1
DELLE
Spett.
BIBLIOTCA
TORRE PELUIOB
( Torillo)
Settimanale
della Chiesa Valdese
1 Anno IXC — Num. 1 1 Una copia Lira 30 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.300 per Fintemo Eco e La Luce: L. 2.80« per l’interno Spedii, abb. poauile" v I Grappo Cambio d’indirizio lira SO 1 TORRE PELLICE 6 Crennaio l»bl 1 Ammin. Claudiana Torre Pellico - Ç.C.P. 2-17557 |
FRANCIA E ALGERIA
Alla vigilia del relerendum
Si è ormai alla vigilia del referendum
indetto dal presidente De Gaulle per l’8
gennaio, per saggiare la fidueia del paese
verso la sua politica algerina; va’ però notato che non riguarda la politica europea,
e atomica della V« République, e che quindi è un referendum mal posto, incompleto;
nè si può dimenticare che il De Gaulle orgoglioso nazionalista che sta dietimo llEurope des patries (Debré), dietro la bomba
A e la forza d’urto francese, dietro lo
sprezzo delle « Nazioni cosiddette unite »
è lo stesso che durante gli ultimi anni non
ha, comunque, saputo affrontare il problema algerino con pari energia e convinzione, ed è solo gradatamente passato dall’affermazione dell’Algeria francese a quella
delFAlgeria algerina. Sull’ultimo numero
di Réforme R. Courtin nota come questa
oscillazione non ha mancato di sollecitare
gli estremismi della destra colonialista e
della sinistra del FLN, mentre A. Philip
afferma che nè il si nè R no sono soddisfacenti, e che « il meglio sarebbe il voto nullo per l’uso di una scheda sì cui si aggiunga a mano ’ai negoziati’ ». Nel numero precedente dello stesso settimanale protestante
francese, R. Mehl così terminava un suo
articolo («Oui... malgré tout!»): «Alors,
il faut voter non? Nous avons toutes les
raisons de le faire, sauf une (et elle est
d’importance): voter non c’est joindre sa
voix à celle des ultras, à tous ceux qui ne
veulent pas se soumettre à la loi du pays,
c’est voter pour Ortiz et Lagaillarde. Il
faudra donc voter oui. Mais, singulière
ironie des mots, en votant oui nous ne
pourrons pas avoir l’illusion de faire oeuvre
positive. La trêve, réclamée par l’Assemblée de Montbéliard, c’eût été infiniment
plus constructif que ce référendum ». Da
ogni parte, svalutando in fondo la portata
della consultazione, si richiede a- gran voce
Tawio di negoziati, che riprendano, ma su
ben altra base, l’infelice e presto fallito
tentativo, di Melun. Sarà qpefla l’unica ,politica positiva; e se ì>e Gallile avesse una
maggiore sensibilità per l’opinione pubblica francese, nella sua grande maggioranza,
non avrebbe avuto bisogno dell’appoggio
di questo referendum, che del resto, appunto perchè non chiaro, non può dare una
risposta netta e libera da equivoci.
\nche in Algeria, c’è da chiedersi quale
sarà il risultato reale della consultazione.
Fsrhat Abbas l’ha violentemente attaccata,
: e nella Casbah di Algeri e altrove circolano
,1 volantini in cui il FLN avverte minacciosa^ mente che «i primi tre arabi che voteranno
saranno sgozzati ». Che si tema un azione
massiccia del FLN è confermato dal fatto
che da Tolone è partita una flotta francese,
per vigilare sul mantenimento dell’ordine
ed eventualmente intervenire. In queste
condizioni, il risultato del referendum sarà
comunque pareocliio incerto. E più che mai
si impone l’avvio volonteroso e realistico
di negoziati con il Governo provvisorio algerino; dura necessità, ma procrastinandola
si è già versato troppo sangue.
L’ANSA, in un servizio da Parigi, comunica che in occasione del referendum sull’Algeria i cardinali Liénart di Lilla, Gerlier di Lione, Roques di Rennes, Feltin di
Parigi, Richaud di Bordeaux e Léfèbvre di
Bourges hanno pubblicato questa dichiarazione: « Da sei anni l’avvenire dell’Algeria
è motivo di angoscia per la maggior parte
dei francesi. Oggi ogni cittadino è invitato
a prendere la propria parte personale nelle
responsabilità comuni. La Chiesa ha più
volte ricordato che il dovere di votare costituisce un obbligo grave: nelle attuali
circostanze quest’obbligo è particolarmente
imperioso. Nessun cittadino può, con la
propria astensione, rifiutarsi di assumere le
responsabilità che gli spettano, nè scaricare
su altri una scelta ohe egli deve fare secondo «oscienza. L’astensione sarebbe una
mancanza di dovere civico. Certamente la
complessità del dramma algerino e le legittime posizioni che si presentano, rendono più difficile la scelta; spetta dunque
a ciascuno d’informarsi e di giudicare personalmente sulla soluzione migliore per il
paese e per il rispetto della persona umana. Ciascuno si pronuncerà in piena lealtà
davanti a Dio e a sè stesso ».
Intanto, come comunica una corrispondenza del SOEPI da Algeri, in un appello
comune le diverse comunità religiose d’Algeria (cattolica, protestante, israelita e musulmana) hanno rivolto un messaggio alla
popolazione d’Algeri, in cui dicono fra
l’altro : « Partecipando al dolore crudele
delle famiglie nel lutto, alle sofferenze di
lutti i feriti, condanniamo una volta di più
tutte le manifestazioni di violenza. Deploriamo la profanazione e la devastazione di
una sinagoga, luogo di preghiera della comunità israelita di Algeri- Scongiuriamo
tutti gli nomini di ricorrere, per risolvere
i contrasti che agitano dolorosamente l’Algeria, non alla violenza che è condannata
da Dio ma a mezzi pacifici. La speranza
rinascerà nei cuori quando gli uomini di
questo paese impareranno o riimpareranno
l’amor fraterno ».
Infine il Past. Marc Boegner, presidente
della Fédération protestante de France e
direttore della CIMADE ha lanciato un appello a lutti i cristiani d’Algeria perchè
rendano una testimonianza di pace e di riconciliazione. Ringraziando le Chiese francesi e estere per gli sforzi che hanno fatto
per sostenere la CIMADE nella sua opera
nelle regioni devastate dell’Africa del
Nord, il Past. Boegner ha ricordato che
quest’opera dovrà essere proseguita nel ’61.
La
nei
Missione e le Chiese
paesi in rapida evoluzione
Indonesiane all’entrata di una sezione elettorale.
In Indonesia, come negli Siali di lutto
il mondo, ad eccezione di Afganistan,
Arabia saudita. Cambogia, Giordania, Iraq,
Libia, Liechlenslein, Nicaragua, Paraguay,
Svizzera (tranne i cantoni romandi) e Yemen, le donne partecipano al suffragio universale.
Vale per lutti i paesi in evoluzione, per
tutte le giovani Nazioni e le giovani Chiese
quello che il Past. Roland de Pury ha
detto, dopo un soggiorno di due anni nel
Camerum, dove ha insegnato al Seminano
teologico di Ndonguè: « La promozione
della donna è la condizione prima e assoluta di ogni evoluzione temporale e spirituale dell’Africa ».
Nel continente nero, le Missioni e le
Chiese impegnano i loro sforzi per lottare
contro l’attentato essenziale alla dignità
della donna, la poligamia; lotta resa difficile non solo da resistenze maschili, ma
dalle tradizioni — sorte da situazioni sociali — cui anche le donne spesso si piegano volentieri, e dall’influsso dell’Islam.
Va però anche riconosciuto che qua e là
si fa strada un maggiore senso di tolle
L'eco della sciiigura di Pramollo è
giunta all'estero ed, ha colpito molti
fedeli amici della Chiesa Valdese ai
quali ho potuto fornire le necessarie
informazioni. Deside.'-o comunicare ai
lettori del giornalè ed in modo speciale alle famiglie colpite dal lutto al
ricevu
SOLIDARIETÀ
con Pramollo
cune espressioni di solidarietà rie
te in questi ultinìi giorni.
Dal Pastore Charles Freundler di
Losanna: « Nous sommes douloureusement émus par le drame de Pramol
et vous disons jiotre vive sympathie ». '
Il Pastore Marcql Pradervand, Segretario Generale^ della Alleanza Riformata Mondiale,-ha scritto: « J'ai
été peiné d'apprendre la tragédie qui
ranza e di rispetto fra le comunità religiose: recentemente, la dichiarazione del
premier della Nigeria in cui si rendeva
ufficiale e grata testimonianza aU’opera
delle missioni cristiane per la costituzione
del nuovo -Stalo, è stata pubblicata con rilievo pure dai giornali musulmani del
a atteint la paroisse de Pramol... Nous
pensons à vous et à toutes les familles affligées »,
Il Pastore Charles Arbuthnot, rappresentante della Chiesa Presbiteriana Unita degli USA presso il Consiglio Ecumenico, mi scrive tra le altre
cose : « I vostri amici della Chiesa
Presbiteriana sono con voi col pensiero ed in preghiera in questo lempo
di distretta ».
Infine, ecco alcune parole del Pa
store Bourguet, Presidente del Consiglio Nazionale della Chiesa Riformata di Francia : « Je viens d'être informé qu'il s'agit de la paroisse vaudoise de Pramol et que les neuf victimes étaient nos frères et soeurs dans
la foi... Je tiens à vous exprimer,
avec la mienne, la grande sympathie
chrétienne du Conseil National. Puisse la lumière de Noël trouer victorieusement la nuit de cette épreuve!»
Ringraziamo questi fratelli in fede
i quali, dall'estero, hanno pensato a
noi esprimendo la simpatia delle loro
Chiese, a conforto di quanti sono oggi
duramente provati.
Ermanno Rostan
Moderatore
La barba e il contropelo
Tutti lo hanno
ha detto che e si
altri l’ha trov t
ci ed i moralisti
calori han ricim
cose per Ir r ic
solazione, pungo!
Anch’io, seni pi
da, ho ri pere r
strada vecUn «
perdu. Come il i
le cose grandi,
campagne lu s
vi, lo stile pompi
tanto qualche um
bacca di uva sp
cronaca di un a
ricordato; qualcuno
to un anno buono,
esecrabile; gli storiti filosofi ed i prediàto fatti, uomini e
tmaestr amento, con
0 ed esartazione.
ice uomo della stra1. a modo mio, la
recherche du temps
svolista, ho lasciato
1 fiori stradoppi, le
gtanti i superlati0 per cogliere scile, nudi o pelosetta,
a nelli selva della
0 defunto.
(aggio 1960!)
paese.
Siamo itahtiiunn?
L’ho „ colta il A dicembre- ,„ascoltando, accanto al fuoco, la radiocronaca della serata inaugurale del Teatro dell’Opera di Roma.
