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DELLE
Sp&til! • * -li.
BlÌ3liot3ca-Valiese
•(•Toriñol u Ai'.iiXÀ T02ÍÍ3- ?ELLICu»
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Q u i n d i c i n a 1 •
della Chiesa faldase
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Ann* LXXXIV - Num. 25
Uaa eapia L.
ABBONAMENTI
{
£€•: L. 709 per rinterae
L. 1290 per restare
e Zsm Lmemi L. IdM per rìnterne | Spezia, pestale 11 Grippe
L* 18M per restare | Cambia d'in^iriaae Lire 40,—
TORRE PELLICE — 3 Dicembre 1954
Ammìn. Claadiana Terre Pellica - C,C«P-^17951
TORNIAMO ALLA BIBBIA
Cost porla I^EternOmm
Con queste parole iniziano molti
passi della Bibbia che noi consideriamo, d’altronde, tutta ’’Parola di
Dio” anche là dove questa formula
non è espressa.
Su questo punto tutti siamo d’accordo, ma ecco che quando apriamo la Bibbia e la leggiamo con regolarità e continuità non possiamo
non capitare ad un certo punto su
dei passi davanti ai quali dobbiamo
domandarci: Ma Dio ha proprio
detto queste cose? Le ha proprio
dette, così?
Lasciamo stare da parte le questioni scientifiche delle S. Scritture
che non hanno mai posto a noi Protesumti quei problemi, talora conclusi tragicamente, in cui si è dibattuta e si dibatte tuttora la Chiesa
di Roma; ma pensiamo a quei passi
’’scandalosi” da un punto di vista
morale che ci presenta l’Antico Testamento (ed anche il Nuovo!). Pensate alla tremenda legge dell’interdefio e della distruzione totale cui
vennero votate le città, da cui l’idolatria poteva infiltrarsi in Israele;
a certi racconti nel periodo dei patriarchi; ai sentimenti di violenza
<■ di vendetta che affiorano in quello che è stato definito il libro più
spirituale dell’Antico T estamento;
il -Salterio^ - valga per- tutti il poetico e tremendo 137 in cui dalla dolorosa dolcezza dei sentimenti di un
popolo che piange di nostalgia della terra e dei cari perduti, si passa
alla spaventosa invettiva contro agli
oppressori: « Beato chi piglierà i
tuoi piccoli bambini e li sbatterà
contro la roccia! » (v. 9).
Si dirà: che bisogno c’è di andare a cercare queste difficoltà? Ci sono tante altre parole nelle Scritture
capaci di edificarci e di parlarci da
parte di Dio!
Verissimo, ma anche queste sono
Bibbia e se davvero noi vorremo
leggerla seriamente, troveremo di
questi passi ed allora tanto vale parlame subito e serenamente!
D’altronde credo che lo scandalo
sussisterebbe veramente solo se la
Bibbia fosse stata scritta dai suoi
molti autori, così come i bambini
in classe scrivono il dettato; quelle
parole che essi scrivono con la loro
mano e la loro penna, ma che altri
hanno peiwato e dettato, che essi
compilano lettera per lettera, senza
necessariamente neppure capire il
setiso delle frasi che hanno scritto.
Allora potrebbe sorgere anche per
noi la difficoltà di cui un commentario rabbinico racconta a proposito
del passo di Deut. 22: 6-7 in cui,
con riferimento al rispetto degli uccelli dice: « Quando... t’avverrà di
trovare un nido d’uccello... avrai
cura di lasciare andare la madre,
prendendo per te i piccini; e questo, afbnchè tu sia felice e prolunghi i tuoi giorni ». Ci è detto che
un pio rabbino, uscendo una mattina da casa sua per andare alla sinagoga, scorse un fanciullo che si
arrampicava su di un altissimo albero per cogliere un nido; ora, sebbene il bimbo avesse scrupolosamente evitato di prendere anche la madre che svolazzava Zi intorno, scendendo cadde da un ramo e si uccise. Il pio rabbino — conclude il
commentario — divenne ateo! Dio
aveva mentito!
Ma noi sappiamo che l’ispirazione divina della Bibbia non è un fatto meccanico di dettare e di scrivete; sappiamo che Iddio non ha soppresso r umanità delle persone che
hanno scritto, non Vha ridotta a fantasma o a macchina scrivente. Sono
uomini concreti con le loro idee, con
la morale e la scienza del tempo,
con il loro particolare e personale
carattere.
Sono uomini che amavano e soffrivano, che si rallegravano e facevano la guerra, che piangevano di
commozione o si scagliavano in un
moto di violenza. Erano poeti e storici, artisti e legislatori. Questa loro
umanità non è tolta via o rinnegata.
Perchè, allora, si insisterebbe tanto
sulla identificazione della persona e
del periodo in cui essa è vissuta?
Quante volte nell’Antico e Nuovo
Testamento troviamo frasi simili a
questa: « La visione di Isaia, figliuolo di Amots, che egli ebbe relativamente a Giuda ed a Gerusalem
me ai giorni di Uzzia, di Jotham,
di Achaz e di Ezechia, re di Giuda »
(Is. 1: 1).
Ma non nomini soii
Bisogna però subito anche aggiungere che questi uomini concreti e
reali che hanno scritto la Bibbia,
non l’hanno composta da soli, come
i poeti e come tutti gli artisti di questo mondo compongono le loro opere. Beethoven, ormai del tutto sordo, ha scritto le ultime sue sinfonie
— le più meravigfioae. — aoùanxo
trascrivendo la musica che suonava
nella sua anima e che egli ascoltava
in se stesso. Non una nota della orchestra sarebbe mai più giunta al
suo orecchio, ma che importa, quando il musicista ha tutta una orchestra nella sua anima?
Ma la parola della Bibbia non è
uscita da uomini che sono stati all’ascolto di se stessi, in una estasi
mistica o spirituale. La Bibbia non
ci parla da parte di un Dio umano
(un idolo) ; ma da parte del Signore
del cielo e della terra, del creatore
e Salvatore del mondo.
La conoscenza di Dio e della sua
volontà misericordiosa non è una
caratteristica che nasce con l’uomo,
sia pure coi migliori degli uomini.
Lo Spirito di Dio — lo Spirito della
Creazione e della risurrezione di
Cristo — non è mai sinonimo di spirito umano!
Come alia lonti di Betesda
E allora? Come può succedere che
questa parola di uomini, di profeti
e apostoli, diventi'.veramente parola di Dio?
Pensate a quel che accadeva alla
fonte di Betesda (Giov. 1-4). Alle
sue acque affluivano gli ammalati
per essere sanati; ma le acque non
avevano in se stesse etlcùn potere miracoloso. Erano comS-quelle di tutte le sorgenti della città, forse neppure le migliori. Ma, ecco, quando
e come al Signore pareva bene, un
angelo scendeva in queste acque, esse si intorbidavano e gli ammalati
guarivano. Poi tutto ritornava normale. Dio usava quell’acqua come
uno strumento ed in quel momento
il miracolo accadeva, cóme se la fonte di Betesda fos.^e stata buona e
miracolosa e divina, e invece non era
che l’acqua di una sorgente di Gerusalemme!
Il paragone è iraeparente!
Nella. Bibbia lo -0pirko del Signore scende e questa parola che degli
uomini hanno scritto diventa, in
quel momento, la Parola dell’Eterno. Non è più la voce di Isaia o di
Davide, di Matteo o di Paolo che
ci parla, ma quella potente e consolante del nostro Dio e del nostro
Salvatore,
Non è più il messaggio rivolto ad
altra gente ed in altri tempi, ma è
la Parola presente ed attuale che
Dio pronunzia nella nostra vita di
lo gioie e le difficoltà presenti della nostra famiglia, della nostra Chiesa, della nostra società.
, E come nella vasca di Betesda
l’angelo non aveva un orario fisso,
così, nella Scrittura, lo Spirito non
ha un luogo fisso per rivelarsi. Possiamo attenderci di incontrarlo nelle Letture di Paolo come nei Salmi,
nei Vangeli come nel Cantico.
Lo Spirito del Signore è Ubero!
Ed è per il suo intervento e la sua
presenza — solo per questo — che
la Bibbia è Parola di Dio. Dovunque egli scenda, dovunque soffi nella Bibbia, lì ascoltiamo la voce delr Eterno.
