1
Anno 112 — N. 24
20 giugno 1975 — L. 150
Soedlzione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIPLICTfXÌA VALDESE
10Ö66 TORRE PEIL ICE
ddk valli valdesi
UN VOTO SU CUI RIFLETTERE
L'Italia di Renzo e Lucia
rifiuta la politica di don Rodrigo
La considerazione, fatta lo scorso anno
al momento del Referendum e che sembrava doversi fare solo per quel tipo di
pronunciamento popolare, è stata invece
confermata dalle ultime elezioni a livello
di amministrazioni regionali e provinciali.
È stata confermata malgrado il clima
di tensione politica ed ideologica creata
spesso artificiosamente nel paese da certi
ambienti politici, certe forze, certa stampa. Le riflessioni che si possono fare a
questo riguardo sono molte e diverse.
Un fatto balza subito evidente: il popolo italiano risulta più sensibile al rinnovamento della nazione, più vivo, più
maturo, più responsabile della sua classe
dirigente. Il divario fra uomini politici e
gente comune, fra il Parlamento e la
strada sembra crescere e come spesso accade nella storia, la strada avverte i problemi con molta più lucidità dei suoi ca
pi. AI momento della Riforma artigiani c
piccoli mercanti hanno colto il significato
degli avvenimenti mentre principi e baroni sognavano ancora il medio evo; nell’Ottocento operai e garzoni hanno colto
il senso della rivoluzione socialista molto
meglio della borghesia di Luigi Filippo.
Ogni forza politica organizzata è naturalmente portata ad interpretare a suo
vantaggio i risultati elettorali e parla di
vittoria propria o di sconfitta dell'avversario, di affermazione e di contenimento.
Non staremo anche noi a fare analisi
di questo tipo né identifichiamo rozzamente la maturità e sensibilità del popolo con un voto a sinistra fotti court; è però chiaro che, con tutti i limiti delle consultazioni elettorali, domenica, è stato
dato espressione ad uno stato d’animo di
cui occorre tener conto. Nella cabina di
voto e davanti alle sue tre schede la gente
ha espresso una interiore protesta, ordinata e pacata finché si vuole, ma sempre
protesta contro il modo di governare di
cui è stata succube per anni.
Una protesta
Lo hanno espresso molto probabilmente in forma esplicita, cosciente, molti dei
nuovi elettori, quelli che si affacciano alla vita e vivranno nel prossimo ventennio
la vita politica, gli italiani di domani, ma
non solo loro anche molti italiani delle
generazioni adulte.
Il sottogoverno, il,piccolo mercato del
posto di lavoro, della raccomandazione,
della pratica evasa, il ricatto e la corruzione non sono in Italia metodi di governo recenti, sono l’Italia dei don Rodrigo
della monaca di Monza con contorno di
don Abbondio. È l’Italia di ieri, plasmata
dalla Controriforma, dalla restaurazione
gesuita, dal papato conservatore.
Ed è contro quell’Italia che si continua
a combattere e che si è combattuto domenica.
Equivoco e condizionato, emotivo e ribelle se si vuole il voto di molti per una
politica di sinistra è da leggersi, a nostro
avviso, come una volontà di rinnovare la
società. È l’Italia di Renzo e Lucia, timorosa, rispettosa del potere, succube al comando, mantenuta alla fame per essere
ricattata che si ribella; gli azzeccagarbugli di oggi hanno bel presentarla come
una Italia violenta e manesca, col coltello
in mano e la rivoluzione nel cuore, assetata di sconvolgimento sociali e bramosa di vedere tutto bruciare, gli conviene
farlo per mantenere il loro posto, in realtà i Renzo e Lucia diióggi .vogtópno-jsoIo
vivere una vita dà persone civili é non da
pedine.
Vogliono essere parte di una società responsabile e non carne da cannone per
guerre assurde o massa elettorale per
gli interessi altrui.
Essere socialisti
Una seconda considerazione va fatta:
questa Italia, che protesta civilmente col
suo voto, non cerca solo il suo pane, il
suo lavoro, cerca la sua dignità, cerca se
stessa. Rivendica quella libertà, quella responsabilità, quel rispetto che le sono
stati negati per secoli. Di questo dovranno tenere conto tutti, uomini di governo,
autorità, legislatori e cittadini, ed anche
noi evangelici s’intende, ma soprattutto
due delle maggiori forze politiche operanti oggi in Italia: i partiti di sinistra e
la chiesa cattolica.
Per i primi, passata l’euforia della prima serata e smaltito fa soddisfazione della « vittoria » si apre il grave problema:
saper condurre avanti il discorso di rinnovamento emerso dalle schede, saper rispondere alle attese dell’Italia 1975. La
Censura al Culto Radio
Domenica 15 giugno la trasmissione radio del culto evangelico è stata censurata. Il taglio è stato di
due minuti e mezzo e riguardava
l'intero commento che fa seguito
al culto e che riassumeva una notizia apparsa sul Soepi (servizio di
informazione del CEC) e che è stata pubblicata anche sul nostro settimanale (sul n. 22 del 6 giugno,
p. 3, dal titolo: « Essere protestanti a Cuba »). „
Il testo del commento era stato..
regolarmente registrato e vistato
dal funzionario di turno venerdì 13
giugno: domenica mattina è stato
"tagliato” netto.
La motivazione? Pare che il “commento" non fosse opportuno data
la giornata elettorale. Il Pres. della
Federazione ha dato una comunicazione ufficiale alle agenzie di stampa e ai' giornali in cui si dichiara
che il motivo delta censura è “oscuro", soprattutto dopo l’approvazione della riforma RAI.
Ricordiamo che il Culto evangelico dipende dal "giornate radio" ed
è “strano" che durante l'emissione
delle 13,30 dello stesso giorno non
sia stato mosso dalla stessa preoccupazione a proposito di notizie
diffuse circa il progetto di nazionalizzazione delle testate in Portogallo e commenti su elezioni in Russia.
In questo caso la censura non c'è
stata: forse perché era giornata
elettorale?
In seguito a questo intervento di
censura del culto evangelico, ilpast. ^
Aldo Comb'a, presidente dèlta fCÈt,
ha inviato un telegramma di protesta alla RAI che riproduciamo qui
di seguito:
« A nome della Federazione delle chiese evangeliche elevo energica protesta contro immotivata
censura della trasmissione culto
evangelico di domenica 15 giugno
e conseguente arbitraria limitazione delia libertà di informazione su
vita del protestantesimo nel mondo ».
tentazione di « gestire » i risultati elettorali, trasformandoli in nuove forme di inquadramento politico, sono molto forti, e
10 è altrettanto la ■ tentazione di interpretare quanto è accaduto come la « premiazione » per la linea politica seguita fin
qui. La tentazione di trovare conferme o
speranze di potere è sempre forte, ognuno di noi rischia di diventare un piccolo
don Rodrigo quando si presenta il caso.
La realtà dei fatti si gioca invece non a
livello di governi, ma di responsabilizzazione del popolo; essere « di sinistra »
non significa governare da uomini di sinistra ma creare una coscienza responsabile. È il popolo che deve crescere, che
deve essere fornito degli strumenti per
realizzare, la sua maturità umana e civile,
Renzo deve non solo avere lavoro ma
scuole, deve gestire il suo paese, Lucia
deve liberarsi dai condizionamenti di secoli di diseducazione. Per fare questo occorre essere già uomini liberi da condizionamenti, da interessi, dal « particulare
suo » di tutti gli uomini di politica e di
partito. Occorre ritornare sempre di nuo
..,vo i3i.acQprire ArJivw istanze, fonda
mehtali' deli’umanésimo socialista. Occorre restare uomini resistendo alla tentazione del burocrate, dell’azzeccagarbugli di
partito. Non è il vincere che è difficile e
conta, è saper fare della vittoria una liberazione per gli altri.
Essere cristiani
Non meno grave sarà ora però la responsabilità dell’altra forza politica primaria nella vita italiana: la chiesa cattolica. Ha giocato sin qui un ruolo determinante nel predominio del partito democristiano, ha identificato la sua parola,
sino a poco tempo fa, col voto dello scudo
crociato e la battaglia anticomunista.
È stato questo un errore non solo politico quanto teologico ed un errore foriero di gravi confusioni perché ha acceditato ancora una volta l’idea che la comunità cristiana sia sempre reazionaria, conservatrice, oppressiva, che la religione sia
sempre oppio del popolo, strumento di
potere. Non è un caso che il rifiuto della
DC diventi anche spesso rifiuto della
chiesa.
Una revisione sta avvenendo e ne dobbiamo prendere atto, la chiesa si distanzia da don Rodrigo; don Abbondio ed il
piccolo intrallazzo locale sembra cedere
11 posto al cardinal Borromeo. Un Borromeo non cardinale però (ché i cardinali
restano con don Rodrigo) ma che è comunità, prete di campagna, base popolare.
La tentazione è però grande per la chiesa di lasciare la base crociata che va alla
deriva per trovare un’altra barca di cui
cogestire la navigazione con i nuovi nocchieri. La chiesa non ha invece da scegliere quale potere è meglio sostenere ha
solo da riscoprire la sua vocazione di rinnovamento.
Dovremo ridiscutere queste cose con i
fratelli cattolici nei prossimi anni, del
« Compromesso » e dei compromessi, dell’apporto che come comunità di credenti
e come comunità « ecclesiale » (per adoperare una espressione loro) si deve dare
alla crescita deH’Italia di Renzo. È chiaro infatti che il potere buono del cardinal Borromeo è una tentazione per tutti.
È come evangelici che dire? Dobbiamo
pentirci di molte colpe, ma almeno una
non ci può essere attribuita: aver identificato la nostra presenza in Italia, e la
presenza dell’evangelo, con lo scudo crociato. Proprio per questo dalle indicazioni
elettorali non ricaveremo entusiasmi di
vittorie ma una indicazione chiara: impegnarsi perché l’Italia cresca nella coscienza e nella maturità.
G, Tourn
State saldi,
incrollabilL
(I COR. 15: 58)
Il messaggio di Pasqua ci ha
raggiunti e ci accompagna sulle
vie che percorriamo. Esso non
precede le intuizioni umane, non
è il frutto di una riflessione filosofica o religiosa sulla vita e sulla
morte. Paolo si preoccupa dei cristiani di Corinto e della loro fede;
concludendo il cap. 15 della sua
prima epistola, dedicato alla risurrezione di Cristo e dei credenti, l’apostolo scrive loro: « Perciò,
fratelli miei diletti, state saldi, incrollabili, abbondanti sempre nell’opera del Signore ».
Quel « perciò » ha un importante significato: esso unisce l’evento
della risurrezione di Gesù Cristo
alla fede dei cristiani ed alla predicazione apostolica. Le parole di
Paolo costituiscono una preziosa
esortazione a credere e ad operare nel nome di Cristo, crocifisso e
risorto dal sepolcro. Se ciò è vero
e (certamente lo è) allora: «State saldi, incrollabili » nella fede.
La fede del cristiano, la nostra fede non è mai assolutamente sicura di fronte a tutto ciò che la mette alla prova: tentazioni, tribolazioni, indifferenza, agitazione mondana, ingiustizie, infedeltà e compromessi. Perciò: « state saldi, incrollàbili » nella fede fondata sulle promesse di Dio. Non dubitate,
ma assumete con lucidità e^ fiducia la vostra responsabilità nel
« buon combattimento della fede », alimentata e fortificata dalla Parola di Dio.
In questo contesto, « siate abbondanti sempre nell’opera del Signore ». La fede nel Cristo risorto non può rimanere nascosta e
inattiva; è piuttosto una fede, come scriveva Paolo ai Galati, « operante per mezzo dell’amore ».
Questa seconda parte dell’esortazione paolinica ci fa riflettere
sulla necessità di dare alla nostra
confessione di fede un contenuto
di obbedienza e di testimonianza
cristiana. Talvolta, più ancora degli eccessi dell’egoismo, temiamo
per l'abbondanza della carità e
del servizio!
E adesso? « State saldi, incrollabili, abbondanti sempre nell’opera del Signore, sapendo che
la vostra fatica non è vana nel Signore ». Ermanno Rostan
IN QUESTO NUMERO
■ Scheda bìblica 2
■ Centrali atomiche 3
■ Aborto ed eutanasia 4
■ ' Unioni femminili a con- gresso 5
■ Risultati delle votazioni comunali alle valli 6-7
2
a colloquio
con i lettori
Dalla Svizzera il lettore Domenico Di
Toro ci fa parte delle sue perplessità sulrofferta del papa al C.E.C. di cui ha parlato il n. 20 del giornale; si domanda;
« perché tanta premura verso chiese che prima non erano chiese... e non invece un tantino
di comprensione verso i gruppi del cattolicesimo
del dissenso? ».
Forse perché le chiese nella loro istituzione fanno meno paura, non sappiamo.
Da Torino il lettore Guglielmo Sellar!
ripropone alla nostra attenzione il tema
del Concordato in concomitanza col Referendum che si sta lanciando ora per la
sua abolizione.
« Cosa è il Vaticano : stato sovrano con prerogative diplomatiche e privilegi... oppure la
sede di una istituzione religiosa. Se il Vaticano
è uno stato, come lo è stato italiano, cosa c’entra la religione culto di Dio nei rapporti fra i
due stati?... ».
La stessa domanda sono in molti a
porsela e non possiamo che concordare
con lui quando conclude:
« ...Ecco perché mi auguro che gli italiani si
decidano a strapparsi da dosso la camicia di forza del concordato... che salvò il fascismo dal suo
sfacelo ma non giovò agli italiani che lo pagarono e lo subirono dolorosamente... ».
Da Pachino il lettore Emanuele Jurato
ci fa parte delle sue riflessioni sull’articolo sulla PGEI pubblicato il 29 maggio,
ed in senso più generale sulla riforma della chiesa.
Il Direttore
Novara, 21 maggio 1975
Signor Direttore,
Permettetemi di dissentire su gran parte del
contenuto dell’articoletto <t Cittadini di serie B y>
pubblicato nel n. 19 del giornale, in « Cronache
antimilitariste ».
...Sono animato da spirito autenticamente socialista, mi spingerei a sottoscrivere volentieri una
Costituzione come quella che sarebbe stata realizzata in Cecoslovacchia da Dubcek se i carri
armati sovietici non l’avessero impedito.
... Non ho alcuna simpatia per il Fascismo.
...Onestamente mi sembra esagerato dire che i
nostri soldati siano oggi dei cittadini di serie B.
Premesso che la soluzione migliore sarebbe
per me quella deiristituzione di un esercito di
volontari. Signori miei, una delle due: o tutti i
Paesi del mondo sopprimono il proprio esercito...
oppure, se gli eserciti rimangono in Russia o in
Francia, anche in Italia l’esercito ha da esserci,
e con la sua brava disciplina. Diversamente non
« esercito » sarà, ma un agglomerato di uomini
senza coesione, senza alcuna efficienza. La conclusione del documento dei « Soldati Democratici »
- citata da Erika e Luca e che parla di « movimento organizzato nelle caserme, in contrapposizione alle gerarchie militari » — dà perfettamente ragione alle inchieste governative.
...Il cittadino alle armi in Italia non è di serie B: è un cittadino che per la nostra Costituzione Repubblicana deve « donare » dodici mesi
della sua vita al servizio militare: mantiene i
diritti politici (VOTA!) ed è quindi in serie A
perché sta obbedendo alla Costituzione, solo che
prima e dopo quella breve parentesi di dodici
mesi, sia un cittadino onesto.
Durante la parentesi egli fa parte di un esercito i cui regolamenti potranno essere migliorati, ma che non può e non deve consentire nel
suo seno — pena la disgregazione — miivimen'i
in contrapposizione alle gerarchie.
Anche nel sostenere alti ideali bisogna tenere
i piedi ben saldi sulla Realtà ed evitare l’appoggio a posizjpni assurde e ridicole.
Del resto anche la Costituzione (art. 52) indica che Tordinamento delle Forze Armate debba
«INFORMARSI ALLO SPIRITO DEMOCRATICO della Repubblica » e — ripeto — certi regolamenti militari possono essere migliorati, ma
debbono esserlo dall’esterno: c’è un Parlamento,
perbacco!
Non intende certo la Costituzione che nell’esercito si trasferiscano le STRUTTURE della Democrazia : diversamente, dopo i « movimenti »
sunnominati (che Erika e Luca sembrano appoggiare) si dovrebbero avere in caserma anche tutte le formazioni politiche — magari con le loro
brave « correnti » e il M.S.I. compreso — poi le
elezioni del caporale, del tenente, dd colonnello ecc., le organizzazioni sindacali e reiative agitazioni.