Pia Moretti e Lello Bersani, nell’intervallo tra il primo e secondo atto
deirOtello di Verdi, ci descrivevano
vivacemente i nuovi foyers del Teatro, i lavori di restauro, i milioni spesi e da spendere, le acconciature leggiadre di leggiadre signore, le stole
di visone, i diamanti. Uno degli intervistati aveva garbatamente accennato ad un paragone con la serata
inaugurale del Teatro La Scala: un
paragone tra Roma e Milano. Ed ecco una voce femminile, stridula ed
eccitata (« esuberante » la definiva la
radiocronista Pia Moretti) inserirsi di
prepotenza nelle interviste e proclamare l’unita di tutti gli Italiani; bando ai campanilismi; Roma e Milano
sono Italia; e qui, la voce stridula s’è
fatta stridente: teppoi, insomma, alle nozze di Baldovino, avete notato:
la più bella era Paola di Liegi; siamo
italiani, no? ».
Gentilissima signora, di cui mi spiace che Pia Moretti non abbia conservato il nome alla cronaca del 1960,
le confesso che a me, della bellezza
di Paola romana non me n’importa
proprio niente.
« Siamo italiani, no? » Mah! in questi casi, non so! Mi pare che siamo
un po’ scemerelli!
f>ia; egli ricorda che certa gente superstiziosa ha l’abitudine di accarezzare la barba di un frate, perchè lo
crede un segno di buon augurio; annunzia anzi, trionfante, che c’è un frate in sala.
Un brivido corre per le ossa di tutti
i presenti; o Mike è impazzito, o la
Rai è diventata ragionevole.
Padre Giovanni sale sul palcoscenico; se ho ben capito un simpatico,
barbuto francescano. Sta allo scherzo,
che si svolge secondo i piani prestabiliti di un’accorta regia che, nulla lasciando all’imprevisto, riesce (non sempre) a dare l’impressione della sor,, j^esa e dsU’ijnprevi^p. Fd d fedeltà
simo cristianissimo popolo milanese
scarica la sua tensione in un applauso liberatore; ha capito; era solo un
abile scherzo. Niente paura; nulla e
cambiato: Mike è sempre lo stesso
furbacchione che ha saputo trovare
l’America in Italia; alla Rai dominano sempre loro (i preti).
E padre Giovanni si lascia accarezzare la barba (se ben ho capito) e parla: un fervorino natalizio in cui ci
rivela che da due anni egli è cappellano della Rai di Milano, e che questa missione gli è fonte d’ineffabile
gaudio, perchè tutti, proprio tutti sono
buoni.
Commozione generale, applausi
scroscianti, padre Giovanni spulezza;
to cerco un fazzoletto e non riesco a
piangere.
Evidentemente, proprio non tutti
sono buoni!'
E qui nessuna è f...
In occasione delle Olimpiadi, un
cronista straniero ha osservato che se
si fosse dovuto o potuto dare una medaglia d’oro al « buon gusto », Roma
non l’avrebbe meritata. Era indignato della pacchia nità di una propaganda commerciale che non conosceva
limiti allo sfruttamento dello « spirito
olimpico ».
La turista straniera infatti poteva
trovare, a Roma, un vestito: « Traguardo ßnale n, un profumo: e Profumo dello stadio », un aperitivo :
« Maratona » ecc.
E lui aveva torto, perchè siamo italiani, no? e buoni italiani, sì? e romani per di più!
Dunque le idee valgono in quanto
te; la parola d’ordine è quindi una:
monetizzare.
Così quest’anno 1960 è stato (o doveva essere) l’anno del Rifugiato. Tutti gli Stati, a ricordo deH’avvenimento, hanno emesso delle serie di francobolli con la soprascritta : « Anno
mondiale della fraternità». E questi
francobolli che dovevano essere una
semplice, universale manifestazione di
fraternità, sono diventati una merce
preziosa che spesso non è riuscita neppure a raggiungere gli sportelli degli
uffici postali. Si è parlato di vergognosa speculazione (particolarmente
in certi Stati del Sud-America).
Spirito olimpico? Solidarietà internazionale?
E che scherziamo? Les affaires soni
ies affaires. Non siamo mica dei f...
Francamente, 1960, addio senza
rimpianti. L. A. Vaimal
Sono tulli buoni!
Anche questa colta alla Radio; martedì. 27 dicembre. '
Mike Bongiorno, il grande, presenta : Buona fortuna con 1 note; una
trasmissione leggera, senza infamia e
senza lode; senza pericoli, perchè la
politica e la satira non vi hanno posto; una trasmissione musicale, in cui
il nostro chierichetto quasi nazionale
si trova a suo agio. Distribuisce sorrisi, complimenti alle belle figliole che
cercano di indovinare il motivo sconosciuto, prodotti di una nota ditta
di profumi e cosmetici, milioni (di
chi?) ai fortunati esperti (o indovini).
L’atmosfera è, questa sera, più rugiadosa del solito; siamo ancora in
clima natalizio; siamo tutti italiani,
no? E ci vogliamo tutti bene, sì?
Sì o no?
Come la dobbiamo mettere, ce lo
rivela Mike Bongiorno, che si permette d’improvviso una battuta em
Chiese e razzismo in Sud Àfrica
Conclusa felicemente la Conferenza ecumenica di Johannesburg
sulle relazioni interrazziali, che ha riunito delegati del C. E. U.
e delle otto chiese che sono membri dell’ Unione sudafricana
Ginevra. — La dichiarazione pubblicata a Johannesburg al termine
della conferenza ecumenica sui problemi razziali è una netta presa di
posizione in favore di una maggiore
intesa fra le diverse razze nell’Africa
del Sud. V'\
Pur constatando la divergenza delle vedute sulla questione, i rappresentanti di Chiese riconoscono come « autoctoni » tutti i gruppi razziali che
costituiscono la popolazione stabile
dell’Unione sudafricana, e che tutti
hanno «ugualmente diritto» a contribuire al miglioramento della vita
1961
Anno del Signore
LAVORARE PER ONORARE TE
AMARE PER CONOSCERE TE
CREDERE PER VEDERE TE
GIOIRE PER RINGRAZIARE TE
SOFFRIRE PER UBBIDIRE A TE
MORIRE PER RIPOSARE IN TE
Carlo Lupo
del paese e a partecipare alle responsabilità, ai vantaggi e ai privilegi ohe
ne derivano.
Ogni articolo del documento doveva
essere approvato da almeno l’80% dei
delegati prima di essere incluso nella
dichiarazione
I due, rappresentanti del C.E.C., F.
Clark Fry e W. A. Visser’t Hooft, rientrati a Ginevra, sono stati lieti di poter dire che, grazie a questo incontro,
migliori rapporti sono stati stabiliti
fra le diverse Chiese. In una conferenza stampa harmo espresso la speranza che i dirigenti delle Chiese sudafricane saranno conseguenti con la
approvazione data, quando, in riunioni Sinodali o altre, si tratterà di mettere m pratica le decisioni della conferenza.
II Dr. Visser’t Hooft ha sottolineato
la necessita, per coglierne l’importanza, di leggere il documento ponendosi dal punto di vista sudafricano e ha
notato che le conclusioni della conferenza hanno avuto l’onore di grandi
titoli nei principali giornali dell’Unione, mentre le dichiarazioni dei giornalisti hanno fatto l’effetto di una
«dinamite ideologica»; ma‘è più importante sapere se è la verità nella
luce della Parola di Dio.
(segue in 3» pag.)
2
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*4 4.,--'
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L’ECO DËLLE,Jimi VALDESI
6 gennaio 1961 — N. 1
PRAMOLIO
GIOVEDÌ’ 29
Baldovino e Fabiola del Belgio rientrano
a Bruxelles, mentre nel paese, specie nella
capitale e ad Anveréa, continuano lo sciopero e le manifestazioni indetti dai socialisti cóntro il «piano d’austeritàdel governo.
■ In Italia sciopero di 24 ore dei frarovieri, mmitre prosegue a Milano lo sciopero
degli elettromeocanicì e in Piemonte quello delle maestranze della Magnadyne e del
Cotonificio Val di Susa.
VENERDÌ’ 30 ,
Si rinnovano, con una violenza criticata
anche dai sindacati socialisti, le manifestazioni a Bruxelles; mentre il capo del governo, Eyskens, in una conferenza stampa
si mostM intransigente, si spera che re
Baldovirki, che ha invitato a colloquio i
capi dei \ partiti socialcristiano, liberale e
socialista,' riesca a compiete opera di mediazione. ìp questi dodici giorni di sciopero il Belgte ha perduto 70-80 miliardi di
lire.
In risposta alla « lettera aperta » del Maresciallo Jnin contro De Canile, questi lo
esonera da ogni funzione militare.
Forze comuniste del Viet-Minh intervengono nel Laos?
SABATO 31
Continuano gli scioperi e le agitazioni
nel Belgio.
Rincrudimento della guerriglia nel Laos.
Nel cenone di fine d’anno al Cremlino
Kruscev annuncia che l’URSS non insisterà
all’ONU per l’incidente dell’U-2. Intanto
a Botm viene firmato un accordo commerciale russo-tedesco che aumenta del 20%
gli scambi.
In un discorso alla Radiotélévision De
Canile dicliiara che il ’61 sarà l’anno della
pace in Algeria, invita i francesi del NordAfrica a « sbarazzarsi delle chimere che li
separano dal paese », e affermando la propria fiducia nel referendum, ricorda quale
incoraggiamento per gli estremisti d’ambe
le parti sarebbe un voto negativo.
DOMENICA 1 Gennaio
Discorso augurale del presidente Cronchi
aUa Nazione.
Con grandi messaggi, ma con mediocre
entusiasmo deU’opinone pubblica si apre in
Italia l’ànno celebrativo deU’Unità.
n governo belga cerca di colpire l’organizzazione degli oppositori, facendo procedere aU’arresto di cinquantadue persone,
per la maggior parte sindacalisti socialisti.
Le forze comuniste del Pathet Lao, sosostenute dall’aiuto del Viet Minh, continuano ad avanzare nel Laos. Allarmati, gli
USA chiedono una urgente riunione della
SEATO (Organizzazione del Trattato dell’Asia sud-orientale, di cui fanno parte;
USA, Gran Bretagna, Francia, Australia,
Nuova Zelanda, Filippine, Thailandia, Pakistan).
Meptre ricorre ài Consiglio di sicurézza
dell’ONU contro gli S. U. accusati di jireparare -un’aggre'^ione militare contro Cuba, Castro mobilita il suo esercito fino a
quando il presidente Kennedy assumerà i
poteri.'
Da oggi le ; donne inglesi che lavorano
per lo Stato sono equiparate agli uomini
per quanto riguarda gli stipendi.
