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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESL
IL PUNTO DI VISTA DEI CREDENTI
LA POLITICA
DEL MIBTEL
PAOLO FABBRI
Ogni giorno per due, tre,
venti volle la tv ci comunica di quanto è salito o
iif";:- sceso l’indice Mibtel; due
ETpunti percentuali in più o in
meno vengono enunciati con
forte enfasi come notizia otti.-fe^-Cma o pessima; seguono le
y quotazioni del dollaro e del
j-VTlTT marco. Un anno fa quasi nesl’ ’ ' -^^suno sapeva dell'esistenza di
■ questo indice e anche oggi
.pochissimi sanno veramente
r • tratta e del signifi
cato assai limitato che ha.
Tuttavia l’andamento di que.#> sto numero è diventato simbolo generale dello stato di
" salute della società italiana e
ci viene teletrasmesso a termine di ogni Tg quasi a sintesi conclusiva del notiziario.
La sera dopo cena, con frequenza almeno bisettimanale,
è la volta dei sondaggi. Ogni
7 giorni si rifanno le elezioni
per finta, si pongono decine
di quesiti su cui ogni volta
Cocchi Paone, Santoro, Fede
ci dicono cosa pensano, cosa
farebbero, come voterebbero
gli italiani. Così la gente, dopo aver incassato la sua buona dose di Mibtel, si tranquillizza o si deprime a seconda
che parteggi per il polo della
libertà, per il centro (che
cos’è?), oppure per i progressisti e per le loro ricette per
risolvere gli innumerevoli
problemi quotidiani.
Insomma l’oriz.zonte di
tempo che siamo abituati ad
osservare è il giorno, la settimana e tutt’al più ci spingiamo a giugno e a ottobre per
disquisire sulla data delle elezioni. I limiti di questo spazio
visuale, peraltro anche distorto, ci danno la misura dello spessore che ha la politica
nel nostro paese. L’argomento che ha maggiormente calamitato il dibattito negli ultimi
mesi, quello su cui in fondo è
caduto il governo Berlusconi
ed è entrato definitivamente
in crisi il polo delle libertà, è
stata la finanziaria 1995. Si è
discusso, manifestato, lottato
giustamente contro la so, stanziale mancanza di equità
della proposta di legge, ma
quanti hanno osservato che la
manovra diretta a dare una
svolta rigorosa alla gestione
finanziaria dello stato era basata per circa la metà su prtivvedimenti di carattere straordinario come i condoni e
quindi mancavano e mancano
le prospettive di risanamento
deirimmanc debito pubblico?
Ci sono voluti 40 anni di
■'‘>£1^. sperperi, di lottizzazioni, di
- tangenti, di collusioni con la
mafia per costituire due mi
.p:
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non mantenuti. È vero che in
6 mesi di governo non si
creano le condizioni per un
milione di posti di lavoro e
non è nemmeno tanto fuori
luogo l’affermazione di Berlusconi secondo cui questo
numero esce dalla previsioni
ridimensionato delle varie categorie imprenditoriali interpellate su questo delicato
problema.
Ma quanti hanno contestato al governo che la disoccupazione nasce da una caratteristica ormai strutturale del
meccanismo di sviluppo economico degli ultimi vent’anni? Le varie crisi verificatesi
neH’economia internazionale
sono stato sempre superate
con innovazioni tecnologiche
che hanno ridotto il personale occupato nei settori
dell’industria e dell’agricoltura. L’automatizzazione delle linee produttive, l’introduzione delle macchine a controllo numerico, l’informatica aziendale, i sistemi di
qualità totale ecc. sono stati
gli strumenti di una rivoluzione industriale continua
che ha ininterrottamente aumentato i mezzi tecnici a sfavore di quelli umani.
Finora il terziario, il settore
dei servizi, aveva assorbito
col suo sviluppo la manodopera liberata daH’industria;
SEGUE A PAGINA 7
Le ambiguità della cronaca dei Vangeli descrivono l'«evento» della salvezza
Gesù Cristo dentro e fuori la storia
PAOLO T. ANGELERI
Uoni di miliardi di debito
pubblico. Pensiamo veramente che una svolta possa venire
dalla sanatoria delle evasioni
edilizie e fiscali? E il problema della disoccupazione?
Battute e ribattute sul milione
di posti di lavoro promessi e
«E venne nel suo paese»
«E si meravigliava della loro incredulità»
(Marco 6. 1 ; 6, 6)
Increduli o credenti, diamo sempre
grande peso ai riscontri storici delle
nartazioni evangeliche; pochi si preoccupano di scoprire quello che invece hanno
voluto dirci: Marco non ci informa sul
nome del paese di origine di Gesù («il
suo paese» dice soltanto, 6, 1 ). Può darsi
che realmente Nazareth a quei tempi (lo
afferma uno storico, Ambrogio Donini)
non esi.stes.se e che Gesù non sia nato a
Nazareth (ma che importanza ha?); non
Gesù da Nazareth, ma Nazareth da Gesù
il nazireo, votato al nazireato.
Ci meravigliano le incongruenze degli
Evangeli e non teniamo conto che esse
erano note fin dai tempi di Taziano (Il
secolo) il quale cercò di rimediarvi con
il Diatessaron, una specie di evangelo
unificato privo di incongruenze: ma fu
un fallimento e rimasero i quattro incongruenti. Molti però ancor oggi chiedono riscontri.
Trovo che le ambiguità di cronaca e le
contraddizioni siano il sale degli Evangeli in quanto ne confermano l’insegnamento cruciale; il pluralismo. I quattro
(persino Luca, così preoccupato dei documenti) non sono cronisti; sono, per
usare un termine inconsueto, dei «cronotopografi» in quanto loro compito è
quello di narrare un «cronotopo», un
punto assoluto di riferimento, un evento
irripetibile e decisivo, fondante. Non si
limitano a raccontare fatti «dentro» tempi e luoghi, ma utilizzano tempi e luoghi
spesso privi di riscontri per scrivere e descrivere r «evento» Gesù, questo cronotopo centrale, equivalente e conseguente
all’altro, la cacciata dall’Eden. 11 che è
non solo insolito ma profondamente nuovo anche dal punto di vista letterario.
Si evita di far teoria e si narra: con Gesù la teologia si fa persona (diventa carne). Gli abitanti del suo paese avevano
quello che a noi è negato, cioè la prova
tangibile dell’esistenza storica di Gesù:
egli era infatti di fronte a loro in carne ed
ossa! Eppure proprio là «non potè far alcun’opera potente» (Marco 6, 5). Evidenza fattuale e fede non si conciliano o
si conciliano molto male. A Marco, per
narrare Gesù, non interessano né il quando né il dove, gli basta che il fatto divenga evento, si muti in teologia.
1 quattro, tutti, utilizzano la tavolozza
dei luoghi, dei tempi e della cronaca per
dipingere un loro disegno teologico.
Marco si serve, senza preoccuparsi della
coerenza cronachistica, degli spostamen
ti di Gesù per togliere di mezzo la centralità di Gerusalemme e sostituirla con
la Galilea; Giovanni è convinto del contrario e trasferisce tutto a Gerusalemme;
Marco e Giovanni trascurano i luoghi
dell’infanzia e parlano di deserto e Giordano: per loro ha importanza l’investitura dello Spirito da adulto. Matteo e Luca
insistono su Bethlem e su Nazareth: a loro interessano l’infanzia, i primi anni,
l’investitura dalla nascita. Marco esagera
gli spostamenti di Gesù (54 nei primi
dieci capitoli) per raccontare un Dio distante e segreto; Matteo propone un percorso comprensibile, perché vuole narrare vicinanza e conoscibilità.
Dio si è rivolto a noi con la pluralità
dei suoi volti, escludendo l’evidenza
della cronaca: ha chiamato quattro (non
uno!) a raccontarci Gesù in modo a-storico (non però antistorico; Gesù è al
tempo stesso dentro e fuori della storia),
incongruo, quando sarebbe stato più
congruo (più umano) utilizzare uno solo
con tutti i crismi della coerenza storica e
logica. Chiedere altro (cronache, documenti, curriculum: «Da dove tutto ciò gli
viene? E che sapienza è questa che gli è
data?». Marco 6, 2), significa imitare gli
abitanti del «suo paese»: Gesù si meraviglierà anche di noi, della nostra incredulità, e non potrà fare fra noi alcuna «opera potente» (Marco 6, 6).
Sud Africa
Aliati Boesak
inquisito
Allan Boesak, pastore
riformato sudafricano, si è
appropriato illegalmente dei
fondi versati dai paesi scandinavi alla Fondazione per la
pace e la giustizia che presiedeva. A questa conclusione è
giunta, il 7 febbraio scorso, la
commissione d’inchiesta
(formata da un gruppo di giuristi di Johannesburg) designata dall’organizzazione danese Danchureh e da altre
due organizzazioni, norvegese e svedese. E quanto hanno
riferito le agenzie di stampa
Afp e Reuter.
Il 5 gennaio scorso il presidente Nelson Mandela aveva
sospeso la nomina di Boesak
quale ambasciatore del Sud
Africa presso l’Onu a Ginevra, in attesa delle conclusioni dell’inchiesta volta ad accertare l’effettiva sottrazione
di 2,7 milioni di rand (circa 1
miliardo e 250 milioni di lire)
ricevuti dalla Fondazione.
Secondo il rapporto della
commissione, «prestiti» venivano concessi ai membri della Fondazione, «senza ragionevoli speranze di restituzione». 11 direttore della Fondazione, Freddy Steenkamp, ha
riconosciuto di aver preso un
«prestito» di 800.000 rand.
Allan Boesak afferma «che
non sapeva come venivano
gestiti i suoi affari da parte di
Steenkamp». Come esempio
di utilizzo dei fondi sottratti,
la commissione rileva il «pagamento dei debiti di Elna
Boesak, l’acquisto e la ristrutturazione di una casa e un importante budget di viaggi».
D’altra parte, l’arcivescovo
anglicano Desmond Tutu ha
dichiarato di aver chiesto alla
polizia di Città del Capo di
indagare sulla scomparsa di
423.000 rand dati alla Fondazione dal cantante americano
Paul Simon. Nel 1990 Allan
Boesak si era dimesso dalla
carica che ricopriva nell’ambito dell’Alleanza riformata
mondiale.
Ecumene
Le chiese americane
di fronte all’aborto
pagina 2
AliJascolto
Della Parola
Chi dite voi
che io sia?
pagina 6
Cultura
Samuel Reimarus
primo studioso
del Gesù storico
pagina 9
2
PAG. 2
RIFORMA
VENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995
Lo scorso dicembre è riuscito a farsi eleggere alla presidenza del Congresso
Guatemala: l'ex dittatore Rios Montt vuole
ricandidarsi alla presidenza della Repubblica
Il generale Rios Montt vuole tornare ad essere presidente
del Guatemala. Il 14 gennaio
scorso, nel suo discorso di insediamento alla presidenza
del Congresso, alla quale è
stato eletto di recente, ha invitato i suoi concittadini a seguire i principi di una vita cristiana e ad adottare un migliore comportamento.
In quel momento, davanti
al Congresso, era in atto una
manifestazione di protesta le
cui grida hanno coperto la voce del generale. Per alcuni dei
manifestanti, fra cui Rosario
Pu, rappresentante degli autoctoni, «Rios è solo un assassino». Secondo l’agenzia
Eni ciò non ha impedito
all’ex dittatore di proseguire,
imperterrito, il suo discorso
contro una «società anarchica... in cui dominano il piacere, il vizio, il crimine e la violenza». Al termine del discorso, tutti i suoi sostenitori lo
hanno applaudito fragorosamente: qualcuno però è rimasto silenzioso, come il nunzio
apostolico in Guatemala, l’arcivescovo Giovanni Battista
Morandini.
Da sempre il generale Rios
Montt cerca di occupare le
massime cariche. Nel 1974 si
era presentato come candidato riformatore e aveva vinto
le elezioni presidenziali, ma
dopo le accuse di frode elettorale avanzate contro di lui
gli era stato impedito di diventare presidente. Nel marzo
1982 guidò un colpo di stato
militare che gli permise di
prendere il potere.
La dittatura di Rios Montt
non durò a lungo, ma fu caratterizzata dallo stato di assedio nelle città e dalla lotta
feroce contro gli autoctoni.
La politica della terra bruciata lasciò il paese esausto: migliaia di indios furono massacrati e più di 400 villaggi furono distrutti.
Rios Montt, membro della
Chiesa fondamentalista «Verbo», collegata a una chiesa
missionaria della California,
si fece ben presto molti
Guatemala, ottobre 1991 : manifestazione degii indios contro la colonizzazione
"nemici fra i cattolici romani,
gli imprenditori e i suoi ex
colleghi dell’esercito, tanto
che un nuovo colpo di stato
lo cacciò dal potere neH’agosto 1983. Fu nuovamente
candidato alle presidenziali
del 1990, ma i tribunali lo dichiararono ineleggibile in
quanto la Costituzione del
1985 vieta l’elezione di ogni
persona che abbia «violato
l’ordine costituzionale».
Nell’agosto dello scorso
anno guidò il suo partito,
l’Alleanza repubblicana guatemalteca (Frg) alle elezioni
per il Congresso, che furono
segnate da un tasso di astensionismo dell’80%. Il Frg ottenne più voti degli altri partiti ma non riuscì a conquistare
la maggioranza dei seggi. Il 2
dicembre scorso il Frg si alleò ai democratici cristiani
del centro, il che permise a
Rios Montt di avere abbastanza voti per accedere alla
presidenza del Congresso.
Ora il generale non fa mistero delle sue ambizioni di
presentarsi alle elezioni presi
E
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denziali che avranno luogo
nel prossimo novembre; perché la sua candidatura non
venga nuovamente respinta,
egli pensa di fare modificare
la Costituzione da parte del
Congresso.
Rios Montt gode di una
grande popolarità presso molti elettori ma i leader autoctoni, i sindacalisti e altri ancora
lo considerano un criminale di
guerra; per le organizzazioni
internazionali di difesa dei diritti umani è un uomo corrotto. Anne Manuel, di Human
Rights Watch, sottolinea
quanto «sia pericoloso che un
fanatico religioso occupi una
posizione di potere».
Molti osservatori ritengono
che Rios Montt possa contare
su un appoggio in blocco degli evangelici del Guatemala
che, secondo alcune stime,
rappresenterebbero un terzo
della popolazione, ma per James Granfeld, di Oxford,
esperto delFAmerica Latina
che ha studiato la partecipazione dei gruppi religiosi alle
ultime elezioni, questo ap
poggio in blocco è solo un
«mito». Secondo Granfeld gli
evangelici rappresentano soltanto il 20% dell’elettorato e,
per via della mancanza di
strutture e di organizzazione
all’interno delle, chiese, «non
c’è mai stato un voto coordinato degli evangelici in Guatemala».
I cattolici romani non nascondono i loro timori. L’arcivescovo Prospero Penados
de Barrio paragona Rios
Montt all’ayatollah Komeini e
fa notare che una sua eventuale vittoria alle presidenziali
potrebbe provocare un conflitto religioso tra cattolici romani ed evangelici. «Anziché
attizzare l'odio e i rancori
all’interno della società, dovremmo promuovere la riconciliazione», ha dichiarato l’arcivescovo che ritiene che i sostenitori di Rios Montt potrebbero avere giocato un ruolo nell’escalation della violenza, al fine di creare un clima
che giustifichi l’applicazione
della politica autoritaria cara a
Rios Montt. (Eni)
Centinaia di persone al grande raduno nella cattedrale episcopaliana di New York
Le chiese americane di fronte all'aborto
La questione dell’aborto sta
dividendo le chiese degli Stati Uniti. Domenica 22 gennaio, nella cattedrale episcopaliana (anglicana) di New
York, St John thè Divine, si è
svolto un «raduno per la pace
nei consultori per donne», organizzato dal movimento
Planned Parenthood.
Di fronte a centinaia di partecipanti, James Park Morton,
decano della cattedrale, ha
precisato che il raduno era
stato organizzato per protestare contro coloro che accusano
le chiese di «mantenere il silenzio di fronte alle violenze
perpetrate nelle cliniche, nonché nei confronti del movime’nto a favore dell’aborto».
«Siamo qui per difendere la
vita dell’intero pianeta e non
solo dei feti. La religione stabilita è ferma su questo punto
e occorre che i mass media lo
sappiano» ha affermato James Park Morton.
Numerose forze di polizia
circondavano la cattedrale,
ma solo qualche manifestante
isolato portava striscioni con
la scritta «L’aborto uccide».
D’altra parte, un organismo
della Conferenza nazionale
dei vescovi cattolici ha fatto
pubblicare un avviso a pagamento su un’intera pagina del
New York Times: «La verità
non uccide; l’aborto, invece,
uccide». «La questione dell’aborto deve suscitare un dibattito. Senza violenza. Ma
occorre dire la verità» conclude l’annuncio.
Joan Brown Campbell, segretaria generale del Consiglio nazionale delle chiese degli Stati Uniti (Ncc), che rappresenta la maggior parte delle grandi chiese, ha dichiarato
che la sua presenza nella cattedrale, insieme ad altri diciotto oratori, dimostrava
«che le cose stanno cambiando all’interno della comunità
religiosa». Anche se le chiese-membro del Ncc non hanno mai fatto una dichiarazione
comune sull’aborto, ha detto,
«la violenza e il non rispetto
delle leggi rendono il silenzio
inaccettabile».
Come si ricorderà, due persone erano state uccise lo
scorso 30 dicembre in due cliniche che praticano l’aborto,
tra l’altro in una clinica gesti
ta da Planned Parenthood, a
Brookline, nella provincia di
Boston.
Altre sette persone erano
state ferite: «La gente della
mia generazione sa bene cosa
significa mantenere il silenzio
di fronte al male» ha detto
Joan B. Campbell; e anche .se
i membri del Ncc sono divisi
sulla questione dell’aborto,
hanno lanciato un appello comune per fare cessare le proteste davanti alle cliniche che
praticano l’aborto. La Campbell ha chiesto a tutti coloro
che «si oppongono all’aborto» di «stare attenti alle parole che usano».
Per Pamela Maraldo, presidente del Planned Parenti! hod Federation of America, «Stiamo rivivendo ora la
più grande persecuzione religiosa perpetrata contro le
donne dal ’600 ad oggi». Pamela Maraldo ha stabilito un
parallelo tra la campagna di
Planned Parenthood e la lotta portata avanti contro la tirannide durante la seconda
guerra mondiale; «Stiamo
lottando contro un’altra tirannide: quella che viene
e.sercitata in nome della religione», ha affermato e ha
inoltre criticato i «leader integralisti» e i «ve.scovi della
gerarchia cattolica romana
che invocano il Vaticano per
qualificare di delitto l’interruzione di gravidanza»; ma
ha negato di volere prender.sela con i cattolici: «In quanto cattolica, so che la maggior parte dei cattolici accetta la Costituzione degli Stati
Uniti», ha detto, concludendo, Pamela Maraldo.
Il raduno era stato organizzato parallelamente ad altri
raduni e manifestazioni pro e
contro l’aborto, per segnare il
22° anniversario della decisione della Corte suprema
degli Usa di autorizzare
r aborto.
Gloria Steinem, nota femminista, presidente di Voters
for Clìoice (a favore del diritto all’aborto), è stata calorosamente applaudita quando
ha ringraziato i membri del
clero per il loro sostegno, dicendo: «I terroristi hanno
fatto nascere in noi tanto il
coraggio quanto il timore».
(Eni)
Mondo Cristiano
Il Congresso mondiale battista
si svolgerà a Buenos Aires
BUENOS AIRES — Il 17° Congresso mondiale battista si
svolgerà a Buenos Aires dal 1° al 6 agosto 1995. Il Congresso,
la cui partecipazione è libera, si svolge ogni 4 anni ed è un’occasione unica di incontro per migliaia e migliaia di battisti provenienti da tutto il mondo. I 50.000 battisti argentini attendono
con impazienza fratelli e sorelle da ogni paese; non sono più
molti i posti disponibili. La Federazione battista europea (Ebi)
dispone ancora di qualche biglietto d’aereo a prezzo ridotto
(1.920 marchi) con la compagnia Varig, partenza da Francoforte o eventualmente da altre città dove la compagnia ha
una filiale. Occorre però contattare immediatamente .l’ufficio
della Ebf di Amburgo, tei. 4940-5509723, fax 4940-5509725.
C’è anche la possibilità di partire da Copenhagen con voli organizzati dall’Unione battista svedese. In questo caso occorre
mettersi subito in contatto con i battisti svedesi tramite telefono n. 468-991320 o fax n. 468-6533538.
Russia: riavvicinamento tra
ortodossi e metodisti
MOSCA — «Lentamente coininciamo a conoscerci meglio»
ha detto il vescovo metodista Talbert di S. Francisco, presidente del Consiglio episcopale, dopo un incontro di due giorni a
Mosca tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa metodista. Il
patriarca Alessio II aveva criticato, fra l’altro, il fatto che la
Chiesa metodista avesse ripreso il suo lavoro in Russia dopo
una lunga interruzione (dovuta a motivi di carattere politico) e
che il vescovo metodista Minor avesse assunto la sovrintendenza della Chiesa metodista nel paese senza prender contatto
con la Chiesa ortodossa. D’altro lato però la Chiesa metodista
è stata lodata e ringraziata per i suoi interventi umanitari ed è
stato detto chiaramente che la Chiesa ortodossa non considera
i metodisti una setta protestante. Nel settembre del 1995 vi
sarà una nuova consultazione fra ortodossi e metodisti nella
quale si discuterà della comprensione reciproca della Cena del
Signore, della missione e deH’evangelizzazione. La Chiesa
metodista conta attualmente in Russia 21 comunità, a Mosca,
S. Pietroburgo, Jekatarinenburg, Pyskov e Samara. In Ucraina
ci sono due comunità e un’altra si sta sviluppando fra gli
eschimesi della Siberia. (Emk)
I luterani nel mondo sono
circa 60 milioni
GINEVRA — Secondo l’annuario luterano pubblicato a Ginevra dalla Federazione luterana mondiale, i luterani nei mondo alla fine del 1994 erano 59.730.416, con un aumento in un
anno di oltre 1 milione 200.000 unità. Le chiese luterane che
fanno parte della Federazione sono 120. La Chiesa più grande è
quella svedese, con 7,6 milioni di membri, seguila dalla Chiesa
evangelica luterana d’America con 5,2 milioni e da quella finlande.se con 4,6 milioni. La Germania è il paese dove i lulcrani
sono più numerosi: 14 milioni 300.000 (altrettanti sono riformati o fanno parte della Chiesa unita). Le chiese che hanno
avuto la maggior crescita negli ultimi tre anni sono la Chiesa
luterana della Tanzania, passata da 1,5 a 2,2 milioni di membri,
la Chiesa di Papua-Nuova Guinea, da 565.OOO, a 815.000 e
-quella dell’Etiopia, salita da 1.370.000 a 1.600.000 membri. In
Africa i luterani sono 7,6 milioni. L’Europa è il continente che
ne conta il maggior numero: oltre 37 milioni. (Epd)
Polonia: si è aperto un nuovo
seminario battista
RADOSC — Si è aperto nel settembre scorso il seminario
dei battisti polacchi; recentemente è terminato il primo semestre dei corsi di studio. Al primo anno sono iscritti quindici studenti, dodici uomini e tre donne: le lezioni sono curate da quattro professori a tempo pieno e tre a tempo parziale. Gli studenti
pagano per il loro mantenimento (vitto e alloggio) e danno anche un contributo finanziario ai corsi: qualcuno ha una borsa di
studio parziale, tutti lavorano per procurarsi il denaro necessario per mantenersi agli studi, spesso il lavoro viene effettuato
all’interno del seminario stesso. Mancano ancora diverse attrezzature didattiche e l’organizzazione ricettiva deve essere
ancora messa a punto: il riscaldamento, per esempio, funziona
molto male e gli studenti e il personale soffrono il freddo, ma
l’entusiasmo per questa nuova opportunità di crescila offerta ai
battisti polacchi non si è raffreddato. (Ebps)
Insediato il vescovo della
nuova diocesi di Amburgo
AMBURGO — 11 7 gennaio .scorso Ludwig Averkamp, 67
anni, già vescovo di Osnabrück, è stato insediato nella nuova
diocesi cattolica di Amburgo, di cui ha preso possesso come
arcivescovo. Dai tempi della Riforma non c’era più stata diocesi cattolica in questa zona, che nel IX .secolo aveva avuto la
dignità di arcidiocesi con Sant’Ansgaro, che dovette fuggite
nell’845 da Amburgo. Maria Jepsen, vescovo luterano di Amburgo, ha dato un caloroso benvenuto aH’arcivescoyo
Averkamp, promettendo una collaborazione «fraterna» in pieno spirito ecumenico. Averkamp conosce a fondo la zona che
dipendeva dalla diocesi di Osnabrück e ha già una lunga esperienza di lavoro in comune con la Chiesa luterana della Germania del Nord. La nuova arcidiocesi comprende i länder di
Amburgo, Schleswig-Holstein e Meclemburgo, con circa
400.(K)0 cattolici. (Epd)
3
UENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995
PAG. 3 RIFORMA
Convegno della Commissione di studio per la diaconia
Scuola statale e scuola privata
Vita Delle Chiese
Intervista a Piero Bolognesi, della Chiesa dei Fratelli di Padova
______MARCO ROSTAN________
Di grande rilievo per la riflessione e l’impegno
delle chiese in ambito scolastico appare il convegno, organizzato dalla Commissione
diaconia e dalla Tavola valdese, del quale forniamo il programma in questa pagina. 11
tema della scuola è infatti stato posto all’attenzione sia dal
Sinodo, dopo vari anni nei
quali ci si è concentrati, a
causa di provvedimenti legislativi contrari alla libertà in
tema di religione, sulle questioni relative aH’insegnamento religioso cattolico, sia anche dal convegno organizzato
la scorsa estate dal Centro
culturale valdese sulla laicità.
.Di una riflessione aggiornata c’è indubbiamente bisogno
perché, a differenza di quanto
avvenuto in altri settori della
'^diaconia, come quello della
salute e dell’assistenza, in
questi decenni abbiamo continuato a gestire delle scuole
ma non ci siamo interrogati a
fondo sul senso di questo imI, pégno e neppure sul possibile
contributo protestante alla
: qualità della scuola pubblica.
Per quanto riguarda gli ospedali, per esempio, di fronte
aH’alternativa secca fra istituti
privati e passaggio di questi
ailó'stato i Sinodi del passato.
Stimolati della ricerca di fratelli come Alberto Taccia, intàividuarono una linea diversa
(ospedali inseriti nella pianificazione pubblica, regime delle convenzioni, ecc.).
' ^ . Mia scuola invece ITiltima
grande discussione di linea risale alla fine degli anni ‘60:
essa era originata dalle difficoltà economiche di alcuni
istituti (Scuola latina. Collegio) e vide un aspro conl'ron
to tra i sostenitori della gestione pubblica (e quindi della chiusura delle nostre scuole) e quanti invece ribadivano
la funzione di testimonianza e
di formazione dei nostri istituti. Val la pena ricordare che
comune ai due schieramenti
era la convinzione che l’inserimento di insegnanti evangelici nella scuola pubblica potesse determinare un particolare contributo, ma dopo la fine dell’esperienza Aice non è
emerso, nonostante alcuni recenti tentativi, un collegamento capace di produrre i
contenuti e le forme di questo
contributo.
Nel frattempo abbiamo continuato a gestire delle scuole,
da Riesi a Torre Pellice, da
Napoli a Palermo, spesso con
grandi difficoltà economiche:
CHIESA EVANGELICA VALDESE
(Unione deile chiese valdesi e metediste)
COMMISSIONE DI STUDIO
PER LA DIACONIA
La commissione di studio per la diaconia, in accordo con la Tavola valdese, organizza un convegno, nei giorni 18 e 19 marzo, a
Firenze presso l’Istituto Gouid, sul tema:
«Scuola statale e scuola privata scuola di tutti»
Programma:
sabato 18 marzo
ore 9:
ore 13:
ore 15:
ore 17:
Segue:
Saluto e apertura dei lavori.
