1
NNO LXXV
Torre Pollice, 21
I
L’ECO DELLE
Nulla ala più forte della vostra fedel
(dianavellol
SETTIMANALE DELLA
a
ABBONAMEN
Italia fino al 31 dicembre . L. 75,
TO
Estero
Ogni cambiamento d’indirizzo costa L.
— Semestre L. —
» » —
tre — La copia Lire TRE
Comunicati
A partire dal 22 corrente tutte le corr Gpovd-eTize per il Moderattore e per il
Cassiere della Taivola varnio invitate a
Roma - Via 4 Novembre, 107.
Servi itìuiìlt
«Noi siamo servi inutili».
(Luca 17: 10).
Servi. Anche ricchi e potenti, padroni
di denaro e di scienza, di onori, di viitù
e di pietà, ¿amo dei servi © nuU’altro.
Vieriià dura codesta per uomini come
noi, mossi dall’insano desideirio di negare il nostro carattere di creature, di
costruire la nostra esistenza indijpendentemente da, Dio; di stabilire la nostra
morale all’infuori della fede, di essere
giudici ed aibitri del nostro destino. Ma
verità che emerge da tutta la itivelazione biblica.
Siamo creature di Dio. e perciò proprietà di lui, servi suoi, anzi schiavi che
Hanno Tobbligo continuo di lavorale. Vi
sono uomini che, -compiute le loro due o
quattro o otto- ore di liaivoro-, possono poi
dii-porne a piacimento del .tempo -che ri^
m,an loro. Ve ne sono altri che devono
co-nside-arsi sempre in servizio: così il
meidieo e il pastore che se anche stanchi
ui una giornata di intenso lavoro devono essere sempre pronti a rispondere a
quaisiaoi chiamata in qualsiasi mom-enlu: di giorno -come di^ notte.
Terminata la guerra, il soldato torna
a casa: il suo -compito è finito. Accumulato un pat imonio, il commerciante si
■ ritira dagtr’aiflari, dopo un periodo di
insegnamento il professore diventa emerito, ma in nessun momento della sua
vita il cristiano -è esentato dall’oibbligo
dei servizio.
La sua vocazione esdgie che egli serva sempre, che a qualunque età, in
qualsiasi ambiente, momento o circostanza esipii'im-a la realtà della sua fede,
deUa sua speranza, del suo amore. Il .suo
ccmbattim-ento dura finché -dura la vita.
Ma do-po -un servizio continuo e fedele,
gli sarà alm-eno -concesso di compiacersi con se stesso, potrà, in buona coscienza, aspettarsi una lode o una ricompensa? No ! « Quand’-avrete -fcitto tutto dò
che v’ è comandato, dite : noi siamo
Servì inutili. Se è duio per il nostro
orgoglio -riconoscere la nostra -condizione di servi, pare intollerabile, per la nostra stessa dignità, di accettare la qualifica di .servi inutili. Dunque non v’è
neU’uomo, nell’uomo -che crede e che
se ve, nessun merito, non lesiste da .parte di Dio nessun apprezzamento del suoi
atti, delle sue diiaposizioni interiori? Tutto ciò -che compiile l’uoimo,' le sue lotte,
le sue sofferenze, il suo martirio stesso. non giovano a nulla e rimangono
senza rapporto con la sua salvezza? Urm
simile concezione è deprirtiieintie e, in
fondo, immorale poiché sostituisce l’arbitiii-o'divino alla gius,ta rimunerazione
dei valori spirituali.
L'Evangelo afferma che l’uomo mie-'
terà quel che avrà seminato, ohe la santificazione conseguita da un’anima nel
corso dell’esistenza ngn sarà annientata dalla mo-te © che td cristiano non
deve temere la perdita di quelle ricchezzie in-tariiori di icui C3esù procl-ama
recoellenza precisamente perché non
v’è ruggine che possa consumarle né
ladro' che -possa rapirle.
L’Evangelo non pretende che tutte
le anime siano ugualmente -prive di valore agli occhi di Dio, rifiuta soltanto
di identificare Tidea di valore morale
con l’idea d|i merito e proclama che se
Dio -perdona è in virtù della Sua grazia e non perchè l’abbiamo meritato,
non perché ci sia dovuto. Dio non dovendo mai nulla a nessuno.
