesa cristiana nella loro isola.
L’opera missionaria
La Chiesa dell’Est di Giava è una
Chiesa missionaria non solo per l’opera realizzata a Bali in passato e
attualmente nell’isola interamente
mussulmana di Madura, ma nell’Est
di Giava stesso la Chiesa si sviluppa
costantemente.
Le statistiche non sono la cosa più
importante, ma tutti quelli che sanno quanto sia difficile il lavoro missionario nei paesi islamici saranno
colpiti da queste cifre; nel 1931, 1940
e 1955 la Chiesa dell’Est di Giava
contava rispettivamente 11.891, 17.889
e 22. 783 membri adulti confermati,
di cui rispettivamente 174, 349 e 605
si erano da poco convertiti dall’islam
al cristianesimo. Tutti i rapporti parlano della parte decisiva che i laici
hanno avuto in questa espansione
missionaria.
Questo non vuol dire che la Chiesa
dell’Est di Giava sia un modello perfetto. Al tempo della prova, diceva il
pastore Mardjo Sir sovrintendente
del sinodq, « molte Bibbie furono bruciate e Cristo rinomato per paura»
ma egli stesso nel parlare delle sofferenze della Chiesa sotto l’occupazione giapponese rivelava che cos’è che
costituisce il cuore di una Chiesa missionaria: «Quando i cristiani messi
in prigione non poterono far più
niente per la loro Chiesa in molte prigioni oscure brillò la luce... Si chiedevano: che cosa sarà della Chiesa?
Che cosa sarà della nostra famìglia?
Con quale sorpresa, usciti di prigione, poterono constatare che la Chiesa
c’era sempre. Una voce parlò nel cujre : « IO ho preso la comunità dei
miei fedeli e ne ho fatto il MIO corpo. IO ho salvato il corpo della mia
Chiesa». a. c.
m
2
a —
L’EGO DELLE VALU VALDESI
Un Pastore Valdese
in Inghilterra
Quest’anno di nuovo la «Tavola»
mi ha affidato il compito di rappresentare la nostra Chiesa in diverse
assemblee e riunioni in Inghilterra.
Sono giunto a Londra giovedì sera
(17 aprile) ed al mattino seguente ho
assistito alla seduta del nostro Comitato inglese, presieduta dal Rev. Montgomery Mann che molti certamente
ricordano alle Valli perchè ha parte
cipato al Sinodo tre anni or sono. E
stato deciso tra l’altro che al nostro
prossimo Sinodo il Comitato inglese
sia rappresentato dal sig. Prescot Ste
phens, figlio del cap. Stephens, ben
conosciuto tra noi per l’interesse che
da anni porta all’opera di evangelizzazione in Italia. Il sig. Prescot Ste
phens ha pubblicato recentemente in
uno dei più diffusi giornali religiosi
del paese, il «British Weekly», un
lucido e penetrante articolo sul prò
cesso del vescovo di Prato e sulla situazione religiosa in Italia. Egli è redattore di « Light in Darkness » ( La
Luce nelle Tenebre), il periodico che
mantiene il collegamento tra i nostri
amici in Inghilterra. E’ certamente
importante che il redattore di questa
rivista possa avere un contatto diretto con il nostro Sinodo e con l’opera
nostra.
Nel pomeriggio del 18 si è tenuta, la
riunione annuale dei valdesi di Lon
dra; erano più numerosi gli amici dei
valdesi che i valdesi stessi, spesso impegnati in lavori di ufficio nei giorni
di settimana. Il Moderatore della
Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra ha
pronunciato un discorso, poi io stesso
ho recato notizie della nostra cp^
e finalmente il Rev. M. Scutt ha presentato delle foto a colori scattata
durante il suo soggiorno alle VaLi, 1-s
estate scorsa.
Sabato 19 sono partito per Liver
pool e di qui per Southport dove la
sera stessa ho avuto una riunione
nella Chiesa di Portland Street (congregazionalista). Domenica mattina
ho predicato nella Christ Church, la
chiesa anglicana centrale di Southport, e nel culto pomeridiano nella
chiesa prebiteriana di S. Giorgia.
Lunedì ho ancora avuto due riunioni: una delle quali particolarmente
numerosa e attenta alla proiezione
delle foto a colori che ho portato con
me. Molta impressione hanno suscitato quelle relative all’Italia meridio
naie, di cui parecchie mi sono state
prestate dalla sig.na Denise Durif,
valorosa agapina, che le ha scattate
durante la sua permanenza presso
Danilo Dolci. Sono pure state accolte
con interesse le informazioni che fidato sulla vita efeclesiastica delle Val
li. Parecchie persone ricordano la vi
sita fatta due anni fa dal past. E. Rr
stan e sono state liete di sapere che
la costruzione del Tempio di San Se
condo si avvia alla sua conclusione.
Non ho mancato, naturalmente, di
parlare anche dello sforzo che si s*;?
facendo in vista del nuovo Tempio
di Frali, e molti sono rimasti animi
rati nel conoscere i primi risultati del
la colletta che è in corso nella nostra
parrocchia.
Martedì 22 in mattinata avevo in
programma una riunione coi pastori
di tutte le chiese di Southport e spe
ravo in questo modo di preparare il
terreno per un più intenso iavoro
in questa città l’anno prossimo, ma
per diversi motivi la riunione non s'
è potuta fare. Ho potuto ottenere tuttavia che mi fossero concessi alcuni
minuti in una loro prossima riunione.
Sarò dunque di nuovo qui fra qualche giorno dopo aver visitato nel frattempo diverse chiese nella zona di Liverpool e Birmingham.
In questa stagione dell’anno molte
società missionarie attirano l’attenzione delle chiese su i più disparati
distretti di quello che la gente si compiace pur .sempre di chiamare l’impero britannico: molti sono megiio informati di quel che accade nelle isole
del Pacifico che delia situazione delle
Chiese in Europa. Si ha quindi a volte l’impressione che, a parte quelli
che sono nostri amici da sempre, sia
diffìcile ottenere un profondo inte
resse da parte di nuovi gruppi di persone. Ma questo è appunto uno degli
scopi della mia missione in Inghilterra, che spero di condurre a termine
con successo, anche se offre talvolta
qualche difficoltà. Spero di poter
mandare altre notizie fra qualche
giorno ed invio intanto un cordiali
pensiero ai lettori deli’«Eco» e un affettuoso saluto a tutti i membri della
Chiesa di Frali.
Aldo Comba
La pietà greco-orientale, Platone, le
religioni misteriche e gli gnostici, tutti ugualmente dicono aU'uomo : « Liberati dal mondo ! ». Gesù dice : « Liberati dal mondo, per agire in questo
mondo nello spirito e nell'amore di
Dio, finché Dio ti trasporterà in un altro mondo che sarà più perfetto ».
