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Anno IV
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del 23 agosto 1996
!.. 2000
contiene I.R. Spedizione in
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Bibbia e attualità
LA VITA
È UN DONO
«Non è la vita più del nutrimento,
e il corpo più del vestito?»
(Matteo 6,25)
SCORRENDO il giornale delle vacanze, leggiamo di un signore americano che, dopo aver fumato per molti
anni molte sigarette al giorno, si è ammalato di cancro e ha intentato e vìnto una causa contro la ditta produttrice delle sue sigarette preferite. Così
puoi fumarti la vita, dimenticare che
sei tu ad averlo fatto, e ottenere un risarcimento dalla fonte del male «fumo». Forse questo signore americano
ha fatto così perché la società in cui vive è molto dura con chi si ammala
<«per colpa propria».
QUESTO tipo di notizia più che
scandalizzarmi mi intristisce. È sintomo, infarti, di una discreta confusione
sulle priorità che ciascuno/a ha e si dà
nella vita. L’Evangelo dice che la vita e
il corpo valgono più di ogni ansia per
farli funzionare e farli fruttare, anche
perché la vita e il corpo sono donati.
Questa è la prima cosa che bisogna riconoscere. Se una vita è donata, il criterio delle sue priorità sta nel rapporto
con il donatore. Il testo di Matteo 6 ne
parla sotto due modalità: un rapporto
di ficonoscenza verso Dio, colui che
dona, che ci dovrebbe preservare dallo
sperpero scriteriato della nostra vita;
un rapporto di inclusione deità propria vita nell’orizzonte del Regno di
Dio. Per dirla con un’espressione teologica: Dio oltre me e davanti a me.
QUOTIDIANAMENTE, noi veniamo
come calamitati, inesorabilmente attratti dai meccanismi di funzionamento della società in cui viviamo. La
preoccupazione per il nutrimento e
per il vestito sono la preoccupazione
circa le proprie capacità di costruire e
riuscire nella vita con dei segni riconoscibili socialmente. Si tratta di una
scalata alla vita. Se, come dice l’Evangelo, la vita e il corpo sono un dono, ci
troviamo davanti a una controtendenza: tra me e me, tra me e il mondo
c’è Dio; donandomi là vita non me la
fa più conquistare; donandomi l’annuncia del Regno non fa di me una
formica che nel suo piccolo deve dimostrare qualcosa a sé e agli altri.
iSE lo intendiamo come un allentamento della concentrazione ossessiva
su noi stessi, TEvangelo è utilmente terapeutico di fronte alle nevrosi della
vita quotidiana. In molte persone, invece, il desiderio di osservare TEvangelo, di essere morali e non amorali,
crea nuove ansie. E così, ancora una
volta, tra me e me ci sono soltanto io.
Ma TEvangelo, quello autentico, ci carica davvero di ansie e di incertezze?
No^ se tra me e mè c’è Dio. Io non ho
niente da far fruttare, da riscattare
perché è già stato riscattato; non ho
da affermare il valore della mia vita
perché è già stato affermato. In questo
senso la nostra vita ha come sua possibilità e suo criterio Taffidarsia un
Dio che sta davanti a noi.
L’AZIONE di questo signore americano ci è servita da spunto per ragionare sulla nostra vita. Noi non possiamo lasciarci vivere senza criteri. Né
possiamo accettare quelli che presuppongono che nella vita bisogna produrre dei risultati competitivi rispetto
a quelli degli altri. I criteri che possia, mo trovare nella fede comprendono
’pn distacco dall’ansia per la propria
^performance», non perché la seria
ttpplìcazione alle cose della vita sia
considerata superflua, ma perché la
vita ha la sua origine e la sua destinazione in Dio. Tra me e me e tra me e il
mondo c’è Dio, questo crea la differen^ di criterio per la mia vita.
Erika Tomassone
/
Intervista allo storico Giorgio Rochat dopo la sentenza del processo a Erich Priebke
Lo specifico criminale della guerra nazista
/ nazisti non hanno rispettato nessuna delie convenzioni internazionali di guerra, anzi hanno
teorizzato, giustificato e applicato su scala di massa la rappresaglia verso i civili e il terrore
EUGENIO BERNARDINI
CREDIAMO nella giustizia
divina, rispettiamo quella
umana quando è esercitata nella
verità e nella libertà. Per questo
non condividiamo la recente sentenza del tribunale militare'di Roma sui crimini dell’ex ufficiale riazista Erich Priebke, che restano incancellabili nella memoria e nella
storia dql nostro paese». Con queste parole inizia il comunicato della
giunta del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia (lo riportiamo integralmente
in questa stessa pagina) che ha dato voce allo sconcerto degli evangelici riguardo la sentenza del processo contro l’ufficiale nazista corresponsabile dell’eccidio di 335 civili
alle Fosse Ardeatine.
Ne parliamo con Giorgio Rochat,
docente di storia contemporanea
all’Università di Torino e ora anche
presidente dell’Istituto nazionale di
storia del movimento di liberazione
in Italia. Per Rochat il processo «è
stato impostato nel peggiore dei
modi. Prima affidando il processo
alla giustizia militare, cosa che non
è stata fatta in Francia e Germania
per casi analoghi, poi riducendo il
processo in un’auletta piccolissima
e in tempi ristrettissimi che noii
hanno consentito la deposizione di
testi importanti e l’approfondimento del contesto storico in cui è avvenuto l’eccidio. D’altra parte l’Italia
di processi del genere ne ha voluti
fare ben pochi. Molti processi invece sono stati fatti ai partigiani. Ricordiamo anche che l’Italia non ha
neppure processato i propri criminali di guerra per gli eccidi cornmessi dal ’35 in poi in Abissinia e iri
Iugoslavia nel ’41-43».
La rappresaglia, col rapporto di 1
a 10, era uno strumento di terrore diffuso nel corso della seconda guerra mondiale? «I tedeschi di
rappresaglie contro i civili ne hanno fatte sistematicamente dovunque; i russi, gli angloainericani, i
partigiani no, anche se ci sono stati
certamente dei casi, degli eccessi.
Si prepara un’esecuzione di massa: soidati nazisti costringono un gruppo di prigionieri a scavarsi la fossa
ce, di cui sono accusati gli alleati
(ma furono i tedeschi a cominciare,
ricordiamo i bombardamenti su
Londra e Coventry) rientrano nella
“morale” e nelle regole della guerra
del tempo».
Insomma, la guerra, anche quella moderna deve avere delle rego
Ma si è trattato di abusi perpetrati
da singoli responsabili. Nella guerra nazista invece si teorizza e organizza ia rappresaglia, cioè il, massacro di civili; col rapporto di 1 a 10,1
a 50, anche 1 a 100 in Russia. Ci sono in proposito direttive di Hitler
estremamente precise* già alla fine
del ’41, applicate dalle gerarchie
militari ed eseguite su vasta scal^
soprattutto nei paesi orientali. E
anche questo lo specifico criminale
della guerra nazista».
Ed è questo il motivo della condanna di Priebke, anche se poi le
attenuanti generiche, tra cui il discusso obbligo aH’ubbidienza, lo
hanno rimesso in libertà per la prescrizione del reato. «Infatti. Nei codici militari non è prevista la possibilità della rapprèsaglia della fucilazione di ostaggi. Quando accade
è comunque un abuso, un orrore
tipico della guerra, ma è persegui
bile dalla legge militare e civile.
D’altra parte la guerra nazista non
ha rispettato nessuna delle convenzioni internazionali di guerra
che erano già in vigore all’epoca,
quelle per esempio sul trattamento
dei prigionieri di guerra».
Insomma, la pianificazione di
questo orrore come quello dell’eliminazione degli ebrei, degli oppositori politici, degli zingari e via dicendo, è tipico solo della guerra nazista. «Sì, anche se ci sono stati cedimenti anche tra noi. Per esempio
nel ’36 c’è un ordine di Mussolini
che dice di esercitare rappresaglie
in Etiopia per stroncare la resistenza degli abissini. Certo mai al livello
di pianificazione, regolamentazione, dimensione, industrializz^ione
della guerra nazista. Qui sta il fondamento dell’accusa di crimine
contro l’umanità. I bombardamenti
a tappeto delle città tedesche, ìnve
le. «In qualsiasi tipo di guerra, iii
ogni tempo, gli uomini si sono dati
delle regole, magari anche elastiche e talora infrante, ma comunque regole che rispondono alla
cultura del tempo. Chi non le osserva si mette contro la “morale”
comune e lo stesso “onore” militare. La guerra nazista non rispetta
' alcuna regola, e invece pianifica e
giustifica massacri e terrore su scala di massa sollevando riprov^ione generale. Parliamo allora dì crimini contro l’umanità, che non
possono essere mai prescritti, neppure dopo 52 anni».
La giunta Fcei su Priebke
I crimini nazisti non
si possono minimizzare
«Crediamo nella giustizia divina, rispettiamo quella umana quando è esercitata nella verità e nella libertà. Per
questo non condividiamo la recente sentenza
del Tribunale militare di
Roma sui crimini dell’ex
ufficiale nazista Erich
Priebke, che restano incancellabili nella memoria e nella storia del
nostro paese.
Il triste tentativo di
minimizzare e svuotare
di significato un delitto
contro l’umanità rappresenta da un lato un
gesto offensivo nei confronti dì chi ha lottato e
sofferto per affermare la
democrazia nel nostro
paese e, dall’altro lato,
esprime una concezione distorta del perdono e della riconciliazione che, anche in una
prospettiva evangelica,
debbono in ogni caso
coinvolgere le persone
direttamente colpite e
fondarsi sempre sulla
verità dei fatti.
Nessuno tra noi invoca vendette, ma giustizia; i colpi di spugna sul
passato non possono
che deresponsabilizzare
e legittimare la convinzione che gli atti criminali, col passare del tenipo, perdano il loro significato distruttivo».
■ Rio de Janeiro
XVII Conferenza
mondiale metodista
«I metodisti di oggi
hanno molto da imparare dai primi cristiani che
hanno ricevuto lo Spirito
Santo alla Pentecoste»,
ha dichiarato Donald
English, presidertte del
Consiglio mondiale metodista aprendo a Rio de
Janeiro il 7 agosto la diciassettesima Conferejiza mondiale dal tema
«Spirito Santo: sorgente
di vita»,. «Per noi - ha
continuato English - la
preghiera diventa facilmente una specie di attività secondaria, qualche
cosa che facciamo per
potere poi dedicarci a
questióni piìi serie. Ora,
sembra che per i primi
cristiani la questione seria fosse la preghiera».
Successivamente, Joe
Hale, segretario generale
del Consiglio, ha chiesto
ai partecipanti di «dare
vita a un’eredità di amore e di perdono da trasmettere alla prossima
generazione»; ha anche
esórtato ogni partecipante a «diventare l’antidoto della violenza e della
guerra» e a «rimpiazzare
l’eredità della guerra con
l’eredità della pace».
Il Consiglio mondiale
metodista, che ha organizzato la Conferenza,
rappresenta 71 chiese in
107 paesi per circa 30
milioni di membri. (Eni)
È MORTO MAX THURIAN. A 79 anni, il
15 agosto, è morto Max Thurian, uno
dei fondatori della comunità ecumenica di Taizé, in Francia, dove si è anche svolto ti funerale. Pastore riformato, rappresentante deli'Alleanza
riformata mondiale nell’importante
organismo ecumenico «Fede e costituzione», Thurian fu segretamente
ordinato prete cattolico a Napoli nel
1987. La «riservatezza» di questa conversione e ordinazione (venne comunicata pubblicamente un anno dopo
dallo stesso Thurian perché un giornalista cattolico, avendolo scoperto,
stava per darne la notizia) fece molto
discutere. Thurian venne poi nominato membro della Commissione pontificia per l'ecumenismo.
IL PROBLEMA DELLA PROSTITUZIONE.
Questo «commercio» in espansione
necessita urgentemente di regolamenti e normative nuove, che siano
al passo con i mutamenti di un fenomeno che appare sempre più spesso
una nuova forrfia di schiavitù, e che
riducano al massimo il danno per i
più deboli, cioè chi vende o è costretto a vendere se stesso. (p. 6)
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PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
Geroboamo e
tutta Vassemblea d'Israele vennero a parlare a Roboamo, e
gli dissero:
«Tuo padre ha
reso duro il nostro giogo; ora'
rendi tu più lieve la dura servitù e il giogo
pesante che tuo
padre ci ha imposto, e noi ti
serviremo»...
Il re rispose:
«Mio padre
ha reso pesante
il vostro giogo,
ma io lo renderò
più pesante
ancora»...
Quando Roboamo giunse a
Gerusalemme,
radunò tutta la
casa di Giuda
e la tribù di
Beniamino,
centottantamila
uomini, guerrieriscelti.
per combattere
contro la casa
d’Israele e restituire il regno a
Roboamo, figlio
di Salomone.
Ma la parola di
Dio fu rivolta a
, Sentala, uomo
di Dio, in questi
termini: «Parla
a Roboamo, figlio di Salomone, redi Giuda,
a tutta la casa
di Giuda e di
Beniamino e al
resto del popolo,
e dì loro: così
parla il Signore:
non salite a
combattere contro i vostri
fratelli, i figli di
Israele! Ognuno
se ne torni a casa sua; perché
questo
è avvenuto per
mia volontà».
Quelli ubbidirono alla parola
del Signore e se
ne tornarono,
secondo la parola del Signore
(I Re 12,3-4.14. 21-24)
Le vicende narrate
Re rispecchiano abbas,«
za chiaramente un »
mento della storia
sraele caratterizzatn
molte difficoltà e °
politiche e religióse*"^
LA FORZA DELLA DEBOLEZZA
Semaia contro Roboamo, un profeta contro un re autoritario e ingiusto
Quando la «parola» umana rende presente la «Parola» di Dio
UMBERTO DELLE DONNE
La morte di Salomonisvavvenuta intorno al 922 a.C., pone fine a uno dei periodi più significativi della storia ebraica.
Mai prima del suo regno Israele
aveva coperto un ruolo di potenza economica e culturale.
Giù nonostante, la sua dipartita
fu salutata da molti come una liberazione, la fine di un giogo insopportabile.
Quali erano le ragioni di tanta
acredine verso un re che pure
aveva dato lustro e potenza alla
nazione ebraica? Non era stato
lui ad edificare il Tempio di Dio
e dato alla città di Gemsalemme
la dignità di capitale spirituale
dell’ebraismo? Certamente sì,
questi erano i meriti innegabili
di Salomone, tuttavia nella seconda fase del suo regno la situazione era radicalmente mutata, forse lo stato di benessere e
prosperità economica raggiunta
aveva contribuito ad affievolire
quei valori etici e spirituali un
tempo fortemente radicati nella
coscienza popolare di Israele.
Non solo: non tutti in Israele godevano i vantaggi di una fase
economicamente felice.
Con la morte di Salomone, il
regno di Israele fu scosso da forti tensioni religiose e politiche e
dal non facile problema della
successione. Molti degli esuli
cacciati dal re, nel ritornare in
patria erano animati da propositi di rivalsa e questo poteva generare lotte intestine, vendette e
violenze. Inoltre, come abbiamo
accennato, in Israele stesso la
morte di Salomone non lasciò
rimpianti né amarezza dal momento che dopo una fase di saggia e oculata amministrazione
del potere, egli si era trasformato in un monarca autoritario e
dissoluto al punto da alienarsi la
simpatia del popolo. Ma la cosa
più grave fu che col suo comportamento iniquo ruppe uhila
teralmente il patto che Dio aveva stabilito con la sua casa per
mezzo di Davide suo padre, cadendo neU’idolatria. ,
Un re autoritario
Preghiera
Signore Gesù Cristo, sei stato povero e misero,
prigioniero e abbandonato come lo sono io.
Tu conosci tutta l’angoscia degli esseri umani.
Tu mi resti accanto, quando non c’è nessuno
accanto a me.
Tu non mi dimentichi, mi cerchi. Signore, aiutami!
Dietrich Bonhoeffer
(da «Un giorno una parola», ed. Claudiana)
CON Roboamo la situazione
poteva cambiare, se questi
nel succedere al trono avesse ripudiato quei metodi di governo
che avevano reso invisa la figura
di suo padre, ripristinando come
voleva la legge di Dio, il diritto e
la giustizia. Ma così non avvenne: egli volle perseverare nella
stessa direzione di Salomone,
pur non avendo la stessa statura
politica e umana: credette di
consolidare così una tradizione
che risultò nefasta per l’unità
stessa del regno di Israele.
Sichem era il luogo di incontro dei rappresentanti delle dodici tribù di Israele, una specie
di assemblea federale che costituiva rpssatura della nazione
ebraica.' L’ascesa al trono quindi
era legittimata dalla volontà di
Dio espressa dad consenso unanime dei delegati: ma la successione al trono non era automatica, come avveniva altrove. Il «re
d’Israele» era «l'unto di Dio», e
perciò sottoposto al supremo
volere dell’Altissimo. Ma Roboamo teneva in scarsa considerazione il valore degli ordinamenti
divini, e pur potendo cogliere
l’occasione di riconciliare la monarchia al popolo per dare una
svolta radicale alla vita politica e
religiosa del regno di Israele,
preferì la strada opposta, quella
dello scontro aperto.
Si lasciò trascinare dai consiglieri più giovani, da quelli che
abbagliati dal potere pensavano
che nulla e nessuna potesse incrinare la loro posizione di privilegio: non volle dare ascolto alla
voce dell’esperienza e del buonsenso dei consiglieri più anziani
che, memori della storia passata, lo esortavano ad agire con
sobrietà e prodezza, a riconoscere le esigenze legittime espresse dai rappresentanti delle
tribù del nord. Gli ricordarono
che ostinandosi in un atteggiamento rigido e autoritario si assumeva una grande responsabilità davanti a Dio e al popolo,
perché metteva in gioco l’unità
stessa del regno. Ma. alla saggezza degli anziani fece riscontro
l’opposizione dei giovani che,
assurti prematuramente a responsabilità di governo e eccitati da un potere che appariva loro
illimitato, consigliarono Roboamo a prendere misure drastiche
e severe, senza rendersi conto
che il regno d’Israele si era costituito sulla base del consenso popolare e soprattutto sulla volontà di Dio, il solo che poteva
conferire l’autorità regale.
Roboamo purtroppo non volle
sentire ragioni, fermo nel suo
proposito autoritario volle imporre le sue regole: lo scisma del
Nord divenne inevitabile. L’
unità del regno di Israele venne
così sacrificata sull’altare della
tracotanza e dell’orgoglio, frantumata miseramente dalla cecità politica di stolti consiglieri e
corrotti cortigiani. Di quello che
fu il regno davidico restavano
due piccoli e deboli regni, il regno di Giuda (regno del Sud),
sorretto da Roboamo, sostenuto
dall’apparato sacerdotale, non
sepza opposizioni e resistenze, e
il regno di Israele (regno del
Nord) sotto Geroboamo, figlio di
Nebath che, solo nell’esercizio
del potere, ebbe le mani libere
per modificare l’assetto politico
e religioso, ripristinando nel
santuario di Bethel il culto del
vitello d’oro che si richiamava a
una divinità di origine egiziana.
In questo periodo difficile il
Signore riprende a parlare con il
profeta Scemala, «un uomo di
Dio», armato della sola fede.
Questi contrappose al potente
Roboamo la parola profetica,
annunciando su lui e la sua casa
un imminente e inappellabile
giudizio di Dio.
tro la potenza di Roboamo ripropone l’immagine del confronto impari tra Davide e Golia.
Dio ha scelto i deboli per confondere i potenti: nelle parole
del profeta questo concetto si
consolidava in un avvertimento
chiaro e perentorio. Roboamo
non poteva non tenerne conto,
non poteva contrastare oltre la
volontà dell’Eterno. Suo malgrado era costretto a riconoscere la
forza contenuta nelle parole del
profeta e, per quanto illogico
possa sembrare, essa scaturiva
proprio dalla debolezza del profeta. Roboamo si rese conto finalmente che se non avesse dato ascolto a quella voce profetica il suo destino sarebbe stato
ulteriormente segnato.
L'azione di Dio
Perché solo a Roboamo?
IL discorso è probabilmente
connesso alla profezia che vede il popolose il territorio di Giuda inseriti nel disegno di Jhwh
in vista dell’alba messianica. Ciò
nonostante il giudizio di Dio su
Roboamo non viene attenuato:
resta il responsabile primo della
catastrofe politica e religiosa
scaturita dalla frantumazione
del regno unito. La sua bassezza
si evidenzia nei suoi propositi di
vendetta: Roboamo non accenna a una riflessione critica, a un
ripensamento, non ammette la
propria colpa davanti a Dio: coltiva solo il malvagio proposito di
scatenare una guerra per piegare al suo volere le tribù del Nord.
Ma Dio si oppone a questo disegno, contrasta le mire di un uomo pronto a versare il sangue
dei suoi fratelli per un’assurda
ambizione di potere. I versetti
12-20 denunciano senza ambiguità il suo agire: «Non salite a
combattere con i vostri fratelli, i
figlioli di Israele, ognuno se ne
ritorni alla sua casa».