L’idea d’un debito di D|k) verso l’uomo è inconcepibile per chdtmque sappia -che producendo opere buone, per
abbondanti e rilevanti che siano, facciamo semplioemiente ciò che eravamo in
obbligo di fare.
Non v’è dunque nei nostri atti buoni
un compenso per i nostr|i atti cattivi,
nella nostra ubbidienza -di oggi un credito i=-u -Dio che possa spegner© il credito che Dio ha su di noi per la nostra disubbidiienza di ieri.
Quale iche sia la sua condotta il cristiano rimane sempre al di sotto di
quello che Dio attende da lui.
Non -e-siste nessun atto- di generosità
o di sacrifi-c(io ohe possa riscattarlo, poiché il solenne « siate -perfetti » di Gesù
lo pone in presenza di un dovere totale
ohe non p-uò p' -etend-ere di compiere.
-L’u-omo non piaò rendersi dieigno del
perdono di Dio, acquistarlo o meritarlo; lo riceve umilmente come xm dono,
co,m-a una grazia. Lo stesso- -pyentimento,
condizione -di -quel perdono-, non è un
atto meritorio che spieghi la deQisione
di Dio -e ne condizioni l’amore. E’ lo stato d’un’anima -aperta -al -dono che le è
offerto, è l’atto -di sincerità con il quale
con entiiamo a vederci come Dio ci
vede, r-um,il-e porta per -la quale entrerà la sua grazia. Afferrare questo significa co-mprendere rinutilità del nostro
Mi
servizio, qualunque ©sso sia. ed esser richiamati airumiltà © al dlisinteriesse, all’azione compiuta non in vista d’una ricompensa, ma per amore.
La ¡salvezza non consiste nell’evitare
sulla terra -la sofferenza © neH’aSsicurarsi nel cielo la felicità. Consiste nell’iessere mutati -e il mutamento sta nel desidèrio di voler servire, diedioarsi e subordinarsi, senza ricercare i moventi
della propria condotta neirinteresse
personalè.
Servi inutili, eppune amati - da Dio
malgrado l'inutilità del loro seirviizio,
servi che in questo amor© trovano il
vero motivo delle loro azioni e rispondo-no con una c-onsacrazione sempre
maggio-re alla carità del loro padrone
che in Ct-isto si fa padre -considerandoli
essi, gli schiavi, come figli.
E se siamo figli, siamo anche eredi,
esclama r apostolo, eredi di Dio il quale
sorvolando sull’linutilità del nosrtxoi servire e cedendo al solo impulso dtel suo
amiore, ci ammette a partecipare alla
gioi-a della comunione -con lui.
Alb. R.
La dottrina ori^tiai intorno allo ^tato
La storia ci presenta tre -grandi concieaioni dello- Stato-:
la concezione totalitoiria che è -propria
del paganèsimo ed insegna che lo stato
è tutto: i valori della vita e dello spirito
devono essergli interam'ente subordinati;
la concezione teocratica che comprende tanto ‘l’assolutisnio 'fornài
• bo rdin.a interamente la società civile
alla chiesa, quanto la teoria, un tempo
in voga in seno al pr-qtestantesdmo, dello -stato cristiano che protegge la chiesa -ed ubbidisce docilmente ai suoi ordini; j
la concezione gìwriidica che vede nello stato il rappresentante del diritto,
della giustizia -e della libertà, ma il cui
potè'-e cessa là dove incominciano i diritti della coscienza.
1. La civiltà pagana ha sempre ed uhicam-ente -conciepito lo Stato- in modo totallitario. Il potere dello Stato non ha
limiti -e non è tenuto, in alexm, modo, a
rispettare le esigenze della coscienza.
D-el resto la nozione -di -Stato è il prolungamient-o del con-oetto dì famiglia
che, come si sa, -ha per -capo il « pater
familias » che, oltre a pòssedene attribuzioni sacerdotali, è s-empre, almeno
in teoria, un despota iil cui potere giunge fino al punto di decidere circa la vita
o la morte dai singoli componenti la famiglia stessa. La religione Si confonde
con la; politica e gli atti della vita pubblica sono accompagnati da riti religiosi che hanno tendenze fo-rtemiente nazicnalistiche. -L’uomo è unicamente in
funzione dello- Stato. -Questa antica cdnc-ezi-one totalitaria registra frequenti ritorni nel -corso dei secoli -ed è perfino
stata in onore nel corso della nostra
stessa generazione. Essa deve energicamente; -essere ripudiata da tutti i popoli,
perchè apportatrice di rovina e di
morte.