Franca Long: relazione introduttiva;
Filippo Gentiioni: «Il mondo cattolico di fronte a una nuova idea
per la scuola»:
Emanuele Barbieri: «Il sindacato nel dibattito sulla scuola»;
Giorgio Bouchard: «Gli evangelici, la scuola, la laicità, il pluralismo»;
inizio del dibattito. ,
Pranzo
Introduzione al lavoro di tre gruppi sui temi:
1. autonomia scolastica - conduce Elio Canale;
2. risorse - conduce Beniamino Lami;
3. pluralismo e laicità - conduce Francesca Spano.
È stato invitato il Ministro della Pubblica Istruzione Giancarlo
Lombardi per un intervento sul tema: «La risorsa scuola».
Tavola rotonda sul tema del convegno.
Presiede Paolo Sbaffi.
Intervengono:
-Giulia Rodano
- Franco Calvetti
- Domenico Maselli
- Paolo Naso
domenica 19 marzo
ore 9:
ore 13:
Relazione sul lavoro dei gruppi.
Presentazione della bozza del documento finale.
Dibattito generale.
Approvazione documento.
Conclusione dei lavori.
Pranzo e partenze.
Le iscrizioni vanno inviate, per lettera o fax, appena possibile alla segreteria del convegno presso:
«CONFRONTI», via Firenze 38-00184 ROMA (fax 06 4827901)
Quota di partecipazione £. 130.000.
La Tavola valdese è disposta a concorrere, con l'aiuto delie opere interessate, alla copertura del costi sostenuti dai diaconi e dai pastori. In questo
caso essi devono effettuare gli adempimenti previsti per la partecipazione ai
corsi di aggiornamento.
Per informazioni rivolgersi a:
-CONFRONTi (segreteria), tei. n. 06-4820503, fax n. 06-4827901
- Marco Jourdan (C.ediakonia), tei. n. 091-6827941, fax. n. 6820118
Primo: predicare l'Evangelo
e la generosa risposta agli appelli lanciati sembrerebbe testimoniare che bisogna mantenere queste scuole, anzi
qualificarle sempre di più. Ma
a qual fine, a quali condizioni,
con quali insegnanti? Sembra
che in molti casi prevalgano
le scelte contingenti.
Questi interrogativi più interni alle nostre chiese si intrecciano oggi con la discussione in atto sul sistema scolastico complessivo, che alcuni vorrebbero fatto di istituti
statali e privati, con caratteristiche omogenee e finanziamenti pubblici riferiti alla
qualità più che alla proprietà,
e che altri ritengono invece
debba restare fondamentalmente pubblico, con profondi
miglioramenti qualitativi, perché l’iniziativa privata è libera ma nei tuttora vigenti limiti
del «senza oneri pér lo stato»
previsto dalla Costituzione.
Posizioni che si sono confrontate anche nel dibattito su
Riforma-, discussioni che ci
riguardano sia sotto il profilo
piibblico/privato sia ancor di
più per quanto concerne il nostro contributo a un sistema
formativo riferito all’Europa
e non solo all’Italia. Le vicende parlamentari di questi
ultimi mesi e le difficoltà
economiche da fronteggiare
hanno per il momento fatto
accantonare proposte esplosive come quella del «bonus»
scolastico, ma l’insieme delle
questioni che saranno affrontate a Firenze resta attuale: di
qui l’interesse di potersi confrontare con le posizioni ministeriali e quelle sindacali e
di elaborare, se possibile, una
nostra posizione.
Una delle cose che, mi pare,
si debbono ribadire è che la
scuola non è un servizio che
si offre alle preferenze ideologiche dei genitori, a parità di
costo; la nostra Costituzione
considera la scuola come
un’istituzione deputata a garantire i diritti di istruzione e
di formazione di coloro che la
frequentano. È del tutto evidente che tale garanzia possa
realizzarsi solo in un contesto
di piena laicità e pluralismo.
EMMANUELE PASCHETTO
Al convegno organizzato il
6 gennaio dal Centro di
unione cristiana di Torino
(vedi Riforma del 27 gennaio)
abbiamo intervistato il prof.
Pietro Bolognesi, conduttore
dell’Assemblea dei Fratelli di
Padova e teologo dell’area
evangelicale.
- Prof Bolognesi, può presentarsi brevemente per i lettori di Riforma ?
«Sono nato a Bologna in
una famiglia evangelica delle
chiese dei Fratelli. Col tempo
crebbe in me l’interesse per la
Parola di Dio che si concretizzò con l’andare a studiare
teologia all’estero. Dal 1975
svolgo il ministero pastorale a
Padova nell’ambito delle
chiese dei Fratelli. Ho insegnato teologia sistematica per
tredici anni a Roma. Nel 1978
ho dato inizio alla rivista teologica semestrale Studi di teologia che tuttora dirigo e che
ha pubblicato una certa mole
di materiale evangelico. Ho
poi avuto incarichi nell’ambito della Commissione teologica deU’Alleanza evangelica
mondiale.
A Padova sono presidente
dell’Istituto di formazione
evangelica e documentazione,
un Centro di studi e ricerca
per coniugare una fede consapevolmente evangelica con la
realtà del quotidiano « contribuire, attraverso servizi di
consulenza teologica, di biblioteca e di formazione, al
consolidamento di un’autentica coscienza evangelica».
- Oggi si parla molto di
ecumenismo e di unità dei cristiani, qual è il suo pensiero
su questi temi?
«Quel che conta è la conformità del pensiero alla
Scrittura. Se per ecumenismo
si intende la promozione dello
scetticismo dogmatico e dello
spiritualismo evanescente, del
pluralismo delle fedi e della
relativizzazione etica, sono
distante. Se si intende l’attività volta alla sottomissione
di tutto l’oikumene all’unico
Dio e Signore, sono ecumenico. Solo l’ubbidienza al Dio
rivelato nella Scrittura può far
sì che non vi sia solo l’unione, ma la comunione, che
l’unità non sia solo un rito
verbale a cui offrire il proprio
culto ma l’espressione concreta del Dio trinitario in seno
al suo popolo».
- Se non sbaglio lei »sostiene che le chiese dell’area
«evangelicale» dovrebbero
«crescere» teologicamente.
Ci può chiarire il significato
di questa sua affermazione?
Quali sarebbero gli strumenti
utili per questa crescita ?
«Le chiese dell’area evangelicale sono oggi le chiese in
più forte espansione a livello
mondiale e nel nostro paese.
La mia opinione è che non sia
sufficiente una crescita numerica ma che sia anche necessaria una crescita qualitativa.
Per rispondere in maniera
adeguata alle .sfide del nostro
tempo, il mondo evangelico
deve investire non solo
neH’evangelizzazione ma an
Scuola statale, scuola pubblica, scuola di tutti
La Tavola segnala il convegno che avrà luogo a Firenze presso
ristituto Gouid il 18-19 marzo 1995. Considera l’Incontro un'opportunità significativa di conoscenza e di approfondimento di un tema posto all’atenzione delle chiese dal Sinodo '94 di particolare attualità e interesse.
Invita le chiese ad essere presenti mandando persone impegnate
nel settore della formazione, in modo che il dibattito possa esprimere ricchezza di esperienze e indicare linee di ricerca e di riflessione
per le comunità. È prevista in tempi brevi la pubblicazione di un
quaderno Diakonia con le relazioni degli esperti, i contributi dei
gnippi e le conclusioni del convegno.
La Tavola ritiene l'Incontro di Firenze un momento di formazione e lo inserisce nel quadro dei corsi di aggiornamento pastorale per
il '95. Rimborserà pertanto le spese di viaggio e di soggiorno ai pastori e alle pastore che opteranno per questa possibilità.
Il professor Piero Bolognesi nella chiesa avventista di Torino
che nella formazione: se ciò
non avvenisse esso perderebbe un importante appuntamento con la storia.
Perché ciò avvenga è prima
di tutto necessario predicare
un Evangelo che respinga le
scissioni derivanti da motivi
di natura culturale e storica.
La predicazione è sempre stato un grande strumento di fermento sociale: non deve limitarsi all’annuncio della salvezza dell’anima ma presentare i diritti del Signore nella
loro totalità. C’è bisogno di
una predicazione che faccia
emergere con forza le implicazioni della salvezza. Ciò significa in secondo luogo che i
predicatori devono esser nutriti da un lavoro serio attraverso una formazione di base,
pubblicazioni, convegni, corsi
di aggiornamento e non si accontentino del lavoro da autodidatta».
- Secondo lei è possibile
prospettare una collaborazione fra l'area «fondamentalista» e l'area «storica» del nostro evangelismo? E su quali
basi?
«Io individuerei almeno due
percorsi paralleli: aprire ad
esponenti dell’area evangelicale spazi come le rubriche
“Protestantesimo” e “Culto
evangelico”: ciò permetterebbe una condivisione “sul campo” della testimonianza nel
nostro paese. In secondo luogo avviare un confronto teologico permanente: la collaborazione richiama la compren
sione e quest’ultima non può
prescindere dal confronto. Il
confronto tra l’area storica e
quella evangelicale riguarda
in prevalenza questioni come
l’interpretazione biblica (assumere la ragione umana come paradigma o onorare il
principio della Riforma e cioè
la Scrittura come interprete di
se stessa?), l’antropologia (essere sostanzialmente ottimisti
sulle capacità umane o accettare un certo pessimismo antropologico come facevano i
riformatori?), il ruolo da riconoscere alla contemporaneità
quale paradigma teologico.
Per l’area evangelicale l’imbarazzo verso l’unicità della
verità e la paura per la funzione direttiva e prescrittiva della
Scrittura di molti ambienti
critici non hanno radici bibliche e sono un ostacolo a
un’ampia collaborazione.
■Vorrei inoltre aggiungere
quanto sia importante la conoscenza delle fonti. Se da parte
evangelicale non si disdegna
la lettura di testi pubblicati
nell’ambito delle chiese «storiche», queste sembrano poco
interessate alla lettura delle
fonti evangelicali. Si ha l’impressione che siano più attratte da eventuali fenomeni patologici che dallo studio di letteratura autenticamente evangelica. Mi auguro che tali pregiudizi siano superati e che .si
dia spazio ad un ascolto reale
dell’altro attraverso la lettura
e la comprensione delle sue
prospettive.
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4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995
Riunione dell'Associazione siciliana delle chiese battiste
Una nuova sede per l'azione
culturale e l'evangelizzazione
ELENA CHINES
Domenica 15 gennaio, ore
9,30: c’è un freddo insolito per le medie stagionali registrate dalle nostre parti.
Tutti d’accordo che un freddo
così non si ricordava da tanto
tempo ma Tinusuale rigidità
climatica non ha scoraggiato i
partecipanti all’incontro tenutosi a Siracusa fra le chiese
battiste siciliane. Nella città
aretusea si sono ritrovate le
comunità di Dentini, Catania,
Fioridia e naturalmente Siracusa, iniziando la giornata
con un culto presieduto dal
pastore Rapisarda (attuale segretario del Dipartimento di
teologia). Il sermone è stato
ricavato da Matteo 5, 14-16.
E stata la seconda assemblea dell’associazione battista
siciliana, a cui hanno partecipato due membri del circuito
valdese-metodista (Arturo
Panasela e Nino Gullotta) e
un membro della Chiesa battista di Reggio Calabria. Quest’ultimo ci ha informati circa
Tespefienza di scoutismo che
sta avendo molto successo fra
i giovani di Reggio. La liturgia è stata molto partecipata
da tutti, grazie ad alcune novità rispetto a quella tradizionale. Anche i canti «spiritual
hanno contribuito a rendere
l’atmosfera più calda.
Dopo il culto è seguita la
relazione del presidente dell’
associazione. Nunzio Sciacca,
che ha fatto un resoconto
dell’attività svolta nel 1994,
con un bilancio finale positivo, poiché l’associazione, pur
partendo da zero (come esperienza di lavoro in questo settore), è riuscita a dare impulso
positivo a tutto il lavoro regionale, inventandolo ex novo, riuscendo a far fronte a situazioni di emergenza per la
carenza pastorale, che la Sicilia battista registra da parecchi anni.
Il bilancio finanziario invece, illustrato dalla cassiera
Nunziatina Formica, non è
stato altrettanto positivo. Il
pastore Lello Volpe ha poi tenuto una relazione su mafia e
chiese. 11 pastore Volpe, in
quanto collaboratore del centro di documentazione sui
problemi del Mezzogiorno
che ha sede a Lentini, ha analizzato il problema più grave
del Sud: la mafia. Dopo una
veloce ed esauriente panoramica sulla mafia in generale,
e sul suo stretto legame con
la politica, si è soffermato
proprio sull’impegno politico
che ogni credente deve assumere nella città, per contrastare l’inquinamento di tutti i
settori della vita civile e pubblica. Infine l’intervento del
pastore Tomasetto, giunto
appositamente da Torino, in
veste di vicepresidente delrUcebi, che non ci ha dato
buone notizie circa T arrivo di
gualche nuovo pastore ma ci
ha fortemente confortati
sull’impegno del Ce nello
studio di un progetto contenente una nuova strategia di
distribuzione dei pastori in
modo razionale e bilanciato
entro il territorio pastorale.
Dopo la ricca agape, si è di
Incontro fra le denominazioni livornesi
Verso un Consiglio
di chiese evangeliche
Il pastore Lello Volpe
scusso sulle relazioni: la proposta più importante, riassunta in una mozione approvata
all’unanimità, è giunta dalla
comunità di Catania che ha
proposto all’associazione di
utilizzare l’appartamento sito
sopra i locali di culto per servizio di foresteria di cui fino
ad oggi Catania e Lentini erano sprovviste. Un’altra proposta importante riguarda la
creazione di una sedè periferica per il dipartimento di teologia e quello di evangelizzazione che qui avrebbero un
punto logistico ben posizionato, a cui far riferimento per
avviare o proseguire gli studi,
iniziative, ecc. volte a sopperire alla carente presenza pastorale. Inoltre a Siracusa è
nato il centro culturale Martin
Luther King, che intende
rafforzare la"ipresenza della
Chiesa battista nel campo
culturale.
Martedì 1° febbraio nella
sala di culto della chiesa battista di via del Vecchio Lazzaretto (Villa Corridi) si sono
ritrovati diversi membri delle
chiese evangeliche di Livorno, con i loro pastori, per discutere questioni di comune
interesse. Erano rappresentate
la Chiesa apostolica, la Chiesa avventista, l’Assemblea
dei fratelli, la Chiesa valdese
e le due Chiese battiste.
Fra gli argomenti trattati il
benvenuto alla nuova chiesa
formatasi in città, la comunità
pentecostale delle Assemblee
di Dio, la richiesta di contributo all’amministrazione comunale per la sistemazione
del reparto evangelico del cimitero, la pubblicizzazione
delle sedi evangeliche e dègli
orari dei culti alla stazione
ferroviaria, presso il Touring
Club e nelle guide della città,
il ripristino dello storico tempio alemanno-olandese.
Si è ravvisata la necessità
di instaurare relazioni con le
organizzazioni che svolgono
opera di volontariato e di promozione socio-culturale e soprattutto si è espresso il desiderio di stringere maggiormente i rapporti fra le diverse
realtà evangeliche presenti in
città. Già in occasione della
celebrazione della festa tradizionale valdese del 17 febbraio presso il tempio valdese
di via Verdi con il dibattito
sul tema «Il duro sentiero della libertà» si è convenuto che
le chiese evangeliche garantissero la loro presenza.
Inoltre si pensa ovviamente che sarebbe opportuno
creare un organismo snello,
un «Comitato» b un «Consiglio» che valga da collegamento fra le chiese e abbia
soprattutto una funzione stimolati'ice di incontri e di prese di posizione comuni. Allo
scopo di approfondire la proposta vi sarà un nuovo incontro martedì 28 febbraio, alle
ore 16, ancora presso la chiesa battista di Villa Corridi.
La chiesa battista di Livorno, in via del Lazzaretto vecchio
Chiese cristiane
Anno di prova
al Consiglio
di Venezia
Lunedì 30 gennaio si è concluso il primo anno di «prova» del Consiglio delle chiese
cristiane in'Venezia e secondo le norme dello statuto la
presidenza (annuale) è passata dalla Chiesa cattolica alla
Chiesa luterana. 11 presidente
uscente, mons. Giuseppe Visentin, a conclusione della seduta nell’ospitale Casa Cardinal Piazza, ha ricordato il lavoro svolto che, oltre all’assestamento del Consiglio
stesso, è consistito in diverse
iniziative gestite insieme, come l’incontro di preghiera in
preparazione della Pentecoste
in chiesa ortodossa, alcuni
comunicati e la Settimana
ecumenica di preghiera appena terminata.
Mons. Visentin ha messo in
rilievo soprattutto lo spirito
fraterno nella collaborazione,
che ha notevolmente migliorato i rapporti fra le chiese a
Venezia. Il nuovo presidente
è ora il teologo Frithjof Roch,
incaricato della Chiesa evangelica luterana in Italia per il
dialogo ecumenico e i rapporti con l’ebraismo.
(Celi/info)
Hai fatto
l’abbonamento
a
RIFORMA?
INIZIATIVA PER 1 LEHORI DI «RIFORMA»
Il 17 febbraio di ogni anno si ricorda la concessione dei
diritti civili ai valdesi (17 febbraio 1848) che apri una
grande stagione di libertà per tutte le chiese evangeliche
poi presenti sul territorio italiano.
In questa occasione la redazione di Riforma offre ai suoi
lettori la possibilità di approfondire la conoscenza di alcuni importanti avvenimenti storici, acquistando a prezzo
fortemente scontato i seguenti volumi della Claudiana:
Giovanni Jalla - Storia della
Riforma in Piemonte fino alla morte di Emanuele Filiberto (1517-80)
(2- ediz.), pp. 420
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Una ricerca esemplare su un
aspetto ignorato della vita politico-religiosa del Piemonte del
'500. Ristampa anastatica dell’edizione Claudiana, 1914.
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di Salbertrand. Il ritorno dei
valdesi in Italia (1689)
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la più famosa pagina della storia
valdese. I magnifici disegni di U.
Stagnaro e le incisive foto di A.
Merlo immergono visivamente il
lettore nei luoghi storici e tra i
personaggi dell’epoca.
Gio^ Bouchard
IL PONTE DI
SALBERTRAND
Il ritorno dei valdesi in Italia
Gerolamo Miolo — Historia breve e vera de gl’affari de
i valdesi delle Valli (1587)
a cura di Enea Balmas
(2* ediz.), pp. 160
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Anonimo - Histoire memorable de la guerre faite par le
due de Savope Emanuel Philebert cantre ses subjects
des Vallées (...¡(1561)
a cura di Enea Balmas e Vittorio Diena
testo originale con versione italiana a fronte, pp. 180
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Denys Bouteroue - Discorso breve delle persecuzioni
occorse in questo tempo alle chiese del Marchesato di
Saluzzo. (1620)
Introduzione, note e appendice di Enea Balmas, testo originale
francese e versione italiana di G. Zardini Lana, pp. 280
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preziosa della resistenza valdese e delle chiese riformate
del Piemonte alla repressione cruenta del sovrano feudale.
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Torino - fax 011-657542) o per telefono 011-655278.
5
venerdì 24 FEBBRAIO 1995
Vita
PAG. 5 RIFORMA
Settimana per l'unità dei cristiani
Milano: piccoli passi
Le chiese battiste, metodista e valdese di Milano hanno
partecipato alle varie iniziative della «Settimana di preghiera per runità dei cristiam». La sera del 20 gennaio,
presso la chiesa di San Simpùciano, si è tenuto un incontrò ecumenico delle corali di
alcune chiese milanesi a cui
hanno preso parte anche le
corali delle chiese battiste,
inetodiste e valdesi.
Domenica 22, nel pomeriggio, la chiesa di San Marco
era gremita di credenti delle
diverse confessioni cristiane,
convenuti per la celebrazione
ecumenica della Parola. Le
preghiere, i canti e il com■ mento del brano di Giovanni
\5fX-ll (la vite e i tralci) sonò stati occasione di profonda
riflessione sul tema della koinonìa, comunione con Dio e
tra noi. L’incontro si è concluso con un momento di fraternità nella grande sala adia
cente la chiesa. Lunedì 23,
nel pomeriggio, nella chiesa
del Corpus Domini, la celebrazione ecumenica della Parola è stata rivolta in particolar modo alle coppie interconfessionali. Dopo la predicazione del pastore Antonio
Adamo e il messaggio di don
Marco Belli e di padre Renato Rosso, abbiamo ascoltato
con commozione la forte testimonianza di fede e di amore di una coppia interconfessionale, i coniugi Maggiore,
lei cattolica, lui valdese. E
stato sottolineato l’impegno
delle chiese per una pastorale
comune nei matrimoni interconfessionali.
Martedì 24 sera, presso la
chiesa di San Filippo Neri,
organizzato dal decanato Milano affari, ha avuto luogo un
incontro di preghiera a cui
hanno partecipato il pastore
Giovanni Carrari e la corale
metodista.
Zurigo
Campo per
single
È previsto un campo single
pasquale a Zurigo, presso il
Centro Cvjm Jugendhaus di
Zurigo-Altstetten, Lyrenweg
300, da venerdì 14 aprile a lunedì 17 aprile 1995. Il costo
sarà di £ 175.000, con l’invio
di un acconto di £ 50.000 entro il 31 marzo 1995. Il campo sarà autogestito (occorrerà
collaborare in cucina, provvedere al riassetto delle stanze)
e ogni partecipante dovrà
portare lenzuola (o sacco a
pelo) e asciugamani. L’incontro è aperto ai single di ambo
i sessi, vale a dire a tutti coloro che non sono sposati (nubili, celibi, divorziati e divorziate, vedovi e vedove) da 18
anni .in su. Si è single anche
se si vive con altri familiari.
Per prenotazioni o ulteriori
informazioni rivolgersi a: Lidia Grasso, Rautistrasse 309,
8048 Zurigo, Ch ^ tei 004114311154.
Commissione esecutiva del II distretto valdese
j^uando arriva la Ced in visita
■ ' '7^^
Nel suo programma di visitej la Commissione esecutiva
'i'" distrettuale del II distretto ha
visitato tra novembre e dicèmbre le chiese metodiste di
’ Vicenza e Padova e la chiesa
valdese di Brescia. A Vicenza
la situazione della comunità
■ ,si è rivelata abbastanza particolare: in poco tempo sono
'Stati ammessi ben 9 sorelle e
fratelli provenienti dal Gha; na. Sicuramente, a detta del
locale Consiglio di chiesa, si
tratta di persone che contribuiranno a vivacizzare la co. fmunità, malgrado vi siano ancora problemi di lingua. La
comunità risente comunque
di una cura pastorale che negli anni scorsi è stala forse
troppo saltuaria, ma anche di
un progressivo allonlanamcn
to dei giovani e di una difficoltà ad aprirsi all’estemo dovuta soprattutto alla mancanza di persone in grado di curare questo servizio.
Vicenza condivide il pastore con la vicina comunità di
Padova, tuttavia i contatti fra
le due comunità non sono
molto frequenti. A Padova la
comunità risulta non numerosa ma piuttosto vivace, con
culti ben frequentati e frequenti uscite all’esterno. Gli
stranieri che frequentano la
chiesa hanno preferito organizzare momenti di culto autonomo: ogni domenica quindi si svolgono nel tempio metodista tre culti, quello della
comunità metodista, quello
per i filippini e quello della
International Christian Fel
lowship in inglese. Le comunità di Padova e Vicenza sarebbero disponibili a elaborare un programma di lavoro
comune, ma entrambe sentono l’esigenza di una cura stabile perché il programma abbia successo.
A Brescia la Ced ha trovato
una comunità piccola ma vivace, i cui membri discutono
e cercano di rinnovare il loro
modo di vivere il culto e
l’apertura verso l’esterno.
Una nota molto positiva è data dalla nutrita presenza di
bambini che frequentano la
scuola domenicale: .sono circa
20 e tengono molto impegnate le due monitrici. 11 tempio
valdese di Brescia inoltre è
stato recentemente rinnovato
dopo lavori durati sei mesi.
Centro Menegon
Cambio
di direttore
Ogni anno il Comitato di
gestione del Centro «Luciano
Menegon» di Tramonti di
Sopra (Pn) subisce, come tutti i comitati di gestione delle
nostre opere, qualche variazione. Un grosso ringraziamento deve essere espresso a
coloro che se ne vanno e un
grosso augurio a coloro che
subentrano. Tuttavia vi è una
persona che deve essere salutata con particolare affetto e
gratitudine, per tutto quello
che ha saputo dare al Comitato, ma soprattutto al Centro,
in termini di impegno, disponibilità, pazienza, ottimismo
negli ultimi sette anni, da
quando cioè, fresco pensionato, accettò la direzione. Si
tratta del direttore uscente
Silvio Marini, che ha chiesto
di essere avvicendato alla fine del 1994.
Malgrado il Centro «Menegon» sia piccolo e funzioni
solo durante Testate, la sua
gestione presenta un buon
numero di difficoltà. Infatti è
assai poco pratico, oltre che
antieconomico, richiedere al
direttore di risiedere a Tramonti; eppure, se si vuole
che i pochi mesi di apertura
possano essere sfruttati al
massimo, bisogna essere vigili durante tutto Tanno affinché ogni problema sia risolto tempestivamente, ogni
ripar-azione eseguita in tempo
utile, ogni autorizzazione richiesta senza indugi. Silvio
Marini è stato sempre disponibile, con calma, con perseveranza, con convinzione,
perché tutto potesse funzionare per il meglio.
Il Comitato esprime profonda gioia al Signore per
aver potuto usufruire dei doni
di Silvio (e della grande pazienza dei suoi familiari) in
questi anni, ed è convinto
che, in ogni modo, Silvio potrà dare ancora molto alla vita del Centro, con i suoi consigli azzeccati, con le sue osservazioni pacate, con la sua
esperienza e la sua umanità.
Centro LombariJini di Cinisello Balsamo Chiesa metodista di La Spezia
Quale futuro
per la «comune»?
_______MARCO ROSTAN________
Oltre 50 persone che per
periodi più o meno lunghi della loro vita sono state
membro della «Comune» di
Cinisello si sono ritrovati sabato 11 febbi ■aio preso il centro «Jacopo Lombardini». E
stato un incontro emozionante per tutti, una bella «rimpatriata» ma non solo: è stato
anche l’occasione per raccontarsi reciprocamente la vita di
'oggi e per ricordare tanti momenti di quella che per lutti è
stata un’esperienza decisiva e
forse irripetibile che in anni
diversi ha risposto a diverse
esigenze della collettività.
Nei locali di via Monte
Grappa, dove tutti hanno
condiviso discussioni appassionate, turni tli cucina e di
pulizia, ospitalità, amicizie,
litigate, dibattiti c culti, sembrava che per un giorno il
tempo si fosse contratto: e
Che impressione vedere i
Ventenni discutere fra di loro
sugli stessi divani su cui si
erano rotolati da bambini o in
braccio ai genitori. Impossibile ovviamente citare tutti i
•tomi e farne qualcuno fareb
be torto agli altri: ci piace
però ricordare quello di Felicia Senise, la «mamma di tutte le comuni», che dal 1968
(anno di fondazione) ha condiviso, con la sua presenza e
il suo sorriso, gioie e affanni
dei vari gruppi che si sono
avvicendati.