Allora, credete, è davvero ancora più pratico
— anche se arduo — organizzare NEL MONDO
un movimento per il disarmo generale e contemporaneo di tutti i Paesi.
In Italia non sarà difficile a Erika e Luca dar
inizio all’opera. Ma i guai cominceranno quando
dovranno farlo i Russi nel loro paese.
Infine, io ho molta simpatia per l’obiezione di
coscienza. Ma un certo senso pratico mi impone
di domandare — fraternamente, «enza ’roma
perché confesso di non saperlo — alla Tomassone ed al Negro se — ad esempio — nelI Unione
Sovietica gli obiettori di coscienza sono riconosciuti e se lo sono in molti altri paesi.
Cordialissimi saluti.
Francesco Romano
Forano Sabino
La domenica di Pentecoste è stata particolarmente lieta per la nostra Comunità.
Cinque catecumeni hanno fatto professione di fede e sono stati ricevuti in chiesa; Scarinci Luciana, Di Maulo Eliana,
Pazzaglia Pasqualino ed i coniugi Dessi
della diaspora di Coltodino. Anche se
non più giovanissimi da anni frequentano la nostra chiesa percorrendo in motocicletta oltre 80 km. Essi sono regolarmente visitati dal Pastore e qualche volta da gruppi della Comunità.
Che il Signore faccia sentire a questi
fratelli la responsabilità della decisione
che hanno compiuto verso di Lui e verso la chiesa.
La domenica successiva c’è stato il
Bazar con l’esposizione dei lavori che le
signore del cucito lavorando alacremente avevano preparato durante l’inverno.
Per loro iniziativa la somma ricavata è
stata devoluta per lavori di restauro all’interno della chiesa.
— Il fratello Ferdinando Balducci è
deceduto dopo lunga e dolorosa malattia. Alla moglie Luigina ai Agli Marcello
e Sergio esprimiamo la nostra simpatia
cristiana. R. G.
Come e perché è nata
jg gerarchia cattolica
Il libro del Salvoni è il secondo di una
trilogia in quattro volumi che si propone
di presentare un ampio quadro storicocritico del passaggio dal cristianesimo
neo-testamentario al cattolicesimo tradizionale. L’aspetto specifico affrontato nel
volume è la struttura gerarchica della
chiesa nella sua evoluzione storica e nel
confronto critico col Nuovo Testamento.
Caratteristica dell’opera del Salvoni è di
essere divulgativa nella forma, ma evidentemente sostenuta da un approfondimento scientifico delTargomento; ne fa
fede l’ampia documentazione desunta
dalla Bibbia, dalla patristica, dai documenti ufficiali del magistero papale, dei
concili, dei teologi cattolici, anche più recenti. Un’ampia introduzione presenta le
attuali tensioni in seno al cattolicesimo
sul tema della gerarchia, dalle correnti
più reazionarie a quelle evangelicamente
più sensibili. Paolo VI, nel giudizio dell’A.
si pone nel mezzo, sü una linea di « aggiornamento » che, tuttavia vuol essere
una conferma della struttura gerarchica
della chièsa. Il Salvoni affronta ii problema della distinzione tra clero e laici, dedicando particolare attenzione al tema
del celibato ecclesiastico. Segue la presentazione dei quadri della gerarchia cattolica e dei rapporti tra il papa e i vescovi. Interessante l’excursus esegetico sull'assenza dei termini autoritari .nel Nuovo Testamento quando è indicata la missione degli apostoli. Anche il tema del
magistero viene affrontato con un chiaro
sommario storicq. del passaggio dalla fede alle confessioni ufficiali di fede (Cre
do), al quale viene opposto il ritorno alla Bibbia, quale testimonianza a Cristo.
Il Salvoni, come si oppone ad una legislazione ecclesiastica che presuma di tradurre in comandamenti il messaggio biblico, cosi si oppone alla pretesa di ridurre TEvangelo a formule dottrinali.,
La fede biblica non è un « credo », ma
un incontro vivente col Signore.
L’opera del Salvoni ha i suoi limiti, in
particolare perché non mette in iuce le
cause storico-^sociologiche della deformazione del messaggio evangelico nel cattolicesimo e alcuni temi sono affrontati in
modo sommario, come quello conclusivo
della contrapposizione tra fede e « credo ». Tuttavia essa ci sembra molto utile
perché permette una conoscenza della
struttura gerarchica della chiesa cattolica, spesso ignorata sia dai cattolici che
dai protestanti, e avvia i cattolici anche
di media cultura ad una riflessione criiica
nei confronti di una dottrina religiosa che
spesso essi accettano senza esaminarla
in riferimento al Nuovo Testamento e alla
storia. In un tempo in cui si stampano
libri che dibattono problemi i cui termi
ni sono sconosciuti alla grande maggioranza dei presunti lettori, è utile un libro
che avvia alla critica, ma anzitutto fa conoscere le cose che vengono criticate.
Alfredo Sonelli
SCHEDA BIBLICA
Vita, morte, risurrezione
4 - L'uomo secondo il Nuovo Testamento
Come abbiamo visto, sia per l’A. sia
per il N.T. non è concepibile un’esistenza umana che non sia corporea; il
corpo non comporta alcuna caratteristica negativa, inferiore. Ma che vuol
dire il N.T. quando parla di carne? Come intendere rettamente la frequente
contrapposizione carne-spirito?
La carne debole
e peccatrice
Il termine « carne » — in greco:
sarx, corrispondente dell’ebraico basar — ha una vasta gamma di significati. Talvolta, ma raramente, indica
ciò che chiamiamo di solito « corpo »:
Matt. 19, 5; Luca 24, 39; 1 Atti 2, 31;
2 Cor. 3, 3; Ciac. 5, 3. In qualche caso
troviamo il termine nella caratteristica espressione ebraica « la carne e il
sangue », per indicare l’uomo (Matteo
16, 17; Gal. 1, 16). Altra tipica reminiscenza del linguaggio deU’A.T. è « ogni
carne » (Luca 3, 6; Giov. 17, 2) che vuol
dire « tutti », « l’intera umanità », e inversamente « nessuna carne » ( 1 Cor.
1, 29) che vuol dire « nessuno ».
Quasi sempre, però, come già nelTA.T., « carne » ha una marcata colorazione negativa; l’uomo è carne non
solo perché è debole, vulnerabile, ma
soprattutto perché è in situazione di
peccato, di incredulità e di disubbidienza, con tutte le conseguenze spirituali, morali, fisiche. E se ricordiamo che Tidentità deU’uomo è data dalla sua relazione con Dio, comprendiamo che la « carne » tocca il cuore di
tale idendità. Quando Paolo dice « io
sono carnale » (Rom. 7, 14) non vuole
evidentemente esprimere la verità lapalissiana che è corporeo, ma chiarisce egli stesso subito dopo: « sono venduto schiavo al peccato ». Aiutandoci
con una Chiave Biblica constatiamo
che le « concupiscenze carnali » non
sono soltanto e neppure principalmente fisiche. Identica constatazione, se
consideriamo che cosa sono le « opere
della carne » (Gal. 5, 19 ss.).
il prologo dell’Evangelo di Giovanni,
proclamando che « la Parala è stata
fatta carne » (1 14), vuol certo dire che
Gesù è diventato uomo come noi; ma
il fatto che si parli non di corpo (soma)
bensì di carne (sarx) ha un valore teologico, che Paolo esprime dicendo che
Dio ha mandato « il proprio Figlio in
carne simile a carne peccatrice » (Romani 8, 3): Gesù Cristo non ha assunto
soltanto la nostra corporeità, ma la
nostra condizione carnale (le tentazioni!) e peccatrice, pur senza partecipare personalmente ad alcuna responsabilità nel peccato. « Cristo ha sofferto nella carne » ( 1 Pietro 4, 1 ) non significa solo che ha sofferto fisicamente, significa l’angoscia della morte come giudizio e separazione dal Dio vivente, l’angoscia che traspare dalle parole di Gesù nel Getsemani e sul Golgota.
Una carne spirituale
e religiosa
Chi vive « secondo la carne » (v. ad
es. Rom. 8, 4-13) non conduce necessariamente un’esistenza grossolanamente carnale; si può giudicare seconda la carne (Giov. 8, 15), conoscere
Cristo seconde la carne (2 Cor. 5, 16),
gloriarsi secondo la carne delle proprie esperienze religiose (2 Cor. 11, 18),
così come ci si può « confidare nella
carne » (Fil. 3, 3) e qui Paolo elenca le
sue benemerenze di ebreo e fariseo.
Anzi, per Paolo la sicurezza religiosa
del fariseo osservante della Legge o
dello « illuminato » gonfio delle sue
pretese rivelazioni particolari costituisce la manifestazione più grave della
« carne », il p>eccato estremamente peccante, il « gloriarsi » dell’uomo davanti a Dio (1 Cor. 1, 29).
Fausto Salvoni, Dal cristianesimo al cattolicesimo. Voi. I: La chiesa e le sue
. strutture fondamentali nella Bibbia.
Ed. Lanterna, Genova, 1974.
Predicatori laici
Ricordiamo a tutti i predicatori laici
e a tutti i pastori che Domenica 22 giugno
è la giornata del Predicatore Laico.
Siamo certi che, come sempre, la Parola del Signore sarà in quel giorno annunciata dai laici con lo stesso entusiasmo e con la stessa fede di ogni tempo.
Il Segretariato invia, in questa occasione, a tutte le comunità della nostra
Chiesa il proprio fraterno saluto.
Il Segretariato
« Essere nella carne » è la condizione umana universale, che esprimiamo
anche con la confessione di peccato
« inclini al male e incapaci da noi di
fare il bene ». La Scrittura non teorizza un « peccato originale »; senza
di Teodoro di Beza riconoscendoci
preoccuparsi delle contraddizioni, constata da un lato che « quel che è nato
dalla carne è carne » (Giov. 3,6; cfr.
1, 13) e che « non c’è alcun giusto, neppure uno » (Gal. 3, 10), mentre d'altro
lato la predicazione di Cristo come
quella apostolica — dopo quella profetica — hanno senso soltanto se ciascuno è pienamente responsabile del
peccato personale e collettivo che commette e in cui è coinvolto.
La carne e lo spirito
Come per il ruach ebraico, nel N.T.
il termine pneuma, spirito, è il solo
che possa essere riferito sia all’uomo
sìa a Dio; ma, come nelTA.T., assai più
spesso a Dio che aH’uomo. Esso sottolinea dunque quella relazione fra Tuomo e Dio che, per Tintera Bibbia, è
costitutiva delTuomo; e ciò si riflette
pure nel fatto che si è spesso incerti,
in vari passi del N. T., se riferire pneuma aH’uomo o a Dio, a Cristo.
Come ruach, anche pneuma significa
anzitutto il respiro (Matt. 27, 50; cfr.
Giov. 19, 30), talvolta il vento (Giov.
3, 8, ma tutto il discorso di Gesù a Nicodemo riflette una polivalenza di significati, per cui il soffiare sovrano,
misterioso ma constatabile del vento
offre un’analogia con Tagire dello Spirito di Dio). Maria canta: « il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore » (Luca 1, 47). Per comprendere quest’ultima espressione i[si ricordi che l’esatto
parallelo di questo cantico è il canto
danzato e mimato] deU’altra Maria, la
sorella di Mosé (Es. 15) e che per gli
ebrei lo ’’spirito” non è la sede della
riflessione o dei sentimenti ma piuttosto il vigore vitale, in tutte le sue manifestazioni; ed è dato da Dio. È per
questo che Gesù « permette nello spirito » (Giov. 11, 33-38) davanti alla
morte di Lazzaro; ed è con questo significato forte che si parla di credenti
« ferventi nello spirito » (Atti 18, 25;
Rom. 12, 11): dove c’è Dio c’è vita, allegrezza, pace, comunione, attività; dove c’è Cristo c’è vita esuberante.
Insomma lo spirito è, nella persona
umana, ciò che non ha nell’uomo la
sua origine e il suo fondamento: in
primo luogo il respiro, la vigoria, ma
soprattutto la comunione con il Dio
vivente e vivificante: « Lo Spirito attesta con il nostro spirito che siamo
figli di Dio » (Rom. 8, 16).
La comunione con il Signore, che si
esprime nel gesto di rompere insieme
il pane e bere insieme il vino, ha senso, consistenza soltanto in forza della
sua presenza: « è lo spirito quel che
vivifica, la carne non serve a nulla »
(Giov. 6,63), il suo Spirito, che si apre
una breccia in noi suscitando e risuscitando la fede.
Perciò quando Paolo scrive « camminiamo non secondo la carne ma secondo lo spirito » (Rom. 8, 4), « voi
non siete nella carne ma nello spirito »
(Rom. 8, 9) si dovrebbe probabilmente
scrivere Spirito con la maiuscola.
L’apostolo non contesta certo resistenza storica e ’’carnale” dei credenti ma
afferma che essi sono già uniti per grazia, mediante la fede, a colui che li ha
liberati dallo spirito di servitù e ha
dato loro lo spirito di adozione; suo
Spirito grida in loro, più forte di tutto: Abba Padre! (8, 5). Nella lotta a
morte fra la carne ribelle e orgogliosa e lo Spirito santo di Dio, creatore
e vivificante, i credenti sono lacerati
(Rom. 7!): sono «carnali» e pur hanno « le primizie dello Spirito » (Rom.
8, 23); con l’intero creato, e per esso,
aspettano con salda speranza che lo
spirito di adozione non abbia più da
fare appello alla fede, ma si manifesti , pienamente e definitivamente nell’adozione dei corpi nella redenzione
dell’intera esistenza.
La persona umana, creata come una
ricca e inscindibile unità psicofisica,
vive di Dio, muore separata da lui.
Possiamo ora accostarci su una base
biblica più chiara al problema: morte,
immortalità, risurrezione.
Gino Conte
3
La sicurezza è più importante del progresso
Le centrali atomiche destano perplessità
echi
dal mondo cristiano
Il Sinodo Nazionale della Chiesa Riformata di Franata
conscia del fatto che il moltiplicarsi di centrali nucleari solleva
molte inquietudini e richiede un approfondito esame dei problemi di
sicurezza e delle ripercussioni sull’ambiente
chiede alla Federazione protestante di Francia di porre il problema all attenzione dei poteri pubblici invitandoli a non prendere decisioni definitive senza le garanzie sul piano scientifico, l’informazione
oggettiva e la consultazione del popolo francese.
Ispiratore principale di questo ordine
del giorno del Sinodo della Chiesa Riformata francese, è G. Richard-Molard, noto non solo negli ambienti protestanti
per le sue coraggiose prese di posizione.
Egli ha esposto il proprio pensiero in un
lucido articolo comparso poco tempo fa
su « Le Christianisme au XX siècle », e
che merita d’essere portato a conoscenza
dei lettori. Ricordiamo, per chi eventualmente non lo sapesse, che Richard-Molard non è un fisico, o comunque un tecnico; da tempo egli conduce una battaglia per i diritti del’uomo; battaglia che
l’ha portato per es. nel giugno-luglio ’73
a Mururoa, in Polinesia, in occasione di
un esperimento atomico francese, per manifestare, insieme a varie altre personalità,
il disegno proprio e di quanti hanno a
cuore il problema delLuomo e del suo
avvenire. Un credente, dunque, che però,
come tale, si sente in dovere di parlare
su cose per le quali non ha forse una preparazione tecnica specifica, ma che pongono seri interrogativi a chiunque abbia
un briciolo di coscienza.
Ma vediamo brevemente come si presenta il problema. È certo noto a tutti
che già nell’immediato dopoguerra da più
parti è stato sempre caldeggiato l’impiego dell’energia nucleare non per scopi
bellici, ma pacifici, ed uno dei campi in
cui essa ha trovato possibilità di sfruttamento è stato quello per la produzione di
energia elettrica. In concomitanza con lo
esplodere della crisi del petrolio le ricerche dei governi si sono particolarmente
intensificate in questo senso. Da un lato
la prospettiva di un rapido esaurimento
delle fonti tradizionali di energia, dall’altro la minaccia di dover sottostare a ricatti da parte dei paesi produttori di petrolio hanno accelerato e potenziato i
programmi dei vari governi per la costruzione di centrali nucleari. Per vincere ulteriori eventuali risistenze s'è vantata la
relativa economicità dell’energia nucleare, rispetto a quella ottenuta con metodi
tradizionali, e l’opinione pubblica è stata
tranquillizzata riguardo al problema delle scorie radioattive. Questi residui infatti o vengono affondati negli oceani in
cassoni di cemento, oppure seppelliti in
miniere abbandonate. Per quanto poi riguarda il tasso d’inquinamento delle centrali stesse, esso (si dice) è ridotto al minimo.