2. h’Ehra'ismo ha una -concezione teocratica dieUo Stato ed ha dato un colorito nazionale alla religion-e. Dio è
l’Iddio d’Israele e le leggi civili si confondono con la -legislazione religiosa. Lo
Stato è di origine divina perché fondato- su una rivelarne.
La ichiiesa cristiana con la sua infelioe alleanza con lo Stato- è ritornata,
dal IV secolo in poi, alla concezione teocratica di colorito giudaico. Le interminabili dispute medioevali fra -papato ed
impèro non sono altro che competizioini di potere ed il potere civile e quello
religioso, ohe vorrebbero ambedue a'V^
re il soprawiento, sono confusi fra (fi
loro. La Riforma, in sulle prime, non è
stata immune da questo ©r-rora die era
proprio deirambieinte in cui è nata,
però essa ha posto il principio che ci
permetterà, come vedremo-, di giungi^
alle nostre conclusionli.
3.' Il Clriis#auesiimo ha dato all’umanità una -nuova con-cezioihe dello Stato.
La religione cristiana non è più la religione, di un dato popolo, ma la relSgio-ne della fede personale e distingue, (»sì,
créèfente dal sempuce cittadino, proclamando che lo Stato non può dominare sulla coscienze, che hia i suoi inaprescinditìili diritti. Questa nuova concezione dello Stato può essere riassimta
oon le parole stesse di 'Gesù qiu-ando
dice: «.Rendete a Cesare quel che è di
Cesare ed a Dio quei che è di Dio »
(Matteo 22: 21).
I cristiani dei primi secoli hanno stabilito, con il loro martirio, entro quali
limiti si può muovere lo Stato, hanno
affermato l’(invioiabilìtà della coscienza
religiosa ed hanno- protestato, con la
loro morte contro la concezione totalitaria dello Stato.
II pilastro -0,entrale su mi poggia tutto ledificio della Riforma è la « giustificiazionè per fede » che è xm netto appello all'’individuo non più ridotto al
modesto molo di xm ingranaggio nella
grande macchina statale. Il libero esame, poi. evita xm altro -errore non permettendo ridentifioaiaionie di -una forma
religiosa con lo Stato. Gli appelli alla
valorizzazione delle esigenze della coscienza partano aH’emandpazione della
tirannia religiosa del potere civile.
La Rivioluzionie Francese, a parte i
suoi ben noti eccessi, ha ncmdiinieiiio permesso alTximanità di fare un grande
passo innanzi ,con la proclamazione che
lo Stato deve essere lalico, cioè il temporale isteparato dallo spiritxiale. Non intendiiaimo spingere questa separazione
alle sue estreme cohsegfueinze. perchè
potrebbe portarci troppo oltre-. Deve essiere ben chialro, però, che xma cosa è lo
Stato ed altra -cosa è la Chiesa.
Alessandro Viniet ohe, fra tutti i pensatori moderni, ha una grandasisima autorità in materia così si esprime: « Les
relations qu’on a établies entre l’Etat et
la reMgion, entre la société poMtiqiue et
le roy-aume des cieux -me paraissent,
je l’avoue, adultères et fxmiestes » « d’altra parte scrive ancora: « Une loi qui
m’oblige de faire ce que ma conscience et la loi de Dieu condamnent, il faut
la braver ».
Non dteivono dunque -regnare, fra Stato e Chiesa, confusioni e (xi-mlpromeissi
e sono così posti i limiti nei quali lo
Stato può svolgere la Sua attività.
Lo Stato deve essere, secondo le nostre personali convinzioni, ti rappresentante della giustizia. Egli deve far
rispettare la libertà umana e, pirfincdpal
mlente, la lilbertà relS^posa. Lo Stato
rappresenta il diritto armato; che ¡reprime i delitti, ma .che perde ogni competenza nel regno ove l’uso della forza
sarebbe empio ed iniquo: la ooscieiuEa.
In xm’epoca nella quale gii uomini
guardano ainsdosamenté verso Tavvenire e si chièdono quale via è la gkiii^a,
bisogna che la Chiesa parli allo Stato.
Questo non significa -che la Chiesa debba far suo un proghamma poiiti(ìo spieciale essa deve .sempUcemente esigere,
dallo Stato- il rispetto della coscdieinza
religiosa dei cittadini.