Oggi l'esperienza della comune ha davanti grossi interrogativi, mentre una commissione formata da membri del
Lombardini, del II distretto,
del circuito e delle chiese di
Milano, sta esaminando in
quali forme possa continuare
la presenza e l'attività del
Centro a Cinisello. Sulla base
delle proposte della commissione la prossima Conferenza
dislrcllualc dovrà prendere
delle decisioni. Il gruppo che
si è riunito a Cinisello ha accettato la proposta di .seguire,
come amici del Lombardini,
questa ricerca nella speranza
che la significativa presenza
del Centro, durata per ben 26
anni, possa continuare anche
senza quelli che finora sono
stati i due pilastri fondamentali, cioè la scuola popolare
(oggi esaurita) e il gruppo comunitario.
Come credere
nella società di oggi
ELISABETTA SENESI
Venerdì 27 gennaio si è
tenuta nella chiesa valdese metodista di La Spezia
una conferenza sul tema «Per
una fede, oggi», relatore il
pastore e teologo Giorgio
Tourn, che in ambito protestante non ha certo bisogno di
presentazione. Davanti a un
pubblico piuttosto numeroso
e attento, l'oratore ha affrontato il complesso tema della
fede riferendolo al quotidiano. Come pastori, educatori o
comunità ci si trova costantemente di fronte al problema
della comunicazione della fede. In una situazione come
quella odierna in cui si assiste
all'esplosione di fenomeni
sempre più massicci quali il
ricorso a maghi, indovini e
chiromanti oltre al diffondersi
di religioni di tipo settario,
diventa sempre più difficile
testimoniare la fede che viene
da Cristo che solo può dare
senso alla nostra esistenza.
Se la religione è qualcosa di
trasmissibile, non si può dire
altrettanto per la fede, di cui
non è possibile neppure tracciare un itinerario. A partire
SAN GERMANO — La riunione in occasione della Settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani, tenutasi martedì 24
gennaio in una sala della chiesa valdese, ha visto una partecipazione che ha superato di molto le nostre aspettative; è
da osservare che la comunità cattolica era assai meglio rappresentata di quella valdese. Il modo migliore per sentire la
presenza di Cristo è quello del raccoglimento attorno alla
sua Parola; nella riunione di martedì si è parlato dell’Apocalisse che il professor Bruno Corsani ha presentato nel suo
insieme facendo notare che, se è vero che è quello meno
letto per la difficoltà di comprensione del simbolico linguaggio di cui il libro abbonda, è altresì vero che il suo
messaggio è profondo e meraviglioso; il centro dell’Apocalisse, e questo termine significa rivelazione, si trova infatti
là dove esso parla dell’Agnello immolato che pur sta in piedi rivelandoci ancora una volta l’opera redentrice di Cristo,
morto e risuscitato per la salvezza di ognuno di noi. Alle riflessioni del professor Corsani ha fatto seguito quella di don
Giorgio Grietti, che con molta semplicità, ma con incisività,
ha parlato della liturgia dell’Apocalisse. Le riflessioni dei
due oratori sono state intercalate dal canto di alcuni inni,
dalle preghiere fatte dal parroco di San Germano e dal pastore Daniele Bouchard e dalla lettura del salmo 103 da parte del pastore Ribet e dell’assemblea. È auspicabile che
molti sentano la necessità di partecipare a questi incontri
che ormai possono definirsi ecumenici.
FRALI — La comunità si rallegra per la predicazionq, nel
giorno del 17 febbraio, del pastore Mauro Pons, che ringrazia; un ringraziamento anche a Dario Tron che ha diretto la
corale. Dopo il culto si è avuto un pranzo comunitario con
ben 90 partecipanti.
ANGROGNA — Al «Café Liberté», con la serata che il Gruppo teatro ha voluto dedicare alla comunità angrognina e che
ha registrato il «tutto esaurito», si sono concluse le manifestazioni del 17 febbraio. Da Torino sono venute anche la
scrittrice Marina Jarre, il musicista Fausto Amodèi e una
troupe della sede regionale Rai che ha eseguito due riprese
dello spettacolo per il Tg3. La giornata si era aperta con il
corteo, stavolta più numeroso del solito, dal Serre al capoluogo, col canto del «Giuro» a Roccia Filerà. Nel tempio, il
forte messaggio del pastore Giuseppe Platone ha messo a
fuoco i temi proposti dalla Fcei per la «Settimana della libertà». L’agape ha raccolto nella sala unionista una novantina di commensali e si è conclusa con una serie di messaggi a carattere storico e poetico e con la relazione del pastore
Platone sull’attività del Servizio cristiano di Riesi. Alle 19,
alle Croisette, ci si è stretti attorno a uno dei falò che alla
vigilia, per precauzione, si era ritenuto di non accendere a
causa del vento.
• Il 27 febbraio inizia il terzo e ultimo giro di riunioni quartierali. L’appuntamento è a Pradeltomo alle 20,30, con il
gruppo dell’Unione femminile che animerà la serata con
una serie di riflessioni sul tema «Dio è amore». Il Concistoro è convocato alle 20,30 di sabato 4 marzo al presbiterio.
• La comunità esprime la sua solidarietà ai familiari di Sergio Besson, di Martinail, deceduto dopo breve malattia
all’età di 70 anni presso l’Ospedale valdese di Torre Pellice.
VILLAR PELLICE — Ci ha lasciati improvvisamente il fratello Bruno Bertinat di 79 anni. Ai familiari giunga
l’espressione della fraterna solidarietà cristiana di tutta la
comunità.
VERONA — Da mercoledì 1° marzo, nella saletta della chiesa
valdese, il pastore Berlendis inizierà un corso settimanale,
in ore serali, sugli Apocrifi dell’Antico Testamento (deuterocanonici e pseudoepigrafici) e Manoscritti di Qumran.
Sarà un’occasione per conoscere questa enorme biblioteca
di origine giudaica e aggiornare la nostra conoscenza del
quadro teologico-letterario dell’intera Bibbia.
• Da giovedì 6 aprile, nella sede dell’Università della Terza
età, piazza Sant’Eufemia, per quattro incontri, il pastore
Berlendis proporrà la figura e l’opera di Dietrich Bonhoeffer, di cui ricorre quest'anno il 50° anniversario della morte.
• Venerdì 7 aprile, alle ore 21, nella chiesa valdese, il prof.
Roberto Vinco e il pastore Berlendis introdurranno una riflessione su Dietrich Bonhoeffer e la chiesa sotto il nazismo.
da questa convinzione Tourn
vede la religione del 2000 come la religione delle microchiese e delle maxisette. Mentre però noi protestanti sappia-mo già di essere una microchiesa. per la Chiesa cattolica
ciò potrà rappresentare un
problema: da parte della gerarchia infatti si cerca di dare
l'impressione, attraverso il raduno di grandi folle, della cattolicità come una grande forza. Questo tipo di cultura è,
per l’oratore, un «fossile cattolico» nella società moderna,
dove il credente cattolico romano è ben altra cosa. Sul
piano della fede e della fratellanza infatti il cristiano evangelico e quello cattolico possono trovare una convergenza.
E necessario quindi guardare in maniera rinnovata al futuro della religione per evitare il pericolo settario che viene da un atteggiamento chiuso e rigido, in cui si rinuncia
a se stessi e si accetta passivamente ciò che ci viene imposto di credere. E necessario
quindi proseguire nel difficile
cammino della fede in Gesù
Cristo che sottrae la nostra
umanità al nulla, al nonsenso.
OPERA BALNEARE VALDESE G. P. MEILLE
BORGIO VEREZZI (Sv)
SOGGIORNO MARINO 1995 per ragazzi/e
Son stati fissati i due turni del soggiorno marino 1995 per ragazzi e ragazze a Bprgio Verezzi presso la Casa balneare
valdese, corso Italia n. 110 - 17027 Pietra Ligure (Savona)
1° turno dal 16 giugno al 30 giugno età ó-9 anni
(nati negli anni dal 1986 al 1989)
2° turno dal 30 giugno al 14 luglio età 9-11 anni
(nati negli anni dal 1984 al 1986)
I moduli per le iscrizioni possono essere richiesti presso la segreteria della Chiesa valdese di Torino, via S. Pio V n.l5 10125 Torino. Telefono 011/669.28.38
Termine delle iscrizioni 15 maggio 1995
Si accettano anche domande per personale (evangelico) addetto ai due turni del soggiorno marino: vigilatrici/ori
infermiere/i. Età minima 18 anni compiuti.
/ membri del comitato sono a disposizione per ogni ulteriore informazione.
6
PAG. 6 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 24 FEBBRAIO 1995
CHI DITE VOI
CHE IO SIA?
FLORE3TANA SFREDDA PICCOLI
Secondo l’evangelista Matteo, Simon Pietro completò la sua confessione di fede proclamando: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Matt. 16, 16) e in Luca 9, 20 leggiamo: «Pietro rispose: Tu sei il Cristo di
Dio». Il Cristo di Dio: l’Unto
del Signore, il sommo sacerdote per sempre, secondo
l’ordine di Melchisedek. Colui del quale Pietro, dopo la
Pentecoste, annunciandone la
resurrezione agli uomini di
Giudea e a tutti coloro che si
trovavano a Gerusalemme,
dirà: «Tutto il popolo d’Israele deve dunque sapere con
certezza: questo Gesù che voi
avete crocifisso, Dio lo ha
fatto Signore e Messia». E a
coloro che sgomepti chiedevano cosa dovessero fare,
Pietro dirà ancora: «Cambiate
vita (ravvedetevi) e ciascuno
di voi si faccia battezzare nel
nome di Gesù Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito
Santo. In realtà, ciò che Dio
ha promesso vale per voi, per
i vostri figli e per quelli che
sono lontani: tutti quelli che
il Signore, Dio nostro, chiamerà» (Atti 2, 38-39).
Parlare di Cristo oggi
Non è facile, oggi, parlare
del Cristo, dell’Unto di
Dio. Forse non è mai stato facile: gli stessi evangelisti non
si sono preoccupati di tracciarne l’immagine fisica e
hanno offerto solo pochi scorci della sua dimensione psicologica, anche se l’umanità, la
carica affettiva, talvolta la durezza o l’impeto aggressivo di
Gesù, ce lo rendono, in certo
modo, accessibile.
Quale sen.so, innanzitutto,
vogliamo dare al nome del j
Cristo, traduzione greca del
termine ebraico «Mashiach»,
ovvero «Unto», «Consacrato»? Sappiamo che nell’Antico Testamento questo titolo
veniva attribuito al sovrano
della dinastia davidica, in
quanto di istituzione divina.
La speranza messianica del
popolo d’Israele nel giorno in
cui esso avrebbe trionfato sui
suoi nemici e vi sarebbero
stati pace e benessere per tutti, per molto tempo ha spinto
Israele a identificare la figura
del Messia nel re dei tempi
futuri che avrebbe liberato i
discendenti di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe: «Lo
scettro non sarà rimosso da
Giuda» leggiamo in Genesi
49, 10 «né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga “Sciloh”, Colui
che darà il riposo e al quale
ubbidiranno i popoli».
Ritroviamo nei Libri storici, nei Libri profetici e nei
Salmi il senso della speranza
metanica, adombrata nell’Evangelo di Luca attraverso
le parole dell’annunciazione:
«Non temere. Maria, perché
hai trovato grazia presso
Dio. Ed ecco, tu concepirai
un figlio, lo darai alla luce e
gli porrai nome Gesù. Questi
sarà grande e chiamato Figliuol dell’Altissimo e il Signore Iddio gli darà il trono
di Davide suo padre ed egli
regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno
non avrà mai fine» (Luca 1,
30-33). Annuncio di vicende
storiche e divine che confluiranno poi in una proiezione
politica. Vale forse la pena di
ricordare che Albert Schweitzer, teologo protestante anche
se assai più noto còme «medico della giungla» e come
grande interprete di Bach, nel
«Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della festa,
Gesù stando in piedi esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga
a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura,
fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Disse
questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che
avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora
stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato.
Una parte dunque della gente, udite quelle parole, diceva: “Questi è davvero il profeta”. Altri dicevano: “Questi è
il Cristo”. Altri, invece, dicevano: “Ma è forse dalla Galilea che viene il Cristo? La Scrittura non dice forse che il
Cristo viene dalla discendenza di Davide e da Betlemme, il
villaggio dove stava Davide?”. Vi fu dunque dissenso, tra
la gente, a causa sua»
(Giovanni 7, 37-43)
«Infatti, quando Dio fece la promessa ad Abraamo, siccome non poteva giurare per qualcuno maggiore di lui,
giurò per sé stesso, dicendo: “Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente”. Così, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa. Infatti gli uomini giurarono per qualcuno maggiore di loro; e per essi il
giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione. Così Dio, volendo mostrare con maggiore evidenza
agli eredi della promessa l’immutabilità del suo proposito,
intervenne con un giuramento; affinché mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia
mentito, troviamo una potente consolazione noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell’afferrare saldamente
la speranza che ci era messa davanti. Questa speranza la
teniamo come un’ancora dell’anima, sicura e ferma, che
penetra oltre la cortina, dove Gesù è entrato per noi quale
precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno
secondo l’ordine di Melchisedec»
(Ebrei 6, 13-20)
«Poi Gesù se ne andò, con i suoi discepoli, verso i villaggi di Cesarea di Filippo; cammin facendo, domandò ai
suoi discepoli: “Chi dice la gente che io sia?”. Essi risposero: “Alcuni, Giovanni il battista; altri, Elia, e altri, uno
dei profeti”. Egli domandò loro: “E voi, chi dite che io
sia?”. E Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”»
(Marco 8, 27-29)
1906, allorché era giovane
docente di Storia del cristianesimo all’Università di Strasburgo, pubblicò la sua maggiore opera teologica. Storia
della ricerca sulla vita di Gesù, rivisitando criticamente
tutti i lavori apparsi su questo
tema fin dalla metà del ’700 e
osando poi avanzare ipotesi
provocatorie sul Gesù storico,
pur recuperandone il valore
etico.ed escatologico della
predicazione. Concluderà
Schweitzer il suo voluminoso
studio di ricerca con questa
affermazione: «Gesù viene
verso di noi come uno sconosciuto senza nome, così come
si avvicinò sulle rive del lago
a quegli uomini che non sapevano chi egli fosse [...]. Si
rivelerà nella pace, nell’azione, nelle lotte e nelle sofferenze che [gli uomini] vivranno in comunione con lui. Ed
essi sperimenteranno chi egli
è, come si conosce un segreto
ineffabile...» (A. Schweitzer,
Storia della ricerca sulla vita
di Gesù, I ed., Tubingen,
1906, Brescia, Paideia editrice, 1986, pag. 756).
Il «segreto messianico»
E troppo audace individuare
nel «segreto ineffabile» di
cui parla il teologo alsaziano
quel «segreto messianico» in
cui Gesù di Nazareth avvolgeva if «paradosso» deH’evento
umano e divino che in lui si
compiva? Il pastore valdese
Giovanni Miegge, studioso
criticamente attento non solo
del Bultmann ma dello stesso
barthismo, afferma: «Si dovrà
pur convenire che in un angolo remoto della Palestina, ai
tempi di Tiberio Cesare, è vissuto un uomo nominato Gesù
[...]. Sappiamo poco di lui.
Ma di quel poco da secoli il
cristianesimo vive. E se ne vive, sarà poi co.sì poco? [...]. /
più grandi problemi umani ne
sono illuminati. Il peccato e
la salvezza, Dio e il mondo, il
lavoro e il dolore, la vita e la
morte ne sono irradiati di una
luce nuova [...]. Ha un significato profondo il fatto che per
secoli il cri.stianesimo è vissuto unicamente della croce
[...]. Gesù Cristo è oggetto di
divinazione religiosa: conoscenza .spirituale, direbbe S.
Paolo... Solo ‘‘spiritualmente ”, infatti, è dato trovare Dio
in Cristo». (G. Miegge, Studi
teologici, a cura di Claudio
Tron, Torino, Claudiana, ’77).
Dunque non è facile parlare
del Cristo. Abbiamo letto prima nell'Evangelo di Giovanni
che già 2.000 anni fa la gente
«discuteva» su di lui. Mentre
proclamava ad alta voce che
«fumi d’acqua viva» sarebbero sgorgati da chi avesse avuto fede in lui (il giardino ben
irrigato, la sorgente che non si
prosciuga di Isaia 58, la sorgente che sgorgherà a Gerusalemme di cui parla Zaccaria),
tra la folla in ascolto nascevano varie ipotesi: «Questo è
veramente il profeta!» (il portavoce di Dio), «È il Messia»,
e altri ancora «replicavano...».
Così, la gente aveva idee diverse. Vi fu dissenso fra la
gente, a causa sua. E oggi non
vi è forse dissenso? Non abbiamo. noi credenti, idee diverse? Fioriscono le cristologie e le anticri.stologie. Il dialogo con le «fedi viventi» pone in discussione l’unicità
della mediazione del Cristo e
si dubita che egli sia «la via,
la verità, la vita» (Giov. 14,
6), «la resurrezione é la vita»
(Giov. 11. 25).
Una veduta di Betlemme oggi
Cristo non sia
una pietra di inciampo
Mi diceva un amico teologo: «Nell’annunciare
la nostra fede, dobbiamo lasciar spazio alla nostra fallibilità. C’è sempre il rischio
di lasciarsi ispirare dal proprio soggettivismo e dalla
propria relatività». Inoltre,
specie fra noi protestanti, oggi vige un esteso senso del rispetto, talmente esteso da tradursi in una tolleranza che
scade nella condiscendenza.
Il dissentire, l'avere idee diverse, può essere una ricchezza; le varie fedi, diceva un altro teologo, evocando un'immagine suggestiva, sono le
varie dita della mano di Dio
che si protende verso gli uomini. Tale immagine è stimolante per la fede di ciascuno
di noi: la nostra testimonianza non deve infatti porsi come elemento di conflittualità
e il Cristo in cui crediamo dovrà essere un ponte fra noi e
gli altri, non una pietra di inciampo... ma con una certa
angoscia interiore, ricordo
qui l’apostolo Paolo che, richiamandosi al profeta Isaia,
parla di Gesù Cristo proprio
come di una «pietra d’inciampo»: «Ecco, io pongo nel
monte Sion una pietra d’inciampo, un sas.so che fa cadere. Ma chi crede in lui non
sarà deluso» (Rom. 9, 33).
E Simeone, ci narra l’evangelista Luca, avendo preso il
bambino Gesù fra le braccia
parlò a Maria, dicendo: «Ecco. que.sti è posto a caduta e a
rialzamento di molti in Israele
e per .segno a cui si contraddirà» (Luca 2. 34 - con la
Tilc: «Sarà un segno di Dio,
ma molti lo rifiuteranno»).
L'apostolo Pietro, evocando a
sua volta la Scrittura, parla
della pietra che i costruttori
hanno gettato via e che è divenuta la pietra angolare, eletta. preziosa, ma altresì una
pietra che fa inciampare, un
sasso che fa cadere (I. 2).
Allora, fratelli e sorelle,
che cosa dobbiamo fare? Forse al rischio del soggettivi
smo e della relatività si aggiunge il rischio del fondamentalismo e, ancor peggio,
della presunzione; o non piuttosto il rischio di annacquare
la nostra vocazione di testimoni del Cristo? Fra questi
rischi, quale siamo chiamati a
correre? L’autore della Lettera agli Ebrei ci ha parlato di
promessa e di giuramento di
Dio: due atti immutabili, nei
quali «è impossibile che Dio
abbia mentito». Nell’immutabilità dei progetti di Dio, dalla promessa fatta ad Abramo
discende il giuramento fatto
agli eredi di quella promessa,
chiamati ad afferrare con forza la speranza, l’ancora della
nostra vita, che squarcia il velo del tempio edificato nel
cielo e penetra fino al santuario: là incontriamo il Cristo, il
sommo sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchisedek. E noi, «generazione eletta. reai .sacerdozio» (1 Pietro
2, 9), siamo chiamati ad essere al servizio dell’Unto di
Dio, per sempre (I Sam. 2,
35). Io credo fermamente che
questo sia il rischio da correre, ad ogni costo, «a tempo e
fuor di tempo», come raccomandava l’apostolo Paolo al
diletto Timoteo, suo «vero figlio nella fede»: e quanto più
forte, nella Riveduta, il verbo
«scongiurare»! Paolo «scongiurava» Timoteo di predicare la Parola a tempo e fuor di
tempo: quella Parola che è
stata fatta carne ed ha abitato
fra noi, piena di grazia c di
verità (Giov. 1, 14).
«Tu sei il Cristo»
II'* voi, chi dite che io
y\MJj sia?». Oggi t|ui. ora,
il Signore ci pone questa domanda inquietante. Oggi noi
dobbiamo dare la nostra risposta, la dobbiamo dare a
quel Gesù di Nazareth che ci
ha rivelato di quale amore
siamo stati amati, poiché nessuno ha un amore più grande
di questo: morire*per i propri
amici. Oggi, a voce alta, nella
testimonianza implicita delle
nostre azioni ma altresì nella
testimonianza esplicita tli un
annuncio che diventa una sfida e pertanto accetta di correre qualsiasi rischio, rispondiamo semplicemente con
l'apostolo: «Tu sei il Cristo».
Preghiera
Dio, voglio pregarti in Gesù,
in Gesù Tu mi dici: io ti amo.
Lo credo, sì, lo credo.
In Gesù Tu offri la tua vita.
Lo credo, .sì, lo credo.
La salvezz.a a quanti ti cercano.
Lo credo, sì, lo credo.
A quanti ti cercano in verità.
Lo credo, sì, lo credo.
Sono beati quelli che ti conoscono.
Tu dai loro una fede
e una speranza.
Venite, fratelli, guardiamo a Dio.
Egli è la nostra .salvezza in Gesù, il Cristo.
La vita e la verità
sei Tu, ó Dio nostro.
Ebenezer Woungly-Massaga, Camerún
(trattò da Quando è giorno? della Cevaa, 1994)
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Spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
ai mittente presso i'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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Sta per finire il tempo del carnevale; feste e manifestazioni sono organizzate in molti dei piccoli centri delle
Valli dalle relative Pro Loco, specialmente per i bambini:
nulla a che vedere comunque con le grandi tradizioni latinoamericane o anche solo di altre regioni italiane. Qui al
massimo si premiano i costumi più originali, ma non c’è mai
stato un gran feeling tra mondo valde.se a carnevale; sarà per
la tradizionale pacatezza piemontese accentuata nelle Valli o
forse anche per altre ragioni: il carnevale era storicamente
legato a tempi e momenti della vita cattolica, basti pensare
alla quaresima, e dunque fuori dalla vita valligiana, dal mondo della scuola e della famiglia valdese. Malgrado ciò l’idea
della maschera, della «barbouiro» non è del tutto assente:
nessun divieto esplicito, insomma, come per il ballo.
VENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995 ANNO 131 - N. 8 LIRE 2000
"P rimo vostro compito è
XV rivendicare i diritti civili che vi spettano, dalla loro
attuazione dipende il vostro
avvenire; il significato vostro
in futuro dipende dal posto
che otterrete nella società».
Questo concetto era scritto
nella celebre lettera che il generale Beckwith scrisse al pastore Lantaret poco prima della firma delle Lettere patenti
nel 1848, con cui si sancivano
i diritti civili ai valdesi.
A 147 anni da quegli avvenimenti continuiamo a ricordarli; si fanno ovunque feste,
si accendono falò, si riflette
sul ruolo del protestantesimo
nel nostro paese, si ritrova nel
tempio, ed è una delle rare
volte che ciò accade, il vero
«popolo chiesa». Ma forse di
XVII FEBBRAIO
L'IMPEGNO
PIERVALDO ROSTAN
mentichiamo il senso dell’impegno, dell’assunzione di
responsabilità anche personali che la parola diritto contiene in sé; perdiamo di vista
la necessità di farci coinvolgere, anche come credenti,
nel processo di crescita e di
sviluppo della società civile
che ci circonda anche e soprattutto nelle valli valdesi
Così quando qualche ente
propone delle possibilità di
crescita formativa, di approfondimento su argomenti e
settori che pure sono elementi
forti della nostra presenza come può essere la diaconia
cioè la cura e l’assistenza, noi
non ci siamo. Abbiamo una
rete di case per anziani e di
ospedali in cui abbiamo investito miliardi di lire, ma raramente riusciamo ad investire
anche solo del tempo nello
studio per essere pronti a ge
Il Guardia di Finanza
Arresti
«eccellenti»
a Pinerolo
■M'
MA
? ' Una vasta inchiesta sulla
Tf - ; Guardia di Finanza ha portato
• " lunedì mattina a numerosi ar■ G resti eccellenti nel Pinerolese;
■ ■ fra essi l’ex sindaco di Pine,. rolo Francesco Camusso, An■' tbnio Rinaldi, fino a pochi
'mesi fa comandante della
- Guardia di Finanza, un imprenditore. Remo Polliotti, e
alcuni commercialisti assai
7^^ noti nella zona ma operanti
èi anche a Torino: Mauro Casalis, Adriano Cañavera, Giu7. ' 7 seppe Ceruzzi. Alberto Com■7 ba, Giorgio Gaietti, Domeni- co Peiretti, Egidio Rangone e
Lorenzo Griotli. «Si trattava
7^,7 di un malaffare che opprimeva tutta Pinerolo c non soltan_ ' V. to», hanno dichiarato a caldo
gli inquirenti dopo gli arresti.
, Secondo quanto riportato
. dalla stessa Guardia di Fi-t- nanza, che ha svolto le indagini per diversi mesi, il meccanismo prevedeva la richiesta di mazzette di IO, 20 e anche 100 milioni; a pagare erano imprenditori a cui alcuni
commercialisti facevano capire, trattenendosi poi una
453110 delle mazzette, che determinate infrazioni potevano
essere «aggiustate» pagando
una tangente al comandante
della Finanza; in caso contra< rio si rischiava di subire confrolli infiniti.
Alle indagini ha preso parte
anche la Criminalpol sotto la
guida della direzione distrettuale antimafia di Torino; ci
sarebbe infatti il sospetto di
collegamenti con la criminalità organizzala soprattutto
per il riciclaggio del denaro
sporco. Le indagini, come gli
interrogatori, sono ancora in
. una fa.se iniziale ma è chiaro
che questa volta ha toccato
settori del mondo pinerolese
di grande notorietà. Non c del
resto la prima volta che Caniusso si trova al centro di vicende giudiziarie, già coinvolto nello scandalo deH'amplia, niento dell’Ospedale Agnelli.
Intervista a Elvio Rostagno, assessore agli Affari sociali al Conaune di Pinerolo
Come si collocano i popolari nel Pinerolese?
ERICA BONANSEA
In questi giorni il Partito
popolare italiano vive una
fase di incertezza: al suo interno si scontrano il gruppo
propenso per il centrosinistra
e quello, guidato dal segretario Buttiglione, più favorevole a un^alleanza di centrodestra. Come si ripercuote la situazione nazionale sul Ppi
pinerolese, anche in vista
delle elezioni primaverili? Su
questo argomento abbiamo
intervistato un esponente pinerolese del partito, Elvio
Rostagno.
«E difficile al momento
avere una visione chiara sui
fermenti all'interno del Ppi spiega Rostagno -. La maggioranza delle persone non
mi sembra molto favorevole
a Forza Italia, ma la decisione se parteggiare per Prodi o
per Berlusconi dovrà essere
presa dal singolo, perché parlare di partiti oggi come oggi
è anacronistico. Personalmente Prodi mi è simpatico
ma prima di decidere voglio
poter riflettere sui progetti
che proporrà. Protendo verso
il centrosinistra, che è più at
L’assessore Elvio Rostagno
tento alle problematiche sociali, e credo che si debba
creare un’economia forte che
sia misurata sulle fasce deboli. L’assistenzialismo va eliminato ma allo stesso tempo
va promosso l’incentivo verso i deboli».
- Le proposte degli schieramenti a livello nazionale
dovranno confrontarsi su tre
temi salienti: la quaiitcì della
vita, l’occupazione e la ripresa economica dell'Italia,
co.sì da permetterle di ritornare a un livello di pari di
gnitcì con gli altri stati dell’Unione europea...
