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Prof.
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DELLE VALLI VALDESI
Set I i m a n Ble
della Chiesa Valdese
Anno XCII — Nnm. 2 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per l’imemo « Eco » e « Presenzè Evangelica » Spediz. abb. poetale • I Gruppo 1 TORRE PELUCE — 12 Gennaio 1962
Una copia Lire 30 1 L. 1.800 per l’eslero interno L. 2.000 • mistero L. 2.800 Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Axmnin. Ciaiidìaiia Torre Jfellice - CÆT*. 2-17557
-•X
(( Come crederanno, se non v'è chi predichi ? »
Al Dio sconosciuto
(c Voglio essere sepolto qui, con tutti i miei sogni ». A sessant’anni, distrutto da una vita di sofferenze e disagi, David Livingstone ormMiv prossimo al grande viaggio cosi scriveva al giornalista Enrico Stanley. AyOyà tra*'
scorso trentatrè amii nelle zone più selvagge e pericolose dell’Africa adoprandosi come missionario e filantropo in uno slancio di sovrumana abnegazione, aveva esplorato 29.000 miglia di territorio dando con le sue scoperte un impulso enorme alle conoscenze umane, senza mai perdere di vista
i due grandi scopi della sua vita: l’abolizione della tratta degli schiavi t
I’evangelizzazione dell’Africa. Il 1 maggio 1873 egli moriva, scio, inginocchiato in preghiera jtresso il giaci.glio, nel cuore del Congo in mezzo ai fra
telli negri. Nel supremo messaggio
inviato al grande amico aveva riassunto l’ideale della sua vita missionaria.
E’ trascorso un secolo dagli anni
in cui Livingstone svolse la sua opera, e nella terra dove visse, unico
hianco, per portare la Parola di Dio,
oggi si scatena il conflitto lungamente covato e alimentato dagli errori
di una civiltà che raccoglie i frutti
di (juanto lia seminato. Quei popoli
ll^ano oggi la libertà riconquistata
jicr vendicarsi degli emancipatori
clic praticarono leggi a due pesi e
due misure secondo l’anticristiana
discriminazione razziale. L’odio travolge villaggi e tribù, la follia bestiale si manifesta nell’animo degli
indigeni che Livingstone chiamava
fratelli.
Perchè? La domanda è inutile. La
nostra civiltà che ha creato foibe t*
lortii crematori, torture, leggi e tribunali s|>eciali, armi tremende e raf
finali strumenti |)er lo sterminio non
ha mtlla da dire. Dopo aiver’mnalzato centinaia di templi al vitello
d’oro ha lasciato crescere l’erba sulla soglia del tempio dedicato al Dio
sconosciuto. La tiviltà h.a progredito separata dalla Fede, ha portato
macchine e mezzi per dominare mercati e traffici, per sfruttare miniere,
e manoilopera, ma giunti al rendimento dei conti, dopo decenni di
protettorati e colonialismo, vediamo
(he il Cristianesimo ha ancora molto cammino da percorrere prima di
aver conquistato "li animi e convertito i popoli.
Dal Centro Sud del Congo partono ancora le carovane di schiavi che
a Zanzibar vengono convogliate verso Gedda per il grande affare sulle
piazze di Arabia e di Giordania. Re
Hussein e re Ibn Saud ne sanno qualcosa, e anche l’ONU. Dov’è finita la
Bibbia che Livingstone battendo i
denti per la febbre gialla leggeva
aali indigeni accovacciati ai suoi piedi ?
La necessità di un’opera missionaria è tanto più forte oggi in quanto l’umanità si lascia indietro il messaggio evangelico sostituendo le leggi della chimica e della fisica a quelle dell’amore fraterno. Dalla nostra
casa, da quella del nostro vicino, la
zona da convertire è immensa, abbraccia tutta la terra. Bisogna ricondurre Cristo là dove l’odio e l’egoismo lo hanno scacciato, bisogna portare la Sua parola dove non ancora
è giunta o è caduta nel terreno sassoso. I popoli hanno sete di giustizia e di verità, coscientemente o no,
essi attendono che qualcuno apra le
porte del tempio a al Dio sconosciu
ton per annunciare la Buona Novella.
E’ un’opera immane che ci rivela la
fragilità delle nostre forze 'e ferma
il piede prima di iniziare il cammino. Ma « tutte le estremità della terra si ricorderanno dell’Eterno e si
convertiranno a Lui » (Salmo 22);
l’opera sarà possibile; la profezia de]
salmista trova conferma nell’Evangelo che « sarà annunziato a tutta la
terra ».
Il vecchio mondo è tutta una terra di missione; ovunque sorga una
capanna di fango o un grattacielo ivi
c’è bisogno di una missione perchè
gli operai di buona volontà lavorino
nel nome di Cristo. La fede non può
essere un’acqua nascosta nel cavo della roccia alla quale soltanto colui che
conosce il segreto può salire, ma dev(( erompere dai fianchi della montagna per divenire il fiume benefico
destinato a saziare gli assetati della
pianura.
Aiutiamo con ogni mezzo l’opera
delle Missioni. La vigna è tanto vasta, e la messe è molta. L’Africa,
l’India, l’America, la Cina, ogni parte del mondo attraversa una fase ri■solutiva nel fermento di nuove con
cezioni sociali '■ nazionali. Popoli
nuovi, nuove Chiese si accingono a
costruire qualcosa che sia veramente benefico e innovatore per le esistenze dei iniliouii di individui. La
Parola più profonda e veritiera non
può dirla che il Cristianesimo.
La Missione rappresenta oggi qualcosa che si identifica con le esigenze non solo spirituali ma aderenti
alla stessa vita materiale dei singoli
e delle nazioni; quanto più grande è
la necessità di questo fervido intervento tanto più sembra ardua la lotta e difficile la vittoria. Ma non .si
combatte soltant(, quando essa arrida
in partenza. Portiamo Cristo sulla
strada d’asfalto o nei recessi della
giungla; allora i manuali di democrazia, le libertà civili e militari potranno tramutarsi non in forze negative e ferocemente ostili ma in un
compiuto ritorno al Principe della
\ita, all’unica fonte della Verità che
ci rende liberi. Marco
§[Da[D02=aiisia
« Je vous ferai pêcheurs d'hommes »
(Marc 1 : 16-20)
Par quelle .promesse Jésus décide-t-il les jeunes pêcheurs auxquels il s'adresse à tout quitter pour le suivre?
Il ne leur parle ni de repentance, ni de jugement à venir, ni
de vie éternelle. Par une audace singulière il leur propose ce qui
devrait les épouvanter : « Je vous ferai pêcheurs d'hommes », leur
dit-il.
Si Jésus leur parlait de leur bonheur, de leur salut, ils pourraient
répliquer qu'ils se trouvent bien ainsi ; mais il ne s'agit pas d'euxmêmes, il s'agit de devenir les instruments de Dieu. Qu'objecter à
une telle proposition? Elle va droit à leur conscience, ils ne peuvent
s'y refuser.
Glorieuse résolution de ces jeunes ouvriers qui, les premiers, osent
se fier à Jésus-Christ et devenir ses disciples. Ils ouvrent la voie qu'une
multitude suivra.
Nous ne pouvons trop les bénir.
Après avoir été disciples, ils deviendront témoins.
Par eux, la grâce du Fils de Dieu sera reconnue et proclamée,
par eux, elle viendra jusqu'à nous et elle ira à tant d'autres peuples.
L'appel de Jésus, je l'entends moi aussi. C'est une promesse autant
qu'un appel. Il me convie à le suivre. Jésus m'introduit dans son intimité. En même temps que mon Maître, il devient mon ami.
L'appel de Jésus, je l'entends moi aussi. C'est une promesse autant
qu'un appel.
G. BOUTTIER
(Journal des Missions Evangéliques)
SOCIETÀ’ PELLE MISSIONI EVANGELICHE DI PARIGI
L'Assemblea Generale dì Lione
A Lione, città cara ad ogni cuore vaMese, perchè fu la culla del niovi>
jnentn riformatore di Pietro ValdOt imiavolo luogo nel giorni 13 e 44
dicembre l'Assemblea Generale della "Società delle Missioni dì Parigi"
Questa assemblea che si riunisce annualmente, comprende i membri del
Comitato Direttivo, i rappresentanti
delle Autorità Ecclesiastiche delle varie chiese francesi che collaborano
colla Società, alcuni delegati della
Commissione Svizzera delle Missioni
d: Parigi, e i delegati dei Comitati
Ausiliari, che sono gruppi di amici
delle Missioni, costituiti per regioni
Questi sono i membri che hanno di
ritto di voto e nominano i membri
del Comitato Direttivo.
Sono membri con voce consultiva i
dipendenti della Società, e cioè, il Di
rettore ed i suoi coadiutori, i rappre
sentanti della Società in Alsazia,
Svizzera, Italia e Gran Bretagna, i
missionari in congedo e i delegati del
le Giovani Chiese sorte dall’opera del
le Missioni. Quest’anno erano presen
ti due missionari valdesi, e cioè, la
Signorina G. Jalla ed il sottoscritto,
ed un valdese di origine se non di nascita, il Signor Pons, figlio di valdesi
stabiliti a Marsiglia, oriundi dei Clos
di Villasecca. Con grande rincrescimento della Direzione della Società
delle Missioni, il pastore E. Ayassot,
che la rappresenta in Italia, non aveva potuto lasciare la sua parrocchia,
a causa della prossimità delle Feste
Natalizie.
Cinque Giovani Chiese erano ufficialmente rappresentate :
1, La Chiesa Evangelica del Gabon
dal pastore Ndong Amvame, presidente del suo Consiglio Nazionale.
Autonoma dal luglio 1961.
2 La Chiesa Evangelica del Madagascar dal Senatore Hermann Ravelomanana, membro del suo Consiglio Nazionale e Direttore dell’Insegnamento Protestante. Autonoma dal 1958.
3 Le Chiese Battista ed Evangelica
del Cameroun, dal presidente del
loro Consiglio Nazionale, pastore P.
Mbande. Autonoma dal 1957.
4 La Chiesa Evangelica del Togo, dal
Segretario Generale del suo Comitato Sinodale. Autonoma dal 1959
5. La Chiesa del Barotseland (Zambesi), dai pastori E. M. Ngula e P.
Kazhila, venuti in Europa per completare i loro studi. Non ancora au
tonoma.
Le funzioni deH’Assemblea Generale sono le seguenti: Riceve ogni anno
e discute il Rapporto Generale del
Direttore, e quello del Tesoriere, fissa
Il preventivo delle spese, e prevede
per mezzo di mète proposte ai Comitati Ausiliari francesi ed alle chiese
estere, le offerte ohe dovranno bilanciare le spese. Nomina i membri del
Comitato Direttivo. Ascolta e discute i messaggi portati dai missionari e
dai delegati delle Giovani Chiese.