La debolezza di Semaia con
NON si può non scorgere in
questo passaggio un rapporto con la realtà del nostro
tempo. Vediamo come l’azione
di Dio si snoda nella storia umana, nella realtà contraddittoria
del mondo attuale. Egli, il Signore della storia, chiama gli
uomini alla metanoia e alla consapevolezza di una fede dinamica, che si contrappone a ogni
empietà e ingiustizia in nome
dell’amore. In una società marcata dalla violenza e dalla sopraffazione, dove la cultura del
mercato e del profitto spesso
schiaccia quella della condivisione e della solidarietà, dove
per fini egoistici si violano gli
elementari diritti della persona,
la parola di Scemala si rivela più
che mai attuale. Egli ci invita a
cercare la pace e la concordia, a
partire dalla nostra casa, dal nostro quartiere, dalla nostra città.
Ci insegna a essere profeti nella
storia, a ostacolare proprio con
quella che appare debolezza i
mdvagi disegni dei potenti.
È pazzia? Forse. Tuttavia la figura di Semaia è per noi esempio da seguire. Cristo, nel donare
se stesso alla croce, ci ha insegnato la forza dell’amore e il valore della pace, ci ha dato una
forza incontenibile che si rivela
nella debolezza. Egli nel farsi povero, debole, ignudo, ha voluto
condividere la condizione umana fino all’estrema conseguenza,
della croce. Il suo insegnamento
ci stimola in questa lotta animando la nostra esistenza con
una speranza che nessuno può
toglierci. È vero, siamo pochi,
senza risorse e senza potere, ma
egli ci rincuora: «Non temere o
piccol gregge, al Padre vostro è
piaciuto dare il Regno».
tore individua delle or
se responsabilità in
processo disgregativo i
regno unito, e chiama
causa senza ambigqiH f
„4.: « ‘
Ìf_"^e'^"aipenti Roboan»
figlio di Salomone ri.
nendo scorretta e inaiò
la sua determinazion.
voler imporre la sua ,i
gale» volontà (12, 4-12)
Il racconto si presenta
neare nello stile
sterili panegirici: iJ^J 11.
re, in modo netto e seA,
tergiversare, attribuisce
responsabilità deila se«
sione alle assurde preti
di Roboamo. Questi infa
ha dato il via a una ci
drammatica, che
segnq
negativamente l'esisten:
del popolo di Israele. A
cuni elementi farebbe!
pensare a una crisi dell
stituzione monarchica, e
più semplicemente credi
mo che si contestasse no
la monarchia in sé
l'assolutismo dei re: quel!
che si rigettava era l'auft
ritarismo che a partire i
Salomone era stato all'«
gine di non pochi sopry
e ingiustizie.
La scelta di un re per
sraele era stata dettata t
una necessità storio
dall’esigenza di crea!
una struttura politica ui
taria, che garantisse la
fesa e lo sviluppo del pa
se (I Samuele 8, 6-7).
di Israele regnava in non
di Dio, non per diritto t
vino, quindi vi erano d
limiti invalicabili alla si
volontà. Roboamo m
pretendere l'obbedleni
assoluta dei suoi sudditi,
poneva di fatto fuori dal
legge di Dio e faceva ur
scelta sbagliata, dal m<
mento che tutti ormai eq
no stufi di un sistema o|
pressivo.
Un altro aspetto impo
tante è la figura del pr<
feta Semaia, uomo di Dii , ■
armato solo della sua fi
de, che con l'autorità de
la Parola di Dio non sol
respinge i propositi di(|
valsa del sovrano, matiiv,
stabilisce la pace. Ci tn|
viamo qui in una di quel
situazioni caratteristici
della vicenda biblica: il pi
tere del re è limitato d
un «contropotere» rap
presentato clal profetai
turno. Il profeta non rap
presenta una lobby, e'
particolare gruppo social
o economico, né rappf*
senta il popolo: egli si pf®
senta solo, nudo, debole
L'unica sua «forza» è
«parola» che pronuncia
che rende presente la «P'
rola», quella di Dio. Cosi
partendo dalla deboiezfl
dei suoi servi, dalla frapl
lità dei suoi umani stru’
menti, Dio può d®'’®.!)'!
nuovo corso agli equilic"
della storia.
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Per
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M. Sinigaglia,
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Quaderni spézzini
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li 23 AGOSTO 1996
Verso TAssemblea ecumenica europea che si svolgerà a Graz
In Europa il fiore della riconciliazione
/associazioni pacifiste a fiancò delle delegazioni cattoliche e legate alla Kek
più che un documento ufficiale si cercherà di vivere una «festa della fede»
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fi fiore coloratissimo
che sorge da un terreno
&de con due braccia blu
i Ke racchiudono un cuore
i Lo- è il logo della prossima
.«i sàsemblea ecumenica che si
■ I a Graz dal 23 al 29 giuS ano 1997. Tre pennellate effiii, .aci del designer olandese
li’. «Win Hassink rappresenta|; j ^ il flore della riconciliazioi: jeche comincia a spuntare
I I «»che nei più martoriati paesidluropa: questo si dovrà
»ntare, celebrare, festeg_e l’anno prossimo a Graz,
ntinuando la serie di asiblee ecumeniche pancriHane in Europa, iniziate a
jsilea nel 1989. L’invito è
Luto da Graz stessa, bella
|ttà austriaca che si può '
Lsiderare in buona posiJone centrale fra l’Est e
iQvest e il Nord e il Sud delliuropa. Appena ricevuto
Conferma della scelta, le
lese cristiane locali si sono
ipbilitate a risolvere i non
ichi problemi di organizzatine e perfino anche quelli
anziari, procurando esse
¡esse e dalla amministraziocittadina, regionale e naonale fondi per più di due
ferzi della spesa complessiva
[calcolata in 5 miliardi circa).
[ a|E' La Conferenza delle chiese
■ *^uropee (Kek) e il Consiglio
Ielle chiese episcopali euroee (Ccee) sono le due orga,^Wzzazioni ospiti: della prima
anno parte circa 120 chiese
lon cattoliche (anglicane,
)rotestanti, ortodosse, vecihio cattoliche), della secondale 35 conferenze episcopaIcattoliche dei vari paesi
^Europa. I due organismi
aanno concordato delegazioni di 250 membri ciascuna, a
Il logo di Graz ’97
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1 SI aggiungeranno rappreentanti delle molte associaboni che si occupano della
pace e quanti altri lavorano
alla riconciliazione a livelli
diversi. Si prevede in totale
una partecipazione di circa
un migliaio di persone, che
dovrebbe essere il più possibile rappresentativa di donne, uomini, di giovani e di
anziani, di popolo e di dirigenti ecclesiastici.
Naturalmente i criteri di
rappresentanza non sono
uguali fra le chiese e si fa
molta fatica a cercare di costruire una certa parità! Le
chiese avrebbero già dovuto
comunicare entro lo scorso
gennaio le liste dei loro rappresentanti, ma molte sono
in ritardo. Le liste sono importanti perché si deve procedere per tempo alla ripartizione nei gruppi, per consentire ad una assemblea così
numerosa di lavorare in modo comprensibile. Come a
Basilea anche a Graz ci saranno proposte di culto, studio
biblico, conferenze, gruppi
d’interesse degli argomenti
più svariati, ma sempre attinenti al tema.
Inoltre si prevedono ricevimenti e feste offerti dalla
città. Sono stati invitati oratori di grande rilievo, che si
sono distinti nel loro paese
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Preghiera dalla Croazia
Trasformaci, Dio della vita
Crudeli immagini di massacri
città e paesi desertificati
uccisioni e assassina.
Come rispondiamo:
sgomento silenzioso di una maggioranza silenziosa
Ma brucia dappertutto,
dappertutto viene sparso sangue innocente...
Che faccio?
Che facciamo?
Sperare nella pace, malgrado ogni speranza,
prepararsi alla riconciliazione?
Ma come si può, di fronte a tali atrocità?
Forse abbiamo tuttavia motivo di pregare?
Dio, tu sei un Dio della vita.
Trasformaci nel profondo dei nostri cuori
in persone che portano nel nostro mondo
la tua pace.
Manda il tuo Spirito nei cuori di coloro che sono
intrappolati nella rete della violenza
* còme attori o come vittime sfa’ che non abbandoniamo la ricerca
di dialogare con loro.
(Frano Prcela Op)
Il Cenacolo
Abbonamento annuo per l'Itaba e per 1' Europa L. 15.000. Per
Cinque o più abbonamenti allo
stesso indirizzo sconto del 20%.
Sostenitore L. 20.000.
Abbonamenti 1996
Abbonamenti: su c.c. postale n.
^0128009 intestato a «Il Cenacolo»
-via Firenze, 38 - 00184 Roma.
Rimesse su vaglia postali intestati a: Aurelio Sbaffi
via Firenze, 38 - 00184 Roma (Uff. Post. Roma 13)
tei. 06/20.51.634
per particolare lavoro di riconciliazione. Sui nomi c’è
ancora l’embargo, fino a
quando non avranno accettato. Si prevede la preparazione di un documento, che
verrà mandato entro la fine
dell’anno ’96 a tutte le chiese,
sul quale si potrà reagire in
modo da avere a Graz un testo emendato da adottare per
il lavoro successivo.
Tuttavia l’accento non sarà
posto questa volta sul documento, per quanto buono lo
si possa ottenere, ma sul fatto
in sé della riconciliazione che
lì avrà luogo e sarà una grande festa della fede, che non si
lascia paralizzare dalle scelte
tradizionali o dogmatiche o
nazionali, ma si esprime nell’amore che «sopporta ogni
cosa», ma anche «spera ogni
cosa» (1 Corinzi 13). In molti
paesi d’Europa sono in corso
di preparazione incontri in
vista di Graz, quasi delle prove generali, come ih Gran
Bretagna, dove è sempre acuto il conflitto con Tlrlanda, in
Germania, a Erfurt, dove dal
13 al 16 giugno si è tenuta
una Assemblea ecumenica
. dal tema: «Cercare la riconciliazione, guadagnare la vita»;
i primi di ottobre si terrà a
Minsk un grande incontro
ecumenico sul tema di Graz.
Ma guardiamo che succederà nel nostro paese: anche
da noi ad ottobre (dal 1“ al 4)
si terrà a Bari un incontro di
riconciliazione al quale sono
stati invitati rappresentanti
delle chiese evangeliche, cattoliche e ortodosse di tutti i
paesi che si affacciano al Madeterraneo dell’Est, dunque i
paesi dell’ex Iugoslavia, Albania, Grecia, Creta, Cipro,
Malta, Romania, Bulgaria, fino al Patriarcato ecumenico
di Costantinopoli. Ospitanti
l’Arcivescovato di Bari e la
Federazione delle chiese
evangeliche di Puglia e Lucania. Anche qui si prevede la
preparazione di un documento da approvare, ma soprattutto celebrazioni ecumeniche, concerti, feste, studi biblici, conferenze in collaborazione con il Gruppo
ecumenico, che a Bari svolge
un prezioso servizio da molti
armi, con l’Università e molte altre organizzazioni operanti nel territorio. A parte
questa che è l’attività centrale, sono previsti alcuni altri
incontri: a Firenze uno giovanile organizzato dai francescani dal 26 al 28 settembre 1996; a Brescia nella primavera del 1997, anch’esso
inteso come raduno giovanile europeo; la delegazione
cattolica per Graz avrà un incontro preparatorio a Roma
dal 7 al 9 novembre.
Il Sinodo delle chiese vaidesi e''metodiste ha deciso di
dedicare una serata pubblica
a questo tema, invitando a
presentarla i segretari della
Kek (Jean Fischer) e del Ccee
(Aldo Giordano), che hanno
accettato. E la delegazione
evangelica? Bisogna proprio
che qualcuno (forse la Fcei?)
organizzi un incontro! Intanto però bisogna che ci siano
le nomine, che sono solo a
metà (mancano metodisti e
luterani); poi si potrà procedere. Ma quello che più conta è che le chiese facciano del
tema della riconciliazione
oggetto di studio biblico; l’inserto di Riforma (suppl. n. 1
del 5 gennaio 1996) che contiene il documento preparatorio di Graz suggerisce una
abbondante lista di testi e
argomenti che sono ben utilizzabili. Inoltre, poiché riconciliazione è atto e non parola, varrebbe la pena di proporre il tema in incontri ecumenici, come si sta facendo
già in molte città e regioni.
Preghiera da Belfast
Per l'unità in Cristo
Signor Gesù,
tu che poco prima della tua morte
hai pregato, affinché i tuoi discepoli
divenissero uno,
come tu nel Padre
e il Padre in te,
facci sentire intenso dispiacere
per la nostra infedeltà e la nostra disunità.
Dacci l’onestà di riconoscere
e il coraggio di rigettare
qualunque forma di indifferenza
nei riguardi l’uno dell’altro,
o di sfiducia reciproca,
o qualunque inimicizia
giaccia nascosta in noi.
Rendici capaci di incontrarci
l’un l’altro in te.
E fa’che la nostra preghiera
per l’unità dei cristiani
sia sempre nel nostro cuore
e sulle nostre labbra,
unità come tu desideri
e secondo l’intendimento che tu vuoi.
Facci trovare la via
che conduce all’unità in te,
che sei perfetto amore, ,
nell’obbedienza
allo Spirito dell'amore e della verità. Amen
( Comunità di Cornerstone, Belfast)
PAG. 3 RIFORMA
II «laboratorio per il futuro dell’Europa» all’Assemblea di Basilea ’89
Sara e Agar
Sara; Io mi chiamo Sara. Il mio nome significa «principessa».
Agar: Io mi chiamo Agar. Il mio nome significa «fuga».
Sarà: Io sono un’ebrea.
Agar: Io sono un’egiziana.
Sara: Io sono la moglie di Abramo.
Agar: Io sono la schiava di Sara.
Sara: Io ero sterile; non avevo valore in quanto donna.
Agar Io ero fertile; non avevo valore in quanto donna.
Sara; Ma Dio mi promise che sarei diventata fertile. Io risi.
Agar; Io non ho ricevuto promesse. Io piansi.
Sara: Ma non potevo partorire un figlio a mio marito. Così
ho scelto di dare a mio marito la mia schiava come concubina. Forse avrei avuto figli per suo tramite.
Agar: Io non avevo scelta. Sono stata forzata a partorire un
bambino al mio padrone.
Sara: Quando la mia schiava rimase incinta, diventò superba. Mi guardava con disprezzo.
Agar: Non ero superba.
Sara: Io sono stata oltraggiata.
Agar; Io sono stata disprezzata.
Sara; Mio marito mi ha detto che la mia schiava era in mio
potere. Potevo farne quel che volevo.
Agar: Io non avevo potere. Non potevo fare ciò che volevo. ''
Sara: L’ho battuta.
Agar: Sono fuggita.
Sara: Poi tornò sottomessa.
Agar; Dio mi mandò indietro a sottomettermi agli abusi della mia padrona.
Sara; Agar partorì un figlio. Era il figlio di una schiava.
Agar: Io partorii un figlio. Il mio padrone lo chiamò Ismaele,
che significa «Il mio Dio mi ascolta». Ma Dio ascolta me?
Sara: Il mio Dio mi ha ascoltata e anch’io ho partorito un figlio. Mio marito lo ha chiamato Isacco, che significà «ridere». Tutti quelli che hanno saputo della mia gioia, hanno
riso con me.
Agar; Io non posso ridere. Non provo gioia. •
Sara: Ho visto il bambino schiavo giocare con mio figlio. Ho
detto a mio marito di cacciarli. Uno schiavo non erediterà
Con mio figlio.
Agar: Noi siamo stati cacciati nel deserto con solo una pa
gnotta di pane e un otre d’acqua. Quando è finita l’acqua,
mi sono seduta e ho aspettato la morte di mio figlio.
Sara: Uno schiavo non erediterà con mio figlio.
Agar: Ma Dio ha udito il mio gri(io e ha avuto pietà di noi.
«Alzati», Dio ha detto, «e prendi il ragazzo per mano; perché lo farò di lui una grande nazione».
Sara: Uno schiavo nòn erediterà con mio figlio. '
Agar: Quando ho aperto gli occhi, ho visto il pozzo delTacqua. Abbiamo bevuto e siamo tornati in E^tto. pio è stato
con mio figlio nella sua crescita. Mio figlio è diventato il
padre di una grande nazione.
Sara: Dio è stato con mio figlio nella sua crescita. Mio figlio è
diventato il padre di una grande nazione.
Agar: Io ho concepito mio figlio, nella schiavitù. Ora sóno libera.
Sara: lo ho concepito mio figlio, nella libertà. Perché non mi
sento libera?
Agar: (voltandosi verso Sara) Noi siamo madri di grandi nazioni. Noi siamo uguali.
Sara: (voltandosi verso Agar) Noi siamo madri di differenti
nazioni. Come possiamo essere uguali?
Agar: Se diventiamo sorelle e non ci disprezziamo più l’un
l’altra, faremo progredire grandi nazioni. Tutti siamo
uguali (stende la mano verso di lei).
Sara: Noi non saremo sorelle finché siamo uguali (prende la
sua mano).
Sara e Agar; (si stringono la mano e si girano in avanti) Non
vogliamo essere uguali dal momento che siamo sorelle (e
ftratelli).
KayMurdy
(Comunità di Iona)
■ii L
6
PAG. 4 RIFORMA
:S'
K.
Praga: incontro dei docenti delle facoltà teologiche battiste del continente
Studiare teologia nelPEuropa die cambia
Una disciplina che deve dare il suo contributo alla costruzione di un clima
di tolleranza e di vera democrazia. Il rapporto fra tattismo e potere
ELIZABETH OREEN
COME rendere l’istruzione
teologica più efficace in
un’Europa che cambia? Questa è stata la domanda base
sulla quale una cinquantina
di docenti battisti di diversi
paesi europei si sono confrontati nella loro conferenza
biennale tenutasi presso la
Facoltà battista di Praga alla
fine di giugno.
La conferenza è stata guidata da tre parole chiave;
contesto, formazione e potere. L’intervento stimolante
' del prof. Jakub Trojan, decano della facoltà di Teologia
dell’Università protestante di
Praga, ha delineato il contesto deir«Europa che cambia»
in termini di nazionalismi, di
questioni economiche, di democrazia, di tolleranza e del
postmoderno. In tale contesto la teologia non deve lasciarsi manipolare da interessi altmi ma rimanere fedele al messaggio universalistico del Vangelo. Compito della teologia, ritiene Trojan,
non è solo resistere a ogni relativizzazione della verità ma
anche dare fi suo apporto alla
. creazione di strutture democratiche e alla formazione di
uno spirito di vera tolleranza.
Per quanto riguarda la «formazione» delle notizie fomite dalle diverse facoltà, possiamo dire che due tendenze
si stanno sviluppando all’interno dell’istmzione teologica in apibito battista. In pri
Turisti nel centro di Praga
mo luogo la ricerca della interdisciplinarietà non solo tra
le discipline più strettamente teologiche ma anche con
altre discipline, còme per esempio la sociologia. È da
tempo che cj si rende conto
che le cinque discipline tradizionali della teologia (che nel
passato spesso non dialogavano tra di loroj non forniscono quella formazione globale che metta lo studente o
la studentessa in grado di
dialogare con un mondo
sempre più complesso. In secondo luogo, la partecipazione attiva della chiesa locale
nella formazione dei ministri: per facoltà come quelle
battiste di Manchester (Re
gno Unito) e Amburgo (Germania), la chiesa locale gioca
un ruolo importante nell’
istruzione teologica durante
tutto l’iter teologico. Non si
tratta di un luogo in cui si
«applica» una teoria imparata altrove ma un vero laboratorio di ricerca teologica. In
questo modo non solo si cerca di evitare lo scoglio che
spesso viene a crearsi tra formazione accademica e vita
comunitaria, ma anche di valorizzare tutto il popolo di
Dio nella preparazione dei
suoi ministri. Degno di nota è
Tambito ecumenico in cui
operano alcune facoltà battiste. Molte lavorano in stretto
contatto con le università
statali dei vari paesi, altre appartengono a consorzi che
raggruppano facoltà di varie
denominazioni, altre (è il caso di Stoccolma) si sono unite con altre chiese per migliorare sempre di più il livello
d’istmzione offerto.
L’ultimo argomento che
avrebbe dovuto informare le
nostre discussioni, il potere,
si è rivelato il punto dolente
della conferenza. Mentre si
discuteva tranquillamente il
talvolta difficile rapporto del
battiamo con varie istanze
del potere (come per esempio quella delle chiese nazionali) non si è riscontrata la
stessa prontezza a mettere in
discussione l’uso del potere
nelle stesse facoltà teologiche. Poca è stata la volontà di
discutere sul rapporto professore-studente, sulla trasmissione di una teologia che
possa rivelarsi alleata di forze
conservatrici, sulla preminenza maschile in campo
teologico (benché alcune facoltà tengano regolarmente
corsi di «Women’s studies» e
la facoltà di Stoccolma abbia
deciso di sviluppare il campo
della teologia femminista).
Possiamo solo sperare che
sotto la guida del segretario
Johnny Jonsson (Stoccolma)
e della nuova vicesegretaria
Karen Smith (Cardiff) questi
argomenti vengano trattati
nella prossima conferenza, il
cui tema verterà intorno alla
questione delTinclusività e
dell’esclusività nella teologia.
■ Strasburgo: seminario di formazi
Animatori giovanili di fron^
al problema della violenza
L’Ed
Udir
CRISTINA FERRARA
MANUELA MOLINARI
Tra il 24 e il 30 giugno si è
t " ■
tenuto a Strasburgo un
seminario di formazione per
animatori giovanili di tutta
Europa il cui tema era «Violenza, mediazione, riconciliazione» in vista dell’assemblea ecumenica di Graz, organizzato dalla Conferenza
delle chiese europee (Kek) e
dal Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee).