La Chiesa non interviene nella pofitica dello Stato (bendhé l’etica cristiar
na -noin possa essere tradotta lin pratica
senza ché ne risultino delle conseguenze
anche nella sfera politica) però essa
esprime xm giudizio su quella politica:
se essa è nociva oppure ibenefiica per le
anime ed ha inoltre il dovere di dichiararla tanto allo Stato quanto al (sredenti.
Non si intende, con ciò, cadere nella
teocrazia, ma stabilire " chiaramente
quale è la sitera di atti'vità dello Stato.
* * *
(^esto argomento, oggetto di infinite discussioni, non è stato da noi scelto
a caso. Esso è dì grande attualità in Italia led ha. per -noi, xm interesse particolare.
La Costituente darà fra breve, sfila
nostra patria, una nuova Costituriime.
L’iarticolo il° del Trattato del Laterano dispose: « L’Italia, riteonosce ò riafferma il principio .consacrato neR’artì,col'o 1° dello Statuto dèi Regno del 4
marzo 1848, secondo il qxiale la relìgiane cattolica, apostolica, ixanaBa è la rellgtione^sifielk)'Stato
Nutriamo fidxrcia che ila nuova Italia
democratica respingerà, senza esitazioni di sorta, -questo ed altri artiopli del
famoso Trattato eh© rispecchia situazioni e tempi (Jefinitivamientie tramontati e che non rispetta i dirìttli e la libertà dei cittadini.
1° articolo della
« aveva da gran
Del resto questo
vecohi'a Costàtxxziolnie
tempo cessato di aver© in Italia un valore qualsiasi. Il Parlamento che era
l’interprete della Costituzione, aveva
più e più volte approvato leggi che non
erano compatibili eòi prindpi, le leggi
e le prestorizionli della Chièsa‘Oaittolica.
Inoltre la -dittatura fascista a'veva meisr
so da parte lo Statuto ohe ad ogni effetto iprattico (era stato superato dai totalitarismo fascista e da tutto ciò (die
esso comportava. Come il nrimo artìcolo di una Costituziane morta potesse rivivere in xm trattato politico oon xm altro potere è cosa (die nessun giurista è
stato capace di provare..! La religiione in
uno Stato democratico non è cosa (die
si poissa trattare facendo accordi .politici tra il potere secolare e quello eedesiastico. Siano gli it^iani ca’ktofici o
meno nessxin governo itahano ha il diritto di fare un accard(> oon una terza
parte 'Che impegni la fede religiosa della nazione e assuma obblighi che vanno
al dì là della sfera delle quistioni politiche e temporali. Questo articolo è fuori
pesto nel trattato del Laterano. Esso
non si gixistifìca a meno ohe non ritorniamo al principio degli stati giermanici durante le gxienè della Riforma :
cuius regio, eixis reMgio... » (proff. Saivernini © La Piana in « What to do with
Italy » citato nel n. 2-3 deli nuovi Quaderni G.L.).
Del resto già al prinicàpio <ìi settembre 1943 la nostra Ohieisa Valdese ha
precisato il suo pensiero con l’art. 13
degli Atti sinodali che afferma quanto
segue:
« Il Sinodo ricordando i princìpi contenuti nella dichiarazione della Tavola
Valdese al Goverhio sardo del 1849 dichiara: La Chiesa Valdese « M-ater Reformationis » fondata sui principi dell’Evangelo, fedele alla sua (xmfeissione
di fede ed alla sua costituzione, oon la
certezza dì interpretare la nnarii#mm>
cristiana nella situazione a'ttuaile. riafferma i princìpi seguenitì:
2
L’ECO DELLSWIALLI VAiLMSi
« 1** .la Chiesa: cinisllaina deve’^i'eggerai 'cta sè iin. modh assohitamente indìpein- '
dente, secondo i isucft pirincìpi nel liraite
del' diritto comune; ^
« 2° la Chiesa cristiana non deve
piretendiere alcuna condizióne di privilegio;
« 3? la Chiesa cristiana riveindica la
più .anxpia libertà di coscienza, di culto,
di téstimcaiianza per tutti;
« 4° la Chnesa oristi'anja ziafitenna <sh)e
qualsiasi ingerenza o restrizìonie esercitata dallo Stato sulle suie attività e
sullo sviluppo idell'a vita interiore al
i>ari ^ iquaMasi iprivilegio, ledeiebbei il,
suo diritto e la sua autonemia e n© falserebbe là natura compromettendone la
purezza e l’integntà del suo Ministero;
« 5° la Chiesa Valdese considera que^
sta completa libertà civile e indipendenza dallo Stato come condizioni indispensabili al pieno adempimento dei suo
mandato divino ». u. h.