Per fare ancora un altro esempio:
Iddio ha scelto, nella sua piena libertà, la Sacra Scrittura come luogo della sua rivelazione, come canale attraverso cui fluisce fino a noi
l’acqua della vita. Pensate all’acqua
di cui ci dissetiamo: essa ci può venire attraverso alle semplici ’’bialere” dei nostri alpeggi o per un acquedotto di cemento armato, costruito secondo gli ultimi ritrovati della
tecnica moderna; può zampillare
dall’umile tubo di ferro o di piombo, piegato alla meglio ed un po’
ammaccato, nei ’’bacías” di legno
delle borgate più alte, oppure scendere in un lavandino di lusso da un
rubinetto cromato, magari con il riscaldatore istantaneo dell’acqua. Ma
quel che conta non è tutto questo;
quel che interessa è l’acqua, e che
sia buona!
Talora la Bibbia può rassomigliare più al vecchio impianto dei nostri
®be allo splendore delle moderne cromature, ma che importa?
Attraverso ad essa Iddio ci assicura che il suo Spirito di salvezza
e . di rinnovamento-^urtge fino a noi;
E non sono le belle o brutte parole, ma è il Signore che ci salva!
Così, con questa attesa, noi possiamo aprire la nostra vecchia Bibbia e medítame le pagine, tanto
quelle che sono più simili al nostro
modo di pensare, quanto le altre,
tanto gli episodi che ci sono più
simpatici quanto quelli che possono
farci paura. Attraverso ad uno di
essi giungerà a noi la voce del Signore con tutta la sua potenza.
E allora...
Allora tutte le mie parole saranno diventate inutili perchè Dio vi
avrà parlato!
Franco Davite
Un grande tempio per gli eritrei evangelici
Alle ore 18,30 di sabato, nella
semplicissima chiesa evangelica che
sorge al sommo dell’altura a cavallo fra la strada di Massaua e Viale
Menelik 1, ha avuto luogo una riunione del Comitato della costruenda chiesa di tale comunità religiosa
per una conferenza stampa.
Il presidente del Comitato, Ato
Zaccarias Teclè, ha illustrato con elevate parole come nacque oltre mezzo secolo fa la chiesetta e come in
essa la cresciuta comunità non trovi
più posto per le pratiche di fede.
Ho sottolineato, poi, il valore monumentale della costruzione in progetto anche ai fini di abbellimento
cittadino ed ha fornito alcuni dati:
C( Superficie interna circa mq. 450,
per cui essa potrà contenere, in piedi, una folla di circa 1.500 persone,
ed oltre la metà, comodamente seduta. Vi è inoltre un ampio loggiato per cantoria. La chiesa sarà poi
fiancheggiata da un salone semicircolare, della superficie di mq. 160,
particolarmente adatto alle riunioni ed all’istruzione della gioventù.
« Al lato del prospetto sobrio ed
elegante, sorgerà il campanile, la
cui linea agile ed ardita — ha detto
Ato Zaccarias — salirà al cielo per
un’altezza di oltre trenta metri. Antistante la chiesa, un ampio sagrato
cui si accederà da una scalinata monumentale ».
Terminata l’illustrazione del progetto, dovuto all’Ing. Amighini, che
prima ancora della conferenza stampa aveva fornito ai giornalisti intervenuti esaurienti spiegazioni, il Pre.
sidente del Comitato ha così concluso :
tc La Comunità Evangelica, pei
raggiungere lo scopo, ha eletto questo Comitato, la cui Presidenza onoraria è stata offerta ed accettata da
S. E. il Capo del Governo.
« Moltissimi esponenti e componenti la Comunità Evangelica contribuiscono direttamente, col loro
personale sacrificio economico, al
fine di raggiungere la mèta che a
tutti sta tanto a cuore.
« Essi si sono volontariamente tas.
sati per una somma rilevante, commisurata alle singole possibilità, e
mensilmente versano una quota pei
costituire un capitale che possa almeno servire ad una parte delle ingenti spese da sopportare.
« La spesa prevista non sarà inferiore ai 250.000 dollari.
« Viviamo nella fiduciosa speranza che ci giungano aiuti, speranza
che non dovrà essere vana, perchè
nobile è lo scopo, santo il fine cui
tendiamo.
« Non potrei terminare questa mia
à di
la
breve esposizione senza interpretare ed esprimere il sentimento di affetto che ci anima nei riguardi di
tutti i buoni Missionari Svedesi che
sono con noi, e senza inviare da questo mio posto di responsabilità, d;
lavoro, di speranza e di fede un saluto deferente ed un pensiero riconoscente al Pastore Tron.
« Il Pastore Tron ha lasciato la
nostra Eritrea dopo lustri e lustri
di fecondo lavoro, di sapiente apostolato, permeato di sacrificio.
« Egli fu l’animatore tenace e convinto dell’idea della costrnzioi«ì
della nuova Chiesa, idea che noi perseguiamo, per il bene della nostra
Comunità, per il compimento del
nostro dovere, per la maggior gloria di Dio.
Dopo le toccanti parole di Ato
Zaccarias, ha aggiunto il suo pensiero Blatta Demsas Uoldenchiel,
vice presidente del Comitato. Egli
ha sottolineato lo spirito di fratellanza cristiana che anima tutte le
opere della comunità evangelica, e
questa compresa. Sicché egli ha ri- '
volto un appello a tutti i cristiani
indistintamente « che credono nel
Vangelo » per portare a compimento quest’opera.
(continua a pag. 2)
La Facoltà ha quest’anno riaperto le sue porte con alcuni giorni di
ritardo per la coincidenza tra l’inizio dell’anno accademico e 0 Convegno Pastorale Metodista Valdese.
Alla sessione autunnale hanno sostenuto i loro esami finali due candidati in teologia: A. Garnfi, con
una tesi su cc I partiti nella chiesa
di Corinto » e T. Soggin, con. una.
tesi su «c La disciplina ecclesiastica
nella dottrina di Giovanni Calvino ».
Il 6 Novembre ha avuto luogo, nell’Aula Magna, la seduta inaugurale
del centesimo anno accademico. Il
culto di apertura era presieduto dai
Moderatore della Chiesa ValdesCr
Pastore A. Deodato, il quale metteva in rilievo il particolare significato per tutta la chiesa del primo
centenario della Facoltà. Porgeva
poi il suo commosso messaggio il
Sovrintendente della Chiesa Metodista, Pastore E. Sbaffi, cui faceva seguito la lettura d’indirizzi augurali
del Segretario dell’Opera Battista^
Pastore M. Ronchi, impedito di essere presente, e di altri amici.
Prendeva poi la parola il Prof.
Valdo Vinay, incaricato della prolusione che aveva quest’anno per tema : « I primi cento anni di vita
della Facoltà Valdese di Teologia ».
Il prof. Vinay indicò l’origine deh
la nostra Facoltà teologica nell’influenza esercitata dal Risveglio .ginevrino sulla , ^izitualità deBe^ Vt^i Valdesi durante la prima metà del
XIX secolo. Il Risveglio diede alla
Chiesa Valdese un nuovo senso deh
la sua responsabilità nella preparazione dei futuri pastori ed una nuova coscienza missionaria, che doveva trovare il suo più vicino campo
di attività nell’inquieto ambiente
catttdico dell’Italia risorgimentale.
La teologia del Risveglio predominò su tutto il primo cinquantennio di vita. deUa nostra Facoltà
(1855-1904) e diede un forte impulso all’opera di evangelizzazione in
Italia. Nel secondo cinquantennio
(1905-1954) si prolungarono le linee
direttive del passato, ma in un mutato clima teologico per l’influenza
che la teologia liberale fece sentire
indirettamente anche sul nostro ambiente ecclesiastico.
Per la moderazione dei nostri docenti e il senso di responsabilità veiso la proclamazione evangelica, il
quale non può mancare neUa Facoltà teologica di una chiesa missionaria, la crisi teologica, ovunque
in atto in Europea, si manifestò da
noi in forma piuttosto blanda.
Verso il 1925 si fece.sentire il rinnovamento teologico biblico, dovuto specialmente all’opera di Carlo
Barth. La nuova teologia veniva gradatamente accolta dai membri più
giovani del Corpo Pastorale Valdese, e infine si affermava in seno alla Facoltà stessa. La funzione della
nostra Facoltà nella situazione presente è rimasta essenzialmente quella indicata dal Risveglio: rinnovata
meditazione teologica, preparazione
di Pastori che sappiano predicare
la Parola di Dio nella sua integrità
per l’opera di evangelizzazione in
Italia.
Conferenza Distrettnale
Si ricorda che la Conferenza Distrettuale del I Distretto, convocata
per Mercoledì 8 Dicembre a Perrero,
avrà inizio alle ore 9 precise con il
culto presieduto dal Pastore Giovanni Peyrot.
Gli anziani e diaconi di tutti i Concistori, e la popolazione Valdese sono cordialmente invitati ad assistere
ai lavori della Conferenza.
