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PresM LIrtt 6
Atono LXXVII - N. 2á j
TORRE PELLICE. 13 Giugno 1947
spedizione in abbonamento postale - li Gru
ruppo
SETTIMANALE DELLA
cJTel giorno della prosperità...
Qodi dai & £n® CSccieBÌaste
W libro dplVEcclesiaste et offre
una visione piuttosto pessimista det-^
la vita, de/di uomini e degli avvenimenti di quaggiù.. Al pensarci bene ci si accorge, però, che Vasutore
del libro-è un uomo ricco dì esperienza e di sapienza, di quella Sor
pienza che, secondio lui,, è « bufoita
quanto un’eredità e anche più » e
che si manifesta sopratutto nei timor dì Dio.
Egli riconosce che la vita è fatta
di giorni buoni e cpittivi, proprift
come, un sentiero di Campagna è caratterizzato da un susseguirsi dì luci e di ombre; ma non si ferma
a questa constatazione, anzi egli ne
trae le c\jnseguenze ed addita agli
uomini ratteggiamento che essi debbono assumere nel giorno delta prosperità ed in quello della avversità,
con queste parole-. (dVel giorno della prosperità, godi del bene; e nel
giorno dell’avversità, rifletti».
* ifi *
Sembra strano che si debba esortare gli uomini a godere del bene
nel giorno della prosperità, tanto è
vivo nel cuore degli upfpjni il desiderio della prosperità, perciò anche della felicità.
Eppure il consiglio dell’Ecclesiaste non è inopportuno,. Injhtti, i
giorni buoni non mancano mai nella
nostra vita, specialmente nella vita
aei credenti. Eppure ci sono degli
uomini che pare non sappiano scorge! 'i e che passano accanto ai ciò et,e
costituisce un bene, ma per incuna,
per eccessiva inquietumne del domani, per ingratitudine o per avidità di maggiori beni dimostrano di
non saperlo riconoscere ed apprezzare. Uomini che non sanno discernere nella trama della loro esistenza terrena i giorni lieti e sereni che
il Signore concede loro, perchè hanno una falsa idea della felicità ed
il l\oro cuore rimane arido,, insensibile, capace soltanto di nwrmo are
e lii disperare.
Il bene che ci viene largito non è
sempre Lo stesso, inéubbìumenLe.
Sarà forse soltanto una ti buon,a
notizia che giunge da paese lontano,
come acqua fresca a persona stanca
ed assetata », dice if libro dei Proverbi; sarà il dono d^lla salute e di
una certa quale agiatezza; sarà un
esaudimento, una consolazione data
o ricevuta, una vittoria sul male, lina particolare benedizione di Dio;
Sara la pace di una famiglia unita
negl- affetti e della fede, sarà la
gioia del pane quotidiano e del lati: compiuto con .soddoiazione.
Ma, in ultima analisi, si tratta sempre di quel bene di cui dobbiamo
saper godere nel giórno della [>rosperità, invece di essere abbuiati nel
volto e nel cuore, insensibili alVa
mote di Dio,
.* * *
Spetti Società Studi Valdesi *'
TORRE PELLICE
■7 ,
V- ■' I .
'■. . ,/ "
La parola di Dio non è
incatenata
(Il Timoteo 2:
CHIESA VALDESE
'7: 14}
Dio, dal quale tutta la tua vita dipende.
Godi del bene coni un secsi< di rarità, ricordandoti che l'amore di Dio
non può andar disgiunto dall’aniore
del prossimo.
Godi, infine, del bene ricordandoti che il giorno della prosperità
è breve. Tu non hai tpmggiù una
dimora stabile e, da un istante all altro, il giorno della prosperità
può essere seguito dal giorno dell’ai i ersità.
Perciò non goder del beco con aniirio superficiale e con tristi incoscienza; non edificar Zb tua vita su
quella prosperità che tu identifichi
<V)ii il dendìro, con la vita
mpda e tranquilla, con Jl successo
umano e mondano. Quella prosperità è effìmera e tu devi imparare a
riconoscere che, iti definitiva il tuo
vero bene è Iddio e che, quando
tutti quei beni che sono per gli uomini un motivo di gtìdimenin e di
felicità saranno svaniti, tu sarai silo davanti a Dio c sarai felice nella
misura in cui, con il Salmista antiéo, avrai saputo dire nell’intimo
della tua personalità di credente e
di cristiano-. «Chi ho io in cielo
fuori di te? E sulla terra non desidero ohe te. Perciò, quanto a me, il
mio bene è d’accostarmi a Dio».