LUNEDI’ 2
Continuando l’offensiva del Pathet Lao,
Washington invia un monito a Hanoi
(Vietnam sett.) e Pechino e fa incrociare
nelle acque indocinesi alcune unità fra cui
una portaerei; Londra e altri alleati della
SEATO insistono per una soluzione politica; si riunisce a Bangkok il Consiglio
della SEATO, l’organizzazione anticomunista del Pacifico.
Parlando del fermento a. Cuba, Kjruscev
nega c)ie vi siane state impiantate basi so• yietiché di missili."'
Numerosi moirti e feriti etiopi è somali
per incidenti alla frontiera dell’Ogaden.
Quattordicesimo giorno di agitazione nel
Belgio, vigilia della grande manifestazione
dell’opposizione; il re Baldovino prosegue
i suoi' tentativi di mediazióne. '
MARTEDÌ’ 3
In Belgio ordinate manifestazioni a
Bruxelles, scontri violenti ad Anversa. Il
Parlamento, alla ripresa dei lavori, respinge (come previsto) la mozione socialista
per il ritiro del piano di austerità. In Vallonia i sindaci di sinistra chiedono «l’autonomia in uno Stato federale ».
Eisenhòwer afferma di aver la prova che
comunisti vietnamesi sono stati paracadutati nel Laos da apparecchi sovietici.; ma
è sicuro che la parte avversa non abbia
' armi USA? ne erano state trovate, comunque, negli arsenali di Batista, a Cuba...
Indetta dal Marocco, si apre a Casablanca una conferenza africana cui partecipano
RAU, Ghana, ' Guinea, Mali, governo algerino in esilio.
Riprendono gli scioperi degli elettromeccanici e dei tessili.
MERCOLEDÌ’ 4
Rottura dei rapporti diplomatici fra gli
Stati Uniti e Cuba.
In Belgio continuano le manifestazioni
socialiste; si aggrava la paralisi industriale
e la situazione finanziaria, già critica. Il
Governo chiederebbe i pieni poteri per
tre mesi.
Sedici ex-capi militari d’Algeria si schierano contro De Gaulle.
Esplode negli USA un reattore atomico.
Il conforto
Nella Repubblica fondata sul lavoro
Proseguono gli scioperi, e c’è chi vi vuol
vedere soltanto una mossa politica, su scala internazionale.
La Stampa, che non è certo a sinistra,
ha pubblicato questi dati sui guadagni degli operai: metatmeccanici della grande
industria in media al netto L. 475 orarie,
_ chimici 425, tessili 250, e non meglio stanno i dolciari o gli operai dell’edilizia. Questi sono i più fortunati, quelli che hanno
un lavoro fisso. ' • '
E poi ci si stupisce?! L’operaio è un ingranaggio della macchina della concorrenza, o un uomo?
Un’ora molto triste è suonata per la nostra Comunità: nove frateUi e sorelle sono
tragicamente periti, tré famiglie sono state
gettate nel lutto piu crudele, quasi un intero villaggio è stato distrutto'. Nella notte
tra il 17 e il 18 dicembre, verso le tre e
'mezza del mattino, una gigantesca frana
di alcune Centinaia di metri ha investito i
Toumim Inferiori, polverizzando e trasportando fin giù nel torrente tre case! dij
verse altre case sono state gravemente lesionate. Nove degli abitanti (quattro uomini e cinque donne), sorpresi nel sonno,
sono periti nella tragica sciagura. Essi sono: Long Enrico, di anni 58, marito; Long
Evelina, nata Ribet, di anni 53, moglie;
Long Franca, di anni 22, figlia; Ribet Gio,
vanni Bartolomeo, di anni 83, suocero;
Ribet Eàirichetta, fiata Sappè, di anni 74,
suQcera; Long Federico, di anni 62, marito; Long Emma Margherita, nata Long, di
anni 58. moglie; Peyronel Eugenio, di anni 63, marito; Peyronel Eugenia Maria,
nata Peyronel, di anni 54, moglie.
In attesa di ritrovarli nella casa del Padre Celèste, noi ci inchiniamo reverenti
davanti a questi fratelli e a queste sorelle
così tragicamente scomparsi è porgiamo
alla loro memoria tm saluto còfiunosso ed
affettuoso. Ai familiari così duraméntè provati, che piangono la tragica scomparsa di
tanti esseri cari, vogliamo dire tutto il
nostro grande affetto e tutta la nostra profonda e sentita simpatia. Il Signore conforti e consoli i loro cuori.
« Anima mia, acquetati in Dio solo, poi« chè da Lui viene la mia speranza. Egli
« solo è là mia rocca e la mia speranza ;
« Egli è il mio ricetto; io non sono smos« so. In Dio è la mia salvezza e la mia
« gloria; la mia rocca e il mio rifugio
«sono in Dio» (Salmo 62: 5-7).
I funerali delle salme già ricuperate si
sono svolti il 22 dicembre (5 salme) e il
26 dicembre (2 salme) in forma solenne alla presenza di numerose Autorità e di un
pubblico imponente, proveniente da quasi
tutte le Parrocchie e tutti i Comuni delle
Valli. Sono intervenuti il Prefetto della ,
Provincia, Marchese Saporiti; gli Onorevoli Alpino e Sulle tto; il Moderatore della Chiesa Valdese, Pastore Rostan; il Sovrintendente del Distretto Valli, Pastore
Ribet; il Preside della Provincia, Prof.
Grosso ; i Consiglieri Provinciali Pittavinó,
Resiale, Nahóum, Stella ; il Parroco di '
Pramollo Don Pietrò Andisio e il Parroco '
di S. Germano Chisoné; diversi Pastori e
Sindaci delle Valli; diversi Professori del
Collegio Valdese; il Maggiore Rovelli, comandante il gruppo esterno dei Carabini)eti-di’“Torino; ili Doti. Scategni, Ispettore"
Regiortàle Funestale; il Coldnnello Malagàmba, comandante l’83» corpo Vigili del
Fuoco ; il Colonnello Grimaldi, comandante il Presidio Militare di Pinerolo; il
Vice-Questore di, Torino Palamac; l’Assessore Vallocchi di. Finerolo, accompagnato
dal Segretario Capo Doti, Rossetti.
Numerosissimi i messaggi di solidarietà
e di simpatia inviati ai familiari delle vittime e alla Chiesa; fra di essi quello portato dal Conte Severino Prunas Tola a nome di Umberto di Savoia e quello di molte
Comunità Valdesi ë di Chiese sorelle.
Fino ad oggi, lunedi 2 gennaio, le salme
di due vittime rimangono ancora da ricuperare. Malgrado i grandi sforzi fatti, esse
rimangono ancora sepolte nel mare di fango, di roccie e di materiale vario. Dal
giorno della sciagura ad oggi tutti gli uomini disponibili di Pramollo, fratemamepte aiutati da squadre di volontari' delle
Parrocchie e dei Comuni delle Valli, lavorano dalla mattina all’alba fino a notte
inoltrata a rimuovere le montagne di macerie ammucchiate nel torrente e lungo il
pendio sottostante i Tournim, alla ricerca
delle due salme ancora mancanti. E’ un
lavoro improbo: sono centinaia di tonnellate di materiale da -smuovere e bisogna
lavorare immersi nell’acqua fino al ginocchio, oppure rompere palino ' a palmo con
le mazze il terreno gelato; nessuno però
sembra neanche ricordarsi che cosa vuol
dire la fatica. Il Signore ci aiuti e ci conceda Egli -la grazia di poter presto raccogliere nel campo del riposo, accanto alle
tombe degli altri fratelli e delle altre sorelle scomparsi, le spoglie degli ultimi
due scomparsi. Sono le salme del vecchio
fratello Ribet Giovanni Bartolomeo, di
■ anni 83,. ex-Anziano, e della sua compagna
Ribet Enrichetta, nata Sappè, di anni 74.
Da queste colonpe ci già concesso esprimere il nostro grazie commosso a tutti i
fratelli. ed amici delle Valli ed ai militi
del fuoco che ci stanno aiutando nel difficile lavoro.
Mercoledì 4: ieri sòno state trovate le
ultime due .salme, e oggi se ne son celebrati i funerali.
Informiamo i lettori che è stato costituito un Comitato di Soccorso « Pro Sini
strati Tournim », così composto : Pastore e
Sindaco di Pramollo-, Presidemi; 4 membri del Concistoro Valdese di Pramollo;
4 membri della Amministrazione Comunale di Pramollo; Parroco di Pramollo; Sindaco di S. Germano Chisone; un rappresentante della RIV; un rappresentante della Soc. Talco e Grafite Val Chisone; il
Maresciallo Comandante la Stazione Carabinieri di S. Germano Chisone.
Ai numerosi donatori che ci hanno già
fatto pervenire la loro offerta diciamo il
nostro grazie riconoscente e commosso.
{offerte giunte a tutto il 1® gennaio 1961)
(Io elenco)
Daniele Ghigo (Milano) L. 50.000; Aw.
Romualdo Pettinati (Torino) 1.000; Avv.
Ettore Serafino (Pinerolo) 5;Ò00; Aw. Car'lo Vellàno (Torino) 10.000; Chiesa Valdese Vallecrosia (1® vers.) 5.000; Ospedale
Evangelico Valdese (Torino) 200.000; Irma
Long (Milano) 1.000; da parte Fabia (Pinerolo) 10.000; Guido Vinçon (Pinerolo)
iO.OOO; Doti. Silvio - Vercellino, Gemma e
Luigina (Torinol lO-dM; Edmondo Bouchaid (S. Germano Cbd^one) 1.000; Insego.
Adelina 'Peyronel (B^bio Pellice) 5.000;
Una giovane Valdese (Torino) 1,000; Don.
Roberto. Peyrot (Torino) 20.000; Chiesa
Valdese .Livorno (l«.,vers.) 10.000; Chiesa
Valdese Livorno (2<5'^pm.) 27.000; Bambi
ni .Scuòla Domenici e Catecumeni Li
vorno 15,000; Chiesq Valdese Via IV No
vembre Roma 100.009; Chiesa Valdese To
riho 50OÌO0O; FIAT'fórino 500.000; Dòti
Alberto‘Coucourde (Bobbio Pellice) 10.000;
Insego. Lina Somniggì' (Pomarettò) 10.000;
Wanda Musso (Cot. S. Germano Chisone) 2.000; . Frof. DÓtt. Mario Ferra,iido
(Pinerolo) ÌO.OOO; I.|SànitBrì dell’Ospedàle
Civile Agnelli (Pii^roilò) 25.000; Chiesa
Valdese Torre Pellf^e 106.500; Sig.ra ’Carolina Decker Borib^rieri (Torre Pellice)
40.000; Sig.ra Meta Gailian Bauer (Torre
Pellice) 20.000; Malartot Cesare (Torre Pelbce) 1.000; Jouve En|ù e Isa (Torre Pellice)
500; Sig.ra Nella Grippi Giampiccoli (Fir'enzèl 10.000; Pastore Alfonso Peyronel
(Francia) 5.000; Chfèsg Valdese Luserna S.