'^V"^VArO/Ar*\/“^Vr^VAH\r*\r^WVr'XfA/'
CULTI PER RADIO
Domenica 23 Settembre il culto trasmesso dalla stazione di TORINO (ore 14.15)
sarà presieduto dal Moderatore della
Chiesa Valdese, Pastore Virgilio Sommani.
L’Ecole Latine
Une blanche bâtisse paraissant à travers le feuillage touffu de deux gros
platanes et de quelques acaciais, avec un
petit clocher et une architecture singulière qui lui donnent un air plus de chapelle que d’école, située dans l’un des
endroits les plus ensoleillés et les plus
...vaudois du Val BaMlle; entre le temple, 1 hôpital, la maison des professeurs
et le Convitto d’im côté; la bâtisse des
écoles primairesi, l’asile et le presbytèle de l’autre; au pied d’tm immense vignobles jadis d’une grande renommée:
c’est 1 Ecole Latine du Pomaxet.
L’école qui, pendant un siècle (18301930), a reçu dans ses trois classes la
jeunesse studieuse du Val Balsille pour
acheminer lœ uns vers les études supérieurs qui Îeur ont valu les titres ambitionnés de doctetu:, de pasteur, de
missionnaire, d’avocat, de professeur,
d’ingénieur, ou d’officiier de l’armée; et
pour guider les autres vers des posiUons plus modestes, mais tout autant
estimées, dans le milieu plus restreint
de la vallée, de la Commune ou de la
Paroisse: régents de quartier, syndics,
assesseurs ou conseillers de Commune,
anciens ou diacres d’Eghse, employés,
commerçants.
Toute « ibonne famille vaudoise » du
Val Soupata a eu son étudiant (ou ses
étudiants) qui a fréquenté, si non les
trois classes, du moins la première ou
la deuxième classe de l’Ecole Latine.
Ces années sont généralement considérées comme les meille^u•es, comme celles dont on gaide le plus cher des souvenirs, et auxquelles ont ne peut penser sans nostalgie.
Pas n’est besoin de dire que tout exélève de l’Ecole Latine pense souvent à
cette école et la revoit telle quelle était
et telle quelle l’est encore: la ipetite
cour ombragée, la porte d’entrée ébrasée, le corridor, la grande salle du rezde-chaussée réservée, presque toujoms
à la première classe qui était habituellement la plus nombreuse; la salle de
la Direction, et au premier étage les autres deux classes et la bibliothèque ou
saille des professeurs. Le tout disposé
selon un plan qui tient à la modestie, à
la commodité et^ la bienséance.
Ce cher souvenir ne va piis disjoint,
toutefois, de celui de renseignement et
des professeurs, dont le caractère a laissé une iproionde empreinte sur celui des
élèves. C’était des coimaisseui®, des
érudits, qui par vocation s’appliquaient
non seulement à enseigner, mais à faire aimer l’étude. Ils savaient si bien assaisonner la rude application des règles
latines d’un sain humour qui plaisait, >
qu’on pouvait apprécier même les auteurs les plus compliqués. Cette érudition et cette science d’enseigner obligeaient les élèves à pardonner facilement les quelques défauts du caractère
ou de la vie privée de l’un ou de l’autre
de ces proiesseurs, qui demeurent dans
le souvenir comme des medièles de zèle,
de ccHiséoration et de sérieux,
Quant au souvenir de la camaraderie
entre étudiants il n’en est point qui le
dépassent. Camaraderie de classe, de
rue ou de pensdon chez quelque bon
propriétaire de la Lause, des Maanetig ou
du Pomaret. Camaraderie qui naissait
aussi, franche et spontanée, dama le
vieux « ciabot » des ancêtres où l’on
canisumait à quatre dents le modeste repas apporté de la maison le soir de la
rentrée hebdomadaire: un bon pain de
seigle et, faute de soupe, un beau morceau d’excellent fromage jalousement
gardé dans le petit sac de toile blanche
(« la saquëtto »). Ce n’est que ^us tard
que le jeune étudiant de la haute Vallée trouvait à la sortie des classes un
bon petit repas au « Convitto » aménagé à oet effet dans la grande bâtisse
dressée à la mémoire des soldats vaudois tombés sur 1© champ de bataille et
consacrée: « alla nuova gioventù - risorgente - per integrare nella pace l’opera della guerra- - a incitamento
perenne ».
