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ZOZBCA VALDESE
PELLICE
DELLE miXl VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 35
Una copia Lira 30
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.300 p^r l’intenio
L. 1.800 per Testerò
Eco e La Luce: L. 2.000 per Tintemo
L. 2.800 per l’estero
Spedia. abb. postale ■ 1 Groppo
Cambio d’indiriaio lira SO
TORRE PELLICE — 8 settembre 1961
Ammin. Claodiana Torre Pellico - C.C.P. 2-17557
Un campo ecumenico che è stato un avvenimento
Cattolici, ortoiossi e protestanti ad A^ape
solutamente fermi sulle loro ptosizioni
di fede, è stata una garanzia di assoluta serietà, di cui tutti si sono resi
cento. L’unità delia Chiesa deve essere ricercata, con forza e con passione, ma questa ricerca non può avvenire se non nella verità. Ci siamo resi
conto che questo è stato inteso da
tutti i presenti. A conclusione del campo una comune riunione di preghiera
ha raccolto tutti insieme, ancora una
volta: il vescovo Timiadis ha introdotto la riunione ed ha guidato Tintercessione; il Padre Beaupère ha let0 e spiegato la Scrittura; il direttore
Agape ha letto alcuni testi e guidato in preghiera. Abbiamo compreso
che lo Spirito creava in quel momento qualcosa di nuovo.
E’ evidente che un incontro di questo genere, insieme con altri che seguiranno forse ad Agape e che comunque si stanno sviluppando nel mondo
ed anche nel nostro paese, non mancano di invitarci alla riflessione. Sarebbe sciocco negare la realtà di questi fatti e fino a prova contraria non
ci è lecito supporre che si tratti di
una breve stagione di libertà e di rin
novamento che il Cattolicesimo romano starebbe vivendo e che finirà preste. E’ soprattutto necessario che questa riflessione avvenga qui alle Valli
che sono state considerate luogo tradizionale di scontro fra le confessio
NelTuitimo campo intemazionale di Agape, che si è concluso il 1» settembre hanno fatto il punto sulla attuale situazione ecumenica il rev. R. Beaupère,
delTordine dei Domenicani, direttore del Centro Sainbirénée di Lione, il vescovo ortodosso Emilianos Timiadis, rappresentante del Patriarcato di Costantinopoh presso il Consiglio ecumenico delle Chiese e il past. W. A. Visser’t
Hooft, Segretario Generale del C.E.C. Che dei teologi cattolici, ortodossi e protestanti abbiano parlato insieme a giovani cattolici e protestanti provenienti
da ogni parte d’Europa ed abbiano- passato qualche giorno con loro, non ò
certo un avvenimento comune. Se poi si pensa che all’incontro sono stati presenti, in uno spirito di cordiale fraternità, alcuni rappresentanti del clero cattolico della regione insieme con il prof don Giovanni M. Rolando, professore al Seminario teologico di Rivoli e che il tema trattato era quello dell’unità
ci si può rendere conto che ad Agape ^________________
questa volta è avvenuto qualcosa di
assolutamente nuovo.
Più d’uno, vedendo la cordialità delTincontro e la serenità con cui tutti,
protestanti e cattolici, partecipavano
agli studi ed alle discussioni, si sarà
domandato ; « Che cosa succede? ».
Succede che l’ecumenismo è una
realtà attuale anche per la nostra
Chiesa, per le nostre Valli, per ciascuno di noi; succede che la volontà concorde di cristiani di ogni confessione,
che soffrono e lottano affinchè l’unità
del corpo di Cristo venga chiaramente manifestata, è riuscita questa volta a rompere le barriere del tradizio
nalisrno, del conformismo, delle reciproche diffidenze. Succede anche che
l’ecumenismo, che finora era stato una
realtà vivente soltanto nell’ambito
delle chiese evangeliche ed ortodosse,
si manifesta con forza pure nelTambito della Chiesa Cattolica. Le confessioni cristiane, nel corso della ultima
generazione, si sono stimolate reciprocamente nella ricerca di esser fedeli
al Cristo Signore della Chiesa. E Tannuncir- del Concilio Ecumenico Vaticano ha avuto l’effetto di liberare delle forze latenti nelTambito del Cattolicesimo romano; cosicché nel giro di
pochi anni tante cose fino -a ieri impossibili si rivelano oggi possibili e
reali.
I! campo ad Agape si proponeva d
fare il punto della situazione ecume
nica alla vigilia della III Assemble.’.
del O.E.C. che avrà luogo a Nuova
Delhi nel prossimo novembre, e nella
prospettiva del II Concilio Ecumenica
Vaticano. A riferire su questo tema è
stato U Padre Beaupère che ha esposto con estrema lucidità e chiarezza
il punto di vista, del Cattolicesimo
presentando- una. posizione di apertura e una volontà di dialogo che ha
meravigliato tutti coloro che non harinc seguito gli sviluppi delTecumenismo cattolico specialmente in Francia.
Il punto di vista orto-dosso è stato
esposto dal vescovo Emilianos Timiadis, una bella figura di pastore e di
teologo, sinceramente desideroso di la
vorare per l’unità, sempre pronto a
chiarire la posizione ortodossa tra noi
così poco conosciuta e studiata e ad
offrirsi come attivo intermediario fra
cattolici e protestanti.
Il dett. Visser’t Hooft non ha presentato la posizione teologica del protestantesimo nei riguardi dell’unità
che è stata invece presentata in breve dallo scrivente nel corso delTultima conferenza, ma ha piuttosto tr^ciato- un ampio quadro della situazione del movimento ecumenico, che non
deve adagiarsi sulle posizioni raggiunte ma anzi spingere le chiese ad avere dell’unità una concezione dinamica, tese al loro comune impegno di
evangelizzazione del mondo. Molte domande sono state poste al dott. Visser’t Hooft a proposito della domanda della Chiesa Ortodossa Russa di
divenire membro dei C.E.C. e a proposito del dialogo, delicato ma possibile, con il Cattolicesimo romano. Un
ampio panorama della situazione della Chiesa impegnata a testimoniare al
mondo la sua unità in Cristo, e pur
divisa, è apparso a tutti i partecip^‘i. E’ stato un incontro indimenticabile perchè nella nostra comune preoccupazione e responsabilità pei; la
vita e la testimonianza della Chiesa,
abbiamo sentito reale una unità che
ci è stata veramente donata.
Non si è fatto tuttavia del sentimentalismo vago a proposito dell’unità della Chiesa: la presenza di tre
competenti in problemi ecumenici, as
pi, che sono diventate fin troppo luogo di convivenza in un’indifferenza
reciproca,, e che possono oggi diventare luogo di incontro e di dialogo. Nella situazione nuova che si. va delineando e che diventerà sempre più
chiara nei prossimi anni, è necessarie
che ritroviamo sempre più profondo
il senso del nostro essere Valdesi in
quanto cristiani che fondano la loro
fede e la loro vita sulla Parola di Dio
contenuta nelle Scritture. Dobbiaino
saperci liberare da quel senso di chiusura e da quel ripiegamento sul passato che fa credere agli altri, e qualche volta a noi stessi, che l’essenziale
sia l’appartenenza ad un gruppo particolare, storicamente determinato.
Dobbiamo aver la coscienza che proprio aprendoci al dialogo ecumenico
ritroveremo il senso più vero e profondo del nostro essere un popolo la
cui coesione è scaturita dalla volontà
di essere fedele alla Parola di Dio, e
che oggi nelTìncontro con i cristiani
di altre chiese può ricevere benefici
immensi ; e forse anche, esso potrà essere un punto di riferimento alTEvangelo per quanti vorranno incontrarsi
con noi. Cosicché anche in questa generazione possiamo vedere che Egli
cresca e noi diminuiamo, alla gloria
del solo Iddio.
Per queste ragioni sentiamo che
qualcosa di importante e nuovo è avvenuto ad Agape: non tanto per il
fatto che teologi di diverse confessioni si siano incontrati fraternamente,
quanto perchè in questo abbiamo po
tuto vedere un segno che lo Spirito
di Dio guida oggi ancora la sua Chiesa sul cammino dell’unità.
Su questa base possiamo e dobbiamo
affermare con chiarezza la nostra particolare posizione confessionale. Il dialogo fra le chiese non è possibile se
non in una assoluta verità.
Giorgio M. Girardet
L'IMPEGNO DELLE CHIESE
NELL'AMERICA LATINA
X T n centinaio sono stati i ¡»arteU ci]xmti — provenienti dalia
Francia, Germania, Italia,
Olanda, Spagna e Svizzera — al IV
campo internazionale di Agape, il
cui tema era: **La terza Assemblea
ecumenica a :Nuova Delhi e il Goncilio ecumenico vaticano. ISel prossimo numero, in sunto, le relados.sa {E. Timiadis) e protestanteecuimenica {W. A. VLsser t Hooft).
Lima, Perù. — A fine luglio si sono tenute nella capitale iperuviana due importanti riunioni evangeliche latino-americane.
Anzitutto si è riunita la prima Conferenza ronisulliva evangelica su Chiesa e Sorielà in America latina, organizzata dalle
confederazioni evangeliche delle Chiese di
Argentina, del Brasile e dell'Uruguay, con
l’appoggio del dipartimento ’’Chiesa e Società” del C.E.C. E' stato pubblicato un
rapporto, che riassitmiamo.
In primo luogo esso attrae l’attenzione
sulla ’’tragica situazione di sottosviluppo
sociale e culturale” dell’America latina,
che risulta ’’non solo dall’insufficienza delle risorse e da una cattiva {pianificazione
governativa, ma anche dal sistema feudale,
eredità dell’e¡»oca coloniale, mantenuto da
minoranze oligarchiche”, e d'altronde aggravato da influenze straniere, ”ln alcuni
paesi la popolazione indigena si trova (incora in stato di semi-schiavitù”. Per affrontare tale situazione è necessario ricorrere od ’’una vera pianificazione sociale”.
’’Lungi dal migliorare, la situazione delle
masse urbane sta aggravandosi: illetterate,
senza formazione tecnica, male alloggiate
e mal nutrite, senza ¡vere radici, costituiscono un proletariato abbandonato da tutti. »Quanto alle tnasse rurali, sono le più
miserabili di tutte le classi sociali”. Urgente sarebbe una rifomui agraria: ’’ogni
rifiuto d’agire, ogni rinvio dovuto all’imperizia governativa o alla cattiva volontà
delle classi dirigenti, che impedissero ai
nece.s.sari combiamenti di operarsi in modo
ordinato le costituzionale, non farebbero
che accre.scere II pericolo di .soluzioni vulcaniche”,
”La Chiesa ■— continua il rapporto —
ha sempre considerato che i sistemi economici inon sono fine a se stessi, ma mezzo
per realizzare una società giusta e responsabile. Ciò di cui abbiamo, oggi, bisogno
in America latina è un sistema economico
che mantenga l’equilibrio fra tre valori:
libertà, giustizia e progresso. Fin qui si è
dato il primo f/o.sto alla libertà. Ma le
nutsse .sono oggi pronte a sacrificarla per
ottenere la giustizia ed il progresso. La
Chiesa ha il compito di riconoscere la legittimità delle loro aspirazioni che riflettono l’importanza della persona umana per
li fede cristiana. Attualmente, la princi¡»ale controversia in corso nelFAmerica latiiui ha per oggetto di trovare il sistema
che dia a questi ¡tre valori il posto, che
loro spetta... Fino ad ora i cristiani e le
Chiese hanno [pericolosamente trascurato
lo .studio di que.sti problemi”.