Secondo Richard-Molard le cose non si
presentano in modo così idilliaco! La costruzione di centrali nucleari ripropone
molti grossi problemi, che possiamo ridurre schematicamente in tre categorie.
In primo luogo è da tener ben presente
il fatto che le centrali nucleari non servono solo a scopi pacifici, perché da esse viene prodotto anche il plutonio, un
elemento indispensabile per la fabbricazione di arrrii nucleari. Gli interessi dunque di gruppi finanziari e dei governi collimano pericolosamente con quelli dei
militari! Già qui c’è materia suiRciente
per stare all’erta.
In secondo luogo c’è il problema delle
scorie. Al momento attuale, e con i sistemi adottati per cercare di disfarsene, non
esiste alcuna garanzia che esse rimangano inoffensive. E se per caso, in seguito
a un maremoto o a qualche altra causa
imprevista e imprevedibile i cassoni di
cemento si aprissero? La radioattività
mortale che se ne sprigionerebbe sarebbe praticamente eterna, e distruggerebbe
ogni forma di vita. Non si pensa inoltre
al fatto che le centrali, dopo una trentina di anni, sono inutilizzabili-, perché radioattive. Per ovviare a questo inconveniente al momento attuale gli americani
hanno avuto la geniale trovata di seppellirle nel calcestruzzo! Ma chi garantisce
che così rimangano per i secoli a venire?
Ma accanto a questi problemi di ordine pratico ve ne sono altri, a livello etico.
Dal Club di Roma, al Consiglio ecumenico, dal Papa a Sicco Mansholt (e se dovessimo citarli tutti la lista sarebbe assai
lunga) è stato lanciato un allarme per
quanto riguarda i pericoli connessi con
lo sviluppo del mondo occidentale. E stato detto e ripetuto che per evitare la catastrofe ecologica del nostro mondo è necessario arrestare lo sviluppo, portando
lo ad un livello zero. Ma così non avviene con la costruzione delle centrali nucleari! Il che significa che tra l’incremento dello sviluppo e una sua riduzione è
stata deliberatamente scelta la prima
ipotesi. Ma nell’interesse di chi è stata
fatta questa scelta? E chi l’ha fatta? Stante la situazione è illusorio pensare che i
mezzi di comunicazione di massa diano
alla gente un’informazione obiettiva. « Essi sono al servizio dèi potere e si rendono complici di quello che potrebbe essere il più grande crimine commesso contro l’umanità », afferma Richard-Molard;
ed aggiunge: « ...certo la crescita zero è
per la maggioranza un’utopia, così come
lo è la strategia della difesa non-violenta.
Però, come ha detto Th. Monod a T. Vinay, accusato d’essere un utopista, l'utopia concerne l'irrealizzato, e non l’irrealizzabile ». « L’energia nucleare non permette una crescita zero; essa anzi rad
doppia ogni dieci anni il potenziale tecnologico e quindi il consumo d’elettricità ».
Si tratta in sostanza di una scelta fondamentale della società per la quale bisogna lottare. Si deve agire sui vari poteri
perché operino una tale scelta. Siamo
giunti ai limiti della società tecnico-scientifica, che già fin d’ora è ostile all’uomo.
Una società mortale di cui nessuno, né
il popolo, né i poteri economici, politici,
scientifici, né 1 tecnocrati chiusi in un settore limitato di ricerca si sentono responsabili o colpevoli. A livello mondiale, di
un mondo schiacciato dal suo « progresso », schiacciato dalla sua stessa abbondanza, l’umanità intera sembra rivivere
il mito della caduta (Gen. 3), quando né
il serpente, né l’uomo, né la donna si
sentivano responsabili d’aver toccato il
frutto proibito dall’amore di Dio ».
Si tratta di problemi che non possono
essere elusi e che, evidentemente, non riguardano solo j nostri fratelli francesi,
ma anche noi, e sui quali sarebbe utile
si aprisse un dibattito. Nell’ordine del
giorno citato all’inizio, la Chiesa Riformata francese chiede che i poteri pubblici
forniscano una informazione obiettiva e
consultino il popolo. Queste due cose è
doveroso, mi pare, chiederle anche ai nostri governanti.
L. Deodato
dçict
Arrestato il Segretario Generale
del Consiglio Nazionale delle Chiese
nella Corea del Sud
Seul (Relazioni Religiose) — A causa
dell’esecuzione capitale di otto oppositori
al regime, avvenuta recentemente a Seul,
sia nella capitale che nelle provincie della Corea del Sud si sono svolte numerose manifestazioni di protesta. Le autorità
governative hanno reagito, per « ristabilire la calma e l’ordine », arrestando il
pastore Kim Kawn Suk, di 57 anni, segretario generale del Consiglio Nazionale
delle Chiese, ed il parroco presbiteriano
Kwon Ho Kyung. Secondo l’Agenzia Relazioni Religiose, sui due pende l’accusa
di aver aiutato le famiglie degli oppositori al regime arrestati, usando denaro
ecclesiastico. Inoltre, le autorità hanno
anche chiuso il seminario sacerdotale.
Frattanto, migliaia di studenti continuano a manifestare a Seul contro l’impopolare regime del presidente Park Chung
Hee, di cui chiedono le dimissioni. Gli
studenti rivendicano un’autentica democrazia ed una nuova costituzione che, sostituendo l’attuale, garantisca pienamente i diritti civili della popolazione.
iap&fia [ijSm
Un anziano prigioniero adottato da
Amnesty Internazionale, Anatoly Marchenko è stato nuovamente tratto in arresto il 26 febbraio.
Marchenko aveva scontato una pena
di 6 anni di detenzione in prigioni e campi di lavoro forzato fra il 1960 ed il
1966. Dopo la sua liberazione dovette subire severe restrizioni e gli fu vietato il
soggiorno a Mosca. A questo punto egli
scrisse «la mia testimonianza» uno dei
resoconti più conosciuti e significativi
sulle condizioni dei detenuti neU’URSS.
Nel 1968 Marchenko era nuovamente
arrestato; lo si accusava li aver infranto
i regolamenti sui passaporti ma la vera
ragione era più probabilmente l’insieme
delle dichiarazioni sulle sue esperienze
in carcere.
Venne condannato ad un anno di campo di lavoro rieducativo. Scontata la pena venne accusato di « calunnie antisovietiche » poiché i suoi amici avevano nel
frattempo fatto pervenire all’estero il
manoscritto di « la mia testimonianza ».
Allo scadere deH’internamento gli furono comminati altri due anni.
Dopo la sua liberazione nel 1971 Marchenko dovette risiedere ancora ima volta lontano da Mosca essendogli vietato il
domicilio nella capitale.
Marchenko ha subito infiniti interogatori, in particolare durante la campagna
condotta dal K.G.B. contro le pubblicazioni del Samizdat, ed in seguito alle dichiarazioni da lui fatte in difesa dell’accademico Sakarov durante il suo sciopero della fame nel 1974. Nel dicembre
dello stesso anno egli dichiarò di rinunciare alla cittadinanza sovietica e di voler emigrae negli Stati Uniti.
L’accusa mossagli nel suo ultimo arresto sembra essere la stessa del 1968,
mancata osservanza dei regolamenti dei
prigionieri liberati. (Soepi)
Oslo (Relazioni Religiose) — Il governo dell’URSS ha negato il visto di entrata ad un gruppo di cristiani battisti norvegesi che volevano assistere al processo contro il segretario generale della
Chiesa dei Battisti Evangelici sovietica,
Wiens. La delegazione, di cui dovevano
far parte tre parlamentari norvegesi ed
un giurista, autorizzato dalla commissione internazionale dei giuristi, scrive l’Agenzia Relazioni Religiose, oltre che assistere al processo contro P. G. Wiens, volevano prendere contatto con i suoi familiari, con altri battisti perseguitati e
con lo scienziato sovietico Sacharov.
URSS (soepi) — La preparazione della 5' assemblea del C.E.C. è stata l’occasione di un intensificarsi delle relazioni
fra le diverse chiese dell’URSS membri
del CEC. I temi dell’Assemblea sono stati studiati dal 21 al 24 aprile a Leningrado dall’Unione dei cristiani evangelici.
Battisti" in URSS, la chiesa ortodossa autocefala di Georgia e della chiesa evangelica luterana di Lettonia approfittando
di una visita dei rappresentanti del CEC.
Nel corso dei lavori sono emerse esi
DalIVRSS alla Svizzera
genze di unità e comunione fra adepti di
credenze, culture ed ideologie diverse.
Riaffermando da parte delle loro chiese la fedeltà al CEC inteso come comunione di chiese i delegati hanno dichiarato che fra gli impegni post assembleari doveva figurare la ricerca dell’unità e
del servizio per la causa della pace e della giustizia.
Chiuso il Seminario
catttolico di Ecòne
Il Seminario cattolico di Ecòne (Svizzera) è stato chiuso dalle autorità ecclesiastiche elvetiche. Con un provvedimento che impressiona per la sua gravità,
Mons. P. Mamie vescovo di Ginevra, Losanna e Friburgo ha infatti ritirato al
« Seminario internazionale san Pio X » di
Ecòne la qualifica di « istituzione canonica ».
È giunta così a conclusione una vicenda iniziata alcuni mesi fa, quando la Curia aveva mandato un paio di prelati
(Mons. Descampt e Mons. Onclin) a visitare questo istituto che era stato fondato nel ’71 da Mons. Lefebvre, ex vescovo di Dakar.
Mons. Lefebvre, personalità estremamente conservatrice, aveva reso noto il
suo pensiero in una specie di manifesto
pubblicato il 21 nov. 1974, e nel quale fra
l’altro diceva : « Noi rifiutiamo, così, come ci siamo sempre rifiutati, di seguire
la Roma delle tendenze neo-moderniste e
neo-protestanti, quale si è chiaramente
manifestata nel Concilio "Vaticano II e,
dopo il Concilio, in tutte le riforme che
ne sono derivate ». A proposito della nuova liturgia, aggiungeva : « Questa riforma,
essendo uscita dal liberalesimo e dal modernismo, è tutta quanto avvelenata. Deriva dall’eresia e sfocia nell’eresia, anche
se non tutti i suoi atti sono eretici. È dunque impossibile a qualsiasi cattolico cosciente e fedele adottare questa riforma
o sottomettervisi in qualsiasi modo».
Con queste affermazioni Mons. Lefebvre esprimeva non soltanto im dissenso
nei confronti di certe innovazioni liturgiche, ma attaccava l’autorità del Concilio
e del Papa. Come ha dichiarato Mons.
Mamie, si trattava di «un rifiuto lucido
ed esplicito delle decisioni del Concilio
Vaticano II e dell’autorità del papa
Paolo VI ».
La Curia dunque non ha più potuto
ignorare questa voce e se ne è dissociata.
Si potrebbero fare varie rifiessioni su
questo caso che rischia inoltre di coinvolgere alcune personalità politiche del Vailese che hanno manifestato la loro solidarietà a Mons. Lefebvre; ma una sola
qui ci interessa per il momento ; perché
la Curia ha fatto esplodere il caso proprio adesso, in concomitanza da un lato
con le elezioni in Italia e nella imminenza della promulgazione della Lex fundamentalis, che segnerà inevitabilmente un
preoccupante passo indietro nel processo
iniziato con il Vaticano II?
Rimane cioè il sospetto che la Curia,
colpendo a destra, desideri accreditarsi
verso la sinistra.
(da I.C.I. n. 481)
Lisbona (Ansa) — I sacerdoti e gli
alunni di seminari dovranno fare il servizio militare come tutti gli altri cittadini. Un decreto legge in tal senso del consiglio della rivoluzione è già stato pubblicato nella « Gazzetta ufficiale ».
A norma di quella legge i sacerdoti cattolici delle diocesi o degli istituti religiosi cattolici sono qualificati atti al servizio militare; possono tuttavia usufruire
di un rinvio di chiamata fino ad essere
ordinati sacerdoti, purché l’ordinazione
non superi l’anno in cui compiono i 30
anni. La legge si applica anche ai ministri di altre confessioni religiose.
Praga (Relazioni Religiose) — Il governo di Paga ha ordinato negli ultimi mesi
la chiusura delle chiese pentecostali di
Nebory e di Zikov. Secondo quanto informa l’Agenzia Relazioni Religiose, i predicatori delle due chiese sono stati accusati di tenere contatti con i loro correligionari all’estero.
Roma (adista) — Durante il recente
sinodo interdiocesano della Germania Federale si è udita qualche voce fortemente critica nei riguardi della politica vaticana verso l’Est. In particolare, Bernard
Vogel, presidente del comitato centrale
dei cattolici tedeschi e uomo molto vicino alla DC d’oltralpe, ha invitato il Vaticano a riesaminare la propria politica
nei confronti della RDT. Vogel, ha lanciato il suo monito collegandolo a « voci »
di un imminente viaggio di monsignor
Casaroli a Berlino Est.
Dal Vaticano nulla è trapelato finora
in proposito, anche se corrono insistenti
voci di contatti sempre più frequenti tra
la Santa Sede e il governo della RDT.
Amsterdam (Relazioni Religiose) — Da
alcuni mesi, il governo irakeno pretende
dagli uomini d’affari olandesi che si recano in questo paese arabo per affari,
di presentare insieme alla domanda per
il visto il loro certificato di battesimo.
Secondo le autorità irakene, ciò dovrebbe provare che non si tratta di olandesi
ebrei. La Chiesa Riformata Ol^dese, informa l’Agenzia Relazioni Religiose, ha
impartito ai suoi uffici distrettuali l’invito a non rilasciare i certificati di battesimo, che servono agli uomini d’affari per
potersi recare in Irak. Secondo questa
Chiesa olandese, i cristiani non possono
diventar complici di questa discriminazione razziale instaurata dal governo di
Bagdad. ESsa, infatti, dimostra che il
governo dell’Irak non si oppone soltanto
all’esistenza dello Stato di Israele, ma
discrimina tutti gli uomini di religione
ebraica.
4
^ Il problema della liberalizzazione dell’aborto o della sua depenalizzazione è
stato posto all’attenzione degli italiani da
parecchi mesi, la richiesta di Referendum
acuirà il dibattito. Le comunità evangeliche hanno affrontato tempestivamente
il tema sulla base dei documenti che sono stati forniti anche dal nostro giornale
L’aborto però non costituisce un tema
a sé, esso infatti non è che un aspetto
del problema più generale: quale senso e
valore diamo alla vita nel quadro della
nostra fede cristiana?
Vorremmo a questo punto fare tre
considerazioni. L’aborto pone l’interrogativo della vita al suo sorgere ma lo
stesso quesito si pone al termine, per
l’eutanasia. La vita si accetta, si subisce,
ci si integra in essa o si sceglie?
Secondo: il problema è quello di stabilire una legge o di creare un responsabile? Ed è possibile fare una legge in
questo campo?
Terzo: la nostra responsabilità non è
ormai un fatto che possiamo prendere
o lasciare, c’è. Nella misura in cui siamo
intervenuti nel garantire la vita, la sopravvivenza dell’uomo, con vaccini, medicine e trapianti, abbiamo fatto una scelta: decidere in merito alla vita, oggi ci
tocca decidere anche in merito alla morte.
I tre contributi che diamo in questa
pagina sono la dimostrazione di come i
fratelli evangelici all’estero già si stiano
ponendo il problema, vale la pena riflettere sulla scia delle loro osservazioni.
PROBLEMI APERTI
Disporremo della vita e della morte?
La vita è dono e responsabilità - L’umanità non può tornare indietro ma si trova a dover
scegliere - Aborto ed eutanasia sono questioni personali, è lecito farne delle leggi?
Tabù
Liberarsi da un problema morale è
oggi molto facile, basta dire che si tratta di un tabù. Nessuno ha voglia di difendere dei tabù e così la questione è
risolta. È davvero strano che questa
parola, appartenente al mondo primitivo polinesiano abbia assunto tanta
importanza nella cività moderna. Tabù
significa ciò che è messo a parte, consacrato, ciò che deve essere rispettato ed evitato. Il rispetto dei tabù conduce alla creazione di un sistema di
divieti e di norme.