* Et que dire de l’estime dont l’Ecole
Latine était entourée dans notre milieu
vaudois du Val Balsille et Tmême dans
le milieu non vaudois de l’endroit? C’éImt une petite gloire dant on était, à
juste titre, tirés fieirs pour les services
qu^ielle rendait à la Vallée de même
qu’à l’Eglise dans son ensemble. Un bon
vieillard, qui ne manquait pas d’esprit,
me disait un jour à ce propos: « Si le
Val Balsille pouvait être représanté
par un œil, l’Ecole Latine en devrait
' être la pmnieile » !
• * *
Or, cette Ecole, apriès une regrettable piériode de quatorze ans, va rouvrir
ses battants. Cette nouvelle réjouira
tout bon Vaudois, mais la joie de personne ne dépassera oeUe des habitants
du Val Balsiüe qui salueront avec bonheur la renaissance de cette œuvre
bénie.
E^-il donc vrai que la ipetite doche
restée trop longtemps muette va faire
entendre de nouveau ses tintements?
Que la bonne maman, flère de «son
étudiant », va de nouveau préparer le
petit sac de toile? Que les jeunes étudiants vont de nouveau animer les classes de la chère bâtisse? Et qu’une période nouvelle à l’égard de l’instruction
va commencer poxir notre Vallée? Dieu
le veuille ! Et que dès maintenant il
rnette le sceau de sa précieuse bénédiction sur le travail que cette école accomplira .pour le bien de l’Eglise !
G. Mathieu.
ANOROGNA (Serre)
Due altri cari giovani hanno fatto recentemente ritorno tra noi rispettivamente dalla Germania e dalla Francia:
Rscardo Pons (Eissart) e Alessio Rivoira (Casse). Ad essi il nostro affettuoso
« bentornato ».
— Sabato 15 corrente, nel Tempio
diel Serre, è stato benedetto il matrimonio di Felice Malati (Prassuit) e Marcella Roman (Ruadaval). Agli sposi il nostro affettuoso augurio di ogni bene
« nel Signore ». La Corale eseguiva il
canto dell’inno 259.
— Domenica 16 settemibne. nel Tempio del Serre veniva amministrato il
Santo Battesimo a Lamy Mormet di
Carlo Alberto e Maddalena (Buffa). 11
Signore benedica il bimbo ed i suoi aeniitori.
Orario dei culti da domenica 23
settembre: ore 10: Pradeltorno; ore 14:
Serre.
E’ giunta dalla Francia la triste
notizia del decesso avvenuto in località
vicina a Cannes della nostra sorella
Maddalena Coìsson^ originaria di Angrogna. Ella era conosciuta, per il suo intenso attaccamento alle sue Valli e per
la sua pietà. Si interessava sempre attivamente di quanto accadeva qui tra
noi e gli Istituti Ospitalieri Valdesi ebbero sempre in lei una amica fedele ed
una coscienziosa collettrice. A tutti i parenti afflitti da questo lutto esprimiamo la nostra feaitema simpatia cristiiaina.
0. a.
BOBBIO PELLICE
Il 13 corrente è deceduta, ai Ciastel,
Anna Cairus, di anni 68. Ai congiunti la
nostra simpatia cristiana.
— Ancora due reduci dalla Germa
nia: Daniele Davvt e Giovarmi Negrin.
La Chiesa dà loro il più caldo benvenuto. R.
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Il 25 agosto è stato celebrato il
matrimonio diéUia sìg.na Mily MaUm
(Cìodmaì) con il sig. Cesare Avondet
(Malanot), ireduce dalla Corsica. Agli
sp<»i felici i nostri migliori auguri di
fehc.tà e benedizioni.