Chi manderò 7
E chi andrà per noi 7
Il Direttore, pastore Ch. Bonzon,
prendendo lo spunto dalla domanda
del Signore ad Isaia : « Chi mande
Ebbi fame, e mi deste da mangiare ;
fui forestiero, e mi accoglieste ; fui ignudo
e mi rivestiste. (Matteo 25)
Immenso è il compito delle Chiese, in particolare attraverso le opere missionarie, per accompagnare la loro testimonianza all'amore redentore di
Dio in Cristo con atti concreti di solidarietà e di
aiuto, in risposta all'immensa distretta di popoli
interi, rosi dalla fame, dalle malattie, prostrati in
una vita sub-umana. E quanti bimbi tendono la mano
o portano nel loro sguardo un doloroso interrogativo, bimbi algerini, congolesi, angolesi, pakistani...
rò? », ha reso conto dell’appello lanciato l’anno scorso dall’Assemblea, per
65 nuovi missionari. Di questi 41 sono stati trovati; 26 pastori, 16 insegnanti, 5 infermiere, 2 medici, 3 laici
per attività diverse. Alcuni sono persone che hanno lasciato le loro par
rccchie, scuole ed ospedali, dove erano ben sistemati, per rispondere all’appello urgente delle giovani chiese.
Molti cristiani in Europa credono
che le giovani chiese, gixmte alla loro
autonomia, non hanno più bisogno
deH’aiuto dei missionari. Invece si è
verificato proprio Topposto, e le domande di aiuto che pervengono alla
Società delle Missioni, sono più numerose ed insistenti che mai. Uno dei
delegati ci ha detto : « Non vi stupite
se domandiamo aiuto. Da quando slamo noi responsabili dell’opera di Dio
nel nostro paese, vediamo più chiaramente tutto quello che c’è da fare».
Un altro disse, dot» aver esposto i
bisogni della sua chiesa ; « Che volete,
quando si è sani, si ha buon appetito ! ». Lo stesso ha aggiunto ; « Da noi
i genitori aiutano i giovani sposi a
mettere su casa. Aiutateci a metter su
la nostra! ».
Ohi partirà 7
Perciò lo sforzo continua per trovare le 23 unità che mancano ancora;
12 pastori, 8 insegnanti, 3 medici.
Un grido particolarmente angoscioso è stato lanciato dai missionari del
Lessouto, dove 4 pastori sono urgentemente e assolutamente necessari, per
far fronte ad una situazione quasi di
sperata. Quest’appello è Stato sottolineato da un ordine del giorno della
Assemblea, che ha chiesto alle chiese
d: fare ogni sforzo per trovarli. Non
SI tratta di studenti in teologia che
potrebbero partire fra uno o due anni, ma di pastori che potrebbero essere disponibili nel giro di pochi me
Da parecchi anni il numero dei pastori che hanno risposto agli appelli
delle Missioni, è stato di gran limga
inferiore alle necessità, e come lo ha
detto il Direttore: «Una situazione
come quella del Lessouto, mette in
evidenza i limiti che noi stessi imponiamo alla nostra ubbidienza all’appello di Dìo». Possa Iddio far saltare
in aria questi limiti.
Il Direttore ha precisato che l’aiuto che le giovani chiese domandano
con tanta insistenza, porta particolarmente sulle categorie seguenti;
1. Dei pastori per dar maggiore vigore alla evangelizzazione dei padani, e per la ripresa dell’opera in regioni che sono state sconvolte dalla
rivoluzione, come quella dei Bamileke nel Cameroun.
2. Dei pastori che collaborino con i
7Ï-«*
pastori indigeni, nella direzione di distretti ecclesiastici.
3. Dei pastori che aiutino spiritualmente e intellettualmente i pastori
indigeni (completando così la loro
preparazione, che per molti è stata
molto elementare) e che formino, mediante corsi speciali, dei laici attivi
e capaci di impegnarsi utilmente nella collaborazione con i pastori.
4. Professori di Teologia per le scuole pastorali, organi essenziali allo sviluppo futuro delle giovani chiese.
5. Professori per le scuole secondarie, e non più maestri elementari, come era il caso nel passato.
6. Dottori ed infermiere per gli ospedali e le cliniche, parte essenziale della testimonianza cristiana in quei paesi depressi.
7. Specialisti per le opere giovanili,
la stampa e l’amministrazione.
Ohi partirà 7
NeH’ultima parte del suo rapporto
il Direttore ha spiegato come l’opera
missionaria riesce a trovare gli uomini e i mezzi finanziari necessari. Dopo aver menzionato con riconoscenza
lo sforzo sostenuto durante l’anno dalle chiese e dai comitati ausiliari in
Francia, nella Svizzera, ed in altri
paesi, egli ha menzionato un problema importante di struttura, che con
cerne le relazioni della Società delle
Missioni con le Chiese.
Molte persone in Francia come nella Svizzera, credono che l’Opera Missionaria dovrebbe essere integrata alla Chiesa, o meglio alle chiese.
In Francia è stato proposto all’Assemblea Generale Protestante che si
proceda ad una tale integrazione, non
soltanto dell’opera missionaria, ma
anche delle opere giovanili, della Missione Interna per l’Evangelizzazione,
della Cimade ed altri movimenti ohe
si sono sviluppati fin qui parallelamente alle organizzazioni ecclesiastiche.
R. Coìsson
(conlinita in 3'' pagina)
2
IMg. 2
!S5Ç86)3Ç^"‘
E’
T utt0f4f »'Mondo
e paese] ?
que<&ta una frase che, come questuai*
tra: « E dappertutto lo ateaso », si sente
ripetere assai sovente.
Vorrei invece dimoelrare il contrario, almeno^ per quanto ri^guarda un particolare,
e t-ioè come si è concluso il 1961 alla RAI.
TV, e come si è invece concluso alla Radiotelevisione svizzero-tedesca. E mi riferisco proprio agli ultimi minuti del 31 di
cembre.
Da noi, collegamenti con locali notturni :
baldoria, fumo, spumante, canzoni volgari e ributtanti, degne della massa più mediocre e di gusti molto ma molto regrediti.
Dalla Svizzera, al contrario, lo studio di
Basilea trasmetteva per radio anzitutto il
mes^ggio delle magnifiche campane, del
« Münster » cui si univa un coro di ottoni
con un corale di Radi (per l’esattezza il
n. 23» della nostra raccolta « Psaumes et
C. »). Seguiva poi un messaggio del Presidente della Confederazione e ancora un
brano di musica classica. Infine dalle 0,30
alle 2, un programma di musica leggera.
La televisione trasmetteva invece dalla
Peters-Kirche di Zurigo un concerto di musica sacra col motto «Gesù dev’essere la
prima parola nell’anno die viene » teirminando i suoi programmi alle 0,05.
^ Questo per quanto riguarda la fine dell’anno die dovrebbe essere un momento
solenne di raccoglimento e di ravvedimento.
Per continuare la mia dimostrazione, desidererei mettere in evidenza alcuni nassaggi di un articolo pubblicato in prima
pagina d-al redattore del Radiocorriere della Svizzera tedesca, parole che traduco e
che ritengo assai significative. L’articolo si
riferisce al Natale 1961 e Wurt Weibel seri,
ve tra 1 altro : « Noi siamo circondati ora
da infinite comodità che ci rendono la vita
meno penóisa : macchine, apparecchi, invenzioni di svariato genere. Però, ci sentiamo
veramente in casa nostra? Malgrado tutto,,
malgrado i progressi della scienza ci sentiamo veramente a ’’notre aise?”. Il mondo ci guarda freddamente; noi partecipiamo con indifferenza al volgere dei
tempi, siamo gli stessi, sia ohe il sole dardeggi, sia cihj ,si alzi airorizzonte : viviamo
con indifferenza, come degli estranei. Co
sa significa ’essere a casa?”. Significa certamente; essere in compagnia, essere al
curo, essere protetti, essere riparati. Significa essere senza timore, vivere senza ansia. Possiamo noi vivere senza paura? Sì,
se non ci fosse odio tra Est e Ovest, se non
ci fossero parole di provocazione, se non
ci fosse la minaccia di una guerra, se non
si togIies.se Tinnoeuita aUa pioggia e aJk
neve, rendendole radioattive, se non ci
fossero cannoni e stivali che non aspettano
altro ohe di essere messi in libertà per
camminare e travolgére, se non ci fosse
invidia, falsità, cattiveria, arroganza, mascheramenti; se non ci fosse tutto ciò, allora potremmo sentirci veramente a casa.
chez soi” come lo richiede il Natale. E’
molto difficile poto ancora prestar fede
alle parole dell’angelo; ’’Non temete...
Quando eravamo bambini, ci sentivamo in
casa nostra, in questa santa notte, nella
luce, nel tepore, nella protezione contro
oigui male. E oggi? Oggi che slamo adulti?
In quale mondo viviamo?
« Noi cercJiiamo sicurezza, calore, verità
dello spirito, in una parola una caisa che
ci accolga e ci protegga anche se sul mondo di oggi non possiamo più trovare una
casa, come Fintendiamo noi.
« Cioè; possiamo ancora trovarla. E per
questo occorre una sola cosa; la grazia di
Dio ».
Sono parole effettivamente molto eloquenti, tanto piu che non sono apparse
su un giornale di chiesa o un bollettino
parrocchiale, ma su un settimanale letto
dalla maggioranza della popolazione, che
come si sa, e di lingua tedesca.
Ecco come si cerca di portare nel poipolo
un inesisaiggio in oocasione di particolari
solennità religiose, e « almeno » per Natale si sa trovare q-ualche argomento spirituale, àdatto alla circostanza che dica qualcosa df- concreto e di profondo.
E lo stesso messaggio è stato portato al
popolo dalla Radio Svizzera il giorno di
Natale.
Co<sa ha detto la nostra Radio per Natale, a parte quelle briciole di tempo consacrate con tanto rincrescimento al Cullo
Evangelico? Le stesse cose di lutti i giorni, le stesse canzoni, le stesse intemiinabill e penose ripetizioni di questo e auest altro prodotto detersivo, o digestivo.
Neanche a Natale la maggioranza del no.
Siro popolo ha bisogno di qualcosa di più
prolondo e di più spirituale.
Nella «religiosissima » repubblica dei fe.
stivai di canzoni e altre manifestazioni del
genere non c e sitato posto per sentire qualcosa di più editìcante, neaniolie a Natale!
In tutto l’anno non c’è neanche il posto
per consa-crare un giorno alla meditazione
e al ravvedimento, come c’è invece in Svizzera e in Germania.
Se è dunque vero che lutto il mondo è
paese, io credo che non sia cosi. Se è còsi'
per gli altri, comunque, cerchiamo noi Vaidesi, cioè Valdesi non solo dii nome, ma
di fa'tto, di non confonderci colla massa
che ci circonda, ma di comiportarci in modo da saperci ancora distinguere dagli àitri e di riconosicere che non tutto il mondo
è paese. F. Rivoir
Al LETTORI
_ Per assoluta mancanza di spazio,
siamo costretti a rimandare al prossimo numero, che sarà a 6 pagine, vari articoli, corrispondenze, lettere alla direzione. Ce ne scusiamo con gli
autori.
LUSEHHA S. 6I0VANK1
Alle soglie dell'anno nuovo
Ruonf» Í» *1^ _ _• I. • 1 i> . • . 1 . ..
