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Anno 112 - N. 32
29 agosto 1975 - L. 150
Soedizìone in abbonamento postale
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Essere veramente discepoli
L’identità di Gesù e la nostra identità - Unitàdi parole e di impegno
Cristo fa per la salvezza del mondo
La vertà è ciò che
« Gesù prese a dire a quei giudei
che avevano creduto in lui: Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi » (Giov. 8: 31-32).
In preparazione della 5* AssemMeà Ecumenica che si terrà a Nairobi sono stati
indicati alla riflessione delle Chiese dei
temi di studio biblici che in parecchie delle nostre comunità, e non soltanto delle
nostre, hanno già fatto oggetto di predicazioni domenicali.
In considerazione di questo fatto, mi è
parso opportuno, se non quasi d’obbligo,
per avere in certo modo e in una qualche
misura il senso di una riflessione comune,
che anche questo culto di apertura della
nostra sessione sinodale congiunta, ci
portasse a meditare su uno di questi temi, e précisamente su quello che prende
in considerazione il cap. 8° del vangelo di
Giovanni.
Dalla lettura che ne abbiamo fatta,
ognuno ha potuto constatare come si
tratti di un capitolo denso e difficile, e
come la polemica tra Gesù e i giudei si
svolga in questo brano in termini drammaticamente duri e aspri.
La polemica ha inizio al v. 12 quando
Gesù si presenta come la luce del mondo,
e si protrae fino al v. 29.
Al V. 30 c’è come uno spiraglio di luce
che farebbe ritenere la polemica risolta
felicemente: « molti dei giudei, ci è detto,
credettero in lui ».
E’ a questi giudei che avevano creduto
in lui, che Gesù rivolge la parola del nostro testo: « Se perseverate nella mia Parola, siete veramente miei discepoli, e
conoscerete la verità e la verità vi farà
liberi ».
Ma ecco che questa parola del Signore
che, come sempre, è 'Parola di giudizio e
di grazia insieme, viene recepita soltanto
come giudizio, e suscita una veemente
reazione, per cui la polemica si riaccende
con toni più aspri, e continua per tutta
l’altra metà del capitolo, senza mezze parole, da una parte e dall’altra, fino al proponimento dei giudei di passare alle vie
di fatto: « presero delle pietre per tirargliele, cioè per lapidarlo, ma Gesù si nascose ed uscì dal tempio ».
Come dobbiamo leggere questo racconto? Alcuni vi hanno visto un riflesso
della dura e aspra lotta che la comunità
cristiana, per la quale Giovanni ha scritto
■il suo vangelo, ha dovuto sostenere contro il giudaesimo che la perseguitava.
E forse si può anche pensare alla tensione che c’era a'H’interno stesso della
comunità cris'tiana per la presenza di
quei giudeo-cristiani, i quali, pur avendo
udito la parola dell’evangelo, ed avendola
in una qualche misura accettata, non erano giunti a trarne tutte le conseguenze,
rivelandosi incapaci di riconoscere la novità radicale della rivelazione e dell’opera di Gesù Cristo.
La lettera de'll’apostolo Paolo ai Galati
documenta in modo chiaro la drammaticità di questa tensione.
Non ci sembra tuttavia che leggere
questo capitolo solo in questa .prospettiva antigiudaica renda ragione del suo
contenuto.
A guardar bene c’è un tema di fondo
che è presente in tutto il capitolo ed è
una contestazione reciproca di identità.
I giudei affermano la loro identità e
contestano quella di Gesù; Gesù contesta l’identità dei giudei come in definitiva
falsa e menzognera, e afferma invece la
sua come verace.
E 11 nostro testo sta esattamente al centro di questo confronto ad indicare la via
per cui l’uomo può essere liberato della
sua -falsa- identità per ritrovare quella
vera che gli è donata in Cristo.
I
Su che cosa fondano i giudei la loro
identità? La fondano su due dati di fatto
umanamente incontestabili:
a) il primo di essi è un dato storico
ed etnico.
A Gesù che fa balenare loro la possibilità di conoscere la verità che libera, essi
rispondono con orgogliosa sufficienza:
« noi siamo progenie di Abramo, e non
siamo mai stati schiavi di nessuno ».
La loro identità è rintracciabile risalendo attraverso le generazioni fino al capostipite del popolo al quale sono state fatte le promesse di Dio.
È da quel ceppo che essi discendono e
ne sono fieri.
b) Ma c’è un secondo dato di fatto
per cui essi sentono di poter affermare la
loro identità in maniera non contestabile: essi appartengono al popolo al quale
Dio si è rivelato, al quale ha dato la sua
Legge, col quale ha stretto un Patto che
ne ha fatto il suo popolo, per cui possono
affermare, insinuando malignamente nei
riguardi di Gesù: « noi non siamo nati
di fornicazione (cioè non siamo dei bastardi), abbiamo un solo Padre, Iddio ».
Ora, tutto' questo è ineccepibile, e Gesù
non lo contesta: « Io so che siete progenie di Abramo ».
Dal punto di vista storico ed etnico
questo è vero.
Ma può qualcuno, a buon diritto, affermare la propria identità richiamandosi a
quella del proprio padre, quando nella
prassi della sua vita se ne discosta, anzi
si comporta in modo del tutto contrario?
Quando si dice di uno che « è figlio di
suo padre » non si intende forse indicare,
più che una rassorniglianza fisica legata
alla discendenza, una àfFinità di carattere,
di comportamento etico, un vivere modellato su quello del padre?
Gesù si trova invece costretto a dover
denunciare una palese dissociazione dei
giudei da quella identità che avrebbe dovuto essere la loro: « Se foste figlioli di
Abramo, fareste le opere di Abramo » CVi
aprireste cioè, com’egli fece, alla rivelazione di Dio, accogliereste com’egli fece.
i messaggeri che Dio gli inviò per fargli
conoscere il suo intendimento).
Ma la denuncia si fa più grave ancora:
« Se Dio fosse vostro Padre, amereste me,
perché son proceduto da Dio »... « ma voi
non ascoltate le parole di Dio, perché non
siete da Dio ».
Non so come si possa ascoltare questa
denuncia di così clamorosa dissociazione
di identità, senza rendersi conto che essa
può costituire un giudizio anche sulla
Chiesa di oggi.
Non possiamo ignorarlo in un momento
nel quale la Chiesa in tutto il mondo
sente il bisogno di precisare la propria
identità.
Non possiamo ignorarlo, per quel che
ci concerne in modo particolare, noi che
viviamo l’indomani della celebrazione delr8° centenario del movimento valdese,
evento nel quale, che si voglia o no, abbiamo ricercato la nostra identità, non
certo per farne un’occasione di stolta e
vana autoglorificazione, lo abbiamo detto
e ripetuto, e ritengo che abbiamo mantenuto il proponimento.
Abbiamo voluto farne argomento di riflessione e di ripensamento, col proposito di trarne ammaestramento e ispirazione per l’oggi e per il domani.
È tuttavia l’oggi e i domani del centenàrio non sono forse ancora tutti da
riempire da un vivere e da un agire che
ci qualifichi .figli della prima riforma e
figlioli di Dio?
II
Ora ecco i giudei passare al contrattacco. Essi accusano Gesù di essere solo a
testimoniare di se stesso. E poiché Gesù
indica il Padre suo come testimone con
lui, gli pongono degli interrogativi malignamente dubbiosi: « Dov'è tuo padre?...
Chi sei tu?... Sei forse maggiore del padre nostro Abranio?... Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere? ».
Conferenza metodista
I lavori della sessione plenaria della
Conferenza Metodista si sono aperti lunedì mattina con la relazione del Comitato Permanente. Pubblichiamo i punti salienti di tale documento.
L’anno ecclesiastico 1974-75 è stato caratterizzato dall’impegno espresso dalle
Comunità nel dibattere i temi fondamentali concernenti la vita della Chiesa e la
sua testimonianza.
Particolare risalto ha assunto in questo quadro l’approfondimento del senso
della nostra presenza in Italia e del processo d’integrazione tra le nostre chiese
e le chiese valdesi.
IKTECRAZIONE
Il Comitato Permanente prende atto
con viva soddisfazione dell’unanime consenso espresso dai Circuiti in merito al
« Progetto di integrazione globale » tra le
chiese valdesi e metodiste.
Il Comitato Permanente, tuttavia, ribadisce che il processo di integrazione in
atto non sminuisce affatto l’impegno delle comunità metodiste nell’ambito della
Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia; questa, al contrario, deve essere
rilanciata non solo quale strumento che
offre importanti servizi all’evangelismo
italiano, ma quale terreno di incontro tra
tutte le forze evangeliche operanti nel
nostro paese.
Il Comitato Permanente si è, infine,
occupato, insieme alla Tavola Valdese,
della fusione dei due periodici « La Luce » e « Voce Metodista », che ha dato
luogo al nuovo settimanale delle Chiese
Valdesi e Metodiste. Mentre rivolge un
vivo ringraziamento ai direttori dei due
organi di stampa che in passato hanno
svolto un ruolo importante nella diffusione del messaggio evangelico, esprime il
proprio apprezzamento al direttore e ai
collaboratori del nuovo giornale « La Luce » i quali hanno assolto in maniera efficace il compito loro affidato.
CAMPO DI LAVORO
Il Comitato Permanente, riallacciandosi al dibattito in corso da alcuni anni,
dopo la sua riunione di novembre, ha
elaborato delle proposte di lavoro da sottoporre alla riflessione delle Comunità e
dei Circuiti.
Ha quindi incaricato il Presidente di
incontrare tutte le Comunità ed i gruppi
per illustrare tali proposte.
Dal dibattito sviluppatosi nei Circuiti
e dagli o.d.g. da questi inviati alla Conferenza, emerge l’apprezzamento per questo metodo di lavoro, che permette un
più stretto collegamento tra Conferenza,
Comunità e Comitato Permanente, estendendo anche ai piccoli gruppi la possibilità di un reale e valido apporto. Il C. P.
riafferma l’importanza di questo metodo
e dei collegamenti che ne sono il presupposto e che vanno mantenuti ed ampliati.
Gli o.d.g. dei Circuiti esprimono un so
(continua a pag. 4)
Taccuino sinodale
Il Sinodo ha iniziato i suoi lavori
domenica sera alle ore 17,30 nominando il seggio. Risultano Presidente il
past. Neri Giampiccoli, Vice Presidente Sergio Bianconi di Roma; Segretari sono Giovanni Scuderi, Teodoro
Fanlo y Cortes e Valdo Bertalot; Assessori Marco Jourdan e Adriano
Longo.
L’ordine dei lavori è stato subito fissato e prevede un incontro con i delegati delle chiese estere martedì] sera, il corpo pastorale mercoledì, sera,
, l’esame dell’operato della Ciov giove’ dì pomeriggio e le elezioni venerdì
È inoltre prevista una sessione congiunta con la Conferenza della Chiesa
Metodista per la giornata ^ martedì,,
con l’esame dei documenti predisposti dalla apposita commissione mista.
Il seggio che dirige i lavori della
Conferenza risulta composto dal past.
Sergio Aquilante, presidente; dott.
Teofilo Santi, vice-presidente e dal
past. Aurelio Sbaffi, segretario.
I membri della conferenza con voce
deliberativa sono 57, quelli con voce
consultiva sono 5.
I membri del Sinodo con voce deliberativa sono 145 e 17 quelli con voce consultiva.
Nell’anno dell’assemblea Ecumenica
in cui si chiede alle chiese di inviare
deputati «più laici, più giovani, più
donne», può essere interessante nota,re ohe nel Sinodo i laici sono il 50%,
Il giovani sono nel complesso in qualche aumento e le donne sono quest’anno in numero di 21.
Anche gli uomini della nostra generazione cohtinuano a porre a Gesù questi
interrogativi (come del resto è sempre
stato, come con tutta probabilità continuerà ad essere), alcuni per trovare appoggio alla loro incredulità, altri per semplice interesse culturale, o per trovare
una risposta alle loro inquietudini e alle
loro angosoie. , ,
E un fatto che la persona di Gesù e oggetto di crescente interesse, come attestano le numerose pubblicazioni che si susseguono nel nostro tempo. . ^ ,
Ed anche le interpretazioni del suo
messaggio si moltiplicano, attraverso le
diverse letture proposte dei vangeli, in
chiave politica, materialista, sociale, mterclassista»«»
Sul piano della ricerca della identità
storica di Gesù questo è estremamente
interessante, e non possiamo sottovalutare la serietà dell’impegno che molto mettono in questo sforzo di interpretazione.
Ma che questo ci porti alla conoscenza
della verità rimane sotto un grosso punto interrogativo.
Infatti, chi può dire di essere cosi svincolato dalle limitazioni della conoscenza
s.tQi'ica di quel tempo, dai condizionamenti della cultura della nostra epoca, dalla
visione della società odierna e dalle ideologie in conflitto, per poter evitare l’inevitabile pericolo di costruirsi una immagine del Cristo conforme al proprio schema di pensiero, e di leggere l’evangelo
proiettandovi le proprie precostituite
convinzioni politiche, sociali, economiche
o morali e spirituali?
Tutti siamo rinchiusi in questa condizione, sia che leggiamo Tevangelo nel mo(continua a pag. 2)
IN QUESTO NUMERO
■ Il campo FGEI ad Agape 3
■ Sinodo valdese e Conferenza metodista 4
■ Una lezione di sterfa italiana " 5
■ Problemi delle Valli 6-7
2
29 agosto 1975
a colloquio
con I lettori
Le lettere di questa settimana sono di
rettifica ad alcuni punti della vita evangelica da noi involontariamente equivocati. Dal fratello De Meo della chiesa avventista riceviamo:
Ho notato, con un certo dispiacere, la totale
mancanza di un qualsiasi accenno alla presenza
della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
in Portogallo, che pure è stata organizzata, come
Missione, nel 1904 e che attualmente dispone di
35 chiese per un totale dì 4.100 membri, con oltre 50 tra Pastori, evangelisti e lettrici bibliche
impiegati a pieno tempo, oltre a 17 colportori
evangelisti accreditati (cioè a pieno tempo).
Nel numero di marzo de « Il Messaggero Avventista », abbiamo dedicato un articolo al progetto di costruzione di una seuola secondaria in
Portogallo che già in precedenza aveva funzionato e che poi venne chiusa, dal governo salazariano.
Egregio Direttore,
rientrato da una permanenza all’estero di
qualche settimana, leggendo La Luce del 6 giugno 1975, ho notato che per la seconda volta il
redattore della rubrica « DalPItalia Evangelica »
si occupa della Alleanza Evangelica Italiana.
Non entro nel merito di quanto egli dice.
La caratteristica principale delle due note in
questione è la « disinformazione » e purtroppo
con la disinformazione non si può fare altro che
segnalarla e correggerla.
Il primo grosso abbaglio, in cui è incorso il
redattore delle due note, è quello di aver pensato che il Consiglio Nazionale della Chiesa Apostolica in Italia si sia scomodato ad emettere un
società di
studi valdesi
Convegno di studi
I lavori del XV convegno di studi sulla riforma e i movimenti religiosi in Italia inizieranno luned;, 1» settembre, alle
ore 15,30, con le relazioni di G. Merlo,
A. Prosperi e C. Vasoli. La mattinata dì
martedì prevede un intervento di A. Rotondò e quindi una tavola rotonda con
Romeo de Maio, Giovanni Miccoii e Giovanni Tabacco sul secondo volume della
« Storiad’Italia » recentemente pubblicato dall’editore Einaudi, a cura di G. Miccoli. Il martedì, pomeriggio contributi di
E. Ronsdorf, K. GUiy, V. Marchetti e
L. Firpo. Mercoledì. 3 settembre, al mattino, relazioni di C. Faralli, M. Roggero,
E. Pavia e G. Recuperati, mentre al pomeriggio parleranno P. G. Camaiani e
L. Santini.
II convegno si terrà nei locali dell’aula
sinodale di Torre Pellice ed è aperto a
tutti.
Gita a Guardia Piemontese
La Società di Studi Valdesi organizza
una gita a Guardia Piemontese in occasione dell’inaugurazione di un cippo-ricordo delle Colonie valdesi di Calabria e della loro fine nel 1561.