A. Schweitzer
La Parola della vita
“Chi è il mio¡prossinio?„
Luca 10, 25-31
Il dottor della legge di cui ci parla questo passo dell'Evangelo era
una persona come ce ne sono ancora tante ai nostri giorni e che amano
molto discutere e giudicare gli altri (v. 25), ma che non hanno alcun
desiderio di trovarsi loro, personalmente, coinvolti ed impegnati per
quello di cui discutono. Tant'è vero che, quando Gesù gli parla in modo
un po' troppo diretto e personale « fa questo e vivrai », il nostro uomo
fa come facciamo spesso anche noi : cerca un diversivo, una scusa ;
cambia discorso. « E chi è il mio prossimo? ».
Gesù, rispondendo con la parabola del Buon Samaritano, parla
molto poco degli altri, ma piuttosto della responsabilità del dottor della
legge e di noi che leggiamo l'Evangelo, e parla di se stesso: il vero
Buon Samaritano che ha pietà di colui che soffre e di chi è perduto.
Infatti il centro della parabola non è la figura del ferito, che non
sappiamo neppure chi fosse, ma piuttosto coloro che gli passano accanto
e che si occupano o non si occupano di lui ; e, nella conclusione della
parabola, il prossimo non è il ferito che ha bisogno di essere soccorso
e salvato, ma il Samaritano che ha saputo soccorrere e portare salvezza.
Questo butta all'aria tutti i calcoli del dottore d'Israele, come butta
all'aria anche molti dei nostri, di noi, buoni cristiani che non amiamo
essere troppo disturbati e desideriamo non impegnarci troppo ; di noi
che preferiremmo avere, caso mai, una lista anche lunga di persone da
considerare come nostro « prossimo », cioè da aiutare; ma dinnanzi alle
quali siamo pur sempre liberi di non fare nulla e di tirare avanti per i
nostri affari, come i primi due passanti della parabola.
Ma Gesù non ci dà alcuna lista, nessuna indicazione di questo genere, anzi ci fa vedere come « il prossimo » non esiste neppure naturalmente in questo mondo di egoisti, in cui ognuno pensa ai proprii
affari ed ai proprii rischi, al disturbo ed alla spesa da affrontare piuttosto che alla reale miseria ed alle sofferenze e disgrazie di quelli che ci
stanno intorno.
« Il prossimo » siamo noi che dobbiamo diventarlo per gli altri,
come Gesù Cristo lo è diventato per noi. E' la vocazione che Dio rivolge
a me ed a te di fronte alle sofferenze ed alle miserie di quelli che ci
circondano.
Come il dottor della legge, anche noi dobbiamo riconoscere che
questo « prossimo » è colui che ha saputo vedere la sofferenza dell'altro ed averne concretamente pietà.
E come all'uomo della parabola, Gesù Cristo ripete a me e a te,
oggi : « va e fa' tu il simigliante ». F, D.
Una casa per rifugiati
GII ospiti visitano Villa Olanda
dopo la oorímoría inauguralo
I NEGLI STATI UNITI |
Il Consiglio Nazionale
delle Chiese di Cristo
Il Consiglio Nazionale delle Chiese di
CristOp movimento che racchiude 34 delle
maggiori Chiese protestanti ed ortodosse
degli Stati Uniti, ha tenuto la sua riunione
a Saint Louis (Missouri). Durante questa
sessione esso ha nominato il reverendo Edwin Dahlbergy Pastore Battista^ Presidente
del Consiglio Federale al posto del Dott.
E. C. Blake che era Presbiteriano.
Durante la Conferenza sono state messe
in evidenza le seguenti cose:
a) Le Chiese degli Stati Uniti in questi
ultimi dieci anni sono riuscite a sistemare
150.000 rifugiali negli Stati Uniti.
b) E’ stato affermato che il governo degli Stati Uniti ha il dovere di sostenere
efficacemente Fazione delle Nazioni Unite
in favore dei rifugiati, indipendentemente
dalla percentuale delVaiuto accordato dai
vari governi.
c) Ha affermato anche il suo disappunti»
per la segregazione razziale nella Chiesa e
nella società.
Corrispondenza dagli Stali Uniti
NeU’uItirao numero dell’Eco delle
Va,lli il Redattore del giornale ha gen
tilmente salutato il nostro felice ritorno, e desideriamo ringraziarlo. Siamo infatti felicemente tornati in Patria e le nostre note di viaggio po
irebbero ormai sembrare superate.
D’altra parte ci sembrerebbe di fare
un torto a tanti fedeli amici della no
stra Chiesa, se non facessimo menzione anche del nostro incontro cj.ì
loro. '
La nostra ultima corrispondenza era
datata da St. Paul, nel Minnesota. Ci
siamo fermati lièlla zona una scúü..
mana intera, ospiti del Presiden ue
dell’Università :^esbiteriana il Dr
Charles Turck. Egli non solo non uc:
tralasciato nulla ;per renderci il soggiorno piacevole e confortevole, nm
ci ha anche preparato un programma
di lavoro intenso e vario, a comii.c.a
re dalla prima sera dei nostro arrivo,
quando ci fece prendere contatto, mediante una cen% con parecchie per
sone dell apibieìfe «diversità ho.
Il giorno segufenté ci fu nei suo stu
dio una conferenza stampa, poi pa^
lammo a due associazioni ecclesiastiche femminili, e poi ancora la se-a
in una grande Chiesa.
Gli impegni del secondo giorno fu
rono ben cinque, compresi due cuuj
agli studenti del Macalester collegi.
Non meno impegnativi furono i
giorni succesivi. ;
Il sabato finalmente ebbimo la gior
nata libera e nc approfittammo per
visitare i genitori di un giovane co
nosciuto a Napoli durante la guerra
e attualmente missionario a Hong
Kong. Inutile dirvi con quanto calore
e con quanta cordialità fummo accolti da queste brave persone.
La domenica fu veramente una
giornata piena. Partimmo alle 7,30
del mattino per recarci a Edina, uno
dei sobborghi di Minneapolis. E’ un
quartiere in grande espansione, del
tutto nuovo e presiedemmo due culti
successivi in una nuova Chiesa. Nel
pomeriggio visitammo un moderno e
bellissimo Asilo dei Vecchi ove è ospi- j
tata una Signora che per lunghi ann;
fu attiva nel ramo della nostra Società Valdese. Poi ancora un’altra visita
ad una fedele collaboratrice. Di li andammo in un altro sobborgo assai
lontano per ima riunione in una
Chiesa di emigrati dalla Cecoslovac
chia.