Giovanni 10.000; Liéfiano Sibille (Parigi)
10.000 ;- Chiesa Valdese Susa 20.000 ; Antonietta Pesando in BòIIey 2.000; Chiesa Valdese di Villar Pellice-lOO.OOO; Chiesa Valdese di Pomaretto 59.510; Famiglia Castagna Luigi (Pomaretto) 5.000; Sig.ra Tron
Clotilde ved. Gay (PéaTosa Argentina) 5.000;
Fani. Prof. Tron Eifilèsto (Perosa Argentina) 5.000; Impiegalì’WCperai Stab. Isolantite (Pinerolo) 22.500i'Adolfo e Adele Peyronel (S. Germanoi'-Chisone) 5.000; Una
pramollina lontana che desidera mantenere
l’incognito 3.000; Alice Benyr Balmas (Sestriere) 1.000; M. R.S'(Torino) 2.000; Luisa
Pons (Torino) 2.000;'Cecilia Craveri (Torino 1,000; Emma iBeux (Torino) 2.000;
Laura Artom e Iole Troupini Artom (Torino) 2.000; Società di Cucito dì San Remo 10.000; Alberto.,Albarin (San Remo)
5,000; N. N. l.OOO;-’Insegn. Luigia Gatti
5,000; Popolazione fàldese e Cattolica di
Chiabrano è Manigijk 73.150; Chiesa Valdese di S.^ Germanp Chisone 100.000; Giraud Enrica (Pinerolo) 10.000; Grill Arnaud (S. Germano Chisone) 1.500; Villar
Perosa per sinistrati Tournim 10.000; Piecotti Enrico e Jacqueline (Busto Arsizio)
5.000; Peyronel Elisa (S. Germano Chisone) 1.000; Balmas Margherita (S. Germano
Chisone) 5.000; Coniugi Malaberila-Finello
(Pineroloi 2.000: Esercito della Salvezza
Torre Pellice 11.000: Chiesa Valdese Breséia 22.000: Irene e Emanuele Borno (Pifieròlo) 20.000; Impiegali e Onerai Stab.
Tàico e Grafite Mahritaggio 70.5s0 ; Chiesa
'Wàldeàe' di PramidÌiir’-(sorto8crizioue)^; (1°
Versamento) 5.'i2.000, rs Totale L:'2.972,*210.
Offerte a favore del Comitato di soccorso alle vilume e superstiti aeiia frana dei
Tournim Inf.”, pervenute dirèttaménte al
Comune- a tutto il 31 die. I960:
Soc. Talco e Grafite V. Chisone, L. 500
mila; Umberto df Savoia 100.000; Doti.
Ing. Arturo Long (Pifierolo) \25.000; Comune di Perosa'Argentina 30.000; Partito
Liberale Italiano 50'.000; Impiegati Sède Soc. Talco e Grafifé V, C. 21.800; Geom.
Cav. Rosia Isidoro, Sindaco 10.000 ; Sig.a
Rosia Stefania vetìviVolagera 5.000; Boccone Luigi, segr. comunale 5.000; Istituto
Bancario S.- Paolo di Torino 500.000; Credito Italiano 10,000; Insegnante Bonelli
Tino (Pinerolo) I.OOO; Sezione Assoc. Naz.
Alpini (Pinerolo) 5.000. - A:
' Totale L. 1.
La pensée missionnaire '‘äans tÈvangile
’’Celui qui voudra sauver sa vie la perdra. Et celui
] qui la donnera à cause de moi la retrouvera ”.
Matthieu 15: 25
Voilà une parabole universellement connue et admirée, l’une des
plus grandes que le monde ait jamais entendues. Mais, comme beaucoup
d’autres grandeurs, c’est de loin qu’on l’admire, et on la connaît tellement bien qu’on n’én est plus guère secoué. Peut-être cependant y a-t-il
moyen de lui rendre un peu de son mordant par une très légère modification non pas de son sens mais de sa forme, en substituant au mot
sauver celui, plus facilement accessible, et finalement plus exact, de
conserver. En latin; c’est le même terme qui exprime ces deux idées
Lisons donc: Celui qui veut conserver sa vie la perdra, et nous nous
offrirons sans doute mieux à la révélation que Jésus ici nous apporte.
Conserver est une des préoccupations maîtresses du coeur naturel
de l’homme. « Je garde ce que j’ai! » me disait un jour quelqu’un à qui
je demandais un geste de générosité. Que de vies qui sont dominées
et stérilisées par ce souci de conserver!
L’avare conserve religieusement ses sous. A ses yeux c’est presque
un devoir que de ne pas se défaire de ce qu’il possède. Et il ne s’aperçoit
pas de ce que tout le monde autour de lui constate: qu’il perd au centuple d’un côté de ce qu’il retient si jalousement de l’autre; son portemonnaie se gonfle,-mais sa vie se rétrécit, se sclérose, portant en elle un
germe de mort.
Combien de gens, d’autre part, qui ne sont pas avares, qui savent
ce que c’est de donner de leur argent, de leur temps, de leur peine, mais
qui, lorsqu’ils donnent ainsi, ont sans cesse à l’esprit de ne pas aller trop
loin et de conserver pour eux le gros morceau; tels ces bons citoyens, ces
bons chrétiens peut-être qui ont cru faire beaucoup en donnant leurs
vieilleries, leurs vieux fers, leurs trésors périmés à l’abbé Pierre, alors
qu’ils gardaient soigneusement pour eux les objets de leur confort, tout
ce qui leur était utile ou leur plaisait. N’y a-t-il pas, dans une telle attitude, une odeur de mort spirituelle?
Et je pense aussi à tant de ménages qui pour conserver leur patrimoine, leur situation, leur tranquillité, ont refusé d’avoir des enfants
ou n’en ont voulu que le moins possible, et qui ont payé cette conservation d’un prix terrible: le dessèchement et parfois le désespoir, car un
foyer qui ne veut que garder son bonheur voit son bonheur mourir.
Et tout cela est aussi vrai de l’Eglise. Que de fois n’avons-nous
pas, nous'les amis des Missions, rencontré cette objection à l’oeuvre qui
nous est chère : Il y a tant à faire en France! Pourquoi gaspiller au loin,
le peu de forces, d’hommes et d’argent que nous avons? Or à cette attaque, la meilleure parade nous est donnée par la parole de Jésus, condamnant celui qui conserve et déclarant heureux celui qui donne. N’est-il
pas avéré en effet que les communautés où l’on aime les missions et où
l’on donne pour elles sont les plus ' actives et les plus généreuses pour
le travail en France? N’est-il pas prouvé que la Mission est la grande
pourvoyeuse de l’Eglise en vocations pastorales? N’est-ce pas un fait que
l’oeuvre lointaine enrichit puissamment la foi souvent si pauvre des
Eglises de France parce que selon un mot admirable, elle les « ravitaille
en surnaturel »? Quand l’Eglise s’oublie elle-même pour évangéliser au
près et au loin, elle est dans le courant de la vie. Quand elle ne pense
qu’à conserver égoïstement la vie, elle se suicide .
Je voudrais dire enfin que la parole de Jésus sur la conservation
source de mort vaut aussi pour le travail des missions elles-mêmes, et
qu’elle éclaire d’une vive lumière le problème éminemment actuel des
« Jeunes Eglises ». Si, en présence de la vague de fond , qui soulève les
peuples d’Afrique ou d’Asie vers l’indépendance dans tous les domaines,
l’oeuvre missionnaire s’installait dans une attitude de refus, voulant conserver ses positions, son autorité, ses droits aigus, ses privilèges directeurs,
elle se condamnerait peut-être irrémédiablement, elle se perdrait. Quelque hasardeux que cela puisse paraître, quelque douloureux que cela
puisse sembler, la vie pour elle, c’est d’adopter une attitude, prudente
certes, mais généreuse et décidée, de don de soi. C’est une question de
foi et de fidélité à celui qui a dit: Conserver, c’est perdre. Donner, c’est
trouver!
(Journal des Missions Evangéliques) A. AESCHIMANN
BOBBIO PELUCE
Favorito dal bel tempo, il culto dì Natale ha visto il nos);ro tempio lèùtolmente
gremito da una fòlla’ còotfipatta ebe ha ascoltalo raccòlta il messàggio deÌÌ*Bvaiigeìo.: il
segno del Natale. Molto miiperosà pure è
stata la parlecipaz'one della Comufiità alla
Santa Cena. La nostra Corale ha eseguito
lodevolmente un coro di circostanza,, La
Colletta alla porta del tempio, destinata ai
nostri fratelli slfiisfrati d; Prainòllo, ha
fruttato la sofiima di L. 21.000; atjualmen;e essa sta per raggiungere la somma di
' L. 90.00Ó. , .
11 pomeriggio dei 25 diceimbre il nostro
tionip'o età nuovamente gremito da una
folla di bamhini ed adulti in dccaaiòhe della festa deiralbero. Dopo un messaggio
Pastóre, veniva svolto ufi ricco prògiamma di cariti, ' poesie, d'aloghi ' ricordanti il significato del Natale, ^guiva la
distribuzione di un r’eco dono ad ogni
bimbo della Chiesa. Ringraziamo qui in
particolare i g'óvani e non più tanto giovani del quartiere di Sibaud che sotto un
tempo proibitivo sono saliti nella comba
della Biava per pròcurarc' l’abete benevolmente concessoci dal Comune e dalla
forestale; il nostro grazie va . ■pure alle
insegnanti per la preparazione del ricco
programma, nonché a tutti colore che in
vario modo hanno collaborato alla buona
riuscita della noswa festa. Abb'amo tutti
ammirato l’abete veramente niaginiifico e
tutto scintillante di luce. La nostra Corale
eseguiva anche a questa festa dell’albero
■in inno di Natale, vivamente apprezzato
L'ITALIA RICCA
Si è appena spenta la polemica (ma è
un peccato che Si spengano còsi presto!)
sugli imponenti sussidi che là Stato (=noi)
' stanzia per sostenere teatri ed enti lirici
come la Scala (li itaghi chi ne gode, dato
che può perméttersi, già ora, di spendere
decine di migliaia di lire per una .soirée!),
e si accènde quella sulla Via Olimpica di
Roma; inaugurata da appena 5 mesi (è costata 4 miliardi, più delle autostrade) è già
da rifare; nè si trova un responsabile.
da lutti. Una colletta è 'n corso nei quartieri per coprire le cospicue spese del dono ai bambini.
Ricordiamo pure le varie feste deU’albero celebrate a cura delle singole Insegnant'' nelle scuole di Gairus, Romana,
Perlà, Campi, Podio, Contro.