Il programma di massima prevede:
partenza in treno la sera del 24 settembre, arrivo a Cosenza nel pomeriggio del
25. pernottamento a Cosenza; gita sulla
Sila il giorno 26 e ritorno a Cosenza; viaggio in pullman da Cosenza a Guardia Piemontese attraverso i luoghi delle colonie valdesi il giorno 27; pernottamento a
Guardia Piemontese Terme la sera del 27;
partecipazione alle cerimonie del giorno
28 a Guardia Piemontese; partenza in treno da Paola la sera del 28 e rientro nella
giornata del 29.
Il prezzo e i dettagli saranno comunicati nel prossimo numero del giornale:
per esigenze logistiche è peraltro necessario che gli interessati comunichino al
più presto la loro adesione a: Augusto
Armand Hugon, Torre Pellice, tei. 91664.
Prof. Gönnet a Strasburgo
Nei giorni 25-29 maggio 1975 si è tenuto a! Palais Universitaire di Strasburgo
un colloquio internazionale « Strahbourg
au coeur religieux du XVP siècle », organizzato dalla facoltà di Scienze Storiche
e dal Centre de Recherches Régiotìales
Rhénanes della locale Université de Sciences Humaines.
Al colloquio, cui hanno partecipato parecchie decine di specialisti provenienti
da tutto il mondo, il professor Giovanni
Gönnet ha tenuto una relazione seguita
col più vivo interesse data la sua novità
e ricchezza di informazioni e di problemi.
comunicato ufficiale, chiarificatore della propria
posizione nei confronti dell’A.E.I., solo perché
egli aveva redatto una modesta nota sostanzialmente concorde con le « obiezioni lesive sull’A.E.I. » pubblicate dal foglietto di vita comunitaria del distretto apostolico di Napoli.
Se avesse avuto meno entusiasmo per quelle
« obiezioni lesive », se si fosse più accuratamente documentato e informato, egli avrebbe facilmente saputo, che non era lui « ad essere chiamato in causa » da quel comunicato, bensì un
altro importante periodico evangelico : « Il Testimonio ». Infatti questa nota rivista evangelica
(chi si occupa della rubrica Dall’Italia Evangelica dovrebbe pure conoscerla! Non le pare?) con
10 scopo di dare maggiore risonanza a quelle
(c obiezioni lesive », ne pubblicò nel numero di
gennaio-febbraio 1975 (pag. 11-14) il testo integrale, e lo fece precedere da una nota, in cui le
attribuiva alla Chiesa Apostolica.
Evidentemente « le obiezioni lesive » non hanno degli effetti costruttivi ed illuminanti, ma
sembrano piuttosto « dare molestia e rendere
molti infetti ».
Un’altra strana notizia campata in aria, ribadita dal redattore in ambedue le note, è che i
membri dell’A.E.I. k siano per la maggior parte
nazareni ».
Ora, a parte ogni altra considerazione di merito, la verità è che, al momento della Costituzione dell’A.E.I., dei novantanove membri fondatori solo dieci erano nazareni. E dieci non è
di certo la maggior parte di novantanove.
Ma il nostro redattore è disinformante, l’aggettivo con il quale non manca di qualificare
rA.E.I. è « costituenda ». Mentre invece già dal
23 novembre 1974 ha avuto luogo qui a Firenze
l’Assemblea Costituente che ha dato inizio ufficiale alla esistenza e alla attività della Associazione, e nella quale è stato regolarmente eletto
11 Comitato Esecutivo (disponibile centro di informazioni serie... per chi le volesse davvero).
Nessuno è obbligato a conoscere e a ricordare
questi dati e queste date, e tanto meno a consentire con gli eventi relativi. Ma quando se ne vuole parlare, e tanto più scrivere, è obbligo morale
sapere con esattezza almeno queste cose.
Il nostro redattore ha evidentemente dimenticato questo obbligo, con l’ovvio risultato di
« non averne indovinata una ». Ora, se La Luce
fosse un giornalino d’indovinelli, niente di male. Non tutti sono degli indovini! Ma' La Luce
è una delle poche cose serie e stabili, che si notano nell’ambiente deU’evangelismo italiano. È
per questo che ho sentito il dovere di correggere questa manifestazione di inaccuratezza, veramente insolita nel giornale che Lei dirige, nella
fiducia di compiere un atto, che può favorire la
conoscenza e il rispetto tra persone, che non si
conoscono e corrono il rischio di conoscersi
male.
La ringrazio per l’ospitalità, e La saluto molto
cordialmente .)
Elio Milazzo
(presidente dell’A.E.I.)
Essere veramente discepoli
(segue da pag. 1)
do che ci è consuetudinario, sia che tentiamo di farne una lettura nuova.
E nondimento, questa lettura nuova, sia
ben chiaro, dobbiamo sempre cercare di
farla.
Non dice Gesù che « ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile ad
un padrón di casa il quale trae dal suo
tesoro cose vecchie e cose nuove »? (Matteo 13: 52).
Come dunque non essere aperti alla ricerca delle cose nuove che, assieme alle
vecchie, possono essere tratte dal tesoro
delTevangelo?
Solo che questo non può essere fatto
ad arbitrio e da chicchessia, ma soltanto
da chi è ammaestrato per il Regno di Dio.
E chi ammaestra per il Regno è Colui che
ne schiude la realtà agli occhi dell’uomo
con la sua presenza, con la sua Parola e
con il suo operare fra gli uomini.
III
Ora Gesù precisa la sua identità riferendosi appunto alla sua presenza, alla
sua Parola, e al suo operare fra gli uomini.
1^0 specifico delle sue affermazioni è
che in tutto quello che è, che dice e che
fa, egli può riferirsi sempre a Colui che
lo ha mandato.
Nel nostro brano lo dice e lo ridice:
« Io non son venuto da me, è il Padre
che mi ha mandato ».
« Io non dico nulla di mio, dico le cose
che ho udite dal Padre mio e parlo secondo che il Padre mi ha insegnato ».
« Io non faccio nulla da me, faccio del
continue le cose che piacciono al Padre ».
« Io non cerco la mia gloria, v’è Uno
che la cerca e che giudica ».
In tutto questo egli non è solo, ma il
Padre è con lui.
L’identità di Gesù è palese in questa
unità di intenti, di parola e di operazione
col Padre suo.
Ma il punto che dobbiamo cogliere è
che: dicendo e facendo solo quello che
piace al Padre, Gesù non abdica alla sua
personalità, ma la conferma: egli è « il
Figliuolo che dimora per sempre nella
casa »; non è alienato dal Padre.
Serve il Padre non come un servo, ma
nella sua vera realtà di Figliuolo che conosce il volere del Padre e vi si associa
nella pienezza della sua libertà.
È in questa situazione che Gesù affron
Ricordando il maestro Ghisi
Seppi che Federico Ghisi non era più
fra noi dalTimprowisa e brutale lettura
di un annuncio su un quotidiano acquistato casualmente mentre ero fuori sede.
Mi si affacciarono subito alla mente alcune immagini: la presenza cordiale ed arguta di F. Ghisi nel giardino del mio vicino, il portalettere Barba Henry Jourdan,
le due famiglie essendo legate da affettuosa amicizia; una festa del 15 agosto
(1940?) ove, ancora ragazzino, osservai a
lungo il maestro che ascoltava con attenta pazienza e bonomia il vecchio cantastorie Bàrnò, e trascriveva sul pentagramma le « oomplaintes » che quegli andava
via via cantilenando; infine la figura del
musicista che, dono l’esecuzione di una
canzone storica valdese da parte della Corale in un concerto nel Temolo di Torre
Pellice, mi norgeva. con tratto amico ed
autorevole insieme, apprezzamenti e consigli. Così ricordo Federico Ghisi; ed è logico che per noi Valdesi la sua figura e la
sua onera non possano esser disgiunti dal
contesto del suo inserimento nel nostro
popolo e della ricerca etnomusicologica
nelle Valli. Tuttavia bisogna rendersi conto che questa sua ricerca va vista nel quadro generale di una personalità anzitutto
molteplice (era anche laureato in chimica
pura), e poi dedicatasi ad una attività veramente vastissima di studi e pubblicazioni, di partecipazione a congressi, di conferenze e corsi universitari tenuti in vari
atenei italiani, europei, e negli Stati TJniti.
Tale attività si è concretizzata in cinque
volurni pubblicati dal 1937 al 1963 a Firenze, Milano e Parigi, un centinaio di saggi e
articoli istorici, critici ed etnomusioologici;
in parecchie trascrizioni (tra le quali fondamentali quelle del Carissimi, della cui
produzione buona parte non era sino allora direttamente conosciuta); e infine in diversi dischi, tra i quali ricordiamo « Vieilles Chansons des V. Vaudoises du Piémont » per voce solista con un accompagnamento strumentale di stile moderno,
che si fonde in modo sorprendente con
Tarcaicità del disegno melodico.
L’interesse più specifico del musicologo
fu rivolto al Rinascimento ed alle sue musiche, sia di corte che degli artigiani e
dei ceti, umili, in quella mescolanza di
raffinatezza e di genuinità popolaresca, tipica dello spirito umanistico che ancor
soffia in Firenze, la città che divenne sua
non solo come sede stabile, ma anche
spiritualmente. D’altronde, quella tendenza a dar rilevanza ai motivi sociali della
musica, che costituisce sfondo costante
alla sua attività di musicologo, si ritrova
nel compositore: dai canti de’ Ferravecchi e de’ Cipollari, su testi carnascialeschi,
all’opera « Piramo e Tisbe », una sorta di
cantare in piazza (prima esecuzione a
Plauen, Germania est, nel 1955, in una
con la « prima » assoluta dei « Carmina
Burana » di Orff), dove la tragedia dei
protagonisti è rivissuta e commentata
dal popolo (coro) « in un’atmosfera —
osserva una critica — di realistica popolarità ». Un completo elenco delle composizioni di Ghisi si trova nella ■ponderosa
pubblicazione in due volumi, curata nel
1971 in onore del suo 70“ compleanno (era
nato nel 1901 a Shangai, figlio d’un diplomatico): qui troviamo un abbinamento
assai interessante: La Nabla Leiqon
(1966) su testo poetico valdese anonimo
del 15° sec., e la Messo Coumboscuro
(1970) per coro a 2 voci su testo sacro in
potois provenzale di Sancto Lucio de
Coumboscuro (Cuneo): in queste due
espressioni musicali di confessioni religiose diverse, vediamo da un lato riconfermato il principio dell’« ammaestrare
dilettando », dalTaltro lo sguardo attento
alla lotta di una minoranza etnica per la
difesa del proprio patrimonio culturale.
Come l’incompiuta Messa da Requiem
di Mozart, il titolo dell’ultimo lavoro di
F. Ghisi sembra preannunciare un imminente trapasso: « L’Ultima Visione, sinfonie e concerti dell’aldilà »; è una composizione non ancor eseguita, uno spartito che ancora tace; ma dalle corti rinascimentali e dalle viuzze popolari della
Firenze medìcea, come dalle baite e dai
prati dei nostri monti, così stranamente
associati nella fervida e rigorosa attività
del M° Ghisi, ancora ci parla l’opera di
lui; e a lui ancora pensiamo con riconoscenza per quanto ci ha donato, e per
quanto ci ha spronati ed aiutati a fare,
col suo esempio.
Ferruccio Corsami
ta la passione e la croce, effettuando il
volere del Padre: la riconciliazione del
mondo a Dio per cui abbiamo remissione
dei nostri peccati.
Qui è la verità: quello che Gesù è e
quello che egli fa per la salvezza del
mondo.
Questo è e rimane l’annuncio centrale
delTevangelo che, comunque io si legga,
nessuno può eludere.
E siccome la verità non si conosce da
lontano, con distacco — questo lo pensavano i greci — ma la si conosce soltanto quando ci si lascia coinvolgere da
essa, a quanti hanno udito la Parola, anche agli uomini di chiesa quali erano i
suoi interlocutori nel nostro brano, Gesù
rivolge vocazione ad essere suoi veri discepoli, nell’unico modo nel quale si può
autentitamente esserlo, cioè perseverando nella sua Parola.
È in questo impegno che essi conosceranno la verità: riconosceranno cioè Gesù quale egli è: il Signore la cui grazia
è rivolta agli uomini e il cui intendimento
è di condurli a ricevere la libertà di fare
le cose che egli comanda, non come servi,
ma con lo spirito di figlioli perdonati ed
amati, nella piena adesione della mente
e del cuore.
Ai discepoli che hanno perseverato nella sua Parola e che lo hanno seguito Gesù
dice: « Voi siete miei amici se fate le cose
che io vi comando. Io non vi chiamo più
servi, perché il servo non sa quello che fa
il suo Signore; ma voi vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le
cose che ho udite dal Padre mio ». (Giovanni 15: 14).
In lui dunque ci è donato di poter vivere manifestando l’identità che ci è destinata secondo il suo proponimento
eterno.
Questa è la sola testimonianza che siamo chiamati a rendere nel mondo, ed è
proprio la testimonianza che il mondo ci
rinfaccia di non aver saputo rendere.
Di questo riproverò ci siamo preoccupati e molto. E come avrebbe potuto essere altrimenti?
Abbiamo fatto degli sforzi non indifferenti per manifestare la nostra presenza
evangelica in un paese che per secoli ci
ha perseguitati, poi ci ha confinati in uno
spazio ristretto, poi, quando ci ha concesso di uscire da questi limiti, ha messo
impedimenti di ogni genere alla libera
predicazione delTevangelo, e infine ci ha
assimilati, dandoci perfino spazio alla Radio e alla Televisione, segno che proprio
ci ha considerati innocui.
Allora abbiamo cominciato a parlare di
scelte: scelte di fede nella celebrazione
dei battesimi, dei matrimoni, nel modo
di fare i funerali, di celebrare il culto, di
condurre i nostri istituti, scelte politiche,
scelte sociali e via di seguito.
Non lo si doveva fare? Certo che lo si
doveva fare. Solo che forse non ci si è
resi abbastanza conto che nelle nostre
chiese multitudiniste, pochissimi sono
quelli che si trovano in condizione di fare
delle scelte consapevoli e coerenti, mentre
molti sono quelli che devono ancora conoscere la scelta primaria fondamentale
dalla quale tutte le altre dipendono come
conseguenza.
La scelta primaria fondamentale è
quella che il Signore ha fatta per noi,
per noi quando ci ha rivolto vocazione ad
essere veramente suoi discepoli che perseverano nella Parola.
Noi tutti, pastori e laici, abbiamo mancato, dobbiamo riconoscerlo, nel non avere saputo abbastanza aiutare tanti nostri
fratelli nelle nostre comunità stesse a recepire questa vocazione.
Ed è soprattutto per questo, ritengo,
che ci troviamo, proprio alTindomani del
centenario, a dover inaugurare la nostra
sessione sinodale senza consacrazione di
giovani pastori al ministero.
Certo questo ci addolora, né possiamo
consolarci sapendo che questa situazione
è comune ad altre Chiese nel mondo.
Guardiamo in casa nostra e domandiamoci se le nostre chiese e le famiglie che
le compongono costituiscono ancora oggi
quelThumus di vita spirituale in cui si
vive la fede e che può farle essere dei vivai di vocazioni al ministero specifico del
pastorato.
Nel quadro di questa situazione il richiamo del Signore a perseverare nella
sua parola ha certamente un aspetto di
giudizio che dobbiamo recepire, non come puro e semplice richiamo a tornare
ad un biblicismo tradizionale, ma dobbiamo recepirlo nelTelemento di .grazia che
esso contiene: la riscoperta della vocazione al discepolato, rivolta a tutti i credenti.
In quanto ci sia dato di fare questa riscoperta, la grazia del Signore si manifesterà non solo nel dono del ministero pastorale, ma in modo molto più ampio:
nella varietà dei doni dei quali il Signore vuole arricchire la sua Chiesa affinché
possa rendergli testimonianza nel mondo.