Durante la settimana i partecipanti si sono suddivisi in
due gruppi tematici di lavoro, sui concetti di mediazione e di violenza: la delegazione; italiana ha preso parte
mente di comunicare cif,
era avvenuto. 1
Questa situazione è fn
determinata da unostii
incrociarsi di parados^ "
vanti ai quali ci siamo J
parlando di pace, di ric^ ^
nazione, partendo da qZ
che per molte ragioni pu5 ‘
sere considerata la sua J
si, e cioè la violenza che (
me ha spiegato uno psicoi
il SO fa-,
e psicanalista dell’Elso (»
ciazione di aiuto e sup» ,
per persone che hanno SA
0 perpetrato violenza),|
duttivo considerare escla
vamente come compone
della patologia e deiriHe, '
lità: essa è invece ingrediq
della nostra stessa vita qu¡
Un gruppo di partecipanti aii’incontro di Strasburgo
aH’ultimo. Descrivere il bagaglio di esperienze acquisite
è difficile; nella stessa riunione conclusiva del laboratorio
sulla violenza molte riflessioni cadevano sulla, difficoltà,
che già si prospettava, non
solo di trasmettere i concetti
appresi, ma anche semplice
W Le prospettive di svolta in Libano
Ottanfanni di odio
opprimono i cristiani assiri
I cristiani assiri vivono
nell’instabilità da oltre 80 anni. Sin dagli inizi del XX secolo sono stati costretti a fuggire davanti a massacri, rivoluzioni e guerre. Gli assiri nel
Libano, tradizionalmente un
paese di rifuso per i^ristiani
del Medio Oriente, sono stati
coinvolti nella guerra civile e
ignorati dal governo libanese,
sopraffatto da enormi problemi, ma forse c’è un po’ di
speranza per loro: la Chiesa
assira sta elabo'rando un programma per aiutare questa
comunità a mettere radici.
Dopo la guerra civile nel
Libano molti assiri abbandonarono il paese ritenendo
impossibile trovarvi sicurezza e stabilità. Ne sono rimasti
solo più 6.000, che vivono
nella semi illegalità, nella miseria e (in gran parte) nell’
analfabetismo. A due generazioni di giovani è statg,/fiegato l’accesso alle scuole superiori e all’Università perché
privi di documenti di identità. Oggi la comunità assira
vive a Sad-El-Baouchrieh,
una zona piena di sradicati,
disadattati e apolidi.
In molte famiglie assire si
vive in sette in una stanza e
pochi genitori sono in grado
di affrontare le spese per la
scuola o per il medico. Data
I la situazione, la Chiesa assira
ha intrapreso un programma
che comprende interventi sul
piano sociale, soprattutto
rnedico e scolastico, al fine di
aiutare gli assiri a migliorare
il livello di vita e a inserirsi
nella società libanese. Il dispensario, aperto nel 1982,
non si limita più oggi a fornire medicinali. Conosciuto come Centro assiro medico-sociale, accoglie tutti coloro
che sono in difficoltà. Serve
da consultorio e presta ogni
tipo di cura medica di base,
promuove programmi di attività giovanili, per le donne,
concede prestiti per l’avvio di
attività commerciali e conduce altre iniziativé di carattere
sociale.
Il programma prevede la
copertura delle spese mediche consentendo a molte famiglie di non trovarsi in situazioni disperate e contribuisce anche alla metà dei
costi delle tasse scolastiche.
In breve è diventato l’elemento propulsore per avviare un cambiamento nella situazione della comunità. La
signora Aline Papazian, del
Consiglio delle Chiese del
Medio Oriente, finanziatore
del programma, dice: «Prima
gli assiri non avevano nessun
riferimento, oggi con questo
supporto fondamentale e con
il fatto che le comunità apolidi presenti in Libano sono
state naturalizzate, c’è per loro la possibilità di cambiare e
cominciare a pensare di mettere radici».
La signora Heiena Moussa,
del Consiglio ecumenico delle chiese, che ha visitato recentemente questa attività,
concorda con la signora Papazian. «Adesso è arrivato il
momento di lavorare per organizzare la comunità» dice.
Essa è rimasta colpita dal fatto che la vecchia generazione
ha sempre concentrato le sue
speranze nel ritorno in patria
piuttosto che nel costruire
una comunità in Libano:
«Dando alle rtuove generazioni la possibilità di vivere a
contatto con i coetanei, si
apre per loro la visione di un
consolidamento della comunità nel futuro», afferma.
(contact)
L'ordinazione è avvenuta a Pentecoste, a Costanza
Veechio-cattolid: prime donne sacerdote
Le diaconesse Regina Pickel Bossau, di 48 anni, e Angela Berlis, di 33, della Chiesa
vecchio;cattolica, sono state
ordinate sacerdoti il lunedì di
Pentecoste a Costanza, in
Svizzera. Nella Chiesa vecchio-cattolica, costituita nel
1871 dai cattolici che non accettavano il dogma dell’infallibilità papale e della giurisdizione universale del pontefice, sono le prime donne cui
viene affidato questo ministero.
Il vescovo Joachim Vobbe
di Bonn, che ha presieduto
l’ordinazione delle due teologhe, sposate, nella chiesa di
Cristo di Costanza, affollata
da óltre 800 persone, ha dichiarato che questa consacrazione è il primo passo versò
un completo inserimento delle donne negli incarichi più
importanti della chiesa. I vecchio-cattolici non intendono
compiere un gesto provocatorio, ma dare una risposta
alle sfide del nostro tempo.
Il Sinodo dei vescovi della
Chiesa vecchio-cattolica in
Germania, dopo aver discusso la questione per anni aveva preso la decisione, nel
maggio del 1994, di ammettere le donne al sacerdozio,
contrariamente alla Chiesa
cattolica romana. Poiché il
Vaticano riconosce la successione apostolica dei vescovi
vecchio-cattolici, non può dichiarare non valida questa
consacrazione. Fra i primi a
congratularsi con le due neopastore c’è stata Mafia Jepsen, vescovo luterano di
Amburgo, che ha definito
questa ordinazione un momento storico per la chiesa e
un grande incoraggiamento
alle donne cattoliche romane. In una cerimonia solenne
e festQsa il vescovo Vobbe ha
imposto le mani alle due candidate e la vescova Jepsen e
una rappresentante della
Chiesa anglicana hanno pronunciato parole di benedizione. Brigitte Vielhaus, della
lega delle donne cattoliche,
ha portato un saluto speciale
alle due nuove sacerdoti.
Nella corso della predicazione Vobbe ha detto che la
sua chiesa ritiene che la consacrazione delle donne al ministero sia cosa fatta secondo
la volontà di Dio. Naturalmente questo avvenimento
ha suscitato critiche e discussioni che sono giunte fin sulla
soglia della chiesa dove avveniva l'ordinazione, ma l’accoglienza dei fedeli alle due
donne è stata calda e cordiale. Dodici donne del movimento cattolico «Noi siamo
chiesa» hanno consegnato loro un migliaio di bigliettini di
auguri appesi a un nastro violetto e hanno dichiarato che
la Chiesa cattolica romana
deve seguire l’esempio dei
vecchio-cattolici. Diverse
parrocchie cattoliche di Costanza hanno inviato dei regali. Dato l’affollamento della chiesa dove si è svolta la
cerimonia, questa è stata trasmessa a circuito chiuso all’esterno del locale di culto,
dove è stata seguita da alcune
centinaia di persone. ■ fepd)
diana, presente nelle norij ' ;
relazioni con amici, familti
e conoscenti. , ‘i
Dopo questa premessala |
rica siamo giunti al secom
ironico e stupefacente p« |
dosso: il metodo terapeuti
impiegato da questa associ ^
zione è quello che forse pi J
essere per molti motivi coni ?
derato fra gli sport piìicniei
ti; la boxe. Co.sì alcuni di ni:
si sono cimentati in que®^
«prova terapeutica» boxai p
con dei terapisti. L’inti ;
gruppo si è trovato suo nfi ìj;;
grado faccia a faccia cop
propria violenza, coniai
lenza dell’altro, di fronte É i mproprie difese. La terapia i
concludeva con una discpi fe
sione su ciò che era avventi] 5in questi due minuti tra sii V
pore, amarezza, con la spi |
presa di aver visto con ipK ^
pri occhi ciò che si viene
creare tra due personeif
conflitto.
Al termine di queste gioì i
nate preparatorie aU’incqntl p
di Graz ci siamo suddivisil i
gruppi a livello tematico p« :
portare avanti i lavori iniad
e ci siamo ripromessi di rive
derci verso febbraio ino f
nuovo incontro che si tesi t.
probabilmente in Ungheria
La Claudiana editrice è lieta di annunciare la nascita di una nuova collana:
Dietro precisa indicazione de]l'Assemblea-Sinodo del 1995 la collana intende fornire ai
membri di chiesa, ai simpatizzanti e a tutti gli interessati degli agili volumetti che affrontono un terna in modo estremamente sintètico e divulgativo. Ecco i primi tre volumi appaga
usciti in libreria:
I
Giorgio Tourn
/ Valdesi nella storia
72 pp, L. 5.000
r La singolare vicenda di una tenac
dissidenza religiosa che attravers^]
io secoli di storia italiana ed
una, contestazione in nome dell’
gelo delle scelte compiute dalla « “
Chiesa».
Giorgio Bouchard
Da Lutero a Martin Luther King
64 pp, L 5.000
Giorgio Girardet
Cristiani secondo l’Evangelo
64 pp, L. 5.000
Una «cavalcata» di storia della Ritorma dal '500
a oggi. L’impronta originale e inconfondibile in
tutti i settori del vivere civile che le chiese protestanti hanno dato aila nascita e sviluppo della
società moderna.
/
Questo libretto vuole ovviare alla carenza di
maziorie degli italiani riguardo a chi sono e P®; ' i|,
cosa militano i cristiani evangelici, tracciand^
nee essenziali di una fede cristiana diversa ohe
le la pena di conoscere.
ctis
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TOMUMSO. t -10126 TOffiNO^311*60890 04-FAX011 680 43 94 CCoaoTBCW*
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' ¿dizione in abb. postale/50 - Torino
' di mancato recapito si prega restituire
2 rúente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
ii Hiritto di resa.
Fondato nel 1848
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Mentre sono in corso di organizzazione i prossimi seminari sulle borgate da parte della Comunità montana vai Pellice
previsti per metà settembre, dalla Regione Piemonte è giunta
notizia della concessione di un contributo di oltre 1 miliardo
di lire alla vai Pellice sulla base del «Progetto borgate» presentato alla fine di marzo. L’intervento ipotizzato dalla Comunità montana su quello che veniva definito «Patrimonio
abitativo montano» prevede uno studio e il censimento delle
tipologie architettoniche, la redazione di un regolamento edilizio, r identificazione di tre borgate idonee ad essere recuperate e nelFambito di queste l’estrapolazione di tre nuclei abitativi che saranno oggetto di recupero sperimentale in funzione di un uso turistico, agricolo e culturale-artigianale.
)ELLE YAUJ
VENERDÌ 23 AGOSTO 1996 ANNO 132 - N. 32 URE 2000
In questo periodo si fa un
gran parlare di rilancio del
turismo sia a livello locale
che a livello regionale, e la
nostra realtà non è certo fuori
da questo dibattito, sia per le
attrattive che può offrire sia
per un reale interesse di molte
persone al problema; e infine,
ma non in ultimo per importanza, per la possibilità di
creare nuovi posti di lavoro
che questa prospettiva porta
con sé. C’è chi avanza tesi su
un certo modo di intendere
l’offerta turistica e chi altre,
chi parla di creare strutture,
chi si lamenta per una scarsa
programmazione, ecc. Ma girando per Pinerolo in questi
giorni che hanno preceduto e
seguito il Ferragosto, viene
PINEROLO E IL TURISMO
ACCOGLIENZA
DAVIDE ROSSO
da domandarsi piuttosto se il
problema non sia in primo
luogo la necessità di creare
una mentalità di accoglienza
turistica e poi porsi il problema serio dell’offerta.
In questi giorni faceva quasi tristezza vedere tutti quei
negozi chiusi, o il mercato
del sabato successivò al 15
quasi dimezzato. Certo, iriolti
pinerolesi erano in vacanza.
la città si era un po’ svuotata,
il giro degli affari ridotto: ma,
mettendosi nei panni dei turisti ospitati a, pochi chilometri
di distanza dalle località turistiche di valle, quali attrazioni poteva offrire una città
chiusa per ferie? Molti musei
pinerolesi non espongono
l’orario di apertura al pubblico e d’altra parte sappiamo
come sia diffìcile spesso po
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Gli obiettivi dell'azienda Usi 10 prevedono anche una struttura dedicata al dialogo con i cittadini
Una «Carta dei servìzi» ideata per tutelare gli utenti
PIERVALDO ROSTAN
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Un tempo massimo di attesa di 5 minuti per prenotazioni di ■Visite, accertamenti ecc. Sette giorni come
tempo massimo fra prenotazione ed effettuazione della
visita. Non sono utopie o
semplice libro dei sogni ma si
tratta di alcuni degli obiettivi
che rUsl 10 di Pinerolo si è
data con la «Carta dei servizi,
informazioni sulle strutture e i
servizi forniti» che è stata diffusa alla fine di luglio.
L’Usl 10, nata dalla fusione
delle ex Ussl 42, 43 e 44, ha
competenza su un territorio di
1.364 kmq, per un totale di 46
Comuni e 126.000 abitanti: il
12,6% ha meno di 15 anni, il
61,9% si trova nella fascia fra
i 15 ed i 59 anni, più del 25%
ha, 0 supera, i 60 anni; la gestione è articolata in cinque
distretti socio-sanitari (Torre
Pellice, Perosa, Pinerolo, Cumiana, Vigone). Nel territorio
dell’Us vi sono quattro strutture ospedaliere: l’ospedale
civile Agnelli di Pinerolo, dotato di 334 posti letto oltre a
35 posti in day hospital e 15
in appoggio al Dea, gli ospedali valdesi di Torre Pellice e
Pomaretto, convenzionati con
70 posti letto ciascuno, q
l’ospedale Cottolengo di Pinerolo con 141 posti.
1 dipendenti sono 1.121, di
cui 174 medici e 484 fra infermieri e tecnici del settore
sanitario; 186 gli amministrativi. Per raggiungere la sede del Dea, in caso di impossibilità a farlo con mezzi
propri, oltre al 118, è possibile
ricorrere alla pubblica assistenza di zona: Croce Verde
di Bricherasio, Porte, Perosa
Argentina, Pineroló, Cumiana,
Cavour e Croce Rossa di Torre Pellice e Vigone.
Standard di qualità dei servizi rispettati sia per l’ospedale Civile che per la prenotazione di esami e i tempi di ricovero? Il comfort della degenza è assicurato solo in alcune parti (un telefono mobile
è presente solo al terzo piano,
i servizi igienici sono promiscui, siti spesso in locali angusti e difettano di ausili per
l’handicap), non sono ancora
state attivate procedure di accoglienza al momento del ricovero anche se è inserito fra
gli impegni di miglioramento
l’accoglienza e l’accompagnamento dei pazienti e la di
Azienda Usi 5
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VILUFRANCA S
PIEMONTE
Azienda Usi 17
stribuzione di un libretto contenente tutte le informazioni
utili per la degenza.
Anche per il Dea sono in
previsione una revisione delle attività per migliorare la
disponibilità di locali di attesa; oggi non esiste una rileva
zione dei tempi effettivi di
intervento, è comunque buona la rapidità di valutazione
mediante esami eseguiti direttamente al Dea. L’accesso
al Dea può avvenire anche
direttamente, e cioè senza
proposta del medico di fami
m-^
1
'4'
In un villaggio di Massello viveva un
tempo un venditore di sale e tabacchi,
bonaccione quant’altri mai e gran burlone a spese altrui. La sua bottega, ben fornita, era il ritrovo dei fannulloni e dei
giovanotti in cerca di distrazioni.
Circolavano molte dicerie sul conto di
quel commerciante; si diceva che si era
«associato con uno spirito» e su questo
Ognuno scuoteva il capo con aria saputa.
È mezzogiorno e piove a dirotto: nella
bottega umida e nel fumoso retrobottega
sono riuniti parecchi contadini; a un tratto la porta si apre e lo squillo della campanella annuncia l’arrivo di un nuovó
cliente. È un vecchio dallo sguardo .bou^o: il berretto nero, i radi capelli grigi
f il vestito unto sono inzuppati d’acqua e
tl pover’uomo lancia occhiate desolate
da sotto l’ombrello tutto bucherellato. Il
hegoziante, nascosto da un gruppo di
conversatori, contempla il suo imbarazzo con aria divertita. Ma poi si fa avanti
c. tendendo cordialmente la mano al
IL FILO DEI GIORNI
IL PAIOLO
ELIA BÉRTALOT
vecchio: «Ebbene zio, sempre robusto e
arzillo? E la vecchia?» lo conduce in
mezzo al locale. «Voi altri - bisbiglia ai
suoi compagni - togliete con circospezione le sedie e le panche libere. Ci faremo due risate!».
«Sedetevi, zio, converseremo un po’
tutti insieme, ci darete notizie della vostra borgata». L’interpellato gira timidamente intorno lo sguardo ma, non vedendo dove potersi sedere, balbetta: «Non vi
disturbate per me, non ne vale la pena,
non sono stanco». Il nipote corre nella
camera accanto e ne toma con un grosso
paiolo, bello lucido, che depone ai piedi
del vecchio: «Sedetevi e non fate comA
plimenti, zio!». Il commerciante lo costringe a sedere su quel sedile improvvisato, tra le sghignazzate dei presenti. Il
paiolo si anima e si mette a saltellare per
la stanza; ora avanza con cadenza metodica, ora con moto inaspettatamente così
brusco che il vecchio emette gridà di
paura, poiché il pover’uomo è legato al
suo sedile da una forza misteriosa e non
può in alcun modo liberarsi. All’improvviso il povero vecchio si sente sollevare
dolcemente d’un iiietro per aria. Il paiuolo gli scivola di sotto e sparisce silenziosamente dalla stanza. Il contadino ricade
sul pavimento con uno slancio che gli fa
piegare le ginocchia. Troppo felice di essersi liberato «dallo spirito» a così buon
mercato, esce rapidamente dalla bottega,
dimenticando completamente gli acquisti
che era venuto a fare.
(Marie Bonnet, Tradizioni orali delle valli
valdesi del Piemonte,
Torino, Claudiana, 1994Ì
ter garantire la loro stessa
apertura; molti negozi e locali
pubblici erano chiusi, rimaneva il sempre valido e mai in
vacanza centro storico.
Da più partì si parla della
necessità di progetti comuni,
4nche sul turismo, tra Pinerolo e le valli, in cui Pinerolo si
candida ad essere il motore e ,
a dare un apporto allo sviluppo del territorio ma se Pinerolo vuole avere un ruolo importante nel futuro turistico
del territorio c’è ancora molto
da fare, partendo proprio dal
punto di vista dell’accoglienza. Occorre recuperare quella
mentalità turistica che è propria del territorio e che è stata
anche pinerolese ma Che ora
pare essersi un po’ smarrita.
Regióne Piemonte
Varato
il Piano
territoriale
glia o della guardia medica.
Per quanto riguarda i ricoveri
ordinari essi devono essere
proposti da un medico; in caso di indifferibilità e di contemporanea indisponibilità
di posti letto, si provvede a
garantire ricovero in struttura pubblica o convenzionata
della zona. Ogni cittadino
può chiedere notizie sulle
prenotazioni che lo riguardano e sui tempi di attesa presso la direzione sanitaria, r E se fra le indicazioni proposte dairUsl sui tempi di attesa e sulle procedure e la
realtà quotidiana, i cittadini
riscontrano delle divergenze?
Nell’ambito della Usi è costituito un ufficio «Relazioni
con il pubblico»; ad esso si
possono inviare osservazioni,
opposizioni, denunce o reclami a tutela dei cittadini. L’ufficio, qualora non riesca a risolvere immediatamente la
questione dovrà predisporre un rapida istruttoria, verificare entro sette giorni la situazione e dare tempestiva risposta alFutente, senza che
ciò impedisca o precluda la
proposizione di impugnative
in via giurisdizionale.
■■‘.m
Il Piano territoriale regionale è stato approvato recentemente dalla giunta regionale del Piemonte: «È un documento che rappresenta il •primo sforzo di sisternazione della conoscenza in materia - ha
detto l’assessore all’Urbanistica, Franco Botta -. La sua caratteristica è quella di porsi
come primo momento di dialogo e come punto di partenza
per Tattivazione di quell’auspicato sistema delle autonomie locali che, in forma cooperativa, è in grado di svolgere un’effettiva azione di tutela
e uso del territorio stesso».
In concreto il piano individua le aree di tutela, gli interventi che si possono effettuare
al loro interno e le limitazioni
per particolari trasformazioni,
i principali interventi sulle infrastrutture, le direttive per le
attività produttive, le risorse
idriche, le aree urbane; mette
poi in evidenza la sovrabbondanza e la confusione dei vincoli che gravano sul territorio,
che dovranno essere sicuramente ridotti e razionalizzati.