E’ tardi quando rientriamo in albergo a St. Paul e siamo già abbastanza stanchi, ma un colpo di tele
fono ci annunzia la visita di un
gruppo di persone con le quali aveva
mo preso contatto nei giorni prece
denti. Vengono a trascorrere ancora
qualche momento con noi, sapendo
che partiamo il mattino seguente.
Continua cosi una simpatica conver
sazione che ha avuto anche, grazie a
Dio, un risultato concreto con un do
no per l’opera nostra.
Il viaggio da St. Paul a Chicago lo
compiamo per treno. E’ una gran
gioia trovare ad attenderci alla Stazione il Pastore della Chiesa Presbi
teriana Valdese di Chicago, Dr. Michael Maietta e l’anziano Philip Ber
ger originario di Frali. E’ in casa di
quest’ultimo che ci riposiamo e ci ri
focilliamc prima del culto. Al culto
serale, nonostante l’ora tarda e le distanze da percorrere, c’è molta gente
e ci sono molti Valdesi. Un ricevi
mento è organizzato dopo il culto per
darci modo di incontrarli tutti. Purtroppo, mentre la gente ci attende
nella sala, noi siamo impegnati per
una intervista registi-ata su nastro, e
rimane poco tempo a disposizione per
prendere contatto con i rappresen
tanti delle varie famiglie valdesi.
Il mattino seguente già si parte per
Crown Point nello Stato di Indiana,
Non è un lungo viaggio. Lo compiamo in automobile, pilotati dal figlio
del Dr. Maietta, anch’egli pastore. E
sarà nella sua Chiesa che parleremo
la sera.
Per l’occasione sono stati invitati
anche membri di un’altra Chiesa,
quella del Pastore Walz che fu presente l’estate scorsa alla posa della
prima pietra della Chiesa di S. Secondo. Egli ha scritto articoli su parecchi giornali sull’opera della no
stra Chiesa ed è divenuto certamente un amico nostro. Abbiamo la graaita sorpresa di trovare tra i presen
ti alcuni italiani, tra cui un cittadino di Orsara di Puglia. Ma non pos
siamo indugiare molto dopo il culto.
Ripartiamo in treno verso le ore
21 per compiere il lungo viaggio fino
a Philadelphia, dove giungiamo alle
16,30 del giorno successivo. Abbiamo
lasciato il sole e un tempos primaverile ppr addentrarci di nuovo in un
paesag^o invernale. La lunga valle
che il treno attraversa è stretta, è
nera (attraversando la regione mi
neraria), ha un aspetto desolato e
triste. Come ci sembra lontano l’Arizona col suo cielo sempre sereno, col
suo deserto fiorito e col suo clima
estivo!
Ma a Philadelphia abbiamo al mattino una buona riunione di Pastori
e poi la grande riunione annuale del
ramo locale della Società Valdese che
si svolge dopo un pranzo al quale so
no presenti circa 200 persone. Atmosfera di grande entusiasmo e di simpatia per la nostra Chiesa.
La stessa sera si riparte per New
York. Partecipiamo così alla riunione annuale dei membri del nostro
Comitato. Gli anni scorsi questa riunione era riservata ai membri del
Comitato, quest’anno invece hanno
diramato parecchi inviti agli amie’
dell’opera nostra e la sala è vera
mente gremita. Facciamo così la nostra relazione del lavoro fin qui compiuto ed abbiamo motivo di grande
riconoscenza nell’udire la decisione
del Comitato di assegnare una somma rilevante al completamento dei
lavori intrapresi nello stabile della
vecchia scuola di Torre Penice. Forse per la prossima estate il nostro
centro potrà essere in grado di acco
gliere già le comitive di giovani stranieri che si sono preannunciate, e
offrire ospitalità ai membri del Si
nodo.
La Domenica delle Palme abbiamo
un buon culto nella Chiesa Valdese
d] New York e una riunione pome
ridiana nel magnifico centro della
Chiesa Avventista. La stessa sera si
riparte per il Canada.
Ma della visita in Canada parlare
mo la volta prossima nella nostra
corrispondenza conclusiva.
A. e L. Deodato
Lettre du ‘‘Nid de Fours
Dans un petit vallon qui descend de
VENVIE, baigné par l’émissaire de Vomonime lac, il est un hameau charmant, pittoresque, qui fut jadis théâtre des exploits
de Vours brun des alpes.
L’ours dominait alors la montagne et
les bois, pourchassant le renard et le loup
téméraires, qui venaient lui ravir ses sujets,
sa pâture.
Les vieux racontent que du temps des ancêtres (qui furent les aïeux des grandpéres
lointains de nos grandpéres), maître l’ours
avait soin de laisser quelques traces de
ses transferts et promenades, à la recherche et capture de son pain quotidien, qui
était fait de miel, de framboises, de racines
nouvelles, de pommes, d’oiselets ( dans
leurs nids sur les arbres), voire de marmottons, de souris, d’écureuils.
Aujourd'hui on appelle encore du nom
de l'Ours un sentier et des prés au vallon
de Rodoret; et, dans le coeur du vallon de
l’Envie, d’oïl il partait pour ses excursions
et oïl il revenait ensuite, il avait fait son
gîte, son nid.
On l’appelle aujourd’hui encore, le NID
de rOURS.
Cet endroit fut témoin, dans ces derniers
temps funestes (comme d’autres refuges
reculés dans les monts) de maints exploits
de guerre.
Les jeunes réfugiés, comme l’ours de jadis, allaient de lieu en lieu chercher leur
nourriture, et revenaient sitôt que l’ennemi en nombre montait le long de la vallée
et cherchait à les prendre.
Et comme l’ours de jadis, ils regagnaient
le nid.
Comme eux longtemps avant, durant
l’affreuse guerre que leur fit Catinat, les
l audois des Vallées se servirent au.ssi des
refuges naturels sur nos montagnes.
Un tout jeune garçon de Peumian ravagé,
qui vit tuer les femmes, emmener les enfants et qui vit chaque maison embrasée,
descendait vers le bas de la montagne, tenu par la main forte d’un soldat, au poignet.
Mais notre Frédéric n’était pas décidé,
lui, à se laisser contraindre.
Là où le chemin descend en rudes tourniquets, parmi les roches et les buissons
de jeunes chênes ( tordus et tourmentés par
les vents et les neiges), notre garçon se
courbe et mord la main robuste qui le tient
prisonnier. La douleur, la surprise font si
bien leur effet que le soldat le lâche; en
quelques sauts il se fraie, en l’épaisse ramure, un chemin bien couvert qui le cache
et le sauve.
