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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
venerdì 24 NOVEMBRE 1995
ANNO 3 - NUMERO 44
UN GIORNO, UNA PAROLA
MAI PIÙ
SENZA LA BIBBIA
PAOLO RICCA
Un anziano signore racconta. Volto affilato,
barba bianca, sguardo vivo e
dolce, già ufficiale dell’esercito italiano durante la seconda guerra mondiale, fu fatto
prigioniero dai tedeschi e internato nei lager di Sandbostel, nel Nord della Germania. Racconta alcuni episodi
della sua vita di prigioniero.
Il suo nome è Vittorio
Emanuele Giuntella. Dice di
aver conosciuto, nel lager, alcuni protestanti e fa i nomi di
due: un metodista, Umberto
Beltrami, e il valdese Giorgio
Girardet. Dei protestanti italiani conosciuti nei lager ha
un ricordo, dopo più di cinquant’anni, vivissimo e molto
bello: «Erano molto diversi
da come mi avevano descritto
i protestanti». Scoprendo i
protestanti questo cattolico
formatosi alla scuola di Montini scoprì l’ecumenismo,
molto prima del Vaticano IL
Si sa che molti cristiani, di
varie confessioni, fecero nei
lager la loro prima (e decisiva) esperienza ecumenica ma
quella di Vittorio Emanuele
Giuntella fu caratterizzata e
quasi suggellata da un fatto
particolare, da un episodio
piccolo e grande allo stesso
tempo: «Girardet mi regalò il
libro dei Salmi - dice - eccolo!», e tira fuori dalla tasca
interna della giacca un libriccino edito dalla Società biblica britannica e forestiera con
tutti i Salmi ma di proporzioni così ridotte da potere stare
anche dentro un taschino.
«Lo porto sempre con me»,
dice; è diventato un compagno di viaggio che non l’ha
più abbandonato da quel giorno lontano, segnato all’interno del volumetto insieme al
nome del donatore: «Sandbostel, 23 novembre 1944».
Il dono dei Salmi creò allora un legame ecumenico che
non si sarebbe più sciolto e
neppure allentato tra un cattolico e un protestante. Erano
entrambi stati deportati, ma il
cattolico era partito senza
Bibbia e il protestante con la
Bibbia, non solo per sé ma
anche per altri. «Oggi - conclude Giuntella quasi parlando a se stesso - non mi separerei più dalla Bibbia». Non
la lascerei più in Italia dovendo partire per la Germania.
La porterei con me come ha
fatto Girardet. Non vorrei più
restare senza Bibbia. Non
vorrei più che ci sia distanza
tra la mia vita e la parola biblica. Non vorrei più trascorrere dei giorni, dei mesi, degli
anni senza quella compagnia,
che proprio nel lager mi è diventata così preziosa e irrinunciabile.
Questa testimonianza, alla
quale ho avuto la fortuna di
assistere, è stata resa il 16 novembre a Trento, nel palazzo
della Regione, nel corso di
una tavola rotonda sul tema
«Le fedi davanti al totalitarismo». Il libro dei Salmi (parola di vita distribuito in un
lager, luogo di morte) è un
fatto emblematico e al tempo
stesso una metafora viva del
valore della parola biblica per
la nostra vita. Nel lager ma
anche fuori. «Oggi non mi separerei più dalla Bibbia», oggi che non sono più nel lager,
dove però ne ho conosciuto il
valore insostituibile, che poi
ho potuto verificare sempre
di nuovo negli anni e decenni
successivi fino a oggi. È pas- '
sato tanto tempo ma io e la
Bibbia non ci siamo più lasciati. Siamo diventati inseparabili. Quella parola è entrata nella trama dei miei
giorni. Un giorno mio, una
parola di Dio. La mia vita ora
è questo intreccio.
Ecco illustrato molto bene
il senso del lezionario biblico: rendere inseparabili la
Bibbia e la nostra vita. Un
giorno, una parola 1996 è già
disponibile (la Claudiana lo
ha pubblicato saggiamente
con largo anticipo) affinché
tutte le chiese e ogni singolo
credente (e ogni persona che
non voglia privarsi del beneficio di una frequentazione
regolare della parola biblica)
abbiano modo di procurarselo. Esso ci aiuterà a non separarci neppure per un giorno
dalla Bibbia.
II tempo dell'avvento d propone di scoprire l'attesa nella nostra vita -1
Stiamo attenti perché Dio viene a noi
ANNA MAFFEI
«Non dormiamo dunque come gli altri,
ma vegliamo e siamo sobri»
(I Tessalonicesi 5, 6)
Nel tempo d’avvento le chiese si predispongono a celebrare la venuta di
Cristo, del figlio di Dio che un giorno
della nostra storia decise di «piantare la
sua tenda» in mezzo a noi per mai più
lasciarci. Non si tratta semplicemente di
ricordarci di quel particolare tempo, di
quel kairos che ha cambiato la storia e
la nostra vita, né tanto meno siamo invitati a un artificiale rivisitazione rituale
della nascita del Messia. L’avvento è
piuttosto proposta a riscoprire la dimensione dell’attesa in tuttà la nostra esistenza cristiana.
Quando penso aH’attesa non posso fare
a meno di riandare con la mente a
queir indimenticabile e inquietante lavoro teatrale di Samuel Beckett «Aspettando Godot». La scena (unica) è ben conosciuta: due amici aspettano qualcuno,
Godot appunto, che non arriva mai. Le
dinamiche dell’attesa che si protrae sono
diverse, sempre in bilico fra la concentrazione di ogni aspettativa di senso su chi
non viene «ancora» e la disillusione verso colui che, passando il tempo, dimostra
di non voler venire mai, di non curarsi di
chi aspetta, alla fine forse addirittura di
non esistere affatto. L’attesa; come la
speranza, come il futuro stesso, è un nonsenso, fa intendere l’autore. Prima che si
scopra il trucco può perfino aiutare a vivere ma non è vita vera, è solo illusione.
Che cosa ha da dire la Scrittura a questa lettura impietosa della realtà che
Beckett ha reso poeticamente indimenticabile ma che molti del nostro tempo
molto più prosaicamente condividono?
Che cosa è attesa per noi? Che cosa è
speranza? Siamo anche noi degli illusi?
Beckett dice: Godot (Dio) non verrà a redimere nessuno. Chi aspetta potrà addormentarsi o impiccarsi, nessuno verrà per
salvare. Noi diciamo: Cristo tornerà a
portare a compimento ciò che ha iniziato.
Verrà come è già venuto una volta. Ecco,
questa è la nostra forza: è già venuto una
volta. Avvento è affermare questo e annunciare che alla fine dei tempi, in un
nuovo kairos, quello che è avvenuto una
volta avverrà di nuovo. Per questo possiamo attendere con fiducia.
Ma quand’è che l’attesa può diventare
un nonsenso? L’attesa è un nonsenso
quando è oziosa, quando è esclusivamente proiezione in un’altra dimensione, è
annullamento del presente, è la sua negazione. In questo caso la denuncia di
Beckett tocca e coinvolge anche i cristiani. Se la nostra vita è un girare a vuoto
intorno a un futuro che non c’è ancora,
allora non siamo in una migliore condizione dei suoi personaggi. Comici o patetici, o l’uno e l’altro insieme, saremo proprio come loro. La proposta di tutto il
messaggio evangelico, che è proteso verso il compimento futuro, è un sonoro e
solenne: «State svegli!». In molti modi ce
lo dice Gesù, con parabole e diretti avvertimenti, in positivo e in negativo.
L’esortazione è a stare bene con gli occhi
aperti sulla realtà in cui viviamo e a riconoscere la presenza di Dio nei piccoli segni di cui anche questo mondo è disseminato, l’appello è a non dormire e ad accorgerci del nostro prossimo perché è lì
che Dio ci incontra.
Anche questo tempo di avvento è dunque appello a stare ben svegli e a comprendere che cosa sta avvenendo in questi giorni intorno noi. Ed è più difficile
stare ben svegli di notte, come lo fu per i
discepoli di Gesù nell’orto del Getsemani. Ma è proprio di notte che ci è richiesto di vegliare con chi non può dormire
perché il proprio futuro è incerto e tenebroso. È in questa notte italiana dove i diritti dei più deboli vengono scambiati con
un voto parlamentare che noi dobbiamo
vegliare. E mentre si veglia: si prega e si
agisce per non cadere in tentazione. La
tentazione di conformarci al' presente secolo è forte. Dunque stiamo svegli.
Bibbia e attualità
Liberare
gli schiavi
LUCIANO DEODATO
Y Jn giorno ci si renderà
C/ conto che tutta questa
campagna di criminalizzazione degli immigrati è una
colossale montatura propagandistica e ne avremo
vergogna. Allora i nostri figli o nipoti ci chiederanno,
come noi l’abbiamo chiesto
ai nostri genitori o nonni,
dove eravamo, quando era
necessario schierarsi a
fianco delle vittime per la
giustizia, il diritto, il rispetto della dignità umana.
Nessuno si illuda che un
decreto posa risolvere il
problema. Gi vuole ben più
di un decreto per sciogliere una questione che riguarda l’Italia, ma anche
l’Europa e il mondo intero,
vale a dire la questione
Nord-Sud. Ciò che sta succedendo da noi, ora, è solo
l’inizio: il flusso migratorio è destinato ad aumentare per il semplice fatto
che aumenta il divario fra i
paesi ricchi e i paesi pove
ri e dunque la fame. Un
esempio: entro una decina
d’anni la popolazione del
Maghreb sarà il doppio di
quella dei paesi che si affacciano sull’altra sponda
del Mediterraneo. Da tempo si dice che la bomba fame deve farci paura quanto la bomba atomica.
Repressione e controllo
non sono la risposta giusta: rimandano il problema complicandolo ancora
di più, lo esasperano e gettano le premesse per un’esplosione di violenza. Le
marce di piccoli borghesi
benpensanti sono un segno
molto inquietante. È un’illusione pensare che il terzo
millennio sarà sotto il segno della pace e della riconciliazione, in cui ragione e fede, scienza e progresso creeranno un mondo migliore. Chi oggi predica in tal senso è un falso
profeta.
Nell’imminenza della catastrofe che stava per abbattersi su Gerusalemme,
Geremia diceva «...curano
alla leggera la piaga del
mio popolo: dicono pace,
pace, mentre la pace non
c’è» (Ger. 6, 14). Non illudiamo né noi né gli altri.
La via da seguire pud essere solo quella della giustizia. E la giustizia per noi
bianchi, europei, cittadini
della società del benessere
costruita sulla fame altrui,
sulla rapina del Terzo
kondo, passa attraverso la
conversione, a un radicale
cambiamento di mentalità.
O la nostra civiltà e la nostra società aboliranno
questa nuova forma di
schiavitù, rappresentata
dagli immigrati senza diritti né umani né civili ma solo con doveri, o finirà per
crollare come crollò Gerusalemme che non ascoltò la
voce dei suoi profeti.
2
PAG. 2 RIFORMA
Ecumene
venerdì 24 NOVEMBRE 1995
Svizzera: dopo le petizioni contro il celibato dei preti e per l'ordinazione delle donne
Sono in pericolo i fondamenti della chiesa?
AHDBEAS HOSTETTLEB
t
s egli ultimi mesi l’episco11 palo cattolico svizzero
ha dovuto affrontare proteste
e petizioni contro il celibato
ecclesiastico e la negazione
dell’ordinazione sacerdotale
alle donne. Durante la loro
consueta conferenza autunnale, i vescovi svizzeri accennano in un comunicato alle «numerose questioni» che sono
state sollevate affermando che
«è necessario fare chiarezza
su diversi temi».
■ Il segretario della Conferenza episcopale, Roland Trauffer, in una conferenza stampa
ha elencato otto petizioni diverse, distinguendo fra richieste ragionevoli e pretese non
accettabili. Il presidente della
Conferenza, Henri Salina, ha
criticato i toni aspri di alcune
di queste richieste, come
quella della lega delle donne
cattoliche che ha raccolto oltre 70.000 firme, lamentando
la mancanza delle conoscenze
di base da parte delle presentatrici della petizione. Salina
ha affermato che reliminazione dell’obbligo del celibato o
l’ordinazione di donne al sacerdozio metterebbero in questione i principi fondamentali
della Chiesa cattolica romana,
e Trauffer ha voluto minimizzare il peso della petizione rilevando che tre milioni di cattoliche e cattolici svizzeri non
l’hanno firmata.
La Conferenza episcopale
tuttavia, come dice il comunicato ufficiale, «proseguirà il
dialogo sia nelle varie diocesi
sia con altre Conferenze episcopali», fra cui quelle dell’
Austria e della Germania. Du
rante la conferenza stampa è
stato chiesto se i vescovi svizzeri intravvedono la possibilità di uno spazio per eventuali cambiamenti e se pensano
di fare dei passi in questa direzione, ma non c’è stata risposta.
Prima però di riprendere il
dialogo, ha detto l’abate Salina, vescovo di St. Moritz, il
collegio episcopale deve essere di nuovo completo. Le richieste relative al celibato obbligatorio verranno quindi
esaminate solo nell’anno
prossimo, dopo l’insediamento del nuovo vescovo di Losanna-Ginevra-Friburgo.
Anche in Germania prosegue la raccolta di firme per la
richiesta di riforme nella
Chiesa cattolica. Anche qui
le questioni del celibato ecclesiastico e del sacerdozio
femminile sono al centro
dell’attenzione. I vescovi cattolici tedeschi non vogliono
intervenire con un’azione comune contro queste iniziative
popolari, ma si limitano per
ora a definirle «confuse» e
«discutibili».
La Conferenza dei sacerdoti
cattolici dell’Inghilterra e del
Galles ha invece accettato di
discutere pubblicamente il
problema del celibato dei preti nella Chiesa cattolica. Nel
loro incontro annuale, tenutosi a Birmingham, i sacerdoti
cattolici hanno deliberato, con
la maggioranza di due terzi, di
appoggiare un invito in tal
senso presentato dal vescovo
irlandese Brendan Comiskey.
Il Vaticano ha prontamente
censurato il vescovo Comiskey per questa sua posizione.
(Da Reformiertes Forum)
Lo ha affermato ¡1 segretario generale aggiunto della Federazione luterana mondiale
Sulle donne i luterani «non cederanno mai»
Uno dei responsabili della
Federazione luterana mondiale (Firn) ha dichiarato ai partecipanti a un colloquio internazionale di donne, svoltosi a
Ginevra dal 22 al 28 ottobre,
che la sua organizzazione non
«cederà mai sulla questione
dell’ordinazione delle donne»
per giungere alla comunione
con le Chiese cattolica romana o ortodosse. Per Eugene
Brand, segretario generale aggiunto della Firn, incaricato
degli affari ecumenici, l’ordinazione delle donne è uno dei
«contributi importanti» portati
dalla Firn nell’ambito dei dialoghi ufficiali con le chiese
cattolica romana e ortodosse.
Circa il 65% delle 122
chiese- membro della Firn
ammettono l’ordinazione
delle donne. La Chiesa cattolica romana e le chiese ortodosse invece, che rappresentano la maggioranza dei cristiani, non l’ammettono. Interrogato dall’agenzia Eni,
Eugene Brand ha ammesso
che il riconoscimento da parte delle chiese cattolica romana e ortodosse dell’ordi
Una pastora in una chiesa iuterana tedesca
nazione delle donne da parte
dei luterani dovrebbe essere
una «precondizione» alla comunione. «La precondizione
è un termine molto forte», ha
dettò, precisando che è innanzitutto necessario giungere ad un accordo nell’ambito
dei dialoghi ecumenici sul
ministero delle donne. «Ma
se giungessimo alla questione [dell’ordinazione delle
donne]... esse [queste chiese]
dovrebbero accettare il no
stro ministero così com’è»,
ha affermato. Eugene Brand
è stato molto applaudito dai
partecipanti quando ha detto:
«Non dovremmo chiedere se
sia possibile ordinare le donne. Dovremmo chiedere: esiste la minima ragione per cui
le donne non dovrebbero essere ordinate? L’unica risposta è: no».
Anche se l’ultima Assemblea della Firn, nel 1990, aveva invitato tutte le chiese
membro della Firn ad ordinare
donne al pastorato, la questione dell’ordinazione delle donne è particolarmente controversa all’interno della Firn da
quando la Chiesa evangelica
luterana di Lettonia ha smesso
di ordinare- donne dopo reiezione del conservatore Janis
Nanags come arcivescovo
della Chiesa nel 1993. Un
rapporto presentato dalla signora Musimbi Kanyoro, responsable del Segretariato
«donne nella chiesa e nella
società» della Firn, mette in
evidenza «il fatto che, in modo particolare in Europa, alcune chiese che hanno ordinato delle donne sono oggi tentate di fare marcia indietro».
Secondo la signora Kanyoro, l’ordinazione delle donne
è una «questione bruciante di
per sé, e un simbolo di progresso, probabilmente perché
necessita dello smantellamento di barriere archetipiche come le teologie patriarcali, il
conservatorismo delle élite
maschili e gli atteggiamenti e
i valori delle culture tradizionali». (bip/eni)
L'intervento del giornalista uruguaiano Eduardo Galeano al Congresso della Wacc
Nel mondo di oggi ci sono solo consumatori
Le tecnologie moderne della comunicazione hanno generato «un regno di muti capaci soltanto di ascoltare ciò
che una minorane vuole che
essi aspoltino». È quanto ha
dichiarato Eduardo Galeano,
militante e giornalista uruguaiano, l’ultimo giorno del
secondo Congresso internazionale della «Associazione
mondiale per la comunicazione cristiana» (Wacc), che si è
svolto dal 7 airi! ottobre
¿corso nel Sud-Est del Messico. Per Eduardo Galeano, noto a livello intemazionale per
aver criticato nel 1971 il colonialismo in America Latina, nel mondo «avvilente» di
oggi, non ci sono «degli uomini e delle donne ma soltanto dei mercati; non ci sono
dei cittadini ma soltanto dei
consumatori».
Secondo Galeano, infatti, il
mondo di oggi è dominato
«da un cocktail fatale fatto di
sangue, di valium e di pubblicità». Galeano, il cui giornale
«Epoca» era stato vietato dalle autorità umguaiane e che è
vissuto in esilio per diversi
anni, ha criticato con vigore i
media «che ci danno il diritto
di scegliere tra una cosa e la
stessa cosa». 11 discorso di
Galeano ha ripreso i temi sviluppati durante il Congresso
ma la sua critica, a parere di
molti partecipanti, è stata nettamente più virulenta: ha rimproverato all’economia mondiale la sua dipendenza nei
confronti del mercato dei
consumatori, che esige un’
espansione permanente per
impedire il calo dei profitti.
Nello stesso tempo, questa
economia esige dai poveri
che essi lavorino per bassi salari: «Ognuno è invitato al
banchetto, ma i poveri si vedono sbattere la porta in faccia» ha detto con ironia. Ha
quindi criticato «la bacchetta
magica dei prestiti», che appesantisce il fardello dell’in
Lo rivelano le ultime statistiche
Israele: cresce la popolazione
All’inizio dell’anno 5755
(secondo il calendario ebraico)*la popolazione dello stato
di Israele toccava i 5 milioni
e mezzo.
L’Istituto israeliano di statistica ha rilasciato a fine settembre i seguenti dati: ebrei
4.510.000 (81%); musulmani
805.000 (14,4%), cristiani
160.000 (2,9%), drusi 95.000
(l',7%). Ciò significa che gli
abitanti sono cresciuti di
139.000 unità (2,6%) rispetto
all’anno precedente. L’anno
ebraico viene calcolato, secondo la tradizione biblica, a
partire dalla creazione del
mondo e dura da settembre a
settembre. (epd)
debitamente al punto di provocare una crisi.
Nel frattempo, questa bacchetta magica permette ai
produttori «di inondare il
mercato dei consumatori di
nuove cose inutili». «Oggi,
tutti sono costretti di imbarcarsi per la crociera della modernizzazione, ma sembra
che in alto mare, ci siano più
naufraghi che marinai... La
società dei consumatori manda messaggi di morte». Galeano ha denunciato la ripartizione^ disuguale delle ricchezze: «Mai il mondo è stato così ingiusto a livello della distribuzione dei pani e dei pesci». Le statistiche ufficiali rivelano che 100 multimiliardari di questo mondo posseggono la stessa ricchezza di
1.500 milioni di persone. In
passato, si riconosceva che la
povertà era il frutto dell’ingiustizia, ha ricordato Galeano: «Oggi, la povertà è il giusto castigo che merita l’inefficacia, 0 un modo di esprimere l’ordine naturale delle
cose», ha concluso, (spp/eni)
Dal Mondo Cristiano
Il futuro della chiesa
nei paesi del Medio Oriente
BAHREIN — Durante una visita di dieci giorni presso le
chiese di Bahrein, del Kuwait e degli Emirati Arabi Uniti, il
neosegretario generale del Consiglio delle chiese del Medio
Oriente (Cerno), Riad Jaijour, ha affermato che «il futuro della
chiesa in Medio Oriente si trova in mezzo alla comunità musulmana. L’aspirazione deU’umanità ad una società in cui i vicini
vivano in pace, rispettino la dignità degli altri e desiderino la
giustizia per tutti, è conforme alla volontà di Dio. E il Consiglio intende rispondere a questo appello». In questi ultimi anni
il Cerno «non ha dato un’attenzione sufficiente alla regione del
Golfo», ha riconosciuto Jarjour che ha assunto le sue nuove
funzioni di segretario generale dal gennaio di quest’anno. Nella
regione del Golfo vi sarebbe oltre un milione di residenti cristiani, la maggior parte dei quali sono lavoratori provenienti
dall’Asia. Secondo Jaijour, il Cerno deve preoccuparsi di risolvere «i problemi particolari ai quali sono confrontati i lavoratori migranti» in una regione grande come un terzo degli Stati
Uniti. «Il Consiglio, in uno spirito di umiltà e di profondo rispetto per il dinamismo spirituale dell’Islam, desidera incoraggiare le chiese che esercitano il loro ministero presso i migranti
e gli espatriati nel Golfo, e si dichiara pronto a cooperare con la
comunità musulmana per far fronte alla crisi attuale», ha aggiunto Jarjour. (eni)
Malaysia: una nuova legge
islamica fa tacere le campane
KOTA BAHRU — Le campane non suonano più e le chiese
non risuonano più del canto dei cristiani nella città di Kota
Bahru, capitale dello stato del Kelatan che conta oltre un milione di abitanti. Anche il canto e la danza sono vietati nella città
da quando è stata promulgata una nuova legge da parte degli
integralisti islamici che dirigono la città e lo stato. Lo ha annunciato Hassan Abdullah, presidente del Gonsiglio comunale
di Kota Bahru. Il divieto, ha spiegato, è conforme alle direttive
date dal governo dello stato. Il partito islamico, dal giorno del
suo accesso alla testa dello stato del Kelatan nel 1990, si sforza
di imporre le credenze islamiche nella vita quotidiana degli
abitanti. Il governo ha pertanto ordinato che i personaggi indù
che figurano negli spettacoli tradizionali di ombre cinesi (il
paese è famoso per questo genere di spettacoli) siano sostituiti
da eroi dell’Islam. 11 governo ha inoltre respinto la richiesta di
autorizzazione fatta da un gruppo indiano che voleva dare uno
spettacolo culturale in occasione di una celebrazione indù, la
festa delle luci. Gli integralisti islamici hanno altresì condannato le feste cristiane, tra cui il Natale, che considerano come
«contrarie all’Islam e profane». (spp/eni)
Gli accordi di Porvoo
LONDRA — Otto delle dodici chiese interessate hanno firmato finora gli accordi di Porvoo che legano sul piano ecclesiologico (riconoscimento completo dei ministeri) gli anglicani
d’Inghilterra e d’Irlahda con alcune chiese luterane dei paesi
nordici. 1 luterani della Lituania e gli anglicani del Galles hanno
appena ratificato gli accordi. La Chiesa luterana di Lettonia e
quella di Finlandia voteranno entro la fine di questo mese, (spp)
Romania: le minoranze
denunciano discriminazioni
BUCAREST — Rappresentanti della Chiesa cattolica romana e della Chiesa riformata in Romania hanno denunciato che
nel loro paese è in corso una «sistematica discriminazione» nei
confronti della minoranza ungherese. 11 vescovo riformato Làszló Tòkés e il vescovo cattolico Jozsef Tempfli hanno affermato che molte persone sono costrette ad emigrare e che si ripetono i tentativi di provocare la minoranza ungherese a commettere
gesti di violenza per poter poi agire nei suoi confronti con la polizia. 1 vescovi criticano anche la penalizzazione a cui sono sottoposte le chiese di minoranza: solo la Chiesa ortodossa riceve
dei finanziamenti dallo stato e solo ad essa vengono restituite le
proprietà confiscate sotto il regime comunista. (epd)
Londra: la regina accetta di
recarsi in una chiesa cattolica
LONDRA — 11 30 novembre prossimo la regina Elisabetta,
che è anche capo della Chiesa anglicana, assisterà a una cerimonia religiosa in una chiesa cattolica. Lo ha annunciato ufficialmente il palazzo di Buckingham. La regina ha consultato la più
alta autorità spirituale anglicana, l’arcivescovo di Canterbury,
prima di dare il suo assenso al cardinale Basi! Hume, che l’aveva invitata ad onorare della sua presenza un servizio ecumenico
a Westminster. Si tratta di una celebrazione per festeggiare degnamente l’anniversario della fondazione della cattedrale, (spp)
È morta Meike Mardorf
GUNTERSBLUM — Il 20 settembre scorso si sono svolti a
Guntersblum i funerali della pastora Meike Mardorf, deceduta
improvvisamente a 36 anni, di cui è stata ricordata «la sensibilità e competenza, la dedizione e amabilità». Meike Mardorf
aveva studiato teologia a Marburgo e a Roma, dove aveva fatto
per un anno tirocinio presso la Idoc. Particolarmente sensibile
ai problemi dei rifugiati e alle istanze dell’ecumenismo, vogliamo ricordarla anche per i suoi legami con la Chiesa valdese,
nella quale aveva saputo intessere profonde amicizie.
