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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Sig. FEYROT Arturo
Via C. Cablila 22/5
X6122 GENOVA
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 107 - IVdm. ^3
Una conia Lire 70
\3B01NAMENTI | P®''
I L. 3.500 per l’estero
Sped. in abb. postale - I Gruppo bis/70
Cambio di indirizzo Lire SO
'lOKKE PELLlCt - 5 Giu^'no 1970
Amm.: Via Cavour 1 - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
La via della Chiesa
“Un altro ti condurrà
dove
non vorresti”
Domenica 7 giugno il referendum elvetico suH’inforestieramento
La Svizzera all'ara di Schwarzenliacli
« Dove va la Chiesa Valdese? » è 11 titolo di una conferenza pronunciata recentemente in una nostra comunità. E
una domanda che può suonare allarmistica e, in onesto senso, non essere
raccolta da un certo numero di membri
di chiesa i quali vorrebbero, semmai,
veder trattato quest'altro tema: « Dove
non va la Chiesa Valdese? ». La domanda iniziale può anche contenere un giudizio sulla Chiesa valdese attuale ed essere un lamento su di essa: la Chiesa
valdese starebbe non già andando ma
sbandando, non avanzando ma deviando, sarebbe non su una strada ma fuori
strada. La domanda potrebbe però anche non implicare un giudizio ed essere semplicemente un interrogativo
critico, un avvertimento, un richiamo
alla necessità di una particolare vigilanza spirituale perché i giorni sono
malvagi; in questo quadro potrebbe diventare un interrogativo della fede e
della speranza anziché essere una domanda corrucciata, sintomo di apprensione e smarrimento.
Sullo sfondo di questi pensieri acquista particolare rilievo una delle ultime
parole dette da Gesù prima di tornare
ai Padre: « Un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti » (Giov. 21: 19).
E una parola detta a Pietro subito
dopo quella che si può chiamare la
sua consacrazione pastorale, la sua investitura come pa.store del gregge: è
dunque una parola detta a Pietro come
pastore più che come discepolo, è una
parola per i pastori prima ancora che
per le pecore. Il pastore, di solito, guida, conduce; ma Gesù dice a Pietro che
lui, come nastore, sarà condotto dove
non vorrebbe. Il senso di questa profezia si chiarirà solo più tardi, quando
Pietro subirà il martirio: 1’« altro »
che cinge Pietro è uno sconosciuto soldato romano, che lega l'apostolo e lo
conduce là dove né Pietro né alcun altra creatura vorrebbe mai essere condotta: al supplizio. Ma oltre a questa
allusione, che Pietro subito non deve
aver compreso, la frase di Gesù contiene una indicazione precisa che Pietro non può non aver colto: il cammino che egli dovrà percorrere sarà tracciato non da lui ma da un altro. Un Altro che non è più il soldato romano
ma è Colui che conosce e dirige 1 nostri passi su questa terra.
Dio ci conduce dove non vorremmo
andare. Come potrebbe essere diversamente dato che le sue vie non sono le
nostre vie? Noi camminiamo volentieri
solo nelle nostre vie. In quelle non nostre vorremmo non andare. Ma Dio
ci conduce dove non vorremmo andare.
Dio conduce Abramo sulla montagna
di Moriah: Abramo non vorrebbe andarci — chi mai potrebbe voler scalare
quel terribile monte? — ma ci va. Dio
conduce Mosé in Egitto e dal Faraone:
Mosé non vorrebbe tornare nei luoghi
da cui era fuggito — ma ci deve andare, Dio lo conduce. Dio conduce Geremia davanti al re e ai sacerdoti di
Israele: Geremia non vorrebbe andarci
— « non sono che un fanciullo », egli
dice — ma ci va. Dio conduce Giona al
popolo di Ninive, la città ribelle: Giona cerca di fuggire ma alla fine è raggiunto da Dio, che lo manda dove non
vorrebbe andare. Dio conduce Saldo a
predicare Cristo: Saulo vorrebbe percorrere le vie dell’impero come persecutore della Chiesa, Dio glie le fa percorrere come apostolo di Gesù Cristo;
Saulo ha bensì recalcitrato contro gli
stimoli, ma alla fine ha dovuto andare
dove non voleva. Dio conduce Calvino
a riformare la Chiesa di Ginevra e di
Francia: Calvino non voleva, avrebbe
preferito tuffarsi nello studio dei classici antichi, ma alla fine ha dovuto percorrere una via che non lui ma un
Altro aveva tracciato. « Un altro ti cingerà, e ti condurrà dove non vorresti ».
La domanda posta all'inizio: Dove
va la Chiesa Valdese? si trova ora modificata in questi termini: Dov’è che
Dio ci conduce e noi non vorremmo andare? Un paio d’anni or sono il Sinodo
ha parlato di deserto: il deserto sarebbe la via p>er eccellenza della Chiesa, come già per l’antico Israele. Il deserto è nella Bibbia il luogo in cui Dio
dà appuntamento al suo popolo. Ma
chi ci vuole andare? Chi darà l’esempio? Chi farà il primo passo in quella
direzione? Nessuno ancora sembra essersi mosso; il deserto non sembra essere la nostra via. E la via di un Altro
che non vogliamo percorrere.
Ma a parte e oltre l’indicazione, pur
valida, del Sinodo, ci sono molti altri
luoghi in cui non vorremmo andare ma
proprio lì Dio ci conduce.
Dio ci conduce in mezzo ai conflitti
umani, alle tensioni e alle lotte della
storia: noi non vorremmo andarci, temiamo lo scontro. Com’è allettante la
quiete dei santuari. Ma Dio ci conduce
dove non vorremmo.
Dio ci conduce incontro alle masse.
Brutta parola che vorremmo evitare.
Vorremmo poter parlare solo dell’individuo. La massa — entità senza volto,
senza nome, senza sguardo, che sembra non aver nulla di ciò che permette un rapporto umano. Non vorremmo
mai avere a che fare con le masse, soprattutto noi che sappiamo come il
buon Pastore cerchi la perduta abbandonando le 99 e come in cielo ci sia
più gioia per uno che per 99. Il fatto è
che oggi, e da tempo, la pecora perduta son proprio le 99 e non Luna. Oggi
dobbiamo imparare a dire con un teologo cattolico francese: « La masse,
mon prochain » (M.-D. Chenu), cioè le
masse sono il mio prossimo. Non vorremmo andare alle masse, vorremmo
poterci fermare aU’individuo. Ma Dio
ci conduce dove non vorremmo.
Dove va la Chiesa Valdese? L’importante è che non vada dove vuole lei,
ma si lasci condurre là dove non vorrebbe andare. Paolo Ricca
Il iimiiiiiiiiiiimiiii ..
"Moratorium day" a Raaia
È in programma, per sabato 13 giugno, un
« moratorium day » a Roma, consistente in
una breve marcia dalla stazione Termini alla
Presidenza del Consiglio, durante la quale i
partecipanti porteranno cartelli con i nomi
degli obiettori di coscienza processati nel dopoguerra, nomi che saranno scanditi da uno
.spea'.i r all’arrivo in piazza Colonna. L’iudomani. al Teatro Centrale, si terrà un « processo alTobiettore », con la partecipazione del
presidente della Corte costituzionale Branca,
del giudice costituzionale Mortati, del giudice
Corrias, dei giornalisti Furio Colombo e Enzo
Forcella. Gli obiettori di coscienza condannati
in Italia dal 1949 al 31 dicembre 1969 sono
319, ma le sentenze sono state in totale 660,
perché quasi tutti gli obiettori hanno subito
più di una condanna.
La Svizzera sta per vivere, quasi inaspettatamente, un momento importante della sua storia.
Dico quasi inaspettatamente perché
il referendum al quale è chiamata la
popolazione il 7 giugno non è in sé
stesso un fatto straordinario: la votazione popolare su iniziative legislative
presentate dal Governo, dal Parlamento, da gruppi extra-parlamentari o anche da singole persone fa infatti parte
integrante della democrazia diretta,
largamente praticata oltre frontiera:
mi dicevano recentemente di un Cantone i cui cittadini sono stati chiamati
a votare ogni domenica per quattro
mesi di seguito, sulle proposte legislative più diverse. Ma stavolta sembra
che il Paese sia mobilitato. Qualche
piccolo esempio; se uno va al ristorante è facile che trovi in fondo alla nota
l’avvertimento « se siete stati soddisfatti del nostro servizio, votate contro Schwarzenbach! », oppure all’albergo sul tavolino da notte « tutto il personale qui è straniero, se votate
Schwarzenbach non potremo più alloggiarvi », Avvertimenti interessati, certo; ma non i soli; tutti i partiti politici, tutte le Chiese, la più gran parte
delle organizzazioni culturali, i due rami del Parlamento, il Governo, il Presidente della Confederazione si sono
ripetutamente pronunciati contro l’iniziativa Schwarzenbach; il Governo,
fatto assai poco abituale, ha lanciato,
alla vigilia della x'otazione, un preoccupato messaggio alla popolazione per
incitarla a votare e a votare contro.
Che cosa è dunque questa straordinaria iniziativa di votazione popolare
che scuote così profondamente la Svizzera? Il 20 maggio 1969, il signor James Schwarzenbach, zurighese, deputato indipendente, .ditore, presentava
agli uffici competenti il testo di una
iniziativa di legge di origine popolare,
accompagnata da 70.292 firme valide,
20.292 in più di quelle richieste dalla
Costituzione. Il documento, intitolato
« iniziativa legislativa contro l’eccessiva influenza demografica ed economica degli stranieri in Svizzera » ( Ueberfremdung, nel testo originale), chiede
in sostanza che venga inserito nella
Costituzione un nuovo articolo, per af-gjoranza dei contadini che non ha bi
fermare che è dovere della Confedera
zione limitare la citata influenza e pertanto dovere del Governo ridurre il
numero degli stranieri residenti in
Svizzera a un livello pari, al massimo,
al 10% della popolazione ufhcialmente
registrata in ciascun Cantone (ad eccezione di Ginevra, autorizzata ad avere il 25%). Seguono poi considerazioni
sugli stranieri « fuori quota » quali gli
stagionali, i turisti, i funzionari internazionali, il personale ospedaliero, ecc.,
sul fatto che nessuno Svizzero può essere licenziato da un’impresa che occupi stranieri della stessa qualifica, e
su restrizioni ai diritti di naturalizzazione. Poiché gli stranieri che lavorano in Svizzera sono circa un milione,
con punte fino a un quarto della popolazione locale, la adozione di questo
progetto significa in pratica il blocco
di nuove immigrazioni e il rinvio forzato di circa 200 mila lavoratori esteri.
E chiaro che la misura metterebbe in
crisi quelle attività, quali la alberghiera, l’edilizia, la metallurgia, che ormai
si reggono in buona parte sulla mano
d’opera straniera.
Come mai allora i potenti rappresentanti di queste industrie, le banche
che stanno dietro a loro, le organizzazioni politiche e culturali che hanno
espresso così chiaramente la loro posizione, non riescono a liquidare una
trovata tanto evidentemente nociva ai
loro interessi?
Per rispondere a questa domanda è
necessario vedere chi voterebbe a favore di Schwarzenbach e perché. Dai
sondaggi demoscopici risulta che, tra
favorevoli ed incerti, si giunge a un
49% dei voti nell’intero Paese, al 58%
nella Svizzera tedesca, al 63% delle
persone di condizione economica modesta. Voterebbe a favore la maggioranza degli operai, che accusa gli immigrati di mettere in pericolo l’alto livello dei salari, di essere causa prima
della scarsità di alloggi, di posti nelle
scuole, negli ospedali ecc., di obbedire
piuttosto alle direttive dei sindacati
esteri che di quelli locali; così la mag
iiiiiiiiiiiiiiimiiiiMiii
RIUNITO A ROMA IL CONSIGLIO ATLANTICO
la lefasta pelitica dei bloechi lailitari
Nei giorni scorsi 'si è riunito a Roma
il Consiglio atlantico e, fra le risoluzioni
prese, apprendiamo che la NATO ha incaricato il ministro degli esteri italiano
di fare dei sondaggi per una ripresa
del dialogo fra Est e Ovest e per cercare di ottenere una bilaterale riduzione degli armamenti.
In occasione di queste riunioni si sono avute diverse manifestazioni di dissenso o anche solo di dubbio che circa
il fatto che l’Italia continui a far parte
di un blocco militare.
Anche da parte nostra, in quanto convinti assertori dell’impegno politico del
credente, ispirato per quanto più possibile all’amore della verità e quindi della libertà (della libertà del cristiano,
appunto) desideriamo, molto brevemente, rie.saminare questo problema.
Evidentemente, la questione va vista
sotto un duplice punto di vi.sta e occorre appunto vedere se da questa doppia visuale, scaturisca una posizione eia
assumere, chiara e senza equivoci.
Da un punto di vista cristiano, di fede, è fuor di dubbio che un credente
non può approvare che la nazione in
cui vive faccia parte di un blocco militare. Non si venga a dire che il problema non ci tocca singolarmente, ma che
riguarda la sicurezza della nazione stessa. E’ invece un problema che oggi deve
concernere ciascuno di noi. Si tratta
della nostra responsabilità personale
di credenti e di membri di una Chiesa.
Già in varie altre occasioni, esaminando su questo giornale, coi dati a nostra
disposizione, le spaventose conseguenze
che prima o poi l’umanità subirà a
seguito deH’attuale politica dei blocchi
militari e degli armamenti, abbiamo appunto affermato che t credenti — e le
Chiese che li rappresentano! — debbono più che mai costantemente ed energicamente proclamare la loro fedeltà alrinsegnamento di Cristo, al Sermone
sul Monte, alle Beatitudini (già così
spesso traditi) assumendo una ferma
posizione di rifiuto a queste opere di
morte apprestate daH’uomo contro l’uo
mo. Questo dobbiamo « ricordare » alle
autorità di un paese che si dice cristiano e che nella Costituzione che si
è dato ha ripudiato la guerra come risoluzione delle controversie internazionali.
Ma vi è anche una visione politica
della questione. Di fronte aH’argomentazione che il blocco occidentale è puramente difensivo, non solo, ma che è
egregiamente servito a proteggere la
nazione dalla guerra per ben 25 anni,
cosa mai successa finora, non siamo
per nulla d’accordo per due motivi.
In primo luogo, perché oggi il confine tra guerra difensiva e offensiva è
così labile che assolutamente non può
essere addotto a difesa della tesi dei
blocchi. Esempi tragici ed attuali non
mancano. In Indocina la così conclamata difesa, da parte degli Stati Uniti,
di una nazione mutilata si è trasformata in un immenso focolaio che tocca
ormai tutta la penisola; nel vicino Oriente gli israeliani « sopraffatti » da decine di milioni di arabi hanno occupato
i territori di tutte le nazioni circonvicine. Occorre poi tener presente che, in
caso di conflitto fra gli opposti blocchi,
l’uso delle armi nucleari sarebbe più
che probabile, con le conseguenze che
tutti sanno, uguali sia per i « difensori »
che per gli « offensori ».
Secondariamente, ci è molto difficile
il pensare che, se la nazione italiana
non facesse parte di un blocco, negli
anni scorsi avrebbe potuto essere invasa ed occupata, ed anche solo menomata nella sua sovranità (cosa che le
succede proprio ora, in quanto parte di
un blocco). E’ vero caso mai il contrario, e anche a questo proposito — siccome cerchiamo di vedere le cose come
stanno e di dedurne le conseguenze ragionando colla nostra testa — due fatti
balzano evidenti a sostegno delle tesi
anti-blocchi:
1 ) L’invasione della Cecoslovacchia,
membro del Patto di Var.savia, da parte
di altri membri del patto stesso, allo
scopo di farle mutare politica e di ri
portaria alla sovranità limitata.
2) La creazione e l’appoggio da
parte degli Stati Uniti del regime militare in Grecia — membro del Patto Atlantico — mediante il quale sono state
calpestate e vanificate le istanze democratiche di tutto il popolo di fronte all’allettante proposta dei neo dittatori
i quali in sostanza hanno detto ai generali di 'Washington (come riferisce un
inviato speciale di un quotidiano di informazione italiano): « Noi teniamo a
disposizione degli Stati Uniti tutta
quanta la Grecia e voi potrete farne la
base militare più potente e tranquilla
dell’intero Mediterraneo: in compenso,
lasciateci mano libera nel governo degli
affari interni della Grecia »!
Di conseguenza: no ai blocchi e come
credenti e come cittadini di questo
mondo. E’ necessario battersi contro
quello che è diventato uno dei "dogmi”
più diffusi del nostro tempo e così ben
accetto ai benpensanti: contro la falsa
sicurezza dell’equilibrio delle forze.
Qualunque persona, anche un bambino, sa benissimo che, se l’uomo costruisce qualcosa, prima o poi lo adoprerà e ciò avverrà fatalmente anche
per tutte quelle armi — convenzionali
e non — che gremiscono i depositi militari di tutto il mondo.
Nè d’altra parte serve sperare o attendere che « qualcun altro » cominci a
dar prova di buona volontà o di coerenza cristiana iniziando unilateralmente il disarmo. Se siamo veramente cristiani è necessario convincerci che dobbiamo essere « noi » — in quanto tali —
a porre una precisa istanza ai detentori
del potere: Dovete abbandonare la politica delle armi, dei blocchi, per salvare l’uomo, per ridargli libertà e dignità, per consentirgli di fare per il suo
fratello diseredato e sottosviluppato
tutte quelle cose, tragicamente urgenti,
che l’attuale nefasta politica dei blocchi non consente di porre in atto e che
quindi a sua volta diventa causa fondamentale di ingiustizia.