«A livello locale si dovranno creare dei consensi elettorali basandosi sulla proposta
di progetti validi. L’elettorato, tolte le frange estreme di
destra e di sinistra, potrà
oscillare molto e voterà in
base all’uomo che gli ispira
più fiducia anziché in base al
partito».
- Quali .saranno gli interlocutori del Ppi locale ’! E quali
sono i rapporti con il Centro
cristiano democratico '?
«A mio parere non si deve
escludere a priori nessun interlocutore, dal Pds alla Lega
a Forza Italia. Bisogna trovare
dei punti comuni sulle proposte concrete. Al momento non
si hanno rapporti con il Ccd,
ma su alcuni progetti esistono
delle sintonie. Il Ppi non provoca delle forti antipatie e
quindi se presenterà delle proposte valide potrà raccogliere
un certo consenso».
Alla domanda in quali partiti sia confluita l’ex Democrazia cristiana pinerolese e
come si orienti l’elettorato
più giovane, Rostagno risponde infine sottolineando
che la diaspora dall’ex De
della zona ha toccato tutti i
partiti. Molti si sono ritrovati
nel Ccd e nel Ppi, che tra
l’altro ha accolto anche persone che già anni prima si
erano allontanate dalla Democrazia cristiana, ma numerosi membri sono passati a
Forza Italia, alla Lega Nord e
anche ad Alleanza nazionale.
Ci sono sempre più giovani
che si impegnano nel campo
del volontariato e della solidarietà, ma la maggioranza
resta volta a destra.
Continuiamo a .sfogliare il libro «Cento
anni, di storia valdese» rievocando, questa
.settimana, alcuni fatti relativi alla parrocchia
di Angrogna.
el 1856 l’anziano Davide Lantaxvi^ ret, di San Giovanni, d’accordo
con il Concistoro, istituisce una scuola
domenicale al Martel. e ogni lunedì ritorna a presiedervi una riunione, che è sempre assai frequentata. Ma questo successo non fu di gradimento al Concistoro.
Parve che molti frequentassero quelle
riunioni trascurando i culti domenicali, e
siccome il Lantaret aveva abbandonato la
Chiesa Valdese per unirsi ai dissidenti,
cinque anni dopo il Concistoro sopprime
la scuola domenicale. (...)
Un clamoroso incidente doveva mettere per parecchi anni in agitazione la parrocchia. in seguito alla destituzione, pronunziata dalla Tavola, del maestro Poetti.
Non parve vero al Consiglio comunale di
prendere le difese di que.st’ultimo e di approfittare dell'occasione per prendere
IL FILO DEI GIORNI
ANGROGNA
MARCO ROSTAN
possesso di vari locali scolastici e della
casa di abitazione del maestro ste.sso. Il
pastore Durand Canton, coinvolto negli
attriti sollevati dalla questione Poetti, ne
rimase così turbato da soccombere, in seguito a un attacco apoplettico, nel 187.5.
La venuta del pastore Stefano Bonnet
val.se a calmare gli spiriti. Fu durante il
ministero di 27 anni di questo pastore
che vennero costruiti o rinnovati quasi
tutti gli stabili della parrocchia. (...)
La percentuale della frequenza ai culti
è molto alta. Nel 1882 si contano 570
uditori, frazionati però nei tre culti: 3.50 a
S. Lorenzo, 155 al Serre e 105 a Pradel
torno. Nel primo cinquantenario dell’
Emancipazione la frequenza aumenta a
620, cioè quasi il 60% dei membri di
chiesa. Nel 1949 la frequenza è scesa a
130 membri, pari al 15%. Naturalmente
anche la popolazione diminuisce in modo costante, e mentre nel 1873 vi sono
ancora 1594 membri di chiesa, nel 1949
.sono solo più 834. (...)
L’organizzazione delle Unioni ha una
parte importantissima nella vita della
parrocchia. L’Unione del Serre, fondata
nel 1880, prosegue ininterrottamente,
tranne la parentesi bellica della prima
guerra mondiale. L’unione del Cacet è
fondata nel 1890. Quella di Pradeltorno
incomincia nel 1890 per sparire alcuni
anni dopo. Riprende nel 1920.
L’Unione di San Lorenzo vive dal
1890 al 1913. L’Unione dei Jourdans vive dal 1897 al 1906, riprende nel ’33.
L’Unione del Martel è fondata nel 1934.
Nel ’97 le giovani sono organizzate in
due Unioni, al Serre e a S. Lorenzo». (...)
stire queste opere; i giovani
valdesi si aceontenteranno
sempre più di un terzo o quarto livello lasciando ad altri il
compito dirigenziale?
Allo stesso modo l’impegno
nelle amministrazioni locali
pare assente; pochissimi giovani sono nei Comuni e i pochi paiono più spinti da interesse personale che da impegno civico. Aumenterà così
il distacco fra amministrazioni e cittadini e con esso
r incapacità della gente delle
Valli a gestire il proprio territorio?
Ricordare i diritti civili
conquistati allora non può
esaurirsi in una festa ma richiede un rinnovato impegno,
...o non sarete nulla, come ricordava Charles Beckwith.
Numerò
Contribuzioni
^ discute da tempo, nelle chiese valdesi delle Valli, delle contribuzioni.
Sembra che rammentare
di queste ultime nel I distretto sia inferiore ad altre
zone dell’Italia: tuttavia di
fronte ai numeri sono possibili diverse letture e intepretazioni. Una cosa è certa: il problema coinvolge
tutti e nessuno può chiamarsi fuori.
Pagina II
Elezioni
Tra la primavera e 1’
estate si infittiranno le scadenze elettorali e fra l’altro
si dovrà provvedere all’
elezione delle amministrazioni comunali. Ma come
cambia il sistema elettorale in base alla nuove normative? Cerchiamo di far
luce nelle novità che si
presenteranno in cabina.
Pagina II
Rio de la Plata
Come ogni anno, in oc
casione del XVII Feb
braio, fratelli e sorelle delle chiese valdesi del Rio
de la Piata si recano in visita alle Valli per vivere
nella fraternità questo mO'
mento di festa e di ringraziamento. Ques’anno siamo stati a colloquio con i
coniugi Telmon Rostan,
provenienti da Bahia.
Pagina III
Scuola latina
Circa 10 anni fa cessava
l’attività la Scuola latina
di Pòmaretto. Ora lo stabile che la ospitava necessita
di «cure» urgenti, ma la
possibile ristrutturazione è
anche legata alle possibilità effettive di un riutilizzo della struttura. Su questo argomento la discussione è aperta con l’ausilio
di una commissione.
Pagina III
8
PAG. Il
San Giovanni: falò del XVII in borgata Stallò
UTILIZZO E GESTIONE DELLE ACQUE — L’acqua è
un bene non infinito, dagli usi plurimi: basti pensare agli
acquedotti, all’irrigazione, agli ecosistemi fluviali, alla depurazione, alla produzione di energia idroelettrica. In vai
Pellice negli ultimi mesi non sono mancate le polemiche
per gli elevati prelievi a cui il Pellice e i suoi affluenti sono
sottoposti dalle centraline in alta quota e per l’irrigazione in
bassa valle. Sul futuro della gestione delle risorse idriche la
Comunità montana organizza per sabato 25 febbraio alle 9
presso la Foresteria valdese di Torre Pellice una giornata di
studio con la partecipazione degli amipinistratori della valle, degli assessori regionale Mercedes Bresso e provinciale
Corrado Scapino, del prof. Roberto Aiassa del dipartimento
di Scienze della Terra dell’Università di Torino, del prof.
Gilberto Fomeris del dipartimento di Produzioni animali
dell’Università di Torino, del dott. Raineri Fontana della Sinerga di Milano e dell’ing. Giu.seppe Tomasello dell’assessorato all’Ambiente della Provincia di Torino.
FORMAZIONE E PREVENZIONE — Il Comune di Pinerolo. rUsl 10 e la Cooperativa di San Domenico organizzano una serie di incontri di formazione per operatori impegnati nella prevenzione delle tossicodipendenze, nelle società sportive, per gli istruttori e più in generale nelle associazioni giovanili. Gli incontri si .svolgeranno il 6, il 13 e il
20 marzo, alle 20,30, presso il Centro sociale di San Lazzaro; per iscrizioni rivolgersi all’ufficio amministrativo del
Servizio sociale del Comune di Pinerolo entro il 28 febbraio.
E Eco Delle ^lli \à-ldesi
venerdì 24 FEBBRAIO 1995
MONDIALI DEL SESTRIERE: MALAN E BONANSEA
DAL SOTTOSEGRETARIO — Sono scaduti domenica
19 i termini per l’approvazione alla Camera del decreto per
i campionati mondiali di sci del Sestriere; in un incontro
avuto la settimana scorsa con il sottosegretario all’Ambiente e Lavori pubblici. Testa, il senatore Bonansea e il deputato Malan hanno chiesto p ottenuto che gli emendamenti già
approvati al Senato vengano inseriti dal governo nel nuovo
testo. I parlamentari della zona intendono chiedere ulteriori
stanziamenti, ad esempio per il completamento dell’autostrada di Pinerolo, nja TAnas ha già stanziato per le opere
viarie legate all’appuntamento del 1997 ben 182 miliardi.
Durante rincontro col rappresentante del governo i parlamentari pinerolesi hanno anche sollevato la questione del
pericolo di esondazione del Pellice nella zona di Cavour.
NUOVI TRENI FESTIVI — Dal 12 febbraio le Ferrovie han-,
no potenziato le corse sulla tratta Tonno-Torre Pellice; nei
giorni festivi è istituita una nuova corsa con autobus in partenza da Torre alle 14,35, arrivo a Pinerolo alle 15,05 in
coincidenza con il treno per Torino in partenza alle 15,12 e
arrivo alle 15,59. È inoltre effettuato un servizio treno in
partenza da Pinerolo alle 16,25 con arrivo a Torre Pellice
alle 16,48 e Io stesso treno (non più l’autobus) partirà alle
16,53 da Torre Pellice arrivando a Pinerolo alle 17,16 e a
Torino alle 18,10.
LA COMUNITÀ MONTANA RISPONDE A MALAN —
Nei giorni scorsi la maggioranza consiliare della Comunità
montana vai Pellice ha reagito alle affermazioni dell’on.
Lucio Malan legate all’esposto presentato alla Procura della
Repubblica sul presunto monopolio della «Tarta volante»
, negli appalti della Comunità montana vai Pellice. Dopo
aver ribadito la cdflante trasparenza nell’amministrare la
cosa pubblica, la maggioranza consiliare ribadisce che «È
falso che la cooperativa La Tarta volante abbia ottenuto dalla Comunità montana il monopolio dei servizi e degli appalti e che per tali servizi abbia percepito centinaia di milioni.
L’affermazione è di puro effetto elettorale e siamo in gradò
di smentirla con i dati che possono essere controllati da
chiunque. L’affidamento degli appalti alla Cooperativa Tarta volante riguarda servizi di carattere educativo in genere,
nell’ambita della prevenzione primaria del disagio giovanile e della tossicodipendenza per un importo complessivo,
nei quattro anni, di 170 milioni. Tutti i progetti sono stati
proposti e finanziati appositamente dal ministero degli Interni e dalla Cee». Definendo «false» le accuse di un ipotetico interesse privato in atti d’ufficio da parte dell’assessore
Borgarello, la maggioranza consiliare ribadisce la propria
«màssima fiducia nella Procura della Repubblica, che ac-,
cenerà la verità».
IL NUCLEARE DIETRO L’ANGOLO — Il 16 novembre
scorso, mentre il generatore della centrale nucleare Superphénix situata a 120 km dal confine italo-francese era al
12% della potenza si è verificato, come già altre volte era
accaduto in passato, un incidente con fuga di vapore radioattivo. Qual è il rischio per le nostre valli di fronte a
nuove e più gravi avarie? Quali piani di emergenza e di protezione civile sono stati predisposti? Su questi temi Legambiente e Comune di Pinerolo organizzano un incontro pubblico venerdì 24 febbraio, alle 20,30, presso il salone dei
cavalieri di via Giolitti. Interverranno Carolina Pozzo, del
comitato «Europei contro il Superphénix» e Giampiero Godio, presidente di Legambiente Piemonte.
Le chiese valdesi si interrogano sui meccanismi di autofinanziamento
Le responsabilità della contribuzione
MARCO ROSTAN
Bilancio della chiesa, contribuzioni, richieste della
Tavola, necessità locali: argomenti da sempre «caldi», di
cui si discute specialmente in
questi primi mesi dell’anno.
Uno dei punti che suscita polemiche è il fatto che la contribuzione media prò capite
(cioè quella che si ottiene dividendo la somma totale delle
contribuzioni per tutti i membri di chiesa, compresi perciò
anche quelli, e sono tanti, che
non danno niente) è alle Valli
più bassa che negli altri tre
distretti: meno di 90.000 lire
a testa contro le 150.000 del
Sud, le 170 del Centro e le
230 del Nord.
Vediamo da due circolari,
da Luserna San Giovanni e
Villar Pellice, che cosa si dice in merito. Scrive un giovane, Daniele Gardiol, sul bollettino di Sah Giovanni che
«se anche queste cifre ci facciano sentir e un po’ vergognosi, bisogna ricordare che
mentre alle Valli lavorano 21
pastori (un quinto del totale)
la cifra globale raccolta sempre nelle chiese delle Valli
corrisponde a un terzo del totale italiano». Secondo Gardiòl poiché le Valli pagano
un terzo dei pastori, mentre
ne utilizzano di meno, indirettamente sostengono 12 pastori che lavorano in altre
chiese, troppo piccole per
mantenersi autonomamente.
«Non lasciamoci dunque abbattere dalla sfiducia - conplude Gardiol - e nemmeno
adagiamoci soddisfatti della
scoperta, ma impegniamoci
in ogni modo, finanziario o
meno, per far sì che il nostro
aiuto alle sorelle e fratelli in
difficoltà sia sempre più concreto ed efficace».
Gli risponde, sulla circolare
di'febbraio, Erminia Correnti
osservando che siccome alle
90.000 si arriva tranquillamente con le sole collette al
culto, dovrebbe sentirsi a posto con la coscienza. «Mi domando allora perché la Tavola ci esorti (senza mai ottenerlo) a dare una contribuzione periodica, personale
e proporzionata al nostro reddito (3 per cento): o è esosa,
0 forse ci sono altre spese che
gravano sui membri di chiesa». E cita come esempi la
Facoltà di teologia con la sua
biblioteca, gli uffici, la stampa, la Claudiana, i Sinodi, i
centri culturali, la manutenzione degli stabili, «la possibilità di uno stipendio un po’
più consistente per i nostri 21
pastori [e anche per gli altri
dico io!]. Forse queste spese
dovrebbero gravare su ogni
membro di chiesa anche se
non ne usufruisce personalmente con continuità, perché
la chiesa deve esistere e con
tinuare ogni giorno, anche se
molti se ne servono solo per
il battesimo o per il funerale.
E poiché più della metà dei
membri della Chiesa valdese
risiede alle Valli, forse ha ragione la Tàvola a dire che la
media di 84.000 lire non è
sufficiente...».
Che la cifra sia decisamente bassa lo sa bene anche il
Concistoro di Villar Pellice,
che per bocca del pastore
Geme, pur rallegrandosi della
crescente generosità, osserva
che «a Villar siamo appena a
quota 60.000 a testa di media,
siamo indietro anòhe rispetto
a chiese come Frali, San Germano e Pinerolo». Sulla circolare della chiesa ci sono
molte informazioni utili e
questa considerazione: «Forse i valdesi delle Valli si
identificano di più nelle proprie opere diaconali che non
nella testimonianza che le
chiese cercano di rendere.
Ora è vero che la diaconia è
strettamente legata alla
predicazione e che da questa
è nata, poiché a Villar non ci
sarebbe alcuna Casa Miramonti se non ci fosse stata la
predicazione dell’Evangelo.
La diaconia tuttavia non
potrà mai sostituire la predicazione. L’attuale situazione
è dunque anomala: la Chiesa
valdese è forse il più grande
datore di lavoro alle Valli
(case di riposo, ospedali.
j:
Il sistema maggioritario per i Comuni fino a 15.000 abitanti
Gome voteremo per rinnovare
le amministrazioni comunali?
PIERVALDO ROSTAN
La prossima primavera
sarà densa di appuntamenti elettorali; anche se le
elezioni politiche nazionali
dovessero essere allontanate
all’autunno o al 1996, scadranno «naturalmente» il
Consiglio regionale, quello
provinciale e la maggioranza
dei Consigli comunali delle
Valli: non rieleggeranno infatti sindaco e Consiglio Pinerolo, Mas.sello e Fenestrelle. A queste elezioni dovrebbero poi aggiungersi quelle
per i referendum popolari.
A essere interessata dalle
elezioni comunali sarà una
popolazione di poco inferiore
ai 50.000 abitanti: mentre il
Parlamento sta approvando la
nuòva legge elettorale regionale, non è affatto chiaro se si
voterà m contemporanea per
Regione, Provincia e Comune, oppure se per il parlamentino piemontese si voterà ad
aprile e per le amministrative
più avanti. Quel che è certo è
che per la provincia e i Comuni dovremo tutti fare i
conti con una nuova legge
elettorale, approvata nel marzo del 1993, la n. 81, che ridefinisce modalità di elezione
e soprattutto ruolo del sindaco e della giunta.
In sostanza viene introdotto
il sistema- maggioritario, prima utilizzato solo nei Comuni fino a 5.000 abitanti, in
quelli fino a 15.000, mentre
c’è un sistema proporzionale
con premio di maggioranza
negli altri e per la provincia.
In sostanza l'unico Comune
delle valli in cui si voterà con
un sistema effettivamente
nuovo è Luserna San Giovanni, che con i suoi 8.(KX) abitanti passa dal proporzionale
al maggioritario; negli altri il
Il municipio di Bricherasio
sistema resterà lo stesso. La
legge 81/93 determina comunque altre novità: anzitutto
la riduzione del numero dei
consiglieri e dei membri di
giunta. Nei Comuni tra i
3.000 e i 10.000 abitanti i
consiglieri si ridurranno a 16,
in quelli sotto i 3.000 abitanti
gli amministratori saranno
12; anche le giunte saranno
ridotte nel numero di assessori ma con più poteri: la giunta
sarà composta oltre che dal
sindaco, rieleggibile solo una
volta, da un massimo di due
assessori nei Comuni fino a
3.000 abitanti, da quattro in
quelli fino a 10.000 abitanti e
da sei nelle città fra 10.000 e
100.000 abitanti. Dunque un
bel l’impegno soprattutto nei
piccoli centri dove spesso
l'amministratore svolge anche il ruolo di funzionario visto il numero ridottissimo di
dipendenti; a parziale riconoscimento del maggior onere
la legge prevede il raddoppio
delle indennità di carica per
sindaco e assessori.
Anche il rapporto fra mag
gioranza e opposizione, oggi
estremamente vantaggioso
per la prima, cambierà: due
terzi dei seggi andranno alla
lista che avrà più voti, la parte restante verrà attribuita, in
modo proporzionale, alle liste
di minoranza. Circa le modalità di voto, ciascun elettore
avrà diritto di votare per un
candidato alla carica di sindaco, chiaramente indicato sulla
scheda, segnando il relativo
contrassegno; si potrà altresì
esprimere un voto di prefe^
renza per un candidato alla
carica di consigliere compreso nella lista che sostiene il
candidato sindaco, scrivendo
foresterie, ecc.) e i bilanci
delle nostre opere sono dieci,
cento volte superiori a quelli
delle chiese. La gente dà generosamente per l’ampliamento di un ospedale o di un
asilo (forse perché pensa che
un giorno potrebbe averne bisogno?) ma dà molto meno
perché la propria chiesa viva
e possa proseguire la sua testimonianza».
Ho sempre pensato che anche la contribuzione è un frutto della fede e i contadini sanno bene che per aver frutti bisogna (pastori e Concistori)
lavorare bene il campo, ma so
anche che è assolutamente necessario passare da un’idea di
colletta, 0 peggio di elemosina, all’idea di un’uscita fissa
nel nostro bilancio personale.
Una volta ho scritto che se
tutti dessero Tequivalente di
un caffè al giorno, tutti i nostri problemi sarebbero risolti
e una signora mi ha risposto:
«Sa, signor Rostan, alle Valli
beviamo pocò caffè!» e allora
dico: è veramente così difficile che tutti, ma veramente tutti, paghino almeno quanto
versano per l’abbonamento
alla tv? Tra l’altro, nonostante
tutte le nostre magagne, sono
ancora convinto che andare al
culto e ascoltare il sermone
sia più edificante degli «Sgarbi quotidiani» o degli insopportabili sondaggi di opinione
«in tempo reale» !
ne II nome.
Scuola
Religione
0 ipotesi
alternative?
Alle famiglie e agli studenti
che entro febbraio dovranno
effettuare l’iscrizione all'anno scolastico 1995-96 verrà
anche chiesto di comunicare
se intendono o meno avvalersi deH’insegnamenlo della religione cattolica, e in caso
contrario quale tipo di soluzione si intende scegliere.
Nelle Valli il panorama è variegato. poiché i numeri di
quelli che scelgono le opzioni
alternative e quelli che optano per Lire determinano
spesso problemi organizzativi
aH’interno delle scuole e a
volte condizionano le stesse
scelte delle famiglie. Nel circolo didattico di San Giovanni per esempio, come spiega il
direttore Marco Armand Hugon, di solito sono pochi i
bambini che «fanno» religione, per cui per conciliare le
loro esigenze, quelle dell'insegnante che opera anche a
Bricherasio, in sintonia con le
altre opzioni alternative fatte
dalle famiglie, si è finora riusciti a porre le ore di religione
all’inizio o alla fine dell'orario di lezione. Non è sempre
facile però conciliare le varie
esigenze, tanto è vero che nel
circolo che fa capo a Torre
Pellice la direzione didattica
deve tener conto che l'insegnante di religione deve spostarsi su sette Comuni diversi
e questo a volle può creare dei
problemi organizzativi.
Per la pubblicità su
DELLE \:ALLI VALDESI
tei. 011-655278, fax 011-657542
9
24 FEBBRAIO 1995
Delle %lli ^ldesi
PAG. Ili
I conuigi Telmon Rostan in visita dal Rio de la Piata
le difficoltà economiche
e le chiese in Argentina
PIERVALOO ROSTAN
Da-alcuni anni nel periodo
del 17 febbraio dalle
çhiese valdesi del Rio de la
piata giungono in Italia, a vile chiese sorelle italiane, rappresentanti della Chiesa yàldese del Sud America.
-Quest’anno sono stati per
una decina di giorni alle Valli i coniugi Mario Telmon
-Rostan e Elinor Negrin Berlin, argentini della Chiesa
yaldese di Bahia Bianca;hannò partecipato a numerosi
ilncontri nelle chiese locali:
• ^Siamo a Bahia da una trenUìia di anni provenendo da
: 'Polonia Iris, zona in cui intorno al 1901-1902 arrivarono iprimi emigranti di origine italiana dall’Uruguay».
Pigli di agricoltori, entrambi
sono'emigrati nelle città in
cerca di lavoro: «Attualmente
-j^iega Mario Telmon Ro'rtan - sono presidente del
IQonsiglio di chiesa di Bahia,
ì^ganista e predicatore locavicepresidente del Presbi. ’ terio sudargentino (l’equivalente di un nostro distretto,
ma di dimensioni decisamen,te più ampie, ndr). In tutto in
Argentina ci saranno circa
5¡,W0 .membri di chiesa val
f li, divisi in tre presbiteri;
chiesa più grande è quella
di Colonia Iris con più di
l¡d00 membri».
La componente valdese
i|ell’Argentina è a tutti gli efTetti parte della chiesa del Rio
de la Piata di cui in questa
'settimana è in corso di svolgimento il Sinodo; nella Mesa
vddense (la Tavola sudamericana) vi sono alcuni rapprelentanti delle chiese argentine. Quali sono i temi principali del Sinodo iniziato il 19
fébbraio? «Senza dubbio uno
I coniugi Teimon Rostan
dei temi più importanti sarà
la situazione politica e sociale del Sud America che è molto dijficile: dei problemi economici delle famiglie risente
ovviamente tutta la vita della
chiesa - spiegano -. In Argentina abbiamo poca inflazione, ma la pressione del debito verso l’estero è molto
forte. Inoltre si discuterà dei
rapporti con la Chiesa riformata argentina che è di origine olandese con la quale abbiamo già svolto un’assemblea congiunta nello scorso
ottobre». Quali sono i rapporti con la Chiesa cattolica? «È
un rapporto molto difficile continuano i fratelli deU’Uruguay - a Bahia Bianca abbiamo alcuni incontri insieme
e in alcuni casi, specie con la
base, riusciamo a svolgere
importanti interventi nel settore sociale».
Che cosa rappresenta, per i
sudamericani tra l’altro originari di queste Valli, questo
periodo trascorso in Italia in
generale la visita all’evangelismo italiano? «È indubbiamente un ’esperienza molto
forte e gradita - afferma Mario Telmon Rostan - ho sentito una grande emozione nel
visitare i musei o le case per
anziani alle Valli come la Facoltà di teologia a Roma o il
lavoro socicde a Firenze. Qui
alle Valli abbiamo un po’ incontrato le nostre radici, abbiamo trovato persone con i
nostri nomi di famiglia; è stato veramente molto arricchente».
Un libro fotografico di Renato e Davide Scagliola
Sòsta all'«Osteria d'Oriente»
LILIANA VIGLIELMO
LJ «Osteria d'Oriente» è
' un luogo mitico, simbolo di-tutte le vecchie osterie e
«piole» piemontesi che ora '
non^esistono più, sostituite da
bar e paninoteche. Hanno anchealtri nomi pittoreschi, che
a volte rimangono sull'inse■ pia, quando aH’interno sono
stati piazzati vetri e specchi,
la. macchina del caffè e altri
^geggi moderni per attirare i
ragazzi.
Osteria d'Oriente è il libro
che Renato e Davide Scagliola, padre e figlio, giornalista
'1 primo, fotografo il secondo.
hanno presentalo a Porosa
Argentina all’incontro culturale dell’ 11 febbraio. Un personaggio, mitico anche lui,
frequenta abitualmente l’osteria: è Batista, montanaro vagabondo ed enigmatico, che
compare come un fantasma
del passato nelle fotografie a
colori inserite tra le pagine.
Quando Batista scompare è
l'autore stesso che commenta
le proprie peregrinazioni attraverso monti e colline, alla
ricerca di ciò che resta del
vecchio Piemonte, posto al
centro di questo complesso
rapporto tra gli uomini con le
loro opere e una natura bella
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LUSERNA SAN GIOVANNI
Si può ipotizzare un nuovo impiego della struttura
Il futuro della Scuola latina
Il futuro dello stabile che
con il nome di «Scuola latina» ha avuto una parte essenziale nella cultura delle
nostre valli, è causa di preoccupazioni sia per il Concistoro di Pomaretto, sia per la
Tavola valdese che né è proprietaria. La scuola media ha
cessato di funzionare da un
decennio, ma solo da poco la
chiesa di Pomaretto ha dovuto rinunciare a servirsene per
le sue attività, non potendo
sostenere le riparazioni urgenti quanto costose che la
struttura, vecchia di 130 anni,
richiedeva.
Il pastore di Pomaretto,
Sergio Ribet, membro della
Tavola, ha indetto una riunione il 4 febbraio per discutere
questa situazione di degrado
e porvi rimedio: ossia come
trovare i pochi o tanti milioni
necessari. La ristrutturazione
è soprattutto legata a un possibile utilizzo dell’edificio:
molti hanno espresso il desiderio che fosse salvaguardata
l’originaria destinazione culturale come servizio per la
popolazione. Anche in questo
caso le possibilità sono numerose, ma non certamente
Lo stabile dell'ex Scuola latina
redditizie e qualsiasi iniziativa richiede comunque una
grossa spesa per adeguare
l’edificio alle norme di sicu
rezza.