Infine, nella sua sezione politica, il rapporto .sottolinea ”la corruzione che contì
nua a caratterizzare la ¡maggior parte de
regimi politici latino-americani”; vede
nella dittatura e nel ¡militarismo ’’uno de
maggiori pericoli, per la situazione ¡»oli
ca”. Il movimento nazionalista dà un’im
portanza fondamentale mila lotta {¡ter Fin
dipemlenza economica, poiché ’’l’imperia
lismo economico di cui soffre il nostro
continente ha dato la sua forza al movi
mento d’emancipazione politica. Non c’è
.solo l’imperialismo yankee; pe n’è un al
tro, altrettanto pericoloso: quello sovieti
co”. Bisogna tuttavia riconoscere che ”.se
l’imperialismo ha corrotto buona parte dei
nostri governi, vuol dire che ha trovato
materia corruttibile. Per risolvere il problema bisogna dunque affrontarlo contemporaneamente dai due lati”.
# ♦ *
Il secondo incontro, pure a Lima, è stato
la 2“ Conferenza evangelica latino-americana, che raccoglieva 240 delegati rappresentanti 50 denominazioni. Sono apparsi i
rapidi progressi del movimento evangelico nelFAmerica latina.
Il prof. T. J, Liggett, presidente della
Facoltà di teologia unita di Puerto-Rico,
ha analizzato i risultati d’una inchiesta
sulla ¡.situazione attuale del protestantesimo
latino-americano. In breve, la comunità
evangelica in quel Continente conta 9 milioni di membri, cioè il 5% della popolazione totale; il solo Brasile ne conta 4 milioni, il Cile e il Messico 1 milione ciascuno: nuove chiese si costituiscono, .sorgono nuovi templi, mentre, cresce continuamente il numero delle pubblicazioni protestanti. Si costituiscono facoltà di teologia
e scuole bibliche: se ne contano oggi 300
iI7 nella sola Bolivia). Cresce pure la cooperazione fra le Chiese, per quanto 'il franlumamento permanga un ostacolo grave.
Il prof. Josi Miguez Bonino, presidente
della Facoltà di teologia un’uà di Buenos
Aires ha dichiarato che la Chiesa in America latina non ha saputo comprendere che,
se \-rede all’incarnazione, deve ’’identificarsi con l’uomo latino, e spiegare cosa
significa la signoria di Gesù Cristo nei suoi
rapporti con la cultura latina”.
Il past. Emilio Castro, di Montevideo,
ha trattato delFinfluenza che Ut Chiesa deve esercitare in materia politica. E’ colq»a
della Chiesa evangelica di ’’aver risveglialo l’inquietudine in campo sociale, e di
aver lasciato i suoi membri senza indicazioni sul modo di obbedire a Gesù Cristo
in questo campo. Abbiamo il compito di
continuare a risvegliare l’inquietudine sociale... di conva-tire gli uomini, di farli
entrare nella Chiesa e inviarli nel mondo
come rivoluzionari di Cristo”.
Messa in un canto la
scopa di J. Quadros?
L’America Latina non è solo oggetto di competizione fra
Ü. S. A. e Paesi comunisti ma di contrasto fra la Casa
Bianca e la parte conservatrice dell’alta finanza americana
Il Brasile ha riscliiaU) la guerra civile;
ma grazie a Dio il buon senso pare aver
prevalso, almeno per ora.
A pochi mesi dalla sua nomina — per
suffragio popolare — a presidente della
Repubblica federale brasiliana, Janio Quadros ha deposto la scolpa con la quale si
era simibolk'amente presentato alle elezioni, e ha dato le sue dimissioni: «Ma sento schiacciato. Forze oscure si ergono attualmente contro di me... », così ha dichiarato nel suo diecorso d’addio, prima di essere espulso dal paese e d’imbarcarsi alla
volta dell’Europa. La crisi sembrava avviarsi a soluzioni violente, in quanto i marest'ialli ministri delTesercito, della marina e dell’aviazione rifiutavano di riconoscere il laburista Joào Goulart, il vicepresidente, che al momento della crisi
era in visita ufficiale in Europa. Sono state
esercitate pressioni sul Congresso riunito
a Brasilia (la nuova capitale federale sorta
per volontà dell’ex-presidente Knbitstdiek),
die non vi ha però ceduto totalmente: è
stato cioè confermato quale presidente il
Goulart, ma è stata votata una riforma costituzionale, che trasforma il regime brasiliano da presidenziale (il presidente dello Stato assomma in sè tutti i poteri ed è
eletto a suffragio popolare) in parlamentare
(«i affiancano un presidente dello Stato —
eletto dal Comgresvso — e un presidente del
Consiglio): tale riforma potrà essere sottoposta a plebiscito alcuni mesi prima dello
sicadere del mandalo di Goulart. Nel frattempo vi .sono state manifestazioni popolari e studentesdie, movimenti di truppe
dal centro, in parte controllato dai mareacialli-miniislri verso il sud — in particolare lo Stato di Rio Grande do Sui ■— clic
invece sosteneva Goulart. Ma, cosa veramente rallegrante, i soldati si sono rifiutati di « marciare contro i fratelli », e anche gli alti ufficiali lianno mostrato dii non
desiderare affatto una guerra civile: il die
è notevole se si pensa a come sono frequenti in America latina (purtroppo non
solo là) le rivolte militari, e se si considera clhe il Brasile spende il 46% del suo bilancio per la difesa e che il suo esercito
ha ben 3.500 generali e 7 marescialli!
Ora la situazione sembra progressivamen.
te calmarsi, presto Goulart entrerà in carica e chiamerà un uomo politico a costituire un governo. Ma la vera crisi non è
stata affrontata. Percihè è caduto Quadros?
E’ stato vittima dell’imperialismo yankee,
drizzatoisi contro un uomo che voleva usare la scopa non solo contro la corruzione
interna ma anche nei confronti degli attentati esterni alTindipendenza brasiliana?
Questo giudizio non è accettabile die
con una fondamentale riserva. Come certi occidentali vedono o hanno interese a
vedere il mondo sovietico come un blocco
avidamente aggressivo, cqisi è comodo alla
propaganda comunista identificare la politica della Casa Bianca e gli interessi di
Wall Street. Ma non ci vuol certo grande
acume a vedere quanta falsità si annidi in
questi giudizi superficiali. Certo l’alta finanza americana pesa sulla politica federale
ma sarebbe ingiusto disconoscere gli sforzi che l’amjninislrazione Kennedy fa per
ricordare, concretamente, i bei programmi
della « nuova frontiera ».
Su Reforme Qaude Judien — un giornalista non certo filoamericano, che al tem.
po della crisi cubana ebbe parole dure per
gli S. U. — nota onestamente come il governo Kennedy abbia appoggiato la riforma economica avviata da Quadros, anche
quando essa ledeva certi interessi economici nordamericani: la visione della Casa
Bianca conservava qualcosa degli ampi
orizzonti del discorso d’insediamento, anche quando Quadros decise di riprendere
le relazioni diplomatiche con Mosca, di
stringere accordi commerciali con Pekino;
questa visione più ampia e intelligente cominciò però a perdere terreno, se non nella
mente del governo di Wasbinglon, in larghi settori dell’opinione pubblica quando
si potè notare l’appoggio cordiale dato da
Janio Quadros alla Cuba di Castro, anche
dell’ultimo Castro, contro ogni ingerenza
stalunitense. Con ogni probabilità i politici abbastanza spregiudicati che circondano Kennedy alla Casa Bianca hanno
semipre compreso che Quadros non sarebbe
mai stato un « fidelisla », anche se guardava con ragionevole stima al tentativo del
primo Stato socialista americano ; ma una
parte delToipinione pubblica americana vede rosso e stravede, quando si tratta di
Cuba, ed è su questa che han fatto leva
sentimentale i rappresentanti di quei colossali interessi economici per cui Cuba ha
rappresentato soltanto una prima minaccia, in definitiva assai limitata, se la si
confronta a ciò che avverrebbe se il « fide,
lismo » si diffondesise in tutta l’Ameria latina. Questi interessi (1) si sono coalizzati con gli interessi dei grandi
industriali e proprietari terrieri brasiliani,
die lianno ottenuto l’appoggio di una par
te degli alti quadri militari: le «forze oscure » cui alludeva Quadros.
Non la Casa Bianca, ma Wall Street è
la potente componente nordamericana della caduta di Janio Quadros. E’ stata come
un’amara risposta aiU’intelligente posizione
assunta dal segretario al Tesoro Dillon,
alla recente conferenza di Punta del Este,
pre^o Montevideo: in queU’assise panamericana gli S. U. hanno preso una posizione che L’Espresso ha definito : « l’azione più importante compiuta dall’aimministrazione Kennedy negli ultimi mesi »,
« l’altra faccia del fallito sbarco a Cuba »,
« l’alternativa kennediana al castrismo ».
Infatti, con un’implicita autocritica saiMo
spreco di oltre 5 miliardi di dollari in aiuti economici e militari al Sudamerica, dal
tcoi
cp O
1945 ad oggi, profusi senza die nulla sia
realmente cambiato in quei paesi in larga
misura terribilmente sottosviluippati, gli
S. U. hanno proposto un piano decennale
— die è stato chiamato il « piano Marshall
per r America latina » — die prevede :
Tincremento del reddito nazionale del
2,5%, l’espansione della produzione agricola, quattro anni d’istruzione obMiiigaitoria, distribuzione di acqua potabile e alloggi per lutti. Per questo, gli S. U. si so.
no impegnati con 20 miliardi di doillari in
dieci anni: metà dello sforzo sarà sostenuto dal Tesoro americano, metà dalla Banca interamericana e da investimenti privati.
E’ augurabile che il Congresso americano ratifichi questa decisione, senza chiedere contropartile, nè esigere una soffocante tutela economica, e neppure pretendere riconoscenza, come fa l’URSS ohe da
anni aiuta economicamente la RAU o
l’Iraq, paesi che mantengono tuttavia fuori legge il partito comunista. Che sarà, invece, degTiuveslimenti del capitale privato
statunitense? La morsa che si è stretta su
Quadros si stringerà pure su di un successore ohe tenti di seguire la via da lui indicala? Eppure, tiulta TAmerica latina
scricchiola di antiamericanesimo : donde la
necessità di sostenere quei governi che cer.
cano di avviare i loro paesi verso modeste
riforme senza lanciarsi nel castriismo:
Frondizi in Argentina, la corrente Quadro*
in Brasile, Betancourl nel Venezuela; e
d’altra parte dovrebbero cessare, una volta per tutte, di appoggiare in modo più o
meno ufficiale i regimi dittatoriali del Guatemala, del Nicaragua, del Paraiguay.
