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ECO
DELLE VALLI VALDESI
ÊÎBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno X(,VI - Nuni. 24
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TORRE PELLICE -;17 Giuf-no 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Incontro con Cristo
RIPENSANDO Al RISULTATI DI UNA INCHIESTA
... Uno studio della Bibbia significa innanzi tutto un ritorno a Cristo, un ritorno a Dio.
Ci pare necessario precisare che la
Chiesa non si deve vergognare di sentirsi dire che deve ritornare a Dio ed
a Cristo, perchè se la Chiesa non sa
comprendere questa sua fondamentale e perenne necessità essa non sta dinanzi a Dio, ma dinanzi a sè stessa ed
alle sue formulazioni teologiche o
scritturali, fossilizzata nella lettera e
nella retorica presuntuosa della sua
tradizione.
La Chiesa è tale solo se ha la coscienza umile e pur fiduciosa della sua
perenne, angosciosa indigenza spirituale, della sua posizione non di sicura padrona di Dio e delle sue verità,
ma di instancabile ricercatrice ed in.ocatrice del Signore degli universi, il
quale è vero solo se viene, se verrà.
La profonda debolezza odierna della Chiesa è la sua falsa umiltà e la
sua sorda presunzione.
E’ necessario presentare e ripresentare costantemente allo sguardo dei
credenti questa posizione basilare della vita di colei che è ancella e non padrona di alcuna verità. Dio è sempre
« atto » e mai « dato ».
Quel che è necessario è, nella lettura, essere pronti all’incontro con la
Persona vivente, pronti all’incontro con
Dio e non con delle idee su Dio.
Quante volte il culto e lo studio della Bibbia sono una pia evasione dalla
realtà del grande incontro, del supremo impegno. Noi leggiamo la Scrittura con animo educato e pio, quasi
che Dio avesse bisogno delle nostre
riverenze, ma non abbiamo il coraggio
di guardare in faccia il suo ministero
eterno, per paura di essere sconvolti
nelle nostre tranquille posizioni religiose e dopo aver fatto molti studi e
molti culti, restiamo quello che eravamo, dei parassiti della verità, non
dei soldati di essa.
... Anche qui si sa già tutto, si è dei
« blasés » ed in sostanza si è perso
quello che è la base vitale della vera
conoscenza, cioè la capacità di meravigliarsi, di avvertire i’infinito mistero
del sacro.
... Bisogna avere la santa pazienza
di reimparare a leggere la Sacra Scrittura, bisogna educare e rieducare ed
educarsi alla necessità inderogabile
della illuminazione da alto per non
intiSichire in una pseudo vita di superbia e di malignità. Bisogna andare
alla scuola di un Maestro, e amarla
con tutta l’anima per uscire da noi e
incontrare l’Altro, il Vivente...
Carlo Lupo
CONVOCATA IN LUGLIO, A GINEVRA, DAL C, E. C.
Conferenza mondiale
“Chiesa e Società
Ginevra. In questa cit:à avrà luogo, dal
12 al 26 luglio, una Conferenza mondiale
su « Chiesa e Società », convocata dal Consiglio ecumenico delle Chiese. Persoiialità
di rilievo, provenienti da tutto il mondo,
esamineranno i problemi scottanti per 1 nodo d’oggi, in campo politico, economico e
sociale. Al riguardo il S.fE.P.I. ha intervistato il Direttore del Dipartimento della
gioventù de] C.E.C., Albert van den Heuvel.
— Quale posto e quale rilevanza avra la
giovane generazione nella Conferenza mondiale di « Chiesa e Società »?
— Questa Conferenza sarà considerevolmente più « giovane » della maggior par e
dei colloqui organizzati dal C.E.C. Tuttavia solo 25 studenti e giovani laici dovranno
rappresentare il 5l)% della .popolazione mon.
diale, cioè tutti coloro che sono al di sotto
dei 25 anni. Dunlice sarà il loro compito:
da un lato, cogliere quest’occasione per imparare a conoscere meglio il movimento
ecumenico quale lo si può scoprire in questo
tipo d’incontri; dall’altro, essere i portavoce della loro generazione.
A Ginevra la delegazione della gioventù
non s’interesserà tanto al problema che si
pone fra le generazioni, quanto pinttos o al
modo con cui saranno trattati i temi principali. Oggi, in tutto il mondo, gli studenti
attestano un interesse appaesionato per la
politica e .per l’economia.
Per spiegarsi il disagio della giovane generazione nel mondo contemiporaneo, occorre ricordare che viviamo in un mondo in
larga misura condannato; un mondo in cui
i % degli abitanti sono affamali, mentre potrebbero essere lutti nutriti. Come ha detto
uno di coloro che saranno delegati alla Conferenza «Chiesa e Società»: «M’interesserà studiare i crimini della brava gente ».
— Quale può essere il contributo specifico della giovane generazione alla riflessione di quella più anziana?
— Margaret Mead (una delle conferenziere di Ginevra) pensa che i giovani sono i
soli a sentirsi davvero a casa propria nella
società moderna. Gli adulti devono conquistare ciò che la gioven.ù possiede. Ciò significa che in una Conferenza come quella
di Ginevra non si potranno far procedere
i problemi se le generazioni non si ascoltano a vicenda, evitando ogni alterigia delTuna verso Pallra.
— Il Dipartimento della gioventù del
C.E.C. svolge, una sua attività a livello di
« Chiesa e Società »?
— 11 nostro Dipartimento e la Federazione universale delle Associazioni studentesche cristiane (FUA'CE) trattano a fondo
questi problemi. La Federazione ha un segretario a pieno tempo per le <juestioni^ politiche; il Dipartimento per la gioven ù ha
un collaboratore a pieno tempo presso la
FAO. Le due organizzazioni si .sono intensamente preoccupate delle crisi internazionali, dei problemi razziali e della giustizia
sociale. Le loro conclusioni non sono rimaste confidenziali, ma sono state sempre pre
ff
sentale a coloro che a questi livelli portano
delle responsabilità.
— Qual’è il problema n. 1 di questa Conferenza, per la giovane generazione?
— Senza dubbio quello della giustizia eco.
nemica internazionale. Non nel senso di
questa o quella rifinitura da apportare alle
relazioni complesse intercorrenti fra l’aiuto
e 11 commercio, ovvero di accresciute richieste d’aiuto alle Chiese, bensì nel senso
di una richies.a diretta ai governi delTemisfero nord affinchè discernano le dimensioni
politiche del problema, di una pressione
esercitata sui governi e sulle loro istituzioni
in vista di uno studio serio che concerna
l’economia pianificata su scala mondiale.
Lo stesso past. A. van den Heuvel, nell’ultimo numero di « Risk » (pubblicazione
del C.E.C. e del Consiglio mondiale dell’efiucazione cristiana), dedicalo alla prossima
Conferenza mondiale di a Chiesa e Socie
tà », ha pubblicalo una lettera aperta ai delegati di detta Conferenza, in cui scrive fra
l’altro : « I rivoluzionari di questo mondo
sono sempre stati poco numerosi e la nostra epoca non fa eccezione. La giovane generazione, per la quale non c’è che una
vita — quella che si vive al di qua della
tomba — vuole la pace (--.)- Le prospettive
di pace sono oggi esigue. Non solo gli imperi hanno sempre problemi di frontiere,
ma il progresso sociale non è abbastanza rapido per soddisfare coloro che non hanno
nulla da perdere. Le relazioni economiche
indispensabili fra un emisfero Nord prospero e i numerosi signori feudali che ancora sussistono nel Sud rimarranno ' finregni la giustizia — fattori di rivoluzioni contro coloro che fanno in modo ohe
il povero resti povero, contro i signori feudali e contro questo Bianco lontano con
l’aiuito del quale hanno moltiplicalo le loro
indegne ricchezze. La giovane generazione
del Sud è sola a lanciare un grido disperato,
un appello alla rivoluzione; la sua simile
Nord preferisce la pace alla giustizia,
da una parte e dall’altra — e sarà sem
ch;
del
Ma
pre più cosi — si è lacerali fra l’aspirazione
Parliamo pure del "risveglio
a mutamenti effettuati dolcemente e la ere
scenle convinzione che devono prodursi
mutamenti radicali (...). Alla gioventù pare
che la maggior parte delle nostre strutture
sociali sono superale: le classi, le caste, i
partiti politici, lo Stato, la Chiesa. Comparala alle strutture create dall’industria e
dalla scienza (...) l’organizzazione della comunità appare essenzialmenle conservatrice
e, in certi casi, d’un carattere molto relativo. L’attacco alle strutture nelle quali viviamo non è necessariamente espressione di
un pensiero anarchico: si tratta di uno sforzo disperalo per evadere da ciò che è diventato una prigione, come pure della ricerca di istituzioni e di strutture che siano
abbastanza elastiche e modificabili da permettere davvero alle noistre comunità di
essere all’altezza dei compiti ai quali dobbiamo far fronte ». {soepi)
fi
Felix Neff: chi era costui? - Una pagina
di Giovanni Miegge - Il risveglio di cui
abbiamo bisogno: la Parola e io Spirito
Ho letto con interesse l’inchiesta
pubblicata sul nostro settimanale in
data 6 maggio u.s. in seguito ad alcune interviste con membri delle nostre comunità. Vorrei fare alcune osservazioni sulle risposte degli intervistati, ma. per mancanza di spazio mi
limito ad im solo argomento.
Alla domanda : « Che cosa ricordate
del risveglio di Felix Neff alle Valli?»
si risponde cosi : « Su questa domanda
cala il sipario delie risposte perchè la
maggioranza sgrana gli occhi dallo
stupore... Sembra che volessero dire;
un risveglio alle Valli? E’ possibile? ».
Perchè, di fronte a quella domanda,
tutti sono rimasti silenziosi come se
veramente calasse il sipario? Quel silenzio dovrebbe farci riflettere e, in tal
caso, potremmo domandarci : « Quante volte, più o meno in questi ultimi
15 o 20 anni, abbiamo parlato di "risveglio” e di un certo Felix Neff ai
nostri parrocchiani ed ai lettori del
nostro settimanale? Se quelli hanno
risposto con il silenzio, non è forse
anche per colna nostra o, per lo meno, delTinsegnamento della nostra
Chiesa? ».
Parlare dell’esigenza di un « risveglio » ha significato e significa tante
volte suscitare un sorriso scettico e
un atteggiamento di superiorità. Oggi
ci vuole il « dialogo », la « presenza »,
« l’apertura » e tante altre cose, indubbiamente buone e necessarie. Ci
vuole «ordine» nella Chiesa, una «stra^
tegia» evangelistica, una seria preparazione « culturale e teologica ». Giustissimo. Udite però come Giovanni
Miegge, il quale non era l’ultimo venuto in fatto di téi^ògia, parlava di
Felix Neff e del «risveglio»;
«Verso il 1825 la Chiesa Valdese viveva in pace nelle sue vallate. Le
grandi tempeste erano finite... Se una
barriera di restrizioni l’isolava per alcuni rispetti dallo Stato Sabaudo, la
comunione del Protestantesimo europeo bastava a darle un largo respiro
spirituale. La vita ecclesiastica appariva per molti rispetti invidiabile. Un
corpo pastorale colto e moderno, educato alle Accademie di Ginevra e
di Losanna la dirigeva. I culti erano
frequentati da tutta la popolazione,
anche maschile. La disciplina, per
quanto allentata dal suo primitivo rigore, era tuttora esercitata con una
regolarità che a noi sembra quasi impossibile. Il livello dei costumi era elevato, e le coscienze erano nutrite da
una predicazione materiata di solida
sostanza morale... Doveva essere una
bella e simpatica vita ecclesiastica.
«Ed ecco, un giorno, nel 1825, dall’altro versante delle Alpi nevose, scese un giovane profeta; il Neff. Egli
prese ad investire violentemente quella bella vita ecclesiastica, ripetendo la
invettiva di Ezechiele: "ossa secche”,
e a predicare a quegli ottimi cristiani
la coscienza del peccato, la conversione, la salvezza nsr il sangue di Cristo.
E quella onesta vita ecclesiastica trasalì, come colpita da una scossa elettrica. I Corpi ecclesiastici assaliti contrattaccarono, e trattarono i nuovi
profeti di ’’settari” e di "fanatici”. Ma
intanto, qualche cosa di nuovo e di irrevocabile si era compiuto. Due essenze diverse si erano trovate di fronte e
si erano misurate. Da una parte una
Chiesa umanamente fedele, degna, bene organizzata, compresa delle sue responsabilità morali e civili. Dall’altra
qualche cosa di imponderabile, una
fiamma, un calore, una convinzione
immediata, una potenza di emozione
e di azione, di cui la Chiesa aveva perduto il segreto. E la Chiesa Valdese
ebbe il suo "risveglio” ».