Sabato 8 settiembre nel nostro Tempio, in un austero decoro di fiori e di
verdura e con larga assistenza di pa*renti ed amici, è stato celebrato il matrimonio della signa Bianca Rievel, figlia del nostro! anziano di Fondo San
Giovanni, col sig. Roberto Malan, figlio
del rimpianto pastore sig. Rinaldo Malan. La (solenne cerimonia è stata pre^
si'eduta dal Pastore diella parrocchia
con la partecipazione del (pastore G. Rivodr, di Lugano. La benedizione divina
rijxtói abbondante sugli sposi e santifichi la loro gioia.
MASSELLO
Matrimoni. Hanno icontratto matrimoiuo, sabato 1° settembre, Giulio Tron
(Balziglia) e Ida Tron (Aiaisse) e. sabato
8 settembre, Ernesto Micol (Maniglia) e
Lina Tron (Campolasalza).
„.Due focolari accesi: ¡possano essi
apliendere,, riscaldare e vivificare !
T— Decessi. Una funesta sciagura è
venuta a turbare la tranquillità della
nostra popolazione, diomenica 2 settembre u. s. Nei pressi di Balziglia. una
bomba rinveniuta nel torrente Germanasca e imprudentemente mianeggiata,
esplodeva ferendo gravemente tre giovani, uno dei quali decedeva alcune ore
dopo. Si tratta del piccolo Paolo Pons,
di anni 9. figlio unico. Il padre, subito
accorso da Marsiglia, non potè più riabbracciare il figlio, ma i funerali, avvenuti giovedì 6 corrente, furano per lui e
per tutta la famiglia in pianto una commovente testimonianza di simpatia, nel
doloroso avvenimento.’
Altri lutti hanno afflitto la nostra
congregazione per la morte del .piccolo
Paolo Arnaldo^ delle Porte (21 agosto)
e di Augusto Tron, deceduto il 9 settembre, dopo brevissima malattia, a Salza,
/in età di 59 anni.
¡Sieno tutti questi lutti motivo di seniore maggior attacoaimento. alle consolanti realtà dello Spirito da parte di
quelli che passano, pel orog uolo della
prova.
RORA’
|‘ Domenica 10 u. s. il nostro pulpito è
I stato tenuto dal .pastor.e Lamy Coisson,
I di Felónica Po, che .la stessa sera, nella
sàia del Presbiterio, ci interessò ancora
sulle vicende della sua ichiesa durantegli ultimi avvenimenti bellici. Lo ringraziamo vivamente per la sua benefi'ca
visita.
— Durante iqueste ultime settimane
son giunti numerosi redxici dalla Germania. Dei nostri quaranta assenti
mancano solo p ù sette © di questi tre
soli non hanno dato loro notizie. Di uno:
Luigino Dwrand, di Gruillat, è giunta
notizia per mezzo di alcuni compagni
d’arme, della tragica fine, sotto un 'bombardamento aereo, mentre lavorava
come prigioniero in Germania. La Chiesa commossa circonda con la più viva
simpatia la famiglia afflitta e specialmente la Mamma. Jeanne Pontet, già
provata pochi mesi or sono dalla’ improvvisa dipartenza del marita. Nel
culto di domenica 16 corrente gli abbiamo tributate le estreme onoranze ed abbiamo invocato' sulla famiglia afflitta le
consolazioni divine.
Dom.enica 23 corrente la gioventù
di Rorà e gli amici lontani che lo desiderano, sono convocati per un culto in
vetta al Friolent alle ore 10.30. La partenza, dai fienili del Ciot, è fissata per
le ore 4. Naturalmente la igita avrà luogo solo in caso di tempo favorevole. In
caso di tempo incerto, avrà luogo una
riunionie giovanile al Cournour. aUe
ore 15.
— Domenica 30 corrente, la Chiesa di
Rorà festeggerà i suoi Reduci con un
culto solenne ¡nel tempio e con la celebrazione della Santa. Cena. A mezzogiorno Reduci e Fratelli si riuniranno
per grande agape e la sera la gioventù offrirà un lieto trattenimento.
Procurino anche i Rorenghi assenti di
esQ^ presenti per questa solennità ohe
abbiamo attesa per tanti anni.*
TORINO (Ritardata)
La nostrai Comunità è stata dolorosamente colpita, durante il periodo estivo,
dalla perita di tre venerate sorelle, che
hanno chiuso una vita benedetta spesa
nel servizio della famiglia.
A Torino, il 15 luglio, si spegneva la
signora Enneo Malan nata Colella, vedova del prof. Achille Malan.
Al figlio ed alla figlia Lelia rinnoviamo i sonisi della nostra viva simpatia cristiana.
Ai Marauda di Lusema San Giovanni, presso la figlia, signora Anna Pey
rot, chiudeva la sua lunga esistenza la
nostra venerata sorella Emma Turin
rmba Tron. La larga partecipatone di
amici e conosoenti all’acoompaiginamento
funebre avvenuto il 22 luglio, ha dimostrato alla famiglia di quanta stima fosse circon^ta la cara Estinta.
Ai fi^huoU, in Italia, in Isvizzera, in
Argentina, diciamo ancora la parola della speranza in Cristo.
A Oallianeito d’Astì. dove viveva circondata dall’affètto premuroso dei familiari, dopo una lunga infermità sopportata con quella serenità che è il frutto della fiduciosa sottomissione «Ila volontà del Padre, entrava nel suo riposo
la signora Casilde Foijiai nata Miani,
I funerali ebbero luogo nella Cappella Evangelica del Cimitero di Torino il
25 luglio.
Alla figlia ed alla famiglia Valerio
tutta Va l’assicuraziane della viva parte
che prendiamo cil doloroso lutto.
Il culto' idi domenica 23 settembre,
nel Tempio di Corso Vittorio (ore 10)
sa,rà 'Presieduto dal Moderatore pastore
Virgilio Som,mani.
TORRE PELLICE
L Assemblea di Chiesa ed elettorale è
convocata per domenica 23 corrente alle
10.30, col seguente ordine del giorno:
a) relazione del deputati al Sinodo; *
0) relazione del Concistoro sul suo operato riguardo alla proclamazione della
vacanza da parte della Tavola; c) nomina della Comm’ssione consultiva di tre
mismbri di cui uno non facente parte
del Ooncisl'Oro incaricato di rioercare i
sn^S'^^rimenti della Tavola e le informaziuni del caso.
VILLAR PELLICE
Dipartenze. Abbiamo dovuto improvvisamente separarci in questi giorni, per
la vita terrena, da due sorelle anziane,
due belle miti figure di serventi del Signore: Italia Maddalena Gönnet vedova
Janavéy deceduta dopo' breve, dolorosa
malattia al Ciarmis, il 7 settembre, in
età di 78 anni, ed Emilia Lauro vedova
Rasarvi, del Centro, improvvisamente dipartitasi dai suoi figliuoli, in seguito ad
attacco cardiaco, all’alba del 10 settembre, in età di 69 anni.
La comunità e la popolazione hanno
reso alia memoria di queste care sorelle
una commovente testimonianzia, in occasione delle lóro esequie.
Con vivissimo dolore, abbiamo appreso pure la notizia della dipartenza, avvenuta in lontana dura terra di prigionia, del nostro caro catecumeno Gino
LHilmas di Giovanni, di Chiotillart. all’indomani del suo ventitreesimo anniversario, il 15 marzo 1945.
Alla cara famiglia Dalmas, già tanto
provata iquest’anno nei suoi più teneri
affetti, la comunità esprime la sua fraterna simpatia nel suo grande dolore
che Tha visitata.
Il Siignore sia il Consolatore di tutti
coloro che piangono.
— Avviso. L’Assemblea elettorale
della Chiesa è convocata m seduta straordinaria per la ■domenica 23 corrente
mese alle ore 10 a. m. j.
La famiglia Long, profondamente
commossa per le prove dk sirrymtia ricevute in occasione della dipartenza della loro cara
IRENE
r^ingrazia tutti coloro che con la presènza, con scritti e fiori, hanno voluto onorare la m^rnoria della cara Scomparsa
e in modo speciale l’amica Frida Paetrè
che con cariità esemplare l’ha am'stita
sino alla fine.
PramoHo (Ary^ra), 4 settembre 1945.
La famigiUa di Luigi Gardiol, della
Lombarda, rHconosomte ringraa^ quanti presero parte ai sim dolore in occasione della dipartenza per la Potr ò Celeste
della sua amatissima
Amalia Pascbetto ìd Gardiol
Un ringraziamento partikxnlare essa rivolge al dottore sig. Raoul Ros Sebastiano ed ai pOiStiori sigg. Umiberto Bent e
Luigi Maraiuda.
S. Secondo di Pinierolo, 9 sett. 1945.
ALBERTO RICCA, Direttone
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