Ern}anno Rostan
ALLEANZA
PER L'AMICIZIA INTERNAZIONALE
MEDIANTE LE CHIESE
La Chiesa, consapevole delle sue infedeltà agli
insegnamenti di Cristo nei rapporti fra i pòpoli, delle
sue debolezze di ironie alle potenze terrene, si umilia
davanti a Dio e chiede la grazia del suo perdono.
La Chiesa sente tuttavia, dopo il fallimento di
ianii sistemi, di avere ancora per i popoli softerenii un
messaggio di speranza e di vita.
L'Alleanza per l'amicizia internazionale mediante le
Chiese ha ripreso la sua attività in molti paesi ed anche
in Italia ha ricosiruito, su proposta del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche, il suo Comiiatocomposlo dei
Posi. Elio Eynard, Presidente;
Posi. Enrico Paschetto, Vice Presidente;
Avv. Cesare Gay, Segretario;
Past. Ermanno Rostan, Past. Alfredo Scorsonelli, Prof
Giorgio Peyronel, Consiglieri.
Il Prof. Ernesto Comba, già Presidente del Comitato,
è staio nominato Presidente onorario per l'apprezzata
collaborazione data in passalo.
Il Cristianesimo afferma che la guerra è incompatibile con lo Spirito di Cristo, perciò le Chiese tutto
devono arditamente condannare la violenza nella sislemazione dei confliiii internazionali e pronunciarsi
senza reticenze contro 1 uso delle ormi.
Il Comiiaio invita pertanto le Comunità evangeliche ^ quanti hanno a cuore l'amicizia fra i popoli,
fondata sulla paternità di Dio rilevata nell'amore di
Cristo, a dare la loro adesione all'Alleanza, indiriz"
zando alla presidenza (Via Pio V, 15 - Torino) per le
ulteriori informazioni in vista dello sviluppo del movimenlo. n Comiiaio
Pregiudizi del nord
Certo, per poter godere del bene
nel giorno della prosperità, non bisogna dimenticare Iddio. Uno dei
privilegi del credsttte è anche, quello di saper discernere la realtà di
Dio e della Sua misericordia all’opera nell’umanità e nella vita individuale dei Suoi figU. « Benedici, an,ima mia, TEtemo, e nop dimenticare alcuno dei suoi benefici! ».
Perciò tu, o fratello, chi’inque tp
sia, se in mezzo alle lotte ed alle asprt-zze della vita sai pur •■iconosce ■
re dei montivi di feUcità e dì prosperità, godi del bene ricordandoti di
NeBla riositTa Qfieaa Vaidese composta da oomiumtà die! settentrione e
del mezzogiiornio, dei’olriente e dfelfoccideinite, i pregiiudizi regionali sono
in grain parte superati. I fratelli in Cristo delle varie regioni si vedono volentieri in occasione di un convegno.
Nel corpo Pastorale non esistono più
differenze : un ipastore naito In Sicilia '
Può essere diianilato a dirigere una
parrocchia di montagna alle Valli senza Lneantrarc alcuna obbiezione e viceversa. Anche numerosi matrimoni
contratti fra credenti del Nord e del
contro il sud
Sud hanno dato esito buono. I vincoli
ohe uniscono le Qhiese delle Valli con
quelle deiriialia meridionale sono ormai numerosi e la tendenza generale
è quello di aicoresfiierli sempre più.
Rimangono tuttavia e specialmente
nei settori della vita ipratica dei pregiudizi in parte giustificati ed in parte
eccessivi, che possono nell’ora ohe
volge, dare luoigo ad inconvenienti. I
picgiiuoizi, poi e&cxnpiio, ot» uuoutaaiai i verso 1 luuMinaiauu uioi c>uo. r uiumanairi aei iNonu crouono ciac i coriíiíiiuiíu
deala L^mpania e aeiaa Sicilia non
■possono c non pocrarino iiiai lavorare
cove e oonre essa jayorailo.
Convinaioni cello stesso genere s
ritrovano presso tutti i datori di lavor«
m generale, dai piu modesti oapomastri iiino agli industriali maiggiori, con
■uinia ooncordiia Ui glud|iz.o veramente
signiHpativa.
iti dobbiamo franpamiente riconoscere che questi pregiudizi sono almeno
in parte giustificati dall ’influenza che
il clima esercita sulla capacità di lavoro degli uomini. Il cima rigido della Norvegia consente' uba "nutiriziohe’
abbondante ed una giomato di lavoro
intenisa e lunga, mentre che l’uomo
dell’Africa Equatoriale vive di Poco
0 nulla ma può lavonare assai memo
del suo conftratello <Ìel iNprdj Ifatica
più di lui ed invecchia quando l’aJtro è anco-ra in tutta la forza dedEetá
miatura. Questa legge deila natura si
può osservare anche .tra regioni relativameuite vicine le une alle altre.