Buone e raoeuhe le assemblee ai culti
di Natale, Fine e Capodanno, nei due templi e nelle Seuole-Cag^ielle di Mourcious e
Vigne, malgrado l’improvviso irrigidirsi
dri teanpo e... delle strade. L’aBsemblea
piu numerosa si è forse avuta al culto
^rale di fine d’anno. Dopo aver ricordato
1 nomi dei fratelli e sorelle ohe, negli
ultimi dodici mesi, il Signore ha richiamali^ a Sè, quasi tu|tì i membri comunicanti ^presenti si sono aocoetati alla mensa
del Signore, Un vivo grazie alia nostra Corale, al suo Direttore e al nostro organista per il fedele efficace apporto recato a
questi culli. ,
Una novità assai apprezzata quest’anno;
coro delie bianche voci dei notsiri bimbi al cullo di Capojlanno. Grafie, Gustavo, per la felice promettente iniziativa.
Raccolti e commoventi i culti liturgici
di Santa Cena al Rifugio Re Carlo Alberto
e all Asilo dei Vecchi, in cappella o al
capezzale di ogni infermo.
Dopo il culto serale del 31 dicembre un
buon numero di membri di chiesa e di
unmnisti si sono riuniti neUa grande Sala
-Albarin per attendervi insieme il nuovo
anno. La serata, rallegrata da un’umoristica improvrisazione dei nostri bravi filodrammatici si è conclusa, allo scoccar della ventiquattresima ora, con il canto del
I inno deli addio e dèlia speranza cristiana.
Naturalmente tutte le nostre tradizionali
feste dell Albero (e ohe alberi, quest’anno!) hanno avuto luogo con gran partecipazione di pubblico grande e piccolo. La
sene si è iniziata con la lieta festa dei piccoli del Giardino d’infanzia, il 23 dicembre; la Domenica 24 nella Cappella del
Rifugio si accendeva un magnifico abete
intorno al quale si succedevano applaudìlisisimi recite e canti di giovani ricoverati.
II medico dei nostri Istituti Doti. Gardiol
ha contribuito alla gioia dei presenti con
la proiezione di alcune delle sue belle diapositive a colori. Anche all’Asilo xmr Vec
ihi la festioriuola intorno all’albero di oltre due metri ha rallegrato i nostri canuti
ospiti. Ben riusrita pure è stata la festa
Scuole Domenicali svoltasi nella Sala Albarin il pomeriggio del 26 dicembre, con
imponente partecipazione di bimbi e ge
nitori ed amici, tutti ammirati per lo splen.
dente abete di sei metri e mezzo punteg
giato da oltre 15» vere candeline. Bene intonati e recitati dialoghi e poesie e ottima
esecuzione dei canti d’insieme. Grazie a
lutti i fedeli collaboratori per la accurata
preparazione di ogni dettaglio e ai quattro
o cinque giovani che da soli hanno provveduto al taglio e al trasporto dell’imponente abete e alla famiglia Oditi donatrice.
Ottima riuscita dalla festa dell’Albero (un
vero abete, di 3 metri e mezzo) nella grande Scuola di Mourcious dove si sono alternati una quindicina di bravi piccoli attori. Più modesta ma non meno vibrante
di sentimento e di fede l’ultima celebrazione per piccoli e grandi nella Si-uolelta
delle Vigne il 10 gennaio dove i panettoni
non più di stagione eran bellamente sostituiti da due monumentali focacce.
Richiamati dal Signore. La comunità è
siala doloroi'ainentt provata, queste ultime
settimane, per la dipartenza di alcune care
sorelle; De'fina Prassuit n. Buffa, del
Torch, il 16 dicembre, in età di 72 anni;
Alice Rivoiro. deceduta al Rifugio il 23
dicembre, in età di 81 anni; Caterina Bellion in Bertin, dei Giaime, il 31 dicembre,
in età di 46 anni; Giuseppina Oditi, vedova
dell’Anziano Davide Pons, il 7 gennaio, in
età di 72 anni; Virginia Tourn ved. Mourglia, di Rorà, il 6 gennaio, in età di 76
anni. Ringraziamo il Past. Giovanni Conte di Rorà che, in assenza dei due pastori
impegnali in due altre riunioni, ha presieduto il servizio religioso per nues’ullinia
dipartenza. Alle famiglie nel duolo rinnoviamo Fesipressione della nostra fraterna
solidarietà nella prova e nella gloriosa gperanza crisliana. ;
Agape: Campo Invernale 1962
Quali sono i problemi fondamentali della vita italiana d'oggi?
hmam ' *
7 giorni
imiiiiitiouiiHuiiumiiui
GIOVEDÌ’ 4
I presidenti del Senato e della Camera
deudono di pubblicare i verbali degFìnter
rogatori condotti dalla Commissione paria'
mentare d’inchiesU su Fiumicino; lo scan
dalo non sarà discusso a «Tribuna politica»
ina in Parlamento.
La direzione del PSI approva U program,
ma economico del partito; abolizione della
mezzadria, riforma deUa Federconsorzi
nazionaihzzazione delle industrie elettriche’
prograimna di investimenU sociali pubblici e privati, controllo dei depositi bancari.
L eventuale centro-sinistra dovrà tener conto di tale programma.
Scadenze governative...: la Commissiondell iBlruzine della Camera approva un
progetto di legge con stanziamenti per 104
miliardi a iavore della scuola.
In Algeria nuova giornata di sangue e
di caccia all’arabo, mentre Salan
li « mobilitazione generale
ordina
» per « conser
arigi: un
PERSONALIA
Il piccolo Alberto Emilio è venuto
ad allietare la casa dei Proff. Elena e
Ferruccio Corsani, a Torre Pellice : un
augurio cordialissimo a tutti e tre!
Come è oramai tradizione, il Campo Iiivernale di Agape sta in questi
giorni esaminando alcuni problemi
fondamentali nella vita dell’Italia oggi
Quest’anno ci si è proposti di valutare la situazione politico-economica
del nostro paese a cento anni dall’unità:. -
Il giorno 29 è stato graditissimo
ospite di Agape il dott. Fulvio Ròcco,
giornalista e membro del Comitato
Generale di Agape, il quale ha tenu
tp una conferenza sul tema: «La politica economica dello stato italiano »
Il dott. Rocco, anche riferendosi a
quanto detto il giorno precedente dal
dott. Martignetti del Movimento Federalista Europeo, il quale aveva messo in luce l’impossibilità di impostare
una politica di sviluppo senza tener
conto della situazione intemazionale
e soprattutto dalla fimzione del vecchio continente, ha spiegato con efficace chiarezza ai giovani partecipanti quale sia la posizione del nostro
paese nell’ambito europeo, dal punto
di vista economico'.
Da molte parti, e specialmente da
fonti gC'Vernative, o dai portavoce di
grandi gruppi industriali non ci si lascia sfuggire l’occasione per magnificare il «miracolo economico italiano».
Frequentemente i nostri mlnstri tengono discorsi o conferenze stampa
per illustrare i fmtti, nel campo economico-sociale, della « saggia amministrazione » e del « progresso senza
avventure » che sono stati un po’ l’insegna degli ultimi governi.
Non si tratta soltanto di propaganda o di tentativi del governo di acquisire maggior popolarità ; è innegabile infatti che un notevole progresso
c è stato. Il reddito nazionale "è au
mentato quest’anno del 6,8%, ad un
ritmo anche superiore a quello di
paesi più ricchi del nostro. La produzione industriale è in aumento e
così, pure i consumi, la stabilità e il:
potere di acqulstoi della moneta. Ben
diversa è la situazione se si guarda '
alla distribuzione.-del reddito e dei
consumi, molto lontani da un minimo di equilibrio e di equità. Molti avvertono, più o meno inconsciamente,
che il « boom » economico non ha risolto i problemi di fondo de! sistema
economico-Kociale italiano, ma che anzi in alcuni settóri ha aggravato i
già esistenti squilibri.
Il dott. Rocco ha citato ad esempio
alcuni problemi che travagliano il nostro paese fin dal tempo dell’unità,
che sono a tutt’oggi Insoluti, che hanno trovato solo soluzione settoriali e
provvisorie. Il più fgrave rimane sempre quello della fijattura fra Nord e
Sud. La Cassa per il Mezzogiorno, che
rappresenta un grande sforzo per col
mare it divario fra le due parti del
paese, sta ora per passare dalla prima fase (risanamento dell’agricoltura e costruzione di infrastrutture) alla seconda fase ( industrializzazione ).
Negli ultimi anni però l’iniziativa privata ha già iniziato l’industrializza^
zione del Mezzogiorno, costruendo
stabilimenti nei luoghi di
I lettori ci scrivono
Amici del Collegio
Ivrea, li 6 gennaio 1962
Cariisisiino Direttore,
^ nel n. 45 del 17 novembre u. s. del1 « Eco delle Valli » avevi gentilmente pubblicato per esteso al mio artìcolo « Appello
all’AiSsooiazione Amici del Collegio » in
cui, lanciando un grido d’allarme per la
situazione economica gravemente déficitaria del nostro Collegio Valdese e parlii-olarmente del Liceo, i-uvitavo tulli gli « Amici » a darsi da fare per formare dei gruppi che si impegnassero a versare annualmente una data soniima a tale si-ooo; citavo anche quanto di consimile era stato
fatto e con risultato veramente lusinghiero
per gli « Amici della Facoltà ».
Non mi risulta però che da allora la cosa abbia avuto ancora ab-un seguito, ma
siccome so bene che la raralteristiea dei
nostri bravi Valdesi è sempre stata quella
di attendere... per vedere come andrà a finire, che cosa ne dirà la gente e di conseguenza ohe cosa faranno gli altri... ho
pensato di riprendere la penna su questo
argomento.
Tu ben sai ohe io ho sempre temuto le
acque stagnanti perchè facilmente diventa
no paludose e perciò mefiliobe ed insidiose. ma ho sempre preferito i limpidi torrenti delle nostre belle vallate alpine, con
le loro scroscianti caiscale che sono sorgenti dii vita, di progresso civile e quindi
di benessere anche per le poiiolazioni
montanare. E’ per questo che, attuando
111 progetto che già avevo preannunciato al
termine della mia precedente lettera, sono
lieto di poterli comunicare che ad Ivrea
s! è effettivamente già formato il nrimo
gruppo di questi nuovi « Amici def Collegio » che hanno deciso di dimostrare in
modo tangibile la loro adesione a tale
iniziativa.
Ti allego perciò un assegno bancario di
lire quindicimila rappresentante l’ammontare da ^si versalo per il corrente anno
1962; è invero ben piccola cosa, ma io
voglio sperare che il loro esempio sarà
seguito da molti per cui ben presto si
possa dire che i Valdesi ed i simipalizzanli,
hanno veramente preso a cuore l’importante questione e lo dimostrano con i fatti
e non solo con la critica sterile ed inconcludente!
Grazie ammra per Fospitallità sulle colonne del nostro giornale.
D. J.
maggior
convenienza, naturalmente senza preoccuparsi dell’interesse generale del
paese. Dove non c’erano strade, i
gruppi privati ne hanno richiesto la
costruzione da parte della Cassa per
n Mezzogiorno. C'è stata così tutta
una, serie di interventi statali, senza
però un’organica programmazione e
solo in apparenza volti a tutelare
interessi generali, ma al servizio, in
realtà, dei grossi monopoli.