A Capodanno nuovamente il nostro tempio .si riempiva d’una folla compatta, benché la prima neve cominciasse a cadere.
Dopo la predicazione, abb'amo ricordato
coloro che il Signore ha richiamato a sè
nel corso deiranno testé trascorso ed i
bambini nati nello stesso periodo nella nostra Comunità. La Santa Cena è stata celebrata, ma con nostra somma sorpresa la
sua freqùentaz'one non è stata, soddisfacente; probabilmente molti hanno pensata che, avendovi partecipato a Natale, non
era più il caso di parteciparvi a Capodanno. O forse non vi hanno partecipato perchè essa era celebrata col calice comune?
Non sapp'amo: ma evidentemente vi è qui
un inconveniente da sanare, delle idee sbagliate da rettificare. Al culto, la nostra Corale ha dato la sua apprezzata collaborazione con l’accurata esecuzione di un inno dii circostanza.
Menzioniamo ancora di passata la simpatica serata trascorsa dalla Unione Giovanile del Centro venerdì 30 dicembre e conclusasi con una cena preparala dai giovan
stessi sotto la solerte guida del Tenente
Paglia dell’Bsercito della Salvezza. Mes
saggi sono stati dati dal Pastore, dal Prc
sidente deH’Unione, dal Tenente Pagl'a.
11 nostro augurio è che il messaggio del
TEvangelo udito in queste varie circoslan
ze non lasci in noi soltanto una fugace
mpressioue, ma incida profondamente ne
nostri cuori e quindi nella nostra condot
la e nella nostra vita onde Fanno 1961 sia
veramente un anno « nuovo » sotto tutt
gli aspetti nella nostra Comunità. E lo -sa
rà se noi saremo uomin' « nuovi ».
Sabato 24 dicembre abbianio invocato la
benedizione di Dio sugli sposi Rivoira Albino Francesco (Fucine di Rorà) e Bertinal Anna Maria (Ferrera). I nostr; auguri
seguono questi sposi che si stabiliscono
nella zona della Vittoria, mentre domandiamo di cuore al Signore di c rcondarli
ognora con la .sua grazia. e. a.
il ilä
Il Culto di Natale, seguito dalla celebrazione della Santa Cena, si è svolto in
un’atmosfera di adorazione e di comunione gioiosa con buona partecipazione di
fratelli e sorelle che hanno riascoltato, attraverso un vibrante messaggio del pastore
Genre, l’annuncio del grande dono di Dio
e si sono awicinati numerosi al tavolo
della Sacra Mensa.
La Corale, diretta dalla signora del pastore, ha arricchii» la liturgia con tre solenni cori di circoslacza portando un efficace contributo al'" funzioni natalizie.
La Festa dell’Albc'o per i bambini della
Scuola Domenicale ha avute un successo
lusinghiero. II ricco programma di recite
e di canti è stato presentato e seguito con
vivo piacere da un folto pubblico, per cui
è con un senso dì viva gratitudine che il
Concistoro ringrazia quanti hanno aderito
alla colletta e quanti si sono impegnati nel
preparare questa festa che ogni anno forma
la gioia dei piccoli e dei grandi.
Anche i vegliardi ed i malati hanno potuto gioire di questo Natale nel clima di
un c/onforlo spirituale. Infatti sia il Culto
natalizio che la Festa dell’Albero, registrali da un magnetofono, sono stati ritrasmessi durante le visite del pastore e del diacono al domicilio di quei membri che non
avevano potuto essere presenti in chiesa.
Anche l’Unione Femminile ha dato il suo
prezioso contributo in proposito con visite
e doni alle persone ammalate ed anziane.
La partecipazione al Cullo liturgico di
Santa Cena del 31 sera e di Capodanno è
stata pure buona e ci angurianào che ogni
domenica dell’anno il Tempio abbia ad
essere così gremito di fedeli che sentono
il dovere e la gioia di recarsi in chiesa per
adorare Dio e cantare le Sue lodi. d. g.
* Circa 5.000 cristiani d’Israele sono stati
autorizzati a recarsi per tre giorni a Gerusalemme^ e Bethlehem, che si trovano in
Giordania per Ip fèste^^df ^l^atale. Il numero dei pellegrini è di parecchie centinaia
superiore a quello degli anni scorsi.
3
PM- 3
N. 1 —' 6 gennaio 1961
La stoná" délie MissiqnL_è_Ja della ^ghlera esaudi^^,
CoirrespcMidoiicB 'IIäSISä Missioni o unito
du Bulozì
C’est toujours avec joie que nous lisons le journal qui nous donne fidèlement des nouvelles de nos Vallées
et de l’évangélisation dans notre pays.
Aujourd’hui il vous apportera im écho
de l’Afrique en. ébullition, en pleine
crise de révolution, mais sortout, je
l’espère, l’écho de ce que la Parole
de vie apporte de ferme et d’inébranlable aux Africains.
Hier, daus toutes les églises du Bulozà, on a célébré le Dimanche de la
Bible. Dans la belle église de Senanga, sur la berge, au bord du grand
fleuve, l’évangélisation apporta im témoignage vivant de ce que l’Evangile
a été et est encore pour ce pays. Sur
la table étaient étalés des Bibles et
des Nouveaux Testaments traduits
er toute sorte de langues bantu. Et.
avant le sermon, dix jeunes élèves de
l’Internat de Filles, alignées devant
l’auditoire, répétèrent en logi, sikwangwa, sicokwe, simbunda, singoui, sitebele, sisubia, anglais et français le
premier v. du chap. 51 d’Esaïe ; « Ecou
tez-moi, vous tous qui ijoursuivez la
justice ; vous qui cherchez l’Etemel »..
La suite du verset fit le sujet du sermon: «Voyez le rocher dbù vous
Haut Zambèze, que jadis noi^ n atteignions qu’après trois semairies de
voyage en barque! Avec nos jeunes
collègues, Daniel et Yvonne Pittet,
j’ai eu la grande joie de reprendre
contact avec les églises de la brousse.
Et partout nous avons pu nous entretenir avec les groupes de femmes,
connus ici sous le nom de Anamoyo.
A Mwaendi le groupe dirigé par Eizabeta, qui a vécu de longues annœs
à Livingstone, a beaucoup d’entrain:
les femmes chantent, prient, visitent
les malades, apportent la Parole aux
païens. Elles arrivent à gagner un
peu d’argent, en tricotant et en cousant, et s’en servent pour aider les
indigents. Elles ont acheté deux recueils de cantiques pour leur groupe.
Libonda est le grand village an
coeur de la plaine à une vingtaine
de kms. de Lealui. C’est là que réside
la Mokwae que l’avais connue élève
1920. Depuis 35 ans nous ne nous
étions plus revues! Leur accueil, à elle et à son mari Ishee, lu chaleureux
Tous les deux chrétiens, ils sont une
force pour l’église de Libonda, dirigée par un pasteur mulozi, Josefa.
Tout timidement, lorsque nous repar
Scuola di cucito
nel lebbrosario di
Ebeigne (Gabon).
Vi è al lavoro la
Missionaria Anita
Gay, e molti bimbi e adulti delle
nostre comunità
ricorderanno il
film che su questo
Istituto esso ci ba
moiitrato due anni
or sono. A lei, e
agli altri missionari valdesi, sigg.
R. e L. Coisson,
sig.na G. Jalla,
Past. B. Tron, il
nostro saluto affettuoso.
avez été t'rés». Le jeune évangéliste
a beaucoup de courage et de foi. Lui,
qui en est à ses premières arm.es, sent
comme ncus, qui avons travaillé de
30 à 40 ans dans ce pays, une résistance voulue, une attitude combative envers l’église. Et pourtant plusieurs d’entr’eux sont baptisés.
Le message sur la sainteté de Dieu
fut écouté avec beaucoup de respect
et une attention soutenuè, mais, lorsque la Bible fut refermée, un homme.
Jadis pillier de l’église de' Mabumbu,
nous cracha au visage toute sorte de
reproches sur l’éducation de nos Ailes! Heureusement une de nos exéièves se leva ensuite très dignement
et osa répliquer avec fermeté: «Ce
que vous dites n’est pas la vente!
A Mabumbu on nous a éduquées, on
nous a appris la propreté, l’ordre, le
travail. Mais souvent nous ne pouvons mettre en pratique daris nos
foyers ce que nous avons appris parce que vous ne nous en donnez pas
le.s moyens ! ». Une seconde jeune femme prit aussi courageusement la défense de la Mission. .
Nous n’avons certes pas regrette ce
contact avec ces gens qui, hélas, trop
souvent s’éloignent de l’église à o^se de la boisson. Celui qui a cr^hé
tout son venin était à moitié ivre,
les yeux à demi-fermés: ils s’est probablement rendu compte de tout le
fossé qui s’est creusé entre lui, pauvre
pécheur, et son Dieu! Cet inciderit
nous montre que toujours, comme n
y a 75 ans, l’Afrique a, besoin de la
prédication de l’Evangile.
★
Les Malozi nous reprochent.^ ne
pas leur aveir donné toutes les éemes
supérieures que d’autres, venus de,s
années après la Mission Protestante,
ont pu leur offrir. La course aux études est effarante et il est bien vrai
que limitée par le côté financier, la
Anurie des serviteurs de Dieu a souvent fait que les autres nous ont devancés, dépassés. Par manque de vision peut-être, dans un pays lent a
progresser, les occasions nous ont parfois échappé. Et pénibleipent, finequefois trop tard, nous essayons oe
emboîter le pas. ___
L’oeuvre féminine en ce moment
est un grand point d’interrogation ici
au Zambèze. Les Africaips en
ral préfèrent que l’éducation de leurs
filles soit confiée aux missionnmr^.
Dans nos internats les jeun^ nUes
sont gardées moralement et ion retrouve toujours et n’importe ou le
sceau spirituel qui leur a été in^nmé pendant leurs années dadolea:œce. Même si plus tard les
du monde les terrassent, pn retrwve
toujours en elles un
une base solide qui permet desperer,
et de croire à notre témoignage.
Les Malozi et nous-mêmes avons la
conviction que, sans tarder, une ^ le supérieure féminine sera
par la Mission. Cliprs Amis, joigne-^
votre intercession a la nôtre.
Le 12 odtobre le petit avion “i®
sait survolé'r toiute là ®
zi, pour atteindre en deux heures le
tiens de leur case un peu sombre,
mais fraîche, Moaejïkono me tendit
un billet de 10 sh. en me disant :
««C’est un souvenir de ce que vous
avez fait peur moi, vous qui m’avez
élevée ! ». L’église de Libonda est vivante ; mais comme partout ici, en général ce sont les femmes qui sont les
plus nombreuses. Les hommes font
le bois et dans la question du raariagt. ils sont,libres, et le divorce auquel,
en suivant la loi du pays, ils ont le
droit de recourir, sans aucune explication, est certainement l’une des triste.s causes de la faiblesse de l’Eglise.