Forse dobbiamo rallegrarci per aver
scoperto che questo rispetto è immotivato. I primitivi hanno infatti opinioni curiose su ciò che è lecito o proibito, vivono una esistenza imbrigliata da
regolamenti concernenti il cibo, la vita
sessuale, le relazioni fra generazioni,
norme che sembrano assolutamente
arbitrarie.
Non è forse un enorme progresso
Vesserei liberati da queste forme di
pensiero primitivo, voltando la schiena
a tutti i tabù? La libertà che deve caratterizzare una persona adulta, non
si esprime in questo modo?
Siamo giunti ora al punto in cui è
vietato vietare. I tabù cadono ad un
ritmo vertignoso e cominciamo ed il
nostro stesso coraggio comincia a farci paura.
Un mondo dove tutto è permesso
non corrisponde però alle nostre aspettative, nasce così il dubbio: se per caso avessimo lasciato da parte qualcosa di fondamentale?
Il tabù infatti non è semplicemente
un inganno o una illusione; è la prima
manifestazione di una presa di coscienza da parte dell’uomo dell’esistenza di un ordine universale che lo
sovrasta. Gli storici della religione
hanno definito il tabù come il « primo
imperativo categorico», cioè la prima
norma di carattere incondizionato. I
primitivi hanno spesso dato a questo
imperativo un contenuto che ci sembra arbitrario, erano coscienti però di
un fatto: appartenere ad un universo
retto da una legge universale.
Il pericolo che ci minaccia è di eliminare, insieme ai tabù, anche la nozione di un ordine morale oggettivo.
Questo ci porrebbe più in basso degli
stessi primitivi.
L’apostolo Paolo ha lottato anch’egli
contro i tabù. L’epistola ai Calati è
una violenta invettiva contro le leggi
e le norme che minacciano la libertà
del credente. Paolo si spinge al punto
da affermare « tutto mi è lecito »
(1 Cor. 6: 12). Ma la sua battaglia contro i tabù si situa in un contesto molto preciso: l’ordine nuovo che Dio ha
dato in Gesù Cristo. Egli rifiuta i tabù
ma nel nome di una legge superiore:
la legge di Cristo.
Tutto mi è lecito ma il corpo e la
mia vita intera appartengono al signore. Sono liberato dalla prigione dei
tabù se accetto di vivere la mia esistenza al servizio di Dio. A questo
punto la legge divina non è più un
ostacolo che mi impedisce di vivere
ma un aiuto per vivere nella pienezza,
come dice il Salmo « camminare con
libertà...» (Salmo 119: 45).
W. A. VIsser’t Hooft
La Vie Protestante, 30 maggio 1975
Il prof. A. Dumas di Parigi ha tenuto
una conferenza al club « Pour mieux vivre » sul tema: potere dell'uomo riguardo alla vita ed alla morte. Intervistato
per « Le Christianisme au XX siècle » ha
risposto con una ampia conversazione di
cui ricaviamo l’essenziale.
— Nel momento in cui la Francia ha
legalizzato l’aborto la coscienza si interroga sul significato di questo progresso
tecnico e sociale che conduce in ultima
analisi a riconoscere come inevitabile
quello che durante secoli è stato considerato un delitto. Non si tratta forse di
una crisi e di un interrogativo più generale sul diritto dell’uomo oggi a servirsi
del potere di cui dispone?
— Viviamo infatti in un momento molto strano, la nostra civiltà sta realizzando in termini di tecnocrazia quello che
generazioni passate hanno visto come pura utopia. L’entusiasmo però che animava gli scienziati aH’inizio del secolo cede
ora il posto all’angoscia di molti di fronte ai poteri di cui disponiamo... Per sa?pere fin dove la scienza deve esercitare
il suo potere ed a quale momento già
compie un abuso occorre porre delle distinzioni facendo luce in quel groviglio
di problemi in cui ci troviamo e che noi
stessi procuriamo del continuo...
— Distinguere non significa fare casistica...? La morte non è sempre un male?
Come è possibile volere la morte di qualcuno, sia un embrione, sia un essere incurabile?
— Nient’aflatto ! La morte non è sempre ed unicamente un male! Occorre dire invece che la morte e la vita formano
una coppia, sono necessariamente uniti.
È normale, è bene che la vita non duri
eternamente: la vita risulterebbe impossibile sul nostro pianeta! Al contrario
siamo inseriti in un ciclo in cui la vita
produce la morte ed in cui, per quanto
strano possa sembrare, dalla morte sorge sempre di nuovo la vita. Basta considerare il ciclo delle stagioni, ricordandoci
che le generazioni passate hanno ricavato ispirazione assai più dal ciclo naturale che dagli interventi della cultura.
Non dico questo per sdrammatizzare a
buon prezzo la morte ma perché mi oppongo con forza a quella sorta di manicheismo che così, schematicamente, giudica buona la vita e cattiva la morte. La
realtà è invece questa esistenza a doppia faccia : si nasce per morire e si muore perché altri nascano, come il decomporsi delle foglie crea l’humus da cui sorgono nuovi rampolli. Da questo punto di
vista voler impedire la morte equivale a
impedire la vita.
È altresìi vero però che spesso la morte è ben altro che il termine di una esistenza piena e compiuta, il compimento
di una realtà finita come è la nostra. Vi
sono morti che sono scandalose e dinnanzi alle quali non possiamo non reagire, anzi agire...
In ogni tempo gli uomini si sono posti
gli stessi nostri problemi... non disponevano dei nostri mezzi per risolverli...
Quello che è cambiato non è la volontà
di intervenire, è la capacità tecnica dell’intervento... Su 1000 persone che nascevano nel Medio Evo 345 solo raggiungevano i 45 anni! Oggi, in Svezia, con un
tasso del 2% di natalità si mantiene stabile il livello della popolazione...
— Così ritorniamo, mi sembra, al problema posto all’inizio, intervenire è un
progresso? E soprattutto equivale automaticamente ad aiutare?
— Conoscete la teoria di Ivan Illich a
questo riguardo... secondo cui il progresso tecnico rappresenta per un certo tempo un progresso ma poi crea un ingorgo
per la sua iperspecializzazione... È noto
che i malati nei nostri ospedali si sentono sempre più spersonalizzati. Il malato
diventa un oggetto manipolato dai tecnici, medici, medicamenti, lo è anche riguardo alla sua morte quando ci si accanisce nella terapia per mantenere artificialmente resistenza in organismi che sarebbero già morti... C’è di peggio: gli interventi dell’uomo non diminuiscono affatto nel tempo l’ingiustizia sociale: mentre si mantengono in vita prematuri al
costo di 1.000 franchi al giorno, 500 milioni di altri bambini moriranno forse di
fame da qui al 2.000. Né il libero mercato difeso dal capitalismo, né la socializzazione presentata dai marxisti come la
soluzione, sono in grado di risolvere il
problema della diseguaglianza... Eppure
credo sia necessario compiere interventi.
— Veniamo ad un caso concreto: la
legge sull’aborto presentata dalla signora Veil...
— Personalmente sono favorevole perché risponde alle situazioni disperate che
si creano quando c’è una realtà biologica
ed una non realtà a livello psicologico...
La soluzione certo è una contraccezione...
La limitazione della nascita ha i caratteri di un progetto, l’aborto è un rimpianto.
— Come teologo come concilia la sua
visione deila morte con quella di Paolo
che la presenta come l’ultimo nemico?
— Certo la morte sia anche un dramma ed un male ma non qualsiasi morte...
ricordiamo con quanta serenità la Bibbia narra la morte dei patriarchi che se
ne vanno «con i loro padri». Paolo ne
parla invece in un senso diverso, ma perché è «nemico»? Perché separa coloro
che non dovrebbero essere separati. L’uomo è fatto per comunicare, per l’amore
ed ecco la morte che introduce una rottura inattesa ; questo però è vero solo
per l’uomo, il solo essere vivente ad aver
coscienza della sua finitezza, del fatto che
la sua fine rappresenta un problema, un
dramma per lui stesso e per coloro che
gli sopravvivono. L’uomo è d’altronde il
solo essere a circondare la morte di un
cerimoniale, la sepoltura. La cultura umana può considerarsi nata, in gran parte,
dal problema che la morte pone, la morte come antagonista...
Eppure non bisogna far dire alla Bibbia il contrario di quel che dice... nel mito della Genesi la proposta del serpente
è proprio di diventare immortali. Sotto
un certo aspetto la Bibbia ci dice che il
male è sognare l’immortalità, l’eternità.
In sé l’essere una realtà finita non è né
male, né il peccato, né la colpa; anzi è
la condizione dell’incontro fra uomini;
per non smarrirsi a sognare nell’infinito
è necessaria la limitatezza di un tempo
ed uno spazio.
— Uccidersi non è per l’uomo un diritto, ma uccidere, in certi casi estremi,
penso al problema dell’euthanasia, non
diventa forse un dovere?
— Euthanasia significa « buona morte »,
a rigor di termini significa che si deve
poter vivere la propria morte in modo
sereno e cosciente. Normalmente gli altri, quelli che continueranno a vivere, nascondono la verità a chi sta per morire,
che il più delle volte è pienamente cosciente... giro vizioso in cui non si sa chi
ha veramente pietà e di chi... il problema non è dare o no la morte, ma l’accanirsi a curare, il più delle volte persone
incoscienti; secondo me Illich ha ragione: una tecnologia è buona quando è
strumento di comunione, è cattiva quando diventa possessiva. C’è un accanirsi a
mantenere in vita che è il contrario di
una comunione.
— Si può dire, per concludere, che l’uomo ha potere su se stesso e sul mondo?
— Potere sì, non manipolazione; potere significa intervento in favore dell’uomo, manipolare significa dominarlo suo
malgrado. L’uomo ha il potere di gestire, come un buon economo, la vita e la
morte; non può intervenire senza riflettere alle conseguenze del suo intervento
e valutare i risultati della sua gestione.
Il problema è sapere come si abiterà la
realtà su cui si interviene. Il corpo non
è materiale organico, è un habitat personale; basta dire abbiamo il potere di
intervenire per averne il diritto? Questi
sono i problemi su cui l’umanità ha da
riflettere oggi.
Una responsabilità personale
Sul « Christianisme au XX siècle » (n.
22) il past. A. Maillot ha sullo stesso tema redatto un ampio articolo.
La vita e la morte nella parola di Dio
ovvero riflessioni teologiche sull’ euthanasia di cui ecco le linee essenziali:
C’è un primo fatto: non si può parlare
in piena verità della vita e della morte...
si tratta di concetti astratti per noi; c’è
la mia vita e ci sarà la mia morte, c’è la
vita e la morte degli altri, di quelli che
amo... pur ricorrendo a queste astrazioni
dobbiamo ricordare che ci sono per noi
solo « delle vite » e « delle morti »..., casi
unici che non si possono trasformare in
concetti generali. Non si può giungere ad
una legge.
Secondo fatto: il termine eu-thanasia,
buona morte è una contraddizione di termini, non c’è buona morte... e qui mi dissocio da A. Dumas quando confonde la
morte di una foglia con la morte dell’uomo immagine di Dio. Dimentica ralbero
della vita... vietato ad Adamo ed Èva ma
non vietato per sempre.
L’espressione « sazio di giorni » è chiara: è uno che ne ha basta di vivere!... per
Paolo la morte è rultimo nemico. La morte della morte corrisponde alla fine del
nostro tempo. Tanto meno ci può essere
buona-morte quando la si amministra
agli altri. Non solo Dio è il solo signore
della vita altrui ma quando siamo strumenti della morte, quando ritiriamo la
vita agli altri andiamo in una direzione
che è contraria alla nostra vocazione profonda che consiste nel procurare la vita.
Questo è il significato del non uccidere.
Sei stato creato per dare la vita non per
recare la morte. Occorre ricordare che
ha fatto gemere il Cristo (Giovanni 11: 35
è più forte del piangere) e l’ha condotto
a gridare « perché mi hai abbandonato ».
Per venire all’euthanasia non si dovrebbe parlare di buona-morte ma semplicemente di morte. In qualunque condizione
si compia e per qualunque motivo resta
un delitto e come tale va visto. Non vedo
di conseguenza come una legislazione, in
paesi civili, potrebbe renderlo legale; ho
la stessa impressione di malessere che
provo dinanzi alla legge sull’aborto. La
legge deve lasciare la breccia alle eccezioni ma non si può legiferare sulle anomalie.
Diciamo dunque che non esiste in que
sto caso una legge, o meglio esiste una
legge ma non la si può redigere senza
prevedere le sue violazioni: « Non uccidere » e « devi alleviare le sofferenze », il
medico deve accettare questa doppia responsabilità.
Ricordiamo che se la morte resta una
realtà odiosa la vita dal canto suo non
deve essere considerata il sommo bene.
La vita «i compie nella relazione, ed in
particolare nella relazione più profondi: l’amore del prossimo. Per questo si
può dire che ottuagenari la cui vita è stata un’esistenza selvaggia non hanno vissuto e giovani scomparsi troppo presto hanno avuto una vita piena e ricca. Non si
misura la vita a lunghezza ma a peso.
Nel problema che ci interessa è questione della sofferenza e della sofferenza
senza altra via d’uscita che la morte. Bisognerebbe essere senza cuore per non
vedere che ci sono sofferenze intollerabili
ed inammissibili... Intollerabili per chi le
patisce ed inamissibili per chi vi assiste...
il medico si trova qui dinnanzi a due colpe e deve sceglirne una : o lasciar soffrire o fare morire... È chiaro per il nostro problema che il medico deve essere
certo che la sofferenza è in questo caso
altrettanto irreversibile che la morte.
In questi problemi occorre giungere però ad una posizione personale: In modo
esplicito e responsabile mi sento di domandare ai medici, che eventualmente mi
dovessero curare, in circostanze di questo genere, di mettere un termine insieme, alle sofferenze ed alla vita. Non vorrei dare, dopo la mia vita che ritengo felice gioiosa ed a vista umana piena, lo
spettacolo di una regressione al livello
animale... Non credo che Dio sia felice in
presenza di certe agonie. Sono certo in
colpa di chiedere così che si acceleri la
mia morte, di compiere una sorta di suicidio per mano di terzi, ma assumo la responsabilità dinnanzi a Dio di questa
colpa.
Non ne commetterei forse un’altra chiedendo per me cure inutili che sarebbero
invece necessarie ad altri... torturando con
le mie sofferenze medici, amici, parenti?
In tutta responsabilità: per quanto mi
concerne posso dire sì all’eventualità di
un accorciamento della mia vita. Sarei
pazzo se trasformassi questo in norma
per gli altri.
5
VILLAR PEROSA
Milano
Le Unioni Femminili Evangeliche
verso una federazione
Incontro costruttivo delle unioni femminili - Vasta panoramica di una attività spesso poco valorizzata - Le donne nella vita della comunità
Domenica 8 giugno ha avuto luogo a
Villar Perosa rincontro regionale delle
Unioni femminili, con rappresentanti vaidesi, metodiste, battiate e dell’Esercito
della Salvezza.
Le partecipanti sono circa 150.
Un primo gruppo arriva a Villar Perosa sin dal mattino, e viene subito accolto con la ben nota ospitalità del pastore Geymet, dalla sua famiglia e da un
gruppo di membri di chiesa nel Convittoforesteria; dove viene offerta una ristoratrice tazza di caffè; poi, sotto la guida
della direttrice, si procede ad una visita
minuziosa del bel Convitto, già tutto
pronto ad accogliere l’indomani un folto
nucleo di tedeschi, che vengono a trascorrere qui le loro vacanze. Le unioniste si recano quindi al tempio per il culto, dove la sig.ra Ade Gardiol, presidente
della F.F.V. svolge un’accurata meditazione sul testo di Giobbe 32: 8-9 : « Non
quelli di lunga età sono sapienti, né i
vecchi sono quelli che comprendono il
giusto, ma nell’uomo quel che lo rende
intelligente è lo spirito, è il sofBo dell’Onnipotente ».
La corale canta un inno, la sig.ra Geymet suona all’organo vari cantici dell’innario francese, rinfrescando opportunamente la nostra memoria intorno a questo validissimo patrimonio spirituale di
parole e di musica, che le nostre unioni
non dovrebbero a nessun costo lasciar
cadere; infine il pastore distribuisce la
Santa Cena coadiuvato da due unioniste.
Dopo il culto i lavori dell’incontro con
la discussione della proposta avanzata da
molti gruppi femminili e presentata dalla sig.ra Gardiol, di creare una federazione di tutti i movimenti femminili evangelici in Italia ; le donne metodiste, battista,
valdesi, luterane, salutiste vorrebbero
stringersi in una federazione allo scopo di
essere più forti nella testimonianza evangelica, e di conseguenza, forse, più ascoltate come minoranza religiosa in Italia.