Le mousqueton qui tire ses balles à bout
portant, ne peut pas le rejoindre. On le
poursuit en vain. Frédéric connaît si bien
le terrain et les roches, qu’il y trouve rejuge dans un trou de renard.
Le lendemain, et pour plusieurs jours de
suite, on le chercha tellement bien quon ne
le trouva pas.
On envoya des chiens, dressés a cet effet
et guidés par les hommes de la police,
exprès.
Nous vous dirons, dans la prochaine lettre ce qui lui arriva.
H. de Peyranoi.
Esposiziune universale
di Bruxelles
I gruppi di Rovani evangelici che
desiderino visitare l’esposizione di
Bruxelles potranno trovare alloggio
presso il Foyer des Jeunes, 99 rue de
Jérusalem, Schaerbeck, vicino a Bruxelles.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— S
RìIhM llaldesi a Mo
L’assistenza dei Protestanti di Zurigo ai Valdesi dispersi
Europa dalla persecuzione che infieriva alle Valli
in
Zurigo, una delle prime città oi
Europa ad accogliere ed a sostenere
incondizionatamente i principi della Riforma evangelica, divenne ben
presto un rifugio sicuro per i profugiii perseguitati. Nelle sue mura trovarono accoglienza e protezione, nel
corso del XVI e del XVII secolo,
esuli italiani, inglesi, francesi, ungheresi ed altri ancora. Ma specialmente dopo la revoca deU’Editto di
Nantes (1686), giunsero a Zurigo a
migliaia i rifugiati ugonotti ed a
centinaia (nell’inverno del 1687) i
rifugiati valdesi dal Piemonte.
Alla definitiva sistemazione, alla
temporanea accoglienza dei rifugiati per la fede in Zurigo ha dedicato
le sue ricerche il giovane autore dell’opera dedicata « al Pastore Alfredo Ruholf, il grande amico dei Vailesi ». Oltre ad mi ricco elenco di
opere pubblicate sull’argomento in
varie lingue, l'autore ha consultato
documenti inediti dell’archivio di
Stato, deU’archivio della iamigtia
üi Muralto, della Biblioteca centrale e dell’archivio della Città di z,urigo.
La prima parte dell’opera è dedicata agli ugonotti di Erancia, alruillusso da essi esercitato nell’industria e nella vita politica, alla organizzazione della immunità zurigiu-se (li lingua tráncese.
Nella seconda parte, l’autore descrive l’arrivo nei Cantoni elvetici
dei 3.UDO valdesi scampati dalle saliaude ed infette prigioni del Biemorite. Furono provvisoriamente distribuiti nei seguenti Cantoni: Zurigo 706, Berna 1.120, Basilea 3Jti,
hi ¡allusa 227, S. Gallo 151, Neuciifitel 124. L’anno successivo vide
numerosi tentativi per sistemarli olide il Reno, nel Palatiiiato, nel
Württemberg, nel Brandeburgo. Però, a causa della guerra imperversante in quelle regioni, più desila
metà dei contingenti fece ritorno in
jsvizzera, dove furono accolti dcilante un altro inverno.
Anni dopo, (10 Settembre 1698 15 Maggio 1699) furono jjrovvisoria ■
monte sistemati nei quartieri della
Città (Selnau, Wiedikon, Wipkingen, Enge, Wollisliofen, ecc.), nei
villaggi sulle due sponde del lago
(Kilchberg, Thalwil, Horgen e Zollikon, Kiisnacht, Erlenbach, Herrliberg, Meilen) ,fino alle località
più remote del Cantone (Andelfingen, Stein, Biilach) 685 rifugiati vaidesi, cacciati dalla Valle del Chisone (Porosa e Pragelato) nel corso
dell’ultima, violenta persecuzione.
Dal 1.0 al 15 Maggio 1699 partirono da Zurigo, in vari scaglioni,
794 rifugiati (320 uomini, 304 donne, 170 bambini) diretti verso quelle terre germaniche, dove si stabilirono le colonie valdesi permanenti:
con barche sul Reno, via Basilea,
135 persone di Pragelato e di Roreto elùsone con destinazione Darmstadt; a piedi, via Sciaffusa, 58 rifugiati di Rinasca verso il Württemberg; con barche, via Basilea, 110
rifugiati, verso Darmstadt; a piedi,
verso il Württemberg 58 profughi
di Mentoulles e di Porosa; con barche, via Basilea, 55 rifugiati di Fenestrelle e di Meano verso Darmstadt e 68 rifugiati di Rinasca verso
il Württemberg; a piedi, verso il
Württemberg 48 esuli di Villar Perosa e di Val Pragelato; con barche,
via Basilea, verso il Württemberg
130 esuli da Perosa e da Mentoulles
Il 15 Maggio partiva un duplice sca
glione — l’ultimo —- di 122 esuli di
Villar Perosa con barche, via Basi
lea, eli esuli a piedi, entrambi ver
so il Württemberg ospitale. Nel
rAssia e nel Württemberg sono ri
maste queste comunità valdesi, al
cune delle quali hanno conservato i
nomi degli antichi villaggi delle Val
li: Perosa, Villar, Luserna, La Bai
ma, Serre, ecc.
Il compito di fraterna assistenza
di Zurigo non era terminato: giungeranno ancora nel 1703-4 gli esuli
jier la fede dal Principato di Orange (Francia meridionale), nel 1705
gli ultimi relitti della disperata re
ristenza dei camisardi delle Cevenne contro l’onnipotenza di Luigi
XIV , il « Re sole », manovrato dai
confessori gesuiti, ed ancora, dal
1713 al 1718, i condannati per la fede, alle galere (( reali », liberati, alfine, dopo 10-25 anni di duro servaggio alla gloria del (( re cristianissimo »...
Malgrado le proteste del potente
re di Francia contro i Cantoni evangelici per l’ospitalità concessa ai rifugiati (o ineffabili confessori della
Lempagnia di Gesù!...), l’opera di
fraterna assistenza fu proseguita,
senza timori. Il diritto di asilo, per
motivi di fede e di idealità, ha lontane origini nella storia della Confederazione.
Consigliamo la lettura del volume
1 quanti conoscono la lingua germanica. E. Eynard
Bruno Barbatti - ” Il Rifugio ” in
Zurigo: contributo alla storia dei
rifugiati ugonotti e valdesi dopo
la revoca dell’editto di Nantes ed
alla'Storia della città di Zurigo.
(Zurigo, 1957; ediz. W. Weiss,
Affoltern a. A.).
Àpologìà
del cammello
Un predicatore, per meglio illustrare l’azione insidiosa, progressiva e distruttrice
del peccato, scelse la seguente allegoria
molto in voga presso gli Arabi.