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venerdì 24 NOVEMBRE 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
Celebrato, l'11 e iM2 novembre, il centenario del tempio metodista di Roma
Un edificio costruito sulla roccia
FULVIO ROCCO
. .T inalzate il vessil della
(
. croce». I vèrsi e le note
di questo bell’inno risorgimentale riassumono molto
bene l’atmosfera che si è creta nel tempio metodista di via
XX Settembre a Roma, in
occasione della celebrazione
del centenario della sua fondazione.
Nell’incontro di sabato 11
novembre e nel culto presieduto dal pastore Valdo Benecchi, presidente dell’Opcemi, di domenica 12 si sono rivissuti l’entusiasmo e le speranze dei nostri antenati per il
rinnovamento profondo del
paese alla luce dell’Evangelo.
Si è ripercorso un secolo di
storia, una storia piena di difficoltà e di momenti critici,
ma contrassegnato dalla resistenza e dalla stabilità della
comunità metodista di Roma,
«una casa costruita sulla roccia» come l’ha definita Giorgio Spini nella sua predicazione prendendo spunto da
Matteo 7, 24-27.
11 tempio fu inaugurato il
20 settembre 1895 nel venticinquennale della breccia di
Porta Pia, Gli accenti polemici nei confronti della chiesa
romana erano in quel momento storico caratteristica
centrale della presenza protestante nella città di Roma.
L’idea di fondo, ha ricordato
Domenico Maselli nella sua
conferenza, era quella di una
testimonianza evangelica unitaria e fedele nella città, da
parte di tutte le denominazioni presenti. Memorabile il
sermone di Alfredo Taglialatela, figura emblematica di
quel momento storico, che indicò tre brecce: quella di Paolo con il suo ingresso a Roma
da Porta Capena, quella del
colportore che, al seguito dei
bersaglieri entrò a Roma da
Porta Pia con un carretto carico di Bibbie, quella da aprire
Un momento dell’incontro rievocativo
verso il mondo secolarizzato.
Uno straordinario e attualissimo messaggio.
Una data importante sulla
strada della testimonianza
comune degli evangelici e
dell’affermazione della libertà religiosa fu il primo
congresso evangelico italiano, tenuto a Roma il 9-10 novembre 1920, ha ricordato
Maselli. Oggi più che mai i.
valori proclamati per un secolo sono fondamentah: la libertà per tutte le minoranze,
la lotta contro il razzismo e
per l’accoglienza, il no al potere del denaro, il no alla filosofia del «sembrare anziché essere», seguita dalla televisione, il servizio e non la
ricerca del potere, la collaborazione con tutti gli uomini
di buona volontà, la ricerca
della pace e della democrazia. Principi in perfetta sintonia con il concetto centrale
della predicazione di Giorgio
Spini: il nostro impegno, oggi più che mai, è quello di
cambiare la mentalità degli
italiani, nella linea etica protestante: responsabilità, li-“
bertà, servizio.
Presenze significative, tra
le oltre trecento persone
(evangelici, cattolici, ortodossi) intervenute alla manifestazione: quella di Clemente Riva, vescovo ausiliare di Roma
e presidente della Commissione ecumenica diocesana
che, presentandosi come
«amico e fratello» dei metodisti, ha proposto che anche a
Roma, come in altre città italiane, si costituisca un Consiglio ecumenico delle chiese,
luogo permanente di incontro
tra le diverse confessioni cristiane, e quella del presidente
della Provincia di Roma, Fregosi, che ha voluto condividere con il mondo protestante
l’esigenza di una «riforma
delle coscienze», della tolleranza, del dialogo per fare di
Roma una città veramente
multiculturale. Nel quadro
dell’incontro sono da ricordare l’interessante e puntuale
relazione del giovane storico
Franco Chiarini, che ha inserito la data del 20 settembre
1895 (giorno di inaugurazione non solo del tempio metodista ma anche dei monumenti a Garibaldi e Cavour), nel
più ampio contesto di quegli
anni di profonde trasformazioni politiche e sociali.
La storia del metodismo si
intreccia dunque con la storia
del Risorgimento, partendo
dalla Chiesa libera, a cui appartenne il cappellano garibaldino Alessandro Gavazzi,
e giunge, attraverso le esperienze del metodismo episcopale e di quello wésleyano,
fino alla unificazione del
1946. Spiccano per impegno,
dedizióne ed efficacia della
loro predicazione, in questo
lungo arco di tempo, le figure di alcuni pastori: Alfredo Taglialatela, Carlo Maria Ferreri. Anseimo Ammonti e in
modo particolare quella di
Emanuele Sbaffi, a cui toccò
il gravoso compito di affrontare con grande coraggio le
traversie causate dalla dittatura fascista e dalla seconda
guerra mondiale fino all’unificazione dei due rami del
metodismo.
L’altro momento significativo dell’incontro romano è
stata la relazione di uno storico laico, il prof. Guido Verucci, che ha sottolineato la
tenacia dell’impegno protestante per ottenere che si accompagnassero alle riforme
politiche e sociali una profonda riforma religiosa l’affermazione della completa libertà di culto nel quadro della
definitiva separazione tra stato e Chiesa cattolica.
Il profondo legame spirituale con il metodismo britannico è stato sottolineato
nell’intervento di Ray Cooper, della Conferenza metodista. Fra i molti messaggi
dall’Italia e dall’estero quello
del sindaco di Roma, Francesco Rutelli; un affettuoso saluto è stato rivolto ai convenuti da Aurelio Sbaffi, pastore per ben 14 anni della comunità. Le manifestazioni di
Roma si possono sintetizzare
in due giorni di gioia, di entusiasmo e di profonda fraternità, e in un forte rilancio
dell’impegno dei metodisti
per il futuro.
»
mm
Allo studio uno strumento per coordinare le iniziative di dialogo e confronto
Un Consiglio delle chiese cristiane milanesi?
Mentre prosegue il dibattito
sulla possibilità di costituire
un Consiglio a livello nazionale, a Milano è in dirittura
d’arrivo la «trattativa» fra le
chiese per l’avvio di una analoga esperienza ecumenica
locale, come già si è realizzata a Venezia. «1 contatti proseguono con la ferma volontà
di tutti di realizzare l’obiettivo - ha dichiarato all’agenzia
Nev il pastore Salvatore Ricciardi, della Chiesa valdese di
Milano - perché il tempo è
ormai maturo. Da tempo le
varie chiese milanesi operano
in uno spirito ecumenico; ad
esempio la Settima per l’unità
dei cristiani costituisce un’
importante occasione di confronto e dialogo, a partire dalla definizione del programma
delle varie iniziative». Certo
rimangono sul tappeto vari
problemi a cui bisogna ancora dare soluzione: «Innanzitutto resta da chiarire come
un tale organismo debba
strutturarsi e con quali criteri
di rappresentanza delle varie
chiese che vi aderiscono - ha
proseguito Ricciardi -. Inoltre bisogna ancora precisare
quali sono i temi sui quali
questo organismo dovrà intervenire. Infine ci chiediamo
quale raccordo si potrà stabilire tra il nuovo organismo
ecumenico e strutture preesistenti come l’Ossérvatorio interconfessionale milanese.
sorto sulla scia dell’incontro
ecumenico di Basilea su Giustizia e pace (1989). Questi i
problemi sul tappeto: li stiamo affrontando con una comune volontà ecumenica».
Sull’argomento il Nev ha
intervistato inoltre il pastore
Antonio Adamo, presidente
del Comitato interconfessionale evangelico per le relazioni ecumeniche (Ciere),
l’organismo di parte protestante che sta partecipando
all’iniziativa.
- Come è nato il progetto
di un Consiglio delle chiese a
Milano?
«I primi contatti risalgono
al 1993, mentre si stava preparando la Settimana per
l’unità dei cristiani. La proposta venne da parte evangelica
e ortodossa e fu rilanciata dai
delegati fraterni della Chiesa
ortodossa e dèlia Chiesa valdese al Sinodo della Chiesa
cattolica ambrosiana. Il Sinodo accolse la proposta e la fece propria. Nel frattempo proseguiva il dibattito aH’intemo
delle chiese evangeliche che
aderiscono al Ciere (valdesi,
metodisti, battisti, anglicani,
Esercito della Salvezza, luterani e riformati). Dopo un’
ampia consultazione tutte le
chiese del Ciere si sono espresse positivamente.
A quel punto si poneva il
problema della convocazione:
chi aveva il diritto e l’autorità
Il pastore Ricciardi In un’Iniziativa ecumenica del 1993 nel Duomo di
Milano (foto Zibecchi)
di convocare una riunione
ecumenica? Abbiamo scelto
la formula dell’autoconvocazione da parte del Ciere, di un
analogo organismo ortodosso
e della Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo. Il primo incontro, necessariamente informale, è
avvenuto il 30 ottobre: in
quella sede abbiamo auspicato la costituzione formale del
Consiglio delle chiese cristiane. Ci siamo dati del tempo
per affrontare i problemi ancora sul tappeto, per raccogliere tutte le adesioni e definire i modi e i tempi per la
precisazione dello statuto».
- Che cosa potrà essere,
dal suo punto di vista, il Consiglio delle chiese?
«Uno strumento per avere
ulteriori occasioni di confronto, incontro e collaborazione
tra le varie comunità cristiane. In particolare si tratta di,j
organizzare e coordinare il la- ‘
voro ecumenico che, in periferia, procede ancora con difficoltà e ritardi. Inoltre, forti
,dell’esperienza dell’Osservatorio interconfessionale milanese, sorto sull’onda delFAs^
semblea ecumenica di Basilea
del 1989, cerchiamo di costituire una cornice interconfessionale per la testimonianza
per la giustizia, la pace e la
salvaguardia del creato».
Chiese battiste di Calabria e Sicilia
Per conoscere
Panimazione biblica
EUGENIA MARZOTTI
Il 4e il 5 novembre, presso
la chiesa battista di Reggio Calabria, si è tenuto un
convegno delle chiese battiste di Calabria e Sicilia sul
tema «l^a scuola domenicale», a cui hanno partecipato i
pastori Salvatore Rapisarda
(«La scuola domenicale e la
diaconia della Parola per i
piccoli») e Italo Benedetti
(«L’animazione biblica, strumento di comunicazione»), e
Enzo Canale («La didattica
nella scuola domenicale»).
L'annuncio dell'Evangelo
Rapisarda ha posto l’accento sulla diaconia della Parola
nel Nuovo Testamento intesa
come kerygma, cioè annuncio
dell’Evangelo, annuncio al
mondo dell’opera di Dio e
delle cose che Cristo ha detto
e insegnato. La diaconia della
Parola ha come primo obiettivo l’annuncio della morte e
resurrezione di Cristo, annuncio mai semplice e schematico ma esplicitato in modo
nuovo nei diversi contesti, e
come secondo obiettivo la costituzione e l’edificazione
della comunità cristiana.
L’annuncio dell’Evangelo,
coirie si evince da Deuteronomio, Proverbi, I Pietro e I
Giovanni, non è rivolto soltanto agh adulti ma anche ai
piccoli che hanno bisogno e
forse diritto a un discorso che
sia specificamente indirizzato
a loro. I «figlioli», quelli nati
nelle famiglie dei credenti,
sono parte del popolo di Cristo, sono nella chiesa e non
per un sacramento ricevuto
(battesimo) o per un rito subito (circoncisione), ma perché non hanno altri riferimenti religiosi, perché sono
della e nella famiglia dei credenti e già ascoltano la predicazione che si fa nella comunità. Essi hanno diritto a conoscere gli atti che narrano
dell’opera salvifica di Dio, a
conoscere la storia di Israele
come la storia del proprio popolo, di quel popolo che Dio
ha amato e in cui siamo innestati anche noi oggi.
I significati dei termine
animazione
Italo Benedetti ha iniziato
spiegando il significato della
parola «ànimazione», mettendo in evidenza come nella
nostra cultura questo termine
descriva un insieme assai
ampio di attività che tra loro
hanno scarsa affinità: attività
ricreativa, pratica, educativa,
ma che tutte si prefiggono il
medesimo obiettivo: vita,
vivacizzare, incitare. Tutte
queste definizioni partono da
quella fondamentale che è
l’atto di ricevere l’anima e
che richiama il testo biblico
di Genesi 2,7: «L’Eterno (...)
gli soffiò nelle narici un alito
vitale e l’uomo divenne un’
anima vivente».
L’animazione ha come elemento costitutivo la tensione
verso la liberazione della persona da quei condizionamenti
che ne limitano la «realizzazione e la capacità di governare la propria esistenza individuale e collettiva». Uno dei
presupposti dell’animazione è
che la Bibbia sia letta attraverso gli occhi della nostra
esperienza e della nostra cultura, ma questo non significa
che la nostra soggettività sia
il metro di giudizio e che la
Bibbia debba adeguarsi ad essa; al contrario la parola di
Dio deve mettere in discus
sione il credente e la sua
esperienza.
Distinguiamo tre fasi nell’
animazione: mettere a fuoco
la nostra cultura, la nostra
storia e il nostro vissuto; studiare il testo biblico affinché
il suo messaggio traspaia dalla sua soggettività; arrivare
infine a vedere come il testo
ha influenzato ciascuno di
noi. È questa la fase dell’appropriazione del testo nella
sua nuova luce, una fase molto soggettiva perché a ognuno il testo fornisce delle idee
guida che devono poi essere
vissute individualmente.
Questa è la fase della massima espressività, e ognuno
deve potervi esprimere l’incontro tra il proprio vissuto e
il messaggio nella più completa libertà espressiva: in
poesia, musica, pittura, se
non si riesce ad esprimere in
maniera concettuale i sentimenti e le esperienze che da
questo incontro derivano.
Richiamare alla mente
Canale ha posto una questione terminologica: monitori o insegnanti, pedagoghi o
testimoni? Il monitore è colui
che «richiama alla mente», è
portatore di un messaggio, è
portatore di fede. Deve innanzitutto non cedere alla tentazione dell’approccio culturale
al tema della lezione, non cedere al metodo della spersonalizzazione, (per ottenere
una più critica comprensione
del testo), ma al contrario
proprio perché il messaggio
biblico non sembri rivolto ad
altri, al lettore antico o a un
ipotetico futuro, l’argomento
deve essere personalizzato,
cioè qui e ora con questi ragazzi, tenendo conto del loro
sviluppo spirituale.
Una questione
di coerenza
Lo stesso monitore d’altra
parte, già nella fase della sua
preparazione, verifica quanto
la propria vita sia coerente
con il messaggio che si accinge a comunicare, altrimenti
rischia l’inautenticità. La lezione deve essere preparata e
realizzata tenendo conto che
lo scopo è sollecitare i ragazzi a cercare la propria collocazione nel piano di salvezza
di Dio, e anche gli interventi
e le domande devono essere
orientati verso quella ricerca
per evitare il rischio di navigare verso «favole e genealogie senza fine».
Il monitore è portatore di
fede che può veicolare con la
competenza che ha della Sacra Scrittura, con l’uso della
Bibbia personale, con la preghiera iniziale, conte «stru-,
mento di lettura» (perché intesa a chiedere l’aiuto dello '
Spirito). La chiesa infine è
l’avvenire dei giovata (e non s
i giovani); essi non si {««parano a entrare nella chiesa,
perché sono già nella chiesa,
e da qui viene la loro partecipazione anche attiva al culto ,
e alla Santa Cena, laddove
non sia motivo di scandalo.
Da parte di ¿Sebastiano
Grasso sono stati presentati
degli strumenti didattici della
scuola domenicale, e infine,
con intensa partecipazione, è
stato vissuto il momento
dell’animazione del,testo biblico guidata dal pastore Benedetti. Sono state giornate
vissute in piena comunione
anche con la comunità filippina gspite della nostra chiesa.
Canti e preghiere hanno concluso il convegno.
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 24 NOVEMBRE 1995
Gii evangelici, celebrano anche in Istria la Domenica della Riforma
«Samo pismò^ samo vjera^ samo milost»
RENATO COÍSSON
S amo pismo, samo vjera,
samo milost, a grandi lettere in croato (Sola Scriptura,
sola fide, sola grafia), queste
tre afferiAazioni base della
Riforma di Lutero campeggiavano sul sipario della bella sala della Filodrammatica
di Rijeka (Fiume). Un teatro
con 200 poltroncine sul Korso, la via principale della
città. Le chiese evangeliche
di Rijeka hanno così voluto
presentarsi alla città nel giorno commemorativo della
Riforma, martedì 31 ottobre.
Erano presenti circa 200
persone per un avvenimento
ripreso dalla televisione e dai
giornali con un certo rilievo e
interesse. Le chiese organizzatrici erano quella evangelica, con il pastore Lino Lubiana, quella battista, con il pastore Giorgio Grlj, e quella
pentecostale. La corale battista ha cantato alcuni inni iniziando con il «Forte rocca»
di Lutero, un pianista battista
di Pula ha suonato alternandosi ai discorsi attraverso i
quali gli oratori hanno presentato la storia della Riforma in Istria e la realtà delle
chiese evangeliche locali.
Lo stato croato sta definendo i propri rapporti con, la
Chiesa cattolica. Il qiinistro
interessato ha visitato il Vaticano, l’estate scorsa, riportando una bozza di «contratto» che il Parlamento deve
approvare. In collegamento a
questo «contratto» con la
Chiesa cattolica lo stato vuole definire il rapporto con le
altre confessioni religiose e.
dalle prime dichiarazioni del
ministro, si delineava una situazione capestro per le minoranze: un tetto minimo di
30.000 b forse anche 50.000
membri per aver riconosciuto
il proprio diritto ad esistere.
Le chiese evangeliche hanno
subito costituito un Consiglio
protestante evangelico che ha
avuto modo di incontrare il
ministro e ottenere la promessa di essere consultato
nel prosieguo dello studio
della legge.
La manifestazione del 31
ottobre ha voluto così marcare la presenza di questi piccoli gruppi evangelici .con
una chiara identità e una rilevante attività diaconale di
aiuto umanitario nei confronti dei profughi e delle vittime
della guerra.
Fra il pubblico mi è venuto
incontro sorridendo Neboisa
Vasilic, in tuta mimetica e con
lo zaino sulle spalle, appena
arrivato in licenza da Knin,
dove è addetto alla base antiaerea. Nel 1994 faceva parte
del gruppo di giovani che era
andato a Vallecrosia per il
campo italo-croato organizzato da Lino Lubiana e Dorothea Müller. Ieri adolescente in vacanza, oggi soldato.
È così che la realtà del
conflitto incombe, anche se
non se ne parla. Le notizie
dai fronti di guerra hanno suscitato ottimismo, ma l’attentato di pochi giorni prima ha
lasciato inquietudine e stupore. n risultato delle elezioni,
che non ha rafforzato troppo
Tudjman, è giudicato favorevole. Ma Giorgio Grlj è malgrado tutto ottimista; «La fi
II centro storico di Rijeka (Fiume)
ne della guerra - dice - è segnata, ora possiamo lavorare
alla ricostruzione».
Ed è qui che il discorso diventa difficile: la ricostruzione prevede un ritorno dei
profughi nelle proprie case,
là dove è possibile, ma le case sono distrutte e i profughi
hanno paura perché niente è
ancora definito, le infrastrutture sono distrutte, i posti di
lavoro da ricostruire, e poi
l’odio accumulato in questi
anni di guerra, le sofferenze
subite, le piaghe aperte per i
lutti, gli stupri e le violenze
di ogni genere non si dimenticano facilmente.
Tuttavia l’ottimismo di
Giorgio Grlj, il sorriso buono
di Lino Lubiana, ci aiutano a
sperare anche noi. L’economia è disastrata, ma la solidarietà ha fatto molto e può ancora fare molto, e proprio
perché ci sono delle persone
che operano con amore ed entusiasmo è importante non lasciarli soli, è importante dimostrare die la loro battaglia
è anche la nostra battaglia;
Samo pismo, samo vjera, samo milost.
Chiesa metodista di Padova
Benvenuto al pastore
Robert Mollar
Nel mese di ottobre il filosofo francese Paul Ricoeur, a
Padova per una lezione presso
la facoltà di Giurisprudenza,
ha gentilmente acconsentito
ad un incontro con la comunità metodista. In un piacevole colloquio sugli argomenti
più diversi, Ricoeur ha avuto
modo di chiarire i rapporti fra
il suo pensiero filosofico e la
sua identità protestante.
• Sotto la guida della sorella Clara Cozzi, presidente del
circùito, ha avuto luogo il
culto per l’insediamento del
nuovo pastore Robert Mollar, proveniente dagli Usa.
