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Cinq^uantième année.
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11 Septembre 1914
N. 37.
L
PARAISSANT CHAQUE VENDRED
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Que toutes les choses vraies, honnêtes, justes, pures, aimables....» di^es de louange, occupent vos pansées. (Phil. lY, 8).
SOMMAIRE : Synode du 1914 — Chronique Vaudoise — Nouvelles politiques.
SYNODE DU 1914.
À la veille de ce qui est toujours un
événement pour notre Eglise, à la veille
du Synode, le temps s’est mis à la pluie
et a retenu à la maison un bon nombre
de ceux que nous voyons toujours avec
plaisir fréquenter les cultes et se rendre
à la maison de Dieu. Cela explique aussi
le pourquoi nous n’avons pas eu ces réunions spéciales consacrées à notre Evangélisation et qui font toujours du bien à
notre peuple, lequel a besoin de connaître toujours mieux ce que l’on fait en
Italie pour l’avancement du règne de
Dieu.
Nous n’avons pas non plus vu, cette
année, l’affluence des étrangers qui sont
en général au milieu de nous quelques
jours avant l’ouverture du Synode. Nous
comprenons, hélas ! trop bien, qu’il en
soit ainsi ; ce n’est pas manque de synipathie, c’est une nécessité à laquelle personne ne peut se soustraire qui a fait le
grand vide au milieu de nous. Cependant,
le lundi matin nous apporta le grand
nombre des délégués des Eglises et des
Conférences. C’était un vrai plaisir de
voir arriver à la gare tant d’amis, tant
de vieilles connaissances, avec lesquelles
on échangeait quelques mots en serrant
cordialement la main.
À deux heures moins un quart, dans
la salle synodale, après que les candidats
eurent apposé leur signature à la confession de foi et après une prière adressée à
Dieu par M.r le pasteur Josué Tron, on
se rendit au temple, pasteur officiant M.r
Albert Prochet de Turin en tête, suivi
des candidats, des membres des administrations et du Synode.
Bien que nous n’ayons pas eu un chœur
spécial à la cérémonie de la consécration,
le sermon d’ouverture de circonstance,
le.recueillement de cette immense assemblée, tout a contribué pour laisser sur les
auditeurs la meilleure impression.
Sermon prononcé par M.r Albert Prochet à l’ouverture du Synode:
« Noi crediamo, perciò parliamo ».
2 Cor. IV, 13.
Diletti fratelli in Cristo e cari candidati.
Il nostro Sinodo si riunisce quest’anno
in un’ora di gravità eccezionale. Un incuba grava sui cuori di tutti mentre una
forza arcana fatta insieme di orrende visioni, di pietà infinita e di trepida aspettazione volge gli occhi nostri, trascina i
nostri pensieri ed ogni nostro sentimento
irresistibilmente, ben oltre il tempo presente e lungi assai dalla cerchia di questi
muri e delle consuete nostre occupazioni
in tale epoca dell’anno. Siam come avvolti
^a un’opprimente atmosfera di smarri
mento che emana dalle angoscie di oggi
e dall’attesa di quelle di domani, e di
fronte ad un avvenire cosi irto di formidabili punti interrogativi ci par quasi si
sia spezzata in noi la facoltà di volere e
d’intraprendere. Taluno forse, riandando
col pensiero a certi Sinodi passati cui conferiva particolare imponenza il concorso
di numerosi rappresentanti delle grandi
chiese estere sorelle qui convenuti a testimoniare della profonda e vitale unità
del Cristianesimo evangelico, e contemplando ora, vuoti, tanti posti che fratelli
lontani dovrebbero occupare al nostro
fianco, taluno, dico, sospirerà forse nel
segreto del suo cuore ; « Povero Sinodo
« questo del 1914, il quale certo non è de« stinato a segnare una data memorabile
« nella storia della Chiesa Valdese ! », ^
Siam lungi di fatti, e per lo stato d’animo
generale e per le condizioni di ambiente,
dall’essere travolti da un’onda di entusiasmo; d’altronde, se precipua caratteristica dei cristiani è di portare i pesi gli
uni degli altri nonché di piangere con
quelli che piangono, qual altro atteggiamento può esser degno del cumulo indescrivibile di pesi e di strazianti dolori
onde siamo circondati se non quello dell’umiliazione, del silenzio raccolto, della
preghiera. Ma se cosi è, oltreché grave
non sarebbe dessa, l’ora che volge, rivestita per noi d’una solennità incomparabile ? e mentre tacciono le fervide e famigliari voci dell’industre attività, figlia
della pace, soffocate ahimè 1 dalla tempesta di orrore scatenata nel mondo, non
vi pare, fratelli, di udire gli accenti di un
appello dall’alto ? quasi una voce divina
che, maestosa, domina ogni fragore e
varca ogni distanza ? E questa voce non
vi par che dica : « Chiesa di Cristo, ecco
« l’ora tua. Non quella delle conquiste,
« bensì l’ora della preparazione. Domani
« forse gravi sacrifizi ti saranno richiesti,
« tu devi essere pronta ad affrontarli. Do« mani certo il mondo che ti attornia
« uscirà dalla fornace affranto sì ma ricco
« di nuovi ideali, assetato di nuove affer« mozioni, tu devi essere pronta, co« sciente cioè e degna dell’alto compito
« che ti aspetta. Cerca adunque il tuo Dio
«in quest’ora di solitudine; riprendi, di« retto ed intimo il contatto qon Lui;
« senti, oh 1 senti come mai nella Sua
« santa presenza la tua debolezza e po« vertà. Coll’ardore che forse si è venuto
« raffreddando lungo i giorni di successo
« e di liete speranze invoca su di te lo Spi« rito di forza che è spirito di fedeltà, di
« fronte alla presente tua incapacità a
« portare immediato rimedio — quale or« ganizzazioue umana — alle ferite onde
%
« sanguina il mondo, ritempra le tue ener« gie, richiama a vita il sacro mistero della
« tua vocazione nella profetica visione di
« quaiito potrai domani quale autentica
« ed integrale espressione della volontà
« di lliio e docile strumento della sua po
Ci ; . . . . ,
« tenza. Chiesa di Cristo, l’ora che volge
« è Tota tua perchè è l’ora della consecra« zione ».