Il piano fornisce poi specifiche indicazioni relativamente
ai principali progetti di grande
rilievo, e la Regione si assume
il compito di individuare tra le
alternative possibili quella che
ritiene rispondenti alle sue
strategie. La giunta ha poi individuato alcune aree di af)profondimento tra cui la vai di
Susa, la collina di Rivoli, il sistema collinare delle Langhe,
del Monferrato e del Roero,
l’area metropolitana torinese,
le aste fluviali (individuazione
delle fasce di pertinenza fluviale al fine della protezione
territoriale, che interesserà
253 corsi d’acqua). «Nel suo
complesso - ha aggiunto Botta - il Piano è imo strumento
leggero çhe si limita, mediante
precise scelte, a individuare e
normare solo alcune politiche
territoriali ritenute strategiche
ai fini dell’azione regionale di
pianificazione».
8
PAG. II
Pascolo al Chiot di Angrogna
ASSOCIAZIONI IN FESTA A LUSERNA — Sono numerose le associazioni operanti nel Comune di Lusema San
Giovanni, cominciando dagli Amici di Lusema per finire
con i vigili del fuoco: in tutto una quarantina; per una settim^a saranno loro i protagonisti di una serie di manifestazioni organizzate al mercato coperto e alla sala mostre
del municipio. Si comincia il 23, alle 21, con la musica occitana delia Chastelado e poi ogni sera un concerto, spésso
col ballo. A fianco mostre di pittura, di minerali, dell’artigianato locale; ultima serata il 29 agosto.
RADIO'bECKWITH; ESTRAZIONE DEI BIGLIETTI
VINCENTI — Con un concerto di musica occitana del
gruppo Mouzìco e dansa d’Oc organizzato per le 21 di mercoledì 28 agosto nel cortile di Villa Olanda (in caso di cattivo tempo nell’adiacente salone), si concluderà la sottoscrizione a premi a favore di Radio Beckwith. Nell’intervallo
della serata musicale saranno estratti i biglietti vincenti.
PINEROLO: 10 ANNI DI GEMELLAGGIO CON TRAUNSTEIN — Si svolgerà sabato 31 agosto, alle 15,30 presso la
sala consiliare del municipio, la cerimonia del 10° anniversario del gemellaggio di Pinerolo con Traunstein, in Baviera.
Il rapporto fra i due Comuni si è consolidato soprattutto con
la partecipazione a manifestazioni sportive e fieristiche; alla
giornata interverrà anche il coro Bric Boucle.
ESAMI PER ACCOMPAGNATORI E GUIDE tURISTI
CHE — La Provincia di Torino ha predisposto i termini
per la presentazione delle domande di partecipazione alla
seconda sessione ordinaria delle prove ’96 di esame tecnico professionali^ per direttore tecnico di agenzia di viaggio
e turismo (12/9), accompagnatore turistico (19/9), interprete turistico (24/9) e guida turistica (30/9). Le domande
, andranno redatte in carta resa legale, preferibilmente sui
moduli predisposti dall^ Provincia, e indirizzate alla Provincia di Torino, settore Cultura, turismo e sport, via Maria Vittoria 12, 10123 Torino. I moduli per le domande
possono essere ritirati anche presso la sede dell’Apt di Pinerolo in via Giolitti 7, tei 0121-795589 o 794003.
PIEMONTE: NASCE L’OSSERVATORIO ANTIUSURA
— Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato
aH’unanimità la proposta di costituire un osservatorio sul
fenomeno dell’usura. Scopo delTosservatorio è l’acquisizioné del maggior numero utile di informazioni per cercare di quantificare le dimensioni su scala regionale del fenomeno dell’usura.
MERCATINO DI PRODOTTI NATURALI A VILLA
OLANDA — Si svolgerà sabato 24 agosto a partire dalle
15, a Villa Olanda, un mercatino dei prodotti naturali.
L’apociazione «Lou cialoun», che ha ospitato nelle scorse
settimane un primo campo di lavoro con giovani tedeschi,
ha raccolto per l’occasione numerosi produttori agricoli,
artigiani ed espositori della zona. Alla giornata sarà presente anche uno stand di Legambiente con una petizione
sulla centrale nucleare francese Superphénix e Amnesty
International. Oprante il pomeriggio sono previsti musiche
e danze eccitane; alle 21 musica jazz, gospel e blues e ancora musica occitana.
MODIFICHE ALLA LEGGE SULLA MONTAGNA — Il
Consiglio regionale del Piemonte ha recentemente introdotto alcune modifiche alla legge sulla montagna, in specifico sugli interventi per l’uso dei pascoli e per l’utilizzo
del fondo regionale per la montagna. È stata abrogata la
concessione da parte delle Comunità montane agli imprenditori agricoli di contributi per l’acquisizione delle quote
latte, premi per le vacche nutrici, per gli allevamenti ovicaprini, per la trasformazione in formaggi tipici e per il pascolo. La Regione potrà invece assegnare direttamente agli
agricoltori la quota residua del fondo regionale per la
montagna per la salvaguardia del territorio, le attività economiche, la valorizzazione e la promozione dei prodotti
della montagna piemontese. Critiche, per la politica definita di «accentramento da parte della giunta regionale» sono
state espresse da Rifondazione comunista.
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI — Gli on. Gianfranco Morgando e Giorgio Merlo hanno presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio relativamente al fatto che nel decreto istitutivo della Conferenza stato-città e
autonomie locali non è prevista la partecipazione della rappresentanza dell’Unione nazionale Comuni ed enti montani.
I due parlamentari ricordano che a questa Unione aderiscono
oltre 4.000 Comuni e 348 Comunità montane «che nella situazione attuale sono privati della possibilità di rappresentare attrperso l’Uncem adeguatamente le proprie ragioni, di
p^ecipare con pari titolo e pari dignità ai processi consultivi e alle decisionali centrali, rispetto ai Comuni e alle Province di più ampia dimensione demografica».
E Eoo Delle'%lli "\àldesi
VENERDÌ 23 AGOSTO
Con i finanziamenti Cee lo stabile diventa posto tappa e rifugio per alpinisti
II # «ii^
Un'ex casermetta per l'Oasi del Barant
PIERVALDO ROSTAN
Prima delle ferie di agosto
è stato ultimato il tetto
della casermetta del colle Barant in alta vai Pellice; lo stabile, di chiara origine militare,
grazie ai finanziamenti Cee,
alla passione di quanti lavorano da anni sull’area e a un ultimo intervento della Provincia di Torino, potrà essere utilizzato come posto tappa o rifugio escursionistico.
Quando i lavori saranno
terminati (si prevede nel
1997) saranno a disposizione
una quarantina di posti letto
divisi in due camerate, ci saranno una cucina e un refettorio, l’acqua potabile e un
gruppo elettrogeno per garantire r illuminazione. È previsto anche un alloggetto per un
eventuale custode e uno spazio utilizzato dalle guardie
della vigilanza ittico-venatoria della Provincia. Va infatti
ricordato che il colle è situato
all’interno dell’oasi di protezione faunistica del Barant,
circa 3.800 ettari di territorio
dai confini del cèntro abitato
di Bobbio Pellice fino alle
vette più alte, con presenze
animali significative, dall’airone a valle fino allo stambecco e all’aquila in quota.
Ogni anno centinaia di visitatori salgono al colle, a piedi
poiché le due mulattiere che
portano al Barant dal Pra e
dal Barbara sono giustamente
chiuse al transito sia per ragioni di praticabilità delle
strade sia per ovvie motivazioni ambientali.
Pochi metri sotto il colle,
dal 1991, è sorto il giardino
In aumento il numero dei visitatori
Con ¡I teatro rivive
il Forte di Fenestrelle
MILENA MARTINAT
Tutto buio o quasi, tanto
da non riconoscere le persone che sono vicino. Si è nel
Forte di Fenestrelle per uno
spettacolo di Assemblea teatro, si aspetta qualcosa. Tinizio, ma non si può andare nel
cortile principale per sedersi.
Si aspetta nel buio poi, improvvisamente, ancora più
buio: si è spenta Tunica luce
che c’era nell’ingresso, questione di pochi secondi e un
riflettore illumina una donna
seduta su un muro che inizia
a raccontare; poi quella luce
si offusca e se ne accende
un’altra, basta spostarsi di
qualche passo e la scena cambia, poi cambia ancora. Ci si
sposta di pochi passi o di decine, si va dalle scene alle finestre di padiglione degli ufficiali, alla chiesa, al palazzo
del governatore. Attori itineranti, scene che cambiano con
il luogo, e il pubblico lasciato
nel buio si sposta, osserva, si
stupisce, si «lascia prendere»
dal fascino del Forte.
Non uno ma tanti sono stati
gli spettacoli presentati nel
Forte in quest’estate con
compagnie e attori diversi e
con scenario base la più grande fortificazione alpina d’Europa. Iniziata la costruzione
nel 1727 per volontà del re di
Savoia Vittorio Amedeo II,
terminata più di cent’anni dopo, racchiude soluzioni architettoniche di notevole bellezza e una scala interamente coperta di quasi quattromila
scalini. Usato come prigione
fino al 1920 è poi stata abbandonata per più di mezzo
secolo. Un gigante addormentato che con il tempo ha
subito un degrado dovuto sia
alla natura, sia alla mano di
vandali.
Da qualche anno il comitato «Progetto San Carlo», in
collaborazione con la Pro Loco e T amministrazione comunale, sta cercando di risvegliare il gigante addormentato
organizzando visite guidate al
Forte e spettacoli. Famiglie,
gruppi, singoli, giovani e più
anziani, italiani e stranieri
vengono a Fenestrelle per visitare il Forte che quest’anno,
fino a metà agosto, è stato visitato da circa 8.000 persone,
mille in più dell’anno passato. Anche il livello degli spettacoli si è qualitativamente
innalzato, grazie anche alle
sovvenzioni di Regione, Provincia e Comunità montana.
Molto è stato fatto soprattutto
da volontari per far sì che il
Forte diventi una «grande
arena culturale», ma molto
resta ancora da fare e, forse,
non basterà solo la buona volontà ma ci vorranno anche
dei finanziamenti. Sarà possibile fare l’impianto di illuminazione sia interna che esterna grazie a dei contributi
giunti in concomitanza ai
mondiali di sci alpino a Sestriere.
Altri finanziamenti, 440
milioni già nelle casse del
Comune, consentiranno di far
partire il progetto esecutivo
per la sistemazione della
•chiesa e la copertura del padiglione degli ufficiali. Passo
dopo passo si toma a far rivivere, anche con mostre di pittura e librarie, un gigante che
non ha mai svolto la sua funzione difensiva, ma che può
tornare ad essere utile come
grande spazio culturale.
AVVISO PER LE CORALI
Tinti i coralisti che lò desiderano sono invitati a trovarsi
domenica 25 agosto alle ore 14,30 presso i locali della Casa
unionista (fi Torre Pellice per una prova di insieme dei canti:
«O Re dei re», «Oh que c’est chose belle», che verranno
eseguiti al culto di apertura del Sinodo.
botanico alpino «Bruno Peyronel», uno dei più interessanti sia perché in alta quota
(2.290 m) sia per la ricchezza
floristica (censite oltre 300
specie botaniche). All’interno
dell’area dei 17.000 metri
quadri si possono trovare ambienti alpini assai differenti
fra loro e la prima conseguenza è la ricchezza della
varietà della flora. Zone a pascolo si alternano a zone
umide, vallette nivali dove la
neve tarda a sciogliersi, roto
silicee, zone a calcare, zq/
di greto con un piccolo i?
ghetto: tutta questa varietà i
la caratteristica del giardino!
da questa varietà derivano le
molte specie vegetali preseni
di cui una trentina a protezk.^ ;
ne assoluta. Un valido grupL '
di giovani ha lavoratone
corso degli anni, a titolo ! ¡fcU’Ul
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prezzato insegnate Brunoi
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di laurea, si è costituito nji avessi
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gruppo botanico «Alpi Co.,!
zie» che di fatto ne curala
gestione in collaborazioni ''Fmi
con la Comunità montanai Snelle s
Gruppi di giovani studenin
hanno trascorso periodi di
studio-vacanza al giardino nel
periodo estivo; il periodo
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modo I
éondizii
apertura ufficiale è breve, li-i »6, v
mitato all’estate: da settein/ “
la salita al colle e a quello digiti fatte
è stato definito un «museo vT
venie di storia naturale»
legata alle situazioni atmosft
riche. Sono possibili visi»
guidate per cui è necessari^
telefonare allo 0121 -932262.i
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agricoli
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ik: secco
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Controversia tra proprietari e Seggiovie
I contadini di Frali
vogliono un compenso
«Il giorno 31 agosto 1996
procederemo alla recinzione
dei terreni di nostra proprietà
attraversati dalle piste sciistiche»; con questa frase si
chiude, una presa di posizione
resa pubblica nei giorni scorsi
da un gruppo (la stragrande
maggioranza) di proprietari
dei terreni su cui si snodano
le piste di sci di Frali utilizzate d’inverno dalla società
Seggiovie 13 laghi. Più che
una minaccia, il documento
sembra voler essere un estremo tentativo di rilanciare un
confronto fin qui deludente
con l’amministratore della società, Carlo Raviol.
La speranza dei pralini è
che si possa arrivare a una
soluzione positiva per tutti:
Sappiamo benissimo - pre
in
rfetta
'un fasci
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Càie» al
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svolgono su terreni privati», ¡li aves
Logico qujndi che vettgaifeorare
chiesta una forma di indényfebe ci
nizzo, specie quando Tatti^^noi o
vità semina andare bene, ittiche
«Per l'occupazione dei no-Wtodel p
stri terreni - scrivono iproH Casetta,
prietari - la Seggiovia 13 la-t
ghi Spa ricono.sceva da tempo'
un indennizzo poco più chk)
simbolico (un abbonameatO'
stagionale) stabilito in base
ad accordi verbali sempre' :^lTani
cisa Marco Grill, uno dei
proprietari dei terreni che
dallo scorso marzo si sono
messi insieme per costituire
un unico interlocutore delle
Seggiovie - che tutta Frali
trae vantaggi anche indirettamente da un buon successo
dell’attività turistica invernale, ma tutti si devono rendere
conto che a Frali di terreni
comunali in pratica non ce ne
sono e che tutte le attività si
pestinat
■per dei r
za utiliz
quindi
Scopi al
molte de
namente
e tanto a
Chiaf
onorati. Negli ultimi anni
Società, adducendo quale
pretesto le spese di ristrutturazione e le stagioni con scarso innevamento, ha via visi
disapplicato questi accordi;!
Quest'anno, dopo avere ripetutamente cercato di intavola-'
re una trattativa per giungete
a un'intesa. Tunica concreta'^sono nn
risposta ottenuta è stata la minaccia più 0 meno velata di
chiudere gli impianti». ,
Non avendo avuto altre rnolto ir
sposte dunque, i proprietarf j ®®_§ho
minacciano di bloccare i ter*
reni; nelle prossime settimane
.si vedrà se la Seggiovia potrà^
o vorrà accogliere le richieste
dei pralini nel quadro di un ,
semplice rapporto fra la so-s
cietà della seggiovia e gli ubi'
tanti del paese. ^
al «buo
svantag
molti. R
Asilo dei Vecchi - San Germano'
Gli ospiti dell’Asilo del vecchi di San Germano Chisone vi
invitano a festeggiare con loro l’apertura del giardino che
avverrà con il seguente programma
Sabato 31 agosto
ore 20,30 la guida alpina Andrea Sorbino presenterà l'np"
diovisivo «Da 4 a 4.000, una montagna per tutti»|
ore 10
ore 11,30
ore 12
ore 14
Domenica 1“ settembre
culto evangelico a cura di ospiti e personale
dell’Asilo '
saluti e presentazione del giardino
volo di palloncini
pomeriggio musicale a cura dei cori «Les hatt”
nies», diretto da Enrico Charbonnier, e «Coiai
Franco Frompicai», diretto da Umberto Neri
La giornata si svolgerà sotto il tendone posto presso la ^
de dell’Asilo. Nel corso della giornata ci saranno bazar, o
fet, giochi, èsposizione di disegni di alunni dellea scu
elementare di San Germano, videoproiezioni e, per eri ,
desidera, l’Asilo è lieto di offrire un pasto caldo.
con peri
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DIBATTITO
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A Villar Pellice una riuscita edizione della festa del XV Agosto
Le cose grandi fatte da Dio
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montanti nelle zone di montagna ave
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quello che
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li atmosfet
bili visite
lecessarid!
Trovandomi presente in
veste del tutto personale
al coitvegno-dibattito organizzato dal Coordinamento
delTUlivo della valle Po, tenutosi a Ostana il 3 agosto,
cbe aveva come tema «Ambiente e territorio-strategie
possibili per l’occupazione»,
sono stato stimolato dal tema
a intervenire, benché non lo
avessi previsto. Espongo in
sintesi quanto ho detto in
11 montanaro che lavorava
Dvie
va sviluppato, per la necessità di affrontare nel miglior
modo possibile le difficili
(condizioni in cui doveva vivere, una caratteristica meto''¿ologica che oggi verrebbe, e
di fatto viene, definita con
una terminologia forse dotta
ma efficace «approccio multidisciplinare» o anche «interdisciplinarietà». Infatti il
Contadino di montagna era
-932262.!| agricoltore e allevatore, calzolaio e esperto in murature
a secco, e sapeva passare con
facilità e naturalezza dalla
'trebbiatura manuale della segale alla sistemazione delle
lose in pietra sul tetto, dalla
'perfetta e efficace legatura di
un fascio di fieno usando soÌ lo tre corde con relative «tacule» alla manipolazione delf^nAlIacaraedi maiale.
II3U f. A ben considerare il monìtanaro kapeva fare tutto quanto Tambiente che l’ospitava
li avesse richiesto per migliorare la sua esistenza. Saibe come se oggi ciascuno
noi conoscesse le tecniche
|ffatiche per risistemare il tetto del proprio condominio o
■basetta, oltre a sapere liberare
con perizia e rapidità la strada eventualmente bloccata
dalla neve, conoscere inoltre
le esatte proporzioni per produrre, beninteso partendo
daH’animale vivo, prodotti
destinati a essere conservati
per dei mesi, ovviamente senza utilizzare energia elettrica,
i privati»,
le venga,
di indsn-1
ido ratti-j
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le dei no)no i provia 13 lada temi
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®opi alimentari o medicinali
molte delle erbe che quotidianamente si trovano per strada
e tento altro ancora.
Chiarisco subito che non
sono un fautore di un ritorno
al «buon tempo antico»; gli
svantaggi erano comunque
j^^®dlti. Ritengo invece che sia
) altre n-' [molto imprortante rivalutare o
meglio riscoprire proprio
1 approccio «multidisciplina-,
0 «interdisciplinare» che
Sfa fondamentale per l’attirità del montanaro. Quindi un
Ptlino punto per me indispenmbile, proprio per creare e
mantenere l’occupazione, riWciare e valorizzare al meglioJe risorse della montagna
no
isone vi
ino che
àl’aur tutti»!
ile
larmo
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eri.
0 la seur, buf"
scuola
r chi lo
tra le quali, mai dimenticarlo,
sono fondamentali le risorse
umane, è quello di assumere
come metodo di base per agire quella che io chiamerei
«nuova interdisciplinarietà».
Un’altra peculiarità del modo con cui il contadino montanaro delle nostre valli affrontava le questioni pratiche
e si relazionava con la società
in cui viveva e che può esserci di insegnamento è a mio
parere la pratica delle cosiddette «roide». Si trattava di
lavori effettuati gratuitamente
e volontariamente da tutte le
persone interessate a particolari interventi sul territorio, in
genere legati alla manutenzione della viabilità o dei canali irrigui. Oggi in alcuni
Comuni della valle esistono
ancora queste forme di mutua
solidarietà e sono a volte adottate anche per lavori eseguiti con scopi di beneficenza
a favore di istituzioni, come
ricoveri per anziani, strutture
religiose ecc. Quello che mi
interessa sottolineare è che lo
stesso spirito cooperativo che
sottintende le roide potrebbe,
anzi direi dovrebbe, essere alla base di una serena e proficua politica amministrativa
che vada oltre a piccoli personalismi e campanilismi che
quasi sempre costituiscono
l’unico ostacolo alla realizzazione di progetti che potrebbero creare sviluppo a livello
di tutta una valle. Questo non
significa che si debba arrivare
a un centralismo autoritario e
a una forzata uniformità che
appiattisca le differenti visioni della realtà locale: anzi
proprio nella diversità di idee
si possono trovare spunti a
volte inattesi e costruttivi, ma
occorre andare al di là del
contingente e saper rinunciare, se occorre, all’immediato
tornaconto del proprio ambito
comunale o locale.
Penso che la nuova interdisciplinarietà, unità a un sano
spirito cooperativo tipico delle roide, possa costituire un
binomio vincente per uno
sviluppo duraturo del territorio montano, attraverso la
progettazione concordata collegialmente degli interventi
che sono necessari a permettere la continuità della presenza e quindi il lavoro e
l’occupazione dell’uomo nelle zone di montagna. Proprio
ora si stanno definendo nuove possibilità di collaborazione a livello di Upione europea, con i progetti Interreg ad
esempio, che sono pensati ad
hoc per le nostre zone transfrontaliere, e quindi ritengo
che mai come in questo momento sia necessario far nostro il concetto di agire in
piccolo, certamente, ma anche di pensare in grande.
croci ugonotte in oro e argento
tesi
& delmastro
(già Bomo)
^ trieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
________MARCO, ROSTAN______
Decisamente una buona
giornata quella che ha visto radunato sotto i castagni
di Villar Pellice il «popolo
valdese» e tanti altri amici per
l’appuntamento del 15 agosto.