Mais là aussi lEvangile n’a pas été
annoncé en vain et les familles chrô
tiennes qui donnent l’exemple d’uf
foyer heureux sont de plus en plunombreuses.
Un saut à Namushakende, centre
du gouvernement pour le progrès du
Bulôzi, nous permit d’arriver inattendus dans la jolie maison, si bien tenue, de Mutendango, l’inspecteur des
écoles: un Mulozi donc, qui a épousé
l’une de nos anciennes filles, Margaret.
Parents de quatre garçons, ils attendent, depuis le numéro 2, la fillette,
qui devrait naître ce mois-ci. Comme
ncus admirions leur radio, le maître
de céans nous offrit l’audition d’une
danse Rock and roll sur le gramophoae! Foyer chrétien de l’Eglise fondée
sur le Christ!,
La Conférence des missionnaires
en juin eut le privilège d’avoir notre
Directeur, Mr. Bonzon. Depuis quelques années déjà, les missionnaires
c-nt cherché à intégrer les africains
dans les trois diverses Commissions
qui organisent et surveillent les activités du champ du Zambèze. La Commission Scolaire fut la première à
nous donner cet exemple de collaboration plus étroite entre les Africains
et nous. Le système scolaire, le département d’éducation est depuis
longtemps étroitement lié à l’action
générale du gouvernement. Si la Mission, partout en Afrique a apporté la
instruction aux diverses tribus, ces.
un grand pas en avant que de pouvoir désormais collaborer étroitement avec le gouvernement qui, de
plus en plus, en supporte tout le côté financier, en libérant ainsi la Mission d’un poids qui devenait toujours
plus lourd. Quand nous jetons nos
regards en arrière, nous ne pouvons
que chanter un hymne de reconnaissance, en songeant au chemin parcouru. Les écoles primaires, moyennes et supérieures sont rnaintenant
entièrement entre les mains d’instituteurs indigènes. La Commission mé. dicale s’est organisée l’année dernière dans le but de montrer aux indigènes comment fonctionnent les hôpitaux et de les convaincre de tout
le problème financier que cela représente, afin qu’ils comprennent mieux
pourquoi on leur demande à tous de
faire leur petite part, en apportant
leurs oboles, lorsqu’ils sont soignés.
Le Oc mité du Synode fonctionno
aussi depuis quelques années, et les
Malozi en sont membres; leur n^bre est même supérieur à la délégation des blancs. Le Synode se réunit
une fois par ans et tend de plus en
ms à de^ir VoTgane de l’Eglise.
Cette armée un membre de chacun
de ces Comités a été choisi pour faire
mrtie de la Comnüsskm Exécutive
oui est responsable: de là bonne marche de toute l’oeuyre^jraidaiit l’année.
Qg py0jux0r essai a bien réussi et la
collaboration s’est faite s^s difficulté sur un pied d’^alité et de fraternité, bien naturelles pour des servi
teurs du Christ !
Le cible, représentant toutes les dépenses nécessaires à la vie de l’Egli
s^ du Bulozi, a été partagé suivant
le nombre des pre^ytères. Et chaque
iaresbytère l’a morcelé en parties
mensuelles. H sait maintenant qu’il
est responsable de ses évangélistes et
de ses pasteurs. L'un des consistoires
d'' Lealui est complètement autonome comme aussi un ou deux autres.
ei cela est un grand pas en avant.
De plus en plus’notre but est de
denner toutes les responsabilités aqx
chrétiens du Bulozi. Même si, pour
l’instant, cette plaine, à l’écart du
bruit du traffle dés villes, que le sifflement dn train ne vient jamais troubler semble, à la surface, vivre ime
vie paisible et ne pas être encore très
a°-itée par les cormilsions politiques,
rien ne peut cependant lier l’avenir
très proche où, soudain, comme parlent ailleurs la révolution apportera
des changements.. L’Eglise doit être
prête et rester forte et inébranlable
au mnieu des secousses. Les pionniers ont apporté le lumière au peuple qui marchait dans les ténèbres.
Les anciens ont eu la joie de développer l’éducation, d’assister à des transformatiens merveiîletises, de voir disparaître des tabous,..de vivre dans un
pays où la vie humaine, dans l’amour
du Christ, a repris toute sa valeur;
et maintenant la jeune équipe a le
devoir de préparer les chrétiens africains à reprendre petit à petit la responsabilité de l’Eglise et de continuer
à proclamer chaque jour la puissance
de la Parole.
Dans deux jours je me retrouverai
à Livingstone, où ncus aurons eu la
joie de travailler ensemble, Mr. et
M.me Robert CoïssOû et moi, pendant
deux ans : un trio de vétérans Vaudois. La tâche immense des «compounds » surpeuplés demande un travail en équipe et c’est grâce à la collaboration avec le pasteur Sitali, l’évangéliste Mundia, des anciens et anciennes d’égli.se, des chrétiens vivants
que nous essayens de faire face à
toutes les exigences d’une oeuvre ditflcile, mais passionnante. Le rqécontentement fait son chemin en sourdine; le rapproch^ent des races ne
peut se préparer -quîayec le concours
d’hommes de bonne volonté, blancs
ec noirs. Ncus ne savons encore quel
est le sort résqrvé à la Fédération,
qui, sur le papier, semblait parfaite
il y a dix ans! Mais ce que nous savons c’est que •Christ est le 'Vainqueur et que, jusqu’à Son retour, l’Afrique aura bestrin de disciples consacrés, humbles et obéissants, qui portent toujours tacès haut le flambeau
de la foi. La foi, l’espérance et la charité, fondées sur le Christ Ressuscité, restent et déineurent le Salut des
nations. Graziella Jalla
Nell’estate 1960 sono stati celebrati i
cinouant’anni del movimento ecumenico.
Si fa inatti risalire al giugno 1910 1 ayio
del movimento ecumenico: si era allora
riunita ad Edimburgo la prima Conferenza
missionaria mondiale, che raggruppava
circa 1.300 rappresentanti del moi^o missionario, provenienti da tutti i paesi e tutte
le denominazioni ad esclusione delle Chiese cattolico-romana e ortodosse.
Si trattava, ancóra, di un assemblea
«bianca»: solo 18 erano i rappresentanti
di quelle ohe ancora non si chiamavano le
« giovani Chiese ». La Conferenza constato
che il compito gigantesco deU’evangelizzazione del mondo esigeva una cooperazione
infinitamente più vasta, che occorreva trovare il modo di coordinare gli sforzi per
l’eslucazione, che bisognava affrettare lo
studio comparato delle religioni... Quando
il presidente presentò un progetto di continuazione dello studio e degli sforzi di
collaborazione, l’assemblea rispose con un
unanime e possente « Aye » (sì), « del volume di un coro di Haendel », dice un
cronista.
Tante conferenze rimangono sterili, ina
quella d’Edimburgo era l’inizio di una serie di eventi magnifici, in cui lo Spirito
Santo era chiaramente all’opera.
Il lavoro del Comitato di continuazione,
di cui fu animatore valènte e appassionalo
lo scozzese J. H. Oldham, portò, nel 1921,
alla costituzione del Consiglio internazionale delle Missioni che, prima formato dai
delegati delle Società missionarie, lo sarà
alcuni anni dopo dai Consigli missionari
nazionali. Questo Consiglio lancia 1 « International Review of Missions », e tie^ne
una serie di assemblee memorabili a Gerusalemme (1928), Madras (1938), Whitby
(1947), Willingen (1952),. Ghana (1958);
esso è attualmente presieduto da un africano del Ghana, il Dr. Baeta.
Ma rimpulso alla cooperazione mis.sioIiaria non fu il solo frutto della storica
Conferenza di Edimburgo. Anche se essa
si era molto preoccupala di organizzazione,
il pensiero e l’ansia di fondo erano chiaramente quelli dell’unità, non solo dell’azione missionaria, ma della Chiesa in
tutta la sua vita. La dichiarazione finale
della Conferenza diceva fra l’altro : « L’unità non è frutto nè deH’accordo dei nostri
spiriti nè deU’assentimenlo delle nostre
volontà. E’ fondata su Gesù Cristo stesso ».
Possiamo dire che questa affer.tnazione
programmatica è ancora oggi attuale, vera,
luminosamente certa.
gi venne quindi creando il movimento
« Fede e Costituzione », per un ripensamento biblico e teologico dell’unità della
Chiesa; ed esso tenne importanti conferenze a Losanna (1927) e Edimburgo U937).
D’altra parte ebbe vita -— sotto rimpulso
dell’arcivescovo luterano di Uppsala, N.
SoedérblÒm — Un movimento parallelo,
« Fila e Azione », in ciii si considerava die
un cristianesimo pratico e attivo avrebbe
soprattutto contribuito ad unire le Chiese;
esso si riunì in conferenza a Stockholm
(1925) e Oxford (1937). Già le conferenze
di Edimburgo e Oxford segnarono la volontà di associarsi dei due movimenti, i
cui rappresentanti l’anno seguente, a
Ulrecbl, decidono la fusione, dando origine al « Consiglio ecumenico in lormazione ». Le vicissitudini della guerra non
hanno potuto interromperé questa marcia,
e nel 1948, nella grande Assemblea di
Amsterdam, il Consiglio ecumenico delle
Chiese è definitivamente costitnito.. Il suo
nome è seguito dalla menzione « in associazione con il Consiglio internazionale
delle Missioni » (e viceversa). Da allora i
due Consigli hanno lavorato al fianco; fin
dal 1946, anzi, essi avevano creato insieme
la CCAJ (Commissione delle Chiese per
gli Affari internazionali), che a nome loro
si occupa di questioni legali (ad es. la libertà di coscienza), di passi presso i governi, di contatti con l’ONU. Nel 1949
hanno pure istituito un segretariato comune per l’Estremo Oriente; collaborano nell’aiuto da portare alle Chiese e ai rifugiati;
hanno un dipartimento comune di ricerche
e di studio; pubblicano insieme il S. OE.
P. L
Dal 1958 le Chiese e i Consigli nnssionari nazionali studiano la fusione dei due
Consigli; là maggior parte l’hanno già approvata, e si spera vivamente che le Assemblee di New Delhi (dicembre 1961), la
sanciranno definitivamente.
(adattato da 1/actualité missionnaire)
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e razzismo in Sud Africa
(seguéda pag. Il
Fra queste àitehiarazioiii, menz’.oniamo quella del diritto dei roxi-bianc.hi di possedére terreno, di partecipare direttamente'àr governo del paese,
di frequentare una qualsiasi chiesa,
tutte cose facenti parte della « dignità dell’uomo adulto» e che non pos
sono essergli contestate; il documento giunge a ricOiioscere che « non c’è
fondamento scritturale all'interdizio
ne dei matrimqài mis.ti», benché possa essere opportuno « sconsigliare tali unioni».