3
f
29 agosto 1975
IV CAMPO FGEI - AGAPE 17-24 AGOSTO Santa Severa
Una crisi che ci coinvolge
Nessuna buona coscienza per il protestantesimo italiano ma autocritica e molti interrogativi per riscoprire il senso dell’alternativa evangelica in Italia
Oltre 100 giovani provenienti da ogni
parte d’Italia si sono ritrovati ad Agape,
dal 17 al 24 agosto per il IV campo della
Federazione della gioventù evangelica italiana.
Il tema, « I protestanti di fronte alla
crisi della chiesa e del mondo cattolico »,
intendeva proseguire la riflessione sulValternativa evangelica in Italia, affrontata nello scorso campo invernale e di cui
si riferì anche su queste colonne.
Sin dalla relazione introduttiva è stato
sottolineato il fatto che dal tipo di analisi che ne sarebbe derivata del mondo
cattolico contemporaneo, questo avrebbe
precisato anche la linea strategica del
protestantesimo italiano verso il mondo
cattolico. Impossibile dunque una valutazione del cattolicesimo se non in dialettica con la realtà del protestantesimo italiano.
Critica e autocritica
I lavori del campo possono essere praticamente riassunti in tre momenti: una
prima parte di analisi di documenti (le
encicliche posbconciliari « Populorum
Progressio », « Humanae vitae », . « Octogésima adveniens », la, pastordle « Camminare insieme » del cardinale Pellegrino; la precisa analisi del prof. G. Peyrot
nel quadro del diritto canonico con le sue
tendenze di « rilancio e di ricupero »; infine una approfondita relazione sull’attività di « Comunione e Liberazione »).
Una seconda parte in cui il campo ha avvertito la relativa semplicità nel dare
« giudizi » su documenti, su carta chiaramente conservatrice e che non comprende tutta la realtà del mondo cattolico ma
soprattutto la sua fetta ufficiale ancorata
a posizioni tradizionali (a parte Comunione e liberazione). Di qui si è sviluppato
un discorso che pur riaffermando un giudizio radicalmente negativo su queste
tendenze, ha portato ad una forte autocritica della realtà del protestantesimo,
che, incapace di comprendere e di tradurre nella pratica i nodi essenziali della
Riforma del XVI secolo, si limita a contrapposizioni confessionali prive di mordente e a parlare di riforma della chiesa
senza la forza di attuarla.
Quindi, sul fronte opposto, la necessità
di valutare il cattolicesimo italiano alla
luce dei fatti, della prassi, prendendo atto delle contraddizioni emerse in seno alla chiesa cattolica e delle nuove situazioni verificatesi, pur non sottovalutando il
péso che i documenti ufficiali conservano.
Infine, un terzo momento in cui: si è
cercato di tirare le fila delle relazioni e
delle discussioni avvenute nei gruppi per
indicare una linea di lavoro comune, pur
in mezzo a situazioni locali estremamente differenti.
È abbastanza evidente che questa analisi del mondo cattolico abbia portato costantemente il discorso sul significato
dell’alternativa evangelica. Che cosa si
intende con questa definizione programmatica?: Alterpàfiya ;evangelica e non alternativa protestante, ossia l’alternativa
che l’Evangelo pone a tutfe le chiese, aldilà del conféssionàlisrho, alternativa che
è Gesù stesso. Non resta quindi alcuno
spazio per il trionfalismo che spesso si
nota anche nelle nostre chiese verso il
cattolicesimo; alternativa evangelica come critica rivolta . alla realtà del protestantesimo storico. In secondo luogo alternativa evangelica come riaffermazione
del fatto che i nodi basilari posti in evidenza dalla Riforma non possono essere
elusi ma vanno affrontati e devono trovare spazio nella realtà di ricerca teologica ed ecclesiale del mondo cattolico
in rinnovamento. Io questo senso non è
accettabile la valutazione che rabate
Franzoni ha recentemente espresso su
« Réforme », in cui egli pone in diretto
rapporto la Riforma del XVI secolo con il
rinnovamento oggi in atto in una parte
del cattolicesimo.
Si tratta di nodi che non sono protestanti in senso confessionale ma evangelici e che non possono pertanto essere
considerati come facoltativi. Infine, pur
sottolineando che la' Parola di Dio ci è
rivolta in quanto uomini, credenti, bella
precisa situazione di lottà di classe, che
determina fortemente questo confrónto,
ciò non significa sottovalutare le mediazioni confessionali istituzionali oggi esistenti.
Per i grùppi FGEI impegnati all’interno dei Cristiani per il socialismo (è stata
ribadita l’importanza di una presenza
non solo individuale ma’ di gruppo) non
si tratta quindi di seguire passivamente
le indicazioni che vengono proposte quasi fosse irrilevante l’essere FGEI, ma di
essere in questo contesto realmente impegnati nell’alternativa evangelica con un
autentico contributo sia a livello teologico che politico.
La parola e la prassi
Se è vero che l’importanza della pratica evangelica deve essere riconsiderata
da tutte le chiese (contro un verbalismo
sterile), la sottolineatura data dai Cristiani per il socialismo alla prassi a scapito
di una dialettica con la parola può essere pericolosa, nel senso che sottovaluta
il legame autoritario e gerarchico che comunque resta intatto nonostante un certo tipo di pratica cristiana lo superi nei
fatti. Uno dei momenti più significativi
del campo è stato precisamente questo:
cercare di capire che cosa significhi oggi,
innanzitutto per il protestantesimo, il significato della Parola e delle parole per
la pratica cristiana, evitando sia la contrapposizione parola-prassi, sia l’isolamento di questo rapporto dinamico.
Di fronte alla crisi del mondo e della
chiesa cattolica non c’è spazio per una
« buona coscienza protestante ». Quando
parliamo di crisi intendiamo innanzitutto
crisi provocata dalla Parola di Dio che
tutti ci interpella e ci coinvolge direttamente. Qui ci troviamo su di un terreno
comune, a stabilirlo è la parola di Dio.
Ma di fronte alla crisi attuale esistono
delle risposte, dei momenti positivi di
superamento, dei tentativi, degli sviluppi.
« Comunione e Liberazione» è il tentativo
integrista che non manca di incoraggiamenti da parte della gerarchia cattolica
ed in cui si vede ormai il nuovo cavallo
di battaglia che ieri fu di Azione cattolica
e di altre organizzazioni fedeli al Vaticano. All’opposto la risposta dei « Cristiani
per il socialismo », espressione del nuovo
mondo cattolico in ricerca. Il concetto di
crisi è quindi assai ambiguo, nel senso
che è nella crisi che si confronta il nuovo,
è nella crisi che si matura ciò che sarà e
che solo la storia futura potrà precisare.
Proprio per questa incertezza è anche
stato ricordato che le crisi della chiesa
cattolica, nei suoi momenti cruciali sono
state, per il protestantesimo italiano, dei
momenti di sconfitta, di riassestamento
del potere per il cattolicesimo. Ricordare
questo non significa naturalmente leggere la storia passata e presente in chiave
di vittimismo, ma con la prudenza che la
storia, anche quella presente, suggerisce.
Avvertiamo i lettori che sul prossimo
numero di Gioventù Evangelica che uscirà nella seconda metà di ottobre, potranno trovare le relazioni e i sunti delle con-iunicazioni presentate durante il campo, oltre alle indicazioni pratiche per il
lavoro dei gruppi e delle commissioni.
E. Genre
Una linea ecumenica
In che senso intendiamo parlare
di linea ecumenica.
Ribadendo un concetto più volte
espresso, teniamo a dire che la divisione di fondo che oggi si propone è quella di classe, ed è a partire da questa divisione che si dovranno analizzare anche le altre. In
questo senso riteniamo che vi siano oggi delle situazioni sostanzialmente nuove entro le quali vanno
valutate anche le divisioni confessionali.
Non diciamo questo nel senso di
una relativizzazione assoluta delle
divisioni confessionali, né nel senso di una specie di qualunquismo
teologico; ma nel senso che anche
i tradizionali luoghi comuni di dissenso storico, dogmatico e teologico assumono significati diversi e
richiedono nuove analisi e nuove
prassi. Inoltre è per noi teologicamente fondamentale affermare che
la Parola di Dio ci interpella in
quanto uomini, che vivono nel contesto della lotta di classe.
In questo contesto essere giudicati secondo le opere, e quindi non
secondo le nostre teologie, e salvati p>er sola grazia; e quindi non secondo la nostra prassi, propone al
credente evangelico una visione totalmente laica e non religiosa e del
la fede e della politica, propone
una militanza senza riserve mentali (fossero pure spacciate per riserve mentali « di fede »), nella prospettiva evangelica e riformata del
« pecca fortemente, ma più fortemente abbi fede »: dove siamo consapevoli che nel massimo coinvolgimento nel processo umano e storico che viviamo, e nei maggiori
risultati che raggiungiamo, v’è la
espressione più totale del nostro
peccato, ma nel tempo stesso la
possibilità vera ed esclusiva della
grazia, della possibilità non umana
ma divina che l’opera delle nostre
mani sia resa stabile.
In questa prospettiva si colloca
una nostra linea ecumenica fortemente e radicalmente- evangelica e
protestante, che tuttavia non fa leva sulle tradizioni protestanti e
sul protestantesimo storico, ma
sulla totale fiducia nelle possibilità
che il nostro Dio interpella l’uomo,
lo giudica e lo riscatta al di là di
ogni divisione ed aspettativa, e
quindi impedendoci ogni entusiasmo irresponsabile ed ogni scetticismo paralizzante.
Questo vale sia per la nostra politica sia per la nostra fede, tanto
nei confronti del cattolicesimo
quanto nei confronti delle nostre
comunità di appartenenza.
Campo giovanissimi
Il campo giovanissimi di S. Severa (dal
21 luglio al 4 agosto) ha avuto per tema:
« La Egei nell’attuale situazione italiana ».
Il lavoro del campo è partito dai problemi specifici di ogni partecipante, per poi
essere ampliato con relazioni e discussioni a temi più vasti, come quelli dello
studio, del lavoro e delle chiese visti nell’ottica della Egei. I partecipanti hanno
risposto ad un questionario per mezzo
del quale è stato possibile conoscersi ;
si è passati poi all’elaborazione di materiale fotografico da cui è stato ricavato
un manifesto sui problemi del mondo del
lavoro e della società consumistica. Si è
cercato di sensibilizzare tutti, i ragazzi
agli avvenimenti di ogni giorno con la
lettura collettiva dei quotidiani. Dopo
due relazioni e dibattiti i partecipanti
hanno redatto un taze-bao sulla crisi e
la riforma della scuola.
L’interesse e la parte-cipazione a dibattiti sui problemi della scuola sono stati
sentiti maggiormente dai più giovani,
mentre gli altri si sono interessati soprattutto ai rapporti fra scuola e mondo
del lavoro.
Una tavola rotonda, cui hanno partecipato un pastore (Bruno Colomba), un
militante nella sinistra extraparlamentare (Roberto ’Vitelli), e un sindacalista
(Emilio Nitti), ha chiarito gli aspetti
principali dell’attuale crisi politica nazionale.
In conclusione si è maturata la convinzione che è necessario che anche i giovanissimi (13-16 anni) partecipino attivamente alle iniziative di testimonianza e
di predicazione della Egei nel contesto
politico sociale. Apprezzata la direzione
(Pino Mollica, Rosanna Nitti) che, attraverso la pratica costante del lavoro di
gruppo ha suscitato un notevole affiatamento tra i 32 partecipanti provenienti
da Milano, Trieste, Roma Centocelle, Roma Garbattella, Eorano Sabina, Cerignola, Mottola, Napoli.
Gruppo stampa
del campo giovanissimi
ECUMENE
Compromesso storico
Il campo di studio, che si è tenuto ad
Ecumene dal 4 al 10 agosto, si è trovato
ad affrontare il problema del compromesso storico. Dopo un’ampia ed esauriente relazione tenuta dal compagno Parola della segreteria della Federazione romana del PCI, l’attenzione del campo si
è fermata su Quello che è stato identificato come il nodo principale da affrontare:
il problema culturale. Con questo termine si è voluto indicare il progetto di vita
dei singoli e della collettività. Il campo
si è trovato d’accordo nell’affermare che
la proposta comunista è una proposta
vincente e l’unica possibilità, in Italia,
per rendere le strutture rispondenti alle
necessità della classe lavoratrice; ci si è
chiesti però come sia possibile mutare
radicalmente lo stato presente delle cose
alleandosi con quei « ceti medi produttivi » che da sempre sono il ricettacolo di
una cultura permeata dal senso cattolico
dell’autorità. Il motivo della cultura cattolica presente a tutti i livelli delle forze politiche italiane è stato il polo di attrazione delle perplessità sulla riuscita
della proposta di edificare una società
socialista. Il campo ha fatto presente
che, ove non venga affrontato con sufficiente fermezza ideologica questo problema da parte del PCI e di tutte le forze della sinistra, molti sono i' rischi che
gli elementi di socialismo che sono alla
base della strategia del compromesso
storico rimangano allo stadio di intenzione, dando luogo, attraverso la politica di
alleanze del PCI, ad Una società di carattere socialdemocratico.
D’altra parte non tutti i partecipanti si sono trovati d’accordo nell’identificare i modi in cui la cultura cattolica
si lega al capitalismo, intendendo alcuni
il cattolicesimo come « creatore » del capitalismo italiano, altri soltanto come
« servitore » di esso. Il campo è stato uno
dei più vivaci di questi ultimi anni, e
questo è certamente un segno del disagio àvvertito da molti compagni della sinistra nei confronti della linea del compromesso storico. La conclusione di una
parte dei membri del campo è che la lotta di classe deve procedere affrontando
lo scontro diretto con la DC, e non attendendo un « cambiamento » di essa.
Altri, la maggior parte, si sono dichiarati consenzienti con la linea proposta
dal PCI.
G. M. Grimaldi
4
29 agosto 1975
SINODO VALDESE
Intervista alla Commissione d'esame
Intervista con la Commissione d'esame - I problemi della chiesa aumentano e diventano più complessi - Pastori nelle comunità o nei servizi generali?
La Commissione d’Esame dell’operato
della Tavola e della Facoltà di Teologia
e cornposta quest’anno dai pastori Salvatore Ricciardi, Napoli), Luciano Deodato
(Perrero-Massello-Rodoretto) e dai fra(Pinerolo) e Gianni
Rostan {Milano). Come di consuetudine
la comtnissione ha iniziato i suoi lavori a
Ime luglio ed ha steso la sua relazione in
tempo per essere letta lunedì mattina alI mizio dei lavori sinodali. Abbiamo incontrato, nella nuova sala, molto ben sistemata all ultimo piano della Casa valdese, accanito all’archivio della Tavola attorno ad un tavolo carico di cartelle’e di
registri, i quattro « commissari » al lavoro. “
A Luciano Deodato e Gianni Rostan alesperienza in questo settore, abbiamo rivolto la domanda:
Quale impressione generale riceve
un membro della chiesa valdese, sia pastore che laico, quando per la prima volta fa questo lavoro?
massa di lavoro impressionante. Chi non
ha vissuto questa esperienza non si ren
tà quantità e delia complessi
tà delle questioni.
‘^Ì‘:*amo il membro di chiesa, ma
pastore valdese si rende conto
delll dietro l’attività
a e dei diversi uffici della chieda- questo fatto è in crescendo.
1 e anche molto colpiti e positivatnenaggiunge Rostan — vedendo le cose
^aico; abituati a
lavorare m un ambiente dove la concor
H ^ clima di
grande dedizione, di disponibilità, ed è
profondo I attaccamento alla realtà della
chiesa da parte di tutti quelli che lavorano.
■ Nei diversi problemi esaminati cosa vi ha colpiti anzitutto?