Buona per il tempo finalmente non piovoso, per il luogo
felicemente scelto, per l’accoglienza con cui siamo stati ricevuti, dal parcheggio al pasto caldo, per Imperfetta organizzazione realizzata con
grande impegno dalla chiesa
locale e da tanti volontari, alpini compresi; giornata buona
e benedetta per i messaggi
ascoltati, tanti, brevi e incisivi, per la musica dei trombettieri e i canti della corale di
Villar e Bobbio, del coretto di
Torre Pellice, per i giochi or-,
ganizzati per i bambini, per la
conduzione generale curata
dal pastore Gianni Genre.
Gli aspetti organizzativi
non sono affatto secondari, e
quando funzionano si vede!
Così, a differenza di altri 15
agosto, il pomeriggio non si è
sfilacciato e l’intera giornata
è stata vissuta intensamente
nell’ascolto, nella fraternità e
nella condivisione, sottolineate fin dall’inizio del culto
quando veniva annunciato
che la colletta sarebbe stata
suddivisa tra una grande opera del Sud e una piccola del
Nord: i quasi 5 milioni raccolti andranno al Servizio cristiano di Riesi e alla Comunità alloggio di Torre Pellice.
Un piccolo ma significativo
segno di condivisione tra i
tanti messaggi di egoismo e
di secessione.
Se nelle chiese evangeliche
ci è dato, nonostante tutte le
lamentele e i problemi, di vivere questi momenti, di non
Il XV Agosto a Fienminuto di Villar Pellice
rassegnarci, di sperare e di
essere in comunione fraterna
è per la sola grazia del Signore, per le cose grandi che Dio
ha fatto per noi: non dimentichiamolo mai, ci ha esortati il
prof. Daniele Garrone nel sermone fortemente ancorato alle parole del Salmo 126
(«Quando il Signore fece tornare i reduci di Sion...») e
non dimentichiamo, nel momento stesso in cui sorridiamo e lo ringraziamo per quello che ha fatto, di continuare
a chiedergli di soccorrerci, di
ribaltare le nostre sorti, di
darci ancora nel futuro ciò
che ci ha già concesso. E soltanto in questa tensione continua tra lode per ciò che egli
ha fatto per noi e la richiesta
di una nuova liberazione per
tutta l’umanità che la nostra
esistenza quotidiana trova
senso e pacatezza, si può concentrare, come per il contadino, nel lavorare la zolla di
terra, sapendo che si può seminare con le lacrime ma
mietere con canti di gioia.
Fraternità e condivisione:
questo anche il messaggio
portato da Hugo Malan, fino
XV AGOSTO ■
Precedenti a Villar
«Erano parecchi anni che la Chiesa valdese di Villar Pellice non organizzava il XV Agosto» ha ricordato il pastore
Gianni Genre nel saluto iniziale. «Nel 1977 la festa fu organizzata da Villar Pellice insieme a Bobbio e. il tema fu il
rapporto chiesa-stato. Ma in questi stessi prati di Foin menu
(toponimo italianizzato orrendamente in Fienminuto) si sono svolti altri incontri del 15 agosto. Nel 1921, riportano le
cronache, “une grande rencontre, favorisée par un temps
superbe" fu caratterizzata dal culto presieduto dai pastori
Revel e Bertalot, che predicarono sulla parola di Gesù; “Io
sono la luce del mondo". Davide Bosio parlò sul tema: “Le
dònne del Villar nella storia valdese”. Poi il pastore Del Pesco intrattenne l’uditorio sulFopera di evangelizzazione a
Trieste. Parlò anche il missionario Lageand. La colletta fu a
favore deU’evangelizzaZione e della missione per un totale
di 447,80 lire».
Là colletta di quest’anno è stata per metà devoluta al Servizio cristiano di Riesi, e a questo proposito altre vecchie
cronache dell’Ecó ricordano che nel 1962, nello stesso luogo di «Foin menu» e con organizzazione anche allora perfetta degli «zelanti unionisti di Villar», il pastore Tufiio Vinay venne a parlare dell’opera di Riesi e dei motivi che avevano spinto il primo gruppo a partire. Altri incontri avvennero al Teynaud, al Bessé, al Castagneto.
ASSICURAZIONI
Gruppo di Assicurazioni
la Basilese
VitaNuova
^asileset
Società collegata con gruppo
Banca Carige
Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzia generale
via Raviolo, ÌO/A- Pinerolo
tei. 0121/794596-76464
all’anno scorso moderador
della Mesa vaidense e ora in
Italia per alcuni mesi con la
moglie Miriam. Sentirlo parlare proprio qui a Villar Pellice da dove, nel lontano 1856,
partirono per l’Uruguay i primi 11 emigranti valdesi (Baridon, Planchon, Gönnet) e
ascoltare, poco dopo, il coretto di Torre Pellice cantare «Il
Signore è il mio pastore» con
le parole di un canzoniere
usato nelle chiese deTRio de
la Piata: ecco un altro segno
^ella mano di Dio che ci conduce e ci condurrà. Come non
commuoversi un poco? Commuoversi fa bene, ma non basta; bisogna anche riflettere e
agire. Ed ecco allora il proseguimento della giornata.
Dopo l’accorato appello del
pastore .Alfredo Janavel a non
dimenticarsi di New York, a
andarlo a trovare nonostante
la chiusura della chiesa, il
moderatore Gianni Ròstan ha
fatto il punto sui suoi primi
tre anni. «Ho trovato più difficili questi 3 anni che i precedenti 7 come membro della
Tavola e vicemoderatore», ha
commentato. E riconoscendo
ché anche la Tavola fa degli
errori ha chiesto più solidarietà nel campo di lavoro
(quest’anno ci saranno 18 pastori in, meno), più professionalità nel gestire le opere, impegno alle Valli per il lavoro,
valorizzando le, nostre strutture e collaborando con gli enti
locali e con la Regione.
Poi la parola ai giovani.
Silvia Rostagno, segretaria
della Egei, Daniele Bouchard,
prossimo direttore di Agape,
e Stephan Chauvie hanno respinto certe impressioni negative. I giovani ci sono, sono
interessati alla fede, si interrogano, cercano la loro strada; non sempre questa coincide con l’inserimento nelle
consuete attività ecclesiastiche dopo il catechismo. Sono
presenti nella chiesa anche se
non troppo ai culti, molti seguono i campi di Agape: bisogna incoraggiarli e non inquadrarli, dare attenzione non
solo genericamente al «disagio giovanile» ma ai singoli
individui, offrire fiducia e anche qualche mezzo finanziario per le loro attività.
Infine la cultura: Donatella
Sommani, neodirettrice del
Centro culturale valdese, ha
chiesto più conoscenza e attenzione per il Centro, soprattutto da parte di chiese, gruppi e singoli alle Valli; «Venite almeno a trovarci e a vedere che cosa facciamo!». Il
prèside del Collegio, Elio Canale, ha ribadito come lo stu^
dio, anche lungo, non è affatto in questo momento una
perdita di tempo ma un investimento essenziale per la vita’
dei giovani. Il liceo di Torre
Pellice, con le sue articolazioni e i suoi corsi, offre numerose possibilità e preziosi
scambi con l’estero. Bisogna
che i giovani delle Valli se ne
avvalgano di più, ci sono borse di studio per chi non ce la
fa economicamente.
PAG. Ili
Caso Priebke
Le proteste
dei partigiani
A seguito della vicenda
«Priebke» e della decisione
assunta'dal Tribunale militare, la Federazione italiana
delle associazioni partigiane
fondata da Ferruccio Farri,
fedele alla sug origine antifa-~
scista e nella tradizione di
«Giustizia e libertà», ha inviato alle Comunità ebraiche
di Torino e Roma il seguente
telegramma di solidarietà:
«Compagni tutti Fiap torinese indignati svolgimento
processo Priebke vi siamò vicini come sempre sperando
che l’Italia non si metta su
strade sbagliate rinnegando
giustizia et libertà principi
per cui morirono tanti nella
Resistenza europea. La presidente: Frida Malan».
Piemonte
Contributi
alle materne
private
Una proposta di legge,
avanzata da Ccd, Cdu, Forza
Italia, An e Ppi, per dei contributi da stanziare ai tomuni
ai fini d) concorrere al funzionamento delle scuole materne
autonome è stata approvata a
maggioranza dal Consiglio
regionale del Piemonte nel
luglio scorso. La legge stanzia 5 miliardi di lire per il
1996, da erogare ai Comuni
che abbiano stipulato convenzioni con le scuole materne
autonome (il 75% dello stanziamento è riservato ai comuni con popolazione sino ai 6
mila abitanti), o direttamente
alle scuole previa istruttoria
della Regione dopo aver sentito il Comune interessato.
I punti di maggior confronto nel corso del dibattito in
Consiglio sono stati i rapporti
tra Regione e Comuni e il
problema della copertura del
finanziamento. Per Ribba, del
Pds, non è riuscita pienamente la concertazione tra Regione e Comuni per favorire l’integrazione del sistema educativo pubblico con quello pfivato. Giudizio negativo da
parte di Simonetti, di Rifondazione comunista, perché
«non è giusto che si voglia
parificare la scuola pubblica
aperta a'tutti con quella privata». Giudizio positivo invece
da parte del popolare Saitta
che si è dichiarato soddisfatto
del risultato ottenuto, mentre
per Montabone, del Cdu,
«l’Aula ha migliorato la legge e la nuova normativa è
senz’altro positiva anche se
perfettibile e migliorabile magari dopo averla verificata
nelTeffe^va applicazione».
in diretta
Radio Beckwith Evangelica (fm 91.200 e 96.500)
temetterà in diretta domenica 25 agosto il culto di
inaugurazione del Sinodo, a
partire dalle ore 15.
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.200-96.500
tei. 0121-954194
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PAG. IV
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Delle Aàlli Iàldesi
VENERDÌ 23 AGOSTO 190^', y
A:-
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Pinerolo: la tradizionale mostra mercato si apre il 31 agosto
Artigianato: 20 anni di rassegna
La Rassegna dell’artigianato del Pinerolese compie
vent’anni. La manifestazione,
che ha ormai raggiunto vàlenze interregionali e intemazionali per le iniziative che si
svolgono nel suo ambito; come la mostra-mercato artigianato del Piemonte, gli incontri'con rartigianato d’Italia e
che ha assicurato la presenza,
a turno, di pressoché tutte le
regioni italiane e una fitta serie di manifestazioni collaterali (oltre 60 fra mostre, appuntamenti culturali e sportivi, spettacoli, convegni) sarà
inaugurata sabato 31 agosto,
alie ore 17, nell’Expo Fenulli
di Pinerolo e proseguirà fino
a domenica 8 settembre,
j Oltre all’artigianato del Pinerolese (350 artigiani che
espongono la loro produzione: dalla lavorazione della
pietra, del legno e del ferro,
fino alla produzione di liquori
tradizionali, alla lavorazione
del pellame e all’abbigliamento) e a quello tipico piemontese e di altre regioni italiane (l’attuale edizione ospita
l’Abruzzo, la Valle d’Aosta e
la Liguria), la mostra quest’
anno presenta per la prima
volta l’artigianato delle Alpi:
una carrellata intemazionale
sulle tipicità dell’arco alpino,
dai prodotti dell’alta Provenza
a quelli della valle di TrientMartigny-Chamonix, dall’artigianato valdostano alle bambole bavaresi di Gabi Hauser.
Secondo una formula ormai
collaudata il programma della
rassegna prevede inoltre ven
tidue appuntamenti pomeridiani e serali con gli spettacoli (musica, teatro, varietà) che
si terranno, contemporanea’ mente, nel Palazzo Vittone e
nell’Expo Fenulli.
I cinque musei cittadini (il
Museo nazionale dell’Arma
di Cavalleria, il Museo etnografico, la Pinacoteca e i musei di Scienze naturali e d’Arte preistorica) saranno aperti,
alcuni anche in orario serale
fino alle 23,30. Numerose le
mostre allestite per l’occasione: fra le altre, citiamo «Pinerolo fumetto ’96», mostramercato del fumetto nuovo e
da collezione che prevede incontri con noti disegnatori,
autori e sceneggiatori, e «La
guerra del bisonte», realizzata
dalla Riserva-Alpitrek in collaborazione con il Sioux Indian Museum di Rapid CitySouth Dakota e la Fort Laramie Historical'Association.
Infine le proiezioni della II
edizione del Festival videomontagna. Ogni giorno e per
tutta la durata della Rassegna
' artigianale, sarà in funzione
un servizio gratuito di visite
guidate in bus navetta ai luoghi storici di Pinerolo.
Orario di apertura: sabato
31 agosto (dopo l’inaugurazione) 17,30-23,30; domenica
r settembre e 8 settembre
9,30-12,30 e 14,30-23,30; sabato 7 settembre 14,30-23,30;
altri giorni 17,30-23,30.
f ■' ••
In compact disc l'ultimo lavoro del Gruppo teatro Angrogna
Interpretare il canto popolare
rispettando alcuni punti fermi
FERRUCCIO CORSANI
A chi si occupa di canto
popolare si presentano
subito, oggigiorno, vari problemi; ne riassumo tre soli:
l’origine dei canti; le fonti
delle quali valersi; lo stile di
esecuzione. Di questi problemi è specchio fedele il cd del
Gruppo teatro Angrogna «Se
canto», uscito all’inizio dell’
estate, che offre anche interessanti proposte di soluzione
di tali problemi.
Per quel che riguarda l’origine dei canti il disco reca come sottotitolo «musiche d’oggi per canzoni di ieri», dunque non presentando i canti
come appartenenti alla cultura
valdese; infatti così non ò, anche se i canti sono noti fra
noi; nel crocevia culturale che
le nostre valli sono state in
vari momenti e a vari livelli,
si sono incontrate tradizioni di
canti popolari francesi, elvetici, tedeschi e italici (piemontesi), nonché canti dotti (come
lo stupendo «Belle qui tiens
ma vie»). Abbiamo gli argomenti più disparati, fra i quali
spiccano, come specificamente valdesi, quelli relativi alle
guerre di religione.
Per quel che riguarda la
problematica delle fonti si è
venuto progressivamente assottigliando il numero di cantori montanari da interpellare
oralmente; ad ogni modo si
può dire che la molteplicità
di fonti produceva lezioni diverse, talora anche notevolmente; non stupirà perciò
sentire nelle canzoni del disco non poche varianti alle
melodie piemontesi, in tempo
6/8, del «Barón Litron», eseguito da nostre corali nella
versione francese dal ritmo
arcaico e irregolare.
Per lo stile Enrico Lantelme osserva giustamente, nella sua breve presentazione,
che l’esecutore di un canto
popolare offre la mediazione
di uno stile e di un gusto
vuoi personale, vuoi moderno, rispondente cioè a quelle
esigenze espressive suscitate
oggi da altri generi musicali.
Su questo non è possibile dare giudizi oggettivi, trovandoci nel campo del gusto e
non della critica musicale;
dirò che personalmente trovo
le armonizzazioni assai curate e logiche.
Le sottolineature ritmiche
talora un po’ forzate; la strumentazione molto varia e
con abili coloriture non sempre a mio avviso del tutto intonate all’argomento (come
Trattoria
CTI
di Ezio Corsani
Chiusura: mercoledì intera giornata e giovedì a mezzogiorno
Angrogna: Loc. Rocciamaneud, 208
Tel. 0121-944.290
il timbro del sintetizzatore
per Baron Litron); un vivo
elogio alle esecuzioni vocali:
le voci sono controllate, convinte, coinvolgenti, mantengono l’esecuzione nell’ambito non di un divertimento ma
della trasmissione di un messaggio; anche quando il tono
è festevole, non scade mai
nella banalità o nella grossolanità; la dizione è chiarissima e consente la percezione
della parola senza difficoltà;
tuttavia avrebbe giovato allegare al cd un inserto coi testi,
e con qualche stringata spiegazione.
Chi volesse saperne di più
potrà comunque documentarsi sul canto popolare delle
valli valdesi leggendo l’ottimo libro dello stesso Enrico
Lantelme «I canti delle valli
valdesi» (Claudiana, Torino,
1989). 11 giudizio sintetico è
comunque pienamente positivo; un buon cd, istruttivo e
piacevole, di alto livello grazie al felice incontro di gusto
e passione tra curatori ed esecutori. L’incisione può essere
richiesta presso i seguenti
esercizi commerciali: Torre
Penice, Libreria Claudiana;
Pinerolo, Libreria «11 cavallo
a dondolo»; Torino, Libreria
Claudiana.
Centro culturale valdese
Giornata
«Giovanni
Miegge
»
Giovedì 22 agosto, a Torre
Pellice, dalle 9, presso la Casa
valdese, si svolge la giornata
«Giovanni Miegge» organizzata dal Centro culturale valdese. In programma la presentazione del libro di Mario
Miegge «11 sogno del re di
Babilonia»'con interventi di
Susanna Peyronel, Daniele
Garrone, Claudio Canal, Giorgio Tourn; alle 15'dibattito sul
libro; alle 18 «Per una cultura
dell’evangelismo italiano oggi», relazione del Centro culturale valdese; alle 21 dibattito sulla relazione e sulle prospettive di attività dei centri.
Società di studi valdesi
Assemblea
annuale
dei soci
Sabato 24 agosto, alle 17,
nell’aula sinodale della Casa
valdese a Torre Pellice, avrà
luogo l’assemblea annuale
della Società di studi valdesi;
il seggio della Società propone di nominare quale presidente onorario il prof. Giovanni Gönnet come riconoscenza per il contributo di
studi che egli ha dato alla storiografia valdese. L’incarico
era precedentemente ricoperto dal prof. Teofilo Pons.
Teatro a Pinerolo
In America
Der cercare
a fortuna
Un paese metafora di una
condizione realmente vissuta
all’inizio del ventesimo secolo da tante località marine e
montane; un paese abitato da
sole donne; gli uomini sono
emigrati in America per inseguire la fortuna, per lavorare e
magari arricchirsi. È una storia quotidiana, fatta di partenze e di strazianti separazioni
all’interno di un flusso narrativo che mostra il cambiamento delle culture e delle colture.
E l’ultima pièce di Assemblea
Teatro «Il contadino che allevava parole» con regia di
Renzo Sicco e Beppe Rosso
coautori del lavoro con Gianni Bissaca e Marco Alotto.
Nella rappresentazione troviamo una mescolanza di tipologie letterarie, dal romanzo all’epopea, alla poesia; un
solo uomo in scena, eccezione
che conferma la regola, un
cieco dunque inadatto all’
esperienza della trasmigrazione oceanica: Omero. Protagonista è soprattutto il clima
evocato che accomuna queste
zone separate solo da un confine politico. «11 contadino
che allevava parole» sarà presentata, dopo le esperienze del
forte di Fenestrelle, venerdì
30 agosto alle 21,15 in piazza
San Donato a Pinerolo.
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22 agosto, giovedì —
TORRE PELLICE: Continuano le gite tematiche organizzate dall’associazione
«Mountàgno vivo»; per l’occasione si visiterà un villaggio sotto i castagni. 11 29 visita a uri villaggio sotto la roccia. Per iscrizioni telefonare
alla Pro Loco (0121-91875).
23 agosto, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 21
in piazza Muston commedia
teatrale «Voila Bohème» con
la Compagnia Studio Momus.
23 agosto-15 settembre —
FRALI: Presso il salone della
Pro Loco resta aperta la mostra «Arte in miniera» di Ettore Della Savina; feriali 15-18,
festivi 10-12,30 e 15-18.
24 agosto, sabato —
TORRE PELLICE: Nell’
atrio del palazzo comunale
mostra degli olii di Elena
Deodato Comba:. orario 9-12
e 5-19 fino al 30 agosto.
24 agosto, sabato — FERRERÒ: Escursione ai siti minerari di Envie, Sapatlè, Pleinet, Malzas e Crosetto. Ritrovo alle 8 presso il monumento ai Caduti, a cura del Gruppo guide natura.
25 agosto, domenica —
PEROSA ARGENTINA:
Festa alla fontana di Parlà, località Eric, con corsa ciclistica a cura del gmppo alpini.
25 agosto, domenica —
BIBIANA: Alle 21, nel cortile del municipio, concerto dei
«Whisky trail», musiche dell’area celtica (Irlanda e Scozia); ingresso lire 5.000.
26 agosto, lunedì — TORRE PELLICE: Si conclude,
al Centro di incontro di via
Repubblica 3, l’esposizione di
documenti dell’archivio comunale dal 1922 al 1946 «Dal
fascismo alla Resistenza»;
orario 15,30-18,30.
25-26 agosto — PINERO
LO: Festa patronale di San
Donato con mostra meccanica di macchine agricole.
26 agosto, lunedì — TORRE PELLICE: Chiude la
mo.stra della Tavole imbandite a cura della sezione femminile della Cri al Collegio.
27 agosto, martedì —
TORRE PELLICE: «Il treno
della storia-11 Piemonte linguistico» è il titolo di una mostra su quattro carrozze ferroviarie che verrà inaugurata alle 16,30 presso la stazione Fs.
La mostra sarà visitabile fino
al 14 settembre fra le 10 e le
12 e dalle 16,30 alle 19.
29 agosto, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Alle 21, nell’area del mercato
coperto, proiezione di «Casper» per la regia di Silberling. Ingresso lire 5.000.
30-31 agosto — TORRE
PELLICE: L’associazione
amici Santa Margherita organizza una gita di tre giorni a
Stroncone, in Umbria, a seguito dei precedenti incontri
fra le rispettive bande musicali municipali.
30 agosto-l” settembre —
VILLAR PEROSA: 16° Raduno dei campeggiatori in
Val Chisone a cura dell’Associazione Acti. Per informazioni: Franco Viano tei.
0121-598611.
31 agosto, sabato —TORRE PELLICE: Alle 21, presso la Foresteria valdese, dibattito con diapositive su
«Israele nella situazione attuale», a cura del pastore Gérard Cadier.
31 agosto, sabato —
TORRE PELLICE: Mostra
degli hobby e collezioni presso il Circolo Mûris.
1” settembre, domenica —
TORRE PELLICE: Si chiude «Il museo ritrovato» selezione delle opere raccolte dal
pittore Filippo Scroppo.
VALLI
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di 'Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 25 AGOSTO
Vlllar Perosa: Farmacia De
Paoli - via Nazionale 29, tei
51017
Fenestrelle: Farmacia Grippo
- Via Umberto I 1, tei. 83904
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 25 AGOSTO
Luserna San Giovanni: FaF
macia Vasario - Via Roma 19
(Airali), tei. 909031
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790 fi
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva; f
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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SERVIZIO INFERMIERIST
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dalle ore 8 alle 17, presso le ,
sedi dei distretti.
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TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in program^
ma: giovedì 22, ore 20 e 22,10
La lettera scarlatta, venerà
23, ore 20,30, Babe, maialili
coraggioso; sabato 24. ore 20
e 22,10, L’esercito delle 12
scimmie; domenica 25, ore
20,10, .Tumanii. ore 22,15,.
Strange days; lunedì 26, orìì,
20 e 22,10, La dea dell’amore; martedì 27, ore 20 e 22,10,
Dead man walking; mercoledì 28, ore 20 e 22,10, Le #
finità elettive: giovedì 29, ore
20,15, Ballo, ore 22,10, Le affinità elettive.
BARGE — I! cinema Co-;
munale ha in programma: giovedì 22, Casper; venerdì 23 I
soliti sospetti; sabato 24, Braveheart; domenica 25, Uomini senza donne; lunedì 26,
Schegge di paura; martedì,
ore 20 e 21,30, In viaggio-coil
Pippo: mercoledì 28 L’eserfito delle 12 scimmie. Inizio
spettacoli ore 21.15,
LUSERNA SAN GIO;
VANNI — Per la rassegna di
cinema all’aperto, giovedì 29,
alle 21, nell’area del mercato
coperto, proiezione del filW
Casper: ingresso lire 5.000.
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Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Sinodo '96:'intervista al moderatore della Tavola valdese
Novità per la cura pastorale delle chiese
e per l'organizzazione degli enti ecclesiastici
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EUGENIO BERNARDINI
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voro per il moderatore.
Nel'suo ufficio di Torre Pollice si succedono incontri e
riunioni non soltanto per
preparare il prossimo Sinodo
ina anche per mandare avanti il lavoro di direzione e coordinamento che gli compete. Al termine del suo terzo
anno di moderatura, chiediajno a Gianni Rostan quale sia
la sua valutazione dello stato
di sTilute della chiesa: «Una
cosa è la valutazione della
chiesa nel suo insieme, altro
quella delle singole chiese locali. Per quanto riguarda la
prima, l'impressione che ho è
che il Padre eterno ci dia una
mano molto sovente perché
le situazioni difficili sono numerose e in qualche modo se
ne viene sempre fuori, e non
sempre per nostra virtù soltanto. Per quanto riguarda le
chiese locali, ci sono quelle
responsabili e mature e con
dei Concistori o Consigli di
chiesa ben preparati, e poi ci
sono quelle che mostrano
una mancanza di visione, anche strategica, che mi lascia
addolorato e qualche volta irritato, come a volte traspare
anche dalla mia corrispondenza. Eppure, con una grossa pazienza si riescono a superare quasi tutte le difficoltà. È comunque urgente
avviare dei profondi mutamenti almeno nell’organizzazione della cura pastorale
delle chiese e nell’organizzazione degli enti ecclesiastici».
- Gianni Rostan è il primo
moderatore che non esce dalle
file del corpo pastorale, è un
vantaggio o uno svantaggio?
«Lo svantaggio più evidente è che io non sono un teologo per cui, di fronte a determinati problemi, sono ricorso alla consulenza di alcuni
pastori, in particolare dei
professori della Facoltà di
teologia che mi hanno espresso così anche molta
amicizia e solidarietà. Gli
svantaggi per un laico ci sono, ma ritengo che siano superabili. I vantaggi, per quanto .riguarda me in particolare.
Il moderatore Gianni Rostan
è l’aver avuto per trent’anni
un certo tipo di attività manageriale che mi ha aiutato
ad acquistare la capacità, prima di tutto, di ascoltare gli
altri, di non imporre una soluzione predeterminata ma
quella più praticabile e concorde. Quando si tratta di dover decidere qualcosa è meglio arrivarci con un processo
di partecipazione e condivisione piuttosto che con una
decisione daH’a,lto. L’altro
vantaggio, parlo sempre della
mia esperienza, è quello di
non spaventarmi più di tanto
di fronte ai problemi finanziari e ai problemi complessi.
L’ho dovuto fare spesso nel
mio passato lavorativo, lo
faccio oggi nel mio servizio
nella chiesa. Se un pastore
non ha avuto questo tipo di
formazione ed esperienza
può trovare molto difficile
questa parte del lavoro del
moderatore».
- Nella relazione della Tavola al Sinodo sono indicate
alcune priorità per la discussione: ecumenismo, campo di
lavoro, rapporti con lo stato...
«La cosa che più ci preoccupa è la sistemazione del
campo di lavoro, perché è la
più difficile, per le altre una
soluzione o una decisione sono più a portata di mano.
Credo che quando discuteremo del documento sui matrimoni interconfessionali arriveremo ad approvare la strada delineata e la nomina di
una commissione mista per
CENTRO DI FORMAZIONE
DIACONALE
«Giuseppe Comandi»
FIRENZE
ISCRIZIONI AL CORSO DI FORMAZIONE
Sono apene le iscrizioni al corso di formazione diaconale. La
durata del corso è quadriennale. La domanda va presentata entro ottobre su modulo fornito dalla segreteria stessa. È richiesta la
licenza di scuola secondaria superiore. I/Ie candidati/e dovranno,
contemporaneamente, iscriversi ad un corso universitario (laurea
0 diploma) nell’ambito educativo, sociale, sanitario o dell’accoglienza (per esempio: educatori/trici, assistenti sociali, gestione dei
servizi di accoglienza come foresterie o case di riposo,
infermieri/e). ^
Quota di iscrizione, convitto, borse di studio e prestito
La quota di iscrizione per un anno è di lire 100.000. Gli/ le studenti/esse possono chiedere di alloggiare presso il convitto del
i7entro. In questo caso possono usufruire di una borsa di studio
che sarà mantenuta se gli studi proseguiranno regolarmente. Inola richiesta, possono ottenere un prestito, senzq interesse, rimhorsabile all’inizio della loro attività lavorativa.
Inizio dei corsi, programmi, frequenza
Alcuni corsi professionali sono a.numero chiuso e le prove selettive si effettuano già durante i mesi di settembre e ottobre. Può
'’ariare anche la data di inizio delle lezioni e ciascuno dovrà seguile il calendario del corso prescelto. L’ammissione al CFD è conseguente all’iscrizione ad un corso professionale ed è preceduta da
an colloquio. Il corso di formazione diaconale inizierà T8 novemwe. Il programma è disponibile in segreteria. La frequenza è obligatoria.
i-a segreteria è a disposizione per fornire tutte le’ informazioni
^cessarie (programmi, caratteristiche dei corsi, costi etc.) e per ri
Ivere dubbi anche di carattere personale. A richiesta si può anche
®fganizzare una visita.
Volgersi a:
CfO
c/o Istituto Gould — via dei Serragli, 49 — 50124 Firenze ■
'^'■'055-212576, fax 055-280274. Chiedere ’dell’addetto al CFD.
l’attuazione del documento.
Su altri temrecumenici avremo forse qualche discussione
in più, ma arriveremo a una
qualche decisione.
Sarà un po’ più difficile la
discussione sulla nuova strutturazione degli enti ecclesiastici, una cosa per me fondamentale per svolgere meglio e
con meno preoccupazioni la
diaconia istituzionale in senso lato, ma penso che una soluzione la sapremo trovare in
Sinodo. La cosa più difficile,
invece, è la sistemazione del
campo di lavoro, dare a ogni
chiesa, nei limiti delle nostre
disponibilità, un servizio pastorale adeguato. Oggi spostare un/a pastore/a non è
per niente facile, soprattutto
per i problemi derivanti dal
lavoro del coniuge che non si
può trovare certo ad ogni angolo. Noi abbiamo sbagliato
alcune assegnazione di pastori negli ultimi anni unicamente perché non c’erano altre soluzioni. Ci chiediamo se
non sia possibile cambiare
mentalità, per esempio accettando anche il pendolarismo,
cioè una certa distanza tra residenza e luogo sin cui il/la
pastore/a esercita il suo servizio. Questo già accade per diverse piccqle comunità che
condividono con altre il servizio pastorale e per alcuni pochi altri casi. In futuro una
soluzione di questo tipo potrebbe ridare dinamicità ed
elasticità alla sistemazione
del campo di lavoro, facilitando la collocazione della persona giusta nel posto giusto».
- Si sente spesso dire che le
chiese valdesi e metodiste non
evangelizzano più, ma si dimentica che ogni anno 400500 nuove persone, nella
maggior parte non provenienti da famiglie evangeliche, vi entrano come membri
comunicanti...
«Ricordo un aspetto importante, l’ampliamento della presenza evangelica che
coinvolge anche i battisti.
Quest’anno abbiamo aperto
un nuovo locale a Perugia, ci
sono delle nuove realtà in
formazione a Ponticelli, Pescara, Rio Marina, i battisti
ne hanno a Viterbo. Poi c’è il
fenomeno delle cosiddette
chiese etniche, cioè composte da immigrati da altri paesi che chiedono di unirsi a
noi: coreani, cinesi, africani,
di alcuni gruppi delL’Est eu^
ropeo. Tutti segni di dinamismo che non possono èssere
sottovalutati».
- Infine un anniversario:
nel febbraio del 1998 ricorderemo i 150 anni dall’editto di
Emancipazione...
«Dovrà essere un’opportunità per richiamare gli italiani alla necessità di garantire
libertà, solidarietà e diritti ai
nuovi discriminati di oggi e
per noi sarà l’occasione di fare il punto della situazione
anche spirituale delle nostrq
chiese a 150 anni dalla fine
del ghetto».
La Chiesa africana «All Christian Fellowship» di Padova
La musica per rendersi visibili in città
MARTA D’AURIA
UN piccolo fiocco colorato da applicare sulla
propria camicia viene donato a chiunque arrivi in un largo spazio alTaperto, dove sono state sistemate un centinaio di sedie. Alcuni controllano che un semplice tendone verde, montato per l’occasione, sia in grado di garantire l’ombra per tutto il
tempo da trascorrere insieme, altri verificano che i microfoni funzionino. Cominciano ad arrivare volti familiari di donne nigeriane con i
loro coloratissimi vestiti e
copricapo tradizionali, e di
uomini nigeriani e ganaensi
che hanno indossato per 1’
occasione la cravatta più elegante. Anche chi è in questo
luogo per la prima volta non
trova alcuna difficoltà a sentirsi subito accolto.
In questa atmosfera carica
di gioiosa attesa ha avuto inizio a Padova, domenica 21
luglio, il primo festival musicale «Hallelujah ’96» organizzato dalla chiesa africana «All
Christian Fellowship» (Co-'
munanza di tutti i cristiani)
di Padova, recentemente accolta come membro dell’
Ucebi. Con questo festival
musicale la comunità festeggia il secondo anniversario
della propria nascita. Ma non
solo: «Il festival è per noi - ha
detto l’evangelista Martin
Taiwo, pastore della chiesa l’occasione per rendere nota
alla cittadinanza la nostra
presenza stabile a Padova.
Infatti dopo aver svolto per
più di un anno i nostri incontri nella 1^11 di un albergo,
possiamo ora disporre di una
sede permanente nel cuore
della città». Desiderio di tutta
la comunità è quello di dare
una concreta e reale testimonianza nella città di Padova:
«La nostra presenza - ha aggiunto il pastore Taiwo - è
“visibile” in questa città soprattutto il sabato pomeriggio, quando facciamo attività
di evangelizzazione alla stazione ferroviaria, mediante
volantinaggio. A voler intavolare una conversazione con
noi non sono solo persone
extracomunitarie ma anche
molti italiani. Per l’immediato futuro vorremmo poter acquistare degli strumenti musicali da utilizzare durante i
nostri incontri in piazza. Sappiamo infatti che la musica
ha una grande capacità di aggregazione».
Proprio il canto comunitario, la musica e la danza
hanno animato la giornata di
La consueta riunione post-sinodale della Tavola
valdese con le Commissioni sinodali aministrative, le
Commissioni, esecutive distrettuali e i sovrintendenti
di Circuito è convocata a
Torre Pellice per
sabato 31 agosto, ore 9-17
bella Biblioteca della Casa valdese
COMITATO PROMOTORE
INIZIATIVE EVANGELICHE
Foresteria valdese
Torre Pellice, 20^22 settembre 1996
convegno su
«Storia, contenuti e forme
'«A
dell’evangelizzazione»
Relazioni di: Marco Brunacci e Fares Marzone (per i Fratelli), Franco Sommani e Giancarlo Rinaldi (per i metodisti e
maldesi).
V ■
Il costo del convegno è di £ 150.000. Informazioni e prenotazioni presso Nicola Picciani, via Colonnetta 80, 66013
CHIETI Scalo, tei. 087 L563378.
Il coro della «All Christian Fellowship»
domenica. L’incontro è durato complessivamente' circa
7 ore, eppure gli oltre 120
presenti non hanno mostrato segni di impazienza o
stanchezza, anzi: i loro volti
sorridenti,-le melodie allegre
e i ritmi coinvolgenti scaturivano dalla grande gioia di
poter essere insieme e di poter dedicare il proprio tempo
a Dio. Sono intervenuti a
questa grande festa anche
membri delle chiese etniche
di Rovigo, Vicenza e Treviso,
tra le quali esiste un lavóro
di sostegno e di collaborazione nel campo dell’evangelizzazione.
A questo proposito Carmine Bianchi, pastore della
-Chiesa battista di Ferrara,
presente anch’egli al festival,
ha affermato che è ormai più
di un anno, che le chiese battiste italiane locali (Ferrara,
Rovigo, Pordenone e il gruppo di Marghera), sono collegate con quelle africane. «In
occasione del primo convegno afroitaliano delFItalia
Nord-Orientale, tenutosi lo
scorso aprile a Rimini - ricorda il pastore Bianchi - si è costituito un comitato con rappresentanti di ogni chiesa
che ha come fine non solo
quello di organizzare un altro
convegno, ma di creare una
rete di collaborazione nell’
ambito delle varie attività di
evangelizzazione. La scommessa per il futuro è quella di
vedere nella presenza di questi fratelli e sorelle extracomunitarl un motivo di arricchimento per la nostra crescita spirituale».
(Questa giornata così intensa si avvia alla conclusione. È
il momento dei saiuti: scambi
di benedizioni, forti strette di
mano, calorosi abbracci. A
poco a poco i presenti cominciano ad allontanarsi, accompagnati dalla melodia di un
canto intonato da un piccolo
gruppo di fratelli e sorelle. Il
piccolo fiocco colorato è ancora sulle camicie, ricordo
dell’accoglienza e della comunione vissute insieme.
S Dopo l'uccisione di Davide Sannino
«Il perdono è di Dio»
SALVATORE CORTINI
.. ^ ONO “evangelisti” e
AA sanno perdonare», diceva un’anziana signora che
si faceva largo tra la gente. Altri commenti confermavano
la tesi dell’anziana;' per i cittadini del piccolo centro vesuviano, la presenza dei familiari alla manifestazione ha
significato un atto di perdono. Davide Sannino, giovane
evangelico di 19 anni che viveva a San Giorgio a Cremano, paese della provincia di
Napoli, membro attivo della
chiesa evangelica delle Adi di
Portici, era stato ucciso da
balordi a Massa di Somma,
cittadina dell’hinterland vesuviano.
Tutto è successo perché
Davide ha reagito guardando
in faccia i banditi che gli hanno rubato il motorino. Per
questo è stato punito con un
colpo di pistola alla testa. È
morto qualche giorno dopo
all’ospedale. L’uccisione del
giovane, crudele per la modalità, sconvolgente per le
motivazioni che l’hanno determinata, ha riportato alTat
f:
tenzione dell’opinione pubblica il degrado sociale e morale della grande provincia
napoletana, che mette a dura
prova lo slancio di rinnovamento che con tanta difficoltà è cominciato a Napoli.
I giovani di Massa di Somma, una settimana dopo, sabato 27 luglio, hanno organizzato una fiaccolata di solidarietà «per non dimenticare
Davide», a cui ha partecipato
tutta la cittadinanza con in
testa il sindaco. Alla manifestazione c’erano i genitori e
due fratelli di Davide, ancora
molto provati dal dolore. Si
leggeva sul loro viso' la rabbia
e la tristezza della grave perdita, ma determinante è stato
il coraggio di essere presenti
in quei luoghi dove Davide è
stato per l’ultima volta. ^
Ho avuto modo xli parlare
con i genitori di Davide, ai
quali ho espresso la mia solidarietà fraterna e quella del
Consiglio delle chiese evangeliche di Napoli. «Il perdono
è di Dio - mi hanno detto
noi siamo qui per testimoniare Gesù Cristo che crea nuovi
rapporti fra gli uomini».
Radio e televisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano èd estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTES’TANTESIMO: rubrica televisiva realizziata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in
replica', il lunedì della settimana seguente
alle ore 9,30. Domenica 25 agosto (replica
lunedì 2 settembre): Filmato: Commercio equo e solidale;
Sotto l’ombrellone: un libro per l’estate.
12
ì *■
N"'-A
li
PAG. 6 RIFORMA
venerdì 23 AGOSTO igcK;^
. Riforma
n Sinodo
Giorgio Bouchard
Nel momenti cruciali della sua storia, la chiesa si è
quasi sempre espressa mediante delle grandi assemblee: così è stato al tempo della chiesa primitiva, quando si assisteva alla prima grande divaricazione interna
tra giudeo-cristiani e pagano-cristiani (Atti 15: U «Concilio di Gerusalemme»); così è stato al tempo del pieno inserimento nella civiltà greco-romana (i grandi concili
del IV e V secolo, che certo eranp tutti fatti di vescovi e
convocati dall'imperatore, ma che hanno fissato le formule dogmatiche a cui ancora ci atteniamo); così è stato, soprattutto, al tempo della Riforma. O, per meglio dire, al momento in cui la Riforma nata daU’empito profetico di Martin Lutero, ha dovuto affrontare aUo scoperto
U mondo moderno. E ciò nel più moderno e forte stato
europeo: la Francia.
Le due prime generazioni protestanti, infatti, avevano
ancora potuto svolgere la loro azione all’onihra della
protezione di uno «stato amico»: i regni scandinavi, i
principati tedeschi, le libere città della Germania meridionale e della Svizzera. Perfino Calvino aveva realizzato
la sua opera straordinaria grazie aU’appoggio di un Consiglio cittadino poco incline a contraddirlo.
Non così in Francia: le duemila comunità riformate che
mandarono i loro rappresentanti al primo Sinodo nazionale (1559) godevano, certo, dell’appoggio di qualche nobfie, ma si trovarono contro, massicciamente, tutto l’apparato dello stato, guidato da un re che incarnava una
tradizione millenaria. I riformati fì-ancesi furono perciò
costretti a organizzarsi come un contropotere e a darsi
una struttura indipendente: il Sinodo prendeva il posto di
quello che era stato, per i cattolici, il potere del vescovo.
Questo movimento è stato poi ulteriormente accentuato
da quegli straordinari facitori di storia che sono stati i puritani anglosassoni. Prima nasce la temibile «General Assembly» che per secoli sarà il centro vitale del calvinismo
scozzese, poi nascono 1 sinodi inglesi, minoritari ma aggressivi: stimolano il Parlamento, criticano il governo, attaccano i vescovi, vogliono riformare i costumi.
I puritani non riusciranno a condurre fino in fondo
l’opera della Riforma, come speravano, ma in una cosa
almeno riusciranno: a creare una struttura ecclesiastica
forte e coerente, poco condizionata da influenze esterne.'
I più bravi in questo saranno i puritani scozzesi, inglesi e
poi americani: le chiese locali gòdono di una larga autonomia, i pastori godono di immensa autorità, ma la
chiave di volta è un’Assemblea generale che affronta i
problemi decisivi, e li risolve, un Sinodo in cui i laici finiranno per svoigere un ruolo crescente. Più tardi, gradualmente, il sistema sinodale si è esteso a quasi tutte le
chiese nate dalla Riforma (luterani, anglicani), e i metodisti, alla morte di Wesley, gli hanno sostituito una
«Conferenza» dai marcati tratti sinodali.