E qui il mio pensiero si volge, particolarmente affettuoso, a voi, cari candidati,
che fù mio privilegio avere a giovani collaboratori quando — a breve distanza
l’uno daH’altro -— moveste i primi passi
nel ministerio pastorale. Ricordo con
emozione il tempo nel quale fui testimone ^òrnaliero della vostra attività, e
— mércè la fiducia da voi dimostratami
— il confidente delle vostre esperienze:
anzi liii sento tutt’ora e rimango con piacere debitore verso di voi del refrigerio
apportatomi dal vostro giovanile entusiasmo e dal sorriso delle vostre speranze.
CSi « adunque con tutto il calore'di un
sentimento caro e personalè ctí’io‘dico':
« Siate i benvenuti, voi che ci chiedete il
« pubblico riconoscimento della vostra
« vocazione : è Dio che per vie diverse vi
« ha condotti fin qua : glòria al Suo santo
« nome 1 Ma se la vostra presenza in que« sto luogo è nuovo esaudimento alla pre« ghiera delle generazioni : Signore, grande
« è la messe; manda Tu, in moltitudine,
« operai nel tuo raccolto », questa pre« sènza stessa, in un’ora cosi tragica e so« lenne pel mondo e per la Chiesa, c’im« pone, c’ispira quest’altra invocazione:
« Ma prima di ogni cosa, rendi ognor più
« vigilanti, fedeli e forti quelli che già. hai
« mandati 1 ».
« Unico vescovo delle anime nostre,
« Cristo Gesù, consacra oggi a te, con rin« novata effusione di Spirito, noi che fra
« poco imporremo le mani a questi gio« vani che vogliono vivere per Te I ». Sparisca dunque un istante quanto ci distingue, età, esperienze, vicende, anni di
servizio e, come fusi in un sol pensiero,
in Un sentimento unico, nello stesso profondo bisogno, sentiamoci tutti qui, nient’altro che dei Consecrandi al ministerio
che ci aspetta domani. Nè si pensi da taluno che con l’espressione « il ministerio
di domani » io intenda stabilire in certo
qual modo una differenza essenziale tra
questo e la missione nòstra qual’è stato
fino al dì d’oggi; chè dai tempi di Paolo
a noi e fin quando il mondo avrà fame e
sete di pace, di giustizia, di santità e di
amore l’unica, perchè eternamente vera,
definizione dell’apostolato è stata e sarà
sempre quella data dal passo che abbiam
scelto a testo : « Noi crediamo, perciò parliamo ». Ma è una intima persuasione che
il ministero di domani avrà più che mai
necessità urgente di uomini convinti,
pronti al sacrificio, disinteressati, viventi
sì nel mondo, ma pur estranei al mondo
0 meglio diversi dal mondo nella serena
e virile lóro indipendenza di frOtite a
tante preoccupazioni terrestri, consci appieno di tutte le loro responsabilità nonché dei molteplici loro doveri, dotàti di
uno squisito senso del divino avvolgente
ogni cosa e l’essere loro nella sua interezza e che siano forti —- oh ! invincìbilmente forti — perchè schiavi, conie d’ùna
travolgènte passione, dell’imperativo categorico : « Guai a me se non evangelizzo!»
perchè ispirati e condotti dal solo orgoglio che non conosce sconfitte:« io posso
ogni cosa ih Cristo che mi fortifica ».
Beati voi, cari candidati, i quali scendete nelTarena al momento in cui, meno
che mai, la vostra decisione sì può assomigliare alla scelta, calma e prùdente, di
una carriera non troppo gravosa. Beati
noi, cari ' colléghi, se- ringiovaniti Spiritualmente e come pèr‘incanto da urta solenne consecrazione qui rinnovata dinanzi a Dio, riprendiamo con‘Quésti gióvani tà '^à ànti’éà Sémjirè nfiid^a
qùando ' con rtùovà*^ Vitàlità' òirél)là néi
cuori la fede, quando sùirorizzonte più
fulgida e pura si riaccefide la speranza,
quando più vasta e profonda trabocca là'
carità. Beati 1 oh beati ! se uniti fra noi,
perchè una cosa sola col Cristo vivremo
da ora innanzi intensamente queste parole di Paolo nelle quali è racchiuso il segreto dell’apostolato trionfante; « Nói
crediamo, perciò parliamo ».
Chi di noi, diletti, non sottoscriverebbe
con mano ferma, facendola sua fti perfetta sincerità, questa vibrante dichiarazione dell’apostolo Pàolo: « Noi crediamo ». Se non credessimo — a meno di
aver perduto ogni dignità e rispetto di
noi stessi —■ saremmo forse qui raccolti
a dar pubblica e solenne testimonianza
di fede ? a chieder conto a questi giovani
d’un sentimento che fosse oramai senza
valore alcuno per noi C; senza forza ? a
render grazie a Dio di convinzioni religiose che da tempo fossero esulate dai
nostri cuori e dalla nostra vita ? Certo
che no. Attraverso a, lotte di varia natura, condotti a Dio da benedizioni come
1 magi dalla stella d’Oriente 0 seguendo
per contro le angosciose vie della prova
e del rimorso oppur solo per naturale effetto di educazione e di ambiente, confermando però e consolidato da esperienze personali, tutti siam giunti, mercè
l’aiuto dall’alto a quello speciale stato
d’animo, a quell’orientamento delle nostre energie, a quell’attitudine dell’essere
nostro che si esprimono coll’affermazione
« Io credo ». E il nostro ministero posa
su tale fondamento: se siamo pastore gli
è perchè crediamo: e ci è tanto cara,
tanto preziosa la fede nostra, calmo, in*
violabile asilo nell’ora ardente del dolore
e della tentazione : luce, guida infallibile
di mezzo alle tenebre dell’indecisione o
dì fronte al ministèro del futuro; visioit9
2
ce&ste. ineffabile speranza che allieta il
?|giorBiaHpra.
lostta liçde.