Impensabile la trasformazione delle aule in alloggi,
dato che la cubatura attuale
consentirebbe soltanto la sistemazione per un nucleo familiare, condizione che mette
in forse anche una possibile
vendita.
Alla conclusione della riunione si è nominata una com
missione di tre persone, e si è
dato loro l’incarico di esaminare le possibilità di utilizzo,
con un’analisi sommaria delle
condizioni richieste e di riferire in un prossimo incontro.
^Intanto, poiché sempre di soldi si tratta, si preannuncia
un’ennesima raccolta di offerte, cosa non certo nuova per
la chiesa di Pomaretto, che
senza sosta ristruttura un patrimonio immobiliare di notevoli proporzioni, sempre bisognoso di interventi riparatori.
Riuscito concerto del coretto valdese a Torre Pellice
La musica del popolo nero
ALBERTO CORSARI
e difficile, che si impone su
tutte le realizzazioni umane.
In alcuni itinerari compaiono anche le nostre valli, dai
Tredici laghi al forte di Fenestrelle, al cimitero dei Jalla, al
vallone degli Invincibili, e
con Batista i fantasmi degli
antichi valdesi che cantano i
loro salmi sulle rocce inaccessibili.
L’incontro è stato veramente piacevole, rallegrato dalla
proiezione delle diapositive
tratte dalle foto del libro e da
alcune canzoni popolari prese
dal repertorio dei «Cantambanchi», di cui padre e figlio
hanno fatto parte.
Dalla schiavitù all’emancipazione il cammino
dell’uomo nero è stato segnato dal canto. La vicenda dei
neri d’America resi schiavi e
sottratti alle loro terre da gente senza scrupoli si è sviluppata sabato 11 febbraio nel
tempio di Torre Pellice per
opera del «Coretto» che ha
riunito in un’ora e mezza di
spettacolo l’avventura di uomini e donne delle piantagioni americane.
La vicenda dei neri d’America è vicenda di canto ma è
ancor prima una vicenda di
fede: quella che si esprime
nella tristezza del blues ma
anche nell’entusiasmo dei
canti gospel a cui ci ha abituato la tradizione delle chiese battiste e la produzione discografica di una grande artista come Aretha Franklin (e
con lei ci limitiamo a citare
la più celebre rappresentante
del genere).
Così, attraverso un’esile
ma significativa traccia, la vicenda impersonata da una
schiava che ha allevato insieme i figli propri e quelli dei
padroni, attraverso tentativi
di fuga (che possono anche
riuscire), violenze quotidiane
e periodiche umiliazioni tese
a soffocare la volontà di ribellione, una lunga serie di
spiritual ha dato modo al Coretto di esprimere al meglio
le potenzialità già viste in Tenemos esperanza, lo spèltacolo allestito due anni fa
sull’America Latina.
Il terreno degli spiritual è
insidioso, specialmente per le
voci dei bianchi, tuttavia la
perizia degli arrangiamenti e
la consapevolezza dei propri
mezzi (che vuol dire fiducia
in se stessi ma anche avvertenza di non rischiare oltremisura) hanno permesso di
cimentarsi senza sbavature
tanto nei momenti d’insieme
quanto nei brani solistici. Il
risultato è stato a tratti entusiasmante e coinvolgente {Oh
happy Day...) a tratti meditativo come esigono certi canti,
che sono prima di tutto preghiere e parafrasi di salmi. In
un'caso poi l’interpretazione
di Cristina Pretto di^Sometimes i feel like a motherless
Child con il Flicorno di Dario
Paone ha lasciato intravedere
il legame dello spiritual con
tutta la musica che si è sviluppata a partire dai canti dei
neri d’America, dal blues al
gospel e al jazz più moderni.
COMUNE DI TORRE PELLICE
PROVINCIA DI TORINO
AVVISO
PER ESTRATTO
DI VENDITA IMMOBILIARE CON INCANTO
IL SINDACO
RENDE NOTO
che il giorno .T marzo 1995 presso la sede comunale, con apertura
delle buste alle ore 09,00, si procederà mediante il metodo delle offerte segrete, alla vendita di un fabbrieato di proprietà comunale sito in Via Repubblica n. 3. Prezzo a base d'asta £. 933.150.000
Cauzione provvisoria £. 46.657.500.
L'aggiudicazione verrà disposta a favore del concorrente che
avrà presentalo l'offerta più vantaggiosa. Le offerte dovranno essere redatte ai sensi del bando di gara e dovranno pervenire improrogabilmente entro e non oltre le ore 10,00 del 2 marzo 1995.
Per eventuali chiarimenti, copia del bando e visita deH'immobile rivolgersi agli uffici di Segreteria. Telefono 0121-91365 o
91294 fax 0121-933.344.
II. SINDACO
(ARMAND HUGON Dott. Marco)
Parola di Dio
e luoghi
di lavoro
Sul numero 6 dell’Eco delle Valli leggo due articoli,
uno del pastore Bruno Ro.stagno che richiama i lettori sui
temi dell’etica del lavoro, e
un’intervista di Piervaldo Rostan all’ing. Piergiuseppe Daviero che raccomanda di fare
politica con pochi soldi, senza opere faraoniche.
Quello che a mio avviso
manca nel primo è l’annuncio della fonte della pur giusta critica: l'annuncio della
parola di Dio che condanna
senza reticenze ogni violazione umana contro le leggi di
Dio. Violare il giorno del riposo e della santificazione, se
non in casi di effettiva e
comprovata umana necessità,
è un delitto che viola il giusto
e armonioso ordinamento divino. Ho potuto constatare
per.sonalmente sul luogo di
lavoro veri e propri fenomeni
di ricatto e discriminazione
per potere ottenere da parte
dei lavoratori gli «straordinari». Molti accettavano per potersi garantire determinati
«status simbol» e altri, in famiglie monoreddito, per po
ter rispondere alle esigenze
vitali della propria famiglia.
Fra sostenitori e fruitori dello
straordinario vi erano anche
valdesi; dove è andata a finire l’etica sociale protestante,
considerando che da queste
situazioni nascono milioni di
disoccupati e... tossicodipendenti?
Riguardo all’intervista a
Daviero faccio notare che la
corruzione esiste non solo fra
i funzionari dello stato ma anche fra i dirigenti, impiegati,
operai, casalinghe, bottegai
ecc. Spero che nelle prossime
assemblee sulla questione lavoro, nel primo distretto si
abbia il coraggio di parlare
chiaro, invitando non solo i
membri di chiesa ma anche
dirigenti, sindacalisti, operai
e naturalmente disoccupati
per ricordare le parole di Gesù che non ammettono aggiustamenti e compromessi:
«Nessun domestico può servire due padroni; perché
odierà l’uno e amerà l’altro o
avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l'altro. Voi non
potete servire Dio e Mammona» (Luca 16, 13). Forse è
proprio di questo che la nostra società ha bisogno di sentirsi dire in quest’epoca di
massima confusione. Fraternamente
Mario Alherione
Lusema San Giovanni
. ' Jife
10
PAG. IV
Cultura francese: una mostra a Pinerolo
Jacques Brel intenso
poeta della canzone
DAVIDE ROSSO
Nei giorni tra l’11 e il 19
febbraio si è tenuta a
Pinerolo, nel salone dei Cavalieri d’Italia, una mostra sul
cantautore di origine belga
Jacques Brel. La mostra realizzata dalla fondazione internazionale Jacques Brel è stata
proposta dal Centro culturale
francese di Torino, dalla
Communauté française de
Belgique in collaborazione
con l’assessorato alla Cultura
del Comune di Pinerolo.
L’itinerario dell’Exposition
Jacques Brel, che aveva anche come intento quello di
sviluppare l’insegnamento del
francese e la conoscenza della
cultura francese, si proponeva
di seguire l’artista (ma anche
l’uomo) Jacques Brel attraverso le tappe fondamentali
della sua vita: l’infanzia in famiglia (di cui il cantautore
conserverà un’impressione di
noia e di immobilismo), gli
inizi nel mondo della canzone
dal ’53 al ’59, l’affermazione
come cantautore nel ’61 all’
Olimpia di Parigi, il periodo
in cui l’artista si dedica alla
commedia musicale mettendo
in scena-wL’uomo della Mancha», il Brel cineasta, e poi il
Brel che decide di cambiare
3
È uscito il nuovo numero della rivista
«La beìdana»
È uscito un nuovo numero della Beidana, la rivista pubblicata dalla Società di studi valdesi. Il fascicolo, che è in
vendita presso le chiese delle Valli, costa £ 6.000. Negli
stessi giorni è uscito anche il tradizionale opuscolo del
XVII Febbraio, sempre a cura della Società di studi valdesi, scritto da Bruna Peyrot con il titolo Resistere nelle valli
valdesi. Gli anni del fascismo e della Resistenza partigiana. Anch’esso costa 6.(X)0 lire, ma chi lo compras.se unitamente alla Beidana pagherebbe solo 10.000 lire.
Nelle
Chiese Valdesi
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA — In occasione della Giornata mondiale di preghiera che si svolgerà il 5
marzo a Genova, organizzata dalle sorelle del Ghana sul tema «La Terra, una casa per tutti», dalle Valli verranno organizzati dei pullman; per iscrizioni e informazioni telefonare
allo 0121-500407.
CONVEGNO EGEI VALLI — Domenica 26 febbraio, presso i locali della chiesa valdese di San Secondo, si svolgerà
un convegno della Fgei Valli.
ANGROGNA — Lunedì 27 febbraio, alle 20,30, a Pradeltorno, ci sarà la riunione quartierale; il ciclo è curato
dall’Unione femminile.
BOBBIO PELLICE — La prossima riunione quartierale sarà
il 28 febbraio al centro.
TORRE PELLICE — Domenica 26 febbraio, durante il culto, si svolgerà l'assemblea di chiesa che dovrà provvedere
a nominare i deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo. i revisori dei conti e approvare il preventivo 1995.
• Venerdì 24 febbraio alle 20,30. a Villa Elisa, si svolgerà
il secondo studio biblico per quanti delle comunità di Angrogna. Torre Pellice e Lusema San Giovanni gravitano in
particolare sulla zona Appiotti.
RORÀ — Giovedì 23 febbraio, alle 20.30, nella sala Morel, si
svolgerà lo studio biblico.
POMARETTO — Venerdì 24 febbraio, alle 15, riunione
quartierale a Inverso Clot.
VILLASECCA — La filodrammatica pre.senterà, nel tempio,
uno spettacolo teatrale sabato 25 febbraio alle 20.30, domenica 26 alle 14.30 e sabato 4 marzo alle 20..30. Il 25 parteciperà anche la banda musicale di Pomaretto. il 4 marzo
in coro Eiminal.
PERRERO-MANIGLIA — L'Unione femminile si riunirà
alle 14.30 di martedì 28. La prossima riunione quartierale
si svolgerà il 1° marzo, alle 15, ai Bessé.
PRALI — Le prossime riunioni saranno martedì 21. ore 20, a
Ghigo e mercoledì 22. ore 19.30 a Pomieri Giordano.
E Eco Delle ^lli %ldesi
venerdì 24 FEBBRAIO 1995
stile di vita, che viaggia sul
suo veliero di 19 metri attraverso il mare e che infine decide di sistemarsi nella sua
casa nelle isole Marchesi dove nel ’78, dopo aver inciso il
suo ultimo disco nel ’77 a Parigi, verrà sepolto nel cimitero d’Hiva-Oa.
La mostra composta per Io
più da documenti fotografici
introdotti da schede illustrative bilingui (francese e italiano) si snodava leggera permettendo allo spettatore di
intuire la complessità e l’irrequietezza dell’artista belga,
ma erano soprattutto i video
di alcuni spettacoli e di interviste, proposti in lingua originale, che permettevano di
avvicinarsi maggiormente
all’uomo Brel al suo modo di
pensare e di mostrarsi al pubblico.
La mostra ha riscosso un
discreto successo di pubblico
e si è dimostrata un buon modo per alcuni di riscoprire un
artista, ma anche un uomo,
passato purtroppo ormai per
molti nel dimenticatoio della
memoria, per molti altri un’
occasione di scoprirlo ex novo immergendosi per un attimo in una parte della cultura
francofona poi non così diversa dalla nostra.
PALLAMANO: SCONFITTE DIGNITOSE E NUOVE
SPERANZE — Hanno disputato una bella partita i lusernesi
contro una delle migliori formazioni della serie D, il San Camillo Imperia, pur non potendo mai mettere in discussione il risultato finale. Determinazione e grinta hanno permesso ai ragazzi di Pellissero di uscire a testa alta dalla trasferta ligure.
Buone le prestazioni di Re, Bounous e Paolo Giordan che, sempre affidabile tra i pali, ha lasciato per un tempo il proprio ruolo ad Andrea Pons e si è esibito come giocatore di movimento;
una soluzione tattica che potrebbe essere utilizzata ancora nelle
prossime partite di campionato.
Non riescono a conquistare punti nella serie C femminile le
ragazze di Goss, che pure ancora una volta hanno dimostrato di
essere maturate e di aver fatto molti progressi rispetto al girone
di andata, quando opposte per la prima volta al Mortara avevano perso per 32 a 0; questa volta le forti lombarde hanno vinto
per 28 a 11 ed è emersa come una nota positiva la grinta delle
lusernesi. Ha esordito la giocatrice Wilma Bergantín, elemento
di esperienza, che accanto a giovanissime promettenti come
Valentina Galbana, permette di guardare al futuro con un certo
ottimismo.
PALLAVOLO ALLA RIPRESA — Sono ripresi i campionati di pallavolo; bel successo (3 a 0 sul Trattoria Giulia Novi)
per la squadra femminile di Pinerolo ih CI che si conferma così al secondo posto, mentre i ragazzi hanno perso per 3 a 1 a
Loano interrompendo una lunga serie positiva.
Nella categoria Ragazze la formazione della 3S Lusema (Benecchio. De Pizzol, Depetris, Favout, B. Fornero, L. Fornero,
Giovo, Trucco) ha perso per 3 a 1 contro il Volverá e per 0 a 3
contro il Villar Perosa.
Nel Tomeo Baudrino è in testa il Porte, vittorioso nella partita con la squadra di Cavour Macelleria Brarda, seguito daba
formazione di Perosa (che però ha disputato una partita in meno) e ha subito nel turno domenicale una sconfitta a favore della squadra pinerolese Pablo Nemda B. Nella classifica del Torneo Baudrino al secondo posto a pari merito con Perosa troviamo Pablo Nemda A, al quarto la squadra di Barge e al quinto la
formazione 3S di Lusema, che ha 14 punti, contro i 22 della capolista, ma ha disputato due incontri in meno.
Nel torneo Storcilo maschile troviamo al comando la squadra
del Lennon Pub, che ha vinto contro la formazione di Villafranca per 3 a 0, seguita dal terzetto formato da Villar Perosa,
Vibafranca e Riccio Bricherasio, e infine troviamo Arredacasa.
TENNIS TAVOLO — Nella serie CI nazionale la Valpebice è stata sconfitta dal Dopolavoro comunale di Torino per 5 a
1. Ai torinesi bruciava la sconfitta subita all’andata, per la quale
all’epoca avevano perso il primo posto in classifica; comunque
Malano, autore dell’unico punto. Rosso e Gay si sono difesi al
meglio.
In serie C2 regionale la Polisportiva Valpebice è stata vittoriosa ad Asti contro il Don Bosco con il punteggio di 5 a 2. Ottime le prestazioni di Beboni (1 punto). Giuliano Ghiri (1 punto)
e Piras (3 punti) che consolidano così la posizione in classifica.
La D2 provinciale vincendo in casa contro il Vabedora Alpignano per 5 a 2 si porta al quarto posto in classifica; tre
punti sono stati messi a segno da Peracchione e un punto ciascuno da Battaglia e Genre. Domenica prossima il campionato
subirà una pausa e a Moncalieri avrà luogo la seconda prova
del campionato provinciale per tutte le categorie sia femminile che maschile.
CALCIO DILETTANTI: PARTITA NOIOSA A PINEROLO — Il risultato di 0 a 0 tra la formazione di casa e il Savona ha consegnato al pubblico un incontro noioso e senza storia; poche le occasioni per entrambe le squadre alle quali il pareggio è parso subito l'occasione più conveniente. Qualche brivido a causa del vento che ad un certo punto ha messo a dura
prova i portieri; in particolare i tiri significativi sono stati quelli
di Ceddia al 17’, che ha impegnato il portiere savonese Viviani
e quello di Fabbrini al 26’. Il Savona ha confermato in questo
incontro di avere a disposizione una delle difese più forti del
calcio Dilettanti; per i biancoblù un punto comunque importante per stare fuori dalla zona retrocessione; sabato prossimo trasferta a Pietrasanta.
Perde invece il Lusema in Promozione nella trasferta di Alba; una rete per tempo consentono alla squadra di casa di ottenere una vittoria netta; domenica prossima i valligiani saranno
ancora in trasferta, a Centabo, con l’ultima in classifica.
CAMPIONATO UISP DI CORSA — Domenica 19 febbraio si sono svolte a Vibar Focchiardo le prime prove del
campionato Uisp di corsa; buoni risultati per il GS. Pomaretto. In particolare successo di Valentina Richard fra le Ragazze, 2° posto per Cristiano Micol fra gli Allievi e 3° per Lara
Ribet (Pulcini), Andrea Barrai (Ragazzi), Luca Alcalino (Cadetti); numerosi altri atleti si sono piazzati nei primi dieci il
che ha consentito al Pomaretto di giungere secondo nella classifica per società.
Sabato 25 febbraio a Pomaretto
Gambetta in concerto
Si conclude sabato 25 febbraio a Pomaretto la rassegna
di musica popolare «I musicanti» organizzata dalla Cantarana; nel tempio valdese, alle 21,15, si esibirà Beppe
Gambetta. Genovese, dotato
di una spiccata personalità
musicale, ha una grande esperienza cón la chitarra acustica; è infatti conosciuto in Europa come il principale divulgatore ed esecutore delle tecniche per chitarra a plettro le
gate al folk americano. Gambetta ha partecipato ai principali festival internazionali e a
vari seminari negli Usa, in
Canada e in Europa; ha creato
un repertorio che prevede
composizioni blues, bluegrass
e di varie forme di musica
popolare europea. Ha al suo
attivo numerosi album (su
tutti Dialogs, Alone and together e Good news from home), libri e premi fra i più
importanti.
*
24 febbraio, venerdì — SAN
GERMANO: Per iniziativa della
locale chiesa valdese, alle ore
20,45, nel tempio, si svolgerà un
incontro col direttore dell’Usl
10, Giovanni Bissone, sul tema:
«La nuova Usi: problemi e prospettive».
24 febbraio, venerdì — PINÈROLO: Per il ciclo di incontri organizzato dall’assessorato
alla Cultura del Comune di Pinerolo, alle 16,45, presso l’auditorium di corso Piave, il prof. Guido Neppi Modona parlerà su
«Autonomia della Magistratura e
garanzie del cittadino: dalla democrazia proporzionale a quella
maggioritaria».
24 febbraio, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Per la serie di incontri «I mestieri del cinema» organizzata dall’associazione Alidada e dal gruppo Iniziativa culturale di Villar Perosa,
alle 21, nella sala conferenze
dell’Usl, incontro con Alberto
Signetto, regista. Paolo Favaro,
tecnico del suono, Piero Milanese, montaggio e produzione.
24 febbraio, venerdì — PINEROLO: Presso il Centro sociale di via Podgora, alle 20,45,
il past. Bruno Corsani, già docente alla Facoltà valdese di teologia di Roma, parlerà su «Difficoltà da superare nella lettura
della Bibbia».
25 febbraio, sabato — PINEROLO: AIT auditorium di corso
Piave Radio Beckwith propone
una serata musicale con «Katya e
Joe», «Coyote popolar», «Out on
thè week end» e «The Offals».
Ore 20,45; ingresso lire 5.000.
25 febbraio, sabato — VILLAR PELLICE: Alle 21, nel
tempio, concerto inaugurale del
nuovo organo con un concerto
del maestro Walter Gatti.
26 febbraio, domenica —
TORRE PELLICE: Dalle 14,
presso la Foresteria valdese, la
Lega difesa del cane propone un
bazar di primavera per raccogliere fondi per la ristrutturazione
del canile di Bibiana.
26 febbraio, domenica —
FERRERÒ: La Pro Loco organizza, a partire dalle 14,30. la
sfilata di carnevale per i bambini
con distribuzione di dolci.
26 febbraio, domenica —
VILLAR PELLICE: La Pro
Loco organizza il carnevale per i
bambini.
26 febbraio, domenica —
SAN SECONDO: Nel pomeriggio, a partire dalle 14, prenderà il
via il carnevale sansecondese
presso l’ala comunale; è prevista
la visita a casa Turina con le maschere locali il Tupinè e la Tupinera; alle 16 distribuzione di polenta e salsiccia.
27 febbraio, lunedì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
20,30, presso Tauditorium comunale, su organizzazione del Centro culturale valdese e delle
scuole medie, sul tema «Lo Stato
tra centralismo e federalismo», si
confronteranno i deputati Rinaldo Bontempi e Lucio Malan, e il
prof. Gian Paolo Cleri.
28 febbraio, martedì — PINEROLO: Per la stagione teatrale pinerolese in corso di syolgimento al Teatro-incontro di via
Caprini, alle 20,45, verrà proposto «Deliri» da Eugène Jonesco,
con Paolo Graziosi.
tVIZI
f.'- VALLI '
CHISÒNE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154
Guardia farmaceutica;
DOMENiCA 26 FEBBRAiO
Perosa Argentina: Farmacia
Forneris - Via Umberto I, tei.
81205
Ambuianze:
Croce verde, Perosa; tei. 81000
Croce verde. Porte : tei. 201454
VALPELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 26 FEBBRAiO
Torre Peiiice: Farmacia Muston - Via Repubblica 22, tei.
91328
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei.
598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei.
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
22664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso i distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
Cinema
1" marzo, mercoledì — PINEROLO: Si svolge, alle 16.45
presso Tauditorium di corso Piave. l'incontro con Adriano Ballone su «L'insegnamento della storia della Repubblica italiana tra
memoria e attualità politica».
1" marzo, mercoledì —
TORRE PELLICE: Alle 20,30,
presso il Centro d’incontro di via
Repubblica 3. avrà luogo la riunione mensile del gruppo Diapsigra sul disagio psichico.
TORRE PELLICE — 11 ci
nenia Trento propone, venerdì,
ore 21,15, Fragola e cioccolato,
sabato, ore 20 e 22,10. Tre vedove e un delitto; domenica ore
16. 18, 20 e 22,10 e lunedì, ore
21,15, River Wilde, il fiume
della paura,
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì.
Martha: sabato, Blown Awau,
follia esplosiva; da domenica
(ore 16, 18,30 e 21) a giovedì,
.Iunior. Nei giorni feriali Tmi/io
è alle 21 ; chiusura mercoledì.
PINEROLO — La mnltisala
Italia propone alla sala «5eento»
Pallottole su Broadwav. di W.
Alien; feriali 20,20 e 22.20; sabato 20,20 e 22,30. domenica
14.30, 16.30, 18,20. 20.20 e
22,20.
onom:
PRIVATO acquista mobili vecchi-antichi e oegetti vari: tei 0121-40181.
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via PioV, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
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non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n, 175/60
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Stampa: La Ghisleriana Mondov'i
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esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - "b 0121/201712
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11
PAG. 7 RIFORMA
Um battaglia civile per migliorare le condizioni dei (troppi) detenuti
Rilanciare un «carcere della speranza»
ANNA MAFFEI
Là morte in cella, il 5 febbraio scorso, di Generoso
Del Baizo, cinquantottenne in
̮sa di trapianto di fegato
.tìàl’infemo di Poggioreale, e
gS altri casi analoghi via via
dèmmciati dalla grande stampa in queste ultime settimane,
ha aperto a Napoli, ma in tutto il paese, uno squarcio sul
pij^lema sempre più dramatóco del mancato rispetto
dei diritti umani dei detenuti.
„ >]biòpo la scarcerazione di
De Lorenzo e i casi di morte
in carcere di persone sconosciute le reazioni oscillano fra
una visione comunque afllittiva.del carcere, c la posizione di.chi sostiene che il diritto glia salute dovrebbe in
ogni caso prevalere sulla necessità di punizione per il coltole.
II presidente del tribunale
di sorveglianza di Napoli,
S^vatore levino, a un inconbo Mganizzato il 10 febbraio
scórso a Castel Capuano a
Napdi dalla Camera penale e
dal sindacato forense, ha affiato che le cause di questa
situazione vanno ricercate
oella tendenza negli ultimi
anni a trascurare i contenuti
dell’art. 27 della Costituzione
che prevede che la detenzione
debba tendere alla rieducazione del colpevole e comunque
tutelare il senso di umanità.
La legge Gozzini del 1986,
che intendeva inaugurare «il
carcere della speranza» e che
per la prima volta poneva le
premesse perché il dettato costituzionale venisse attuato, è
stata man mano vanificata da
quella che levino ha definito
«leggi di Controriforma»,
operanti dal 1991 in poi.
Infinite limitazioni legislative, poste in essere per combattere il crimine organizzato
e un uso a suo parere troppo
disinvolto della detenzione
preventiva, hanno portato a
una situazione insostenibile
con 20.000 detenuti in più
nelle carceri, moltissimi dei
quali ancora in attesa di sentenza definitiva. Non tutti sono camorristi o mafiosi, non
tutti sono tangentisti, moltisono arrestati per reati minori, legati ad attività illegali di
sopravvivenza. Capita così
che celle previste per otto
persone siano occupate da
15-16 persone con un solo
servizio igienico. Questo trattamento degradante, insieme
al dato di costrizione del carcere, comune a tutte le istituzioni totali risulta, a parere
dello psichiatra Francesco Sisca, essere patogeno per
un’altissima percentuale di
detenuti.
Molti suicidi in carcere, la
maggioranza dei quali com
dalla prima pagina
LA POLITICA DEL MIBTEL
.col suo sviluppo la manodopera liberata dalfindustria;
ci^il meccanismo si è inceppato e il terziario non è più
falciente. Per contro alcuni
. sociali sono aumcntarottemente: fambiente è in
degrado grave, basta un fiu^ciattolo in piena per creare
anni enormi, fistruzione
^Petta una riforma che va
0 al di là degli esami di ri^azione, il nostro patrimo’P artistico è il maggiore del
^ondo ma siamo fra gli ulti‘ai nella sua conservazione.
«no dei problemi basilari
«ni tempo è come rijPtvere questo paradosso.
dit^ '"''óstire in questo tipo
vn non è improdutli
> tra un ritorno di capitale.
Ad esempio, l’economista
Giorgio Lunghini dell’Università di Pavia ha messo a
punto alcune ipotesi che
consentirebbero il trasferimento di personale disoccupato in questi settori, attivando meccanismi di mercato o
di intervento pubblico. Lo
.studio del problema è all’inizio ma questa c l’ottica giusta
che va oltre le previsioni degli imprenditori dei vari settori. Infine la ricerca: l’Italia
investe circa l’l,3% del prodotto interno lordo (Pii), la
Francia il 2%, il Giappone il
3%. Salvo pochi casi isolati,
le nostre università sono penosi fantasmi nel campo della
ricerca di base e applicata.
"Vale a dire che siamo con
messi da detenuti in attesa di
giudizio, e moltissime delle
patologie riscontrate sono
conseguenza di sindromi depressive prodotte dalle condizioni umilianti in cui si svolge la detenzione. Dato che la
collettività spende 300.000 lire il giorno per ogni detenuto,
a detta dell’on. Tullio Grimaldi, del gruppo di Rifondazione comunista, membro
della Commissione antimafia,
anch’egli presente al convegno, si potrebbe gestire la detenzione in modo compietamente diverso.