Roberto Peyrot
sogno di molta mano d’opera in una
agricoltura fortemente meccanizzata e
che invece vede negli stranieri la causa prima della importanza assunta dalli industria a suo danno; così infine
un certo numero di persone, spesso di
una certa età, che si sentono urtate
dalle cattive maniere degli immigrati
e vedono in pericolo le tradizioni del
Paese. Mentre i sindacati hanno un atteggiamento assai ambiguò, votano, o
dichiarano di votare contro, i giovani,
gli industriali, gli intellettuali, le classi agiate e « borghesi ».
Cosicché le tradizionali posizioni
dogmatiche del classismo sembrano
rovesciate: nel quadro di una iniziativa popolare, cioè della più tipica forma di democrazia diretta, sono a favore di un progetto chiaramente razzista e conservatore gli « sfruttati » di
tutti i tipi e sono contrari i possidenti.
Jean-Louis 'Villa nei « Cahiers Protestants » (n. 2/1970, La xénophobie
est-elle une maladie?) dà del fatto una
spiegazione psicanalitica: alla base dei
pregiudizi sociali si trova sempre uno
stato di frustrazione aggressiva, la tendenza a rifarsi sui più deboli delle
proprie difficoltà e dei propri insuccessi. La società svizzera starebbe dunque passando attraverso una crisi di
trasformazione che crea dei malcontenti e delle vittime.
* * *
Comunque sia, è opinione comune
che l’iniziativa sarà respinta, sia per il
voto del 16% di incerti, sia per mutamenti di opinione dell’ultima ora. Resterebbe dunque da vedere con quale
maggioranza ciò accadrà; resta certamente da provvedere a quegli « stagionali » di cui né Schwarzenbach né i
suoi oppositori si occupano e che sono
invece, come notavamo su queste colonne, la parte più sfruttata della emigrazione; resta soprattutto da vedere
che cosa sarà il « dopo Schwarzenbach ».
Perché, come abbiamo notato, il fatto ha turbato profondamente la Stizzera e da questa scossa potranno venire conseguenze negative o positÌA'6.
Da una parte, si è rilevato che alcuni
dei motivi addotti, sia dai sostenitori
che dagli oppositori, sono chiaramente egoistici e materiali. E dunque possibile che il conflitto di interessi continui su questa base, comunque vadano le cose, e che le conseguenze finiscano col ricadere sulla parte più debole, cioè sugli immigrati.
D’altra parte, l’episodio ha fatto riflettere molte persone e appaiono con
sempre maggiore frequenza articoli di
giornali, relazioni di incontri, e dichiarazioni che si sforzano di superare gli
aspetti puramente meccanici ed interessati del problema, per ricercarne
invece le motivazioni di fondo, basandosi sul riconoscimento necessario della dignità umana, delle diversità di civiltà, del diritto-dovere dei lavoratori
stranieri di partecipare appieno alla
vita del Paese che li riceve, nella visione di una Svizzera più proiettata nel
futuro che nostalgica del passato.
E dunque possibile ed auspicabile
che il dopo Schwarzenbach sia diverso
tanto dalla libertà indiscriminata di
afflusso della manodopera straniera auspicata da alcuni interessi, quanto dalla conservazione bigotta dei privilegi
voluta dalla iniziativa attuale, tanto
dalla « libera (e anarchica) circolazione », quanto dalle restrizioni dittatoriali. E possibile che possa venire attuata una complementarità autentica,
nella quale la civiltà mediterranea degli immigrati non sia assorbita, ma si
fonda con quella centro-europea dei re■sidenti, in una convivenza altrettanto
valida quale quella delle stirpi francesi, tedesche e italiane della Svizzera
attuale. Una convivenza che costituirebbe una indicazione per altre situazioni analoghe e che permetterebbe
anche una educazione democratica degli immigrati al rispetto di sè e degli
altri.
Staremo dunque a vedere. Per il momento si impone una certa riserva,
non solo perché la questione, che pure
ci riguarda direttamente, interessa in
primo luogo il carattere e lo sviluppo
della Svizzera e perciò ha delle componenti che difficilmente possono essere
valutate dagli estranei, ma anche perché analoghe situazioni, non risolte,
esistono pure da noi.
Pierluigi Jalla
(Si legga a pag. 2 il testo di un ordine
del giorno votato ultimamente dal Sinodo
della Chiesa evangelica in Germania sui
lavoratori migranti).
2
p ig ^
N. 23 — 5 giugno 1970
Scuola medía; a che punto siamo?
Alcuni insegnanti e studenti rispondono (2)
1) A che punto è la riforma delia
scuola superiore?
2) Si può parlare di democrazia
nella scuola oggi ?
3) Quali sono i poteri del preside?
4) Qual è il contributo degli insegnanti alia riforma della scuola?
ORIANA BERT
Come insegnante di scuola media non
sono qualificata a rispondere alla prima domanda, ma vorrei ugualmente
accennare alle conseguenze che la mancata riforma della scuola superiore ha
sugli allievi nrovenienti dalia scuola
media unificata. Mentre, sia pur attraverso difficoltà e squilibri, nella scuola
media gli insegnanti sono stati spinti
e costretti a rivedere molte loro posizioni, se non a livello di contenuti almeno a livello di metodi, nella scuola
superiore molti possono ancora permettersi di continuare nella comoda routine (compiti tradizionali, grammatica
vecchio stile, scienze matematiche avulse da ogni riferimento alla vita ecc.),
esigendo dagli alunni una preparazione
e una disposizione ricettiva alla quale
non sono stati abituati e che conseguentemente provoca, negli alunni, degli choc e, negli insegnanti, delle valutazioni errate.
La scuola media, diventata scuola di
massa, deve mirare a mettere in evidenza tutte le componenti della personalità dell’ alunno, esercitandone lo
spirito critico. Questo tipo di preparazione, più difficile da attuarsi, qualora
venga realmente perseguita, sarebbe in
grado di portare frutti positivi negli
studi superiori, più di quanto non lo
sia la passiva acquisizione delle nozioni
imposte dai vecchi programmi, anche
se i colleghi delle superiori si troveranno inizialmente di fronte a lacune di
ordine nozionistico.
La struttura della scuola rispecchia fedelmente quella
dello Stato - Diventata scuola di massa, la scuola media
deve mirare a mettere in luce tutte le componenti della
personalità dell’alunno, esercitandone lo spirito critico
« La struttura della scuola rispecchia
fedelmente quella dello Stato: dal ministro al Consiglio superiore, dagli
ispettori e ai presidi, una gerarchia di
enti burocratici pesa sull’apporto educativo pubblico. 'Tutto promana dall’alto, di solito in modo paternalistico, talvolta più duramente e senza maschere
che coprano la sostanza autoritaria. È
la classica struttura piramidale, in cui
tutto Tedifioio poggia sugli allievi e
nessun intervento, neppure in forma di
controllo, è possibile a chi sta ad un
livello inferiore. In posizione intermedia si trovano gli insegnanti, la cui autonomia si riduce ad una certa elasticità consentita neH’applicazione di programmi alla cui elaborazione né essi
né la scuola nel suo insieme hanno dato
nessun contributo. Direttori e presidi,
ispettori e provveditori custodiscono
l’ordine e la tranquillità, garantendo
che nulla venga a turbare la stabilità
di un sistema nato nel 1860 per la scuola di un piccolo regno ».
Per rispondere alla domanda relativa
alla democrazia nella scuola di oggi, mi
sembra esauriente la citazione di questo paragrafo tratto dal volume L'Autoritarismo nella Scuola di A. Alberti, G.
Bini, L. del Cornò, G. Giannantoni, edito
nel 1969 dagli Editori Riuniti.
I poteri del preside rientrano nel quadro indicato dalla citazione precedente.
Sono perciò notevoli e pesanti nei confronti degli insegnanti e degli alunni,
mentre egli è a sua volta una pedina
nelle mani delle autorità che gli sono
gerarchicamente superiori. Basti pensare che la legislazione che contempla
le sue attribuzioni risale al 1924. Il regime fascista non è dunque tramon
pastore Manfredi Ronchi
Il pastore Manfredi Ronchi è deceduto il 26 maggio 1970, a Zurigo,- dove
era stato ricoverato per un intervento
chirurgico; là si è svolto il servizio funebre, ma domenica 31 egli è stato affettuosamente ricordato nella sua comunità battista di Via del Teatro Valle, a Roma; in quell’occasione anche
il Moderatore Neri Giampiccoli ha
espresso il vivo ricordo della Chiesa
valdese per ciò che lo scomparso è
stato, durante molti anni, nel quadro
dell’evangelismo italiano, e la fraterna
simpatia per i familiari come per le
Chiese battiste. Siamo grati al pastore
E. Paschetto che ha accettato di ripercorrere per noi, con sincerità di alette e con libertà fraterna, le tappe di
questo operoso ministerio evangelico
nel nostro paese. Noi pure esprimiamo ai familiari del pastore Manfredi
Ronchi e ai fratelli battisti colpiti dalla sua morte, la nostra viva simpatia.
Anche per noi la sua attività pubblicistica, in particolare, la sua partecipazione alla vita d’insieme degli evangelici italiani — partecipazione fraterna
e al tempo stesso schiettamente ’confessionale’ di cui abbiamo sempre apprezzato la coerenza —, non ultima la
sua presenza cordiale e spesso arguta
ai nostri sinodi non saranno facilmente dimenticate. Ora egli è passato per
la prova radicale, assoluta dell’annuncio di cui è stato banditore: vivere per
grazia. red.
La notizia rlie Manfredi Roncdii
oi ha lasciati per la Casa del Padre
ci ha colti di sorjjresa. Anche se in
questi ultimi anni egli aveva dovuto
a poco a poco lasciare molti degli
incarichi nieritatamente ricevuti in
patria e all’estero, nel l’Unione Battista e nel pili ampio campo dpH’Kvangelisnio Italiano, continuavamo
a pensarlo al centro del Battismo
italiano, come il suo pi astro portante, oppure come la vecchia quercia che, con la sua forma vlgoro.sa,
dà valore al bosco che la circonda.
E pensavamo che j>er molli anni ancora, con la sua presenza .sempre vivace ed i suoi interventi arguti ed
ostinati nella difesa dello sjiirito e
della prassi « battista », avrebbe arricchito le nostre assemblee.
Forse, invece, il suo infaticabile
im])egnarsi nei più diver.si settori
della vita e dell’azione battista (dal
ministerio pastorale alla stampa,
dall’insegnamento alle questioni della nostra edilizia, dalle svariate e
multiformi attività di guida dell’opera all’evangelizzazione ed airecumenismo), in un continuo viaggiare
per l’Italia e per l’Fmropa. aveva
nascostamente pesato .sulla sua pur
fortissima fibra.
Certo, Manfredi Boncbi si è dato
senza risparmio, e per questo non
ba potuto metter da parte neppure
il minimo indispensabile di energie
elle gli permettesse un sereno periodo di riposo dopo tante fatiche. Del
resto, è difficile pensarlo nel riposo
di una tranquilla e appartata vecchiaia !
:ü t- :!=
Era nato a Solofra (Avellino) il 26
agosto 1899. Convertitosi all’Evangelo e battezzato a Roma dal pastore Aristarco Fasulo, nel 1921 entrò
nella Facoltà Valdese di Teologia
(allora a Firenze) per rispondere alla chiamata al ministerio pastorale.
Fu allievo prediletto di Giovanni
buzzi, per il quale ebbe e manifestò sempre profondo affetto e profonda ammirazione.
Iniziò il suo ministerio nel luglio
del 1924 e fu a Roma (Via Urbana),
a Fioridia (Siracusa), a Cagliari.
Qui, nel maggio del ’32 perdette
la giovane moglie. Il dolore lo prostrò, e venne inviato per un anno a
Londra e ad Oxford presso il Regents’ Park College. Rientrato in
Italia, fu per breve tempo a Torino,
a Roma (Piazza in Lucina) ]>er un
anno, di nuovo a Torino. Vel febbraio del 193.3, alla morte improvvisa ed immatura del pastore Aristarco Fasulo, fu chiamato a succedergli nella cura della Comunità romana di Via del Teatro Valle. Nel primo periodo della seconda guerra
momliale fu per un anno (1939) Direttore della Libreria Sacre Scritture ad Addis Abeba, e per un altro
anno (1940) cappellano militare.
Nel 1941 riprese il suo posto alla
guida della comunità di Via del Teatro Valle, tenendolo fino ad ora.
Nell’Unione Battista d’Italia ha
avuto molti incarichi; m:>mbro del
Comitato Direttivo (dal 194.3), poi
Vice-Presidente, quindi Segr'-taro
Esecutivo, e finalmenle Presidente
(dal 1956 al 1967). Altri e numerosi
incarichi ha avuto nello stes.so periodo nel campo delTEvangelismo Italiano e negli organismi Battisti Europei e mondiali. Da idrca trent anni dirigeva i( Il Messaggero Evangelico », organo ufficiale dell Unione
(Cristiana Battista d’Italia.
Il suo contributo ])iii valido alla
Unione delle Chiese Battiste d Italia è dato daH’o])era perseverante
che la portò alla effettiva autonomia
nei riguardi del Comitato delle Miss'oni Estere della Southern Baptist
Convention degli Stati Uniti d’America (che nel 1870 aveva iniziato la
« Missióne Battista » in Italia, accogliendo nel ’22-’23 le chiese sorte
dalla Missione della Baptist Missionary Society di Londra) ed al coiisoUdamento patrimoniale ed organizzativo. In campo ecumenico, bisogna riconoscere al Ronchi la paziente ed illuminata ostinazione con
cui riuscì a jioco a poco a vincere
r isolazionismo fondamentalista di
molte comunità battiste italiane, riuscendo a condurre l’Unione Battista
nella via di una collaborazione fraterna sempre più stretta con le altre
denominazioni (prima nel Consiglio
Federale delle Chiese Evangeliche
Italiane e poi con la Eederazione),
sia pur nella fedeltà ai principi battisti della libertà e della volontarietà dell’associazione e della sovranità delle comunità locali.
Era un acuto ed efficace polemista, un conferenziere sempre interessante e valido, per là dialettica
davvero stringente e la non comune
facilità di parola. Di carattere forte
e di convinzioni assai chiare e solide, nelle assemblee era sempre nel
pieno della lotta fraterna e spesso
accendeva o riacccmleva le discussioni senza posa, ma sempre per la
sua profouda convinzione che la discussione anche più accesa fra persone che non si dimenticano di essere fratelli è comi zione essenziale
per la vitalità di ogni organismo cristiano, secondo il detto dei Proverbi (da lui spesso citato): «Il ferro
forbisce il ferro: così un uomo ne
forbisce un altro» (Prov. 27: 17);
e il dissenso fraterno è elemento necessario alla vita e al progresso, anche cristiano.
Allo stesso tempo era estremamente sensibile, soprattutto nei riguardi
dei più semplici, dei piccoli. Amava incontrarsi con la gente comune,
intrattenersi con essa in tutta semplicità e fraternità. Era spesso insofferente verso chi gli sembrasse
ambizioso o sujierbo, soprattutto nei
riguardi degli umili. Anche per questo era molto amato nelle nostre comunità, jiarticolarmente in quelle
proletarie e contadine, sia del nord
sia del meridione.
L’ho sjiesso avuto avversario nei
problemi della guida dell’Opera e
dell’espansione cristiana; ma ci stimavamo e ci amavamo di cuore e,
col passar degli anni, ci andavamo
avvicinando sempre piu.
Sincerità, altruismo, abnegazione,
assoluto disinteres.se, sono le doti
che tutti gli abbiamo riconosciuto
con ammirazione.
Davvero la sua perdita è grave per
l’Unione Battista ed anche per l’Evangelismo Italiano.
Leviamo però a Dio il ringraziamento per un ministerio così fecondo.
E Lo preghiamo affinché le sue
consolazioni abbondino sulla famiglia nella sofferenza.
tato. Un esempio concreto: è concesso
ai professori, purché la richiesta venga
fatta da almeno un terzo di loro, di
chiedere la convocazione del Corpo insegnante per discutere qualche problema inerente alla scuola. Il preside potrà negare l’autorizzazione qualora
non ritenga importante l’argomento da
trattare. E’ evidente che qualunque iniziativa « di base » è in tal modo compromessa in partenza. Infatti il preside potrà non ritenere « importante »
un qualsiasi argomento che gli torni
sgradito.
A questo punto mi sembra non inutile chiarire il meccanismo che porta
alla nomina del preside. Esistono, come
per gli insegnanti, i presidi dii ruolo e i
presidi incaricati. I primi sono tali per
aver vinto un concorso consistente in
un esame-colloquio, 1 secondi, il cui numero è notevolmente elevato, ricevono
l’incarico dal provveditore in seguito a
richiesta da loro stessi avanzata, senza
che esistano graduatorie simili a quelle
che determinano la nomina degli insegnanti, e quindi a completa discrezione
degli organi burocratici. E’ possibile
una situazione in cui la presidenza sia
retta da persone che avanzano la richiesta delTincarico per evitare rinsegnamento (da quest’anno ogni preside,
anche di scuola piccola, è esonerato
dalTinsegnamento), senza che siano state accertate in alcun modo le speoifiche
capacità a livello didattico e amministrativo. Per ^uesto secondo aspetto
delle loro mansioni sarebbe sufficiente
un efficiente ufficio di segreteria, mentre il primo asnetto può essere carente
senza che Questa carenza possa essere
contestata dal basso; dall’alto, in pratica, non viene mai verificata per Tassenteismo tipico della macchiina burocratica.
Un programma minimo di soluzione
a questa stato di cose potrebbe essere
segnanti) o meglio un gruppo operativo
che curi l’andamento della scuola, garantendo però un ricambio.
Attualmente il contributo è quanto
mai insoddisfacente in quanto gli insegnanti non sono che in minima parte
coscienti delle incongruenze del sistema scolastico e sociale in cui operano,
essendo essi stessi il prodotto di questo
sistema, per il tipo di studi che hanno
seguito: nessuna nozione di didattica,
di psicologia, di sociologia eoe.; la storia studiata sotto la prospettiva delle
^ ontìnuìamo la pubblicazione
^ di risposte alla nostra inchiesta sulla scuola, fra insegnanti e studenti. Per questa
settimana era preventivato pure lo scritto di uno studente,
che purtroppo non ci è giunto
in tempo per rimpaginazione.
La pubblicazione continuerà nei
numeri prossimi. Siamo riconoscenti a quanti hanno accettato
di collabnrare a questa indagine, e lo saremo a tutti coloro —
insegnanti e studenti ma anche
genitori o lettori interessati —
che a conclusione della serie d!
interventi vorranno farci avere
il loro parere. Non promettiamo
di _ pubblicare tutto, ma ogni
opinione sarà presa in seria
considerazione. Intendiamo questa ricerca come condotta in
un’assemblea di fratelli.
red.
un preside eletti'
vo (cioè eletto dagli in
decisioni operate dalle classi dominanti
e non mai de.lle reali condizioni di vita
dai popoli che ne erano l’oggetto. Valga
come esempio lo studio del Risorgimento, di cui non è mai stato messo in
luce che ha creato uno stato rispondente alle esigenze di una minoranza moderata, senza soluzione dei problemi
più tragici che ancora oggi si trascinano, quali le zone di sottosviluppo e il
Mezzogiorno.
E’ importante che gli insegnanti comincino almeno a prendere coscienza
di queste incongruenze, come primo
obbiettivo, ma per il momento questo
obbiettivo è ancora abbastanza lontano.
Oriana Beri
Sui lavoratori stranieri
Il testo di un ordine del giorno votato dal Sinodo della Chiesa
Evangelica in Germania tenutosi a Stoccarda in maggio
Enrico Paschetto
Tutta la popolazione deve essere riconoscente ai lavoratori stranieri per la loro preziosa collaborazione, nei diversi compiti che
sono richiesti da uno Stato industriale moderno.
Ma è necessario che, oltre alla riconoscenza,
siano loro assicurati tutti i diritti fondamentali del nostro Stato. Noi riteniamo che attualmente il rispetto di questi diritti sia messo in
dubbio dalla mancanza di uno statuto dei .lavoratori stranieri, dalle pressioni politiche
esercitate da alcuni governi stranieri sui loro
cittadini che lavorano nella Repubblica Federale o sui parenti che sono rimasti in patria.
Né si può parlare di rispetto di questi diritti
di fronte a speculazioni sui fitti, a retribuzioni
irregolari, a insufììcenti possibilità di sviluppo culturale e tecnico e ad altre forme di discriminazione che negano la eguaglianza degli uomini di fronte alla legge. Chiediamo un
rapido intervento dello p delle .Autorità
amministrative ed economiche.
Le misure studiate e messe in pratica da
libere Associazioni che lavorano tra la mano
d'opera straniera debbono essere sostenute, in
misura più rivelante deirattualc, dai mezzi
finanziari publdìci.
Riteniamo che ancora pii'i gravi delle discriminazioni estere siano i giudizi preconcelli
Fisolamento nel quale questi lavoratori devono
vivere sul posto dì lavoro o nel tempo libero.
In questo caso sono le nostre Comunità a essere chiamate a una azione decisiva contro le
forme morali dì discriminazione. E ciò comincia dalTaccoglienza dei bambini stranieri nelle
scuole materne gestite dalla Chiesa.
La Chiesa Evangelica opera in questo campo attraverso il Servizio Diaconale e altre
Istituzioni impegnale in vari modi nel servizio; ma la coscienza della responsabilità dei
singoli cristiani nei riguardi dei lavoratori
stranieri e delle loro famiglie, là dove essi
vivono e lavorano, è ancora quasi inesistente
nell'ambito delle Comunità, di sforzi della
Chiesa per giungere a una più chiara conoscenza dei problemi del mondo e della nostra
responsabilità a tale proposito devono includere queste persone che vivono alla porta di
casa nostra. Le Comunità devono essere informate di questa situazione e a tale scopo
debbono venire impiegati lutti i mezzi disponibili.
Il Consìglio della Chiesa Evangelica in Germania è invitalo a preparare uno studio glo
bale. in collaborazione con gli Enti ecclesiastici competenti, sui problemi politici, sociali
ed economici che concernono i lavoratori stranieri, a livello nazionale ed europeo.
Colloquio pastorale
alle Valli
Prossimo incontro a Torre Pellice
lunedì 8 giugno.
9.30 Studio biblico su Efesini 2: 19-22.
10.30 Conversazione con il past. T. Soggin sul materiale della Scuola
Domenicale, in particolare sul volume « Racconta la Bibbia ai tuoi
ragazzi ».
14 Comunicazioni della Tavola e delia Comm. distrettuale.
15 Discussione sul tema precedentemente fissato.
16 Chiusura.
(Il resoconto del colloquio di maggio,
giuntoci tardi, sarà pubblicalo la settimana prossima).
«VOCE DELLA BIBBIA»
Pregate per le
trasmissioni radio
Anche quest’anno è stata istituita una giornata in cui lutto il mondo cristiano prega
particolarmente per revangeììzzazione attraverso la radio e la televisione. Se amate il
Signore e desiderate che molte anime vengano a conoscerLo, il giorno 14 giugno unitevi in preghiera a coloro che pregheranno
per questo scopo.
Ascolialc le trasmissioni di: « Voce della
Bibbia » da Radio TWR Montecarlo:
— ONDE MEDIE mt. 205 - Kc 1466)
Vita abbondante - ogni sabato ore 23 (durante il periodo in cui andrà in vigore
Fora legale la strasmissione sarà posticipata alle ore 24).
— ONDE CORTE mt. 49 - Kc. 5950)
Programma per tutti - ogni sabato alle
ore 13,30.
Programma per ragazzi - ogni domenica ore 13,35.
3
5 giugno 1970 — N. 23
pag. 3
I LAVORI DI DUE CONFERENZE DISTRETTUALI
r DISTRETTO, A VILLAR PEROSA
2'’ DISTRETTO, A IVREA
Una "distensione,, ainbigna e sotto giodizio ridesta un senso di allarme
per le carenze evangelistiche
Di fronte alla Conferenza del I Distretto, riunito a Villar Perosa il 27
maggio, la Commissione Distrettuale
rileva alcuni elementi delle Relazioni
delie chiese dalle quali risulta che un
certo clima di distensione s'è avviato.
Dilatti — si osserva in sede di dibattito — si sono avuti incontri di concistori, con un serio confronto di idee
su temi di fondo come la confermazione, il matrimonio, i servizi vari.
D’altra parte — qualcuno opportunamente osserva — se c’è l’uomo nuovo
che opera e che cerca di vivere la
sua vocazione, la confessione di fede
in Gesù Cristo, tocca anche la sostanza della realtà del giorno; ed è proprio
nelle piccole cose che lo scontro avviene e che talvolta denuncia la carenza vocazionale, il riferimento concreto
a Gesù Cristo. Perciò la ricerca va
continuata seriamente nel confronto
con la Parola di Dio. Un oratore ricorda una conferenza recente di un pastore, che aveva come titolo « Dove va a
finire la chiesa valdese? »; il discorso
molto allettante non aveva purtroppo
toccato il problema di fondo e cioè la
nostra rivolta contro Dio. La vera distensione si consegue nella misura in
cui da destra e da sinistra, per servirmi di termini ormai correnti, si ricerca la linea programmatica che il Signore ci ispira anziché consumare del
tempo inutile in manovre diplomatiche che Dio respinge. Le ragioni del
vuoto di certe chiese, dalle crisi delle
Unioni, della crisi delle finanze vanno
sempre ricercate con un senso di profonda confessione di peccato e di invocazione dello Spirito del Signore,
altrimenti le nostre vittorie sono illusioni pericolose.
Le comunità di fronte
allo spopolamento
Alta line dell’ultima guerra, quando
i soldati tornarono dai vari fronti col
bagaglio pesante delle sofferenze patite, un pastore scrisse un articolo dal
titolo: « Come li abbiamo lasciati partire? ». Questo vale anche per la nostra gente che scende al piano: come
si preparano per inserirsi in una nuova comunità? come li seguiamo quando \'anno a finire nella grande diaspora torinese? La chiesa, ha detto uno
dei presenti, non può limitarsi a una
cura d’anime pura c semplice. Il contadino deve affrontare realtà nuove,
situazioni nuove.
Noi siamo immersi nella vita quotidiana e non possiamo fingere di ignorarla. Occorre seguire, su ogni piano,
il credente in vista di scelte chiare,
socialrnente valide. Le vecchie strutture agricole sono scomparse e si entra
ormai in situazione di diaspora, nella
quale il valdese può dire una parola
di vita, di speranza oppure essere assorbito dal nuovo ambiente e scomparire. Il radicale cambiamento di vita
sotto il profilo economico e sotto quello del lavoro mette in crisi il montanaro; occorre che la comunità dei credenti sia vicina per aiutarlo a esprimere in qualche modo la luce della
sua fede. Si parla di coordinamento di
catechismi tra una comunità e l’altra,
di nuovi tipi di riunioni per facilitare
chi ha lasciato il suo villaggio.
Anche in Canaan, osserva un delegato, Israele ha dovuto scontrarsi con
una civiltà nuova, dopo il soggiorno
nel deserto; la Bibbia ci dice come
il baalismo abbia inlluenzato il popolo
nei costumi, nella sua religiosità, in
ogni suo comportamento: perciò l’urgente richiamo all’Eterno per vivere
in comunione con Lui il nuovo tipo di
esistenza.
Il battesimo dei fanciulli
La Conferenza, tenuto conto dei dibattiti precedenti nelle comunità, vara
l’ordine del giorno seguente:
La Conferenza del I Distretto,
presa conoscenza delle discussioni
avvenute nelle Assemblee di chiesa
e nelle riunioni dei Concistori, udite le conclusioni raggiunte, decide
che le famiglie che vogliono far battezzare il bambino, ne facciano richiesta in tempo utile perché ne sia
data comunicazione alla comunità
ed in modo che il pastore e l’anziano possano aiutarle a comprendere
il significato del battesimo. Tranne casi eccezionali il battesimo sarti amministrato entro i primi due
anni di età.
...e degli adulti
La Conferenza ascolta un resoconto
del presidente della Commissione sul
problema battesimo-confermazione e
dopo breve dibattito formula l’ordine
del giorno seguente:
La Conferenza del 1 Distretto sollecita il Corpo pastorale e il Sinodo
a presentare un materiale di studio
che permetta alle comunità di chiarire il problema del battesimo; impegna le comunità del Distretto a
iniziare immediatamente analogo
studio, con particolare riferimento
al problema del padrinato.
L’insegnamento catechetico
Questo tema, affrontato nel corso
dell’inverno, nei colloqui pastorali e
in assemblee di concistori, è rapida
mente discusso in questa sede; l’ordine
del giorno approvato suona così:
La Conferenza del I Distretto,
rendendosi conto dell’assoluta necessità di rivedere ed aggiornare i
metodi d’insegnamento catechetico
della chiesa in vista di un più responsabile inserimento dei giovani
nella comunità, chiede al Corpo pastorale delle Valli Valdesi di studiare accuratamente il problema,
mentre invita le comunità ad avviare esperimenti pratici; indica come
possibile strutturazione lo schema
seguente: a) due anni di preparazione biblica; b) due anni in cui i
catecumeni, inseriti in un gruppo
comunitario di studio biblico, chiariscono la propria fede e approfondiscono la propria conoscenza biblica e di storia della chiesa, insieme
ad altri membri della comunità.
La confermazione abrogata
Direttamente collegato con la linea
catechetica, indicata nell’ ordine del
giorno precedente, il problema della
confermazione viene discusso brevemente e i concetti di fondo sono prospettati neH’ordine del giorno seguente:
« La Conferenza dal I Distretto,
preso atto che il tradizionale rito
della confermazione non trova riscontro nella Scrittura e presenta
degli inconvenienti ripetutamente
rilevati, propone che l'ammissione
di nuovi membri avvenga per libera
professione di fede, la quale si esprima in termini precisi di impegno
concreto, anziché nei termini vaghi
dell’attuale liturgia della Confermazione.
Il matrimonio concordatario sepolto
Anche questo tema, come rileva la
Commissione Distrettuale, è stato ampiamente dibattuto nelle comunità e.
IN BREVE
La Conferenza s’è tenuta a Villar
Perosa nei giorni 27 c 28 maggio; il
.seggio provvisorio è stato presieduto
dal Pastore Enrico Geymet con la collaborazione di Clara liounous e Luciano Deodato; per il seggio definitivo è
sidìentrato alla presidenza il Pastore
liruno Bellion con la collaborazione di
Sergio Gay, Clara Bounous e Luciano
Deodato.
La sera del 27 il pastore Cipriano
Tour! Ira presieduto il culto di apertura I i membri della Conferenza e per
la comunità locale con un messaggio
sull’episodio di Marta e Maria.
La comunità di Villar Perosa ha felicemente organizzato la parte logistica
e ha partecipato con la corale al culto
della sera : la Conferenza ha espresso
il suo ringraziamento più vivo alla
comunità ospitante.
In chiusura di Conferenza, oltre al
ringraziamento alla Commissione Distrettuale per il lavoro compiuto, si è
udita la relazione della « Pro valli »
e si sono confermate le varie commissioni: Canto Sacro, Pro Valli, Trombettieri. La Commissione Distrettuale
è stata rieletta nelle persone del past.
Franco Davite presidente, dell’ing. Giovanni Pontet vice presidente e del past.
Marco Ayassot segretario. La novità
della Conferenza : sono stati nominati
due controrelatori per il prossimo anno; Alberto Taccia e Fornerone.
Sede della prossima conferenza: Angrogna; predicatore Renato Coiisson,
supplente Luciano Deotlato.
tranne eccezioni, la linea indicata è
quella espressa in questi termini:
La Conferenza del I Distretto, riferendosi alle conclusioni delle riflessioni fatte a livello di comunità e
di riunioni di Concistori sulla comprensione cristiana del matrimonio
e considerando i tristi equivoci che
il Concordato tra l’Italia e il Vaticano rivela sempre più, anche in relazione al matrimonio, invita le comunità ed in particolare i membri
di Chiesa che si preparano al matrimonio a rinunciare alla concessione
dello Stato, per cui il Pastore è delegato a celebrare in chiesa valdese il
matrimonio valido agli effetti civili,
ritenendo che il matrimonio civile
debba aver luogo nella sua sede propria, cioè davanti all’ufficiale dello
Stato Civile e che gli sposi che intendono vivere il matrimonio nella
fede in Cristo debbano prendere questo impegno in un culto, davanti alla
comunità; invita il Sinodo ad autorizzare la Tavola valdese a promuovere nell’ambito della Federazione
delle Chiese evangeliche in Italia la
rinuncia unilaterale alle concessioni
fatte dallo Stato a riguardo della
legge sui culti ammessi del 1929, per
liberare lo Stato dalle ipoteche cleclericali ereditate dal Concordato,
del quale quella legge è una parziale
estensione.
Le chiese di fronte ai ’loro” istituti
La Commissione d’esame ha rilevato
lo scarso interesse delle chiese per le
nostre opere, segnatamente per l’orfa
notrofio di Torre Pollice che ha un deDito ut quasi due milioni, cne sareoDe raddoppiato se non ci rosse i aiuto
dei padruiaii. Gi ai domanda se il nostro anteresse, a parole talvolta, per
un mondo lontano non sia un alibi per
non occuparci dei problemi concreti
di oamoiiii e adolescenti; ci si domanda pure se i critici che chiedono ai
giovani di occuparsi piuttosto dei nostri casi sono loro stessi coinvolti nell'opera concreta per le nostre opere!
Qualcuno si, ma oen pochi. Infatti si
rileva nella controrelazione che istituti
come 11 Kiiugio e la Gasa per anziani
di ban Germano sono luogo di struttamemo da parte di tanti valdesi che implorano un posto per i loro « cari » e
SI battono hno m fondo per dare il
meno possibile. Ne consegue che il personale è struttalo non dalla CIQV, ma
dai nostri parrocchiani « de la vielle
roche » col rischio sempre più imminente della chiusura degli Istituti a
causa della carenza di personale, sia
per mancanza di vocazioni, sia per ragioni finanziarie.
La controrelazione ha rilevato inoltre una certa assenza delle comunità,
tranne noDilissimi casi singoli, sia come
servizio volontario, sia come assistenza
■materiale e moraie. Inoltre ha riscontrato, tra 11 personale dei vari Istituti,
un insutliciente collegamento anche settoriale ed 111 coi adorazione col Centro
diaconale. Ber questo sono stati votati
due orami del giorno.
La Conferenza del I Distretto invita la C.i.O.V. a promuovere la creazione per ogni Istituto di un Comiiato o Gruppo ai servizio, composto
aa membri uaie comunità viciniori,
per stabilire un collegamento con Le
comunità stesse, affinché gii Istituti
possano uscire aati isolamento in cui
si trovano e possano trovare nette
Comunità soliaariela morale e materiate. A tal fine la CIUV è invitata a
delegare un membro della Commissione per ogm Istituto che lavori di
intesa con la direzione e la Comunità.
La Confereu.ji del 1 Distretto invita la CiOV sviluppare, in collaborazione con il Centro Diaconale,
ogni forma di ’contro del personale
dei vari Ist. .ti dipendenti dalla
CIOV e da al: i Enti, per la ricerca
del fondameli li., vocazionale e della
formazione spu ituale del personale
stesso. Si incoraggiano inoltre incontri generali a carattere settoriale
(istilliti di istruzione, ospedali, istituti per persone anziane).
Le iniziative della CIOV
La Commissione d'esame ha espresso
il suo compiacimento per l’apertura
dell’ospedale psichiatrico di Torre Pellice. Che risponde concretamente ail’aspettiva di tante famiglie delia nostra zona; ha pure espresso il suo apprezzamento per 1 passi compiuti a favore dell’ospedale ai Fomaretto in vista
del suo riconoscimento come ospedale
di zona per lungodegenti nonché per le
linee sulle quali si e avviata per altri
obbiettivi e per la ristrutturazione sotto ¡il profilo amministrativo e di collegamento con vari ospedali.
Gli ordini del gioirlo presentati d'intesa con ila CIOV precisano quanto stiamo dicendo:
La Conferenza del I Distretto, venuta a conoscenza della possibilità
di integrare i servizi degli Ospedali
delle Vaiti con quelli dell’Ospedale
valdese di Torino, invita la CIOV ed
il Concistoro della Chiesa valdese di
Torino a proseguire netto studio e
nell'attuazione di quanto sopra. In
modo varticolare la Conferenza ravvisa l’opportunità dell'inserimento di
un Direttore amministrativo unico
per i tre ospedali.
La Conferenza invita la CIOV ed
il Concistoro valdese di Torino a studiare it progetto suggerito nella lettera dei medici del zl-2-1970 per la
creazione di un Ente Ospedaliero
valdese plurisede e di riferire al sinodo 19'7I.
Altri ordini del giorno richiedono:
1) L’applicazione dell’articolo 13 degli atti della Conferenza Distrettuale
dello scorso anno, che richiedeva di inserire TOrfanotrofìo femminile valdese
di Torre nella ristrutturazione delle
opere scolastiche nonché l’abolizione
del nome orfanotrofio. Poiché la Tavola
non aveva risolto di problema si invita
la CIQV a risolverlo.
2) Appello alle comunità, ¡specialmente della Val Pellice, affinché dedichino l’importo di due collette domenicali per finanziare un impianto di
raontalettighe dell'ospedale di Torre.
3) Si invita la CIQV a modificare i
regolamenti dell’Qspedale di Pomaretto, dopo l’avvenuta classificazione, al
fine di ottenere l’equiparazione giuridica del personale .
La Conferenza ha espresso il suo ringraziamento al personale evangelico e
cattolico di tutti gli Istituti, specialmente laddove il lavoro è compiuto
con spirito vocazionale, nonché la popolazione valiligiana. Ha pure ringraziato molto la CIOV per gli impegni
assunti e che hanno comportato gravi
Gustavo Bouchard
(continua a pag. 4)
La chiesa di Ivrea ha immediatamente messo a largo servizio il suo
nuovo tempio e i nuovi locali: essa ha
ospitato inratti la Lonrerenza dei li Distretto, apertasi la sera del 1“ con un
culto presieduto uai past. Paolo Ricca.
I lavori SI sono suoiio aperti con la
lettura della relazione della Commissione Distrettuale, ratta oai presidente
K. Nisbet, e hanno occupato buona
parte della giornata del 2, condotti etiicacemente da un seggio così composto: Paolo Ricca presidente, Edoardo
tsert vice-presidente, Alfredo Martina
e Goldberg segretari.
Evangelizzazione :
la grande assente?
La sobria relazione della Comm. D.,
umile nel riconoscere ii non molto di
fatto a livello distrettuale, ha però
puntualizzato alcuni problemi che sono senz’altro di prim’ordine. Anzitutto, 1 evangelizzazioiie. « 6i vorrebbe
avere cose nuove da dire. Si ripensa
con nostalgia alla relazione di Paolo
e Barnaba alta chiesa di Antiochia,
quando, “raaunata la chiesa, riferirono tutte le cose che Dio aveva fatte
per mezzo loro e come aveva aperto la
porta della fede ai gentili” (Atti 14: 2).
Purtroppo non si può affermare che
nelle nostre comunità si avverta una
spinta evangelistica particolare, e quello che è più preoccupante è che non
sembra esserci per questo un senso di
allarme... ». Questo senso di allarme è
stato però avvertito dai membri della
Conferenza (25). Certo, i problemi sono molti: che s’intende per attività
evangelistica? Se è vero che la Chiesa
Valdese incide purtroppo soltanto per
il 5% sull’attività della Società biblica, la nostra generazione non sta forse sperimentando che il fatto materiale di far circolare Bibbie non è affatto
sufficiente a suscitare o raddrizzare la
fede? Ancora, se è vero che quel che
conta e va testimoniato è la Parola di
Dio, la debolezza della nostra testimonianza non è legata alla nostra incapacità o renitenza a vivere questa Parola? Come situare l’evangelizzazione
in un tempo in cui la parola è indubbiamente in crisi come non è stata
mai, mentre si sviluppano — promettenti e pericolose — le tecniche di comunicazione di massa? Chi deve essere evangelizzato: l’individuo? le masse? L’esigenza dell’evangelizzazione è
risultata avvertita con molto calore,
qui, anche se le comunità appaiono
chiaramente disorientate e facilmente
apatiche. Questo soprassalto di coscienza avrà riflessi effettivi, rapidi
nella vita delle chiese rappresentate a
Ivrea? Se la confessione di peccato e
la “confusione del volto” sono state
sincere, non potrà mancare il frutto.
In ogni caso « la Conferenza esorta le
chiese a rinnovare il loro impegno di
ubbidienza al comandamento del Signore che l’Evangelo sia predicato a
ogni creatura ».
Distretto evanescente,
presbiteri promettenti?
Per quanti il nostro Distretto è stato, durante quest’anno, un’entità consistente? Alla scarsa vitalità della
Comm. D. (se si eccettui lo scrupoloso e intenso lavoro di collegamento
epistolare tenuto dal presidente Nisoet) ha corrisposto la quasi totale indifferenza delle chiese, presso le quali la maggior parte delle comunicazioni e richieste sembravano perdersi...
Sta di fatto che il nostro Distretto è
geograficamente assai infelice, con la
torte concentrazione torinese e, in misura minore, genovese e poi tutta una
diaspora in cui le distanze sono aggravate dalle difficili comunicazioni fra
Piemonte e Liguria. In modo quasi
unanime si è approvata la proposta di
istituire una commissione che studi il
problema distrettuale sulla linea dei
presbiteri e presenti le sue conclusioni alla prossima Conferenza distrettuale. La commissione è risultata così
nominata dal Seggio: Paolo Marauda
relatore, Gino Conte e Adriano Longo
membri. Come linea di riflessione è
stato proposto di non puntualizzare la
ricerca sull’aspetto giuridico (svalutazione del Distretto?) ma piuttosto sulle possibilità evangelistiche c di collegamento.
Federazioni regionali?
Silenzio valdese
La Conferenza distrettuale straordinaria tenutasi a Torino in autunno
aveva tra l’altro incaricato la Comm.
D. di interpellare i consigli delle chiese valdesi, le chiese battiate, il circuito metodista, la Comm. D. del I Distretto. L’unica risposta affermativa è
giunta dal circuito metodista; alcune
chiese battista hanno scritto di non
sentirne la necessità, altre hanno domandato ulteriori informazioni. Silenzio valdese su tutti gli orizzonti. La
Conferenza prende atto « con rammarico » del fallimento di questo primo sondaggio e « invita la Comm. D.
a rilanciare la questione ». La quale
Commissione aveva fatto presente che
quel risultato non doveva necessaria
mente essere interpretato come « una
tiepidezza verso la possibilità di un lavoro comune; può darsi semplicemente che ci sia in qualcuno un certo senso di scetticismo per il moltiplicarsi
aeiie organizzazioni ».
Locali e finanze: austerità
Li SI è naturalmente rallegrati con
le comunità ai Ivrea e ui bampieraaleiia cne hanno potuto risolvere reiiceineiiie, negli ultimi mesi, rannoso prooiema aei loro locale di cuito e centro
comunitario. H stato rivolto un plauso alla cniesa ui bampieruarena per ii
inoao austero e schivo con cui ha proi-cuuio all inaugurazione dei nuovo locale.
guanto ai problema finanziario, la
uiscussione è stata anche quest’anno
lunga e accalorata, ma si può aire con
allegrezza che qualcosa ai nuovo si sta
muovenuo nella coscienza aelle chiese,
sehhene aiicoia allo staio informe e
contuso. La aiscussione si e infatti imperniata su aue proposte nuove. La
puma, piu limitata e immeaiata, è stata avanzata Palla Comm. D., la quale
aveva proposto alle chiese del Distretto di esprimere quale impegno finanziano ritenevano di potersi assumere
per l'anno successivo; gii impegni sareobero stati raccolti in Conierenza e
comunicati alla Tavola; se ogni Distretto attuasse questo sistema, la Tavola potrebbe comunicare al Sinodo
un bilancio preventivo in base alla copertura assicurata dalle chiese; e sarebbe poi il Sinodo a vedere, con conoscenza effettiva e circostanziata della situazione, se e in qual misura una
richiesta maggiore possa essere fatta
alle chiese, per -scopi particolari. Il
movente di tale proposta, che le chiese hanno mostrato ai gradire, era dato dal deficit ricorrente e aggravantesi, anno dopo anno: stiamo chiaramente facendo il passo (o molti passi) più
lungo della gamba. A questo riguardo
sono stati votati questi due ordini del
giorno:
La Conferenza del II Distretto invita le Chiese del Distretto a comunicare ogni anno in sede di Conferenza la somma che ciascuna di esse si impegna a versare alla Cassa
centrale per l’anno successivo; chiede al Sinodo che il bilancio generale della Chiesa Valdese venga impostato sulla base degli impegni finanziari preventivamente assunti
dalle singole comunità e trasmessi
al Sinodo tramite le Conferenze Distrettuali; chiede che le spese inerenti alla predicazione deU’Evangelo costituiscano l’impegno prioritario della Amministrazione della
Chiesa.
La Conferenza del II Distretto
comunica che l’impegno contributivo che le Chiese del Distretto assumono nei confronti della Cassa
centrale per l’anno finanziario 19701971, è complessivamente di lire
37.410.000.
Il secondo problema evocato era assai più complesso ed era quello della
impostazione di tutti i nostri bilanci,
generali e locali; il pensiero della Conferenza non è riuscito a coagularsi in
un ordine del giorno; soltanto un
aspetto — la preoccupazione per l’eccesso di spese e conseguente indebitamento causato dal crescendo di imprese edilizie e di opere sociali un po’
dovunque — si è espresso nelTultimo
comma del primo o.d.g. surriportato.
Non è giunta a formulazione definitiva e accettabile la proposta che si sia
pronti a lasciar cadere l’opera sociale
nella quale non si manifestino più i
carismi che Thanno fatta sorgere. È
stata avanzala la richiesta che sia chiarita dalla Tavola, in Sinodo, l’entità effettiva dei deficit, inclusi (soprattutto,
perché sono di gran lunga i più pesanti) quelli per costruzioni, poiché le
chiese non hanno conoscenza esatta
dell’entità di questi carichi che si trascinano da anni, mentre se ne costituiscono sempre di nuovi. In fondo,
sotto Tangolatura del bilancio, cioè
deU’offerta quale elemento vocazionale determinante, si ripresentano qui
tutti i problemi della vita della chiesa,
della sua presenza nel mondo, della
sua missione. E, lentamente, questo
vasto e difficile complesso di problemi
si va imponendo alle chiese e si può
sperare che giunga a maturazione.
•k il •k
Segue la sempre troppo rapida presentazione della vita delle singole chiese del Distretto. Viene poi votato un
o.d.g. che sollecita il Sinodo a prendere finalmente una decisione circa la
richiesta, avanzata dal II Distretto fin
dal 1966 (e ricevuta da quel Sinodo),
che le chiese autonome, le quali hanno
più di un pastore in servizio, possano
eleggere anche il secondo pastore. Un
altro o.d.g. votato suona: « La Conferenza del II Distretto, udito il rinnovato desiderio della Chiesa di Vallecrosia che le venga assegnato nuovamen
Gino Conte
(continua a pag. 4)
4
pag. 4
N. 23 — 5 giugno 1970
A Villar Penosa
Festa di canto delle Scuole Domenicali
delle Valli Chisone e Germanasca
di una coralista
Domenica 24 maggio u. s., nel nuovo tempio di Villar Porosa, ha avuto luogo la Festa di Canto dei bambini delle scuole domenicali delle valli Chisone e Germanasca. Il
tempo bello ha incoraggiato Tafìlusso di un
pubblico assai numeroso che ha occupato i
posti della vasta galleria, mentre bambini e
monitori gremivano la platea. Il pastore Geymct ha rivolto un messaggio di benvenuto e
di augurio, rallegrandosi vivamente che Villar Perosa per la prima volta abbia potuto accogliere questa manifestazione. Erano presenti 10 scuole domenicali, per un totale di oltre
trecento bambini.
11 programma prevedeva 5 canti d’insieme
e 15 canti delle singole scuole domenicali. I
canti d’insieme, diretti abilmente dalla Sig.ra
Rivoira di Ferrerò, erano stato preparati precedentemente dai singoli gruppi e sono stali scelti 3 dal Nuovo innario e 2 dalPinnario francese (rispettivamente: 143, 218 e 139 del N.I.
e 10 e 281 del Ps. et C). Degli altri canti
riportiamo il programma: Pramollo (direttrice sig.ra Pons) ha cantato il 219 del N. I. e il
9 del Ps. et C.; S. Germano (direttrice Sig.ra
falla) 215 N. I. e a Grazie » dal canzoniere
di Agape; Villar Perosa (direttore E. Geymet)
« 0 mio Signor » e un canto religioso tradotto dal tedesco; Prarostino (direttrice Valeria
Negro) 234 N. I. e « Sta con me, Signor » dal
canzoniere di Agape; Pinerolo con San Secondo (direttrice Sig.na Ada Bessone) 162 N. I.;
S. Secondo con Pomaretto (direttrice Signora
Genre) 4 N. I.; Pomaretto (diretlriee Eliana
Boiichard) un negro spiritual « Rimanete con
me »: Chiotti (direttrice Signora Tourn)
28 N. I.; Ferrerò (direttrice Sig.ra Rivoira)
65 N. I. e un canto francese a Trop jeune »;
Frali (direttrice Sig.ra Davite) 64 N. I. c « In
cammino » dal canzoniere di Agape.
Siamo lieti che il Nuovo Innario sia stato la
fonte maggiore per il repertorio di canti, il
che aiuterà non solo i bambini, ma tutte le
comunità a sempre meglio conoscere questo
nuovo strumento per la lode del Signore. Rivolgiamo, terminando, una parola di vivo ringraziamento alla comunità di Villar Perosa per
la fraterna accoglienza (nonché per il tradizionale gelato offerto a tutti i bambini e
monitori), alla signora Rivoira, che ha diretto i canti d’insieme, e a tutti i direttori, monitori e bambini delle scuole domenicali per
la serietà e Timpegno messi nella preparazione e neU’esecuzione dei canti, lavoro fatto
non con spirito di esibizionismo, ma con la
semplicità e la gioia che devono caratterizzare il canto di lode del Signore.
M. A.
Pomaretto
Domenica 7 giugno alle 14.30 avrà
luogo il BAZAR di beneficenza, nel
teatro. La comunità e gli amici sono
cordialmente invitati.
Torre Pelllce
Neirassem6iea del 2 maggio, il nostro Cassiere ha dato alcune indicazioni provvisorie
sulla situazione finanziaria: siamo riconoscenti
di avere raggiunto tutte le somme preventivate. Abbiamo avuto in seguito un interessante scambio di idee sulla confermazione e
sono stati eletti i vari delegati: per il Sinodo
i fratelli Loris Bein e supplente Ermanno Armami Ugon; per la Conferenza distrettuale i
fratelli Augusto Armand Hugon, Ermanno Armand Ugon e Mario Sereno. Al ruolo di supplente per il Sinodo, subentra Gianfranco Mathieu, al posto di Ermanno Armand Ugon
eletto delegato dalla conferenza distrettuale con
Edgardo Paschetto.
Ringraziamo la Filodrammatica di Angrogna
S. Lorenzo per la bella e buona serata offerta
a! pubblico di Torre Pellice. L’interpretazione
briosa e intelligente della commedia « I vint
ani pi brut de pare Michel » è stata molto
apprezzata.
I catecumeni hanno terminato il loro corso
Visite germaniche
nelle .Valli Valdesi
Da Mannheim
Un gruppo di 17 trombettieri provenienti
da Mannheim, sovvenzionati dal Consiglio Amministrativo della città stessa e diretti dal
Kantor sig. Elser, ha trascorso il periodo 16-23
maggio u. s. alle Valli Valdesi risiedendo al
Castagneto di Villar Pellice e visitando or
questa località delle Valli or quella ed offrendo avunque possibile il servizio delle loro trombe o del loro canto.
Le tappe principali della loro attività sono
state le seguenti: culto di Pentecoste con ammissione di nuovi membri alla chiesa dì Villar Perosa; culto serale nel tempio di Luserna
San Giovanni: culto serale nella sala unionista di Pomaretto: visite agli ospedali di Torre
e di Pomaretto e alla Casa dì Riposo di San
Germano Chisone; visita alla Scuola Latina di
Pomaretto.
Come sempre, la visita di questi tromì)ettieri evangelici ha recato a quanti hanno potuto
udirli, un apporto benefico e lascialo in molti
il rimpianto di non udire più spesso lo squillo
delle trombe volte a lodare il Signore. Ai cari
amici di Mannheim la nostra gratitudine.
Da Berlino
Nello stesso periodo di tempo, 15-23 maggio, soggiornava a Villar Perosa nella nuova
piccola foresteria della chiesa, un gruppo di
giovani studenti di Berlino diretti dal Diakon
Baumgàrtner e dalla Segretaria di chiesa sig.ra
Reiche. Erano venuti nell’intento di conoscere la gioventù della chiesa di Villar Perosa
e nella speranza che dalla loro comunione fraterna potesse nascere del bene per gli uni o per
gli altri. Non era previsto un programma
speciale e da principio riijconlro parve difficile. Giorno dopo giorno però, avvenne come un miracolo: Dopo un primo incontro
giovanile, il cullo di Pentecoste li mise a
contatto con la vita della Chiesa Valdese.
Seguirono poi altre serate con la gioventù
locale, .serate in cui gli ospiti vennero invitati
a cena presso varie famiglie della chiesa a dispetto della difficoltà della lingua; una serata
con la corale; una visita alla Scuola Ialina di
Pomaretto, partecipazione alla festa dì canto
delle Corali e soprai lutto, una generosa partecipazione quotidiana ai lavori di rifinitura del
tempio.
Il commiato fu cordiale come di rado.
Cerlameiile lutto non è finito qui, troppi in<lirizzi e Irojipe promesse di rivedersi sono
stali scambiati.
Anche qui, ringraziamo la chiesa dì Berlino
che ha facilitato questa visita con un sussidio
c in particolare il caro pastore Stollreitcr che
II? fu il promotore.
Un invito
Un pastore di Bochenn desidera una giovanetla valdese come aiuto di casa, da tenere
come figliuola ed a cui corrisponderà un mensile e insegnerà la lingua tedesca. Rivolgersi
al pastore Geymet.
con un saggio scritto e le loro famiglie sono
convocate per il 5 giugno.
Gli alunni delle nostre 5 Scuole Domenicali
hanno preso parte alla festa di canto del 24
maggio nel Tempio di Torre Pellice. Quelli
della Scuola Domenicale dei Coppieri hanno
visitato il Rifugio di Luserna S. Giovanni,
portando ai ricoverati un gradito messaggio
col canto di molti inni; e quelli dell’Asilo
hanno fatto una gita al Ciarmis di Villar Pellice. I bimbi hanno giocato tutto il giorno in
mezzo al verde di quella ridente località e visitato un giovane infermo, a cui sono molto
affezionati. Ringraziamo vivamente la famiglia Janavel che ha messo il prato e la casa a
nostra disposizione.
La Corale ha portato un messaggio di profonda simpatìa e di solidarietà alle detenute del
carcere di Torino (le cosidette « Nuove ») cantando molti inn-ì e cori nella loro Cappella.
Alla Superiora, che aveva organizzato un rinfresco. è stata offerta la raccolta dei nostri
« Cento Canti ». E stata una esperienza veramente commovente e benedetta che non verrà
dimenticata.
Il pastore Bruno Rostagno sarà assente nei
mesi di giugno e di luglio, per un soggiorno
di studio in Germania. Pensiamo che sarà
un periodo di arricchimento spirituale cd anche di distensione, dopo un anno di intensa
attività in mezzo a noi.
Sono stali battezzati Roberto Pellegrin di
Aldo e Frida Forneron (Villa 2) e Simona Capello di Natale Giovanna Davit (Villa 1). Il
Signore benedica e guardi questi cari bambini.
Nel tempio di Luserna S. Giovanni, un giovane della nostra comunità : Enzo Benedetto
si è unito in matrimonio con Margherita Gay.
Ai cari sposi un affettuoso augurio di ogni
bene nel Signore.
Hanno terminato la loro esistenza terrena :
Marta Beux ved. Bounous: Delfina Mourglia
in Geymet (Ciapcra), Gustavo Ricca (Coppieri), Osvaldo Ricca (Villa 2), Eli Long (Villa 2), llver Benedetto. Alle famiglie afflitte
esprimiamo la nostra viva simpatia.
Lina Varese
San Secondo
L’annuale gita della Chiesa si è effettuala
il 25 e 26 aprile, con meta Cannes e le isole di
Lcrins. Come molti sapranno, dopo la revoca
deireditlo di Nantes, diversi pastori ugonotti
vennero rinchiusi nella fortezza dell’isola
Sainte Marguerite e sei di essi vi morirono di
stenti. Nel 1950 la Chiesa Riformata di
Francia, in ricordo dei martiri dì quel tempo,
inaugurava in una di quelle lugubri celle
un “memoriale”, che rappresenta un pastore
in preghiera. È appunto in quel luogo che la
nostra comitiva ha sostato ed ha celebrato nel
massimo raccoglimento un breve culto. Sulla
via del ritorno sosta a Vallauris, dove abbiamo
dato uno sguardo alle « poteries » di Picasso.
La gita è stata rallegrata da molti canti e dalla fraterna accoglienza dei signori Nisbel a
Vallecrosia, dove abbiamo pernottato.
— L'Ì/moue Femminile ha fatto la .sua tradizionale gita il giorno deH’Ascensione. Le
nostre sorelle hanno visitato il parco del Valentino. il giardino zoologico, Superga e Facroporto (li Caselle. Anch'esse sono ritornate piene di gioia per la bella giornata trascorsa
insieme.
— Ringraziamo il giovane Attilio Fornerone per il messaggio rivolto alla nostra Comunità e Roberto Vicino che ha letto la parte liturgica. Anche al signor Paolo Cendola va la
nostra riconoscenza per i suoi messaggi.
— V’Assemblea di Chiesa della domenica 10
maggio ha eletto ì suoi delegati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo nelle persone di:
Dante Gardiol e Guido Gay.
— Atti liturgici. Il 23 maggio alihìamo celebrato il servizio funebre di Barosso Vittorio.
deceduto a Miradolo all’età di anni 95. Il 29
maggio sono state inumale le spoglie mortali
di Gardiol Lidia ved. Forneron deceduta nella
sua abitazione alla Risorta. La nostra sorella
aveva compiuto 90 anni il 18 ottobre dello
scorso anno. Ai funerali di questi nostri cari,
da lutti molto stimati, ha partecipalo una gran
folla. Inviamo alle famiglie afflitte il nostro
pensiero dì viva solidarietà cristiana.
— Si sono s{K)sati : Gardiol Renato con Bes
son Franca, il 25 aprile e Ghiraldo Sergio con
Buffa Ines, il 17 maggio. Il Signore sia sempre l'ospite gradito di questi focolari.
— Domenica 31 maggio è stato battezzato il
piccolo Maiali Fabrizio di Marcello e Bertin
Graziella. La grazia del Signore accompagni
questo bimbo ed i suoi genitori.
— L'Assemblea di Chiesa è convocata per
domenica 14 giugno. Importanti argomenti
verranno trattati: nessuno manchi.
Villar Pelllce
Abbiamo accompagnato al campo dell’ultimo riposo terreno la siioglia mortale di Davide
Bertinat, di Subiasco. Colpito da grave malore, egli aveva dovuto essere ricoverato all’ospedale di Torre Pellice, dove egli si è spento,
dopo alcune settimane di cura, all’età di 81
anni.
Al figlio, alle figlie ed ai familiari tutti,
rinnoviamo l’espressione della nostra fraterna
simpatia.
Attorniati dai loro parenti e da un folto
gruppo di amici e conoscenti, si sono uniti in
matrimonio : Luigi Farris (Pinerolo) e Alda
Paoletta Charhonnier (Teynaud).
A questi sposi, temporaneamente stabilitisi
a Torre Pellice, ma che ritorneranno presto in
mezzo a noi, rinnoviamo i nostri migliori auguri di una lunga vita in comune e di molte
e preziose benedizioni divine.
In casa di Giovanni e Irma Bonjour (Sarei)
è giunto il piccolo Gian Luca. Gli porgiamo il
nostro cordiale benvenuto.
Abbiamo avuto il privilegio quest'anno di
ospitare le Corali della Valle del Pellice per
la loro annuale festa dì canto.
11 numeroso pubblico accorso, nonostante
il tempo non troppo favorevole, ha già testimoniato del vivo interesse che la manifestazione ha suscitato in mezzo a noi. Vogliamo
dire ancora alle diverse Corali, ai loro Direttori, alla Commissione di canto sacro il nostro
grazie sincero per il bel pomeriggio offertoci
e per il bene che ci è stato fatto.
Anche i bambini della Scuola Domenicale
hanno avuto la loro festa di canto. Essi si sono
recati a Torre Pellice dove, nel tempio, hanno
unito le loro voci a quella dei loro compagni
delle altre Scuole Domenicali della nostra Valle per cantare le lodi del Signore.
Il culto in francese della prima domenica
di aprile è stato presieduto dal sig. A. Lazier,
del Castagneto. Lo ringraziamo vivamente del
suo ottimo messaggio.
»fe Villar Perosa
A Pentecoste sono stati ammessi alla Chiesa
dopo solenne professione di fede : Iva Costabel
col battesimo e Remo Bouchard con la confer
ii 26 aprile abbiamo invocato la benedizione
del Signore sui coniugi Giorgio Artero e
Adriana Melchiori sposali civilmente in Svezia e abbiamo pure battezzato il loro piccolo
Raniero.
Il 12 aprile è stata battezzata la piccola Paola di Giovanni BoUnous e di Susanna PeyroneJ.
iiimiiiiiiitiiini
iiiiimiiiiiiiiiiKiiiiiiiii
1 lettori ci scrivono
Un parere
Due lettori da Luserna S. Giovanni:
Se il «lare consigli a chi non li richiede
può essere considerata una iniziativa inutile e svantaggiosa, il permettersi di lanciare un suggerimento (che può essere preso in esame o meno) ci sembra essere
opera non inopportuna. L'oggetto che ci
richiama .sono le imminenti elezioni soprattutto provinciali c comunali che sono
partic«>larmente minate dal confusionismo
invadente e predominante nella nostra comunità.
Raccomandiamo in modo particolare,
per le sue capacità, il candidato alla provincia Dott. Loris Bein, nativo e residente
a Torre Pellice, che nella Chiesa e Opere
da es.sa dipendenti ha dato prova di interes
se e costante presenza e che si è presentato senza chiassose manifestazioni cd in
forma sostanzialmente aliena da qualsiasi
pomposità. Lo raccomandiamo ai vostri
suffragi anche perché tendente ad elimina
re quello .spirito inveterato di campanili
smo locale, che ha spesso influito con esito
negativo nelle iniziative fra paesi confinanti.
James Gay
Umberto Garitero
Da sei anni ormai faccio parte di
una Corale delle Valli, e dirigo il canto di una Scuola Domenicale. Dopo
questo periodo di lavoro gioioso e di
fraterna collaborazione, mi pongo alcune domande, e vorrei, se non osassi
troppo, fare alcune proposte molto
pratiche per il lavoro futuro.
Il nostro anno canoro si articola in
diverse parti ben definite: la preparazione delle feste di canto. Natale, la
Settirnana Santa, e questo anno, per le
Corali, la giornata di Aosta che ha voluto essere una testimonianza evangelica nel mondo laico (come, del resto,
due anni fa, avevano voluto fare... senza essere sempre state ben comprese,
due Corali delle Valli a Pinerolo). È
sufficiente questo, o non dovrebbe invece venire dato un maggiore rilievo
al canto della Comunità, al canto di
tutte le domeniche, che è tanto in crisi?
Tornando alle feste di canto, vorrei
proporre che gli inni da cantare siano
scelti da tutti i direttori di Corali e di
Scuola Domenicale insieme, in un incontro comune, affinché possano essere valutati e provati insieme... una specie di corale sperimentale dei direttori, insomma! Perché mi sembra che alcuni inni scelti negli ultimi anni, specialmente in francese, siano stati particolarmente difficili, sia come armonia sia come parole, tenendo conto anche del fatto che molte famiglie non
parlano più il francese. L'incontro dei
Direttori delle Corali della Scuola Domenicale potrebbe poi essere anche un
utile scambio di « pedagogia musicale », se così posso esprimermi, sul co
me insegnare a cantare ai bimbi. Troppo spesso chi dirige riceve questo incarico (come tanti altri) senza una
adeguata, preparazione ed avrebbe bisogno di sentire chi ne sa di più e chi
ha più esperienza in questo campo. E
la scelta degli inni da far cantare ai
bambini potrebbe così essere meglio
coordinata con tutta la attività della
loro Scuola Domenicale.
Il sistema di abbinamento delle Corali, come è stato sperimentato ad .Aosta, ha dato ottimi risultati, e penso
sia di ripetersi, perché no, ad ogni festa di canto. Anche il formato dei fogli stampati con cori ed inni, dovrebbe
venire unificato al fine di facilitarne la
raccolta e la conservazione.
Ma ciò che mi pare più importante
di tutto è la necessità (magari ad ogni
ripresa di attività) di una riflessione
sul ruolo e l’impegno delle Corali in
seno alle comunità. Sono esse dei
gruppi di amatori del canto che si producono a date fisse ( e solo a quelle!)
o sono dei gruppi di servizio a disposizione permanente delle Comunità? E
ancora, come convincere i Coralisti
(quelli che vengono al Culto) a riunirsi in una stessa parte della Chiesa
(galleria, primi od ultimi banchi) quale che sia il loro numero, per trascinare il canto della comunità?
Mi permetto dunque di sottoporre
questi miei pensieri e queste mie perplessità a tutti i Coralisti e direttori,
nella speranza di poterci ritrovare insieme, anche per parlare, oltreché per
cantare.
Etiennette Jalla
iiiiiimiiiiiiiimiiiimiiiiiiiiii
........................................UN.......«Ili.....mi...........................................................................
iiiiiiiiimiiluiiiiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiumiimiiiiiMiiiimiMiiiiiiiiiiiiimiimuiiiimimimiiiiimiiiiiimmiiiiiiimiiiimiiiimiiiiiiiiiiim ......
Due Conferenze Distrettual
(segue da pag. 3)
mf
Doni pro Eco-Luce
Renato Pozzi, Alba, I.UOO; Giulio Griglio,
S. Secondo di Pinerolo, 500; Ida Berti Wälder,
Cuneo, 1.000; Nora Sibille May, Sanremo,
500; Alida Monticelli, Alessandria, 500; fam.
Eynard, Bergamo, 500; Perside Rosin, Pavignano, 500; Anna Perello. Ivrea, 500; Roberto
Cavo, Sampierdarena, 500; Vittorio Laurora,
Bari, 2.500; Maffei Margherita, Graglia, 500;
Florestana Sfredda, Bari, 300; Fosca Panattoni, Montuolo, 1.500; Alina Charbonnier,
Villar Pellice, 500; Davide Goral, Pordenone,
1.000; Chiesa ev. luterana, Torre Annunziata,
500; Dino Costantino, Grugliasco, 500.
PRIMO DISTRETTO
responsabilità nell’ interesse delle nostre opere.
Finanze e inadempienze
LI Pastore Deodato ha espresso i pareri della Tavola in aggiunta a quanto
ha espresso la Commissione Distrettuale. Le Valili hanno risposto complessivamente bene col versamento totale per
le varie voci del bilancio della Tavola;
tranne Villar Perosa, con un grosso
margine da versare, Bobbio, Villar Pellice e Rodoretto. Ne consegue che le
altre comunità dovranno fare ancora
un sacrificio per le inadempienti. Speravamo che quest'anno la solidarietà
delle chiese fosse totale.
Anche per le finanze del Distretto
alcune chiese non hanno effettuato i
loro versamenti.
Disciplina ecclesiastica
In riferimento alla chiesa di Pomaretto che ha deciso, seppure in via sperimentale, il trasferimento alla categoria « aderenti » dei membri che da tre
anni non contribuiscono, la Conferenza
si è « vulcanizzata ». La decisione è discussa con una certa animazione. Quel
deliberato era stato causato soprattutto
dal fatto che gli organi superiori avevano fissato la cifra minima di L. 4.000
annue prò capite, per cui i membri di
chiesa mal sopportarono di dover supplire alla indifferenzà totale degli inadempienti. Qualcuno, in Conferenza,
sosteneva che era meglio mandare alla
Tavola una cifra inferiore senza ricorrere a quella decisione. Certo, ha detto
un delegato di Pomaretto, è sempre
facile non prendere decisioni, andare
avanti senza esercitare nessuna disciplina, nel contesto dell’amore per le
« anime »...
I presbiteri
Anche la decisione degli incontri chiamati di « presbiterio » suscita una certa polemica, soprattutto in riferimento
al nome.
Sembra importare di più il problema del nome che la realtà interessante
e promettente della collaborazione delle
comunità e dei pastori.
Questo almeno si rileva da alcuni interventi. Comunque si chiamino questi
incontri, la realtà del mettere dnsierne
le esperienze è in movimento e speriamo che non si debba arrestare.