TÌude sentiero dell^ei^ste
Anzi, tanto più càjitici èl
tanto più prezios^^pS^nto incentra
fcptrispondenza n& pi^ncp. ^Iternù, ’*|^er-1
ehè qui, nella mistica penombra deH’initìtfto io, essa parla, risplende, sorride più
dolcemente assai che nella cruda, implacabile luce della realtà materiale e, nutrita di silenzio e di pace si adorna della
squisita délicatezjsas s’impregna del soave
profumo proprii delle cose intime che la
cmriosità'mòùdanaTisp^ririia perché non*
le conosce che superficialmente e non le
comprènde? Sì,'noi crédiamo e finché la ,
nostra fede nel- Cristo e nelle verità dei
Vangelo sarà per noi fonte di consola-*
zione, di forza morale, di attività altruistica noi crederemo ; iì dùbbio dottrinale,
presentandosi, -verrà sempre respinto e
sarà come assorbito dall’esperienza pratica. Ma oltreché credenti e perché, credenti siam servitori cui Dio si é degnato
affidare un’opera nobile quanto altra
mài, opera santa: credere cioè non più
pel bene e la felicità nostra personale soltanto, bensì pei bène, la felicità e la redenzione altrui. Le moltitudini da evangelizzare? ecco il grandioso retaggio ed
insieme il monito solenne lasciato dal
Cristo ai suoi continuatori: oggi come
venti secoli fa « il campo è il mondo ».
Ora di quest|opera eccellente non ci si
mantiene o non si diventa rninistri entusiasti e fedeli se non a prezzo di una sofferenza profonda, sofferenza che Paolo
ha ben conosciuta e di cui gridava l’intimo tormento allorquando scriveva : « io
desidererei essere in persona anatema,
reciso da Cristo per i miei _ fratelli 1 ».
Avete inteso ? perduto, dannato ! pur di
essere ai suoi strumento di salvezza 1 Ah 1
quanto siarn lungi da un pio desiderio,
da. un semj^lice programma religioso, da
un atteggiamento prudenteiijiente riformatore imposto da una carica ufficiale.
Si tratta qui, ìrutelli, di una vera e propria passione e fra le .più tiranne ancora,
della passione delle anime l si tratta di
un’irrefrenabile impazienza cui si opporrebbero invano i saggi appelli all’attesa
dei tempi migliori 1 si tratta di na senso
acuto fino allo spasimo della propria responsabilità di fronte al male ed alle vittime che esso travolge. Si tratta, in una
parola, di lacrime cocenti versate non già
suU’incertezza della propria fede, bensì
suH’apparente sua incapacità a penetrare, trasformandoli appieno tutti, quei
cuori, ognuna di quelle vite per la cui
salvezza l’apostolo darebbe pur tutto se
stesso. Così credeva Paolo : crediamo noi
così ? Eredi della sua dottrina e delle sue
convinzioni, abbiam da lui appreso come
e quanto lo si possa e si debba soffrire
quando si ama e quando l’amore si fonde
nell’obbligo. sacrosanto onde tutto l’essere è pervaso di strappar al peccato e di
avviare alla vita quelli appunto che nell’ostinato loro accecamento ci combattono come nemici o ci fuggono come importuni ? E qui convien guardarsi da una
insidia tanto più pericolosa quanto meno
appariscente perchè nascosta sotto l’aspetto della fiducia in Dio, l’insidia per
cui si dice : « Oggi io compio fedelmente
« il dovere impostomi dalla carica che ri« vesto senza preoccuparmi di altro: doti mani, cioè con altri uomini ed in altre
« condizioni, Dio saprà lui trarre dall’o« pera mia i frutti benedetti per cui Egli
«l’ha voluta». Oh 1 certo, beati coloro
la cui sola ambizione è di essere quandocchessia, trovati vegliando, intenti al compito giornaliero, savi accumulatori e dispensatori di energie pel presente che
nulla disperdono nell’angosciosa ed im*
l^otènte attesa di un avvenire che non ci
appartiene. Beati i valorosi che seminano
:(»n lagi|ltìe e c|5| sudori «^a terra rì^a'l
dal soffio? di 0^ passiotìé e schiautàtov
fdairurtoii ognf:VÌoleiiza|,1bfferenti a |
|omel|ùJ||d elqqu%te otìvaggio della MrO'i
intera consecrazione al suo servizio, l’apparente vanità: di uqa vita di sacrifi«i>e^
di sforzi. È il Cristo, il divin Modello, che
cammina dinanzi a loro sul rude sentiero£:
dèll’apostolato; il Solitario, l’Incompreso
per éctellenza; CSlui che le folle, dppp?;
averlo acclamato in un primo slancio di
; éntusiasnio popolare abbandonarono tosto al proprio destino. Colui che nel Setsemàne entrò la tragica notte coninoli
undici -dei. decidi eletti a compagni dì
missióne e confidenti. Colui che in vetta
al Golgota e di lì sulla croce sali e si trovò
' solo, inenarrabilmente solo senza più Uno
degli ammiratori antichi, senza un disce-*
polo che scagliasse, per quanto invano,
una maledizione sull’atroce delitto. Solo
mentre nell’animo gli venia crescendo
cupo, straziante, mortale il dubbio che
il Padre stesso in cui e per cui aveva vissuto, aveva agonizzato ed or moriva, che
il Padre diletto l’avesse abbandonato.