Bello e toccante il sermone di
presentazione. Mollar, commentando il Salmo 16 (vv 56: «Tu o Eterno tieni al.sicuro quel che mi è toccato in
sorte. Per me la sorte è caduta in luoghi dilettevoli: sì,
una bella eredità mi è toccata»), ha ricordato con particolare conunozione le principali tappe del suo cammino,
dalla sua infanzia in una famiglia operaia di origine italiana ai «luoghi dilettevoli»
che il Signore gli ha riservato, nella scuola domenicale di
Detroit, delle Facoltà di teologia di Chicago, Boston e
Roma, fino alla lunga missio-"
ne pastorale nella Chiesa metodista di Boston e alla sua
destinazione attuale a Padova. Per avergli «tenuto al sicuro» una così «bella eredità» Mollar si è dichiarato
grato al Signore, ripetendo
con il salmista: «Io benedirò
Robert Mollar
l’Eterno (...) egli è alla mia
destra, io non sarò mai smosso (...) il mio cuore si rallegra
e la mia anima esulta per la
gloria della mia eredità».
• Salvatore Guargena è stato confermato presidente del
Consiglio della chiesa metodista. Sono stati eletti consiglieri Olga Bragaglia, Alberto Cristoferi e Fiorenza
Panzeri. Faranno parte del
Consiglio come membri di diritto il pastore Robert Mollar,
Febe Rossi Cavazzutti (predicatori locali), Paola Cristoferi
Ferraro (attività femminile).
Paolo Angeleri continuerà ad
occuparsi dei contributi per
ropcemi e della cassa locale.
L’Assemblea di chiesa invia
un affettuoso saluto e un particolare ringraziamento per
l’opera svolta ai due membri
dimissionari, Danilo Passini
(trasferito a Grottammare) e
Alberto Bragaglia, destinato a
Roma-Saxa Rubra, come
giornalista presso la Rai-Tv.
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Spedizione in abb. postale/pub. 50% - Torino
Contiene I.R.
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
■
In campo ecclesiastico lo chiameremmo «progetto di diaconia leggera»; si tratta dell’iniziativa assunta dal Comune
di Perosa Argentina che sta proponendo un questionario agli
anziani del paese. L’intento dichiarato è quello di conoscere
la situazione della popolazione anziana per poter elaborare
un progetto a favore di quella fascia di popolazione che alle
Valli è particolarmente numerosa. Vengono così chieste notizie sulla condizione abitativa, sui servizi di cui si dispone,
sui rapporti col mondo esterno (famiglia, vicini di casa,
gruppi sociali, ecc.) sulle condizioni di salute e sulle necessità più importanti. «Gradirebbe un aiuto a domicilio per la
cura della sua persona?» oppure «Qualcuno che la venisse a
trovare?» o ancora «Un soggiorno invernale temporaneo?».
Sono alcune domande a cui gli anziani di Pèrosa potranno
rispondere; dalle richieste nasceranno anche dei servizi?
D:
<1
\ÀLDESI
VENERDÌ 24 NOVEMBRE 1995 ANNO 131 - N. 44 . URE 2000
Non condivido il parere di
quelli che di fronte alla
crisi odierna delle nostre comunità parlano con nostalgia
e rimpianto del passato. È
sufficiente leggere qualche
pagina degli atti dei Sinodi
dei secoli scorsi per rendersi
conto che le nostre chiese sono sempre state attraversate
da conflitti interpersonali e da
una mancanza di riflessione e
di impegno da parte della
maggioranza silenziosa e
quasi assente. Non bisogna
idealizzare il passato, ma
chiedersi come affrontare il
presente.
Un fatto nuovo sta nella
difficoltà delle chiese delle
Valli a trovare pastori e pastore disponibili a venire a lavorare ih queste comunità che
PASTORI ALLE VALLI .
UN'OCCASIONE
GIANNI GENRE
richiedono un lavoro «parrocchiale» più pesante rispetto
ad altre. La «routine» spaventa e rischia di inaridire se ci si
lascia assorbire totalmente
dalle attività comunitarie ma
tutti i pastori, se sono disponibili, non hanno difficoltà ad
avere incarichi «esterni» e a
trovare, anche alle Valli, parecchie possibilità di riflessione e di aggiornamento. Vi
è poi indubbiamente il grosso
problema del lavoro del coniuge, che le chiese stesse dovrebbero tenere in maggior
considerazione. Ma è preoccupante che molti pastori (o
candidati) non prendano in
considerazione l’ipotesi di lavorare per un certo periodo
alle Valli.
La predicazione in chiese
multitudiniste è un’esperienza di vita faticosa, non sempre gratificante, ma che co
stringe a trovare nuovi linguaggi e nuovi approcci -nei
confrQnti della gente'comune,
e forse consente di comprendere e dialogare meglio con il
mondo cattolico e le altre
chiese protestanti europee.
Credo quindi che la nostra
Facoltà di teologia abbia una
grande responsabilità nel far
comprendere ai propri studenti che cosa si gioca nel
cercare di mantenere viva
l’identità riformata in questo
piccolo, ma essenziale, retroterra del protestantesimo italiano, così come le chiese
delle Valli dovrebbero essere
più preoccupate della mancanza di vocazioni al pastorato in questa regione. E Dio a
chiamare, ma sono le comunità a riconoscere i doni.
Commercio
Chiudono
i piccoli
esercizi
Nel corso di un anno i piccoli esercizi commerciali del
Piemonte si sono ridotti del
2,4%, in termini assoluti
1.300 in meno. Si tratta di
una tendenza non nuova ma
che presenta risvolti preoccupanti anche sul piano occupazionale perché rischia di
andare ben oltre una necessaria razionalizzazione del settore. Più di un paese o una
borgata delle Valli ha visto
sparire anche l’ultimo esercizio commerciale negli ultimi dieci anni.
In base ai dati elaborati
dall’assessorato regionale al
Commercio, alla fine del
1994 gli esercizi con superficie fino ad 80 mq erano in
Piemonte 53.781 contfo i
55.092 di un anno prima; di
questi 18.521 erano attivi nel
settore alimentare e 35.260 in
altri campi. A fronte di una
caduta dei piccoli esercizi si
registra invece una continua
crescita degli altri; nella categoria fra 81 a 199 mq si è passati in dodici mesi da 9.462 a
9.614 mentre per i minimarket l’aumento è dell’ 11%.
Balzo ancora più evidente per
i supermercati che passando
da 292 a 347 in un anno segnano un aumento del 18,8%.
Sulla base di questi dati è
ovviamente diminuita la densità di esercizi commerciali
per numero di abitanti; se nel
1992 vi era in Piemonte un
negozio alimentare ogni 201
abitanti e uno alimentare
ogni 96,8, dopo solo due anni
questi rapporti sono passati
rispettivamente a 212,5 e
97,7. Nel complesso i piemontesi hanno oggi un esercizio commerciale ogni 67
abitanti. «Dovremo stimolare
l’innovazione e il cambiamento - ha detto l’assessore
regionale Matteo Viglietta ma essere attenti a non demolire l’attuale rete commerciale che ha dato prova di buon
funzionamento».
Il decreto del commissario straordinario Dezzani per Sestriere '97
Al Pinerolese solo le briciole dei Mondiali
PIERVALDO ROSTAN
Dovrebbero essere 494 i
miliardi impegnati nelle
opere e nei servizi programmati per i campionati del
mondo di sci del Sestriere nel
1997. La cifra è contenuta
nel decreto del commissario
straordinario Livio Dezzani
pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte
dell’8 novembre.
Dopo tante discussioni, progetti e sogni, ora sono definite
in un documento le linee su
cui il commissario intende
muoversi. Dalla specifica legge sui mondiali arriveranno
21 miliardi, per la restante
parte le fonti vanno dall’
Anas, Fs, Credito sportivo
(161 miliardi), dalle società
concessionarie, dalla Regione
Piemonte che utilizzerà dei finanziamenti Cee destinati alle
zone a scarso sviluppo indù-«
striale. Provincia, enti locali,
privati. Va ricordato che fin
dal gennaio ’95 il commissario aveva definito una prima
bozza di programma in cui si
ipotizzava un intervento pubblico di 50 miliardi.
«I criteri di base - spiega il
commissario Dezzani - hanno tenuto conto delle opere
strettamente legate all’avvenimento sportivo, della
preferenza espressa per quegli interventi durevoli nel
tempo in modo da agire
positivamente su tutta l’area
interessata dai campionati
contribuendo alla prómozione turistica di tutto il Piemonte, partendo daH’avvenimento sportivo».
I 21 miliardi dello stato saranno suddivisi in 8 per il villaggio degli atleti a Sestriere,
5 iper la viabilità minore, 4,8
per viabilità e parcheggi nei
Comuni direttamente interessati dall’avvenimento e 3,2
alla promozione dei campionati. Le «spese vive» della
manifestazione assommeranno a 40 miliardi, 38 dei
quali reperiti fra sponsor e
comitato organizzatore; 60
miliardi invece costeranno i
miglioramenti alle strutture e
agli impianti sportivi.
Un capitolo a parte merita
la ricettività. Ad oggi la disponibilità alberghiera nell’
area dei campionati è stimata
in 8.100 posti letto, l’83,5%
dei quali concentrati in alta
vai Susa; vari interventi potrebbero aggiungere altri
2.000 posti: in tutto circa
10.000 posti letto, il 10% dei
quali nel Pinerolese e in vai
Chisone. Il commissario
Dezzani ha poi posto l’accento sulla questione ospedaliera; tre i riferimenti: Pineròlo,
Susa e Pomaretto. «È assolutamente necessario - recita il
decreto - potenziare l’ospedale di Pinerolo; occorrono 6
miliardi e 820 milioni e si richiede di accelerare l’iter
burocratico. Per Pomaretto la
Ciov si impegna, se il 4“ lotto
sarà finanziato dalla Regione,
a completare l’opera entro il
31 dicembre 96». ^
Sulla viabilità molti interventi; quàsi tutti, come largamente previsto, sul versante
della vai Susa; nel Pinerolese
due possibili interventi, a
parte qualche sistemazione
minore: un nuovo ponte sulla
provinciale 169 sul Germanasca a Pomaretto e, fra i punti
critici ma di difficile realizzazione, la circonvallazione
dell’abitato di Porte.
E normale, quando si è ragazzi, osservare quanto accade intorno a noi.
Così, tra le mie osservazioni e riflessioni
di ragazzino, ho un netto ricordo di
quanto avveniva nel tempio di Torre
Penice, dove sono cresciuto. Appena entrati nel tempio, prima di sedersi al loro
posto abituale, gli uomini, che ancora
usavano recandosi al culto portare il
cappello, si facevano con quello schermo davanti agli occhi; le donne, che evidentemente non si toglièvano il cappellino o la cuffia, erano solite portare la mano davanti agli occhi chinando il capo.
Intuii che sia gli uni che le altre stavano pregando, quasi a dimenticare per un
momento tutto ciò che li circondava, per
prepararsi nel profondo di se stessi a
quell’incontro settimanale che li aveva
mossi di casa per venire al tempio:
all’incontro con Dio. Forse oggi abbiamo perso questa consuetudine o semplicemente il nostro modo esteriore di presentarci nel tempio è diverso.
IL FILO DEI GIORNI
PREGHIERE
BRUNO BELLION
Sfogliando’ qualche tempo fa un volumetto di un mio trisavolo sul cui frontespizio è scritto, in bella grafia, «ce petit
psaume appartient à moi Jacques Bastie,
le 4 juil. 1854» vi ho trovato, al fondo,
dopo i salmi e alcuni cantici, una «preghiera che ognuno può dire a bassa voce
dopo esser entrato nel tempio». Vale la
pena riportarne il testo integrale, tradotto: «Dio mio, poiché mi concedi la grazia di accogliermi nella tua casa s^lnta,
fa’ che vi porti da parte mia uno spirito
attento e docile, per poter trarre profitto
ddl’insegnamento salutare che vi ascolterò e per renderti un culto che ti sia
gradito, per Gesù Cristo Signore nostro». Oggi mi chiedo perché quando la
Chies^valdese pubblicò il suo innario
non mantenne quell’uso di indicare alcune semplici preghiere come proposta
e suggerimento per i credenti, per costituire una guida, un’indicazione. Forse
perché si riteneva che soltanto lo Spirito
Santo può ispirare preghiere veramente
sincere e che qualsiasi preghiera letta e
ripetuta non sia sincera? Non si dovrebbe però obiettare che una proposta di
preghiera toglie il singolo dalla sua solitudine e lo colloca nella comunità dei
santi, di coloro che prima di lui e in altri
luoghi hanno espresso la loro fede in
certi modi e con certe parole?
Potrebbe valere la pena di ripensare a
questi aspetti minori della nostra vita di
fedé e rileggere con rinnovata attenzione quelle preghiere talvolta bellissime e
di straordinaria profondità che ci vengono dalle generazioni di credenti che ci
hanno preceduti.
In Questo
Numero
Viabilità
La viabilità, insieme alla
questione delle minacce di
chiusura che pendono su
alcune scuole di montagna,
è stata al centro dell’incontro degli amministratori
della vai Pellice con la
presidente della Provincia,
Mercedes Presso. Una soluzione per migliorare i
trasporti locali potrà essere
quella delFabbonamento
integrato.
Pagina II
Assistenza
Si è parlato di assistenza
nelle valli Chisone e Germanasca nel corso di un
lungo Consiglio di Comunità montana. Al centro
della discussione erano infatti le convCTizioni con gli
istituti che operano in zona
nel settore nonché le quote
che i singoli Comuni si sono impegnati a versare.
Pagina II
Acquaticità
Quello che va sotto il
termine «acqu'kticità» non
è una «materia», né tm ad*.
destramento specifico alla
pratica del nuoto, ma usa
pratica, rivolta pdnei^»,
mente ai bambini pìH |^.
coli, che si prqio^ Oi>
stituire un aiuto
nicazione e aUàcon se stessi e ^
Ne abbiamo
puericultrice
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Unitre a Perosa
Si è aperta l’attività
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Pinerolo, sta riscuotendo
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un itrogramma ricco di
materie con insegnanti
Pagina in
8
PAG. Il
E Eœ Delle Vaoj ^ldesi
VENERDÌ 24 NOVEMBRE 1995
La Scuola latina a Pomaretto
SCUOLA LATINA DI POMARETTO — Dogo che un’assemblea pubblica svoltasi all’inizio del ’95 aveva auspicato
l’utilizzo dell’ex Scuola latina di Pomaretto in campo culturale, un gruppo di ex alunni ha vagliato due possibilità:
un Centro di documentazione particolarmente rivolto al periodo della Resistenza oppute un Centro di pluriformazione
adeguato al territorio montano (formazione turistico albeghiera, lingue straniere, artigianato, viticoltura ecc). In una
lettera rivolta ai Concistori si auspica che le chiese che a
suo tempo si sono avvalse della struttura per i loro alunni
forniscano idee e collaborazione. Le risposte vanno inviate
al Concistoro di Pomaretto, via Balziglia 44.
CRI: NUOVA SEDE E NUOVO MEZZO — Domenica 26
novembre sarà giornata di festa per la Croce Rossa di Torre
Pellice che inaugurerà la nuova sede, sempre nei locali
dell’ex caserma Ribet a Torre Pellice; con l’occasione verrà
inaugurato un nuovó mezzo per il trasporto di persone non
barellate. La Croce Rossa di Torre Pellice, che da oltre 100
anni svolge un apprezzato servizio di urgenza-emergenza e
trasporto ordinario degli infermi, raggiunge con queste inaugurazioni due obiettivi importanti. Il mezzo speciale, un Fiat
Ducato, può ospitare un massimo di sei degenti e offre situazioni di comodità e di confort quali i due sedili reclinabili
per il trasporto di cardiopatici, il climatizzatore, ecologico,
un caricamento elettrico per portatori di handicap in carrozzina, un arredamento particolare per offrire condizioni di
trasporto più favorevoli, e acquista un importante significato
anche perché vuole ricordare la figura di un volontario
scomparso. Ercole Giordanetti: è grazie alle offerte raccolte
in sua memoria è stato possibile attrezzare questo mezzo.
SAN SECONDO: DIECI ANNI DI MENSA AUTOGESTITA — L’ultimo Consiglio comunale, svoltosi il 16 novembre scorso, ha visto un nutrito ordine del giorno con tutte le
deliberazioni approvate all’unanimità. È stata rinnovata per
tre anni la convenzione con l’associazione dei genitori per
la gestione del servizio di mensa scolastica: il Comune interverrà con una quota del 30-35% dei costi. L’associazione
dei genitori funziona, da ormai 10 anni e, è stato ricordato,
con ottimi risultati sia sotto il profilo della qualità dÌ servizio che dei costi. Un mutuo di 99 milioni sarà invece contratto con la cassa Depositi e Prestiti per procedere
all’informatizzazione degli uffici comunali, mentre è stata
approvata la convenzione con il Centro anziani per la gestione degli appositi locali del centro polivalente, con i costi
di gestione e manutenzione a^carico dell’amministrazione.
PARTIGIANI E RESISTENZA CIVILE — «Con le armi,
senza le armi. Partigiani e resistenza civile in Piemonte» è
il titolo di una mostra che sarà allestita dal 2 al 30 dicembre presso la sala mostre del Comune di Lusema San Giovanni in via Ex Deportati ed Internati, a chiusura delle manifestazioni promosse in vai Pellice per il 50° anniversario
della feiberazione. La mostra, fornita dall’Istituto storico
per la Resistenza in Piemonte, è molto innovativa nei contenuti e nel linguaggio comunicativo, agile nell’impianto e
corredata da video e materiali didattici. L’inaugurazione
della mostra avverrà sabato 2 dicembre, alle 17, presso la
sala consiliare del Comune di Lusema con la partecipazione della dott. Ersilia Alessandrone Perona, responsabile regionale dell’Istituto storico della Resistenza. <
CORSI DI SPAGNOLO — Il Comune di Pinerolo patrocina
corsi di spagnolo con la collaborazione del circolo Pablo
Nemda. Durante il corso si terranno incontri su letteratura,
cinema e musica dell’America Latina. Le lezioni saranno
garantite da insegnanti di madre lingua; per informazioni telefonare ai numeri 0121-7944(X) e 323246 o 011-9908189.
TRA DUE MONDI: RASSEGNA INTERCULTURALE —
«Tra due mondi» è il titolo di una rassegna interculturale
che si svolgerà al cinema Trento di Torre Pellice dal 28 novembre all’ll dicembre. La rassegna, basata su materiali
prodotti dal Wwf Italia in collaborazione con Survival International (movimento mondiale di sostegno ai popoli tribali)
e organizzata da Pds, Associazione per la pace, Tarta volante e Legambiente, presenta opere cinetnatografiche prodotte
0 copr^otte dagli stessi nativi, o comunque realizzata con
la loro stretta collaborazione, che affrontano argomenti quali autodeterminazione, genocidio, modelli di svilu()po, visioni della natura, tecnologie ecosostenibili. Il primo appuntamento è per martedì 28, ore 21, con la proiezione di quattro
video sui popoli del Sud-Ovest degli Stati Uniti.
Amministratori locali a confronto con Mercedes Bresso, presidente della Provincia
Viabilità e scuole priorità della yal Pellice
È una Provincia che vuol
confrontarsi con gli amministratori locali, coglierne dirèttamente le aspettative, i problemi e le urgenze, quella
guidata da Mercedes Bresso,
uscita vincitrice delle elezioni
di primavera. È anche una
Provincia che crede nel decentramento amministrativo e
che ha già presentato ai Comuni i nuovi circondari. In
vai Pellice, nel giro di poche
settimane, si sono recati, per
incontrare gli operatori e gli
amministratori, prima l’assessore alla Montagna e alla cultura Valter Giuliano, poi la
presidente Bresso. C’erano
tutti i sindaci venerdì scorso,
17 novembre, presso la sede
della Comunità montana vai
Pellice. In precedenza la presidente della Provincia di Torino aveva incontrato la giunta che aveva illustrato i problemi generali. Si è discusso
molto di viabilità (e del resto
questo è un settore di chiara
competenza provinciale), di
scuole in montagna, di trasporti, di accordi di programma a favore delle piccole comunità locali, di risorse da reperire.
Viabilità; se sulla provinciale 161 della vai Pellice i
problemi non mancano, a cominciare dalle numerose
strozzature in corrispondenza
dell’attraversamento dei paesi, in Bibiana è ormai fortissima la tensione per la strada di
collegamento con Bagnolo,
supersfruttata dai camion al
punto da rendere invivibile la
cittadina di bassa valle. L’ordinanza di chiusura al traffico
pesante emessa dal sindaco è
stata impugnata di fronte al
Tar e nel frattempo i tecnici
provinciali sono impegnati
nella progettazione di una
nuova strada sul sedime della
ferrovia Bricherasio-Barge.
Sempre per decongestionare la strada della vai Pellice,
con un occhio particolare al
traffico dei camion carichi di
blocchi di pietra di Lusema o
a quelli che portano a valle le
acque minerali della Sparea,
l’amministrazione di Lusema
ha presentato un’ipotesi di
strada di servizio lungo il torrente Pellice a partire dal
ponte di corso Matteotti. Richieste specifiche, specialmente dai piccoli Comuni,
sono giunte circa la gestione
delle strade di montagna, dove anche il semplice sgombero neve comporta spese talvolta difficili da sostenere: da
più parti sono stati chiesti accordi di programma per questo settore.
È stata poi evidenziata la
preoccupazione per i vari decreti «tagliaclassi», confer
Valli Chisone e Germanasca
Convenzioni invariate
per l'assistenza
LILIANA VIGLIELMO
Come previsto, il Consiglio della Comunità
montana valli Chisone e Germanasca del 17 novembre si è
ritrovato sul piatto gli argomenti all’ordine del giorno
avanzati dalla seduta precedente, con qualche aggiunta,
tanto da arrivare a tarda ora
alla chiusura. Elevato il numero dei consiglieri presenti,
vivaci e puntigliosi gli interventi critici della minoranza,
distribuiti equamente su tutti i
punti in discussione.
La prima parte della seduta
è stata dedicata ai provvedimenti relativi al settore socio-assistenziale rimasti da
approvare dopo il passaggio
deirUssl 42 all’Azienda Usi
10. La dott. Cipriani, coordinatrice dei servizi sociali, e il
rag. Giuliano Pons hanno
spiegato che l’assistenza a
minori e anziani rimane invariata, che si stipuleranno le
stesse convenzioni con l’Uliveto di Lusema San Giovanni, con l’Avass di Villar Porosa e anche con l’Asilo di
San Germano, per i 52 posti a
disposizione. La relazione
presentata, che si riferisce al
1994, viene ripresa negli stessi termini per l’anno 1995,
comprese le quote dei Comuni, che rimangono tali e quali.
Gli ultimi argomenti, relativi all’attività della Comunità
montana, comprendevano tra
l’altro la designazione dei
rappresentanti nel Consiglio
direttivo dell’ente di gestione
del Parco della vai Troncea
(Renzo Perrot, Giorgio Bertea, Fabrizio Brun Toya) e
l’adesione al Consorzio interaziendale per la formazione
professionale in vai Chisone.
Questo atto ha suscitato molte domande sulle reali possibilità, per gli allievi dei corsi
di formazione, di trovare un
L’Asilo di San Germano
lavoro nelle aziende locali.
Le assunzioni non sono automatiche, è stato risposto, e la
presentazione nel consorzio
di un ente pubblico con una
quota minima di partecipazione non gli assicura molta voce in capitolo.
È stato poi approvato un
progetto per la sistemazione
della strada di Pian dell’Alpe
nel Comune di Usseaux, con
un contributo di 289 milioni
circa, erogato sui fondi Cee.