La democrazia alla prova
Insolitamente, tranne l’oscura parentesi dello scorso anno, le elezioni dei
deputati al Sinodo hanno espresso una
massiccia liquidazione delle delegazioni
della Val Germanasca, incluso San Germano. Difatti Le votazioni, a favore
dellia « Valle della luce » e a scapito
della « Valle delle tenebre », hanno portato a questi risuLtati; Bobbio avrà
quattro delegati (compreso quello della chiesa locale), due Villar Pellice,
quattro la capitale (noblesse oblige),
tre San Giovanni, due il Serre, tre San
Lorenzo, quattro Pinerolo, due San Secondo, tre Prarostino. Invece, tranne
Pramollo che non ha presentato candidati, Villar Perosa sarà rappresentato
da due delegati, Rodoretto da due
(sempre compreso quello della chiesa
locale). Chiotti da due, Perrero da due,
le grosse comunità di San Germano,
Pomaretto e Frali, peraltro in regola
coi versamenti alla Tavola in tutte le
voci, avranno appena di loro delegato
nominato dalla comunità locale. La
proporzionale... è quindi salva! D’altra
parte nulla da eccepire: i regolamenti
sono sacri e vanno rispettati « usque
ad finem »!
(segue da pag. 3J
SECONDO DISTRETTO
te un Pastore residente, prega la Tavola di tenerlo presente nel limite del
possibile ».
Infine, le votazioni. La Commissione
distrettuale risulta così eletta: Roberto Nisbet presidente. Maria Vittoria
Revelli vice-presidente, Gino Conte segretario (la proposta di nominare una
commissione d’esame distrettuale non
è accettata per non appesantire la nostra esigua compagine distrettuale).
La Conferenza ha quindi nominato come suoi deputati al prossinto Sinodo:
Edoardo Bert (Biella), Adriano Longo
(Ivrea), Anna Maria Pasqualini (Genova), Maria Vittoria Revelli (Genova),
Roberto Cavo (Sampierdarena), Carlo
Papini (Torino), Anna Peyrot (Aosta);
supplenti: Roberto Giacone (’Torino),
Evelina Pons (Torino), Nanni Prelato
(Torino), Giuseppe Longo (Ivrea).
La prossima Conferenza distrettuale
si terrà, D. v., a Sampierdarena, predicatore d’ufficio Aldo Rutigliano.
Ci si separa esprimendo la riconoscenza alla chiesa di Ivrea per l’ospitalità e al seggio per l’ottima direzione dei lavori; a Dio per il dono dell’incontro dei fratelli e per la promessa del suo Spirito, sola speranza.
I nipoti della compianta zia
Giuseppina Arnoulet
Medaglia d’oro pubblica istruzione
sentitamente ringraziano il Pastore
Bogo, il Dott. Pellizzaro, la Direttrice
e personale Ospedale Valdese, le Suore e personale Casa delle Diaconesse
e quanti hanno preso parte al loro
dolore.
Luserna S. Giovanni. 22 maggio 1970.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Bertalot e Fornero,
commosse e riconoscenti per la dimostrazione di simpatia e di affetto verso il loro caro
Aldo Bertalot
ringraziano tutti coloro che hanno
partecipato al loro dolore, e in particolare i Pastori SonelU e Bogo, il Dottor De Bettini, i medici e il personale
tutto dell’Ospedale Civile di Pinerolo
per le amorose cure prestate.
Torre Pellice, 2 giugno 1970.
L’Amministrazione ed il personale
della Tipografia Subalpina prendono
viva parte al dolore della famiglia
Bertalot per l’immatura scomparsa
del suo Caro.
Torre Pellice, 3 giugno 1970.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Eli Long
oltre a tutti coloro già ringraziati nel
numero scorso, porge un vivo ringraziamento pure al Pastore sig. Sonelli.
5
5 giugno 1970 — N. 23
pag. 5
Tappe del cammino comune
percorso dai giovani evangelici
del Triveneto
Il 7 maggio si è svolto a Venezia, nei locali
della Foresteria valdese di Palazzo Cavagnis. il
6 incontro regionale della Federazione giovanile evangeiica del Triveneto. Prima di venire al consueto resoconto di quello che si è
fatto al convegno, vorremmo ricordare hrevemenle il camiiìino fin qui percorso da noi giovani del Triveneto.
Possiamo
porre come inizio
dei nostri incon
tri quello di Padova (promosso dalla locale
unione giovanile: aprile 1969) dove, in vista
del Congresso GEI che si sarebbe svolto ad
Ecumene, ci si trovò per esaminare insieme i
documenti preparatori e per eleggere i coordinatori della futura attività in ambito regionale.
Dopo una riunione preparatoria dei responsabili a Mestre e il Congresso di Ecumene, ci
fu un secondo incontro a Trieste (20 luglio
1969) scaturito dalla necessità di esaminare
i risultati del Congresso GEI. Questo incontro
era stato auspicato da un gruppo di giovani che
avevano partecipato al campo-lavoro di Tramonti. A Trieste si manifestarono dubbi e
perplessità non tanto sulFatto di nascita della
Federazione, quanto su determinati punti della linea della FGEI. Perciò si rese necessario
un più approfondito esame dei documenti scaturiti da Ecumene a livello delle singole unio
I giovani evangelici della Federazione del Triveneto, riuniti nel convegno regionale di Venezia del 7 maggio 1970, dopo aver esaminato la situazione attuale dell'istruzione religiosa nelle nostre chiese sia a livello
delle Scuole Domenicali che di catechismo, convinti che il problema della
trasmissione della Fede riguardi non soltanto Pastori e monitori, ma tutta
quanta la comunità locale, chiede ai Pastori, alle comunità e in particolare alla Commissione Distrettuale del VI Distretto della Chiesa Valdese
e alla Giunta del III Circuito della Chiesa Metodista di:
Studiare in comune il problema aflinché sia dato un carattere unitario non solo ai programmi della Scuola Domenicale ma anche ai corsi di
catechismo, per ciò che riguarda contenuto e divisione di argomenti.
Promuovere dei corsi aperti a tutti per approfondire la riflessione
delia Parola di Dio specificatamente in funzione deH’istruzione religiosa
(a livello teologico e pedagogico) in modo che tutta la comunità e in particolare i genitori siano pienamente consapevoli e si sentano quindi corresponsabili dell'istruzione religiosa. Siamo convinti infatti che ogni tentativo di miglioramento della Scuola Domenicale e dei corsi di catechismo sarà inutile e sterile senza un adeguato rinnovamento spirituale delle nostre comunità.
Far partecipare i genitori e la comunità in generale alla problematica
delle lezioni di istruzione religiosa. Questo a tre livelli:
— presentazione e discussione dei corsi insieme con la comunità di anno
in anno senza fermarsi a schemi fìssi, ma tenendo conto delle esperienze che si vanno via via accumulando;
— interessamento particolare dei genitori;
— preparazione delle lezioni in comune tra laici, monitori e Pastori.
Interessare i bambini e i giovani aH'istruzione religiosa:
— far partecipare attivamente i bambini alle lezioni;
— far partecipare i giovani, almeno quelli degli ultimi anni, all'elaborazione del corso catechistico, snellendo, se è il caso, lo schema ed interessando i giovani stessi con problemi attuali alla ricerca biblica.
Favorire gli incontri tra i bambini in modo che si conoscano, si comprendano, si amino in Cristo. Soprattutto i catecumeni dovrebbero organizzarsi in unioni giovanili cadette (per usare un vecchio termine), con
un programma collegato o a completamento di quello del catechismo in
corso o già fatto e in relazione con l’attività della comunità, per favorire
il progressivo inserimento dei ragazzi nella Chiesa e nella sua opera di
testimonianza.
ni giovanili: i risultati sarebbero stali esaminati in un convegno da tenersi a Venezia
nei giorni 1 e 2 novembre.
In quella sede, dopo vivaci discussioni, si
giunse alla stesura di un documento comune
di studio, che avrebbe dovuto completare la
linea della FGEI. ritenuta in più partì carente. Imdtre si decise ufficialmente di costituirsi
j-i Federazione regionale, come da proposta
dello .statuto FGEI. Di notevole aiuto, a questo proposito, c stato il contributo di Andrea
Spini, della Federazione toscana, il quale ha
illustrato Fattività e Forganizzazione della pro]»ria federazione, operante ormai da due anni.
Così 1*8 dicembre, a Trieste, si costituì ufficialmente la « Federazione giovanile evangelica del Triveneto », con l’approvazione dì un
regolamento, con Fistituzione di una cassa regionale e con l'elezione di una giunta formata
da tre giovani.
Il successivo iiiconlro. a Pordenone (1 marzo 1970), servì essenzialmente a scambiare
impressioni. es])erienze di lavoro per quel
che riguardava I attività che le varie unioni
giovanili locali stavano condueondo. Si esaminò innanzi lutto la composizione dei gruppi
nella regione: ci si accorse che (juasi dappertutto gli elementi più aitivi erano giovanissimi. mancando spesso una "generazione di mezzo" che. forte di esperienze accumulale in tanti anni di appartenenza alle unioni giovanili,
garantisse un valido appoggio e una linea di
lavoro già collaudala da cui partire. Ci si
trovò così a dover cominciare "ex novo"
un’attività: in pratica appena ricercare un
piano comune di studio e di lavoro, senza un
sostanziale apporlo dì esperienza.
Proprio da (jiieslo incontro quindi, scaturì
un tema di studio che avrebbe consentito una
futura attività alFinterno delle chiese.
A nostro avviso un'analisi sulle Scuola Domenicali e sui catechismi, di cui molti di noi
serbano un ricordo recente, sarebbe servito ad
individuare una metodologia e una tematica
atta ad interessare e quindi a facilitare FinseHmento dei giovanissimi nelFaltività dì Chiesa. Non si deve pensare che questo lavoro
costituisca semplicemente un pretesto per una
attività: cioè risponda al disperalo bisogno di
fare qualco.sa. La scelta del tema, tra diversi
che ci si presentavano, è stata dettata dalla
amara constatazione di quanti giovani, entrati
ufficialmente in chiesa, dopo aver completato Fistruzione religiosa, poi spariscono e si
cstraneano del tutto dalla vita della comunità,
^fiutandosi perfino dì analizzare i motivi di
questa loro sceltali lavoro appena inizialo non manca certo
fiì difficoltà, di inesperienza e forse di ingenuità. Infatti il documento conclusivo che è
scaturito dal nostro ultimo incontro di Venezia vuole es.sere solo un aiuto alle unioni gio
rischi di naufragare nelFimprecisione e nell'astrattezza.
* *
Cogliamo Foccasione per ricordare questi
campì studio:
— Tramonti di Sopra (PN): Campo giovanile
di studio e vacanze: 29 giungno - 4 luglio.
Quota L. 2.000. Tema: Come può il credente oggi ubbidire ai 10 comandamenti?
Adesioni a: P. M. Tara. Via Rismondo 5 34170 Gorizia.
— Agape (TO): Campo FGEI: 11-19 agosto.
Quota da determinare. Tema: La credibilità dell'evangelismo italiano. Iscrizioni a :
Segreteria di Agape - 10060 Prali (Torino).
Raoul Matta e Giovanni Carrari
Mimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimimiiiiiitiiiiiiimiiit.Tii
Tramonti di Sopra (Pordenone^
Centro Evangelico
Interdenominazionale
di vacanze estive
"Luciano Menegon"
PROGRAMMA
1": Campo giovanile di studio e vacanze : 29 Giugno - 4 Luglio
Tema del campo : « Come può il credente,
oggi, nblndire ai dieci comandamenti? ».
l’rezzi; per l’intero campo (sei giorni) lire
2.000; per una partecipazione parziale L. 600
al giorno. Inviare per tempo le adc.sioni al
direttore del campo. Pastore Massimo Tara.
Vi« Rismondo. 5; 34170 Gorizia.
Campo di vacanze: 5 Luglio - 30
Agosto
IL 15 AGOSTO RADUNO DEGLI
EVANGELICI DEL TRIVENETO ASSEMBLEA ALL APERTO - SANTA CENA . AGAPE
II Centro dispone di soli 30 letti. Si prega
perciò di prenotare in tempo utile la propria
iscrizione indirizzandola a : Giovanni Menegon
- 33090 Tramonti di Sopra (Pordenone).
Prezzi : Pensione completa per persone superiori ai 3 anni di età (prima colazione, pranzo. cena e pernottamento) L. 1.500 al giorno;
solo vitto L. 1.200 al giorno.
Esìste possibilità di campeggiare (acqua corrente e servizi igienici) ai seguenti prezzi:
L. 100 per persona, per notte; L. 50 al giorno il terreno per la tenda; L. 100 al giorno
il terreno per posteggio automobile.
a
Affluenza rallegrante
alle stand
della Claudiana
"Pinerolo Primavera'
vanili c alle comunità, nel senso di mettere in
luce un problema nei suoi vari aspetti, senza
aver la pretesa di dare consigli die non siano
invece spunti di discussione generale. Ci soffermiamo sulla parola "generale": esistono
infatti organismi per lo studio della Scuola
Domenicale, Pastori e monitori die svolgono
la loro opera con zelo e dedizione, ma troppo
spesso abbiamo constatato l'assenteismo dei genitori e della comunità tutta per quel che riguarda i problemi della Chiesa. Tra questi
abbiamo considerato di primaria importanza
l'istruzione religiosa. Se vogliamo che veramente l'esperienza comunitaria non si esaurisca nel Pastore, è necessario che i problemi
della Chiesa coinvolgano sempre maggiormente i laici.
Riportiamo qui il documento com’è stato
approvato alFunanimità dai 23 partecipanti
ili rappresentanza dei gruppi di Trieste, Udine,
Meslre-Venezia. Marghera. Vicenza e Verona.
Solo la seconda parte del terzo capoverso
(Siamo convinti...) ha avuto 3 voti contrari e
2 astensioni. Abbiamo rilevato poi la necessità che venga tenuto un corso specifico sulla
scuola domenicale, aperto a tutti, possibilmente nella regione, affinché il nostro contributo
non risulti privo di agganci con la realtà e
Come è già stato reso nolo su « L'Eco-Luce »
delF8 maggio u. s. i giovani della Comunità
di Pinerolo hanno allestito uno stand della
Claudiana in occasione della fiera primaverile
L Pinerolo Primavera » dal 24 aprile al 10
maggio u. s.
L'idea di questo stand ci si è prospettata
in ritardo — ci siamo iscritti solo alcuni
giorni prima dell'inaugurazione della manifestazione — comunque abbiamo tentato Finiziativa. ed ora siamo contenti di averla realizzala anche se, per simili impegni in futuro,
sarà meglio pensarci per tempo onde migliorarne la realizzazione e prepararci con più
calma.
La vendita dei libri è stata di gran lunga
superiore alle previsioni della vigìlia (circa
300 libri).
Ci siamo impegnati ail essere presenti allo
stand, a turno, due a due. e circa 40 giovani
sono stati coinvolti in questa esperienza nuova. E' sempre molto interessante essere a contatto con persone estranee al nostro ambiente
abituale e discutere dei problemi concernenti
la nostra fede in Dio e sul modo di viverla
oggi. Inoltre lo stand era diventato un luogo
d'incontro fraterno anche per noi.
Perché abbiamo allestito uno stand? Ecco
i due motivi principali:
1) Ci è parso che questo piccolo impegno
(come anche il gruppo servizio diffusione libri
Claudiana e abbonamenti ai periodici della
Chiesa che opera nella nostra comunità) fosse
una risposta all'invito che il Sinodo 1969 indirizzò a tutte le Comunità affinché si impegnassero ad una vasta opera di diffusione delle
opere edite dalla Claudiana. Questo invito
risulta ulteriormente ))iù chiaro se si considera, come ha scritto tempo fa il Direttore di
questo settimanale, che la Claudiana « è cresciuta da se » cioè che le nostre comunità
sono state assenti nelFappoggiare lo sviluppo
della nostra Casa Eilitiice;
2) Lo sviluppo in sè e per sè della Claudiana non avrebbe nessun senso, se per centro
non ci fosse la nostra fede e Fobbedienza a
Cristo. Pur riconoscendo che oggi esistono altri mezzi di comunicazione più moderni ed
immediati, per far eoimscere la Parola di Gesù
Cristo, l’opera Sua e Fe.sempio che ci ha additalo. siamo convinti che il libro evangelico
è ancora oggi uno sUiimento insostituibile
per la nostra edificazione, per quella delle nostre comunità e del mondo che ci circonda.
iiiimiiMiimiiininiii
Un sullo
Cosenza
La nostra piccola comunità nei giorni scorsi
è stata particolarmente rattristata per la morte
improvvisa di una cara sorella in fede, già conosciuta anche nell'ambito del nostro distretto.
Si tratta dell’insegnante Elena Toscano, che
pochi anni fa si era sposala al sig. Emilio
Golia di Scigliano e che allora aveva dovuto
trasferirsi nel paese dì residenza del marito.
Ora attendeva la sua prima creaturina e per
Fevenlo, che si nreannunzia\a lieto, era venuta
dai suoi a Cosenza. Ma la bambina, morta
improvvisamente qualche giorno prima della
nascita, ha provocato nel giro di poche ore
il decesso della stessa madre, avvenuto il 17
maggio 1970. Questa repentina, del lutto inattesa ed immatura scomparsa Iia profondamente
costernalo tutti: oltre ai familiari e al marito addolorati in maniera che ben si può comprendere. sono stati vivamente contristati anche tutti quelli che conoscevano e stimavano
Elena Toscano.