E’ augurabile che si diffonda negli S. U.
il sentimento che il compito di aiutare il
prossimo povero della grande America non
ha da es.sere oggetto di calcolo economico
e polìtico, ma frutto di un’esigenza umana profonda; e se, com’è credibile, la
grande massa dei Nordamericani è convinta della bontà del proprio sistema sodale,
quest’esigenza umana sinceramente, limpidamente attuala parlerà da sè.
.Ai paesi latino-americani, .poi, dal Messico alla Terra del Fuoco, spetta la grave
responsabilità di fare pulizia della corruzione amministrativa che è la vera piaga
del Continente. E’ questo il vero rompilo
di ogni governo ; e sarà il compito particolare del successore di Quadros, compito
ben altrimenti schiacciante che la costruzione di Brasilia! La scopa di Quadros
resta un .simbolo attualissimo e urgente:
e scopa bene non chi dà una vioilenta e affrettata ’ramazzata’ ma chi melodicamente,
con costanza, va a scovare e disinfestare
gli angoli più bui. Forse è qui che la Chiesa nelTAmerica. del Sud ha un suo compito
urgente di vissuta testimonianza. Qui a
fianco riferiamo di due incontri ecumenici latino-americani; possano al di sopra,
anzi attraverso a Cuba parlarsi i cristiani
del Nord e del Sud e cercare una via comune d’impegno fedele.
(1) K. S. Karol su L’Espre&so (3 seti.)
nota che non esiste in tutta l’America del
Sud un solo quotidiano indiipendenle dal
capitale nordamericano.
2
pag. 2
L’ECO DEUÆ VALLI VALDESI
8 settemJjre 1961 — N. ìS
ÎAV
” 3
Istituti, una responsabilità per tutti
— -foninoti ^ ^
L’ASSISTENZA
« Tout est lei affaire d’ouverture de
coeur et d’esprit, affaire de tact et de
«^compréhension. L’acte ne peut être
séparé de la parole qui raccompagne
et qui l’explique, mais cette parole
doit être dite à bon escient ». CPn questa affermazione, conclusione di ima
inchiesta promossa alcune settimane
fa da un giornale glneviino sul servizio sociale compiuto oggi dalla Chiesa, si apre la relazione della OIOV:
una relazione di cui ammiriamo ogni
anno l’accuratezza, il livello spiritual
le, il calore profondo nei confronti
• dell’opera affidata alla Commissione
Vorremmo poterla citare tutta : ci rallegriamo comunque di sapere che essa
è sempre largamente diffusa, e confi
diamo che i membri di Chiesa non va
dano anzitutto a sfogliare con più o
meno limpidi sentimenti i ’fogli gialli’
dei resoconti finanziari, ma si ponga^
no piuttosto in ascolto della seria voce che parla loro dalle nitide pagine.
Quanto (troppo!) spesso ai nostri
Istituti si pensa solo nel momento in
cui si ha direttamente bisogno di loro;
per il resto, li si abbandona a sè stessi; e qui non intendiamo soltanto la
responsabilità finanziaria, che pure la
Chiesa tutta ha da portare per i suoi
Istituti, ma il rapporto umano con
queste opere in cui uomini e donne sono chiamati a dare, anche a nome nostro, la testimonianza che il Signor
Gesù attende da una chiesa che da Lui
abbia appreso il senso del servizio
Deve veramente essere ragione di
profonda umiliazione per tanti e tanti di noi, il fatto che ogni anno si debba insistere su questa nota, nel momento, ahimè passeggero, in cui la
nostra attenzione è richiamata sui
nostri Istituti di assistenza.
Non potendo, per ragioni di spazio
riprendere qui la relazione della
CIOV, pensiamo che essa potrebbe
forse, nel corso dell’autunno, e magari in occasione della « domenica
della solidarietà », essere letta insieme e meditata nei quartieri, nei culti
ti famiglia, in modo da stimolare una
presa di coscienza che non si riduca
ad un misero ’battere cassetta’.
La discussione sinodale è stata molto viva, stimolata appunto da tale relazione, e daH’accurato rapporto della Commissione d’esame (Dott. Nella
Greppi e Arnaldo Eynard, Past. E
Geymet e Giov. Peyrot, relatore).
I problemi affiorati sono quasi tutti antichi: carenza di personale (specie nell’Asilo dei vecchi di S. Germano e ancor più al Rifugio C. Alberto
di S. Giovanni), con conseguente aggravio dei pochi superstiti, e tutte le
conseguenze fisiche e spirituali che la
tensione, l’assenza di im orario di lavoro definito portano necessariamente con sè. Va ripetuto alto e forte che
in diversi dei nostri Istituti il personale si trova a dover lavorare al di là
di ciò che è umanamente normale; e
questo malgrado il ’blocco’ di accoglimenti che ha dovuto essere in certi momenti istituito, almeno all’Asilo
e al Rifugio. Inoltre, relazione e controrelazione mestrano anche questo
anno la più viva preoccupazione per
l’aumento di persone inadattabili o
psicopatiche che per carità cristiana
sono accolte nei due suddetti Istituti,
non attrezzati ad ospitarle e curarle,
in modo che oltre all’ulteriore aggravio per lo sparato personale, la vita
degli Istituti ne è stata turbata; è un
problema sempre più urgente.
Sarebbe vivamente auspicabile — e
non solo a fini immediatamente utilitari — che una risposta venisse da
giovani e_ giovinette all’appello per
1’« anno diaconale » : è anche qui umiliante constatare che, a differenza di
quel che è invece avvenuto in Svizzera o in Germania, la risposta è stata
estremamente limitata, malgrado la
cosà sia stata presentata e dibattuta
nell’ambito sia della F.U.V. che della
P.P.V.; e se un po’ di sollievo può essere dato ogni tanto al personale dell’uno o dell’altro istituto, questo è dovuto al servizio fedele, capace, amorevole, di sorelle che vengono a noi
dall'estero, perchè l’amore di Cristo
le spinge.
Per quanto riguarda il personale
fisso, nettamente troppo scarso, la
CIOV e la O. d’e. notano entrambe come si sia continuato nello sforzo di
adattare le nostre retribuzioni a quelle sindacalfnente correnti, anche se
non si è ancora potuti giungere ad
una -pien a, parificazione (ma, ripetiamo, la disparità non è tanto economi
ca quanto di massa di lavoro richie
sta). In ogni caso, sebbene questo elemento abbia una indubbia forte importanza (e perciò ci auguriamo che
all’equiparazione si nossa presto giungere), la carenza di personale è pur
sempre indice di una carenza d’impegno vocazionale.
L’offerta — ottima! — di borse di
studio per la preparazione infermieristica è caduta quasi completamen- '
te nel vuoto; forse la CIOV potrà, per
mezzo della stampa e della collaborazione delle Chiese, rendere maggiormente nota questa possibilità. E’ comunque necessario che nelle Chiese,
durante il periodo deH’istruzione catechetica. anche questo elemento della vita della Chiesa e del servizio cristiano sia tenuto ben presente dai catechisti, e che si sviluppi ciò che di
rado oggi si fa: mettere i giovani in
contatto con i nostri Istituti.
Ci si è rallegrati per la considerevole quantità di lavori di ammodernamento che anche quest’anno sono
stati affrontati : particolarmente la
trasformazione dei grandi e un po’
tetri dormitori in linde e ariose carne
rette, nell’Asilo di S. (fermano. Si impone invece la costruzione, da tempo
in progetto, di un passaggio coperto
fra l’edificio centrale e il ’padiglione
Amaud’, al Rifugio C. Alberto.
La situazione finanziaria è discreta
anche se tutt’altro ohe florida. Gli
Istituti per loro natura più attivi, gli
Ospedali, potrebbero forse, però, in
misura maggiore aiutare gli altri, se
potessero sempre lavorare a pieno ritmo. Invece si è ancora quest’anno dovuto deplorare il fatto che ad esempio buona parte degli ammalati dell’alta Val Penice sono avviati ad altri
ospedali; la C. d’e. ha detto serie parole al riguardo. Pur considerando' la
limitata attrezzatura dei nostri ospedali (e perciò si spera che il progetto
di rifacimento dell’ospedale di Pomaretto riceva finalmente la sospirata
approvazione e sovvenzione governativa) ci si trova qui però di fronte ad
uno « scabroso problema » di carattere molto personale : « se un invito deve esser fatto alla classe medica valdese per un maggior senso di respon
sabilltà verso le nostre Istituzioni, sia
il Sinodo a farlo, chiedendo ai medici tutti di saper superare quelle che
possono esser le cause, non inevitabili. di attrito e i piccoli orgogli personali per lavorare in uno spirito di col
laborazione che, unendo le nostre forze, è il solo che possa dare dei frutti
nell’interesse di tutti. Ma poiché il
torto non è sempre tutto da una parte sola, vorremmo chiedere alla CIOV :
nel trattare con i medici, con tutti i
medici, ha sem,pre usato quello spirito
di collaborazione e comprensione dei
reciproci interessi che è doveroso? ».
Il Sinodo si è poi soffermato in particolare sul pro'getto di legge per la riforma ospedaliera, presentato qualche
tempo fa in Parlamento dal Ministro
Giardina, che, tra l’altro, prevede tre
categorie di ospedali e la soppressione delle « infermerie » per malati gravi; i nostri ospedali, attualmente classificati « infermerie », sarebbero in pericolo di scomparire. La cosa va studiata a fondo e tempestivamente, anche in contatto con l’Ufficio Legale
della Tavola. E’ pure auspicabile che
tale studio sia avviato in stretta connessione con la commissione dell’Ospedale Valdese di Torino, e al riguardo è veramente necessario che il si
lenzio con cui essa ha risposto alle offerte della CIOV ce»^ e che si awii
la indispensabile collaborazione di tutti i nostri Istituti ospedalieri della regione. A conclusione della discussione
è stato votato il seguente o.d.g.:
Il Sinodo invita il Seggio a nomina«
re una Commissione con l’incarico di
predisporre per il prosàmo Sinodo un
piano organico, completo e attuabile
anche dal punto di vista legale, che
permetta una mii^ore trasformazione e lo sviluppo dei nostri Istituti
Ospedalieri, salvaguardandone i singoli interessL
Infine, il Sinodo ha espresso con calore la propria profonda riconoscenza
alle diaconesse e a tutto il personale
degli I.O.V. e ai membri della Commissione stessa, in particolare al presidente past. Umberto Bert, per il lavoro compiuto con impegno, amore e
consacrazione, ognuno nel suo campo
specifico. Purtroppo, uno dei membri
della Commissione, il sig. Geraldo Mathieu, dopo im fecondo quinquennio
di attività, ha chiesto di non essere
rieletto; al suo posto è stato quindi
eletto il sig. Riccardo Pellenc : un ringraziamento particolare al primo, un
vivo augurio al secondo. Il Sinodo ha
pure tenuto a ringraziare enti e benefattori che generosamente hanno sostenuto i nostri Istituti.