Inoltre è da segnalare la nascita di un nuovo gruppo
consiliare, «Innovazione e
qualità», che comprende per
ora tre consiglieri e si colloca
nell’area popolare. 11 portavoce del gmppo ha dichiarato l’intenzione di non aderire né alla maggioranza né
alla minoranza ma di prendere le proprie decisioni
mantenendo la più completa
autonomia.
mati con l’attuale formulazione della Finanziaria ’96: a rischio vi sono non solo le
scuole elementari dei Comuni
montani ma anche l’autonomia della scuola tecnica per
geoirietri e ragionieri di Lusema. Infine è stato ricordato
il problema del nuovo sistema di abbonamento integrato
per i mezzi pubblici che
consentirà a un pendolare di
prendere, con un solo abbonamento, treno + autobus o
tram: le tariffe saranno più
elevate e la cosa sta preoccupando molto i pendolari della
valle che utilizzano un . solo
mezzo di trasporto (il treno) e
che si vedrebbero penalizzati.
Mercedes Bresso
Sulle varie richieste Mercedes Bresso ha dimostrato di
conoscere a fondo i problemi,
da quello della viabilità a
quelli tipici della montagna:
«Una montagna - ha ricordato
la presidente Bresso - che
non solo si dimostra vitale ma
anche segnala in molti casi un
aumento di popolazione». Sui
'problemi specifici Bresso ha
ricordato che l’abbonamento
integrato sta partendo ora e di
fatto andrà a privilegiare che
usa più mezzi e fino ad oggi è
stato invece penalizzato; sono
però allo studio incentivazioni tipo il viaggio gratuito la
domenica per il o la coniuge
del pendolare, tariffe ridotte
per le famiglie con più fruitori del mezzo pubblico, possibilità di coinvolgere al più
presto nel piano di integrazione anche quelle autolinee locali ma importanti come la
Sapav garantendo integrazione di orario e abbonamenti
anche all’alta valle.
Sui rischi delle scuole montane Mercedes Bresso ha posto l’accento sulla necessità
di arrivare a un federalismo
scolastico per cui le scelte
vengano effettuate a livello
regionale, potendo così meglio valutare le singole situazioni ed evitare tagli che impoveriscono culturalmente ed
economicamente le valli.
Successo di «Tuttomele» a Cavour
Segnali positivi
per la frutticoltura
Il successo dell’iniziativa
«Tuttomele», che da sedici
anni vede riunirsi a Cavour
decine di migliaia di visitatori, è ormai un dato assodato;
la sagra del kiwi a Bibiana
continua a riscuotere apprezzamento. Si tratta di un segnale positivo per la frutticoltura pinerolese. Intorno alla
festa della mela ruotano mostre, convegni tematici, spettacoli di tutto rilievo, ma anche l’aspetto economico diretto e indotto è interessante.
«Tuttomele» ha saputo rimettere al centro dell’attenzione
un frutto la cui coltivazione è
assai diffusa nella zona quanto spesso poco valorizzata.
Nello stesso tempo è un po’
tutta la frutticoltura dell’area
ad avvantaggiarsene.
Dietro questa crescita di
produzione e di immagine
c’è, da oltre 40 anni, l’attività
del Cifop, il Centro di incremento della frutticoltura Ovest Piemonte, un vero e proprio consorzio di Comuni che
fornisce assistenza tecnica ai
frutticoitori dei Comuni associati e cioè Bibiana, Bricherasio, Campiglione, Cavour,
Garzigliana, Lusema San
Giovanni, Lusernetta, Osasco, Pinerolo, San Secondo.
In questi Comuni la superficie investita a frutteto raggiunge i 1.600 ettari dei quali
800 a melo, 350 a pesco, 200
a pero e 250 ad actinidia, generalmente impiantata negli
ultimi 10 anni. Naturalmente
sono presenti anche altre col
INFORMAGIOVANI VAL PELLICE
Via Roma 45 - Lusema S. Giovanni - 0121/900245
spazio adolescenti
per confrontarsi sui temi dell’identità, la sessualità,
la vita affettiva, irapporti sociali, ecc.
Ogni martedì dalle ore 17 alle 19
tivazioni (albicocco, susino,
cachi) per un totale di circa
60 ettari. Se la maggior parte
della superficie frutticola di
quest’area è dedicata al melo,
è altrettanto vero che la varietà largamente più diffusa è
la tradizionale Golden delicious anche se, specie negli
ultimi anni, è in atto un recupero, con innesti nuovi, di antiche varietà locali.
Nel rilancio dell’immagine
di questo frutto una parte non
indifferente è dovuta alle
molte esperienze di lotta integrata agli attacchi dei molti
parassiti con cui le coltivazioni devono fare i conti. Gli oltre 20 trattamenti chimici di
qualche anno fa sono stati
drasticamente ridotti; con la
lotta guidata si valuta ogni intervento alla luce del clima,
dell’umidità, si utilizzano
trappole per i parassiti; è stata
sperimentata, su una superficie ridotta di melo e di pesco,
la lotta biologica che ha consentito di ridurre dell’80%
l’uso di insetticidi. Analoga
iniziativa è quella di installare delle casette-nido per il ripopolamento nei frutteti delle
piccole specie di uccelli insettivori. Giunto al terzo anno
questo progetto conta l’adesione di una quarantina di
aziende (80 ettari con 650 nidi installati, il 70% dei quali
effettivamente utilizzato dagli
uccelli). Com’è dunque evidente tutti questi interventi
specifici sono mirati a un miglioramento qualitativo del
prodotto, dell’ambiente e come conseguenza finale dell’
immagine del frutto.
Non è stata una grande annata questa, per la frutticoltura pinerolese: le forti gelate
primaverili hanno causato
un^ perdita quanuficabile nel
50% del prodotto'con punte
del 100% per l’albicocco in
talune zone.
9
m VENERDÌ 24 NOVEMBRE 1995
E Eco Delle ^lli ^ldesi
PAG. Ili
Un apporto alla prima educazione
Acquaticità^ risorsa
per i più piccoli
CARMELINA MAURIZIO
Dopo circa un anno di interruzione riprende a
Torre Pedice l’attività di acquaticità organizzata dalT-Usl
10, Distretto vai Pedice, condotta dada puericultrice Maura Bertin. «Dal mano 1992
presso la struttura del Ciao
(Centro integrato attività opportunità), in via Volta 5, si è
svolta un’attività di acquaticità che ha visto coinvolti
pubblici e privati - spiega
Maura Bertin Quest’anno
in particolare saranno coinvolti il nido comunale, l’assodazione “Cucù la nuvola”,
l’istituto per handicappati
gravi e gravissimi «Uliveto»
di Luserna San Giovanni, il
servizio di riabilitazione
dell’Usi 43, le scuole materna ed elementare'di Luserna
con la presenza di bambini
portatori di handicap, il Usti
di Perosa Argentina e il Ciao
di Torre Pellice».
L’iniziativa, che è giunta al
suo quarto anno di vita, vuole essere un momento importante nell’educazione della
prima infanzia e degli adulti
portatori di handicap o di disagio psicofisico e si avvale
della struttura del Ciao dove
sono stati attrezzati due locali attigui, uno adibito a spogliatoio, l’altro per l’attività
in acqua con una piscina laghetto-baby che misura 4
metri per 6 ed è profonda 60
centimetri. «L’attività di acquaticità non è un addestramento al nuoto o un “qualcosa ” che ha a che fare con la
tecnica e la competizione spiega la puericultrice
obiettivo principale è invece
quello di ritrovarsi in acqua,
di stare bene con se stessi e
con gli altri, di divertirsi con
ogni forma di gioco. L’esperienza in acqua è un momento socializzante e l’acqua è
un ottimo intermediario per
la relazione, stimola la comunicazione, contiene la persona, facilita i movimenti, so
prattutto per le persone spastiche o con compromissioni
motorie a più livelli. In questo senso là presenza della
piscina laghetto-baby presso
il Ciao ha permesso di allargare l’esperienza a tutti gli
utenti, anche a quelli che per
gravi compromissioni fisiche
non possono usufruire della
piscina pubblica.
Inoltre il fatto che l’attività
si svolga all’interno della
struttura del Ciao ha permesso un ’apertura della struttura
al territorio, favorendo sia la
conoscenza del servizio, sia
una reale integrazione fra ragazzi, bambini e genitori e
operatori; infatti alcuni ragazzi del centro sono coinvolti nell’attività in acqua dei
piccoli, collaborando attivamente con le educatrici alla
predisposizione e al riordino
dei locali, instaurando un
rapporto con i bambini sia
nel momento del gioco sia nel
cambio».
Ad’attività, che dal 1992 ad
oggi ha visto la presenza e la
frequenza di oltre mille bambini tra 0 e 3 anni provenienti
dada vai Pedice, vai Chisone
e dal Pinerolese, oltre che i
gruppi e le associazioni possono prendere parte anche
tutti i bambini compresi nella
fascia d’età 0-36 mesi del territorio dell’Usi 10 accompagnati da un adulto: in particolare il mercoledì dalle 14,30
alle 17,30, per i piccoli fino a
18 mesi, e il lunedì dalle 14
alle 17, per i bimbi da 18 mesi a tre anni; è ovviamente
necessario osservare alcune
norme igieniche (cuffia per
piccoli e grandi, ciabatte, mutandine plastificate per i bimbi, accappatoio o asciugamano) ed è possibile per i piccoli consumare una merenda nei
locali predisposti dai ragazzi
del Ciao. Per informazioni e
iscrizioni ci si può rivolgere a
Maura Bertin (telefono 0121953131) oppure direttamente
al Ciao a Nives o Luisa (tei.
0121-91566).
Ricco il programma, molti gli iscritti
Una sezione «Unitre»
anche a Perosa
MILENA MARTINAT
Da quest’anno a Perosa ha
preso il via l’attività di
una sezione staccata dell’Università della terza età di Pinerolo. Ne abbiamo parlato con
Elena Ganglio, che con Lucia
Sorbino si occupa ded’organizzazione dell’attività.
«L'idea è venuta all’assessorato alla Cultura del Comune, per portare un po’ di
iniziative culturali in valle spiéga Elena Ganglio -. Siamo partite dall’idea, poi abbiamo formato il gruppo in
un secondo tempo. Abbiamo
iniziato a lavorare a settembre e con il mese di novembre
sono iniziati i corsi. I docenti
che abbiamo interpellato
hanno accettato con molto
entusiasmo e alcuni, sentendo
parlare del progetto, si sono
offerti spontaneamente».
I corsi attivati sono dieci:
medicina (dr. Flavio Maina);
psicologia (prof. Saura Fornero); letteratura italiana
(prof. Eliana Bertalotti. Gariglio); lingua e letteratura
francese (dr. Giovanna Purpura Calvetti^, storia (prof.
Renzo Furlan); storia dell’arte e del costume (Silvano
Bertalot); storia delle minoranze nazionali e linguistiche
(Giampaolo Giordana); il
«giardino nella storia» (prof.
Corinna Gianasso); cultura
religiosa (a cura della parrocchia di Perosa e della Chiesa
valdese di Pomaretto); bridge
(Mauro Deusebio).
Ogni corso si tiene presso
la sala consiliare della Comunità montana a Perosa Argentina ed è articolato in due ore
(15-17) ogni 15 giorni. Ogni
giorno quindi una lezione diversa per permettere agli studenti di poter seguire, eventualmente, anche tutti i corsi.
Per regolamento nazionale i
docenti non possono essere
pagati, c’è il divieto di far acquistare libri di testo e di interrogare gli studenti.
«Gli iscritti sono in continuo aumento: attualmente
siamo arrivati a 160. L’85%
sono donne e l’età media è di
circa 60 anni - dice ancora
Elena Ganglio -. La maggioranza di loro proviene da Perosa, rinasca, Villar Perosa e
Pomaretto, ma qualcuno proviene anche da San Germano,
Inverso Pinasca e dall’alta
vai Chisone. Tenendo conto
che l’iscrizione costa 50.000
lire gli iscritti possono anche
partecipare ai corsi che si
tengono a Pinerolo».
Chi volesse ancora iscriversi può farlo presso Elena Gariglio, al negozio di Foto ottica di Perosa Argentina (tei.
0121-81282 e 81135).
Perosa Argentina: l’ngresso della Manifattura
I vaccini per
l'influenza
Come gruppo di medici di
famiglia del territorio vai Pellice-ex Ussl 43 vorremmo
esprimere alcune perplessità
riguardo alla gestione della
campagna di vaccinazione
antinfluenzale da parte della
Usi 10.
Fino allo scorso anno, sia
pure tra molte difficoltà, veniva concesso al medico di
base di vaccinare i propri assistiti nel proprio studio; questo era ben accetto da parte
della popolazione che univa
alle consuete visite dal proprio medico anche la vaccinazione, e a nostro modo di vedere consentiva di raggiungere un numero maggiore di assistiti appartenenti alle fasce
e alle patologie a rischio;
inoltre il ruolo del medico attento alle misure di prevenzione era giustamente posto
neH’ottica corretta.
Quest’anno è stato invece
pensato altrimenti; ai medici
di base sono concessi vaccini
per il 2% del numero totale
dei propri assistiti, destinati ai
pazienti non deambulabili per
vaccinazioni a domicilio; tutti
gli altri in coda presso gli ambulatori Usi.
Noi crediamo che se viene
lanciata una campagna vaccinale devono essere finanziati
i fondi per usare e potenziare
anno dopo anno tutti i presidi
e le figure professionali possibili, in modo da permettere
nel modo più agevole al maggior numero possibile di assistiti a rischio di accedere a
questa forma di medicina preventiva; in caso contrario, ad
esempio mantenendo lo stesso numero di vaccini degli
anni precedenti, si fa un’opera valida ma utile solo alle fasce più attente, determinate,
colte e interessate a tutto ciò
che le circonda.
Siamo rammaricati di tutto
questo e vorremmo che non si
pensi che siamo mossi dal fattore economico: crediamo sia
chiaro a tutti che 10.000 lire
lorde per un atto medico,
comprensivo di siringa e tutto
il resto, sia da considerare solo alla stregua di rimborso
spese.
È unicamente il rincrescimento che la scarsa omogeneità di comportamento dei
medici di famiglia abbia consigliato l’Usl di appiattire tutti i medici su posizioni di retroguardia invece di promuovere incentivando le esperien
ze positive e gratificanti dal
punto di vista professionale
che ci ha spinto a questa protesta pubblica.
doti Danilo Mourglia
(seguono 11 firme di medici)
Conservare
i monumenti
Sul numero del 3 novembre dell’Eco delle valli valdesi è comparsa una lettera intitolata «Salvare l’ex merlettifido», che manifestava forte
preoccupazione nei confronti
di un progetto previsto dal
piano regolatore del Comune
di Pinerolo per l’abbattimento del Merlettificio Turk
di via Moirano, importante
monumento di archeologia
industriale, emblema di un
lungo periodo di sviluppo
economico cittadino; in proposito condivido pienamente
le lamentele sulla difficoltà
che incontrano cittadini sensibili nel far capire ai propri
amministratori il valore storico di un monumento. Dal
momento che, in quanto redattore della rivista locale
«La beidana, cultura e storia
nelle valli valdesi», ho a cuo
re (come molti altri cittadini
sensibili) il problema della
conservazione del patrimonio
culturale, colgo l’occasione
gentilmente offertami da questo settimanale per avanzare
una modesta proposta.
Qualsiasi progetto di conservazione di uno specifico
monumento, per meritare l’attenzione degli amministratori,
necessita di una conoscenza
approfondita dell’oggetto,
mediante una ricerca storica.
La divulgazione di queste conoscenze acquisite da parte di
pochi interessati deve andare
oltre lo scarno trafiletto di un
giornale e colpire più a fondo
l’interesse dei molti cittadini
davvero sensibili.
Desidero invitare chiunque
fosse interessato a collaborare
in vario modo (con articoli,
lettere o fornendo informazioni), a partire naturalmente
dalle firmatarie della lettera
sopraccitata, alla diffusione di
progetti di valorizzazione di
questo 0 altri monumenti di
storia locale, a rivolgersi alla
redazione della nostra rivista
(«La beidana», presso Società
di studi valdesi, via Beckwith
3, 10066 Torre Pellice; tei.
0121-932179).
Marco Fratini
Luserna San Giovanni
Pinerolese
Vini Doc
la prossima
stagione
Dal prossimo anno, probabilmente anche il Pinerolese
otterrà la denominazione di
origine controllata (Doc) per
alcuni dei vini prodotti: barbera, bonarda, dolcetto, freisa, doux d’Henry e ramìe.
Proprio per valorizzare queste
produzioni la Càntina sociale
di Bricherasio, con la collaborazione della Provincia di
Torino e la Camera di commercio di Torino, ha organizzato, sabato scorso, presso il
ristorante Flipot di Torre Pellice e in precedenza alla Foresteria valdese, la ràssegna dei
«Vini e sapori della terra pinerolese».
Nella prima parte dell’incontro è stata realizzata un^
degustazione dei prodotti gastronomici e si sono potuti
vedere e ascoltare l’esposizione delle cooperative locali, e un concerto della Badia corale vai Chisone; la
scarsa informazione sull’avvenimento è stata forse alla
base dell’esigua partecmazione della popolazione. E stata
una successiva tavola rotonda
ad evidenziare le opportunità
di rilancio dell’agricoltura in
un territorio montano come il
nostro. Esperti del settore vitivinicolo e alimentare hanno
sottolineato come i prodotti
locali, le tradizioni, i piatti tipici siano spesso conosciuti e
consumati solo localmente
mentre un’adeguata operazione di pubblicizzazione e diffusione potrebbe consentire
di allargare in modo significativo clientela e amatori. Bisognerebbe cominciare dalla
scuola, è sfato detto, dove si
formano operatori turistici e
gastronomici, ma il discorso
deve passare anche fra gli
agricoltori e gli stessi amministratori locali. Una nuova
consapevolezza potrebbe
consentire di valorizzare al
massimo le occasioni che si
presenteranno sul piano turistico, a cominciare dà quella
dei campionati mondiali di
sci del Sestriere.
Provincia
Appello per
la viabilità
Il consigliere provinciale
della Lega Nord Piemont Alberto Trazzi ha presentato
un’interrogazione all’assessore competente per migliorare la viabilità nel Comune di
Pomaretto, con particolare riguardo per l’utenza dell’ospedale valdese. Trazzi chiede di
valutare l’opportunità di un
prolungamento del percorso
delle autolinee Sapav in servizio sul percorso Pineroloval Chisone, in modo da
comprendere una fermata a
Pomaretto, proprio nelle vicinanze dell’ospedale. Oggi gli
autobus che servono la vai
Chisone fanno capolinea o
fermata a Perosa, in piazza III
Alpini, a oltre un chilometro
dall’ospedale, costringendo
chi vi si deve recare a una
passeggiata lunga e spesso disagevole, soprattutto considerando che non tutta la strada
da percorrere è fornita di
marciapiede. Inoltre, la linea
Perosa-Prali, che ha una fermata vicino all’ospedale, non
ha orari compatibili con quelli della vai Chisone e si limita
ad offrire un servizio mattutino utilizzabile solo dagli abitanti della vai Germanasca.
San Germano
Paesaggio
agrario e
architettura
MARCO ROSTAM
Si diffonde positivamente
la convinzione chp il
patrimonio storico-culturale e
lo sfaccettato insieme di ambienti della montagna siano
una risorsa preziosa e limitata che rischia di andare perduta e di venire alterata per
ragioni puramente economiche e per incuria e abbandono. Dunque si tratta di operare, sia sul piano culturale che
su quello legislativo, da parte
dei Comuni é delle Comunità
montane, per tutelare tali risorse.
Dopo il riuscito convegno
organizzato a Torre Pellice
nello scorso giugno sulle borgate di montagna, ora è la
volta della vai Chisone; venerdì 8 dicembre, presso la
sala valdese di San Germano
Chisone, con inizio alle ore
9, si terrà un convegno su
«Paesaggio agrario e architettura rurale», organizzato dall’Associazione parco comunale Villa Widemann, dai
Comuni di San Germano e di
Pramollo. Nella mattinata si
ascolteranno contributi distudiosi sul paesaggio rurale
della vai Chisone, sul torrente e sui ponti, sulla valorizzazione degli oggetti e dei segni della cultura materiale,
sui modi dell’abitare in montagna, sulla dinamica degli
insediamenti abitativi e sulla
pietra di Malanaggio. Dopo il
pranzo è prevista una visita
guidata a borgate di San Germano e Pramollo e poi 1’
apertura di una mostra con
fotografie, disegni, toponimi
sul tema del convegno.
Nella stessa giornata dell’S
e fino al 10 dicembre sarà anche aperta la mostra su Pierre
Edouard Rostan, medico e
botanico sangermanese scomparso nel 18^95, che era già
stata allestita presso il Centro
culturale valdese: rileggere
l’attività di quest’uomo potrà
essere uno stimolo ad operare
nell’oggi per una gestione del
territorio e delle sue risorse
che sappia mettere insieme la
necessità di proteggere e tutelare con la capacità di innovare e trasformare.
Per partecipare al convegno occorre rivolgersi a Daniela Carla Beux, tei. 581147
o al Comune di Pramollo, tei.
e fax 58619.
Casa valdese
via Alessandro Farnese 18
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cerca una impiegata a tempo pieno con le mansioni di
governante
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gestione del personale,
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mensa e di ospitalità e sarà
titolo preferenziale la conoscenza delle lingue.
Inviare curriculum e disponibilità alla: Direzione
della Casa valdese - via
Alessandro Farnese, 18 00192 Roma, entro il 15 dicembre 1995.
Roma, 15 novembre 1995
Per il consiglio deH’API
Casa valdese
arch. Paolo Landi, presidente
tei. 06-321.82.22
ÍM
10
PAG. IV
E Eco J
VENEPU)Ì 24 NOVEMBRE 1995
Alimentazione e mangiare sano
+,■ *
La ciotola
d^argilla
VALER» FUSETTI
L'K rapa è un un tipo
di verdura molto diffuso nei paesi a clima freddo:
gli orti di famiglia, ^le Valli, ne sono spesso ben fomi,ti, e giustamente. La rapa,
inpltre, è anche un eccellente rimedio per chi deve curare una tosse persistente o
una fastidiosa bronchite. I
principi costituenti sono, innanzitutto, numerosi sali
minerali, tra cui calcio, fosforo, potassio, arsenico e
magnesio. Questi sali minerali ne fanno un’ottima verdura rivitalizzante. Un’elevata percentuale di zuccheri
(7,5%) unita alla presenza di
vitamine A, C e B fanno sì
che sia anche un alimento
energetico e perciò utile per
una dieta invernale, soprattutto cruda in insalata per
tutti coloro che seguono diete contro l’obesità. Vi consiglio vivamente di non gettare via le foglie più tenere
ma di tagliuzzarle e aggiungerle all’insalata o nei minestroni: sono infatti ricche di
ferro e rame.
Contro la tosse
Per ottenere uno sciroppo
adatto a curare tosse e bronchite prendete una rapa appena colta dall’orto, è infatti
necessario che sia freschissima, poi lavatela bene, tagliatene via 1/3 e scavatela. Dopo queste operazioni avrete
ottenuto ima «tazza» di rapa:
riempitela di zucchero e in
alcune ore si formerà lo sciroppo: prendetelo a cucchiaini da caffè ogni 2 ore.