Ì5 ancora 1 ing. Rostan a rispondere'
«colpisce la complessità dei rapporti di
lavoro tra gli organi amministrativi e le
pei sone che vi lavorano », in un certo
senso 1 rapporti di lavoro si vanno facendo sempre piu complessi anche all’interno della chiesa. La Tavola ha cominciato
ad irnpostare già da tempo i rapporti con
1 SUOI dipendenti in termini di piena correttezza amministrativa ma sovrintende
ad una grande quantità di opere in cui
questo SI va facendo a poco a poco
A questo proposito Valdo Fornerone
aggiunge una considerazione dettata dalla sua personale esperienza in campo di
lavoro: la legislazione in tema di contratti, rapporti di lavoro, dipendenti è in costante revisione ed occorre in questo campo un aggiornamento continuo ed una
competenza specifica che pastori e laici
non specializzati sono ben lungi dal possedere. Si presenta dunque la necessità,
ora piu che inai per la chiesa, di far ricorso a dei laici competenti per impostar® e condurre a soluzione i problemi evi^ deteriorino fino a rotture.
C e un’altra considerazione da fare, ed
a tarla e Luciano Deodato: i problemi amministrativi di cui stiamo parlando non
sono soltanto dei problemi « pratici », come spesso si dice, ma toccano il fondo
nella nostra posizione evangelica, si ricollegano con la nostra concezione della fede e della comunità; si possono impostare m i^do diverso secondo il tipo di
chiesa che si ha.
Ed in secondo luogo è importante trovare il modo di risolvere in modo esatto
questi problemi perché la Tavola, e tuth gli organismi direttivi, possano affrontare 1 veri problemi che sono quelli di
natura spirituale delle comunità I 30
giorni ed oltre passati dalla Tavola in sedute non dovrebbero essere spesi per
problemi amministrativi.
Al pastore Ricciardi ed al fratello Valdo Fornerone che impressione tornando
m Controrelazione dopo alcuni anni abbiamo chiesto:
A distanza di alcuni anni che giudizio si può dare dell'evoluzione del lavoro compiuto dalla Tavola?
— L'impressione è quella di un grosso
aumento, sia quantitativo che qualitativo,
dei problemi.
Il rapporto col mondo ambiente, con
la legislazione sempre più puntuale e
complessa rendono le questoni più difficili; si ha l’impressione che la chiesa sia
passata in alcuni anni da una situazione
familiare ad una situazione di tipo aziendale.
Vi è però anche un aumento quantitativo e lo fa rilevare il past. Ricciardi. La
Tavola ha modificato nel corso degli ultimi anni i suoi criteri di lavoro; la convocazione delle commissioni distrettuali
per esaminare il campo di lavoro ha sì
permesso di valutare tutte le situazioni
con più calma, ma ha anche reso più
lento e macchinoso il cammino. Ascoltare
tutti e tenere conto di tutto può essere
necessario ed utile ma ritarda i tempi.
La situazione della nostra chiesa è oggigiorno abbastanza centralizzata e cosi
tutto finisce col ricadere sui vertici; tutti i problemi di qualche rilievo vanno a
finire sul tavolo della Tavola!
— Quali sono i maggiori problemi che
avete incontrato nel vostro esame e proponete all'esame del Sinodo?
A questa domanda i « commissari » ci
hanno risposto: 4 sono i temi maggiori:
l’impostazione della vita della chiesa, il
patto di integrazione, la Facoltà ed il
Sud America.
Alcuni di questi punti saranno oggetto
di un più approfondito esame sul giornale. Il primo di questi temi è però quello che appassiona maggiormente 1 quattro commissari. Essi fanno notare anzitutto che la Tavola si è trovata nel corso
dell’anno a dover prendere delle posizio
ni su problemi specifici senza poter interpellare il Sinodo. La situazione creatasi con la soppressione del « Mensajero
Vaidense », l’anno santo, la riforma carceraria, la legge sugli obiettori di coscienza, ed altri temi ancora, hanno fatto oggetto di discussioni aH’interno della Tavola che hanno approdato a prese di posizione molto precise. Il fatto è sintomatico ma solleva interrogativi per il futuro.
Gli organi esecutivi della chiesa non rischiano di diventare qualcosa di più che
esecutivi? Non sorge il rischio che essi
« interpretino » il pensiero della chiesa e
si pronuncino su temi di fondo? I limiti
delle competenze si sta spostando?
Il secondo problema che ha colpito la
'Comm. d’Esame è quello del rapporto fra
comunità e « servizi ». La chiesa vive insomma la sua vita di testimonianza nelle
comunità o negli organismi creatisi negli ultimi anni per assolvere funzioni specifiche? Le comunità sono la struttura
portante della vita cristiana ma esse hanno molto spesso un concetto così possessivo del pastorato, così poco spirito evangelisticq e missionario da lasciare perplessi.
« Abbianio raggiunto il punto massimo
nel potenziamento dei servizi, occorre ritornare a potenziare le comunità » afferma uno dei controrelatori « ma occorre
anche rivedere e ripensare il ruolo delle
parrocchie » afferma un altro. Su questo
discorso il Sinodo di quest’anno.
SINODO 1975 - SESSIONE SUDAMERICANA
Ricercare la fedeltà
nel quotidiano
La decima sessione sinodale delle chiese valdesi del Rio de La Piata ha tenuto
i suoi lavori dal 16 al 20 febbraio scorso,
sotto la presidenza di Wilfrido Artus e
Nelson Malan. Il culto di apertura è stato presieduto dal past. Benjamin Barolin.
Mentre pubblichiamo qui alcune delle
decisioni prese dall’assemblea, sottolineiamo che una parte notevole del tempo
è stata dedicata alla discussione sulle
cause che hanno portato al decreto del
presidente della repubblica uruguayana
che bruscamente ordinava la cessazione
delle pubblicazioni del giornale delle chiese valdesi sudamericane.
Anche il nostro giornale dedicherà prossimamente spazio a questo argomento.
7. - Il Sinodo a) di fronte alla possibilità di
uno scambio tra le due zone della Chiesa Valdese; b) considerando la eventuale presenza di un
operaio della zona europea nella nostra come un
fatto altamente positivo; c) tenendo conto delle
necessità esistenti nella zona rioplatense in quanto
alla preparazione di laici in campi specifici da determinare alla riflessione e attualizzazione teologiche del corpo pastorale, compiti da espletare
nell'ambito di un ministero pastorale di carattere
tradizionale, decide di raccomandare alla Mesa di
proseguire le pratiche avviate con la Tavola Valdese cercando di arrivare ad un risultato concreto il
più presto possibile.
9. - L'Assemblea Sinodale Rioplatense messa
al corrente del progetto dell'Integrazione globale
tra le chiese valdesi e metodiste in Italia, io approva in prima votazione secondo gli articoli 25 e
36 dei RG/1972 e 29/DV/1974; si rallegra dell'esito felice delle trattative iniziate 32 anni or sono, nella speranza che ciò serva a una migliore
testimonianza della fede in Gesù Cristo in Itaiia, e
lo trasmette all'Assemblea sinodale italiana perché
lo esamini e lo approvi in seconda votazione.
15. - il Sinodo si compiace dell'attuazione dell'Atto 16/SR/74 da parte dei presbiteri e delle
comunità in varie forme e modi ma è cosciente
che con ciò non si esaurisce il profondo significato
dell'ottavo centenario; raccomanda quindi alla Mesa
che di comune accordo con i presbiteri cerchi la
forma di esprimere la nostra gratitudine al Signore mediante atti concreti di servizio che siano
segni chiari e visibili dell'impegno di servirlo nel
tempo nel quale viviamo, come per esempio ia
iniziativa del Consiglio di chiesa di Colonia Iris di
creare una casa di riposo per persone anziane, oppure gli studi in corso per far fronte ai bisogni assillanti dei malati mentali in Uruguay.
23. - Il Sinodo, considerando i bisogni d'informazione di molte comunità sulle basi ecclesiologiche e finanziarie della Chiesa, incarica i Consi
gli di chiesa di pubblicare nei loro bollettini brevi commenti sui fondamenti menzionati (comunità
locale, presbiteri. Sinodo, destinazione delle finanze ecc. ) e dà mandato alla Mesa che, nella pubblicazione dei testi legali si aggiunga un'introduzione di questo genere.
24. - Il Sinodo esprime una parola d'incoraggiamento ai Presbiterio dell'Uruguay del nord per
la sua opera di avvicinamento e collaborazione a
livello di base con le comunità metodiste della regione e domanda alla Mesa che promuova riunioni
con gli organismi direttivi della Chiesa metodista
per coordinare tali sforzi in tutta la regione rioplatense.
28. - Il Sinodo, tenendo conto che la Chiesa
vive del pane che è la Parola di Dio; che questo
pane deve essere ricevuto comunitariamente nella
ricerca, l'approfondimento e l'incarnazione nelle
nostre vite, decide di insistere presso le chiese, di
promuovere durante l'anno presente studi biblici
in tutti i settori cercando di farlo secondo le forme
più adatte a ogni situazione speciale.
29. - Il Sinodo ricorda alle comunità che l'evangelizzazione deve essere come l'unica forma di un
incontro con l'uomo contemporaneo che la chiesa
può indicare come cammino per far fronte ai poteri demoniaci che lo rendono schiavo. Perciò
l'evangelizzazione deve essere compresa come
un'azione quotidiana e concreta da svilupparsi in
tutti i settori della vita delle comunità e non come un « tema » di studio. Più che un tema « evangelizzazione », suggerisce alle chiese di studiare
nuovamente la vita e il mistero di Cristo e attuare questa riflessione in un atteggiamento di solidarietà con chi soffre.
36. - Dato che si constata una crescente miseria
morale e materiale tra i bambini delle nostre città
e dei nostri paesi, il Sinodo invita le chiese a studiare questi problemi e ad assumere le responsabilità corrispondenti, e affida a CCiOS la preparazione di un incontro tra i dirigenti di chiesa e altre persone particolarmente Interessate per approfondire la ricerca di soluzioni.
43. - Il Sinodo affida alla Mesa l'incarico, attraverso i mezzi che essa consideri più adatti, di
inviare informazioni alle comunità, sui lavori della
Mesa, sul corpo degli operai, notizie ecumeniche
ed eventualmente altro materiale di tipo pastorale
e di organizzare una corrispondenza permanente
con i periodici europei.
44. . Il Sinodo, a) vista la necessità di avere
una storia valdese aggiornata; b) sapendo dell'esistenza di questa storia in Italiano; c) davanti
all'offerta di un dono della Tavola per la sua pubblicazione in spagnolo, affida alla commissione di
pubblicazioni e alla libreria Morel, di comune accordo, il giudizio sulle misure adatte alla sua pubblicazione entro l'anno 1975.
Conferenza
Metodista
(segue da pag. 1)
Stanziale accordo sulla linea presentata
nel rapporto, se si eccettua:
— il Ili Circuito che non ha inviato alcun o. d. g. al riguardo;
— il VI Circuito, il quale ha espresso riserve sulla parte riguardante l’evangelizzazione e l’ecumenismo;
— rVIII Circuito che, nel rapporto della Giunta, riferisce alcune posizioni in
sostanziale disaccordo circa lo spazio
che le nostre comunità possono coprire nel Paese.
Il C.P. rileva che il III Circuito non ha
preso alcuna precisa posizione in quanto
impegnato in una riflessione S'uH’evangei'izzazione e sull’ecumenismo che ha creato quel « clima di tensione dialettica »
messo in evidenza nel breve rapporto del
Consiglio.
Rileva inoltre che il VI Circuito non ha
precisato, per il momento, le ragioni delle sue riserve, privando così il dibattito
in corso di un contributo che avrebbe potuto essere prezioso.
Il C. P. si augura che nel dibattito in
sede di Conferenza gli interessati contribuiscano a chiarire le obiezioni che
sono state avanzate e le ragioni che sembrano motivarle.
Quanto alla presa di posizione del C.P.
e della Tavola sul tema dell’ecumenismo
con particolare riferimento all’« Anno
Santo », sulla quale diverse comunità e
alcuni circuiti (I, VII, Vili) si sono
espressi favorevolmente, il C.P., pur nel
quadro dell’ampia libertà che è caratteristica del protestantesimo, non può non
rammaricarsi del fatto che siano avvenute incomprensioni ed atti di sostanziale dissociazione.
Il C.P. ha avuto modo di constatare che
alcuni giovani, pur non avvertendo una
vocazione per il ministerio pastorale inteso in senso tradizionale, sono disponibili per un servizio a pieno tempo nella
chiesa e belle sue opere sociali.
Il C.P. ritiene che tale fatto sia da prendere in attenta considerazione.
Le opere sociali, infatti, costituiscono
uno strumento di reale testimonianza solo nella misura in cui, oltre ad essere
espressione dell’agape, rendano un servizio qualificato.
Un tale risultato, ovviamente, può conseguirsi solo se si dispone di uomini i
quali ad una adeguata preparazione teologica uniscano specifiche conoscenze nel
campo di attività prescelto.
La stessa chiesa abbisogna, inoltre, per
la sua organizzazione di quadri preparati
in diversi settori, fra i quali appaiono allo
stato più rilevanti l’amministrativo ed il
tecnico.
Il C.P. ha pertanto maturato il convincimento che, anche sulla base di analoghe
positive esperienze fatte da altre chiese
evangeliche in Italia e all’estero, si debba
procedere senza indugio alla creazione di
un « ruolo diaconale ».
La creazione di un tale ruolo va vista
ovviamente nel quadro dell’integrazione
tra le chiese valdesi e metodiste.
delle Chieee estere
I rappresentanti delle chiese e delle
organizzazioni ecumeniche presenti alla
sessione sinodale sono stati anche quest’anno numerosi;, sono presenti:
II dr. K. M. Beckmann, Oberkirchenrat, della chiesa evangelica dello Hesse
Nassau.
Il past. Piero Sensi, Presidente del Comitato della Unione Cristiana evangelica
battista in Italia.
Il dr. Piet Bouman, dell’Inter Church
Aid.
Il Right Reverend George B. Caird,
Moderatore della United Reformed
Church, 1975-76.
II past. Alfred Chevalley, Segretario
generale della chiesa riformata di Francia.
Il Ten. Col. Umberto D’Angelo, Esercito della Salvezza.
Pasteur Francis Gschwond, Secrétaire
Romand, L’Entraide Protestante Suisse
(EPER).
Il Rev. John B. Hood, MA, della Church
of Scotland.
Il past. Frédcric Roesslnger, dell’Alliance Réformée Mondiale.
Il rev. J. Carter Swaim, della United
Presbyterian Church degli U.S.A., dell’American Waldensian Aid Society.
Il Diakon Friedrich Weisslnger, del
Diakonische Werk in Hessen und Nassau.
5
29 agosto 1975
Quattro date - Un problema
Fedeltà al Re e analisi marxista - Evangelismo italiano e politica - Non confondere il
contingente e l’assoluto - Una ricerca che va proseguita con fiducia
1863
Il 10 novembre 1863, al Sinodo,
sono consacrati quattro giovani pastori: il cronista ci informa che
« ognuno di essi, a sua volta, prestò ad alta voce il giuramento di
fedeltà ai futuri doveri del ministero, di devozione al Re e alle leggi
dello stato ».
1914
Il Sinodo del 1914 ebbe alcune sedute burrascose. Oggetto della discussione la lotta elettorale dell'autunno precedente che aveva visto,
nel collegio di Bricherasio Bosio e
Giretti contendersi il posto alla Camera.
Molti pastori, tra cui anche il Moderatore, avevano appoggiato la
candidatura di Bosio (qualcuno
aveva insinuato su richiesta del
sottoprefetto di Pinerolo a nome
del governo).
Mario Falchi, professore al Collegio, aveva reagito in un comizio
pronunciando frasi molto dure (« come valdese mi vergogno » o come
asserivano alcuni « mi vergogno di
essere valdese»).
Gli Ordini del Giorno votati dall’assemblea sono due. In uno si
prende atto del fatto che il prof.
Falchi ha espresso rammarico per
l’accaduto, nel secondo si prende
atto del fatto che nella contesa elettorale rAmministrazione della chiesa non è intervenuta; se pastori e
membri di chiesa hanno firmato
petizioni questo risponde ad « un
loro naturale diritto come cittadini ».
1936
li 9 settembre 1936, dopo lunga
discussione, il Sinodo, alla unanimità vota un ordine del giorno con
un telegramma per il Capo del Governo, Benito Mussolini. Quel telegramma, che inizia una serie di sette telegrammi, viene da molti oggi
considerato come un deplorevole
cedimento ed un atto di servile condiscendenza al fascismo...