Nel campò della istruzione bisogna
purtroppo ancora Una volta ricordare
la deficienza di uh sistema che era
già inadeguato al progresso scientifico e teemeo nel secolo scorso e che
ora costituisce una remora sempre
maggiore all’armonico sviluppo delle
nostre strutture sociali. La mancanza __
d; tecnici ed operai specializzati in
grado di lavorare in una industria
moderna è tanto più grave in quanto
li MEO, di cui l’Italia fa parte dovrebbe introdurre già co! prossimo
anno la libera circolazione della manodopera fra i paesi membri. Una magnifica oocasione si presenta per t
circa due milioni di Italiani attualmente disoccupati e per i molti sottc^ccupati : ma è destinata purtroppo
ad andare sprecata, perchè la manodopera in Italia non riceve una preparazione professionale adeguata alla esigenze dell’industria moderna. Lo
stato italiano ha fatto ben poco per
rimediare a questa situazione: l’addestramento è in massima parte frutto
dell’iniziativa di gruppi industriali,
non certo dispiosti a lasciarsi sfuggire di mano gli elementi meglio pre^
parati.
zioni tenendo conto del forte aumento della pcpolazione. Il fenomeno della disoccupazione, male cronico ormai
in Italia, denuncia la mancanza di
una organica politica economica capace, mediante l’intervento dello stato, di creare il necessario equilibrio
fra le classi sociali.
I rapporti fra le classi, al contrario
di quanto avviene in altri paesi dell’occidente, sono rimasti in parecchi
casi, quelli tradizionali. A perpetuare
questo stato di cose, oltre alle vecchie
strutture di cui determinati gruppi si
sono fatti gelosi custodi, ha contribuito anche una ingiusta distribuzione della ricchezza. Per quanto fiorente possa essere la nostra economia,
se non si arriva ad un rinnovamento
delle strutture, attraverso un’effettiva
scelta politica, il progresso economico andrà sempre solo a vantaggio delle classi privilegiate, che hanno visto
crescere notevolmente il loro reddito
mentre d’altra parte basterebbe ricordare che le pensioni dell’INPS che riguardano una percentuale assai gran
de di vecchi lavoratori, si aggirano
ancora oggi sulle novemila lire mensili !
A questo punto, tenendo conto di
quanto sta effettivamente dietro il
« miracoilo economico », l'unica possi
bile conclusione è che il nostro pae
se travagliato da ta-nti e gravi problemi interni, non è ancora maturo per
l’integrazione europea. D’altronde, l’Italia si trova nel MEC fin dalla sua
costituzione e non può certo nè deve
sottrarsi alle sue responsabilità neil’ambito della Comunità Europea. Il
1962 dovrebbe segnare l’inizio della se
conda tappa del MEC, verso una più
completa integrazione. Perchè l’Italia
possa essere in grado di contribuire
a tale integrazione e di trame vantag,gio è necessario prima avviare a
soluzione i problemi sopraccennati. La
responsabilità delle scelte politiche
che tale soluzione comporta deve esser ben chiara a tutu oggi.
Clara Pioppi
Il 1111
VII
RADIO SOTTEIUS
e le Valli Valdesi
Per quanto riguarda più genericamente la pretesa prosperità dellTtalia, il dett. Rocco ha ricordato che
dalla fine della giuerra il numero dei
disoccupati è rimasto praticamente
stazionario: è infatti diminuito in cifra assoluta ma non ha subito varia
Dal Radiocorriere Svizzero ho appreso che il 12 gennaio p. v., venerdì,
alle ore 17.55, Radio Sottens (m. 392,6)
trasmetterà « Six chansons des temps
passés » interpretate dal « Choeur
mixte de Torre Pellice ». Non so se
SI tratta della Corale Valdese o di un
altro coro; comunque è significativo
e molto simpatico che la Radio Svizzera trasmetta qualcosa che riguarda
le nostre Valli Valdesi — come ha già
fatto del resto in passato.
Non si potrebbe dire altrettanto della nostra benemerita RAI che non
trovereblw mai U tempo di far sentire trasmissioni del genere per motivi
nn tminUdt r»fiìnt*i v Cicmrx :
fin troppo chiari! Siano dunque lieti i
Valdesi — e particolarmente i Torassini di poter sentire le loro voci grazie
allo spirito di vera libertà e democra4 zia, quali esistono nella Confedera
zione Elvetica.
E speriamo in un buon ascolto!
F. Rivoir
vare il \ordatrica alla madrejiatria »
VENERDÌ’ 5
Tremila .-oldati fram-esi metropolitani
f-ono inviati in Algeria a sostituire truppe
di dul>bia fedeltà. Sono .stati arrestati in
¡Nord Africa 44 stori deU’OAS, stipendiati
a 70.000 franchi al mese, con un premio
per ogni arabo ucciso.
SABATO 6
Alla riunione di Bruxelles fra i miniistri
dei sei paesi del MEC si a.-cemuano di
nuovo i conlraati fra Bonn e Pa
passo imdietro.
Mentre a Parigi si svolge una manifestazione antifascista, ultras delFOAS rubano
in una base aerea amerkana in Francia 150
kg. di plastic, e viene sabotata la lirica ferroviaria Nîmes-Montpellier.
Ambiguo atleggiamento del governo di
Bonn in merito ad una proposta russa di
trattative dirette Mo-aca-B-onn, resa noia e
respinta solo dopo die la notizia era iiltrata, allarmando gli « alleali » oi-i-idcniali,
DOMENICA 7
lanfani e Segni in Marocco in visita iidliale e missione economica.
Soekarno, die alcuni giorni prima aveva
dicliiara'ta ufficialmen-le — sebbeaie ancora
•wlo idealmente — annessa aU’iiidoncsia la
Nuova Guinea occ., rivolge alFOIanda iin
nuovo ultimalnm: le trattative potranno
iniziare solo sulla baise del paesaggio dc.lITrian occidentale alFIndonosia.
Lo scrittore russo Ilya Ebrenburg ('s,:c.
ora, dal riserbo, e in quest’epoca iios'.-slaliniana difende Pasternak in una piibbliia
conferenza a Mosca.
Domenica di serrale polemi<-lie
scena italiana, specie airinlerno dell
rie correnti DC.
LUNEDI’ 8
A pocbi giorni dal disastro ferroviario
di Trevi'glio (tre morti e 48 feriti), uno
scontro ancora più disastroso in Olanda:
91 morii e 200 feriti.
Bonn pubblica la proposta russa di ai-cordo economico che avrebbe aperto alFin
dustria tedesca i paesi comunisti. Macmillan giunge a Bonn per colloqui ,-oi:
Adenauer.
Soekarno fissa a 10 giorni il termine delFullimatum alFOianda : una nuova Goa
nell’Irian occ.?
Molotov riprende il suo posto all’ambatì'ciata sovietica di Vienna.
Conlinuano qua e là in Francia le vio
lenze fascisle: una Bomba sooippia in l'asa
di Sartre.
MARTEDÌ’ 9
A Bonn MacmJlan e Adenauer discutono
dei rapporti con iMosca. Malgrado le irriducibili posizioni su Berlino (e Bonn contribuirà alle spese per il contingente militare britannico in Germania, affincliè non
sia diminuito) gli interessi economici ledisclii sono luu’altro che chiusi ad Oriente.
.\ Rabat Fanfani e Segni esaminano coi
governo marocchino le possibilità d’intervento dell industria italiana, coordinate pc
Io alle esigenze del nostro mezzogiorno.
A Casablanca sorge uno stabilimento clic
»■ostruirà 30 FIAT-SIMCA al giorno.
Un tribunale militare parigino processa
in seconda istanza un prete francese che
aiutava gli attivisti del FLN algerino; il
card. Liénarl, capo della Missione di Franlia, difendendolo, prende posizione (onlro
la guerra d’Algeria.
MERCOLEDÌ’ 10
il direttore de U’Uniià »
dalla Questura di Roma per
militari alla disubbidienza.
è denunciate
sligazione di
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4
3
12 gennaio 1962 — N. 2
pag. 3
I
A
L’Assemblea Bénerale della Società
delle Missioni Evangeliche di Périgi
(segue dalla pag. 1>
L’Assemblea di Lione, dopo aver
preso atto dei contatti che il Direttore della Società delle Missioni ha
già avuto al riguardo con i responsabili della Federazione Protestante di
Francia, ha incaricato il Comitato
Direttivo di ccntinuare lo studio di
questo problema e di riferire alla
prossima assemblea. Però la discussione ha mostrato che molti sono
perplessi, se non proprio ostili a questa integrazione. Il Direttore, nel suo
rapporto aveva, d’altronde, messo in
evidenza questi dubbi, affermando
con forza che questa proposta non
potrà essere accettata dalla Società
delle Missioni che se saranno soddisfatte le tre condizioni seguenti :
1. - Che questa integrazione non affievolisca lo slancio missionario delle
chiese ;
2. - Che il carattere internazionale
della Società sia mantenuto. Nel passato, a più riprese il Comitato ha
dovuto lottare contro forti pressioni
esercitate dalle chiese francesi che
chiedevano che i due campi missionari situati in territorio britannico
fossero ceduti a delle Società Missionarie anglo-sassoni.
3. - Che ogni cambiamento nella
struttura della Società, qualunque esso sia, promuova la marcia avanti.
Egli ha concluso dicendo: «Io non
mi oppongo ad uno studio del problema,, ma non dimentichiamo l’urgenza delhappello che ci è rivolto.
Che l’esigenza missionaria non ci dia
riposo nè pace; che essa sia .sempre
al primo posto nelle nostre preoccupazioni. Se la Missione arderà del
fuoco sacro, il posto che le conviene
nella chiesa sarà certamente trovato Ma prima sarà necessario fare silenzio, per sentire l'Appello ».
Chi pagherà ?
Al rapporto del Direttore fece seguito quello del Tesoriere Sig. Courvoisier, membro del Comitato. Ancora una volta la Società delle Missioni
ha terminato l'anno senza deficit. Alle spese complessive di NF 2.949.9a5,’/5
hanno corrisposto NP 2.955.490,09 di
entrate, lasciando NF 5.504,34 in Cassa. Queste le cifre per l'anno finanziario marzo 196C-feobraio 1961.
eer l’anno in corso che terminerà a
fine febbraio 1962, si e verificato un
lieve anticipo delle contribuzioni, e
se queste continueranno ad arrivare
allo stesso ritmo, si può sperare che
ancora una volta non ci sarà deficit.
Però accanto alle spese normali
ohe sono previste (NP 3.050.000) il
Comitato, con l’autorizzazione deH’assemblea dell'anno scorso, ha chiesto
altri NF 120.000, per l’invio dei missionari che hanno risposto all’appello dei 65. Al 12 dicembre NF 35.000
soltanto erano stati ricevuti ed il
Tesoriere ha chiesto con insistenza
che sia fatto tutto il possibile per
trovare quel che manca prima del 31
dicembre, affinchè questo sforzo non
nuocia alle collette di gennaio e febbraio destinate a coprire il bilancio
normale. Con rincrescimento egli ha
sottolineato il fatto che molti comitati ausiliari non avevano mandato
ancora nulla per questo fondo speciale. « Ma come, ha detto il Sig. Courvoisier, noi abbiamo mandato questi
missionari al soccorso delle giovani
chiese, ed essi sono partiti come dei
palombari sces.i nelle profondità del
mare al soccorso di naufraghi imprigionati sott’acqua, e noi vorremmo
tagliare il tubo dell’cssigeno a questi
coraggiosi volontari? Non è possibile ». Ed ha aggiimto : « Dio ci ha fatto la grafia di darci questi uomini;
spetta a noi fare quel poco che resta,
e cioè trovare il denaro necessario,
ed è ben poco! ».