Naturalmente dovrete usare
le rape più grosse del vostro
orto e, quando siete a metà
del vostro sciroppo, preparatene un’altra. Nelle nostre
cucine le rape, per lo più,
sono usate bollite o al vapore come contorno, mentre
nei paesi scandinavi entrano
come componenti in ottime
zuppe e minestre, e quella
che segue è una ricetta che
viene dalla Danimarca.
Minestra di rape
Ingredienti: per 6 persone:
gr. 700 di rape; gr. 40 di
burro; 1 cipolla grande; 1 patata grande; di 9 di brodo di
verdure o di pollo sgrassato;
di 3 di latte; 1 cucchiaio di
prezzemolo tritato; sale e
pepe quanto basta. Pelate le
verdure e dopo averle ben
lavate e affettate mettetele,
con il burro, a cuocere a
fuoco lento in una casseruola coperta. Mescolate ogni
tanto in modo ohe non attacchino e, dopo dieci minuti,
aggiungete il brodo che avete scelto. Riportate a ebollizione, aggiungete sale e pepe a piacere, lasciate cuocere il tutto, con la casseruola
coperta, per trenta minuti. A
questo punto le verdure dovrebbero essere ben cotte,
perciò passatele con il passaverdure, rimettete il tutto
nella pentola, aggiungete il
latte e riportate al punto di
bollitura; prima di spegnere
cospargete il brodo con il
prezzemolo. Servite in tavola con fette di pane vecchio
passato al Tomo.
Rape glassate
Un altro piatto gustoso e
nutriente, che può essere un
piatto unico per chi è vegetariano o un ottimo contorno per bolliti o costine di
maiale, sono le rape glassate (per 4 persone). Ingredienti: gr 6(X) di rape possibilmente piccole, gr 25 di
burro o margarina; gr 25 di
zucchero di canna; 2 cucchiai di brodo di pollo ipocalorico, sale e pepe quanto
basta. Lavate le rape, sbucciatele e tagliatele a cubetti;
mettetele da parte e in una
cassemola piccola portate a
bollore poca acqua salata,
buttate le vostre rape tagliate, coprite e da quando ricomincia a bollire l’acqua
contate 10 minuti; spegnete
e scolate le rape. In una padella antiaderente fate sciogliere il burro, aggiungete
lo zucchero e il brodo, girate bene con il cucchiaio di
legno in modo che gli ingredienti si amalgamino bene e poi aggiungete le rape
cotte. A fuoco basso riportate a bollore e girate i cubetti di rapa delicatamente
in modo che si coprano
uniformemente dello sciroppo: un attimo prima di
spegnere spolverizzate con
un po’ di pepe.
Cantina Sociale di Bricherasio
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Freisa del Pinerolese pedemontano
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DELLE VALLI VALDESI
tei. 011-655278, fax 011-657542
Sport
VOLLEY: ANCORA BENE LE RAGAZZE IN B2 —
Quarto successo consecutivo per le ragazze del Magic Traco Pinerolo in B2 di pallavolo; opposte in trasferta al
Sanitars Brescia le pinerolesi hanno ottenuto un buon 3 a 0
pur soffrendo non poco nel secondò set. Ancora una sconfitta invece per la squadra maschile in Cl: in casa il Body
Sistem ha perso per 3 a 0 con il Novi.
Nelle categorie minori l’Under 16 maschile del 3S Pinerolo
ha superato, dopo due ore e mezzo di avvincente confronto,
10 Sportidea di Torino per 3 a 2. Anche la formazione under 16 femminile del 3S Lusema ha vinto, questa volta per
3 a 0 a Volverá. Da segnalare anche la nomina del tecnico
del 3S Massimo Goss a selezionatore della rappresentativa
provinciale femminile.
CALCIO: PER IL PINEROLO UN BEL PARI A VIAREGGIO — Positiva trasferta in Toscana per il Pinerolo
calcio che domenica scorsa è riuscito a portare a casa un
bel pareggio (2-2) dopo un incontro altalenante con gli
ospiti in vantaggio di due reti e poi raggiunti dalla squadra
di casa. Fabbrini e Raimondi i due marcatori dei biancoblù
che domenica prossima saranno impegnati in casa nel
derby con il Moncalieri. Per il Saluzzo invece ancora un
pari,-questa volta in casa con l’ultima in classifica Nizza
Millefonti. L’Aosta, battendo il Pisa, si isola in testa alla
classifica. In Promozione, ennesimo pareggio per il Luserna, 0 a 0 in trasferta con il Don Bosco. Al comando del girone C si trova, in solitudine, il Giaveno.
PALLAMANO: MALE IL 3S — In società speravano in una
vittoria, ma il 3 S nel campionato di pallamano femminile
di serie B ha subito un’altra sconfitta. E delusione perché la
formazione è mancata soprattutto in zona gol: molte azioni
infatti non sono state concretizzate mentre le avversarie sono andate più volte a rete con una certa tranquillità. 16 a 4
11 risultato finale in attesa di tempi migliori; il prossimo appuntamento è per il 2 dicembre, al palazzetto di Pinerolo
quando il 3S affronterà le lombarde del Ferrarin Milano.
TENNIS TAVOLO — Una sola vittoria per la Polisportiva
Valpellice nell’ultimo turno di tennis tavolo. La Cl nazionale ha infatti perso per 5 a 3 ad opera dell’ottimo Ciriè; di
Davide Gay (2) e Malano (1) i punti., Vittoria invece per la
C2 regiontde che sconfiggendo il Villar Perosa per 5 a 3 è
alla sua terza vittoria consecutiva e si posiziona al 5“ posto
in classifica. I punti sono stati realizzati da Sergio Ghiri (2),
Piras (2) e Rossetti. Prima sconfitta invece per la D2 provinciale opposta al Valledora Alpignano che ha vinto per 5
a 2; di Belloni e Battaglia i due punti dell’incontro.
Nelle
Chiese Valdesi
ASSEMBLEA DELLE CORALI — Domenica 26 novembre, alle 16, nei locali della chiesa valdese di Pinerolo, si
riunirà l’assemblea delle corali; l’ordine del giorno prevede fra l’altro la rielezione della giunta. Si invitano direttori e rappresentanti ad essere puntualmente presentii
COLLETTIVO TEOLOGICO MIEGGE — Domenica
3 dicembre, alle 17,30, nella sala valdese di San Secondo, proseguirà lo studio su «L’Essere e la finitudine»
tratto dal testo di Paul Tillich, Teologia sistematica.
INCONTRO CATECfflSTI II CIRCUITO — Domenica 26 novembre, alle 15, nei locali della chiesa valdese
di San Germano, si svolgerà un convegno dei catechisti
del secondo circuito.
ANGROGNA — Le prossime riunioni quartierali si terranno al Serre (28 novembre), al Martel (5 dicembre), ai
Jourdan (12 dicembre) e al Prassuit (19 dicembre). Domenica 3 dicembre il culto sarà animato dai bambini della scuola domenicale e del precatechismo i quali trascorreranno tutta la giornata insieme (dalle 10 alle 16,30). Il
culto si terrà nel tempio anziché nella scuola grande. Nel
pomeriggio i ragazzi saranno impegnati in vari laboratori
(canto, drammatizzazione, bricolage).
BOBBIO PELLICE — Domenica 26 novembre, alle
14,30, incontro delle sorelle dell’Unione femminile nella
sala unionista; alle 21, nel tempio, concerto della corale
di Bobbio-Villar. Martedì 28 novembre, alle 20, riunione
quartierale ai Campi.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Venerdì 8 dicembre, a
partire dalle 14,30, nella sala Beckwith, la società di cucito organizza il suo bazar prenatalizio; tutti sono cordialmente invitati.
POMARETTO — Sabato 25 novembre, in occasione
dell’inaugurazione dell’organo restaurato, si terrà un
concerto nel tempio, alle 20,30. Partecipano là corale
valdese di Pomaretto, l’organista Walter Gatti e il soprano Elena Martin. Le prossime riunioni quartierali
avranno luogo il 4 dicembre, ore 20, ai Masselli, il 6 alle
ore 20 ai Pons e il 6, alle ore 20,30, alla Lausa.
PRALI — Le prossime riunioni quartierali saranno il 24,
ore 19,30, a Malzat e il 5 dicembre, ore 20, a Ghigo.
SAN GERMANO — Domenica 26 novembre il culto, alle
10, sarà curato dal precatechismo. Domenica 3 dicembre,
alle 10, l’assemblea di chiesa è chiamata ad eleggere il
nuovo pastore; tutti i membri elettori sono invitati ad intervenire.
TORRE PELLICE — Le prossime riunioni quartierali saranno agli Appiotti, venerdì 24, ore 20,30 e ai Simound,
martedì 28, ore 20.
VILLASECCA — Le prossime riunioni quartierali si svolgeranno il 4 dicembre a Villasecca, il 5 a Serre Marco e
il 6 ai Trussan; inizio ore 20.
23 novembre, giovedì — RINASCA: Alle 21,30, nel capannone della Pro Loco, concerto di
Giuliano Palma & Blue Beaters;
ingresso lire 15.000. Organizzano Radiò Beckwith, Le Baladin e
il Gruppo giovani di Pinasca.
23 novembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30,
per l’anno accademico ’95-96 dell’Unitre, alla Casa valdese, il dr.
Danilo Mourglia parlerà su «Salute, malattia, invecchiamento:
pregiudizi e abitudini scorrette».
24 novembre, venerdì —
PRAGELATO: Alle 21, presso
la sala mostre, Alex Berton parlerà su «la storia del Escartons,
1000-1713».
24 novembre, venerdì — PINEROLO; Il deptitato federalista liberaldemocratico Lucio Malan incontrerà la popolazione alle
21, all’hotel Cavalieri.
25 novembre, sabato —
BOBBIO PELLICE. Nel tempio valdese, alle 21, si svolgerà
un concerto dei cori La Draia ed
Eiminal e della corale valdese di
Bobbio e Villar Pellice.
25 novembre, sabato — SAN
GERMANO: Alle 21,15 presso
il tempio valdese si tiene un concerto del gruppo «Muzsikas»
nell’ambito della rassegna «I
Musicanti». In programma musiche della Transilvania.
25 novembre, sabato — ANGROGNA: Terminano le repliche in valle di Café Liberté presso la sala unionista; l’incasso
sarà finalizzato a un’azione di
solidarietà a favore del popolo
eritreo che sarà illustrata durante
la serata; inizio ore 21,15.
25 novembre, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
21, all’auditorium comunale,
l’associazione Astrofili Urania
organizza una serata su «Energia
del sole e delle stelle» intervengono i prof. Luigi Briatore e Piero Gaietti.
25 novembre, sabato —
TORRE PELLICE: Alle 20,45,
nel tempio valdese, concerto delle corali di San Giovanni, San
Germano e Torre Pellice.
25 e 26 novembre — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Presso la sala mostre in via Ex
Deportati ed Internati, mostra di
bambole di lana realizzate da Miranda Boulard.
■ 27 novembre, lunedì — VILLAR PEROSA: Alle 16,45,
presso la direzione didattica, per
il corso di stofia locale organizzato dal Centro culturale valdese,
il prof. Lorenzo Tibaldo parlerà
su: «Ricostruzione, democrazia e
sindacato».
28 novembre, martedì —
SAN SECONDO: Alle 21, nella
sala consiliare del municipio, il
Comune di San Secondo organizza una serata sul tema: «Energia
dello sviluppo, sviluppo dell’
energia»; intervengono il prof.
Mario Grosso, docente al Politecnico di Torino e l’assessore provinciale all’ Ambiente e alle Risorse idriche, Beppe Gamba.
1” dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 20,45,
presso la Comunità montana in
corso Lombardini 2, a cura del
Gruppo di studio Val Lucerna,
Mario Marchiando Pacchiola
parlerà su «Immagini per sognare: le stelle di carta. Cento anni
di cinema».
1" dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Nel tempio
valdese, alle 21, concerto del
bluesman nero Guy Davis (la
musica del Delta del Mississipi)
organizzato da Radio Beckwith e
dall’associazione Le Baladin.
1° dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
presso la sede della Bottega del
possibile, serata sul tema «L’
handicap interpella la comunità
locale»; intervengono Giancarlo
Sanavio, Fosco Foglietta e Fortunato Rao.
2 dicembre, sabato — TORRE PELLICE: Alle 15, nella
sala consiliare del municipio, il
Movimento federalista europeo
propone un incontro sul tema:
«La Resistenza in Europa: 50 anni di memoria»; intervengono il
prof. Giorgio Vaccarino e il prof.
Alfonso Sabatino. Federalismo,
Resistenza, Carta di Chivasso saranno al centro del dibattito.
■ valli *
iRMÀNASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 26 NOVEMBRE
Villar Perosa: Farmacia De
Paoli - V. Nazionale 29, 51017
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 26 NOVEMBRE
Luserna San Giovanni: Farmacia Savelloni - Via F. Blando 4 - (Lus. Alta), tei. 900223
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
Cinema
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma, giovedì 23 e venerdì 24
novembre, ore 21,15, La natura ambigua dell’amore; sabato, ore 20 e 22,10, L’uomo
delle stelle; domenica, ore 16,
18, 20 e 22,10 e lunedì 21,15,
Dredd: la legge sono io.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 24 novembre, ore 21, Il
soldato molto semplice Ivan
Chonkin; sabato 18, ore 21,
Oltre Rangoon; domenica,
(14,15, 16,30 18,45, 21) e lunedì (21) martedì (21), e giovedì (21), Die hard: duri a
morire.
PINEROLO — La multisala
Italia propone, alla sala «Scento» Il profumo del mostro selvatico; feriali ore 20,15 e
22,20, sabato 20,15 e 22,30,
domenica 14,30, 16,30, 18,15,
20.15 e 22,20. Alla sala «2cento» Captìves, prigionieri; feriali 20,15 e 22,20, sabato
20.15 e 22,30, domenica 14,30,
16,30, 18,L5, 20,15 e 22,20.
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vari:
tei 0121-40181.
CERCASI nelle Valli, altitudine m 1.100-1.300, bilocale
metà luglio-fine agosto ’96.
Ferraris, tei. 011-8196670.
Venerdì r dicembre
ore 21, namfa)
L’Eco DaiE Valu Valdesi
L’Eco DEae Vaui Valdesi
Via Pio V, 15 • 10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 -10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
Sped. in abb. post./50
Pubbllcazkxw unHaria con RIfomia
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunal« di Pinerolo n. 17S/60
Rosp. Franco Qlamptccoll
Stampa: La QhlalaHana Mondavi
Una copia L. 2.000
11
venerdì 24 NOVEMBRE 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
La convivenza civile e culturale fra commerci, razze, religioni e «nazioni» diverse
Quattro secoli di ecumenismo a Livorno
MAURO DEL MISTA
Mi sembra opportuno
informare i lettori di
Riforma che, nel quadro della
«Settimana dei Beni culturali», indetta dal ministero dei
Beni culturali dal 4 al 12 dicembre, e su sollecitazione
della Regione Toscana, l’amministrazione livornese organizza una serie di visite a luoghi di interesse storico e artistico ritenuti «espressione rilevante e significativa del patrimonio culturale». Il Comune di Livorno ha voluto privilegiare, in questa occasione,
le chiese e i cimiteri storici,
di cui è ricca la città. È interessante rilevare che dei dieci
monumenti inseriti in questo
programma di visite, ben sei
non appartengono all’orizzonte culturale cattolico, a testimonianza non solo delle
particolari vicende storiche
della città, ma anche del suo
secolare spirito di apertura e
di tolleranza.
La colonia
olandese-alemanna
Uno dei monumenti presi
in considerazione è il tempio
olandese-alemanno che si
erige sugli omonimi «scali
olandesi» e che rappresenta
una delle presenze più singolari nel quadro urbanistico
cittadino. Molti hanno fatto
ricerche sulla documentazione relativa a questa struttura
storica, qualcosa è stato pubblicato, come il materiale attinente il cimitero della congregazione; di tutto è stato
opportunamente informato il
Dipartimento regionale dei
Beni culturali che mostra notevole interesse verso il recupero dell’edificio.
Ora c’è la possibilità di
pubblicare le testimonianze
relative alla presenza della
«nazione» olandese (una fra
le tante) in Livorno, per secoli porto franco. Sono infatti
disponibili storia, statuti, regolamenti e la registrazione
dei congiunti, parenti, amici
e discendenti di coloro che
iniziarono la presenza olandese in città.
Dal gennaio di quest’anno,
inoltre, è avviato il progetto
di recupero e utilizzo del tempio. All’iniziativa partecipano
la Regione Toscana, il Comune di Livorno, la Provincia di
Livorno, il consolato tedesco
e quattro delle chiese facenti
parte del Consiglio delle
chiese evangeliche livornesi:
l’apostolica, Pavventista, la
valdese e la battista di Villa
Corridi. Il progetto di recupero e di comune utilizzo delle
strutture è seguito dalla presidenza del tribunale di Livorno, data la necessità di ricostituire ex novo il «Concistoro» della congregazione, ottemperando così agli statuti e
regolamenti della «Nazione
olandese-alemanna», tutt’oggi in vigore.
All’assessorato alla Cultura
e istruzione del Comune è
stata rivolta la richiesta di un
contributo per pubblicare la
documentazione storica completa su tempio e cimitero.
Quattro secoli
di ecumenismo
Da due saggi sull’argomento, il primo di Delfino Del
Tacca, tratto da Enal-labronica nn.l e 2, 1973, il secóndo
del dott. Paolo Castignoli edito con il titolo II libro rosso
della cómunità olandese-alemanna di Livorno (16221911) in «La Canaviglia, IV
(1979)» sintetizzo alcune brevi notizie che possono far
comprendere l’importanza
della presenza protestante in
Livorno nei secoli passati e la
rilevanza dell’operazione di
recupero avviata.
I contatti della Repubblica
Fiorentina con le Fiandre risalgono al 1428, con l’invio
di una delegazione commerciale allo scopo di far conoscere il porto labronico. Ci
vollero alcuni decenni, poi lo
scalo di Livorno cominciò ad
essere usato dagli olandesi,
che furono i priini stranieri a
istituirvi una base commerciale. Sin dal XVI secolo,
scrive il Del Tacca, «gli olandesi nostri, cattolici e protestanti, vivevano in pace fra
loro ed erano collegati alla
madre patria, allora mezza invasa dall’esercito spagnolo».
Sparsi nella città, crebbero di
numero dopo la fondazione
nel 1602 della Compagnia
delle Indie, tanto che nel
1605 vi fu inviato un console
per tutelare i loro interessi
verso il governo toscano. Nel
1607 cattolici (allora in maggioranza) e protestanti, in
perfetta armonia, eressero a
loro spese l’altare di Sant’
Andrea nella chipsa cattolica
di via della Madonna.
Nel 1618 i protestanti ottennero l’apertura di un camposanto per inumare i loro
Fondamento come promessa
TEOLOGIA CONTEMPORANEA
E PROSPETTIVE DELL’ANTROPOLOGIA
Convegno per i 50 anni
della rivista Protestantesimo
Venerdì 24 - sabato 25 novembre
Via Pietro Cossa 40 - Roma
Programma
Venerdì 24 novembre ore 15,30-19 - presidenza P. Ricca
Hans-Martin Barth (Marburgo) Identità e giustificazione per fede
Giovanni Jervis (Roma) Persona, soggetto, società
Mario Miegge (Ferrara) Storia e promessa
Sabato 25 novembre ore 9-12 - presidenza E. Bein
Luigi Sartori (Padova) Chiesa e giustificazione
Cettina Militello (Roma) Storicità e identità delta donna
Marco M. Olivetti (Roma) Fondamento, identità, differenza
Sabato 25 novembre ore 15,30-19 - presidenza S. Rostagno
«Extra nos» 7 II contesto
femminista
La tecnologia nel XX sec.
Permanenze e rotture
Conclusioni
Per Informazioni tei. 06-3219729, fax 06-3201040
Elizabeth E. Green (Roma)
Klauspeter Blaser (Losanna)
Il tempio olandese-alemanno
defunti e nel 1695 il Granduca concesse l’ampliamento e
la recinzione del loro cimitero. «La tolleranza fra le due
religioni, in seno alla comunità - scrive sempre il Del
Tacca - fu psemplare anche
per le altre colonie che la
estesero in ogni forma di rapporto». Tanto che, nonostante
la guerra scoppiata fra Paesi
Bassi e Inghilterra alla metà
del XVII secolo per il controllo dei traffici commerciali, la comunità olandese e
quella inglese di Livorno
conservarono buoni rapporti.
Il 14 marzo 1652 uno scontro
navale «avvenne nelle nostre
acque fra 15 vascelli inglesi e
20 olandesi. I primi ebbero la
peggio; i secondi persero, fra
l’altro, l’ammiraglio Van Galea. Ebbene, qui a Livorno
nòH vi furono conseguenze di
sorta fra i due gruppi nazionali, tranne quella di accogliere pietosamente i rispettivi feriti e curarli...».
Il libro rosso
«Il 1“ maggio 1622 - racconta il Castignoli - si costituiva a Livorno un’associazione intemazionale fra mercanti di provenienza fiamminga e tedesca (olandesi, belgi,
viennesi, amburghesi ecc.).
La nascita della comunità veniva sancita da un solenne documento di contenuto statutario, redatto in un italiano stentato, ma con una nitida stesura calligrafica, e posto in testa
ad un volume pergamenaceo;
alle prime otto sottoscrizioni,
coeve, fanno seguito le ulteriori adesioni'fino al 1911, intercalate da molti verbali di
riunioni e da aggiornamenti
statutari. Il prezioso codice è
detto Libro Rosso della Congregazione Olandese-Alemanna». La congregazione
agì per molti decenni anche
per conto di diversi membri
della Lega anseatica.
Verso la fine del ’600 il
porto di Livorno era uno degli
scali privilegiati del commer-.
do olandese; la colonia poi si
era ben inserita nella città,
partecipando attivamente alla
vita economica, culturale e religiosa. Accanto a tedeschi,
austriaci e inglesi erano presenti anche turchi, ebrei e cittadini dell’Est europeo, in una
singolare e pacifica convivenza di razze e religioni diverse.
Livorno fu Tunica città italiana che non ebbq un vero e
proprio ghetto ebraico.
Verso il recupero
del tempio
Per quanto riguarda in particolare i protestanti della colonia olandese-alemanna, nel
1773 essa ottenne di poter
avere Un pastore residente,
Giovanni Paolo Schultesius,
uomo di grande cultura, amico del Foscolo, mentre l’attuale tempio di cui abbiamo
parlato, noto come chiesa
olandese, veniva inaugurato
nel 1864. In esso furono tenuti per decenni i culti della comunità e furono ospitate manifestazioni culturali e religiose'. Ancora nell’ultimo dopoguerra fu sede, per la sua felice acustica, di decine di concerti. I protestanti stranieri residenti a Livorno sono ormai
ridottissimi di numero: i più
fanno parte della locale chiesa
valdese e il tempio quindi è
chiuso da molti anni. Si spera
comunque di poterlo restaurare, con il contributo pubblico,
per renderlo ancora una volta
un centro vitale culturale e religioso al servizio non solo
degli evangelici livornesi ma
di tutta la popolazione.