Esiste attualmente un Consiglio di collegamento dei movimenti femminili evangelici italiani, ma si sente ormai la necessità di un allargamento di questo Consiglio e il bisogno di avere in seno al comitato alcune rappresentanti nominate dalla
base, e non più soltanto d’ufficio, come
accade ora per il Consiglio di collegamento. Una federazione femminile di tutte le
donne evangeliche italiane potrebbe essere molto importante.
La discussione intorno a questo argomento si protrae per oltre un’ora, trova
di massima il consenso delle partecipanti
e si compendia alla fine della giornata, dopo alcuni ripensamenti, nel seguente O.d.
G., approvato con un solo voto contrario :
« Le donne evangeliche della regione
Piemonte, riunite a Villar Porosa l’8 giugno 1975, approvano la costituzione di
una federazione femminile evangelica italiana al fine di potenziare e di arricchire
la testimonianza evangelica ; raccomandando di organizzarla democraticamente
in seno alla federazione delle chiese evangeliche in Italia ».
* * *
Nei locali sotto il tempio le unioniste
consumano il pranzo al sacco, completato da un eccellente minestrone offerto
dall’équipe villarese veramente impareggiabile ed instancabile.
Nel primo pomeriggio arriva il secondo folto gruppo di unioniste da molte
altre località delle Valli, da Torino e anche da Milano. Si dà inizici alla tavola
rotonda sulla terza età, tema già dibattuto separatamente dalle unioni durante
l’inverno, partecipanti le sorelle : M.
France Coisson (membro Comitato F.F.
V.), Erica Rostagno (responsabile distrettuale F.F.V.), Delia Lincesso (direttrice Asilo vecchi S. Germano Chisone),
e la sig.ra Ronfetto (assistente sociale di
Torre Pellice).
M. France Coisson fa un’ampia disani
ma del problema degli anziani sotto lo
aspetto umano, medico, psicologico, sociale, economico, funzionale e biblico. A
proposito di quest’ultimo aspetto la relatrice, rieccheggiando i versetti meditati durante il culto del mattino, afferma
che per il Signore non è l’età che conta,
ma la persona umana che ha sempre bisogno di essere ammaestrata, convertita
e di servire Dio; in uno studio del pastore Santini è detto che gli anziani, i
pensionati dovrebbero essere rivalorizzati per molti servizi nella chiesa.
A questo punto tutte le rapresentanti
delle Unioni valdesi metodiste battiste
sono invitate, a turno, ad illustrare il lavoro finora svolto nelle loro sedi a favore degli anziani, e a parlare dei propositi, delle iniziative in programma per il
futuro.
Viene qui esposta tutta una gamma di
attività, da quelle di avanguardia alle più
modeste; da quelle innovatrici a quelle
più tradizionali; tutte però ugualmente
ispirate ad un vivo desiderio di servizio,
di testimonianza evangelica, di comprensione e di fraternità verso quella categoria di emarginati della nostra società che
si sogliono chiamare « persone della terza età».
All’avanguardia abbiamo località come Torre Pellice e Luserna S. Giovanni che fanno a gara ta Comune e comunità valdese a costruire centri per anziani;
dove funzionano servizi domestici ed infermieristici per anziani a domicilio e
non; dove, come presso l’Asilo Valdese
di Luserna S. Giovanni, vi è un servizio
aperto con ambulatorio geriatrico, lavanderia, manicure, pedicure, mensa, con
il concorso finanziario del Comune (pur
mantenendo l’Asilo Valdese la sua piena
autonomia).
Per le attività innovatrici segnaliamo
la comunità di Ivrea, che ha due rappresentanti dell’Unione femminile valdese,
gruppo di operatori sociali del Comune:
questo gruppo è formato da assistenti
comunali, dell’Ospedale, dell’Olivetti, e da
esponenti cattolici; le delegate valdesi vi
sono accolte favorevolmente e sono assai apprezzate.
Anche la comunità valdese di Pinerolo
ha un membro di chiesa, e precisamente
un’unionista, che opera attivamente nel
servizio del Comune a favore degli anziani; la nostra sorella fa sentire la sua
testimonianza evangelica in varie occasioni, come per es. negli studi settimanali per ànziani sull’epistola di Giacomo
(nuova traduzione), che vengono fatti
presso la Casa della giovane.
Fra le località ove è tuttora forte la
tradizione possiamo citare le comunità
di Villar Pellice, S. Germano, Pramollo,
Rorà, dove praticamente il problema degli anziani non esiste, perché essi non
sono soli, vivono ancora in famiglia; le
chiese, le unioni femminili, i giovani li
visitano regolarmente nei quartieri, organizzano per loro festicciole recite canti
a Natale, ne vanno a prelevare alcuni la
domenica con l’automobile per portarli
al culto. A Rorà il Sindaco, architetto
Longo, mette a disposizione gratuitamente il pulmino del Comune ogni volta che
gli anziani ne hanno bisogno. A S. Germano esiste l’Asilo dei vecchi valdesi,
diretto con amore da Delia Lineasse.
Ad Angrogna la comunità valdese ha
messo, da tempo, a disposizione del Comune il presbiterio del Serre, per essere
trasformato in un centro per anziani.
Purtroppo il Comune non ha ancora realizzato l’opera per mancanza di fondi.
Tra i numerosi progetti a favore degli
anziani possiamo sottolineare quello del
Sindaco di Perrero animato dalla volontà di costruire mini-alloggi economici per
anziani, e che non riesce ad ottenere una
zona adatta per la costruzione; quello di
Pomaretto dove 4 piccoli alloggi sistemati nelle scuole in disuso saranno affittati
a basso prezzo, durante l’inverno, ad anziani originari di Villasecca ; ancora a
Pomaretto la chiesa valdese collaborerà
con la Comunità montana a favore delle
250 persone di oltre 60 anni abitanti nel
Comune.
Infine a Lucente la nostra sorella della
chiesa battista, sig.ra Spanu, si propone
d’istituire servizi di assistenza minuta a
domicilio per gli anziani, ed auspica un
contatto tra gli Istituti valdesi, che le
sembrano più vivi ed attivi, con la casa
di riposo battista di Rivoli, «Villa Graziaìma »,' che al contrario le appare mettere troppo l’accento sulla morte.
Due comunità, S. Secondo e Prali, fanno propositi per occuparsi più attivamente dei loro anziani in avvenire.
La tavola rotonda si conclude con due
altri interventi, uno da parte di Delia
(continua a pag. 6)
Accomuniamo la vita delle nostre due
comunità, metodista e valdese perché
molte attività si sono svolte assieme; anche quest’anno sono continuate le riunioni delle monitrici nelle case con la partecipazione delle rispettive famiglie allo
studio dei testi biblici e così pure i corsi
di catechismo ; si prospetta per l’autimno
prossimo di coinvolgere anche le famiglie dei bambini. Si è pure iniziato l’incontro con la Scuola domenicale della comunità battista di Sampierdarena, con
reciproco arricchimento dei doni di ognuno. Una simpatica gita domenicale ha
consentito un ulteriore affiatamento tra
le tre chiese. Sempre coi fratelli battisti
si è pure iniziato un incontro ^ovanile
con la fiducia che possa essere più numeroso da parte nostra.
Ancora nel settore dei bambini si è iniziata la pubblicazione d’un giornalino
tendente a interessare ed a impegnare un
gruppo di « giornahsti in erba ».
Ricordiamo ancóra che le nostre monitrici hanno anche preso parte all’incontro di Vallecrosia e ne sono tornate incoraggiate nella loro missione.
Nel campo dell’evangelizzazione ricordiamo la partecipazione di un gruppo
delle due chiese alla «campagna» che
si è tenuta a Piazza Verdi ed all’interessamento per questa missione non ancora
« defunta », grazie a Dio.
Anche i bazar di beneficenza sono stati
l’occasione di incontri delle due comunità
e... un irrobustimento della bilancia finanziaria... Sempre brave le nostre sorelle nell’impegno per questa attività.
La gita annuale ha avuto come meta
Pavia dove siamo stati accolti dal gruppo
della chiesa locale battista. Un breve culto in comune, il benvenuto datoci dal fratello Nicolai Bruno ex membro del con
Segretariato
Predicatori Metodisti
sigilo di Chiesa di Sampierdarena e poi
il giro in città ed alla Certosa sempre guidati dai coniugi Nicolai; giornata di gioia
e di comunione fraterna indimenticabile.
La Conferenza Distrettuale ed il Consiglio di Circuito hanno svolto assieme i
loro lavori a San Marzano U. sui temi
della gioventù, Evangelizzazione, integrazione valdo-metodista. Vi hanno preso
parte da Sestri; Marcello Rizzi e Piero,
Conte Giovanni, Renata Rizzi e da Sampierdarena Roncaglielo Elisa, Elsa Bouchard e ovviamente il pastore. Giornate
fruttuose sotto tutti 1 profili per la vita
delle chiese ed un’accoglienza molto affettuosa.
Siamo sempre grati ai collaboratori del
culto domenicale e ricordiamo ^r questi
ultimi mesi : Ulrico Cassano, Baiardi Carlo, Marcello Rizzi, Enrico Roberto, Mauro, Manzieri Gino, Sasso Ennio e in particolare ricordiamo il pastore Roberto
Nisbet che è venuto a congedarsi dalle
comunità dove aveva svolto un apprezzato ministerio pastorale, prima di essere
destinato a Sanremo.
Terminando ricordiamo ancora gli incontri dei Predicatori laici sotto la guida del dr. Becchino e la loro opera di
collaborazione domenicale nella vasta zona del circuito del Basso Piemonte.
Segnaliamo ai lettori delle nostre chiese l’importante convegno della Federazione Ligure che si terrà nei locali della chiesa valdese di Via Assarotti sabato e domenica 28 e 29 giugno sul tema: Evangelizzazione con le relazioni dei pastori Marauda, Romeo, Foligno sui seguenti argomenti: La teologia del libro degli Atti,
tutta la chiesa chiamata alla missione ed
il linguaggio da usare nell’evangelizzazione.
Domenica 8 giugno scorso ha avuto luogo, nella sala valdese, un’assemblea congiimta delle Comunità valdese e metodista di Milano, sotto la presidenza dei
past. Thomas Soggin e Aurelio Sbaffi.
Si trattava di deliberare in merito ad
una proposta di integrazione locale, elaborata nel corso dell’armo da commissioni di studio congiunte dei due Consigli di chiesa.
La proposta è stata accolta alla unanimità e si può dire che questo abbia costituito una decisione di grande rilievo
per la vita delle due Comunità.
Infatti il piano di integrazione locale
prevede la confluenza delle assemblee del
le due chiese in im’unica assemblea (« As
semblea delle Chiese evangeliche meto
dista e valdese di Milano »), cui compe
teranno l’esame, la discussione e la vota
zione relativi a tutte le questioni essen
ziali (dalla cura d’anime alla testimonian
za pubblica).
Con la decisione presa domenica si è,
insomma, scelta una strada che vuole essere al tempo stesso nuova rispetto alla
precedente prassi di collaborazione tra
Valdesi e Metodisti di Milano — intensa
ma non sistematicamente organizzata —
e saldamente ancorata alla realtà milanese, dove sarebbe in questo momento
fuori luogo pensare ad una fusione delle
due Comunità, date le diverse situazioni
in cui esse vivono, e i diversi ruoli di testimonianza che in tali situazioni concretamente assolvono.
Va infine ricordato che l’assemblea si
era aperta con un breve culto, durante il
quale è stato comunicato l’appello di Tullio Vinay per gli ex detenuti politici del
Sud Vietnam, a favore dei quali si è raccolta la colletta e si proseguirà nell’opera di sostegno.
Michele Fiorillo
« * *
Il Consiglio prende atto della comunicazione
fatta dal fratello Di Fierro circa lo stabilirsi della Comunità Battista, aderente alla Federazione
regionale, in via Jacopino da Tradate 14 (piazza
Prealpi) a Milano. Formula i suoi voti e si dichiara disposto a fornire, nel lìmite delle sue
possibilità, tutto l’aiuto necessario.
Il Consiglio ascolta la lettura della lettera della Chiesa dei Fratelli circa la partecipazione a
collaborare con la Federazione Regionale a gestire un eventuale spazio aUa Radio ed alla TV
nei programmi’ regionali, reso possibile dalla
nuova riforma della Radio/TV.
Il Consiglio prende atto con soddisfazione dei
risultati dei tre convegni di studi tenuti al Centro di S. Fedele Intelvi sull’Assemblea di Nairobi (novembre-dicembre 1975). Il Consiglio conferma la necessità di far avere i risultati di tali
convegni a tutte le Comunità perché ne facciano
oggetto di approfondimento e ritiene altresì opportuno che essi siano dati per conoscenza a chi
rappresenterà a Nairobi le Chiese italiane, perché ne faccia l’uso migliore.
Federazioue
Lombardia - Piemonte
Il Consiglio della Feder. Lombarda ha
tenuto il 5 giugno seduta, questi gli atti
principali di quell’incontro.
Il Consiglio ritiene possibile organizzate l'attività federativa nel prossimo anno ecclesiastico
su tre linee programmatiche:
a) Una giornata della federazione, da svolgersi con partecipazione diretta di rappresentanti
del Consiglio, o con messaggi appropriati presso
tutte le Comunità, possibilmente nel mese di
ottobre 1976;
b) l’Assemblea ordinaria da tenersi possibilmente non oltre il primo quadrimestre del
1976;
c) un convegno di studi su argomento da
fissare e da organizzarsi ad avanzata primavera.
Le Assemblee delle Chiese Metodista e Valdese di Milano, riunite in sessione eongiunta
l’8/6/75 nella sala di via Fr. Sforza 12/A deliberano quanto segue :
Le due chiese si riuniscono periodicamente
in un’unica assemblea denominata « Assemblea
delle Chiese Evangeliche Metodista e Valdese di
Milano », in appresso denominata semplicemente (C Assemblea ».
Le materie di competenza dell’Assemblea sono
le seguenti :
а) istruzione biblica a tutti i livelli;
б) cura pastorale;
c) organizzazione della aura pastorale nelle
diaspore di competenza;
d) riunioni quartierali e settoriali;
e) testimonianza nella città;
/) culto e predicazione;
g) struttura e funzionamento dell’Assemblea.
L’Assemblea si riunisce almeno una volta all’anno in autunno : per esaminare l’attività svolta, sulla base di una relazione predisposta dal
Consiglio di chiesa congiunto; e per programmare le attività nel quadro delle materie di competenza;
L’Assemblea delibera inoltre che i due C.d.ch.
si riuniscano periodicamente in sedute comuni,
formando il « Consiglio di Chiesa congiunto
delle Chiese Evangeliche Metodista e Valdese di
Milano ».
6
Come si è votato alle Valli
cronaca
Rorà
La lista vincente è la n. 1; ecco i voti
di preferenza: Longo Pier Carlo (119);
Giusiano Emilio (89); Tourn Vanda (79);
Durand Giorgio (85); Rivoira Aladino
(77) ; Tourn Ermanno (66); Gelso Dario
(70); Tourn Boncoeur Giovanni Pietro
(78) ; Rivoira Umberto (81); Morel Silvio
(70); Salvagiot Mario (65); Rivoira Napoleone (77).
Per la lista n. 3 sono usciti : Tourn Boncoeur Paolo (64); Martina Valter Mario
(54); Odetto Giorgio (98).
La lista n. 2 non ha ottenuto alcun rappresentante.
Angrogna
Risultati delle elezioni per il Consiglio
Regionale: PCI 132; PSI 70; DC 147; PSDI
59; PRI 22; PLI 55; Dem. operaia 7; MSIDN 4.
Consiglio provinciale: PCI 121; PSI 106;
DC 126; PSDI 23; PRI 68; PLI 53; Unità
popolare 3; MSI-DN 1.
Elezioni comunali: ha vinto la lista n. 1
con 145 voti (76 alla 2“). Ecco le preferenze: Franca Coisson (295); Bertalot Giampiero (217); Bonnet Italo (219); Giordan
Lino (199); Long Delio (238); Malan Mirella (214); Miegge Angelo (194); Odino
Alessandro (261); Ricca Adelchi (163); Rivoira Aldo (198); Sappé Jeanlouis (255);
Schindler Oskar (224).
Le preferenze alla lista n. 2 sono andate
a Ricca Silvio (164); Giordan Ferruccio
(155); Danna Ercole (153).