L’Assemblea ha pei esaminato il
bilancio preventivo per l’aimo 19621963, che ammonta a NF 3.283.000.
Per raggiungere questa cifra i Comitati Ausiliari dovrebbero aumentare le singole quote del 12% su quelle
dell’anno in corso. Secondo l’uso della Società, i delegati dei Comitati Ausiliari faranno sapere prima dell’inizio del nuovo anno finanziario l’impegno accettato' dai loro comitati, e
soltanto allora il Comitato Direttivo
fisserà in modo definitivo il preventi
vo delle spese. Sembra probabile che
alcuni comitati ausiliari non accetteranno un aumento co^ forte, ed allora il Cmnitato sarà obbligato a ridurre le spese previste, a meno che
possa contare su contr’buti straordinari che vengano a colmare la deficenza delle Chiese, come è avvenuto
nel passato.
In più di questo preventivo di spese normali, anche per l’anno 1962-63
è previsto una somma di NF 120.000
per le spese dei missionari partenti
in risposta all’appello dei 65. Questa
somma però sarà modificata a seconda delle rispioste ricevute.
I delegati presenti si seno impegnati a mettere tutto in opera perchè
gli aumenti domandati siano accettati dalle Chiese, e che il progresso
dell’opera missionaria non sia intralciato dalla mancanza di mezzi finanziari.
Fin qui la parte consacrata alla
amministrazione della Società delle
Missioni: amministrazione tutta pervasa da un profondo significato spirituale. Infatti tutti i problemi amministrativi e finanziari, se saranno
risolti positivamente porteranno un
incremento nuovo alla evangelizzazione del mondo. I.’assemblea ha consacrato il resto del tempo a sua disposizione, ad ascoltare i messaggi dei
rappresentanti delle giovani chiese e
dei missionari in congedo.
Aiuto !
Hnno parlato i delegati delle chiese del Gabon, del Togo, del Camerún
e dello Zambesi. Tutti hanno espresso la riconoscenza delle Giovani Chiese per quel che la Missione ha fatto
per preparare la loro autonomia e
per aiutarle ad assumere sempre più
efficacemente le loro responsabilità.
Ognuno ha poi sottolineato i problemi e le necessità della sua chiesa.
Gli sforzi fatti nel Togo per educare
le comunità ad una maggiore liberalità cristiana, sostituendo al sistema
di chiesa fissata dal sinodo, quello
della quota unica per tutti i membri
della contribuzione per impegno persoriale. Difficoltà sorte nel seno della
Chiesa del Gabon. .4Ilo Zambesi la
battiste ed evangeliche che la compongono. Necessità di un centro amministrativo per le autorità della
Chiesa dei Gabon. Allo Zambezi la
preparazione di un piano che stabilisca le tappe per cui la giovane chiesa potrà giungere alla sua autonomia.
Quasi tutti i delegati hanno dato
precisazioni sull’aiuto che domandano alla Missione, insistendo sulla necessità di sviluppare la evangelizzazione delle masse pagane, di dare alrinsegnamento secondario maggiore
importanza, e di aiutare le giovani
chiese a resistere meglio alla pressione esercitata su di esse dalla Chiesa
Cattolica, e dal materialismo. Questi
tre ultimi punti furono esposti in modo più particolareggiato da tre oratori.
Un doppio pericoio
Il missionario D. Mauer, che si occupa dei gruppi giovanili a Tahiti, ha
parlato della Chiesa Tahitiana ricca
di beni temporali, (il suo preventivo
delle spese, non è basato sulle contribuzioni da ricevere, ma su quelle
ricevute durante Tanno che finisce),
ma esposta a due gravi pericoli:
Il primo è l’invadenza della Chiesa
Cattolica, che approffittando della carenza delle scuole secondarie governative, ha aperto istituti medi e superiori in una regione dove il 90%
della popolazione è protestante. La
Chiesa Eva,ngelica ha reagito creando 4 nuove scuole in due anni, per
una .spesa complessiva di 50 milioni
di franchi, ma ciò nondimeno, le
scuole cattoliche contano 6.000 alunni e quelle evangeliche soltanto 1.500.
11 secondo pericolo è il turismo, ohe
ccn la sua propaganda tipo Hawaii,
attira a Tahiti diecine di migliaia di
turisti in cerca di sole e di amore...
In un’isola ristretta ed isolata, senza
possibilità di maggiore sviluppo agricolo o industriale, questa forma di
turismo corrompe la gioventù e costituisce un grave pericolo per l’avvenire della razza. Un Tahitiano diceva
A destra, il Presidente dell’ Assemblea, ¡/astore Marc
Boegner; a sinistra,
il Direttore della
Mission de Paris,
past. Charles Bonbon. legge il suo
rapimrto.
un giorno ; « Noi sparirono come sono scomparsi quelli di Hawai I ».
E la conclusione del signor Mauer
è stata: Non chiediamo denaro, ma
dateci degli uomini; almeno un professore e due pastori.
Non dimentichiamo
ipagani !
Sul problema delTevangelizzazlone
delle masse pagane parlò il pastore J.
Foltz del Madagascar, esponendo il
caso di una regione in cui il protestantesimo è presente nelle città, dove si
trovano gruppi importanti di immigrati delle tribù già cristianizzate,
mentre tutta la campagna è ancora
in gran maggioranza pagana. In tali
ccndizioni appare chiaramente la necessità, per la Missione, di proseguire
la sua opera di penetrazione, in intima collaborazione colla chiesa autonoma del Madagascar.
Scuoia e Chiesa
Infine sull’insegnamento secondario parlò il Senatore malgascio H. Ravelomanana. Fu questo, senza dubbio,
ii messaggio più apprezzato dall’assemblea. In un francese eccellente e
con vera eloquenza, egli ha parlato
delTinsegnamento protestante a Madagascar, facendone la storia; ed esponendo poi, con chiarezza e autorità,
le ragioni per cui egli crede ohe questo insegnamento, specie al livello
delle scuole secondarie, è essenziale
per l’opera di evangelizzazione e per
l’avvenire della chiesa. Non mi è possibile qui ripetere gli argomenti esposti dall’oratore per appoggiare questa
tesi, ma vorrei citare alcime delle sue
frasi particolarmente incisive.
«Se negli aimi che seg,..rono la
conquista dell’isola, quando il governo laico francese e la chiesa cattolica si sforzavano con ogni mezzo di
sopprimere le scuole evangeliche, i
missionari di allora non avessero mantenuto con tenacia e sviluppato l’insegnamento protestante, la Chiesa
Evangelica sarebbe òggi un’infima minoranza ».
« Ogni governo, qualunque sia il
suo colore politico, dà all’insegnamento nelle scuole governative una sua
mèta particolare. L’óra di religione, in
queste scuole, le scuole domenicali, i
gruppi giovanili non bastano perchè '
la Chiesa po^a esercitare efffcacemente la sua azione presso la gioventù al
momento delTadolescenza ».
Ed ecco due fattPehe mostrano che
questa convinzione è largamente sparsa negli ambienti protestanti di Madagascar. In un referendum su questo
problema, tutti gli evangelici consultati hanno votato perchè la scuola
protestante sia mantenuta e sviluppa
L’Assemblea di Lione; in prima fila, i rappresentanti delle giovani chiese.
ta. Ultimamente un grupp» di deputati e senatori malgasci hanno chiesto di avere un colloquio coi respon
sabili delle Chiese Evangeliche, ed
haimo insistito presso di loro perchè
le chiese si sforzino di sviluppare sempre più le loro scuole, e continuino a
formare delle personalità moralmente e spiritualmente forti, come quelle
che hanno formate nel passato.
« La scuola evangelica », ha esclamato l’oratore, « ha dato le sue prove
come mezzo efficace per la predicazione del Vangelo», ed egli ha terminato il suo dire, domandando l’aiuto di
professori evangelici per le scuole del
Madagascar.
Eccomi, manda me!
Tutti i lavori deU’Assemblea Generale, che aprivano agli occhi dei presenti un mondo vasto come la terra,
un inondo travagliato da correnti contradittorie, un mondo senza pace, furono inquadrati da due momenti di
raccoglimento e di preghiera.
Il primo giorno le sedute comincialono con una riunione di preghiera,
in cui parecchi membri portarono davanti a Dio la riconoscenza e l’ansia
di tutti i presenti.
Il secondo giorno, prima di prende
re le decisioni importanti che dovran
no determinare l’attività della Società delle Missioni durante Tanno venturo, i membri hanno partecipato ad
un Culto di Santa Cena, presieduto
da un pastore di Lione.
« Eccomi, manda me I » disse il profeta Isaia in quel colloquio decisivo
che iniziò il suo ministerio. Avvicinandosi al tavolo della Comunione,
ognuno dei presenti ha detto, in atto,
se non in parole: «Eccomi, Signore,
manda me ! ». I missionari in procinto
di partire per le terre lontane, i rappresentanti delle Giovani Chiese, ohia
mati a condurre i loro fratelli sulla
via della consacrazione al servizio di
Dio, i delegati delle Chiese e dei Comitati Ausiliari decisi ad andare a
parlare alle loro comunità del loro
dovere missionario, tutti uniti nel ripetere la preghiera che Gesù ci ha
insegnato: «Il tuo regno venga. La
tua volontà sia fatta ».
E nOimmm
Mentre seguivo i lavori deU’Assemblea Generale, due domande tornavano insistenti alla mia mente di missionario valdese.
1. Non potrebbe la Chiesa Valdese,
che fin dall’inizio si è interessata alle Missioni, ed ha sempre dato un
aiuto efficace alla Società delle Missioni di Parigi, essere rappresentata
ufficialmente aU’Assemblea Generale,
come le chiese francesi e. svizzere?
2. Perchè fra i giovani pastori, professori e medici valdesi, nessuno, eccetto la Signorin.-i L. Nisbet, ha fino
ad ora risposto all’appello per i 65
missionari?
Pochi giorni dopo l’Assemblea Generale, ho ricevuto una lettera del
pastore Ch. Bonzon, che facendo eco
a questa mia preoccupazione, mi scrive : « Ne serait-il pas possible que dans
le corps pastoral de l’Eglise Vaudoise
l’appel, soit porté à la connaissance
de tous? Ce serait une bien grande
joie en même temps qu’une aide des
plus précieuses si, en réponse à cet
appel, un pasteur des Vallées se présentait ! ».
Si, quest’appello è per noi, quanto
per gli altri! Ma quante volte gli uomini rimangono sordi all’appello divino perchè limitano la loro ubbidienza secondo considerazioni umane, e
non si accorgono che una ubbidienza
limitata può essere, in realtà, una disubbidienza! Iddio voglia che non sia
così per quei ch’Egli chiama oggi per
mezzo degli appelli delle Giovani Chiese di cui abbiamo parlato.
« Chi manderò? ». Una volta ancora
Egli rivolge questa domanda ai Vaidesi, figli dei Barba dei Medio Evo,
la cui azione missionaria sorpassava
i confini stabiliti dagli nomini, e la
cui ubbidienza era illimitata!
Koberto Coisson
AJVIABUMBU (ZAMBESI)
S'inaugura un nuovo
edificio scolastico
Quanto daffare ^perche lutto fosse in ordine a tempo, tutti i resti di mattoni fossero spariti, le ¡.sale pulite e^a posto, i banchi nuovi bene in (fila.,\
Ma il sabato 16 dicembre, mentre la vigilia la (pioggia aveva allagato la stazione,
il sole, reso appena meno urdente da qualche nuvola, rallegrava '% cuori di tutti. Un
tempo radioso!
I erse le 9,30 gli invitati europei e africani si sistemavano sulla t>eranda del nuovo edificio scolastico, 'mentre la molta 'gente convenuta si disponeva di fronte alla
scuola.
Ed ecco un rullar jdi tamburi, e Una lunga \fila di fdlieve della Scuola media, agitando r^on grazia •/ loro tamburelli, sbuca
dal vecchio edificio scolastico, costruito \nel
1926. Avanzavano cantando, guidate da Florence, la maestra. Fresche e belle nelle loro uniformi bianche 'e azzurre, attraversarono il ‘Vasto cortile e fecero il giro del
nuovo fabbricato, come se ne H)olessero
prender posse.s.so, decise, allegre, ordinate
/ missionari, pensando a ìGerico, si chic
sero se quelle giovani, nutrite di storia hi
blica, ivolessero fare sette volte il giro, co
me ai tempi di Giosuè. Ma si fermarono, e
il gruppo innalzò di Signore un bel canto
di lode e di riconoscenza.
II missionario incaricato della supervisione alVeducazione presiedette \un breve
culto, dopo di che il direttore inglese dell istruzione aggiunse qualche parola, e fricevette Vapplauso della gente quando rivolse loro il suo saluto in 'lozV. B^icordò
alle allieve che quelle già uscite da molti
anni dalla vecchia scuola avevano lasciato
un solco utile e benedetto, ma che esse dovevano superarle! Toccò poi alle due direttrici missionarie di ricordare la pascila
di Mabumbu come centro femminile, nel
1925-26, e la gioia di avere oggi quelVedificio così moderno e adatto alle attuali necessità.
Il capo Moene Kandala e Natanaele '—
che fu maestro per alcuni anni a Mabumbu
e che ora è responsabile delle scuole del
distretto Lialui-Mahumbu — aggiunsero
alcune parole, insieme al missiotmrio Gréhert che si era assunta tutta la responsabilità della costruzione.
Le chiavi vennero quindi consegnate a
Mukubesa, il tapomastro, lutto (fiero di essere lui ad aiprire le porte della nuova
scuola. Poi tutti entrarono nele sale chiare, ammirando i banchi biix>sto e le lavagne moderne.
Fuori sventolava la bandiera del Bulozi,
con Velefante reale in campo bianco, accanto air **Union Jack** — sempre più si
diffonde Fuso (prima vietato dagli inglesi)
di porre a fianco, alla stessa altezza, le
bandiere nazionali e quella britannica.
36 anni sono trascorsi dal giorno in cui
si aperse la Scuola femminile di Mabumbu. Centinaia di donne, ormai madri di
famiglia e alcune già nonne, si prepararono alla vita nel vecchio edificio di cui
Omei, uno dei capi del fCuta, disse: **Rivolgo ancora lo sguardo verso Vantica
scuola; non posso certo disprezzarla, è
sempre bella e solida; ci ha reso grandi
servizi, e in cuor mio sento che continuerà
ad avere Una profonda influenza nel paese**.
Antiche allieve o giovani di oggi, auguriamo alle ragazze che ¡mssano per Mabumbu che, con l’istruzione acquistila, per
mezzo della fede in Gesù Gristo, fwssano
servire la loro jmtrin come donne cristiane,
mettendo ¡semplicemente in pratica il nuovo comandamento datoci da Gesù: **Così
come io vi ho amali, voi amatevi gli uni
gli altri**.
G. Jalla
A Torino il 15 gennaio
Pioggia di Pastori
Lunedì 15 gennaio si terrà a Torino, nei locali della Chiesa Valdese di
Via Pio V 15, un convegno pastorale
Interdenominazionale, indetto per i
pastori del Piemonte e della Liguria.
Si spera in una nutrita partecipazione dei pastori delle Valli, in modo
che anche il I® distretto valdese sia
efficacemente rappresentato in questo
conveano, il cui tema sarà; «E PASSATO' IL TEMPO DELL’EVANGELIZZAZIONE PER LE CHIESE ISTITUZIONALI D’ITALIA?».
Se il tema ha un titolo ad effetto,
i nostri membri di chiesa non si spaventino, non c’è alcuna intenzione,
da parte dei loro pastori, di « smobilitare»; non più, comimque, di quel
che già non avvenga nel quieto vivere in cui il grosso delle nostre chiese
purtroppo sta comodamente adagiato' (pastori, anche q|ui, primi inter
pares...). Si tratta invece di non stancarsi di cercare i modi di esprimere,
oggi, la perenne esigenza della testimonianza cristiana.
Dopo im breve culto di apertura
presieduto dal Past. Aldo Sbaffl, il
Past. Aldo Comba inquadrerà biblicamente il tema; si avranno quindi alcune brevi relazioni (una per ognuno
dei «gruppi» presenti) suU’argomento e sulle attuazioni delle singole
chiese; seguirà la discussione generale.
La sera, dopo cena, ancora un incontro pastorale distrettuale, per i
pastori del II® distretto, per discutere
questioni locali.
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BORNO EMANUELE
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SI FABBRICANO CROCI UGONOTTE E STEMMA VALDESI
4
ANSaOGNA iCapolaosOf
La tradizionale festa deiU’AUyero di Natale ha avuto qoeel’aiino aleune varianti
fhe, pare, sono «tale apprezzate da grandi
e piecimi. La prima parte della fesu ha
avuto luogo in Chiesa dove i hambini hanno recitato un «mistero» natalizio: La
luce risplende nelle tendire. La recitazione era intervallata e commentata da cori
e inni cantati da tutti i bambini. Questa
prima parte si è condnsa con un breve
messaggio del Pastore rivolto specialmente
ai bambini. La seconda parte della festa
ha invece avuto luogo nella sala del teatro,^ con carattere prettamente ricreativo:
proiezioni, giochi a premio, diretti e organizzati dall’instancabile sig.na Adriana
Peroni ed infine dono delle brioches, cartelle e dèi libro. La festa in Chiesa era
rischiarata dalle candeline di un imponente albero di Natale offerto dall’Anziano
Carlo Bertin. A tutti coloro clic si sono
prestati ed hanno collaborato per la buona riuscita della festa, va il nostro vivo
ringraziamen to.
Sempre in relazione al Natale vanno
sottolineate due ben riuscite iniziative. La
prima dell’Unione Femminile, che organizzò una serie di visite a tutte le sorelle
anziane, .immalate o in qualche modo impedite a partecipare alle riunioni. Ad
ognuna di esse è stato portato un piccolo
dono in sogno di affetto e solidarietà. Una
iniziativa simile fu attuata dai giovani
dell’Unione del Prassuit-Vernè i anali, in
massa, hanno visitato tutte le persone anziane del quartiere, cantando qualche strofa di un inno e portando loro un piccolo
dono. Il gesto è stato grandemente anprezzato dai beneficiali e non possiamo
che rallegrarci di questi segni di solidarietà e di recipro-co interesse maturati nella nostra Comunità.
La Corale ha collaborato ai culti di Natale e del 31 Die. con l’esecuzione di due
cori, ben preparali e forse... meno bene
eseguiti, ma che comunque hanno sottolineato nel culto la nota della glorificazione
a Dio, sentita particolarmente viva nelle
due occasioni ricordate. II cullo serale di
fine d’ 'anno è stato tenuto in comune con
la Comunità del Serre, nel tempio del Ser.
re ed è stata presieduta da! due Pastori di
Angrogna.
In campo giovanile tra le attività di
maggior rilievo ricordiamo rincontro tra
le due Unioni di Angrogna (la terza —
quella dei Jourdans — quest’anno non si
è ancora riunita) con l’Unione di Torre
Pellice centro. L’incontro, molto fraterno
e gioioso ha lasciato in tutti un’ottima impressione. Si sono così sfatati vecdii pregiudizi per cui pareva impossibile Finlesa
(sia pur per una .sola sera) tra i giovani
di una Unione di montagna e quell! di
un centro... culturale e industriale! La
Società Sportiva di Angrogna ha recitato
I nella nostra sala il dramma « Era giorno
di nozze ». Un plauso ai bravi allori che
hanno bene interpretato le non sempre facili parti della recita.
Di estremo interesse sono state le riunioni presiedute dal Past. Coslabel (nel quadro di uno scambio pastorale tra le due comunita di Angrogna), in cui abbiamo udito la magiistrale registrazione di alcune, tra
le più signifìeative, delie « Ultime lettere
da Stalingrado ». La lezione del piassato è
ri'ohiamo a un atto di presa di reeponsabilltà nel presente.
Con dicembre aibblamo concluso lin primo ciclo di riunioni in cui è stato trattato
il problema, cosi attuale oggi, della divisione e dell’unità dellii Chiesa, concludendo con un resoeonio su Nuova Delhi.
Nel mese di dicembre abbiamo avuto il
culto di insediamento dei due Anziani ele'tli neU’ultima assemblea di Chiesa. Il 6 dicembre il Pastore ha partecipato al funerale della mamma del nostro Anziano Stefano Pons, a mi va ancora il noistro pensiero affettuoso e solidale. A pochi giorni
di distanza l’uno dall’altro hanno felicemente visto la luce Loriis Berlot e Lorella
Negrin, abitanti ai Baussan. Ai neonati e
ai loro genitori le nostre più vive congratulazioni e l’augurio di ogni benedizione
del Signore.
DALir NOSTRE COMUNITÀ
NATALE
A RIESI
La comunità in questo periodo natalizio,
è più che mai vicina al suo pastore. Nel
ricordare la nascita di Gesù Cristo, ci vien
da pensare perchè è nato ed allora una
forza elle ci domina, ci fa sentire uniti,
fratelli e con. gioia ci si raccoglie in chiesa pieni d’amore, sic-uri che qualcuno mol.
lo in allo su nei cieli ci benedice con mano benigna.
L’Unione Giovanile da parte sua lia rinnovato quest’anno con l’elezione del Seggio il suo iniipegno nella Chiesa, impegno
per le attività giovanili, nonché la piena
e viva partecipazione a quelle della comunità. Il seggio è risultalo cosi composto; Di Legami Gigelto, presidente rieletto; L’Abbate Gino, v. presidente rieletto;
Pino Testa, segretario rieletto; Carislia
Attilio, cassiere.
Esso ha già steso assieme a dei giovani,
quali: Giò Vinay, Dino Ventrella, Ezio
Fiorenza, Tanuccio Sedmone, un programma per il nuovo anno, cdie prevede: studi,
recite,.. serate ricreative, mostre, incontri
con gruppi politici o religiosi, ecc.
Anche i piccoli guidati dalle loro monilrici, dalla signora Vinay e dalla sig.nu
Wigley, e dalla sig.na Fiorenza, hanno
organizzato una recita che li vedrà quasi
tutti im'pegnali in vesti di attori. Le inonilrici Iranno collaborato assieme alla comunità, a che l’albero di Natale sia ricco
di domi per i piccoli.
Il Signore voglia ancora una volta benedirci copiosamente, afiincliè a Lui soltanto
noi possiamo rendere gloria.
Pino TesUi
S. GERMANO CHISONE
oelahrazioni naUlìzie e di fine anno
non lianno re^<strato un’affluenza di pubblico coàì imponent<^ come in passato a
causa delle condizioni atmosiericiie proibitive. Al culto di Natale non tutti i poisii
CTano oocuipali; per contro il culto di fine
anno ha re>gifetrato nna buona affluenza e
La Nuova Sala era al coonpleto in oocuaione d^la feota doU’ialhero di Natale della
S. D.
Ringraziamo il sig. E. Rostan che ha diretto la Corale e le sigg.ne N. Roetan e N.
Balmas che «i sono alternate all’ongano.
Battesimo, - Avondet Danilo di Ivo e di
Lantednie Ida (Pragrois).
Funerali, - Si sono spente, in tarda età,
presso 1 Atsilo dei Vcfochi, Volai Maddalena
di anni 76 e Alessandrina Giuseppina ved.
Silvano di anni 89. La prima era originaria
di Inverso Pinasca e la seconda era giunta
fra noi da Rodkli d’Allha.
Il 21 dicembre è deceduta a Torre Pellice, presso sua figlia, Long Giuseppina
ved. Costantin del Sarei, all’età di 69 anni.
Rimasta vedova si era cornsacrata alle sue
due figlie affrontando coraggiosaimente le
dtffiicollà della vita. Le sue sipoglie mortali
riipoisano ora nel piocolo e quieto cimitero
delle Chenevières.
Il 24 dicembre -è stala sepolta nel cimite
ro di Villa Long Clementina ved. Budai*
di anni 65* Anche la «ignora Bndai era originaria di Inverso Pinalsc^a e, rimasta vedova in giovane età, aveva affrontato serenamente e con successo le difficoltà della vita.
Il 31 dicembre è deceduto Grill Enrico
di Villar Perosa. Originario di Bovile, si
era tra^erito a Villar da molti anni. Parenti ed amici in grande numero lianno
accompagnato i suoi resti mortali all’estre.
ma dimora terrena.
Alle famiglie duramente provate dal lutto e ohe sentiranno il vuoto della separazione, rinnoviamo, l’eapressione della nostra simpatia cristiana. Sappiano case trovare la serenità e la speranza della fede.
A V ViSO
Gli abbonati al « Journal des Missions »
e al «Petit Messager » sono pregati di rinnovare al più presto il loro abbonamento
lenendo conto dell’aumento:
— « Petit Messager » L. 700 ;
— « Journal des Missions » L. 700 per i
Pastori ed Evangelisti ; oer i laici
L. 1.100.
Recapito: E. L. Co'isson - Via G. Matteotti, 15 - Torre Pellice.
VIUAR PELLICE
Bin^raziamento dopo un incendio
La sera del 3 génn. u. s., alle ore 20,30,
un vicino cattolico del presbiterio, il sig.
Roisani Emilio, suonava insiistenlemente alla porta del Pastore: w Avete il fuoco in
Chiesa! ».
Purtroppo era vero. L’interno del campanile dove era riposta tutta la prowisla
di legna per l’invernata era ormai una fornace ardente. Il Rev. Don Rol deUa adiacente chiesa catlolii'a, interruppe la riunione che stava presiedendo e eorise a suonare la sua campana, poi suono ani'lie la
sirena della fabbriii'a e in un attimo il
luogo fu pieno di gente intenta a recar
secchi d acqua. La posta in giuoco non
era li^e perchè il fuoco poteva raggiungere r.interno del tempio e il ietto ed anche un ampio fienile sottostaine al campanile e attiguo a varie altre case.
Per mollo tempo il fuoco fu più forte,
così dell acqua come degli estintori. Si aveva un bel rovesciarli tutti sulle fiamme ardenti, pareva che ci si buttasse benzina. Il
campanile, potente e altissimo, fungeva da
ciminiera e la folla presente doveva in
gran parte assistere impqtente ai proigiressi
del fuoco. Ormai le scale interne eran bru.
cíate e chi poteva arrampicarsi lassù per
portar acqua? Alcuni animosi, legate insieme delle scale -— paurosamente traballanti — riusirirono a issarsi sul tetto della
Chiesa, lutto viscido per la pioggia e per
la muffa e di li ad avvicinarsi al campanile
per tentairne la scalata dall’eisterno, come
dei rocciatori, fino al piano della campana
per recarvi la lancia di una pompa. Tutto
quanto nella notte buia, sotto la pioggia e
col suissidio di poche lampadine tascabili.
Era un gioco pericolosiasimo e si può ben
dire che fu la flnano di Dio ad impedire
che ci fo-ssero ancora delle disgrazie alle
persone.
La lolla contro il fuoco fu lunga .e dram.
malicissima. La pompa della vicina fabbrica Crumière, solleciitamtmte recata sul
posto si inceppò ed il trasporto d’acqua a
mano, via tetto a mezzo doll’unica scaletta
traballante fu impossibile..
Ma giunsero finalmente i pompieri di
Torre Pellice, chiamati anch’esisi a gran
suon di sirena in mezzo all’allarme di tullta
la cittadina e issarono la propria pompa
fin sotto la campana. Era tempo! Già le
fiamme lambivano l’ultimo ripiano della
torre e pochi istanti più tardi la nostra
bella cainrpana del peso di otto quintali
sarebbe precipitata nel baratro sottostante
apezzandoisi in mille cocci. Invece i 60 mila
litri d’acqua rovesciati in pochi minuti dai
torres! iiell’inlerno del campanile, vinsero
la battaglia, ma proprio all’ultimo istante.
E noi ora, col cuore ohe ancora balte per
l’emozione, sentiamo vivo il bisogno di
esprìmere la riconoscenza della Chiesa di
Villar Pellice e nostra a tutti coloro che
ci hanno soccorso. All’amico Rosani Emilio anzitutto, eppoi al Rev. Don Roll, al
signor Sindaco, al Direttore e al Vice Direttore dello Stabilimento Crumière, ai
valorosi .Pompieri di Torre Pellice ed al
loro abilissimo Comandante, ai cari Villaresi Valdesi e Cattolici accorsi a centinaia
e ai numerosi amici venuili con macchine
e motociclette da Ton-e Pellice, da San
Ciiovanni, peraino da Luserna. A lutti, tutti
e tutti un grazie commo.aso!
Ed ora?
Abbiamo già iniziato i lavori per il restauro e per rendere sicura stabilità alla
campana. Costeranno seicenlomila lire e le
nostre casse in questo momento, esauste
dalle contribuzioni ecclesiastiche, sono
completamente vuote. Il Concistoro in una
seduta piena di fervore ha voluto fare un
atto di fede e ha dato il via ai lavori.
Una soltoBcrizione è aperta per lutti coloro che ancora ci vorranno aiutare.
Per il Concistoro Valdese
Enrico Geymet, pastore
Ai fratelli villaresi la nostra solidale simpatia e, cominciando, L. 1.000,
red.
— Il periodo natalitio è passato con le
sue^luci, con u wioi «anti, cam i suoi ri
cordi nostalgici e con le sue campane festose. Ne ricordiamo brevemente le tappe principali:
La festa delValbero, Favorita quest’anno dal fatto di cadere in giorno di domenica, ha visto adunato nel tempio un pubblico più numeroso del consueto, attento e
pieno di interesse fino alla fine del lungo
programma durato oltre due ore. Nepipure una prova d’insieme e,ra stata possibile
poiehè vi parteeipavano clementi dei punti
più discosti della parroeebia, ma grazie al
Po-ttima organizzazione dei monitori, nes
suno se ne accorse é tutto parve ben con
eatenato. Le poesie e i motivi profani fu
rono ridotti quest’anno quasi al nulla et
invece furono numerosi i tanti e i eor
parlali. Circa una ventina in tutto. Cani
d’insieme, alcuni con aecoimpagnámenio d
fanfara e canti di gruppi altri. Inileressan
li e nuovi nell’ambiente i canti modern
alla maniera Duval e ancor più caratteri
siici quelli Tzigani o quello in lingua cine
se. Attentamente osservata una scena muta
in quattro quadri sopra una parabola tutta
preparata grazie alla fantasia degli alunn
e dei loro giovani monitori.
Culto di Natale. - Numerosa l’assemblea malgrado la sorpresa preparata dalla
neve ed edificante il suo apporto di pietà.
Molto bello il coro diligentemente preparalo dalla Corale e commovente la presenza di numerosi villaresi lontani o sotto le
anni. Triste, come sempre, l’assenza di
troppi elementi periferici che vogliono esser considerati Valdesi ma non si fanno
vedere in chiesa neppure a Natale. Verranno forse a Pasqua e qualcuno neppure.
— Nelle scuole. ■ In tutte le scuole —
centro e periferia — organizzata dagli insegnanti, ha pure avuto luogo una piccola
festa natalizia alla quale in molti casi
hanno partecipato i familiari degli alunni.
Riuscitissima quella del Serre, tenuta la
sera di Natale nell’aula più che affollala
malgrado il tempo pessimo e le strade intransitabili perchè coperte da una spessa
patina di ghiaccio. Festeggiati,ssimi gli
alunni e le insegnanti per il forte progresso realizzato sugli anni precedenti.
— Primo fra tutti aveva acceso l’albero
di Natale il nostro Asilo Infantile i cui
piccoli artisti se piccoli più di tutti non
furono certo i meno ammirati e non fecero
t-erto sfigurare la loro solerte Insegnante.
— Fine d’anno. ■ I due culti del 31 dice-mbre erano stati annunziali come culti
di appello e tali furono se pure in maniera raccolta e modesta. Solenne in modo
particolare riuscì il culto serale al quale,
come ogni anno, partecipano anche alcuni
che solo in quella circostanza si vedono in
chiesa: Probabilmente non sono degli indifferenti ma dei poveretti che in altri momenti non po.S9ono o non osano. Chi può
conoscere le situazioni penose di tante case e le tragedie nascoste nei cuori?
Dopo il cullo la veglia di fine d’anno:
Non numerosi ssima pereliè molti consapevoli forse più di un tempo del valore del
santuario familiare gli dedicano questa occasione per raccogliersi in intime e belle
adunate di parenti. Nella nostra Sala si
radunarono tuttavia una cinquantina di
giovahi ed anziani e vi attesero insieme la
mezzanotte in uno spirilo fraterno e svolgendo un piccolo programma, ottimo sotto
ogni punto di vista.