Fin qui la rievocazione del «risveglio » del 1825 nel pensiero di Giovanni Miegge (« La Luce » 9 giugno 1943).
Ma il Miegge aggiungeva alcune parole estremamente attuali : « Una vita
ecclesiastica ’’normale” non è ancora
necessariamente una vita ’’nello Spirito Santo”... Siamo ridotti a frequentare i nostri culti, a cantare i nostri
'nni, a fare e ascoltare sermoni, a celebrare e far celebrare battesimi, matiimoni, funerali, a istruire e far istruire d fanciulli, a eleggere le cariche ecclesiastiche, a fare le nostre collette, a
chiudere i nostri bilanci, a convocare
e tenere le nostre assemblee di Chiesa e i nostri Sinodi. Guai a noi se non
lo facessimo ! La Chiesa cesserebbe di
esistere. I canali normali dello Spirito Santo sarebbero ostruiti, la vita
cristiana sarebbe esposta a tutti i pericoli dell’improvvisazione. Ma dobbiamo fare tutto questo sapendo che
non è che un esercizio, e non sostituisce, anzi proclama la necessità della Pentecoste delle nostre anime, del
la grande fiammata dello Spirito Santo, che solo può fare di tutto questo
una cosa viva, profonda, vissuta ».
« * «
Lo Spirito e la Parola: ecco le due
realtà indispensabili alla Chiesa di
tutti i tempi. Oggi si discute sulla
«predicazione» in rapporto ai problemi del nostro tempo. A dire il vero,
leggendo le cronache del nostro settimanale, non capisco bene se la predicazione debba ancora trarre alimento e sostanza dalla Parola di Dio. come ho sempre creduto e credo, oppure se il povero pastore si affatichi
inutilmente nella meditazione di un
testo biblico, dato che egli si troverebbe di fatto al di fuori dei problemi
della società su cui dovrebbe portare
il giudizio della Parola di Dio. A parte il fatto che, proprio in quanto nastore, non mi sento affatto fuori della società, è evidente che il predicatore deve tener conto della generazione alla quale si rivolge con il messaggio della Parola di Dio. « La predicazione », scrive Walter Luthi nel suo
commento all’avvenimento della Pentecoste, « è il primo atto decisivo della Chiesa in quel primo giorno ». Tuttavia egli aggiunge : « La miseria della Chiesa oggi non è tanto dovuta al
fatto che essa si limita a ’’predicare”,
quanto al fatto che noi predichiamo
ciò che il nostro spirito, lo spirito del
giorno, ci ispira, e non "secondo che
lo Spirito dava loro d’esprimersi” ».
Lo Spirito Santo è uno spirito «creatore» : « Creator Spiritus », anche riguardo alla predicazione della Parola
e in funzione del « risveglio » che ci
occorre.
Domenica scorsa, tornando da Ferentino dove avevo presieduto il culto, ho voluto fermarmi ad Anagni, antica sede papale, per visitare la bella e
storica cattedrale romanica. Attratto
da un grande manifesto sulla porta
d’ingresso, mi sono avvicinato ed ho
letto queste significative parole: «Corsi biblici per corrispondenza. Sono
una sapiente iniziativa cattolica per
una più larga e proficua lettura della
Bibbia. L’interesse crescente che i corsi di cultura biblica suscitano in Ita/lia conferma che questa è realmente
l’ora della Bibbia. Essi facilitano un
efficace contatto con la Parola di Dio
che è Parola di luce e di amore per
ogni creatura». Seguiva il programma dei corsi biblici.
Si tratta di una iniziativa « cattolica », secondo la linea della teologia
« cattolica ». Nondimeno me ne compiaccio e dico; bene, molto bene. Se
un « risveglio » deve verificarsi nella
coscienza religiosa del nostro popolo,
se il « dialogo » riuscirà ad avvicinarci
gli uni agli altri mediante la conoscenza di Cristo, ciò sarà dovuto alla
potenza della Parola di Dio e dello
Spirito creatore. Alcune settimane
prima avevo fatto un’altra esperienza
positiva nella chiesa cattolica di Casamicciola. Era un sabato sera alle 19.
La lettura dell’Evangelo, cioè i 65 versetti del capitolo sesto di S. Giovanni, erano letti a turno da ragazze di
16-18 anni, ad alta e chiara voce, rivolte verso l’assemblea dal centro del.
l’abside. Il parroco si è poi limitato ad
un commento semplice, biblico, accessibile a tutti. Non so se questa pratica sia diffusa altrove e ritengo assai difficile un giudizio definitivo sul
rinnovamento biblico nel Cattolicesimo romano. Nondimeno, ripensando
a quella lettura del Vangelo, fatta in
modo così, popolare, non soltanto me
ne rallegro, ma mi domando : « Le nostre Chiese, che da secoli odono la
lettura della Bibbia, sono esse in grado di riscoprire ogni giorno la verità
e l’attualità dell’Evangelo? ».
Lo Spirito e la Parola vivificano la
Chiesa e risvegliano del continuo la
coscienza dei credenti. Chiarezza e
fermezza teologica sono indispensabili alla nostra testimonianza; tuttavia,
stiamo attenti a non .gloriarci della
nostra « sicurezza » e deila nostra «fermezza», mentre lo Spirito, nella sua
libertà, soffia dove vuole e rivela agli
uomini, quando vuole, la parola della
verità.
La nostra Chiesa non tema di narlare di un « risveglio » in questo senso.
Il « destarci dal sonno; è un’esigenza
che dev’essere sentita in ogni comunità.
Crediamo noi veramente alla libercà
dello Spirito ed alla potenza della Parola, strumenti inseparabili per il risveglio della Chiosa, opoure operiamo
come se tutto dovesse dipendere dalle
nostre valutazioni e dalle nostre agitazioni?
L’apostolo Paolo scriveva ad Corinzi : « La mia parola e la mia predicazione non hanno consistito in discorsi
persuasivi di sapienza umana, ma in
dimostrazione di Spirito e dì potenza,
affinchè la vostra fede fosse fondata
non sulla sapienza degli uomini, ma
sulla potenza di Dio ».
Veramente Colui ohe ci risveglia dai
nostri sonni e dalle nostre illusioni
è Dio. Ermanno Rostan
Lo scudo
(Efesini 6: 16)
L’immagine è eloquente nella sua sobria evidenza: lo scudo è
quanto protegge l’uomo, lo difende, lo copre; è la fede.
Difesa da che cosa? I dardi infocati non sono tentazioni individuali, seduzioni spirituali o morali (non sono solo questo), ma anzitutto il tentativo del maligno di annientare la realtà stessa, del credente: quella giustizia e verità che formano la sua esistenza. La tentazione, la prova è essenzialmente prova di vocazione.
Quello che Satana cerca di conseguire con le molte e svariate seduzioni e attacchi cotidiani è di farci dimenticare il nostro combattimento di credenti; non gli danno fastidio, o glie ne danno poco le
nostre convinzioni personali, le nostre preghiere, la nostra meditazione, la nostra presenza passiva alle attività ecclesiastiche; lo disturba in sommo grado il nostro impegno per condurre noi e gli altri nel
campo della giustizia divina.
Non riconoscendo più chiaramente la nostra vocazione di singoli e di comunità, non siamo neppure più in grado di vedere i dardi
del maligno, forse non ci sono neppure più, e già abbiamo intavolato
trattative di armistizio con le potenze della malvagità e i dominatori
di questo mondo di tenebre.
Non conoscendo la propria vocazione, uno non subisce più alcuna tentazione e perciò non ha da credere. Perchè questo è la fede :
la difesa lucida e salda contro la tentazione che minaccia la nostra
vocazione cristiana ed il nostro impegno.
La fede non consiste nell’avere l’idea di Dio e della sua bontà
(anche i mussulmani hanno tali idee), nel trovare una sorta di rifugio in cui ritirarsi durante la battaglia. Il credente non combatte nei
bunker ma allo scoperto, in piedi, da solo, accanto a fratelli, certo,
ma responsabile delle sue azioni. Lo scudo romano era infatti quella
piastra metallica e di cuoio dietro cui ogni legionario si riparava nella battaglia, aderiva al suo corpo con la forma ricurva. Ognuno ha la
sua fede, ha il suo scudo, la sua tutela. La fede non è un’idea generale, ma individuale; non è credere tutti indistintamente nello stesso
modo le stesse cose, è saper compiere la propria vocazione obbedendo a Gesù Cristo.
Sul credente impegnato nella testimonianza Satana scaglierà i
suoi dardi, ma la fede li spegnerà, perchè chi sa perchè vive e conosce la giustizia divina, sta saldo. Giorgio Tourn
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N. 24 — 17 giugno 1966
PanoraiDa
ZURIGO
del cristianesimo
I AMERICA I
evangelico
In tutta l’America del Sud, vi è stato un
progresso reale verso una maggiore cooperazione nel campo protestante e migliori relazioni fra Cattolici e Protestanti. Questo è
tanto più necessario in quanto la creazione di
nuovi gruppi indipendenti più o meno importanti continua a un ritmo preoccupante. Nel
Brasile nella sola città di Sao Paolo, esistono press’a poco 1500 gruppi spiritualisti (detti umbanda) spesso frequentati da persone
che si dicono buoni cattolici. La cooperazione fra le chiese protestanti si manifesta in
modo particolare in campagne evangelistiche
(come nella Bolivia, nel Paraguay, nel Venezuela, nel Costa Rica, nella Repubblica
Dominicana); in una concentrazione delle
scuole pastorali risultante in un livello superiore degli studi (per esempio la Facoltà
Unita delle Indie Occidentali nella Giamaica, e la concentrazione dei seminari di
5 chiese evangeliche nel Messico); e in corsi
di preparazione per i laici, e centri di studio, sorti quasi in ogni paese. Un aiuto efficace e tempestivo è stato recato daUe chiese,
con aiuti finanziari del Consiglio Ecumenico,
in circostanze particolarmente gravi, ai sinistrati del terremoto nel Cile, alle popolazioni
dell’Honduras dove il rapido invio di vaccino
ha fermato in tempo una grave epidemia di
poliomielite, e alla popolazione di alcune zone
della Giamaica dove una larga distribuzione
di sementi è stata fatta ai contadini che ne
erano rimasti sprovvisti. Un fatto particolarmente interessante per noi è l’arrivo nell’Ecuador d’una missione detta Società Missiotiaria dell’America Latina, sostenuta dalle
Chiese Metodista e Valdese dell’Uruguay.
luiiiiiiiiiiiinmiiiiiiiimiiilili
Missioni
cattoliche
Nella « International Review of Missions »
organo del Dipartimento della Missione e
dell’Evangelizzazione del C.E.C., da cui il
missionario R- Coisson ha già tratto per noi
un ampio e interessantissimo « panorama
del cristianesimo evangelico », di cui concludiamo oggi la pubblicazione coi dati relativi cdTAmerica, si trova pure un breve
resoconto sulle missioni cattoliche; questo
riassunto si può dividere in tre parti.
I. - Le Missioni Cattoliche e il Concilio Vaticano II.
L’autore afferma che il Concilio ha suscitato cambiamenti radicali dell’atteggiamento
della Chiesa Cattolica nei riguardi della sua
opera missionaria, e siccome i decreti conciliari sono « direttive normative », si può
fin d’ora indicare certe conseguenze delle
decisioni conciliari. Per esempio che l’evangelizzazione del mondo avrà la priorità su
ogni altra attività .perchè la vocazione del a
Chiesa è l’espansione e non la conservazione; che la convinzione che le divisioni della chiesa sono in contraddizione colla volon.
là di Cristo, scandalizzano il mondo e sono
dannose alla santissima causa della predicazione della Buona Novella ad ogni creatura, porterà a una più estesa co’laborazione
con gli altri cristiani; e infine che una più
grande libertà sarà concessa alle autorità locali per quanto concerne le forme e il linguaggio della liturgia, i seminari e le strutture dell’apostolato dei laici.
L’autore prevede una azione più estesa e
efficace delle conferenze vescovili regionali,
e del sinodo che dovrebbe riunirsi per la
prima volta nel 1967, e di conseguenza una
riorganizzazione della Curia e in particolare
della Congregazione per la Propagazione della Fede, Che non sarà più un semplice organo amministrativo, ma una direzione attiva dell’azioue missionaria di tutta la Chiesa.