1969
cittadini, siano essi ministri o membri di
Chiesa.
E veniamo al deprecato telegramma a
Mussolini. Fu veramente una forma di
servilismo al Fascismo? Si prenda atto
anzitutto di alcuni fatti: non vi erano stati prima del 1936 telegrammi, neppure
dopo le leggi sui Culti Ammessi, considerate da molti un reale progresso nella nostra situazione; nell’anno dell’Impero non
c’è nessun accenno a questo avvenimento;
il telegramma infine è indirizzato non al
« Duce » ma al « capo del Governo ». Tutto questo non è poco nel dima del tempo
inneggiante al Duce. Esso fu votato in
una seduta a porte chiuse: ciascuno quindi poteva esprimersi liberamente senza
timore di essere inteso o frainteso dalla
galleria, dal pubblico. Prese innanzi tutto
la parola il prof. Falchi: vi sono state ultimamente delle cerimonie religiose in
qualche Chiesa di carattere ambiguo:
disse e alludeva a certe commemorazioni
della medaglia d’oro Minniti a cui erano
state invitate anche le autorità civili e
politiche locali. « Dobbiamo far comprendere — egli concluse — che non non siamo avversi ma siamo diversi ». Più duro
fu Valdo Vinay: secondo lui alcuni colleghi hanno agito in contrasto al principio della sovranità della Parola di Dio
in queste ambigue cerimonie. Il dott.
Janni ricorda la nostra responsabilità:
non lasciare contaminare i valori assoluti
da quelli contingenti. Il Moderatore Comba afferma che la Chiesa deve tenersi al
di sopra delle parti politiche: spetta ad
ogni valdese, in quanto italiano, di compiere, secondo coscienza, il proprio dovere di cittadino.
Non una parola fu pronunciata in favore del fascismo, nessun tentativo dunque di agganciare la Chiesa al carro del
fascismo che pure allora era airapogeo
della sua potenza e del suo prestigio.
Il Moderatore riferendo una sua visita
al capo del Governo e mettendo in evidenza la buona impressione che gli aveva
lasciato, ed il fatto che si doveva a lui
se molte difficoltà create dalle forze clericali erano state superate, propose l’invio di un « messaggio di devozione ».
Il messaggio stilato dal dott. Janni ha
l’approvazione della Commissione di esame. Persone non certo sospette: Enrico
Tron a cui fu negato per intervento del
Fascio l’autorizzazione ministeriale; Giovanni Miegge, Enrico Rollier. E il tele
gramma al « Capo del Governo » è stato
approvato all’unanimità. Nessun cedimento politico, nessuna esaltazione, pure così caratteristica del tempo, del fascismo;
solo un ringraziamento ed un augurio.
Ed accanto al telegramma per il Capo
del Governo, è votato un altro ordine del
giorno che invita la Tavola a cercar di
ottenere che un rappresentante della
Chiesa fosse chiamato a collaborare nella
interpretazione e nella applicazione concreta della legge sui Culti ammessi.
È quindi il problema della libertà religiosa che interessa il Sinodo non il fascismo. La Chiesa vive nel tempo e ne subisce le conseguenze, ma secondo la frase di Ianni non deve lasciar che il contingente contamini l’assoluto: al credente di
assumere le sue particolari responsabilità
politiche. Alla predicazione della Chiesa
spetta di aiutarle a trovare il senso e Tincidenza della sua fede operante nella vita
quotidiana.
* *
In questa linea mi pare debba essere
giudicato il documento di Santa Severa.
Anch’esso esprime il tempo in cui viviamo e nel tempo in cui viviamo deve avere
la sua interpretazione.
Il nostro secolo è quello in cui si afferma la dignità e il diritto della società,
rientra quindi nella normalità che le idee
del tempo trovino interesse nei giovani ed
in modo particolare quelli più attivi sono
spesso credenti studiosi e seguaci del
Marxismo.
Il problema di fondo rimane però ancora sempre lo stesso: non confondere il
contingente' con l’assoluto. Dobbiamo vivere nel nostro tempo, senza dimenticare
che, credenti in Cristo, non possiamo porre il nostro cristianesimo a rimorchio
delle ideologie del nostro tempo, ma nel
mondo delle ideologie dobbiamo portare
chiaramente la nostra testimonianza a
Cristo. Marx ci aiuta a comprendere certi
problemi del nostro tempo, forse non è
inutile neppure nello studio della storia
sacra: ma oggi come ai tempi di Paolo o
di Calvino la soluzione ultima dei problemi umani e sociali rimane ancora Cristo
morto e risorto. Cristo di cui aspettiamo
il ritorno sulla terra.
Perché se ho ben capito, in fondo questo è anche il pensiero almeno di molti
nastri giovani; oggi guardo con fiducia
aH’avvenire della nostra Chiesa.
Alberto Ribet
CONVEGNO F.C.EI.
Non era la Chiesa ufficiale che
parlava, ma i molti consensi avuti
ci autorizzano a considerare il documento della F.G.E.I. a Santa Severa come una espressione ufficiosa nella vita della Chiesa. I giovani
hanno in questo caso affermato
chiaramente la loro volontà di testimoniare di Cristo, ma con altrettanta chiarezza hanno precisato di
seguire l’ideologia Marxista. E questo ha una volta ancora suscitato
applausi e vivaci critiche...
Quattro momenti tipici della nostra
storia espressioni apparentemente anche
contrastanti della funzione della Chiesa,
che in realtà ci ricordano una grande verità: la 'Storia della Chiesa è inserita nella storia della società umana, ne subisce
le conseguenze, ne assorbe le ideologie,
del tempo, anche quando in qualche modo reagisce ad esse. Non è quindi accettabile un nostro giudizio sui fatti della
storia se non sappiamo inserirci nel tempo in cui sono avvenuti, se vogliamo giudicare tutto coi criteri del nostro vivere
di oggi.
Quando il candidato Emilio Comba prometteva nel 1862 « dèvozione al re », questo significava per lui accettare il Risorgimento, la nuova Italia unita neH’ideale
dello Statuto, prendere atto della situazione Che permetteva la predicazione delTevangelo a Palermo e Lombardia e gli
avrebbe permesso domani di predicare a
Venezia. Una cosa diversa che un promettere Oggi fedeltà alla Repubblica.
Quando questa situazione venne superata, l’ossequio al re venne tolto dalla liturgia. Nessuno scandalo dunque nel giuramento dei quattro candidati di allora.
Le elezioni del 1913 sono piene di interesse. Bosio, persona seria e dotata di ca-'
pacità amministrative, rappresenta una
tradizione. Giretti, economista, aperto
verso nuove idee stanno di fronte. La discussione sinodale non parla di loro ma
di un problertia ecclesiastico: la chiesa
non deve entrare nelle lotte elettorali, deve mantenere la sua autonomia di fronte
allo Stato; i credenti sono chiamati invece ad assumere le loro responsabilità di
la iliinn aal naido e nella chiesa
A Torre Pellice ha avuto luogo il 21
agosto rincontro organizzato dalla Federazione delle chiese evangeliche sul tema « liberazione della donna e suo ruolo
nel rinnovamento della chiesa ». All’inizio, visto il numero ristretto dei partecipanti — che pierò è aumentato durante
la giornata — si è deciso di concentrare
in una sola giornata il lavoro previsto
per il 21 e il 22, con l’intenzione di dare
un prolungamento ai dibattiti nel periodo sinodale. Le relazioni sono state di
Gianna Sciclone (elementi biblici per il
superamento del sessismo), Aldo Comba
(considerazioni teologiche per una ecclesiologia non discriminante). Maria Girardet (la lotta delle donne per una rifondazione dei rapporti umani). La sera una
tavola rotonda su « posizioni e proposte
di organismi e movimenti femminili » riuniva Doriana Giudici (organizzazione sindacale e questione femminile). Margherita Gav Meynier (U.C.D.G. e altri movimenti), Frida Malan (donne e politica).
Il resoconto più dettagliato delle relazioni sarà pubblicato prossimamente su EcoLuce. Per ora ci limitiamo a questo pensiero centrale. Il movimento di liberazione della donna è il più vasto movimento
di liberazione mai esistito, che interessa
la metà dell’umanità. Ma il rinnovamento riguarda tutti, uomini e donne. La
lotta non è contro delle persone, ma contro una situazione di fatto. Per gli uni è
un cammino di liberazione da uno stato
di « oppressori », per le altre un cammino di liberazione da uno stato di « oppresse »; attualmente l’uomo è un uomo
non libero, ma un sott’uomo. Non è il
modello di umanità. La donna non deve
raggiungere il modello dell’uomo, altrimenti eserciterebbe lei l’oppressione in
seguito. La vera umartità è in un tipo
umano diverso da quello che oggi è l’uomo e la donna.
Forse perché ci si era limitati a una
sola giornata non ci sono state grandi
proposte, che avrebbero potuto scaturire
più facilmente da lavori di gruppo. Ma
un primo passo è nel documento citato
sotto da presentare al sinodo e alla conferenza metodista che, se avrà seguito,
come si spera, porterà le comunità a dibattere l’argomento e prendere provvedimenti, sulla base di un materiale di studio che la Federazione delle chiese metterà a loro disposizione. Per ora l’incontro ha servito forse di più a sensibilizzare al problema gli uomini presenti — il
che è positivo — più delle donne, molte
delle quali avevano dibàttuto a lungo
l’argomento due anni fa nelle unioni femminili sulla base delTopuscolo/Claudiana
di Attualità protestante: « la liberazione
della donna in una prospettiva biblica»,
e continuano a farlo.
Marle-France Coìsson
Documento finale
I partecipanti al Convegno indetto dal Servizio Studi della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia a Torre Pellice il 21 agosto 1975,
udite e discusse le relazioni ivi presentate sul
tema : « Liberazione della donna e suo ruolo nel
rinnovamento della chiesa »,
attirano l’attenzione del Sinodo Valdese e della Conferenza Metodista sull’importanza del tema,
e li invitano a favorire una discussione al riguardo, possibilmente già nel corso di questa
stessa sessione dèi Sinodo e della Conferenza, e
comunque nelle comunità durante il prossimo
anno ecclesiastico, fornendo a queste ultime —
come documentazione — gli Atti del Convegno
ed altro materiale ecumenico attinente all’argomento;
chiedono in particolare che venga esaminata
criticamente l’immagine della donna che la chiesa trasmette mediante il catechismo, la liturgia,
la predicazione, i giornali, le trasmissioni radio
ENGLISH SPOKEN HERE
Swing to the left
One evening in June, I was involved in
a consultation in a home very near the
centre of modem Rome - Piazza Veneria.
All the time we could hear a great noise
outside, mostly cheering and singing. We
knew where it came from. There was a
large and happy crowd outside the Italian Communist Party headquarters round
the comer. Voting had taken place for
regional and local governments in many
parts of the country, and the results were now being declared. The elections revealed a sizeable swing to the left, particularly to the Communists; so it was no
wonder that the crowd round the corner
was so jubilant that evening.
Although some of my English-speaking
friends seem very disturbed by this result. I know that many Italian Protestant
friends (and not a few Catholic ones) are
extremely enthusiastic about it. This may
come as a shock to Christians in other
countries, where Communism is regarded
by the Churches as an adversary. But the
fact remains that many Christians here
in Italy greet the Communist advance
with satisfaction. While I myself do not
share their views, I can go a good way
in sympathizing with them. During the
last thirty years, Italy has had a long
series of governments, coalitions of different varieties, but all dominated by Christian Democrats, the party backed officially by the Roman Catholic Church. These
governments have been under increasing
attack, rightly or wrongly, for failing to
eradicate injustice and corruption, or to
deal with the country’s economic and
social problems. The Communist Party,
outside all these coalitions, seenis to many people the only viable opposition and
the only practical alternative.
Moreover, there has been a sharp contrast between Communist policies here
and in other countries. In Britain, for
example. Communists have had virtually
no success in elections, but have concentrated on gaining positions of power in
trade unions. In Portugal, having made
a poor showing in the poll, the Party
seems to be seeking power in alliance
with the military regime. But the Italian
Communists have been pursuing a moderate democratic approach, winning
support through the ballot box. They have appealed to moderate voters hy their
good local administration where in office,
by promising to keep Italy in NATO, encourage private enterprise and foreign
investment, and maintain the existing
Church-State relations, if they achieve a
share in power at the national level.
Their aim, in the short term, is apparently to work out a « historic compromise » with the Christian Democrats.
But big questions remain in my mind,
and I wonder how my Italian Protestant
friends would resolve them. Maybe the
Communist are good local administrators,
comparatively free from corruption. Maybe they could become responsible sharers of power in national government. But
what happens to the powér-sharing if
they ever find themselves with a parliamentary majority, or are able to take
over the reigns of power in any other
way? Would Italian Communists behave
in a different way from virtually all their
comrades in the so-called « Socialist »
countries - where all other political parties have been outlawed? Perhaps Italian
Communists are different; I fervently
hope they are. But I for one still need to
be convinced of it.
Perhaps the next national elections, in
1977. will show whether the increased
number of voters who want Communists
to run their local governments will also
want them to exercise more power in
national government.
* * *
II successo dei partiti di sinistra (del
PCI in particolare) nelle elezioni regionali del 15 giugno è un avvenimento che
ha fatto piacere a molti evangelici italiani (ed a non pochi cattolici), che vorrebbero cambiare il sistema sociale ed economico del paese e sradicare l’ingiustizia
e la corruzione. Però se i comunisti progrediranno anche nelle prossime elezioni
politiche, tollereranno di partecipare al
governo con quelli che hanno altri punti
di vista, e, come in altri paesi cosiddetti
« socialisti », mireranno a proscrivere tutti gli altri partiti? Quest’articolo tratta di
queste ed altre relative questioni.
Roger Ducker
televisive, la nomina e il funzionamento degli
organi direttivi e in genere la prassi ecclesiastica.
Paolo Ricca
Moderatore dei dibattiti
Maria Sbaffi-Girardet - Gianna Sciclonb
Terpolilli - Aldo Comba
incaricati dell'estensione del presente documento
6
al/e valu oggi
ecumenismo
provocatore
TORRE PELLICE
Angrogna, 11 agosto 1975
Caro Direttore,
Mostra sulla Resistenza
domenica 10 agosto, trovandomi ad Angrogna,
mi sono recato al culto nel tempio del Capoluogo. Si dava il caso che in tal giorno, consacrato
dal calendario cattolico a S. Lorenzo, patrono di
Angrogna (sic!), la locale parrocchia cattolica
celebrava la consueta grossa festa, con banda e
processione, cui interveniva il Vescovo della diocesi di Pinerolo. La processione muoveva dalla
chiesa cattolica più o meno in concomitanza con
il culto e dopo aver percorso la strada che conduce in discesa alla piazza del paese, aveva il
buon gusto di risalire verso la detta chiesa, percorrendo la piccola e ripida strada in salita che
passa davanti al tempio valdese, proprio nel momento in cui, terminato di culto, i fratelli si
intrattenevano parte nel giardinetto antistan,le e
parte sulla strada medesima. Poiché nella strada
in questione si affacciano unicamente il tempio
ed il cimitero valdesi e tenuto conto della coincidenza un poco sospetta fra passaggio della processione e line del culto, la conclusione di molti
fratelli è stata nel senso che si era di fronte ad
una sottile provocazione. Il che armonizza davvero assai poco con le profferte ecumeniche del
Vescovo di Pinerolo.
un evangelico in vacanza alle Valli
Abbiamo ricevuto questa lettera, firmata, da un amico, evangelico che da molti
anni soggiorna in vacanza alle Valli durante l’estate; la pubblichiamo come documento di una reazione e di un punto di
vista nel quadro del nostro discorso ecumenico.
La reazione dei membri della comunità
valdese di Angrogna, all’uscita del culto
è stata probabilmente meno radicale, meno appassionata; la processione del ’’santo patrono” è un dato della vita locale, si
fa da sempre (chissà da quando?), il suo
itinerario è scritto da una lunga tradizione, è ormai un elemento del Folklore locale, come la festa del XVII febbraio.