Quali membri della Commissione
d’esame sull’operato della CIOV del
prossimo anno sono stati eletti: Dott.
Lea Vinay, Past. Edoardo Micol e Giovanni Conte, Sig. -Rino Capitanio.
4s # ik
E’ naturale che l’interesse delle
Chiese delle Valli sia concentrato sui
nostri Istituti locali. Ma non è giusto
nè naturale che ad essi si limiti. E’ importante, al contrario, che ricordiamo
che la nostra opera di evangelizzazione è e deve sempre più essere affiancata da iniziative sociali e assistenziali: e mentre ci rallegriamo per la
bene avviata attività di doposcuola e
asili in varie località, o di un centro
sociale come quello di Firenze, o per
le speranze che si ripongono in quello prossimamente aperto a Riesi, non
dimentichiamo la ricchezza d’impe
gno, di consacrazione, le ipssibilità di
testimonianza e di servizio che stanno dietro questi nqmi: Gould, Perret
ti, Vallecrosia, senza dimenticare la
più vicina, preziosa Scuola di economia domestica. Quest’anno poi l’attenzione della Chièsa si è concentrata
(o si sarebbe dovuta concentrare) sull’Asilo per vecchi di Vittoria, dov’è stata avviata la così necessaria ricostruzione dell’Istituto : lavori che sono garantiti — è doveroso sottolinearlo —
da offerte pervenute in larghissima
maggioranza daH’estero.
V islriizìone secondaria
Sulla traccia del rsqoporto della Tavola, della C. d’E. e del Comitato di
coordinamento dei nostri Istituti di
istruzione secondaria (relatore dr. Gustavo Ribet), il Sinodo si è soffermato parecchio su tale aspetto della no
stra opera.
Il problema non è soltanto finanziario — benché questo sia assai grave — ma più ampio, in quanto va visto nel quadro di tutta l’attuale discussione e revisione della scuola italiana.
Certo, la situazione finanziaria è
preoccupante: non soltanto U deficit
medio annuo di questi ultimi anni,
per l’istruzione secondaria, è stato di
circa 11 milioni (11, dunque, dei 15
del deficit medio annuo totale del bilancio della Tavola), ma esso aumenterà, e in misura considerevole, con
il progressivo adeguamento degli assegni degl’insegnanti delle scuole private agli assegni degl’insegnanti delle
scuole statali. Al riguardo, non è mancato chi ha dichiarato di essere rattristato — senza deplorazione, però —
per questo cessare dell’intima unione,
secolare, di pastori e professori impegnati insieme, alla pari. E tuttavia tale revisione s’impone, non solo nel
quadro della scuola italiana e delle
istruzioni ministeriali, ma per dare
una certa continuità aH’insegnamento
dei docenti, che chiedono con diritto
determinate garanzie. Per avere il diritto di ’’deplorare” quella che ad alcuni appare carenza vocazionale (ma
è sempre cosi facile accusarne gli altri, tirando poi diritti per la propria
strada), dovremmo esser tutti ben sicuri di aver sempre riconosciuto, in
molti modi, il carattere e il valore vocazionale di questo particolare e pre
zi oso servizio .
Così la C, d’E. sintetizzava la situazione finanziaria ; « Il costo globale
annuale medio degli istituti nel quinquennio 1956-60 è stato* di L. 19 milioni circa, che si possono così ripartire
in via approssimativa; Scuola Latina
3.800.000'; Scuola Media Torre Pellice
4.200.000; Liceo-Ginnasio 8.000.000. Le
entrate, fra tasse e doni, ammontano
a circa 7-8 milioni annui. Sempre per
il medesimo quinquennio, la frequenza media è stata di 57 alunni per la
Scuola Latina, praticamente tutti vai
desi; di 106 per la Scuola Media di
Torre Pellice, di cui 70 valdesi; di 60
per il Liceo-Ginnasio, di cui 40 valdesi. Per l’anno scolastico attuale gli
alunni sono stati : 82 alla Scuola Latina, di cui 57 valdesi; 106 alla Scuola
A ROSARIO TALA (R. ARGENTINA)
Festa del XV Agosto fra i Metodisti
Proprio così. Questa nostra « festa » così
poco popolare, così poco sentita fra i vaidesi delle nostre oliiese del Rio della Piata, a tal ipunto che alcune non la ricordano
affatto, è ricoirdata e celeteata da molti
anni in una deUe comunità più numerose
deUa Ohiesa Metodista nella Rep. Argentina. Si tratta deRa Chieaa di Rosario Tala
(Prov. di Entre Rios) formata — bisoigma
dirlo a titolo di schiarimento — in una
elevata percentuale da famiiglie di origine
valdese che emigrarono costi, direttamente
dalle Valli o dalle nostre colonie uruguaiane .70-80 anni fa ed alle quali, alla
fine del secolo scorso ed al principio di
questo si aggiunsero immigranti isolati
provenienti qua.si lutti da Roccapiatta, San
Germano, San Giovanni ed Angrogna.
Invitato dal oondtittore di quella chiesa,
il Pastore Cesare Rrtuno — di origine calabrese —, l’ho visitato per la prima volta
in occasione della festa del IS agosto e la
mia sotpresa e la mia gioia sono state cosi
grandi e cosi profonde che ho sentito il
biisoigno di dirne qualcosa ai lettori dell’Eco. Devo premettere clic in Argentina
il 15 agosto è festivo, icome in Italia, il
che favorisce, naturalmente, una celebrazione di .carattere popolare: in Uruguay,
invece, la Festa della Assunzione della
Vergine è stala radiala dal calendario molti anni fa, il che obbliga le nostre comunità a trasportare i .culti o le riunioni commemoiralive del Giorno deUa Fraternità
Valdese, aMa domenica più prossima.
Ho parlato di so.rpre.sa. Pensate nn po’:
in pieno inverno, in una stagione di intensa attività agricola, vedere riunite 500600 persone di una sola eoinnnilà ebe da
70 anni forma parte della Conferenza della Cliiesa Metodista in Argentina per ricordare « le grandi cose che l’Eterno ha .
fatto per noi » non basta forse per giusti
ficare la sopresa di un pastore valdese?
E non eretliate che tutti siano venuti in
macchina! Ho contato ben 15 carri e carretti, altrellant! eliarrets — veicoli a trazione aniimale —, molte biciclette, alcuni
camion e, naturalmente, molle macchine,
daUe veecliie Ford di 35 anni fa alle moderne e lussuoise macelline americane. E
ira quelli venuti in carro, alcuni avevano
percorso più di 30 chilometri!
Ed Ilo parlato di gioia. Si vedeva e si
sentiva che tutta quella gente — bambini,
giovani, vecchi .— era pervasa da un sentimento di allegrezza sana e comunicativa,
per il semplice fatto che si ritrovavano come membri di una grande famiglia per
ringraziare e lodare il Signore per le Sue
benedizioni del passato e deU’ora presente.
E dovrei parlare di emozione. (Juatido, nel
pomeriggio, ho eo^nteniplato quell’asBemblea cosi compatta riunita nel Tempio —
molti, rimasti fuori potevano seguire il
culto grazie ad un buon servizio di altoparlanti — ed in i^irito mi sono trasportato alle Valli ove, in quel medesimo momento si trovavano raccolti i Valdesi delle
nostre montagne e delle no^re vallate,
quelli della « diaspora » e del campo di
evangelizzazione, non lio potuto trattenere
ed occultare la mia profonda emozione.
Emozione dovute al fatto rallegrante che
non lutti i figli lontani dalla Chiesa Madre
sono dimentichi della protezione concessa
dal Signore ai nostri padri e della missione che Egli ci ha affidato. E di questa
missione il cui campo non si può rincliiudere in nessuna frontiera geografica ho
parlato ai nostri fratelli valdesi-metodisti
di Ro.sario Tala ed ho senltilo che essi non
erano sordi alle voci che oi vengono dalle
pagine della noistra storia quasi millenaria
cd alla voce del Signore della Storia e della Ohiesa e di ciasc,uaio di noi.
La Colonia di Rosario Tala, situato proprio nel centro della vasta e fertile provincia di Entre Rio», si coistitui nel 1876,
dopo la dolorosa esperienza di Alejandra
(Santa Fé) coll’arrivo del pioniere J. Fedro Baridon e di altre faimiglie valdesi:
Rostagnol e Tourn, Berlinal e Durand ;
nel 1880 già troviamo diverse famiglie valdesi e si celebrano i primi culti nella casa
di Baridon. Al Governatore della Provincia Baridon aveva chiesto con fermezza:
« Potrf tio adorare Iddio secondo la nostra
coscienza e secondo la nostra fede? Perchè noi ci riserviamo il diritto di predirare l’Bvangelo » e dìfatti egli fu il primo
pastore della nascente colonia. Già nel
1883, dopo una visita del Colportore Francesco Penzotti, affluiscono altre famiglie
provenienti da'H’Uruguay e non po.lendo la
Chiesa Valdese provvedere un pastore alla
colonia — mi domando se dati i rapporti
piuttosto tesi che negli anni precedenti
erano corsi tra il leader Baridon e le nostre autorità ecclesiastiche si sia fatto veramente tutto il possibile per avere un pastore valdese — sono pastori metodisti ehe
la visitono in modo vieppiù frequente e
rego'lare finché nel 1881 si costituisce una
Chiesa Melodista.
Tra i pastori die si successero in questi
70 anni vanno ricordati i nomi di due valdesi: Daniele Berton, scomparso prematuramente nel 1897 e Giulio Boston che ne
fu il conduttore zelante e fedele dal 1907
al 1918. Fu durante il suo nrinistero che
fu acquietato la proprietà centrale in gai
.si trovano il tempio ed il Presbiterio della cittadina di Tala, di circa 10.000 abitanti. Altri centri di cullo sono: Echagiie,
Mansilla, El Obispo, Capilla Central (ove
ebbe luogo la festa alla quale ho preso parte), Basavilbaso, Macià (ora sede di un secondo pastore dopo la suddivisione in d.ue
parroccliie). La parrocebia del Tala conta
più di 400 membri e circa 250 famiglie, 5
Leghe Femminili, 3 Unioni Giovanili, 5
Scuole Domenicali.
A guisa di conclnsione di queste note desidero ricordare i nomi dei pochi... superstiti venuti dalle Valli: non arrivano
alla dozzina.