Un luiigo passato, nel quale tutti i
gruppi umani hanno avuto la loro
parte, è responsabile dell’attuale tensione razziale, afferma la dichiarazione ; inoltre l’Africa del Sud è stata
profondamente colpita dal « declino
della potenza occidentale e dal desiderio di autodeterminazione degli altri popoli africani».
La conferenza ha deplorato l’effetto pernicioso del sistema di lavoro
stagionale sulla vita familiare degli
Africani e su tutta la società di cui
mina la stabilità. In conseguenza domanda al governo di nominare una
commissione ohe studi seriamente
questo probiema. Ih» altro abuso segnalato dalla risoluzione, è quello dei
salari insufficienti ricevuti dalla maggior parte d^gli operai non-bianchi,
obbligati a vivere al disotto del minimum vitale. D’q<ltra parte, bisogna
pure assicurare loro alloggi decenti in
quartieri costruiti tenendo conto delle loro necessità economiche e culturali.
« Nessuno dev’essere punito serusa
un processo onesto e pubblico, seguito
da una sentenza basata su di un’accusa precisa» — ricorda il documento. Venir meno a questo principio
non può giustificarsi che in circostanze del tutto eccezionali, afferma. Pesando al diritto e al dovere della Chiesa di annunciare l’Evangelo a chi vuole, dichiara «inaccettabile» ogni legislazione che limiti l’esercizio di questo diritto secondo le regole della so
cietà democratica. E « nessimo che
creda in Gesù Cristo può essere escluso da una Chiesa a causa della sua
razza ».
L’insufficienza di comunicazioni e
di consultazione fra gruppi razziali e
fra il governo e i dirigenti accettati
dai non-bianchi, è stata riconosciuta
cerne un’importante causa di malintesi e di divisicne. Perciò la conferenza raccomanda alle Chiese di istituire scambi di pubblicazioni e d’informazioni, e, per quanto possibili, di
delegazioni multirazziali.
In un capoverso sulle relazioni delle, Chiese fra loro, il documento domanda che « quando si presenta una
circcstanza che obbliga una Chiesa a
biasimare un’altra, o uno dei suoi dirigenti, si cerchi di discutere la questicne con questi fratelli, prima di
fare una pubblica dichiarazione», il
che faciliterà la riconciliazione ed eviterà che la Chiesa « sia diffamata davanti al mondo».
La d'ehiarazione adottata dalla
cenferenza ha chiaramente specificato che « gli accordi cui si è giunti non
rappresentano — e non pretendiamo
che lo facciano — la totalità delle
convinzioni delle Chiese membri ».
Tuttavia, solo la « Nederduitsch
Hervormde Kerk van Afrika», la meno importante delle tre Chiese riformate neerlandesi (182.000 membri),
ha positivamente respinto quei a di
chiarazione. Opponendosi airintegrazione «sotto qualunque forma come
soluzione del problema razziale », ì
suoi rappresentanti hanno insistito
dicendo che « l’accordo a cui la conferenza è pervenuta contiene dichiarazioni di sì grave portata che non
possiamo scttoscriverla. Ci desolidarizziamo perciò da questo testo».
Invece le altre due Chiese riformato neerlandesi, quella della Provincia
del Capo e quella del Transvaal, hanno appoggiato questa dichiarazione,
ma ne hanno redatta pure una propria, in cui affermano che « una politica di differenziazione è difendibile
dal punto di vista cristiano, che essa
cflre la sola soluzione pratica dei problemi di relazioni interrazziali e che
è quindi interesse superiore dei diversi gmppi della popolazione ».
Il Dr. Vis-er’t Hooft ha ancora sottclineato davanti alla stampa il fatto, eccezionale in questa regione, di
aver potuto tenere una riunione plurirazziale, lavorare e mangiare in comune, e di « aver raggiunto un accordo su punti di grande importanza e
che avranno effetto a lunga portata ».
Egli ha inoltre lodato l’apertura di
spirito, la franchezza, il coraggio con
cui le delegazioni si sono avvicinate.
La funzione del Consiglio ecumenico
in questo incontro era di « fare la
parte di Socrate», cercando di ix>rre
le vere domande. Tutti sono stati
d’accordo par formare una commisstone permanente che porterà il nome di Conferenza d’Africa del Sud
delle Chiese membri del Consiglio
ecumenico delle Chiese. Il suo compilo sarà di servire da strumento di
studio, di consultazione e di collaborazione per le Chiese dell’Unione sudafricana affiliate al C.E.C.
Il romanziere Alan Paton — cui ultimamente il governo sudafricano aveva ritiralo il passaporto — si è rallegrato di vedere die le Cinese del Capo e del Transvaal lianno contribuito a redigere delle
risoluzioni uhe non potevano non essere
mal ricevute <la diverse delle Chiese menibri. Delegato laico della Chiesa anglicana
alla conferenza, A. Paton ha notalo che
le sessioni « avanzavano con precauzione
nel campo minalo della storia sudafricana,
ma, alla fine, hanno conclùso che ée' la
storia .può spiegare le ingiustizie presenti,
non può assolutamente scusarle. Il vero
problema è ora quello di costruire un
paese in etti lutti' possano vivere in pace ».
4
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L’ECO DELLE VALU VALDESI
6 gennaio 1961 ^ N. 1
DALLE NOSTRE t:OMUNITÀ
,V’<
POMARETTO
Recentemente abb'amo celebrato il matrimonio di Zizzi Francesco e Charrier Eugenia nel tempio: il Signore benedica questo focolare e eia luce, guida e forza per
il loro avvenire.
Abbiamo celebrato nella scorsa settimana
il servizio funebre di Lucia Grotti ricoverata da qualche tempo al nostro ospedale
e proveniente dalla comun'tà di Bordighera; il servizio religioso è stato fatto all’oepedale e poi a Bordi ghera il Pastore Bogo
ha presenziato alla tumulazione della salma. Il Signore benedica quanti sono nel
duolo.
Domenica I Gennaio è stato celebrato il
battesimo di Vera Pastre di Filiberto e di
Pone del quartiere del Podio. Idd'o
benedica la creatura che è stata battezzata
e sulla quale abbiamo invocato la potenza
dello Spirito; ebe l’esempio e la preghiera
siano preziose per Tavvenire della bambina
Le festività del Natale e del Capodanno
sono state, come semi»re seguite dal grosso
dei membri di chiesa: le feste dell’albero
henne’ avuto luogo all’ospedale, al Centro,
a Clot Inverso ed ai Ceris’eri; a Perosa si
è pure tenuta una simpatica- festicciola natalizia. Desideriamo inviare un pens erò
riconóscente alle collaboratrici e collaboratori della Chiesa, segnatamente alle insegnanti : Sig-ne Diega Mauro, Sommani
Lina, Germana Costantin, sig.ra Baret Alina, Sig.na Bert Paolina, Sig.ra Tron Tildina e Giovanna Purpura. A tutti un grazie di cuore. Siamo riconoscenti al Signor
Di Gregorio per il dono delle brioohes per
i nostri bambini, in occasione del Natale.
A quanti cl hanno teso la mano diciamo il
nostro grazie. La fine d’anno è trascorsa
lietamente con un buon gruppo di giovani
in fraterna comunione sotto la guida dei
duumviri.
Cosa r'marrà dei messaggi, degli incontri nel tempo delle feste? Beati coloro che
nietteranno in pratica le grandi cose che ¡1
Signore ci ha svelate.
Domenica 8 Gennaio avrà luogo il culto
all'Inverso alle ore 10,30.
L unione delle madri avrà luogo al centro alle are 14,30.
PHAROSTINO
— Favoriti da un bel sole, abbiamo celebrato il Natale del Signore in una atmosfera di gioioso raccoglimento. Una vasta
assemblea si è riunita nel tempio per il
culto (sempre radioso, ma specialmente
in una occasione come questa). La predicazione della Parola è stata centrata sul
testo : « Iddio ha tanto amato il mondo,
che- ha dato il suo unigenito Figliuolo,
affinchè chiunque crede in lui non perisca
ma abbia vita eterna» (Giov. 3: 16). Natale ci ricorda soprattutto l’amore di Dio
nel dono del suo Figlio per noi. Gerchiamo
di ricevere questo dono nella fede e nella
riconoscenza. E’ stata poi celebrata la
Santa Cena, alla quale si sono avvicinati
molti dei presenti. La corale, diretta dalla
Sig.ra Peyrot, ha cantato l’inno « Sia gloria al Dio d’amore » (N. 361 del Nuovo
Innario).
— La festa dell’Albero ha avuto luogo
nel pomeriggio di lunedi 26; il solito programma di poesie, dialoghi e canti, ha
riempito una buona ora e mezza. Alla fine
tutti i bambini presenti hanno ricevuto un
pacchettino di caramelle e altri dolciumi,
offerto dalla Chiesa. Vogliamo ringraziare
i Maestri (Sig.ra Rita Pons, Sig. Levi Do
• sio, Sig.na Laurenzia Fomeron, Sig.na
Paola Godine e Sig.na Nella Gardiol) per
la loro preziosa collaborazione nel preparare gli alunni per le recite e i canti. Ringraziamo anche le famiglie che hanno contribuito alla colletta per l’Albero.
— La fine dell’anno è stata trascorsa da
molti nella intimità familiare; altri, e
riempivano letteralmente la grande sala,
si sono dati convegno per una recita, offerta dal gruppo filodrammatico della nostra
Unione Giovanile. (E’ stato rappresentato
il dramma « Gli spazzacamini della Val
d’Aosta », opera commovente e con un
buon fondo morale). Ringraziamo i nostri
giovani per U loro impegno. Una trentina
di giovani e di coralisti si sono poi riuniti
attorno alla tavola imbandita per una cena
fraterna e per trascorrere insieme le ultime ore dell’anno vecchio e le prime del
nuovo.
— A Capodanno, ancora discretamente
favoriti dal tempo, abbiamo ricordato, nel
culto ben frequentato, la benignità del
Signore per noi « d’età in età »... la fugacità dei nostri giorni... e la grazia di Dio
che sola può rendere « stabile » l’opera
delle nostre mani (Salmo 90). E’ stata celebrata la Santa Cena. La Corale ha cantato l’Inno (I 0 Eterno creator, d’un anno
nuovo ancora... » (Nuovo Innario 350).
— Un gruppo di sorelle, con la signora
Peyrot, ha fatto visita in questi giorni a
varie sorelle anziane, o malate o nel lutto;
recando un messaggio di conforto e di solidarietà.
— Stanno per riprendere le riunioni in
tutti i quartieri, dopo la pausa natalizia,
e quella forzata per l’infermità del Pastore. Si intervenga sempre numerosi: continueremo a studiare l’argomento del denaro al servizio della fede.