II. - Statistiche.
La parte statistica è limitata ai territori
che sono sotto alla giurisdizione della detta Congregazione e segnala in 3 paesi soltanto delle conversioni in massa, e in modo
particolare il Burundi dove se ne contano
annualmente da 75 a 80 mila. 11 problema
■grave per la Chiesa è la scarsità delle vocazioni: nel Burundi vi sono 300 preti per
1.661.000 cattolici. Perciò è interessante notare vari esperimenti nell’uso di diaconi
sposati che sono autorizzati a insegnare ai
catecumeni, a battezzare, a benedire i matrimoni, a portare il viatico ai morenti, ed
a presiedere i funerali ; i vescovi dell’America Latina e dell’Oceania si sono riuniti su.
bito dopo il concilio per studiare le implicazioni pratiche di una rapida espansione
dell’ordine dei diaconi nelle loro diocesi.
III. - La chiesa sotto la croce.
La terza parte segnala la situazione della
chiesa nei paesi dove le Missioni Cattoliche
lottano contro l’ostilità aperta dei governi,
come la Cina, la Corea del Nord dove 70.000
anime sono rimaste senza cura pastorale, il
Nord Vietnam, dove doipo la fuga di 60.000
persone, rimangono ancora un mezzo milione di cattolici, il Sudan, dove un vescovo
e 6 preti operano in mezzo a circa un milione e mezzo di fedeli, il Congo dove 167
missionari sono stati uccisi, il Congo BrazzaviUe, dove il governo ha confiscato tutte
le scuole cattoliche e proibi.sce l’insegnamento religioso anche fuori orario, e la
Birmania il cui governo ha nazional’zzato
le scuole e lasciato alla chie.sa soltanlo i
seminari.
11 resoconto termina con una nota ottimista, a proposito del Kenia e di altri Siali indipendenti dell’Africa dove la chiesa si dice
pronta a coHaborare coi nuovi governi nel
costruire un sistema sociale ben radicalo
nelle tradizioni africane- R. C.
La ricerca di metodi nuovi per la evangelizzazione delle masse operaie è una caratteristica comune a tutte le chiese che prendono sul serio la loro vocazione missionaria, ma
questo aspetto dell’attività della Chiesa nel
mondo è particolarmente evidente negli Stati
Uniti d’America. Questa ricerca ha portato
le chiese a considerare l’azione sociale e
quella evangelistica della Chiesa come due
aspetti di un medesimo ministero. Nel quadro del Consiglio Nazionale delle Chiese,
questi due aspetti dell’opera di testimonianza cristiana sono stati ora affidati ad un solo
dipartimento, che si occupa delle questioni
razziali, dell’assistenza sociale, delle relazioni con lo stato, delle arti, delle relazioni internazionali, della evangelizzazione delle città
e delle campagne, della diaspora protestante,
degli emigrati e dell’impiego del tempo libero delle varie categorie sociali. Un gran
numero di pastori e laici hanno sostenuto attivamente le campagne contro la discriminazione razziale, partecipando a varie manifestazioni (la marcia da Selma a Montgomery),
esercitando continue pressioni sui membri
del Congresso, e ancora organizzando un vasto sforzo per la riabilitazione delle popolazioni negre del Delta del Mississipi, ridotte a
vivere in condizioni simili a quelle dei servi
feudali.
Concludendo il resoconto dice : « Negli
Stati Uniti le chiese sono inserite in una
larga espansione del ministero cristiano
in nuove aree sociali in cui il loro interesse e la loro responsabilità sono impegnate,
diritti civili, povertà, problemi urbani, tempo libero. Esse hanno oltrepassato lo stadio
delle discussioni e stanno costruendo nuove
strutture e risolvendo nuovi problemi. Quello che è ora necessario è una accurata riflessione teologica per misurare e accertare
n valore delle vie rivoluzionarie seguite dalla Chiesa in questi ultimi due o tre anni ».
Per il Canada. Invece, l’anno è stato caratterizzato dalla pubblicazione di alcune
opere che sono una critica coraggiosa della
Chiesa e della sua situazione nel mondo di
oggi. Si tratta di: 1. Pierre Berton. et The
Comfortable Pew » (Il Confortevole Banco di
Chiesa) scritto su richiesta della Chiesa Anrrlicana del Canada, e 2. « Why thè Sea is
Boiling Hot » fPerchè il Mare è bollente) e
« The Changing Chureh in Canada » (La
Chiesa in Trasformazione nel Canada) pubblicati dalla Chiesa Unita del Canada, in vista di una campagna evangelistica programmata per il 1967. Queste opere hanno avuto
un grande successo editoriale e hanno suscitato una larga controvèrsia nrila stampa.
Per alcuni questa critica coraggiosa e radicale è stata una « esperienza disturbatrice,
provocante e irritante ». per altri, invece, è
stata t( uno stimolo e un incoraggiamento ».
Nella controversia le posizioni estreme dei
« fondamentalisti » e di coloro che accolgono
con riconoscenza i risultati delle ricerche storiche si sono irrigidite, ed è apparso chiaramente che, assieme al rifiuto di una aderenza cieca e supina alla espressione tradizionale della fede cristiana, si verifica in molti
ambienti un interesse reale per le cose della
fede. Questo esame critico della chiesa e della sua situazione nel mondo ha spinto le chiese verso la ricerca di nuove forme ed espressioni della fede, e di una nuova impostazione degli studi teologici e della preparazione
dei pastori.
Cattolici e Protestanti si sono concertati
per erigere nella Fiera Mondiale di Montreal, che sarà uno dei grandi avvenimenti
del Centenario della costituzione del Dominio del Canada (1867-1967), il « Padiglione
dell’Unità ». « Questo rappresenterà uno sforzo spettacolare delle Chiese del Canada, per
rendere assieme una testimonianza cristiana,
in un punto strategico, e senza preoccupazioni denominazionali ». R, C.
— L’attività prosegue sempre intensa. La
partecipazione ai culti è di circa il 50% dei
membri; gli uditori occasionali sono sempre
numerosi.
— Una campagna evangelistica (20-21-22
maggio) ha avuto un Irisultato soddisfacente;
molti si sono impegnati nella diffusione di
inviti e di pubblicazioni evangeliche.
— Una settimana di studio nell’ospitale
« Casa » di Riidlingen (Sciaffusa) ha raccolto circa 25 persone, che si sono dedicate alla
esegesi del libro del profeta Osea, alla valutazione esegetica di alcuni passi neotestamentari, ehe, secondo la teologia romana, presenterebbero un presunto fondamento per l’affer.
mozione del primato dell’apostolo Pietro, allo studio della tendenza egemonica papale
attraverso i sècoli da Leone Magno al Concilio Vaticano I ed infine all’esame della
Confessione elvetica posteriore, della quale ri.
corre il IV centenario. Ottimo spirito di comunione fraterna, tempo incantevole e lavoro assiduo di riflessione e di approfondimento.
— L’assemblea del 5 giugno ha rieletto
alla carica di Diacono il sig. Nicola Tedaldi
ed ha designato come sua rappresentante al
Sinodo regionale di S. Fedele d’Intelvi la signora Elena Fischli-Dreher.
— La Scuola Media « Pier Martire Vermigli » ha terminato il periodo di lezioni con
la quasi totalità degli iscritti impegnati fino
aU’ultimo nel gravoso lavoro. Dei 45 iscritti,
24 si sono recati presso la Scuola Media Valdese di Torre Pellioe per sostenere gli esami
di idoneità e di licenza.
La serata di chiusura avrà luogo il 25
giugno, col ritorno dei candidati da Torre
PeOice, e l’inaugurazione dell’anno scolastico
1966-67 è fissata per il 1» ottobre p. v.
A ssociaxione
di protesta
NOVITÀ CLAUDIANA
FRANCO GIAMPIOCOLI
Cosa vuol dire essere santi?
P. 24, L. lOO.
iinmiiDiiKiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiitiiiiimiiiiimiiiii
Un geometra mi ferma per strada. Mi
invita ad entrare nello studio di un collega dove altri sono radunali. Mi vogliono
parlare. Mi domandano ¡prima se io so
che si sono as.soeiali tutti i professionisti
disoccupati di Riesi (geometri, esperti
agrari, maestri, ecc.) e (die intendono fare un’azione di proteita verso le autorità
per la loro situazione. Rispondo ohe lo .so.
Aggiungono che vorrebbero estendere alla
Sicilia la loro agitazione e, forse, all’Italia. Mi hanno cliiamato per chiedere
consiglio. « Ohe dobbiamo fare? ».
Non è facile rispondere. La loro siluazicne disperata la so; l’uscita da essa, no.
« Lei dice di muoversi... ora vogliamo
muoverci anche noi... crede che queste
agitazioni siano alili? ». Lo scorso anno
erano i sarti che avevano chiesto a uto, e
prima ancora i vasai. Dei contadini angariati dall’enfiteusi e dei minatori ormai
senza .speranza se n’è ¡parlato tante volte.
Certo, un consiglio vero, (he non illuda
o inganni, non è facile.
Questi ragazzi hanno studiato con grandi sacrifici delle loro famiglie. Studiare
qui non è tome nelle città dove ci sono
le scuole adatte. Chi studia deve andare
lontano, le spese son forti. Hanno molte
speranze e poi non trovano posto. In queste condizioni a Riesi ce ne sono un centinaio. La riforma agraria, fallita nel nascere, non ha assorbito gli esperti. Mancano le strade, fognature, edifici scolastici
o di assistenza--, ma i geometri sono a
spaisso. La percentuale di analfabetismo è
altissima ed i maestri son disoccupati. Qui
ci sono delle energie che non vengono
util’zzate e chi le ha ne è umiliato.
Accanto a questa molte altre situazioni
iMiimlliimilliiiliiM
AGAPE, AGOSTO 1966
Il Congresso Evangelico
non è finito
Invito ad un incontro del protestantesimo italiano
L’annunciato « campo incontro » dal 13 al
26 agosto ad Agape si svolgerà sul piano del.
le comunità locali : sarà un grande raduno
dei membri di chiesa normali. Quelli che
di solito nei,Sinodi tacciono.
Il campo incontro .»per gli evangelici italiani vuole rispondete e continuare il discorso iniziato al Congresso Evangelico. Non è
possibile fermarsi alle enunciazioni di principio nè contentarsi di talune reahzzazioni
sul piano organizzativo. Il discorso va ripreso
e approfondito, in diretto riferimento con la
situazione di latto, le esperienze, le energie
vive delle nostre comunità locali.
Soprattutto si deve comprendere la portata
di quello che il Congresso ha riaffermato cosi
chiaramente : cioè che la chiesa comincia con
la comunità locale e che perciò tutto il nostro sforzo di chiarimento e rinnovamento,
le azioni di servizio, la manifestazione della
nostra unità hanno nella comunità locale il
loro punto di partenza e di manifestazione.
Il campo incontro si propone perciò di riprendere e maturare i risultati del Congresso
trasportandoli al livello delle attività ecclesiastiche delle comunità locali. Sarà un congresso dal basso.
CARATTERISTICHE
DEL CAMPO INCONTRO
Il campo incontro vuole rispondere a queste esigenze. Le persone più direttamente in.
teressate a partecipare sono i membri di chic
iiimiiiiiiimmiiii
iiKmidiiiiiimiiiiim
iiimiiiiiiiuimiiiiiiimi
IIIIIIIKItllllMIIIIII
BENE, ZURIGO!
A/on vogliono conventi protestanti, ma membri di
chiesa impegnati, testimoni nella loro professione
Alla fine dello scorso anno il Sinodo de.la
Chiesa evangelica riformata del Cantone di
Zurigo aveva preso conoscenza di un’interpellanza di un membro, W, HTdebrandt,
che poneva il seguente interrogativo: v 11
Consiglio sinodale non pensa che costituisca
una lacuna per la nostra vita ecclesiastica
il fatto che non v’è istiiuz'one nella quale
i fedeli possano raccogliersi nella ’’retraite”
e nella contemplazione? 11 Consiglio sinodale non pensa che tali istituzioni sarebbero
utili c potrebbero essere giuridicamenle costituite e in una certa misura incoraggiale?».
Secondo l’interpellante, il convento dev’essere un esempio per la massa degli uomini :
costituisce una sorta di protesta contro il
mondo e contro la « mondanizzazione » della Chiesa; i monaci, con l’assclu'o della
loro vita nella castità, povertà e ubbidienza
trascinano la Chiesa a cos'.iluire realmente
una società cristiana collegata al divino
Dopo studio, inchiesta e vari ccn'alti, il
Consiglio sinodale ha risposto negativamente. Poiché in realtà, chiamando le cose con
il loro nome, si tratta di conventi, si nota
che la Costituzione elvetica vie a di aprirne
di nuovi. Certo, quando la attuale Costituzione fu adottala, non si immaginava che
si potessero creare conventi prc’es.anti, ma
l’articolo jn questione Ila valore generale;
nè conviene collegare questo problema alla
revisione costituzionale auspicata da alcuni
a questo proposito.