Purtroppo non mancarono anche le defezioni di alcuni buoni elementi èhe di solilo rispondono sempre all’appello ma ebe
questa volta si lasciarono vincere dal fascino dei veglioni mondani... Ma, speriamo, la T>ro88Ìma volta, di averli di nuovo
con noi!
— Capodanno: Vero « tour de force »
questo eunitilo di culli e di adunate a poche ore di distanza gli uni dagli altri. Eppure, anche il culto di Capodanno fu discre'amente frequentato.
« Il tempo è breve » fu il testo della
giornata e il messaiggio inviatoci dal nobile Capo della chiesa del Badén, un passo
di Neemia: «Non v’attristale, nella gioia
dell’Eterno è la vostra forza».
FRAROSTINO
— La nostra Comunità ha celebrato in
un clima di gioia e di fede le solennità di
Natale e di Capodanno.
Benché il temcio non fosse tanto favorevole, a Natale nna larga assemblea si è
riunita nel nostro tempio per ricordare,
con un culto particolare, la venula nel
mondo del Salvatore. La predicazione è
stata centrala sul testo : « GÌi porrai nome
Gesù, penobè è Lui che salverà U suo popolo dai loro peccali»' (Matteo 1: 21). E’
seguita la celebrazione della Santa Cena,
alla quale ha preso parte un buon numero
di presenti. La Corale, ridotta di numero
ma ben volenterosa, ha cantato un coro natalizio « Osanna » del Pastore Virgilio
Sommani, e un inno « Te celebriamo, o
Padre con fervore » (364 Innario Cristiano).
— La festa dell’albero di Natale è stala
tenuta martedì 26, nel pomeriggio. E’ stalo svolto un rkii’o programma di recite.
poesie, diaIo,glii e inni da parte dei nostri
bambini, oittimamente preparati dagli insegnanti di Religione (ai quali va naturalmente tutta la nostra riconoscenzai. Un bell’albero tutto illuminato ha fatto bella mo
»tra di sè rallegrando con la sua luce il
cuore di grandi e pi'Crini. Non è naturalmente fsolo alla luce dell’albero che abbiamo pardato, ma a quella di Gesù Cristo
ebe è venuto come « luce del mondo ». AI.
la fine, un bel pacchettino è alato offerto
ai bambini presenti e a lutti auelli della
Coimunità, dono delle famiglie della Parrocchia.
A Capodanno, si è riunita nuovamente una buona assemblea ner iniziare sotto
lo sguardo del Signore e nel suo Nome il
nuovo anno. Nella predicazione, -siamo
stati portati a meditare sul lesto dell’Apoealisse (2: 5) « Ecco, io fo ogni cosa nuova ». In un mondo, e in un tempo, in cui
lutti prarlano di novità, Dio solo, in verità,
può parlare di cose veramente nuove. La
cosa veramente nuova di cui noi ed il mondo abbi'imo bisogno è un « cuore rinnovato » nella fede e nella ubbidienza a Dio.
E’ ciò che il Signore fa per noi in Cristo
Gesù e nella potenza del Suo Spirilo. E’
stata celebrala ancora la Santa Cena, e la
Co,rale ha cantato l’inno « La terra e 1
cieli raccontano la gloria del Padre, del
Dio Creator » (356 Innario Cristiano).
■ Domenica 24 e domenica 31 abbiamo
avuto rispettivamente un culto di preparazione a Natale e un culto di fine d’anno.
— Domenica sera 31 dicembre, la filodrammatica della nostra Unione Giovanile
ci ha offerto una bella serata, rappresentanlo la commedia « La boina » di Ada Melile, ed uno scherzo comico. La Corale ha
cantalo alcuni cori e inni. Rin,p-az!amo i
nostri giovani attori e i nostri bravi coralisti per la bella serata.
— Nel periodo prenatalizio, la signora
Peyrot insieme ad alcune sorelle dell’Unione delle Madri, hanno visitato le sorelle
della Comunità malate e anziane, portando
loro il conforto di un messaggi/) nella preghiera e nella lettura di un passo biblico,
nonidliè un pieeolo segno deH’amore fraterno con cui si è voluto far sentire a quelle
nptre sorelle di quale simpatia esse sono
circondate dalla Comunità.
— Feste deU’albero di Natale sono state
tenute anche nelle scuole del Capoluogo e
al Roc a cura degli insegnanti; un bel panettone è stato offerto ad ogni alunno dalla
Amministrazione Comunale, alla quale va
la riconoscenza viva e affettuosa della popolazione scolastica.
— Il culto di domenica prossima, 14 gennaio, sarà presieduto, a D. v. dal Pastore
Emerito Sig. Luigi Marautla. di Pinerolo.
Confidiamo in una larga partecipazione di
pubblico.
BORA
— Domenica 7 gennaio ha avuto luogo
a San Giovanrni il servizio funebre di
Tourn Virginia ved. Mourglia, di anni 76,
deceduta improvvisamente. Aveva da qualche tempo lasciato la sua casetta ai Pìssai
di Rorà. Eaprimiamo ai figli ed ai parenti
lutti la nostra simpatia per onesto lutto
che li ha colpiti.
— Le due serate organizzale dai giovani
al Centro ed alle Fueiine, sabato e dome
nica 6 e 7 gennaio u. s. hanno avuto gran
de suecesso ed hanno visto una buona af
fluenza di pubblico. Ringraziamo quant
hanno voluto incoraggiare la fatica de
nostri giovani.
— Domenica 21 gennaio avrà luogo il
l'ulto mensile alle Fucine.
Domenica 28 gennaio sì riunirà l’Unione delle Madri del Centro. Questo avverrà da ora in poi ogni ultima domenica
del mese.
Le pro'Ssì.me riunioni quarlierali
avranno luogo ai Rumer i martedì 16 e 23
gennaio, e iiille Furine ì mereoledì 17 e 31
gennaio.
Daremo di volta in volta notizia di altre eventuali riunioni familiari.
TORBE PEUICE
OSPEDALE VALDESE
SERVIZIO RADIOLOGICO
Nuovo orario:
lunedì ore 8
venerdì, ore 16
VISITE
Tutti i giorni dalle ore 14 alle 16,
tranne il venerdì dalle ore 9 alle 11.
Il 1» ed il 3o martedì di ogni mese
le visite sono riservate éoltinto agli
operati.
La' Direzione
POMARETTO
— L attività natalizia s’è svolta nel clima
euforico delle consuete f««tività: abbiamo
avuto i vari alberi dii Natale: Al Centro un
meraviglioso pino fornito dal Signor Tron
Emanuele faceva bella moetra di sè; le re.
cite di iapirazione biblica sono stale mollo
apprezzate, unitamente ai cori della scuola
di musica che hanno costituito la novità
della festa e che si sono felicemente armonizzai alle recite; ringraziamo di cuore il
Maestro Marsura che li lia preparati e diretti nonché le insegnanti Mauro Diega,
Sommani Lina, Costantin Germana; ringraziamo di cuore ì giovani, le monitrìci ed i
monitori per la loro collaborazione nonché
il Past. G. Castiglione e i bimbi del doposcuola di Corato per i fichi che ei hanno
inviato; li ringraziamo di cuore e ricordiamoci del doposcuola di Corato; ringraziamo pure il signor Giadero Ernesto per
il suo dono per il nostro albero, molto ap.
prezzato.
— All’Inverso la terza edizione dell’albero ha avuto ottimo successo: per questo
ringraziamo la maestra Signorina Coisson
e Wanda CoUet per la preparazione delle
recite; ai collaboratori dell’Inverso diciamo un grazie di cuore.
— Al Peni la serata di Natale è stata
molto simpatica con recite e domande bibliche e di carattere vario e premi; da Pomaretto è salito un buon gruppo di giovani
nonostante il tempo proibitivo; ringraziamo Marta Baret per la sua collaborazione
e quanti hanno lavorato.
— All’asilo d’infanzia abbiamo avuto il
nostro primo alberello alla presenza delle
mamme: poesie e canti hanno allietato |a
festa. Ringraziamo Finsegnante Marta Baret per la sua viva eollaborazione.
— -Airospedale abbiamo pure avuto la
feslieeiola con canti e poesie; soprattuttn
degno di menzione Foriginale monologo ili
Mimmi Matliieu.
— La festa di fine d’anno ha raicollo
più di quaranta giovani con ragane fraterna ottimamente preparata dalla Signora
Revel Ester. Messaggi, breve siiulio del
presidente, di Janot e di Clara seguito da
giochi e canti hanno reso la serata mollo
fraterna. La Corale diretta dalla slg.iui
Speranza Grill ha cantato e \alalc un coro
di eireostanza apprezzalo dalla Comiinilà.
— Ringraziamo di cuore i maestri Gianni Jahier e Calvelli Franco per i loro a|>prezzati messaggi rivolti rispeltivauieiiie il
24 dicembre ed il 7 gennaio; airinverso
abbiamo potuto tenere il nostro cullo con
Santa Cena.
— Ricordiamo le seguenti niauilesla/.iii
ni:
Domenica 14 gennaio avremo la visita
del Pastore Roberto Jahier il quale parlerà
al culto del mattino; nel ponieiiggio egli
proietterà delle interessanti filmine sui luo.
giti abitali dai Valdesi in Francia nel pa.-sato e sui luoghi del Wiirtemberg e Bailen
dove allualmeme vivono comuni di origine
valdese. Tutta la parrocchia è invitata e
sipecialmenle le madri.
Giovedì 18 gennaio la Signorina Aiiiln
Gay parlerà delle missioni e proietterà ivn.
portanti filmine a Perosa .irgentinu. La
ringraziamo sin d’ora.
Direttore resp. ; Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
_ _______n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tol
ha
Il giorno 3 gennaio il Signore
richiamato a sè
Deimira Borelli
ved. Gay
nel suo 79» anno.
Lo annunciano commossi i figli
— Alma Graziella
— Emilio, colla moglie Margherita
Meynier e figlie Donatella e Fiammetta col marito Luciano Partisetti
— Aldo, colla moglie Nella Revel
— Manlio, colla moglie lily Giampic
coli e figli Daniele, Marco e Daisy
— le sorelle Mary Borelli e Giulietta
de Montoliu (assente)
— 1 parenti tutti
— l’affezionata Roma Gatte!.
Genova, 3 gennaio 1962
La famiglia del compianto
Rivoiro Ernesto
nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia tutte le persone che
le hanno manifestato la loro simpatia con la presenza ai funerali o con
scritti.
Ringrazia in modo particolare il
Pastore sig. Genre, la Direzione RIV,
il Gruptpo Anziani ed i vicini di casa.
Sian Secondo di Pinerolo, 25-12-1961
La sorella ed i nipoti della compianta
Griglio Susanna
esprimono la loro profonda riconoscenza a tutti coloro che, in occasione dell’improvvisa dipartenza della
loro Cara, sono stati in vari modi lar
ghi di aiuto e di conforto. Un grazie
particolare al Pastore sig. Genre, alle
famiglie Pastre e Rostan ed ai vicini
di casa.
San Secondo, 5 gennaio 1962
«L’Eterno è il mio pastore»
(Salmo 23)