Un mugnaio riposava nel suo mulino,
quando nel cuore dèlia notte, fu svegliato
di soprassalto da strani rumori. Si mise a
sedere sulla stuoia e stette in ascolto. Finalmente si rese conto 'che un cammello aveva introdotto la sua;, testa dalla finestra.
— Fa molto freddo,'yiisse il disturbatore,
voglio soltanto scaldc^mi il muso.
Il mugnaio acconseqtì a dividere con lui
la cameretta, ma dopo il muso venne il
collo, poi le zampe, poi il corpo tutto intero.
L’ingombrante animale provocò il vivo
risentimento del mugnaio, ma l’intruso,
con arrogante fermezia, gli spiegò:
— Se ti disturbo, hai che da andartene; io ci sono e ci rimango. —
l'iella ste.sso modo, quante cattive tendenze agiscono in noi!
Dapprima bussano \lla porta del nostro
cuore, timidamente, quasi per scusarsi della loro entrata. Quindi la voce continua
sempre più insistente e adulatrice, poi in
breve tempo guadagna il cuore e il corpo
tutto intiero. Allorché vogliamo sbarazzarcene è troppo tardU Jl peccato ha vinto
la partita {Luca 11: 24).
” Sopra ogni cosa, guarda il tuo cuore! ” (Prov. 4: 23).
(Servir en L’attendant).
La Corale di Torre Pellice
in visita a Ginevra
Il Dr, Chandler, del Consiglio Ecutnenlco,
rivolge un messaggio ne! giorno dfeU^apertura di Villa Olanda come oasa per rifugiati
La Corale Valdese di Torre Pellice
ha effettuato nei giorni 25-27 corr. un
viaggio a Ginevra, dando un concerto nella Sala Parrocchiale di Plainpalais; la manifestazione era organizzata dalla Società Corale « Maîtrise Protestante» di Ginevra. E’ appunto per restituire la visita fatta
l’anno scorso da questa Corale Svizzera a Torre Pellice, che la nostra
corale, forte di trentotto elementi, si
è mossa dalla sede affrontando da
un lato la fatica di un viaggio in autobus abbastanza lungo, e d’altra parte raccogliendo non pochi frutti di
diletto e soddisfazione artistica. Ma
l’argomento sul quale ci piace indugiare in primo luogo è quello della
gioia che tutti i « coralisti » hanno
provato nel fraterno incontro con gli
amici svizzeri. L’affettuosa ospitalità,
l’esemplare organizzazione del programma generale, la spontaneità dei
rapporti reciproci, non sarà certo facile dimenticarli. E’ un anello di più
alla catena della fraternità elveticovaldese, che si perpetua da antica data e sotto nuove forme rivive.
Altra cosa che ricordiamo con piacere è rincontro con gli amici e correligionari italiani di Ginevra, che ci
hanno salutati con tanto entusiasmo ;
essi ci hanno detto di essere stati particolarmente commossi dal canto del
« Giuro di Sibaud ».
Il viaggio si è svolto attraverso un
itinerario imposto dalle condizioni
meteorologiche; ostruito il Moncenisio, si è dovuto traversare il Monginevro, raggiunto dal Sestriere, e poi
il Lautaret: Grenoble, Annecy, Ginevra. Neve ancora abbastanza alta sui
colli; al ritorno (effettuatosi dalle 12
alle 24 del 27 aprile) si è potuto ammirare uno splendido ghiacciaio.
Durante tutto il percorso dalla
Svizzera in Italia, sono echeggiati
canti e canzoni. All’andata, invece,
silenzio: non bisognava stancare le
voci, dato il lavoro che le aspettava:
il sabato mattina, registrazione di 9
canti profani agli studi di Radio Gi
nevra ; la sera del sabato, il concerto,
diviso in due parti, una sacra e una
profana; la domenica mattina, al
culto nella Cattedrale di S. Pietro,
esecuzione di tre canti sacri, « Lode
all’Altissimo », Serment de Sibaud,
Inno 153 italiano. I canti registrati
saranno trasmessi prossimamente-.
I nostri gentili ospiti avevano organizzato un giro turistico ai principali monumenti cittadini, il sabato
mattina; successivamente le due Corali si riunirono al «Café lirique »
per il pranzo, offerto dalla « Maîtrise», ottimo e ricco di allegria; al termine, vari discorsi: il rappresentante
del Concistoro di Ginevra, il Pastore
B. Tron nostro accompagnatore, i
Presidenti e i Direttori delle due corali, Prof. Y. .James, Sig. C. Paschetto, M.o Roger Vuattaz e M.o Corsani.
Scene di vite contemporanee
IL GELAT
E giorno di Pasquetta! Il sole è
tornato a splendere! La natura, .sui
monti, sui colli, dovunque, mostra
un vi.so festoso: nei pressi di Aviglianu, lungo la statale che costeggia il lago si assiste ad. un carosello
di macchine, motori piccoli e grandi, mentre lungo la riva dello specchio d’acqua .s’avviano frotte di bimbi con la famiglie formando tutto
attorno come una immensa ghirlanda multicolore. Migliaia di creature,
assetate di sole, di luce, di calore,
in breve tempo popolano la zona
collinosa, a ridosso del lago per distrarsi, distendersi, dimenticare,
seppure per poche ore la fatica, la
bruma della città, l’aria greve e soffocante. Si scoprono volti di operai,
impiegati, pensionati solcati da rughe profonde che annunziano le ansie, gli interni affanni nonché volti
di giovani apparentemente spensierati, afferrati da una gran sete di
svaghi, di cose nuove e varie, di velocità, di gioia del sorpasso, an. he
u prezzo della vita...
Nei pressi del lago un gelatiere
veneto, circondato da un nugolo di
fanciulli, a stento riesce a colmare
quelle mani tese che si contendono
il primo ” cono ” della stagione. A
pochi passi, un mereiaio ambulante
osserva divertito la scena, poi, in un
momento di breve sosta .s’avvicina
all’uomo vestito di bianco e domanda:
— L’ha letto il libretto coi racconti, le preghiere ed i versetti e
dalla bella figura colorata di Ge.-h
sulla copertina?
L’uomo, sopreso, risponde quasi
a mono.sillabi per la strana domanda:
— Sì signore, l’ho dato a mia
moglie; è tanto contenta di leggerlo! quando torno a casa mi raccont:quello che c’è scritto. Pensi che me
Elia dato un signore l’anno passato...
Il mereiaio allora soggiunge:
— Il titolo del libretto dev’es.sele: ” Il Cenacolo ”.
— .Sì, per l’appunto, — precisa
a gelatiere con aria più meraviglialii e stupita di prima.