Oosì per esempio, il Siiciliano lavora
meno del Piemontese, il Piemontese
meno dello Svizzero, e lo Svizzeno
meno del Tedesco-..
Ogni regola però, può essere .modificala da altre regole o soffrire eccezioni e n’è largamente il caso in
questa materia. Una espressione comune in Francia dige : uTravailler comme un nègre » perchè vi sono molti
negri Che lavorano mpltissimo © tutti
colwo che hanno visitato le nostre
Chiese del Sud Italia vi hanno pure
visto dei fratelli lavouare infaticabi.1mante in -modo da dar dei punti a quàlunque altro. La loro tede Evangelica,
in molti oasi, ha il merito Principale
della loro^ccezionale capacdfà di lavoro pftrcl^^rEvangelo possiede per eccellenza la virtù di rendere fruttuosi i
■talenti degli uomini.
* H:
Ed è appunto su queste verità e su
queste eccezioni tíhe vorremmo oggi
richiamare l'attenzione dei nostri lettori. Oggi, mentre la grave crisi economica provoca molti spostamenti di
popolazione e spinge i Valdesi a lasciare le loro Valli per emiigirare verso 1 America, Ja Svizzera e la Francia, mentre gli occhi di tanti confratelli del Sud Italia si volgono verso
1 nostri monti con speranza iniflinita.
Vorremmo invocare per questi ulti
mi, per questi nostri cengiunti nelli
fede, un po’ di ifidiucia e di fattiva^ simixatia. La guerra, nelle loro regioni,
ha spesso recato distruzioni totali per
modo che la disoooupazione e la crisi
vi sono oggi ancor più crudeli ohe da
noi. Molti di essi, contadini, muratori, carpentieri, impiegati, ci supplicano di trovar loro un posticino nelle
nostre 'Valli, con un qualsiasi lavoro,
anche poco rimunerato, che permetta
appena il guadagno del ipane quotidiano e nulla più. E noi cerahiiamo per
lore ansiosamente una qualche sistemazione, ma cozziamo ovunque contro i pregiudizi del Nord verso il Sud.
Ed è ipeccato peridhè le Valli potrebbero offrire a quei fratelli, almeno un
po’ di ipHne. àVlolti dfefi Vbldlesi dht
partono, lo flannq per migliorare la loro posizione, laisdiano cioè un pane
modesto peir ceroarrie altrove uno migliore circondato da altri conforti. II
pane modesto ohe essi lasciano sareb'be una ricchezza per tanti nostri fratelli del Sud i quali invocano proprio
soltanto un po’ di pane,
E noi invochiamo Per essi un po'
di fiducia ¡insieme con molto lamoire
e spirito di ospitalità.
Quello che domandiamo per i fra
telli del Sud, noi l’abbiamo .testé ot
tenuto dai nostri fraitelli del Nord
Spesso, i contadini Svizzeri che hhn
no assunto della mano d'opera tra
nostri giovani, avrebbero avuto mag
gior profitto ad assumere maino d’opera tedesca, ma dettero la preféron.za a noi, perchè correligiiolnari e ctcdenti, Nellte- ljiiro lettere, molto spesso, liéggevamo ira le righe là preoccupazione anche angosciosa creata dai
pregiudizi dèi Nord verso il Sud, ma
essi li sapevano vincer© per amor di
Cristo e se in qualche caso poterono
restare delusi, in molti altri ¡invece,
ebbero a feliciitarsi di averci prestato
fiduda.
Ciò che gli Svizzeri “hanno fatto per
noi delle Valli, ora tocca a noi dii fario
verso i nostri fratelli del Sud. Dopo
essere stati beneficati dai fratelli più
ricchi di noi, non è forse giunta l’ora,
per noi, di beneficare a nostra volta
i fratelli più poveri di noi ?
•Cnrieo ffeymet
COIflUNICATO
La 40a sessione della sonferetoza distrettuale avrà luogo a
S. Germano Cbisone i giorni 24
« 25 giugno e si inizierà alle
ore 9,30 precise.
Tutti i delegati clie desiderano
essere alloggiati e partecipare alla
mensa sono pregati di preannunil loro arrivo al Pastore
ziare
Gustavo Bei|iii.