Non si tratta tuttavia di un problema essenzialmente giuridico. Secondo il Consi
glio s'nodale, la concezione corrente della
vita conventuale non corrisponde al pensiero evangelico. Se il convento è il luogo in
cui si svolge la vita cristiana piena, si melle
in forse che essa possa svolgersi nella vita
umana normale; tale vita cristiana integrale
sarebbe dunque poàsibib solo fuori del
mondo. Ma una comunità cristiana può ammettere una tale differenza? I Riformatori
avevano eliminato per questa ragione la vita
conventuale, considerando perico'oso separare la vita profana dal divino; per loro il
Cristo è il solo Salvatore; ed è lui, lui solo
ad assicurare la salvezza a un’umani à peccatrice in cui nè sacerdote nè laico nè monaco nè alcuno può gloriarsi davanti a Dio.
La comunità ideale dovrebbe essere vissuta
là dove si svolge la lotta quotidiana per
l’esistenza, in modo da poter convincere altri. La vita in comunità implica regole, com’è il caso iier una famiglia, ma devono es•sere semplici e non esisere fine a se stesse nè
diventare articoli di fede. Per il protestante,
lo Spirilo Santo può rigenerare e viv'ficare
la comunità mescolala al mondo.
Infine il Consiglio sinodale ricorda Paper,
tura di cemtn riformali (come Boldern, War.
lensee, Crct-Bérard), la creazione di corsi
per laici, di ministeri diaconali, l’esistenza
delle case di diacone.sse e tutti gli sforzi per
armare spiritualmente coloro che sono impegnati nella vita attiva- « Non vogliamo
conventi ■— ha affermalo — ma membri di
chiesa impegnati che siano dei veri testimoni nella loro professione ». (S. P. P.ì
Sa di tutte le denominazioni evangeliche, fra
i 30 e 45 anni di età, senza escludere i più
giovani ed i più vecchi. Si tratta di persone
generalmente sovraccariche di lavoro e di impegni, orientate professionalmente in modo
preciso, spesso allontanatesi, per cause esteriori, da una partecipazione attiva alla vita
della chiesa. Partecipare a questo incontro
costituirà per molli di questi amici un vero
sacrificio; ma non li caricheremo di studi
e di conferenze, daremo il giusto posto allo
svago, alle ore libere, alle piccole conversazioni in gruppo ecc. Sarà provveduto anche
ai bambini dai 4 anni in su, i quali saranno
affidati ad una o più monitrici.
DURATA
11 oampo sarà di 10 giorni pieni più la
sera dell'arrivo (13 agosto, sabato) e mattino
della partenza (26 agosto, venerdì). Sarà pos.
sibilo partecipare ad alcuni avvenimenti che
si svolgeranno in quei giorni nelle valli vaidesi (festa del 15 Agosto, inaugurazione del
Sinodo Valdese).
ISCRIZIONI, COSTI
Le iscrizioni sono aperte a tutti gli evangelici italiani, indistintamente. Il costo del
campo è di L. 16.250, più L. 1.600 di tassa
di iscrizione, e comprende : vitto, alloggio,
spese di organizzazione, ecc. Non comprende
invece eventuali trasporti per partecipare a
raduni fuori di Frali. Le iscrizioni si accettano per l’intera durata del campo. Per un periodo più breve e comunque non inferiore
agli otto giorni (compreso arrivo e partenza)
le iscrizioni si accettano subordinatamente ai
posti disponibili.
RIDUZIONI
Per famiglie si fanno le seguenti riduzioni :
— 2 persone L. 30.000
— 3 per-sone L. 40.000
e successivamente L. 10.000 per ogni membro di famiglia, senza distinzione di adulti o
bambini.
Per le comunità che organizzeranno gruppi
di almeno sei persone, si farà lo sconto del
10%. La tassa di iscrizione (Lire 1.600) deve
essere pagata interamente per ciascun partecipante.
PREPARAZIONE
I partecipanti al campo incontro, via via
che si iscriveranno saranno invitati a partecipare alla sua preparazione, che si svolgerà
in due fasi. Anzitutto, un questionario sarà
mandato a tutti, individui o gruppi per discussioni preliminari; e potrà essere mandato anche a chi, pur non potendo partecipare,
voglia dare il suo contributo di suggerimenti
ed osservazioni. (Inf/Agape)
Notixie in breve
•ir L’arc. Carlos Parlelli, aminhiislra'ore
apostolico di Montevideo, in una pastorale
ha presentalo la grave crisi di vocazioni religiose in Uruguay: su 1.60().0i;0 callolici;romani, costituenti il popolo della sua arcidiocesi, non vi sono qiics ’anno che tre seminaristi,
sb 11 primo numero di « Sunday », nuovo
mensile ecumenico deslina'.o al gran pnhblico, è apparso in maggio in Gran Bretagna- Questa rivista illustrata che, lo si spera,
raggiungerà la tiratura di 500.0(10 copie, è
diretta da un’équipe redazionale composta
da nn anglicano, da un cattolico-romano e
da un protestante. (.soepil
tragiche ci sono per cui il popolo non può
andare avanti: agricoltura fallimentare,
miniere chiuse e in v% di chiudersi. E
nessuno ¡sviluppo in vis o. E da ques.o stalo non si esce, per tre mali veramente
grandi che non si possono estirpare. 11 primo è ia burocrazia, il grande e grasso parassita che .succhia sudore e sangue dal popolo per vivere. La sua fatica, quando lavora, sta di passare le carte da un tavolo
all’altro, da un ufficio all’altro, in un eterno giro, dal quale nulla esce Nessun soccorso, nessuna sovvenzione, e meno che
mai comprensione per chi bussa alla porla. Se le carte non girano, la burocrazia
non esiste. La burocrazia esiste per esse,
il suo fine son le carte, bollate magari, non
il popolo. 11 secondo male sta in coloro
che nutrono questa enorme parassita. E
son le autorità che l’attuale politica di
parliti produce. Queste autorità consumano ¡tutte le loro forze a tenersi in piedi fra una legislatura e l’altra, quando
le cose vanno bene, ma ben più spesso non resistono a tanto. La burocrazia è loro necessaria come sostentamento,
poiché i partiti che lavorano per i seggi
hanno necessità di curare i loro compli
ci e sostenitori. H terzo male è più vasto.
Si tratta di chi sopporta tutto ciò nella
speranza, anche delusa, che un posticino
ci sia per lui, oppure sopporta per pigrizia di reagire in un letargo in cui non ci
si stanca, che non ci impegna e lascia pa.sseggiare e giocare a carte. Che fare?
« Agitazioni »... dicono questi amici.
Ma contro chi ed in favore di chi? Chi hascolla 0 ne fa caso? A Roma ed a Palermo, chi pensa a Riesi? Classico l’esempio del nostro sindaco che visitando un
assessore del governo regionale lo invit i
a venire a Riesi per conoscere la siluazio
ne. ((Non ci penso neppure» è stata la r:
sposta della «personalità» in modo addi
rillura villano. E questo è un socialista!
Una volta servivano gli scandali, ma oggi
chi li fa, rientra nel più normale confoi
mismo. Son cose di tutti i giorni.
« Ma che possiamo fare », '.nsislono
professionisti.
La mia risposta è stata scarsa. Di poca
valore anche se di dentro pensavo di aiu
tarli ed in qualunque modo lo vorrei fare
Rincasando, però, m’è venuto questo per
siero: in fondo la loro domanda è analoga a quella del carceriere di Filippi, che
Luca riferisce così: «che cosa devo far
per, essere salvato? ».
La domanda sulla bocca del pagano d
Filippi non aveva, di certo, lo stesso significalo diU’analoga fatta dal giovar
ricco giudeo. Questi pensava alla -alvezz:
dell’anima, quello solo dalla s'tuaz'one it:
cui si trovava. La ri.sposta di Gesù, coni
quella di Paolo, investe le due siluazioir
perchè la salvezza della vita nel senso pi'"profondo (anima) sta nell’esser liberato d
un mondo vecchio che si è insedia o i:¡
noi e che ci rende prigionieri del passal i
e di noi stessi, e questo fatto è già, a
contempo, la liberazione della situazion
contingente in cui ci dibattiamo come citta
dini di una città e di una nazione, i>ercln
ci indica la via di un mondo nuovo per i;
quale occorre impegnarci e che ¡siamo spinti a scegliere. L’una e l’altra liberazione,
salvezza, stanno in Cristo.
Torniamo ai professionisti. La loro domanda concreta è « come possiamo uscire
da questa situaz’one ». L’unica risposta
vera, non ingannevole e non provvisoria
che avrei potuto dare è; «cercate il nuovo
mcndo di Cristo », perchè esso, il mondo
dell’agape è il solo vero. E cercatelo, i:on
per avere un salario, ma perchè nel (tonarvi alla città porterete vita ad altri e
nel perder la vostra vita la ritroveccle vera. Cercatelo, non percliè con una i>ieghierina possiate aver speranza di inpiego, ma perchè vi impieghi come suoi
strumenti alla rinascila del popolo e la
città possa vedere tempi nuovi.
Non mi sono espresso come avrei dovuto, ma il concetto che avrei desiderato
che comprendessero è questo, che in un.ì
cillà povera come la nostra la cosa più
importante è il dono del proprio lavoro,
delle proprie giornate di se stess:, perchè
questo dono è seme dal quale sorgerà una
vita nuova. E qui il ragionamento critico
(( non abbiamo mezzi » non toma, s’a perchè Cristo, il Vivente, li darà se li sceglierà per suoi strumenti, sia percihè per
la rinascita della città è più importante il
senso del dono, ohe gli stanziamenti statali. La riprova più esalta la si ha nel parassitismo politico e burocratico che assorbe, per un posto o una poltrona, non
solo il frutto del lavoro altrui, ma non
permette che lavori quello che ha bisogno
del pane quotidiano.
Quando si parla di queste cose i benpensanti pensano che si fanno teorie più
0 meno utopistiche. Si tocca invece proprio il fondo della questione. Riesi rinascerà ed avrà lavoro quando avrà imparato il dono e questo solo Cristo, ohe ha
donato tulio, può insegnarlo a Riesi c all’Italia.
Le proteste son facili... ma a ohe servono se con queste si reclama solo -un
«posto»? 11 nuovo può venire da uomini
nuovi. E la protesta ha valore solo se
prima ci ¡si è rimboccati le maniche per
dare quel che possiamo alla società che va
alla deriva. Altrimenti, sia che abbiamo
successo sia che abbiamo insuccesso, questa continuerà ad ingrassare i parassiti.
(( Lei ci ha detto di muoverci »... Si,
ma verso una mentalità nuova, verso un
mondo nuovo che non prende le energie
dagli altri ma le dona. Occorre cominciare lutto di nuovo. Ciò vale non solo
per Rie.si. Il nostro vecchio mondo, malgrado il suo enorme progresso scientifico,
deve cominciare tutto di nuovo. Deve mutare mentalità.
Ric'si, per ora, non sa ancora cominciare
di nuovo. Comincia solo a cercare.
Tullio Vinay
(da ^Notizie da Riesi »).
3
17 giugno 1966 — N. 24
pag. S
UNA INTERROGAZIONE ALLA CURIA PINEROLESE
La "santa medaglia,,
(con approvazione ecclesiastica)
LA NOSTRA SVOLTA
Un oaltolico appartenenle alla diocesi di
Pineroli), che da tempo dimostra la sua
sollecitudine per la salvezza dei « fra eJli
separati » valdesi, inviando ai pastori pressanti inviti a riconoscere la pienezza di verità della cliiesa romana, recentemente ha
espresso questa sua sollecitudine facendoci
pervenire un mezzo di indubbia efficacia
per la salvezza degli uomini: si tratta della « santa medaglia ».
Assieme alla medaglia di Maria, c’è un
opuscolo illus rativo. In prima pagina, sopra alla riproduzione fotografica dell’effigie
della medaglia, sta il monilo di Giovanni XXIIl: « I nostri tempi sono, per indubbi segni, tempi mariani e Maria appare di
giorno in giorno sempre più, per noi peccatori, la via del ritorno a Dio ».
NeU’interno, abbiamo le spiegazioni più
delucidalive. Si tratta, innanzitutto, di un
dono di Dio, di un mezzo per la nostra
salvezza: la «Medaglia Miracolosa». Notiamo bene : « Essa non è una medaglia
.qualunque ma la Medaglia per eccellenza —
un potente strumento della misericordia di
Maria... ». Questa potenza deriva dalla origine « soprannaturale » della medaglia die
viene descritta con riferimento all’apparizione di Maria a Santa Caterina Labourè il
21 novembre 1830, durante la quale Maria
avrebbe detto alla santa: «Fa coniare una
medaglia secondo il modello che vedi. Quel,
li che la porteranno benedetta, specialmente al collo, e reciteranno la breve giaculatoria. riceveranno grandi grazie e saranno
sotto la .siieciale protezione della Madre di
Dio ».
Data questa origine e queste promesse,
l’opuscolo riproduce le esortazioni del P.
Aladel a praticare questa « devozione ». Di
esse c| limitiamo a riprodurre quella rivolta ai « pei-catori ». « E voi pure, poveri peccatori, amile se foste piombati neU’abisso
delle più grandi miserie, anche se il braccio vendica'ore di Dio, sospeso sul vostro
capo, stesse per colpirvi, anche se la disperazicne si fosse impadronita deli’anima vostra, levate gli occhi verso la Stella del
Mare. Prendete la Medag’ia, gridate dal
profondo del vostro cuore; ”0 Maria concepita senza peccato, pregate per noi, che
ricorriamo a Voi”. Rifugio dei peccatori.
Ella vi toglierà dal precipizio in cui aveste
la disgrazia di cadere; Ella vi condurrà sui
sentieri fioriti della giustizia e del bene ».
Come bene il lettore vede, manca qui
ogni r ferimento a Cristo e alla redenzione; Dio ncn è Colui che ha itanto amato il
mondo da dare il Suo Unigenito Figliuolo,
ma appare neiratleggiamento di-colpire il
peccatore, che trova una speranza soltanto
nella po'enza della intercessione di Maria;
siamo, cioè, in pieno marianesimo che sostituisce radicalmente il cris ianesimo. Ma
c’è di più: non si itrat'a soltanto di invocare
Maria, la medaglia s essa diventa oggetto di
culto e ad e.ssa viene rivolta la preghiera
che riportiamo integralmente : « O santa Me.
daglia, immagine e ricordo deirimmacolata
Vergine, mia protettrice e Madre mia, io
vi voglio portare sempre come sigillo sul
mio cuore. Siatemi scudo e difesa nelle
tentazioni e negli assalti del nemico dell’anima mia; fate germogliare e crescere in
me santi desideri di p età, di purezza, di
coraggio; siatemi pegno della mia perseveranza nella fedeltà a Dio e della mia
eterna salvezza » .
Questo attribuire alla medaglia la qualifica di « pegno della mia perseveranza nella
fedeltà a Dio », che il Nuovo Tesiamento
attribuisce allo Spirito Santo (cioè a Dio
stesso), ci dà la misura della distanza di
questo modo di pensare dall’Evangelo e del
ricadere in una forma di superstizione quan.
to mai pesante non solo per coscienze cristiane, ma semplicemente per coscienze «religiose »; ma non siamo ancora al punto
culminante. L’efficacia della medaglia è ribadita nelle istruzioni per ruso; ne ripro
duciamo alcune: « Un ateo, un peccatore da
ricondurre a Dio? introducete la Medaglia
Mirate osa in un indumento personale!...
Un moribondo cui assicurare la vita eterna?
la Medaglia Miracolosa sotto il cuscino! Una
casa, un ambiente, un qualsiasi luogo da
preservare da ogni male? la Medaglia Miracolosa dietro la porta o gli infissi, o addirittura murata! Un peccato, tremendo ohe
possa essere, da veder perdonato dalla Misericordia Divina? una lacrima sulla Medaglia Miracolosa! ». Abbiamo riprodo'to fede'mente anche i punti esclamativi, perché
il lettore non creda che siano aggiunti da
noi.
L’cpuscolo è stampato « A cura del Centro Vo'ontari della .Sofferenza di Pinerolo »,
ma ciò che ci lascia più perplessi è che
esso porta l’indicazione « Con approvazione ecclesiastica » e il riferimento « Per even.
tuali richieste di questo stampato (L. 5 la
copia) rivolgersi a: ripografia Vescovile,
Via Regis 34 - Tel. 26.27 - Pinerolo ».
Dobbiamo ritenere autentiche queste indicazioni? E’ vero che l’Autorità ecclesiastica di Pinerolo ha approvato quanto viene
detto nell’opuscolo, favorendo cosii autorilalivamente una tale « pratica »? No', protestanti, siamo costantemente invitati ad abbandenare la polemica di un tempo, ad
aprirci al dialogo, a prendere sul serio il
( ab'.ol cesimo, perciò noli vogliamo fare
della polemica, ma domandiamo soltanto
all’Autorità ecclesiastica di Pinerolo di fornirci delle delucidazioni ohe ici permettano
di valutare concretamente il nuovo corso
cattolico. Desidereremmo che una delucidazione ci fosse fornita su queste stesse pagine,, affinchè fosse conosciuta da tutti i
lettori del nostro giornale e che fosse una
«delucidazione autorevole», perc’ò fosse
fornita da quella stessa Curia Vescovile, che
nell’opuscolo è posta in causa con la dicitura « Con approvazione ecclesiastica ».
Alfredo Sonelli
Il periodo che va dagli anni del fascismo
alla seconda guerra mondiale, Miegge lo
definì, per la Chiesa Valdese, il tempo del
riassettamenlo, del ripensamento, battuta
d’arresto necessaria ai fini di una ripresa
più ardita dopo la parentesi della dittatura
fascista. Le parole sono mie, ma il senso
è questo.
La Chiesa ha realmente avuto in questo
periodo il suo rinnovamento biblico che
ha felicemente interessato tutta la vita della Chiesa, sul piano teologico, cioè della
predicazione, come sul piano liturgico e
pietistico.
Il bene che ne abbiamo ricavato tutti,
anche quelli della mia età, che vissero le
due esperienze, quella liberale del risveglio, intimistica, sentimentale e polemica,
e quella del rinnovamento biblico, è considerevole.
Dove però si accentuano i dubbi e le
perplessità è quando ci domandiamo se le
Chiese, cioè la base, hanno avvertito questo ripensamento, e quali sono stati i frutti.
Dirà qualcuno che è troppo prematuro il
pretenderli, giacché siamo ancora nella fase della occulta germinazione, ma che verranno! Comunque, e non vorrei apparire
pessimista, i prodromi della primavera non
si scorgono e siamo ben lungi dai maturi
frutti dell’estate.
E frattanto che cosa è avvenuto di nuovo,
di veramente nuovo nel nostro campo?
Negli altri campi tante altre cose che dovrebbero formare materia di riflessione.
Ad esempio che U messaggio cammina
con le gambe degli uomini, quando costoro
ce l’hanno dentro e lo vivono e perciò lo
portano fino alle estremità della terra: l’eretico è sempre un itinerante, se si ferma,
se si istituzionalizza... la sua lava infocata
diventa fossile. Così senza un apparato liturgico, ma senza complessi, il messaggio
per mezzo di tali testimoni ha raggiunto
gli strati di quella popolazione, che è
sempre sfuggita all’azione dell’Evangelo.
Nel nostro campo legato all’organizzazione ecclesiastica, che ha indubbiamente i
suoi pregi, ma che non vanno sopravalutati,
è avvenuto quello che io definisco la svolta: la nostra svolta.
Lo storico degli anni 50 e 60 della nostra Evangelizzazione dovrà rilevarlo e dirà: alcuni, mossi dalla ricerca di un nuovo
linguaggio che desse forza e potenza al
messaggio, idearono i gruppi di servizio.
Predicarono, per usare l’espressione tanto
cara ad uno dei leaders di quel tempo,
un messaggio incarnato. Non si contentarono della semplice proclamazione fatta dal
pulpito. Questi gruppi sentirono il .servizio
come debito verso la parte più sofferente
della società, la famosa popolazione Valdese, detta fin allora dei simpatizzanti raccolti attorno alle nostre comunità.
Fecero un’esperienza meravigliosa: convogliarono moki dei laici, la parte congelata... o dimenticata. I critici, però, che
non mancano mai, i soddisfatti di se stessi,
gli ancorati alla sola liturgia della Parola,
non si lasciarono trascinare e si difesero
dicendo che dopotutto non era una novità
questo modo di annunziare VEvangelo, perchè le stesse cose le aveva dette, con tanta
forza persuasiva, S. Paolo nel capitolo 15
della I ai Corinzi.
E fu un vero peccato che non si movessero... La loro presenza, cara e indispensabile in un certo senso nella chiesa, perchè
senza di loro la Chiesa si sarebbe chiusa,
si concluse con un magnifico funerale!
Speriamo bene che lo storico non dovrà
concludere così sulla nostra svolta, felicemente operante a Riesi, a Pachino... e in
alcuni avamposti del V Distretto.
Sento lo sguardo accusatore del Maestro
quando ammoniva: Non si accende una
lampada per metterla sotto al moggio, ma
sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli
che sono ih casa (Matt. 5: 15).
G. E. Castiglione
Radio-!V della Svizzera Italiana
Domenica 19 giugno — Ore 9,15, conversazione evangelica alla radio (Past. G. Rivoir); alla fine delle trasmissioni televisive
(ore 22 circa): «La Parola del Signore»
(Past. S. Long).
I LE¥TORI CI SCRIVONO
Cristiani
e politica
Una lettrice da Milano:
Signor Direttore,
mi permetto di rivolgermi a Lei in
una lettera aperta, perchè gli ultimi
nunieii della «Luce» (e di « Giovenlù Evangelica ») mi hanno profondamente sconcertata e vorrei porLe, se mi è concesso, una domanda.
È Lei davvero convinto. Signor Direttore, che le nostre Chiese possano
idcntifiiarsi con un determinato orientanu'iilo politico, qualunque esso s a, i nostri giornali divenire giornali di par ito, i nostri Pastori quasi
capo-comizio? È lecito che oggi,
parlando di « processo » a cristiani
dell’uno o dell’altro indirizzo, si
mettano in condizioni i membri di
una comunità di chiedersi reciprocamenle a quale ideologia politica,
forse addirittura a quale partito appariengono pitil oslo che, come usava al tempo dei buoni barbi Valdesi,
se abbiamo ricevuto la Parola di
Cristo?
E al caro Franco Giampiccoli che
mi conosce molto bene e il cui verace .spirito vocazionale ha sempre
suscitalo nei suoi vecchi amici milanesi profonda simpatia, vorrei chiedere come possa affermare di « non
aver rintenzioue di fare della politica » in apertura a un numero di
«Gioventù Evangelica » come quello
dello scorso maggio.
Oggi lutto un settore delle nostre
Chiese, della nostra gioventù, in una
parola, del Proleslanlesimo italiano,
ha assunto una nella e precisa colorazione politica che non potrà domani non fare addirittura sentire a disagio nella a casa del Padre loro »
quei credenti che, onestamente almeno quanto altri di opposto orientamento, abbiamo però .scelto diversamente nel cuor loro e magari nella
loro vita attiva la via da seguire:
questo a prescindere dalle mie convinzioni per.sonali, che possono essere amebe fortemente di sinistra, almeno fino al punto in cui ciò è compatibile, sul piano etico e spirituale,
con la fede cristiana.
Tutti i Cristiani, Signor Direttore,
o per lo meno noi aspiranti tali, non
possiamo non essere d’accordo con
lo slogan « non bombe, ma amore » :
come però Ella stessa mollo opportunamente rilevò in una nota alla lettera di Mario Gardel'a, « non esiste
uiui politica cristiana » (o vogliamo
anebe noi crearci un partito al pari
de! fratelli cattolici?) e « non si può
mai benedire un mitra ». I morti
son morti, siano essi siali uccisi per
una causa santa o diabolica, c come
Cristiani, se proprio volessimo propugnare un argomento, non potremmo propugnare che quello della non
violenza. Ognuno di noi, nella sua
vita, dovrà senza dubb'o scegliere di
percorrere quella strada ebe più
gli apparo eonsequenziale alla propria Fede, e la scelta verrà fatta nel
segreto della cameroila, in colloquio
intimo e diretto con il proprio personale Salvatore; ma se come individui
possiamo forse trovare anebe sul piano umano una via che ci semibri
quella gius'a (ricordando però sempre che l’unica bandiera di un Cristiano è l’Evangelo), come Chiesa
non possiamo identificarci con alcuna ideologia di parte, cosa che, a leggere la nostra stampa, avviene-invece
abbondantemen.e oggi, in aperto contrasto con le stesse strane affermazioni neutralistiche di coloro ohe viceversa più di tutti « fanno » platealmente della politica.
E mi permetta. Signor Direttore,
prima di concludere, di esprimere al
Prof. Jouvenal la viva gratitudine
mia e di molitissimi lettori milanesi
per il Vibrante messaggio offertoci
nel suo recente articolo.
Rileggiamoci qualche volta l’Apo'
calisse; le tentazioni delle Cbiese sono molteplici c possono nascondersi
anche sotto l’allettante locuzione « dimensione pcLilica e sociale ».
Fiorestuna Sfredda Piccoli
Ciò che ho risposto due settimane
or seno ala Signora G. Perrin, in
qualche misura risponde pure a qual- |
cuno dei Suoi interrogativi. Li condivido, come il Suo turbamento : si \
stanno scavando dei solchi (o stan- I
no affiorando dei confasti? ), nelle \
nos're comunità, nella compagine
della nostra Chiesa. Credo che il
problema che tutti ci poniamo o ci
dobbiamo porre, qualunque .sia la
nostra posizione, è se questi contrasti siano o no veramente determinati da uno sforzo di fede'tà all’evangelo, dall’aver « ricevuto la
Parola di Cristo ».
Non è giusto, tuttavìa, far ricadere la responsabUilà di questi confasti su una sola parte, quasi che
tutto fosse sin qui andato bene, e ora
questi scalmanati mettano tutto a
soqquadro. Il problema della responsabilità politica e sociale si pone oggi, anche ai cristiani, in termini nuovi e più vasti (con nuove e più profonde tentazioni, ovviamente, in ogni
direzione), ma non si può dire che
la Chiesa delle generazioni passate
non fosse politicizzata. Insamma, non
si ¡mò dire che la normalità cristiana sia una posizione libera’.-borghese, qual’era quella senz’altro dominante nella nostra Chiesa fino all’aliro ieri e in molte comunità cittadine fino a oggi. Come l’essere cristiano e marxista pone problemi al
limite insormontabili (a mio modesto
avviso) e implica per il credente una
continua inquietudine, dolorosamente desta e cosciente deg'i equivoci e
delle infedel à che sfiora quotidianamente e in cui spesso cade, altrettanto dev’essere per il cristiano liberale; è questa coscienza, di essere in
una posizione altrettanto discutibile,
che vorrei sentire alfettanto viva
negli uni e negli altri. Si è discorso,
ultimamente, di un « processo a un
cristiano marxista ». sulla cui conclusione si potrà discutere; è stato
un modo, comunque, per dar voce a
quel « processo » che si svolge in
ampie cerehie di varie comunità;
ora, mi pare altrettanto valido e necessario un « jvocesso a un cristiano
liberale »; proprio perchè anche a
lui si din modo di spiegarsi ed eventualmente di chiarire le proprie idee
e la propria posizione.
Ma il problema doloroso che Lei
sente e che siamo in molli a sentire
è che venga il giorno in cui, per
opzioni politiche assunte in modo
massiccio, questo o quel fratello o
interi gruppi, giungano a « sentirsi
a disagio nella ’’casa del Padre lo- '
ro” ». O piuttosto, è sempre inevitabile che il cristiano infedele si
sen a a disagio nella casa del Padre,
come il pubblicano nel tempio, e
questo disagio può e deve assumere
talvolta anche dimensioni politiche
(cito la dichiarazione di Stoccarda
della Chiesa confessante tedesca, al
termine dell’ultimo conflitto); ma
occorre che sia un disagio teologico,
non pùliiico, una confessione di peccato, non un contrasto ideologico.
Il ragionamento sulla scelta nel segreto della cameretta mi pare però
un po’ ipocrita: non possiamo parlare di tutto, fra fratelli? nel discorso fraterno, non ci sarà anzi possibile
di chiarirci agli alfi, e gli a'tri a
noi? non sarà ques o il modo migliore per sdrammatizzare la poli ica
(uno dei servìzi essenz'ali che i c’istiani possono oggi reruiere; il che
non .significa però guardare indifferenti i macelli e le sopraffaz'oni)?
per metterci a vicenda in guardia
dalle tentazioni? Che cosa .significa,
realmente, la mia fraternità con gli
a'tri credenti, se non mi è possibile
incontrarli in ques'o lato deìla mia
esistenza? E se non siamo capaci di
questo discorso, di questo incontro,
non è segno che la separazione è nell’intimo, appena rivernicìa'a dal sedersi accanto nello s esso banco, la
domenica mattirm? È il Padre che fa
la casa: questo mi pare il sen.so vero,
e confortante, del Suo richiamo. Bisogna che sia Lui hi fonie dekn nostra vita, anche politica. Anche per
l’« ecumenismo » politico vale ciò
che vale per queVo in’ercenfess'anale: più vicini siamo al centro, a Cristo, al suo regno e alla sua gius’izia,
più vicini ci ritroveremo gli uni agli
altri. g. c.
P.S. • Quanto alla posizione di
Franco Giampiccoli, La invito a leggere quanto egli scrive al riguardo
a p. 16 del suo opuscolo usci’o in
onesti giorni: « Cosa vuol dire essere santi ».
Nelle plàzze
Un lettore da Gravina di Puglia:
Di fronte al dilagare della incredulità e della indifferenza religiosa
nella noislra Italia, i cristiani evangelici sono chiamati a scendere nell’agone per lottare contro il materialismo pratico e la mondanità più
sfrenata.
Le circostanze esigono che noi
evangelici ci risvegliamo dal sonno
e scendiamo nelle piazze; i giovani
protestanti ci rimproverano per il
nostro immobilismo e per il nostro
assenteismo cronico nei conflitti politici e sociali; ci accusano di non
essere all’avanguardia per denunciare le grandi iniquità del tempo.
G. Guzzi scriveva che « è tempo
che ci ©vegliamo dal nostro le'argo;
è tempo che risorgiamo dal sepolcro; ohe use amo dalla muffa delle
nostre sagrestie a respirare l’aria libera, l’aria pura di Dio ».
Noi quasi abbiamo un certo piacere a vivere in uno « splendido isolamento », mentre Iddio ci chiama
per proclamare al popolo il Messaggio della vita, della Fede e della
Libertà. L’offensiva sola ci salverà.
Filippo Tomeo
Cristiani
e divorzio
Un lettore, da Torino:
Signor Direttore,
in riferimento al « processo al cristiano marxista » (La Luce, 27-5-’66),
processo fortunatamente conclusosi
con formula assolutoria « perchè il
fatto con costituisce reato » (in caso
contrario ci sarebbe stato un rogo...
simbolico?), desidererei conoscere il
suo autorevole parere sui « cristiani
divorzisti». Mi spiego: per cristiani
divorzisti intendo coloro che, conv liti della insoistenibilità di certe situazioni familiari, anche di loro dire ta conoscenza, senza esserne, grazie a Dio, diretta parte in causa, propugnano e sostengono la necessità
deL’islitulo del divorzio.
La ringrazio per la eventuale risoDsta e La saluto con molta fraterni à Luigi Gamarra
lesse confarre nuovo matrimonio,
essere reinserita in un clan familiare, fuori del quale non era concepibile una vita degna di questo nome, in Israele), rispecchiava in questo precefo una manifestazione della pazienza di Dio, tendente a limitare per quanto possibile i fisti effelli della « durezza di cuore » (= incredulità, disubbidienza incredula);
ma Gesù parla senza mezzi termini
di adulterio, anche là dove la « illuminata » legge mosaìca dava un’apparenza legale a una situazione intimamente compromessa. Già la prima
generazione cristiana ha cercato di
rendere... giuridicamente utilizzabile, nel vivo di comunità ben concrete, questo splendido e terribile
assoluto del messaggio del Cristo: ne
bra; nella testimonianza cristiana al
Regno, un’incrina'ura dolorosa.
Molti di questi pensieri mi sono
stali suggerii iersera, leggendo l’Evangelo secondo Marco con i fratelli della mia comunità: eravamo giunti proprio al passo relativo alla discussione sul divorzio
(10: 1-10). Concludendo... alcuni
hanno detto, e gli alfi calorosamente assen'ito, che la loro felice vita
coniugale, senza idealistici idilli, era
veramente un dono di Dio. Non significa, questo, compremlere il lato
positivo, luminoso delta proclamazione messianica di Cristo?, e non
significa, anche, rimettere in ultima
istanza a Lui il giudizio su fratelli
e sorelle che la limpidezza di tuie
proclamazione al mondo hanno oscu
troviamo faccia nella redazione di \ rato, come noi possiamo averlo fatto
Matteo (5: 32 e 19: 9), ove si fa una
« ragionevole » eccezione: « sa'vo che
per cagion di fornicazione» ; non ci si
può sottrarre all’impressione che si
tratti qui di un compromesso comprensibile, forse praticamente ine
II mio parere è ben lungi dall’essere autorevole e soprattufo è mollo * vitabile, ma che comunque contrasta
personale: la Chiesa valdese, infat
in un altro campo, e che in questa
situazione soffrono, consci che la redenzione può venire solo da Dio,
nel suo Regno, e non da un decretolegge? g. c.
ti, anche per il fatto di fovarsi sinora in un ambiente in cui il problema
giuridicamente non si poneva, non
ha nuli affrontato ufficialmente la
questione. Attualmente è al lavoro
una commissione sinodale di studio
sui problemi del ma rimonio, della
P.S. - A mia conoscenza, attuainettamente con l’intenzione della mente non v è nella nostra lingua al
proclamazione di Gesù.
Insamma, a uomini, a credenti che
g'i chiedevano di confermare il compromesso mosaico, Gesù rifiuta di
laisciarsi imprigionare su un piano
cuna presa di posizione nè alcuno
studio protestante su questo problema, .se si eccettui il fascicolo 3-4-1954
di « Protestantesimo », che riporta le
relazioni presentate nella Settimana
teologica di Agape, dedicata quell’anno al tema della famiglia; fra
queste relazioni, un ampio studio di
legalistico, con tutte le npprossitnazioni e compromessi a cui è sog
catechesi mafimoniale, dei mairi-\ getto l’esercizio della giustizia urna-, ■ „
moni misti, ecc.; penso che, prima o\na (anche ecclesiastica!): «il Re-'\Gwrgio Peyrot: «Il problenui del
poi, essa affronterà pure questo prò- gno di Dio si è avvicinato », « quel- divorzio e delle seconde nozze^ nella
bleirui; è infatti questione di tempo, I iO che Dio ha unito, l’uomo non lo dkciplina ecclesiastica », ricchissimo
saranno due, cinque, venti anni, ma | separi ». j “ì spunti esege.ici, che conclude: « I
TIs'ituzione vaticana non potrà inde- Quello che Dio ha unito. Prima, , cittadini, secondo la loro fede, sefìnitaménte bloccare un processo che , assai prima di preoccuparsi della di- j guirarmo quella legge a cui nella
nella coscienza civile della nostra na- sciplitm del divorzio, la chiesa deve ' propria coscienza sentono di dovere
preoccuparsi della catechesi prema- I obbedienza; e i credenti quindi non
fimoniale, fra i giovani, come qua divorzieranno », La Claudiana, nella
e là si comincia a fare.
La disciplina della chiesa non può
evitare la svariatis.sima gamma dei
zìone è apparso notevolmente avanzato, negli ultimi tempi, malgrado
Vinsabbiamento (definilivo?) dell’en.
nesimo progetto di legge, quello
dell’on. Fortuna.
Sul piano giuridico, penso che in : « casi » personali, su cui la comuni
campo protes'ante vi sia largo con
senso: è assurdo, ed è anzi in contrasto con Timpostazione evangelica
tà può talvolta cercare d’influire fraternamen'e (alcune Chiese offrono
il ministero di « consiglieri coniu
imporre a chi non crede in Cristo un gali »...), ma di cui in ultima ana
impegno e mi obbligo che hanno | Usi non può che prendere atto. Si
senso, nella loro indissolubili à, solo tuuzioni personali, che hanno tuttanel quadro della fede e della abbi- ! via un’incidenza comunitaria su cui
dienza a Cristo. deve pronunciarsi, di volta in volta.
Ma quel che L’interessa, credo, è hi comunità dei fratelli, at faverso il
.se per un cris'inno possa porsi l’even. collegio dei responsabili o la stessa
sua col’ana di opuscoli di « At ualità
protestante », ha in programma un
quaderno su questo problema.
lualità del divorzio. Qui non possio'
nio limitarci a valutazioni di opporluniià, a considerazioni rea'istiche,
dobbiamo ascoltare che cosa ci dice
il Signore, che cosa il Cristo chiede
alla sua comunità, chiamata alla cittadinanza celes'e.
Non ci è pos.sibile qui esaminare a
fondo il problema. Ma se leggiamo
il ¡lasso fondamentale, al riguardo
(Marco 10: 2-12, la discussione fra
Gesù e i farisei, poi con i discepoli,
appunto sul divorzio, che era permesso dalla legge mosaìca), mi pare
evidente che Gesù Cristo proclama
Tindissolubilità dell’unione coniugale per l’età messianica che egli è
venuto a iniz’are e che si riallaccia
aV'« ordine » originale della creazione uscita « molto buona » dalla
volontà del Creatore. Gesù afferma
che la stessa legislazione mosaìca,
per quanto ispirala, « rivelata » (Ut
prescrizione protettiva di Deut, 24: 1
tendeva a difendere il diritto della
moglie « mandala via », affinchè po
assemblea. Ma la chiesa e gli interes'
sali in modo particolare devono avere ben coscienza che ci troviamo qui
di fronte a quel décalage, a quel salto di livello a cui accennavo prima e
che il Signore respinge come « durezza di cuore », come incredulità legata — in questo come del resto in
tanti altri aspetti della vka — a questo mondo che perisce. Non posso co.
munque comprendere una seconda
« benedizione » ecclesiastica, in caso
di seconde (o plurime!) nozze; anche se questa seconda unione dovesse risultare più felice, forse più .seria della prima, resterebbe comunque, nella coscienza dei singoli e delia comunità. In ferita di un patto
spezzalo (la nostra liturgia ricorda
che il palio coniugale è anche un
paltò con l’Eterno), una feri a che il
Cristo, mi pare, rifiuta di rimarginare « come se niente fosse stato », anche se il suo perdono non conosce
limiti. Ne la luminosa parabola dell’amore di Dio si è inserita un’om
Per Anna
Per Anna, la giovane studentessa
etiopica segnalataci dalla Missionaria
Paola Tron, abbiamo ancora ricevuto: Anna Ribet (Torre Pellice)
L. 2.000; Emilio Ganz (id.) 1.000;
S. B. (Roma) 10.000; B. S. (Roma)
15.000; Mil'via Munzi 'Walker (Wood.
ford Green) 10 sterline. Grazie!
Tribuna
libera
Direttamente o indirettamente ci giungono proteste di lettori, che si considerano privati del
diritto di libero intervento sul
nostro settimanale, a causa delle « postille » redazionali che
troppo spesso seguirebbero interventi contrastanti con la linea redazionale. Abbiamo già ripetutamente espresso il nostro
parere ; non vogliamo comunque
fare « vittime » ; c’impegnamo
dunque a pubblicare senza commenti in una rubrica « Tribuna
libera » — distinta da « I lettori
ci scrivono » — interventi su
qualsiasi argomento d’interesse
generale, che ci saranno mandati con l’indicazione : « per Tribuna libera». Non mancherà il
modo di continuare dialoghi che
non noi abbiamo rifiutato.
red.
4
pag. 4
N. 24 — 17 giugno 1966
DUE INTERESSANTI INCONTRI EEMMINILI
A Bobbio Peliice, V8 giugno
A Roma, il 20 maggio
Riunione “salutista
L’istruzione bibliea
La corriera del mattino, l’8 giugno, trasporta un gruppo felice di sorelle che si recano a Bobbio, al raduno annuale della Lega
Femminile, organizzato dall’Esercito della
Salvezza: sorelle valdesi di Bobbio e Villar
Peliice, Unioniste di Torino, di Milano, due
sorelle di Firenze, il gruppo numeroso della
Lega di Torre Peliice, con le ufficialesse, che
tutti conoscono bene. Ci ritroviamo alle 10,
nell’ampia sala di una delle Casermette restaurate e cosi accoglienti, intorno ai Colonnelli Bordas e alle brigadiere Yard e Monbaron venuti apposta da Roma; il Col. Bordas è stato cappellano in un campo di concentramento in Germania.
<c Questo è il giorno che l’Eterno ha fatto.
Festeggiamolo lodando il Signore per la meravigliosa creazione che ci circonda ». Ecco
il gioioso benvenuto che ci rivolge l’amica
Brigadiera Yard. Essa collabora col comitato
romano della Lega Femminile Valdese. Un
cantico speciale, ci la subito sentire <c in
alto » sopra U monte, più presso al cielo attingendo aUa fonte perenne, che c’invita alla
Pace e alla Salvezza.
Il messaggio della Col. Bordas, in francese, è efficacemente tradotto dalla brigadiera
Monbaron, che lasciò Neuchâtel, 18 anni fa,
per seguire l’Esercito della Salvezza in Italia.
Il messaggio è pratico, limpido, vissuto.
Impegnate dai molteplici dettagli della vita
giornaliera, ci seppeUiamo, noi stesse, nelle
nostre occupazioni e non sappiamo scoprire
il segreto della vera libertà, nell’amore del
prossimo. Rimaniamo schiave delle nostre
abitudini, dei nostri impegni e dimentichiamo il nostro appuntamento con Dio. Ma
quando il cuore diventa la sua casa « tutto
può cambiare, Ei può tutto mutare e la gioia
far regnare ». La nota gioiosa si farà udire
tutta la giornata, e ci sentiamo naturalmente
affiatate le une alle altre.
Con entusiasmo cantiamo gli inni ed i cori,
che ci sono stati distribuiti. Il Col. Bordas,
che opportunamente ha potuto ritardare una
campagna d’evangelizzazione in Sicilia, ci rivolge un profondo messaggio ; Che cos’è la
conversione? Un incontro con Dio; un incontro invisibile agli uomini, ma di una tale
realtà che non si dimentica mai. Un incontro con Gesù Cristo. Dimenticando il passato, ci rallegriamo del presente e dell’avvenire.
Gesù apri gli occhi ai ciechi, che erano
numerosissimi in Palestina. San Marco ci
racconta l’incontro del cieco di Betsaida col
Salvatore. Condotto fuori del vUlaggio, se
pure non istantaneamente, il Signore lo riportò alla luce. Toccato dalla mano del Cristo,
a cieco si abitua lentamente alla sua rinascita. Confonde gli alberi, per uomini giganti. Così, pure, neUe conversioni, se parecchi
sono sconvolti da im miracolo improvviso,
altri escono lentamente dalla notte per entrare nella luce, di cui hanno la nostalgia.
Toccati dalla mano di Gesù, capiscono e sperando s’incamminano verso la luce, attratti
da Colui che dice : « Io sono la Luce del
mondo ». Miracoli spirituali, quelli che dalTincredulità conducono aUa fede e fanno di
noi nuove creature. Niente può sostituire la
conversione, queU’incontro personale di Cristo. Natanaele era scettico : « Può forse venire qualcosa di buono da Nazaret? »
« Vieni e vedi », gli rispose Filippo. Andò,
fu sincero ed incontrò il Messia : <c Tu sei il
Figliuol di Dio! » e l’uomo accettò di essere
visto e conosciuto da Dio. — Come è stata
o come sarà la nostra conversione? Poco importa, se la nostra fede è sincera. La fede è
un dono, una grazia che Dio ci fa, per la
quale lo Spirito di Cristo entra in noi, e con
gioia ci mettiamo al suo servizio.
A mezzogiorno, sedute ai due lati dei lunghi tavoloni nel refettorio, quanto ci fu gradito il caldo minestrone! Eravamo un’ottantina di ospiti! Gradita l’eccellente tazza di
caffè che ci venne offerta al termine del
pranzo al sacco. Nel pomeriggio, una divertente canzone mimata ci rammentò i lavori
casalinghi che avremmo ritrovati la sera
stessa. Eppoi ogni gruppo, anche se rappresentato da due sole persone, cantò sponta
neamente un ¡nno. Seguirono le testimonianze, chiare, brevi, gioiose. Qualche volta, un
appello alla preghiera d’intercessione per una
famiglia, non ancora unita in Cristo, o un
caso di grande sofferenza, o di lotta sullo
stretto sentiero della fede.
Ancora un ultimo messaggio della Colonnella, illustrato da fatti precisi e veri. In Inghilterra, troppe persone isolate soffrivano e
si disperavano, senza aiuto. Un gruppo femminile cercò il modo di rimediare a questa
triste realtà. Andò di luogo in luogo visitando ogni casa e lasciando quest’ordine : « Se
siete in difficoltà, mettete la lettera A = aiuto
sulla vostra finestra (H per Help, in inglese).
Il risultato di questa iniziativa fu meraviglioso.
Una donna, certamente non ricca, ha fatto miracoli per aiutare il prossimo. Aveva
perso il marito e si dedicò alle vedove, verso
le quali s’era sempre sentita attratta. Quale
non fu il suo stupore, quando le sue conoscenze le dissero di averla vista aUa Televisione. Un religioso dirigeva una radiotrasmissione domenicale e si mise a cercare, durante
la settimana, « un viso domenicale ». Fu una
gran fatica trovarlo. Lo cercò tra bambini,
adulti, giovani. Una mattina aUe 5, egli incontrò queUa donna dal viso sereno, che lo
salutò gentilmente. Era dn giro per servizio.
Il monaco aveva trovato quello che sembrava cercare invano. Un viso di domenica buono, sereno, gentile, anche in un giorno settimanale. Quel viUaggio ha 19.000 anime di
cui 6.000 protestanti.
Così si svolse la giornata benedetta dell’8
giugno, di cui ci ricorderemo fino aU’anno
prossimo! Ottanta grazie di cuore da noi tutte che abbiamo beneficato delle vostre esperienze profonde nel contatto giornaliero del
prossimo. Il Signore vi benedica.
Graziella e Lina
MASSEL
Sabato 4 è stato celebrato il matrimonio
di Odetta Tron di Salza e Arnaldo Tron
di Rodoretto.
Agli sposi che risiedono a Rodoretto rinnoviamo il nostro fraterno augurio.
Come già l’anno passato, anche quest’anno l’incontro regionale deUa F.F.V. (quarto
Distretto) ha avuto luogo a Roma negli ampi
ed ospitali locali di Piazza Cavour. Venerdì
20 maggio alle ore 11, una dopo l’altra
abbiamo fatto il nostro ingresso nella sala,
dove tutto era già pronto per accoglierci.
Purtroppo motivi vari hanno impedito la
partecipazione di alcune Unioni : così non
abbiamo avuto tra noi le sorelle della Ciociaria, quelle di Napoli (quesl’ullime bloccate da un imprevisto sciopero del personale della stazione di Napoli; sono state
rappresentate da una signora, giunta a Roma il giorno precedente); le unioniste di
Firenze hanno trovato più pratico riunirsi
con i gruppi della Toscana. Così il nostro
incontro regionale si è ridotto ad un incontro delle Unioni Femminili Evangeliche di
Roma (ma la coincidenza della nostra riunione col Sinodo Metodista ci ha anche
private delle sorelle metodis e... meno una
venuta da La Spezia).
Il tema del nostro incontro è stato :
«L’istruzione biblica», uno degli aspetti del
più ampio problema della trasmissione della fede .alle giovani generazioni nel a comunità cristiana. (Vedi studio del Prof. Val.
do Vinay).
La necessità di questa trasmissione, come
ubbidienza aU’ordine biblico, ci è stata ricordata nella meditazione iniziale dalla
signora Elsa Rostan, con le parole del Deuteronomio: «Tu amerai dunque il tuo
Dio... e questi comandamenti che oggi ti
dò, ti staranno nel cuore, l’inculcherai ai
tuoi figliuoli, ne parlerai... ».
È seguito poi l’accurato ed interessante
studio della signora Berta Subilia, che era
certo tra noi la persona più qualificata per
introdurre il nostro scambio d’idee, occupandosi già da molti anni dei corsi biblici
nella sua chiesa Noi mamme l’abbiamo
ascoltata volentieri, coscienti di non aver
meno bisogno d’imparare dei nostri fig i...
Chi desiderasse un più ampio resocon o di
questo studio lo troverà nel prossimo notiziario della F.F.V. Io mi limiterò a dire
che, dopo la simpatica parentesi del pranzo in comune, abbiamo ripreso nella discussione i vari problemi emersi dallo studio seguendo un questionario appositamen
te preparato; la necessità di una seria istruzione biblica —• i problemi « pedagocico »
(come e quando dire?j e « teologico » (cosa
dire?) che ne derivano — la critica biblica — l’adolescenza come crisi di valori
— quali sono i princ'pali ostacoli che impediscono all’adolescente di essere aperto al
messaggio biblico — come educare all’offerta (dono di denaro) e al servizio (dono
di sè) in vista dell’anno diaconale. Tutto
questo ed altro ancora.
Creilo che ognuna di noi, monitrici e
madri, tornate a casa dopo la tazza di tè che
ha chiuso la nostra giornata, abbiamo conti
Culto radio
ore 7,30
Domenica 19 Giugno
Pastore LUIGI SANTINI
Firenze
Domenica 26 Giugno
Pastore AURELIO SBAPPI
Bologna
nualo a pensare a questi argomenti che ci
stanno tanto a cuore.
Certo, lo sappiamo: la fede è un dono di
Dio. Non si trasmette ai figli con la vita,
non la si lascia in eredità e neppure la si
può creare coi nostri sforzi umani. Ma l’interrogativo di Paolo « come crederanno in
Colui del quale non hanno udito parlare ? », ci scuote dal pericolo di un atteggiamento pigramente dimissionario. Non è
un chiaro richiamo al senso di responsabilità che come credenti adulti abbiamo verso
i più giovani, anche in questo delicato campo della trasmissione della ferie?
Lilia Sotnmani
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PRAMOLLD
Domenica 15 maggio, nel corso del culto,
ha avuto luogo l’Assemblea di Chiesa: è
stata letta la relazione morale e finanziaria
del Concistoro, che è stata approvata; in
seguito sono stati nominati quali delegati
alla Conferenza Distrettuale i sigg. Beux
Eli (Tournim) e Menusan Valdo (Pellenchi)
e quale delegato al Sinodo il sig. Bertalot
Levi (Case Nuove) e supplente il sig. Menu,
san Alessio (Pellenchi). Nel corso dell’Assemblea di Chiesa è stato pure approvato
un ordine del giorno sulla questione della
Unione tra la Chiesa Valdese e la Chiesa
Metodista d’Italia..
L’annuale gita della Comunità ha avuto
quest’anno come meta le Grotte di Bossea
e la Valle Varaila fino a Pontechianale il
giorno dell’Ascensione. Quel giorno il nostro culto è stato presieduto dallo studente
sig. Raima Claudio di Pomaretto, a cui va
ha nostra viva gratitudine per la sua apprezzata collaborazione e per il suo messaggio.
Nel corso del cullo di Penlecos e abbiamo amministrato il Battesimo a Long Marco di .'Vmato e di Clot Elena (Sappiat). Il
Signore benedica questa creatura ed i suoi
familiari. Nel pomeriggio della stessa domenica, nella sala delle attività, si è svolto
il nostro consueto bazar con buon successo
sia di pubblico che di incasso. Ringraziamo
sentitamente gli Amici della Comunità nonché tutti i membri di Chiesa che per quell’occasione ci hanno fatto avere dei doni
in natura ad in denaro e quanti haimo dato
la loro collaborazione nella preparazione
dei dolci e nella buona riuscita di quest’attività.
Un nuovo albergo, costruito in una panoramica posizione nella frazione Bocchiardoni durante l’inverno scorso e questa primavera, di proprietà della famiglia Sappé,
è staito aperto al pubblico all’inizio del corrente mese. Mentre ci rallegriamo con i
sigg. Sappé per l’opera compiuta, auguriamo loro la visita di molti avventori.
Porgiamo un caldo benvenuto a Long
Giulio di Gilberto è di Sappé Lucia (Pellenchi) ed a Travers Fiorella di Ferruccio e
di Griglio Elvina (Bori) venuti ad allietare
ie loro famiglie 11 Signore benedica questi
bambini ed i loro genitori .
CERlGNOLA
FRALI
Novità Claudiana
A. Dumas
IL CONTROLLO OELLE NASCITE
NEL PENSIERO PROTESTANTE
I
sndré dum«« I
controllo
elle
nascite
nel
ensiero
rotestante
«Uudi»n* «ditrie« *
■ La sessualità secondo la Bibbia
■ Le obiezioni alla dottrina cattolica
■ FTaniflcazione familiare; responsabilità e libertà
■ L’opinione della Chiesa ortodossa
• La risposta del Concilio Vaticano II
Pag. 176. L. 1.500
Un contributo fondamentale al grande dibattito in corso. Un positivo
aiuto per affrontare un problema che per troppe famiglie diventa fonte
di tormenti e di incomprensioni, ovvero di ipocrisia e di conformismo,
mentre può essere vissuto con limpida coscienza e con serenità.
Borgio Verezzi ed il Lago di Garda sono
state le mete delle gite rispettivamente della
Unione delle Madri e dell’Unione Giovanile. 1 ragazzi della Scuola Domenicale bau.
no invece preso parte ad una gita a Torino
organizzata assieme alla Chiesa di Villasecca.
Il g orno dell’Ascensione ha avuto luogo
il bazar annuo che non è solo stato l’occasione di un simpatico incontro della Comunità, ma ci ha anche permesso di offrire un
solido contributo per la ricostruzione dell’Ospedale di Pomaretto e per la Scuola Lalina. Anche quest’anno abbiamo notato con
piacere lo « stile » praline del bazar che
manifesta l’impegno serio della Comunità
in questa manifestazione in favore della
Chiesa e delle sue opere e si traduce nella
puntualità e nella rapidità con cui «i svolgono tutte le cose. La nostra riconoscenza
va a quanti hanno collaiboralo alla buona
riuscita di questa giornata.
Porgiamo il nostro augurio fraterno a
Milena Grill (Indritli) che si è unita in matrimonio con Carlo Masse! (Roccia di Faelloi il 28 maggio. Il nostro pensiero affettuoso segue ques'.i sposi che si stabiliscono
a Pinerolo.
A Cugno, Antonio e Lidia Grill hanno
celebralo le nozze di diamante ricordando
il loro matrimonio del lontano 31 maggio 1906. Le molle persone che hanno conosciuto « Dando Lidio » agii incontri delle
madri ad Agape ed in molte altre occasioni,
si uniscono alla Comunità di Frali per porgere agli (( sposi » i loro auguri sinceri.
Sempre a Cugno salutiamo la famiglia
Clot che si è trasferita in mezzo a noi da
Ponieifré.
11 Quartiere di Agape è stato rallegralo
dalla nascita di Silvia Roslagrio di Sergio e
Erica Gay, nata jl 30 maggio a Pinerolo.
La Comunità saluta con affetto la neonata
e si rallegra con i suoi genitori.
Il 5 giugno ha avuto luogo l’Assemblea di
Chiesa che ha ascoltato la relazioue annua
del Concistoro ed ha discusso alcuni problemi della vita della Chiesa di Frali. Ha
pure nominato i suoi delegati alla Conferenza Distrettuale: Oreste Grill e Amedeo
Barus; al Sinodo: Silvio Garrou e Ettore
Menusan.
POMARETTO
Recentemente è stato celebrato il servizio
funebre di Pietro Enrico Grill, deceduto alla
età dì 82 anni. Esprimiamo alla famiglia la
nostra più profonda simpatìa.
Domenioa 19, nel pomeriggio, avrà luogo
il bazar al Gioì Inverso; la comunità è caldamente invitata a partecipare.
PERSONAL! A
Erica e Sergio Rostagno annunciano
la nascita della loro piccola Silvia. Ci
rallegriamo vivamente con loro, con
un augurio affettuoso. Il « giardino
d’infanzia » agapino, che specie in certi periodi dell’anno costituisce una
vera sezione sub-cadetta, si arricchisce...
;js Jl8 H:
A Torino si sono sposati Daniele
Peyrot e Alda Beux. Il nostro augurio
più vivo!
« 4: H:
Apprendiamo con profondo rincrescimento che è mancata a Torre Pellice la Prof. Amilda Pons Bounous ed
esprimiamo ai familiari la nostra cordiale simpatia, in un grato ricordo della colta e valente insegnante.
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
Da Genova: Armando Peroni 500; Anto>
nio Revelli (Nervi) 500; Virginia Cani;igna V. Papini 500; Elena Maurin 500.
Da Roma: Ines Fasulo 500; Enzo Liimachi 500; Caterina Maurizio 500; Giovanni Fusacchia 500; Giovanni Giuliani 500:
Augusto Paolucci 500; Emanuele Pons 500*
Ottavio Prochet 3.000; Sofìa Baldoni l.OOc.
Dalla Svizzera: Jean Chauvie 300; De
menico Di Toro 500; N. Riggenhacli 450’
Paul Cornuz 3.500; Elisabella Tessa Hom
berger 2.000; Lidia Kramer 2.000; Hofman
Heierli 1.000. Grazie! {continui ■
Direttore resp.: Gino Conte
Domenica 31 maggio - Pentecoste . rimarrà una data memorabile : la comunità riceveva la visita di una vivace e simpatica rappresentanza qualificata della gioventù evangelica della Chiesa di Colonia. La visita organizzata dal caro Pastore Scherffig, Presidente del Freundeskreis degli Amici della
Chiesa Valdese, aveva lo scopo di stabilire
un contatto con le Chiese del Sud Italia come : Bari, Corato, Orsara, Cerignola, alla cui
rinascita per quanto riguarda le attività sociali (ci riferiamo, alle due ultime) tanta parte determinante ha avuto ed ha il Freundeskreis.
A Cerignola, la comitivR guidata dal giovane Past. Klaus Schmidt e Signora e dalla
Signora Luisel Biililing giungeva nel pomeriggio, in un grosso pullman. Facevano corona ai gentili ospiti due folte rappresentanze delle chiese di Orsara e di Foggia, il Pastore Enrico Trobia e Signora, mentre fungeva da interprete la Signora Carmen Ceteroni.
L’eccezionale incontro bilingue si svolse
nel Ricreatorio che non pensavamo potesse
contenere tante persone: oltre 150.
I bambini dell’Asilo furono al centro della manifestazione e sotto la guida delle Insegnanti si esibirono in piccole recite ed ebbero
da queste sconosciute sorelle straniere insieme a sorrisi e applausi, caramelle, giocattoli
in dotazione per l’Asilo, e palloncini; alla fine anche un gelato offerto dalla chiesa ospitante a piccoli e a grandi.
Fummo anche allietati da una esibizione
impeccabile della ormai dimenticata Virginia
da parte delle giovani tedesche.
Ancora un grazie al caro Pastore Scherflfigg
per averci consentito di rinsaldare in maniera così viva, quel vincolo che Cristo ha ioluto creare fra le nostre chiese, dopo la tremenda guerra; auspice anche la cara sorella
Renata Kratzsch della quale abbiamo avvertito l’assenza in tanta grandiosa manifestazione.
* * ^
La sollecitata visita del Pastore Heinz Hammersfeld di Solingen ha potuto realizzarsi nei
primi di giugno.
Che la nostra comunità sia al centro del
suo grande affetto, il nostro Amico ce lo ha
dimostralo giungendo in compagnia della sua
gentile Signora. E poi in tanti altri modi:
interessandosi al Laboratorio di Maglieria,
sorto e sostenuto dagli Amici di Solingen,
all’Asilo per il quale egli ci ha procurato
quest'anno alcuni madrinati, e ancora accompagnandoci nelle visite ad alcune famiglie,
presiedendo agli esami deU’affìatato e numeroso gruppo precatechetico tenuto con palese
profitto dal giovane universitario Mimmo
Campanelli.
Domenica 5 giugno nelPOratorio gremito
il nostro Amico ci rivolse, in un buon italiano, un forte messaggio sul testo Gal. 5: 1.
Ringraziamo da queste colonne sia lui che
gli Amici di Solingen.
^ ^ ^
Coleste visite noi le vediamo come un incoraggiamento che ci viene dal Signore. Siano esse per la comunità tutta come uno
sprone per un più fedele impegno nel servizio della chiesa. G.E.C.
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre Peliice (To
« Io ho combattuto il buon com
battimento, ho finito la corsa, ho
serbato la fede ».
(II Timoteo 4, 7)
Il 12 giugno 1966 a Torre Peliice, nei
cuore delle sue valli valdesi, ha chiuse
serenamente la sua lunga giornata
terrena la
PROFESSORESSA
Amilda Pons ved. Bounous
dell’Università di Roma
avendo sino aH’ultimo generosamente
donato di sè ad allievi ed amici la rie
chezza della cultura e la fede incroi
labile nei valori e nella libertà delle
Spirito.
Con commosso rimpianto lo annunciano la sorella Tilde Pons ved. Errerà, la cognata Rachel Pons de Peiregaux, le nipoti, i pronipoti e i parenti
tutti.
Torre Peliice, 12 giugno 1966.
Pensione Balneare
lialdese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore; F. Chauvie
Aperta tutto l’anno
Spiaggia propria
Ideale per soggiorni
estivi e invernali
I,a Scuola Convitto Femminile di Torre Peliice . Dagotti
(Torino) accoglie bambine dai
7 ai 15 anni per le
VACANZE ESTIVE
Trattamento familiare, rette
modeste, possibilità di
RIPETIZIONI
Per informazioni rivolgersi
alla Direzione.
Dal 29 giugno il Convitto Maschile Valdese di Torre Peliice
(Torino) accoglie ragazzi dai 7
ai 15 anni per le VACANZE o le
RIPETIZIONI. Sport - passeggiate . piscina coperta - ambiente familiare - rette modeste tutto compreso. - Telefonare al
n. 91.230 o scrivere. Sono aperte
anche le iscrizioni per il prossimo anno scolastico.