Bobbio Pellice
Alla lista n. 1 vengono assegnati 11 consiglieri: Berton Giuseppe (261); Pontet
Aldo (232); Bonjour Davide (204); Bonjour Daniele (204); Cairus Paolo (194);
Pontet Paolo (185); Charbonnier Adolfo
(184); Bertinat Stefano (174); Durand
Canton Daniele (171); Granerò Roberto
(159); Gay Cesare (145).
Alla lista n. 2 non è assegnato nessun
seggio, mentre alla lista n. 3 vengono assegnati 4 seggi: Creste Giuseppe (217);
Fostel Giovanni Giacomo (203); Catalin
Marco (150); Artus Giovanni (149).
Risriltati delle elezioni per il Consiglio
Regionale: PCI: 67; PSDI: 42; MSI-DN:,
4; PSI: 153; PRI: 12; PLI: 105; Democr.
Oper.: 5; DC: 57; bianche: 53; nulle: 22.
Consiglio Provinciale: PCI: 41; Unità
pop.: 2; MSI-DN: 1; PSDI: 7; PRI: 20;
PSI: 251; PLI: 114; DC: 28; bianche: 30;
nulle: 26.
Torre Pellice
Elezioni regionali: PCI: 832; PSDI:
361; MSI-DN: 62; PSI: 606; PRI: 303;
PLI: 388; Dem. op.: 45; DC: 600.
Elezioni provinciali: PCI: 786; Unità
pop.: 43; MSI-DN: 63; PSDI: 165; PRI:
667; PSI: 686; PLI: 304; DC : 505.
Unioni Femminili
{segue da pag. 5)
Lincesso che riferisce in modo molto interessante sulla sua partecipazione ad un
convegno sul problema degli anziani a
St. Ethienne du Grez, Communauté de
Pomeyrol (Francia); un altro dell’assistente sociale sig.ra Ronfetto intorno a
tutto quanto è stato già fatto ed a quello che si ha in animo di fare a Torre
Pellice, sempre per gli anziani.
* « *
Al termine della seduta pomeridiana
vengono date alcune informazioni: 1) il
22 luglio vi sarà sull’Eco-Luce una pagina dedicata agli anziani; 2) il centro anziani di Torre Pellice ha organizzato per
giovedì 12 alle 21 una tavola rotonda, dove 5 donne esporranno un programma politico. Seguono alcune proposte di ordine pratico.
Ancora una visita alla confortevole Foresteria di legno annessa al tempio di
Villar Perosa, un saluto riconoscente agli
ospitali signori Geymet, un ultimo sguardo al giardino odoroso di pini e di rose
in fiore; poi le unioniste fanno ritorno a
casa. Nel loro cuore riascoltano le precise e luminose parole dei versetti letti nel
Libro di Giobbe : « nell’uomo quel che
lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente».
Edina Ribet
Luserna San Giovanni
Elezioni regionali: PCI: 1024; PSDI;
474; MSI-DN: 88; PSI; 690; PRI: 136;
PLI: 458; Dem. operaia: 52; DC: 1927.
Elezioni provinciali: PCI; 1038; Unità
pop.: 36; MSI-DN: 91; PSDI: 332; PRI:
285; PSI: 823; PLI: 638; DC : 1602.
Elezioni comunali: DC: voti 2.012 - seggi 10: Martina Benito, Leger Adriano, Bovone Gianfranco, Fausone Giorgio, Piccato Giuseppe, Merlo Maria, Nicola Nella in Magra, Oddino Ernesto, Payra Francesco, Zeppegno Giuseppe.
PCI: voti 978 - seggi 4; Delpero Aldo,
Grognardi Duilio, Peyrot Bruna, De Rosa Carmen.
PSI : voti 768 - seggi 3 : Chiabrando Roberto, Gobello Livio, Fornerone Enrico.
PSDI: voti 571 - seggi 2; Gay Sergio,
Peyrot Giovanni.
PLI : voti 384 - seggi 1 : Cresto Giuseppe.
Villar Pellice
Risultati delle elezioni per il Consiglio
Regionale: PCI: 166; PSDI: 78; MSI
DN; 8; PSI: 125; PRI: 75; PLI: 153
Democr. oper.: 3; DC: 131; bianche: 48
nulle: 35.
Consiglio Provinciale: PCI: 125; Unità pop.: 6; MSI-DN; 5; PSDI: 26; PRI:
186; PSI; 244; PLI: 91; DC; 67; bianche: 24; nulle; 48.
Elezioni comunali: Frache Paolo (576);
Pascal Marco (380); Davit Sergio (372);
Albarea Ernesto (337); Gönnet Giuseppe (326); Baridon Bruno (280); Dalmas
Remo (252); Morglia Sergio (226); Charbonnier Aldo (225); Baridon Stefano
(211); Cordin Clemente (208); Giraudin
Paolo (206); Fontana Claudio (202); Bonjour Stefano (201); Cordin Marcello
(200).
San Germano Chìsone
Ecco i nomi della lista eletta, la n. 1:
Bouchard Oscar (928); Tron Carlo (891);
Alberti Paolo (775); Avondetto Alberto
(759); Barai Gino (786); Beux Erminio
(764); Blanc Giulio (783); Long Alberto
(752); Ribet Andrea (808); Ribet Oreste
(788); Rostan Ezio (806); Soullier Cesare
(763).
I tre eletti della lista n. 2: Favellato \1do (172); Ross Gaetano (134); Giraud Giovanni (135). Schede nulle: 25 bianche: 91.
Pramollo
Elezioni comunali: è risultata eletta la
lista n. 1 con 231 voti di lista e con le seguenti preferenze : Maccari Eugenio (103) ;
Balmas Ferruccio (35); Beux Franco
(35); Canonico Ugo (38); Costabel Silvio (33); Long Gino (35); Long Roberto (33); Menusan Valdo (22); Passet
Dante (44); Peyronel Enzo (28); Ribet
Bruno (17); Simondi Emilio (42).
La lista n. 2 ha ottenuto 42 voti di lista e risultano eletti i primi 3 con maggiori preferenze: Costabel Enrico (36);
Scapin Domenico (42); Blanc Lino (35).
Elezioni provinciali: PCI: 111 voti;
Unità popolare ; 6 ; MSI-DN : 4 ; PSDI : 19 ;
PRI: 3; PSI: 152; PLI: 6; DC : 26.
Elezioni regionali : PCI : 86 ; Dem. Operaia: 3; MSI-DN: 5; PSDI: 16; PRI: 1;
PSI: 195; PLI: 6; DC: 23.
Inverso Pinasca
È uscita per la quarta volta consecutiva la lista «indipendenti», n. 2, con 203
voti di lista e con le seguenti preferenze:
Oli vero Andrea (71); Coucourde Enzo
(39); Bertetto Ruggero (20); Malatesta
Antonio (19); Coucourde Ferruccio (17);
Costantino Emanuele (16); Coucourde
Arturo (14); Rochon Ettore Ernesto (12);
Legger Sergio (10); Boscolo Guido (9);
Ribet Attilio (7); Balcet Alfredo (6).
La lista n. 1 (sinistre unite) ha ottenuto 138 voti di lista e risultano eletti i primi 3 con maggiori preferenze: Coucourde Ilario (42); Castagna Cesarino (24);
Nella Meynier (19).
Elezioni provinciali: DC: 60; PCI: 115;
PSI: 211; PLI: 13; MSI-DN: 5; Unità
pop.: 6; PRI: 15; PSDI: 8.
Elezioni regionali: DC; 80; PCI: 155;
PSI: 130; PLI: 17; MSI-DN: 3; Democrazia operaia: 6; PRI: 6; PSDI: 30.
Perosa Argentina
Pomaretto
Prali
Prarostino
Risultano eletti i 12 candidati della lista n. 1 e tre della 2“. La lista n. 1 ha ottenuto 273 voti; la lista n. 2, 180 voti.
I voti di preferenza sono così distribuiti: Enrico Monnet (337); Attilio Fornerone (336); Franco Parisa (330); Giacomo
Rivoir (310); Marina Gardiol-Monnet (310);
Valdo Plavan (308) Renzo Avondetto (301)
Franco Gardiol (297); Mario Mauro (293);
Sandro Paschetto (290); Dino Forneron
(285); Wilfrid Godino (282);.
Per la lista n. 2: Sandro Usseglio (279);
Marco Avondet 263; Giulio Rivoiro 260.
San Secondo
La lista uscita è la n. 1; ecco i nominativi: Barbero Francesco; Bruno-Franco
Filippo; Depetris Giulio; Genre Pietro;
Raymondo Giorgio; Bertea Roberto; Gardiol Emilio; Perone Stefano; Ribet Levi;
Trombotto Clemente; Turina Franco; Vicino Roberto.
Della lista n. 3 sono usciti: Peano Alberto; Rossetto Tranquilla; Laurenti Albino.
Nessuno è uscito dalla lista n. 2.
Perrero
Elezioni comunali: Capoluogo; risultano eletti: Lauprete Giuseppe (113 voti);
Poet Guido (92); Massel Aldo (90); GhibòFiorio-Tin Antonio (88).
Chiotti: eletti: Jahier Giovanni (157);
Tron Maggiorino (152); Peyronel Ettore
(130); Costantino Ezio (120); Giraud Giancarlo (120); Giacobino Livio (103).
S. Martino: eletti: Canale Silvio (67);
Tron Mario (55); Peyrot Valdo (46).
Maniglia: eletti: Gino Augusto (47);
Pons Renzo (47).
Elezioni provinciali: PCI 215 voti; Unità Popolare 10; MSI 16; PSDI 36; PRI 28;
PSI 242; PLI 23; DC 270.
Massello
Elezioni regionali: PCI 199; Dem. operaia 11; MSI 12; PSDI 53; PRI 26; PSI 225;
PLI 36; DC 280.
Elezioni provinciali: PCI 28 voti; Unità
popolare 1; MSI 0; PSDI 1; PRI 1; PSI 52;
PLI 4; DC 6.
Elezioni regionali: PCI 25; PSDI 6; MSI
1; PSI 44; PRI 1; PLI 4; Democrazia operaia 3; DC 9.
Salza di Pinerolo
Ha vinto la lista denominata « democrazia e progresso » col simbolo delle mani unite. Risultano eletti: Bertalotti Paolo; Bertalotto Luciano Giovanni; Boni
Giorgio; Brun Michelino; Calzi Renato;
Dalla Vittoria Antonio; Defilino Antonio;
Gianasso Corinna in Gariglio; Heritier
Bruna in Riccio; Inoli Rodolfo Romano;
Morello Guido; Rol Egidio; Salvi Sergio;
Trivellin Giordano Ugo.
Della lista n. 2 risultano eletti: Trombotto Carlo (sindaco uscente); Furlan
Renzo; Micol Attila; Paimero Mario.
Sono stati eletti i consiglieri presentati
per le due sezioni di Fontane e di Salza.
Gli eletti sono: Breuza Enrico Augusto;
Breuza Renato; Sanmartino Giovanni;
Rol Marco; Plancia Renato; Sanmartino
Ettore; Sanmartino Corrado; Plancia Oreste; Pascal Gustavo; Pascal Roberto; Barus Attilio; Genre Luciano; Meytre Silvano; Pons Giulio.
Porte
Il maggior numero di voti è andato alla lista n. 1 uscita al completo.
Lista 1: Travers Carlo Alberto (340);
Tron Ettore (358); Ribet Gino (312) Coutandin Giulio (301); Morello Romildo
(285); Bonnet Franco (458); Libralon Daniela (293); Breusa Romano (291); Rostan
Giov. Enrico (279); Ferrerò Aldo (307);
Giustello Bruno (301) Refourn Giovanni
(272)
La lista di minoranza è formata da:
Ribet Remo (294); Bernard Arturo (233);
Baret Guido (281).
Consiglio regionale; PCI: 260; PSDI:
37; MSI-DN: 16; PSI; 116; PRI: 10;
PLI: 16; Democr. oper.; 8; DC: 254;
bianche: 22; nulle: 14.
Consiglio provinciale: PCI: 256; Unità
pop.: 10; MSI-DN; 15; PSDI; 43; PRI:
7; PSI: 93; PLI: 22; DC : 258; bianche:
34; nulle; 13.
Consiglio comunale: risulta eletta la lista n. 1 con voti 372 ed eletti consiglieri;
Bontempi Rinaldo, Bresso Carlo, Chiapperò Chiaffredo, Conti Giovanni, Fossat
Giov. Luciano, Gardiol Alberto, Giai Carlo, Giai Mario, Griot Giancarlo, Mié Secondina in Girando, Polliotti Antonio.
I Consiglieri della lista n. 2 eletti in
base alle preferenze sono: Garis Battista, Priolo Attilio, Allasia Pietro.
Pinasca
Elezioni comunali: risultano eletti; Piorio Plà Franco (174); Martinat Livio
(157); Pascal Nino (121); Peyrot Armando (110); Grill Remo (99); Peyran Ugo
(98); Richard Ferruccio (97); Barus Renato (93); Richard Renato (88); Grill
Edoardo (85); Domard Sergio (84); Sanmartino Remigio (83).
Elezioni regionali: PCI: 59 voti; PSDI;
51; MSI-DN: 2; PSI: 141; PRI: 4; PLI:
8 ; Dem. op. ; 5 ; DC : 22.
Elezioni provinciali : PCI : 73 ; Unità popolare ; 4 ; PSDI : 39 ; PRI ; 9 ; MSI-DN : 2 ;
PLX: 4; PSI: 134; DC; 27.
Risulta eletta la lista n. 1 (indipendenti) con i seguenti consiglieri: Richiardone Riccardo, Benedetto Francesco, Bernard Ercole, Bertalotto Bruno, Bianco
Ezio, Charrier Valter, Clot Flavio, Costantino Aldo, Gay Marino, Jouvenal
Giorgio, Oleastro Dante, Rostan Gino.
I consiglieri dell’altra lista eletti in base alle preferenze risultano: Pocobello
Fiancesco, De Giovanni Maria, Maccari
Remo.
Pinerolo
Non siamo ancora in grado di fornire
la lista completa dei consiglieri eletti a
formare il nuovo consiglio comunale.
Sappiamo però che in base ai voti ottenuti i seggi sono stati cosr ripartiti ; DC
seggi 15; PCI 10; PSI 5; PSDI 3; PLI 3;
MSI-DN 1 ; PRI 1 ; Democrazia op-. 1 ;
Gruppi Indip. Democr. 1.
Gli eletti
al Gensiglìe Previnciale
Nel collegi di Pinerolo e Cavour sono
stati eletti: Ilario Coucourde (Pinerolo
PSI); Giovanni Baridon (Cavour PSD;
Maurizio Puddu (Cavour DC; Aurelio
Bernardi (Pinerolo DC).
e al Censiglio Regienale
Dei 32 consiglieri regionali eletti nella
provincia di Torino ci risulta che dalla
zona delle Valli è stato eletto solamente
il signor Rinaldo Bontempi, sindaco di
Porte.
DenI per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
{pervenuti nel mese di aprile)
N.N. 5.000; Chiesa Valdese di Sanremo, in
mem. di Tinette Bonjour 50.000; Eynard Maddalena, Susanna, Franco e Marco, in mem. Lina
Vasese (T.P.) 7.500, famiglia Filippone-Dematleis (T.P.) 2.000; Tomasini R. e G., in mem. del
padre (T.P.) 8.000; sorelle Acinelli (T.P.) 5.000:
Mario Corsani, in mem. della Cara Letizia (T.P.)
5.000; Cesare Malanot, in mem. dei suoi cari
(T.P.) 4.000; Livio, Dina e Gianni Gobello, nel
3° anniv. dipartita della cara mamma 25.000;
Enrica e Jean Pierre Muston, in mem. zio Ernesto Jahier (Pomaretto) 30.000.
Livio e Dina Gobello, in mem. del prof. Arnaldo Eynard L. 5.000; Bonin Lea (To) 30.000;
Jotti Letizia 10.000; Ada Toselli e Nini Albarin,
in mem. di tante Nini 10.000; Jofer e Laura Lodi 10.000; Olga 'e Walter Revel, in mem. nipote Renzo Favout 10.000.
Ringraziamo molto vivamente per la solidarietà che continua a manifestarsi a favore della
nostra opera. Ricordiamo che per le offerte può
essere usato il c.c. n. 2/16947 « Asilo Valdese »
Luserna San Giovanni (Torino).
Hanno collaborato: Giovanni Conte,
Franco Davite, Luciano Deodato, Dino Gardiol, Teofilo Pons, Liliana Viglielmo.