L’assessore per le politiche
sociali della Regione Campania, Samuele Ciambriello, che
abbiamo incontrato proprio in
vista di iniziare come evangelici napoletani un lavoro volontario nelle carceri, ha sottolineato la necessità di avviare una battaglia civile per depenalizzare i reati minori e
sostituire il carcere con pene
alternative. In Campania tre
carceri, quelli di Eboli, Gragnano e Lauro, occupati quasi
esclusivamente da tossicodipendenti, sono diventati a custodia attenuata. Ma questo è
ancora poco: ci sono casi, come accade a Poggioreale, di
ragazzi di 18 anni che sono in
cella con uomini di 30-40 anni, un detenuto per furto condivide la cella con persone
condannate per omicidio.
dannati a un graduale, inesorabile declino e presto saremo
probabilmente superati dai
paesi emergenti dell’Asia.
Durante mezzo secolo la
politica democristiana, con la
collusione dei suoi alleati,
con un’opposizione imbrigliata fra schematismi ideologici ed eccessiva propensione
al compromesso, ha amministrato l’Italia con l’ottica del
giorno per giorno, senza un
progetto, senza una prospettiva. 11 progresso economico
è venuto soprattutto da una
vivace e valida categoria di
piccoli imprenditori e da lavoratori capaci, nell’as.senza
totale di un quadro di riferimento in cui muoversi.
Oggi il criterio è lo stesso.
Ciò che dobbiamo chiedere ai
poli di destra e di sinistra, ma
ancor prima alle persone che
fanno politica, è di collaborate ad esprimere un progetto
Rivendicati i diritti delle minoranze
I cristiani degli Usa
incontrano Bottiglione
«Il carcere è criminogeno —
afferma Ciambriello - anche
quando all'ingresso in carcere viene chiesto al nuovo arrivato a che famiglia appartiene, in che sezione del carcere vuole andare. Qui c’è un
rischio serio, che anche il
crimine non organizzato si
incanali in carcere nel crimine organizzato e che alla fine
l’affiliazione diventi una forma di protezione all’interno
dello stesso penitenziario.
Nella regione Campania ci
sono 6.000 detenuti, di questi
molti sono in attesa di giudizio o tossicodipendenti, e fra
i 600 e gli 800 sono immigrati. Questi ultimi possono
trovarsi in carcere, secondo
l’art. 7his della legge Martelli anche solo per non essersi adoperati per ottenere i
documenti necessari all:’
espulsione».
A questo proposito, è notizia del 13 febbraio, la Corte
costituzionale ha finalmente
dichiarato incostituzionale il
citato articolo che era stato
introdotto nella legge Martelli nel 1993, ponendo fine a
una situazione di discrezionalità da parte delle forze di
polizia rispetto a possibili facili arresti di immigrati irregolari, per comportamenti
che per gli italiani altro non
sono che semplici omissioni
amministrative
politico che ci faccia uscire
dal Mibtel quotidiano. Noi
cittadini credenti, liberi nel
patto con Dio e nella promessa gratuita del suo Regno che
viene, possiamo con tranquilla .serenità guardare alla politica con un orizzonte temporale diverso, al di là degli
umori generati dai fatti quotidiani e rilevati dai sondaggi.
Noi cittadini credenti, sorretti dalla speranza, possiamo
pensare che l’analisi in
profondità delle cause di tanti
gravi difetti nella struttura .sociale e le relative proposte di
soluzione possono risultare
più convincenti per la gente
di promesse elettorali quanto
meno superficiali. Anche
questo è un.modo per dire
«sì, sì e no, no», per dire la
verità, come ci è comandato
di fare. Noi cittadini e credenti dobbiamo coniugare la
speranza con la prospettiva.
Una citazione del Vangèlo',
una del Concilio Vaticano li,
una di Martin Luther King e
una di Vittorio Foa («l’antifascismo è pluralismo, valorizzazione delle differenze»):
così il Consiglio nazionale
delle chiese cristiane (Nccc)
degli Stati Uniti ha accolto
nel pomeriggio del 17 febbraio Rocco Buttiglione, segretario del Partito popolare
italiano, nel corso di un incontro sollecitato dallo stesso
Buttigliene e svoltosi nella
sede del Nccc a New York.
Il Consiglio nazionale delle chiese cristiane è un organismo ecumenico a cui aderiscono le principali chiese
protestanti e ortodosse del
paese. In assenza della segretaria generale, pastora Joan
Campbell, il Nccc era rappresentato dai pastori Paul
Wilson, direttore dell’ufficio
Nccc per l’Europa, e Frank
Gibson, direttore della Società valdese americana
(American Waldensian Society). Tema dell’incontro,
«la sfida della convivenza
nella diversità»: un tema, si
legge nel testo consegnato
dal Nccc a Buttiglione prima
dell’incontro, «caro ai nostri
colleghi della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia (Fcei), il cui continuo
dialogo con ebrei, musulmani
e altre minoranze in cerca di
uno “spazio di libertà” per
ciascuno trova il Nccc pienamente, consenziente». I rappresentanti delle chiese statunitensi hanno quindi consegnato a Buttiglione il documento conclusivo della X
Assemblea Fcei (novembre
1994) su «L’impegno dei credenti nella società italiana», e
gli hanno rivolto varie domande sui temi quali l’accoglienza, la solidarietà, T antifascismo, il pensiero di Augusto Del Noce, la possibilità
alleanza del Ppi con Berlusconi e Alleanza nazionale.
«Buttiglione - ha dichiarato
il pastore Gibson - ha ascoltato le nostre domande con attenzione e ha risposto in
profondità, dimostrando cultura, agilità e apertura mentale. Fra l’altro ha detto che il
Ppi non è un partito confessionale, che esso intende garantire un passaggio ordinato
a una democrazia con un esecutivo più forte ma con appropriati meccanismi di controllo, per evitare i rischi di un
“avventurismo dittatoriale”.
Buttiglione si è detto, antifascista, e ha affermato che la
cultura maggioritaria deve essere aperta agli stimoli che
vengono dalle minoranze. Ha
inpltre detto che occorre difendere i diritti umani e civili
degli omosessuali, anche se
lo stile di vita omosessuale
non deve essere promosso
nella vita pubblica». (Nev)
Rocco Buttiglione con Ciriaco De Mita
Commissione per le «pari opportunità»
Obiettivo aperto
sulle donne immigrate
Il 6 febbraio il servizio rifugiati e migranti (Srm) della
Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (Fcei)
ha orgànizzato un incontro di
rappresentanti delle associazioni delle donne straniere in
Italia con Tina Lagostena
Bassi, presidente della Commissione «Pari opportunità»
presso la presidenza del Consiglio dei ministri a Palazzo
Chigi.
Erano presenti rappresentanti delle associazioni delle
donne filippine, etiopi, brasiliane, peruviane e capoverdianc e inoltre delle associa
zioni «Maboco na Maboco» e
«Sos Razzismo». Per la Fcei
erano presenti Annemarie
Dupré, coordinatrice del Smi,
e Doriana Giudici, consigliere del Cnel. È stata presentata
la situazione delle donne migranti in Italia e si è espresso
il desiderio delle donne straniere di essere coinvolte nel
processo preparatorio della
Conferenza mondiale delle
donne per poter promuovere
le richieste delle donne migranti in vista della Conferenza, che si svolgerà a Pechino
dal 30 agosto all’8 settembre.
(Nev)
Per i vostri acquisti, per gii abbonamenti ai periodici evangelici
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MILANO: TORINO:
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12
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995
Una derisione deiia Giustizia, accecata in questo caso da una figura
di foile (1494)
L'ultimo numero di «Studi di teologia»
Il dialogo necessario
PAOLO T. ANCELERI
Presupposizionalisti, evidenzialisti? E chi sono
mai costoro? La risposta si
potrà trovare nell’ultimo numero di «Studi di teologia»*,
quasi per intero dedicato al dr.
Van Til (1895-1987), già docente di teologia a Princeton e
a Westminster (Usa), rigoroso
sostenitore dei presupposizionalismo. William Edgar (p. 5)
e lo stesso Van Til (p. 21) ne
espongono i principi fondati
su una fede non riconducibile
a dimostrazioni logiche o riferimenti storici (evidenzialismo) ma semplicemente al
«dono e alla grazia».
Nello stesso numero si potrà leggere anche una risentita recensione di Pietro Bolognesi, con dichiarazioni di
accorata perplessità circa
l’accoglienza riservata dai
«protestanti» al fondamentalismo. Jean Denis Kraege,
l'autore del libro da lui recensito (Les pièges de la fai,
Ginevra, 1993) ne parla infatti (così sostiene Bolognesi)
senza alcun rispetto: anziché
attingere alle numerose pubblicazioni esistenti, si preoccupa solo di ricostruirne un’
immagine caricaturale. L’esatto contrario di quel che si
dovrebbe fare (e che a suo dire fanno gli evangelicali,
pronti sempre a leggere libri
di tendenza avversa).
«¡1 dialogo autentico - si
chiede Bolognesi - non comporta farse in primo luogo il
rispetto, e quindi la conoscenza, delle opinioni altrui?» (p. 66). E chi potrebbe
dargli torto? Esiste senza
dubbio in campo riformato un
atteggiamento di sufficienza
(che bisognerebbe abbandonare) nei confronti di questi
fratelli. Non mi pare che la
Facoltà valdese di teologia
abbia previsto una cattedra di
fondamentalismo (con docente di area, s’intende).
Il futuro dell’Evangelo nel
mondo è per larga parte affidato a loro se è vero che, contro il triste declino e regresso
numerico delle nostre chiese,
le loro assemblee sono in netta crescita. È indispensabile
non perdere d’occhio il loro
«scritturalismo» e ricuperarne
il forte impegno biblico e occorre riconoscere che le nostre «distrazioni» sono spesso
indice di colpevole superficialità e di scarsa fede.
Detto questo, sarà opportuna qualche ulteriore riflessione: a noi, certo, riesce difficile reperire nel fondamentalismo la tolleranza e la curiosità per il pensiero altrui.
Chiusi nella «turris eburnea»
delle loro certezze, i fondamentalisti danno l’impressione di voler accostare il «vero» solo per condannare gli
altri. Bolognesi chiede attenzione e rispetto, ma sottace
gli anatemi scagliati contro il
protestantesimo «storico» dai
suoi confratelli.
È indispensabile un ripensamento teologico dell’accoglienza. Se teologia è ricerca
della «faccia di Dio» nel fratello (Genesi 33, 10), alla
teologia dovremmo far riferimento per uscire dagli acquitrini deU’intolleranza con
proposte che non taglino fuori i nostri Abele, Ismaele,
Esaù, Zerach e Giuseppe. Al
dogmatismo esclusivista e allo .scetticismo agnostico dovremmo saper opporre la fede vivente e critica di Àbramo e di Giacobbe, sì da tener
conto dell’inclusione e dell’
accoglienza, per evitare tragici errori analoghi a quello
compiuto 2.000 anni fa dal
«dogmatico» Sinedrio e dallo
scettico Pi lato. Mi domando:
dovremmo forse abbandonare la costruzione del pluralismo interamente nelle mani
dello spirito «crìtico» dei non
credenti, quasi che ai credenti
fosse destinata solo la produzione di divisioni dogmatiche
e di presuntuose condanne?
Pur contrari all’unità omologante e uniforme, dovremmo però sentirci profondamente uniti e fratelli proprio
nella diversità; capaci cioè di
respingere l’arrogante pretesa
di sostituirci a Dio e di monopolizzarne la Parola. Questo il punto di partenza per
una nuova teologia dell’accoglienza. Purtroppo in ambito
fondamentalista c’è chi non
fa mistero di ritenere che noi
riformati non dovremmo essere considerati né fratelli in
Cristo né eredi di Lutero, di
Calvino o comunque della
Riforma. È proprio questo il
giusto modo per chiedere
considerazione e rispetto?
* (*) «Studi di teologia» n. 131/1995. Padova. Ifed.
Uno studio sui mille modi in cui l'iconografia ha presentato la Giustizia
Le molte raffigurazioni della donna bendata
ROSALBA DAVICO
La Giustizia, una bella
donna bendata, a destra
la spada, a sinistra la bilaneia:
Christian-Nils Robert, criminologo, storico, penalista elvetico, in un suo agile libro*
opportunamente commentato
da una scelta di illustrazioni,
percorre le tappe della «visualizzazione» della dama
bendata nel pubblico e nel
privato delle Società europee
tra medioevo ed età moderna.
Eretto nelle piazze, nei
mercati, nelle fontane, vicino
alle chiese, alle porte dei borghi, sui ponti dei fiumi, agli
incroci di strade ecc. questo
topos biblico-civile domina
l’immaginario collettivo come sospeso tra realtà e onirieo sociale. La sua simbolica
apparentemente sempre identica viene rivisitata da Robert
come iconografia che all’inizio del XVI secolo si cristallizza in stereotipo nell’inconscio collettivo. Stato, Giustizia e Diritto, scrìve l’autore,
si costruiscono all’ombra di
questa allegoria in un momento preciso della storia ponendo un problema di interpretazione che, in considerazione dell’ambivalenza del
medium simbolieo e iconografico, ha come oggetto l’inconscio collettivo stesso,
l’immaginario, i miti e i sogni di nuovo. E così che a
tratti l’iconografia severa della donna bendata, simbolo
popolarizzato di una Giustizia super partes (la Virtù), si
decompone nell’immagine
ambigua e ironica della dama
compiacente (la Cortigiana)
che scopre seni e cosce in
una teatralizzazione allusiva
dell’inversione dei ruoli.
In queste variabili la dama,
bendata oppure no, entra direttamente in scena come
Giustizia con l’altro grande
attore di temi iconografici
delle società di antico regi
Una raffigurazione dell’Ingiustizia (1603)
me: il Buono oppure Cattivo
Governo. È probabilmente su
questo ambivalente rapportoscontro tra una «Giustizia per
sua essenza bendata» e un
«Potere per sua essenza oculato» che si gioca il paradosso iconografico della Giustizia, derìsa in quanto resa cieca, e della Giustizia cortigiana impudicamente senza veli,
in una sovrapposizione di immagini e messaggi simbolici
di straordinaria efficacia.
Nella tradizione greco-romana la rappresentazione della Giustizia, sia essa Themis,
Dike, o Aequitas, non era stato un simbolo dagli occhi
bendati. Il Rinascimento opera in questo senso una rottura
dell’immagine iconografica
dell’«occhio.della Giustizia»
di tradizione classica, e opera
pertanto una scelta. La «cecità» dei giudici come garanzia di integrità e imparzialità
diventa infatti un topos di
enorme diffusione figurativa,
e quindi popolare, soltanto
con l’organizzazione dello
stato nel XVI secolo e più
marcatamente nell’Europa
continentale.
Contemporaneamente il tema degli occhi velati, simbolo
di indipendenza di giudizio,
comincia a coesistere iconograficamente con il tema degli
occhi bendati simbolo di derisione: sia nelle iconografie
delle città della Confederazione elvetica e delle città anseatiche sia nei riferimenti semantici che l’autore riscontra
nell’iconografia del Cristo velato, insultato e deriso dai
suoi carnefici, di Fra Angelico come dei pittori fiamminghi. Il gesto di derisione consistente nel coprire il volto di
un accusato non è infatti fine
a se stesso: è simbolo di perdita di identità in quello che
con ampio apportò di fonti
iconografiche l’autore definisce una «polisemia dell’accecamento» (p. 84).
Nel 1494 Sebastien Brant,
rettore della facoltà di Diritto
di Basilea, pubblica un’opera
di edificazione morale e civile dal titolo La Nef des Fous
dove la Giustizia con spada e
bilancia compare in compagnia del folle che, alle sue
spalle, la benda.
Portatrice di un’allegoria di
derisione-accecamento esibirebbe l’immagine provocatrice di una Giustizia tradita
dalla sua stessa essenza di indipendenza e isolamento contestuale: nel caso in questione la metafora della Giustizia-Verità-Follia nel quadro
dei conflitti religiosi e civili
delle città del commercio e
della finanza dell’area poi
protestante. Nel corso di tutto
il XVI secolo quest'immagine autoironica di Giustizia
velata diventa un’epidemia
figurativa in tutti i possibili
luoghi pubblici e privati, fontane, monumenti, stele, obelischi, orologi ecc. dove campeggia tuttavia come Giusti;^
zia matronale, decorosamente
vestita, velata, e con spada e
bilancia. Non ci sono buffoni
né aguzzini al suo fianco ma
vi è implicito il tema della
follia come verità e della verità cieca.
Il folle e/o la verità-follia
ha comunque lasciato il suo
velo di opacità tra allegoria e
spettatore per una «dialettica
dei contrari» quanto mai suggestiva per tutti i possibili e
impliciti ribaltamenti del mito Giustizia. Si tratta pur
sempre di simboli risalenti a
psicologie collettive del XVI
secolo. Il bel libro di Christian-Nils Robert trasmette
anche al lettore del XX secolo l’ambivalenza che non dovette essere estranea al cittadino dell’antico regime europeo: la Giustizia velata oppure svelata, ed il suo fantasma.
(*) Chri-stian-Nii.s Robert,
Une Allegorie parfaite. La Justice. Vertu, Courtisane et
Bourreau, Ginevra. Georg editeiir.1993, pp 139.
"..V
Un collettivo teologico che si è svolto nelle .chiese di Rapallo e Chiavari
Un confronto collettivo sulla cristologia
ELENA MAZZARELLO
SIMONA BELARDINELLI
Nei giorni 28 e 29 gennaio
le comunità di Chiavari
e Rapallo hanno ospitato il
collettivo teologico della Federazione delle chiese evangeliche liguri e del basso Piemonte sulla cristologia, dal titolo «Chi è costui?». L’introduzione è stata curata da Giacomo Quartino, che ha tracciato un quadro delle varie
cristologie pre.senti nel Nuovo Testamento, attraverso i titoli riferiti a Gesù nei Vangeli
e gli inni cristologici nelle
epistole paoline.
Partendo dall’attesa messianica già presente in ambiente giudaico, la domanda
fondamentale che viene posta
a Gesù è: «Sei tu quello che
doveva arrivare o ne dobbiamo aspettare un altro?».
Gesù non risponde e rimanda
alle sue opere e al suo messaggio. Il racconto dei Vangeli, fatto alla luee della resurrezione, contiene diverse
confessioni di fede, rispecchiate nei vari titoli cristologici («Figlio dell’Uomo», unico titolo che Gesù riserva a se stesso, «Servo di
Dio», ecc.). Dalle lettere di
Paolo ai sinottici, all’Apocai lis.se, nei titoli attribuiti a GeI sù si può notare la differente
comprensione delle comunità
I primitive.
Dalle confessioni di fede
cristologiche e crìstocentriche
(dove il Padre e lo Spirito
vengono nominati in funzione
di Cristo) si passa alle formule di fede sistematiche dei
concili che, essendo una
schematizzazione, possono
sembrare riduttive rispetto alle prirne catechesi (Atti cap. 3
e 4). È solo dalla metà dell’
Ottocento in poi che si ritorna, soprattutto in ambiente
protestante, alle confessioni
di fede «esistenziali», che
partono cioè dall’esperienza
vissuta dal credente. Nella discussione che è seguita abbiamo confrontato le riflessioni
scaturite dai vari gruppi di
studio sulla cristologia condotti quest’anno in varie chiese, e abbiamo potuto verìficare direttamente quanto, anche
nelle nostre comunità, vengano sottolineati aspetti diversi
e reciprocamente arricchenti
per rispondere alla domanda
«Chi è costui?».
La discussione è continuata
vivacemente nei lavori di
gruppo terminati con una re-lazione aH’assemblea plenaria. Dopo un’ottima cena il
confronto è ulteriormente
proseguito. 11 pastore Fanlo y
Cortés ha .sottolineato l’importanza della confessione di
fede anche nel culto. La lettura di alcuni credo provenienti
da chiese delle diverse parti
del mondo ha suscitato veri
interventi che hanno poi evidenziato come la pluralità
delle cristologie non mette affatto in di.scussione la figura
di Cristo come unico mediatore, ma costituisca una ricchezza. Si è parlato ancora di
un «fronte di testimonianza»
che richiede di riscrivere continuamente la nostra confessione di fede nella società in
cui viviamo.
Domenica mattina ci .siamo
ritrovati nel luminoso locale
della giovane chiesa di Rapallo per il culto; la predicazione è stata curata dalla
pastora Erika Tomassone sul
testo di Giov. 10 (11 buon pastore; la porta), che è risultato un notevole e significativo contributo all’argomento
del collettivo. Nel pomeriggio la pastora ha illustrato
con estrema chiarezza alcuni
punti delle cristologie femministe, e ha sottolineato la necessità di richiamarsi soprattutto alla prassi di Gesù, superando la simbologia che è
stata attribuita alla figura di
Cristo dalla millenaria cultura maschilista.
Il pastore Ferrarlo, l’altro
relatore, ha riconosciuto che
l’esclusività di Gesù Cristo
può essere vista come un
ostacolo nel dialogo con le altre fedi. Ne ha fatto una critica e messo in discussione i
due modi di rivendicare l’unicità di Gesù Cristo, dato irri
nunciabile per un cristiano. Il
primo era la via metalisica
(sant’Anseimo) che ullermava
necessaria la figura di un
Dio-uomo che colmasse l’abisso fra mondo c Dio, via
non sostenibile perché l’evento Gesù Cristo è gratuito. H
.secondo era la cosiddetta «via
comparativa» (della tradizione liberale), in cui Gesù rappresenta la «quintessenza»
deH’umano, colui che ha comunque qualcosa in più d'
ogni altro, profeta o religione
che sia. Anche questo è insostenibile in quanto si perderebbe la storicità di Gesù, se
ne farebbe un’attrazione, «una
cifra» per interpretare la realta
secondo la nostra visuale.
Per esprimere l’unicità di
Cristo possiamo ricorrere solo ad immagini, ad esempio
quella del partner in una cultura monogamica, la cui unicità non può essere rivendicata a partire da nessun
elemento esterno ma soltanto
dall’evento dell’incontro. A lo stesso modo può accadere
che nel dono deH’incoiimo,
gratuito, non necessario.
Gesù diventi colui che da senso
alla vita: e questo non possia^
mo dimostrarlo ma solo rac
contarlo con parole o co
azioni. È seguito il ■
dibattito che ha mes.so in e '
denza critiche e interrogati ’
e ha aperto spazi per fuW ’
desiderabili approfondimen
13
- VENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995
PAG. 9 RIFORMA
Trecento anni fa nasceva Hermann Samuel Reimarus, primo studioso del «Gesù storico^
Può la ragione spiegare le verità della fede?
STEPHAN BIERI*______
' "n rima di Reimarus nes. suno aveva mai cer
cato di ricostruire storicamente la vita di Gesù. La sua
^doperà è forse la più impor^,tante in assoluto per quanto
r".riguarda la ricerca sul Gesù
■Storico». Così scriveva Albert Schweizer nel 1906 rife.;rendosi a Hermann Samuel
*Reimarus, nato 300 anni or
sono, Reimarus-nacque ad
Àmb’urgo il 22 dicembre
i Jl694 e fu per 40 anni professi sore di ebraico e di lingue
orientab al Ginnasio accade. jtnico della sua città. Tenne
.anche lezioni di teologia, fi' losofia, matematica e scienze
¿naturali. Fu editore di antichi
'• testi e animatore della vita
culturale di Amburgo ma il
suo interesse fu rivolto so• pràttutto al testo primitivo
idelTAntico Testamento. Le
,'siie Conclusioni e i suoi giu.'..dSzi negativi lo consigliarono
. a’mon pubblicare i risultati
! delle sue ricerche. Per trent'
! ..¿anni lavorò in gran silenzio a
. ,ttì’opera alla quale, nella terza stesura, diede il titolo:
'«Scritto in difesa di una ado
i, te 'fazione razionale di Dio».
■' ■
Rendere ragionevoli
^ le verità fondamentali
-.,SReimarus aveva 60 anni
--quando nel 1754 si convinse
ii^pubblicare «Le principali
.¿Verità della religione naturale
in venti dissertazioni», danAnne in realtà alle stampe so' lo la prima parte. Seguendo il
.'Un libro da meditare
pensiero delTllluminismo,
Reimarus si propone di dimostrare che le verità essenziali
della religione sono accessibili a tutti gli esseri umani
sulla base della, loro ragione,
e possono quindi essere spiegate loro razionalmente.
Dopo la morte di Reimarus,
Gotthold Efraim Lessing seppe dai suoi figli dell’esistenza
delle altre parti dell’opera e
riuscì a pubblicarne .sette, dal
1774 al 1778 sotto il titolo di
«frammenti di ignoto» suscitando un'ondata di proteste
indignate di teologi ed ecclesiastici. Reimarus probabilmente si era reso conto che la
sua opera avrebbe potuto suscitare delle violente reazioni
teologiche: gli scritti completi, a cui Lessing stesso si era
ispirato, furono pubblicati solo nel 1972: gli originali si
trovano ancora nella biblioteca di stato di Amburgo.
Reimarus fu fedele alla sua
chiesa per tutta la vita: la fede
luterana ortodossa nella rivelazione tuttavia non andava
più d’accordo con la sua teologia ma come difensore della
religione naturale egli si trovò
anche in contrasto con l’ateismo proveniente dalla Francia
che disprezzava non solo il
cristianesimo, ma ogni forma
di pensiero religioso. Lodato
dai critici per la sua chiarezza
e per la sua comprensibilità,
Reimarus fondava il suo concetto di religione su verità che
possono stare in accordo solo
con la ragione naturale. .Così
egli riconosce come miracolo
solo la creazione.
fAIds e ¡ credenti
JOUNDA SCHENK
Il libro A/if.9* si rivolge particolarmente a coloro che
vorrebbero rimuovere questo
problema dalla loro coscienza. Molti di noi semplicementè non vogliono sentir parlare
di malati di Aids per numerose ragioni, tra cui. in primo
luògo, nel subcosciente, prevale la paura quasi isterica di
fronte alla malattia e a un
possibile contagio.
La maggior parte di noi
p^Ia di «dovere di difesa sociaie» e c’è chi crede davvero
di compiere questo dovere
con l’eniarginazione degli
Ammalati, e non va più a fondo nei propri sentimenti e
motivi. «Per lo più è colpa loto se si sono infettati», si dice, è un castigo di Dio. «Lo
hanno voluto essi stessi e non
. spetta a noi .occuparcene». E
propfio i cristiani hanno paura che la loro eventuale mi.setipordia venga interpretata
come «approvazione» della
condotta di chi ha contratto la
j^lattia per sua colpa e vo
. T^bavia non ci esponiamo
Orse a tanti altri rischi, più o
meno consapevolmente? E la
Wsibilità di incidenti non è
j^tinuàmente presente? Nel® prefazione si afferma che
ono proprio quelli che la
pensano così che «dovrehhe
ro riflettere sulle pagine di
questo libro». Perché il mistero della condizione umana
è «che proprio là dove si celebra il trionfo della morte
pos.sa rinascere un senso più
alto della vita».
Come dice il titolo nel libro
ci vengono presentate testimonianze ed esperienze che
interpellano i cristiani. Numerosi ammalati raccontano
come hanno vissuto e vivono
questa malattia, e accanto a
loro leggiamo dei sentimenti
delle famiglie e dei partner,
ma anche di medici, infermieri e assistenti che li curano e
testimoniano di aver tratto un
indicibile arricchimento interiore. Si può imparare molto
da queste persone che, se pure emarginate dalle comunità
ecclesiastiche, spesso si sentono in pace con Dio.
Il testo vuole essere un invito alle chiese ad attivarsi, a
rendersi conto della propria
colpa di mancanza di amore.
Sono anche questi i «poveri»
di cui Cristo parla, i fratelli, i
minimi ai quali la comunità
benpensante rifiuta il suo aiuto. Quanto più essi vengono
emarginati dalla società, tanto
più la chiesa dovrebbe esser
loro vicina invece di credere
al castigo di Dio. Se le nostre
umane paure rendono impossibile un discorso razionale, è
compito della chiesa e di ogni
cristiano non solo informare
correttamente, ma soprattutto
amare e difendere gli oppressi, assi.sterli insieme alle loro
famiglie e a chi si cura di loro, perché tutti costoro hanno
bisogno di essere sostenuti
nelle loro opere.