Quanto ai valdesi, che avevano aderito alla Riforma a
seguito di alcune memorabili assemblee (sinodi del
Laus, di Mérindol, Chanforan, Prali), non ebbero difficoltà a adottaré subito il modello francese. E per fortuna: néi secoli dell’isolamento e della repressione, il Sinodo diventò il supremo organo di autogoverno, ma anche im simbolo di libertà.
Oggi casa comune di valdesi, metodisti ed evangelici
d’altra origine, fi Sinodo è ancora questo: organo di autogoverno, dove la fiducia nel potere chiarificatore del
dibattito prevale su ogni altra cosa; ma anche simbolo di
libertà, in un momento in cui oscure nubi si addensano
all’orizzonte della nostra patria e dei mondo intero; un
momento in cui forse siamo chiamati a dare l’esempio
di una comunità di persone libere e appassionate che
sanno chinare il capo davanti a Dio e tendere la mano
verso fi prossimo.
Riforma
E-Mail: Riforma @ Alpcom.it
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORI; Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto. REDATTORI: Stelio Armand-Hugon. Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Coreani, Marta D'Auria, Avernino Di Croce, Piera Egidi (responsabile
al sensi di legge), Fulvio Ferrarlo, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinàt, Carmelina Maurizio. Luca Negro. Luisa NittI, Jean-Jacques
Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
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A
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Riforma è il riuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
il n. 176 del 1‘ gennaio 1951, responsabile Franco Qiampiccoll. Le modifiche sono
state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 31 del 2 agosto 1996 è stato consegnato per l'inoltro postale ail’Ufflclo
CMP Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledi 31 luglio 1996.
M II problema prostituzione richiede un serio dibattito
Una nuova forma di schiavitù
Le misure più urgenti dovranno riguardare la tutela
delle persone sottoposte a sfruttamento e violenze
DORIANA GIUDICI
QUOTIDIANAMENTE gli
organi di informazione ci
obbligano a confrontarci con
un uso distorto della sessualità. Storie tristissime e drammatiche ci parlano di bambine e bambini oggetti di abuso
sessuale; di giovani, o giovanissime, donne violate; di
minori venduti per soddisfare adulti degenerati: tutte
storie che giustamente vengono condannate dall’opinione pubblica. Là dove invece più sfumato è il giudizio è
a proposito della prostituzione, e bene ha fatto perciò
Piera Egidi a sollevare la questione. Occorre dire basta a
un diffuso fariseismo che
non vuole affrontare il problema, generalmente accantonandolo con la frase: «Che
si può fare? È il mestiere più
vecchio del mondo...».
Sarà indubbiamente il più
vecchio del mondo, ma è certo che, irf questi ultimi anni,
ha assunto caratteristiche
gravissime di «schiavizzazione» di esseri umani. Per un
I credente il proprio corpo e
l’altrui sono anche «tempio
dello Spirito Santo»; per un
credente la sessualità rientra
in quei «doni» che fanno parte dell’armonia del creato (ricordiamo come viene poeticamente esaltata dal Cantico
dei cantici), quindi non si
può accettare una lettura
e un’analisi del fenomeno
«prostituzione» senza sottolineare quanta distanza ci sia
fra il rispetto della dignità
umana (propria e altrui) e
questo «commercio».
Perché di questo si tratta e,
laicamente, deve essere affrontato in questi termini. Se
esiste la prostituzione (e rende moltissimo) ciò è dovuto
ai «clienti»; le leggi del mercato regolano questo commercio scandaloso quanto si
vuole’, ma sempre più in
espansione perché enormemente redditizio, e allora occorrono strumenti legislativi
di uno stato laico e demo
La senatrice socialista Lina Merlin nel 1958
cratico, come ii nostro, che
tutelino i più deboli, cioè chi
vende se stesso (non certamente ii «compratore»); occorrono regolamenti e normative nuove, al passo con i
mutamenti del fenomeno,
che riducano al massimo i
danni che possono essere arrecati ai più deboli. Ecco
perché condivido la proposta conclusiva di Piera Egidi.
Persone libere, che liberamente scelgono un mestiere
(degradante e umiliante ma
non estirpabile subito, anzi...
esistente da sempre) devono
poter avere garanzie di sicurezza personale (dalla violenza, dall’assassinio, dal
contagio di malattie), magari
anche attraverso forme di
«eros center» ufficialmente
riconosciuti.
Soprattutto non è più possibile lasciare che decine e
decine di giovani o giovanissime perdano la loro dignità,
il valore e il senso della vita,
perché rese schiave da singoli uomini o da organizzazioni
di malavitosi. Queste vite devono essere salvate, subito. 11
nostro silenzio, la nostra ricerca di una soluzione ottimale (che salvi i nostri principi e forse anche... la nostra
faccia) è un peccato, un grave peccato verso singoli, deboli esseri umani. Occorre
aiutare delle persone, vive e
concrète, non principi o
ideali, per altro già calpestati
e ignorati. Ricordiamo la parabola del pastore che, pur
essendo sabato, va a cercare
la pecora dispersa... perché il
sabato è fatto per l’uomo e
non viceversa.
Da un punto di vista protestante non vi è dubbio che il
fenomeno della prostituzione
rappresenti un peccato contro il corpo, inteso come valore e dignità di una persona
chiamata da Dio a agire nel
mondo. Tutta la tradizione
biblica (dell’Antico e del
Nuovo Testamento) ha una
concezione unitaria degli esseri umani che sono indissolubilmente corpo e spirito. La
testimonianza dei credenti
dovrà quindi, inesorabilmente e costantemente, denunciare la prostituzione come
offésa fatta a Dio, perché fatta al valore della vita e all’
unicità della creatura umana.
Ma nello stesso tempo una
società civile deve regolare,
governare, controllare il fenomeno limitandone i danni
sociali e individuali. Purtroppo ora non c’è tempo per attendere gli effetti di una corretta, laica educazione alla
sessualità, che permetta di ridurre i «clienti»; occorre, oggi, togliere dalle mani degli
sfruttatori, dalle strade, dal
freddo, dalle botte centinaia
di creature indifese e vittime
o della miseria, o della guerra
o della sete di denaro di altri«degradati» esseri umani.
Atlanta, sede olinnpica, ospita un «braccio della morte;
Gli atleti italiani contro la pena capitale
ALBERTO CORSAMI
Le autorità di Atlanta hanno negato l’autorizzazione a lasciare entrare alcuni
adeti italiani nel braccio della morte dove si trovano più
di 100 condannati, in larga
maggioranza neri. Il gesto
degli olimpionici non era
scontato, ha dato una parvenza di umanità alla macchina-Olimpiadi, altrimenti
leggibile nei soliti due modi:
quello entusiasta e retorico
della passione sportiva, oppure quello un po’ snob di
chi vede solo l’aspetto del
business e la Coca Cola.
Né l’uno né l’altro. L’associazione «Nessuno tocchi
Caino» ha inteso evitare la
presenza sui campi di gara
(con striscioni o altre manifestazioni di richiamo), cer
cando di portare gli atleti
verso il «braccio». Poca pubblicità. I maliziosi non potranno vedervi quell’ansia di
autopromozione che spesso
sta dietro ai pronunciamenti
«politici» o sociali dei divi
dello spettacolo e dello sport:
fra l’altro la visita avrebbe
dovuto avvenire quando la
squadra di scherma era alla
vigilia del rientro in Italia; il
6UO ruolo alle gare quindi era
terminato anche se con successo. Non si cercava alcun
tipo di pubblicità.
Agli schermidori, ai marciatori, all’allenatore argentino
della nazionale di pallavolo
Velasco e al ginnasta Chechi,
si erano uniti con la loro adesione dairitalia atleti del (recente) passato come Pietro
Mennea, Alberto Cova, Sara
Simeoni, Maurizio Damilano,
RIFORMA - abbonamenti 1996
ITALIA______________ESTERO
- ordinario
- ridotto
- sostenitore
• semestraie
£ 100.000
£ 85.000
£ 200.000
£ 50.000
- ordinario
- via aerea
- sostenitore
• semestraie
£ 140.000
£ 190.000
£ 250.000
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• cumuiativo Riforma + Confronti £ 140.000 (soio Haiia)
- una copia £ 2.000
Gli abbonati sostenitori ricevono in omaggio la riproduzione di un’opera di Paschetto
Per abbonarsi: versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni Protestanti s.r.l., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
i primi due oltretutto autori
di alcune velenose polemiche
negli anni passati. L’importanza della tematica li ha riuniti superando sospetti e rivalità: così come aveva portato
il Parlamento nel 1994, alla
definitiva abolizione della pena di morte dal nostro ordinamento (prima era prevista
solo per il tempo di guerra).
Nel frattempo anche la rivista
dei gesuiti «La civiltà cattolica» si è pronunciata per la
messa al bando di questo
strumento di barbarie, che
interessa tuttora il 50% dei
paesi del mondo: il recente
Catechismo della Chiesa cattolica, infatti, contempla ancora questa possibilità per i
casi «di estrema gravità».
Dunque esiste una maggioranza d’opinione che è trasversale, che supera steccati
ideologici e di bandiera, che
riconosce l’inumanità della
pena di morte. L’aùspicio è
che questa consapevolezza
riesca a far breccia là dove,
nella precarietà e nella disinformazione, alligna la demagogia di chi propone ricette facili contro la paura e l’invivibilità delle periferie e dei
quartieri a rischio. Se qualche
personaggio famoso si dà da
fare per questo scopo non
possiamo che ringraziarlo.
XeJIÏonie
Il CI 4 funziona
Anche il più importante
quotidiano francese si prò.
nuncia sulla Sindone. Il do.
menicano Jean-Michel Mal,
damé, decano della Facoltà'
Hi filncnfia Hpll’ìctitntf\
di filosofia dell’Istituto catto,
fico di Tolosa, sostiene Qhela
chiesa «deve continuàrea
considerare il sudario conié
una reliquia fabbricata nel
Medio Evo». A una domanda
del quotidiano (numero deli
luglio), risponde: «L’onesft
degli esperti che sono perve- '
nuti a questa datazione noe
può essere messa in discns.
sione. La lettura del loro resoconto nella rivista scientifica Nature basta a farci scar-,
tare le critiche secondo le
quali l’esperimento sarebbé:
stato svolto in cattive condizioni. Detto ciò, l'esperimeils
to scientifico si limita a fornii
re un’informazione a partire
dalla quale storici, teologie
filosofi possono lavorare»
k
A^enire
Unire i protestanti?
Per prima cosa i protestanti'
si uniscano tra loro. Questa
sembra essere la tesi del quotidiano cattolico (23 luglio) ili
merito alle interviste rilastìa-,
te da Konrad Kaiser, segreta-,
rio del Consiglio ecumeni- w
delle chiese a «Repubblica» e ;
al «Manifesto». A ragione «Av- ‘
venire» segnala di aver preceduto gli altri quotidiani nel- ;
l’interpellare Kaiser. La polemica riguarda l'ostacolo prin-i
cipale all'unità totale dei cristiani, che Kaiser individua
nel papato. «Le chiese evangeliche - dice «Avvenire» -,^no oggi più di cento [in relti
molte di più, ndr], divisee]
spesso tra loro rivali; cosile
chiese ortodosse. Facciami'
anche noi, modestamente,(,
una proposta: al traguardi
del Duemila, e di questo desi?
derato da tutti "Concilio supercristiano”, le chiese eistei
geliche cerchino di arrivare
superando le loro divisioni».
Cai
ini
zioni
1899
riAittà
Credenti eppure laici
Una pagina, sul secondo
«dorso» del numero del 15
luglio, affronta la «differen;.
za protestante» in Italia; olW:
a una scheda suireditrice
Claudiana e a un’intervista al
pastore Giorgio Boiichard, uji
articolo di Giampiero Comol;
li individua le specificità dei
protestanti italiani. 1 prote'
stanti «si definiscono al tempo stesso laici e credenti (,-) '
vivono la loro fede in un.cdn'i
franto diretto col testo bibl)^
co, senza mediazioni eccle-.'
siastiche. (...) Significa quinte
che una società deve potete.
autoregolare senza riferirsi a
verità religiose
da una chiesa: di qui
senso dello stato, dcha libn
e della responsabilità >0“’, •
duale, come pure il rifiuto a
concordati fra stato e chiese*’
9105*
I' quell
una I
«l’An
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idea :
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le pare
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Pastori e sacerdoti
Il supplemento libraiv
della «Stampa» (25 Jug J
nel recensire un
Marcello Craveri sulle «e^M
sostiene, a firma di nij
Bianchi, che se un eura_ ,
attento avesse revisiona
testo «non avrebbe def
testo «non avreouc
“sacerdoti delle ^^hieseP
stanti” i pastori e mbiis^
quelle comunità ecclcM
--------- .
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13
' t/FNERDÌ 23 AGOSTO 1996
PAG. 7 RIFORMA
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11 un forte'
Ila liberti
tà indid;
rifiuto dei
e chiese»
Dii
■doti
librario
5 luglio]:
Caro direttore,
in occasione della celebrazione dell’Anno Santo del
1899 il pastore Giovanni Rostagno, il 17 dicembre di
quell’anno, teneva a Roma
una conferenza dal titplo
(d’Anno Santo»*. Mi sembra
quanto mai pertinente riportarne alcuni stralci. Il pastore
Rostagno esordiva spiegando al suo pubblico che «1’
idea ispiratrice del giubileo
cattolico va cercata in gran
parte nelle antiche cerimonieisraelitiche».
Mentre il giubileo israelitico «indicava remissione dei
debiti temporali (...) il giubileo cattolico non è altro che
un’indulgenza plenaria e solenne, concessa dal sommo
pontefice a tutti quei fedeli
che hanno compiuto, con un
cuore sincero, le opere pie
stabilite» (cioè le visite alle
basiliche romane). Fu papa
Bonifacio Vili, continuava, a
istituzionalizzare l'Anno Santo con una bolla in cui, fra
l’altro, è detto; «Gesù Cristo,
il Salvatore del mondo, scelse, fra tutte, la città di Roma
ad essere centro di una azione eccelsa e più che terrena,
consacrandola a sé» (a questo proposito, bisogna dire
che nessuna rettifica della
Bolla di Bonifacio Vili è venuta da Roma).
Giovanni Rostagno spiegava che per i cristiani evangelici «l’Anno Santo non è quello che unicamente si manifesta collo sfarzo delle cerimonie, coi riti e con le pompe
maestose, e talvolta con una
recrudescenza di superstizioni e di errori religiosi; l’Anno
t^anto è quello che viene seignato dalla mano medesima
di Dio nella nostra esistenza,
è.l'anno della nostra conversione sincera al Signore...». E
poi si chiedeva; «Che cosa è
diventato per noi il culto in
spirito e verità di cui parlava
Gesù Cristo? Vorremmo noi
forse tornando secoli e secoli
addietro, collegare l’idea di
un libero culto cristiano, di
un culto reso a un Dio spirito,
a un qualsiasi tempio piuttosto che a un altro, a una basilica speciale, a un altare priyilegiato? {...). Avremmo noi
'1 diritto di rimpicciolire
1 opera di Dio? Di ridurla a
beneficio esclusivo di chi
adempie a certi obblighi forUiali prescritti da una chiesa
oda un uomo?».
Cento anni sono trascorsi e
•e parole di Giovanni Rostagno risuonano con grande at
libro
Ile eresiai
di
curator®
donato“
. definita
linistri®
;clesiab»’
noi a
icere 1^'
adottao®
tualità: il Giubileo cattolico
del 2000 è alle porte; la dottrina delle indulgenze sembra essere più vigorosa che
mai e non c’è questa volta chi
spieghi al popolo italiano che
«la ricerca leale della verità»,
per usare le parole di Rostagno, non può essere messa
da parte per un malinteso
ecumenismo.
Vera Velluto - Taranto
(*) Giovanni Rostagno, L’Anno Santo, Roma, Tipografìa popolare, 1900.
Valorizzare
i pastori locali
Dopo aver letto tutto il servizio pubblicato dal vostro
giornale sulla 34® Assemblea
generale deH’Ucepi, molto
esauriente, desidero fare
qualche riflessione in merito
alla decisione presa dall’Assemblea circa la dislocazione
delle sedi pastorali. Nel commento alla Confessione di fede battista circa l’articoló «La
chiesa» è scritto; «Le chiese
battiste sono congregazionaliste in quanto si autogovernano e nello stesso tempo
stabiliscono legami di fraternità e di sostegno reciproco
con altre comunità battiste
locali».
Vorrei aggiungere qualcosa
per spiegare meglio il con- .
cetto di congregazionalismo.
Secondo il concetto congregazionalista ogni singola comunità elegge e ordina i propri ministri, decide l’ammissione e l’esclusione dei membri. La proposta presentata
dal Comitato esecutivo e approvata dall’Assemblea suona
così; «L’Assemblea generale,
recepito lo spirito che informa la proposta del Comitato
esecutivo in merito alla dislocazione delle sedi pastorali,
conisiderata non più rinviablle la necessità di procedere a
una più equa distribuzione
delle forze pastorali tra le
chiese aventi parte nell’Unione, approva la seguente proposta; “In mancanza di numero sufficiente a provvedere
ogni membro dell’Unione di
un proprio pastore, è in facoltà del Ce di destinare, i pastori anziché direttamente alle chiese alle associazioni regionali o di zona’’».
Pur facendo ogni sforzo per
adeguarmi al concetto di chi
sostiene che, nonostante
questa modifica, il congregazionalismo battista viene rispettato, confrontando l’idea
di congregazionalismo con
l’atto approvato dall’Assemblea sono costretto ad affermare che di congregazionalismo non c’è più niente. Non
Nella collana «Meditazioni bibliche» è uscito
Un giorno una parola
Letture bibliche quotidiane
per l’anno 1997
Introduzione di Paolo Ricca
^ seguito del grande successo delle precedenti edizioni 1995 e 1996, è ora disponibile l’edizione 1997 dei famosi ed apprezzati testi moravi
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wil’anno 1997) sempre più richiesti dalle comunità evangeHche italiane. Uno strumento
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Claudiana
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^joRNOi
[MROg
¡997
La presenza del crocifisso nelle sedi istituzionali
Dove è finita la laicità dello stato?
La professoressa Maria V. Migliano di
Quneo ha rivolto alla Corte Costituzionale
una richiesta di informazioni circa la collocazione del crocifisso nell’Aula di udienze
della Corte stessa, ricevendone la s^uente
sconcertante risposta.
«In mento alla richiesta di informazioni
del 27 aprile p.s. circa le norme che dispongono la collocazione della bandiera nazionale e del crocifisso nell’Aula di udienze
della Corte costituzionale si precisa quanto
segue.
Sin dall'inizio del funzionamento della
Corte costituzionale, nel 1956, il crocifisso è
stato esposto nell’Aula di udienze in analogia a quanto avveniva in tutte le aule giudiziarie del Paese, per le quali vigono precise
disposizioni ministeriali (v. circolare n.
1.867 del 29 maggio 1926 della Div: III - n.
2.134 del Registro circolari del ministero di
Grazia e giustizia).
D’altronde, l’esposizione del crocifisso è
riconoscimento del valore universale ad esso attribuito quale simbolo della civiltà e
della cultura cristiana, nella sua radice storica, indipendentemente da una specifica
confessioTÌe religiosa.
Quanto alla bandiera nazionale anch'essa
viene esposta per consuetudine nelVcuda di
udienza, come d’altronde accade all'inKrno
le sedi degli altri Organi eostituzionali, quali
la Presidenza della Repubblica, la Ótmera
dei deputati e il Senato della Repubblica».
Si deve dedurre che per la Corte'una circolare del ministro Rocco è più importante
della Costituzione, che proclama la laicità
dello stato, il principio di uguaglìànza, il
diritto di libertà religiosa e di coscienza?
Inoltre la stessa Corte ha pronunciato sentenze inequivocabili sulla laicità dello stato
{203/89, 149/95, 440/95): sono state dimenticate?
Intanto i parlamentari Mele, De Zulueta,
De Benedetti hanno rivolto un’interrogazione al ministro delTIntemo, in cui, premesso che «nei locali in cui vengono allestiti seggi elettorali sono spesso esposti simboli religiosi; che tale presenza (...) non deriva da una norma di legge», si chiede di
sapere «se non si ritenga di superare una
discriminazione che con trasta con i principi costituzionali e di emanare una disposizione per la quale, in occasione delle consultazioni elettorali, l’arredamento previsto
nei seggi non contempli la presenza e
l’esposizione dei simboli religiosi».
possiamo trovare la scusa
della mancanza di pastori per
modificare il nostro cammino di congregazionalisti battisti. Dobbiamo fare un esame di coscienza sulla carenza
di pastori e spronare i giovani
a intraprendere almeno il
cammino di «pastori locali».
Seguendo questa strada verrebbero ridotte le spese per
mantenere i pastori, ci sarebbero mepo sedi pastorali vacanti e il congregazionalismo
potrebbe sussistere.
Pertanto dobbiamo avere il
coraggio di affermare che a
noi battisti il congregazionalismo non interessa più, senza nascondere la testa sotto
la sabbia, con scuse e motivazioni fasulle, e che piano
piano stiamo passando ad
un concetto di tipo presbiteriano. Nella chiarezza ciascuno farà le scelte che riterrà opportune.