Certo, con un tal Maestro, l’unico atteggiamento degno del discepolo autentico
che cerchi non già la propria gloria nel
trionfo della causa che difende, nia la
gloria di Colui che lo ha mandato, è la
mano posata suU’aratro, l’occhio ed il
cuore rivolti al cielo, senza preocciipazion del domani e senza invidia per quelli
che un giorno mieteranno là ove a lui
altro non è stato concesso che di gettar
la semenza faticosamente. Eppure, guai
a noi ! guai all’efficacia del nostro i^inisterio se intenti all’opera di fedeltà, in
sieme e di fiducia nella Provvidenza ri
maniamo estranei o poco a poco diventiamo indifferenti al sacro tormento di
un’anima in cui divampi, divoratrice, la
èamina di queli’amor che é riflesso del
cuore di Cristo, in cui, irresistibili, vibrino gli scatti di generosa impazienza
propri di chi si sa, si sente più che spinto
travolto dal mandato ricevuto di salvare
oggi, oggi e non domani, le moltitudini
erranti che non aspettano domani per
correre alla perdizione; un’hnima ove
giammai sia ridotta al silenzio la voce solennemente ammonitrice, la qiiatci convince della parte che a noi spetta nella
mondanità della Chiesa e neH’increduiità
delle masse. Ah 1 sì, che faremo noi senza
la fiducia in Dio e la speranza del domani ? Che avrebbe latto il Cristo ? Ma
bacfiàmo'che questo dono sovra ogni altro
prezioso non divenga la china per cui
dall’apostolato, orgoglioso del suo sacro
suggello, le stimmate del Salvatore, scivoliamo insensibilmente nél lunzionarismo, lanatico di metodo, difensore della
tradizione, altero dell’esattezza e della
rettitudine, ma senza vita, senza vittorie, nè oggi nè domani, perchè ignaro degli ineffabili dolori, onde, purificata e leconda, scaturisce appunto la vita ascendente verso l’eternità. Più che assai il
dubbio dottrinale è la « routine », Tuiii
formità grigia e monotona, non già nell’azione, bensì nello stato d’animo che ci
minaccia e vi cadrà infallantementa
chiunque d’infra noi racchiuda ogni sua
ispirazione nella massima: « compiere fedelmente il proprio dovere professionale »
Pel ministro di Chiesa, per il rappresentante ufficiale di un culto, il dovere può
bastare: per l’apostolo, per chi non attua
un programma, ma vive un’aspirazione,
no, tre volte no: che il dovere, lungi di
essere una pietra di paragone rigida nella
sua forma, immutabile nel suo contenuto
è invece rinflnitamente variabile effetto
dei ministerio sacro quale noi ce lo raffiguriamo, Ah 1 questo concetto, conservia
molo quale il Cristo e gli apostoli ce lo
hanno trusuù®®®^ dopo averlo incainàto :
conteinpliàmólo. adorando, nella luce
radiósa che lo avvolge dall’alto ; libenaiRplOicon int^letto d’amóre d’ogni qualsiasi considerazione d’ordine secondario,
^interessato,;; vegliamo costantemente a
che non lo sfiori neppur l’ombra d’un atteggiamento mercenario d’un punto di
vista improntato alla saviezza mondana,
.lasciamogli la sua fulgida »gloria, la sua
sublime pazzia, il dono di sè senza colcoli
nè rimpianti e allora... allora vedremo
che la via si allarga a perdita d’occhio,
che gli appelli si moltiplicano aU’infinito,
che misteriose e inaspettate ispirazioni
ci travolgono e che da noi — non da altri :
oggi — non domani — si deve assolutaniente compiere un’opera tanto più efficace e duratura quanto meglio prendiamo
coscenza della nostra incapacità ai piedi
di Colui che risponde, nei secoli dei secoli : la mia grazia ti basta, perchè la mia
potenza trionfa nella tua debolezza.
Cari fratelli, crediamo così e allora parleremo.
Noi parliamo. Poco mi resta da dire su
questo punto : ma una domanda s’impone.
Non vi è mai accaduto nel variamente
lungo svolgersi del vostro ministerio di
attraversare ore ed anche periodi di profonda prostrazione morale, durante i
quali l’anima in voi era, come da una
mazza, battuta da questo angoscioso ritornello : « parole : parole : belle, eloquenti,
sante, fin’anco, ma pur sempre parole 1 ».
E forse, quanto più largo vi si era aperto
il cuore a generose emozioni di fronte alle
sofferenze del mondo; quanto più in voi
la coscienza inquieta si struggeva assetata di santità a contatto delle innumerevoli e terribili forze del male; quanto
più avida e impaziente volgevate la
mente al vasto soffio di vita palpitantevi
intorno — strano contrasto — tanto più
l’intimo vostro io si curvava, accasciato,
sotto il peso del tragico contrasto tra i
fatti dall’implacabile evidenza e la vanità — stavo per dire l’ironia lamentevole
delle parole. Nobile certo, e cara agli
angeli in cielo, è la missione di chi si asside ai focolari devastati dalla prova e
quivi pronunzia con penetrante dolcezza
parole di consolazione e di speranza.
Certo virilmente pietosa e degna del Cristo stesso è la missione di chi imbattendosi in una misera creatura avvinta nei
ferrei lacci del peccato pronunzia con accento vibrante di simpatia ed insieme e
solenne, parole di ravvedimento, di perdono, di liberazione, e di nuova vita.