7
i
delle valli
società di
studi valdesi
Il Museo Valdese è aperto i giorni: MARTEDÌ’ e GIOVEDÌ’ dalie
ore 16 alle 18.
È anche aperto la 1“ e 3“ DOMENICA del mese dalle 16 alle 18.
Assemblea
SACE
Nel portare a Sua conoscenza la convocazione diramata dal Consiglio d'Amministrazione della SACE richiamo la
cortese Sua attenzione sul fatto che, si
chiede all’assemblea, dopo la discussione
di un primo bilancio (sul quale non viene
fornita alcuna spiegazione sulle osservazioni fatte in sede legale, pur avendo il
tribunale di Pinerolo rilevato V« apopresso » delle cifre) si vorrebbe nominare un
nuovo consiglio e discutere seduta stante il bilancio che questo consiglio dovrebbe esaminare e sul quale deve pur fare
una relazione. NelVipotesì che fosse rinominato lo stesso consiglio e gli stessi snidaci, essi dovrebbero pure riunirsi per discutere un bilancio che, come ha preso
l'abitudine di fare la presente amministrazione, non è stato distribuito. La discussione risulterebbe pertanto praticamente impossibile.
Tralascio altre osservazioni, mentre di
fronte a tale atteggiamento ritengo che
sia opportuno chiedere alla Prefettura,
attraverso il Suo giornale, di far intervenire un suo incaricato per presiedere o
quanto meno presenziare, la riunione e
rivolgere un appello a tutti i soci perché
intervengano di persona all’assemblea in
modo da poter mettere un punto finale
alla presente gestione sulla quale già è
stato detto abbastanza.
G. A. COMBA
Diversi soci della SACE ci hanno fatto
pervenire la loro adesione alla linea sopra presentata dal Sig. G.A. Comba.
Anche il Concistoro di Torre Pellice si è
espresso in questo stesso senso e sosterrà
la sua posizione tramite il suo delegato.
Red.
Bobbio Penice
• Al culto di domenica 22 giugno sarà
presente un gruppo di fratelli e sorelle
proveniente dalla Germania e che ha
espresso il desiderio di poter partecipare ad un culto insieme con una delle nostre comunità. Ci rallegriamo di questa
loro proposta e di poterli avere con noi.
• La sera del 28 giugno, sabato, il coro
alpino Val Pellice, invitato dalla sezione
dei donatori di sangue ed in particolare
dai donatori dell’alta Val Pellice, darà un
concerto di canzoni di montagna, nella
sala del cinema alle ore 21. Non c’è bisogno di raccomandazione per questa serata, perché il Coro Val Pellice è ormai
ben conosciuto ed apprezzato tra di noi.
SERVIZIO MEDICO
fastivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELliCE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dal 21 al 27 giugno
Don. ENRICO GARDtOL
Viale Trento, 12 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
Domenica 22 giugno
TORRE PELLICE
FARMACIA MUSTON (Dr. Manassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
LUSERNA SAN GIOVANNI
FARMACIA VASARIO (Doti. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
Martedì 24 giugno
FARMACIA INTERNAZIONALE ( Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni : Tel. 90.084 - 90.085
Comunità Montana
Val Pellice
La Comunità Montana Val Pellice sta
organizzando un campo di lavoro estivo
presso un alpeggio della Valle. Coloro
che vi vogliono partecipare, onde dare un
pratico contributo alla rivalorizzazione
dei nostri pascoli montani, possono rivolgersi, per maggiori informazioni, presso
rufflcio Tecnico di questa Comunità.
Il campo si svolgerà nella prima quindicina del mese di agosto e vi potranno
partecipare tutti coloro che abbiano compiuto il 18° anno di età.
Il Presidente
(Longo Arch. Piercarlo)
San Secondo
Il 29 maggio im buon gruppo di ragazzi della Scuola Domenicale, accompagnato da alcuni monitori e genitori ha visitato la Val d’Angrogna soffermandosi in
modo particolare nei luoghi che ricordano la storia valdese.
Il pastore A. Genre ha celebrato il matrimonio di Silvana Durand Canton (Cavoretto) con Giuseppe Pasuello. Agli sposi che si stabiliscono a Pinerolo giunga
ancora il nostro fraterno augurio.
L’8 giugno un gruppo di sorelle ha rappresentato l’Unione Femminile di S. Secondo all’incontro regionale della FFV a
Villar Perosa.
Col giungere dell’estate gruppi francesi, tedeschi, australiano, in visita alle
valli, si sono soffermati anche nel nostro
tempio.
Ringraziamo i fratelli: Fortunato Gagliani che ha sostituito il pastore nella
predicazione dell’8 giugno; Remo Pastre,
Mario Fornerone, Emilio Gardiol (Combe), Aldo Griglio che hanno collaborato
per diversi lavori nella comunità.
Il pastore di S. Secondo sarà assente
due domeniche a causa della partecipazione al Consiglio Generale della CEVAA
a Strasburgo. 1 culti del 22 e del 29 saranno presieduti da Attilio Forneron e
dal past. Elio Maggi che ringraziamo fin
d’ora.
Pomaretto
Non si è più ripresentato alle elezioni
il signor Giovanni Bleynat, della borgata
Lausa, che per molto tempo ha fatto parte della giunta municipale di Pomaretto:
prima di lasciare il suo posto ha però
avuto la soddisfazione di vedere ultimati
gli impianti per l’illuminazione nelle Borgate Lausa e Masselli, dove di sera si circolava con la pila.
L’unione femminile valdese ha offerto
alla chiesa l’intera prezzo del combustibile da riscaldamento per un anno, col
ricavato dei suoi lavori messi in vendita
durante un buffet ben frequentato.
Luserna S. Giovanni
Domenica 22 c. m. alle ore 16 nel tempio avrà luogo un Concerto Liturgico
con la partecipazione dell’organista prof.
Ferruccio Rivoir e delle Corali di Villar
Pellice e S. Giovanni.
La colletta sarà devoluta a favore del
nuovo Asilo dei Vecchi.
Tutti sono cordialmente invitati.
S. Germano
Pramollo
La DC di Luserna S. Giovanni nel giornale Forze Nuove, largamente diffuso in
occasione delle elezioni, tenta in ultima
pagina la propria difesa contro le osservazioni fatte dal pastore Ermanno Genre
sull’Eco delle Valli del 23 maggio a proposito dell’autonomia delle scelte politiche che la DC ha fatto a Luserna nel
settore assistenziale e scolastico.
Tale difesa è così piena di « livore » da
dar credito a Genre di aver colto nel
segno.
« Un certo E. Genre, poco noto per i
suoi sermoni... ma famosissimo per il
suo livore anti DC e come padre spirituale di gruppi extra parlamentari di sinistra d’estrazione evangelica senza disdegnare per altro l’occhiolino alla sinistra
socialista... ».
Non neghiamo alla DC il diritto di difendere la propria politica perché questo
fa parte del civile confronto democratico
che dovrebbe qualificare ogni presa di
posizione.
Tuttavia il Concistoro Valdese di San
Giovanni esprime la sua più profonda
indignazione contro il modo di procedere
calunnioso e tendente a squalificare sia la
persona del pastore Genre sia il ministero che egli compie nella chiesa valdese. Non è certo la DC che deve giudicare i sermoni di un pastore valdese! Né
i giovani evangelici, maturandosi nella
prospettiva dell’Evangelo, hanno bisogno
di «padre spirituale»! E rimane ancora
da dimostrare che questi gruppi siano
extra parlamentari di sinistra ed inoltre
non pare che questa definizione possa
essere usata come un insulto gratuito a
coloro che osano esprimere riserve e
critiche all’operato di qualsiasi amminitrazione pubblica.
Il Concistoro Valdese di San Giovanni
esprime quindi la sua solidarietà al pastore Ermanno Genre, riconoscendo che
il ministero pastorale che egli svolge è
ispirato dall’Evangelo di Gesù Cristo,
che non chiama soltanto a un ravvedimento sul piano, individuale, ma è anche
un richiamo ad un profondo rinnovamento in campo sociale e politico.
Il Concistoro
Il 13 luglio ai Faure ed il 20 luglio a
Combavilla (con inizio alle ore 14.30 circa) si terranno riunioni all’aperto con dibattito sul tema: i giovani genitori e la
educazione dei figli.
I temi dell’educazione e della scuola
trovano largo interesse nelle famiglie ed
anche le idee nuove, come la scuola a tempo pieno oppure l’adozione nelle classi
delle elementari di tre o quattro libri di
testo (per abituare i bambini al confronto ed arricchire le loro ricerche), in genere trovano i padri e le madri ben disposti. Iniziative e proibiste, anche quando sono appoggiate dalla maggioranza
dei genitori, si scontrano però con la barriera del consiglio di circolo, che preferisce ignorare questi contributi diretti dei
genitori. Lo sforzo per introdurre nella
scuola forme e contenuti nuovi deve fare
i conti persino con gli istituti bancari che
offrono soldi per il più bravo della clasi^.
I commenti dei genitori a questa iniziativa hanno dimostrato ancora una volta
la superiorità culturale della gente normale su quelli che tanto spesso siedono
sulle poltrone direttive e le idee democratiche non si sono arrese. Ma simili episodi dimostrano quanto sia lunga la strada da percorrere.
Venerdì, pomeriggio, 6 c. m., s’è svolto
nel tempio il funerale della sorella Bounous Emmelina ved. Beux, deceduta alla
frazione Gamba di Inverso Pinasca all’età di 89 anni. Rinnoviamo a tutti i familiari colpiti da questo lutto la fraterna
solidarietà della chiesa nel dolore della
separazione ma anche nella speranza della risurrezione nel Signore Gesù Cristo.
Ospedale di Pomaretto
L. 10.000:
Magretti Giovanni e Rosalia, Torre Pellice;
Castagno Ines, Pomaretto, in memoria di Castagno Amilda; Tron Luigia, Villa di Prali; Bouchard Davide, S. Germano Chisone; Tarditi Giulio, Pinerolo.
L. 15.000:
De Bernardi Mario, Cavour.
!.. 20.000:
Simondi Ernesto, Pinasca; Balma Arturo, Torino, in mem. della zia Balma Elisa; Giaveno
Matilde, Pinerolo.
L. 25.000:
Bertalmio Lidia ved. Gardiol, Inverso Pinasca.
L. 30.000 :
I compagni di lavoro di Limonta Emiliano,
Pinerolo, in memoria del padre; Elena e Luigi
Castagno, Pomaretto, in memoria di Castagno
Amilda.
L. 50.000:
Balma Enrico e Famiglia, Pomaretto, in mem.
di Balma Elisa; Rostan Irma, Pomaretto; Quaglio Maurizio, Pinerolo; In memoria di Emilina
Bounous-Beux : i nipoti, Torino.
L. 100.000:
Familiari, amici e conoscenti di Tron Giovanni, Abbadia Alpina: alla sua memoria.
Doni Eco-Luce
Vidossich Giorgio, Torino L. 2.000; Bandone
Ida, Torino 500; Zamperini Albertina, Milano
2.000; Malan Federico 1.000; Ribet Franco, Genova 1.000; Peyrot Luigi, Bovile 500; furato
Emanuele, Vittoria 1.000; Peyronel Giovanna,
Torino 5.000; Ceseri Maria, S. Piero in Bagno
500; Malatesta Guglielmo, Torino 400; Chiesa Valdese, Bergamo 25.000; Fiorio M. Tullio,
Napoli 5.000; Maifione Amia, Napoli 5.000; Eggarter Silverius, U.S.A. 1.500: Venirici Carmelo,
Svizzera 400; Ribet Elena e Alio, in memoria di
Eraldo Bosco 10.000; O.S.C., Torre PeUice 10
mila; Duchini Anna, Torino 1.000; Bertalot Ada,
Luserna S. G. 500; Valentini Gaetano, Taranto
2.000.
• Sabato 31 maggio hanno avuto luogo
i matrimoni di Mario Jahier - Elvia Long
e di Roger Borrel - Ileana La^ranco. A
queste due simpatiche coppie di sposi rinnoviamo, riprendendo il ritmo ^ normale
della nostra cronaca, i nostri più frateira
auguri. Una rappresentanza della Corale,
della Scuola domenicale e dei catecumeiu
era presente al secondo di questi matrimoni, essendo la sposa largamente coinvolta nelle attività menzionate.
• Domenica 1 giugno il culto è stato presieduto da un gruppo di catecumeni che
ringraziamo. Nel pomeriggio ha avuto
luogo il funerale della sorella Eugenia
Rostan, ved. Ferrier, deceduta tragicamente. Pochi giorni dopo ci ha lasciati
anche Bounous Giuseppina, anziana ospite della Casa di Riposo. Il Signore, che
non abbandona i suoi dinanzi alla morte,
ci consoli e ci dia di avere una speranza
viva. . , ,
Lo stesso giorno ha avuto luogo il bazar
il cui ricavato è stato cosi destinato : per
spese stabili ex scuole: L. 700.000; ^r
Scuola materna: L. 100.0(X); per Ospedale Pomaretto: L. 200.000.
Esprimiamo tutta la nostra riconoscenza a quanti hanno permesso di disporre
di questa somma in vista di un servizio
da rendere.
• I culti a Porte si sono chiusi, prima dell’interruzione estiva, con un culto di Santa Cena, sabato 7 giugno.
• Domenica 8 giugno si è svolto nel pomeriggio il Saggio della nostra Scuola
materna. La sala era tutta addobbata di
vivaci cartelloni recanti i vari disegni e
« collages » creati dai bimbi durante 1 anno. Gli scolaretti hanno cantato e mimato una storia che veniva man mano raccontata da una voce « fuori campo ». I genitori presenti hanno espresso la loro riconoscenza all’insegnante, Sig.na Ivana
Costabel e al comitato che « amministra »
questa attività a nome della comunità.
Intanto la Scuola materna continua fino
alla fine di giugno.
• Sabato 14 la nostra Corale ha cantato
alla Casa di Riposo. Le siamo grati per
aver cos’i rallegrato quella giornata dei
nostri fratelli anziani.
• Domenica 15 giugno il culto è stato
presieduto dal pastore Aime, che ringraziamo per l’ottimo messaggio rivolto alla
comunità. Il pastore Conte era assente,
con due giovani sangermanesi, per partecipare ad alcune manifestazioni del Kirchentag di Francoforte col Coretto del
Collegio. , 4. •
Lo stesso giorno abbiamo avuto la tristezza di doverci separare dalla nostra
sorella Bouchard Luigia, ved. Bertalot, di
anni 75, dopo un lungo periodo di infermità durante il quale tuttavia non le sono mancati le cure e l’affetto dei suoi.
Ringraziamo assai il pastore Teofilo
Pons ancora una volta pronto a dare la
sua collaborazione, per aver presieduto
questo funerale.
AVVISI ECONOMICI
AFFITTASI villetta alt. 800 m. a Bagnolo Piemonte (Villaretto), per luglio e agosto, telefonare a: Ester Carievaro - Beinasco - telefono
34.98.432. ____________
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Eugenia Rostan vedi Ferrier
di anni 82
ringraziano quanti hanno partecipato al loro dolore di persona o con scritti e fiori.
Un ringraziamento particolare al past. Sig.
Conte, ai dott. De Clementi e Bertolino e ai vicini di casa.
S. Germano Chisone. 30 maggio 1975______
RINGRAZIAMENTO
La famiglia della compianta
Amilda Castagna
profondamente commossa per l’imponente dimostrazione di stima e di affetto ricevuta nella triste circostanza, sentitamente ringrazia tutti coloro che, con fiori, scritti, parole di conforto e la
partecipazione ai funerali, hanno preso parte al
suo grande dolore.
Un grazie particolare ai medici, infermieri e
a tutto il personale delTOspedale Valdese di Pomaretto per le premurose cure prestate, al Dott.
Peyrot, al figlioccio Bruno ed ai colleghi di lavoro di Cesare.
Inverso Pinasca, 11 giugno 1975
RINGRAZIAMENTO
I familiari della cara
Emmelina Bounous ved. Beux
ringraziano sentitamente quanti hanno preso parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento ai Pastori Pons
e Geymet ed ai Dottori Boglione e Bertolino.
Pramollo, 6 giugno 1975.
8
8
UNA PROPOSTA DEL C.E.C
I BERSAGLI ALLA MODA
Il capitale al servizio
dei paesi sottosviluppati?
6 ■ La borghesia
Il giornale ha già dato notizia della
proposta avanzata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese di creare una cooperativa finanziaria per finanziare lo sviluppo
dei paesi più deboli e che finora sono
stati, di fatto, esclusi da ogni possibilità
di sviluppo.