Erminio Podestà
Sampierdarena
Reazioni
al caso
Priebke
. A seguito della sentenza del
processo a Erich Priebke sono
giunte in redazione le seguenti dichiarazioni e lettere:
- Un gruppo di ragazzi e
ragazze riuniti nel «Villaggio
della gioventù» di Santa Severa ha scritto all’Unione
delle comunità ebraiche italiane e alla Federazione giovanile ebraica italiana in cui
si esprime «la più sentita soli
darietà con i parenti delle vittime e con tutta la comunità
ebraica. Riteniamo che la
memoria non possa essere rimossa, che l’evento storico
del nazifascismo e le sue conseguenze sul popolo ebraico
costituiscano una frattura
che non può essere ignorata», (seguono 60 firme)
- Il Consiglio della Chiesa
valdese di Ivrea ha inviato un
messaggio al ministero di
Grazia e Giustizia, al presidente della Repubblica e al
presidente del Consiglio dei
ministri, in cui è scritto tra
l’altro: «Come credenti vogliamo esprimere la nostra
vergogna e il nostro stupore
per la sentenza Priebke secondo la quale, in virtù di un
tecnicismo giuridico del codice militare, il crimine commesso, pur accertato, non
può portare alla condanna
perché prescritto (...). Ciò
che più ci colpisce è che a seguito di tutto ciò ci sia la possibilità che qualcuno veda
come “prescrittibile" un crimine contro l’umanità. In
questa occasione si sono anche levate voci che hanno
cercato di rendere spiegabile, accettabile, giustificabile
l’uccisione per rappresaglia
di 335 persone. Spiegabile
dalla logica dell’obbedienza,
accettabile dalla logica della
guerra, giustificabile dalla logica della violenza che circondava gli attori».
- Il partigiano Lionello
Gaydou di Moncalieri scrive:
«L’assoluzione di Priebke in
questo processo che ci disonora di fronte al mondo non
otifimM
Chi ha paura di Lutero?
7/8
LUGUO AG0ST01996
Ecumenismo:
verso tm concilio ecumenico nel 2000?
La proposta del segretario del Cec
Giubileo:
non sarà ecumenico.
Nostra intervista a Milán Opocensky
Protenstantegimo:
intejTogativi áll’Ulivo.
A colloquio col pastore Sergio Aquilante
Islam:
brutti e cattivi. Niente intesa
vna copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 12D.0Ò0 con lilnn in omaggio). Versamento sul cq> 61388007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38,00184 Roma.
Per informazioni: telefono 06-4820503, ft« 48279Ò1,
(indirizzo Internet; Http;//hella.stm.it/marketAt6t/home.htm) <
è certo accettato dagli onesti
cittadini di tutti i paesi del
globo terrestre; Priebke, criminale nazista responsabile,
per quanto a noi si riferisce,
dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, è statò responsabile
di un genocidio contro gli
ebrei, delitto contro l’umanità. Il tribunale militare italiano ha concluso nel più miserevole, nel più grottesco dei
modi il processo all’ex capitano delle ss tedesche Erich
Priebke per l’eccidio delle
Fosse Ardeatine; incolpato
ma assolto per caduta in prescrizione del crimine. Chissà
quanti altri crimini avrà compiuto o fatto commettere
questo criminale, ma ormai
sono passati cinquant’anni e
sono tutti “prescritti” dalle
leggi degli uomini. Questi orrendi crimini i nostri giovani
devono saperli e siamo proprio noi, carichi d’anni, che
-dqbbiamo raccontarli poiché
i mass media poco ne parlano
e non sernpre esattamente».
- Mirella Argentieri Bein di
Torre Pellice scrive una «lettera aperta» a Indro Montanelli: «Nel suo articolo sul
“Corriere della Sera” di sabato 3 agosto lei “dissente” non
dalla sentenza a favore di
Priebke ma dalle proteste a ^
tale sentenza, ribadendo così; e avallando con la sua autorevolezza di grandd giornalista, un concetto già precedentemente espresso. Il suo
argomento è basato sull’assunto che l’imputato "nonaveva facoltà di contravvenire agli ordini ricevuti" in
quanto ufficiale delle ss, una
milizia in cui “il caso della renitenza agli ordini non era
nemmeno ipotizzato”. .
Questa sua affermazione è
certamente inconfutabile
ma lei dimentica che a quella milizia Priebke apparteneva per sua libera scelta, ben
consapevole quindi del tipo
di ordini che avrebbe ricevuto. Che lei hon faccia cenno
a questo “particolare” mi lascia veramente sconcertata.
Tuttavia, volendo spaccare il
capello in quattro, lei potrebbe replicare che Priebke
non veniva giudicato per
l’appartenenza alle ss ma
per il caso specifico della
strage in oggetto per cui,
all’intèrno della situazione,
non avrehbé potuto rifiutarsi
di obbedire, pur eventualmente dissentendo.
In questo caso però si sarebbe dovuto dimostrare come minimo clie egli effettivamente “avrebbe voluto”
sottrarsi alla tremenda incombenza. Dalle risultanze
del processo emerge invece
esattamente il contrario. (...)
In sostanza Priebke era consenziente, non recalcitrante. Mi chiedo pertanto come le ,
sia possibile "osannare”, se
pur “sommessamente”, alla
sentenza!».
«Il Signore è il mio pastore
nulla mi mancherà»
Salmo 23, 1
È mancato all’affetto del suoi
cari
Auguste Roman
di anni 69
A quanti lo conobbero e amarono lo annunciano la moglie Mireille, i cugini Roman e Geymonat
e gli amici di sempre.
Baugasson (Rep. Centroafrìcana)
20luglio1996
RINGRAZIAMENTO
«La mia grazia ti basta»
Il Corinzi 12, 9
I familiari tutti della cara
Adelaide Ribet
ved. Micol, ved. Pons
di anni 97
mancata al loro affetto il 23 luglio
1996, profondamente commossi
per la grande dimostrazione di affetto e di stima tributata alla loro
cara, ringraziano sentitamente la
direzione e il personale dell’Asilo
dei vecchi di San Germano, i signori medici e il personale infermieristico dell'Ospedale valdese
di Pomaretto e, in particolare, le
gentili persone che le sono state
vicino durante la malattia, il dott.
Massimo Ribetto Bruno, i pastori
Lucilla Peyrot e Sergio Ribet e
tutti coloro che con fiori, opere di
bene, presenza, scritti e parole di
conforto hanno partecipato al loro
grande dolore.
/Wasse//o, 25 luglio 1996
RINGRAZIAMENTO
I familiari del caro
Ferruccio Jourdan
riconoscenti, ringraziano quanti
con affetto sì sono uniti al loro
dolore.
Un grazie particolare alla famiglia Davit e ai pastori Mazzarella
e Tourn.
Torre Pellice, 19 agosto 1996
«Una cosa ho chiesto
al Signore, e quella ricerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita»
Salmo 27, 4
Il giorno 29 luglio ha concluso il
suo cammino terreno, all’età di 86
anni i
\
Laura Sbaffi
La ricordano con affetto e con
grande riconoscenza la sorella
Maria, con Giorgio, il fratello Au»
relio, con Èva, la cognata Valeria
e i nipoti Maria Grazia, Paolo,
Maria Pia e Maria Laura; Marco,
Andrea e Lucilla; Ornella, Marco
e Stefano; Hilda, Marina e Cristina; Giovanni, con le loro famiglie.
Roma, 31 luglio 1996
È improvvisamente mancato
Claudio Ascione
di anni 40
Ne danno l’annuncio, con grande dolore, la moglie Silvia Martini,
il figlio Riccardo, ! genitori Anna e
Luigi, la suocera Erica Armand
Pilon, il cognato Paolo Martini e f
parenti tutti.
Chiavari, 12 agosto 1996
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Olga Bertalot
profondamente commossi e riconoscenti per la dimostrazione di
affetto tributata alla loro cara,
nell’impossibilità di farlo personalmente, ringraziano tutti coloro
che con fiori, scritti, parole di conforto e presenza hanno partecipato al loro dolore.
Un particolare ringraziamento a
tutti i sigg. medici e a tutto il personale infermieristico dei reparti dì
chirurgia, oncologia e day hospital
dell’Ospedale civile di Pinerolo,
alla Croce Verde di Pinerolo, alla
sig.ra Boceo per l'assistenza prestata, alla sig.ra Long, ai pastori
Mario Berutti e Claudio Pasquet.
Luserna San Giovanni
19 agosto 1996
14
/
PAG. 8 RIFORMA
venerdì 23 AGOSTO 19961
Manila: la famigerata «Smokey Mountain» è stata rasa al suolo dall’esercito alla fine dell’anno scorso
Il paese asiatico a 10 anni dalla cacciata di Marcos
ine: «boom» economico e miseria
KARIN ADELMANN
UNO dei lussuosi .grandi
magazzini di Manna rievoca con un’ampia mostra
fotografica il «miracolo» di
'■ dieci anni fa. Sulle foto si vedono suore che appendono i
. loro rosari ai fucili dei soldati, folle immense sul Boulevard Edsa, il dittatore detro.^nizzato Ferdinando Marcos
in esilio alle Hawaii e la nuova presidente Corazon Aquino eletta a dispetto della «rivoluzione borghese».
Crescita economica
Le riforme politiche hanno
avuto successo; e hanno portato la democrazia, la libertà
di stampa, il pluralismo e il
liberalismo economico che
ha fatto crescere notevolmente l’economia del paese.''
Ma le differenze fra ricchi e
poveri sono enormi, ora come allora. Il 40% della popolazione vive tuttora sotto il livello della povertà: «Prima o
poi ci sarà un’esplosione»,
dicè il cardinale laime Sin.
Nel febbraio del 1986 i militari, primo di tutti il generale
Fidel Ramos, che allora era
capo di stato maggiore dell’esercito'e oggi è presidente
della Repubblica, avevano
aiutato il movimento per 1 diritti civili a raggiungere una
vittoria pacifica; dieci anni
dopo la ftiga di Ferdinando e
Imelda Marcos, il 25 febbraio
1986, che avevano saccheggiato il paese, l’economia «a
attraversando un periodo di
grande espansione ma la
percentuale della popolazione che vive in assoluta povertà è più del doppio rispetto alla vicina Indonesia.
Gli slum sono scomparsi
Purtroppo vengono curati
solo i sintomi: la più famigerata bidonville di tutta l'Asia
sudorientale, nota come la
«Smokey Mountain», a Tondo, nel Golfo di Manila, è
scomparsa: alla fine dell’anno scorso gli abitanti sono
stati sloggiati dall’esercito ed
è stata rasa al suolo. La collina di spazzatura su cui sono
stati fatti passare i rulli compressori è adesso prezioso
terreno edificabile. Tuttavia i
problemi connessi alla bidonville non sono stati risolti: le persone sono state trasportate in un quartiere periferico di Manila, dove non
possono offuscare l’immagine splendente della metropoli. Le riforme terriere, uno dei
presupposti per la soluzione
dei problemi della miseria,
sono di là da venire, come ai
tempi di Marcos.
Il presidente Ramos vuole
imitare i paesi vicini, Taiwan,
Hong Kong e Singapore, e
vuol fare delle Filippine la
nuova «piccola tigre». Al po
tere dal 1992 ha puntato tutto
sulla crescita economica che
è passata dall’1,6% negli anni
dal 1980 al 1993 al 5,3% nel
1995 e dovrebbe raggiungere
quest’anno il 5,8%. Il ministro tedesco per lo sviluppo,
Spranger, recentemente in
visita a Manila, ha parlato di
un «Asse con la Germania»,
lanciando un chiaro messaggio per la visita che il cancelliere Kohl farà nelle Filippine
il prossimo ottobre.
Riforme sociali
Cielito Habito, ministro per
la Pianificazione e sviluppo
ha proposto il lancio di una
collaborazione economica,
chiedendo aiuto per l’introduzione nei paese del sistema di formazione professionale in vigore in Germania e
per ravvio di riforme sociali.
Spranger e Habito hanno
concordato sul fatto che l’eventuale apertura di cosid
detti crediti coordinati, un
misto di aiuti per lo sviluppo
e di prestiti che servano a
mettere in moto una cooperazione sul piano economico
e della politica dello sviluppo, devono essere esaminati
a fondò.
Una spesa di 1.300
miliardi di lire
Da quando la Germania ha
iniziato a fornire degli aiuti
alle Filippine, negli armi Cinquanta, gli stanziamenti per
lo sviluppo del paese sono
stati di circa 1.300 miliardi di
lire. Ciò ha fatto si che la
Germania si sia collocata al
secondo posto fra i paesi che
hanno concesso prestiti alle
Filippine, parecchio dietro al
Giappone ma pur sempre
davanti agli Stati Uniti che
un tempo avevano esercitato
un dominio coloniale sul
paese. (epd)
^ :. “. Il fenomeno è aumentato dopo la fine dell'apartheid
Le chiese sudafricane sono preoccupate
per i delitti legati ad atti di stregoneria
La recrudescenza dei delitti
legati ad atti di stregoneria
preoccupa profondamente le
chiese sudafricane. È quanto
ha affermato Mautji Pataki,
segretario generale del Consiglio delle chiese della Provincia del Nord. La stregoneria tradizionale africana
prende forme sempre più
violente, e le chiese devono
agire urgentemente, ha detto.
In varie zone la polizia ha
scoperto un numero crescente di delitti di persone accusate dagli uccisori di essere
degli «stregoni» che li avrebbero resi malati o che sarebbero responsabili della morte
di un parente.
Questa serie di delitti preoccupa molto i sudafricani. A
Capo Est i corpi di 11 scolari
morti in un incidente avvenuto durante il loro ritorno da
una gara sportiva sono rimasti tre mesi aH’obitorio; i loro
parenti infatti rifiutavano di
farli seppellire perché credevano che i loro bambini potessero tornare in vita. Quando finalmente vennero celebrati i funerali, essi furono
violentemente perturbati da
giovani che affermavano che i
morti erano degli zombi. Una
folla arrabbiata se la prese
con i parenti, quindi riesumò
alcuni corpi per riportarli
aH’obitorio. Fu fatto venire un
guaritore tradizionale per «riportare i bambini in vita».
Due vecchie donne, accusate di avere stregato i bambini,
sono poi state uccise dalla comunità tribale.
«La nostra chiesa si sforza
di insegnare ai suoi membri il
rispetto della vita, e di far loro capire che la credenza nella stregoneria genera la violenza aJTinterno della comunità - ha ricordato Pataki -.
Un rapporto del Dipartimento di sicurezza della provincia indica che l’80% degli abitanti neri della nostra zona.
compresi anche dei cristiani,
credono nella stregoneria.
In quanto chiesa dobbiamo
dunque fare prova di prudenza quando attacchiamo
un sistema di credenze tradizionali e religiose africane».
, Mautji Pataki ha precisato
che la violenza legata alla
stregoneria si inserisce nella
spirale di violenza che coinvolge l’intero paese, ereditata da una società violenta e
inculcata alla generazione
attuale, particolarmente nell’
ultimo decennio del regime
dell’apartheid. «Abbiamo allevato una generazione politicamente militante. Oggi, la
sua rabbia non è più canalizzata nella lotta contro l’apartheid, si esprime altrove,
ad esempio nella stregoneria», ha lamentato Pataki dopo un colloquio sulla stregoneria organizzato dal Consiglio delle chiese della Provincia del Nord.
La stregoneria è un fenomeno che esisteva fra le più
vecchie religioni primitive del
mondo, ha spiegato Selaelo
Kgatla durante fi colloquio.
Non è un problema solo africano; gli eschimesi di Siberia
lo chiamano sciamanismo, gli
aborigeni australiani «yfiJ^
pinji», e alcuni specialisti,!
«mysterium tremendum».
«Parlare di sopprimere
questa credenza significa
porsi in un’ottica occidentale
e disprezzare ogni cultura e
ogni religione non ocddenta- l
le. Per i colonizzatori e i mis- Ì
sionari, il modo adeguato di ;
trattare la credenza nella
stregoneria e nelle sue prati-1
che era di sopprimerle senza
pietà. Questo non poteva risolvere i problemi di massa*'
cri rituali - ha ricordato Se-|ì
laelo Kgatla -. Le vittime del-1 |
la violenza provocata dalla’I
stregoneria sono i più poveri,
i più emarginati e coloro che
sono diventati il bersaglio de- i
gli invidiosi e degli amareggi
giati. Per questo le nostre!
chiese dovrebbero ispirarsi ali
comportamento della chiesaf
primitiva, il cui linguaggio di
amore e di misericordia eral
ispirato dalla comprensione», I
Il segretario generale der^ j
Consiglio delle chiese della'l
Provincia del Nord convo- 'li
cherà una riunione per desi- M
gnare un comitato speciale J i
incaricato di fornire una ri-1|
sposta a questo problema in-il
quietante. (eni)^
I Gazankulu (Sud Africa): stregone shangaan
ai
i
• Avviato dalla Chiesa evangelica della Polinesia francese e dal Consiglio ecumenico delle chiese J
Uno studio sugli effetti degli esperimenti nucleari francesi in Polinesia
La Chiesa evangelica della
Polinesia francese e il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) hanno deciso, insieme
a tre organizzazioni non governative, di intraprendere
uno studio degli effetti degli
esperimenti nucleari francesi
sulla «salute e il benessere»
degli abitanti della Polinesia
francese.
Nel giugno scorso il Cec ha
annunciato un versamento di
50.000 dollari per contribuire
al finanziamento del primo
studio indipendente comple
to sulle possibili conseguenze degli esperimenti nucleari
francesi effettuati durante 30
anni sugli atolli di Mururoa e
di Fangataufa. Lo studio costerà 200.000 dollari.
Dal 1960, data alla quale la
Francia è diventata una potenza nucleare, essa ha efettuato 197 esperimenti nucleari. Nel gennaio 1996, il
presidente francese Jacques
Chirac ha annunciato la «cessazione definitiva» degli esperimenti nucleari nella Polinesia francese. I 6 esperi
menti effettuati nella zona tra
giugno 1995 e gennaio 1996
sono stati condannati dalle
organizzazioni di difesa dell’ambiente, in particolare
Greenpeace, e da diversi governi, tra cui quelli del Giappone, della Nuova Zelanda e
dell’Australia.
Una dichiarazione del Cec
sottolinea che «nonostante la
povertà delle ricerche pubbliche circa i possibili effetti degli esperimenti nucleari sulla
situazione sanitaria nella Polinesia francese, il governo
Polinesia francese: pescatori nell’atollo di Mururoa
francese ha sempre assicurato che questi esperimenti
non avevano alcun effetto
sulla salute e sull’ambiente».
«Ma le assicurazioni francesi
non hanno convinto tutti gli
abitanti del territorio», prosegue la dichiarazione, che precisa che due gruppi, la Chiesa
evangelica della Polinesia
francese e un’organizzazione
non governativa, Hiti Tau,
«hanno rilevato un’ansietà
crescente fra la popolazione
circa le conseguenze degli
esperimenti».
Lo studio intende «contribuire ad un dibattito pubblico circa le ripercussioni mediche, sociali ed ecologiche
degli esperimenti nucleari
sulla popolazione della Polinesia francese» e «ottenere'
dati sicuri sulla situazione
ecologica e sullo stato di salute dei due gruppi riconosciuti come gruppi a rischio»,
in particolare i polinesiani
che hanno lavorato sul posto
e gli abitanti delle isole situate in un raggio di 500 chilometri attorno ai siti degli
esperimenti.
Interpellato dall’agenzia
Eni, un portavoce del ministero francese d’Oltremare
ha affermato: «I timori, spesso irrazionali e a volte passionali, suscitati dagli esperimenti francesi, sono ingiustificati», e ha aggiunto: «Tenuto conto delle tecniche
utilizzate e delle disposizioni
prese, gli esperimenti sotterranei effettuati nella Polinesia francese non comportano
alcun rischio, né per la salute
delle persone presenti sui siti iJ |
e delle popolazioni della zo- ‘
na, né per la fauna, né per la
flora. I loro effetti geologici ^ |
sono strettamente localizzati
e contenuti, e non alterano
la struttura né la solidità
defi’atollo».
Il portavoce ha precisato j
che vari studi e controlli delta | |
radioattività erano stati coro^ ‘
pinti negli anni 80 e 90 da
parte dei servizi specializzati 4
del ministero della Difesa ?
dall’Istituto di protezione e di
sicurezza nucleare nonchCi
occasionalmente, da rriissioni scientifiche francesi e straniere. «L’insieme dei risultati ^
di questi controlli testimoni® 1
delle severe condizioni di sicurezza che circondano le at- ..
tività del Cep e dell’assenza
di effetti significativi dei no- j
stri esperimenti nuclear
sull’ambiente naturale e sull
persone che vi vivono. 1* ^
concentrazione di plutonio
di cesio nell’acqua della lagU"
na di Mururoa rappresenta
oggi un millesimo dei lina
ammessi per l’acqua potati J
le». Tuttavia, ha agg'tittt°
portavove del ministero, «u^^
conoscenza rigorosa ed esa
stiva dello stato sanitario o ,
le popolazioni polifi^®*®.’) g
giustificata e auspicab» ,
ogni studio epidemiolog
può probabilmente con
buirvi». 11 portavoce non
precisato se lo stato ^an ,
sia disposto a versare i*] .¡q j
nizzi qualóra il nuovo ’
dimostrasse che ci ®°no * ^
effetti negativi sulla ¡j ^
sull’ambiente. ^