Santa perchè fu quella dei profeti e degli
apostoli certo è la missione di chi, ispirato e indomito come l’aquila librantesi
a volo nell’azzurro infinito proclama alle
folle gaudenti o lottanti per resistenza il
consiglio di Dio, tutto reterno consiglio
di Dio, nient’altro che l’eterno consiglio
di Dio 1
Eppure anche allora, mentre più irresistibile di vigore e di persuasione si faceva la voce, nulla ha mai fremuto di subitanea e infinita tristezza nell’intimo essere vostro ? « perchè parole, soltanto parole ove si vorrebbe rovesciare una benefica falange di fatti schiaccianti di evidenza come lo sono purtroppo il dolore,
il peccato, le ferree leggi del pane quotidiano 1 E se a taluno fosse per avventura
mancato fin qui il senso della realtà cozzante così di frequente colie più sublimi
teorie, tanto che gli riuscisse cosa dei
tutto nuova il contrasto di cui stiamo
parlando, potrebbe costui, io domando,
da quasi un mese a questa parte, salire
in pulpito e usar il solito linguaggio della
predicazione senza provare quel non so
qual malessere morale proprio di chi pur
compiendo un dovere ha l’indefinibile mu
precisä iinpresàione di non rispondere.del
tjftto al Infogno più diretto ed impellente
se mai sentito prima,.. — Fratelli miei,
.^parlaré è per me il eorapito più arduo del
ministerio pastorale non già per fatica
di preparazione ch’esso importi, bensì
pel peso ognor crescente di responsabilità
ond’esso ci ^aggrava. E se tutti più o
meno siam venuti soffrendo in segreto
del contrasto più sopra accennato tra i
fatti della vita e le parole del nostro ministerio;, io ne;benedico Iddio: v’ha qui
un monito solenne a dare ógni attenzione
alle nostre párele, a maneggiarle con? sobrietà e rispetto a chieder loro efficacia
prima che all’esterno nella stessa nostra
persona. Attenti alla « routine p..., attenti
al linguaggio tradizionale, classico, predicazione e cura d’animè.".7Ah 1 l’abitudine... cosicehè là dove coscienza dovrebbe sentirsi del continuo sorvegliata,
s’intorpidisce e finisce di addormentarsi.
Ño, non basta che dottrine siano credute
e predicate con convinzione occorre vissute; non solo banditori, ma testimoni... ;
a tanti anni di predicazione, tanti anni
di santificazione... E nella misura stessa
in cui progredisce santificazione, decresce
contrasto tra... Che importa se fuori...
Ed anche in ora tragica e solenne come
la presente, in cui sembrerebbe che altro
compito...
Cari candidati, voi entrate ricchi di
speranze, fors’anche di illusioni.,.; noi
ci siamo fermati un istante per tendere
l’orecchio alla voce delle vostre esperienze;.. Che Dio benedica le une e le altre... Cristianità — oh ! ironia delle parole .—gettato sfida al Cristianesimo: il
Cristianesmio, l’hà accettata... Possiamo
esseri pronti.
Noi, crediamo, perciò parliamo.
.Il a été facile au Bureau?provisoire désigné d’avance par la Table> présidé par
le doyen des pasteurs en activité, M.r B.
Gardiol de Bobi, de dresser la liste des
membres, du Synode, cette liste étant
déjà prête et les mandats en règle. Le Synode se trouve être composé de 142 membres dont voici les noms par ordre alphabétique:
Arias Attilio, pasteur évang.
Balmas Federico pasteur, Balmas Stefano dép. Conf., Balme Enrico id., Balme
Paolo id., Bertalot Eli pasteur, Bertalot
Antonio dép. Eglise, Berlin Stefano dép.
Conf., Bertinat Giovanni, pasteur évang.,
Bonnet Giovanni pasteur, Bosio Enrico
prof., Bosio Giov. Bartolomeo, pasteur
ém., Bosio Davide pasteur évang.. Buffa
Giov. Daniele, pasteur évangéliste.
Calvino Paolo, pasteur évang.. Celli
Benvenuto id., Chauvie Pietro, id., Coïsson Giovanni dép. Conf., Coïsson Bartolomeo dép. Eglise, Comba Ernesto prof..
Corsani Emilio pasteur évang., Costabel
Alberto id., Coucourde Michele dép. Conf.
Decker Adolfo, dép., Decker Guglielmo
dép. Conf., Decker Cario membre Table,
Del Pesco Guglielmo pasteur.
Falchi Mario dép. Conf., Fasulo Giuseppe pasteur, Favat Giov. Daniele dép.
Conf., Forneron Enrico prOf., Forneron
Davide pasteur, Gardiol Bartolomeo id.,
Gandini Gaspare dép. Conf. III, Garrón
Enrico pasteur. Gay Daniele pasteur ém.
Gay Cesare dép. Eglise, Gaydou Davide
id., Geymonat Davide id., Giampiccoli
Ernesto président Comité, Gönnet Stefano, dép. Conf,, Gönnet Giuseppe, dép.
Conf., Grill Filippo, pasteur. Grilli Giovanni, pasteur évang-, Grill Filippo, dép.
Conf., Grill Emanuele prof., dép. Conf.,
Garnier ing. dép., Conf.
Hugon Giov. Daniele, pasteur ém., Jàhier Augusto pasteur, Jahier Davide prof.,'
membre Table, Jahier Enrico dép. Egliscj
^ 1
3
r
' 'i
Jalla Attilio dép. Conf., Jalla Corrado
ipasteur évang., Janni JJgo pasteur évang.
Lageard Giovanni " dép. Eglise, Léger
Bartolomeo pasteur, Leonardi Ettore
pasteur évang., LongoEdoardo prof., délégué Collège, Long Eli régeht, dép.
Eglise, Long Daniele dép. Conf., Long
Luigi id.. Long Giuseppe id., Longo Giacomo dép. Conf.
Maggiore Cesare, dép. Conf. II, Maggiore Giovanni membre Hôpitaux, Malan
Adolfo dép> Conf., Marauda Giacomo,
pasteur évang.. Marauda Luigi pasteur,
Maurin D., pasteur évang., Messina Giuseppe id.,.Meynier Enrico id., Micol Luigi
id.,-Micol Giacomo dép. Conf., Miegge
Mario id.. Morel Giov. Giacomo dép.
Eglise, Monney Francis dép. Conf., Morglia Vincenzo id., Morglia Raffaele id.,
Morglia Giov. Daniele id., Muston Arturo
pasteur évang., Mingardi Arturo dép.
Eglise.
Pascal Enrico pasteur ém.. Pascal Enrico pasteur, Peyrot Davide id., Peÿrot
Filippo dép. Eglise, Peyrot Francesco dép.
Conf., Perazzi Valeriano membre Comité,
PeyroneJ Francesco pasteur. Piacentini
Mario avv., dép. Conf., Poët Ernesto dép.