Non hanno certo visto in quell’atto liturgico dei loro concittadini cattolici angrognini altro che una forma della pietà
romana, una delle tante.
Ho sentito raccontare, proprio quest’estate, che anticamente nella valle di
Salza (parrocchia cattolica e quartiere
della parrocchia valdese di Massello) esisteva una sorta di accordo fra le due confessioni per cui si accendevano i falò il
XVII, festa valdese, e l’8 dicembre festa
patronale, falò a cui tutti indistintamente
collaboravano e partecipavano. Una sorta
di pace confessionale espressa nei fuochi
comuni, insomma.
Non si trattava probabilmente di un
cedirnento teologico, dogmatico, di una
adesione alle idee altrui e nemmeno di
un pre ecumenismo ma semplicemente
di un rispetto delle posizioni dei compaesani. Forse lo stesso spirito regna ormai
anche in Angrogna come in tutte le Valli. Ad un evangelico venuto da fuori le
cose appaiono diverse, ed egli può parlare di provocazione.
In che senso s’ha da leggere questo
termine? Non penso il nostro amico voglia dire che i cattolici di Angrogna hanno fatto la loro processione apposta per
dare fastidio, per affermare ’’qui stiamo
noi”, per sfidare il culto protestante dicendo che la processione al santo è la
cosa fondamentale.
Non provocazione in questo sènso ma
nel senso che le cose che facciamo, le
forme che diamo alla nostra vita ed alla
nostra pietà si possono rispettare e capire ma restano quello che sono.
Il culto dei santi sarà bello ed utile, interessante e degno di rispetto, ma è
quello che è: una forma superstiziosa ed
idolatra per esprimere una verità: la comunione dei credenti.
Questo significa che il nostro dialogo
interconfessionale, il rispetto che abbiamo gli uni per gli altri non deve scadere nell’indifferenza ma deve essere
critico ed autocritico come dice e ripete
l’Eco del Chisone, a ragione.
Per i fratelli cattolici di Angrogna il
problema non è, se interpretiamo la lettera del nostro amico, quello di fare un altro giro f>er la processione ma riesaminarne la validità stessa; rispettare la fede valdese non è tanto passare dietro il
tempio anziché davanti ma recepire il
messaggio e l’invito alla verifica che portano avanti da secoli.
G. Tourn
Si svolge a Torre Pellice presso le scuole di Viale Dante una mostra sulTantifascismo, sulla Resistenza e sulla deportazione, organizzata dal circolo della Resistenza "La Rosa Bianca” delTA.A.M. di
Torino. La Mostra presenta al pubblico
testimonianze, documentazioni giornalistiche e fotografie dalla nascita della dittatura fascista e sua evoluzione, fino alla
Liberazione, attraverso i fatti della guerra
di Spagna, della II guerra mondiale, della
deportazione e della Resistenza.
« Il grembo che partorì la bestia immonda è ancora fecondo » B. Brecht.
Prendiamo lo spunto da questa frase
per fare un discorso più complessivo, per
affrontare più approfonditamente il discorso sulTantifascismo.
Oggi meno che mai questo problema
può essere affrontato in termini idealistici o di generico sdegno per un fatto storico giudicato concluso dopo il 25 aprile
1945.
Le radici del fascismo sono di natura
economica e vanno individuate nel disperato ricorso alla forza che la borghesia
fa al momento in cui Tacutizzarsi dello
scontro di classe apre il processo di transizione al socialismo.
Se da una parte questa Mostra ci sembra soddisfacente per l’abbondanza di
materiale e per la ricca documentazione,
dalTaltra, manca un’analisi della matrice
economica e politica del fascismo.
In occasione del 30esimo anniversario
della Resistenza, sono state facili le tentazioni celebrative, la questione, a nostro
avviso, era ed è di ricordare per imparare a costruire: fare, cioè, delTantifascismo una proposta complessiva su cui
muoversi ancora oggi.
Ci sembra che la mostra si indirizzi in
questa prospettiva, e proprio per il suo
carattere divulgativo costituisce un validissimo strumento utilizzabile da vasti
strati popolari.
Il problema, a questo punto, diventa
quello d’individuare ancora oggi quali
siano le forze politiche ed economiche
che si muovono in senso fascista e reazionario, ancora oggi le masse popolari
sanno individuare i termini in cui articolare una risposta mobilitante e di massa.
La reazione diventa sempre' più feroce
e non è fuori luogo parlare di Seconda
Resistenza.
Per citare alcuni nomi, Varalli e Zibecchi sono le vittime della lotta che anco
ra oggi si combatte contro il fascismo.
Denunciare le connivenza e le aperture
che le forze politiche, anche al governo,
danno al neo-fascismo, diventa uno degli
obbiettivi prioritari sù cui rivive Tantifascismo.
D. Briante - P. Naso
Ricordo di D. Bonhoefler
Le attività del periodo pasquale avevano impedito di ricordare in aprile il
trentennale della morte del past. D. Bonhoefler. A questo ricordo è stato dato
spazio nei Culti del mese di luglio per
riflettere sul messaggio di fedeltà che la
sua testimonianza fino alla morte dà alle nostre chiese. Nell’occasione molti
membri di chiesa hanno acquistato per
sé e per farne dono ad amici il libro
scritto per la Claudiana dal past. Giorgio Tourn.
Incontri con fratelli dall’estero
Più di una volta ai nostri culti hanno
partecipato gruppi di fratelli provenienti
dall’estero. Per due gruppi provenienti
dalla Germania è stato preparato la traduzione della liturgia e il fratello C. Giazzi ha rivolto un messaggio a nome della
chiesa.
Verso il Sinodo
Come di tradizione, la domenica precedente l’apertura del Sinodo la predicazione è stata tenuta dal Moderatore
past. Aldo Sbafa, il cui messaggio è stato accolto con viva gratitudine dalla comunità. Altri pastori hanno presieduto i
Culti nei vari luoghi di Culto. Ringraziamo in particolare i past. G. Bertin, R.
Nisbet, B. Costabel e S. Carco.
Domenica 24, all’apertura del Sinodo,
la Società del Cucito ha allestito il Bazar
nei locali della Casa Unionista. Il Servizio di Buffet si è svolto nel giardino della Casa Valdese durante tutto il periodo
delle sedute sinodali.
Varie
La benedizione del Signore è stata invocata sugli sposi Corrado Eynard e Bersandi Oriana. L’annuncio della resurrezione ha fortificato nella speranza le famiglie in lutto in occasione della morte
dei fratelli: Jourdan Jacqueline ved. Armand Hugon, Jourdan Alberto, Malan
Margherita ved. Meynet Poet Carlo, Pellegrin Luigi e Amberti Margherita ved.
Pizzardi.
In ricordo di italo Mathieu
Il pubblico'ohe ’martedì scorso 19 ago*
sto si,è raccolto nel tèmpio di, Pinerolo,
ed attorno ad esso nelTimpossibilifà di
entrare, numeroso come raraménte si vede in una cerimonia funebre era anche
insolitamente raccolto ed attento.
Diciamo "pubblico” perché si trattava
di una folla di concittadini, amici, conoscenti, fratelli in fede che si raccoglievano intorno alla famiglia di Italo Mathieu
per esprimerle la propria simpatia, ma
potremmo dire "famiglia” perché si trattava di uomini e donne, contadini é professionisti, giovani e vecchi che la morte
del dottore lasciava smarrita.
Da questa atmosfera di presenza silenziosa ma partecipe si poteva valutare il
grande posto che egli ha occupato nella
vita e nel cuore di tanti. La sua scomparsa perciò è come l’interruzione di un dialogo, di un discorso perché egli apparteneva alla schiera delle persone che ci
sono anche quando non Sono fisicamente
presenti. In ogni momento, in ogni circostanza, uno poteva sempre pensare e dire
in cuor suo: « vado da Mathieu » e non
solo per ricevere una cura medica adeguata, una attenzione partecipe ai suoi
problemi, un rispetto più unico che raro
per la sua personalità di malato, ma soprattutto per sapere la verità. Mathieu è
stato certo uno dei clinici pinerolesi in
cui il popolo ha avuto più fiducia. Perché
trattava i suoi malati da uomini essendo lui stesso un uomo. Ed era tale da poter infondere fiducia perché lui stesso sapeva trarre la sua fiducia dalTevangelo.
Dava fiducia perché lui stesso sapeva
ricevere cercare la fiducia nel riferimento
profondo e costante alla sua fede cristiana. Non era solo un uomo buono perché
era nato buono ma perché si era lasciato
formare dalla carità di Cristo. Questo è il
Mathieu che abbiamo conosciuto e di cui
conserveremo il ricordo.
Figlio di Teofilo Mathieu, bella figura
di maestro evangelista che ha segnato
della predicazione tanti borghi dell’Abruzzo prima di giungere a Torre Pellice dove
insegnò alla scuola dai Boì'ssa, era nato
76 anni fa a Schiavi d’Abruzzo dove appunto il padre era evangelista.
Dopo aver compiuto i suoi stùc^i a Torre Pèllice, ed essersi Jaiureato , a Torino
Mathieu ddréssè per molti anni il sanatorio Giovanni Agnelli di Pra Catinai per
chiudere la sua operosa carriera a Pinerolo.
Il suo impegno nel mondo «professionale e civile non gli ha impedito di impegnarsi intensamente nella vita della comunità valdese di Pinerolo dove fu a lungo anziano e vice presidente del Concistoro. NelTambito delle Valli Valdesi fu vice
presidente della commissione distrettuale
e membro della C.I.O.V. insieme a Cesare Gay anch’egli di Pinerolo. Con quest’ultimo, laico impegnato ed attento osservatore delle cose della Chiesa formò
quel primo nucleo , di rinnovamento nel
lavoro della CIOV del dopoguerra che ha
proseguito sino ad oggi.
Alla famiglia il nostro giornale esprime a nome di tutta la famiglia valdese
delle valli la sua solidale simpatia.
Penosa Argentina
È stato aperto al pubblico il bellissimo parco che il Comune di Perosa Argentina ha acquistato poco tempo fa
perché i cittadir*; potessero godere di un
ampio spazio verde. Il parco, già proprietà del cotonificio Valle Susa e situato proprio di fronte allo stabilimento, è
stato ripulito e messo in ordine da squadre di volontari, su invito del nuovo sindaco di Perosa, Renato Calzi.
San Secondo
• Sabato 23 è stato seppellito, nella
forma privata richiesta dal defunto, Carlo Avondetto di S. Secondo Centro deceduto il giorno precedente dopo numerosi
mesi di malattia.
Alla famiglia colpita da questo lutto
esprimiamo il nostro pensiero fraterno.
• Domenica 31 agosto, alle ore 15 nella
Sala di S. Secondo, avrà inizio il Bazar
annuo della chiesa.
- cronaca
Prali
GRUPPI STRANIERI
Come altre comunità delle Valli, anche
Prali ha ricevuto, a più riprese, numerosi gruppi di turisti stanieri, che hanno
visitato tempio e Museo.
CONCERTO DEI TROMBETTIERI
Lo scorso mese i numerosi villeggianti
che soggiornano in questo comune, hanno apprezzato il concerto di un numeroso gruppo di trombe composto fra valligiani e tedeschi.
BENVENUTO PASTORE RIVOIR
La comunità valdese vuole esprimere
la gioia di ricevere nel suo seno, il pastore Eugenio Rivoir, ed i suoi familiari.
Il pastore Rivoir, si stabilirà ad Agape
occupando il posto del pastore Bruno
Rostagno, che dal 1° ottobre sarà il
conduttore titolare della Chiesa di Prali.
CULTI
Nei mesi estivi, i culti sono stati ben
frequentati dai numerosi fratelli evangelici venuti a Prali da diverse zone del
paese, per le loro vacanze. Siamo grati
della comunione che ci hanno oflerto, come pure ringraziamo coloro che hanno
accettato di porgerci il messaggio della
Parola durante questi culti estivi.
RIPARAZIONI AL PRESBITERIO
Fra pochi giorni saranno finite le riparazioni fatte al Presbiterio. La comunità ha contribuito alle spese con una
colletta speciale che raggiunse L. 900.000.
Bobbio Pellice
Luned'-, 25 agosto la nostra sorella Costanza Pasquet-Bertinat ha compiuto i
suoi 103 anni. I parenti e gli amici hanno festeggiato Tavvenimento con un
pranzo al quale la decana della Val Pellice ha partecipato con vivacità. Vogliamo unirci per formulare i nostri auguri
a « Magna Coustansa » per questo compleanno veramente eccezionale.
Villar Pellice
Mercoledì: 13 scorso è terminato il
campo di lavoro volontario organizzato
dalla Comunità Montana Val Pellice nell’alpeggio sperimentale di Pralacumba
(vallone di Subiasc).
Il campo, al quale hanno partecipato
18 persono, di cui 11 provenienti da Villar
e zone limitrofe e 7 dalla Germania, è stato diretto dai tecnici della comunità,
geometri Enrico Charbonnier e Lino
Bonjour.
Si tratta di giovani che hanno preferito
passare le loro ferie lavorando e questo
ci rallegra molto. Ci induce però a pensare che molti dei nostri giovani (e anche non giovani) preferiscono passare le
loro ferie a divertirsi, mentre potrebbero dare una mano ad aiutare i montanari nei loro lavori.
Scopo del campo era di far confluire
una sorgente in luogo facilmente accessibile agli animali. È perciò stato eseguito uno scavo abbastanza lungo dove,
con la collaborazione degli alpigiani, sono stati posati i tubi. È inoltre stato eseguito un lavoro di spietramento e di pulizia dai cespugli nei prati dell’alpeggio.
Mentre si ringrazia la comunità montana per aver voluto eseguire un lavoro
al servizio degli alpeggi, ci si rammarica
dell’inclemenza del terppo che ha costretto ad un lavoro tanto più difficoltoso e si
fanno voti affinché questa esperienza trovi una continuazione anche in altre comunità.
Prarostino
La Comunità è stata in questi ultimi
tempi rattristata da due lutti nelle persone di Michele Armellino, deceduto il
3 agosto all’età di 71 anni, e di Porneron Alina in Griglio, deceduta il 21 agosto all’età di 76 anni. Esprimiamo ancora alle famiglie la nostra più viva simpatia.
Ultimamente la comunità ha anche
avuto la gioia di amministrare il battesimo a Fornerone Fabrizio di Renato e
Annarita Paschetto, la domenica 3 agosto, e a Gönnet Massimo di Remo' e Martinat Mercede, la domenica 10 agosto. Alle famiglie vada l’augurio più fraterno.
Rorà
Profittando che il Presidente della
Commissione Distrettuale Pastore Giorgio Tourn aveva, durante le sue vacanze,
una domenica libera da attività pastorali, gli abbiamo chiesto di presiedere il
Culto del 17 corr. con celebrazione della
Santa Cena; numerosa è stata la partecipazione al culto e alla comunione soprattutto villeggianti e fratelli saliti dal
piano.
Siamo riconoscenti al Pastore Tourn e
gli rinnoviamo i nostri vivi ringraziamenti per il suo prezioso messaggio spirituale.
7
delle valli
Torre Pellice
Si chiude la XXVI Mostra d’Arte
dedicata al XXX della Resistenza
Domenica 31 agosto si chiuderà ufficialmente la XXVI Mostra d’Arte allestita nelle scuole comunali di viale Dante. La rassegna ha evidenziato nelle due
prime sale dedicate al trentennale della
Resistenza con « Coscienza e ribellione »
dipinti e sculture unite da un filo conduttore di una coscienza umana e artistica, di chi vive come protagonista questo travagliato momento storico, rendendosi contemporaneamente testimone e interprete delle aspirazioni e delle eversasi che in questi ultimi anni hanno scosso l’Europa.
La personale di Emilio Vedova, ha dimostrato come questo artista sia partecipe agli avvenimenti che sconvolgono il
mondo, non solo come spettatore ma,
come primo attore, egli infatti vive il suo
tempo da protagonista e denuncia nella
sua preziosa grafica, i fatti più salienti
che lo hanno toccato, la sua tecnica
espressa da grigi, neri e da timbri tonali
di levatura eccezionale, hanno messo in
primo piano ai visitatori una rappresentazione politica ed artistica di rara efficacia.
La VII Biennale del disegno, ancora
una volta ha visto protagonisti i giovani, che in questa difficile disciplina hanno risposto positivamente, tanto da poter classificare questa edizione una delle migliori finora viste.
Le ultime due sale, con i dipinti della
Civica Galleria d’Arte Moderna sono state ancora una volta meta di molti visitatori, che attratti dai nomi ormai famosi degli artisti presenti, si sono lasciati
trasportare a considerazioni di paragone,
con altre famose gallerie civiche italiane,
tanto da trovare in questa rassegna
espressioni di artisti con lavori superiori, come qualità ad altre loro opere che
figurano in altre altisonanti e prestigiose gallerie d’Arte d’Italia.
Il prof. Filippo Scroppo e i suoi stretti collaboratori possono essere più che
soddisfatti, di questo loro sforzo comune e non indiflerente, che grazie alla Società di Studi Valdesi e al Comune di
Torre Pellice si abbia potuto finalmente
dar vita alla « Galleria Civica d’Arte Moderna » in fase di allestimento.
Un traguardo che ben pochi comuni
d’Italia sono riusciti a raggiungere e che
grazie all’abnegazione di Scroppo, Torre
Pellice ha raggiunto, creando cos'i un centro culturale dei più ambiti, e un richiamo non indifferente ai turisti e villeggianti che ogni anno ritQrnano qui a ritemprarsi lo spirito, consci anche della
importanza storica e culturale che Torre
Pellice ha saputo conquistare.
Giuseppe Storti
Scuola Media Statale
« Leonardo da Vinci »
Si avvertono i genitori degli alunni
iscritti alla Scuola Media Statale di Torre Pellice che la scuola prevede di poter
fornire direttamente agli alunni tutti i
libri di testo in prestito d’uso.
Pertanto i genitori sono invitati a non
prenotare personalmente i testi a meno
che sia loro intenzione di acquistarli e
tenerli in proprio.
La Preside
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Val Germanasca
Inaugurazione del Rifugio
« Lago Verde »
Essendo pressoché terminati i lavori
di ampliamento del rifugio del Lago Verde, la sezione Val Germanasca del Club
Alpino Italiano ne ha fissato l’inaugurazione per domenica 7 settembre.
La sezione rivolge quindi a tutti i soci
del C.A.I., agli amici e simpatizzanti ed
a tutti i valligiani un caloroso invito a
presenziare alla manifestazione che si
svolgerà secondo il seguente programma
con inizio alle ore 11; S. Messa e Culto Discorso ufficiale - Bicchierata - Pranzo
al sacco.
Il presidente: S. Bessone
Il rifugio Lago Verde è situato a mt.
2583 alla testata del vallone di Frali sulle sponde del lago omonimo da cui nasce il torrente Germanasca. Costruito
nel 1967 è stato di recente notevolmente
ampliato e comprende un ingresso, una
cucinetta, un refettorio e due dormitori
di cui uno mansardato. In totale può
ospitare fino a 34 persone per il pernottamento. È completamente rivestito di
perline di abete. È dotato di illuminazione e riscaldamento a gas e di tutto l’occorrente per cucinare. Vi si trovano pure una barella ed una cassetta di pronto
soccorso.
Accesso; da Ghigo di Frali si segue la
strada carrozzabile che porta alla Seggiovia ed ai villaggi di Giordano e Pomieri. La strada, raggiunto il bivio per
Giordano, prosegue, non più asfaltata,
per Ribba e Bout da Col. Raggiunto il
pianoro di Bout da Col, mt. 1736, si lasciano gli automezzi e si imbocca la mulattiera segnata col n. 208. In poco meno
di un’ora si raggiunge il pianoro di Freibougio. Si prosegue quindi in direzione
del colle d’Abries, ma giunti ai piedi del
colle, senza attraversare il torrente, si
svolta a sinistra e si segue il sentiero
n. 23 che in circa 20 minuti porta al rifugio. Tempo totale da Bout da Col:
ore 2 - 2,30.
Villasecca
Pomaretto
Perrero
Pramollo
Lutto. - Il Signore ha richiamato a Sé
il nostro fratello Giovanni Enrico Peyronel del Peyroneau di Riclaretto, la notte
del 17 agosto. Egli è stato lungamente e
duramente provato nella sua vita. Negli
ultimi anni ha conosciuto un lungo calvario tra un ospedale e l’altro e negli ultimi giorni la sua fede è stata ancora una
volta messa alla prova con acute sofferenze che egli ha cristianamente sopportato in uno spirito di ubbidienza e di serena accettazione della prova.
I funerali si sono svolti martedì 19 agosto con il concorso di numerosi parenti
ed amici.
Alle famiglie in lutto, in modo particolare alla vedova e ai figli rinnoviamo
l’espressione della nostra fraterna e cristiana simpatia.
Domenica prossima 31 agosto :
riunione agli Eiclassie in comunione con la comunità vicina di Pomaretto e con quanti vorranno intervenire. In caso di cattivo tempo
la riunione si terrà nel tempio di
Pomaretto, alle ore 15.
Pinerolo
Gli utenti televisivi del Comune di Ferrerò che usufruiscono di un servizio di
ripetitori già funzionante da parecchi anni, si sono riuniti venerdì scorso nel salone delFAsilo di Ferrerò per esaminare
i problemi connessi con l’uso di questi
ripetitori.
L’ammodernamento degli impianti richiede una somma considerevole che dovrebbe essere ripartita equamente fra
tutti, ma parecchi rifiutano di versare
questi contributi del tutto volontari, protestando contro le manchevolezze del
servizio. Si è poi deciso di ricorrere contro una legge approvata di recente che
autorizza la RAI-TV a tassare gli utenti
dei ripetitori indipendenti in maniera
piuttosto pesante. Questa tassa, per i
due ripetitori della zona, ammonterebbe
a 200 mila lire annue.
• Formuliamo i nos.tri migliori auguri di
pronto ristabilimento al nostro fratello
Osvaldo Peyran, locale corrispondente
dell’« Eco del Chisone », che in un incidente motociclistico ha riportato una seria frattura alla spalla destra.
Durante il periodo estivo si sono succedute alcune riunioni estive, ormai entrate nella tradizione. Oltre all’incontro
del 15 agosto, di cui già si è riferito, si
sono avuti incontri a Grangie, Faraut,
Colle delle Fontane.
Questi incontri, favoriti dal bel tempo, hanno raccolto un numerò di partecipanti superiore agli anni precedenti.
Ci rallegriamo per questa incoraggiante
ripresa, augurandoci che essa indichi un
autentico desiderio e ricerca della comunione fraterna.
• La comunità ringrazia sentitamente
i Fastori E. Rostan e S. Long per il messaggio che ci hanno rivolto nei culti da
loro presieduti le domeniche 27 luglio e
10 agosto u. s.
• Lunedi pomeriggio, 25 agosto, si è
svolto il funerale del fratello Davide
Sappè (Fellenchi), deceduto all’Ospedale
di Fomaretto all’età di 73 anni. Rinnoviamo anche a nome della chiesa ai familiari colpiti da questa separazione la nostra fraterna solidarietà nel dolore e nella speranza della risurrezione in Gesù
Cristo.
• Il culto di domenica prossima, 31
agosto, D. V. sarà presieduto dal pastore
Gustavo Bouchard.
• Ringraziamo sentitamente i due membri del Concistoro che hanno presieduto
i culti durante le ferie che il pastore e la
sua famiglia hanno trascorso all’estero,
grazie ad un gentile invito.
• La ripresa di tutte le attività è imminente, anche se le prime riunioni importanti avranno luogo solo nel mese di ottobre. Punteremo il nostro interesse sulla
questione dell’ insegnamento religioso:
scuola domenicale e catechisrno. I genitori dei catecumeni saranno invitati a
venire alle riunioni che saranno annunciate: la loro presenza significa che mantengono le promesse fatte al battesimo.
Con i catecumeni più grandi si dovranno
preparare i week-ends che le assemblee
dello scorso anno hanno deciso.
• Il Concistoro nella sua seduta di luglio ha deciso diverse cose importanti,
che dovranno esser portate a conoscenza
di tutta la comunità. Si tratta prinia di
tutto di riunioni di genitori che vogliono
far battezzare i loro bambini. Faremo conoscere in dettaglio le finalità^ di queste
riunioni e spiegheremo perché il concistoro le trova necessarie ed indispensabili.
Casa de Fernex
Nel corso del mese di agosto la chiesa
di Finerolo ha avuto il privilegio di ascoltare al culto domenicale il messaggio
di alcuni graditi visitatori; il Moderatore
Aldo Sbaffi; il Fastore Neri Giampiccoli,
ex Moderatore; il membro della Tavola,
pastore Giorgio Bouchard; il pastore
Giovanni Bogo.
Siamo molto grati a questi fratelli i
quali, con le diverse accentuazioni della
loro predicazione, ci hanno fatto constatare, una volta di più, la svariata ricchezza della Farola del Signore.
Un gruppo di fratelli inglesi ha partecipato a uno dei nostri culti domenicali
cantando degli inni che sono stati molto
apprezzati per la gioia che esprimevano.
• Una vasta rappresentanza della Chiesa ha portato la sua testimonianza di affetto e di riconoscenza alla famiglia Mathieu per la morte del Dott. Italo Mathieu.
L’opera che il Dottor Mathieu ha compiuta con il suo impegno di fede nella
chiesa e nella più vasta comunità civile
è stata ricordata con la sotaTipl^à, che è
consona a tutto ciò che è profohdàiùente
sentito.
Collettivo
di ricerca biblica
Il Collettivo di Ricerca Biblica, che si è costituito lo scorso anno 1974/75, intende continuare il suo lavoro di lettura della Bibbia nell’impegno e nelle lotte quotidiane del movimento operaio e dei movimenti di liberazione in generale.
È aperto a gruppi e a membri di comunità
cattoliche e valdesi di Pinerolo e del Pinerolese.
Il mese di settembre sarà dedicato ad un confronto di esperienze e alla preparazione del programma di lavoro; il Collettivo svolgerà i suoi
lavori nei mesi di ottobre-novembre e gennaiofebbraio.
Il primo incontro è fissato per giovedì 4 settembre alle ore 20.45 nei locali del quartiere
San Lazzaro, Via Rochis 3, Pinerolo.
Luserna S. Giovanni
Sesto incontro franco-svizzero-italiano
delle coppie interconfessionali
Nell’ambito del 6^ Incontro Franco-Svizzero-Italiano delle Coppie Interconfessionali, che si tiene a Luserna San Giovanni
(Via Fralafera, 35) il 5-7 settembre sul
tema « La catechesi ecumenica », la S.V.
è cordialmente invitata a una
tavola rotonda - dibattito
DIECI ANNI DI MOVIMENTO
ECUMENICO
bilancio e prospettive dal punto
di vista delle coppie interconfessionali.
La tavola rotonda, presieduta da P. René Beaupère di Lione, avrà luogo sabato
6 settembre alle ore 20,45 nella sala della
Chiesa Valdese di Pinerolo in Via dei
Mille 1.
N. B. - Chi desiderasse partecipare a
tutto rincontro delle coppie interconfessionali a Luserna San Giovanni può iscriversi telefonando a 22426 di Pinerolo (segreteria del gruppo « Focolari misti »).
Sono particolarmente interessate le coppie miste, preti, pastori e membri di
chiesa impegnati nell’attività pastorale e
nel movimento ecumenico.
La casa si riapre il primo setembre con la direzione dei signori Bruno e Erica Jourdan. La
maggior parte dei posti è occupata da operai,
studenti, studenti-lavoratori immigrati in Torino
dalle Valli Valdesi e dal Meridione d’Italia. Soltanto alcuni posti sono ancora attualniente disponibili. Chi abbia bisogno dell’ospitalità della
casa ne faccia richiesta al comitato direttivo,
Via Petrarca, 44 - Tel. 011/652267 - Torino.
Ospedale di Pomaretto
L. 20.000:
Gardiol Onorata, Inverso Pinasca.
L. 33.000:
Ex-Unione Giovanile di Clot, Inverso Pinasca.
L. 50.000:
Ribet Giosuè, Susanna e figli, Pomaretto, in
memoria di Ribet Alma e di Ribet Susanna.
L. 1.000.000:
RIV-SKF, Torino.
Doni per l'Asilo
di Luserna S. Giovanni
Elenco dei doni pervenuti nel mese di luglio
1975 per la nuova costruzione.
Gruppo Svizzero di Coira L. 98.120; BessonCairus, in mem. di Chauvie' Berto e Odin Fanny
5.000; N.N., riconoscente alTAsilo in mem. di
Odin Fanny 50.000; Pons Maria ved. Rivoir
(osp. Asilo) 50.000; Tinette e Rina Bertin in
mem. di papà 30.000, del past. Renato Bertin
10.000, Nina Galvano 10.000; Laura GianneUiMarlelli, in mem. di Paolo D’Urso (Mi) 250.000;
Chiesa Valdese di Biella 10.000; Elsa Filippi, in
mem. di Elba Lanzarotto 15.000.
Juliette Balmas, in mem. di Mimi AlbarinCanton 10.000; in mem. di Chauvie-Migliotti
Eleonora, il fratello Chauvie Davide e i nipoti
Piero, Rina e Valdo 50.000; Laura Gaydou, in
mem. della zia Fanny Odin 10.000; N.N. Svizzera, tramite Audisio Rachel 719; L. Scaccioni,
in mem. di Guido Gaydou 10.000; N.N. 5.000;
Reynaud Lea (osp. Asilo) 5.000; Signora Cornelio 10.000; Mariuccia Jon Scotta 5.000; Chiesa Evangelica di Pavia, in mem. di Nene Benzeni 50.000.
Margherita e Emanuele Bertinat, in mem.
della mamma Anita Della Chiara (Verona)
10.000; Emma Giordano, in mem. di Fredy
Ghisi 25.000; Evelina et Silvia en memoire de
notre cher Fredy Ghisi 100.000; Franenvein
Kuesnacht c/o Frau Pfr. Schaufelberger (Svizzera) 487.800; Chiesa di Fillingen - Baden, Germania 76.500; Festa dell Asilo del 29/6/ i5
169.100; Elena Codino, in mem. di Dante Gardiol (S. Secondo di Pinerolo) 25.000; Unione
Femminile Valdese di S. Secondo di Pinerolo
25.000; Guido, Aldo. Enrico e Lelia Gay, in
mem. del fratello Franco G. 40.000; famiglia
Bertea-Collino, in mem. della mamma Carlotta
Bertea Collino 100.000; Società di Cucito « Le
Printemps d di Luserna San Giovanni, proventi
del Bazar organizzato per l’Asilo Valdese 1 milione e 500.000.
Ringraziamo molto vivamente per la solidarietà che continua a manifestarsi a favore della
nostra opera. Ricordiamo che per le offerte può
essere usato il c.c. n. 2/16947 « Asilo Valdese »
Luserna San Giovanni (Torino).
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del
Dottor italo Mathieu
profondamente commossa per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata al suo caro,
neirimpossibilità di farlo singolarmente, ringrazia tutti coloro che hanno preso parte al suo dolore.
Pinerolo, 28 agosto 1975.
8
8
29 agosto 1975
I BERSAGLI ALLA MODA
uomo e società
Ricarico: 30.000per cento
8 - LA FAMIGLIA
I mesi di settembre ed ottobre dovrebbero essere, per 1 Italia, quelli delle grandi decisioni relativamente alla questione
delia droga. Si dovrebbe infatti votare
una nuova legge e si potrà forse addirittura porre le basi per giungere ad un
nuovo referendum. Prendendo lo spunto
da queste scadenze, un settimanale ha
svolto un interessante quanto drammatico servizio sull'argomento.
Le questioni da risolvere in sede legislativa saranno piuttosto complesse e
contrastate a seconda degli schieramenti
politici; si dovrà sancire la lotta soprattutto agli spacciatori, o anche ai consumatoli? Si dovrà dare una caccia spietata ai trafficanti delle « droghe pesanti »
(oppio, morfina, eroina, cocaina, Lsd,
ecc.) o anche a quelli delle « droghe leggere (hascisc, canapa indiana, ecc.)? Si
dovrà tenere sullo stesso piano il piccolo
ed il grosso spacciatore? Si distinguerà
fra 1 consumatori, a seconda delle droghe da loro usate?