Al «Gignoro» di Firenze
Festa d'inverno
Domenica 26 novembre,
presso la comunità evangelica «Il Gignoro», residenza e
Centro per anziani di via del
Gignoro 40 a Firenze, si tiene'a partire dalle ore 15, la
XVI Festa d’inverno. Nel
corso del pomeriggio, grazie
alTapertura delle sale d’incontro, si potrà ammirare l’esposizione dei lavori realizzati a cura dei residenti della
Casa e degli ospiti del Centro
diurno e approfittare del banco gastronomico gestito dal
personale. La Festa sarà una
occasione per condividere
delle piacevoli ore e per conoscere le novità che hanno
caratterizzato l’ultimo periodo, le idee, i progetti e anche
le difficoltà.
Un tavolo informazioni
sarà a disposizione di tutti
per fornire notizie e per ricevere consigli e critiche utili
per il proseguimento del
cammino insieme agli ospiti
del centro. Il ricavato dèlia
festa sarà interamente gestito
dagli anziani e in parte devoluto ad opere di assistenza.
VALPERGA — La comunità battista del Canavese ha rinsaldato i legami con l’assemblea dei fratelli di Santhià, visitandola il r maggio. Vi è stato un culto presieduto dal pastore
Perres e un’agape fraterna.
• n 27 agosto la comunità ha concluso il periodo estivo con
un’agape fraterna nel giardino della chiesa. Su iniziativa
della sorella Marcella Bitonti è stato fatto un acquisto di
scarpe per l’importo di £ 1.700.000 con cui rifornire i bambini di Cemobil che sono stati ospitati nella nostra zona.
• Due matrimòni sono stati celebrati durante Testate: il 31
luglio fra Andò Gianotti ed Elisabetta Bortolozzi e il 12
agosto fra Claudio Berto e Patrizia Luciani.
• Nei mesi passati sono decedute due sorelle e un fratello
della chiesa. I funerali sono avvenuti il 23 marzo per Ezechiele Baldi di Valperga, il 18 aprile per Fatima Grassi di
Favria e il 17 luglio per Maria Grosso di Cuorgnè.
BRESCIA — L’Assemblea di chiesa del 1° ottobre ha riconfermato Alberto Nencini come diacono e, in sostituzione di
Marco Stretti che ha chiesto di non essere rieletto per permettere un avvicendamento nei compiti dei consiglieri, è
stata eletta la sorella Marisa Milani Carugati. A Marco
Stretti va il ringraziamento della chiesa per il lavoro svolto
nel quinquennio trascorso come diacono e alla sorella Milani Carugati, che è stata insediata nel suo nuovo compito durante il culto.del 22 ottobre, vanno gli auguri di buon lavoro
assieme a tutti gli altri membri del Consiglio smesso.
• In questi ultimi mesi diverse famiglie della chiesa sono
state rattristate dalla dipartita di qualche Ipro congiunto. Il 4
settembre è mancato a Ghedi uno zio ancora giovane della
sorella Maria Bonzi Rodolfi; il 6 settembre è morto, per un
incidente nelle valli valdesi, il padre della sorella Ada Malan
Bottari; il 13 settembre è morto in un grave incidente stradale il marito della sorella Matilde Parodi Cordoni. La comunità ricorda con particolare affetto e riconoscenza il pastore
Alessandro Vetta, che ha svolto parte del suo ministero a
Brescia dal 1964 al 1971, deceduto a Torre Pellice il 14 settembre. Siamo vicini a tutti i congiunti di queste persone che
hanno lasciato questa vita, essendo solidali con loro nel dolore e nella comune speranza della risurrezione in Cristo.
bobbio PELLICE — Nel corso del culto in italiano di domenica 26 novembre sarà amministrato il battesimo a Jessica Manavella, di Dante e di Maura Geymonat.
• Pietro Buttigliero non è più tra noi. Ai familiari tutti rinnoviamo l’espressione della simpatia cristiana e la comunione di fede nella resurrezione dei morti in Cristo.
SAN SECONDO — È mancata all’affetto dei suoi cari la sorella Susanna Monnet ved. Ricca; la comunità esprime alla
famiglia la propria simpatia e solidarietà cristiana nella speranza della Resurrezione.
VILLAR PEROSA — L’assemblea di chiesa del 19 novembre
ha rieletto per un secondo settennio il past. Thomas Noffke.
• Le donne delle Unioni femminili delle chiese evangeliche
valdese e metodista del Piemonte, che si sono riunite T11 e
12 novembre per discutere il tema «La famiglia e la chiesa,
la famiglia e la società», in una loro mozione, «chiedono che
11 Senato della Repubblfca italiana approvi al più presto la
legge contro la violenza sessuale, legge che considera la violenza sessuale contro le donne come reato contro la persona
e non come reato contro la morale».
TORRE PELLICE — L’assemblea di chiesa del 19 novembre
ha rieletto per un secondo settennio il past. Bruno Rostagno.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Durante il culto di domenica
12 novembre sono stati insediati i nuovi anziani eletti
dall’Assemblea di chiesa: Mario Geymonat, Luciano
Jourdan, Anida Pons Favout, Riccardo Parise. La stessa
hssemblea ha rieletto per un altro quinquennio Franco Cangioli, Ferdinando Girardon, Paola Pontet ed Enrico Fratini.
POMARETTO — Improvvisamente, a seguito di un incidente
stradale, ci ha lasciati Luciano Breuza, originario di Fontane (alta vai Germanasca). Pur nélla tristezza della separazione, chiediamo al Signore per la sua famiglia la serenità
che viene dalla fede in lui.
Scomparsa la diacona dell'Istituto Taylor
Edna Halpin
Lunedì 9 novembre, nella
chiesa battista di Roma-Centocelle, è stato celebrato il funerale della nostra cara amica
Edna Halpin. Molti di noi, ex
ragazzi delTIstituto G. B.
Taylor, erano assenti, sparsi
ormai per tutta l’Italia e all’estero, ma il dolore nel lasciarla T avevamo già provato
molti anni fa. Nel corso delle
mie rare visite all’Istituto, in
questi ultimi venti anni, Edna
Halpin mi aveva sempre aggiornato su quei numerosi
«Centocellini» che non vedevo da tempo e che erano
sempre rimasti in contatto
con lei, inviandole lunghe
lettere e fotografie: il loro affetto continuava a seguirla.
Per noi Edna Halpin non
aveva età, era <dl Taylor»; ci
ha accompagnati per lunghi
anni della nostra vita e noi
siamo stati la sua famiglia..
Alla porta del suo ufficio bus
savano continuamente bambini da medicare, da consolare,
da istruire. Quante ore passate alla sua scrivania per scrivere le lettere ai «Poster Parents» americani o per leggere (controvoglia) un articolo
del predicatore Billy Graham.
Più tardi abbiamo lavorato
accanto nei nostri due uffici,
per ben cinque anni. Quanti
consigli ho ricevuto da questa
grande, silenziosa lavoratrice
e cristiana fedele.
Molti degli suoi insegnamenti di Edna Halpin mi hanno aiutato nella vita della mia
famiglia e della chiesa. Poche
volte ho colto l’occasione per
manifestare il mio apprezzamento sul lavoro svolto dai
nostri amici missionari nelle
istituzioni e in particolar modo al Taylor, ma a questa diacona va sicuramente tutta la
mia riconoscenza, che non si
estinguerà con la sua morte.
12
PAG. 6 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 24 NOVEMBRE 1995
PAROLA E DIACONIA-2
LA DIACONIA COME
EVENTO DELLA PAROLA
QËRARD DELTEIL
, >P ■
La diaconia vive in relazione con una Parola. È
questo che fa la sua originalità. Questo, e probabilmente
nient’altro: la sua originalità
non dipende dàlie sue azioni,
che spesso non hanno nulla di
specifico. Non dipende dalle
sue motivazioni, che non sono mai univoche. Non dipende neanche dalle sue giustificazioni: c’è l’emergenza e basta. Rispondere a questa
emergenza rientra nella nostra elementare umanità e non
ha bisogno di nessun’altra
giustificazione.
^originalità
della diaconia
L5 originalità della diaconia è di lavorare, di
pensare, di sperare in relazione con una Parola. Suscitata
da questa Parola, la diaconia
è continuamente provocata da
essa.
Proseguendo la nostra lettura di Marco, ci fermiamo
ora ad un piccolo racconto
che passa quasi inosservato
tra gli altri due, che si intromette discretamente tra le
grida della donna sirofenicia
e lo spettacolo della moltiplicazione dei pani: piccolo racconto dell’uomo che nasce
alla parola.
come la ripresa nel bel mezzo
della storia umana di quel
poema della creazione.
A questo eco di Genesi 1,
l’acclamazione della folla ne
aggiunge un altro: «1 sordi li
fa udire, e i muti li fa parlare». Qui si allude a una di
quelle profezie dimenticate di
cui era piena la storia d’Israele: la speranza escatologica
cantata da Isaia, al tempo della grande crisi dell’esilio, come la promessa di un nuovo
Esodo, di una liberazione
deH’intera vita. Il racconto intreccia quei due riferimenti al
poema delle origini e alla
speranza ultima, a Genesi 1 e
a Isaia 35, come per darci
un’unica chiave di lettura.
Ora tutto è a posto per cercare di decifrare il racconto.
Lo farò con tre riflessioni.
La creazione
è davanti a noi
La creazione non'è dietro
di noi, dalla parte delle
origini. È davanti a noi, come
una promessa, e come un
compito. È all’opera nel cuorexiella nostra storia.- Qual è
il fine di questa creazione? È
che l’essere umano si desti alla parola.
All’inizio, tutto sottolinea
l’assenza dell’uomo a se stes
«Gesù partì di nuovo dalla regione di Tiro e, passando per Sidone, tornò verso il
mar di Galilea attraversando il territorio
della Decapoli. Condussero da lui un sordo
che parlava a stento; e lo pregarono che gli
imponesse le mani.
Egli lo condusse fuori dalla folla, in disparte, gli mise le dita negli orecchi e con
la saliva gli toccò la lingua; poi, alzando
gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: “Effatà!” che vuol dire: Apriti!”. E gli si
aprirono gli orecchi; e subito gli si sciolse
la lingua e parlava bene.
Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano; ed erano pieni di stupore e dicevano^ “Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li
fa udire, e i muti li fa parlare”»
(Marco 7, 31-37)
Dal silenzio
alla parola
Vorrei cominciare dalla
fine. Il racconto infatti
mette in scena un itinerario
molto particolare della parola. All’inizio, l’assenza di
ogni parola: un uomo chiuso
nel proprio silenzio.
Al centro una parola, una
sola, di Gesù. Alia fine, la
parola si mette a circolare, si
diffonde; commenta, interpreta e, così facendo, ci dà al pari del coro nelle tragedie
antiche - una chiave di lettura: «Ha fatto bene ogni cosa». È la replica, parola per
parola, del racconto della
creazione in Genesi 1, la sera
dei sesto giorno, e della nascita dell’essere umano come
uomo e donna.
L’atto di Gesù può essere
letto come una nuova Genesi,
so: chiusura su se .stesso, eternità del silenzio. La parola,
egli non può né udirla, né dirla, né probabilmente immaginarla. È possibile esprimere
meglio l’uomo assente a se
stesso, senza legami con gli
altri, perché incapace di comunicare? L’uomo estraneo a
se stesso perché chiuso su se
stesso. Egli porta in sé una
parola, ma essa è prigioniera;
giace, legata, in fondo a se
stesso.
Per questo, all’inizio del
racconto, egli è soltanto oggetto. Oggetto di compassione, certo, di diaconia, dato
che altri lo «portano» a Gesù,
così come amici gli avevano
«portato» il paraliticó di Capemao. Oggetto di discorso o
di soccorso, egli esiste soltanto in modo passivo, come un
corpo sfasciato.
Che cosa succede attraverso rincontro con Gesù? Que
st’uomo oggetto diventa soggetto; colui che era sempre
rimasto senza voce si desta
alla parola, quindi anche alla
sua libertà, alla sua storia, a
tutte le sue capacità di comunicazione. Certo, questo non
avviene senza travaglio né
sofferenza. Il linguaggio alquanto ingenuo del racconto
reca la traccia di questo difficile travaglio della nascita di
un essere umano a se stesso,
di tutto quel percorso dal corpo alla parola, e di un essere
sfasciato ad-un uomo chiamato ad essere soggetto.
La creazione è questo inizio di umanità, questo travaglio di una nascita, questo
primissimo inizio di una parola inedita, mai detta. Ogni
essere umano è portatore di
una parola sepolta, ignorata
dagli altri e da se stesso, una
parola perduta, eppure unica.
Che questa parola possa un
giorno essere pronunciata, ed
essere udita, ecco il miracolo.
La creazione come
atto di una parola
In questo racconto di guarigione, i gesti del guaritore
sono molteplici. La parola invece è unica: sta in una parola, in un verbo, in un atto. I
gesti si esprimono per mezzo
del tatto, cioè per mezzo della prossimità dei corpi e della
riconoscenza. Ma la parola è
centrale: è la parola che fa
nascere. Il racconto, del resto, lo sottolinea: «E gli si
aprirono gli orecchi; e subito
gli si sciolse la lingua e parlava bene».
La vita, la riceviamo da
una parola che ci rivela a noi
stessi. «Credere - scrive Pierre Gisel - è sapere di essere
generati». Ci precede una parola alla quale dobbiamo la
vita. Siamo per noi stessi il
dono che ci viene fatto. Così,
in ognuno di noi, la parola di
Gesù suscita il sorgere della
vita. Essa penetra fin nelle
pieghe più nascoste dell’esistenza per chiamare quell’essere che non c’è ancora,
quell’essére in divenire, quell’essere di avvenire. Lo può
fare perché essa stessa è interamente sotto il segno del dono della vita, perché è la vita
data senza limiti, fino in fondo. La vita, la riceviamo da
una parola che ci rivela a noi
stessi. Ma dobbiamo subito
aggiungere che questa parola
non parla al posto nostro:
permette a ciascuno di accedere alla propria parola.
Una cosa ci colpisce: l’uomo inizia a parlare, per dire
che cosa? Proprio questa parola, del tutto nuova, che non
aveva mai potuto essere detta
in lui. Tanti uomini e donne
oggi esistono solo nel discorso degli altri: discorso sociale, discorso analitico, discorso medicale, discorso giudiziario... senza avere una voce
loro che possa farsi sentire, e
che sia sicura di essere sentita. Tanti uomini e donne vengono così condannati al silenzio. La loro parola è solo
un grido, o una lamentela:
parola a pezzi, a brandelli,
dilaniata.
La parola di Gesù non è
una parola d’ordine. Non impone nulla. Non indottrina.
Non si sostituisce alla nostra
parola, ma suscita la nostra
parola in quello che essa ha
di singolare, di unico.
Una parola che genera
altre parole
Questa parola genera, a
sua volta, altre parole.
Questo piccolo racconto diventa un poema della comunicazione. Altre parole nascono, si scambiano e circolano: sorge una comunità
della parola, lontana dai linguaggi convenzionali, laggiù, dall’altra parte dei confini, fra gli emarginati. La Parola nasce in terra straniera,
fra i pagani, dalla parte degli
esclusi. Oggi, non ci rendiamo più conto dell’audacia
che ciò rappresentava al tempo di Marco.
Lungo tutta questa sequenza dell’Evangelo, risalta il
forte contrasto tra l’accecamento dei discepoli e questa
nascita della Parola fuori
confini. I discepoli, che sono
i più vicini, i compagni di
ogni momento, rimangono
ciechi: non capiscono. Sono
invece i più lontani, i sordi, i
muti, i pagani, a diventare
portatori della Parola. La comunità di Gesù emigra quindi dalla parte dei senza voce,
di coloro che non contano.
Questo rovesciamento ha
per noi valore di provocazione. Nessuno è discepolo per
diritto. La Parola non si lascia catturare. In nessun linguaggio. In nessuna istituzione. Sfugge sempre a coloro
che pensavano (È possederla,
e va a trovare coloro che non
la cercavano nemmeno. Stupefacente libertà dell’Evangelo. Esso non è dove si pensava, e sorge dove non lo si
aspettava. Libertà scomoda
per ogni chiesa, per ogni diaconia, che mette in questione
la loro pretesa di dirsi cristiane. Quando sorge, la Parola
avvicina e tesse dei legami.
L’uomo restituito a se stesso
viene rimandato agli altri, ricollegato con loro. Egli contribuisce a sua volta a fare
nascere parole.
Riconquistare
la parola
Oggi la diaconia, così come l’azione pubblica, si
trova confrontata con una situazione non solo di fratture
sociali ma, come diceva recentemente Catherine Trautmann*, «di frammentazione
sociale». Come fare per ritessere i legami? Come contribuire a far sì che la parola nasca, circoli, si scambi tra coloro che sono chiusi nella loro
solitudine, nei loro ghetti, o
nella loro buona coscienza e
nella loro sordità?
Come può la diaconia essere quell’evento della parola,
di una parola ritrovata, riconquistata? È proprio per rea
zione a questo dramma della
non comunicazione che Gesii
viene qui nominato come colui che fa nascere la parola e
l’ascolto, cioè la riconoscenza e la comunità umana. È
dunque in queste situazioni,
in relazione con la disperazione sociale di oggi, che
dobbiamo nominarlo a nostra
volta. Poema di una creazione in doglie e in divenire.
Non dietro, nell’enigma delle
origini, né davanti, nell’orizzonte ultimo dell’avventura
umana, ma qui, sulla terra,
all’opera in mezzo a noi.
* Sindaco protestante
di Strasburgo (ndt)
(2 - continua. Traduzione di
Jean-Jacques Peyronel)
Preghiera
mM
Signore, ' ' ! *■
al tuo passaggio il mondo si trasforma.
Tu vum che ti seguiamo.
Sei venuto per donare la vista ai ciechi,
guarire i paralitici e i lebbrosi
e donare m poveri la fede e ì ’amore..
Aprici gli occhi, perché vediamo quanto soffrono
le persone nel corpo e nello spirito.
Rafforza la nostra volontà ., - i**:''
perché non fuggiamo il dolore della gente. |
Donaci fede , ; ", '
perché scorgiamo la nuòva crea&oàe * =
che supera il dimore e Tamia.
Tu sei il no^romedico, smaci, ' v* ■ .
nffformerin&dàaciipiedi,
le nostre marU per lavorare e benedire: , ..
da ’forza agli occhi per capire gU altri i .
ed alTuélto per prestare ascolto, v , . , .
Jt per ìbtm pmnm. *
Tu 0 memdo come mhott,
iQra^pmdéwtdtotmtragk^ /
- B0Mm, epace.^ •
\ 'f 2b* ;
(tratto da Come predire, ed. Clttpi&em, p. 163)
13
VENERDÌ 24 NOVEMBRE 1995
PAG. 7 RIFORMA
Il settimanale «Extra» funziona secondo nuovi modelli di impostazione grafica
Una rivista che si legge come un monitor
ALBERTO CORSAMI
Nonostante l’opinione corrente sia diversa, non è
affatto detto che l’avvento
delle nuove tecnologie informatiche sia destinato a soppiantare i tradizionali stili di
scrittura e di lettura; casomai
potrà influenzare il modo di
produrre materiali scritti e,
conseguentemente, anche il
modo di leggerli.
È quanto capita, per esempio, con Extra, il nuovo settimanale collegato al quotidiano «Il Manifesto», che esce il
lunedì. Al di là della tradizionale impostazione «di parte»
del quotidiano (che rispetto a
tanti altri almeno ammette,
invece di nascondere, di avere un’ideologia), e anche al di
là dei contenuti che potrà
avere, e che non si possono
desumere da un primo numero, è l’impostazione grafica e
stilistica che costituisce una
certa novità.
Richiamandosi a riviste per
lo più giovanili e musicali,
ma soprattutto a Colors, contenitore dei cataloghi della
produzione Benetton, Extra si
presenta in maniera «aggressiva» quanto a molteplicità di
colori: molti gli sfondi che incorniciano le cosiddette «finestre» o «box» destinate agli
approfondimenti di alcune tematiche contenute negli articoli. I testi presentano volentieri le prime righe in un corpo notevolmente più grande
rispetto alla norma. Quasi un
sottotitolo che coincide con
l’inizio dell’articolo; i som
mari sono numerosi, e così le
«epigrafi» e le citazioni del
testo messe in rilievo in altre
parti della pagina.
Il periodico, come del resto
il quotidiano di riferimento,
vuole essere «post-televisivo»; questo non significa ovviamente «prodotto che viene
dopo l’era televisiva», ma più
correttamente «prodotto che
entra sul mercato nel pieno di
questa epoca e non può prescindere da essa; prodotto che
non sarebbe stato concepibile
prima». In questa linea non
esiste una gerarchia delle notizie e degli argomenti facilmente rintracciabile, perché
nella realtà stessa dell’informazione odierna tale gerarchia può cambiare non ogni
settimana ma ogni due ore,
tante sono le possibili fonti di
accesso alle notizie. È questa
atmosfera culturale a permeare il nuovo periodico: così i
testi devono seguire la grafica, interagire con essa, e le
foto non limitarsi ad essere
contorno.
In questo senso riesce perfettamente il reportage di
viaggio a bordo di una bisarca (l’autotreno adibito'al trasporto di autovetture, i cui
autisti in sciopero hanno
bloccato la circolazione delle
auto uscite di fabbrica qualche settimana fa). Foto a tutta
larghezza, ma basse basse
coincidono con la forma
dell’oggetto (l’autoarticolato
con tanto di rimorchio), e anche con il suo correre per le
autostrade e con il ritmo stesso dell’articolo.
E ancora più è moderno e
legato all’uso del computer e
soprattutto del Cd-Rom l’articolo dedicato all’assassinio,
nel 1977, del sindacalista nero sudafricano Steve Biko:
alcune parole presenti nel testo vengono evidenziate graficamente, e, 'tramite frecce,
rimandano ad altrettante «finestre» (esattamente come
sul monitor del computer) a
cui si jiuò far riferimento per
gli apptofondimenti. Si tratta
di box dedicati alla cronologia dell’incarcerazione di
Biko e alla sua morte per
opera delle forze speciali del
carcere, alla testimonianza di
un ufficiale, agli «squadroni
della morte», alle elezioni
amministrative nel Sud Africa del dopo apartheid, alla
«Commissione per la verità»
istituita per fare (finalmente)
piena luce sulla vicenda. Non
è obbligatorio leggere queste
informazioni «collaterali»
mentre si legge l’articolo, ma
chi vuole è libero di farlo. Il
ruolo di chi legge è insomma
abbastanza libero, almeno
all’apparenza, a meno che
questa impostazione non nasconda un eccesso, un surplus di lavoro fatto prima, e
tolga libertà al lettore di organizzare mentalmente in
prima persona i materiali
dell’articolo.
Saremo in grado, dopo anni
di queste letture, di leggere
un ampio e lungo testo, stabilendo noi stessi quali sono,
all’interno di esso, le gerarchie dei contenuti?
(*) Extra, antio I, n. 1. Ed. «Il
I Manifesto», £ 3.000.
Gli atti di un convegno
Interpretare la
Lettera ai Romani
Nel marzo del 1994 si svolgeva a Napoli presso l’Istituto universitario «Suor Orsola
Benincasa» un convegno su
«La lettera ai Romani, ieri e
oggi», organizzato dalla Consulta per la cultura della Diocesi di Napoli. L’editrice
Dehoniane di Bologna ha raccolto ora in volume i contributi degli studiosi qualificati
che hanno animato l’incontro,
affidandone la cura a Settimio Cipriani, docente alla Facoltà di teologia dell’Italia
meridionale*.
L’opera è composta da nove brevi saggi, che forniscono
una panoramica essenziale e
aggiornata sulla comprensione dell’epistola nel nostro
tempo. I primi quattro interventi esaminano l’impatto
che l’epistola ha avuto su
grandi teologi come Origene,
Agostino, Lutero e Barth; i
successivi focalizzano alcuni
dei temi fondamentali del
pensiero di Paolo: la giustificazione per fede, il legame
fra legge, peccato e grazia, la
salvezza di Israele, il rapporto
con l’autorità politica. Interessante anche l’esame sulla
possibile composizione etnica
della comunità cristiana di
Roma, partendo dall’analisi
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Martin Lutero
dall’ultimo capitolo della lettera, sulla cui appartenenza
all’epistola, evidentemente,
non vengono espressi dubbi.
Si tratta di contributi (fra i
quali segnaliamo un saggio di
Sergio Rostagno e uno di
Bruno Corsani) di indubbio
valore, che possono essere recepiti da chi, pur non avendo
una specifica preparazione
teologica, è comunque interessato ad approfondire la conoscenza del messaggio paolino.
Ci sembra che la frase di
Karl Barth citata nella prefazione del curatore ben esprima l’importanza di una riflessione sulla lettera ai Romani,
nella quale «Paolo ha parlato
ai suoi contemporanei come
un figlio del suo tempo. Ma
assai più importante di questa
verità è quest’altra, che egli
parla, come profeta e apostolo del Regno di Dio, a tutti gli
uomini di tutti i tempi».
(*) La lettera ai Romani ieri e
oggi a cura di Settimio Cipriani.
Edizioni Dehoniane (Bo), pp
142, £ 17.000.
Studi biblici di Hans-Ruedi Weber
La Bibbia^ ¡1 libro
che mi interpella
EMMANUELE PASCHETTO
Hans-Ruedi Weber ha lavorato nel Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec)
dal 1955 fino alla sua emeritazione nel 1988: negli ultimi
17 anni è stato, in questo organismo, direttore della sezione studi biblici acquisendo una grande esperienza in
questo specifico settore. Il
Cec pubblica ora, per conto
della Federazione mondiale
studenti cristiani, un manuale
per gli animatori di studi biblici che raccoglie, insieme
ad alcuni paragrafi già apparsi in una pubblicazione precedente dello stesso autore, il
succo della sua esperienza
quasi ventennale in questo
particolare ramo*.
Si tratta di un volumetto
che oserei definire indispensabile per gli «operatori biblici» delle chiese siano pastori,
predicatori, animatori o monitori di scuola domenicale:
una settantina di pagine scritte con grande competenza e
amore per la Scrittura, tenendo conto di quanto di meglio
ha saputo riscoprire la didattica moderna, e con la chiarezza di chi possiede veramente
la materia che tratta.
Dopo una breve introduzione sullo studio della Bibbia
(«uno dei tanti libri - secondo
la felice definizione di una
semplice credente africana che posso leggere, ma l’unico
libro che legge me»), l’autore
divide l’opera in cinque capitoli dedicandoli ad altrettanti
possibili approcci con la
Scrittura partendo dalla constatazione che nella sua storia
trimillenaria il testo sacro è
stato affrontato in vari modi
da Israele e dalla Chiesa, per-:
ché varie sono state le situazioni storiche, culturali, spirituali in cui il popolo di Dio è
vissuto.
I diversi capitoli sono quindi un invito a servirsi ancora
oggi di questa varietà e ricchezza di «accessi» al testo
per smuovere la passività con
la quale spesso lo affrontiamo e per renderlo attuale e
attivo fra gli uomini e le donne della nostra generazione.
Passano così davanti ai nostri
occhi le più varie «tecniche
della comunicazione». Quelle
tratte dallo stesso racconto
biblico: i gesti simbolici dei
profeti e le parabole di Gesù,
le festività di Israele che facevano rivivere i grandi
eventi del passato e i canti e
inni di cui è disseminato il testo vetero e neotestamentario. E quelle dei secoli successivi, dalla «ruminatio» di
un passo biblico allo studio
dei generi letterari, dalla «Biblia pauperum» e dalle sacre
rappresentazioni medievali,
al fotolinguaggio e all’esegesi narrativa.
I capitoli non si- limitano
ovviamente a descrivere le
diverse tecniche, ma suggeri■ scono il modo migliore per il
loro impiego ai giorni nostri
con gli opportune modifiche
dettate dalla puntuale verifica
«sul campo» della loro attuabilità.
(*) Hans-Ruedi Weber; The
Book that reads me (A handbook for Bible study enablers).
Ginevra, Consiglio ecumenico
delle chiese, 1995.
Anton Bruckner (1824-1896)
Libri
Musica fra i due secoli
Dalla penna di un «non critico» (operazione, questa, quanto
mai opportuna per offrire al lettore un libro non iiifarcito di tecnicismi e linguaggi da iniziati) esce il quarto volume della Piccola guida alla grande musica*. Rodolfo Venditti è infatti un
magistrato appassionato di musica (oltre che di diritti umani; si
pensi alle sue decennali battaglie in favore dell’obiezione di
coscienza), che si è dedicato con passione a sollecitare l’interesse del maggior numero di persone alle grandi scuole e ai
grandi autori della tradizione musicale. Questo quarto volume
affronta il periodo di transizione dall’epoca tardoromantica (il
precedente faceva riferimento a Brahms come autore di cesura)
al nostro secolo. I «grossi calibri» affrontati sono Ciaikovskij,
Franck, Bmckner e Mahler. Forse il primo e l’ultimo, in modi
diversi, sono stati finora più noti di altri (a partire dagli anni
’70 c’è stato anche in Italia un vero e proprio culto delle sinfonie di Mahler), mentre Bmckner è in parte ancora da scoprire
(soprattutto; si conoscono abbastanza le sinfonie, indispensabili
per capire quelle mahleriane, ma molto meno la musica sacra,
peraltro assai importante) e César Franck è noto soprattutto ai
cultori dell’organo, nonostante abbia al suo attivo poche ma significative opere da camera, la Sinfonia in re minore e le celebri Variazioni sinfoniche per pianoforte e orchestra.
(*) Rodolfo Venditti: Piccola guida alla grande musica 1|V. Torino, Sonda, 1995, pp 221, £ 26.000.
Film mai realizzati
Può essere una delle molte maniere di celebrare l’anniversario del cinema, ma è anche molto di più.'L’iniziativa editoriale
della rete televisiva francotedesca «Arte» (anche la Rai vi partecipa, anche se non con la realizzazione di programmi: ma già
la stazione trasmette sui satelliti italiani in lingua francese e
con il colore sistema Pai, dunque compatibile con i nostri apparecchi) è quella di un libro* di dimensioni da guida telefonica,
dedicato a 100 sceneggiature scritte da letterati celebri per dei
film in realtà mai realizzati, o perché sono mancate le condizioni materiali e finanziarie per farlo, o perché semplicemente
l’idea letteraria nasceva nella mente dello scrittore e lì era destinata a rimanere, come creazione libera*da ogni impegno. Così troviamo nomi illustrissimi, in prevalenza, come prevedibile,
francesi: di avanguardia e di scandalo (Bataille, Artaud, Céline,
Cocteau, Picabia, Pinget) come della tradizione (Gide, Giono,
Claudel e,perfino Romain Rolland), ma anche gli italiani non
sfigurano, con «scenari» firmati D’Annunzio, Pavese, Pirandello, Calvino, Moravia, Savinio. Il mondo e la letteratura germanica sono rappresentati fra gli altri da Thomas Mann, Alfred
Dòblin, Stefan Zweig, Hugo von Hofmannstahl, quello Usa
dalla voce alternativa di Alien Ginsberg. Non tutti i testi sono
novità: è celebre il progetto grafico con didascalie di Laszlo
Moholy-Nagy (uno dei docenti dell’istituto di design del
Bauhaus a Weijnar) su Dinamica di una grande città, m^ifesto dell’avanguardia visiva tedesca degli anni ’20. Il volume è
impreziosito da una grafica che varia per ogni autore e ogni
opera, molto libera e ricca di invenzioni tipografiche. Un volume da leggere a spizzichi, a seconda dei desideri: di classicità,
di ricerca, di provocazione, di letterarietà.
(*) Christian Janicot: Anthologie du cinéma ìnvisible. 100 scénarios pour 100 ans de cinéma. Paris, Art Éditions, ’95, pp 671, ff 350.
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14
PAG. 8 RIFORMA
Cultura
VENERDÌ 24 NOVEMBRE 1995
Conferme e sorprese in un convegno internazionale a Cividale del Friuli
li censura libraria attraverso i secoli
QIANFRANCO HOFCR
Notevole fu la diffusione
del fenomeno «censura
libraria» con diverse caratteristiche nei vari paesi e nelle
^ varie società, che in questo
' modo si sono illuse di soffocare la libertà del pensiero e
del dibattito, anche se avevano alzato la bandiera della li. bertà contro l’oppressione romana e giustamente l’avevano ritenuta fondamentale nei
confronti di chi l’aveva a lungo soffocata: a Ginevra (Gilmont) la censura si affermò
secondo una modalità «laica
e politica».
La censura rimase però sostanzialmente inefficace anche quando fu accompagnata,
come in Messico, da un genocidio etnico« culturale per altri aspetti bèn riuscito (Sartori). Anche dove il centralismo
della guida e del controllo sociale tendono ad essere totali,
senza peraltro mai riuscirci
, pienamente, affiorano altre
logiche che la rendono in parte inefficace; così fu per le divergenze tra la Congregazione dell’Indice e la Congregazione dell’Inquisizione, viste
come dialettica tra centro e
chiese locali; e questo anche,
all’intemo di una Chiesa cattolica in cui, nonostante le
spinte centripete sempre più
forti, le realtà locali tradizionali resistono alla perdita della loro identità autonoma
(Fragni'to).
Può forse meravigliare il
profano il fatto che uno degli
autori più censurati, a parte le
purghe e trasformazioni di testi letterari che oggi si reputerebbero irrilevanti dal punto
di vista dogmatico, come il
Boccaccio ma anche Petrarca,
Il rogo del libri nel futuro fantascientifico del film di François Truffaut «Faherenheit 451 »
sia stato Erasmo da Rotterdam, nonostante le sue reiterate asserzioni di fedeltà alla
Chiesa di Roma, la sua nota
polemica con Lutero e la quasi ritrattazione o autocensura
di opere che avevano favorito
la Riforma. La relazione di
Seidel Menchi ha messo in rilievo la «fantasia» dei diversi
modi di censura attuati nei
suoi confronti. .
Le «beffe alla censura»,
elemento tipico delle società
chiuse, sono esplicitamente
presenti nell’azione di propaganda religiosa dell’ex vescovo Pietro Paolo Vergerio, che
non abbandonò mai l’idea di
influire con la diffusione di
pubblicazioni in Italia, dagli
inizi degli anni ’40 ormai su
una china decisamente controriformistica, dalla quale
aveva dovuto fuggire (Cavazza, Harris). Originali anche
alcune suggestioni della relazione Prosperi sui frutti involontari della censura, che ha
portato a fissare l’attenzione
sullo studio e la considerazione del testo in quanto tale,
con confronti e analisi che
anticipano la critica testuale
moderna; alla necessità di
riassumere e di dare un giudizio sulle opere messe in circolazione (il che ha precorso
in qualche modo la critica letteraria e le moderne recensioni); all’acuirsi infine dell’interesse per la storia, dagli sviluppi fecondi nella cultura
moderna, per il confrontoscontro tra le diverse formulazioni dogmatiche, le differenti prassi culturali e organizzazioni ecclesiastiche.
Un libro che analizza la diffusione delle nuove tecnologie
Saremo presto tutti «digitali
(comprese le nostre chiese)?
»
ALDO CIANCI
Nicholas Negroponte, direttore del «Media Lab»
del Massachusset’s Institute
of Tecnology, spiega in un
suo recente libro* con linguaggio chiaro come cambierà la nostra società in seguito alla diffusione massiccia delle tecnologie informatiche.
Da un lato l’uso di nuovi
computer sempre più potenti,
facili da usare e meno costosi, dall’altro le tecniche di
«compressione» dell’informazione e l’introduzione su
scala mondiale delle fibre ottiche, in grado di scambiare
un volume enorme di dati,
permetteranno una comunicazione a livello mondiale che
abbatterà distanze, frontiere,
pregiudizi, e clic faciliterà il
dialogo: un’informazione democratica, un reale pluralismo di opinioni e nuove forme di socializzazione.
La comunicazione sarà
multimediale e multidirezionale: multimediale, perché
sarà possibile scambiare testi,
immagini e suoni; multidirezionale, perché si potranno ricevere e inviare messaggi
contemporaneamente con
moltissimi utenti. Molti sarebbero i problemi risolvibili
con l’utilizzo su larga scala di
queste nuove tecnologie; basti pensare al caso delle grandi città, dove tutta una serie
di attività potrebbe essere
svolta a distanza (lavoro, conferenze, acquisti, transazioni
finanziarie, prenotazioni, inr
trattenimenti, certificazioni,
ecc.). Sarebbe così possibile
una riduzione del traffico automobilistico e conseguentemente dell’inquinamento, vi
sarebbe risparmio energetico,
maggior tempo libero e una
vita meno stressante. Le «au^
tostrade informatiche» rappresenterebbero un eccezionale
strumento di comunicazione,
che ridurrebbe gli attuali problemi deir«antitrust» e della
«par condicio» nell’informazione a ricordi del passato. Infatti per poter trasmettere non
sarà più necessario avere, come oggi, costosi mezzi per la
trasmissione televisiva, o per
la redazione e distribuzione
dei giornali: basterà il computer, il «modem» da collegare
alla presa telefonica e una
stampante.
Oltre a «Internet», la più
grande e diffusa rete telematica a livello mondiale, esistono da tempo anche in Italia
reti amatoriali ad accesso gratuito come «Peace Link», che
raccoglie e segnala gli appuntamenti e le iniziative sui più
svariati argomenti: ecologia,
lotta alla mafia, armamenti,
droga, volontariato, handicap,
gruppi di discussione (newsgroup), Amnesty International, nonché i testi di alcuni
giornali («Avvenimenti», «I
siciliani»), e ancora dibattito
politico, questione femminile.
Se ancor oggi il problema
della censura suscita interesse
e ricordi non sopiti, per le società del recente passato
nell’Europa orientale e per situazioni non ancora tramontate, va aggiunto che si tratta di
un fenomeno per certi aspetti
legato anche alla società e ai
tempi, nei quali era forse possibile pensare a un controllo
delle informazioni e delle
idee, che pur con la diffusione esplosiva della stampa, comunque rimaneva limitata
nella società a élite intellettuali e al popolo influenzabile
da parte di queste.
È possibile uno stesso tipo
di censura nella società «aperta» attuale, con le molteplici
fonti di informazioni sempre
in via di sviluppo a livello
mondiale, con mezzi non
oscurabili, dei quali la stampa
è solo uno e (si potrebbe dire
purtroppo) non il massimo
elemento? Un estremo e sofisticato tentativo di attuazione
della vecchia eredità cinquecentesca ne ha probabilmente
segnato la fine storica, in quei
paesi dell’Est che proprio i
mass media moderni hanno
contribuito potentemente a
smantellare. Una nuova fase
della censura (non assente,
come idea, dalle «beffe» cinquecentesche del vescovo
Vergerio) potrebbe essere
quella che, invece di eliminare o selezionare i media, tende
a immettere una pluralità di
messaggi più o meno reali,
più o meno fantasiosi, più o
meno veri o anche smaccatamente falsi, che mascherano,
confondono e elidono le informazioni; una nuova censura per eccesso di offerta, non
per sottrazione come avveniva nel secolo XVI.
Libri e censura nei secoli
L'accurato
Può sembrare piuttosto
inconsueta Pimmagine agraria del censore come un
accurato coltivatore, tutto
intento'a rendere vigorose
le piante di un giardino, che
raddrizza, sfoltisce, ne elimina i rami secchi, le pota,
impegnato in questo modo
a fare opera di cultura, portando l’uomo oltre lo stato
ferino e selvaggio della natura; eppure questa è stata
un’autogiustificazione per
la serie di interventi che
hanno caratterizzato la difesa dell’ortodossia religiosa,
cattolica e delle altre ortodossie, anche laiche, dal secolo XVI fino ai nostri giorni, diventando sempre più
raffinati nelle tecniche, ma
con alterne fortune e non
pochi scacchi.
Così si evince dal contributo, letto per assenza, del
relatore A. Prosperi ad un
convegno intemazionale di
studi organizzato a Cividale
del Friuli il 9-10 novembre,
dall’Università di Udine a
cui hanno partecipato, oltre
a studiosi della regione come Rozzo, il principale organizzatore, Harris, Cappello, Sartori, loly Zorattini
dell’Università di Udine
stessa, Cavazza (Trieste),
una schiera di specialisti a
livello nazionale come lo
stesso Prosperi (Pisa), Frangito e Balsamo (Parma),
Perini (Firenze), Seidel
Menchi (Trento), Corsaro
(Urbino), e che ha visto la
presenza di studiosi da pae
si esteri come De Bujianda
(Sherbrooke) e Gilmont
(Lovanio).
Il convegno di Cividale
del Friuli ha analizzato il
fenomeno della censura libraria del ’500, che ha avuto il suo epicentro nell’Italia cattolica con precedenti
nella Spagna dell’Inquisizione, per diffondersi negli
altri paesi rimasti cattolici
ma facendo scuola, anche
se con caratteristiche diverse, per esempio nella Ginevra di Calvino (Gilmont) e
nell’Inghilterra che viveva
tormentate vicende religiose (De Bujianda), nonostante sventolasse il vessillo
della libertà religiosa.
Le relazioni e i dibattiti
hanno affrontato i temi specifici della censura sulla
stampa nel momento di
grande entusiasmo e aspettativa per il nuovo mezzo di
diffusione di cultura e informazione, nonché dei diversi
meccanismi di intervento,
più che analizzare le motivazioni e le radici complesse di una realtà che tocca
numerosi aspetti, da quello
sociale, religioso, politico a
quello psicologico, indubbiamente ricca per la conoscenza dell’uomo e dei suoi
comportamenti; tutti questi
elementi però hanno ricevuto notevole apporto dalla
documentazione analizzata,
che ha messo a fuoco un
mezzo, la stampa, e un periodo determinato, con una
problematica tipica.
obiezione di coscienza, razzismo e antirazzismo, pace e
disarmo, scuola e educazione,
difesa dei consumatori, ecc.
Le reti amatoriali sono costituite da «nodi» (i cosiddetti
«Bbs», una sorta di bacheca
elettronica), computer un po’
più potenti gestiti da volontari, a cui si collegano i vari
utenti con i loro personal
computer. Il costo del collegamento è quello di una telefonata al nodo più vicino.
Come anche Negroponte
scrive, insieme ai vantaggi
non potremo ignorare e non
affrontare anche i problemi
relativi all’uso dei nuovi-strumenti, che richiederanno anche adeguamenti della legislazione in materia di conversione di posti di lavoro tradizionali, difesa della privacy,
pirateria digitale, furto di lavoro intellettuale, uso non
corretto (quando non addirittura criminale) delle informazioni, furto o distruzione di
archivi, ecc. Le nuove tecno- '
logie hanno sempre creato
strumenti che nella storia
l’uomo ha usato in modo giusto 0 sbagliato; la tecnologia:
dell’informazione non fa eccezione, però offre opportunità eccezionali, che anche le
nostre chiese non dovrebbero
perdere: bi.sognerà attrezzarsi
al più presto.
(*) Nicholas Negroponte:
Essere digitali. Milano, Sperling & Kupfer, 1995, pp 270, lire 32.000.
Una rassegna cielle miglio^ pubblicità a carattere sociale
Cinema e spoC non solo guerra
ma anche collaborazione
PIETRO ROMEO
Parlare di spot in ambito
cinematografico non è
cosa comune, sembrerebbe di
parlare del diavolo in sagrestia. Siamo abituati, infatti, a
subire la pubblicità televisiva
che si inserisce prepotentemente in mezzo ai film (ma
che senza la quale, ci dicono,
i film stessi non si potrebbero
vedere), spezzando troppo
spesso quella tensione che
l’opera vuole suscitare nello
spettatore. Eppure, nell’ambito di «Cinema giovani»,
una serata torinese è dedicata
al cinema negli spot.
Arrivata alla sua 3" edizione «Cinema in spot» propone
numerose produzioni dei
«creativi» della pubblicità,
ovvero i professionisti della
comunicazione commerciale
e premia la migliore. Una
giuria formata da critici cinematografici e pubblicitari vota quella che sfrutta l’idea
. più originale e trasmette in
modo migliore il messaggio.
Il campo della pubblicità offre ai creativi uno spazio
pressoché infinito all’immaginazione e i risultati possono essere decisamente interessanti. Non c’è quindi da
stupirsi nell’apprendere che
grandi nomi del cinema si sono impegnati in produzioni
pubblicitarie. Basti citare nomi del calibro di Voody Alien (tutti avranno visto in televisione lo spot della Coop
dove l’omino si affeziona talmente al supermercato che
deciderà di viverci insieme
alla famiglia), oppure Federico Fellini, Ermanno Olmi,
Ridley Scott.
Insomma la produzione di
spot non vuol dire solo fastidiose interruzioni ai nostri
film preferiti o martellanti
messaggi ripetuti aH’infinito.
Se poi, come quest’anno, la
rassegna è dedicata agli spot
«sociali», quelli cioè che non
pubblicizzano un prodotto
ma lanciano un messaggio
socialmente importante (tipo
«Pubblicità Progresso»), allora l’interesse è ancora maggiore. Il presentatore della serata ricorda, con una punta di
amarezza, che nonostante
questi spot siano prodotti a titolo totalmente gratuito, dal
regista agli artisti, alle reti
Woody Allen
che lo trasmettono, l’editore
è gravato di un’aliquota del
19% a causa di un recente
decreto legge. Tale decreto
doveva essere ritirato ma per
un difetto di forma (il ministro Fantozzi parla di una virgola nel posto sbagliato) rimane in vigore.
Un’ora e mezza di pubblicità, quindi, che però ora denuncia, informa, fa riflettere:
dagli spot a tinte forti di Amnesty International a quelli,
seri ma divertenti di Greenpeace. Non sono mancati
quelli sulla prevenzione delle
malattie (notevole successo
in platea hanno riscontrato
quelli sui profilattici) o antirazzisti. Naturalmente rispec- ,
chiavano i problemi più sentiti dai paesi che li hanno
prodotti, per cui molti di
quelli statunitensi erano sull’uso della cocaina o su gh
«homeless» (i «senzacasi», J
barboni, che negli Stati Uniti
sono circa quattro milioni) o
quelli inglesi che parlavano
della violenza sui minori e la
disoccupazione. Una carrellata finita con la premiazione
di uno spot sulla condizione
lavorativa e lo studio; la telecamera inquadra dall’alto il
nastro di una catena di montaggio a fianco del quale c’è
un operaio annoiato; lui deve
solamente rialzare, se cadono, le anonime latte che gh
passano davanti. Alla fine
una scritta: «Stay at school!» ;!
(vai a scuola!).
&
Æ‘.i
15
VENERDÌ 24 NOVEMBRE 1995
PAG. 9 RIFORMA
Agenda
GIOIA DEL COLLE — Nella chiesa di S.
Maria Mag'giore, via Mastrandrea 24, si
terrà un incontro ecumenico di preghiera'. Interverranno Anna Portoghese, cattolica, presidente onoraria del gruppo ecumenico di
Bari, Lorenzo Scomaienchi, candidato al pastorato valdese, conduttore della chiesa valdese di Bari.
TORINO — «Da Lutero a Martin Luther King. L’avventura spirituale del mondo protestante» è il titolo di un corso
di formazione che si tiene ogni giovedì in due sessioni, alle
16 e alle 20,45 organizzato dalla Chiesa valdese e dal Centro «A. Pascal». Nella sala valdese di via Pio V, n. 15 la
settima lezione su «La sfida dei tempi moderni: razionalismo e rivoluzioni». Per informazioni tei. 011-6692838.
BERGAMO — Proseguono le attività del
Centro culturale protestante sul tema «Alcuni recenti aspetti della ricerca teologica protestante» con la conferenza di Rodobaldo
Tibaldi su «Heinrich Schütz e la nascita della cantata protestante»: ore 21, in via T.
Tasso 55. Per informazioni tei. 035-238410.
MILANO — Apertura al pubblico della biblioteca specializzata del Centro culturale protestante. Della biblioteca
per ora sono agibili le sezioni di storia del cristianesimo, di
discipline bibliche e teologiche. Giorni di apertura martedì
e giovedì dalle 16 alle 18 presso la libreria Claudiana in via
Francesco Sforza 12/a. Per informazioni 02-16021518.
TORINO — «Riconciliazione in Europa: verso l’assemblea ecumenica di Graz» è il tema del confronto ecumenico tra il cardinale Aldo Giordano, segretario delle Conferenze episcopali europee, e il past. Paolo Ricca, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Modera Piera Egidi, giornalista. Organizzano il Centro
Arturo Pascal, la Comunità cristiana di base, il Corso di
animatori biblici, il gruppo donne credenti, l’Ospedale
valdese, il periodico il Foglio, il Segretariato attività ecumeniche, l’Ywca. Alle ore 20,45 nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II, n. 23. Per informazioni telefonare
allo 011-6692838.
XII SEMINARIO DELLE COMUNITÀ DI BASE: «In
principio era la coscienza» è il tema del 12° seminario nazionale delle comunità di base che si svolgerà a Tirrenia e
a Livorno dal 8 al 10 dicembre: relazioni di Pier Giorgio
Rauzi, Elisabetta Donini e Jacques Gaillot.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne da Raidue alle 23,30 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore
9,30. Replica lunedì 27 novembre: Vite
spezzate; 11 telefono antiusura; Cento anni di metodismo a
Roma; Evangelici e democrazia.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa ribrica deve
inviare i programmi, per lettera o fai, quindici giorni prima
del venerdì di uscita del settimanale.
Riforma
Via Pio V, 15 - 10125 Torino - tot 011/655278 - fax 011/657542
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via Repubbiica, 6 -10066 Torre Pellice - tei. e fax 0121/932166
DIRETTORE: Giorgio GardioI
VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanueie Paschetto
REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglla, Luciano
Cirica, Alberto Corsani, Avemino Di Croce, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo,
Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo
Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan,
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EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino
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- via aerea
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£ 190.000
£ 250.000
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■ cumulativo Riforma + Confronti £ 140.000 {solo Italia)
- una copia £2.000
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con II n. 176
del l’gennaio 1951, responsabile Franco Glampiccoll. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 43 del 17 novembre 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale airuffido CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 15 novembre 1995.
Lèttera sul significato della fede
Voglia di futuro: qual è II posto di Dio?
ALFONSO IMNOCCHIO
Saggili in i n posto qualsiasi qualcuno ti aspetta, qualcuno ti chiama,
qualcuno vuole piangere con te. Alla
fine la voce diventa un coro che si aggira per villaggi e città. È il creato che
è in attesa e geme sotto il peso di mali
che si estendono e penetrano nel
p. otomio dell'essere. 'Tutto questo ci
sollecita «...ad impegnarci per anticipare il regno di Dio, a far trasparire fin
da ora i lineamenti di quella creazione
nuova, che Cristo preparerà nel suo
giorno». (Assemblea del Consiglio
ecumenico, Uppsala 1968;. Di conseguenza andrebbero ailcntamente considerati i cambiamenti in atto e alTorizzonte per non trovarci nella condizione
di quel giapponese che si comportava
come se la guerra non fosse terminala.
È un impegno che va perseguito con
sollecitudine. Si possono accennare alcune piste, intorno alle quali sensibilizzare le nostre chiese anche in previsione
di un impiego utilmente sociale dell'otto per mille. La rivoluzione tecnologica
introdurrà una serie di cambiamenti nella vita dell’uomo, e dovranno essere affrontali con coscienza perché non si stabilisca una sudditanza ai nuovi sistemi
di informazione. Bisogna scoraggiare
l’uomo all’uso e scoraggiarlo all’abuso
delle tecnologie. Ricerche e studi ci avvertono che ci sarà una crescita della
po\ erlà, non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in quelli di nuovo c
avanzato s\ iluppo.
,Si tratta di decidere se si vogliono lasciare «fuori della barca del benessere»
due terzi, una metà, un terzo della popolazione o nessuno. A fiancti della povertà materiale c’è il capitale spirituale,
o immateriale, che sta subendo un progressivo deterioramento e potrebbe risultare minoritario nel cervello sociale.
Il bisogno di etica è assai diffuso e sta
diventando un bene di prima necessità
in un'epoca in chi sempre più Spesso la
teemea è il fine dell’uomo e so( icta Si vuole assumere la tecnica come
governo e razionalizzazione deH'essere?
In questo contesto l’inserimento di
correnti di pensiero, che assegnano alla
respunsabilitj il ruolo di forma di vita e
'(Il condotta di massa, è certamente
un'operazione importante. Al riguardo
1or.se un aiuto insperato piovicne dal
Terzo Mondo con un bagaglio di stili di
vii.1 che potrebbero introdurre stimoli
nuovi nel mondo occidentale Dice un
proverbio del Ghana: «Finche Dio non e
morto, anch'io non morirò». C’è dentro
voglia di vivere, tanta voglia di futuro e
un desiderio irrefrenabile di nuovo. Il
professor Bollea. decano della neuropsiI hidtna inlartile, definisce il fenomeno
dell'immigiazione «nuova invasione
'iarb>irica>, che dovrebbe cooperare a
lar UNCiie il mondo occidentale dall’atuale crisi c farlo incamminare verso «la
risci^rta della stessa essenza umana».
Una prefigurazione possibile e capace di
suggerire molti spunti per coordinare
comprensione e comportamenti.
In questa prospettiva di visione uiiituiia di grandi processi storici è ancora
- utile pensare a richiami provenienti dà
.'orienti di peiiMcro lasciate un po’ in
disparte scLi'iidi cui Tessere è un bene
m sé. E non c'è bisogno di «legalizzarlo» o di renderlo «rispettato» con un adliiivo po-io olire Tessere. La stessa
grandezza dclTessere è la causa del suo
rispetto. In questa sua riconosciuta «dignità» l’etica religiosa c laica potrebbero incontrarsi e trovare qui il «luogo»
per visionare c selezionare le azióni
volte a migliorare ed esaltare Tessere
allraver.so la .scienza e la tecnica.
Queste vaste tematiche hanno risvolti
molto concreti nella vita in genere c
nclToig.iniz-'a/innc sociale. Vi sono implicati milioni di esseri, che ei vivono
accanto. Le scelte interessami e condizionate dall’esigei! za pressante dell" an
ticipazione del regno di Dio non sono da
commisurarsi con la conservazione e
con le preoccupazioni di ordine economico. I riferimenti evangelici al fiorano
immediati ftei nostri pensieri!
Nel contesto italiano la traduzione di
questo discorso dovrebbe renderci attenti al materiale con cui si tenterà di ricostruire la nazione. Alcuni lavorano a
ripercorrere vie già ben collaudate, il
cui punto di arrivo dovrebbe essere la
rinascita religiosa e la restaurazione.
Una sorta di Controriforma del XX secalo a partire dalla fipe catastrofica di
una stagione politica. Si cercherà di
mettere in campo un contenitore ben architettato e funzionale per ingabbiare
quanto di magmatico, di informale e di
creativo si muove nella nostra società.
L’mterrogativo è se ci accodiamo o al
crocevia indichiamo un altro cammino.
L'altro cammino è la predicazione e la
testimonianza della liberazione dell’uomo e-del efeato nel crocifisso risorto,
come ha indicato TAssemblea-Sinodo
di Tórre Pellice. Parole .semplici e chiare, che aprono a uno scenario non riducibile a «letteratura sinodale» e meno
che mai riconducibile alla ricerca della
identità religiosa.
Viceversa esso dovrebbe essere occupato dalle piccole e grandi domande del
mondo e dal dare senza condizioni e
pregiudizi. In una parola, esserci, in balia del regno di Dio. che spalanca l’orizzonte c radica pazzamente nel presente.
Se queste sono le grandi idealità, si rende tuttavia necessario il passaggio stretto della realizzazione. Una cosa è certa.
Le chiese devono sapere, riflettere e
muoversi. Il problema è la fantasia del
metivdo. che scansi la tentazione illuministica (come un libro o un dossier) o
quella pragmatistica (rapporto tra risorseumane c materiali), ma capace di accendere gli animi su spalti ben delineati c
rilanciare il calore del servizio e il gusto
del credere in situazioni dì frontiera.
«Valli Nostre»
in ritardo
Da alcuni anni, e nel Sinodo di quest’anno in particolare, si invitano le chiese a
diffondere il libro Claudiana,
presentandolo durante i culti
domenicali e nelle molteplici
occasioni fomite dalle feste
comunitarie (bazar. Festa del
raccolto,' Domenica della
Riformà, ecc.) che hanno luogo nelle nostre chiese con
l’inizio dell’anno ecclesiastico. Un modo, non l’unico
certo, di attirare l’attenzione
della gente sui libri esposti, è
la vendita di piccole pubblicazioni quali gli opuscoli tematici, il lezionario «Un
giorno, una Parola» e sicuramente i calendari, di cui esiste una ricca varietà, tra i
quali il più richiesto, pon solo nelle nostre chiese ma anche dagli stranieri di passaggio (ancora numerosi nel periodo autunnale) è il Valli
Nostre.
Proprio a proposito di quest’ultimo dispiace dover constatare che è giunto in libreria il 6 novembrer non desidero con questa lettera esprimere una protesta squisitamente personale ma raccogliere il malcontento diffuso
fra le numerose persone che
di fronte alla richiesta non
soddisfatta di acquistare il
«Valli Nostre 1996», se ne è
andata delusa.
Mi domando veramente se
la motivazione addotta per
l’assenza del Valli Nostre 96
(«l’indirizzario deve essere
aggiornato») sia per molti di
vitale importanza. Molto ingenuamente, forse, penso che
siamo semplicemente di
fronte a occasioni mancate,
che incidono non solo sul
modesto contributo finanziario che la vendita del calendario raggiunge, ma anche
sulle possibilità di diffusione
del libro Claudiana, che non
godendo di ottima salute potrebbe attraverso le piccole
pubblicazioni essere incoraggiato e sostenuto. Sbaglio
màdornale? Me lo auguro! \
Vito GardioI
San Secondo
Cattive
abitudini
Caro direttore,
se resi attenti da mani puliti
e pulizie etniche si facesse attenzione a un po’ di pulizia
linguistica, da non confondere
con il purismo? Passo oltre alla pastora che privilegia quasi
razzisticamente il genere e il
sesso piuttosto che la funzione, vocazione o professione, e
all’innocuo Reverendo (anche
Signore se si pensa all’etimologia è ridicolo, è «vecchio»,
ma tant’è), ma non cediamo
ad altre cattive abitudini. Un
cattolico rpmano usi se crede
la parola Chiesa senza aggettivi per indicare solo la sua.
Perché invece deve essere così usata dagli altri? Sua Santità, il Santo Padre e simili
tracJiscono la loro presunzione. Il peggio è forse proprio in quella parola padre
che si appiccica come un’etichetta o come un collarino
quasi ogni volta che si menzione un prete. Mi suona quasi blasfemo. Non obietto all’uniforme, al dichiararsi, ma
a quell’aura di significato che
ogni parola può porijare con
sé. Se si vuole un’onorevole
distinzione si può usare la parola zio. Si è persa la memoria
che viene dal greco theios,
cioè «divino». Mi pare utile e
rispettosa la :paxo\& professore. Ci sono i professori di
Università e quelli di orchestra. In qualche regione d’Italia lo è anche un utile falegname. La parola maestro indica
quàlcosa di più.
Caro direttore questa lettera non è uno scherzo. E con
essa ti mando i miei fraterni
saluti.
, Gustavo Malan
Torre Pellice
Raccolta olive
Casa Cares offi-e la possibilità di «raccogliere le olive»
nella sua bella proprietà nelle
colline toscane. Chi volesse
partecipare ha due possibilità:
il volontariato, cioè offrire
una giornata di lavoro in
cambio di vittp e alloggio,
oppure T«usp reggellese»
(5,5 litri di olio per ogni 100
kg. di olive raccolte).
Per ulteriori informazioni
rivolgersi a Paul e Antoinette
Krieg, Casa Cares, Reggello,
tei. 055-8652001.
La Chiesa evangelica
battista di Bollate
si è trasferita in
via Gramsci n. 46
sempre in Bollate (Mi)
RINGRAZIAMENTO
Le sorelle di
Ninetta Capostagno
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che nella lunga sofferenza hanno dimostrato solidarietà e affetto.
Torino, 29 ottobre 1995
RINGRAZIAMENTO
La famiglia di
Dina Poet in Pons
ringrazia chi è stato vicino a
Dina durante la sua permanenza
in ospedale; chi ha collaborato
con la famiglia affinché essa potesse rimanerle accanto durante
la hfìalattia.
Ringrazia chi le è stato vicino
nella giornata di sabato con affetto e discrezione.
Ringrazia coloro che con presenza, scritti e offerte hanno manifestato il loro sostegno.
Un grazie a tutto II personale
del reparto di Neurologia dell'Ospedale civile di Pinerolo, alla
Croce Verde di Porosa Argentina
e alla dott. Taraselo.
«Se le persone che amiamo ci
vengono portate via, perché continuino a vivere non dobbiamo
mai smettere di amarle; le case
bruciano, le persone muoiono ma
il vero amore è per sempre»
Perrero, 23 novembre 1995
RINGRAZIAMENTO
I familiari del caro
Eli Monnét
riconoscenti, ringraziano di cuore
tutti coloro che in qualsiasi modo
sono stati loro vicino in questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare
alla signora Teresina Monnet, al
medico curante dottor Griffa, a
tutto il personale medico e paramedico dell'ospedale E. Agnelli di
Pinerolo, alla sezione Avis di Prarostino, al Gruppo anziani di San
Secondo e al pastore Ruben Vinti.
Prarostino, 24 novembre 1995
16
■ ì; ■ '
PAG. 10 RIFORMA
Villaggio Globale
^VENERDl 24 NOVEMBRE 1995
I
L'Anc ha stravinto anche le elezioni comunali dei T novembre
La seconda vittoria di Mandela
JEAM-JACqUES PEYBOHEt
A poco più di un anno dalla storica vittoria di Nelson Mandela, le prime elezioni comunali multirazziali della storia del Sud Africa, svoltesi il 1° novembre scorso,
rafforzano ultefiormente il
predominio politico dell’
African National Congress
(Anc). Avendo ottenuto complessivamente il 66,37% dei
voti, il partito del presidente
Mandela progredisce nettamente rispetto alle elezioni
dell’aprile ’94 nelle quali
aveva vinto con il 62-65%
dei voti.
Queste elezioni erano attese
con una certa impazienza da
tutti ,i partiti in campo: l’Anc
aveva bisogno di verificare il
suo radicamento fra l’elettorato nero malgrado le lentezze dei cambiamenti promessi
durante la campagna presidenziale; da parte sua, il Partito nazionale (Np) dell’ex
presidente Frederik De Klerk
sperava di trarre vantaggio
dal malcontento di parte di
quello stesso elettorato.
speranze di De Klerk e
degli, Afrikaner sono andate
deluse. L’Anc ha addirittura
tolto nuovi voti al Partito nazionale che ha raccolto il
16,22% dei voti contro il
20,39% di un anno e mezzo
fa. Nella provincia del Capo
occidentale in particolare, dove il Np aveva vinto lo scorso
anno le elezioni provinciali
con il 55% dei seggi, il partito di Mandela ha ottenuto più
seggi del Np. Su un totale di
661 Consigli comunali, l’Anc
ne ha conquistato circa 400,
Il presidente Nelson Mandela
ottenendo il 63,78% dei seggi
a livello nazionale. A-Johannesburg la vittoria è stata
schiacciante: 145 circoscrizioni vinte dall’Anc contro
45 Soltanto al Np.
Queste elezioni hanno dato
un durò colpo all’lnkatha, il
partito zulù di Mangosuthu
Buthelezi, avversario diMandela. Senza i voti del suo
principale feudo, la provincia
del Kwazulu-Natal dove le
elezioni sono state rinviate alla fine di marzo ’96, il partito
di Buthelezi ha ottenuto solo
lo 0,71% dei voti contro il
10% dell’aprile ’94. D’altra
parte, i due estremi dello
scacchiere politico sudafricano sono usciti travolti da queste elezioni: gli ultranazionalisti bianchi del Partito conservatore (Cp) hanno raggiunto solo ri,15%, mentre gli ultranazionalisti neri del Congresso panafricano (Pac) hanno fatto poco meglio (1,42%).
In compenso, il Fronte del
la libertà (Ff) dell’ex capo di
stato maggiore dell’esercito,
il generale Constand Viljoen
(che raccoglie la maggioranza dei voti Afrikaner) ha ottenuto. il 4,03% dei voti, quasi
il doppio rispetto all’aprile
’94, confermandosi come il
terzo partito a livello nazionale. L’altra novità di queste
elezioni è stata il buon risultato dei candidati indipendenti, che però non è avvenuto a
spese dell’Anc. Per lo più
espressione dei quartieri neri,
questi candidati hanno ottenuto l’8,5% dei seggi.
L’unico motivo di delusione per l’Anc è stata la scarsa
partecipazione al voto: solo il
M,37% dell’elettorato si è
recato alle urne, contro l’87
per cento dello scorso anno.
Rapportato alla giovinezza
della democrazia sudafricana, questo dato dovrebbe destare qualche preoccupazione. Nell’euforia di questa
nuova vittoria, Nelson Mandela non lo ha rilevato. Anzi,
ha detto che il suo paese è ormai «una democrazia nel
senso pieno del termine» e
che i sudafricani hanno dimostrato una bella «maturità
politica». Sa però che per poter vincere le prossime elezioni presidenziali e politiche
del 1999, l’Anc deve assolutamente cercare di ridurre le
enormi disparità esistenti fra
bianchi e neri, cioè fra ricchi
e poveri. Dopo aver sconfitto
l’apartheid politico, sarà in
grado l’Anc di sconfiggere
l’apartheid economico? Questa è la grande sfida dei prossimi anni per il nuovo Sud
Africa democratico.
San Salvador: vendetta delle vittime della società maschilista
•i>
«Dormìlonas» contro «machos»
TONI KEPPELER
Oggi si chiama Elisabetta,
domani può presentarsi
come Anna Guadalupa, Madonna 0 Gloria. «Mi piace
usare i nomi della pubblicità
o della politica», racconta.
Elisabetta è giovane, distinta,
porta un miniabito aderente e
fusò; nel gergo salvadoregno
viene indicata come una
«dormilona», ma non è lei,
sono le sue vittime a dormire.
Elisabetta fa parte di un gruppo di giovani donne che di
notte «lavora» nei locali di
San Salvador, capitale dello
stato di E1 Salvador. Agganciano uomini^che sperano in
facili avventure.
«Non sono una prostituta dice chiaro e tondo Elisabetta
- nessuno dei miei clienti mi
ha mai toccata». Prima di arrivare al momento sperato, gli
uomini cadono in un sonno
lungo e profondo. Perché le
«dormilonas» passano da un
locale all’altro con le loro vittime e a un certo punto gli
mettono del sonnifero nelle
bevande. La mattina dopo telefonano alla Croce Rossa
dando l’indicazione di dove
si trova il malcapitato che, di
solito, sta dormendo della
grossa in un parco o nella sua
auto, nudo come un verme e
ripulito di tutto. Quando ritorna in sé non si ricorda di
niente. Di che sonnifero si
tratti Elisabetta non lo rivela:
dice che è un segreto professionale.
Da alcuni mesi le imprese
delle «dormilonas» compaiono quasi ogni giorno sui quotidiani salvadoregni. Ogni
mattina ci sono uno o due casi del genere. 11 numero di coloro che sono caduti nella
trappola delle «dormilonas» è
ben più alto, ma ovviamente,
a nessuno fa piacere di passare per una loro vittima; finora
la polizia non è ancora riuscita a individuare nessuna di
queste «belle di notte».
Elisabetta ha preso contatto
con un giornalista tramite la
Croce Rossa. «Non siamo delinquenti - dice - ci comportiamo così per necessità e per
vendetta». E racconta la sua
storia: a 13 anni la madre l’ha
buttata fuori di casa, perché il
patrigno le aveva messo gli
occhi addosso. Un anno dopo
è stata violentata da una banda di giovani durante una festa; poi ha lavorato come cameriera, entraîneuse in locali
da poco, e prostituta. Finché,
insieme con una collega è diventata «dormilona». Anche
le colleghe di Elisabetta hanno una loro storia particolare:
molte sono state violentate e
spesso da parenti. Nelle statistiche criminali dei paesi
dell’America Centrale lo stupro viene al secondo posto
subito dopo l’assassinio.
A San Salvador dodici anni
di guerra civile e l’estrema
miseria dei quartieri popolari
hanno contribuito fortemente
all’allentamento dei legami
sociali e del senso di responsabilità. Altre «dormilonas»,
dice Elisabetta, sono state abbandonate dai loro partner:
«Gli uomini ti fanno fare un
mucchio di figli e poi ti piantano». La metà delle salvadoregne diventa madre tra i 15 e
i 20 anni e nei quartieri pove
ri di San Salvador la maggior
parte delle donne alleva i figli
da sola. Elisabetta ha le idee
chiarè: «Sono gli uomini che
hanno cominciato, ma i giornali di questo non parlano;
solo adesso che noi ci rifacciamo se ne fa uno scandalo».
Elisabetta e le sue colleghe
sinora hanno lavorato soprattutto nei locali del centro: i
loro «clienti» preferiti sono ì
turisti e gli uomini d’affari di
passaggio. «Abbiamo fatto
abbastanza soldi - dice Elisabetta - e abbiamo investito in
abiti eleganti, calze di seta,
cosmetici costosi. Adesso che
siamo ben equipaggiate possiamo cominciare a lavorare
nei quartieri ricchi di San Salvador». (epd)
Ebrei ultraortoiJossi
No ai vestiti
femminili
«indecenti»
Il quotidiano «Jerusaleni
Post» del 12 settembre riporta
che a Gerusalemme alcune
donne sono state aggredite in
un quartiere abitato da ebrei
ultraortodossi, perché vestite
in modo «indecente».
A parere di questi ultraortodossi una donna sarebbe vestita in modo indecente se
porta abiti senza maniche o se
ha le ginocchia scoperte.
(epd)
Riforma
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(1885-1963) «Credo in Dio Padre onnipotente...», da «Il
credo apostolico». La stampa'ò curata da un editore
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