Negli anni passati lei era stata una delle
giovani più attive ed impegnate della nostra
Unione Giovanile ed ha partecipalo più volte
ad incontri e a convegni distrettuali. Quale
inonitrice ha curalo per diversi anni i bambini della Scuola Domenicale, ed ha pure dato
il suo prezioso contributo alla comunità per
qualche tempo come membro del Consiglio di
Chiesa. Tutti conserviamo di lei un buon ricordo. perché abbiamo inijiarato a stimarla
per le sue doti che con tutta umiltà e modestia ha sempre saputo mettere al .servizio degli
altri, sia in famiglia, che nella comunità, che
altrove.
In questa dolorosa occasione la Parola della
vita è stala annunciata ad una folla assai numerosa e commossa di parenti, amici, conoscenti e alla comunità al completo dal past.
Enrico Trohìa, chiamato e venuto immediatamente da Catanzaro, in assenza temporanea
del pastore locale.
A tutti ì familiari dì Elena Toscano: genitori. .sorelle e marito, rinnoviamo i sensi più
vìvi (Iella nostra simpatìa cristiana, che non
conosce altra consolazione ed altra speranza
che quelle delFEvangelo della risurrezione e
della vita in Gesù Cristo.
A. G.
C.I.O.V.
Doni in memoria, per TOspedale dì
Pomaretto :
L'amministrazione ha ricevuto, per l'Ospedale di Pomaretto : dalla sig.ra Lydia Grill,
Chicago (111. • USA) in memoria del marito
Enrico Grill, deceduto a Chicago il 25-3-1970,
e in memomia dì Suor Margherita Grill, per
molti anni Direttrice delFOspedale Valdese di
Pomaretto, L. 62.890.
L’Amministrazione ringrazia.
Doni in mem. dell’avv. Cesare Gay:
Prof. William H. Form. Mich. USA L. 12.500;
Roccione Davide e Albertina, Pinerolo 3.000.
L'Amministrazione ringrazia.
Con questo non vogliamo dire che sia sufficiente leggere libri per essere fedeli alla Parola o per conoscere Cristo, ma se ciascuno di
noi, giovani o meno giovani, membri delle
comunità Valdesi, utilizzasse di più, d’ora in
poi, le opere della Claudiana, siamo certi che
la nostra formazione spirituale e la nostra testimonianza fuori delle comunità sarebbero più
mature, più vive e più adulte.
I partecipanti aUa realizzazione di questa
iniziativa si sono ritrovati per discutere una
breve relazione consuntiva e per confrontare
le proprie impressioni ed esperienze. La conclusione comune ha ribadito la volontà di ripetere quest'opera di testimonianza della nostra
fede, in Cristo, qualora se ne ripresentasse
Fopportunità.
Franco Rivoira
H. ■iMiiiiNiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMitiiiinitiMiiiiitjiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiMiiMiiiiniiiiiimiiiiiimiiiiiiiiiNiiiiimiiiiiiiiinii'iiiimiiinitmtiiiumi
AL CAPOLUOGO DI ANGROGI^A
Una assemblea popolare
Organizzata e convocata dai giovani valdesi
della Valle ha añmntato i problemi locali
Circa la metà delle famiglie di Angrogna è
ancora oggi, in tempo di conquiste lunari,
senza luce elettrica. L’ENEL, l’ente nazionalizzato che, secondo i programmi (elettorali?!)
a suo tempo enunciati, avrebbe dovuto assicurare a tutti i cittadini questo elementare servizio pubblico, è totalmente disinteressato al
problema salvo richiedere ai postulanti il pagamento degli allacciamenti che, come è noto,
salgono a cifre irraggiungìbili. L'Ispettorato
agrario Compartimentale sembra l'organismo
autorizzato alle opere di elettrificazione delle
zone rurali, ma, per il momento, nulla è possibile fare ad Angrogna poiché la spesa a carico di questo ente per tali opere, prevista per
un massimo -insuperabile di un milione per
famiglia, salirebbe per il nostro comune a un
milione e 200 mila lire.
Come risolvere il problema? Disinteressarsene, permettendo a chi ha soldi di avere la luce
e lasciando i poveri senza? Oppure insistere
per la vie legali? Ovvero, come un giovane ha
proposto, organizzare una solidale e clamorosa manifestazione di massa?
Questo problema insieme a molti altri sono
emersi e sono stali dibattuti nella assemblea
popolare organizzata dai giovani valdesi di
Angrogna il 23 maggio. L'incontro, a cui tutti
gli abitanti del comune erano stati invitati,
aveva lo scopo di promuovere un dialogo diretto tra amministratori e amministrati sui
reali problemi della Valle, al fine della ricerca di prospettive e orientamenti concreti, impiegando le forze e la collaborazione di tutti.
La partecipazione della popolazione è stata relativamente elevata considerando la (( novità »
dell’iniziativa e anche le grandi distanze che
rendono difficile il reperimento di un punto
centrale comodo a tutti. Erano, tra gli altri,
presenti i membri del consiglio comunale
uscente, i candidati nelle nuove liste e, come
consulenti, il Doti. Borgarello. Segretario Comunale, la Sig.ra Gaietti, Assistente sociale
del Consiglio di Valle e il Geometra Roland
dell'ufficio dì bonifica montana.
L’Assemblea è stata aperta dalla lettura di
una dettagliata relazione presentata dal sindaco. Senza alcuna retorica essa ha documentato
con cifre dettagliate e precise l'operato del consiglio comunale uscente, rivelandone tuttavia
anche gli strettissimi limiti imposti da un bilancio molto esiguo.
Secondo un principio di antica saggezza
montanara (non da tulli condiviso) il comune
rifiuta dì indebitarsi e fa i passi lunghi quanto le gambe, e nella situazione di relativa depre.ssione economica in cui si trova la Valle, le
gambe sono piuttosto corte. Per ogni opera di
un certo rilievo sono necessari contributi statali. provinciali o di altri enti pubblici, per ottenere i quali è necessaria una procedura burocratica lunga, lenta e pesante, per cui, quando finalmente lo stanziamento è approvalo, i
preventivi di spesa sono ormai superati dali'aumeiUo dei costi. Strade, acquedotti, scuole,
provvedimenti sociali ed economici di varia
natura, di tutto si è liberamente parlalo. Quali provvedimenti assumere? Aumentare le tasse? Incrementare il turismo (ma a beneficio di chi?)? Superare i limiti dì bilancio?
Ma come? Do!)l)iamo riconoscere che nel dibattito sono emerse jmclie proposte in grado
di offrire una chiara e convincente allernalìva.
L.1 parola è ora alle urne elettorali. Tutti hanno comunque riconosciuto l'utilità e la massima importanza del dibattito e unanimamentc è stata approvata la proposta di ripetere per
l'avvenire questo tipo di assemblea in modo da
continuare a mantenere vivo il dialogo iniziato
nell'interesse di tutti.
Passiamo ora alle notizie dì anagrafe ecclesiastica. Segnaliamo innanzitutto due nascite:
il 12 aprile a Macugnaga è nato Flavio di
Paola e Sergio Malan. mentre il 2 maggio a
Torre Pellicc è nato Andrea primogenito di
Ivana e Aldo Ricca. Che il Signore benedica
questi bambini e le loro famiglie.
Nel mese di maggio si sono registrati due
battesimi: Morena di Anita e Renzo Benech
del Cìabot è stata battezzata durante il culto
del 10 maggio, mentre Levi di Valdina e Guido Pons è stato battezzato il 17 maggio in una
riunione quarlierale ai Pons. Per queste due
famìglie chiediamo l'assistenza del Signore
affinché le loro promesse per i loro figlioli
siano fedelmente mantenute.
Passando ai matrimoni, il 24 aprile si sono
sposati in Svizzera Giovanni Bertin del Verné
e Margrit Gloor di nazionalità elvetica. Il 16
maggio, presso il municipio di Angrogna Enrico fìonnet di Bodarsac si è unito in matrimonio con Mirella Danna di Pradeltorno. Ed
infine il 24 maggio, nel tempio del Capoluogo
si sono sposati Jean Louis Sappé del Capoluogo con Maura Bertin del Serre. Rompendo
con la tradizione che considerava il matrimonio questione privata delle famiglie interessate, Jean Luis e Maura si sono sposati durante un culto pubblico, permettendo cosi alla
Comunità di circondarli nella gioia, intercedendo per loro e annunciando loro la benedizione del Signore. Per la prima volta è stato
pure esperimentato il nuovo formulario liturgico matrimoniale elaborato da una commissione di Pastori incaricati dal Corpo Pastorale.
Il tutto è stato accolto molto favorevolmente
dalla Comunità. A tutti questi sposi auguriamo di vivere sempre la loro vita a due come
un dono rinnovato della grazia di Dio e come
una vocazione a servirlo e a testimoniare di
Lui nella loro nuova condizione di sposi.
Casa Gay
Vacanze organizzate dal 15 luglio al 31
agosto, a Torre Pellice, per bambine dai
6 ai 14 anni. Compiti delle vacanze,
passeggiate, giochi, sport in un ambiente sano e familiare. Iscrizioni
aperte fino al 10 luglio presso « Casa
Gay » - 10066 Torre Pellice (To); lei.
(0121) 91.386.
Vacanze estive
CASA EVANGELICA
in S. MARZANO OLIVETO (Asti)
Localilà amena e tranquilla delTalto Monferrato. Turni (li vacanze dal 29 giui»no al
39 agosto.
Contributo giornaliero per vitto ed alloggio
in carnee a due o più letti: L. 1.500 per persona (bambini dai 2 agli 8 anni L. 750). Aumento di L. 200 al giorno per chi fruisce di
camera ad un .solo letto.
Cucina casalinga. Giardino con gioco delle
bocce. Bagno c doccia con acqua calda e fredda. Comode c facili passeggiate nei dintorni.
Telefono interurbano nella casa.
Cullo ogni domenica nel tempio attiguo.
Per informazioni e prenotazioni, scrivere con
.sollecitudine al Direttore :
GIUSEPPE ANZIANI. Piazza Bini. 4
15100 ALESSANDRIA
Telefono (0131) 52.378
Convitto Maschile Valdese
10066 Torre Pellice (To)
VACANZE ORGANIZZATE
dal 29 giugno al 31 agosto
Si accettano ragazzi dai 7 ai 14 anni.
Piscina coperta. Possibilità di lezioni
di nuoto.
Per informazioni e prospetti telefonare
al (0121)91230 o scrivere
.4 FIRENZE
Pensione evangelica per
studentesse o comitive
L’Istituto Evangelico Femminile di Firenze
offre pensione per studentesse anno 1970-71
oppure per comitive durante l’estate. Prezzi
modici. Scrivere: Via Silvio Pellico, 2.
6
pag. 6
N. 23 — 5 giugno 1970
La Chiesa nel mondo
a cura di Roberto Peyrot
II
AL PALAZZO DEGLI SPORT A PARIGI
La tortura è un mine che deve cessare
Notizie africane
Nairobi (spr) — II pastore C. Kiongo, moderatore della Chiesa presbiteriana dell’Africa orientale, in un discorso in occasione della sesta assemblea della sua chiesa, ha espresso la
sua preoccupazione nei riguardi della
crescente tensione nel Medio Oriente
e, della proclamazione della Repubblica rodesiana.
« Deploriamo vivamente che in un
mondo in cui la voce della maggioranza ha forza di legge secondo la forma
prevista dalla democrazia, vi possano
esistere dei gruppi minoritari — come
in Rodesia e in Sudafrica — (n.d.r.:
ma quanti altri casi avrebbe potuto
citare in ogni angolo del mondo!) che
si isolano e strappano alla maggioranza il diritto di espressione e di autodeterminazione: questo fatto non è
solo contrario alla Carta delle Nazioni Unite, ma costituisce soprattutto
una violazione della dignità umana »
ha detto il moderatore.
Alludendo poi alla migliorata situazione in Kenia, Kiongo ha detto: « È
importante, invece di affermare che
occorre sopprimere il tribalismo, iniziare dei contatti più positivi e fare
in modo che ogni tribù venga considerata come un membro facente parte
di un corpo unico che si chiama
'paese' ».
Kiongo è stato rieletto all'unanimità
per un secondo periodo di tre anni: è
il secondo moderatore africano rieletto mentre era in carica.
In occasione di questa assemblea ha
preso la parola il ministro keniano dell'informazione ed ha lanciato un pressante appello all'unità dei cristiani in
Africa orientale. « Fino a quando permetteremo — egli ha detto — alle differenze di ordine liturgico e amministrativo di intralciare i nostri progressi e di sbarrare la strada al disegno
di Dio: una Chiesa? ».
Luluaburg (spr) — Il moderatore
della Chiesa presbiteriana degli Stati
Uniti, M. Lynn, ha presenziato, fra i
delegati delle chiese, alla proclamazione della « maggiorità » della Chiesa
presbiteriana del Congo. La missione
della chiesa americana è stata ufficialmente sciolta ed i missionari di questa denominazione lavoreranno ormai
all'interno delle strutture della chiesa
congolese.
La chiesa congolese, che ha circa
130 mila membri, deve la sua origine
al lavoro svolto da due missionari in
questa regione nel 1891, un bianco,
S. Lapsey, ed un negro, W. Sheperd,
americani.
Uno dei successivi pionieri missionari, W. Morrison, guadagnò unanime
stima verso la fine dello scorso secolo
per la sua crociata in favore della giustizia sociale. Quando giunse in Congo
nel 1896, il territorio era un feudo personale del re Leopoldo II. Avventurieri bianchi sfruttavano la popolazione
e saccheggiavano il paese. Dopo l’intervento di Morrison il re abbandonò
questo possedimento che divenne una
colonia belga.
Oggi, la chiesa presbiteriana americana impiega 110 fraterni collaboratori in Congo. La maggioranza di essi
opera nel campo dell’insegnamento,
delle cure mediche e dell’evangelizzazione. Parecchi altri partecipano ai
programmi di debellamento della malnutrizione e della fame.
I PRESBITERIANI AMERICANI,
LA « GENERAL MOTORS » E
L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Filadelfia (spr) - La Chiesa presbiteriana
unita degli Stati Uniti d’America ha chiesto ai
suoi membri ed alle organizzazioni membri che
sono azionisti della « General Motors » di
usare la loro influenza nella lotta contro l’inquinamento atmosferico.
Il Consiglio di « Chiesa e Società » di questa denominazione ha chiesto agli azionisti di
votare in modo particolare a favore di due
proposte iscritte all’ordine del giorno dell’assemblea generale annua della società e cioè
l’aumento dei membri del consiglio della direzione e la creazione di una commissione di
studio, sotto la responsabilità della G. M., per
il lancio di un prototipo di autovettura che
offra maggior sicurezza e che non contamini
l’atmosfera.
Quattro organizzazioni presbiteriane unite
detengono un totale di ca. 114 mila azioni
della General Motors (!).
« DIO È MORTO » (QUALE?)
Minneapolis (Relazioni Religiose) - A Minneapolis (USA) un gruppo di 300 cattolici,
(comprendente sacerdoti, suore e laici, ha fatto
stampare su un quotidiano locale, a grandi
lettere più piccole seguiva il seguente testo:
« È morto il Dio che: benedice le sparatorie, gli incendi e i bombadamenti del Vietnam e della sua gente; che è sostenuto dai
profitti dei buoni affari di buoni cittadini che
producono armi da guerra; che perdona un
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 — 8.7.1960
Tip. Subalpina s.p.a - Torre Pellice (To''
dichiara Helder Camara
II
popolo che potrebbe far iìnire questa guerra
e fermare la macchina della guerra ma non
ratorie, gli incendi e i bombardamenti del Vietlo vuole ».
L'avviso termina con la seguente frase:
« Crediamo nel Dio vivente il cui Figlio è il
Principe della Pace ».
LA SUORA LIBERATA
Roma (Relazioni Religiose) - Tra i cinque
prigionieri politici brasiliani liberati su richiesta deirAlleanza di liberazione nazionale, che
aveva preso come ostaggio un console giapponese, fìgura anche una suora cattolica, Maurina Borges Suarez. Insieme agli altri prigionieri liberati ha raggiunto il Messico ed ha
guadagnato la libertà, grazie alla solidarietà
dei combattenti del fronte antifascista. Suor
Maurina è stata liberata insieme alla vedova
di un combattente partigiano, un comunista
e due altre persone. È molto bello vedere il
clero e perfino le suore cattoliche schierarsi
con coraggio, in questi tempi, a fianco di
quanti combattono il terrore militare fascista.
È bella la solidarietà dimostrata dai commandos, i quali hanno rischiato la loro vita per
liberare dalle carceri degli aguzzini anche
una suora cattolica. Il mondo nuovo e l’America Latina del domani nasce anche attraverso
questo episodio. Il clero, le suore ed i partigiani, figli di un unico popolo, si stanno unendo in un’unica forza popolare antifascista,
per costruire il mondo nuovo. Noi, in Europa,
ignoriamo molte cose dell’America Latina in
generale e del Brasile in particolare. Ma l’episodio della suora cattolica liberata dai commandos di sinistra schiude anche per noi la
possibilità di rendersi conto di come stanno le
cose, nonostante le ipocrisie di certi capi religiosi e delle potenze « progressiste » che stringono la mano e scambiano cortesie con i boia
brasiliani.
Abbiamo ripetutamente riferito sulle reazioni di
singoli cristiani e di Chiese alla politica repressiva e
di tortura condotta spietatamente dalle autorità brasiliane; in particolare sulle discussioni circa la prossima Assemblea generale della Federazione Luterana
Mondiale a Porto Aiegre, nello Stato brasiliano di
Rio Grande do Sul. Questa settimana riportiamo una
dichiarazione dell’esecutivo della FLM, diffusa dal
servizio stampa della FLM. Ma teniamo pure a pubblicare l’articolo che un giornalista protestante francese, Marcel Niedergang, ha dedicato su « Le Monde »
(27-5-’70) alla conferenza che l’arcivescovo cattolico
romano di Olinda e Recife, Helder Camara, ha tenuto al Palazzo degli sports della capitale francese.
« Rispetto coloro che, in coscienza,
hanno scelto la violenza rivoluzionaria
per lottare contro le ingiustizie. So che
molti fra voi che siete qui, stasera, non
vedono altra soluzione. E non sono qui
per scoraggiare nessuno. Ma, proprio
per realismo, vi dico che occorre almeno tentare ciò che chiamo la violenza dei pacifici. Vedo bene, in Brasile,
qual'è il risultato della violenza rivoluzionaria: la repressione, una violenza
ancor maggiore, le torture. Non dò
quindi consigli a nessuno e nessuno può
pretendere di possedere la soluzione
perfetta. Dico che occorre rafforzare la
violenza pacifica, la pressione morale
liberatrice. Non è un compito facile. Ci
vuole coraggio, pazienza. Ma il pacifismo non è passività... ».
È un Dom Fielder caratteristico, appassionato, combattivo, sincero, ardente, commovente, al tempo stesso fragile e invulnerabile, che martedì sera ha
parlato ai Parigini in un Palazzo degli
sports strapieno. Parecchie centinaia di
persone che non avevano potuto entrare sono state brutalmente disperse dalla ipolizia. L’arcivescovo di Olinda e Recife, che concludeva una serie di conferenze in Francia, doveva lasciare Parigi mercoledì mattina, alla volta della
Svezia. I cardinali Marty, arcivescovo
di Parigi e Gouvon, arcivescovo di Ren
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
SULLA CONFERENZA
DI BEYROUTH
Su questa conferenza, che ha riunito alcune centinaia di cristiani e che
si è conclusa col noto appello in favore del popolo palestinese (v. n. 21 del
22.5.'70), «Le Monde» (31.5. - 1.6.1970)
pubblica la seguente lettera di Jacques
Ellul, professore alla facoltà di giurisprudenza e di scienze economiche dell’università di Bordeaux.
« Non starò qui a discutere il problema politico né l’affermazione, molto dubbia, che i Palestinesi siano una
nazione (essi lo sono molto meno dei
Katanghesi, dei Biafresi ecc.) e che
essi abbiano dei diritti incontestabili
ed imprescrittibili sulla Palestina. Conosco bene la gravità delle sofferenze
che i Palestinesi hanno sopportate. Mi
riservo di discutere il problema politico in altra sede, e mi limito a fare alcune osservazioni sul piano cristiano.
1) Si è dichiarato di "non aver voluto dare una cauzione cristiana". Ma
proprio questo concretamente è stato
fatto: il testo dell'appello consiste
esclusivamente in una giustificazione
teologica, per una scelta politica promossa da motivazioni politiche.
2) Con che diritto dei cristiani si
son messi a spiegare agli ebrei com’è
loro permesso di comprendere la loro
Bibbia? Con che diritto si proibisce
agli ebrei di attribuire alle profezie un
significato molto concreto, e non solamente spirituale (tenuto conto che, biblicamente, la separazione del concreto dallo spirituale è un controsenso)?
3) Con che diritto si dichiara che
gli ebrei non sono una nazione, e si rifiuta loro “l’esistenza nazionale”? Siamo forse ancora ai tempi in cui il papa decretava che la terra X appartiene al popolo Y? Oggi rifiutare a Israele d’essere una nazione in nome del
"disegno provvidenziale di Dio”, e dirgli che esso dev’essere "considerato in
una prospettiva escatologica”, significa ragionare alla maniera di quei cristiani che negavano ai poveri il diritto
d’arricchirsi, perché Dio aveva detto:
"Beati i poveri". Le due maniere di ragionare rivelano fino a che punto i cristiani non hanno ancora rinunciato a
indottrinare dei gruppi non cristiani,
spiegando loro che cosa sono e devono essere. L’imperialismo cristiano si
è ben esibito a Beyrouth.
4) La cosa più grave è l’affermazione secondo cui questi cristiani sarebbero degli antisionisti che condannano
l’antisemitismo: qui siamo al colmo
della buona coscienza, delle mani pure
di Ponzio Pilato e della autogiustizia.
Questo vuol dire che vi sono dei buoni ebrei: quelli che sono sparpagliati
nel mondo, che accettano di lasciarsi
assimilare e il cui compito consiste
nel lasciarsi sgozzare quando lo decide il popolo che li ospita; e vi sono poi
dei cattivi ebrei, quelli che si difendono. Sarebbe bene generalizzare questa
maniera di ragionare: "Noi condanniamo i padroni che sfruttano gli operai,
ma siamo contro i sindacati per mezzo dei quali gli operai .si difendono”.
Questo è il significato esatto della formula: “antisionismo, ma condanna dell’antisemitismo”. Il fatto che i cristiani di Beyrouth possano credere che gli
ebrei saranno protetti perché essi hanno condannato l’antisemitismo, è una
dimostrazione d’infantilismo o d’ipocrisia.
In altre parole, io accetto che un
gruppo di persone qualunque, ivi compresi i cristiani, dichiarino: “Noi amiamo appassionatamente i Palestinesi.
Noi detestiamo gli ebrei d’Israele, e
crediamo che essi sono degli sporchi
colonialisti, capitalisti, imperialisti,
guerrafondai, mentre crediamo invece
che i popoli arabi hanno adempiuto a
tutti i propri doveri verso i fratelli palestinesi, crediamo che i popoli arabi
sono dolci, buoni, perseguitati, pacifici...’’. Simili dichiarazioni si collocano
al livello delle convinzioni e delle affinità passionali: non ho assolutamente
nulla da dire in contrario. Ma non posso accettare che si venga a coprire
tutto questo con un mantello cristiano, di affermazioni secondo le quali si
tratterebbe del combattimento per la
giustizia, per la libertà, per la dignità,
a coprirlo con una costruzione teologica. Per me, qui comincia lo scandalo ».
CORRUPTIO OPTIMI
PESSIMA
•JF « Nulla è peggiore della corruzione del migliore (o di ciò eh’è ottimo) ».
Questo proverbio latino esprime, in
sintesi, il parere espresso nel « Testamento di Eugenio Varga ». Chi era costui? Era l'organizzatore e il direttore
economico « dell’effimera repubblica
dei “consigli", creata in Ungheria da
Bela Kun nel 1919. Fece poi carriera
nel Komintern, prima di diventare direttore dell’Istituto d’economia e di
politica mondiali di Mosca, e di scrivere numerosissimi libri e articoli abbondantemente commentati. Morì in
URSS nel 1964.
Il "Testamento" (un libretto di circa
50 pp., pubblicato ora a Parigi dall’editore Grasset, con prefazione del Garaudy), venne dapprima pubblicato
clandestinamente nell’U.R.S.S. (...) ».
Esso contiene « la descrizione del processo di trasformazione d’una rivoluzione destinata a sopprimere le classi,
in un’impresa di conservazione dei privilegi della nuova... “oligarchia che domina la società socialista, che dirige
tutte le forme di vita, essendo investita della pienezza del potere": replica
di ciò ch’esisteva sotto lo zarismo.
All’origine di questo sviluppo. Varga
vede particolarmente un errore di Lenin, sul significato stesso della Rivoluzione d’Ottobre. (...) A partire da
questo fatto, la Russia avrebbe inaugurato una via di passaggio al socialismo, suscettibile di servire di modello
non già ai popoli dei paesi capitalisti
ad alto sviluppo (nei quali Lenin, dopo Marx, credeva che la rivoluzione
sarebbe cominciata), ma ai popoli semi-coloniali o coloniali ».
Impressionanti le conclusioni del
Varga. « Finché non si comincerà a
combattere, progressivamente e coscientemente, le terribili perversioni
della democrazia sovietica, che sono la
particolarità essenziale del regime attuale, il comunismo sarà impossibile
neU’URSS, fra vent’anni come fra cento. (...) In tali condizioni, il solo regime possibile sarà una parodia del comunismo ».
(Da « Le Monde » del 30.5.1970).
nes, i vesciovi Riobé di Rennes e Pezeril
ausiliare di Parigi si trovavano in una
sala nella naie uomini di sinistra e
cristiani, progressisti e non stavano gli
uni a fianco degli altri. Eppure non la
minima contestazione, non un solo mormorio ha turbato il discorso di mons.
Helder Camara.
« Coniprendo i vostri dubbi — egli
ha detto — Altri hanno predicato la
nonviolenza e non sono più. Gandhi è
morto e Martin Luther King è morto
assassinato. Ma se si possono uccidere
gli uomini, non si riesce mai a uccidere
le idee. Sono ottimista e credo che l’idea
della violenza pacifica fa progressi nel
mondo e anche negli Stati Uniti... ».
Per Dom Helder, testimone torturato della « violenza fatta agli oppressi,
uomini e popoli », « la violenza degli
oppressori è indubbiamente poco spettacolare », ma in fin dei conti « essa uccide più delle guerre ». Lucido analista,
egli vede chiaramente che le cause essenziali della violenza rivoluzionaria
sono « le ingiustizie sostenute dalle autorità » nei loro paesi e anche nelle relazioni intemazionali. Non sentendosi
« in nessun luoeo straniero » ma « uomo
fra gli uomini » egli chiede alle nazioni
industrializzate, agli Stati Uniti come
all’Unione Sovietica di rispondere alle
rivendicazioni delle nazioni povere in
favore di un po’ più di giustizia nelle
relazioni internazionali. Egli chiede
pure alla Francia — ma lo spera davvero? — di « dare l’esempio » di questa
equità fra le nazioni.
« L’ingiustizia è anche fra voi — ha
esclamato —. Non soltanto nel mio
Nord-Est dove milioni di esseri vivono
in condizioni sub-umane. E allora, perché non tracciare una carta vivente
della Francia con i suoi sotto-lavoratori e il suo proletariato straniero sfruttato? ».
Prima della riunione nel Palazzo degli sports Helder Camara aveva promesso di « dire tutta la verità » sul proprio paese, « quali ne siano le conseguenze ». Ha mantenuto la sua parola,
con moderazione, trovando il tono giusto, non citando che casi di torture
delle quali è stato personalmente testimone e rifiutando di « diffamare il
Brasile ».
« Il male sarebbe tacere. Devo avere il coraggio di parlare, perché lo faccio senza secondi fini politici. I casi di
torture che vi ho citati sono purtroppo
la regola, oggi, nelle carceri brasiliane.
Degli uomini si son voluti suicidare,
dopo essere stati torturati. Ë vero.
Sulle autorità si esercitano pressioni
affinché il silenzio circondi questi atti.
Ma io affermo che la tortura è un crimine che deve cessare. Abbiamo testimonianze, ad esempio quella dell’Associazione nazionale giuristi, che parlano
di dodicimila detenuti politici. Il governo afferma che non vi sono torture
né prigionieri politici. Allora perché
E
non accetta, come l’ha accettato la Grecia, l’invio di una commissione d'inchiesta della Croce Rossa Internazionale? Se è vero che non vi sono detenuti
politici, non corre alcun rischio... »
Era difficile, per Dom Helder Camara, andare oltre. Senza possibilità di
dubbio la sua denuncia formale della
tortura susciterà vive reazioni in Brasile. Il « Jornal da Tarde » di Sào Paulogià martedì ha scritto che « Mons.
Helder Camara diffama il Brasile all’estero ».
Ma il piccolo uomo in tonaca nera,
che teneva una rosa rossa in mano e
che pensa che « Marx, oggi, difenderebbe il pluralismo nel socialismo » ha
scelto di dire « tutta la verità » in Brasile e nel mondo.
Marcel Niedergang
A Porto Aiegre avremo
libertà di parola:
ce ne dovremo servire
Una dichiarazione dell’esecutivo
della Federazione Luterana Mondiale
la Madonna "antielezioni,,
Genova (Relazioni Religiose) - A Balestrino
continuano le « apparizioni della Madonna» ,
che si farebbe vedere ad alcune donne del
luogo. Una delle « veggenti », signora Amabile Crescini, ha dichiarato di aver raccolto
dalla bocca della Madonna le seguenti parole :
« In Italia comando io e quindi è perjeitamente inutile che si facciano le elezioni ». All’ultima « apparizione » di questi giorni *eranc presenti circa mille persone, le quali, naturalmente, non hanno visto nulla. Dopo tante (( Madonne elettorali », questa volta registriamo anche la « Madonna antielezioni ».
E il ritornello?
Roma (Relazioni Religiose) - L’Esercito
della Salvezza ha lanciato in tutta l’Italia un
nuovo inno religioso che si canta sulla musica
della nota canzone napoletana « Sul mare
luccica ». Il testo dell’inno inizia con le seguenti parole: «Se credi o misero / Festa
faremo / Presso l’altissimo / ci rivedremo... ».
PERSONALIA
La famìglia del pastore Scuderi, a Venezia,
si è arricchita con la venuta del piccolo Alessandro. Un augurio fraterno a tutti loro, partecipando alla loro gioia.
* * *
A Torino, in casa di Arnaldo e Lilla Eynard è giunto il piccolo Luca. Ci rallegriamo
vivamente con loro, con l’augurio che questo
figlio di medico possa crescere in uno spirito
di amore per chi soflre.
* *
Esprimiamo la nostra calda simpatia a Vanda Bertalot, impiegata amministrativa della
nostra tipografia, che ha avuto il dolore di
perdere il padre.
I membri deH’esecutivo della Federazione
Luterana Mondiale, riuniti il 20-21 maggio a
Ginevra, hanno esaminato i preparativi per la
Quinta Assemblea generale della FLM. Hanno ricevuto relazioni da varie delegazioni che
si sono incontrate ultimamente e hanno prestato attenzione particolare alla discussione
pubblica sulla situazione brasiliana e sulle implicazioni e sulle garanzie di un’essemblea generale ecclesiastica che si riunisca in quel
paese, oggi.
I membri dell’esecutivo sono convinti che
sulla decisione del Comitato esecutivo della
FLM (Vedbaek, Danimarca, dicembre 1969}
di accettare nonostante tutto l’invito della
Chiesa luterana in Brasile, hanno influito in
modo determinante questi elementi :
1. Le attuali tensioni mondiali si riflettono forzatamente in ogni incontro internazionale. Inoltre il contesto locale eserciterà
sempre un’influenza sulle deliberazioni di tale
incontro.
2. A partire dalla seconda guerra mondiale è andata rapidamente crescendo la sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti di
ogni forma di repressione, di rifiuto dei diritti umani, di ingiustizia sociale ed economicaRiconosciamo il forte impegno della generazione più giovane in questo senso.
3. Al centro dei gravi problemi cui il nostro mondo si trova di fronte, la testimonianza della Chiesa è fondamentale; ma la Chiesa
incontra difficoltà a esprimere e a vivere il
suo retto ruolo nella società.
4. Alia FLM, federaz.ione di Chiese, non
sono risparmiate le difficoltà di questa testimonianza e di questo servìzio. Essa desidera
affrontarle aiutando le sue Chiese-membro a
rendere una testimonianza unita nelle situazioni concrete di oggi. Il tema dell’Assemblea.
Mandati nel mondo, e le commissioni di la\oroche mettono a fuoco i problemi scottanti del
momento, vogliono facilitare questa testimonianza.
5. Se la Chiesa, sotto la sovranità di Cristo, vuol essere fedele alla propria missione,
deve preoccuparsi dell’uomo intero e trovarela giusta via per esprimere la propria solidarietà con coloro che soffrono. NeH’alto in
cui comprendiamo l’atto giustificante di Dio^
siamo costretti a cercare la giustizia per gli
altri.
6. Accettando l’invito della Chiesa ospitante a tenere l’Assemblea in Brasile, la FLM
aveva coscienza di dover includere nella discussione assembleare i Latinoamericani e i
Brasiliani, come pure il contesto mondiale con
le sue componenti umane, sociali, religiose e
politiche. Noi esprimiamo la speranza che i
partecipanti all’Assemblea verranno con l’apertura di spirito che viene dalla libertà data dalla fede, pronti a rispondere alle sfide della situazione. Alibiamo avuto assicurazione che
sarà garantito l’ingresso di tutti i partecipanti
e che TAssemblea potrà esprimersi liberamente. Poiché verranno da orizzonti diversi,
con informazioni diverse c talvolta limitale, è
della massima importanza che l’Assemblea
renda la sua testimonianza nel dialogo con la
Chiesa ospitante e con le altre Chiese brasiliane. Siamo decisi a conservare all’Assemblea il carattere rigoroso di un’assemblea di
lavoro.
Esprimendo queste aspettative e avendo presenti i rischi, nensiamo che soltanto lo Spirito
di Dio può metterci in grado di compiere il
nostro mandato. Sollecitiamo I’intercessione
particolare di tutte le Chiese-membro e siamo
grati per le preghiere di tutti coloro che hanno espresso la loro sollecitudine per l’Asseniblea.
I membri dell’eseculivo sono unanimi nel
sostenere quanto espresso in questa dichiarazione. Uno di essi, però, pensa che il tempo
disponibile prima deirAssemhlea non sia sufficiente ad esaminare a fondo tutti i problemi
implicati dal fatto dì tenerla in Brasile, e
pensa quindi che essa non dovrelihe essere
riunita a Porto Aiegre.
F. A, Schiolz (USA), M. Simojoki (Finlandia), A. Wantula
(Polonia). S. R. Masfii (Tanzania), R. Weber (Germania Federale).