I Concistori sono pregati di
pervenire entro i primi giorni di
giugno al Sovrintendente le relazioni annue, i sunti delle medesime, gli speccliietti statistici e
le decisioni delle assemble di chiesa riguardo alle relazioni sinodali
sulla autonomia e sulla organizzazione distrettuale.
ka CaMmIssIena tflÉIralluala
Istituti
Ospitalieri
Valdesi
TORRE PELLICE
Ci piace segnalare che alle nostre
Opere di beneificenzia: Rifugio Carlo
Alberto, Asijo dei Vecchi di San
Germanio, i due Orfanotrojfi Femminile e Ma.schile, ai Reparti tubercolotici dèi due nostri Ospedali, —
è stato dato in dono dello zucchero,
della farina e del latte in polvere.
Il bel dono è stato fatto, per lo
zucchero dal Governo c dal Popolo
Irlandese, la farina ed U; latte in
polvere proviene dal Popolo americano, ed il dono è stato inviato a
mezzo dell’American Relief for Ilaly Ine.
Noi esprimiaimo la nostra inmiensa gratitudine per il munifioo dono,
ed i ricoverati, fra •* quali specialmente i vecchi, dicono il loro grazie
di cuore.
H nostro grazie aU’ENDSl di Torino che ci ha recato il prezioso carico a dlestino.
Il Presidente degli I.O.V.
-irnaldo Comba
La “Società Pra del Torno,,
annoBcìa^ a tutti i suoi amici e lostenitori
cd a tutti quelli che si iutaressano all’Opera Missionaria, che domenica l{i giugno p. V. alle ore 21 terrà la sua Semita
Anniversaria nella sala Sinodale della
Casa Valdese di Torre Pellice. La colletta
sarà a favore delle missioni. Tutti sono
cordialmente invitati.
Per il Seggio
11 presidente ALBERTO PEYROT
2
•Ce centenaire
r^ffUse Ubre dju Qanfon dé Vaud
Le 11 Bfai l’E^Iise Libre da Can.ton de Vand a' oélébié le oenteoai" re de aá GonatítutioD.
jNoe lecteurs savent que la populatirip (fa OanttWi dje Veud^ à laqUR^fa noua soiq|tnea i^al^chés par
fanas fasbnriques, sé rallie, <tos
ka plus grande partie, à l’Eglise INa' tronce. Cette* EgUæ est une église d’Etat, aveti qui elle eutr^^nt
des relations régulières; ses payeurs
lui prêtent un sermeut de fidélité,
et reçoivent de lui leur sialaire.
A côté de cette Eglise s’est oonstitué^ il y a exactement un siècle,
une Eglise Libre. U dépasserait les
limites d’un artiele, que d’exposer
en détail les événements qui ont
j^wvoqué cette scission datm l’ji;.
glise iXationale, ^oua devrions parier du mouveniieat de tiéveil du
eommeueement Uu siecie passe, ne
la uoUvuiUe oou<;eptiou de i Ugiise
oe proiessants, en opposiuon à t'Eguse iniuiutuUimiaie, ue i aetaou
^^u'Aiexandre Vm^ en laveur üe la
sepaiaüon Ue l'EgUse d’avec l’Etat,
i-e trrand Conseil du Canton ue
vw pus vmouaers les iiouveues juetiiEi ae rcpauote; u ueieucui a cersuius groupes ue a reveiiips » de se
reuiur uaus les maisons privées, üuUn, a la sude de l'ordre donné
aux Pasteurs de lire du 'haut de la
ciiairç lit uuuveile cousuiuuon poiuique^ une quaraotaïue de rastedrs
de 1 Eglise iNauonaiie dotonèreut
leur démission, et Constituèrent la
nouvelle Eglise Eiure, indépendante
de l’Etat, ije ctienun de cette Eglise ne fut pas facile, et nous comprenons les sentiments de reconnaissance qui ont impiré la fête du centenaire, <jm vient d’être cétéJbrée à
Eausanne. E’Eglise Libre compte i>
o.bfiO feaembies d’Egfiae (adultesj
avec 45 FasUnu-s, et une excellente
Fatnilté de i héologie.
Le «enteuaire a été célébré fa 11
Mai dans la (»thédraie fie Lausanne, splendide numumeul de l’arl
gotiuquie, qui remonte au Xin,.me
siècle. Ce qui frappait le visiteur,
sans parier de i’immense fouie qui
remplissait le temple, c’était l’attitude ftaternelle soit de l’Eglise
iNationale que de l’Etat. Celui-ci,
MIT la demande de la Commission
Synodale de l’Eglise JNationale,
mit à disposition de l’Eglise Libre
la cathédrale, et soit l’Etat que l’Eglise Nationale étaient représentés à
la céléfantion. Le culte fut présidé
par fa Pasteur Ph. Daulte. Daus sa
prédication il parla de la nécessité
) de oonfes^ fa souveraineté absolue de Jesus-Cbrist. Cefa implique
des conséquences de séparation soit
de^ la pensée du monde, soit de
l’Etat, soit du pêché. Mais cette
mêi^ aouverainété implique
aussi des oonséqueuces d’union parmi les efarétiens, quf reconnaissent
m Jésue-Christ leur chef. Un passage particmiUèrementl ; émouvant
fat celui dans lequel l’orateur salua fa jour où les deux Eglises pourraimit dans cette même cathédrale
•edfar à nouveau leur unitév
Après fa culte l’assemblée se reaComptoir Suisse, inuneose
•alfa où un repas fût servi à environ 2.000 personnes. Ensuite on
etttendit les discours officiels du représentant de l’Etat, de celui de l’Eglue Nationale, du Presidia de ta
Fédération des Eglises Suisses et de
plusieuiB autres orateurs- Les chants
aotxmipagnés par une fanfare furent
dumtés avec élan par l’assemblée,
et la réunion se termina par un émouvant « acte de con^ration » de
fa jeunesse, qm récita, eu ritmant
à quatre voix, la (xmféesion de foi
de l’Eglise: «C'est à Jésus, notre
Rein que nos vies appartiennent.
Nous vouions nom consacrer à lui,
le MTVsr dons la personne de nos
frères et tnevaUler de tout notre pouvoir au progrès de son règne, tessuré de son triomphe et sabumt par
l’eepénmce le jour où Dieu sera
tovt en fout».
Le soir, dans les somptueux locaux
da-l’HotM de la Paix, une réception
fut o£F«rCe k environ 200 invités, et
fa» (Mégués dbs plises étnangères
y fareut entoidus.
dans la oha^Kfile de Mai-teray, et a
commence pat la ceieoration cle la
:>ainte c-ène. Environ t-K» peisoiines,
ooiii les deux tiers laïques, composent fa ôyiiüüe. ties leitimes en lont
aussi partie, et unè temme esi membre de la Lomniissidn î>ynodaie ^qui
correspond a notre labfajt. i\omlii ease la particapalion du puülic aux
travaux du ¿lynode. Parmi les questions discutées remarquons oeUe des
loteries, au -sujet desquelles l’Eigfase a ladressé ,mi momioriaiidiuu au
Couvernement. La question de l’admission des catéciiuuiiiiies dans l’Eglise a aussi été discutée. L’habitude veut qu’à la fin de l’instruction reii^euse les ^ jeunes soient
laissées JUbres, de demauder ou non
leur admission. Quand ils fa font fa
Conseil d’Eglise en prend acte sans
autre formalité. On décide que
l’instruction religieuse soit couronnée par un culte special. Le Synode
s’occupe aussi d’unn meilfaure répartition des forces pastorales. Quelqu’un avait envisagé la possibilifa de
réduire fa nombre des Pasteurs vu
l’insuffisance des traitements qui fam
sont accordes, mais le hynode, lEna
un magmfique élan de toi a refusé
quelconque repliement de l’oeuvreUn rapport regarde fa consécration
pastenraie. Dans l’Eglise Libre des
laïques peuvent imposer les mains à
des candidats au ministère. Le problème que l’Eglise aborde est si la
oonsécration au pastoral peut être
indép^dante de l’exercise du ministère.
L’Eglise Libre donne l’impression
d’être une Eiglise vivante. Elle a
rempli un rôle important, même
vis-a-vis de l’Eglise Nationale, qui,
tout en étant une Eglise d’Etat,
jouit maintenant, vis-à-vis die celui
ci, d’une liberté peu,t-être inconnue
autrefois. Les chants d’ensemble et
la générosité <fa ses membres, signes
infaillibles de la vitalité d’une Egliscj nous indiquent qu’elle est encore à même de porter une contribution efficace à la vie rieiligieuse du
p*y».
R. mSBET
disse una grande riunione a MIGUELETE alla quale intervennero oltre ai Pastori, i delegati della Gonfederazione delle Chiese Evangeliche del Rio della Piata e dell’Associazione Giovanile Evangelica (Metodista) di Montevideo, i Pastori ASO\A, e ABELE JOURDAN (figlio del Sig. L. JOURDAN ben conosciuto dai lettori delTEco delle
Valli Valdesi). Vari dlseorsi, tutti
ispirati dall’amore per la gioventù
e al bene della Chiesa.
terà la gioventù evangelica del Rio
della Piata al Congresso di' OSLO,
come pure al Congresso delle Scuole Domenicali a Londra.
* * *
Due giorni prinfa la Federazione Giovanile era riunita in Assemblea Generale Annuale, nella quale
venne letta una dettagliata Relazione del Comitato Direttivo soffermandoci fa particolar modo sulla
visita alla Unioni, sui campeggi (per
fanciulli, per ragazisi e per giovani
d’ambo i sessi) e sull’organo dèUa
Federazione RENACIMIENTO che
si è dimostrato di graiiH(|e utilità',
quale vincolo tra la gioventù. 11
pastore SILVIO LONG, che verrà a
visitare la sua famìglia, rappresen
La Società Sud-Americana di Storia Valdese ha avuto la sua seduta
Annuale la sera del 5 Febbrai^' à
Beilgrano, presenti tutti i membri
della Conferenza e, molto pubblico.
L’attivo presidènte della Società, pastore EMIJjIO GANZ, lesse una interessale ireilazioine, an»lnn,^^n fa
jmbblicazione di dùe opuscoli in occasione dbl centenario della nostr»
Emancipazione. L’Evangelista CARLO GRIOT lesse un ben' documentato scritto sui primi colonizzatori
di Belgrano e la loro lotta contro
gli Indioei.
Questo breve riassunto da un’idea
dell’opera varia e benefica Che compiono le Chiese Valdesi nel grand*
campo del Rio de La Piata.
^ Ancora sul Canto Sacro
UN I.ONVÎËUNO
Il limi uuiii il ifiuui
La rivista irant-ese «i-nrisuaijisme
Social » promuove fa partecipazione
di giovani evangelici italiani üi ani '
bo i sessi alla Sattimma ai Stadi
Cristiano sociaii che si terrà presso
il « t entre d’éducation populaire du
Château de Terrenoire, Saint-Etienne (Loire) dal 24 al 30 Agosto.
Il t>oimtato italiano dell’A/leanza
per l Amicizia internazionale medyemte le Chiese oflre ai giovia.-r' ed
alfa sig^riue dai 18 anni fa poi la
possibilità di partecipare a questo
convegno con notevoli facilitazioiii.
I comi di studio saranno diretti da
Georges Lasserre, André Moamier,
Jacques Bois, Ganonge, François Gay
ed altri anootia.
Direttori di Campo saranno i pa^ri J. Mattili e M. Voge.
I culti saranno presieduti dai Pastori A. Tnxsmé, Gay e iLauriol.
Per partecipare con beneficio a
questo Convegno è necessario; 1)
comprendere e, possibilmente, parlare la lingua francese; 2) interessarsi ai problemi sociali in genere e,
particolarmente, aU’argoimento centrale degli studi, del Convegno, cioè
il seguente:
ÌA F, Rivoir e a G. Albarin)
L’azione sindacale
e I cristiani
Saranno concesse ai ra,ppresentaii
ti italiani notevoli riduzioni ferro
viarie e di soggiorno. Iscriversi, entro. il 30 giugno, pi-esso il pastore
Einianno Rostan (Chiesa Valdese Pinerolo) allegando alla domanda
di iscrizione i dati personali, una
raccomandazione del proprio pastore, una dichiarazione della Chiesa
di provemenza e, se possibile, indicando anche la professione esercita
Il Comitato italiano dell’Alleanza
p,CT l’Amicizia intemazionale me.diante le Chiese si riserva il diritto
di formare la lista definitiva dei
partecipanti.
Dalle Chiese Valdesi
del /ud America
Le Synode è’eet réuad! fa Ittidemain
La Conferenza Annuale è per i
Valdesi del Sud America un pic colo
Smodo e riveste perciò un’importanza ben maggiore di quavio non
abbiano le nostre Confe..nz, ihstrettuaJi. Esba duna normalmente
quattro giorni. Vi accorrono molti
membri deUe parrocchie vicine e
lontane. B’ veramente un desiderato
ritrovo di fratelli e di sorelle che
realizzano i benefici inestimabili che
offre la famiglia dei credenti, nel
quale, in uno spirito di comprensione, di rispetto e di carità si intrattengono sulle varie questioni di vitale importanza per tutti, eeamìnan.
do quel che sì è fatto e quel che resta da fare.
Queisffaniio Ila Cotaferenz^ ebbe
luogo a Belgrano nell’Argentina,
dal 3 al 6 Marzo u. s. I lettori del
nostro fogHoj legati dal vincolo fraterno con quella parte della famìglia
Valdese di oltre Oceano, leggeranno con piacere alcune notizie die
togUamo dal gionale della nostra Coiminità di Rio de La Piata, Men
sajero Valdeiise
Tutte le Chiese costituite in quel
vasto distretto comprendente l’Uruguay e l’Ar^intina erano rappresentate, come pure alcune Comunità
numericamente minori. Per onorare
la memoria del Pastore PIETRO
BOUNOUS, umile e <fed|ele servitore del Signore, il quale esercitò un
lungo ministerio che fu in b^edi
zione per le Colonie Valdesi, la
Conferenza decise di organìziziare u
na grande colletta per creare il fon
do - fondo pastore PIETRO BOUNOUS - in favore della Cassa di E
meritazioii''. non si dubita che
fondo sarà ^gno della personalità
e dèH’opera che si vuole onorare;
il Gruppo dei Valdesi residenti a
Montevideo sarà l’oggetto di speciale
attenzioOie da parte della Commissione Di^rettuale ohe avrà cura di
organizzarlo e dii visitarlo ni^da mi*
il
stira del possibile. La Conferenza
unani^Tie rivolge alfa Tavola Valdese domanda di Consacniazione al
Ministerio Pastorale dlell’Evangelista CARLO GRIOT che ha dato prova di capacità mtellettuali e di fedele dedizione al servizio del Divino Maestro. Ci rallegriamo vivamente di vedere aumentare il nuuero degli op<^ai del Signore nel
campo Evangelico Rio Pfatense.
Occippandlosi djella legge ¡ suR’insegnameinto reLgioso in Argentila
(che si vuole rendere obbligatorio
nelle scuole primarie e secondarie)
la (.onferenza ha deciso di inviare
al Presidente della Camera dei Deputati di quella Repubblica un telegramma cihiedenfa> che la legge
non sia approvala, appoggiando cosi gli sforzi delia Confederazione
delle Chiese Evangeliche dell’Uruguay e dieU’Argeatina che avevano
inoltrato eguale domanda. Al (Clericalismo invadente in Argentina i
Vialdesi sono invitati caldamente a
reagire energicamente e a non permettere (she j loro figli seguano fa
lezioni di religione impartite nelle
scuole secondo la prassi cattòlica
La Conferenza in via ecacezionale
coinciderà, l’anno venturo, ron la
celcbrazicme del centenario dell’Emancipazione dei Valdesi che avrà luogo a Colonia Valdiense. La
Coniimissdone Diàrettualb darà il
suo appoggio al Comitato inoaricato
di ricordare, con la erezione di un
monumento a La Paz i fondatori
delle Colonie Valdtesi dleU’Umguay.
Delegati della Conferenza al prossimo Sinodo sono i professori GINO COSTABEL e TEOFILO PONS.
Il 26 Febbraio 1922 si fondava la
FEDERAZIONE GIOVANILE VALDESE; comprendeva allora otto Unioni, ora ne conta 22 nell’Uruguay
e nell’ATgCTitina, con duemila giovani ìscriktJ. Per celebrare i 5 lustri della sua vita la Federazione in
1 eco- i.ius.citota dalla mia breve
Ilota sul canto sacro, apparsa sul ir.
iu cei g.orinaie, e ayeno^j i iiiriipressioiie eoe le mie parole non siano state
Dcne Jittese, omeao ancora un po di
ospi.talità, per cercare idi chiaràre meglio il imio pensiero, rispondendo brevemente a F. kivoir e a G. Albarin.
Anzitutto tengo ,a precisare che le
mie parole sono state dettate, come lo
Senio anahe queste, da un sincero ainore per la Chiesa e a fin >^1 bene,
non (I tanto per criticare e per dir quaicosap ; era per dire eifettivameme
qualcosa, perchè m,i sembrava che
qualcosa ci fosse da dire; altnimenti,
me ne sarei stato zitto.
L’Ave Verum non ha stìanidalizzato
«perchè è stato cantato in latino», ma
per il significato de.lJe sue parole. 11
tatto che queste fossero latine è di
secondaria imiportanza. Ciò che importa non. è il lato musicale del problema
(e nessuna importanza ha il fatto tìhe
1 autore fosse cattolico o protestante);
la questione era ed è essenzialmente
teologica e il centro, di essa è tutto nel
contenuto dottrinale delle parode di
qut^l determinato (inno, e non 'de^i
inni cattolici in genere.
11 fatto ohe Bach abbia scritto una
messa non conta nulla : nel miomento
in cut la componeva egli era- solo un
musicista (:nè cattolico, nè proteslan.te, nè buddista) ohe scriveva, dietro
compenso, una niiuslcg òhe gli era stata ordinata (ed è risaputo ohe essa è
una delle opere di Bach meno ben riuscite, appunto 'perohè egli componeva
da « mestierante », senza vera ispirazione), E non predo che a Bach sarcblae venuto in rnente di fare eseguire la sua messa, di lui protestante, in
una chiesa protestante.
Che la, vecchia oonafa dii Torino abbia cantato inni cattolici in latino, conta ancora meno ; se si- è sbaiglilaito in
passato, questo wn è un motivo per
continuare a sbagliare. E ipoi bisogna
vedere di quali cori si trattava, perchè
ci sono cori cattolici clhe non abbiam
nessun mo,.vo di respingere.
Similmente, s© nel nostr© mniario ci
sono cantici molto disoutibild anche dal
punto di vista teologico (fd è verissimo: vedi, ad es., l’innio 231, strofa
2.a) questo non è un motivo sufficiente iper ai^iiungerne un altro ancora,
scegliendolo fuori deJirinnario.
Il fatto che si sia cantato in latino
è dunque di molta secondaria importanza. A questo 'proposito Tamico Rivoir si domanda : (( Quanti valdesi capiscono il latino? Anzi quanti cattolici sanno piò ohe cantano ? » Ma allora io dico : se i yaiMès» tsapiisioono popo
dii fatino e i cattolici ancona tneno,
cioè se nessuno ci capisce nulla, mi
sembra questo un motìvo per lasciar
da parte una fingua così astrusa e non
fare come i cattolici ohe non «sanno
dò che oantono n. Allora, sempre
considerando ohe nessimo ci capisce
nulla, si potrebbe addirittura, sostituire fa messa al nostro cuJtoi
Se poi è vero che « alle ipairoJe nessuno fa attenzione», non bisogna per
questo assecondare un simile difetto
e approflttame.
La ques ’ 'le diventa strettamente ed
esolusivamente rnuBÌcale, pw qutoito
riguarda Tinno ffi Pasqua di Masoagni. Non ne ho fatto questione di mu
sica protestante o meno : ho solamente fatto qualche, riserva sulla opporluniità che venisse compreso in una
festa di canto sacro della Chiesa valdese, 'perchè non tni sembra che quel
la pc-^ssa essere considerata come musica sacra propriamente detta (ramlco
Rivoir la chiamerebbe «pagana».
Ma la icosa mi pare di poco conto.
Se poi .ho avvertito 'un ipericolo, non
é che pensaci che i diirettori delle
corali « deliberatamente » si propones«sero «di portare la 'propria corale
fuori del seminato » : ci mancherebbe
altro! Il ipericolo a cui 'pensavo è rappresentato dalle conseguenze a cui
possono 'portare lentamente e insens'bilniente, con l’andar del tem'po, questi ptocoli, iinvoliqntari sliittameni', E
la conferma di ciò mi sembra proprio
offerta dOgU stessi Rivoir e Albarin,
per 1 quali il fatto iche^TAve Verum
o rimo di PasqiUa di Miascagni siano
già stati eseguiti nel passato, è giust;fìcazione sufficiente e argomento convincente.
Concludendo, le nostre feste di canto sacro non sono concerti di musica
aac.ra, quali si potrebbero tenere in un
conservatorio di musica, ma sono nianifestazioini religiose della Chiesa valdese e 'il nostro canto è —• come già
ha detto E. Rostan — «una predicazione ed u la test;.1 nianza tri sembra quindi <^e questo non si possa dimentioaire e di questo si debba tener
conto, quando ci si accinte alla scelta del coro da faa cantare al'a propria
corale. y
EUGENIO TRON
Dir. Resp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE “L’ALPINA,
Torre Pellice
La famiglia del caro e compianto
PAOLO RIVOIA
commossa^ per la numerosa testimonianza
di simpatìa cristiana ricevuta in occasione
della dipartenza del diletto Estinto, ringrazia in particotar modo il Pastore Sig. Bert
e sua Sig.ra per le innumerevoli visite
fatte durante la malattia, ì parenti, i vicini,
e quanti presero parte al suo dolore.
Mi'lun di Prarostfino
0RE[(HHIA$0*Gliy
// dr. DANIELE ROCHAT
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