— Ebbene, — dichiaia sorridendo l’ambulante — quel .signore sono io. Le ho dato il Cenacolo l’hanno scorso, nel giorno di Pasquetta,
qui, vicino al lago...
Il volto dell’uomo dal camic.^
bianco si rischiara e s’illumina... I
due ” umbidanti ” si stringono la
mano, poi il mereiaio trae dalla borsa una copia del Nuovo Testamento,
legge il Salmo 23, tra il vociare dei
bimbi e l’urlo dei motori, e spiega
brevemente le stupende parole dell’antico canto...
— In questo libro — egli spiega
ancora — troverete un gran tesoro,
i! tesoro della vostra salvezza; la
lettura di questo messaggio di Dio
:'i aiuterà a comprendere l’Amore
i Dio che per noi s’è donato, che
per noi ha sofferto sulla croce, che
per noi è risorto nel giorno di Pasqua in Gesù Cristo suo Figliuolo...
Il gelatiere ascolta rapito, ma esita a prendere la copia del Nuovo
Testamento.
— Quanto costa questo tesoro, signore?... — egli domanda con una
cert’ansia.
— Nulla — esclama rambidante;
— Dio ha tanto amato il mondo che
ha donato il suo Figliuolo affinchè
chiunque crede in Lui non peri.sca
ma abbia la vita eterna...
La salvezza è un dono.
I due scambiano un affettuoso saluto mentre attorno una selva di
mani di bimbi s’agitano attorno e
voci confuse gridano: da venti, da
trenta, da cinquanta, un Motta...
Poco lontano, l’assordante frastuono del ’ ’motocross ” e la folla dei
gitanti simile a gregge che non ha
pastore... Ma il gelatiere tornerà a
casa portando alla famiglia il Vangelo della pace, della calma, della
salvezza in Gesù Cristo. od
Quanti sono i Missionari
Evangelici ?
Erano poco più di quindici mila nel
1923 e quasi trentacinque mila nel
19,^0.
In conclusione, possiamo dire che
questo viaggio sia un bel coronamento
di un anno di seria ed impegnativa
attività della Corale di Torre. Un
viaggio piacevole ed istruttivo, ottimamente diretto dalla Commissione
gite; ed un successo di consensi sia
dopo il concerto che dopo la registrazione e il culto nella Cattedrale, successo che è sprone per la Corale a
prose^ire sulla via, forse faticosa
ma piena di soddisfazioni, di uno
studio accurato e perseverante, e di
un costante sforzo verso il perfezionamento del nostro canto corale.
Diffusione del Vangelo
neirAmerita del Sud
Il Vaticano cerca di coordinare la sua
campagna contro la diffusione del protestantesimo nel Sud-America con la fondazione di un ’’Centro per la prosperità cattolica” in Bogotá (Columbia). Si deve
cercare di portare su un comune denominatore tutti gli sforzi antiprotestanti dei
vescovi, ordini religiosi ed organizzazioni
laiche in tutto il Sud-America. Il Cardinale chileno Caro, ha spiegato: ’’Nei circoli
vaticani l’aumento del protestantesimo nel
Sud-America viene considerato allarmante.
Questo progresso è l’effetto del dollaro. Il
principale fondamento della diffusione del
protestantesimo in questi paesi (cioè SudAmerica) sono le bene organizzate scuole
protestanti, la intelligente distribuzione di
fogli volanti ed altra letteratura protestante, le forti missioni protestanti e la possibilità che hanno i loro dirigenti di studiare nel Nord-America e di fare qui il loro
tirocinio”. (.E. P. D.)
UN LIBRO
Hei.ene J. Kocheb - MathUda Wrede - Lumière (les geôles finlandais . 2« édition - Lalior et Fides - Genève. - In
vendita alla Claudiana (Torre Pellice).
Le biografie di credenti i quali hanno
praticato il loro Cristianesimo, come lo
ha fatto Mathilda Wrede, negli strati più
bass. e disgraziati della società, cercando
in ogni modo di esser « luce che risplende
nelle tenebre », sono sempre una lettura
piacevo.e e benefica al tempo stesso. Lo
è indubbiamente anche questo volume che
le edizioni Labor et Fides hanno ripubblicato per far conoscere ai cristiani dei
nostro tempo una donna eletta, consacrala
con gioia e con serena dedizione al servizio del prossimo, 1« grande amica dei prigionieri finlandesi: Mathilda Wrede.
La sua bella personalità e la sua attività
indefessa in mezzo ai prigionieri ci afferrano e ci ispirano per una azione cristiana
più concretamente vera, non con parole
soltanto, ma con una condotta di vita che
diventa una vera e propria testimonianza.
Appartenne ad un popolo nordico ricco di
convinzioni protestanti, formatore di caratteri retti e dinamici; ed ebbe l’animo
aperto verso aspetti e manifestazioni della
vita moderna, più dj molti nostri contemporanei. Non ebbe paura di adoperare la
Bibbia e di attingere dalle sue pagine,
senza ricorrere all’inutile « patois de Canaan », la forza di cui aveva bisogno per
spezzare il cerchio dj odio, di crudeltà, di
indifferenza in cui erano confinati i detenuti del suo tempo e del suo paese sulla
fine del secolo scorso e all’inizio del nostro: Mathilda Wrede nacijue, infatti, nel
1864 e mori nel 1928. La sua vita fu la
chiara dimostrazione di ciò che possa compiere la fede operante e di ciò che possa
adempiere un essere umano afferrato dai
grandi ideali del Vangelo.
Nella prefazione si dice: « Aux parents,
elle apporte une fort intéressante expérience d’éducat.'on familiale large, joyeuse, libre... Aux célibataires, elle donne la preuve magnifique qu’une existence de femme
seule peut être complète, harmonieuse et
et rayonnante de joie vraie, dans la mesure
où toutes les forces vives et maternelles du
coeur léminin se donnent à une tâche aimée... .Aux travailleurs sociaux, aux éducateurs cotnme aux psychologues, les méthodes de celte pionnière fourniront matière à surprise et à réflexion... Si, potules incrédules, une telle vie reste «ne énigme, pour les croyants, elle n’est qu’une
preuve de plus de l’incroyable force de
pénétration et d’action profonde contenue
dans les Evangiles ».
E’ un invito alla lettura del volume.
e. r.
4
La vérité, c'est le salut du monde; elle est l'amie de ,tous
même de ceux qu'elle frappe.
Ch. Wagner
L'Eco delle Valli Valdesi
Mais rendons cet honneur à la
vérité, de la servir avec bonté.
Ch. Wagner
AGAPE - 31 MAGGIO ■ 2 GIUGNO
Incontro di donne valdesi
Tema .