— La nostra Comunità ha preso viva
parte al lutto che ha colpito la comunità
sorella di Pramollo nel noto disastro dei
« Toumim ». Il Concistoro ha deciso di
destinare la colletta di Natale per i fratelli di Pramollo (la colletta ha fruttato
L.18.300); poi è stata fatta una colletta
casa per casa, in ogni quartiere (colletta
che ha raggiunto quasi 200 mila lire). Questo denaro, frutto della nostra solidarietà
nel dolore, è stato portato a Pramollo da
una delegazione del Concistoro. Decine di
nomini sono, inoltre, saliti a Pramollo per
i lavori per il ricupero delle misere salme.
BORA
_— Cogliamo quest’occasione per ringraziare assai il dott. Meynet, il past. Emery,
il prof. Conte e i Sigg. Gremaud per i loro
generosi doni in denaro o in natura coi
quali abbiamo potuto arricchire il contenuto dei pacchi natalìzi dei bambini.
— Diciamo tutta la no-stra simpatia fraterna a Edilio Rivoira che ha avuto un
noioso incidente lavorando alle cave di
pietra. Siamo spiacenti che abbia così dovuto cominciare l’anno all’ospedale, ma
ci rallegriamo che non si tratti dì nulla
di preoccupante.
— Giovedì, 5 gennaio, ore 20, riunione
qUartierale alle Fucine.
^ —■ I culti della fine e del principio dell anno hanno visto una discreta affluenza,
malgrado a Capodanno la neve sia stata
ben rappresentata.
— La serata giovanile di fine d’anno è
stata simpatica ed è passata in un baleno
tra giochi e panini.
— Rinnoviamo l’appello a quanti intendono versare un’offerta per i sinistrati di
Pramollo, affinchè si affrettino a farlo.
— Viva raccomandazione a quanti non
1 avessero ancora fatto di versare con puntualità l’offerta di Natale.
—■ L’Amministrazione Comunale ha deciso di devolvere la somma di L- 50-000
per i fratelli sinistrati di Pramollo.
Numerosa la partecipazione al culto di
fine d’anno, nel tempio del Centro. Dopo,
nell’Aula Magna, un gruppo ha atteso come di consueto l’inizio dell’anno nuovo;
gruppetto piuttosto esiguo, quest’anno,
frutto di una serie di serate di fine d’anno
non molto riuscite (mentre molti preferiscono raccogliersi neU’intimità della
famiglia, e altri neH’animazione di qualche veglione con gli amici...); ma quest’anno il programma preparato da un giovane
e simpatico gruppo dell’Unione del centro, sotto la regia valente del Sig. Charles
Paschetto, meritava, davvero un maggior
numero di intervenuti. Introdotti dal Past
Sommani, e inframmezzati da bei cori re
gistrati sul magnetofono, si sono snsse
guiti vari sketches, dalla tragicomica isto
ria dell’impianto di riscaldamento nel tem
pio dèi centro alla supersonica moto pa
starale, dalle « impossibilità relative » dei
membri di chiesa ai diversi entusiasmi dei
giovani unionisti, dai casi ameni della
colletta ai dispendiosi enigmi della Mostra d’arte contemporanea... Un grazie di
cuore a quanti si sono volenterosamente e
con successo impegnati nella preparazione.
Il culto di Capodanno, ai Coppieri, è
stato presieduto dal Past. G. Bertinotti,
che ringraziamo molto.
Domenica pom. si è svolta ai Coppieri
la festa dell’alberò di quella Scuola domenicale; i ragazzi, ottimamente preparati
dalla Sig.na P. Nisbet, hanno offerto agli
intervenuti che stipavano la sala un bel
programma di recite, canti e poesie, e si
è acceso l’ultimo abete... Al termine, ai
bimbi i giovani dell’Unione dei Coppieri
hanno offerto con simpatico gesto, di cui
ci rallegriamo, sacchetti di dolci preparati
per loro. I nostri rallegramenti e la nostra
riconoscenza alla Sig.na Nisbet e alle sue
collaboratrici per il buon esito della loro
fatica.
Dopo la settimana d’interruzione, sono
riprese le riunioni quartierali, con discreta
partecipazione malgrado il sopraggiungere
delle neve. Al Taglìaretto la riunione si è
conclusa con l’accensione di un abetino,
alla cui luce alcuni bimbi e ragazzi hanno
presentato alcune poesie e scenette; seguiva un ricco tè: grazie a coloro che hanno
preparato tutto! Siamo stati lieti di rivedere fra noi, attiva come sempre. Suor
Léonie Stallè.
Alcuni tortesi hanno partecipato alla
« spedizione » a Pramollo, martedì, per
aiutare nelle ricerche proseguite dai membri di quella comunità colpita. Le collette natalizie e le offerte raccolte fra
noi hanno finora raggiunto la cifra di
L. 175.000, subito trasmessa; è forse qualcuno vorrà ancora unirsi in questa manifestazione di solidarietà.
Si sono sposati Primo Azeglio Violo e
Nina Curdo. Agli sposi, entrambi impe
gnati nel servizio dell’infermierato, i no
stri auguri migliori per la loro vita co
mone.
Sono stati celebrati i servizi funebri d
Giovanni Alessandro Bertalot (Villa), de
ceduto all’ospedale di Lusema, e di Mi
chele Frache (Ravadera). Ai familiari, che
cominciano tristemente l’anno nuovo, rin
noviamo l’espressione della nostra fraterna simpatia, nella comune ferma speranza
della vita eterna, in Cristo.
S. GERMANO CHISONE
— Continuano a pervenire le offerte per
i superstiti di Pramollo.
Al culto dell’ultimo giorno dell’anno
abbiamo trovato una busta nella borsa delle collette con queste semplici parole:
« dai miei risparmi, riconoscente ». L’offerta consegnataci anonimamente è di lire
100.000.
Ricordiamo la serata ebe ci sarà offerta
sabato, sera 7 Gennaio alle ore 20,30 dal
Coro Alpino Valpellìce. Siamo sicuri che
tutti i posti della Nuova Sala saranno occupati e che le offerte richieste all’ingresso per Pramollo saranno eccezionalmente
generose. Indichiamo come meta da raggiungere la somma di L. 100.000.
— Dopo lunghe settimane di infermità
si è spenta serenamente, al Pian, Long
Giacomina vèd. Travers nella tarda età
di anni 87. Aveva allevato una famiglia
numerosa e una fede profonda l’ha sostenuta nelle alterne vicende di una lunga
vita. Ai familiari rinnoviamo l’espressione
della nostra simpatia cristiana.
RQDORETTO
Favorito da un tempo magnifico, anche
se un po’ freddo, il culto di Natale ha
visto riunita nel nostro tempio per ascoltare il messaggio della Parola di Dio la
solita assemblea delle solennità ecclesiastiche, costituita quest’anno nella sua grande maggioranza, da uomini accorsi numerosi anche dalle località più distanti; la
maggior parte delle nostre madri di famiglia invece era indaffarata a preparare il
pranzo natalizio. Relativamente buona è
stata la partecipazione alla Santa Cena.
Quest’anno la nostra corale è in letargo
e non ha quindi potuto eseguire alcun
inno nel corso del culto.
La tradizionale festa dell’Albero di Natale si è svolta la sera della vigilia nella
scuola di Fontane per i bambini della
Scuola Domenicale di quel quartiere e la
sera di Natale nel Tempio per gli alunni
della Scuola Domenicale di Rodoretto.
Davanti agli abeti magnifici e scintillanti
di candele e di ornamenti abbiamo ascoltato e riascoltato sotto varia forma il messaggio di Natale che i nostri bambini ci
hanno recato coi loro canti, le loro poesie
ed i loro dialoghi, recitati con buona volontà. Alla fine della festa è stato distribuito il solito pacchettino di dolci e di giocattoli a tutti i bambini. Alla buona riuscita di queste feste hanno collaborato gli
insegnanti: sig. Enzo Tron di Rodoretto
e sig. Elio Grill, che. quest’anno insegna
nella scuola di, Campo Clot, nonché la
sig.ra Elena Breuza di Fontane che, come
per il passato, ha preparato i bambini di
quel quartiere con il solito grande amore
e la solita generosità; a loro giunga il nostro vivo ringraziamento. Un grazie anche
a Genre Eraldo che ha faticato non poco,
tutto solo in mezzo ai 70 e più cm. di neve, per procurarci il bell’abete che ha allietato la festa nel nostro tempio.
Il giorno di Capodanno, Domenica, una
assemblea di ben 8 persone s’è raccolta intorno alla stufa del nostro locale di culto
per incominciare l’anno nuovo sotto lo
sguardo e nel nome del Signore. E tanti
altri nostri fratelli Valdesi, che con tanta
faciloneria accampano solo diritti senza
ricordarsi dei propri doveri, dov’erano a
quell’ora?... A smaltire le veglie ed i cenoni di fine d’anno?..; Come facilmente e
volentieri l’ascolto della Parola di Dio e
la comunione con gli altri fratelli nel Signore passa in secondo ordine di fronte ai
pranzi, alle veglie ed ai cenoni!...
Le feste natalizie sono paesate, ci rimane solo il ricordo. Possa il messaggio della Parola di Dio che è stato ascoltato essere in benedizione per le anime.
La famiglia Gardiol Luigi, ringrazia quanti presero parte al funerale
di
Simondet Margherita
ved. Gardiol
In special modo ringrazia il Dott. Ros
Sebastiano, il Pastore, i vicini di casa
ed i parenti dell’Estinta.
S. Secondo di Pinerolo, 29 die. 1960
La moglie, i figli, la nuora, il nipotino amatissimo del compianto
Ricca Felice
mancato improvvisamente al loro affetto nell’impcssibilità di farlo personalmente ringraziano tutti coloro che
di presenza, con scritti e fiori o in
qualunque modo furono loro di aiuto
e conforto nel loro grande dolore.
Un grazie particolare al Pastore
Sig. Taccia, al Dottor Pellizzaro, alle
rappresentanze comunali, alle asso
dazioni che vollero degnamente onorare la memoria del caro scomparso
« E fattosi sera Gesù disse : passiamo all’altra riva».
(S. Marco 4; 35)
« Il senno del lavoratore è dolce » (Ecclesiaste 5: 12)
Angrogna (Martei) 30-12-1960
Le figlie, i figli, le nuore, i gene,ri
e i pronipoti hanno il grande dolore
di annunziare la dipartenza di
Giacomina Long
ved. Travers
e ringraziano coloro che hanno manifestato la loro simpatia nella luttuosa circostanza.
Non, ce n’est pas mourir
que d’aller vers son Dieu,
Que de quitter le lieu
de cette sombre terre,
Pour entrer au séjour
de la pure lumière.
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