Eglise V, Provanelli Em. dép. Conf, V,
Pons Enrico dép. Conf., Pons Pietro, id.,
Pons Davide pasteur évang., Pons Enrico pasteur, Prochet Giov. Davide, dép.
Eglise, Prochet Alberto pasteur, Prochet
Roberto, dép. Eglise.
Revel Bartolomeo pasteur, Revel Eugenio id.. Revel Davide id., Rivoir Giov.
Davide pasteur ém., Rivoir Enrico id.,
Rivoir Giovanni Pietro dép. Conf., Rivoir
Lorenzo id., Ribet Giov. prof., pasteur,
Ribet Adolfo membre Hôpitaux, Ribet
Giovanni Giacomo pasteur évang.. Rocchi
Stanislao dép. Conf.V, Rostagno Luigi id.,
Rostagno Luigi dép. Conf., Rostagno Giovanni prof. TeoL, Rostan, Antonio segr.
Comité, Rostan Francesco pasteur évang.,
Rostan Paolo dép. Conf., Rostan Stefano
id., Rostan Francesco id., Rostan Francesco id., Rostan Edmondo id., Rostan
Enrico dép. Eglise.
Salomon Paolo dép. Conf., Simeoni
Alessandro pasteur évang., Soulier Barthélemy pasteur, Steiger G. G. dép. Cohf.
Tron Giov. Giacomo pasteur ém.,
Tron Carlo Alberto pasteur, Tron Giosué
pasteur évang., Tron Enrico pasteur
évang., Travers Giovanni dép. Conf., Turin Daniele dép. Eglise.
Vigne Etienne dép. Eglise, Vinay Alessandro prof. past.
Sont élus membres du Bureau MM. Ernest Comba prof., président; docteur Robert Prochet, vice-président; F. Peyronel, G. Del Pesco, Ettore Leonardi, secrétaires; et T. Longo, Henri Balme, assesseurs.
En assumant la présidence, M.r le prof.
E. Comba adresse à l’assemblée quelques
paroles pour lui exprimer sa vive reconnaissance de l’avoir appelé à la haute
charge qu’il occupe, sollicitant son concours pour l’accomplissement de sa tâche.
Nous portons, dit-il, une pensée envers
ceux qui ne sont plus: MM. B. Pons, Clerico, Ph. Pons et G. Silva. Nous exprimons notre sympathie aux collègues frappés par l’affliction pendant l’année. Ce
Synode aura la caractéristique de nommer pour la dernière fois les deux Administrations; mais une autre caractéristique exceptionnelle aura notre Synode,
de se réunir dans un moment si grave et
notre Eglise est préoccupée; aussi soyons
unis et prions; délibérons sous le regard
de Dieu, et si quelques questions peuvent
nous séparer, examinons-les avec amour.
Que ce Synode ne soit pas seulement bon,
mais excellent par l’esprit qui l’aura guidé
çt l’influence qu’il exercera. Que Dieu
dirige; guide notre Eglise et sauve notre
patrié^_’_^ ‘
Les séances sont établies pour chaque
jour de 8 heures à midi et de 2 heures à
6 heures; le terme extrême est pour
vendredi à midii s "v ’’ ' Il I ?
On recommande au Bureau de fixer
une séance privée, s’il y a lieu. M.r le
pasteur Calvino clôt par la prière cette
première séance.
MARDI. À 8 heures précises la séance
est ouverte par le chant du cantique 3.e,
par la lecture du chap. xv de Saint-Jean
et par la prière. Après la lecture du procès-verbal, le Bureau nomme comme
membres de la Commission des propositions MM. prof. Bosio, B. Soulier, A. Simeoni, Em. P^ovanelli et D. Turin. M.r
le pasteur Henri Pons lit le contre-rapport
sur la gestion de la Table, accueilli par
des applaudissements.
M.r le Président donne lecture de la
dépêche à envoyer à S. M. le Roi d’Italie, au nom de l’Eglise représentée par
le Synode.
M.r le modérateur B. Léger remercie
la Commission d’examen de l’esprit qui
l’a guidée, en se mettant au-dessus de
toute personnalité. Il demande ensuite
au nom des Administrations réunies une
séance à huis dos.
Quelques observations sont présentées
sur la prédication en langue italienne en
été, et il est bien entendu qu’on n’est pas
prêt à ensevelir le français.
La Colonie d’iris sera bientôt repourvue d’un pasteur, probablement par M.r
E. Tron, qui a, jusqu’ici, exercé son activité à Colonia Valdense.
M.r Ernest Giampiccoli exprime son
regret que la Conférence du Vll.e District se soit permis de porter un jugement >
sur la conduite des pasteurs, sans connaître les faits.
;Â* ¡propos de VInstruction, M.r le Modérateur demande au Synode de se prononcer sur l’utilité ou non d’un manuel,
plutôt que la Bible, dans l’enseignement
religieux à donner dans nos écoles. MM.
A. Jalla, Falchi, Piovanelli, J. Bonnet,
T- Longo, Calvino, sont favorables au
manuel, tandis que F. Rostan, J. Long,
J. D. Prochet, J. Gönnet, D. Jahier et E.
Balmas préfèrent retenir la Bible; Tordre
du jour est adopté à l’unanimité.
À propos du Collège, M.r P. Chauvie demande des explications sur l’enseignement religieux donné par les pasteurs au
Collège, explications qui viennent données par MM. C. A. Tron, J. Tron et
Falchi.
On touche à la question s’il est nécessaire d’envoyer des lettres de condoléances
aux familles frappées par le deuil ou
épreuves; on recommande qu’il faut se limiter aux cas exceptionnels.
Au paragraphe Mutation de pasteurs,
le Synode accorde ïéméritation au pasteur M. J. B. Bosio.
Au paragraphe Finances, M.r le Modérateur exprime sa reconnaissance au
nom de la Table à M.r J. D. Cougn pour
le travail qu’il a accompli comme caissier
de la Table.
M.r David Peyrot propose des remerciements à M.r Perazzi pour tout ce qu’il
a fait en faveur de l’Ecole Normale. M.r
Perazzi tient-à s’associer les collaborateurs qu’il avait avec lui.