Giovanni Roman del Vernei di Roccapiatta di 77 anni: fu alunno del Maestro
Pietro Tron e compagno di scuola del Pastore Bm. Giulio Tron. Un valdese aperto,
simpatico, attivissimo e credente fedele e
consacrato; proprio una bella personalità.
Vive con Ini la sorella Margherita che lo
raggiunse con la famiglia nel 1912.
Paolo Bolucas, di 83 anni, di San Germano.
Caterina Buffa, vedova Salomon, di 83
anni, nata a Roocapialta.
Le sorelle Eugenia, Leontina e Luigia
Forneron Roman, pure di Roccapiatta,
emigrate nel 1889.
Giulia Monnet Chauvie sposata Rogantini, venuta nel 1914 da Angrogna.
Giovanni Rostan Micol, di 74 anni, di
S. Germano, cugino del Moderatore Rostan, altro credente fedele e consacrato.
Remigio Enrico Odin Subilia, dei Eenouil di San Giovanni, emigrato nel 1907,
all’età di 15 anni.
Luigi Mnrtinai Rostan, nato nel 1892 a
S. Giovanni, ma oriundo di Prali, anche
lui emigrato all’età di 15 anni.
Sono stato colpito dall’altaceamento di
tutti alla loro cliiesa di adozione senza per
questo dimenticare la « loro » Chiesa Valdese — parecchi sono abbonati a « Mensajero Vaidense » — e dall’amore con cui
ricordano le nostre Valli, queUa « petite
patrie » che non hanno mai più rivista ma
che portnao impressa in modo indelebile
nei loro cuori.
Mi ha pure colpito la semplicità di quellia gente, dovuta, forse, al loro isolamento,
alla lontananza dalle città — Paraná, la ea
pitale della Provincia, è a quasi 200 chi
lometri — ed al fatto che la maggioranza
è .incora contadina. E questi vectdii, ve
nuli dalle Valli, hanno contribuito forte
mente alla conservaizione di questo sempli
eità che... una volta era una spiei’ata ea
ratterislii'a del nostro popolo!
E sono loro ebe .hanno voluto si conti
nuasse a celebrare la festa del 15 Agosto
ed ora che altri, più giovani di loro, han
no preso la direzione delle cose della Ghie
sa, invece di buttare a mare le iniziative
e le tradizioni dei vecchi, le euntinuano
perchè sanno e sentono che se ei sono del
le tradizioni sterili e pesanti, ce ne sono
altre ehe meritano di essere conservale
perchè contribuiscono a rafforzare la fede.
E la festa del 15 Agosto — di qua e di
là dai mari — è, ne so.no convintissimo,
una di queste tradizioni. Silvio Long
Media di Torre P., di cui 64 valdesi;
56 al Liceo-Ginnasio, di cui 37 valdesi. Rispetto alla media del quinquennio precedente si ha dimque un aumento di 18 alunni valdesi alla Scuola Latina, ed una diminuzione di i
presso la Scuola Media e dì 3 presso
il Liceo-Ginnasio. Non è possibile nascondersi che l’onere che ne deriva è
veramente pesante per la nostra chiesa, sia in senso assoluto, sia considerato per ciascun alunno, specie al Liceo-Ginnasio. Sono stati presi in questi ultimi anni provvedimenti numerosi per dare incremento alle entrae; fra gli altri un considerevole aumento delle tasse scolastiche; ma sono provvedimenti limitati».
Ma al di là della questione finanziaria — continuava la C. d’E. — «il
problema dell’istruzione secondaria è
oltremodo complesso. Collegato storicamente con posizioni conquistate a
fatica attraverso oltre un secolo di
lavoro, coinvolge la posizione stessa
della nostra chiesa specie nella Va!
Pellice; interessa insegnanti, allievi e
relative famiglie; è condizionato da
molti fattori indipendenti dalla nostra chiesa, quali ad esempio le leggi
dello Stato che regolano, la posizione
giuridica ed amministrativa della
scuola e degli insegnanti ». Oggi, poi,
« è in discussione la legge per gl’interventi statali a favore delle scuole
private, è all’inìzio della sua attività
la Scuola professionale di Torre Pellice, entra in vigore, a partire dal
prossimo autunno, rammissione senza esami alla Scuola Media, si apre o
sta per aprirsi una Scuola Media a
Luserna S, Giovanni ed una a Villar
Perosa ». Per non parlare del fatto
che rintera struttura della scuola italiana è in discussione, in particolare
col progetto di Scuola M. unificata
Il Comitato coordinatore ha auspicato il decentramento dell’amministrazione dei nostri istituti secondari, distinguendo più nettamente la Cassa
Culto e la Cassa Istruzione, ed affidando eventualmente quest’ultima a
apposito comitato, con pieni poteri.
La discussione sinodale lia portato
alla votazione dei due seguenti odg
che pur affrontando il problema, ite
rimandano la soluzione a più maturo
esame :
Il Sinodo approva l’intendimento
manifestato dalla Tavola di decentrare_ parte dei compiti amministrativi degli Istituti di Istruzione
secondaria ad un Comitato di amministrazione, che potrebbe essere
l’attuale Comitato di coordinamento opportunamente modificato.
Tuttavia riconferma la necesslità
che, nella situazione attuale, l’Ènte gestore degli Istituti d’istruzione sia sempre la Tavola Valdese.
Il Sinodo, consapevole della complessità della situazione degli Istituti di Istruzione secondaria e della opportunità che eventuali modifiche dell’assetto degli Istituti stessi siano prese con la necessaria
prudenza e con approfondita conoscenza dei fattori che ne condiziotmno l’attività, delibera la costituzione di una Commissione permanente col compito di studiare il
problema dell’Istruzione secondaria e di coUaborare con la Tavola
per tutti gli eventuali provvedimenti relativi alla organizzazione
tecnica - amministrativa - didattica degli Istituti stessi e di collaborare alla soluzione del problema finanziario e alla raccolta di fondi.
Parlando dei nostri Istituti di istruzione secondaria non si può dimenticare il prezioso servizio reso collateralmente dai nostri Convitti ; quello di Pomaretto e quello di Torre Pellice, quali ottimi affiancatori della
Scuola Latina e della Scuola Media Ginnasio-Liceo, e quello di Pinerolo
che ha fatto quest’anno le sue prime
prove (non nelle migliori condizioni,
data la malattia del past. Deodato) e
che si presenta ricco di promesse per
il futuro di quegli alunni in particolare ohe frequentano scuole secondarie esistenti solo a Pinerolo.
A tutti gl’insegnanti, ai direttori e
al personale di questi nostri Istituti
a cui guardiamo con fierezza, anche
se non sempre con sufficientemente
concreto senso, di responsabilità, si
esprime un sentimento di profonda
riconoscenza per il loro lavoro cosi
importante fra tanti ragazzi nostri.
Un plauso di riconoscenza particolare
è stato tributato al Prof. T. G. Pons,
per ben 37 anni docente presso la
Scuola Media di Torre Pellice — e,
negli ultimi, anche suo preside — con
una nota di profondo rincrescimento,
però, nel vederlo allontanarsi dal suo
posto, avendo egli chiesto remeritazione. Più di quel che possa dirgli un
applauso nell’aula sinodale o una parola su queste colonne — pur ben sentiti, l’imo e l’altra — vale certamente
per lui il grato ricordo di generazioni
di studenti cui si è dedicato con paterna sollecitudine, con profonda conoscenza, con vera e retta consacrazione.
Una parola di plauso e d’incoraggiamento meritano pure, terminando,
le benemerite associazioni degli « Amici del Collegio » e degli « Amici della
Scuola Latina », che stanno dando un
prezioso contributo alla vita dei nostri cari Istituti.
3
N. 35 — 8 setteiiibre 1961
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag. 3
NEL SEGNO DELLA FEDE
Contatti italo-germonici
w%
Rispondendo ad un gentile invito
della Bv. Markuspfarrei di Lörrach
(Baden) e particolarmente del suo pastore, sig. Georg Gnirs, 45 sangermanesi partivano la mattina del 16 agosto per una presa di contatto con
quella comunità e con le antiche colonie valdesi del Wiirtemiberg.
Furono giornate dal programma
molto denso, ma ricche di comunione
fraterna, di ricordi ammonitori e di
speranza cristiana.
Effettuammo il viaggio di andata
per la via del Cenisio che ci permise
di fare una sosta a Ginevra per una
rapida visita al muro dei Riformatori,
alla Cattedrale e aU’Auditoire di Calvino. Un’altra breve sosta è stata fat
Valdesi del Wiirtemberg.
La prima tappa è stata Schonenberg, la piccola località dove Enrico
Arnaud trascorse gli ultimi anni della sua vita, animato da uno zelo pastorale che è ricordato con sentimenti
di riconoscenza e di ammirazione dopo più di 250 anni. La sua casa è stata trasformata in Museo dal pastore
Zeller e fu per noi la meta di un vero
e proprio p>ellegrinaggio. Abbiamo
ammirato gli stessi oggetti che ancora si ritrovano nelle nostre vecchie
case delle Valli, ma più di tutto fummo colpiti da alcune scritte tolte dalrepistolario di Arnaud e che hanno
resa viva la sua tragedia di credente
ohe vive la sua fede e non teme di
V •.‘
ir' '^2
Chrischona: il tempio e
Vu/ilte Heimaty), centro di
formazione crifitiana per
laici, proprio al confine
fra la Gernutnia e il CanIone di Basilea.
ta. con la guida del sig. Emile Pasquet, sulla spiaggia di Promentoux
dinanzi al celebre monumento che ricorda il Rimpatrio dei Valdesi nel
lontano 1689. Si trattava proprio della giornata anniversaria del 16 Agosto. Dopo la lettura del Salmo 46, abbiamo cantato tutti insieme il Giuro
di Sibaud.
Lörrach è una città di 30.000 abitanti a 9 km. da Basilea. Il 60 per
cento della popolazione è di confessione evangelica ed è raggruppata in
due chiese con 4 pastori.
L'altività parrocchiale ci è sembrata intensa. Rispondendo ad una esigenza di questo dopoguerra, la parrocchia sembra trovare le sue forze
più vive in seno alle U. F. dando così
la possibilità a molte vedove di guerra ed alle madri orbate dai loro figli,
di ricrearsi una famiglia in seno alla
chiesa stessa.
Unendo felicemente interessi turistici ad esigenze spirituali, ci è stato
consentito di prendere contatto, non
solo, con le bellezze naturali di quei
luoghi, ma di conoscere opere ricche
di valore cristiano e sociale.
Desideriamo segnalare, per tutte,
l’opera di S. Crisciona, un centro di
formazione cristiana per laici, nelle
immediate vicinanze di Basilea, proprio sul confine con la Germania. Un
vasto complesso di edifici ospita un
seminario per predicatori laici, una
casa per diaconesse ed alcuni fabbricati posti a disposizione di professori
e studenti. Quest’opera non dipende
da alcuna chiesa particolare ed è a disposizione di tutti. 1 giovani ohe frequentano il seminario non hanno
preoccupazioni di natura finanziaria
ed è interessante notare il fatto ohe un
contratto particolare vincola Basilea
a non cedere il terreno circostante a
società alberghiere che modificherebbero il carattere raccolto di quella zona di confine.