Attualmente, in Italia viene applicata
la legge varata dal Parlamento il 22 ottobre 1959, secondo cui « chiunque... venda, ceda, irnporti, esporti, passi in transito, procifri ad altri, impieghi e comunque detenga sostanze stupefacenti, è punito colla reclusione da tre a otto anni
e con la multa da 300 mila lire a 4 milioni ». Si sono così irresponsabilmente
posti sullo stesso piano spacciatore e consumatore, l’assassino e la vittima.
Il suddetto settimanale ha svolto la
sua inchiesta anche a New York, dato
che il problema « droga » investe direttamente pure gli Stati Uniti, mette in gioco interessi di centinaia di miliardi, provoca la reazione del clan mafioso « Cosa
nostra » e di altre analoghe organizzazioni. Vi è anzi di più: la questione giungerebbe a colpire nel vivo i bilanci di alcuni servizi segreti — fra cui la stessa CIA
— che da anni, per tener certe azioni al di
fuori del controllo del governo, si autofinanzierebbe con importanti « operazioni
droga ». '
Un aitò funzionario del Narcotic Bureau americano (la superpolizia che combatte il traffico della droga nel mondo)
ha precisato che vi sarà una grossa controffensiva di « Cosa nostra » nei confronti delle decisioni italiane. L’organizzazione maliosa ha tenuto tempo fa una « riunione » dal tema: « la droga verso il Mediterraneo » ed è giunta alle conclusioni
che, in primo luogo, occorre coinvolgere
nel consumo e nello spaccio soprattutto i
giovani per rendere inoperanti certe misure repressive, e, in secondo luogo, occorre coinvolgerli adescandoli con anticipi sugli eventuali guadagni o con forniture iniziali gratuite.
Il motivo dell’attacco dei grossi « boss »
del traffico internazionale è più che mai
Gli evangelici tedeschi
abbandonano la loro Chiesa
Bonn (Relaz. Relig.) - Secondo i dati
ufficiali della Chiesa Evangelica della
Germania Federale, nel 1974 ben 210.000
fedeli di tale Chiesa hanno ufficialmente
abbandonato tale comunità religiosa, chiedendo al governo di Bonn anche l’esenzione dalle relative imposte religiose. Secondo quanto informa l’Agenzia Relazioni Religiose, il numero più alto di « abiure» si è registrato nella zona di Amburgo e di Berlino.
Comitato di Rodaziono: Bruno Belllon, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore rosponsabila : GINO CONTE
Amministraziono : Casa Valdese, 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delle Valli - La Luce - Torre Pellice
Abbonamenti : Italia annuo L. 5.000
semestrale l. 2.500
estero annuo l. 6.000
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
Inaorzioni: Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.! commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice
« comprensibile »: nessun altro commercio al mondo riserva degli utili così elevati. Docurnenti alla mano, sono stati fatti dei conti. Un chilogrammo di hascisc
costa all’origine dalle 25 alle 60 mila lire.
Il grossista milanese lo compra dai traffacanti per un milione che, nella distribuzione, diventano 45. Un chilo di oppio costa 45 mila lire. Da esso si ricavano 120
grammi di eroina pura per un valore di
circa 7 milioni. Questa sostanza, mescolata con altri ingredienti chimici in misura del cinque per cento consente di ricavare settemila fiale per un importo totale di circa 120 milioni di lire. Si tratta
di « rese » sbalorditive, che giungono a
valori pari al 30 mila per cento!
Secondo le statistiche pubblicate dai
giornali italiani oggi si annoverano 8700
eroinomani, 2600 consumatori di Lsd, 26
mila fumatori di hascisc. I responsabili
dell’Interpol hanno smentito queste cifre ed hanno precisato al giornalista che
Il intervistava che, se non sarà possibile
fermare l’arrivo della droga entro poco
tempo, i drogati di sostanze pesanti saranno 100 mila.
Roberto Peyrot
In realtà più che come vero e proprio
bersaglio su cui direttamente si tira, la
famiglia si trova nella condizione della
terza palla di bigliardo nel gioco della carambola. Si tira apparentemente ad altro,
ma la botta finale la prende proprio la
famiglia.
Si parla di obbligo di partecipare alla
vita sociale (o delle Comunità) e si dà una
botta alla famiglia come causa di disinteresse; si parla della posizione della donna e si insiste sulla sua schiavizzazione
nella famiglia; si parla di educazione dei
giovani, e tutte le colpe sono caricate alla famiglia; si parla di autoritarismo, e
non si manca di citare come esempio la
famiglia; si parla di libertà, e fra i vincoli cui essa è sottoposta non si manca
di citare come esempio la famiglia sempre e comunque. Si è persino arrivati ad
indicare la famiglia fra i più validi sostegni del sistema capitalista, come se tale sistema non potesse contare su ben
più validi supporti, non ultimi certi avventurismi multicolori.
Che in tutto questo, se si parla della
famiglia come viene comunemente vissuta nella nostra società, vi sia qualcosa o
molto di vero è fuori dubbio. Ma una
volta di più dobbiamo cercare di non
superare certi limiti e, quando parliamo
fra e da cristiani, saper bene che la famiglia cristiana è o dovrebbe essere una
la settimana internazionale
a cu ra di tul No viola
SOVIETICI E CINESI
RIVALI IN AFRICA
« La penetrazione sovietica nel continente nero ha tre motivazioni essenziali: estendere l'influenza sovietica ove sia
possibile, nel quadro di una strategia globale; contrapporre la presenza sovietica
a quella cinese, che si è discretamente
ma costaritemente aflermata in Africa negli ultimi anni; assicurare basi e punti
d’appoggio alle forze navali sovietiche
nel Mediterraneo e in due oceani.
L’offensiva sovietica in Africa è recente. B stata galvanizzata dal misero consuntivo di un quarto di secolo di pur attiva diplomazia a sud del Sahara, dai
progressi della Cina in questo scacchiere
e dai rovesci umilianti subiti in Egitto
e nel Sudan. Adesso l’URSS mantiene
stretti rapporti con la Libia, la Somalia,
VUganda (Africa Centrale, cioè zona dei
grandi laghi confinante a nord con il Sudan) e la Guinea-Conakry (estremità occidentale dell’Africa). La Cina, dal canto suo, ha rapporti con la Tanzania (incuneata fra la Somalia e l'Uganda, e dotata d’una larga fascia costièra lungo l’oceano indiano), con lo Zaire e lo Zambia (due nazioni situate nel cuore dell’Africa centrale, senza sbocchi al mare e
confinanti entrambe con VAngola). Mosca
e Pechino rivaleggiano nell’Angola, la excolonia portoghese, dove la prima sostiene militarmente l'MPLA ( = Movimento
Popolare per la Liberazione dell’Angola),
e la seconda sostiene il FLNA ( = Fronte
di Liberazione Nazionale dell’Angola).
Certamente gareggeranno entrambe per
l’amicizia del Mozambico (l’altra grande
ex-colonia portoghese).
Gl’interventi sovietici sono più selettivi, nel senso che la preferenza va ai paesi
costieri. Sul piano commerciale e industriale la Cina, sebbene non seconda a
nessuno in fatto di scienza e tecnologia,
non dispone di personale tecnico abbastanza numeroso per la sua gara africana con l'URSS. L’opera cinese di maggior
rilievo in Africa, ultimata il 27.6 u. s., è
stata la costruzione di una strada ferrata
lunga 1859 km. fra lo Zambia e Dar-esSalaam (porto dell'oceano indiano), la
ferrovia Tanzam o Uhuro (libertà), cui
hanno lavorato 15.000 tecnici cinesi e 40
mila braccianti africani. L’aiuto cinese è
relativamente più altruistico di quello
della Russia e comporta prestiti senza interesse. Sul piano militare i cinesi sono
inclini più dei sovietici ad appoggiare
movimenti di guerriglia » (Scheda pubblicata su « L’Espresso » del 27.7.”75).
A proposito della rivalità cino-sovietica
nell’Angola, ci sentiamo in dovere di denunciare una recente lettera del « Comitato Antimperialista Cabrai » al direttore
del quotidiano «Paese Sera» (n. 211 del
5.8.’75), nella quale sta scritto: « In questi giorni stiamo assistendo ad una vergognosa campagna, diffamatoria, da parte di tanta stampa e della RAI, tesa a
discreditare l’MPLA, l’unica organizzazione in grado di condurre l’Angola ed il
suo popolo ad una vera e totale indipen
denza. Per contro si tende a mostrare il
FLNA come l’inerme vittima di provocazioni, e l’UNITA (= Unione Nazionale per
l’Indipendenza Totale dell’Angola) come
un movimento moderatore, tutto teso a
favorire la pace e la libertà. Il telegiornale è giunto al punto di definire il FLNA
“filocinese ", quando invece si sa benissimo che questo movimento, causa di tante sciagure all’Angola, è un’organizzazione
foraggiata da circoli imperialistici nonché controllata dallo Zaire di Mobutu, le
cui mire espansioniste sono sempre più
scoperte. Quanto aU’VNITA, basti ricordare che, in un suo recentissimo libro, lo
stesso generale De Spinola l’ha definita
collaborazionista con l’esercito di Gaetano... ».
Questa volta il « Comitato Cabrai », al
quale in altra circostanza avevamo pur
espresso il nostro pieno consenso (v.
l’art. « Sul turismo in Sudafrica », pubblicato il 1.8.’75 su questo settimanale), è
venuto meno alla più elementare e doverosa obiettività: precisamente là dove
vuol far credere che il FLNA non è « filocinese ». Invece non soltanto il FLNA è
« filocinese », ma esso è aiutato (non importa se direttamente, o no) proprio dalla Cina. Ciò può provarsi in più modi, ad
es. con la seguente citazione tratta da
« Cina nuova », giornale pékinese (del
26.7), e riportata da « Le Monde » del
30.7: « Per giungere a controllare l’Angola, i socialimperialisti sovietici ricorrono
allo sporco procedimento che consiste nel
seminare la discordia fra i movimenti di
liberazione. Essi hanno inviato grandi
quantità di armi per suscitare la guerra
civile e minare l’unità del popolo angolese. Sono proprio gli stessi socialimperialisti che hanno accese le fiamme della
guerra in Angola ».
LO STREGONE
È questo il titolo (« El Brujo») col
quale viene nominato correntemente, in
Argentina, l’ex-ministro Josè Lopez Rega,
che è stato costretto, poche settimane fa,
a partire precipitosamente per Madrid.
Poiché abbiamo parlato di lui nel preced.
n. di questo settimanale (Art.: « Non le
serve solo per pettinarsi »), vogliamo accennare più particolarmente alle motivazioni dello strano titolo.
« Il Rega è stato appassionato cultore
di pratiche occulte, affiliato a sette esoteriche, autore di lugubri libelli di magia. (...) Alla vigilia del Natale u. s., il
Rega in persona organizzò, sulla piazza
dov’è in costruzione il mausoleo di Perón, un rito apertamente provocatorio:
una messa celebrata dal capo di una oscura setta d’importazione brasiliana, la
“Chiesa cattolica apostolica ortodossa
americana". E il 25.12 il bis: questa volta
di fronte a 4000 ragazzi delle baracche
della capitale. La sera, la TV governativa
diede grande rilievo alle due cerimonie.
E nelle cronache il capo della setta, Jacobo Antonio Lozano, veniva designato
senza esitazione "arcivescovo primate di
Argentina" » (Da « L’Espresso » del 27.7.
1975).
realtà non rinunciabile. Due sono le naturali basi della famiglia: l’unione tra
una donna e un uomo che insieme decidono di affrontare la vita, sopportarne i
pesi, dividerne le gioie; e la educazione
dei figli che di tale unione sono la più
naturale conseguenza. Il rapporto sessuale non è tutto, e non è forse neppure il
più importante degli elementi che costituiscono la famiglia; ben più valgono la
libera scelta che sta (o dovrebbe stare)
alla base della unione di donna e uomo, e
la comprensione del dovere che essa comporta di essere responsabili verso se stessi e verso i figli cui si dà la vita.
E dobbiamo stare molto attenti a non
equivocare fra la famiglia intesa come
istituto giuridico e la famiglia intesa come testimonianza di vita cristiana. Ci
siamo battuti a suo tempo in favore del
« no » al referendum sul divorzio, ma nei
nostri interventi pubblici e privati non
abbiamo mai mancato di sottolineare che
altra cosa è la famiglia intesa come istituto giuridico (e qui il divorzio può correggere alcune delle iniquità di tale istituto), e ben altra cosa è la famiglia cristiana che, se tale è, non può essere altro che indissolubile.
Che il messaggio cristiano sia anche
un messaggio di libertà è certamente vero; ma bisognerà ben decidersi a comprendere che la libertà non è più cristiana, se non è accompagnata dalla più ampia assunzione delle responsabilità legate
alle libere scelte.
E se quindi liberamente si decide di
costituire una famiglia, tale libera scelta
non può non essere accompagnata dalla
accettazione delle responsabilità che essa
comporta. Responsabilità verso il compagno, responsabilità verso i figli che
possono arrivare. E si tratta di responsabilità strettamente personali, come personale è stata la scelta che le determina,
e quindi non rinunciabili o scaricabili
sulle responsabilità sociali, che certamente esistsono e certamente vanno considerate, ma non potranno mai sostituirle.
Ed è anche ben chiaro che famiglia
cristiana non può voler dire quella creata da un qualsiasi atto liturgico, ma quella voluta e vissuta da chi cristiano cerca
di essere; al limite anche se atto liturgico o atto civile non ci sono stati.
Parliamo della liberazione della donna,
dell’aborto, degli asili per i bambini, dei
problemi economici legati alla vita della
famiglia direttamente o indirettamente;
tutti problemi seri, reali ai quali non possiamo essere indifferenti. Ma tutti problemi che riguardano il regolamento giuridico della famiglia, e non toccano o non
dovrebbero toccare la vita di una famiglia cristiana. In essa donna e uomo sono
eguali (saranno una stessa carne, dice
San Paolo), le responsabilità verso i figli sono eguali, i rapporti reciproci non
possono essere regolati altro che dal reciproco amore e dalla reciproca stima. E
non dimentichiamo neppure che, se ognuno di noi ha verso la Comunità cui appartiene e verso la società in cui vive doveri da rispettare, i doveri verso la famiglia, come sopra intesi, sono primari
in quanto legati alle responsabilità che
in piena libertà abbiamo ed un certo
momento personalmente assunto.
Niso De Michelis
Parigi: Sinodo generaie della Chiesa
Luterana di Francia
Il Sinodo ha tenuto la sua sessione annua a Parigi, i giorni 13 e 14 giugno sotto la presidenza del signor Jean-Pierre
Bretegnier. Momento importante dell’incontro è stato il dibattito sul ruolo della Federazione Protestante di Francia,
nel quale ancora una volta si è visto
quanto sia difficile il rapporto tra le singole Chiese e la Federazione nazionale.
La mattinata di sabato 14 giugno è stata
interamente spesa discutendo con due
responsabili della radio-tele visione, l’uno
della Federazione Protestante di Francia, l’altro della Federazione luterana
mondiale, è stato fra l’altro notato in
questo dibattito, che i mas-media non
evangelizzano, ma possono al massimo
attirare l’attenzione sul problema religioso, per cui resta sempre importante rincontro dell’individuo con la comunità cristiana.
Proseguendo nelle discussioni, si è pure parlato del rapporto tra la chiesa e la
Facoltà di teologia, sottolineando il fatto che solo la chiesa può definire, di volta in volta, la propria fede e la propria
dottrina,, enquindi non spetta, alla Facoltà
di fare le scelte necessarie alla Chiesa.
Il Sinodo si è pure occupato dell’installazione di razzi nucleari presso Belfort. L’assemblea però, relativamente divisa su questo soggetto, non ha potuto
pronunciarsi nettamente.