Certo non è una novità, le chiese hanno già partecipato in passato in vari modi al processo di svilupp>o, basterebbe
pensare al lavoro scolastico svolto in
molti paesi di quello che siamo abituati
a chiamare terzo mondo. In sostanza però si è trattato sempre di aiuti quasi di
carattere caritativo, mentre pare ora necessario superare questo stadio per giungere a concepire lo sviluppo come liberazione dall’oppressione (soprattutto econornica) nella quale l’autonomia e la giustizia sociale siano alla base del processo di crescita economica.
È necessario operare investimenti in
modo da raddrizzare le ineguaglianze economiche e integrare nel processo di sviluppo quei paesi che ne sono stati finora
esclusi. La cooperativa vuole mettere a
disposizione delle regioni povere i beni
delle chiese ricche possibilità di investimento.
Opererà come un qualsiasi altro istituto finanziario mediante prestiti con o senza interessi, acquisto di azioni di società
il cui programma rientri negli scopi previsti dalla cooperativa, finanziamenti a
fondo perso o mediante combinazioni di
queste varie possibilità. Ovviamente la
cooperativa si distinguerà dagli altri istituti finanziari, nel senso che finanzierà
solamente quei progetti che siano giudicati di reale aiuto e non siano invece di
sfruttamento dei, paesi forti sui paesi deboli.
Essenzialmente i settori in cui la cooperativa opererà sono quelli agricolo, edilìzio, (ielle piccole e medie imprese e deU
l’artigianato. L’agricoltura perché è tradizionalmente un settore debole, in cui
nessuno vuole investire perché i profitti
sono minori e che pure costituisce la
premessa indispensabile per ogni sviluppo economico; l’edilizia per creare nuove abitazioni con cui sopperire alla grave situazione soprattutto di coloro che
per cercare lavoro sono costretti a trasferirsi verso le città e a vivere in bidonvilles; le piccole e medie industrie perché sfruttano le risorse locali e offrono
lavoro alla manodopera locale senza costringerla ad un esodo forzato verso le
grandi città; le industrie artigianali che
permettono di non annientare la tradi
______________________________________1^
Scuole nonviolente
Le scuole nonviolente che preparano lavoratori
sottoccupati e disoccupati per la licenza di terza media, riunitisi durante l’assemblea del Movimento Internazionale della riconciliazione il 4
maggio a Firenze
ribadiscono la necessità di una radicale trasformazione del sistema educativo per basarlo sulla
autogestione di quelli che si propongono finalità
di studio e su un metodo educativo anti-autoritario e nonviolento suU’esempio di Freinet, Frcire,
D. Milani
considerano la istituzione delle 150 ore per alcune categorie di lavoratori un esempio concreto
e generalizzato a grandi masse di una linea politica analoga alla loro per quel che riguarda sia
l’antiautoritarismo che una forte capacità di autogestione del processo educativo
iottolMitimo ptrò la necessità di proseguire la
loro esperienza non solo per realizzare compiutamente un modello di educazione nonviolenta, ma
anche per contribuire alla effettiva e totale estensione delle ISff .OTe àd altri strati sociali oltre
quelli di grandi aziende di alcuni settori industriali, e realizzare così un collegamento tra
gruppi di lavoratori stabili e gruppi di disoccupati e sottoccupati
stabiliscono di formare un collegamento nazionale per coordinare le proprie esperienze con
sede presso il M.I.R, via delle Alpi 20, Roma
stabiliscono inoltre di aprire una vertenza con
il Ministero della P. I. e con i vari provveditorati interessati affinché gli esami di licenza media per le loro scuole vengano effettuati attraverso una collaborazione con la organizzazione delle
150 ore e in particolare mediante la utilizzazione
come emminatori degli insegnanti delle 150 ore;
ciò al fine dì scindere le proprie scuole da tutte
le scuole private che operano a fini di lucro.
Scuole di: Pievu Già (AR); Riosecco (AR);
Darsena Viareggio (LU); Varignano (HI); Nuova Ostia (Roma); Rione Amicizia (NA); Pettorano sul Gizio (AQ); Mianella (NA); Guantai
Camaldoli (NA).
Tutte le scuole interessate possono mettersi in
contatto con A. Drago 081/449876 e proporre
al proprio provveditorato la stessa richiesta; sabato 10 ci sarà un incontro al Ministero P. I.
zione locale e le specifiche capacità e le
sensibilità culturali di una zona particolare e che hanno bisogno di investimenti
sia per l’acquisto delle materie prime sia
per l’attrezzatura necessaria alla loro lavorazione.
Potranno essere soci della cooperativa
solo le chiese o i movimenti che si richiamino ad una chiesa. È però evidente
che anche i privati possono avere una
efficace azione di sostegno e di stimolo,
raccomandando alla loro chiesa di sottoscrivere un impegno oppure, come è avvenuto recentemente nel principato del
Lichtenstein, formando un gruppo di persone che si impegnino a raccogliere fondi necessari e si costituiscano in società.
Nel Lichtenstein è successo appunto che,
al terrnine di un culto, ,un gruppo di persone si è riunito ed ha deciso di offrire
annualmente l’l% dei suoi guadagni, raggiungendo la non indifferente somma valutata a circa 3.750 dollari.
La sede di questa società sarà in Olanda, dato che è stato impossibile crearla
in Isvizzera a causa delle restrizioni legislative e i lavoratori stranieri. Si sono
già offerte più di 40 persone per dirigere
i vari uffici che si dovranno creare e siccome si tratta di persone qualificate e di
sicura convinzione nella utilità del progetto di cooperativa, si può ben sperare
che si ottengano risultati felici.
Certo gli inizi saranno difficili ed i risultati dei primi anni modesti, ma è possibile sperare che la cooperativa acquisterà forza col passare del tempo e potrà tornare utile allo sviluppo economico, alla autonomia e alla giustizia.
(da SOEPI Mensuel)
Le freccie che si abbattono su questo
bersaglio sono tante e di cosi varia provenienza che vien da domandarsi se con
questa parola tutti intendono la stessa
cosa. La polemichetta tra lettori (vedi il
n. 13 del 4 aprile di questo periodico) dimostra come sia necessario chiarire cosa si intende per « borghese » ; parola questa che ha avuto alterne fortune, provocandone altre per la sua cancellazione.
Come noto la parola « borghese » indiCE^a all’origiije gli abitanti dei borghi
(oggi si direbbe città), in contrapposizione ai « villani » abitanti delle ville (oggi
si direbbe campagne). La contrapposizione sottolineava un diverso modo di vivere, più sociale, e quindi più soggetto a
regole di comportamento il primo, più
isolato e individuale, e quindi più spontaneo e meno legato a tale tipo di regole, il secondo. Col tempo la vita delle città campagne è andata sempre più uniformandosi e di tutto questo è rimasto
principalmente l’uso della parola « villano » ad indicare la mancanza di rispetto
a certo tipo di regole. Ciò può spiegare
come per alcuni la parola « borghese »
abbia ancora un suo valore come indicatrice di chi rispetta certe regole di vita
individuale e sociale (ordine morale, onestà, laboriosità, ecc.) di cui è lecito conservare una certa nostalgia. Anche perché
tali regole non sono funzionali ad un certo tipo di società, ma sono ben valide per
tutte; ricordiamoci del moralismo e dello stakanovismo di certe società moderne.
Nell’uso corrente la nostra parola è
stata ed è ancora largamente usata nella
locuzione « vestire in borghese », come segno di chi rinuncia ad una divisa che è
sempre (sia essa del soldato, del prete o
del portalettere) simbolo di disciplina e
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
IL «CASO» SOLGENIZIN
Sì, dobbiamo confessarlo, gli avevamo creduto, e per lungo tempo. Oggi, dopo l’articolo da lui pubblicato su « Le
Monde » (del 31.5.’75) e dal quale abbiamo riportato la citazione sul n. preced. di
questo settimanale, non gli crediamo più.
Intendiamoci: non che le documentazioni di cui son pieni i suoi libri, siano false
(anche se, dobbiamo ammetterlo, non
sempre da lui stesso scrupolosamente
controllate); ma non possiamo più credere ad una capacità profetica del celebre
scrittore russo, e neppure ad una sua visione superiore ed equa della politica,
della storia e dei valori culturali del suo
stesso paese, né tanto meno di quelli dell’Europa, né più in generale dell’intera civiltà occidentale. Vorremmo ora che, anche nei nostri lettori, non rimanesse più
ombra di dubbio in proposito. Perciò continuiamo a leggere insieme il citato articolo di Solgenizin.
« Si potrebbe credere che, nel corso dell'ultimo trentennio, l’Occidente sia riuscito a mantenere le proprie posizioni in tre
occasioni, già ormai lontane: la Grecia
nel 1947, Berlino-Ovest nel 1948, la Corea
del Sud nel 1950. Tre episodi che riempirono di speranza e di fede l'Occidente. Ma
riconsiderate quei tre paesi oggi: chi di
loro ha ormai più la forza reale d'opporsi
all'asservimento? Chi li difenderà nel
giorno della minaccia? Quale Senato ratificherà l’invio di armi e di aiuti? Vi sarà
qualcuno che non preferirà la propria
quiete alla loro libertà? E il patto atlantico: esiste ancora, lui che ha già perso
quattro paesi? Quando Israele, quel popolo valoroso, si difendeva a morte, solidale come un sol blocco, l'Europa capitolava, un paese dopo l’altro, davanti alla
minaccia d'una riduzione delle gite domenicali in automobile.
Due o tre decenni di coesistenza pacifica, altrettanto gloriosi quanto i tre ultimi passati, e il concetto stesso dell’Occidente scomparirà dalla superficie della
terra.
La terza guerra mondiale è stata persa
dall'Occidente nel suo punto più vulnerabile: cioè in quel tratto della natura umana che vuol perpetuare la prosperità a
spese di concessioni illusorie. Questo spiega la gioia che accompagna la ratifica di
ogni nuovo accordo (come se anche un
solo accordo fosse mai stato rispettato
dall’URSS, oltre i limiti d’un'utilità immediata). (...)
Ho descritto la situazione, come appare chiaramente all’uomo comune dei pae
si dell’Est, da Poznan a Cantón. Ma occorrerà ancora molta fermezza e molta
costanza all’uomo dell’occidente, per riuscire a discernere e ad accettare un fatto
evidente: il dilagare metodico, costante e
trionfante, attraverso il mondo, della violenza e del sangue a partire da un unico
e stesso centro, e questo ormai quasi da
sessant’anni. (...)
Sia ben chiaro che nessuno ha il diritto
d’esigere dall’Qccidente, che prenda le difese della Malesia, dell’Indonesia, di Formosa o delle Filippine; e nessuno oserà
rimproverargli di non volerlo fare. Ma
quei giovani che rifiutarono di sopportare le pene e le angosce della lontana guerra del Vietnam, non avranno il tempo di
passar nella riserva. Essi cadranno (non
i loro figli, ma essi stessi) per la difesa
dell’America: ma allora sarà troppo tardi e senza effetto.
Non è più il tempo di chiedersi come
evitare la terza guerra mondiale: bisogna
avere il coraggio e la lucidità di spirito
necessari per fermare la quarta. Fermarla, non cadere in ginocchio! ».
Solgenizin è politicamente un arretrato, cioè un reazionario. Egli rimane un
« caso »: significativo e interessante, penoso e anzi tragico, rivelatore d’una reai
tà storica in corso di trasformazione misteriosa e profónda. Infatti egli è pur
sempre un figlio della sua terra, e quale
figlio! Quale somma di energie ha sprigionato, e continua a sprigionare la sua
poderosa personalità!
Solgenizin è un « caso »: da interpretarsi in altro modo (non sappiamo ancora
quale) da quel che in passato avevamo
creduto di poter fare.
EUROPA E INGHILTERRA
« Il 6 c., anniversario dello sbarco
alleato in Normandia, è anche il giorno,
d’ora in poi, nel quale i cittadini inglesi
si sono pronunciati, a grande maggioranza
(61,2% dei voti), in favore della permanenza del loro paese nella Comunità Europea ».
« Le Monde » (deU’8-10.6.’75) così commenta: « La grande questione che oggi
gli Europei si pongono, è di sapere se
l’Inghilterra sarà, d’ora in poi, per la Comunità, un motore o un freno. (...) La
chiarezza del voto del 6 c. non permette
più di dubitare della volontà degli elettori d’oltre-Manica. Il primo ministro (H.
Wilson) è troppo abile per non saperne
tirare la conclusione: la grande isola è
ormai legata, a filo doppio, al "continente”, per la buona come per la cattiva fortuna ».
di costrizione. Di qui la implicita valorizzazione del termine « borghese » come
simbolo di attaccamento a certi valori di
libertà individuale che hanno ancora molti non condannabili cultori.
È poi sopravvenuto l’uso di utilizzare
la parola « borghese » come quella che
definisce il proprietario di mezzi di produzione tali da permettere l’accumulo di
profitti grazie ad un razionale sfruttamento della mano d’opera. È un uso molto diffuso per quanto, se ben ricordo,
Marx parlasse a questo, riguardo con
maggior proprietà di « capitale e capitalisti ». Con una visione forse troppo manichea della lotta di classe, nel « borghese» si vede a questo punto il nemico e
la inevitabile condanna non può che
estendersi anche a tutti coloro che approvano o sostengono il sistema di cui questo tipo di borghese fa parte.
Ora, pare ben evidente che parole di
questo tipo possono essere usate da
chiunque. Secondo il valore su cui si sia
concordato di utilizzarle. Se a me piace
chiamarmi «borghese» perché a questa
parola collego ricordi di antiche apprezzate regole di laboriosità e di vita sociale, o aneliti non sopiti di libertà individuale, non vedo perché ciò potrebbe essermi proibito o imputato a misteriose
complicità con i «proprietari dei mezzi
di produzione».
Gli operai del resto, come si legge nei
loro tazebao, stanno già mutando il loro
linguaggio ed alla vecchia denominazione
del « borghese » ingrassato con il lavoro
degli sfruttati, vanno ormai sostituendo
quella più chiara e precisa di « padrone ».
E non intendono tanto padrone dei mezzi di produzione, quanto padrone dell’operaio stesso. Anche perché se è sempre
possibile individuare il «padrone» (colui
che dispone e comanda) non è più così
facile nella società di oggi identificare il
« proprietario dei mezzi di produzione ».
Nelle aziende produttive a capitale finanziario estremamente disperso (le grosse
società per azioni) la figura del proprietario è estremamente vaga e sfumata,
mentre il padrone è sempre presente e
visibile, ed è talvolta anche padrone dei
proprietari. E nelle aziende produttrici di
proprietà statale chi è il « borghese » proprietario? Visto che paga anche lui le
tasse, lo è in parte lo stesso operaio. Ed
ancora. Da cento o cinquant’anni fa i
rriezzi di produzione potevano essere identificati con sufficiente approssimazione in
« industrie o terre », cosa diremo oggi di
quel potentissimo mezzo di produzione
che è la tecnica e prima di lei la scienza?
Chi ne è il proprietario? Il cervello che
la crea o il capitalista che la paga?
Probabilmente l’unica accettabile conclusione, allo stato attuale delle cose è
che il vero « padrone » è il capitale finanziario, comunque e in qualunque modo
impiegato, anche senza la diretta proprietà dei mezzi di produzione. Basta leggere i bilanci 1974 delle Banche e confrontarli con quelle delle aziende industriali
o agricole produttrici di beni. E se è cosi,
si può sul serio chiamare borghese solo
chi detiene o controlla il capitale finanziario? Chiamiamoli almeno « borghesia
finanziaria » e lasciamo vivere nella sua
posizione di medio o piccolo borghese
chiunque creda ancora in certi valori che,
per antica abitudine, lega al nome di
« borghese ». , ^
In fondo è altrettanto scientifico di chi
afferma che «borghese è chi si appropria
del plusvalore ».
N.D.M.
Cernitale di Redaiienc: Bruno Bellion, Valdo Benecchii Guatavo Rouehsrd, Ni so De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direllera: GIORGIO TOtlRN
Dirotterà reipentabMe: GINO CONTE
Amminitlrasiena : Casa Valdese, 10066 Torre Pollice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delle Valli - La Luce - Torre Pellfce
Abbonamenti ; Italia annuo L. 5.000
semestrale L. 2.500
estero annuo L. 6.000
Una copia L. 100, arretrata L. 150
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni: Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.: commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
^ luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice