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s Biblioteca Val-iesa
SpsttEiblio
(•-Torino) : "
TOI^RS PRt.LTCS
DELLE VALLI VALDESI
" Gettate lungi dà voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno LXXX ~ Num. 19
— Abbonamento: Ure 600 per Tinterno, Lire 1000 per Testerò — Spedizione in abbonamento postale« I* Gruppo
Cambio d indirizzo L. 30 — Amministrazione l Clandiana - Torre Pellice - C.C.P. 2-175«57 Prezzo L« 'ftS
TORRE PELLICE, 12 Mitggio 1960
:
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M
IL SOLO BENE
lo ho delio all'Elerno : Tu sei
non ho bene all'infuori di le
mio Signore ; io
(Salmo 16; 2).
Non era questo, come forse potrebbe sembrare' a
prima vista, il grido di un poveretto o di un diseredato, costretto a cercare altrove quelle gioie e quei
tesori sperati sulla terra. Al contrario, l’uomo che
parlava così era uno col quale la vita era stata tult’altro che matrigna. Essa infatti gli aveva dato an
< Ih generosamente ogni sorta di beni e di doni preziosi. la gioia e gli affetti familiari, hi. stima e la consid, razione degli amici, l amore e la devozione di un
¡lapolo, UH nome glorioso e grande, e in più la rio
< III iza. In gloria, gli onori.
Da semplici; mandriano che egli era, dopo ; primi anni dellu giovinezza passati nei campi a pascofare le greggi di suo padre, era stato un giorno chiamato a corte e iioininato paggio d’onore del proprio^
fe, più tardi sul suo stesso capo s'era posata la corona reale ed, era stato fatto re. Alla testa delle schiere d’Israele aveva marciato vittorioso in cento battaglie diverse ed ovunque s’era sparsa la sua fama dt
prode guerriero. In una parola dunque, un uomo che
aveva fatto carriera ed al qua.le la vita nulla aveva
negato,
Nnìla di strano se quest’uomo avesse così ragionato dentro di se : « ecco, tu sei arrivato fin dove era
possibile arrivare; sei stato bravo ed intetUgente ed
hai ottenuto delle cose grandi. Non desiderare ora di
più, ma godi ed approfitta di quello che tu hai e non
cercare più altri beni perchè quello che tu hai è ciò
che di più bello l’uomo può desiderare ».
Eppure noi Davide, poiché è di lui che si tratta,
min ragiona, così; egli non si inorgoglisce dei propri
siicaessi e sopratutto non si lascia andare a considerare i beni di cui egli gode come lo scopo suprenioi
della sua vita. Non è lo schiavo di quei beni; anzi
latte le cose che egli possiede non le considera neppure come dei beni. Per lui non esistono beni aU’inI nitri di Dio : da. Dui solo gli viene, ogni dono piena e
perfetto. Non vive perciò in vista dei grandi tesori
terreni che gli sono stati dati. No, egli vuole vivere;
con Dio e per Dio. « Io ho detto fili’Eterno ; tu fl'd
il mio Signore; io non ho bene all’iiifuori.di te ».
Tu, lettore, dove hai tu il tao bene? Ohe cos’è’
chfi per U; rappresenta lo scopo per il quale tu vivi?
Tutti quaggiù vanno alla ricerca ..li qualche cosa od
imnno uno scopo particolare che ti fa vivere. Gli wopiiiri del nostro tempo in genere non mrcano e non
desiderano che ciò che può portare un godimento imfnediato. e che può appagare i desideri, dei sensi. 1
più infatti pensano che quello che vale veramente
è solo CIÒ che può ree ire un utile concreto e può
procurare qualche benessere. Li avrai sentiti anche
tu gli uomini del nostro tempo. Gli uni dicono: per
me in vita è Jl lavoro; altri : per me è il denaro; altrè
ani-ora : per me sono le gioie, sono i piaceri mondani,
sono gli sports, i passatempi, il lusso e.‘, 'più vicino a
te, degli altri infine che dicono: per me sono i miei
rampi, i miei prati, Ui mia vigna, il mio ^e\stiame...
Non mancano certamente neppure coloro che vivono
per uno scopa più alto e più bello e che sanno votare
ìa loro vita a qualche causa nobile ed. elevata: rna i
più non hanno in .vista altro che hi lerra ed i suoi
beni. 5?'
Anche tu, certo, hai imo si onr- <*-73 + fi vivere;
■ina a che co,sa guardi: alln terra o al mele, alte cose
terrene, u a Dio? Conviene, credilo, andare contro
corrente; non seguire la massa cne guaraa alia terra,
ma imitarle il salmista il quale anche in mezzo alln'
ricchezza, alla potenza, alla gloria, agli onori sapevad.ire : « Tu, 0 Eterno, sei il mio Signore; io non ho
bene aH’infuori di te ». Infatti dice la Parola di Dio :
« ... le cose ohe si vedono sono solo per un tempo.. »
.« il mondo passa via con la sua concupiscenza; ma
chi Ts la volontà di Dio dimora in eterno ».
e. emme.
FEMMINISMO
Periodicamente raltenzione ideila
Chiesa è richiamala sulla posiziona
della doniMi in seno alla comunità
cristiuuii, e vengono rivendicati i
suoi diritti di assoluta parità con
l’uomo. Valori tradizionali a cui la
Cliiesa ha creduto vengono spazzali
dallo spirito progressista dei <( tempi nuovi », e sempre maggiormente
l’uomo non ricoiiosce. più nella donna « l’aiuto convenevole » della vecchia Bibbia, ma una (mmorrente in
tulli i <1oniinì della vita.
Conseguenza logica, le sorelle debbono essere delegale alle Conieren*e di.strctliiali e ai Sinodi. Anche le
aule della Facoltà dii teologia debbono essere loro aperte, e si auspica al giorno in c«i tìnalmente pren-deramio la direzioe.e delle chiese,
«aliranno sui pulpiti, e faranno par^ te della Tavola.
E’ questa tendenza con forme alla
1 Bibbia? R’ per il vero bene della
- Chiesa c della donna medesima?
Scr donna nella Ghiesa
^imitiva
Non sarebbe possibile avvicinare
'questo problema senza partire da
Una eonslalazione, e cioè che il «riStianesimo. più di qualsiasi altra religione r> filosofia o ideologia, ha da^to alla donna un posto d’onore, il
’ posto che le spetta. La vita di Gesù
è eoslanlemente accompagnata dal
la presenza femiminile; basta licot_,dare le donne (jaritalevoli che io se
guivano p^r provvedere alle sue necessità. Fu una donna a tessere apposta per Ini il mantello di un solo
|)czzo, che Gesù portava al momen
to deirarresto. E nel momento supremo, quando tutti, anche gli tioniini forti, lo ebbero abbandonato,
fu una donna, la pagana Claudia
Procula, che cereberà in extremis
di strapparlo alla morte.
Cb lesa primitiva ha subito riconosciuto la iiuovii dignità della
donna nella crmiunilà, ima posizio
ne di servizio, che però non ha niil
la a ohe vedete con lo stato di schiavitù morale e legale del paganesimo. La donna trova naturalmente il
silo posto nella Chiesa, ispirandosi
alle parole ¡dii Gesù: « Se qualcuno
vuol essere il primo, .sia Vultimo e
il servitore di tutti » Sorge così nella Chiesa dapprima l’ufficio delle
0 vedove », poi quello delle a dial'onesse » che hanno un’attività pratica di assistenza ai poveri, ai bambini. alla parte iemminile della
Chiesa, ai martiri nelle prigioni. Si
trova anche qualche caso di « prò
fetcsse », perchè lo Spirito soffia do
ve \ noie, e nei periodi di risveglio i;
di grande effervescenza spirituale,
si serve anche della teslimonianza
pubblica della domia. Però il Nuovo
Testamento non ci presenta neeewi
caso di donne a capo dii comunità, e
nessuna donna riveste la carica di
anziano. Solo si sviluppa, e arricchisce straordinariauiente la Chiesa, il diaconato fmirainilc. San Paolo è però esplìcito nel delimitare la
iillivilà femminile in. seno alla Chie,sa. Eguale aH’uamo nella dignità
della salvezza e dell’adozione, essa
deve (jert> riconoscere la sua posizione di subordinazione nei eonfron
li dell’uomo, e non le è consentilo
di prendere la parola in pubblico.
Le cose vanno alquanto diversamente alcuni deceiuii più larfd'i,
quando, sul suolo effervescente della Frigia, dilaga irresistibile un movinieiiio a tipo pentecostale, per jpeia di un prete pagano eonveitito,
di nome Montano, l a natura passionale deli.) domia trova nel Monta
ni.siiio fin temalo di azione ideale, c
in luUa l’Asia Mino.c troviamo del
!«■ donne a capo di coinunilà cristiane, donne vescovi, donne che celebrano la Santa Cena e amministrano
il battesimo.
La re.azione della Chiesa cristiana
non si fe<:e attendeic. Non solo il
Montañismo venne^ scomunicato, ma
le sifisse diaconesse vennero a perdere alquanto della coiisideraziooe
di cui avevano goduto. Siccoine l’imposizione delle mani poteva presta
re fianco a degli equivoci, si specificò che le diaconesse dovevano d’ora in poi essere considerate come
.semplici laiche. In seguilo la donna
si svolgerà verso l’attività contemfilaliva, e sorgerà il monacato.
Ji vero posto della donna
Se noi dobbiamo giudicare il posto della donna nella comunità, in
Iw se ai dati biblici e all’esperienza
della Chiesa nei primi secoli, il problema non presenta difficoltà di sorta. I,e difficoltà sorgono per la nuova mentalità della 'dwma, che nella
scnaetà modem^ tende sempre mag
giormeute a dimissìona^^'e dalla sua
specifica vocazione femminile, con
la pietes.i di essere eguale alFuomo.
AH’origine del presente disordine
dell’anima femminile c’è un tragico
errore, (luello di voler sempre di
più rinuiieiare' alla casa e alla famìglia; quello di considerare come un
compito inferiore quello di essere
sposa e madre. Quindi: pochi o puu
10 figli; diserzione della casa; concorrenza aU’uomo in tutti i campi
delle attività sociali. La donna nati
sembra aver capito che il non essere egiiain aH'uomo non significa
punto essere a Ini inferiore. Nesso
no penserebbe di dire una cosa sensata, affermando che ruomo è eguale alla donna. Invece si afferma dommalicamente, contro tutti i risultati
della psicologia e dell’esperienza di
tutti i tempi e di tutti i paesi del
mondo, che la doniid è eguale all’uomo. Il probieraa del femminismo, dentro e fuori le chiese, nasce
dal fatto chic, molte dionue non san
110 più qriale sia Io scopo della loro
vita e la ragione per cui IiMio ha
voluto die fossero donne.
In un periodico assai diffuso ne
gli Stali Uniti (Tfi3 Présbyterian)
una sigiiora che aveva visto chiaro
111 questo problema, scrive fra Faltio: « Non possiamo praticamente
h ggere nulla ohe concerna la civil
tà moderna, senza rilevare efie la
decadenza del focolare domestico è
considerata eopme la causa principa
le di molte tragedie. Perciò si dovrebbe concludere che ogni dotma
sinceramente idlesiderosa di migliorare le condizioni del mondo, potrebbe fare la sua parte, forse più
losichiramente, spesandosi, educando
i propri figli nelle vie del Signore.
Una donna che ha avuto dei figli, lì
ha allevali, ispirandoli perchè di
ventino degli uomini e delle donne
ersitiani, lia fatto di più per la Cliie
sa che quella che volta le spalle alle
sue legittime responsabilità per oer
care la gloria del pulpito. Forse la
(Jiiesa potrà consacrare legalmente
11 diritto alle donne dii predicare dai
pulpiti, ma quello che la Chiesa
non potrà mai fare è che gli uomini meltano al mondo dei figli. Dio
ha rivolto alla donna la vocazione
alla maternità, e questo è il suo pi i
ino dovere. Io sono nioglie di un
Pastore e amo st 1 aordinariamtaile
la Chiesa. Ma, a mio giudizio, se co
tlassi nel ministero pastorale copie
un uomo, adempirei mi compito iii
finitumenff meno grande che quel
10 ohe mi è stato affidato attualmen
te, di educare tre bambini. Il mondo oggi ha sopratutto bisogno dì
madri cristiane. La mano che dontibla la culla è quella che governa
11 mondo.
■6 qlf uomini 7
Il no.slro già troppo lungo articolo non ci permette che di at^ecDuare
a qualcuno degli inconvenienti pia
tici a cui la Chiesa andrà incontro,
quando avrà le nostre sorelle ai posti di comando.
Non è un fatto dei più rallegranti
che le donne abbiano la preminenza
nell’attività della Chiesa. Certo non
saremo mai. abbastanza riconoacenti
per quello che esse fanno per la
Chiesa. Ma è un fenomeno doloroso
che gli .uomini non si impegnino
maggiormente. Spesso è difficile tro
vare degli anziani e dei diaconi; dii
ficile trovare chi aceelli di parte-.ipare alle Conferenze distrettuali e
ai Sinol.lti; dìffii'ile anche di avere
degli studenti in teologia in numero
sufficiente. Lasciamo la via libera
alle sorelle, e si può essere sicuri che
gli uomini troveranno comodisñmo
di lasciare alle donne la cura esclusiva della Chiesa. Già tafiti hanno
l’idea die la religione, in fondo, ri
guardi sopratutto le donile...
Non eia così nell’antica dìscipli
na Valdese, ohe n<m consentiva neppure a tutti gli uomini, ma ai soli
capi famiglia, di pi’endere parte al
le assemblee di chiesa. Si potranno
certo trovare molte lacune ánche nei
vecchi Concistori delle Valli Valde
si, però tra quegli agricoltori, eonsacrati alla carica di anziani, vi so
no state le più belle figure del po
polo Vald'ese.
Se noi salutiamo con qualche rimpianto i tempi passati, non è per
spirito retrogrado nè per sentimen
talismo-.
Comunque noi speriamo che la
Oliiesà, e le postre sorelle per prime, vorranno agire con cautela pii
ma di portare, nella vita ecclesiastica. <lelli3 innovazioni efie potraimo
condurci torse più lontano di quello
che possiamo oggi pensare.
San ma reo
I doni dello Spirito Santo
Circa i doni spirituali, frateill, non voglio che siate nell’ignoranza. Vi è diversità dì doni, ma v’è un medesimo Spirito. E vi è
diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore. Or a
ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune.
♦
Desiderate ardentemente i doni maggiori. E ora vi mostrerò
una via, che è la via per eccellenza.
♦
Quand’io parlassi le lingue degl! uomini e degli angeli, se non
ho carità, divento un rame risuonante o- uno squillante cembalo. E
quando avessi il dono di profezia c conoscessi tutti i misteri c tutta
la scienza, c avessi tutta la fede in modo da trasportare ì monti, se
non ho carità, non sono nulla.
♦
Ed è lui che ha dato gli uni come apostoli ; gii altri, come
profeti ; gli aitri, come evangelisti ; gli altri, come pastori e dottori,
per li perfezionamento del santi, per l’opera del minlsterlo, per la
edificazione del Corpo di Cristo, finché tutti siano arrivati aH’unità
della fede e della piena conoscenza del Etglluol di Dio, ailo stato
d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo.
PAOLO
2
/J'-Ç? -'^ ¿y. *•' ^ .
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’^vp,
L*EOO DELLE VALLI VALDESJ
' Inmamo au g;m«io numero ia.pixh>.^)
bUcazione dt una'intereaeante òrorCaoa aud-amencana, deatinata a farci
conoaoere i Valdeai diaaeminati nell’Argentina aettenirionale ed i luoghi
da eaai abitati. La prima puntata tratta apecialmente dell’ambiente geografico, la aeoonda tratterà delle condizioni morali e reUgioae. ^
Queata cronaca ci è atata gentilmente fornita dal Paatore Aldo Gamba di Ombuea de Laualle, il quale l'aveva chieata a auo tempo al Candidato in teologia Riccardo Ribeiro, particolarmente quotato ptr parlare di quelle zone dove due volte era stato incaricato di visitare, carne EvangeUata itinerante, i gruppi e le farnigUe di
Valdeai isolati a diecine e centinaia
di chilometri di distanza dalie chiese
costituite. Il candidato Ribeiro, il cui
padre è di origine brasiliana e la madre valdese, ha terminato alla fine
dell’anno scorso i suoi studi teologici
presso- ut Facoltà di Buenos Aires e
si è ulUinamente occupato delle famiglie valdesi a Montevideo.
Ber questa cronaca e per il documentario fotografico rivolgiamo un
vivo ringraziamento ai due nostri collaboratori. Li raggiunga in quelle lontane terre il pensiero riconoscente dei
lettori del giornale e l’augurio di una
attività benedetta da Dio nel servizio
di Gesù Cristo. (Eed.).
Distribuzione e origine
Col tèmiine « disseminati » indichiamo im importante numero di famiglie di origine valdese sparse nelle
provincie argentine di Santa Fe, Córdoba e parte di Corrientes e nel 'lerri
i
fi*’
S^iÆm^êÊiÊL r.ÈàSBBi^feïâi
torio nazionale del Chaco. (Si chiamano -territori nazionali certe regioni
della repubblica Argentina che non
hanno un governo ed un’amministrazione autonomi). Non includiamo in
questa denominazione le famiglie residenti al nord della provincia di Entre Ríos perchè stanno più raggruppate e non hanno le caratteristiche
generali dei « disseminati ».
Le famiglie di cui parliamo formano a volte dei piccoli gruppi ed altre
volte sono completamente isolate sia
nelle cittù lungo le linee ferroviarie,
sia disperse in praterie immense o nel
profondo dei boschi. Però in genera
le formano piccole comunità in luoghi
più o meno vicini a qualche stazione
ferroviaria (più o meno vicino vuol
dire tra cinque e venticinque kilometri). Quest' valdesi sono in maggioranza agricoltori, per lo meno quando le condizioni ambientali lo permettono. Il nucleo più importante d.
« disseminati » si trova in El Somhrerito, celoma situata al nord della
provincia di Santa Fe, vicino al fiume
Paraná, quasi sul confine del territorio del Chaco. In FjI Sombrerito ci
sono più di cinquanta famiglie valdesi, molte delle qual' sono straordinariamente numerose. Ma i gruppi stabiliti più al nord, nel territorio nazionale del Chaco (Charata, India Muerta, e Tras Isletas), roño essi pure considerevoli.
Donde vengono questi valdesi? La
maggior parte è nata in Argentina,
benché si possa trovare di quando in
quando ancora qualche italiano di nascita. Quasi tutti sono figli o nipoti di
certi emigranti italiani che colonizzarono Alejandra insieme a degli inglesi (Alejandra si trova verso il centro
della provincia di Santa Fe, sul Paraná; la vita religiosa di questa colonia è curata dalla chiesa ihetodista).
Alcuni dei primi coloni di Alejandra
e più frequentemente i loro figli si allontanarcmo verso il nord e un gruppo
importante fondò El Sombrerito, donde di nuovo molte persone si sono andate disseminando in tutte le direzioni ma specialmente verso nordovest, verso il Chaco, Abbiamo cono
Vf
scinto una vecchietta, Caterina Rostan vedova Tourn di circa 93 anni,
che ha seguito nella sua vita quasi
tutto il processo di colonizzazione delrArgentina del Nord. Essa ricorda
chiaramente il suo arrivo dall’Europa a La Paz in Uruguay, quando era
uambina, e la sua permanenza di al
cvini anni in quel luogo, poi la partenza per Alejandra e il suo stabilirsi m
quella colonia; più:*tardi, già maggiorenne, la partenza per El Sombrerito
dove fondo una famiglia e passò quasi tutto il tempo della sua vita. Oggi
alcuni dei suoi nipoti e bisnipoti abitano nel cuore dei Chaco.
aver perso il suo naturale spirito di
vigilanza nè il valore per difendere
L AMBIENTE
La regione dove abitano i nostri
.. dissemmati » è estremamente vasta e durante tutto il suo viaggio l’Evangelista itinerante incontra una
gran varietà di condizioni geografiche,
tossiamo però, per cominciare, dividere questa regione in due parti principali : la regione di Santa Fe e del
Chaco, caratterizzata dalla pianura
senza fine con diecine e diecine di
eliiiometri in cui non si vede un dislivello degno di nota in tutto l’orizzonte; e la regione di Cordoba, montagnosa. Non parleremo di quest’ultiina
[lerchè non abbiamo avuto nessuna
occasione di visitarla.
reno, che e del tutto pianeggiante, un
sottile strato d’acqua durante la maggior parte deir arme (benché vengano
anche terribili siccità).
La prima zona a sua volta possiamo
dividerla nel modo seguente : 1) la costa del fiume Paraná, 2) il centro e
l’ovest di Santa Fe, S) la Sabana e
4) il Chaco (geograficamente parlando).
La costa del Paraná è forse la zona^
più privilegiata economicamente. Quivi la pianura è interrotta e variata da
boschi di un carattere speciale, data
rabbondanza della umidità; questi
boschi si van facendo sempre più esubemnti quanto più avanziamo verso il nord ed il clima si va facendo più
caldo.
A misura che si avanza iii questa
zoua si alzano ad ogni momento enormi quaiicità di uccelli acquatici di diverse specie, trampolieri e palmipedi,
e si vedono fuggire schiere di « ñandúes » (specie dr struzzi americani),
ili altri tempi c’erano molti daini e
cervi, ma oggi è difficile iucontrari'.
l'iitto è realmente meraviglioso, salvo le /.atizare clié- letteralmente formano delle nubi che appaiono dorate
nel sole del tardo pomeriggio.
Le poche famiglie valdesi che vivono in (juesti paragg’ si dedicano alrallevaraento del bestiame bovino, oviiio e caprino, perchè è impossibile
pensare a coltivazioni di nessuna specie. In relazione coll’allevamento di
[lecore o capre abbiamo contisciuto
un’abitudine sommamente pittoresca.
Dato che i pascoli sono immensi a
quello che ama, ha acquistato d’altra
parte un attaccamento al gregge e una
« psicologia » da pecora o da capra
piuttosto che da cane.
In questa regione vivono poche famiglie valdesi e l’Evangelista itinerante non giunge molto spesso da
quelle parti.
Oi rimane ancora da parlare del
t Iliaco come regione geografica, che
comprende ima regione che sorpassa
i confini del territorio nazionale, ohe
è solo una divisione politica. Parleremo di alcune cose che abbiamo visto
nella parte centrale del territorio e
che sono le più tipiche.
I boschi del Chaco
Questa l'egione è quasi interamente
loperta di boschi. Spesso il viaggiatore trova delle radure che la gente del
:,;iigo chiuma «pampas». Queste sono sjiesso assai vaste, però il bosco
non s(.ioinpare mai del tutto e sempre
chiude l’orizzonte. Questi boschi spesso diventano alti e folti e l’albero più
grande e di maggior utilità per l’alta
concentrazione di tannino è il « quebracho » d' un legno rosso scuro, dul issimo e pesante. Vi cresce anche il
« lapacho », albero non solo utile ma
anclie meraviglioso per Tiiicanto che
(là al iroseo quando fiorisce in primavera {irima che spuntino le foglie.
Il raccolto della canna da zacchero nel
campo di Giacomo Tourn Sombrerito)
La fauna è sempre più povera a
causa della persecuzione spietata dell’uomo, però abbondano ancora i serpenti, alcuni molto velenosi, si vedono alcuni « yacarés » (specie di coccodrilli) nel Paraná e suoi affluenti;
Uccelli nellissimi e pochi felini di piccole dimensioni e, arrivando nel Chaco, i « carayaes » (scimmie piccole e
rumorose), daini e « guazunchos »
(piccoli cervi), e l’orribile e peloso
« araña j olllto » (letteralmente : ragno pulcino) sommamente pericoloso;
però ormai non rimangono pili nè giaguari uè puma, benché si trovi ancora qualche valdese che in altri tempi
imdò a caccia di tali belve.
Paitecipanti al culto davanti alla cappella di « El Sombrerito »
In questa zona si trova El Sombrerito, i cui coloni si dedicano alla semina del cotone, del mais e di altre
graminacee, come pure aH’allevamento del bestiame, ma la coltivazione di
maggior importanza è quella della
canna da zucchero, poiché questa colonia rifornisce la fabbrica di Villa Ocampo ohe tritura migliaia di tonnellate tutti i giorni durante vari mesi
dell’anno. In quantità minori vi si
coltiva la patata, la patata dolce e la
mandioca, im tubercolo molto importante per l’alimentazione della gente
del luogo.
Le altre zone
In quanto al centro e ovest di Santa Fe abbiamo poco da dire. Al sud la
zona è piuttosta prospera, però a misura che si avanza verso nord-ovest
diventa sempre più povera e secca ed
in certi periodi deH’anno si trasforma
in un vero deserto. Per rendere più
triste il panorama diremo ohe la maggior parte delle acque sotterranee non
si possono bere per l’alta concentrazione di cloruro di sodio e nitrato di
potassio. Questa situazione prevale in
gran parte dell’Argentina del Nord
dove vi sono delle regioni in cui l’uomo vive solo in grazia del fatto che vi
sono giornalmente dei treni specialmente dedicati a trasportar acqua dalle stazioni dove ce n’è una quantità
sufficiente. Tuttavia, come è da prevedersi, in questa regione vivono poche famiglie valdesi, evidentemente
in condizioni piuttosto tristi.
La Sabana è forse la regione piii
interessante per il viaggiatore. Qui
bisogna viaggiare molto per vedere
una casa, e ancor più per vedere una
persona. La cosa più singolare della
regione, e quella che le dà il suo
aspetto sorprendente è che per chilometri e chilometri si stende sul ter
boscosi è necessario sorvegliare pecore e capre, ma, al tempo stesso, non
(-' possibile mettere una persona esclusivamente dedicata a seguirle dovunque vadano. Allora i padroni del gregge prendono un p’ccolo cagnolino,
prima tlie apra gli occhi e lo mettono
con una capra o una pecora in modo
che questa gli faccia le veci di madre
e, io alimenti finché esso possa valersi dei suoi propri mezzi. Quando è un
po’ cresciuto esce col gregge e lo accompagna come se ne fosse membro
per natura, ed i suoi padroni gli inse
guano a riportare fi gregge a casa a
certe ore del giorno • a mezzogiorno e
verso sera. Il suo istinto poi lo spinge
a difendere il gregge da qualunque aggressione esterna ed è veramente sorprendente vedere un cane che, senza
Le loro semplici cose
Le abitazioni del Chaco sono molto
oaratteristiche ; in mezzo ai boschi v-i
ne sono poche di mattoni perchè non
si permette la fabbricazione di questi
ultimi con la terra dei poderi demaniali, In generale le pareti sono, come in molte altre parti del Rio de la
Piata, di un fango specialmente preparato per quello scopo, e con lo stes-,
so materiale si fa anche il pavimento.
La difficoltà principale è sempre costituita dal tetto perchè, in una zona
come questa, dove non ci sono filimi;
nè torrenti è impossibile trovare quel-la qualità speciale d’ giunghi che servo per fare i tetti; o d’altra parte La
gente del Chaco è molto povera per
pensare a collocar© delle lamiere ondulate ii zinco. Mancando queste cose
la gente ricorre a quello che piii ab,
bonda nel Chaco: legna e terra. Su'
a i
Casa tipica di « El Sombrerito ». E’ la lé
casa pastorale della località, ma attuai- .
mente non vi è un pastore fisso in quel- ! ^
la zona. }"'<
diindp al paesaggio delle pennellate di
un rosa inimitabile; il «palo borracho » (letteralmente : albero ubriaco)
:> « samuliy » di forma un po’ grottesca ma che fiorisce meravigliosamente.
Kti V V ' I V./, I -r-V-i., i,..’ ,
Un esemplare di grandi dimensioni dell’albero « palo borracho * (ossia ubriaco. Fotografia presa a Pampa del Infierno.
un’impalcatura molto forte di legno.
S' mette dell’erba e siilTerba si stende uno strato assai spesso di terra ui
luida ohe poi si spiana diligenteineni ’
te. Quan'lo la terra è ben compatta il«^
tetto è pronto. Probabilmente se pio^
vesse molto si distruggerebbe poco a
poco, ma nel Chaco la pioggia non éSl
tanta da costituire un pericolo in que-'-'i«
sto senso, vi sono invece delle terapei«
rature molto alte o molto basse, e ù|.|
quanto a ciò nessun tetto olire maglf
glori vantaggi che questi tetti di terra. In certe altre parti dove aliiiondél
una varietà speciale di palme si rioo*'»
prono le case con tronchi tagliati netÌ|
senso della lunghezza, leggermente ini
cavati e disposti come le tegole tronfi
coooniche.
(segue)
Riccardo C. Ribeiro
Salmo 91'
raccontò :<k
I Un soldato germanico
Breaso la frontiera russa il combatti
mento era atroce. .1 destra o a sinistra]
miei compagni cadevano. Investo fuf^
il mio turno. Ferito mi portarono al^2i
Questa regione è molto secca, ma i
valdesi, che vi sono numerosi, possono sempre raccogliere cotone, che d\
solito vi cresce assai bene e che in
questi anni ha raggiuhto prezzi elevati, ed anche un po’ di mais ed altre
graminacee. I boschi sono fonte di
ricchezze favolose, ma i nostri valdesi, come del resto gli altri coloni, non
li possono toccare perchè abitano in
/reni domaniali. Soltanto le grandi
compagnie hanno non solo il privile
gio ma anehe i mezzi di sfruttare U
bosco. In generale sembra però che il
(Jhaco si sia visto piuttosto danneggiato dal taglio dei boschi che, secondo certi esperti, sarebbe la causa del
] progressivo aumento della siccità. 1
coloni possono solamente seminare, e
citi solo nelle « pampas » dove non ci
sono alberi, per lo meno fino a quando la '.erra non sia loro data in proprietà. Ma anche cosi, non si ottiene
un grande risultato a seminare nelle
Icire dove è cresciuto il bosco, perchè
sono in generale estremamente povere. (ili alberi caratteristici del Chaco
crescono specialmente nei luoghi meno adatti ad altre specie di piante, e
per il fatto di essere duri, secchi, legnosi e poveri di fogliame, non accumulano sul suolo niente « humus »,
come succede invece nelle regioni più
umide dove la vegetazione è esuberante e dove i prixiessi di disintegrazione organica son molto favoriti dal
clima, cosa che qui non succede.
posto di medicazione che si trovava ii
un cortile. Su questo il nemico dires-W
se un tremendo fuoco di slirupnell e di-i%
. ,
granate. I sanitari furono obbligati a^.
fuggire senza poterci trasportare con'f,
loro. La nostra vita era appesa ad
filo. Estrassi dalla mia tasca il mio'.,
Nuovo 1 cstamento e lessi per vie il
Salmo di. — « Leggi ad alta voce »,disse il compagno che giaceva accanto a me. Lessi : « Chi dimora nel ri-,
tiro dell’Altissimo, alberga all’ombrai^deirOnnipotente... » « Leggi più
te », udii una voce attraverso il roinb<>',Ì
dei cannoni. Continuai : « Certo e ¡Iti Ì
ti libeivrà dal laccio dell’iicrrllatore ».
Più forte gridò una voce. « E dalld-^
peste mortifera. Egli ti coprirà con h..%
sue penne e sotto le sue ali troverai
fligio ». « Ripeti » : udii gridare « Spnon temerai lo spavento notturno, né ■
la saetta che veda di giorno, nè lo
nimio che infierisce in pieno mezzodì]
Mille te ne cadranno al fianco e dieci-^]
miki alla destra, ma tu hon sarai coU;Ç
pito ». (Igni qualvolta volevo fermar-^^,
mi qualcuno pregava : « Continua <>•%
ripeti! » e quando non ebbi più voce,/
un ufficiale ferito si trascinò sino a
mi diede da bere dalla am boraccia. '-l
Così potei leggere ancora. Due ore continuarono gli spari. Attorno a noi tut- to era rovina, ma nessuno di noi -/tìf''
colpito.
Frida Maurin
3
tu
L^EOO DELLE VAI^I VALDESI
Convegno di Primavera a TdHno
Lunedi di Pasqua 1950
i'^l centinaio
Il lunedì di Pasqua ha riunito a
■ Torino in up, ipoontro hratemo un
di giovani convenuti dal
Piemonte e dalla Lopohardia.
Un breve culto nel tejtnpio ha iniziato il Convegno con un fervente
^ messaggio del pastore Eypard.
Aristotele, parlaixdo dei spoi libri,
disse; — Io scrivo non per disoutere, ma per esortare ail’azione. —
Molte volte noi consideriamo il libro dei libri, la Bibbia, come ottimo
poateriale per lunghe e bizantine ae
cademìe. Ma ancor più pier la Bibbia è valido il detto del filosofo an
i»'
iS’tico. Questo è il valore della Bibbia:
non argopiento di vani discorsi senfrutto, ma come dice il salmista:
Tua Pftwìu è ima latapadm m
. rniei piedi e una luce $ul mia sea
».iiero ».
Lo studio centrale
Si è voluto innanzitutto chiarire
1 essenza ed i fondamenti dell’espef rienza religiosa, soffermandosi sui
rapporti con ristnizione cntechetii«i, che, da materia di insegnamento
. tpialo appare inizialmente al giova
^ ’ ne diventa in seguito efficace prezzo
*. Ìornialivo di mia salda coscienza religiosa cristiana.
„ Purtroppo molte volte Uesperienza religiosa assume degli aspetti su■ perficiali —■ tenue aspirazione etica;
"interesse emotivo o discorsivo —
mentre esiste un’esperienza religiosa auleti lica solo se ognuno dice con
Paolo: c ¡Son più io vivo, jrm Cristo
vive in me ».
Chiarito questo occorreva esaminare l’importanza della Bibbia in
una esperienza religiosa quale era
stata delineata. Riguardo a ciò il relatore aveva messo in rilievo questi
tre plinti,
L’uso della Bibbia: la Bibbia co
me preparazione e base della prc"
ghiera, del ravvedimento, della meditazione; la Bibbia in relazione a
quanto sentiamo intimamente; la
Bibbia come strumento di perfezio
bamento personale sul piano religioso. Le funzioni della Bibbia: co
me controllo riguardo alla verità;
come guida pratica; come preparazione all’illuminazione interiore da
parte dello Spirito Santo. I risultali
dell’opera della Bibbia, considerandone quelli di maggiore rilicM):
esperienza religiosa isolata o vicendevole partecipazione dell’esperienza dì ognuno; vita interiore personale — la possediamo effettivamente? —; l’esperienza religiosa nelle
duo Opposte tendeiize^'dl peacsonalismo individualista o alla vita comunitaria : pericolo del personalismo e
necessità tuttavia che il cristiano sia
una « personalità ».
Questa seconda parte dello studio ha potuto esseie discussa solo
sompiariamente essendo il tempo insufficiente a trattare, le numerose e
pur interessantissime questioni proposte.
In particolare è stato rilevato ohe
l’esperienza religiosa cristLina pei
essere reale e completa non può restare rigorosamente individuale, ma
deve comunicarsi da ferie a fede: ai
euni ritengono necessario che questo
si concreti in una comunità di oredienti, mentre altri, rilevando le difficoltà di realizzarla, non credono
che esista questa necessità.
Le manifestazioni del pomeriggio
Nel concludere, si ritornava al
principio {ondamentale che una esperienza religiosa cristiana è vera
,ln quauto ci conduce alla realtà dì
Cristo in noi.
II pomeriggio come è tradizione
-dei nostri convegni giovanili è stato
..^dedicalo alla piarle ricreativu.
La manifestazione che ha richiamato il maggior numero di giovani,
sia come attori <^e come spettatori,
è stato il riuscito ieconda toruco di
palla a volo. Hanno parte<;ipato u
questa gara le Unioni di S. Germano, Torre Pellice e Xo:ino, le prime due con una coppia di squadre;
il torneo è stato vinto dalla squadra
di S- Germano.
Quindi nella sala attigua si è svol
lo studio sul tema « La Bibbia e
Er.. l’esperienza religiosa dei giovani »?
^pipì-esentato dal pastore Rino Raima;
L"’ i giovani si sono allora divisi in grup|S^.-pi nei quali hanno sviluppato l’ar
ijj^-gomcnio seguendk) la traccia dello
schema distribuito ai convenuti e
-¿ poi si sono nuovamente riuniti per
I .wj la discussione generale diretta da
Alberto Gabella.
Contemporaneamente, in via Pio
Quinto si svolgeva un programma
vario allestito dai giovani dell’Unione di Torino a cura di Franco Roslagno, pel corso idei quale si sono
alternati indovinelli, barzellette,
poesie, scenette, canti eseguiti dalla
sempre brava Nora Anselmo, e il
cui pezzo forte era costituito dalla
divertente farsa a Scarpe strette »,
brillanti^ente recitata dai più gio
vani. NeU’intervallo la solita tazza
lisloratrise di thè con alcuni biscotti.
Dopo i primi saluti in via Pio
Quinto, sul campo di gioco nel cortile degli Artigianelli la premiazione e il chant des adieux hanno chiuso la simpatica gioriiata.
attenzione questo fenomeno dello
scarso successo dei convegni giovanili come manifoatazioni collettive
di determinati grupipi di Unioni.
Ci auguriamo quindi che i responsabili della gioventù di ogni singola
Unione e quanti hanno a cuore il
problema giovanile ñou tralascino
di affrontare con decisione la questione dei Convegni per oonidiurla ad
una felice solmdoue.
Pierre
L’U. Ir. V. di Turino prega gentilmente i ualenti futografi presenti al Convegnu di Primavera di voler inviare le loro
migliori fotografie per una documentazione del Convegno. Scrivere sul retro il nome, cognóme, indirizzo ed il soggetto della fotografia. Indirizzare a : Unione Giovanile Valdese, via Pio V, 15, ¡'orino.
Grazie I
LlBRËfilÂËDlïRlGËCLÂÜDlÂM
TORRE PELLICE ^ c. c. post. n. 2. J 7657
Nota finale
'MiNt; CAitijOISi : / rotte figli di Anocleto
li uff etti.
L’ultimo i-accouto per ragazzi, ricca- mente iliustrato. — I, 550.
Mancheremmo però al nostro dovere di obbiettività se non notassimo tome questo Convegno costituisca un 1 egresso rispetto ai precedenti; poche le Unioni rappresentate ed alcune con diminuito numero di intervenuti; ciò che più lascia
perplessi è il profondo silenzio, an
che epistolare, idlegli assenti.
L impoilanza dei Convegni per lo
sviluppo delle attività giovanili come mezzo per unire i diversi gruppi di giovani, sparsi nelle diverse
località, impone di considerare con
GIOVANNI KOSTAGNO: Più presso a
Te, Signor.
11 classico libro da capezzale, sempre
ristampato, sempre ttpovo. — Ed. normaie L. tlOO. — Carta indiana, rii. tela
1j. 700. — Carta indiana, rii. pelle Lire 900.
.MAX LY.N.ARD ; Pietro e Prancesco.
Le vite parallele di Pietro Valdo e Eraiiuesco d’Assisi. — L. 380. .
.-ViiNALEO PITTAVINQ ; Pagine di storia valdese. — L. 150,
Il giuoco dell’Anno -Santo
■« La Vie Protestante » prima e poi
il settimanale illustrato « La settimana Ineorn » ci hanno recato una lieta
notizia : il reverendo gesuita Sergio de
Grioia ha inventato un gioco di attualità, cioè il gioco dell’Anno Santo;
una specie di « gioco dell’oca », noto
il molte generazioni di giovani, ma col
grande viintaggio cile, ■ procedendo di
scatto in scatto fino al numero 60, si
giunge :-uldirittura davanti al Papa il
quale tende amorevolmente le mani
ai nuovi corridori o pellegrini verso
Roma.
Divertente, vero, e sopratutto molto istruttivo 1 IJu gioco « santificante I »
Dopo il liquore, i sigari, le sigarette, le cartolina, le medaglie e vàri altri oggetti intitolati all’Anno Santo,
ci voleva anche il gioco commemorativo del grande evento. Per questo, un
padre gesuita è stato all’altezza della
situazione : ha ideato il gioco, lo ha
chiamato « verso Roma » e lo ha dedicato alia gioventù cattolica.
Le caselle vanno da 1 a 50 ed enunciano, come regole di gioco, tutti i pericoli e tutti i vantaggi del pellegrino
esemplare. La casella della confessione (10) dà il diritto ad un altro tiro,
la carità (16) fa fare uno scatto avanti, la preghiera per il Papa (21) e la
Scala Santa mandano avanti di alcune caselle. Le cattive azioni mandano
indietro. La stampa cattiva (31) manda indietro di 20 caselle, il pellegrino
indiffereiiv.e retrocede dal 46 al 32, ¡1
pellegrin.j affarista perde un tiro, se
cade negli inganni di Satana ritorna
al 10 dova lo attende il confessionale.
Se il pellegrino giunge al 25 è punito
con una sosta di due giri nel giardino
zoologico, ma se giunge al 26, cioè
nei musei, vi rimarrà soltanto per un
giro : il che dimostra ohe, per il reverendo gesuita, è meglio andare a zonzo nel giardino zoologico anziché nei
musei. Infine, s© il pellegrino ha la
sfortuna di incontrare in Piazza S.
Pietro un... protesta.nte, apriti cieloI,
egli è punito peggio che se fosse capitato in una bettola o in qualche altro
luogo peiverso : dove indietreggiare
dal 49 al 5 e ricominciare così il suo
pellegrinaggio o il suo... calvario.
L’incontro con un protestante proprio
alle soglie di 8. Pietro (49) è dunque
uno dei falli più grandi nei quali possa incorrere il pellegrino.
Può darsi che, in una nuova edizione, il gioco venga riveduto. Comunque, anche così, esso merita di essere
segnalato come una delle tante e piacevoli novità dell’Auuo Santo, .ndiee
di tutta una mentalità. {Red.)
cnnTO SACRO
(parsts sor li |S(m tt ssr li juix
V,
La pitié divinise le coeur des hopiimes... C’eat d'elle qjie naisiseat
les élans généreux, les nobles initiatives; elle surgit entre les partis
(et entre les ennenns) avec le geste des Sabines aép^arant leurs Irèces
die leurs époux, interposant entre les glaives acérés, une chair renouant les uns aux autres par de subtils lieus.
Dans les guerres, c’est elle qui, lorsque l’ignoble. Tueuse (la
Guerre) a fait sa besogne: feudu des fronts, ouvert des ventres, défoncé des poitrines, répandu tant de sang que le sol est rougi oumiùe
un champ de trèfle en fleur, c’est elle qui arrive, les mains pleines
de baumes &l de béuÉtdiotions. Elle cousole les agonisants, iermé les
jyeux d’une furtive caresse; accourt à l’appel idbs blessés, les berce
dans ses bras comme des enfants malades, papse doucement les plaies
hideuses, fait oeuvre de vie, enfin, où le Fléau avait fait oeuvre de
mort! {Sévérim)
Et pourquoi nous haïr et mettre entre les races
Ces bornes et ces eaux qu’abbhorre l’oeil de Dieu:
Des frontières au ciel voyons-nous quelques traces?
Sa voûte a-t-ell© un oentre, une borne, im. milieu?
a Nations! » mot pompéU^ pour dire: barbarie!
L’amour s’arrête-t-il où s’arrêtent vos pas ?
Déchirez ces drapeaux! Une autre voix vous crie:
L’égoïsme et la haine ont seuls une patrie,
La fraternité n en a pas! {Lamartiae)
FESTA DI CANTO
li iKh it U
Ma, aiciamo noi, come fa questo
povero pellegrino a non incontrare un
protestale in Piazza S. Pietro se, come affermano i bene informati della
.stunipa cattolica, nell’auno del « Gran
Ritorno », aifiuisoouu nella Città Eteriia comitive e comitive di protastantii' K allora, perchè punire quel disgraziaio pellegrino m tal modo<’ Non
vi pare eh© il dotto padre gesuita, malgrado la sua vasta cultura, sia stato
un po’ troppo severo o abbia per io
meno ri v ciato una certa mancanza di
spirito? l'erchè ricacciare il pehegriuo dal 49 al 5 invece di incoraggiarlo
éi prendere sotto braccio il protestante per farlo passare, con lui, dai 49
al 50 in grembo alla Santa Iviadre
Chiesa? Costava così poco e sarebbe
stata un'azione da « Gran Ritorno » 1
L’annuale festa di cauto delle Corali della ’Val Chisone e Germauasca
SI è svolta domenica 7 maggio nel
I empio d Pomareito grennto tli Gorahsii o di ascoltatori. li risultato di tale concorso corale è stato veraniente
uuono ed incoraggiante.
li pastore Paolo Marauda inizia lo'
svolgnnento della festa e dà il benvenuto a tutti i presenti, mentre d pastore Aime annunzia i vari inni e con
e nell intervallo ricorda con parole vibranti d più grande compositore di
musica sacra di cui ricorre quest anno
II Z” centenario della morte : G. S.
liAGii. AR’organo viene eseguito un
Uorale dei grande di Eisenacb. Questo per quauto riguarda la cronaca.
Per quel che riguarda la « critica »
diro che gli inni d’insieme sono stati
ueu preparati daffe singole corali e,
se talvolta rinsieme non e stato perfetto, ciò è dovuto ah abitudine di
cantare tenendo gli occhi più fissi aiPinnario che alla oacchetta dei direttore. A parte questo c’è stata una
buona esecuzione. J-ie singole corali
hanno presentato dei cori e degli inni
molto apprezzati e ben eseguiti. A
questo proposito desidero sottolineare
il fatto che queste teste di cauto non
debbono avere un carattere di esibizionismo, ma essere un incontro spirituale per mezzo della musica e dell’arte; la quale arte, intendiamoci,
non deve neppure esser messa da
parte perchè un coro eseguito senza
arte è come una persona senz’anima.
E i cori che abbiamo udito a Pomaretto sono stati eseguiti con arte da
tutte le corali, compresa quella di Torino che pur non essendo della vallo
ha voluto unirsi ad esse ed ha portato
il suo molto apprezzato contributo.
Un bravo dunque a tutte le Corali.
Svizsera Francese e Tedesca e Vitauaj ma non vi era che ana sola ruizionaiita a vorgio : la naziunalaa utn culadini det Regno di Dio, stretti .tal legame piu. forte che possa unire gii -uomini : il vincolo della fede net auto Signore. Truternità favorita dalia cauta
ospitalità Offertaci dai atretton della
Gasa Sigg. zitoann e Costantino.
Uinque studi suUa ùantiftcazionu,
intereaiati da Studi Riouci, ci iianno
Offerto I. occasione di benefici sca-mut di esperienze e d} arumate discussioni SUI nari problemi della nostra vita e dette nostre battaglie di ogni giorno. Ancora una volta abbiamo sentito li doloroso^ invincibile contrasto che
VI é fra l’immensità del nostro ideale cristiano e la nostra povera esperienza quotidiana, contrasto di cui
l'unica soluzione sla nell’unirci con
fede a Colui che è morto e risuscitato
per farci morire al peccato e nauseitare alla vita vera.
■Ma i giorni sono volati così rapidi
ed è stato troppo piesto che aOUianio
dovuto riprendere la via del ritorno,
perchè si stava tanto bene insieme e
cominciavamo a comprenderci cosi
bene.
Il nostro pensiero riconosoenic va
al pastore Vmag che aveva tutto organizzato per noi, ed ai nostri pastori
del Campo Sigg. Uia-mpiccoli, Faschoud, Qerber e Staub che ci hanno
guidati con amore, pazienza e comprensione anche quando questo ti ha
costretti a compensare con qualche
tazzina dt cdffè alcune ore di sonno.
Il solo rincrescimento generale è
stata la minuscola partecipazione dei
nostri fratelli delle Valli ai quali vorremmo dire che.... li attendiamo numerosi Tanno prossimo. m.
Domenica 14 màggio, alle ore 15
nei Tempio di Torre Pellice avrà luogo,-D. V. la festa di Canto delle Corali della Val Pellice. Il pubblico è cordifdmente invitato. La colletta sarà
devoluta alla Commissione del Cauto
Sacro.
I.a prova degli bini d’insieme è fissata per le ore 14 nell’aula sinodale,
alla Casa Valdese.
Le feste di canto delle nostre Scuole Domenicali avranno luogo la domenica 21 maggio alle ore 16 nei Templi
di Pomaretto e di T’orre Pellice. Prrva d’insieme alle ore 14 nella Sala del
Convitto Valdese di Pomaretto e nel1 Aula Smodale della Casa Valdese di
Torre Pellice. 11 pubblico è cordialmente invitato. Le collette saranno
devolute alla Commissione del Canto
Sacro.
V La Commissione
Abbiamo molto apprezzato il messaggio del pastore olandese Sig. Eoth
durante l’intervallo. Un’ultima parola anzitutto di ringraziamento alla
Chiesa di Pomaretto ed al suo pastore per l’ottima accoglienza durante a
dopo la festa ed in seguito un sincero
augurio di buon lavoro a tutte le Corali della vallata e ai loro direttori.
Sappiamo ohe essi svolgono >1 loro
compito con tanto amore e pazienza
e ohe purtroppo talvolta sono scoraggiati daH’indifterenza di tante persone
che non tentone ancora la bellezza e
l’attrazione ohe il canto esercita sull'animu umana. Ai cantori una parola
di esortazione e di incoraggiarcento;
a tutte le corali un sincero augurio
nel Signore.
F. Bivoir.
Novità I
STA PER USCIRE :
Giovanni Miegge
La Vergine Maria
Saggio di storia del dogma.
Sommario : J1 problema — Mari
nel Vangelo — La Sempre-Vergine La Madre di Dio —■ La Regina di
cielo — L Assunta — L’iminacolal
— La Madre misericordiosa — 1
Corredentrice — Maria nel dogma
nella pietà.
Pagine 220 — L. 450.
Campo Giovanile
di Borgio Verezzi
Malgrado il tempo imbronciato, c'è
stato molto sole in quelle sette giornate trascorse nella ospitale Gasa valdese di Borgio. Una sessantina di camfiisti rappresentavano la Germania, la
OIORQIO PEYROT : Le riunioni Religiose e l'Eseroizio del Culto nette norme attualmente vigenti in Italia,
Casa Editrice Claudiana, Torre Pe,Uic(!,
1950. — L. 300.
GIOVANNI BERTINATTI: Aurora e
Tramonto,
Il libro fi! jiietà nwtiirfitn nella prigionia. — L. 350.
4
V.
V
U’ECO DELLE VALLI VALDESI
i ChivaBSO
E Domeu'ca 2ü uuinüro&i fía
teilj della Ciuesa di l'orkio e dei p^’aicipala íifuppi della Diaspora torinese
ai recarono a Ctnvasso per portare una
parola di saluto e‘ d'indóraggiameuto
al coraggioso gruppo di evangelici chiyassesi.
Anclie questa volta il geoin. Pone e
la sua Signora aprirono la loro casa
ospitale per accogliere i convenuti.
Ulrre ai gruppo locale ed alla numerosa rappresentanza torinese, si notavano Uieei Iratelli astigiani guidati
dall ing. V. Havazzini, folte rappresentanze eli Torrazza e Eondissone
nonché due rappresentanti di Caluso.
Dopo uu breve culto, il Pastore L.
.iii^nard, che tanto tempo e fatica ha
Uedicato all’opera di Dhivasso, allo
scopo di sottolineare la comunione
fraterna che lega i credenti, invitava
alcuni Iratelh e sorelle presenti a portare il loro messaggio all’assemblea.
Per primo l’ing. V. Bavazzini, che
portò il saluto della Comunità di Asti.
tìuccessivamente parlarono il tìig.
A. Dalma, ohe portò il saluto deli’Limone « C. Varagha », il Dr. (i. Wiukelmann che sottolineò la responsabihtà che grava sugh evangelici nella
diaspora, i ù-atelh D. Bruno e ü. Pedriali e ia sorella Elsa tìaudino che,
con commosse parole, lumeggiarono
la via piena di sofferenza e di prove
che li portò alla conoscenza deU’E.vangelo, e inñne alcuni giovàni della
unoine giovanile, i quah espressero la
loro commozione per quanto avevano
visto e udito. In ultimo la Signorina
(ienre di Chivasso, animatrice instancabile di ogni attività evangehstica,
ringraziò gh intervenuti per le loro espressioni commosse e per l’incorag
giumento portato.
La manifestazione ebbe il suo epilogo nella bella, raccolta Chiesetta,
ormai coperta sotto tetto ma non ancora terminata, dove il geom. Pons
espresse nuovamente ai presenti e in
ispecie alla Chiesa di Torino la sua
gratitudine per l’aiuto fraterno e la
speranza che la Chiesetta possa essere terminata (almeno nei suoi elementi essenziali) ed inaugurata per il
giorno dell’Ascensione.
11 Pastore Eynard terminava, co.r
una preghiera di rngraziamento al
Signore che ha benedetto l’umile opera dei suoi servitori e implorandone
l’assistenza per il compimento dell’opera intrapresa.
Coloro che vivono in città dilRcilmente riescono ad immaginare le tremende difficoltà che incontrano i fratelli evangelici della diaspora nell'ambiente spesso astioso ed ostile che li
circonda. Non è facile dare quotidia
na testimonianza della propria fede e
difTondère la conoscenza dell’Evangelo nelle cittadine di provincia la cui
vita è controllata dal parroco e i cui
abitanti, volenti o nolenti, sono sotto
la tutela del clero. Tutti abbiami
quindi .'1 dovere d’aiutare l’opera di
questi nostri fratelli e di fare qualche
piccolo sticrificio,. onde permettere lolo di portare a compimento la nobile
fatica intrapresa.
Vi sono molti fratelli nella Chiesa
di Torino che, senza neppure risentire dello sforzo, potrebbero dare un
aiuto concreto alla nascente eomimità di Chivasso e contribuire cosi a
portare alla conoscenza dell'Evangelo kmumarevoli eonoittadiai ohe hanno sete della v^ità evangelica.
Quando il Tempio sarà aperto, molti ohe oggi esitano a varcare la soghn
di una casa privata, nel centro del
paese, per sentire i culti settimanali
in casa Pons, entreranno senza soggezione per udire la Parola Eterna nel
nostro Tempio aperto al pubblico.
G. WINKELMANN.
Torino
l.a nosti-a Comunità è stata provata da
tre dipartenze doloroso, ma pure illumi
uste dalla luce della certezza della vita in
Cristo.'
Dopo mesi di gravi sofferenze, trasformate dalla grazia del Signore in umile e
fedele testimonianza alla potenza dell’amore di (-'risto, il mattino della Risurrezione è ascesa alla Casa del Padre l'anima eletta della nostra soreLla
ALMA PASCAL nata ROSTAN.
Tutta la Sua vita è stata una testimonianza cristiana, nella famigha, nella
scuola, nella Chiesa o nella società. E le
ore oscure della Sua sofferenza sono state
illuminate, per i Suoi cari e per tutti coloro ohe La visitavano, daOa fede che in
Lei si rinnovava ogni giorno e ogni giorno, tino alla fini-, diede a tutti tanto conforto e fu per tutti lU tanta edifloazione. •
Il 10 Aprile terminava la Sua breve
giornata la nostra sorella
CLARA VICINO.
La Sua esistenza è stata minata, negli
ultimi anni, da una malattia che limitava
la Sua attività e Le imponeva gravi, igno
rati sacrifici. Nella Sua prova Ella ci ha
lasciato un esempio .jommovente di serenità e di fiducia nel Padre celeste.
Accanto alla Sua spoglia mortale abbiamo sentito che, se le vie di Dio non
sono le nostre vie, Colui che ci è Padre e
( he eonoso-o. il cuore dei Suoi figliuoli a
dempie le Sue promesse nell’eternità e
che coloro che hanno il cuore puro vedo
no Iddio faccia a faccia.
11 21 Aprile, dopo mesi di prove dolo
rose e dopo giorni di lenta agonia, si i>
spento seri namento il nostro fratello
RODOLFO OANDINI
La Sua esistenza è stata troncata da un
male implacabile, contro il quale non sono valsi n-' le ricerche della scienza nè le
vigili cure dei familiari. A vista umana,
la Sua giornata avrebbe ancora dovuto
prolungarsi per il bene della Sua famiglia,
per il conforto della Mamma venerata. E
siamo passati, per mesi, da giorni di speranza a ore di sconforto... Eppure la forza del Signore non è venuta meno ed ab
biamo sentito una volta ancora che la pre
senza di Cristo illumina di una luce, ar(>ana la soglia della vita eterna.
I,a dipartenza di questi nostri cari è
stata, pur nel grande dolore della separa
zione, in.a trionfante manifestazione della
potenza di Cristo. Accanto alle Loro spo
glie mortali abbiamo potuto ripetere, con
umiltà e con riconoscenza, la parola del'a
fede : « Reati i morti che muoiono nel Si gnore... ».
Alle famiglie, che hanno sentito la viva simpatia di tutta la nostra Comunità,
diciamo ancora ohe siamo vicini a loro
nella jvreghiera e nella beata speranza i'Cristo Tes'i.
An^rogno Copoluogo^,,
Nel Oorso delEAssemblea di Chiesa di
domenica 30 aprile, dopo la lettura e la
discussione della relazione morale e finanziaria sono stati eletti quali delegati alla
prossima Conferenza Distrettuale la sig.na
Lelia Malan ed il sig. Lamy Bertin. Qua
la delegato al Sinodo è stato nominato il
sig. Luigi Malan, Awiano.
Ringraziamo l'Unione Giovanile dei
Jourdans ed i rappresentanti delle Unioni Giovanili di 'Viltò TeHioe per gli ottimi trattenimenti familiari che ci hanno
dato sabato 22, domemoa 2^ e sabato 20
aprile. Ci auguriamo di cuore che le rela
/ioni iniziate quest'anno tra le nostre Uuioni e quelle di Villar Pèllioe continuim.
t si intenaifiehbiu in avvenire, creando tra
noi un vincolo sempre più saldo di fraternità cristiana.
Sabato 0 maggio abbiamo deposto nel
cimitero del Capoluogo la spoglia mortafi'
della nostra sorella Coisson Caterina ved.
Bertin deceduta ai Jourdans dopo lunga e
penosa malattia all’età di anni 78. AUe
figlie ed ai parenti afflitti ridiciamo anco
ra la nostra viva, fraterna simpatia invo
oaiido su loro le consolazioni del Padre.
Ferrerò Moniglio
Ai Culto della domenica 30 aprile u. s.
è stata battezzata Anna Pons di Abele e
di Irma Poei (Bessè) : raccomandiamo alla misericordia divina e bimba e genitori.
Abbiamo dovuto registrare due altre
sepolture : quella del bimbo di pochi giorni Valdo Poet di Attilio e di Ilda Gelato
(Grangette) e quella di Maria Clot ved.
Tron (Lorenzo) di amii 70. La nostra sorella ha desiderato tanto partire e di essere sempre con il Signore che invocava con
la preghiera e con il canto durante la sua
breve ma violenta malattia. Il Signore ha
udito il suo grido e l'ha esaudita: il suo
funerale ha avuto luogo domenica 30 aprile u. 8. Ai congiunti nel lutto la nostra
simpatia e l’augurio che possano ripetere,
con sottomissione : « Il Signore ha dati,
il Signore ha tolto; sia benedetto il nome
del Signore »(Giob. 1 . 21).
Simpatizziamo cordialmente con i figliuoli della nostra sorella Fanny Giraud
ved. Poet della Rogeia. Da parecchi giorni non -lamio dove essa sia e con le Autorità loculi e con tanti volenterosi Ehann-a
cercata dappertutto. Quella buona nonnina, dopo una visita al neonato nipotino ai
Ijinsardo era ripartita per rientrare a casa
dove, non è ancora gi tinta. Naturalmente
i familiari, fiduciosi in Dio, sperano sem
pre in un suo ritorno.
ViUar Penice
Ijiinedi 15 maggio dalle ore 8 alle 18
avrà luogo il Bazar, Vasto assortimento
di oggetti, ricco buff t. Invito a tutti i
fi-atelli ed amici a inti-rvenire.
DONI IN MEMORIA
PERVENUTI AGLI ISTITUTI
OSPITALIERI VALDESI
Per ì'Orlimotrojio femminile di Torre
Pellire :
Vola Renato in me.m. della sorella Ad.i
I,_ r,()() ^ Faldella Maria in meni, di A.
Bertalot .')(K) — Elvira Bvelina Mariuocia Costantino in mero, del nostro c,ar ;
papà 500 — Bosio Lttorc e Roberto in
nii-m. del padrino e zio A, Bertalot lOOO.
Per VOrfiinotrofìo Maschile di Pomaretto :
In mrm. del compianto A. lìertnlot.
Serafino Ettore e Reii.ata 500 Paschet
to Gino 500
glia SOO. .V
Garro Beniamino e fami
Per l’Asilo dei Vecchi di San Germano
Chisone ;
Raret Alfredo in meni, dei nonni 500 —
SoLilier Alfredo e Signora in mem. della
nipotina Coma Aldina 500 — Grill Fannj in mem. di Enriohetta Bleynat 500 —
Fornerone Pattini Angiolina in mem. lei
marito nel 8® anniversario dipartenza 500
— Vola Renato in mem. carissima sorella Ada 500 — Jn memoria del compianto A. Bertalot : '1 Concistoro della
Chiesa di Pinerolo 3150 — Bosio Ettor3
e Roberto ,500 — Long Luigi 500.
In memoria di Eugenio Tiirckt
I Titolari del Merlettifleio Türk, per il
Rifugio Carlo Alberto 4(X)0 — Una sotto
scrizione di amici per Orfanotrofio Femminile 2000; Orfanotrofio Maschile 2000;
.àsilo dei Vecchi S.-Germano 2000 — Industriali Pinerolesi p®r Asilo dei Vecchi
S. Germano Chisone 2000; per Orfanotrofio Maschile 1000.
La C. T. O. V. riconoscente ringrazia
anche a neme delle Direttrici degli Istituti.
Ricorda che il n. del o/o postale, inte
stato agli Istituti Ospitalieri Valdesi Torre PeIlice, è 2-27051.
garriente meditata, coafituiaoe un efficace eoniributo alla eonoacenaa del-^¡^
la Bibbia e della meraviglioaa píeíi.lAi
che compenetra i salmi e ne fa il libro
della gloria di Dio e della fede in Lui,,-,'-,
in tutti i tempi. L’autore ha fatto bnne a dare alle stampe il frutto del suo ^latroro.
I
-iti
0M'
AU COEUR DE L’EGLISE
di MAURICE NEESER
"Edizimii Boulet, Ginevra,
Un volume di 150 pagine circa, do- Ì
vuto alla penna di un pensatore e teolago, il quale ha voluto racchiudere in un « saggio » il frutto delle sue rne^,
ditazioni sul problema della Chiesa
sempre vivo e sempre discusso. Aven- ido preso come base del suo studio, ol P
tre alla Sacra Scrittura, i volumi d(~ ^
gli studi preparati per il Concilio di
Amsterdam e raccolti sotto gh auspici J
del Consiglio Ecumenico, l’operd è un-^
che al tempo stesso unr esame di quei
testi, sottoposti ad accurata indagine./^,
critica, alla ricerca della verità sulla
natura e sulla missione della Chiesa, y
(Eed.)
•.t
LIBRI,
THÉODORE DE BÈZE
di PAUL F. GEISENDORF
Edizioni Labor et Fides, Ginevra,
Prezzo ir. sv. 16,50.
Un volume in 8“ di 460 pagine con
7 tavole fuori testo. Unica, grande
biografia in lingua francese del Riformatore Protestante, fino ad ora troppo
poco conosciuto. E’ un’opera di valore che illumina la bella personalità di
Th. de Bèze e fa conoscere una pagina notevole della Riforma.
LE LIVRE QUI CHANTE LA OLOIRE
DE DIEU
dì J. KALTENBACH
Edizioni Oberlin, Strasburgo, Prezzo
fr. francesi 480.
Un’opera di circa 300 paghue< destinate, coma si comprende dal titolo, ip’¡0 studio del labro dei Salmi; non d<f
tutti, naturalmente, ma di una parte
di essi, Taggriippati sotto alcuni tifoli, come : La Rivelazione di Dio — Alla scuola della fede — La comunità
credente — Vièioni d^lVavvenÌTe La lode deìl’Etemo
L'opera, adatta a studi biblici, lun
CERCASI tutto fare buon trattamento, '
per due persone — gerivere Dr. Oggen- >
da, Torre Pellice. .
VENDER! piccola proprietà bella posi-,^,
zione -— Rivolgersi Pasohetto — Inver- h
so Colletto — Torre Pellice. t-é
CERCASI TTistoirc di-s Vaudois del Le- .
gei-. Rivolgersi G. -A. Comba, Via
Cabella 27-11, Genova.
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TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE e viceversa
Torino
Airasca
Pi. croio
Brictieraaio
Torre Pellice
Torre Pellice
Bricheraalo
Pinerolo
Airasca
Torino
4,50 1
5,32 I
I 6,38 1
I 6.531
I 4,35 1
I 4,50 I
I 5.18
I 5,37
I 6,25
6.20 I
7,10 I
7,38 I
8,01 I
8.20 1
I
I 12,28
I
1
7,55 I
8.461
9,08 I I I 13,07
9,26 I 9,35 I 12,48 | 13,24
I 9,50 I 13,02 I
I 5JI6I
I 6.11 I
I 6.281
6,03 I 6,52 I
6.45 1 7,35 I
6,11
6,24
6,51
7,16
8,15
7,05 I
7,20 1
7,36 1
7,55 I
8,30 I
9,05
9,19
113,10 117,05 1 118,20 118.30 ) 21,35
I 13,52 I 17,51 I I 18,46 | 19,16 | 22,15
14,20 118,17 1 119,014 19,43 1 22,36
I 14,42 1 18,45 I 18,52 1 19,18 | 20,02 1 22,56
I 15,03 I I 19,07 1 19,S5 ) 20,24 | 23,14
I 12,20 1 1 13,13 1 16,26 | 19,42 |
1 12,34 I 12,40 I 13,26 1 16,42 ) 19,58 )
I 1 13,03 I 13,40 I 17,03 1 20,22 |
1 I 13,20 I I 17.29 I 20,43 |
1 114,20 114,30 118,20 1 21,35 1
BRICHERASIO-BAROE e viceversa
Bricher. 5,10 | 9,30 I 13,35 114,55 I 18,50 | 20,15
Barge 5,30 I 9,50 | 13,55 I 15,15 I 19,10 I 20,35
Barge 4,25 | 6,08 I 12,21 I 14,08 | 16,20 | 19,32
Bricher. 4.47 | 6,30 | 12,40 | 14,3« | 16,40 | 19,52
TRANVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA e viceversa
Pinerolo
Peroaa
Perota
Pinerolo
4,25 I 5,45 I 6,451 8,15 ) 10,15 | 11,30 1 12,40 | 14,40 | 17,20 | 19,15 |
5.45 1 6,37 I 7,40 1 9,10 111,20112,25114 ) 15,40 | 18,25 | 20,10 1
4.45 1 5,55 1 7 I 5,20 | 9,40 1 11,45 1 13 ) 16 I 17,40 1 18,50 )
6 1 6,45 I 7JS5 I 9,10 | 10,40 | 12^8 ' l*-*® I l®-®® I '
IN \[IGORE DAL 6 MARZO 1950
Autoservizio e tramvla
PI N EROLO-ORB ASS ANO-TORINO e vicev.
Autoservizio Sapav-Satti
PINEROLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Orario giorni feriali Sapav-Satti
(I)
Pinerolo 6,15
Orbaaa. '
Torino
Torino
Orba».
Pinerolo
(2)
7 I 12,55 I 18,10
7,40 I 13,34 I 18,50
7,37 I 8,20 1 14,09 I 19,29
(1) (2)
6,20 I 7,10 I 14,20
7,04 I 7,46 I 14,5
7,44 I 8,26 I 15,36
18,15
18,56
19,35
(1) feriale — (2) festiva
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
Torre Pellice 8,30
Bobbio Penice 9
Bobbio Penice 6,M
Torre Penice 63®
(1) Solo il Venerdì
(I)
11.30
12
(1)
7.30
8
19,15
19,45
15,30
16
Pinerolo
AIraaca
Torino
7,30 I 7,50 I 12 I 13,45 | 19
7,44 I 8,04 I 12,14 | 13,59 | 19,14
8,15 I 8,35 I 12,45 | 14,30 | 19,45
Torino
Airaica
Pinerolo
7 I 11,50 1 17,45
7,31 I 12,21 I 18,16
7,45 I 12,35 I 18,30
19
19,31
19,45
Pinerolo
Alaaca
Torino
Orarlo giorni festivi Satti-Sapav
7,301 13,451 19,50 Torino 11 118,25 1
I 13,59 I 20,04 Airasca 11,31 I 18,58
23,55
8,15114,30 I 20,35
Pinerolo 11,45 | 19,10 1 0,35
%
I
II
.Í?'
I
c'
r
Auto PEROSA-PERRERO-PRALI e viceversa
Ner giorni di mereoledì e sabato si effettua da Bobb o
a Pinerolo un autoservizio col sciuente orario : Bobbio
Penice 7,30 con arrivo a
Pinerolo alle 1236 con arrivo a Bobbio alle 13,30.
Peroaa
Perrero
Prall Qhtgo
9,20
9,50
10,50
0)
17,35
18
20,20
20,50
Prall alligo
Perrero 6,25
Porosa 6,50
14.20
15.20
15,45
(1)
16,20
16,50
(1) feriale.
Il servizio da Perrero a Piali si elfellua al inercoledl, istnlt t (’iniriif.
=5