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L'ECO DELLE VALLI VALDESI
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Còti atiero Jcfhwrz réelle “FaWi„ della più antica ‘^protesta,.
Un museo del Maidismo
Questo articolo avrebbe dovuto
essere pubblicato con alcune illustrazioni delle Vallif sui «. Tempio di Milano » che ha dovuto sospendere le
pubblicazioni improvvisamente. Una
parte deWarticolo stesso è stata inserita neWautorevole Quotidiano genovese Il Corriere delia Liguria, diretto da Giannino Marescalchia del quale l’autore e critico d’arte.
Abbiamo richiesto a Emilio Zanzi, che ha recentemente visitato il
nostro Museo, l’autorizzazione * a
pubblicarlo t autorizzazione che lo
scrittore cattolico ci ha •— dichiarandosi onorato — subito concesso, lieto che lo scritto possa far conoscere
— specialmente ai giovani — l’alta
personalità di Piero Jahier, nostro
correligionario e convalligiano, scrittore tra i più originali e liberi d’Italia. jRed.
Piuttosto che turistiche le Valli
dell’alto piuerolese sono zone religiose, Da Pinerolo a San Secondo
e a Bricherasio, cattoliche: da Bibiana fino al confine con la Francia, protestanti. Nelle tre Valli del
Pellice, del Chisone e della Cermanasca domina ancora, ma non predomina, causa le continue immigrazioni di famiglie cattoliche, il Valdismo, la più antica Protesta, la più
intransigente denominazione acattolica del mondo. Acattolica, antiromana ma, in im certo senso, latinamente fraterna.
U Valdismo, oltre ad una sua etica, ha ima suà estetica. Il paesaggio
delle Valli con le non altissime vette del Vandalino, del Granerò, del
Friuland e del Boucier manca dei
fascini dei nevai e dei ghiacciai che
danno rinomanza internazionale alla Val d’Aosta, dominata dalla strapiombante e vertiginosa sublimità
del Cervino. Le Valli Valdesi sono
fuori dal gran mondo turistico eu
ropeo. Anche gli accoglienti alher
ghi ed alberghetti di Torre e di Bob
bio Pellice, di Rorà e di Perrero, d
San Germano Chisone e di Prali de'
nunciano un che di riservato, quasi
di claustrale. Niente giochi d’azzardo. Nei locali più popolari si danza
popolarescamente, familiarmente
soltanto al sabato sera e alla domenica, alla musica di qualche stridulo
e stanco grammofono, di im organetto o di una fisarmonica.
I clienti, italiani e stranieri, sono
in maggioranza protestanti.
Le presenze turistiche più numerose si registrano, ogni anno, tra la
fine d’agosto e la prima settimana
di settembre, quando i Pastori e gli
autorevoli laici della Chiesa Valdese
convengono a Torre Pellice per le
riunioni del Sinodo, che è una specie di Conclave. Nel corso delle discussioni viene esaminato e discusso
l’operato della Tavola, cioè dell’amministrazione centrale, spirituale e
finanziaria della minuscola Ecclesia.
Vengono poi eletti, col Moderatore,
che è il Pastore dei Pastori e che
resta in carica soltanto un anno, anche i componenti della Tavola; cinque Ministri consacrati e due laici
i quali, per le opportune rotazioni,
non possono essere rieletti per più
di sette anni.
Si * 4>
Ecco: le donne, anche quelle che
sono costrette dalla povertà ad andare pel mondo, fantesche a tutto
fare, cameriere, istitutrici, infermiere, impiegate ed insegnanti non soltanto osservano rigorosamente le
pratiche dei culti domenicali, ma
custodiscono nelle loro valigie, colla
Bibbia e coll’Innario, l’antico costume quasi monacale nella gonna nera, nella cuffia bianca e nello scialle
frangiato. Gli uomini sono laboriosi, economi, furbi, severamente autoritari, ma insieme affettuosamente
cordiali coi figli e coi nipoti. Patriarcalità biblica. Nella stessa famiglia possono convivere il nonno
rrt il padre contadini, i figli e i nip< t; commercianti, arti^ani, scalpellini, magistrati, medici, professori universitari, teologi, liberi professionisti, studenti a Roma o a Ginevra, albergatori a Nizza o a Nuova
York.
e * *
La Chiesa Valdese, che ha preso
il nome dal fondatore Pietro Valdo,
un errabondo sarto lionese, è sorta
^ yjyg come un’aristocratica a ere
sia » rurale, alpestre e pauperistica.
Per certi suoi ordinamenti e per la
austerità della liturgia, pur essendosi inquadrata, dopo il Sinodo di
Chanforan (1532), nel Calvinismo,
è autonoma non soltanto per la medioevalità ma anche per il plurisecolare isolamento, per il ricordo delle persecuzioni e degli esili. Fino alla rentrée; fino alla conquista della
libertà di culto e di propaganda, il
Valdismo è stato in certo senso eroico, esercitando dentro e fiiori della
chiostra alpina e dei confini nazionali, oltr’alpe ed oltremare, una attività culturale se non proprio catacombale e clandestina assai riservata, con qualche vago proposito di
proselitismo e di profezia. Per la
liberalità di Carlo Alberto prima,
quindi, dopo l’imificazione d’Italia
con Roma capitale, per le laiche liberalità del liberalismo, s’è accomodata nel godimento dell’eguaglianza
dei diritti e dei doveri. Tra cattolici e protestanti si doveva fatalmente formare ima comunanza basata su
interessi pratici, la quale ha minimizzato le reciproche avversioni e
le divergenze confessionali. E’ venuto il tempo della tranquilla convi
venza in questi ultimi anni però,
qualche volta, turbata ed offesa da
provvedimenti di governo e da ordinanze di polizia. Le Chiese, come i
partiti, per irrobustirsi e per procedere avanti hanno bisogno di contrasti, di persecuzioni e di martiri. In
clima di libertà anche il Valdismo,
come coltura e civiltà, ha smarrito
non poche caratteristiche originarie.
L’ottocento individualista e raziona,
lista: il Novecento hegeliano e, in
Italia, crociano; la penetrante propaganda ateo-materialistica del comunismo hanno favorito e favoriscono il distacco dalje tradizioni ancestrali di molti giovani e non giovani,
nati valdesi ma ^cresciuti spiritualmente e fisicamente lontano dalle
roccie alpine irrorate dal sangue degli avi.
* # *
Questo progressivo distacco lo si
rileva anche quassù dovunque, ma
specialmente nel piccolo e bene ordinato Museo storico di Torre Pellice. In esso ■— con un’assai felice ambientazione — sopo illustrate le fisicità e la spiritualità delle Valli nei
caratteri oro-idroigrafici, storici, civili e religiosi. Lp sala introduttiva,
FUV-Convegno responsabili
Al Convegno Responsabili della
FUV, che si è svolto domenica 31
ottobre e lunedì 1 novembre ad Agape, ha partecipato una cinquantina
di responsabili appartenenti alla Unioni di S. Giovanni, Rorà, Torre
Pellice, Villar Pellice, San Secondo,
Prarostino, Pinerolo, San Germano,
Pomaretto, Riclaretto e Prali.
Ha aperto il convegno il Capo
gruppo C. A. Theiler riassumendo
l’attività svolta nel gruppo Valli durante il trascorso anno ecclesiastico
ed impostando i problemi che inte
Comunicato F.U.V.
L’Ufficio Recito della FUV indice
per il prossimo 8 Dicembre 1954 in
Torino un Convegno, con il seguente programma:
Ore 9-930: raduno dei partecipanti nei locali di via Pio V, .15; ore
9,30-12,30: Lavori del Convegno.
Relazioni e discussioni sui seguenti
temi: 1) Il problema delle recite per
il 17 febbraio (relatore: prof. R,
Jouvenal e Franco Rostagno); 2) Importanza e limiti della tecnica teatrale (relatori: Fernanda Rivoir c
Franz Ghiglieri; ore 14,30-17: Pomeriggio artistico a cura dell’UGV
di Torino.
Sono invitate le Unioni Giovanili
Valdesi del I e II Distretto e tutti
i giovani evangelici che si interessano dei problemi in esame.
Si pregano le Unioni ed i partecipanti di comunicare, per ovvie esigenze organizzative, le adesioni di
massima entro il 2 dicembre all’Ufficio Recite FUV, Torino, via Pio V,
n, 15,
Le discussioni,’ in parte svolte a
gruppi, hanno dato occasione ad un
interessante scambio di idee.
Concordando di massima con i relatori, i presenti’ si sono dichiarati
per un tipo di Unione che « interessi » tutti i giovani che rientrano nel
suo ambito pur conservando i vantaggi della (c élite » attiva, la (quale
ne deve costituire’ il nerbo e deve assicurarne intatte le caratteristiche di
Unione Cristiana.
Sono stati pure esaminati importanti aspetti tecnici ed organizzativi
del Gruppo ValK, sui quali non è
possibile soffermarsi in questa sede.
Fra essi tuttavia noteremo l’allargamento del Comitato di Gruppo nei
quale saranno rappresentate tutte le
Unioni.
Ha concluso il convegno il culto
presieduto dai pastori F. Davite e
E. Geymet.
Pierre.
detta della Patria, è dominata da una
vasta mappa eseguita dal pittore Pao
10 Paschetto nella quale, in. felice
sintesi, è precisata la fisionomìa esteri ore ed interiore di questa terra
e di questa gente. La sala che, con
qualche oggetto di scavo, rievoca la
preistoria e l’epoca gallo-romana,
ha per centro ideale il Libro del Signore, una Bibbia francese stampata
nel 1657 che appartenne alla famiglia dell’ugonotto Jean Cavalier venuto quassù nel 1704 come comandante di un reggimento di protestanti al servizio del Duca di Savoia nella guerra contro la Francia.
Nella vasta aula della persecuzione e della resistenza si segue il ciclo
delle guerre di religione affrontate
dai Valdesi dal XV al XVII secolo.
Molte fotografie — qualcuna un po’
sbiadita — fanno conoscere i luoghi
alpestri ed impervi delle due prime
azioni belliche : la Rocciaglia, il contrafforte che, chiudendo, come in un
bastione, l’ondulata conca di Prà del
Torno, è stata la località dell’estrema difesa valdese e il Tumpi Sachet,
11 gorgo dell’Angrogna, nel quale
precipitò, nel 1484, il capitano Sacchetti. In altre tavole fotografiche si
vedono i palazzi dei Principi d’Acaja
di Pinerolo e di Cavour. In quelle
di Pinerolo, nel 1484, il duca Carlo
I ricevette una delegazione di valdesi ai quali comunicava di aver concesso loro la libertà religiosa: nel
palazzotto di Cavour il 5 giugno 1561
fra il conte di Racconigi, rappresentante del Duca, e la commissione valdese veniva concluso il trattato col
quale la minoranza riformata del territorio pinerolese otteneva tutti i diritti civili e l’eguaglianza giuridica
goduta dai cattolici. Nella sala è pure ordinata una discreta collezione
di vecchie Bibbie, illustrate e no, fra
le quali la prima classica traduzione
italiana di Giovanni Diodati stampata nel 1607. In altre vetrine sono esposti manoscritti e stampe con dati e date sull’esilio in Isvizzera. Hanno spicco le ordinanze compilate da
Giosuè Gianavello per la preparazione del rimpatrio. Con questi documenti, di un notevole interesse
storico, sono allineati anche oggettucci più o meno curiosi: per esempio un cucchiaio d’argento, impallidito e patinato dal tempo, donato al
sindaco di Rorà, Antonio Durand
Canton, il 16 giugno 1706 dal Duca
Vittorio Amedeo II che si era rifugiato in quell’alto e povero paesello
perchè inseguito dai francesi, ansiosi di catturarlo con i pochi fedeli che
lo accompagnavano oltre confine.
Questa sala è specialmente dedicata alla rievocazione del rimpatrio
(1689-90). Nella mappa paschettiana
sono segnate le diéd tappe dell’epico viaggio durato dal 27 agosto al 5
settembre 1689, da Frangins, sul lago di Ginevra, alla Balziglia, in Val
Germanasca. Una seconda didascalia
precisa gli scopi religiosi e politici
della spedizione conclusa nella località Sibaud presso Bobbio dove l’il
settembre di quell’anno i partecipanti pronunciarono il solenne atto
di fedeltà : « Noi giuriamo e promettiamo al cospetto dell’Iddio Vivente di mantenere tra noi l’unione e
l’ordine' giuriamo fedeltà fino all’ultima goccia di sangue ».
In im altra mappa è rievocato l’assedio della Balziglia dove i Valdesi,
ridotti a meno di quattrocento, si rifugiarono il 2 novembre 1689 e vi si
fortificarono difendendosi contro le
truppe francesi fino alla notte fra il
24 ed il 25 maggio 1690, quando riuscirono a sfuggire alla stretta nemica.
Emilio Zanzi.
{La fine al prossimo numero)
Un grande fempio
per gli erilrei evangelici
(segue da pag. 1“)
Dopo di che i membri del Comitato ed i giornalisti si sono intrattenuti ad ammirare il hellissimo plastico del progetto, eseguito da Molinari e da lui donato a S. E. il Capo
del Governo, che a sua volta —
quale presidente onorario del Comitato ■— ha voluto destinarlo alla sede della Comunità.
{Da « Il Lunedì del Medio 0riente » - Via L. Prato, 52 Asmara {Eritrea), dell’W Ottobre 1954).
Abbiamo letto con profonda commozione questo resoconto, che ci
siamo permessi di riprodurre integralmente; commozione che sarà
certamente condivisa da quanti ricordano quanto la nostra Chiesa ha
operato in quel campo, in tempi in
cui era legittimo presentare l’opera
dei missionari evangelici, come una
opera da condannarsi, in nome di
una pretesa superiorità nazionale!
Accanto al nome del past. A. Tron,
ricordiamo quello del suo catbega,
Emilio H. Ganz, ora in Uruguay, e
quello di E. Coisson, così tragicamente scomparso in quelle terre dove
aveva annunziato l’Evangelo. Oggi
un nuovo tempio sta per sorgere in
Massaua; ci auguriamo che, in qualche modo, la nostra Chiesa possa
esser presente in questo giorno di
gioia. Red.
FRATELLI IN CRIST
Tessano l’attività di quest’anno, specie per quanto concerne i Convegni
generali ed i contatti fra le Unioni e
fra queste ed il Comitato di Gruppo.
Il primo studio — introdotto da
S. Sarti — ha avuto come tema il lavoro nell’Unione. Lavoro da articoE rsi nelle tre fasi della preparazione
f:,alturale, della preparazione alla vi.
ta di Chiesa, della preparazione spirituale. A questo indirizzo fondamentale deve collegarsi ed unificarsi
lo sviluppo di tutti quelle attività
pratiche, utilissime ma di carattere
marginale. Nelle Valli inoltre è bene che le Unioni si interessino vivamente dei problemi sociali della popolazione di cui 'i giovani stessi devono esser parte viva ed attiva.
Il secondo studio — introdotto dal
past. F. Davite — prospettava lo sviluppo organizzativo dell’Unione che
può dirigersi ■ verso una soluzione
compresa fra due poli estremi: 1 Unione di « massa » che si rivolge al
maggior numero di giovani e l’Unione di « élite » che raggruppa il nucleo di giovani particolarmente coscienti ed impegnati.
Caro Direttore,
Dopo l’ultimo articolo dell’Eco
che trattava di questo argomento, tu
hai dichiarato chiusa la discussione
ed io vorrei allii^earmi con disciplina alla tua disp<|»sizione, ma poiché
mi sembra che la discussione sia stata superficiale e la conclusione affrettata ti prego di voler avere la
bontà di concedermi ancora la parola.
E dirò anzitutto, anche a nome di
tanti fratelli delle Valli e dell’Evangelizzazione, il senso di delusione
che ha destato in noi l’imprevista
iniziativa intesa ad ottenere che il
seggio del nostro Sinodo non chiami
più col qualificativo di « fratello »
gli oratori che prendono la parola
nel corso delle sue sedute.
Eravamo contenti della Vittoria
conseguita tre anni or sono dal « fratello » Laurora di Bari il quale con
brioso entusiasmo aveva domandato
ed ottenuto che in Sinodo ci chiamassimo tutti fratelli. Era come una
affermazione di ciò che sognarne di
essere. Non era ancora l’ideale, lo
sapevamo assai bene tutti quanti, ci
saremmo chiamati fratelli pur essendo ancora imperfettamente fraterni
gli uni verso gli altri; ma era pur
sempre un passo verso l’ideale; questa parola risuonante in Sinodo sarebbe stata udita fino alla periferia
della nostra Chiesa Valdese ed avrebbe costituito per tutti come un richiamo verso quell’amor fraterno in
Cristo che deve regnare indiscusso
in una chiesa come la nostra.
Eravamo felici della vittoria di
Vittorio Laurora e la nostra gioia
interiore traspariva dal sorriso che
saliva alle labbra ogni volta che pronunciavamo la parola fratello. Eravamo contenti di poter dire in concreto quel che prima era solo teorico, provavamo un senso di gioia profonda nel poter dire cc fratello »,
« sorella », a delle persone con le
quali non avevamo dimestichezza
perchè forse mai viste, ma nel cui
cuore sapevamo che palpitava la nostra stessa fede; eravamo lieti di vedersi accorciare con ciò le distanze
verso persone che apprezzavamo ma
che il cortese « signor » o « signora »
continuava a mantenere ad una certa distanza da noi; eravamo anche
contenti di gettare tutto il peso di
questa preziosa parola sui contrasti
che vedute diverse avevano creato
tra noi ed altri membri del Sinodo;
essa portava il senso di un armistizio, di una mano tesa, qualche volta
di una riconciliazione che ci sarebbe
stato difficile di sollecitare altrimenti...
Il sorriso della nostra gioia non
era affatto 'quello di una « bonomia
scherzosa » come è stato detto, ma
l’espressione di una gioia intima,
onesta e sincera. Saremmo stati un
po’ farisei se il nostro sorriso fosse
stato tale, ma grazie a Dio non è vero che ci siano tra noi persone di
quella fatta, il Sinodo Valdese è ancora costituito da gente che osa palesar chiaro e sempre, tutto il suo
pensiero e che non ha bisogno di mascherarlo sotto un sorriso.
Era stato un bel giorno quello dell’iniziativa Laurora, e se, come il fratello prof. Subilia aff erma : « Il nome
di fratello è un dono di Dio, un miracolo dello Spirito, che si può soltan
to, ogni volta di nuovo, scoprire e
ricevere con stupore e con gioia »,
noi avevamo proprio fatto, quel giorno, una scoperta in quel senso. Scoperta ancora estremamente lacunosa, certo, ma cc scoperta » tuttavia e
primo passo verso altri progressi nel
senso di un amor fraterno vero e sincerò che con l’aiuto di Dio vogliamo
fare in avvenire.
Dovrei dire tante altre cose ancora; ho qui sul mio tavolo le bozze
di un articolo che avevo già mandato all’Eco e che il linotipista aveva
già composto ma preferisco buttare
tutto al cestino e limitarmi a questa
chiarificazione dei nostri intenti circa l’uso della parola cc fratello » che
ho cercato di fare da cuore a cuore
e con uno spirito fraterno, sincero.
Con ciò mi dichiaro pronto con
tanti altri Valdesi ad accettare con
disciplina quel che i Sinodi dell’avvenire vorranno stabilire in questa
materia; ma se la bilancia dovrà per
avventura pendere dalla parte della
abolizione dell’uso ufficiale del termine cc fratello » in Sinodo, lo accetteremo con profonda tristezza e
col sentimento di aver fatto un passo indietro nella marcia verso quell’ideale dell’amor fraterno in Cristo
nel quale noi crediamo ancora con
tutta la forza dell’anima nostra e
che intendiamo servire sempre meglio nella visione profetica di una
Chiesa Valdese trasformata in una
vera famiglia di fratelli che si amano e si tengono per mano stretti in
una vera e santa solidarietà,
Enrico Geymet.
3
L’ECO DELLE VALLI VALIÆSI
— 3
HNpw*.
Per lo studio della Bibbia
Un utile strumento per un ritorno
alla Bibbia, la grande sconosciuta,
in seno al nostro popolo, ci è stato
offerto dalla Claudiana con il volume: La tua parola è Verità (Ed.
Claudiana, pag. 184 L. 600) di Ermanno Rostan. Si tratta di uno studio che, se è particolarmente indicato per i giovani delle nostre comunità come completamento del corso
catechetico, si può giustamente' segnalarlo come un volume da diffondersi ampiamente fra quanti desiderano a'wicinarsi o riavvicinarsi alla
Bihhia. Sappiamo tutti, per esperienza, che la lettura della Bibbia
può offrire notevoli difficoltà a coloro che vi si accingono senza una adeguata preparazione spirituale. Questo volume del pastore E. Rostan,
frutto di una seria esperienza pastorale, serve ottimamente come introduzione ad una più approfondita
meditazione della Bihhia.
Lo studio è diviso in due parti: la
prima, consacrata all’Antico Testamento; la seconda al Nuovo Testamento. La storia del popolo d’Israele è tracciata nelle sue tappe fondamentali e nelle sue figure più significative, nella prima parte. La vita
di Gesù ed il suo messaggio sono studiati nella seconda parte. Per ogni
specifico argomento sono indicati i
passi biblici presi in esame, ed espo.
sti con una fedeltà ed un rispetto del
testo che ne raccomandano la lettura. Ci piace di sottolineare questa biblicità dell’esposizione, che trova
anche il suo riscontro nella chiarezza della sua formulazione del pensiero stesso.
Non sappiamo se questo volume
era previsto nel quadro della « Cam
E’ USCITO
Doiiiina il mondo, sfida i secoli; un libro
L. 50
Chi ne ordina più di una copia
può avere questo Nùmero unico in
rotocalco, a due colori, per sole L.
35,.4illxe le-spese di spedizione; Ogni
Evangelico si adoperi per la diffusione su larga scala di questa interessante pubblicazione.
Vittorio Subilia: Gesù nella
più antica tradizione cristiana L. 900
Ermanno Rostan: La Tua
Parola è verità L. 600
Ordinazioni alla Libreria Editrice
Claudiana - Torre Pellice.
c.c.p. 2-17557.
pagna per il ritorno alla Bibbia »;
ad ogni modo è giunto al momento
opportuno e ci auguriamo che incontri un meritato successo.
* * *
Francamente delusi ci ha invece il
Lezionario biblico, edito anch’esso
dalla ^Claudiana, se non erriamo per
conto della Tavola. Dopo i dibattiti
Sinodali forse ci aspettavamo troppo, ma, prendendo in mano questo
striminzito opuseoletto, ci è tornato
in mente l’antico detto: Parturiunt
montes.. Non diciamo che sia ridiculas, chè sarebbe irrispettoso, ma
eerto è mesehinello questo lezionario: da ogni ptmto di vista: sostanza
e forma. Ci si dirà: costa poco; ma
si risponderà: vale anehe poco. Francamente, come primo segno della
Campagna biblica, si doveva (e si poteva) fare qualcosa di meglio. Con
tante pubblieazioni similari sul mercato, si doveva almeno poter copiare
qualche cosa di meglio, perehè siamo d’avviso che, in casi come questi,
è meglio non far niente, ehe far male, perehè si ottiene il solo risultato
di allontanare la gente. lector.
Più di una volta mi è occorso sentire esegesi del Padre Nostro secondo
le quali la richiesta del pane quotidiano intesa materialmente, sarebbe
non corrispondente allo spirito della
preghiera stessa e quasi l’espressione
di un dubbio sulla Provvidenza di
Dio. Non voglio seguire disquisizioni filologiche alle quali non sono preparato; mi limito ad osservare che
l’interpretazione di « pane quotidiano » come nutrimento materiale è accettata correntemente, anche daUa
Chiesa Greca i cui teologi sono indubbiamente i meglio qualificati ad
interpretare il greco del Nuovo Testamento.
Ora il senso riposante e consolante della domanda del nutrimento
Pane quotidiano
materiale non può essere avvertito
da coloro per i quali il pane quotidiano è indubbio ed ovvio come l’aria per respirare che non ci curiamo
di domandare in preghiera.
Codesta sicurezza porta a considerare la sollecitudine per le necessità
materiali, legittima finché non è ansiosa, con un certo snobismo spirituale allo stesso modo che una schizzinosa dama di altri tempi non avrebbe degnato scendere nelle sue cucine per assicurarsi del modo con cui
veniva preparato il suo cibo.
'• \e. . i -»
Quando il nostro q>ane materiale
divmta incerto, e non è automaticamente garantito, sia pure in misura
modesta, da uno stipendio da una
pensione, quando esso dipende un
giorno dopo l’altro deUa ftowidenza di Dio o dalla carità del prossimo
allora si comprende tutta la bellezza,
tutta la poesia della richiesta contenuta nell’orazione domenicale, i;ichiesta che è neUo stesso tempo rendimento di grazie.
Io credo che i Pastori deUe Valli
francesi, di cui ha parlato G. Gönnet,
i quali esercitano il ministerio senza
stipendio, non danno interpretazioni trascendentali aUa umile, fiduciosa richiesta del cibo fondamentale.
M. E.
Il Sàdhu Sundar Singh
Concorso borse di studio
WILLY JERVIS
La Commissione nominata per l’assegnazione delle « Borse di Studio - Willy Jervis »
COMUNICA:
è aperto per l’anno 1954-55 il Concorso per
l’assegnazione di N. 2 borse di studio di
L. 4500 caduna, per studenti delle scuole
secondarie oriundi delle Valli Valdesi senza distinzione di confessione religiosa, uno
dei quali preferibilmente iscritto a Scuola
Statale Magistrale, l’altro al Collegio Valdese di Torre Pellice o alla Scuola Latina
di Pomaretto.
Per partecipare al Concorso sono richiesti i seguenti documenti:
a) la pagella dell’ultimo anno scolastico
od un documento equivalente;
b) certificato in carta libera dell’Agente
delle Imposte;
c) ogni altro documento utile per la mi
gliore classificazione del concorrente o
comprovante le condizioni economiche del
candidato e dei membri -della sua famiglia.
Ogni studente non può concorrere che ad
una sola borsa.
Domande e documenti devono essere indirizzati alla Commissione Borse di Studio
« Willy Jervis » presso Plug. Carlo Roland
— Torre Pellice —• (Torino) nei quaranta
giorni successivi alla data del Bando stesso.
Torre Pellice, 14 ottobre 1954.
LA COMMISSIONE.
« Il sàdhu Sundaj" Singh è l’incarnazione di una idea che circola nelle
vene di ogni indù, come l’eredità di
un passato già lontano. Senza focolare domestico nel mondo, non sapendo da dove gli verrà il suo futuro pasto, non possedendo nulla, il
sàdhu fa rivivere agli occhi degli uomini del tempo nostro il grande ideadeale della rinuncia ». Con queste
parole un giornale di Madras (India) presentava ai suoi littori la personalità e l’ideale del sàdhu.
Per quanto si riferisce alla personalità, la presentazione è abbastanza aderente; per qual che concerne
l’ideale, essa ci sembra invece insufficiente, poiché poteva dare una interpretazione solo parziale dell’opera di Sundar Singh: non solo
l’ideale di rinunzia è vissuto dal sàdhu, la cui vita può essere considerata come una imitazione della vita
del suo Signore. La rinunzia è solo
im aspetto esteriore della totalitaria
consacrazione della vita del sàdhu,
che percorre le vie dell’India, per
annunziare la Buona novella del Regno ai suoi concittadini, tormentati
dalla divisione in caste, dalla carestia e dalle pestilenze.
Il sàdhu è ima istituzione caratteristica dell’India di tutti i tempi....
« va randagio, senza casa, di luògo
in luogo, possedendo solo quello che
indossa..., la sua cahna rinunzia a
tutti i godimenti terreni e la sua incredibile resistenza in mezzo a sofferenze di ogni genere saranno, un’ispirazione per tutte le generasàoni
degli indù che sanno pensare ».
Erede di una tradizione trimillenaria, il sàdhu Sundar Singh l’ha
rinnovata innestandola sull’esperienza cristiana; ne è nata così una nuova vita, che afferra quanti entrano
in contatto con lei. Siamo grati alla
Claudiana che offre al pubblico
italiano la traduzione della biografia dell’apostolo indù; non una biografia romanzata, ma il racconto,
spesso il puro e semplice riferimento dei fatti, che è più eloquente di
ogni sforzo letterario. L’India ci vie.
ne incontro con le sue città sante, coi
suoi templi, con le sue caste; dal
Gange al Tibet è sempre la stessa
storia di lusso e di miseria; di privilegiati e di intoccabili; dovunque e
fra tutti, passa il sàdhu ed annunzia
(iesù Cristo.
£’ un libro che ha incontrato, altrove, un grande successo,
A. Parker: Sundar Singh (apostolo
indù). Ed. Claudiana - Torre Pellice (1 voi. 130 pag. L. 500).
TlPOBMFIl SUBILPIM
Nella mattinata di domenica 24 ottobre,
nella sala della Casa Unionista, in Torre
Pellice, ha avuto luogo l’assemblea della
società proprietaria della Tipografia Subalpina. L’origine della Società è nota. Nel.
l’autunno del 1948, un gruppo di volonterosi, avendo saputo che la vecchia Tipogra.
fia Alpina di Torre Pellice era in vendita,
decisero di riscattarla, per metterla a disposizione delle attività religiose, sociali,
culturali, assistenziali delle Valli Valdesi
ed assicurarne il libero funzionamento a
benefieio della Chièsa e del popo Valdese.
A tale effetto, si riunì un gruppo di 136
azionisti, di tutte le classi sociali della
Chiesa Valdese: agricoltori, operai, impiegati, professionisti, industriali, commercianti, tutti solidali nello stesso nobile scopo,
ad essi aderì anehe la Tavola Valdese; e,
formata una ben organizzata Società per
azioni nel febbraio 1949 si acquistò l’azienda, le si cambiò il nome in « Subalpina », le si rinnovò il macchinario ed il ma.
teriale, e si iniziò coraggiosamente il lavoro, il quale andò a grado a grado ampliandosi e migliorando, fino ad oggi.
n direttore amministrativo sig. Abele
Geymonat ha presentato un rendiconto tecnico e finanziario. I vari tipi di lavori, libri, fascicoli, circolari ecc., che sono stati
presentati all’assemblea, sono stati giudicati veramente degni di lode. I promotori
dell’iniziativa hanno potuto così constatare con viva soddisfazione, che la Tipografia Subalpina corrisponde nel modo più
soddisfacìente agli scopi per cui è stata
istituita. Pochi gli azionisti che erano presenti all’assemblea; U aspettiamo più numerosi un’altra volta a rendersi conto del
felice esito dell’impresa, a cui hanno partecipato col loro efficace contributo finanziario. J.
Rlnnóvate rabbonamento
L’amministrazione sarà vivamente grata a chi vorrà aggiungere all’abbonamento, un dono supplementare. Gli attivisti dei partiti politici
sostengono con molte offerte la stampa del loro partito. Chi ama la sua
Chiesa sostenga il suo giornale con
una offerta, anche modesta.
Prossimamente pubblicheremo,
l’elenco delle offerte già ricevute.
PERSONALIA
La signorina Evelina Gay, e la signorina Carla Bachi, già alunne del
nostro Licèo Ginnasio, si sono brillantemente laureate, rispettivamente
in lettere ed in medicina presso l’Università di Torino.
n rag. Claudio Bertin, di Angrogna, ha ottenuto il dottorato in scienze economiche e commerciali; i giovani Dario Varese, Enrico Pascal e
Giorgio Bouchard hanno conseguitò
la laurea, rispettivamente in medicina ed in lettere presso l’Università
di Torino. A tutte, le nostre felicitazioni ed i nostri auguri.
BREVE SOMMARIO DI STORIA DEI VALDES
Siamo giunti così, in questi rapidi appunti di storia valdese, a trattare della prima spedizione armata
contro i Valdesi delle Valli, nel corso del lontano 1484. Era salito al
potere ducale due anni prima il giovane Carlo I di Savoia, appena ventenne — tutte le più grandi persecuzioni contro i Valdesi furono organizzate da duchi sabaudi minorenni o giovanissimi! —, il quale aveva
degli istinti bellicosi, e si compiaceva farsi chiamare cc il guerriero » :
non trovando altro campo migliore
per esibirsi, egli ordinò una crociata contro gli eretici dei suoi stati,
seppure con truppe raccogliticce ©
milizie locali. Nel 1483 i Valdesi si
erano resi effettivamente colpevoli
di insurrezione nei riguardi dei loro
signori feudali: non bisogna dimenticare che fervevano in quei tempi i
primi fermenti di rivendicazioni sociali ed economiche, che soltanto dopo molti decenni portarono le genti
delle Valli ad ottenere dai loro signori locali un minimo di riconoscimento dei diritti civili ed amministrativi, e che non era sempre chiaro
fino a che pimto gli interessi temporali si confondessero con quelli religiosi.
Fatto è che i Valdesi della Val Pel.
lice, così almeno sembra potersi ricavare dalle scarne notizie pervenuteci, in quell’anno assalirono le residenze dei conti di Luserna, nell’intento di strappare delle concessioni
o di vendicarsi di qualche oltraggio:
Carlo I, invocato in aiuto dai nobili,
vide una buona occasione per inter
La prima persecuzione armata
venire, nè la scusa gli sarebbe potuta mancare.
Questa persecuzione siccome fu la
prima e la più lontana nel tempo,
fu circondata da un po’ di leggenda;
c’è troppa epica, oltreché incertezza
nella narrazione degli storici, perchè
noi possiamo prestar fede a tutto
quello che ci è raccontato; ma è giocoforza accontentarsi, poiché mancano elementi per giudicare diversamente.
La persecuzione si polarizza infatti intorno a due episodi', che i lettori ricordano, ma che giova ripetere.
* * *
Il primo di essi si svolse a Roccia
Maneout, lo sperone che domina la
collina di S. Giovanni e che è l’ultimo contrafforte importante delle
montagne di Angrogna verso il piano: posizione strategicamente e tatticamente forte in tempi come quelli di cui parliamo, nei quali si usava
appena qualche arma da fuoco, o
forse neppure, mentre gli uomini armati di ferro e di cuoio combattevano ancora a singoiar tenzone. Sul
costone di Roccia Maneout si erano
dunque schierati gli uomini validi
di Angrogna e di S. Giovanni, questi
ultimi fuggiti davanti alla soldataglia
in arrivo: armi, frecce, alabarde,
lande, e sopratutto forconi e mazze,
e poi pietre, pietre in grande quan
tità; alle spalle, nei boschi, donne e
bambini, in ginocchio a pregare il
Signore perchè allontani il nemico
dalle loro terre, in questa primavera così promettente di raccolti, e salvi gli uomini in combattimento. Scena da Antico Testamento.
S’avanza minaccioso nella sua armatura di ferro il Nero di Mbndovì,
si scopre il volto sudato, e ghignando contraffa l’invocazione dei difensori e delle loro donne: Oh Dieu,
aide-nous! Il suo sguardo è fiero è
sicuro; i suoi uomini, più numerosi
e meglio armati, a'vranno presto ragione di quella ciurmaglia di contadini nascosti dietro le rocce e gli alberi. Ed ecco che avviene il miracolo: improvvisamente il guerriero
stramazza a terra lanciando un urlo,
mentre i suoi sbigottiti non osano
neppure accorrere in suo aiuto. E’
stato un ragazzo, Peiret Revel, a colpirlo; da lontano egli ha mirato alla fronte del soldato con la sua fionda, e rimane quasi esterrefatto quando si accorge di avere colpito, pensa
di avere forse ucciso, e si accorge con
raccapriccio che l’arma di caccia e
di trastullo si è trasformata in uno
strumento omicida.
La fronte del Nero di Mondovi è
stata spaccata dal colpo preciso: i
suoi uomini sono smarriti e i Valdesi ne approfittano per iniziare l’attacco; poi incalzano, respingono quei
maledetti invasori, li ributtano giù
per le vigne e pei campi, e li inseguono fino al piano. La battaglia è
finita, e per quel giorno Dio ha protetto i suoi ed ha esaudito la loro
preghiera.
* * *
Il secondo episodio ebbe per teatro il fondo della Valle Augrogna,
là dove, a destra e a sinistra del torrente, i dirupi vi incombono a preci,
pizio e i roccioni accatastati gli imi
sugli altri danno al luogo im aspetto
di bolgia dantesca: l’immaginazione
di Edmondo De Amicis ,ha battezzato il passo col nome di Termopili
Valdesi e l’appellativo è effettivamente indovinato, non solo per qpiel
che riguarda la configurazione naturale, ma anche in relazione all’importanza che a quei secoli aveva Angrogna, centro spirituale e sociale
della Cliiesa Valdese. Allora per
« quei d’Angrogna », si intendevano
genericamente tuttiM Valdesi.
Alle Termopili Valdesi, più comunemente Rocciaglia, a mezzora
da Pradeltorno, si erano portati i
Valdesi, tra rocce e burroni: quando giunsero i nemici, fu facile per
loro assalirli dall’alto, sull’unico passaggio praticabile lungo il torrente,
e respingerli a sassate. Nella fuga
precipitosa, resa più terribile dalle
urla moltiplicate dall’eco e dall’ignoranza dei luoghi, anche il capi
tano Sacchetti di Polonghera cadde
ferito da un colpo di balestra: cadde malamente e cominciò a rotolare
lungo la scarpata, fino a precipitare
in un profondo gorgo del torrente e
ad annegarvisi miseramente. I Valdesi lo chiamarono poi col suo nome
Toumpi Sachet.
Destino volle che alla persecuzione del 1484 prendesse anche parte
un capitano Gioffredo Varaglia: la
nemesi storica trasformò poi il figlio
del persecutore, dello stesso nome,
i:i un ardente proselita e predicatore valdese, che è noto come il martire bruciato in Piazza Castello a Torino nel 1558.
« 4:
Poi, venne la pace. Carlo I, dopo
aver mandato in Angrogna un vescovo a trattare con i principali dei Vaidesi, accolse a Pinerolo una loro deputazione, e anche i diecimila fiorini che i Valdesi avevano raccolti per
ingraziarsi il sovrano. La pace fu
concessa, come anche l’amnistia per
quanto era successo prima.
Anche a proposito dell’udienza
concessa da Carlo I ai Valdesi, narra lo storico Miolo come il duca credesse che essi avessero le corna, i
denti neri e pelosi: non siamo in
grado di precisare se veramente tale
fosse l’opinione di Carlo I, ma quando si pensa che ai tempi nostri, quattro secoli e mezzo dopo, c’è ancora
gente che crede a simili fandonie,
non ci sarebbe da stupirsi se allora
vi prestasse fede anche il principe.
Augusto Armano Hugon.
4
4 sr
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
La Voce <|elle Comunità
ORFANOTROFIO FEA/IMINILE
Angrogna (Capoluogo)
Giovedì II novembre abbiamo deposto nel cimitero del Capoluogo la
spoglia mortale del nostro fratello
PoiM Giovanni Aiigusto deceduto ai
Pons d’aval dì Angrogna dopo lunga
malattia, alla età di 83 anni.
Ai familiari, ai parenti neH’afiflieione esprimiamo ancora una volta
la nostra viva simpatia cristiana.
s. a.
Luserna San Giovanni
Festa del raccolto. Per la seconda
volta ba avuto luogo la celebrazione
della festa del raccolto, nella nostra
parrocchia; preceduta da un culto
presieduto, la doipenica mattina, dal
pastore G. Bertinatti, il pomeriggio
ha visto una riuscitissima esposizione dei vari prodotti della nostra terra, e dell’attività di alcuni artigiani.
Il pastore G. Bertinatti e l’anziano
E. Benech presidente del comitato
organizzatore hanno pronunziato
brevi parole a sottolineare il significato religioso di questa festa della
riconoscenza. A tutti i collaboratori
il plauso dei visitatori.
Attività ecclesiastiche. Coi primi
di novembre le varie attività hanno
ripreso il loro lavoro, con le classi
di catechismo, le scuole domenicali
e le attività giovanili. In seno alla
Unione giovanile la vecchia (per modo di dire!) guardia ha lasciato il
posto a nuovi elementi; il seggio risulta ora cosi formato: presidente;
F. Benech; v. presidenti; Rina Mura e Ernesto Rivoira; segretari: Rinaldo Malmot ed Erica Toum; cassiere: Gian Franco Parise; consiglie.
ri: Alda Frache e Jvo Parise. La
Commissione filodrammatica è composta da: Emilio Fattori, Giorgio
Roman, Alberto Revel. Un serio
programma di studi e recito è in cantiere e gli auguriamo felice realizzazione. A chi ha lasciato il suo posto
ed a chi vi è subentrato il nostro saluto riconoscente ed augurale.
Il pastore R. Jahier, dopo un breve periodo di infermità ba felicemente ripreso il suo posto in seno alla
Comunità, che gli ha espresso la sua
gioia. Al pastore G. Bertinatti, che
con zelo giovanile lo ha sostituito,
la Comunità rinnova la sua riconoscenza.
Il direttore della Casa delle Diaconesse ha presieduto due riunioni
quartieràli, parlando dell’opera delle Diaconesse, destando vivo interesse; la proiezione del film che illustra questa attività ha avuto il più
vivo successo.
I nostri lutti. La nostra comunità
è stata provata, nel suo senso di cristiana solidarietà, dai lutti che hanno colpito alcune delle nostre famiglie. Sono infatti deceduti: Ernesto
Roman, all’età di 63 anni, il 10 novembre; Amalia Charbonnier ved.
Aillaud, all’età di 65 anni, il 14 novembre; Anna Maria Scavia, originaria di Genova, all’età di 80 anni,
il 15 novembre; Elisa Mondon ved.
Oudry, originaria di Villar Pollice,
all’età di 84 anni, il 21 novembre.
II Signore consoli gli afflitti, neUa
certezza della gloriosa risurrezione.
Nozze. Sono state benedette le nozze di Benecchio Guido Silvio e Avico Rosina.
Battesimi. Sono stati battezzati:
Nilva Bonnet, di Silvio e Roman Miranda; Piero e Rosalba Odin di Alberto e Rivoira Olivia; Marinella
Granerò di Edmondo e Costabel Enrichetta; Ivana Malan di Ernesto e
Bonnet Dina.
La grazia del Signore riposi sui
bambini e sui loro genitori. rep.
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SONO GRADITE LE VISITE INFORMATIVE
VillaMCca
L’assemblea di Chiesa del 24 Ottobre iniziava il imovo periodo di at.
tività invernale cbe ha ormai ripreso
a pieno ritmo.
Le riunioni quartiemlp hanno ripreso quindicinalmente dovunque,
iniziate da im culto pomeridiano di
Santa Cena nella settecentesca cappella di Combagarino il 31 u. s.
Le riunioni sono state tenute come
preparazione deUa campagna biblica.
/ bambini Foùiesi della scuola hanno iniziato il nuovo anno scolastico
con un culto speciale ai Chiotti il 24
ottobre e la domenica seguente iniziava la Scuola Domenicale. La classe dei piccoli è stata totalmente autonoma sotto la guida della moglie
del Pastore; sono pure stati unificati
i programmi della Scuola Domenicale con quelli delle lezioni di religione settimanali per evitare mutili
doppioni e lavorare maggiormente
in profondità; tutti i bambini sono
in possesso del quaderno « Celebriamo il Signore » e sono pure cominciate le riunioni settimanali per monitrici. ■
L Unione della Madri ba iniziato
an nuovo anno ffi attività con una
riunione in comune per tutta la Parrocchia cui le Sorelle hanno partecipato compatte creando una bella atmosfera calorosa e simpatica.
Anche P Unione Giovanile, arricchita di una nuova sezione all’Albarea, e la Corale hanno ripreso le loro sedute che au^riamo portatrici
di attività feconda e benedetta.
In occasione dei culti e riunioni
estive abbiamo avuto il piacere di
ascoltare i messaggi dei Sigg.ri Sergio Rostagno, studente in Teologia,
Archimede Bertolino della Comunità di Agape, Frère Claude di Taizé,
Jacques Pons della Chiesa Riformata francese, la Sig.na Giuliana Gandolfo, i Pastori Lamy Coisson e Paolo Marauda in scambio di pulpito.
Matrimoni-. ClM Letizia e Remigio Bleynat. Al miovo focolare, stabilitosi a Pramollo giunga ancora il
nostro augurio più fervido.
Battesimi: Bertocchio Enrica di
Leone e Peyran Rina (Chiotti); Peyronel Valdo e Walter di Luigi e Clot
Enrichetta (Trussan); Ferrerò Franco di fu Augusto e Massel Ida (Maizetta); Ferrier Guido di Cesare e
Poet Margherita (Serre Giors); Malanot Nelly di Guido e Pastre Livia
(Marsiglia); Ferrerò Livio Enrico di
Abramo e Balma Enrichetta (Mouras); Genre Ulisse di Attilio e Poet
Irma (Bovile); Griglio Sergio Edoardo di Carlo e Barai Olga (Chiotti);
Clot Renato di Lorenzo e Clot Elena (Rivoira); Peyronel Amalia di
Levi e di Peyronel Fernanda (Peyroneo); Peyronel Ido di Renato e
Clot Marta (Reynaud).
Decessi: comunichiamo con dolore che, in questi ultimi mesi, diverse
famiglie della Parrocchia hanno perduto dei bimbi in tenerissima età :
Bertocchio Enrica (Chiotti) di mesi
7 ; Grill Renato (Combacrosa) di mesi 2 ; Giraud Dario di Aldo (Chiotti)
di 4 giorni; e la piccola creatura di
Genre Enrico, nata anzi termine e
che le amorose cure di genitori e medici non valsero a salvare. Segnaliamo ancora la morte della signora
Massel Giovanna n. Viglielmo (Roccia) moglie dell’Anziano; sig. Peyronel Giovanni Giacomo (Bameo) di
anni 84 e signora Bertocchio Maddalena, nata Bounous (Chiotti Inf.) di
anni 64.
Direzione e Redazione; Past. Ermanno Roatan ■ Via dei Mille 1 ■ Pinerolo - Tel. 2009
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950.
Tip. Subalpina s.p.a. Torre PeUice (Torino)
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AVVISI
D«ni rìmntì ìb oeeasioDe de) 1 Centenario
Chiesa di Pramollo L. 10.000; Edith e
Stella Damarla 1.000; Giuliana Perron e
Mamma 2.000; Rita Bertalot Pons 3.000;
Cbarrier Lisa 2.000; Carlo Tomasini, in
mem. delle sorelle EmiUa e Enrichetta
2.000; Suor Lidia Perrou IdKK); Castagnin
Virginia 2.000; Èva e Luigi Frache 2.000;
Lidia Magliano 500; Ferrara Donato 1.000;
Lina Ambrosio, in mem. del marito 1.000;
Cesarina Balmas 500; Confortini Laura
3.000; Paimira Raiteri Lisa 1.000; Clelia
Emma Persico 2.000; Simondet Ada 5.000;
Zeccliin Nelly 3.000; Lazzaro Egle 1.000;
Franca Laura Robino 1.000; Tilde Pons
Errerà in mem. di Ernesto Errerà 1.000;
Alice e Flora Tourn, in mem. di Nella
5.000; Adele Pons, in mem. dei suoi Cari
2.000; Clementina e Cesare Morel 1.000;
Rivoir Malvina 1.000; Ribet Ilda 1.000;
Paschetto Emma 500; Renato Eynard 1.000;
Erminia Gianotti in Regali 5.000; Miniscalco Beatrice 1.500; Edda e Imelda Gardiol 1.500: Clelia Bertalot Simondet, in
mem. della Mamma 1.000; Eugenio Emma
Adelina Bounous 10.000; N. N. Torre Pel
lice 500; N. N. Torre Pellice 500; Caterina
Bellion Bastia 1.000; Maria Bastia 1.000;
Pons Emma in Castagno 2.000; Loredana
Bianchi 1.000; Durbiano Nelly 7.50p; Chiesa di S. Germano Chisone 25.000; Elise Em.
meline Lotti 1.500; Sandrina Monnet 100;
Peyrot Giulia 1.000; Jalla Adolfo 500; Mar.
gherita Garnier 150; Rita Prassuit Grand
500; Fernando Pellegrini 10.000; Cleante
Rivoiro Pellegrini 10.000; Fam. Baridon
Jeanneret Valente 2.600; Laura Anna Marie Deodato 1.000; Lina Bouchard in Giordano 1.500; Suor Giovanna Pent 1.000;
Griset Celia- Ilia 1.000; Zuccaro Olimpia
Godine 1.000; Rinalda Albarin Motroni
3.000; Woldemar Margherita Albarin 5.000;
Meta Gallian Bauer 1.000; Rag. Stefano
Bertin 5.000; Genre Italia 5.000; Past. Ar
naldo Comba 20.000; Poet Daniele 50;
Wiltsch Margherita 3.000; Favai Ottavie
1.000,
La CIOV ringrazia tutti coloro che hanno inviato un dono speciale in occasione
della celebrazione centenaria.
CERCASI giovane tuttofare per famiglia 5
persone. Scrivere Gilberte ZoeBy, via S.
Franscini - Locamo (Svizzera).
VENDESI terreno di fronte stazione ferroviaria di Luserna San Giovanni, frazionabile in lotti. Rivolgersi alla Claudiana.
/ figli e congiunti della compianta
Cesan Giulia ved. Arnoulet
riconoscenti ringraziano quanti in qualsiasi modo si sono uniti al loro lutto. In modo particolare ringraziano il medico curante di Torino, il pastore Dott. Ayassot,
il Dott. De Bettini, i pastori Gino Conte t>
Marauda.
Torre Pellice, 29 nov. 1954.
Le famiglie Aillaud-Malanot, Pegone,
commosse per la dimostrazione di simpatia ricevuta in occasione della dipartita della loro cara
Amalia Charbonnier
ved. Aillaud
ringraziano tutti coloro che presero parte
al loro dolore.
In particolar modo ringraziano il Pastore Sig. Bertinatti, la Direttrice e il Personale dell’Ospedale Valdese, i Dottori Gardiol e De Bettini.
E’ entrate nel riposo dei riscattati da Cristo Gesù
Anna Maria Scavia
nel SUO 80.mo anno
La sorella Maria Revel, il cognato, le nipoti Graziella e Jeanne addolorati dalla
momentanea separazione ma consolati dalle promesse divine mentre lo partecipano
agli amici e conoscenti ringraziano il Pastore G. Bertinatti per l’assistenza spirituale, il Dottor Gardiol, le Suore dell’Ospedale Mauriziano di Luserna che la curarono con tanta abnegazione e carità cristiana.
«E fattosi sera Gesù disse: passiamo a l’altra riva » (Matt. 8: 18).
« lo vi darò riposo » (Matt. 11: 28)
ai Vola - Luserna S. Giovanni 15-11-1954
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