{*) E. SiiELP, R. Sunderland, P.W.A. Mansell, Aids.
Brescia, Queriniana, 1987-1994,
£ 16.000.
Hermann Samuel Reimarus
Gli inizi della
religione cristiana
Decisivi per gli sviluppi
successivi della storia della
teologia sono gli sforzi di
Reimarus di ricostruire storicamente gli inizi della religione cristiana: egli voleva
«distinguere ciò che gli apostoli hanno riportato nei loro
scritti da ciò che Gesù aveva
veramente detto durante la
sua vita». Al Cristo dei dogmi viene contrapposto il Gesù
storico come unica misura
teologica, il Gesù demitologizzato, uomo, ebreo, che alla
luce della storia è un esempio
e un maestro: il suo messaggio delTimminenza del Regno di Dio, il suo appello alla
conversione e a un concreto
amor del prossimo è il «nucleo essenziale del cristianesimo». Dopo la caduta delle
loro speranze, in seguito alla
morte violenta di Gesù, i di
scepoli, inscenando con un
inganno la sua risurrezione,
sarebbero passati dalTEvangelo etico-pratico a un sistema di' salvezza e liberazione
di stampo ecclesiatico-apostolico (Paolo).
Il Gesù storico
e il Cristo predicato
Miracoli non ce ne sono
mai stati, la risurrezione è
un’invenzione, la religione
degli apostoli non ha niente a
che vedere con quella di Ge'sù. Con queste idee Reimarus
ha dato l’avvio alla distinzione che la teologia avrebbe
fatto fra il Gesù predicante e
il Gesù predicato. La pista da
lui aperta fu seguita coerentemente solo dalla ricerca sulla
vita di Gesù (Albert Schweizer), che ricostruì criticamente la sequenza delle diverse
immagini di Gesù, dimostrando che queste erano il frutto
di una proiezione del proprio
presente. Dopo la conclusione negativa riguardo al problema del Gesù storico a cui
era giunto Rudolf Bultmann
nel 1926, nel suo libro su Gesù («della persona di Gesù
non possiamo sapere niente»), all’inizio degli anni Cinquanta tornò a proporsi la
questione da cui si era partiti
(Ernst Käsemann). Il problema del rapporto fra il Gèsù
storico e il Cristo predicato,
da allora resta al centro della
riflessione teologica.
* Pastore a Lützelflüh (Bema}
(Da Reformiertes Forum)
Le eresie medievali e Francesco D'Assisi
Due convegni storici
eiOVANNI GÖNNET______
Sono usciti quasi contemporaneamente gli atti di
due convegni internazionali
che ci interessano da vicino:
Eretici ed eresie medioevali
nella storiografia contemporanea (Torre Pellice 1992,
«Bollettino della Società di
studi valdesi» n. 174/1994) e
Francesco d’Assisi, attesa
dell'ecumenismo. Paul Sabotier e la sua «Vita di S. Francesco» cent’anni dopo (Roma-Venezia, 1993, «Studi
ecumenici» n. 12/1994).
A Torre Pellice, nel quadro
del XXXII convegno di studi
sulla Riforma e i movimenti
ereticali in Italia, sotto la direzione scientifica del prof.
Grado Giovanni Merlo dell’
Università di Milano, si sono
avute 5 comunicazioni sulle
varie aree linguistiche dell’
eresiologia medievale, segnatamente nella seconda metà
di questo secolo dei profes.sori Giorgio Cracco (Torino)
per l’Italia, Peter Biller (New
York) per Gran Bretagna e
Stati Uniti, Werner Maleczek
(Graz) per l’area tedesca, André Vauchez (Parigi) per la
Francia e Romolo Cegna
(Milano) per la Polonia e la
Boemia-Moravia.
Vi è stata anche una prolusione tenuta dal prof. Ovidio
Capitani di Bologna sulle
problematiche inerenti alla
distinzione da farsi tra gli
eretici in carne e ossa e le
eresie da loro professate, e un
giudizio finale del prof. Roberto Rusconi (Salerno) sui
paralleli tra Valdesio di Lione e Francesco d’Assisi. Due
lacune si sono avute invece
sulle aree ispano-.sudamericana e balcanica.
Gli atti del convegno su Sa
batier rispecchiano una materia meno complicata, anche
se l’assillo ecumenico ha dominato i partecipanti, tutti intenti a liberarsi da possibili
temuti «schemi confessionali». Si è voluto rivisitare T
opera del Sabatier non solo
nel quadro generale della storiografia francescana passata
e presente, ma anche rispetto
al caso specifico di uno storico tipicamente protestante
che si è cimentato a .scrivere
la vita di un personaggio tipicamente cattolico.
Così gli 11 relatori presenti
a Roma e Venezia si sono
suddivisi il compito, trattando
successivamente della storiografia francescana in genere
(Luigi Pellegrini, Chieti), delle radici teologiche del Sabatier (Maurice Causse, Saintes), del suo protestantesimo
liberale (Bernard Reymond,
Losanna), del cattolicesimo
di Francesco nella lettura del
protestante Sabatier visto rispettivamente da un valdese
(Paolo Ricca, Roma) e da un
cattolico (Leonhard Lehmann, Mun-ster), e ancora più
genericamente della famosa
Vita letta nel quadro di un’interpretazione protestante
delTA.ssisiate (Klaus Reblin,
Amburgo), del valore ecumenico di tutta l’opera del Sabatier, vista anche qui da un,
cattolico (Luigi Sartori, Padova) e da un valdese (Renzo
Bertalot, Roma), delle vite di
Francesco scritte dopo quella
del Sabatier (Atanasio Matanic, Roma) e di come lo storico francese abbia sfruttato
gli stessi scritti del santo d'
Assisi (Carlo Paolazzi, Milano) e infine delle due biografie ufficiali del Celano e di
san Bonaventura (Cesare
Vaiani, Brescia).
Tre servizi a «Protestantesimo)
imperativi economici
MIRELLA ARGENTIERI BEIN
Una puntata varia, di gradevole ascolto, quella
che ci è stata offerta da «Protestantesimo» domenica 12
febbraio. Per gli esterni al
nostro mondo essa ha aperto
qualche squarcio sulla nostra
presenza in Italia e sul suo .significato.
Dei tre servizi proposti, il
primo riguardava la «Settimana della libertà», ricorrenza
annuale in occasione del 17
febbraio, che ci offre l’opportunità di dire una parola al
paese sui problemi che tutti ci
concernono. Come risulta dal
manifesto che è stato diffuso,
l’argomento di quest’anno è
Lavoro e dignità umana, un
ambito che non può certo lasciare indifferenti i credenti e
che è anzi un luogo privilegiato di testimonianza.
Per dare un esempio dell’
ottica in cui potrebbe e dovrebbe essere considerato il
problema del lavoro, la trasmissione ha scelto di presentare la nota vicenda della
«Meccanica Riesi», una piccola fabbrica di frese del Servizio cristiano di Riesi, che
occupa 30 dipendenti. La sua
creazione negli anni ’60 era
già stata frutto di una decisione a favore di una terra preda
della povertà e della mafia.
Qualche anno fa la crisi degli
appalti e la diminuzione delle
commesse l’avevano portata
al fermo quasi totale della
produzione ma la scelta fu di
evitare i licenziamenti all’insegna del «lavorare meno lavorare tutti».
Rifiutando di cedere agli
imperativi economici, si attivarono meccanismi di solidarietà giungendo a accontentarsi di 12 ore .settimanali di
lavoro in accordo con i sindacati che affermano di riscontrare nell’ambiente «un’aria
diversa». In sostanza, una
scommessa che si è rivelata
vincente in quanto ora il lavoro è ripreso a tempo pieno.
Certo non si può dedurre che
un’esperienza di questo tipo
sia^automaticamente esportabile, come ha spiegato il moderatore Gianni Rostan intervistato in merito, né che sia
compito della chiesa avviare
attività imprenditoriali. Si
tratta però di dare dei segni e
di intervenire senza preclusioni quando si tratta di aiutare concretamente le persone:
così è a Riesi, dove il profitto
non è la legge imperante.
Il secondo servizio concerneva lo spettacolo Fuochi,
ispirato alla storia valdese e
al romanzo Ascanio e Margherita di Marina Jarre, già
rappresentato nelle valli vaidesi, poi per oltre un mese a
Torino, e ora in procinto di
essere portato in varie località
della penisola. Lo hanno illustrato con la proiezione di alcune scene l’autrice del romanzo e l’interprete principale, Gisella Bein, che ha riferito come questa sua singolare
esperienza le abbia consentito
di coniugare la propria scelta
di vita per il teatro con la propria identità valdese. Questa
felice combinazione si è certamente riflessa nell’alto livello della sua recitazione.
NelTultimo servizio è stato
presentato il libro di Giorgio
Bouchard Una minoranza significativa, dove troviamo
scritti che coprono l’arco degli ultimi trent’anni preceduti
da un’intervista che illustra
l’intento dell’autore: aprire
un dialogo con la cultura e la
società presentando la nostra
fede e affermando l’attualità
della questione religiosa in
un tempo di confusione ideologica. Per Bouchard non ci
deve essere reticenza a riconoscere gli eventuali eYrori
compiuti ma neppure a rivendicare la validità di un percorso significativo che passa
da Weber a Barth e a tanti altri per arrivare a Ricoeur.
Se il discorso è rivolto
principalmente agli intellettuali (l’autore sembra condensarlo hell’affermazione
«protestante è bello») vi sono
tuttavia sottese alcune idee
basilari che si propongono a
tutti: 1) Dio riconosciuto come motore dell’universo e
della storia e, attraverso Cristo, della riconciliazione e
della pace; 2) la libertà come
principio ineludibile; 3) l’importanza della svolta avviata
da Lutero il cui percorso non
è terminato e interessa tutti
gli italiani.
14
PAG. 10 RIFORMA
Vita Quotidiana
venerdì 24 FEBBRAIO 1995
Agenda
ASTI — Nel quadro della «scuola biblica ecumenica» la dr. Elena Bartolini, teologa cattolica, tiene la lezione su «Isaia»: ore
21, all’Auditorium del Centro giovani in via
Goltieri 3/a.
BERGAMO — Nell’ambito dell’attività
del Centro culturale protestante il pastore Fulvio Ferrano
introduce uno studio biblico sul tema «L’apostolo Paolo e
Gesù (la cristologia)»: ore 18, in via Torquato Tasso 55 (1°
piano); informazioni 035-238410.
MILANO — Nel quadro del ciclo di incontri del Centro culturale protestante di Milano
sul tema «Protestantesimo e sette» il past.
Fulvio Ferrano parla sul tema «Le sette nella crisi del cristianesimo contemporaneo»:
ore 17, presso la sala attigua alla libreria
Claudiana in via Francesco Sforza 12/a; informazioni tei.
02-76021518.
GENOVA — Si tiene un seminario per predicatori locali. Relatore sarà il pastore Franco Casanova, della Chiesa battista di via
Passalacqua a Torino, che parlerà sul tema
della liturgia.
FIRENZE — Nel quadro di un ciclo di incontri sul tema «Evangelici a Firenze» Cola
Mannucci parla sul tema «Firenze dal 1870
alla fine del secolo»: ore 16, presso il Gignoro in via del Gignoro 40.
GENOVA — Si tiene la quarta conferenza
del ciclo «Chiamati a libertà» organizzata dal Sae. Relatori
il dr. G. Ricaldone e il dr. M. Nifikos: ore 17,15, nella sala
Quadrivium in piazzetta Santa Marta.
MODENA — Il Centro culturale protestante «Leroy M. Vemon» e l’ Associazione culturale dell’Istituto Gramsci organizzano un
ciclo di incontri sul tema «La forza del debole. 1945-1995: Dietrich Bonhoeffer le ragioni di una attualità che si rinnova». Gli incontri sono introdotti dal prof. Francesco Maria Feltri. Alle
ore 21 presso la libreria Feltrinelli, in via C. Battisti 15, si
tiene il secondo incontro sul tema «Il credente la libertà e
l’oppressione».
ROMA — Nel quadro di un ciclo di conferenze sul tema
«Il cristianesimo antico nel quadro dell’Impero romano» il
dr. Giancarlo Rinaldi dell’Istituto orientale di Napoli parla
sul tema «La letteratura del cristianesimo antico». Organizzano la Facoltà valdese di teologia, il Centro evangelico di
cultura, la Società biblica, il Centro studi sulle civiltà e le
religioni nel Mediterraneo: ore 18, nella Aula magna della
Facoltà valdese di teologia, via Pietro Cossa 40; informazioni tei. 06-9486486.
SONDRIO — Nell’ambito di due incontri
sul tema «La sfida di Eugen Drewermann»
Franco Barbero, animatore delle Comunità
di base, parla su «Una fede che incontra
l’uomo»: ore 21, nella sala di via Malta 16.
BERGAMO — Nell’ambito dell’attività
del Centro culturale protestante il pastore
Fulvio Ferrano introduce uno studio biblico
sul tema «Paolo e la fine del mondo (l’escatologia)»: ore 18, in via Torquato Tasso 55
(1“ piano). Informazioni 035-238410.
TORINO — Il Centro evangelico di cultura, le Comunità di base, la redazione de
«Il foglio», il Sae e l’Ywca-Ucdg organizzano un dibattito sul tema «Affermarsi,
realizzarsi, avere successo: i percorsi della
libertà femminile». Intervengono Clara
Cappella, Lidia Maggi, Giuliana Martirani, Ausilia Riggi;
presiede Antonella Visintin: ore 15,30, nel salone di corso
Vittorio Emanuele II, 23: per informazioni tei. 0116692838.
INTRA — A Palazzo Flaim, alle 20,45, Paolo Ricca, docente di «Storia della chiesa» presso la Facoltà valdese di
teologia di Roma, guiderà un incontro su «Un testimone
della fede e martire nella Germania nazista: Dietrich
Bonhoeffer, nel cinquantenrio della sua morte».
FIRENZE — Nel quadro di un ciclo di incontri sul tema «Evangelici a Firenze» Cola
Mannucci parla sul tema «Firenze agli inizi
del XX secolo» (1’ parte): ore 16, presso il
Gignoro in via del Gignoro 40.
MODENA — Il Centro culturale protestante «Leroy M. Vernon» e l’Associazione culturale
dell’Istituto Gramsci organizzano un ciclo di incontri sul
tema «La forza del debole. 1945-1995: Dietrich Bonhoeffer, le ragioni di una attualità che si rinnova». Gli incontri
sono introdotti dal prof. Francesco Maria Feltri. Alle ore
21, presso la libreria Feltrinelli, in via C. Battisti 15, si
tiene il terzo e ultimo incontro sul tema «Bonhoeffer e la
cultura del XX secolo».
CONVEGNO DIACONALE — Nei giorni 4 e 5 marzo si tiene presso l’Istituto Gould, via de’ Serragli 49 a Firenze, l’annuale convegno dei diaconi, del personale e dei
comitati delle opere valdesi e metodiste. 11 tema del convegno ^i quest'anno è «Comitato, presidente, direttore:
ruoli e competenze». Sono previsti interventi e relazioni
dei pastori Paolo Ribet, Gino Conte, Bruno Bellion e di
Valdo Fomerone, Gabriele De Cecco, Andrea Ribet, Gisella Costabel. II Costo dell’intero incontro è di lire
114.000. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere alla
Commissione sinodale per la diaconia tei. 0121-953122,
STORIE
La monitrice e la bambina
ADRIANA CESERI MASSA
Domenica 8 gennaio Francesca mi dice che ha voluto venire assolutamente alla
scuola domenicale perché le
interessa, le piace. E la sola
presente del gruppo che si raduna nella saletta di via Micheli a Firenze. Potrei saltare
la lezione, ma non posso farlo
di fronte alle sue affermazioni. L’argomento è la chiamata
di Abramo; parliamo della
trascendenza di Dio, della
promessa che Dio fa al patriarca, della risposta obbediente e fiduciosa di Abramo,
del lungo viaggio. Francesca
è molto attenta e mi dice di
aver capito bene, e quando le
domando cosa ne pensa di
questo Abramo, se le sembra
un uomo più bravo di tanti altri e perciò degno di una promessa speciale, mi risponde
che a lei sembra un uomo come tanti altri. L’episodio che
segue. Sarai presentata in
Egitto come sorella anziché
come moglie, che genera confusione ma anche favori immeritati ad Abramo da parte
del faraone, conferma quanto
Francesca ha compreso.
Poi si cerca assieme il messaggio che l’episodio ci può
dare. Anche noi, gente comune, strumenti nelle mani di
Dio, perché chiamati ad esserlo proprio dal messaggio
biblico. E le nostre risposte?
E qui mi viene di dire a Francesca che quella mattina proprio lei stessa aveva dato una
risposta desiderando venire
ad ascoltare il messaggio della Parola anziché rimanere a
casa con le sorelle per fare i
compiti che le impedivano di
giocare il pomeriggio con le
amiche.
E la mia risposta alla chia
mata? Ho 70 anni: ne ho avuto tempo per rispondere.
Qualche volta l’ho fatto, altre
no e mai in maniera completa, solo come mi è riuscito.
Ma di una cosa posso render
grazie a Dio: l’aver avuto la
possibilità di predicare la Parola a dei bambini per tanti
anni. Anche il padre di Francesca è stato nella mia classe
alla scuola domenicale, negli
anni ’60. Allora i bambini
erano numerosi, molti del
Gould e del Ferretti. Avevamo 4, 5 classi di 12 e più ragazzi. Se si avverasse un mio
sogno di poter radunare tutti
quelli che ho visto frequentare la scuola domenicale nei
miei anni di monitrice, non
basterebbe certo il tempio di
via Micheli per accoglierli.
Tanti sono ora in altre città,
ma di quelli che sono rimasti
a Firenze pochi se ne vedono
nella nostra comunità. Quali
sono le ragioni? Io non so
dirlo. Forse la maniera di vivere la vita comunitaria, che
è rimasta statica o giù di lì.
Forse la delusione di chi si
aspetta di trovare nella comunità risposte sempre coerenti
alla predicazione. Chissà?
Però devo dire a tutti quelli
che hanno responsabilità di
genitori che, come ci tengono
all’istruzione scolastica e allo
sport o altro dei figli, altrettanto, e forse di più, dovrebbero desiderare per loro un
insegnamento della Parola di
Dio, una conoscenza insostituibile. Non dare questo ai figli è, a parer mio, un allontanarli da un privilegio. L’anno
scorso ho parlato dell’Evangelo a dei bambini speciali,
intelligentissimi, di vari colori ma con situazioni familiari
difficili: per tutti è stato come
scoprire un tesoro. Non vi so
dire quante problematiche facevano nascere gli episodi
dell’Evangelo, le parabole, la
vita di un’antica civiltà ma
così attuale.
Perché proprio questo è il
segreto della Parola. Ci parla
di fatti terreni per insegnarci
cose incomprensibili anche
alle menti più acute. I bambini sanno capire questi messaggi, sanno interpretarli, attualizzarli. Sanno insegnare a
un adulto più di quello che
l’adulto insegni a loro.
La colonia balneare valdese di Borgio Verezzi
15 giorni di vacanza al mare
LAURA OVIGLIA
La Colonia balneare valdese di Borgio Verezzi è
da anni una struttura adibita
all’accoglienza estiva di bambini di età compresa tra i 6 e i
12 anni. Per la sua felice collocazione sul mare offre ai
bambini non solo la possibilità di trascorrere 15 giorni di
vacanza con i loro coetanei,
ma soprattutto di godere della
salubre aria marina.
I bambini vivono queste
due settimane in un’atmosfera allegra e festosa. Ad attività ricreative, quali giochi di
gruppo in spiaggia e non, si
alternano momenti di comunione reciproca attraverso la
lettura della parola di Dio e i
canti, espressione molto bella
di lode al Signore.
Il soggiorno marino di Borgio Verezzi ha voluto fin
dall’inizio essere soprattutto
un punto di riferimento per
quelle famiglie evangeliche
desiderose di poter far trascorrere ai loro figli un periodo di vacanza al mare in un
ambiente in prevalenza valdese. Con il trascorrere del tempo si è tuttavia assistito a un
incipiente calo di presenze e,
per poter riempire gli iniziali
quattro turni estivi, successivamente passati a due, la
Commissione colonia ha incominciato ad accettare bambini di provenienza anche
non evangelica.
Se da una parte questo fenomeno ha contribuito a dare
al soggiorno un’impronta
ecumenica, nonché a farci co
noscere anche in altre realtà,
dall’altro ha fatto venir meno
10 scopo iniziale di questo
centro di vacanze. Anche
quest’anno le monitrici hanno
dovuto perciò far fronte alle
differenze religiose dei bambini, adattando il loro programma biblico a piccoli
utenti talvolta molto interessati all’ascolto della Parola di
Dio, talaltra meno invogliati
ad attività bibliche e più attratti dalle onde del mare.
Nei due turni che si sono
succeduti, il primo rappresentato da una ventina di bambini e il secondo da un’altra
ventina di più grandi, si è cercato di affrontare comunque
11 tema del «Dio al femminile» invitando i bambini a immaginare Dio non solo come
un padre ma anche come una
madre e soprattutto a consi-derarlo come un loro amico.
Si è però subito notato quanto
fosse difficile instaurare un
discorso con dei bambini che
non si erano mai posti il problema di Dio. Osservando le
grosse difficoltà di recezione,
abbiamo allora spiegato chi
fosse Dio, chi fosse Gesù, e
di quest’ultimo abbiamo brevemente tracciato alcune fasi
della vita, come la nascita e
gli insegnamenti, ricollegandoci ai 10 comandamenti
dell’Antico Testamento. La
differenza di confessioni religiose ha portato ogni tanto a
brevi ma accesi dibattiti.
Durante i due turni i bambini si sono inoltre non solo divertiti con giochi, cacce al tesoro, balletti, scenette e pitture, ma hanno soprattutto imparato a lavorare insieme in
uno spirito di collaborazione
reciproca e di amicizia. Noi
monitrici con l’infermiera abbiamo cercato di dar loro a
volte compiti di responsabilità non tanto per farli «lavorare», ma per renderli pienamente partecipi di tutte le attività del campo. I lavori domestici come apparecchiare,
sparecchiare, fare i letti hanno quindi ben presto assunto,
per i più, l’aspetto di veri giochi senza che fossero percepiti come imposizioni.
L’avviamento al lavoro in
Italia di cittadini stranieri extracomunitari è regolamentato dalla legge 943-’86, e in
base al di. 416/89 convertito
nella legge 39/90 nonché, per
quanto riguarda i nuovi ingressi dall’estero, dai decreti
interministeriali che definiscono annualmente la programmazione dei flussi d’ingresso in Italia di lavoratori
extracomunitari ai sensi dell’
art. 2 della legge 39-90 oltre
che dalle circolari del ministero del Lavoro.
Possono chiedere l’iscrizione nelle liste di collocamento ordinario o agricolo
presso la sezione circoscrizionale per l’impiego del Comune in cui sono residenti (in
base al di. 416/89 convertito
in legge n. 39/90) e conseguentemente essere avviati:
- i lavoratori extracomunitari e gli apolidi presenti in
Italia alla data del 31-121989 e in possesso di permesso di soggiorno con qualunque motivo;
- coniugati con cittadini
italiani, anche se entrati in
Italia dopo il 31-12-1989;
- rifugiati politici anche se
entrati successivamente al
31-12-’89;
- cittadini extracomunitari
stabilmente presenti in Italia
nel 1989 e allontanatisi per
breve periodo (con apposita
dicitura sul permesso di soggiorno);
- cittadini extracomunitari
entrati in Italia ai sensi della
legge 943/86 con regolare
autorizzazione al lavoro rilasciato da un Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione (Uplmo);
- cittadini svizzeri residenti
in Italia da almeno 24 mesi;
- cittadini sammarinesi, indipendentemente dalla data
d’ingresso in Italia;
- familiari di lavoratori extracomunitari ricongiunti ai
sensi dell’art. 4 legge 943/86
dopo un anno dall’ingresso in
Italia;
- cittadini jugoslavi di minoranza italiana in possesso
di permesso di soggiorno
straordinario rilasciato ai sensi della legge 423/91 ;
- cittadini jugosla\ i in Italia a causa degli eventi bellici
in possesso di permesso di
soggiorno temporaneo per
motivi umanitari e di lavoro;
- cittadini somali in possesso di permesso di soggiorno temporaneo per motivo di
lavoro rilasciato ai sensi del
di. 9-9-’92;
- le cittadine extracomunitarie in Italia per motivo di
assistenza al figlio minore
cittadino italiano;
- cittadini albanesi familiari di italiani già residenti in
Albania e rientranti ai sensi
del dm. 13-12-’92 in possesso
di permesso di soggiorno rilasciato ai sensi del decreto ministeriale 13-3-’92.
segue il prossimo numero
In occasione della manifestazione nazionale contro d
razzismo, prevista per il 25
febbraio a Roma, le chiese
evangeliche organizzano un
momento di culto al quale
prenderanno parte, anche sorelle e fratelli stranieri. L appuntamento è per le ore 1
presso la chiesa metodista di
via XX Settembre.
Alla manifestazione, indetta dai sindacali confedera i.
dalle associazioni di
riato laico c religioso, da
comunità di migranti, ha a e
rito anche la Federazione e
le chiese evangeliche. Chiù ^
que sia interessato a parteC
pare alla manifestazione p
mettersi in contatto con
Federazione delle chiese (
4825120).
15
V/ENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995
PAG. 11
RIFORMA
s**siiiKa
Rispettiamoci
Negativamente colpito dalla tetterà di Manlio Leggieri
pubblicata su Riforma del 3
febbraio con il titolo «Indignato», vorrei fare alcune
considerazioni.
l),Non contesto a Leggieri
di avere operato, nel vasto
caffifto della solidarietà, una
scelta a favore dell’ex Jugoslavia a cui io stesso, nell’
ambito della Chiesa valdese
di Como, per quanto possibile, ho prestato e presto attenzione.Tuttavia non mi pare
cor'retto presentare questa
scelta- da parte sua o di altri,
come la scelta numero uno,
quello che dovrebbe mobilitare tutto e tutti, quasi che esistesse oggi solo questa tragedia maggiore di tutte. Purtroppo non è così, ed è difficile (ma indispensabile) mantenere un equilibrio tra le divèrse esigenze di solidarietà
che, da più parti sponsorizzate o del tutto dimenticate, si
presentano ai nostri occhi come.ftnno testo la Cecenia,
l’ÀÌghanistan, il Ruanda, la
Somalia o altre riguardanti la
cphdizione di accoglienza nel
nostroitaese degli extracomu
y niÉri Ó l’assistenza agli handicappati, ai malati psichici,
ai malati terminali e agli an:?iaiii non autosufficienti. Ri; tXffdiamo che il volontariato
sociale rappresenta in Italia
unaiisorsa irrinunciabile per
fare fronte ai molteplici bisodi aiuto in sostituzione
Sedo stato.
I- ¿); Vorrei inoltre invitare il
sig. Leggieri, per quanto ritarda il suo impegno personale, a essere più sobrio, a
non avere di sé un concetto
■più alto di quello che deve
avere, e soprattutto a non ergersi a giudice degli altri,
dpdo l’impressione di essersi alzato da una sedia per
mettersi su un trono. Se un atto di solidarietà diventa l'occasiOne per decretare la propfia assoluzione e l’altrui
condanna allora è meglio
smettere subito.