M.r A. Muston croit juste le principe
que la Table puisse accorder une procuration générale, qui facilite de beaucoup
la mission du Président du Comité. MM.
H. Pons et E. Giampiccoli combattent
cette manière de voir dans l’intérêt de
l’Eglise.
M.r le Modérateur demande si le Synode est préparé d’accorder à la Table
d’intervenir dans Tadministratio|i;;de$
inim^^M (JonsisitqiBi
M.r Hr PòTffs ' erôît qüe eetâ est utile -et
bon. M.r Josué Tron recommande d’étju- ^
dier la question dans les Çonférehées.
5MM. ÍFailli et? B. Itevel reqqmmandent
•les r|v|t|u|^ dès corôpftes. |,s ¡>{1
"M.r H.' Pons réclame pour le Val SaintMartin, des subsides à accorder aux élèves qt^ se*préparent à devenir régents
dans les écoZes de quartier. Une discussion
s’engage sur l’assignation des bourses aux
élèves de l’Ecole Normale. ,i
La séance de l’après-midi est à huis:^ clos.
Délibérations Synodales des deux séances à huis clos:
«Rer.ieriâformazioni the ho avutele
« per la' cfichfaraziohe' fatta dal pastore
« sig. B. Léger, non esito a riconoscere
« che Tatto dell’invio della circolare ai
« Valdesi firmata da molti pastori non è
« dovuto a questo che il Moderatore abbia
« ceduto in alcun modo a pressioni del« l’Autorità tutoria, mentre ubbidì in ciò
« ad Sutvinzione personale.
« Voìentieri dò atto di questo per to« gliere ogni più azzardata e meno esatta
« interpretazione che si possa fare dal
«pubblico dei fatti avvenuti,
« Esclùdo purè, per dichiarazioni da
« essi M|dmi* che da parie del Modera« tore e del Presidente del Gomitato di
« Evangelizzazione ci sia stata alcuna
« azione intimidatrice presso i pastori per
« indurii a firmare la nota circolare, i - t
« Inoltre, riguardando indietro a tutta
« la lotta passata, in uno spirito di pàci« ficazione degli animi e di amorevole rie« sanima di quanto è avvenuto, dichiaro
« che, se nella lotta ci furono da parte mia
« parolq cfdiaR^i eeoessivi -p e certo Ci fù« rono — dèsidefó che sièùo del tutto cáh« celiati, per la stima che ho del Modera« tore, degli Amministratori e dei pastori,
« cui è affidata la direzione della Chiesa,
« e per la cordialità delle relazioni .che
« debbono intercedere, fra noi; stima ’ e
« cordialità di relazioni che confido ii, « mar^nno inalterate da unà parte é dùl« l’altra nonostante i dissensi di convìp"
« zioni politiche. Mario FalghI ))|!
« Il Sinodo dichiara che, non avenóle
« Amministrazioni come tali preso phite
' « alia lotéa elettorale pòlitfCàì ?essel liòn
« hanno in alcun modo esorbitato daP loto
« mandato — e riconosce che i membri
« 4el„Corpo Pastorale, anziani, e„diaconi;
« firmatari della cireolàre «
« prochaines électìònfpoUtiiques » altro noii
« hanno fatto che esercitare un loro na« turale diritto »..
- ■ ' * / '■
« L’Eglise Vàùdbise poursuivant un
« bùt moral et religieux, par tradition et
« par principe se désintéresse des compé
« tirions des partis politiques, mais au
« nom de la liberté de pensée et de con
« science pour laquelle ses enfants sont
« morts parTfiïllîërs, élÎê laissé à’ ses àdhé-’
« rents comme citoyens, qu’ils soient pas
« teurs, professeurs, régents ou agricul
« teurs» de suivre les partis politiques qui
« répondent mieux aux besoins de leur
« éceur, ou aux tendéncés de l&r éspfit,-
« tput en les invitant à ne jamais oublier
«.iés devoirs ’de charité, dé prudence, de:
« jiistice et d’équité ».
|CHRON10UEJIAUDOISE
^ BOBI. Jeudi 3 septembre les « mères »
du Villar et de Bobi eurent le plaisir et le
privilège d’être visitées par M.rs^Miller
qui leur apporta deîla part de M.rs Middleton un message «affectueiik,/ ' s
Le Psaume xxxiv, fut le sujet d’un
entretien édifiant et béni, suivi d’une causerie familière pendant le thé, i:
Nous remercions de cœur M.rs Miller
pour ses paroles encourageantes et nous
envoyons à M.rs Middleton, T amie fidèle
des « mères » des Vallées, avec l’expression de notre profonde reconnaissance;
nos vœux les plus affectueux.
Une mère.
LA TOUR. Samedi dernier M.r le pastear Fasulo présida les obsèques de Jean
^Cougn, des Medies, décédé subitement à
î’âge de 75 ans. Que Dieu console la famille affligée.
—• Dimanche dernier, malgré la pluie,
une très nombreuse assemblée se rendit
au temple pour adorer Dieu et entendre
le message du pimL.I>i-r';]E:^st"^
qui attir anotre attention sur la Sainteté
de Diteli. Ge discourt fut écouté avec |e
plus vif plaisir. ^ ^ j
•^rDimaùçhc prochain, 13 septembre,
le éulte será, ÍD.' V.,' présidé par M.*il.
Gianipiccoli, président du Gomité d’éyartgélisation.. Le culte aura lieu éh langue
française. . rfl'i; - • i
• ‘ a ■ .fi»
— Lundi soir, à huit heures précises»
devant une norobréùse asséinblée,' M.rté
président de la. SôcUlé WHisïôxrê Vaudéisp
prof. Jahier, ouvre la séance,‘On débuté
par la lecture du procès verbal fait par
JM-r le pasteur J. D, A. Hùgon., ^it^lé
rapport annuel présenté par le Présideuli,
qui communique à l’assemblée que 110
nouveaux membres se sont ajoutés, ce
qui porte le nombre des membres à ITO.