Densa di ricordi e di ammaestramenti è stata la giornata del 18 Agosto trascorsa nelle antiche colonie
affrontare le avversità più impreviste.
Frasi che accentuano del continuo il
tema della filiale accettazione della
volontà di Dio e della fedeltà alla
sua Parola. Lo studio di Arnaud ha
conservato la sua antica austerità: è
privo di ogni mezzo di riscaldamento. Sul suo tavolo un solo libro: la
parola di Dio che soleva aprire e leggere in presenza dei numerosi visitatori che venivano a lui per ricevere
consiglio ed ammaestramento.
Arnaud non si limitò ad essere un
condottiero ed un pastore: una curiosa lapide murata all’ingresso della
sua casa ricorda che egli introdusse
in Germania la coltivazione della patata.
Nella Chiesa di Schònenberg si trova la sua tomba. Siamo stati colpiti
dalla lapide che reca inciso il suo
stemma (3 colombe in volo) e il suo
motto : « Non abbiamo qui una città
stabile, ma cerchiamo quella futura » (Ebrei 14: 14). SuU’altare è ancora aperta una vecchia Bibbia in
francese che i Valdesi porterono dalle Valli dopo averla nascosta in una
rudimentale carrozzella per bambini.
E’ anche conservato il calice con il
quale Arnaud distribuiva la S. Cena
ai fedeli.
La seconda tappa ci vede raccolti
con la comunità di Neureut. Quivi si
parlò il francese fino al 1840 ed esiste ancora la Waldenserstrasse che
abbiamo percorso.
.Anche a Neureut prendemmo contatto con l’elemento femminile della
comunità che ci riservò un’accoglienza molto fraterna. In quella località
le donne non hanno i tratti caratteristici del paese: i capelli neri, i visi
asciutti, i gesti aperti ricordano la loro lontana origine di montanare piemontesi. Nel cimitero locale abbiamo
letto con emozione i nomi familiari
di: Reynaud, Blanc, Willelm, Jourdan, Durand, Borei...
Un breve culto nella chiesa di Neureut con la partecipazione del coro
parrocchiale di quella comunità e di
un piccolo gruppo della nostra corale di S. Germano, chiudeva la giornata.
Desideriamo ancora segnalare la
riunione in comune con la comunità
di Lörrach la sera del 19 Agosto nel
corso della quale presentammo un
quadro della vita quale si svolge in
una parrocchia valdese in questo tempo di rapida trasformazione sociale e
di espansione economica.
La situazione venne presentata dal
pastore Bert e dal sindaco di S. Germano Chisone dott. Ribet. La presenza di alcuni costumi valdesi e l’esecuzione di vari canti popolari diedero
alla serata una nota folcloristica vivamente apprezzata.
11 culto ecumenico della domenica
mattina, in una felice sintesi liturgica
fra rito luterano e riformato, ed a cui
collaborarono il coro parrocohiale di
Lörrach e la nostra piccola corale,
chiuse molto solennemente il nostro
soggiorno in Germania.
Il testo sul quale fu centrata la predicazione prima in--italiano e poi in
tedesco si trova in Marco 7: 37.
Ancora una volta abbiamo sperimentato ohe al di là di tutte le diffidenze umane ohe erigono barriere pesanti quanto effimere, la parola di Dio
fa irrompere la luce nelle tenebre, fa
trionfare la verità suU’erorre, ed affratella gli uomini in un vincolo di
pace che si può trovare in Cristo soltanto. g. ì.
Il ”bloc paroissial” della Christuskirche di Lörrach.
Un tema alV ordine del giorno
La vocazione laica
Abbiamo affermato nella prima parte di
questo articolo ohe la condizione necessaria
per « servire » neJia Chiesa di Cristo è
quella deM’imipegno. Abbiaimo detto che
uin banchiere come il fu Cesar Malan può
benissimo esser promosso Cassiere della
Chiesa Valdese e che un professore di
Lingue mod. come il fu prof. Teodoro
Lon-go può anche di punto in bianco diventare professore alla nostra Facoltà di
Teologia...
Si parla con sempre maggiore insisten.
za, oggi, di una missione del laicato dellaChiesa e questo fatto dimoistira ohe un pro'hlema esiste realmente — o se vogliamo
esprimerci come credenti — che una « voce » chiama i nostri laici.
Ma non è chiaro ancora che cosa significhi quella chiamata. Molti la interpretano
in un modo semplicistico come se dovesse
consistere semplicemente in uno scambio
di consegne e come se essere un laico zelante nella chiesa significasse, in caso di
assenza del Pastore, mettersi la sua toga
sulle spaile, attaccarsi forse con qualdie
difficoltà le facciole eppoi in pulpito esibire una predicazione non certo di minor
valore di quelle consuete... Oppure disimpegnare questa o queiraltra attività di solito disimpegnata dal Pastore per permettere a lui di fare dell’altro...
Orbene, senza negare quanto siano preziosi e benedetti quei fratelli laici che
son capaci di prestar man forte ai Pastori,
vogliamo dire che questa non è che una
attività eccezionale, possibile per alcuni,
ma non è quella attività « laica », per il
Signore, che deve svoilgere tutta quella
parte imponente della Chiesa che non è
militante nel paistoralo. Così come non
consràte nel toglier di mano ai Pastori
eerte responsabilità che ora loro competono.
Sembra spesso, malgrado la bella dottrina dd sacerdozio universale, clte noi
continuiamo a seguire l’errore cattolico che
distingue nella chiesa un clero maggiormente impegnato e un laicato ohe lo è me
11IV Convegno dì Studi sulla Riforma
ed i Movimenti religiosi in Italia
Sotto gli auspici della Società di Studi
Valdesi, si è tenuta a Torre Pelliice la quarta edizione del Convegno di studi sulla
Riforma e i Movimenti religiosi in Italia:
edizione riuscita, come le precedenti, per
la buona partecipazione di studiosi italiani
e stranieri, che con le loro relazioni e i
loro interventi, in un’atmosfera di viva
cordialità, hanno illustrato aspetti per lo
più poco noti deU’eterodossia italiana (ma
dipende da che punto ci si pone a giudicare). .4nche la stampa quotidiana ha dato
un certo rilievo al convegno, unico del suo
genere in Italia, che raccoglie nella nostra
cittadina un numero considerevole di buoni nomi degli studi storici, ospitati nelTaccogliente Foresteria.
La presidenza del convegno è stata affidata al prof. Giorgio Spini, dell’Università
di Firenze; e nel pomeriggio di venerdì
su ìSI « ' •’
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SdumenherK : il gruppo di pellegrini delia
casa di H. Ariwud.
comiinith di S. iGemwno Chisone davanti alla
(Foto Gigliola Ribel)
25 e nella mattina di sabato 26 si sono succedute numerose comunicazioni, relativamente brevi ma succoso, inframmezzate da
interessanti discussioni. La sera di venerdì
il prof. G. Williams della Harviard University (US.Aj ha tenuto, una dotta conferenza
su « L’eretico Camillo Renato ». E sabato
il Convegno si è concluso con una riunione conviviale a Cavour, dov’è poi stato ricordato il 4“ centenario della Pace di Cavour, il cui valore per l’affermazione della
libertà religiosa in Italia il prof. A. Armand Hugon ha poco tempo fa segnalate
pure sulle nostre colonne.
Svariate ed interessanti le relazioni, tanto che si è sentita meno l’assenza di alcuni
oratori che avevano prima assicurata la loro partecipazione. Il prof. Giovanni Gönnet, incaricato di letteratura italiana alla
Università di Oslo e libero docente di storia del cristianesimo all’ateneo romano, ha
trattato dei Valdesi d’Austria nella seconda metà del XIV scolo, ravvisando anche
nel ramo austriaco i due filoni dell’eresia
valdese, quelle più tradizionalista e quello
più ’eretico’. Invece il prof. Raoul Manselli, direttore delTlstituto storico italiano
a Roma, e dal prossimo ottobre titolare
della cattedra di storia medioevale presso
l’Università di Torino, ha illustrato il movimento dei Fraticelli italiani del ’400, l’ala
sinistra infine soff-xaita del movimento francescano. Il Prof. Lino Marini, dell’Università di Perugia, ha commentato, sulla base
di alcuni documenti, la situazione dello
Stato sabaudo durante i primi tempi della
Riforma e Raffermasi delle forze conservatrici neUa classe dirigente piemontese, timorosa di innovazioni. Il prof. Luigi Firpo, dell’Università di Torino, ha trattato
del ritrovamento di un documento finora
inedito, la ’Informazione della religione
cristiana’ dell’eretico fiorentino Filippo
Pucci, un interessante tipo del libero pensiero cinquecentesco. Il prof. Henry Meylan, dell’Università di Lausanne, ha presentato un curioso <onandement sur les
moeurs» per i sudditi riformati del Chablais (1570).
Sabato mattina ha aperto i lavori la ricca
relazione del prof. Giorgio Peyrot su «I
fondamenti dei rapporti fra Chiesa e Stato
nei Patti d’Unione della seconda metà del
’500». Questa relazione è stata forse quella
che ha suscitato più numerosi interventi,
et pour cause, dato il tema. La discussione,
in cui è affiorato pure il problema della
non violenza e del diritto di resistenza armata, ha centrato soprattutto sulla tesi di
fondo del Peyrot: che cioè detti Patti intercorsi fra i Valdesi mostrerebbero una
coscienza ’separatista’ o più esattamente
della indipendenza dei due ordini, civile e
religioso, tanto più notevole in queU’epoca. Segui il prof. Alain Dnfour, di Ginevra, che sulla scorta di una lettera inedita
del riformatore Pierre Viret propose una
soluzione circa l’adesione alla Riforma dell’italiano Gribai.di le qui ci scusiamo perchè nel pubblicare il programma del Convegno è sfuggilo un ’Garibaldi’! n.d.r.). 11
prof. Salvatore Caponetlo, di Pesaro, illiuslrò vivacemente la figura di un libero pensatore marchigiano del XVIII sec., il marchese Carlo Mosca, soffermandosi in modo
particolare sulle sue «Lettere... in proposit.r della limosina», curioso esempio di una
dottrina di salvezza per limosine che fece
sussultare Tortodossia romana. Infine il
prof. Attilio Agnoletto ha preseatato, quale coniribnto alla storia del Modernismo
italiano, le « Memorie » inedite dì Salvatore Minocchi.
Ci rallegriamo vivamente per la rinscìta
del Convegno — congratulandocene con gli
ideatori e organizzatori — e pcrcliè i suoi
lavori, imUUiicalì pure quest’anno sul bollettino della S. S. V-, saranno mes.sì alla
portata di un pubblico più vasto.