Naturalmente non sta a me
spiegare che la solidarietà è
un dono senza ritorno e non
LETTERA
La pagina che mi piace di più
PIERO PILI
Devo confessare che ho
una particolare predilezione per la «pagina dei lettori», perché mi pare di avvertirvi una genuinità e una
spontaneità assolutamente
non contaminate da dottrinarismi o preconcetti. Vi si legge, infatti, di tutto; vi emergono le contraddizioni più
nette, anche quelle che potrebbero condurci a una conclusione per così dire «dissacrante»: che, cioè, il mondo
degli evangelici non può definirsi un popolo unitario, di
un solo sentimento, bensì un
agglomerato indistinto di
tante individualità anarchiche, non facilmente riducibili
a un unicum.
Ebbene questo mi piace.
Sin dal lontano 1946, subito
dopo la guerra, allorché l’intera mia famiglia incontrò la
grazia dell’Evangelo, io, che
avevo allora appena otto anni, cominciai a seguire la
scuola domenicale nella
Chiesa cristiana evangelica
battista di Civitavecchia e da
allora fui formato costantemente e coscientemente alla
verità e alla libertà responsabile del messaggio cristiano;
a individuare, con l’aiuto
dello Spirito, l’essenzialità
del messaggio di Cristo, al
rifiuto della liturgia fine a se
stessa, delle forme, degli orpelli. delle consuetudini, delle tradizioni; ad adorare Iddio solo in spirito e verità;
altresì al rifiuto di certi atteg
giamenti di puro anticlericalismo (che avevano in sé il
germe dell’intolleranza) secondo i quali non era bene
che si entrasse in una chiesa
cattolica «per non dare una
cattiva testimonianza» e perché in tal modo non si proponeva agli altri il segno del
nostro dissenso.
Questo profondo e radicato
senso di libertà e di tolleranza mi ha accompagnato finò
al tempo presente e ne vado
fiero e mi ha sempre consentito di muovermi in ogni circostanza, ambiente e gruppo
e mi ha gratificato con interessi usurati. Lo spirito di
ecumenismo è stato da me
recepito senza alcuno sforzo;
il superamento delle differenze teologiche tra denominazioni è apparso naturale e
agevole; tali differenze non
hanno mai rivestito forma di
contrasti di fede, bensì modi
diversificati di glorificare
Dio, né mi hanno impedito di
pregare e cantare insieme a
chiunque si definisse cristiano o addirittura semplicemente disponibile a un cammino di pace, di tolleranza,
di umiltà e di solidarietà.
La mia Vuole essere semplicemente una sincera testimonianza di un peccatore
che ha però creduto fortemente, pur nei gravi contrasti
e perplessità in lui instillati
dalla formazione culturale e
dall’esercizio professionale,
nella via, nella verità e nella
vita dì cui Cristo è il portatore. E allora devo dire e testi
moniare che per me il sacerdozio universale appartiene
interamente, intendo dire anche nella sua espressione liturgica, agli uomini come alle donne; la libera interpretazione della Paròla a tutti i
credenti, pastori o predicatori
o vescovi o semplici membri
della Chiesa; che dobbiamo
riguardare allo Spirito e non .
già alla lettera, perché quest’ultima non è in grado di
renderci liberi; ricordiamoci
che l’interpretazione letterale
è rifiutata (perché non veritiera) anche nel campo della
legislazione dai giudici e dai
dottrinari.
Queste riflessioni mi sono
state suggerite dalla lettera
del fratello Attilio Palmieri
(Riforma del 10 febbraio). Il
contenuto (che io rispetto assolutamente) mi pare ricordare quello che si rinveniva di
prammatica nelle famose diatribe 0 controversie alle quali
assistei o di cui ebbi notizia
alla fine degli anni ’40 e nel
decennio successivo; la
profonda conoscenza dei testi
-sacri, uno spirito particolarmente acuto, una buona oratoria e naturalmente un ardore di fede potente consentivano ai «campioni» di parte
evangelica di uscire sempre
vincitori dalla contesa. E, vi
confesso, quelli erano momenti veramente esaltanti.
: Con il passare del tempo
però, e con il maturare delle
esperienze di vita e di fede si
giunge a rimeditare quelle cose'e a porci l’interrogativo se
anche le rigidità teologiche
non rischino piuttosto di divenire dei feticci a cui rimaniamo attaccati, non essendo
poi più in grado di distinguere il loglio dal grano e di
esercitare la tolleranza è la
carità. Devo confessare che
non mi sono mai scandalizzato ne.ir osservare un fratello
cattolico pregare davanti a
un’immagine; a me poi qualsiasi effigie non ha mai provocato alcun senso di disagio,
né ha mai urtato la mja sfera
di religiosità; ho provato
sempre e assolutamente indifferenza. Mi pare invece che
dovremmo porre la nostra attenzione ad altri «oggetti» ai
quali spesso, anche inconsapevolmente, rivolgiamo la
nostra adorazione; essi sono
divenuti il fine delle nostre
azioni, l’oggetto dei nostri
desideri, la droga del momento, il nostro dio, spesso sono
anche il bersaglio delle nostre
critiche, delle nòstre appassionate accuse nelle meditazioni di fede, negli incontri
nei nostri luoghi di culto e di
orazione; Mammoni è però
sempre dietro l’angolo e ci
condiziona nella vita di tutti i
giorni: il consumismo, l’emulazione, la voglia di emergere
A ogni costo, il nostro io sono spesso le forze che ispirano la nostra condotta.
Contro tali «immagini»
dobbiamo costantemente lottare con tutte le nostre forze e.
questa lotta deve essere affrontata e combattuta ogni
giorno.
un mezzo di misurazione dei
buoni e dei cattivi.
3) Nel quadro di questo
sommario giudizio sugli altri,
che tende a «convertirli» attraverso il pericoloso sistema
della colpevolizzazione, un
particolare accanimento, a dir
poco superficiale, è riversato
su Riforma, sulla Fcei, sulle
chiese locali e dulcis in fundo
sui giovani. Nessuno si offenda se è stato escluso. Mi limito qui a considerare senza co
Kifomma
•Ì Via Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei, 081/291185 - fax 081/291175
Via Repubblica, 6 - 10066 Torre Pellice - tei. e fax 0121/932166
PlBiTTORE: Giorgio GardioI
WEDIRETTORI; Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
niOAnORI: Stello Armand-Hugon, Claudio So, Alberto Bragaglia, Luciano
Cirica, Alberto Corsani, Avernino Di Croce, Piera Egidi, Fulvio Ferrano,
Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo
Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan,
. Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele Volpe
'«"ANTI: Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bruno Rostagno
^^NISTRAZIONE: Ester Castangia
^®WAMENTI: Daniela Actis
™tOMMPOSIZIONE: Aec s.r.l. Mondovì - tei. 0174/551919
EDnSrm ■ ®^'®l®riana s.n.c. Mondovì - tei. 0174/42590
CwTORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino
ESTERO
„ ABBONAMENT11995
JÌTALIA___________________________
•wdiitario £ 95.000 -ordinario
■ndotto £ 80.000 -viaaerea
■•oetenitore £ 150.OOO -sostenitore
•Minestrale £ 48.000 -semestrale
•««nulatlvo Riforma + Confronti £ 135.000 (solo Itaiia)
■una copia £2.000
£ 140.000
£ 170.000
£ 200.000
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tiM—.r — l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni Pro
'**®nti a.r.1., via pio v 15 bis, 10125 Torino.
$»ttlmnBl0 unitaria eonVBeodelle valli valdésL
w^puòeaaerevanàmaaparaMmnta ■
pfl^ jUMrzIonl pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000
¿^azioni: riiillimetro/colonna £ 1.800
“Momioi; a parola £1.000
nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo
' Oennam IQKH --—.u,,. -___—,______________________...
con il n. 176
OQnoJIÌ?''®'®. responsabile Franco Giampiaoli. Le modifiche sono state registrate
vninanza m date .s mann 1 qqq
*nza in data 5 marzo 1993.
)7deli7feb
' ™ Romoli 44/11 di Torino mercoiecfi 15 febbraio 1995.
IT ferraio 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMP
Strutto e senza senso l’attacco
ai giovani (solo a quelli italiani, naturalmente). Che si tratti
di giovani delle nostre chiese
che aderiscono alla Egei o di
quelli, e sono i più, che non
vi aderiscono, o di altri, non
ritengo che debbano o possano essere così negativamente
giudicati da parte nostra, come con irresponsabile leggerezza la chiacchiera comune
dei pregiudizi usa fare, quàsi
«esercizio di pietà» da parte
di alcuni.
Sappiamo quanti sono i
giovani che si dedicano con
impegno non solo al volontariato sociale verso i più deboli e gli emarginati ma anche
alle battaglie a favore della
giustizia, della pace e della
difesa dei diritti umani. Malgrado molte carenze, tutto
ciò esiste nelle nostre chiese
'e si concretizza in molte forme e in diverse direzioni, tutte bisognose di attenzione, di
sostegno e di impegno. Queste azioni vanno condotte nel
rispetto degli uni verso gli altri, senza troppi clamori, e
fatte conoscere con informazioni corrette nei contenuti e
nella forma. E forse se invece di volere sempre solo in.segnare quello che i giovani
dovrebbero fare imparassimo
anche a ascoltarli non sarebbe un male.
Vinario Tùmmino - Como
Umberto
D'Angelo
Caro direttore,
consentimi di esprimere alcune parole all’indomani della scomparsa del tenente colotìnello dell’Esercito della
Salvezza Umberto D’Angelo,
e condividerle con quanti, tra
i lettori di Riforma, hanno
avuto l’occasione di apprezzarlo e di amarlo.
Ho conosciuto Umberto
D’Angelo nel 1961 quando,
direttore della colonia salutista di Forio D’Ischia, lavorava, sostenuto dal contributo
prezioso di sua moglie, seguendo con sollecitudine quei
ragazzini che lontani da casa
spesso vedevano iti lui un vero e proprio genitore. In quegli anni infatti lo ricordo soprattutto come un paziente
educatore, e non solo quando
durante gli studi biblici della
mattina ci parlava della Bibbia o ci insegnava nuovi cantici ma anche quando sapeva
consigliare con affetto e premura noi bambini alle prese
con le nostre piccole, quotidiane disavventure.
Nato nel 1912 a Napoli dove aveva conosciuto da giovanissimo l’Esercito della
Salvezza, Umberto D’Angelo
rappresenta una parte consi
II clic di prima pagina
potere della borsa
Un operatore di borsa. Ogni giorno i
telegiornali ci informano sull’indice
Mibtel e sul mercato dei cambi: avvertiamo che ormai, a determinare
l’andamento della nostra economia e
dei nostri governi è soprattutto il mercato finanziario internazionale, anziché un progetto politico preciso. Così
si vive alla giornata, .senza prospettiva, secondo l’andazzo dei cambi valutari e dei sondaggi di opinione.
derevole della storia salutista
in Italia, e in questo senso anche dell’intera presenza evangelica nel nostro paese: da
quando durante gli anni del
fascismo e della seconda
guerra mondiale curava di nascosto i gruppi salutisti tra la
Campania e la Basilicata, alla
ricostruzione dell’opera salutista nel dopoguerra, per
giungere agli anni ’70 quando
fu responsabile dell’Esercito
della Salvezza italiano.
Amava parlare dell’Evangelo: né l’età avanzata aveva
indebolito la passione delle
sue predicazioni che, condotte con profondità, traevano la
loro efficacia dalla personale
meditazione delle Scritture,
giungendo al cuore e alla
mente di chi lo ascoltava. La
sua figura rappresenta un
esempio di fedeltà al messaggio evangelico, e la sua memoria rimarrà durevole in chi
ha avuto modo di conoscerlo
e stimarlo.
Franco Chiarini - Roma
Il cardinale
non c'era
Caro direttore,
ho partecipato, il 22 gennaio, alla riunione ecumenica
tenutasi nella chiesa di Santa
Maria a Piedigrotta e, prima
ancora, agli incontri preparatori. Vorrei precisare, contrariamente a quanto ha scritto
la sorella Cece Rocchi Lanoir
(Riforma n. 6 del 10 febbraio), che il cardinale Giordano non era pre.sente: c’era
in sua vece il vescovo vicario. Era presente l’anziano
cardinale Ursi, antesignano
dell’ecumenismo della Chiesa cattolica; e come tale la
sua era una presenza gradita.
Per quanto riguarda il Credo, concordo nel trovare un
po’ di cattivo gusto dire
«chiesa cattolica», anziché
«universale» (il che però è
poi lo stesso). Noti dimentichiamoci tuttavia che alcuni
ànni fa, nel culto di apertura
del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, il predicatore
usò tranquillamentè l’aggettivo «cattolica» e non penso
che il vescovo Giachetti, presente, abbia equivocato sul
termine.
Di certo a Piedigrotta non è
stato detto «credo nella chiesa cattolica», che sarebbe
un’eresia anche per un cattolico; figuriamoci per noi!
Grazie per l’ospitalità
Luciano Deodato - Napoli
Protesta
Ci associamo alla protesta
del past. Gino Conte (Riforma del 3 febbraio) contro la
visita del pastore luterano,
mons. (?!) Klaus Engelhardt a
Roma (3 dicembre 1994), con
tutto quel chp ne consegue.
Finalmente una parola chiara.
In particolare confermiamo
la nostra ferma convinzione
che da Lutero ad oggi il divario fra noi e il cattolicesimo
anziché attenuarsi si è aggravato: «Oggi abbiamo in più ein peggio l’infallibilità papale, l’immacolata concezione e
l’assunzione della vergine, lo
sviluppo abnorme dell’ecclesiologia e della mariologia».
11 cattolicesimo potrebbe
togliere la scomunica solo a
evangelici edulcorati, pronti
ai compromessi più avvilenti
e vergognosi, «a un protestantesimo snaturato e degenere». Intendiamo ripetere
con forza assieme a Gino
Conte: «Un protestante verace non potrà mai partecipare
all’eucarestia cattolica (che
Lutero definiva una “vermaledeyte Abgötterei”, una dannata idolatria) né lo desidera
affatto».
Lidia Angeleri, Paolo
Angeleri, Olga Bragaglia,
Salvatore Guargena
Danilo Passini
Padova
Errata
Nella mia lettera pubblicata
la scorsa settimana sono incorso in un grosso errore: ho
citato a memoria, senza controllare la fonte: la definizione della messa cattolica quale
«dannata idolatria» non è di
Lutero, ma si legge nel Catechismo di Heidelberg (riformato), nella risposta alla Domanda 80. Mi scuso.
Gino Conte - Firenze
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Adolfo Ribet
esprimono la loro gratitudine a
tutti coloro che hanno preso parte
al loro dolore in questa triste circostanza. Un grazie particolare
alla pastora Di Carlo, alla dottoressa Taraselo, al personale medico e paramedico dell'Ospedale
valdese di Pomaretto e agli infermieri delirUsI 42.
Ferrerò, 13 febbraio 1995
RINGRAZIAMENTO
«L'anima mia si acqueta
in Dio soia:
da lui viene ia mia speranza»
Salmo 62,1
I familiari del caro
Pietro Enrico Artero
di anni 92
riconoscenti, ringraziano di cuore
tutti coloro che con presenza,
scritti, fiori e parole di conforto
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al medico curante dott. Saverio
Del Din.
Pomaretto, 17 febbraio 1995
16
PAG. 12 RIFORMA
Uno dei punti prioritari dei programma del nuovo governo era la costruzione di nuovi alloggi per i circa
3 milioni di famiglie nere costrette a vivere in baracche come queste (qui a Umtata)
L'Anc ritiene troppo moderata la linea di Nelson Mandela
Il governo sudafricano alle
prese con la gestione del potere
ROBERTO PEYROT
Che cosa sta succedendo
nella Repubblica del
Sud Africa? Come noto, le
elezioni politiche dello scorso aprile hanno registrato la
vittoria deH’Àfrican National
Congress (Anc) di Mandela
(63% dei voti) sul National
Party dell’ex presidente De
Klerk (poco più del 20%) che
è stato nominato secondo vicepresidente e ha ottenuto alcuni ministeri nel nuovo governo di coalizione.
Si è aperta una fase delicata e anche complicata, dato
che alcune province (come il
Natal) sono saldamente in
mano all’etnia zulu (il cui
partito Inkhata ha ottenuto
oltre il 10% alle elezioni ma
l’80% a livello locale) mentre il Western Cape ha la
maggioranza bianca. In questa situazione (anche Riforma
ha riportato recentemente la
notizia) si sta verificando un
certo esodo di coloni bianchi
che temono per il loro futuro.
In effetti diverse fratture attraversano la stessa maggioranza nera per quanto concerne le riforme e l’assetto socio-economico da dare al
paese. 11 mensile Le Monde
diplomatique di febbraio, che
ha condotto localmente un’
approfondita inchiesta, così
sintetizza la situazione: «L’
Anc è giunto sì al governo,
ma non del tutto al potere».
La politica edilizia abitativa (uno dei punti base della
scorsa campagna elettorale) è
fortemente carente per motivi
finanziari. Il fabbisogno è di
200.000 unità l’anno per risolvere il problema di 2,9 milioni di famiglie senza un asilo decente: occorrerà attendere l’anno 2000 per iniziare
quéste costruzioni e dotarle
di un minimo di infrastrutture
(strade, acqua, elettricità
ecc.). Il fenomeno spontaneo
delle occupazioni di case si
allarga, mentre affitti e pagamenti di servizi vengono boicottati come al tempo dell’
apartheid.
L’economia sudafricana è
una delle più squilibrate del
mondo: un decimo della popolazione possiede il 51,2%
della ricchezza nazionale. La
minoranza bianca (13%) assorbe oltre il 61% del reddito
totale mentre i neri, che costituiscono il 75%, ne ricevono poco più del 27%. Anche
il problema del lavoro è assai
grave. Nel corso degli ultimi
cinque anni sono stati soppressi 410.000 posti, mentre
meno del 7% di coloro che
arrivano sul mercato del lavoro possono sperare di trovare un impiego. La disoccupazione tocca il 45% della
popolazione attiva.
11 bilancio dello stato è deficitario al pari di quello della bilancia commerciale (e
cioè del rapporto import-export) mentre gli investimenti
esteri sono ancora assai rari.
L’inflazione, che è al 10%,
colpisce ovviamente le classi
più deboli; il prezzo degli
alimentari di base è aumentato di oltre il 20%. Per quanto
riguarda la proprietà terriera,
i coltivatori bianchi (0,17%
della popolazione) posseggono l’85% delle terre agricole.
Nella Costituzione provvisoria il diritto di proprietà è
chiaramente sancito e questo
impedisce al governo di effettuare una riforma agraria.
In teoria i contadini neri che
potessero provare di essere
stati a suo tempo rapinati dei
terreni dalle leggi dell’apartheid ne rientrerebbero in
possesso, ma questa possibilità è realizzabile in ben pochi casi.
Di fronte a queste difficili
situazioni il governo ha dovuto recentemente modificare il «Programma di ricostruzione e sviluppo» ponendo
l’accento sulla necessità di
una rigorosa austerità fiscale
e sulla riduzione del ruolo
dello stato tramite la privatizzazione di una parte sostanziale del settore pubblico.
Nella precedente stesura il
Programma si riferiva espressamente al «ruolo direttivo
del governo democratico
nell'economia nfediante l’al
largamento della funzione
pubblica in certi settori, ivi
compresa la nazionalizzazione di talune industrie». In sostanza, meno socialità e più
mercato.
È'questa una politica che
piace poco alla parte più radicale dell’Anc che auspica
leggi fondamentali per cambiare la società e preconizza
per le prossime elezioni del
1999 una pesante sconfitta.
Lo stesso congresso dell’Anc,
tenutosi lo scorso dicembre,
ha vivacemente dibattuto la
questione e ha visto ottenere
un maggior numero di voti da
parte di quei dirigenti che ritengono troppo moderata la
linea di Mandela. Allo stesso
tempo questa parte più radicale non si è dimostrata finora capace di formulare proposte alternative. Questa situazione di incertezza e di frustrazione porta a una crisi di
identità delle masse popolari.
«La lotta contro l’apartheid
ci univa - dichiara una esponente del movimento rurale e ora siamo orfani dell’ideologia della liberazione: questo non ci permette più di vedere cìiiaro nelle nostre attuali lotte».
Fra qualche mese vi saranno in Sud Africa nuove importanti elezioni riguardanti i
governi locali. Sarà questo un
test importante, in modo particolare per l’Anc, che avrà
modo di constatare come si
comporterà l’elettorato, anche di fronte ai suoi reiterati
appelli alla pazienza e alla riconciliazione nazionale.
Negli anni passati le nostre
chiese e assemblee hanno
manifestato fraterna solidarietà a queste popolazioni vittime dell’apartheid. Ora che
un primo, grande risultato è
stato raggiunto con le elezioni di dieci mesi fa, c’è da augurarsi che il difficile processo di democratizzazione si
consolidi e si allarghi per a.ssicurare a quella parte maggioritaria di cittadini sudafricani, dopo decenni di emarginazione e di sfruttamento, il
diritto a una vita migliore.
VENERDÌ 24 FEBBRAIO 1995
Intervista con la nuova presidente del Parlamento sudafricano
«Il Parlamento deve modificarsi
tenendo conto di noi donne»
Frene Noshir Ginwala, nata
nel 1933 a Johannesburg, iniziava i suoi studi giuridici a Londra.
Nel 1959 ritornava in Sud Africa
per aiutare a costituire in esilio
l’African National Congress
(Anc). L’anno successivo, a 27
anni, il giorno dopo il massacro
di Sharpeville lasciava il suo
paese, rimanendone lontana per
31 anni. Ha lavorato peri'Anc in
Tanzania, Zambia, Mozambico e
Inghilterra. Si è laureata in diritto e in filosofia e ha lavorato come giornalista. Ritornata in Sud
Africa nel 1991, si è subito impegnata per costruire nel paese la
lega delle donne. È stata anche
rappresentante dell 'Anc nelle
trattative per la fondazione di un
Sud, Africa democratico. E vicepresidente della Commissione
dell’Anc per l’emancipazione
delle donne e presidente della
coalizione nazionale delle donne.
Ne! 1994 è stata eletta presidente
del Parlamento sudafricano.
L’intervista, a cura di Sibylle
Mathis e Martina Egli, è stata
pubblicata su «Antiapartheid» n.
5 (ottobre 1994).
- Nel nuovo governo, costituito da 30 ministri, siedono
solo due donne, tre altre sono
sottosegretarie. Prima delle
elezioni c’erano grosse speranze sulla presenza delle
donne nell’esecutivo. Lei è
soddisfatta dei risultati?
«Non dobbiamo guardare
solo al governo ma alla situazione nel suo insieme. Se
prendiamo in considerazione
le condizioni in cui si trovavano le donne nel 1990, al
momento della legalizzazione
delle organizzazioni antiapartheid e della liberazione di
Mandela e le confrontiamo
con l’oggi, ci rendiamo conto
che c’è stato un cambiamento
drammatico che non deve essere sottovalutato. E ciò non
è avvenuto da solo ma è stato
spinto fortemente dalle donne: un terzo dei candidati
dell’Anc alle elezioni in Parlamento e regionali erano
donne, in altri partiti la quota
era anche più alta. Nelle istituzioni a livello nazionale
(Parlamento, Senato, governo) le donne sono il 25%
mentre precedentemente erano il 2%. Nei governi provinciali alcuni ministeri importanti sono in mano a donne:
certo, ci aspettavamo una
maggior rappresentanza nel
governo centrale e abbiamo
protestato per questo».
- Dopo questa delusione è
avvenuta la sua elezione a
presidente del Parlamento.
Quali sono state le reazioni?
«Sono rimasta veramente
sorpresa e rallegrata della reazione che ho visto in donne di
ogni età e di ogni gruppo etnico. Molte donne sconosciute, di idee politiche opposte
alle mie e che si offenderebbero ad esser definite femministe, mi hanno fermata per
strada per manifestare la loro
gioia e augurarmi buona fortuna. Due donne sonò state
chiamate anche a presiedere
dei Parlamenti regionali: la
nostra elezione è parte del
cambiamento, del “nuovo
Sud Africa’’».
- Adesso può sembrare che
le cose siano state facili, ma
ce n ’è voluto perché le richieste e i desideri delle donne
fossero accettati in ordini del
giorno politici, non è vero?
«Non ci è stato regalato nulla e abbiamo dovuto usare
ogni accorgimento tattico per
far passare le nostre idee.
Molte donne si sono attivate
in commissioni, conferenze,
comitati, hanno intessuto relazioni tenendosi sempre in
contatto fra loro, portando le
proposte al momento giusto
nel luogo idoneo. Tutto è stato
programmato e seguito con
precisione perché ad ogni livello, sul piano legislativo e
organizzativo, si tenesse conto
delle necessità delle donne».
- C’era dunque uña organizzazione alle spalle?
«È ovvio: dal riconoscimento dell’Anc e dei vari
movimenti antiapartheid nel
1990, siamo riuscite a mettere
in piedi in Sud Africa un movimento femminile veramente rappresentativo che ha raggiunto tutti i settori della società. Siamo, per esempiò,
l’unico movimento in cui sono rappresentati anche nonvedenti e portatrici di handicap
fisici. Volevamo riformulare
una Carta delle donne e l’abbiamo stesa intervistando oltre 800.000 donne, chiedendo
loro in pratica due cose: racconta die significa essere oggi una donna in Sud Africa e
come vorresti che mutasse la
tua situazione in un Sud Africa democratico».
- Che peso ha avuto la
Carta delle donne per la stesura della Costituzione?
«Durante tutto il processo
abbiamo dovuto lottare duramente per non essere nuovamente escluse, ma con la Carta delle donne abbiamo potuto contrapporci a diverse leggi tribali discriminanti nei no’stri confronti. Abbiamo minacciato di boicottare le elezioni: c’è stato un periodo in
cui ero certa che noi donne
non saremo andate a votare.
L’Anc aveva bisogno dell’appoggio dei capitribù, anche di
quelli tradizionalisti ed era
incerta, ma la paura del boicottaggio delle donne è stato
più forte, perché siamo il
53% del corpo elettorale e
siamo state unite».
- La Carta delle donne è
stata accettata. Raggiunto
dunque lo scopo, che ci sta
ancora a fare la coalizione
delle donne?
«Per me è stato un momento molto significativo quando
le contadine e le donne portatrici di handicap hanno detto no; la coalizione delle
donne deve continuare. È la
prima volta che in questo
paese abbiamo un movimento di donne organizzato e che
sa far sentire la loro voce; le
donne si sentono finalmente
sostenute: non lo si può sciogliere».
- Torniamo alle donne in
Parlamento: il vostro scopo
era solo quello di riuscire a
farle entrare?
«Aver portato delle donne
in Parlamento è importante,
ma esse si trovano ora in un
mondo costruito per gli uomini nel quale hanno grosse difficoltà di azione: il Parlamen- ,
to deve modificarsi tenendo
conto di noi. Le parlamentari
si sono già organizzate oltre i
confini dei partiti: vogliamo
che la nostra presenza produca qualcosa di veramente
nuovo. Tanto per cominciare
abbiamo aperto un asilo nido
a cui accedono anche le impiegate del Parlamento, dei
media, della polizia».
- Avete detto che volete
trasformare il Parlamento in
uno strumento politico importante per lo sviluppo di una
vera democrazia: come ?
«La grande sfida è 1" apertura del Parlamento al popolo. Dobbiamo trovare il modo di costruire una relazione
diretta fra popolo c Parlamento, che vada ben oltre le
elezioni ogni 5 anni. Vogliamo chiarire alle persone quali sono i loro diritti democratici e aiutarle a esercitali.
Creare dei fondi per dare la
possibilità a tutti i gruppi di
venire in Parlamento a esporre le loro idee.
Ora che abbiamo l'Assemblea co.stituente. quando si discuterà per esempio quali leggi tribali inserire nella Costituzione, le donne e specialmente quelle delle campagne,
più colpite da queste leggi,
dovrebbero poter venire in
Parlamento per esporre il loro
punto di vista, e animare il dibattito. Il Parlamento deve essere più aperto alla gente,
meno formale».
Frene Noshin Ginwala, neopresidente del Parlamento sudafricano