La donna nella Chiesa
Il tema proposto è della più grande attualità. Esso è uno degli
argomenti più vivi della ricerca ecumenica attuale. Se la Chiesa lan~
gue è perchè essa ha perduto nella famiglia la sua vera e naturale
cellula; se la famiglia cristiana sembra, oggi, disgregarsi, la ragione
essenziale sta nel fatto che la sua vocazione in Cristo è perduta, ed
invece di essere incontro di credenti per un comune servizio ed una
mutua edificazione, si chiude sempre più nel cerchio dei propri interessi. Nel cercare di salvarsi, come unità, si perde per la mancanza
di quel respiro più grande che la Chiesa deve darle. Uincontro ci
metterà di fronte ai molti problemi che questo rapporto Chiesa-famiglia solleva e ci porterà nel vivo della chiamata da Dio rivolta a
tutti i credenti.
SABATO 31 MAGGIO
Arrivo e sistemazioni - cena
culto
DOMENICA 1» GIUGNO
Ore 8,30 - Colazione
» 10,30 - Culto nella Chiesa di Ghigo, presieduto dalla Signora Giuliana Gaudoli'o-Pascal (Torino)
12.30 - Pranzo
16.30 ■ Thè
17 - Studio biblico (Sig.ra Christiane Paschoud, Lo
sanna)
19,15 - Cena
20.30 - Concerto di dischi
22 - Culto liturgico
LUNEDI’ 2 GIUGNO
Ore 8,30 - Colazione
Breve culto
» 9,30 - Studio « La famiglia
Vinay)
- Discussioni a gruppi
- Pranzo
- Discussione generale
- Culto di chiusura
■ Partenza
»
»
»
»
»
»
e la Chiesa » (past. Tullio
11
12,15
14
16
17
NORME ED INFORMAZIONI PER LA PARTECJPAZIOiNE AL CAMPO
cerchino di
partenza da
Perosa sarà loro detto come
- Le signore che non vengono in gruppo organizzato, ma sole,
arrivare a Perosa Argentina col pullman- delle ore 17,10 (in
Torino, CIT, alle 16, da Pinerolo alle 16,10). A
proseguire, o con l’auto di Agape o con un taxi.
Quelle che arrivano la domenica mattina, hanno la corriera a Perosa
aUe or 9,20 (pullman da Torino alle ore 7 dalla CIT, a Pinerolo alle 7,45).
■ Si pregano tutte le signore di portare con sè, la carta d’identità o il passaporto.
Prendere con sè anche la Bibbia.
- E’ necessario iscriversi al campo entro il 23 maggio, per permettere la necessaria preparazione, presso la Segreteria di. Agape, Frali {Torino).
- La quota per il campo intero è fissata per L. 2.000, per un solo giorno L. 1.000.
Passiamo aH’azione
Problemi sociali alio vaili
I due ultimi articoli comparsi sull’ECO sullo spopolamento delle nostre Valli sono una prova dell’interesse con cui tanti seguono questo
problema e dell’utilità che se ne discuta. Sono ogni giorno di più convinto che anche se le nostre forze sono deboli ed i mezzi molto limitati potremo ottenere ugualmente risultati
sorprendenti se saranno in molti a
darci la loro collaborazione.
Per quanto riguarda gl’interrogativi postici dalla « famiglia valdese isolata » posso assicurare che è questo
uno dei problemi che ci appassionano
di più e mi riprometto di ritornare su
questo argomento appena sarà possibile fissare un piano che abbia buone
possibilità di pratica attuazione.
L’accostamento dei due articoli,
certamente casuale, sembra quasi volerci precisare uno degli scopi che
dobbiamo perseguire ed il modo con
cui poterci arrivare.
II Pastore G. Rivoir sa quanto ci
sta a cuore la riuscita della sua coraggiosa iniziativa; speriamo che questa
estate si possa giungere alla realizzazione di questo affascinante progetto.
Intanto è bene far presente agli
amici che vogliono aiutarci quante
possibilità ci sono di far qualche cosa
per le Valli.
Anzitutto una iniziativa che sembra avviata ad una prossima realizzazione: la seggiovia dei 13 Laghi. Numerosi sono stati coloro che hanno
dato la loro adesione e primi fra tutti
gli abitanti di Prali e della Val Germanasca; ora dovrebbero giungere
dalle città (Torino, Milano, ecc.) le
adesioni necessarie per coprire la parte ancora mancante, circa un terzo,
della somma ppventivata. E’ questo
un chiaro esempio di cosa si chiede
alla parte più abbiente della nostra
popolazione: investire del denaro in
attività alle Valli. Non si chiedono
dei doni, non si tratta di fare della carità; si tratta di investire del denaro
in iniziative che daranno lavoro alle
Valli e renderanno ai sottoscrittori lo
stesso interesse che potrebbero avere
NOTIZIE VARIE
MIIÌROGIM ICapoluogo)
Domenica 20 aprile, nel corso di un
simpatico trattenimento familiare, L.*
nostra Unione delle Madri ha dato il
benvenuto ai catecumeni di recente
confermati. Dopo la recita di una
commovente commedia : « Resurre
zione » e di alcune poesie e rondes, c,
siamo riimiti tutti intorno ad una
tazza di thè ed il tempo è trascorso
veloce. Ringraziamo ancora da que
ste righe tutte le collaboratrici adulte, giovani e giovanissime che in var
rio modo hanno contribuito alla bu>
na riuscita di questa manifestazione.
Domenica 27 aprile è stata letta,
nel corso del nostro culto, la Relazione morale e finanziaria del Concistoro per Tanno 1957-58. L’assemblea
si è soffermata a discutere alcimi
punti; in seguito ha proceduto alla
nomina dei suoi delegati alla Conferenza Distrettuale del prossimo giugno: le sig.ne: Bertin Nadine (Arpanot) e Pons Laura (Brio Martel)
mentre quale delegato al prossimo Si
nodo risultava eletto il signor Bertin
Lamy (Prassuit).
Comunichiamo agli interessati che
il nostro annuo Bazar avrà luogo
quest’anno la domenica 8 giugno.
MASSEL
BRllVDlSl
Una fedele amica delTEeo è dece
duta a Brindisi: la nostra sorella
Maria Maddalena Bertocchio vedova
Mosca Toba.
Per lei si è avverata la promessa
del Signore: «Io vi porterò fino alla
vostra canizie ed io vi sosterrò »
(Isaia 46: 4). Dio Tha richiamata a
Sè il mattino del 21 u. s., all’età di 91
anni. Un saluto particolare ella volle
fosse rivolto alla Comunità dì Albarea, cara ai ricordi della sua infanzia.