PERSOmaLIA
Sabato 2 settembre si sono sposati,
nel tempio di Torre Pellice, il Past.
Franco Giampiccoli e la Sig.na Panielle RcMier. Agli sposi, che assumeranno presto il loro mirusterio ad
Agape, rivolgiamo il nostro augurio
più cordiale di una vita d’unione e di
servìzio, benedetta del Signore.
no. L’Evangelo non fa questa distinzione.
L’impegno del Pastore solennemente consacrato in un culto sinodale a Torre Pollice non è più vincolante della semplice
confermazione ricevuta da un fratello professore a Catania o da un fratello contadino a Riesi. Tutti, nella stessa misura saranno debitori verso Dio di amarlo e servirlo con butta l’anima, la mente ed il
cuore in campi diversi ma paralleli e in
ciascuno dei quali bisogna entrare col
medesimo impegno.
Tutti ugualmente
impegnati
Questa è la grande vocazione del credente di oggi:
L’albergatore dovrà trasformare il suo
esercizio in una casa di Dìo in cui regni
una atmosfera di fede e in cui mille occasioni saranno buone per dare una testimonianza evangelica.
L’operaio avrà tra i suoi compagni di
lavoro un terreno fertile quanto mai. Non
di rado le chiese di ambiente operaio sono
tra le più attive e viventi.
Il medico che vorrà considerarsi un predicatore dell’Evangelo, avrà nella sua professione un pulpito di grande eloquenza
come dimostra quell’apostolo che risponde al nome di Schweitzer.
Il commerciante, come Pietro Valdo ha
mostrato insieme con i colportori valdesi
medioevali, potrà trovare nel suo commercio insospettate risorse evangelistlche.
E che dire del professore, dell’avvocato,
dell’infermiere, del maestro elementare?
Tutti, veramente tutti, possono se vogliono, trasformare il loro viver quotidiano e il loro lavoro in un apostolato religioso...
11 «Càstagueto »
Ma vorrei dire di più... vorrei dire che
con un po’ di fantasia, di spirito di iniziativa e di coraggio, dovrebbero sorgere
nuove opere sempre più direttamente
volte al servizio del Regno. Mi sia lecito
di citare, con umiltà, una attività della mia
chiesa.
Urgeva al Villar la presenza di una casa
capace di ospitare degli evangelici di passaggio. Ma una casa costa e nè il Comistoro, nè la Tavola, nè il Consiglio Ecumenico erano in grado di darci aiuto. E
con la casa, oltre a tutto, oocorTeva poi
chi la diiriigesse...
E vennero — come mandati dal Signore
— due giovani sposi che nella propria patria rinunciavano alla propria professione
e che con una fiducia che ci parve temeraria, sposarono la nostra causa. Affittarono
una casa, la gestirono, poi, passo passo la
comperarono... Lavorando sempre al servizio della Chiesa e sostenuti dalla sua pieni e multiforme solidarietà... Oggi essi possono vantarsi di aver dato inizio al Villar
ad una « cosa » nuova che incide positivaniente .sulla sua vita e fornisce al tempio
una parte non indifferente delle sue assemblee domenicali.
Questo «Castagneto» diventato come la
pupilla degli occhi nostri, ci sembra come
un esempio tipico di quello ehe dei fratelli laici pos.sano fare a fianco della Chiesi per attivarne la marcia, se sanno volere,
osare, compromettersi, e se sono capaci di
portare una responsabilità.
Un piccolo esemplo, dico, perclip innumerevoli altre cose più impegnative si potrebbero concepire ed attuare per opera di
fratelli laici e soltanto per opera loro. Per
esempio: Una banca evangelica, un « Albergo evangelico » in ogni comunità, delle
scuole privale evangeliche, delle as.sociazioni mediche e infermierisliidie con fine
di testimonianza e di servizio e infinite altre cose per cui tutti i iTedenli, di qualsìa,
si mestiere o professione si iraisformerebbero in «teslimoni dell’Evangedo». Ogni fratello laico deve crearsi una propria zona di
influenza ed edificarvi il proprio pulpito:
Per modo ch‘ il pulpito del tempio sia
soltanto più ’’uno” dei tanti pulpiti della
Comunità. Nulla togliendo ben inteso a
quelle che sono fino ad oggi le caratteristiche teologiche e dottrinali del pulpito
cristiano, ma moltiplicando attorno ad esso le fonti di quella tesllmonianza cristiana che deve promanare da tutte le membra della comunità e non soltanto dal momento dei suoi servizi religiosi e del suo
culto.
Naturalmente anche i Pastori e la chiesa
tutta dovranno circondare con la più grande solidarietà chiunque affronta un rischio
per causa dell’Evangelo, e se bisogna, rìseblare con lui.
{segue in 4“ pag.)
4
pag. 4
L’ECO DELLE VAILI VALDESI
8 settembre 1961 — N. 35
La VDcazioae laica
(continua dalla pag. 3)
Eqailìbcio
Resta forse anicora qoalioosa da dire still’equilibrio del binomio « Laiei-Pastori ».
In passato la nostra Chiesa è stata debitrice al gruppo dei Pastori di iniziative coraggiose ed importanti. L’opera di evangelizzazione in Italia è stata opera sua ed
esso pure — con coUelte aU’estero — contribuì a mamtenerlia per lunghi anni. Anche varie opere assistenziali sono nate per
iniziativa loro.
Il Corpo dei Pastori Valdesi ha affrontato e portato responsabilità maggiori di
quanto non abbiano fatto quelli di molte
altre chiese evangeliche nel mondo.
Ne è conseguito un certo « peso » della
voce pastorale in seno alla comunità.
Per controbilaniciarla, la Chiesa Valdese
s! è data una delle organizzazioni più democratiche che si .possano dare (vedi per
e«, il fatto che le Amministrazioni e lo
stesso Moderatore devono essere rieletti
tutti gli anni). Ciò malgrado sembra che
si avverta ancora una certa sperequazione
di influenze e di autorità.
Ma la Chiesa ha bisogno di equilibrio e
per raggiungerlo, non sono i Pastori che
debbono rinunziare alle responsabilità che
portano, ma sono i fratelli laici che debbono assumerne di nuove con l’identico
spirito con cui i Pastori adirono al loro
ministero. Tutti devono:
COMPROMETTERSI PER CRISTO
E’ sempre stato un « rischio » la vita del
ciedente valdese in Italia. Lo è oggi ancora e la grande vocazione del laicato della
Chiesa Valdese in questo momento è proprio quella di saper tutto compromettere
per il suo Signore.
il segno della decadenza. Fanno pensare
agli spasimi di un organismo malato che
non vuole morire. Sarebbe colpevole di
apatia chi non li volesse assecondare... Sia
pure un palliativo il loro... Anche i palliativi possono giovare!
Diakonia però, ci sembra, trascura l’essenziale per costruire un’accademia sul secondario. Quel che difetta oggi nella Chiesa e nel mondo è la presenza di uomini disposti a dare la propria vita per Cristo,
non quella dei carismi che sono anche
troppo abbondanti. Così come quando Gesù diceva: «Vendi i tuoi beni... » oppure:
« Lascia i morti seppellire i loro morti...»
o : « Tu vieni e seguimi, senza far prima
un esame dei carismi rispettivi, oggi, il
vero e urgente problema è quello di trovare chi sia disposto ad immolarsi per Cristo ed è proprio: un grande problema.
E non ne aiuta la soluzione la teologia
di moda che col suo porre l’accento sull’opera totalitaria dello Spirito, sorvola su
quella che è pure l’innegabile responsabilità umana di darsi o di rifiutarsi al suo
Signore.
E non l’aiutano le annose discussioni su:
pastorale e laicato quasicchè la dottrina del
sacerdozio universale sostituita con quella
di un «laicato universale» dovesse migliotare il servizio della Chiesa al suo Signore.
E non Taiutano neppure le laboriose indagini sui carismi dei credenti.
11 gran carisma è quello di « dare » la
propria vita. Tutto il resto viene dopo e
non costituisce più un problema preoccupante.
P. S. - Qualcuno ha sollecitato un rife
rimento tra le nostre parole e quelle dell’amico A. Comba su ’Diakonia’ N. 5 i
glielo suggeriamo volentieri:
Diakonia, ci sembra, si cura dei molteplici carismi che sono latenti nel cuore dei
credenti e si studia di riscoprirli nella
speranza che poi sian messi a frutto e rechino nuova vita alla Chiesa inferma. 11
Sinodo ha approvato quel punto di vista ed
ha destinalo un operaio alla preparazione
dei « ministeri » a cui questi carismi daranno luogo.
Nessuno può non condividere la loro
buona volontà e non augurare loro un pieno successo. Sono il nobile sforzo per sopravvivere di una generazione nata sotto
Meglio sarebbe se lutti i responsabili si
dessero la mano per predicare alla nuova
generazione !a necessità del dono di sè al
proprio Signore.
In un tempo di decadenza in cui è scomparsa la classe dei colportori e dei maestri
evangelisti e sta esaurendosi quella delle
diaconesse e dei missionari per non parlare della difficoltà di arruolamento dei pastori, dall quasi un senso di tristezza le disquisizioni sui carismi di chi non è ancor
detto che voglia dare la propria vita al Signore e fa nascere il sospetto dietro tanti
studi e sottigliezze qualcuno s’illuda che
sia possibile di servire Cristo senza troppo
compromettersi... Ma questo non è minimamente possibile. Darsi a Cristo vuol dire, oggi come sempre, darsi tutto intero,
darsi senza riserve e per essergli fedele fino alla morte. Enrico Gi'vmet
Inizia l’anno alla Scuola
di Economia Domestica
La Scuola Valdese d’Economia domeoti
ca sta per conehiudere nei prossimi giormi
l’anno scolastico 1960-61. Nella stessa o-oca
sione si riaprono le ieorizioni per il nuo
vo anno 1961-62.
E’ noto lo scopo di questo Istdituto
quello di svolgere la sua utile ed operosa
attività in favore di giovanette fra i 12 ed
i 18 anni, che, avendo ottenuta la licenza
elementare, e non intendendo continuare
gli studi in una Scuola Media, sono accolte
nelTIstitulo, in un ambiente piacevole, comodo, moralimente sano, inteso ad un’educazione ed istruzione cristiana evangelica,
per ricevere un’accurata preparazione teorica e pratica per tulli i servizi domestici
ed assietenziali (cura della casa, cucina e
confezione dei pasti, cura dòll’orto e del
pollaio); è aggiunta un’istruzione elementare pratica delle lingue italiana, francese,
inglese, di corrispondenza e contabilità familiare, d’igiene, pronto soccorso e puericultura; di più si preparano le allieve ad
un vero e proprio artigianato femminile
qualifieato, con corsi regolari di confezione, taglio, cucito e ricamo ; e con un corso
di lavorazione d’indumenti a maglia, mediante apposite macchine della nota Ditta
Dubied. In tal modo si fornisce alle giovanette il mezzo d’assumere, in casa o fuori,
un’occupazione dignitosa e redditizia, per
contribuire al benessere ed al progresso
della famiglia. Superati gli esami finali,
ad ogni .'illieva viene rilasciato un diploma
di licenza, che apecifica la loro preparazio.
ne ed abilità. Ogni anno le due allieve
più meritevoli usufruiscono d’un corso
gratuito di perfezionamento, della durata
di un semestre, pre.s»o la Scuola statale di
Economia domestica di Marcelin sur Morges (Svizzera).