Ce nombre, cependant, doit être élevé à
2ÒÓ pour faire face aux besoins du ino?
ment. M.rTe Président, èn présentant TOjpuscule du n février croit qu’il serait bon
que chaque Paroisse éut une monographie
comme celle du Villar.
C’est à lM.r Lucien Cramer qu’on doit
le Bulletin de Pâques sur^^la Glorieuse
Rentrée. Le Bulletin du, Synode a parq
quelques semaines avant,ta session synodale, Bulletin riche et varié. Le Burtàii
s’est fait représenter en Allemagne
M.r Bonin. La Société est en très buuà
termes avec la Société Protestante
France, de laquelle elle a reçu les vo|uraês
qui manquaient pour compléter là cpij
lection de la Revue du Protéstántis}ñé
f rançais. Le Musée de Thiatoire yaùdoilé
a été ouyert un jour par semaine»au p%4
bbc, mais les visiteurs ont été rareà.
Llétat financier est comme suit s Entrêès
frs,. 2110 Sorties, fra. 1485,25 ^
caisse, frs, 1624,27.? I' -1. -û ï ij p »
^ M.r le -pasteur David- Peyrot prései^e
un travail sur les relations entre les Vani
dois et les Mor aves au temps de Zinzendorf^
travail très intéressant.Æ :
;"M.f J..D, À. Hugûn ijlijUn travail suç
ipu bouc ¿Í loü luoa dans ta ecçpella de Roràl
!, Le Bureau est recohiirmé én-les .per¿
sónuesr de M,é lë proî.ii0ahiéh:,
B- Peyrot, vice-président; prof. Ma^
•'ïSAINT-JEAN...Laborieuse et persfc
yèrânlè. ’Telle s’eùt démbhtréé notre jeij^
nesse dans son désir de venir à T aide de
nôtre Asile des Vieillards par une soirélB
payante de représentations. À la dailÈ
firiée, shmédi dirnler,» une jdiié bptânte
et uh public forcémèiit résrièinf. Lâ soirée a été répétée mardi, avec ùh succès
des plus encourageants. On s’y est bièa
amusé, par exemple, et Ton a beaucoup
applaudi. Les monologues dit avec Un
art.siq>épieúr par
drame Les Rantzau, touchant d’un dra-raatisme- élevé et comique tour -à-tourv
Ja farse^^arante ^ui a^sq^
tâient bien. Nous devrions signaler com-*
bien de noms parmi ces chers artistes imi
provisés: M.lle Giulia Gay, parfaite dans
son beau et noble zélé de jeune fille ai-^
mante et fière;M,lle Esterina Gay, épousq
idéale càmme ^éribèiOrhiê ifbmestique et
tendres soins; et enfin nos vieilles»et chè?;
res connaissances de la scène : M.r Henri
Bellion, admirable de vérité dans son
personnage de vieux régent débonnaire,
affectueux, dévoué, tour à tour timidé'
et héroïque,M.r Paolo Martinelli, artiste
consommé, vrai benjamin de la scène,
impayable dans sa comicité irrésistible,,
puissant dans sa véhémence contenue;
M.r B. Archetti, si sympathique dans soit
impétuosité juvénijih èt hojhs Isn^ssons
des meilleurs^ 1 * IH H |
Une bonne soirée, enfin, dont nous
vous remercions chaleafeusem«nt, chers'
jeunes amis, pour le- pîâiSiriqu’elle nous
a donné et le but généreux qu’elle a pleinement atteint. '
C.-A. ÏBON, Direciew-retifoatabie.
" BUONO A SAPERSI^
Una conseguenza della guerra sarà certamente In mancanza di tutte te
gative di 'eùi, in ispeéial tno&,*' érà'vaino
tributari dall'estero.
Occasione quindi questa per preferire To£tima Acqua Purgativa Italiana « Gioconda »
che, pur essendo uguale, se non superiore
per efficacia e bontà aUe congeneri u^heresi, viene però Venduta à ttugUoricòhdtelohi.
Inviare richieste alla Ditta
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. 'Quièto treno (ermerä »'S. Secondo e Cap
P*fdttiifarnWt.il Sal)at»(nMi'eat««i>iiierél^
M.co-co c^« n ço fo.*^
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È un preparato speciale indicato per ridonare alla barba ed ai capelli
bianchi ed indeboliti, colore, bellezza e vitalità dèlia prima giovinezza
senza macchiare nè la biancheria, né la pelle. Questa impareggiabile
composizione pei capelli non è una tintura, ma un’acqua di soave profumo che non macchia nè la biancheria ne la
pelle e che si adopera con la massima facilità
e speditezza. Essa agisce sul bulbo dei capelli
e della barba fornendone il nutrimento necessario e cioè ridonando loro il colore
primitivo, favorendone lo sviluppo e rendendoli flessibili, morbidi ed arrestandone la
caduta. Inoltre pulisce prontamente la cotenna
e fa sparire la forfora. — Una sola bottiglia
basta per conseguire un effetto sorprendente.
Il
m
¥lH
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AllilER MllDDRERIE
«V» «V» «v» ««'««' en tous genres.
db Objets d'ornement et de fantaisie, etc.
Signori MIGONE d C. — Milano
Finalmente ho potuto trovare una preparazione che
mi ridonasse ai capeili ed alla barba il colore primitivo,
la freschezza e ia b. Pezza della gioventù senza avere il
minimo disturbo neirapplicazione.
Una sola bottiglia delia vostra Anticanizie mi bastò ed ora non ho un solo pelo bianco.
Sono pienamente convinto che questa vostra specialità non è una tintura, ma un'acqua che
non macchia nè la biancheria, nè la pelle ed agisce sulla cute e sui bulbi dei peli tacendo
scomparire totalmente le pellicole e rinforzando le radici dei capelli, tanto che ora essi
non cadono più, mentre corsi il pericolo di diventare calvo. PEIRANI ENRICO.
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