Nous avions l’intention de réunir
dimanche 13 Avril les jeunes et Us
catéchumènes reçus cette année pour
une rencontre dans le courant de Taprèsmidi; malheureusement la neige
qui s’accumulait depuis samedi a suffoqué un peu nos enthousiasmes. La
séancé eut lieu malgré tout dans une
atmosphère fraternelle.
Jeudi 17 a eu lieu le service funèbre
de Pons Silvia décédée a Turin mais
qui a été ensevelie a Massel lieu d’origine de sa famille. Nous renouvelons
l’expression de notre sympathie fra
ternelle aux membres de sa famille
éprouvés par ce deuil.
Nous donnons la bienvenue a Norberto Tron qui est venu réjouir la
famille de Tron Henri aux Portes.
Gioventù sui trattori
iNei giorni scorsi ha avuto luogo un concorso trattorislico a Pinerolo, valevole per
il concorso nazionale. Su 25 concorrenti e
su cinque premi messi in palio, tre furono
assegnali a giovani di San Secondo, appartenenti alla Chiesa Valdese di Pinerolo. Il
1. premio (Coppa Città di Pinerolo, medaglia d’oro della Ditta Meroni e L. 10.000)
è stato assegnato a Tiillio Paschetlo di Miradolo che parteciperà pure al concorso regionale; il 3. ed il 5. premio sono andati
rispettivamente a Renaio Gay (Solerà) c
H rutto Gardiol (Rivoira).
Siamo lieti di segnalare questa notizia
di interesse agricolo che mette in evidenza
il nome di alcuni nostri giovani agricoltori
.ddesi con i quali ci felicitiamo.
LA FESTA DI CAAITO
neDa Val Bermanasca
La festa di canto delle Scuole Domenicali dell’alta Val Germanasca è indetta a
Ferrerò per Domenica 4 maggio alle ore 15.
Speriamo che una buona assemblea circondi que.sti nostri ragazzi che non vorranno farci ascoltare soltanto un « bel canto f>,
ma darci con esso una testimonianza della
loro fede.
Sella Comunità di hvìp
Il 5 Marzo, alla presenza di un largo
stuolo di amici, che circondavano i due
figli, abbiamo rivolto l’estremo saluto alla spoglia di Maria Schiavi nata Ciani,
spentasi il 2 Marzo nel suo 81» anno di
età. Era venuta a Zurigo dal natio Friuli,
vi allevò una numerosa famiglia. Malgrado prove dolorose, proseguì fiduciosa il
suo cammino, fino al termine. L’annunzio
del Vangelo trovò la via dei cuori di tutti
i presenti.
VUnione Giovanile, che si riunisce ogni Domenica per uno studio istruttivo e
partecipa, nei suoi elementi più fattivi, allo studio settimanale del Giovedì sera, ha
compiuto un buon lavoro di studio su argomenti svariati: Attività evangelica in Sicilia; Edmondo De Amicis; Rinnovamenti sociali urgenti nell’Italia Meridionale;
Alessandro Manzoni e gli Inni sacri; Il
cattolicesimo francese ed i preti-operai;
Unità di fede e libertà di governo nella
Chiesa Evangelica. Con la primavera speriamo di intensificare le gite ricreative e
le gite evangelistiche nei dintorni della città.
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investendolo in altri titoli od in altre
imprese.
Altre iniziative di minor entità vorremmo poter attuare e desidero accennarne brevemente perchè gli amici
dell’« Eco » ne siano informati e... ci
aiutino. Vorremmo poter far giungere la luce elettrica alle borgate di Val
d’Angrogna, oltre il Serre, ed a Fra
del Torno; per le prime è probabile
che si possa avere l’allacciamento con
la Soc. Piem. Centr. Elettr. mentre
per le seconde occorrerà giungere a
creare sul posto una piccola centrale
idrica.
Vorremmo poter dare in gestione
alle parrocchie di alta montagna una
motofalciatrice per aiutare i piccoli
proprietari che non sarebbero in condizione di comprarsene una.
Vorremmo creare una Cooperativa
a S. Secondo che si interessi di vendere direttamente in città la frutta della collina in modo da dare la possibilità a quei contadini di trarre un
maggior utile dalla loro produzione.
Queste iniziative di portata finanziaria modesta potrebbero certo essere attuate « in loco » con le sole disponibilità locali ma in questo momento ciò non avviene perchè quelle
popolazioni hanno perso la fiducia
nel loro prossimo, guardano con sospetto le iniziative del genere e quando qualcuno riesce a realizzarle non
le sostengono anche se con questo
vanno contro il loro stesso interesse.
Non voglio dilungarmi sulle ragioni
per cui questo avviene; credo però che
dobbiamo far qualcosa per ridare la
fiducia in queste iniziative, per cancellare questo spirito, per dimostrare
che attraverso la collaborazione ed un
miglior sfruttamento delle sue risorse
anche il contadino potrà elevare il suo
tenor di vita. E tanto più lo dobbiamo fare perchè tutti sanno, o sappiano, che la Pro-Valli non agisce con
secondi fini, non si interessa nè fa della politica.
E vorrei terminare con un vivo ringraziamento al Redattore dell’« Eco »
che ci pone a disposizione un giornale dove tutti in piena libertà e serenità possono esporre idee e proposte
che ritengono utili per le nostre Valli.
In questo particolare periodo pre-elettorale assistiamo ad un fiorire di iniziative e ad un dilagare di promesse;
sappiamo ormai molto bene come tutto andrà a finire ad elezioni avvenute!
Mi auguro che molti amici che ora si
agitano per motivi politici vogliano
portare su queste pagine la loro competenza sui vari problemi economici e
sociali che ci interessano al di fuori
ed al di sopra di ogni interferenza politica. Ci ritroveremo in una atmosfera ed in una posizione più serena, libera da ogni rivalità e servilismo e
quello che riusciremo a creare sarà
qualcosa che rimarrà per il bene delle
nostre Valli.
Carlo Pons.
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Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
Le Famiglie Balmas e Rostan in
occasione della morte del compianto
Edmond Balmas
commosse e riconoscenti, ringraziano
tutti coloro che con la presenza, con
fiori, con scritti, con atti di beneficenza, hanno preso parte al loro grande
dolore. Un grazie particolare ai Sigg.
Pastori Marauda e Rostan per i numerosi messaggi di fede durante la
lunga e dolorosa malattia, ai vicini
di casa, alla Signora Mary Paschetto
per il valido aiuto; alla Banda Musicale di Pomaretto e alla numerosa
rappresentanza.
S. Secondo di Pinerolo, 21 Aprile 1958
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tri. 2609
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - '.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
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^ strada per MIradolo, di fronte alla caserma degli Alpini
• (Caocrma Berardi)