Il favore con cui la Scuola è stata considerata ed apprezzata dalle famiglie delle
Valli e delle altre Comunità, dimostra la
sua importanza ed utilità, corrispondente
ad una necessità realmente sentita. Nell’anno scolastico 1960-61 le allieve regolari interne, ospitale nel ben attrezzalo
Convitto della Scuola, sono state ben 26,
provenienti in maggior parte dalle Valli,
ed alcune dalle Comunità di Torino, Venezia, Roma, Forano, Colleferro, Avellino. 11 loro soggioirio nell’Istituto è stato
per tutte .assai soddisfaciente e proficuo.
DalTottobre prossimo, per concessione
della Tavola Valdesè, la Scuola d’Econo
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
LUSERNA S. GIOVANNI
Sabato 9 settembre alle ore 21 avremo il piacere di ricevere la visita dei
Trombettieri dei Baden, guidati dal
Maestro E. Stober. Essi terranno un
culto-concerto nel nostro^ tempio di
San Giovanni. La comunità e la popolazione tutta sono cordialmente invitati.
POMARETTO
La doimenica del 3 settembre rimarrà nei
noislri cuori come un ricordo di gioia e di
fraternità notevoli tra le comunità metodiste di Baasiguana, Calosso, Valenza, San
Manzano Uliveto, Alessandria, Sondrio e
la nostra. Cinca quaranta fratelli e sorelle
di quella vasta diaspora piemontese, guidati dal loro Pastore Giuseppe Anziani sono giunti a Pomaretilo con un pullman dove si leggeva a caratteri cubitali: Gita delle chiese evangeliche metodiste alle Valli
Valdesi; questo dettaglio è molto piaciuto. Nel tempio i fedeli hano ricevuto la
forza dello Spirito a mezzo di canti, preghiere ispirate e del messaggio profondo
e vibrante del nostro collega Anziani. I
nostri ospiti sono stati rapidamente sistemati nelle famiglie dove hanno potuto stabilire rapporti di viva fraternità; nel pomeriggio la carovana s’è spinta agli Eciassieri do^ve, sotto i castagni hanno potuto
fruire della comunione dei fratelli di
Chiotti; setto la presidenza dell collega
Franco Davite si sono alternati i messaggi
del Pastore Anziani, Prof. Rapicavoli di
Sondrio, dr. Ribel di Torino e del Pastore Rivoir Eugenio di Stampa (Svizzoral:
molto gradilo è stalo il canto di saluto
stTitto dal Pastore Anziani, .sulla musica
del 241, che dice: « Siam venuti quassù da
lontano per portarvi un .saluto fraterno e
per stringervi forte la mano sempre uniti
nel santo Vangel; ...eleviamo il nostro alleluia per la fede che sempre ci unisce e
perchè nella notte ancor buia sempre splenda l’amor di Gesù... » e tutti con gioia
hanno cantato l’inno con visiibile commozione.
A Pomarelto, nella sala deU’Asilo abbiamo ancora avuto un incontro, una lazza di
thè, dei canti e poi la visita alToapedale
che ci ha portati dal monte della trasfigurazione vicino ai maiali per i quali la preghiera è stata un beneficio. Un ultimo
canto e poi la partenza, il saluto di fratelli e sorelle coi quali sembra d’essere
sempre vissuti assieme percliè uniti dalla
fede nel Salvatore. Ai nostri amici metodi,
sti diciamo grazie per la loro venuta; ai
nostri parroccihiani che con premura hanno voluto OiSipitare i visitatori il nostro
pensiero di viva riconoscenza.
Per il televisore dell’ospedale di Po.marelto abbiaimo ricevuto le seguenti offerte:
Gay Paolo, Chiavari, L. 5.000; Bartolomeo
e Irma Bouebard, S. Germano Ch. 5.000;
Talmone Elena, Rodoretlo 1.000; Cianalino Anna 1.000; Long Arturo e Olga, Pomarelto 1.000; Salosso-Opiatti Marina
1.000; Varie 500; Suor Arcaugela 500; Suor
Valentina 500. A tutti questi generosi donatori un grazie riconoscente.
RORÀ
— Domenica prossima, lO settembre, alle ore 15 avrà luogo una riunione all’aperto al Muraglione delle Fucine.
— Giovedì 14 settembre avrà luogo una
distribuzione di (viveri americani.
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Visite svìzzere. Una trentina di fratelli di Leysin, in ¿visita alle nostre Valli,
hanno trascorso fra noi il pomeriggio del
15 giugno recandoci il saluto dei nostri villaresi Paolo e Olga Michelin colà residenti.
.Vccolti da alcune sorelle in costume, sono entrati nel tempio ove il Pastore ha illustrato loro la nostra storia e le nostre attività. Poi essi si sono esibiti con alcuni
canti, trasmessi dal campanile, sotto l’abile
direzione della Sig.na Rollier, figlia dei
compianto Prof. Rollier, noto clinico di
Leysin, che dedica essa pure U sua vita alla nobile missione di rieducatrice dei malati di poliomielite. Alla Miramonti gli
ospiti hanno visitato la casa, ammirato i
lavori delle nostre maglieriste e... pres-j
il tè. Poi, visita al tempio di Bobbio e
per ultimo al Castagneto che hanno molto
ammirato per la sua bellezza suggestiva. Incontro fraterno con un gruppo del Badén
ospite della casa e poi, dietro loro richiesta, culto della sera in comune presieduto
dal sig. Lazier nella suggestiva cappella.
A distanza di 15 giorni ecco un altro
gruppo svizzero, questa volta di Muttens
(Zurigo) guidato da una gentile Pastoressa.
Anche qui poimeriggio molto siimipalico !
Giust.v onorificenza. — La nostra sorella Clementina Bouìssa che per tanti anni
ha svolta il suo apostolato di insegnante al
Ttynaud, è stata decorata con medaglia
d'oro. La suggestiva cerimonia della consegna ha avuto luogo in Municipio alla presenza di autorità e colleghi. Ci felicitiamo
con la nostra cara Sorella per questo giusto e meritato ricoiioscimento.
Felicitazioni anche al nostra fratello Valdo Frache che ha ottenuto il diploma svizzero di infermiere psichiatrico.
Messaggi. — Siamo grati all’ing. e Pastore Stossinger di Berlino per il fraterno
messaggio che ci ha rivolto dal pulpito in
italiano; al fratello Viril di Nizza, predicatore laico e da 9 anni nostro fedele villeggiante per il suo messaggio in france»?
e al fratello Brennecke della Westfalia che
ci ha parlato in tedesco. Ringraziamo pure
il Pastore Cipriano Tourn di S. Giovanni,
il Pastore Giulio Tron dell’Uruguay ed il
fratello Pizzo di Torino per i loro apprezzati messaggi.
Bentornata. — La nostra sorella Marthe
Salomon di New York ha fatto ritorno fra
noi per alcuni mesi. Le auguriamo un soggiorno benedetto a Subíase fra i suoi cari.
Riunioni estive. — Ne abbiamo già avute alcune in una atmosfera di famiglia, nella suggestiva pace dei nostri castagneti.
Ai Garin, il Pastore Giulio Tron ci ha
dato un’interessante quadro della vita uruguaiana.
Al Ciarmis, il Maggiore salutista Fani ci
In condotti in meditazione, la sua compagna ci ha dato una preziosa testimonianza
e infine il Pastore Careó, reduce dall’Inghilterra, ha concluso la riunione con un
vibrante appello.
All’/nrerso, il Pastore Artus di Colonia
Vaidense, ci ha parlato delle nostre chiese
dell’America del Sud e il fratello Umberto Geymet di Losanna ci ha condotti nella
meditazione della Parola di Dìo.
mia domestica si trasferirà in uma nuova
sede, dcilta VUliveto, una comoda ed ampia cosrtuzione, circondala da un terreno
coltivato a giardino ed a orto, posta su un
poggio verdeggiante in una posizione magnifica, al («ntro del Comune di Lusema
S. Giovanni, a circa un chilometro dal
borgo dei Bellonatti. La nuova residenza,
modernamente attrezzata, fornita di tulle
le comodità per un regolare funzionamento, avrà in più il beneficio d’un apiparecchio di riscaldamento centrale, per cui tutte le camere saranno riscaldate durante la
intera stagione invernale.
La retta mensile è stala fissata in lire
12.fi0(), nella quale, oltre il vitto, l’alloggio, la frequenza dei co-rsi, è anche compresa la quota per la notevole spesa del
riscaldamento. E’ una retta assai modesta,
a cui possono giungere tutte le famiglie
Per le isOTizioni e le informazioni neces
sarie occorre rivolgersi alla Direzione del
la Scuola Valdese d’Economia domestica
ai Monne* Lusema S. Giovanni (telef
9353).
Convitto Maschile Valdese
Torre Pellice
Sono aperte le iscrizioni per il prossimo
anno scolastico al Convitto Maschile Valdese dii Torre Pellice per alunni che frequentino le Scuole Elementari, la Scuola
Media, il Ginnasio e Liceo Classico e le
Scuole di Avviamento.
Per informazioni e per ricevere prospetti illustrati scrivere seimiplicemente, anche
su cartolina postale, a: Convitto Valdese ■
Torre Pellice (Torino). __________________
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
Il 30 luglio, a Silva Porto (Angola),
il Signore richiamava a Sè
Emilio Bounous
La famiglia nel darne l’annuncio,
lo ricorda con affetto a parenti e amici
« Io sono la risurrezione e la
vita — dice Gesù — chi crede
in me, anche se muoia, vivrà »
(Ev. Giovanni 11; 25)
S. Germano Chisone, 26-8-61.
La famiglia di
Michelin Salomon
Giovanni
profondamente commossa per le manifestazioni di simpatia ricevute in
occasione della dipartenza del sue caro, ringrazia cordialmente tutti coloro che vi hanno partecipalo e in particolare le pendone amiche che hanno
inviato fiori e corone.
Villar Pellice, 31-8-1961
La moglie ed i figli di
Amedeo Ribet
prefondamente commossi dalla grande manifestazione di affetto e di simpatia ricevuta in occasione della dipartenza del loro caro, ringraziano
tutti coloro che con fiori, scritti e presenza hanno preso parte al loro grande dolore. In particolar modo il Doti
Mathieu, la famiglia Albino Martinat,
i Pastori C. Tourn e R. Jahier, i vicini di casa e TAssociazione dei Mutilati ed Invalidi di guerra.
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